Yemixty

di MrDarkFlame
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PAGE I ***
Capitolo 2: *** PAGE II ***
Capitolo 3: *** PAGE III ***
Capitolo 4: *** PAGE IV ***
Capitolo 5: *** PAGE V ***
Capitolo 6: *** PAGE VI ***



Capitolo 1
*** PAGE I ***


PAGE I
 
Vincent era un ragazzo che aveva tutto: biondo, occhi azzurri, un fisico molto invidiabile, piacente, un'altezza sopra la media, simpatico a tutti, popolare, ricco, soprattutto giovane e senza grilli per la testa. Anche quel 19 giugno 2013, dopo esser tornato dalla palestra ed aver trascorso un po di tempo con la sua ragazza, Amy, con cui era fidanzato da ben tre anni, tornava a casa e si dedicava alla lettura di qualche buon libro, in questo caso leggeva Metzengerstein di Edgar Allan Poe. L'unica persona a cui non andava a genio, era suo fratello Todd, di diciotto anni, che gli rammentava sempre che, nonostante fosse due anni più grande di lui, non aveva il diritto di dare ordini a nessuno, forse nemmeno di vivere, a detta sua.
 
<< Per quanti sforzi tu possa fare, non sarai mai degno di essere considerato più che un verme da schiacciare. Non dovresti essere a questo mondo, caro Vincent. >> Gli ripeteva puntualmente Todd, ogni qualvolta i loro sguardi si incrociassero.
<< Todd... davvero non riesco a capire perché tu mi odi così tanto... è da quando sei un bambino che mi odi. La tua invidia verso di me è la tua unica ragione di vita? >> Gli rispondeva con uno sguardo stupito ogni qualvolta che suo fratello gli rivolgesse quelle, strazianti, parole.
 
Puntualmente, Todd non rispondeva mai, e tendeva ad allontanarsi dal fratello, augurandogli le peggiori cose sottovoce, senza mai farsi sentire. Todd non aveva mai parlato a nessuno del perché lui odi così tanto suo fratello, nemmeno Vincent lo sapeva... ma tutti sapevano che c'era questa problematica nel rapporto fra i due, qualunque persona conoscesse anche solo di vista entrambi. I loro genitori, soprattutto suo padre che cercava in tutti i modi di far cessare questo comportamento (senza riuscirci), soffrivano per questa situazione: insomma, i loro figli erano dei perfetti nemici che condividevano lo stesso tetto, e tutte le volte che parlavano fra di loro, la conversazione, più o meno, era la medesima.
 
Nemmeno lo psicologo Frank Jordan riuscì a capire quale fosse la ragione di quest'odio/rivalità, era semplicemente un'antipatia non necessariamente motivata da terze parti, a detta sua. Quel Todd con dei capelli scuri "a caschetto", un fisico medio, intelligente quasi quanto suo fratello (diplomato in lingue), e piuttosto ben voluto dalla maggior parte dei conoscenti, era la persona più testarda che la famiglia conoscesse... la cosa più bizzarra è che non c'era proprio modo di capire la causa di questo odio, nonostante più e più volte svariate persone (dalla sua famiglia ai suoi amici più stretti, e persino la sua ragazza, tale da 6 anni, con un legame davvero speciale) tentarono in tutti i modi di convincerlo a parlarne, lui rifiutava sempre categoricamente la possibilità di spiegare il perché del suo comportamento.
 
Todd Billford non era affatto un ragazzo chiuso, era però sincero e sensibile (quanto basta), un po come il suo miglior amico, Jack Evans, occhi e capelli castani, taglio alla moda, fisico abbastanza atletico ed alto 1.75, e con un viso che non ispirava simpatia a tutti, come se nascondesse qualcosa, ma comunque una persona benvoluta, single al momento. Egli era residente anch'esso nella città di Miami, ma a differenza dei Billford, la loro famiglia arrivava a fine mese senza alcun risparmio da parte, viveva insieme alla sua famiglia in una casa di medio-piccola grandezza, pagavano l'affitto, tuttavia, all'età di 19 anni non era ancora riuscito a trovare lavoro, ed era suo padre, Francis, l'unico a dover provvedere a Cindy, madre di Jack e sua moglie, la loro figlia "piccola" di 16 anni, Jennifer, è una ragazza dai lunghi capelli castani che le arrivano fino al collo, con gli occhi verdi, un seno abbastanza prosperoso, molto piacente ed è una ragazza molto timida e sensibile, è stata fidanzata una sola volta, nonostante abbia tantissimi ammiratori, perché segretamente innamorata di Vincent sin dall'età di 8 anni.
 
In quel 19 giugno 2013, Jack e Todd si incontrarono come sempre intorno alle 20.
 
<< Ehi, Todd. Come va? Come prosegue la tua vita da milionario? >>
<< Uhm... ciao a te, Jack. Sai... la solita situazione. Vincent esiste ancora... non starò mai bene finché lui sarà in questo mondo. >>
<< Todd... io davvero... fatico a capire. Perché tutto questo accanimento verso di lui? >>
<< Per favore, Jack. Non comportarti come tutti gli altri... tu e Jennifer siete speciali, non riducetevi a queste domande. Riguardo a lui devi solo fidarti di me... ogni qualvolta sia necessario. Insomma, mi conosci... sai di poterti fidare. >>
<< Se tu fossi nei miei panni, non ti faresti delle domande? E Jennifer... >>
<< BASTA, ti prego. Ascolta, ricordi quel libro che hai trovato l'altro giorno? Quello con quel simbolo, quel... >>
<< Sì, me lo ricordo... perché? >>
<< Lo hai ancora, vero? >>
<< Sì, perché me lo chiedi? Vuoi forse che te lo presti? >>
<< No. Devi darmi quel libro. >>
<< Ma... perché tutto questo accanimento per quel libro? Insomma, Jennifer voleva leggerlo... >>
<< No. Devi darmelo, subito! Sono disposto a pagarti qualunque cifra! >>
<< Perché?! >>
<< E' importante... e l'ho cercato dappertutto, non riesco a reperirne una copia. Ne sono state stampate soltanto 25 in tutto il mondo, ti rendi conto di quanto sia raro?! Se l'hai trovato, un motivo c'è. >>
<< Per... darlo a te? >>
<< Assolutamente no. E' il destino che l'ha accompagnato alle tue mani. Adesso, però, io voglio comprarlo. >>
<< Ma non... >>
<< 15,000 dollari in contanti... subito. >>
<< Che diavolo... >>
<< 20,000! >>
<< Vado a prendertelo... >>
 
Jack salì al piano superiore. Dopo una decina di minuti, egli scese nuovamente al piano inferiore, dalla sua stanzetta, con l'impolverato libro di cui parlavano tra le mani di Jack. Egli glielo consegnò, e Todd gli diede subito 20,000 dollari in contanti.
 
<< Non capisco davvero cosa ti ha spinto a pagare così tanto per quel libro... posso prestartelo gratis... siamo grandi amici, dai, stai scherzando? Non è normale... >>
<< La mia famiglia è milionaria... non me ne faccio nulla di 20,000 dollari, è la mia paghetta settimanale, capisci? A te, alla tua famiglia... a voi servono. >>
<< Ma ti ho detto mille volte che io non voglio i tuoi soldi... >>
<< Questi non sono i miei soldi... ricordi? I numeri per la lotteria me li hai suggeriti tu, quindi è giusto che ci dividiamo la vincita, no?! Oh, buona sera, signora Evans! Come va?! >>
 
Jack fu sorpreso del fatto che da dietro di lui sbucò sua madre, e che non se ne fosse accorto.
 
<< Oh, bene, noi stiamo benissimo. A te come va, invece? >>
<< Tutto a gonfie vele, suo figlio ha il destino dalla sua parte! Grazie a lui abbiamo vinto 40,000 dollari alla lotteria, ed aveva pure previsto che coi numeri che mi disse avremmo vinto questa cifra! Ma come fai?! >>
<< E'... solo... fortuna... >>
<< Wow, davvero? Non me ne hai parlato! >>
<< Oh, beh, non credevo avremmo davvero vinto, mamma! >>
<< Beh, credo sia ora che io vada, ci vediamo! Buona serata, signora Evans! E ciao anche a te, Jack! >>
 
Così si salutarono reciprocamente, e Todd ritornò a casa sua, mentre Jack confermò la storiella della vincita a sua madre, che anche se all'inizio era un po scettica, si fece convincere facilmente del fatto che non era una bugia e che non fossero soldi che venivano da chissà quale losca attività, ma da una legalissima vincita. In fondo, erano entrambi maggiorenni.
 
Todd, tornato a casa, si chiuse nella sua stanza, aprì il il libro e cominciò a sfogliarlo, sorrise, e poco dopo si mise in piedi e pre
 
 
 
rché doveva farlo, evidentemente. A quel pun
 
 ndo ne valeva la pena per proteggerla.
 
Intanto, a casa Evans, mentre Francis era appena tornato a casa dal lavoro, e Cindy stava cucinando, arrivò una telefonata sul telefono fisso di casa loro. Jack rispose al telefono che squillava insistentemente, a parlare era un amico di Jennifer, e si trovava all'ospedale, con lei.
 
<< Cosa CAZZO vuol dire un incidente?! No, Jennifer? Com'è successo?! >>
<< Non lo so, non ero con lei. L'ho trovata sdraiata per terra, ho chiamato il 911 e l'hanno portata in ospedale... >>
<< Perché mi stai chiamando tu?! Perché non l'hanno già fatto... loro? >>
<< Stanno per farlo... li ho preceduti. >>
<< Cos'ha? >>
<< Un medico mi ha detto che ha una costola rotta... un altro pensa che abbia avuto un infarto. Siamo appena arrivati, non hanno ancora avuto modo di capire in che stato sia... è viva, questo è certo, ma non si sa ancora perché non sia in sensi... né quale sia la causa, ovviamente... >>
<< Dimmi subito in che ospedale vi trovate, noi arriviamo subito... >>
 
Jack corse subito ad avvisare i genitori dell'accaduto, che bloccarono tutto ciò che stavano facendo, e si precipitarono con dei panini verso l'automobile del padre, per raggiungere subito l'ospedale. Jack era visibilmente il più turbato, il suo cervello compieva i viaggi più incredibili, e fremeva dalla necessità di sapere cosa fosse successo a sua sorella. Il traffico li bloccava, e Jack era pronto a fare una strage, poi si accorse che in strada c'era qualcosa che decisamente non andava...

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Capitolo 2
*** PAGE II ***


PAGE II
 
Jack, con l'automobile bloccata nel traffico, posò lo sguardo fuori dal finestrino, vide un tizio calvo sulla quarantina con un lungo mantello nero che lo copriva quasi interamente, mentre cercava di aprire un tombino e sorrideva, poi gli rivolse la parola. 
 
<< Jack! Non andare da Jennifer. >>
 
Jack rimase incredibilmente stupito del fatto che conoscesse i loro nomi, non l'aveva davvero mai visto prima. 
 
<< Chi sei?! CHI DIAVOLO SEI TU?! COME DIAVOLO FAI A CONOSCERE I NOSTRI NOMI?! >>
<< Non andare da Jennifer. >>
<< Rispondi alle mie domande! Come fai a sapere di lei?! Sei tu il responsabile?! >>
<< Non andare da Jennifer. >>
 
Jack si precipitò immediatamente fuori dall'automobile, senza far caso a nient'altro se non al bizzarro e misterioso uomo calvo. 
 
<< Dimmi immediatamente chi diavolo sei, brutto bastardo! >>
<< Non andare da Jennifer. Fidati di me. >>
 
Jack vide un pugnale a terra, lo raccolse e lo avvicinò alla gola dell'uomo, minacciandolo di morte. 
 
<< Se non mi spieghi subito cosa sta succedendo, tu sei morto! >>
 
L'uomo era piuttosto tranquillo, e rispose con la stessa tranquillità delle precedenti volte. 
 
<< Credimi, Jack... l'unica risposta che avrai, per il momento, è che devi lasciare stare Jennifer. Non andare da lei. >>
 
Jack si infuriò ancora di più, colpì ripetutamente l'uomo in volto a mani nude, riempiendogli la faccia di sangue, poi gli mise nuovamente il pugnale vicino alla gola. 
 
<< Non scherzo. Adesso dimmi immediatamente chi sei, altrimenti... non importerà più. >>
<< Se vuoi delle risposte, vai a cercare Todd. Ci vediamo. >>
 
Jack!
Jack!
Jack!
Che ti succede, Jack?!
Ehi!
Jack!
 
Jack aprì gli occhi, era dentro l'automobile, sua madre lo scuoteva, si era messo un coltellino svizzero vicino alla gola, e sembrava dormiente. 
 
<< Cosa ti è successo?! >>
 
Jack si voltò verso il finestrino, dove dovevano esserci l'uomo misterioso ed il tombino che cercava di aprire, ma non c'era nessuno dei due. Si girò nuovamente verso Cindy. 
 
<< Dev'essere stato solo un brutto sogno, mamma... solo... un brutto... sogno. Realistico... ma pur sempre un sogno. >>
 
Jack abbassò il coltellino svizzero, quindi lo conservò nuovamente in tasca. 
 
<< D-d'accordo... >>
 
Disse Cindy con uno sguardo molto stupito. 
 
Intanto, Todd era a casa sua, a tavola insieme al resto della sua famiglia. 
 
<< Potreste passarmi il pane? >> Chiese retoricamente Todd. 
 
Vincent prese un pezzo di pane poggiato sul tavolo, e lo avvicinò alla parte del tavolo di Todd, che subito si alterò. 
 
<< NON AZZARDARTI A TOCCARMI! >> Esclamò Todd. 
 
[/FLASHBACK\]
 
Todd e Vincent sono all'asilo, e mentre stanno tranquillamente giocando, un altro bambino spinge Vincent, quest'ultimo finisce addosso a Todd. 
 
<< AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! >>
 
Todd iniziò ad urlare a squarciagola, completamente terrorizzato, ed iniziò a scappare dal fratello, andando a nascondersi dietro le insegnanti. Le sue urla risuonarono anche nelle aule vicine, che attirarono diversi colleghi della signora Cleemore, la donna sulla quarantina, dai capelli piuttosto scuri e un viso quasi materno, anche abbastanza in carne che era l'insegnante d'asilo di Todd e Vincent. Le sue urla non si frenavano, il piccolo Todd continuava ad urlare a squarciagola e col terrore più totale nel suo viso, la sua voce si prendeva delle piccole pause ad intervalli piuttosto regolari per riprendere fiato. 
 
L'aula venne invasa da una buona parte degli insegnanti dell'istituto, che cercava di calmare il piccolo, senza riuscirci in nessun modo. Egli continuava a fissare Vincent con quello sguardo quasi perso nel vuoto, ma allo stesso tempo completamente "invaso" dal terrore. Un insegnante telefonò ai suoi genitori, che accorsero, trovandolo nella disperazione più totale, ma appena Vincent si allontanò dall'aula, accompagnato dal padre, Todd, circondato da diversi insegnanti e con sua madre vicina a lui, smise di urlare. Era come se non fosse successo nulla. 
 
<< Cosa è successo, tesoro? Cosa ti hanno fatto? >>
<< Niente, mamma. Non... non è successo niente. Sai... Vincent. >>
<< Cosa?! Ce l'hai ancora con tuo fratello per quanto ti ha preso quel... giocattolo? Quell'automobilina, insomma... >>
<< Oh, no... no. Lui mi ha toccato. Ha stretto un contatto con me, capisci? >>
<< E... poi? Tutto qui? >>
<< Sì, mamma. Tutto qui. >>
<< E qual'è il problema? >>
<< Il problema è che l'abbia fatto lui. LUI NON DEVE TOCCARMI. >>
<< Io non capisco, tesoro... perc... >>
<< Basta, mamma, per favore. Sto bene. >>
 
La madre dei due ragazzi era completamente stupita. Insomma, il suo figlio piccolo era entrato in un estremo stato di panico solo perché il suo fratello più grande l'aveva toccato? Pensò che magari avesse fatto qualcosa di più, ma che magari voleva proteggerlo... ma non aveva senso: se avesse voluto proteggerlo non avrebbe di certo reagito in questo modo. Da quel giorno quell'odio estremo di Todd verso il suo fratello maggiore, apparentemente immotivato, non faceva che aumentare... fino ad arrivare alle storiche parole che, puntualmente, Todd ripeteva al fratello maggiore, quasi ogni giorno. 
 
[\FLASHBACK/]
 
<< Mi hai toccato una volta... non ci sarà una seconda volta. HAI CAPITO?! QUAL'E' IL TUO PIANO?! >>
 
I genitori rimasero ancora una volta stupiti della surrealissima reazione di Todd, ma ormai ci si erano abituati. Vincent continuava a sembrare incredulo del motivo che spingesse il fratello minore a comportarsi così... era sempre così vago, ma anche abbastanza diretto: non si faceva tanti problemi a dire che starebbe meglio senza suo fratello Vincent. Quest'ultimo, invece, almeno ad occhio, cercava sempre di evitare di alimentare quest'odio che lo spingeva a parlare così. 
 
Jack e i suoi genitori, intanto, erano arrivati all'ospedale in cui era ricoverata Jennifer e la raggiunsero nella sua camera d'ospedale. La giovane ragazza era sveglia, ma aveva una grave ferita vicina al cuore e i segni di ben otto pugnalate intorno ad essa. 
 
<< Ciao Jack... papà... mamma. >>
<< Jennifer! Cosa ti è successo? Chi ti ha fatto questo? >>
<< Non preoccuparti, Jack. Sto bene. >>
<< Cosa significa che stai bene? Ma ti sei vista? >>
 
Un dottore entrò nella stanza, con un'agenda nera in mano. 
 
<< Rilassati, Jack. >>
<< Chi è lei? Come fa a sapere che io chiamo Jack? >>
<< Io sono il Dottor Keamus e mi occupo di Jennifer. Lei mi ha parlato di te fino a quando voi non siete arrivati, supponevo fossi tu suo fratello. Oh, e salve anche a voi, dovete essere i suoi genitori. >>
 
Disse il dottore dagli occhi verdi, facendo cenno di saluto a Cindy e Francis. 
 
<< Salve dottore... ci può dire cos'è successo a nostra figlia? >> Chiese Cindy. 
<< Hanno iniziato una cerimonia con me. >>
<< Cosa? Chi? Che tipo di cerimonia? >> Chiese immediatamente Jack. 
<< Era un tizio molto robusto, sembrava che non fosse la prima volta per lui... aveva un.. >>
<< Signori, scusatemi, ma la paziente deve riposare. Potrete conversare con lei dopo, adesso è meglio che voi la lasciate da sola. >>
<< No, sto bene! Non serve... >>
<< Tu non stai affatto bene, Jennifer. Devi riposare! >>
 
Keamus insistette imperterrito, fino a convincerli ad uscire dalla stanza, ma Jack ritornò dentro dopo qualche secondo. 
 
<< Io non lascio Jennifer. Si può anche scordare che io esca da qui, stava per dirmi ciò che le è successo, perché lei non vuole che continuiamo a parlare? >>
<< Perché deve riposare, Jack, te lo ripeto. >>
<< No! Voglio la vera ragione. ORA! Non mi faccio prendere per il culo... cosa vuoi farle? >>
<< D'accordo, lei sa. Lei ha visto ciò che le è successo, e sa perché le è successo. Sa chi l'ha fatto. >>
<< Cosa? Jennifer? >>
<< Beh, sì... >>
 
Il Dottor Keamus corse verso Jennifer, impugnò rapidamente una siringa e fece addormentare la ragazza. 
 
<< Cosa le ha fatto? Chi è lei? >>
<< Rilassati, Jack. Lei sta bene. >>
<< Se non mi da immediatamente una spiegazione inizio ad urlare e faccio presente a tutti ciò che lei sta facendo... >>
<< Ascoltami bene, Jack... lasciami fare il mio dovere. Non ostacolarmi. >>
<< Adesso basta, vado a chiamare i miei genitori, ed essi a loro volta chiameranno le autorità... >>
 
Disse Jack, precipitandosi verso la porta della stanza. 
 
<< Fermati. Voltati lentamente verso di me. >>
<< Cos'è, una minaccia? >>
 
Disse Jack, girandosi verso Keamus, vedendo che aveva impugnato con la mano sinistra una pistola con silenziatore e che era puntata verso di lui, mentre nell'altra mano aveva l'agenda nera prima citata. 
 
<< Cosa vuoi fare? Spararmi? Fallo... e poi sarai spacciato, se vedo un minimo movimento del tuo dito che tenta di premere il grilletto inizio ad urlare a squarciagola... non riuscirai ad uscire da qui vivo, non con un cadavere. >>
<< Sei troppo sicuro di te. Pensi davvero che non sparerei? Ho pur sempre la tua bella sorellina che posso utilizzare per uscire da qui, non credi? >>
<< Proviamo. Sparami. >>
<< Complimenti, Jack. Hai del coraggio... non posso spararti... ma posso sparare a Jennifer. >>
 
Disse il Dottor Keamus, puntando la sua pistola verso l'indifeso ginocchio della ragazza distesa su quel letto bianco. 
 
<< No... non osare farle del male. >>
<< Lasciami fare il mio dovere, e andrà tutto bene, te lo posso assicurare. >>
<< Il tuo... dovere? >>
<< Puoi anche assistere, Jack. >>
<< D'accordo. >>
<< Perfetto, vedo che ragioni. >>
 
Il dottore si sedette vicino al letto di Jennifer, non distogliendo lo sguardo da Jack, quindi iniziò a sfogliare l'agenda nera, tenendo ancora la pistola puntata verso Jennifer. Egli trovò abbastanza velocemente la pagina di suo interesse. 
 
<< Bene, si comincia! >>
 
Ma intanto mentre Keamus sfogliava l'agenda, Jack aveva avvistato un coltello a terra, così lo raccolse e rapidamente lo lanciò verso il dottore, che lo vide in tempo e riuscì a spostare la testa per non farsi colpire, quindi sparò al ginocchio dell'indifesa ragazza sdraiata su quel letto bianco dal lenzuolo bianco. 
 
<< Nooooo! >>
<< Abbassa la voce, Jack! Ti avevo avvertito, non devi fare scherzi. Adesso non fare nessun movimento, hai rischiato di uccidermi... tu davvero non capisci. Se fai un altro movimento, ti giuro che le sparo un colpo in testa. >>
<< E poi come esci di qui? >>
<< Ti sparo alle gambe e alle braccia e ti uso come ostaggio. Ma vuoi davvero rischiare così tanto? >>
<< Fai ciò che devi fare... MA NON FARLE DEL MALE, O PER TE E' FINITA. >>
 
Keamus iniziò a leggere una pagina dell'agenda nera che stringeva tra le mani. 
 
Amas ateniur bi enemi calestur
marachis camenit trameche ut
po neches sacamar eset chemin
chun lo perìn ocab storbin carmi
vite u piessiu reminichi de ritinio!
Anahil ca de repetmiun, RITINIO!
 
Jennifer si circondò di una luce rossa e tutte le sue ferite guarirono, tranne quella causata da Keamus sul suo ginocchio, qualche secondo dopo la luce sparì. 
 
<< Perfetto, adesso devo soltanto estrarre il proiettile e medicarle il ginocchio... grazie a te, ovviamente. >>
<< Cosa diavolo è successo?! L'hai... guarita? E perché la ferita che le hai provocato tu non è guarita? >>
<< Beh, sì, dai... mettila su questo piano. Diciamo che l'ho guarita... aspetta, quindi non sai nulla. Non sei contrario a ciò che vogliamo fare... non sai ancora nulla, non mi imbrogliavi. >>
<< Cosa dovrei sapere? >>
<< Tu non dovresti essere qui. I due li... ehm... devi andare da Todd. Non hai avuto la visione? Non hai parlato con lui? >>
<< Visione? Lui? Quel tizio pelato con quel mantello... e il tombino, perché voleva aprirlo? Aspetta, vuoi dire che non sono pazzo? E' una visione... ma non un'invenzione della mia mente? E tu come fai a sapere tutto questo? Chi diavolo sei? >>
<< Dovevi dargli retta. Perché sei venuto qui? Perché non sei andato da Todd? >>
<< Perché diavolo non rispondi alle mie domande? Perché non lo faceva nemmeno lui? >>
<< Perché sarà Todd a darti le risposte. Fidati di me. Vai da Todd, qui non hai nient'altro da fare. E' con lui che devi parlare se vuoi che tua sorella si svegli. >>
<< Cosa? Perché non dovrebbe svegliarsi? Le vuoi fare qualcosa? >>
<< No. Io le medicherò soltanto il ginocchio, e se non ti dispiace iniziò già da ora. Dopo aver fatto ciò non la toccherò più. >>
 
Disse Keamus, lanciando la sua pistola a Jack, che la prese al volo. 
 
<< Cosa diavolo vuol dire questo? >>
<< Potrebbe servirti, non si sa mai. >>
<< Pensi che basti questo gesto per guadagnarsi la mia fiducia? >>
<< Non ti ho detto nulla quando hai cominciato a darmi del tu, perché è giusto così. >>
<< Cosa diavolo c'entra? Non è quello che ti ho chiesto! >>
<< Ti ho già detto che se vuoi delle risposte, non è a me che devi chiedere. Non è questo il posto giusto. Adesso smetterò di parlare e inizierò a medicare il ginocchio di Jennifer... non vorrei che le cose si complichino. Sentiti libero di spararmi. >>
 
Disse il dottore, iniziando ad operare sulla sua paziente per estrarle il proiettile dal ginocchio. 
 
<< Non azzardarti a farle del male, o smetterai d'esistere. >>
 
Jack aspettava una risposta del Dottor Keamus, ma non arrivò, così si voltò verso la porta ed uscì chiudendo la porta, e tornando dai suoi genitori, tutto questo dopo aver messo in tasca la pistola che gli aveva dato Keamus. Jack decise di mentire ai suoi genitori, dicendo loro che Jennifer se la sarebbe sicuramente cavata e che non sembrava essere in brutte condizioni. 
 
<< Adesso devo andare. Probabilmente è meglio che mi distragga, altrimenti esploderò per ciò che è successo a Jennifer. Credo andrò da Todd. >>
 
Francis e Cindy erano un po stupiti da questa sua decisione, non era assolutamente da lui, ma non fecero domande e lo lasciarono andare. Jack si diresse così da Todd, casa sua non era molto distante dall'ospedale in cui era ricoverata Jennifer, e con suo grande stupore, vide che Todd era, nonostante la tarda ora, in giardino. 
 
<< Todd. Mi stavi aspettando. >>
<< Esattamente, Jack. Ti stavo aspettando. Andiamo nella mia stanza, Vincent stasera doveva uscire con Jennifer, non lo sapevi, vero? Ma Jennifer è all'ospedale, quindi è andato in discoteca. >>
<< E Vincent come fa a saperlo? >>
<< Tua sorella ha il suo numero, a quanto pare. Ma adesso andiamo. >>
 
Jack seguì Todd dentro casa sua, salutò velocemente i suoi genitori e poi i due ragazzi entrarono nella stanza di Todd. 
 
<< Sai che Vincent non deve avere contatti con tua sorella, vero? Non devi permettere che loro si tocchino. >>
<< Loro non si sono mai toccati, lo sai. Non si conoscono mica benissimo... ogni qualvolta in cui Vincent non è a casa io non permetto a Jennifer di uscire se non sono pure io con lei. Sai che è sempre stato così. >>
<< Lo so... e mi fido di te. So che tu riponi la stessa fiducia in me, ma sembra che molto probabilmente accadrà, Jack. Ma noi non possiamo permetterlo, lo sai. >>
<< Lo sai che il nostro comportamento è folle, vero? E non è nemmeno credibile, lo so. Probabilmente sospetterai che almeno una volta io non sia stato attento... >>
<< No, Jack. Non è accaduto, se fosse accaduto lo saprei... e le cose si metterebbero male. E in ogni caso di certo non saresti riuscito ad avere così tanta fiducia nelle mie parole se non... ehm... aspetta, tu sei qui perché... >>
<< Cosa? Tu non mi hai spiegato nulla... mai. E' ora di farlo. Devi dirmi perché tratti così Vincent, perché lui e Jennifer non devono toccarsi né tanto meno mettersi insieme, ma soprattutto cosa le è successo, il perché della mia visione, cosa le ha fatto il Dottor Keamus, in che condizioni è adesso... e perché. >>
<< Sì, Jack. Risponderò a tutte queste domande, è il momento. Oh, e consegnami la pistola. >>
 
Jack conseg
 
<< Perfetto, puoi iniziare a rispond
<< Allora, tan
 
 
motivo per cu
 
 
perché è lei. Capisc
 
 
ciò che è successo. Adesso sai chi è Vincent, e perché Jennifer deve affrontare questa cosa. Mi dispiace che sia così. >>
<< Adesso capisco... ma ti sei spinto troppo oltre... era davvero l'unico modo? Jennifer è speciale. >>
<< So che Jennifer è speciale, ed è anche per questo che n
insomma, ci stai, suppongo. >>
<< Questa storia è assurda... ma tutto torna... chi dobbiamo uccidere? >>

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Capitolo 3
*** PAGE III ***


PAGE III
 
<< Perfetto, dunque... >> Si apprestava a continuare Todd.
<< Ma aspetta un secondo... chi è Rudolph? Perché dovevi metterti in contatto con lui?
<< Jack... lui è un cacc
ci serve pe
c
qui
Andiamo o hai voglia perdere altro tem
<< Mi fai sempre più paura, Todd. D'accordo, cominceremo domani? >>
<< No, Jack. Cominceremo proprio adesso. >>
<< Cosa?! Ma hai visto che ore sono?! >>
<< Finché non lo faremo, Jennifer non si sveglierà. >>
<< Ma con il buio potremmo anche sbagliare... >>
<< La notte è perfetta per il cacciatore, ma terribile per la preda... ricordalo. >>
<< Mi hai convinto. Beh, ti rifaccio la domanda... chi dobbiamo uccidere? >>
<< Tre uomini, i loro nomi sono... >>
 
Il cellulare di Jack interruppe la discussione tra lui e Todd.
 
<< Pronto... >>
 
Dall'altro capo del telefono c'erano Cindy e Francis, che agitati chiedevano a Jack di tornare da loro perché, a detta loro, stava succedendo qualcosa di strano a Jennifer. Jack riferì la cosa a Todd.
 
<< Beh... d'accordo, possiamo fare una piccola deviazione. Andiamo a bordo della mia macchina, vengo anch'io. >>
 
I due si diressero verso l'auto di Todd e raggiunsero successivamente l'ospedale. Dopo essere scesi dall'automobile, si diressero subito verso la stanza di Jennifer, ma si accorsero che Cindy e Francis stessero conversando facendo il nome di Todd, quindi iniziarono ad origliare senza farsi scoprire.
 
<< Sì, tesoro... forse è stato un errore. >>
<< Non capisco come abbiamo fatto a finire per fare una discussione del genere... cos'è, ora che Jennifer è su un letto d'ospedale pensi che un figlio in più sarebbe stato utile? Stai scherzando? >>
<< Ma io non voglio dire questo... non importa come sia nata la conversazione, stavo solo pensando che quando eri incinta di Todd... circa ventun'anni fa... forse non avresti dovuto darlo in adozione... se tu non ti sentivi pronta, probabilmente è anche stato per colpa mia, io non ti ho dato il giusto incoraggiamento... >>
<< Ascolta... anch'io mi sono pentita di questo gesto. Todd è pur sempre mio figlio e lo amo come Jennifer e Jack, ma forse è stato meglio così. Che futuro gli avremmo potuto offrire noi? Siamo già in grosse difficoltà con due figli... e se avessimo avuto a carico anche Todd? La sua famiglia gli offre un futuro migliore... loro sono miliardari... ha una vita migliore con loro. >>
 
Jack e Todd non credettero a ciò che udirono, quindi entrarono, e Todd si avvicinò deciso verso i suoi presunti genitori.
 
<< Mamma... papà? >>
<< No, Todd, noi... >>
<< Stavi origliando? >>
<< Sì, papà. Origliavo, ed ho fatto bene... perché voi siete i miei genitori. ORA E' TUTTO PIU' CHIARO! >>
<< Aspettate, quindi Todd è mio fratello? >>
<< Sì, Jack, è questa la verità... ma Todd... è meglio che tu torni subito dai tuoi genitori. >>
<< I miei genitori? No, loro non sono i miei genitori... voi lo siete. >>
<< Loro ti hanno cresciuto, loro possono offrirti un futuro... >>
<< Non importa. Non vi sarò d'intralcio, troverò io i soldi... >>
<< Cosa? Tu non... >>
<< Ci vediamo, vado a dire addio ai miei genitori adottivi... >>
<< Aspetta, Todd... >>
<< Finiremo domani quella cosa, Jack. >>
 
Tutti i presenti erano stupiti da ciò che era successo.
 
<< Quindi Todd fa parte della nostra famiglia... ma perché mi avete chiamato? >>
<< Non lo sappiamo, è successa una cosa incredibile... Jennifer ha improvvisamente iniziato a fluttuare in aria, si è illuminata di una luce rossa, gli occhi le sono diventati completamente bianchi ed ha iniziato a dire cose senza senso... >>
 
Ma intanto quanto descritto da Cindy accadde proprio in quel momento.
 
<< Don't give them the souls! SRATS are the key! Don't give them the souls! SRATS are the key! Puremoon is... Puremoon... is... the... THE WAY. >>
 
Dopo che Jennifer esclamò queste parole, tornò alla normalità.
 
<< Cosa significa? >>
<< E' la stessa cosa che ti stava descrivendo la mamma. Non sappiamo di cosa si tratti... stiamo impazzendo? >>
<< Non state impazzendo... forse c'è una spiegazione a tutto questo. Se c'è qualcuno che può spiegarmi cosa sta succedendo a parte Todd... quello è sicuramente Vincent. >>
 
[/FLASHBACK\]
 
<< Vincent... non starai andando da Jennifer, vero? >>
<< Jack, rilassati. Non toccherò minimamente la tua sorellina, lo sai. Sto andando ad incontrare Amy... è forse un problema per te? >>
<< Sarà meglio che sia la verità, Vincent... sai che non mi faccio sfuggire nulla. >>
<< Se vuoi farlo seguimi. Poi magari spiami pure quando arrivo da lei, se sei un fan del porno in diretta. >>
<< Fai poco lo spiritoso... ah, comunque quel tatuaggio in fronte... quando te lo sei fatto? >>
 
Vincent aveva in fronte un tatuaggio, la scritta "SRATS", che Jack non aveva mai visto prima.
 
<< E' una band... diciamo che l'ho fatto per una scommessa con un amico... ora mi lasci andare? >>
<< Bah, non è da te... bah, ci si vede... >>
 
[\FLASHBACK/]
 
Todd intanto era tornato a casa, e "richiamò" i suoi genitori nella maestosa sala da pranzo.
 
<< Mi avete preso in giro per 21 anni... come vi sentite? Tutto torna... per fortuna sono estraneo a questo... non ho collegamenti con Vincent... e neanche con voi che l'avete generato. >>
<< Cosa stai dicendo, tesoro? >>
<< Chiudi il becco. Siete soltanto dei figli di puttana... questa è l'ultima notte che passo qui, da domani in poi mi trasferirò dalla mia vera famiglia. Se volete rimanere in buoni rapporti con me, mettete 10 milioni di dollari in contanti su questo tavolo... se domani mattina non troverò i soldi... ucciderò Vincent. E sapete che ne sono capace. >>
<< Tu stai delirando, devi prima... >>
<< NO. Io non voglio avere più niente a che fare con voi, datemi il denaro se volete aiutarmi... altrimenti ucciderò il vostro vero figlio... buona notte. >>
 
Disse Todd, andando verso quella che era stata la sua stanza fino a quel giorno, e iniziando a fare le valigie. Poco dopo, egli si mise a letto, aveva un serio bisogno di riposare, prima di fare il grande passo di andare a vivere dalla sua vera famiglia dopo questa incredibile rivelazione e per le persone che avrebbe dovuto uccidere insieme a Jack per aiutare Jennifer.
 
Jack, nel frattempo, bussò alla casa di Amy Willson, Vincent aprì la porta mentre baciava Amy semi-nuda.
 
<< Scusate se vi interrompo... Amy, se permetti te lo rubo un attimo, dobbiamo parlare urgentemente. >>
<< No, Jack, puoi benissimo aspettare. Ci vediamo. >>
 
Vincent tentò di chiudere in faccia la porta a Jack, ma egli la bloccò.
 
<< No, Vincent, si tratta di una cosa veramente importante. >>
<< Scusami, piccola, continuiamo dopo... >>
 
I due ragazzi si ritrovarono faccia a faccia.
 
<< Dunque, Jack... di cosa devi parlarmi? >>
<< Perché hai mentito a Todd? Perché sei con Amy? Perché non con Jennifer o in discoteca? E perché a me hai detto la verità? >>
<< Cos'è mi hai interrotto la scopata per farmi la ramanzina? Io torno dentro a divertirmi con la mia ragazza, se permetti... >>
<< Aspetta! Non è per questo che sono qui, in realtà. Quel tatuaggio... in fronte... SRATS... non è una band, non l'hai fatto per una scommessa... qual'è la verità? >>
<< Qual... ah, beh, ti ho già detto come stanno le cose! >>
 
Jack tirò fuori una pistola e la puntò contro Vincent.
 
<< Voglio la verità, o giuro che ti piazzo un proiettile in fronte! >>
<< D'accordo, calmo... in realtà non ho mai visto questo tatuaggio... so della sua esistenza perché me l'hanno detto tutti quelli che ho visto negli ultimi due giorni, persino Todd... e non so perché io lo abbia! >>
<< Mi stai prendendo per il culo? Non mi farò problemi a spararti! >>
<< No, Jack, non scherzo. Te lo giuro, so che è strano... lo è anche per me, cosa credi?! E' assurdo, non so darmi una spiegazione... ho un vuoto di memoria... è come se fosse successo qualcosa che io non ricordo... >>
 
Jack era stupito dalla sua spiegazione, ma viste quante ne erano successe ultimamente non poteva condannarlo a priori, quindi decise di andare via, ma non senza "salutarlo" in modo adeguato.
 
<< Va bene, Vincent... ma se scopro che mi hai mentito, morirai. Niente mi fermerà dallo spararti in piena faccia... te lo prometto. >>
 
Jack tornò quindi a bordo dell'automobile del padre, che aveva preso in prestito per andare a raggiungere Vincent, quindi andò nuovamente verso l'ospedale in cui si trovava praticamente tutta la sua famiglia, quindi vi entrò e raggiunse la stanza di Jennifer.
 
<< Mamma... papà... forse è meglio se torniamo a casa... >>
<< Cosa? C'eri anche quando Jennifer... >>
<< Sì, c'ero anch'io, ma il dottor... Keamus... lui è un dottore... speciale. Starà bene, fidatevi di me... l'ha operata... guardate pure se volete, tutte le sue ferite sono scomparse, e quella sul ginocchio medicata. >>
<< Lo so, ma ciò che le è successo è assurdo... e se fosse un messaggio del signore? >>
<< No, non credo a queste cose... sarà stata un'allucinazione... o qualcos'altro di perfettamente spiegabile. Jennifer adesso è in coma... il dottore mi ha spiegato che è in coma... e che potrebbe rimanerci anche per giorni, starò io qui... voi andate a casa, dovete riposare. >>
<< Ma Jack... >>
<< Per favore. Quest'atmosfera di disgrazia e tutta la mia famiglia all'ospedale mi fa schifo, ok? Vi prego, andate a casa... io rimango con Jennifer questa notte, giusto per non lasciarla da sola... ma voi andate. >>
 
I genitori erano piuttosto incerti sulla decisione di tornare a casa e far finta che la loro figlia piccola non fosse in un letto d'ospedale, ma Jack insisteva deciso, e poi c'era la questione Todd.
 
<< Va bene, Jack... tieni compagni a Jennifer questa notte. >>
 
I due si avvicinarono alla porta, lasciandola chiudere alle loro spalle e tornarono a casa loro in automobile. Jack, invece, rimase a guardare Jennifer tutto il tempo, fin quando non si addormentò sulla sedia.
 
IL GIORNO DOPO
 
Todd, faceva colazione, e udì i suoi genitori adottivi discutere, continuò così ad affondare i suoi denti sulla soffice sfoglia di quel suo cornetto al cioccolato. Dopo aver ingoiato l'ultimo boccone, Todd si avvicinò ai suoi genitori adottivi, quindi si accorse che i 10 milioni in contanti da lui richiesti precedentemente erano effettivamente sul tavolo.
 
<< Perfetto. Vado a prendere qualche borsone vuoto dentro cui raccoglierli tutti. >>
 
Todd prese tre grossi borsoni, quindi iniziò a mettere tutti i soldi dentro di essi, ma ad un certo punto, il suo padre adottivo gli spara con una "pistola a tranquillante", così Todd si accascia a terra.
 
<< E' una cattiva idea, perché stiamo facendo questo a nostro figlio? >>
<< Dopo che lo abbiamo cresciuto e gli abbiamo dato tutto, lui vuole 10 milioni in contanti e non avere più niente a che fare con noi... per andare a vivere con Jack e la sua famiglia biologica... mi chiedi ancora perché faccio questo? Dobbiamo farlo ragionare! Questo è il comportamento di un pazzo! Non è normale reagire così ad una scoperta del genere! Capisco l'agitazione, ma c'è sem... >>
 
Todd si alzò in piedi di scatto e lanciò un coltello al padre, che gli si conficcò nell'occhio.
 
<< AAAAAAAAAAAAAAAAH! >>
<< Così impari a colpirmi alle spalle... per fortuna avevo il giubbotto anti-proiettili... e adesso, brutto figlio di puttana, continua ad urlare quanto vuoi, non mi intenerisci... ho fatto bene ad essere preventivo col giubbotto... e con il coltello. >>
<< No, Todd, cos'hai fatto? TESOROOOOOO! >>
<< Tranquilla, mamma, adesso ti vendicherò per tutto quello che ti ha fatto questo essere ignobile... pagherà caro per tutto ciò... >>
 
[/FLASHBACK\]
 
Casa di Vincent, Todd e i loro genitori, 8 anni prima.
 
<< Sei soltanto una puttana! E' solo colpa tua! Hai voluto adottare quel figlio di puttana di Todd... e poi come se non bastasse ti sei fatta scopare da chissà chi! Nessuno di loro è mio figlio! E' colpa tua se stiamo morendo di fame, se non abbiamo mai un centesimo da parte! Puttana del cazzo! >>
 
Todd, nel frattempo, che aveva ancora 10 anni, vedeva suo padre picchiare sua madre, egli era appena tornato a casa ubriaco come sempre, e come sempre, picchiava la donna, che subiva in silenzio. Quella volta, però, Todd prese un coltello e lo lanciò al padre, colpendolo solo di striscio.
 
<< Come ti permetti, brutto scarto dell'umanità? Come ti permetti di colpire tuo padre? Ti taglierò la gola, e registrerò le tue urla... >>
<< Facciamo un patto. >>
<< Ahahah, io dovrei fare un patto con te, sgorbio? >>
<< Sì, dovresti... si da il caso che ho circa 3 milioni di dollari in contanti. >>
<< Ahahah, e tu dove li avresti presi tutti questi soldi? >>
<< Dai Milleton... Gracy l'aveva lasciato, così quel mostro di Vincent l'ha fatto di nuovo... ha... ha sterminato lei e tutta la sua famiglia, ed io... io ho trovato tutti loro nel sangue... ma ho anche trovato 3 milioni dentro un borsone... e probabilmente ne hanno altri. >>
<< Tu sei solo un bambino, non puoi avere tutti questi soldi... e questa storia non sta in piedi... >>
 
Il piccolo Todd tirò fuori da una delle sue tasche 10 mila dollari, che mostrò al padre.
 
<< Quale sarebbe il patto? >>
<< Devi promettermi di non andare più ad ubriacarti... e di non picchiare mai più la mamma. Ti prego... se me lo prometti, giuro che ti dico dove sono i soldi. >>
<< Va bene, sgorbio, affare fatto... >>
<< Potresti evitare di chiamarmi sgorbio? >>
<< Dammi i miei soldi, adesso, Todd. >>
 
Todd fece strada ai suoi genitori, e mostrò loro il borsone con i 3 milioni di dollari in contanti, con lo stupore generale dei due, da quel giorno il padre non andò più a bere tutti i giorni per dimenticare la situazione in cui si trovava, di conseguenza diventò sempre meno violento e divenne una persona accettabile, col tempo. Intanto, dopo un anno di lussi, decise di investire una parte dei loro soldi in un'attività che ebbe tantissimo successo, e questo consentì loro di vivere "di rendita" ed accrescere sempre più il loro "impero" di denaro.
 
[\FLASHBACK/]
 
<< Ricorda che è per merito mio che vivete in questo lusso, io cerco di prendermi la parte che mi spetta e cosa ottengo? Mi spara alle spalle... questo verme merita di morire nel più atroce dei modi. >>
 
Vincent così prese un grosso coltello da cucina, e caricandolo con tutta la sua forza, mozzò le gambe al padre adottivo e subito dopo gli conficcò il coltello in pieno petto, come se non fosse già abbastanza, così smise di urlare e Todd si voltò verso la sua madre adottiva.
 
<< Tu, invece... questa è l'ultima volta che ti chiamo mamma, ma tu hai fatto tanto per me, mi volevi bene e mi hai adottato nonostante tu non avessi nulla, sei stata coraggiosa... e nonostante tu mi abbia di fatto preso in giro per circa vent'anni e che tu abbia contribuito alla nascita di Vincent... ti voglio bene, e continuerò a farlo. Ti chiedo solo una cosa... non denunciarmi. Ti chiedo solo questo... addio, e buona fortuna, di cuore. >>
 
Todd prese i borsoni e li caricò uno ad uno sulla sua grossa automobile, dai 10 milioni alla sua roba, tutta lì. La sua madre non aveva nulla da dire, questa situazione l'aveva uccisa, anche se in realtà la vittima era stato il suo adorato marito, di cui ancora piangeva la morte sdraiata a terra. Poco dopo che Todd se ne andò verso la casa di Jack, con cui aveva precedentemente parlato al cellulare, Vincent tornò a casa sua ed apprese quello che era successo.
 
Jack, intanto, era tornato a casa sua, stava facendo colazione insieme ai suoi genitori e stava parlando di Jennifer, continuando a dirgli che tutto sarebbe andato bene, ma ad un tratto arrivò Todd, che Jack invitò ad entrare. Dopo una chiacchierata leggermente accesa, nella quale Todd non confessò nulla di ciò che aveva fatto, ma riuscì a convincere la sua famiglia biologica ad accoglierlo da loro, legalmente non era loro figlio e fratello di Jack e Jennifer, visto che era stato dato in adozione, ma a lui non importava.
 
In poco tempo Todd sistemò le sue cose e diede un po di soldi a Francis e Cindy, dicendo loro che era giusto che li accettassero, visto che adesso lui viveva in quella casa, ed una delle poche cose che voleva davvero era stare almeno per un po con la sua vera famiglia, ma c'era qualcos'altro da sistemare con grandissima urgenza, e si ricollegava proprio a Jennifer, quindi rammentò a Jack che avevano qualcosa da fare insieme, prese uno dei suoi borsoni e lo caricò sulla sua auto, dando una lista con tre nomi a Jack, e salutando i suoi genitori. I due entrarono a bordo dell'automobile di Todd.
 
<< Bene, ti ho fatto una copia della lista. >>
<< Sono... tre nomi... >>
<< Harold Banshee... origini australiane. Carl Richfield... di origini canadesi... e Francesco Richfield, nato in Italia da genitori statunitensi. >>
<< Ma i d... >>
<< No, i due Richfield non sono parenti. Non ho scelto io nessuno di loro, non so perché facciano parte di questa lista... so solo che loro devono morire. >>
<< Ma chi ti ha dato questa lista? Come fai tu a sapere tutte queste cose? >>
 
[/FLASHBACK\]
 
Todd ha 5 anni, ed è rinchiuso in camera sua perché il suo padre adottivo sta picchiando la sua donna e Vincent, che sua madre cerca disperatamente di difendere. A Todd, intanto, che giocava con una palla, apparve dietro di lui qualcuno, il piccolo si girò verso di lui. Egli vide che il tizio che era apparso era un uomo alto, dai lunghi capelli neri e con uno sguardo completamente sicuro di sé, vestito con un lungo mantello nero, una maglietta bianca e dei jeans. Egli era circondato da due luci, una rossa e una nera che sembravano fondersi e scontrarsi allo stesso momento. Todd pensava di star sognando o di avere una qualche allucinazione, era stupito ed allo stesso tempo spaventato.
 
<< Chi... chi sei tu? >>
<< Non aver paura, piccolo Todd. >>
<< Che ci fai nella mia stanza? Chi sei? >>
<< Io sono John. >>
 
L'uomo sorrideva sicuro di sé e cercando di rassicurare il bambino di fronte a sé.
 
<< Tu sei un bambino molto speciale. Io sono qui per parlarti di alcune cose... sia del tuo presente, che del tuo futuro... sarò la tua guida per un po. Diciamo che sono qui per mostrarti la tua strada... ma devi promettermi che non ne parlerai con nessuno. >>
 
[\FLASHBACK/]
 
Todd!
Todd!
Todd!
 
Jack scuoteva Todd, che sembrava sognare ad occhi aperti, ma che ad un certo punto si "sbloccò".
 
<< Jack... sì, scusami... mi hai chiesto qualcosa? >>
<< Chi ti ha dato questa lista... e come fai a sapere tutte queste cose? >>
<< Nessuno. Ho trovato questa lista, e... per ora non importa come faccio a sapere tutto questo. Dobbiamo aiutare Jennifer, ricordi? Non c'è assolutamente tempo da perdere! >>
<< Mi stai inquietando, Todd... >>
<< Ti stai forse tirando indietro? >>
<< No... ho anche mentito ai mie... ai nostri genitori... voglio andare fino in fondo, probabilmente è tutto ciò che possiamo fare per salvarla... >>
<< Perfetto, cominciamo con Harold Banshee. Andiamo a trovarlo. >>
<< Sai dove vivono? >>
<< Per chi mi hai preso? Ho indagato su di loro... ho questa lista da un bel po di tempo. >>
<< Andiamo. >>
 
Todd mise in moto l'automobile e i due si diressero verso la casa di Harold Banshee.
 
<< Eccoci qui. Il buon Harold abita qui... >>
 
Erano arrivati in una casa dalle apparenze molto piccola ma con un giardino, in una zona piuttosto isolata.
 
<< Vedi quel tipo grasso che innaffia le piante? Lui è Harold. Adesso mi avvicinerò fingendo di chiedere un'informazione, se cerca di scappare, sparagli... possibilmente alle gambe. >>
<< Cosa? Ehm... ok... >>
<< Devi essere deciso, Jack. Se non vuoi farlo, non provarci nemmeno, ti riaccompagno a casa. >>
<< Non è una bella cosa da fare... ma lo farò, Todd. >>
<< Bene, ma mi raccomando, nessuna esitazione, potrebbe costarci la missione... e la vita di Jennifer. >>
 
Todd scese così dall'automobile, nascondendo il coltello che aveva preso poco prima dietro la schiena e avvicinandosi al grasso uomo con capelli scombinati ed occhiali arancioni.
 
<< Mi scusi, signore, mi servirebbe un'indicazione. >>
<< Mi dica pure... >>
 
Todd si avvicinò sempre più all'uomo, che smise di innaffiare le piante, fissando Todd.
 
<< Può per favore indicarmi dove si trova... >>
 
Todd mosse di scatto il coltello verso Harold, infilzandolo senza pietà.
 
<< ... l'aldilà? >>
 
Disse Todd, facendo segno a Jack che era andato tutto secondo i piani, quindi prese in mano un medaglione completamente blu con forma circolare, e lo avvicinò al cadavere di Harold, di conseguenza una sfera di luce sembrò uscire dal corpo di Harold e venire risucchiata dentro il medaglione, quindi Todd conservò nuovamente il medaglione in tasca, diede un ulteriore sguardo in giro per essere sicuro che nessuno l'avesse visto, quindi tornò in auto, soddisfatto.
 
<< Perfetto, ne mancano due... >>
<< Ehi, ma chi è quel tizio? >>
 
Disse Jack, vedendo che un tizio aveva aperto la porta di casa di Harold, ed era incredibilmente stupito della morte di Harold con l'annaffiatoio in mano, quindi Todd sobbalzò improvvisamente.
 
<< Quello è Carl Richfield! A quanto pare i due si conoscevano! Presto, Jack, sparagli! >>
 
Jack puntò la pistola verso il tizio davanti alla porta, Todd abbassò il finestrino, ma a Jack tremava la mano.
 
<< Fallo, SPARA! PER JENNIFER! >>
 
Jack sparò un colpo secco in faccia a Carl, quindi Todd scese immediatamente dalla macchina, corse immediatamente verso Carl e tirò di nuovo fuori il suo medaglione blu, mettendolo vicino al cadavere di Carl ed anche in questo una sfera di luce sembrava uscire del suo corpo e venire risucchiata dal medaglione, quindi Todd conservò nuovamente il medaglione in tasca, e tornò in macchina con Jack.
 
<< Ottimo lavoro... c'è andata bene, abbiamo preso due piccioni con una fava... e adesso ci manca l'ultimo... Francesco Richfield... andiamo. >>
 
L'automobile ripartì verso la loro nuova metà.
 
<< Ma dimmi una cosa... cos'era quel medaglione? E quelle sfere di luce che venivano risucchiate da esso? >>
<< Quelle erano anime, Jack. E' questo il nostro compito, dobbiamo prendere le loro anime... e adesso ci manca soltanto quella di Francesco, l'ultimo nella lista. >>
<< Anime? >>
<< Non stupirti troppo, Jack, non è la prima cosa strana che succede in questi giorni, no? >>
<< Todd, ci stanno inseguendo. Dimmi se riconosci qualcuno, magari uno di loro è il nostro ultimo uomo. >>
 
Todd cercò guardare attraverso gli specchietti i volti dei loro inseguitori, ma non riuscì a riconoscere nessuno, così iniziò a guidare in modo sconsiderato, per cercare di seminarli, ma loro, di tutta risposta, iniziarono a sparare alla loro automobile.
 
<< D'accordo, Jack, adesso inizierò a girare a caso in tutte le traverse, appena per un momento non ci vedranno, scenderò velocemente dall'auto ed entrerò in un negozio, tu mi seguirai... ah, passami la tua pistola, tu prenderai quella che c'è sul sedile posteriore, ovviamente nascondila. >>
 
Jack fece ciò che Todd gli disse, quindi egli iniziò a girare a tutte le traverse sorpassando anche le altre auto e senza badare ai semafori, quindi mentre i loro inseguitori stavano girando, bloccò la macchina e scese velocemente, posando la pistola in tasca e Jack lo seguì, entrambi entrarono dentro un mini-market.
 
<< Bene, qui dovremmo essere al sicuro, Jack... >>
 
Ma ad un tratto, tre uomini con passamontagna e delle pistole entrarono nel negozio.
 
<< FERMI TUTTI, QUESTA E' UNA RAPINA! >>
<< Mettete le mani in alto e non vi succederà nulla... Francesco, la pistola. >>
<< Non darmi ordini, io sono solo più prudente di te e Marcello. >>
 
Todd sparò un colpo ad uno dei tre, mentre Jack aveva la sua pistola puntata su quello che era stato chiamato "Marcello", ma era esitante.
 
<< Vai Jack! >>
 
Marcello si girò verso Jack, puntandogli la pistola contro, ma Todd intervenne sparandogli in testa, quindi Jack puntò la pistola verso quello che era stato chiamato "Francesco", l'ultimo rimasto in vita tra i tre rapinatori, poco dopo anche Todd puntò la pistola verso di lui.
 
<< Bene, togliti il passamontagna... lentamente, siamo in due, non ti conviene fare scherzi. >>
<< No, no, me ne andrò... non farò scherzi. >>
<< NO! Togliti subito il passamontagna, o non esiterò a spararti immediatamente! >>
 
Francesco non sapeva cosa fare, ma decise di obbedire e togliersi il passamontagna.
 
<< Bene, Francesco Richfield... mi dispiace, ma mi tocca ucciderti... >>
<< Cosa? Come fai tu a conoscere il mio nome? >>
<< E' lui il nostro uomo? >>
<< Sì, Jack, siamo stati molto fortunati... perdonami, ma devo farlo. >>
<< NO! >>
 
Todd puntò la pistola verso Francesco, e stava per far partire un colpo... ma ad un tratto, Jack, Todd e Francesco si ritrovarono in un posto completamente bianco, insieme ad altre 15 persone. Il colpo di Todd partì comunque, e colpì uno di quei 15 uomini che erano arrivati lì insieme a loro, uccidendolo.
 
<< Dove siamo finiti, Todd? >>
<< Non lo so, Jack... ma soprattutto... chi ho appena ucciso? >>

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Capitolo 4
*** PAGE IV ***


PAGE IV
 
In totale erano in diciotto. Todd aveva sparato in testa ad una persona che nemmeno conosceva, nessuno sembrava sapere come erano arrivati lì, in quel misterioso posto completamente bianco, e nelle vicinanze non sembrava esserci completamente nulla. 
 
<< Cosa ci faccio qui?! >> Chiese una ragazza bionda, capelli lunghi, occhi azzurri, un seno sulla media, un bel viso... ma nessun vestito addosso. 
<< Sei... sei nuda. >> Esclamò Jack. 
<< Oh, Dio... aspetta, stavo... mi servono dei vestiti... qualsiasi cosa, per favore! >> Disse, coprendosi le parti intime. 
 
Jack si voltò per un secondo e dietro di sé vide un vestito da donna di colore rosso e dell'intimo da donna, quindi lo indicò alla ragazza. 
 
<< Ma... poco fa non c'era... >>
 
La ragazza corse subito a vestirsi. 
 
<< Ehi, Jack, non sappiamo dove siamo, ma almeno... >> 
<< No, Todd, qui la cosa è seria... ti rendi conto che hai ucciso una persona che non abbiamo mai visto solo per sbaglio, che ci troviamo in un posto incredibile... e che ognuno di noi si è ritrovato qui mentre eravamo in tutt'altra parte del mondo? Non è il momento di farsi prendere dagli ormoni! >>
<< D'accordo, Jack, cosa proponi? >>
<< Beh, credo che se siamo tutti qui... ci debba essere un motivo, se crediamo a tre omicidi che possano risvegliare una persona, direi che non si tratta di una cosa tanto assurda... quindi dobbiamo capire cosa abbiamo in comune con tutte queste persone. >>
 
Todd si avvicinò alla bionda che si era appena messa il vestito rosso che aveva trovato a terra. 
 
<< Qual'è il tuo nome? >>
<< Io sono Amelia... e tu? >>
<< Io sono Todd. >>
<< Ed io sono Jack, piacere. >>
<< Per caso avete la minima idea del perché ci troviamo tutti qui? >>
<< Io e Todd no... tu per caso conosci qualcuno? >>
<< No, nemmeno io con... >>
 
Un uomo dalla corporatura robusta e con pochi capelli in testa impugnò la pistola che aveva in tasca e la puntò verso Todd. 
 
<< Chi sei tu? Perché hai ucciso quell'uomo? Cosa diavolo sta succedendo?! >> Chiese l'uomo. 
<< Ehi, ehi... si calmi per favore... metta giù quella pistola. >>
<< Non prima che avrai risposto alle mie domande. >>
<< So che sembra surreale... ma io quell'uomo non lo volevo uccidere... non lo conosco nemmeno. Io ero al poligono, allenavo la mia mira, e ad un tratto sono stato teletrasportato qui... e lo sparo è finito in testa a quell'uomo. >>
<< Ti aspetti che ci creda? >> Disse, tenendo in mano un ciondolo colorato. 
<< E' la verità... tu cosa ricordi? Come sei finito qui? >>
<< Stavo uccidendo tre persone... appena l'ultima cadde a terra mi ritrovai qui. >>
<< Uccidendo? >>
<< E' il mio lavoro... e tu non me la racconti giusta. Come hai detto di chiamarti? >>
<< Io sono Todd. Qual'è il tuo nome? >>
<< Piacere, Manuel. Adesso inizia a parlarmi del perché ci troviamo qui. >>
<< Ti ho già detto che non so nulla... >>
 
Manuel diede un pugno in faccia a Todd, facendolo finire a terra, quindi iniziò a colpirlo in faccia ripetutamente, chiedendogli di rispondere sinceramente alla sua domanda. Jack intervenne subito, cercando di fermarlo, ma un tizio abbastanza mingherlino di nome Carl puntò la sua pistola verso Jack. 
 
<< Lascia fare a mio fratello... se pensa che quel Todd stia mentendo, sono sicuro che non si sbaglia. >>
<< Lui non sa niente del perché ci troviamo qui... >>
<< O magari a te non l'ha detto... so solo che sta mentendo, e continuerò a colpirlo finché non parlerà. >>
<< No... per favore... basta... non so nulla! >>
 
Manuel continuava a pestare Todd, mentre Francesco, l'ultima persona che Todd aveva cercato di uccidere, si avvicinò ai quattro. 
 
<< Sì, ha mentito. Ha tentato di uccidermi... c'era anche questo suo amico, Jack... ma lui non sembrava essere intenzionato a sparare... >>
<< Oh, quindi stavi solo sparando al poligono, eh? Dicci la verità, figlio di puttana! >>
 
Manuel continuava a colpirlo con violenza. 
 
<< D'accordo, d'accordo... vi dirò tutto ciò che so, fermati però... >>
<< Comincia a parlare. >>
<< Io e Jack... dovevamo uccidere questo tizio... Francesco Richfield, per poter far risvegliare una persona... nostra sorella. Io e Jack siamo fratelli, non amici. So che non mi crederai, ma... >>
<< Bene, ti credo. Adesso voglio sapere perché ci troviamo qui. >>
<< Questo non lo so, lo giuro! >>
<< VOGLIO LA VERITA'! Tu sai perché ci troviamo qui... cos'è questo posto? >>
<< Non lo so, continua a colpirmi se ti fa sentire meglio, ma non risolverai nulla... >>
 
Manuel continuò a colpire la faccia insanguinata di Todd. 
 
<< E tu, Jack? Perché siamo finiti qui? E cos'è questo posto? >>
<< Non... non lo so. Davvero. >>
<< Dice la verità... beh, vorrà dire che continuerò a pestare questo tizio, prima o poi dovrà parlare. >>
<< Aspetta, come fai ad essere sicuro che menta? >>
<< Non importa, lo so e basta. >>
 
Amelia si avvicinò a Jack. 
 
<< Ehi, sentite... io non vi conosco, ma se vogliamo capire perché siamo qui e cosa sia questo posto... dovremmo collaborare, non ammazzarci a vicenda. Al momento... guardate... siamo divisi in due gruppi da 6, tra cui noi che abbiamo anche questo tizio morto e un gruppo da 5... magari se siamo qui abbiamo un qualcosa in comune... dovrem... >>
<< Hai ragione... ma si da il caso che questo tizio non smette di picchiare mio fratello. >>
<< Senti... tuo fratello sa perché ci troviamo qui e che posto è questo, ma a quanto pare l'ha nascosto pure a te... farlo parlare è la cosa migliore. >>
<< Senti, testa di cazzo... tu non sei nessuno per dire ciò che è giusto fare, quindi smettila di picchiare Todd o ti pianto un proiettile in testa, siamo intesi? >> Disse Jack, puntando una pistola verso Manuel. 
<< Carl... sparagli. >>
<< No... >>
<< Che cosa?! >>
<< Guarda sopra la tua testa... >>
<< Sembra... una cassaforte... ma è piuttosto grande... >>
<< Come fa una cassaforte simile a stare sospesa in aria... e ad apparire così dal nulla? >>
<< Non è sospesa in aria... >>
 
I sei erano molto sorpresi, e notarono che era come se il cielo fosse in realtà piatto e quasi un tutt'uno con quella cassaforte. 
 
<< E' assurdo... ma allora non si tratta davvero di un cielo... forse. >>
<< Dobbiamo aprire quella cassaforte. >>
 
Intanto anche le altre undici persone videro che era apparsa quella cassaforte, quindi si avvicinarono agli altri. James Walterson, un uomo dagli occhi castani, così come i capelli, alto un metro e settantacinque e di bell'aspetto intervenne. 
 
<< Credo di sapere perché ci troviamo in questo posto. >>
<< Ovvero? >>
<< Tutti noi stavamo facendo qualcosa di sbagliato prima di essere portati qui. >>
<< E tu chi sei? Come fai a sapere tutto questo? >>
<< Io mi chiamo James. Tu sei Jack, ho indovinato? >>
<< Come fai a conoscere mio fratello? >>
<< Semplice, Todd... stavo lavorando su di voi. >>
<< Cosa vuol dire? Sii più specifico... >>
<< Adesso dobbiamo aprire quella cassaforte... >> Disse James. 
<< Aspetta, Frank Jordan? >>
 
Lo psicologo riconobbe Jack e Todd. 
 
<< Anch'io sono qui... voi cos'avete fatto di male? Vi conosco sin da quando eravate piccoli... >>
<< E' una storia lunga... >>
<< Capisco... Todd, c'entra ancora la storia di Vincent? >>
<< Beh... >>
<< Todd, guarda... quello è il Dottor Keamus. Che ci fa lui qui?! >> Chiese Jack. 
<< Il destino ci ha portati qui, Jack. >> Affermò il Dottor Keamus. 
<< Tu sai perché siamo qui! >> Ribadì Jack. 
<< Ti sbagli, io non lo so. >> Disse Jeremy Keamus. 
<< Dice la verità. >> Affermò Manuel. 
<< Ma sai qualcosa in più di me, ne sono certo. >>
<< Jack, guarda lì, a destra... non so se tu la ricordi, ma quella è la mia insegnante d'asilo... >>
<< Cosa?! Eri piccolo, come fai a ricordarti di lei? >>
<< Non lo so. Ma sono sicuro sia lei. Signora Cleemore! >>
 
La signora dai capelli bianchi e l'aspetto molto invecchiato e dei vestiti all'antica, si avvicinò a Todd e Jack. 
 
<< Chi sei? Non mi ricordo di te... >>
<< E' passato tanto tempo, ero un suo alunno... sono Todd. >>
<< Todd! Oddio, sei diventato davvero grande, mi ricordo ancora quando eri piccolissimo. >>
<< E' assurdo ritrovarsi così... >> Disse Todd. 
<< Lei sa perché ci troviamo qui? >> Chiese Jack. 
<< No, ma ricordo di essere morta, e qui non sono l'unica... >>
<< Che cosa?! >> Esclamò Jack. 
 
Rick Stanley, un ragazzo dai capelli neri e snello sui diciassette anni si avvicinò alla signora Cleemore. 
 
<< Io, questa signora ed altre sei persone ricordiamo di essere morti e poi tornati in vita senza nessuna spiegazione, vivendo poi normalmente fino ad arrivare qui... >>
<< Cosa?! Com'è possibile che tutti voi ricordiate di essere morti e resuscitati senza un motivo?! >>
<< Io sono stato ucciso dal mio migliore amico e ricordo di aver sentito il pugnale conficcarsi nel mio cuore. Ricordo il dolore e ciò che è successo dopo, ma dopo qualche ora sono resuscitato. Avevo del sangue superficiale, ma nessun buco, e stavo benissimo, ho ucciso il mio migliore amico e nessuno seppe cosa fosse successo... ed ho continuato la mia vita. >>
<< Tutto ciò è assurdo... >>
<< Lo è anche per noi, ma almeno per quanto mi riguarda, l'ho praticamente dimenticato... beh, fino ad oggi. E adesso ci ritroviamo qui, in questo misterioso posto... >>
<< Che idea ti sei fatto di questa storia? >> Chiese incuriosito Jack. 
<< Che magari siamo tutti morti... e questo è il Paradiso, l'Inferno, il Purgatorio o il nulla, dipende, tu a cosa credi? >>
<< No, non siamo tutti morti! >> Esclamò Todd. 
<< Come pensavo, tu sai tutto, deciditi a parlare! >> Disse Manuel. 
<< Non so nulla... ma se fossimo tutti morti, perché soltanto la metà di noi ricordano di essere morti e perché poi sarebbero resuscitati? Ma soprattutto... se siamo già tutti morti e quindi all'aldilà, perché mai quell'uomo a cui ho sparato è morto? Non ha per nulla senso! >> Spiegò Todd. 
<< Tu non ce la racconti giusta... ma sono d'accordo, noi non possiamo essere morti. Secondo me la spiegazione è dentro quella cassaforte. >> Disse Manuel Jiggerson. 
 
Carl Jiggerson controllò cosa avesse nelle tasche l'uomo che Todd aveva ucciso, ma trovò soltanto un documento d'identità. 
 
<< Questo poveraccio, Brick Stone... credo dovremmo seppellirlo. Se davvero non siamo tutti morti, è giusto dargli una buona sepoltura. >> Affermò Carl. 
<< No, Carl, è meglio di no. Noi siamo morti e resuscitati dopo delle ore, chi ti dice che non accadrà anche a quest'uomo? >> Disse Manuel. 
<< Quindi anche tu e tuo fratello siete morti? >> Chiese Jack. 
<< Proprio così. >> Rispose Carl. 
<< Credete che a questo tizio possa accadere la stessa cosa? Questa storia si fa sempre più assurda... >> Affermò Amelia. 
<< Non credo accadrà... ma d'accordo, aspettiamo. >> Disse Todd. 
<< Voglio delle risposte. Dobbiamo aprire quella cassaforte! >> Disse Robert Tyler, un uomo sulla trentina, capelli castani come gli occhi, abiti sportivi, una barba folta ma con pochi capelli. 
 
Un altro uomo, sulla ventina, biondo, un fisico abbastanza invidiabile, l'aria da classico "figo" e vestito alla moda e con occhiali da sole. 
 
<< Ehi, George Clooney dei poveri! Sei per caso un altro di quelli che hanno la sindrome da Gesù Cristo? >> Chiese ironicamente l'uomo. 
<< Sì, ma non mi risulta che sia divertente. Seriamente, ti sembra il momento di ironizzare? E comunque mi chiamo Robert. >> Rispose Robert Tyler. 
<< Dai, rilassati, siete tutti così tesi... >> 
<< Dovremmo rilassarci? Ma ti rendi conto della situazione in cui ci troviamo? E comunque qual'è il tuo nome? >> Chiese Jack. 
<< Io sono William Crawford, adesso sai chi è il più in gamba qui. >> Affermò sicuro di sé. 
 
Una ragazza dai capelli rossi lisci con un bellissimo fisico ed un bel viso con tanto di occhi verdi, sulla ventina, vestita con una minigonna a jeans ed una maglietta bianca piuttosto scollata ed un seno abbastanza prosperoso si intromise nella discussione. 
 
<< Credimi, non è divertente. Io sono resuscitata, in qualche modo, "solo" dopo cinque giorni, un tizio doveva nascondere dei soldi sporchi ed ha scavato proprio in quel momento... mi ha udita e fatta uscire, sono stata fortunata, è vero, ma neanche tanto, visto che dopo che lui ha sotterrato i suoi soldi dentro la mia bara ed ha finito di sotterrarla nuovamente, dopo avermi promesso di farmi telefonare... mi ha fatta salire sulla sua automobile, mi ha ammanettata, chiuso le portiere elettronicamente e dopo avermi portata a casa sua mi ha pure violentata. E preferirei non andare avanti, quindi non c'è proprio da ironizzare. >> Raccontò la ragazza. 
<< Poi magari mi racconti tutto meglio, sai... mi sono distratto guardando i tuoi bellissimi occhi, bambola. Qual'è il tuo nome? >> Disse William. 
<< Juliette... Juliette White. E comunque, puoi anche evitare di provarci con tutto ciò che ha due tette. >> Ribadì Juliette. 
<< Tranquilla bambola, mi dirai tutto quando ne avrai voglia. >> 
<< Allora, la volete smettere? Dovremmo cercare tutti insieme un modo per aprire quella cassaforte, direi che è l'unica cosa produttiva che possiamo fare al momento. >> Disse Rick Stanley. 
 
Un tizio dai capelli corti neri, un fisico medio, occhi castani e uno sguardo sicuro intervenne. 
 
<< Mi chiamo Drake Millington e credo di poter esservi d'aiuto. Se qualcuno di voi ha un ago, credo di poter tentare di aprirla tramite quella piccola cavità circolare. >> Affermò, indicando una cavità circolare presente nella cassaforte. 
 
Una ragazza dai capelli neri, occhi castano chiaro, sulla ventina, magra fisicamente, un seno non molto grande, vestita con jeans e maglietta rossa intervenne. 
 
<< Io ho un ago. Non chiedetemi perché. >> Disse la ragazza, dandolo a Drake. 
<< Grazie e... posso chiederti come ti chiami? >> Chiese Drake. 
<< Mi chiamo Alice Moore. E no, non sono morta, se è questo che stai per chiedermi. >> Affermò la ragazza. 
 
Drake si avvicinò alla cassaforte, stava per tentare di aprirla, ma si udirono delle urla. 
 
<< Oh mio Dio! Mi sento male! >> Urlava una ragazza sulla ventina, incinta, dai capelli castano chiaro, così come i suoi occhi, un seno prosperoso ed un bel viso. 
 
Il Dottor Keamus si avvicinò a lei e le toccò la pancia. Pochi secondi dopo la ragazza smise di urlare. 
 
<< Cos'è stato? >> Chiese la ragazza, poi continuò: << Lei è un medico? >>
<< Sono un Dottore... probabilmente è solo una contrazione, niente di preoccupante. Se non sbaglio lei è all'ottavo mese. >> Affermò il Jeremy Keamus. 
<< Capisco... ha indovinato, comunque. >>
<< Non posso fare molto senza attrezzature, ma se dovessi sentire qualcos'altro, dimmelo pure. Qual'è il tuo nome, comunque? >> Chiese il Dottore. 
<< Grazie comunque. In ogni caso, mi chiamo Rachel Carter. >> Disse la ragazza. 
<< Posso chiederti di tuo marito, o non so, il tuo ragazzo? Sei molto giovane. >> 
<< Purtroppo lui non c'è più. >> 
<< Mi dispiace. >>
 
Rick si avvicinò a Drake. 
 
<< Dai, apri questa dannata cassaforte! >> 
<< Sì, adesso ci provo. >> Rispose Drake. 
 
Egli si inserì l'ago dentro la cavità circolare della cassaforte, tentando poi di aprirla, continuò a tentare per diversi minuti, fino a quando si arrese. 
 
<< Niente da fare. >> Affermò Drake. 
<< La metà di noi sono morti e resuscitati, mentre l'altra metà sono finiti qui dopo aver fatto un gesto negativo... sicuramente abbiamo qualcos'altro in comune che magari potrà farci capire cosa sia la cassaforte o come aprirla... o qualcos'altro di utile, non saprei... >> Disse James. 
 
Amelia si avvicinò a Jack. 
 
<< Hey. Tu cos'hai fatto prima di finire qui? >> Chiese la ragazza. 
<< Beh, ero con mio fratello Todd, e so che sembrerà assurdo, ma ho ucciso un tizio: faceva parte di una lista di tre persone che dovevamo uccidere per far risvegliare nostra sorella dal suo coma causato da una strana cerimonia di cui non so praticamente nulla... poi io e Todd abbiamo trovato quasi casualmente il terzo della lista, Francesco Richfield... Todd gli ha sparato, ma siamo finiti qui e lo sparo ha colpito quell'altro poveraccio, Brick Stone. Che storia, eh?! Scommetto che mi credi pazzo! >> Rispose Jack. 
<< Ma no, non credo che tu sia pazzo, sono finita tutto ad un tratto in questo posto assurdo, per di più nuda, qui c'è chi dice di essere già morto, chi dice che invece siamo tutti morti, chi dice che siamo qui perché abbiamo fatto qualcosa di male e chi dice che è stato il destino a portarci qui... e poi quella cassaforte, tutti credono che ci sia chissà cosa... beh, non escludo più nulla, ma non credo risolverà i nostri problemi! E poi quei vestiti... sono comparsi dal nulla perché ne avevo bisogno, suppongo... ma rimane assurdo! >> Spiegò la ragazza. 
<< Wow, davvero mi credi? >> Chiese Jack. 
<< Ma certo che ti credo! >> Disse Amelia. 
<< Beh, se ti va, toglimi una curiosità... cos'avrà mai fatto di male una bellissima ragazza come te? Non sei morta, vero? >> Domandò Jack. 
<< Non sono morta, ma è una storia lunga, credo dovrò cominciare dal principio... >> Così Amelia iniziò a raccontare. 
 
[/FLASHBACK\]
 
Amelia era a Los Angeles con il suo fidanzato, Dennie Cliverlord, stavano per partire per le vacanze, ma una volta giunti in auto si ritrovarono un tizio dietro con una pistola. 
 
<< Adesso ascoltatemi bene, vi darò le indicazioni e voi le seguirete, altrimenti vi sparo. >> Affermò l'uomo. 
<< Lascia andare la mia ragazza, farò tutto quello che vuoi, ho molti soldi... >> Rispose il ragazzo alla guida. 
<< Hai dieci milioni? >> Chiese l'uomo. 
<< No, ma ho un milione di dollari... >> Rispose il ragazzo. 
<< No, mi dispiace. Adesso segui le indicazioni che ti do. >> Rispose l'uomo. 
 
Il ragazzo rifiutò, prendendo una pistola dalla tasca e puntandola velocemente verso l'uomo dietro, ma egli era preparato e conficcò un ago al collo del ragazzo di Amelia, facendolo addormentare e prendendogli la pistola che puntò verso l'uomo. Amelia stava per aprire la portiera. 
 
<< Fossi in te non lo farei. Adesso sposta il tuo ragazzo nel tuo sedile e mettiti alla guida, andrai dove ti dico io. Altrimenti lo ucciderò. >> Affermò l'uomo. 
<< Per favore, ci lasci stare, non abbiamo fatto nulla di male... >> Pregava la ragazza. 
<< Mi dispiace, non posso farlo. Adesso muoviti o giuro che lo ammazzo. >> Rispose deciso l'uomo. 
 
Amelia accettò di fare come diceva e guidò l'auto in base alle indicazione dategli dall'uomo misterioso, fino ad arrivare ad un'area piuttosto sperduta, con solo una piccola capanna e un gran numero di alberi, quindi l'uomo ordinò ad Amelia di scendere, tenendo la pistola puntata su di lei, fino a farla entrare nella capanna. Dentro la capanna c'erano solo un letto matrimoniale, pochi mobili e un barattolo di passata di pomodoro, inoltre c'era un uomo con una pistola in mano ad aspettarli. 
 
<< Il tuo ragazzo è in macchina, ora... il nostro amico andrà da lui e ci aiuterà ad assicurarci che non farai scherzi. Noi nel frattempo ci divertiremo, altrimenti il caro Dennie morirà. >> Disse l'uomo che li aveva rapiti, mentre l'altro uomo prese il barattolo di passata di pomodoro ed iniziò a spargere delle gocce creando una serie di tracce dalla capanna all'automobile, Amelia non vide l'uomo farlo però, perché colui che l'aveva rapita l'aveva già portata di peso sul letto. 
 
Nel frattempo l'altro uomo, una volta finito, lanciò il barattolo di passata giù da una collina, quindi andò verso la sua automobile e se ne andò via. Amelia intanto era ancora dentro la capanna, seduta sul letto matrimoniale, insieme al suo rapitore. 
 
<< Cosa intendi? Mi vorresti violentare? >> Chiese la ragazza. 
<< No, perché tu sarai consenziente. >> Affermò convinto l'uomo. 
<< No, io non tradirò il mio ragazzo, puoi scordartelo... ma chi diavolo ti manda?! >> Chiese Amelia. 
<< Dai, vorresti dirmi che non ti piaccio? Non vorresti saltarmi addosso? >> Chiedeva retoricamente l'uomo. 
<< Assolutamente no, ti prego... >> Implorava Amelia. 
 
L'uomo di conseguenza prese in mano un cellulare, compose un numero e attese qualche istante prima di parlare. 
 
<< Uccidilo. >> Affermò il rapitore. 
<< NO! NO! NON FARLO, TI PREGO! FARO' TUTTO CIO' CHE VUOI! >> Disse Amelia, urlando e spogliandosi. 
<< Non badare a ciò che ti ho detto. >> Disse il rapitore, ponendo fine alla telefonata. 
 
Amelia si spogliò completamente ed iniziò ad avere un rapporto sessuale con il suo rapitore, nudo anch'esso. 
 
Intanto Dennie si risvegliò a bordo della sua auto, spostò subito lo sguardo verso il finestrino, vedendo la scia di pomodoro lasciata dal complice del rapitore, che portava alla porta della capanna, credendo che si trattasse sangue, probabilmente di Amelia, corse subito verso la capanna, aprì la porta e vide Amelia sopra il suo rapitore che avevano un rapporto sessuale, quindi Amelia si voltò immediatamente verso Dennie. 
 
<< DENNIE! NON E' COME PENSI! >> Urlò Amelia al suo amato. 
<< Non sprecare fiato, dimmi solo una cosa: quel sangue fuori dalla capanna è per caso tuo? >> Chiese Dennie. 
<< Sangue? No, non credo! >> Disse Amelia, cercando di allontanarsi dal suo rapitore, anche se lui la teneva stretta a sé senza dire una parola, ma solo ridendo di gusto. 
<< Sei solo una puttana! Potevi inventarti di meglio per lasciarmi, magari semplicemente dirmelo, non credi?! >> Disse aggressivamente Dennie. 
<< Te lo giuro, Dennie, io amo te, questo tizio mi ha obbligata! Lasciami! >> Affermava Amelia. 
<< Invece sono io a lasciarti! Grazie per l'umiliazione! >> Dennie stava per voltarsi, ma Amelia era sparita da un momento all'altro. 
 
[\FLASHBACK/]
 
<< Oddio, che storia! Mi dispiace tantissimo... è addirittura più folle della mia, per quale motivo una persona dovrebbe fare tutto ciò? >> 
<< Non ne ho idea, Jack... è tutto un casino, Dennie mi ha lasciata per via di un rapitore che mi ha costretta a fare sesso con lui, per non parlare di quando sono sparita e finita qui... >> Disse Amelia. 
 
All'improvviso Jack, Amelia, Todd, Manuel, Keamus, James e William si accorsero che c'era qualcosa nel cielo che si avvicinava sempre più, capirono che si trattava di un enorme masso di pietra. Il masso era levigato, abbastanza largo e molto lungo, molto spesso, con una particolarità: su un fronte schiacciato c'era impresso un numero che sembrava essere stato scavato a mano nella pietra. Tutti si voltarono verso il masso. 
 
<< 369... cosa diavolo rappresenta questo numero? >> Chiese spaventato Jack. 
<< Più che altro cosa diavolo è questo strano masso?! >> Chiese Todd. 
<< Come se tu non lo sapessi... >> Ribadì Manuel. 
 
Todd guardò male Manuel, ma intanto il masso si assestò a terra per lungo, come a formare un muro con "radici" sotto terra. Jack si avvicinò al masso, toccò il numero, ed effettivamente erano stati scavati, ma risultava impossibile pensare che si siano usate le mani. 
 
<< Come diavolo è arrivato questo masso qui? >> Chiese James. 
<< Secondo me sono dei bambini che imparano le tabelline... o c'entra col sesso. Tu cosa ne pensi, Juliette? >> 
<< Non so cosa pensare, William. >> Ribadì Juliette. 
<< Dev'essere un segno... magari sono loro, il consiglio. >> Disse Keamus. 
<< E' la seconda fottuta volta che parli di un "consiglio", di cosa diavolo si tratta?! >> Chiese infuriato Jack. 
<< Non so cosa sia esattamente, me l'ha accennato Balthazar. >> Rispose il Dottore. 
<< Chi cazzo è Balthazar?! >> Chiese incuriosito Jack. 
<< Lui è un messaggero. >> Ribadì Keamus. 
<< Di cosa stai parlando? Un messaggero di chi? Ce ne sono altri? >> Chiese Jack ancora più incuriosito. 
 
Todd puntò la sua pistola verso il Dottore. 
 
<< Adesso basta, Jeremy. Dacci un taglio o giuro che ti sparo. >> Intervenne Todd. 
<< Cosa stai facendo, Todd?! Tu sai chi è Balthazar? >> Chiese Jack stupito. 
<< Non puoi capire, Jack. Se non hai parlato con lui, non devi saperne di più. Questo vale per tutti, chi l'ha incontrato l'ha fatto per un motivo, chi non l'ha ancora conosciuto, o non è ancora pronto, o non è fra quelli destinati a farlo. >> Rispose deciso Todd. 
<< Aveva ragione quel tizio, tu sai tutto, Todd! Deciditi a parlare, se tu e Keamus avete delle risposte, anche noi abbiamo il diritto di averle, stiamo barcollando nel buio! >> Ribadì Jack. 
<< Quindi adesso tu o il tuo amico parlerete, o io e gli altri vi faremo a pezzi. E stavolta non mi fermerò, te lo garantisco. >> Annunciò deciso Manuel. 
<< Non mi accadrà nulla, invece. E comunque mi dispiace mentire, ma è necessario. Avrete tutti la verità, ma non sarò io né a decidere quando la avrete, né a darvela. Inoltre, Jack, tu puoi fidarti. Ho già risposto una volta a tutte le tue domande, mi dispiace che adesso tu ne abbia di altre. Vi assicuro che quando saprete ciò che so io, capirete che era giusto che non parlassi. >> Disse Todd. 
<< Voglio sapere solo una cosa, la cassaforte è davvero così importante? >> Chiese Jack. 
<< Non lo so. Noi la apriremo, ma non so cosa conterrà. Io e Jeremy abbiamo delle informazioni solo parziali, non abbiamo le risposte a tutte le vostre domande. >> Rispose Todd. 
 
Jack si avvicinò a Manuel. 
 
<< Dice la verità? >> Chiese Jack. 
<< Questa volta sì, ma non toglie il fatto che ci nasconde delle informazioni importanti, lui sa perché siamo qui. Io voglio delle risposte, quindi gli farò pentire di essere nato, e se tu o qualcun'altro vi intrometterete, vi sparerò in piena faccia. Chi è con me? >> Si pronunciò Manuel, deciso, con Carl, Rick, Robert, Francesco e Drake che lo seguirono e si prepararono ad interrogare seriamente Todd e Keamus. 
 
Nel frattempo, a Miami, Molly Brandon, fidanzata di Todd da circa 6 anni andò a casa BillFord, vedendo Teresa BillFord in lacrime, il cadavere di suo marito e Vincent pensieroso e la porta aperta, si precipitò dentro, chiedendo cosa fosse successo. 
 
<< Niente, tesoro, non è successo nulla. Stai tranquilla. >> Disse Teresa, in lacrime. 
<< Vincent, perché tuo padre è... morto? >> Chiese terrorizzata a Vincent. 
<< E' stato Todd. Ha scoperto che i suoi veri genitori sono in realtà quelli di Jack, ha chiesto dei soldi per andare a vivere con Jack e quando i miei stavano per darglieli, mio padre gli ha sparato con una pistola a tranquillante, ma Todd aveva il giubbotto ed ha aggredito mio padre... almeno, stando alla versione di mia madre, io non ero in casa. >> Raccontò Vincent. 
<< Proprio così, e quando stava per andarsene mi ha detto di essere felice di non essere collegato a me, ad Alex, ma soprattutto... soprattutto di non essere collegato a Vincent! Io non posso cercarlo, reagirebbe male, e forse avrebbe ragione a farlo. Ma tu... tu devi trovare Todd e farti dire perché odia Vincent e tutto ciò che sa sul suo conto. Devo saperlo, ti prego. E' una cosa di vitale importanza, non per me, ma per l'intero mondo! >> Disse Teresa, convinta di ciò che diceva. 
<< Come lei ben sa, nemmeno io so nulla del perché, ed è difficile che parli con me di questo argomento. Tutto ciò che so è che secondo lui, tutto questo stia accadendo per un motivo. Dice di aver parlato con qualcuno, ma non mi ha mai detto chi fosse o che ruolo abbia nella sua vita. >> Disse Molly. 
<< Ti prego, metticela tutta. Ti ripeto che è di vitale importanza per l'intera umanità. Non c'è tempo da perdere! >> Disse la madre di Vincent, incoraggiando Molly. 
 
Molly prese in mano il cellulare, quindi compose il numero di Todd, ma non riuscì nemmeno a far squillare il suo cellulare, poiché il suo numero risultava momentaneamente non disponibile. 
 
<< Vado a cercarlo, condoglianze. >> Disse Molly, che nonostante fosse ancora terrorizzata, credeva ciecamente in Todd, si era sempre fidata di lui e anche questa volta credeva che ci fosse una valida spiegazione a tutto ciò che era successo, quindi si dirisse verso casa Evans. 
 
Ma intanto, a casa BillFord, Teresa e Vincent stavano avendo un'accesa discussione. 
 
<< Non dovevi dirglielo, potrebbe denunciare uno di noi, o semplicemente Todd. Non possiamo fidarci ciecamente di lei, e poi chissà cosa passa per la testa di Todd, guarda cos'ha fatto! >> Disse Vincent, rimproverando la madre. 
 
Teresa si mostrò indignata verso il figlio, volgendo verso di lui uno sguardo assassino. 
 
<< Tu non sei nelle condizioni di giudicare, di Molly possiamo fidarci completamente, anzi direi che è l'unica persona su cui posso contare in questo momento, mentre Todd ha solo agito impulsivamente, Alex l'ha provocato... non meritava la morte, ma... >> 
<< Mamma, stai per caso giustificando Todd?! >> 
<< E' tutta colpa tua, Vincent! Tu sei un mostro, un essere immondo! >> Affermò Teresa. 
<< Non capisco, adesso ti ci metti anche tu? >> Chiese stupito Vincent. 
<< Todd ha sempre avuto ragione, ma a me non interessava. Adesso che ho solo te, però... avrei dovuto abortire, sei il più grande errore della mia vita. >> Disse Teresa pensierosa, e sicura di ciò che diceva allo stesso tempo. 
<< Ma non capisco, cos'ho fatto di male, madre? Hai detto di non conoscere le ragioni di Todd, e dubito che tu abbia mentito, ma cosa ti porta ad accusarmi così, allora? >> Chiese Vincent, ancora stupito. 
<< Alex non è il tuo vero padre, ed ogni qualvolta una ragazza ti lasciasse, ste
 
 
 
 
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Intanto, Manuel e gli altri si stavano avvicinando verso Todd e Keamus, totalmente decisi. 
 
<< Vi fidate di quest'uomo? Forse non vi siete accorti che ha l'arroganza di dire senza lasciar posto al dubbio se qualcuno mente o meno. Potrebbe essere un ciarlatano, o in caso contrario, ci sta nascondendo qualcosa, come fa a sapere per certo se qualcuno mente? Inoltre ha ammesso che prima di finire qui ha ucciso tre persone per "lavoro", vi fidate ancora di lui? >> Disse Todd, cercando di screditare Manuel e come minimo di guadagnare tempo. 
<< Bel tentativo, d'accordo... facciamo un patto. Io adesso risponderò alle tue domande, ma quando avrò finito, tu e il tuo amico risponderete alle nostre, e stavolta non si tratta di un bluff. >> Disse Manuel. 
<< Comincia a spiegare. >> Disse Jack, fissando Manuel. 
<< Le tre persone che ho ucciso erano dei terroristi, io faccio parte dell'FBI, così come mio fratello. Per quanto riguarda il fatto che posso capire se mentite o meno, è tutto merito di questo anello... >> Disse Manuel, indicando un anello al dito con un diamante bianco e con un numero, "4", che sembrava inciso all'interno, quindi continuò: << ... il funzionamento è abbastanza semplice, bisogna averlo al dito, e ogni qualvolta che qualcuno nelle vicinanze parla, se esso dice la verità non si illumina, mentre se qualcuno mente, l'anello si illumina per pochi istanti. Come vedete non si è illuminato, quindi ho risposto sinceramente a tutte le tue domande, adesso è il tuo turno, decisamente. >> 
<< Bella dimostrazione, ma se il funzionamento dell'anello fosse l'opposto e per questo non si sia illuminato? >> Disse Todd, istigando sempre più Manuel. 
<< C'è solo un modo per scoprirlo: LOST è un capolavoro. >> Disse Jack, e l'anello non si illuminò. 
<< Scusa, ma mi sembra abbastanza soggettivo. >> Ribadì Rick. 
<< Beh, allora sono una gallina rampante! >> Disse Jack, e l'anello si illuminò immediatamente. 
<< Una gallina rampante?! >> Esclamò Amelia, sorridendo. 
<< Sono le prime parole che mi sono passate in mente, e comunque ha funzionato, no? >> Disse Jack, sorridendo. 
 
Manuel ribadì che necessitava delle risposte. 
 
<< No, adesso è il momento di aprire la cassaforte. >> Disse Todd, facendo notare a tutti che adesso erano circondati da migliaia di armi, utensili di tutti i tipi e persino cibo, il tutto ammassato un po' a caso, con il conseguente stupore generale di tutti. 
 
<< Proprio come i miei vestiti, è apparso tutto da un momento all'altro solo perché ne avevamo bisogno, tutto ciò non ha senso! >> Esclamò Amelia, stupita. 
<< Todd, tu lo sapevi? C'è qualcuno che ci manda queste cose? O ne sei tu l'artefice? >> Chiese Jack, con grande stupore. 
<< L'unica cosa che sapevo è che l'avremmo aperta, non come, adesso so che lo faremo con qualcuno di questi attrezzi. Non so come arrivino queste cose, ma non c'è nessun Dio misericordioso che si prende cura di noi, ve l'assicuro, ovviamente non sono io il responsabile di ciò che sta accadendo. >> Disse Todd, sicuro di sé. 
<< Per ora sta dicendo la verità, l'anello non si è illuminato. E' il momento di aprire quella cassaforte, mettiamoci in moto per trovare qualcosa di adatto. >> Disse Manuel, invitando tutti a cercare fra tutti gli oggetti sparsi attorno a loro, qualcosa che gli consentisse di aprire la tanto agognata cassaforte. 
 
Tutti corsero a cercare degli oggetti e poi provarono, con martelli, pistole, fucili, Carl persino con una motosega e Francesco con un coltello, ma senza successo. Dopo una lunga serie di tentativi, James e William trovarono un lanciarazzi piuttosto pesante con in carico quattro colpi, così si misero ad una adeguata distanza di sicurezza e invitarono gli altri ad allontanarsi per evitare che il razzo che avrebbero sparato avrebbe potuto fare del male a qualcuno. Dopo che tutti gli altri si allontanarono, la loro attenzione era focalizzata su quella misteriosa cassaforte. James e William mirarono e si prepararono a sparare. 
 
<< Bene, adesso questa dannata cassaforte dovrà pur cedere! >> Ipotizzò sicuro di sé William. 
<< Lo spero. >> Disse James. 
 
I due fecero partire il razzo, si sentì un boato e la zona si riempì di nebbia. Pochi secondi dopo, nello stupore generale di tutti, lo sportello della cassaforte era stato distrutto. Tutti si precipitarono a cerchio verso la cassaforte, da cui fuoriusciva una strana luce rossa...

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Capitolo 5
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Dì la verità, sono pazzo!

All'interno di un ufficio silenzioso e apparentemente normale, le parole pronunciate dall'uomo seduto sulla sua sedia girevole di colore nero e di portata piuttosto massiccia, portarono il suo interlocutore, seduto di fronte a sé e con il viso nascosto da una maschera bianca e nera che non lasciava intravedere nulla del suo viso, se non i suoi occhi castani e la sua divisa grigia con tanto di cappuccio che nascondeva i capelli, a posare l'attenzione sull'uomo che aveva appena affermato di essere fuori di testa: indossava un cappello nero con una riga bianca, che nascondeva leggermente i suoi capelli di un castano scuro, i suoi occhi azzurri non distoglievano lo sguardo dal suo interlocutore, altre componenti del suo viso erano le sue labbra carnose, il suo naso alla francese e la sua barba corta, che componevano il suo viso deciso e trasmettente virilità; l'uomo era vestito in modo elegante e completamente in nero, ad eccezione della sua cravatta sprizzante bianco. Un altro accessorio in possesso dell'uomo era una collana con un ciondolo assomigliante ad una luna e che sembrava brillare dal centro; la dimensione dell'accessorio era ad occhio e croce simile a quella di una palla da biliardo. 

<< Non capisco, signore... perché si ritiene pazzo? >> Intervenne l'interlocutore col viso mascherato. 
<< Perché in genere, è così che viene considerato qualcuno che possiede una concezione diversa dei concetti del "bene" e del "male". >> Ribadì l'uomo. 
<< E che concezione ne ha, lei, di quei concetti? >> Chiese l'uomo mascherato. 
<< Diciamo che a mio parere, aiutare una persona non equivale a fare del bene, come uccidere qualcuno non equivale a fare del male. E vuoi sapere perché? Perché queste regole... TUTTE le regole che conosciamo derivano dall'uomo, dalla sua insicurezza e dal suo bisogno di credere nella cosa giusta e nella cosa sbagliata. Ma il percorso che ho intrapreso io, è l'unico che potrebbe portare tutti noi alla verità. Fin'ora non ho mai sbagliato, e se tutte le mie tesi sono corrette, otterremo molto più di questo. Nessuno darebbe credito ad una delle mie teorie. Ecco perché sono pazzo. Non ti sembra un ragionamento contorto? >> Disse l'uomo, tirando un pugno sulla scrivania. 
<< Io non penso che lei sia pazzo, signore. La conosco da moltissimo tempo e da quando lavoro per lei è la prima volta che non lo faccio solo per ricevere lo stipendio. Lei per me... >> Disse l'uomo incappucciato, venendo interrotto dal suo interlocutore. 
<< Perché io per te sono una guida. Ho un carattere forte e il mio modo di pensare fuori dalle righe ti da quasi un motivo in più per vivere. Questa ed altre mie abilità saranno essenziali per ciò che dovrò fare. Beh, direi che è tutto, continuate a cercare PureMoon, ci vediamo stasera, come al solito. >> Interruppe l'uomo col cappello, invitando il suo interlocutore a lasciare l'ufficio. 

Nel frattempo, Jack e William erano riusciti ad aprire la cassaforte, e si riusciva a vedere soltanto un'accesa luce rossa, che non lasciava intravedere altro. 

Rick Stanley fece cenno agli altri di farsi da parte e avvicinava sempre più la sua mano alla cassaforte, quasi venendo assorbita dalla luce, ma improvvisamente Rick iniziò a lievitare fino a quando non era più possibile vedere la sua testa da coloro che erano fuori dalla cassaforte. 

<< Che diavolo succede? >> Chiese Jack. 
<< TUTTO NERO, ALTRI NUMERI... >> Urlava Rick. 

Ma ad un tratto una scossa elettrica sembrò oltrepassare il corpo di Rick, egli iniziò ad urlare e poco dopo smise di lievitare, cadendo a terra privo di vita e con numerosi segni di bruciatura su tutto il corpo, faccia compresa. 

<< Cosa diavolo è successo?! >> Chiese Manuel Jiggerson. 
<< E' stato carbonizzato... >> Rispose Robert Tyler. 
<< Questo lo vedo, ma... >> Rispose Manuel, venendo interrotto. 
<< Jack... vieni con me. >> Disse Todd, facendo cenno a Jack di seguirlo. 

Todd iniziò ad allontanarsi dagli altri, Jack lo seguì e appena Todd si fermò, anche suo fratello fece lo stesso. 

<< Che succede? >> Chiese Jack, stupito. 
<< Io so perché quel tizio è morto. >> Rispose Todd. 
<< Cosa? E perché? >> Chiese Jack. 
<< Perché non lo era ancora. >> Rispose Todd. 
<< Come sarebbe a dire? Spiegati meglio. >> Disse Jack. 
<< La cassaforte è un portale. Non mentivo quando dicevo che non sapevo cosa contenesse, ma adesso, ripensando ad una metafora di Balthazar... è questo che divide la parte luminosa di PureMoon, soprannominata "LightMoon", da quella oscura, soprannominata "DarkMoon". E... sì, ci troviamo a PureMoon. Nella parte luminosa. >> Rispose Todd. 
<< Non ne posso più di tutti questi segreti, devi dirmi tutto ciò che sai, Todd. Se mi hai fatto allontanare significa che vuoi che queste cose non le sappiano gli altri. Perché? >> Ribadì Jack. 
<< Senti, Jack... non è questo ciò che non voglio che sappiano. Devi aiutarmi a fare una cosa, devi darmi la tua parola che mi aiuterai. >> Spiegò Todd. 
<< Di cosa si tratta? >> Chiese Jack. 
<< Devi darmi la tua parola. Ti giuro che quando tornerò, ti spiegherò tutto ciò che so, dall'inizio alla fine. >> Rispose Todd. 
<< Mi hai dato la tua parola, mi dirai tutto. Ci sto, cosa avrei accettato? >> Chiese Jack. 
<< Mi aiuterai a
<< Ma stai sch
<< Stavolt
<< Perché cazzo ti ho detto di s
<< Andia

Jack e To

<< D'accordo Jack, mi hai convinto. Parlerò... ma solo con te e Francesco, stavo per ucciderlo, gli darò un buon motivo per non vendicarsi. >> Affermò Todd. 

Francesco Richfield si avvicinò a Jack e Todd, i tre si avvicinarono al punto in cui c'era la cassaforte, mentre gli altri si allontanarono un po'. 

<< Allora, Todd, cominci a parlare? >> Chiese Francesco retoricamente. 
<< Mi dispiace tanto, Francesco. Davvero. Non hai fatto nulla di male, ma Jennifer deve vivere. >> Affermò Todd. 
<< Cosa?! >> Chiese Francesco, stupito. 
<< Dispiace anche a me, Francesco. Non volevo partecipare a questo, ma non voglio perdere mia sorella, per nessun motivo... >> Aggiunse Jack. 
<< Volete spiegarmi perché tutte queste scuse del cazzo? >> Chiese Francesco. 

Jack prese alle spalle Francesco, bloccandolo. Di conseguenza, Todd tirò fuori dalla tasca un pugnale e lo conficcò in testa a Francesco, quindi Jack lo lasciò cadere a terra e si spostò, mentre Todd tirò fuori dall'altra tasca il medaglione blu che aveva usato precedentemente per prendere le anime degli altri due uomini che dovevano uccidere e lo avvicinò al cadavere di Francesco, risucchiando in esso la sua anima. Gli altri si accorsero di ciò che era successo, così corsero tutti verso Todd, che mise nuovamente in tasca il medaglione, e poi, inaspettatamente, prese il cadavere di Francesco e un secondo prima di spiccare un salto, intimò a Jack di aiutarlo. 

<< ORA! >> Urlò Todd. 

Jack si buttò di scatto verso Todd, spingendolo verso la cassaforte: Todd e il cadavere furono circondati da un'energia rossa ed iniziarono a lievitare, Carl e Manuel spararono ripetutamente verso Todd, ma non riuscirono a fare nulla, poiché i proiettili sembravano vaporizzarsi quando entravano in contatto con la strana luce. 

<< Che diavolo succede? Che cazzo è quella luce? >> Chiese Manuel. 

Pochi secondi dopo, sia Todd che il cadavere entrarono pienamente dentro la cassaforte, con una conseguente implosione della luce. Todd si ritrovò in un posto completamente nero, compreso il cielo, ma egli era circondato di una luce bianca, che gli permetteva dunque di guardarsi intorno, e a parte qualche roccia e il cadavere di Francesco, non c'era molto. Todd prese in mano il medaglione e recitò alcuni versi in una lingua assomigliante al latino, poi apparì qualcuno di fronte a sé, che a differenza di Todd, non era circondato di luce. 

<< Rudolph... eccoti le anime che hai chiesto. >> Disse Todd, consegnandogli il medaglione. 
<< Aspetta, ma siamo a PureMoon? >> Chiese Rudolph. 
<< Più precisamente a DarkMoon. Ho fatto ciò che vuoi, adesso devi dirmi tutto ciò che sai su PureMoon, poi risvegliare mia sorella e portarmi da lei. >> Ribadì Todd. 
<< E' meglio non restare qui, ti dirò tutto ciò che so all'ospedale, dopo che avrò risvegliato Jennifer. >> Affermò il cacciatore di anime, toccando Todd e teletrasportandosi insieme a lui nella stanza d'ospedale in cui era ricoverata Jennifer. 

Jack, intanto, aveva gli occhi di tutti puntati su di sé, avevano visto tutti la scena, e sapevano che era premeditata, che Todd gli aveva detto qualcosa. 

<< Allora, pezzo di merda... dimmi tutto ciò che sai sul piano di tuo fratello, e ti riserveremo una morte rapida. Non soffrirai. >> Affermò Manuel. 
<< L'ha ucciso per salvare nostra sorella Jennifer. Ha finito ciò che ha iniziato prima di finire qui. E mi ha detto che doveva prima entrare un morto, altrimenti sarebbero morti tutti coloro che avrebbero attraversato la cassaforte, infatti ha portato il cadavere con sé. Non so altro, ve lo giuro. Adesso, se volete uccidermi... >> Ribadì Jack. 
<< Dice la verità, ma rimane un pezzo di merda. Ti farò esplodere la testa. >> Affermò Manuel, puntandogli la pistola alle tempie. 

Manuel si preparò a premere il grilletto, mentre Jack lo colpì con un violento pugno in faccia, poi si lanciò verso la cassaforte, un'intensa luce rossa lo circondò ed iniziò a lievitare, Manuel provo a sparargli, ma anche questa volta i proiettili non servirono a nulla, e dopo pochi secondi, Jack "entrò" nella cassaforte, finendo a DarkMoon, proprio vicino al cadavere di Francesco. Anche Jack era circondato da una luce bianca. 
Poco dopo, anche gli altri decisero di attraversare la cassaforte, e ci riuscirono tutti nello stesso modo di Jack, ma notarono che soltanto alcuni di loro erano illuminati da una luce bianca, ovvero: Jack Evans, Amelia Strong, Frank Jordan, Jeremy Keamus, James Walterson, Alice Moore, Rachel Carter e William CrawFord. Tutti gli altri stavano dunque vicino a chi era illuminato, altrimenti non sarebbero riusciti a vedere molto. 

<< Perché alcuni di noi sono illuminati da questa strana luce? >> Chiese stupita Alice Moore. 
<< Non lo so nemmeno io, ve lo giuro. >> Rispose Jack. 

Manuel puntò di nuovo la pistola verso Jack, preparandosi nuovamente a sparare, ma William lo prese alle spalle, disarmandolo, puntandogli la pistola contro e facendolo cadere a terra. 

<< Brutto sbirro del cazzo... lo vuoi capire che ha aiutato Todd solo per salvare sua sorella? >> Disse William. 
<< Perché lo stai facendo? >> Chiese Jack, stupito. 
<< Non farmene pentire. >> Disse William, con tono minaccioso. 

Manuel si alzò in piedi e iniziò a guardare con sguardo minaccioso William. 

<< Sei impazzito? Aiuti questo figlio di puttana e mi punti una pistola addosso? >> Chiese retoricamente Manuel, infuriato. 
<< Se non fossi intervenuto, lo avresti ucciso. >> Ribadì William. 
<< E a te cosa importa? Abbassa subito questa pistola, o sei morto. >> Rispose Manuel. 
<< Oh, e come intendi fare? >> Chiese William, con tono di sfida. 

Carl puntò una pistola verso William, che a sua volta prese le distanze da Manuel e puntò anch'egli la pistola verso l'uomo armato. 

<< Abbassa l'arma, o morirai. >> Affermò William, deciso. 
<< Anch'io potrei tranquillamente spararti immediatamente. >> Ribadì Carl Jiggerson. 
<< Non morirei. A meno che tu non riesca a colpire un organo vitale... da questa distanza mi sembra poco verosimile. Te lo ripeto per l'ultima volta: abbassa la tua arma, o non avrai occasione di pentirtene. >> Affermò William, minaccioso. 
<< Tu sei troppo sicuro di te, pensi davvero che tu non... >> Disse Carl, venendo interrotto. 

William sparò un colpo in testa a Carl, uccidendolo. Manuel andava verso il cadavere di suo fratello, ma William gli puntò la pistola addosso, ordinandogli di fermarsi. L'uomo obbedì, di conseguenza William andò verso il cadavere di Carl, prendendo dalla mano senza vita di Carl la sua pistola, e poi si diresse verso Jack. Manuel, invece, corse verso il cadavere di suo fratello, abbracciandolo e urlando. 

<< NOOOOOO! CAAAARL! Perché, CARL?! Ti vendicherò, te lo giuro... avrai la tua vendetta, Carl. Te lo prometto. >> Disse Manuel, singhiozzando. 
<< Ecco, sbirro. Adesso capisci cosa si prova quando si perde una persona amata e cosa si è disposti a fare per riaverla? >> Disse William, porgendo a Jack la pistola che sottrasse precedentemente a Carl. 
<< Ti ringrazio, William. Ma io non avrei ucciso Carl, non era necessario... >> Disse Jack. 
<< Neanch'io l'avrei ucciso, ma mi puntava una pistola. Non puoi nemmeno immaginare ciò che ho passato, una catena di eventi negativi tutti in fila... e il rapporto tra te e Todd... e il fatto che volete a tutti i costi salvare vostra sorella, anche mettendovi in grossi guai uccidendo qualcuno... beh, non sarà una cosa verosimile, ma cosa lo è, qui?! Beh, il punto è che avete un rapporto sincero, vi fidate l'uno dell'altro. Spero che Todd sia riuscito a salvare tua sorella, aiutarvi è l'unica cosa positiva che io possa fare, tutt'ora... non penso che amerò mai più qualcuno. Ho perso tutto. >> Disse William, amareggiato, ma cercando a tutti i costi di non dimostrare fragilità. 

[/FLASHBACK\]

William si trovava in carcere, e un uomo di una cella vicina lo iniziò a chiamare. 

<< Ehi, sei tu quello che cercava Darnelle CrawFord? >> Chiese l'uomo. 
<< Sì, hai notizie di lei? >> Chiese William. 
<< Sì, dopodomani la condanneranno. Ma chi sei, perché t'importa di lei? >> Rispose l'uomo. 
<< Sono suo fratello. >> Rispose William. 
<< Aspetta, ma tu cos'hai fatto per finire qui? Non fraintendermi, la voce da coglione ce l'hai, ma qui dentro oltre a conversare, non c'è molto di meglio da fare. >> Chiese William. 
<< Vuoi davvero ascoltare la mia storia? Ho perso tutto e voglio tentare il tutto per tutto, per salvare l'unica cosa che mi è rimasta. >> Rispose William. 
<< Dai, fratello, racconta. >> Rispose l'uomo. 
<< Due grandissimi figli di puttana sterminarono la mia famiglia, 6 mesi fa... a parte me e mia sorella. Quando accadde, io non ero a casa, ma Darnelle sì. Lei impugnò la pistola e uccise quei due rotti in culo, ma due sbirri di merda, ovvero dei certi Manuel e Carl Jiggerson entrarono proprio in quel momento in casa, sfondando la porta. Darnelle si difese dicendo che era legittima difesa, ma quei pezzi di merda la incriminarono per detenzione illegale di armi e la arrestarono, e come se non bastasse, la accusarono dell'omicidio di quei due stronzi e della nostra famiglia... ma lei era innocente, la pistola la trovò per caso, ed io avevo le prove. A casa avevamo delle telecamere, che ripresero tutto... presi le registrazioni e le trasferii su una chiavetta USB, ero pronto a scagionare mia sorella, ma era notte fonda. Il giorno dopo non riuscii più a trovare la chiavetta, qualcuno me l'aveva rubata, ma diavolo... era sul comodino, a casa mia... non so chi me la rubò, ma questo stronzo non voleva che scagionassi mia sorella... avevo un'ultima possibilità: mia sorella era in questo carcere di massima sicurezza, qui ci finisce solo gente tosta, o incastrata come lei... ma io lavorai a questo carcere. Ho contribuito alla costruzione di questo inferno, ma sappi che io e gli altri costruttori decidemmo di ideare un modo per fuggire, nemmeno le guardie avrebbero potuto scoprirci, era una precauzione, se mai saremmo finiti qui... beh, non ti sto a raccontare tutto, ma feci esplodere una centrale di polizia di Seattle... e poi confessai. Questo era il carcere di massima sicurezza più vicino, dovevano per forza mandarmi qui e condannarmi come mia sorella. Beh, se tu mi aiuterai a liberarla, aiuterò anche te ad evadere, verrai con noi e poi ognuno andrà per la sua strada. >> Raccontò William, facendo una proposta all'uomo che lo ascoltava. 
<< Va bene, mi sembra un'offerta ragionevole... >> Rispose l'uomo. 

Improvvisamente una parete esplose ed entrò un gruppo numeroso di uomini armati, con tute bianche e mascherati, che dapprima uccisero tutti gli agenti e le guardie, e poi iniziarono ad aprire tutte le celle, uccidendo alcuni carcerati subito dopo averli fatti uscire, mentre ad altri sparavano dei tranquillanti e li prendevano di peso. 

<< Che merda sta succedendo?! Chi cazzo sono questi? >> Esclamò retoricamente, chiedendosi chi fossero coloro che avevano fatto irruzione. 
<< Perché alcuni li uccidono e altri li rapiscono? Come cazzo hanno fatto ad arrivare fino a qui? >> Chiese l'altro uomo, che venne prontamente ucciso da uno di loro. 

<< Questo qui... è William CrawFord, prendetelo, è nella lista. >> Affermò uno degli uomini, sbarrando il nominativo di William nella lista che aveva in mano. 
<< Cosa?! Che lista? Dove mi portate? >> Chiedeva William, stupito. 

Un uomo liberò William, che lottò per non essere preso, ma altri due uomini lo presero e un altro gli sparò un tranquillante. 

<< DARLEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEENEEEEEE!!! >> Urlò William, prima di svenire ed essere trasportato via, privo di sensi, da quattro uomini. 

Il giorno dopo, William si ritrovò di nuovo dentro una cella, ma vestito alla moda e con occhiali da sole agli occhi, che si tolse per poi poggiarli a terra, ma questo carcere era strano, le varie celle erano colorate di diversi colori, comprese le sbarre, la sua era blu. 

<< DOVE CAZZO MI TROVO?! >> Urlò William. 

Pochi minuti dopo, un uomo che indossava un cappello nero con una riga bianca, che nascondeva leggermente i suoi capelli di un castano scuro, i suoi occhi azzurri che non distoglievano lo sguardo da William, altre componenti del suo viso erano le sue labbra carnose, il suo naso alla francese e la sua barba corta, che componevano il suo viso deciso e trasmettente virilità; l'uomo era vestito in modo elegante e completamente in nero, ad eccezione della sua cravatta sprizzante bianco. Un altro accessorio in possesso dell'uomo era una collana con un ciondolo assomigliante ad una luna e che sembrava brillare dal centro; la dimensione dell'accessorio era ad occhio e croce simile a quella di una palla da biliardo. 

<< Sei sulla mia isola, William. >> Rispose l'uomo misterioso, mantenendo un tono calmo. 
<< E tu chi cazzo sei?! >> Chiese William, infuriato. 
<< Bella domanda. Beh, qui tutti mi chiamano Asotip. >> Rispose l'uomo, accennando un sorriso. 
<< Sei stato tu a farmi portare qui? >> Chiese William. 
<< Mi sembra scontato. >> Rispose "Asotip", lasciando a William il ruolo di chi fa le domande. 
<< Per quale motivo? >> Chiese William, incuriosito. 
<< Perché avresti fallito, William. Ti sei fatto arrestare per salvare tua sorella, e questo è un gesto molto nobile. Avevano registrato ciò che hai detto, ti avrebbero messo in isolamento fino al momento in cui ti avrebbero giustiziato. Adesso avrai la tua opportunità, William. >> Affermò "Asotip". 
<< Questo significa che Darnelle è ancora viva? >> Chiese William, accennando un sorriso. 
<< Chiaramente. Ma ricordati queste parole: non puoi avere tutto. Ti troverai a dover scegliere l'esito di molte questioni importanti: fallo bene. >> Raccomandò "Asotip". 
<< Cosa significa tutto ciò? Cosa devo fare? >> Chiese William, stupito dalle parole del suo interlocutore. 
<< A presto, William. >> Disse "Asotip", sorridendo e voltandosi verso l'uscita. 
<< ASPETTA! DOVE VAI?! ASPETTA! >> Gridò William, inutilmente. 

William si mise nuovamente gli occhiali da sole e si sdraiò, ripensando a tutto ciò che gli era successo negli ultimi tempi. Circa un'ora dopo si ritrovò a PureMoon insieme agli altri. 
[\FLASHBACK/]

<< Sentite... cerchiamo di lasciarci i diverbi da parte. So che adesso vedrete sia me che William con un altro occhio... soprattutto Manuel... ma non siamo né criminali, né persone spietate, abbiamo agito entrambi per far sopravvivere qualcun'altro: ed è proprio questo che dobbiamo continuare a fare. Dobbiamo continuare a sopravvivere e cercare di capire perché ci troviamo qui, ma se continuiamo a scannarci, moriremo tutti. >> Affermò Jack. 
<< Sei stato proprio tu a dare il via a tutto questo... insieme a quell'altro figlio di puttana di tuo fratello Todd. >> Disse Manuel. 

Jack puntò la pistola verso Manuel. 

<< Vai, ammazzami... così questo dolore finirà. >> Affermò Manuel. 

Amelia si avvicinò a Jack. 

<< No, Jack... hai appena detto che dobbiamo essere uniti... non contraddirti. >> Intimò Amelia. 
<< Puoi scordartelo, non metterò fine alle tue sofferenze. >> Disse Jack, abbassando la pistola. 

Improvvisamente un violento vento iniziò a soffiare, e apparì un uomo alto, con gli occhi azzurri, i capelli castani corti, quasi rasati, una maglietta rossa e dei jeans. L'uomo aveva anche degli occhialini grigi da nerd ed aveva del sangue sulla parte inferiore della gamba sinistra. 

<< E tu chi diavolo sei? >> Chiese Manuel. 
<< Dovete essere voi. Venite da LightMoon, dico bene? >> Chiese l'uomo misterioso. 
<< Sì, veniamo da LightMoon. >> Rispose Jack. 
<< Io sono Harry, piacere. >> Affermò l'uomo con gli occhiali. 

Improvvisamente cadde dal cielo un'altra pietra levigata simile a quella che cadde a LightMoon, ma stavolta il numero era "288". 

<< Queste... pietre... cosa cavolo sono? >> Chiese Juliette White. 
<< Sono delle tombe. E i numeri sono un conto alla rovescia. >> Rispose Harry. 
<< Che cosa?! >> Chiese Alice Moore. 
<< Risponderò a tutte le vostre perplessità, ma dovete venire con me. Vi porterò al sicuro. Stanno arrivando. >> Affermò Harry. 
<< Chi sta arrivando? >> Chiese William, stupito. 
<< I predatori. >> Disse Harry, continuando: << Venite con me, vi faccio strada. Sarete al sicuro e vi spiegherò tutto. >> 

Harry iniziò a camminare, di conseguenza la maggior parte iniziò a seguirlo, ovvero: Alice Moore, Rachel Carter, Louise Cleemore e Manuel Jiggerson (che si fece aiutare da Robert Tyler e Drake Millington a portare il cadavere di Carl, per dargli poi una degna sepoltura, e sperando che sarebbe resuscitato). Gli altri (Jack Evans, Amelia Strong, William CrawFord, Juliette White, James Walterson, Jeremy Keamus e Frank Jordan) rimasero però intrappolati in un cerchio di fuoco che apparì dal nulla. 

<< Aspetta, e gli altri li abbandoniamo qui?! >> Chiese Rachel Carter. 
<< Sono loro... beh, d'accordo, d'accordo, cambio di piano: andremo a prendere degli estintori, torneremo qui, spegneremo il fuoco e porteremo con noi anche loro. >> Affermò Harry, cambiando direzione. 

Gli altri furono d'accordo e lo seguirono. Circa mezzora dopo, erano tutti scomparsi. 

<< Ci hanno abbandonati qui... non torneranno. >> Affermò Frank Jordan. 

Improvvisamente apparì dal nulla un uomo vestito interamente di giallo, biondo, con gli occhi verdi e degli occhiali quasi trasparenti, che si avvicinò al cerchio di fuoco e lo toccò, facendo spegnere il fuoco. 

<< E tu chi diavolo sei?! >> Chiese Jack. 
<< BALTHAZAR!!! >> Urlò Jeremy Keamus. 
<< Ciao Jeremy. Sono stato io a creare questo cerchio di fuoco, per proteggervi da lui. >> Affermò Balthazar. 
<< Volete spiegare anche a noi comuni mortali? Chi sarebbe lui? Quel tale, "Harry"? E perché dovresti proteggerci da lui? Chi sei? >> Chiese William, cercando spiegazioni. 
<< Balthazar è un messaggero. >> Affermò Jeremy Keamus. 
<< Di chi? >> Chiese James Walterson. 
<< Di John. >> Rispose Keamus. 
<< E vi ho protetti da Harry perché lui è il maligno. Li ucciderà tutti. >> Affermò Balthazar. 
<< Definisci meglio "maligno". >> Disse Juliette. 
<< Lucifero. Lui è Lucifero. >> Affermò Balthazar. 
<< Quindi cosa si fa, adesso? >> Chiese Amelia. 
<< Prima vi porterò al sicuro, poi dovrò capire chi ha preso... >> Affermò Balthazar. 
<< E' tutto sempre più assurdo... beh, per me possiamo anche andare. >> Affermò Jack. 

Balthazar iniziò a circondarsi di una luce che si espanse fino agli altri, quindi scomparirono tutti. 

Intanto, Todd e Rudolph osservavano Jennifer che era in coma. 

<< E se Balthazar non riuscisse a salvarli in tempo? Sarebbero tutti morti, non possono battere Lucifero a DarkMoon... non potremmo uccidere Vincent. >> Affermò Todd. 
<< Dobbiamo confidare nel fatto che ci riuscirà. >> Rispose Rudolph. 
<< D'accordo, adesso fai ciò che devi fare. >> Rispose Todd. 

Rudolph sorrise e prese in mano il medaglione, lo avvicinò a Jennifer e da esso fuoriuscirono le tre anime, che iniziarono a creare delle implosioni, Jennifer si circondò di una luce così accesa che finì per implodere, coinvolgendo tutto l'ospedale... 

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Capitolo 6
*** PAGE VI ***


PAGE VI

L'intero ospedale si riempì di una luce accecante per circa 10 secondi, successivamente quest'ultima svanì, e Jennifer si risvegliò. 

<< Todd? >> Disse Jennifer, stupita e fissando il ragazzo. 
<< Jennifer... sorellina mia... >> Disse Todd. 
<< Cosa?! >> Chiese Jennifer, non capendo. 
<< Ah, già... beh, mi sa che dovrò spiegarti tantissime cose... e dovrò spiegarle anche a nostro fratello. >> Affermò Todd. 
<< Jack? >> Chiese Jennifer. 
<< Esatto, dobbiamo tornare da lui... Rudolph, quando andiamo a PureMoon? >> Chiese Todd. 
<< Non posso portarvi a PureMoon. >> Affermò Rudolph. 
<< Perché?! >> Chiese Todd, stupito. 
<< Perché anche se volessi, non ho più energie a sufficienza. >> Affermò Rudolph. 

Todd posò però lo sguardo sulla televisione accesa, era in onda il notiziario. 

Torniamo all'eclatante caso che tre giorni fa che ha smosso l'intero continente: parlo della notizia del carcere di massima sicurezza di Seattle che è stato praticamente ripulito, il direttore è scomparso e tutte le guardie sono state massacrate, il 40% dei detenuti è stato brutalmente ucciso, mentre il resto di loro sembra essere sparito nel nulla, più di 3000 detenuti sono attualmente ricercati, vi ricordiamo che per maggiori informazioni e per la lista di tutti i detenuti scomparsi, potete visitare il sito internet www.prisonbroken.com e vi ricordo di segnalare immediatamente alle autorità qualunque informazione su quanto è accaduto, anche semplicemente chiamando il 911. La polizia di Seattle e l'FBI si stanno attualmente occupando di scoprire cosa sia effettivamente successo, ma le informazioni ottenute sono ancora scarse.

<< Sembra che mi sia perso un bel po' di cose in questi giorni... >> Disse Todd. 
<< Cosa diavolo sta succedendo?! Cos'è PureMoon? >> Chiese Jennifer. 
<< Jennifer, lo so che tutto questo può sembrare assurdo, ma sai che di me puoi fidarti. Ci conosciamo da quando eri una bambina. Quando torneremo da Jack sarà lui stesso a spiegarti ciò che sta accadendo. Ed io aggiungerò un altro piccolo contributo. >> Disse Todd. 
<< Ti ho detto tutto ciò che sapevo. E' per questo che volevi incontrarmi, giusto? Posso andare. >> Affermò Rudolph. 
<< No, non puoi andartene, devi portarci a PureMoon, non m'interessa come farai. >> Ribadì Todd. 
<< Dovresti sapere che prendo l'energia dalle anime. >> Disse Rudolph. 
<< Avrai le tue anime. Quante te ne servono? >> Chiese Todd. 
<< Come pensi di fare? Andrai in giro ad uccidere gente a caso? >> Chiese Rudolph. 
 
[/FLASHBACK\]

Todd ha 5 anni ed è chiuso dentro la sua stanza, quando ad un tratto riapparì dal nulla una figura a lui familiare. 

<< John? >> Pronunciò Todd. 
<< Ciao, Todd. Devo spiegarti una cosa molto importante. Quanto ti dirò ti rimarrà per sempre in mente e riuscirai a comprendere tutto per bene, nonostante la tua tenera età. Questo perché è importante che tu non lo dimentichi. >> Affermò John. 
<< Di cosa si tratta? >> Chiese il piccolo Todd. 
<< Avrai una missione molto importante da svolgere, ma non sarai solo. Tu ed altre otto persone siete destinati a salvare il mondo, ma ricordati: se anche solo uno di voi nove farà una brutta fine, non avrete più nemmeno una piccola possibilità di vincere. >> Affermò John. 
<< Wow! >> Disse Todd, stupito. 
<< Questa è l'ultima volta che ci vedremo in queste circostanze, non potrò più dirti ciò che devi fare. Lo farà un mio messaggero, il suo nome è Balthazar. Ma non è questo il punto: voglio che tu mi faccia una promessa. >> Disse John. 
<< Che promessa? >> Chiese il piccolo Todd. 
<< Devi promettermi che farai qualsiasi cosa sia necessaria per svolgere il tuo compito. Si tratta di salvare il mondo, qualsiasi cosa ti si parerà davanti, per quanto assurda, dovrai affrontarla. Promettimi che non ti tirerai MAI indietro. MAI. >> Intimò John. 
<< Lo prometto. Giuro che farò qualunque cosa sia necessaria per salvare il mondo. >> Rispose il piccolo Todd, deciso. 
 
[\FLASHBACK/]

<< Quante anime ti servono? >> Chiese Todd. 
<< Stai scherzando?! >> Chiese Rudolph, retoricamente. 
<< TI HO CHIESTO: "quante anime ti servono?">> Ribadì Todd. 
<< Mi servono 17 anime. >> Rispose Rudolph. 
<< Ne avrai una ventina. >> Disse Todd, prendendo e di conseguenza ricaricando una pistola nascosta dietro un mobile della camera d'ospedale e raccogliendo il medaglione che era caduto a terra. 
<< Tornerò presto, Jennifer. Rudolph: assicurati che questa stanza sia isolata dal resto mondo, eccezion fatta per me. Puoi farlo con la poca energia che ti è rimasta, no? >> Disse Todd. 
<< Sarà fatto. Cerca di non farti ammazzare e agisci il più velocemente possibile. >> Ribadì Rudolph, sprigionando un'energia bianca dalla mano destra che si propagò per tutta la stanza. 

Todd mise sia la pistola che il medaglione in tasca, e uscì dalla stanza e successivamente dall'ospedale, quindi vide che la sua automobile era ancora parcheggiata, conseguentemente prese le chiavi, salì in macchina e si preparò a svolgere quella che era la sua missione, mettendo in moto l'automobile e "lanciandosi" sulla strada. 

Intanto Jack Evans, Amelia Strong, William CrawFord, Juliette White, James Walterson, Jeremy Keamus e Frank Jordan furono teletrasportati insieme a Balthazar al cospetto di un enorme castello bianco sfavillante. 

<< Siamo ancora a DarkMoon? >> Chiese Jack, stupito. 
<< Sì. Questo castello l'ho creato io, per proteggervi da lui. E' l'unico posto a DarkMoon dove sarete al sicuro. Entrate, per voi il portone è aperto. >> Affermò Balthazar. 

I sette entrarono dentro il castello e al suo interno videro che era interamente bianco e c'erano nove stanze da letto, una cucina piena di cibo e un salotto piena di armi, libri e oggetti vari. 

<< Vi piace questo posto? >> Chiese Balthazar. 
<< Perché le stanze sono nove? >> Chiese William. 
<< Nove sono coloro che devo necessariamente proteggere. >> Affermò Balthazar. 
<< Per quale motivo? >> Chiese Frank. 
<< Perché i nove hanno un ruolo ben preciso. >> Affermò Balthazar. 
<< E tutti gli altri? Il resto di coloro che sono finiti qui? >> Chiese Juliette. 
<< Gli altri sono irrilevanti. >> Rispose Balthazar. 
<< Harry ha preso qualcuno dei nove? >> Chiese Jeremy Keamus. 
<< Esattamente. Solo voi potete salvarli. Mi servono tre volontari. >> Disse Balthazar. 
<< Tre? >> Chiese Jack. 
<< Più precisamente: William, Juliette e Jeremy. >> Affermò Balthazar. 
<< Cosa?! >> Chiese stupito William. 
<< Perché noi? >> Chiese Juliette. 
<< Scommetto che hai scelto me perché sono un medico. >> Disse Keamus. 
<< In futuro capirete perché ho scelto proprio voi. Non importa quanto possa sembrarvi difficile, potete tranquillamente uccidere Harry e salvarli. Riposatevi qualche ora, poi vi fornirò più dettagli. >> Affermò Balthazar. 
<< E gli altri? Cosa dovremmo fare noi? >> Chiese Jack. 
<< Socializzare. Dovrete fare grandi cose, ma se non c'è coesione fra di voi, non concluderete proprio nulla. >> Rispose Balthazar. 
<< E' sempre la solita fottuta storia. Nessuno che entra mai nel dettaglio! Perché cazzo non ci spieghi cosa ci aspetta? >> Chiese Jack, irritato. 

Balthazar ignorò lo sfogo di Jack ed uscì dal castello, sigillandolo. 

<< Dov'è andato?! >> Chiese Jack. 
<< Non ne ho idea... voi vi fidate di lui? >> Chiese Amelia. 
<< Potete fidarvi. E' un messaggero di John, come vi dissi precedentemente. >> Affermò Jeremy Keamus. 
<< Chi cazzo è John? >> Chiese William. 
<< Ti basta sapere che è il buono, William. >> Rispose Jeremy. 
<< Stai scherzando? >> Chiese Juliette, retoricamente. 
<< Sembra quasi che nessuno di voi abbia mai fatto un atto di fede! Smettete di martellarvi, siete qui e anche se voleste, non potete opporvi. Date retta a Balthazar e vi assicuro che non ve ne pentirete. >> Affermò Keamus. 

Intanto, Harry, Manuel Jiggerson, Alice Moore, Rachel Carter, Louise Cleemore, Robert Tyler e Drake Millington, rendendosi conto che gli altri erano scomparsi, raggiunsero un castello interamente rosso e luminoso, quindi si misero a cerchio e Manuel, rassegnato, seppellì il cadavere del fratello defunto. 

<< Cos'è la cosa che desideri di più, Manuel? >> Chiese Harry. 
<< Vendicare mio fratello. >> Rispose Manuel. 
<< E se ti dicessi che ne avrai l'opportunità? >> Disse Harry. 
<< Cosa intendi? >> Chiese Manuel. 
<< Quanto sei disposto a spingerti, per farlo? >> Chiese Harry. 
<< Farei qualsiasi cosa. >> Affermò Manuel. 

Harry sorrise e invitò Manuel ad entrare nel castello insieme a lui e disse agli altri di rimanere fuori. 

<< Qui nessuno si fida di me, a parte te. >> Disse Harry. 
<< E quindi? >> Chiese Manuel. 
<< Se mi fai un piccolo favore, ti darò la possibilità di uccidere sia William che Jack. >> Affermò Harry. 
<< Che tipo di favore? >> Chiese Manuel. 
<< Semplicemente invitare i tuoi compagni di disavventura a sedersi attorno a quel tavolo e fargli bere questo buonissimo vino. >> Disse Harry, indicando un tavolo rettangolare circondato da sedie e prendendo in mano una bottiglia contenente un liquido nero. 
<< E' veleno? >> Chiese Manuel, stupito. 

Harry prese un bicchiere e vi versò un po' del liquido contenuto nella bottiglia che teneva nella mano destra, e poi lo bevette. 

<< E' solo vino. >> Affermò Harry, sorridendo. 
<< Si può fare, ma ricorda: mi hai dato la tua parola. >> Disse Manuel. 
<< Certo. >> Disse Harry, dando a Manuel due bottiglie contenenti lo stesso liquido nero e aprendo la porta del castello. 
<< Entrate pure e bevetene tutti! >> Disse Manuel, invitando tutti a sedere e offrendo da bere, versando a tutti il liquido contenuto nelle bottiglie dategli da Harry e bevendo per primo, per cercare di ispirare fiducia, come aveva fatto Harry, di conseguenza, tutti bevvero il liquido nero. 

Nel frattempo, Todd


e


il














<<






in macchina, dirigendosi verso l'ospedale. 

Nel frattempo, Jack Evans, Amelia Strong, William CrawFord, Juliette White, James Walterson, Jeremy Keamus e Frank Jordan, a seguito delle parole di Balthazar, intavolarono una discussione per conoscersi meglio, dopo circa un'ora, intervenne Jack:

<< Frank... praticamente tutti noi, prima di arrivare qui, eravamo coinvolti in qualcosa di assurdo... a te cos'è successo? Sei per caso morto? >> 
<< No, non sono morto... ma mi hanno parlato di questo posto... >> Rispose Frank Jordan. 
 
[/FLASHBACK\]

Lo psicologo Frank Jordan si trovava dentro il suo studio, e si trovava seduto di fronte ad un suo cliente. Quest'ultimo aveva dei cortissimi capelli neri spinti in avanti, degli occhiali da sole che nascondevano i suoi occhi, ed era vestito con una camicia bianca, dei jeans e delle scarpe sportive di colore nero. 

<< Per quale motivo non vuole togliersi gli occhiali, signor...? >> Chiese Frank. 
<< Mi chiamo Adam, e mi creda, dovrebbe ringraziare che io abbia questi occhiali. >> Affermò Adam. 
<< D'accordo, Adam, dimmi cosa ti tormenta. Qual'è il tuo problema? >> Chiese lo psicologo. 
<< Lei è in grado di capire se sono pazzo, se le racconto la mia storia? >> Chiese Adam. 
<< Il fatto che tu non neghi questa possibilità mi rende fiducioso, ma prego, racconta. >> Rispose Frank Jordan. 
<< Non posso fare diversamente. Le dirò tutto. >> Ribadì Adam. 
<< Siamo qui per questo. >> Disse Frank. 
<< E nemmeno lei può fare diversamente. >> Disse Adam, continuando: << Io ho scritto questo nostro dialogo. Beh, e tutto il resto. >> 
<< Cosa intendi dire? >> Chiese Frank. 
<< Intendo dire che io ho visto il futuro, e si sta avverando perfettamente. Non c'è nemmeno un piccolissimo margine di errore... >> Rispose Adam. 
<< Cerca di essere più chiaro, Adam. >> Disse Frank. 
<< Circa 42 anni fa scrissi un libro. Oh, beh... in realtà si tratta di una trilogia. Ogni libro è composto da 12 pagine. E la serie di libri si chiama "Unreaversing Calamity". Oh, e quasi dimenticavo... tutto ciò che è scritto in quei libri si è avverato. Oh, beh, lo so... adesso dirai che sono un pessimo scrittore! Questa era una carta importante per svelarla solo nella sesta pagina... ma non hai idea di quante carte importanti io abbia ancora a disposizione. Non è questa la parte più esaltante! >> Affermò Adam, sorridendo. 
<< E quindi questo dialogo è a pagina 6? >> Chiese lo psicologo. 
<< Esattamente, per essere più precisi, questa scena verrà illustrata in un flashback, a questo punto del racconto, tu sei già a PureMoon. >> Affermò Adam. 
<< Aspetta, ma una domanda mi viene spontanea, quanti anni hai? >> Chiese Frank Jordan. 
<< Ho 33 anni. >> Rispose Adam. 
<< Hai affermato di aver scritto la serie di libri 42 anni fa, non ti sembra surreale? >> Chiese Frank. 
<< Sono nato nel 1938, ma poco dopo aver concluso la serie, sono stato portato nel futuro. Mi sono adattato abbastanza velocemente. >> Rispose Adam. 
<< E come avresti fatto a viaggiare nel tempo? >> Chiese lo psicologo Jordan. 
<< Non importa, adesso. Fra qualche ora, tu finirai a PureMoon, insieme ad altre 17 persone, tra cui uno che verrà ucciso involontariamente da Todd, il tuo vecchio paziente, che voleva uccidere Francesco Richfield, un altro dei 17, di cui voleva l'anima, per salvare sua sorella Jennifer. Tra voi 18, ci sarà una persona speciale, l'unica persona in grado di cambiare ciò che è scritto nei libri. Per come si sono conclusi finirà molto male, quindi è necessario che tu riferisca questa cosa a tutti, ma tu devi fargli pensare che tutti coloro che sono a PureMoon possono cambiare ciò che è scritto nel libro, altrimenti non ci crederanno. Ecco, questa parte dovevo inserirla per far capire il motivo per cui tu dirai a tutti loro che sono speciali e possono cambiare il destino. E ti chiederai anche per quale motivo io abbia fatto finire male il libro... beh, questo lo capirai più avanti. Tu e gli altri 8 capirete tutto, è solo questione di pazienza. >> Affermò Adam. 
<< Wow, che storia! E sentiamo: dove sono i libri? >> Chiese Frank. 
<< Non posso dirtelo. Alla prossima. >> Disse Adam, scomparendo davanti agli occhi increduli di Frank. 

Lo psicologo Frank Jordan, dopo aver parlato con altri tre pazienti, tornò a casa, aprì la porta, si sentì chiamare da una voce femminile e pochi secondi dopo si ritrovò a PureMoon insieme agli altri 17. 
[\FLASHBACK/]

<< ... e a quel punto mi disse inoltre che tutti coloro che sono qui, a PureMoon, possono cambiare il Destino, darla in barba a ciò che è scritto in quei libri. E poi semplicemente scomparì. Parlai con altri tre pazienti, poi tornai a casa, udii una voce femminile e poi mi ritrovai qui. >> Affermò Frank Jordan, con in conseguente stupore generale dei presenti, che stentarono a credergli, ma ciò che tutti pensarono era che in fondo non era impossibile dopo tutto ciò che era successo, non era la prima cosa assurda che capitava a tutti loro, ultimamente. 
<< Oh mio Dio... ci mancava solo questa. Tu credi a quell'Adam? >> Chiese Jack. 
<< Ovviamente prima non ci credevo, mi sembrava di star impazzendo vedendolo scomparire davanti ai miei occhi. Adesso non so cosa credo... >> Affermò Frank. 
<< Effettivamente, se questa storia è vera, probabilmente siamo di vitale importanza. Ma il problema è che non sappiamo cosa dobbiamo combattere realmente. Lucifero è la minaccia da cui dobbiamo salvare il mondo? >> Chiese William. 
<< Ne dubito fortemente, se bastano tre di noi a sconfiggerlo, non ha senso il fatto che nove di noi sono più importanti degli altri. >> Disse Keamus. 
<< E se c'entrasse in qualche modo Vincent? >> Chiese Frank. 
<< Qual'è la tua teoria? >> Chiese Jack. 
<< Todd sembra sapere quasi tutto di questa storia. Ed egli ha sempre odiato Vincent, forse c'è una connessione. Per quale motivo tua sorella Jennifer aveva bisogno di essere salvata? >> Chiese lo psicologo. 
<< Per colpa di Todd. Lui aveva bisogno di alcune informazioni, e per ottenerle, ha scomodato un cacciatore di anime, e avevamo bisogno di tre anime per far risvegliare Jennifer e consegnarle a quest'ultimo, mi pare si chiamasse Rudolph. >> Affermò Jack. 
<< In realtà, Jack, devi sapere che Todd non voleva far del male a Jennifer, lei è speciale. Non sapeva che il rito avrebbe portato il cacciatore di anime a ridurre Jennifer in una coma così profondo che si sarebbe potuta risvegliare solo con quelle tre anime specifiche che sarebbero dovute essere "usate" dallo stesso Rudolph. Lui aveva solo bisogno di alcune informazioni, non voleva fare del male a nessuno. Io sono corso in suo aiuto, c'era bisogno di un dottore che si occupasse di Jennifer, in attesa che tu e Todd avreste fatto il vostro lavoro. Non sapevamo ancora, però, che proprio in questo lasso di tempo saremmo finiti qui. >> Affermò Jeremy Keamus. 
<< E cosa pensa di fare, adesso, Todd? Tornerà davvero come mi ha promesso? >> Chiese Jack. 
<< Tornerà. Ma non so a che condizioni. >> Rispose Jeremy. 
<< Che intendi dire? >> Chiese Jack. 
<< Intendo dire che per venire qui avrà ancora bisogno di Rudolph, e di conseguenza delle anime. Qualcuno morirà, Jack. >> Rispose Keamus. 
<< Questa storia non smette di diventare più folle... >> Affermò Jack. 

Intanto Balthazar fece spalancare le porte, quindi rientrò. 

<< Siete pronti? >> Chiese Balthazar. 
<< Non lo eravamo nemmeno quando siamo arrivati qui, ma non abbiamo alternative. >> Affermò William. 
<< Sono d'accordo con William. >> Disse Juliette. 
<< Io sono pronto, Balthazar. Come procediamo? >> Chiese Jeremy. 
<< Io vi porterò dove si trovano Harry e gli altri. Poi starà a voi. >> Affermò Balthazar. 
<< E noi cosa dovremo fare? >> Chiese Jack. 
<< Continuate a conoscervi. Sarò di ritorno molto presto. >> Disse Balthazar, teletrasportandosi via insieme a William, Juliette e Jeremy. 

<< Oh, beh... perfetto. Chi vuole parlare? >> Chiese Jack. 

Intanto, Balthazar teletrasportò i tre al cospetto del castello rosso e luminoso. 

<< Buona fortuna. >> Disse Balthazar, consegnando a William una bottiglia di vetro trasparente contenente due litri di liquido bianco. 
<< Cos'è il liquido qui contenuto? >> Chiese William. 
<< Devi farlo bere a tutti. E' importante che tu lo faccia, altrimenti non potremo riportarli indietro. >> Affermò Balthazar, teletrasportandosi nuovamente. 

Jeremy si avvicinò al castello e bussò, mentre William e Juliette si avvicinarono ma rimasero dietro il dottore. La porta venne aperta poco dopo da Harry. 

<< Benvenuti. Come avete fatto a trovare il castello? E gli altri dove sono? >> Chiese Harry. 
<< Oddio non chiedermi come abbiamo fatto, stiamo morendo di fame. Dimmi solo che hai del cibo, ti prego. >> Disse Jeremy Keamus. 
<< Certo che lo abbiamo. Ehi, William, cos'hai in quella bottiglia? >> Chiese Harry. 
<< Oh, beh, è una bottiglia di latte. >> Affermò William. 
<< Se siete affamati avreste anche potuto bere quel latte, che senso ha conservarlo? >> Chiese Harry. 
<< Beh, l'ho trovato qui a DarkMoon, dentro uno zaino abbandonato a sé stesso, avevo paura di berlo. >> Spiegò William. 
<< Potevi prendere con te anche lo zaino, era più pratico da portare. >> Ribadì Harry. 
<< Lo zaino era pieno di sangue e budella, non mi sembra che fosse il caso. >> Rispose Juliette. 
<< Beh, contenti voi. Su, entrate, stavamo proprio mangiando. C'è del buon vino e tutto il cibo che volete. >> Disse Harry, invitandoli ad entrare e a prendere posto intorno all'enorme tavolo attorno a cui erano seduti tutti gli altri. 

I tre entrarono, fecero a tutti un cenno con la mano e si sedettero vicini. 

<< Qui il cibo è buonissimo, prendete pure ciò che volete. >> Disse Rachel, osservando l'enorme e vario banchetto allestito su quel tavolo. 
<< Senz'altro. >> Disse William. 

Nel frattempo, Todd era appena entrato nuovamente nella stanza d'ospedale di Jennifer. 

<< Fatto, Rudolph. Ho accumulato ben 27 anime. >> Disse Todd, porgendo il medaglione a Rudolph. 
<< Come le hai ottenute? >> Chiese Rudolph. 
<< Qualcuno ha dovuto sacrificarsi. Ma ciò per cui stiamo combattendo vale più delle loro vite. >> Affermò Todd. 
<< Noi non stiamo combattendo per nulla. Tu mi hai messo in mezzo a questa storia, e dopo che ti avrò riportato indietro, io me ne laverò le mani. Non farò più parte di questa storia, siamo intesi?! >> Cercò di chiarire Rudolph. 
<< Certo. Giuro che distruggerò quel medaglione. Sarai libero di andare. >> Rispose Todd. 

Rudolph prese in mano con forza il medaglione, un'energia molto accesa si trasferiva dal medaglione al corpo di Rudolph. 

<< Aaah! Perfetto, ci siamo. Ma... perché mi hai portato più anime di quante te ne ho richieste? >> Chiese Rudolph. 
<< Perché devi portarci all'interno del castello di Balthazar, che come saprai, è protetto, ed è quindi necessaria più energia. >> Rispose Todd. 
<< Per quale motivo vuoi essere portato lì? >> Domandò Rudolph. 
<< Perché se Balthazar è riuscito a salvarli, saranno tutti lì. E se non l'ha fatto, probabilmente si trova lì e potrò avvisarlo che è il momento. Spero proprio nella prima opzione. >> Affermò Todd. 
<< Vi prego, spiegatemi quello che sta succedendo! >> Urlò Jennifer. 
<< Te l'ho detto, Jenny. Quando torneremo da Jack, spiegherò tutto sia a te che a lui. Ci vorrà solo qualche minuto. >> Disse Todd, rassicurandola. 
<< Perfetto, ci siamo. >> Disse Rudolph ad alta voce, prendendo la mano destra di Todd, che prese la mano destra di Jennifer. Dopo qualche secondo, i tre si teletrasportarono e si ritrovarono di fronte a Jack, Amelia, James e Frank. 

I quattro rimasero stupiti, Jack corse subito ad abbracciare Jennifer, Todd sorrideva e Rudolph aveva il fiatone, mentre Amelia, James e Frank rimasero a fissarli increduli. 

<< Jennifer! Stai bene! >> Urlò Jack. 
<< Sì, e noto di poter dire la stessa cosa di te, ma cos'è questo posto? Cosa diavolo sta succedendo? >> Chiese Jennifer, stupita. 
<< Todd, mi avevi fatto una promessa. >> Disse Jack, lasciando Jennifer e fissando Todd. 

Todd divenne serio, quindi guardò negli occhi Jack. 

<< E la rispetterò, Jack. Non so dove siano gli altri, ma suppongo siano con Balthazar, se voi siete qui. Adesso vi dirò tutto ciò che so. Rivelerò il motivo per cui odio Vincent, la sua identità... il motivo per cui dobbiamo ucciderlo e come farlo. Vi parlerò di John e del perché siamo qui. Ma vi dirò anche perché Jennifer è così speciale. >> Disse Todd. 

Jack sorrise, e lo invitò a continuare. 

<< Dunque, tanto per cominciare, dovete sapere che... 

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