I tre figli del dio del mare

di Perseus
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L' arrivo al campo ***
Capitolo 2: *** Scopriamo di essere figli di... ***



Capitolo 1
*** L' arrivo al campo ***


 ~.~Matteo~.~

 
 
Mi svegliai verso le sette e trenta con la scarsa voglia di andare alla mission, ma mi trascinai lo stesso in cucina e presi un doppio caffelatte con qualche biscotto,-Che hai?- chiese mia madre.-Il solito-le dissi.-Non vuoi andare a scuola giusto?- -Giusto-.
Andai di sopra a lavarmi mi vestii e scesi di sotto presi la cartella e uscii.
Passai a casa di Roby la mia migliore amica, ci conoscevamo dai tempi delle elementari, andavamo anche in vacanza insieme.
Roby era una classica ragazza magra con occhi verdi, e con quasi tutte le punte dei capelli colorate di azzurro e vestiva con pantacollant, anfibi, una maglietta un po’ rovinata, giacca di pelle con le borchie e dei bracciali e delle collane color nero e argento. Io? Io sono un semplice ragazzo con gli occhi verdi e i capelli biondi e una maglietta nera, cappello, jeans blu, adidas nere, qualche bracciale blu e un ciondolo con un’onda.
La passai a prendere a casa sua e andammo a scuola e credetemi neanche lei aveva voglia di andarci.
Arrivammo a scuola verso le otto andammo in classe. Le prime tre ore di lezione passarono normalmente, ma alla quarta io e Rob decidemmo di andarcene così mentre la professoressa Ars non era in classe noi uscimmo di lì e cominciammo pian piano a camminare per i corridoi finchè la professoressa Ars ci vide e ci portò dalla preside. Sapete era l’ennesima volta che tentavamo di fuggire dalla scuola e l’ennesima volta che venivamo portati dalla preside la signora  Door. Come sempre ci rimproverò, ma a un certo punto la sua voce cambiò come se diventasse più fredda, poi cominciò a trasformarsi diventò una strana creatura con una gamba d’asino e una di metallo e dopo scoprì le zanne. -Che cos’è quello?- domandai.-Non lo so-rispose Roby e poi aggiunse –Scappiamo-
-Sono d’accordo- concordai- e corremmo via e per la prima volta fuggimmo da scuola, una parte di me pensava “si siamo usciti finalmente” ma l’altra pensava solo a correre. Corremmo, corremmo, corremmo e arrivammo a casa mia lo dicemmo a mia madre e lei chiamo la mamma di Roby. –Non possono restare quì Jane!- diceva mia madre. –Lo so- rispose la mamma di Roby dal telefono. –Ma dove li portiamo?- -A Long Island sai dove.- concluse mia madre.
-Dobbiamo partire- decise mia madre.
-Per andare dove?-chiese Roby
-In un posto sicuro per voi- ribattè mamma. -Ora muoviamoci dobbiamo fare presto- e si concluse la discussione.
Viaggiammo in macchina per non so quanto tempo, ma ad un certo punto dissi a mia madre di fermarsi perché io e Roby avvistammo un’altra creatura come quella che avevamo visto noi, che attaccava una ragazza e così pregammo mia madre di fermarsi e far salire quella ragazza. Aveva i capelli mossi con una ciocca nera e rosa e gli occhi castani, indossava dei leggins, pantaloncini, una maglietta con un teschio sopra e un paio di converse nere. Io e Roby scendemmo dalla macchina e corremmo dalla ragazza. Questa creatura era anche peggio della nostra preside perché  era sporca di fango e gli occhi erano rossi come il sangue. Le corremmo incontro mentre lei rotolava di lato per non farsi colpire, però poi si alzo e la donna la colpì con un calcio facendola cadere e battere la testa sul pavimento. La raggiungemmo e la aiutammo ad alzarsi. –Bene…- cominciò la donna.-Sono tre- continuò.
-Tre cosa?- domandai. -Mat è meglio se andiamo via- disse Roby. –Muoviamoci- concluse. -Ha ragione andiamocene- disse la ragazza con una voce bassa e sottile. E corremmo via, entrammo in macchina il più in fretta possibile e sfrecciammo via.
Durante il viaggio non parlammo molto ma ad un certo punti mi stancai e chiesi -Come ti chiami?
–Mi chiamo Sara- disse -Voi chi siete?
-Io sono Matteo, ma per gli amici Mat- risposi.
-Io sono Roby, ma puoi chiamarmi Rob- le rispose Roby.
-Mamma Dove stiamo andando?- chiesi
-In un posto, ma non posso dirti niente ora, vi spiegheranno tutto là-
-Perché no?- -Non fare domande ho detto di no. Chiaro?-mi chiese
-Certo- risposi. -Quanti anni hai Sara?- chiesi
-Non si dovrebbe chiedere, ma … 14-
-Anche noi- disse Rob. E non parlammo più. Il resto del viaggio fu una noia, ma ad un certo punto ci fermammo e mamma disse che avremmo dovuto continuare a piedi.
 
 

 
 
 
 
 
 
 
    ~·~Roby~·~         

 

 
Camminammo per un bel po' di tempo e nessuno disse niente. Era un silenzio strano, era preoccupante. Più andavamo avanti, più la madre di Mat diventava preoccupata e questo non mi piaceva. Non mi piacciono in generale le persone preoccupate.-Karen dove stiamo andando?- chiesi io.-In un posto.- mi rispose lei tutta preoccupata, come se avesse la sensazione che qualcuno ci stesse seguendo, stranamente anche Sara e Mat erano preoccupati.-Mamma che posto?- chiese Mat.
-Sentite non fate altre domande capito? Vi spiegheranno tutto li!
-Era veramente preoccupata. Camminammo per un'altra mezz'ora, un'altra mezz'ora in silenzio. Arrivammo che era quasi tramontato il sole, Karen si fermó davanti a un pino.-Non posso andare oltre, da qui in poi ve la vedrete da soli.- disse Karen- Mat ricordati che qualsiasi cosa succederà io ti ho sempre voluto bene.- si rivolse a Mat e poi guardò me - Tua madre mi ha detto di darti questo- mi porse nella mano un ciondolo. Era un tridente- mi ha detto di dirti che glielo regaló tuo padre quando uscirono la prima volta.- Stavo per piangere. Non potevo credere che questa mattina é stata l'ultima volta che ho visto mia madre. 
Poi arriva una ragazza. Era bionda e aveva due occhi grigi bellissimi. Indossava una maglietta arancione dove c'era scritto "CAMPO MEZZOSANGUE". -Eccovi siete arrivati, io sono Annabeth. Adesso vi porto dal Signor D. e Chirone, li vi spiegheranno tutto.-Il tono della sua voce era rassicurante.Ci dirigemmo verso la casa grande. 
-Perché si chiama "campo mezzosangue"?-chiesi io.
-Perché qui ognuno é figlio di un dio dell'Olimpo- rispose Annabeth.
-Dei dell'Olimpo? Lo sapete che non esistono,giusto?- E un fulmine cadde dal cielo. Io e Annabeth saltammo da una parte mentre Sara e Mat da un'altra.
- Se fossi in te non lo penserei.-disse.
-Quindi gli dei esistono?-chiese Mat 
-Certo che esistono. Delle volte scendono sulla terra e fanno figli con gli umani. Questi figli sono chiamati semidei e molti di loro vengono a vivere qui al campo.-Quindi noi siamo dei semidei?- chiesi io
-Certo.- rispose lei.
Passammo davanti a molte capanne. Alcune erano veramente strane, ma quella che mi colpi enormemente fu la casa numero 3. Mi dava un senso di sicurezza e mi piaceva che avesse una finestra che affacciava sul mare. Poi arrivammo alla casa grande.
 
 

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Capitolo 2
*** Scopriamo di essere figli di... ***


 ~·~ Matteo~·~

                                     


 Entrammo, -Buonasera- dissi. -Buonasera- risposero due uomini.

-Loro sono il signor D, il capo del campo e Chirone il direttore delle attività.- ci annunciò Annabeth.-Signor D, Chirone loro sono… ehm non ho chiesto i loro nomi.- disse imbarazzata.

-Quindi voi siete?- ci chiese il signor D. -Noi siamo Mat Swift e Roby Dixon- risposi io. -Io sono Sara Blake- di annunciò Sara.

Il direttore delle attività del campo, Chirone era su una sedia a rotelle quindi non sapevo come facesse a dirigere le attività, ma poi si alzò dalla sedia e scoprii che era mezzo cavallo e mezzo umano. -Lei è… lei è..- non riuscivo a parlare. -Sono un centauro- disse.-Allora visto che abbiamo finito con le presentazioni passiamo al dunque- continuò. -Voi siete semidei ovvero metà dei e metà umani, in questo campo vi addestrate per diventare dei guerrieri in grado di affrontare i mostri che ci sono nel mondo e questo è l’unico posto al mondo sicuro per voi. Ad ogni deo dell’olimpo è stata costruita una casa qui al campo per accogliere i propri figli semidivini e chi non è stato riconosciuto starà con i ragazzi della casa 11, la casa di Hermes finché non verrà riconosciuto. I mortali come il vostro genitore non divino non è ammesso ad entrare al campo. Inoltre il campo è protetto da confini magici per non far entrare il mostri.- concluse.

-Chirone- disse Annabeth.-Stai dimenticando la foschia- gli ricordò Annabeth

-Ah giusto-continuò Chirone.-La foschia è un velo magico che nasconde ai mortali quello che succede nel nostro mondo,tuttavia alcuni mortali hanno un dono e riescono a vedere attraverso la foschia, che a volte inganna anche noi. E poi c’è il bronzo celeste che è il materiale con cui si rispediscono i mostri nel tartaro.

-Che vuol dire riconosciuto?- chiesi. -Riconosciuto vuol dire che il proprio genitore divino lo ha riconosciuto come figlio e quindi potrà andare nella casa del proprio genitore per stare con i suoi fratelli semidivini. Detto questo potete andare, per il momento sarete nella casa numero 11 finché non verrete riconosciuti.- e si concluse la visita a Chirone. Più tardi andammo a cena e gettammo del cibo nel falò come offerta agli dei e poi andammo a dormire.

Credetemi la casa 11 sembrava una di quelle classi piccole e sovraffollate, ma il bello era che la casa era grande e spaziosa, peccato che di spazio non ce n’era proprio perché era tutto occupato da letti in mezzo alla stanza, per fortuna io, Roby e Sara avevamo tre letti vicini così almeno potevamo parlare con qualcuno.

Ci svegliammo la mattina seguente e Chirone ci chiamò tutti all’arena.

-Oggi ci sarà la caccia alla bandiera.- Ci chiamò tutti e tre al centro dell’arena.-Loro sono Mat Swift, Roby Dixon e Sara Blake chi li prende in squadra?- chiese.

-Li prendo nella mia squadra- si fece avanti Annabeth. -Li conosco già ed almeno così già conoscono qualcuno.- disse.

-Prima vrete bisogno di un’arma e dell’armatura.-dichiarò Chirone.-Li puoi accompagnare tu Annabeth?- chiese.-Certo- rispose Annabeth.

Ci accompagnò all’armeria e ci chiese -Che arma volete?-

-Io una spada- risposi.

-Io anche una spada- disse Sara

-Per te Rob?- chiese Annabeth

-Una spada anche per me- rispose. -Volete un oggetto magico?- ci chiese

-Si!-rispondemmo insieme. -Ok per te Mat un bracciale che diventa uno scudo che si può lanciare e che ritorna indietro come un boomerang, per te Sara una spada che prende fuoco. E per te Roby visto che mi somigli un bracciale che se attivato rende invisibile la persona che lo indossa e se si vuole anche le altre persone che si hanno intorno. Ora andiamo. Durante la strada chiesi-Che cos’è la caccia alla bandiera?- chiese Sara. -Vedi è un gioco di guerra; consiste nel catturare la bandiera nemica e portarla nella propria parte di territorio, si combatte con le spade e si cerca di vincere con delle strategie, modestamente la mia squadra è la più forte, più tardi vi farò conoscere Percy, un mio amico… ehm molto intimo, non vale però infliggere ferite mortali. Adesso andiamo.- concluso

-Ok grazie per avermi illuminato-. E ce ne andammo. 

 

Scusate ma per un problema il resto del capitolo verrà pubblicato domani

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