Ali di un angelo che fa battere il cuore

di Joy B Cheshire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prova di volo ***
Capitolo 2: *** Missione di soccorso ***
Capitolo 3: *** Rapimento ***
Capitolo 4: *** Amaro risveglio ***
Capitolo 5: *** Sogni misteriosi ***
Capitolo 6: *** Evasione ***
Capitolo 7: *** Profezie ***
Capitolo 8: *** Campagne sconosciute ***



Capitolo 1
*** Prova di volo ***


Soul era seduto sul bordo del letto con la testa tra le mani a tormentarsi:cosa diamine gli era successo?                                                                     
 Non riusciva a smettere si pensare all’incidente di quella mattina di un po’ di tempo fa, quando lui e Maka avevano partecipato alla loro prima lezione di volo. Effettuata da poco la trasformazione in Death Scythe, era stato detto loro dai professori Spirit Albarn e Marie Mjolnir che lui avrebbe potuto acquisire dei nuovi poteri insieme a Maka; dato che lei possedeva un’anima speciale detta “grigori” perché dalla forma di angelo, si pensava che sarebbero stati in grado di volare e per questo si era un po’ montata la testa. Avevano assistito ad una performance della loro amica Kim accompagnata dalla sua arma Jaqueline che sembrava più brava di un pilota di aerei acrobatici. Soul chiese a Maka se sarebbero stati in grado di fare qualcosa del genere e lei che tentava di nascondere il nervosismo gli rispose che ormai lui si era evoluto per cui era sicuro che ce l’avrebbero fatta. Poi il ragazzo decise di trasformarsi in arma e fecero la prima prova sincronizzando i loro pensieri e le loro anime, la lama di Soul si accorciò e comparirono delle enormi ali luminose che li fecero sollevare in aria. All’inizio andava tutto alla grande, ma quando il padre di Maka urlò al ragazzo di immaginarla in forma di angelo Soul riuscì a pensare solo al suo caratteraccio e iniziarono a precipitare. Solo a pochi centimetri da terra gli passò davanti agli occhi l’immagine meravigliosa di una certa ragazza dagli occhi verdi con un vestito bianco, delle dolci ali piumate e l’espressione beata di un bambino che si è appena svegliato da un bel sogno. Ma la caduta lo riportò alla realtà dove la sua meister era tutt’altro che angelica e dolce, tanto che iniziarono a litigare con i soliti insulti (senzatette/secchiona) e i soliti Maka-chop, ma dopo il litigio Soul cominciò a chiedersi perché avesse fatto quel pensiero.
Quella domanda rimbombava ancora nella sua testa e quell’immagine così bella lo perseguitava anche dopo tutto il tempo che era passato da allora. Era una tortura, un chiodo fisso che lo tormentava … Perché continuava a pensare a lei? In fondo non gli era mai interessata più di tanto. Qualcosa però era cambiato, lo percepiva chiaramente. Lui non era più lo stesso da quel giorno e si chiedeva se Maka la pensasse come lui, se anche lei era cambiata.
E mentre si poneva queste domande all’improvviso Maka entrò nella sua camera col fiatone, e disse:
“Soul devi *anf* venire immediatamente è importante!”
“Cos’è successo? Parla!”rispose lui.
“Dobbiamo partire subito perché Kid, Liz e Patty sono nei guai!!!...”






Salve, sono un'autrice alle prime armi e questa è la mia prima storiae desidero continuarla sapendo che qualcuno la leggerà! Spero tanto che vi piaccia, con affetto Joy97
 
 

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Capitolo 2
*** Missione di soccorso ***


“Dobbiamo partire subito perché Kid, Liz e Patty sono nei guai!!!...” disse Maka con occhi agitati.
“Calmati e spiegati meglio: cos’è successo??” Soul le mise le mani sulle spalle. Ora che la guardava meglio non aveva mai notato quanto la sua meister fosse cambiata dalla prima volta che si erano visti: era diventata più alta, le sue forme si erano arrotondate e la figura era più slanciata.  Lei prese un bel respiro e un po’ si calmò, ma in realtà era molto a disagio per la strettissima vicinanza con il suo partner. Scacciando quei pensieri continuò a raccontare:
“Come stavo dicendo: Kid e le ragazze sono partiti in missione perché alla Shibusen abbiamo ricevuto un segnale d’allarme nei pressi di Stoccolma. Pare che in quella zona ci siano state parecchie uccisioni, tracce di sangue nero un po’ ovunque e sono stati registrati alti livelli di follia. Quindi sono stati mandati loro a controllare soprattutto perché si pensa che ci sia Crona dietro a tutto questo e …” Maka abbassò lo sguardo.
“E quindi oltre a controllare la situazione hanno l’ordine di eliminare il problema alla radice, vero?”  completò Soul.
Maka annuì tristemente e proseguì: “Erano quasi arrivati alla meta quando è successo un evento inspiegabile che ha fatto perdere ogni contatto con loro e sono scomparsi! Il Sommo Shinigami ha chiesto a noi, Black Star e Tsubaki di andare in missione di soccorso per recuperarli.”
“Tu pensi che ci sia Crona dietro la somparsa di Kid?” Le chiese Soul.
“E’ quello che voglio scoprire. Se c’è lui dietro tutto questo magari posso riuscire a farlo tornare dalla nostra parte, in fondo era nostro amico e secondo me lo è ancora.”Disse Maka con una tale convinzione negli occhi che sembrava aver perso l’imbarazzo. Soul guardò come i suoi occhi le si illuminassero ogni volta che parlava di Crona e provò un po’di fastidio. Poiché erano ancora molto vicini Maka disse: “Ehm … Soul???”- “Sì?”- “Perché mi fissi in quel modo?”- “In che senso?”- “Sembra che tu ti sia alterato per qualcosa che ho detto, c’è qualcosa che non va?” chiese Maka con una voce che a Soul sembrò molto suadente. Infatti diventò immediatamente rosso come un peperone: “ Ma no, certo che no! Andiamo sicuramente ci staranno aspettando!!” e uscì velocemente dall’appartamento con la ragazza che lo guardava molto confusa e che si chiedeva cosa gli fosse preso.
Arrivati alla Shibusen trovarono Black Star e Tsubaki ad attenderli. Dopo un breve incontro col Sommo Shinigami partirono alla volta di Stoccolma.
Maka e Soul volavano spediti con Black Star e Tsubaki che saltavano al loro fianco. Black Star a quel punto disse:
“Non capisco perché il Sommo Shinigami abbia chiesto anche a voi di partecipare, bastano Tsubaki e l’illustre sottoscritto per recuperare Kid!”
“Dobbiamo venire anche noi perché il Sommo Shinigami vuole che utilizziamo la mia percezione dell’anima di per ritrovarli!” disse Maka un po’ stizzita “E poi avere una Death Scythe fa sempre comodo, giusto Soul?”
“Ehm … Sì!” rispose distrattamente Soul.
Tsubaki disse: “Tutto bene ragazzi? Sembrate un po’ distratti ...”
“Va tutto come al solito grazie.” Rispose Maka in maniera un po’ sforzata.
Tsubaki e Black Star non sapevano che dire per cui dopo un po’ ci fu un lunghissimo silenzio. Ognuno era assorto nei propri pensieri e Maka più di tutti. Pensava allo sguardo di Soul quando erano a casa: quei suoi occhi rosso sangue che la fissavano così da vicino con quell’espressione calma e serena, i suoi capelli bianchi che potevano quasi sfiorare i suoi … Perché desiderava ritornare a quel momento e baciarlo?  Non aveva senso! … Ma mentre ci pensava Soul annunciò che erano arrivati sul posto.
Non vi era alcun dubbio: non solo Crona era stato lì (c’erano sfere si sangue nero sparse qua e là), ma c’erano i segni di un’esplosione sul terreno. Cos’era successo a Kid, Liz e Patty? 

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Capitolo 3
*** Rapimento ***


Cos'era successo a Kid, Liz e Patty? Era questa la domanda che era passata simultaneamente nella mente di tutti.
Black Star disse: «Maka! Cosa pensi sia successo qui prima che Kid e le ragazze sparissero?»
Maka guardava il terreno erboso bruciato e gli alberi circostanti abbattuti immersa nei suoi pensieri. Sentiva che la traccia dell'anima di Crona non era sparita come quella dei suoi amici e quindi rispose: «La possibile versione dell'accaduto è questa: mentre i ragazzi si dirigevano verso l'obbiettivo (Stoccolma) Crona si era spostato verso sud in Germania; essendo proprio nella foresta nera Kid avrà percepito sicuramente l'anima di Crona e seguendola lo avrà trovato vicino a queste sfere di sangue nero che probabilmente hanno ucciso dei boscaioli di passaggio.
Avendo l'ordine di eliminarlo, Kid avrà sicuramente combattuto con lui... e Crona avrà vinto, visto che è l'unica anima che riesco e percepire...»
Soul la guardò: sembrava talmente frustrata da scoppiare a piangere da un momento all'altro. Allora le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla dicendo: «Stai tranquilla. Secondo me Kid sta bene: non è facile uccidere il figlio del Dio della Morte, non credi?» Maka lo guardò: stava sorridendo e e i suoi occhi le dicevano: "Va tutto bene, stai tranquilla! Troveremo una soluzione!" Lei allora sorrise e si calmò.
Black Star disse: «Maka, se percepisci la sua anima vuol dire che non è lontano giusto?» «Sì! È ancora nei paraggi! Dovremmo riuscire a rintracciarlo a meno di un kilometro da qui, ma non so dire con precisione in che direzione dirigerci né quanto sia distante. Purtroppo ci sono delle interferenze in questa zona e quindi non vi posso aiutare molto...»
Black Star: «Tranquilla adesso ci penseranno Tsubaki e l'illustre sottoscritto a fare un po' di ricognizioni qui intorno! Voi rimanete qui nel caso dovesse tornare Crona. Andiamo Tsubaki abbiamo un lavoro da fare!»-«Sì!» e con un salto se ne andarono aldilà degli alberi.
Maka e Soul rimasero soli. Entrambi pensavano che fosse una situazione un po' imbarazzante e non osavano dire una parola. Alla fine fu Soul a rompere il silenzio: «Allora, quando troveremo Crona cosa hai intenzione di fare?»-«Cercherò di farlo ragionare e soprattutto di risolvere la faccenda senza per forza...»-«Senza per forza ucciderlo?»-«Sì! Voglio assolutamente sapere che fine ha fatto Kid! Non sento la sua anima, ma non credo che sia morto.»-«Devi essere molto affezionata a entrambi.» Lei a quel punto diventò rossa in volto e disse: «Con questo cosa vorresti insinuare?»-«Niente, è solo che parli sempre o di uno o dell'altro...e pensavo che...» Maka a quel punto trovò necessaria una sola cosa: «MAKAAA-CHOP!»-«Ahia ma sei impazzita??»-«Ma ti rendi conto di quello che dici???» Gli gridò col volto rosso come un peperone.
«Ma che cazzo ti prende cretina? Era solo una curiosità! Ma tanto a te non interessa quello che penso, vero?» disse Soul incazzato. «Sei uno stronzo!! Non capisci niente! Hai capito? NIENTE!!!» Gridò un'altra volta Maka, ma questa volta con la voce rotta dal pianto. Soul non ebbe neanche il tempo per scusarsi e per calmarla che lei era già scappata via in lacrime. Allora la inseguì gridandole di tornare indietro e di non allontanarsi da lui. Ma purtroppo lei era già lontana. Perché? Perché stava scappando? Cosa le era preso? Non si riconosceva più in quello che faceva. Alla fine si fermò in una radura e seduta su un ceppo pianse. Ripensava alle brutte cose che si erano detti. Lei non pensava quello che aveva detto, ma Soul? Era anche lui solo arrabbiato o per lui era la verità?
Ma mentre ci pensava un brivido le percorse la schiena: non era da sola. Si girò e alle sue spalle comparve Crona. Era cambiato: aveva quattro braccia con tre spade e per qualche strana ragione le faceva molta paura tanto che appena lo vide riuscì a dire solo: « C-Crona?»
E per tutta risposta lui disse: «Tu devi essere la ragazza che chiamano Maka. Volevo portarti in un posto. Un posto che credo ti piacerà!» E detto questo il suo viso le mostrò un sorriso folle che le fece accapponare la pelle.
Ma facendosi coraggio gli chiese: «Cosa ne hai fatto di Kid, Liz e Patty?»-«Tranquilla, li incotrerai presto!» e così dicendo Crona prese il volo con le sue ali di sangue nero e la attaccò. L'unica cosa che si sentì in tutta la foresta fu l'urlo straziato di Maka che veniva colpita ripetutamente. Soul che era il più vicino corse nella direzione da cui veniva la voce.
Quando arrivò alla radura trovò Crona in piedi di fronte al corpo inerme della sua meister che emetteva ancora qualche lamento. Dopodiché con una mossa il ragazzo aprì un portale di colore viola. Poi prese Maka e la trascinò al suo interno così velocemente che lei ebbe il tempo solo di gridare: «SOUL! AIUTAMI!»

«MAKAA!» gridò quello correndo verso il portale. Ci saltò dentro. Come aveva potuto essere così idiota da lasciare Maka, la sua Maka, da sola in missione?! E poi perché le aveva detto quelle cose?
Ma la domanda a quel punto era: Cosa voleva farne di Maka quel pazzo?

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Capitolo 4
*** Amaro risveglio ***


Cosa voleva farne di Maka quel pazzo?

Soul continuava a farsi questa domanda seguita da quella che diceva: Dove cazzo conduce questo portale? Dopo un po’ si toccò la testa e si accorse di aver perso il suo frontino nero. E proprio in quel momento sentì una voce che ben conosceva gridare:

«Yahooooo! Arrivooooo!» Nel giro di dieci secondi Black Star aveva fatto la sua solita entrata ad effetto con Tsubaki al seguito. «Black Star! Tsubaki! Cosa ci fate qui?»-«Che domande! Abbiamo sentito Maka gridare e abbiamo abbandonato il giro di perlustrazione. Quando siamo arrivati nel punto esatto in cui abbiamo sentito il grido, abbiamo trovato questo portale che si stava chiudendo e… questo!» Disse Black Star mostrando il frontino di Soul e aggiunse: «Prego signorina Evans è tutto suo (ih ih ih)!» Soul se lo riprese imbronciato e rosso come un peperone e disse quasi sbuffando: «Ahhh! Tutto ciò e troppo poco fico!»

«Comunque hai idea di dove conduca questo coso? E soprattutto dov’è Maka?» Chiese Black Star. Soul abbassò lo sguardo e con tono sconsolato disse: «La risposta a entrambe le domande è: magari lo sapessi!» Tsubaki e il suo meister erano stupefatti: non avevano mai visto Soul stare così male. Lei a quel punto disse: «Cosa è successo?» E Soul a malincuore raccontò cos’era accaduto dopo che i suoi amici avevano lasciato lui e la sua meister da soli. Quando ebbe finito Tsubaki cercò di consolarlo dicendo che l’avrebbero trovata… tutti insieme ce l’avrebbero fatta. Lui annuì sempre con lo sguardo basso.

All’improvviso nel portale ci fu un bagliore accecante seguito da un terremoto (se si può chiamare così una forte scossa all’interno di un tunnel spaziotemporale). In un attimo Soul, Black Star e Tsubaki vennero catapultati in differenti direzioni. Soul emise un grido dovuto all’adrenalina in circolo nelle sue vene un attimo prima di schiantarsi a terra e perdere i sensi.

Quando si svegliò si trovava in una stanza buia. Ci mise un po’ ad abituarsi alla luce precaria che entrava da una finestrella posta in alto che aveva delle sottili sbarre. Si tirò su e si sedette a bordo del letto a una piazza dalle sterili lenzuola bianche attaccato alla parete. La testa pulsava e sentiva in bocca il sapore del sangue. La stanza era composta da quattro pareti in pietra provviste di catene disposte a rettangolo e aveva un fortissimo odore di umido e di ruggine. Maka pensò: «Dove mi trovo? E come ci sono arrivata? Sembra una delle celle della Shibusen!» Guardando i vestiti della spartoi strappati e leggermente sporchi di sangue si ricordò del “combattimento” con Crona avvenuto dopo che lei si era allontanata da Soul. Già… Soul… Si sentiva una sciocca per quello che aveva fatto. Non era da lei un comportamento del genere durante una missione. Abbandonare la propria arma e allontanarsi da soli. Un errore del genere non l’avrebbe fatto neanche una matricola!

Ma ormai era fatta doveva andare avanti, trovare Soul e soprattutto capire dove cazzo era finita e come mai si trovava in prigione. Andò davanti alla piccola porta a sbarre e osservò cosa c’era fuori. Si trovava in mezzo a un corridoio a malapena illuminato da qualche rudimentale fiaccola nella cella difronte alla sua, che era quasi completamente in ombra, riuscì a scorgere una figura che si muoveva. No. Le figure erano due ed erano separate da delle sbarre al centro della stanza. Sembravano molto spaventate e si cercavano attraverso le sbarre per confortarsi a vicenda. Maka sentiva dei singhiozzi quasi impercettibili venire da lì e disse: «Ehi va tutto bene? Che succede?»

Una voce rotta dalla disperazione rispose sorpresa: «Maka??? Che cos…?» e mentre diceva questo Liz si avvicinò alle sbarre della sua cella con il volto rigato di lacrime e sporco di sangue. Aveva un vestito bianco logoro e strappato più dei suoi e le gambe e le braccia erano piene di tagli e lividi. Si reggeva a malapena in piedi e tremava. Maka nel vederla non potè che gridare: «Liz!!! Sei proprio tu???»-«Purtroppo sì… E non sono da sola…» disse con un filo di voce girandosi verso l’altra metà della cella da dove venì quasi strisciando la povera Patty che era messa anche peggio. Tirò su la testa e con il viso pieno di tagli e lacrime mostrò un bel sorriso e disse: «Ciao Maka…*cough* è… è bello vederti…»

Maka le guardò entrambe con gli occhi sbarrati e disse con le lacrime che uscivano da sole: “Che cosa vi è successo??? Dov’è Kid e che posto è questo??» Liz si appoggiò alle sbarre per mantenersi in piedi. Con un filo di voce riuscì a dire qualche frase sconnessa per risponderle: «Siamo stati attaccati mentre ci dirigevamo sul posto… da… da Crona! È cambiato Maka… Non è più lo stesso… Fa paura solo a guardarlo… Tremo ancora per quello che ci ha fatto... Abbiamo provato a contrastarlo,... ma sembra... sembra inarrestabile! Neanche il Death Cannon lo ha scalfito!!! Dopo un po' Kid è caduto per terra sfinito e Crona l'ha trascinato via... in quella specie di portale senza...*anf* neanche darci il tempo... di tornare umane. Dopo di che siamo atterrati in una foresta del tutto simile... a quella di prima. Lì siamo cadute di mano a Kid e... e io e Patty abbiamo cercato di femare Crona... *sigh* con i risultati che vedi...! Ci siamo sentite così inutili! Dopo la battaglia siamo svenute... L'ultima cosa che ho visto era Crona che... portava via me Patty e Kid in volo e poi, dopo essere atterato, parlava con una persona dicendo che eravamo criminali pericolosi... Poi abbiamo perso i sensi e quando ci siamo svegliate eravamo qui, separate. Non... Non hanno avuto la pietà di curare le nostre ferite... Kid non l'abbiamo più visto,... ma abbiamo sentito dire che c'è un ragazzo... con degli strani capelli scuri nella cella di massima sicurezza...» Maka era senza parole. Kid era stato sconfitto così facilmente anche con Liz e Patty?! Quanto era diventata spaventosa la forza di Crona? Con gli occhi spalancati e il viso che era improvvisamente sbiancato disse: «Ragazze non so cosa dire! Crona sembra diventato un mostro e ne ho molta paura anch'io. Quel tipo con cui parlava aveva qualche caratteristica particolare?»-«Beh, ora che mi ci fai pensare era vestito... con una tunica nera fermata da una cintura in vita... Non ricordo molto bene ma mi pare che abbia nominato la parola "grigori"... inoltre aveva delle piume nere attaccate alla schiena... come delle ali solo che emanavano un lieve bagliore... Non è lo stesso potere della tua anima?»

Maka a quel punto era scioccata: un altro "grigori"?! Lei pensavachw oltre a lei la probabilità di trovare un altro grigori fosse limitatissima (salvo Gopher)... Tutto ciò non aveva senso! Ma se c'era un altro grigori la domanda rimaneva:

Dove diavolo era andata a finire?

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Capitolo 5
*** Sogni misteriosi ***


Maka non riusciva a smettere di pensare a quello che aveva appena sentito. Era sicurissima che tutto ciò non potesse avere alcun senso. Doveva saperne di più! Così iniziò a fare un “rewind” di tutto quello che era successo a lei e ai suoi amici.

Sapeva di non essere più in Germania per la missione, era evidente. Era finita in prigione per mano di Crona, ipotizzando che lo strano individuo con cui avesse parlato, quando aveva rinchiuso Kid, le sorelle Thompson e probabilmente anche lei, fosse il capo della sicurezza del luogo e lo avesse convinto che tutti loro fossero dei fuorilegge senza scrupoli… Ma stiamo parlando di Crona! Quel povero ragazzo non sa come comportarsi neanche davanti ai suoi amici! Non avrebbe mai potuto esprimersi in maniera così dissoluta normalmente! Doveva esserci qualcosa sotto… non poteva essere altrimenti.

Intanto il tempo passava e qualche ora dopo venne servita la… cena? Quello che Maka, Liz e Patty avevano ricevuto su un vassoio metallico logoro si poteva chiamare cibo?! Non era  facile capire che cosa fosse quello che c’era davanti a loro. Erano tre pietanze diverse insieme: una purea poco invitante color verde vomito, uno strano incrocio tra una carota e una barbabietola color melanzana pulita male e un filetto di dubbia natura grigio che aveva l’odore dei pneumatici bruciati. Maka aveva talmente tanta fame che divorò il tutto alla velocità della luce… Sentendosi subito malissimo! Era sicurissima che, anche se lei non era del posto, neanche i locali avrebbero apprezzato qualcosa di così nauseabondo! A Liz e Patty non era certo andata meglio, anzi pareva che quel cibo le facesse sembrare più malconce di quanto erano.

Maka era di pessimo umore e stranamente si sentiva molto stanca, anche se aveva ripreso i sensi solo da qualche ora. Così diede la “buonanotte” a Liz e Patty e si stese supina sul letto che cigolò sotto il suo peso. Si mise a fissare la finestrella alla sua sinistra da cui filtrava la luce rossiccia del sole appena tramontato e si iniziava a vedere l’arrivo del buio. Si chiese dove fosse Soul in quel momento. La stava cercando? Si preoccupava per lei? Era stato catturato? A quel punto, Maka si mise il cuscino sul viso che le si rigò lentamente di lacrime. Con la voce rotta tra un singhiozzo e l’altro sussurrò: «Soul…*sigh* dove sei? Mi… mi manchi brutto scemo!»

Già dov’era Soul? Prima di svegliarsi aveva fatto un sogno molto singolare… 

Si trovava in un giardino, sdraiato in mezzo a un’aiuola di garofani bianchi striati di rosso. Si alzò e si accorse di essere vestito in maniera “molto poco fica”. Aveva addosso quello che aveva tutta l’aria di essere un vestito nero, stretto in vita da una… cintura? E con la gonna che gli arrivava alle ginocchia… solo che sembrava stile antica Grecia e aveva la terribile sensazione che era da uomo. Il vestito era fissato sulle spalle da due fibbie dorate. Ai piedi aveva dei sandali di cuoio e in testa al posto di uno dei suoi frontini aveva una corona d’alloro. «Ma che cazz…? Come ci sono finito in questi vestiti? E che posto è questo?»

In effetti il giardino era un po’ bizzarro. C’erano qua e là templi greci completamente deserti collegati tra loro da delle stradine lastricate di marmo bianco che si intrecciavano a labirinto nel giardino tra le aiuole. Ognuna di esse conteneva un tipo di fiore diverso. Di fronte al punto in cui si era svegliato c’era una fontana sulla quale era stato scolpito un angelo. La sua figura si protendeva verso l’alto come se stesse per spiccare il volo con le sue grandi ali. In una mano teneva una piccola lira che suonava con l’altra nella sua immobilità. Aveva i capelli lunghi e lisci e in testa aveva una tiara con una pietra appoggiata sulla frangetta. Indossava una tunica simile alla sua solo molto più lunga e con qualche velo in più. Dalla bocca socchiusa e sorridente, che sembrava intonare un canto, sgorgava dell’acqua che andava a finire nella vasca piena di ninfee. Quell’acqua produceva l’unico rumore che rompeva quel silenzio innaturale… finché la lieve melodia di un’arpa iniziò a danzare nell’aria. Sembrava provenire proprio dalla statua.  Piano piano Soul iniziò ad avvicinarsi alla vasca rendendosi conto che l’angelo era una donna e aveva gli occhi chiusi in un’espressione di gioia e beatitudine , mentre una voce femminile gli bisbigliava attraverso una brezza leggera: «Avvicinati! Coraggio, non aver timore di me!»-«Chi sei? Dove mi trovo?» rispose il ragazzo seccato rimanendo sulla difensiva. «Non preoccuparti! Non sono tua nemica! Voglio solo avvertirti…»-«Avvertirmi per cosa?»

Una giovane donna totalmente uguale all’angelo della statua sbucò da dietro la fontana. I capelli erano biondi, gli occhi azzurri e la tiara di cristallo lilla con una pietra rosa al centro. Le lunghe e vaporose vesti  bianche e blu (sempre stile antica Grecia) avvolgevano delicatamente il suo corpo da supermodella (tettona quasi come Blair, pensò Soul) arrivavando quasi a terra. Con le mani continuava a suonare la sua piccola lira dorata.

Con un sorriso bello come quello di una bambina gli disse: «Ti trovi molto lontano dal tuo mondo! Più precisamente nella mia dimora, nell’isola di Sylia… *ahah* Non mi aspettavo un ragazzo con i capelli bianchi, lo sai? Sei molto buffo! *ahahah*»

Soul molto seccato disse: «*grrr* Tutto ciò è molto poco fico… Non mi hai ancora detto chi sei!»-«*ahahah* Il mio nome è lo stesso dell’isola in quanto ne sono la proprietaria!»-«Oh… bene. Io mi chiamo Soul Eater Quindi di cosa mi volevi avvertire?» Il suo volto si fece subito triste e gli disse: «Tu e i tuoi amici siete in pericolo sai? Guarda dentro la vasca…» Il ragazzo si sporse e sgranò gli occhi. Nell’acqua affiorava il corpo privo di sensi di Maka. Indossava un vestito bianco con la gonna a balze (in acqua diventava quasi trasparente) e in mano delle rose bianche; il problema era che non erano state tagliate le spine per cui aveva le mani sanguinanti. I capelli erano in parte sciolti e in parte raccolti nei codini con degli elastici a forma di ali. All’inizio non l’aveva notato, ma sul fondo della vasca c’erano delle enormi ali bianche attaccate alle sue spalle.

Soul scioccato le chiese: «Maka? Perché lei è qui? Che cosa le è successo? E perché sembra un… angelo?»

Sylia sospirò e gli disse: «Puoi stare tranquillo, quella non è davvero lei. È la forma umana della sua anima “grigori”. Non è morta, sta solo dormendo! Si trova qui perché deve risvegliarsi del tutto dal suo sonno. Questa fontana serve a ridarle la forza necessaria a svegliarla. Ma anche Maka dovrà fare del suo meglio per riuscirci. È la nostra ultima speranza…»-«L’ultima speranza per chi? Dove si trova la tua isola Sylia?» Lei abbozzando un sorriso gli rispose: «Ogni cosa a suo tempo! Ti basti sapere che devi proteggerla ad ogni costo. La troverai molto presto. Ti verrà detto dove si trova da un anziano incappucciato. Ci rincontreremo, sarò la tua guida. E adesso… Svegliati!»-«Eh? NO! Aspetta! Makaaa!!!»

Si svegliò di soprassalto in mezzo a due ragazzini che lo osservavano curiosi ai lati del suo letto. Di fronte a lui, ai piedi del letto, c’era una donna sulla quarantina che lo guardò con un’espressione accogliente e gli disse: «Ti sei svegliato finalmente! Eri conciato proprio male, eh?»

Lui si sentiva la testa pesante e aveva un sapore metallico in bocca. La prima cosa che notò era che tutti i presenti erano vestiti con colori molto scuri in stile antica Roma. Come facesse a saperlo era un mistero. Lui invece aveva una camicia da notte di lino bianca. Le prime cose ovvie che gli vennero spontanee da chiedere furono: 
«Cosa è successo? Chi siete voi? E dove mi trovo?»

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Capitolo 6
*** Evasione ***


Soul era seduto nel letto con le gambe incrociate sotto le lenzuola e la schiena poggiata sulla testiera. Si era ripreso quasi completamente, ma si sentiva ancora la testa un po' pesante. Poi scoprì di avere un'enorme e pesantissima fasciatura intorno alla fronte. Poi richiese ai presenti che cosa gli era successo e dove si trovava. 
Guardò la signora sulla quarantina. Aveva dei lunghi capelli lisci color cioccolato un po' trasandati e gli occhi ambrati affiancati da delle piccole zampe di gallina. La carnagione era chiara e il fisico slanciato e forte. Questa cominciò a rimettere a posto, su uno scaffale situato vicino al letto accanto al suo, le garze e una scatola contenente un kit del pronto soccorso e fatta interamente di legno. Dopodiché si rivolse al ragazzo e gli rispose: «Oh, caro ragazzo! Non so bene cosa ti sia successo. Ti abbiamo trovato a qualche centinaio di metri di distanza dalla nostra casa. Più precisamente eri all'interno di un cratere nel terreno. Per fortuna era nel nostro campo che teniamo a riposo in questo periodo dell'anno. Sai portavi degli strani vestiti che però erano sporchi di terra e ti usciva del sangue dalla testa. Ma puoi stare tranquillo, non era niente di grave! Non so come tu ci sia finito lì. Mio figlio, il mio piccolo Marius, è convinto che tu sia un emissario di Plutone caduto giù dal cielo! Pazzesco no?»-«Ma mamma, non ho detto una bugia! Questo ragazzo con i capelli bianchi si è schiantato nel terreno cadendo giù dal cielo!» Disse tutto imbronciato il bambino di 5 anni con gli occhi verdeazzurri e i capelli biondi riccioluti che stava a destra del letto di Soul (quei due non sembravano proprio essere parenti). Dal canto suo il ragazzo non poteva essere più confuso: il bambino si chiamava Marius e sua madre aveva appena nominato un certo Plutone? Cosa cazzo stava succedendo? Dai, non poteva essere QUEL Plutone!
«Scusate se sembro ripetitivo, ma dove sono? Non me lo avete ancora spiegato.»-«Ah, beh,» disse un'altro ragazzo bruno al lato sinistro del letto che sembrava essere più piccolo di lui solo di un anno «Amico, ti trovi a Hellcity, la nazione più potente di questo continente! Siamo governati da un grande condottiero chiamato Plutone che possiede dei poteri fuori dal comune! Amabile con il popolo e spietato con i suoi nemici egli è temuto e rispettato da tutti! Lo soprannominano anche con un nome straniero... Credo che sia "Shinigami", ma non so che vuol dire.»
Soul si sentiva sempre più confuso: il loro capo si chiamava Plutone, come il dio romano della morte, aveva poteri sovrannaturali e per di più si faceva chiamare Shinigami?! La cosa più strana era che se veramente questa gente aveva usanze dell'antica Roma, perché diavolo la loro "nazione" si chiamava Hellcity? Soul a quel punto disse: «Beh non me l'aspettavo, ma credo che abbiate capito che non sono di qui. Comunque volevo chiedervi: perché mi avete chiamato emissario di Plutone?»-«Beh... Non volevamo dirtelo per non spaventarti,» ricominciò a dire il ragazzo «ma devi sapere che alcuni di noi nascono con delle anime speciali: alcune dette "grigori" che conferiscono a chi le possiede l'abilità di evocare delle ali d'angelo che permettono loro di volare; altri possiedono il potere di trasformare il loro corpo in un'arma, sono detti "buki" e gli unici che hanno l'onore di impugnarli sono i "grigori". Queste persone di solito lavorano come emissari di Plutone e i "grigori" fanno da suoi ambasciatori se sono da soli, se invece vengono accompagnati da una "buki" assumono il ruolo di soldati, guardie del suo castello, sicari, e così via. Purtroppo solo le famiglie di sangue nobile possono ricevere questi doni straordinari! Quindi non è il nostro caso di sicuro...»
E, mentre Soul stava per ricadere in stato comatoso per lo choc, la porta si spalancò ed entrò una ragazza con i capelli rosso fuoco e gli occhi verdi che disse: «Mater! Ho scoperto una cosa sensazionale! Hanno incarcerato un'altra persona! Una ragazza!»-«Davvero? Dopo quei tre ragazzi non pensavo ne arrivasse un'altra! Cosa hai scoperto?»-«Ho scoperto come sono fatti: i tre ragazzi sono vestiti in maniera singolare e sono un maschio e due femmine; il ragazzo ha i capelli neri e gli occhi color ambra ed è stato dichiarato un soggetto molto pericoloso; le due ragazze si somigliano molto e per qualche strana ragione hanno di stessi vestiti. Infine c'è la nuova arrivata che ha dei capelli castani molto chiari raccolti in due codini e gli occhi verdi.» A quel punto Soul gridò: «Maka?! Perché l'hanno incarcerata?» Lei lo guardò scioccata. «Conosci la nuova arrivata? È stata braccata da un misterioso cacciatore di taglie, come fai a conoscerla? Nessuno sa da dove venga!»-«Certo che la conosco, è la mia...» Stava per dire che era la sua ragazza, ma si bloccò in tempo. Cavolo! Perché voleva dire così? Lei neanche se lo filava...«Ehm... Migliore amica! Sì la mia migliore amica! E non farebbe mai del male a qualcuno senza un motivo! Devo vederla! Devo chiederle come è finita in un posto del genere! Dove si trova la prigione?» La "mater familias" (così si chiamava la madre di famiglia in latino) gli disse con un tono di voce molto tranquillo: «Si trova a un chilometro a sud da qui, ma devi essere pazzo ad andare a piedi fino lì.»-«Di questo non si preoccupi! Ho affrontato cose peggiori di una prigione!» disse il ragazzo con un sorrisetto e iniziò ad alzarsi per cercare i suoi vestiti. La ragazza dai capelli rossi però gli disse esasperata: «Tu non hai idea di quello a cui vai incontro! La prigione dove ti stai dirigendo è un carcere di massima sicurezza! Nessuno può entrare salvo le guardie! Non esistono orari di visita per i prigionieri e nessuno può sperare di riuscire a ritornare alla luce del sole dopo essere stato lì! È una follia! Non puoi...» Non ebbe il tempo di finire la predica che Soul, stanco di tutto quel suo parlare, trasformò il suo braccio nella lama da Death Scythe. Davanti allo stupore generale lui, facendo un ghigno compiaciuto, disse: «Niente è impossibile per una buki, soprattutto se è una Death Scythe fica come me! *Eheh*» A quel punto nessuno osò opporsi. La mater familias diede a Soul i suoi vestiti lavati e asciugati. Si preoccupò di dargli un po' di provviste per il viaggio anche perché non avrebbe potuto fare di più. Lui ringraziò per l'ospitalità la donna e la sua famiglia e, dopo averli salutati, s'incamminò verso sud.

Non gli ci volle molto tempo per arrivare. I duri allenamenti dell'educazione fisica alla Shibusen lo avevano reso più forte e resistente (come tutti insomma). Mentre camminava pensava: "Ma è davvero possibile che tutto quello che mi hanno detto sia vero? Siamo veramente finiti in una società filo-romana che ha come imperatore uno che si chiama Plutone? In più, può essere possibile che gli unici a poter essere meister siano i grigori? E poi perché diavolo un'intera nazione si chiama Hellcity? Non ha senso! Un nome così l'avrebbe inventato una scrittrice di fan fiction fallita e sfigata!!!" (nota d'autrice: grazie tante Soul sei molto gentile *grr*)
Arrivato vicino alla prigione rimase di stucco guardandola: era un edificio enorme costituito da tre torri di pietra unite a triangolo tra loro; ogni torre aveva almeno una o due sentinelle e tutte erano grigori dalle ali nere vestite da legionari. Dovette ammettere che infiltrarsi in un posto del genere non sarebbe stato facile. Poi vide che una delle guardie che erano in pausa stava dormendo vicino a un albero. Aveva il suo stesso tipo di corporatura e le ali non c'erano, così gli venne in mente un'idea... Gli si avvicinò di soppiatto e mentre stava ancora dormendo lo trascinò dietro un cespuglio e gli rubò l'armatura. Indossato quello scafandro e messi i vestiti in uno dei sacchetti che aveva attaccati alla cintura, si diresse verso l'entrata principale. Lì si rivolse ai grigori/legionari di guardia dicendo: «Ave compagni! Sono venuto a prelevare alcuni prigionieri per trasferirli. Ordini dall'alto, sapete?»
Le due guardie si guardarono e Soul disse con una punta di minaccia: «Non vorrete certo contraddire l'ordine di un vostro superiore, vero?» e subito lo fecero passare. Una volta dentro passò attraverso un piccolo cortile di pietra ed entrò in un altro portone. Lì chiese a una guardia dove erano stati messi i nuovi prigionieri e subito si diresse nella direzione indicata. Salì fino al terzo piano e lì trovò due celle attaccate dove dormivano Liz e Patty piene di ferite. Di fronte c'era una porta di metallo socchiusa con una fessura che dava verso l'interno. Lì Soul vide il capo delle guardie che si avvicinava minacciosamente ad una ragazza che era seduta sul letto dicendo: «Ma guarda che bel bocconcino dagli occhi verdi! Chissà come ha fatto una topolina come te a finire qui, quello strano tizio non me l'ha detto sai? Mi ha detto solo che eri una complice di quei tre che abbiamo catturato l'altro giorno.» Maka per niente spaventata gli disse: «Prova ad avvicinarti ancora e te lo farò vedere io, lurido verme! Non mi toccare, stronzo!»-«Dai lasciati andare adesso ci divertiamo un po' insieme...» E la bloccò con le spalle al muro mentre cercava di levarle la gonna.
«Ehi!» Disse Soul molto seccato «Lasciala stare! Non ne vale la pena!»-«Chi sei tu per dirmi cosa fare? Io volevo solo divertirmi un po'! *eheh*»-«Chi sono io? Beh...» disse lui trasformando il braccio in lama con un ghigno «di certo sono una persona che non vorresti mai incontrare...» E si scagliò su di lui a tutta velocità e gli fece un taglio sul fianco. Quello barcollò all'indietro gemendo e allontanandosi dal letto e si mise una mano sulla ferita sanguinante. Soul tornò normale e lo prese dal collo costringendolo a guardarlo attraverso l'elmo e gli disse incazzato: «Vattene!». Quello se ne andò infuriato e di malavoglia.
Maka con le lacrime agli occhi disse: «Soul? Sei tu?»
Lui si tolse l'elmo e le fece un sorrisetto. «Ciao senzatette, ti sono mancato?» Lei gli buttò le braccia al collo e pianse. «Idiota! *sigh* Perché ci hai messo tanto? È stato orribile!»
Soul le accarezzò i capelli e la strinse forte. Si sentiva strano. Sentiva il bisogno di proteggerla.
«Su!» Disse sciogliendosi dall'abbraccio. «Adesso non abbiamo tempo per questo. Dobbiamo uscire di qui e liberare gli altri. Dov'è Kid?»-«Non lo so. Le ragazze mi hanno detto che probabilmente è stato rinchiuso in una cella di isolamento, perché appena arrivato ha provato a scappare mentre loro erano ancora svenute. Probabilmente pensava di tornare a riprenderle...»-«Bene! Non ti preoccupare lo troveremo. Insieme possiamo fare tutto, ricordi?»
Lei sorrise e annuì, ma disse: «Purtroppo mi sento un po' debole, non so se ce la faccio.»-«Tranquilla, pensiamo prima di tutto a liberare le ragazze.»
Uscirono dalla cella e forzarono con il braccio lama di Soul le serrature delle celle gemelle. Liz e Patty si poterono finalmente abbracciare e poi abbracciarono anche loro due. Ma non avevano tempo per i convenevoli. Cercarono la cella di Kid e la trovarono in fondo al corridoio. Aveva una porta di metallo dipinta di bianco. La sprangarono e trovarono Kid appeso al soffitto svenuto rinchiuso in una camicia di forza. La stanza intorno a lui era dipinta... In maniera asimmetrica. C'era un volto disegnato sulla parete: da un lato era maschile e dall'altro femminile. Il resto delle pareti erano scarabocchi privi di qualunque logica.
Soul tagliò le corde che lo sorreggevano e Liz e Patty lo raccolsero. Su un lato del corridoio c'era una finestra di vetro. Si sentivano già le guardie che salivano le scale in fretta e furia, così Soul chiese a Maka di fare un piccolo sforzo per evocare le ali insieme a lui. Lei acconsentì. Lui si trasformò in falce, si misero in posizione e in pochi attimi evocarono le ali. Maka chiese a Liz e Patty di sistemare Kid sul retro facendo attenzione a non farlo cadere e di aggrapparsi con tutte le loro forze.
Lei prese la rincorsa e si lanciò a tutta velocità contro la finestra che andò in mille pezzi. Volarono fuori velocissimi ma Soul non avrebbe retto a lungo così Maka disse a Patty di svegliare Kid. Lei iniziò a scuoterò finché non si riprese. «Cavolo Patty basta! Smettila! Dove mi trovo?»-«Non c'è tempo per spiegare!» Si affrettò Liz. «Devi evocare il tuo skateboard e iniziare a volare seguendo Maka!»-«Ehm...si va bene...» Kid evocò dalla sua mano lo skate e cominciò a volare con Liz e Patty trasformate in pistole. «Dove si va di preciso?» Chiese lui ancora un po' intontito. «In un posto sicuro!» Rispose Soul.


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Capitolo 7
*** Profezie ***


Maka era senza parole. Non avrebbe mai immaginato che Soul potesse davvero usare quel testone per ideare un piano e venire a salvarli. Si chiedeva perché lo aveva abbracciato piangendo dopo che quel maniaco del capo delle guardie se ne era andato. Non era da lei. Di solito si mostrava molto più forte. E poi aveva avuto una stranissima sensazione mentre lo abbracciava. Sentiva che all'inizio lui si era irrigidito e il suo cuore aveva cominciato a battere più velocemente (ma forse era solo una sua impressione). Di sicuro quando si era resa conto di abbracciarlo da circa 30-40 secondi il suo cuore aveva cominciato ad andare alla velocità della luce e le lacrime avevano lasciato posto allo stupore.
Non aveva tempo però per soffermarcisi dato che avevano cinque guardie grigori armate di buki alle calcagna, di cui alcune iniziavano a sparare. Anche se si sentiva molto stordita riprese velocemente il controllo e iniziò a gridare: «Soul, non so dove ci vuoi portare, ma per il momento abbiamo compagnia e dobbiamo pensare alla svelta perché non credo che siano in visita di cortesia. Hai un idea su cosa fare?»
«Ehi, non guardare me! Mi sono dannato l'anima per venire a salvarvi! Adesso tocca a te risolverla, senzatette!» Maka ebbe il fortissimo impulso di sferrare uno dei suoi Maka-Chop, ma siccome avrebbero solo perso più tempo disse: «D'accordo ci penso io! Kid, in teoria non potremmo ucciderli perché non sono sulla lista del Sommo Shinigami giusto?»
«No Maka non possiamo, perché in fondo stanno solo eseguendo degli ordini... Anche se devo ammettere che avrei tanta voglia di farlo per come hanno osato trattare me e le ragazze...»
«Ok Kid, non c'è bisogno di aggiungere altro. Dobbiamo seminarli! Io, Kid e le ragazze non resisteremo a lungo in queste condizioni! Soul dimmi esattamente in che direzione dobbiamo dirigerci!»
«Verso nord!»
«Cosa c'è lungo il tragitto?» 
Avendo inteso dove voleva andare a parare Soul fece un ghigno e disse: «C'è una foresta sul lato di una collina tra circa 500 metri!» 
Maka a quel punto disse: «Perfetto! Kid, andremo in direzioni diverse per confonderli e quando ti darò il segnale ci coprirai la fuga, intesi?»
«Ok Maka, ma qual è il segnale?»
«Tranquillo lo capirai!»
E così dicendo si divisero iniziando a volare vorticosamente per confondere gli avversari. E quando iniziarono a girare intorno a loro velocissimi Maka gridò: «Kid adesso! Il loro gruppo è asimmetrico!!» Appena sentì quelle parole Kid gridò: «Li distruggerò!!!» E cominciò a sparare all'impazzata continuando a volare in circolo mentre Maka e Soul iniziavano ad avviarsi verso la foresta. Così facendo creò un circolo di nebbia intorno ai legionari e dopo un po' Liz si ritrasformò in umana e trascinò Kid fuori dalla nebbia. Siccome però non sapeva andare sullo skate iniziarono a precipitare. E si sarebbero schiantati se Maka e Soul non li avessero ripresi al volo tappando loro la bocca mentre si nascondevano nella foresta.
Quando videro che i guerrieri grigori avevano smesso di cercarli, non avendo capito dove fossero finiti, e se ne erano andati, tirarono un sospiro di sollievo. Poi Soul disse: «Ragazzi, ce la fate a fare ancora un piccolo sforzo?»
«Se ci porterà in un posto sicuro, sì!» rispose Maka affannata.
Uscirono dal bosco e si iniziarono ad incamminarsi su una strada sterrata che costeggiava la collina seguendo Soul che diceva di andare a nord. Patty a un certo punto svenne a causa del sole cocente di mezzogiorno e della fatica e Maka e Liz le si avvicinarono per farla rinvenire. Anche Kid non era messo molto bene: era a corto di fiato e tutto sudato per il caldo, tanto che si era tolto la giacca e aperto la camicia. (E Maka notò che Liz guardandolo aveva iniziato a sbavare XD) 
Maka vide che Soul stava iniziando a scoraggiarsi e per un attimo fu presa dal panico. Ma poi vide il suo sguardo cambiare e riempirsi di speranza: stava arrivando un carro con alla guida una donna di mezza età e due ragazzini di cui uno, il più piccolo, aveva i capelli biondi riccioluti e gli occhi verdazzurri dall'aria felice e serena. Soul urlò: «Mariuus!!! Marius, sono io! Ehii!!» Il bambino si girò, e, vedendosi, a entrambi si illuminò il volto. Tutto eccitato iniziò a urlare: «Mamma! Mamma, guarda! C'è il ragazzo caduto dal cielo! Fermati!»
La donna fermato il carro disse: «Bene bene bene, guarda un po' chi si rivede! Non eri tu quello che non aveva bisogno di aiuto da nessuno?»
«Come fa a sapere che... Oooh, non importa! Sì, è vero! Ho bisogno... Ovvero abbiamo bisogno di aiuto! Io e i miei amici siamo feriti e stremati... Io non ce la faccio a portarli da nessuna parte... Siamo in pericolo e io (devo ammetterlo è tutt'altro che fico) vi prego! Aiutateci!»
Dopo averlo guardato un po' storto fece un sorrisetto e disse: «Salta su!»
«Ahhh! Grazie...! Maka, sali io aiuto Kid e Liz a portare Patty sul carro!»
«Ok, *anf* grazie.» Maka si sedette. Rise guardando i tentativi disperati dei suoi 3 compagni di spostare quel povero peso morto di Patty. La prima idea era fin troppo ovvia: sollevarla dalle gambe e dalle braccia; non avevano messo in conto però che Patty pesava una tonnellata e quindi riuscirono a sollevarla solo di pochi centimetri da terra. Poi provarono a metterla vicino al carro e a farsi aiutare dal fratello maggiore di Marius ma niente da fare. Alla fine solo lo skateboard di Kid riuscì a farla salire (anche se col forte rischio di rompersi ^^').
Finalmente Soul si sedette accanto a Maka sfinito e disse: «Mio Dio! Non solleverò mai più Patty in vita mia! Tu sarai pure una senzatette ma almeno non pesi così tanto! *eheheh*»
Non avendo più impedimenti Maka proseguì con un: «MAKAAA-CHOP!»
«Ahiaaa! Ma come fai a portarti quel libro ovunque? E poi perché te lo porti sempre? Questi Maka-Chop sono troppo poco fichi!»
«E invece sono utili, testone!» Disse lei facendo una linguaccia e scoppiando a ridere.
Soul, da essere imbronciato, fece un sogghigno divertito non curandosi della fontana di sangue che aveva in testa.
Finalmente arrivarono a casa dei loro salvatori e riuscirono a far rinvenire Patty. Maka, sentendosi un po' meglio, aiutò i suoi amici a far camminare Patty in casa. Poi poggiandola sul letto ebbe un mancamento e svenne in braccio a Soul.
Ebbe una strana visione... Era stesa in una fontana... O meglio vedeva il suo corpo dentro una fontana... In forma angelica?!
Non era mai riuscita a trasformarsi in angelo da sola! Come era possibile?!
Sul bordo della fontana c'era una donna con dei lunghi capelli biondi vestita come una dea greca che cantava accompagnata da una lira (antica arpa greca). La sua voce era dolce e la canzone faceva così:
"Gli antichi tramandan leggende e poemi
La storia di uno rimase nei cuori
Si narra che un giorno, un angelo verrà
Portando la fine di una guerra senza età
Armata di falce condurrà i suoi prodi
Portando nelle anime una dolce melodia
Ma purtroppo un demone suo amico la porterà
E dovrà scegliere tra distrugger o risanar..."
Maka non riusciva a capire... La donna guardò il corpo di Maka nella fontana con occhi dolci e sorridendo disse: «Riposa piccola stella. Arriverà presto il momento di brillare! In più hai un bel cavaliere dai capelli bianchi a proteggerti!»

Maka si svegliò all'improvviso con le lacrime agli occhi. Soul era seduto accanto al letto e quando la vide piangere le chiese, preoccupato, cosa fosse successo. Lei con la voce rotta dal pianto gli disse: «Soul, hai mai sognato il mio corpo in una fontana con accanto una donna bionda vestita in modo strano?»
«Sì...*blush* Ma tu come lo sai?»
«Quella donna.... Non so come sia possibile, ma... È uguale a mia madre!»




Finalmente dopo millenni di attesa sono tornata x pubblicare la mia fanfic. Gomen'nasai x la lunga ed estenuante attesa. Ho avuto dei mesi molto stressanti T^T. Spero che vi piaccia il capitolo nuovo. Fatemi sapere cosa ne pensate :3
Con affetto Joy B Rabbit

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Capitolo 8
*** Campagne sconosciute ***


Premessa
Ricordate quando abbiamo visto per l'ultima volta Black Star e Tsubaki? Erano stati catapultati nella direzione opposta a quella di Soul...


Ma precisamente dove si trovavano?
Già, Tsubaki avrebbe tanto voluto saperlo... 
Si era svegliata accanto a Black Star su un campo di margherite bianche. Di fronte a lei c'era una spiaggia, il mare cristallino e dei gabbiani appollaiati su vecchi tronchi che un tempo erano stati i pilastri di un pontile a pochi metri dalla risacca. Il sole era alto nel cielo e faceva caldo, probabilmente era pieno mezzogiorno. Black Star si svegliò e disse con voce assonnata: «Aahhh! Tsubaki, che cosa è successo? Dove siamo?»
«Non lo so, Black Star.» disse lei un po' triste.
«Che hai Tsubaki?» chiese incuriosito.
«Niente Black Star... Sono solo preoccupata per Maka e Soul... Prima Maka viene rapita e poi Soul va a salvarla senza neanche chiederci aiuto... Da Soul me lo sarei anche potuto aspettare, ma Maka! Un errore banale come rimanere senza arma non è da lei!»
«Sì, in effetti è strano. La sua pignoleria è seconda solo alle manie di Kid. Pensi che sia successo qualcosa tra loro due?» Disse lui.
Tsubaki abbassò lo sguardo: «Non lo so. Spero comunque che non sia troppo grave.»
Black Star si alzò e si guardò intorno. Guardando verso l'entroterra si potevano scorgere in lontananza dei campi di grano, un fiume del quale non si vedeva l'origine e delle verdi colline abitate da contadini. Lì alla sua destra vide un boschetto attraversato da una stradina sterrata. «Beh, penso che il problema più grande che abbiamo adesso sia capire dove ci troviamo. E c'è solo un modo per scoprirlo» disse indicando in quella direzione. 
Tsubaki si girò a guardare ed annuì. Quindi s'incamminarono verso il boschetto.

Dopo dieci minuti di silenzio, per la prima volta fu Tsubaki a rompere il ghiaccio: «Black Star?»
«Sì, Tsubaki?»
«Va tutto bene? Sei molto silenzioso oggi...»
«Ehm... Ma certo, va tutto benissimo come al solito! L'illustre sottoscritto sta come un dio!—rispose ostentando un certo nervosismo nel suo sorriso e aggiunse—Perché ci dovrebbe essere qualcosa che non va?»
Tsubaki lo guardò negli occhi. Ormai capiva quando Black Star nascondeva qualcosa anche dal più piccolo movimento del suo corpo.
«Si vede palesemente che sei nervoso. Sei preoccupato per Maka, vero?»
«Chi io? Preoccupato per lei? *Pff* Neanche morto!»
Tsubaki non sbagliava mai un colpo purtroppo. Le faceva male sapere che lui era in pensiero per un'altra, ma non poteva darlo a vedere e così manteneva neutrale l'espressione del viso.
«Non hai motivo per essere preoccupato,— aggiunse poi—Soul sicuramente sarà già sulle sue tracce e farà di tutto per riportarla indietro. Non la lascerà in mano loro.»
«Già, ma chissà come faremo a tornare indietro....» rispose in tono serio Black Star.
Di lì a poco uscirono dal bosco e videro che su una collina a poche miglia da lì sorgeva una cittadina con al suo centro una fortezza. Dovettero sforzarsi un po' per riuscire a distinguerne le forme perché gli edifici erano per la maggior parte di colore bianco o celeste e di conseguenza riflettevano la luce del sole.
«Ehi Tsubaki! Guarda! Sicuramente lì sapranno dirci dove ci troviamo!» Disse Black Star pieno di entusiasmo.
Iniziarono a correre, ma presto Tsubaki cominciò a sentire la fatica e i dolori portati dalla caduta di prima. Nonostante ciò cercò di non darlo a vedere a Black Star, ma non servì a niente: può sembrare strano, ma a quell'assassino egocentrico e arrogante non era mai sfuggito nulla riguardo il comportamento degli altri, sapeva se qualcosa non andava, soprattutto se si trattava di Tsubaki. Avrebbe saputo indovinare anche l'esatto motivo per cui lei non stava bene e avrebbe fatto di tutto per farla stare meglio, ma per quanto a fondo la conoscesse a volte non riusciva proprio a capirla. Fatto sta che esattamente un attimo prima che la ragazza cadesse a terra svenendo, la prese al volo ritrovandosi col viso a pochi centimetri di distanza dal suo. La guardò mentre teneva gli occhi chiusi per via dello svenimento. "Porca miseria, Tsubaki è sempre stata sexy, ma non immaginavo che l'illustre sottoscritto la trovasse così bella..." Pensò quello scapestrato dai capelli azzurri incantato da quel viso così dolce e sereno. In quel momento la buki aprì gli occhi e vedendo quelli del suo meister fissi nei suoi a due centimetri di distanza li sgranò, diventò rossa come un peperone e emise dei gridolini piuttosto acuti per l'imbarazzo. Black Star come risvegliato da un sogno si rese conto finalmente della situazione in cui i due si trovavano e, arrossito anche lui, cercò invano di allontanarsi, ma Tsubaki gli aveva già piantato uno shuriken in testa. Lei, ancora bordeaux in faccia, iniziò a gridare: «Ma che ti è saltato in mente?»
«Tsubaki calmati! Eri svenuta e per non farti sbattere la testa a terra ti ho presa al volo!» Rispose lui non curandosi del rivolo di sangue che gli scendeva dalla fronte.
«Sto bene... Non... Non c'è bisogno che ti preoccupi per me...» Ribatté lei cercando di non guardare negli occhi l'altro.
«Ma sei ammattita? Tsubaki, hai la grandissima fortuna di essere l'arma dell'Uomo che trascende gli dei, è ovvio che debba preoccuparmi per te e...» E rendendosi conto di ciò che stava per dire si fermò e imbarazzato distolse lo sguardo da lei.
«E...?» chiese lei curiosa.
«Niente. Nulla di importante...» Le rispose.
«Ma Black Star...!» Cercò di ribattere lei, ma lui togliendosi lo shuriken dalla fronte la guardò serissimo facendole capire che non era il caso di insistere.
Prima che lei potesse protestare Black Star le fece da stampella umana e l'aiutò a camminare. Di nuovo silenzio rotto solo dal canto degli uccellini e dai versi degli animali al pascolo.
Intanto si era fatto pomeriggio ed entrambi non avendo mangiato nulla iniziavano a sentire la fatica farsi sempre più gravosa. Perfino l'assassino iniziava a dare segni di stanchezza anche se faceva di tutto per negare l'evidenza. Ad un certo punto incontrarono un giovane contadino a cavallo che riportava una mandria di bovini nella sua tenuta.
Black Star allora gli gridò: «Ehiii! Ragazzo! Aspetta!»
Una volta arrivati più vicini riuscirono a vederlo meglio: era un ragazzo di media corporatura, sembrava abbastanza alto anche sul cavallo, aveva i capelli castani e mossi e gli occhi verdi, indossava una tunica corta alla greca di colore chiaro e dei sandali di cuoio allacciati stretti intorno ai polpacci. Li guardò con aria sorpresa rimanendo un po' sulla difensiva: evidentemente non vedeva molti stranieri da quelle parti.
Chiese loro: «Chi siete voi? E che ci fate da queste parti?»
«Allora lei è Tsubaki e il nome dell'illustre sottoscritto è Black Star. Sul che ci facciamo qui la risposta è semplice: cerchiamo di scoprire dove ci troviamo andando verso quella città.» Disse il meister indicando la città sulla collina.
«Se non sapete dove vi trovate— chiese il ragazzo— come ci siete arrivati qui?»
«Ehhh vorremmo tanto saperlo, non ne abbiamo idea! E tu come ti chiami?» Aggiunse l'altro.
«Mi chiamo Astianattes.» Disse lui continuando a squadrarli da capo a piedi ancora sospettoso.
Improvvisamente arrivò una ragazza bionda a cavallo che gridò: «Accidenti Astianattes ma quanto ci metti a..» Si interruppe vedendo i due ragazzi.
«E voi chi siete? Amici di "Asti"?» Chiese lei sorridendo.
«Non sono miei amici, Ifigenia... E non chiamarmi Asti!» Disse lui arrossendo e rivolgendo uno sguardo stizzito dall'altra parte.
Lei guardando gli atri due che sembravano stanchi e affamati disse: «Accidenti ragazzi non avete una bella cera, avete un posto dove stare?»
«Beh pensavamo di accamparci da qualche parte. Volevo solo chiedere ad Astianattes quanto manca alla città perché è lì che siamo diretti...» Disse Black Star cercando di non far vedere che era distrutto.
«Per la città? Ma sono ancora 20 miglia verso nord. Volete davvero arrivare fin lì stanchi come siete a quest'ora?» Chiese Ifigenia in tono premuroso guardando soprattutto Tsubaki che non aveva neanche le energie per parlare.
«Non preoccuparti ce la faremo!» Disse Black Star.
«No! Assolutamente no! Non vi lascerò andare in queste condizioni! Avete bisogno di mangiare e di dormire. Perciò rimarrete a dormire da noi stanotte!» Disse lei sorridendo gentilmente.
Astianattes la fulminò evidentemente non molto contento della scelta fatta dalla ragazza. Lei in tutta risposta gli disse: «Asti, non mettere il broncio alla tua sorellona perché non attacca. Lo sai che in casa quando la mamma non c'è decido io!»
Black Star avrebbe voluto protestare, da come si comportava la ragazza qualcosa gli diceva che non avrebbe ceduto facilmente.
In fondo sapeva anche lui che non c'è l'avrebbero fatta ad arrivare alla città senza mangiare qualcosa prima. Così si limitò ad accettare l'invito e a ringraziare.




Cari lettori, questa è solo una bozza del capitolo 8. Mi dispiace informarvi che ho deciso di interrompere questa fic. Non ho più idee soprattutto da quando il manga è finito. Inoltre per scrivere questo capitolo ci ho messo mesi e siccome mi sono resa conto che la storia va un po' troppo per le lunghe ho deciso che quando avrò di nuovo l'ispirazione, riscriverò questa fic da zero in modo da concentrarla in pochi capitoli.
Vi ringrazio per il sostegno, spero di rimettermi presto a scrivere.
Joy B Rabbit

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