Babys' problem: Level - Hermione

di delilahs
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** al quarto rintocco della pendola ***
Capitolo 2: *** colazioni, svenimenti e legumi ***
Capitolo 3: *** Tutine rosse, libri e sorprese bagnate ***
Capitolo 4: *** pannolini, passeggini e serpenti scalpitanti ***
Capitolo 5: *** Burrobirre, crema e principesse ***



Capitolo 1
*** al quarto rintocco della pendola ***


Al quarto rintocco della pendola




Era notte fonda. Il dormitorio delle ragazze, al sesto piano della torre più alta del castello, era silenzioso, i sospiri delle addormentate attutiti da grossi stendardi rossi e dorati. Se mai un estraneo fosse entrato in quella lunga stanza, avrebbe scorto solo la metà delle ragazze dormienti, mentre le restanti cinque riposavano quiete da occhi indiscreti.
Di queste cinque ignote, la cui personalità e aspetto non influiscono in alcun modo sulla storia, ne ricorderemo solo una, più piccola e strana delle sue coetanee. Hermione Granger dormiva indisturbata, nel letto più alto del baldacchino vellutato, respirando piano e regolarmente.
Di quella notte, così scura e tranquilla, ricorderemo solo alcuni istanti, come quelli che precedettero l’inizio della nostra storia.
Fatto sta che, esattamente al quarto rintocco della pendola, una persona a noi sconosciuta era entrata nel dormitorio femminile del sesto anno, muovendosi lesta tra le scale e i letti.
Una volta giunto davanti al letto della nostra protagonista, la strega più brillante della sua età, sussurrò alcune parole in latino, misteriose quanto inquietanti, perse nel buio della notte.
Fatto questo, scivolò via come un ombra, portando via con sé qualcosa di luminoso, nascosto fugacemente sotto il mantello nero pece.
Mentre la pendola finiva di battere, Hermione si rigirò nel proprio letto, disturbata da uno spiffero di vento.
Nessuno si accorse che, al quarto rintocco della pendola, il volto della strega si era illuminato come una stella, splendendo nel dormitorio, spegnendosi subito dopo.

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Capitolo 2
*** colazioni, svenimenti e legumi ***


COLAZIONE, SVENIMENTI E LEGUMI





La mattina dopo, esattamente al terzo rintocco della settima ora, Hermione era ancora raggomitolata nel suo letto, mentre gli altri erano vuoti da parecchi minuti, ormai.
Dalla porta di legno massiccio, spalancata sulle scale umide e sdrucciolevoli, entrò turbinante una furia dai capelli rossi, più giovane, ma degna del titolo ‘Miss Fattura Orcovolante’ del quinto anno. Decisa come non mai, saltò i vari spazi tra i letti, scivolando su macchie di lacca mal gestite, piume spezzate e pagine stropicciate, arrivando tempestiva di fronte al letto della sua migliore amica. Una volta guardatosi intorno, e accortasi dell’ora arguta, si smosse e iniziò a chiamare la ragazza bruna, attendendo di scorgere la sua chioma bruna, palme dopo un uragano. Stufa d’aspettare, afferrò le lenzuola, caratteristica di quella decisione sempre sua, e le tirò.
Hermione, adesso se non ti alzi subito…” iniziò, con una nota di preoccupazione nella voce, perché mai, in sei anni e quattro mesi, s’era udito che Hermione Granger avesse perso una lezione. Salvo pietrificazioni, battaglie e ragni giganti.
OH PER MORLINO E MORGANA!” strillò sbalordita, perché niente l’avrebbe mai potuta preparare a quello che si parò davanti ai suoi occhi azzurri.
Hermione la guardava incuriosita, per nulla spaventata dal suo grido, con i suoi occhi enormi, marrone cioccolato. Il pigiama, più grande di diverse spanne, le cadeva addosso, mentre lei alzava una manina cercando di mettersi seduta. Completata l’operazione, davanti ad un ancora, se non di più, sorpresa Ginny, si mise un ditino in bocca, rivelando quattro dentini candidi.
I capelli, lunghi fino a sotto le spalle, non erano più cespugliosi, ma liberi e setosi, pieni di boccoli e con le punte bionde alla luce del sole. Accanto a lei, un piccolo libro aperto sul primo capitolo la teneva ferma, impedendo che scivolasse giù dal letto, ormai troppo grande per lei.
Agli occhi della più piccola dei Weasley, Hermione poteva risultare avere qualche mese, al massimo un anno, mentre la guardava strabiliata.
In un attimo, Ginny si riscosse, e scese di corsa giù nella Sala Comune, arpionando Harry e Ron un attimo prima che questi uscissero dal buco del ritratto, trascinandoli su per le scale.
Ginny!” protestò Harry, mentre inciampava su una mattonella sconnessa.
Lasciaci, dobbiamo andare a colazione” continuò Ron, imbronciato, come ogni volta in cui veniva interrotto il suo legame amoroso con il cibo di Howgarts.
Ginny non rispose, trascinandoli tra il loro lamenti, fino al sesto piano della torre.
Primo letto in alto, terza a sinistra” disse tra se e se, camminando per orientarsi nel dormitorio.
Intanto Harry e Ron camminavano sorpresi, squassati in due dalle risate, osservando i resti della preparazione mattutina delle ragazze. Proprio mentre Ron imitava una spocchiosa Lavanda Brown e Harry gli faceva la corte, Ginny arrivò davanti al letto di Hermione. I due ragazzi le vennero dietro, fermandosi di fronte al baldacchino, ancora con il sorriso sulla faccia.
Il loro sorriso si congelò, neanche avessero ricevuto un incantesimo delle Pastoie-Total Body sulla faccia, alla vista di una bambina, forse di un anno o poco più, che dormiva tranquilla sommersa da abiti più grandi di lei. I capelli scompigliati sul cuscino enorme ricoprivano la sua testa troppo piccola, e le sue manine si muovevano, aprendosi e chiudendosi a ritmo, cercando di stringere qualcosa di invisibile.
Ginny, intanto, li guardava implorante. Harry troppo sconvolto per dire alcunché, si grattò piano la testa, cercando di trovare un senso alla sua visione. Forse i funghi della sera prima, allucinogeni, si disse. Ron riuscì solo a balbettare
E’… è Hermione?” prima di svenire, toccando il pavimento con un tonfo sonoro, accompagnato dai sospiri di Ginny e Harry. Il rumore aveva svegliato Hermione, che si era sporta dal letto.
…’ticchia!” urlò estasiata, scoppiando in una risata argentina, mentre i due ragazzi rimanenti la guardavano allibiti.

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Capitolo 3
*** Tutine rosse, libri e sorprese bagnate ***


TUTINE ROSSE, LIBRI E SORPRESE BAGNATE




Allora, spiegatemi cos’è successo. Di nuovo” disse decisa la professoressa McGranitt, guidandoli nell’ufficio del preside.
Dietro di lei camminavano, a passo svelto, Harry, Ron e Ginny. Harry teneva Hermione in braccio, mentre dietro di lui Ginny sorreggeva Ron, pallido come un lenzuolo.
Beh, ecco, professoressa … UFF” sbuffò Harry, interrompendosi, cercando di tenere ferma la bambina che si dimenava, lanciandogli piccoli schiaffi sulle guance, e sbavandogli sulla camicia.
Innervosito, il ragazzo dai capelli corvini passò la bambina esagitata ad un terrorizzato Ronald Weasley, riprendendo a parlare con la professoressa, affiancato da Ginny. Ron si mosse a disagio, cercando di calmare Hermione, sistemando meglio il piccolo corpicino sul braccio destro. La bambina, stranamente, smise di agitarsi, limitandosi a sbavare sulla camicia e a giocare con i capelli rosso fuoco. Il ragazzo cercava, intanto, di tenerla avvolta nella divisa troppo grande, inciampando per coprirla meglio e proteggerla dagli spifferi gelidi che venivano dal giardino innevato. La McGranitt, ovviamente, se ne accorse, e con un colpo veloce di bacchetta fece sparire la divisa troppo ingombrante, vestendo la bambina con una tutina rossa. Liberato dal peso dei vestiti, Ron si rialzò e la sistemò meglio, appiattendosi contro il muro per passare le lunghe scale a chiocciola dell’ufficio del preside.
Una volta arrivati, si sedette, sempre con Hermione in braccio, su un gradino. Mentre Harry e Ginny bisbigliavano alle sue spalle, Ron fece scendere dalle sue ginocchia un assonnata bambina, che si alzò su un gradino, provando a camminare nel vuoto, prima che Ron la prendesse al volo.
…allora dovremo fare così” stava concludendo la professoressa alle sue spalle.
Fare cosa?” chiese stranito Ron, passando Hermione, ormai addormentata (?!) a Harry.
Per il momento, finché non scopriremo cos’è successo, dovrete badare voi a lei. Io, insieme agli altri professori, cercherò una soluzione” disse la McGranitt, guardandolo severa, con lo sguardo un po’ addolcito “Ovviamente, sarete dispensati dalle lezioni quotidiane” continuò, sedendosi alla sedia del preside “Finché non torna il professor Silente, ovvio. E ora andate.” concluse, congedandoli.
Harry e Ron si avviarono fuori nel corridoio, salutando Ginny che correva a lezione, dopo aver salutato con una carezza Hermione, addormentata contro la spalla di Ron. Giunti di fronte alla Sala Comune, entrarono, e si sedettero su delle poltrone di fronte al fuoco scoppiettante. La luce, offuscata dai fiocchi di neve, giungeva leggera nella stanza, illuminandola di rosso fuoco. Ron fissava imbambolato Hermione, che dormiva tranquilla tra le sue braccia, troppo assorto per notare Harry che usciva dalla stanza. Solo quando quest’ultimo ritornò, con le braccia cariche di squisitezze, che Ron si ricordò che non aveva fatto colazione, e neanche Hermione.
Come dobbiamo fare? Voglio dire…” disse Ron evasivo, indicando con il capo la bambina stesa sul divano
Ah si” disse Harry, le guance piene di uova “Ho chiesto aiuto agli elfi domestici, sotto permesso della professoressa, ovviamente” concluse con un ghigno, come a sottolineare la sua ineccepibile correttezza.
Nel momento esatto in cui finì di parlare, una schiera di elfi entrò nella stanza, facendo quanto più poco rumore possibile, posizionando un sediolina per bambini e un fermo. Con la stessa velocità uscirono, lasciando dietro di loro un inspiegabile alone di pulito.
Non credo che Hermione sarebbe d’accordo, non credi?” disse Ron leggero, mentre la scuoteva per svegliarla. Pessima idea. Orribile.
RON!” urlò Harry, forse un po’ troppo forte “COSA FAI, HA UN ANN-
Il suo intervento fu interrotto da un pianto acutissimo. Hermione s’era svegliata dal lato sbagliato del letto
MISERIACCIA!”  strillò Ron, mentre Harry cercava un modo per farla smettere “COME SI SPEGNE ‘STA COSA?
Ron vide balenare un lampo negli occhi di Harry, e per un momento credette che stesse per scagliare un incantesimo, quando l’amico scattò verso i dormitori, lasciandolo in balia di quel rumore infernale. Scese poco dopo, scivolando su della neve sciolta, con un tomo sotto il braccio.
E’ pur sempre Hermione, giusto?” chiese a Ron, vedendolo perplesso.
Harry, ha otto mesi. Quanto vuoi che ne capisca..?” disse, interrompendosi sorpreso, perché non appena Harry ebbe poggiato il tomo sulle ginocchia di Ron e lui ebbe preso Hermione, la bambina si calmò all’istante. Ron aprì una pagina a caso e indicò con il dito una figura, temendo che Hermione si rimettesse a piangere. La bambina però, sembrava guardare altrove, e all’improvviso afferrò il dito di Ron, stringendolo, e appoggiandosi al suo petto. Il ragazzo arrossii pericolosamente in zona orecchie, mentre Harry borbottava qualcosa che somigliava a ‘Ah, la sincerità dell’infanzia’ beccandosi un occhiataccia da Ron.
Guarda Harry, se non sei a testa in giù, è solo perché sto tenendo Hermione, e mi sta bagnando tutto..“ acconsentì, continuando, più allarmato “ASPETTA, COSA?! NON HA BEVUTO. Non sarà mica…” disse guardando verso il basso.
Una risata di Harry confermò la sua teoria. E una, molto più acuta, della bambina, gli fece presagire il peggio.

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Capitolo 4
*** pannolini, passeggini e serpenti scalpitanti ***


PANNOLINI, PASSEGGINI E SERPENTI SCALPITANTI 




Miseriaccia, Harry! Ma la McGranitt s’era scordata che non sa ancora andare in bagno?” disse Ron disgustato, dopo aver pulito la divisa con un incantesimo, rivolto all’amico, che intanto teneva in braccio, a distanza di sicurezza, Hermione. Il ragazzo dai capelli corvini era ancora piegato in due dalle risate, e insieme camminavano veloci verso l’infermeria. Una volta entrati, la trovarono deserta, e si diressero verso la prima saletta indicata da Madama Chips.
E adesso..?” disse Ron allibito, fissando l’amico, di nuovo serio.
Ah no. Io no. Mi rifiuto assolutamente” disse malefico. Come a voler sottolineare quell’affermazione, Hermione prese ad agitarsi verso Ron, tendendo le manine. Harry, con un ghigno soddisfatto sul volto, corse fuori dall’infermeria, passando, per non dire lanciando, Hermione a Ron.
Per Merlino…” disse Ron, grattandosi la testa per quanto permesso, e appoggiando la bambina sul fasciatoio appena apparso “Come accidenti funziona ‘sto coso? AIUTO” gridò, facendo ridere la bambina, che lo guardava dal basso con occhietti curiosi.


***


Harry, io ti ammazzo. Un giorno o l’altro arriverò dove Tu-Sai-Chi non è riuscito, e allora…” disse Ron, uscendo dalla stanzetta.
Oh, dai, hai affrontato la più grande battaglia magica, e hai problemi a cambiare una bambina? E guarda com’è carina” rispose Harry, ridendo alla vista di Hermione.
La bambina camminava inciampando, mano nella mano con Ron, curvato per arrivare alla sua altezza, ed era vestita con un completino invernale in miniatura.
Pantaloni piccoli e spessi, un maglione tre volte più grande di lei rosso fuoco, un cappellino e degli stivaletti di cuoio facevano bella mostra, finché, con un colpo di bacchetta, Ron fece arrivare al volo un passeggino, che si fermò proprio davanti a loro, non prima di aver colpito una dozzina di tendine.
Sei proprio negato con quell’incantesimo, eh?” continuò Harry, prendendo Hermione e legandola con le varie cinture e fibbie “E’ leviosa, non leviosà” concluse poi, ridendo e facendo il verso.
Anche Ron rise, prendendo il passeggino e spingendolo fuori dall’infermeria.
“Allora?” chiese “Dove andiamo?"
Harry si fermò per riflettere. Proprio sopra di loro sentivano i passi di decine di studenti che scendevano per le scale, al terzo piano.
Hogsmeade? Che ne dici? Ci saranno tanti ragazzi, è l’ultima uscita prima di Natale” chiese, indeciso.
Ma si, dai. E George mi ha detto che da Zonko hanno messo un locale per bambini, sai, dopo che è stato chiuso per tanto tempo…” continuò esaltato “E poi, scusa, chiediamolo a lei, no?” concluse, mentre Harry alzava gli occhi al cielo.
Il rosso si accovacciò, scoprendo sotto il cappellino un musetto imbronciato. Assomigliava così tanto all’Hermione più grande, che Ron arrossì un poco mentre la guardava.
Allora piccola? Andiamo a Hogsmeade?” sussurrò prendendole una manina, piccola quanto il suo palmo. Lei lo guardò ancora imbronciata, allargando gli occhioni luccicanti.
Lo prendo come un si” disse, facendole il solletico mentre scendevano le scale, non con qualche difficoltà.


***


 Harry e Ron scesero lungo la strada principale del paesino, tenendo fermo il passeggino nonostante gli scossoni del sentiero. Ogni tanto, un amico passava e loro si fermavano a salutarlo, mostrando la bambina come una loro lontana cugina. La bugia, assistita dal fatto che Hermione s’era addormentata e il cappuccio mostrava solo parte del visino candido, funzionava abbastanza bene, almeno finché non incontrarono Luna Lovegood.
Ciao Harry. Ciao Ron” disse, con il solito tono sognante “Hermione non c’è?
Hemm, no, no” disse frettoloso Ron, spostandosi davanti alla bambina addormentata
Ah. Eccola” disse Luna, dopo essersi guardata intorno sorpresa. Camminò decisa verso il passeggino, inginocchiandosi vicino ad Hermione “Com’è carina quando dorme. E’ molto meno feroce. Mi piacciono i bambini. Quanto ha?” chiese tranquillamente, rivelando il suo dono per le verità scomode.
Harry tossì qualcosa che somigliava a ‘sette mesi’ mentre Ron la guardava strabiliato. Luna intanto carezzava la guancia della bambina, ancora profondamente addormentata,e all’improvviso, con un tocco di bacchetta, la prese in braccio, liberandola dalle cinghie.
Allora andiamo?” chiese leggera, sorridendo. Hermione s’era agitata un po’ quando Luna l’aveva smossa, per poi tornare a dormire placidamente poco dopo, il pugno chiuso e il volto coperto da una sciarpa azzurra.
Insieme alla ragazza bionda, Harry e Ron scesero in paese, ancora meravigliati e un po’ divertiti. In effetti, Hermione attirava molta meno attenzione ore che era tra le braccia di Luna, semicoperta. Luna aveva accumulato quella strana fama, così che anche le cose più strane, fatte da lei, potevano passar per normalità.
Lei s’era subito diretta verso ‘I tre Manici di Scopa’ spintonando con aria sognate parecchi ragazzi, giungendo ad un tavolo deserto nell’angolo, sempre con tanta leggerezza. Una volta arrivata lì, però, parve dimenticarsi che Harry e Ron erano seduti con lei, e, posando la bambina sulle ginocchia del ragazzo smilzo, si alzò dirigendosi verso una macchia di capelli rosso fuoco, nota anche come Ginny Weasley.
Mentre Hermione sbatteva piano le palpebre e si svegliava definitivamente, Harry ordinò due Burrobirre e un Acquaviola; Ron, intanto, sistemava meglio la bambina sulle sue ginocchia, nascondendola alla vista di un ragazzo magro con i capelli biondo platino, che si mosse sedendosi poco lontano.
Oh Harry, ti prego, non voglio che la veda Malfoy” disse Ron, supplichevole. Harry lo guardò stranito
Giusto perché altrimenti non avremo un momento di pace” spiegò il ragazzo smilzo arrossendo.
Parli del diavolo ed ecco che spuntano le corna…” tossicchiò Harry, alzandosi e prendendo Hermione, lasciando solo Ron con Draco, appena spuntato da dietro una pianta. A Ron ricordò terribilmente un serpente.
E così? La tua famiglia ha deciso di avere un altro figlio? Non eravate già dei pezzenti?” disse con disprezzo “Anche se questa non è rossa. L’avete adottata, per caso? Oppure è qualcuno di mia conoscenza?” continuò, stringendo gli occhi. Ron poteva quasi sentire le rotelle arrugginite di quello stupido figlio di papà lavorare freneticamente sotto i capelli ben curati. Non sapendo cosa rispondere, si limitò ad un borbottio
Vattene Malfoy
Il primogenito biondo non se lo fece ripetere due volte, forse persuaso dalla bacchetta scintillante sotto gli abiti di Ron, o forse dal fatto che Harry si stava avvicinando con Ginny al seguito. Scivolò via, affiancandosi a Goyle e parlottando malignamente, lanciando sguardi scuri al più giovane dei figli maschi Weasley.
Ehy Ginny, com-“ cominciò Ron, interrompendosi all’improvviso quando una ragazzo bardato d’oro gli si fiondò adosso.
Hermione?” chiese Dean con gli occhi spalancati “RAGAZZI! L’HO TROVATA!” urlò ad un gruppetto nutrito di Grifondoro poco distante.
Oh miseriaccia…” disse Ron, spostando la bambina sulla sua destra, mentre una folla gli correva incontro, spingendo e scalpitando. 

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Capitolo 5
*** Burrobirre, crema e principesse ***


Burrobirre, crema e principesse




Hermione! Oddio, che le è successo?” esclamò Seamus, annuendo frenetico, mentre alle sue spalle Ginny sospirava rassegnata.
Già. E’ così.. piccola!” continuò Neville, stringendosi attorno alla bambina, che li guardava tutti incuriositi.
Sette mesi, per l’esattezza” concluse Luna, sognante, incurante degli sguardi sorpresi che le lanciarono.
Lavanda la guardava con una tetra soddisfazione, mentre Ginny con una certa apprensione.
Possiamo restare? Voglio dire, quando ci ricapita di poter starle vicino senza rimproveri da prefetto-perfetto?” chiese Dean, eccitato mentre spostava una sedia.
Harry annuì debole, guardando Ron con la coda nell’occhio. In poco tempo il tavolo si riempì di Grifondoro, allegri e non, come Lavanda, stipata tra Neville e Luna, che continuava ad ammiccare verso Ron. Una volta che tutte le ordinazioni furono arrivate, i ragazzi si misero a chiacchierare allegramente, i più vicini a giocare con la piccola, ovviamente divertita da tutte quelle attenzioni.
Mentre Neville si beccava uno schiaffo sulla faccia a opera di Hermione, Dean ebbe la brillante idea di mischiare l’acquaviola della bambina con un goccio di burrobirra, cosa che provocò un verso indignato da parte di Harry e uno starnuto, simile al volo di un colibrì, di Hermione, che da quel momento si divertì a spruzzare di burrobirra chiunque le capitasse a tiro. Proprio mentre giocava con Luna, le scappò un altro starnuto, che compì l’arguta opera di trasformare il fiocco di Lavanda in crema, provocando risatine sottomesse da parte di Ron e Harry e un gran sorriso da parte di Hermione.
Diverse ore dopo, quando il sole era già sceso da un pezzo, Harry, Ron e Ginny decisero che era ora di andare. Non sapevano esattamente che momento del giorno fosse, visto la poca durata della luce, ma lo scatto decisivo venne da Hermione, che scelse quel momento per sbadigliare e appoggiare la testolina sul collo di Ron, curiosamente diventato color bordeaux.
Salutarono perciò gli altri, anche loro in procinto di andarsene, e  uscirono dal locale. Le risate dei ragazzi li accompagnarono ancora per un bel pezzo, impegnati a salutare la piccola con bacini e carezze sulle varie parti del corpo. Tutti tranne Lavanda, che li sorpassò a passo veloce, spintonando leggermente Ron con il fianco.
Harry fece per incamminarsi con loro, ma Ron lo fermò
Voglio andare ancora in un posto.” sussurrò piano per non disturbare Hermione.
Harry annuì perplesso, e insieme a Ginny, si incamminarono verso il centro del villaggio.
Se Hermione fosse ancora in sé, voglio dire…” iniziò Ginny
Lo so. Lavanda sarebbe già morta fulminata” concluse Harry sottovoce, osservando l’amico.
Ron teneva Hermione con entrambe le mani, forse preoccupato di farla cadere o forse per proteggerla dal vento pungente. Il corpo della bambina non era lungo neanche quanto il suo braccio, ed era adagiato nella sciarpa rosso fuoco, in completa sintonia con le orecchie del ragazzo lentigginoso. I capelli scuri volavano leggeri, scompigliati dal vento, con una manina rossa aggrappata al maglione di Ron, mentre l’altra giocava con i suoi capelli. Da quella distanza, e a causa del nevischio che cadeva rado, Harry non riusciva a capire se l’amica stesse dormendo o meno. Di certo però, anche se ne capiva poco, capiva dove si trovava e con chi, e di conseguenza si muoveva.
Immerso nei suoi pensieri, non si accorse che erano arrivati davanti a Zonko, il negozio di scherzi del cittadino. Vide Ron entrare svelto, volgendosi verso una saletta appartata. Forse, pensò Harry, il fratello George, anche lui proprietario di un negozio di scherzi, nel quale Ron aveva lavorato, aveva contribuito alla ristrutturazione.
Intanto Ron si muoveva svelto tra gli scaffali, tenendo in braccio una sveglissima Hermione, alla quale brillavano gli occhi. Il ragazzo smilzo si fermò davanti ad un punto lontano, quasi dimenticato, segnato dal ditino della bambina. Si inginocchiò, portando la piccola alla sua altezza e lasciò che toccasse quello che aveva visto. Una scatolina piccola, leggera, di legno massiccio intarsiato da fili multicolori, con uno strano simbolo sul dorso. Quando Ron sbloccò la sicura, aprendo la scatolina, ne uscì una bambola di porcellana in miniatura, viva, che iniziò a muoversi. Un piccolo libro comparse dal nulla, mentre nell’aria si diffondeva una voce tranquilla, dolce e cantilenante.
C’era una volta, in un bosco incantato, una bellissima fanciulla chiamata Biancaneve …” disse, quasi cantando.
Hermione lo guardava felice, e chiuse gli occhi, come a lasciarsi cullare da quella voce rassicurante. Ron e Ginny guardarono Harry, come a chiedere chi fosse quella strana ‘Canbiavene’, ma lui fece sono segno di stare zitti e ascoltare, indicando Hermione.
La bambina, infatti, si era sporta dalle braccia di Ron per appoggiarsi alla sua mano enorme,e lì si era addormentata, gli occhi chiusi e il sorriso sul volto.
Lo prendiamo?” chiese Ron, chiudendo piano la scatolina
Harry e Ginny si guardarono, e annuirono convinti. Ron pagò il negoziante, evidentemente contento di liberarsi di quella vecchia cianfrusaglia che parlava di principesse e bestie,e si avviarono verso Howgarts.
La tempesta si era intensificata, e mentre salivano per la ripida salita che portava al castello, Ron vide Hermione rabbrividire un poco contro il suo petto. Allora la strinse più forte, nascondendo le manine nelle sue, scoprendole gelide. La piccola si scosse, sussurrando “…’acaneve” e crollando subito dopo. Ron sorrise, e affrettò il passo.

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