La verità è che ho paura di amarti

di madoka94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- Orgoglio ***
Capitolo 2: *** 2- Tarocchi ***



Capitolo 1
*** 1- Orgoglio ***


Come poteva essere così cocciuta quella ragazza? COME?
E va bene ho avuto delle relazioni, e va bene vado anche di volta in volta a dei bordelli, ma diamine quale uomo della mia età non lo fa?
E poi era stata lei a cercare di incantarmi con le sue lusinghe, io ho voluto stare al gioco. Anche il sottoscritto sà essere teatrale quando conviene.
Sara è solo una tradizionalista, come tutte le brave nobildonne che ho conosciuto quando ero fanciullo.Tutte noiose e...
-La vuoi finire di strimpellare cazzo!-urlo in faccia al menestrello che sta suonando il liuto da venti minuti con le sue poesie sdentate mentre me ne sto seduto con i miei pensieri che gironzolano alla testa.
-Amico, sto solo lavorando.-balbetta lo stupido con quel ridicolo cappello con la piuma che svolazza di qua e di là.
-Vedi di lavorare altrove e fuori dalla mia visuale.-lo minaccio spingendolo via.
La fortuna mi assiste perchè non ci sono le guardie che mi hanno visto e che avrebbero potuto sospettare.
In altre circostanza quel pover uomo l' avrei semplicemente ignorato con tanta pazienza o avrei gettato a terra delle monete d' oro per essere generoso, ma in quell' istante la bontà era soppraffatta dal nervoso e ci avrei messo un bel pò per farmela passare.
è da qualche giorno che non dormo con il ricordo della nostra ultima chiacchierata:
-"Oh, scusami se non sono così acconiscendente come la scorsa notte!E pensare che volevo solo divertirmi!"- e -"Non mi fido di te, non ci sono altre parole per dare spiegazione alle tue domande."-
Insomma, prima mi vuole e poi mi rifiuta.Che senso ha mi chiedo!
Eppure quando ci siamo conosciuti non era così difficile, forse perchè non sapeva ancora bene come sono.
Ricordo che eravamo a Forlì, lei, insieme a Leonardo, stavamo tutti apettando la nave che ci avrebbe portato a Venezia.
Quel che mi aveva colpito era la sua naturalezza e il suo sorriso solare che mi accolse senza pretese.Era incantevole.
Poi a causa delle circostanze che si erano venute a creare, tra cui il pianificare l' omicidio di Barbarigo, non ho mai avuto tempo di starle più vicino. Sentivo che con lei sarebbe stato un piacere parlare.
La mia supposizione è risultata veritiera ma questo suo cambiamento di idea non mi piace affatto.
Distrattamente alzo il capo e mi accorgo che sono arrivato a Piazza S.Marco dove si vede chiaramente la basilica e si erge poco più distante la colonna con raffigurante il leone, simbolo della città.
Perchè sono venuto proprio qui?Se non mi sbaglio, proprio in mezzo alla piazza, stavamo io e Sara quella notte di Carnevale mentre recitava la parte della Dama Nera ed io l' avevo ba...
-Ciao bell' infusto!-
Riconoscerei tra mille quella voce cristallina che sapeva tirare più di cento bestemmie in una volta.
-Rosa, che piacere vederti.-la saluto voltandomi.
Come al solito la sua corta chioma ribelle d' ossidiana è raccolta nel suo berretto verde e la faccia furbesca da ladra con quel sorriso da gatto le contorna come sempre le labbra rosse.
-Come mai gironzoli tutto solo da queste parti?-
-Faccio una passeggiata e magari scopro qualcosa in più origliando le conversazioni dei soldati.-le dico avvicinandomi cautamente per far sì che sentisse solamente me. In verità non so proprio perchè ci sia venuto.
-Che ne dici di fare una pausa?-mi bisbiglia all' orecchio ammiccante.
So dove vuole andare a parare e la cosa non mi dispiace affatto, tanto un pò di distrazione non mi avrebbe fatto male.
Sempre con quell' espressione furba si allontana da me cominciando poi a correre per le vie e io la seguo fidandomi.
Noto che mentre dalla strada passa ai tetti cerca un ostacolo per farmi restare più in dietro del previsto, nonostante fosse stata ferita alla gamba riesce ancora a correre veloce come le avevo vista fare la prima volta che ci eravamo visti, quando mi scippò il sacchetto delle monete e le avevo dato del coglione.
Mentre salto da una sporgenza all' altra ghigno vittorioso, le sono a un metro di distanza, ancora più vicino e potrei catapultarmi su di lei prendendola per la vita.
Ancora un pò...più vicino...e salto!
Se qualcuno ci vedesse mi avrebbero preso per un maniaco.
L'ho buttata a terra mentre siamo arrivati su una terrazza cercando di non farle del male; ride come una pazza e io la seguo lasciandomi andare. Con Rosa mi sento sempre leggero, mi sembra di ritornare ragazzo.
Ad un certo punto sento la sua risata placarsi e le sue dita affusolate accarezzarmi la guancia, scendere sulle labbra segnate dalla mia cicatrice che avrebbe lasciato sempre un segno sulla mia pelle, fino a sfiorare il petto.
Il suo sguardo è diventato voglioso, come il mio e con velocità le nostre bocche vengono unite in un bacio pieno di passione.Poco per volta passo dalle labbra al collo, poi prendo a baciarle i seni belli sodi lasciati alla bella vista con la camicia sbottonata, sentendola miagolare sotto i miei tocchi.
è da un bel pò che io e lei ci frequentiamo e non lo dico solo per la mia missione legata agli affari con la Gilda dei Ladri.
Tra noi non c' è alcuna forma di ostacolo, il sesso è sempre fantastico, non si è mai lamentata sul fatto se io mi vedessi con altre o no, anzi, non se lo era mai chiesto, non so se lei ne è al corrente e se lo fosse lo ignora; forse pensa che ho la libertà di avere tutte le donne che voglio e non le interessa più di tanto.
Alzo il capo per guardarla, le gote sono rosse come il fuoco e i suoi occhi neri pieni di lussuria.è davvero bella.
Ad un certo punto la sua immagine viene spazzata via con un altra: dei capelli color castano ramato, gli occhi di un castano intenso che mi guardano perforandomi l' anima, le labbra rosee schiuse dal piacere.
Sara?
-Qualcosa non va...Ezio?-la voce della ladra mi risveglia, scuoto la testa non capendo più niente e mi allontano.
Che mi succede?Perchè penso a lei?
-Se oggi non ti va possiamo anche rimandare.-mi dice appoggiando una mano sulla spalla accarezzandola.
-Scusami.Non riesco a dormire da un pò.-cerco una scusa abbastanza credibile per non farla preoccupare inutilmente.
-Non fa niente, comprendo che adesso hai bisogno un pò di riposo dopo aver ucciso Dante Moro e Silvio Barbarigo.-
Fosse solo questo, avrei voluto dirle, ma la mia voce non è uscita dalla gola.Resto muto mentre osservo il panorama che ci sta di fronte, lo sbarluccicare delle onde dei canali davano un colore unico alle case che mi ha sempre affascinato da quando sono in questa città.
-Del riposo...certo.-
-Ho capito, non sei dell' umore- si alza mettendosi a posto, capisco dalle sue parole che c'è della comprensione che non penso di meritare -quando ti sarai tranquillizato magari fammi un fischio.Ci si vede.-
Detto ciò mi saluta e scende dal tetto, resto nella mia posizione scrutando il cielo sperando di trovare risposte.
Non mi era mai capitato di pensare a un' altra donna mentre facevo l' amore, questa è decisamente la prima volta che succede.Spero non significhi qualcosa che potrebbe non giovarmi.

Decido dopo qualche ora di andare a trovare Leonardo, è da un pò che non lo faccio e già gli avevo fatto la promessa di farlo.Ultimamente non riesco a mantenere niente.
Appena arrivato mi guardo le spalle con cautela costatando che non c'è nessuno, busso alla porta sentendo la voce dell' artista rispondermi da dietro il legno.
-Chi mi desidera?-
-Sono io Leo, sono Ezio.-
-A-aspetta un attimo!-
La sua voce risulta balbettante e sento degli strani rumori provenire dal suo studio.
-Che succede lì dentro?-
-Niente!è tutto a posto!Dammi solo un secondo per favore!-
No, c' è qualcosa che non va, il mio sesto senso non sbaglia mai. Senza chiedere il permesso entro spalancando la porta con passo deciso.
Appena entro Leonardo spalanca il suo mantello a forma alare, come a nascondere qualcosa o qualcuno .
-Che stai facendo?-gli chiedo incrociando le braccia al petto.
-Ti...ti avevo chiesto di aspettare!-
Noto che un lenzuolo striscia ai suoi piedi, un corpo femminile cerca di nascondersi inutilmente alla mia vista e un sorriso sornione solca le mie labbra. Era ora che Leo si decidesse di frequentare qualche donna, mi stava decisamente preoccupando quell' uomo.
-Se avevi bisogno di essere lasciato solo bastava chiederlo.-
-Signore benedetto ma quanto sai essere troglodita?!-
La voce che apparteneva alla donna dietro di lui mi è fin troppo nota e il mio sorriso scompare come una folata di vento spazza via la polvere.
Il mio corpo si irrigidisce di colpo e sento che sto per fare una smorfia incredula. Sono basito da ciò che ho appena scoperto.
-Sara...sei tu?-chiedo incerto ma la risposta è talmente ovvia che mi sento un totale idiota a formulare la domanda.
-E chi dovrei essere secondo te?-ribatte con tono acido guardandomi con il volto tutto rosso.
Gli occhi sono pieni di sconcerto e ira per la mia entrata in scena improvvisa, comunque con quei capelli castani ramati un pò scompigliati per l' agitazione e quella ciocca ribelle che le ricadeva sulla guancia sinistra la rendeva così graziosa che non riuscivo proprio a non trattenere un sorriso.
Ma un dubbio mi assale, che ci fa lei in quello stato e perchè Leonardo è così agitato per la mia presenza? Davvero ho interrotto qualcosa che non dovevo?
-Accidenti...d' altronde prima o poi dovevo dirtelo.-dice amareggiato l' artista massaggiandosi il collo come se avesse fatto qualcosa di male nei miei confronti.
-Di cosa?-dico...geloso.
Oddio, ho pensato davvero a quella parola!Non posso essere davvero geloso, non è da me per diana!
-Sto dipingendo un ritratto e Sara mi serve come modella.Mi ha dato la giusta ispirazione.-
-Ispirazione, eh?Che tipo di ritratto è?-chiedo cercando di mascherare la mia gelosia con l' indifferenza guardando insistente la ragazza che, più lo faccio, più lei cerca di nascondersi dietro la schiena del biondo.
-Beh, amico mio, lo puoi vedere da te. Ma perchè me lo chiedi se posso saperlo?-chiede curioso come al suo solito.
Non rispondo alla domanda e gli do di spalle, Leo è un mio caro amico ma non gli do di certo la soddisfazione di vedere il mio orgoglio che si sgretola.
-Ti aspetto nell' altra stanza.-lo avviso facendo ciò che ho appena detto.
Ma sì, che la ritragga pure come vuole, che m' importa!è la sua allieva d' altronde e lei stessa deve imparare.
Ritratto di nudo, di natura morta, di fiori, non mi tocca minimamente.Nemmeno adesso che li guardo di nascosto dietro la parete, che lui la incita a rivestirsi assicurandola che avrebbero continuato il lavoro più tardi, accarezzandole una spalla nuda e lei sorride lasciandoglielo fare.
Una sensazione fastidiosa si insinua nel mio stomaco, come un verme a rovistarmi le budella.
Mi scosto dalla postazione e mi dirigo con passo svelto ma leggero verso quello che dovrebbe essere il salotto-cucina con il calderone sul fuoco a far ribollire l' acqua.
Sì, non importa. Può avere tutti gli uomini che vuole, Sara non mi appartiene e io non l' appartengo, è libera quanto me.
-"Eppure quel sorriso particolare non me lo rivolge da un bel pò di tempo..."-
Scuoto la testa a quel pensiero sciocco, che diamine mi sta capitando?!
-Qualcosa non va Ezio?-
La voce di Leonardo fa capolino nella stanza e per la prima volta faccio un piccolo balzo dalla sorpresa. Ripensando alle parole di Rosa forse mi ci vorrebbe un pò di riposo.
-Sei la seconda persona che me lo chiede in un giorno.-lo informo con tono sarcastico.
-Mi lusinga. Caffè?Vino?-mi chiede con quel sorriso sincero e gentile, ma soprattutto ingenuo e senza malizia.
-Penso del vino, grazie.-
Mi fece cenno di accomodarmi al tavolo dove c' è un cesto di frutta e una candela con la cera che arriva a metà già usufruita più volte notti prima. Chissà perchè mi sento un pò scomodo nel vederlo così calmo e tranquillo mentre mi serve un bicchiere di quell' intenso liquido rosso scarlatto.
-Allora, quali nuove mi racconti?-tende il braccio a offrirmi il bicchiere e io lo prendo portandomelo alla bocca sorseggiando il vino, è caldo come il piscio ma anche questo è poco rilevante, basta che mi rilassi i nervi.
-Aspetto che arrivi una nave con un carico a me sconosciuto.I nostri nemici stanno trasportando qualcosa che potrebbe esserci utile, anche se mi è del tutto ignoto il contenuto della cassa.-rispondo secco guardando il legno in mogano della tavola.
-è questo ciò che ti turba dunque?-
A quella domanda prendo a guardarlo in quelle iridi color del cielo, simili ad altri che ho veduto in molti dei personaggi dei suoi ritratti ed intravedo ancora una volta la sua sincera preoccupazione che ogni volta mi riserva quando me ne esco mezzo vivo da una battaglia o quando scopro qualcosa che mi potrebbe turbare.
L' ho sempre considerato un vero amico, uno di quelli che ci metteresti secoli a trovarlo e ogni volta ringrazio tutti i Santi del Cielo Eterno che sono lassù di avere questo privilegio, però adesso mi conviene dirgli una mezza bugia che è anche una mezza verità che mi tormenta da parecchio tempo.
-Leonardo, sono trascorsi più di dieci anni da che vidi morire mio padre e i miei fratelli. Dieci anni a caccia di responsabili. E ora sono così vicino... ma non abbastanza da capire il senso di tutto questo.-sospiro tutto d' un fiato.
Mi guarda a sua volta senza dire niente, il silenzio si impadronisce per vari minuti che paiono un eternità. è davvero snervante.
-Comprendo questa tua incomprensione amico, mi auguro che tu riesca a trovarne la risposta. Sai, il genere umano non è mai stato bravo a trovare delle risposte logiche a ciò che ci è difficile comprendere ma, poco per volta, con panzienza, riesce inaspettatamente a fare dei passi da giganti. Quindi non temere, sento che troverai un senso in tutto questo, ho fiducia in te.-
Sorseggia dal suo bicchiere senza aggiungere altro su questo argomento, come sempre cerca di non premere mai quel tasto perchè non gli piace veder stare male i suoi amici, in questo lo ringrazio.
-E nella tua vita da scapolo?Come va?-
Quando invece fa così mi chiedo sempre se lo fa apposta o meno.Di solito gli avrei dato una risposta delle mie con tono fiero, ora che l' ho visto con l' Allevi con solo ricoperta da un umile lenzuolo bianco mi riesce davvero difficile.
-Come al solito...anche se ultimamente sono di umore nero.-dico sta volta sincero.
Leonardo mi guarda assottigliando gli occhi grattandosi la barba sul mento, mi preoccupa quando cerca qualcosa nei suoi interlocutori.
-Che c'è?-
-Cos' è che non mi vuoi dire?-
-Ti ho detto già tutto.-
-Ezio...-
-Mh?-
-Da quanto tempo non parli con Sara?-
Per un attimo non mi soffoco con il vino a quella domanda e tossisco sommessamente colpendo ripetutamente il petto con un pugno.
-C-come?!-
-Hai capito bene ciò che ti ho chiesto. Ultimamente quando le racconto delle tue visite mentre lei non è presente allo studio evita il discorso e continua a lavorare sui quadri. è successo qualcosa tra voi?-
Un altra cosa che mi sorprende in quest' uomo è la capicità di intuito così infallibile e raffinato che potrebbe avere una donna qualsiasi o forse la sua rinnomata intelligenza che spiazza qualsiasi essere vivente esistente su questo mondo.
Mi domando come faccia ogni volta.
-In verità io e lei non parliamo quasi mai, dovresti saperlo.- mi schiarisco la voce nel parlare.
A guardarlo non sembra ancora del tutto convinto.
-Il giorno dopo il Carnevale sembrava che avevate scambiato qualche parola in mia assenza, non penso che siete stati in silenzio ad aspettarmi.-
Stringo il bicchiere tra le mani al solo ricordo e le nocche diventano leggermente bianche, spero che non se ne sia accorto e che finisca di farmi questo ridicolo interrogatorio. E poi cosa gli dovrebbe interessare?
-Leonardo...-
-Scusa, hai ragione, non sono fatti miei. Ma sai...-ad un tratto prende ad osservare incantato il suo di bicchiere, come immerso in chissà quali pensieri che si tiene per sè-...da quando l' ho accolta in casa mia sono sempre ansioso nei suoi confronti. Ci tengo tantissimo a lei.-
Posso vedere in quello sguardo l' affetto che nutre nei suoi confronti. No, non è solo affetto, è qualcos' altro di più intenso. Amore ?
-Ti piace?- chiedo d' un tratto con finto scherno e lui sobbalza innaspettato dalla domanda.
-Prego?!-domanda titubante con gli occhi sbarrati.
-Ti piace, vero?-
-Amico, lei è la mia allieva e comunque non...-
Non finisce la frase che la diretta interessata entra nella stanza alle mie spalle sorpassandomi, sta volta con il suo solito vestito bianco latte e il cerchietto a tenere su la frangia.
Entrambi non pronunciamo alcuna parola, soprattutto io mentre Sara mi scruta con la coda dell' occhio mentre va verso l' artista.
-Di che parlavate alle mie spalle, signori?-
-Affari, come al solito.-risponde subito con un sorriso a trentadue denti il biondo.
La castana fa spallucce con un mezzo sorriso e gli si avvicina mettendogli le mani sulle spalle dandogli un bacio sulla guancia, al vederli una scarica elettrica si propaga per tutta quanta la spina dorsale.Dunque è proprio come pensavo.
-Sarà come di te voi...Maestro.-pronuncia con un tono diverso dal solito che gli concede tutte le volte, soffiandogli all' orecchio destro e lui ne resta pietrificato con il rossore che gli si propaga su tutta la faccia colorando perfino le piccole lentiggini.
Noto che la ragazza mi guarda di sottecchi con occhi provocatori e un ghigno si accenna sulle sue labbra rosee.
Mi sta sfidando, eh? Vuole la guerra? E guerra avrà!
-Beh, credo sia ora di andare.- pronuncio facendo finta di niente alzandomi dalla sedia.
L' artista mi imita dopo essersi riscosso dal momentaneo sogno ad occhi aperti in cui era caduto.
-Ma come, di già?-mi chiede dispiaciuto.
-Eh sì, sai ho incontrato un informatrice davvero interessante e gentile...credo che ci incontreremo sta sera a casa sua.-
Sara sembra non degnarmi di uno sguardo mentre va a controllare il calderone girando il mestolo in esso, finge, glielo si vede chiaro e tondo. Non è mai stata brava in queste cose.
Mi sfugge un ghigno e subito mi metto il cappuccio stringendo la mano al mio vecchio amico.
-Vado. Ci vediamo Leonardo e buon lavoro.-
-Ti ringrazio. Ciao!-
Prima di uscire riservo un occhiata alla ragazza pregustando già la vittoria, anche lei lo fa ma senza distaccare il viso dal pentolone.
-"L' hai voluto tu, ricordatelo."-

Appena il fiorentino se ne andò l' Allevi posò pesantemente il coperchio sul calderone stringendo tra i pugni il mestolo in legno.
-"Perfido bastardo...perfido, bugiardo, bastardo..."-
-Sara?-
La voce preoccupata del suo maestro la fa voltare lentamente con occhi lucidi, sembrava che guardassero altrove.
-Come ti è venuto in mente di fare quella cosa prima?-
La ragazza posò il cucchiaione sul ripiano da lavoro della cucina, il capo era chino, persa nei suoi pensieri.
-Mi dispiace... dovevo farlo.-sussurra atona.
Voleva una prova, una semplice prova per confermare ciò che l' Assassino le aveva detto, niente di più. Il risultato non è stato come se lo aspettava.
Da Vinci le si avvicinò con passo lento poggiandole una mano sulla spalla, lei non si voltò, restò dov'era. Fargli vedere che delle lacrime le avrebbero solcato il volto sarebbe stato come darsi una pugnalata al petto da soli. Troppo orgogliosa per farlo.
-Ezio è un uomo...molto particolare. Sei giovane, dolce e bella, hai altre occasioni per incontrare quello giusto.-le parole dell' uomo le davano molta sicurezza, ma non abbastanza per cercare di farle dimenticare il dolore.
-I suoi consigli sono preziosi maestro, purtroppo mi è difficile riempire una coppa che è già piena di altro vino.-
Il biondo non comprendeva l' ostinatezza della sua allieva e del suo amico, la risposta sembrava così semplice, a portata di mano. Perchè non capivano?
-Siete due testardi e orgogliosi.-esclama sospirando prendendo i due bicchieri di prima mettendoli nel secchio delle stoviglie sporche.
-Lei come si comporterebbe al posto mio? Con un uomo che sa benissimo che la tradisce con qualcun altro?- ribattè lei con autentico cinismo.
-Se è l' altra persona che cerca di portarmelo via combatterei fino all' ultimo pur di averlo accanto. Se invece è proprio il mio uomo a tradirmi perchè non sono abbastanza per lui allora lo lascerei.- disse franco andando verso il focolare con le mani incrociate dietro la schiena.
L' Allevi riflettè, le idee erano buone entrambe ma non era ciò che le serviva. Infatti l' artista aggiunse qualcos' altro.
-Essendo che entrambi i casi non ti riguardano comportati come sei sempre stata, alla fine non siete una coppia e se uno di voi due frequenta altre persone non vedo perchè ci debbano essere problemi. Comunque dovresti svegliarti se ci tieni tanto a lui...-
Dopo che disse quella frase tornò nell' altra stanza lasciando sola l' allieva sperando che cogliesse i suoi consigli.
In fin dei conti non era l' unica che doveva afferrare il concetto.

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE:

Ed eccoci qua con il primo capitolo! Come vi è sembrato?

 

Ezio: mi hai fatto di nuovo sentimentale  -_-

io:  scusa, ma non posso farci niente ^^ per me sotto sotto dei un tenerone con i fiocchi

E: "sotto sotto" eh? *sguardo malizioso di chi ha inteso un secondo senso*

io: quando sei così invece non ti sopporto minimamente >_>

Rosa: *spuntata chissà dove come un fungo* BRUTTO BASTARDO! TU MI HAI LASCIATA SOLA A VENEZIA MENTRE TI DAVI ALLA PAZZA GIOIA CON LA CONTESSA DI FORLì QUELLA $/$%£(&%$//*%$/*!!!!!!

E: IIIH!! ROSA?!

io: IIIH!! IL MASCHIACCIO?!? *scappa*

E: EHY, CODARDA!!

 

fiù!! scampata per un pelo! U.U

tornando a noi, la fiction la dedico a Gallifrey_96, Emy96 e a una mia carissima amica (che è stato grazie a lei a darmi la giusta ispirazione con i suoi consigli nonostante non conoscesse il videogioco) che ringrazio infinitamente per la pazienza che hanno portato nell' aver aspettato il seguito, mi scuso infinitamente per averci messo tantissimo tempo!

Spero come al solito di non avervi dato noia, che siate in tanti a seguirmi in questa breve storia e di ricevere qualche recensione, positiva o negativa che sia.

Baci, bacioni

 

madoka94

 


 


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Capitolo 2
*** 2- Tarocchi ***


Sono passate alcune ore da quando ho lasciato la casa di Leonardo, chissà che ha fatto la piccola Sara appena mi sono dileguato.
Lei sa bene che ho una buona vista, che non venga a dirmi che controllava il fuoco sulla pentola, non sono così allocco a questo punto!
Sicuramente era lei che bolliva, non il minestrone.
Mi scoppia un attimo un risolino al solo pensiero, è semplicemente una piccola vendetta niente di che.
"Però lì c' era Leo..."
Mi fermo un attimo nel bel mezzo della strada, mentre i viandanti mi sorpassano squadrandomi straniti dalla mia azione, magari c'è qualcuno che mi spintona leggermente e non ne faccio peso. Non lo noto minimamente.
No, dovevo smetterla, assolutamente. Non mi comportavo così con Cristina, figuriamoci con Sara.
Già...Cristina...delle volte mi domando come sta con suo marito, se ha avuto dei figli da lui.
-Vi vedo molto confuso, messere.-
Mi volto verso sinistra, incuriosito da quella strana frase che mi è stata rivolta da quella voce sconosciuta.
Una donna sulla trentina d' anni, coi capelli nero carbone raccolti in un fular rosso ciliegia, due occhi azzuri quanto due lastre di ghiaccio, un abito viola con dei ghirigori dorati a delinearle le curve e a far vedere bene il decollete.
Stranamente non è stato il suo seno ad attrarmi, ma i suoi occhi che brillano di luce propria, hanno una bellezza tutta loro.
Siede davanti a un tavolo con un mazzo di carte posato su di esso, una chiromante dunque.
-Voi dite, madonna?-chiedo ironico.
-Oh sì e non credo che il vostro sia il volto di chi ha perso la strada per Venezia, ma per tutt' altra strada che voi non troverete mai se ci girate sempre in torno come un pesce nella sua boccia d' acqua.-
Oggi i filosofi li piglio tutti io a quanto pare!
-E voi saprete guidarmi attraverso ad essa con l' ausilio delle vostre carte?-
-Mai dire mai! Prego, accomodatevi.-
Mi indica la sedia cordiale, sono incerto se fidarmi, non che io creda a queste cose, ho sempre pensato che il destino lo creo da me, però chissà, magari ne viene fuori una conversazione divertente. Spero solo che non mi faccia sborsare chissà quanti soldi.
Quindi mi siedo davanti a lei senza toglierle gli occhi di dosso, voglio vedere quanto è brava ad imbrogliare le persone.
-Strano, non mi chiedete il mio nome?-mi domanda mentre mescola le carte.
-Perchè mi fate una domanda del genere?-
-Un uomo che sa come godere del piacere di una donna all' altra dovrebbe ben saperlo, solo perchè avete il volto coperto non significa che non abbia capito che siete di bell' aspetto. Lo si vede anche dalle vostre labbra piene, quella brutta cicatrice non vi rovina così tanto alla fine. Ah, la prossima volta che vi farete vedere da una dama mettetevi un fazzoletto sul collo o verrà scoperta la vostra marachella prima o poi.-
Mi metto dritto nell' ascoltare ciò, come faceva a vedere che avevo un succhiotto?!
-Pensavo che foste più cauto su queste cose...-ridacchia coprendosi leggermente la bocca con nonchalance.
-Di solito lo sono.-
-Non dormite ultimamente?-
Resto un attimo muto, ammetto che in qualcosa ci ha azzeccato.
-Ultimamente no.-
-Uhm...notti insonni non portano a una vita serena, sopprattutto se riguardano una ragazza.-
Strinsi il pugno sotto il tavolo, era solo una coincidenza, solo una piccola coincidenza.
-Qual' è il vostro nome?-gli chiedo con curiosità.
-Chiamatemi pure Stella, Ezio.-
Questa invece non può essere una semplice coincidenza.
-Come fate a sapere il mio nome?- mi avvicino di più a lei quasi sussurandole.
-In verità non lo sapevo, mi è venuto in mente a guardare il vostro cappuccio a forma d' aquila. Sapevate che  "Aètios" in greco significa appunto "aquila", che a sua volta venne sviluppato dagli antichi romani con "Aetius" e venne quindi creato il nome "Ezio"?-
Ogni parola pronunciata da questa donna mi lascia basito.
-Come fate a sapere tutte queste cose?-
-Sono una chiromante, dovrebbe essere lampante no? Cominciamo con la prima carta.-
Appena finito di mescolare appoggia la carta con la sua mano affusolata, ingioiellata da alcuni anelli e braccialetti.
La carta raffigura un uomo barbuto, seduto in trono di profilo, con una gamba incrociata sull'altra, regge uno scettro con la mano destra. Sotto al Trono è appoggiato uno scudo con un'aquila araldica.
-Bene, bene, L' Imperatore...lei contiene il "potere eterno", messer Ezio?-mi sorride ammiccante.
-Non saprei, ditemelo voi.-
-Credo che i vostri occhi dicono tutto, come il vostro bracciale sinistro.-dice con tono profondo e senza peli sulla lingua, scivolando con gli occhi verso il braccio sinistro.
D' istinto porto l' altra mano verso di esso, come a proteggerlo, poi la lascio scivolare verso l' altra mano intrecciandole tra loro, facendole vedere che niente mi aveva turbato. Questa donna è strana, non è stata assoldata da soldati che lavorano per il Borgia, li avrei notati altrimenti e non ce ne sono nè sui tetti nè nelle vicinanze. Non ho notato nemmeno se c' è qualcuno che mi scruta da lontano o vicino che sia.
Sapevo che le chiromanti e le zingare sapevano truffare bene i malcapitati, ma questa sembra riuscirci bene con il sottoscritto.
Meglio non abbassare la guardia. Seppure sembra cortese, oltre che dice ciò che pensa senza alcuna difficoltà, è da tenere d' occhio.
-Mmh...ovviamente L' Imperatore non può stare senza la sua Imperatrice.-
L'Imperatrice è una donna dal viso sereno e dal corpo voluttuoso, abbigliata da una morbida veste decorata con melograni. Il capo, sovrastato da dodici stelle a sei punte, è cinto da una corona di alloro. A sinistra, all'interno di uno scudo a forma di cuore, vedo il simbolo di Venere. In primo piano vi è un campo di grano, e sullo sfondo una vegetazione lussureggiante.
-Qual' è il suo significato?- chiedo con la curiosità che cresce in me man mano che passo il tempo con questa donna.
-Lei è la forza creativa della natura. È una donna forte, calda, consapevole del suo potere, capace di portare energia e guarigione. Come madre, lei dona la vita e la protegge. Come Dea dell'Amore, è un'amante calda e appassionata. Ogni tipo di progetto creativo verrà stimolato e protetto dalla sua energia.- sorride sornione mentre si sofferma sulla parte della " Dea dell' Amore".
A pensarci Sara è così: è creativa, forte, calda, porta energia quando sorride e scherza, farebbe di tutto pur di proteggere qualcuno e da vita a ciò che crea sulle tele.
-Dunque è così anche lei?-mi chiede Stella con gli occhi inteneriti e un dolce sorriso a contornarle le labbra.
-Lei chi?-
-Colei che vi ha rubato il cuore con così tanta innocenza e dolcezza, ma allo stesso tempo con tanta crudeltà da farvi uscire pazzo. La vostra Imperatrice.-
Rido al sentire ciò, ma non con l' intento di prenderla in giro, solo per il fatto che quello che ha appena detto è fin troppo assurdo.
-Oh, andiamo, non siete forse stata voi a dirmi che sono un uomo che sa godere della compagnia delle donne?-
-Di tutte le donne tranne una che vi resiste in qualche modo.-
La mia risata muore in gola, come se mi avessero tagliato la trachea di netto. La guardo in volto, è seria, le mani intrecciate tra di loro davanti alla bocca. In questo momento è partita una sfida tra di noi di chi cede per primo ad abbassare lo sguardo.
Non ho mai accettato perdere e non lo avrei fatto adesso con una donna.
Ma quei occhi smeraldini, trasparenti come vetro di bottiglia, sono così stranamente puri e glaciali...da stregarti. Nel vero senso della parola.
Porto gli occhi a guardarmi le spalle, farò finta di farle capire che ho sentito qualcosa che mi ha fatto stare all' erta.
-Qualcosa non va, messere Ezio?-mi chiede guardandomi con un espressione strana, come se avesse capito invece che l' avevo fatto apposta.
-No...niente. Dicevate prima?-
-Che con questa dama vi è difficile stare.- incrocia le braccia al petto e accavalla le gambe, sorridendomi con scherno -Ma la domanda che ora mi sovviene è se è lei che non vi accetta nel suo cuore, se siete voi ad insistere o amate così tanto a giocare con il cuore delle persone che, quando finalmente avete trovato la persona giusta, continuate a farlo anche con lei per non ammettere i vostri sentimenti nei suoi confronti a causa del vostro continuo aggrapparvi al passato?-
Ora sta esagerando, davvero, non è possibile che dopo avermi visto nemmeno pochi istanti io sia un libro aperto a questa sconosciuta. Il suo è un mestiere dove riesce a trarre profitti dagli sprovveduti che cadono vittime nei suoi discorsi illusori (oltre al suo bell' aspetto), non riuscirà a fare di me uno di quei tanti.
Incrocio anche io le braccia al petto, stando sulle difensive.
-Tutto ciò non vi riguarda!-
-Non c'è bisogno che voi me lo diciate, mio buon signore, ho già capito qual' è la risposta.-
Bene, anche se il Credo mi dice di non uccidere gli innocenti questa Stella la metterò nella mia personalissima lista nera, fa troppo la saputella per i miei gusti.

Nel tanto che Ezio era occupato, la cara allieva di Leonardo passeggiava per i quartieri di Venezia nella zona del mercato.
La scusa che ella riferì al suo maestro era che erano finite le uova e il pane ma l' artista aveva ben capito che voleva essere lasciata sola per un attimo.
Così Sara prese il cesto e se ne uscì dalla bottega, pur sapendo che poteva incontrare l' Assassino in qualsiasi momento.
I rapporti tra di loro non potevano andare peggio di quanto potevano andare prima; almeno, anche se non si parlavano quasi affatto, andavano d' accordo.
Perchè l' amore doveva essere sempre così spietato con lei?
Già una volta aveva sofferto a causa di un uomo che tradì la sua fiducia ed in quel momento sembrava di essere ritornata in quei periodi bui.
Fu per quel motivo che non aveva alcuna fiducia in lui, eppure voleva ritentare e non essere tanto testarda nei suoi confronti.
Ma se l' avesse fatto cosa sarebbe successo dopo? Sarebbe di nuovo caduta in quella ragnatela infida e insidiosa che tutti chiamavano tradimento oppure si sarebbe sbagliata e avrebbe vissuto i suoi giorni con lui?
-" Che devo fare...?"- pensò mentre continuava a camminare con la testa bassa.
Non si accorse che era finita in un vicolo buio, dove c'erano soltato lische di pesce e gatti randagi, di persone non ce n' era alcuna traccia.
Una volta era abituata a vagare in vie oscure come quelle, a tendere il braccio in aria con la speranza di ricevere cibo o soldi, scappare per le strade dai soldati che la inseguivano per aver rubato qualcosa per soppravivere nei giorni seguenti. Finchè un giorno a tendere la mano non fu un giovane col sogno di diventare un grande artista e scienziato dicendo che sarebbe stato bello avere una allieva in casa sua, nonostante in questo periodo alle donne vi era negato fare lavori che erano soliti fare gli uomini.
Quel giorno in cui era stata strappata via dalla strada giurò di non voler più ritornare in quei luoghi bui, fece dei passi indietro sentendo dentro di sè che se sarebbe rimasta ancora qualche istante di più sarebbe successo qualcosa di spiacevole.
Infatti, dopo un passo, si scontrò contro qualcosa di massiccio, più che altro contro qualcuno.
-Fate attenzione, madonna, potevate farvi male.-
La voce dietro di lei la fece tremare un attimo, si voltò guardando alcuni uomini in divisa militare e un ghigno perverso che faceva intuire cosa si celava nei loro pensieri.
- P-perdonatemi...io...-balbettò ma il capitano prese tra le mani la sua mascella, rabbrividì.
-Cosa ci fa un bel fiore come te in un posto lurido come questo?-
-Lasciatemi...mi fate male messere!-
-Se ti sei persa possiamo accompagnarti...-
La voce languida dell' uomo le faceva rivoltare lo stomaco, sapeva cosa sarebbe successo se non sarebbe scappata.
-"Ezio!"-
Nella mente si stupì di pensare a quel nome, altri non ne venivano.

Questa volta scatto attento voltandomi a guardarmi dietro le spalle, non era una scusa, il mio istinto dice che c' è qualcosa che non va.
-Oh...-il sospiro stupito di Stella mi fece voltare di colpo preoccupato.
Non pronucio parola perchè i miei occhi sono fissi a guardare la carta che aveva poggiato sul tavolo: la Morte.
Uno scheletro con un'armatura nera è sopra un cavallo bianco. Nella mano destra regge una bandiera raffigurante un fiore con cinque petali. Davanti a lui si trova un sacerdote con le mani giunte e due bambini; a terra giace il corpo riverso di un re. Sullo sfondo una barca su un fiume e due torri tra le quali splende il sole.
Cosa andava a significare quella carta?
-Raramente mostro questa carta ai miei clienti, di solito significa che deve esserci un cambiamento imminente, che deve finire qualcosa e...-
Si blocca con un espressione fredda e dispiaciuta allo stesso tempo lasciandomi sulle spine.
-E cosa?-
-Beh, di solito è anche la fine di una vita.-
Restai muto e mille pensieri presero a stravolgermi la testa, come la cavalcata funesta di una mandria di cavalli sbizzarriti.
Cosa sarebbe successo? Sarei stato io a troncare delle vite o...?
-Ezio!Ezio!-
La voce di Leonardo mi fece sobbalzare dalla sedia.
-Leonardo! Che ci fai qui?-
-Ti ho cercato ovunque! Sara non è ancora tornata a casa, aveva detto che avrebbe preso solo delle uova e del pane. Per caso l' hai vista?- la voce dell' artista e i suoi occhi parevano molto preoccupati.
Un fulmine perfora la mia anima. Penso di aver capito.
Mi volto verso Stella ma lei è sparita, come un fantasma. Sul tavolo un foglietto con su scritto le seguenti parole:

                                              Lascia andare il passato e vivi il presente. Libera il tuo cuore, giovane Aquila.

è ufficiale, quella donna è davvero strana!
Ma non c' è tempo da perdere, come avevo già detto il mio istinto non sbaglia mai.
-Leo, andiamo subito al mercato!- gli dico con voce decisa come i miei passi svelti.
-S-sì!-mi raggiunge un pò a fatica, non è mai stato abituato a correre.
Il mio cuore aveva cominciato a battere all' impazzata, spero solo che i miei timori non siano del tutto fondati. Che quella zingara abbia mentito.
Che quella carta non abbia alcuna importanza. Non voglio che capiti di nuovo come dieci anni fa. Non di nuovo!
...di solito significa che deve esserci un cambiamento imminente, che deve finire qualcosa...anche la fine di una vita...
Le parole di Stella rimbombano nel cranio come un martello che continua a battere sull' incudine. è insopportabile!
Mi sento afferrare la spalla e come d' abitudine faccio scattare la lama da sotto il mantello, mi giro e rilasso subito i muscoli mentre incontro gli occhi azzurrini di Leonardo.
-Ezio...calmati. Sicuramente sta bene, sono solo io che come al solito mi angoscio per niente.-
La sua voce è calda e rassicurante. Che ironia, dovrei essere io a rassicurarlo per la sua giusta preoccupazione e invece è esattamente l' incontrario.
Ricaccio la lama con un leggero scatto della mano, mi sento come una belva che viene tranquillizzata dal suo ammaestratore.
-Scusa, hai ragione.-sospiro cupo.
-No amico, sono io che devo le mie scuse. D' altronde ho chiesto io il tuo aiuto.-
-Fa niente. Per ritrovare la bella del mio migliore amico questo e altro.- faccio un falso sorriso, il tanto per convincerlo che sto bene.
Vedo che il biondo fa un sospiro infastidito, come se fosse irritato o stufo di qualcosa.
-Accidenti, sei proprio duro di comprendonio! Ora capisco perchè Sara sia diventata così acida nei tuoi confronti!-
-Cosa vorresti dire con questo?-
-Amico, io e lei...-
Ma la mia attenzione si direziona da tutt' altra parte, tappo subito la bocca all' artista e gli faccio segno di tacere.
Si sentivano delle urla, erano deboli ma per me erano chiare, girai la testa lungo una via stretta e buia.
Dico a Leo di restare nascosto per precauzione, avanzo con passo lento e calcolato, senza fare alcun minimo rumore.
Vedo degli uomini in divisa, li conto, sono quattro. Due che dovevano controllare i dintorni e invece stanno a guardare cosa fanno gli altri compari.
L' urlo della donna che cercano di disonorare il suo corpo è acuto e...famigliare. Fin troppo.
Sento lo stomaco ribollire dalla collera, credo che non avrò alcuna pietà nei loro confronti, nemmeno una briciola!
Cerco di calmarmi più che posso respirando piano, una volta me l' aveva insegnato Zio Mario questo trucco e qualche volta funziona quando sono sotto pressione.
Infatti riesco a mantere il respiro regolare, come cerca di esserlo il battito del cuore.
Guardo i primi due immaginandomeli già a terra con il sangue che fuoriesce dalle loro teste, gli altri ci avrei pensato sul momento cosa fare delle loro miserabili vite. Di certo non li avrei risparmiati.
Calcolo la distanza, sono abbastanza vicino e non mi hanno ancora scoperto. è arrivata la loro ora!
Scatto con decisione entrambe le lame celate conficcandoli nei crani dei due che mi davano le spalle. Che bambocci.
Gli altri che tenevano la ragazza si girano all' inizio con sguardo allucinato e incredulo, poi uno si scaglia contro di me tirando fuori il pugnale dal fodero urlando con tutto se stesso.
Mi sposto all' ultimo e lo schivo facendogli lo sgambetto, cade a terra ma non gli lascio il tempo di alzarsi perchè con una delle lame gli taglio la gola di netto. Un lavoro pulito e senza alcun rumore.
-F...FERMO!-grida l' ultimo rimasto alle mie spalle.
Mi volto e per un attimo vengo pietrificato da quel che vedo. Il bastardo la tiene per entrambe le braccia con una mano, l' altra tiene un coltello con la lama che sfiorava la pelle di lei.
-Arrenditi o la ammazzo!- mi minaccia pressando di più quel pezzo di ferro tagliente sul suo collo.
Quanto avrei voluto essergli a un palmo dal naso e fracassarglielo per ciò che aveva fatto.
Poi guardo la ragazza...guardo il corpo di Sara con le vesti quasi completamente strappate, un seno scoperto con segni di morsi violenti.
I miei occhi scorrono sul suo viso, nei suoi occhi castano scuro una volta lucenti e pieni di vita.
Ora sono lucidi dal pianto, ma non ha versato lacrime altrimenti l' avrei notato subito, però riuscivo e vederne la paura, mi chiedevano aiuto.
"Stai tranquilla, tra poco sarà tutto finito."
Ricaccio all' interno dei bracciali le lame, la mia unica possibilità sarebbe la pistola ma ha la testa troppo vicina alla sua e rischierei di colpirla.
-Bene, vedo che capisci al vo...- mi scarnisce ma si blocca dopo aver ricevuto un colpo sordo dietro alla nuca.
Davvero, ringrazio che Leonardo esiste!
Il corpo si affloscia a terra e il biondo afferra subito Sara.
-Va tutto bene Sara, ci siamo noi adesso. Va tutto bene.- la rassicurava mentre la sua corta chioma castana affonda sulla sua spalla. Stringe le sue vesti.
-Ma...estro...-sta soffocando i singhiozzi.
La capisco, vuole cercare di essere forte. Una volta Leo mi aveva raccontato che l' Allevi non aveva avuto una vita facile e nonostante tutto non le aveva visto versare nemmeno una lacrima. Ma so che questa brutta esperienza era la prima...
Stringo i pugni dirigendomi sul copro della guardia, sta riprendendo poco a poco conoscenza, mi inginocchio su di lui prendendolo per il colletto della maglia avvicinando il viso contro il suo. Volevo che mi vedesse bene in faccia, che mi ricordasse quando sarebbe andato a bruciare nelle fiamme dell' Inferno.
Lo guardo bene anche io e lo riconosco, so chi è questo cane.
-Corrado Scipioni, ex colonnello delle forze armate di Venezia. Se non sbaglio fosti congedato per accuse di violenze carnali su giovani donne.-
Lui mi guarda con occhi assottigliati e mi sputa in faccia.
-E tu invece sei l' Assassino Ezio Auditore da Firenze, colui che ha messo fine alla vita di Dante Moro e Silvio Barbarigo. Anche su di te le voci girano.-
Mi ripulisco senza battere ciglio e sfodero un ghigno che so che lo sta facendo metter sotto dalla paura.
-Per lo meno io combatto per la giustizia. Ma tu...-prendo il coltello e lo porto a contatto con il cavallo tra le sue gambe.
Sento che ha appena sussultato e trema. Non mi basta.
-...tu, come altri figli di cagna come te, prendete le giovani donne come bambole di pezza. Come se fossero le vostre personalissime puttane.- gli sussurro all' orecchio, gli taglio la stoffa delle braghe con decisione e ritorno a premere sul suo amico laggiù, a contatto diretto con la lama.
Ora suda freddo e mi stringe le braccia cercando di fermarmi, ha molta paura.
-Fermo...ti supplico...-
Lo guardo con freddezza, le sue preghiere non mi toccano minimamente.
-Ti sei fermato quando te lo chiedeva? Mentre la toccavi con le tue sudice mani...mentre abusavi di lei?- premo ancora il coltello e lui geme con le lacrime agli occhi.
Voglio che assapori ciò che stava per fare con Sara. Voglio che provi il suo dolore. Voglio che soffra. Anche a costo di non rispettare il Credo.
Mi avvicino, soffiandogli sulle labbra, con un ghigno malvagio dipinte sulle mie.
-Voglio lasciarti un ricordo prima che te ne vada al Creatore.-

Erano andati via da quel buco stretto e buio e mai più ci avrebbero messo piede. Questo valeva sopprattutto per Sara.
Da Vinci, gentile e premuroso come sempre, la ricoprì con la sua mantella rossa.
Tutto ciò che le disse fu solo: -Andiamo a casa.-
Lei non annuì, restò con la testa china a terra mentre aspettavano l' Auditore che ritornasse.
Appena lo vide ritornare alla luce del sole voleva correre ad abbracciarlo, ma non lo fece.
Non ne aveva le forze e pensava che cel' avesse ancora un pò con lei, eppure sentiva dentro che non era così.
Vedeva che anche lui non si azzardava di avvicinarsi alla ragazza, ma restava comunque ad osservarla in silenzio.
-Ezio...-mormorò appena l'artista al posto dell' Allevi.
-State bene?-chiese per assicurarsi che fosse così.
Leonardo stava per rispondere ma venne battuto sul momento dalla sua allieva.
-Sì...grazie.-fece lei quasi in un sussurro.
L' Auditore fece un sorriso appena accennato per poi incassare dei passi svelti e oltrepassare i due. Dando loro la schiena.
-Vi scorto fino alla bottega.-
In quello stesso istante Venezia era immersa nel rosso e arancio del tramonto. Lo stesso rosso che scorgava nelle pozzanghere di quella via scura a qualche passo dal mercato.

 

 

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE:

Weeeee sera a tutti!!!! Finalmente, dopo diversi mesi in cui avevo il cervello in pappa tra test e compiti all' ultimo momento dei professori, dopo che sono iniziate le vacenze estive, RIESCO A METTERE IL NUOVO CAPITOLO DELLA STORIA! YEEEEAH!!! scusatemi se ci ho messo tanto! T^T

 

Ezio: era ora che lo facessi! Mi stavo annoiando sai?

io: tra non molto non ti annoierai perchè dovrai sopportarmi nel periodo di scuola guida *ghigna*

E: aspetta *si mette il casco di protezione in testa* sono pronto ^^

io: ....uomo di poca fede -_-*

 

Tornando a noi, spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento e che non vi abbia fatto annoiare sopprattutto la parte iniziale. Non convinceva tanto anche a me >.> ma sarei più che felice di sentire i vostri pareri ^^

Ringrazio infinitamente :


Gallifrey_96


giuliaxace


pallinaMcCartney


Sarah Bennington


FlaviaBat

 

per aver recensito, messo nelle preferite, seguite, ricordate la fic. Ma anche coloro che hanno aspettato tanto per leggerla!

 

E: grazie anche che la sopportate!

io: *tira la padella in piena fronte*

E: *K.O.*

 

ed ora vi do la buona notte!

Baci, bacioni

 

madoka94




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