Destiny Twins

di Alex_Loves_Blaise_89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** i gemelli Van Halen ***
Capitolo 2: *** Intrighi amorosi ***
Capitolo 3: *** Hogsmeade ***
Capitolo 4: *** Voci, piani e corridoi ***
Capitolo 5: *** Litigi ***



Capitolo 1
*** i gemelli Van Halen ***


"Signorina Van Halen! Il solo fatto che lei sia l'allieva più brillante del suo corso non le dà il diritto di appisolarsi sui banchi durante le mie ore!"
Alexandra Lilith Van Halen sì riscosse bruscamente dai suoi dolci sonni. Aprì di qualche centimetro gli occhi color oro liquido trovandosi davanti il volto minaccioso della professoressa McGrannit.
"Scu-scusi, professoressa" biascicò la ragazza, trattenendo a fatica uno sbadiglio. La McGrannitt storse la bocca dalle labbra sottili e sbottò: "Dieci punti in meno a Serpeverde". Poi si allontanò e riprese quella lezione così noiosa che purtroppo Alexandra era costretta a seguire.
"Ma chiudi il becco, vecchia gatta acida..." borbottò a mezza voce, suscitando risatine isteriche nella sua compagna di banco, Pansy Parkinson.
"Alex, non è da te addormentarti durante le lezioni! Che cosa hai combinato ieri sera con Zabini, eh, vecchia furbacchiona?" chiese Pansy ammiccante.
Alexandra sospirò e si passò una mano tra i capelli color rosso Tiziano.
"Purtroppo proprio un bel niente!"
"Io e Blaise ci eravamo appartati in Sala Comune quando proprio sul più bello entrano quei due tonti di Tiger e Goyle accompagnati da quegli altri due cessi di Tassorosso, la Habbot e la Bones. Le due racchie erano ubriache fradice e pure i loro ragazzi erano un bel pezzo in là, si sono messi a fare un gran casino, e così tutta l'atmosfera è svanita. Alla fine mi è toccato pure accompagnare le due sfigate nella loro Sala Comune, e cambiare i vestiti alla Habbot perchè ha sboccato un gran bel po'... Non credo regga granché bene l'alcool..."
Pansy ascoltava tra l'ammirato e il disgustato.
"Sei stata anche troppo gentile" commentò acida. "Peccato però per la serata con Blaise, ti andrà meglio la prossima volta."
"Già." sospirando, la ragazza si perse nella contemplazione della nuca del ragazzo seduto qualche banco avanti a lei, desiderosa di accarezzare di nuovo quei riccioli scuri e morbidi. Pansy non faceva che ripeterle quanto fosse fortunata, Blaise Zabini era uno dei ragazzi più belli di tutta Hogwarts. Però... non era del tutto soddisfatta. Abituata ad avere tutto dalla vita, desiderò ardentemente che di possedere anche l'altra faccia della medaglia.
Draco Malfoy, seduto accanto a Blaise, si dondolava leggermente sulla sedia, lasciando che il sole si specchiasse sui suoi capelli biondo platino, donando loro riflessi, se possibile, ancor più chiari. Il ragazzo contendeva col proprio amico il posto di ragazzo più ammirato della scuola, ma era impossibile stabilire sul serio quale fosse il più bello: erano troppo diversi, totalmente opposti... eppure ugualmente splendidi. Aveva scelto Blaise, che fin da subito era rimasto visibilmente affascinato da lei; il fatto che Draco fosse già impegnato con Pansy si era rivelato un aiuto notevole per quella decisione. Diversamente, li avrebbe provati entrambi, ma per il momento Draco era di proprietà di Pansy. Non voleva tradire in quel modo la propria amica... almeno, non ancora.
Draco, comunque, non voleva saperne di accontentarsi; Alexandra sapeva benissimo perché si dondolasse in quel modo: non era l'unica ad aver passato la notte sveglia.
Le dispiaceva per Pansy, ancora ignara di essere spodestata in quel modo da quella Ginny Weasley. Suo fratello le aveva parlato di lei: era piuttosto furba, la ragazza; non contenta di avere solo il Prescelto (dopo Draco e Blaise, era secondo nella classifica dei belli di Hogwarts), aveva messo le grinfie anche sul Principe dei Serpenti. Le piacevano i ragazzi famosi, su questo non c'era alcun dubbio, e questo si sarebbe potuto rivelare anche una debolezza: era colpendo alle spalle i punti deboli dell'avversario che Alexandra riusciva sempre ad avere la meglio. Non per niente, una settimana prima era stata smistata a Serpeverde.
E una Serpeverde non può permettersi di essere battuta dalla prima Ginny Weasley che le si piazza davanti.

Non era bellissima, di più.
Era questo che pensava Jonatan Raymond Van Halen osservando Hermione Granger seduta a qualche banco di distanza dal suo.
A Dumstrang, la scuola di provenienza dei due gemelli Van Halen, non c'erano ragazze così belle, forse perché erano costrette in quell'orrenda pelliccia, che le faceva sembrare enormemente grasse; ancor prima della componente femminile di Hogwarts, aveva amato la divisa di quell'istituto: gonne corte quanto bastava, camice bianche semi-trasparenti e giacche attillate. Addosso ad Hermione, poi, quelle vesti stavano divinamente; e pensare che, stando a quello che aveva sentito dire, qualche anno prima quella splendida giovane donna non era altro che una bambinetta insignificante...
Jonatan sospirò profondamente, invidiando Ron Weasley che in quel momento era seduto al fianco di Hermione. I grandi occhi felini della ragazza sorridevano, mentre paziente, spiegava al compagno il metodo giusto per preparare la pozione che il professor Piton aveva appena assegnato loro.
Cosa ci trovava mai, poi, in quel pezzente di Weasley? Era goffo e poco sveglio, tutto il contrario di Hermione, raffinata e brillante allieva, seconda solo alla sua gemella Alexandra.
Invece lui sarebbe stato perfetto per una fulgida gemma come lei. Il ragazzo aveva un talento innato per Pozioni e Difesa Contro le Arti Oscure, materie approfondite grazie anche al lavoro che svolgeva come commesso da Magie Sinister durante le vacanze estive.
Ma presto le cose sarebbero cambiate, aveva intenzione di invitare ad Hogsmeade la Grifoncina alla prima buona occasione. Sarebbero stati lontani da quello zotico di Weasley, e Jonatan, con la sua innata eleganza e i suoi magnetici occhi color ghiaccio, avrebbe finalmente conquistato Hermione Granger.

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ECCOMI QUI CN LA MIA PRIMA FF!! MI SN IMPEGNATA MOLTO A SCRIVERE QUESTO PRIMO CAPITOLO, SPERO KE VI PIACCIA. LASCIATE COMMENTI, ANCHE NEGATIVI, L'IMPORTANTE è KE MI AIUTINO A MIGLIORARMI ^_^

BACINI A TT! BY ALEX!

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Capitolo 2
*** Intrighi amorosi ***


Jonatan si svegliò di buon ora quella mattina. Il dormitorio di Grifondoro era ancora immerso in placidi sonni silenziosi, interrotti solamente dal russare ritmico di Ron Weasley. Il moro sbottò in una risatina silenziosa notando il rivoletto di bava che scendeva dalle labbra del rosso.
Che sfigato…
Con uno sbadiglio, il ragazzo raccolse i vestiti della divisa e si diresse verso il bagno. Si guardò allo specchio, scostandosi dal viso una ciocca ribelle dei capelli corvini, poi cominciò a vestirsi. Il suo riflesso gli restituiva uno sguardo seducente e sicuro di sé mentre con grazia e calma, il giovane si abbottonava la camicia e sistemava con cura il nodo della cravatta rosso-oro. Avvolse i setosi capelli neri in un nastro scarlatto dietro la nuca, lasciando che un piccolo ciuffo gli ricadesse distrattamente sul viso. Rivolse allo specchio un ultimo sorriso perfetto e uscì dalla stanza. Scese in Sala Comune e attese paziente davanti alla scala del dormitorio femminile.
Quel giorno avrebbe invitato Hermione a Hogsmeade. Le avrebbe parlato prima che potesse riunirsi ai suoi amichetti inseparabili Harry e Ron. In una settimana Jonatan non aveva avuto molte occasioni di scambiare quattro parole da solo con la ragazza, ma quello era il suo momento. Dopo pochi minuti, Hermione scese le scale: era bella come un raggio di sole, pensò il ragazzo.
I lucenti capelli ricci le ricadevano sulle spalle minute mentre gli occhi dorati e truccati con semplicità, ma efficacia, si posavano sulla figura di Jonatan, che sorrideva e sembrava in sua attesa.
“Buon giorno, Hermione” la salutò lui.
“Ciao Jonatan, dormito bene?” rispose cordiale la ragazza.
“Splendidamente, soprattutto perché tu sei stata la protagonista del mio sogno…”
Hermione arrossì, con un’espressione tra lo stupito e il compiaciuto.
Da quando era arrivato a scuola, quel bellissimo giovane non le aveva tolto gli occhi di dosso. Peccato che lei fosse già presa da un altro…Ma decise comunque di dargli corda.
“Dici davvero?E…Sentiamo” riprese poi “che cosa facevo nel tuo sogno?”
“Bè, ricevevi un invito ad un appuntamento da parte di un ragazzo della tua Casa” rispose Jonatan con voce suadente e più bassa in modo che solo lei potesse sentirlo.
Molte ragazze appena giunte in Sala Comune guardavano Hermione con un misto di invidia e ammirazione.
La Grifondoro sembrò accorgersene, perché arrossì ancor di più, mentre il ragazzo non vi fece troppo caso. Sfilò dalla tasca la bacchetta e fece comparire dal nulla una splendida rosa rossa. “Per il fine settimana di Hogsmeade, s’intende.” Continuò catturando lo sguardo della ragazza con i suoi occhi color zaffiro.
“E tu, Hermione, non sei proprio riuscita a dirgli di no..” Concluse porgendole gentilmente la rosa.
Hermione la prese con mani tremanti: il suo viso era, se possibile, ancor più rosso del fiore donatole.
Quel ragazzo era così fascinoso ed elegante…
“Sei davvero un gentiluomo, Jonatan” rispose poi imbarazzata. “Sarà un piacere venire a Hogsmeade con te.”
"Hermione, non è che mi faresti copiare la conclusione del tuo tema di Pozioni?"
Era Ron Weasley, accompagnato da Potter.
La ragazza sembrò trattenersi dall'impulso di alzare gli occhi al cielo, ma rispose: "Certo, Ron."
Il rosso mugnugnò quel che doveva essere un ringraziamento tra uno sbadiglio e l'altro, ma improvvisamente si accorse del fiore che la compagna teneva in mano.
"E quella cos'è?"
"E' una rosa, Ron, non si vede?" rispose irritata Hermione.
Jonatan rivolse un ultimo sorriso alla ragazza per poi allontanarsi compiaciuto.
Quel Weasley era davvero un babbeo. Non sapeva minimamente come comportarsi con le ragazze. Jonatan invece era un maestro di seduzione, e quel piccolo dono era solamente il primo passo verso la conquista della sua amata.
Uscì dal buco del ritratto appena in tempo per sentirli litigare.
"Non te l'avrà data quel damerino di Van Halen, spero!"
"E invece è proprio così, qualche problema?"

Ginny Weasley entrò sbadigliando nella Sala Comune di Grifondoro, incrociando il nuovo compagno di Casa proveniente da Durmstrang. Il ragazzo le rivolse un sorriso educato e lei lo salutò con un freddo cenno del capo.
Era proprio un bel ragazzo, ammise controvoglia a se stessa. Ma sapeva alcune voci su di lui che le avevano fatto passare la voglia di provare a sedurlo.
Alcune sue compagne lo avevano visto in atteggiamenti parecchio “intimi” con un ragazzo di Corvonero, due giorni prima.
Un invertito, ecco cos’era. Ma poi, che razza di faccia tosta, pomiciare praticamente in mezzo al corridoio, seppure di notte, senza nemmeno prendersi la briga di trovare uno sgabuzzino per le scope. Lei e Draco invece erano senza dubbio più discreti.
Almeno due notti alla settimana si trovavano nella Stanza delle Necessità, dove nessuno poteva sentirli o vederli.
Poi, certo, c’erano altri momenti durante il giorno, in cui proprio non riuscivano a trattenersi, ma almeno avevano l’accortezza di nascondersi: classi vuote, sgabuzzini delle scope, sottoscala, cespugli del giardino o spogliatoi di Quidditch. Non importava dove, l’importante era non farsi scoprire. Soprattutto perché Ginny stava con…
Harry Potter si avvicinò alla ragazza dai capelli rossi, e le diede un bacio sulla bocca mo’ di saluto.
“Buon giorno, amore” gli sussurrò Ginny sulle labbra.
Le ripugnava dover fare il doppio gioco con Harry, ma non c’era altra soluzione. La storia con Draco andava avanti da qualche mese ormai e la bramosia con cui si legavano l’uno all’altra era incontrollabile. Niente a che vedere con il tiepido legame che la giovane Weasley portava avanti da un anno con il Prescelto.
Non poteva certo dirgli che si sentiva attratta dal suo peggior nemico! Harry sarebbe andato su tutte le furie, probabilmente avrebbe fatto qualcosa di stupido e/o pericoloso; non voleva che nessuno dei due venisse ferito. Così aveva messo a tacere i sensi di colpa, mentendo al ragazzo su dove sgattaiolasse durante gli intervalli e dopo cena.
“Ronald, sei davvero infantile!”
Hermione gridava, rossa in faccia, contro il fratello di Ginny, Ron.
“Io? Infantile? Bene, se è questo che pensi , tanto vale non farti sprecare altro del tuo prezioso tempo con me!”
Il rosso prese il suo zaino, e corse fuori dalla Sala Comune, furioso.
“Ma che è successo?” chiese Ginny ad Hermione.
La compagna scosse la testa, esasperata.
“Harry, ti dispiace se scambio due parole con Herm?”
Il ragazzo sorrise comprensivo e annuì.
“Ci vediamo in Sala Grande, a più tardi.”
Le diede un altro bacio e uscì anche lui.
“Uff! Finalmente! Non vedevo l’ora che se ne andasse…” borbottò cupa Ginny.
“Ma dimmi, hai litigato di nuovo con Ron? Che cosa ti ha fatto questa volta, quell’idiota?”
“Ma niente, lasciamo perdere, Ginny” bofonchiò Hermione.
"Meno male che non tutti i ragazzi sono come tuo fratello" sorrise guardando la rosa che teneva delicatamente tra le mani.
“Tu piuttosto, sei più scarmigliata del solito, ma che combini con Draco di notte?” disse abbassando la voce e lasciandosi sfuggire una risatina.
Ginny per tutta risposta si aggiustò i capelli rossi con un colpo di bacchetta e si rassettò la camicia e il maglione: si era accorta solo in quel momento di non essere esattamente ordinata.
“Per fortuna che Harry non si è accorto di niente” commentò con voce atona, mentre si legava i capelli in una coda di cavallo.
Hermione la guardava, indecisa se ridere o scandalizzarsi, quando a un tratto scoppiò a ridere fragorosamente.
“Io eviterei di legarmi i capelli se fossi in te!” sbottò tra una risata e l’altra.
La giovane Grifondoro le rivolse uno sguardo interrogativo.
“Eh?”
La riccia rise ancor di più nel vedere la sua faccia perplessa; meno male che Ginny aveva deciso di legarsi i capelli solo in quel momento: sul suo collo candido facevano bella mostra un paio di succhiotti.

ECCO IL SECONDO CAPITOLO! LASCIATE RECENSIONI, ANCHE NEGATIVE L'IMPORTANTE è CHE SIANO COSTRUTTIVE ^^
RINGRAZIO *Eirene*, ladymarie E Grifondor, PER AVER COMMENTATO. COME VEDETE HO SISTEMATO LA SCRITTURA. ALLA PROSSIMA ^^ BACI!

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Capitolo 3
*** Hogsmeade ***


La settimana si protrasse lenta, tra compiti in classe e interrogazioni. Gli studenti di Hogwarts non vedevano l’ora di trascorrere un sabato di relax e divertimento nell’ameno villaggio di Hogsmeade, in prossimità del castello. Quel pomeriggio le coppiette si tenevano per mano in attesa di passare per la perquisizione di Gazza; parecchi ragazzi si stringevano nei mantelli, infreddoliti, e scherzavano tra loro. Hermione, sola, si guardava intorno, nervosa.
Era in anticipo, lo sapeva, ma non poteva farne a meno di cercare la figura di Jonatan tra la folla.
Si era chiesta se non fosse il caso di rinunciare all’appuntamento.
Da qualche tempo si era presa una cotta per Blaise Zabini, anche se solo Ginny ne era al corrente.
Però in fondo, aveva pensato, perché perdere l’occasione di uscire con un ragazzo così bello e dolce come il giovane Grifondoro?
In lontananza vide Ron, insieme a Harry e Ginny. Meno male che non sapeva del suo appuntamento. Già aveva fatto una gran scenata di gelosia solamente per la rosa, figuriamoci.
Ron era un bravo ragazzo, ma troppo immaturo per Hermione. I loro caratteri erano del tutto incompatibili perché i due potessero diventare qualcosa di più che buoni amici.
Era immersa in questi pensieri quando una voce profonda alle sue spalle la fece sobbalzare.
“Spero di non essere in ritardo.”
La ragazza si voltò e dimenticò ogni scrupolo all’istante: Jonatan era più bello che mai. I capelli neri che solitamente teneva legati, erano sciolti e gli sfioravano il viso pallido ad ogni soffio del freddo vento autunnale. I suoi penetranti occhi azzurri la fissavano ed Hermione sentì il cuore balzarle in gola.
“C-ciao, Jonatan!” esclamò “non sei affatto in ritardo, in verità sono io ad essere in anticipo…”
Chissà perché quel ragazzo era inquietante e rassicurante allo stesso tempo.
“Bene, allora. Vogliamo andare?” Le porse il braccio ed Hermione si strinse a lui.

Pansy è davvero una piattola.
Draco Malfoy si trattenne dallo sbuffare, mentre la compagna che gli cingeva il braccio starnazzava senza sosta.
“Allora le ho detto: come ti permetti di darmi della vacca? E lei dovevi vedere che faccia! Ha provato pure a lanciarmi un incantesimo, ma sono riuscita a sistemarla a dovere. Che faccia tosta, vero?”
“Sì, giusto.” Rispondeva Draco a intervalli regolari.
Ma come si spegne?
Pansy non era male, ma aveva solo due difetti: era un’oca incredibile e senza il minimo fascino.
Putroppo Draco doveva salvare le apparenze, se voleva continuare a vedere Ginny.
“E tutto perché è da qualche tempo che ci frequentiamo, Draco” concluse Pansy sorridente.
Lui le rivolse un sorriso freddo, che a lei sembrò bastare.
In fila accanto a loro, Draco individuò la sua vera ragazza, accompagnata da quel tonto di Potter.
Provò una fitta di gelosia nel vederli mano nella mano. Lui non meritava di toccarla nemmeno con un dito.
“Lo Sfregiato e la pezzente Weasley, che bella coppietta!” li schernì, guardando Ginny negli occhi.
“Vai al diavolo, furetto di un Malfoy!” replicò Ginny.
Avevano provato quello scambio di insulti una cinquantina di volte, abbracciati sotto le candide lenzuola della Stanza delle Necessità. Puntualmente Draco scoppiava a ridere al momento della battuta di Ginny, soffocando le risate nel cuscino. La rossa lo blandiva dicendo che doveva impegnarsi, ma pure lei non riusciva a stare seria.
Draco si trattenne dal ridere anche quella volta, anche se le sue labbra si incurvarono leggermente.
Simulò un ghigno sprezzante, lanciando uno sguardo d’intesa a Ginny e si allontanò insieme a Pansy.

Alex teneva per mano Blaise mentre entravano da Madama Piediburro, un locale per coppiette decisamente diabetico.
E chi l’avrebbe detto che Zabini avesse gusti simili? Pensò la ragazza.
Lui come al solito era molto galante e premuroso in pubblico, per questo si offrì spostarle la sedia e di sfilarle il mantello.
“Grazie, Blaise” disse distrattamente Alex.
Lui fece un sorriso sornione, le cinse la vita da dietro tenendole ferme le braccia per baciarla sul collo…
“Ahi!”
Il ragazzo le aveva stretto l’avambraccio sinistro, causandole un dolore bruciante.
Il Marchio scotta ancora…
“Che hai?” chiese lui, stupito.
Alex gli rivolse un’occhiata eloquente. “Non posso mostrartelo qui, davanti a tutti.” Rispose a bassa voce.
Blaise sembrava spaventato e ammirato al contempo. Lei, compiaciuta, sorrise.
“Qualcosa non va?”
“Non sapevo che anche tu fossi una dei Suoi servitori…” disse lui sulla difensiva.
“In effetti, è una cosa abbastanza recente.” Rispose lei con noncuranza.
Alexandra aveva aspettato a lungo quel momento, fin dal giorno in cui i suoi genitori, anche loro Mangiamorte, erano stati uccisi dagli Auror. Una furia e una sete di vendetta spaventose si erano impadronite della ragazza.
E così aveva tentato in tutti i modi di raggiungere Lord Voldemort. Lei e il fratello si erano trasferiti in Inghilterra quell’estate e per mantenersi lavoravano a Diagon Alley, entrambi da Magie Sinister. Alex aveva avuto modo di studiare ampiamente la Arti Oscure, e ne era rimasta affascinata. Aveva inoltre conosciuto parecchi seguaci dell’Oscuro e si era accordata con loro affinché la presentassero direttamente a Lui. Era ansiosa di mostrare quel che valeva.
Peccato che Jonatan non fosse dello stesso avviso…
Insieme, grazie a quel loro potere speciale che li univa dalla nascita, avrebbero potuto dare grande giovamento all’esercito che l’Oscuro stava costruendo in segreto, sotto il naso del Ministero.
“Sai, anche Draco è uno dei Suoi. Credo che siate i più giovani tra le sue fila.” Borbottò emozionato Zabini.
L’attenzione di Alex si risvegliò.
“Draco Malfoy?Come fai ad esserne certo?”
Blaise sorrise. “Sono il suo migliore amico. E so che ha un incarico davvero importante da svolgere quest’anno a Hogwarts…”
E così anche il bel Malfoy era un Mangiamorte…
Alex si chiese se era già al corrente del fatto che lo fosse anche lei.
Gliene avrebbe parlato, e offertole il suo aiuto. Sarebbero stati proprio una bella coppia. Peccato per quella Ginny Weasley…
La sua uscita di scena arriverà presto.

Il pomeriggio di Jonatan e Hermione fu piacevole per entrambi. La ragazza scoprì che lui non solo era affascinante, ma anche estremamente colto e di vedute aperte. I loro discorsi spaziarono dalle materie scolastiche, ai diritti degli elfi fino alle origini dei due ragazzi. “I miei genitori sono Babbani” spiegò Hermione mentre entravano da Madama Piediuburro e venivano accolti da un grasso putto svolazzante.
Si sedettero ad un tavolo appartato.
“Io invece sono un Purosangue” disse lui “Ma per me non fa alcuna differenza. Davvero non capisco come certi maghi possano non vedere di buon occhio la gente proveniente da famiglie Babbane”
Prese a tormentarsi una ciocca di capelli, come se fosse imbarazzato o nervoso.
Hermione annuì sorridente.
“Ho sentito dire che hai una gemella, a Serpeverde…”
“Sì, esatto. Anche se non ci somigliamo tantissimo...è una strana storia…Oh, eccola là!” esclamò individuando la sorella qualche tavolo più in là, in compagnia di Blaise Zabini, e indicandola ad Hermione.
La Grifondoro si voltò e vide i due mano nella mano che si baciavano sopra le loro tazze di cioccolata calda.
Lui sta con…lei?
Era davvero bella e i tratti del viso erano molto simili a quelli del fratello. I suoi capelli però erano rosso fuoco, e gli occhi castano chiarissimo. Lei e Zabini si alzarono e Jonatan ne approfittò per richiamare la loro attenzione: “Alex, ciao!”
Alexandra si avvicinò, seguita dal bruno Serpeverde.
Hermione avrebbe voluto sprofondare dall’imbarazzo.
“Jonny, anche tu qui? E chi è questo bel fiorellino che ti accompagna?” chiese la gemella.
Fiorellino?
Non era sicura che quella ragazza le sarebbe andata tanto a genio. Aveva un sorriso malizioso e lo sguardo freddo.
Ma forse, si disse Hermione,penso questo solo perchè sono gelosa di lei e Blaise...
Jonatan sorrise e presentò le due ragazze. “Alex, lei è Hermione Granger, una mia compagna di classe. Hermione, mia sorella Alexandra, Alex per gli amici.”
Hermione le porse una tiepida stretta di mano: vistosamente imbarazzata, si era incantata a fissare Zabini, che guardava altrove.
“Bene, io e Blaise ce ne stavamo andando. Buon divertimento!” Lanciò un ghigno d’intesa al fratello, una strizzata d’occhio a Hermione e se ne andò.
Mentre si allontanavano sentì Zabini dire ad Alex: “Tuo fratello con la Sanguesporco?”

Stare in compagnia di Hermione fuori dalle lezioni era ancora più bello.
Jonatan e la ragazza parlavano animatamente da ore, scoprendo di avere molte cose in comune.
E così anche per Hermione il sangue non contava…
Erano nel locale di Madama Piediburro, una sala calda e confortevole.
“I miei genitori sono Babbani” gli stava dicendo la giovane.
“Io invece sono Purosangue, ma per me non fa alcuna differenza. Davvero non capisco come certi maghi possano non vedere di buon occhio la gente proveniente da famiglie Babbane”
Pensava ai Serpeverde, e ai maghi che aveva cominciato a frequentare sua sorella.
Odiavano i Babbani e i loro figli che frequentavano Hogwarts.
Nonostante ad Alex non importasse del sangue, così come al fratello, si era avvicinata sempre di più a gente conosciuta come ex-Magiamorte.
Da quando papà e mamma erano morti non era più la stessa…
Certo, il loro legame era sempre forte, unito anche da un potere segreto che condividevano unendo le mani.
Però in qualche modo lui non riusciva a comportarsi come lei. Era assetata di vendetta, desiderosa di uccidere gli assassini del padre e della madre.
I loro genitori avevano mentito ad entrambi: non lavoravano per il Ministero della Magia, erano dei Mangiamorte spie dell’Oscuro.
Lo aveva scoperto solo alla loro morte.
Aveva provato rabbia, li avevano uccisi senza nemmeno dargli un processo; dolore, erano pur sempre suo padre e sua madre; ma non pietà per quello che avevano fatto.
Erano criminali, in fondo…
E Alex stava prendendo la loro strada.
Non era riuscito a fermarla, né a convincerla.
Le voleva bene, diamine, era sua sorella!
Aveva tentato di starle vicino il più possibile, seguendola persino quando aveva accettato l’incarico di commessa da Sinister. Però ora, le loro strade si erano divise: lui a Grifondoro, lei a Serpeverde. Avevano fatto la loro scelta, il Cappello aveva visto giusto.
Spero soltanto che Alex non si immischi in cose pericolose…Le starò vicino.
“Ho sentito dire che hai una gemella, a Serpeverde…”
Il ragazzo si riscosse bruscamente da quei pensieri, accorgendosi che stava avvolgendo l’indice destro a una ciocca dei capelli, come faceva quando era nervoso.
Smise all’istante.
“Sì, esatto. Anche se non ci somigliamo tantissimo...è una strana storia…Oh, eccola là!”
Aveva visto Alex seduta ad un tavolo vicino, assieme a un ragazzo della sua Casa.
Le fece cenno di avvicinarsi e presentò le due ragazze. Jonatan notò che Hermione guardava Zabini di sottecchi, imbarazzata, mentre lui e la sorella parlavano.
“Bene, allora io e Blaise ce ne andiamo. Buon divertimento!”
“Bella conquista, fratello”
Alex gli stava parlando telepaticamente. Sapevano farlo praticamente da sempre. Se erano concentrati e mantenevano il contatto visivo era facile.
“Anche la tua, ti voglio bene.” Rispose il ragazzo.
Si stavano allontanando quando Jonatan udì il commento di Zabini.
“Tuo fratello con la Sanguesporco?”
E a quanto pareva anche Hermione l’aveva sentito.

Le lacrime le salirono agli occhi praticamente all’istante.
Che stupida era stata ad illudersi…
Lui stava con Alex, una splendida ragazza Purosangue.
Hermione non avrebbe mai avuto la minima speranza, anche a causa delle sue origini Babbane.
Era solo un bastardo, lo sapeva, ma sentirla chiamare Sanguesporco da lui era stato un duro colpo.
Jonatan si accorse delle sue lacrime e le prese la mano.
“Hermione…”
Ma la ragazza uscì correndo dal locale.
Continuò a correre, mentre il freddo le mozzava il fiato.
Jonatan le stava dietro e infine la raggiunse, cingendole il polso, con delicatezza ma decisione.
“Hermione, non badare a quel che dicono. Non conta il sangue, ma quello che si è come persona. Tu sei una persona meravigliosa, oggi l’ho capito ancora di più…E se sentirò ancora quel presuntuoso di Zabini chiamarti in quel modo, gliene farò pentire.” disse Jonatan con enfasi.
Hermione lo guardò negli occhi: come era dolce e premuroso.
Si asciugò le lacrime e con un sorriso tiepido replicò: “Grazie, Jonny.”
Ma si accorse improvvisamente di dove si trovavano: erano di fronte alla Stamberga Strillante, dove Ron l’aveva portata la prima volta che erano andati ad Hogsmeade.
Una sensazione di malinconia la strinse al petto e un’altra lacrima le scese sulla guancia arrossata dal freddo. Pensava quando ancora pensava di amarlo, ingenua come era, quando pensava che potessero essere fatti l’una per l’altra. Invece, così come con Blaise, aveva avuto una cocente delusione…
“Non piangere…”
Jonatan le stava asciugando le lacrime con un dito, in una piccola carezza.
Si avvicinò al viso di Hermione, lentamente.
E la baciò.
Le labbra di Hermione si schiusero ad accogliere il calore di quelle di lui.
Niente importava…
Come svegliandosi da un sogno, i due ragazzi si allontanarono.
Hermione era rossa in viso, ma sorrideva.
Jonatan la strinse a sé improvvisamente e sussurrò con voce roca: “Diventa la mia ragazza, Hermione.”
Il cuore di lei fece un balzo.
Un fiotto di calore e felicità la invase. Si sentiva al sicuro, con lui.
La Grifondoro affondò una mano tra i capelli corvini del giovane e lo baciò con passione.
Non ci fu bisogno di parole.


CIAO! A VOI IL TERZO CAPITOLO!
RISPONDO ALLE RECENSIONI ^^
Elena Olsen: grazie sono felice di sapere che continuerai a seguirmi ^^.
*Eirene*: ciao! Harry, per ora non si accorge di Ginny e Draco, perché molto innamorato… Mi dispiace di dovergli far fare la parte del cornuto, comunque più avanti acquisterà maggior rilievo se tutto va come deve ^^
Ledy Slytherin: grazie dei complimenti ^^ Se non sono indiscreta, posso sapere quale è il tuo stile? Grazie :)
SONO PREOCCUPATA CHE I PERSONAGGI IN QUALCHE MODO NON POSSANO PIACERE : (
COMUNQUE, AVVISO CHE SARà UNA LONG FIC PER CUI MI SERVONO UN PO’ DI CAPITOLI PER INTRODURRE I VARI PERSONAGGI E LE SITUAZIONI, PRIMA DI PASSARE NEL VIVO DELL’AZIONE. SPERO CHE ABBIATE LA PAZIENZA DI SEGUIRE COMUNQUE LA STORIA, E DI DIRMI SE è DI VOSTRO GRADIMENTO ^^
NON SIATE TIMIDI/E! RINGRAZIO ANCHE COLORO CHE HANNO INSERITO LA FF TRA I PREFERITI.
PS. SE LASCIATE UN COMMENTO, NE SAREI FELICE ^^
GRAZIE ANCORA A TUTTI, BACI E ALLA PROSSIMA!
ALEX!

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Capitolo 4
*** Voci, piani e corridoi ***


"Indovina con chi sono uscita a Hogsmeade, Ginny?" Hermione sorrideva raggiante all'amica, ansiosa di raccontagli la meravigliosa giornata che aveva trascorso.
"Mmm...non saprei. Ron?" buttò lì la rossa.
"No! Jonatan Van Halen!"
Ginny sgranò gli occhi per la sorpresa.
"Dici davvero?"
"Sì, sono stata benissimo con lui e alla fine ci siamo anche baciati..."borbottò Hermione arrossendo furiosamente.
"Impossibile!" esclamò Ginny "Ma Hermione, lo sai cosa si dice di lui in giro? Ha dei gusti strani..."
Hermione ridacchiò. "Così mi offendi, Ginny!"
La più giovane replicò spazientita "Lo hanno visto che si sbaciucchiava Terry Boot di Corvonero." Il sorriso di Hermione sparì all'istante.
Come?
"Ginny, forse non hai capito: mi ha chiesto di diventare la sua ragazza, stiamo insieme ora." replicò con il tono più calmo che potè.
Le dispiaceva che l'amica credesse a quegli stupidi pettegolezzi, ma non voleva risultare scontrosa. La ragazza si strinse nelle spalle.
"Boh, forse sono tutte voci, comunque sono contenta per voi."
Sì, erano tutte voci e alla prima occasione ne avrebbe parlato a Jonatan.
Eccolo.
Stava scendendo le scale del dormitorio e intercettò immediatamente lo sguardo di Hermione con un sorriso, avvicinandosi a lei.

"Ciao, Hermione" Jonatan sorrise, dandole un leggero bacio sulle labbra.
Lei si ritrasse timidamente borbottando qualcosa come "Non qui..."
Ma che le è preso?
"Jonny, ti devo parlare..."
Sembrava imbarazzata e nervosa. Forse la sua amica Weasley le aveva detto qualcosa? O quell'idiota di Ron l'aveva fatta star male?
"Certo, vieni." La prese per mano e si appartarono in un angolo della Sala Comune.
"Allora?" Le fece uno dei suoi sorrisi più aperti e sinceri, voleva che fosse a suo agio.
La Grifondoro fece un respiro.
"Bè, Ginny mi ha detto che girano delle voci...Su di te e un ragazzo di Corvonero. Naturalmente non penso che tu, insomma...voglio dire...sono solo voci ma..."
Jonatan comprese al volo. L'avevano visto, allora.
Terry a lezione gli aveva dato appuntamento davanti al dormitorio di Corvonero.
Doveva dirgli una cosa molto ma molto importante, gli aveva detto.
E così quella sera, all'improvviso, dopo aver farfugliato una specie di dichiarazione gli si era incollato alle labbra.
Jonatan da qualche anno aveva scoperto di apprezzare la bellezza femminile come quella maschile, ma non si aspettava certo che un compagno di corso, appena conosciuto, lo abbrancasse a quel modo!
Sospirò brevemente, tranquillo. Hermione non lo sapeva, ancora.
"E' vero. Mi ha baciato."
La ragazza trattenne il fiato. Non sembrava scandalizzata, solo stupita e confusa.
"Forse ti stupirà sapere che in passato ho avuto un paio di storie anche coi ragazzi, non solo con le ragazze..."
Non era offeso, e il suo tono di voce era pacato. Voleva che Hermione capisse ed era sicuro che una ragazza di larghe vedute come lei non avrebbe avuto problemi ad accettare questa sua particolarità. "Evidentemente Terry deve averlo saputo e, aggiungendoci il fatto che io devo piacergli molto...Si è preso, diciamo, delle confidenze azzardate."
Hermione era ancora ammutolita, ma sembrava rassicurata.
"Comunque, non devi preoccuparti, Hermione. Sai bene a chi appartiene il mio cuore. Spero che questo fatto non cambi le cose tra noi..."
Era serio, e la guardava intensamente negli occhi.La ragazza arrossì.
"Ma certo, Jonny, e scusami se mi sono fatta influenzare da delle voci."
Si aprì finalmente in quel sorriso che il ragazzo adorava.
"Io ti credo, ma da ora in poi sarò gelosa di te e lui, quando saremo a lezione coi Corvonero." scherzò.
"E io allora? Credi che non abbia visto come ti guarda il tuo amico Ron?" domandò il ragazzo fingendosi offeso.
Era vero però, che era geloso di Weasley. Le stava sempre appiccicato, non le toglieva gli occhi di dosso.
"Ron è solo un amico" replicò lei. "Comunque che ne dici se oggi ci mettiamo vicini di banco, in prima fila?" propose.
Il sorriso di Jonatan si fece più ampio. "Certo, stavo per proportelo"

Harry camminava rapidamente per i corridoi, nel tentativo ormai vano di evitare un eccessivo ritardo per l’ora di Trasfigurazione. Purtroppo la notte precedente non aveva dormito affatto bene, senza contare il fatto che, aiutato dal Mantello dell’Invisibilità e dalla Mappa del Malandrino, aveva perlustrato Hogwarts per ore, alla ricerca di Draco Malfoy.
Harry infatti era convinto che il Serpeverde stesse tramando qualcosa. Fin da quando aveva sentito i discorsi di Malfoy e dei suoi compagni sull’Espresso aveva avuto la certezza che il ragazzo non stesse semplicemente pavoneggiandosi: era un Mangiamorte a tutti gli effetti e il fatto che da qualche giorno sparisse continuamente ad ogni ora del giorno e della sera era un ulteriore conferma di ciò.
Ron e Hermione non prendevano troppo sul serio le sue preoccupazioni: ogni volta si guardavano, esasperati, e gli ripetevano che non era possibile che un ragazzino così giovane e inesperto come Malfoy facesse parte delle fila di Voldemort.
Invece è così…
Harry raggiunse la porta dell’aula con il fiatone, entrò e:
“Dieci punti in meno a Grifondoro, signor Potter!”
La giornata non era cominciata decisamente bene.
“Mi scusi, professoressa…” bofonchiando delle scuse Harry si avvicinò all’ultima fila dove sedevano Ron, Hermione e Jonatan Van Halen, il nuovo allievo di Grifondoro.
Hermione parlava animatamente con quest’ultimo, mentre Ron li fissava con una smorfia di disappunto sul viso lentigginoso.
Il ragazzo si sedette vicino all’amico, cominciando a tirar fuori libri e pergamene. Il suo arrivo sembrò risvegliare l’attenzione di Hermione.
“Harry, pensavamo che non saresti più venuto!” esclamò.
“Veramente ho dormito troppo e poi…Malfoy è sparito un’altra volta dalla mappa!”
Ron sbuffò, Hermione alzò gli occhi al cielo borbottando: “Di nuovo con questa storia…” Jonatan, incuriosito, fissava a turno ognuno dei tre compagni.
Harry continuò imperterrito: “Deve essere perché è nella Stanza delle Necessità, e se è lì significa che sta combinando qualcosa…Devo scoprirlo! Ora che è un Mangiamorte…”
A quelle parole Jonatan si schiarì la voce e chiese: “Ehm, scusate se mi intrometto, ragazzi. Ma di che state parlando? Non vorrete forse dire che Malfoy fa parte dell’esercito di Voi-sapete-chi?”
Harry fece una smorfia. Si pentì di non aver usato il Muffliato, si era fatto sentire da quel nuovo allievo, che per di più aveva una sorella a Serpeverde…Però sembrava un tipo affidabile. Era uno studente modello e le poche volte che si erano parlati gli era sembrato molto gentile.
Il ragazzo sospirò e bisbigliò al compagno: “Vedi, noi…voglio dire, io”- si corresse notando gli sguardi indispettiti di Ron e Hermione- “sono del parere che Draco Malfoy sia un Mangiamorte…Ho alcune prove e…” si interruppe guardando l’espressione allibita del compagno: Jonatan lo guardava come se si aspettasse che da un momento all’altro Harry urlasse. “Ci sei cascato!”
Ma Harry non era mai stato più serio.
L’ex studente di Durmstrang tese il collo oltre la fila di fronte a lui, e lanciò una rapida occhiata a Malfoy, che sedeva vicino ad Alexandra Van Halen.
La McGrannit stava mostrando alla classe la Trasfigurazione di un pesce rosso in un calice, ma i Serpeverde, come d’altra parte Harry e i suoi amici, non sembravano ascoltarla granché. Confabulavano tra loro, incuranti della lezione.
Jonatan si rivolse di nuovo ad Harry, improvvisamente preoccupato.
“Ascolta Potter, se quello che dici è vero allora mia sorella…mia sorella non dovrebbe frequentare gente come Malfoy.” Disse a mezza voce.
Harry era convinto che nessuno con un cervello avrebbe dovuto frequentare Malfoy, ma comunque rispose: “Non preoccuparti, Jonatan. Non credo che tua sorella sia il tipo da farsi infatuare da quel presuntuoso di Malfoy. Comunque, visto che sei uno dei pochi a credermi” fece uno sguardo bieco a Ron e Hermione “che ne dici di aiutarmi a scoprire cosa sta tramando?”
Il ragazzo sembrava tutto fuorché rassicurato, ma annuì e silenziosamente si concentrò sulla lezione.
Menomale che quel Jonatan era un tipo a posto. Harry era sicuro che con il suo aiuto sarebbe riuscito a beccare Malfoy nella Stanza delle Necessità e a denunciarlo una volta per tutte a Silente. Se avesse scoperto i suoi piani, senza dubbio avrebbero dovuto credergli.

Alex non poteva credere alla propria fortuna quando, quella mattina, era riuscita finalmente a sedersi di fianco a Draco Malfoy.
Zabini era ammalato e così per lei non era stato difficile prendere il suo posto. Pansy l’avrebbe preceduta se casualmente non fosse inciampata sull’orlo della propria divisa, qualche istante prima. Il ragazzo non sembrava particolarmente interessato a far conversazione, ma lei avrebbe saputo sciogliere il ghiaccio.
“Ciao, Draco. Ti dispiace se mi sono seduta qui?” fece, inumidendosi distrattamente le labbra con la lingua guardando altrove.
Salutò il fratello, seduto in ultima fila in compagnia della ragazza Babbana e un ragazzo dai capelli rossi.
Zabini le aveva parlato di quei due, erano gli amichetti di Potter, e a quanto pare suo fratello stava socializzando con loro. Poco male, lo avrebbe convinto a passare al Lato Oscuro anche con la forza se necessario…
Intanto però, doveva seguire gli ordini di Voldemort e quindi persuadere Draco ad includerla nel piano. Quei due stupidi di Tiger e Goyle erano solamente una palla al piede del giovane Malfoy. Alex invece, astuta ed abile nelle Arti Oscure, sarebbe stata un aiuto molto più valido. “Mi piacerebbe fare due chiacchiere con te.”
“Nessun problema, Alexandra” rispose distrattamente Draco.
La stava ignorando bellamente!
Che presuntuoso…
“Senti” fece avvicinandosi pericolosamente all’orecchio del ragazzo “ho sentito che il Signore Oscuro ti ha dato un certo lavoretto da fare…”
Draco si allontanò con uno scatto infastidito e la guardò sospettoso: “Come lo sai?” chiese in un sussurro spaventato.
Alexandra si limitò ad un sorriso sornione e con fare teatrale si sfiorò distrattamente l’avambraccio sinistro coperto dalla tunica nera.
“Anche tu..?” balbettò Draco.
Era colpito, notò con piacere Alex. Sicuramente l’avrebbe rivalutata e con un po’ di persuasione sarebbe riuscita a farsi rivelare i suoi piani.
“Credevi di avere la prerogativa, Draco?” fece sarcastica. “Bè, in verità volevo offrirti il mio aiuto…”
Draco sembrò riflettere per un attimo, poi, improvvisamente folgorato annuì.
“Sì, effettivamente ci sarebbe una cosa che potresti fare per me, ma…” indugiò guardingo. Che gli era preso? Pensava di poter fare tutto da solo?
Un ragazzino come lui, studente non particolarmente brillante, poteva rifiutare l’ausilio di una strega come Alexandra?
“Non voglio che altre persone si immischino.” Concluse con arroganza, per poi tornare a riguardare gli appunti sulla pergamena.
Alex rimase interdetta per un attimo ma si riprese immediatamente.
“Oh, come vuoi, Draco. Io però fossi in te prenderei in considerazione la possibilità che il Signore Oscuro non la prenda molto bene quando saprà di te e una certa Weasley, dico bene?”
Aveva ottenuto l’effetto desiderato.
Draco si voltò di scatto, la paura dipinta negli occhi grigi ridotti a fessure. “Che stai dicendo? La pezzente Babbanofila Weasley?”
Fingeva in modo pessimo.
La ragazza scosse la testa, con un sorrisino malizioso che le increspava le labbra.
“Draco, Draco…sei proprio un pessimo attore. Comunque, il caso ha voluto che una sera vi abbia visto insieme, dalle parti del terzo piano, vicino al ritratto di Barnaba il Babbeo…E decisamente mi sembravate impegnati. Puoi negarlo?”
Il ragazzo digrignò i denti e una smorfia di disprezzo gli distorse il viso.
“Che intenzioni hai?”
“Ma nessuna, Draco. Semplicemente vorrei che mi includessi nell’operazione.” Concluse lei con un sorrisetto falsamente innocente.
Sono proprio una stronza, pensò tra sé. Ma si sa che i buonini non arrivano lontano.

Quella stronza della Van Halen!
Aveva scoperto tutto e Draco era visibilmente in difficoltà. E se avesse raccontato di Ginny? Sicuramente Lui non sarebbe stato magnanimo. Draco e la sua famiglia erano già troppo inguaiati per permettersi altri disastri. Per non parlare di Ginny, che era la cosa più bella che gli fosse capitata in tutta la vita. Cosa le sarebbe successo se il Lord lo avesse saputo?
Meglio non pensarci…
Era l’unica che aveva capito il perché della sua scelta. Tutti quanti compreso quell’idiota di Potter pensavano fosse facile opporsi al Signore Oscuro, certo. Facile, se non si tratta di quel codardo di Malfoy. Ma Draco aveva dovuto farlo, per suo padre, per riscattare la sua colpa. E forse un giorno sarebbe stato libero di vivere finalmente sereno, con i suoi genitori, con la persona che amava…
“E va bene.” Concesse infine. “Sabato notte, nel corridoio del terzo piano, vicino al ritratto. Ti spiegherò tutto con calma. Ma non osare prenderti i miei meriti!” soffiò adirato, alzando appena la voce.
“Sì, ai suoi ordini capo” fece Alexandra con una risatina di scherno.
Intanto era entrato Potter, in ritardo. Era da qualche tempo che lo spiava sempre, avrebbe dovuto escogitare qualcosa per toglierselo dai piedi, quel ficcanaso. Prima o poi avrebbe scoperto che si nascondeva nella Stanza delle Necessità, dove cercava di sistemare l’Armadio Svanitore di cui Sinister conservava una copia.
Se fosse riuscito a mettere in comunicazione la coppia di armadi, attraverso il negozio i Mangiamorte avrebbero potuto far irruzione ad Hogwarts. Un piano geniale, brillante, pensava Draco.
Il Lord sarebbe stato molto contento di lui.
Sì, ce la farò.
Quella Van Halen era proprio un’impicciona, ma non sembrava interessata a prendersi i suoi meriti. Sembrava infatti che i suoi obiettivi fossero altri, compreso quello, l’aveva notato di recente, di allontanarlo da Ginny. Ma di che si lamentava? Aveva già Blaise da scoparsi!
Era bella, vero. Ma non affascinante, secondo lui. Il che faceva molta differenza.
Inoltre il suo cuore apparteneva a Ginevra, non aveva occhi che per lei.

Per i primi due sabati i Serpeverde non riuscirono ad incontrarsi. Infatti un gruppo di Caposcuola di Tassorosso pattugliava il corridoio. Così il tutto fu rimandato a una mattina, bigiando un’ora di Storia della Magia.
Alex era emozionata all’idea di trovarsi finalmente sola con Draco, e per di più, a suo dire, in un posto dove nessun altro li avrebbe potuti vedere né sentire. Da quel che aveva capito si trattava di una stanza molto particolare, detta Stanza delle Necessità. A seconda delle esigenze di chi voleva entrarci assumeva diverse fattezze, e dimensioni. Chissà cosa aveva voluto nascondere Draco all’interno?
Si incontrarono come prestabilito di fronte al ritratto di Barnaba il Babbeo e lasciarono Tiger e Goyle a pattugliare la zona. Entrambi avevano assunto le sembianze di due bambinette di Serpeverde del primo anno. In caso di emergenza avrebbero fatto cadere la bilancia che avevano tra le mani, e il rumore avrebbe fatto capire a Draco e Alex che qualcuno di indesiderato si trovava nelle vicinanze.
“Mi raccomando, fate attenzione che soprattutto Potter e i suoi amici non si accorgano di nulla” ordinò Draco a i due tirapiedi, i quali annuirono imbronciati.
“Alexandra, ora dobbiamo passare tre volte davanti a questo muro e pensare intensamente alla stanza che vogliamo che compaia.” Disse freddamente Draco alla ragazza la quale annuì.
“Ciò che devi pensare è: voglio un posto dove possa trovare ciò che Draco ha nascosto. Mi hai capito?”. “Perfetto.”
Dopo tre giri apparve una maniglia dorata sul muro candido e i due entrarono. Alexandra si guardò intorno ammirata constatando quanto quel luogo sembrasse immenso: ovunque erano stipati un gran numero di oggetti magici, ciarpame e libri impolverati.
Seguì Draco attraverso il caos della stanza, fino a quando il ragazzo non si fermò e appoggiò la sua borsa a terra.
“Ma quello…” fece Alex notando un grande e vecchio armadio in fondo alla stanza.
“Esatto, è un Armadio Svanitore, ma purtroppo è rotto.” concluse Malfoy.
“Sinister possiede l’altro nel suo negozio e dalla tua espressione intuisco che devi aver capito il mio piano…”
Certo, Sinister aveva l’altro che comunicava con quello della Stanza. Se fossero riusciti a riparare quello rotto i Mangiamorte avrebbero potuto introdursi a Hogwarts con facilità.
“Complimenti” fece la ragazza ammirata. “Sei molto più furbo di quel che credevo” continuò a bassa voce avvicinandosi lentamente a Draco.
Lui sbuffò e alzò gli occhi al cielo.
“Mi credevi un pivello forse?”
“Affatto, anzi. Ti sei dimostrato all’altezza delle mie aspettative…”
La ragazza si faceva sempre più vicina, quei freddi occhi grigi l’attraevano irresistibilmente e per un attimo provò il folle impulso di baciare all’improvviso Malfoy.
Ma si limitò solamente a sfiorargli impercettibilmente un braccio per poi passare oltre e osservare meglio l’Armadio.
Avrebbero avuto molto tempo per divertirsi insieme.
Lì dentro la Weasley non avrebbe potuto vederli, e avrebbe sfoderato tutte le sue armi di seduzione con Draco: in poco tempo sarebbe caduto ai suoi piedi.
“Allora, che cos’è che non va in questo Armadio?” chiese con fare altezzoso.
“Dato che lavoravi da Sinister mi aspettavo che me lo dicessi tu” replicò acido il ragazzo. Alex sorrise. “Ma certo, fammi solo dare un’occhiata”
Aprì lo sportello e introdusse cautamente uno libro preso da uno degli scaffali impolverati. Il libro sembrava rimanere sospeso in una sorta di limbo. Non era di qua, ma nemmeno del tutto presente dall’altra parte. “L’Incanto Portus è danneggiato. Serve eliminarlo da questa parte e rifarlo da capo. Ma mi ci vorranno mesi. Bisogna smontarlo del tutto e incantare ogni pezzo nel modo giusto.” Sentenziò la ragazza. Chiuse lo sportello con una gran botta.
“Hai detto mesi?” sbottò Draco.
“Sì. Non ho mai svolto un lavoro del genere. Da Sinister facevo più lavori…di persuasione.” Rivelò con una smorfia.
Quel viscido del suo datore di lavoro approfittava del fatto che fosse una giovane molto affascinante e quindi la mandava spesso a trattare dell’acquisto di vari oggetti oscuri. Il vecchio mago si occupava personalmente della riparazione e della cura dei suoi tesori. Per questo più che la pratica, Alexandra e il fratello avevano imparato la teoria. Non permetteva loro nemmeno di toccare alcuni articoli esposti in vetrina, se non quando non poteva fare diversamente. In compenso però la ragazza aveva avuto modo di avvicinarsi alle Arti Oscure e a tutta una serie di informazioni che solamente un negozio di oggetti di quel genere poteva donare.
“Comunque, cambiando argomento” riprese Alex, “Hai già qualche idea su come svolgere l’incarico che il Signore Oscuro ti ha affidato?”
Draco ghignò. Alexandra sapeva che l’incarico di uccidere il vecchio preside non sarebbe stato una cosa facile da compiere, e che probabilmente il Lord aveva solo voluto vendicarsi del fallimento di Lucius Malfoy. Draco però sembrava coraggioso e sicuro di sé. Forse era anche per questo che le piaceva tanto, molto più di Blaise…
“Stavo pensando di fare una visitina a Sinister il prossimo mese.” disse il ragazzo.
“Il mio piano è quello di riuscire a infiltrare dentro la scuola un suo Oggetto Oscuro molto potente che basta toccare per morire nel peggiore dei modi.” Sogghignò ancora, come se già pregustasse la vittoria.
“Ti riferisci alla collana maledetta?” chiese Alex sbalordita.
Conosceva molto bene quell’oggetto, era uno dei più pericolosi che il negozio custodiva. Si diceva che fosse stata stregata da un potente mago oscuro ai tempi della fondazione di Hogwarts. Al solo contatto con la pelle nuda sprigionava un Potere Oscuro tale che la morte era assicurata in pochi secondi.
Draco annuì,e continuò: “Dal momento che la conosci, potresti aiutarmi a recuperarla. Sai come impacchettarla, con le dovute precauzioni?”
Alex annuì. “Certo, ma non è questo il problema, Draco. Sarà praticamente impossibile farla entrare a Hogwarts senza che Gazza lo scopra…a meno che…”
“Ci sarà bisogno di qualcuno di cui Silente non sospetti…” rifletté ad alta voce la ragazza.
“Un Grifondoro” proruppe immediatamente Draco.
“Stavo pensando che ad Hogsmeade non sarà troppo difficile avvicinare qualcuno di quei tonti, che ovviamente non sia della cricca di Potter. Quello è sempre tra i piedi” concluse disgustato.
Le piaceva la determinazione di Draco. Sorrise tra sé. Avrebbero avuto tempo per parlare del piano, che adesso si godesse la parte più piacevole di quella situazione. Lo avrebbe sedotto facilmente.
“Discuteremo dei dettagli in Sala Comune, se per te va bene.”
“Certo, Draco, e alla prossima uscita al villaggio metteremo in atto il tuo piano.” Sottolineò Alexandra.
“Solo un’ultima cosa!” esclamò, notando che già Draco raccoglieva la sua borsa e si apprestava ad uscire.
“Non ti piacerebbe rimanere un altro po’ qui, insieme a me?” sussurrò provocante.
Battè le ciglia e fissò gli occhi grigi del ragazzo che si erano dilatati per lo stupore e, possibile, un po’ di imbarazzo?
Alexandra si avvicinò a passi felpati e prima che il Serpeverde potesse muoversi premette velocemente le labbra sulle sue, soffocando le sue parole prima che potessero uscire.
Con una mano morbida e vellutata si impadronì velocemente del bavero della camicia del ragazzo e cominciò a sciogliere la cravatta della divisa.
Ma…
“Che ti prende? Sei impazzita?”
Draco si era allontanato con uno strattone e la fissava seccato.
Il volto solitamente pallido era appena sfumato di una tonalità di rosa, e aveva il fiatone. Alexandra non pareva minimamente imbarazzata, quanto piuttosto irritata. Come poteva averla respinta a quel modo?
Cercò comunque di dissimulare la delusione.
“Non mi dire che ti è dispiaciuto?” replicò maliziosa “Sei di un delizioso colorito rosso, signor Malfoy”
Il ragazzo ignorò quell’ultima punzecchiatura e si rassettò la divisa.
“Non ci provare, Van Halen.”
Alexandra notò il ritorno all’uso del cognome. “Oh, dimenticavo. Tu stai con quella Weasley, giusto?” “Non sono affari tuoi. Vedi di impicciarti solamente in quel che riguarda i piani del Lord.”
Draco uscì sbattendo la porta, lasciando Alex più imbronciata che mai.


SONO TORNATA!! PERDONATE LA LUNGA ASSENZA, MA CAUSA SCUOLA HO RITARDATO L’AGGIORNAMENTO :( ALLORA, PIACIUTO QUESTO CAPITOLO? COME AL SOLITO RISPONDO ALLE RECENSIONI, ANCHE SE IN QUESTO CASO CE N’è SOLO UNA :( NOTO COMUNQUE CON PIACERE CHE LA FF è TRA LE PREFERITE DI 4 PERSONE ^^ GRAZIE MILLE A TUTTI!
_AqUa PrInCeSs_: grazie dei complimenti! Jonny in effetti è molto meglio di Alex, vero? Hai visto in questo capitolo però quella antipatica ha avuto ciò che si meritava ;) Ma la storia continua e lei non si darà per vinta…Riguardo Draco e Ginny, eh, per ora non possono proprio rivelare la loro storia! Pensa a come la prenderebbero Harry e Ron! Spero che la storia ti continui a piacere!
BACI A TUTTI DA ALEX! ^__^

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Capitolo 5
*** Litigi ***


Le sue mani candide e delicate sfioravano con sicurezza la pelle nuda e diafana del ragazzo biondo che giaceva sotto di lei. Non un centimetro del suo corpo poteva sfuggire a quelle piacevoli torture che gli stava provocando...
“Ginny…”
Draco fremette impercettibilmente sotto i baci con cui Ginny gli stava dolcemente sfiorando il collo. Ma all’improvviso il ragazzo, con uno scatto felino, invertì le posizioni, diventando padrone del gioco. Passò le mani tra i lunghi capelli rossi della ragazza e prese possesso della sua bocca con dolce irruenza. Un bacio lungo e passionale, che fece rabbrividire di piacere entrambi. Un bacio alla Draco Malfoy. Era una voglia di averla, una voglia di saziarsi di lei, quella che Draco soddisfaceva con i suoi lunghi baci. Si allontanò per qualche istante a guardare la Weasley in tutta la sua giovane perfezione. Sulle labbra sottili un sorriso malizioso, il suo tipico sorriso malizioso. Ginny rimandò il sorriso al suo ragazzo, passandosi la lingua sulla bocca. Gli occhi dei due erano legati indissolubilmente in un gioco di sguardi, finchè la mano di Draco si fece più audace e si avvicinò pericolosamente al punto più segreto e intimo di Ginny. Sapeva già come farla impazzire di piacere e in poco tempo strappò gemiti eccitati alla ragazza.
“Draco…sì…”
Ginny si strinse al suo corpo muscoloso mentre Draco tornava a baciarle il viso e la bocca con più ardore. I loro corpi, sudati e perfetti, si muovevano a ritmo sincronizzato, avvolgendoli, travolgendoli di piacere. La danza del loro amore. Ben presto nelle orecchie dei due risuonavano i gemiti forti di Ginny e i sospiri di Draco. La rossa era ormai completamente abbandonata alle mosse esperte di Draco, tra le sue braccia, contro il suo petto incredibilmente scolpito da durissimi allenamenti di Quidditch, perché era l'unico posto dove sentirsi protetta, dove sentirsi amata davvero a fondo. Cinse con le sue mani piccole e curate il volto del bel Serpeverde, e tracciò disegni infuocati con la lingua, lentamente, esplodendo ogni tanto in sospiri di soddisfazione. Draco era appagato, riusciva a sentire i più impercettibili sospiri della sua amata sul collo, non cessava ancora quella magica danza…Infine raggiunsero insieme l’apice del piacere e si accasciarono esausti sulle coperte, abbracciati, ancora.
“Ti amo. Ti amo. Ti amo.” Ginny sorrise e baciò ancora il ragazzo sulle labbra.
Draco la guardò negli occhi, con la sensazione che il cuore potesse scoppiare dalla gioia e dalla malinconia allo stesso tempo.
Per quanto ancora avrebbero dovuto tenere nascosto al mondo il loro segreto? Ogni giorno era sempre più difficile mentire, a tutti: agli amici, ai genitori, a Lui.
Lui, il Signore Oscuro, era quello che temeva più di tutti. E quando Alexandra aveva minacciato di fare la spia si era sentito gelare il sangue nelle vene. Ma per quanto temesse l’ira di Voldemort, non avrebbe permesso che il suo sogno più grande, lei, Ginevra, gli venisse strappata via.
“Ti amo da morire, Ginny. Vorrei che fossimo lontani da tutti, da questo dolore che affligge il nostro mondo e le nostre vite. Vorrei poteri vivere il nostro amore nella vita di tutti i giorni, non furtivamente e senza poterti avere vicina in ogni istante. Ma…” Il ragazzo sospirò profondamente, ma Ginny sobbalzò preoccupata.
“Vuoi forse dire che…che è meglio se smettiamo?” Era così terrificata al pensiero che i suoi occhi erano già pieni di lacrime.
“No, no…Amore, che dici?” Draco sorrise e asciugò dolcemente le sue lacrime con un dito.
“Solo, devo dirti che…Non potremo vederci per un po’” Si sentiva morire a dirle quelle parole, ma doveva farlo per un bene più grande: compiere la missione che gli aveva affidato Voldemort. Solo così si sarebbe liberato dall’incubo che incombeva sulla sua famiglia e di lui.
“Cosa?”
“Questa stanza…” rispose Draco con un nuovo sospiro “Ne ho bisogno per il piano, ne abbiamo bisogno, io e Alexandra…”
Ginny al solo sentire il nome della ragazza ebbe un moto di rabbia e fulminò Draco con lo sguardo. “Come?! Quella stronza che ti sta sempre appiccicata?! Se la vedo ancora strusciarsi addosso a te, la affatturo! Schifosa, scommetto che non ha perso tempo per metterti le mani addosso e…”
Attaccò tutto d’un fiato la rossa ma il biondo le posò delicatamente l’indice sulle labbra per zittirla.
“Ginny, sai che non potrei mai tradirti. E’ vero, è attratta da me, ma si è offerta di aiutarmi, mi ha anche ricattato e non posso negare che abbia il coltello dalla parte del manico…” disse amareggiato.
“In ogni caso, mi serve che lei ripari un oggetto, in questa stanza. Per cui non potremmo usarla per vederci…”
Ginny abbassò lo sguardo, tristemente. E allora quando, dove, come sarebbero riusciti a vedersi senza destare sospetti? Quella situazione stava diventando insostenibile anche per lei, sebbene le costasse ammetterlo. I suoi voti erano calati precipitosamente: passando le notti insonni non riusciva a concentrarsi. Harry si faceva sempre più assillante e premuroso in maniera diabetica, per non parlare di suo fratello Ron, che voleva ficcare il naso sempre e ovunque.
Cazzo.
“Avrò da fare di sera, qui. Con lei, purtroppo.” Continuò Draco. “ma questo non vuol dire che non ci vedremo, e che non penserò a te in ogni momento…” La baciò nuovamente, i loro sospiri che anelavano a diventare una cosa sola, ancora una volta.
Le braccia di lui la strinsero a sé, ma Ginny si allontanò teneramente.
Non sarebbe riuscita ad allontanarsi, se lui avesse continuato a baciarla.
Non voleva essere scortese, ma in quel momento era tutto così difficile da sopportare…
Come un peso sul cuore.
“Draco, io lo accetto. Anche se è difficile, per il bene di entrambi. Non c’è una sola cosa che non farei per te…” Si rivestì e uscì dalla stanza, lasciando Draco cupo e malinconico.

Jonatan Van Halen attendeva impaziente l’arrivo di Potter nella Sala Comune di Grifondoro. Era una delle sere in cui avrebbero attuato il pedinamento di Malfoy.
“Harry!Eccoti finalmente!” il Prescelto stava scendendo le scale con un’espressione vagamente irritata. “Scusa, Jonatan” esordì “ma è tutto rimandato…” sbuffò.
“Come!”
“Sì, ecco Silent…ehm, volevo dire, ho da scontare una punizione”
Jonatan lo guardò storto: gli nascondeva qualcosa, ma preferì non indagare.
“Comunque”, riprese Harry “Potrai fare anche senza di me, tieni questa mappa, ti aiuterà.” Gli porse una pergamena decrepita e ripiegata. Jonatan si incuriosì.
“Cosa dovrei farci?”
Harry fece un sorriso furbo: “È una mappa di Hogwarts, mostra tutti i passaggi segreti ma soprattutto gli abitanti del castello. E non sbaglia mai!” concluse soddisfatto. “Ti basterà controllare gli spostamenti di Malfoy, sempre se lo trovi, perché in alcuni momenti è introvabile e non riesco a capire perché.” Sbuffò.
“Come funziona?” chiese Jonny aprendo la mappa con cura.
Harry tirò fuori la bacchetta e colpì il dorso della pergamena: “Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.” La mappa del Malandrino cominciò a tracciare la piantina di Hogwarts e comparvero cartigli con i nomi degli studenti e dei professori. Jonatan li fissava con occhi sgranati.
“Wow! E’ fantastica…”
“Sì…mi ha aiutato molto, vedrai che ti sarà utile. Per stasera scusami, ma la prossima volta andremo insieme. Ah, dimenticavo, per cancellarla basta dire: fatto il misfatto.”
Jonatan annuì dopodiché Harry uscì dalla Sala Comune, lasciandolo solo ad ammirare le meraviglie di quella mappa. Individuò immediatamente la torre di Grifondoro, e il minuscolo cartiglio con scritto “Harry Potter”. Il ragazzo osservò il percorso: si dirigeva verso l’ufficio del Preside. Erano vere allora le voci secondo cui Harry era il preferito di Silente. Il compagno non aveva voluto svelargli il motivo delle sue visite al preside, ma Jonny intuì vagamente che doveva avere a che fare con il ruolo da tutti attribuitogli, quello del Prescelto.
Ma non era il momento di pensare a Harry, quanto a Malfoy, e a sua sorella. Individuò quest’ultima che stava uscendo dai sotterranei Serpeverde. Jonatan uscì dalla Sala Comune a sua volta, e compiuto un incantesimo di Disillusione su se stesso, cominciò a pedinarla. Si stava dirigendo al terzo piano, ma…
“Ahi!” Dannazione!
Guardando la mappa, non aveva fatto attenzione a un gradino evanescente, che ormai tutti gli studenti più grandi evitavano agevolmente, ed era rimasto incastrato.
In quel momento, inaspettatamente, comparve Ginny Weasley. Impossibile dire chi fosse più imbarazzato alla vista dell’altro. “Non è che mi daresti una mano, Weasley?” chiese affaticato Jonatan.
“Cosa?Oh,sì, certo…”
Con fatica lo aiutò a tirarsi fuori, e poi corse via. Jonny non si curò di quel comportamento strano, ricontrollò frettolosamente la mappa, ma Alex era…
“Sparita!” sussurrò.
Impossibile, proprio come Malfoy. La cosa non piacque affatto al Grifondoro che, raggiunto il terzo piano, si nascose cautamente dietro un’armatura e attese che comparissero i due Serpeverde. Era sospetto che entrambi fossero scomparsi proprio in quella zona. E se la mappa fosse stata difettosa? Ma Harry aveva detto che non sbagliava mai…In ogni caso, si disse Jonatan, lo avrebbe scoperto quella sera stessa.

Alex percorreva velocemente i corridoi di Hogwarts, dirigendosi verso il terzo piano,alla Stanza delle Necessità, dove aveva appuntamento con Draco. Avrebbe cominciato la riparazione quella sera stessa, sotto la sua supervisione, che naturalmente non sarebbe servita. Non era mica una povera scema. Mentre camminava Alex si sentiva osservata, ma per quanto si voltasse o cercasse di captare pensieri chiamando telepaticamente il gemello Jonatan, non ne veniva a capo. Era evidente che Jonatan ignorava la sua chiamata mentale, lo aveva già fatto in passato, o peggio stava “chiudendo” i propri pensieri.
Ok la privacy, ma non le piaceva la sensazione di essere spiata, aveva bisogno di Jonatan... Per fortuna era quasi arrivata alla Stanza. Dopo i tre consueti giri avanti e indietro pensando intensamente come gli aveva detto Draco, una lucente maniglia comparve dove prima vi era la parete. La ragazza immediatamente entrò. Draco l’attendeva, con una faccia da funerale.
“Sera, Malfoy. Cos’è quel faccino triste?” Lo provocò lei.
“Fatti i cazzi tuoi” sbottò il fine principino di Casa Malfoy. “E vedi di metterti al lavoro, è una giornata di merda.”
Alexandra rise.
“Certo, certo. Mi metto all’opera ma non sapevo che la finezza fosse tra i tuoi pregi. A forza di frequentarli, i pezzenti Weasley ti hanno contagiato?”
Draco scattò immediatamente, la bacchetta alla mano.
“Stupeficium!”
“Protego!”
L’incantesimo venne respinto e la ragazza rise nuovamente, questa volta più forte. Draco digrignava i denti, furioso. Nonostante ciò Alex lo trovava quasi adorabile, quell’espressione gli donava. Le piaceva stuzzicarlo a quel modo, solo per vedere la sua reazione, che ci poteva fare? Era più forte di lei.
“Vedi di non tirare in ballo Ginny, o ti faccio fuori!”
“Ahaha, come sei suscettibile!” Per lei quello era solo un gioco, ma Draco aveva in ballo molto altro. Lei non aveva niente da perdere invece, ma tutto da guadagnare.
“Comunque, vediamo di sbrigarci…” fece, con noncuranza. Si mise all’opera per sistemare l’Armadio Svanitore, sotto lo sguardo sospettoso e irato di Draco.

Quasi mezz’ora dopo, Jonatan attendeva ancora, nascosto, in attesa dell’apparizione di Draco o Alexandra. Gli sembrava impossibile che fossero spariti. Sapeva bene che non ci si poteva Smaterializzare o Materializzare entro i confini di Hogwarts. Quindi forse quei due avrebbero potuto sgattaiolare fuori da uno dei passaggi segreti che la mappa indicava, magari per nascondersi a Hogsmeade. A quanto ne sapeva uno dei passaggi sbucava a Mielandia, e l’altro nella Stamberga Strillante. Quest’ultimo era senza dubbio un luogo molto adatto a nascondersi e complottare, ma era impossibile che avessero raggiunto quelle vie in così poco tempo, e senza che lui li visualizzasse sulla mappa…! Quell’oggetto, per quanto potente, doveva essere mal funzionante, o forse danneggiato…
Danneggiato come il suo rapporto con la sorella…In quei giorni la sentiva sempre più distante. Sebbene fosse al settimo cielo per come stavano andando le cose tra lui e Hermione, sentiva che il legame con Alex si stava indebolendo. Lei aveva preso a frequentare quel Serpeverde, su cui circolavano voci ben poco lusinghiere e lui era così preoccupato…Ma Alex era troppo testarda e sapeva che immischiandosi nei suoi affari l’avrebbe resa furiosa. Quella sera però non aveva resistito alla tentazione di seguirla, tanto più che a quel punto aveva scoperto che lei e Draco erano spariti quasi sicuramente nello stesso luogo. Immerso in questi pensieri, Jonatan si riscosse di colpo quando sentì cigolare una porta e vide incredibilmente Draco Malfoy fuoriuscire dalla parete che prima era totalmente vuota. Il ragazzo deglutì rumorosamente vedendo che anche Alex usciva di lì. La porta scomparve improvvisamente, e i due ragazzi presero direzioni diverse. Jonatan resistette all’impulso di uscire allo scoperto, gridare a sua sorella di smetterla di giocare a fare la bambina viziata, frequentare quei tipi, immischiarsi in cose più grandi di lei, pericolose e…
Ma si trattenne. Non sarebbe servito a nulla. Aveva invece molte informazioni da dare a Harry una volta che si fossero rivisti. “Fatto il misfatto” mormorò, e la mappa ridivenne solo una vecchia pergamena intonsa.
Cominciò a seguire la sorella, lentamente, senza più nascondersi. Si fece sentire, silenziosamente, quasi una carezza tra i suoi pensieri cupi, che da molto, troppo tempo non erano rivolti a lui. E Alex si voltò, sicura della presenza del fratello. Gli sorrise. “Anche tu in giro fino a tardi?”
“Sì, il Preside voleva parlarmi” buttò lì, senza riflettere. Sapeva perfettamente che Alex avrebbe scoperto la bugia, se non avesse bloccato la propria mente.
“Ah sì?”
“Niente di importante…tu piuttosto, che ci fai qui?” cercò di velare il tono di accusa nella propria voce, non riuscendoci del tutto.
Alex alzò un sopracciglio e piegò la bocca in una smorfia, un’espressione caratteristica di irritazione.
“Niente di importante” disse freddamente, quasi facendogli il verso.
Jonatan sospirò profondamente, cercando le parole adatte per farle capire il peso che aveva sul cuore. Erano così legati, prima. Avrebbero potuto capire i reciproci sentimenti, era parte del loro potere, cosa che ora non accadeva più.
“Ho visto che frequenti Malfoy, e so che non girano voci molto belle, su di lui e suo padre. Ora, non so cosa hai in mente, ma devi darti una regolata! Potresti finire nei guai, girare con quei poco di buono…”
“Cosa?! Come ti permetti?” Alex era furente, i suoi occhi chiari sembravano mandare lampi di fuoco in quel momento. “Non sono affari tuoi quello che faccio, non più!”
“Abbassa la voce, Alexandra…Sai che lo faccio perché ci tengo a te…” il tono di Jonny era amareggiato, non poteva credere che la sete di vendetta avesse acquisito un tale potere su sua sorella da distruggere il loro rapporto in pochi mesi.
“E non te ne frega proprio niente di quelli che hanno ammazzato papà e mamma?!” Era fuori di sé, quasi sull’orlo delle lacrime.
“Sì, ma non è con la violenza che si risponde alla violenza e loro…non erano dei santi! Vuoi diventare come loro?”
“E se anche lo fosse?” la sua voce era salita di un tono.
“…Alex, ti prego…”
Lei si voltò per andarsene e lui la prese per un polso, per fermarla.
“Voltati, guardami in faccia, sono tuo fratello”. La ragazza si ritrasse bruscamente. E alzò la manica del braccio sinistro, quello che Jonatan tratteneva con presa salda.
“Guarda!”
Un orrendo tatuaggio di un teschio con la lingua di serpente deturpava la pelle candida del braccio di sua sorella. Il ragazzo lasciò andare il polso, inorridito.
“Che hai fatto…?” mormorò. Era sconvolto, incapace di muoversi o dire altro…
Alex non rispose, se ne andò via e lui fu certo di averla sentita piangere.


SALVE A TUTTI! SCUSATE PER IL GIGANTESCO RITARDO AD AGGIORNARE, MA HO AVUTO UN SACCO DI IMPEGNI SCOLASTICI E PER LE VACANZE NON HO POTUTO USARE IL PC perché ERO IN MONTAGNA! COMUNQUE, COME AVETE VISTO HO ALZATO IL RATING, PER VIA DELLA PRIMA SCENA. ERA LA MIA PRIMA SCENA DI LETTO, CHE VE NE PARE? HO FATTO SCHIFO? SPERO DI NO! GRAZIE AD _AqUa PrInCeSs_ CHE HA RECENSITO! Hai visto, in questo chap Draco e Ginny sono insieme, anche se la loro è una storia molto tormentata… BYE A TUTTI E ALLA PROSSIMA! BY ALEX^^

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