Abduction.

di fearofopinions
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** «Io so tutto, piccola Montgomery.» ***
Capitolo 2: *** Il lupo mangia la sua preda solo dopo averci giocato! ***
Capitolo 3: *** 2. Non è possibile.. ***
Capitolo 4: *** 3.- Perchè? ***



Capitolo 1
*** «Io so tutto, piccola Montgomery.» ***



Abduction.
«Styles!»
Joseph roteò sulla sua sedia girevole, guardando un'altra volta tutte quelle foto sparse sul tavolo di legno color mogano. Chiamò a gran voce uno dei suoi "ragazzi" che, ovviamente, non tardò ad arrivare.
«Si signore, mi ha chiamato?»
Il ragazzo si fermò dinanzi la scrivania, puntanto i suoi occhi in quelli dell'uomo davanti a lui. Joseph prese una foto delle tante ragazze e la puntò proprio sul viso di Harry che restava sempre con le gambe un po' aperte e le braccia incrociate dietro la schiena.
«Devi trovarla! Portamela qui»
La voce autoritaria si alzò di qualche ottava, ma questo non spaventò il ragazzo che annuì impercettibile
«D'accordo signore.»
«Perfetto Styles, adesso vai e non deludermi.»
«Questo mai, signore.»

Il ragazzo prese la foto e si incamminò verso la porta, chiudendosela alle spalle.
Guardò la foto, la ragazza era davvero molto carina. Su di essa una scritta color oro padroneggiava: Aria Montgomenry.
«Bene Aria, ti troverò, e stai certa che la tua vita non sarà così semplice.» pensò con un ghigno maligno incamminandosi nella sala della villa che lo ospitava. 

Una settimana dopo.
«Aria aspettami, non correre!»
«Eddai Hanna, muoviti, siamo in ritardo!»
la castana si lasciò andare in una risata che echeggiò per tutto il vicolo della piccola strada davanti a lei.
Hanna le imprecò dietro e vedendo la sua migliore amica accellerare sempre di più decise di raggiungerla correndo. Non era la serata giusta per mettere i tacchi. Per la prima volta, stava invidiando Aria e i suoi stivaletti in pelle. Mugugnò qualcosa di incompresibile prima di raggiungere l'amica.
Si ritrovarono davanti al grande locale: The moon.
Qui si sarebbe tenuta la festa a sorpresa di Spencer, la loro amica avrebbe compiuto diciasette anni, era la più grande tra il loro gruppo.
Aria, Hanna, Spencer ed Emily erano molto legate, fin dall'asilo, non si erano mai lasciate andare. Ogni cosa che facevano dovevano farla insieme. Se una di loro non andava da una parte, le altre avrebbero rinunciato ad una serata di puro divertimento solo per trascorrere la notte da una di loro. A scuola, nonostante ci fossero i vari gruppetti- tra cui, cheerleader, secchioni, emotivi, giocatori di football, sfigati, il club di chimica e quello della moda- loro camminavano insieme, non si sarebbero mai divise solo per partecipare ad uno stupido club.
«Pronta ad entrare e divertirti, sorella?» la bionda rivolse un sorriso ad Aria che ricambiò ben volentieri.
«Certo, bionda, entriamo e spacchiamo tutto.» rise prima di aprire la porta del locale ed essere inondata di "Auguri" e vari festeggiamenti. Si erano confusi, non erano loro le festeggiate e appena Hanna lo spiegò tutta la gente che c'era lì dentro non fu contenta di saperlo. Le due ragazza risero sonoramente prima di essere raggiunte da Emily.
«Ragazze ma che fine avevate fatto? Dovevate essere qui mezz'ora fa!»
«Lo so Em ma qualcuno non voleva fare in fretta, voleva essere "perfetta" per il suo Caleb.»
Aria scimmiottò Hanna che le diede uno schiaffo più che doloroso sul braccio.
«Ma che succede qui?» una voce dolce fece girare tutti verso la porta. Spencer si trovava proprio lì, erano tutti indaffarati che non si erano nemmeno accorti della presenza della festeggiata.
«Auguri Spencer!» Hanna urlò seguita subito dopo da tutti gli altri, aveva salvato il tutto, evitando una figuraccia. Le tre ragazze raggiunsero la loro migliore amica. Emily le saltò addosso, Hanna l'abbracciò e Aria le lasciò un bacio sulla guancia.
«Tanti auguri Spenc!»
«Ragazze ma voi.. vi eravate..»
era troppo sorpresa per parlare.
«Non avremmo mai potuto dimenticare il tuo diciassettesimo compleanno.» le sorrise dolcemente Emily prima di abbracciarla nuovamente e condurre tutte a qualche tavolo del locale.
«Ma quanta gente avete invitato!» commentò Spencer bevendo il suo drink.
«Noi, non li abbiamo invitati, la maggior parte di questa gente si è autoinvitata.» Spencer quasi si affoggò e Aria scoppiò in una risata, accarezzandole il braccio e schioccandole le dita verso l'alto per farla riprendere dal suo quasi-affogamento.
«Tipo quel ragazzo lì.» Hanna indicò un ragazzo riccio che stava guardando verso la loro direzione, precisamente verso Aria. «lui si è auto-invitato e.. mi sa che sta guardando te Aria!» la bionda colpì la ragazza con una gomitata che alzò lo sguardo mentre un coro di "uhh" si alzava dal loro tavolo seguita da risate e da uno sguardo infastidito di Aria.
«Smettetela sceme, non è divertente.» Aria ritornò a bere il suo drink mentre un ghigno divertito si formò sul suo volto.
«Ma guarda! Ti sta mangiando con gli occhi!» Hanna continuò a provocarla. 
«Hanna adesso basta!» la castana si alzò di scatto mentre si dirigeva verso l'uscita del locale.
«Dai Aria, stavamo scherzando, torna qui!» Emily la chiamò, si stava per alzare e raggiungerla ma Spencer la fermò sussurrandole un "verrà da noi appena si calma, sai che è fatta così."
Aria varcò la soglia del locale, venne investita dal vento freddo di metà novembre e fu costretta a riscaldarsi muovendo velocemente le mani sulle sua braccia mezze scoperte. Perchè aveva lasciato il maglioncino dentro?
La musica lì fuori era più ovattata, meno assordante e questo non fece altro che portare in Aria pace e serenità, chiuse gli occhi alzando la testa verso il cielo stellato.
«Perchè una bella ragazza come te, sta tutta sola qui fuori, al freddo?» una voce roca dietro di Aria la fece sobbalzare, girandosi di scatto verso la fonte dalla quale proveniva. Un ragazzo riccio la guardava con un sorrisino, quello stesso ragazzo che si trovava nel locale quella sera e quello stesso ragazzo che Hanna continuava ad indicare.
«Non mi pare siano affari tuoi.» sputò acida la ragazza riservandogli uno sguardo gelido.
Harry ghignò. «Acida eh, Aria?»
«Non sono acida, sono solo..» si bloccò d'improvviso. «come fai a sapere il mio nome?»
Harry le si avvicinò.
«Io so tutto, piccola Montgomery.» le soffiò all'orecchio prima di sparire nell'oscurità, accompagnato dalla luce di un lampione.
Aria rimase lì, ferma, confusa, sperando che fosse tutto un brutto sogno. 



YOUR LIFE, YOUR VOICE, YOUR REASON TO BEE..
Salvee gente!
Allora? Come vi sembra?
Spero interessi in molte questa storia.
La nostra Aria (Lucy Hale):


La nostra Hanna (Ashley Benson):


La nostra Emily (Shay Mitchell):


La nostra Spencer (Troian Bellisario):

 

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Capitolo 2
*** Il lupo mangia la sua preda solo dopo averci giocato! ***


Il lupo mangia la sua preda solo dopo averci giocato!


Harry ghignò. «Acida eh, Aria?»
«Non sono acida, sono solo..»si bloccò d'improvviso. «come fai a sapere il mio nome?»
Harry le si avvicinò.
«Io so tutto, piccola Montgomery.» le soffiò all'orecchio prima di sparire nell'oscurità, accompagnato dalla luce di un lampione.
Aria rimase lì, ferma, confusa, sperando che fosse tutto un brutto sogno. 
Due giorni dopo..
«Allora Harry, come procede la tua ricerca?»
Cinque ragazzi erano tutti seduti intorno ad un tavolo, chi con i piedi al di sopra, chi sorseggiava un bicchiere di birra e chi invece ascoltava partecipando alla conversazione.
«Bah, molto semplice, già l’ho individuata ed è anche molto carina.»Harry ghignò guardando tutti i suoi compagni.
«Com’è che si chiama sta ragazza?» Louis era abbastanza curioso.
«Aria. Aria Montgomery.»
I suoi amici annuirono ma d’improvviso una voce autoritaria e dura li interruppe.
«Malik, vieni subito qui!»
Il ragazzo con gli occhi color caramello sbuffò alzandosi dalla sedia, borbottando qualcosa di incomprensibile. Gli altri quattro risero alla sua reazione e continuarono indisturbati la loro conversazione, sentendo solo un «Si, signore?» dall’altra parte della camera, prima che la stanza cadesse nel silenzio e in borbottii per alcuni minuti.
Dopo poco Zayn ritornò in soggiorno, attirando l’attenzione dei suoi amici. Consegnò alcune foto ai rispettivi ragazzi che aveva nominato Joseph, il loro superiore.
«Questa è per te, Niall.»consegnò la foto al biondino dinanzi a lui e riprese lo stesso rito per gli altri due rimasti.
I quattro ragazzi osservarono bene la foto che avevano davanti mentre Harry, comodamente seduto sul divano, li osservava, intuendo che probabilmente avevano avuto la sua stessa missione: trovare le ragazze ritratte in foto.
«Allora ragazzi, quali sono i loro nomi?»il riccio ghignò, aspettando che ognuno di loro dicesse nome e cognome.
Niall guardava ancora confuso la foto, poi alzò lo sguardò «Emily Fielde.» pronunciò.
«Spencer Hustings.»Louis lasciò che la sua voce si diffondesse per la stanza.
«Un bel bocconcino.. Hanna Marine.»sul viso del pakistano si formò un sorriso che non diceva nulla di buono.
«Liam e tu?»Harry incoraggiò il suo amico che non parlava ancora.
«Alison Di Laurentis.» girò la foto aggrottando le sopracciglia. La ragazza foto mostrò una ragazza su per giù di 16 anni, con i capelli biondi dietro le spalle e gli occhi azzurri che brillavano anche per foto.
Harry, ancora seduto sul divano, guardò confuso le foto delle ragazze che avevano dei visi conosciuti, tutti tranne Alison.
«Io queste ragazze le conosco!»esclamò alzandosi di scatto dal divano e indicando i tre volti sotto lo sguardo confuso dei suoi amici.
«Dove?»chiese Zayn a bruciapelo avvicinandogli le foto così da poter, probabilmente, riconoscere meglio le tre raagzze. Harry socchiuse gli occhi e pensò a dove poteva averle viste, poi una lampadina gli si illuminò in testa. 
«Ma certo! Alla festa! Stavano insieme ad Aria, erano le sue amiche!»
«Sei un genio riccio!»Louis gli diede una pacca sulla spalla sorridendo.
«E invece di lei?  Non ricordi proprio niente?»Liam gli puntò contro la foto di Alison ma Harry scosse la testa.
«Beh, allora conviene metterci alla ricerca, no?»Niall, Louis, Liam e Zayn si alzarono di scatto ognuno prendendo la propria giacca e dirigendosi verso la porta.
«Ragazzi, ragazzi, ragazzi, con calma!»Harry li fece fermare proprio vicino la soglia dell’ingresso.
«Cosa succede?»Niall lo guardò confuso, così come tutto gli altri.
«Il lupo mangia la sua preda solo dopo averci giocato!»Louis, Zayn e Liam capirono subito, lasciando che le loro labbra si incurvassero in un sorriso maligno.
«Io ancora non vi seguo.»Niall era sempre più confuso.
Harry rise prendendolo per un braccio e trascinandolo fuori insieme agli altri, dicendo un «Capirai più tardi Niall, non preoccuparti.»
 
 
[What started out as a simple altercation 
Turned into a real sticky situation 
Me just thinking on the time that im facing 
Makes me wanna cry 

Cause I didn't mean to hurt him 
Coulda been somebodies son 
And I took his heart when 
I pulled up that gun.]


Le note di “Man Down” di Rihanna rimbombavano per tutta la stanza piena di specchi, mentre Aria danzava indisturbata, talvolta chiudendo gli occhi. Si trovava solo lei in palestra, amava danzare ma non lo faceva pubblicamente, aveva troppo vergogna. Non frequentava nemmeno un corso di danza ma si allenava in quella palestra, siccome era aperta a tutti.
Destra, sinistra, braccia, busto, destra, sinistra, braccia, busto..
Continuava così tutta la canzone, aggiungendo espressioni. Ballava moderno e hip-hop, odiava la danza classica, non l’aveva mai sopportata, non si sarebbe mai immaginata con un tutù mentre ballava le canzoni di Beethoven. Finì la canzone, Aria aveva il fiatone, si era mossa con troppa energia ma in fin dei conti gli piaceva muoversi così, perché dava il meglio di sé. Sentì degli applausi arrivare dalla fine della stanza. Aria si girò di scatto, spaventata e confusa. Non voleva che la vedessero danzare, nessuno sapeva che ballava in quella palestra, nessuno tranne lei e le sue amiche, ovviamente. Il ragazzo riccio dell’altra volta era appoggiato allo stipite della porta e batteva ancora le mani. Un sorriso gli si formò sul viso quando vide la ragazza girarsi verso di lui. Aria prese la sua bottiglietta d’acqua vicino lo specchio e raggiunse il riccio.
«Cosa ci fai qui?»chiese diretta lanciandogli uno sguardo di fuoco.
«Niente, mi trovavo per qui e vedendo questa palestra sono entrato.» Harry fece spallucce. La mora si diresse in fondo la sala prendendo la sua borsa e caricandosela sulle spalle.
«Io lo chiamerei destino.»il riccio ammiccò verso la ragazza che alzò gli occhi al cielo.
«Comunque l’altra volta non mi sono presentato, sono Harry.»continuò porgendogli la mano che dopo poco strinse.
«E’ stato un piacere Harry, ma adesso devo andare, ci vediamo eh?» Aria stava per varcare la soglia di quella palestra ma il riccio non si diede per vinto, la seguì anche fuori.
«Vuoi un passaggio?»
«No grazie, non ne ho bisogno, so arrivare da sola a casa mia.»Harry si morse un labbro “Tosta la ragazza” pensò.
«Dai vieni con me.» la tirò per un braccio facendo incontrare i loro occhi verdi. Verdi chiaro per lui e verde-grigio per lei.
La ragazza sbuffò. «E va bene!» lo seguì fino alla sua auto. Harry sorrise. Aveva abboccato al lamo.
Dopo un po’, dopo varie indicazioni della ragazza arrivarono a destinazione.
«Grazie del passaggio Harry.»Aria gli sorrise prima di aprire la portiera. Ma Harry la fermò. Le prese il viso tra le mani e poggiò le sue labbra su quelle di Aria.
Un bacio totalmente inaspettato.
Aria sgranò gli occhi, mise le mani sul petto di Harry e lo staccò bruscamente da lei, lasciandogli il segno delle cinque dita sulla guancia.
Scese velocemente dall’auto sbattendo violentemente la porta.
Harry rimase lì, con la mano sul punto colpito. Nonostante tutto, sorrise. Sapeva che quella ragazza non gli avrebbe resistito per molto. M
ise in moto e ritornò alla sua “base”. 

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Capitolo 3
*** 2. Non è possibile.. ***


2.- Non è possibile..
I raggi del sole freddo del mese di Gennaio colpivano completamente il corpo di Aria che, con occhi chiusi, era distesa sul manto d'erba di un piccolo bosco.
Era passato un mese da quando Aria ed Harry si erano baciati. Ormai non si erano più visti ed Aria era realmente contenta in quel periodo. Aveva iniziato a praticare danza in una vera e proprio palestra e tra soli tre mesi avrebbero tenuto un saggio nella piazza più conosciuta della loro cittadina. In quel mese Aria credeva di vedere Harry dapperttutto, sembrava davvero ovunque. Un giorno potè giurare di averlo visto appoggiato al palo che si trovava fuori casa sua ma la ragazza aveva scosso la testa e chiuso la finestra, pensando che fosse tutta un'allucinazione.Per curiosità rigurardò ed infatti Harry era sparito.
Sfilò, ancora stesa sull'erba, il cellulare dalla borsa per controllare l'orario: le 16.27. Aiutandosi con i palmi delle mani, si rimise in piedi e cominciò ad incamminarsi verso l'uscita del bosco. Forse era meglio tornare a casa. Arrivò a destinazione dopo pochi minuti, fortuntamente il boschetto non era molto lontano da casa di Aria. Prese le chiavi dalla borsa color tortora e le insierì nella toppa, facendo scattare la serratura. Gettò con poco garbo la borsa sul divano che si trovava in salotto e si tolse i suoi stivaletti in pelle, i suoi amati stivaletti in pelle. Cominciò a salire le scale che collegavano il piano superiore a quello inferiore ed arrivò dritta in camera sua. Appena varcò la soglia però, la scena che le si presentò davanti non era una delle migliori. Aria spalancò gli occhi a quella vista. Boccheggiò in cerca di ossigeno e si appogiò con i palmi allo stipite della porta. Era una scena terrificante. Miliardi di sue foto erano attaccate per camera sua. Foto che lei non aveva scattato. Foto che la riprendevano.. daperttutto!
Faceva girare lo sguardo ad ogni sua foto. Era vicino la metropolitana, con Hanna, con Spencer, con Emily, una che la raffigurava mentre camminava da sola per strada, nel supermercato, nella palestra, mentre danzava, ed anche una davvero molto recente. La raffigurava nel piccolo bosco mentre era distesa con gli occhi chiusi.
Aria si portò una mano sulle labbra, sentendo gli occhi inumidirsi sempre di più. Non riusciva a capacitarsi di ciò che stava succedendo. Qualcuno era entrato in casa sua? Chi le aveva scattato tutte quelle foto? La sua mente era affollata da mille pensieri.
Corse in salotto, sempre più decisa a chiamare la polizia con le lacrime che le solcavano il viso.
Aria urlò appena qualcuno la prese per i fianchi.
«Non così in fretta, bambolina.» le sussurrò qualcuno all'orecchio, accarezzandole i fianchi. Aria tremava, le sue gambe erano molli, tra un momento all'altra sarebbe svenuta.
«Credevi di esserti liberata totalemente di me?» Aria singhiozzò prima di venir girata e sbattuta con forza al muro. Gli occhi verdi del ragazzo la incatenarono completamente ed Aria non potette non riconoscerlo. Harry.
«Cosa vuoi da me, Harry?» balbettò, continuando a singhiozzare. Il ragazzo ghignò.
«Solo divertirmi un po', bimba.»
Aria cercò di liberarsi e con uno strattone ci riuscì. Corse verso la porta, cercando di aprirla. Niente da fare. Era bloccata. Aria battè le mani sulla porta, urlando.
«Ti sembrava così facile, Aria? Credevi davvero che ti avrei fatto scappare così?»Harry la raggiunse a grandi falcate, girandola di nuovo, facendole sbattare con forza la testa al muro. Aria emise un gemito. Harry le strinse i fianchi, poggiando prepotentemente le labbra su quelle della ragazza, assaporando il sapore delle lacrime. La sua lingua era in cerca di quella di Aria, ma la giovane non gli concesse l'accesso. Harry le morse il labbro inferiore, facendola gemere sulle sue labbra. La baciò forzatamente, mentre le loro lingue si rincorrevano. Aria gli batteva alcuni pugni sul petto, ma ciò non procurava un minimo dolore al petto di Harry. Il ragazzo sorrise appena si staccò dalle labbra della giovane.
«Lasciami andare..»Aria continuava a tremare, guardandolo supplichevole, ancora con le lacrime agli occhi. Non riusciva davvero a capire. Harry rise sommessamente, sotto lo sguardo confuso della ragazza.
«Cos'hai da ridere, stupido?» gli urlò contro quelle parole ed Harry diventò improvvisamente serio, facendo contrarre i suoi muscoli.
In pochi secondi Aria si ritrovò ad abbracciare il freddo pavimento con un segno rosso ed evidente sulla guancia. Copiose lacrime le solcarono nuovamente il viso. Harry le si avvicinò, inginocchiandosi e tirandole i capelli quel poco per vederle il viso.
«Non permetterti mai più di mancarmi di rispetto in questo modo, sono stato chiaro?» Harry ringhiò stringendo ancora la presa sui capelli castani. Aria annuì mentre le sue labbra tremavano, così come tutto il resto del suo corpo.
«Brava bambina.» Harry la tirò su con i capelli mentre un urlo lasciava le labbra della ragazza. Harry la rinchiuse tra le sue braccia, facendo poggiare la schiena di Aria sul suo petto. Sentiva la ragazza respirare affannosamente scossa da singhiozzi. La cullò con calma, quel poco per farla calmare ma ciò fece un effetto contrario ad  Aria che continuò a piangere.
«Cosa vuoi da me?» Aria era stremata, completamente rossa in viso e con i capelli tutti arruffati. Aveva una paura tremenda, ma quelle parole le uscirono di bocca spontaneamente, anche se in sussurro.
Harry le lasciò un fianco, circondando con un solo braccio la vita di Aria, in una presa così forte che la ragazza sussultò.
Harry portò la sua mano nella tasca, tirando fuori un fazzolettino. Lasciò una scia di baci sul collo di Aria, provocandole dei brividi dietro la schiena. Continuò lentamente, succhiandole avidamente un lembo di pelle, lasciandole un evidente segno rosso. Aria intanto aveva poggiato la testa sulla spalla di Harry per dargli più spazio, così magari l'avrebbe lasciata andare. Ma in realtà non fu così. Aria in poco tempo si ritrovò con un fazzoletto sulle labbra, mentre man mano cominciava a vedere tutto nero e perdeva i sensi tra le braccia muscolose di Harry.



-Lately, I've been, I've been losing sleep. Dreaming about the things that we could be-
Hey! Okay okay, so di non aggiornare da tantissimo tempo e non credo che qualcuno leggerà di nuovo questa storia.
So di avervi deluso e mi dispiace tantissimo. Mi scuso con voi.
Spero vivamente che qualcuno legga quest'umile capitolo, che sarà la serie di tanti altri.
E non preoccupatevi, non lascerò la storia per tanti mesi, anzi, cercherò di aggiornare ogni settimana. Ve lo prometto.
Un ringraziamento speciale a 
Directioner230710 senza di lei non sarei riuscita a scrivere il capitolo e ad aggiornare la storia. Grazie bellissima.
Beh belle bimbe, vi lascio, alla prossima!
-falsa rossa<3

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Capitolo 4
*** 3.- Perchè? ***


Per chi non abbia ancora visto il trailer: https://www.youtube.com/watch?v=XJ51pYposDE

Questo è il mio primo banner, perciò non uccidetemi hahahhah
Inoltre questo tratta solo di Harry ed Aria perchè credo che sarà la coppia più descritta c:
Vi lascio al capitolo bellissime.

 
3. Perchè?

Zayn pov.

Zayn era poggiato al cofano della sua auto, inspirava nicotina dalla sua sigaretta per poi far uscire piccole nuvolette di fumo che venivano portate via dal vento che caratterizzava quella fredda giornata di merà inverno. Guardava le persone camminare a testa bassa. Lui stava cercando una testolina bionda. Ormai era una mese che la seguiva, sapeva esattamente tutti i suoi movimenti e non vedeva l'ora ddi prenderla e portarla via con sè, ma doveva aspettare. Prese un ultimo respiro dalla sua sigurettta, lasciando che il fumoinvadesse la sua bocca, prima di gettarla per terra e spegnerla con un piede.
Alzò lo sguardo e la vide. Capelli biondi, occhi azzurri, labbra coperte da un rossetto rosso, gambe perfettamente fasciate da un pantalone rosso e slanciate dai tacchi neri, petto coperto solo da un top e da una giacca a fiori lasciata aperta. Zayn dovette ammetterlo. Era davvero una bella ragazza. Zayn sorrise, si sitemò velocemente la giacca di pelle, si diede un'occhiata al finestrino della sua auto e cominciò a camminare spedito verso di lei. Era il momento di entrare in scena. Continuò a camminare, mentre la ragazza aveva la testa fissa sul suo cellulare. Le si spinse addosso, caddero entrambi dopo aver sentito un piccolo urlo di sorpresa da parte della ragazza. Tutti si girarono verso di loro per un paio di secondi, per poi ritornare a camminare senza nemmeno degnarli di uno sguardo.

«Ma sei cretino? Guarda dove cammini!» gli urlò la bionda mentre raccoglieva disperatamente tutto ciò che le era caduto dalla borsa.
«Mi spiace, mi hanno spinto.» Zayn la guardò e per pochi secondi i loro occhi si incrociarono ma lei abbassò subito la testa. Dopo aver raccolto tutto ed averlo rimesso nella borsa della ragazza, si alzarono.
«Comunque sono Zayn, ti chiedo ancora scusa.» Zayn le porse la mano, sorridendo angelicamente e mettendo la lingua tra i denti.
«Sono Hanna,non preoccuparti può capitare, non è stata certo colpa tua.» Hanna gli strinse la mano che lui portò alle labbre. Le baciò il dorso sussurrandole un "Incantanto" mentre Hanna era rimasta ancora incantata dagli occhi del ragazzo che, accorgendosene, ridacchiò. Hanna ritrasse lo sguardo imbarazzato.
«Che ne dici di andarci a prendere un caffè?» Zayn la guardò, sorridendo nuovamente.
Hanna si guardò intorno, doveva accettare o no?

«Io non so se..» Cominciò, ma Zayn notò il suo imbarazzo e la interruppe.
«Dai è solo un caffè, voglio scusarmi per quello che è successo poco fa.» Hanna continuò a guardarlo. Infondo aveva ragione, così annuì.
Cominciarono a camminare, percorrendo la strada per arrivare ad un buon bar.
"E' fatta" pensò Zayn. Adesso doveva solo aspettare l'ordine per fare qualcosa.

Aria pov.

Aria aprì piano gli occhi. Cosa le era successo?
Si trovava in una stanza buia, stesa su un letto che non era sua, in una stanza che non era la sua, in una casa che non era la sua. Fece abituare gli occhi al buio prima di alzare piano il busto. Fece girare lo sguardo da una parte all'altra della stanza. Aveva le finestre sbarrate e il colore era un bianco monotono. Aveva una poltrona proprio vicino al letto e un comodino dall'altra parte. L'ansia salì nel corpo della ragazza. Dov'era? Perchè si trovava lì?
Come un flashback tutte le immagini le ritornarono a galla, come un fulmine. Ricordò tutto, la testa le girava, talmente forte che fu costretta a ristendersi sul letto. Perchè Harry le aveva fatto questo? I pensieri le si affollarono in testa. Decise di alzarsi piano. Poggiò i piedi sul pavimento freddo e si accorse che le scarpe erano ai piedi del letto. Cercò un'interruttore e lo trovò poco dopo, piggiò l'interruttore e la luce irradiò la stanza. Aria dovette sbattere varie volte le palpebre prima di abituarsi. La porta in legno era proprio di fronte al letto. Cercò di camminare come meglio poteva verso di essa. Girò la maniglia. Era chiusa. Riprovò più e più volte, prima di arrendersi. Diede uno sguardo fuori la finestra ma l'unica cosa che vide fu una distesa di erba verde. Prese le sbarre e le sbattè forte cacciando un piccolo urlo. Si accasciò nuovamente sul letto a gambe incrociate, sbattendo la testa sulla testata in legno mentre lacrime amare le solcavano le guance. Non aveva via d'uscita per il momento.
Dopo un paio di minuti sentì la serratura scattare e portò direttamente lo sguardo appannato dalle lacrime ad essa. Il ragazzo riccio entrò, camminando verso il letto, mentre la rabbia mischiata a paura cresceva nel corpo di Aria.

«Finalmente ti sei svegliata, piccola.» Harry la guardò fermandosi ai piedi del letto.
«Dove sono? Perchè sono qui?» Aria lo osservò mentre stringeva le gambe al petto.
«Quante domande di prima mattina, bimba. Calmati.» Harry le si avvicinò, sedendosi accanto a lei, mentre Aria indietreggiava ancora un po'.
«Calmarmi? Mi dici come faccio a calmarmi se nemmeno so dove mi trovo?» Questa volta urlò.
«Oh, ma smettila. Rilassati un po'.» la avvicinò a sè e poggiò violentemente le sue labbra sulle sue, mentre Aria si dimenava.
Le mani di Harry percorrevano con avidità tutta la lunghezza del corpo della ragazza, la distese sul letto mentre si mise sopra di lei. Si staccò un momento per riprendere fiato. La guardò. Sembrava un cucciolo spaventato. Aria continuava a dimenarsi, si contorceva sotto di lui, mentre piangeva.
Harry le sorrise, le accarezzò una guancia, portando una ciocca di capelli castani dietro l'orecchio. Scese a baciarle il collo, mentre risaliva piano e ricopriva il suo viso pieno di baci che erano tutto tranne che dolci. Riprese di nuovo le sue labbra mentre infilava una mano nella maglia della ragazza, per poi scendere all'orlo del pantalone. Aria sgranò gli occhi, cercando con tutte le forze di allontanarlo. Harry si staccò e si ritrovò le cinque dita della ragazza sul viso. Harry come la sera prima, contrasse i muscoli, contraendo la mascella. Era furioso. La paura si insinuò si nuovo nel corpo di Aria.

«Questo non dovevi farlo, piccola.» digrignò i denti, mentre stringeva più forte la presa sul fianco della ragazza, tanto da farla urlare. La prese per le spalle e la sbattè al muro.
«Ti ho già detto che non mi devi mancare di rispetto!» le urlò.
«Lasciami andare!» urlò anche la ragazza. Sapeva che questo comportamento non l'aiutava.
Harry la guardò, i suoi muscolo facciali si sciolsero, la sbattè malamente sul lettò, facendola gemere dal dolore.
Il ragazzo ritoccò terra e si avvicinò alla porta, prima di girarsi verso la ragazza.

«Se prima avevo intenzione di trattarti meglio delle altre adesso è tutto sparito. Attenta a come ti comporti, bimba.»
Detto questo uscì e richiuse la porta. Aria si prese la testa tra le mani frustata. Pensò alle parole di Harry. "Prima della altre", quante persone era state qui? E soprattutto, dov'erano finite adesso?
Cosa le sarebbe successo adesso?



Can you be my nightingale?
Hey bellissime!
Sono tornata, ho fatto presto vero?
Ringrazio tutte quelle che hanno recensito il capitolo precedente, spero che questo vi piaccia a tal punto da farvi recensire hahaha
Nei prossimi capitoli ci saranno altri colpi di scena e soprattutto entreranno in scena gli altri personaggi.
Alla prossima bellezze.
vostra falsa rossa<3

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