I'll be here by your side.

di x_oursecret
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Live while we're young. ***
Capitolo 2: *** You looked me and smiled. ***
Capitolo 3: *** Friendship. ***
Capitolo 4: *** Let's have some fun. ***
Capitolo 5: *** Don't you worry. ***
Capitolo 6: *** I'm so sorry. ***
Capitolo 7: *** Have you ever been in love? ***
Capitolo 8: *** What's up? ***
Capitolo 9: *** It's time to get up. ***
Capitolo 10: *** I'll miss you. ***
Capitolo 11: *** Surprise. ***
Capitolo 12: *** And let me kiss you. ***
Capitolo 13: *** Tonight I need to hold you so close. ***
Capitolo 14: *** Snow. ***
Capitolo 15: *** Where are you? ***
Capitolo 16: *** Help. ***
Capitolo 17: *** No, I stay with you. ***
Capitolo 18: *** Promise. ***



Capitolo 1
*** Live while we're young. ***


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- Dai, May spegni questo stereo, ho sonno. - Urlai cercando di superare il volume dell'aggeggio che era posto sulla nostra scrivania, al fianco del mio letto, otturando le orecchie con il cuscino. Era venerdì mattina, la stanza era illuminata dai leggeri raggi sole che attraversavano le grigie nuvole, faceva molto freddo; eravamo tra gli 8-9 gradi ma ormai ero abituata al clima londinese, anche se ci vivevo da soli 3 mesi. Cercai di abbassare il volume con gli occhi socchiusi, ma non trovavo la manovella -Come caspita si chiude 'sto coso-stavo per innervosirmi sul serio. May sapeva quanto odiavo essere svegliata in questo modo, mi urtava i nervi ma lei puntualmente me lo faceva, stavo seriamente pensando di cacciarla di casa.
 - Aaaaaaaaand live while we're young! - Quella pazza scatenata si gettò di peso su di me ed iniziò a cantarmi quella canzone nelle orecchie urlando come una papera, tirai le coperte fin sopra la testa per non sentirla e non darle retta ma come suo solito iniziò a farmi il solletico; il mio punto debole. Iniziai a ridere come una matta, mi uscivano le lacrime dagli occhi e non respiravo
 - Basta, bastaaa! Ti prego. - La supplicai tra una risata ed l’altra quasi senza fiato.
 - La smetto solo se ti alzi… -
 - Ma come rompi le scatole! - Dissi asciugandomi le lacrime. Io e May eravamo migliori amiche sin da piccole, abbiamo sempre frequentato le stesse scuole e gli stessi corsi, condividevamo  tutto. Per me era quella sorella che non ho mai avuto, quella persona di cui ti puoi fidare ad occhi chiusi perchè sai che non ti tradirà mai; su questo ci avrei messo la mano sul fuoco. Condividevamo anche l'amore per l'Inghilterra, per questo all'età di 15 anni ci promettemmo di andare a vivere insieme a Londra una volta finito il liceo. Inizialmente tutto risultava difficile, non era certo facile iniziare una nuova vita, trovare un nuovo lavoro ma soprattutto una nuova casa giusta per noi e per la nostra situazione economica ma ci mettemmo di impegno e così eccoci qui in un piccolo appartamento di due piani ad Ealing, una piccola periferia della capitale inglese. Nella nostra casa c'erano le nostre foto, i nostri ricordi e tanti CD…altra passione in comune: la musica. Ascoltavamo ogni tipo di musica, ma soprattutto inglese ed americana: da Rihanna a Rita Ora, da Ne-yo a Conor Maynard, da Justin Bieber ai One Direction. May andava matta per quei cinque ragazzi, era una stalker. Avevamo due lavori che non ci toglievano molto tempo...o meglio il tempo lo trovavamo sempre. Io lavoravo come commessa in un negozio d'abbigliamento per bimbi, mentre May lavorava in un piccolo bar a Piccadilly Circus,a pochi passi dal mio negozio.
 - Su dormigliona, alzati. - May era quel tipo di persona che non aveva paura di niente e di nessuno, era sfacciata a volte anche troppo per i miei gusti ma sapeva tirarti su di morale, consigliarti e farti stare bene. Alta, magra, capelli rossi lunghi, occhi scuri...insomma una ragazza normale,in un certo senso. Il suo armadio era zeppo di magliette di tutti i tipi e di tutti i colori, jeans e scarpette a bizzeffe...era capace di svaligiare un negozio intero.
- Ma lo sai che rompi proprio? - Mi guardò con sguardo di sfida, la capii al volo.
 - Scherzaaaavo, andiamo su! - Le saltai sulla schiena, ma lei mi fece cadere…la minacciai con lo sguardo così May iniziò a correre fin giù la cucina mentre io la inseguivo. Eravamo diciottenni ma insieme eravamo peggio di due bambine.
- May non farmi sprecare energie altrimenti devo andare di nuovo a dormire. - Le dissi piegandomi su me stessa con il fiatone.
- Vabbè, dai. Adesso te le faccio riacquisire con la colazione! Ho fatto i pancakes, per la prima volta. -
- Sai ho visto Starbucks qui dietro, penso che andrò a farmi un giretto lì stamattina… -
- Grazie - Iniziai a ridere mentre May si faceva sempre più nervosa, poi le diedi un bacio sulla guancia. Finimmo la colazione, al dire il vero i pancakes non erano male…un po' bruciati ma buoni. Attaccai i miei lunghi capelli in uno schifoso codino, mi rimboccai le maniche del pigiama e iniziai a sistemare tutta la cucina, mentre la rossa era di sopra a prepararsi. Canticchiavo una vecchia canzone e muovevo a ritmo le gambe. Dovevo distrarmi in qualche modo. Dopo una decina di minuti, la cucina tornò come nuova e raggiunsi May di sopra. Dopo una mezz'ora, il tempo di una doccia calda, uscii dal bagno e iniziai a cercare qualche indumento caldo visto che la giornata era abbastanza fredda. Indossai un jeans stretto con sotto delle calze rosa, una felpa grigia con le mie converse grigie, capelli sciolti un filo di trucco e via per un altra giornata al negozio. Quella settimana il mio turno era di pomeriggio. Cambiavo i turni ogni settimana, mentre May lavorava sempre dalle 16.00 alle 21.00.Uscimmo di casa e percorremmo tutta la strada insieme, mangiammo un panino al volo in un piccolo pub a due passi dalla piazza centrale di Piccadilly, bella come sempre. Le strade bagnate, quel leggero vento che ti accarezzava il volto, il sole che continuava a giocare tra le nuvole e le molte persone che la popolavano.
- Abbiamo fatto abbastanza schifo per oggi, sarà meglio andare a smaltire adesso. - Affermai mentre May bevve il suo ultimo sorso di CocaCola.
- Lillywithes? -
-Sì. –P agammo il conto, uscimmo dal locale e camminammo per circa 10 minuti. Passammo quasi tutto il pomeriggio lì, tra una risata e l'altra. Amavo quelle giornate, basta davvero poco per farti sorridere. Arrivai a lavoro giusto in tempo, svolsi tutte attività che mi toccavano…la clientela, la cassa e tutti i conti, proprio a me che ero negata per queste cose. A fine giornata rimisi in ordine il reparto neonati, marcai il cartellino di chiusura e uscii dal negozio. Si gelava davvero. Strinsi il cappotto al petto per cercare più calore e abbassai di più il cappello sulle orecchie. Camminavo a passo lento per non scivolare facendo attenzione alle pozzanghere, fin quando fui urtata da una bicicletta che mi fece perdere l'equilibrio facendomi precipitare per terra.
- Ehi! - Urlai, ma il conducente non si degnò nemmeno di uno sguardò e lo vidi sparire nel nulla. Cercavo di alzarmi, ma avevo la caviglia che mi faceva tanto male. Nella caduta avevo messo male il piede. Mi accasciai su me stessa, massaggiandomi la caviglia mentre sentivo qualcuno avvicinarsi a me.
- Serve aiuto? -
- Magari. - Alzai lo sguardo e vidi un ragazzo dagli occhi azzurri, alto, magro e dalle guance rosse che mi guardava con uno sguardo preoccupato. Indossava un cappotto grigio scuro, una sciarpa colorata che gli copriva il volto e un cappello dello stesso colore del cappotto, dai cui si intravedevano i suoi capelli castano-biondo. Era vestito quasi come se si volesse nascondere da qualcosa, ma a me metteva abbastanza paura. Mi afferrò la vita con le mani per tirarmi su
- Dai, poggiati a me. - Senza replicare, mi appoggiai a lui esprimendo il mio dolore in minuscoli versi.
- Grazie. -
- Fa tanto male? -
- Abbastanza. -
- Vuoi che ti porti in ospedale? -
- No, non c'è bisogno. Grazie.. - Gli dissi mentre ci avviavamo verso un muretto.
- Puoi lasciarmi qui, grazie. -
- Come ti muovi? Fammi capire. -
- Con una sola gamba. -
- Dai, ti accompagno a casa. - Ci pensai un po' su, in effetti con una caviglia in questo stato e con il freddo che faceva, casa mia era ciò che desideravo di più. Il mio sesto senso diceva che potevo fidarmi di quell'essere, non sbagliavo mai. Mi aiutò a sedermi in macchina, lui mi raggiunse poco dopo. Accese il motore.
- Comunque, piacere. Niall. - Si girò di scatto verso di me, sorridendomi.
- Ludo. -
 

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Capitolo 2
*** You looked me and smiled. ***


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Continuavo a fissarlo, cercavo di capire come mai era così stranamente coperto.Voglio dire faceva freddo sì, ma lui aveva davvero esagerato..o forse soffriva molto il freddo.Ebbi un'improvvisa fitta alla caviglia, strinsi i denti e continuai a massaggiarla.
- Proprio una brutta caduta, eeh? -
- Sì..comunque grazie, voglio dire non ci conosciamo nemmeno e ti sei subito offerto ad accompagnarmi a casa. -
- Non preoccuparti, stavo per andare via, quando ho visto te in queste condizioni..poi è sempre bello fare nuove amicizie, no?-
- Certo, soprattutto per me che è da poco che vivo qui a Londra. -
- Aah, non sei inglese? -
- No, italiana..vivo qui da 3 mesi con la mia migliore amica. -
- Wow parli davvero bene la lingua. -
- Daai. - iniziai a farmi rossa in viso. - Sul serio mi avevi spacciata per un inglese? -
- Sì. - sorrise alzando in su l'angolo destro dell'labbro.
- Beh, grazie. -
Lo guardai con più attenzione, aveva un viso conosciuto ma non riuscivo a ricordare dove l'avessi potuto incontrare, forse era uno dei tanti clienti che acquistavano nel negozio o era qualcuno che avevo visto di sfuggita da qualche parte.Spostai l'attenzione sulla strada, eravamo arrivati.Cercai di scendere dall'auto autonomamente ma faticavo molto, la caviglia si era gonfiata.Avevo preso proprio una brutta storta.Arrivammo alla porta, Niall mi aiutò ad aprirla.
- Carina la casa. -
- Grazie, non è il massimo, ma per due persone va bene.. - acconsentì con un sorriso poi mi aiutò a sistemarmi sul divano.
- Posso prendere il ghiaccio dal frigo? -
- No, non preoccuparti adesso vengo io. -
- Non alzarti, già fatto. -Me la poggiò delicatamente sulla caviglia, mentre tremavo per il freddo. In quel momento il ghiaccio non era la cosa migliore contro il freddo ma ne avevo bisogno. Poggiai la mano sulla sacca del ghiaccio e lui lasciò la presa, si sedette accanto a me e poi pian piano iniziò a togliersi il cappello, poi la sciarpa. Lo guardai per un attimo, mi colpirono i suoi occhi. Erano azzurri, azzurrissimi come il cielo in una splendida giornata d'estate, quando il sole splende alto per la gioia di tutti.
- Posso sapere perchè mi fissi sempre? - disse divertito.
- Oddio.- sobbalzai.
- Scusa..mi ricordi qualcuno, ma non so chi. -
- Pensa bene,che la risposta la troverai. Lo sanno tutti a chi assomiglio o meglio chi sono. - rimasi stranita, corrugai la fronte, girai lo sguardo che si posò sul nuovo CD dei One Direction. Spalancai gli occhi, non era possibile che avevo in casa uno dei cinque di quella band, non avevo mai imparato i nomi anche se May me li ripeteva ogni giorno. No, non poteva essere. Scossi la testa e lo riguardai. Ma caspita era uguale!
- Niente?- la sua dolce e sottile voce interruppe i miei pensieri
- Cosa? -
- Non trovi la risposta? -
- Forse l'ho trovata, ma è impossibile. -
- Solo se pensi che lo sia. -
- Ma che fai riprendi le parole di Alice in Wonderland? - Scoppiai a ridere, lui mi imitò.
- Ahi! -
- Meglio che ti porti in ospedale... -
- No, hai già fatto molto..poi sto bene si deve solo sgonfiare. Anzi, se devi andare vai e grazie. -
- Sicura? -
- Non ti preoccupare. - gli sorrisi ritornando a massaggiare la mia caviglia. Sentii la porta aprirsi, Niall scattò in piedi.
- Ehi, ma che fine hai fatto ti st...- May si bloccò d'un tratto quando vide il biondino accanto e me. Non sapeva cosa fare, era confusa. In quel momento sembrò che tutta la sua forza e il suo essere sfacciato erano scomparsi del tutto, i ragazzi le giocavano un brutto scherzo. Non si muoveva, rimase ferma davanti la porta
- Sto bene. May. - interruppi il silenzio
- Ma non te lo avevo chiesto..mmh cioè sì, c'è cosa hai fatto? - le parole le uscirono a stento, balbettava; lo faceva solo quando era nervosa o emozionata, in quel caso era emozione glielo si leggeva negli occhi. Seguiva il gruppo da due anni, erano tutto per lei.
- Meglio che vada, adesso sei in compagnia. -
- Grazie di tutto, Niall. -
- Di niente. - mi fece l'occhiolino, prese le sue cose e si avviò verso la porta.
- Ciao...-
- May. - gli risposi.
- Ciao, May. - gli sorrise come fece poco prima in macchina. May non rispose.
- Aaah Niall, fermati! - mi alzai dal divano zoppicando mentre lui mi veniva incontro.
- Poichè la mia amica non si muove, puoi farle un autografo? -
- Mi hai riconosciuto. - disse mentre firmava uno dei CD della rossa.
- Ti avevo riconosciuto, solo che non ne ero sicura. -
- Mi raccomando guarisci presto, Ciao Ludo e..May giusto? -
- S-Sì -
- Ciao, Niall. - fece un cenno con la mano e sparì dietro la porta.
- Mi aiuti o devo zoppicare ancora? -urlai facendola sobbalzare. Mi guardò con faccia sconvolta
- Aspetta. Quello non era Niall James Horan vero? E non mi ha nemmeno autografato l'album vero? -
- May,riprenditi era lui o almeno penso. -
- Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaah! -iniziò ad urlare e a sclerare come una matta. Mi piaceva vederla così, mi riempiva il cuore di gioia; era riuscita a vedere 1\5 dei suoi cantanti preferiti ed adesso era felice.
- Comunque grazie della considerazione! -
- Scusa. -iniziò a ridere, Niall le era andato al cervello. Raggiunsi il divano e fui seguita dalla pazza. Le raccontai l'incidente e dell'incontro con l'irlandese. May mi scostò il pantalone per vedere come stava la caviglia:era gonfia e viola, si alzò e raggiunse la cucina per prendere una pomata, se ne intendeva di medicinali. Quando si allontonò presi tra le mani il CD che era posto sul tavolino davanti il divano. La foderina ritraeva i ragazzi con una cabina telefonica,era divertente come foto e sopra c'era scritto "ONE DIRECTION TAKE ME HOME", spostai lo sguardo un pò più giù, lì c'era la firma di Niall seguita da una faccina sorridente. Girai l'album e iniziai a leggere le varie canzoni, ci furono molti titoli che mi colpirono ma quello che mi rimase impresso fu "They don't know about us", il titolo prometteva bene. Lo poggiai sul divano quando sentì May avvicinarsi a me, inizò a massaggiarmi la caviglia che iniziava a fare meno male.

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Capitolo 3
*** Friendship. ***


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May mi aiutò a salire le scale per raggiungere la nostra camera, la giornata era stata troppo movimentata e impegnativa e l'unica cosa di cui avevamo bisogno era una lunga dormita che ci desse di nuovo le giuste energie, avremmo dormito fino a tardi il giorno seguente poichè entrambe non lavoravamo il sabato. Misi il pigiama, strinsi la caviglia in una bianca e morbida fascia, speravo che durante la notte sarebbe guarita. Tra una chiacchiera ed un altra si fecero le 00.46, i miei occhi stavano per cedere, parlavo a stento..ero stanchissima.
-May zitta e dormi-le ordinai con tono ironico. Quando fummo al buio, cercai la posizione giusta e caddi in un sonno profondo, tanto profondo da non ricordare se avessi sognato o meno. Sobbalzai quando era ancora buio, avevo freddo, May aveva preso quasi tutta la coperta, così la tirai verso di me e ripresi sonno, ma soprattutto calore. Nella mia mente iniziarono a girovagare immagini terribili, avevo un ricordo sfocato ma su quello che ero certa erano i colori nero e rosso, il fuoco e dei spiriti cattivi. Erano immagini veloci e mal definite, non sapevo cosa potessero significare; era un incubo .Iniziai ad ansimare con il cuore che andava a mille, sentì subito la mano di May accarezzarmi i capelli, mi rassicurava. Queste cose mi capitavano molto spesso, tutti questi incubi forse erano tutte le preoccupazioni e le paure che mi tormentavano, che si presentavano ogni qual volta ero sotto stress; in effetti mi ero abituata a tutto, al cibo, alla casa, all'ambiente e alle persone..ma il mio corpo non era ancora abituato al nuovo stile di vita che stavo seguendo, insomma ogni giorno per andare al lavoro avevo bisogno di prendere la metropolitana o a volte capitava che restavo un intero giorno nel negozio, magari per lo straordinario avendo dormito per poche ore. Le strinsi la mano e riuscì a calmarmi.
-Ludo..Ludooo- sentivo qualcuno scuotermi lentamente- Ludovicaa! svegliati-aprì pian piano gli occhi ancora gonfi di sonno, e intravidi la sagoma di May che era accanto a me, con il suo pigiamone di lana..era abbastanza buffo.
-Hey, cosa succede?-le risposi con voce bassa e rauca.
-C'è Niall, è venuto a vedere come stavi con la caviglia-
-Scusa da quando parli di Niall con tutta questa calma?-
-Dai sciocca, muoviti che è di sotto-
-Sì, dammi il tempo di sistemarmi e scendo-
-Okay, ma muoviti non vorrei saltarlo addosso-
-May!-
la rimproverai , poi mi aiutò ad alzarmi .La caviglia era guarita ma faticavo ancora a camminarci su. Scesi le scale lentamente, appoggiandomi da un lato a May e l'altro alla rossa ringhiera delle scale. Niall eri lì, fermo a fissare i miei movimenti.
-Buongiorno- esclamai mentre scendevo l'ultimo gradino.
-Buongiorno a te, ero passato per vedere come andava la caviglia-
-Molto bene grazie-
feci un ultimo passo prima di trovarmi completamente di fronte a lui. Questa volta era vestito un po' più normale rispetto alla prima, indossava un leggero cappotto con dei jeans scuri con le converse bianche, gli occhiali da sole che coprivano ancora i suoi occhi azzurri e i capelli ben sistemati. Sentivo il suo profumo che mi arrivava fino in gola ,era uno di quelli dolci che ti colpiscono al primo impatto.-Anche se faccio ancora un po' di fatica a camminarci-
-Ci credo, hai preso una brutta storta-
mi limitai a sorridere .Girai le spalle per raggiungere la cucina e fui subito seguita da lui
-Hai già fatto colazione Niall?-si informò May mentre cercava di nascondere la sua vergogna.
-Sì, ma non rifiuto mica questi panchakes- disse mentre si fiondò su di essi.
-Non ti garantisco niente, è solo la seconda volta che li faccio-disse May
-Io preferisco sempre lo Starbucks- la rossa mi gettò un occhiata minacciosa, Niall assistì alla scena ed inziò a ridere come un matto .Facemmo colazione ,mangiammo di tutto. Eravamo tre ma consumammo peggio di 10 persone messe insieme.
-Comunque grazie per esserti ricordato di me-dissi mentre mandavo giù un pezzo di pane con burro d'arachidi.
-Hey ma scherzi? Mi fa piacere avere nuove amiche-
-Amiche? Hai detto amiche?-
May iniziava a tramare dall'emozione
-Sì amiche, so che non conoscete quasi nessuno qui..quindi se volete pos..-
-SI-
urlò la rossa senza dare la possibilità a Niall di finire la frase. Iniziò ad andare di matto , mentre il biondino la guardava con aria alquanto strana.
-E' una vostra fan, capiscila non le capita tutti i giorni una proposta del genere..comunque a me fa piacere-non aveva completato la frase ma avevo già capito, avevamo bisogno di nuove amicizie..poi sapevo che per May questo era il massimo quindi ero felice anche per lei. Mi alzai per iniziare a sistemare la cucina, ma i ragazzi mi bloccarono, si scambiarono uno sguardo d'intesa. Facevano paura, si conoscevano da nemmeno un giorno e già erano amici. Mi fecero risiedere.
-Scusate ma vi conoscete da poco e già organizzate complotti contro di me?-dissi alzando il sopracciglio
-No, abbiamo semplicemente avuto lo stesso pensiero nello stesso momento-disse Niall sorridendomi.
-Siete gentili, ma non è che adesso non potrò fare più niente-
-Ludo e non rompere, stai seduta-
mi rimproverò May.
-Allora vi abbandono-mi alzai e raggiunsi il salone. Sentivo delle urla, delle voci fuori la porta .La raggiunsi, e guardai fuori tramite lo spioncino. C'erano molte  ragazze, con cartelloni e macchine fotografiche, ferme lì a ghiacciare al freddo..ma come avevano fatto a sapere che c'era Niall qui?!
-Sì questa è la mia vita da super star-sentì la sua voce alle mie spalle e sobbalzai.
-Non ti annoia?-mi girai verso lui, guardandolo negli occhi poggiando le spalle alla porta.
-Può sembrare stressante ma se noi siamo la boyband del momento è solo grazie a loro-
-Capisco..come farai adesso?-
-Mi tocca affrontarle, l'unico problema è che adesso inventeranno di tutto e io non voglio-
-Inventeranno cosa?-
-Che qui abita la mia ragazza o qualsiasi altra assurda storia-
Rimasi in silenzio.
-Cosa succede?-questa volta sentì la voce di May,che era appoggiata con la spalla destra allo standalo della porta che divideva la cucina dal salone.
-Fan alla riscossa-le risposi raggiungendo il divano
-Bene- Vidi nel volto di Niall che qualcosa non andava, non parlava ne dava segni di vita.-Qualcosa non va?-continuò May.
-Mi dispiace mettervi nei casini, e anche intralciare i vostri progetti per la giornata-
-Ossì certo perchè noi oggi avevamo un appuntamento con la Regina e poi dovevamo andare a comprare la nostra nuova limousine..ma dai Niall, sta zitto..ormai siamo amici e puoi rimanere qui per tutto il tempo che ti pare-
Sentì una leggera risata, finalmente era ritornato il biondino irlandese che avevo visto pochi attimi prima. Io e May eravamo già entrate in confidenza con lui, la rossa aveva razionalizzato ed era ritornata la sfacciata di prima,io invece ero semplicemente felice di fare nuove amicizie. Ovviamente ero ignara di quello che sarebbe potuto succedere dopo.
-Grazie di tutto ragazze, davvero-
-Siamo o non siamo amici?-
rispose May.
-May ma ci stai prendendo gusto?-scoppiammo tutti a ridere.
-Amico -sottolineò la parola-ti va di essere battuto a just dance?-
-Ma chi te lo ha detto che non so ballare?-
rispose con tono di sfida, ovviamente in modo ironico. Io mi misi comoda sul divano mentre i due si cimentavano in balli buffissimi, con mosse che perfino la wii non riconosceva .Sembrava che ci conoscessimo da mesi, anni invece era solo un giorno. Lo sapevo, il mio sesto senso non sbagliava mai, era un ragazzo gentile, socievole, simpatico..era un irlandese normale con una dote speciale.
-Hey ballerina ti sta squillando il telefono-i ragazzi si fermarono, May si allontanò per rispondere e Niall si sedette vicino a me. Aveva l'affanno.
-Eeh,la vecchiaia si fa sentire vero Horan?-
-Hey ho solo un anno in più a te!-
Avevo imparato tutto di lui, perchè May mi aveva fatto da insegnate, era convinta che quelle informazioni mi sarebbero servite; in effetti..
-Non è tutto così strano?-ritornai seria.
-Cosa intendi?-
-C'è ci conosciamo solo da un giorno e siamo già così amici..-
-O era destino o è perchè tra noi c'è felling-
rimasi spiazzata dalla sua risposta tanto da rimanere zitta a fissarlo negli occhi, altrettanto fece lui. Ci guardavamo intensamente ma quel legame visivo fu interrotto dal ritorno di May.
-Ragazze meglio che vada, oggi abbiamo un po' da fare- Niall scattò in piedi
-Ooh certo-
-D'accordo biondino-
stava per muoversi quando urlai
-Aspetta!-mi alzai,lui mi capì al volo.
-Non ti preoccupare, datemi una sciarpa so come fare-mi fermai, annuì semplicemente mentre May prese la mia sciarpa rossa dall'attaccapanni e gliela diede.
-Ciao ragazze-non ci diede nemmeno il tempo di replicare che sparì dietro la porta nel freddo della mattina.

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Capitolo 4
*** Let's have some fun. ***


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Il mio stomaco iniziò a brontolare come non mai, evidentemente non gli era bastata la colazione. Raggiunsi May in cucina cercando di non pesare molto sulla caviglia che ormai era quasi ritornata alla norma, con un salto mi sedetti sul tavolo posto di fronte al piano cottura e osservavo attentamente le mosse della rossa che era intenta a preparare dei semplici hamburger, pronta a rimproverarla ogni qual volta combinava qualche guaio. May amava cucinare,era una piccola cuoca ma era alquanto pasticciona.
-La smetti di rimproverarmi?-
-Dai, mi diverte-
iniziai a ridere facendo penzolare le gambe incrociate-Chi era a telefono?-
-Era Vicki-
-Capito, voleva cambiare di nuovo turno?-
-Voleva farmi fare doppio turno, ma ho rifiutato-
mi limitai a risponderle con un semplice cenno della testa. Voltai lo sguardo verso la finestra posta alla destra del tavolo da cui si notavano i cumuli di neve poggiati sui tetti delle case di fronte e in lontananza si vedevano le grandi nuvole che lasciavano lo spazio ad un caldo sole. Rimasi con lo sguardo fisso su un gruppo di bimbi che si godevano uno splendido sabato pomeriggio con tanto di neve. Sentivo chiamarmi ma ero ancora in uno stato di trance, allora mi sentii scuotere.
-Ludovica!- l'urlo di May mi fece sobbalzare e ritornai alla realtà -E' pronto-
-Aah okay-
con un altro salto ritornai per terra ed iniziai ad apparecchiare la tavola muovendomi rapidamente da un mobile ad un altro per prendere tutto ciò che serviva. Presi i piatti e aiutai May a farcire i panini poi ci sedemmo ed iniziammo a mangiare.
-Cosa hai sognato di così terribile stanotte?-
-Non te lo so dire,so solo che era un incubo..-
-Hai ansimato di brutto-
-Sc...-
-Shh-
-Cosa c'è?-
-Da quando usi live while we're young come suoneria?-
-Live cosa?! Il mio ha sempre la stessa suoneria-
vedo May stranirsi in volto- May scusa ma non è il tuo?-
-No,io ho la vibrazione-
-Forse avrai messo la suoneria e non te ne sei accorta, dai-
-Ludo ti dico di no!-
May si alzò di scatto e si diresse verso il salone, ma io rimasi seduta concentrata a non far cadere tutte le salse che avevo messo in quel panino. Non capivo la reazione di May ma non me ne importai più di tanto. Il telefono continuava a suonare a ritmo di una canzone divertente che ballavo agitando la testa a destra e a sinistra con leggeri movimenti.
-Sapevo che non era il mio- sentivo la voce di May farsi sempre più vicina fin quando me la ritrovai avanti con un i-phone bianco.
-Dove lo hai rubato?-le chiesi ironicamente.
-Stupida,sta chiamando Zayn- nel suo tono di voce si sentiva un senso di eccitazione ma cercava di contenersi.
-Nuovo amico?-continuai sempre con tono ironico.
-No, è uno dei cinque, amico di Niall- Mi fermai e la guardai sgranando gli occhi-Rispondi-
-Non scherzare-
-Dai, muoviti-
mi porse il telefono, insisteva.
-May, no!-
-Se non lo fai tu, lo faccio io-
con un semplice gesto rispose e mise il telefono vicino al mio orecchio,la guardai con sguardo minaccioso. Sottovoce mi incitava a parlare, così mi rassegnai.
-Pronto?! May..Ludo-
-Mmh Ciao Zayn-
-Ludo sono Niall
- sentii una leggera risata.
-Oddio, scusa non ti avevo riconosciuto-
-Non ti preoccupare, volevo solo sapere se il mio i-phone era lì-
-Sì lo hai dimenticato sul tavolo del salone-
-Ah, menomale-
-Scusa se ho risposto-
-Figurati, in questo caso potevi...volevo chiederti stasera ti va di uscire con noi?Andiamo in un locale-
-Stasera?! Aspetta che chiedo a May..-
spostai lo sguardo verso May, aveva sentito tutto e stava per sclerare di brutto. Iniziava ad agitare la testa e capì che voleva, stavo per scoppiare a ridere però riuscii a trattenermi.
-Niall,va benissimo per stasera-
-Okay, alle 21.00 al Funky Buddha-
-D'accordo, a stasera-
Staccai e poggiai delicatamente il cellulare sul tavolo, alzai lo sguardo verso la rossa che stava ancora sclerando.Mi limitai a sorriderla e mandai giù l'ultimo boccone di hamburger, piegai la gamba, la portai vicino al busto e la tenevo ferma con la mano mentre con l'altra giocherellavo con le patatine ormai fredde e appoggiai la schiena al muretto. May mi guardava con una faccia che scoppiava dalla curiosità.
-Dai chiedimelo-
-Aaaaaaah, dove andiamo stasera?-
-Alle 21.00 al Funky Buddha-
-Mmh, dove si trova?-
-Aaah non chiederelo a me-
feci spallucce mentre May digitava qualcosa sul suo telefono.Mi alzai ed iniziai a sparecchiare la tavola pensando a come sarebbe potuta andare la serata, insomma due ragazze comuni tra cinque ragazzi famosi...due ragazze in un mondo completamente diverso dal loro. Era questa la cose che più mi preoccupava, Niall era stato gentile come ragazzo normale, ma chi lo diceva che era così anche nei panni di una star? Ecco ci risiamo con i miei mille pensieri assurdi. Scossi la testa e accesi lo stereo per distrarmi, partì la prima canzone del nuovo CD di Conor Maynard,Animal..quanto mi gasava quella canzone!Iniziai a ballarla in modo strano tanto da attirare l'attenzione di May che mi guardava stranita, le diedi un colpetto sulla testa e con un movimento mi diressi al lavello, rimboccai le maniche ed iniziai a pulire tutta la cucina. Cantavo a squarciagola mentre May mi aiutava a sistemare le stoviglie e assisteva al mio concerto, se avesse potuto mi avrebbe ucciso, glielo si leggeva in faccia. Chiusi la fontana, la cucina era finalmente pulita. Guardai l'orologio, era abbastanza tardi. Quel sabato stava passando troppo velocemente, avevamo passato tantissimo tempo con Niall e non ce ne eravamo accorti. Alzai ancora di più il volume dello stereo e ci iniziammo a preparare. Feci un lungo shampoo e avvolsi capelli bagnati in un turbante bianco, poi feci una calda doccia che durò pochi minuti. Rimasi in biancheria intima e iniziai ad asciugare i capelli aiutandomi con la spazzola facendo molta attenzione alla frangia. Impiegai più di un'ora. Continuai con l'aggiustarmi le unghie e finì per truccarmi, un filo di fondotinta, un po' di matita e via. Misi un vestito stretto color rosa con delle fantasie che si alternavano tra il viola e il nero, lo stesso colore delle mie scarpe ed un cappotto lungo. May aveva una tuta elegante nera con una striscia di pailette argentate come le sue scarpe. Uscimmo di fretta da casa.
-Aspetta, il telefono di Niall!-urlai frenando sui tacchi.
-Oddio Ludo muoviti, vado a prendere la macchina-Ritornai indietro e corsi verso la cucina, facevo fatica a portare quelle scarpe, non ero abituata mentre il dolore alla caviglia era sopportabile. Corsi di nuovo fuori e mi diressi verso la macchina. May accese il motore, era tardissimo. Il tempo volava troppo velocemente. Arrivammo al locale, ma non c'era ancora nessuno. Aspettammo al freddo, ma niente.
-Ludo-sentii qualcuno pizzicarmi i fianchi tanto da farmi sobbalzare. Mi girai di scatto.
-Hey biondino-lo abbracciai e gli stampai un bacio sulla guancia.
-Lui è Zayn..e lei è Elly-rivolgendosi a me e May.
-Loro sono Ludo e May- questa volta si rivolse ai due. Niall si girò a mo'di entrare ma lo bloccai per un braccio.
-Il telefono!-glielo porsi
-Ooh grazie-mi sorrise e mi invitò ad entrare, intanto la ragazza mi fulminò con uno sguardo minaccioso.

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Capitolo 5
*** Don't you worry. ***


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I ragazzi ci guidarono verso il privè. Mentre camminavamo io e May scrutammo il locale, era abbastanza grande con divanetti rossi e bianchi posti sui lati lasciando libero lo spazio per la pista da ballo. Aveva un piano superiore collegato con il piano terra tramite una scalinata a chiocciola sul cui lato c'era un piccolo bar. Il privè si trovava di fronte le scale ed era diviso dal resto del locale tramite una tendina sorvegliata da due bodyguards. Impiegammo un po' di tempo per arrivarci poichè i ragazzi erano stati fermati dalle tante fans che popolavano il locale. Entrammo.
-Loro sono Liam e Sophie-
-Piacere io sono Ludo e lei è..-
-May!-urlò la rossa che sembrava calma ma le si leggeva negli occhi che stava morendo dall'emozione, le parole le tremavano in bocca. Ci sedemmo, Niall si allontanò per prenderci da bere ma fu subito seguito da quella Elly, che sembrava alquanto furiosa. Liam e Zayn si scambiarono uno sguardo di intesa, il quale capì anche Sophie. Zayn e Liam erano due semplici ragazzi inglesi, entrambi alti e magri. Il primo sembrava essere timido, stava sulle sue e ti guardava con i suoi grandi occhi color nocciola che lasciavano senza fiato. Passò la mano nei suoi capelli neri e corti, e dalla giacca si intravedevano i numerosi tatuaggi disegnati sul suo braccio. Liam sembrava un bimbo, era tenerissimo con i suoi piccoli occhi e quel sorriso che gli corrugava tutta la faccia. May iniziò la conversazione chiedendo informazioni sui tatuaggi di Zayn che li indicava con il dito man mano che ne parlava:Liam li interrompeva con delle battute mentre io e Sophie ci limitammo ad ascoltare. May era eccitatissima, ma riusciva a contenere i suoi impulsi da fan. Dai tatuaggi passammo alla loro vita da super star, poi parlammo delle varie storie d'amore per poi finire con la nostra umile vita.
-Ma che fine ha fatto Niall?-chiese Liam ritornando serio.
-Non so,doveva andare a prendere da bere..ma ancora non viene-Intervenne Sophie.
-Sarà stato bloccato da qualche fan..-pensò May.
-No,non penso..-rispose Zayn scambiando un altro sguardo di intesa con Liam. Girai il volto verso la porta e vidi Niall che stava per entrare, stranamente da solo. Arrivò al tavolino, gli si leggeva negli occhi che c'era qualcosa che non andava..avevano perso il colore azzurro che ricordava il cielo limpido in un giorno di calda estate, nei suoi occhi avevano preso posto grandi nuvole grigie. Si scaraventò sul divano affianco a me, i ragazzi avevano capito per questo non osarono chiedere niente. Mi avvicinai a lui scivolando sul lato.
-Hey-si limitò a guardarmi con quei suoi occhi spenti-E' successo qualcosa?-
-Ho litigato con Elly-
-Mi dispiace, vuoi parlarne?-calò il silenzio per un minuto poi mi rispose con un cenno di testa. Non ne aveva voglia-Capisco-stavo per ritornare al mio posto quando fui bloccata dalla sua voce.
-E' troppo gelosa e possessiva, stasera se l'è presa perchè ha visto come mi sono comportato con te-
-Mi dispiace Niall, non volevo crearvi problemi..sul serio-
-Hey Ludo noi non abbiamo fatto niente è lei che è molto gelosa-
-Chiamala e spiegale come stanno realmente le cose-
-Io non devo spiegarle proprio niente, quello che c'era da dire lei lo sa..quindi è lei a doversi scusare-
-Noi donne aspettiamo che la prima mossa sia fatta dall'uomo, fidati-
-Lo so-rimase in silenzio per un po' a fissare il vuoto.-Il fatto è che io non provo più niente per lei, è da tanto che vorrei lasciarla ma sembra che non trovi mai le parole-continuò tutto d'un fiato.
-Se è questo che realmente vuoi, lasciala le parole verranno giù da sole..l'importante è che le dici la verità-
-Non so..-si coprì il viso con la mano che poi passo nei capelli, scombinandoli.
-Hey calma, quando sei pronto le parli.-
-Grazie Ludo, davvero-
-Hey ma quale grazie!-gli sorrisi-Tu mi hai aiutata con la caviglia ed io ti aiuto con Elly, adesso siamo pari- riuscii a far nascere sulle sue labbra perfette un piccolo sorriso, era sincero.
-A proposito, come va?-
-Bene,molto meglio..riesco a camminare normalmente senza problemi-girai il viso verso gli altri dopo che Niall si era perso di nuovo nei suoi pensieri. May sembrava essere già abituata all'idea di avere come amici la sua band preferita e si trovava già a suo agio, rideva e parlava con molta facilità, vidi Zayn fumare.
-Hey ma che fai non offri?-gli chiesi divertita alzando il sopracciglio.
-Non sapevo che fumassi..-si giustificò -O meglio May mi ha detto di non chiedertelo-continuò con un sorrisetto guardando May che gli diede una pacca sulla gamba invitandolo a stare zitto.
-May stava scherzando, vero?-
-May posso offrirle una sigaretta?-chiese Zayn con molto sarcasmo ricevendo nuovamente una pacca-Se continuiamo così mi lascerai i lividi sulla gamba-
-Sei tu che sfotti, comunque sì te la concedo..ma una- disse May rivolgendosi verso di me. Il ragazzo prese dalla tasca dei suoi jeans stretti il pacchetto di sigarette e me ne offrì una, poi avvicinò la sua alla mia e me la face accendere.
-Adesso moriremo affumicati-intervenne Liam che con la mano cercava di spazzare via la nube di fumo che si era creata.
-Non ci bastava Zayn, adesso anche tu con queste sigarette-continuò Liam guardandomi con sguardo divertito.
-Se vuoi me ne vado-gli risposi.
-Scherzo, dopo chi tira su di morale il biondino, lì- tutti ci girammo verso di lui che era ancora con il muso lungo immerso nei suoi pensieri, tanto da non capire che stavamo parlando di lui. Era da poco che ci conoscevamo ma mi dispiaceva vederlo giù di morale, volevo fare qualcosa ma sapevo che se mi intromettevo peggioravo solo le cose così lasciai andare quel pensiero. Ero fatta così, avrei fatto qualsiasi cosa per un amico..ma in quel caso avevo le mani legate. Guardai l'orologio e le lancette segnavano le 00.07.
-May andiamo? Si è fatto tardi..-
-Sì, però guidi tu perchè io ho troppo sonno-
-Va bene-Ci alzammo ed iniziammo a salutare tutti, poi mi avvicinai lentamente a Niall, mi sedetti accanto a lui e gli diedi un bacio sulla guancia augurandogli una buonanotte.
-Buonanotte anche a te Ludo, e scusami per stasera..-
-Non ti preoccupare, piuttosto risolvi la situazione-
-Sì capo-rispose con uno di quei bellissimi sorrisi.
-Da quando gli amici conosciuti da poco si salutano così?-Io e Niall alzammo di scatto la testa, era Elly che passava nervosamente tra le mani la mia sciarpa rossa.
-Che vuoi Elly?-disse Niall alzandosi in piedi.
-Niente volevo restituire la sciarpa alla tua nuova amichetta-la arrotolò e me la gettò sulle gambe, mi ero promessa di non intervenire così mi alzai e sorpassai il biondino ma fui bloccata da Elly che mi strinse il braccio. Ci guardammo.
-Hey,lasciala stare- intervenne May facendosi avanti, sfidando la bionda.
-E tu saresti?!-
-Una persona più intelligente di te-urlò Zayn, affiancandosi a May.
-Elly lasciala stare e vieni con me-Mollò la presa e seguì Niall.
-Ho sempre odiato quella ragazza, mi irrita- confessò Zayn -stai bene Ludo?-mi chiese sfiorandomi il braccio.
-Sì, grazie-Presi May per mano e la trascinai verso l'uscita .Adesso avevo bisogno del mio letto.

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Capitolo 6
*** I'm so sorry. ***


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Controllai l'orario dalla sveglia che avevo accanto, feci fatica a capire che ore fossero poichè i miei occhi erano ancora appannati e stanchi; li sentivo pesanti. Dopo qualche smorfia con il viso riuscì a vedere che erano le 07.20. Quella domenica ero nervosa e malinconica nonostante il canto degli uccellini che annunciavano una bella giornata di sole, non sapevo nemmeno io da dove veniva tutto quel nervosismo, percepivo solo un nodo allo stomaco che si contorceva continuamente provocandomi leggeri dolori che mi bloccavano il respiro. Mi muovevo lentamente per cercare una posizione che mi facesse stare meglio, unii le gambe e le piegai stringendole al busto e cingei il tutto con la mano destra; iniziavo a stare meglio. Capì subito che non era fame ne tanto meno i soliti dolori che avevo da quando ero piccola; erano dolori dovuti da quel nervosismo che quella mattina mi aveva dato il buongiorno, lo capii dalla frequenza e dall'intensità di quelle fitte. Mi alzai, legai i capelli e mi girai dall’altro lato del letto per svegliare May, alla quale spettava una lunga giornata di lavoro poiché doveva recuperare le ore di permesso che aveva preso il giorno prima. Mi dirigevo verso la cucina mentre strofinavo leggermente gli occhi ancora stanchi, quella notte avevo dormito male ero tesa per quello che era successo al locale ma anche perché sentivo la testa scoppiare, preparai la colazione lentamente pensando a cosa potevo fare una domenica da sola a casa ma sobbalzai quando sentii dei rumori provenire dalle scale.
-Oddio Ludo, è tardissimo!-
-May sono solo le 07.35-
-Ti ricordo che prendo la metro-
-Ma il turno non inizia alle 09.00?-
-No, inizia diciamo tra 25 minuti-
-Bel casino! Buon lavoro allora!- mi sorrise sarcasticamente sfilando dalle mie mani un pancake e fiondandosi verso l’uscita, poi si fermò bruscamente e si girò di scatto muovendo la sua chioma rossa.
-Aah Ludovica…ti voglio bene- poi sparì. Quella ragazza era unica, ed ero fiera di averla come amica. Rimasi a fissare la tavola apparecchiata per la colazione, poi poggiai leggermente le braccia su di essa e sbuffai..ero stanca, scocciata, strana non sapevo come mi sentivo ma era una brutta sensazione. Versai un po’ di tè caldo in una tazza che strinsi tra le miei mani fredde e raggiunsi a piccoli passi il divano, immerso nel bel mezzo del silenzio e della tranquillità più assoluta; tenni lo sguardo fisso su un punto del tavolino che avevo di fronte e la mia testa subito fu tormentata dai miei tanti pensieri, ma più che pensieri questa volta erano ricordi e riflessioni..Un paio di anni fa c’era la piccola Ludovica, che con le sue treccine e il suo sorriso era la bimba più felice del mondo, quella bambina che non era mai triste e amava fantasticare con la mente; le serviva solo sapere che a sostenerla c’erano i genitori e la sua amica di sempre, May con i suoi occhioni dolci che facevano invidia al mondo e con le sue lentiggini che brillavano sulla sua pelle chiara e liscia come l’acqua, un’amica che porti sempre nel cuore con la quale condividi anche le scelte e le paure più banali, insomma quella piccola parte di cuore di cui non puoi farne a meno. Purtroppo il tempo corre e non ti lascia nemmeno il tempo di realizzare cosa sta accadendo che ti trovi in situazioni nuove, ambienti sempre diversi e mille ostacoli da affrontare, i primi amori, le prime cotte, i litigi con gli amici e il continuo via vai nella tua vita di persone sempre nuove..ma nonostante tutto io e May eravamo inseparabili eravamo una l’opposto dell’ altro, avevamo interessi diversi ma il nostro punto in comune era la passione per Londra, per l’inglese e per la quotidianità straniera. Ne eravamo innamorate tanto da prometterci, in una fresca sera d’estate di tre anni fa, che un giorno saremo andate a viverci insieme, come se fosse una seconda vita, ed ora eccoci qui due puntini dispersi in una grande città con una routine quotidiana abbastanza normale ma con amici un po’, come dire..insoliti. Amavamo anche questo, la bontà e la gentilezza che i londinesi dimostravano verso gli altri, la loro spensieratezza e il loro amare la vita. Sorrisi, ero felice che uno dei miei tanti sogni si era realizzato. Posai la tazza mezza vuota sul tavolino e girai lo sguardo verso l’orologio appeso sulla parete color crema alla mia destra, le lancette segnavano le 08.32; ero annoiata così accesi lo stereo ed iniziai a sistemare la casa, partendo dalla nostra stanza nella quale sembrava fosse scoppiata un guerra tra tutti i vestiti e le scarpe che avevamo usato il giorno prima..li raggruppai tutti e li misi in lavatrice senza dividere quelli puliti da quelli sporchi. Aprii tutte le finestre per far entrare quei caldi raggi di sole e quella fresca aria mattutina, spazzai, lavai e ordinai..insomma quel giorno mi ero data alla casa anche se non avevo forze. Cantavo quasi sottovoce le canzoni che venivano trasmesse in radio e salivo e scendevo le scale mille volte, maledicendole come non mai. Bussò la porta.
-Buongiorno!-
-Heey-salutai l’irlandese a testa bassa tenendomi distante.
-Non mi fai entrare?-
-Ooh, si scusa-mi scostai e gli lasciai giusto lo spazio per entrare.
-Ami stare in pigiama, vero?-
-Che ne sai?!-
-Ogni volta che vengo qui sei sempre in pigiama..-
-Non è colpa mia se ti presenti di mattina-
-Perchè stai facendo così?-
-Così come?-
-Sei distante-
-Ehm, non voglio crearti problemi con Elly-
-Di questo volevo parlarti, ti va di mangiare qualcosa insieme?-rimasi in silenzio fissando i suoi occhi blu, ma era stupido o cosa? Gli avevo detto che non volevo creargli problemi e lui cosa fa, mi chiede di mangiare insieme-Non ti preoccupare-mi rassicurò. Accettai con un semplice cenno della testa e lo sorpassai, raccomandandogli di fare il bravo. Stranamente riuscii a prepararmi nel giro di mezz’ora, il tempo di una doccia calda e qualche indumento più leggero, scesi ma non sentivo più Niall, dormiva beato sul divano. Gli andai vicino lentamente e gli urlai nell’orecchio tanto da farlo sobbalzare. Chiusi la porta a chiave e ci avviammo a piedi verso un piccolo pub che si trovava a pochi passi dalla piazza centrale di Ealing.
-Mi dispiace per ieri, non volevo si creasse tutto quel casino-
-Non ti preoccupare, dispiace a me che vi ho creato..-
-Noo!-mi bloccò lui.-Tu non hai fatto niente, non scusarti sempre Ludo..sul serio-
-Ma..-
-Niente ma, Elly è una mia ex adesso e ti assicuro che la causa non sei tu-
-D’accordo-
-Anzi, il polso come va?-
-Ooh,sto bene!-Niall era sereno e tranquillo, sorrideva e scherzava come sempre quasi come se la rottura con la ragazza non avesse toccato affatto il suo modo di essere, evidentemente quella storia davvero non contava più niente per lui..mi faceva piacere vederlo così, perlomeno la sua allegria, il suo sorriso e il suo essere così premuroso mi distraevano tanto da sentire il nervoso scorrere via e con esso anche le fitte allo stomaco , avevo capito da cosa era provocato il mio cattivo umore quella mattina e finalmente me ne ero liberata. Niall amava il cibo, aveva fatto fuori due cheesburger, una porzione grande di patatine e una coppa di gelato in meno di 7 minuti mentre io mi ero limitata ad una cocacola di piccole dimensioni poiché avevo paura che il dolore allo stomaco potesse ritornare. Gli rubai un patatina mentre la stava portando alla bocca e la mangiai velocemente, lui mi fulminò con lo sguardo mentre io lo guardavo con faccia da cucciolo, mi baciò la guancia e poi si diresse verso la cassa per pagare il conto mentre io lo aspettavo all’ingresso.
-Mi hai fregato l’ultima patatina-
-Capita-
-Te la farò pagare-
-Adesso che si fa?-
-Io ho un idea, vieni-

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Capitolo 7
*** Have you ever been in love? ***


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Rimasi ferma fuori al locale per qualche minuto intenta a cercare nella mia grande e disordinata borsa le sigarette mentre Niall era qualche metro più distante che maneggiava con estrema faciltà il suo i-phone bianco ricoperto da una semplice foderina trasparente. Finalmente trovai quel dannato pacchetto che aprii con molta rabbia, tirai fuori una sigaretta,  portai alla bocca e la accesi; ne sentivo il bisogno. Feci una piccola corsetta per raggiungere Niall che sembrava molto preso da quello che stava facendo.
-Adesso possiamo andare!-gli dissi facendolo sobbalzare.
-Era necessario accendere quella cosa?-mi chiese con serietà.
-Oh, scusa ti da fastidio il fumo..-gettai il mozzicone per terra e lo calpestai con il piede destro, mi venne d’istinto.
-No, non mi da per niente fastidio,anzi…-mi sorrise compiaciuto.
-Horan, mi hai fatto buttare una sigaretta intera, inizia a correre-
-Cosa vuoi da me? Non ho detto niente-disse iniziando a ridere-Adesso siamo 1-1-continuò
-Che simpaticone che sei!-esclamai divertita mentre gli diedi un ceffone sul braccio. Lui rideva mentre io gli tenevo il broncio sperando di farlo sentire in colpa ma lui non cedeva, anzi cercava in tutti i modi di provocarmi. Stranamente ero spensierata e serena, mi stavo godendo ogni attimo, ogni minuto e ogni secondo di quella giornata scacciando il cattivo umore di quella mattina. Camminammo per altri dieci minuti, fin quando non fummo fermati da un gruppetto di ragazzine urlanti che chiedevano al biondino un autografo o una foto. Continuai a camminare arrivando alla macchina di Niall che era parcheggiata fuori casa mia, mi ci poggiai su mentre lo aspettavo .Intrecciai le braccia e le gambe e voltai lo sguardo verso di lui che faceva gioire le fans con uno dei suoi splendidi sorrisi che piacevano tanto anche a me; mi incantai a guardarlo mentre i raggi del sole illuminavano i suoi occhi azzurri e sorrisi spontaneamente. Dopo poco lo vidi avvicinarsi a me.
-Cos’è quel sorriso?-
-Niente-risposi imbarazzata mentre sentivo le mie guancie andare in fiamme.
-Guarda che ti ho vista prima, perché sorridi?-
-Niente, sul serio-
-Bhè, mi piaceva quel sorriso- ci guardammo per un istante che sembrava infinito, sentivo il cuore sciogliersi.
-Sali in macchina-
-Dove andiamo?-dissi mentre salimmo in auto.
-In Paradiso-esclamò girandosi di scatto verso di me e sorridendomi.Rimasi a guardarlo mentre si avviava verso la fine del vialetto.
-Okay-dissi scivolando sul sediolino e incrociando i piedi sul cruscotto, quasi per dispetto. Misi gli occhiali da sole ed iniziai ad intonare una canzone che avevo in mente da giorni.
-Skyscreper, Demi Lovato-intervenne Niall.
-Cosa?!-
-La canzone che stai cantando è di Demi, vero?-
-Sì, amo questa canzone..mi dà forza-
-Vero-
Poco dopo arrivammo in quel misterioso posto, era bellissimo. C’era una distesa di fiori colorati sui quali poggiavano delle splendide farfalle che si divertivano a volare in quel posto meraviglioso. Più giù vi era una vecchia casetta e ai suoi lati vi erano dei piccoli spazi verdi in cui si trovavano alcuni alberi da frutto.
-Dove siamo?-
-Bello vero?-mi domandò mentre si incamminava tra quelle distese colorate. Non lo risposi, lo seguii accarezzando con le mani quelle meraviglie e respirando intensamente quell’aria fresca. Era una sensazione bellissima.
-Tanti anni fa qui abitava un vecchio contadino, e quando morì tutto questo è passato nelle mani dello Stato però è come se fosse abbandonato-
-Se è abbandonato come mai è così curato?-
-Ogni mese dei giardinieri si occupano di questo spazio, ma a volte viene dimenticato-
-Capisco-
Raggiunsi Niall al suo fianco continuando a girare la testa per godermi il paesaggio. Sentii il calore di qualcosa sulla mia mano, abbassai la testa e notai che le nostre mani si erano intrecciate, avvertii il cuore stringersi e accelerare il suo battito quasi da non sentirlo più. Il biondino mi trascinò in uno dei due spazi verdi e mi invitò a sdraiarmi con lui. Lasciammo che le nostre mani si staccassero e ci stendemmo sull’erba umida mentre il sottile vento ci cullava.
-Perché mi hai portata qui?-
-Perché mi andava-mi rispose mentre fissava le nuvole che camminavano lente nel cielo blu, poggiò un braccio sul mio fianco e mi strinse a se. Misi la testa sul suo petto e portai le ginocchia a metà busto, sentivo il suo cuore battere e la sua mano accarezzarmi i capelli.
-Posso chiederti una cosa?-mi domandò con tono serio.
-Dimmi-gli risposi tenendo lo sguardo verso il basso.
-Sei mai stata innamorata?-
-Cosa intendi per innamorata?-
-Hai mai desiderato qualcuno tanto da non volerlo lasciare mai, quasi ne sentissi il bisogno?-
-Non ancora..e tu?-
-Forse..-non so perché ma sorrisi leggermente alla sua risposta.
-Di Elly?-
-Inizialmente ero innamoratissimo, ma ho capito che lei non è la ragazza giusta per me, non c’era più quell’amore che ci legava da tanti anni-
-Tanti anni?!-
-Precisamente 3.-
-Ooh…-
-Adesso si è trasferita dal padre in Spagna, forse è stato meglio così-
-Non ti manca nemmeno un po’?-
-Manca, ma non sento il bisogno di stare con lei-continuavamo la conversazione senza muoverci, si stava bene tra le sue braccia. All’improvviso calò il silenzio, avvertivo solo i caldi raggi del Sole che mi tenevano calda, il cinguettio degli uccelli e la mano di Niall che mi coccolava. Ero talmente rilassata che mi addormentai. Dopo poco sentii qualcosa muoversi sotto il mio naso,ma aveva un bell’odore. Aprii lentamente gli occhi e vedevo una piccola margherita girare sotto il mio naso, con gli occhi semiaperti sorrisi e alzai lo sguardo verso il biondino.
-Svegliaa dormigliona!-
-Scusami-dissi alzandomi da terra e strofinandomi gli occhi.
-E’stato un piacere, ma ho una braccio fuori uso-
-Ecco, scusami anche per questo!-esclamai grattandomi leggermente il capo. Si limitò a sorridermi e tese un braccio verso di me ma gli sorrisi divertita e mi avviai verso l’uscita tenendo lo sguardo fisso su di lui che si alzò di scatto e mi raggiunse rapidamente.
-Questa è tua!-disse ponendomi il fiore bianchissimo
-Grazie-risposi prendendo la margherita tra le mani.
-Anche se non la meriti-
-Andiamo su!-lo sollecitai urtandolo leggermente la spalla. Arrivammo a casa in pochi minuti, poiché quella domenica non c’era molto traffico come all’andata, Niall parcheggiò la sua auto nera davanti casa e mi salutò con un dolce bacio sulla guancia e uno dei suoi sorrisi. Stavo per scendere quando sento la sua mano bloccare il mio braccio.
-Grazie per la bellissima giornata-
-Grazie a te per la compagnia-poi raggiunsi la porta. Cercai in quell’incasinatissima borsa le chiavi ed entrai di scatto. Rimasi sull’uscio della porta quando vidi Zayn e May in salotto a giocare alla wii, stavo per scoppiare a ridere ma riuscii a trattenermi.
-Zayn!-urlai facendoli sobbalzare entrambi. Si girarono e vennero verso di me per salutarmi, poi tolsi il cappotto e le scarpe poggiando il fiore sul tavolino, dopodichè mi gettai di peso sul divano.
-Perché sei verde?-mi domandò May con espressione stranita.
-Verde?!-
-Il tuo cappotto e il tuo jeans sono leggermente sporchi..-
-Ooh, sì dopo ti spiego-
-E questa?-chiese Zayn prendendo tra le mani la margherita-chi è che ti fa la corte?-chiese con sarcasmo.
-Nessuno mi fa la corte, me l’ha regalata Niall…a proposito non avete un’intervista tra meno di 10 minuti?!-
-Oddio, è vero..sei un genio Ludo, grazie-ci salutò velocemente e poi sparì.

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Capitolo 8
*** What's up? ***


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-Racconta tutto, per filo e per segno-esclamò eccitata May che era seduta affianco a me.
-Impicciona, è tardi dobbiamo andarci a preparare su!-le risposi alzandomi e dandole le spalle per raggiungere camera nostra.
-Non puoi tenermi sulle spine tutto il tempo-
-Ossì che posso-le risposi per poi salire le scale. Arrivai in camera e iniziai a rovistare tra i vari cassetti nella speranza di trovare qualcosa di decente per la serata, ma non mi stava bene niente o meglio ero io che non avevo voglia e quindi scartavo tutto. Mentre pensavo a cosa mettere decisi di fare una doccia calda, visto che ero completamente verde. Ritornai in camera avvolta in un asciugamano con i capelli raccolti in uno strano codino e mi misi di nuovo alla ricerca e nel cercare trovai in un cassetto una vecchia foto in cui c’ero io da piccola e il mio papà; mi sedetti sul letto con quella foto tra le mani accarezzandola leggermente, cercavo un contatto con lui. Sorrisi mentre sulla mia guancia scese lentamente una lacrima, la asciugai subito e misi la foto sul mio comodino vicino a quella con May. Mi mancava tanto. Dopo averla sistemata per bene mi stesi sul letto quasi per cercare un ispirazione mentre continuavo a canticchiare la canzone di quella mattina. Sentivo ancora il profumo di Niall sulla mia pelle e il suo cuore battere sempre più forte, ricordavo i colori dei fiori, le nuvole che giocherellavano nel cielo e i suoi occhi illuminati dai raggi del sole. Era tutto perfetto. Mi svegliai da quei pensieri quando ricordai che May aveva un vestito non molto elegante che non metteva mai, così iniziai a rovistare nel suo armadio. Misi delle calze nere e indossai il vestito nero a palloncino della rossa che portava una cinta viola, quel vestito mi stava benissimo. Al piede misi delle ballerine di un viola scuro, pettinai i capelli, rifeci il trucco e scesi giù dove c’era May che mi aspettava.
-Bello quel vestito, dove lo hai comprato?-
-L’ho comprato in un negozio qui vicino, si chiama May’s..posso prestartelo se vuoi-le risposi mantenendo il gioco. Presi le chiavi della macchina e mi avviai nel garage seguita dalla rossa che insisteva per sapere la mia giornata con l’irlandese ma io mi divertivo a tenerla sulle spine, così non aprii bocca. Dopo circa mezz’ora parcheggiai ed entrammo a casa di Liz, il capo di May ma noi la consideravamo come un’amica perché ci aiutò molto durante il trasferimento ospitandoci per molti giorni da lei. Liz era una donna di trentadue anni che aveva una figlia che quella sera compiva cinque anni. La casa era piena di bimbi che correvano, mangiavano e urlavano; c’erano tanti palloncini, festoni e coriandoli da tutte le parti. Vedemmo sbucare dalla cucina Liz che era in preda al panico, la salutammo con un bacio e poi ci mettemmo ad aiutarla. Io tenevo a bada quelle piccole pesti mentre May si occupava della cucina. Ho sempre amato i bambini, amo la loro spensieratezza, dolcezza e intelligenza forse perché ho amato tantissimo l’infanzia che considero tutt’ora l’età migliore della nostra vita. Amo vedere la tenerezza di quei visini e la loro meraviglia di fronte a cose nuove, trasmettono felicità. Lasciai i bimbi a colorare e raggiunsi la cucina,i l mio stomaco iniziava a brontolare.
-Cibo per la baby-sitter affamata-non finii nemmeno di dirlo che iniziai a mangiare di tutto mischiando dolce e salato, bibite gassate con quelle alcoliche.
-Ludo da quanto non mangi?-mi domandò Liz spaventata.
-Da stamattina-le risposi con la bocca piena.
-Sai, oggi non ha avuto tempo di mangiare..-intervenne May gettando un occhiatina a Liz, alzai gli occhi al cielo e poi le sorrisi sarcastica.
-Cosa hai combinato?-mi chiese Liz sedendo sulla tavola con le braccia conserte mentre May si avvicinava sempre di più buttando frecciatine.
-Non ho fatto niente!-
-Noo, è solo uscita con Niall Horan- disse tutto d’un tratto May.
-E questo non è niente, Ludovica i dettagli..ora!-mi ordinò Liz.Mandai giù un pezzo di pizza e mi cimentai nel racconto, dettagliato come volevano loro. Le ragazze mi guardavano meravigliate e sembravano più felici di me.
-Ecco, ma non siamo usciti!-
-Ludovica,è il ragazzo perfetto!-esclamò Liz. Scoppiai in una fragorosa risata.
-E’ solo questione di tempo-continuò la rossa appoggiando Liz.
-Ragazze, basta. Io e Niall siamo amici-affermai mentre sulle mie labbra si disegnò un leggero sorriso. Uscii dalla porta della cucina che dava su un giardino e accesi una sigaretta dondolandomi sull’altalena mentre il vento percorreva tutta la mia schiena. Rientrai poco dopo ed aiutai May a tagliare la torta. Dopo una mezz’oretta la casa era vuota ed iniziai a sistemare tutto mentre Liz si occupava della bimba, tolsi tutti i pallonicini, svuotai i bicchieri e gettai tutti i piattini, pulii per terra e rimisi tutto in ordine. In cucina ci stava già pensando la rossa. Finimmo dopo un’oretta e tornammo a casa verso le 00.35.Dopo poco ero pronta per andare a letto, ma mentre mi avviavo verso le scale notai sul tavolino ancora la margherita che mi aveva regalato Niall, la presi delicatamente e la portai sotto il naso, non aveva perso quel suo odore stupendo. La misi sul comodino, vicino alle foto e mi addormentai. Sobbalzai quando sentii qualcosa vibrare, scoprii la testa e vidi il mio telefono muoversi, lo presi e c’era un nuovo messaggio da un numero sconosciuto “Buongiorno dormigliona, ho un bisogno urgente di te..corri”
“Che succede?”inviai il messaggio e svegliai violentemente  May, ero seriamente preoccupata..era strano che Niall chiedeva il mio aiuto alle 6.00 del mattino, insomma dal messaggio si capiva che c’era qualche problema abbastanza grave. Controllavo il telefono ogni minuto nella speranza di ricevere qualche risposta, ma niente e questo non faceva altro che aumentare le mie preoccupazioni. In meno di venti minuti uscimmo di casa e ci dirigemmo velocemente dai ragazzi; durante il tragitto May mi spiegò che aveva dato il mio numero a Zayn e che lui le aveva detto dove abitavano. Arrivammo dinanzi ad una casa a tre piani, con tanto di giardino e piscina. Pigiai il dito sul campanello ma tutto sembrava tranquillo, ritentai una seconda volta molto nervosamente e questa volta per fortuna ci aprì un ragazzo alto,riccio dagli occhi verdi che ci accolse con un sorriso smagliante.
-Ehm,ciao riccio..-
-Harry..si chiama Harry-
-Ehm ciao Harry riccio…-
-Voi dovreste essere May e Ludovica…-disse con voce rauca e bassa mentre ci scrutava dalla testa ai piedi, poi si spostò e ci invitò ad entrare con il semplice gesto della mano.
-Per l’esattezza io sono May e lei è Ludovica, la mia migliore amica.-
-Ooh, sì i ragazzi mi hanno parlato di voi..piacere Harry-rispose porgendo la mano prima a me e poi a May, che scoppiava dall’emozione.
-Non vorrei essere scortese, ma mi dici dov’è Niall-
-E’ di sopra, prima porta a destra..prego fai pure-rispose Harry indicando con la mano la scala. Mi limitai a sorridergli e camminavo lentamente fin quando non raggiunsi la camera del biondino, che era alle prese con mille maglioni e jeans.
-Che succede?!-chiesi ancora impaurita.
-Finalmente-esclamò Niall rivolgendomi un allegro sguardo.
-Mi spieghi cosa succede,Niall?-
-Niente Ludo, perché?-mi rispose con molta calma. Chiusi gli occhi e tirai un sospiro di sollievo, poi li riaprii e continuai.
-Mi hai fatto prendere uno spavento con quel messaggio-
-Scusami e che..-
-Niall?-
-Che tra poche ore prenderemo un aereo per l’America e volevo salutarti-
-Ooh, i One Direction alla conquista delle fans americane-dissi con tono sarcastico.
-Ma che fai sfotti?-
-Mai!-risposi avvicinandomi al suo letto spostando i montoni di maglioni che vi erano su.-Vabbè mentre finisci qui ti aspetto giù!
-No, fammi compagnia-mi supplicò.

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Capitolo 9
*** It's time to get up. ***


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Mi limitai ad acconsentire con un semplice cenno della testa e mi sedetti in quel poco di spazio che c’era sul letto. Sentii bussare la porta e la voce di May che chiedeva il permesso, a seguirla c’erano Liam e il riccio. May salutò con un bacio Niall mentre Liam fece lo stesso con me.
-Ludovica, lui è Harry-disse il biondino mentre sistemava un pantalone nella grande borsa nera.
-Ci siamo già presentati, alla porta-
-Sì, anzi scusami se sono andata via così ma ero preoccupata!-
-Non preoccuparti, avremmo modo di conoscerci meglio -rispose mettendo le mani nelle tasche e sorridendomi.
-Andate, su-urlò Niall gettando una maglia bianca sul petto di Harry.
-Ludovica cosa vuoi per colazione?-mi chiese questa volta Liam.
-Caffè espresso e muffin al cioccolato-
-Okay-mi rispose ripetendo a bassa voce la mia ordinazione per poi sparire con Harry dietro la porta bianca. Mi alzai e presi la borsa che era sulla sedia di fronte al letto, raggiunsi la finestra e accesi una sigaretta. Mi affacciai, la città era in quiete non si sentiva un solo rumore..il cielo era di un azzurro chiarissimo illuminato dai primi raggi del sole e quell’aria sottile e fresca tipica di Londra.Appoggiai la testa alla finestra e sentivo i miei occhi chiudersi pian piano, ma sobbalzai quando il mio fianco fu sfiorato dalla mano di Niall che mi sfilò la sigaretta di mano, la spense e la gettò nel posacenere.
-Hey, questa è la seconda che mi fai buttare-
-Non voglio che fumi-
-Oddio sembri May due!-non rispose, ma si limitò a sorridermi dolcemente. Poggiai la testa sulla sua spalla strofinandomi gli occhi gonfi di sonno e iniziai ad appisolarmi.
-A volte serve solo questo-
-Cosa?-risposi a voce bassa tenendo gli occhi chiusi.
-Un po’ di tranquillità-
-Vero…posso capire perché ti riduci alle 6 del mattino a fare la valigia?-
-Ieri abbiamo fatto tardi e tra poco abbiamo l’aereo-
-Io ho dormito per 5 ore, figo!-
-Bello vederti in questo stato-
-Niall, non ho nemmeno la forza di parlare…tutta colpa tua-
-Su, dormigliona-mi urlò all’orecchio facendomi alzare la testa che mi faceva malissimo. Ci staccammo, io raggiunsi May mentre Niall infilava le ultime cose nella valigia. La rossa era applicata a leggere i tantissimi tweet che comparivano sulla sua home, la maggior parte riguardavano l’eccitazione delle fans americane per l’arrivo dei ragazzi .Lessi i tweet più divertenti, imitando le fans per stuzzicare Niall che era intento a pensare cosa mancasse nella sua valigia mentre May mi reggeva il gioco. La rossa scattò in piedi e raggiunse il piano inferiore non appena sentì la porta chiudersi, la colazione era arrivata; io saltai sulle spalle dell’irlandese abbracciandolo al collo stampandogli un forte bacio sulla guancia.
-Horan, portami giù-gli ordinai quasi sottovoce.
-Se cadi non è colpa mia-mi avvisò mentre iniziava a camminare piano piano reggendosi una volta al muro e una volta alla ringhiera delle scale. Dopo poco arrivammo giù accolti dalle fragorose risate degli altri, a cui si aggiunsero anche la mia e quella inconfondibile di Niall che mi fece scivolare lentamente dalle sue spalle, poi lo vidi raggiungere gli altri due e dirigersi in una stanza in fondo al corridoio che si apriva subito dopo il salone. Io e May ci guardammo stranite e seguimmo i ragazzi che erano entrati in una grossa stanza in cui dormivano, da quello che si poteva capire, Zayn che era avvolto in una calda coperta e un ragazzo dai capelli castani che era accanto a lui, girato sul lato opposto. Il silenzio che c’era in quella stanza fu interrotto dalle voci dei tre ragazzi che cantavano a squarcia gola con l’intenzione di svegliare gli altri due che dormivano beati, Harry iniziò a saltare sul letto mentre Liam e Niall cercavano di sottrarre agli altri due le coperte, che dopo poco dovettero arrendersi all’attacco dei tre. Mentre loro continuavano la loro lotta lasciai May con i ragazzi e mi avviai verso la cucina per sistemare il tavolo su cui dovevamo fare la colazione. Tolsi i bicchieri e i vassoi con le cose da mangiare dalle buste e le sistemai sul tavolo facendo attenzione a non rovesciare niente; sistemai le sedie e apparecchiai con quello che mancava. Mentre ero intenta a preparare il tutto, sporsi la testa e vidi che i ragazzi stavano venendo..erano alquanto scombinati. Mi girai e mi appoggiai al tavolo incrociando le braccia inarcando un timido sorriso. Si avvicinò Zayn che aveva gli occhi gonfi e stanchi, mi stampò un bacio sulla guancia e mi sorpassò prendendo il posto. Gli altri lo imitarono, tranne quel ragazzo castano che mi porse la mano con un dolcissimo sorriso.
-Ciao, io sono Louis..il più grande e maturo del gruppo-detto ciò, Harry gli diede un colpetto alla testa.
-Piacere, sono Ludovica o meglio Ludo..la più responsabile delle due-
-Hey, non è vero!-mi rispose May mettendo il broncio, ma mi limitai a farle un occhiolino. Ci sedemmo ed iniziammo a mangiare, su quel tavolo c’era di tutto tra caffè e biscotti di vario tipo. Era difficile mantenere la serietà con quei cinque, il mio stomaco chiedeva pietà per le tante risate che facevamo..erano degli eterni Peter Pan, soprattutto Louis sul cui volto spiccavano gli occhi azzurri ed un perfetto sorriso. I ragazzi mi distraevano, mi facevano stare bene erano capaci di farmi dimenticare la stanchezza di quella mattina e i continui pensieri, mi strappavano un sorriso con un solo gesto ,non mi facevano sentire a disagio anzi socializzavano molto velocemente e mi accettavano per quello che ero, non ci lasciavano sole anche se li avevi conosciuti da poco..loro c’erano ed avevano un cuore ancora più dolce dei loro stessi sorrisi. Mandai giù un sorso di caffè espresso che mi riscaldò la gola e staccai con le mani un pezzetto di muffin e lo lanciai a Niall che era concentrato a scrivere su quel dannato i-phone,ma lo mancai. Ripresi un secondo pezzetto e lo centrai in pieno sul suo naso. Mi guardò con uno sguardo minaccioso ma io facevo l’indifferente muovendo le pupille verso l’alto. May si spinse verso Niall e gli sussurrò qualcosa all’orecchio mentre lui mi guardava dispettosamente, poi si voltò verso Zayn e evidentemente riportò quello che May gli aveva detto, i tre stavano organizzando qualcosa e quel qualcosa mi spaventava. Vidi Niall e Zayn alzarsi contemporaneamente e dirigersi verso me con totale indifferenza, muovevo le pupille prima a destra e poi a sinistra per capire cosa stessero tramando. Mi presero per le braccia e mi bloccarono, avevo capito. Iniziai a muovermi velocemente e iniziare a chiedere scusa al biondino, ma la rossa aveva già iniziato a farmi il solletico nel punto in cui lo soffro di più, il collo. Iniziai a ridere talmente forte che mi uscivano le lacrime e chiedevo tra una risata e l’altra l’aiuto dei tre che assistevano alla scena, ma nessuno osava muoversi anzi restavano fermi a morire dalle risate.
-Vi prego bastaa!-
-Dici..scusami Niall non lo faccio più-
-Ma sei idiota?-
-May, prosegui-
-Okay,okay…scusami-dissi prima che la rossa potesse iniziare di nuovo.
 

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Capitolo 10
*** I'll miss you. ***


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I ragazzi lasciarono la presa e ritornarono al loro posto mentre io cercavo di riprendermi asciugando le lacrime per poi raggiungere il mio posto. Alzai lo sguardo e guardai l’orologio che segnava le otto e mezzo. -Ragazzi io devo andare a lavoro, è abbastanza tardi- -Ludo ti accompagno-si propose May. -No, se vuoi stare ancora un altro po’ resta, andrò a piedi- -Ti accompagno io-questa volta intervenne Harry. -No sul serio, grazie-dissi alzandomi per sparecchiare la tavola, ma fui bloccata dalla mano di Liam che mi diede il permesso di andare, ma prima mi aspettava il momento dei saluti quello forse più difficile. Guardai i ragazzi ed iniziai ad abbracciarli augurandogli buon viaggio, poi mi diressi verso la porta seguita da Niall che mi guardava con sguardo malinconico. Chiuse la porta alle sue spalle e mi strinse forte a lui facendo sprofondare la mia testa tra le sue braccia, mi diede un bacio sulla testa e mi sussurrò un leggero“mi mancherai” all’orecchio .Lo strinsi ancora di più, mi ero affezionata tantissimo. Ricordai che il tempo non era a mia disposizione e che correva veloce così mi staccai con difficoltà. -Dai, sono solo tre giorni- -Ormai ero abituato a vederti tutti giorni- -Mancherai anche a me-dissi sinceramente guardandolo negli occhi per poi allontanarmi ed incamminarmi per le fredde strade di Londra.Avanzai il passo quando notai che mancavano solo 10 minuti all’inizio del mio turno, ma arrivai comunque in ritardo..di poco ma sempre in ritardo. Quella mattina al negozio non c’era molta gente, a causa del mal tempo così ne approfittai per iniziare l’inventario che avevo rimandato per ben quattro volte..sentivo il sonno prendere possesso del mio corpo ma dovetti sforzarmi a restare sveglia e a continuare il mio lavoro. Mi annoiavo tantissimo anche perché quel giorno al negozio ero da sola, controllavo in continuazione l’orologio ma sembrava che il tempo si fosse fermato. Restava l’ultima mezz’ora, così uscii fuori e accesi una sigaretta incantandomi ad osservare le strade che erano bagnate dalle piccole gocce d’acqua. Finalmente dopo poco marcai il cartellino e lasciai la gestione ad un’altra ragazza. Raggiunsi la metropolitana e arrivai a casa dopo tre quarti d’ora, aprii la porta, posai le chiavi sul tavolino e tolsi il cappotto poggiandolo, insieme alla borsa ,sul divano. Andai in cucina e vidi May digitare velocemente qualcosa sul suo telefono mentre finiva di preparare il pranzo. -Hey!- -Hey scusa non ti avevo sentito- -Vedo-le risposi sedendomi sulla sedia posta al mio lato e poggiando la testa sul tavolo per cercare di riposare, ma sapevo che la mia giornata non sarebbe finita lì. Quando avevo il pomeriggio libero andavo a lavoro con May e facevo da baby-sitter a Sam, la figlia di Liz, ovviamente lo facevo per hobby. Alzai la testa quando la rossa mise a tavola il pranzo. Mangai quasi senza forza. -Che hai fatto tutta la mattina?-chiesi mentre versavo l’acqua nel bicchiere. -Dopo poco che sei andata via ho accompagnato i ragazzi in aeroporto, sono stata lì per poco e poi sono stata in giro..- -Capisco-calò per un momento il silenzio. -Con Niall come va?-mi chiese seriamente la rossa poggiando la testa sul braccio. -Va come va con Liam, Zayn e il resto..- -Sicura?- -Perché queste domande?- -Niall era malinconico dopo che te ne sei andata- -Lo so-dissi quasi sottovoce. Non mi andava ricordare quel momento-Siamo buoni amici- conclusi facendole l’occhiolino. Mi alzai e raggiunsi la mia stanza lentamente continuando a sbadigliare, ero stanchissima. Cercai di svegliarmi sciacquando il viso con dell’acqua fresca, ma i miei occhi avevano comunque bisogno di dormire. Dopo poco uscii di nuovo di casa con May e raggiungemmo il locale pochi minuti dopo, era un orario morto quindi il bar era vuoto così ne approfittai per rilassarmi un po’ma, come mio solito, mi addormentai sul tavolino che era nella piccola cucina; avevo la faccia poggiata sulle braccia e i capelli che coprivano il viso. Ero crollata ma tra veglia e sonno sentivo una piccola e tenera voce che era vicino a me che tentava di svegliarmi. -Hey, zia Ludo..sono Sam, perché dormi?-quella vocina mi colpiva il cuore, quella bambina era la cosa più bella..avevo legato sin dall’inizio con lei, sembrava un angioletto con quei suoi capelli color oro e i suoi occhi blu scuro, il suo piccolo sorriso che mostrava i piccoli denti che qualche volta mancavano. Era una bambina dolce, sapeva trasmettere le sue paure, la sua voglia di vivere e giocare. Quando capii che era lei, sul mio viso si disegnò un leggero sorriso. -Zia Ludo dai sveglia, dobbiamo disegnare …daai, non dormire sempre-alzai piano piano il viso, sistemai i capelli e la presi tra le mie braccia stampandole un grande bacio. -Hey piccola, scusa- -Tieni, disegna-mi disse passandomi i suoi pastelli e un foglio bianco. Iniziai a scarabocchiarlo con diversi colori mentre cercavo di tenere gli occhi aperti. Dopo poco decisi di portare Sam al parco per prendere un po’d’aria. Aiutai la piccola a indossare sciarpa, cappello e giubbotto, la presi per mano e ci dirigemmo verso il parco. Era abbastanza grande, molti spazi verdi su cui erano poste tanti giochi per i piccoli e un laghetto in cui nuotavano delle papere. Mi sedetti su una fredda panchina mentre Sam giocava con altre bambine davanti ai miei occhi, il sole iniziava a calare e sentii il telefono suonare, lo presi e vidi che c’era un messaggio da May che mi informava che i ragazzi erano appena atterrati a New York, non le risposi e posai di nuovo il telefono in tasca. Dopo poco iniziava a fare buio e le nuvole iniziarono a camminare nel cielo, presi Sam e la riportai al locale che era affollato come non mai. Lasciai la bimba seduta ad un tavolino a bere il suo frullato e mi diressi verso il bancone dove c’era la rossa che mi diede più informazioni sui ragazzi facendomi leggere i pochi messaggi che aveva scambiato con Zayn, poi ordinai un frullato alla fragola. Aspettai altre due ore e ritornammo a casa, non ebbi nemmeno la forza di mangiare e mi gettai di peso sul divano addormentandomi in meno di due minuti.

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Capitolo 11
*** Surprise. ***


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Aprii gli occhi lentamente. Controllai l’orario dal cellulare, la mia sveglia sarebbe suonata tra una mezz’oretta. Scostai la coperta e mi alzai lentamente per evitare giramenti di testa, notai che ero ancora con i vestiti del giorno prima così mi diressi in bagno e mi svegliai facendo una doccia rilassante. Dopo poco riscesi giù e preparai una tazza fumante di caffè e latte e la bevvi lentamente cercando di riscaldare la mia gola, che quella mattina sembrava stesse andando a fuoco. Mi avvicinai lentamente alla finestra tenendo stretta tra le mani la tazza, guardando la pioggia scendere lentamente sulle strade deserte. Chiusi gli occhi, ascoltando il nulla e sorrisi leggermente..Niall era partito solo da un giorno e già non riuscivo più reggere quella distanza, una cosa era certa mi ero affezionata ma stavo iniziando a provare qualcosa di più. Era la prima volta che mi sentivo così, era una bella sensazione ma faceva paura perché sapevo, per esperienza, che le cose belle finivano in un attimo o, peggio , ti facevano soffrire e io non volevo perché lì, a Londra avevo trovato quella serenità che cercavo da tanto ma sentivo che con lui era tutto diverso, nonostante il suo lavoro e i suoi impegni potevo fidarmi perché era quel tipo di persona che non avrebbe fatto male a nessuno, o meglio non sapeva farlo poiché il suo carattere era un concentrato di bontà e dolcezza. Adoravo il suo carattere ,quel suo essere così tenero e fragile, quel suo bisogno di essere coccolato e protetto dai ragazzi, il modo in cui ti guardava e quella sua felicità che non lo lasciava mai ; adoravo la sua voce e il suo essere sempre affamato , adoravo la sua timidezza , insomma mi piaceva tutto di lui..ma ciò che mi faceva impazzire era quel suo sorriso perfetto e sincero. Riaprii di scatto gli occhi quando sentii la voce di May che mi dava il buongiorno.
-Buongiorno! Come mai già in piedi?-le chiesi compiendo mezzo giro e sedendomi sul davanzale della finestra.
-Esco un po’ con Liz e la bimba-
-Ooh, salutamela- dissi buttando giù l’ultimo sorso.
-Che pensavi?-
-Niente, perché?-
-Avevi un espressione da ebete e sembravi felice-
-Ma sono felice-
-Come mai?-
-May, basta! Mi sono svegliata felice…-
-Non me la racconti giusta-mi rispose appoggiando le braccia sul tavolo.
-Quando ritornano i ragazzi?-
-Giovedì sera, perché?-
-Volevo sapere..- le risposi con tono malinconico.
-Ti manca.-
-Chi?-
-Mia nonna.-
-Ossì,tantissimo..non vedo l’ora di rivederla.-
-Dai, Ludo..ci conosciamo da una vita, su.-
-Un po’.- questa volta non rispose, mi abbracciò sorridendo facendo calare quel silenzio che c’era poco prima. Mi staccai dopo aver fatto un respiro profondo. Presi le mie cose e mi avviai verso il negozio, dopo aver stampato un forte bacio sulla guancia di May. Dopo circa dieci minuti presi l’ipod, e solo in quel momento mi accorsi che era di May ma non mi applicai tanto e infilai le cuffie lasciando che la musica mi tenesse compagnia per tutto il tragitto. La prima canzone che iniziò era una che non conoscevo, tirai fuori l’i-pod dalla tasca del cappotto e lessi sullo schermo “one direction-they don’t know about us” ed ebbi un flashback..era una delle canzoni del nuovo album dei ragazzi che notai quando Niall lo firmò al nostro primo incontro. Mi concentrai ad ascoltare ogni minima parola, era una canzone meravigliosa. A quella ne seguirono molte altre ma ero talmente attenta che non mi accorsi nemmeno che ero arrivata, e questa volta in anticipo. Mi sedetti sulla panchina accanto al negozio e accesi una sigaretta continuando ad ascoltare la musica, dopo due minuti vidi arrivare una mia collega, così sfilai le cuffie e iniziai la mia giornata di lavoro. Dopo due giorni di noia e malinconia, arrivò il primo giorno di Dicembre quel giovedì che era cominciato con una leggera nevicata, dovevamo essere pochi gradi sopra lo zero infatti quel giorno si gelava davvero tanto. Finita la mia solita giornata al negozio e dopo esser stata tutto il giorno sul divano, verso le 8 e 30 di sera sentii bussare la porta, ma non capivo chi potesse essere a quell’ora, così la aprii lentamente e vidi Sophie con una ragazza dai capelli lunghi e mossi ed una faccia tenerissima.
-Hey-le accolsi invitandole ad entrare.
-Ciao!-mi salutò Sophie con un sorriso-lei è El, la ragazza di Louis-
-Oh, ciao piacere mio-le sorrisi porgendole la mano, e lei fece lo stesso.
-I ragazzi ci avevano detto di tenervi compagnia in questi giorni, ma non abbiamo avuto tempo scusaci!-
-Hey, non preoccupatevi..avete i vostri impegni..-
-Allora stasera verso le 22.30 i ragazzi atterrano a Londra e noi avevamo pensato di fargli una piccola sorpresa..vi va di venire con noi?-
-Ehm, sì ma May non c’è adesso..dovremmo aspettarla- -Non preoccuparti, abbiamo abbastanza tempo..l’andremo a prendere noi-
-Sedetevi, nel frattempo vado a sistemarmi-Salii di sopra e iniziai a sistemarmi mentre cercavo di rintracciare May per spiegarle il programma delle ragazze. Scesi di sotto di corsa, chiusi la casa e ci dirigemmo tutte e tre verso la piazza centrale di Piccadilly, dove ci stava aspettando la rossa già da cinque minuti, salì in macchina, salutò le altre due e si lamentava continuamente del suo aspetto. -Andiamo sei bellissima!-le disse mandandole un bacio, mentre Sophie ed El se la ridevano ma lei sembrava non accettare il mio complimento. Arrivammo a casa dei ragazzi.
-Come avete intenzione di entrare?! Scavalcando?-
-No- rise El -Liam ha dato le chiavi a Sophie, in caso d’emergenza-
-E questo è un caso d’emergenza-intervenne la riccia mentre apriva la porta.
-Mi sento un ladro!-
-May, smettila e taci- le dissi dolcemente. Quando entrammo la casa era sotto sopra, giustamente era la casa di cinque ragazzi come poteva essere ordinata! El e Sophie diedero una sistemata al piano di sotto, mentre io tenevo compagnia a May che era nel bel mezzo di una crisi poiché aveva un aspetto orribile. Mi sedetti sulla vasca giocherellando con il mio anello mentre lei iniziava il restauro, uscimmo da quel bagno solo dopo un’oretta. Scendemmo di giù cercando di trascinare anche la rossa che era ancora in crisi, mi appoggiai al divano con le braccia conserte e il cuore che mi batteva fortissimo appena sentii il rumore delle chiavi provenire dall’esterno. I primi ad entrare furono Louis, Liam e Harry che salutarono, anche se molto stanchi.
-Scendo subito, ho dimenticato il cellulare di sopra!-feci una veloce corsa e raggiunsi il bagno e vidi che il telefono stava vibrando, lo aprii e lessi un messaggio del mio capo in cui mi diceva che il giorno dopo ero di risposo. Uscii fuori tenendo lo sguardo fisso sul cellulare e chiusi la porta alle mie spalle.
-Ludovica!- sentii una voce familiare, alzai lo sguardo e vidi Niall.
-Hey!-dissi felice abbracciandolo forte. -Finalmente sono finiti questi giorni..-
-Tutto passa- dissi con tono serio. Mi sorrise e mi stampò un leggero bacio sfiorando l’angolo della bocca.

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Capitolo 12
*** And let me kiss you. ***


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Lo guardai dritto negli occhi un po’ sorpresa.
-Dai, andiamo di sotto..-mi disse a voce bassa seguita da un timido sorriso. Lo seguii al piano inferiore e lo aiutai, insieme a tutto il resto del gruppo, a sistemare le valigie nelle proprie stanze per poi radunarci tutti in quella di Harry che forse era l’unica più ordinata di tutte. Ognuno prese posto, i ragazzi sul letto, io e May sulle sedie della scrivania e le altre due per terra di fronte ai ragazzi che iniziarono a raccontarci tra uno sbadiglio e l’altro le loro avventure americane accompagnate dalle loro tante e, avvolte, squallide battutine. Niall e il riccio erano appoggiati uno all’altro ed erano già crollati mentre Zayn era tenuto sveglio da May che nel frattempo si era seduta sulle sue gambe.
-Che ne dite se passiamo un weekend tutti insieme, sulla neve?-propose Louis guardando prima me e poi May.
-Io ci sto, domani è il mio giorno di riposo e sabato e domenica il negozio è chiuso-risposi contenta.
-Voi avete qualche impegno, ragazze?-chiese Liam a Sophie ed El, ma loro risposero con un semplice cenno della testa.
-L’unico problema sono io…-disse May.
-Perché?-chiese Zayn guardandola negli occhi con espressione da cucciolo.
-Io lavoro…-
-Chiama Liz e dille che sei malata..capirà- le proposi facendole l’occhiolino. La rossa si alzò, intrecciò la sua mano con quella di Zayn e lo trascinò con se al piano di sotto. Sophie ed El presero il posto del tatuato e si accoccolarono tra le braccia dei ragazzi, e calò improvvisamente il silenzio. Appoggiai la testa sulle braccia intrecciate sulla scrivania ed iniziai a giocare con una pallina nell’attesa dell’arrivo di May.
-Ecco fatto, andata..weekend insieme!-disse la rossa con molto entusiasmo mentre le braccia di Zayn si strinsero sulla sua vita. C’era qualcosa che non andava… -May penso che dovremmo lasciarli riposare..andiamo?!-
-Ci accompagni?-chiese la rossa a Zayn.
-Certo!-
-Noo, dai Zayn sei stanco..lascia perdere!-intervenni.
-Resti a dormire da noi..-concluse May. Io la guardai spiazzata. Sì, c’era davvero qualcosa che non andava… Salutammo gli altri e ci dirigemmo in macchina, arrivammo a casa dopo poco. Zayn salì nella camera degli ospiti, mentre io trattenni la rossa in bagno a farle il terzo grado.
-Non mi hai detto qualcosa o sbaglio?!-
-Ehm..a proposito di cosa?-
-O di chi…ehm!-
-Ah, Zayn. Stiamo insieme- disse tutto d’un tratto facendo brillare quei suoi occhi scuri.
-E non mi dici niente?-
-Zayn mi baciò prima di partire, però non sapevo come sarebbero andate le cose tra di noi..per questo non ti ho detto niente, poi stasera mi ha ribaciata e..-
-Capito!-
-Non essere arrabbiata, dai Ludo-
-Non sono arrabbiata, sono felice-le sorrisi per poi abbracciarla. La accompagnai fuori la porta della camera dove la aspettava Zayn, le stampai un bacio sulla guancia e le diedi la buonanotte raccomandandola con un occhiolino. Raggiunsi il mio letto e mi addormentai dopo poco. La mattina seguente a svegliarmi furono quei due pazzi scatenati che iniziarono a cantarmi canzoni strane nelle orecchie buttandosi di peso su di me , manco fossero due piume. May aprì le tende mentre Zayn iniziava a gettarmi i cuscini in faccia.
-I rompipalle si accoppiano!-dissi con tono ironico cercando di non far entrare la luce del sole negli occhi-che ore sono?-
-Le 12.00..e tra una mezz’ora vengono i ragazzi..- -Bene!-dissi per poi alzarmi. Fortunatamente gli altri ritardarono così ebbi tutto il tempo di prepararmi e sistemare la borsa, mettendo la tuta da neve e qualche cambio. Dopo aver controllato se tutto era a posto, uscimmo e fuori il vialetto c’era una grossa macchina nera alla cui guida c’era Louis e al suo fianco El. Appoggiato alla vettura c’era Niall che indossava un paio di occhiali neri e ci salutò con un sincero sorriso. Lo abbracciai stampandogli un dolce bacio sulla guancia, gli sfilai gli occhiali lasciando splendere alla luce del sole i suoi occhi profondi, poi li misi sul mio viso provocando un altro suo perfetto sorriso. Entrammo e prendemmo posto. Appena imboccata l’autostrada, Louis accese lo stereo ed iniziò a cantare aiutato dagli altri tre, Harry quel giorno era rimasto a casa con la madre e la sorella. Le loro voci così calde e profonde mi incantarono facendomi venire la pelle d’oca, ma quel momento serio si trasformò subito in una commedia visto che iniziarono a cambiare le parole ad ogni canzone e a fare balli squallidi. Dopo poco ci unimmo anche noi ragazze. Arrivammo dopo due ore e mezza, posammo le borse, sistemammo la casa e le stanza mentre i ragazzi continuavano a cazzeggiare tra di loro. Erano ormai le sei passate e il sole era già calato, così decidemmo di restare al caldo in casa e giocammo ad un vecchio gioco di società mentre sorseggiavamo della cioccolata calda. Sul tardi preparammo la cena e ci radunammo di nuovo tutti in una terrazza sul retro coperta da pareti di legno in cui c’era un camino e restammo lì parlare fino a notte fonda. -Porto May di sopra!-disse Zayn a bassa voce prendendola in braccio e avviandosi verso le scale.
-Penso dobbiamo rientrare tutti..-disse Liam tra veglia e sonno. Niall rimase ancora lì mentre tutti ci dirigemmo nelle nostre stanze. Mi stesi sul letto accanto a May che era già caduta in un sonno profondo e cercai la posizione giusta per addormentarmi, ma c’era qualcosa che mi teneva sveglia così uscii dalla stanza in punta di piedi cercando di non fare rumore e mi avvicinai alla stanza dei ragazzi. Niall non era lì. Scesi di sotto e lo vidi in terrazza a fissare il fuoco scoppiettante avvolto in un piumone caldo.
-Hai deciso di stare sveglio tutta la notte?-gli chiesi appoggiandomi alla porta.
-Non ho per niente sonno..te come mai sei qui?-
-Per lo stesso tuo motivo..-
-Oh,vieni qui che ti congeli-disse aprendo le lunghe braccia, lo raggiunsi e mi sedetti tra le sue gambe avvolta dalle sue braccia e tenuta calda dal piumone. Poggiai la testa sulla spalla e iniziai a fissare il fuoco mentre mi stringevo sempre di più a lui.
-Mi sei mancato sai..-
-Davvero?-
-No, cioè volevo dire mi siete mancati…tutti e cinque!-
-Certo-disse Niall divertito.
-Ho ascoltato they don’t know about us..è una canzone meravigliosa-dissi alzando la testa per guardarlo in faccia.
-Grazie!-disse guardandomi negli occhi, illuminati dal rosso del fuoco .Rimanemmo a guardarci per un po’, poi pian piano il suo viso si faceva sempre più vicino al mio fin quando le sue morbide labbra non toccarono le mie. Era la cosa più bella che poteva capitarmi quel giorno. Mi strinse ancora più forte a lui e approfondimmo il bacio. Sorrisi mantenendo il contatto tra le nostre labbra.
-Mi hai fatto aspettare tanto, Horan- dissi sotto voce mettendo le braccia
dietro il suo collo.

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Capitolo 13
*** Tonight I need to hold you so close. ***


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Le nostre labbra si staccarono dopo poco .Mi guardò con quei suoi occhi profondi e mi sorrise leggermente passando la sua mano delicata sulla mia guancia, ricambiai il sorriso. A farci compagnia c’era il silenzio interrotto, qualche volta, dallo scoppiettio del fuoco che fioco illuminava ancora quella grande stanza. Con una piccola mossa mi sedetti sulle gambe di Niall guardandolo, volgendo il viso verso il suo, intrecciai le mie mani dietro il suo collo e gli feci la linguaccia, ma lui si limitò a sorridermi.
-Che ore sono?-mi chiese serio.
-Non lo so..saranno le due passate.- risposi. Niall si spinse su di me per prendere il telefono sul tavolino alle mie spalle, vide l’orario e non parlò. Mise le sue mani sotto le mie gambe e mi tenne stretta a sé.
-Dove mi porti?-dissi baciandolo.
-Una piccola sorpresa-
-Adesso si inizia con le sorprese-dissi sorridendo. Arrivammo nella cucina buia. Accese la luce e mi sedette sul tavolo facendo segno con la mano di aspettare. Uscì da quella stanza e vi rientrò solo dopo un paio di minuti.
-Tanti auguri piccola.!- esclamò porgendomi un piccolo scatolo.
-Te ne sei ricordato…grazie!- presi quello scatolino e lo aprì pian piano, mentre il mio cuore batteva forte in gola. Scostai la parte superiore dello scatolo e vidi un anello d’argento con la scritta “LOVE” brillantinata,era stupendo.
-E’..-stetti in silenzio. -..stupendo. Grazie!-continuai dopo poco abbracciandolo. Lui sfilò l’anello dal cofanetto e me lo mise al dito.
-Questo ti terrà compagnia ogni volta che hai bisogno di me e sarò lontano, promettimi che lo terrai sempre.-
-Te lo prometto.- dissi sorridendo. Si avvicinò a me tanto da sentire il suo cuore che batteva sul mio petto, e avvicinò le sue labbra alle mie. Senza mai staccarci mi riportò in quella stanza dove il fuoco si era ormai spento, mi stese sul divano e si appoggiò su di me stingendo tra le sue mani il mio fianco destro e io sussultai passandogli una mano sul petto, poi gli morsi delicatamente il labbro inferiore e lo feci sobbalzare lentamente e sentii la sua mano salire pian piano lungo la mia schiena provocandomi un leggero brivido. Passò le sue dita tra i miei capelli e lo fermai intrecciando la mia con la sua.
-Sembra stupido, ma mi hai cambiato la vita.- mi confessò con voce bassa,quasi sussurrando.
-Non è stupido. E’ bello.- restò a guardarmi per un po’, dopodiché si alzò e si stese dietro di me intrecciando la sua mano con la mia sul mio ventre. Fui svegliata dal cinguettio degli uccelli e dai splendidi raggi di sole di quella fredda mattina invernale. Mi girai verso Niall, svegliandolo. Poggiai la mia gamba sulla sua anca e lui posizionò la sua mano sulla mia coscia, mosse la testa cercando il mio petto e si riaddormentò di nuovo mentre io gli massa ggiavo la testa. A svegliarci questa volta furono quei due psicopatici di May e Zayn che entrarono nella stanza cantando la canzoncina del compleanno, Niall prese un cuscino e lo mise sulla testa, mentre io mi alzai lentamente.
-Auguri amore!- urlò la rossa,ancora in pigiama.
-Auguri Horan!-mi disse Zayn stampandomi un bacio sulla fronte, ma Niall gli tirò un cuscino giusto in faccia e il moro gli saltò addosso. Guardai la scena divertita fin quando May mi tirò per un braccio e mi fece una serie di domande e mentre le spiegavo tutto mi arrivò una cuscinata di Niall alla schiena, mi girai con sguardo assassino e glielo rilanciai ma lo mancai. Iniziò a ridere come un matto mentre io mi facevo sempre più nervosa, lui si avvicinò e mi diede un bacio sul naso ma lo spinsi via da me lentamente. Tutti e quattro raggiungemmo la cucina e iniziammo a preparare la colazione mentre Zayn canticchiava dolcemente una canzone. Dopo aver mangiato io, Zayn e May uscimmo in terrazza, la rossa si sedette tra le gambe di Zayn che accese una sigaretta coprendo entrambi con un piumone bianco, io mi sedetti al loro fianco e imitai il ragazzo sentendo il fumo che scendeva per la gola.
-Finalmente Niall ha deciso di fare il primo passo.-disse la rossa che muoveva la mano avanti e indietro per scacciare via la grossa nube di fumo.
-Essì, è così dolce…-
-Mi raccomando Ludo, Niall è molto fragile..-mi informò Zayn.
-Lo so, non farei mai una cosa che lo possa far stare male non me lo perdonerei, e poi non so è strano ma lo sento già parte di me.-
-Sai? Lui dopo l’uscita al giardino si è accorto di provare qualcosa per te ma aveva paura di fare il primo passo.- mi confessò. -E non mi hai mai detto niente?- chiese May rivolgendo lo sguardo verso il ragazzo.
-Niall mi aveva chiesto di non dire niente a nessuno.-
-Ci sto bene con lui.- dissi sinceramente portando la sigaretta alla bocca. – mi fa provare tante emozioni, anche solo con uno sguardo.-
-Trattamelo bene.- continuò.
-Non preoccuparti Zayn- lo rassicurai. Appena finii di parlare uscì Niall dalla porta alle nostre spalle e mi raggiunse,sedendosi sulle mie gambe. -Non è che sei tutta questa leggerezza, eh!- dissi con voce sforzata pizzicandogli i fianchi. Rise e si alzò pian piano sedendo su una sedia di plastica facendosi vicino a me. Mentre spegnevo la sigaretta qualcuno mi coprì i miei chiari occhi con le mani e un paio di voci iniziarono a cantare “Buon compleanno”. Quando quelle mani si aprirono davanti a me sfiorando le mie guancie vidi Sophie con un muffin tra le mani su cui vi era una candelina.
-Tanti auguri Ludovica- mi dissero Louis, El,Liam e Sophie.
-Grazie ragazzi- dissi soffiando la candelina.
-Mi raccomando non esagerate con la torta- disse ironico Zayn.
-Altrimenti troppa torta fa male.- lo appoggiò Liam.
-Ma quanto siete spiritosi.- intervenne May dando uno schiaffo sulla coscia del moro. Iniziarono a cadere i primi e piccoli fiocchi di neve.
-Dai andiamo dentro- disse May. Entrammo tutti quanti in casa e ci posizionammo sul grande divano che era nel bianco salotto riscaldato da un camino mentre Niall si precipitò per le scale urlando un “aspettate” e riscese dopo poco con la sua chitarra tra le mani. Si sedette accanto a me su un piccolo sgabello e posizionò la chitarra e iniziò ad intonare una canzone che forse avevo sentito una sola volta di sfuggito. Mi guardava con quei suoi occhi chiari come il mare, e mi sorrideva leggermente facendo scivolare quelle sue bianche dita sulle corde dello strumento. La sua calda voce mi colpiva il cuore e mi paralizzò,non avevo mai sentito la sua voce dal vivo. “They don’t know about us” intonò dolcemente e sotto voce incrociando il suo sguardo con il mio e restammo così per un po’. Poi si avvicinò a me e mi stampò un veloce bacio. Gli rubai la chitarra dalle mani e la sistemai sulle mie gambe e intonai le note di “So sick” di Ne-yo,cantai accompagnata da Niall a cui si aggiunsero anche gli altri e continuammo così tutta la mattinata.

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Capitolo 14
*** Snow. ***


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-Ragazzi che ne dite di andare a pattinare?- propose May.
-Sì, c’è una pista a pochi passi da qui-la appoggiò Louis.
-Ehm..non so pattinare.-informai.
-Bene ragazzi, ci divertiremo tanto..-ridacchiò Niall. Gli diedi uno schiaffo sul braccio e gli feci la linguaccia, lui mi sorrise e pose il suo braccio attorno al mio collo. Dopo circa due ore uscimmo di casa dirigendoci verso la pista di pattinaggio, i ragazzi camminavano avanti fermati qualche volta da qualche fan e noi li seguivamo a poca distanza così presi una rincorsa e saltai sulle spalle di Niall e cademmo sulla soffice neve, baciai le sua guancia e dopo poco i ragazzi si buttarono su di noi mentre May si divertiva a scattare le foto con il suo i-phone. Uscì da quella mischia e corsi verso May bloccandola.
-Zayn, aiutami…- urlai tra una risata e l’altra. Lui si alzò, prese May e la fece cadere per terra e si gettò su di lei baciandola dolcemente. Mi allontanai da loro e respirai la leggera aria di quella mattina guardando le altre persone che si divertivano, ma fui disturbata da una ghiacciata palla di neve che mi gettò Liam sul braccio. Mi girai verso di lui con sguardo minaccioso.
-Scusa- mi disse ridendo. Mi abbassai prendendo tra le mani, coperte da pesanti guanti, la neve e la modellai affinchè assumesse la forma di una grossa palla. Mi alzai, ma Liam era troppo distante da me così iniziai a corrergli dietro.
-Voi donne non siete capaci di niente.- esclamò provocandomi.
-Senti, questa palla te la faccio mangiare.- iniziai a correre di più anche se le mie gambe non reggevano più ma lo riuscii a raggiungere, gli misi lo sgambetto e gli gettai la palla in pieno volto.
-Adesso che mi dici?- gli chiesi soddisfatta.
-Bastarda, è fredda!.-
-Ma non mi dire!- esclamai ridendo. Mi tirò per un braccio e mi stese a terra bloccandomi le mani e facendomi il solletico.
-Questo è un colpo basso.- gli dissi cercando di respirare. Alle spalle di Liam comparse Sophie che si gettò su di noi e contribuì a farmi il solletico.
-Basta vi prego, basta!.- dissi quasi senza fiato.
-Hai perso Ludo, mi dispiace- disse Liam alzandosi dandomi la mano per aiutarmi.
-Voglio la rivincita.- dissi con tono ironico.
-Campioni, andiamo alla pista su.- disse Sophie intrecciando la sua mano con quella di Liam. Raggiungemmo gli altri che erano già arrivati.
-Niall.- gli sussurrai all’orecchio stringendomi a lui.
-Ehi.- mi disse dandomi un bacio in fronte. Entrammo ma io rimasi alla ringhiera che limitava l’enorme pista di ghiaccio mentre gli altri pattinavano senza problemi. Mi mossi lentamente per tornare indietro ma Niall mi prese il braccio.
-Dove vai senza me?-
-A sedermi.- dissi, ma mi bloccò premendo il suo corpo sul mio e mi baciò. Mi sistemò i capelli sotto il cappello e mi diede la mano
-Vieni.-
-No, Niall non so come muovermi.-
-E’ facile, segui i miei passi.- strinsi fortemente entrambi le mani e muovevo le gambe a piccoli passi, dopo poco mi ritrovai in mezzo alla pista con Niall che mi dava sempre di più sicurezza ma improvvisamente scivolai e caddi, portando con me anche il biondino.
-Sei un caso perso.- mi disse ridendo.
-Già è tanto che sono qui in mezzo.- gli risposi pizzicandogli la guancia. Sì alzò e mi aiutò, poi mi riportò alla panchina dove mi tolsi i pattini e misi i miei stivaloni da neve.
-Andiamo a prendere qualcosa al bar.- proposi.
-Cioccolata calda?- mi chiese sorridendomi con gli occhi.
-Vada per la cioccolata calda.- gli sorrisi. Arrivammo al bar che era a forma di igloo tutto bianco e disegnato nei minimi particolari, mi sedetti e aspettai Niall che arrivò poco dopo.
-Anche se stiamo insieme non so quasi niente di te, della tua famiglia..voglio dire- mi disse timidamente, lo guardai stringendo tra le mani la tazza.
-Ho un fratello più grande e vive con mia madre in Italia.-
-E tuo padre..i tuoi sono divorziati?- lo guardai dritto negli occhi, abbassai lo sguardo.
-E’ morto un paio di anni fa, ero solo una bambina.-
-Ah,scusa Ludo, non vol…-
-Fa niente,lo dovevi sapere. E tu?-
-Fratello più grande, Greg sposato da poco. Mamma Maura e Papà Bobby, divorziati.-
-E poi c’è il piccolo Niall che si è appena sporcato il naso di panna.- risi. Mi avvicinai e gli diedi un piccolo bacio sul naso e tolsi la panna mentre lui poggiò le sue labbra sul mio mento.
-E di noi, cosa mi dici?- mi chiese tornando serio.
-Noi…noi siamo la cosa più importante della mia vita.-dissi sinceramente tutto d’un tratto.
-Io avevo paura di cimentarmi in una nuova storia, ma non so perché sentivo il bisogno di averti vicina.-
-Adesso mi hai vicina, sempre.- gli strinsi la mano e lo rassicurai.
-Quanti anni avevo quando tuo padre è andato via.?-
-9, non ricordo quasi niente. Ho continuato la scuola fino alle superiori poi io e May decidemmo di realizzare il nostro sogno più grande…Londra.- dissi.
-Ed eccoci qua, con una seconda vita e amici un po’ strani, in senso positivo.- aggiunse lei alle mie spalle abbracciandomi.
-Zayn quella è la mia cioccolata.- lo informai.
-Fa niente, l’amico strano ha bisogno di bere.- Poco dopo ci raggiunsero tutti gli altri e si sedettero accanto a noi dopo aver fatto scorta al bar.
-Voglio una foto tutti insieme.- disse El muovendo tra le sue mani la macchina fotografica.
-Ci sto.-
-Tutti in posa.!- urlò Louis.
Quella fu una delle mie foto preferite.

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Capitolo 15
*** Where are you? ***


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Quella domenica sera decidemmo di andare a ballare in una discoteca a mezz’ora da casa nostra e rientrammo verso le quattro del mattino, un po’ brilli ma rientrammo sani e salvi. Eravamo abbastanza distrutti tanto da addormentarci nel salotto ancora vestiti. Io ero abbracciata a Niall che aveva incrociato la mia mano, Zayn e May erano spaparanzati sulle poltrone mentre Lou, Liam,Sophie ed El erano stretti sull’altro di fronte la rossa.
-Cazzo è a quest’ora?- domandò Niall con la voce piena di sonno. Si spinse su di me per prendere il telefono dietro le mie spalle e io ne approfittai per baciargli dolcemente il bianco collo. Posò il telefono, ritornò al suo posto e mi strinse.
-Dobbiamo tornare a Londra, tra poche ore abbiamo un’intervista.- mi disse.
-Ah, come ci torniamo a casa in queste condizioni?- gli chiesi sbadigliando.
-Non lo so, iniziamo a svegliare gli altri.-
-Ci vuole solo un miracolo.- risi leggermente. Niall si alzò scavalcandomi e lo seguì poco dopo. Svegliammo tutti,preparammo le borse, sistemammo la casa alla meglio e la chiudemmo.
-Chi guida?- chiese Louis che aveva gli occhi gonfi dal sonno. Nessuno rispondeva, erano tutti messi male compresi me e Niall.
-Dà qui Lou, guido io.- si propose il biondino. Entrammo in macchina, tutti crollarono di nuovo mentre io tentavo di restare sveglia per far compagni a Niall che aveva una mano stesa sullo sterzo e l’altra appoggiata sulla mia coscia sfiorata dalle soffici dita.
-Ehi, sicuro che ce la fai altrimenti posso guidare anche io.-
-No, amore ce la faccio.- mi rassicurò. Lo guardai con stupore stringendo la sua mano, mi guardo e mi sorrise timidamente.
-Come hai detto?- gli chiesi.
-Ce la faccio.- mi rispose sorridendo sotto i baffi.
-No, come mi hai chiamata?-
-Amore.- mi disse seriamente guardandomi per un attimo negli occhi. Mi avvicinai a lui egli diedi un bacio sulla guancia, quella parola pronunciata con grande serietà mi riempiva di felicità.
-Hai sentito più Elly?- chiesi schiarendomi la voce con un po’ di tosse.
-No. Perché questa domanda?-
-Curiosità.- Niall mi strinse la coscia per darmi un pizzico ma lo anticipo. Dopo pochi minuti arrivammo negli studi dove i ragazzi dovevano tenere l’intervista. Era un edificio enorme con tanti piani con gente che andava avanti in dietro portando un milione di fogli tra le mani, io mi guardavo intorno tenendo stretta la mano di Niall che camminava tra due guardie del corpo abbastanza robuste, arrivammo al quinto o sesto piano..non ci feci molto caso. I ragazzi si presentarono ai giornalisti e andarono nei camerini mentre io e le ragazze eravamo già in studio per assistere all’intervista.
-Ehi May, lei è Lou..la nostra truccatrice.- disse Zayn avvicinandosi a May con una ragazza. May le tese la mano e le ricambiò inarcando un sorriso.
-E lei è la ragazza di Horan.- continuò Zayn indicandomi.
-Aah, finalmente ti conosco.- mi disse ridendo. Io ricambiai e iniziammo a parlare su come gestisse il suo lavoro e la sua vita privata, visto che aveva un bellissima bimba Lux che era in braccio ad Harry. La ragazza si allontanò quando i ragazzi furono chiamati dai giornalisti, io e May la raggiungemmo poco dopo continuando a scambiare due parole e cercando di intrattenere la piccolina. Erano le dieci passate quando i ragazzi uscirono dagli studi.
-Ora ho bisogno di un bel caffè.- disse Niall sbadigliando.
-Notte da leoni, eh?- chiese Harry inarcando un sorriso da cui si nacquero due fossette.
-Simpatico portaci a casa.- rispose Louis dando un leggero schiaffetto al riccio. -Amore, noi torniamo a casa..oggi devo lavorare e ho bisogno di dormire.- dissi al biondino. -Vabbene, stasera però ci vediamo?-
-Vienimi a prendere al solito posto,andiamo a casa e vediamo. Okay?-
-Va bene, amore.- mi disse stampandomi un lungo bacio sulle labbra.
-Ragazze, noi dobbiamo restare ancora qui..come ve ne andate?- chiese Liam preoccupato.
-Le accompagno io e poi passo a prendere voi.- si propose El. Dopo aver salutato tutti, salimmo in macchina ed incominciò a piovere leggermente mentre una parte del cielo si colorava sempre più di nero, dopo tutto eravamo ritornati a Londra. Arrivammo a casa dopo circa mezz’oretta, mangiai qualcosa al volo e mi gettai di peso sul fresco letto e chiusi gli occhi doloranti giocherellando con l’anello di Niall ma improvvisamente caddi in un sonno profondissimo tanto da non sentire il telefono squillare.
-Ludovica, Ludovica!- urlò May scuotendomi violentemente un braccio.
–Ti sta suonando il telefono, possibile che non senti?.- aprì pian piano gli occhi e presi il telefono che era sotto la mia pancia,quella maledetta sveglia.
-Preparati dai, ti do un passaggio a lavoro.- mi disse la rossa dirigendosi verso la porta. – però muoviti.- poco dopo dalla cucina. Sentivo proprio la stanchezza prendere possesso di me e il mio solito dolore allo stomaco, che come sempre mi stava uccidendo. Presi la biancheria intima, jeans e maglia e mi feci una doccia veloce con la speranza di restare sveglia per il resto della giornata. Mi asciugai e passai la crema,lavai i denti, mi truccai e sistemai i capelli che avevano bisogno di uno shampoo. Ritornai in camera poco dopo e iniziai a rovistare nell’armadio per cercare la mia divisa, ma niente. Controllai nella borsa che era appesa alla maniglia della porta e tirai fuori la maglia per lavorare in condizioni pessime.
-May! Quanti minuti ho?.- urlai ma nessuno rispondeva.
–Maay!- urlai una seconda volta.
-Dimmi.-
-Quanti minuti ho?- le chiesi guardando le lancette dell’orologio che correvano veloci.
-Mezzo secondo.- mi disse guardando la mia maglia.
-Ce la posso fare.- corsi nella lavanderia e tirai fuori il ferro da stiro e iniziai a passare l’affare sulla maglia, che non cambiò molto d’aspetto. Staccai la spina e uscii dalla stanza, presi la borsa e raggiunsi la rossa che era già in auto ad aspettarmi. Arrivai a destinazione ma marcai il cartellino con dieci minuti di ritardo ma inventai una scusa che fortunatamente fu accettata. Stranamente quella giornata,anche se non era stata molto movimentata,passò velocemente. Misi il giubbino, presi la borsa e aspettai che la mia collega uscisse per chiudere il negozio. Imboccai una stradina buia per arrivare “al solito posto”. Era la prima volta che prendevo quella strada da sola, di solito ci andavo con Niall o May ma quella sera erano entrambi impegnati. Vidi da lontano la sagoma di uomo che aveva tra le mani una bottiglia, di birra da quel che potevo capire. Mi fermai di scatto e sobbalzai, strinsi la borsa al petto e tirai fuori il cellulare, la paura mi prese completamente ma mi feci coraggio e avanzai pian piano cercando di mantenere le distanze dall’uomo e senza considerarlo. Gli passai avanti con molta indifferenza ma sentivo la sua presenza alle mie spalle, i suoi passi dietro i miei e borbottava un qualcosa di strano. Composi velocemente il numero di Niall ma risultava irraggiungibile, May era ancora a lavoro e il panico mi stava prendendo. -Ehi, fermati con me.- disse quella voce forte e doppia.
– Ehi, sto parlando con te…fermati e non scappare.- sentivo sempre di più la sua presenza alle mie spalle, avanzai il passo e richiamai Niall, ma niente da fare…era irraggiungibile.

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Capitolo 16
*** Help. ***


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Riprovai a chiamare Niall ma quel fottuto telefono risultava sempre irraggiungibile. Avevo il cuore alla gola e il freddo che mi tagliava la faccia. Deglutii e chiusi gli occhi nella speranza che quello era solo un incubo,ma quando sentii di nuovo quella pesante voce ritornai alla realtà. Mi inseguì per tutta la stradina e una volta usciti si fermò dietro di me e poggiò la sua doppia mano sulla mia spalla destra,sussultai. Mi girò violentemente e mi bloccò sbattendomi contro un cancello, sentii un lieve dolore alla scapola sinistra e strinsi gli occhi dal dolore. Li riaprii e mi muovevo più che potevo per liberarmi dalla presa di quelle luride mani che intanto toccavano il mio corpo. Iniziai a gridare sperando che qualcuno mi sentisse,ma appena aprii la bocca il tizio me la tappò lasciando che la sua mano fosse bagnata dalle mie continue lacrime.
-Taci, ti conviene.- mi disse e iniziò a frugare nella tasca dei suoi jeans. Dopo poco passò davanti i miei occhi un coltellino e mi minacciò con un sorriso maligno, lo passò pian piano sulle mie curve per poi tenere ferma la punta sul mio ventre. Ero spaventata tantissimo non potevo muovervi, avevo tanto paura e sentivo il freddo ferro di quel coltellino fermo nel mio ventre mentre le sue mani iniziarono a sbottonare la mia camicetta. Cercavo di liberarmi dalla sua presa ma appena mi muovevo sentivo la punta di quell’affare. Continuai a piangere nella speranza che passasse qualcuno in quella deserta strada bagnata dalla pioggia del pomeriggio, cercai qualcosa per colpirlo ma per mia sfortuna non c’era niente.
-Ludovica!- sentii una voce familiare. Da lontano vidi Niall, Liam e Sophie.
-Figlio di puttana!- esclamò Niall con tutta la rabbia che aveva in corpo. L’uomo sentì che qualcuno si stava avvicinando, e sferrò il colpo. Spinse il coltello in profondità e fece un taglio veloce poi venne trascinato via da Liam. Mi accasciai premendo entrambi le mani sulla ferita mentre vidi Liam e Niall che punivano quel bastardo. Sophie si avvicinò a me dopo aver chiamato la polizia.
-Ludovica, come stai?- disse con un tono agitato accasciandosi al mio fianco.
-Sophie sono ferita, non dire niente.- dissi faticando a parlare.
-Ludovica che stai dicendo? N..-
-Sophie, taci. Nella borsa prendi la maglia del lavoro e i fazzoletti.-
-Ludo hai bisogno d’aiuto.-
-Fa come ti dico.- dissi piegandomi dal dolore. Mi guardò perplessa e poi fece come le dissi. Non volevo che Niall lo sapesse, lo avrebbe ucciso. Sophie arrivò poco dopo con tutto l’occorrente, misi una decina di fazzoletti e strinsi le maniche della maglia sulla ferita per far sì che finisse di emanare sangue,mi chiusi la camicetta e nascosi tutto. Pulii le mani con dei salvietti imbevuti e finsi di stare bene.
-Sophie, nessuno deve sapere niente.- dissi rialzandomi quasi senza forza e sentii le mani della ragazza sulla mia spalla, era spaventata. Niall si avvicinò a me con le lacrime agli occhi.
-Scusami.- mi disse con un tono freddo. Non dissi niente, lo abbracciai forte e iniziai a piangere tanto. Avevo avuto paura, non ero riuscita a difendermi. La mano di Niall strinse le mie spalle e mi tranquillizzò.
-E’ colpa mia.- disse ancora con quel tono.
-No, Niall. Non è colpa di nessuno.- dissi tra una lacrima e l’altra. Mi sciolsi dall’abbraccio e vidi Liam sorridermi timidamente, lo abbracciai e gli sussurrai un “ti voglio bene”.
-Signorina, come va? E’ tutto okay?- mi chiese un uomo alto in divisa.
-Sì, grazie.- dissi a bassa voce.
-E’ ferita?.- continuò.
-Ehm, no.-
-Può andare, grazie.- disse rivolgendosi a Niall. Ci dirigemmo verso la macchina che era parcheggiata a pochi passi da noi, camminavo reggendomi a Niall ma riuscii a nascondere il dolore. Non aprii bocca per tutto il tragitto, mi stringevo sempre di più al biondo ogni qual volta sentivo una brutta fitta.
-Cos’hai Ludo?.- mi chiese.
-Niente, sto bene.- incrociai lo sguardo di Sophie che era alquanto preoccupato. Tornammo a casa, aprii la porta con le chiavi e le gettai per terra. Corsi in bagno ormai senza forze e con un dolore atroce e sentivo i passi di qualcuno dietro di me,non mi girai per vedere chi fosse in quel momento stavo proprio male. Aprii la porta e mi accasciai al lavandino,dallo specchio vidi Sophie che chiudeva velocemente la porta a chiave. Alzai la camicetta e tolsi la maglia, i fazzoletti erano pieni di sangue così anche la mia pancia, iniziai a tremare…avevo perso troppo sangue.
-Vieni ti accompagno in ospedale.- urlò Sophie in preda al panico.
-Aspetto che Niall vada via, non deve sapere niente.- sussultai quando qualcuno bussò alla porta. Il mio cuore mancò di un battito e guardai la riccia.
-Chi è?- dissi mantenendo la calma.
-May.- feci cenno di aprire. Entrò, chiuse la porta e restò ferma, pallida in volto quando vide le mie condizioni.
-Ti prego, non dire niente.- dissi iniziando a piangere.
-Ludo.- disse May attonita, iniziò a piangere. –che ti hanno fatto?-
-May quel bastardo mi ha tagliata, Niall non sa niente…ti prego.-
-Non mi interessa Ludovica..- disse, ma le parole non le uscivano facilmente. Era immobile. Scivolai pian piano vicino al mobile e mi sedetti per terra. Le due mi aiutarono ad alzarmi e mi portarono giù.
-Ludovica.- disse Niall appena mi vide sanguinante. Il suo sguardo era vuoto, meravigliato e deluso. Gli altri mi guardavano immobili, nessuno parlava. Niall mi venne incontro pallido, poggiai la mia fronte sulla sua spalla senza più forze.
-Scusami.- sussurrai e iniziai a bagnare la sua maglia blu. Il contatto con Niall mi trasmetteva forza, forza che stavo perdendo a poco a poco.

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Capitolo 17
*** No, I stay with you. ***


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Sentivo il sangue scendere lentamente sulle mie dita per poi cadere a terra sporcando il bianco pavimento di casa. Strinsi i fianchi di Niall quando avvertii una dolorosa fitta al ventre che mi fece piegare in due lasciando che il mio volto abbandoni la calda maglia di Niall. Sentivo May singhiozzare, immobile, dietro di me. C’era un silenzio tombale.
-Liam, le chiavi della macchina.- disse Niall frettolosamente con le parole che gli si bloccavano in gola.
-Vengo con te, Niall.- intervenne May passando gli indici sul volto per asciugare le lacrime.
-Io e Sophie restiamo qui.- avvisò Liam tenendo stretta la riccia. Niall mi prese in braccio e mi portò in macchina. Ero stesa con la testa sulle sua gambe. Solamente in quel momento aprii gli occhi e vidi il suo volto illuminato dalle forti e accecanti luci della città ormai calata nell’oscurità. Improvvisamente i fari di un auto fecero luce sugli occhi di Niall il cui sguardo era rivolto verso la strada. Aveva gli occhi pieni di lacrime.
-Niall..- dissi lentamente corrugando la fronte dal dolore- stai piangendo?-
-No, Ludo..no.- mi rassicurò passando una mano sui capelli. Mi mentì. Lo guardai per qualche secondo poi abbassai gli occhi pian piano per poi chiuderli nuovamente. Sentivo che era nervoso, lo percepivo. A me non interessava quello che era successo, o meglio mi interessava ma mi preoccupavo più per Niall, non volevo assolutamente averlo lontano o sapere che era arrabbiato con me, perché quello era il dispiacere più grande. Lo amavo, tanto. Finalmente lo avevo capito e avrei combattuto fino all’ultimo per tenerlo ancora qui con me. E come se fosse quel piccolo pezzo di vita che mi mancava. Il motivo per il quale il cuore batteva velocemente. Il motivo per il quale mi mancava il respiro ogni qualvolta sentivo il suo corpo vicino al mio. Il motivo per il quale i miei occhi sorridevano solo a vederlo. Il motivo per il quale le mie labbra tremavano ogni qualvolta che si avvicinavano alle sue. Il motivo per il quale andavo avanti. Mi risvegliai da quei pensieri quando sentii le braccia di Niall avvolgersi attorno al mio corpo e la voce di May che parlava con un dottore. Sentivo le rotelle della barrella scivolare bruscamente sul pavimento e l’odore dell’ospedale. Arrivai in una piccola stanza e la mia mano era stretta a quella di Niall che era seduto accanto a me poggiando i gomiti sul lettino, in fondo alla stanza c’erano May e Zayn, immobili poggiati al bianco muro.
-Signorina, dobbiamo fare un esame per assicurarci che non ci sia nessun danno agli organi.- disse un uomo barbuto con il camice bianco. Niall lo guardò spaventato. Io annuii. Calò il silenzio, il dottore procedeva con la visita mentre io guardavo il bianco soffitto sobbalzando alle piccole fitte.
-Fortunatamente non c’è nessun danno, ma la ferita è profonda e lei ha perso troppo sangue.- la sua voce doppia interruppe il silenzio carico di tensione,poi mi sorrise stringendo la mano.
– Aspetti, consulto gli altri colleghi e verifichiamo la situazione.- il dottore salutò con il solo cenno del capo e uscì dalla porta. Mi girai verso i ragazzi e sospirai. Calò di nuovo il silenzio. Entrò un’infermiera dai capelli scuri raccolti in una coda e dagli occhi piccoli. Aveva tra le mani tutti gli attrezzi per cucire il taglio e del disinfettante.
-Sentirà un po’ di dolore, ma cerchi di resistere.- mi rassicurò guardandomi con compassione. Strinsi la mano di Niall con tutte le forze che mi erano rimaste cercando di respirare e trattenere le lacrime dal dolore. Lo strazio finì dopo una decina di minuti e il taglio fu chiuso con 10 punti e ricoperto con un cerotto bianco. Mentre l’infermiera sistemava gli attrezzi venne raggiunta dal dottore che poco prima mi aveva visitato e scambiò due parole con la collega.
-Riteniamo opportuno che lei resti qui per la notte, le sarà somministrato un lavaggio. E’ quasi senza forze.- disse scandendo bene le parole e guardando prima me e poi il biondo che aveva preso un po’ di colorito. Io non risposi e fissai il dottore. -Se lo ritenete opportuno lei resterà qui.- a parlare fu Niall.
-Più che altro è per tenere sotto controllo la ferita e restituirle le forze.- replicò.
-Possiamo restare a farle compagnia?- chiese May.
-No, May. Andate a casa.- dissi sforzandomi.
-Ludo io resto qui, e non si discute.- mi rispose la rossa facendosi avanti e alzando il tono di voce.
-Come regola non potreste essere qui, ma visto che le servirà un aiuto potete restare- -Grazie.- esclamò Zayn affiancando May. Il dottore sorrise e mise una mano sulla spalla della collega e insieme raggiunsero l’uscita.
-Non era la serata che mi aspettavo, ma va bene così.- rise il biondino.
-Scusate.- dissi mortificata.
-Amore, non è colpa tua. E’ colpa di quel figlio di puttana.- iniziò ad agitarsi.
-Ehi, calma. Il peggio è passato.- concluse Zayn.
-Niall, Zayn. Andate a casa vi prego, ci sono Liam e Sophie che aspettano.- li supplicai.
-Non se ne parla Ludo, io sarò sempre qui. E Zayn non ha un cavolo da fare, quindi..- disse divertito. Ridemmo tutti. Entrò un altro infermiere che manteneva una grande sacca collegata con un lungo tubo e un ago sigillato in una bustina. Prese quest’ultimo e lo infilò nella vena sinistra della mano e allacciò il lungo tubo in cui scendeva il liquido contenuto nella sacca,la sistemò e uscì. May mi diede un bacio sulla fronte e raggiunse insieme a Zayn il divanetto posto al lato della stanza, Niall invece restò vicino a me.
-Aiutami a spostarmi, ti stendi vicino a me.- dissi muovendomi leggermente.
-No, Ludo ti fai male.-
-Voglio averti vicino.- gli dissi guardandolo negli occhi. Si alzò e mi spostò leggermente, si stese sul fianco accanto a me baciando continuamente le mie labbra secche
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Capitolo 18
*** Promise. ***


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Mi risvegliai di prima mattina a causa di una fitta alla ferita. Notai che Niall era seduto su una sedia accanto a me con le braccia conserte sul mio lettino e dormiva beato con la testa su di esse. Alzai gli occhi verso la sacca e vidi che il liquido al suo interno era quasi finito ma mi armai di pazienza e restai lì, immobile con l’ago conficcato in una vena. Girai la testa facendola roteare per metà sul cuscino e sorrisi leggermente quando vidi May semistesa su Zayn che riposava con la testa poggiata al bracciolo del divanetto. Controllai il telefono, il grande orologio digitale segnava le 08.30. Fissavo lo schermo del mio telefono pensando al nulla ma sobbalzai quando la porta si aprì lentamente, così voltai lo sguardo verso di essa e notai Louis, Harry e Liam che entravano pian piano in punta di piedi.
-Zitto Harry, non fare rumore.- farfugliava Louis. Io risi silenziosamente e mi ritrovai i loro occhi su di me. Harry si scaraventò su di me stringendomi in un abbraccio fortissimo e accarezzandomi leggermente i capelli.
-Ehi piccola.- mi disse con una voce triste.
– Come va stamattina?- quasi stesse per piangere.
-Eh, meglio. Brucia ma è sopportabile.- dissi sciogliendo l’abbraccio e sorridendogli. Louis si avvicinò a me con un mezzo sorriso e mi diede un bacio in fronte. Mi sedetti pian piano cercando di non svegliare il biondino e mi poggiai a lui che mi reggeva con tutta la sua forza. Liam invece mi fece poggiare il capo sul suo petto e solo lì piansi. Tanto. Mi strinse ancora di più mentre gli altri due sembravano stessero per piangere anche loro.
-Ho avuto paura ragazzi, tanta.-
-Immagino.- disse il riccio abbassando la testa.
-L’importante è che lo hanno preso e non ti ha…insomma.- disse Louis stringendomi la spalla con la sua mano. Mi calmai quando vidi Niall muoversi e cercare la mia mano. Asciugai le lacrime e mi nascondevo per non fargli notare i miei occhi gonfi del pianto.
-Buongiorno!- disse con voce assonnata. Risposero tutti, tranne io. Presi un respiro.
-Amore?.- continuò passando la sua mano sulla mia schiena. Mi girai e gli sorrisi.
-Se vieni qui ti do il buongiorno!- dissi . Liam si spostò e lasciò spazio a Niall che mi prese i fianchi e posò le sue labbra sulle mie, gli misi le mani sul viso e lo baciai. Si staccò e mi guardò negli occhi.
-Hai pianto.-
-Cosa? No.-
-Ludovica.- disse con tono arrabbiato.
-Sì.- non parlò. Mi appoggiai al suo petto cingendo la sua vite con le mie braccia e sentivo il suo dito che sfiorava la mia pelle. Gli altri intanto erano andati a svegliare l’altra coppietta. Raggiunsero tutti il mio letto mentre Zayn piagnucolava per la sua schiena che era a pezzi. Entrò l’infermiera che mi aveva cucito il taglio, controllò la sacca e tolse tutto.
-Può andare signorina. Deve ritornare tra 15 giorni per i punti.- mi disse sorridendomi. Finalmente. Tutti tirarono un sospiro di sollievo e Niall si rianimò. Scesi con i piedi a terra poggiandomi alla possente spalla del mio ragazzo e camminai pian piano, presi la borsa e mi incamminai per gli incasinatissimi corridoi di quell’ospedale. Uscimmo, inalai l’aria mattutina e mi sedetti in auto al fianco della rossa. Arrivammo a casa nostra, non vedevo l’ora di stare lì. Casa mi era mancata così tanto che appena mi fermai fuori la porta inarcai un leggero sorriso, mi sentivo in pace. Davanti ai nostri occhi c’era Sophie che dormiva sul divano e El stesa per terra stretta tra il tavolino e il divano con le braccia incrociate al petto. Sicuramente i ragazzi erano passati qui non appena Liam gli aveva dato la notizia. Risi leggermente stringendo la mano di Niall. May si avvicinò alla riccia sottraendole il cuscino dalla nuca facendola sobbalzare, si stropicciò gli occhi e li posò su di me con una mossa si alzò di scatto e mi corse incontro stringendomi tra le sue minute braccia,ricambiai.
-Come va?- mi disse accarezzandomi il volto.
-Il peggio è passato..- dissi sciogliendo l’abbraccio e calando il capo. In un minisecondo mi vennero in mente tutte quelle scene ma furono immediatamente interrotte dalla mano del biondo che si posò leggera come una piuma sulla mia spalla. – solo un po’ di bruciore, ma sopportabile.- continuai facendomi forza. Dopo poco ci raggiunse anche El che mi schioccò un bacio tra i capelli. Salii di sopra dopo essermi scusata con gli altri spiegando che ero abbastanza stanca e avevo bisogno di riposo, ma Niall notò che non era così ma mi lascio andare anche se a malincuore. Faticai a salire le scale ma riuscii a raggiungere la mia camera, chiusi la porta e mi stesi sul letto posizionando tutto il corpo sul lato poggiando la testa sulle mani incrociate. Chiusi gli occhi. Non lo avrei mai fatto. Scese prima una lenta e salata goccia che mi rigò l’intero viso, a quella ne seguirono molte altre che mi bloccarono il respiro. Solo il pensiero che la mano di uno sconosciuto potesse toccare la mia carne mi fece rabbrividire, sentivo ancora la punta del coltellino nel mio ventre e il dolore che provai quando sferrò il colpo. Nelle mie orecchie rimbombava ancora quella sua voce doppia e forte e la sua puzza di alcool che faceva vomitare. Riaprii gli occhi e ricordai il volto di Niall quella sera, pallido con gli occhi sbarrati e la rabbia che gli cresceva dentro. I suoi muscoli si indurirono di colpo mentre scrollava via da me il tizio. Sentii un braccio stringermi la vita e un corpo caldo posizionarsi dietro di me,spalancai gli occhi e sobbalzai.
-Ehi, calma.- quella voce placò la mia agitazione. Mi girai lentamente facendo scivolare le fragili dita di Niall lungo tutto il mio ventre. Nonostante i miei occhi offuscati dalle lacrime il suo colore azzurro arrivava a me limpido e chiaro, era stupefacente. Asciugò le mie lacrime passando il suo pollice sulla mia pelle e mi sorrise. Non fiatò, non aprì bocca ma semplicemente sorrise. Capì che un sorriso era meglio di mille parole, capì che a me bastava averlo vicino per sentirmi più sicura.
-Promettimi una cosa.- disse poggiando la sua testa sulla mia che era sprofondata nel suo collo.
-Cosa?- gli chiesi fissando un punto fisso.
-Che ritornerai la Ludo di prima.- quasi il suo cuore non gli si fermò.
-Sono sempre io, un po’ più debole ma sono sempre io.-
-La Ludo di prima non era debole. Non piangeva mai, non amava stare da sola ed aveva un sorriso che faceva invidia al mondo. Voglio quella Ludo che non si chiudeva in una stanza da sola! Fallo per me.- Gli strinsi un braccio intorno la sua schiena, sorrisi e alzai il capo per guardarlo negli occhi.
-Promesso.-

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