Show me how you burlesque

di VioValo_Villina
(/viewuser.php?uid=186772)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** The story begins... ***
Capitolo 3: *** A special audience for Lulù ***
Capitolo 4: *** You again... ***
Capitolo 5: *** One day by Lulù ***
Capitolo 6: *** Unexpected reactions ***
Capitolo 7: *** You, Me... and Jonne ***
Capitolo 8: *** Veiled threats and memories ***
Capitolo 9: *** Delirium (Part 1) ***
Capitolo 10: *** Delirium (Part 2) ***
Capitolo 11: *** In memories... ***



Capitolo 1
*** Prologue ***








I ragazzi avevano deciso di trascinarlo fuori quella sera. Quindi in quel momento si stava preparando in camera sua: un semplicissimo paio di jeans skinny blu navy e una camicia nera. Si guardò allo specchio: da un paio di mesi era in grado di rivedere il suo vero viso; dopo essere tornato dall'America, dove si erano esibiti per una decina di concerti, non era più uscito di casa se non per fare le necessarie commissioni come la spesa e andare a prendersi le sigarette. Nonostante i ragazzi continuassero a voler farlo uscire, lui aveva sempre declinato l’offerta dicendo che preferiva restare a casa a lavorare su qualche nuovo pezzo: bugia, non voleva uscire perchè era stufo delle serate mondane.. voleva rilassarsi un po': solo lui e i suoi amati libri. Ma quella sera erano riusciti a convincerlo dopo avergli rotto le scatole per tutta la mattinata e buona parte del primo pomeriggio.
-Avanti raperonzolo, la carrozza ti aspetta.. muoviti o facciamo tardi e Burton, Gas e Linde mi uccideranno.. non ci tengo a farti cercare un altro bassista.. non ne troveresti mai uno come me.- scherzò Migè urlandogli dal piano di sotto. Ville uscì in quel momento dalla camera infilandosi il cappotto e la sciarpa.
-Va bene, sono pronto.. che sarà mai se arriviamo con qualche minuto di ritardo..- si beccò un’occhiataccia dall’amico e si diressero all’esterno per poi salire sull’auto del bassista.
-Dov’è che stiamo andando?- chiese curioso il cantante dopo cinque minuti buoni di assoluto silenzio all’interno dell’abitacolo.
-Non sono autorizzato a dirtelo.. anche perché conoscendoti scapperesti senza aspettare spiegazioni plausibili.- venne liquidato da Migè in meno di dieci secondi e così, evitando di fare altre domande, si mise a guardare il cielo imbrunito fuori dal finestrino. Una ventina di minuti più tardi il bassista parcheggiò il veicolo e si diressero verso quello che sembrava vagamente…
-Uno strip club??? Dico ma siete impazziti completamente? Io me ne torno a casa..buona serata..- si voltò e fece per andarsene ma trovò davanti a sé gli altri tre componenti della sua band.
-Dov’è che vorresti andare tu?- lo guardò eloquente Burt e Linde lo supportò facendo gli occhioni dolci al suo cantante.
-Non puoi dire di no alla mia idea.. ricordati che sono come un bambi.. semplicemente non ce la fai a picchiarmi.- Gas e Migè, che stavano finendo la sigaretta, scoppiarono a ridere godendosi la scenetta.
-Quando l’avete finita potremmo anche entrare.. prima finiamo la serata, prima me ne torno a casa.-
Il locale all’interno era stato leggermente modificato e arredato secondo i gusti della nuova gestione. Un grande palco con tendaggi annessi sul fondo della sala al posto del vecchio rialzo, una zona bar due volte e mezza più grande della precedente..
-E comunque non è più uno strip club.. questo è diventato un club dove si apprezzano spettacoli di burlesque.- precisò Gas, ma Ville ancora non sembrava convinto. Mentre rimuginava sul da farsi per abbandonare la serata, i ragazzi parlarono con la cameriera che li scortò fino al loro tavolino, poco lontano dal palco, e prese le ordinazioni.
Il cantante era perso a guardarsi intorno cercando il modo di uscire.. forse se avesse detto loro che andava a fumare e poi fosse andato a casa senza che lo sapessero? Si diede mentalmente dello stupido: non avrebbe ferito così i suoi amici. Dopotutto lo facevano perché gli volevano bene. Si tranquillizzò e con un sospiro riportò l’attenzione su ciò che accadeva sul palco. Una donna statuaria assieme ad un gruppo di ragazze molto più giovani di lei stava dando inizio alla serata: i costumi davano di che pensare ma non era certo come aveva creduto lui; nessuno striptease, nessuna lap-dance, nessuna donna che gli si strusciava addosso. Ne fu sollevato e i ragazzi se ne accorsero.
-Allora non ci ucciderai alla fine della serata?- chiese Linde continuando a fargli gli occhi teneri di cerbiatto per sicurezza. Sentì Ville scoppiare a ridere di gusto.
-No Lily.. anzi grazie per aver insistito..- e questo fece ammutolire definitivamente i quattro musicisti.
-Come hai detto che si chiamano questi… spettacoli di burlaque?- chiese poi sempre a Linde.
-Burlesque, Ville.. e poi saresti tu l’erudito tra tutti noi.. andiamo bene..- ridacchiò il chitarrista sorseggiando la sua birra. Il frontman si perse di nuovo a guardare lo spettacolo: nonostante i costumi ridotti, niente nelle ragazze che ballavano era volgare. Il tutto era un mix di sensualità, allusioni e pura passione.. poteva percepirlo solo osservandole. Quelle ragazze amavano fare burlesque.
La serata passò in fretta e i ragazzi decisero che era giunto il momento di tornarsene a casa… dopotutto loro avevano mogli o fidanzate da raggiungere. Anche Ville, che a casa non aveva nessuno ad aspettarlo, si alzò e prese a seguirli dopo essersi infilato il cappotto. Era quasi all’uscita quando si accorse di aver lasciato la sciarpa sul tavolino al quale si erano seduti: disse agli altri di aspettarlo fuori e tornò indietro a prenderla.
-..ed ecco a voi Lulù..-
Ville alzò gli occhi e si ritrovò a fissare la ragazza sul palco senza poter far altro. Sentì qualcosa all’altezza del petto. Come un automa si sedette di nuovo e rimase ad osservarla. Caschetto corto biondo, trucco glitterato. Non erano i suoi veri capelli, ne era certo, e il trucco era appariscente, ma lui non riusciva a staccare gli occhi da quella visione. La sensazione di déjà-vu che lo colse lo prese alla sprovvista. La testa e il cuore gli dicevano che quella ragazza l’aveva già vista prima… 






-----------------------------------------------
ANGOLINO AUTRICI: 
nuova fiction signore e signori.
un po' insolita forse ma speriamo vi piacerà.. siamo al lavoro sul primo vero capitolo
diteci cosa ne pensate 
un bacio e alla prossima

p.s. il link del numero di Lulù è questo http://www.youtube.com/watch?v=aK2OZm9ScIA&feature=related xD (si sono fissata con il film burlesque se ve lo state chiedendo. Lau)

Vio & Lau.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** The story begins... ***









Luna si stava cambiando nel suo piccolo camerino. Anche quella serata era finita. Prese della salviettine struccanti e cominciò a ripulirsi il viso e il decolté.
-E’ andata bene.- disse una voce dietro di lei. –meglio del previsto. Questo numero riscuote molto successo.. brava.- Il suo biondissimo migliore amico Jonne Aaron, cantante dei Negative si era appena seduto su un tavolino e giocava con un boa di struzzo rosa shocking.
La ragazza lo guardò attraverso lo specchio. Non riuscì a trattenere una risatina vedendolo alle prese con quell’affare rosa. Aveva sempre avuto una fissa assurda per quel colore, fin da quando era bambino, fin da quando l’aveva conosciuto.
 
“«Ma perché mamma?» chiese Luna furiosa all’idea di dover passare due giorni a casa dei vicini.
La donna sospirò. «Non fare così tesoro. Sarà solo per un paio di giorni, non farla lunga»
La ragazza sbuffò. Non le piaceva affatto quella situazione. I suoi decidevano di scomparire per due interi giorni e lei si ritrovava catapultata nella casa dei suoi vicini abitata anche da un bambinetto petulante che sicuramente l'avrebbe fatta impazzire.” 
 
«Se vuoi te lo regalo» mormorò continuando a togliersi il trucco.
Il ragazzo le lanciò un’occhiataccia. «Non ne ho bisogno tesoro» sbuffò. «Di queste cose ne ho quante ne vuoi e lo sai bene»
Luna si alzò e lo raggiunse lasciandosi abbracciare. «Credi davvero che sia andata bene stasera?»
Il biondo la prese per le spalle puntando gli occhi azzurri nei suoi. «Scherzi?? È andata alla grande Lulù. Erano tutti ai tuoi piedi, puoi credermi»
Lei sospirò sorridendo a quel ragazzo che anni prima avrebbe voluto strozzare con le sue stesse mani ma di cui adesso non sarebbe più riuscita a fare a meno.
 
 
“Quei due giorni sarebbero stati la sua rovina, lo sentiva. Non solo era stata affidata ai suoi vicini di casa, si era pure ritrovata a dover condividere la cameretta di quel bambino che detestava e che, in quel preciso istante, la stava studiando attentamente girandole intorno come un avvoltoio.
«Vuoi farla finita??» sbottò ad un tratto non sopportando il suo sguardo indagatore.
Il biondino le si piazzò proprio di fronte, le braccia incrociate e lo sguardo determinato. «Io mi chiamo Jonne e tu?»
La ragazza sorrise. In fondo quel piccoletto aveva del carattere, doveva ammetterlo. «Io sono Luna» rispose cercando di sostenere il suo sguardo, cosa che si rivelò più difficile del previsto. Quel bambino era un tipetto davvero tosto.
«Non lo so ancora se mi piaci» le disse lui continuando a fissarla.
Luna sospirò. «Senti piccoletto» disse seccata. «Non rompere chiaro? Potresti finire molto male»
Il biondino spalancò gli occhi e un enorme sorriso si aprì sul suo volto. Le prese una mano e la strinse con tutta la forza di cui era capace. «Adesso siamo amici Lulù»”
 
-E pensare che da piccolo ti odiavo... ora invece non so cosa farei se non ti avessi..- mormorò Luna tra le braccia del cantante. Già, le era sempre stato vicino, nei limiti del possibile chiaro, ma quando lo chiamava in lacrime per un problema lui era sempre lì per lei. Stavano ore al telefono e finivano per vedersi il giorno, data la testardaggine del biondo. Quando si metteva in testa di prendere il primo treno per Helsinki e raggiungerla non c'era nessuno che potesse Fermarlo
-Finisco di cambiarmi e andiamo, ok?- sorrise e presi i vestiti cominciò a cambiarsi lì davanti a lui, senza imbarazzo.
Il ragazzo rimase fermo lì a guardarla mentre si toglieva il costume di scena e si infilava i suoi vestiti. Non era la prima volta che la vedeva così. Ma la cosa non aveva mai imbarazzato nessuno dei due. Per quanto alla gente potesse sembrare strano o addirittura impensabile, per loro quella era la normalità.
Per Jonne quella ragazza era come una sorella maggiore. Non c’era mai stato niente di ambiguo tra loro, mai. Tranne forse quell’unica volta in cui lui le aveva chiesto di insegnargli a baciare e lei, dopo vari no, si era lasciata convincere.
Lo aveva baciato dopo avergli rivelato che per baciare bene non c’era bisogno d’insegnamenti. Lui però, testardo come sempre, non aveva voluto sentire ragioni.
 
 “«Dai Lulù ti prego. Tu sei l’unica a cui posso chiedere questa cosa. Fallo per me. Per favoooore» la supplicò facendo gli occhi dolci.
La ragazza non riuscì a trattenere una risatina. Alla fine annuì non riuscendo a resistere a quello sguardo tenero.
Quel primo Bacio per Jonne fu come un fulmine a ciel sereno. Si era segretamente preso una cotta colossale per la sua migliore amica e l’idea di baciarla, se pur rischiando di fare una figura pessima, lo riempì di gioia.
Le labbra di Luna erano morbide e delicate e quel primo tocco leggero fu come una carezza. Ma Jonne si sentiva impacciato come nessuno mai e la ragazza si ritrovò a doversi allontanare solo un po’ e a guardarlo negli occhi. «Ehi biondino, tutto bene?»
«Sì.. sì certo.. perché?» balbettò lui.
Luna sorrise e fece spallucce tornando ad appoggiare le labbra sulle sue. «Apri la bocca Jonne» mormorò poi.
Il ragazzo arrossì ma fece come lei gli aveva detto e il  casto di poco prima si trasformò in un bacio vero. Un bacio che durò qualche minuto prima che entrambi scoppiassero a ridere trovando assolutamente assurda tutta quella situazione.”
 
Ripensando a quel momento Jonne non riuscì a trattenere una risatina. Chissà che sarebbe successo se lei fosse venuta a sapere della cotta che si era preso per lei a quel tempo.
Ma ormai era passata. Loro erano solo amici e tutto procedeva nel migliore dei modi.
«Eccomi» annunciò finalmente lei con un sorriso.
Il ragazzo si alzò, la prese a braccetto e insieme uscirono dal camerino.
«Ho fame.. »  mormorò stringendosi a Jonne nel tentativo di scaldarsi un po’. Fuori aveva cominciato a piovigginare e tirava un vento leggero ma freddo.
-Ti porto in un localino nuovo qui vicino.. il salmone al forno con patate e panna che ci piace tanto è una meraviglia.- esordì Jonne orgoglioso. Strinse la ragazza a sé e nel giro di cinque minuti si ritrovarono a correre sotto la pioggia che ormai era diventata un vero e proprio acquazzone.

Ville era appena uscito dal locale. Ancora si chiedeva chi potesse essere quella ragazza, Lulù. Doveva essere un nome d’arte perché non conosceva nessuna ragazza che si chiamasse così, ne era sicuro. Era bella, pensava, tanto bella da togliere il fiato. Non era una giovane smaliziata, anzi: la sua dolcezza, l’ingenuità.. erano quelli gli elementi che la rendevano speciale agli occhi del cantante.
-Speciale… ma per favore, nemmeno la conosco.- fece fare due giri intorno al collo alla sciarpa e chiamò un taxi per tornare a casa. Non sapeva che sarebbe tornato lì praticamente tutte le sere, solo per scoprire chi si celava dietro quella ballerina.







------------------------------------------------
ANGOLINO AUTRICI:
riecchice....   povero Ville ... si sta già facendo le fisime mentali.
Avete scoperto solo una parte della storia di Luna. Diciamo pure una parte divertente.
stiamo lavorando già al prossimo capitolo.
Un bacione
Vio & Lau

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** A special audience for Lulù ***






Nonostante la nottata passata in compagnia di Jonne, Luna decise di fare un salto in università. Era uscita di casa molto presto e aveva lasciato il biondo addormentato nel suo letto. Era tanto che non ridevano fino alle lacrime e cadevano a letto addormentati e abbracciati.

Stava entrando in biblioteca quando la voce del suo migliore amico, che credeva tornato a Tampere da un bel pezzo, la raggiunse piena di eccitazione. –Lulù!!!- le corse incontro con il più raggiante dei sorrisi dipinto sul volto. –Se ti dico cosa è successo non ci credi- disse tutto d’un fiato.
-Jonne ma… non dovevi tornare a Tampere tu?- chiese Luna sbattendo più volte le palpebre –che succede?-
-Il nostro manager ci ha chiamati… giriamo il primo video ufficiale.. ti rendi conto.. oh mio dio.. il primo video ufficiale dei Negative..- ci mancava poco che lo vedesse incominciare a saltellare in giro per la stanza. Vennero zittiti dalla bibliotecaria e così andarono a sedersi ad un tavolo. –è il 5 novembre… e tu ci devi essere.. non voglio scuse!- sussurrò.
-E’ fantastico Jonne…sono davvero felice per voi.. però io.. ecco ho un esame quel giorno.. davvero non posso- mormorò dispiaciuta la ragazza.
Il biondo spalancò gli occhi azzurri. –Ma.. ma tu non puoi non esserci- mormorò con un’evidentissima espressione delusa dipinta sul volto. –Non tu. Non puoi farmi questo Lulù, ti prego! È importante per me che tu sia lì- Le teneva le mani tra le sue stringendole forte.
La sua espressione era la più supplichevole mai vista. Per un attimo, Luna rivide davanti a sé il bambino capriccioso di tanti anni prima che giocava la carta del “se mi dici di no è perché non mi vuoi bene” ogni volta che voleva ottenere qualcosa da lei.
-Jonne non.. non ti azzardare a giocarti quella carta... e va bene.. chiederò di farlo in via straordinaria in anticipo..- sospirò dandola vinta al cantante. Dopotutto non era quasi mai riuscita a dirgli di no e quando c'era riuscita si era sempre fatta perdonare nel migliore dei modi.
Un enorme sorriso si aprì sul volto del ragazzo. In un attimo la strinse tra le braccia tanto forte da toglierle il respiro. –Sapevo che non mi avresti deluso- le mormorò all’orecchio. –Ti voglio bene-
Luna lo strinse a sua volta. -Anche io ti voglio bene... ragazzino petulante..- ridacchiò e gli scompigliò i capelli. -Però ora tornatene a Tampere e lasciami studiare.. grazie al vostro video mi tocca accelerare i tempi..- lo prese in giro e cominciò a fare degli schemi dal libro del corso di musicologia.
 
Era almeno la quarta volta che interrompevano le prove. Ville non era affatto concentrato. Non riusciva a finire una canzone senza incappare in un errore, il più delle volte banale e assurdo.
-Ma che cavolo ti prende oggi?- gli chiese Migé dopo aver deciso di fare una pausa di qualche minuto.
Il cantante sbuffò. –A te non capita mai di avere una giornata storta?-
-Come no. Un giorno sì e l’altro pure a volte- rispose il bassista facendo spallucce. –Ma qui non stiamo parlando di una banale giornata storta Ville. Quando ci ritroviamo qui dentro tu non sbagli mai. Oggi invece..- sollevò un sopracciglio e un sorrisetto fece capolino sul suo volto. –C’è di mezzo una ragazza, vero?-
Tutti gli altri ragazzi si Fermarono e guardarono il loro frontman.
-Ma che ragazza e ragazza... semplicemente non ho dormito.. sono umano anche io..- sbottò cercando di nascondere quello che aveva veramente in testa.
Quella Lulù: pure durante le prove lo tormentava...ma poi, perchè!?! Insomma cosa aveva di tanto speciale da distrarlo così.
"Eppure la conosco... ne sono sicuro"
I ragazzi si guardarono poco convinti ma poi fecero spallucce. Migé diede una pacca sulla spalla all’amico e tornò ad imbracciare il basso. –Allora.. ricominciamo?-
Ville annuì, cercando di smetterla di pensare a quella ragazza che stava seriamente cominciando ad ossessionarlo. “E meno male che l’ho vista una volta soltanto!” si ritrovò a pensare.
Ma appena la musica tornò a risuonare nella sala prove, riuscì a scacciarla dai suoi pensieri il tempo necessario per riuscire a portare a termine il suo lavoro. Più tardi avrebbe avuto tutto il tempo di farla tornare ad ossessionargli la mente.
 
Luna correva. Correva a perdifiato per le strade buie di Helsinki. Era in ritardo. Non si era accorta dell’orario che aveva fatto troppo presa dallo studio. Arrivò al locale e corse a cambiarsi. Si truccò e aspettò che le dicessero di entrare in scena.
Non poteva credere di essere tornato lì. Non riusciva a credere di averlo fatto. Eppure se ne stava seduto ad un tavolino in un angolo, con un bicchiere tra le mani, ad aspettare che Lei salisse sul palco.
Prima di entrare nel locale, si era informato riguardo allo spettacolo. Appena aveva sentito il nome di Lulù uscire dalla bocca del buttafuori, si era deciso e aveva preso posto. Doveva rivederla.
Ed eccola prendere posto su una sedia. I lunghi capelli biondi erano stati arricciati, una bombetta in testa e un costume di scena piuttosto provocante. Lei era piuttosto provocante. Ma doveva esserlo in quel numero, come in tutti gli altri.

http://www.youtube.com/watch?v=OvOAxWiqVhI

Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Era la prima volta che la vedeva in quei panni. –Non mi avevi detto che era così.. così..- Jonne guardo l’amico con un sorrisetto beffardo. –Così!- concluse Jukka con lo sguardo ancora puntato sulla ragazza che si stava esibendo con tanta sensualità sul palcoscenico.
-Perché avrei dovuto? Tu non mi avresti creduto, o sbaglio?- si difese il biondo. –Guarda che stai sbavando- ridacchiò. Il ragazzo gli lanciò un’occhiataccia ma Jonne non si lasciò intimidire.
A fine esibizione Luna si azzardò a guardare verso i tavolini e sbarrò gli occhi. Quel ragazzino petulante aveva portato i ragazzi.. aveva portato lui al locale.. e lei stava lì impalata a guardarlo, con quel costume di scena che le lasciava le gambe completamente scoperte, ad aspettare che si chiudessero le tende. E pensare che più tardi avrebbe dovuto indossare un costume di sole perle.. e sarebbe rimasta nuda ad un certo punto.
Oh no... non se ne parlava.. dov'era l'organizzatore... doveva farsi togliere quel numero.
Perché era rimasta immobile a fissare un punto imprecisato del locale con sguardo imbarazzato?
Cercò di capire cosa avesse attirato la sua attenzione osservando attentamente ogni persona presente nel locale.
Ad un tratto notò un gruppetto ad un tavolo, esattamente dalla parte opposta a dove si trovava lui. –Jonne?- mormorò. Guardò meglio ed ebbe la conferma che i ragazzi seduti a quel tavolo erano i Negative in persona. E lei li aveva notati.
Sbuffò, scocciato all’idea che un biondino qualunque potesse aver attirato la sua attenzione in quel modo. Perché sicuramente era Jonne che lei aveva guardato.
Quando lo vide alzarsi ed intrufolarsi dietro il palco, per poco non si strozzò con il suo drink. Che cos’era quella storia?
 
-MATTIIIIIIIIIIIII...- correva come una disperata in cerca dell'organizzatore.
-Matti ti prego toglimi questo numero..- gli mostrò il costume di perle.
Lui la guardò e scosse la testa. -Non posso Luna mi spiace.. non saprei come rimpiazzarlo..dai, non ti preoccupare, andrai alla grande..- e se ne andò lasciandola lì. La ragazza allora si accese una sigaretta e uscì sulle scale anti-incendio per cercare di rilassarsi il più possibile per il resto della pausa che le spettava
 
-Lulù- la chiamò Jonne non trovandola nel camerino. –Lulù dove sei??-
La ragazza attirò la sua attenzione con un: -Sono qui brutto traditore-
Il biondo ridacchiò raggiungendola sulle scale anti-incendio. –Oh andiamo. Te l’avevo detto che i ragazzi volevano rivederti, no?-
Lei scosse la testa. –No. Tu avevi detto che ai ragazzi avrebbe fatto piacere rivedermi. C’è una bella differenza Jonne!- sbuffò. –Ma che ti è saltato in testa di portarli qui??-
Il ragazzo fece spallucce. –Scusa- mormorò. –Volevo farti una sorpresa-
Luna spalancò gli occhi buttando fuori il fumo dalla bocca prepotentemente. –E ci sei riuscito cavolo. Non potevi scegliere serata più sbagliata però. Non hai idea di come sarà il mio prossimo numero-
Jonne sospirò. –Mi spiace Lulù, davvero- disse rientrando. –Dirò a Jukka che non hai voglia di salutarlo. Sai.. lui ci teneva proprio a riabbracciarti. Ti ha praticamente mangiata con gli occhi poco fa-
-Schifoso ragazzino petulante.. il prossimo numero sarà quello del costume di sole perle.. hai presente?- si stava alterando troppo con lui, ma non riusciva a calmarsi del tutto.
-Io vorrei salutarlo... ma sai com'è.. dopo essermi fatta vedere quasi nuda dubito che lo guarderò anche solo in faccia..- buttò il mozzicone della sigaretta a terra. -vai.. prima che cambi idea e ti usi come antistress.
Jonne non riuscì a trattenere una risatina. –Tanto lo so che mi vuoi bene- ribatté allontanandosi. –Dirò a Jukka di non guardare troppo attentamente, non preoccuparti- urlò prima di sparire completamente dalla sua vista.
Tornato al tavolo, si ritrovò a fissare gli occhi verdi di un nuovo arrivato. –Ciao Ville- salutò meravigliato. –Che ci fai tu in un posto come questo?-
Il cantante fece un sorrisetto beffardo. –Potrei farti la stessa domanda-
La ragazza sbuffò e andò a cambiarsi. La serata era quasi finita per lei. C'era soltanto quella maledetta esibizione e poi sarebbe potuta tornare a casa.
Passò gli ultimi cinque minuti a tranquillizzare il proprio respiro e finalmente entrò in scena.

http://www.youtube.com/watch?v=pZrYmircjBo&feature=related

Non appena Luna apparve sul palco, tra Ville e Jonne calò il silenzio.
Il biondo rubò una sedia dal tavolo vicino e si mise seduto accanto a Jukka. –Preparati amico. Questo numero è.. una bomba- gli sussurrò all’orecchio.
Il ragazzo fece un respiro profondo concentrandosi su Luna. Lo stesso stava facendo Ville.
Jonne notò l’interesse del cantante verso la sua migliore amica e la cosa gli procurò un piccolo brivido lungo la schiena. Gelosia? Sì, decisamente sì. Per quanto potesse sembrare sciocco, sentiva di avere un diritto di proprietà su di lei. Una cosa che Luna chiaramente non avrebbe mai accettato.
Anche Jukka era interessato a lei, si capiva benissimo, ma Jonne sapeva che gli sarebbe passata in fretta. Per quanto Luna lo trovasse affascinante, tra loro non ci sarebbe mai potuto essere niente. Erano troppo diversi. La loro era attrazione fisica, pura e semplice. Di conseguenza Jukka non rappresentava un pericolo. Ma Ville.
Qualcosa in lui lo aveva messo in allarme e la cosa non gli piaceva affatto.







---------------------------------------------------------------------
ANGOLINO AUTRICI:

questo capitolo ha fatto fatica a nascere ma eccolo qui...
speriamo non sia troppo noioso..
grazie a chi recensisce e semplicemente legge in silenzio questa storia.
un bacio e al prossimo capitolo.
Vio & Lau

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** You again... ***








Luna si era cambiata velocemente e aveva deciso che sarebbe andata a salutare i ragazzi. Mise a posto il trucco e infilò la giacca, prese la borsa e uscì dal camerino. Raggiunse i ragazzi. Saltò in braccio al tastierista per primo.
-Ciao Nakki…- lo strinse abbracciandolo forte e poi salutò in sequenza Antti, Jay, Larry e Jukka, quest’ultimo con un attimo di imbarazzo. Tutti ricambiarono quel saluto caloroso con abbracci e baci, tutti tranne Jukka che si limitò ad un casto bacio sulla guancia e un sorriso impacciato. Jonne era sul punto di scoppiare a ridere di quella situazione. Vedere la sua migliore amica e il suo migliore amico così imbranati l’uno nei confronti dell’altra era un vero spasso per lui. Ma ad un tratto una voce profonda si intromise in quell’atmosfera allegra. –Emmh.. posso disturbare?- disse Ville attirando l’attenzione di tutti su di sé. Lui però non aveva occhi che per Luna. –Volevo semplicemente farti i complimenti. Sei.. bravissima-
-Grazie...- sorrise sincera a quella voce ma appena si voltò sentì il corpo gelarsi. -..grazie.- ripetè. Guardò un attimo i ragazzi e velocemente li risalutò. -Scusate devo andare.. per esserci il 5 dovrò anticipare un esame..- e guardò malissimo Jonne. Tempo un minuto e stava già correndo fuori dal locale.
I ragazzi la guardarono sparire alla velocità della luce. –Ma che diamine gli è preso?- chiese Antti rivolto a Jonne. Anche Ville guardò il ragazzo con aria perplessa.
Il biondo fece spallucce. –Non ne ho idea- controllò il cellulare. –Emmh.. ragazzi voi ve la cavate da soli vero? Io.. devo fare una cosa. A dopo- e senza dare il tempo a nessuno di ribattere, corse fuori dal locale a sua volta.
-Ehi piccoletto, dove te ne vai così di corsa?- La voce di Ville gli gelò il sangue. Perché aveva deciso di assillarlo proprio quella sera? –Stai andando da lei vero?-
Jonne lo guardò stupito. –Cosa? No!- rispose con troppa enfasi.
-Bugia- lo canzonò il cantante degli HIM.
Il biondo sbuffò. –Senti Ville che vuoi? Lulù è una mia amica da anni e se è scappata via in quel modo deve esserle successo qualcosa e io..-
-Ehi ehi respira biondino- lo interruppe il ragazzo. –Vai pure, non sarò certo io a trattenerti-
Jonne alzò gli occhi al cielo. –Che vuoi sapere?-
Ville sorrise. –Ora non è il momento. Se quello che mi hai detto è vero, è meglio che corri da lei. So come ritrovarti- Gli fece un cenno di saluto e sparì all’interno del locale.
 
Luna stava seduta su una panchina poco lontano da casa sua. Perché Ville era lì quella sera? Non lo credeva il tipo da frequentare locali di burlesque. E si era complimentato con lei. E non l’aveva riconosciuta. Ma lei non poteva fingere, non davanti ai suoi amici e a lui. Così era scappata. Cercò il numero del suo migliore amico e lo chiamò.
-Jonne… per favore puoi raggiungermi? Sono alla panchina poco lontano da casa mia..ho bisogno di parlarti-
-Sono dietro l’angolo, dammi un minuto- le rispose lui riprendendo a correre.
Quando la vide, sola e rannicchiata su quella panchina, una dolorosa fitta allo stomaco lo colpì. Solo un’altra volta l’aveva vista in quello stato e ancora adesso detestava con tutte le sue forze l’idiota che l’aveva fatta stare male per mesi. –Ehi- mormorò posandole una mano sulla spalla. –Che ti succede Luna?-
-Io.. perchè c'era anche Ville stasera? L'hai chiamato tu?- lo guardò lei in panico. -Dimmi che era lì per caso.. dimmi che non mi conosce davvero..- lo prese per la maglietta e si nascose poi tra le sue braccia prendendo a singhiozzare senza alcun motivo.. o meglio un motivo c'era ed era lo stesso che l'aveva fatta star male tanti anni prima.
Il ragazzo rimase spiazzato da tutte quelle domande. –Luna ma che.. No! Non l’ho chiamato io. Perché avrei dovuto? E poi come sarebbe che..- fece un respiro profondo cercando di calmarsi. C’era qualcosa che non gli tornava in tutta quella storia. Perché mai Ville avrebbe dovuto riconoscerla? Che cosa gli stava nascondendo?
Le passo dolcemente una mano tra i capelli. –Forza.. andiamo a casa Lulù. Ti faccio un tè caldo, vuoi?- mormorò facendola alzare.
La ragazza annuì e si alzò rimanendo stretta al cantante. Si avviarono verso casa e una volta richiusa la porta d'entrata Luna si sedette sul divano. -Jonne.. io... io e Ville ci conosciamo... o meglio.. io lo conosco ma lui non si ricorda di me a quanto pare.. ecco..- aspettò che il ragazzo si fosse seduto accanto a lei e avesse posato sul tavolino le tazze del tè -..il ragazzo che mi aveva fatto star male tanti anni fa... è.. è lui..- abbassò la testa imbarazzata.
Gli occhi del ragazzo fissarono il vuoto davanti a sé. La sua espressione si fece seria, troppo seria. Le sue mani si strinsero a pugno. –È stato.. lui?- chiese con una voce che non sembrava nemmeno la sua.
Non ricevendo risposta, spostò lo sguardo sulla ragazza che stava ancora fissando il pavimento. –È per colpa sua se tu..- senza riflettere diede un pugno ad uno dei cuscini disposti sul divano.
–Perché non me l’hai mai detto???- ringhiò furibondo.
-Perchè... perchè non volevo crearti ulteriori problemi..- prese le mani del suo migliore amico fra le sue. -..non era giusto che io mi sfogassi del tutto su di te.. mi sei sempre stato vicino...non volevo farti portare anche questo peso.- Ripensò al periodo in cui era stata male. Depressione, appetito assente per sua volontà.. autostima a livelli negativi..molto negativi. Rabbrividì, non voleva ricaderci ma aveva paura.
Jonne scosse la testa allontanando da sé le mani della ragazza. –Sei una stupida Luna!- sbottò. –Ma che ti dice il cervello eh?? Sono stato al tuo fianco ogni singolo giorno di quel dannatissimo periodo nero della tua vita. Ho fatto tutto quello che ho potuto per farti reagire, per farti stare bene. E ora te ne esci con una stronzata come questa???-
Era arrabbiato. Arrabbiato e ferito da quella situazione. La sua migliore amica non si era fidata di lui fino in fondo, quella era la verità. O almeno era quello di cui lui si stava convincendo.
-Dimmi la verità Luna. Perché non mi hai detto subito che era lui il fantomatico Mister X che ti ha fatto stare tanto male? Perché lo hai protetto fino adesso?-
Lo sguardo spaurito della ragazza lo colpì profondamente. Aveva esagerato con lei. Non avrebbe dovuto alzare la voce in quel modo.
Tornò a sedersi al suo fianco e le riprese le mani che aveva allontanato poco prima. –Ti voglio bene Lulù. Te ne ho sempre voluto e sempre te ne vorrò ma tu.. tu devi dirmele queste cose ok? Io.. non posso aiutarti se tu mi racconti le cose a metà capisci?-
La ragazza rimase in silenzio ancora per un po'. -..io.. tu mi hai chiesto di essere sincera..allora devo confessarti ancora una cosa..- lo guardò negli occhi pronta ad ogni sua possibile reazione. -..io non l'ho mai dimenticato.. sono ancora innamorata di lui.-
Il biondo spalancò gli occhi con aria sconvolta. –Cos’è che sei tu??-  chiese non riuscendo a staccarle gli occhi di dosso. –Luna ma.. ma com’è possibile una cosa del genere?? Insomma.. lui..- non riusciva a capacitarsi della cosa. –Me l’hai detto tu. Lui ti ha fatto stare male, tanto! Luna tu.. non puoi! Non è possibile! Non è normale! Non è giusto! Io..- sospirò abbassando finalmente lo sguardo lasciandosi andare mollemente sul divano. –Io davvero non capisco come puoi esserne ancora innamorata. Non ci arrivo giuro. Vuoi spiegarmelo per favore?-
-se lo sapessi probabilmente ci avrei ragionato su già da un bel po'.. però vederlo stasera mi ha... non lo so.. ho sentito una fitta fortissima al cuore e allo stomaco.. come la prima volta in cui l'ho visto..come ogni volta che mi stava accanto mentre mi dava ripetizioni di matematica..- sospirò anche lei e guardò Jonne. -..mi dispiace di non avertelo detto subito..-
Allora la ragazza si decise e gli raccontò tutto quello che gli aveva taciuto riguardo a Ville: da quando l'aveva conosciuto a quando si era preso gioco di lei dopo essere venuto a sapere che si era innamorata di lui.
 
-Andiamo ragazzi? Ho voglia di passare all’On the rocks…- se ne uscì ad un certo punto Nakki. Ora che non c’era Jonne toccava a lui tenere alto il morale a Jukka. Il chitarrista sembrava perso nel suo mondo. Che stesse pensando ancora a Luna?
Tutti annuirono. Chiacchierando si avvicinarono all’uscita del locale ma vennero fermati da Ville che in un lampo li aveva raggiunti. –Ehi ragazzi, una domanda- esordì. –Cosa sapete di Lulù?- chiese diretto.
-E' una nostra cara amica... la conosciamo da un annetto più o meno.. a parte Jonne che era il suo vicino di casa e  Kris che la conosce da molto più tempo.. sono stati compagni di classe prima che lei si trasferisse qui a Helsinki..vero Kris?- rispose Antti guardando prima Ville e poi il chitarrista.
Jukka annuì. –Sì, abbiamo frequentato la stessa scuola per un po’ poi si è trasferita qui con i suoi- confermò. –Perché vuoi saperlo?- chiese poi, notando lo sguardo fin troppo curioso di Ville. –E comunque se vuoi sapere altro di lei devi parlare con Jonne. Loro sono amici da sempre-
Nakki sentiva che l'atmosFera stava peggiorando di secondo in secondo per il chitarrista. -Ragazzi andiamo, o facciamo tardi.. scusaci Ville ma non possiamo proprio Fermarci... ci sentiamo- passo un braccio attorno alle spalle di Jukka e uscirono tutti insieme lasciando lì da solo Ville
Il cantante rimase lì, immobile a guardarli uscire con ancora mille domande nella mente che non avrebbero ottenuto risposta fino a quando non fosse riuscito a rivedere Jonne.

Fece spallucce e decise di lasciare a sua volta il locale per tornarsene a casa. L’indomani avrebbe setacciato tutta la città pur di trovare il biondino e scoprire qualcosa in più su quella ballerina di burlesque che aveva deciso di ossessionargli la mente.







-----------------------------------------------------------------
ANGOLINO AUTRICI:

SALVE.... che dire... ehhhhmmmm... Jonne pare essere piuttosto geloso della sua Lulù (appena appena eh xD)
Ville è ossessionato da lei (appena appena pure lui XD)
Ora... la questione è: chi la spunterà? la gelosia di Jonne o l'ossessione di Ville? XD
Sembra però che il cantante biondo abbia una carta a disposizione da giocare nei momenti critici... 
Nun ve diciamo nulla di più.... *scappano vedendo volare verso di loro cesti di verdura andata a male*

Un bacioneeeeee
Vio & Lau

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** One day by Lulù ***








Luna si svegliò abbastanza presto: sentiva dei rumori in cucina. Si alzò e dopo essersi vestita raggiunse la stanza e vide il cantante dei Negative intento a prepararle la colazione.
-Ciao tesoro.. caffè, latte, tè, succo di frutta.. biscotti, pane  tostato, fette biscottate, marmellata.. oppure se vuoi ti preparo una vera english breakfast..- sorrise solare.
La ragazza lo guardò. –come fai ad avere tutta questa energia la mattina non lo so, però tranquillo, mangio una fetta biscottata e mi bevo una tazza di caffè.-Jonne la guardò accigliato.
-No scusa.. io sono pronto a prepararti qualunque cosa e tu te ne esci con “mangio una fetta biscottata e bevo una tazza di caffè”? Non credo proprio bella mia- le disse scostandole una seggiola e obbligandola a sedersi. –Ora tu fai una colazione come si deve e niente storie, chiaro?-
Alla ragazza non restò altro da fare che annuire. Non sarebbe mai riuscita a fargli cambiare idea, era troppo testardo, lo era sempre stato.
Mangiò quello che riusciva. Poi andò a recuperare in camera la tracolla con i libri e tutto il necessario per le lezioni.
-beh io dovrei andare in università.. tu fai pure come vuoi... sai dove sono le chiavi di riserva..- Fece per uscire. -Jonne... grazie.. ti voglio bene..- gli lasciò un Bacio su una guancia, gli sorrise ed uscì di casa.
Il ragazzo scosse la testa. –Ti voglio bene anch’io- mormorò alla porta ormai chiusa.
Stava sistemando le ultime cose rimaste della colazione quando il cellulare cominciò a vibrare nella tasca dei pantaloni. –Ehi Jukka!-
-Ehi.. ma dove cavolo sei?? Non torni a casa?- gli chiese il chitarrista all’altro capo del telefono.
Jonne alzò gli occhi al cielo. Aveva completamente dimenticato l’appuntamento con i suoi amici per tornare a Tampere. –Ecco io.. no. No, ho deciso di restare per qualche giorno qui da Luna-
Jukka sbuffò. -E non potevi farmelo sapere?? Va beh non importa. Ci sentiamo ok??- Stava per chiudere la chiamata quando si ricordò di una cosa. –Ah Jonne.. ho l’impressione che presto o tardi ti scontrerai con Ville-
Il biondo si accigliò. –E perché???-
-Dopo che te ne sei andato ieri sera, ci ha fatto delle domande su Luna. Io gli ho detto che se voleva sapere qualcosa doveva chiedere a te- spiegò il chitarrista.
Il cantante maledì mentalmente il suo migliore amico. Poi un’idea improvvisa lo folgorò. –Senti.. ma perché non ti fermi qui anche tu? Per un paio di giorni dai. Che ci torni a fare a Tampere??? Fammi compagnia. Luna è così impegnata con gli studi che non la vedremo praticamente mai. Dai Jukka. Ti prego, ti prego, ti prego-
Il chitarrista ridacchiò. –Va bene ok. Dimmi dove sei-
 
Luna era appena uscita dall’ufficio del suo professore. Era stata dura, ma era riuscita a rimediare un esame extracurricolare per così dire. Sarebbe rimasta in università il 4 novembre e avrebbe dato quel benedetto esame orale. Raggiunse tranquillamente la caffetteria e si lasciò cadere su una delle poltroncine. Armata di matita e appunti cominciò la sua sessione di studio. Due ore vuote e altre 3 di lezione e poi sarebbe potuta tornare a casa. Chissà che stava combinando Jonne.. conoscendolo… disastri. Rise al pensiero e tornò sui libri.
-E così questa è casa di Luna- mormorò Jukka non appena Jonne lo fece entrare.
Il biondo annuì. –Già. È deliziosa non trovi?-
Il chitarrista annuì. –Senti.. sei sicuro che non le darà fastidio trovarmi qui? Insomma.. tu non le hai detto che mi hai praticamente invitato a restare a casa sua, vero?-
Lo sguardo di Jukka fece arrossire il cantante. Era vero, non aveva detto nulla a Luna. Aveva fatto tutto da solo. Ma c’era un buon motivo se aveva chiesto al chitarrista di restare lì per qualche giorno. Luna era ancora attratta da lui, proprio come ai tempi della scuola, e forse se si fosse ritrovata a frequentarlo un po’ di più sarebbe riuscita a superare la questione “Ville Valo”.
Inoltre Jukka era un bravo ragazzo e se c’era qualcuno a cui avrebbe affidato la sua migliore amica ad occhi chiusi, quello era proprio lui.
Sì, Jukka non l’avrebbe mai fatta soffrire come invece aveva fatto Ville. In caso contrario, l’avrebbe ucciso con le sue stesse mani.
 
Ville girovagava per Helsinki già da un paio d’ore. Aveva setacciato, si può dire, quasi tutti i locali dove aveva incontrato Jonne ultimamente: era perfino entrato al Kamppi per vedere se il cantante biondo era andato a far shopping, magari con Lulù.
-Dove diavolo può essere.. eppure l’ho sentito dire che si fermava qui a Helsinki qualche giorno per questioni legate alla scelta della location del video.- si guardò intorno ancora una volta e uscì dal centro commerciale. Arrivato all’Esplanadi si fermò a bere un caffè. Possibile che non l’avesse ancora intravisto da qualche parte?
-Toh Raperonzolo è uscito dal suo appartamento.. qual buon vento mia signora?- La voce di Migè arrivo alle spalle di Ville. Il cantante si girò e si trovò a fissare il suo bassista e accanto a lui Linde.
-Simpatico- sibilò. –Non posso uscire a fare quattro passi?- sbottò poi.
Migé lanciò un’occhiata al chitarrista accanto a lui che fece spallucce. –Sì certo che puoi, ma la cosa è molto ma molto strana- lo guardò curioso. –Ville tu non metti fuori il naso da quell’appartamento a meno che non sia strettamente necessario. Che è successo? È andato a fuoco il palazzo???-
Il cantante sbuffò. –Finiscila. Avevo solo voglia di camminare un po’, tutto qui-
Non avrebbe mai ammesso che si era messo a gironzolare per la città in cerca di Jonne nella speranza di ottenere qualche informazione sulla ballerina che aveva visto nel locale in cui proprio lui e gli altri ragazzi lo avevano trascinato a forza.
Se solo si fosse azzardato a rivelare una cosa simile, lo avrebbero preso in giro per il resto della vita, ne era certissimo.
Migé fece spallucce. –Ok come dici tu. Beh.. noi ce ne andiamo. Fatti vivo ogni tanto. Lo sai ancora dove abito, vero?- lo stuzzicò.
Ville gli fece un gestaccio. –Sparisci!- ridacchiò poi aspettando di vederli allontanarsi abbastanza prima di riprendere la ricerca del cantante dei Negative.
 
Jonne e Kris decisero di uscire a far un po’ di spesa per la sera. O meglio: Jonne si era trascinato dietro il suo chitarrista blaterando come una mitraglia qualcosa di simile a –Se le faccio trovare la cena pronta, forse sopravvivo-
-Andiamo dai… forse ce la facciamo a tornare in tempo.-
 
Aveva ormai perso le speranze di riuscire ad incontrare Jonne quel giorno. Decise quindi di avviarsi lentamente verso casa. Avrebbe ritentato il giorno dopo. Ma proprio in quel momento lo intravide mescolato tra la folla. E non era solo. Con lui c’era anche l’altro ragazzo, il chitarrista, quello che la sera prima gli aveva detto di aver frequentato la stessa scuola di Lulù.
–Ehi biondino- lo chiamò.
La voce di Ville gli gelò il sangue. L’avrebbe riconosciuta ovunque. Inoltre lui era l’unico che si permetteva di chiamarlo “biondino” in quel modo, come se fosse un bambinetto. Era vero che era più piccolo di lui, ma questo non lo autorizzava certo a trattarlo come un moccioso.
Fece un respiro profondo, poi si girò per affrontarlo. –Ehi spilungone- ribatté con sguardo freddo. Da quando Luna gli aveva raccontato tutto, lo trovava più irritante del solito.
Ville fece un sorrisetto. –Te l’avevo detto che ti avrei trovato-
Jonne fece spallucce. –Sì beh, bravo- disse con poco entusiasmo. –Ma adesso non ho proprio tempo di starti a sentire. Andiamo Jukka- disse al ragazzo al suo fianco che, senza fiatare lo seguì, lasciando Ville di stucco.
-Ci vediamo- urlò il cantante degli HIM. Il biondo alzò una mano continuando a camminare. Questa volta aveva vinto lui, ma la prossima non l’avrebbe fatta franca.
 
Luna infilò la chiave nella toppa della serratura e girò. Aveva tardato di un’ora e mezza a causa dello studio.
-Sono tornata..- all’istante un profumo delizioso le arrivò alle narici. –Jonne… ma stai cucinando?.. non ti dovevi disturbare..- Andò dritta in camera e appoggiò le sue cose per poi raggiungere il ragazzo in cucina.
–Jon…Kris? Che cosa..- la ragazza guardava prima il cantante, poi il chitarrista e non riusciva a capire.
 
Il chitarrista si passò una mano tra i capelli imbarazzato. –Ciao- la salutò.
Jonne si precipitò accanto alla ragazza baciandole la guancia. –Bentornata Lulù. La cena è quasi pronta- disse tutto d’un fiato.
La ragazza incrociò le braccia. –C’è qualcosa che devi dirmi??- chiese al biondo che evitava con tutte le sue forze di guardarla.
Stava per parlare quando il chitarrista si schiarì la voce. –È colpa mia Luna. Ho chiesto io a Jonne se potevo fermarmi qui per qualche giorno-
Il cantante strabuzzò gli occhi per la sorpresa. Che cos’era quella storia? Lui lo stava coprendo?
Luna si avvicinò al ragazzo che sembrava essere triste. –Qualcosa non va Kris?- chiese preoccupata.
Lui fece spallucce. –Qualche problemino a casa. È solo che.. ultimamente sono  un po’ giù e ho pensato che magari, stando un po’ di tempo lontano da casa, insieme agli amici..-
Jonne si intromise nel discorso. –Volevo dirtelo Lulù ma tu non c’eri e io non sapevo se potevo disturbarti, così..- la guardò con gli occhi dolci. –Va bene se rimane qui, vero?-
-Tuuuu... brutto cafone.. per queste cose lo sai che DEVI disturbarmi..- puntò il dito sul petto di Jonne.
-Ma certo che puoi rimanere Kris... oddio..aspetta.. vado a prepararti la camera degli ospiti..- scappò di corsa verso la zona Notte. -Accidenti a te Jonne... farmi fare queste figure..- mormorò a denti stretti. Si rese conto pienamente della situazione solo una volta rifatto il letto.
Rimase con le mani sulla trapunta morbida. "Oh Mio Dio...Kris rimane qui per qualche giorno... Kris dormirà qui per qualche giorno... oh cazzo muoio..JONNEEEEE" urlò nella sua testa
 
-Perché l’hai fatto?- chiese tutto ad un tratto Jonne al chitarrista. –Perché le hai detto che..-
Il ragazzo lo interruppe. –Perché non mi andava di sentirvi litigare a causa mia ok?- sbottò. –E anche perché, in fin dei conti, sono contento di essere qui e tu lo sai- disse puntando gli occhi in quelli dell’amico.
Jonne annuì. –Beh.. grazie comunque- mormorò.
Luna tornò in cucina e guardò i due. -Ecco.. ehm la camera è pronta.. mi.. mi dispiace...se l'avessi saputo prima avrei riordinato meglio tutto..- abbassò lo sguardo imbarazzata. Proprio non se lo sarebbe aspettato.
Il chitarrista scosse la testa sorridendo. –Non ti preoccupare Luna, andrà benissimo. Avrei dormito anche sul divano-
Era calato un silenzio imbarazzante tra i due, ma Jonne rimediò subito sfoderando uno dei suoi radiosi sorrisi. –Mettevi comodi, la cena è pronta- annunciò.
-Comunque non te la perdono questa.. dovevi avvisarmi.. farmi fare queste brutte figure..sbuff..- sbottò divertita verso Jonne mentre prendeva posto a tavola. Sentì la sedia accanto alla sua spostarsi e poco dopo vide Jukka sedersi. Cenarono in tranquillità, ogni tanto usciva qualche battuta da parte di Jonne sul lavoro di Luna, alle quali lei rispondeva a tono o semplicemente gli faceva una linguaccia.
-Tanto canto meglio di te, caro il mio biondino tinto.- sapeva che gli aveva sempre dato fastidio essere chiamato così. Alla fine della cena sparecchiò e si mise a lavare i piatti. –Mettetevi pure comodi in salotto o dove volete. Faccio in un attimo.-
I due ragazzi si spostarono in salotto. –E adesso che si fa?- chiese il chitarrista sentendosi tremendamente in imbarazzo.
Jonne fece spallucce. –Non so.. tu cosa vuoi fare?- Nessuna risposta. Sospirò. –Lulù che facciamo adesso??? Hai qualche idea???- chiese a voce alta per farsi sentire dalla ragazza che era ancora in cucina.
-Un film?..- propose. -Nello scaffale sotto la tv ci sono i dvd... vedete se c'è qualcosa che vi piace sennò posso vederci qualcosa in streaming..- finì di lavare i piatti e di asciugarli. Raggiunse la camera e si tolse la camicia. Si voltò verso la sedia per prendere la maglia..-Luna.. dov'è il ba..- e trovò Jukka che la guardava, rosso in viso.
Jonne era impegnato a trafficare con i dvd della ragazza. Ne scartava uno dopo l’altro. Non si era nemmeno reso conto che Jukka era sparito per poi tornare un paio di minuti dopo.
-Che strazio. Lulù ma un film che piaccia anche a me no eh???- sbuffò voltandosi. Solo in quel momento noto l’espressione di Jukka. –Ehi ma che ti prende? Sembra che tu abbia visto un fantasma!-
Il chitarrista scosse la testa. –No niente- mormorò.
Jonne lo guardò poco convinto. Tornò a sedersi sul divano accanto a lui. –Oh andiamo.. che c’è?- chiese di nuovo.
Jukka sospirò. –Stavo.. stavo cercando il bagno e..- puntò gli occhi in quelli dell’amico. –L’ho vista senza.. senza..-
-Senza??- chiese ancora Jonne esortandolo a continuare.
Jukka si passò una mano tra i capelli. –Non so se posso farlo. Non so se posso restare in questa casa e fingere che lei non esista-
Il cantante lo guardò sorpreso. Non si era aspettato quella reazione. Non così. –Rilassati dai. Andrà tutto bene-
-No invece- sbuffò il chitarrista. –Ma l’hai vista? Jonne l’hai guardata bene? È.. uno schianto!- disse tentando di non urlare. –Io non capisco come tu possa starle tanto vicino senza provare un minimo di desiderio per lei. Davvero non ti piace neanche un po’?-
Il biondo fece spallucce. –È la mia migliore amica Jukka. È una bellissima ragazza non posso negarlo, ma è solo un’amica- spiegò.
Il chitarrista sbuffò. –Vorrei poter dire la stessa cosa-







---------------------------------------------------------------
ANGOLINO AUTRICI:


ehmmmmmm... un altro capitolo a poca distanza (diremmo minima xD) dal precedente.
Situazione interessante..
E' forse Kris la carta strategica di Jonne? Funzionerà?
E Ville? riuscirà a scoprire qualcosa di più sulla misteriosa ballerina che lo assilla tanto da indurlo ad uscire dal suo nido?
fateci sapere che ne pensate 
un bacione 

Vio & Lau

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Unexpected reactions ***










Luna si era messa di fretta in pigiama ed era tornata in salotto a piedi nudi e in punta di piedi. Era stata colta da un improvviso imbarazzo dopo che Jukka per sbaglio l’aveva vista mezza nuda.
-Cosa.. cosa guardate ragazzi?- chiese affacciandosi al salotto. Il suo migliore amico la guardò e le sorrise.
-Alla fine ci guardiamo Pirati dei caraibi..per l’ennesima volta..- Jonne le fece segno di avvicinarsi e sedersi accanto a lui sul divano. –Oh ma come siamo carine e dolci con questo pigiamino con i cuoricini.- la prese un po’ in giro facendole poi il solletico alla pancia e ai fianchi.
-No basta ti prego.. il solletico no, maledetto.. Kris aiuto…tienilo fermo.- scoppiò a ridere Luna, ma il chitarrista se la rideva più di lei a vederli. Il momento d’imbarazzo dopo averla vista era sparito.
-Jukka continua tu… io devo andare in bagno..- il cantante si dileguò all’improvviso, facendo sbilanciare Luna che si ritrovò con la schiena stesa sul divano e sopra di lei Jukka che continuava a farle il solletico. Andarono avanti così per un paio di secondi e il chitarrista si fermò: la guardava fisso negli occhi.
-Kris… stai.. stai bene?- chiese preoccupata lei vedendolo immobile. Questi allora si avvicinò con il viso al suo e il cuore prese a palpitarle forte nel petto.
-Io…- cominciò Kris avvicinandosi ancora. -…hai una piuma fra i capelli..- la afferrò delicatamente e la buttò a terra, rialzandosi poi con calma.
Jonne, che aveva visto tutto da dietro il muro, avrebbe voluto mangiarsi le mani.
 
 
Luna si era trascinata in camera stanca, gli occhi le si stavano chiudendo da soli. Si infilò sotto le coperte e si rannicchiò posando la testa sul cuscino. Dalla porta lasciata aperta entrava la leggera luce azzurrognola proveniente dal salotto, dove i ragazzi stavano ancora guardando il film. Sorrise pensando a quanto li adorava, a quanto la facevano star bene e si addormentò.
-Dai Kris.. andiamocene a dormire..- il cantante spense il televisore e assieme al suo migliore amico raggiunse la stanza degli ospiti. Si sistemarono e con calma si infilarono sotto le coperte. Il silenzio regnava sovrano fra quelle quattro mura, ma era così pesante che il chitarrista non riusciva a prendere sonno. Ripensava alla scena di un paio d’ore prima: aveva visto Luna senza camicia. L’aveva osservata senza riuscire a distogliere lo sguardo, anche se imbarazzato. Deglutì pensandola nell’altra stanza, addormentata e tranquilla. Aveva bisogno di darsi una rinfrescata.
-Dove vai Kris?- chiese Jonne vedendolo alzarsi di scatto dal letto e infilarsi i pantaloni.
-In bagno.. non ti preoccupare..- ma quel tono convinto sembrava più rivolto a sé stesso che all’amico. Uscì dalla stanza ed entrò in bagno. Si guardò per un tempo infinito allo specchio e finalmente si decise a sciacquarsi il viso. Doveva smettere di immaginarsi Luna tra le sue braccia. Non poteva. Non era giusto nei suoi confronti e in quelli di Jonne. Una volta fuori dal bagno gettò uno sguardo alla porta della camera della ragazza. Non ci aveva fatto caso prima: era aperta. Senza riuscire a resistere si accostò e spiò dentro. Luna dormiva rannicchiata, con il viso verso la porta, un’espressione dolcissima in viso, il respiro lento e calmo. Jukka si mordicchiò il labbro ed entrò senza far rumore: quello spettacolo era veramente bellissimo. Si sedette sul bordo del letto e rimase a guardarla ancora per un po’. Si stese lentamente accanto a lei. La reazione che ne seguì lo mandò momentaneamente nel panico. Luna si mosse e inconsciamente si avvicinò a lui abbracciandogli la vita e appoggiando il viso sul suo petto.
“Probabilmente crede che sia Jonne..” pensò il chitarrista. Prese ad accarezzarle lievemente i capelli con la mano destra fino ad addormentarsi a sua volta.
 
Jonne aprì gli occhi nel buio della stanza. Guardò l’altra parte del letto. Vuota. Il suo migliore amico non era ancora tornato. Che stava combinando in bagno? Si alzò e senza preoccuparsi di mettere un paio di pantaloni andò a controllare. Non c’era nessuno in bagno.
-Ma dove si è cacciato?- si chiese. L’occhio gli cadde sulla porta della camera di Luna. Piegò la testa di lato e si avvicinò. La scena che gli si parò davanti agli occhi lo fece sorridere felice. Forse non tutto era perduto. Kris era addormentato e stringeva tra le braccia la sua migliore amica, che faceva altrettanto con lui. Afferrò delicatamente la maniglia e chiuse piano la porta. Tornò in camera tutto contento e si mise a letto. Ville non l’avrebbe avuta. Non l’avrebbe fatta soffrire ancora. Parola di Jonne Aaron Liimatainen.
 
Un debole fascio di luce le solleticò il viso. Un lieve lamento raggiunse le sue orecchie. Sbatté le palpebre una, due, tre volte prima di riuscire a mettere a fuoco la persona che le dormiva accanto stringendola tra le braccia.
Il cuore perse un battito quando realizzò di trovarsi faccia a faccia con Jukka. Erano sue le braccia che la stringevano. Era il suo petto quello su cui lei teneva ancora una mano aperta. Ed era il suo respiro quello che sentiva sul viso. Cosa ci faceva lui lì? Come ci era finita tra le sue braccia?
Tentando di fare piano, si mosse lentamente per liberarsi dal suo abbraccio e correre dal suo migliore amico a chiedere spiegazioni, ma proprio in quel momento gli occhi di Jukka si spalancarono inchiodandosi ai suoi paralizzandola.
Era da tempo che non fissava così a lungo i suoi occhi. Quegli occhi tanto intensi da riuscire a metterla in imbarazzo facendole desiderare disperatamente di poter distogliere lo sguardo da lui senza però riuscirci. Già, con lui era così, lo era sempre stato per lei.
Un piccolissimo sorriso si disegnò sulle sue labbra e Luna si sentì avvampare. Avrebbe voluto dire qualcosa ma proprio in quel momento lo squillo del telefono li fece sobbalzare.
Cogliendo al volo l’occasione, la ragazza si sciolse dal suo abbraccio e uscì dalla camera da letto correndo a rispondere alla chiamata. Jukka sospirò profondamente lasciandosi ricadere con la schiena sul materasso. –Maledetto telefono- mormorò.
 
Jonne nel frattempo si era svegliato, disturbato anche lui dal telefono. Uscì velocemente dalla camera sperando che la sua migliore amica non l’avesse sentito e fosse ancora addormentata tra le braccia di Jukka. Speranza vana. La vide parlare concitata mentre camminava su e giù per il salotto. Si diresse quindi nella camera di lei e vide il suo migliore amico steso sul materasso con un mano sulla fronte e l’altra sull’addome, sveglio.. troppo sveglio.
-Dimmi che vi siete svegliati per colpa del telefono.- esordì il cantante svelando la sua presenza nella stanza. Il chitarrista lo guardò per qualche secondo. Scosse la testa e gli raccontò cos’era successo.
-Si è svegliata.. ha cercato di allontanarsi.. mi sono svegliato io e l’ho guardata.. ho sorriso e siamo rimasti occhi negli occhi per un po’… e poi quel maledetto telefono si è messo a suonare.. io.. io credo che.. non lo so.. avevo voglia di..-
Jonne spalancò gli occhi. -Avevi voglia di???- chiese poi, intuendo che Jukka non avrebbe continuato.
Il chitarrista abbassò gli occhi, evidentemente imbarazzato. -.. di baciarla..- si morse un labbro rimanendo poi in silenzio.
Jonne alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa. -Avresti dovuto farlo.-
Jukka alzò lo sguardo sul cantante. -Tu dici? ma se lei poi.. insomma.. se a lei non fosse... piaciuto?-
-No dico.. ma sei scemo???- sbottò il cantante. -No anzi.. ritiro la domanda.. tu SEI scemo!!!-
 
 
Luna salutò il suo interlocutore e raggiunse la sua camera trovandovi i ragazzi a parlare. -Ehm.. Jonne.. c'è Nakki al telefono.. ha bisogno di parlare con te del video.. dice che è urgente..- porse il cordless al cantante.
Il ragazzo prese il telefono dalle mani dell'amica e si allontanò dalla stanza. -No dico.. i cellulari esistono per un motivo Nakki, non te l'hanno detto???- sibilò. -Comunque.. che c'è??-
Il tastierista rispose a tono dicendogli che l'aveva già cercato al cellulare ma risultava non raggiungibile. -Comunque il nuovo video.. ho parlato pochi minuti fa con il regista... dice che la location perfetta potrebbe essere il parco sulla costa.-
Jonne si irrigidì per un attimo a quelle parole. Il parco sulla costa?? Ville abitava lì vicino. –Ma perché proprio lì?- chiese all’improvviso. –Ci sono tanti bei posti dove poter girare questo benedetto video.. proprio lì dobbiamo andare??- poi rifletté sulle parole del tastierista.
–Aspetta.. ha detto che “potrebbe” essere la location perfetta giusto?- alla risposta affermativa di Nakki fece un respiro di sollievo. –Bene.. allora digli di continuare a cercare. Appena avrà qualche altro posto da proporre ne riparleremo-
Il tastierista riattaccò e Jonne tornò verso la camera di Luna ma si fermò prima. Voleva evitare di interrompere qualsiasi cosa, così si mise ad origliare.
 
-Io… come mai hai dormito qui?- chiese Luna al chitarrista.
Jukka deglutì a fatica. –Io.. ecco io..- che avrebbe potuto raccontarle? Nemmeno lui sapeva con esattezza il perché si fosse intrufolato in camera sua quella notte. –Non riuscivo a dormire e..- La ragazza lo stava guardando con un sopracciglio sollevato in attesa che continuasse.
Sospirò abbassando lo sguardo. In un istante capì di voler essere sincero con lei. Sollevò nuovamente lo sguardo incontrando i suoi occhi. –Sono passato davanti alla tua stanza e ti ho vista dormire. Ho pensato semplicemente a quanto fossi bella e ho desiderato starti accanto anche solo per una notte-
Luna si irrigidì all'istante. -Tu.. tu hai pensato che io... oddio.. non so che dire..- prese a balbettare non riuscendo a sostenere lo sguardo del bel chitarrista. Si tormentava le mani come non mai e non sapeva assolutamente cosa fare. Stava rivivendo il primo giorno di scuola quando l'aveva conosciuto con tutto l'imbarazzo che aveva provato annesso.
Il ragazzo si alzò finalmente dal letto avvicinandosi a lei lentamente. –Non devi dire niente- mormorò quando le fu abbastanza vicino.
In quel momento erano nuovamente soli e vederla così indifesa e imbarazzata riaccese il desiderio che aveva provato qualche minuto prima. –Ehi.. guardami- sussurrò sollevandole il viso delicatamente. –Lo sai.. c’è una cosa che avrei voluto fare prima e che intendo fare proprio adesso, ma tu sei libera di fermarmi se vuoi- soffiò sulle sue labbra prima di sfiorarle delicatamente.
Luna spalancò gli occhi non appena sentì le labbra di Jukka posarsi sulle sue. La stava baciando davvero? No, stava sognando. Non c’era altra spiegazione plausibile. Ma se era un sogno, lei di svegliarsi proprio non ne aveva voglia. Chiuse leggermente le palpebre e ricambiò il bacio che il chitarrista le stava dando. Che problemi ci sarebbero potuti essere? Era un sogno, no?
 
Un sorriso raggiante si dipinse sul volto di Jonne quando, non sentendo più le voci di Luna e Jukka, spiò all’interno della camera e li vide baciarsi. Alla fine il suo migliore amico aveva seguito il suo suggerimento e Luna si era lasciata andare come lui aveva previsto.
Finalmente tutto si sarebbe sistemato e lei avrebbe smesso di soffrire per quello spilungone dagli occhi verdi che l’aveva fatta stare tanto male in passato.









----------------------------------------------------
angolino delle autrici:

a riecchice... capitolo un po' corto forse ma speriamo vi piaccia.. 
eh si.. le cose cominciano a complicarsi un po' xD
un bacione e grazie a chi segue, recensisce o semplicemente legge in silenzio questa storia.
Vio & Lau.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** You, Me... and Jonne ***









Ville era tornato in quel locale anche quella sera. Aveva chiesto al tizio della biglietteria chi si sarebbe esibito in serata, ma questo gli aveva confermato che Lulù non ci sarebbe stata. Il cantante se ne tornò così sui propri passi e raggiunse il parco di Kaivopuisto per fare una passeggiata sulla costa. Faceva freddo ma a lui poco importava.
 
Luna stava litigando con le buste della spesa che pesavano più di quanto si fosse immaginata. Fortunatamente casa sua non era molto distante dal piccolo supermercato che frequentava abitualmente. Facendo un lungo respiro riprese a camminare con passo spedito. Un piccolo sorriso si disegnò sul suo viso al pensiero di quello che l’attendeva appena fosse tornata a casa.
Aveva lasciato Jonne addormentato sul suo letto mentre Jukka, dopo averla coccolata per buona parte della giornata, si era chiuso in bagno per farsi una doccia.
-Cavolo..- una voce profonda la paralizzò. Sollevò lo sguardo e incontrò gli occhi verdi dell’unico uomo in tutta la Finlandia che mai avrebbe voluto incontrare, specialmente in quel momento.
Ville piegò la testa di lato quando la mise a fuoco. –Tu sei Lulù, vero?- chiese continuando a fissarla. La ragazza annuì timidamente. –Ciao- continuò lui con un sorriso. –Posso offrirti un caffè? Ti va?-
Lei scosse la testa. –Mi spiace ma ora non posso proprio fermarmi. Devo.. devo andare a casa- lo sorpassò in tutta fretta sperando che lui non la seguisse.
-Posso accompagnarti?- chiese invece lui già al suo fianco.
-Sono quasi arrivata.. non serve che ti disturbi..- ma si morse la lingua non appena si rese conto di avergli praticamente detto che abitava lì vicino. Abbassò lo sguardo lasciando che i capelli le nascondessero il viso e si mordicchiò le labbra nervosamente.
Ville si illuminò a quella rivelazione. –Potrei..- ma non riuscì a finire la frase.
-Ehi.. tutto bene qui?- Jukka si era avvicinato ai due accarezzando istintivamente i capelli della ragazza. –Dai qua, sembrano pesanti- disse poi, prendendole dalle mani le buste.
Ville sbuffò. –Beh.. a questo punto è meglio se me ne vado- lanciò un’occhiatina scocciata al chitarrista. –Ciao Lulù-
-Ciao... Ville..- mormorò verso di lui Luna. Si voltò verso Jukka e cercò di riprendere le buste. -Kris ce la faccio... non sono così gracilina sai?- sbuffò allo stesso modo di Ville e arricciò le labbra in un tenerissimo broncio, che al cantante non sfuggì. Quel modo di arricciare le labbra l'aveva visto fare solo ad una persona, ma era impossibile che fosse lei..
"No ma che vado a pensare.... dai Ville, stai avendo le allucinazioni..."
Dopo aver visto il cantante degli HIM sparire, i due ragazzi si avviarono verso casa.
-Come mi hai trovata?- chiese Luna al ragazzo che le camminava accanto.
Il chitarrista fece spallucce. –Ho solo seguito l’istinto. E poi non ho dovuto camminare molto per trovarti-
Il sorriso che le regalò le tolse il fiato per un attimo. –Beh.. grazie- mormorò. –Per essere venuto a cercarmi-
 
Appena entrati in casa si ritrovarono davanti uno Jonne ancora assonnato che li stava guardando con il broncio. –Mi sono svegliato e in casa non c’era nessuno. Dove siete stati?-
Luna scoppiò a ridere nel vederlo così. In quel momento era tornato il bimbo che aveva imparato ad amare col tempo. –Sono andata a fare un po’ di spesa e Kris mi ha aiutata-
Il ragazzo sospirò. –Va bene.. ma non fatelo mai più. Non mi piace essere lasciato tutto solo-
Jukka scosse la testa divertito mentre la ragazza si mise a sistemare la spesa nella dispensa.
-Posso aiutarti?- sussurrò il chitarrista arrivandole alle spalle poggiandole le mani sui fianchi, il viso a pochi millimetri dal suo.
-Ma no, tranquillo... mettiti pure comodo. Faccio in un attimo.- rispose mentre sentiva i brividi che le provocavano le dita, ma soprattutto le labbra, di Kris. Il chitarrista aveva lo strano potere di farle dimenticare quello che succedeva durante la giornata.
Il ragazzo sembrò non averla nemmeno sentita. Le sfiorò il collo con le labbra. -Sei sicura?- chiese facendo aderire ancora di più i loro corpi.
Luna sentì all'istante una sensazione di piacevole freschezza lungo le braccia e di leggero calore al ventre. -S..sì..- rispose, ma la mano destra, impegnata nel sistemare la scatola dei cereali le tremò appena.
Jonne tornò in salotto dopo essersi dato una sistemata. Non vedendo nuovamente nessuno si affacciò alla porta della cucina. Spalancò gli occhi quando vide il suo migliore amico impegnato a sedurre Luna in modo tanto sensuale da togliere il fiato. Non sapendo che fare si schiarì la voce per palesare la sua presenza.
Jukka lasciò immediatamente la ragazza che si passò una mano tra i capelli cercando di recuperare un battito cardiaco normale.
-Io.. io mi sono ricordato solo adesso che devo uscire- disse all’improvviso il biondo. –Ho.. un appuntamento e.. sono anche in ritardo. Non aspettatemi alzati. Buona serata ragazzi- afferrò al volo il giubbotto bianco e uscì di casa lasciandoli soli.
Jukka sorrise sapendo che Jonne aveva mentito spudoratamente ma la presenza di Luna al suo fianco riaccese istantaneo il desiderio che aveva provato fino a pochi istanti prima. In un attimo le fu davanti, imprigionandola tra il suo corpo e la cucina. –Allora.. stavamo dicendo?- mormorò avvicinandosi fino a sfiorarle le labbra con le sue.
-Kris.. devo... devo finire di riporre la spesa..- rispose poco convinta lei dopo aver ricambiato quello sfiorarsi leggero di labbra a cui il chitarrista aveva dato inizio. Ripensò a come Jonne se ne fosse andato così tanto velocemente da non sembrare umano.. e tutto le fu chiaro. Guardò Jukka negli occhi, incapace di muovere un solo muscolo che non fosse direttamente collegato con le labbra..
Il chitarrista la lasciò andare. –Come vuoi- mormorò. –Se hai bisogno di me..- le accarezzò i capelli distrattamente prima di uscire dalla cucina.
Riprese a respirare appena il ragazzo non fu più in vista. Si lasciò scivolare a terra, la schiena appoggiata al mobile della cucina e si portò le mani tra i capelli. Cioè... prima la stuzzicava così apertamente e poi se ne andava come se non fosse successo niente? Quel ragazzo l'avrebbe fatta impazzire. Si rialzò e si costrinse a finire di mettere a posto. Cucinò qualcosa di veloce ma sostanzioso... e fece la pazzia... tanto era una semplicissima torta... la torta che le veniva meglio. Una volta tutto pronto apparecchiò la tavola e chiamò Kris
Il chitarrista la raggiunse e si mise seduto al tavolo. Non riusciva a fare a meno di pensare a quanto fosse bella e a quanto le sarebbe piaciuto immergere le mani in quei capelli biondi e baciare quelle labbra fino a toglierle il respiro. Ma forse quello non era il desiderio della ragazza e lui non voleva sembrare un maniaco insensibile.
Mangiò in silenzio quello che aveva preparato e quando Luna mise in tavola il dessert gli occhi gli si illuminarono. –L’hai.. l’hai fatta tu??- chiese non riuscendo a credere che, senza saperlo, lei avesse preparato proprio il suo dolce preferito.
-Ehm.. si...- si tormentò le mani imbarazzata mentre finiva di spostare i piatti sporchi nel lavandino e ne prendeva due puliti assieme alle forchette da dolce. -..non ti piace? oddio forse sei allergico al cioccolato..- si fece prendere dal panico mentre gli tagliava una bella fetta di torta nevada.
-No.. no.. Luna- la zittì prendendole una mano con la sua. –Non sono allergico al cioccolato. Questa è.. è la mia torta preferita- spiegò.
A lei quasi cadde il coltello di mano a sentire quella risposta. -..Davvero? oddio.. che coincidenza.. è quella che mi riesce meglio..- mormorò imbarazzata posandogli poi il piatto davanti e sedendosi a guardarlo mentre mangiava.
Jukka sorrise portandosi alle labbra un po' di torta. -Tu non la mangi?- le chiese guardandola incuriosito.
-Non posso ingrassare.. sai.. per il lavoro..- ridacchiò tormentandosi i capelli con le dita. -Beh dai... ce n'è di più per te.. se Jonne non ne viene a conoscenza.. e conoscendolo frugherà in frigo appena tornerà..- scosse la testa divertita, evitando di proposito di guardare il chitarrista. Si era resa conto che fissarlo mentre mangiava era una vera e propria sfida all'autocontrollo...
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. –Io credo che se ne assaggi solo un pezzettino non ti succederà niente- Si alzò mettendosi proprio davanti a lei accostandole un piccolo pezzo di torta alle labbra. La ragazza l’assaggiò timidamente e lui sorrise. –Aspetta- mormorò. –Ti è rimasta della panna sulla bocca- Senza darle il tempo di reagire si avvicinò e le sfiorò le labbra con la lingua.
–Così è anche più buona- sussurrò poi.
Luna sentì di essere arrossita. Abbassò lo sguardo. -Io... io lavo i piatti.. serviti pure se ne vuoi ancora.- Si alzò all'improvviso e si avvicinò al lavello. Aprì l'acqua mettendoci poi dentro il detersivo e le stoviglie sporche.
Jukka sospirò. Che doveva fare per farle capire che la desiderava?
Rimase a guardarla armeggiare con piatti e bicchieri per qualche minuto, poi si fece coraggio e la raggiunse. Le tolse le mani dall’acqua per farla voltare e in un attimo prese pieno possesso di quelle labbra che lo stavano facendo impazzire.
Sbarrò gli occhi nel secondo esatto in cui lui si era appropriato di lei. Piano piano però si lasciò andare. Con le mani ancora bagnate e sporche di schiuma gli afFerrò i capelli, rispondendogli con timida intraprendenza.
Quando le labbra della ragazza risposero alle sue, Jukka si fece più audace e lasciò vagare la mani lungo la sua schiena fino ad arrivare al bordo dei jeans che seguì con la punta delle dita solleticandole la pelle.
Le lasciò la bocca per poterla guardare negli occhi. Le sue guance arrossate lo fecero sorridere, era ancora più bella quando era imbarazzata. –A cosa stai pensando?- le sussurrò sfiorandole il naso con il suo.
-a...a nulla...sinceramente il cervello mi è andato in tilt..- mormorò lei mordicchiandosi un labbro. Averlo così vicino non aiutava di certo a pensare lucidamente.. con raziocinio. -Io.. no .. nulla..- lo baciò di nuovo. Bastava quella come risposta
Quel nuovo bacio fu la scintilla che fece accendere totalmente Jukka. Le sue mani si erano infilate sotto la maglietta della ragazza e ora erano a contatto con la pelle nuda della sua schiena. –Luna io.. io..» ancora un bacio, un altro e il chitarrista si ritrovò a dover riprendere fiato. –Dove vuoi arrivare?- chiese ad un tratto.
-Non voglio ferirti Luna e se tu..- abbassò lo sguardo. –Per fartela breve, quando comincio difficilmente riesco a fermarmi quindi..- la guardò in modo piuttosto eloquente aspettando che lei prendesse una decisione.
La ragazza lo guardò solo qualche istante e riprese possesso delle sue labbra. Con studiata lentezza cominciò a far scivolare fuori dalle loro asole i bottoni della camicia di raso nera che indossava il chitarrista. La fece poi scivolare dalle sue spalle, lasciandola cadere a terra con un delicato fruscio.
Il ragazzo sorrise. –Bella mossa- sussurrò sfiorandole il lobo dell’orecchio con la lingua mentre le sue mani avevano iniziato a sollevarle la maglia rossa che indossava e che poi gettò a terra.
Lentamente le scivolò dietro le spalle cominciando a baciarle piano il collo, scendendo sulla spalla e poi lungo il braccio portandosi dietro lo spallino del reggiseno che ben presto raggiunse la maglia e la camicia sul pavimento.
La fece voltare e si riprese le sue labbra soltanto per un momento per poi scendere lento ad assaporare ogni centimetro di quella pelle profumata che lo stava mandando fuori di testa.
Luna sospirò leggermente lasciandolo fare. Gli prese poi la mano e cominciò a indietreggiare verso la propria camera. Lungo il tragitto lo liberò dalla fastidiosa presenza della cintura e dei pantaloni di pelle, abbandonandoli in corridoio. Non si curò di chiudere la porta della camera.. Jonne aveva detto che sarebbe tornato tardi quindi..
Jukka la fece stendere sul letto e riprese a tracciare un sentiero invisibile fatto di piccoli baci sul suo corpo facendole scivolare lungo le gambe i jeans che lanciò lontano.
Le sue mani la accarezzavano leggere e delicate facendole venire la pelle d’oca.
Tornò a baciarla trascinandola sopra di sé, accarezzandole la schiena e i fianchi, sfiorandole il seno con le labbra, provando un forte senso di appagamento ogni volta che la sentiva sospirare.
La ragazza gli affondò le mani nei capelli riappropriandosi delle sue labbra. Con un movimento veloce Jukka ribaltò la situazione tornando a sovrastarla col suo corpo. In un attimo la liberò anche di quell’ultimo indumento che le era rimasto addosso e la ragazza si ritrovò ad emettere un mugolio incontrollato quando la mano del chitarrista la sfiorò.
Luna lo attirò a sé allacciandogli le gambe attorno ai fianchi, guardandolo dritto negli occhi, trattenendo il respiro.
Il rumore improvviso della porta d’ingresso che si chiudeva li allarmò. –Ma che.. oh merda- la voce di Jonne li fece scattare.
-E adesso che facciamo?- chiese Luna nel più totale imbarazzo.
Jukka scosse la testa. –Non lo so- rispose.






-----------------------------
Angolino autrici:
Ed eccoci tornate a rompervi le scatole. xD 
Ebbene si.. Ci sono stati dei passi avanti.. ma come sempre è arrivato qualcuno ad interromperli (Jonneeeee *Vio lo insegue con una padella)
Beh che dire.. buona lettura; speriamo vi piaccia.
Grazie a chi commenta e/o semplicemente legge in silenzio questa pazza ff
A presto

Lau&Vio

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Veiled threats and memories ***








Il cantante rimase fermo sulla soglia di casa indeciso sul da farsi. Uscire di nuovo o fiondarsi in camera e far finta di nulla? Guardò in fondo al corridoio e vide una luce soffusa illuminare il parquet.
"Meno male che la camera degli ospiti è prima di camera di Luna.." In silenzio e in punta di piedi si avviò verso il corridoio e una volta dentro la camera chiuse la porta il più delicatamente possibile
 
Il chitarrista rimase immobile sopra la ragazza guardandola negli occhi. -Si è chiuso in camera.. vero?- mormorò.
Luna annuì cercando di riprendere a respirare in modo normale. -Forse dovremmo..-
Lui non le lasciò finire la frase. Si sporse un po' di più verso di lei e le sfiorò le labbra con le sue. -Meglio darci una sistemata e andare a vedere che combina.. che dici?- mormorò poi sorridendo. Si alzarono e dopo essersi rivestiti raggiunsero la camera degli ospiti.
-Jonne? Posso entrare?-
Il cantante si paralizzò al suono della voce della sua migliore amica. Si maledisse mentalmente per essere rientrato così presto ma aveva girato a vuoto per delle ore sperando che Luna si lasciasse andare alle avances del chitarrista. Sospirò passandosi una mano tra i capelli. -Certo.. è aperto- rispose cercando di non agitarsi più del necessario.
La ragazza guardò per qualche secondo Kris e poi abbassò la maniglia ed entrò nella stanza. Jonne stava seduto sul letto a gambe incrociate, la luce dell'abat-jour che gettava in una gentile penombra la camera. Si sedette anche lei sul letto, imitandolo e gli prese le mani tra le sue. -Tutto OK?-
Il ragazzo annuì tenendo gli occhi puntati in quelli della sua migliore amica. Avrebbe voluto chiederle scusa e supplicarla di perdonarlo, ma nel suo sguardo riuscì ad intravedere un'ombra di gratitudine che non riuscì a capire fino in fondo ma che anzi riuscì a confonderlo. -Tu..- finalmente guardò anche Kris. -Voi tutto bene?-
-Sì... si tutto bene...- asserì lui all'istante sorridendogli. Si accese una sigaretta e si andò a sedere sui cuscini al davanzale della finestra. Anche Luna sorrise annuendo, poi scosse leggermente la testa, dicendogli silenziosamente che non era successo nulla.
 
Jonne fece la sua tipica espressione da cucciolo abbandonato e mimò con le labbra la parola "scusa" lasciandosi poi ricadere con la schiena sul materasso. Portò lo sguardo sul chitarrista per un attimo, poi tornò a guardare Luna cercando di capire, dal modo in cui anche lei lo stava guardando, quanto fosse realmente interessata a lui.
L'improvvisa consapevolezza che non sarebbe mai riuscito a farle dimenticare il cantante degli HIM con l'aiuto inconsapevole di Kris lo terrorizzò. Non poteva assolutamente permettere a quello spilungone di farla soffrire di nuovo. Lui non aveva la più pallida idea di cosa avesse passato a causa sua. No, non gli avrebbe permesso di farle del male.
 
Linde era uscito con Migè per bersi un caffè all'Esplanadi. Si sedettero ad un tavolino in disparte e ordinarono. Dopo una mezz'oretta passata a parlare di lavoro Linde si girò verso l'entrata del locale e sbattè le palpebre un paio di volte. -Ehi.. Migè.. ma quella.. è Lulù..- disse ad un certo punto indicando all'amico la ragazza che era appena entrata, accompagnata da Jonne Aaron e Sir Christus
dei Negative.
-Ma sei scemo.. quella è... no.. non è Lulù.. è Luna.. cavolo com'è cambiata dall'ultima volta che l'ho vista a casa di Ville...-
-No ti dico.. è la ballerina di burlesque.. l'abbiamo vista quella sera assieme ai ragazzi..- ribattè cocciuto il chitarrista. Al che Migè la guardò meglio e spalancò gli occhi. -Oh Cristo santo.... Lulù.. e Luna.. non ci credo..- guardò Linde cercando smentita. Una smentita che non arrivò perchè il chitarrista era a bocca aperta tanto quanto lui.
 
Kris aiutò la ragazza a sedersi sotto lo sguardo mezzo sconvolto di Jonne. -Che c'è?- chiese con espressione scocciata. -Sono beneducato, io- sbuffò.
Il cantante scoppiò a ridere prendendo posto accanto a Luna. -Sì certo.. come no. Diciamo che lo sei solo quando ne hai voglia-
Il ragazzo gli lanciò un'occhiataccia poi si schiarì la voce. -Se fossi in te, mi preoccuperei di più di quello che sta succedendo a qualche tavolo più in là- mormorò facendo un cenno verso un punto imprecisato del locale.
Jonne seguì la direzione del suo sguardo e si ritrovò così a fissare il chitarrista e il bassista degli HIM che immediatamente sorrisero e li raggiunsero.
-Ehi ciao- li salutò con un sorrisone Migé guardando Luna. -Era da tanto che non ci si vedeva-
La ragazza lo osservava pietrificata e Linde diede una gomitata al bassista. -Scusalo.. sai com'è fatto- sorrise. -Come stai Luna?- chiese poi guardandola dritto negli occhi.
La ragazza entrò nel panico: l'avevano riconosciuta. Quindi anche Ville... Scosse la testa e si affrettò a rispondere. -Ciao... bene.. diciamo che potrebbe andar meglio..voi come state?- iniziò a torturarsi le dita delle mani
Jonne non diede loro il tempo di rispondere. -Posso.. posso parlarvi un attimo?- sbottò secco alzandosi e facendo loro cenno di seguirlo fuori.
Migé e Linde guardarono la ragazza e Kris, fecero spallucce e raggiunsero il ragazzo. -Che c'è?- chiesero in contemporanea.
Il cantante dei Negative li guardò con aria fin troppo seria. -Lui sa chi è lei?- chiese senza mezzi termini.
Migé gli lanciò un'occhiataccia mentre Linde scosse la testa prima di rispondere. -Non credo proprio. Ville.. ha qualche problema a ricordare le persone-
-Beh.. cercate di non fargli ricordare chi è, chiaro?? L'ha già fatta soffrire anche troppo- disse Jonne ricambiando l'occhiataccia del bassista degli HIM. -Buona giornata- mormorò poi tornando dai suoi amici come se niente fosse successo.
-Che tipo. Ma chi si crede di essere? Non è altro che un ragazzino- ringhiò Migé.
Linde fece spallucce. -Dai andiamo, lascia perdere- poi si fece pensieroso. -Ma tu sai di che stava parlando?-
Il bassista fece spallucce. -In tutta onestà, no-
 
Luna vide Jonne rientrare e sedersi accanto a lei, lo sguardo ancora seccato. –Che ti è preso? Sono stati gentili: non c’era bisogno di trattarli in quel modo.- sbottò appena ebbe la sua attenzione. Sì, ok, l’aveva fatto per proteggerla però non avrebbe dovuto reagire così malamente. Scosse la testa e girò il cucchiaino nella sua tazza di caffè alla cannella. Nonostante tutto era contenta che Migè e Linde si fossero ricordati di lei: erano sempre andati d’accordo. L’unico che le aveva dato “problemi” era stato soltanto Ville. Jonne non le rispose. Si mise a parlare con Jukka di lavoro, anche se questo sbuffava in continuazione, evidentemente annoiato dal discorso, e gettava qualche occhiata verso Luna.  La ragazza, ad un certo punto, guardò l’orologio.
-Ragazzi sentite io vado a casa.. devo studiare.. voi tornate pure quando volete.- si alzò e andò a pagare anche per loro.
Uscita dall’Esplanadi decise di farsi una passeggiata al parco vicino casa. Ripensava alla sera precedente. Era quasi finita a letto con Kris: teoricamente c’era finita ma non avevano concluso nulla, grazie all’inaspettato rientro di Jonne. Si morse il labbro inferiore e si sedette su una panchina lì vicino. Lei e Kris…
Improvvisamente la sua mente venne invasa dal ricordo di quel giorno di tanti anni prima.


“Si era avvicinata al ragazzo seduto accanto a lei, che stava rivedendo l’esercizio che lei aveva appena terminato. Si morse un labbro.
-Ville?- mormorò leggermente. Chissà come avrebbe reagito.
-Mh.. cosa c’è?- rispose il ragazzo voltandosi verso di lei. Luna gli sfiorò le labbra con le sue, così leggera e delicata come le ali di una farfalla. Si staccò piano e socchiuse le palpebre. Vide Ville con un’espressione strana in viso e un sopracciglio alzato.
-E questo cos’era?- chiese guardandola dritto negli occhi. La ragazza venne percorsa da un brivido.
-Io.. io.. credo di essermi innamorata di te..- arrossì e distolse lo sguardo lei. Il ragazzo rimase in silenzio per qualche secondo e poi scoppiò a ridere: una risata fredda, di scherno.
-Senti ragazzina.. non ho tempo da perdere appresso a una bimbetta insignificante, ok? Fattene una ragione. Sei qui per studiare, non per farti sbattere da me… anche se potrebbe essere piuttosto interessante..- le lanciò una breve occhiata, squadrandola da capo a piedi e viceversa.”

 
Il ghigno sadico di Ville era ancora impresso a fuoco nella sua mente, ma nonostante fosse stato così brutale con lei, nonostante fosse stata male per lui, lo amava ancora… non lo aveva mai dimenticato.







------------------------------------------
ANGOLINO AUTRICI:

scusate la lunga attesa ma la musa si è lasciata desiderare un bel po'
siamo tornate con un capitoletto un po' striminzito ma speriamo ci sarà comunque qualcuno che continuerà
a seguire questa storia un po' bizzarra.
Un bacione a tutte..
ciauuuu

Lau&Vio

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Delirium (Part 1) ***








-Jonneeeee!!!! scusa scusa scusa...- Luna volò tra le braccia del suo migliore amico chiedendogli scusa, supplicandolo di perdonarla. -... non sono riuscita a spostare l'esame... ce l'ho oggi pomeriggio...sono rimasta sveglia fino a tardi per studiare e sono arrivata in ritardo.... scusa!!!!-
Il ragazzo rimase completamente spiazzato da quel placcaggio improvviso. Luna gli era praticamente volata addosso e lui non era nemmeno riuscito a realizzare che fosse arrivata sul set.
-Lulù calmati.. io.. ok.. Lu..- sospirò prendendola per le spalle e piantando gli occhi azzurri nei suoi. –Respira Luna- disse con fermezza.
-Non posso.. cioè ecco... io.. mi posso fermare solo fino alle 2 di questo pomeriggio... poi devo scappare in università...- la ragazza continuava a parlare a raffica senza prendere minimamente un po' di fiato. Jonne, a quanto pare, non era riuscito a calmarla
-Mi dispiace di non potermi fermare fino a tardi... scusa Jonne... te l'avevo promesso ma ... ma... oh santa Dita Von Teese... non so come farmi perdonare...- stava andando nel panico.
Il cantante sbatté le palpebre più volte cercando di capire le parole che Luna continuava a ripetere a raffica. –Tesoro, vuoi finirla di parlare come una mitragliatrice?? Quello che parla così normalmente è Antti-
Anche Kristian osservava la ragazza con espressione incuriosita. Non aveva capito una sola parola di quello che aveva detto, ma il panico nella sua voce lo aveva colto perfettamente. –Ehi piccola che succede?- chiese cercando di aiutare Jonne a calmare la ragazza.
Il fatto di essere stata paragonata ad Antti la fece calmare all'istante, almeno un po'. Riprese fiato per qualche secondo, ma quando fece per aprire bocca non seppe cosa dire... semplicemente le parole le rimasero bloccate in gola. Kristian... già vestito per le riprese... pantaloni argento lucido, un pareo fucsia, una maglietta scura lavorata e un cappotto nero lungo... i capelli, di solito lisci e pettinati, erano stati mossi e cotonati.. gli occhi verdi brillavano più del normale grazie al trucco, seppur leggero, che li contornava...
-Niente... va... va tutto... bene.. credo...- balbettò incerta staccando gli occhi dalla figura del chitarrista, imbarazzata. -Dove... dove sono Janne e Antti?-
Kristian le sorrise semplicemente mentre Jonne scosse la testa con fare rassegnato. –Stanno finendo di prepararsi- spiegò. –Allora.. vuoi dirmi che ti è successo? Possibilmente in una lingua comprensibile, grazie- disse poi.
Luna prese un profondo respiro e cercò di sistemarsi alla bell'e meglio i capelli, che aveva strategicamente raccolto con due bacchette rosse e nere.. non si era nemmeno guardata allo specchio prima di uscire, non si era truccata.. probabilmente sembrava uno spaventapasseri… o peggio uno zombie..
-Studiato fino a tardi, alzata in ritardo, esame oggi pomeriggio alle 3...- disse scandendo le parole della frase, sperando stavolta di non sembrare agitata come se stesse arrivando la fine del mondo.

Jonne spalancò gli occhi a quelle parole. –Oggi pomeriggio??? Ma.. ma.. non l’avevi anticipato? Insomma.. io credevo che.. che.. tu..- ora era lui quello che stava andando in panico. L’idea di non avere la sua migliore amica al suo fianco fino alla fine delle riprese di quel giorno lo agghiacciò. –Avevi.. avevi promesso che..-
Lo sguardo costernato di Luna fece agire Kristian. –Oh andiamo Jonne, ha detto che le dispiace- passò un braccio attorno alle spalle dell’amico. –Lo sai che ci teneva ad essere presente. E come puoi notare.. non sta facendo esattamente i salti di gioia all’idea di andarsene prima del previsto, vero Luna?-
Lulù scosse con decisione la testa. Era triste. -Ho fatto quasi carte false per poterlo anticipare, ma non ci sono state ragioni. Quel professore proprio non mi sopporta a quanto pare...- si tormentava le mani, incapace di guardare Jonne negli occhi. Sapeva di averlo "ferito", ma davvero aveva fatto tutto il possibile per farselo spostare, anche al giorno prima. -Jonne... per favore...- non voleva vederlo amareggiato.

Il ragazzo fece un respiro profondo. –Ok- mormorò. –Non importa, quello che conta è che adesso sei qui e..- le rivolse uno dei suoi luminosissimi sorrisi. –Beh.. sei qui-
Anche Kristian sorrise e diede una pacca sulla spalla dell’amico. –Emmh.. Luna..- disse avvicinandosi un po’ di più alla ragazza. –Mentre aspettiamo che gli altri siano pronti.. ti va di.. ecco..-
-Ok vi lascio soli- lo interruppe Jonne con un sorrisetto beffardo. –A dopo Lulù- ghignò facendole l’occhiolino. –E tu.. cerca di non stancarti troppo- aggiunse rivolto al chitarrista.
-Ciao...- lo salutò di rimando lei, quasi meccanicamente. Non aveva proprio fatto caso al tono con cui il biondo aveva enfatizzato la frase rivolta al suo migliore amico. Si voltò di nuovo verso Kris, riportando l'attenzione alle sue parole. -Stavi dicendo?-
Il chitarrista tornò con lo sguardo su di lei dopo aver lanciato un’occhiataccia gelida al ragazzo che era rientrato nell’edificio in cui si sarebbero svolte le riprese.
-Io.. ecco io.. mi stavo chiedendo se ti andava di.. non so..- e mentre le parole faticavano a prendere forma, si ritrovò ad avanzare verso di lei che ancora lo scrutava in attesa. –Beh ecco.. io vorrei..- l’attirò verso di sé, imprigionandola in un caldo abbraccio, lasciando cadere lo sguardo su quella bocca che voleva baciare da quando l’aveva vista catapultarsi addosso a Jonne.
Erano così vicini, sarebbe bastato un leggerissimo movimento per permettere alle loro labbra di sfiorarsi. –Sei così bella- mormorò.
-Sir Christus sei atteso in scena.. muovi il culo- si sentì urlare dalla porta.
Il chitarrista si sentì improvvisamente invadere da un istinto omicida nei confronti del bassista del suo gruppo. Se solo gli fosse capitato tra le mani lo avrebbe strangolato. –Devo.. devo andare- sussurrò ancora con le labbra a mezzo millimetro da quelle di Luna. –Mi dispiace-
La ragazza lo fissava con gli occhi ancora socchiusi... tutta rossa in viso... -Sì... no... cioè.. vai pure.. non ti preoccupare...- mormorò a bassa voce, rimanendogli vicina... soffiandogli involontariamente quelle parole sulle labbra. Le aveva detto che la trovava bella... no.. non era vero.. cioè lei.. quella che aveva avuto problemi di obesità ai tempi della scuola... quella che lui non aveva mai nemmeno calcolato se non per qualche saluto e cose così.
Kristian sospirò. –Ok.. allora vado..- Si allontanò abbastanza da riuscire a guardarla completamente. Era arrossita e la cosa lo fece sorridere. Una ballerina di burlesque, abituata ad esibirsi in abiti succinti davanti ad una buona dose di clienti, che arrossiva davanti ad un ragazzo che desiderava baciarla. –Lo sai? Sei davvero speciale- le disse col sorriso sulle labbra, poi le tese la mano. –Che fai.. non entri?-
Lei parve riprendersi all'improvviso, sentendo una lieve scarica elettrica percorrerle la spina dorsale. Annuì e lo raggiunse, prendendogli timidamente la mano che le stava offrendo. Speciale... lui la trovava speciale... -Anche tu sei speciale... sei speciale così come sei... non cambiare mai... per nessun motivo al mondo...- esordì lei all'improvviso mentre raggiungevano la stanza dove avrebbero girato il video e dove lei lo lasciò, facendo scivolare via le dita da quelle di lui poco prima di entrare...




Angolino delle pazze psicopatiche:

Eccoci tornate (era ora, direte... già sentiamo i cori del tipo... la prossima volta vi mettiamo al rogo se ci lasciate così impunemente senza neanche una piccola news xD)
Come ritorno non è propriamente il massimo, ma abbiate fede... ci saranno delle sorprese (tante... pure troppe xD inaspettate, molto inaspettate... tremate... perchè Vio e Lau sono tornate.... più che altro sono tornati i nostri cervelli a funzionare in un modo non molto salutare...)
QuindiIndipercuiErgo.... speriamo che il capitolo vi sia piaciuto... 
Alla prossimaaaa xD
Vio&Lau

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Delirium (Part 2) ***










Jonne osservava Luna e il suo migliore amico parlottare. Sembravano davvero così intimi. Forse aveva sbagliato a giudicare i loro sentimenti, forse non era solo attrazione fisica la loro, forse c’era di più. Certo con tutti quei “forse” non sarebbe andato da nessuna parte, doveva scoprire se tra loro si stava davvero instaurando qualcosa di più profondo, solo allora sarebbe riuscito finalmente a sentirsi tranquillo. A quel punto il problema “Ville Valo” sarebbe stato solo un ricordo.
Era così perso nei suoi pensieri da non essersi reso conto che la sua migliore amica era lì, al suo fianco. –Scusa.. stavi dicendo?- chiese arrossendo.
-Io devo andare Jonne...- mormorò dispiaciuta. La voglia di presentarsi a quell'esame proprio non ce l'aveva, ma non poteva far altro. -Mi è piaciuta tanto questa mattinata... siete bravissimi, come sempre del resto...-
La ragazza gli schioccò un bacio sulla guancia e gli sorrise all'improvviso radiosa. -Sono sicura che il video sarà magnifico: non vedo l'ora di vederlo finito.- Raccolse la tracolla e si alzò per andare a salutare gli altri.
Il ragazzo la osservò allontanarsi. Maledetto esame, maledetto professore che non le aveva dato la possibilità di anticiparlo, che gliel’aveva portata via in un giorno tanto importante. Sbuffò passandosi una mano tra i capelli. –Kris.. posso parlarti?-
Il chitarrista rivolse un’occhiata al suo migliore amico. La sua espressione seria lo allarmò. –Ehi biondo che ti prende? Qualcosa non va? C’è.. c’è qualcosa che non ti convince per..-
-Vuoi lasciarmi parlare?- lo interruppe Jonne tappandogli la bocca con una mano. Quando Kristian annuì, lo lasciò andare. –Non c’è niente che non va.. non là dentro almeno- riprese calmo. –Mi stavo solo chiedendo se tu e Luna.. beh.. se voi due avete..-
Kristian ridacchiò. –Vuoi sapere se stiamo insieme?- chiese senza mezzi termini. Jonne annuì senza riuscire a guardarlo negli occhi. –Non ne abbiamo ancora parlato ma.. ammetto che la cosa non mi dispiacerebbe. C’è forse qualcosa che devi dirmi?-
Il cantante scosse la testa. –No, niente di che..- Finalmente alzò lo sguardo inchiodandolo a quello dell’amico. –Solo una cosa- disse poi. –Non farle del male, ti prego-
Kristian sgranò gli occhi a quelle parole. –Non lo farò, puoi starne certo Jonne. Non potrei mai farle del male- lo rassicurò stringendogli una mano con la sua.
 
Aveva avuto soltanto il tempo di fiondarsi a casa, farsi una doccia veloce e cambiarsi e poi era dovuta volare, letteralmente parlando, in università per dare quello stramaledetto esame che tanto l’aveva tormentata, ma era fiduciosa: lo avrebbe passato.  Entrò in segreteria e si sedette, aspettando il suo turno. Passò circa un’ora e mezza prima che la segretaria del professore la chiamasse.
-Signorina Mäkinen, prego si accomodi…-  Con passo nervoso, Luna entrò nell’aula e si preparò ad affrontare l’orale, probabilmente, più lungo della sua vita.
Due ore e un quarto, minuto più minuto meno…
Luna credeva di svenire da un momento all’altro. L’aveva torturata fino allo sfinimento quell’uomo e lei aveva combattuto, combattuto fino a strappargli dalla bocca un 26/30. Di più non era riuscita a fare: quel docente era proprio ossessionato dall’idea che nessuno dei suoi studenti, lei in primis, potesse passare con voti degni di nota quell’esame a suo dire elementare.
-Brutto vecchio cafone con un piede nella fossa… ti strozzassi con il tuo tè verde fatto solo con foglie naturali e mezzo cucchiaino di latte...- La ragazza borbottava maledizioni tra se e sé mentre usciva dal cancello dell’università e non si accorse del peso che le era praticamente volato addosso.
-Brutta disgraziata.. vuoi dirmi perché non mi hai avvertita che avevi spostato l’esame??? Hai una vaga idea di come mi sia sentita non vedendoti arrivare???-
Leeni, la sua migliore amica, la stava quasi stritolando. Una ragazzina di appena diciannove anni, piccoletta e minuta ma con una forza non indifferente. I grandi occhi verdi che la fissavano avevano la stessa espressione da cucciolo abbandonato che tanto riusciva bene a Jonne. –Mi sono sentita sola, terribilmente sola. Per non parlare di David che.. che..- sbuffò. –Ti giuro Luna, se non l’ho strozzato questa mattina..-
David, il ragazzo di Leeni, una vera piaga. Era il classico belloccio universitario che credeva di essere il meglio del meglio. Come Leeni si fosse potuta mettere con uno come lui ancora non se lo spiegava, non avevano assolutamente niente in comune e, come se non bastasse, lui la trattava malissimo. La frase “l’amore è cieco” in questo caso era veramente azzeccata.
-Allora?? Vuoi dirmi che ti è successo di così.. così.. insomma perché hai spostato l’esame? E perché non mi hai avvisata???- ripeté nuovamente la ragazza con le labbra incurvate in un adorabile broncetto.
-Ehm... ahm...- Luna non sapeva proprio come iniziare il discorso. Stava rischiando la pelle, se lo sentiva. -..Io te lo dico ma... prometti di non dare in escandescenze e di non farlo sapere al mondo intero con un solo urlo ok?-
La guardò per qualche secondo. -Io...ecco... Jonne... mi ha invitata alle riprese del primo video dei Negative... questa mattina.- ammise la ragazza. Si tormentava i lunghi capelli biondi con le mani. -Fra lavoro e studio e la tesi che sto iniziando a scrivere proprio non sono riuscita ad avvisarti... scusa...-
Leeni spalancò gli occhi. –Jonne?? I.. i Negative??- mormorò. –Mi stai davvero dicendo che ci sono riusciti?? Stanno seriamente girando il loro primo vero video?? Oddio che bello!!!-
La ragazza conosceva i Negative grazie proprio a Luna. La loro musica le piaceva moltissimo, erano bravi e talentuosi e l’idea che presto sarebbero stati lanciati nel vasto mondo delle celebrità la riempì di gioia. Ok, era una gioia riflessa, dato che non li conosceva di persona, ma era pur sempre felice per loro.
-Beh.. in questo caso..- scrutò l’amica che ancora la guardava con aria colpevole. –Ti perdono- disse sorridendo. –Hai fatto bene ad andare.. se fosse capitato a me, avrei fatto lo stesso! Averli degli amici così..- mormorò infine abbassando lo sguardo.
-Chi lo sa... magari un giorno te li presento.- Luna sorrise alla sua migliore amica. -Senti ma... David: quando hai intenzione di lasciarlo? Non mi piace come ti tratta. E' spocchioso e arrogante... e pieno di sè...-
La ragazza sospirò. –Sì beh.. forse hai ragione ma io..- fece spallucce. –Non lo so Luna.. lui.. è l’unico ragazzo che..- scosse la testa. –Lasciamo perdere-
Non sapeva proprio come spiegarsi. David sapeva essere davvero arrogante a volte, ma era anche vero che non c’era stato nessun altro ragazzo ad interessarsi a lei oltre a lui. Alto, castano, occhi grigi e fisico atletico, tutte le ragazze del suo corso erano interessate a lui e invece, con tutto quel ben di Dio a disposizione, David aveva scelto proprio lei, la più anonima tra le tante, l’unica che non si era mai messa in mostra, l’unica che non gli aveva mai dato modo di pensare che fosse interessata. E adesso, a distanza di due anni, in qualche modo la faceva sentire ancora speciale, ed inoltre lei era terrorizzata all’idea di ritrovarsi sola e con il cuore spezzato.
-Non c'è solo lui al mondo, lo sai vero?- le disse, nonostante lei volesse sorvolare sull'argomento. -Lo capisco anche io... non posso certo negare che sia bello... proprio no, però... non lo so... non lo vedo giusto per te... ho come la sensazione che ti stia usando... come un trofeo di caccia.- e chiuse il discorso. Non era affar suo quello che voleva farne Leeni della sua relazione con David: solo che le voleva bene e quindi si preoccupava per lei.
-Ora devo proprio scappare, Leeni. Magari ti faccio sapere per uscire un giorno...ciao!-
La ragazza annuì. –Prometto che ci penserò- sorrise. –E comunque non credere che non abbia capito che vuoi presentarmi i tuoi amici.. l’ho sentita quella parte- le fece l’occhiolino poi l’abbracciò. –Mi piacerebbe davvero conoscerli finalmente, così potrei abbinare un volto ad ogni nome.. non sarebbe male come cosa- ridacchiò. –Dai.. corri a casa, vai da loro, noi ci sentiamo- le schioccò un bacio sulla guancia e corse alla fermata dell’autobus.
Luna scosse la testa e si avviò verso casa. Lungo il tragitto si fermò a prendere tre pizze. Jonne e Kristian avevano detto che pensavano di essere a casa per le 19-19:30 e lei di cucinare proprio non ne aveva voglia, nè ispirazione. Arrivata a casa mise le pizze nel forno e, dopo essersi messa una tuta comoda, si accoccolò sul divano a guardare la tv.
 
Finalmente il regista sembrava essere soddisfatto e aveva dato loro il permesso di tornarsene a casa. Con calma tutti quanti recuperarono le loro cose e uscirono dall’edificio. Jonne e Kristian furono gli ultimi due. Entrambi con una sigaretta tra le labbra scesero le scale e una volta fuori si sedettero su una panchina lì vicino, totalmente in relax.
-Wow... – esordì Kris. –Sono stanco morto… quel tipo è uno che non scherza… mi ha sfinito...- aspirò del fumo dalla sua sigaretta. –Kristian spostati qui… no girati di là… aspetta guarda la camera… bene perfetto… cavolo no, non mi piace… taglia… dobbiamo rigirare lo spezzone…- gettò la testa all’indietro lasciandola ricadere sulla sommità dello schienale della panchina.
Jonne ridacchiò. –Sì è vero, è un tipo tosto- ammise. –Ma pensaci Kris.. questo è il nostro primo video, il video con cui riusciremo ad arrivare nelle case della gente- aveva gli occhi che brillavano dall’emozione. –Non.. non ti fa impazzire di gioia questa cosa??-
Il chitarrista lo guardò, allarmato. -Ehi Jonne…  respira. Certo che mi piace questa cosa... solo beh… ecco lo sai come sono fatto... m'incazzo dopo un po' che rompono le palle...- ammise ridacchiando. -non so ancora come ho fatto a resistere…-
Il cantante sospirò. –Probabilmente ce l’hai fatta perché sapevi che era importante arrivare fino in fondo- disse serio. –E ti ringrazio per questo, davvero-
-Mmmhh..- mormorò Kris finendo la sua sigaretta. -Forse è il caso se rientriamo... Luna... insomma, sarà preoccupata... non l'abbiamo nemmeno avvisata degli imprevisti che abbiamo avuto...- Quelli, e non solo, erano i pensieri che passavano per la testa di Sir Christus in quel momento. Aveva voglia di riabbracciare quella ragazza, di starle vicino... di coccolarla...
Jonne annuì. –Hai ragione, sarà furiosa- Si sentì improvvisamente una vera merda per non averla avvertita del gigantesco ritardo, ma non ne aveva avuto davvero il tempo. –Dai.. andiamo-
Proprio nel momento in cui i due ragazzi decisero di incamminarsi, una voce alle loro spalle li fece irrigidire. –E così è vero.. state girando il vostro primo video-
Jonne si voltò di scatto, inchiodando gli occhi a quelli del nuovo arrivato. –Stavamo girando- ribatté. –Che diavolo ci fai qui, Ville?-
Kristian scrutò confuso l’amico. Ok, Ville Valo non piaceva un granché nemmeno a lui, ma non riusciva davvero a capire tutto quell’astio nei suoi confronti.
Dal canto suo, il cantante degli HIM fece un sorrisetto divertito. –Te l’avevo detto che ci saremmo rivisti, o sbaglio?-
Jonne fece un respiro profondo prima di rispondere. –Oh sì certo, peccato che scegli sempre il momento sbagliato per farti vivo-
Ville lo guardò confuso. –Come scusa?-
Il ragazzo fece spallucce. –Ce ne stavamo andando perché sai.. è tardi, siamo stanchi.. chiaro il concetto? E comunque non c’è proprio niente di cui dobbiamo parlare, Valo. Io non ho nessuna intenzione di parlare con te- e senza aspettare una risposta, tornò sui suoi passi immediatamente seguito da Kristian.
"Oh no... no no no no no... questa volta non mi lascerà così su due piedi.."
-Senti biondino... io vorrei solo farti qualche domanda su quella tua amica... Lulù... come mai sei amico di una showgirl che fa burlesque... insomma.. da qualche parte l'avrai conosciuta, no?- alzò la voce Ville per farsi sentire dai due che se ne stavano andando. Sì, era leggermente spazientito dal modo in cui lo trattava il cantante dei Negative.
Jonne si gelò sul posto alle parole del cantante degli HIM. –Non credo siano affari tuoi, spilungone- ringhiò.
Anche Kristian si era irrigidito. Silenzioso ma con sguardo serio, forse troppo serio, si voltò nella direzione di Ville Valo. –Cosa vuoi da Luna??- chiese con voce cupa.
-...Luna...si chiama Luna? Ho già sentito questo nome...- Ville li guardò incuriosito. -Ed è amica vostra...- riflettè tamburellandosi il mento con le dita. Poi si ricordò della domanda di Kris. -Ah? Nulla di che... solo conoscerla... non lo so.. uscire a berci un caffè insieme... fare quattro chiacchiere...è forse un reato?- chiese stupito dal loro atteggiamento scostante e seccato... e protettivo nei confronti della ragazza.
Jonne si sentì ribollire il sangue nelle vene. La reazione di Ville, alla rivelazione del tutto innocente di Kristian, non gli era piaciuta per niente. Stava certamente arrivando alla verità, e il fatto che volesse conoscere Luna, farci quattro chiacchiere e addirittura uscirci, lo infastidì ulteriormente. –Strano- sibilò. –E dire che già dovresti conoscerla-
Ville lo guardò, incuriosito. -Dovrei? Beh se la conoscessi davvero, ora non starei qui a farmi insultare dal tuo tono arrogante, ragazzino.- sbottò acido il cantante degli HIM -Sì ok, mi pare di conoscerla e sto tentando di capire il perchè... ecco appunto il perchè vorrei chiederle di vederci per un caffè, in modo da parlare e chiarire dove ci siamo già incontrati... ma tu sembri volerla proteggere a tutti i costi... è forse la tua ragazza?- chiese rivolto al biondo.
Jonne era già pronto a scattare quando Kristian lo anticipò. –In verità, se proprio ci tieni a saperlo, è la MIA ragazza!- sbottò. –Quindi spalanca le orecchie, Valo.. lasciala in pace, chiaro??-
-Mi pare che tu abbia già fatto anche troppi danni con Luna- infierì Jonne. –Non ti è mai importato di lei, dei suoi sentimenti..- gli puntò un dito contro. –Non hai mai voluto far parte della sua vita, beh.. continua a starne fuori!-
Ville era confuso dalle reazioni concatenate dei due ragazzi. -Perchè avrei dovuto farle del male... non mi ha fatto nulla.. almeno non che io ricordi... non ancora.. e comunque.. di certo non ho intenzione di portartela via, caro Sir Christus... comunque grazie delle informazioni... buona giornata..- e così com'era arrivato, il cantante degli HIM aveva preso la strada del ritorno, lasciando i due amici lì a fissarlo andare via.
Jonne serrò i pugni. –È insopportabile- ringhiò.
Kristian annuì. –Già- mormorò. –Senti.. ti spiace spiegarmi cos’è questa storia di cui parlavi? Non ci ho capito niente-
Il cantante sospirò. –Ok, senti.. è giusto che tu sappia ma.. non dirle che te l’ho raccontato e.. non dirle di Ville e di quello che è successo prima, per favore-
Lo sguardo implorante dell’amico lo fece annuire. –Promesso-
Jonne si passò una mano tra i lunghi capelli biondi. –Per fartela breve.. Luna e Ville si sono conosciuti qualche anno fa-
Durante il tragitto verso casa della ragazza, il cantante raccontò tutta la storia al chitarrista che rimase in silenzio, assorbendo ogni cosa, cercando di non ascoltare la voglia improvvisa di tornare indietro, trovare Ville Valo, e fargli rimpiangere il giorno in cui aveva fatto soffrire Luna.
-È stato orribile vederla stare male in quel modo- mormorò infine Jonne. –Non voglio che le succeda di nuovo, ecco perché ti ho chiesto di non farla soffrire-
Il chitarrista lo fermò, posandogli le mani sulle spalle. –Ho promesso che non l’avrei fatto, e io sono uno che mantiene sempre le promesse, lo sai-
Jonne annuì. –Sì, lo so-
 
Luna era stesa sul divano, raggomitolata sotto un plaid azzurro chiaro, la testa mollemente poggiata su un cuscino che abbracciava quasi convulsamente. E sognava... sognava che tutto quello che era successo anni prima non fosse mai accaduto... non voleva stare male ancora, ma non faceva che pensare a lui e a come sarebbe potuto essere starci assieme. Ma i sogni si possono sempre avverare, no? E lei di sicuro non sarebbe riuscita a svegliarsi...  non di lì a poco almeno.
Le chiavi erano sempre al solito posto. Jonne le prese e aprì lentamente la porta. –Forse dorme- mormorò all’amico. –Meglio fare piano-
Una volta entrati in casa, la ritrovarono effettivamente addormentata sul divano. Rimasero a guardarla per un paio di minuti, poi Kristian decise di fare qualcosa. –Senti.. perché tu non te ne vai a letto? Io porto Luna in camera sua e ti raggiungo, ok?-
Jonne annuì. –Sì, mi sembra un’ottima idea- sussurrò.
In un batter d’occhio, il cantante era scomparso nella camera degli ospiti e Kristian si era avvicinato al divano. Cercando di fare piano e di non svegliarla, prese la ragazza tra le braccia e si incamminò verso la sua camera da letto. Un mugolio contro il suo petto lo fece sorridere. –Scchh- mormorò. –Tutto bene piccola, sono io-
-Kris... Siete... siete tornati solo ora?... è... successo qualcosa?- chiese dischiudendo di qualche millimetro le palpebre cercando di capire dove fosse effettivamente. -Mettimi giù... ce la faccio...- mormorò imbarazzata. Si, ci era quasi finita a letto, ma quel contatto così intimo... la metteva a disagio... un bel disagio però... almeno questo era quello che il suo stomaco ingarbugliato e il suo battito cardiaco frenetico le stavano suggerendo.
-È tutto a posto, le riprese si sono dilungate più del previsto- Era una mezza verità, ma aveva promesso a Jonne di non rivelarle nulla di quello che era successo con Ville. –Ne riparliamo domani, non ti preoccupare- l’adagiò delicatamente sopra il letto, rimboccandole le coperte. –Ora dormi. Buona notte.. dolce Luna- le sfiorò delicatamente le labbra con le sue, spense la luce e uscì dalla stanza.









Angolino delle autrici:
Ed ecco la seconda parte di Delirium
Le cose cominciano ad intricarsi (oh sì... è solo l'inizio.. muahahahhahaha *ridono sadiche*)
diteci cosa ne pensate e rendeteci pure partecipi delle vostre supposizioni sul continuo della storia.
un bacione a tutte quelle che recensiscono e ci seguono... e anche a chi semplicemente legge in silenzio.
Alla prossima 
Vio e Lau

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** In memories... ***











Svegliarsi dopo solo poche ore di sonno, con un mal di testa che avrebbe di certo battuto il record dei primati, non era esattamente la massima aspirazione di Ville Valo, eppure era andata proprio così.
Dopo lo scontro con Jonne e Kristian, la sera prima, non era riuscito a pensare ad altro. Le parole del cantante dei Negative lo avevano confuso. Era come se, quel ragazzino, fosse a conoscenza di un fatto che a lui era sfuggito.
Come se non bastasse, il vero nome di Lulù lo aveva colto completamente alla sprovvista. Lui ricordava una sola ragazza con quel nome, Luna.
Scosse la testa ripetutamente, cercando di scacciare la strana sensazione che gli si era insinuata dentro. Quella ragazza non poteva essere in alcun modo la Luna che ricordava lui. Quella ragazza era completamente diversa dalla “bimbetta” che gli aveva confessato di essersi innamorata di lui, qualche anno prima. Era assurdo, non si somigliavano affatto.
“Ville, amico mio, tu stai dando seriamente i numeri” pensò mentre si accendeva una sigaretta. “Quelle due non hanno assolutamente niente in comune..” aspirò il fumo per poi ributtarlo fuori in cerchi perfetti dalla bocca, lo sguardo fisso davanti a sé, mentre continuava a rivedere il volto di Luna e quello di Lulù nella sua mente. “Vero??” si domandò un’ultima volta prima che il telefono di casa iniziasse a squillare.
-Dove cavolo sei finito... ti aspettavamo in sala prove mezz'ora fa...- borbottò Migè non appena il suo cantante ebbe risposto al telefono. -Ti sei per caso portato qualcuna a casa e hai fatto le ore piccole?- Dovevano provare un bel po' di cose per l'Helldone e Ville saltava le prove... mai successa una cosa del genere. Ci doveva essere sotto qualcosa.
Il cantante alzò gli occhi al cielo. –Possibile che tu debba sempre pensare..- sbuffò. –Lasciamo perdere, dieci minuti e sono lì, poi ne riparliamo- Senza aspettare la risposta dell’amico, chiuse la chiamata, spense la sigaretta, recuperò le chiavi di casa e uscì per raggiungere la sala prove.

Jonne si stiracchiò mugolando, sentendo i muscoli del corpo riprendere vita dopo la notte di sonno ristoratore. Sentì una chioma di capelli morbidi e leggermente mossi che gli solleticavano una spalla. Sorrise leggermente, ancora ad occhi chiusi. Piano piano si decise a dischiudere le palpebre per mettere a fuoco la stanza degli ospiti di casa Mäkinen. -Kris... svegliati, dormiglione...- mormorò accarezzando i capelli del suo migliore amico con un sorrisino divertito. Sapeva che non sarebbe bastato di certo un semplice "svegliati" per ovviare al problema "nemmeno le cannonate svegliano Kristian se dorme seriamente".

Il chitarrista rimase immobile, godendosi le carezze che l’amico gli stava regalando. Non si sarebbe mai stancato di quel tipo di risveglio. Gli piaceva il modo in cui Jonne gli accarezzava i capelli, il modo in cui sussurrava il suo nome per svegliarlo in modo delicato.
Il cantante non si era mai accorto del suo fingersi addormentato per non dover rinunciare alle sue caste coccole. La cosa lo fece sorridere, lasciando cadere la farsa. –Buongiorno- mormorò aprendo gli occhi, puntandoli in quelli del ragazzo biondo steso accanto a lui. –Dormito bene?- chiese con un sorriso.
Il cantante annuì e rimase per un po' ad ammirare l'espressione dolcissima del primo risveglio che il chitarrista aveva in viso. E come si faceva a distogliere lo sguardo da una visione del genere. -Tutto a posto.. tu?- chiese accoccolandosi qualche minuto a lui. Erano sempre stati legatissimi, fin da quando si erano conosciuti: si capivano con uno sguardo, non litigavano praticamente mai e se lo facevano entrambi andavano in crisi ma non passavano più di un paio d'ore prima che si cercassero di nuovo per far pace. -Cosa vuoi per colazione? Credo che Luna sia già uscita...-
Kristian respirò il profumo di vaniglia dei capelli del ragazzo biondo accoccolato a lui. –Quello che vuoi tu- rispose poi. –Ma rimani qui anche per un minuto, vuoi?- mormorò sfregandogli dolcemente il naso contro la tempia. –Erano settimane che non stavamo soli. Mi sei mancato-
Quel ragazzino biondo lo aveva folgorato fin dalla prima volta che l’aveva visto. Possedeva qualcosa di assurdamente affascinante che lasciava chiunque a bocca aperta.

“Nel locale c’era una notevole folla ad ascoltare lui e la sua band. Kristian si sentiva completamente a suo agio con la chitarra tra le mani, quello era il suo elemento naturale: un palco, degli amici, la folla.. non poteva esserci niente di meglio, o almeno era quello a cui aveva pensato fino a quel momento.
Nel bel mezzo di un assolo, i suoi occhi vennero catturati da un ragazzino appena entrato nel locale; uno scricciolo biondo, la pelle candida e due intensi occhi azzurri che lo confusero tanto da farlo sbagliare.
L’occhiataccia dei suoi compagni lo fece riprendere all’istante. Abbassò lo sguardo e continuò a suonare fino alla fine della canzone. Solo ogni tanto si concesse una fugace occhiatina tra la folla, in cerca del ragazzo biondo che lo aveva mandato nel pallone. Si era seduto ad un tavolo con altri due ragazzi. Di certo non aveva più di diciassette, diciotto anni. Il suo viso aveva dei lineamenti tanto dolci da sembrare il ritratto di un angelo.
Stava ridacchiando con i suoi amici e quel sorriso lo colpì come un pugno allo stomaco. Non lo sembrava, quel ragazzino ERA un angelo.
-Ehi dico.. che diavolo ti prende Kris? Sembri uno che ha appena avuto una visione mistica- mormorò uno dei ragazzi della band.
Il chitarrista si riscosse improvvisamente. –Niente- sbottò. –Tutto.. tutto ok- Tornò a concentrarsi sulla musica tenendo comunque d’occhio il ragazzo biondo seduto poco lontano dal palchetto. “Devo conoscerlo” pensò.”


Il cantante annuì e passò le braccia attorno alla vita del suo migliore amico. -Anche tu mi sei mancato... Sööri- Il respiro regolare di Kris lo calmava in praticamente ogni situazione: quando stava male, aveva gli attacchi di panico, prima di salire su un palco... quando aveva gli incubi.
-...mi vuoi ancora bene Sööri?- chiese sottovoce Jonne con lo sguardo perso nel vuoto.
Kristian fece un respiro profondo. –Certo che ti voglio bene Enkeli, lo sai- gli accarezzò i capelli. –Non dovresti nemmeno chiederlo. Sai che prima di chiunque altro ci sei tu-
Lo pensava davvero, lo aveva sempre pensato. Quel ragazzo biondo che teneva tra le braccia era il suo migliore amico, il suo confidente, probabilmente l’unico a cui si sarebbe concesso totalmente, sempre.
-Anche prima di Lulù?- sì, le voleva bene, era la sua migliore amica... ma aveva una paura fottuta che glielo portasse via per sempre se le cose tra loro fossero andate come Jonne stesso avrebbe voluto andassero.
-Sì- rispose il chitarrista senza nemmeno fermarsi a riflettere. –Io.. ecco io..- come poteva spiegarglielo? –Sai Jonne, lei mi piace, mi piace moltissimo e.. ammetto che vorrei davvero che le cose tra noi..- immerse le mani nei capelli biondi dell’amico, facendogli sollevare il volto per poterlo guardare negli occhi. –Ma per te.. potrei mollare tutto, qualunque cosa, chiunque- mormorò. –Io.. ecco io.. tu..- sorrise dolcemente. –Tu mi hai stregato Enkeli. Non ci sarà mai nessun altro come te, mai! E con Luna.. beh con lei.. è diverso-
Jonne gli regalò un dolcissimo sorriso sentendo quelle parole. -Lo stesso vale per me, Kris... l'unico ragazzo nella mia vita sei e sarai soltanto tu..- gli lasciò un fuggevolissimo bacio sulle labbra e si staccò dal chitarrista per infilarsi i jeans e il maglioncino. E ripensò alla prima volta che l'aveva visto, in quel locale...


“Antti aveva deciso di trascinare lui e Lauri ad una serata di musica dal vivo. Aveva detto che nella band c’era un chitarrista che non dovevano assolutamente perdersi e Jonne, seppur con scarso entusiasmo, aveva accettato.
-Vedrai biondo, non te ne pentirai, quel chitarrista è un vero fenomeno- ripeté nuovamente Antti, aprendo la porta del locale.
Lauri lo guardò con espressione poco convinta. –Lo sai, vero, che un chitarrista noi lo abbiamo già.. o ti è sfuggita questa cosa?-
Antti fece spallucce. –Certo che lo so, ma potremmo anche averne due di chitarristi, no???- disse guardando intensamente Jonne.
Il ragazzo biondo fece spallucce. –Non so.. insomma.. questo tipo ha già una band, giusto? Quindi non vedo perché dovrebbe mollare per venire a suonare con noi-
-Aspetta di vederlo- ribatté Antti. –E poi ne riparliamo eh-
Finalmente seduti ad un tavolino, poco distante dal palco, Jonne sollevò lo sguardo per guardare i tizi che stavano suonando. Quando i suoi occhi si posarono sul chitarrista, le parole dei due ragazzi seduti al tavolo con lui divennero solo un lieve brusio alle sue orecchie.
Antti aveva ragione, quel chitarrista era un fenomeno, ma non era stata solo la sua bravura a colpirlo. –Come.. come si chiama?- chiese ad Antti, tenendo lo sguardo puntato sul ragazzo.
-Jukka Kristian, ma evita di chiamarlo per intero, pare che non gli piaccia essere chiamato Jukka- rispose immediatamente il bassista.
Jonne annuì. –Kristian- mormorò. “Devo conoscerlo” pensò, tenendo gli occhi saldamente puntati su di lui.”

Scosse la testa sorridendo al pensiero di come si erano persi negli occhi l’uno dell’altro quella sera. Si voltò e, preso il chitarrista per un polso, lo fece alzare, abbracciandolo poi stretto. –Andiamo Sööri… ho fame…- mormorò Jonne, trascinandolo fuori dalla camera anche se lo sguardo che gli lanciò fece quasi scoppiare a ridere Kristian.





Angolino delle autrici:
Siamo tornate!!! (e adesso ci fanno fuori... xD)
sinceramente... non sappiamo proprio cosa scrivervi stavolta. Fate vobis xD
Le cose si complicano... e non poco... ma è soltanto l'inizio di una lunga... lunghissima... traviata... finnica in questo caso.. (non c'entra nulla Giuseppe Verdi e opere varie... tranquille xD)
Dunque un bacione e diteci cosa ne pensate.
ciaoooo
Lau&Vio

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1177230