Britta und ihr Traum

di Riri_Chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima avventura in città ***
Capitolo 2: *** Una nuova amica ***
Capitolo 3: *** Eppure so ancora così poco di te ***



Capitolo 1
*** Prima avventura in città ***


I pagina di diario


«Britta, alzati, è tardi! Sono già le 8.00, ti rendi conto? Su, alzati! Sbrigati!»
«Solo un altro po', ti prego mamma... altri 5 minuti...»
«No! Devi alzarti adesso! Ma non ti ricordi che giorno è oggi? Sei stata tu quella a decidere tutto questo, eppure non ricordi neanche che giorno è! Assurdo! Alzati o perderai il treno!»
«N-no.. Cosa? Il treno? Oggi è già il 4 settembre?! Santo cielo! Mamma, perché non mi hai svegliata prima?»
«Cosa? Vorresti dare la colpa a me?! Senti un po', signorina, è dalle 7 di questa mattina che provo a svegliarti, ma non tu non aprivi occchio! E adesso scendi a far colazione e vestiti velocemente! Le valige sono già in auto e come vedi è già tutto pronto. A quanto pare, manchi solo tu: sbrigati!»
«Sì, mamma, hai ragione! Faccio tutto in un baleno!»

Questa che ho appena descritto è stata la scena più imbarazzante di tutta la mia vita: una scena avvenuta stamattina. E questo è incredibile! E sai perché? Ho impiegato mesi e mesi a cercare di convincere i miei genitori, e adesso rischiavo di rovinare tutto. Ci mancava davvero poco! Oggi è il grande giorno e neanche lo ricordavo! Oh, cielo, sono davvero una svampita. Oh, già, dimenticavo: il mio nome è Britta Kreuzenberg, ho quasi 15 anni e oggi per me è un giorno speciale, per questo ho deciso che da oggi in poi scriverò un diario, per raccontare tutto quello che mi succede. Non ci crederai, ma da oggi la mia vita cambierà del tutto. Oggi, 4 settembre 2003, parto, lascio la mia piccola città per poter realizzare il mio sogno: quello di iscrivermi al Gymnasium di belle arti, una scuola dedicata interamente allo studio della storia dell'arte, del disegno e della pittura. Non è fantastico? Oh, sì, lo è, o almeno lo è per me. Da anni sognavo di poter riuscire ad iscrivermi là, ma nella mia piccola città questo non è possibile, visto che questo tipo di scuola non esiste là! E' da mesi e mesi che chiedo ai miei genitori, infatti, di poter lasciare la mia città per realizzare il mio sogno. E' stata dura, lo ammetto, ma grazie alla mia testardaggine ci sono, finalmente, riuscita! Così, adesso, mi trovo sul treno (no, non l'ho perso fortunatamente, ma ci mancava poco!), e aspetto con ansia di arrivare presto. Sono sicura che, una volta arrivata, percorrere questo viaggio da sola non sarà facile: non conosco nessuno al di fuori della mia cittadella, i miei genitori mi telefoneranno a tutte le ore del giorno, per non parlare del fatto che dovrò cominciare dal primo anno, non avendo mai studiato arte, anche se già io il primo anno l'ho frequentato in un'altra scuola. Ma questo non mi importa. Io andrò a vivere nella città dei miei sogni, anche se sarà dura. E poi devo riuscirci anche per ricompensare i miei genitori che, lo ammetto, hanno fatto di tutto per me; una volta là potrò affittarmi una casa grazie ai soldi che mi hanno lasciato e che mi manderanno ogni mese. Non smetterò mai di ringraziarli. E' vero, sono un po' all'antica, ma farebbero di tutto per me, è grazie a loro se adesso siedo su questo treno. Comunque, sono ansiosa e anche parecchio, ma terribilmente eccitata. Non riesco a non pensare alla mia nuova vita nella mia nuova città! Là potrò farmi un futuro, realizzare il mio sogno e vivere la vita che ho sempre sognato, e, forse non ci crederai, ma io mi sto dirigendoa... Berlino. Sì, hai capito bene: io andrò a Berlino e non riesco ancora a crederci. Sono emozionatissima, ma anche un po' spaventata, lo ammetto. Forse sono contradditoria, ma scrivendo e pensando, mi sono resa conto che, nonostante la mia determinazione, incontrerò degli ostacoli. Quello di Berlino è un mondo a parte, saranno tutti completamente diversi da me, ma credo che non mi importa. Anzi, ne sono sicura: questo non mi importa. L'ho voluto io e affronterò le difficoltà, nonostante io sia una ragazza svampita ed imbranata. Io ci riuscirò, o almeno, voglio credere che ci riuscirò. Sì, è vero sono contraddittoria. Ma, forse, non so neanche io quello che sto scrivendo. Non riesco neanche ad esprimermi bene, non riesco neanche a capire che tipi di sentimenti provo, un miscuglio di emozioni mi avvolgono, confondendomi sempre di più... Oh, accidenti, la prossima fermata è la mia. Non ci credo ancora, ma sono quasi arrivata a Berlino. Finalmente. Oh, beh, non ti ho raccontato di come è stata la mia partenza stamattina: traumatica. Sì, letteralmente! Ho visto papà piangere per la prima volta, e la mamma non mi mollava più. Era tutto così incredibilmente dolce... eccetto per il fatto che ho dovuto correre per non perdere questo treno! Caspita, se non avessi corso non sarei qui adesso. Erano le 9.00 e adesso è mezzogiorno. E' pazzesco: alle 9.00 di stamattina ero alla stazione della mia piccola città, Dusseldort, e adesso sto quasi per arrivare a destinazione. Ecco le porte che si aprono, la gente che si affretta a scendere: intravedo già il mio futuro. Ecco che comincia la mia nuova vita.

***

L'orologio segna le 16.57. Sembra che questo, finora, sia l'unico momento libero della mia giornata. Mi trovo in camera mia adesso, nella mia nuova casa. E' stato fin troppo facile: i miei genitori l'avevano già affittata! E io che pensavo che avrei dovuto andare in giro per la città a cercarne una disponibile... E magari se non avessi trovato una casa disponibile, sarei rimasta a dormire di notte, sola, in un vicolo buio... Ho temuto il peggio. E tutto questo, ho cominciato a pensarlo solo da quando sono arrivata. Infatti, è da mesi che pianifico questo giorno, ma alla casa non ci avevo mai pensato! Avrei dovuto immaginare che mamma e papà avevano già pensato a tutto. E per fortuna! La padrona di casa è una vecchia signora, per metà austriaca. Sembra simpatica, ma è suo figlio quello che si occupa della casa e dei nuovi inquilini, ed è proprio quello che mi preoccupa, non sembra per niente simpatico. Beh, ma adesso pensiamo alle cose interessanti: ok, Berlino è strepitosa! Accidenti se lo è! Me la immaginavo completamente diversa, eppure in realtà è ancora più bella e particolare rispetto a come la immaginavo! C'è tanto movimento, c'è tanta gente, tanto entusiasmo: qui c'è vita. E, ovviamente, ci sono moltissimi negozi a cui ho già dato un'occhiata. Verso le 13.30 sono, poi, andata a scuola, quella a cui mi iscriverò. L'edificio è fantastico, sia esternamente sia internamente. Le aule sono molto spaziose ed è ricca di laboratori artistici. Ho mostrato la liberatoria firmata dai miei genitori alla preside, pare che così la mia iscrizione sia completa e potrò presto cominciare a frequentarla. Non vedo l'ora! Verso le 14 mi ha chiamato mia madre. Sembrava preoccupata, ma le ho spiegato tutta la situazione: era contenta perché finora non mi sono cacciata in nessun guaio. Ho detto bene: finora! E adesso... beh adesso scrivo, perché non ho nulla da fare. Ma sono sicura che qui non starò mai con le mani in mano e avrò sempre qualcosa da fare. Sono sicura che a Berlino non mi annoierò per niente al mondo. Qui è tutto fantastico. Anzi, dire fantastico è anche abbastanza riduttivo. Adesso però vado a farmi una doccia, poi mangerò e andrò a dormire. Domani sarà una lunga giornata. Non andrò a scuola, perché non è ancora iniziata, però mi hanno informato che arriverà la mia coinquilina. Non so niente di lei, so solo che ha 16 anni e che, come me, è tedesca, ma proviene da un'altra città. Spero che andremo d'accordo e che non ci saranno dei problemi. Vorrei tanto trovarmi degli amici, ma forse è ancora presto visto che questo è solo il mio primo giorno nella mia nuova città.

***

Dopo la doccia, sono andata a fare un giro per la città. Ovviamente anche la sera è tutto fantastico, però ho notato che ci sono molte strade buie, soprattutto qui vicino a casa mia, visto che è una zona in periferia. Al centro, invece, paradossalmente è molto più tranquillo, forse proprio perché è così affollato che non si fa nemmeno caso alle strade buie o ai vicoli stretti e un po' misteriosi. Non voglio cacciarmi in nessun guaio, per questo sono rientrata presto e ho promesso a me stessa di non uscire più di casa sola di sera. Aspetterò di conoscere la mia coinquilina e dei nuovi amici. Speriamo bene. Aspetto domani con ansia, non vedo l'ora di conoscere questa città e questa gente sempre di più. Ora sono, però, molto stanca. Sento che mi succederà qualcosa di bello, domani. Buonanotte.


...L'angolo dell'autrice "blaterante":

Salve a tutti/e! Mi rivolgo a voi che avete letto, spero, senza che io vi abbia particolarmente annoiato. Come avrete già notato, miei cari Aliens che avete resistito fin qui, dei Tokio Hotel per adesso non c'è nemmeno l'ombra. Ho voluto, più che altro, presentare la protagonista della storia, una ragazza semplice, svampita, testarda, ma molto determinata. Non volevo creare un personaggio come tutti, la solita ragazzina che sta sempre a piangere su di sé e che si innamora "subito" di Bill, di Tom, di Gustav, o di Georg o di chissà chi altri; tutto sarà molto graduale, e cercherò di non dare quasi nulla per scontato. Ma non parliamo di questo: se ve lo state domandando, non temete, i nostri quattro eroi (?) compariranno presto, e tutto cambierà, forse perfino la nostra Britta tanto testarda e orgogliosa ù__ù Adesso vi lascio, visto che questo è solo il primo capitolo, cioè la prima pagina di diario della nostra protagoinsta, e non c'è molto da scrivere o da commentare, almeno per me! Se voi, invece, volete fare dei suggerimenti, darmi dei consigli, esporre delle critiche o semplicemente darmi il vostro parere, potete benissimo farlo! Le recensioni sono sempre ben accette, qualunque esse siano :3 Spero di poter aggiornare presto e spero di non avervi annoiato troppo. Grazie per l'attenzione! See ya! <3

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Capitolo 2
*** Una nuova amica ***


II pagina di diario

 

5 settembre.
Stanotte ho dormito tranquillamente. Avendo lasciato semiaperta una finestra, sentivo il venticello fresco che mi sfiorava i capelli e il volto senza, però, disturbarmi. Ero in dormiveglia, subito dopo l'alba, e sentivo il cinguettio dei passerotti. Regnavano la calma e la tranquillità, quando all'improvviso mi svegliai di soprassalto. Sentì il campanello suonare tempestivamente.
«C'è qualcuno? Apritemi, cazzo!»
«.........» Ero troppo assonnata e sorpresa per elaborare una risposta.
«Lo so che c'è qualcuno! Aprimi! Sono la nuova coinquilina!»
Pensai tra me e me: "Cosa? La nuova coinquilina? Ma mi avevano detto che sarebbe arrivata intorno alle 19.00 di questa sera, non alle...6.00 del mattino". Nonostante questo, mi alzai dal letto di scatto, con i capelli arruffati, con il pigiama e le pantofole ed andai ad aprire la porta.
«Ce ne hai messo di tempo, ragazzina. Avrei potuto fare la muffa, là fuori».
"R-ragazzina?" pensai. "Ha solo 16 anni e si sente già una donna vissuta?!" La prima impressione che ebbi di lei non fu delle migliori, anzi tutt'altro.
«Ohh spaziosa come casetta per due, lo devo ammettere. Senti un po', dove posso posare questa?» 
Mi porse il suo zaino che io, istintivamente, presi tra le mani. «Molto carino da parte tua posarlo per me». Di certo non volevo aiutarla, ero solo assonnata e non capivo niente, per questo presi il suo zaino e lo conservai dentro l'armadio.
«Senti, io sono molto stanca. Stanotte non ho dormito. Sto andando a dormire, adesso. Scusa per il trambusto, in effetti mi rendo conto che il mio arrivo a quest'ora per te sia stato un po' problematico. Più tardi ti spiego tutto».
«Oh, no, non preoccuparti per me. Vai pure a riposarti». In realtà, avrei voluo sgridarla, ma apprezzai le sue scuse.
Lo ammetto, immaginavo diversa la mia nuova coinquilina o, almeno, speravo che potesse essere una ragazza gentile e disponibile. Lei, invece, sembra arrogante e presuntuosa, ma non la voglio giudicare. Questa è solo la mia prima impressione, non la conosco per niente. Non conosco neanche il suo nome. Adesso sono le 14.37 e lei sta ancora dormendo. Io, invece, sto morendo di sonno: dopo quello che è successo stamattina, non sono più riuscita ad addormentarmi nuovamente.
Sento un rumore provenire dalla sua stanza; forse è lei. Eccola che si avvicina verso la cucina, non conosce ancora bene la casa e non sa dove si trova la dispensa. Forse vuole un bicchiere d'acqua. Forse è meglio se vado ad aiutarla. Forse, così, potremo incominciare a conoscerci. Forse, forse, forse... Basta con i forse. Vado da lei.
***
Non ci crederai, ma cavolo se sono rimasta sopresa da lei! Non è affatto antipatica o arrogante, anzi, sembra davvero una tipa divertente la mia coinquilina! Abbiamo parlato tutto il pomeriggio e lei mi ha raccontato la sua "storia", mi ha raccontato perché adesso si trova qui e qual'è il suo obiettivo. E, indovina un po', frequenteremo la stessa scuola. Fantastico! Purtroppo, però, non saremo nella stessa classe visto che lei è quasi 2 anni più grande di me. La mia coinquilina si chiama Inger Grundschäft, ed è davvero una bella ragazza, lo è molto più di me. I lunghi capelli rossi le coronano il viso e i suoi grandi occhi verdi, contornati da una netta e spessa linea di eyeliner nero, fungono da contrasto con la sua pallida carnagione. Inger, dopo essersi scusata nuovamente con me per il trambusto di stamattina, mi ha raccontato tutto. Lei è scappata di casa. E questo perché da sempre voleva andarsene da Halle, una piccola cittadina, per poter cominciare una nuova vita, ma soprattutto per allontanarsi da suo padre e dalla sua compagna, con i quali non ha un bel rapporto. Anzi, mi ha confessato di odiarli nel vero senso della parola. Sua madre era berlinese, ma è morta quando Inger aveva solamente 7 anni. E' da allora che suo padre decise, prontamente, di rifarsi una nuova vita con una nuova donna, che Inger, appunto, non sopporta. Non tollerando più questa situazione, Inger cercò varie volte di fuggire, invano. Questa, però, sembra la volta buona. E' riuscita a scappare di casa grazie all'aiuto dei parenti di sua madre, i quali vivono ancora a Berlino e le hanno dato un appoggio economico. Credo che vogliano molto bene ad Inger, per questo hanno deciso di aiutarla. Questo non me l'ha detto, ma sicuramente sarà così. E inoltre credo che adesso abiti qui per non dare ulteriore disturbo ai suoi parenti berlinesi o, chissà, magari non vuole essere trovata così facilmente da suo padre, sempre se si degni di cercarla. Ma di questo non posso parlarti, non ne so praticamente niente. 
Nonostante i suoi innumerevoli problemi (di certo ne ha molti più di me), Inger è davvero una ragazza divertente, a dispetto di come avevo pensato. Certo, non nego che me la immaginavo diversamente, ma l'importante è che ci siamo trovate subito bene insieme, già dal primo impatto. Come me, sembra davvero testarda e determinata. Credo che ne vedremo delle belle insieme! Non nascondo, però, che sembra anche abbastanza misteriosa... magari dietro la sua aria da dura nasconde anche un altro lato che, adesso, non conosco visto che non ci conosciamo bene. 
Dopo avermi raccontato un po' di lei, è arrivato il mio turno. Le ho raccontato del perché sono qui. Dopo di che, abbiamo passato l'intero pomeriggio a giocare ai videogiochi, mentre lei mi parlava di musica. Sembrerebbe una vera appassionata di musica: è andata già a 5 concerti, dice di possedere oltre 20 cd musicali, ha molte band preferite. Io, al contrario, non mi interesso di musica, ma di scrittura e di disegno. A quanto ho capito, anche lei ama disegnare, ma al primo posto c'è senza dubbio la musica. Chissà perché ama così tanto la musica, questo non me l'ha detto. O, semplicemente, non c'è un perché. Come per me non c'è un perché sul fatto che mi piace disegnare, è una passione e basta. Dev'essere così anche per lei, credo.
Abbiamo già stabilito i nostri piani per domani: di mattina a casa per riordinare il tutto (c'è un disastro e le valige di Inger sono ancora sparpagliate per casa) e di pomeriggio usciremo con una sua cugina di 17 anni e dei suoi amici. Non vedo l'ora. Sento che il divertimento per me comincerà presto... Oh, lo so, lo so: non sono venuta qua solo per divertirmi, ma per raggiungere i miei scopi. Ma dai, ripeto a me stessa che per adesso devo pensare a divertirmi, visto che la scuola non è ancora iniziata e dato che devo cercare di ambientarmi in tutti i modi possibili! 
«Brìbrì, io vado a letto, buonanotte!»  Ecco che Inger mi chiama. Vado a letto anche io, a domani! Oh... Bribrì, questa poi... Certo che ne ha di fantastia con i nomi, questa Inger!
***
6 settembre
Alla fine, stamattina solo io sono rimasta a mettere in ordine la casa! Ed ero completamente sola, visto che Inger se l'è proprio svignata... E appena è tornata a casa, cioè intorno a mezzoggiorno, ecco che, tutta soddisfatta, mi mostra una cosa sul braccio. 
«Guarda Brìbrì, non è assolutamente fighissimo?»
«Non guardo niente, non mi riguarda» .
«Ma dai, guarda! Non fare l'offesa. Se non sono rimasta con te a riordinare, un motivo valido c'è! Guarda. Guarda. Guarda. Guarda!»
«Oh, e va bene. Va bene. Guardo. Ma poi ti metti a lavoro anche tu, visto che io sono stanchissima! Chissà perché... chissà di chi è la colpa...»
«Su, poche storie. Guarda un po' qua, dai! Ti prometto che per due giorni riordinerò tutto io e tu ti riposerai!»
Inger si è fatta un tattoo. Hai capito bene: un tattoo. Se me lo facessi io e lo venisse a sapere la mamma, mi ucciderebbe. Certo che Inger è davvero una tipa stravagante. Io non lo farei mai un tattoo, o almeno per ora. E ammetto che non "approvo" il suo gesto, anche se il tattoo è molto carino.
«Ma.. ma sei minorenne! Come ti è venuto in mente?»
«Dai, non giudicarmi. Era da tanto che volevo farlo. Aspettavo proprio di arrivare a Berlino per poterlo fare in tranquillità, senza quel vecchio petulante, ma ora ti ci metti tu...»
«Scusa, io non volevo...».
«Non preoccuparti, anzi scusami tu. Tu non sei come lui. Nessuno è come lui. Non preoccuparti, esprimi pure il tuo parere...»
«Certo, lui è tuo padre»
«E' proprio questo il punto, Britta. E' proprio questo...»
Quando parla di suo padre, Inger cambia completamente. Non so se si tratti di rabbia o tristezza, di malinconia o di odio, ma l'espressione del suo volto assume un tono diverso. Il suo sguardo si spegne, non sono come spiegarlo. Mi ricorderò di non parlarle più di suo padre, per il suo bene. Così, ho cercato prontamente di cambiare discorso.
«Comunque, lo trovo molto bello. Certo, io non farei mai un tattoo, ma a te sta bene. Davvero! Tu sei bella, tutto ti starebbe bene!»
«Bella? E' strano che io riceva dei complimenti. Grazie!»
«E' quello che penso. Ma perché hai scelto di tuatuarti una stella con una "G" all'interno?»
«E-ecco, l'idea della stella mi è venuta in mente proprio oggi, mentre la G ha un doppio significato. Innanzitutto, era l'iniziale del nome di mia madre, Gabrielle.»
«Capisco. E l'altro significato qual è?»
«Ah, quello... Beh, quello non ha nessuna importanza! Oh ma guarda quant'è tardi! Mia cugina Eva sarà già pronta e ci starà aspettando. Sbrighiamoci!»
«Sì... hai ragione»
Ecco che ha cambiato nuovamente discorso. Forse non dovrei intromettermi, ma credo che Inger abbia molti segreti. Beh, dopo tutto, chi è che non ne ha? Adesso vado a cambiarmi. Tra poco farò conoscenza con dei veri ragazzi berlinesi. Fantastico! Chissà come sono, questi berlinesi.

5 settembre

Stanotte ho dormito tranquillamente. Avendo lasciato semiaperta una finestra, sentivo il venticello fresco che mi sfiorava i capelli e il volto senza, però, disturbarmi. Ero in dormiveglia, subito dopo l'alba, e sentivo il cinguettio dei passerotti. Regnavano la calma e la tranquillità, quando all'improvviso mi svegliai di soprassalto. Sentì il campanello suonare tempestivamente.

«C'è qualcuno? Apritemi, cazzo!»

«.........» Ero troppo assonnata e sorpresa per elaborare una risposta.

«Lo so che c'è qualcuno! Aprimi! Sono la nuova coinquilina!»

Pensai tra me e me: "Cosa? La nuova coinquilina? Ma mi avevano detto che sarebbe arrivata intorno alle 19.00 di questa sera, non alle...6.00 del mattino". Nonostante questo, mi alzai dal letto di scatto, con i capelli arruffati, con il pigiama e le pantofole ed andai ad aprire la porta.

«Ce ne hai messo di tempo, ragazzina. Avrei potuto fare la muffa, là fuori».

"R-ragazzina?" pensai. "Ha solo 16 anni e si sente già una donna vissuta?!" La prima impressione che ebbi di lei non fu delle migliori, anzi tutt'altro.

«Ohh spaziosa come casetta per due, lo devo ammettere. Senti un po', dove posso posare questa?» Mi porse il suo zaino che io, istintivamente, presi tra le mani.

«Molto carino da parte tua posarlo per me». Di certo non volevo aiutarla, ero solo assonnata e non capivo niente, per questo presi il suo zaino e lo conservai dentro l'armadio.

«Senti, io sono molto stanca. Stanotte non ho dormito. Sto andando a dormire, adesso. Scusa per il trambusto, in effetti mi rendo conto che il mio arrivo a quest'ora per te sia stato un po' problematico. Più tardi ti spiego tutto».

«Oh, no, non preoccuparti per me. Vai pure a riposarti».

In realtà, avrei voluo sgridarla, ma apprezzai le sue scuse. Lo ammetto, immaginavo diversa la mia nuova coinquilina o, almeno, speravo che potesse essere una ragazza gentile e disponibile. Lei, invece, sembra arrogante e presuntuosa, ma non la voglio giudicare. Questa è solo la mia prima impressione, non la conosco per niente. Non conosco neanche il suo nome. Adesso sono le 14.37 e lei sta ancora dormendo. Io, invece, sto morendo di sonno: dopo quello che è successo stamattina, non sono più riuscita ad addormentarmi nuovamente.Sento un rumore provenire dalla sua stanza; forse è lei. Eccola che si avvicina verso la cucina, non conosce ancora bene la casa e non sa dove si trova la dispensa. Forse vuole un bicchiere d'acqua. Forse è meglio se vado ad aiutarla. Forse, così, potremo incominciare a conoscerci. Forse, forse, forse... Basta con i forse. Vado da lei.

***

Non ci crederai, ma cavolo se sono rimasta sopresa da lei! Non è affatto antipatica o arrogante, anzi, sembra davvero una tipa divertente la mia coinquilina! Abbiamo parlato tutto il pomeriggio e lei mi ha raccontato la sua "storia", mi ha raccontato perché adesso si trova qui e qual'è il suo obiettivo. E, indovina un po', frequenteremo la stessa scuola. Fantastico! Purtroppo, però, non saremo nella stessa classe visto che lei è quasi 2 anni più grande di me. La mia coinquilina si chiama Inger Grundschäft, ed è davvero una bella ragazza, lo è molto più di me. I lunghi capelli rossi le coronano il viso e i suoi grandi occhi verdi, contornati da una netta e spessa linea di eyeliner nero, fungono da contrasto con la sua pallida carnagione. Inger, dopo essersi scusata nuovamente con me per il trambusto di stamattina, mi ha raccontato tutto. Lei è scappata di casa. E questo perché da sempre voleva andarsene da Halle, una piccola cittadina, per poter cominciare una nuova vita, ma soprattutto per allontanarsi da suo padre e dalla sua compagna, con i quali non ha un bel rapporto. Anzi, mi ha confessato di odiarli nel vero senso della parola. Sua madre era berlinese, ma è morta quando Inger aveva solamente 7 anni. E' da allora che suo padre decise, prontamente, di rifarsi una nuova vita con una nuova donna, che Inger, appunto, non sopporta. Non tollerando più questa situazione, Inger cercò varie volte di fuggire, invano. Questa, però, sembra la volta buona. E' riuscita a scappare di casa grazie all'aiuto dei parenti di sua madre, i quali vivono ancora a Berlino e le hanno dato un appoggio economico. Credo che vogliano molto bene ad Inger, per questo hanno deciso di aiutarla. Questo non me l'ha detto, ma sicuramente sarà così. E inoltre credo che adesso abiti qui per non dare ulteriore disturbo ai suoi parenti berlinesi o, chissà, magari non vuole essere trovata così facilmente da suo padre, sempre se si degni di cercarla. Ma di questo non posso parlarti, non ne so praticamente niente. 

Nonostante i suoi innumerevoli problemi (di certo ne ha molti più di me), Inger è davvero una ragazza divertente, a dispetto di come avevo pensato. Certo, non nego che me la immaginavo diversamente, ma l'importante è che ci siamo trovate subito bene insieme, già dal primo impatto. Come me, sembra davvero testarda e determinata. Credo che ne vedremo delle belle insieme! Non nascondo, però, che sembra anche abbastanza misteriosa... magari dietro la sua aria da dura nasconde anche un altro lato che, adesso, non conosco visto che non ci conosciamo bene. Dopo avermi raccontato un po' di lei, è arrivato il mio turno. Le ho raccontato del perché sono qui. Dopo di che, abbiamo passato l'intero pomeriggio a giocare ai videogiochi, mentre lei mi parlava di musica. Sembrerebbe una vera appassionata di musica: è andata già a 5 concerti, dice di possedere oltre 20 cd musicali, ha molte band preferite. Io, al contrario, non mi interesso di musica, ma di scrittura e di disegno. A quanto ho capito, anche lei ama disegnare, ma al primo posto c'è senza dubbio la musica. Chissà perché ama così tanto la musica, questo non me l'ha detto. O, semplicemente, non c'è un perché. Come per me non c'è un perché sul fatto che mi piace disegnare, è una passione e basta. Dev'essere così anche per lei, credo.

Abbiamo già stabilito i nostri piani per domani: di mattina a casa per riordinare il tutto (c'è un disastro e le valige di Inger sono ancora sparpagliate per casa) e di pomeriggio usciremo con una sua cugina di 17 anni e dei suoi amici. Non vedo l'ora. Sento che il divertimento per me comincerà presto... Oh, lo so, lo so: non sono venuta qua solo per divertirmi, ma per raggiungere i miei scopi. Ma dai, ripeto a me stessa che per adesso devo pensare a divertirmi, visto che la scuola non è ancora iniziata e dato che devo cercare di ambientarmi in tutti i modi possibili! 

«Brìbrì, io vado a letto, buonanotte!»  Ecco che Inger mi chiama. Vado a letto anche io, a domani! Oh... Bribrì, questa poi... Certo che ne ha di fantastia con i nomi, questa Inger!

***

6 settembre

Alla fine, stamattina solo io sono rimasta a mettere in ordine la casa! Ed ero completamente sola, visto che Inger se l'è proprio svignata... E appena è tornata a casa, cioè intorno a mezzoggiorno, ecco che, tutta soddisfatta, mi mostra una cosa sul braccio.

 

«Guarda Brìbrì, non è assolutamente fighissimo?»

«Non guardo niente, non mi riguarda»

«Ma dai, guarda! Non fare l'offesa. Se non sono rimasta con te a riordinare, un motivo valido c'è! Guarda. Guarda. Guarda. Guarda!»

«Oh, e va bene. Va bene. Guardo. Ma poi ti metti a lavoro anche tu, visto che io sono stanchissima! Chissà perché... chissà di chi è la colpa...»

«Su, poche storie. Guarda un po' qua, dai! Ti prometto che per due giorni riordinerò tutto io e tu ti riposerai!»

Inger si è fatta un tattoo. Hai capito bene: un tattoo. Se me lo facessi io e lo venisse a sapere la mamma, mi ucciderebbe. Certo che Inger è davvero una tipa stravagante. Io non lo farei mai un tattoo, o almeno per ora. E ammetto che non "approvo" il suo gesto, anche se il tattoo è molto carino.

«Ma.. ma sei minorenne! Come ti è venuto in mente?»

«Dai, non giudicarmi. Era da tanto che volevo farlo. Aspettavo proprio di arrivare a Berlino per poterlo fare in tranquillità, senza quel vecchio petulante, ma ora ti ci metti tu...»

«Scusa, io non volevo...»

«Non preoccuparti, anzi scusami tu. Tu non sei come lui. Nessuno è come lui. Non preoccuparti, esprimi pure il tuo parere...»

«Certo, lui è tuo padre»

«E' proprio questo il punto, Britta. E' proprio questo...»

Quando parla di suo padre, Inger cambia completamente. Non so se si tratti di rabbia o tristezza, di malinconia o di odio, ma l'espressione del suo volto assume un tono diverso. Il suo sguardo si spegne, non sono come spiegarlo. Mi ricorderò di non parlarle più di suo padre, per il suo bene. Così, ho cercato prontamente di cambiare discorso.

«Comunque, lo trovo molto bello. Certo, io non farei mai un tattoo, ma a te sta bene. Davvero! Tu sei bella, tutto ti starebbe bene!»

«Bella? E' strano che io riceva dei complimenti. Grazie!»

«E' quello che penso. Ma perché hai scelto di tuatuarti una stella con una "G" all'interno?»

«E-ecco, l'idea della stella mi è venuta in mente proprio oggi, mentre la G ha un doppio significato. Innanzitutto, era l'iniziale del nome di mia madre, Gabrielle.»

«Capisco. E l'altro significato qual è?»

«Ah, quello... Beh, quello non ha nessuna importanza! Oh ma guarda quant'è tardi! Mia cugina Eva sarà già pronta e ci starà aspettando. Sbrighiamoci!»

«Sì... hai ragione»

Ecco che ha cambiato nuovamente discorso. Forse non dovrei intromettermi, ma credo che Inger abbia molti segreti. Beh, dopo tutto, chi è che non ne ha? Adesso vado a cambiarmi. Tra poco farò conoscenza con dei veri ragazzi berlinesi. Fantastico! Chissà come sono, questi berlinesi.

 

...L'angolo dell'autrice "blaterante":

Ciaaao a tutti Aliens! ;w;

Spero che vi sia piaciuto questo capitolo e che non sia stato troppo noioso! Lo so, state ancora aspettando l'arrivo dei fantastici 4 (lol).

A me piace tenere tutti sulle spine u.u Chissà quando arriveranno, mwhahaha u.u

Naaah, non temete: arriveranno presto! Penso proprio che assisterete all'apparizione dei nostri amati crucchetti mooolto presto. Chissà, magari nel prossimo capitolo! Ma ora andiamo a noi.

Chissà perché Inger si è tatuata proprio una G sul braccio? Cosa nasconde la nostra rossa? Lo scopriremo presto, ZAN ZAN ZAN. E Britta? Che dire di lei? Diventerà più matura e meno ingenua grazie alla presenza della sua nuova amica? E questi berlinesi, saranno come Britta li ha sempre immaginati? ZAN ZAN ZAAANSicuramente, avrete già capito che Inger è una ragazza abbastanza diversa dalla nostra protagonista; di sicuro è molto più sveglia ed indipendente... ma questo lo vedremo meglio tra un po'!

Come sempre, se volete darmi suggerimenti o farmi delle critiche, potete benissimo farlo! Io accetto tutti i vostri pareri, e poi le recensioni mi farebbero piacere >w< Ora vi lascio. Stay tuned! Byeee!

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Capitolo 3
*** Eppure so ancora così poco di te ***


III pagina di diario

7 settembre, ore 01:45
 
"Cosa sei tu per lei?" E' questo quello che continuo a domandarmi da questo pomeriggio.
Adesso è notte fonda. Riesco a scrivere solamente adesso visto che ieri non ho avuto il tempo di farlo. Già, perché la nostra uscita con la cugina di Inger e i suoi amici si è dimostrata un fiasco totale, anzi peggio visto che Inger adesso sembra avercela con me e non fa altro che piangere, chiusa nella sua stanza. Non solo sono rimasta delusa dai ragazzi e dalle ragazze che ho conosciuto (che sono uno più antipatico e maleducato dell'altro), ma soprattutto sono riusciti a far piangere Inger. Sì, Inger ha pianto davanti a tutti. In verità, non so nemmeno io quello che è successo di preciso, anche perché una volta ritornate a casa Inger si è rinchiusa in camera sua e non ha voluto parlarmi di niente. Posso solo raccontarti ciò che è successo.
 
Avevamo appuntamento con Eva, la cugina di Inger, alle 17.00 in un grande parco. Da là i suoi amici ci avrebbero raggiunto presto. Non appena arrivate, Inger ha abbracciato Eva, una ragazza alta, bionda, dagli occhi verdi e anche abbastanza carina, ma quest'ultima non sembrava così felice di vederla, anzi credo proprio l'abbia invitata solamente per deriderla davanti a tutti! Presto arrivarono anche altri 5 o 6 ragazzi, non ricordo molto bene. Sembrava, però, che tutti conoscessero Inger, e anche da molto tempo. Tutti la accusavano di essere una traditrice e di avere avuto una bella faccia tosta per aver deciso di venire ad abitare proprio a Berlino.  
 
Tutti si catapultarono contro di lei, offendendola e deridendola, eccetto un ragazzo dai capelli castani molto chiari, quasi biondi, aggrovigliati su stessi, che gli arrivavano fin lungo le spalle. Indossava un cappellino, una maglia che sembrava molto più grande rispetto alla taglia che avrebbe dovuto indossare e dei pantaloni molto larghi. Gli altri sembravano tutti uguali, ma lui catturò la mia attenzione, non solo a causa del suo strano abbigliamento, ma soprattutto perché fu l'unico a non sgridare Inger. Tuttavia, non la stava neanche difendendo: più che altro, credo che se ne stava semplicemente per conto suo, ad osservare la scenata. 
 
Comunuqe, non appena ho notato che la situazione stava peggiorando sempre di più, ho cercato più volte di intervenire, ma Inger mi disse di non mettermi in mezzo, visto che non sapevo neanche di cosa stessero parlando. Inger rispondeva, senza rimanerci troppo male e anzi, nonostante le accuse, riusciva a difendersi e ad offendere a loro volta chi la stava veramente offedendo. Ma poi la situazione si ribaltò. Si sentì una voce, anche se all'inizio non avevo capito da dove provenisse.
 
«Come diavolo vi è venuto in mente di fare una cosa del genere? Invitarla per poi deriderla tutti quanti. Siete davvero patetici»
 
Nessuno rispose, ma calò improvvisamente il silenzio. L'unica suono che si sentiva era, adesso, quello del canto dei grilli.
Da dietro un albero del parco si vedeva un' ombra, che sembrava avvicinarsi sempre di più. Era l'ombra di un ragazzo piuttosto alto, dallo sguardo serio e deciso, con dei capelli castani lunghi fin sopra le spalle, occhi chiari che andavano sul verde e braccia conserte.
 
«Georg... tu qui?» Disse Inger, la quale impallidì improvvisamente.
 
Per prima cosa, il ragazzo puntò lo sguardo verso il tipo con la maglietta e i pantaloni larghi. I due si guardarono per un paio di secondi, senza dirsi niente, dopo di che il ragazzo rispose:
«Sì, Inger, sono proprio io. E sono qui per te. E tu lo sai bene»
 
«No, Georg io non posso né voglio ascolt...»   le parole di Inger furono interrotte da un grosso singhiozzo, seguito da delle lacrime che le rigavano il volto.
Il ragazzo veniva verso di lei, ma lei indietraggiava sempre di più, incominciando a sudare e a impallidire ulteriormente.
Io, istintivamente, senza neanche pensarci, afferrai il braccio di Inger, e incominciai a correre. Non sapevo perché tutti la stavano accusando, non sapevo chi fosse quel ragazzo, né tanto meno perché Inger stesse piangendo. Ma sentivo che dovevo fare qualcosa, e in quel momento sentì che dovevo allontanarla da tutte quelle persone, altrimenti la situazione si sarebbe inasprita ancora di più.

«Perché lo hai fatto? Che cosa ne puoi sapere tu! Era una faccenda tra me e loro!» 

Mentre correvo e la trascinavo, Inger stava ancora piangendo, ma nonostante questo riusciva a parlarmi. Una volta lontane abbastanza dal parco, decisi di risponderle, così mi sono fermata, smettendo di correre.

«Perché, mi chiedi? Non lo so. So solo che non mi è piaciuto per niente vederti piangere in quel modo. So che non mi riguarda e che forse ho sbagliato perché ho agito d'impulso, ma non direi proprio che era una faccenda tra te e loro, ma piuttosto una faccenda tra te e lui »

«Lui? No, ti sbagli. Non lo avrei neanche ascoltato»

«Eppure, non appena è arrivato hai cominciato a piangere. Piuttosto strano, non trovi?»

«Niente affatto, non stavo piangendo! Ero solo nervosa perché quel branco di idioti pensa di potermi offendere senza che io reagissi!»

«Questo non è vero, perché tu stavi reagendo, ed anche bene! Ma quando è arrivato lui e ha cominciato a parlarti sei scoppiata in lacrime»

«Sta' zitta! Non voglio sentire una parola di più su questa faccenda!»

«Ma tu non puoi fare finta di nulla...»

«Ti ho detto di stare zitta! Tu non conosci questa situazione! Tu non sai niente! Non sai chi sono loro, non sai chi è lui. Non sai nemmeno chi sono io! Non hai il diritto di parlare, come non avevi il diritto di trascinarmi via nel bel mezzo di una discussione fra me e quegli stupidi! E ricorda: fra me e loro, non fra me e lui»

Ero piuttosto confusa. Anzi, forse ero semplicemente ferita dalle parole di Inger. Le sue parole echeggiavano nella mia mente, e in quel momento quella che avrebbe voluto piangere ero io. Inger voleva chiaramente che non mi intromettessi, così non dissi più niente. Di certo ha ragione lei, io non sono nessuno. Io non so niente di lei e non sono nulla per lei. E' così.

Infine, con un filo di voce lei disse: «Lui per me non conta nulla».

Poi ci incamminammo verso casa. Nessuno di noi due osò dire una parola durante tutto il tragitto. Non appena arrivammo a casa, Inger filò dritta verso la sua stanza, senza neanche uscire per cenare. 
Non so che le prende. Lo so bene che non dovrei intromettermi, ma sono abbastanza preoccupata per lei, perché trovo molto strana questa situazione: prima sua cugina la invita ad uscire e poi la offende insieme ai suoi amici, poi arriva un certo Georg che la sconvolge e le fa cambiare umore, anche se lei si ostina a dire che di lui non gli importa... Vorrei davvero aiutarla, ma non so come. Anzi, forse non sono neanche la persona adatta a farlo: lei stessa mi ha detto di starne fuori, perché non so niente di lei. Aspetterò fin quando non sarà lei a decidere di dirmi tutto, sempre se vorrà. Fino ad allora, farò finta che non sia successo nulla, anche se non credo che questa sia la cosa migliore da fare, ma lei vuole che io faccia così, l'ho capito ormai. Posso fingere che non mi importi niente, ma non è così e spero che lei lo capisca.

Avrei voluto domandarle chi è lui. Vorrei sapere perché la sua presenza ha così sconvolto Inger e perché non appena è arrivato tutti tacquero... Georg, ma chi diavolo sei? E Inger, a te vorrei chiederti: cosa posso fare per farti stare meglio? Sento il bisogno di venirti incontro, eppure so ancora così poco di te.
 
Sono già le due di notte: adesso è meglio che vada a dormire. Buonanotte.
 

...L'angolo dell'autrice "blaterante":

Ciao a tutti, Aliens 
Ho visto che alcuni lettori hanno inserito la mia ff tra le storie "seguite" ! ♥♥
♥♥
Non so come ringraziarvi, mi rendete davvero felice! ;w; Danke sch
ön! *inchin*
Comunque, eccoci al terzo capitolo. Finalmente qualcuno dei nostri crucchetti (lol♥) si è fatto vivo: sto parlando ovviamente di Georg, a cui ho dedicato una descrizione più ampia (anche se per adesso non si sa praticamente quasi nulla di lui, eccetto per il fatto che conosce Inger) e di Tom, che non ho neanche "nominato", ma di cui scopriremo dell'altro molto presto.
Maaa come maaai Inger scoppia a piangere non appena vede il nostro amatissimo Georg? Georg, brutto cattivo! Cosa le hai fatto?! <_< E tu Tom che ci facevi in mezzo a tutti quei "cattivacci?" <_< Boh, boh! u_u
Se non vi sto annoiando troppo, continuate a seguire la mia storia, mi farebbe molto piacere! >w< E mi farebbero molto piacere anche le recensioni, vorrei un vostro parere ♥♥♥
Adesso vi lascio ;w; A presto! See ya *sparge cuoricini* ♥
♥♥

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