Federico e Jolanda

di Marty Andry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Riflessioni ***
Capitolo 2: *** Semplicemente Federico ***
Capitolo 3: *** Progetti ***
Capitolo 4: *** Sub flore ***
Capitolo 5: *** Arrivo ***
Capitolo 6: *** Incontro ***
Capitolo 7: *** // ***
Capitolo 8: *** Gare ***
Capitolo 9: *** Federico e San Francesco ***
Capitolo 10: *** Responsabilità ***
Capitolo 11: *** Figli ***
Capitolo 12: *** Bianca Lancia ***



Capitolo 1
*** Riflessioni ***





 


Federico II si addentrava per le stanze del castello di Oria, chiedendosi perché avesse accettato quel secondo, inutile, matrimonio. Non amava Isabella, questo era certo.
L’aveva fatto solo per rendere fiero il padre- morto quando lui aveva soli tre anni- di
 quell’unico figlio che aveva.
Ora era solo, faceva solo ciò che avrebbe reso felice suo padre, non ciò che avrebbe fatto felice lui.
Fosse stato per lui, in quel momento non sarebbe stato lì.
Avrebbe voluto sposarsi come tutti, con la donna che amava. Invece era lì, prossimo a convolare a nozze con un’altra donna, con il solo scopo di estendere il proprio dominio.
 

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Capitolo 2
*** Semplicemente Federico ***




 

Al matrimonio mancavano solo un paio di mesi e Federico non riusciva ancora ad amare quella ragazza che stava per diventare sua moglie. Quante volte aveva avuto voglia di mandare tutto a monte! Invece no, aveva resistito.
<< Jolanda… >> sibilò a denti stretti mentre stava per chiudere gli occhi e tuffarsi nel mondo in cui era se stesso, in cui non era Federico II, il Puer Apuliae, lo Stupor Mundi… Tutti quei soprannomi erano inutili. Lui era Federico, punto e basta.
Se solo avesse avuto un fratello, gli avrebbe lasciato con immenso piacere il trono.
<< Per te farò qualcosa di…Stupendo…Vedrai tutto il popolo ai tuoi piedi… >>. 

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Capitolo 3
*** Progetti ***



 

<< Vedrà tutti ai suoi piedi…Un Torneo! >> esclamò.
Jolanda sarebbe arrivata tra un mese e lui non aveva trovato un modo per accoglierla, o quasi.
<< Sì, i Quattro Rioni e tutta la Corte sfileranno per lei: Castello, Judea, Lama et Sancto Basilio (*); e poi i primi si affronteranno in cinque gare, e lo premio sie un magnifico "Palio".
<< Il “Palio”, l’arazzo che verrà conferito al Rione che vincerà sarà fatto realizzare dai tessitori migliori della città. Dovrà raffigurare il Castello de la fida et nobilissima Cittate d’Orea. >>

Poi avrebbero lascito Oria per andare a Brindisi, dove si sarebbero sposati.
                                                            



(*) I quartieri in cui era anticamente suddivisa Oria.
 

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Capitolo 4
*** Sub flore ***




 

Un paio di settimane prima dell’arrivo di Jolanda, al castello di Federico si presentò un astrologo.
<< Voi siete famoso Puer Apuliae di cui si sente tanto parlare? Permetta che le preveda il suo futuro. >>
Nonostante diffidasse da oracoli  e veggenti, accettò.
<< Sub flore! >> sentenziò l’oracolo con fare apocalittico << Voi morirete appena varcata la soglia delle porte della città con il nome di un fiore e Palermo vi ospiterà. >>
L’imperatore rimase interdetto davanti a quella rivelazione.
Quelle parole iniziarono ad echeggiare nella sua mente, senza dargli pace, fino alla fine dei suoi giorni.  

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Capitolo 5
*** Arrivo ***




 


Tra qualche ora Jolanda sarebbe arrivata nella città. Ora non poteva più tornare indietro.
Il calore di agosto si faceva sentire, rendendo l’atmosfera ancora più tesa.
<< Sire… >> mormorò Giacomo, uno dei suoi più fidati consiglieri << È sicuro? >>
Federico lo guardò con uno sguardo strano, un misto di tristezza e sicurezza. Si mise una mano nei capelli rossi e quasi urlò << No, non lo sono. È solo un mio dovere. 
Il papa ha deciso così, è per il mio bene. >>
<< Sudditi, accogliete la principessa di Gerusalemme, Jolanda Di Brienne!  >> annunciò l’araldo.
La bella principessa salì sul ponte levatoio, ansiosa di conoscere il suo futuro marito.

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Capitolo 6
*** Incontro ***




 

Jolanda stava varcando la soglia delle porte della città mentre tutti la accoglievano con mille omaggi.
Federico le andò incontro, rimanendo incantato dalla semplicità della ragazza.
Sarebbe stato al suo fianco per tutta la vita- o almeno così auspicava – con la speranza, un giorno,  di imparare ad amarla.
<< Fate largo a Federicus, Dei gratia Romanorum imperator, semper augustus et Sicilie rex! >>
annunciò nuovamente l’araldo.
L’imperatore si specchiò negli occhi smeraldini della principessa, che ricambiò l’intenso sguardo con un sorriso capace di illuminare una notte senza stelle né luna.

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Capitolo 7
*** // ***



 

 
Jolanda e Federico e tutta la gente del posto, dai musici più poveri al padre della principessa, Giovanni di Candia, sfilarono per le vie del paese, mostrando a tutti la futura moglie dell’imperatore svevo.
<< E domani, ne lo campo di contrata "Salinelle", adorno d'insegne et arnesi, la dia octava de lo mese d'augusto a ora quinta, in suo onore >> disse l’araldo << bannito sia per la Terra lo Torneamento De' Rioni . >>
Jolanda, sotto al sorriso che aveva rivolto poco prima al suo consorte, nascondeva un velo di tristezza, anch’essa consapevole che ciò a cui stava andando  incontro non rispecchiava la sua volontà.

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Capitolo 8
*** Gare ***





 

<< Spero mia figlia sia degna di stare accanto ad un grande imperatore come voi. >> disse Giovanni di Candia, padre di Joanda << Non sapete come io sia felice che un così… >>.
Non sapeva cosa dire. Che Federico fosse un buon sovrano non c’era ombra di dubbio; ma sapeva che non era ciò che sua figlia voleva.
<< Sire, la stiamo aspettiamo. >>
L’arena dove si sarebbero svolte le gare era immensa.
Federico sedette sul trono a lui riservato e, lentamente, iniziano a sfilare gli atleti. Alla fine arrivò anche Jolanda. Ancora una volta gli occhi velati di tristezza di Federico incrociarono quelli della principessa segnati, dalla ancora presente, ingenuità di bambina.
L’araldo iniziò ad annunciare  << A lo Vescovo et Clero, a Baroni, Conti et militi… >> e le gare ebbero inizio.

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Capitolo 9
*** Federico e San Francesco ***




Erano passati due mesi dall’arrivo di Jolanda e Federico ancora non riusciva a capacitarsi del fatto che una quattordicenne potesse sposare un trentenne, per facilitare una crociata.
La notte in cui giunsero a Brindisi, dove poi sarebbe stato celebrato il matrimonio, l’imperatore rammentò l’incontro avvenuto anni prima con un frate, tale Francesco.
Si dicesse provenisse da Assisi, nell’Italia centrale.
Sperava che il Papato accettasse la sua regola e, per lasciate una traccia del suo passaggio ad Orea, piantò vicino ad un pozzo non molto lontano dalla Pianura della Lama, un arancio.
 
Tra questi pensieri Federico si addormentò, preparandosi al suo secondo matrimonio progettato da Onorio III.

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Capitolo 10
*** Responsabilità ***


 


 



Era stato irresponsabile, semplicemente irresponsabile. Era venuto meno alla parola data, all’impegno di apprezzare quella che ormai era diventata sua moglie.
Anais c’era riuscita, era riuscita ad incantarlo e lui s’era lasciato andare.
Il Re di Gerusalemme, il padre di Jolanda, sapeva. Ma teneva ai titoli, alla gloria del genero.
Jolanda aveva soli tredici anni, come poteva vivere accanto a lui, un imperatore potente, rispettato ed esaltato?
E lui, mai come in quel momento, si sentì davvero il “Puer”, il ragazzino della Puglia; un ragazzino incapace di assumersi le proprie responsabilità.
 

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Capitolo 11
*** Figli ***







 

Due anni dopo l’unione con Federico, Jolanda ebbe Margherita.
Una bimba dai vispi occhi cerulei e il viso incorniciato da ribelli capelli ramati.
Ma Margherita non ce la fece, morì pochi giorni dopo.
Proprio quando l’imperatore si trovò di fronte alla morte della bambina, si ricordò improvvisamente di Enrico, il figlio avuto da Costanza.
Pensò, ancora una volta, che in fondo il nomignolo di “Puer Apuliae” gli calzasse a pennello.
 
Da Jolanda ebbe un altro figlio, Corrado, ma quella volta fu lei a non farcela.
Gli spezzava il cuore vedere una ragazza di sedici anni morire a causa di un figlio avuto da un uomo che nemmeno amava né meritava fin dall’inizio.

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Capitolo 12
*** Bianca Lancia ***






 

Federico aveva finalmente trovato l’amore: Bianca Lancia, nipote del Duca del Monferrato. Capì, dopo anni, cos’era davvero l’amore, non quello che lo aveva legato alle altre mogli, ma qualcosa di diverso e d’insolito.
Non era qualcosa su cui si poteva scrivere un trattato, come la caccia col falcone, ma solo poesie, pensieri astratti che potevano concretizzarsi.
Forse, in quella storia, meno gelosia avrebbe fatto andare le cose diversamente







Grazie a coloro che hanno recensito queste drabble, spero tanto di ritornare presto con altre su, magari, Federico e Bianca Lancia.
Marty Andry

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