Tutto Per Colpa Di Un Attimo

di _Anima_Libera_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Punizione ***
Capitolo 2: *** Ma che scoperta! ***
Capitolo 3: *** Ancora?! ***
Capitolo 4: *** Sfida ***
Capitolo 5: *** Rivelazioni! ***



Capitolo 1
*** Punizione ***


Salve a tutti, sono Hermione Granger. Ora vi spiegherò perché, mi ritrovo a testa in giù sopra la scrivania del professore che odio più di qualsiasi altra cosa al mondo.
 

Per cominciare la mia storia, però, bisogna andare un po’ indietro di qualche mese, più precisamente all’inizio dell’anno. Stavo in biblioteca,  seduta tranquillamente con il mio bel libro in mano ,talmente immersa nella lettura, che non mi ero resa conto che avevo fatto molto tardi per la lezione di pozioni.
 
Trasalìi solo grazie (sfortunatamente) a quell’antipatico di Malfoy che con un volteggio di bacchetta mi buttò addosso  una bacinella d’acqua ghiacciata.
-Draco! Che cavolo hai combinato?! –

-Oh poverina, sei bagnata come un pulcino!-
Ultimamente aveva iniziato a darmi fastidio tutti i giorni, pur non sapendo che cavolo avevo fatto di male a quel rozzo Serpeverde. Purtroppo, non ero mai riuscita a beccarlo in fragrante e a fargli prendere una  sospensione multipla. Quel giorno, però, mi fece davvero arrabbiare, e così decisi di rendergli pan per focaccia.

Ora, è da lì in poi, che la mia vita ad Hogwards divenne impossibile. Tutto per colpa di un attimo.
 
Ecco, qui credo di aver fatto un grosso pasticcio. Il fatto è che mi ero talmente esasperata, che senza pensarci due volte lanciai una saetta scintillante contro quel Malfoy, che incredibilmente schivò. Il risultato fu catastrofico: la saetta deviata andò contro uno scaffale pieno di libri che caddero uno ad uno giù per terra creando un effetto domino che si propagò per tutto il corridoio provocando un frastuono       spaventoso.
-Wooow, avevo pensato ad una cosa diversa, ma questo è decisamente meglio! Granger, credo che tu sia veramente nei guai! Ahahahah!!!- con una risata malefica, degna di un Serpeverde, scappò via, lasciandomi sola con un mucchio di polvere addosso.

Ero terrorizzata, mi ero messa le mani nei capelli bagnati e non sapevo che cosa fare, volevo scappare ma, purtroppo, non ne ebbi il tempo. Sentivo dei passi, erano passi veloci e sicuri, li riconobbi subito.
PITON.
Capii subito di essere veramente nei guai fino al collo.
Degli occhi neri, penetranti più di una lama, mi squarciarono all’istante. Il professore era arrivato, guardandomi con aria maleficamente cattiva, schioccò le dita, e tutto fu immediatamente a suo posto. Strabuzzai gli occhi. Non mi sarei mai aspettata una reazione del genere da parte sua.
Già immaginavo che avrei dovuto sistemare tutto senza magia, che avrebbe tolto 50 punti alla mia casa….ed invece…PUFF! Era tutto ritornato in ordine, perché?
 
-Vieni con me.- solo con questa frase, il professor Piton, mi condusse nel suo studio. Stavo aspettando la mia punizione, quando mi scappò uno starnuto fragoroso.
Il professore, che stava cercando non so che cosa lungo uno scaffale pieno di libri, si voltò sembrando che si era solo in quel momento accorto che ero bagnata fradicia.
-Come mai sei tutta bagnata, signorina Granger?- mi disse frenando un sorrisino malefico.
-Malfoy- gli risposi abbassando la testa per non far vedere il mio sguardo         contrariato.
-Ah, adesso mi è tutto chiaro…a quanto pare, non sono l’unico che prova una grande antipatia per te…- non resistendo più, gli lanciai un’occhiataccia; per quanto pozioni era la mia materia preferita, di certo Piton, non me l’aveva fatta amare.

-Sta di fatto, che per un comportamento talmente sciocco ed infantile, toglierò 15 punti ai Serpeverde.-
Sinceramente, non mi sarei mai aspettata una punizione per loro. Credevo che avrebbe tolto qualche punto alla mia casa e non a quella     di     Draco.
-Sta di fatto…- riprese, per poi, con un altro schiocco di dita  asciugandomi, -che quella tua reazione è stata a dir poco infantile e poco ragionata- così, si avvicinò a me e mi disse: -mai sentito di porgere l’altra guancia?-
Non so che dirvi, in quel momento credo che divenni rossa, e poi di tutti i colori sia per l’imbarazzo, sia perché quell’arrogante di Piton mi aveva dato della ragazzina per il mio comportamento. Allora io, allontanandomi da lui gli dissi guardandolo negli occhi: -avrò anche esagerato, ma quel Malfoy, si meritava una lezione!-.
Piton sorrise malignamente e riprese: -d’accordo, ora è meglio che passi alla tua punizione…-
-e…sarebbe?- gli chiesi io, terrorizzata. In quel momento, tolse dalla libreria un libro. Stavo pensando che il professore mi avrebbe inflitto un incantesimo, che mi avrebbe trasformata in un rospo o che so io, ma invece, la libreria si aprì, facendo spazio ad una sorta di passaggio segreto.

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Capitolo 2
*** Ma che scoperta! ***


-Vieni, ti faccio strada. Questo sarà il luogo della tua punizione-.
Dal passaggio segreto, si passava attraverso numerose scale. Tutto era piuttosto umido e buio, le nostre ombre proiettate sulle stratte mura, rendevano l’atmosfera a dir poco inquietante.
Finite le interminabili scale, entrammo dentro una sorta di scantinato, leggermente illuminato da una lampada ad olio. Tutto intorno era molto simile allo studio che avevamo lasciato poco prima: libri dappertutto e tanta polvere. Appesi al soffitto, c’erano tantissimi calderoni, non più neri, ma arrugginiti. Li guardai per un attimo, poi rivolsi il mio sguardo smarrito verso il professore.
 
Lui, subito saziò la mia curiosità dicendomi trattenendo a stento una risata: -hai visto che bei calderoni? Li dovrai lucidare tutti quanti, voglio che ritornino allo splendore di un tempo…ovviamente senza magia-
 Quel ghigno sulle sue labbra aveva incominciato a darmi sui nervi. Non sapevo se era peggio aver di fronte quel detestabile insegnante oppure pulire quella sessantina di vettovaglie…stavo per controbattere, quando fece comparire secchiello, spugnetta e lucidante e me li porse; io ero riluttante e sprizzavo rabbia da tutti i pori.
-Mi sembra fin troppo ridicolo!- gli dissi prendendo il tutto sgarbatamente.
-Se vuoi ti posso portare Malfoy, sono sicuro che accetterà di buon grado-
-NO!- sbottai. Tutto era alla fin fine sopportabile, fuorchè quel Serpeverde.
-Allora- mi disse sussurrandomi ad un orecchio e facendomi rabbrividire –fai la brava bambina e lucida quei calderoni-
Credo che divenni di nuovo rossa come un peperone, perchè  Piton  mi guardò facendo un sorrisino sarcastico. Prima di lasciarmi sola mi disse: -non provare ad usare la magia, che me ne accorgo! Se lo farai, te la dovrai vedere con la mia ira, ragazzina petulante- detto questo, se ne andò.
-Serpeverde…- gli dissi sibilando a voce bassa. Mi voltai cercando di trovare un lato positivo in tutto questo. In fondo, c’erano dei libri. Avrei potuto distrarmi con quelli… 

Credo di esser stata dentro quella sorta di scantinato per circa 3 orette. Ero completamente ricoperta di ruggine, ed il mio aspetto era molto simile a quello di una vecchia fattucchiera; con l’umidità, poi, anche i miei capelli, ribelli di natura, si arruffarono ancora di più. Feci un altro starnuto, ma questo era solo causato dalla polvere: veramente, mi ero proprio stufata. Mi guardai intorno furtiva, e decisi di mettermi a sedere su di un divano che era messo vicino ad una  piccola , più che finestra, fessura. Presi un libro a caso, e mi volli mettere a leggere. Notai subito, che era un libro molto vecchio e usato, ma quello che mi sorprese di più fu leggere il nome dell’autore:  Severus  Piton. Sgranai gli occhi e chiusi violentemente il libro che, per tutta risposta, mi buttò addosso mezzo quintale di polvere in faccia.
 Mi volli alzare immediatamente e riporre l’oggetto malefico dalla credenza da cui l’avevo preso, ma in quel momento arrivò il professore.
-Che facciamo, salotto qui dentro? ti ricordo, miss Granger che hai un gravoso impegno da portare a termine-
Io mi ero incartata ed ero rimasta pietrificata di fianco alla credenza con quel libro in mano. Sgranai ancor di più gli occhi quando Piton si avvicinò per strapparmelo di mano. Lo guardò, fece una smorfia di disgusto, e lo ripose esattamente dove era il suo posto.
-Stupidaggini giovanili- mi disse, riferendosi a quel libro, di cui non notai neanche il titolo, anche se, una piccola curiosità stava facendo capolino nella mia testa.
-Non sapevo che avesse scritto un libro- gli dissi, con una punta di ammirazione. Devo ammetterlo, io amo la lettura, ed il mio sogno è anche quello di essere scrittrice, magari avrei potuto imparare i “trucchetti del mestiere” anche da lui…
-più di uno…- mi disse, ma appena si accorse che la mia curiosità stava salendo, mi disse, rifacendo la smorfia di disgusto di poco fa: -ma sono solo stupide dicerie di un ragazzo che della vita ancora non aveva capito niente, quindi Granger…- mi disse, facendo uno sguardo infinitamente maligno –che non ti venga in mente di spifferare in giro questa cosa, o altrimenti, ti farò passare il peggior ultimo anno della tua vita… -
Ok, lo ammetto, mi si raggelò il cuore, ma come avevo pensato che uno come lui  potesse amare scrivere?! Magari era varo, aveva ragione lui, probabilmente non c’era scritto nulla d’importante, ma nonostante ciò, rivolsi ancora per un solo attimo, un briciolo di curiosità verso quello scaffale pieno di libri…
-si è fatto tardi, è meglio che tu vada. Ci rivediamo qui dentro domani alle 3 in punto. Non esigerò ritardi.-
Detto questo, mi prese per un braccio, e mi portò via da li come se fossi stata un sacco di patate. Ma dico io, chemodi!

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Capitolo 3
*** Ancora?! ***


Il giorno seguente le sezioni trascorsero velocemente, ma non senza alcuni intoppi: nell’ora di Pozioni, non ero riuscita a concentrarmi sufficientemente, tutto questo a causa dei miei troppi pensieri, dovuti a quel cavolo di libro che aveva scritto Piton del quale avevo una fortissima curiosità a leggerlo.
Ero tutta intenta ad immaginarmi il suo contenuto, che ad un tratto trovai la faccia del professor Piton a pochissimi centimetri dalla mia. Dire che mi spaventai a morte fu poco, sobbalzai dalla sedia e rimasi in piedi con gli occhi sgranati alla vista del mio insegnante aspramente contrariato per la scena in molti si misero a ridere, Malfoy per primo a seguire da tutti, inclusi Ron ed Harry. Ma ero così divertente? Io avevo solo il sangue congelato dalla paura!
-Signorina Granger, l’ho chiamata circa una decina di volte prima di avvicinarmi al suo banco, posso sapere perché non ha prestato attenzione alla mia lezione? Crede di sapere il nuovo argomento così bene da non dover ascoltare le mie puntualizzazioni?-. il volto del professore era tra l’incattivito e il sarcastico, ero sicurissima che una decina di punti li avrebbe tolti sicuramente alla mia casa, qualsiasi risposta avessi proferito.
-Chi-chiedo scusa…- è stata l’unica mezza frase che riuscii a proferire.
-Bene, oltre alla punizione che ti sei beccata ieri, ne aggiungerò un’altra…- disse sorridendomi maligno.
-Ancora!?- risposi sbottando. Mi stavo davvero alterando. Ma possibile che tutta a me dovessero capitare? Poi prendo sempre punizioni con Piton, non ci posso credere! Incominciavo a pensare che mi avesse preso di mira!
-Ed ovviamente, 10 punti in meno a Grifondoro!- rispose voltandosi e dirigendosi verso la cattedra bloccando una risata sadica.
Mi misi a sedere, e non dissi nulla per tutte le ore dopo.
Mangiai in fretta e decisi di andare nella mia stanza prima di iniziare i lavori di punizione.
Ero nervosa. Dentro di me sentivo una grande voglia di ritornare in quella sorta di scantinato e di indagare circa l’attività letteraria passata di Piton, ma allo stesso tempo non avevo proprio voglia di fare un altro lavoro di punizione, che stavolta di sicuro sarebbe stato molto più difficile rispetto alla prima.
“TOC TOC”
Sentii la porta bussare, il suono forte dei rintocchi mi fecero trasalire ed anche innervosire. Erano solo le due a volevo riposare prima di andare da Piton, ed allora dissi con voce innervosita: -chi è?!-
-Sono io, il tuo professore-
Sgranai gli occhi.
Piton.
Ero molto sorpresa di quella sgradevole visita, sospirai amareggiata ed aprii la porta.
-Mi dica- gli dissi quasi disinteressata. Ero ormai rassegnata dal fatto che avrei dovuto sopportarmelo per parecchio tempo.
-Vieni con me Granger, i calderoni ti aspettano!- mi disse voltandomi le spalle facendo cenno di seguirlo.

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Capitolo 4
*** Sfida ***


Mi chiedevo come mai la mia punizione era stata anticipata di un’ora senza neanche un preavviso, quindi decisi di chiederlo al diretto interessato.

-come mai la punizione è stata anticipata? Senza neanche un preavviso!-.

-Non è un thè con gli amici, e come punizione deve suscitare disagio, è per questo che non ti ho avvertita,  Granger!-

-E quale sarà la mia nuova punizione?- gli chiesi indispettita.

Si voltò davanti a me prima di aprire la porta di quello scantinato. Mi fissava divertito. Chissà quale punizione sadica aveva in mente per me!

-Ho messo delle trappole all’interno della stanza. Trappole che servono a tenere lontani i ficcanaso come te Granger.-

-Come delle trappole?- gli chiesi schoccata.

-La tua punizione sarà evitarle per non finire male!- mi disse quasi soddisfatto di quella malata idea apparsa nella sua mente.

-Potrei sapere perché proprio dentro quello scantinato doveva metterle le trappole!?- gli chiesi infastidita da quel sorriso sarcastico. Allora il prof mi si avvicinò e quasi sussurrando mi disse: -L’ho fatto onde evitare che una rompiscatole andasse ad indagare, curiosando dentro la teca dei vecchi libri…-

Feci spallucce e mi morsi un labbro dalla rabbia. E dire che avevo aspettato tutto quel tempo per poter leggere quei cavolo di libri!

-Non serviva lasciare trappole, non ero affatto interessata ai suoi libri!- gli dissi quasi urlando.

-Non si sa mai con te!- mi disse aprendo la porta di quel sudicio scantinato, lasciandomi libero il passaggio. –e poi…- riprese, porgendomi gli “strumenti del lavoro” sarebbe a dire spugnetta e detergente, -ringrazia che ti lascio la bacchetta, nel caso ti venisse la malata idea di sfidare le mie trappole, potrai almeno in parte evitare di farti troppo male!-.

Non gli risposi, mi limitai a guardarlo con astio, non so che cosa mi fermò dal non mandarlo a quel paese!

-Buon lavoro.- mi disse. Stava per andarsene quando ad un tratto sbattei forte sul tavolo le cose che avevo in mano facendo salire un sacco di povere.

-Non si aspetti che io me ne stia buona buona qui! Svolgerò al meglio la punizione assegnatami, ma io, Hermione Granger, aprirò quella dannata teca e leggerò tutti i libri che lei ha scritto, che lo voglia oppure no!-. so che non avrei dovuto permettermi di gridare in quel modo, ma mi sembrava davvero una sfida quella che il prof Piton aveva escogitato, e non potei fare a meno di adirarmi con lui.

Lui di tutto punto si mise a ridere, facendo quasi tremare quella sorta di scantinato. Non  mi aspettai una reazione simile, non da Piton.

-Vedemo, Granger, vedremo!-.

Chiuse la porta ma potevo ancora bene sentirlo ridere di gusto. Incredibile, se l’avessi raccontato a qualcuno questa scena nessuno mi avrebbe creduto. Avevo appena fatto ridere il più lugubre e spaventoso insegnante di tutta la scuola! Forse anche lui è umano!
Scostai questo pensiero dalla testa e mi rivolsi verso i calderoni prima, e alla teca poi.

-A noi!- dissi decisa più che mai.

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Capitolo 5
*** Rivelazioni! ***


Avevo appena terminato all’incirca altri 15 calderoni. Stanchissima mi misi a sedere sopra al avolo da lavoro cercando di esaminare il luogo intorno a me. Volevo davvero accertarmi se ci fossero trappole visibili per evitarle con facilità.

Ovviamente non vi trovai nulla, ma decisi comunque di avvicinarmi alla teca, di aprirla e di prendere uno dei tanti libri all’interno di essa. Con una mano mi avvicinai allo sportello, con l’altra tenevo ben salda la mia bacchetta.

Socchiusi gli occhi pronta a ricevere qualsiasi magia addosso, ma…niente. La teca si aprì senza troppi sforzi, e riuscii ad afferrare un libro a caso.

-Sei davvero un mago a prendere in giro la gente, caro professore!- dissi quasi urlando, vedendo che tutta la storia delle trappole era un semplice bluff.

Mi sedetti sulla piccola poltroncina sgualcita ed aprii soddisfatta il libro.

Ed ecco il macello.

Appena aperto,il libro fece un bagliore accecante, la poltrona iniziò a ruotare su se stessa, e mi sentii quasi sprofondare all’interno del pavimento dello scantinato.

Ed eccomi qui, a testa in giù legata come un salame, mi ritrovo appesa appena sopra la scrivania del lugubre studio di Piton.

-Professoreee!!!- tuonai, verso un piccolo lume acceso in fondo alla stanza, dove sicuramente vi era Piton seduto a leggere. Davvero non potevo credere di essere caduta nella sua trappola. Ero arrabbiata, in astio più che mai col mio insegnate. Io lo apprezzavo davvero come professore, ma non capivo il perché di suoi certi comportamenti, e il perché di tutta quell’antipatia riservatami in tutti quegli anni.

-Vedo con piacere che non sei riuscita a resistere alla tentazione di andare a curiosare.- mi rispose d’improvviso una voce in fondo allo studio.

-Di grazia, potrebbe farmi scendere!?- risposi infastidita.

-Quanta fretta!- fece Piton, alzandosi ed avviarsi verso di me. La sua figura che avanzava lentamente verso di me era davvero inquietante e mi sembrava di vivere un semi-incubo.

-Dovevi saperlo che non ti avrei mai lasciata avvicinarti alla teca!- mi disse avvicinando il suo viso verso il mio.

-Non credo di essere nella posizione adatta per parlare in questo istante!- gli dissi scostandomi per quanto più potevo da lui. Mi aveva sempre messa in soggezione.

-Appunto per questo, voglio lasciarti appesa così, almeno per un altro po’!- mi disse sorridendo maligno.

Io sgranai gli occhi e per la rabbia avevo iniziato a divincolarmi da quella corda.

Piton allora sospirò esasperato e con uno schiocco di dita tagliò la corda che mi legava ed io stavo per cascare pesantemente sopra alla sua scrivania.

Probabilmente, per evitare di disordinare tutte le sue scartoffie, mi prese al volo, ed io finii per ritrovarmi con le mie braccia intorno al suo collo, guardandolo dritto negli occhi. In quegli occhi neri così intensi che per un attimo mi avevano catturata.

-Granger, sei una rompiscatole- mi disse sussurrando, e posandomi delicatamente a terra.

-Guardi che è colpa sua! Mi doveva lasciar leggere in pace!- gli dissi, appena ripresa da quello che sembrava un sogno. Ero sicuramente un po’ rossa in viso, ma speravo che non se ne accorgesse.

-Fino a prova contraria quei libri sono miei, a maggior ragione li ho scritti io e quindi…-

-I libri sono fatti per essere letti- gli dissi interrompendolo, avvicinandomi a lui sperando di convincerlo.

-Sei una testarda!- mi disse con un tono tra il rassegnato ed il divertito.

Non capivo il professore faceva così. Tutte le cose più naturali a questo mondo sembravano quasi reati, se ad averli fatti era stato lui. I miei compagni lo disprezzavano dicendo che il professore era una sorta di “pipistrello” senza sentimenti. Io non lo vedevo così. Per me Piton era semplicemente il mago più brillante, dopo Silente, che potesse essere mai esistito, ma prima di tutto era un uomo anche lui, con i suoi difetti e con i suoi pregi. Ed ero sicurissima che di pregi seppur nascosti, ce li avesse anche lui. Sorrisi a quel pensiero, e ripresi a parlare.

-Ma si può sapere perché le cose più naturali di questo mondo le condanna e le evita in questo modo?! Ha scritto dei libri, ed allora? Non è mica un reato! Fanno schifo?!  Beh, non tutti la penseranno così, e stia pure certo che tra quelli che ammireranno le sue opere ci sarò anche io!-

Gli dissi tutte queste parole tutte d’un fiato. Piton mi guardava con un’espressione che non riuscivo bene a decifrare. Ma notai come un lieve sorriso la smorfia che gli apparve sul volto. Si avvicinò a me, e mi diede una carezza sulla testa scompigliandomi un po’ i capelli. Era una carezza un po’ goffa, ma comunque mi fece davvero tanto piacere. Scostò immediatamente la mano e schiarendosi la voce un po’ imbarazzato mi disse:

-D’accordo, sei liberissima di leggere i libri, ma non ti concedo di portarteli in giro per la scuola!- capii subito a cosa si riferisse. Avevo nascosto dentro la mia uniforme il libro che avevo preso lì allo scantinato, con intento di leggerlo non appena rientrata nel mio dormitorio.

-M..ma..- cercai di controbattere.

-Niente ma, Granger!- mi disse, tornando freddo ed acido come sempre.

-Ok…- gli risposi arresa.

-Allora dammi il libro che hai nascosto.- mi disse sorridendo divertito.

Glielo porsi, e finalmente riuscii a leggere il titolo.

“Hermione e le avventure del castello della foresta proibita”

No. Non ci potevo credere.

La protagonista del libro del professore si chiamava come me!

Ero sorpresa, e divertita allo stesso tempo. Nei miei occhi si leggeva curiosità ed anche un pizzico di orgoglio.

-Ecco perché non ti sopporto e non volevo farti leggere i miei libri- mi disse, un po’ imbarazzato.

-Potrebbe spiegarsi meglio?- gli chiesi avvicinandomi un po’.

-La protagonista della serie dei miei libri, oltre a chiamarsi come te, ha il tuo stesso carattere, e ti somiglia pure fisicamente…-

Sgranai gli occhi dalla rivelazione. Stavo per parlare, quando Piton riprese:

-Il primo anno, quando ti vidi, non riuscivo a credere ai miei occhi. Avevo praticamente davanti a me la fotocopia esatta della protagonista dei libri che scrivevo da giovane…non riuscivo a crederlo, ed allora decisi di tormentare te e la tua dannata casa! Meritavi sicuramente di finire tra i Serpeverde e no in mezzo a quelli esaltati dei Grifondoro! -.

Non sapevo come sentirmi di fronte a quella rivelazione.

Da una parte ero davvero divertita nello scoprire che Piton non mi odiava davvero, e non aveva preso di mira me perché ero una Mezzosangue. Ma tutto il resto mi aveva davvero sorpresa e forse anche lusingata. Io tra i Serpeverde…non saprei come sentirmi in mezzo a loro!

-Questa faccenda mi ha davvero sorpresa, professore!- gli dissi sorridendo. –ovviamente resterà un segreto!- gli feci l’occhiolino e lui subito si rilassò.

-Potrai venire a leggere i miei libri ogni mercoledì alle 3 in punto qui al mio studio, se vorrai…-

-Ovviamente sì!- gli risposi felice. Piton lo notò, e ricambiò il sorriso.

Stavo per andarmene, quando ad un tratto mi chiamò.

-Hermione!-

-Sì?- mi voltai. Mi aveva appena chiamata per nome!

-Il lavoro di punizione lo hai terminato?-

-Veramente…no…- gli dissi un po’ imbarazzata.

-Allora ritorna là e finisci! Voglio che termini antro stasera!- mi disse sadico.

-Agli ordini! E…grazie…- gli risposi un po’ timida-

-Vai…- mi disse imbarazzato.

Piton è davvero una persona eccezionale, in fondo mi è sempre piaciuta. Mi ha sempre dato come l’impressione che nascondesse un universo dentro di sé, e forse mi aveva dato l’opportunità di scoprire almeno un po’ quel suo universo…




Zona di _Anima_Libera_
Vi è piaciuto questo capitolo???!!! Spero di sì!
Forse, forse lo continuo! Voi che dite?! ;)

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