una nuova amica

di maryku
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Era un bellissima giornata di primavera. A Roma c’era grande spostamento di gente. La bellezza si sentiva nell’aria e Sara stava andando a scuola. Un giorno come tanti altri x lei. Almeno questo è quello che credeva…(sn mlt misteriosa ihihih nd maryku)
Sara era molto bella è,anche se era la più piccola della classe, visto che era andata un anno avanti, tutti i suoi compagni la ammiravano. Soprattutto i ragazzi che avrebbero fatto di tutto per avere un appuntamento con lei. Comunque ritornando a Sara, come già detto sopra, era molto carina aveva enormi occhi di un nocciola intrigante, capelli stupendentemente belli, lisci e scuri e un corpo da mozzare il fiato. Ma lei x quanto glielo dicessero che era veramente una bella ragazza non ci credeva. Non si sentiva brutta ma neanche così bella come dicevano tutti. Arrivata a scuola si sedette come suo solito al 2 banco nella fila centrale vicino alla sua migliore amica, che non era ancora arrivata, quando si avvicinò Gabriele, l’unico vero amico maschio che aveva. Era molto carino. Era stupendo, come sempre. Bellissimi occhi blu, capelli corti e scuri, labbra che veniva voglia di baciare e un fisico molto virile. Era il più carino della classe e molte sue compagne solo a scambiare 2 parole con lui morivano. Ogni settimana cambiava ragazza ma, anche se sotto tortura non l’avrebbe mai ammesso, ogni volta che vedeva Sara era fuori di se dalla gioia. Ma non lo dava a vedere.
Lui le parlava sempre di tutte le sue ragazze e si faceva dare consigli da Sara, ma non sempre li seguiva. Era innamorato pazzo di lei e il solo fatto di parlarle lo rendeva felice. Stavano giusto parlando.
Sara: Secondo me la dovresti lasciare.
Gabriele: Ma io le voglio bene.
Sara: Ma che stai dicendo se ogni volta che la vedi vuoi scappare! Mi sembra incredibile che sia resistita così tanto con te. Se fosse stata un’altra l’avresti già mollata.
Ma in quel momento arrivò Giulia, la migliore amica di Sara.
Giulia: Ciao Sara!
Sara: Ciao Giulia
Giulia: Ehi! Sai l’ultima?
Giulia sapeva tutto di tutti. Era un vulcano pronto a esplodere, per quanto riguardava di parlare di fatti altrui e ficcare il naso. Era molto carina, capelli medio-lunghi castani e due bellissimi occhi color nocciola, ma niente paragonato a Sara. Stava per cominciare a parlare quando entrò la professoressa.
prof.ssa: Ragazzi! A posto
2 parole che dicevano tutto. Almeno era di buon umore.
prof.ssa:avete fatto i compiti
ragazzi: Si
prof.ssa: allora prendete…
Voce di uomo(detto in giapponese):Papà torna qui che ti ammazzo. ( e chi sarà?? Nda maryku) ( dai diccelo nda voi) ( eheh ora lo scoprirete mda maryku) ( KATTIVA!!!! Nda voi) (lo so nda maryku)
Prof.ssa: Ma cosa…
Ma non fece in tempo a dire niente che qualcuno sfasciò la porta…
Era un ragazzo vestito alla cinese con capelli scuri raccolti in un codino, occhi celesti e un fisico scolpito in tutte le parti. Insomma un ragazzo niente male.
Fece una capriola all’indietro e cadde sul banco di Sara che intanto lo fissava con fare circospetto.
Senza alcun preavviso, il ragazzo cominciò a guardare Sara con i suoi bellissimi occhi. Ma non la guardava con malizia, come alcuni sui compagni di classe, piuttosto con stupore e curiosità.
Tutti infastiditi da quel comportamento, un po’ perché era piombato lì spaccando la porta un po’ perché guardava solo Sara, si misero a gridare che aveva interrotto la lezione. Però a un certo punto comparì dietro di lui una ragazza con i capelli corti e blu a caschetto che gli diede un calcio e lo fece volare fuori dalla finestra. Poi anche lei fissò Sara, ma lei aveva più uno sguardo quasi d’odio verso Sara.
Alla fine arrivò una guida che, stanca di quel trambusto creato dai due ragazzi che erano andati in gita con lui, cercò di calmare la professoressa ma senza molto successo. Intanto quel ragazzo era tornato, lo si vedeva da fuori a correre ad alta velocità e raggiungere la finestra e saltarla agilmente e rientrare in classe. Tutto normale se non fossero stati al 2 piano.
Poi inizio a litigare con la ragazza che lo aveva buttato fuori dalla finestra. I compagni di Sara li guardarono sorpresi. Erano stranieri. Ma Sara comprese ogni parola di quel discorso.
Ragazzo: la devi piantare di farmi volare in aria stavolta non ho fatto niente.
Ragazza: a nooooo!!! Per chi mi hai presa per una stupida?? Ragazzo: ma di cosa sta parlando??
Ragazza: le stavi facendo gli occhi dolci…
Ragazzo: cheeeee……… io ancora non ti capisco…
Ma fu costretto a lasciare il discorso a metà poiché Sara si era alzata e li aveva interrotti bruscamente.
Sara: ma cosa avete fatto dico io. Ci avete quasi sfasciato l’aula.
Non voleva intromettersi. Ma odiava quando qualcuno litigava e inoltre gli avevano davvero sfasciato quasi l’aula. I compagni la guardarono stupiti. Aveva parlato in giapponese.
Ragazza e Ragazzo:….
All’improvviso Sara capì di aver parlato in perfetto giapponese senza neanche accorgersene. Sì, era sempre stata attratta dalla cultura giapponese ma non l’aveva mai studiato in vita sua. Era sorpresa da se stessa. Stava lì. A fissarli. stupita di se stessa e di ciò che aveva fatto. Ragazzo: sai parlare il giapponese??
Ragazza: Ranma sei proprio stupido se ha parlato giapponese certo che lo conosce.
Il ragazzo si doveva chiamare Ranma. Un bel nome pensò Sara.
Ranma: Akane non sono stupido. Sono solo stupito che qualcuno parli il giapponese qui in Italia.
La ragazza per tutta risposta guardò Sara stavolta anche lei un pò stupita ma durò un attimo.
Poi Sara si guardò attorno. Tutti a fissarla. Lei non avrebbe voluto che la guardassero così. Ma sapeva che avevano ragione. Lentamente si rimise seduta. Fu allora che Giulia parlò.
Giulia: da quand'è che sai il giapponese?? io mica lo sapevo. Ma... che hanno detto quei due ragazzi??? Però... il ragazzo è proprio carino ma sicuramente avrà tante pretendenti. Ehi gli chiedi come si chiama???
Stava parlando più a se stessa che a Sara. Ma lei non se ne curò e andò si rialzò ma stavolta andò vicino alla guida che ancora cercava di calmare la professoressa, mentre lasciava Giulia con un sacco di domande e i due ragazzi a litigare.
Sara(in giapponese):mi scusi ma cosa ci fate qui?- Non si riusciva a vederla in volto.
Guida: bhe... siamo venuti qui con la scuola. Era una gita di qualche giorno ma a un certo punto, quando stavamo passando qui davanti, un panda ha preso quel ragazzo e l'ha tirato fuori dal pullman. Poi hanno cominciato a litigare e a lottare. Non so bene come, ma piano piano ci siamo avvicinati alla vostra scuola seguendo quei due. Poi sono entrati e io e la signorina li abbiamo seguiti, dopo il panda ha mandato il ragazzo verso quest’aula e ha sfondato la porta. Mi chiedo dove sia il panda.
La guida si era espressa in giapponese e nessuno oltre a Sara lo aveva capito. Sara stava per aprire bocca per dire qualcosa quando una ragazza le afferrò i capelli da dietro e le parlò in giapponese. Non era quella di prima, ma una comparsa dal nulla.
Ragazza: Ehi tu! Si dico a te. Perché guardavi così intensamente Ranma???
Sara: allora… si chiama Ranma. Non avevo sentito male. L’aveva detto con un tono così tetro che la ragazza per lo stupore la lasciò andare. Sara andò verso Giulia e le disse, stavolta in Italiano, una cosa che la lasciò stupita.
Sara: Prima volevi sapere il nome del ragazzo??? Si chiama Ranma.
L’aveva detto sorridente. Sembrava felice. Ma un occhio più attento avrebbe notato subito la difficoltà di quelle parole.
Giulia però la guardava male. Non aveva capito che l’amica stava vivendo un momento difficile, piuttosto aveva dei dubbi, ma Sara non lasciò il tempo a Giulia di chiarirli, visto che riguardavano tutti lei, poiché andò verso i due ragazzi che ora si davano le spalle e tutti e due mostravano il broncio.
Sara: Salve, non ci siamo presentati. Io mi chiamo Sara. Ranma: ehm…. Tutto ok??
Akane: certo lo chiedi a lei. Ma non lo vedi che sta in perfetta salute?? Io piuttosto mi sono slogata una caviglia per venire qui.
In quel momento entro un signore con uno scheletro in mano. Signore: ah siete qui. Ma Akane… cosa hai fatto alla caviglia??
Akane: dottor Tofu cosa ci fa lei qui??
Dottor Tofu: sono venuto qui per la gita. Avevano bisogno di una persona in più e quindi ho preso l’aereo e sono venuto qui.
Akane: ma sull’aereo non l’ho vista.
Dottor Tofu: naturale. Sono venuto con il volo dopo il vostro poiché mi hanno avvertito dopo. Su ora fammi vedere la caviglia.
Ranma: uff… sempre così… piuttosto… devi ancora rispondere alla domanda che ti ho fatto prima…
Il ragazzo era girato verso Sara all’improvviso.
Sara: perché me lo chiedi?? Va benissimo. Davvero…
All’ultima parola le era venuta a mancare la voce.
Ranma: vabbe’… se lo dici tu…
Akane: ahia!
Il ragazzo, appena aveva sentito la voce della ragazza lamentarsi, si era precipitato da lei.
Dottor Tofu: scusa. È colpa mia.
Akane: non si preoccupi dottore.
A Sara sembrò quasi che la ragazza lo avesse fatto apposta a lamentarsi quasi urlando. Ma, grazie a lei, ora il ragazzo non la guardava più. Non sapeva come avesse fatto. Il ragazzo, Ranma, era riuscito a capire che qualcosa non andava in lei dopo due minuti che l’aveva conosciuta, invece Giulia non aveva capito niente.
Ranma: per fortuna stai bene Akane… d’altronde un maschiaccio come te ha la pelle dura…
A quel punto spuntò un martello gigante e Akane colpì Ranma.
Akane: stupido, non sei altro che uno stupido…
Sara pensò che quella ragazza doveva essere molto forte e anche simpatica. E a quel punto sorrise. Non era un sorriso forzato come quello di prima. Era un sorriso divertito e affettuoso. Ora si sentiva meglio.
Sara: tutto bene??
Si era avvicinata ad Akane con quel sorriso stampato in faccia. Ad Akane sembrò una presa in giro, ma non lo era. Akane: si, ma a te che interessa??
Sara: semplice… ti eri fatta mele e volevo sapere come stavi…
Akane: ora sto meglio grazie…
L’aveva detto con tono di sfida e poco gentile. Ma a quel punto arrivò la ragazza che prima aveva afferrato Sara dai capelli.
Ragazza: vigliacca. Sei scappata. Vieni qui e fatti sotto. Sara: cosa cè???
Ragazza: non fare la finta tonta. Guardavi Ranma, il mio Ranma… E ora combatti.
Era partita. Con la sua pala per cucinare. La stava per colpire, e l’avrebbe anche fatto, se Sara, veloce come un fulmine, non l’avesse schivata.
Ragazza:*è veloce. Ma non mi farò sconfiggere*
Era una battaglia. Ma Sara non si muoveva minimamente. Ad un certo punto si vide Sara che cadeva… Per chi ha letto questa fanfic: non vi preoccupate se è poco chiaro. Nei prossimi capitoli si capirà di più. Aggiornerò prestissimo.

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Capitolo 2
*** 2 ***


Ad un certo punto si vide Sara che cadeva… Lo faceva pianissimo, senza alcuna naturalezza. La ragazza si fermò con la pala in mano, sconcertata. Non capiva se fosse un attacco oppure stava cadendo per davvero.
Prima che chiunque potesse capire cosa stava succedendo o fare qualsiasi cosa per fermare quella caduta, Ranma l’afferrò e non le permise di cadere e farsi male. La prese in braccio e la portò vicino al dottor Tofu. La adagiò sulla sedia di fianco a quella di Akane. Era svenuta.
Dottor Tofu: ottimo lavoro Ranma. Se non l’avessi afferrata poteva farsi davvero molto male…
Ranma guardava Akane. Sicuramente si sarebbe arrabbiata. D’altronde, a lui non importava niente di quella ragazza, l’aveva solo salvata… no! Non era vero! Non sapeva perché ma quella ragazza aveva attirato la sua attenzione.
Dottor Tofu: ahhh! Per fortuna è solamente svenuta. Akane, ora ti senti meglio??
Akane: certo dottore
Prof.ssa: mi scusi, ma cos’è successo alla mia alunna?? Qualcuno mi dia una spiegazione!!
Guida: signora, la vostra alunna è semplicemente svenuta, ma non si sa il perché…
Giulia: bisognerebbe portarla a casa… poverina chissà cos’ha…
La guida intanto si dava un gran daffare per tradurre dall’italiano al giapponese e viceversa.
Dottor Tofu: bene, allora portatemi a casa sua, le darò le prime cure, ho bisogno di visitarla con più attenzione e qui in aula non posso.
Giulia: ok, ma potrò accompagnarvi a casa sua solo se la professoressa mi dà il permesso.
Prof.ssa: Giulia andrai solo se questa gentile guida e qualcun altro ti accompagneranno… Gabriele vuoi essere tanto gentile??
A quel punto Gabriele si alzò e andò dalla professoressa. Gabriele: Certo professoressa, anche subito se vuole.
Prof.ssa: molto bene… allora noi ci diamo da fare per rimettere a posto l’aula… potete andare, tanto comunque non riusciremo più a far lezione oggi, ci vediamo lunedì, fate i compiti.
Dottor Tofu: allora andiamo. Ranma puoi essere tanto gentile da portare tu quella ragazza??
Ranma: ma certo dottore.
Giulia: Gabriele, tu ricordi dove sta la casa di Sara?? Io si ma on ne sono del tutto sicura…
Gabriele: ma certo! Allora seguitemi.
Così uscirono tutti dall’aula per andare a casa di Sara. Per tutto il tragitto Gabriele non parlò, solo per correggere le indicazioni di Giulia. Non ci misero tanto ad arrivare a casa di Sara. Era molto graziosa quella casa, era anche molto grande. Sulla soglia lì aspettava la madre di Sara.
Signora: la scuola mi ha avvisato che sareste arrivati, prego accomodatevi. Gabriele portali in camera di Sara, per favore. Tu, Giulia, aiutami a preparare una camomilla per questi giovani.
Giulia: ma certo signora, lei è sempre così gentile. Ma, dov’è Simone? Non lo vedo…
Simone: ciao Giulia! Ciao Gabriele! Ma, cos’è successo a mia sorella??
Giulia: sai è svenuta in classe…
Simone: si lo sentito, ma com’è successo??
Così, mentre Giulia spiegava alla famiglia cos’era successo, il Dottor Tofu, la guida, Akane, Gabriele e Ranma, con in braccio Sara, si avviarono verso la camera. Ci andarono in completo silenzio.
Appena arrivarono la prima cosa che notarono fu che la camera era piuttosto grande. C’era un armadio con almeno un milione di vestiti, un letto molto comodo con una coperta gialla, accanto un comodino con una luce sopra e, vicino all’armadio, una scrivania con sopra un computer. Sopra il letto c’era una cosa strana…
Ranma: ahhh!! Un gatto!!!
Ranma, sempre con in braccio Sara, si arrampicò sull’armadio.
Ranma: mandatelo viaaaaa!!!
Akane: che carinoooo!!!! Ma purtroppo, per colpa di Ranma, devi andare fuori, forza.
Akane lo prese e lo mise fuori dalla porta che poi richiuse alle sue spalle.
Akane: forza, adesso scendi. È andato via.
Dottor Tofu: Ranma, devo visitare quella ragazza…
Ranma: arrivo! Umpf… lo sapete che ho paura dei gatti, non ci posso fare niente. È tutta colpa di mio padre…
Dottor Tofu: forza!! Metti la ragazza sul letto e uscite per favore, tutti.
La comitiva uscì dalla stanza.
Akane: allora che si fa???
Gabriele: andiamo dalla madre di Sara. Ho bisogno di una camomilla…
La guida dovette tradurre a Ranma e Akane cosa aveva detto il ragazzo.
Gabriele si era comportato in maniera strana da quando Ranma era entrato in classe. Il motivo era che a lui piaceva Sara e non sopportava che qualcuno la guardasse così intensamente come aveva fatto Ranma.
Giulia: ecco, è andata proprio così.
Signora: povera piccola! Sarà stato uno shock per lei.
Gabriele: potrei avere un po’ di camomilla, per favore??
Signora: ma certo, la volete anche voi??
Si era girata verso i ragazzi. La guida allora dovette tradurre ciò che aveva detto la signora per far capire ai ragazzi.
Ranma e Akane allora si sedettero.
Akane: ma certo. Grazie mille signora!!
Ranma: si!! Ma ci sarebbe anche qualcosa da mangiare??? Muoio di fame…
Akane: ma ti sembra il caso???
Ranma: bheee… ma che ho detto?? Non c’è niente di male se chiedo qualcos…
Non riuscì a finire la frase poiché la signora aveva portato un vassoio di dolcetti.
Signora: ecco, forse volevi questi??
Ranma: ehm… si, grazie.
Per tutto il tempo la guida aveva tradotto ciò che si erano detti.
Dopo cinque minuti, nei quali Giulia rispiegò tutto quello che era successo visto che Simone era curiosissimo di sapere qualcosa in più, arrivò il dottor Tofu.
Dottor Tofu: è tutto ok, sta bene. È solo stanca, lasciamola ripos…
Il dottor Tofu non riuscì a finire la frase che dal corridoio arrivò Sara.
Sara: mamma, mi puoi portare un po’ di camomilla di là, per favore??
Signora: certo tesoro, ma ora và a riposare, ne hai bisogno.
Sara: ok. Ora vado. Ma… cosa ci fate tutti a casa mia??
Solo in quel momento si era accorta di tutte quelle persone che la fissavano curiosi e anche un po’ sbalorditi. Signora: Sono stati loro a portarti qui, e il dottore ti ha visitata.
Sara: capisco. Ma non è giusto che io stia di là da sola se ci sono ospiti a casa…
Gatto:miaoooo
Ranma: ga…ga…ga…gattoooo!!!
Ranma era letteralmente saltato sul tavolo e tremava come una foglia.
Sara:ohhh!! Andiamo Minou. Ti portò di là. A quanto pare questo ragazzo ha paura di te…
Mentre Sara andava di là, tutti guardavano Ranma, che era quasi svenuto in piedi.
Akane: uff… forza! Il gatto non c’è più, comportati da uomo Ranma!
Ranma: per fortuna è andato via. Ora sono più tranquillo.
Intanto Sara era tornata e si era seduta tra Ranma e sua madre, che la guardava. Parlavano senza che nessuno, oltre al dottor Tofu, si fosse accorto della presenza di Sara. Dopo pochi minuti, Sara si alzò e parlò in giapponese al dottor Tofu, alla Guida, a Ranma e Akane.
Sara: grazie a tutti. Vi devo un grosso favore, potete restare qui quanto volete e potete anche dormire qui stanotte. Ci sono abbastanza camere per tutti.
Poi in italiano si rivolse ai suoi due amici.
Sara: ovviamente, anche se voi due volete fermarvi qui per un po’ potrete farl…
A quel punto arrivò la ragazza con la spatola.
Ragazza: ehi tu! Prima sei fuggita, ma, adesso, dovrai combattere.
E, ancora una volta, si lanciò contro Sara.
Dal canto suo Sara, come l’ultima volta, si spostò solo all’ultimo momento. Ma, stavolta, non svenne. (per fortuna aggiungo io nd maryku)
Akane: Ukyo, adesso smetti di fare così. Ci penserai dopo alla tua vendetta, adesso siediti e stai con noi, senza lamentarti.
Sara: allora, ti chiami Ukyo. È un bel nome. Ciao, io sono Sara.
Tutti la guardarono allibiti. La ragazza che poco prima la stava sfidando e l’aveva attaccata, lei la trattava così?? Ranma: che ti prende Ukyo??
Ukyo, che più di tutti era rimasta stupita dal comportamento di quella ragazza, non sapeva che rispondere.
Sara: ovvio che anche tu potrai restare qui stanotte se vorrai.
Guida: mi dispiace, ma noi dobbiamo continuare il giro turistico.
Dottor Tofu: su via. Lasciamoli riposare un pò. Ne hanno bisogno. E anche lei.
Guida: va bene, allora avviserò l’albergo e la scuola dove stiamo. Domani, con calma, torneremo dagli altri.
Ranma: io ci sto. Ho bisogno di riposo e di un bel bagno caldo. Dov’è il bagno??
Sara: vieni, te lo mostro. Dopo Ranma, anche voi potrete darvi una rinfrescata. Mamma, dove sono gli asciugamani puliti??
Signora: nell’armadio, nel secondo cassetto, lì trovi a destra.
Sara: presi! Seguimi Ranma!
Ranma: arrivo, eccomi.
Si incamminarono verso il bagno. Sara teneva gli asciugamani in mano e gli faceva da guida. Stavano passando in un corridoio. Era lo stesso dove erano passati prima per andare in camera di Sara, ma Ranma era troppo impegnato per notare dove andava visto che doveva tenere in braccio Sara, così non aveva fatto caso ai quadri che c’erano appesi. Tutti con la stessa firma: Paola minodin. Erano tutti molto belli.
Ce n’erano alcuni astratti, altri erano ritratti. In uno si vedeva una bambina piccola molto graziosa che giocava con un cane.
Ranma: chi ha fatto questi quadri?
La domanda gli era venuta spontanea.
Sara: ti piacciono??
Ranma: bhe… si! Devo dire che sono molto belli.
Sara: li ha fatti tutti mia madre, ispirandosi alla sua famiglia, soprattutto a me. Così dice lei. Siamo arrivati. Mi dispiace ma dovrai accontentarti del bagno più piccolo. L’altro lo darò alle ragazze.
Ranma:*piccolo? Questo bagno è gigantesco*
Infatti il bagno era molto ma molto grande.
Sara: allora io vado. Ah… grazie ancora, mi hanno detto che mi hai preso tu in braccio. Credo che quella ragazza, Ukyo, sia molto simpatica. Fammi sapere quando hai finito, ti dirò qual è la camera dove puoi dormire.
E se ne andò lasciando Ranma da solo.
Intanto gli altri stavano ancora bevendo la loro camomilla.
Gabriele: non voglio ancora approfittare della vostra ospitalità. Ma ora dovrei andare a casa.
Giulia: uff… sei sempre il solito. Ogni volta scappi. Ma stavolta se Sara non ti trova si arrabbierà. E poi, ci hanno offerto di riposare qui, è maleducato da parte tua andartene proprio ora.
Signora: per una volta Giulia ha ragione. Siediti caro.
Simone: io so perché non vuole rimanere… non è vero Gabriele??
Gabriele a quelle parole era diventato tutto rosso fino alle orecchie.
Akane: ma di cosa parlano? Tu capisci l’italiano Ukyo??
Ukyo: no. Ora mi interessa solo che Ranma sia nelle grinfie di quella lì.
Akane: anch’io sono nervosa,anche se non per Ranma, ma non puoi farci niente. Questa è casa sua, solo lei poteva accompagnarlo.
In quel momento era arrivata Sara.
Sara: Ukyo, Akane, volete fare il bagno anche voi?
Akane:bhe… un buon bagno mi farebbe bene.
Sara: ok! Tu Ukyo?
Ukyo: no grazie, sono a posto.
Sara: ok, come vuoi. Allora, seguimi Akane.
Akane: ora?? Ma non c’è Ranma in bagno??
Sara: si, ma tu userai l’altro.
Akane: uff… per fortuna.
Akane aveva tirato un sospiro di sollievo
Sara si avvicinò a Gabriele.
Sara: allora? Che hai?
Gabriele: perché me lo chiedi?
Sara: si vede lontano un miglio che non stai bene. Sei malato?
Gabriele: no. Ho solo voglia di andare a casa.
Sara: fa come ti pare. Ma a quest’ora non ci sarà nessuno a casa tua.
Giulia: anche prima diceva di volersene andare. Sara: ora devo accompagnare Akane, ci penserò dopo a Gabriele. Akane, andiamo. Ho fatto.
Akane: ok!
Si incamminarono per lo stesso corridoio. Anche Akane notò i quadri ma, al contrario di Ranma, non fece nessuna domanda. Ad un certo punto ci fu una rampa di scale e salirono. Alla fine delle scale c’era 1 porta. Si entrava e c’era un altro corridoio. Invece dei quadri c’erano tante foto. Una in particolare attirò l’attenzione di Akane. C’erano Sara e Simone bambini che giocano insieme e dietro una donna, che doveva essere sua madre, altri bambini che giocavano insieme a Sara e Simone e un uomo.
C’erano in tutto 3 porte. Si fermarono alla prima. Sara: eccoci arrivate!
Questo bagno era più grande dell’altro, ma non di tantissimo.
Akane era sbalordita poiché quel bagno era almeno 3 volte quello di casa sua.
Akane: grazie!
Sara: ora vado a preparare le stanze per voi. Credo che tu dovrai dormire qui sopra con Ukyo, mia madre e me, mentre i ragazzi staranno tutti giù. Ti verrò a chiamare appena la camera sarà pronta. Per qualsiasi cosa, chiamami. E con questo uscì. Akane provava un po’ di sconforto. Aveva pensato tanto male di quella ragazza e invece si era rivelata molto gentile e carina.

Ecco fatto. Come mi ha fatto notare Apple 92, che ringrazio molto per il commento, ho ingigantito troppo il carattere scontroso di Akane. Anche in altre cose ho sbagliato, ma spero che nei prossimi capitoli di fare di meglio e di dare più dolcezza ad Akane.

Apple 92, Francesca, io non sono Sara, anche se ho cercato di immedesimarmi in lei visto che è la protagonista, non ho fatto la primina e ho scelto il secondo banco al centro perchè mi sembrava quello che si vede di più visto che è al centro della classe, ma su una cosa hai ragione, sono romana. Anch'io vorrei molte delle caratteristiche di Sara. Non ho visto dove ho usato il linguaggio SMS, anche a me non piace, dev'essermi sfuggito, la prossima volta starò più attenta.
Oltre a questo, grazie ancora per il commento e ti volevo dire che non sei stata troppo severa, mi sarei arrabbiata se tu non lo fossi stata.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Intanto Sara tornava nella sala da pranzo trovando Gabriele che stava per uscire.
Sara: dove vai?
Gabriele: a casa
Giulia: uff… ho provato a farlo ragionare, ma niente. È irremovibile.
La verità è che Gabriele aveva bisogno di pensare. Soprattutto su quel ragazzo che aveva preso Sara in braccio.
Sara: ok, ma fa attenzione.
Gabriele: a cosa??
Sara: a tutto e a niente.
Gabriele: non aprire la bocca solo per dargli fiato.
Le parole gli erano uscite senza che lui avesse potuto fermarle. Di solito queste uscite di Sara lo facevano ridere un sacco, ma ora era diverso. Sara dal canto suo era rimasta impassibile a ciò che aveva sentito.
Gabriele: vado prima di dire qualcos’altro.
Sara: basta che torni per cena, senno mi arrabbio.
Lo aveva detto un po’ ironica e un po’ perché davvero voleva che venisse.
Gabriele: ci sarò.
E se n’era andato senza dire nient’altro.
Giulia: credi sia arrabbiato??
Sara: no. Solo confuso.
Giulia: e di cosa??
Sara: non ne ho idea. Starà passando un momento difficile a casa, forse.
Signora: SARA, VAI A PREPARARE LA CAMERA PER I NOSTRI OSPITI.
Sara: me n’ero completamente dimenticata. SUBITO MAMMA.
E sparì sempre nel solito corridoio.
Giulia, invece, tornò nella stanza da pranzo, dove stavano parlando il dottor Tofu con la madre di Sara e la guida sempre lì, a tradurre. Simone ancora beveva camomilla. Ukyo stava in disparte.
Giulia: signora, la posso aiutare a cucinare??
Signora: sono già le 13 e un quarto?? Forza andiamo! Ah, Ukyo, mi faresti il favore di aiutarmi anche tu a preparare il pranzo?? Avrei tante cose da fare e Sara ora non mi può aiutare visto che deve preparare ancora le stanze.
Sempre con l’aiuto della guida, che, oltre a Sara, era l’unica a saper parlare sia giapponese che italiano, riuscirono a capirsi.
Ukyo: ma certo signora. Farò le mie oconomiyaki.
Signora: bene. Voi dottore, per favore, appena mia figlia avrà finito di fare le stanze e di assegnarle, potete visitarla un’altra volta per farmi sentire più sicura??
Dottor Tofu: ma certo, con molto piacere.
Signora: tu Simone, invece di bere e non fare niente, vai ad aiutare Sara.

In quel momento Sara era tornata dal corridoio e stava prendendo dei asciugamani.
Sara: finalmente ti darai una mossa anche tu invece di stare a bere litri di camomilla.
Simone: si mi darò da fare ma solo dopo aver finito la camomilla.
Sara: scansafatiche
E con queste ultime parole se ne andò di nuovo. Percorse il solito corridoio e bussò al bagno dove era andato Ranma.
Sara: Ranma ti ci vuole ancora molto??
Ranma: no, ho finito. Piuttosto, i miei vestiti sono tutti sporchi, non è che potresti prestarmene degli altri?
Simone: ho finito la camomilla.
Sara: capiti a fagiolo… presta a Ranma uno dei tuoi vestiti,io vado a fare le camere…
Simone: lo farei se solo ci capissimo.
Sara: scusa, me l’ero dimenticato. Ranma mettiti addosso un asciugamano e seguici.
Ranma: cos’hai in mente??
Sara: mio fratello non sa il giapponese e tu non sai l’italiano, perciò, mentre siamo in camera sua e io metto a posto la camera e traduco, voi intanto scegliete i vestiti.
Ranma: ok…
Sara spiegò velocemente tutto anche al fratello. Quando ebbe finito, Ranma uscì.
Era tutto gocciolante, l’asciugamano, seppur coprendo le sue parti intime, lasciava intravedere troppo bene i muscoli. Sara restò un po’ a fissarlo, era davvero bello, ma nessuno dei due se ne accorse.
Sara: ok, andiamo?
Attraversarono tutto il corridoio e, poco prima della rampa di scale per andare al piano superiore, entrarono in una porta.
Sara: avrò molto da lavorare, qui è tutto in disordine. Allora, Simone, aiutalo a scegliere i vestiti, io intanto do una riordinata qui.
Simone si avviò verso quello che doveva essere l’armadio e tirò fuori alcuni vestiti fra i quali Ranma poteva scegliere.
Ranma scelse una casacca blu, simile alla sua, e dei pantaloni da ginnastica.
Sara:ok! Io esco, tu provali. Simone, continua a mettere a posto la tua stanza, io vado a vedere se mamma ha ancora bisogno d’aiuto. Qualsiasi problema, chiamatemi.
Simone: ok sorellina. Ma dove metterai Ranma?
Sara: ho deciso di fargli un letto per terra nella tua stanza
Simone: qui da me?? E poi perché per terra??
Sara: si da te. Per terra perché me la chiesto lui.
Ranma guardava da una parte all’altra seduto sul letto ancora con l’asciugamano addosso.
Sara: Ranma, se non ti sbrighi a mettere quei vestiti, ti ammalerai. Ora vado.
Sara se ne andò così Ranma poté cambiarsi in pace e Simone rimettere in ordine la sua stanza.
Così, senza aspettare oltre, andò da sua madre.
Sara: mamma, cosa posso fare ora?
Signora: hai finito di fare le stanze??
Sara: si, ho fatto.
Signora: bene allora fatti visitare dal dottor Tofu, così starò più tranquilla.
Sara: ok, mamma!
Sara parlò con un tono un po’ contrariato e stancato. Non gli andava di disubbidire a sua madre, ma si sentiva bene e, secondo lei, non aveva bisogno di essere visitata
Sara andò dal Dottor Tofu che stava ancora seduto a leggere.
Dottor Tofu: su, andiamo in camera tua. Devo vedere se è tutto a posto.
Sara: certo dottore, scusi ma prima devo fare un’altra cosa. Lei intanto vada in camera mia. Tanto la strada la conosce, io arriverò subito.
Dottor Tofu: certamente. Ma non metterci troppo.
Sara: grazie per la sua disponibilità.
Dottor Tofu: *chissà perché questa ragazza mi ricorda un po’ Kasumi quand’era più giovane, per alcuni versi, per altri mi ricorda tanto Akane* e con questi pensieri per la testa si avviò verso la camera di Sara.
Intanto Sara stava andando da Akane. Doveva darle vestiti puliti e mostrarle la sua camera.
Sara arrivò davanti il bagno di Akane e bussò.
Akane: si, cosa c’è?
Sara: se hai finito ti do i vestiti puliti e ti mostro la camera.
Akane: eccomi.
Era uscita dal bagno avvolta da un accappatoio rosa molto elegante.
Sara: vieni.
Arrivarono alla seconda porta del corridoio. Entrarono in una stanza con un bellissimo e comodissimo letto, un piccolo comodino di fianco e una piccola scrivania con dei libri sparsi sopra.
Sara: mi dispiace ma ora non ho tempo di togliere quei libri, il dottor Tofu mi aspetta per un’altra visita. Ecco tieni. Questi li puoi mettere. Ho visto che i tuoi vestiti erano sporchi, perciò li ho presi.
In mano aveva un fagotto fatto di vestiti puliti.
Sara: credo che anche tu debba farti vedere dal dottor Tofu per via della caviglia. Se vuoi ti aspetto che ti cambi, basta che ti sbrighi.
Akane: ok! Dammi solo 2 minuti.
Akane si vestì in tutta fretta e uscì con Sara dalla stanza per andare dal dottor Tofu.
Sara: eccomi dottore. Ho portato anche Akane.
Dottor Tofu: oh! Molto bene. Sara distenditi sul letto forza.
Sara: sì!
Sara si distese e il dottore cominciò a visitarla. La controllava dappertutto. Akane intanto si era seduta su una sedia lì vicino e osservava Sara. Il dottore le aveva fatto togliere la maglietta e i pantaloni per restare solo in biancheria intima. Akane vedeva in quella ragazza una perfezione nelle sue curve femminili da mozzare il fiato, anche per una ragazza come lei. Era ancora più sexy di Ranma ragazza.
Dottor Tofu: mi sembri in perfetta salute. Comunque dopo farò altri controlli più approfonditi.
Sara: mi dica quando dottore e sarò da lei.
Dottor Tofu: molto bene puoi rivestirti. Tocca a te Akane.
Sara si rivestì in tutta fretta.
Sara: ora dovrei andare.
Dottor Tofu: ok, ma non stancarti troppo.
Sara: senz’altro.
E con queste ultime parole uscì dalla stanza e andò dalla madre.
Akane: dottor Tofu, siete sicuro che Sara stia bene?? Mi sembrava molto stanca.
Dottor Tofu: infatti non sta molto bene.
Akane: e allora perché non le ha detto niente??
Dottor Tofu: perché non so spiegarmi una cosa. Sai, Akane, lei, parlando di corpo e organi interni, è in perfetta salute, ma non si può dire lo stesso del suo chi. È irrequieto. Aspetta solo di poter prendere il controllo, come se avesse volontà propria, e quella volontà è, come posso spiegarlo… ahh!! Ecco!! Selvaggia.
Akane: quindi lei mi sta dicendo che Sara potrebbe perdere il controllo in qualsiasi momento??
Dottor Tofu: non ne ho idea, è per questo che non le ho detto niente. Prima devo fare delle ricerche. Chiederò a Sara se ha dei libri antichi qui in casa, forse mi aiuteranno.
E dopo questa frase prese a visitare Akane senza proferire più parola.
Sara intanto stava andando dalla madre. Quando arrivò la vide che aveva apparecchiato la tavola e stava mettendo il pranzo nei piatti.
Sara: mamma, come ti posso aiutare?
Signora: andando a chiamare tuo fratello e i nostri ospiti. È pronto.
Sara andò in giro per la casa a chiamare tutti. La guida stava con Ukyo e sua madre, il dottor Tofu stava ancora con Akane nella sua camera mentre di Ranma e suo fratello nemmeno l’ombra.
Sara: scusa mamma sai dove sono Simone e quel ragazzo col codino??
Signora: dovrebbero stare fuori in giardino. Prima erano venuti qui per farsi tradurre alcune frasi dalla guida e hanno deciso di andare lì, ma non so se ci sono ancora.
Sara: capito, vado a vedere.
Il giardino si trovava dietro la casa nascosto da tutti. Si vedeva solo da alcune finestre della casa. Era 3 volte, come minimo, di quello della famiglia Tendo. C’era anche una piccola palestra coperta dove suo fratello si allenava ogni pomeriggio, mentre lei ci andava solo qualche volta per sfogarsi.
Si sentivano dei rumori che provenivano dalla palestra… dei suoni ritmici, di lotta aveva pensato Sara. Non ce la fece ad entrare subito, era troppo curiosa di vedere cosa stava succedendo, perciò, prima di entrare, guardò dalla finestra.
Vide Ranma e suo fratello che tiravano pugni. Era affascinante guardare i colpi che dava Ranma. Si muoveva tecnicamente, ma era di un’eleganza stupenda. Anche suo fratello in quel momento gli sembrava più virile. Dopo qualche minuto Sara decise che non poteva restare imbambolata lì fuori e che la stavano aspettando così entrò.
Sara: è pronto. Tutti a tavola.
Lo disse prima in italiano poi in giapponese. Lei era un po’ imbarazzata per averli spiati così, ma non era riuscita a resistere.
Simone: uff che fatica! Io vado, ho troppa fame.
E dicendo questo uscì dalla palestra senza nemmeno un cenno.
Intanto era come se Ranma non avesse sentito. Continuava ad allenarsi.
Sara: tu che fai, non vieni??
Ranma: Non so. Ho fame ma voglio continuare ad allenarmi.
Sara: se vuoi dopo puoi sempre tornare, d’altronde la guida ha chiamato la scuola, resterete a dormire anche qui, oltre che mangiare.
Ranma: non diamo troppo disturbo??
Sara: è perché mai dovreste disturbare?? Anche voi mi avete aiutata, tu mi hai portata, il dottor Tofu invece è stato così gentile da curarmi… e poi… qui dentro non c’è mai un po’ di vitalità, con voi invece è tutta un’altra storia. Inoltre mio fratello si è già affezionato a te.
A Ranma colpirono sopratutto le ultime parole.
Ranma: affezionato a me??
Sara: si! È mio fratello, lo capisco, soprattutto da come ti guarda. Con ammirazione, tantissima ammirazione. Soprattutto da come combatti. Perché devi sapere che lui non ha molti amici. Fin da piccolo si è interessato solo allo studio e alla lotta, è molto solo. Nostro padre se ne andato 7 anni fa, e da allora lui è molto triste. Era una guida per lui, ma anche per me. Da allora mia madre ha dovuto mandare avanti la casa da sola. All’inizio qui c’era mio zio, ma non poté più restare e si trasferì con la famiglia in Giappone. Mi manca. E manca anche a lui. La casa sembra così vuota da quando se ne andato. Ma non pensiamoci, ora dobbiamo solo mangiare. Forza, andiamo.
Si era girata di scatto. Non ce l’aveva fatta a frenarsi. Gli aveva raccontato tutto. Non capiva neanche il perché, sentiva solo di doverlo fare. Sicuramente Ranma aveva visto quella piccola lacrima che gli aveva solcato il viso. Era scesa silenziosa com’era arrivata.
Ranma: lo capisco fin troppo bene. Andiamo a mangiare, ho una fame.
Alle ultime parole si era aperto un sorrisone e aveva spinto la schiena di Sara. Erano andati così fino alla porta della sala da pranzo poi lui l’aveva lasciata e lei aveva aperto la porta. In quel momento tutti si erano girati verso di loro.
Sara: scusate per il ritardo, ma si era staccato un pezzo di un attrezzo che sta in palestra, e Ranma mi ha aiutata a rimetterlo a posto.
Ukyo: di la verità, ne hai approfittato per mettergli le mani addosso, è così, non è vero??
Sara: assolutamente no!
L’aveva detto con una calma glaciale che non ammetteva obiezioni e il sorriso era sparito dal suo volto per riapparire l’attimo successivo.
Sara: allora… mangiamo??
Ranma: non vedevo l’ora, ho una fame da lupi.
Il pranzo si svolse piuttosto pacificamente. Ranma aveva dato il solito spettacolo di poca educazione a tavola, abbuffandosi come al solito, mentre Ukyo cercava di fargli mangiare i suoi cibi e Akane mandava la solita energia blu, senza però dire niente e continuando a mangiare.

Al punto del dessert, però, successe una cosa…
Signora: vado a prendere il dessert.
A quel punto suonò il citofono della porta d’ingresso.
Signora: Sara vai ad aprire.
Sara: subito mamma.
Sara andò ad aprire la porta d’ingresso. E in quel momento accadde…
Sara: AHHHHH!!!!!!

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Allora… cosa ne dite?? Questo capitolo è fatto un po’ in fretta e non ho potuto rileggerlo tante volte come i precedenti, quindi, per favore, non uccidetemi se ci sono troppi errori grammaticali e non è scritto molto bene.

 

Apple92: mi fa piacere che questa storia ti piaccia e che continui a commentarla. Sto cercando di tenere i personaggi il più fedeli alla storia, ma non sempre ci riesco. Spero di non averti delusa con questo capitolo.

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Capitolo 4
*** 4 ***


Sara: AHHHHH!!!!!!
Simone: ma cosa…
All’urlo tutti erano accorsi a vedere cosa fosse successo. Tutti, tranne Ranma, che aveva finito di sorseggiare la sua camomilla, si era alzato piano ed era arrivato solo in quel momento.
Ranma: allora avevo sentito bene.
Davanti a loro si presentò la figura di un massiccio panda.
Ranma: cosa ci fai ancora qui?
Cartello panda: ero preoccupato per te.
Ranma: di la verità, sei qui solo perché hai sentito l’odore del dessert.
Cartello panda: con permesso mi unisco a voi.
Sara: ho preso un bello spavento. Ma, vi conoscete??
Cartello panda: certo!! È mio figlio.
Sara: ohh… bhe… *figlio di un panda?? Ma forse…* in questo caso venga a mangiare con noi signor…
Cartello panda: Genma Sautome.
Ranma: ci mancava solo lui.
Signora: o buongiorno. Sara, vai a preparare una camera per quest’ospite.
Sara: ok. Mi scusi signor Sautome, ma lei è mai stato in Cina alle fonti di Jusen??
A quella domanda Ranma, Akane, Ukyo e il dottor Tofu si girarono verso Sara.
Cartello panda: si. Perché??
Sara: c’è una leggenda che narra che le fonti siano maledette e chi ci cade dentro si trasformi in un animale o in una persona ogni volta che è bagnato dall’acqua fredda e possa tornare normale solo con acqua calda.
Tutte le facce erano puntate verso Sara. Lei arrossì leggermente.
Sara: è vero, è strano. Ma, perché mi guardate così??
Akane intanto era andata a far bollire un po’ d’acqua e la stava versando sul signor Sautome.
Akane: semplice! Noi non sapevamo questa leggenda prima che il signor Sautome cadesse dentro l’acqua. Ci ha sorpreso il fatto che tu la sappia.
Sara: ohh! Adesso ho capito. Akane ricordi quei libri che ho detto toglierò dalla tua camera??
Akane: certo.
Sara: uno di quei libri parla di un po’ della leggenda di quelle sorgenti. C’è appena un accenno, ma c’è anche una cartina dove sono scritte tutte le sorgenti in cosa trasformano. Era di mio padre.
Ranma: ora si spiega tutto.
L’aveva detto con un tono molto calmo. Non era da Ranma fare così.
Genma: allora, il dessert??
Ranma: come fai a pensare a questo ora??
Akane: ha ragione il signor Sautome, ho fame.
Ranma: adesso ci ti metti anche tu.
Akane: di solito sei tu a dire queste cose. Stai zitto, è meglio.
Genma: su basta! I fidanzati non dovrebbero litigare…
Ranma: noi non siamo fidanzati.
Akane: per una volta ti do ragione.
Ukyo: infatti! Ranma è solo mio.
Akane: meglio se stai zitta Ukyo.
Ukyo: è la verità!!
Sara intanto si godeva la scena con un sorriso sulle labbra. Ranma la notò, era più calma adesso.
Ranma:*però devo ammettere che mi piace che ora non pianga più come prima*
E anche lui si stampò un piccolo sorriso sulle labbra che sparì poco dopo.
Si sentivano dei tuoni. BOM BOM BOM BOM BOM.
Ad un certo punto una parete cedette.
Shampoo: nihao lanma!!
Ranma: C-ciao shampoo.
Ranma lo aveva detto con un tono un po’ incerto.
Shampoo: o lanma. Che bello. Ti ho trovato finalmente.
Sara: *nihao… vuol dire ciao… come faccio a saperlo?? È cinese giusto?? Prima il cinese e adesso il giapponese, io non ci capisco più niente… meglio farmelo dire da lei, anche se mi dispiace un pochino per la parete…*

Sara: nihao!!
Shampoo: nihao. Ma tu palli cinese? *speriamo solo che non si affezioni a Lanma anche lei…*
Sara rispose in cinese.
Sara: non so. Dimmelo tu.
Anche shampoo parlò in cinese.
Shampoo: che bello. Palli cinese anche tu. E sei pule blava. Scusami, ola ti aiuto ad aggiustare il mulo.
Sara e Shampoo cominciarono a parlare del più e del meno in cinese mentre sistemavano il muro.
Signora: il dessert!!!
Sara: arriviamo!!!! Andiamo.
Tutti erano andati a mangiare il dessert con dei pensieri in mente e stavano zitti.
Ukyo: *potrei convincere Shampoo ad aiutarmi a cacciare Sara da Ranma.*
Shampoo: *ho incontrato poche persone che parlavano correttamente il cinese, e inoltre è molto simpatica. Ma come conosce Ranma? Devo indagare…*
Akane: *non so se pensare male di Sara. Certo è molto simpatica e gentile ma… non so se sarà un’altra con cui devo lottare a causa di Ranma. Non che sia innamorata di quello stupido, è solo che… oh, non ci capisco più niente*
Genma:*non vedo l’ora di mangiare…*
Dottor Tofu: *il fatto che sappia sia giapponese che cinese lo devo mettere in conto per le mie ricerche.??*
Ranma:*come fa Sara a restare così calma anche dopo che shampoo ha sfondato la parete?*
Sara:*troppe emozioni oggi. Non c’è la faccio più. Ora scopro che so anche parlare cinese. Manca solo che riarrivi quel ragazzo e siamo a posto…*
Arrivarono nella sala da pranzo.
Voce fuori dalla stanza(in italiano): siamo a Tokio??
Sara. Di nuovo lui… vieni qui!! No anzi, aspetta, arrivo io.
Con queste parole uscì dalla stanza per tornare pochi minuti dopo con uno strano ragazzo dall’aria affaticata.
Sara: vieni. Mangia con noi.
Ranma: cosa ci fai qui, Ryoga???
Ryoga: Ranma, cosa ci fai tu qui??
Akane: ohh!!! Sei tu Ryoga.
Ryoga: ecco.. io…
TONF. Si sentì un rumore secco.
Dottor Tofu: come temevo… Sara sta più male di quel che credessi.
Sara era caduta fra le braccia di Ranma. Era svenuta un’altra volta.
Akane: ha a che fare con ciò che mi ha detto prima dottore??
Dottor Tofu: si! Saresti così gentile Ranma da portarmi Sara… Ranma! Ma, dov’è??
Ryoga era steso sul pavimento e di Ranma e Sara nessuna traccia.
Shampoo: LANMA DOVE SEIII???
Ukyo: RANMA AMORE MIO, DOVE TI SEI CACCIATO???
Akane: DOV’è RANMA??
Signora: non ti scaldare Akane. Io ho visto tutto e vi posso spiegare cos’è accaduto.
Da dove posso cominciare… ma certo dal risveglio di mia figlia.
La signora cominciò a raccontare.

Era successo che Sara si era risvegliata e si era ritrovata fra le braccia di Ranma. Subito si era alzata e aveva chiesto scusa. Ma in quel momento era arrivata una strana ragazza tutta avvolta da petali neri. Voleva dare una martellata a Sara, ma Ranma, prendendola in braccio, l’aveva scostata ed era fuggito via con quella ragazza che gli urlava qualcosa e lo seguiva.
Akane: era Kodachi. Ne sono sicura.
Shampoo. Andiamo a celcalli.
Ukyo: per una volta ti do ragione.
Kuno: no mia adorata Akane, lasciali andare così potrai stare con me.
Akane: e tu da dove sbuchi??
E con un pugno lo lanciò in aria.
Signora: trovate Sara. Ve ne prego.
Akane: certo signora.
Tutti eccetto la madre di Sara e il dottor Tofu e la guida andarono a cercare Sara e Ranma.
Cercarono dappertutto, nei cunicoli più bui, nelle case, nei giardini, nei parchi, al luna park e perfino sotto i sassi. Ma di Ranma e Sara neanche l’ombra. Ormai era sera e per le strade cominciava a fare buio.
Akane: dove saranno andati a finire??

Era sera e tra poco sarebbe stata ora di cena.
Shampoo: hii!! Mousse cosa ci fai tu qui??
Davanti a Shampoo c’era una strana papera con gli occhiali e malandata…
Ryoga, che si era portato dietro un po’ d’acqua calda per ogni evenienza, la versò su Mousse.
Shampoo: lacconta!! Hai visto sicuramente lanma per come sei lidotto.
Mousse: ho lottato contro Ranma fino a un quarto d’ora fa. Ho lottato con tutte le mie forze ma alla fine qualcosa mi è arrivato in testa… La cosa strana e che ho visto Kodachi inseguire una ragazza finche quella non l’ha scaraventata dentro il laghetto per poi riprenderla e dirgli diecimila volte scusa. Poi Kodachi ha cercato di fargli bere un sonnifero ma poi Ranma ha lasciato la nostra sfida per far bere a Kodachi la sostanza che porgeva alla ragazza. Poi sono scappati insieme facendo balzi sui tetti. In quel momento mi è arrivata la cosa di cui vi parlavo prima…
Accanto a Mousse c’era Kuno steso a terra e privo di sensi. Vicino al laghetto di cui aveva parlato mousse c’era invece Kodachi che stava dormendo.
Ukyo: dobbiamo ritrovare Ranma e la devo far pagare a Sara.
Shampoo: non possiamo pelmettere che stia da sola con Lanma.
Ryoga: povera Sara è così gentile, chissà se Ranma le avrà fatto qualcosa… però, così me lo sarei tolto di torno… NON SO COSA PENSAREEE!!!
Mousse: Ranma mi ha lasciato qui senza neanche capire l’affronto che mi ha fatto non finendo il nostro incontro… RANMA, TI TROVERò, STANNE CERTO!!!
Giulia: che strani questi tipi vero Simone?? Ma tu ci hai capito qualcosa??
Simone:ho solo capito che conoscono questi ragazzi ridotti male.
Akane: dove sarai Ranma??

 

Allora siamo arrivati anche al quarto capitolo. Questo capitolo è stato pieno di incontri per Sara e ora sappiamo che conosceva Ryoga da un po’. Come andrà a finire? Purtroppo lo vedrete nel prossimo capitolo…


Ma ora la parte che ogni autore adora…(Battito di tamburi)

L’angolo dei Ringraziamenti:

apple92: grazie per il tuo sempre presente appoggio, mi aiuta molto e spero che non ti dispiaccia se Sara sa già delle sorgenti maledette, ma informo tutti che ci saranno molte incomprensioni sulle sorgenti e non solo su quello.

fufy93: ti ringrazio per i complimenti e devo ammettere che 6 capitoli sono già postati su Manga.it e Manganet.it, ma non ti consiglio di leggerli, sono zeppi di errori e li dovrò cambiare, infatti qui la storia l’ho fatta migliore (dal mio punto di vista).

 

Ringrazio anche solo le persone che leggono questa fanfiction e chiedo a tutti voi una piccolissima cosa: se finissi nel tranello di fare una storia OCC, vi prego di informarmi subito, non credo lo sopporterei.

E dopo queste parole, mi auguro che vogliate ancora leggere la mia fanfiction. Un saluto a tutti.

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Capitolo 5
*** 5 ***


Eccomi tornata, dopo un ritardo mostruoso, che solo così si può chiamare. Mi dispiace un pò darvi questa brutta notizia cari lettori, ma per motivi soprattutto di mancata ispirazione, che è andata tutta per l'altra fanfic che sto scrivendo 'il tesoro del pirata', ho deciso di interrompere per un pò questa fanfic, ma niente paura, passato questo momento comincerò a scriverla ancora. Intanto vi metto 3 capitoli, contenti??
Vorrei ringraziare con tutto il cuore apple92 per il suo appoggio e per i suoi commenti. Non devi preoccuparti se non ci capisci molto, sono io che ho incasinato un pò tutto, anche questi capitoli sono un casino, ma quando la riprenderò in mano prometto di metterci più impegno. ^-^
Ora vi lascio a questi 3 capitolini, un grazie a tutti coloro che trovano il tempo per leggere questa fanfic. (inchino) e chiedo ancora perdono per la mia assenza prolungata.

Capitolo V

 

Sara: mi dispiace di aver fatto male a quella ragazza.
Ranma: parli di Kodachi?? Non ti preoccupare. Se le merita tutte.
Sara: come puoi essere così freddo nei suoi confronti??
Ranma: perché non mi lascia un attimo in pace.
Sara: perché gli piaci??
Ranma: si!
Sara: è naturale soprattutto se stava in una scuola femminile, vedere un ragazzo è difficile.
Ranma: dì quello che vuoi, ma io non cambio idea.
Sara: guarda, stanno arrivando i tuoi amici. Vai da Akane. Io me la cavo come hai visto tu stesso.
Ranma: non posso! Mi ucciderebbe.
Sara: ma se ti piace…
Ranma:NON MI PIACE QUEL MASCHIACCIO SENZA UN BRICIOLO DI FEMMINILITà!!
Sara: io invece trovo che Akane sia molto femminile, carina e simpatica. Per niente un maschiaccio come invece dici tu.
Ranma: sarà… comunque mi conviene scappare prima che mi vedano.
Erano seduti su un tetto. Lei con il viso appena arrossato dal pianto e lui con la faccia seria.
Sara: no. Ci conviene tornare a casa prima di loro. Ma perché dovresti scappare?
Ranma: semplicemente perché mi farebbero a pezzi… Shampoo, Ukyo e Kodachi perché gli piaccio, Mousse perché ho lasciato a metà il combattimento e Akane perché… è Akane.
Sara:Non capisco perché Shampoo, Ukyo e Kodachi ti dovrebbero uccidere…
Ranma: Perché se mi vedono insieme a te fanno due più due e arrivano a delle conclusioni affrettate.
Sara: che però sono sbagliate giusto?? E invece Akane è gelosa perché ti vuole bene, o sbaglio?? E anche lei fa due più due, come dici tu. Invece a Ryoga piace Akane e si trasforma in porcellino ma lei non lo sa, e anche a Kuno piace Akane e per questo ti sfida sempre. Perché siete fidanzati contro la vostra volontà… almeno questo è quello che dite…Che confusione!
Ranma: Cosa significa “ almeno questo è quello che dite”??
Sara: quello che ho detto. Che potrebbe essere che vi piacete.
Ranma: ANCORA CON QUESTA STORIA??? LEI NON MI PIACE!!!
Sara: meglio se non urli o ti scopriranno.
Mousse: troppo tardi per dire queste cose.
Ranma: dove sono gli altri??
Mousse: ci siamo separati per venirti a cercare, ma non dirò a nessuno dove sei, ti voglio sconfiggere io.
Sara: lui è quello di prima???
Ranma: si è Mousse!!
Sara: piacere Mousse! Io sono Sara.
Mousse: pia piacere…
Sara(rivolta verso Ranma): è timido??
Ranma: no. È scioccato.
Sara: da cosa.
Ranma: da te!!
Sara: cos’ho fatto adesso??
Ranma: semplicemente non ti sei arrabbiata come una persona normale.
Sara: perché dovrei arrabbiarmi se non mi ha fatto niente?? Non ti capisco a volte…
Ranma. Sono io a non capire te.
Mousse: scusate. Io dovrei lottare contro Ranma.
Ryoga: perché non ci hai avvertito che l’avevi trovato??
Ryoga, Ukyo e Shampoo e tutti gli altri alle spalle di Mousse.
Mousse: bhe… io… sentite l’ho trovato ora, vi avrei chiamato…
Ukyo: sicuro???
Mousse: ma certo!
Akane: dov’è Ranma??
Ranma e Sara erano spariti un’altra volta.
Ukyo: ci conviene tornare a casa.
Shampoo: così puoi cercare Lanma da sola, non è velo??
Ukyo: ma cosa dici?
E cominciarono a combattere mentre tutti gli altri avevano la tipica gocciolina dietro la testa.

Sara: perché sei scappato?
Ranma: non mi andava di vedere Akane in faccia.
Sara: avevi paura di ciò che ti avrebbe detto??
Ranma: forse…
Sara: devo tornare a casa. Mia madre sarà preocupatissima.
Ranma: ok! Andiamo.
Si avviarono per i tetti. Ma, anche se si pensa che Ranma tenesse in braccio Sara, lei era agile almeno quanto lui, se non di più, perciò riusciva a saltare sui tetti con una facilità che la stupì.
Sara:*ecco un’altra cosa strana, me le dovrei appuntare per quante me ne sono successe oggi.*
Ranma: chi è quello?? Il tuo amico??
Si fermarono. Sotto di loro stava passando Gabriele. Sembrava goffo e si muoveva a scatti. Era strano, ma Sara pensò che così impacciato era proprio carino.
Sara: sbrighiamoci a tornare a casa.
Ranma: non vuoi fare la strada assieme a lui??
Sara: no. Abbiamo litigato o quasi e quando succede lui ha bisogno di stare da solo. Lo conosco fin troppo bene.
Ranma: come preferisci. Allora sbrighiamoci prima che “quelli” ci trovino.
Sara: in “quelli” Akane è esclusa??
Ranma: si e no.
Sara: perché non vuoi che ti trovi senno ti manda in orbita ma è sempre meglio degli altri tuoi amici?
Ranma: non tutti sono amici.
Sara: forse è vero.
Ranma: basta così! Smettiamo di parlare di sciocchezze, dobbiamo sbrigarci a tornare a casa prima che ci trovino. Ma da dove entriamo??
Sara: entreremo dalla finestra.
Ranma: perché???
Sara: mia madre mi ucciderebbe a saperlo, ma c’è un pezzo di giardino che si vede solo da una finestra della casa. Io vado sempre in quella stanza quando ho bisogno di pensare, mi chiudo a chiave e scendo in quel pezzo di giardino. Molte volte vado in giro per la città quando tutti credono che io sia in quella stanza. Entreremo da lì sennò sono sicura che qualcuno ci sta aspettando fuori dalla porta di casa.
Ranma: chi??
Sara: mio fratello per sgridarmi.
Ranma: non ci capisco molto, comunque che stanza è??
Sara: il vecchio studio di mio padre. Dormirò lì finché vi tratterrete da noi, la mia camera la lascio al dottor Tofu.
Ranma: e io??
Sara: dormirai insieme a Ryoga e mio fratello nella sua stanza.
Ranma: insieme a Ryoga???
Sara: si. Non avevo altro posto dove metterti. Se fate confusione vi prendo e vi metto a dormire in giardino.
Ranma: lo faresti sul serio??
Sara: se non lo faccio io lo farà mia madre.
Ranma: allora vedremo di non litigare.
Sara: meglio.
Avevano cominciato a ridere. Ora che Sara si era calmata non gli andava di litigare solo di parlare e ridere con il suo nuovo amico. Anche se era ancora arrabbiata la presenza di Ranma la calmava. Un amico. Ecco. Aveva trovato un nuovo amico e, anche se non lo sapeva, avrebbe condiviso con lui molte avventure.
Sara: andiamo??
La sua voce era calma e c’era ancora una leggera risatina fra le sue labbra.
Ranma: credo che dovremmo sbrigarci se vogliamo arrivare prima di Gabriele.
Sara: si, ma Ranma… cos’hai in tasca??
Sara aveva notato che c’era un piccolo rigonfiamento nella tasca di Ranma.
Ranma: ehm… niente.
Sara: dai, dimmelo.
Sara si stava pericolosamente avvicinando a Ranma. Ormai era a due centimetri dalla sua faccia.
Ranma: che fai??
La sua voce era molto timida e spaventata. Fu a quel punto che Sara gli mise la mano in tasca e gli prese l’oggetto. Ma non era arretrata nemmeno di un millimetro dalla faccia di Ranma.
Sara: che carino!!
Sara aveva trovato un pacchettino che aveva aperto e ora fra le sue mani c’era un bellissimo braccialetto.
Sara: allora, per chi è??
L’aveva detto con un tono di sfida e si era avvicinata ancora di più alla faccia di Ranma. Ormai lei stava distesa sopra di lui a un centimetro dalla sua faccia.
Ranma: per nessuno.
Sara: ahhh… allora non è per Akane.
Ranma: si! È per lei. Ma non le devi dire nulla.
Ranma si era arreso. Quella ragazza era convincente e sveglia, più di quanto non credesse.
Sara: promesso.
Nessuno dei due era imbarazzato, stavano sorridendo e si guardavano. Avevano un segreto in comune. Sara pensava a quanto sarebbe stata felice Akane quando l’avrebbe visto. Poi rimise il bracciale dentro il pacchetto e lo diede a Ranma.
Sara: tieni mettilo al sicuro.
Ranma: Grazie.
Sara: e di cosa??
Ranma: di non avermi atto altre domande.
Sara e Ranma stavano ancora una sopra all’altro.
Akane: eccovi qui! Cosa state facendo??
Akane era spuntata da chissà dove ed era salita sullo stesso tetto dove stavano i due.
Velocemente come un fulmine si separarono e Ranma andò verso Akane.
Ranma: non è come sembra.
Akane: zitto. Non fai altro che filtrare con le tue fidanzate e ora ci si mette anche lei. Vattene.
E con un poderoso pugno lo aveva lanciato verso il cielo.
Un ragazzo aveva osservato tutta la scena e ancora stava guardando.
Dopo di che Akane inizio a piangere.
Sara: Akane.
Akane: cosa vuoi ancora non ti basta avermi fatto piangere??
Sara: a me non piace Ranma.
Akane: a no?? E allora cosa stavate facendo.
Sara: io… non… non posso dirtelo.
Sara stava pensando alla promessa fatta a Ranma e al fatto che lui ci sarebbe rimasto male se avrebbe detto qualcosa ad Akane.
Fu allora che Sara cominciò a piangere come una fontana. Anche allora Akane dovette notare che era molto carina.
Il ragazzo che stava guardando fece una faccia triste a vedere Sara piangere.
Sara: mi dispiace. Ti ho fatta piangere.
E continuava a piangere.
Intanto Akane pensava a come era stato facile piangere per Ranma davanti a Sara, cosa che con altre persone per il suo orgoglio non avrebbe mai fatto, quella ragazza aveva incantato tutti e Akane aveva l’impressione che non sarebbe andata via molto presto.
A quel punto Akane si avvicino a Sara e gli mise le braccia sulle spalle e l’abbracciò.
Akane: non fa niente. Non è colpa tua. *l’ho detto davvero??*
Sara: grazie.
Momenti di silenzio in cui Sara si asciuga le lacrime.
Sara: Oh!!! Devo sbrigarmi a tornare a casa.
Sara si era ricordata che se non voleva far preoccupare troppo sua madre doveva sbrigarsi a tornare a casa. Allora prese Akane sulla schiena e continuò a saltare sui tetti mentre delle lacrime cadevano ancora sul suo viso.
Akane non aveva fatto storie quando Sara l’aveva presa, le faceva ancora male la caviglia e da sola non sarebbe mai riuscita a saltare per i tetti, inoltre Sara era una ragazza.
Gabriele guardò Sara che se ne andava con Akane sulle spalle.
Sara: mamma! Sono a casa.
Signora: bene! Dai i tuoi libri al dottor Tofu.
Sara. Come mai??
Dottor Tofu: ho bisogno di sapere delle cose e tua madre ha detto che forse hai i libri che fanno al caso mio.
Sara: di cosa ha bisogno??
Dottor Tofu: delle informazioni sul chi.
Sara: ho il libro che fa per lei.
Erano arrivate a casa e la madre di Sara le aveva accolte con un sorriso mentre parlava con il dottor Tofu sempre con l’aiuto della guida, con loro c’era soltanto Ryoga che era tornato al punto di partenza e aveva deciso di restare lì per non perdersi più.
Ryoga: tutto a posto Akane??
Sara non aveva ancora lasciato Akane, ma la mise subito giù quando vide Ryoga, sapeva che era in buone mani.
Sara: dottor Tofu, lei sa leggere l’italiano?
Dottor Tofu: purtroppo no, perché??
Sara: alcuni sono scritti interamente in italiano altri hanno la traduzione in giapponese. Sono i diari di viaggio di mio padre, la prego di non rovinarli. Sono molto importanti per me.
Dottor Tofu: non preoccuparti, starò molto attento.
Sara: La ringrazio.

Intanto la madre di Sara stava guardando la caviglia di Akane quando arrivarono tutti i ragazzi che erano andati a cercare Ranma.
Shampoo: non li abbiamo trovati.
Ukyo: si sono volatilizzati.
Signora: Sara è tornata a casa, Ranma non so dove sia.
Simone: io vado in palestra.
Signora: ok, ti mando Sara appena è pronto.
Ma Simone non sentì le ultime parole. Andò nella palestra si cambiò e comincio ad allenarsi.

 

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Capitolo 6
*** 6 ***


Capitolo VI

 

Sara: questi possono bastare??
Il dottor Tofu aveva in mano 3 libri come minimo di 500 pagine ciascuno.
Dottor Tofu: Ti ringrazio tanto.
Sara: venga la riaccompagno giù.
Dottor Tofu: non ti preoccupare vado da solo.
Sara: ok. Però mi puo fare un favore??
Dottor Tofu: ma certo, dimmi pure.
Sara: può dire a mia madre che mi faccio un bagno caldo prima di scendere??
Dottor Tofu: certamente.
Sara: la ringrazio.
E così, silenziosamente, andò in bagno si svesti e si mise nella vasca.

Ranma intanto era tornato nella casa, aveva cercato di non farsi vedere da nessuno e, non senza poche difficoltà, ci era riuscito, così con un sospiro di sollievo si era avviato verso la palestra.
Aveva trovato Simone che si allenava. Era vestito con una tuta nera, doveva essere cucita a mano visto tutte le toppe che c’erano.
Simone si accorse della presenza di Ranma, gli avrebbe voluto parlare del fatto che era stato in pensiero per sua sorella e dirgli di non scappare mai più con sua sorella, ci teneva molto a lei anche se non lo dava a vedere, ma Ranma non sapeva parlare italiano e Simone non sapeva parlare giapponese.
Sara: AHHHH!!! UN MANIACO!!

Sara dopo aver dato i libri al dottor Tofu era andata a farsi un bagno al 2 piano. ( per intenderci dove era andata anche Akane, nel bagno più grande nda maryku)
Si era spogliata ed era entrata nella vasca.
Sara:*avevo proprio bisogno di un bel bagno caldo. Troppe emozioni oggi.*
Così, dopo una giornata intensa, si stava finalmente rilassando.
Ad un certo punto aveva sentito un pericolo…
Era uscita dalla vasca e si era sveltamente infilata dei vestiti che aveva trovato lì.
Aveva visto un esserino piccolo e non più alto di mezzo metro, pieno di rughe. Solo dopo aveva capito che si trattava di un essere umano, per di più un vecchio che stava per saltarle addosso.
Fu allora che urlò.
Sara: AHHHH!!! UN MANIACO!!

Signora: ohhh!! Akane, Ryoga. Suonano il campanello andate ad aprire??
Ryoga: certo signora.
Akane: Ryoga, me lo stavo chiedendo prima, ma tu come sai l’italiano??
Ryoga: uno col senso d’orientamento come il mio, deve sapere molte lingue per poter chiedere le informazioni durante i suoi viaggi.
Akane e Ryoga stavano aprendo la porta e si ritrovarono davanti una ragazza con i capelli a caschetto e l’ara annoiata.
Akane: ma… Nabiki cosa fai qui??
Nabiki: mi ha mandato la scuola. Non c’era posto nell’albergo quindi mi hanno mandata qui.
Akane: ma… la scuola non ci ha avvertito.
Kuno: dolce Akane vieni fra le mie braccia…
Kodachi: posso entrare?? Mi hanno detto che Ranma è qui…
Akane diede un pugno a Kuno per scansarlo.
Akane: Li hai portati tu???
Nabiki: mi hanno seguita.
Akane: Nabiki…
Ryoga: bisognerà chiedere alla Signora…
Sara: AHHHH!!! UN MANIACO!!
Ryoga: ma è la voce di Sara.
Akane: andiamo a vedere.
Kodachi: quella ragazza voleva portarmi via il mio Ranma…
Nabiki: che succede qua??
In poco tempo erano saliti tutti nel bagno. La scena era raccapricciante.
Sara stava nelle braccia di Simone, che la teneva saldamente, con in dosso una maglietta molto larga e dei pantaloncini cortissimi, erano appena fuori dalla porta del bagno. Lei aveva una faccia sbiancata e degli occhi pieni di paura e guardava dentro al bagno due figure che lottavano. Una era molto piccola, l’altra era grande e muscolosa. Erano Ranma e un vecchietto maniaco con in mano dell’acqua.
Ranma: FERMATI VECCHIO MANIACO!!!!! COME HAI OSATO SEGUIRCI FINO QUI???
Vecchio: Ranma come puoi dire certe cose a un vecchio come questo??
Ranma: non dovevi entrare nel bagno mentre c’era qualcun’altro. Sei un maniaco.
Akane: ma quello è Ranma, è tornato. E quello è…
Ryoga: Ranma finalmente sei tornato codardo.
Nabiki: si sorellina. È Happosai.
Akane: povera Sara, ora capisco perché ha urlato.
In quel momento erano arrivati proprio tutti. Sara si stringeva sempre di più alle braccia forti di suo fratello, era proprio spaventata poverina.

Gabriele aveva visto Sara che piangeva fra le braccia di Akane, e anche Akane piangeva. Non aveva capito cos’era successo, e aveva voglia di parlarne con Sara. Appena arrivò davanti alla casa c’era la porta spalancata.
Sbuffo appena. Entrò e richiuse la porta alle sue spalle, poi vide la madre di Sara correre veloce verso il corridoio per andare su, seguita dal Dottor Tofu e altri ragazzi, una che non aveva mai visto con dei capelli a caschetto.
Svelto salì anche lui e si trovò di fronte Sara in condizioni pietose che abbracciava forte il fratello e da lui tenuta in braccio.
Gli venne un mancamento a vedere Sara in quelle condizioni, la cosa che più lo fece rattristare erano gli occhi. La paura era quasi sparita, anche se c’era ancora, e osservava la scena del combattimento sicuramente pensando che era tutta colpa sua se quei due litigavano, e questo la faceva stare male.
Kuno: fermatevi. Solo io posso combattere contro Ranma saotome.
Sara a quel punto fece una cosa strana che il dottor Tofu notò subito. Sorrise. Un sorriso malefico di chi a in mente qualcosa di brutto e, velocemente, saltò giù dal fratello, prese la spada di Kuno e corse verso Ranma e Happosai.
Tutto questo accadde in pochi istanti.Un secondo ancora e forse Happosai sarebbe andato all’ospedale. Il dottor Tofu aveva premuto qualcosa dietro al collo di Sara e lei si era fermata ad un millimetro dalla testa di Happosai. Svenne tra la braccia del dottore.(sempre a svenire sta questa qui nda maryku) (allora smettila di farmi svenire, sei tu l’autrice nda Sara) ( già hai ragione, scusate. ^__^’’’’’ nda maryku)(-__- nda Sara)
Dottor Tofu: aiutatemi a portarla nel letto.
Akane: cos’aveva dottore?? I suoi occhi erano pieni di una furia cieca.
Dottor Tofu: te lo spiego dopo, ora aiutatemi.
Ranma ancora una volta prese Sara e seguì il dottor Tofu verso la camera di quest’ultima. Dietro c’era Akane, dopo il resto dei ragazzi.
Il dottor Tofu aprì la porta a Ranma che entrò per primo con Sara in braccio, poi entrò Akane e di conseguenza il dottor Tofu si rivolse a quelli restati fuori.
Dottor Tofu: restate qui. Vi chiamerò quando si risveglierà.
Chiuse la porta lasciando tutti di sasso.
Dottor Tofu : Ranma poggiala qui.
Il dottor Tofu aveva indicato il letto.
Ranma: certo.
Avete presente la voce indifferente che si fa ai funerali?? Bene. Ranma aveva fatto proprio quella.
Akane: cos’è successo??
Dottor Tofu: Akane, hai presente ciò che ti ho detto prima??
Akane: Si.
Ranma: io non c’ero. Posso sapere??
Dottor Tofu: saprete con gli altri.
Un brontolio venne da Sara.
Sara: uhmmmm…
Akane: tutto ok??
Sara: credo di si.
Sara non sembrava più tanto felice, aveva uno sguardo perso nel vuoto. La sua voce era molto tetra.
Sara: dottore, mi dica, cos’è successo??
Dottor Tofu: all’inizio credevo fosse solo un problema di chi, ma dopo aver letto quei testi mi è stato tutto chiaro…
Sara: intende dire che è successo come a mio padre??
Dottor Tofu: allora lo sai.
Sara: solo l’essenziale. Mio padre mi ha insegnato come intrappolare il mio chi e non lasciarlo uscire, come calmarmi nelle situazioni difficili, diceva lui. Diceva che serviva a non far uscire il lato peggiore di me, ma non pensavo che addirittura ci fosse “uno spirito”.
Dottor Tofu: il tuo chi è molto speciale. Forse è per questo che lo spirito ha voluto impossessarsi del tuo corpo, fin da quando eri piccola e…
Sara: e prenderà possesso di me quando sarò debole, quando proverò rabbia o quando avrò stress accumulato.
Dottor Tofu: esatto.
Per tutto il tempo della “chiacchierata” Akane e Ranma erano stati in silenzio ad ascoltare. Akane era visibilmente scossa da fremiti, mentre Ranma sembrava calmo e immobile. Anche il suo chi era quieto.
Dottor Tofu: ovviamente, Ranma, tu avevi notato lo spirito irrequieto di Sara, o sbaglio??
Ranma: si. Appena entrato nella classe ho sentito una forza che mi era quasi nemica, mi sono stupito che veniva da una ragazza come Sara, visto che all’apparenza lei non sembra molto forte.
Dottor Tofu: perciò cercavi di capire se davvero era lei la fonte di tutta quella forza. Comunque l’avevo sentita anch’io, anche prima di entrare nella classe.
Akane: quindi è per questo che la guardavi??
Ranma: si. A cosa avevi pensato??
Akane: bhe… conoscendoti…
Ranma: Akane, dovresti avere più fiducia in me.
Akane: ma sentilo. Tu non perdi occasione per stare con le ragazze…
Ranma: io?? Sono loro a saltarmi addosso. E allora tu…
Sara: umpffffff…. AHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!!
Akane: ma cosa c’è da ridere??
Sara: siete buffissimi. AHAHAHAHAHAH!!! Mi vengono le lacrime agli occhi per il troppo ridere. AHAHAHAHAH!!!!
Dottor Tofu: stai meglio allora.
Sara: IHIHIHIHIHIH!!! Mio padre mi aveva parlato un po’ del fatto che non dovevo mai arrabbiarmi e io l’ho sempre preso sul serio. Non è una cosa tanto nuova per me, ma non mi era mai capitato di perdere sul serio il controllo lasciando uscire quello spirito. Ma ora… mi viene troppo da ridere. AHAHAHAHAHAHAHAH!!!!!!
Akane: pruff….. AHAAHAHAHAH!!!!! Sei troppo buffa.
Ranma: IHIHIHIHIHIHIHIH!!!! Sei caduta dal letto per le troppe risate. Mi viene troppo da ridere.
Sara: AHAHAHAHAHAHAH!!!!! Mi sono proprio rimbambita. Ma voi due fate troppo ridere.
Sara era caduta dal letto perché per il troppo ridere aveva perso l’equilibrio ed era finita a gambe all’aria per terra. Vi lascio immaginare il resto.
Dottor Tofu: AHAHAHAH!!!!! Avete fatto venire voglia di ridere anche a me.
Dopo aver riso per un po’ tornarono tutti seri,ma con un gran sorriso sulle labbra.
Dottor Tofu: allora, Sara, dovrai diventare più forte per poter contrastare questo spirito, ma non solo il tuo chi, anche il tuo corpo deve allenarsi, solo così potrai mantenere sempre il controllo di te stessa e non lasciarlo uscire.
Sara: non so con chi allenarmi però.
Dottor Tofu: io so un po’ di cose sul chi, potrei insegnarti, se tu venissi in Giappone.
Sara: davvero??? Io accetterei volentieri se mia madre fosse d’accordo.
Akane: perché non dovrebbe essere d’accordo???
Sara: mia madre è iperprotettiva, non so se mi lascerebbe andare in Giappone.
Dottor Tofu: con tua madre ci parlerò io. Tu ora pensa solo a riposare.
Ranma: non ti preoccupare. Sono sicuro che se tu vorrai ti lascerà andare in Giappone.
Sara: grazie Ranma.
Akane: e poi, potrai venire a trovarci.
Sara: è vero. Grazie anche a te Akane. Ora vado a riposare.
Sara si alzò e andò al piano di sopra, nella camera dove avrebbe dormito anche Akane, a riposare.

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Capitolo 7
*** 7 ***


ATTENZIONE: ho messo 3 capitoli insieme, per chi non lo avesse fatto, vada a leggere i capitoli precendenti

capitolo VII

 

Il dottor Tofu, Akane e Ranma si avviarono in salotto dove li aspettavano la madre di Sara, Simone, Giulia, Ukyo, Shampoo, Nabiki, Ryoga, Mousse, la guida, Kuno, Kodachi, Happosai, che si strofinava un reggiseno in viso, e un preoccupatissimo Gabriele; tutti a bere una calda e rilassante camomilla.

In questo clima di preoccupazione da parte degli amici e dei familiari di Sara, comincio la spiegazione del dottor Tofu che non sapeva come spiegare tutta la faccenda ai presenti.

Dottor Tofu: bene. Allora… Sara non è malata. Semplicemente è… “speciale”. Diciamo che ha dentro di se uno… “spirito”. Questo “spirito” è molto strano. Ne ho visti tanti ma mai così. È istintivo e particolarmente attaccato alle emozioni di Sara, nel senso che prova quasi le stesse cose che prova Sara. Ad esempio una persona normalmante avrebbe attaccato Happosai o sarebbe scappato,  avrebbe urlato, e difatti è successo, ma non avrebbe cercato di capire chi era entrato nel bagno o comunque avrebbe cercato di difendersi. Perciò a una mancata reazione di sfogo della rabbia, cosa del tutto normale ma che invece Sara cerca di non fare, lo “spirito” si è fatto vedere. C’è anche da dire che Sara è una persona molto calma, come ho già detto prima, e tende a soffocare la rabbia, non a buttarla fuori, e mi ha confessato che il padre le ha insegnato a non arrabbiarsi con gli altri, proprio perché lo “spirito” si fa vedere in caso di forte stress o rabbia.

Visto che era già molto stressata per gli avvenimenti successi a scuola e qui in casa, se Happosai non fosse entrato nel bagno, a quest’ora Sara si sarebbe già calmata e non avrebbe perso il controllo di se stessa.

A quelle ultime parole tutte le persone presenti si girarono verso Happosai.

Happosai: bhe… non è colpa mia.

Akane: forse non solo. Ma in gran parte è colpa tua.

La guida durante tutto il tempo aveva tradotto la spiegazione ai presenti italiani.

Simone: quant’è forte mia sorella?

Dottor Tofu: è molto agile. Non ha molta forza nei muscoli però a la predisposizione per essere molto più abile di quello che non è. Mentre il suo chi è a dir poco immenso, supera quello del Signor Saotome e di Ryoga. Credo anche grazie allo “spirito”.

Genma: quindi anche quello di Ranma.

Dottor Tofu: Forse si. Non saprei dirlo con certezza.

Signora: dov’è Sara??

Dottor Tofu: è andata a dormire. Un’ultima cosa, ho chiesto a Sara se vuole venire in Giappone con me per imparare a controllare lo “spirito” e il suo chi, e per farla diventare più forte, d'altronde, più forte è, più sarà facile per lei mantenere e riprendere il controllo. Lei che dice??

Signora: non lo so. Parlerò con lei.

Dottor Tofu: spero che lei prenderà la decisione giusta.

 

Sara non riusciva a dormire. Pensava e ripensava a ciò che gli aveva detto il dottor Tofu. Andare in Giappone. Sarebbe stato un sogno.

CLACK. La porta si aprì con uno scatto.

Akane: ti ho svegliato??

Sara: no, ero già sveglia. Non ti preoccupare.

A quella risposta Akane accese la luce e si avvio verso il letto.

Akane: non riesci a dormire??

Sara: come potrei??

Akane: non so.

Akane si mise il pigiama, che era sul letto, e si infilò sotto le coperte.

Akane: tua madre mi ha detto di dirti che voleva parlarti e di andare giù, nel caso tu fossi stata ancora sveglia.

Sara: vado.

Akane: credo che quando tornerai io starò già dormendo.

Sara: vedrò di non far rumore.

Akane: un’altima cosa… grazie per la tua ospitalità.

Sara uscì lanciando un ultimo sorriso ad Akane, e spegnendo la luce, che ricambio facendo un cenno con la mano.

Sara scese le scale dirigendosi verso la sala da pranzo.

Signora: pensavo stessi già dormendo.

Sara: che ne pensi??

Signora: devi decidere tu, bambina mia.

La madre per tutto il tempo era rimasta girata, ma alle ultime parole guardò la figlia con la faccia seria.

Sara: voglio andare in Giappone.

Signora: io non posso fermarti.

Sara: lo so che ti faccio preoccupare sempre ma partirò più serena se tu mi appoggerai. Non ti chiedo di essere d’accordo con me, ma di appoggiarmi.

Signora: sono tua madre, ti appoggerò qualunque decisione tu prenda.

Sara: grazie mamma.

Sara si buttò fra le braccia della madre e l’abbracciò fortissimo. Era un bellissimo momento tra madre e figlia.

Sara: ora torno a dormire, ho sonno.

Signora: vai, domani parleremo di quando dovrai partire e come fare.

Sara se ne andò, sapendo bene che ciò che l’aspettava ora era ben più difficile di sua madre, ma lo doveva fare.

Sara svolto l’angolo e si diresse verso il corridoio e vide davanti a se una figura che le sembro imponente.

Sara: hai sentito??

Simone: non di mia volontà, ne avrei fatto volentieri a meno.

Sara: cosa ne pensi??

Simone: sai perfettamente come la penso. Nostra madre soffrirebbe moltissimo se tu te ne andassi.

Sara si avvicinò a Simone e lo abbracciò. Lui all’inizio stette rigido, con le braccia lungo i finchi, ma poi ricambiò l’abbraccio.

Sara: mi mancherai anche tu.

Sara aveva capito benisimo che, oltre a essere preoccupato per la loro madre, suo fratello voleva difendersi dietro la sua figura per non fargli vedere che ci stava male anche lui, se lei partiva.

Simone: ormai non te lo leva più nessuno questo chiodo fisso di voler partire.

Sara: Io andrò in Giappone ma tornerò per le vacanze di Natale, Pasqua e due mesi durante le vacanze estive.

Simone: ti verrò a trovare appena ti sarai sistemata, e con me verrà anche nostra madre.

Sara: Ci conto. Ora vado a dormire. È stata una giornata faticosa.

Simone: notte sorellina.

Simone entrò in camera dopo aver dato un piccolo bacio sulla fronte della sorella.

Sara salì le scale ed entrò in camera trovando Akane addormentata abbracciata da un maialino nero. Lo prese tra le braccia.

Sara: Ryoga mi dispiace ma dovrai dormire in camera di mio fratello con Ranma per questa notte.

Ryoga fece una faccia un po’ contrariata ma poi scese dalle braccia di Sara e si avviò verso il bagno.

Sara:*com’è buffo* Ryoga ricordati di non litigare con Ranma.

Detto questo si mise a letto e si addormentò.

Fu una notte senza sogni, l’ideale per ricaricarsi dopo una brutta giornata

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