Aiuto! Sono Hermione!

di Sanae Nakazawa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Due ***
Capitolo 3: *** Capitolo Due ***
Capitolo 4: *** Capitolo Tre ***
Capitolo 5: *** Capitolo Quattro ***
Capitolo 6: *** Capitolo Cinque ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

PROLOGO

* Vorrei dedicare questa ficchina a tutti coloro che mi hanno sempre chiesto di scrivere una Ron/Hermione.
L'idea non è originalissima e, se ne esiste già una con i medesimi personaggi, mi scuso. *

"Fa in fretta Hermione!" Harry la sospinse su per le scale che conducevano ai Dormitori Maschili con grande affanno. L'ora di pranzo sarebbe terminata a momenti e loro non potevano assolutamente permettersi di tardare neanche di un minuto.
"Harry sei sicuro che Ron sia daccordo? Insomma dovevi essere *tu*..." Hermione esitò un attimo prima di aprire la porta. Harry tirò un sospiro sconsolato mentre la luce della stanza gli fece lacrimare gli occhi.
Entrarono facendo il più piano possibile.
Hermione sorreggeva una vistosa ampolla verdastra che teneva cautamente lontana dal suo mantello. Ron era steso sul suo letto, ancora in pigiama profondamente addormentato.
"E' ancora qui..." Harry si avvicinò al letto dell'amico e gli diede una leggera spintarella sulla spalla. Quello mugugnò voltandosi dall'altra parte.
"..Ron? Ehi Ron sveglio...è l'ora..."
Il ragazzo aprì pigramente gli occhi e osservò i due spaesato. 
Hermione alzò le pupille al cielo, impaziente, e svuotò l'ampolla nel calice posizionato sopra il comò, appena accanto al letto.
"Ron c'è stato un cambio di programma" disse spicciola senza neanche attendere che il ragazzo riacquistasse il pieno delle sue facoltà mentali "...dovrai prendere tu la Polisucco e prendere le sembianze di Tiger. Harry a Pozioni è stato punito da Piton e dovrà trovarsi nel suo ufficio mentre Tiger farà la sua *deposizione*".
Ron si grattò la testa e si mise a sedere.
"Ma Hermione..." mugugnò guardandola "...io ho ancora qualche linea di febbre...non posso alzarmi..."
La ragazza non lo ascoltò neanche "Se non lo farai noi rischiamo grosso. Anche tu. E lo sai." così dicendo gli piazzò il calice traboccante di liquido denso e verdastro sotto il naso. Ron fece un'espressione piena di disgusto e voltò il capo in direzione opposta.
Harry lo guardò dispiaciuto, avrebbe volentieri risparmiato all'amico ammalato questa seccatura ma erano nei guai fino al collo e non potevano rischiare che Tiger contasse a Piton una versione distorta dei fatti.
La sera prima v'era stata un'accesa rissa tra Harry, Ron e Malfoy nei corridoi del secondo piano. Piton aveva sorpreso i ragazzi avvinghiati e ne aveva approfittato subito per sottrarre un esiguo numero di punti a Grifondoro. 
La McGranitt, venuta a conoscenza dell'accaduto, si infuriò sia coi ragazzi che con l'untuoso professore di Pozioni, così decise che, prima di assegnare una punizione ai colpevoli, bisognava scovarli giustamente tramite l'aiuto di testimoni.
Allora la donna scelse un testimone per entrambe le parti e decise di ascoltarlo nel pomeriggio somministrandogli il Veritaserum.
Ma, fortunatamente, Hermione aveva origliato una conversazione tra Malfoy e i suoi scagnozzi. Grazie ad un potente ritrovato avrebbero fatto in modo di sabotare il Veritaserum in modo che Tiger, testimone scelto per i Serpeverde, potesse raccontare tutto a discapito di Harry e Ron.
Il trio discusse a lungo di come comportarsi e, alla fine, quella di assumere le sembianze di Tiger e depositare al posto suo, sembrò l'unica soluzione plausibile.
"Questa Pozione Polisucco viene dritta dritta dallo studio di Piton" disse Hermione compiaciuta cercando di avvicinare sempre di più il calice alle labbra dell'amico.
Harry si sedette sulla sponda del letto e diede una leggera pacca sulla spalla a Ron "Dai amico. Se tutto va da copione tra un'oretta saremo gli eroi della nostra Casa"
Ron fece una smorfia col volto ancora totalmente assonnato "Io la bevo ma quando torno vado in coma un'altra giornata. Questo raffreddore mi sta quasi uccidendo" osservò per un attimo le dita di Hermione che stringevano il calice e, in un impeto coraggioso, glielo strappò di mano ingoiandone il composto tutto d'un fiato.
Una sensazione di melmoso gli invase la gola e sentì le membra gonfiarsi con foga.
Hermione e Harry indietreggiarono attendendo ansiosi il risultato.
Ron strinse la testa tra le mani e sentì i capelli ritirarsi ma subito sgorgare nuovamente. Alzò gli occhi in direzione degli amici e notò che erano entrambi sconvolti.
Si sentì ridurre gli arti gradualmente e i connotati del viso cambiare con rapidità. 
Quando tutto fu finito ebbe quasi paura di abbassare gli occhi tanto era lo sgomento dipinto negli occhi di Harry ed Hermione.
Si alzò di scatto e corse più che poteva verso lo specchio in fondo alla stanza.
Si accorse solo in quel momento che l'espressione di terrore dei due ragazzi non era minimamente paragonabile a quella sua.
Sgranò gli occhi e si osservò il corpo più volte completamente agghiacciato.
Tastò con gli indici il petto, con estrema cautela. Da dietro di lui sentì un urlo e un singhiozzo soffocato.
"R...Ragazzi..." sussurrò imbambolato senza smettere di guardare il suo riflesso "ma...io...sono diventato Hermione!"

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CONTINUA

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I Pg della saga non sono miei, ma appartengono a JK Rowling!
Grazie mille per essere arrivati fin qui ^o^ spero di riuscire a pubblicare il primo capitolo il prima possibile ((purtroppo sono sommersa di lavoro ultimamente e non posso assicurare nulla ;_; sorry ;_;)) bacioni a tutti! 

Sanae
Hogwartstoryline


 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo Due ***


Prologo

CAPITOLO UNO

* Molto probabilmente questo, come gli altri capitoli, avrà contenuti "YURI". Dico probabilmente perchè questi contenuti non sono intenzionali ma molte persone potrebbero prenderli come tali ((credo si sia capito, dato che Ron al momento ha le sembianze di Hermione...)).
Perciò mi scuso tantissimo con coloro che intenderanno come yuri tali scene ma la cosa è puramente casuale ^.^ *

I minuti che seguirono furono di silenzio assoluto. Si potevano addirittura distinguere gli schiamazzi degli studenti che si godevano gli ultimi bagliori estivi in riva al lago.
Tutto fu interrotto da un'altro singhiozzo di Hermione che, con uno scatto, si avvicinò si avvicinò a Ron cercando di guardarlo il meno possibile.
"I..Io...non riesco a capire..." la ragazza si guardò attentamente le mani sussurrando con voce tremante "...l..la pozione...io...non credo di aver sbagliato..."
Ron fece per dire qualcosa ma riuscì ad emettere solo un suono soffocato. Harry avanzò in aiuto dell'amico, poggiando una mano sulla spalla di Hermione "Probabilmente la pozione era sbagliata in principio. In fondo non l'hai preparata tu..." le diede un colpetto affettuoso "...e poi se tutto va come dovrebbe andare, Ron tra un'ora scarsa dovrebbe tornare brutto come prima" sorrise all'amico che ricambiò sollevato.
"E' vero Hermione...un'ora e torno come prima..." si grattò la testa con forza e accorse solo in quel momento che i capelli di Hermione erano più morbidi di quanto sembrasse.
Scrutò nuovamente, per un attimo, il suo riflesso nello specchio. Indossava ancora calzoncini da notte e canotta ma ora gli stava tutto larghissimo. Le maniche gli cadevano sulla spalla lasciando intravedere le scapole leggermente sporgenti del corpo della ragazza.
Hermione battè il piede a terra impazientemente poi, senza replicare, si avvicinò al baule di Ron estranendo il mantello della divisa e appoggiandoglielo addosso con poca grazia.
"Perlomeno evita di mostrarti così, nel caso entri qualcuno. E...evita di andare in bagno o di cambiarti. Ti terrò sotto controllo."
Harry soffocò una risatina e si sedette sul letto osservandoli "Sembrate due gemelline."
"Ehi non c'è niente da ridere, idiota!" Ron mise il broncio e si sedette sul pavimento con aria nuovamente assonnata.

*

Ron cominciò a sudare freddo.
"E' ora di cena." proclamò Harry con un sospiro. Hermione fissava rabbuiata un punto indefinito della stanza. Si era mossa soltanto per andare a parlare, come testimone degli amici, con la McGranitt, lasciando ad Harry l'arduo compito di vegliare Ron ancora sotto effetto della Pozione.
Era tornata con un sorriso speranzoso che le morì nel preciso istante in cui intravide una chioma cespugliosa oltre la testa di Harry.
Ron aveva ancora le sue sembianze, ed erano passate circa sette ore da quando aveva preso la Polisucco.
"Un antidoto...ci deve essere un antidoto...no?" esordì Ron con una vocina insicura. Hermione lo guardò girandosi di scatto, gli occhi rossi di lacrime. Harry annuì convinto "E' naturale che c'è! Un antidoto alla Polisucco! Andiamo in Biblioteca e informiamoci"
Ma la ragazza non badò minimamente alle parole dell'amico "Un antidoto c'è...ma...è estremamente complicato...senza contare che..." i due le si avvicinarono e la guardarono attentamente "...non sempre riesce. E la sua riuscita non ha un lasso temporale standard. Potrebbe essere un giorno quanto un anno"
Ron emise un gemito quasi di dolore. Era ancora troppo sconvolto per dire qualcosa, si limitò ad alzare le spalle tirando su col naso. Harry sembrò estremamente preoccupato "Gli ingredienti? Sono difficili da reperire?"
Hermione scosse il capo acquistando maggiore calma ora che si era aperto lo spiraglio dell'antidoto.
"No...basterà introdursi nuovamente nell'ufficio di Piton..." guardò l'orologio con enorme fretta poi fissò dritto Harry negli occhi "...approfittiamo dell'ora di cena, Harry. Prendi il mantello ed andiamo"
A Ron non servì chiedere di andare con loro. Se fossero stati scoperti, notare che Hermione si era sdoppiata, avrebbe reso solo più tragica la situazione. Si stese nuovamente sul letto osservando sottecchi la porta del Dormitorio chiudersi.

*

"E così ora...sei Hermione?"
Dopo che i due ragazzi finirono di raccontare l'increscioso incidente della Polisucco a Neville, Seamus e Dean, un boato divertito si levò nella stanza.
"E sei già andato in bagno?"
Le orecchie di Ron si dipinsero di un rosso vivo.
"S...Si..."
Seamus tirò un fischio acuto e lo osservò pieno di ammirazione. Dean saltò in piedi indicandolo "Ha! Egoista! Se sei il maniaco che tutti conosciamo spogliati e facci vedere! E' nostro diritto!"
Harry scrollò le spalle infilandosi sotto le coperte.
"Prova a ripeterlo, stronzo" digrignò Ron tra i denti mentre Dean alzò le mani in segno di innocenza.
Si guardò nuovamente allo specchio. Ogni secondo sperava che il suo corpo tornasse quello di una volta.
Sapeva che questa situazione portava solo scompiglio e sofferenza e sarebbe tornato volentieri a casa se gli fosse stato possibile.
Così perlomeno Hermione non sarebbe scoppiata in singhiozzi ogni volta che lo vedeva.
Lui non aveva colpa dell'accaduto, eppure si sentiva un grosso macigno sullo stomaco.
Non voleva guardare il corpo di Hermione, non voleva sentire la sua pelle ad ogni minimo movimento. 
Era come essere prigioniero in una bambola.
Scongiurò mentalmente che la pozione, che Hermione quella sera aveva preparato, fosse pronta entro breve.
Sarà pronta nel momento in cui il composto diverrà di colore verde. Ora è blu.
Si stese sotto le coperte sentendosi più leggero e piccolo che mai. Chiuse gli occhi sperando che il giorno dopo un calice contenente liquido verdastro sovrastasse sul suo comò.

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CONTINUA

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I Pg della saga non sono miei, ma appartengono a JK Rowling!

Sanae
Hogwartstoryline


 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo Due ***


Capitolo Due

CAPITOLO DUE

* Molto probabilmente questo, come gli altri capitoli, avrà contenuti "YURI". Dico probabilmente perchè questi contenuti non sono intenzionali ma molte persone potrebbero prenderli come tali ((credo si sia capito, dato che Ron al momento ha le sembianze di Hermione...)).
Perciò mi scuso tantissimo con coloro che intenderanno come yuri tali scene ma la cosa è puramente casuale ^.^ *

Le speranze di Ron si frantumarono come un vetro colpito da un sasso quando, il giorno dopo, nel risvegliarsi, una ciocca di ricci arruffati gli solleticò il naso. 
Fortuna volle che era un sabato e quindi la reclusione impostagli dagli amici non gli proibì di seguire le lezioni. 
Dei forti colpi alla porta attirarono la sua attenzione, si passò una mano tra i capelli nel vano tentativo di tenerli in ordine, e si avvicinò ad essa, notando felicemente che il Dormitorio era completamente deserto.
"Ron! Sono Harry! Sei presentabile?" il ragazzo tirò un sospiro di sollievo e spalancò la porta senza neanche dare il tempo all'amico di finire la domanda.
Questo non riuscì a trattenere una risatina di scherno quando notò la capigliatura incolta che sovrastava la testa di Ron "se Hermione ti vedesse in questo momento, ti strozzerebbe."
Il ragazzo occhialuto attraversò la stanza e si accomodò sul letto, che al momento si presentava come un'unico groviglio di coperte "Ti porto brutte notizie..."
Ron deglutì sonoramente e lo imitò, cadendo sfinito su una montagnola di stoffa scarlatta, sentendosi lacerare il petto dall'ansia.
"La Pozione pare non sia pronta" sospirò Harry tentando invano di non far trapelare la sua preoccupazione. Ron emise un grugnito che sembrava di rassegnazione e rabbia allo stesso momento.
"Sarebbe stata troppa grazia risolvere il tutto così rapidamente" borbottò con un filo di voce osservandosi le gambe ma senza guardarle realmente. Se la situazione si portava avanti ancora a lungo sarebbe dovuto uscire allo scoperto mettendo nei guai un bel pò di persone, lui incluso.
"Ginny ed Hermione hanno passato l'intera notte in Biblioteca, sai per cercare una scappatoia alternativa..." Harry diede un colpetto sulla spalla dell'amico cercando di assumere un tono il più rassicurante possibile "...vedrai che ne caveranno qualcosa di buono. Abbi fiducia."
Ron guardò altrove ostentando un'espressione esausta, ed incontrò il suo riflesso nello specchio. Sembrava passato molto più di un giorno da quando si era reso conto della tremenda sciagura di cui era stato vittima e cercò, per un attimo, di immaginare la sua vita nei panni dell'amica. 
A confronto l'inferno non gli sembrò così tremendo come tutti lo descrivono.
In primis sua madre sarebbe stata sicuramente ricoverata nel reparto di Igiene Mentale del San Mungo, senza parlare del divertimento dei gemelli che difficilmente avrebbero preso la situazione seriamente come si conviene. Poi, punizioni e prese in giro a parte, era fuori discussione trovarsi una ragazza. Magari avrebbe potuto sfarfallare gli occhioni in presenza di Krum e farsi dire la verità sull'ambiguo rapporto tra lui ed Hermione, ma la cosa avrebbe avuto comunque poco senso, senza contare che c'era il disgustoso pericolo che Krum, tradito dal suo aspetto, gli saltasse addosso.
Non fece neanche in tempo a vergognarsi dei suoi pensieri che Ginny ed Hermione entrarono nel Dormitorio con l'aria distrutta di chi ha passato una notte in bianco. 
La sorellina gli rotolò ridacchiando alle spalle mentre Hermione fu ben cauta a sedersi il più lontano possibile. L'espressione severa e allo stesso tempo sconvolta dipinta sul suo volto non dava addito a dubbi: non aveva per nulla intenzione nè di guardarlo nè di sapere come viveva la situazione. Un comportamento poco degno di lei che difficilmente sfugge ai problemi, pensò Ron osservandola discretamente, ma che probabilmente celava qualcosa di più profondo che lui non riusciva a capire.

*

Il cattivo tempo fece la sua parte per rendere quella giornata insopportabile. Il ticchettio della pioggia, interrotto talvolta da sordi tuoni e relativi urletti echeggianti dalla Sala Comune, facevano da sottofondo piuttosto fastidioso al silenzio di tomba che regnava nel Dormitorio, ancora semideserto, popolato unicamente dalle silenziose figure di Ron ed Hermione.
Ginny ed Harry erano scappati ad un importante riunione strategica della squadra di Quidditch (Ron se l'era cavata spacciandosi ancora per "gravemente malato") e i due, imbarazzati per la situazione, consumavano ammutoliti la cena che Hermione aveva portato su dalla Sala Grande (facendo valere la solita scusa della malattia persistente).
Hermione rigirò più volte nel piatto la forchetta con l'aria di chi tutto vuole tranne che mangiare. Ron cercò di non badarci, sentendosi totalmente impotente, ma dopo mezz'ora di resistenza scoppiò forzando l'amica a guardarlo. 
"Cazzo Hermione ora basta!" le afferrò le spalle scrollandola pesantemente, meravigliandosi di quanto fossero minuscole le sue mani in quel momento.
La forchetta di Hermione cadde sul pavimento e un tamburellante rumore metallico invase la stanza. 
"Io non ne ho colpa, non puoi punirmi in questo modo!" la ragazza alzò gli occhi sbalordita ma si affrettò a distogliere lo sguardo lasciandosi scuotere passivamente senza proferir parola, cosa che mandò Ron ancora più in bestia.
"A me questa situazione non fa piacere! Assolutamente no! Io non sono felice di essere finito proprio nel tuo corpo, mettitelo in questa zucca dura!"
Hermione spalancò gli occhi come se qualcuno le avesse rovesciato dell'acqua ghiacciata con tutto il secchio. Le parole di Ron non volevano essere dispregiative nei suoi confronti ma lei parve interpretarle in quel modo e si apprestò a dire con voce strozzata "Certo...avresti preferito il corpo di qualcuna...carina...no?" alzò il capo e scrollò le spalle finchè il ragazzo non mollò la presa, totalmente ammutolito dalla risposta "...mi dispiace se ti faccio così schifo..." si alzò di scatto afferrando le sue cose alla rinfusa, ma Ron fece lo stesso afferrandole il gomito e tentando, con evidenti difficoltà, di farla risedere "Non hai capito un cavolo, cretina! Io..." biascicò qualcosa di incomprensibile restando per qualche secondo nell'imbarazzo più totale. Hermione fece una smorfia sprezzante ma non si mosse "Non arrampicarti sugli specchi. Ho capito bene cosa intendevi"
Un tuono terribilmente forte fece tremare i vetri. I minuti che seguirono furono sicuramente i peggiori vissuti dai due. Ron sospirò frustrato maledicendo la sua incapacità di spiegarsi.
"Io non voglio che sia il tuo corpo perchè..." alzò lo sguardo timidamente, Hermione riconobbe nei suoi occhi, nonostante non fossero i "suoi", il gesto tipico del ragazzo quando era molto dispiaciuto. Si intenerì anche se non lo diede a vedere mentre, in religioso silenzio, attendeva che Ron terminasse la frase.
Lui, dal canto suo, sembrava deciso a lasciare il discorso incompleto e indugiò a lungo trovando molto interessanti le mattonelle.
Quando ormai Hermione si era rassegnata e stava per lasciare definitivamente la stanza lui mormorò qualcosa che la fece bloccare all'istante.
"Perchè...perchè ti trovo carina. La più carina..."

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CONTINUA

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I Pg della saga non sono miei, ma appartengono a JK Rowling!

Sanae
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Capitolo 4
*** Capitolo Tre ***


Capitolo Due

CAPITOLO TRE

* Molto probabilmente questo, come gli altri capitoli, avrà contenuti "YURI". Dico probabilmente perchè questi contenuti non sono intenzionali ma molte persone potrebbero prenderli come tali ((credo si sia capito, dato che Ron al momento ha le sembianze di Hermione...)).
Perciò mi scuso tantissimo con coloro che intenderanno come yuri tali scene ma la cosa è puramente casuale ^.^ *

La stanza cominciò a raffreddarsi via via che la notte prendeva piede. La tempesta dava segni di cedimento infatti, i terribili tuoni  sembravano allontanarsi, provocando un suono ovattato e dissolvente piuttosto che il rombo minaccioso di qualche ora prima.
Il pavimento era probabilmente la parte più ghiacciata dell'intero castello in quel momento ed Hermione, con una piccola smorfia che lo lasciò intendere, cercò di tirarsi la gonna il più giù possibile evitando il contatto delle gambe alla superfice gelida.
A vederli da lontano sembravano due sorelline intente a schiacciare un sonnellino serale prima di mettersi a letto, dopo essersi scambiate le più remote confidenze.
In realtà dal momento in cui Ron aveva accolto tutte le sue forze ed aveva pronunciato quella frase così imbarazzante eppure così remotamente segretata nel suo cuore, non era passata più di un ora.
Fu lui il primo a svegliarsi, cercando di ricordare per quale arcano motivo era addormentato a terra, col capo delicatamente appoggiato a quello dell'amica.
La guardò facendo mente locale, ma i pensieri erano piuttosto confusi e frammentari. Quando Harry spalancò le porte della stanza lo trovò intento a grattarsi il mento e a borbottare qualcosa con l'aria più perplessa che potesse avere. Hermione doveva essersi appena svegliata e guardava inespressiva il mobile polveroso appena di fronte a lei.
Il ragazzo intuì che qualcosa bolliva in pentola, ma si limitò a constatare le espressioni degli amici e a scuotere il capo avviandosi verso il suo letto esausto.
"Ron, cerca di tornare al più presto nelle tue membra, sennò col cavolo che vinciamo la partita sabato prossimo"
Detto questo si chiuse in bagno per cambiarsi tendendo l'orecchio per estrapolare qualche frammento di conversazione tra i due ma gli unici rumori che riuscì a distinguere furono un ticchettio di scarpe correre, la porta sbattuta con violenza e il cigolio di un materasso.

*

{ "Io non voglio che sia il tuo corpo perchè...perchè ti trovo carina. La più carina..."
Hermione nei secondi che seguirono fu sinceramente in dubbio sul se abbracciare Ron e sussurragli quanto le faceva piacere sentire quelle parole, o se scoppiare a ridere e appianare la lite complimentandosi per la bella trovata di spirito.
Ma non fece ne l'una nè l'altra. Si limitò ad avanzare di qualche passo mentre Ron, con estrema lentezza, come se guidato da una forza indipendente dal suo corpo, si mise in piedi.
Senza neanche rendersene conto i loro visi si trovarono talmente vicini che si notava più che mai l'identica altezza degli occhi e dei lineamenti in genere.
Uno specchio non avrebbe potuto riprodurre immagine più perfetta simmetricamente.
Senza badare al suo aspetto, le labbra di Ron si avvicinarono a quelle di Hermione ma lei si ritrasse bruscamente.
"N..Non ci riesco..." disse lei con un filo di voce. Il ragazzo restò per qualche secondo ad osservarla aggrottando le sopracciglia poi, come se ricordasse solo in quel momento di essere in "vesti femminili" tirò una piccola esclamazione consapevole che l'occasione era totalmente sfumata.
Indugiò per qualche secondo mentre nel suo cervello vorticarono i pensieri più osceni e, in uno slancio deciso, afferrò il polso della ragazza e ridusse nuovamente la distanza tra i loro visi.
"Chiudi gli occhi" le disse cercando di mantenere un tono di voce sicuro.
"Dai...mettiti nei miei panni..." sussurrò lei abbassando lo sguardo repentinamente.
"Ci sono già..." Ron emise un piccolo sbuffo sorridendo appena e lei rispose al suo sorriso timidamente.
Interpretando questo suo gesto come una risposta positiva le mise una mano dietro la nuca e la attirò a se. Hermione ebbe appena il tempo di serrare gli occhi prima di sentire le labbra umide del ragazzo appoggiarsi lievemente alle sue. Cercò di dimenticare tutto quello che era successo negli ultimi due giorni e si abbandonò al bacio decidendo di vergognarsi in un secondo momento della situazione assurda in cui era incappata.
Continuarono a baciarsi ancora per qualche minuto scongiurando mentalmente che nessuno aprisse la porta del Dormitorio.
Proprio in quel frangente un enorme boato fece sobbalzare entrambi. Gli occhi di Hermione continuarono a rimanere chiusi ma il ragazzo la condusse a sedersi a terra e strinse saldamente il suo corpo.
Nessuna parola venne pronunciata, nè tantomeno i loro occhi si incontrarono nuovamente.
La cena, ormai raffreddatasi, emanava un odore sottile e leggermente disgustoso. }

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CONTINUA

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I Pg della saga non sono miei, ma appartengono a JK Rowling!
* plin plon * Vorrei avvisare la gentile clientela che questo chap è stato scritto alle 24 circa e che non ho la forza di rileggerlo ;_; Perdonate eventuali errori e spazzature, domani rileggo a mente fredda e riposata, grassie!

Sanae
Hogwartstoryline


 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo Quattro ***


Capitolo Due

CAPITOLO QUATTRO

* Molto probabilmente questo, come gli altri capitoli, avrà contenuti "YURI". Dico probabilmente perchè questi contenuti non sono intenzionali ma molte persone potrebbero prenderli come tali ((credo si sia capito, dato che Ron al momento ha le sembianze di Hermione...)).
Perciò mi scuso tantissimo con coloro che intenderanno come yuri tali scene ma la cosa è puramente casuale ^.^ *

La corsa non le era servita a nulla, neanche a schiarirsi le idee. Hermione sapeva perfettamente che l'ultima cosa che la sua razionalità le avrebbe suggerito di fare sarebbe stata quella di irrompere nel Dormitorio Femminile con le guance rosse e l'espressione sconvolta, disposta a soddisfare la curiosità delle petulanti compagne di stanza. Bloccata sull'uscio della porta che, dalla scalinata del Dormitorio maschile portava alla sala di ritrovo del Grifondoro, vagò con lo sguardo in cerca di un cantuccio dove poter sbrogliare la massa filamentosa che le opprimeva la zona appena sotto il cuoio capelluto.
Optò per uno spazietto stretto e discreto tra il camino, le cui braci scoppiettavano ancora allegre nonostante la Sala Comune fosse popolata da un paio di studenti silenziosi, e il muro. Senza badare alle facce curiose che si voltarono a guardarla si accucciò prendendosi la testa tra le mani.
Non si sentiva in colpa, nè tantomeno si sentiva come una persona che ha agito contro la propria volontà.
Semplicemente il tutto succedeva in un momento troppo strano per essere preso sul serio. C'era anche da mettere in conto che se quel momento non fosse stato assurdo come era in realtà, molto probabilmente nulla di quello che era accaduto poco prima nei Dormitori maschili si sarebbe replicato.
Venne scossa da un tremito e desiderò con tutta se stessa che la Pozione "salvaguai" fosse bellepronta per affrontare l'imbarazzantissimo giorno dopo senza doversi confrontare con il suo "doppio", ma con l'originale aspetto di Ron.
Trascorse buona parte della nottata con le ginocchia tirate al petto e la mente talmente lucida da indurla a pensare che non avrebbe dormito mai più in vita sua.
Proprio quando l'ultimo ceppo infuocato sembrava intenzionato a morire sentì dei passi lenti provenire dal piano superiore. Preferì non muoversi  dalla sua posizione "di difesa" per evitare un contatto diretto con Ron e quindi fingersi addormentata.
Ma con sua grande sorpresa, i capelli rossi che penzolavano dal capo piegato da un lato che le si stagliava di fronte, appartenevano ad un altro membro della famiglia Weasley.
Tra Hermione e Ginny si era, fin dall'inizio, instaurato uno di quei rapporti d'amicizia più unici che rari. Uno sguardo o un gesto valeva più di mille parole, tra loro.
Alla ultimogenita della prolifera famiglia bastò scoccare una breve occhiata all'amica, notarne l'espressione sconcertata, per intuire che qualcosa stava sfuggendo di mano.
"Sono stata dai ragazzi...credevo di trovarti lì" penzolò sulle ginocchia sino ad arrivare all'altezza dell'amica per osservarla in volto.
Hermione mantenne lo sguardo basso e si sentì profondamente sciocca ad essere scappata a quel modo. Si rese conto che confidarsi con l'amica sarebbe stato il metodo meno indolore di smaltire il trauma. Quando ebbe speso fino all'ultima parola si decise a guardare in volto Ginny che sembrava piuttosto incredula e divertita allo stesso tempo.
Si mise a sedere sul pavimento con l'aria di colei che fa da consolatrice per mestiere "Io ho sempre pensato che tu e mio fratello steste insieme, ma che preferivate mantenere il tutto nascosto. Anche Harry l'ha sempre pensata così."
Le sue parole sortirono l'effetto desiderato. Hermione sbattè gli occhi più volte parlando a Ginny come avrebbe fatto con una povera pazza visionaria "Perchè avremmo dovuto nasconderlo?"
Ginny alzò le spalle arricciando le labbra con noncuranza "Voi due siete strani, avresto potuto avere qualunque motivo per mantenerlo segreto. Che sò tu, tanto coscienziosa, volevi nasconderlo ai Professori". Hermione, sempre più incredula che l'amica parlasse sul serio, scoppiò in una piccola risatina sarcastica "Non facciamo altro che litigare!"
"E ingelosirvi l'uno dell'altro morbosamente..." completò l'amica con fare saccente "...comunque ora è inutile stare a discutere di questo. Il vero problema è un'altro. Domani dovrete assolutamente chiarire"
Hermione sapeva perfettamente che doveva farlo, ma al solo pensiero le gambe le diventavano molli e un peso le sovrastava lo stomaco.
Quei momenti, così intimi e delicati della sua adolescenza, erano stati segnati dall'angusta sfortuna della Polisucco, e ciò non le permetteva di viverli serenamente.
Magari domattina l'antidoto sarà pronto pensò mentre si alzava e seguiva l'amica verso i Dormitori avvertendo una vaga voglia di dormire magari la fortuna sarà dalla mia parte.

*

La pioggia della sera prima aveva sicuramente giovato al paesaggio. Il parco di Hogwarts sembrava aver acquisito la freschezza della pioggia e un lucente arcobaleno trionfava sulle nuvole bianchissime. La Domenica era il giorno favorito dagli studenti per intrattenre qualunque attività che riguardi l'aria aperta, infatti non era difficile trovare occupato lo stadio da Quidditch, come lo spuntare di piccoli gruppi di studio attorno al lago.
Persino la professoressa McGranitt, in genere restia ad uscire dal castello, era impegnata ad intrattenere un'accesa discussione con Hagrid passeggiando sull'erba fresca di taglio.
Ron osservava il paesaggio con una punta di amarezza. Aver baciato Hermione era stato molto bello ma era perfettamente conscio che per la ragazza doveva essere stata tutt'altra sensazione. A dire il vero forse neanche per lui era stato bello come aveva sempre immaginato, ma forse era per il semplice fatto che, conscio del suo aspetto, non si era lasciato andare liberamente.
Seamus e Dean lasciarono il Dormitorio dopo aver preso in giro a sufficienza l'amico e lui decise che era venuto il momento di togliersi il peso dalla coscienza e parlare ad Hermione.
Ginny, qualche ora prima, lo aveva informato sullo stato d'animo dell'amica, e gli aveva assicurato che era imbarazzata quanto lui, ma assolutamente arrabiata. Questo aveva sollevato Ron da un punto di vista, ma sotto certi aspetti gli avrebbe fatto più comodo ricevere uno schiaffo per il suo gesto che doverle confessare i suoi sentimenti, tanto a lungo celati sotto la tipica maschera arrogante che i ragazzi a quell'età usano come scudo.
Scese con passo pesante le scale, contandole attentamente una per una e, come sperava, trovò Hermione seduta in Sala Comune completamente isolata dal resto di studenti che accalcavano la stanza. Tutti cominciarono a ridere e indicare Ron appena lo videro arrivare ma lui, ignorandoli alla grande, si avvicinò alla ragazza senza molti preamboli.
"Dobbiamo parlare" disse mettendole una mano sulla spalla per attirare la sua attenzione.
"Si" rispose Hermione atona e si alzò, pronta a seguirlo.
Quando furono abbastanza lontani dai gridolini e gli schiamazzi dei loro compagni caddero nel silenzio più totale. Ognuno aspettava che fosse l'altro ad aprir bocca e così sprecarono lunghi minuti di attesa sfiaccante, fin quando Ron non prese in mano la situazione, dicendosi che l'uomo fa sempre il primo passo. "Ieri sera..." pronunciò giocherellando con le dita. 
"Non sono arrabiata!" si difese Hermione prima che lui finisse la frase. Ron le abozzò un sorriso sincero, sentirselo dire da lei era tutt'altra cosa.
"...io non so che mi è preso...non volevo..." continuò lui sentendosi meno sicuro di qualche secondo fa.
"Non volevi?" nella voce di Hermione c'era una nota stonata. Cominciava ad irritarsi e ciò fece cadere Ron ancora più nel panico. Come risaputo, appena si rendeva conto che Hermione non gradiva quello che diceva, peggiorava la situazione. Era di routine ormai.
"Cioè stai dicendo che l'hai fatto ma non lo volevi?" la fronte della ragazza era pesantemente corrugata. Sicuramente tutto si aspettava di sentire, tranne che quella frase. 
"No Hermione...vedi..." Ron tentò invano di aggrapparsi a qualcosa "...era il mio primo bacio...capisci?"
Hermione gli mollò un forte schiaffo in pieno viso. Rimase qualche secondo ancora con la mano sollevata cercando di miscelare la rabbia con l'autocontrollo, ma esplose contro la sua volontà
"Era anche il MIO prima bacio! E mi fa schifo averlo dato ad un verme come te! Se non volevi darlo a me bastava non farlo!"
Ron si massaggiò la guancia chiedendosi dove avesse sbagliato "Non l'ho fatto di proposito..."
"Allora vai al diavolo Ronald Weasley! Non voglio avere più nulla a che fare con te!"
Detto questo sgattaiolò con velocità crescente oltre il buco del ritratto lasciando Ron completamente sconvolto.
"Ma io...non ho detto nulla di male..." sussurrò poco convinto Ron tra sè e sè cominciando a rendersi conto che forse non era esattamente quello che avrebbe dovuto dirle.

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CONTINUA

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I Pg della saga non sono miei, ma appartengono a JK Rowling!
Grazie grazie grazie a tutti coloro che stanno leggendo questa fanfic! Questo è il penultimo chap, dopo aver terminato questa, riprenderò una delle prime ff su Harry Potter che ho scritto, che sto riscrivendo e arricchendo dato che la prima versione era un'obrobrio completo! Bacioni a tutti! ^____^! 

Sanae
Hogwartstoryline


 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo Cinque ***


Capitolo Due

CAPITOLO CINQUE

* Molto probabilmente questo, come gli altri capitoli, avrà contenuti "YURI". Dico probabilmente perchè questi contenuti non sono intenzionali ma molte persone potrebbero prenderli come tali ((credo si sia capito, dato che Ron al momento ha le sembianze di Hermione...)).
Perciò mi scuso tantissimo con coloro che intenderanno come yuri tali scene ma la cosa è puramente casuale ^.^ *

"E' una pazza violenta, quella!" Ron lacrimò involontariamente per il dolore quando Ginny appoggiò sulla guancia gonfia un'enorme bisteccona di drago. 
Harry quasi si strozzò per trattenere le risa "Dai Ron. Con quel rosso sullo zigomo sembra quasi ti sia truccato..."
Il ragazzo gli si avventò contro afferrandolo per la collottola "Io *NON MI SONO* truccato, chiaro? Ed Hermione è pazza, pazza!"
Ginny scosse la testa afferrando da terra la bistecca brutalmente caduta. "Sei tu il pazzo. Hermione ora sicuramente starà piangendo e la colpa non è di certo di Harry" disse acida indicando le mani del fratello che scuotevano l'amico con violenza.
Ron, dopo qualche secondo di intontimento, lasciò Harry e fece qualche passo indietro fino a cadere seduto sul letto. Osservò i due ragazzi con aria grave.
"Hermione, Hermione, Hermione. A me nessuno ci pensa eh?" Ginny ed Harry si scambiarono un'occhiata interrogativa "Sono una donna. Una d-o-n-n-a! Da due giorni! Mi lavo bendato, quando mi tocco anche solo l'avambraccio mi sento morire e devo pisciare seduto, cazzo! E sono anche pazzo! La colpa è solo sua, solo sua!"
Si alzò di scatto ed afferrò un cuscino "Sono stufo. Domani vado a dirlo alla Chips. Me ne fotto se ci cacciamo nei guai, ci serva da lezione!" detto questo corse in bagno e chiuse la porta a chiave, con un tonfo secco.
"Da quando Ron ha il senso della giustizia...?" bisbigliò Ginny osservando distrattamente la stanza. Harry le circondò le spalle con un braccio scuotendola un pò. "E' solo stressato. Domani non dirà un bel nulla e prima che..."
"Harry!" esclamò la ragazza senza permettergli di finire la frase "La pozione! E' verde!"
Harry corse sino al comò sistemandosi meglio gli occhiali e avvicinando il viso il più possibile al flaconcino di vetro "Cazzo...è verde davvero! Ron!" urlò bussando ripetutamente alla porta del bagno "Esci! Abbiamo una gran sorpresa per te!"
Un grugnito sconfitto si levò dal bagno e poco dopo la serratura cigolò seguita da uno scatto.

*

Hermione alzò il capo sbattendo gli occhi più volte. Fece mente locale e si guardò intorno. La biblioteca completamente deserta e un vecchio libro spalancato davanti a se la fecero tornare alla realtà. 
Alzò lo sguardo verso la finestra. La luce era ormai andata via da molto, dovevano essere perlomeno le dieci di sera.
Si meravigliò del fatto che Madama Pince non l'avesse cacciata a calci dalla stanza, poi ricordò che probabilmente non l'aveva notata, accucciata in quell'angolo, accanto un tavolo piuttosto riparato.
Si stropicciò gli occhi con insistenza e l'umidiccio delle lacrime le intinse le mani. 
Ricordò improvvisamente il motivo per cui era fuggita e per cui aveva pianto. La faccia di Ron le si materializzò in mente e le sue parole risuonarono per la stanza, insieme al lieve rumore del vento.
Si vergognò molto per essersi illusa, la sera prima, e ripromise a se stessa di non cadere nuovamente in errore. Ron era uno stupido e non sarebbe cambiato con qualche bacio. Anzi.
Valutò l'opzione di darsi malata per evitare il giro di ronda domenicale nell'ala ovest della scuola, ma poi riflettè sul fatto che Ron non sarebbe mai uscito dal Dormitorio in quelle condizioni e si tirò su pesantemente afferrando la sua borsa.
Si pentì di tutto. Di averlo baciato, di averlo conosciuto, di tutto. Era stato piuttosto sleale da parte sua illuderla a quel modo e provò il forte istinto di riprenderlo a schiaffi per placare la propria ira.
Raggiunse la statua di Bardanzo il Grasso e, con sua enorme sorpresa, un Ron tornato nelle sue sembianze normali la attendeva appoggiato contro il muro, la guancia gonfia in bella vista e un'espressione piuttosto compiaciuta.
Hermione provò l'istinto di urlare ma ostentò un'espressione di noncuranza, che le riuscì piuttosto difficile. Ron soffocò un sorrisetto soddisfatto potendo di nuovo guardarla dall'alto in basso.
"Sono in ritardo" disse acida Hermione sorpassandolo "Onde evitare problemi, facciamo una cosa abbastanza veloce"
Ron inarcò un sopracciglio cercando di tenerle testa. Aveva pensato a lungo a come rivolgersi a lei non appena fossero stati soli ma la gola parve seccarsi. Preferì tacere e seguirla fin quando non si fosse decisa a fare la prima mossa, ma l'atmosfera diventò più pesante ad ogni passo.
Ispezionarono in silenzio gli enormi corridoi e controllarono minuziosamente qualunque angolo delle aule che si trovavano davanti.
Fu una serata piuttosto tranquilla e, dopo neanche un'ora, avevano terminato il giro di ronda con enorme successo.
Il ticchettio della pioggia contro le finestre ruppe il silenzio. Ron affrettò il passo e raggiunse Hermione accostandosi a lei "Non mi chiedi nulla? Come mai sono tornato ad essere il tuo bellissimo Ronald?
Hermione si voltò a guardarlo con in viso dipinta un'espressione di pieno disgusto "Cosa dovrei chiederti? E' finito tutto, no? Ora potrai fare quel che diavolo ti pare senza doverti lamentare dei miei capelli o del mio sedere. Oh ma che dico!" la ragazza si fermò di scatto e gli si parò davanti con le mani appoggiate ai fianchi "Io sono bellissima, no? La più bella" disse imitando il tono di voce dell'amico. 
Ron si limitò a fissarla intontito, la gola nuovamente secca e la lingua attaccata al palato.
"No Ron con me hai chiuso totalmente stavolta. Sono disposta a perdonarti una litigata, ma non questo. Mi hai...presa in giro!"
Hermione lo fissò con rabbia crescente e, dopo aver atteso qualche minuto la risposta che non arrivò, decise di battersi in ritirata.
Lui non tentò neanche di fermarla perchè appena la ragazza fece per girarsi prese una terribile storta e si accasciò a terra con la delicatezza di un'elefante.
Ron le si chinò accanto in preda al panico "'Mione! Come ti senti? Ti sei fatta male?". L'unica risposta che ricevette fu uno stridulo versetto di dolore. Guardò repentinamente la mano che indicava la caviglia e gliela tastò leggermente "Fa male?"
Hermione annuì senza rispondere, col volto contratto in una smorfia di dolore. 
"Bene, allora. Hai bisogno di andare in infermeria..." detto questo cinse la vita della ragazza e la sollevò da terra. Hermione chiuse gli occhi e inspirò profondamente.
Da così vicino poteva sentire il suo odore e la morbidezza del suo maglione. Sentì la rabbia di tutta la giornata scivolarle da dosso e osservò il mento aguzzo di Ron. 
Due giorni erano bastati a cambiare tante cose.
E ora, il guardare il mento di Ron, la rassicurò. Tutto era tornato come prima. Si strinse a lui mogia, perdendo sempre di più lo spirito combattivo.
"Ron?"
"Mh?" lui abbassò la testa e la osservò per un'attimo. 
"Ti voglio bene."
Ron si fermò di scatto e tornò ad osservarla. Lei distolse immediatamente lo sguardo e, dopo un secondo si sentì posare delicatamente su di una rampa di scale. Il ragazzo le si sedette accanto, le piazzò una mano dietro la nuca e attirò la sua testina crespa contro la sua spalla.
"Quello che ho detto...fa finta non l'abbia detto io, okay?"
Hermione, col naso schiacciato contro il tessuto scuro della sua toga prese fiato per parlare ma lui la bloccò. "Anche io ti voglio bene, e volevo baciarti sul serio. E penso davvero tu sia la più carina. Insomma Hermione...io non sarò bravo nelle parole come te, nè tantomeno a dimostrarmi gentile, ma non farei mai, e dico MAI, nulla per farti soffrire, capisci?"
Lei alzò timidamente la testa e lo guardò in volto. Era totalmente paonazzo. Sorrise all'imbarazzo di Ron e gli strattonò leggermente il mantello "Ho capito. Per stavolta passi ma...la prossima volta impara a parlare come si deve, azionando il cervello se possibile." lui annuì abozzando un sorriso incerto.
"Beh ora...la caviglia..." indicò imbarazzata la ragazza e lui si tirò in piedi sollevandola nuovamente.
Si avviarono verso l'infermeria mentre il silenzio calò lasciando posto al delicato rumore della pioggia.
Ron pensò che tutto sommato ne era valsa la pena.

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FINE

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I Pg della saga non sono miei, ma appartengono a JK Rowling!
So che il finale è mooooolto deludente e per questo ho esitato molto prima di pubblicarlo ;_;.
Ringrazio tanto, e davvero tanto ((!!!!)) tutti coloro che mi hanno sostenuta recensendo la fic e mandandomi email e mi scuso per aver prolungato tanto la pubblicazione di questo capitolo conclusivo, purtroppo l'ultima parte è stata dura da stilare, come ho già detto diverse volte.
Un bacione a tutti e grazie ancora per essere arrivati fin qui! Alla prossima!

Sanae
Hogwartstoryline


 

 

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