Nemesis

di Claudia123
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** -Un Piccolo Anticipo- ***
Capitolo 2: *** Thriller ***
Capitolo 3: *** fratello e sorella ***
Capitolo 4: *** l'incontro con 'T-boy' ***
Capitolo 5: *** La risposta è NO. ***



Capitolo 1
*** -Un Piccolo Anticipo- ***


// questa è la mia prima FF... Sono un po' emozionata e sento il dovere di documentare tutto... Senza un motivo ben preciso sono qui a scrivere sulla tastiera del mio misero cellulare. Sono circa le 23:35 e sto iniziando adesso. Spero molto che vi piaccia questa storia, perchè ci sto mettendo il cuore. Non siate cattivi con le critiche, perfavore ... Abbiate pietà delle mie povere membra e... Divertitevi! // -Un Leggero Anticipo- L'Arcade quel giorno era vuota. Il signor Litwark sfruttó quella giornata calda ed estiva per ricevere nuove console. La porta era spalancata e fuori dall'edificio vi era parcheggiato un camion immenso. Tutti i programmi sbirciavano immobili dai loro cabinati cosa stesse succedendo. Continuarono a vedere in signor Litwark entrare ed uscire, entrare ed uscire, accompagnato da due uomini robusti e poco curati, che lo aiutavano a portare dentro sempre nuovi cabinati. Vanellope, dal suo schermo impostato sul finto replay di una corsa già effettuata, continuava a guardare lo schermo di Ralph, cercando nel suo sguardo pixellato una risposta che tuttavia non trovó. Osservarono tutti gli otto nuovi cabinati , alcuni provenienti dal tecnico, freschi di riparazione, ed altri ancora venivano da chissà dove; luoghi dimenticati, case di produzione nuove o vecchi giochi resettati. Quell'andare e venire di uomini dal camion , per portare dentro gli otto pesantissimi cabinati, alcuni più complessi e pesanti degli altri, duró qualche ora... E dalle nove e mezza del mattino, alle quattro del pomeriggio, il camion restó parcheggiato all'esterno dell'edificio, fino alle 4 e 10 minuti, quando i 'fattorini di console' non lasciarono il signor Litwark finalmente solo con i suoi documenti da firmare e da consegnare entro l'indomani alle vecchie amministrazioni delle console. Quando ebbe finito anche quelli erano già le cinque e mezzo. L'anziano proprietario avrebbe voluto aprire al pubblico la sala giochi quanto prima, ma si rese conto che era ormai troppo tardi, ed aprire ai ragazzi per poi mandarli via dopo solo due ore e mezza sarebbe stata una tortura per quei giovani, così decise di collegare le console alla vecchia e fedele multipresa, prima di chiudere e dirigerai verso l'ospizio della madre. Tutte le console assistettero al 'magico spettacolo del collegamento, vedendo le console illuminarsi una per una. La prima fu 'sonic racing' ... La seconda fu' 'donkey kong' , la terza 'dreamworks racing' , la quarta un'esclusiva di 'tomb rider' , la quinta fu 'pacman' appena tornata dal tecnico per un'aggiornamento, la sesta fu' uno dei giochi più bizzarri che la litwark's arcade avesse mai visto; la presa, una volta connessa, dopo pochi millesimi di secondo serbó al cabinato l'energia necessaria per illuminarsi. Comparve una scritta , il nome del gioco 'The Haunted Maison Race'. Era un gioco dal doppio cabinato, che prevedeva come massimo due giocatori, che non potevano peró scegliere lo stesso avatar, data la console unica. Fra gli avatar strampalati, come un fantasma chiamato Farry, un vichingo chiamato Roù , uno scheletro in giacca e cravatta chiamato Skull, un uomo serpente chiamato Soren, uno spaventapasseri con la testa di zucca chiamato Jack, un vampiro chiamato Rudy con le loro rispettive macchine da corsa, suadenti , mostruose o quasi comiche a seconda dei loro conducenti , c'era una protagonista strampalata quanto gli altri. Una ragazza apparentemente innocua, vestita tetramente, con una maglietta nera con ricamato un pipistrello cucito con un bottone al posto di un'occhio, dei jeans strappati in più punti , dei fantastici anfibi neri e rossi (stivali pesanti con placche di metallo ai lati e alle estremità delle suole) un cappotto leggero ma lungo, che le arrivava qualche centimetro sotto alle ginocchia , con una striscia rossa lungo la parte schienale del cappotto, ed un casco decorato da lei stessa, che non metteva quasi mai per lasciare i capelli mossi e ricci color cioccolato, liberi al vento. Si chiamava Nemesis. In oltre aveva due occhi giallo oro, l'orgoglio del suo programmatore e da quello si poteva minimamente supporre come una ragazza come lei fosse in un gioco come quello: come tutti i suoi compagni avatar, anche lei aveva qualcosa di mostruoso. Fra le sue capacità vi era infatti, anche quella di trasformarsi in una lupa enorme e riuscire ad aggredire i suoi avversari durante una corsa; ogni avatar aveva una dote simile che arrivava solo dopo aver preso un apposito 'cubo abilità'. Nemesis era la protagonista della Haunted Maison Race, ed era stata progettata per essere una vincitrice provetta e spietata. Quando tutti gli NPC delle console videro quel gioco ne rimasero colpiti e allo stesso tempo spaventati, ma mai quanto lo furono non appena notarono quale fosse la settima console collegata. Felix si fermó addirittura dal suo solito riparare vetri per fermarsi stupito ed esclamare il suo solito "per tutte le land!". Quando l'energia fu abbastanza da riuscire ad accendere il cabinato, notarono una vecchia grafica 3-dimensionizzata, non male per essere un gioco datato 88'! Le bocche di tutti si spalancarono quando lessero per iscritto 'Road Blasters'. Con un ritardo di 30 anni, quel gioco era tornato in sede! Apparte al lieve sollievo di tutti quanti, nel notare che finalmente quei ragazzi erano tornati 'a casa', si creó subito dopo un panico secco e tagliente, che fece intuire a tutti quale potesse essere l'ottavo gioco che il signor Litwark stava per connettere... Gli NPC cominciarono a mangiassi le unghie per la tensione, alcuni quasi non svennero, altri ancora avrebbero voluto urlare di orrore, solo che il povero Litwark avrebbe potuto avere un'attacco. Tuttavia il vecchio proprietario, fissato per bene Road Blasters, infiló senza pensarci, anche la spina dell'ottavo gioco, si alzó e se ne andó prima che questi smettesse di caricare tutta l'energia che gli occorreva: andó nel suo ufficio, prese le chiavi con cui chiuse tutto e poi prese la macchina dirigendosi all'ospizio di sua madre, ignorando e sconoscendo completamente il caos che stava per avvenire nella sua stessa sala giochi. Infatti, mentre udirono tutti, sempre assorti nella tensione, i cerchioni ed il motore della macchina del cinquantacinquenne allontanarsi sull'asfalto, una prima luce del cabinato si accese. Una luce biancastra a neon su entrambi i lati della console. Qualche secondo dopo due strisce rosse che affiancavano quelle bianche, si accesero rispettivamente l'una su un lato dello console. La tensione e la paura erano talmente tangibili che se qualcuno avesse agitato un coltello avrebbe potuto tagliare l'atmosfera a fette. Subito dopo avvenne quello che tutti temevano: il tettuccio della console si illuminó concretizzando la paura di tutti nel formare il titolo 'Turbo-Time'. A quel punto, senza Litwark dentro alla sala giochi, tutti poterono dare libero arbitrio a loro stessi, inspirando stravolti o, in questo caso furono molti più assai quelli che urlarono dando eco a tutti i cabinati dell'arcade. Si accese anche lo schermo, e non appena l'immagine pixellata di un pilota in tuta rossa e bianca, dagli occhi gialli accesissimi , occhiaie marcate nere e sorriso ampio e terrificante apparterò sulla schermo su un kart rosso fuoco con una striscia bianca, mentre superava due gemelli piloti in tuta blu, con delle simili fattezze fisiche, le grida di terrore si fecero notevolmente più impaurite, accompagnate da una voce sadica e sicura di se : "salve compari. Sono tornato!" Il suo ghigno si fece notevolmente più ampio e affilato, e quando Turbo fissó eloquentemente i nuovi cabinati, Ralph si morse il labbro fissando sconcertato ció che stava accadendo, mentre Vanellope si preparava ad odiare quell'individuo con tutte le sue forze, soprattutto quando il pilota esordì "TURBASTICO!" prima di una sadica risata.

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Capitolo 2
*** Thriller ***


"Non mi piace questa situazione, Ralph! Non mi piace affatto!" sbuffó Vanellope, seduta su un mashmallow nel bel mezzo della foresta di alberi di zucchero, col suo amico Ralph Spaccatutto. "perchè secondo te agli altri piace, giusto?!" rispose l'uomo, polemico ed innervosito. "m-ma io non so cosa devo fare! Se devo dare l'allarme... O, o devo convocare un'assemblea... Assoldare un'antivirus dalla rete! Mi spieghi cosa potrei fare?! Sarei una delle prime persone che Turbo tenterebbe volentieri di uccidere!" ribbattè la ragazzina. Un giorno era passato, e la presenza del pilota egocentrico e quasi folle alla game central station, non fu' per nulla gradita dagli abitanti dell'arcade. Tant'è che alcuni pensarono addirittura di bloccare la connessione di Turbo-Time alla game central station, ma tuttavia andava contro la regola numero uno della scheda madre: ogni programma aveva uguali diritti, essendo di natura maschile, femminile, neutra, cattiva, buona, proveniente da altre arcade. Quindi l'idea morì sul nascere. "allora io dovrei essere il primo a morire, per 'restituirgli il favore'! Andiamo, Vanellope, ma ti rendi conto?! Per quanto cattivo possa essere , se ci uniamo puó essere neutralizzato: non ha più una copertura, una scusa, non ha niente! Neppure gli occhiali!" spiegó Ralph. "gli occhiali!?!" domandó Vanellope. "Ralph, cosa c'entrano gli..." "ehm... Una vecchia storia, piccola... Non ci pensare! Non la capiresti. Posso dirti solo che saremo pronti: il gruppo aiuto dei cattivi non gli ha staccato gli occhi di dosso da quando hanno connesso la sua spina! Se Turbo prova a starnutire arriviamo noi con un fazzoletto ed un decodificatore!". Passarono dei minuti in totale silenzio, finche a Ralph non venne un'idea: "piccola, ora che ci penso... C'è una nuova console oltre alle vecchie che hanno ricollegato, ti andrebbe di andarla ad esplorare?" "mmmhh... Ed inquietare gli avatar che la popolano dici tu? Mi sembra un'idea fattibile e divertente!" Lo Spaccatutto si trovó tuttavia a precisare "ehm, inquietare mi sembra un po' esagerato... Sono tutti mutanti, zombie, mummie e chi più ne ha più ne metta..." "e allora?!" domandó Vanellope, con aria di sfida. "potremmo cacciarci nei guai!" "lo so. Fico, no?! Ho sempre desiderato visitare un film dell'orrore!" "da sempre?!" la riprese Ralph, ironico. "si, beh, insomma... Di recente!" Ralph si alzó dal mashmallow e si incamminó verso la game central station "andiamo allora!". La ragazzina si alzó in piedi sul mashmallow e glitchó al fianco dell'amico, mettendosi a camminare.... "l'idea dell'assemblea peró era buona" ammise Ralph, nel loro cammino. Quando Vanellope oltrepassó l'uscita da suga rush , si impressionó parecchio. Da quando non era più un file bloccato da Re Candito, poteva fare avanti e indietro da altri videogiochi, e siccome erano solo 6 mesi che poteva permetterselo, non si era ancora abituata a non essere bloccata dalla muraglia. Come non si era ancora abituata ne alla velocità a cui andavano i vagoni dalla connessione alla stazione di arrivo, ne alla grandezza della Game Central Station. Fu proprio quando furono nello spazio aperto della stazione centrale dei videogame ,ed i suoi stivaletti neri lucidi toccarono il marmo splendente che formava il suolo, percorso da migliaia e migliaia di gente che la piccola si scoraggió, e rimase indietro. "uhh... Ralph!" una volta che lo spaccatutto si voltó verso la ragazzina rimasta qualche metro indietro, la spiegazione gli arrivó chiara e tonda. "senti, non farne una commedia in comune, ma ... Non mi sento a mio agio in un posto tanto ... Ehm... Frequentato." "d'aww, van, non dire sciocchezze... Nessuno ti farebbe del male, basta solo che cammini dritt..." proprio in quel momento, da un videogioco chiamato "ghost" uscì un basilisco a dir poco mostruoso, che attraversó strisciando, lo spazio che c'era fra Ralph e Vanellope. Lo sguardo tagliente ed eloquente di vanellope, fu la prima cosa che Ralph vide dopo il passaggio del lunghissimo e mastodontico serpente corazzato. "ma si, su, dai... Vieni qui!" la invitó a salirgli sulla spalla e Vanellope, senza dire una parola, seguì il 'consiglio'. "anche io le prime volte alla game central station mi sentivo così piccolo..." ridacchió Ralph. "sapessi io, maciste!" ribattè Vanellope, lievemente seccata. Quando finalmente arrivarono all'entrata della Haunted Maison Rush, i due amici non si fecero scrupoli ad entrare e a prendere il vagone che partiva dal punto di connessione con la centrale, e finiva alla 'stazione di servizio' del videogioco. E se fu' entusiasmo e curiosità quello che gli fece prendere quel vagone, l'immagine di un videogioco spettrale, cupo e tetro, dominato da una notte di luna piena in un bosco fitto e vegeto di pini, abeti, vecchie querce rinsecchite, rovi, salici piangenti ed alberi neri e morti, incorniciato dalla classica nebbia spettrale, non fece che affievolire il loro entusiasmo , ma nel frattempo catturare ed attanagliare forte la loro curiosità. "mi sembra di aver visto il nipote di Litwark vedere un filmato musicale simile, dal computer dell'ufficio..." ammise Vanellope, cercando di esorcizzare quei brividi di brutti presentimenti che, grazie a quella atmosfera, si insinuavano con facilità nelle spine dorsali di entrambi. "davvero?" chiese Ralph, mettendosi a camminare, solo dopo aver trovato una strada asfaltata da seguire. 'deve essere la pista!' pensó nel frattempo. Vanellope lo seguì a ruota. "eh già... Era l'ora di chiusura, per cui ho sentito meglio la canzone ... E devo ammettere che nonostante il video sembrasse vecchio di una trentina d'anni, il cantante aveva fiato!" "come si chiamava?" "il cantante? Non lo so... So solo che la canzone... Beh... Si chiamava Thriller!" Lo spaccatutto si fermò, spalancando le braccia come per indicare tutto ciò che li circondava. "mi pare giusto!" aggiunse infine, mettendosi a seguire la strada asfaltata. La piccola Vanellope avanzó canticchiando "You hear a door slam and realize there's nowhere left to run. You feel the cold hand and wonder if you'll ever see the sun. You close your eyes and hope that this is just imagination But all the while you hear the creature creepin' up behind, You're out of time..."(*) "VANELLOPE!" la rimproveró il teso ed irritato lo spaccatutto che stava cercando un qualcosa che si avvicinasse ad una casa, o una forma di vita non pericolosa. La picchietta rise divertita per poi domandare: "cosa c'è? Hai paura poppante lagnoso?!" "NON È DIVERTENTE!" "ah no?! Sta a vedere: ... Pfffahahahahahahahahahh!!" a Ralph non piacque affatto il modo in cui Vanellope lo stava prendendo in giro, ma d'altro canto non disse nulla. Sapeva che era nel codice di vanellope , comportarsi in tal modo, persino in situazioni tragiche come quelle. ... Poco dopo, sentirono un forte ululato, schernire il silenzio, ed il rumore di qualcosa che sibilava fra la nebbia riportó la tensione nel codice della bambina, che si andó a nascondere, infatti, proprio dietro a Ralph, affondando il viso sul suo ginocchio, come se non avesse avuto il coraggio di guardare. A quel suo gesto, Ralph raccolse tutto il coraggio che aveva in corpo, alzó le spalle e le braccia, gonfió il petto ed urló "CHI VA LA?! FATTI AVANTI, VIGLIACCO E DICCI CHI SEI!" una voce acuta, sibilante e quasi tagliente, si fece eco attorno ai due amici: "sssalve a voi, stranieri! È un piacere ricevere visite... Tuttavia... La domanda che sssuggerirei io ssarebbe : 'chi siete voi e cosa ci fate in questo gioco?' visto che i visitatori siete voi!" "non ti sei ancora fatto vedere! E per ció non risponderó ad alcuna delle tue insulse domande!" ribattè Ralph, proteggendo con una mano la sua amica, impaurita e scoraggiata. "non mi faccio vedere ond'evitare ssspiacevoli eventi... Detesto terrorizzare le persone, nonostante il mio codice imponga questo!" "il tuo codice ti impone anche ad essere un vigliacco?!" La nebbia dietro allo Spaccatutto si aprì lievemente. Uno spostamento d'aria attiró l'attenzione e l'angoscia di Ralph, che si voltó di scatto notando una lunga coda penzolare giù da un ramo. Due gambe vestite con un jeans blu scuro, accentuando il nero delle sue scaglie, che oltre a ricoprirne la coda, ricoprivano anche i suoi piedi nudi, dotati di artigli affilatissimi. Una maglietta nera con un teschio bianco, a mezze maniche, che lasciavano uscire due braccia umanoidi, tuttavia anche esse squamate di nero. Un collo sottile e un po' lungo, ma non troppo, ed un volto quasi umano, solo per i tratti, delle orecchie con forma umana, bucate più volte da diversi orecchini e due occhi rossi, che accentuavano la cresta di capelli tinta sulle punte di un verde fluorescente. La sua voce serpentina consiglió caldamente "voi, signore, sapete cosa sia l'educazione? Un normale ed umile naga, al posto mio, vi avrebbe già fatto fuori, contando che la definizione 'vigliacco' ferisce gravemente l'orgoglio della mia razza, ma per dimostrarle quanto il suo comportamento sia insensato daró il buon esempio e vi rispetteró come ospiti del mio gioco!" spiegó con nonchalance l'uomo metà serpente. "t-tu... Chi sei?!" domandó Vanellope, ancora nascosta dietro a Ralph. Il bizzarro e strampalato mutante saltó giù dall' albero e si avvicinó lentamente. Rise, nel notare che la ragazzina si nascose ancora di più "non temete... Vi ho già detto che non vi faró alcun male! Io mi chiamo Soren. Soren Saborsnake e sono un pilota di questa console!" "un... Pilota?!" domandó piano Vanellope. Quando vide il ragazzo serpente annuire, uscì allo scoperto ribattendo quasi furibonda "BEH, NON È STATO CARINO PIOMBARCI COSÌ ALLE SPALLE E RIMANERE NASCOSTO NELLA NEBBIA PER TUTTO QUESTO TEMPO! Mi hai spaventata a morte!" Soren alzó il capo, cercando di non compiere atti di maleducazione, tuttavia guardando la ragazzina con sufficienza. "perdonate la mia domanda, ma ... Voi sareste?" E li, sia Ralph che Vanellope, si accorsero di non essersi ancora presentati, notando che la 'mostruosa creatura che avevano di fronte era anche poco più educato di loro due messi assieme. "oh. Oohh! Si, certo... Io mi chiamo Ralph, e sono uno Spaccatutto... Vengo dal gioco 'felix aggiustatutto felix' e questa è Vanellope ... Una pilota di suga rush ed anche presidentessa del suo videogame!" Vanellope gli fece una linguaccia, che Soren controbattè tendendo la mano in avanti e osservando "noi in questo videogame ci salutiamo stringendoci la mano, di solito... Ma se il tuo modo di salutare è quello di fare una smorfia, ti faccio una linguaccia pure io, se preferisci!" Vanellope, cominciando a trovate simpatia in quell'individuo, con un sogghigno lo sfidó "fa pure! Sono proprio curiosa!" Il pilota serpente allora si abbassó e fece una linguaccia mostrando la sua lunga lingua biforcuta, rosso acceso. Vanellope abbassó le braccia strettamente conserte per osservare quella lingua dalla strana forma mai vista prima. Molló entrambe le braccia e dopo pochi secondi non resistette: con una mano per poco non glie la staccó al povero Soren, che nel frattempo che la piccola Glitch osservava ed esclamava "questa è la lingua più strana ch'io abbia mai visto! Guarda Ralph!", lui cadde in ginocchio, trascinato per la lingua dalla piccoletta, dolente e con le lacrime agli occhi. "Van, io dico che invece è meglio se lo lasci andare..." osservó Ralph. Vanellope ubbidì con un sorriso compiaciuto e Soren, una volta riconciliata la lingua col resto del corpo, fissó prima la ragazzina, poi l'uomo , poi le sue enormi mani, e chiese a Vanellope : "ma ti ha insegnato lui ad avere una presa così forte?!!" "nahh... Sono anche io una pilota e tengo il volante con mano ferma!" "l'ho capito da come hai stretto la mia lingua quasi fosse un'asciugamano bagnato!" ribattè Soren, scatenando nella bimba, una risata ancora più divertita. Le risa furono interrotte una seconda volta. Stavolta un'ululato aggressivo, veloce ed improvviso, ancora più vicino del primo, fece calare un velo nero su Ralph e Vanellope. Tuttavia Soren li tranquillizzó "è solo mia sorella Nemesis... Ora vi accompagno alla Game central station. Non è bene che stiate soli in questo gioco: ci sono individui parecchio fastidiosi...!" "tipo?!" domandó Ralph in tono ironico, mentre si torceva e scroccava le dita, in segno di potenza. "tipo vampiri in grado di sottratti tutto il tuo sangue in un record di 3 minuti e mezzo! Oppure zombie che ammazzano il tempo cercando qualcosa da inseguire all'infinito... O ancora fantasmi che nel tempo libero si divertono a possederti e a farti fare cose improponibili... Ho una lista piena! Vuoi che continui?" Mentre Vanellope non fu' del tutto entusiasta all'idea di dover abbandonare così la sua esplorazione, a Ralph tutto sommato non dispiacque affatto. "niente ci ha mai fermato." ribattè la piccola, seccata." "non ne dubito, anche se dopotutto sono comunque esperienze sconsigliabili." // (*) citazione di thriller di Micheal Jackson: "senti una porta sbattere e ti rendi conto di non avere vie di scampo. Senti una mano fredda e ti chiedi se rivedrai più la luce del giorno. Chiudi gli occhi e speri che sia soltanto immaginazione, ma Allo stesso tempo senti la creatura avvicinarsi. Il tuo tempo è finito..."//

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Capitolo 3
*** fratello e sorella ***


Come poteva essere vissuta una connessione? Quasi tutti l'avevano dimenticato, in sala-giochi... Tutti tranne i nuovi arrivati. Erano passati 2 giorni dal loro collegamento, con quello che stavano vivendo in quel momento erano 3 in realtà, e dato che erano appena arrivati, gli avatar non poterono mettere a confronto e notare che le misure di sicurezza alla Game Central Station si erano moltiplicate ed irrigidite. Nemesis, la suddetta 'ragazza lupo' si aggirava alla stazione centrale in compagnia del fratello Soren, l'uomo serpente. La sua programmazione non aveva guadagnato molti bonus per guadagnarsi la fiducia dei programmi, che la fissavano intimoriti sentendosi minacciati da ambo i lati. Al contrario di Soren, che invece, nonostante il suo codice lo facesse apparire qualcosa di mostruoso e spaventoso, aveva un carattere molto dolce che gli permise di guadagnarsi quasi immediatamente la stima di tutti. Nemesis nutriva una profonda stima nel fratello: capitava più volte che si aiutassero a vicenda nel corso di una gara, ma questo non bastava a contenere l'invidia che la ragazza provava nei suoi confronti. La loro destinazione era il gioco-bar Tapper's . Solo che più che un bar, poteva assomigliare più al ceck-in di un aeroporto, per la fila che c'era all'esterno dell'entrata! Soren ne approfittó per cercare di tirare su' il morale alla sorella: "Nemmy?" la chiamó. Secondo la ragazza solo il fratello poteva permettersi di chiamarla con un tale vezzeggiativo. Non diede alcuna risposta troppo elaborata, emise solo un verso sommesso ed interrogativo. "mmmh?" "volevo chiederti..." continuó il fratello, cercando di non infastidirla "cos'è che ti divora?" "niente Sósó, è per come mi guardano tutti..." rispose fredda. Il fratello sibilò divertito e si guardó attorno "dimmi chi ti da fastidio che gli rompo le chiappe a sssuon di calci!" . Questa esclamazione fece tornare a Nemesis un lieve sorriso. "lascia perdere..." sospiró. "mi da anche fastidio che a te ti chiamano 'il rettile gentile' mentre a me 'lupa cattiva' , allora per cercare di rendermi felice cosa fai, ti ammazzi?!" Nemesis non era mai stata brava con le dimostrazioni di affetto. Nonostante fosse una ribelle, in un periodo precedente, aveva avuto una programmazione alquanto rigida, di conseguenza non era mai stato troppo facile, per lei, dire con gentilezza un semplice 'grazie ma non c'è bisogno', questo Soren lo sapeva e per questo evitó di metterla ulteriormente in difficoltà. Tuttavia domandó polemicamente "ma che diamine sssuccede?! Perchè c'è tutta questa fila sssolo per entrare in uno sstupido videogioco! Sembra la notte dopo l'11 settembre del 2001!" Nemesis non distolse lo sguardo dal vuoto, continuando a guardare avanti a lei rispose "sono le procedure di sicurezza contro un vecchio nemico di questa sala giochi." "sembri sssaperne più di me! Ti ssecca aggiornarmi?" fece il fratello, incuriosito. "dalle voci che ho sentito, l'ultimo cabinato che il proprietario ha aggiunto, è un vecchio gioco dell'82 ed il protagonista di questo gioco è un pilota che non si fa scrupoli a sabotare nuove console per il suo primato....." Soren ne riconobbe la 'trama' e senza pensarci due volte esclamó arrabbiato "ahh! E tutto questo solo per Turbo?!" Tutti coloro che erano in fila, a quella lamentela, si voltarono a guardare il fratello e la sorella. Tutti i personaggi: buoni, cattivi, neutri, personaggi secondari e persino il poliziotto ologrammatico addetto al controllo di sicurezza. Nemesis si voltó a guardare piuttosto irritata, il fratello che senza volerlo aveva attirato tanti di quegli sguardi indiscreti che lei stessa avrebbe voluto tramutarsi in lupa, nonostante in un luogo pubblico come la game central station non le fosse concesso, ed aprire le gole ad un paio di persone, lasciandole per terra a dissanguarsi. "sei un cretino." gli ringhió. Soren rimase in silenzio, spalancando gli occhi intimorito di quanta paura e rabbia trasmettessero quegli sguardi. Sibiló lievemente, come per deglutire e poi rispose piano, a sua sorella , ma anche agli sguardi accusatori di tutti. "oh. ... ... Lo so." "meglio!" ringhió nuovamente Nemesis. L'addetto alla sicurezza, l'ologramma di un poliziotto blu acceso, color puffo sottoposto alle radiazioni, finito di squadrare il fratello e la sorella, tornó leggermente irritato al soggetto che stava esaminando: "le dispiace ri-dirmi il motivo della visita a questo videogioco?" e tutti tornarono al loro solito brusio seccato, scocciato ed anche un po' teso. "quanti punti bonus ho perso, nella fiducia della metà dell'arcade che ho qui d'avanti, secondo te?" domandó perplesso e pentito, il povero uomo rettile. "ehhh... Contando questa tua stupida gaffe , il tuo livello di bonus sulla fiducia si è fermato sulla soglia di.. 0 mozzato." le rispose la sorella. I quarti d'ora che passarono in fila furono almeno 4. Soren agitava pesantemente la coda, e Nemesis si era ormai rassegnata nel sedersi sul pavimento, e di avanzare gattonando, una volta ogni tanto. Quando finalmente venne il loro turno, la fila si fermó e caló il silenzio. Dal primo all'ultimo NPC la possibilità di poter avere 'uno scanner completo' del carattere dei due 'mostri' senza doverlo chiedere in maniera diretta li entusiasmó molto. L'addetto alla sicurezza li squadró per bene, prima di iniziare con le domande: "dunque, ragazzi... Mi occorrono i vostri nomi." "Soren Saborsnake" rispose il ragazzo-serpente. La sorella fornì il suo nome in una maniera fredda ed ostile che non piacque più di tanto al controllore. "mi chiamo Nemesis Sciuto" "bene... Mi occorre la vostra età di codice..." "27 anni" sibilò orgoglioso, il fratello. Poco dopo, al contrario di Soren, Nemesis rispose con poco entusiasmo: "23" "quando è stata programmata la vostra console?" "nel dicembre dello scorso anno." "la vostra data di arrivo qui alla litwark's arcade?" "25 giugno 2013" "mi servono le cose che odiate e le cose che vi piacciono." A Nemesis quasi non le sembró vero che in una misura di sicurezza di tale intelletto vi fosse una domanda così imbecille. avrebbe voluto prendere a testate il controllore, ma domandó solo, con sarcasmo e polemica "ma che razza di domanda da rinco...." la mano si Soren le tappó la bocca prima che Nemesis potesse finire la sua dimostrazione di rabbia e volgarità e le parló sopra "ehm, mia sorella voleva sapere a che scopo si fanno domande tanto deleterie?!" "è un test che è stato imposto dalla scheda madre dell'arcade!" rispose l'ologramma. "credete ch'io non mi senta pure un imbecille a fare certe domande?" "d'accordo... Non si scaldi... A me piace scherzare, guidare, divertirmi, scatenarmi, farmi rispettare, uscire con gli amici, proteggere mia sorella..." sentì lo sguardo tagliente e accuminato , da parte della sorella, trafiggerlo e trapassarlo più volte, quindi sibilò e continuó "... Dagli altri ma più comunemente da se stessa... Mi piace mangiare, dormire, viaggiare, giocare, spiare, infierire , mi piace la pasta, la fanta, la pepsi, la bistecca e le patatine fritte, non ho forme di dipendenza ma odio le persone che fanno le vittime, odio le figuracce, odio gli impiccioni, odio il pomodoro e gli spinaci, odio le eccessive prese in giro, sia a me che agli altri, odio coloro che utilizzano un'atteggiamento da essere superiore ed odio Rudy e Farry, due avatar del mio videogame perché rappresentano tutto ció che ho appena elencato nella categoria odioso... Oh, già... Quasi dimenticavo , odio tutti coloro che danno fastidio a mia sorella!" sorrise smargiasso mettendo in mostra le sue due zanne , più lunghe degli altri denti comunque affilati, occasionalmente velenose. Solo che quel suo ghigno svanì quando le zanne di Nemesis, notevolmente più dolorose , appuntite e resistenti di quelle di Soren, furono piantate nella sua mano, lasciando spazio ad un urlo e ad un gemito indolenzito. Finalmente tolse la mano, rimasta a bloccare la bocca della sorella per tutto il tempo che impiegò a fare l'elenco, e se la guardó, lievemente sanguinante. "ma sei scema?!" domandó esterrefatto. Ma Nemesis non lo ascoltó ed osservó : "adesso tocca a me... Odio la mia insonnia, odio i maltrattamenti sugli animali, odio i giocatori che mi fanno perdere apposta, odio le prese in giro, gli insulti, odio gli atti di bullismo, odio il fatto che io sia pagata per fare divertire con delle competizioni degli adolescenti che buttano i soldi dei genitori al vento mentre in Africa i bambini fanno la fame, odio le risse, odio quando non posso difendermi sola, odio studiare, odio i leccapiedi, la falsità della gente, odio la protettività di mio fratello, odio i ragazzi che credono di potermi maltrattare... Diciamo più in generale che odio i ragazzi e le ragazze che maltrattano... Odio il pesce, odio l'amore follemente e melensamente sentimentalista, odio le battute maschili troppo sconce, ed odio essere paragonata a qualcuno o qualcosa che non sono... Con le cose che odio penso di aver finito.... La mia dipendenza è la coca-cola ed amo gli animali, la luna, la notte, il bosco, l'inverno, la neve, mangiare, riposare quando riesco ad avere sonno, amo le amicizie vere , la voglia di vivere, la forza di volontà, amo correre e scherzare..." Il controllore rimase a fissarla, poco convinto, ma nei suoi occhi dorati da lupa trovó la verità. Si spostó sul fianco dell'entrata e permise ad entrambi di entrare. "cheppalle... Perchè non lo mordevi?!" ringhió Nemesis al fratello, mentre furono sul vagone che attraversava la connessione fra la game central station ed il gioco 'Tapper's' . "perchè io conosco la beneducazione... Roba che tu sconosci completamente da quel che ho visto... Tsk, 23 anni e ti comporti come se ne avessi 3!" "balle... So cos'è la beneducazione ma non la condivido, tutto qua.... Mmmhh!!! Ow god! Avevo una tale voglia di tagliare la gola a quell'individuo e lasciarlo per terra a crepare!" "e perchè mai?!" domandó allarmato, Soren. "oh, ho dimenticato di aggiungere nella lista che odio i pettegolezzi... Tsk, anche se erano quasi tutti NPC di sesso maschile , in fila ad ascoltare, ti diró che voi maschi, quando bevete la birra insieme diventate peggio di un circolo di cucito!"

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Capitolo 4
*** l'incontro con 'T-boy' ***


//il titolo lo capiranno in pochi :3 // Quando fratello e sorella entrarono nel bar di Tapper, la loro discussione continuava ancora, tuttavia molto più contenuta e meno animata per evitare di catturare ulteriormente l'attenzione della gente, come se un fratello con una coda e squamato da capo a piedi, per Nemesis , non bastasse già ad attirare l'attenzione. "io voglio proprio capire, comunque, perchè hai aiutato quei due tizi nella foresta, l'altra sera! Sono 2 giorni che te lo chiedo ma tu divaghi sempre!" sbuffó Nemesis, dirigendosi al primo bancone più libero fra i 3 del bar. "cosa c'entra?!! Si erano persi , dovevo aiutarli!" "ma potevano benissimo trovare la strada da soli!" "certamente! Sssenti, sorellina, l'hai visto quello Spaccatutto! E non dire di no, perché so che eri li... Magari non nella tua forma umana, ma eri li... Ora, dimmi, ad occhi e croce se quell'individuo , in orientamento non lasciasse molto a desiderare!" la sfidó Soren. Nemesis, voltandosi ed incrociando le braccia, avvistando finalmente un posto dove potersi piazzare per poter ordinare qualcosa, sospiró "ma per favore... Che cosa patetica! Li avrai spaventati a morte!" "io? Sssspaventare loro?!! Nemesis, io li ho aiutati... Eri tu che passavi fra gli alberi vicini nella tua forma da lupa e ululavi terrorizzando Vanellope a morte! Per non parlare di Ralph... Era cadaverico quando sei sbucata dagli alberi latrando e ringhiando contro di loro!" "erano intrusi, io sono una lupa! Cosa ti aspettavi? I convenevoli?" "io sono incrociato con un mamba nero! Il serpente più velenoso e veloce della terra, eppure ho portato quella ragazzina sulle spalle per il resto del viaggio!" Nemesis alzò la mano per controbattere, ma si costrinse a chiudere la bocca e sedersi irritata, ringhiando a braccia conserte, fra se e se "colpita e affondata." Bastó un sospiro rassegnato della sorella per far capire a Soren che il buon umore le era colato a picco. Già da tempo, ormai , era così. Quindi Soren domandó "lo hai finito di aggiustare il tuo kart?" "wally? Oh no..." rispose. " mi sta dando una mano Roù il Vichingo, ma una cosa è certa... Se Rudy van Hellsing non la pianta con i suoi scherzi da deficiente decerebrato, giuro che faccio irruzione in casa sua e lo massacro a calci in culo finchè non sanguina!" "è un vampiro, Nemesis... I vampiri non hanno sangue!" " beh, allora dovrà volerci più del previsto!" ribattè Nemesis, pensando a quel folle vampiro che le aveva frantumato i tubi di scarico del suo adorato kart. Nemesis aveva persino affibbiato un nome fortunato, quando nel suo videogioco nessuno commetteva atti talmente infantili da chiamare il proprio Kart 'Wally'. La ragazza si ripromise più volte di non permettere a Rudy di farla franca più di una volta con il solito, stupido scherzo. Tuttavia la sua attenzione fu attirata dalla pesante e quasi imbarazzante sensazione di essere osservata da capo a piedi. Tapper passó dai due e chiese cortese come al solito "cosa vi porto ragazzi?" ma Nemesis era completamente voltata a squadrare la folla. Soren ordinó "per me un tè freddo alla pesca e per mia sssorella..." ma notó poco dopo 'l'assenza' mentale della ragazza. Tentó di richiamarla "Nemesis? Che vuoi?" ma senza successo. "ssenta, Tapper... Se puó essere così cortese da portare una Coca alla vaniglia per mia sssorella glie ne ssaremmo veramente grati!" "nessun problema ragazzo! Vi porto le vostre bevande fra un'attimo... Per ogni evenienza chiamate!" rispose l'ometto, che dai grandi occhi azzurri ricordava molto un lontano parente di Mario e Luigi. Soren annuì sfoderando un sorriso labiale, per non mettere in mostra le sue zanne acuminate e dall'aspetto decisamente poco amichevole. Dopo di chè si voltó a fissare la sorella per qualche breve istante, prima di picchiettarle sulla schiena con la lunga coda e domandarle "sssorellina, tutto bene?" Finalmente Nemesis degnó il fratello di un segnale 'di vita': si voltó anche lei e strinse il braccio al fratello. "qualcuno mi osserva!" spiegó. Subito Soren tiró fuori la sua parte difensiva , agitó nervosamente la coda e sibiló aggressivo "dimmi chi è che lo faccio nuovo!!". "non lo so!" "come fai a non sssaperlo!?" "non lo vedo ma... Ne sento lo sguardo!" Soren si avvicinó al volto della sorella, guardandola dritta negli occhi e sibilando nuovamente, innervosendo parecchio Nemesis "a me non sembra affatto, Nemmy, ne Sssei ssssicura?? Non è una delle tue sssolite paranoie?" La ragazza lupo gli afferró la lingua stringendola forte e facendo lacrimare Soren. "ho la faccia di una che scherza? E poi piantala di s-s-s-s-s-sibillarmi in faccia! Lo sai che lo trovo anti igienico!" quando Nemesis lo lasció andare, anche Soren cominció a guardarsi intorno, cercando di individuare uno sguardo, in mezzo alla clientela del bar, che fosse rivolto pesantemente contro di loro. Nemesis, finalmente, dopo essersi data tante noie, nel cercare lo sguardo sospetto con il solo aiuto del suo sesto senso , trovó quello che cercava: un paio di occhi gialli accesi, ed in sogghigno nel buio del bar, in un posto nell'ultimo bancone della fila, che parve a Nemesis parecchio isolato e desertico. Lo osservó per bene: sembrava un ragazzo sui 23-25 anni, aveva dei capelli neri molto scombinati ed apparentemente ingarbugliati, una tuta bianca con due strisce rosse lungo i due fianchi, degli stivali rossi ed il casco bianco, posato sul tavolo, aveva una 'T' stampata sulla parte frontale del casco. La cosa che più colpì la ragazza lupo, fu' la carnagione grigia del ragazzo, che nessuno, in quel buio, apparte lei, sarebbe riuscito a vedere. Il ragazzo distolse lo sguardo con aria di sufficienza, si portó il boccale di birra alla bocca e tracannó qualche sorso, senza neppure dare la dimostrazione di un minimo stordimento. Evidentemente era abituatissimo alla birra. Proprio quando il fratello si alzó dirigendosi in qualche tavolo su cui aveva poggiato dei sospetti, ignorando e sconoscendo la 'rivelazione' che ebbe la sorella, fu' proprio la stessa Nemesis ad afferrargli velocemente e con forza il braccio "Soren!" lo chiamó mentre l'uomo rettile per poco, a causa dello strattone e della mezza piroetta che fece su se stesso trascinato da Nemesis, non cadde a faccia in avanti sul pavimento. Quando attanagliò lo sgabello con la coda, portandolo velocemente sotto al sedere, ascoltó la sorella continuare "guarda all'ultimo tavolo! All'angolo li a destra... Quel pilota mi stava osservando!" "lui?? E chi è?!" "ho un vago sospetto... Chiedilo a Tapper!" Nonostante il fratello e la sorella sapessero chi fosse il nemico mortale della sala giochi in quel momento, non lo ebbero mai visto prima di allora, perció quando Soren chiamó con discrezione Tapper, mentre lui e Nemesis non staccarono gli occhi di dosso dal tizio, e quando chiese a Tapper chi fosse quel tizio, rimasero entrambi molto sorpresi ed esterrefatti nel sentire da Tapper di chi si trattasse. "ma come ragazzi? Non avete mai visto Turbo?non si puó certo dire che non sia conosciuto..." "Tapper," ribattè Nemesis "ti ricordo che siamo stati collegati da appena 3 giorni. Il nostro non è un gioco molto visitato." "già scusatemi ragazzi..." pogió le bibite dei due sul tavolo, si chinó avvicinandosi al ragazzo rettile e alla ragazza lupo e confessó "se volete accettare dei consigli da amico da un umile NPC vissuto come me... Stategli alla larga! È un'individuo pericoloso, specie per il suo bel caratterino!" Detto ció si allontanò verso la sua prossima ordinazione. Nemesis si voltó verso il fratello e domandó ironica: "credono veramente che lui sia più pericoloso di me?" "non saprei, Nemmy... Nel frattempo ti suggerirei calorosamente di non constatare di persona!" Nemesis si portó il bicchiere alla bocca e bevve un piccolo sorso, poi un'altro meno piccolo, poi un'altro ancora meno piccolo, finchè un ragazzo biondo, dalla tuta da corsa rossa e gialla, che sotto al braccio teneva un casco rosso e nero coprente sino al mento, con una visiera scura, ed al suo fianco per lo meno 4 ragazzi con tute da corsa altrettanto strane e colorate in diversi stili e colori, non fece irruzione nel bar, attirando l'attenzione di molte persone, compresa Nemesis ed in primis suo fratello Soren, in stato di allerta per la situazione sgradevole che stava per accadere. "oh Madonna... E questi altri??" domandó lievemente avvilita, Nemesis. Il fratello non accennó a risponderle, ascoltó ció che stava per accadere: molto probabilmente una rissa che prometteva male. "salve a tutti ragazzi! Ci siete mancati durante questi anni di isolamento, sapete? Io dico che sapete anche chi stiamo cercando!" Nemesis, nel bar, fu l'unica a notare che turbo tossì un sorso nel suo stesso bicchiere. " cerchiamo una tale carogna che si chiama Turbo! Penso che la conosciate, perchè io ed i miei compari pensiamo che si nasconda qui dentro..." Tapper saltó fuori dal bancone principale dove preparava i suoi drink e cercó di calmare la situazione, tuttavia senza grande successo. Quell'ometto cercó comunque di dare il buon esempio e tentare di non consegnare turbo ai guai, visto che di guai, il pilota ne aveva già combinati molti. "Django, non devi preoccuparti.. Qui in questo bar non si regolano conti, quindi se siete venuti già con questo comportamento vi comunico che potete andarvene di qui di gran carriera!" "oooh, ma Tapper! Sei così di poca fede... Noi non vogliamo regolare nessun conto... bensì CHIUDERLO una volta e per tutte!" rispose uno dei piloti affianco a Django. Nemesis lo osservó con attenzione e notó con sorpresa che ognuno dei piloti accanto al 'biondino' sulla tenuta da corsa avevano un ricamo dello stesso colore su cui stava scritto 'road blasters' ed in quel momento la ragazza realizzó che il casino che stava per scoppiare poteva essere di dimensioni colossali. "Nemesis," la richiamó il fratello. "la situazione sta prendendo una svolta che non mi piace" affermó una volta che richiamó l'attenzione della sorella, ma non lo sguardo. I loro sguardi stavano piantati sui piloti che, facendosi rudemente largo fra tutti gli NPC presenti, raggiunsero il tavolo di Turbo. Django picchió forte i pugni sul tavolo e, notando che il pilota non si era spostato neppure di un millimetro, ansi lo guardava con sufficienza, il biondino cominció a parlare "allora, gran testa di cazzo! Credevi che non ti avremmo trovato qui dentro?!" "veramente" inizió turbo, con voce aguzza e affilata "sapevo che mi avreste trovato... Ma ora che ci siete riusciti cosa farete? Starete a guardare negli occhi quello che vi ha rovinato la vita per 30 anni?!" Sia Nemesis che Soren pensarono che quando Tapper l'aveva definito "bel caratterino" non aveva poi tanto torto. Ma Nemesis fu' particolarmente colpita nel notare che Turbo si fosse creato un vero e proprio nascondiglio, con le sue risposte sicure e pungenti: Nemesis era per metà animale e percepiva che sotto a quella maschera di cera, si celava un crescente nervosismo e la paura di essere fatto a pezzi, tuttavia il suo inguaribile orgoglio non permise al pilota di rispondere altrimenti. "senti, bastardo... Sarà pur vero che siamo stati scollegati per trent'anni ma anche la tua console è stata staccata per tutto questo tempo!" "oh, davvero credevate che mi sarei fermato alla vostra console? Tsk... Per tutto il tempo che voi perdenti siete stati a poltrire in un magazzino di un meccanico con la mia console, io saltavo da un gioco all'altro!" rispose prontamente il pilota. Django ringhió e lo afferró per il colletto "sei solo un bambino immaturo che cerca di fare il ruffiano, pensi che noi non abbiamo neppure fatto qualcosa in questi ultimi trent'anni che TU ci hai rovinato?!!" "che tristezza!" osservó polemicamente Turbo. "ragazzi piano!" insistette Tapper. "vel'ho già detto : non voglio casini in questo bar!" "TAPPER PIANTALA." ringhió furibondo Django. "tu, invece, microbo... Devi ringraziare che ci siano delle regole in questo bar altrimenti ti avremmo già preso a sprangate!" La frustrazione era alta, nei codici dei piloti di Road Blasters. Si vedeva. Si intuiva e lo si percepiva. Il tasso di nervosismo era solleticato dalle affermazioni affilate del pilota di Turbo-time, che nonostante avrebbe voluto evitare di farsi pestare , l'occasione per controbattere, per lui era sempre buona: "ti sfido, figlio di puttana! Ti sfido proprio a prendermi a sprangate! Voglio proprio vedere che figura ci fate d'avanti a mezza Arcade!" con uno strattone liberó il colletto dalla presa di Django e si alzó in piedi. Django ribattè ad un passo da un attacco di follia e di aggressività "non lo faccio solo perchè non ne vale la pena di sporcarsi le mani di uno come te! E poi io non sono come te! Non ho intenzione di fare figure di merda d'avanti a buona parte della sala giochi!" E se quando quei piloti entrarono da Tapper fecero calare un'assoluto silenzio, quando il suddetto botta e risposta fra i due piloti di console differenti di fece più animato, il silenzio che caló fu' tombale se non siderale. Nemesis sospiró silentemente, analizzando ogni tratto di turbo, attirando così un po' della sua attenzione, e poi ogni tratto di Django ... Turbo se ne accorse e non appena vide la ragazza sillabare senza voce una parola, senza interrompere il silenzio, turbo le rubó la suddetta 'analisi' e la rielaboró a modo suo per irritare il biondo. "no, tu non mi picchi perché hai paura di essere esattamente come me!" e da questa sua osservazione rubata ne seguì un ghigno compiaciuto. Nemesis scosse il capo ed osservó esterrefatta ed incuriosita, vedendosi rubare sotto al naso anche una parola dalla bocca. Django arricció il naso, assottiglió gli occhi e guardo il pilota malissimo "io. Non sono. Come. TE!" detto ció gli assestó un doloroso e prepotente pugno nello stomaco. Turbo si piegó in due tossendo, e quando Django rimase immobile a guardarlo mentre si contorceva caduto in ginocchio dal dolore, Turbo riprese le forze e contraccambió quel gesto alzandosi di scatto e 'regalandogli' una forte ginocchiata negli zebedei , approfittando del piegamento in avanti che eseguì istintivamente il biondino per scaraventarlo contro al tavolo. "strano, non me ne ero accorto!" ribattè in seguito. Gli amici di Django partirono al contrattacco, e cercarono di immobilizzare Turbo mentre questo dava loro un motivo per non mollare la presa mentre incassavano calci e pugni da parte sua: Django si alzó e gli tiró un calcio nello stinco. Nemesis vide le stelle solo a pensare quanto dolore avesse potuto provare Turbo nel ricevere un tale calcio. Soren la richiamó "Nemesis, appena la situazione degenera... Tu scappa!" Proprio in quel momento, Tapper si avvicinó alla rissa imbracciando un fucile che di solito i baristi tengono sotto al bancone per ogni evenienza. "d'accordo ragazzi! Mi avete seriamente rotto le scatole! Ora la domanda è la seguente, dobbiamo usare le maniere forti, o la dolcezza?!" Turbo, che si trovava con il collo stretto dalla morsa potente e irremovibile del braccio di Django, si trovó a scegliere una sola cosa da fare. Una cosa che odiava e detestava con tutta l'anima di dover fare anche in una situazione di emergenza come quella... Si scompose in miliardi di pixel rossi e gialli, luminosissimi e si teletrasportó vicino a Tapper, strappandogli il fucile dalle mani e puntando Django, mentre recuperava ansimando, tutta l'aria venutagli a mancare fino a poco prima. Tutti, in quella stanza, rimasero senza fiato! Soren vide quel fenomeno così per come lo vide fare solo a Vanellope , qualche giorno prima. "un Glitch..." osservó il ragazzo rettile. Tapper, trovandosi da un momento all'altro senza fucile e sotto mira, deglutì perplesso "vada per le maniere forti...?!" Turbo sogghignó e portó un dito sul grilletto. Anche la sua frustrazione cresceva a dismisura... Le botte che gli avevano dato, quelle che avrebbero potuto dargli... Tutte le umiliazioni che aveva subito prima e dopo essere diventato un virus, troppe da poterle sopportare, guardandola riaffiorare dal passato. Era stato sconfitto sei mesi prima ed aveva visto la morte. Adesso nessuno gli avrebbe potuto dire cosa fare, se prima ci fosse comunque stata una piccola speranza, ora non c'era più, no. Neppure per tutti i trofei al mondo avrebbe deciso di fermarsi nel premere quel grilletto. Il suo sguardo si assottiglió e quegli occhi gialli sarebbero stati le ultime cose che quei piloti avrebbero visto... "sappiate che vi odio ragazzi!" si asciugó con una mano, del sangue che gli scivoló da un lato del labbro inferiore della bocca, quando poco prima gli amici di Django resistevano e rispondevano alle sue mazzate con altrettanti calci e pugni. "ci rivedremo all'inferno, fra un bel po'!" Un ringhio, un bagliore ed una fitta allo stomaco. Li sentì, Nemesis, e prima che Turbo potesse premere il grilletto, la ragazza lupo sfruttó il suo potere tramutandosi in una vera e propria lupa, dalle dimensioni esagerate quasi quelle di un cavallo, per una fissazione dei suoi programmatori. E prima che qualcuno potesse accorgersene, o nel caso del fratello, provare a fermarla, Nemesis spiccó un potente balzo verso al fucile... Il grilletto era stato premuto, il sorriso di turbo svanì del tutto. Un paio di zampe faunesche atterrarono sulla canna del fucile, facendolo letteralmente scattare via dalle mani del pilota, per finire per terra, premuto dalle grandi zampe, dotate di artigli. Il colpo partì finendo per conficcarsi in volo, solo sulla parte bassa della gamba destra di Django, che in quel momento stava a terra, inginocchiato, poi sdraiato a gemere e ad urlare dal dolore mentre il sangue usciva dal buco dello sparo e la pallottola, incastrata nell'osso del pilota, fumante e incandescente procurava una maggiore emorragia. Turbo fissó le sue mani, incredulo, poi la creatura che aveva di fronte: il manto grigio, delle zampe nere ed una cresta rossa. Nemesis si voltó a guardare il pilota a cui aveva sottratto il fucile. I due occhi più gialli, dorati e accesi di quelli dello stesso turbo, due occhi di una lupa creata dai programmatori per eliminare e sterminare la concorrenza aveva appena usato quel suo programma per difendere dei piloti appena passati dalla parte del torto. Il pilota deglutì quando la lupa gonfió il petto e gli ringhió sommessamente contro. Purtroppo Soren notó il grave pericolo a cui si era esposta la sorella: Django, aiutato dai suoi amici, riuscì ad alzarsi e lesse il suo labiale: "prendeteli entrambi, anche la 'scheggia rossa'!" "NEMESIS CORRI!" sibilló il fratello, allarmato. La lupa distolse lo sguardo dal pilota per rivolgerlo a suo fratello "cosa?" "CORRI!" La lupa spiccó un balzo poco prima che due piloti la atterrassero, salì sopra al tavolo e corse via, fino a raggiungere l'uscita, dove si ri-trasformó in una ragazza a tutti gli effetti e fece un teatrale e divertito inchino. L'ultima cosa che vide prima di fuggire fino alla stazione di servizio che percorreva la connessione fino alla Game Central Station, fu l'inizio di una poderosa rissa che non prometteva nulla di buono. Ma lei non c'entrava nulla, no. Se ne tiró fuori con molta semplicità. Solo... Soren se la farebbe cavata??

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Capitolo 5
*** La risposta è NO. ***


'uff... Soren ma che combini?!' pensó Nemesis. Era ormai mezz'ora che la ragazza lupo aspettava il fratello all'uscita del bar. Ma ancora niente. 'chissà come si starà divertendo...' In quella mini-stazione non c'era anima viva, e nemmeno morta, apparte lei. Soltanto Nemesis. Nessun'altro. La ragazza sospiró, continuando a girare a destra e a sinistra come un cane che aspetta che il padrone gli dia da mangiare. non avrebbe mai pensato di doverlo dire, ma il sibilio di suo fratello gli mancava, anche se solo per mezz'ora... La sorella era molto attaccata al fratello mezzo rettile. Se gli fosse accaduto qualcosa lo avrebbe sicuramente aiutato o nel peggiore dei casi, vendicato. Ma era l'attesa, la vera belva da cui Nemesis si voleva liberare. Tutt'un tratto qualcosa attiró la sua attenzione. 'guarda guarda... Sono proprio le anime della festa discese dal piedistallo per buttarsi in pista!' affermó sarcastica fra se e se, nel vedere i 'fratelli' di Road Blasters buttare fuori a calci turbo. Django stava all'impiedi, aiutato da un amico, seppur con la gamba ancora sanguinante e gli rise in faccia "che stronzo! Mi fai pena turbo!" "v-vaffanculo!" balbettó il pilota, dal corpo e l'orgoglio ferito. "pensavi che avresti potuto impadronirti così facilmente del nostro gioco! Patetico!" "che perdente!" sottolineó ridendo, uno dei piloti fratello di console di Django. "siate tutti maledetti!" ringhió Turbo. "si, porta te e le tue maledizioni fuori di qui, Glitch! Altrimenti sarà 'game over' per te!" rispose un'altro pilota ancora, mostrandogli il dito medio. Turbo si voltó asciugandosi il sangue che gli usciva dal naso con una mano. Django continuó : "esattamente quello che avevo detto prima : sei solo un'inutile, viziato, immaturo lattante di prima categoria!!" "oh, si certo... D'altronde le lezione di vita le dai tu che sei tanto più grande..." fece Nemesis, una volta avanzata con nonchalance verso i piloti, e guardando prima turbo e poi Django, continuó "e molto maturo anche!..." Django le rivolse uno sguardo di sufficienza e le domandó "tsk, e tu da dove vieni, per avere tanta grinta, ragazza lupo?!" "direttamente dal gioco 'fatti una spaghettata di fatti tuoi' ragazzino!" ringhió sadicamente Nemesis. "levati di mezzo, animale! " Django cercó di oltrepassarla con i suoi compagni per andare a finire turbo, ma la ragazza con un ringhio ed una occhiataccia lo fece bloccare sul posto. "dove pensi di andare, ragazzino?!" "con chi credi di parlare, zuccherino?! Con tuo cugino?! Avrai quanto... 21 anni?!" "ne ho 23 e tu ne hai 32!" "come diamine fai a..." "l'odore ... Sono un'animale! Lo hai detto anche tu!" rispose Nemesis, quasi mangiando le lingue a tutti i presenti, compreso a Turbo che giaceva sanguinante per terra. "zuccherino, seriamente... A parer mio non dovresti frequentare certa gente!" tentó di scherzare Django. I suoi compari risero con lui ma Nemesis rimase seria al suo posto, osservando con attenzione i ragazzi che si trovava d'avanti, esaminandoli da capo a piedi. "frequento gente peggiore se sapessi da che gioco vengo..." Il pilota le portó la mano sotto al viso, accarezzandola sotto al mento "wow, dev'essere un posto dove un bel fiore come te sia solo e sconsolato, non è così... Ehm... Com'è che ti chiami?" Nemesis, alquanto innervosita dal gesto del biondo, digrignó i denti ringhiando "mi chiamo missis 'toccami ancora e sei morto'!" Django, quasi istintivamente, ritrasse la mano e la nascose dietro alla schiena come se Nemesis, da fiore, si fosse trasformato in un cactus o in una pianta tropicale estremamente velenosa. "se non vuoi cedere, almeno lasciaci finire il nostro lavoro!" ribattè uno dei piloti. Questo scatenó in Nemesis una polemica risata che per poco non fece reagire male i fratelli di console. "tsk... Il vostro lavoro! Pfff... Il vostro lavoro sarebbe stare chiusi in un cabinato a fare contenti tanti adolescenti in pieno inizio delle loro tempeste ormonali... Quindi se volete che vi lasci fare il vostro lavoro, entrate prima nella vostra console, e poi staremo a discuterne!" ringhiò la ragazza, infine. Quel pilota si beccó uno scappellotto da Django stesso, il quale poco dopo ribattè contro la ragazza "e chi sei tu?! L'avvocato difensore di turbo?!!" "oh no, caro Django... Peró se fossi in te terrei a freno la lingua se sapessi che chi mi trovo di fronte sa qualche cosuccia sui debiti!" osservó suadentemente la ragazza. "spiegati meglio piccolo mostro!" la sfidó Django. "dunque... Azzardati ancora a mancarmi di rispetto , e le conseguenze saranno gravi per ognuno di voi... Specie per te Django!" con una mossa veloce, gli afferró con la sinistra il colletto della tuta, con la destra gli affondó le dita sul cuore. Lo spettacolo a cui tutti assisterono fu' sconvolgente: turbo si alzó zoppicando cercando di studiare tutte le mosse dj Nemesis per poterlo rifare, ma sapeva che non ci sarebbe riuscito; non era per nulla complicato ma pochissimi ci riuscivano... E ancora più rari erano i casi che ci erano riusciti nella stessa arcade più volte. "oh cosa vedo..." sussurró deglutendo, il diretto interessato biondo. I suoi bites si scomposero ma in maniera fissa e densa, facendo largo alla mano della ragazza. Una quantità di pixel verdi come i suoi occhi e la mano di Nemesis entró dentro con facilità, toccó con pochi rimorsi ed esitazione quello che stava sotto al petto del pilota, e lo estrasse. I pixel del petto di Django fluttuavano attorno al cono di bites che si formó per collegare il corpo al cuore che Nemesis teneva stretto nella mano. "tud-dum. Tud-dum. Tud-dum" il cuore pulsava piano e lento, nella mano destra della ragazza, quasi riflettesse tutta la paura che il pilota stava avendo in quel momento. Era tentato di svenire, ma temeva che non si sarebbe più svegliato. Nemesis gli portó un braccio attorno al collo e gli sussurró all'orecchio, mentre Django fissava il vuoto, atterrito da un'eventuale mossa falsa. "ti ho salvato la vita poco fa' cosa ti fa pensare che non me la possa riprendere?" Detto ció, con forza, gli ripremette il cuore nel petto e tutti i pixel tornarono al loro posto. Lo spinse all'indietro ed i suoi compagni lo afferrarono prima che cadesse per terra, sbigottito. Quando Nemesis si voltó dirigendosi verso il vagone, arrivato da poco, asciugandosi la mano sporca di sangue sui jeans neri, il pilota che prima giaceva a terra sanguinante, le afferró il braccio e la strattonó "he-hey! Considerando che io ODIO farmi difendere, specie dalle ragazze... Ma... Quello?!! Dove lo hai imparato!" Nemesis, voltata verso turbo, lo ascoltó finire di parlare, poi lo fissó negli occhi, sorrise , emise una falsa risata e si diresse sul vagone. A quel punto, finalmente, dal locale uscì Soren e si accomodó sul sedile. Aveva qualche graffio ed un occhio nero, notato da Nemesis solo grazie al fatto che era gonfio, poichè la carnagione del fratello era color corvo affogato nel petrolio. "hey, dico! Rispondimi! Nessuno mi volta le spalle!" le ringhió turbo. Nemesis sospiró, nonostante quel Turbo a cui aveva appena salvato la vita aveva un carattere che a primo impatto le piacque poco e niente, si voltó comunque e spiegó brevemente "una vecchia conoscenza di un'altra arcade me lo ha insegnato... Era un videogioco dentro ad un videogioco, perció lei conosceva tutti questi trucchetti..." "insegnamelo!" "ma certo! Siediti nel vagone e metriti comodo!" "davvero?" "NO." rispose la ragazza, freddamente. Turbo assottiglió gli occhi e la guardó con aria di sfida. Si morse il labbro e la avvertì : "non sfidarmi toots! Potrebbero esserci delle conseguenze gravi e pericolose!" "pericolo... Haha... Per favore, andiamo... Ho riso in faccia al pericolo fino a poco fa'! Perció credo proprio che non cederó al 'fascino' delle tue minacce!" "fascino?" ripetè smargiasso, il pilota. "piuttosto, toots, come ti chiami?" "Nemesis Sciuto, volpe, e non provare più a chiamarmi toots!" affermó la ragazza, prima di salire sul vagone accanto a suo fratello. "mmhh... Non credo che lo faró! Buon viaggio, comunque... Nemesis!" quando il vagone stette per partire, tuttavia, il pilota domandó "un'ultima cosa!" "cosa vuoi?" "da che gioco vieni, toots?" "tsk... Se arrivi a domani, e durante la giornata lavorativa senti un'ululato provenire da qualche altra console, guardati intorno... Saró li!" Si limitó Nemesis. Quando il vagone partì e la galleria inizió, Nemesis potè abbandonare la maschera da musona per spalancare gli occhi e ripassarsi tutte le scene che aveva vissuto, perplessa. Quando si voltó verso Soren notó che il fratello la stava fissando in maniera fredda e pungente da circa 10 minuti. "che c'è?!" "è quello che penso io?" domandó tagliente. "se ti riferisci a turbo, si, è..." "no, non a quel turbo ... Ma allo sguardo che vedo in te." "cosa?!! Oh no. Nonononononono, brutta storia, brutta storia... Se me lo vedi ancora, picchiami!" sbuffó la sorella, capendo al volo cosa intendeva Soren. Quando lo vide far prendere una rincorsa al braccio per farle una sberla, Nemesis precisó "NON ORA, IMBECILLE!" "preferisci che la prossima volta ti porti a casa sssua per un pigiama party?!" ribattè scherzoso il fratello. "tu provaci che ti faccio un'altro occhio nero, e poi ti ficco il casco di turbo per supposta!" "tu non mi vuoi bene..." concluse il fratello, ridendo come un povero imbecille. "perchè ho dato questa impressione?" rispose Nemesis, ovviamente seccata e sarcastica. "nemmy, ricorda cosa ha detto Tapper: di ssstargli alla larga!" "quale Tapper? Quello che una buona quarantina di minuti fa' ha uscito un fucile a doppia canna da sotto al bancone?!" "tutti i baristi li usano per ogni evenienza!" "lo sai che sono comunque contraria ai fucili da caccia!" Ribattè la sorella, appoggiando la guancia sulla mano sorretta dal gomito che pogió sul bracciolo del suo sedile. "certo! I tuoi parenti in libertà vengono uccisi ogni giorno dai..." Lo sguardo colmo di odio che la sorella rivolse al fratello bastó a Soren per chiudere la bocca e godersi il viaggio in silenzio. Quando arrivarono alla Game Central Station e superarono per la prima volta l'ingresso senza essere bloccati, tuttavia, Soren tormentó Nemesis con un'ultima domanda: "ssorellina, scusa se te lo chiedo... Ma si puó sapere che trucco hai usato per impallidire Django in tal modo?" "chi ti dice che sia stata io?!" "oh, allora la prossima volta che lo vedo, lo chiedo a quel farabutto di turbo, giusto?!" Soren guardó compiaciuto la sorella, fissandola seriamente negli occhi, allora Nemesis, presa da quei suoi rarissimi attacchi di 'spirito di patate' e mimó il gesto che fece: si portó la mano al petto facendo una smorfia e quando estrasse la mano, aperta più o meno allo stesso spessore del cuore, aprendola e stringendola a seconda dei battiti immaginari, emise anche uno strano verso come "eeeewww... Du-dum, du-dum, du-dum..." chiudendo la bocca ed usando la voce sia nasale che gutturale. "ohh il cuore strappato via a metà?! È quella roba che ti ha insegnato l'agente L nella goth's arcade??" Nemesis fece di si col capo, poi trotterelló verso al suo gioco, divertita al solo ricordare tutte le avventure che aveva vissuto con la sua migliore amica nella vecchia arcade da cui proveniva. Non si lasció prendere dalla nostalgia, peró. Sapeva che se il destino avesse voluto le avrebbe fatte ri incontrare.

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