Rain

di Lightfire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Mistery ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


RAIN


Introduzione:

Era una giornata uggiosa e triste e io amavo guardare dalla finestra come la pioggia si infrangeva tra i grattacieli di questa grandissima città. Le persone che nonostante il tempaccio affollavano le strade senza alcun problema. Non amavo molto la pioggia quando mi trovavo in Italia, ma d'altronde come puoi amarla, in uno stato nel quale il sole regna sovrano. Nella mia piccola cittadina non c'era nulla da fare, l'unica cosa era rimanere dentro casa. Con il sole invece era tutto diverso, la gioia mi attraversava senza lasciar spazio a nessun'altro sentimento. Adesso mi trovavo a Seul, la capitale della Corea del Sud e mi ero trasferita per cercare la vita che avevo sempre desiderato, amavo a tal punto questa cultura da abbandonare tutto senza avere una meta. Che cosa mi aveva spinto a scoprire questo paese? Beh, anche se può sembrare infantile, gli idols e la loro musica mi avevano aperto questo mondo. Vivevo in un piccolo appartamento, con il minimo indispensabile una camera, un bagno e una sala con un angolo cucina.  Lavoravo in un ristorante italiano, che mi pagava il necessario per pagare l'affitto e andare avanti. Si può dire che non mi mancava nulla, ma invece non ero affatto felice, non era come mi aspettavo: avere tanti amici che ti aiutano e ti fanno compagnia, un fidanzato che ti coccola, sarò sfortunata io, ma niente di tutto ciò avevo trovato. Eppure, anche se a stenti, le persone capivano quando parlavo il coreano, nonostante avessi un accento strano. In Italia avevo frequentato la facoltà di architettura di Firenze e mi ero laureata con il massimo dei voti e inizialmente volevo praticare il mio lavoro a Seul , ma mi ero demoralizzata forse perchè mi sentivo così sola. Prima di partire mi ero parecchio informata su altri viaggi che altre k-popper avevano fatto, sembrava una favola. Anche se con piccole difficoltà avevano incontrato persone fantastiche, addirittura alcune in pochi giorni avevano incontrato i loro idols preferiti. Io invece in due mesi che mi trovavo lì non avevo visto nemmeno l'ombra degli SHiNee, apparte nei cartelloni pubblicitari. Comunque se li incontrerò un giorno sarà solo il destino a decidere per me, ma come si dice "la speranza è l'ultima a morire", chissà se la mia vita monotona e triste a Seul non si trasformerà in un sogno ad occhi aperti.

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Capitolo 2
*** Mistery ***


MISTERY


“Ei Sofia vai subito al supermercato, abbiamo finito la farina per la pizza!”  urlò lo chef dalla cucina, mentre era  intenta a dare una pulita ai tavoli. Come al solito essendo una novizia in quel ristorante tutte le commissioni più rognose venivano affidate a lei, nonché comprare la farina fosse un peso, ma il suddetto supermercato si trovava a qualche isolato di distanza e ci voleva almeno una mezz’oretta per arrivarci. Oltre tutto il tempo non era in suo aiuto dato che la grandine era talmente forte che dava l’impressione che i vetri delle macchine stessero per rompersi in mille pezzi.

“Aish, andiamo altrimenti ci metterò un intera giornata e mi scaleranno il tempo perso dallo stipendio” disse tra sé e sé, sbuffando. Quella mattina era molto stanca perché si era alzata presto a causa dei tuoni e fulmini che quel temporale stava provocando. Un taxi si era appena fermato davanti al ristorante, lei avrebbe tanto voluto prenderlo, ma non aveva abbastanza soldi per poter pagare. Quindi si incamminò tranquillamente a piedi sul marciapiede.

“vedere una grande città come Seul completamente desolata per un po’ di pioggia” pensò Sofia camminando tranquillamente. Lei amava molto la pioggia perché credeva che rispecchiasse molto il suo stato d’animo di solitudine, non avendo alcun amico. C’era anche qualcosa di speciale però nei temporali perché prima o poi sarebbe comunque spuntato il sole, portando con sé anche l’arcobaleno.  La zona del supermercato era molto carina e accogliente, al centro del quartiere c’era un piccolo parco con un laghetto. Non si era mai soffermata molto in quel luogo perché tutte le volte che ci era stata, era di fretta, ma quel giorno aveva qualcosa di speciale, sembrava quasi avvolto nel mistero. Così si dimenticò della farina e si addentrò in quello spicchio di verde. Decise di sedersi su una panchina davanti al laghetto. Data la stanchezza,se si fosse fermata qualche minuto non se ne sarebbe accorto nessuno.
 
“wow è davvero bellissimo e pensare che sono l’unica a vedere questo spettacolo” . Era talmente incantata dal suo mondo che non si accorse che un ragazzo di sedette nella sua stessa panchina. Iniziò però ad avere la sensazione di essere osservata da qualcuno così si girò intorno e si accorse di questo strano ragazzo che la fissava, ma appena i loro sguardi si incontrarono, si era girato dalla parte opposta. Era vestito come fosse un maniaco, ma lei sentiva che non aveva cattive intenzioni forse era un po’ come lei, in cerca di tranquillità. Aveva tratti orientali, quindi di sicuro coreano, degli occhi profondi che la colpirono. Per il resto non era molto alto, e poi il cappello e la sciarpa non permettevano di carpire altri particolari del suo viso.
Rimasero a fissare il panorama a lungo, lui non disse niente e dopo un’ oretta se ne andò in modo trafelato. In quel poco tempo che erano stati vicini aveva sentito dentro di sè una sensazione calda e accogliente , una sicurezza e adesso che era andato via, aveva un vuoto nel cuore.

“Chissà se mai lo rivedrò” si disse, ma quest’affermazione la riportò nel mondo reale ricordandosi il perché si trovava lì e che probabilmente il suo capo una volta tornata la licenzierà per averci messo ben un’ora e mezza in più del dovuto.
Spalancò la porta del ristorante, aveva il fiatone per la gran corsa fatta dal parco al ristorante.

“Scusate il ritardo, ma mi ero persa a causa della pioggia” aveva usato la scusa più banale del mondo, ma in quel momento non le venivano in mente altre cose da dire, sperava che Marco ( proprietario del ristorante di origine italiana) non se la mangiasse viva. “Ti sei persa? Avrai fatto milioni di volte quella fottuta strada. Diciamo che per questa volta la passi liscia solo perché grandina e non ci sono molti clienti, ma  alla  prossima ti licenzio”. Disse il capo con fare autorevole, ma quasi divertito dalla banale scusa della ragazza.

“Aaah sono stanchissima, non ho nemmeno voglia di cucinare” disse mentre si gettava sul divano di casa sua. Dopo che Marco l’aveva salvata dal licenziamento aveva optato per lavorare a oltranza in modo da rientrare nelle sue grazie. Aveva pulito da cima a fondo tutto il locale e si era scordata anche della causa del suo ritardo. Decise di ascoltare un po’ di musica, così prese il suo mp3 e mise Quasimodo degli Shinee per tranquillizzarsi un po’, quella canzone era così bella e soprattutto lei amava sentire la voce di Jonghyun prima di andare a dormire.
“E’ come se quel ragazzo lo conoscessi da sempre, i suoi occhi mi ricordano qualcuno, ma non riesco a capire chi, magari domani mattina me lo ricorderò” Così con questi ultimi pensieri e con il Saranghae di Onew. Si addormentò come ogni con il sorriso sulle labbra.
 

"Le tracce di te delle quali
il mio cuore è colmo
Mi permettono di respirare"

Shinee, Jonghyun, Quasimodo.



PS: abbiate pietà di me. Questa è la mia primissima Fanfiction e non sono molto brava a scrivere testi di questo genere,spero comunque di essermi fatta capire abbastanza bene. Grazie 



 

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