There's a way to lose your head.

di InsideDreamsMika
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bello come il sole. ***
Capitolo 2: *** Risate e timidezza ***



Capitolo 1
*** Bello come il sole. ***



“Credi che questo vestito possa essere adatto?Ti piace?” chiese la mia migliore amica, nonché stilista personale.
Mi limitai a scuotere la testa, a indicare un semplice si: ero troppo assorta dai miei pensieri. Come avrei fatto a non esserlo! Quella sera sarebbe stata probabilmente la più importante della mia carriera: ero stata nominata in più di una categoria agli Awards per il mio nuovo album ed ero molto agitata all’idea di scoprire se avessi vinto o meno. Trucco da sogno, sorriso radioso, capelli perfetti…me lo sentivo, comunque sarebbe andata a finire io avrei trascorso una notte fantastica!
Salii sulla limousine che mi avrebbe portato al grande evento, dopo pochi metri comparirono i paparazzi e una volta arrivata venni accolta da molti miei fan: mi abbracciavano e io ricambiavo, non fingevo mai, era ciò che avevo sempre desiderato sin da bambina e per nulla al mondo lo avrei rovinato. Un solo passo falso e, nell'ambiente delle celebrità, puoi essere criticata, insultata o addirittura dimenticata per sempre..
“Meglio se vai a sederti” intervenne il mio manager, io lo seguii senza protestare: non vedevo l’ora che iniziassero le premiazioni! Arrivai al mio posto, lo riconobbi subito perché c’era scritto il mio nome: Britney Spears. Mi sedetti e continuai a ripetermelo: Britney Spears, Britney Spears, tutti ti conoscono, tu sei quella ragazza che ha battuto ogni record di vendite, ti ammirano, sei famosa…fino a quando non venni interrotta da una voce, mi girai di scatto e notai un ragazzo alto, snello, con degli stupendi capelli scuri e ricci, un sorriso raggiante e degli occhi che trasmettevano felicità e serenità. Era bello come il sole.
“Penso che io debba sedermi qui! Piacere sono Mika e tu Britney, non è vero?” mi domandò un po' impacciato.
Conosceva il mio nome, lo pronunciava con un tono di voce gentile e pacato, direi affascinante…”Si, sono io…” non feci in tempo a terminare la frase che un uomo, il presentatore della serata, prese la parola. Quasi in automatico ci girammo entrambi ad assistere alla scena, ad ascoltare le nomination ed a fantasticare sui possibili vincitori. Anche lui era abbastanza nervoso.
Iniziarono con le prime categorie, di cui nessuno dei due faceva parte, così io presi un po’ di coraggio e iniziai a chiacchierare: gli chiesi cosa ne pensava, chi secondo lui sarebbe tornato a casa con il premio, di come stava proseguendo la sua carriera e se si sentiva soddisfatto del suo lavoro. Qualsiasi cosa pur di avere un dialogo. La telecamera ci inquadrava spesso e io continuavo a chiedermi se gli spettatori avessero intuito l’attrazione che provavo per Mika in quel momento e se l’indomani sarebbero usciti articoli su articoli su un presunto flirt fra noi due. Essere una star ha questo difetto: non puoi avere una tua vita privata, non puoi essere libero di fare le tue scelte.
Passammo tutta la serata a parlare, tra un’esibizione e la pubblicità, tra una premiazione e una sconfitta. Ero felice come non mai.

Probabilmente non è molto lungo, ma prometto che fra poco pubblicherò anche il secondo capitolo, fatemi sapere se vi piace, accetto tutte le critiche! ;)
Ah, ho usato il nome Britney Spears non perchè penso che lei e Mika siano una bella coppia, semplicemente perchè è la mia cantante femmina preferita e non ci vedevo nulla di male...comunque non intendo lei, diciamo un'omonima!


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Capitolo 2
*** Risate e timidezza ***


Perchè nessuno recensisce la mia storia ç.ç In ogni caso continuerò a scrivere, non so quanti capitoli la farò durare però...buona lettura!


Terminata la serata lui si offrì di riaccompagnarmi all’hotel ma io rifiutai: mi sembrava di approfittare della sua disponibilità. Ci scambiammo i numeri di telefono e mi feci promettere che il giorno dopo mi avrebbe chiamata, che prima della nostra partenza(entrambi dormivamo in una stanza d’hotel proprio per partecipare agli Awards)ci saremmo incontrati.
Tornammo all’albergo e ci addormentammo.
A svegliarmi fu la suoneria del mio cellulare: era Mika. Era forse pazzo?!Alle 5 di mattina mi stava chiamando?!Risposi, con voce assonnata:”Pronto?”
”Ciao, sono io, Mika, ti va di venire nella mia camera d’hotel?Devo partire fra poche ore e volevo trascorrere un po’ di tempo con te…”
Ok, era ufficialmente fuori di testa, ma io accettai comunque…sentii un “Si!” sottovoce pieno di entusiasmo dall’altra parte della cornetta e subito dopo la telefonata cessò.
Mi vestii in modo molto semplice: short, t-shirt e dei tacchi non troppo alti(sono costretta a metterli sempre, sono alta come un puffo e poi Mika è un gigante!).
Mi presentai davanti alla porta, bussai e lui mi fece accomodare sul divano. Non aveva scuse come “Non pensavo di ricevere ospiti!” ma quella stanza era completamente sottosopra! Vestiti un po’ ovunque, fogli accartocciati e buttati qua e la, poi c’era un pianoforte e un quaderno appoggiato sopra. Mi alzai, mi avvicinai e lo sfogliai, trovando tutte le canzoni incise dal suo esordio fino a quel giorno, qualche nuovo singolo, e in più qualche scarabocchio e disegno.
Mi apparve da dietro e, tentando di chiudere il taccuino, mi cinse i fianchi con un braccio.
“Quello è privato!Tu non puoi guardarlo” mi rimproverò.
“Mi perdoni signor Penniman, prometto di non trasgredire più le regole” replicai seria.
Lui mi squadrò dall’alto in basso, con quei suoi bei occhi. Com’era dolce.
“Caffè?” mi domandò, probabilmente perché, imbarazzato, si era accorto del modo in cui lo guardavo.
“No, grazie, sono già abbastanza agitata di mio, la caffeina non farebbe altro che peggiorare la situazione” mi giustificai.
A lui scappò una risata: mi vedeva in televisione, guardava i programmi a cui partecipavo, le battute a volte insensate ma quasi sempre divertenti che scambiavo con chiunque. Ero anche io una persona allegra e positiva e forse lui era attratto da questo lato del mio carattere.
Trascorremmo la mattinata sul divano a ridere e a scherzare e lui si scordò anche del volo che avrebbe dovuto prendere per tornare a Londra. Mi parlava come se ci conoscessimo da tempo e io facevo lo stesso, con lui mi sentivo sicura e protetta. Ogni tanto mi sfiorava la mano come a cercare un contatto fisico ancor più rassicurante o forse per essere convinto che io lo stessi ascoltando. Poi c’erano quei pochi secondi di completo silenzio, che io avrei voluto durassero in eterno, entrambi un po’ a disagio pensavamo a qualcosa da poter dire all’altro e finiva che i miei occhi si perdevano nei suoi, e viceversa. Per quanto lui cercasse di fingere si capiva che era una persona molto timida, a tradirlo era il suo continuo gesticolare ed il suo modo di esprimersi. Ero pazza di lui.


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