Il regno delle tenebre

di Spillo_1D_virgola_love
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** All'orfanotrofio ***
Capitolo 2: *** Il signor Metatron ***
Capitolo 3: *** Perplessità ***



Capitolo 1
*** All'orfanotrofio ***


 Capitolo 1
 
- Nora? - era la responsabile dell’orfanotrofio.
- Nora? Sei qui?- conoscevo il motivo per cui mi chiamava: stendere i panni, lavare i piatti, pulire la stanza…
- Sono qui, sig.ra Carter- dissi secca e senza espressività.
- Oh, eccoti Nora, c’è un signore che vuole parlare con te, credo ti voglia adottare - era eccitata ma nello stesso tempo preoccupata mentre pronunciava quelle parole.
Ero stupita, non mi chiamava per il solito motivo, era qualcosa di diverso, qualcosa di inaspettato. Un grande dubbio mi sorgeva: ma era sicuro di volere me? Ero una 13enne con i capelli rossicci e arruffati, con una grande mancanza di autostima, voleva me?
Dopo un momento di riflessione  guardai la signora Carter con uno sguardo interrogativo ma anche dubbioso.
- Arrivo, solo il tempo di mettere le scarpe - dissi confusa.
- Ti aspetto giù, nella sala ospiti,allora. Fai in fretta.
Mi misi le scarpe e mi guardai davanti lo specchio della mia stanza - È  mai possibile? – dissi al mio riflesso mentre la mia compagna di stanza Valentina, che aveva assistito alla scena, mi guardava stupita, anche lei come me.
- Andiamo, Nora, non avrai mica paura di vedere un signore così pazzo da prenderti con se!- e mi diede un colpetto alla schiena ma sapevo che la sua ironia non era vera ma nascondeva il timore di perdere la sua più cara amica. Perché noi eravamo inseparabili.
- Dai,Vale, so che sei preoccupata. E poi non fai altro che rallentare la mia sicurezza! - non lo dissi arrabbiata, ma  piuttosto insicura.
- Non andrai via vero? Non lo permetterai?! – i suoi occhi brillavano.
Senza dire una parola ci abbracciammo e accarezzandogli quei dolci capelli biondi mi avviai verso la sala ospiti.
Mentre scendevo le scale la mia mente vagava. Pensavo cosa avrei dovuto dire a quell’uomo appena sarei entrata in quella maledettissima sala. << strano che qualcuno volesse adottarmi perché nessuno prima d’ora si è preso questa grossa responsabilità, la gente mi ignorava.>> pensai. A quella riflessione sganciai mezzo sorriso perché ero contenta che finalmente qualcuno pensasse anche a me anche se non volevo andarmene. Cavolo non volevo. Stavo bene con Vale e con gli altri, anche se le responsabili ci facevano lavorare troppo.
 Arrivai davanti alla porta. Stetti lì davanti per qualche secondo. Pensavo a tutti i momenti passati insieme ai miei compagni, a Vale e anche alle responsabili che, nonostante tutto, erano amorevoli con noi. Dopo un attimo di esitazione misi la mano sulla maniglia, il cuore a duecento. Bussai e sentii un ‘’avanti’’. << Devi farlo, Nora, devi farlo, non ci pensare >> mi impose la mia testa.
- Su, Nora. Non hai il coraggio di far vedere la tua brutta faccia a quel signore?- disse Sofia, con molta superbia ma anche un pizzico di invidia, mentre il suo gruppo sfoderava sorrisetti. Sofia era una ragazza superba,appunto, ed era la leader di un gruppo di ragazze come lei.
- Scusa ma non perdo tempo con le ipocrite - dissi con disinvoltura.
Ormai ero abituata ai loro insulti e non me la prendevo più di tanto. Una domanda mi sorse spontanea: come facevano a saperlo? Come sapevano del signore che voleva adottarmi?
- Guardala. Cespuglio rosso ci dà delle ipocrite, ah ah ah !
Le lasciai perdere a aprii la porta.

 

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Capitolo 2
*** Il signor Metatron ***


 Capitolo 2
 
- Ti stavamo aspettando, Nora- disse la responsabile piuttosto agitata.
La stanza, quel giorno, aveva qualcosa di strano, qualcosa di diverso. Era più buia del solito: le candide tende rosse in lino che coprivano le finestre, sembravano servire per rabbuiare la stanza che, di solito,  aveva un aspetto molto più accogliente. La libreria sembrava scombussolata, con i libri posizionati a casaccio, come se avrebbero voluto investirmi. Le piante sembravano piegate verso terra, appassite. I quadri appesi male. In realtà era solamente la mia immaginazione, il mio stato d’animo perché la stanza era in ordine. 
-B-Buon giorno- la voce tremolante.
- Accomodati, piccola- era la prima volta che la sig.ra Carter mi soprannominava ‘’piccola’’.
Guardai la sedia e immaginai di sprofondare. Ma era proprio quello che desideravo in quel momento :SPROFONDARE.
Scossi leggermente, quasi in modo impercettibile, la testa per ritornare al presente. Mi sedetti lentamente. L’uomo mi fissò e mi sganciò mezzo sorriso sincero e io gli risposi con altrettanto sorriso, lo stesso sorriso, che però nascondeva un emozione diversa.
- Lui è il signor Metatron- mi fece la sig.ra Carter. Quel cognome sembrava nascondere qualcosa di oscuro. ‘’Metatron, sembrava qualcosa di cattivo. Guardai il signore intensamente. Aveva una corta barba bianca e qualche ruga sul viso ma negli occhi sembrava avere
un anima  giovane. << No, non sembra un tipo maligno >> pensai. In quel momento stavo pensando alle cose più assurde, Persino un nome era capace di farmi rabbrividire.
Mi fece un sorrisetto e mi disse - Piacere, Nora- porgendomi la sua mano rugosa.
- Piacere- e gliela strinsi.
- Allora, sig. Metatron, vuole spiegarci il motivo della sua visita?- disse incuriosita la sig.ra Carter.
- Vorrei passare del tempo insieme alla ragazza, con il suo consenso, ovviamente.
Poi si mise la mano sul mento e il gomito poggiato sui bracci della sedia, pensieroso. - Può lasciarci da soli, signora Carter?- disse il vecchio con una voce rauca.
La signora Carter fece un espressione interrogativa come per dire :’’E perchè?’’. Poi si alzò e si avviò verso la porta.
Perché voleva parlarmi in assenza della responsabile? Voleva fare qualcosa di losco? << Andiamo, Nora. Smettila per una buona volta di pensare cose assurde >> mi comandai. Ero un tipo che viaggiava molto con la fantasia però mi imposi di non farlo per 10 minuti. Non era il momento!
L’uomo si accorse che ero intimorita e mi disse - Non avere paura Nora, non sono un omicida.- e fece una risatina. Io non capivo il motivo della sua risata. Si prendeva gioco di me vedendomi impaurita e timida?
Ricambia la sua ‘’battuta’’ con un sorriso per non sembrare maleducata.
Tutto ad un tratto si fece serio. – Nora, non devi aver paura di me. Ti vorrei portare con me per un motivo ben preciso. Non voglio spiegartelo subito, ma col tempo. Ti do una settimana per conoscermi, poi sarà tua scelta se venire o restare. In questa settimana andremo in molti posti per spiegarti il motivo per cui sono qui, sempre che tu accetterai. Non voglio farti del male. Non mi guardare impaurita.- perché era venuto?
Cosa voleva da me?
Capendo che era un uomo dolce scaricai la mia paura. Adesso ero più tranquilla ma avevo tante domande nella mia testa.
- Allora, Nora?
Ci fu qualche istante di pausa.
- Devo pensarci...- sibilai pensierosa.
- Nora,la scelta è tua,non devi sentirti costretta. Una settimana per conoscerci. Poi deciderai se essere adottata o no- l’espressione del vecchio era seria e altrettanto preoccupata.
- Si, accetto- dissi decisa, vedendo che ci teneva e capendo che era importante.       
 
 
 
 

Ecco il 2° capitolo della mia prima storia…
Spero vi piaccia…scusate gli errori!
Le recensioni sono gradite e non abbiate paura di fare delle critiche…le accetterò volentieri per migliorare i miei testi!
:)

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Capitolo 3
*** Perplessità ***


 Capitolo 3
 
- Ero sicura che avresti accettato, passo a prenderti domani alle 4:00- detto questo uscì.
Uscii dalla porta per ritornare in stanza e vidi il signor Metatron parlare con la sig.ra Carter. Io ero là, camminavo piano per ascoltare la loro conversazione. Le stava raccontando quello che aveva intenzione di fare con me per la settimana.
Mentre ascoltavo mi venne in mente una curiosità: il suo cognome è Metatron, ma il suo nome?
Stava per uscire dall’ingresso principale perché aveva finito di parlare con la responsabile ma lo fermai.
- Qual è il tuo nome?- chiesi curiosa.
- Il mio nome è Migaret, Nora.
- Migaret? Non l’ho mai sentito nominare- dissi perplessa – cercherò di ricordarlo- sibilai piano, quasi come stessi riflettendo tra me e me.
- Non ti do tutti i torti. In effetti non esiste sulla terra. Domani ti spiego meglio- disse con sarcasmo.
- Allora a domani- ero molto dubbiosa mentre pronunciavo quelle parole. Mi era venuto il dubbio se andare o meno in giro con quell’ uomo dopo ‘’In effetti non esiste sulla terra ’’.  A ricordare quelle parole un brivido mi trapassò la schiena.
Mentre salivo le scale ero immersa nei miei soliti pensieri assurdi: immaginavo le scale che stavo salendo come una rampata di fuoco e in cima ,la normale porta, sembrava Migaret trasformato in un mostro omicida.
Arrivai in stanza assorta nei miei eventi immaginari.
- Nora, come è andata? Ti è piaciuto quell’uomo? Come si chiama? Che aspetto ha? È simpatico?- Vale fece tutte queste domande con straordinaria curiosità ma ero talmente immedesimata nei sogni che neanche la sentivo.
- Nora?- mi chiamò - Nora? Nora, svegliati- mi strattonò e io tornai alla realtà.
- Si? Cosa hai detto, Vale?- dissi scuotendo la testa.
- Andiamo, Nora… ti conosco e so che stavi formulando degli eventi immaginari.
- Cosa avevi detto prima che tornassi in me?- dissi annoiata.
Me lo ripeté e io gli raccontai.


Ecco il 3° capitolo della mia prima storia...
Spero vi piaccia e spero avere tanti lettori :)
Le recenzioni sono molto gradite e accetto con molto piacere le critiche perchè mi aiutano a migliorare


 

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