Come quando avevo cinque anni

di ManFuckThatShit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un casino. ***
Capitolo 2: *** Giulia. ***
Capitolo 3: *** Fortuna o Sfortuna? ***
Capitolo 4: *** Ti sei fatta male? ***
Capitolo 5: *** Quanto è piccolo il mondo. ***
Capitolo 6: *** Piacere, Andrea ***
Capitolo 7: *** Apeman ***
Capitolo 8: *** Merda ***
Capitolo 9: *** H ***
Capitolo 10: *** Corro ***
Capitolo 11: *** Mammuth ***
Capitolo 12: *** Tanto prima o poi secco ci rimani ***
Capitolo 13: *** Peter Pan VS Mario Bros ***
Capitolo 14: *** La mia mamma mi ha detto un segreto ***
Capitolo 15: *** Si - No ***
Capitolo 16: *** Telefono azzurro ***
Capitolo 17: *** Auguri belloccio. ***
Capitolo 18: *** Nascondino ***
Capitolo 19: *** Rometta e Giulieo ***
Capitolo 20: *** Tzé ***
Capitolo 21: *** Obbligo o verità ***
Capitolo 22: *** Pioggia, Italia e bolle di sapone. ***
Capitolo 23: *** Hickey ***
Capitolo 24: *** Scarf ***
Capitolo 25: *** "IO" ***
Capitolo 26: *** Non lo so. ***
Capitolo 27: *** Tornerà? ***
Capitolo 28: *** State insieme? ***
Capitolo 29: *** Mi dispiace ***
Capitolo 30: *** Tabacco e liquirizia. ***
Capitolo 31: *** Questo è il bello dell'amore. ***
Capitolo 32: *** Truth ***
Capitolo 33: *** Memories ***
Capitolo 34: *** Blonde & Honey ***
Capitolo 35: *** I escape, you search and we find out. ***
Capitolo 36: *** 9 mesi dopo. ***



Capitolo 1
*** Un casino. ***


Vorrei chiedervi un favore, ve lo chiedo anche in ginocchio
    se volete ;D ma se vi prendete la briga di aprire questo 
          capitolo per favore leggete anche gli altri in fondo 
                chi è che non conosce il detto che un libro non si
                    giudica mai da una copertina?!
                        Dopo potete anche mandarci a quel 
                            paese non vi preoccupate :D Grazie. 

 
Un casino.
 
 Che cosa? Un tema di almeno quattro colonne intitolato ‘Questa sono io’ ? MAI. NEVER. NO. NEIN.
Andrea guardava la lavagna con un’aria alquanto sconvolta.
Insomma, faceva o no l’università di medicina? E allora cosa cavolo c’entrava fare un tema su sé stessi?
Roba da matti.
A volte arrivava a chiedersi se avesse sbagliato edificio, magari quella non era medicina, era un indirizzo diverso. Che ne so lettere, filosofia.
Questa professoressa l’hanno trovata nell’uovo di Pasquapensò scocciata.  
Ma poi cosa doveva scrivere, insomma? Che razza di consegna era ‘Questo sono io’ ? Non stavano mica alle elementari! E poi in questo momento non aveva idee. Se provava solo per un secondo a concentrarsi le venivano in mente delle assurde pecorelle che saltellavano contente.
Sto fuori di testa.
E pensare che la giornata era incominciata bene!
Si era svegliata di buon umore col sorriso che non accennava a scomparire dal suo volto ed ora? Uno stupido tema insensato rovinava tutto.
Cosa vuoi che ti dica? Non lo so neanche io chi sono razza di tema deficiente!
Cosa doveva scriverci?
Che era una pazza isterica, ma che era tranquilla.
Che era lunatica, ma decisa e consapevole delle sue scelte.
Che era timida, ma estroversa e amichevole.
La verità era che Andrea era niente. Andrea era niente ma era tutto.
Assurdo è?
E invece no, lei si sentiva proprio così. Come un di quelle carte che inclinate da un lato mostravano una figura, inclinate dall’altro ne mostravano un’altra.
E la verità è che non si era mai sopportata per questo suo comportamento e aveva passato troppi anni della sua vita a cercare un equilibrio che, però, non era mai riuscita a trovare dentro di sé. Finchè non aveva gettato la spugna ed aveva continuato ad essere sé stessa.
Oddio, “se stessa”.
Perché non sapeva chi era veramente. E si era sentita felice come non mai quando aveva scoperto di non essere l’unica psicopatica ad avere questi squilibri, quando aveva scoperto che qualcuno aveva scavato nel fondo delle propria mente e si era sentito confuso come lei. Poi, però, lui c’aveva scritto un romanzo e lei non aveva esitato a leggerlo. E quel romanzo era la sua ancora di salvezza, la sua Bibbia. Quel romanzo le aveva spiegato che non era malata di mente lei era solamente: uno, nessuno, centomila.
Lei e Luigi Pirandello.
Non poteva trattenersi nel farsi una risatina quando pensava a che coppia stramba sarebbero stati se si fossero incontrati.
Pirandello l’avrebbe capita.
Già, perché nessuno sembrava accorgersi di quante Andrea c’erano dentro il suo corpo. Ed ogni volta che provava a parlarne con qualcuno aveva sempre paura che questo le ridesse in faccia dandole della matta.
Allora niente, rinunciava e continuava a chiudersi in sé.
Finchè un giorno non aveva conosciuto Giulia, Camilla e Lucia. Da lì il cielo si era un po’ rasserenato anche per lei.
Aveva preso un po’ del comportamento di queste ragazza e lo aveva inglobato.
Ed ora era un mixer.
Un mixer di emozioni e modi di fare contrastanti, un miscuglio di stati d’animo e di sensazioni opposte.
Un casino.
Ma poi vogliamo parlare del suo nome? Andrea.
Cioè, cacchio. Non bastava che era già strana di suo anche il nome trasgressivo dovevano metterle, giusto per farla sentire ancora più particolare di quanto già fosse.
Cacchio, sono nata donna, perché chiamarmi con un nome da uomo?
Se volevate un maschietto potevate impegnarvi di più, cari babbo e mamma.
Insomma, col passare degli anni si era convinta di avere una doppia personalità o di essere stata un uomo nella vita precedente ed ora, reincarnata donna, le erano rimasti alcuni modi di fare maschili come, dopo aver passato un’intera serata con le amiche vestita tutto di punto, con i lunghi capelli biondi piastrati, tre quintali di mascara che le mettevano in risalto gli occhioni dorati, pagare il conto, alzarsi dalla sedia del ristorante e dire: “Aò, jimo?
Facile immaginarsi la faccia di tutte le persone che dopo aver passato un’intera serata passata a mangiare a fianco di quella ragazza così esile e delicata la sentivano parlare come uno scaricatore di porto.
Sarebbe potuta stare ora a scrivere su quanto fosse maledettamente divisa a metà e a raccontare le numerose figuracce che aveva fatto a causa di questo.
Infatti le era capitato più volte di trovarsi di fronte alla fatidica domanda “Che musica ascolti?” e lei dopo aver fatto la conta su quale delle due Andrea far prevalere rispondeva: “Beh, sono un’amante delle musica classica, non a caso suono il pianoforte.
E allora? Vi chiederete voi.
E allora fino a qui tutto bene. Il problema si presentava quando un qualsiasi giorno in un qualsiasi momento la stessa persona che le aveva chiesto quale tipo di musica ascoltasse le chiedeva: “Ehi, mi fai sentire un po’ della tua musica?” Ovviamente Andrea non si faceva pregare due volte e offriva la cuffietta all’amica che, intanto, si era preparata psicologicamente a sentirle violini e violoncelli stuzzicarle il timpano... Già, violini e violoncelli.
E da quando Lil Wayne o Eminem facevano musica classica?
Andrea aveva assistito più volte alla scena in cui la conoscente alzava un sopracciglio e le diceva: “Ma tu non eri quella che ascoltava musica classica?
Porca merda, l’ho fatto di nuovo.
Era il pensiero che le nasceva in testa in quelle circostanze. E quindi si trovava ad avere nel suo amato mp3 ‘Nick’ una playlist alternata da canzoni rap e la colonna sonora de ‘Il lago dei cigni’ o de ‘La traviata’.
Signorina Petdown, insomma, la lezione è finita ed io avrei un’altra classe. Se ne vuole andare?
La voce assordante della prof distolse Andrea dai suoi pensieri.
Si guardò intorno spaesata rendendosi conto di essere la sola rimasta in aula.
Silenziosamente raccolse i suoi libri e li rimise dentro la borsa che richiuse con estrema cura.
Arrivò alla soglia della porta fermandosi e girandosi verso la professoressa; la guardò un’ultima volta prima di salutarla con un “Arrivederci” svogliato e scocciato.








It’s always a good time!
Lol. Ok, seria. Questa è la nostra prima storiella storiellina storielletta. – Fell like Ned Flanders -
Si, c’è scritto “nostra” non siete strabiche tranquille...
siamo in due su questo stesso contatto;
Simple.. (but effective!)
Tutto questo deriva dalla nostra sanità mentale pari a 0, quindi, speriamo vi piaccia J
Un saluto.
Ciao, Bye bye, Au revoir, Hallo, Hola, 你好, Sveiki ! :D    
                          



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Capitolo 2
*** Giulia. ***


Giulia
 
La ragazza che dipinge sul legno lo fa per sé. Di giorno studia così e così. Forse ce la farà anche quest’anno. La sera, ma non sempre, va a guadagnarsi cinquanta euro in un pub, birre e avanacola che pare di essere in catena di montaggio.
La ragazza gioca con gli occhi, al pub, si diverte a lasciare tutto a mezzo volo, se si cade ci si fa meno male.
La ragazza si chiama Giulia.
Giulia, quando è fuori per lavoro, rientra che le sue compagne di casa sono già a letto da un paio d’ore. Mai tardissimo, ma è ormai l’ora del silenzio denso come il nulla, quello che se apri la finestra, fuori non trovi il mondo, non ti viene neppure da pensarlo. Fuori c’è il cielo come te lo regala solo la notte quando è notte vera: da entrarci dentro. Luna se c’è luna, buio se c’è buio. Ma quel tipo di notte è sempre notte-luce, perché ti asciuga i fronzoli della giornata e ti illumina i percorsi delle emozioni.
E’ lì che la ragazza apre il vecchio armadio in noce e tira fuori una a una le sue tavolette. Sono piccole assi impure rubate alla vita, recuperate nelle domeniche in giro per periferie e campagne e ridimensionate in rettangoli al massimo di un paio di spanne. Sceglie ogni volta la più imperfetta, che poi è la più perfetta di quella notte, la appoggia sul tavolo dove tra i libri impilati  ha sistemato i colori.
Inizia.
Una base di bianco sottile. E poi con la matita o il carboncino, le figure, che al mattino saranno ormai rossi e blu e indaco. Neri, penombre, squarci d’avorio. Stati d’animo.
 Dipinge donne, Giulia, ragazze come lei. Forse racconta semplicemente se stessa che vive.
Diversa e uguale ogni volta. Dama impossibile, esasperata in un costume ottocentesco. Sofisticata imprendibile adescatrice, in abiti succinti e modesti. O ridicolamente brutta, con peli caricaturali sulle gambe e maschera da porcellino. Ma anche statuaria e angelica, piatta e insignificante, disinibita, furbetta, distratta, pudica, sensuale, algida o focosa… Perché Giulia è così, così in quel preciso momento. Si sente, si vede così.
 La vita ci presta – a tutte, a tutti – strumenti uguali e diversi per raccontarci. Il segno, il colore, la scrittura, il suono, il corpo, la parola. Perfino gli occhi, i respiri, le labbra e le mani. Ognuno di noi cerca, trova il suo modo per comunicare con il mondo. Per svelarsi e apprendere. Per dare e ricevere. E’ qualcosa filtrato dal pensiero e dalle emozioni, qualcosa che ci differenzia dagli altri esseri viventi perché il raccontarci ci espone, ci mette in gioco.
Alcune culture, religioni, guardano con sospetto alla riproduzione artistica dell’immagine: il ritratto pittorico, la scultura, la fotografia in qualche modo ti ruberebbero l’anima.
Giulia non sa se quello è rubarsi l’anima o se invece è una semplice e rara carezza.
Per lei è normale dirsi, in quel modo, che esiste.
Il mattino seguente, quando la giornata per il mondo è già ripresa da qualche mezz’ora, Giulia si sveglia e ripone la sua tavoletta e i colori nell’armadio in noce.
 Chiude.
Un’altra pagina del suo diario è stata aggiunta, a archiviare un attimo della sua vita.
Dai però, che oggi c’è tanto da fare. Tocca andare avanti a studiare e magari a giocare con gli occhi…
 
I suoi occhi, di quel colore così intenso che neanche lei sa catturare.
Lei infatti prende spunto da ogni cosa, coglie ogni emozione nelle piccole cose per poi trasmetterle sulle sue assi di legno.
Lei così accurata e attenta a i particolari non ha ancora capito i suoi particolari, i suoi occhi.
A volte si mette seduta di fronte allo specchio per studiarsi ma la maggior parte delle volte viene disturbata da delle risate. Quelle risate che hanno ispirato la maggior parte dei suoi dipinti.
Le risate delle sue migliori amiche. E allora si perde ad osservarle, osservarle chiacchierare animatamente tra di loro.
Come sempre Lucia racconta, la sua voce ha una sfumatura dolce e Giulia si perderebbe nelle sue parole se non fosse per Andrea e Camilla che bisticciano. Le sue amiche erano così spontanee e forse lei, Giulia, sapeva già cosa avrebbe impresso sul suo strano diario. Avrebbe dipinto loro. Avrebbe dipinto Andrea, Camilla e Lucia. Certamente dopo il suo lavoro al pub. Quando la notte le sarebbe stata d’aiuto.
Il pub, amava il suo pub, era l’ideale per poter cogliere e studiare ogni sfumatura di ogni carattere. Era una buona osservatrice lei, e si divertiva ad immaginare nuovi personaggi prendendo un pizzico di spavalderia di quel ragazzo, due o tre cucchiaini di responsabilità di quel guidatore designato che chiede soltanto bevande analcoliche e magari perché no anche una manciata di sicurezza personale che sicuramente quella ragazza in minigonna ha. Ecco. Ecco creato un personaggio, un suo personaggio. Era ancora occupata con questo strano giochino che non si accorse che un ragazzo le stava chiedendo un drink. Automaticamente prese un bicchiere e lo riempì e alzando gli occhi ne trovò un altro paio.
Un paio di occhi intensi come i suoi.
 La ragazza non ci fece molto caso e terminò il suo lavoro. Stranamente era stanca quella sera così si sbrigò a tornare a casa e ad aprire la finestra senza soffermarsi sul paesaggio tanto ammirato. Prese una tavoletta e cominciò a schizzare qualcosa. Un cerchio, un altro cerchio, questo nero, questo bianco… erano due occhi.
Forse prima si era sbagliata, non avrebbe disegnato le sue amiche come immaginava.
Forse prima si era sbagliata, quegli occhi non le erano rimasti insignificanti.
Quel colore era lì che chiedeva di essere usato così lo prese e colorò quelle iridi che aveva impresse in mente.
Quegli occhi VERDI che aveva impressi in mente.
 
                                                                                                        
 
 
 
Per dirti ciaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaooooooooo! Mio piccolo ricordo in cui..
Dear Pattì (no, ok siamo normali keep calm)
Alooors. Questa è la presentazione di Giulia, un delle due protagoniste (l’altra è Andrea che, per chi non l’avesse capito, è una FEMMINA)
Lasciate stare il momento di sclero time di quell’altra e date retta a me…
Sapete ieri sera sono stata a cena con uno dei più grandi filosofi latini, non sapete quanti problemi di comprensione, comunque mi ha detto una frase:
BIS DAT QUI CITO DAT
A buon intenditore poche parole quindiiiii caio.
A no Cioa.
Ciao.

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Capitolo 3
*** Fortuna o Sfortuna? ***


Fortuna o Sfortuna?

Da quella sera erano passati giorni. Giulia era andata avanti con la sua vita, ma tutte le sere oltre che alla solita tavoletta non dipinta, appoggiava sopra la scrivania anche quel verde.
Le piaceva immaginare che quelle fossero le iridi del suo angelo custode.
Una mattina Giulia si ritrovò nel suo letto.
Non sapeva come c’era arrivata e questo la preoccupò. Decise di sorvolare e si alzò per andare a riporre nell’armadio tutta la sua roba.
Allora i pennelli qui, i colori di là e la tavoletta nel cassetto… un momento, Giulia non trovò nessuna di queste cose. Ecco svelato il mistero. Qualcuno era entrato nella sua stanza. E lei sapeva chi era quel qualcuno.
Non fece altro. Si mise le ciabatte e lentamente camminò verso la cucina.
Aveva sempre amato il silenzio ma sapeva perfettamente che in quella casa non ne poteva trovare. Tranne che quella mattina. Era strano. Arrivò vicino al tavolo e sopra ci trovò il suo dipinto.
Quei bellissimi occhi. Si mise seduta ad osservarli.
Giulia era sempre stata gelosa dei propri lavori e sinceramente non se ne lodava, ma quello le era venuto particolarmente bene e ne era attaccata in particolar modo. Quel verde era perfetto e Giulia guardandolo cercava di immaginare i lineamenti di quel ragazzo misterioso.
Il problema era che gli sfuggivano.
Questa volta ti sei superata!
 “Ma che dici sono pur sempre un paio di occhi..” Ecco. Le colpevoli del misfatto. E come sempre Andrea e Camilla dicono l’opposto. Mai una volta che pensino la stessa cosa. Ehi non fraintendete, si volevano molto bene solo che lo rappresentavano stuzzicandosi a vicenda.
Perché l’avete preso?” chiese Giulia girandosi e ritrovandosele tutte e tre davanti. Tutte e tre perfette e pronte per l’università. Si già l’università. Psicologia. Che cos’altro poteva fare quell’osservatrice di emozioni.
Non potresti ringraziare e andarti a preparare per le lezioni che cominciano tra mezz’ora?” Si forse Lucia aveva ragione, doveva sbrigarsi e dopotutto le avevano risparmiato un mal di schiena assicurato che le sarebbe venuto se avesse dormito appoggiata sopra la scrivania. Le riflessioni della ragazza non facevano una piega.
Si alzò di scatto sorridendo alle tre.
Prese la tavoletta dalle mani di Camilla facendole una linguaccia e corse in camera urlando. “Comunque non riprovate più a toccare le mie cose!” Questo urlò e prima di svoltare per il corridoio con la coda dell’occhio le notò. Stavano sbuffando. Sbuffavano perché non aveva mai permesso a nessuna delle tre di ammirare ciò che dipingeva. E questo le faceva andare in bestia.
Entrata in camera Giulia prese i primi vestiti che capitarono sott’occhio. Se qualcuno l’avesse vista in quel momento avrebbe sicuramente creduto che la ragazza fosse in ritardo.
Teneva in bocca lo spazzolino saltando per far scorrere i jeans sulle sue gambe non proprio affusolate e cercando di infilarsi le converse.
Tutto contemporaneamente.
Finite le piccole acrobazie quotidiane si fermò davanti lo specchio. Guardò il suo riflesso.
Non era mai stata molto alta ma questo non le importava, ciò che la faceva incavolare era che non si sentiva bella.
Si allontanò dal riflesso e prese la borsa. La faccia disgustata di poco prima aveva lasciato il posto ad un magnifico sorriso. Pronta per una nuova lezione della sua professoressa preferita.
Beatrice.
Era la professoressa di filosofia, si, si lasciava chiamare per nome e si, era stata proprio lei a spingerla a sfogare se stessa tramite l’arte.
Il modo di illustrare i vari argomenti di Beatrice era diverso.
Erano più le domanda che ti poneva che le risposte che diceva di darti.
Ad una domanda questa professoressa rispondeva con un’altra. Erano pochi infatti i suoi alunni e Giulia era una di questi.
Quella mattina la domanda era già stata scritta in stampato grande sulla lavagna.
 PERCHE’ SONO QUI?
Beh, questa domanda per Giulia non poteva essere più difficile.
Certo la prima risposta che le veniva in mente era che si trovava in quell’aula per preparare il prossimo esame. Ma lei sapeva che Beatrice non intendeva affatto questo. Lo scopo della donna, fin da quando quel corso cominciò mesi prima, era sempre stato quello di far capire ai suoi alunni il fine della loro vita.
Quello per cui ognuno era portato a compiere nel mondo. Oddio forse la parola “mondo” era esagerata. Correggiamola. Quello per cui ognuno era portato a compiere nel suo piccolo. In quello che per ognuno di loro era il mondo.  Il loro mondo. E Giulia non sapeva affatto il suo compito. Non sapeva cosa il destino avesse in riserbo per lei. Ma lei non se ne preoccupava e ascoltava la donna rimandando un’altra volta quella domanda.
Beatrice sapeva, però, che appena la ragazza sarebbe riuscita a togliere quella coltre di nebbia che copriva la risposta lei sarebbe stata la prima a saperlo. Proprio pensando a questo la donna salutò Giulia con un sorriso dato che la lezione era finita.
La mattina di Giulia come già detto era cominciata bene. Non era stata costretta a sforzare i suoi neuroni per tutto l’arco della mattinata. Ed ora non faceva altro che camminare e sorridere inconsciamente, come una bambina a cui è stata appena regalata la bambola che aveva sempre desiderato.
In quel momento nulla poteva sconvolgerla.
O almeno così credeva.
Sicuramente non aveva tenuto conto di un ragazzo che la osservava dall’altro lato del parco adiacente all’università.
Appena lo notò, il ragazzo distolse lo sguardo.
No. La mattina di Giulia stava passando in modo così spensierato.
No. Non potevano arrivare quegli occhi a rovinargliela. Li aveva sempre e solo visti tramite il suo pezzo di legno ma erano come diventati un punto fisso nella sua mente. Quella mattina infatti si era stupita di averli notati in ogni angolo e in ogni persona in cui si era imbattuta.
Gli alberi verdi le ricordavano quelle iridi.
Le maglie verdi, che quel giorno guarda caso portavano tutti, le ricordavano quei perfetti smeraldi. Perfino il semaforo a cui si era dovuta fermare quella mattina mentre andava a scuola con la sua piccola 500 per un secondo le aveva ricordato quegli occhi.
Doveva mettere un punto su questa faccenda e per farlo come poteva fare? Doveva parlargli.
E se il ragazzo non fosse stato all’altezza delle aspettative di Giulia?
Se si fosse rivelato solamente un cafone?
E se il suo carattere sarebbe stato l’opposto di quello che quei due occhi facevano trasparire?
Giulia si girò per incamminarsi verso di lui. Lui se n’era andato.
Fortuna o Sfortuna? Da una parte era stato meglio perché la ragazza non avrebbe resistito al colpo che sarebbe arrivato se i suoi pensieri si sarebbero rivelati fondati. Ma dall’altra lei non aveva avuto l’occasione di studiare i lineamenti di quel ragazzo che a uno a uno le stava rubando tutti i neuroni del suo cervello.
Sembra quasi che tu abbia visto un fantasma” Disse di colpo Camilla. Si divertiva a far spaventare Giulia e anche oggi ci era riuscita. Infatti appena sentì la voce di una delle sue migliori amiche, Giulia balzò staccandosi quasi completamente da terra.
Lo sai che ti voglio ogni giorno più bene?” L’ironia della ragazza era palese.
Chi stavi guardando?” Un’altra cosa che Camilla amava. Metterla in difficoltà. Ed era riuscita a fare anche questo.
Si ehm, quanto ci mettono le altre ad arrivare?!” Camilla l’aveva colpita in fragrante, ora doveva farla parlare.
Su avanti Giulia ora cambi anche discorso per non rispondere alla domanda?” L’aveva beccata e l’unica cosa che poteva salvarla erano le altre due ragazze. Si erano date appuntamento nel parco per andare a far pranzo tutte insieme. Le vide e si ritrovò a ringraziare mentalmente il signore per il mancato interrogatorio.
Ehi ragazze dove eravate finite?” Ma Camilla sicuramente non era una ragazza che si dava per vinta così si avvicinò a Giulia e le sussurrò in un orecchio. “Non credere di averla scampata” A quelle parole un brivido scese lungo la schiena della ragazza. Quando voleva la bionda sapeva come far paura.
Dove si va a mangiare?” Tutte le volte la stessa domanda. Tutte le volte la stessa risposta…
Continui ancora a chiederlo?” Quella mattina Giulia non aveva ricevuto la stessa risposta.
Era un ingenuo gioco tra lei e Andrea.
Giulia sapeva dove si andava ma si divertiva a chiederlo per vedere Andrea sorridere alzando gli occhi al cielo e risponderle che andavano al ristorante italiano.
Infatti essendo tutte e quattro italiane nel primo periodo del loro soggiorno si erano divertite a provare tutti i ristoranti di cucina italiana ed ora avevano trovato il loro.
Giulia guardò la ragazza. Era sola a pochi passi dalle altre tre e come sempre quando era arrabbiata aveva cominciato a camminare con il suo passo veloce. Le tre si guardarono e accelerarono il passo. C’era talmente tanta tensione nell’aria che si poteva con il coltello.
Arrivati al ristorante ordinarono velocemente e Lucia si azzardò a cominciare.
Allora… come è andata la mattinata?” Giulia si irrigidì guardando Camilla sorridere malefica mentre Andrea lanciò a Lucia uno sguardo carico d’odio. Giulia si era salvata un’altra volta. Poteva utilizzare la bionda come via di scampo.
 “Che cosa è successo?” Andrea la guardò chiedendo pietà ma, ritrovandosi sei occhi puntati addosso rinunciò e cominciò a parlare.
Oggi, a lezione, ci hanno dato un tema da scrivere. Il titolo è: Questa sono io.” Le altre tre tirarono un sospiro di sollievo. Ognuna di loro si era fatta un’idea diversa di quello che era potuto succedere. Ognuna di loro aveva pensato alle peggio catastrofi terrestri e ora, davanti quella giustificazione era stato quasi difficile non scoppiare a ridere.
Se vuoi ti aiutiamo noi…magari puoi dire di essere timida e riservata…” era stata la prima proposta di Lucia messa subito in discussione da Camilla.
Oppure puoi dire di essere lunatica, aggressiva, permalosa e … chi più ne ha più ne metta…
Non credo di aver chiesto il tuo aiuto…
Mi fa piacere, una persona cerca di fare la carina, di aiutarti e tu rifiuti così spudoratamente” Avevano cominciato a litigare e nel giro di un quarto d’ora sarebbe tornato tutto normale e avrebbero fatto pace. Ma adesso Giulia non voleva affatto ascoltarle. Si estraniò dalla discussione. Non pensò a qualcosa di preciso. Nella sua mente c’erano solo i colori e la musica del silenzio.
Giulia è arrivato il pranzo” La ragazza si accorse di aver chiuso gli occhi e li riaprì.
Come sempre la situazione era ritornata tranquilla. Mangiarono tutte insieme sorridendo e parlando di sciocchezze. Ma d’altronde di cos’altro  si poteva parlare con quelle quattro ragazze che non potevano essere più differenti.
Ultimamente Giulia aveva un po’ troppo spesso la testa fra le nuvole.
O come diceva lei ‘a esplorare il cielo’ .
Se ne accorse quando a fine pranzo si girò verso la finestra perdendosi nel paesaggio.
Le prime foglie gialle e rosse che cominciavano a cadere.
I passanti che avevano fretta di tornare a lavoro.
Un paio di occhi verdi.
Una bambina che giocava con la mamma.
Un momento.
La ragazza tornò su quegli occhi. La stava per caso seguendo?
Senza pensarci due volte la ragazza si alzò dal tavolo e uscì dal locale sotto gli occhi spaesati di Lucia, Andrea e Camilla.
Corse.
Corse verso il punto in cui un momento prima aveva visto il ragazzo. Non sapeva bene per quanto tempo aveva corso e per quanto tempo ancora doveva correre finché non si ritrovò seduta sul freddo asfalto. Si era scontrata contro qualcosa. O meglio, contro qualcuno.











I wanna be drunk when I wake up on the right side of the wrong bed….
Yo sapete.. Io ce la faccio! Yeeeeeeeeeeeeeeeeeee!
SO THIS IS OUR NEW CHAPTER!
E’ incentrato su Giulia e… lo so è una cacchina caccosa D:
Va bè mmmh va bè –Feel like quelladeISolitiIdioti- spero vi piaccia la mia/nostra cacchina caccosa.
La vostra Morbidosa ManFuckThatShit
 

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Capitolo 4
*** Ti sei fatta male? ***


Ti sei fatta male?
 
Ti sei fatta male?” Una voce calda e rilassata riempì le orecchie di Giulia.
Alzò gli occhi e scrutò il ragazzo che le stava tendendo la mano per aiutarla a rialzarsi.
Era moro. E dopo aver impresso nella sua mente il volto di quel ragazzo lo sguardo di Giulia si soffermò su una piccola voglia color caffè che macchiava il suo collo. Aveva la forma di una nuvola e come loro cambiava in base alla tua immaginazione.
Ehi non parlare così velocemente che non riesco a starti dietro” Lui sorrise. Aveva un sorriso contagioso. Giulia si ritrovò a fare la stessa cosa.
Almeno sorridi… comunque io sono Liam” La ragazza pensò di essere stata molto sgarbata. Allora si presentò, stringendo la mano del moro che non aveva ancora lasciato.
Si scusami. Mi chiamo Giulia.”
Menomale cominciavo a pensare che fossi muta” La ragazza sorrise e non rispose. Un’altra voce interruppe i due. Giulia si sporse un po’ per capire che aveva parlato. Erano loro. Li aveva trovati.
Liam che cosa ci fai ancora lì?” Si conoscevano?
Harry un momento. Stavo chiacchierando con Giulia.” Nella mente della ragazza e del ragazzo appena comparso si fece largo lo stesso pensiero.
Si chiamava Harry.
Si chiamava Giulia.
I due per la prima volta si guardarono. Senza scappare. Liam d’un tratto si sentì di troppo. Si girò verso Giulia.
Beh come vedi devo scappare. Ci vediamo in giro” Diede una pacca sulla spalla al riccio e insieme se ne andarono.
Lasciando Giulia pietrificata sul bordo dalla strada.
Aveva fatto un piccolo passo avanti.
Ora conosceva anche il suo nome.
Non si curò di nessuno e tornò a casa rinchiudendosi in camera e imprimendo su un’altra tavoletta i lineamenti del ragazzo.
Di Harry.
I suoi ricci.
Il suo sorriso.
Le sue fossette… Aveva paura di dimenticarseli.
Giulia non si era fatta più vedere. Andrea, Lucia e Camilla erano preoccupate e pagato il conto al cordiale proprietario siciliano del ristorante tornarono a casa.
La trovarono addormentata sul divano. Lucia prese una coperta e la coprì. Non volevano svegliarla. Il pomeriggio era passato così. Tranquillamente. Giulia poco dopo si era svegliata e tutte e quattro insieme avevano preparato la cena.
Cenando nessuna aveva accennato a chiedere alla bruna che cosa fosse successo e lei grata alle tre per non aver sollevato l’argomento si era alzata per andare ad indossare la divisa del pub.
Quel venerdì sera al pub c’era molto lavoro da fare. Sembrava che fosse uscita quasi mezza Londra e che si fosse riversata interamente in quel piccolo locale. Giulia non era più servita al bancone e le era stato assegnato il compito di cameriera.
Si era ritrovata a dover correre da un tavolo ad un altro per più di due ore e tutt’ora aveva in mano i consueti alcolici da portare ad un tavolo.
Il numero 15. Vicino la grande porta-finestra che dava sul terrazzo.
Stava camminando lentamente quando si accorse che uno di quei ragazzi aveva una piccola voglia sotto il mento proprio come Liam. Si avvicinava sempre di più e si rese conto che quello era veramente il ragazzo che aveva conosciuto la mattina stessa.
E questo implicava anche un’altra cosa.
Ehi Giulia che ci fai qui?” Liam l’aveva notata proprio mentre la ragazza cercava di tornare sui suoi passi. Si rigirò.
Ehi Leo, sai qui ci lavoro e..questi sono per voi” Si ricordò dei bicchieri che aveva sul vassoio e li poggiò sul tavolo.
Che ne dici di rimanere un po’ con noi?”  Giulia si guardò attorno spaesata.
Ehm, datemi il tempo di finire il turno..
Non ti preoccupare fai con comodo tanto no credo che andremo via tanto presto” Aveva parlato un ragazzo moro e spettinato come Liam, ma al contrario aveva un paio di occhi azzurri. Due pozze d’acqua cristallina. E come Liam aveva quel sorriso contagioso.
Giulia sorrise di rimando.
Quella sera si sarebbe divertita.
Passava proprio in quel momento un’altra cameriera. La chiamò e le diede il piccolo vassoio nero. Di scatto si girò verso Liam che parve contento della sua decisione e le fece posto accanto a lui.
Non dovevi finire il turno?” Sempre il ragazzo di prima. Cercava di mostrarsi severo ma non ci riusciva a pieno. Lei iniziò a ridere.
Mi hai convinto tu a restare” Il ragazzo fece una smorfia e le tese la mano.
Che sbadato che sono, non mi sono presentato. Io sono Louis” Uno alla volta le tesero la mano e Giulia poté osservarli.
Niall era un biondino con gli occhi di un azzurro intenso quasi quanto quelli di Louis. Se non di più. Sembrava solare, insomma una di quelle persone che difficilmente si arrabbiano.
Zayn, invece, era moro, con la pelle ambrata e gli occhi scuri misteriosi. Lui stesso sembrava un ragazzo misterioso.
Solo una persona mancava.
Giulia si voltò e se lo ritrovò davanti.
Quegli occhi, quei capelli.
Harry.
Rimasero a fissarsi per quella che sembrò un’eternità.
Liam, come un salvagente, la salvò dall’annegare in quel mare verde dei suoi occhi.
Giulia lui è il ragazzo con cui sono andato via stamattina, si chiama Harry” Dalla bocca di Giulia uscì solo un fievole “Piacere” e mentre sfiorava la mano di lui un brivido le scese lungo la schiena.
Quel ragazzo aveva qualcosa che Giulia non riusciva a cogliere.
Cominciarono a chiacchierare e a conoscersi.
La ragazza capì che quei cinque potevano sembrare dei bambini un po’ troppo cresciuti ma in fondo non era così perché dai quei pochi minuti aveva colto il forte legame di amicizia che li legava e le veniva spontaneo credere che se mai uno di loro sarebbe finito nei guai gli altri lo avrebbero di certo aiutato.
Era ormai passata un’ora e Giulia aveva ballato, scherzato e chiacchierato. Aveva persino cantato nonostante avesse sempre detto a tutti di non saperlo fare. Ed ora aveva bisogno di una boccata d’aria.
Uscì in terrazzo e si appoggiò alla ringhiera.
Le stelle che quella sera popolavano il cielo erano particolarmente luminose, quasi a voler rischiarare il buio che era calato su quella parte di Londra.
Che cosa fai qui fuori da sola?” Giulia non si girò e aspettò che fosse lui ad avvicinarsi.
Quando fu poco distante da lei rispose.
Avevo bisogno di uscire da quel trambusto” Harry si appoggiò di schiena alla ringhiera per poterla scrutare in viso.
Finalmente ti conosco” La ragazza spostò lo sguardo su di lui.
E’ questo il motivo per cui mi seguivi?” Il ragazzo rimase spiazzato ma poi sorrise.
E io che pensavo che invece fossi tu a seguire me..” Giulia rise.
Una folata di vento soffiò tra i capelli della ragazza. Il primo avviso d’inverno provocò un brivido nel suo corpo. Harry se ne accorse e repentino poggiò sulle spalle di Giulia la sua giacca.
Restarono in silenzio.
A guardare le costellazioni fin quando la ragazza non decise che era ora di rientrare.
Anch’io volevo conoscerti” Si avvicinò al ragazzo lasciando sulla sua guancia un delicato bacio e restituendogli la giacca. “Grazie” Fece per andarsene quando la mano di Harry la fermò per un polso.
Allora che ne dici di conoscerci meglio? Magari davanti una buona tazza di cioccolata calda…
La ragazza sorrise. Era di spalle e non l’avrebbe vista.
E’ un appuntamento questo?
Solo se vuoi prenderlo come tale” Giulia si voltò.
Sarò molto contenta di farlo. Ti aspetto al parco davanti l’università domani alle 10” E se ne andò lasciandolo da solo con in volto un espressione sognante.
La mattina seguente Giulia non si alzò prestissimo per prepararsi.
Non era quel tipo di ragazza. Teneva alla sua prima impressione ma era semplice.
Se la si vuole descrivere con dei colori lei era un pastello.
I primi che si imparano ad usare.
I più semplici da usare. Ma non per questo meno belli.
E lei era così. Bella nella sua semplicità.
I suoi capelli mori che le ricadevano leggeri e morbidi sulle spalle incorniciavano un viso tondo e due biglie nere chiudevano il suo ritratto. Aveva indossato un paio di jeans a vita alta in cui aveva infilato un top sullo stesso tono ed aveva dato un tocco di colore con una camicia a scacchi rossa e le sue amate converse fuoco. Lucia le aveva raccolto i capelli in una morbida treccia ed Andrea, minacciandola, le aveva truccato leggermente gli occhi.
Nessuna delle tre sapeva dove dovesse andare la mora ma la loro filosofia era che si doveva sempre uscire con un filo di trucco in viso.
Bisognava essere presentabile le ripeteva sempre Andrea.
Ora era pronta.
Arrivata sul luogo dell’appuntamento si era appropriata di una panchina e poco dopo Harry era arrivato senza dir niente e si era seduto accanto a lei.
Ti presenti spesso così silenziosamente agli appuntamenti?
 
And I know you love Shrek
Because we’ve watched it 12 times
And maybe we’re hoping for a fairytale too….
MAYBE I FELL IN LOVE  WHEN YOU WOKE ME UP !
Yeah Buddy!
Ve l’ho già detto che amo Ed Sheeran?
- Ma che gliene può fregare a loro?!?!?
Oh è vero va bè io ve l’ho detto ;D
Comunque finally il mistero è  svelato e dato che non voglio dirvi più niente ci vediamo la prossima settimana, Byeeee
- O forse giovedì !
 
P.S. Per favore pregate per me e per la mia amica che la versione di latino ci sia andata bene.. D:

 

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Capitolo 5
*** Quanto è piccolo il mondo. ***


Quanto è piccolo il mondo.
 
 
Non volevo disturbarti, di solito quello che fa le entrate chiassose nel nostro gruppo è Louis…”
Mi piace, non ti giustificare
Il ragazzo interdetto non aveva risposto e aveva spostato lo sguardo sulla grande facciata dell’università.
Frequenti un’università?” La ragazza non aprì bocca e indicò l’edificio davanti a lei.
Quindi studi psicologia. Bene, sai mi servirebbe uno strizzacervelli personale
Giulia si voltò e notando la faccia seria del ragazzo buttò la testa all’indietro cominciando a ridere di gusto.
Che cosa ho detto?!?! Guarda che sono veramente un caso perso io!” Harry stava cercando di mascherare la sua ilarità restando serio ma al suono delle dolci risa di Giulia la sua serietà era sempre più scesa in basso fino a cadere a terra.
Era rimasto fermo a guardarla per svariati minuti fin quando lei non aveva deciso di darci un taglio, si era alzata e aveva teso la mano al riccio.
Harry l’aveva afferrata e stretta la presa aveva iniziato a correre.
Correre verso una meta precisa che il ragazzo avrebbe scoperto solo quando si sarebbero fermati. Infatti, affannato, era riuscito a notare un piccola immagine di una tazzina di caffè.
Ma serviva tutta questa corsa per arrivare in un caffè?
Giulia lo guardò storto.
Volevo metterti alla prova e sinceramente, mio caro, un po’ di palestra non ti farebbe male” disse con una punta malefica nella voce ed entrò nel bar.
Harry la seguì.
Vorresti dire che non sono in forma?
No, dico solo che mi nonno corre più velocemente
Beh allora vorrei tanto conoscerlo tuo nonno
Il viso della ragazza si rabbuiò un poco.
Nonostante fosse ormai da molto tempo lontana da casa non aveva mai superato la mancanza del nonno.
Era la persona a lei più cara e da quando si era trasferita a Londra si era sempre sentita come se un pezzo di lei fosse rimasto in Italia.
Harry notò il cambio d’umore della ragazza e subito le chiese scusa ma lei non lo fece finire.
Sarà un po’ difficile conoscerlo.. vive in Italia…
Come mai si è trasferito?
Lui non si è trasferito sono io che sono venuta a Londra. Il paesino in cui vivevo cominciava  a starmi stretto
Il ragazzo spalancò di poco occhi e bocca.
Quindi sei italiana?!” La ragazza non capì il motivo di tutta quella sorpresa e con un semplice si rispose alla domanda.
Harry allora la sollecitò a continuare e Giulia notando il suo interesse lo accontentò.
Gli raccontò del suo sogno che da quando erano piccole aveva spinto lei e Lucia a non accontentarsi, a voler sempre di più fino a riuscir a guadagnarsi quello che sempre avevano ritenuto il loro destino.
Gli aveva parlato della semplice serietà di Lucia, sempre sommersa con le prove di teatro,  dell’accattivante diversità di Camilla che ormai da un anno lavorava come meccanica in un’ officina e della testardaggine di Andrea che invece era riuscita ad entrare a medicina.
Aveva parlato delle loro storie e agli occhi di Harry era diventata come una sorta di Musa.
Era stato ad ascoltarla come un bambino ascolta una nuova storia.
Si, e come un bambino aveva protestato quando lei aveva incominciato a bere la cioccolata calda rimanendo in silenzio.
Aveva in seguito appoggiato la tazza rivolgendo al riccio uno sguardo eloquente.
Ora voleva star lei ad ascoltare, ma lui aveva fatto finta di non capire.
Che c’è?” Aveva urlacchiato e Giulia pazientemente aveva risposto.
C’è che ho parlato sempre io, non sarebbe ora che anche tu mi raccontassi qualcosa di te?
Harry aveva storto il naso cominciando a descrivere quella che poteva essere una lista della spesa.
Mi chiamo Harry.
Compirò venti anni il prossimo primo Febbraio.
Ritengo che i miei capelli siano bipolari perché a volte sono ricci altre lisci.
Vivo con Louis e nello stesso nostro quartiere vivono anche quegli altri tre deficienti dei miei amici che sono Zayn, Niall e Liam..
Venne interrotto.
Lo interruppe Giulia con una delle sue solite risate.
E lui rise con lei.
Camminava dall’altra parte della strada Louis.
Si era svegliato e non aveva trovato il suo coinquilino a casa. Di solito era Harry a preparare la colazione, ma quella mattina a causa della sua assenza Louis se l’era dovuta sbrigare da solo.
Aveva bruciato circa tre pancakes e dato che anche i cereali erano finiti non gli rimaneva che girare per Londra alla ricerca di un caffè. Ed ora che il suo stomaco richiedeva del cibo insistentemente, lo aveva trovato.
Era entrato nel piccolo bar e subito aveva sentito delle voci che gli sembravano familiari.
Come un radar aveva perlustrato la stanza e ci aveva trovato qualcuno che non si sarebbe mai aspettato.
Harry e Giulia se ne stavano seduti poco distanti da lui ridendo e scherzando come…
Louis rifletté un momento.
Sembravano proprio due fidanzati alle prime armi.
Il modo in cui si lanciavano occhiate.
Il modo in cui si sfioravano le mani di tanto in tanto.
Un’idea balenò nella mente di Louis.
Harry l’aveva lasciato si o no da solo senza colazione? Beh ora gli avrebbe rovinato l’appuntamento, se tale si poteva chiamare.
Ehi quanto è piccolo il mondo ragazzi
Harry udendo quella voce irrigidì subito.
Era quasi riuscito a convincere la mora ad uscire insieme anche la sera stessa ed ora il suo migliore amico gli avrebbe rovinato tutto.
Louis ciao, che ci fai qui?” 
Giulia non sapeva esattamente come comportarsi, da come il ragazzo appena arrivato guardava Harry sembrava che stesse bramando qualcosa a suo scapito.
Oh niente di che, avevo solo fame… va bene se mi siedo con voi?
I due non fecero in tempo a rispondere che lui aveva già posizionato la sua sedia tra di loro.
Di cosa parlavate?
Ehm Harry mi stava dicendo se volevamo fare qualcosa insieme stasera
Oh che bello che vogliamo fare allora?
Il riccio lo fulminò con lo sguardo.
Veramente Louis intendevo solo io e Giulia
La ragazza li guardò divertita, cercò di aprir bocca ma venne preceduta.
E allora? Voglio venire anche io!
No
Si
No
Allora sarà lei a decidere!
Giulia saltò sulla sedia sentendosi chiamata in causa.
Aveva due paia di occhi puntati addosso e entrambi chiedevano ragione.
Oh e.. Io non saprei, senti Harry noi possiamo uscire un’altra sera, oggi potete venire a casa nostra… tutti e cinque…
Era titubante perché sapeva che facendo così il riccio si sarebbe arrabbiato ed ora che finalmente era riuscita a conoscerlo non voleva perderlo. Così gli rivolse il sorriso più rassicurante che aveva ma subito la sua attenzione era stata catturata da Louis.
Si era alzato e si era messo a fare degli strani movimenti.
Si girò verso il ragazzo ancora seduto, anche lui lo guardava divertito.
Che cosa sta facendo?” Chiese e la risposta non tardò ad arrivare.
Credo che per lui quella si chiami danza..” La ragazza ricominciò a ridere fino a quando Louis non si riprese e tornò a sedersi.
Non era più tanto sicura che fosse una buona idea invitarli a casa sua.
Gliela avrebbero distrutta.
 
La ragazza era tornata a casa e da allora non aveva fatto altro che mettere in ordine.
Aveva trascinato le sue amiche nella burrasca della sua agitazione.
Le aveva obbligate a lavarsi e profumarsi come se avessero dovuto ricevere a casa loro la regina Elisabetta in persona.
I ragazzi sarebbero arrivati alle cinque e lei già dalle quattro era pronta.
Seduta sul divano a torturarsi le mani.
Camilla la guardava stranita, se l’amica era così agitata c’era solo un motivo.
Si vergognava di loro, ma la bruna aveva tutt’altro per la testa.
Un’ora era passata e Giulia sembrava sempre più un soldato chiamato in battaglia.
Alle cinque in punto il campanello risuonò.
Giulia si alzò.
Diede una veloce occhiata .
Era tutto perfetto.
Si avvicinò all’entrata e aprì la porta.
 
 
 
 
 
You loooooooved me and I froze in time
Hungry for that flesh of mine
But I can't compete with the she-wolf, who has brought me to my knees
What do you see in those yellow eyes?
'Cause I'm falling to pieceeeeees
Oooook come avevamo promesso…. ECCO IL TUNZ CAPITOLO TUNZ!
E beh non c’è molto da spiegare e se non capite qualcosa chiedete….
Sapete ci farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate e naturalmente accettiamo anche le critiche se sono costruttive quindiiiiii CRITICATECI CAZZO! xD
Ahahha lasciate perdere sono triste e arrabbiata perché i nostri genitori non ci portano a Verona so..
Vi saluto! Byeee
 
P.S. No ma l’avete ascoltata Little Things?!?!?!
Ma io dico quanto ti può entrare in testa una canzone??
…You still have to squeeze into your jeans…

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Capitolo 6
*** Piacere, Andrea ***


Piacere, Andrea
Andrea se ne stava a sedere sull’angolino del divano con la gamba destra accavallata sulla sinistra e assisteva divertita alla scena.
Da come parlava, quel bel ricciolino, non sapeva neanche l’esistenza della parola ‘ordine’ e si trovava alquanto spaesato di fronte alla perfezione di quel salotto.
Giulia era una mania dell’ordine e della pulizia.
Se non fosse stato per lei a quest’ ora quella casa sarebbe stata una discarica infatti, a differenza di Giulia, le altre tre ragazze non facevano caso all’ ordine e alla pulizia, se ne fregavano proprio.
Mammamia quanto ordine!
Finalmente l’altro ragazzo aveva aperto bocca.
Andrea non ne poteva più di star a sentire quel riccio e i suoi “wow” “che ordine” “mammamia”.
Stava incominciando a diventare snervante e non capiva proprio come Giulia riuscisse ancora a sopportarlo ridendoci e scherzandoci.
Sei carino tizio silenzioso si disse Andrea guardandolo.
Non era male: alto, occhi bruni, capelli sul marroncino alzati a mò di cresta, un bel visetto tenerone che ti veniva voglia di fargli cioppi-cioppi ogni tre secondi!
Forse c’avrebbe fatto un pensierino..
Ti piace, Liam?
La voce cristallina di Giulia richiamò Andrea dai suoi pensieri poco casti sul moro.
Ecco come si chiamava Liam. Bingo.
Bel nome
Si, era da mezz’ora circa che due estranei gironzolavano per il salotto di casa sua e lei non sapeva neanche come si chiamavano perché Giulia non si era disturbata affatto a presentarglieli.
Harry ma gli altri quando arrivano?
Aveva parlato Liam, l’aveva riconosciuto dalla voce calda.
Harry e Liam ecco i nomi degli estranei. Sembravano usciti da una serie televisiva.
Harry con gli occhioni verdi, Liam marroni, Harry con un sorriso meraviglioso, Liam con quella risata contagiosa.
Però, Giulietta, hai gusto
Ragazzi hanno suonato, vado io
Giulia schizzò verso il corridoio dirigendosi alla porta.
Bene è il momento. Andrea si alzò dal divano con passo sicuro e si diresse verso i due ragazzi allungando la mano
Piacere, Andrea
I due le rivolsero un sorrisone e a turno si presentarono stringendole la mano.
La ragazza ringraziò mentalmente il Signore per non averle fatto fare figure di merda e per aver giocato la carta della estroversa, invece dell’ Andrea timida e vergognosa.
Mentre si allontanava dai due ragazzi per avvicinarsi al suo angolino del divano sentì un tonfo e i due risero.
Andrea si voltò e allungò un poco il collo per poi vedere un biondino disteso a terra.
Intuì che doveva essere caduto e si lasciò sfuggire una risatina.
Il biondo si rialzò a fatica massaggiandosi un gomito e alternando smorfie di dolore a delle risatine soffocate.
Beh, Andrea, lui è Niall. Niall, Andrea
Giulia sbucò dalle spalle di Niall indicandoli mentre parlava. Andrea si avvicinò al biondino stringendogli la mano.
Che occhi! Si disse mentre continuava a fissare sbigottita quelle iridi celesti.
Gli altri due sono Harry e Li..
Andrea fermò Giulia con un gesto della mano facendole intuire che già si erano presentati.
Giulia alzò un poco le sopracciglia e scrillò le spalle
Loro invece sono Zayn e Louis
Andrea guardò i due ragazzi alla spalle di Giulia che prontamente si era spostata facendo in modo che l’amica potesse avvicinarsi.
La bionda era sorpresa, se non fosse stato per Giulia non si sarebbe neanche accorta che c’erano anche quei due, silenziosi com’ erano.
Si avvicinò ad uno guardandolo bene.
Pelle scura, occhi neri e profondi e.. un ridicolo ciuffo nero e giallo che sfidava la forza di gravità con quintalate di gel. Andrea pensò che con quel ciuffo il ragazzo risultava davvero demenziale, insomma, sembrava portasse una di quelle rampe per skateboard sopra la testa!
Può essere, questa, moda?
Andrea si morse il labbro divertita dai suoi pensieri, mentre il ragazzo la guardava con aria interrogativa.
Non aveva neanche sentito come si chiamava l’estraneo.
Ciao io sono Louis
Andrea spostò gli occhi sull’altro ragazzo che le si piazzò avanti.
Se lui era Louis l’altro allora doveva essere Zayn. Mistero risolto.
Andrea squadrò velocemente il ragazzo davanti a lei: era l’opposto di Mr Hounarampaperskateboardsopralatesta. Occhi chiari e furbi, capelli marroni spettinati, sorriso ingenuo e mozzafiato.
Il complesso?
Quel ragazzo aveva proprio la faccia di uno che ti porta per il culo perennemente.
Andrea era divertita da quel personaggio bizzarro.
Spostò velocemente gli occhi dal volto del ragazzo ma questi furono catturati di nuovo.
Erano rimasti ipnotizzati dalla maglia a righe di Louis bianca e nera.
E che sei una zebra?
Scosse la testa per riprendersi e ritornò a sedere sul suo angolo sotto gli occhi di tutti.
Allora. Il logorroico dagli occhi verdi è Harry, il cucciolo tenerone Liam, Il biondino Nelmon. No. Niall. Si, Niall. Crestaman è Zayn e l’altro a righe è Louis, facile.
Andrea li guardava mentre ridevano e scherzavano con Giulia.
Lei, invece, si lanciava, talvolta, delle occhiatine con Camilla e Lucia che a periodi intervenivano nel discorso.
L’ unica che non aveva aperto bocca era stata proprio.. lei.
Constatò che erano un bel gruppo di ragazzi carini e simpatici.
Si stiracchiò un poco portando le mani alla schiena, poi fece per aprir bocca ma pensò che a nessuno sarebbe interessato se lei fosse andata al bagno.
Camminò trascinando i piedi svogliatamente e appoggiò una mano sulla maniglia della porta del bagno per aprirla. Prima che potesse riuscirci, però, qualcosa attirò la sua attenzione.
La porta della camera di Giulia era semiaperta.
Andrea inizialmente sbarrò gli occhi per la gravità del fatto e dallo stupore poi un sorrisetto curioso si impossessò del suo volto.
Giulia non lasciava mai la camera aperta.
Da quando si erano conosciute Andrea era entrata nella camera dell’amica quattro volte.
Le aveva contate.
E poi tutte e quattro le volte, Giulia, era stata sulla soglia a braccia conserte ad osservarla e pronta ad intervenire in caso Andrea avesse preso un libro e non l’avesse rimesso al suo posto.
Inoltre, ciliegina sulla torta, Giulia cronometrava quanto tempo le sue amiche stavano in camera sua e quando il cronometro segnava due minuti iniziava a sbraitare cacciando le amiche fuori dalla stanza anche a calci in sedere.
Andrea rise un poco a quel pensiero e continuò a guardare la porta.
Entrare o non entrare?
 
Intanto nel salotto tutti parlavano tranquillamente divertendosi e scherzando.
Giulia non aveva mai smesso di ridere e ormai le facevano male le guance che iniziò a massaggiarsi.
Ragazzi vado un attimo al bagno
La voce di Louis spezzò l’atmosfera calda e divertente che si era creata.
Giulia cercò di rivolgergli il sorriso più bello che potesse fare nonostante le sue guance implorassero pietà e indicando con il dito gli disse
Supera il corridoio e poi la prima a destra
Agli ordini capo!” rispose Louis facendole l’occhiolino.
Giulia lanciò una risatina e tornò a concentrarsi sulle sue guance doloranti massaggiandole con cura.
 
 
 

 
 
 
 
 
 
OPPA GANGNAM STYLE! OP, OP, OP, OP, OP. OPPA GANGNAM STYLE!
Ciao ragazze. Allora, questo spazio autrice sarà veryyy long.. quindi.. PREPARATEVI!
  1. Mi dispiaceeee moltooo di postare a quest’ ora ma oggi è stato un casino.. il compleanno di mia sorella mi hai tolto tutto il pomeriggio (Happy b-day to my sister! *-*)
  2. LITTLE THINGS è.. è.. è.. è.. ok, non ho parole.
  3. Ragazzeeeee! 283 visite.. maddico.. SIETE IMPAZZITE!? GRAZIEEEEE! Anzi! A MASSIVE THANK YOUUU!  Sappiate che per noi è già un grandissimo traguardo!
Ovviamente grazie anche a chi recensisce.. siete sempre TROPPO gentili e TROPPO carine!
  1. Qualche buon anima può illumarmi? Ho un dubbio che mi perseguita.. è WHOPPA o OPPA GANGNAM STYLE? Grazie, ora posso morire felice.
  2. HO APPENA VISTO IL SERVIZIO SUI O ONE DIRECTION FATTO SUL TG 2.. ahahahhahahahahahahhaahahahahhahahahha –delirio post visione-
Sono troppo belli *siripuliscelabava*
Ora me ne vado davvero.. ciao tesorine dudù da da da.. la vostra Andrea :D
 
 

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Capitolo 7
*** Apeman ***


Apeman
 
Maledetta porta!
Andrea non aveva saputo resistere alla tentazione ed ora si trovava ad aprire la porta della camera di Giulia senza farla cigolare.
Una volta entrata, con passo felpato, si diresse verso il centro della stanza.
La pantera rosa le faceva un baffo.
Buttò il capo all’indietro e alzò le braccia verso l’alto borbottando “Ce l’ho fatta, grazie Signore!”
Era entrata.
Ottimo.
Se Giulia la beccava si sarebbe arrabbiata come mai.
Andrea rabbrividì solo al pensiero di vedere la sua amica infuriata contro di lei mentre le puntava un dito contro e la insultava.
Chiuse gli occhi e scacciò quell’ immagine dalla sua mente inspirando profondamente.
Ormai c’era dentro fino alla testa.
Si portò una mano sulla fronte sbattendola e maledicendosi.
Stava diventando paranoica.
In fondo era solo entrata nella camera della sua amica, cos’era tutta questa preoccupazione?
Ok che Giulia era gelosa e non voleva ma, in fondo, Andrea non stava facendo niente di male.
Non aveva toccato niente, se ne stava semplicemente in piedi, così, come un palo.
Improvvisamente girò di scatto la testa.
Le sembrava di aver sentito una porta sbattere.
Che fosse entrato qualcuno nel bagno? E se fosse stata Giulia?
Andrea in preda al panico decise di uscire da quella stanza ma, mentre si dirigeva verso la porta, notò che qualcosa non andava.
L’armadietto con tutte le tempere e i colori di Giulia era semi aperto.
Impossibile.
Giulia non poteva lasciare il suo armadietto aperto.
Non l’aveva mai fatto.
Era sempre rigorosamente chiuso a chiave, non poteva essersi dimenticata!
Andrea fissava incredula quel mobile. Chiuse gli occhi e li riaprì
No, non era una visione. Si diede un pizzico.
No, non stava sognando.
L’armadietto era aperto, era aperto là davanti a lei.
Si precipitò sulle ante e le spalancò.
Una miriade di colori le si presentò davanti gli occhi. Ogni scaffale dell’armadietto era dedicato ad una tecnica, dal pastello alle tempere. Mentre un piccolo spazio era adibito alle tavolette pitturate da Giulia.
Ogni barattolone stava uno vicino l’altro messi in sfumatura dal rosso al nero.
Sembrava che in quell’armadietto fosse racchiuso un arcobaleno.
Andrea fu presa da un’ allegria improvvisa.
Pensò che quei colori mettevano di buon umore.
Afferrò la tempera gialla senza una precisa motivazione e la appoggiò a terra.
Si accorse di avere le converse slacciate ma se ne fregò.
Richiuse le ante e raccolse la tempera da terra aprendola.
Era rimasta incantata da quel giallo così intenso. Giallo era il suo colore preferito.
Il rumore di una porta che sbatteva la fece sobbalzare.
Probabilmente qualcuno era uscito dal bagno.
Decise di non muoversi per paura che fosse Giulia, quando la sentì ridere fragorosamente dal salotto.
Allora presa dall’euforia del momento spalancò la porta della camera dell’amica sperando di trovarsi di fronte Lucia o Camilla in modo da poter far vedere loro le meraviglie che nascondeva quell’armadio.
Purtroppo però non fu così.
Zebraman la guardava con un sopracciglio alzato.
Andrea, delusa, sbuffò un poco e fece per avvicinarsi a Louis ma, dopo aver fatto due passi, sentì di non riuscire più a camminare.
Fece appena in tempo a vedere che si stava pistando i lacci sciolti delle scarpe.
Mentre cadeva, istintivamente, strinse forte la bottiglia della tempera che uscì fuori con uno schizzo.
Un tonfo.
Andrea si ritrovò a sedere per terra con l’osso sacro che le doleva e la bottiglia di tempera mezza vuota accanto.
Il parquet era sporco di qualche macchiolina gialla come le scarpe del ragazzo che le stava di fronte.
La bionda alzòun poco lo sguardo.
Merda
Di fronte a lei Zebraman aveva la maglia completamente ricoperta di tempera e le righe da bianche erano diventate gialle.
Andrea aveva la bocca spalancata e vide il volto del ragazzo contorcersi in una smorfia di disperazione prima di urlare “Per la marianna!
La ragazza si morse un labbro per cercare di non ridere di fronte a quella scena troppo buffa.
Sentì dei passi e delle voci avvicinarsi.
Le sue amiche e gli altri ragazzi stavano venendo verso di loro dopo aver sentito l’urlaccio e le svariate imprecazioni di Louis.
Giulia l’avrebbe sgamata, avrebbe capito che Andrea era entrata in camera sua e aveva preso la tempera e, dulcis in fundo, l’aveva rovesciata ben benino addosso ad un ospite che conosceva da circa un’ ora scarsa.
Ottimo.
Ma in quel momento ad Andrea non interessava.
Era troppo impegnata a soffocare risatine che le nascevano dai pensieri che stava facendo
Giallo e nero. Adesso si che sei un’ape mio caro Apeman!



 
 
 
TAN TAN TAN DA DAAAA!
Il capitolo fa schifo e lo so.
E’ corto e lo so. Mi rifarò con il prossimo che è luuuuuungo luuuuuungo-
Non so scrivere e lo so.
Il cd nuovo è stupendo e lo so.
*-*
Non ho parole, davvero!
Solo io ho trovato le nuove canzoni sensazionali, belle, divertenti, meravillose?
Summer love, Rock me, Heart attack e They don’t know about us sono per ora le mie preferite :’)
Ovviamente tralasciando Little things e Live while we’re young ;)
Finalmente cantano anche Louis e Niall!
Comunque Louis mi ha sconvolta :O la sua voce mi è parsa più.. accattivante, più  bella, più¹.. SEEEEXYYY!
LoL
Anyway..
Andrea è proprio imbranata, è?
Eh, si.. è un po’ come me :D
Per il resto.. SOPRESAAAA!
Siete rimaste deluse? Vi aspettavate che succedesse.. altro fra Louis e Andrea?
Porcellineeee! :D
Ciemmecu.
Abbiamo una domanda da farvi..
Voi come ve le siete immaginate Giulia, Andrea, Camilla e Lucia?
So che siamo solo agli inizi e quindi le descrizioni non sono proprio precise ma.. fateci sapere, siamo curiose! ^_^
Nel prossimo capitolo speriamo di pubblicare una foto di loro quattro per farvi vedere come ce le siamo immaginate
-e che ce ne frega a noi?- direte voi..
Ovviamente ho scritto SPERIAMO perchè non è detto che ne saremo capaci considerando le nostre menti sottosviluppate :D
Chiedo scusa se ci sono errori sul capitolo, non ho riletto.
Per il resto.. C’è MASTECARD!
No, vabbè..
Per il resto.. BUONA LETTURA!
We hope you’ll enjoy it! (ho improvvisato l’inglese, non mi trucidate se ho sbagliato a scrivere ‘§.§)
Uuuuuuun salutoo!
Byyeeeeee! A.

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Capitolo 8
*** Merda ***


Merda
Louis se ne stava a sedere tranquillo sul divano delle ragazze strofinando talvolta la mano sulla gamba e accucciandosi nella felpa di Niall.
Dopo l’incidente con la tempera era calato il silenzio.
Gli avevano fatto togliere la maglia e Niall gli aveva prestato la felpa, giusto per non farlo andare per casa a petto nudo.
Giulia era nera in faccio, lo si poteva vedere benissimo, mentre Andrea non si era fatta più vedere.
Lucia e Camilla sapevano che Andrea l’aveva combinata grossa.
Il volto di Giulia parlava chiaro: era offesa, delusa, arrabbiata.. un mix di emozioni negative.
Ma soprattutto non aveva più aperto bocca, brutto segno.
La videro passare per il salotto con un mocio per poi sbatterlo davanti la faccia di Andrea che faceva cucù dal corridoio.
I cinque ragazzi e le due amiche osservavano la scena dal salotto impassibili e attenti.
Videro Andrea aprire un poco la bocca e iniziare a balbettare qualcosa, probabilmente stava cercando di scusarsi con Giulia.
La ragazza in tutta risposta prese la bottiglia di tempera che ancora giaceva a terra, la chiuse, poi fulminò Andrea con lo sguardo che indietreggiò spaventata e le disse impassibile:
La maglietta sporca di Louis ti aspetta in bagno
A grandi falcate superò l’amica dirigendosi in camera e sbattendo la porta.
Andrea sbuffò dispiaciuta.
Lucia e Camilla si guardarono. Conoscevano Giulia e non sarebbe servito a niente andarle a parlare, si sarebbe infuriata ancora di più.
Si lasciarono andare pesantemente sul divano sospirando e preparandosi psicologicamente alla cena di stasera quando tutte e quattro sarebbero state di nuovo insieme.
Harry osservava la scena.
Che amiche erano Lucia e Camilla?
Se Louis si fosse arrabbiato lui non avrebbe esitata un secondo ad andarlo a consolare.
Si alzò deciso e dodici occhi lo fissarono:
Vado semplicemente in bagno
Mentì cercando di essere il più convincente possibile.
Qualcuno si schiarì la voce, qualcuno annuì e altri sbuffarono. Harry si diresse verso il bagno scontrandosi con Andrea.
La ragazza se ne stava a sedere a terra con la schiena contro il muro, i gomiti sulle ginocchia e la testa appoggiata sui palmi.
Ogni tanto veniva scossa da qualche fremito.
Harry s’inginocchiò di fronte a lei silenzioso, pensò che stesse piangendo
Andrea
Lo disse così piano che era certo la ragazza non lo avesse sentito.
Invece questa alzò il capo guardandolo fisso negli occhi.
Non stava piangendo come Harry credeva ma era distrutta lo vedeva dai suoi occhi spenti e cupi.
Harry” – le rispose lei di rimando – “Ciao” aggiunse sempre la ragazza dopo qualche secondo.
Si guardarono ancora per un po’ poi Andrea abbassò la testa rinascondendola tra le mani.
Harry si guardò intorno.
Le macchie di tempera erano ancora incrostate al parquet e un mocio giaceva accanto a queste.
Si avvicinò all’orecchio della ragazza
Verrò a darti una mano a pulire, dammi solo qualche minuto
La vide annuire debolmente.
La superò e si avvicinò alla porta della camera di Giulia.
E se l’avesse cacciato?
Poco male, lui intanto ci provava.
Si fece coraggio e bussò.
Giulia sobbalzò a quel rumore e una gocciolina di tempera verde cadde dal pennello proprio sopra il cielo grigiastro che aveva appena pitturato.
Una rabbia incontrollabile le salì dallo stomaco fino alla bocca.
Chi marianna è che rompe le palle?!
Si portò subito le mani alla bocca. Tutto il vicinato l’aveva sicuramente sentita.
Sono Harry” – rispose una voce debole da dietro la porta – “Posso entrare?
Giulia si lasciò sfuggire un sorriso.
Harry l’aveva cercata, quindi si era preoccupato per lei.
Il silenzio regnava sovrano.
Giulia decise di spezzarlo.
Spostò rumorosamente la sedia facendo intuire ad Harry che stava andando ad aprire.
Due giri di chiave e si trovò quei meravigliosi occhi verdi puntati addosso
Oi, ehm.. no, niente. Volevo solo sapere come st..
Giulia non lo fece finire di parlare che lo abbracciò.
Dopo i primi cinque secondi di shock Harry ricambiò l’abbraccio stringendola.
Giulia chiuse gli occhi lasciandosi inebriare dal profumo de ragazzo, aveva bisogno di un abbraccio sincero.
Si avvicinò al suo orecchio alzandosi un poco sulle punte.
Scusa
Harry fu scosso da un brivido che Giulia percepì ma ignorò. Continuò a parlare
Intendo per come ti ho risposto prima quando hai bussato
I due risero insieme.
Giulia si staccò dall’abbraccio.
Si sorrisero.
Dai vieni
Giulia tirò Harry per una manica del maglioncino facendolo entrare nella stanza che richiuse rigorosamente a chiave.
Poi si avvicinò alla scrivania facendo sedere Harry accanto a lei.
Gli occhi del ragazzo caddero su una tavoletta posata lì sopra dipinta per metà che presentava un cielo grigiastro, al centro di questo c’era una macchiolina verde.
Giulia si irrigidì all’istante quando vide che Harry stava osservando un suo dipinto.
Afferrò la tavoletta con un gesto brusco nascondendola dallo sguardo del ragazzo
Aiutami a mettere a posto
Harry rimase un po’ sorpreso da quel gesto ma afferrò le tempere e le richiuse porgendole a Giulia.
Si era creato un silenzio troppo imbarazzante per i suoi gusti.
Giulia si mise a sedere sul letto e fece segno ad Harry di avvicinarsi.
Entrambi iniziarono a torturarsi le mani tenendo lo sguardo basso.
Harry osservò un attimo Giulia.
Sembrava essere su un altro mondo così presa dai suoi pensieri.
Il ragazzo si schiarì un poco la voce e Giulia sospirò
Vuoi parlarmi di cosa è successo poco fa con Andrea?
Giulia lo guardò quasi commossa.
Aveva bisogno di sfogarsi e anche se si conoscevano poco Harry sarebbe stato perfetto non l’avrebbe giudicata, Harry le avrebbe dato un parere sincero non come Lucia o Camilla che le dicevano “Lo sai come è fatta Andrea”. Ad Harry avrebbe potuto dire raccontare tutto
Si, magari
Gli rispose con un sorriso timido.
Harry mostrò le sue magnifiche fossette e si sistemò meglio sul letto facendo cenno a Giulia di iniziare a raccontare.
 
 
Sentì un rumore di passi farsi più forte.
Non alzò la testa per vedere chi si stesse avvicinando sicura che fosse Harry che veniva a darle una mano per pulire.
Harry
Sussurrò bisbigliando.
No, non sono Harry
Andrea aggrottò le sopracciglia e alzò il capo.
Un sorriso amaro e allo stesso tempo divertito le si dipinse in faccia
Louis
Ciao Andrea
Le rispose lui divertito quanto lei.
Si guardarono negli occhi in silenzio.
Poi Andrea parlò.
Devi dirmi qualcosa?
La ragazza si rese conto di aver usato un tono altezzoso.
Non sapeva perché ma le veniva spontaneo parlargli così.
Louis sbarrò un poco gli occhi e poi fece una risatina che risultò alquanto isterica.
Semmai tu dovresti dirmi qualcosa, signorina
Amico neanche so il tuo cognome che già mi chiami signorina? Chi te l’ha data tutta questa confidenza? Bah
Cosa devo dirti?
Mh.. vediamo. Magari.. scusa? Per avermi tirato la tempera addosso?
Andrea alzò un poco le sopracciglia e le ritornarono in mente le immagini di Giulia offesa, che sbatteva la porta e si richiudeva in camera solo per colpa sua.
Improvvisamente abbassò il capo.
Louis si accorse di quel suo improvviso cambiamento d’umore e si inginocchiò davanti alla ragazza.
Scusami Louis. Non ho fatto apposta. Mi sono ripistata i lacci delle converse” – e mentre lo diceva si indicava le scarpe ancora slacciate – “Mi dispiace
Parlò così piano che Louis dovette avvicinarsi per sentirla.
Il ragazzo le fece un sorriso.
E pensare che era convinto che la ragazza avesse fatto apposta a sporcarlo.
Senza nessun preavviso allacciò le scarpe della ragazza che lo osservava impassibile
Ecco. Così non rischi di avere altri incidenti
Si sorrisero.
Poi Louis prese il mocio e allungò una mano ad Andrea che immediatamente la afferrò e si alzò.
Sbrighiamoci a pulire così dopo vai a chiarire con Giulia
Il volto di Andrea si incupì.
Non mi vuole parlare. Ho provato a farle le mie scuse ma se ne è andata senza rispondermi
E allora? Al primo tentativo già molli? Sai quante volte ho litigato io con Harry? Pensa, una volta, dato che era arrabbiatissimo con me, mi sono nascosto dentro il suo letto e quando è andato a dormire mi ha ritrovato lì ed è stato costretto ad ascoltarmi. Si è spaventato a morte quando mi ha trovato nel suo letto!
Andrea iniziò a ridere sempre più rumorosamente fino a dover portare le mani alla pancia per quanto le faceva male.
Louis le aveva fatto dimenticare per un secondo tutto quanto.
Andrea si sentì immediatamente più rilassata.
Fece de lunghi respiri e si calmò.
Prima puliamo poi vado a parlare con Giulia
Matteo le pizzicò una guancia
Brava ragazza!” – la superò facendole l’occhiolino e si diresse in bagno per poi tornare con un secchio d’acqua.
Vi immerse il mocio e iniziò a strofinare sopra la tempera mentre Andrea lo guardava divertita.
 
 
 
 
 
 
 
Si, sono viva.
Chiedo perdono.
Perdono per aver pubblicato questo capitolo così schifosamente in ritardo.
Perdono per aver pubblicato questo schifo di capitolo.
Insomma, perdono!
Anyway.
Ora ci sono e ho pubblicato, happy?  *rotolaunaballadifieno*
FOREVER ALONE.
Aloooooooooooooors è con molto piacere che vi presentooooooo..
TATATAAA TATATATATATATATAAAAAAAA TATATAAA TAAAAAA TAAAA!
 
Giuuuuulia!

 Si, è Blair. :’) Non è bellissima?


Andrrrrrreeeeaa!

 
 Ahahahahahah. Si, abbiamo una certa fantasia.
Ma, in fondo, non c’è Blair senza Serena! 
 

Luuuuuuciaaaaaaa!

 
 Io la trovo splendida. *o*


Ed infine.. Camiiiiiiiiiiiillaaaaaaaaaa!

 
 Saremo sincere.. non sappiamo mi cazz sia.. Fatto sta che è meravigliosa ed è proprio come ci immaginiamo la nostra cara Cammolla.


E poi..
 
Brutti è?
Già.. ci dispiace ma non siamo riuscite a trovare di meglio…
PUAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH.
Ok, sto zitta.
Vi saluto che la sto portando troooooppo alla lunga..
P.S.: il capitolo stavolta è mezzo-lungo. ADORATEMI! u.u
Un bacioooo!
Ciao belleeeeee! :D
We love you!

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Capitolo 9
*** H ***


H

Giulia ti ho già detto che mi dispiace
Ti ho sentita non sono mica sorda
Giulia e Andrea si trovavano in corridoio a discutere.
Erano le 20.30 e i ragazzi se ne erano andati da un paio d’ore ormai.
Andrea aveva aspettato l’amica a sedere per terra in corridoio sicura che prima o poi sarebbe uscita dalla sua camera, ed infatti così era stato.
E allora dimmi qualcosa! Sono una scema, scusami. Ho fatto la cosa più brutta del mondo, ti prego perdonami non avrei dovuto prendere la tempera, lo so. Ti chiedo scusa, davvero!
La discussione andava avanti da dieci minuti circa.
Giulia se ne stava a braccia conserte battendo un piede a terra impaziente mentre Andrea si muoveva avanti e dietro furiosamente torturandosi le mani e implorandola.
Andrea tu non avresti dovuto entrare in camera mia, punto. Invece ti sei permessa di farlo e per di più hai anche svuotato mezza bottiglia di tempera addosso a Louis! Sono delusa, davvero
Giulia, dammi un’altra opportunità, te lo chiedo per favore. Ho sbagliato, lo so. Se potessi tornare indietro non lo rifarei!
Giulia sospirò e si passò una mano fra i capelli.
Aveva fame, era distrutta, stanca e soprattutto delusa.
Andrea, dammi tempo. Ne riparliamo domani, ok?
E così dicendo superò l’amica per dirigersi in cucina da Lucia e Camilla che la guardavano preoccupate.
Ragazze cosa c’è per cena?
Bistecca” rispose Lucia legandosi i capelli rossi in una coda.
Silenzio.
L’unico rumore che si sentiva era quello della carne che cuoceva.
Senti Giulia” Lucia spezzò il silenzio guardando negli occhi l’amica.
Lo sai come è fatta Andrea” intervenne Camilla spostando lo sguardo dalle bistecche alla mora.
Quest’ ultima, che aveva afferrato un piatto per metterlo sopra il tavolo, a quello parole lo scaraventò a terra con tutta la forza che aveva facendolo frantumare in mille pezzi.
Era arrabbiata, possibile che dovevano deluderla tutti?
Prima Andrea, poi Camilla e Lucia che se ne uscivano sempre con quella solita frase.
Possibile che nessuno la capiva?
Possibile?
Nella cucina era calato il silenzio e la tensione era al massimo.
Le bistecche si stavano probabilmente bruciando ma nessuna delle tra ragazze era capace di muoversi.
Lucia e Camilla guardavano l’amica quasi come se non la riconoscessero.
Non era mai stata una ragazza impulsiva. Lei era quella che mai e poi mai perdeva la pazienza, quella che si sapeva contenere…
Giulia fissava i pezzi si coccio rotti a terra.
Doveva parlare con qualcuno che la capisse, qualcuno che le avrebbe dato buoni consigli.
Si girò di scatto avvicinandosi alla porta e senza prendere né cappotto né ombrello nonostante piovesse uscì di casa. Sapeva dove andare, sapeva cosa fare, era più determinata che mai e il freddo o la pioggia non l’avrebbero fermata di certo.
 
 
Cami ce ne è un altro qui
Lucia se ne stava con la scopa in mano mentre cercava di raccogliere i pezzi di coccio e Camilla la seguiva con la paletta.
Andrea si era chiusa in camera sua e aveva chiesto di non essere disturbata, Giulia se ne era andata, ed ora lei e Camilla si ritrovavano in cucina sole e senza cena dato che le bistecche erano carbonizzate.
Camilla si sedette appoggiando la fronte sul tavolo e sentì l’amica fare lo stesso.
Lucia e Camilla sapevano bene che senza Andrea e Giulia tutto perdeva significato.
Se avevano passato, in quella casa, i migliori pomeriggi o le migliori cenate era stato grazie alla simpatia e l’ironia di Andrea, se avevano risolto delle situazioni difficili e magari dopo un litigio si erano riappacificate tra loro era stato grazie alla saggezza e alla pazienza di Giulia.
Andrea e Giulia erano i pilastri fondamentali di quell’amicizia che univa tutte e quattro le ragazze e se cadevano i pilastri cadeva tutto il resto.
Le due ragazze alzarono la testa dal tavolo quasi contemporaneamente.
Si guardarono a vicenda e capirono di star pensando la stessa cosa.
La situazione non si sarebbe sbloccata avrebbe aiutato loro a far riappacificare Giulia e Andrea.
 
 
 
Giulia sentiva le gocce di pioggia bagnarla anche dove non sarebbe dovuta arrivare ma non le importava, ormai arrivata a destinazione.
Eccola lì. Ecco la casa.
Si avvicinò e suonò il campanello.
Immediatamente la porta di aprì.
Giulia?
La ragazza sorrise
Ciao Harry
Harry la squadrò velocemente e subito la tirò per un polso facendola entrare in casa
Ma sei tutta bagnata! Ma sei matta, perché non hai preso un ombrello? Oppure mi chiamavi ti venivo a prendere in macchina! Guarda come tremi, sei fradicia!
Harry la prese e l’abbracciò strofinando le braccia sulla schiena della ragazza cercando di scaldarla. Giulia rise consapevole che adesso anche il ragazzo si sarebbe bagnato tutti i vestiti.
Harry ti sto bagnando
Non importa. Non preoccuparti per me, l’importante è che adesso tu ti scaldi per bene.
E così dicendo si staccò dall’abbraccio e la guardò negli occhi.
A Giulia parve di perdersi nelle iridi del ragazzo e dovette sbattere più volte le ciglia per riprendersi.
Harry la prese per un polso trascinandola da qualche parte.
Aprì una porta ed entrò, poi prese da un armadio un pantalone e una felpa consegnandoli a Giulia che non aveva messo un attimo di fissarlo.
Tieni, cambiati. Il bagno è qui di fronte. Ah, i vestiti sono miei quindi ti staranno grandi ma almeno sono asciutti
Harry rivolse alla ragazza un sorriso e a lei parve di non averne mai visto uno così splendente e contagioso in vita sua.
Abbassò gli occhi sui vestiti che Harry le aveva dato e li rialzò facendoli scontrare con quelli del ragazzo. Nel volto della mora spuntò un sorriso. Uno di quei sorrisi veri, belli, che ti riempiono l’animo di gioia, uno di quei sorrisi che ti dicono ‘grazie’, uno di quei sorrisi che poche volte di vedono.
Grazie Harry” e girandosi si diresse verso il bagno per asciugarsi.
 
 
Andrea se ne stava lunga sul letto con il cellulare a due centimetri dal naso e scorreva oziosamente i numeri della rubrica.
Doveva sfogarsi, ma con chi lo poteva fare?
Solitamente lo faceva con Giulia…
Beh avrebbe chiesto a Camilla e Lucia, ma no.
Loro le avrebbero detto “Lo sai che è fatta così, perché la devi far sempre incazzare?”
Andrea fece roteare gli occhi e sbuffò.
Beh, avrebbe potuto chiamare Louis. Lui l’avrebbe aiutata.
Quel pomeriggio si era rivelato disponibile e comprensivo nei suoi confronti.
Andrea arrivò fino ai contatti con la ‘L’ e si fermò sul nome ‘Louis’.
Stette un po’ a fissare lo schermo del cellulare poi scosse la testa e ricominciò a scendere e a passare nome per nome.
Non poteva chiamarlo, insomma si erano conosciuti solo quel pomeriggio, anche se già si erano scambiati i numeri di cellulare, ma poi lei aveva fatto una figura di merda con lui… troppo imbarazzante.
Andrea passò i contatti con la ‘G’.
L’ ‘H’.
C’era solo un nome: ‘Harry’.
Perché non c’aveva pensato prima?
Ecco chi doveva chiamare Harry!
Il ragazzo si trovava molto in sintonia con Giulia, lui le avrebbe dato sicuramente qualche ottimo consiglio.
Non ci pensò due volte, schiacciò il pulsante verde.
Dopo tre squilli il riccio rispose.
Pronto?
Ciao Harry, sono Andrea. Mi chiedevo se ti andava di venire da me, adesso. Ho bisogno di parlare con qualcuno…
Schietta e concisa, brava Andrea
Adesso?” la voce di Harry era titubante.
Si, adesso. C’è qualche problema?
Ecco vedi… io adesso non posso proprio. Mi dispiace tantissimo
No, no, no. Ti prego Harry. Ho bisogno di te.
Oh… beh…
Harry non la fece finire di parlare
Andrea mi dispiace
La bionda scosse la testa consapevole che Harry non poteva vederla.
Sta tranquillo non fa niente. Davvero. Allora buonanotte.” Disse la ragazza cercando di mantenere un tono che non lasciasse trasparire la delusione.
Si, buonanotte. E scusami ancora.
Andrea chiuse la chiamata.
Ed ora?
Merda sono sola.

 
 
 
 
 
HO AGGIORNATO!
Vai cazzo! E con un solo giorno di ritardo!
Amatemi grazie.
Vabbè tralasciamo l’orario che è meglio..
Allora, prima cosa.
Se vedete ogni tanto una ‘H’ –non quando Andrea cerca i contatti nel cellulare, ma sparsa per il capitolo- non fateci caso. È word che fa il coglione.
Seconda cosa.
Allora, ragazze me l’ha chiesto Giulia di dirvelo.
Come saprete –cazzata, nessuno lo sa- ho scritto una OS ‘Not giving in’ se non l’avete letta questa è la volta buona per farlo ^_^ http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1404731&i=1 eccola qui!
Anche Giulia ne ha scritta una che, però, deve ancora pubblicare.

Sta pora ragazza s’è fissata con il BANNER.
BANNER, BANNER, BANNER.
Mi sta facendo due palle con questo banner che penso tra un po’ lo sogno anche di notte!
In poche parole ne vorrebbe uno per la sua OS.
Qvindi, se a qualcuna/o piace fare queste cose basta scriverci un messaggio privato che Giulia spiegherà bene di cosa tratta l’OS e come aveva in mente questo fottuto banner.
Grazie.
Avete notato che scrivo qVindi piuttosto di qUindi?
Sto facendo apposta.. niente errore di battitura!
Solo stupidi mezzucci per fare la faiga. Very Simpy, Andre.
Passiamo alle cose serie.
Sto capitolo è sempre la solita palla..
Giulia è incazzata benino è?
E Andrea.. FOREVER ALONE D:
Naa vabbè vabbè forse il prossimo sarà più entusiasmante.. FORSE.
Vorrei ringraziare tutte quelle stelle che sprecano 5 minuti della loro vita a lasciare una recensione a questi capitoli penosi.
Vorrei ringraziare tutte quelle meravigliose ragazze che hanno fatto il fatale gesto di mettere questa storia tra le preferite o seguite e bla bla e anche tutte quelle che hanno semplicemente letto i capitoli.
A MASSIVE THANK YOU AT ALL!
Ho fatto un Angolo Autrice troppo lungo e noioso, merda!
La chiudo qui.. vi avrei messo qualche foto ma non me le fa mettere sta cippa di pc! D:
OLA MUY BELA JENTE! (non faccio spagnolo. È tutto improvvisato, non trucidatemi, grazie.)

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Capitolo 10
*** Corro ***


Corro
 
Era Andrea, vero?
Giulia affrontò lo sguardo del ragazzo che annuì debolmente con il capo.
La ragazza sospirò e si accasciò sul divano del salotto.
Si strinse forte nella caldissima felpa di Harry e inspirò a pieni polmoni.
Sentiva l’odore del ragazzo stagnato in quella felpa.
Chiuse gli occhi e fece per parlare.
“E’ incredibile come siete simili”
La ragazza sbarrò gli occhi di colpo.
Harry l’aveva preceduta ma il bello era che lei voleva dire la stessa cosa che aveva detto il riccio.
Ne era consapevole.
In questi casi lei e Andrea si assomigliavano molto.
Avevano bisogno di qualcuno che le ascoltasse e che desse loro consigli, avevano bisogno di sfogarsi con qualcuno di cui sapevano si potevano fidare.
Non a caso Giulia andava sempre da Andrea quando doveva farlo.
Tu sai che ti puoi fidare di Andrea. Lo sai meglio di chiunque altro. Ho capito che le tempere, la pittura, sono per te la cosa più importante del mondo però, da come mi hai raccontato, lei ti ha fatto le sue scuse. La verità è che voi non potete non stare insieme, potete non parlarvi perché in un certo senso vi completate.
Quindi va’ da lei e perdonala, falle capire che sei pronta a ricredere in lei e a darle fiducia.”
Giulia ascoltava le parole di Harry impassibile chiedendosi che razza di stregone fosse per aver dedotto tutte quelle cose nonostante si conoscessero da così poco.
Lei lo sapeva.
Lei sapeva che Harry aveva detto solo la verità.
Lei voleva più di chiunque altro andare da Andrea e abbracciarla, dirle che l’aveva perdonata, che andava tutto bene, ma qualcosa la bloccava e lei non riusciva a capire cosa fosse.
Butta via l’orgoglio e va’ da lei
L’orgoglio.
Forse Harry aveva fatto centro, di nuovo.
Era l’orgoglio che la bloccava dal perdonare Andrea?
Si, probabilmente si.
Giulia voleva fargliela pagare, ma in questo modo si stava facendo male anche lei.
La ragazza si alzò in piedi con lo sguardo basso.
Harry fece lo stesso guardandola.
Giulia si buttò addosso al ragazzo abbracciandolo e nascondendo il volto nell’incavo tra il collo e la clavicola.
Le uscì una lacrima solitario che andò a bagnare la maglia del ragazzo.
Era commossa, commossa da quello che lui aveva detto, commossa di aver trovato un ragazzo così speciale.
Le mani di Harry andarono a poggiarsi sui capelli della ragazza accarezzandoli.
Coraggio vai da lei
Giulia lo guardò negli occhi e sorrise
Corro
 
Andrea se ne stava a sedere sul termosifone sotto la finestra mentre guardava la pioggia scendere.
Di tanto in tanto portava un cucchiaio di gelato alla stracciatella alla bocca gustandolo in tutto il suo sapore.
Teneva il cellulare vicino a sé, sopra il davanzale, nella speranza di vedere il display illuminarsi.
Quanto avrebbe voluto veder comparire il nome di Giulia.
Avrebbe voluto sentir la voce dell’amica che le diceva che andava tutto bene, che era tutto passato.
Fece un sospiro e riabbassò il cucchiaio nella vaschetta per prenderne dell’altro.
Solo dopo un poco si rese conto che era vuota.
Spalancò un po’ gli occhi rendendosi conto di aver mangiato mezzo chilo di gelato alla stracciatella in una serata.
Ancora perplessa si alzò e poggiò vaschetta e cucchiaio sopra la scrivania.
A peso morto si buttò sul letto coprendosi gli occhi con le mani.
Un Bip-bip la fece sobbalzare.
Con uno scatto afferrò il cellulare che stava ancora sopra il davanzale.
Un nuovo messaggio.
Possibile che il Signore avesse ascoltato le sue preghiere?
Possibile che stavolta la fortuna fosse dalla sua parte?
In preda all’agitazione aprì il messaggio:
Il tuo credito è finito. Ricarica al più presto per non rimanere senza parole!
Il sorriso scomparì immediatamente dal volto di Andrea.
Scaraventò il cellulare sul letto e si mise le mani tra i capelli lanciando gridolini di rabbia e piagnucolando qualcosa.
Si lasciò scivolare con le spalle al muro poggiando le mani sulle fronte e i gomiti alle ginocchia.
Quanto le ricordava il pomeriggio quella posizione.
Quando prima Harry poi Louis l’avevano trovata così, stremata, senza forse, distrutta.
Solo che adesso non c’erano i due ragazzi e doveva farsi forza da sola, rialzarsi, nel vero senso della parola.
Ci provò ma invano.
Senza Giulia non poteva andare avanti, peccato che l’amica non volesse neanche guardarla negli occhi.
Distrutta più che mai si distese per terra a contatto con il pavimento freddo rannicchiandosi.
Sentì gli occhi diventarle lucidi e immediatamente li chiuse per impedire alle lacrime di scendere.
Lei non doveva piangere, lei era forte.
O, meglio, voleva esserlo.
Non era questo il momento buono per far trasparire la sua metà più sensibile e delicata, il suo lato fragile e vulnerabile.
Si concentrò sul picchiettio della pioggia.
Le pareva quasi si poter sentire qualche goccia caderle addosso.
Aprì un occhi.
La finestra era aperta.
Sorrise consolandosi di non essere impazzita del tutto.
Aprì le braccia in modo che la pioggia potesse bagnarla da ogni parte e si addormentò.
Così, sotto gli schizzi della pioggia, lunga sul pavimento.
 
La bionda era ancora stesa sul pavimento quando sentì delle mani sul suo corpo.
La scuotevano.
Andrea svegliati!” La ragazza sentì la voce dell’amica e piano aprì gli occhi. Giulia le poggiò una mano sulla fronte.
Santo cielo, ma tu bruci. Come ti è venuto in mente di restare sotto la pioggia…
Andrea sorrise, ora che Giulia sembrava tornata quella di sempre non si curava di avere la febbre.
Aiutata dalla mora si alzò e si infilò sotto le coperte. Giulia sparì dalla camera e poco dopo tornò con un termometro e un panno immerso nell’acqua fresca.
Andrea come una bambina protestò ma l’amica le ficcò in bocca il piccolo termometro elettrico senza voler sentire scuse. La fece distendere e cominciò a carezzargli la fronte con il panno bagnato.
Nessuna delle due parlava e nella stanza si sentiva solamente il picchiettio della pioggia sulla finestra e il fischio acuto e continuo di quell’aggeggetto elettronico.
Giulia lo prese e lesse, poi continuò a passare il panno sulla fronte della bionda.
Quest’ultima si preoccupò.
Sto per morire?” Chiese infatti, Giulia alzò lo sguardo e abbozzò un sorriso.
Si, morirai se ci proverai un’altra volta, ma sarò io ad ucciderti” Risero insieme e Andrea decise di cogliere quell’attimo.
Mi dispiace
Giulia tornò seria, bagnò di nuovo il pezzo di stoffa ma questa volta lo lasciò sulla ragazza, si alzò dal letto e le rimboccò le coperte come una mamma.
Non ci pensiamo adesso. Ora riposati, quando ti riprenderai ne parleremo
La guardò sorridendo e uscì dalla stanza.
Andrea aveva dormito e, inconsciamente, aveva sognato la prossima chiacchierata con Giulia.
Aveva riflettuto su cosa dirgli, su come comportarsi e nel suo dormiveglia, mentre ripeteva per l’ennesima volta il suo discorso preparato, la sua mente aveva vagato nel mare dei ricordi.
Era tornata all’anno precedente quando le amiche le avevano preparato uno splendido compleanno a sorpresa e Giulia, che invece di gridare come tutti gli altri “sorpresa”, le si era buttata addosso abbracciandola.
Le sue mani e le sue gambe erano diventate come tentacoli e la bionda aveva quasi creduto che volesse strozzarla, ma quel gesto l’aveva fatta felice.
Aveva pensato a circa un mese fa quando, aiutata da Lucia, aveva preparato la colazione per tutte e quattro e Giulia ancora nel mondo dei sogni si era avvicinata e aveva baciato la guancia alle due.
Erano tutti quei piccoli gesti che per lei erano importanti.
Si alzò e andò a cercare Giulia.
Bussò in camera sua e la mora le aprì e la fece accomodare sul letto.
Non ti avevo detto di riposarti un po’?
Non riuscivo a prender sonno, dovevo parlarti
La mora si lasciò cadere sul letto accanto all’altra e Andrea cominciò a torturarsi le mani.
Lo sguardo rivolto al pavimento.
Giulia io ti devo delle scuse. Ti potrà sembrare stupido ma quando ho notato la porta della tua stanza aperta è stato un istinto entrare. Tutto ciò che è accaduto non l’ho fatto apposta, avevo le scarpe slacciate e sono caduta rovesciando la tempera su Louis…
Giulia osservava Andrea.
Osservava le sue mani che si erano arrossate per il troppo strofinare.
Ci poggiò sopra le sue, bloccando quel movimento meccanico.
Andrea alzò gli occhi e la mora la interruppe.
Ascolta, oggi pomeriggio ero accecata dalla rabbia perché sapevo che tu conoscevi l’importanza di quei colori. Sapevo che conoscevi tutto il sudore buttato per guadagnarmi tutto ciò che ora ho. Ero arrabbiata perché da te non me l’aspettavo. In quel momento ero delusa, ma dopo mi hanno fatto ragionare, mi hanno fatto capire che il motivo del nostro litigio non poteva compromettere la nostra amicizia a tal modo” Le rivolse un sorriso rassicurante. “Quindi accetto le tue scuse
Andrea le si buttò al collo e si strinsero, con la stessa intensità del giorno del compleanno della bionda la quale soffiò tra i capelli di Giulia le tre paroline che ultimamente non si erano più dette.
Ti voglio bene
L’altra in risposta l’aveva stretta ancora più forte ma poi l’aveva lasciata e con voce severa le aveva detto di tornare a dormire e come prima l’aveva infilata sotto le coperte e le aveva baciato la fronte in modo materno.
 
 
SHERBET
BUM BUM! OLA CHICA!
Come va?
Io tutto abbastanza bene..
Allora, ho un o’ di cosa de dirvi:
Zero: ho deciso che il mio nuovo angolo autrice si chiamerà SHERBET in onore di Louis Tomlinson e della sua fissa con i sorbetti :D
First: quando Harry fa il saggio profeta “va’ da Andrea” “va’ e chiedile scusa” “va’ a fanculo” no vabbè, l’ultima no.
È proprio di questo cazzuto ‘va’ che volevo parlarvi.
Ebbene si sono così ritardata da non sapere neanche come si scrive va. In realtà non l’ho mai capito: se con l’accento o l’apostrofo o senza niè.
Boooo!
Quindi aiutatemi se volete e se sapete la grammatica meglio di me –come è ovvio che sia-
Second: ieri ho incontrato un mio amico pakistano che veniva alle medie con me e mi ha salutato! *-*
Che dooooooolce!
Si, il suo nome è Zayn Malik.
Perché?
Lo conoscete anche voi? :D
Third: questa cosa è da tanto che cerco di dirvela ma mi dimentico sempre.
Io vado in classe con Giulia –ma questo non vi importa- e c’è un ragazzo che viene in classe con noi che ha gli occhi azzurri e i capelli a ciuffo come quelli di Louis.
 –oh, non c’è paragone OVVIAMENTE tra Lou e Pinco, in nostro amico- fatto che sta che Pinco ha un migliore amico RICCIO che è più piccolo di lui! No vabbè siamo morte dal ridere quando ce ne siamo rese conto.
Se vi state chiedendo se sono froci vi rispondo che qualcuno pensa che lo siano.. ma l’amico riccio di Pinco è fidanzato.. qvindiii.. bo!
Fourth: TUTTO è BENE QUEL CHE FINISCE BENE!
Ste due pallose hanno chiarito finalmente.
Ora vi sta un po’ più simpatica Giuliet?
Harry èè teneroooneee :3
E Andrea è psicopatica a mettersi sotto la pioggia, I know :D
Basta chiudo perché sto un po’ scazzata a causa de fatto che oggi abbiamo fatto la versione di latino per compito, ed è tanto se ci ho preso 3!
Ayeah.
E chiudo anche perché mamma rompe le balle.
Uff.
Ciao ragazze, grazie a tutte per tutto ^_^
P.S.: sto verde lime me guuustaaaaa!

 
 

*fate finta che qui c’è una bellissima foto di Giulia e Andrea*
 
 








*Questa bellissima foto di Harry si è nascosta e non vuole venire fuori :D*

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Capitolo 11
*** Mammuth ***


Mammuth

Era passato un mese ormai da quel fatidico giorno in cui Giulia e Andrea avevano litigato.
Andrea era sicura si sarebbe ricordata quel 20 ottobre per l’eternità, tanta era stata la paura di perdere Giulia per uno stupido bisticcio.
Le altre tre ragazza ricordavano quel pomeriggio come ‘giorno in cui Harry, Niall, Zayn, Louis e Liam sono venuti a casa nostra’, Andrea no.
La litigata con Giulia era stata molto più importante piuttosto che la conoscenza di quei bambini.
Si, erano bambini.
Andrea aveva avuto la possibilità di conoscerli meglio ed ora potevano considerarsi amici.
Si, insomma, andare al cinema insieme, mangiare una pizza, le tipe cosa che fanno i ragazzi.
Si era accorta di trovarsi benissimo con Niall, il biondino che ogni cosa facesse sembrava volesse urlare ‘ehi la vita è bella!’
Stava bene con loro, con tutti loro.
Erano diventati un gruppo, un bel gruppo di deficienti.
Andrea posò la tazza ormai vuota di cioccolata calda sul tavolo e si pulì i baffi che puntualmente le spuntavano quando beveva qualcosa di più denso dell’acqua.
Erano le 21.45, strano che i ragazzi non fossero ancora arrivati.
Si sedette sul divano accendendo la tv e iniziando a sbattere un piede a terra impaziente.
Di solito non aveva mai voglia di uscire, piglia com’era, ma il venerdì sera si.
Era diventata un’abitudine, infatti, andare al bowling il venerdì sera.
L’aveva proposto Zayn un giorno, così, tanto per scherzare scatenando, però, l’entusiasmo dei ragazzi e le ragazze.
Era bello andare al bowling poiché la maggior parte delle volte era deserto.
Gli altri ragazzi preferivano la discoteca ma non loro, non quei nove.
Andrea aveva pure scoperto di essere brava, non che facesse ogni volta strike, ma in quel gruppo era sicuramente quella che ci sapeva fare meglio.
Andrea il campanello!
Andrea si alzò di scatto spaventata dall’urlo di Camilla, la quale era mezz’ira che stava di sopra con Giulia e Lucia a discutere su cosa mettere o non mettere, se piastrare i capelli o arricciarli.
Sembrava dovessero andare a cena con Obama piuttosto che al bowling.
Il campanello suonò di nuovo.
Andreaaa!” stavolta era stata Lucia ad urlare.
La ragazza sbuffò portandosi la chioma bionda all’indietro e si avvicinò alla porta aprendola.
Cinque volti sorridenti le si presentarono avanti.
Non fece nemmeno in tempo a parlare che Harry s’intrufolò velocemente dentro casa imprecando per il freddo che faceva.
No ma prego. Entra pure Harry!” lo beffeggiò la bionda sorridendo.
Il riccio in tutta risposta le fece una pernacchia.
Accomodatevi ragazzi” - Giulia stava scendendo le scale mentre guardava sorridente i cinque - “Ehi!” si avvicinò a Harry e gli lasciò un bacio sulla guancia mentre poco distante da loro Niall faceva lo stesso con Andrea.
Lucia e Camilla arrivano subito” disse Andrea afferrando il giubbetto e arrotolandosi una sciarpa intorno il collo.
Oh, non vedo l’ora” rispose Zayn.
Ci fu una risata.
Tra Zayn e Camilla si era formato uno strano rapporto.
Diciamo che Zayn adorava stuzzicarla e Camilla non si faceva pregare due volte a rispondergli per le rime.
Zayn adorava portarla in giro dicendole cose dolce e chiamandola ‘amore mio’ o ‘tesoruccio’ ‘biscottina’.
Lei lo ignorava o gli tirava dei piccoli schiaffetti sulla fronte che, per lui, non erano altro che carezze.
Quei due senza accorgersene riuscivano a scatenare le risate di tutti.
Ehi amore sei sempre più bella!” eccolo lì.
Zayn aveva fatto la prima mossa ora toccava a Camilla, che nel frattempo scendeva le scale seguita da Lucia, rispondergli per le rime.
La bionda si avvicinò pericolosamente a Zayn. Ormai li separavano solo due centrimi.
Grazie mille Zayn. Peccato che non possa dire lo stesso di te” e così dicendo gli passò una mano fra i capelli smontando quel ciuffo troppo alto.
Il moro di precipitò in bagno davanti lo specchio incominciando a lamentarsi e a mandare qualche insultaccio a Camilla per avergli smontato la sua ‘opera d’arte’.
Ti uccido Camilla!
La ragazza dal salotto roteò gli occhi “Meglio di no Zayn. Dopo ti si smonterebbe nuovamente il ciuffo” sorrise beffarda prima di voltarsi e incamminarsi verso la porta.
 
 
Zayn, per favore, ne hai ancora per molto?
I ragazzi erano ormai arrivati al bowling dopo aver trascinato di forza Lucia fuori dal bagno.
Ora si trovavano divisi in due macchine.
La sfortuna aveva voluto che Camilla capitasse accanto a Zayn che per tutto il tragitto non aveva fatto altro che stressarla o farle il solletico prendendosi la sua rivincita.
Basta piccioncini, siamo arrivati” disse Liam parcheggiando e scendendo dalla sua panda nera.
Sia ringraziato il cielo!” esclamò la bionda rivolgendo i palmi verso l’altro e scatenando la risata di Liam.
 
 
Andrea sei una bomba!
Lo so!
Andrea fece l’occhiolino ad Harry che gli sorrise di rimando.
Due strike consecutivi, l’avrebbe segnato sul calendario appena tornata a casa.
Da lontano la ragazza vide Camilla e Zayn avvicinarsi e bisticciare mentre Liam e Niall li seguivano scuotendo la testa.
Sempre a litigare, è?” finalmente Lucia aveva aperto bocca.
Andrea aveva pensato per un momento che qualcuno le avesse mangiato la lingua.
Hanno fatto tutto il viaggio così, non li sopporto più” Liam si buttò a sedere pesantemente a fianco di Lucia e appoggiò la testa sulle sue gambe mentre lei gli accarezzava i capelli.
Sei stanco?” gli chiese dolcemente.
Abbastanza” le rispose lui chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare dalla ragazza.
 
 
Niaaaaaaall! –Andrea sbucò davanti al viso del biondo facendolo sobbalzare. Gli sorrise dolcemente e piegò un po’ la testa d’un lato- Ci vieni a fare uno strike con me?”         
Niall la guardò sorridente prima di spostare lo sguardo sul resto della comitiva:
Liam si faceva toccare i capelli da Lucia, neanche fosse la sua schiavetta, Zayn aveva immobilizzato Camilla al muro e probabilmente la stava prendendo in giro perché lei gli dava un pugno sulla spalla e talvolta tentava una ginocchiata sulle parti intime del ragazzo, Harry e Giulia se ne stava tranquillamente a sedere parlando del e ridendo, forse loro erano i più normali, e Louis… Louis?
Dove era Louis?
Andrea dove è Louis?” le chiese allungando un po’ il collo per cercarlo.
Andrea si guardò intorno per poi rispondergli un “Bo” svogliato.
Immediatamente riprese tutto il suo vigore.
Allora? Ci facciamo un lancio?
Niall storse un po’ la bocca
Scusami Andrea, non mi va
La ragazza fece una faccia un po’ delusa poi si alzò allontanandosi con lo sguardo basso.
Che palle, che palle, che palle
Andrea si dirigeva verso il bagno del bowling trascinando i piedi e lasciando le braccia penzoloni, fino a quando qualcosa, o meglio, qualcuno le venne addosso facendola cadere sotto l’estraneo.
Porca merda il culo!” strillò la ragazza in preda al dolore.
La solita finezza di una scaricatore di porto
Andrea aprì gli occhi che aveva rigorosamente tenuto chiusi fino ad ora scontrandosi con due iridi che conosceva bene.
Louis?
No, sono tua nonna
Andrea irritandosi diventò subito rossa in volto.
Ed ecco che si impossessava si lei quell’aria scocciata e arrabbiata che le usciva solo quando parlava con Louis.
Avrò pure la finezza di uno scaricatore di porto ma tu, tu sei goffo quanto un elefante in una gioielleria! Potresti guardare avanti quando cammini piuttosto che travolgere le persone!
Louis roteò gli occhi sbuffando in faccia ad Andrea.
Rottura di palle” le disse sottovoce.
La ragazza fece finta di non aver sentito.
Portò le mani sulle spalle di Louis cercando di toglierselo da sopra ma invano
Spostati mammuth mi fai male
Ma se sono una piuma!
A me pesi ippopotamo!
Louis fine una faccia offesa e prese a farle il solletico.
La ragazza immediatamente non rispose più di sé stessa dimenandosi sotto le mani del ragazzo e parlando a fatica a causa delle risate.
B-ba..stardo
Louis sorvolava gli insulti indifferente e continuava la sua opera divertito più che mai, fino a che Andrea non cacciò un urlo con tutto il fiato che aveva in gola
PORCA MERDA LOUIS NON RESPIRO!
L’urlo rimbombò per tutto il bowling.
Louis portò le sue mani sopra la bocca della ragazza.
Tu sei psicopatica” le disse con un sorrisino divertito e strafottente.
Lei in tutta risposta gli morse la mano lasciando l’impronta dei suoi denti sul suo palmo.
Louis si alzò immediatamente iniziando ad imprecare per il dolore.
La ragazza si alzò anche lei pulendosi velocemente i jeans e muovendosi i capelli con una mano.
Louis le si ripresentò avanti
Questo –le disse mostrandole il segno dei dentro sulla sua mano- conferma la mia teoria. In manicomio dovresti andare!
Andrea trattenne una risata e amorevolmente alzò il dito medio a Louis per poi girarsi e andare al bagno.
 

 
 
 
 
SHERBET
Occheeeeiii!
Allora.. ma perché quando pubblico i capitoli penso sempre che siamo una merda?
Uff.. che situazione!
Anyway..
Faccio presente che è una settimana che mi preparo questo ‘sherbet’.
Voglio parlarvi di moooolte cose qvindi.. FORZA E CORAGGIO.
One: direction. Aahahah. No, scherzo.
Harry e Taylor.
Parliamone.
PROPRIO NO.
Una sola parola, due lettere, un solo significato. NO.
Mi piace Taylor, la trovo molto bella anche se non conosco neanche una sua canzone ^_^
Fatto sta che con Harry non ce la vedo proprio.. I’m so sorry :’(
Two: Vorrei chiarire una volta per tutte il mio stato in questo società (di merda :D)
NON SONO UNA DIRECTIONER!
Ok, calma. Respirate, posso spiegarvi tutto.
Ascolto i One Direction e li adoro.
Però..
Voi Directioner siete tutte sorelle, una grande famiglia, vero?
Bene, vedetemi come la sorella adottiva o acquisita..
:/
Patetica vero?
Beh, mi dispiace ma è così.. non faccio parte delle Directioner anche se, come ho già detto, conosco i One Direction.
Vi prego non odiatemi!
Three: Ho visto il video su youtube che si chiama WE HATE ONE DIRECTION!!
Forse voi l’avrete già visto.. se non l’avete fatto andate a vederlo.
Ci sono rimasta davvero male perché.. ok, i gusti son gusti.
Non vi piacciono i One Direction?
Va bene, ok.
Ma allora perché avete insultato tutte le loro fan arrivando addirittura a dire che Hitler doveva sterminare le Directioner piuttosto che gli Ebrei?
Cioè vi giuro, ero senza parole.
Penso che dire una cosa del genere significa

  • Non avere un cervello, perché non si sono rese conto della gravità del fatto.
  • Essere proprio stupide.
Ma vabbè, amen.
Four: Questa cosa mi rattrista assai dirvela.
Proprio ieri mentre cazzeggiavo con una ragazza di EFP –non vi dirò chi è- (Cece1D) scrivendoci messaggi sono arrivata all’INTELLIGENTISSIMA conclusione che, porca merda, noi siamo distantissime!
Cioè cacchio!
Davvero, mi stavo per mettere a piangere.
Perché voi siete tutte così carine e dolci e io sapevo che non eravamo vicine ma mi ha fatto brutto pensarlo!
Qvindi ecco la mia proposta.
Dato che non potremo vederci mai (sigh) SIETE UFFICIALMENTE INVITATE ALLA MIA FESTA DEI 18 ANNI :D
Da qualsiasi parte d’Italia venite voglio che ci siate!
È un ordine. Punto.
Vi adoro *w*
Five: Ora passiamo al capitolo ahahahahah.
Sono contenta di averlo pubblicato perché è da qui che inizia tutto.
Da qui che la storia inizia veramente!
I’m so exciting! *w*
Quindi i prossimi capitoli saranno more.. yeah!
Ahm.. riguardo Louis e Andrea.. faranno sempre così, tutti i capitoli.
Qvindi.. fateci l’abitudine.
Ultima cosa.. se lasciate una recensione mi dite di dove siete? Non sono una stalker.. voglio solo sapere quanto siamo distanti D: Grazie se lo farete ^_^ Sciau belle salame.. vi lascio qualche foto :D
Ah, ho aggiornato oggi perchè domani è vacanza e non avevo voglia di mettermi al pc. OLA!
 

LE ADORO!
 

Miao :3
 

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Capitolo 12
*** Tanto prima o poi secco ci rimani ***


Tanto prima o poi secco ci rimani


“Vi prego andiamo via ho sonno!”
“Cavoli tuoi! Potevi dormire oggi pomeriggio invece che stare ore a cazzeggiare davanti al computer!”
Giulia roteò gli occhi e guardò Camilla e Andrea litigare. Non riuscì a nascondere un sorrisino quando Harry le sorrise.
Aveva passato una splendida serata solamente grazie a lui, fosse stato per lei avrebbe passato le ore a discuterci insieme.
“Chi è che porta a posto le scarpette? Io non ne ho voglia”
Giulia scosse la testa per poi dirigersi verso Niall e togliergli le scarpe di mano
“Ce le porto io sfaticato! Peggio di Andrea sei”
E si avvicinò a questa per prendere le sue scarpette.
La bionda amichevolmente le mimò col labiale un ‘vaffanculo’ al quale Giulia rispose con un bacio tirato in aria.
“Hai bisogno di una mano, madame?”
La mora sorrise istintivamente a si voltò sapendo chi c’era alle sue spalle.
Avrebbe riconosciuto quella voce ovunque.
“Magari monsieur. Mi farebbe piacere”
Harry non si fece pregare due volte, afferrò le scarpe rimaste e andò con Giulia.
“E’ stato carino da parte tua accompagnarmi, grazie”
Il riccio abbassò il capo un poco imbarazzato
“Lo faccio volentieri”
Si sorrisero contenti e sinceri consapevoli che nessuno in quel momento avrebbe potuto rompere l’atmosfera d’amicizia che si era creata.
 
 
“Che palle, che palle, che palle”
“Mi sono scassata i maroni”
“Si dice palle non maroni”
“Dico quello che mi pare, ok?”
“Andrea, Camilla, potete finirvela una volta per tutte?!”
Lucia teneva le mani sui capelli come in preda a una crisi isterica e guardava con occhi sbarrati le due bionde litigare per l’ennesima volta.
“Ti prego Liam ci porti a casa?” chiese sempre la rossa con occhi imploranti
“Certo, andiamo, chi viene con me?”
“IO!” Camilla e Andrea si alzarono di scatto contemporaneamente.
“No! –Lucia si mise fra le due bionde- Allora, Camilla va con Louis e tu vieni con me e Liam”
“No io non ci voglio andare con Louis!”
“Hei –Louis riprese Camilla- guarda che non mordo mica!”
La bionda, però, lo ignorò totalmente continuando a parlare
“Voglio venire in macchina con te Luci”
“Ok, allora Cami vieni con me e Andrea vai da Louis” assentì la rossa.
“No! Non voglio andarci con Louis! Prima mi è caduto addosso travolgendomi come fanno quelli del wrestling!”
Lucia diventò improvvisamente viola per la rabbia.
“Lo so vi abbiamo visti! Ma non me ne frega un emerito cazzo!”
La rossa trascinò Liam e Camilla fuori dal bowling.
“Andiamo la macchina è di qua”
Louis si mise a capofila e silenziosamente condusse Andrea, Zayn e Niall alla sua macchina.
“Andrea si mette avanti accanto a me” le disse con un sorriso strafottente.
La bionda immediatamente sbarrò gli occhi e fece per precipitarsi nei posti dietro che, però, vennero prontamente occupati da Niall e Zayn che guardarono Louis con un sorriso complice.
Andrea sbuffò pesantemente poi si buttò sul sedile di fianco a Louis.
“Vi odio”
Detto questo accese la radio e appoggiandosi al finestrino si addormentò.
 
 
“Andrea, Andrea per la miseria!”
La bionda si sentì scuotere ma ancora nel modo dei sogni mugugnò qualcosa.
“Oddio ma neanche le cannonate ti svegliano a te!”
Camilla non ricevette alcuna risposta dalla bionda.
“Santo cielo. Louis! Andrea non si sveglia puoi venire a prenderla?”
Louis sentitosi chiamare si affacciò dal portone di casa delle ragazze.
Vide Camilla intenta a scuotere qualcuno dentro la sua auto e intuì che Andrea ancora non si era svegliata.
“Eccomi arrivo io. Tu intanto riprova a fare il numero di Harry”
Camilla annuì silenziosa e si diresse verso casa.
Louis si avvicinò all’auto e si fermò un attimo a guardare Andrea dormire.
I lunghi capelli biondi le scendevano dritti sopra le spalle arrivando fino sotto il seno, aveva la bocca leggermente schiusa e il respiro un po’ pesante. Se ne stava tutta rannicchiata ed ogni tanto veniva scossa da un brivido di freddo.
Il ragazzo allungò le braccia e la strinse a sé dolcemente sollevandola dal sedile.
Con un calcio chiuse la portiera dell’auto.
Si diresse verso la porta principale di casa quando sentì Andrea stringersi ancora di più al suo petto.
Gli uscì un sorriso.
Perché quella ragazza non era anche da sveglia così?
O meglio, perché solo con lui non si lasciava andare ma lo attaccava sempre?
Sospirò rumorosamente e si diresse in salotto dove fece scendere Andrea dalle sue braccia appoggiandola delicatamente al divano.
La coprì con un coperta spiegazzata che stava lì per caso e le lasciò prima una carezza, poi un bacio sulla guancia.
Quell’intimo momento fu, però, spezzato dalle urla isteriche di Lucia che dalla cucina si disperava.
“Ma come abbiamo fatto a dimenticarci di loro?! Cioè cavolo! Come fanno a tornare a casa? Oddio, oddio, oddio Giulia rispondimi ti prego!” disse portandosi per l’ennesima volta il cellulare all’orecchio.
“Lucì, se non era raggiungibile due seconda fa, dubito che lo sia ora…”
Lucia guardò Camilla con occhi sbarrati.
Quella ragazza era incredibile, ti saresti potuto trovare in mezzo a bombardamento, lei semplicemente ti avrebbe detto ‘ehi ma che corri a fare? Tanto prima o poi secco ci rimani”
“Trottolina, ma Giulia è una tua amica non sei preoccupata neanche un po’?”     
Camilla fulminò Zayn con lo sguardo e iniziò a rincorrerlo per tutta la cucina.
Niall li guardava divertito appoggiato al tavolo della cucina e spostava lo sguardo da quei due a Lucia che andava avanti e dietro agitata.
Gli venne da ridere nel vederla così.
“Sembra di stare su una candid camera. Come abbiamo fatto a lasciare Giulia e Harry al bowling?”
Lucia lo fulminò con lo sguardo.
“Senti Niall non lo so. So solo che Giulia ha il cellulare staccato e Harry anche! È l’1 di notte e loro due sono di fuori chissà dove al freddo, al buio e senza una merda di auto!”
La rossa sentì gli occhi diventarle subito lucidi.
Non era mai stata così preoccupata in vita sua.
Due braccia possenti la avvolsero da dietro in abbraccio e il fiato de ragazzo era sul suo collo.
Sapeva di chi erano quelle braccia le avrebbe riconosciute ovunque.
“Sta tranquilla, c’è Harry con lei. Non le succederà niente”
La voce pacata di Liam risuonò nelle orecchie di Lucia che immediatamente si sentì più sollevata.
Era vero, Harry era con Giulia, non le sarebbe successo nulla.
Lucia si voltò e strinse Liam in un abbraccio.
“Se non ci fossi tu..” lo sussurrò, ma lui la sentì e prese ad accarezzarle i capelli.
Lucia non potè fare a meno di pensare che ragazzo d’oro fosse.
Col tempo aveva scoperto che Liam era dolce, sensibile, altruista ed estremamente carino.
Si era trovata bene fin dall’inizio con lui perché erano simili.
Ormai Lucia considerava Liam il suo migliore amico, la sua ‘lei’ in versione maschile.
“Ragazzi Andrea si è svegliata andiamo in salotto ad aspettare Harry e Giulia?”
Louis interruppe bruscamente l’intimo momento e Lucia e Liam si staccarono dall’abraccio velocemente.
Louis si grattò il capo un po’ imbarazzato e accennò un ‘scusatemi’ sottovoce.
“Ehm.. si, si arriviamo.”
Farfugliò Lucia diventando improvvisamente rossa e uscendo dalla cucina a volto basso.
Niall, che aveva seguito tutta la scena silenziosamente, la seguì.
Louis alzò un sopracciglio verso Liam, che gli fece un sorriso timido e diventò rosso.
L’amica a quella visione rise e gli si avvicinò dandogli qualche leggera gomitata fra le costole ammiccando.
Liam divertito si lasciò sfuggire uno ‘stupido’ e poi seguito da Louis uscì dalla cucina dirigendosi in salotto dove tutti aspettavano il ritorno di Harry e Giulia.
 
 
 
 
 
SHERBET, FUCK YOU.

Oggi ho aggiunto ‘Fuck You’ perché mi è tornato in mente il tweet di Louis contro quella Larry
Ahahahhahahahahahahahahahahhahahahahahhahahahahahhahahahahhahahahahahhahaha
Che mito ragazzi!
-Io non ho niente contro le Larry shippers, ci mancherebbe, non le odio, non le giudico, ecc ecc.-
Passiamo a noi.
Weee ciao pelle pimpe bum chica chica bum pettirosso e suoi compari! (?)
Sono io, AndreaRoar!
Con un nuovo, entusiasmante capitoloooo!
Ok, let’s start!
Allora, inizio col dire che chiedo perdono per aver pubblicato oggi ma ieri è stato un macello, e poi ormai mi conoscete, lo sapete che pubblico sempre quando cazzo mi pare.
Ììhìhìhìhìhìhhìhìhìhìhìhì che simpy.
ATTENZIONE ATTENZIONE: giovedì era il compleanno di Giuliet che è ufficialmente entrata nella fascia dei 15 anni!
Happy B-day Giuly! ^_^
Bene!
Poooi devo dirvi una cosa very sad. L
Penso che siano quasi finiti i capitoli che devo pubblicare io.. credo che ora tocca alla sfilza di capitoli di Giulia.. qvindi.. non so quando ci risentiremo D:
Altra cosa.. volevo avvisarvi che i titoli dei capitolo sono senza senso.
Scegliamo un frase dei capitoli e le mettiamo come titolo.
Bella merda è?
E pensare che questa idea ce l’ho avuta io.. ahahahahah!
Chiamasi COERENZA ragazze, coerenza.
Ma passiamo al capitolo vero e proprio..
Non c’è tanto da dire tranne Lucia e Leo che sono *w*
E che sono tutti un branco di coglioni che si sono dimenticati Giulia e Harry al bowling.
Sono ritardati non c’è che dire.
Prima di salutarvi ringrazio tutte voi che ci fate la cortesia di recensire o semplicemente leggere.
THANK YOU.
e ora..
OLAAAAAAAAAAAAAAAAAA!
P.s.: adoro Camilla e Andrea che litigano continuamente *-*
Pp.s.: il capitolo doveva essere più lungo doveva contenere anche un'altra parte che però ha Giulia e non mi ha mandato.. soooo.. prendetevela con lei :D                                                                                                   







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Capitolo 13
*** Peter Pan VS Mario Bros ***


Peter Pan VS Mario Bros


Erano ormai venti minuti che Harry e Giulia camminavano per le vie illuminate di Londra.
Non era mai calato il silenzio tra di loro, entrambi alimentavano la chiacchierata e alleggerivano la camminata con battute, ma se qualcuno si sarebbe fermato ad ascoltarli non avrebbe mai creduto che quei due fossero dei diciannovenni.
Appena avevano intrapreso quella passeggiata la ragazza era stata presa in giro per una causa che non poteva essere più futile. Infatti Harry aveva riso di gusto quando Giulia gli aveva detto di non aver mai giocato a Mario Bros, un gioco che per lui era fondamentale in una sana e gioiosa infanzia.
La tua non è stata infanzia senza uno dei pilastri fondamentali come Mario Bros!
Queste erano state le sue testuali parole che la ragazza aveva accompagnato con una lunga risata e ora, sempre rimanendo nello stesso campo semantico, la loro conversazione era arrivata a chiedersi come sarebbe stato se Peter Pan fosse diventato grande.
No. Non può diventare grande
Aveva insistito Giulia.
Secondo me ora invece poteva essere un magnifico diciannovenne riccio con gli occhi verdi e un corpo da favola” Aveva risposto pacatamente il ragazzo.
Giulia aveva subito sgranato gli occhi ed aveva colpito con un leggero pugno il braccio giustificandosi che l’aveva fatto a causa della sua modestia.
E poi Peter Pan è rosso!” Aveva protestato in seguito la ragazza e dopo circa altri venti minuti di trattative erano rimasti d’accordo che se Peter Pan fosse cresciuto sarebbe diventato un padre legato ai propri figli perché solo loro gli avrebbero potuto ricordare come si faceva ad essere bambini.
Harry aveva ceduto alla visione fiabesca di Giulia la quale non voleva affatto ascoltarlo quando le spiegava che a parer suo sarebbe divenuto un ragazzo con problemi mentali e che si sarebbe ucciso appena superata la soglia dei trent’anni.
Era ceduto di fronte alle strane mossa della ragazza che repentina si era tappata le orecchie, aveva chiuso gli occhi ed aveva cominciato a fare rumori con la bocca per non ascoltarlo.
E ci era riuscita.
Fin quando però un cane non aveva iniziato ad abbagliare facendo sobbalzare la ragazza e facendola finire avvinghiata tra le braccia di Harry.
Ehi ehi è solamente un cane
Giulia si era staccata dal ragazzo ma non appena il cane aveva ricominciato aveva affondato di nuovo il volto sul petto del riccio.
Tremava e lui le accarezzava i capelli per tranquillizzarla.
Il tremolio di Giulia si era poi placato e in guardia aveva alzato lo sguardo che si era scontrato con quello divertito e al tempo stesso preoccupato del ragazzo.
Non fiatare” Gli aveva ordinato e lo aveva preso sotto braccio per poi ricominciare a camminare verso casa sua che era ormai vicina.
Harry però non riusciva a smettere di ridacchiare ripensando alla buffa reazione della ragazza.
Ti avevo chiesto di non fiatare
Ma non sto parlando
Si ma stai ridendo
O si questo è vero..
Giulia gli aveva lanciato uno sguardo assassino e il ragazzo si era coperto la bocca con una mano ed aveva accelerato il passo per sfuggire alla ragazza.
Avevano iniziato a rincorrersi.
Correvano a destra, a sinistra e finirono al centro della strada beccandosi le ingiurie dei pochi automobilisti che passavano di lì ed erano costretti a frenare bruscamente per non investirli.
Con il respiro affannato erano arrivati davanti casa della ragazza.
Ora tu come torni a casa?” Chiese lei, Harry non rispose e alzò le spalle così Giulia aprì la porta e lo fece accomodare in salotto.
Ti porto un bicchiere d’acqua, nonnino, altrimenti mi muori qui!
Il ragazzo le fece una linguaccia e lei si incamminò verso la cucina.
Aperta la porta ben sette paia di occhi la fissarono in un misto di preoccupazione e divertimento.
Lucia le si buttò addosso e Camilla gridò.
Ma dov’eri ci siamo preoccupati moltissimo” La mora non riuscì a rispondere per via della forte stretta della ragazza che prontamente la lasciò.
Pensavo mi volessi soffocare… comunque non è colpa mia se qualcuno..” Lanciò un’occhiata carica di odio a Louis e Liam “Ci ha lasciato a piedi davanti l’entrata del bowling!”
Si ma voi avevate anche il cellulare staccato!”
Giulia aveva tirato fuori dalla tasca il suo telefono e solo allora si era accorta che era spento.
Oh è vero..”
Visto! Si vede che non avevate molto bisogno di noi!
Nella cucina risuonò la risata di tutti e Harry, scosso da quel trambusto, si era precipitato nella stanza a appena li aveva visti li aveva mandati a quel paese alzando anche entrambe le braccia.
Erano rimasti seduti intorno al tavolo a parlare fra di loro e a mettersi d’accordo sulla prossima uscita di gruppo nonostante la tarda ora ma dopo un po’ i ragazzi se n’erano andati lasciando le quattro da sole che si erano sistemate sul divano a guardare un film coperte da un’unica grande coperta.
Allora com’è andata con il riccio?
Le aveva chiesto Lucia dandole una piccola gomitata e Giulia di rimando, pungente, le aveva risposto.
Oh beh in confronto a come p andata a te la mia è stata una passeggiata, letteralmente
La ragazza era diventata tono su tono con i propri capelli ed era subito ammutolita.
Ahahah ci sei rimasta sotto
Aveva detto tra le risate Andrea ma immediatamente anche a lei era stata chiusa la bocca.
Si come tu eri rimasta sotto Louis
Ma come un circolo anche Lucia da ‘oppressa’ era diventata ‘oppressore’ ed aveva risposto di tutto punto a Camilla.
Tu sicuramente sei l’ultima a poter parlare ci è mancato così tanto per baciarvi
Aveva mimato i pochi centimetri con la mano e poi tutte e quattro erano rimaste in silenzio, rotto poco dopo dalle loro sonore risate.
Siamo messe così male?” Aveva chiesto Giulia ancora scossa dagli spasmi delle risa e le altre tre, guardandola negli occhi avevano affermato all’unisono.
Si!” Ma poi erano tornate a guardare la TV fino a quando, stanche, non si erano addormentate.
Tutte su quel divano.
Tutte abbracciate sotto quella calda coperta.


Good morning everyone!
First let me introduce.... Ciao pelle pimpe io sono Giulia, quella sfigata a cui è permesso di aggiornare solo una volta ogni morte di Papa (ogni riferimento a fatti e/o persone è puramente casuale ;D)
Mi piace l'azzuro (a proposito vi piace il colore che ho scelto, non vi ricorda un po' gli occhi di Nialler?!? xD), sono una nana cicciona, sono mora con gli occhi marroni cacca – come dice mio fratello – e ho un'amica stupida... beh no ce n'ho tre di amiche stupide.
Sapete solo oggi due di loro mi hanno detto che avevamo fatto il regalo di Natale alla terza e che dovevo portare quattro euro, ma sinceramente il regalo era proprio di merda xD
Ma va buò a voi non credo vi freghi qualcosa...
Avete visto i Maya ci hanno trollato alla grande.
Un po' mi dispiace! Io avevo un'idea tutta mia di come poteva finire il mondo e secondo me sarebbero sopravvissuti solo quelli più bassi di un metro e sessanta.
Come si dice in questi casi: POTERE AI PICCOLIIIIIIIII, TURUTUTUTUTU! xD
Questo è uno dei capitoli che ho scritto io, spero che almeno un pochino – mi basta anche poco poco – vi piaccia perché so che non è un granché.
Riguardo all'angolo autrice dovete aiutarmi, per favore, perché anche io vorrei dargli un nome però il mio caro H. non dice mai niente di esilarante e, se lo dice, ci mette un'eternità soooo avevo pensato a - FLY! - sapete no? Quando dice che vuole saper volare e si butta a faccia avanti.
Ditemi cosa ne pensate.... e beh fatemi anche qualche proposta!
Ora amichette mie vi saluto ma prima volgio dirvi grazie.
Grazie a chi recensisce.
Grazie a chi ci ha messo tra le preferite/ricordate/seguite.
Grazie a che ci sopporta.
Eeeeeeeee BUON NATALE!
La vostra nana malefica Giulia (andate a vedere 'I 2 soliti idioti' e,mi raccomando, non scambiate il padre di Gianluca per Babbo Natale ;D) P.S. Andrea mi ha detto di dirvi che non ha niente contro le Larry Shippers solamente gli aveva fatto ridere un post du faccialibro che parlava del Fuck You di Louis quindi don't you worry child! Non ce l'ha con voi! :D
 

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Capitolo 14
*** La mia mamma mi ha detto un segreto ***


La mia mamma mi ha detto un segreto



La mattina seguente la prima a svegliarsi era stata Lucia a causa del suono ripetitivo della suoneria del suo cellulare. Aveva tastato il piccolo tavolino dove si ricordava di averlo lasciato, sbrigandosi per non svegliare le altre che avevano cominciato a mugugnare qualcosa di incomprensibile.
Aveva illuminato lo schermo coprendosi con una mano gli occhi per non rischiare di rimanere accecata da tutta quella luce.
Era un messaggio.
Lo aveva aperto e aveva lasciato scorrere gli occhi sulle poche righe.
‘Ehi fra circa mezz’ora passiamo a prendervi quindi fatevi trovare pronte.
Per te ho una sorpresa. Liam.’

Aveva sollevato gli occhi sull’orologio e ancora in uno stato di trans aveva svegliato le altre dirigendosi poi in bagno per svegliarsi sotto il getto d’acqua fredda della doccia.
In mezz’ora le ragazze si erano preparate ed ora, un po’ più sveglie di prima, li stavano aspettando chi facendo una cosa che facendone un’altra senza però riuscire a rimanere ferme.
Poco dopo i ragazzi erano arrivati e avevano deciso di non prendere affatto le auto e andare a fare una passeggiata al parco per poi raggiungere a piedi anche il ristorante.
Stavano ormai camminando da un po’ quando Lucia si era avvicinata a Liam ricordandosi del messaggio che le aveva mandato.
Allora qual è la sorpresa?
Gli aveva chiesto guardandolo curiosa. Lui si era dato un’occhiata intorno e poi l’aveva presa per un polso e aveva cominciato a camminare velocemente nella direzione opposta a quella presa dagli altri.
Erano arrivati in un piccolo parco e solamente lì Liam aveva rallentato il passo e aveva lasciato la presa sul polso della ragazza facendo scivolare la mano nella sua e intrecciandole insieme.
Lucia era subito arrossita un poco ed era rimasta in silenzio aspettando una spiegazione dal ragazzo.
Liam aveva sorriso poi aveva dato alla ragazza quello che voleva.
Non avevo voglia di ascoltarli anche oggi. Volevo stare da solo con te
Lucia aveva ricambiato il sorriso ma non sapendo cosa dire non aveva parlato di nuovo aspettando ancora una volta che fosse lui a fare la prima mossa.
Allora.. stamattina ti ho svegliato?
Si ma non ti preoccupare se non l’avessi fatto tu non ci saremmo mai preparate in tempo
Lucia rise.
Ormai ci conosciamo da due mesi – l’aveva interrotta lui – ma non mi hai mai parlato di te
Che cosa dovrei dirti?” Aveva chiesto la rossa.
Non lo so, tu parla” Le aveva risposto lui e lei aveva abbassato la testa ma Liam con due dita le aveva rialzato il volto.
Avanti non ti mangio mica” E l’aveva spinta a parlare.
Aveva iniziato a raccontare dell’università, gli aveva spiegato che sognava di diventare un’ attrice, ma che comunque la strada da fare era tanta e tutta in salita e lui con un luccichio negli occhi le aveva chiesto di impersonare una parte.
Lei lo aveva accontentato ma appena aveva iniziato si era sentita gli occhi del ragazzo addosso.
Non stava guardando davanti a lui come aveva fatto fino ad ora.
Stava guardando lei.
Immediatamente si bloccò e si portò le mani alla faccia.
Che c’è? Ho la faccia sporca?
A Liam era sfuggita una piccola risata, si era avvicinato ed aveva spostato le mani della ragazza.
Si era abbassato alla sua altezza ed era rimasto con il volto vicino a quello della ragazza.
Troppo vicino.
No, non sei sporca, sei solo bellissima
Aveva soffiato Liam mentre con gli occhi cercava anche una sola piccola esitazione nella ragazza.
Ma non ce n’erano.
Allora si era avvicinato ancora di più fino a far sfiorare i loro nasi.
Fino a far sfiorare le loro labbra.
Un lieve tocco c’era stato tra i due.
Un bacio.
Lucia, fino a quel momento catturata dagli occhi del ragazzo, si era come risvegliata da un sogno.
Un bellissimo sogno.
Si era tirata indietro di scatto e altrettanto velocemente aveva iniziato a camminare retroso.
Si stava allontanando da Liam.
Si stava allontanando dalle emozioni che in quel momento l’avevano travolta.
Era tornata a casa e, chiusa la porta, si era lasciata scivolare su di essa, finendo a terra con il volto affondato tra le gambe.

Ehi ma dov’è Lucia?
Aveva chiesto Giulia nello stesso momento in cui anche Harry si era accorto dell’assenza di Liam.
Guardandosi compiaciuti avevano intuito che i due fossero insieme e si erano offerti volontari per andarli a cercare.
Avevano cambiato strada e si erano ritrovati poco dopo in un parco.
Io e te abbiamo ancora un appuntamento in sospeso
Aveva detto pacatamente Harry e Giulia aveva sorriso, spingendolo imbarazzata.
Beh ora siamo soli
Aveva aggiunto poi la ragazza e lui con fare trionfante le aveva offerto il braccio a mo’ di cavaliere.
Che cavaliere che sei!
Aveva infatti affermato la mora e il riccio prontamente aveva risposto.
Solamente con la mia principessa preferita
Giulia aveva riso e insieme avevano continuato a camminare. Si erano ritrovati in poco tempo in mezzo ad un gruppetto di bambini che li avevano invitati a giocare con loro e i due – naturalmente – avevano accettato. Harry si era poi allontanato da Giulia ed aveva sussurrato qualcosa all’orecchio di un bambino. Il bambino si era chinato a raccogliere un piccolo fiorellino. Una margherita. Aveva poi afferrato la mano di Harry e insieme si erano parati di fronte a lei. Giulia guardando Harry si era inginocchiata all’altezza del bambino che le aveva porto il piccolo regalo e, dopo averlo abbracciato e baciato, il piccolo era scappato pulendosi la guancia dove la mora aveva schioccato il sonoro bacio. Lei si era sollevata e si era trovata di fronte il sorriso di Harry.
Credo che per questo debba ringraziare te!
Il sorriso del ragazzo si era allargato ancora di più e Giulia aveva buttato le braccia al suo collo, stringendolo in un abbraccio e baciando anche lui.
Che da fuori poteva sembrare un uomo ma dentro non era altro che un bambino.
Aveva sollevato gli occhi dalla spalla di Harry e solo in quel momento si era accorta di Liam.
Seduto da solo su una panchina.
Con lo sguardo rivolto verso il vuoto.
Guidata dal suo sesto senso aveva capito la situazione e aveva indicato il ragazzo a Harry.
Harry credo che oggi il nostro appuntamento si fermerà qui
Aveva detto al ragazzo e senza una spiegazione precisa lo aveva lasciato lì, da solo.
O meglio, con Liam.
Harry lo aveva fissato per un po’ prima di avvicinarsi alla panchina e sedersi vicino all’amico.
Ciao
Ciao
La risposta di Liam era stata svogliata e priva di vita e Harry si era ritrovato a pensare che qualcosa era andato storto.
Ne vuoi parlare?
Non lo so
La voglia di vivere di quel ragazzo sembrava essere scesa sotto le scarpe così il riccio aveva deciso di rimanere in silenzio e poco dopo Liam aveva ricominciato a parlare
Non credevo facesse così male
Harry non aveva parlato e l’altro ragazzo aveva continuato.
Insomma, quando è scappata ha come lasciato un vuoto, è come se si è presa una parte di me e l’ha portata con sé. Non so se è amore, ma sicuramente è un sentimento forte. Molto forte.
A quel punto il riccio lo aveva fermato.
Pensi davvero queste cose?
Si” Era stata la risposta seguita da un’altra domanda.
A lei l’hai detto?
Liam sbrigativo aveva risposto con un ‘Lei lo sa’ ed Harry era scoppiato a ridere.
Sai Liam, ora ti svelerò un segreto che mi ha detto la mia mamma
Aveva lanciato un’occhiata fugace all’amico e poi aveva continuato.
Le donne amano le parole. Digliele tutte. Digliele in un’altra lingua. Cercale sul dizionario. Impara a cantarle se vuoi oppure scrivile se proprio non riesci a dirle. Ripetigliele all’infinito, fino a farla stancare, ogni giorno. Fai quello che ti pare basta che non dai nulla per scontato”.
Liam, dopo aver ascoltato quelle parole, aveva sorriso e poi era andato via anche lui.
Lasciando Harry stavolta da solo che sconsolato era tornato dagli altri.

Giulia era arrivata davanti casa sua.
Sapeva che Lucia fosse lì dentro.
Aveva preso le chiavi e aveva aperto la porta trovando l’amica rannicchiata proprio davanti al portone, si era abbassata anche lei e l’aveva abbracciata.
La rossa l’aveva stretta ancora di più, non stava piangendo, aveva solo bisogno di qualcuno che le stesse vicino.
Ti va di raccontarmi cosa è successo?
Aveva rotto il silenzio la mora, Lucia aveva annuito sicura e allora Giulia si era alzata.
Okay tu vatti a mettere seduta sul divano, io vado a preparare il tè
Lucia aveva fatto di sì con la testa un’altra volta e quando la mora si era allontanata lei si era alzata per raggiungere il salotto. Poco dopo Giulia era tornata, aveva passato la tazza bollente a Lucia e si era seduta accanto a lei aspettando che fosse lei a cominciare a parlare.
Mi ha baciato
Giulia era rimasta un momento interdetta con la tazza ancora posata sulle labbra.
Non si era mossa.
Non aveva parlato.
Eravamo al parco, lui mi ha baciato e io sono scappata
Perché?
La rossa aveva sorriso malinconica.
Non lo so. Quando si avvicinava credevo di volerlo anch’io ma dopo – si era fermata un poco per trovare le parole – ho avuto come paura. Insomma ho provato uno strano sentimento che non avevo mai provato e la mossa più giusta mi è sembrata quella di scappare. Non voglio sbagliare un’altra volta
Giulia aveva poggiato la testa sulla spalla di Lucia.
Perché hai così tanta paura di rimetterti in gioco? Prova a sperimentare. Non aver paura del passato. Finché ti nascondi non potrai mai scoprire quello che potrebbe accadere. Certo mettersi in gioco non significa sempre ottenere ciò che vuoi. E’ rischioso, ma se non provi resterai lì a rincorrere un miraggio, un sogno. Cogli l’occasione Lucia
La rossa non aveva risposto e pensierosa era rimasta a fissare il pavimento davanti a lei.
Va beh ora non ci pensare, vatti a cambiare. Io chiamo Andrea per andare al centro commerciale”
Ma di scatto Lucia si era alzata dal divano ed era uscita di casa.
Diretta non si sa dove.




CUPCAAAAAAAAAAKE!
Ehm... si... ecco io... ok, questo è il nuovo capitolo che naturalmente ho messo in ritardo, ma dovete compatirmi un momento per questi semplici e veloci punti:
1. Andrea è a Londra e mi ha lasciato qui
2. Sono appena tornata da una soggiorno di tre giorni in montagna che mi ha stressato la vita come pochi
Il capitolo è lunghetto, o almeno credo, e quindi spero che un pochettino mi scuserete xD
Beh, comincia a succedere qualcosa, no? Finalmente.
Liam e Lucia nella nostra storia credo che siano la coppia più dolciosa... mi ci sono impegnata un botto per 'sta schifezza, pff!
Va bè.
Se vi chiedete il perché del cupcake è perché sotto questo periodo ho mangiato talmente tanti dolci che sono arrivata al peso forma di Rasputia – If you know what I mean – e avevo in testa un tortino mentre scrivevo e poi il mio cervello ha fatto un collegamento con la faccia di Styles e... perché no?
Ieri era il compleanno di Andrea, sapete?
E' da circa un mese che prepariamo il suo regalo di compleanno e ci organizziamo per fargli uno scherzo... ma sai che vi dico ve lo racconterà lei sabato prossimo! ;D
Io vi anticipo solamente che è stato un casino!
Ma ora basta, non vi voglio rompere ancora un minuto di più, torno a dormire e naturalmente lo faccio sperando che il capitolo vi piaccia :D
Lasciateci una piccola recensione e, visto che mi va di farmi un po' gli affari vostri, che ne dite di raccontarmi cosa fate a Capodanno?
Io niente, starò tutto il tempo a invidiare la bionda che lo farà in piazza a Londra u.u
Ora mi dileguo, con tanto looooove.
Giuliaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa.



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Capitolo 15
*** Si - No ***


 
Si – No
 
 
‘Ma dove sei? Non dobbiamo andare in centro? Ti stiamo aspettando a casa.
                                                                                        Andrea.’
Lucia guardò il messaggio sul suo cellulare ma decise di non rispondere, anzi, lo spense e se lo mise in tasca.
Aveva il fiatone, i jeans le scendevano ed era accaldata ma in quel momento non le importava; doveva correre, correre e raggiungerlo il prima possibile.
Aveva aspettato fin troppo.
In questo momento nel suo volto padroneggiava un sorrisino ebete e nella sua mente lampeggiava solo una parola, o meglio, un nome.
Le sua gambe sembravano muoversi meccanicamente, era in estasi. Lo sentiva.
Sprizzava energia da tutti i pori.
Ormai la separavano dalla sua casa solamente cinquanta metri.
Svoltò l’angolo.
Un tonfo.
La ragazza si ritrovò improvvisamente a terra.
Si portò una mano sul capo un poco dolorante, le labbra schiuse appena in un sorriso padroneggiavano ancora in lei.
Arrossì appena.
Ma prima di poter riprendere la sua corsa sfrenata qualcuno la chiamò
Lucia?
La ragazza portò lo sguardo a terra, scontrandolo con quello del ragazzo con il quale aveva sbattuto.
Sbarrò immediatamente gli occhi per la sorpresa.
L-Liam?”
Immediatamente le sue gambe diventarono gelatina e la sua faccia più rossa di un pomodoro.
Si morse il labbro imbarazzata e allungò una mano a Liam per farlo rialzare.
Il ragazzo strinse la mano della ragazza continuando a guardarla in quelle iridi celesti che si ritrovava negli occhi e piano piano si alzò, ma prima di poterci riuscire definitivamente sentì una fitta alla caviglia che lo fece ricadere di nuovo a terra.
Guardò la sua mano avvinghiata a quella della rossa che era ancora saldamente attorcigliata alla sua e rise dopo essersi reso conto di aver così trascinato la ragazza addosso a lui.
La rossa sciolse immediatamente la stretta di mani e portò i palmi sulle spalle di Liam poiché per la troppo vicinanza dei volti le era parso per un momento di non respirare.
Liam sfoggiò quello che a Lucia parve il sorriso più bello e dolce del mondo e le lasciò una carezza con il dorso della mano sulla guancia destra che immediatamente prese fuoco.
Se ne stettero, così, in silenzio uno sopra l’altro a terra, a scrutarsi occhi negli occhi per un paio di minuti fino a che Lucia non si decise a parlare.
T-ti fa male la caviglia?
Un pochino, ma non è niente” e così dicendo prese a disegnare il contorno delle labbra rosse della ragazza.
Lucia si sentì subito avvampare e in preda all’agitazione prese a parlare senza controllo
Beh dovresti farla vedere a qualcuno. È molto grave se ti fa male la caviglia, io andrei da un dottore seduta stante, si rischiano grandi cose, ad esempio io conosco una ragazza che si è presa la polmonite proprio per questo motivo, si era fatta male alla caviglia e-"
Liam azzittì la rossa spostando l’indice sopra le labbra della ragazza.
La guardò divertito.
Non prenderò la polmonite per colpa di un dolorino alla caviglia, sta’ tranquilla.”
Lucia aprì un poco le labbra per la sorpresa.
Davvero le era uscita di bocca un’idiozia simile?
Ed adesso Liam che cosa pensava di lei?
Che era matta, una cannata che era dell’idea che la polmonite venisse per colpa di una lieve storta.
Improvvisamente sentì la voglia sovraumana di prendersi a sberle.
Si allontanò un poco dall’indice di Liam ma prima che potesse prendere lo slancio per schiaffeggiarsi qualcosa di caldo si posò sulle sue labbra.
Un miriade di brividi le scossero la schiena e la pancia incominciò a fare male.
Anche respirare sembrava tutto a un tratto diventare difficile.
Chiuse gli occhi di scatto pronta ad assaporare il sapore di quelle labbra.
Improvvisamente si sentì meglio, più leggera.
Una sensazione di benessere s’impossessò di lei.
Capì di non volere nient’altro che quello, quel bacio, lì per terra, come due barboni.
Il rumore delle macchine che sfrecciavano sulla strada, i pianti de bambini e i tacchi veloci delle signore si attutirono quasi magicamente.
Si concentrò su quelle labbra gustandole, sul respiro di Liam che suonava come un poco affannato, sui suoi capelli che aveva preso a toccare e stringere, sul buon profumo che emanava quel ragazzo che le inebriava le narici e su quei colori, quei fuochi d’artificio che anche a occhi chiusi vedeva di fronte a sé.
Tutti i suoi cinque sensi erano interamente occupati da Liam e da quel bacio.
Sentì delle braccia possenti stringerla da dietro la schiena come a non voler lasciarla fuggire lei, allora, mise la sue pallide mani sulle guance del ragazzo attirandolo ancora di più a sé.
Liam a quel contatto le morse il labbro inferiore e la sentì sorridere.
Si staccarono di malavoglia solo per riprendere fiato e poi si rifondarono uno sulle labbra dell’altro bramosi di quel bacio che da tanto desideravano.
Improvvisamente Lucia si staccò dalle labbra di Liam, quasi bruscamente.
Sentiva di dover dire qualcosa, non poteva più rimandare. Non avrebbe mai voluto interrompere quel bacio ma doveva agire e parlare.
Prese fiato, chiuse gli occhi e vomitò tutte le parole che le venivano in mente.
Ok, basta, non ce la faccio più. Io devo dirti una cosa, una cosa molto importante e spero che le parole che userò saranno quelle giuste. Tu mi hai fatto qualcosa, qualcosa che mi ha fatto andare via di testa. I tuo modi di fare così carini mi hanno affascinata fin da quando ci siamo conosciuti, tu sei stato dolce, gentile, sensibile come me e questo è stato fantastico. Poi la tua risata. Può sembrarti stupido, ma se pensavo al suono della tua risata mi addormentavo tranquilla, come fosse la mia ninna nanna. E poi i tuoi abbracci. Come è possibile che mi senta protetta, sicura, a casa, solo quando sono fra le tue braccia? È assurdo ma è così. Sentivo che avevo bisogno di te per star bene. Ma non ho mai pensato fosse amore. Si, amore. Perché io non sono semplicemente attratta da te altrimenti non si spiegherebbero le farfalle nello stomaco, i brividi che spuntano sulla mia schiena appena mi sfiori, il rossore delle guance. Già sono convinta, questa non è semplice attrazione ma è molto di più. Questo è amore.”
Solo a questo punto la rossa si concesse di aprire gli occhi e puntare le sue iridi verdi su quelle scure di Liam.
Gli sorrise contenta e consapevole di aver detto solamente la verità.
Liam rispose al sorriso e appoggiò la sua fronte contro quella della ragazza.
Stavo venendo da te quando ci siamo scontrati. Dovevo darti questo – e così dicendo tirò fuori dalla tasca de pantaloni un fogliettino spiegazzato – sai, - continuò – i bambini rendono tutte le cose più facili. Persino l’amore, che è il sentimento più forte che esista al mondo. I bambini sono semplici ed io voglio fare come loro.”
Liam diede in mano a Lucia il fogliettino spiegazzato.
La ragazza curiosa lo aprì mantenendo sempre il contatto tra le fronti.
C’era scritta una domanda su quel foglio e la rossa non potè evitare di lasciarsi andare a una risatina quando vide la scrittura un po’ disordinata che somigliava quasi a quella di un bambino.
Lesse la domanda, piano, analizzando parola per parola.
Stava sognando?
Per sicurezza sbattè le palpebre ma il foglietto era ancora lì.
‘Vorresti essere la mia ragazza?
Si – No’
Istintivamente sorrise.
Ho bisogno di una matita per fare la croce sulla risposta” disse guardando Liam.
Lui si tastò le tasche dei pantaloni visibilmente testo
Mi spiace non ce l’ho
Lucia storse un poco la bocca e si girò interrompendo il contatto delle fronti e dando le spalle a Liam.
Piegò per bene il foglietto a metà e poi lo strappò in modo da lasciare da una parte il 'si' dall'altra il 'no'
Accartocciò nelle mani una metà buttandola in strada mentre l’altra la piegò delicatamente voltandosi e consegnandola a Liam.
Il ragazzo prima di aprire quel foglietto fece un respiro profondo poi lesse.
Lucia abbassò lo sguardo a terra immediatamente sentendosi andare a fuoco.
Aveva paura di incrociare lo sguardo del ragazzo.
Due dita si insinuarono sotto il mento di lei che fu costretta ad alzare gli occhi.
Deglutì rumorosamente.
Liam le sorrise dolcemente e poi la abbracciò.
L’orecchio di Lucia andò a scontrarsi con il petto del ragazzo e sentì il suo cuore battere frenetico.
Sorrise, e si portò una mano sul suo petto per poi accorgersi che le pulsazioni erano quasi sincronizzate.
Liam le stava lasciando tanti piccoli baci tra i capelli mentre lei si lasciava cullare dalla melodia dei suoi battiti.
Tutta la timidezza, l’insicurezza, la vergogna dell’istante prima scomparirono.
Lucia alzò il capo e lasciò un bacio umido sul collo del ragazzo, precisamente sulla voglia, prima di prenderlo per le guance e far ricombaciare le loro labbra in un bacio carico d’amore.
 
 
 
 
SHERBEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEET!
Sii ragazzeeeeee è tornato lo sherbet e sono tornata io la vostra Andreaaa with loooove!
Mi siete mancate picciooootteeeeeee! <3
Sono stata a Londra *-* meraviglia delle meraviglie, ma non starò a raccontarvi, piuttosto vi dico della bella sorpresa che mi sono ritrovata la sera in cui sono tornata a casina casetta.
TAKE ME HOME con sul davanti il mio amatissimo the Tommo Tomlinson e un messaggio completamente in inglese dove tre mie amiche –tra le quali anche Giulia- si sono finte Louis che scrive ad Harry.
MA A VOI NON INTERESSAVA VEROOOOOOOOOOOOOOOO?! lol
Allora vi dirò un’altra cosa.
Ho deciso di cambiare nome!
Andrea non mi piace.
Ah, per chi non lo sapesse Andrea non è il mio vero nome.
Io in realtà mi chiamo janhdfwdubewun :D
Andrea è un ‘nome in codice’ che uso solo qui su efp ma, siccome Andrea è anche il nome della protagonista della long, ho deciso di cambiarlo.
Qvindi da oggi in poi per voi sarò *rulloditamburi* PIKE!
Si pronuncia pike o paik o Asdrubale, come volete, lol.
So che è una merda di nome ma è corto e conciso e nella sua merdosità mi piace! ^_^
AI LOV IUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!
And ai lov Lucia e Liam *-*
Sono la coppia più saggia e perfetta del mondo, e io li adoro.
Peccato che il nostro Liam –sonofigo- Payne non conoscerà mai una Lucia Nonmiricordochecognomeleabbiamodato dai capelli rossi e gli occhi celesti! :D
Lui è troppo impegnato a farsela con la Peazer dalle mille x.
xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx.
Ragazze, stavo gasatissima per sto capitolo e guardate a che ora l’ho pubblicato, d’oh.
Ora ascoltatemi.
Vi faccio le condoglianze per un felice rientro a quella fottutissima cazzo merda di scuola.
Me ne vado felice e contenta perché ho appena finito di vedere un film su Italia uno che avevo già visto, e mi vado a mangiare un altro po’ di brownies che ho fatto oggi con my sister.
Se non sapete cosa sono i brownies, non sapete cosa è il dolce cioccolatoso più meraviglioso del mondo.
Vi saluto con affetto, amore, gioia, infinita, mariarosa, teresina e jennifer.
Tiriamo tutte un bacio al ragazzo castano dagli occhi azzurri più magnifico che ci sia: SMAK LOU!
CIAOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!
No, non me ne sono andata. Sono le 12.11 di questa domenica d'Epifania e io sono tornata. Il fatto è che ieri precisamente alle 00.58 ho riletto il capitolo. Si, perchè io il capitolo non lo rileggo subito dopo averlo pubblicato, bensì dopo avermi fatto la doccia, essermi presa un caffè, essere andata a Londra ed essere tornata, aver suonato il piano, aver dato da mangiare al gatto che non ho, essermi fatta una piscina in camera da letto ed aver preso 10 in matematica -cosa ASSOLUTAMENTE IMPOSSIBILE, chiedetelo a Giulia- E qvindi dopo aver finito di leggere la mia faccia era tipo: sconvolta, incazzata, disperata, sbalordita, sbigottita, incredula e chi più ne ha più ne metta. Ciò che mi è venuto in mente è stato: "ma che cazzo ho scritto?!" qvindi con un po' di calma e pazienza stamatinna ho aggiustato il capitolo rendendolo leggermente più decente. mi sembrava giusto farvelo sapere solo per confermare la vostra teoria: si, sono una cogliona. CHIEDO PERDONO PER I MIEI SHERBET CHILOMETRICI! DOVETE ATTAPPARMI STA CAVOLO DI BOCCACCIA UNA VOLTA PER TUTTE -che poi non sto neanche parlando ma scrivendo, ma vabbè- ultima cosa. Questi due OMG non li ho messo perchè sono una sclerata bensì perchè c'erano due magnifiche foto che, però, da quanto vedo non si vedono! pace e bene.  

OMG.
 

 
Doppio OMG.
OMG OMG.
 

 
                                                                        

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Capitolo 16
*** Telefono azzurro ***


 
Telefono azzurro


Andrea si svegliò quella mattina con il rumore del campanello che suonava insistente.
Mugugnò qualcosa e infilò la testa sotto il cuscino per cercare di attutire quel rumore assordante.
“Lucia va’ tu!” urlò sperando che l’amica la sentisse dalla stanza accanto.
Un’altra volta il campanello.
Si alzò sbuffando dal letto e prese il cellulare per controllare l’ora.
Le 8.30.
Chi diavolo era lo psicopatico che veniva a disturbare in casa alla 8.30 di domenica mattina?
Si sciolse i capelli legati in una disordinata coda e gli diede giusto una spazzolata per poi bagnarsi la faccia.
Quando uscì dalla sua camera vide Camilla e Giulia dirigersi in cucina senza badare minimamente al campanello che per l’ennesima volta suonava odiosamente.
Si diresse verso la porta scendendo le scale con una lentezza quasi snervante e sentì Lucia dietro di lei seguirla.
Aprì.
“Chi è?” chiese sbadigliando.
Non fece in tempo a realizzare chi fosse lo psicopatico che quest’ ultimo schizzò. Dentro casa delle ragazze superandola senza degnarla di una sguardo e lasciandola imbambolata lì sulla porta.
Andrea si voltò mezza stordita e quando vide la scena che le si presentò avanti sbarrò gli occhi per la sorpresa.
“Ma che cavolo..?!”
Lasciò la frase incompiuta quando vide Liam avvicinarsi più di quanto già fosse a Lucia e quest’ultima non muoversi di un centrimetro.
La bionda spalancò un poco la bocca e sentì l’istinto di chiamare Giulia, o il telefono azzurro, qualcuno che potesse salvare Lucia da quella situazione.
Era chiaro che Liam voleva baciarla e perché la rossa non si ribellava a quel porco maniaco?
Che aspettava a passargli un ceffone in pieno volto?
Perché continuava a sorridere come un’ebete rincoglionito e non se lo scollava da dosso?
Insomma, quelle erano cose da fidanzati!
Andrea vide pian piano la distanza fra le labbra dei due scomparire e contemporaneamente Camilla e Giulia uscirono dalla cucina.
Le fissò aspettandosi una reazione uguale alla sua se non peggio, invece queste si appoggiarono al muro e Giulia posò il suo capo sulla spalla dell’amica.
Andrea giurò di vedere dei cuoricini negli occhi della mora mentre guardava Lucia e Liam continuare indisturbati la propria opera.
“Penso che qualcuno debba darmi delle spiegazioni!”
Sbottò infine attirando l’attenzione delle sue amiche e di Lucia e Liam che si staccarono violentemente.
Peggio delle sanguisughe.
“Camilla, Giulia, perché non andate in cucina e spiegate tutto con calma ad Andrea?”
Intervenne Lucia guardando intimidatoria le amiche e facendo loro segno di andarsene con la mano.
Camilla e Giulia si guardarono complici.
Non risposero, annuirono semplicemente e presero Andrea sotto braccio portandola in cucina e chiudendosi la porta alle spalle.
“Stanno insieme” affermò semplicemente Camilla scrollando le spalle.
“Da ieri” aggiunse la mora.
“Perché io non sapevo niente?” chiese Andrea un tantino risentita.
“Beh, in realtà non lo sapevamo neanche noi. Cioè, immaginavamo che ieri Lucia fosse andata da Liam, ma non eravamo sicure”
“Ora però ne siamo certe” concluse Giulia con un gran sorrisone.
Andrea storse il naso, si avvicinò alla porta socchiudendola e guardò i due piccioncini da quel piccolo spiraglio.
Si beccò una pacca sul sedere da parte di Camilla.
“Smettila di spiarli!”
La bionda la ignorò e continuò a guardare.
Che carini si trovò a pensare.
Liam la stringeva in un abbraccio lasciandole un bacio tra i capelli poi la guardava dritta negli occhi e si abbassava per lasciarle un bacio a fior di labbra.
Lei si passava una mano sulla pancia stringendo la maglietta quando lui la baciava.
Forse per l’agitazione.
Andrea era così presa da quei due che non si accorse di Giulia e Camilla che le si avvicinavano pericolosamente e spingendola la facero cadere a faccia avanti, in salotto, sotto gli occhi sorpresi di Liam e Lucia.
“S-scusatemi” sussurrò la bionda diventando immediatamente viola in volto mentre Giulia e Camilla se la ridevano.
Liam sciolse l’abbraccio da Lucia e aiutò Andrea a rialzarsi da terra.
“Ragazze dato che ora siamo tutti qui volevo dirvi se volevate aiutarci ad organizzare la festa a sorpresa per Louis”
“Compie gli anni?” chiese sorpresa Lucia.
“Si, tra un mese preciso, alla vigilia. Allora siete dei nostri?”
“Volentieri” rispose Giulia sorridente.
“Perfetto, allora venite alle 5 da Harry stasera. Louis non c’è, va in piscina.”
“Certo ci vediamo lì.”
Liam annuì sorridente e fece per andarsene, poi si fermò.
“Ciao ragazze. Ehm.. Lucia” si grattò il capo imbarazzato dalla presenza delle altre che capirono di essere di troppo.
“Io vado al bagno, Giulia vieni con me?”
“Io vado a dare da mangiare ai pesci che non abbiamo!”
“Si, io vado in bagno con Camilla!”
E schizzarono tutte e tre via, chi per le scale, chi in cucina, lasciando i due di nuovo soli, che ridevano divertiti da quella scena.
“Allora.. – attaccò Liam - ci vediamo stasera.”
“Certo” rispose la rossa guardandolo sorridente.
Era così bello, anche quando era imbarazzato.
Liam le sorrise e si avvicinò timidamente per lasciarle un bacio sulla guancia.
Prima che potesse riuscirci, però, Lucia gli prese il volto tra le mani e fece scontrare le loro labbra di nuovo.
Anche se ogni volta pareva ad entrambi la prima.
 
 
 
 

SHERBET!  
E direi che all’ultima frase di questo capitolo potremmo aggiungere cit Philadelphia.
‘Ogni volta è come la prima’.
Vabbè..
CIAOOOOOOOOOOOO!
Ho aggiornato di domenica – maddaiiiii - e chiedo scusa per questo.
 MA QUANTO è STRAMAGNIFICO KISS YOU?!
Cacchio mi gasa troppo.
Anyway..
Lo scorso capitolo 3 recensioni – penso – yuppi!
Lol.
No, vabbè, noi non siamo come quelle che dicono ‘cinque recensioni sennò non andiamo avanti’ oppure ‘mi lasciate così poche recensioni che penso non continuerò la storia’.
tsk.
Assolutamente no.
Noi la storia la continuiamo comunque, ma ricevere recensioni fa sicuramente piacere! :D
L’unica cosa che voglio dirvi è che ci avete lasciate per non so quanti giorni con un totale di recensioni che era 69.
Ora, una fan fiction sui one direction con in totale 69 recensioni è troppo mlmlmlmlml.
Dopo finalmente sono arrivate a 70, fiù.
Siete delle pervy.
Comunque passando al capitolo.
Non è niente di speciale, anzi, è cortissimo.
Però Lucia e Liam sono carini :3 e poi c’è Andrea che non sa mai una minchia e arriva sempre dopo amen.
Mammamia oh, faccio calà le palle, non vi pare?
Kndjahudbha
Ndajinsjbah
Questo SHERBET fa schifo.
Me ne vado.
Le foto non le metto più perché tanto non ve le fa vedere!
Computer cippone minchione!
:/
Adios babiesssssssssssss.
Provate a scrivere :poop: ad un amico sulla chat di fb, non ve ne pentirete ;)
-pike.
 
 
  

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Capitolo 17
*** Auguri belloccio. ***


Auguri belloccio.


“Caro diario,
oddio sono davvero così scesa in basso?!
Io, Camilla Vegnati, ragazza conosciuta per il suo carattere forte e deciso, soprannominata da tutti 'maschiaccio' per i miei modi di fare un po' rozzi ,i miei capelli corti e spettinati e la mia passione per la meccanica mi ritrovo, qui, ora, a scrivere un diario segreto?
Che orrore.
So già che non durerà. Non ho voglia di mettermi ogni sera a raccontare ad un diario inanimato cosa mi è successo.
Non sono riuscita a mantenerne uno quando avevo 10-12 anni, dubito che ci riuscirò ora che ne ho 19.
Comunque lo faccio volentieri per zia Margherita.
Si, mi sei stato regalato da lei. E' un po' assurdo come regalo per una ragazza diciannovenne, ma zia Margherita è sempre stata un po' particolare ed è per questo che la adoro. Sei il mio regalo di Natale che la zietta mi ha spedito dall'Italia. Ti ho voluto scartare oggi, anche se è la Vigilia.
E' incredibile come siano passati veloci questi ultimi mesi. Faccio fatica ad ammetterlo ma, è vero, mi sto affezionando sempre di più a quei cinque ragazzi.
Si, voglio bene anche a Zayn, nonostante sia una pinzetta sui BIP.
Sono le venti e dovrei andare.
Oggi è il 24 Dicembre, alias Vigilia di Natale, alias compleanno di Louis. E' un mese che lavoriamo per organizzargli questa festa a sorpresa, sarà una bomba.
Ah, quegli zuccherini di Lucia e Liam stanno ancora insieme. E da un mese, ormai.
Sono contenta per loro sembrano innamorati. Mi fa dav...”


Camilla! Andiamo!” Camilla chiuse di scatto di scatto il diario lasciando la parola sospesa in aria.
Si alzò dal letto lisciandosi con una mano le pieghe del vestito che Lucia l'aveva obbligata a mettere.
Si guardò allo specchio e fece una faccia insoddisfatta, avrebbe preferito di gran lunga indossare i suoi soliti jeans e le sue Vans piuttosto che quel vestitino alquanto striminzito e quei taccacci che, entro la serata, si sarebbe di certo tolta.
Uscì dalla sua camera e trovò le sue tre amiche a fissarla in un misto tra lo sconvolto e l'esaltato.
Sei...” iniziò Lucia.
“...bellissima!” finì Andrea.
Giulia le si avvicinò.
Questo vestito ti mette in risalto le curve
Camilla gonfiò le guance.
Ma quali curve?!
Giulia la guardò con sguardo omicida e le indicò il seno.
Questa terza abbondante e quest'altro amichetto qua dietro” disse dandole una leggera pacca sul sedere.
Camilla scrollò le spalle ridendo.
Bah, se lo dici tu. Comunque anche te sei particolarmente bella stasera"
Giulia arrossì all'istante.
In realtà mi sento un po' un sacco di patate con questo vestito... si vedono le cosce grosse...” disse storcendo il naso.
Camilla la fulminò all'istante con lo sguardo e le tappò la bocca con una mano.
Tu non le devi dire certe cazzate. Adesso andiamo
Si avvicinò alla porta seguita da Giulia ma prima di aprire si voltò a guardare Lucia ed Andrea che avevano seguito la scena in silenzio.
Andrea che indossa dei tacchi?” le chiese divertita.
La bionda sbiancò immediatamente ed indicò la rossa accanto a lei.
E' stata colpa sua, mi ha obbligata. Le ho detto che non ci sapevo camminare ma... Ok, vado a mettermi subito le Converse
Lucia le sbarrò il passaggio.
Eh no cara, stai troppo bene su quei trampoli. Non permetterò ad una paio di Converse mezze strappate di infilarsi ai tuoi piedi. Non stasera
Andrea guardò con uno sguardo carico di richiesta d'aiuto Giulia e Camilla che scossero la testa.
Ha ragione, stai benissimo” disse la mora “E poi lo sappiamo tutti che la scusa 'non so andare sui tacchi' è una gran cavolata
va bene, è vero, ma non li ho mai messi così alti!
Tentò di protestare.
Beh, c'è sempre una prima volta!” le proferì la rossa spingendola fuori casa e scatenando le risate delle altre due.
Lucia si chiuse la porta alle spalle e Camilla si avvicinò al suo orecchio.
Ovviamente, anche tu sei bellissima, ma non te lo abbiamo detto perché volevamo che fosse Liam il primo a farlo
Lucia immediatamente si colorò dello stesso colore dei suoi capelli e si morse il labbro inferiore imbarazzata.
Silenziosamente salì in macchina sedendosi accanto a Camilla che sghignazzava soddisfatta della reazione della rossa.
Eh, l'amore!

Louis era sfinito.
Si era fatto più vasche del solito in piscina e non si era mai riposato.
Bel modo di festeggiare ventun'anni.
Fece girare la chiave nella serratura due volte e, dopo essere entrato, si richiuse la porta alle spalle.
La casa era completamente al buio.
Solitamente a quell'ora, quando entrava, trovava sempre Harry ai fornelli che tentava di preparargli qualcosa di commestibile per cena, ovviamente senza riuscirci.
Tastò la parete alle sue spalle cercando l'interruttore della luce senza staccare la schiena dalla porta.
Finalmente lo trovò.
Otto volti conosciuti se ne stavano sorridenti di fronte a lui, con una torta in mano e dei cappellini da party sulla testa.
Una ragazza slanciata, con un vestito bianco con la gonna a pieghe, i capelli corti e biondi e dei magnifici occhi di ghiaccio gli si avvicinò con un sorriso sghembo.
Buon compleanno Louis” e gli posò un cappellino da party in testa.
Da lì un boato.
Harry gli si buttò al collo baciandolo su tutto il viso e ripetendogli meccanicamente gli auguri ogni tre baci. Un po' più umanamente Liam e Zayn lo strinsero in un abbraccio urlandogli nelle orecchie: “Tanti auguri”. Giulia gli si avvicinò con Lucia e lo abbracciò calorosamente stringendolo, lui non poté fare a meno di notare quanto eleganti fossero quella sera e si lasciò sfuggire un 'siete bellissime' che fu ripagato con un bel bacio sulla guancia.
Niall lo prese in braccio urlandogli “Auguri belloccio” dritto nel timpano.
Louis si portò una mano all'orecchio che chiedeva pietà e iniziò a muoversi per il dolore.
Quando aprì gli occhi si ritrovò di fronte una ragazza fasciata in un jeans strettissimo, su dei tacchi vertiginosi, una maglietta scura che lasciava una spalla scoperta ed un giubbotto di pelle blu tra le mani che lo guardava con un sopracciglio alzato. Il ragazzo si lasciò sfuggire un 'Wow' ma si pentì subito di quel gesto quando vide la bionda sbarrare un po' gli occhi e diventare color porpora in faccia.
Louis si grattò il capo imbarazzato mentre Andrea cercava di tornare al suo colorito normale sventolandosi con una mano il volto.
Quest'ultima si schiarì un poco la voce poi allungò la mano a Louis.
Auguri
Lui la strinse un po' deluso aspettandosi qualcosa di più poi si lasciò trascinare via da Harry e Giulia che lo acclamavano per spegnere le candeline.
Grazie a quegli otto la stanchezza dei cinque minuti prima era completamente scomparsa lasciando il passo ad una gran voglia di divertirsi.

Schiappa! Schiappa! Schiappa!
Niall, se non stai zitto ti tiro una scarpa, adesso!
Lucia guardava Liam e Niall giocare alla Play-Station.
Il suo ragazzo, in effetti, era un tantino scarso... Il suo 'ragazzo', le faceva uno strano effetto pensarlo come tale, forse perché non le sembrava vero, era quasi un sogno. Insomma, lei così sfigata, con quell'aria da “Anna dai capelli rossi”, quello spirito da dodicenne con un figone dagli occhi color della nocciola, un sorriso meraviglioso, una risata contagiosa ed un carattere dolce e premuroso, la bontà fatta persona!
Andò in cucina per prendere un po' di patatine.
Eppure con lui stava davvero bene.
Un suo abbraccio rendeva improvvisamente serena la giornata più grigia della ragazza. Sentiva di essere fortemente legata a lui e questo un poco la spaventava, era amore?
Probabilmente si.
Quindi poteva considerarsi innamorata.
Wow, il suo primo vero amore. Si posò le mani sulle guance per farle freddare perché sentiva andarle a fuoco.
Qualcuno da dietro le spostò le mani e le lasciò un leggero bacio sulla guancia per poi passare al collo scoperto.
Si voltò sapendo chi c'era alle sue spalle e gli sorrise.
Sei una schiappa alla Play
Lui fece il broncio.
Ehi non ti ci mettere anche te!
Lucia rise buttando la testa all'indietro.
Ma è vero!
Liam finse una faccia offesa e Lucia gli lasciò un bacio sulla fronte.
Sei bellissima stasera” le disse facendo sfiorare i loro nasi.
La ragazza iniziò a torturarsi la stoffa che le copriva il ventre piatto, cosa che faceva ogni volta che Liam le si avvicinava.
Il ragazzo si accorse di quel movimento e mise una sua mano sopra quelle della ragazza, bloccandola.
Perché fai sempre così quando siamo vicini?
La rossa deglutì e con un fil di voce rispose solamente.
Cerco di fermare le farfalle
Poi da lì il niente.
Lucia prestò tutte le sue attenzioni sollo alle labbra del ragazzo che delicatamente accarezzavano le sue.

Louis buttò giù l'ennesimo sorso di birra.
Sentì la testa girargli appena ma non ci fece molto caso.
Stavano tutti in salotto a ridere con Niall che era completamente andato.
Non reggeva molto bene gli alcolici.
Era circa mezz'ora poi che Lucia e Liam erano scomparsi dalla loro vista ma nessuno voleva sapere dove erano e soprattutto cosa stavano facendo...
Camilla e Giulia si tenevano le mani sulla pancia per il troppo ridere ed Harry e Zayn non erano da meno.
Anche Andrea si dimenava dalle risate mentre sorseggiava una bottiglia di birra.
Louis le si avvicinò. Magari un po' ubriaca era meno antipatica che da sobria.
Si appoggiò con i gomiti sul divano mettendosi dietro di lei.
Ti diverti?
Andrea si girò e quando vide Louis il suo sguardo curioso si tramutò subito in scocciato.
Louis non potè non notare i suoi occhi un po' lucidi, per colpa dell'alcol, che quella sera sembravano ancora più belli del solito.
Adesso che ci sei tu non più!” gli rispose bevendo altra birra.
Louis rise scuotendo la testa.
Anche da ubriaca fai l'odiosa con me
Io non sono ubriaca” gli rispose in un sorrisino. Il ragazzo sentì la voce di Andrea incrinarsi un poco.
Si, come no
No, non lo sono” protestò la bionda alzandosi in piedi improvvisamente e traballando un poco. Louis si morse il labbro divertito.
Dai, vieni con me
Andrea lo guardò con un sopracciglio alzato.
Scusa?” gli chiese divertita.
Il ragazzo sbuffò, posò la bottiglia di prima a terra e senza preavviso si allungò verso Andrea e se la caricò sulle spalle.
La ragazza cominciò a cacciare qualche urlo e a sbattere pugni sulla schiena di Louis.
Cinque paia di occhi li guardarono divertiti.
Scusatela” disse loro il ragazzo. Questi scrollarono le spalle e tornarono a ridere tra loro.
Andrea continuava a dimenarsi tra le braccia di Louis che stava lentamente uscendo dal salotto.
Ok, ok, vengo con te ma prima lasciami andare a prendere un'altra birra!
Louis la posò a terra soddisfatto e la vide ritornare poco dopo attaccata ad un'altra bottiglia.
Seguimi” le disse.
Fecero le scale e la fece entrare in camera sua. Andrea, senza troppi problemi, si buttò sul letto togliendosi i tacchi.
Louis la guardò contrariato.
Ti perdono solo perché sei sbronza
La ragazza sbuffò e fece un altro sorso.
Si può sapere che vuoi?
Louis la guardò a fondo e poi le si avvicinò, i loro nasi quasi si sfioravano.
Voglio sapere che ti ho fatto per meritarmi di essere trattato così
Andrea si scontrò con lo sguardo del ragazzo e le parve per un momento di perdersi in quelle iridi.
Tutto il vigore e la rabbia di pochi istanti prima scomparvero lasciando il posto ad un vuoto. Abbassò il capo.
Louis notò l'improvviso cambiamento d'umore della ragazza.
Aveva già visto questa scena.
Il primo giorno che si erano conosciuti quando lui le era andato a parlare dopo che lei lo aveva imbrattato per bene con la tempera. Prima lei lo aveva affrontato, poi si era scontrata con i suoi occhi ed aveva abbassato il capo, proprio come ora.
Possibile che quegli occhi la facessero sentire così tanto a disagio? Era una sensazione nuova e strana.
Si sentiva spiata, spoglia, sotto quello sguardo ma allo stesso tempo tremendamente bene.
Una l'opposta dell'altra come sempre, del resto. Due sensazioni completamente diverse.
Come le metà che padroneggiavano in lei.
Sentì una mano calda appoggiarsi sulla sua quasi come ad infonderle coraggio nel parlare.
 Sai, non lo so il perché mi comporto così con te. Mi è successo fin dal primo giorno. Credo sia per il fatto che non abbiamo proprio incominciato con il piede giusto noi due... insomma, ti ho gettato delle tempere addosso.. e poi, già dal primo giorno hai scoperto un mio lato che tento sempre di nascondere, il lato di me imbranato ed impacciato. Questo non mi va a genio. Quindi ho cervato fin da subito di mantenere le distanze. Quando mi sei venuto a parlare quel pomeriggio e mi hai vista lì, distrutta, hai scoperto il mio lato segreto. Non sono forte come dico, affatto, e tu in un pomeriggio hai conosciuto due delle mie caratteristiche peggiori. Che merda. Per questo mi irritavi. Anzi, mi irriti.  - lo sentì accennare una risata – ma poi qualcosa è cambiato... 
Louis la guardò con sguardo interrogativo.
Quando quel giorno mi hai detto che volevi sentire le mie scuse nei tuoi occhi ho visto un guizzo. Lo stesso che ho visto adesso quando mi hai chiesto di spiegarti il mio comportamento. Ed è assurdo ma quelle iridi che ti ritrovi smontano tutti i miei muri, le mie protezioni e mi ritrovo qui a dirti tutto quello penso e sento, come una stupida.”
Andrea mentre parlava sorrideva amaramente al piumone disteso sul letto. Non aveva coraggio di guardare negli occhi di Louis.
Non vederla come una cosa negativa – Louis decise che era il momento di parlare – ora che conosco queste tue caratteristiche posso aiutarti ad affrontarle, potrebbe nascere una bella amicizia tra noi.”
Solo a questo punto Andrea affrontò lo sguardo del ragazzo di fronte a sé.
Una bella amicizia tra noi? Lo aveva detto davvero? Lei e Louis amici... si poteva fare?
Louis si accorse dell'aria pensierosa della ragazza e gli venne il dubbio di aver usato parole sbagliate o di aver corso troppo.
S-solo se tu vuoi... cioè... n-non è che... noi... insomma... amici... non per forza dobbiamo esserlo
Cercò di rimediare al suo errore ma quello che gli uscì di bocca furono solamente delle parole balbettate e sconnesse fra loro.
Si batté una mano sulla fronte seccato da quella situazione e la sentì ridere. Improvvisamente il magone che gli si era creato nello stomaco scomparve, i dubbi smisero di tormentarlo, si sentì più leggero.
Andrea buttò la testa all'indietro ridendo. Vederlo arrossire e balbettare era stata una scena troppo comica. Cercò di ricomporsi.
E' il tuo compleanno dovresti stare di sotto con gli altri piuttosto che qui con me a parlare di queste cose futili.”
Louis rise un poco e le lasciò un buffetto sulla guancia.
Per me non sono cose futili, io ci tengo a te e alla tua amicizia, ovviamente
E detto questo si alzò dal letto uscendo dalla camera e lasciandola da sola.
Andrea cominciò a torturarsi il labbro inferiore con le mani.
Louis ci teneva a lei? Teneva alla sua amicizia? Per lui non era una cosa futile tutto ciò?
Un sorriso si dipinse sul suo volto.
Che carino.

Niall se ne stava lungo sul divano, dormendo con la bocca aperta.
Accanto a lui Zayn faceva lo stesso.
Camilla stava in ginocchio davanti il volto di Zayn con una matita per occhi rubata dalla borsa di Lucia, da lì a poco sarebbe cominciata la sua vendetta.
Si guardò attorno accertandosi che nessuno la vedesse. Erano andati tutti in cucina e lei ne aveva approfittato per sgattaiolare via segretamente.
Avvicinò la punta della matita alla guancia di Zayn e fece un piccolo segnetto.
Il ragazzo si mosse un poco poi tornò alla sua posizione iniziale.
Così Camilla prese a disegnare su tutto il volto di Zayn sentendosi per un momento Pablo Picasso.
Gli aveva lasciato scritte sulla guancia, fiorellini e cuori sulla fronte e aveva disegnato quant'altro ci fosse di femminile dappertutto.
Si fermò un secondo ammirando la sua opera d'arte.
Che stai facendo?
Louis la guardava con un sopracciglio alzato dalle scale.
Shh” gli fece Camilla portandosi un dito davanti alla bocca. Gli fece cenno di avvicinarsi.
Dove sono tutti gli altri?” le chiese il ragazzo sottovoce mentre si avvicinava.
In cucina”
Ma che è successo a Zayn?!”
Ti piace la mia opera d'arte?
Louis si portò una mano davanti alla bocca per trattenere le risate.
Ehi ragaz..
Shhh
Andrea guardava dalle scale Camilla e Louis, entrambi con un dito davanti la bocca e lo sguardo allarmato.
Stavolta fu Louis a farle cenno di avvicinarsi.
La ragazza quando vide la faccia disegnata di Zayn non riuscì a trattenere una risata e Louis le si buttò addosso cercando di tapparle la bocca.
Andate in cucina dagli altri, io devo firmare il mio capolavoro!
Louis diede l'ok a Camilla mentre, sempre con una mano davanti la bocca di Andrea, la trascinava in cucina.
Se vi chiedono dove sono non dite loro che sto imbrattando Zayn
Louis le fece l'occhiolino e si diresse in corridoio lasciandole terminare il suo quadro.
Eccovi finalmente ma dove eravate?
Giulia si fiondò tra le braccia dell'amica felice.
Lo si capiva quanto era felice, lo si capiva perché contagiava tutte le persone che le stavano accanto.
Mah, niente, mi ha fatto visitare la casa” mentì Andrea guardando con sguardo complice Louis.
Non avrebbe raccontato a Giulia della chiacchierata con quel ragazzo, non lì, non quella sera.
Ah, e Camilla dove è invece?” chiese Liam.
Louis e Andrea si guardarono allarmati.
In bagno!
Di fuori!
Cioè volevo dire di fuori!
Intendevo in bagno, scusate
Insomma lei è in bagno di fuori!
Concluse Andrea tappando la bocca a Louis con una mano.
In cucina era calato il silenzio, tutti guardavano quel duo con lo sguardo confuso.
Improvvisamente Camilla sbucò dalla porta con un sorriso compiaciuto.
Oh, Camilla dove eri?” si affrettò a chiedere Lucia per testare la veridicità di quello che avevano detto quei due.
IN BAGNO DI FUORI!!” esclamarono la bionda e il moro guardando Camilla con sguardo complice. “Vero?” aggiunse Andrea allarmata.
Vero” rispose Camilla con un sorriso sghembo.
Giulia guardò l'orologio appeso alla parete.
Credo che sia meglio andare non credete ragazze?
Tutte e tre annuirono.
Che fate a Natale?” chiese sempre la mora ai ragazzi prima di prendere il cappotto.
Il riccio prima di rispondere si accertò che gli amici non avessero organizzato qualcosa.
Niente di niente” le rispose gesticolando con le mani.
Gli occhi di Giulia si illuminarono.
Ottimo, vi aspettiamo per le sei e trenta” e così dicendo lasciò un bacio sulla guancia ad Harry.
Lucia si strinse tra le braccia di Liam e gli sorrise.
Quindi devo sopportare Zayn anche domani” se ne uscì fuori Camilla facendo ridere tutti.
Mi sa proprio di si” le disse Harry.
Va bene, posso fare uno sforzo
Afferrò il suo cappotto e se lo infilò poi si avvicinò a Louis.
Auguri di nuovo, ragazze andiamo!
Lucia e Giulia la seguirono salutando tutti con la mano e facendo altri auguri di compleanno a Louis.
Harry e Liam si guardarono e si sorrisero poi mettendo uno il braccio sulla spalla dell'altro se ne andarono in salotto.
Erano rimasti in cucina solo Andrea e Louis.
Lei gli sorride scompigliandogli i capelli.
Buon compleanno” poi prese il suo giubbetto e fece per andarsene ma Louis la tirò per un polso.
Andrea aspetta. Quindi, noi siamo... amici?” le chiese un po' titubante.
Andrea sembrò pensarci un attimo.
Certo, come no!” gli rispose sorridente.
Louis si aprì in uno splendido sorriso.
Si avvicinò ad Andrea e prima le accarezzò una guancia poi le lasciò un lieve bacio sulla parte sfiorata con la mano.
Buonanotte, a domani
Andrea lasciò la cucina un po' stordita e salutò un'ultima volta con la mano Harry e Liam, gli unici rimasti svegli che stavano osservando divertiti il volto di Zayn.
Si chiuse la porta di casa alle spalle dirigendosi verso la macchina dove Giulia, Camilla e Lucia la stavano aspettando.







Weeeeeeee belle ciccieeeeeeeee.
Battete un colpo o più semplicemente alzate lo piedo se ci siete :D
Ok, prima di tutto mi devo scusare per il mancato capitolo della settimana scorsa, ma dovete sapere che quella sfatigata di Miao - io la chiamo così, Pike-Asdrubale-Andrea, il motivo forse un giorno di questi ve lo spiegherò ;) - non aveva copiato per niente il capitolo ed allora l'ho dovuto fare io oggi, di fretta... infatti non ho riletto speriamo non ci siano errori molto gravi >.<
Vi siamo mancate per niente in queste due settimane??
- Ma vanné che è che te se 'ncula!
Pff, vabbè io ci ho provato...
In compenso per l'enorme ritardo però lo abbiamo fatto luuuuungo lungo il capitolino, o meglio l'ha fatto, perché l'ha scritto Miao.
Beh, c'è un po' de robba diciamo quasi importante... Non è fighissima Camilla che imbratta Zayn?!?!
Io me la sposo prima o poi... orca, però devo andà in un altro stato... poco male, per lei questo ed altro!
E ditemi la verità, vi aspettavate un bacetto tra Andrea e Louis, vero?
Ahahhah, parlate con Miao, non ha intenzione di farli sfiorare per ancora un bel pezzo u.u
Tenete duro.
Prima o poi questa storia finirà e saremo tutti più contenti u.u

Ora però ciapatevi questa lista figa che vi aggiornerà su tutti i punti più salienti di KISS YOU, appositamente scritta per me in data 7 gennaio 2013 da quella pazza che noi tutte lovviamo:
1.20 - LOUIS cammina come una donna sui tacchi
1.50 - LOUIS rischia di collassare a terra perchè è un coglione
1.54 - LOUIS fa la casetta
2.21 - LOUIS.. cazzo
2.24 - LOUIS si mette il capello, il che è normalissimo ma fatto da lui sembra il gesto più erotico e sexy dell'intero universo
2.44 - ONE DIRECTION siete magnifici
3.01 - LIAM sei un boss
3.03 - HARRY sembri pazzo slerato ma.. stai troppo avanti
1.16 - HARRY cos'è quella una posizione di confù?
0.40 - LIAM wins
0.51 - NIALL fa con le mani un gesto a caso, lo stesso gesto che Miao-Asdrubale-Pike-Andrea fa ogni volta che la canzone arriva a quel punto
1.12 - NIALL sposaci
1.18 - LOUIS la sua faccia
1.35 - HARRY sei una checca
1.37/38 - LOUIS e HARRY, i loro sorrisi che a malapena si intravedono
1.40 - LIAM wins (again)
1.47 - ONE DIRECTION "uuuuuh guardateci siamo delle donnine in caloreeee che mettono la cerca e tolgono la ceraaaaaaaaa!!!!"
3.05 - LIAM la sua faccia
1.26 - HARRY
0.54/55 - HARRY rischia di passare un gancio a Niall in pieno zigomo
2.08 - ZAYN e la sua scordinatezza nel non riuscire a collegare braccia e gambe
2.26 - NIALL
2.30 - HARRY e la sua scordinatezza: muove stessa gambe e stesso braccio
3.04 - NIALL che vuole farci morire con quei bacini
THE END.
E con questo io direi anche che posso passare e chiudere :)
Con tanto love, Giulia :D

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Capitolo 18
*** Nascondino ***


Nascondino.


Il Natale.
Chi è che non ama il Natale?
Le lucine che addobbano tutte le strade.
Lo strano senso di quiete causato probabilmente dalle minacce dei genitori che promettono ai figli regali solo se sono stati buoni.
I regali con tutti quei pacchetti e nastrini.
E la neve.
Quella che leggera cade di notte e copre con un velo candido tutta la città.
Quella che la mattina ti alzi e sai già che copre il tuo vialetto.
Questo era proprio quello che era successo a Giulia la mattina del 25 Dicembre.
La mattina di natale.
Le quattro ragazze, infatti, prese dai preparativi del compleanno di Louis non si erano accorte che insieme a questa festa se ne avvicinava un’altra. Prese dall’euforia, Andrea, Camilla, Lucia e Giulia si erano precipitate al supermercato per cercare di fare la spesa per il cenone che avrebbero dovuto preparare poiché avevano invitato i cinque ragazzi a casa loro.
Erano state tutta la mattinata sui fornelli e tra le risate qualcosa di buono magicamente era venuto fuori. Non si erano fermate neanche per pranzare e Giulia non le avrebbe abbandonate se Harry non avesse bussato alla loro porta, con una cuffia a forma di panda, sequestrando la mora.
Come mai?
Gli aveva chiesto la ragazza mentre passeggiavano e lui pacatamente aveva risposto.
Perché è scesa la prima neve e di solito vado sempre al parco con Louis quando succede ma oggi non l’ho voluto svegliare
La mora aveva sorriso pensando al ventunenne mentre dormiva poi di nuovo aveva fatto un’altra domanda.
Che cosa facciamo al parco?
Oh lo scoprirai!
Poco dopo erano arrivati davanti l’entrata del piccolo pezzo di natura che da verde era mutato in bianco. Giulia voleva girarsi verso Harry e ringraziarlo per quel bellissimo paesaggio quando una palla di neve l'aveva colpita proprio sopra la spalla bagnandole i capelli che ci erano appoggiati. Aveva lanciato un piccolo urlo stizzito e dopo aver notato il sorriso compiaciuto del moro si era abbassata a terra e con fare vendicativo aveva mirato e in seguito lanciato a sua volta la palla, centrando il ragazzo in pieno viso.
La battaglia era immediatamente cominciata e ora Harry rincorreva Giulia minacciandola.
La ragazza correva, ma non abbastanza velocemente infatti Harry l’aveva raggiunta e le si era buttato addosso facendo finire entrambi a terra tra la soffice neve.
Grazie Harry, non mi ero sentita mai così… così leggera. Mi sembra quasi di avere cinque anni
Il ragazzo aveva sfoggiato uno dei suoi sorrisi più belli.
Beh ora sai come mi sento io tutti i giorni
Giulia era scoppiata a ridere e quando aveva smesso il riccio aveva ripreso a parlare.
Ehi ma mica abbiamo finito, abbiamo ancora un po’ di tempo. Che ti va di fare?
Non saprei è molto tempo che non faccio più questi giochi
Oh avanti ritrova il tuo lato di bambina e ripensa al tuo gioco preferito!
La mora era rimasta per un po’ di secondi in silenzio poi sicura aveva affermato: “Nascondino
Harry aveva sorriso, si era alzato da terra, aveva teso la mano alla ragazza e si era diretto verso un albero, urlando.
Io conto fino a trenta quindi sbrigati
E il gioco era iniziato.
Giulia non si era mai sentita così viva, così felice.
E tutto questo grazie alla semplicità di quel ragazzo che come un treno in corsa era entrato nella sua vita.
Si era sentita leggera.
Si era sentita bambina.
Per la prima volta dopo tanto tempo.
Nel tardo pomeriggio erano poi tornati a casa della ragazza dove si erano cambiati e scaldati e poco dopo il campanello era suonato rivelando dietro la porta gli altri quattro ragazzi.
Era andata Andrea ad aprire e li aveva visti sfilare uno dietro l’altro davanti ai suoi occhi.
I primi erano stati Liam e Zayn che l’avevano salutata velocemente precipitandosi subito dopo rispettivamente da Lucia e Camilla.
Poi era entrato Niall che le si era avvicinato augurandole Buon Natale e le aveva lasciato un dolce bacio sulla guancia il quale era stato subito ricambiato.
L’ultimo ad entrare era stato Louis.
Si era fiondato su di lei e l’aveva stretta in un abbraccio freddo per via del suo cappotto.
La ragazza era rimasta interdetta dalla stretta.
Era sorpresa ma titubante l’aveva ricambiata rimanendo in quella posizione quel tanto che bastava per fare entrare nei nasi di entrambi l’odore reciproco.
Louis aveva assaporato l’odore fresco di gelsomino che la ragazza emanava mentre Andrea era rimasta colpita dall’estrema dolcezza del profumo di quel ragazzo.
Non riusciva a classificarlo, a rappresentarlo, a paragonarlo con qualcosa.
Come non riusciva a staccarsi da quel ragazzo.
Zayn guardando i due si era schiarito la voce per poi rivolgersi a Camilla.
Ciambellina mia perché non avete addobbato la casa e l’albero?
La ragazza repentina gli aveva lanciato una gomitata in piene costole e poi si era allontanata allora a posto suo era stata Giulia a rispondere.
Il compleanno di Louis ha risucchiato tutto il nostro tempo ed è quasi un miracolo se siamo riuscite a preparare qualcosa per cena
Non importa facciamolo ora!
Aveva proposto entusiasta Niall. Tutti erano stati d’accordo e poco dopo il via vai tra le stanze della casa era cominciato.
Giulia e Niall si erano offerti volontari di appendere i vari festoni per la casa mentre gli altri si erano tutti riuniti intorno all’albero.
Avevano anche incominciato a canticchiare qualche canto natalizio.
Si passavano palle e palline, lucette e campanelle e ognuno in perfetto stile natalizio si stava aiutando a vicenda.
Andrea si era trovata tremendamente bene anche con Louis.
L’ingenuità di quel ragazzo e la sua spontaneità erano state la causa delle sue risa.
Il suo sorriso la causa del suo buon umore.
La bionda stava pensando proprio a questo quando la pallina di vetro che aveva in mano le scivolò, si era fiondata all’istante verso il pavimento per cercare di riprenderla ma un’altra mano era stata più veloce di lei.
Aveva alzato gli occhi e davanti a lei aveva trovato quelle due pozze cristalline che appartenevano a Louis. Lentamente si erano alzati da terra badando a non spostare gli sguardi che stavano come danzando sulle note delle canzoni cantate dagli altri le quali però arrivavano ovattate alle loro orecchie.
Il ragazzo aveva allungato la mano porgendole la pallina ed oltre ai loro occhi si erano sfiorate anche le loro mani.
Al tocco la ragazza aveva tolto la mano e come se nulla fosse aveva ricominciato ad appendere gli addobbi sul piccolo abete posizionato proprio davanti a lei.
Giulia invece si stava guardando intorno.
Aveva appena preso in mano un piccolo ramo di vischio e un’idea le era balenata in mente ma le servivano dei complici e così si era ritrovata a scrutare la stanza alla ricerca di candidati.
Li aveva trovati tutti indaffarati.
Tutti tranne Niall che si era seduto sul divano e guardava il cellulare.
La ragazza aveva pensato che gli fosse arrivato un messaggio infatti poco dopo aveva iniziato a digitare la risposta sullo schermo del suo telefono.
Giulia si era avvicinata alle spalle del ragazzo. Aveva trovato un piccolo spazio per la sua testa nell’incavo del collo del biondo che, avendola sentita, aveva repentino infilato il cellulare in tasca e lei era riuscita solo a notare il nome della persona con cui si stava massaggiando.
Charlie.
Scusami non volevo disturbarti
Gli aveva subito detto ed il biondo con un sorriso le aveva che non importava ed era tornato ad addobbare la casa.
Allora aveva spostato gli occhi su Louis e Andrea ed aveva deciso di farsi aiutare da loro.
Li aveva presi entrambi per un braccio e li aveva scortati in un angolo.
Cosa c’è?” Le avevano chiesto contemporaneamente.
La mora aveva ridacchiato poi aveva cominciato a spiegare il suo piano.
I due attenti erano rimasti in silenzio ad ascoltarla e subito si erano messi all’opera.
Giulia aiutata da Harry aveva posizionato una scala nel punto esatto stabilito mentre Andrea e Louis erano andati rispettivamente da Lucia e Liam.
La scusa era semplice. “Vieni, ti devo mostrare un cosa” Ed entrambi avevano trascinato le vittime nel punto in cui si era posizionata la scala.
Liam e Lucia si erano ritrovati schiena contro schiena e quando si erano voltati un boato era scoppiato nella stanza. Gli altri sette tra le risa urlavano e la parola ‘bacio’ risuonava nella casa.
I due ridendo avevano alzato gli occhi verso Giulia che come un angioletto aveva poggiato sopra le loro teste il ramoscello di vischio. Si erano guardati negli occhi.
Gliela diamo vinta?
Aveva chiesto Liam alla sua ragazza che in risposta aveva sorriso e si era avvicinata poggiando le sue labbra su quelle del ragazzo in un veloce, ma dolce, bacio a stampo.
Gli occhi di Zayn erano brillati per un momento, saltando aveva afferrato il vischio dalle mani di Giulia e si era diretto verso Camilla. In un primo momento la ragazza non aveva capito le sue intenzioni ma poi quando l’aveva visto avvicinarsi con una faccia da ‘pesce lesso’ , a parer suo, portando in mano il vischio, le aveva capite ed aveva iniziato a correre lungo il perimetro della stanza.
Stammi lontano razza di maniaco!”
Dai avanti maritozzino alla nutella è solo un bacetto…
No non ti avvicinare!
Camilla urlava cercando di depistare il ragazzo lanciandogli tutti gli oggetti che le capitavano sotto mano.
Tutti li stavano osservando divertiti tranne magari Lucia che si preoccupava delle fragili cose che rischiavano di finire tra le mani della bionda.
Anche Niall li stava osservando ridendo quando qualcosa aveva vibrato nella tasca dei pantaloni.
Il suo cellulare.
L’aveva tirato fuori e aveva aperto il messaggio. L’ennesimo messaggio da parte di quel nome: Charlie.
‘Sai mi sarebbe piaciuto passare il Natale con te’
Era breve, ma questo non aveva impedito di far disegnare un sorrisino sul volto del ragazzo.
Cosa gli stava succedendo?
Richiuse il suo telefono senza rispondere ed insieme agli altri tornò a tavola per iniziare la cena. Però non era riuscito a godersela per via di quelle parole.
Come non era riuscito a godersi lo scambio dei regali che era avvenuto alla fine della serata.
Un punto interrogativo si faceva spazio nella sua mente e sovrastava le risate dei suoi amici. Era rimasto assorto per tutto il tempo e proprio così se n’era andato accompagnato dagli altri quattro.












Marooooooon che freddo!
Ciao, belle, eccomi di nuovo qua a scassare la minchia. :)
Vi giuro che ho cercato di mettere il capitolo in tempo ma poi.... sapete, fai altre cose, non sei a casa e poi io e Miao e un'altra nostra amica ci siamo viste 'Dear John' e il capitolo non l'ho messo più.
Ah, tra parentesi, se non l'avete già visto, andatevi a vedere quel film, anche se alcune parti le ho saltate perché mi ero addormentata sulla spalla della mia amica rimane un film stupendo!
Però ora torniamo al capitolo.... il capitolo.... ok, sostanzialmente è un capitolo di merda quindi se riceverò meno recensioni dello scorso saprò benissimo il motivo di questo calo, state tranquille, noi siamo felici con poco e le moltissime visite ci fanno ugualmente piacere u.u
Non so che altro dirvi se non chiedervi chi è secondo voi Charlie?
Misssssstero misssssterrioso.
Fateci tante supposizioni, vogliamo proprio sapere chi pensate che sia!
Ora però vado, vi lascio alle fotine che ho trovato in giro.... o almeno credo, spero si caricheranno.
Con tanto love, Giulia.




Sono dolcissimi, non trovate?
Naturalmente fate finta - anche se Chuck è un gran figone - che al posto del ragazzo ci sia Harry ;D

 

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Capitolo 19
*** Rometta e Giulieo ***


 
Rometta e Giulieo
 
Tutte e quattro le ragazze stavano in casa davanti il caminetto con una tazza di tè rovente in mano.
Parlavano tranquillamente di ciò che le passava per la testa, era da un po’ che non lo facevano.
Era il 30 dicembre, giorno del compleanno di Andrea.
L’avevano svegliata cantandole dolcemente ‘tanti auguri a te’ e le avevano portato la colazione a letto con una rosa sul vassoio.
La bionda aveva accettato entusiasta il pensiero ringraziandole calorosamente.
Ora erano le sei del pomeriggio.
Andrea si era alzata dal divano prendendo il cappotto e annunciando che usciva per una passeggiata. Appena la bionda si era chiusa la porta dietro le spalle le altre tre ragazze erano balzate via dal divano afferrando i cellulare e chiamando i ragazzi.
Avrebbero portato Andrea a cena fuori a sua insaputa e quei cinque dovevano essere dei loro.
Così Giulia aveva scritto un messaggio ad Andrea dicendole di trovarsi verso le sette davanti la pizzeria accanto la pista di pattinaggio.
Andrea si era ritrovata puntuale all’appuntamento cercando l’amica, che a quanto pare non era ancora arrivata, e domandandosi cosa volesse.
Due mani calde si posarono sui suoi occhi
“Auguri” si sentì dire all’orecchio.
Andrea sorrise riconoscendo quel dolce profumo e quella voce pacata.
“Grazie Niall” si girò verso l’amico e lo abbracciò stretto.
Dietro il biondino otto paia di occhi la guardavano sorridenti.
E allora capì che il messaggio di Giulia era solo una scusa e si sentì eccitata e contenta all’idea di festeggiare il suo compleanno con i suoi amici, proprio come una bambina.
Si staccò da Niall e andò ad abbracciare gli altri uno alla volta.
La portarono all’interno della pizzeria e passarono una buona serata in compagnia.
I ragazzi si offrirono di pagare la cena come regalo di compleanno.
Se ne stavano tutti e nove intorno a quel tavolo in legno ridendo e scherzando.
Si era creata una bella armonia che fu, però, spezzata da un ragazzo non troppo alto con capelli scuri e occhi medesimi. Si avvicinò al tavolo con un sorriso raggiante alzando una mano.
“Ciao Camilla”
Immediatamente i presenti iniziarono a spostare lo sguardo dalla bionda all’estraneo.
La ragazza si alzò sorridendo e fece segno al moro di mettersi a sedere accanto a lei.
“Ciao Dan. Allora ragazzi, lui è Dan.”
Educatamente tutti porsero la mano al ragazzo presentandosi ma non mancarono di certo le occhiate maliziose da parte di Giulia a Camilla, che era l’unica a sapere che la bionda da un po’ di tempo usciva con questo ragazzo.
Ma improvvisamente l’atmosfera di allegria e serenità che si era creata era morta.
Lucia tentò di salvare la situazione.
“Allora andiamo a farci una pattinata sul ghiaccio? Dan vieni anche te?”
“Volentieri” le rispose lui.
Si alzarono tutti quanti superando Camilla e Dan che rimasero un po’ più dietro.
Sia Lucia che Andrea si affiancarono a Giulia.
“Ma chi è?”
“Tu lo sapevi?”
“Perché io non sapevo niente?!”
Giulia sbuffò sonoramente prima di azzittire le amiche promettendole che avrebbe spiegato loro di Dan a fine serata. Le due ragazze fecero delle smorfie contrariate ma quando Andrea vide da lontano la scritta ‘Rink’ si dimenticò immediatamente di Dan e afferrando la mano di Niall corse verso la pista.
 
“Ok, è ufficiale, pattinare non fa per me”
Lucia era circondata dalle braccia di Liam che era divertito da quella situazione.
La rossa era caduta circa tre quattro volte nonostante fossero solo dieci minuti che erano entrati in pista.
Voltò lo sguardo verso la sua sinistra dove Andrea e Niall pattinavano veloci sottobraccio.
Giulia invece era attaccata alle spalle di Zayn e Louis e rideva a crepapelle, come biasimarla, quando c’era Louis nei paraggi come potevi non ridere?
Camilla e Dan se ne stavano seduti su una panchina fuori dalla pista e non sembravano intenzionati ad entrare.
Liam notò che erano vicini, molto vicini, forse troppo.
E.. si tenevano le mani?!
Il ragazzo si sporse un po’ troppo e perse l’equilibrio facendo cadere Lucia tra le sue braccia.
Scoppiarono entrambi a ridere e lui le lasciò un bacio sul naso.
“Ehi, serve una mano?”
Giulia li guardava sorridente.
“Non eri con Louis e Zayn te?” le chiese Liam afferrando la mano della ragazza e aiutando Lucia ad alzarsi.
“Si, ma poi loro hanno iniziato a provare strani passi e mosse e ho deciso di lasciarli fare.”
Liam si voltò verso i suoi due amici che si atteggiavano come femminucce facendo una piroetta e alzando una gamba.
“I soliti” disse sorridendo.
“Io sento freddo” se ne uscì Lucia.
Liam la strinse forte a sé.
“Dai, usciamo da qui e andiamo a comprare una cioccolata, ok?”
Giulia sorridendo li lasciò andare a si appoggiò alla balaustra che circondava tutta la pista con la testa sui palmi.
Si incantò a guardare le strade di Londra illuminate a festa e i pullman rossi che puntualmente passavano. Poi vide una ragazza e un ragazzo camminare affiancati passandogli avanti.
Sembravano molto impacciati, come se fossero al loro primo appuntamento, e non riuscì a nascondere un sorriso.
Eppure, nonostante fossero così silenziosi e sembrassero così timidi, riusciva a vedere il sorriso del ragazzo andare da un orecchio ad un altro. E allora lo fece anche lei, sorrise, pensando che quella ragazza doveva piacerle molto.
Spalancò gli occhi quando, assottigliando la vista, notò due dolcissime fossette sulle guance del ragazzo.
Lo stesso sorriso di Harry, si trovò a pensare.
Lo stesso meraviglioso sorriso.
E per un momento le balenò in mente l’ immagine di Harry che passeggiava con una ragazza.
Lo stomaco le si strinse e un’assurda paura si impossessò di lei.
Che poi, paura di cosa?
Di non averlo più per lei, di non poter essere l’unica a cui riservava i suoi migliori sorrisi.
E allora scosse la testa sorpresa dalle sue stesse parole.
“Sei più bella del solito stasera” Giulia voltò di scatto la testa riconoscendo la voce di Liam. Il ragazzo stava giusto in quel momento spostando una ciocca di capelli ramata di Lucia dietro l’orecchio mentre la trascinava fuori dalla pista verso un bar.
Abbassò lo sguardo lasciandosi sfuggire un sorriso e pensando a quanto fortunata fosse stata Lucia a trovare un ragazzo così.
Anche lei avrebbe voluto un ragazzo come Liam. Dolce, tenero, premuroso.. un po’ come lo era Harry, si trovò a pensare.
E poi rendendosi conto di ciò che il cervello aveva formulato spalancò gli occhi.
Ma in testa aveva solamente l’immagine di un ragazzo riccio e dagli occhi verdi.
“Con le ali dell’amore ho volato oltre le mura perché non si possono mettere limiti all’amore e che amore vuole amore osa perciò i tuoi parenti non mi fermano.”
Alzò di scatto lo sguardo al sentire quelle parole che avrebbe riconosciuto ovunque, e un sincero sorriso le si dipinse in volto.
Harry era davanti a lei, in ginocchio, fuori dalla pista, e teneva una mano sul cuore e l’altra ad indicare la ragazza.
 Gli sorrise contenta. Voleva che Harry continuasse a recitare.
Lui sembrò capirla tanto che si schiarì la voce e continuò.
“Ho il mantello della notte che mi nasconde però se non mi ami fai pure che mi trovino, sarebbe meglio morire per mano loro che continuare a vivere senza il tuo amore”
E mentre Harry parlava e con cautela si avvicinava alla ragazza e le prendeva una mano tra le sue, Giulia si convinceva sempre di più che non c’era cosa più bella di sentire le parole di Shakespire essere recitate da quel ragazzo.
I loro occhi rimasero incatenati per un po’. Sguardo su sguardo, verde su marrone, e solo quando Giulia si voltò con il dannato ma estremo bisogno di starnutire l’intreccio delle loro mani si sciolse.
La mora parlò. “Rometta e Giulieo.. -Inevitabilmente Harry scoppiò a ridere mentre Giulia si malediva per la cavolata appena detta- intendevo Romeo e Giulietta” aggiunse con un sorriso.
Harry con le lacrime agli occhi la guardò un po’ prima di parlare.
“Adoro Shakespire e tutte le sue opere. In particolare.. Rometta e Giulieo”
Giulia roteò gli occhi mentre Harry scoppiava nuovamente a ridere.
Era proprio bello.
Harry era, come tutti gli esseri umani, pieno di imperfezioni, ma queste combinate assieme lo rendevano tremendamente affascinante.
“Harry sei il mio migliore amico”
Le parole le uscirono dalla bocca inaspettatamente.
Non sapeva neanche lei perché lo aveva detto.
Sapeva solo che qualcosa dentro la sua testa le aveva urlato ‘se vuoi convincertene dillo ad alta voce’, e lei l’aveva fatto, l’aveva detto per convincersene. Ma quelle sei parole le erano sembrate improvvisamente così tremendamente false.
Il ragazzo si fece improvvisamente serio.
“Sono solo il tuo migliore amico?”
E dopo questa domanda l’unica voglia insana che Giulia aveva era quella di prendersi a sprangate.
Di zittire il cervello che le diceva una cosa, e una vocina misteriosa che le diceva l’opposto.
Che situazione.
Il ragazzo scosse la testa con un sorriso malinconico in volto.
“Lascia stare, non fa niente. Anche tu sei la mia migliore amica. –la guardò negli occhi e le si avvicinò all’orecchio- tu non immagini neanche quanto bene ti voglia”
E se ne andò così.
A capo basso, lasciandola lì da sola con il respiro affannato, il cuore che batteva frenetico e il suo profumo alla vaniglia che le mandava in tilt i sensi.
La ragazza senza pensarci minimamente uscì dalla pista e più veloce di un razzo schizzò nella pizzeria dove qualche ora prima avevano cenato, catapultandosi in bagno.
 
Andrea era uscita dalla pista di pattinaggio con un sorriso smagliante in volto.
Poteva esserci compleanno migliore?
Si era divertita moltissimo e aveva scoperto di essere anche brava a pattinare.
“Ci vediamo domani, allora?” Zayn richiamò la sua attenzione.
La bionda corrugò le sopracciglia quando si accorse che all’appello mancavano sia Giulia che Harry.
Lucia e Liam se ne erano andati via mezz’ora prima e Camilla e Dan avevano fatto lo stesso.
“Ma Giulia e Harry dove sono, scusate?” chiese infatti sperando di ottenere una risposta da Zayn, Louis o Niall. I quali si lanciarono occhiate interrogative e scrollarono le spalle.
“Allora, ci vediamo domani?” insistette Zayn.
Andrea annuì sovrappensiero cercando di ricordare l’ultima volta che aveva visto Giulia.
La pista di pattinaggio, sotto braccio con Zayn e Louis, vicino Liam e Lucia e poi…
Si illuminò.
“Io devo scappare –disse dirigendosi verso la pizzeria- grazie mille del magnifico compleanno, ciao ragazzi!”
E corse via.
Quando Andrea entrò in pizzeria una folata di vento esageratamente caldo e intrinseco di odore di pizza la invase.
Si guardò intorno cercando con lo sguardo la sua amica e quando non la trovò lo stomaco le se strinse in una morsa.
Eppure l’aveva vista correre dentro quel locale.
Si lasciò cadere sulla panca in noce di un tavolo libero e tirò fuori il cellulare per assicurarsi di non avere messaggi non letti.
“Andrea?” si sentì chiamare. E quando alzò lo sguardo e i suoi occhi si incrociarono con un altro paio di iridi scure e marrone sorrise.
Giulia si mise a sedere di fronte a lei sospirando.
“Dove eri?” le chiese subito l’amica.
“In bagno”
Andrea annuì e dopo essersi accomodata meglio sulla panca si fece coraggio a parlare.
“Che è successo con Harry?”
Giulia spalancò gli occhi. E lei che ne sapeva?
La bionda si trattenne dal ridere alla faccia sorpresa dell’amica e le fece cenno di raccontare.
“Tu.. come lo sai?”
Andrea sospirò.
“Vi ho visti parlare. Poi ridevate a crepapelle e poi lui ti guardava con un’aria.. troppo seria per i miei gusti. Ti si è avvicinato, ti ha sussurrato qualcosa e se ne è andato. Tu avevi un’espressione davvero confusa e in tre secondi sei fuggita via verso la pizzeria. –si grattò la nuca in difficoltà- mi ero promessa che sarei venuta a cercarti per chiederti che problema ci fosse ma.. scusami, mi è passato di mente. È che pattinavo con Niall e..”
Giulia le sorrise e scosse la testa.
“Ehi, non preoccuparti. È il tuo compleanno è giusto che lo passi divertendoti piuttosto che condividendo i miei stupidi problemi”
Andrea annuì debolmente.
“Allora, me lo dici che è successo?”
Giulia alzò le sopracciglia e scosse la testa.
“Avanti” la incitò Andrea.
Giulia sospirò “E’ che.. –scosse la testa- lascia stare.”
“Guarda che a me puoi dirlo che ti piace Harry”
E per la seconda volta nella serata Giulia si ritrovò a deglutire rumorosamente e a spalancare gli occhi. E, dal canto suo, Andrea combatteva per non scoppiarle a ridere in faccia.
“Ma che dici..” sussurrò la mora.
Andrea roteò gli occhi “Oh, avanti, l’hanno capito tutti. E poi non penso che hai deciso di andare ad un appuntamento con lui perché hai pensato ‘potremmo diventare amici’, è palese che almeno un po’ ti piaccia!”
E Giulia si illuminò ricordando il famoso appuntamento che poi, tanto appuntamento non era stato, poiché Louis si era intromesso nella conversazione.
Istintivamente sorrise e annuì al pensiero che le si era formato in testa.
Aveva accettato l’appuntamento perché Harry le era piaciuto fin dal principio.
Fin da quando trovava il verde dei suoi occhi dappertutto e quelle iridi erano diventate la sua ossessione, fin da quando l’aveva conosciuto, fin da quando c’era uscita.
Ed era stata stupida a dirgli che era il suo migliore amico, perché anche lei, in fondo, sapeva che Harry non era mai stato tale. Era stato sempre di più.
Andrea vedendo l’amica sorridere, non fece domande. Si limitò ad alzarsi e a farle cenno di seguirla per andare a casa.
Giulia, dal canto suo, aveva la testa tra le nuvole.
Aveva capito che le piaceva Harry ma c’era ancora qualcosa che la bloccava, come se al puzzle che aveva in testa mancasse un tassello.
C’avrebbe pensato una volta infilata nel letto.
Si sa, il proverbio dice, la notte porta consiglio e quella sera Giulia ne avrebbe testato la veridicità.
 
 
 
 
 
SHERBEEEEEEEEEET!
Beh, direi che sono più che in orario!
Ho aggiornato presto, amatemi, e poi il capitolo è anche lunghetto.. e bellino!
Bellino, non perché l’ho scritto bene, ma perché ci sono delle cosine interessanti
-Dan, (c’erano Serena e Blair, non poteva mancare Dan!)
-Giulharry –ahahaha, fa schifo come nome, lo so- però sono dolci! :3
NON SONO DOLCI?!
Si, lo sono.
 Non so che altro dire quindiii blablabla
Ajjanhduiqnjqmkqsnmqjnhqbwuybdjnoqnmiwqndui
Sherbet insensato.
C’ho una voglia insana di imprecare. O.O
Ma siccome sono una ‘gud gorl’ mi limito a dire ‘minchia’
Vabè, giuro che ora vado e non scasso più le booooools.
Ah, finalmente ci siamo fatte twittah.
Giuliet :
https://twitter.com/Yeah_Happiness
Pike-Asdrubale-Andrea-Miao : https://twitter.com/lolliamoci_
Twitter è la seconda cosa più figa dell’universo, mi spasso troppo a scrive i tweet a Haroldino porto il pannolino e a sfotterlo!
Ovviamente la prima cosa più figa del mondo è Frà.
Non sapete chi è Frà?
Beh, non sapete quale è la prima cosa (persona) più figa per del mondo.
Ohohohoh
Basta me ne vado davvero.
:D
Niente foto, tanto non me le carica D:




Si, è vero, avevo detto niente foto ma non ho resistito.
E poi.. IL PC M'HA CARICATO LA FOTO!
MIRACOOOOOOOOOLOOOOOOOO *-*
Ciao figone :Q___

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Capitolo 20
*** Tzé ***


Tzé.

* Sentite, io avrei un piccolo consiglio da darvi... mettete 'Give me love' in sottofondo ;D *


La notte porta consiglio?
Tzé, a Giulia aveva portato solo un forte mal di testa.
Ci aveva provato a riflettere su quello che era accaduto la sera precedente, durante il compleanno di Andrea. Si era infilata sotto le coperte con un tazza fumante di cioccolata calda, aveva acceso la tv con un film di quelli strappa lacrime ma non era riuscita a seguirlo perché delle immagini affollavano la sua mente.
Quel piccolo cervellino che si ritrovava si era sovraccaricato di informazioni, domande e plausibili risposte.
Il risultato?
Un forte peso sullo stomaco e un mal di testa che, nonostante la dormita, non si era degnato di lasciarla.
E le sembrava un paradosso che proprio a lei, così brava nel cogliere i particolari, fossero sfuggiti quelli così importanti. Molte volte si era ritrovata a dare consigli alle proprie amiche, lo aveva fatto anche di recente con Lucia, ma con se stessa non sapeva proprio dove sbattere la testa.
I sintomi della ‘malattia dell’amore’ c’erano, d’altronde lo aveva anche studiato per preparare lo scorso esame, allora cos’era che la bloccava?
Forse la paura.
Forse l’orgoglio.
Forse proprio perché, da quanto aveva letto, l’amore era la prima possibile causa di depressione.
Oh ma al diavolo!
Perché non si lasciava andare?
Questo era il problema.
La sua parte più libera, più spensierata, quella che la faceva dipingere ogni sera insomma, le diceva di andare da Harry.
La sua parte più razionale, quella che invece le faceva nascondere i suoi dipinti, la teneva bloccata in quel letto. Sotto la morsa delle coperte e quella del rimorso.
Ehi bella addormentata nel bosco che ci fai ancora a letto? E’ la mattina di Capodanno dobbiamo andare a fare shopping!
Lucia era irrotta nella sua stanza tirando su di botto la persiana della finestra. Giulia aveva grugnito e Andrea con fare saccente aveva ammonito Lucia.
Suvvia milady, la principessina sul pisello soffre di mal d’amore
Sia Lucia che Camilla che Giulia si erano girate di scatto verso la bionda solo che le prime due avevano urlato un ‘che cosa?’ mentre Giulia si era solamente limitata a mandarle un’occhiata in tralice. Avevano chiesto spiegazioni ma la mora sbuffando si era ributtata indietro nel letto coprendosi fin sopra i capelli.
Io non vengo
Aveva annunciato e le altre tre avevano rispettato la sua decisione e facendo un po’ di storie se n’erano andate.
Giulia aveva cercato di riaddormentarsi ma non c’era riuscita così nello stato pietoso quale era si era alzata dal letto e aveva girovagato per la casa senza una meta precisa.
Stava facendo colazione quando era suonato il campanello. Strusciando i piedi a terra era andata ad aprire maledicendo mentalmente le sue amiche per essersi dimenticate le chiavi di casa ma chi si era ritrovata davanti non erano affatto loro.
Davanti a lei infatti c’era Niall, in tutto il suo splendore.
Dalla prima volta che lo aveva visto infatti aveva sempre pensato che quel ragazzo fosse perfetto e si meravigliava che ancora non avesse una ragazza.
Posso parlarti?
Le aveva chiesto un po’ imbarazzato e lei si era spostata di lato per lasciarlo passare. Si erano accomodati sul divano e subito lui aveva iniziato a parlare titubante.
Ehm io… Harry e anche gli altri mi hanno detto che sei brava in queste cose cioè, sei brava a dare consigli, ad ascoltare la gente e allora io volevo chiederti se ti andava di ascoltarmi
La mora aveva annuito e lui aveva continuato.
Insomma c’è questa… persona che in qualche maniera riesce a farmi cambiare umore da un momento all’altro, anche con poche semplici parole. Mi rende felice nelle giornate buie con un solo sorriso e quando sto con lui mi sento pieno, completo, ma comunque leggero. Sento di poter fare qualunque cosa e ogni sua più piccola azione può influenzare le mie. Sento di star bene anche con ogni suo, grande o piccolo che sia, difetto e vorrei gridargli in ogni momento di essere perfetto perché anche se pensa di no ai miei occhi lo è
Non era incespicato neanche una volta nelle sue parole.
Era sicuro di quello che diceva, o almeno credeva di esserlo ed era proprio per questa sua indecisione che aveva deciso di andare da Giulia.
Ma Giulia ora lo osservava, anche lei aveva colto la sua titubanza ma gli aveva semplicemente sorriso aspettando che continuasse perché lei sapeva che c’era qualcos’altro che doveva dire.
Giulia io sento di amarlo
Aveva detto con un certo luccichio negli occhi.
Fa sentir bene dirlo ad alta voce vero?
Gli aveva chiesto Giulia e lui aveva annuito abbassando la testa imbarazzato.
Niall quello che mi hai detto è bellissimo quindi perché non provi a star bene un’altra volta dicendolo ad alta voce anche a questa persona?”
Si forse hai ragione..
Le aveva risposto il biondo e ringraziandola si era alzato dal divano.
Era successo un’altra volta.
Giulia aveva dato un altro consiglio senza però essere riuscita a risolvere i suoi problemi, però questa volta involontariamente Niall le aveva detto cosa fare.
Anche lei in un certo senso provava quelle cose.
Anche lei doveva andare a parlare con quella persona.
Aveva sentito la porta aprirsi e prima che Niall se ne fosse andato lo aveva fermato.
Ehi Niall, beh vorrei tanto conoscerla quella ragazza che ti fa provare queste emozioni
Il ragazzo le aveva sorriso malinconico.
Si prima o poi te la farò conoscere
E con gli occhi rivolti alle scarpe se n’era tornato a casa sua immerso nei suoi pensieri.
Il pomeriggio era poi passato nella frenesia delle tre ragazze che erano tornate dal fare compere addobbate come alberi di Natale dalle buste dei vari negozi in cui, Giulia ne era sicura, avevano speso tutti i loro risparmi. Avevano anche preso un vestito per lei e costringendola l’avevano fatta preparare per andare in discoteca.
Ma lei non era pronta.
L’aveva ripetuto tutto il pomeriggio perché, nonostante Niall le avesse fatto capire cosa doveva fare, lei non voleva farlo.
Controvoglia era stata trascinata fin davanti il locale ed era stata catapultata dentro in cerca di un tavolo dove potessero entrare sia le quattro ragazze che i cinque ragazzi.
In quei giorni erano stati talmente tanto tempo insieme che ci avevano fatto l’abitudine.
Ragazze!
Aveva urlato poco dopo Zayn annunciando il loro arrivo e per l’ennesima volta nella settimana Giulia si era voltata verso di loro e li aveva salutati uno ad uno.
Fino ad arrivare ad Harry.
Come al loro primo incontro erano rimasti a fissarsi in silenzio ma quasi impulsivamente il riccio le aveva le aveva detto una cosa che l’aveva fatta rimanere di stucco.
Sei bellissima
L’aveva sussurrato, ma alle orecchie della ragazza era arrivato forte e chiaro, sovrastando anche la musica.
Si era poi avvicinato, posandole un bacio sulla guancia e l’aveva lasciata lì, dirigendosi al bancone degli alcolici.
Giulia si era riseduta e aveva lanciato un’occhiata alla pista.
Aveva sorriso.
Lucia stava ballando un po’ con Liam e un po’ con Andrea mentre Camilla cercava di concentrarsi su Dan, ma le mani di Zayn che le sfioravano la schiena non glielo permettevano e poco più in là Louis si dimenava da solo.
I loro occhi si erano incontrati e i sorrisi di entrambi si erano aperti. La mora allora mentalmente li aveva contati.
Uno, due, tre, quattro, cinque, sei… Sei? E Niall?
Si era girata e aveva trovato il biondo seduto accanto a lei.
Quanto poteva essere stata stupida a non accorgersi che era proprio lì accanto a lei? Tanto.
Ehi tu non vai a ballare?
Gli aveva chiesto cercando di farsi sentire anche con la musica.
Non ne ho voglia
Le aveva risposto restando poi in silenzio, allora Giulia aveva riprovato.
Hai detto ciò che provi alla ragazza di cui mi hai parlato?
Il ragazzo l’aveva guardata ancora una volta titubante, aveva aperto bocca ma subito dopo l’aveva richiusa a causa di Andrea e Lucia che avevano strattonato la povera ragazza in pista.
Di fatto lei aveva protestato ma poi si era lasciata andare in compagnia di Zayn.
Aveva iniziato a muoversi lasciando spazio alla sé spensierata e con il ragazzo si era divertita finché non aveva incontrato in verde intenso di quegli occhi che non avevano mai smesso di monitorare le sue mosse.
Quegli occhi che dapprima erano stati quasi un mistero da svelare ma che poi erano diventati la sua fuga dalla vita dei ‘grandi’.
Repentina si era voltata.
Stava scappando un’altra volta? Si.
Non si sentiva pronta.
Voleva rifletterci ancora un po’… Oh ma al diavolo!
Non l’aveva detto Coelho che le emozioni sono come cavalli selvaggi e non sono di certo le spiegazioni, create nella nostra testa, che ci fanno avanzare ma è la volontà di proseguire?
Si, era stato proprio lui.
Beh allora cosa aspettava?
Il suo puzzle si poteva dire completo.
Non mancava un tassello, non era andato perso, si era solamente infilato sotto gli altri nascondendosi dalla vista della ragazza che lo stava cercando così disperatamente.
Ed ora che lo aveva trovato si era rigirata convinta della sua decisione ma questa volta non aveva più visto il ragazzo dov’era prima e allora aveva iniziato a cercarlo.
Aveva notato i suoi ricci, li avrebbe potuti riconoscere ovunque, e allora l’aveva seguito urlando il suo nome, fin fuori la discoteca.
Dove si era fermato.

Era di fronte a lui.
Non era mai stata così bella.
Le cose già da un po’ erano chiare per lui, ma non riusciva a capacitarsene.
Insomma voleva con tutto il cuore che la ragazza si accorgesse che per lui il loro semplice rapporto ormai non bastava più e quando il giorno prima alla pista di pattinaggio gli aveva sussurrato di essere il suo miglior amico dentro di lui qualcosa si era come spezzato.
Ma infondo cosa si aspettava.
L’aveva detto lui stesso a Liam che alle ragazze bisogna dir tutto e allora perché non l’aveva fatto anche con Giulia?
Perché non aveva raccolto quel poco di coraggio che gli serviva e le aveva urlato tutto ciò che provava?
Si voleva quasi urlarglielo il giorno prima ma quelle due parole gli avevano fatto ritornare nello stomaco le sue e la sua voce si era sempre più affievolita fino a sparire.
Ed oggi, sconsolato, gli era sembrata più bella del solito e la mossa migliore per lui era stata fiondarsi nell’alcol e limitarsi a guardarla da lontano.
Fino a quando non l’aveva vista ballare con Zayn.
In quel momento un’emozione nuova, diversa, mai provata prima d’ora gli aveva riempito la testa.
Gelosia.
Gelosia verso uno dei suoi migliori amici.
E se n’era andato ma poi l’aveva sentita urlare il suo nome e le parole erano tornate a battere contro il suo palato volendo uscire.
Un fiume di parole.

Era di fronte a lei.
Non era mai stato così bello.
E Giulia non l’aveva mai amato così tanto. Ecco l’aveva pensato, l’aveva ammesso.
Finalmente.
Ora riusciva a vederlo. Fin dal primo giorno al pub le era rimasto in mente, lei credeva che fosse solamente un interesse, una curiosità o alla più brutta una cotta tipo quelle adolescenziali. Si era sentita stupida la ragazza a capirlo solo ora.
Lei provava qualcosa per Harry.
Io…” provò a rompere quel silenzio che si era formato tra di loro, carico di sguardi che dicevano tutto o non dicevano niente.
La bloccò.
Harry mise una mano sulla bocca di Giulia.
Conoscendola avrebbe potuto interromperlo e lui non poteva perder tempo.
Ne aveva sprecato abbastanza.
No Giulia ora parlo io.” Questo era il momento. Per entrambi.
Io non posso sopportare ancora a lungo questa situazione” aveva cominciato “Ogni volta che sei al mio fianco, che mi sfiori, che mi abbracci, i miei sensi si offuscano.
Non vedo più, non sento più, non sento nessun altro tocco che il tuo.
La mia testa si riempie della tua voce, della tua immagine, del tuo profumo.
L’unica cosa che riesco a capire è che mi stai toccando.
Parlando.
Guardando.
E allora i tuoi occhi con delicatezza prendono il possesso di me.
Tu dici di non averli mai capiti, beh allora lascia che sia io a spiegarteli.
Lascia che sia io il ragazzo che ti ascolta, sia mentre piangi che mentre sei felice.
Lascia che sia io a cullarti tutte le volte che vuoi.
Lascia che sia io a proteggerti.
Lascia che sia io a dirti tutte le volte di cui ne hai bisogno di essere bella.
Lascia che sia io l’uomo della tua vita.
Lasciami amare la ragazza della mia vita
”. Alzò gli occhi per scrutarla.
Giulia era davanti a lui, completamente immobile.
Stava aspettando che il riccio le togliesse le mani dalla bocca.
Ma Harry aveva paura. Aveva paura delle possibili parole della ragazza e così non accennava a spostarsi da quella posizione.
Giulia mugugnò qualcosa ma Harry continuò non facendola parlare nemmeno ora.
Distruggeremo il mondo. Insieme. E…” sorrise “ Se vuoi giocheremo a nascondino tutte le volte che vorrai. L’unica cosa che voglio è abbracciarti come non ho mai fatto prima.
Voglio provare il sapore delle tue labbra.

Spostò un’altra volta gli occhi verso il basso e poi guardò il cielo. Non riusciva a fissare lo sguardo in quello della ragazza.
Perciò l’unica, la sola cosa che ti chiedo è di darmi amore. Amarmi come mai prima d’ora. Perché io sarò sempre pronto a dartene.”
La guardò finalmente negli occhi e lentamente tolse la mano mentre pronunciava le ultime parole.
Giulia io ti amo
Ora il ragazzo era pronto ad aspettarsi il peggio.
La ragazza gli prese il viso fra le mani e lentamente appoggiò le sue labbra su quelle del ragazzo. Harry rimase spiazzato dal gesto ma certamente non si tirò indietro a quel dolce bacio spontaneo. Quante volte aveva sognato quel contatto.
Quante volte aveva sognato quelle labbra.
Sapevano di cioccolata come si era sempre immaginato e ora chiudendo gli occhi si ritrovò a pensare che quello era il “peggio” più bello che gli potesse capitare.
Dove aveva trovato tutto quel coraggio la ragazza non lo sapeva.
Sapeva, però, che una miriade di piccoli animaletti avevano cominciato a svolazzare nel suo stomaco.
Che fossero le farfalle? Beh ne era quasi certa.
Aveva posato le sue braccia sulle spalle del ragazzo iniziando a carezzare piano i suoi ricci mentre Harry l'aveva avvicinata più a sé. Non credeva a quello che era successo e facendo così la sentiva più sua.
Più reale.
Quel bacio era stato più soddisfacente di altre mille parole. Lo sapevano entrambi.
Ma Giulia si era staccata da quelle labbra e aveva appoggiato la fronte su quella del ragazzo.
Si sentiva come in debito.
Anch’io ti amo, Harry” L’aveva detto e anche se era sicura che Harry l’aveva capito con il bacio voleva renderlo più importante, più vero. Ora Giulia sentiva che tutti i pezzi del puzzle erano al loro posto e creavano un’immagine.
Harry e lei, marrone e verde.
Il ragazzo aveva sorriso e si era riavvicinato alla bocca di Giulia.
Ricominciando tutto da capo.
Come una danza. Sotto le stelle. Nel silenzio denso come il nulla.

Naturalmente prima dello scattare del conto alla rovescia erano tornati mano nella mano dagli altri che non avevano fatto domande, si erano limitati a sorridere nonostante la loro curiosità aleggiasse nell’aria.
Come non avevano fatto domande quando alla fine del conto alla rovescia, all’inizio del nuovo anno, i due si erano baciati.
Anche Liam e Lucia e Camilla e Dan l’avevano fatto e la serata era proseguita tranquillamente.
Solamente a notte fonda avevano deciso di tornare a casa.
Volete dormire da noi?
Aveva proposto Andrea e Zayn barcollando le aveva risposto.
Non io, ho da fare. Devo uccidere un certo ragazzo. Brutto stronzo dove sei?
Aveva urlato per poi iniziare a correre e cadere pochi metri più in là.
Andrea, del tutto convinta che fosse completamente ubriaco, non aveva dato importanza a quanto aveva detto e aveva spostato lo sguardo sugli altri.
Io stanotte vorrei dormire!”
Questa volta aveva parlato Louis guadagnandosi un’occhiata piuttosto arrabbiata da parte della ragazza.
Allora le aveva fatto un occhiolino, le aveva baciato la guancia e rialzato Zayn da terra era andato per la sua strada. Mentre sistemava Zayn in macchina e si allacciava la cintura l’immagine di Andrea che dormiva gli ritornò in mente.
Inevitabilmente scoppiò a ridere.
Pochi giorni prima, infatti, erano rimasti a dormire a casa delle ragazze e lui aveva notato lo strano
vizio che aveva nel bere una tazza di tè prima di addormentarsi.
L’aveva osservata e nella notte, quando non era riuscito a prender sonno, l’aveva sentita dire qualcosa. Si era avvicinato e si era accorto che Andrea parlava nel sonno.
Era rimasto accanto a lei ad ascoltarla perché le sembrava carina.
Adorabile.
Una persona diversa.
Ma poi lei si era svegliata e trovandolo assorto a fissarla gli aveva lanciato una cuscinata tornando la Andrea rude di sempre.
Però Louis non poteva lamentarsi.
Dopo quella chiacchierata il giorno del suo compleanno il rapporto tra di loro si era stravolto.
Louis aveva trovato in Andrea quell’umanità che pensava non avesse ed erano diventati amici.
Si stropicciò gli occhi stanco ma cosciente che a causa dell’alcool che aveva ingerito non avrebbe dormito facilmente quella notte.
Non sai quanto ti invidio!
Aveva detto a Zayn che già dormiva nonostante sapesse che non lo avrebbe sentito e poi aveva sbuffato tornando a guardare la strada.
L’immagine di Giulia e Harry che si tenevano per mano e si baciavano allo scoccare della mezzanotte gli era ritornata in mente e un sorriso malizioso si era fatto spazio sul suo volto.
Buon primo gennaio.







Belle vardasciuole, quanto tempo che è passato dall'ultima volta che ho aggiornato io....
Ok, questo è un capitolino un po' meno di merda del solito. Anzi, prima di leggere l'ultimo capitolo della storia della magnifica anns credevo che questo fosse anche, addirittura, carino, ma poi tutto è andato a puttane :)
Ma ora facciamoci un po' di domande fondamentalmente inutili...
Questa persona di cui parla Niall a Giulia sarà Charlie?
E cosa mi combinano Giulia e Harry?
E, cosa più importante, chi vorrà uccidere Zayn?
Oggi non ho molto da dirvi a parte il fatto che non l'ho riletto quindi se trovate qualche errore ditemelo e se trovate un 'Matteo' ormai credo sapete di chi sto parlando ;)
Ora me ne torno nella mia bat-caverna, ci vediamo belle.
A sabato prossimo, Giulia <3

P.S. Mi sono dimenticata di tre cosucce.
1. Domani è il compleanno di Ed Sheeran e non so assolutamente come fargli gli auguri. So che questo a voi può non interessare ma per me è estremamente frustrante! D:
2. Chi di voi fa il dopocresima? Vi spiegherò poi perché mi faccio i cavoli vostri, state tranquille :)
3. Seguitemi su Twittah perché mi sento sola e parlare con qualcuno mi farebbe piacere, quindi menzionate questo profilo -----> MINCHIONA

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Capitolo 21
*** Obbligo o verità ***


Obbligo o verità
 
Il rumore di pentole che sbattevano e una puzza di bruciato la svegliarono.
Mugugnò qualcosa prima di alzarsi dal letto e scendere in cucina.
La porta era socchiusa.
Qualcuno rideva.
E a quanto pare si divertiva a far cozzare tra loro le pentole.
Spalancò la porta e si dovette tappare il naso per l’odoraccio.
Lo spettacolo che le si presentò avanti non era dei migliori.
Giulia aveva una pentola in testa e si proteggeva dietro una sedia con una padella in mano.
Harry aveva il volto completamente sporco di farina e teneva in mano una forchetta.
Un pugno di quella polvere bianca volò davanti gli occhi di Andrea e andò a finire sia a terra che addosso a Giulia che rise a crepapelle.
Ok.
Non andava bene.
Andrea tentò di fare un passo verso i due che ancora non si erano accorti della sua presenza ma la farina la fece scivolare facendola cadere con un gran tonfo.
Si portò subito le mani all’osso sacro dolorante.
Tutte a me.
Finalmente l’amica si accorse della bionda e fece segno ad Harry di interrompere la guerra.
Andrea tutto bene?
La bionda non si degnò di risponderle e tentò di alzarsi goffamente mentre veniva aiutata dagli altri due.
Porca vacca che dolore
Giulia soffocò una risata e Andrea la fulminò all’istante.
Si può sapere che cosa diavolo state combinando?
Harry scrollò le spalle circondando la vita di Giulia con una braccio –Andrea sorrise- Giulia indicò il forno.
Stiamo cuocendo una crostata” e proprio mentre lo diceva Harry schizzò verso il forno tirandone fuori un mezzo dolce carbonizzato.
Andrea fece una faccia disgustata.
Ecco perché c’era quell’odore di bruciato. Comunque – si mise le mani sui fianchi e li guardò –Io ho fame, quindi cercate di spicciarvi a mettere apposto questo caos e chiamatemi quando avete finito che vengo a cucinare
Harry scosse la testa.
Noi a dir la verità abbiamo già mangiato
Andrea alzò le sopracciglia.
Perché non mi avete svegliata?
Dormivi così bene che ci sembrava un peccato!” rispose ovvia Giulia.
Andrea scrollò le spalle.
Mangerò con Camilla e Luc-
No, loro non ci sono. Cami è fuori con Dan e Lucia pranza con Liam.
Giulia sorrise e Harry le lasciò un bacio sulla guancia.
Adesso andiamo anche noi
La superarono e uscirono dalla cucina facendo un primo step al bagno per darsi una pulita dalla farina e poi afferrando i cappotti.
La bionda li seguì prima che potessero uscire.
Aspetta. Quindi voi.. cioè.. –si torturava le mani- adesso.. state insieme?” chiese tutto d’un fiato.
Giulia rise sommessamente e si avvicinò ad Harry per lasciargli un semplice bacio sulle labbra, poi senza aggiungere altro uscì di casa trascinandosi dietro il riccio.
Andrea scosse la testa quando il portone si chiuse, mentre si convinceva sempre di più di aver fatto la cosa giusta la sera del suo compleanno a parlare con Giulia.
Insomma, quei due erano perfetti per stare insieme e davvero non riusciva a capacitarsi del fatto che se non fosse intervenuta lei la situazione ancora non si sarebbe sbloccata.
Rientrò in cucina con un sorriso sulle labbra che le si spense subito.
Regnava ancora il caos, Harry e Giulia non avevano messo apposto niente ed ora toccava a lei rimboccarsi le maniche.
Sbuffò e prese il pezzo di crostata carbonizzato fra le mani buttandolo nel cestino.
Pranzo da sola e pomeriggio senza amiche, quale miglior modo per incominciare un nuovo anno?
Pessimo.
 
Andrea aveva passato tutto il pomeriggio davanti la tv a guardare i peggio film che trasmettevano ed ora non ne poteva più.
Gli occhi le pizzicavano ed era certa fossero diventati rossi.
Le sue amiche ancora non erano tornate quindi molto probabilmente avrebbero cenato fuori.
Uscì di casa per farsi una passeggiata.
Passando davanti una pizzeria le venne un certo languorino, senza pensarci troppo si affrettò ad entrare.
Subito l’aria consumata e il profumo invitante di pizza la accolsero.
Mentre pagava le parve si sentire una voce conosciuta, si voltò trovando Niall intento a parlare al telefono.
Gli occhi le si alluminarono.
Si fiondò sul tavolo de biondo e quando lui la vide le rivolse un sorrisone. Salutò la persona dall’altro capo e chiuse la chiamata.
Ehi che ci fai qui?
La ragazza alzò le spalle.
Ho passato l’intero pomeriggio davanti la tv a fare niente. Adesso volevo uscire ma mi è venuta fame.
Niall annuì sorridente e la ragazza gli si avvicinò ad un orecchio.
Stavi parlando con..
Il ragazzo arrossì violentemente abbassando lo sguardo e schiarendosi la voce.
Ehm.. se intendi adesso al telefono.. si.”
Andrea sorrise.
Hai parlato con Giulia come t’ho detto di fare?
Niall annuì.
E che ti ha detto?
Il ragazzo sospirò.
Che sono bellissime emozioni quelle che provo e che dovrei dirglielo – prese un respiro –il problema però è che non ce la faccio.”
Andrea gli prese una mano.
Devi solo trovare il momento giusto, ce la farai.”
Niall scosse la testa.
No, non capisci? Io vorrei essere normale, come Harry, come Louis, come tutti gli altri! E invece guardami! – spalancò le braccia – guarda che sono! Un codardo!
Andrea scosse la testa violentemente.
Guarda che non c’è niente che non va in te. Devi solo convincertene.
Gli lasciò un bacio sulla guancia e lo salutò sorridente mentre usciva dal locale.
 
 
 
Gira! Gira!
Le urla risuonavano nella stanza forti e chiare ed una bottiglia di vodka vuota girava in mezzo a nove ragazzi che già quasi tutti ubriachi si erano appollaiati sul pavimento del salotto di casa delle ragazze.
Perché erano lì?
Semplice.
Erano passati ben dodici giorni monotoni dal primo gennaio quindi si erano ritrovati per festeggiare il tanto atteso compleanno di Zayn. La mega festa in discoteca che il ragazzo da tanto sognava ad occhi aperti era stata sostituita da un semplice passatempo.
Obbligo o verità.
Il collo della bottiglia, al termine del suo giro, si era fermato puntando Louis e un ghigno si era formato sul volto di Camilla.
La bionda, forse la sola meno brilla degli altri, aveva il suo obbligo perfetto per lui in serbo da un po’.
Si era scostata dalle braccia di Dan che la avvinghiavano protettivamente e si era girata verso il ragazzo.
“Obbligo o verità?” gli avevo chiesto e lui osservandola ridere malignamente aveva risposto verità.
Il sorriso di Camilla era sparito e si era trovata presa in contropiede.
“Chiedigli se ha mai provato hashish!” Zayn che era il più ubriaco di tutti sparava cavolate senza neanche rendersene conto.
Camilla non lo considerava concentrandosi.
Che domanda poteva fargli?
Aveva aperto un poco la bocca e poi aveva dato fiato al primo pensiero che le era balenato nella mente.
“La tua prima volta – aveva alzato lo sguardo su Louis – racconta”
Louis aveva inclinato leggermente la testa spostando lo sguardo nell’angolo in alto a destra della stanza e aveva sorriso impercettibilmente.
“Oh, Samantha -  era scoppiato a ridere insieme a tutti gli altri – devo proprio raccontarvelo?”
Camilla aveva annuito e il ragazzo aveva iniziato a parlare.
“Avevo quattordici anni ed erano circa due settimane che uscivo con Samantha. Non mi sembrava vero di essere stato notato da una ragazza di quattro anni più grande di me. – scosse la testa – Una sera mi venne a prendere a casa e mi portò su una collina, una di quelle colline fuori portata, quelle fatte apposta per fare sesso in macchina infatti non eravamo soli, c’erano tipo altre dieci automobili oscurate intorno a noi.”
Si era fermato perché era stato sovrastato dalla risata di Harry.
“Amico, hai davvero fatto sesso per la prima volta in una macchina insieme ad altre venti persone circa?”
Louis l’aveva guardato, piccato, e poi gli aveva lasciato una gomitato nello stomaco contemporaneamente a Giulia.
“Hey, avevo quattordici anni! Comunque lei sapeva che era la mia prima volta e non mi fece mancare niente quella sera.. provai di tutto – aveva alzato un sopracciglio ed aveva lanciato uno sguardo malizioso ad Harry – se capisci cosa intendo.. ricordo ancora come fosse ieri l’alberello attaccato allo specchiatto retrovisore.. sapessi come ballava!”
Il ragazzo aveva sorriso mentre una seria di fischi e mormorii si erano alzati dai suoi spettatori.
“Scommetto che stava sopra lei, che tu non sei durato e che mezz’ora dopo essere arrivati questa Samantha ti ha scaricato e riportato a casa perché non l’hai soddisfatta  abbastanza.”
Aveva parlato Camilla lanciando uno sguardo d’intesa agli altri e guardando Louis che avea abbassato lo sguardo il imbarazzo.
“Guardate come è diventato rosso!” era scoppiata a ridere Andrea battendo il cinque a Niall e tutti l’avevano seguita mentre Louis vergognandosi sempre di più aveva afferrato la bottiglia dalle mani di Camilla facendola ricominciare a girare.
Quasi come a volere che Louis si vendicasse sulla domanda della bionda il collo della bottiglia indicò proprio e lei.
Louis aveva sorriso malandrino.
“Obbligo” aveva subito affermato Camilla.
Il castano ci aveva riflettuto un po’ poi mentre Dan allacciava per l’ennesima volta le braccia attorno a Camilla e mentre questa si spostava una scintilla maligna gli aveva attraversato gli occhi.
“Bacia Zayn”
Gli schiamazzi erano diventati ancora più rumorosi ma Camilla autoritaria si era rifiutata di farlo.
“Allora lasciati fare un succhiotto” aveva tagliato corto Louis.
“Sempre da Zayn?” aveva chiesto Camilla.
E Louis aveva annuito.
Camilla l’aveva guardato con sguardo indecifrabile e poi amante delle sfide qual’era si era alzata in piedi mentre Zayn faceva lo stesso.
“Non ti avvicinare alla mia ragazza” aveva quasi ringhiato Dan a denti stretti mentre improvvisamente il silenzio e la tensione avevano padroneggiato in quella stanza.
Camilla non si era mossa mentre vedeva Zayn avvicinarsi a lei ignorando completamente l’avviso di Dan.
Il ragazzo aveva sorriso sornione prima di inclinare il volto di Camilla con una mano per avere libero accesso al suo collo.
Aveva cominciato a lasciarle dei baci umidi e languidi da sotto la mandibola della ragazza fino ad arrivare sulla clavicola tornando infine proprio al centro.
Aveva rifatto lo stesso per due volte sentendo gli occhi di Dan ucciderlo e i muscoli di Camilla tendersi e rilassarsi sotto il suo tocco.
Ad un certo punto si era fermato concentrandosi su un lembo di pelle liscia e fresca.
Aveva succhiato, mordicchiato e lenito con la lingua la parte irritata per un po’ e poi si era staccato per ammirare il suo lavoro.
Era sicuro che il giorno seguente sarebbe diventato di un bel viola scuro.
Si era riavvicinato e c’aveva lasciato un ultimo bacio per poi ritornare a guardare Camilla negli occhi.
A quel punto nel silenzio che regnava si era sentito il tonfo di una porta che si chiudeva e quando Camilla si era accorta che era stato proprio Dan a provocare quel rumore si rese conto di ciò che si era lasciata fare da Zayn.
“Scusatemi” aveva detto prima di afferrare il cappotto, fulminare un’ultima volta con lo sguardo Zayn e andarsene seguendo Dan.
 
 

SHERBEEEEEEEEET!
Ciao belle cocche!
A new chapter for you my dear!
Quanto è bella One way or another?!
Minchia.
Comuuunque..
Niente da dire riguardo il capitol se non MLMLMLMLMLML
CAMILLA E ZAYN.
Eeee comunque.. prima di andare voglio solo dirvi che ho detto a Giulia che le hanno programmato una interrogazione di storia su tutto il programma.. e lei ci crede! Qvindi non ved l'ora che legge questo angolo autrice per scoprire che è tutta una cazzataaaaa! uhuhuhuh sono la più trasgre. Ehmm che altro dirvi? Ah si, mi sono schiarita i capelli e mi hanno chiamata girasole. L'insulto più bello della mia vita. Ultima cosa poi me ne vado. Se volete seguirmi su twitter -certo che non volete- sono @lolliamoci_ uso twitter solo per portare per culo Harry qvindi se volete qualcuno con cui parlare.. eccomi qui! STA NEVICAAANDOOOO QUIIII! ^_^ ora me ne vado davvero l'ultima cosa che vi dico è che da adesso in poi i capitoli si faranno più interessanti.. scusate se metà capitolo ha i discorsi in grassetto e l'altra no :D Vado di fretta, scusate.br /> BYEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE! (MA LO SAPETE CHE SUL PRIMA CAPITOLO DI QUESTA STORIA CI SONO 800 E PASSA VISITE?! LOVE YOU.)
 
http://i1305.photobucket.com/albums/s558/ManFuckThatShit/tumblr_miktg8BAcR1r488rbo5_500_large_zps43269e61.gif

Nanana!

http://i1305.photobucket.com/albums/s558/ManFuckThatShit/proxy_large_zpsaef0b688.jpg

Non poteva mancare Zayn...
... e per concludere in bellezza...

http://i1305.photobucket.com/albums/s558/ManFuckThatShit/559829_224303047707854_1159346904_n_large_zpsf1fa8149.jpg

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Capitolo 22
*** Pioggia, Italia e bolle di sapone. ***


Pioggia, Italia e bolle di sapone


“Giulia, devi andare al parco non a ritirare un Oscar!”
Giulia la guardò disperata.
“Ma lui sarà perfetto e per una volta voglio esserlo anche io!”
Andrea le posò un mano sulla guancia e Giulia le sorrise sapendo che le dolci parole che l'amica le avrebbe detto l'avrebbero sicuramente tirata su di morale.
“Fatti una cura.”
La mora spalancò la bocca e, se avesse potuto, la mascella di Giulia avrebbe toccato terra.
Andrea si era alzata dal letto dell'amica e stava per andarsene.
“Metti i pantaloni neri, io ti presto il mio golfino arancione.”
E chiuse la porta uscendo.
Intanto al piano di sopra Lucia e Camilla correvano a destra e a sinistra nel panico più totale.
La sera prima Andrea si era accucciata sul divano e lì si era addormentata.
Non aveva sentito le sue amiche rientrare ma la mattina seguente si era magicamente trovata nel letto e aveva avuto un risveglio piuttosto brusco.
Aveva dovuto sopportare le urla isteriche di Giulia, Camilla e Lucia che non sapendo cosa mettere per uscire con i propri ragazzi avevano chiesto aiuto a lei.
Ed ora si ritrovava a correre da sopra a sotto per cercare di aiutarle.
Il campanello suonò forte e chiaro e la bionda andò ad aprire.
Harry e Liam la salutarono sorridendo.
Andrea fece loro segno di entrare.
Scesero proprio in quel momento dalle scale Lucia e Camilla.
La bionda salutò tutti con un distratto 'ciao' mentre Lucia si strinse tra le braccia di Liam che la strinse a sé.
“Vado a chiamarti Giulia” disse la bionda a Harry.
Prima di riuscirci, però, la mora la raggiunse.
“Ho bisogno del golfino aranc.. oh, ciao ragazzi” disse spostando lo sguardo sui due.
Harry la ammirava estasiato.
“Sei bellissima.”
Giulia arrossì all'istante sotto la sguardo divertito di Andrea.
Afferrò chiavi, cappotto e borsa e uscì di casa tenendosi per mano con Harry mentre Lucia e Liam facevano lo stesso dietro di loro.
Andrea li guardò andarsene e sospirò rumorosamente.
Forse anche lei avrebbe dovuto trovarsi un ragazzo.
Scrollò le spalle e si diresse verso la cucina ma il rumore del campanello la fermò.
Andò ad aprire aspettandosi tutti ma non lui.
“Louis?”
“Ciao Andrea! - il ragazzo le rivolse un sorriso – posso entrare?”
La bionda lo lasciò passare e chiuse la porta.
“Che stavi facendo?” chiese il ragazzo guardandola sorridente.
“Niente di importante”
Louis inizialmente annuì poi la strinse senza preavviso in un abbraccio.
Andrea confusa gli lasciò qualche pacca sulla spalla.
“Ehm.. va tutto bene?”
“Si certo – disse lui sciogliendo la presa – era solo un saluto siamo amici, no?”
Andrea annuì sorridente.
Sbuffando andò in cucina e prese a lavare qualche piatto del pranzo, giusto per fare qualcosa.
Lui la seguì e si sedette in silenzio.
“Perchè sei venuto qui?” gli chiese dandogli le spalle.
Il ragazzo sospirò.
“Harry doveva uscire con Giulia, Liam con Lucia, Zayn aveva da fare e Niall.. beh, Niall è tanto assente in questo periodo, è consumato dall'amore – sbuffò – E ancora non si degna di presentarci questa persona che gli ha rubato il cuore!” trillò togliendosi il giubbetto e scoprendo una maglia rigorosamente a righe.
Andrea rise.
Poi silenzio.
“Lo fai spesso?” Louis decise di spezzare la tensione.
“Cosa?”
“Passare il tempo lavando i piatti a mano quando avete una lavastoviglie.”
Andrea sorrise un poco.
“Ogni tanto.”
Vide, con la coda dell'occhio, Louis annuire.
Poi essendosi asciugata le mani si voltò a guardarlo.
“Forse dovrei trovarmi una ragazza.” Andrea alzò le sopracciglia sorpresa da quella sentenza improvvisa di Louis.
Si mise a sedere composta di fronte al ragazzo.
“Perchè?”
“Sono due giorni che passo il pomeriggio chiuse in casa mentre gli altri escono con le proprie ragazze..”
“Anche io”
Sbuffò.
“E' snervante.”
Andrea annuì.
“Facciamo qualcosa.” disse Louis alzandosi.
“Cosa?” chiese lei.
“Qualcosa!” ribadì lui spalancando le braccia.
Lei ci pensò un attimo poi si illuminò.
“Vuoi fare le bolle di sapone?”
Era il suo passatempo preferito, anche prima di lavare i piatti.
Louis la guardò sognante.
Andrea sorrise e corse in salotto tornando subito dopo in cucina con un tubetto di bolle di sapone in mano.
Uscirono di casa.
La ragazza porse il tubetto a Louis che dopo averlo svitato soffiò all'interno del cerchio creando tante bolle colorate.
Queste svolazzarono via lentamente sotto gli occhi attenti dei ragazzi.
“Voglio essere una bolla di sapone”
Lo disse contemporaneamente e scoppiarono a ridere.
“Oppure una rondine.” aggiunse la ragazza.
“Vorresti volare via?” le chiese sorridendo alle bolle che scoppiavano.
Andrea annuì appena.
“Voglio girare il mondo e per farlo mi servono un paio di ali. - Louis le sorrise – E poi voglio andare sulla Luna.”
Il castano scosse la testa.
“Tutti sogni facilmente realizzabili, insomma.”
Andrea rise appena.
“Già”
E dopo aver creato altre bolle lei chiuse il tubetto e si girò a guardare Louis.
“E tu invece? Quale è il tuo sogno?”
Louis ci pensò poi scrollò le spalle.
“Mi piacerebbe andare a vivere in Italia.”
Andrea aggrottò le sopracciglia.
“Sul serio?”
“Certo.”
“Se me lo dicevi prima avvisavo mamma che avrebbero avuto un ospite in più.”
E per poco Louis non si strozzò con la sua stessa saliva.
“Sei italiana?!”
Lei era palesemente confusa.
“Certo! Non l'avevi ancora capito? - Lui scosse la testa – Sempre dopo dell'ultimo Tomlinson.”
Ma lui già non la ascoltava più troppo preso ad immaginare la vita di quella ragazza in Italia.
“Parlami della tua famiglia.” le disse.
Andrea scrollò le spalle.
“Non c'è molto da dire. Ho una sorella più piccola di me, mia madre si chiama Giovanna e mio padre Leonard e la sua nuova ragazza è April”
Louis alzò le sopracciglia.
“Sono separati?”
“Già.” ammise la ragazza.
“Mi dispiace.”
Andrea gli sorrise malinconicamente e fece un peggio come a voler cacciare via quel discorso.
“E' acqua passata ormai.”
“Anche i miei sono separati.” ammise gravemente Louis.
La bionda annuì “Lo so, me l'hai già detto.”
Lui la guardò sorpreso.
“Davvero?”
Lei sbuffò.
“Si Louis.”
E iniziando a vedere la palese confusione nei suoi occhi e le prime gocce di pioggia cadere rientrò in casa sbuffando.
“E quando te l'ho detto?”
“Tipo quattro mesi fa quando ci siamo conosciuti. Hai anche detto che tua madre si chiama Johanna e poi hai elencato i nomi di tutte le tue sorelle, e finito il tuo discorso Lucia ti ha raccontato di noi ragazze. Ti ha detto che siamo tutte italiane venute a Londra per studiare. Giulia e Lucia già si conoscevano e ci siamo ritrovate nello stesso appartamento per puro caso. - lui la guardò sbigottito – E ricordo anche che tu mi hai chiesto perchè avessi un cognome inglese ed io ti ho raccontato che mio padre era inglese ma che, dopo la separazione con mia madre, ero andata a vivere in Italia con lei, ed ora sono tornata qui.”
Lui era palesemente interdetto poi scoppiò a ridere.
“Hai notato quanto sono simili i nomi delle nostre madri?”
E Andrea sbarrò gli occhi indecisa se mandarlo a quel paese o scoppiare a ridere perchè anche lei, quattro mesi prima, aveva pensato la stessa cosa.
“Che idiota.” si limitò a sospirare.
I due ragazzi sentirono vociare.
Andarono in salotto trovando Giulia, Harry, Lucia, Liam completamente bagnati.
“Ciao ragazzi” li salutò Louis.
Harry lo squadrò “ Tu che ci fai qui?”
“Ho fatto compagnia ad Andrea.”
Harry ammiccò ma Louis lo ignorò e il campanello li distrasse.
Dal portone entrarono Camilla e Zayn completamente fradici.
“Guarda Zayn, ringrazia il Signore che Dan ha un animo d'oro altrimenti col cavolo che salivi in macchina!”
“Va tutto bene?” li riprese Giulia.
Camilla, non essendosi accorta dei suoi amici in salotto, sobbalzò poi puntò l'indice contro Zayn.
“L'ho trovato per strada bagnato come un pulcino e mi ha fatto pena, quindi Dan, nonostante il brutto episodio del compleanno di questo idiota, l'ha fatto salire e lo ha accompagnato fino a qua. Prima e ultima volta che faccio la carina con te, Malik!”
Zayn alzò gli occhi al cielo pronto per controbattere ma Giulia lo interruppe.
“Restate a cena qui?” chiese guardando speranzosa Harry.
“Certo.” le rispose lui spostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Andrea sorrise prima di voltarsi e dirigersi in cucina.
La serata si prospettava interessante.





Buona sera, bardascie!
Qui è la vostra Giulia che vi parla!
Scusatemi per il ritardo!
Davvero vi chiedo umilmente perdono :( ma quella burina di Miao non ha copiato il capitolo ed ora se n'è andata lasciando a me l'arduo compito di postarlo!
Passiamo proprio al capitolo:
Punto primo. E' noioso.
Punto secondo. Non serve a niente.
Punto terzo. C'è molto Androuis! Per la vostra felicità :D
Ditelo, dai. Vi aspettavate qualcosa di più???? Pff, illuse.
Ahahahah scherzo.. però non vi anticipo niente.
Dovrei scrivere qualche cazzata del tipo che Miao si diverte a far finta di conoscere Katy Perry oppure del tipo che vorrebbe inzuppare Liam in un caffè perché dice che è troppo dolce ma non mi va, ho troppo sonno scusatemi.
Si, ho sonno alle nove e mezza di sera, sono una vecchia bacucca * si picchia *
Buona lettura, ora me ne torno a giocare con zio. Si, avete capito bene: giocare.
Però, ora che ho imparato, vi lascio due fotine.

Mica male Andrea, eh?



E per far prendere un colpo a Miao ecco Louuuu!
Ci vediamo, peipis.
Giulia :)

 



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Capitolo 23
*** Hickey ***


Hickey

Tutto andava bene.
Il gelido gennaio aveva lasciato il posto a febbraio e quel giorno era proprio l’1.
Giulia uscì dall’università quasi di corsa andando ad urtare contro molti studenti ma fregandosene rigò dritto fino alla sua meta.
Suonò il campanello ed aspettò.
“Chi è?” chiese qualcuno dall’altro lato della porta.
“Pizza a domicilio” rispose Giulia.
La porta si aprì ed Harry uscì in tutto il suo splendore. Indossava una semplice maglia bianca con un pantalone della tuta grigio ma Giulia non era mai parso così bello.
“Non ho ordinato nessuna pizz- Oh, Giulia!”
La ragazza entrò dentro casa chiudendosi la porta alle spalle e restò lì a fissare il riccio.
“Sei bellissimo.” Gli disse.
Gli occhi di Harry si illuminarono e un sorriso si stampò sul suo viso. Si passò una mano fra i boccoli stringendoli e sorridendo come un povero idiota.
Perché quella ragazza gli faceva quell’effetto?
Perché gli sembrava di stare in paradiso quando lo guardava?
Strinse Giulia in un abbraccio facendola indietreggiare fino a toccare la porta con la schiena.
Giulia si aggrappò alle possenti spalle di Harry ed intrecciò le gambe intorno alla sua vita stringendola di più e lasciandosi andare ad una risatina.
Le loro labbra si sfiorarono, si cercarono e si respinsero più volte.
La ragazza affondava le sue dita tra i capelli de ragazzo ogni volta che lo sentiva sospirare sulle sue labbra.
Si staccarono sorridenti e lei scese a terra.
“Buon compleanno” gli sussurrò la mora poggiando la fronte su quella di lui. Harry le sorrise e si abbassò per lasciarle un altro bacio.
“Non ho un regalo – sospirò la ragazza – Però, ho una proposta da farti.”
“Spara.” Sorrise Harry.
“Posso farti un succhiotto?”
Harry spalancò gli occhi e scoppiò a ridere buttando la testa all’indietro.
“Dici davvero?” le chiese sorridendole.
Giulia annuì. “Hai provato tante volte a farmelo ed io ti ho sempre fermato. Ora voglio farlo io – scrollò le spalle – Fa finta che questo sia il mio regalo di compleanno.”
Harry, se possibile, rise ancora di più.
“Un succhiotto per regalo?”
Giulia roteò gli occhi.
“Posso?” gli aveva chiesto indicando il collo.
“Ma lo sai fare?”
La mora aveva boccheggiato un po’ prima di passarsi una mano tra i capelli e scuotere la testa.
“No.. non l’ho mai fatto. Perché c’è sempre una prima volta!”
Harry si era nuovamente messo a ridere prima di avvicinarsi alla ragazza.
Giulia lo aveva guardato un po’ interrogativa.
Il ragazzo si era abbassato ed aveva sfiorato il collo della ragazza con le sue labbra, ne aveva bagnato una parte e poi aveva tirato un lembo concentrandosi e lasciandoci un piccolo segno violaceo.
Giulia lo aveva guardato severa.
“Che c’è?” aveva chiesto il riccio spalancando le braccia.
“Dovevo fartelo io, non tu!”
Harry aveva alzato gli occhi al cielo “Beh, almeno adesso sai come si fa!”
Giulia gli aveva dato un pugno sulla spalla.
“Fanculo Styles.”
Ed era uscita di casa sotto lo sguardo divertito di Harry.
Il ragazzo era stato a braccia conserte a pensare alla bizzarra conversazione avuta con la sua ragazza quando un biglietto era sbucato da sotto la porta.
Si era abbassato a raccoglierlo e nel davanti aveva trovato una scritta fatta con un rossetto rosso fuoco e un grande cuore.
‘BUON COMPLEANNO, SEI BELLISSIMO.’
Sorridendo l’aveva piegato ed andando in cucina l’aveva stretto forte in mano.
 
Andrea uscì dall’università sbuffando e afferrò il cellulare.
Zayn le aveva scritto qualcosa.
I ragazzi l’avevano invitata in discoteca per festeggiare il compleanno di Harry.
Scrollò le spalle e si incamminò verso casa con le cuffie alle orecchie.
Nel suo pantalone il cellulare vibrò.
Rispose senza guardare chi fosse.
“Pronto?”
“ANDREA!  -  la voce squillante, che la bionda aveva riconosciuto come quella di Giulia, le perforò un timpano. – Andrea, ho fatto una cosa.. WOW!”
La bionda roteò gli occhi.
“Ero andata da Harry per fargli gli auguri poi, però, gli ho detto ‘posso farti un succhiotto?’ Si! Gliel’ho detto davvero! Non so che mi sia passato per la testa! Ma è stato.. STUPENDO.”
Andrea dall’altro capo del telefono era impegnata a tamburellarsi l’orecchio per esser certa di sentirci ancora.
“Quindi gli hai fatto un succhiotto?”
“No, lui l’ha fatto a me.”
“Interessante..”
“Vabè, chiudo. Ci vediamo a casa.”
La bionda scettica chiuse la chiamata.
Mah.
 
 
“Lucia! Andrea!? C’è nessuno?”
Camilla rientrò in casa urlando a squarciagola come suo solito.
Nessuno le rispose.
Buttò le chiavi e il cellulare sopra il divano e corse in bagno per farsi una doccia e togliersi di dosso quelle macchie d’olio e quell’odoraccio che ogni volta le lasciavano le macchine.
Una volta finito si avvolse in un asciugamano e scese in salotto.
Delle sue amiche nemmeno l’ombra.
Il cellulare prese a squillare da sopra il divano e lei si fiondò ad afferrarlo.
“Che palle.” Sussurrò Camilla dopo aver letto che il messaggio arrivava da Dan.
‘Ciao luce dei miei occhi, rosa dei miei venti, neve dei miei inverni, granita delle mie estati’
“Oh santo cielo!” esclamò Camilla battendosi una mano sulla fronte.
‘Stasera non ho da fare. Usciamo? Ti passo a prendere alle 9.30. Sei speciale. Ciao principessa.’
“Principessa..” ripetè disgustata la ragazza.
“Che succede?”
La bionda balzò in aria voltandosi. Una chioma rossa la guardava interrogativa.
“M’hai fatto prendere un accidente Lucia!”
Lei le sorrise.
“Scusami. Chi è la principessa speciale?”
Camilla sbuffò e porse il cellulare a Lucia che dopo aver letto scoppiò a ridere.
“Non è un po’ esagerato?”
La bionda la guardò ovvia.
“Sono un po’?!”
Lucia rise.
“Forse non è quello giusto per te..”
Camilla la guardò improvvisamente seria. Non era la prima volta che qualcuno glielo diceva, solo che lei non c’aveva mai creduto, perché a dirglielo era sempre stato Zayn.
Un cretino, quindi. E suo padre le aveva insegnato a non farsi abbindolare dai cretini.
Così era andata avanti.
In fondo lei stava bene con Dan, no?
Si, assolutamente.
Era solamente un po’ troppo dolce, petulante, noioso, preciso, attento, serio. In poche parole il suo opposto.
“Ti ha contagiata Zayn?” chiese alla rossa.
Questa sbuffò.
“Zayn, Zayn, Zayn! Perché non vi riappacificate una volta per tutte e ve la finite di stuzzicarvi?”
“Ha iniziato lui.”
Lucia scosse la testa sconsolata.
“Comunque, secondo me, dovresti pensarci seriamente. Dan non è il tuo tipo. Ma tu non vuoi darla vinta a Zayn e quindi non lo ammetti. Questione d’orgoglio.”
Camilla a quelle parole aveva sbarrato gli occhi.
“Cosa?! Guarda che non è vero, non c’entra niente l’orgoglio!”
Ma Lucia era già troppo lontana per sentirla dato che con un sorriso sghembo si stata dirigendo in camera sua.
“Io voglio stare con Dan e Zayn è solo uno stupido!”
Un chioma ramata sbucò dalle scale.
“Non sei credibile, mi dispiace Cami.”
D’oh.
 
Era sera.
In casa della ragazze regnava il caos.
Di lì a breve sarebbero arrivati i ragazzi e le quattro erano nel panico più totale.
“Merda il campanello!” Giulia scese le scale correndo cercando di non cadere dai tacchi come un salame. Aprì la porta.
“Oi ragaz-“
Le parole le morirono in bocca quando vide quanto erano belli.
“Siamo sexy vero?” ammiccò Louis.
Giulia annuì divertita “Molto.”
“Andiamo?” chiese Lucia sbucando da dietro le spalle di Giulia.
I ragazzi annuirono. Gli fecero strada verso le macchine per poi dirigersi alla discoteca.
 
 
Inutile dire che il locale quella sera era molto affollato.
Tutti i ragazzi erano stato un po’ a festeggiare con Harry poi si erano divisi quando era arrivato anche Dan che, da come Camilla aveva detto, si era auto invitato.
Giulia era con Harry a ballare, Lucia con Liam, Andrea con Niall a bere qualcosa, Louis sfoggiava un suo nuovo passo di danza ad una brunetta che lo guardava scettica e Camilla, Dan e Zayn stavano ancora a sedere in completo silenzio.
Dan accarezzava i Capelli della ragazza e le sfiorava una guancia con due dita. La teneva stretta per la vita tanto che Zayn pensò che la bionda non riuscisse nemmeno a respirare.
Zayn poteva vedere Camilla roteare gli occhi e sbuffare prestando attenzione che il ragazzo non la vedesse.
Camilla non lo voleva a quello lì, Zayn ne era sicuro.
“Dai, andiamo a ballare” le disse offrendole una mano.
Lei lo guardò con aria sognante, poi, però, ricordando le parole di Lucia si accucciò maggiormente a Dan.
“No.”
Zayn sbuffò. “Vuoi startene a farti pettinare i capelli tutta la serata?”
Non si curò minimamente del fatto che nonostante la musica alta Dan lo potesse sentire.
Lei annuì.
“Certo. Io sto bene solo se c’è lui.”
Zayn scosse la testa allontanandosi.
Camilla lo vide scomparire in mezzo alla folla e fece un sospiro dubitando che le parole che aveva detto fossero state sincere.
 
“Giulia!” urlò per l’ennesima volta Harry girando intorno alla ragazza con un bicchiere di liquido colorato in mano.
La mora rise.
Harry non era ubriaco, semplicemente un po’ brillo, ma non si rendeva conto delle cavolate che stava sparando.
Improvvisamente il ragazzo si abbassò in ginocchio.
“Giulia, io ti amo. – posò il bicchiere a terra – Vuoi sposarmi?”
Giulia scoppiò a ridere prima di prendere le mani di Harry tra le sue.
“Si, Harry. Si, Oui, Ja, Yes.”
Harry si era alzato in piedi e aveva azzerato la distanza tra il suo volto e quello della sua ragazza.
“Anche io ti amo, Harry. Tanto.”
Il ragazzo aveva sorriso come fanno i bambini quando la madre compra loro il gelato e poi l’aveva abbracciata.
Giulia aveva un sorrisone in volto che non accennava a scompari…
Una ragazza bionda con un bottiglia di birra in mano ballava in modo provocante su un cubo.
Giulia smise immediatamente si muoversi, Harry seguì la sua traiettoria visiva e sbarrò gli occhi.
“Andrea?!”
La mora si guardò intorno alla ricerca di qualcuno e quando lo trovò si affrettò a raggiungerlo ignorando Harry che la chiamava.
“Louis!”
Lui smise di ballare e la guardò sorridente.
“Giulia! Che c’è?”
Lei semplicemente gli indicò l’amica. Louis subito si fece spazio tra quel caos di persone per cercare di raggiungere Andrea.
Lo spettacolo che gli si presentò avanti non fu dei migliori.
Tanto ragazzi stavano attorno al cubo a godere di quella visione.
Tra quelle, Louis, scorse la chioma bionda di Niall che cercava di far scendere la ragazza.
Il castano raggiunse Andrea sopra il cubo. La scosse per le spalle.
“Andrea! Che cavolo sta facendo?”
La bionda in risposta aveva riso.
“Non so chi tu sia ma.. festa!”
Louis aveva scosso la testa e senza troppi problemi l’aveva afferrata facendola scendere dal cubo.
La bionda non aveva protestato. Continuava a bere e a salutare persone estranee.
Il ragazzo quando vide Giulia le fece cenno che portava Andrea di fuori. Giulia annuì visibilmente più tranquilla.
L’aria di fuori era gelida. C’erano tante stelle in cielo. Louis fece scendere la ragazza che traballando cadde a terra e scoppiò a ridere.
Si mise a sedere appoggiando la schiena al muro e Louis la imitò.
“Basta bere” le disse sequestrandole la bottiglia.
La ragazza fece un gemito di dispiacere.
“Ehi tu - Louis si girò verso la bionda – hai un bel sedere, lo sai?”
Il ragazzo scoppiò in un fragorosa risata.
“Anche tu.”
“Si, può essere.”
Erano rimasti di nuovo in silenzio. Louis notò che la ragazza stava guardando le stelle.
Gli occhi lucidissimi la rendevano ancora più bella di quanto già fosse.
“Tu chi sei?” gli chiese improvvisamente.
Louis sospirò.
“Stai proprio sbronza, è?”
“No. Non ti conosco e voglio sapere come ti chiami.”
“Sono Louis.”
Andrea gli tese la mano sorridente.
“Io invece Giulia.”
Il ragazzo scosse la testa divertito.
“Tu sei Andrea non Giulia.”
La ragazza lo guardò male.
“No, io sono Giulia. La mia migliore amica è Andrea!”
Louis sbuffò.
“Si, vabè. Ciao Giulia.”
La ragazza gli sorrise.
“Sai, la mia vita è perfetta. – fece una pausa e continuò – Sono bella, so dipingere, so cogliere ogni particolare nelle persone e poi..”
Louis la guardò interrogativa.
“E poi?”
“E poi ho un ragazzo che mi ama. - Louis trattenne il respiro per un attimo. – Si chiama Harry, tu non lo conosci. È speciale. Mi tratta come una principessa. Mi sfiora come se fossi di porcellana. Ogni volta che lo guardo nei miei occhi c’è amore puro. Me lo dice sempre Andrea. Lei vorrebbe essere amata come Harry ama me.”
La ragazza puntò i suoi occhioni sulle iridi di celesti di Louis che era rimasto spiazzato da quelle parole.
Strinse la bionda in un abbraccio.
“Dì alla tua amica Andrea che io le voglio bene, davvero.”
La ragazza annuì.
“Le farà piacere.”
Sciolsero l’abbraccio e si sorrisero.
“Louis, tu mi vuoi bene? – Il ragazzo annuì – E ad Andrea? Le vuoi bene?”
“Certo, te l’ho detto.”
“La ami?”
A questo punto il ragazzo aveva boccheggiato un poco prima di voltarsi verso la ragazza che aspettava inespressiva una sua risposta.
“I-io.. beh, io non me l’ho mai chiesto. Non c’ho mai pensato.”
La bionda scrollò le spalle.
“Certo, non la conosci. Come puoi amarla?”
Il ragazzo sorrise.
“Secondo me è bionda..”
Andrea sorrise.
“Si.”
“E ha gli occhi marrone chiaro, quasi dorati.”
“Già..”
“Un sorriso dolcissimo.”
“Vero.”
“Nel complesso è splendida.”
“Esatto.”
Ci fu qualche secondo di silenzio.
“Sarebbe adatta per me.”
Andrea lo guardò.
“E allora perché non glielo dici?”
“Lo farò. Prima però voglio capire se è effettivamente così.”
“Beh, buona fortuna. – Gli sorrise – Tu saresti perfetto per lei. Sei bello e ti meriti una bella ragazza.”
“Lei merita di più.” Louis abbassò la testa.
“Siete fatti l’uno per l’altra.”
E dopo aver detto questo si appoggiò alla spalla di Louis e lì si addormentò.
Il ragazzo alternava lo sguardo dalla ragazza al cielo. Entrambi bellissimi e speciali.
Dicono che quando si è ubriachi si dice tutto quello che si pensa realmente. Louis si sorprese nel rendersi conto di desiderare che, almeno per quella sera, il proverbio fosse vero.
 
 
 





SHERBET!
Buonsalve.
Ebbene si, ce l’ho fatta, I did it.
Non ho pubblicato per una settimana, che donna disgraziata.
Perdonatemi, non ho avuto tempo. È stata una settimana di merda fatta di insufficienze e di 8.
Sta scuola di merda.
Anyway, ora ci sono.
E spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo.
Fin dal primo capitolo siete state #Team Androuis beeeh, qui c’è MOOOOLTO Androuis.
Qvindiiiiii.. amatemi.
Non voglio dilungarmi troppo qvindi vado.
Anche perché Harry mi sta aspettando per andare ad Hogwarts con Hermi e Ron. *w*
Li amo.
BYYYYYEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!


(L'ho fatto color occhi di Louis! *w*)


(Louis e Andrea che giocano a twister :D
Va beh, ok, è Hannah)


Dovevo mettere Harry.. dovevo metterlo. Mi capite, vero?
Minchia :Q__


Dan l'appiccicoso e il suo pensiero riguardo Camilla: "you know you love me" :D



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Capitolo 24
*** Scarf ***


Peipiiiissss scrivo all'inizio del capitolo per avvisarvi che non è lungo.
DI Più.
Qvindi, mettetevi comode;
sul divano, sulla tazza del cesso, sul letto, perchè vi servirà.
Ci sentiamo (anche) dopo.
Un vaaaaaaaaacioooooo :*








Scarf

“Non trovate che San Valentino sia la festa più bella del mondo?” Lucia cinguettava contenta battendo le mani.
“A te piace solo perchè Liam ti porta fuori tutto il giorno..”
“Guarda che anche te ce l'hai il ragazzo! Anzi, strano che ancora non ti abbia riempito di messaggini carichi di frasi sdolcinate!”
Camilla fece una faccia disgustata.
“Oh si che l'ha fatto.”
Lucia scoppiò a ridere.
“Ragazze.. - Andrea entrò in salotto con in mano un mazzo di rose – di chi sono queste?”
“Me le ha regalate Dan.. lasciale dove le hai trovate.”
Andrea alzò un sopracciglio “Cioè nella pattumiera?”
Camilla rise “Esatto!”
“Camilla! - Giulia la richiamò – Non puoi buttarle! É un regalo del tuo ragazzo!”
La bionda sbuffò.
“Oh, andiamo. Sai che odio queste cose sdolcinate”
La mora scosse la testa alzandosi e infilandosi le scarpe.
“Io vado, Harry mi sta aspettando.”
“Vado anche io.” la seguì Lucia.
Vedendole scomparire dietro la porta Camilla e Andrea si guardarono.
“Che fai oggi?” le chiese Camilla.
Andrea sbuffò “Mi vedo un film.”
“Chiama Louis, potete vederlo insieme.”
Andrea storse il naso. Dopo quel primo febbraio tutti avevano iniziato a stressarle la vita con Louis. Le avevano raccontato che quella sera, in discoteca, lui l'aveva presa, l'aveva fatta scendere dal cubo sopra il quale stava ballando come un coniglio e poi era stato tutto il tempo con lei a guardarla vomitare.
Fatto sta che i comportamenti dei suoi amici le sembravano un tantino strani e non capiva come, tutto a un tratto, si ritrovasse Louis sempre fra i piedi.
“Io vado Andrea, Dan mi aspetta.”
Andrea annuì e si buttò sul divano pronta a passare un altro pomeriggio da sola.


Giulia sorrideva mentre osservava Harry leggere.
Il riccio l'aveva portata su una collinetta da dove si vedeva una splendido panorama. Erano soli.
Si erano dovuti allontanare un bel po' dal centro di Londra e dal suo caos ma la ragazza pensò che ne era valsa la pena.
Stavano a sedere vicini su una coperta stesa a terra. Harry aveva portato con sé un libro: “Il piccolo principe”.
Giulia aveva strabuzzato gli occhi quando aveva letto il titolo. Lo adorava.
La ragazza aveva chiesto al riccio di leggerlo per lui.
Harry non lo sapeva, ma Giulia si era follemente innamorata della voce del ragazzo.
I buoni propositi di ascoltare la storia erano crollati quando Harry aveva cominciato a leggere.
Il suo timbro caldo e roco aveva ammaliato Giulia. Il suo modo di incepparsi qualche volta con le parole lo aveva reso adorabile agli occhi della ragazza.
Non riusciva a fare a meno di guardarlo.
Le sopracciglia erano leggermente aggrottate perchè concentrato sulla lettura, gli occhi scorrevano veloci da riga a riga ed erano leggermente nascosti da qualche riccio ribelle che scendeva sul volto del ragazzo. Era bellissimo. Ed era suo.
Incrociò le gambe e intrecciò una sua mano con quella di Harry consapevole che quello sarebbe stato certamente il San Valentino più bello.


Era da un po', in effetti, che la bionda sgranocchiava patatine oziosamente stravaccata sul divano e guardava una stupida soap opera in tv.
Che palle.
Fortuna che era lunedì e, come ogni lunedì, sarebbe dovuta andare alle sue quotidiane lezioni di pianoforte.
Con uno scatto improvviso si diresse verso lo studio.
Era una stanza piuttosto piccola e anche nascosta. I ragazzi, infatti, nonostante erano entrati più volte in quella casa non si erano mai accorti che ci fosse.
Aprendo la porta che cigolò un po' lo strumento in nero laccato le si presentò avanti in tutta la sua maestosità.
Scoprì la tastiera sorridendo.
Da lì in poi ci sarebbero stati solo lei e il suo pianoforte .
I minuti passarono silenziosi mentre Andrea suonava tutto quelle che le passava per l'anticamera del cervello.
Nessuno avrebbe potuto disturbarl-
“Andrea!”
La bionda si voltò spaventata e nella foga il copri tastiera le cadde sopra le mani.
“Porca vacca!” esclamò per il dolore.
Louis le fu vicina in pochi istanti.
“Stai bene? Sanguina? Ti fa male? É viola? Oddio, è nero? Ti porto all'ospedale? Chiamo un'ambulanza!”
La ragazza lo strattonò per la maglia.
“Sto bene idiota” quasi ringhiò.
Andrea non sopportava quando veniva interrotta mentre suonava il piano. Tante volte si era raccomandata alle sue amiche di non disturbarla mentre era intenta a suonare e tante volte queste avevano subito delle sfuriate da parte delle bionda poiché non avevano fatto come gli era stato detto.
Ovviamente Andrea decise di trattenersi e non mostrare a Louis che bestia diventava in quelle situazioni.
“Che ci fai qui? E come sei entrato?”
“Stavo facendo un giro, poi ho visto la porta aperta e ho deciso di entrare per vedere se c'eravate. - Louis spostò gli occhi sulla tastiera del pianoforte – Perchè non mi hai detto che suoni?”
“Perchè non me l'hai chiesto.”
“Certo non lo sapevo! Dovevi dirmelo e basta.”
“Come facevo a sapere che fosse una cosa che ti interessava se non mi avevi mai detto che sapere se gli altri suonano ti interessava?”
Si guardarono interrogativi e scoppiarono a ridere.
“Sei brava sai?” le mostrò un dolce sorriso.
“Grazie” sorrise anche lei.
“Fammi sentire qualcosa.”
Andrea scosse la testa.
“Oh, ti prego!”
La ragazza sbuffò “Di solito non do spettacolo di quello che so suonare a chi me lo chiede, quindi, ritieniti fortunato. Lo faccio solo perchè altrimenti mi scassi i maroni fino al prossimo anno.”
Louis si appoggiò allo stipite della porta restando in ascolto, poi, finita l'esibizione della ragazza, si sedette sullo sgabello insieme a lei.
“Sei stata bravissima”
Andrea sorrise poi si alzò.
“Devo andare.”
Il ragazzo si alzò a sua volta. “Dove?”
“A lezione di piano.”
Louis sorrise “Posso venire a sentirti?”
Andrea lo guardò improvvisamente seria.
“No. Assolutamente. - Louis sbuffò – Uomo avvisato mezzo salvato!” ribadì la bionda mentre apriva la porta di casa per uscire.
“Ti aspetto qui?” le fece lui.
“Fai quello che ti pare, ma non smontarmi casa.”
E mentre si chiudeva la porta alle spalle Louis si convinceva che Andrea somigliava davvero tanto al suo prototipo di 'ragazza ideale'.

Andrea annuì contenta per l'ennesima volta mentre Tom, il suo insegnante di pianoforte, le proponeva un nuovo pezzo di Chopin. Tom conosceva Andrea da quando erano in Italia. L'aveva vista crescere e quando se l'aveva ritrovata a Londra era stato davvero contento:
da una parte perchè gli piaceva suonare insieme alla ragazza, dall'altra perchè, nonostante la differenza di età, avevano legato molto.
“Te lo faccio sentire, così ti fai una prima impressione del pezzo.”
La bionda sorrise posizionandosi a fianco di Tom.
Seguiva con lo sguardo le note sulla spartito e teneva il tempo con il piede. Spostando gli occhi più in là del pianoforte due iridi celesti catturarono la sua attenzione.
Louis.
Aggrottò le sopracciglia e dischiuse la bocca per la sorpresa ma il ragazzo lasciandole un sorriso se ne era già andato.
La bionda si guardò intorno senza un preciso motivo mentre la voglia di seguirlo la assaliva.
“Tom – esordì allontanandosi dal pianoforte – devo andare, scusami”
L'insegnante si alzò dallo sgabello, confuso.
“Cosa? Perchè?”
“Scusami” ripetè la ragazza uscendo dalla stanza e sbattendo la porta.
Non sapeva neanche perchè voleva seguire Louis, perchè voleva trovarlo.
Forse per chiedergli come aveva fatto a trovarla, se magari l'avesse pedinata.
O forse perchè il sorriso che le aveva lasciato prima di andarsene le aveva fatto sorgere un punto di domanda dentro la testa che non sapeva neanche cosa significasse.
Fatto sta che a passo svelto, acucciandosi in un sciarpa che aveva trovato a caso sopra il divano e che si era messa prima di uscire da Tom, si guardava ai lati nella speranza di riconoscere il giubbotto verde di Louis.
Imboccando la strada per il parco quasi si spaventò a vederlo così vuoto.
Dove erano tutti i bambini?
Svoltò l'angolo quando un lieve lamento le giunse alle orecchie. Continuò a camminare fino a che non vide una bambina a terra. La bicicletta rosa pastello era rovesciata accanto a lei e la piccola si teneva una mano su un ginocchio, probabilmente ferito.
La ragazza si avvicinò per darle una mano ma qualcuno la precedette.
Il ragazzo si accovacciò all'altezza della bamibina accarezzandole i capelli, le prese una mano e la fece rialzare. Questa inforcò la bici e pedalò via veloce.
Andrea sorrise e gli si avvicinò.
“Ci sai fare con i bambini.”
Il ragazzo dal giubbotto verde si girò e le sorrise.
“Ciao Andrea. - poi aggrottò le sopracciglia - non eri a pianoforte, tu?”
La ragazza scrollò le spalle “In teoria si ma dopo è arrivato un ragazzo che mi ha sorriso, se ne è andato e mi è passata la voglia di suonare.”
Louis le sorrise.
“Come mi hai trovata?”
Il ragazzo sorrise beffardo “Ti ho seguita.”
“E posso sapere il perchè?”
“Volevo sentirti suonare di nuovo.”
Andrea annuì.
“Comunque anche io suono il piano”
La ragazza sgranò gli occhi sorpresa.
“Mi devi far sentire qualcosa!”
Louis sorrise. “ Forse.. un giorno..”
Andrea gli si avvicinò “Ehi! Io ho suonato per te!”
“E allora?”
“E allora tu suoni per me!”
“No”
“Si!”
“Solo se mi prendi.”
Andrea guardò Louis confusa, poi, quando lo vide balzare dietro e correre dietro una scivolo, sorrise contenta e comprese appieno le sue parole.
Si rincorsero per tutto il parco fino a che la ragazza, esausta, si buttò a terra ansimante.
Gli occhi puntati verso il cielo.
Sorrise sommessamente.
Dei passi si avvicinarono a lei e il ragazzo si distese al suo fianco. Si guardarono entrambi col fiatone e scoppiarono a ridere.
“Sei buffa quando corri.”
“Davvero?”
Louis sorrise “Sembri un tacchino.”
Andrea scoppiò a ridere e diede una sberla alla spalla di Louis.
Strinse forte il giubbino del ragazza tra le sue mani e lo guardò.
“Ti ho preso.”
Lui ricambiò lo sguardo confuso.
“Ora devi suonare per me.” Louis boccheggiò un poco prima di annuire.
La ragazza sorrise spostando il suo sguardo sul cielo celeste ma sporco di qualche nuvola grigia. Sentì Louis poggiarsi col mento sulla sua spalla e il fiato del ragazzo sbatterle sul collo. Rabbrividì a quel contatto e lui sembrò accorgersene tanto che sorrise.
Andrea sentiva lo sguardo di Louis addosso mettendola terribilmente a disagio ma continuò a guardare le nuvole cercando di distrarsi da quelle iridi.
Poi si alluminò, un'idea le balenò per la mente.
“Louis si piacerebbe fare una cosa?”
“Che cosa?”
“Se potessi tornare indietro nel tempo quali momenti andresti a rivivere?”
Louis la guardò con un sopracciglio alzato poi si aprì in un grande sorriso.
“Sicuramente tornerei a quando ero un bambino.”
Lo disse quasi con aria sognante ricordando, forse, i bei momenti.
Il sorriso di Andrea si aprì mormorò un “Ne ero sicura” poi prese Louis per un polso.
“Sei pronto ad essere bambino per un giorno?”
Il ragazzo sorrise e annuì. Si alzarono da terra e Andrea prese a correre verso uno scivolo. Louis la seguì. Giocarono alla principessa e il principe. Andrea stava sopra lo scivolo che fungeva da castello e chiedeva aiuto, Louis invece uccideva a terra mostri e zombie con un pezzo di ramo per poi salire e salvare la sua dama. Si erano dati anche un bacio, sulla guancia ovviamente, e Louis aveva chiesto a due estranei, gli improbabili genitori della principessa Andrea, la mano della figlia.
Louis e Andrea erano pronti, finalmente, a godersi il loro per sempre felici e contenti.
Il ragazzo, poi, aveva dovuto stare ai capricci della ragazza che aveva insistito per comprare lo zucchero filato.
Ora se ne stavano a sedere su una panchina a mangiare quell'ammasso rosa.
Il cielo era diventato grigio e grossi nuvoloni annunciavano pioggia. I due, comunque, non sembravano accorgersene troppo presi a ridere e parlare.
Un lampo li fece sobbalzare.
“Sta arrivando un bel temporale – Louis la guardò – vuoi andare a casa?”
Andrea boccheggiò un po' prima di scuotere la testa. “No, voglio stare qui.”
Sapeva che le sue guance si erano colorate appena di rosso ma non le improtava, anzi, sorrise quando vide ce Louis aveva avuto la stessa reazione.
Il ragazzo buttò a terra il bastoncino dello zucchero filato e intrecciò una sua mano con quella della ragazza sospirando.
Andrea prima guardò le loro mani poi buttò la testa all'indietro godendosi le prime gocce di pioggia che le bagnavano il volto. Sarebbe potuta venire una valanga, lei non si sarebbe mossa. Ormai la pioggia era potente, e Andrea completamente fradicia.
Qualcuno le prese il viso tra le mani lasciandole un bacio sulla fronte e lei aprì gli occhi scontrandosi con le iridi di Louis. Lui le prese una mano trascinandola sotto la tettoia di un bar anche se ormai erano tutti bagnati.
Infatti Andrea tornò sotto la pioggia spalancando le braccia e sorridendo al cielo.
Louis la osservava incantato ancora protetto dalla tettoia del bar. Poi la ragazza gli si avvicinò e gli prese la mano portandolo sotto le gocce, e lì insieme scherzarono; senza preoccupazioni, senza pensare alla febbre che si sarebbero presi, liberi e spensierati come bambini.
Come quando avevano cinque anni.
Poi Louis si voltò a guardare la ragazza improvvisamente.
Andrea lo guardò confusa e lui le sorrise.
“Quella sciarpa è mia.”
La ragazza aggrottò le sopracciglia togliendosela.
“Davvero? L'ho trovata a casa, sul divano. Pensavo fosse di Giulia. Tieni.” gli disse porgendogliela.
Louis scosse la testa. “Tienila tu, non fa niente.”
Andrea gli sorrise. “No, è la tua, tienila tu.”
Lui scosse nuovamente la testa.
La bionda si innervosì. “Prendila.”
“No, Andrea. Non la voglio.”
La ragazza gliela appoggiò sulla una spalla sbuffando. “Ecco fatto. Grazie mille del pomeriggio.” e poi voltandosi si allontanò.
“Andrea!” la richiamò Louis fermandola.
“Che vuoi?”
Lui le sorrise appoggiandole la sciarpa intorno al collo e tenendo ben salde le due estremità.
“Ti sei divertita oggi?”
Andrea addolcì il tono “Certo.”
“Dovremmo farlo più spesso.”
La bionda annuì pentendosene subito dopo. Le aveva proposto un appuntamento? Indirettamente, l'aveva fatto.
Louis la guardò negli occhi prima di deglutire e parlare. “Scusami, scusami tanto, ma davvero non ce la faccio più. - Andrea aggrottò le sopracciglia confusa e cercò di parlare ma il ragazzo le tappò la bocca con una mano. - Buon San Valentino.” le disse prima di sostituire la sua mano con le sue labbra.
La ragazza, presa alla sprovvista, spalancò gli occhi e e indietreggiò ma Louis tirò i lembi della sciarpa che aveva tra le mani avvicinandola più a lui.
Andrea sentì il disperato bisogno di ricambiare quel bacio ma, nello stesso tempo, di staccarsi.
Quando sentì Louis poggiarle una mano su un fianco e un brivido attraversarle la schiena si chiese come non si era accorta che almeno un po' le piacesse Louis.
Si ritrovò a circondare il collo del ragazzo con le sue braccia mentre chiudeva gli occhi e ricambiava il bacio.
Eppure lei non poteva. Sapeva bene che non le era permesso, frequentare un ragazzo, frequentare Louis. Cercava di non pensarci mentre lui le circondava la schiena, ma era più forte di lei.
Andrea spinse via il Louis quasi con rabbia mentre lo guardava. Il ragazzo urlava scusa dai propri occhi per averla baciata così azzardatamente.
“D-devo andare.” sussurrò quasi Andrea.
Louis annuì. “Ti accompagno.”
Il tragitto fu in completo silenzio mentre la pioggia scorreva copiosa. Prima di entrare in casa Andrea prese Louis per il colletto del giubbino tirandolo verso le sue labbra quasi disperatamente. Il ragazzo dopo i primi cinque secondi di shock affondò una mano tra i capelli bagnati di Andrea approfondendo il bacio. Si staccarono con uno schiocco e Louis se ne andò verso casa sua mentre sentiva ancora il sapore delle sue labbra addosso.





SHERBEEEEEEEET!
Ditelo che sono 22 capitoli che aspettavate solo questo.
Muahahahhahahah.
E pensate che ero indecisa se farli baciare o no; poi però mi sono detta che, si, un bel bacio ci voleva.
Cerco di fare corto questo sherbet corto perchè il capitolo è lungo, almeno compensano, lol.
Fate attenzione a quel “eppure lei non POTEVA.” muhahahah, nulla è per caso.
Vi racconto una merda prima di andarmene. Ho assistito allo schianto do un picciono sulla finestra della nostra classe. Traumatico.
Ora spoilerio un po' perchè mi gusta – e perchè il prossimo capitolo è semplicemente il capitolo più importante della storia c: - e poi me ne vado.

"Un presentimento aleggiava nella mente di Giulia. Aveva notato quanto l'aria fosse tesa fra alcuni di loro, ma era stata distratta più volte dai leggeri baci sfuggevoli che Harry le lasciava di tanto in tanto."



muahahahahah girerà tutto intorno a questa frase.
Bene, in poche parole vi ho detto tutto ma ok.
BYE PEPIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!
(notare il ROSSO PASSIONE utilizzato per questo angolo autrice muahahahahh)





so bene che non c'entra niente ma volevo darvi un dimostrazione umana del piccione che si schianta sul vetro della mia classe. in questo caso i piccioni sono harry e louis.


"oh yeeah! mi sono pomiciato Andrea!" (rima tunz)

 

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Capitolo 25
*** "IO" ***


“IO”


“Cara zia Margherita, vedi sto usando il tuo diario!
Beh, se devo dirti la verità un po' mi piace. Sia chiaro, di certo non scriverò mai e poi mai smancerie su quanto può essere dolce Dan.
O quanto può essere carino.
O intelligente.
O generoso.
O rompipalle dolce.
No, Dan è... okey e io sto bene in sua compagnia e sicuramente non mi farò influenzare dalle idee di Zayn o Lucia. Quindi se mai leggerai questo diario – si, parlo proprio con te, Zayn – la vita è mia e decido io.
Ma poi, senti questa!
Ieri Andrea è tornata a casa bagnata fradicia. Zuppa, oh!
Giulia le ha chiesto che cavolo aveva combinato ma l’unica cosa che quella deficiente ha fatto è stato mandarci bellamente a quel paese, sbuffando, strizzarsi i capelli sul parquet e rifugiarsi in camera sua. Abbiamo provato a chiederle che era successo ma non c’è stato niente da fare.
Stamattina sembra più calma. Ci ha addirittura chiesto scusa per aver sclerato. Però ci ha chiesto di non chiederle niente di ieri, bah.
È stato un miracolo che non si è presa una bronchite.
Io, comunque, per sicurezza, ho cercato altre informazioni su quel manicomio di cui ti parlavo l’altra volta. Non costa neanche tanto. Magari ce la mando ad Andrea almeno si troverà tra i suoi simili. Cosa non si fa per le amiche..
Ecco, vedi zia, ora mi sento più leggera. Mi sa che mi fa proprio bene scrivere sto coso!
Ora però devo andare, quei cinque stamattina sono piombati a casa nostra dicendoci di andare con loro al mare.
Ma io dico, volete seriamente andare al mare a Febbraio?!
Ma stiamo scherzando?!
D'altronde io l'ho sempre saputo, fin da quando Giulia se li è portati a casa, che in testa avevano tutti poco più che un criceto in prognosi riservata. Mi chiederai perché continuo a frequentarli, allora, e io ti dirò che non lo so. Insomma, infondo sono simpatici e vedo quanto Giulia tenga a loro e allora, ripeto, cosa non si fa per le amiche?
Ora però zia devo andare veramente perché non sento più discutere e quindi sono riusciti a convincere Lucia ad andare con loro.
Mi mancano moltissimo le tue lasagne.”
Due mani avevano coperto gli occhi di Camilla che si era voltata lasciando un bacio a fior di labbra del ragazzo di fronte a lei rimanendo un poco con gli occhi chiusi.
“Oh, come mai tutta questa dolcezza, zuccherino?”
Gli occhi della ragazza si erano spalancati quasi quanto la sua bocca.
“Cosa ci fai qui?!”
“Ero venuto a chiamarti ma possiamo anche continuare a fare questo”
Aveva risposto il ragazzo riavvicinandosi alle labbra di Camilla. Lei era sempre più indietreggiata fino a finire con la schiena al muro, aveva lanciato un'occhiata sia alla sua destra che alla sua sinistra ma il moro l'aveva intrappolata con le sue braccia e lei gli aveva lanciato un'occhiata furente.
“Non oseresti!” Aveva sussurrato e Zayn con un sorriso sghembo le aveva risposto “Sei stata tu a cominciare”
Si era fatto sempre più vicino alla ragazza e quando le loro labbra stavano per sfiorarsi, di nuovo, una voce li aveva interrotti.
“Che cosa succede qui?”
Dan era entrato nella stanza e ora li stava osservando. Camilla si era subito scostata da Zayn e si era avvicinata al suo ragazzo.
“Niente”
Aveva detto fissando i suoi occhi in quelli di Dan.
“Sei pronta? Dobbiamo andare”
“Si”
E se n'erano andati lasciando solo nella stanza Zayn. Pronti erano partiti per la spiaggia.

Un presentimento aleggiava nella mente di Giulia. Aveva notato quanto l'aria fosse tesa fra alcuni di loro, ma era stata distratta più volte dai leggeri baci sfuggevoli che Harry le lasciava di tanto in tanto. Aveva pensato, allora, solo a divertirsi con il riccio.
Andrea invece si era seduta su un telo che avevano steso a terra badando a non avvicinarsi né tanto meno guardare Louis.
Aveva intrapreso una conversazione con Niall e Dan, lanciando qualche sguardo anche agli altri come a monitorarne le mosse. Mentre parlava con Dan aveva capito come mai Camilla a volte non sopportava la presenza del suo ragazzo.
Insomma, così petulante che era nessuno sarebbe stato a sentirlo per più di dieci minuti.
Lei a maggior ragione aveva ringraziato il signore quando il ragazzo si era alzato dicendo di andare a cercare la bionda. Allora si era voltata verso Niall, sorridendo si era lasciata cadere all'indietro e, quando il biondo aveva fatto lo stesso, si era appoggiata sulla sua spalla.
“Perché non vuoi parlargli?”
Le aveva chiesto subito dopo il ragazzo iniziando a carezzarle i capelli. Andrea aveva sbuffato poi aveva chiuso gli occhi stanca.
“E tu perché già inizi a rompere?” Il ragazzo aveva ridacchiato.
“Sei adorabile quando ti agiti”
Andrea sbuffò.
“Comunque non cambiare discorso dobbiamo parlare di te!” aveva subito ripreso Niall.
“Perché?”
“Perché tu stai messa peggio di me!”
La bionda aveva alzato gli occhi al cielo maledicendosi per aver raccontato a Niall cosa era successo a San Valentino.
Stava per cominciare a parlare quando un'ombra coprì i volti di entrambi.
“Ciao” Aveva detto Louis rivolgendosi più ad Andrea che a Niall.
I due, in risposta, si erano entrambi tirati a sedere di scatto e la ragazza aveva mandato uno sguardo che chiedeva aiuto a Niall ma lui, beffardo, si era alzato.
“Scusate ma ho sentito Lucia chiamarmi. Arrivo Lucia”
E se n'era andato lasciando il posto al moro che si era appunto seduto accanto ad Andrea.
“Ciao”
Silenzio.
“E' tutta la mattina che mi eviti, perché?”
La ragazza era rimasta in silenzio con lo sguardo rivolto all'orizzonte.
Aveva visto Harry e Giulia rincorrersi e per un attimo aveva invidiato la sua migliore amica per la sua felicità e per la sua sicurezza. Ma lei non era mai stata sicura delle proprie scelte e neanche ora lo era.
Louis le aveva chiesto il perché ma lei non poteva. Non poteva rispondergli.
Non poteva dirglielo.
Non poteva e non doveva. Per il bene suo e della famiglia della ragazza.
‘Non mi piaci’, sarebbero bastate queste tre parole e Louis non l’avrebbe più cercata, ma sapeva che non ce l’avrebbe fatta a risultare sincera davanti gli occhi del ragazzo. Perché Louis le piaceva, le piaceva così tanto che si sentiva un’emerita idiota.
E forse era un’idiota per essersene accorta solo dopo averlo baciato.
La mano di lui poggiata sulla sua l'aveva fatta risvegliare dal suo monologo interiore.
“Perché non mi rispondi?”
Quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
Aveva tolto la sua mano da sotto quella di Louis di scatto e si era alzata.
“Scusami devo andare”
Aveva sussurrato e si era allontanata dirigendosi verso Giulia e Lucia che stavano cercando di far tenere in piedi un castello di sabbia.
Louis l'aveva guardata mentre se ne andava.
Non l'aveva degnato di una risposta neanche stavolta.
Poche volte era riuscito a fare un discorso serio con Andrea e credeva che, magari dopo il bacio, anche lei avesse sentito il bisogno di parlargli, ma evidentemente si sbagliava.
Lui aveva avuto il volto della ragazza nei suoi pensieri dalla sera prima e anche il sapore delle sue labbra non l'aveva voluto lasciare.
Voleva riprovarlo.
Voleva scoprire che anche Andrea si era sentita così.
Voleva essere sicuro di non essere l'unico stupido perché si, in quel momento, si sentiva stupido.
Uno stupido innamorato.

Anche Camilla era seduta un po' più in disparte.
Guardava gli altri scimmiottare a destra e a manca mentre lei era costretta lì, fra le braccia di Dan, ad ascoltarlo parlare del più e del meno, annuendo talvolta senza però capire davvero le sue parole.
“Devo andare a bagnarmi i piedi”
Aveva detto sovrappensiero, interrompendolo.
“Oh, vuoi che venga con te?”
“Non ti scomodare, torno subito”
A piedi nudi era arrivata sul bagnasciuga lasciandosi cullare dalle onde che toccavano e poi lasciavano i suoi piedi.
Aveva chiuso gli occhi ed aperto le braccia inspirando la brezza marina.
Cattiva idea.
Dopotutto era febbraio cosa si aspettava?
Si era richiusa nel suo cappotto ma non si era spostata.
“Non ti scomodare, torno subito... che modo carino di mandare a quel paese il tuo straziante ragazzo, biscottina” l'aveva presa in giro una voce dietro di lei.
In quel momento si era chiesta se il Signore ce l'avesse seriamente con lei, cosa aveva fatto di male per meritarsi uno strazio come Malik?
Se lo era chiesto molte volte ultimamente.
Da quando si era messa con Dan, infatti, quel ragazzo aveva rincarato la dose di dispetti vari da farle.
“Che cosa vuoi ora?”
“Niente, voglio solamente salvarti dalla banalità di Dan, cogli l'attimo”
Camilla aveva portato gli occhi al cielo poi li aveva richiusi.
“In questo momento sono troppo rilassata per riuscire a comprendere a pieno quello che dici quindi ti consiglio di lasciar perdere dato che parleresti a vuoto”
Questa volta era stato il ragazzo ad alzare lo sguardo, sbuffando.
“Mi stai forse paragonando a quel noioso del tuo ragazzo?”
“Zayn, smettila”
Il moro però aveva continuato.
“Amore, sei così... graziosa quando, sporca d'olio, torni dall'officina, mi viene quasi voglia di inzupparti nel latte e caffè!”
La bionda aveva sorriso. Zayn era riuscito a cogliere la pudicizia di Dan e, doveva ammetterlo, quella frase poteva benissimo essere uscita dalla bocca del ragazzo, dato il suo carattere.
Poi però, si era subito coperta, non poteva darla vinta a Zayn, glie l'avrebbe rinfacciato a vita.
“Visto?! Non ti coprire, infondo lo sai anche tu che non lo sopporti”
L'aveva beccata.
“Non è vero” Aveva risposto flebilmente.
“Avanti Camilla, non mentire a te stessa. Tu non lo ami”
Questa era stata la goccia che aveva fatto traboccare anche il vaso di Camilla, che si era spazientita nonostante tutte le buone intenzioni che all'inizio l'avevano spinta a rispondere pacatamente al moro.
Era scattata come una molla e si era voltata verso il ragazzo che era rimasto spiazzato dal gesto.
“Ora mi sono stufata. Chi sei tu per dirmi cosa fare o non fare?”
Zayn aveva balbettato qualcosa ma la ragazza come una furia aveva cominciato ad alzare la voce avvicinandosi minacciosamente.
“Chi sei tu per dirmi chi non amare o chi amare? Ci nascondi forse di essere un poppante con l'arco e la freccia?”
A questo punto il ragazzo si era spazientito iniziando ad urlare a sua volta. Tutti gli altri si erano immediatamente avvicinati richiamati dalla voce decisamente troppo alta dei due.
“No, non sono cupido, né tanto meno ti voglio dire chi amare, volevo solamente farti aprire gli occhi perché, cavolo ragazza, tu ce li hai sbarrati!”
“Oh, avanti siete voi che non ci vedete”
“Sai, dicono così tutte le coppie sposate che poi divorziano” Si era tranquillizzato Zayn.
“Oh, ma va' al diavolo!” Gli aveva sputato in faccia la bionda e lui, di nuovo furioso, con una grande falcata l'aveva raggiunta afferrandole entrambi i polsi.
“Ci pensi mai che magari le persone che te l'hanno detto l'hanno fatto per proteggerti? Per non vederti soffrire? Perché si, Camilla, tu soffrirai. Lui non è quello giusto per te!”
“E chi sarebbe quello giusto per me?”
Aveva chiesto Camilla con tono sommesso.
Per la prima volta aveva paura.
Aveva una folle paura della reazione del moro.
Aveva una folle paura della sua risposta.
“Io”
Aveva sussurrato Zayn abbassando il volto e allentando la presa sui polsi della ragazza.
“Io sono quello giusto per te”
La bionda era scoppiata in una risata isterica.
La sua paura era sparita.
“Tu?! - aveva ripreso fiato e poi si era allontanata da lui – Che bella battuta è questa!”
Cercava di guardarlo negli occhi, aspettando una risposta.
Che non era arrivata.
Aveva aggrottato le sopracciglia tutto a un tratto confusa e amareggiata.
“Perché non me l'hai mai detto?”
Aveva abbassato il volume della sua voce un'altra volta ma era stata contrastata dal ragazzo che invece aveva ricominciato ad urlare.
“Perché non te l'ho mai detto?! - si era infilato una mano tra i capelli, spettinandoli – Per come hai reagito non te l'ho mai detto. Perché sapevo che ti saresti messa a ridere. Perché non mi hai mai preso sul serio”
“Che succede Camilla?”si era intromesso Dan.
“Zitto tu!”
Avevano gridato insieme i due e sotto gli occhi increduli di tutti avevano continuato nella loro discussione.
“Non hai mai fatto niente per portarmi a prenderti sul serio... io che ne potevo sapere...”
Imperterriti avevano ricominciato ad urlare.
“Che cosa dovevo fare? Leccarti il culo come fa quello là?” le aveva chiesto Zayn indicandogli Dan.
“No, semplicemente potevi comportarti meglio e, magari, se me l'avessi detto avrei potuto fare qualcosa. - aveva alzato lo sguardo su di lui – Avremmo potuto fare qualcosa”
“Che avresti fatto?”
“Non lo so. Forse avrei potuto dirti che anche io provo qualcosa per te!”
Le parole erano uscite dalla bocca di Camilla tutto d'un fiato, lei se l'era tappata con una mano subito dopo.
Come a farle rientrare.
Come a farle tornare a loro posto, nella sua testa.
Ma il silenzio era calato sui due.
Un silenzio più assordante delle urla che avevano rotto la calma di quella spiaggia poco prima.
Strano modo per dirsi che si piacevano.
Nessuno aveva più parlato ma Dan, a quel punto, a quella rivelazione, se n'era andato.
Camilla l'aveva visto allontanarsi e aveva fissato la schiena del suo ragazzo.
“Sei uno stupido”
Aveva sussurrato quasi di sfuggita a Zayn, prima di iniziare a correre.
Voleva raggiungere Dan, o almeno credeva.
Quello che sapeva per certo era che voleva nascondere le lacrime le quali, per la prima volta dopo tanto tempo, avevano fatto capolinea sul suo volto.
“Camilla..”
Lucia aveva provato a seguirla ma era stata fermata da Andrea.
Entrambe avevano osservato la scena in silenzio ed entrambe erano rimaste scosse.
Lucia aveva lanciato un'occhiata a Giulia che si stringeva ad Harry e fissava inanime Zayn.
Aveva poi posato lo sguardo sugli altri e aveva notato il panico anche nei loro volti. Erano rimasti in piedi a fissare il vuoto per parecchio tempo ma poi ognuno aveva preso la sua strada.
Niall, Louis e Andrea se n'erano andati mentre Liam, sempre tenendo per mano Lucia, aveva posato il proprio braccio sulla spalla di Zayn e l'aveva accompagnato a casa delle ragazze, seguiti da Giulia e Harry.
Arrivati lì ancora una volta si erano divisi.
Zayn era rimasto in silenzio seduto sul divano, Harry e Giulia erano saliti in camera della ragazza mente Lucia e Liam erano andati in cucina, con la scusa di preparare qualcosa di rilassante al ragazzo.
Liam si era seduto osservando le mosse frenetiche della ragazza che sempre più agitata aveva scaraventato una tazza nel lavello poggiandoci le mani.
“Perché non l'ho fermata?! Ora soffrirà per colpa mia...”
“Non potevi sapere che sarebbe successo!”
“Oh, no, non capisci... era questione di tempo e sarebbe scoppiata proprio come ha fatto oggi!”
Aveva risposto malinconica Lucia ma il ragazzo perplesso aveva ribattuto.
“Non ti seguo. Perché ti incolpi di tutto quello che è successo? Qui l'unica che si può sentire in colpa è Camilla che ha attaccato in quella maniera Zayn, e l'ha reso ridicolo davanti a tutti”
La rossa si era voltata di scatto incatenando il suo sguardo con quello del ragazzo.
“Quindi è così che la pensi? Pensi che Camilla abbia fatto tutto apposta per ferire Zayn? Pensi che lei non ci stia male?”
Aveva alzato il tono della voce e il ragazzo si era ritrovato a rispondere con la stessa intensità di rabbia.
“Si. Penso che l'abbia fatto apposta come penso che abbia fatto apposta a mettersi con quel tipo solo per vedere le possibili reazioni di Zayn, solo per vedere la gelosia impossessarsi di lui”
Lucia aveva voltato il viso sciogliendo gli sguardi.
“Camilla non è così. L'unica sua colpa è essere troppo impulsiva”
“Mh-mh”
L'aveva schernita lui e lei era ripartita in quarta.
“Oh, beh, ora però non capire a pieno i propri sentimenti è una colpa. Lei era confusa, non sapeva bene ciò che voleva e quando gli si è parato davanti Dan ha colto l'occasione per... per schiarirsi le idee, per capire ciò che veramente provava nei confronti di Zayn e se lui non l'avesse stressata continuamente lei ci sarebbe arrivata, con il suo tempo”
“E usare un altro è un comportamento caratterizzante di una donna per bene..”
“Cosa vorresti dire?”
“Lucia, Camilla si è comportata da quella che di solito noi uomini chiamiamo 'puttana'!”
Aveva urlato alla fine Liam sentendosi quasi più leggero, ma poi si era subito reso conto di ciò che aveva detto ed aveva iniziato a balbettare qualche parola.
Delle scuse, forse, ma la rossa non volle sentirle.
Si era avvicinata al ragazzo, con un dito puntato sul suo petto e con gli occhi che cominciavano a lacrimare.
“Io non ti permetto di insultare le mie amiche, nemmeno per scherzo, ma d'altronde voi uomini siete tutti uguali. Degli schifosi bastardi!”
Ogni parola della ragazza era stata accompagnata da una spinta che cresceva d'intensità man mano che la rossa proseguiva con gli insulti.
Liam inizialmente impietosito dalle lacrime di Lucia era rimasto in silenzio ma poi pieno fin sopra i capelli aveva iniziato a sua volta ad urlare contro la ragazza.
Ora tutto ciò che facevano era prendersi a mali parole.
Incuranti delle persone che c'erano nella casa con loro.
Incuranti del vicinato.
Le urla infatti arrivavano fin nella stanza di Giulia.
Lei e Harry si erano accoccolati sul letto della ragazza che stranamente era rimasta in silenzio fissando il soffitto e lasciandosi cullare dalle mani del riccio tra i suoi capelli.
Le grida erano aumentate e lei si era stretta di più al petto del suo ragazzo.
Si sentiva strana.
Si sentiva come una bambina che ascolta le grida dei suoi genitori che gridano.
Si sentiva indifesa ed era una sensazione strana perché lei era sempre stata quella forte, quella su cui appoggiarsi quando si aveva qualche problema ma ora sentiva di essere troppo debole per sopportare anche il peso di qualcun altro.
Si era allontanata da Harry, uscendo dalla stanza quasi di corsa e, senza curarsi delle domande del riccio, era uscita di casa.
Era tornata alla spiaggia.
Aveva bisogno di restare da sola, senza più liti.
Aveva bisogno, una volta per tutte, di capire se stessa.
Immobile davanti all'oceano.
Con lo sguardo perso aveva ripensato a tutte le parole – urlate o sussurrate- che erano state dette quel giorno.
Non riusciva a capirle se si affidava ai libri di testo che aveva tanto studiato alla facoltà di psicologia, le vedeva con occhi infantili ed innocenti che la portavano a pensare che tutti i suoi amici avevano litigato per motivi futili, non importanti.
Insomma poteva essere l'amore causa di litigi?
Quella mattina, poi, aveva avuto qualche presentimento ma si era imposta di non pensarci.
Si era persa nel mondo creato apposta per lei da Harry, un mondo in cui lei era semplicemente Giulia.
Non doveva dare risposte a nessuno.
Non doveva far fronte a nessun problema.
Un mondo che la allontanava totalmente dalla realtà perché questo era ciò che Harry riusciva a farle.
Distrarla.
Quel giorno ne aveva avuto la prova schiacciante.
Tutti quanti avevano litigato sotto i suoi occhi e lei non se n'era neanche resa conto.
Se fosse stata più attenta. Se fosse stata più presente. Forse avrebbe potuto far qualcosa, non sapeva bene cosa ma era certa che qualche idea le sarebbe venuta in mente, invece no.
Harry l'aveva fatta tornare ancora una volta una bambina.
E se per una parte quel mondo intorno a sé era in un certo senso più bello e spensierato della realtà, era diventato come una casa sicura, dall'altra lei non aveva certamente più cinque anni.
Stava camminando scalza nella sabbia quando aveva affondato il piede in qualcosa.
Si era abbassata ed aveva notato che aveva distrutto il castello di sabbia che avevano costruito lei e Lucia insieme poco prima.
Lo aveva osservato a lungo, era quella la fine che avevano fatto le mura del suo castello che le era sembrato così indistruttibile e inespugnabile.
Quel castello che era diventato la sua casa ma che aveva fatto l'errore di costruire su un terreno molto sismico come potevano essere i suoi amici ed ora si era vista crollare davanti agli occhi tutto ciò che in quel momento era diventato importante.
Le fondamenta erano cedute e lei con loro.
Si era sentita abbandonata e lasciata sola da tutti e se magari prima questo silenzio intorno a lei le sarebbe potuto piacere ora lo odiava con tutto il cuore.
Si era seduta accanto a quel mucchio di sabbia in cui il suo piede era sprofondato.
Sapeva ciò che le serviva: doveva ricostruire il proprio mondo, quello vero, quello dei grandi.
E per farlo si doveva allontanare dall'altro che aveva creato troppi casini ma l'unica cosa che la fermava erano quegli occhi verdi che erano stati la causa di tutto.
Harry era l'ostacolo più grande da scavalcare.
Si era alzata e si era diretta verso l'università perché sapeva che avrebbe trovato Beatrice lì, in quel momento si sentiva piena di risposte e la persona più adatta a fare le domande era la sua professoressa.
Aveva aperto di scatto la porta e aveva trovato la donna assorta nella lettura, allora si era avvicinata.
“Ti posso parlare?”
Le aveva chiesto e Beatrice, alzando il naso dal libro, le aveva risposto con un sorriso.
Giulia allora non aveva fatto altro che sputare la sua decisione.
Sicura come poche volte prima d'ora nella sua vita.
“Parto”.




DON'T KILL ME, PLIIIIIIIS >.<
Ho scombussolato tutto con questo capitolo ma, capitemi, doveva pur succedere qualcosa no?
In compenso per calmare un po' la vostra rabbia questa volta ho aggiornato puntualmente, anzi è anche presto u.u
Ve l'aveva detto Miao con lo spoiler dell'altra volta che sarebbe successo un mezzo casino e, beh, eccomi qui a mostrarvi il casino.
Quindi... che ve ne pare?
Le cose si scombussolano:
- Andrea che dice che per il bene suo e della sua famiglia non possono mettersi insieme anche se lo vorrebbe tanto;
- Camilla e Zayn si dichiarano ma in una maniera un po'... brusca?
- Liam chiama 'puttana' Camilla e Lucia mette su il finimondo
- Giulia... beh, Giulia cosa pensate che farà? Partirà o non partirà? La fermerà Beatrice? O qualcun altro?
Questo capitolo è lunghissimo quindi non voglio fare lungo anche lo spazio autrice e vi lascio che queste poche domando a cui spero mi risponderete in un modo o nell'altro.
Quindi... vado e qui sotto ci sono i nostri Twitter e la mia nuova OS, spero che a qualcuno andrà di leggerla e dirmi cosa ne pensa perché sono indecisa se cancellarla o no...
----> Miao
----> Giulia

Seguiteci e parlateci, non mordiamo e ci farebbe piacere conoscere le meraviglie che leggono questa storia u.u

-----> One night.

Fatelo per me, fateci un salto e lasciatemi anche dieci paroline striminzite o senza senso...
Ciao belle.
Giulia che si è fatta le punte dei capelli rosseeeeeee!

Non sembra che gli piaccia quello che gli stanno dicendo...


Noo, Andrea... non dire così!


Che ve ne pare del Malik che si fuma una sigaretta per schiarirsi le idee?


Oh, e salutate Liam, mi raccomando u.u

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Capitolo 26
*** Non lo so. ***


Non lo so.


Ora si guardavano. Giulia in piedi e Beatrice seduta dall'altra parte della cattedra.
Quando la ragazza aveva detto che voleva partire l'unica reazione della donna era stata quella di chiudere definitivamente il libro che aveva in mano e fissare il suo sguardo in quello di Giulia.
“Devo prendermi una pausa e il modo migliore per farlo è allontanarmi, farmi una vacanza. Per quanto riguarda gli esami li farò per corrispondenza e non rimarrò indietro, lo prometto.”
Aveva detto velocemente la ragazza, incominciando a tormentarsi le mani.
“Non è affatto per colpa dell'università che hai bisogno di una vacanza, non è così?”
Giulia aveva boccheggiato un momento, cercando la parole ma poi si era lasciata cadere sulla sedia.
“Lo sapevo che non te la saresti bevuta”
Beatrice allora aveva sorriso, non vittoriosa, solamente comprensiva.
“E' per Harry non è vero?”
“Si ed è strano perché lui è la causa di tutto ma sento che lui sarà anche la soluzione... solo che tutto questo casino non mi piace. Non mi è mai piaciuto il trambusto in generale, pensa poi se si trova nella mia testa! Perciò devo partire. Devo allontanarmi da Londra, da tutto, da lui... - aveva tentennato, abbassando lo sguardo – ma ho paura di cosa potrà accadere. Ho paura che lui, una volta tornata non mi vorrà più, ho paura del suo rimpiazzo, ho paura che non rimarrà più niente di noi.”
Giulia aveva rialzato lo sguardo e aveva trovato di nuovo il sorriso bonario della sua professoressa, la stava ascoltando parlare quasi come una mamma.
“Non credo questo possa accadere – aveva iniziato pacatamente – Ogni persona che passa nella nostra vita lascia qualcosa di sé. Tu hai lasciato qualcosa a lui ed Harry ha sicuramente lasciato qualcosa a te. Qualcosa di indelebile, ma sta a voi renderlo importante o chiuderlo in un cassetto e buttare via la chiave. Non intendo dire però che lui ti perdonerà facilmente se lo abbandonerai in questo modo, ma solamente che se il sentimento reciproco che provate è forte la lontananza non può far altro che rafforzarlo...”
“Come il vento.” l'aveva interrotta sovrappensiero la mora.
“Si, proprio come il vento fa con il fuoco. Un piccolo spiffero può spegnere una candela ma in un incendio il vento non può far altro che ravvivare la fiamma.”
Giulia non si era sentita molto sollevata, la paura continuava ad esserci, però certamente ora si sentiva un po' più pronta ad affrontare la battaglia interiore che di lì a poco si sarebbe scatenata.
Si era alzata, ancora sovrappensiero, e dopo aver ringraziato con un sorriso Beatrice si era diretta verso la porta, dove però la sua voce l'aveva richiamata.
“Sai bene che io non ribatterei mai su una tua decisione, ma devo farti una domanda più da tua amica che da tua professoressa... tornerai?”
La mora era rimasta immobile di fronte alla brutalità con cui quella domanda le si era parata davanti, di fronte alla brutalità della domanda stessa.
Non ci aveva pensato.
Non sapeva se sarebbe tornata presto o tardi.
Non sapeva se sarebbe anche solo tornata un giorno.
Però era sicura che l'avrebbe capito sul momento.
Si era voltata e dalla bocca le era uscito solamente un flebile: “Si.”, ma non era riuscita a sostenere lo sguardo della donna così se n'era andata subito dopo, diretta a casa per fare le valigie.
Come era uscita di casa senza dare spiegazioni ora era rientrata e arrivata in camera sua aveva trovato Harry esattamente dove l'aveva lasciato. Sdraiato sul suo letto.
“Dove sei stata?” Appena l'aveva vista era balzato in piedi per correre ad abbracciarla e la ragazza era rimasta per un po' tra le sue braccia ma poi si era allontanata da quel suo gesto d'affetto e aveva tolto da sotto il letto la valigia poggiandocela sopra.
“Che cosa fai?” Le aveva chiesto il riccio osservandola mentre lei cominciava ad infilare la sua roba nella valigia.
Lei però era rimasta in silenzio senza degnarlo di risposta, stava rimandando la cosa, ma poi con gli occhi sgranati Harry si era precipitato dall'altra parte del letto. Non era stupido, aveva capito tutto.
E così aveva preso a lanciare sul pavimento della stanza ogni cosa che la sua ragazza infilava nel bagaglio. Sapeva di essere infantile comportandosi in quel modo ma non gli interessava.
“Non te lo permetto” le aveva urlato e lei a quel punto aveva alzato per la prima volta da quando era entrata nella stanza lo sguardo su di lui, sui suoi occhi.
“Non ti permetto di andartene... di lasciarmi da solo” aveva continuato ad urlare il ragazzo e Giulia si era abbassata per raccogliere da terra i suoi indumenti.
Tutta la forza di volontà che aveva pensato di avere era sparita.
Sapeva che se lui avesse continuato a lungo lei non sarebbe mai riuscita a partire, ad andarsene.
Così aveva sussurrato, cercando di calmarlo e di riordinare le sue idee.
“Io, Harry, devo andarmene”
Sentiva che tutta la sicurezza con cui aveva preso quella decisione stava cominciando a nascondersi in un angolino del suo corpo e sicuramente sarebbe diventato difficile riuscire a convincere Harry se neanche lei lo era più così tanto.
“E non pensi a me? Non pensi a quanto potrei soffrire la tua mancanza?”
“Io...”
La ragazza aveva provato a giustificarsi ma non era riuscita a dire niente, sia per il fatto che le parole le erano morte in gola sia per il suo ragazzo che, imperterrito, aveva ricominciato ad urlare.
“Oh, beh, perché non ci sono arrivato prima. Tu non mi vuoi più per questo non ti sei neanche posta il problema di dirmelo. Da quanto tempo hai in mente di andartene senza che io sappia nulla?”
La mano di Giulia era finita bruscamente sul volto del ragazzo.
Il rumore sordo dello schiaffo era risuonato tra le quattro pareti di quella stanza e come un'eco era rimbombato nelle orecchie dei due facendo rimanere il riccio senza parole, esattamente quello che voleva fare la mora. Voleva zittirlo.
“Non credi che anche a me faccia male tutto questo? Come puoi credere che io non abbia minimamente pensato a te? Come puoi anche solo pensare che io non ti voglia più? Come puoi anche solamente credere che io non ti ami più?”
La voce della ragazza, già bassa in partenza, era andata affievolirsi sempre di più.
Aveva pronunciato l'ultima domanda in un leggero sussurro appena udibile facendo poi tornare il silenzio.
“Allora perché lo fai?” Le aveva allora chiesto lui con il volto rivolto a terra e Giulia gli aveva afferrato le mani, facendolo sedere sul letto e facendo incatenare i loro sguardi.
“Ci credi se ti dico che ti amo?”
Gli aveva chiesto e lui aveva annuito. “Si, ma allora perché..”
“Bene – lo aveva interrotto Giulia, prendendogli il viso tra le mani – allora ascoltami. Io, in questo momento, non sono forte abbastanza per sopportare tutto questo, devi esserlo, perciò, tu per me. Mi hai fatto tornare una bambina e sono stata libera, senza pensieri, per troppo tempo forse, però in quel tempo sono stata la ragazza più felice del mondo, ma la felicità non dura che un momento e tutto questo mi ha portato ad essere ingenua, ad avere paura. Paura di rimanere sola.”
Harry l'aveva fermata: “Ma non rimarrai mai sola finché ci sarò io” e Giulia aveva poggiato le sue labbra su quelle del ragazzo come per sigillare quelle parole.
Come se, facendo così, quella frase si sarebbe rivelata vera.
Una promessa.
Si era allontanata quel poco che serviva per sentire ancora il soffio leggero del ragazzo sulle sue labbra ed aveva continuato.
“Sai questo era quello che avevo bisogno di sentire”
“Allora non partire!”
“Non posso, Harry, devo andarmene. Ne ho bisogno. Ho bisogno di assimilare tutte queste emozioni, di catturarle non permettendo loro di passeggiare liberamente nel mio stomaco. Tu sei riuscito a cambiarmi ed ora io devo trovare un modo per riuscire a far combaciare la vecchia Giulia con la nuova che ne sarebbe sicuramente stata capace, ma l'unico modo per farlo è allontanarmi. Da te.”
Quelle parole avevano fatto male al ragazzo più dello schiaffo che aveva ricevuto prima.
Sentiva lo stomaco ribollirgli.
Era arrabbiato e deluso di essere la causa della partenza della sua ragazza, non del suo rimanere lì.
Lei gli aveva lasciato il volto e poi si era diretta verso l'armadio che conteneva quello che di più prezioso aveva. Aveva aperto l'armadio in noce e si era piegata a prendere una tavoletta, anzi non una qualunque, quella tavoletta.
La tavoletta da cui tutto era iniziato.
La tavoletta su cui erano dipinti i suoi occhi.
Era tornata di fronte a lui e l'aveva poggiata vicino al ragazzo, sul letto, dirigendosi poi verso la valigia aperta.
Lui l'aveva presa in mano osservandola.
“Che cos'è?” Le aveva chiesto non capendo a pieno quel dipinto.
“Sono i tuoi occhi – gli aveva allora risposto indaffarata lei, ma poi si era fermata, voltandosi per guardarlo – E' stato il primo di molti dipinti in cui tu sei il soggetto. L'ho dipinto la sera stessa del nostro primo incontro e tu sei la prima persona a cui lo faccio vedere volontariamente”
Era rimasta per un momento in silenzio ed aveva infilato un paio di pantaloni, che aveva tra le mani, nel borsone.
“E sei anche la prima persona a cui regalo un mio dipinto, di solito sono sempre tutti chiusi lì dentro” aveva detto, indicando con l'indice l'armadio.
Harry si era alzato dal letto e l'aveva guardata sistemare la valigia.
Era rimasto impalato di fronte a lei, osservandola infilare vestiti, libri, accessori, senza però riuscire ad aiutarla.
“Dove andrai?” le aveva chiesto d'un tratto.
“In Italia, da mio nonno”
“Mi avevi promesso che un giorno lo avrei conosciuto...” aveva allora ribattuto malinconicamente lui e Giulia non aveva potuto non rispondere con altrettanta tristezza e malinconia ricordando quello che era stato il loro primo appuntamento.
“Lo farai, te lo prometto”
“Tornerai?”
Per la seconda volta nella giornata le era stata fatta quella domanda.
Giulia aveva alzato lo sguardo ed aveva trovato Harry a fissarla con occhi pieni di speranza.
Quella che in quel momento mancava a lei, che non sarebbe riuscita a mentire a lui come aveva fatto con Beatrice.
“Non lo so.”
Le tre parole si erano scontrate contro Harry come la precedente domanda aveva fatto su di Giulia e dentro di lui qualcosa si era immediatamente spezzato, rotto.
Aveva seguito la ragazza che trascinava la valigia oramai pronta per il corridoio, erano arrivati in salotto e lì avevano trovato tutti glia altri, che erano arrivati preoccupati a causa delle loro urla.
Andrea, Camilla, Lucia, Liam, Zayn, Louis, Niall e perfino Dan erano lì con gli occhi puntati su di lei.
Aveva soffermato lo sguardo su ognuno di loro riuscendo a vedere solamente molta tristezza sui loro volti.
“Mi dispiace”
Era riuscita a dire solo questo avvicinandosi alle tre sue migliori amiche.
Le aveva abbracciate ed era scoppiata a piangere con loro.
Uno ad uno aveva ripetuto quel gesto fino a quando non si era ritrovata ancora un volta di fronte ad Harry ed i suoi occhi si erano soffermati per un momento sulla guancia arrossata del ragazzo. Ci aveva appoggiato una mano, sorridendo lievemente ed Harry aveva lasciato andare il capo, beandosi di quel tocco leggero e chiudendo gli occhi.
“Scusa per lo schiaffo” Gli aveva sussurrato oramai a pochi centimetri dalle viso del riccio.
I loro nasi si erano sfiorati e lei l'aveva baciato sperando che quella non sarebbe stata l'ultima volta.
Si erano poi allontanati e Giulia non aveva sentito altro che un vuoto, un vuoto sotto le sue scarpe.
Lo stesso vuoto che Harry aveva provato quando la ragazza si era chiusa la porta alle spalle, l'unica differenza era che a lui era stato svuotato il corpo.




THAT I SHOULD HAVE BOUGHT YOU FLOWERS...
Ciao belle, qui è di nuovo Giulia che vi parla, ma non preoccupatevi, credo che questo sia l'ultimo capitolo che posterò io...
Forse era meglio se continuava a postare Miao, no?
Con lei andava tutto alla meraviglia. Gli Androuis avevano fatto anche dei passi avanti ma poi sono arrivata io a rovinare tutto u.u
Vabbé, inutile dirvi che questo capitolo è stato un parto. E' stato anche più faticoso di quell'altro e tutto per colpa del fatto che l'ho scritto a scuola probabilmente vicino a dei miei compagni che non mi lasciavano in pace non so quanto tempo fa!
Quando oggi ho ripreso i fogli per copiare sul pc mi si era raccapponata la pelle per ciò che avevo scritto... D:
Però devo dire che un po' mi piace quello che ho scritto... non so, magari a voi farà schifo ma io credo di aver rimediato un po'...
… Ecco, vedi? Per una volta ho detto che mi piaceva ciò che avevo scritto solo per far contenta wanttobeloved che mi ha detto che devo essere più sicura di me stessa!
Splendore, voglio dedicarti questa merda di capitolo che però mi piace per ringraziarti per tutto.
Per leggere e recensire ogni capitolo.
Per sopportarci.
Per averci messo tra i tuoi autori preferiti (anche se non ce lo meritiamo)
E per aver detto che questa è la tua storia preferita... non sai quanto siamo contente!
Però voglio ringraziare anche le altre, con le vostre 7 splendide recensioni allo scorso capitolo a cui risponderò immediatamente mi avete sollevato il morale in questa brutta settimana... (ci sono stati i colloqui a scuola u.u)
Abbiamo superato le 100 recensioni e il primo capitolo le 1000 visualizzazioni, ragazze, cioè non so davvero come spiegarvi quanto sono felice :)
Ma ti pare che sono così felice dopo che ho scritto il capitolo di un triste addio?
Non sono normale...
Vabbé ancora grazie e ora mi dileguo, che sono stata pure troppo lunga.
Se trovate degli errori non vi vergognate e ditemelo pure.
Non ho riletto perché quel coglione di mio fratello vuole il computer...
Ciao belle, a sabato prossimo.
Un bacio a tutte quante <
3



Ok, questa mi cascava quasi a cocca di pippa... quindi, eccola qua.





Queste due invece non sapevo quale scegliere così le ho messe entrambe...
prendetela così:
nella prima si vedono bene gli occhi così vi potete immaginare il dipinto di Giulia.
nella seconda lui la osserva fare la valigia.
Giulia <3

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Capitolo 27
*** Tornerà? ***


Tornerà?
 
 
“Non lo so, spero di si. Manca anche a noi tanto quanto manca a voi. Harry è distrutto.”
Lucia lesse l’ennesimo messaggio da parte di Liam e sbuffò rumorosamente.
Quanto era passato dalla partenza di Giulia? Due settimane?
Probabilmente si. E i primi cinque o quattro giorni erano stati infernali.
Confusione, dispiacere, tristezza e come se non bastasse non aveva sentito Liam neanche una volta.
Finchè non aveva gettato la spugna, mandato a quel paese l’orgoglio e lo aveva chiamato al limite di un pianto isterico dicendogli senza mezzi termini “Vorrei che fossi qui con me ad abbracciarmi e a dirmi che va tutto bene.”
Lo aveva sentito accennare una risata malinconica dall’altro capo della cornetta e si era beata di quel suono.
“Vorrei abbracciarti anche io – le aveva detto – Ma non me la sento di lasciare Harry da solo. Almeno non oggi. Magari un giorno di questi ci facciamo una passeggiata per parlare.”
Peccato che quel famoso ‘giorno di questi’ non era mai arrivato.
Non si erano più chiamati, solo messaggi.
E neanche a farlo apposta un giorno era Liam a cercarla, quello seguente Lucia.
E oggi la ragazza gli aveva semplicemente scritto il punto interrogativo che più la tormentava, la domanda che le stava divorando piano piano tutte le forze: “Tornerà?”
Era rimasta un po’ delusa dalla risposta di Liam.
Ma in fondo che si aspettava?
Lei avrebbe voluto certezze, avrebbe voluto un grande “Si, tornerà. Più presto di quanto immagini.” Ma nessuno aveva sicurezze, nessuno sapeva cosa passava per la testa a Giulia.
Aveva provato, Lucia, ad arrabbiarsi con la sua amica.
Aveva provato a pensare “che stronza ipocrita” ogni volta che l’aveva chiamata e aveva risposto la segreteria, ma non ce l’aveva mai fatta.
Perché Lucia voleva a tutti i costi cercare di comprenderla.
Giulia se ne era andata perché era confusa, perché doveva mettere ordine nella sua vita. Ma la rossa non riusciva proprio a capire. Lei c’era sempre stata per Giulia; era a Londra, con le sue amiche, che avrebbe dovuto risolvere i dubbi, i problemi, non scappando.
E quando, ragionando, arrivava a questo punto, una domanda, la più brutta, le tormentava la mente.
Forse Giulia se ne era andata perché si era stancata di loro, delle sue amiche.
Inevitabilmente Lucia scoppiava a piangere. E inevitabilmente le sue dita si muovevano sulla tastiera del cellulare e inviavano un messaggio a Liam.
Ma questo iniziava a non bastarle più.
Voleva Giulia con lei, come prima.
E voleva che ci fosse stato Liam ad accarezzarle i capelli per calmarla e non Andrea. Anche perché la bionda non era certo messa meglio di lei.
Andrea era sempre stata un po’ lunatica e instabile ma Lucia non ricordava di averla mai vista così.
Troppo in silenzio, troppo calma, troppo passiva.
Come se tutta la sua vitalità fosse stata risucchiata via.
La vedeva, ogni tanto, fissare la pioggia scrosciare.
Oppure nei rari pomeriggi soleggiati uscire e fare le bolle di sapone ridendo da sola mentre le scoppiava.
La cosa più assurda era quando, la sera, si accucciava fino al collo con una calda coperta e si metteva a guardare un film romantico e strappalacrime.
E fin qui andrebbe tutto bene se non fosse per lo sguardo severo rivolto alla TV, un’unghia che picchiettava nervosa sul bracciolo del divano e il solito “Fanculo” che non mancava mai quanto i protagonisti si scambiavano l’atteso bacio.
A quel punto Andrea si alzava frettolosamente, arrotolava la coperta scaraventandola verso lo schermo sibilando “Idioti”, poi consegnava il telecomando alle sue amiche dicendo “Continuate voi a guardare questa merda di film” e se ne andava in camera sua tirando fuori il cellulare e massaggiando, probabilmente con Niall.
Un’altra cosa che Lucia non si spiegava era a che cosa era dovuto questo estremo bisogno di scriversi con Niall.
Lo aveva ritrovato più volte a casa sua ad aspettare Andrea sull’uscio della porta rivolgendole un sorriso, e la rossa non aveva fatto in tempo a chiedergli cosa ci facesse lì che la bionda scendeva dalle scale di corsa, prendeva Niall per un braccio e si sbatteva la porta alle spalle senza salutare.
Li aveva visti più volte parlare animatamente, abbracciarsi, ridere.
E poi aveva anche visto Andrea porgergli un foglio.
Niall l’aveva letto attentamente sbarrando gli occhi sempre di più ogni volta  che scorreva riga.
Infine l’aveva abbracciata sussurrandole qualcosa all’orecchio e l’aveva salutata lasciandola rientrare a casa.
Lucia aveva trattenuto la voglia di chiederle cosa ci fosse scritto in quel foglio e perché Niall sembrasse così sconvolto.
Probabilmente erano segreti di coppia, solamente loro.
Si, di coppia, perché Lucia era convinta che tra quei due ci fosse de tenero o che, per lo meno, stesse nascendo un certo interesse.
Comunque non poteva preoccuparsi di capire cosa stessero combinando.
Aveva già troppi grilli per la testa.
“E state zitti!” sbraitò, mentre quelli incominciarono a gracchiare più forte di prima.
 
 
“E state zitti!”
Camilla si affacciò dalla cucina scorgendo Lucia seduta sul divano del salotto.
Come si erano ridotte così?
Andrea non era più la stessa, Lucia parlava da sola e lei..
Beh, lei scappava.
Scappava da tutti i problemi.
Solo che, a differenza di Giulia, non aveva intenzione di partire per l’Italia.
Camilla si era interrogata molto in quelle due settimane, dopo la partenza di Giulia.
Si era chiesta perché si era scelta delle amiche così imbecilli da non chiedere aiuto a nessuno e pensare che scappare fosse la soluzione migliore –nonostante fosse la stessa cosa che stava facendo anche lei – si era chiesta perchè Liam l’avesse chiamata puttana e soprattutto con quale coraggio, si era chiesta come si sentiva Harry, si era chiesta se Louis fosse finocchio, dato che ancora non l’aveva visto provarci con nessuna, si era chiesta se tra Niall e Andrea ci fosse qualcosa di più dell’amicizia e poi si era chiesta di cosa cavolo si era fatta quel 15 febbraio.
Come le era saltato in testa di dire a Zayn quelle cose? Anzi, di urlare.
Ma lei non era fidanzatissima con Dan?
E allora perché le aveva dette?
E poi, perché Zayn si era preso una cotta per lei?
Non avrebbe dovuto!
Loro litigavano sempre, era assurdo pensare che a uno dei due sarebbe piaciuto l’altro.
Gli opposti si attraggono.
Non aveva mai creduto a quel proverbio e non voleva crederci.
A lei Zayn non piaceva. Non doveva piacerle.
Beh, certo, obiettivamente era bello, con un sorriso che faceva ombra al sole, con due occhi neri che ti scavavano dentro, e alla fine era anche simpatico, comprensivo, premuroso quel tanto da non diventare troppo appiccicoso e toglierti l’aria, ma a lei non piaceva.
Quello che aveva detto il 15 febbraio erano parole non vere, un errore.
Camilla guardò fuori dalla finestra vedendo Niall e Andrea abbracciati e sbuffò.
Improvvisamente sentì un gran rimorso dentro di sé.
Tutto quello che aveva pensato fino ad ora erano solo delle gran cazzate.
 
SHERBET!
So bene che questo capitolo non serve a una minchia. Che volete farci?
Io ho provato a dire a Giulia di accorparne due ma non mi ha voluto dar retta.
È corto, fa schifo, è contorno.
E per di più, aggiorno di domenica.
Dovete saperlo, non riesco ad aggiornare di sabato, I’m sorry.
Anyway..
Questo capitolo serve a farvi vedere come hanno preso le ragazze la partenza di Giuliet.
So bene che speravate che Giulia cambiasse idea ma.. no! c:
Il prossimo riguarda i guys :D
Sto impallatissima con “Mirrors” Justin Timberlake e con Michael Bublè.
Mammamia, li amo.
QUALCUNO DI VOI VA AL CONCERTO DEI FUN A FERRARA?
Io ancora non posso credere che ci andrò! *-*
Beh, ovviamente, sarei voluta andare anche a quello di Beyoncè e Bruno Mars e Muse e Green Day e.. vabbè insomma. lol.
Ok basta adesso vado.
Le foto ci penserà Giulia a lasciarvele c:  mi dispiace ma Giulia deve studiare storia e quindi non può lasciarvi le foto D:
Andate a leggere le fan fiction di Niggas e Anns sono.. ajcnwnxoqjixojanmkjw
Un bacio!
-Caro
P.s.: si, ho deciso di usare l’abbreviativo del mio nome. Chiamatemi Caro, grazie c’:

Si ok, Caro, mi ha appena messaggiato che si è dimenticata di dirvi giusto un paio di cosine insignificanti   importanti.
1. FATE ATTENZIONE AL FOGLIO!   se devo dirvi la verità, io non ho la più pallida idea di cosa ci sia scritto su quel foglio quindi siamo sulla stessa barca u.u
2. UN MOTIVO PER CUI ANDREA GUARDA LA PIOGGIA E RIDE COME UNA CRETINA QUANDO FA LE BOLLE DI SAPONE C'E'!  fste un piccolo sforzo di memoria e capirete c;
3. TENETE BEN IN MENTE CHE NESSUNO SA DEL BACIO TRA ANDREA E LOUIS SE NON SI CONTA NIALL :)
bene, ora che ho svolto i comandi del sergente me ne torno a studiare storia, ciao belle <3
Nonna Ardu <3

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Capitolo 28
*** State insieme? ***


State insieme?


“Ciao Giulia, sono ancora io, Harry.
Ti chiamo per l'ennesima volta e tu non rispondi per l'ennesima volta.
Volevo solamente chiederti come stavi, io me la cavo ma quassù manchi a tutti.
Per favore, richiamami.”
Giulia se ne stava distesa sul letto ad ascoltare i vari messaggi che nella mattinata Harry le aveva lasciato nella segreteria telefonica.
Erano passati oramai due mesi da quando era partita da Londra ed erano due mesi da quando quella storia, quella farsa, andava avanti: lui chiamava e lei non rispondeva, lasciando partire la segreteria.
In quell'ultimo periodo aveva messo totalmente in secondo piano tutti quei rapporti, quei legami che la tenevano legata alla capitale dell'Inghilterra, si era come isolata nei bei paesaggi soleggiati dell'Italia, invece, pensando solamente a studiare per gli esami, ad addormentarsi al sole per prendere una bella tintarella o ad aiutare suo nonno con il piccolo orto che avevano dietro casa, pensando solamente a sé stessa.
Era scappata senza saper spiegare nemmeno a sé stessa il motivo per cui l'aveva fatto ed era corsa tra le braccia del nonno.
Si era sentita una terribile egoista ogni volta che Andrea, Camilla o Lucia le mandavano un messaggio e lei lo leggeva senza rispondere.
Si era sentita una terribile stronza ogni qual volta premeva il tasto rosso del suo cellulare per rifiutare una chiamata in arrivo.
Si era sentita a pezzi e non abbastanza per Harry ogni volta che lo sentiva chiudere il messaggio vocale con le due parole che più la tormentavano i quei giorni: mi manchi.
Quante volte avrebbe voluto alzare quella dannata cornetta per urlare a sua volta che anche a lei mancavano, tutti, ma quante volte le sue gambe erano rimaste immobili, come attaccate a quella parte del pavimento della sua stanza ed erano cedute sotto il peso della ragazza appena udito il bip che segnava il termine del messaggio.
Era scappata per paura, la semplice e stupida paura di non essere all'altezza della situazione e di conseguenza di perdere tutto ciò che di più bello aveva, era scappata dai problemi prendendo quella decisione sicuramente troppo affrettatamente.
Si, perché la Giulia che era arrivata in Inghilterra solamente pochi anni prima non aveva mai provato così tante emozioni tutte insieme come quando stava con Harry e questo suo passare repentino da uno stato d'animo all'altro non riusciva proprio a capirlo.
Parlando con il nonno le aveva detto che quello che lei sentiva non era altro che amore, che tutte le persone innamorate si sentivano così vulnerabili e così in balia del loro amore ma lei non era riuscita a pensare solamente al presente, a godersi la giornata tra le braccia del riccio. Qualcosa l'aveva costantemente tormentata non facendole vivere il presente e facendole avere paura del futuro, perciò credeva di non amare veramente Harry, non amarlo a pieno nonostante ripetere costantemente al ragazzo “ti amo” la facesse sentire terribilmente bene, forse anche di più di sentirselo dire, ed aveva preso in fretta e furia la decisione di uscire per un po' dalla sua vita.
Sembrava in modo terribile una frase fatta ma in questa situazione, se si era allontanata da lui, non era affatto per colpa di Harry ma era per lei.
Era per colpa sua perché lei stessa si sentiva strana, non vedeva il lato positivo della totale dipendenza dal ragazzo che negli ultimi tempi era maturata in lei e, quando aveva assistito alla sfuriata dei suoi amici, qualcosa le aveva fatto come aprire gli occhi facendole fare appunto un salto nel futuro.
Aveva constatato che con Harry sarebbe potuta finire in due modi totalmente opposti.
Sarebbe potuto tutto davvero finire come nelle favole con il felici e contenti?
Oppure l'avrebbe lasciata di lì a poco per un'altra ragazza che lo faceva sentire semplicemente meglio?
Non saperlo non le andava proprio giù.
Molte altre soluzioni a questo problema le avevano fatto capolinea nella mente e, in un certo modo forse la più giusta sarebbe stata proprio parlare con il diretto interessato, ma accecata dalla paura aveva voluto prendere la strada più semplice, quella della fuga.
Credeva che facendo così sarebbe stata in grado di risistemare tutto da sola una volta allontanata da quel polo magnetico che la attraeva e non la faceva riflettere ma in realtà stava sbagliando tutto.
Infondo le serviva quel pizzico di ingenuità e insicurezza che Harry le dava.
Tuffarsi a capofitto nel mondo dei grandi le avrebbe solamente procurato un sacco di lividi.
Aveva cominciato a capirlo quando un giorno, tra le altre cianfrusaglie che stava sistemando nella valigia, aveva trovato un libro.
'Il piccolo principe' le si era parato davanti agli occhi e tutti i ricordi che era stata ben attenta ad accantonare in quei due mesi erano tornati a galla.
Le immagini di Harry che le leggeva quel libro le avevano rubato per pochi minuti la ragione facendola tornare in quel parco, distesa su quell'erba, con le mani tra i capelli ricci che tanto amava e con le orecchie piene della bassa e roca voce del suo ragazzo che, inutile negarlo, le mancava davvero.
Quasi automaticamente aveva aperto il libro cominciando a sfogliare le pagine e ci aveva avvicinato il naso, con la speranza che avessero ancora conservato l'odore di fresco che Harry aveva.
Era arrivata con le dita a sfiorare l'ultima pagina che credeva bianca ma poi, passandoci sopra il polpastrello si era accorta di una piccola dedica che qualcuno le aveva scritto a piè di pagina.
“Anche i grandi sono stati bambini una volta ma pochi se ne ricordano”
Giulia rimuginò a lungo su quella famosa frase di Antoine de Saint-Exupéry.
Gliel'aveva sicuramente scritta Harry prima di infilarle quel libro nella valigia a sua insaputa.
Amava il piccolo principe ma quel giorno era riuscita a leggerlo con occhi diversi.
Con occhi da bambina e grazie a lui era tornata ad esserlo.
Quel giorno per l'appunto l'aveva riletto tutto d'un fiato e non se ne era mai separata.
Si era lasciata andare alla malinconia pensando a tutti quelli che aveva lasciato a Londra ed aveva scoperto che non sapeva più niente di loro.
Non sapeva se Lucia e Liam avessero fatto pace.
Non sapeva se Camilla e Dan si fossero lasciati per Zayn.
Non sapeva cosa fosse successo tra Andrea e Louis e il perché la bionda lo evitasse così palesemente.
Non sapeva se Niall fosse riuscito a confessare il suo amore a quella ragazza.
Non sapeva, e sicuramente aveva paura di saperlo, se Harry fosse andato avanti nella sua vita lasciandola da parte.
Chiudendo gli occhi si era lasciata andare sul cuscino continuando a pensare a lui infrangendo quel piccolo divieto che si era imposta al suo arrivo in Italia e stando ben attenta a non addormentarsi perché naturalmente come i bambini aveva paura dei mostri che si trovavano sotto il suo letto ed Harry non era lì a tenerle la mano.

Poco più su, in un'altra nazione, in un'altra città e in un'altra casa anche Harry stava pensando a Giulia.
Si trovava a casa di Louis che li aveva invitati tutti con la scusa di dover presentare loro una persona e allora si erano precipitati ma nessuno dei quattro era davvero presente.
Zayn era assonnato, lo si notava dalle due calcate occhiaie che violacee facevano capolinea sotto i suoi occhi, nell'ultimo periodo infatti per dimenticarsi di Camilla si era lasciato andare a feste, alcol e ragazze ponendo in secondo piano il bene primario del sonno.
Liam e Niall sembravano agitati ed irrequieti dal loro continuo sbirciare il cellulare dovuto probabilmente all'attesa di un messaggio da Lucia o Andrea, mentre Louis, seduto di fronte ad Harry, li osservava soffermando lo sguardo su ognuno di loro.
Sapeva bene che erano cambiate molte cose da quel giorno, da quando quelle ragazze erano piombate nella loro vita in modo così irruento e poi se n'erano andate con altrettanta velocità.
Anche in lui qualcosa era cambiato.
Era andato avanti ed aveva cercato di continuare per la sua strada, aveva trovato una ragazza che lo faceva sentire bene ed aveva voluto provare a dimenticare Andrea e tutto ciò che era accaduto con lei.
Aveva cominciato ad uscire sempre più spesso con la ragazza ed ora voleva presentarla ai suoi amici.
Il campanello aveva risuonato per la stanza e lui si era precipitato alla porta, aprendola.
“Ciao Louis”
“Ciao Eleanor”
Si erano salutati lasciandosi un leggero bacio e si erano avvicinati al salotto, dove la mora aveva subito cercato la mano del ragazzo.
Osservando l'intreccio delle loro dita Louis aveva sorriso, contento, e poi l'aveva presentata agli altri. Eleanor senza lasciarlo si era avvicinata ai ragazzi seduti sul sofa e aveva stretto loro la mano sorridendo dolcemente.
Il suo figurino stesso esile e slanciato lasciava intendere ai ragazzi che quella ragazza fosse dolce e quando avevano iniziato a chiacchierare del più e del meno la mora era subito piaciuta a tutti.
Se l'era cavata anche con le domande a tranello che di tanto in tanto le facevano, quelle sui giusti locali di Londra ad esempio e perfino quelle sul calcio. Stavano parlando proprio di questo quando Harry aveva preso parola facendo calare il silenzio nella stanza e scrutandola in modo critico.
“State insieme?” Aveva chiesto spostando poi lo sguardo su Louis che, colpito dalla domanda, era ammutolito.
“No, non stiamo insieme, ma a me va bene anche così.” La voce della ragazza li aveva risvegliati e Louis aveva sorriso di nuovo riprendendole la mano e stringendola in segno di consenso. La domanda di Harry gli aveva in un certo senso fatto paura, la sua mente era tornata ad Andrea e scommetteva che il riccio l'aveva ben capito.
Aveva avuto paura di doversi mettere ancora una volta di nuovo faccia a faccia con ciò che provava ma Eleanor l'aveva salvato. Si era ritenuto addirittura fortunato ad avere una persona come lei al suo fianco, che lo accettava per quello che faceva e quello che era e non aveva mai fatto domande troppo indiscrete.
Era questo quello che gli piaceva di lei.
“Allora Louis?” Gli avevano domandato senza che lui se ne fosse neanche accorto, aveva scosso un po' il capo e poi aveva posato gli occhi sui cinque che aspettavano una sua risposta.
“Scusatemi non stavo ascoltando.”
“Questo l'avevamo capito!” Aveva esclamato Zayn ma proprio quando stava per continuare Eleanor l'aveva interrotto.
“Louis, si è fatto tardi, devo andare” gli aveva sussurrato triste e lui le aveva regalato uno dei suoi più bei sorrisi per tirarle su il morale.
“Dai, vieni ti accompagno.”
Si era alzato dal divano porgendole la mano, l'aveva accompagnata fino alla porta ma un momento prima di farla uscire l'aveva afferrata per un polso costringendola a voltarsi verso di lui e lasciandole un veloce bacio a fior di labbra.
“Volevi andar via senza salutarmi?” La teneva stretta a sé con un sorriso strafottente stampato sul volto e lei gli aveva lasciato di nuovo un altro bacio prima di rispondergli.
“Mai.” Si era voltata sorridendo e aveva varcato la soglia della porta.
Louis l'aveva osservata allontanarsi, i capelli mossi e scuri le ricadevano leggeri sulle spalle, non aveva mai notato quanto fossero totalmente opposti a quelli lisci e biondi di Andrea fino a quel momento.
Sorrise amaramente questa volta, quando Eleanor se ne andava i ricordi tornavano a fargli compagnia.
Forse non era quella giusta.
Forse non era la sua anima gemella, ma in quel momento non gli importava.
In quel momento l'unica cosa che voleva fare era essere felice, sentirsi bene, e in modo totalmente sconvolgente quella mora che se n'era appena andata, con la sua presenza, lo faceva.
Era tornato in salotto trovando gli altri quattro in silenzio ad osservarlo, si era riseduto e lentamente aveva alzato lo sguardo dal pavimento.
Si sentiva tremendamente a disagio perché non riusciva a capire ciò che pensavano, non leggeva nelle menti e il loro silenzio non lo aiutava affatto.
“E' carina.” aveva sentenziato Liam passato del tempo, rompendo il ghiaccio, e Louis aveva tirato un lunghissimo sospiro di sollievo quando anche Zayn e Harry avevano incominciato a parlare a loro volta, sovrapponendo e sovrastando le loro voci dato che stavano parlando contemporaneamente.
Avevano iniziato a fargli domande su come l'aveva conosciuta, o da quanto tempo andasse avanti la loro storia ma il sollievo vero e proprio era arrivato solamente quando tutti e tre avevano annunciato al moro che Eleanor piaceva loro.
E forse era arrivato anche troppo presto.
“E Andrea?” gli aveva chiesto all'improvviso Niall che era rimasto in silenzio fino a quel momento.
Lo aveva sussurrato ma quel nome era arrivato forte e chiaro alle orecchie del moro.
Il silenzio si era impossessato di nuovo della stanza e sembrava che tutto, anche i numerosi pesci rossi che si trovavano nell'acquario che occupava una buona porzione della parete alla loro destra, avessero trattenuto il respiro in attesa di una risposta.
“Cosa...cosa centra Andrea?”
“Ti sei arreso così facilmente con lei?”
“Tu... tu come fai a saperlo?”
Louis aveva provato a balbettare qualcosa ma Niall non gli aveva permesso di ribattere.
“E' così che si fa ora? Dato che non riesci a conquistare una ragazza te ne prendi un'altra? Oppure l'hai solamente fatto per dimenticarti di Andrea? Ma non ti rendi conto che così fai solo del male a te stesso, a Eleanor ed anche ad Andrea quando lo scoprirà?”
Louis si era alzato di scatto colpito nell'orgoglio, certo, poteva sembrare che si fosse buttato così a capofitto su Eleanor per dimenticarsi di Andrea anzi, lui stesso ne era in parte certo, il caso aveva voluto apposta che fosse così diversa dalla bionda ma gli piaceva credere che almeno una parte di lui provasse qualcosa per la ragazza.
“Ti ricordo, Niall, che è stata proprio lei a decidere di chiudere ogni tipo di contatto con me senza neanche chiedermi cosa ne pensavo.”
In un baleno Harry si era parato di fronte al moro, intromettendosi fra i due e cercando di calmare Louis.
“Avanti, amico, quello che sta cercando di dirti Niall è che non è bello usare un'altra ragazza per dimenticarti di una vecchia fiamma...”
O almeno credo.
Avrebbe voluto aggiungere Harry, perché nonostante si fosse messo in mezzo ai due per non farli litigare non sapeva assolutamente niente di quello di cui stavano parlando.
Liam e Zayn sembravano non saperne niente, entrambi infatti avevano in volto la stessa sua espressione confusa e sconvolta.
Una vecchia fiamma? Beh, era stato più che altro un incendio.
Avrebbe voluto confessare Louis.
Le parole di Harry, infatti, erano ricadute pesanti sulle spalle del ragazzo, quella piccola parte di lui che ancora negava l'evidenza era andata a farsi un giro per i meandri del suo cervello e lui era stato travolto da un profondo senso di aver sbagliato qualcosa.
Si era lasciato cadere al fianco del biondo ed aveva appoggiato la testa all'indietro, sul divano, sbuffando.
“Beh, se anche fosse, non ci sto riuscendo”
Anche Harry e Niall si erano allora riseduti.
“Ne vuoi parlare?” Gli aveva chiesto il riccio e lui aveva annuito quasi impercettibilmente ma proprio quando il moro aveva iniziato a parlare, a raccontare, un volto aveva preso possesso dei pensieri di Harry. Il volto di Giulia non lo aveva più fatto prestare attenzione e le parole del suo migliore amico gli erano scivolate addosso.

“Giulia, vieni dai, che è pronta la cena”
La voce di sua nonna era arrivata un po' ovattata nella stanza in cui la ragazza era ancora stesa sul letto e avvinghiata al suo cuscino a sognare ad occhi aperti il suo Harry.
Si, perché perlomeno nella sua testa, Harry era rimasto suo.
“Arrivo nonna” aveva urlato di rimando ma quanto si era alzata aveva notato qualcosa a terra, vicino il libro che probabilmente le era caduto di mano in un momento di assopimento.
Si era, perciò, abbassata a raccogliere ciò che l'aveva incuriosita e nonostante un piccolo sussulto l'aveva fatta sobbalzare e tentennare per un momento non aveva badato molto a quei ripetuti e continui singhiozzo che avevano iniziato a tormentarla ed aveva piuttosto afferrato saldamente un rettangolare foglio di carta, scrutandolo con attenzione.
Quando aveva riconosciuto il biglietto aereo di sola andata per Londra che portava la data del giorno seguente aveva cercato di ponderare, di misurare le sue emozioni.
Sapeva perfettamente che le aveva fatto quel piccolo ma significativo regalo.
Quell'uomo sapeva sempre cosa serviva di più alla sua nipotina senza neanche chiederglielo e naturalmente non glielo faceva mai mancare.
Suo nonno sapeva bene che se la scelta fosse dovuta ricadere su di lei questa volta sarebbe passato troppo tempo così aveva pensato bene di comprarle un biglietto aereo come piccolo regalo per il suo compleanno che, ne era certo, voleva fermamente passare con le sue più care amiche che aveva lasciato a Londra.
Non riuscendo più a trattenere la sua euforia, aveva percorso quasi correndo il corridoio che separava la sua camera dalla sala da pranzo e si era fiondata tra le braccia del nonno.
“Cosa c'è, bambina mia, sei contenta perché domani è il tuo compleanno?”
Le aveva chiesto con apparente innocenza e lei gli aveva sorriso teneramente lasciandogli un grande bacio sulla guancia come avrebbe fatto una bambina piccola se il nonno le avesse dato una caramella.
“No, nonno, sono felice perché domani torno a Londra.”





Eccomi ragazze, tranquille, non sono morta c:
Si, ecco, volevo innanzitutto scusarmi con voi per l'enorme ritardo con cui posto, ma purtroppo dovrete saperlo anche voi, in questo periodo la scuola è terribile...
Tra compiti in classe, compiti a casa e interrogazioni non avevo tempo di copiare il capitolo e beh, l'aggiornamento è slittato di una settimana.
Quindi SCUSATEMI :)
Sapete, mi avete aiutato un sacco per la riscrittura di questo capitolo, volevo spiegarvi infatti in questo capitolo il motivo per cui quella povera ragazza merita tutto il vostro odio e avevo delle idee astratte in mente che combaciavano perfettamente con le vostre nelle scorse recensioni, quindi mi avete in un certo senso aiutato a metterle per iscritto u.u
So bene che è un po' depresso questo capitolo ma dovevo spiegarvi un po' il suo punto di vista, spero che magari la odierete un tantino di meno... ahahaha.
Poi, mi è piaciuto tanto inserirci il passaggio in cui ha il singhiozzo, forse non si capisce molto, ma lei quando sussulta lo fa perché ha il SINGHIOZZO perché, per lo meno qui da noi, quando uno ha il singhiozzo si crede che sia perché qualcun altro lo pensa e beh, Giulia era pensata da Harry *-*
Bene vi lascio, che devo finire la versione che la nostra prof di latino ci ha amabilmente lasciato per casa, buona domenica e buon tutto quello che dovete fare u.u
Preparatevi psicologicamente, anche se credo non importerà a molte, al fatto che sotto maggio forse, anzi molto probabilmente, saremo incostanti con i capitoli perché dovremo studiare molto e non abbiamo ancora finito di scrivere a grandi linee questa benedetta storia... quindi scusateci in anticipo per ogni ritardo c:
Ciao belle, vi voglio bene, ma ne voglio soprattutto alle splendide ragazze che recensiscono o che hanno inserito la storia tra le preferite/ricordate/seguite o che più semplicemente la leggono soltanto, non sapete quanto ci fa piacere.
Un bacione, la vostra Giulia <3
Anzi no, forse è meglio firmarsi nonna Ardu, che altrimenti rischio che finirete per odiare me ahaha.
Un bacione, nonna Ardu <3

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Capitolo 29
*** Mi dispiace ***


Mi dispiace

Uno strano sorrisino dominava il volto di Giulia mentre trascinava la sua valigia.
Non ricordava Londra fosse così soleggiata, ma in fondo l’aveva lasciata a febbraio nel pieno del maltempo, ed ora aprile annunciava una lieta primavera.
Arrivò davanti casa trovandola identica a come l’aveva lasciata. Sorrise notando che il nome non era stato tolto nella targhetta del campanello.
Dopo aver citofonato una volta aspettò.
“Lucia! Vai tu!” Andrea. Era stata sicuramente lei ad urlare in quel modo poco signorile.
“Non posso! Cami, il campanello!”
“Che palle, sono al cesso!”
Giulia inevitabilmente scoppiò a ridere chiedendosi cosa avessero potuto pensare tutte le persone che, passando davanti quella casa, le avevano sentite litigare o semplicemente urlare in quel modo.
Sentì dei passi farsi sempre più forti e qualcuno borbottare da dietro la porta.
Quando questa si spalancò la mora rise abbondantemente.
“Ciao Andrea”
Giulia, per ingannare il tempo in aereo, era stata a fantasticare molto su come avrebbe ritrovato le sue tre amiche al suo ritorno; di certo, fra le tante idee, non aveva considerato di trovarsi Andrea sulla soglia di casa, con un grembiule bianco sporco di pomodoro e una ciotola di insalata e verdure in mano a guardarla come se fosse stata un fantasma.
La bionda era come pietrificata. Di fronte a lei aveva Giulia, ma non riusciva a crederci. L’unica cosa che fece fu chiamare Lucia a squarciagola che apparve confusa sulla soglia della porta.
“Ciao Lucia” la mora sorrise a spalancò le braccia.
La rossa le si buttò addosso stringendola in una morsa d’acciaio, Giulia le accarezzava i ciuffi ramati mentre la sua amica si dimenava fra le sue braccia troppo contenta di averla di nuovo a Londra.
Quando sentì un altro paio di braccia stringerla aprì gli occhi trovandosi il sorriso malandrino di Camilla a pochi centrimetri di distanza dal volto.
“Ci sei mancata stupida” le sussurrò questa facendola sorridere.
Dopo qualche altra risata, a corto di fiato, sciolsero la presa.
“Andrea” disse poi Giulia rivolgendole tutta l’attenzione. La bionda ancora non aveva smaltito lo shock.
Lucia e Camilla si rifugiarono dentro casa lasciando loro la possibilità di parlare da sole e la mora strinse Andrea tra le sue braccia.
La ciotola che Andrea teneva in mano cadde a terra rumorosamente.
“Giulia”
La mora sospirò.
“Sono tornata Andrea”
“Perché mi hai lasciata da sola?” le parole di Andrea erano quasi un sussurrò e colpirono Giulia più del dovuto.
“Scusa – farfugliò – Ma a noi strizzacervelli ogni tanto serve una pausa da tutto quanto”
Sentì il vuoto sotto di sé quando pronunciò la parola “strizzacervelli”. Lo stesso termine con cui l’aveva definita Harry tanto tempo prima.
“Anche voi strizzacervelli avete bisogno di qualcuno che vi stia a sentire quando avete qualche problema. Ma non devi andare in Italia a cercare qualcuno che ti ascolti. – Andrea strinse la presa intorno alla schiena di Giulia – Non mi devi abbandonare più”
La mora annuì accarezzandole i capelli.
“Scusami”
Andrea sciolse l’abbraccio facendo risuonare la sua risata cristallina.
“Non posso credere che sei tornata!” trillò infine.
Giulia rise contenta volteggiando su sé stessa.
La sua Londra, la sua casa, le sue amiche.
Era stata una sciocca a pensare di poter rinunciare a tutto questo.
“Forza portami dentro casa, voglio disfare questa valigia”
Andrea scosse la testa.
“Sai qual è il bello? – Giulia assottigliò le labbra – Oggi è il cinque aprile ed è il tuo compleanno. Io non ho un regalo da farti e tu invece tornando l’hai fatto a me.”
E Giulia si convinse di non aver mai sentito parole più belle.
 
 
Tre ore e una camomilla dopo tutte e quattro le ragazze erano stremate sul divano dopo aver ascoltato con interesse Giulia raccontare dell’Italia e dopo aver festeggiato a modo loro il compleanno dell’amica.
Se non fosse stato per Camilla che, avendo bisogno di un bicchiere d’acqua, si era alzata e, notando il frigo vuoto, le aveva svegliate le tre ragazze avrebbero dormito fino all’ora di cena.
Ora, con un caffè appena bevuto e tante buona volontà, si dirigevano verso il supermercato più vicino.
E qui: Andrea stava avanti e buttava nel carrello quante più schifezze poteva, Giulia e Lucia cercavano i prodotti che servivano e Camilla era da un po’ che stava ferma a braccia conserte di fronte a degli yogurt indecise se prendere quelli all’albicocca o alla pesca.
Proprio quando, dopo aver fatto la conta per la terza volta, si era decisa a prendere gli yogurt alla pesca, sentì delle voci.
Si affacciò per scoprire chi ci fosse nel reparto di fianco al suo e quando li vide per poco non si strozzò con la sua stessa saliva.
In tre secondi aveva mandato a quel paese gli yogurt e aveva raggiunto le sue amiche.
“Lucia!”
“Dimmi”
“Shh” le aveva fatto con un dito davanti le labbra.
“Che c’è?”
“Indovina chi ho visto”
Ma Lucia non fece in tempo a rispondere che Andrea sbucò alle loro spalle.
“Guardate cosa ho trovato! La caramelline gommose con granella di zucchero a forma di orsetti lavatori!” Lo disse con aria sognante inscenando un valzer con la confezione di caramelle.
Camilla vedendo dove di stava dirigendo la bionda tirò la rossa per un polso.
“Dobbiamo salvarla!”
“Ma che stai dicendo?!” le rispose quella cercando invano di liberarsi dalla presa ferrea.
Arrivarono giusto in tempo per vedere Andrea scontrarsi sbadatamente con un ragazzo di spalle che si era abbassato per afferrare un pacco di zucchero.
Camilla si battè una mano sulla fronte scoraggiata.
“E’ questo quello che cercavo di dirti” sussurrò poi alla rossa che osservava la scena.
Andrea stava giusto raccogliendo la confezione di orsetti gommosi che le era caduta quando si sentì chiamare.
Voltandosi verso la voce per poco non le venne un infarto.
“Louis?!”
Il ragazzo a sua volta la guardava con occhi sbarrati.
Erano passati due mesi dall’ultima volta che si erano sentiti o visti.
La bionda, non prima di averlo squadrato da capo e piedi e aver constatato che si era fatto ancora più bello, gli puntò il sacchetto di caramelle al petto.
“Tu – quasi sibilò – Brutto idiota, non mi hai cercata per niente! Né messaggi o chiamate, niente!”
Louis la guardò scettico.
“Hey ti ricordo che sei stata te a voler chiudere ogni rapporto dopo il 14 febbraio!”
Lucia e Camilla che fino a quel momento erano state in religioso silenzio si scambiarono un’occhiata confusa.
“Perché che è successo il 14 febbraio?”
“Niente!” risposero insieme i due facendole sobbalzare.
“Cosa hai fatto ai capelli?” continuò Andrea fissandolo.
“Nuovo taglio” rispose semplicemente lui scrollando le spalle.
“Sembri finocchio più di quanto lo sembravi prima” Louis sbarrò gli occhi mentre un’assurda voglia di saltare addosso alla ragazza si impossessava di lui.
“Ok, basta! – Lucia si mise in mezzo ai due – Sono due mesi che non ci vediamo non è proprio il massimo ricominciare con il prendersi a schiaffi, no?”
Lucia si chiese come mai tra quei due si fosse instaurato quell’astio. Possibile non riuscissero ad andare d’accordo neanche dopo sessanta giorni che non si vedevano?
“Louis! Ma ti dai una mossa?!”
Lucia sentì le proprie gambe cederle. Si voltò incontrando due occhi nocciola.
“Lucia?” fece quello vedendola.
“Ciao Liam” rispose la rossa improvvisamente felice.
“Oh mio Dio! Ma che coincidenza! – Liam colmò velocemente la distanza che lo separava dalla ragazza – Come stai? È tantissimo tempo che non ci vediamo!”
“Sto benissimo” rispose Lucia abbracciandolo.
Avrebbe voluto aggiungere ‘ora che ci sei tu’ ma si trattenne.
Liam salutò calorosamente Andrea e Camilla prima di ricominciare a chiacchierare animatamente con Lucia.
Si, senza dubbio, le era mancata troppo.
Camilla era ancora un po’ stordita, o forse, spaventata.
L’ipotesi che probabilmente ci fosse anche Zayn dentro quel supermercato le faceva formicolare la pancia in modo assurdo.
Per questo si allontanò da quei quattro silenziosamente.
Quante cose erano successe quel giorno e quante ancora sicuramente sarebbero successe.
Il ritorno di Giulia, il suo compleanno, Louis e Liam.
Non sapeva come avrebbe preso rivedere Zayn dopo tanto tempo, dopo quelle parole che si erano detti.
“Attenta”
Sobbalzò quando qualcuno le sussurrò all’orecchio, un accenno di barba che le piccava piacevolmente unna parte di guancia e di collo.
Chiuse gli occhi sopraffatta dall’odore di tabacco e liquirizia.
Sospirò.
“Se fai un passo indietro mi calpesti” continuò lui.
“Stavo giusto pensando a te” disse senza pensarci e, stranamente, non se ne pentì.
Il ragazzo sorrise strofinando il suo naso sul collo di Camilla.
“Davvero pasticcino?”
La ragazza prese coraggio voltandosi ma stando ben attenta a non incrociare lo sguardo del ragazzo.
“Non funziona la tattica di non guardarmi negli occhi – sentenziò lui alzandole il viso con un dito – Molto meglio” disse poi quando le iridi ghiaccio di Camilla si scontrarono con le sue scure.
Zayn osservò il volto della ragazza che le stava di fronte con un sorriso.
“Bella”
Camilla deglutì.
“Non avere paura, ciambellina, non ho intenzione di sfiorarti, almeno per oggi. Puoi stare tranquilla. Mi accontento solamente di sentirti parlare dopo due mesi che non ti vedo più.”
La bionda si lasciò sfuggire un sospiro quando il moro le lasciò un bacio all’angolo delle labbra.
Perché tutto a un tratto si sentiva così sopraffatta e confusa non lo capiva. Sapeva solo che Zayn era bello, era tanto bello.
“Andiamo dagli altri avanti” le disse porgendole la mano.
Quando arrivarono dagli altri la tensione era palpabile.
E capirono anche perché.
Sguardi di ghiaccio partivano da Andrea a Louis, Liam e Lucia si sorridevano di nascosto. Ma erano gli occhi degli altri due ragazzi che si guardavano a parlare.
Giulia e Harry si fissavano.
Gli occhi di Giulia che urlavano per il dolore di non poter abbracciarlo e baciarlo, quelli di Harry che lasciavano intendere quanto avesse sofferto per la sua partenza.
Harry aveva sempre saputo che Giulia era bellissima, ma non fino a quel punto.
Il ragazzo, il quel momento, la paragonava ad Afrodite.
E sapeva che, nonostante lei l’avesse abbandonato senza nessuna spiegazione, lui l’amava ancora con tutto il cuore.
Per Giulia Harry era sempre stato il massimo.
Il massimo delle bellezza, il massimo della simpatia, il massimo della comprensione, il massimo.
E lo era ancora.
Harry era davvero importante per lei, se ne rendeva conto solo ora.
Era così importante che per paura di ferirlo e non amarlo nel modo giusto se ne era andata perdendolo, forse.
Perché Giulia non si spiegava quel verde spento che emanavano i suoi occhi.
Non si spiegava quel viso pallido.
Sapeva che Harry sarebbe rimasto scosso ma sperava che se ancora era innamorato di lei almeno le avesse parlato.
Anche solo per insultarla.
E quando il riccio, dopo averla guardata un’ultima volta, se ne andò Giulia si sentì morire.
 
 
SHERBET!
Ciao piccioooteeeee!
Ma guardate a che ora vi vado a pubblicare, lollino.
Beh perdonatemi ma come vi aveva già detto Nonna Ardu (che matta isterica o.o) nello scorso angolo autrice la scuola ci sta strangolando nel vero senso della parola.
Comunque Caro c’è FUCK YEAH.
E pubblico questo capitolo bruttino, di passaggio, ma importante!
Giulia è tornata bitcheeeees!
Bene, adesso devo scappare.
D:
Un bacioooooo ciao bellissimeeeeeeeee!

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Capitolo 30
*** Tabacco e liquirizia. ***


Tabacco e liquirizia.


A Niall non erano mai piaciuti i litigi, il silenzio, la mancanza.
Quando i suoi genitori si urlavano contro era lui che si sentiva quasi in dovere di farli riappacificare e se glielo avessero detto un paio di anni prima non avrebbe creduto al fatto che anche a venti anni suonati avrebbe avuto questo compito. Ma quando Liam gli aveva raccontato dell'incontro con le ragazze e del ritorno di Giulia il suo inconscio aveva quasi spontaneamente pensato a come poter far ritornare in buoni rapporti i suoi amici ed era per questo che quel pomeriggio si trovava davanti al portone di quella casa: per donare un po' del suo perdono e della sua ingenuità agli altri, come quando aveva cinque anni.
Più deciso che mai aveva suonato il campanello con insistenza finché Andrea non gli aveva aperto sbuffando ed imprecando contro il fastidioso rumore, lo aveva osservato con un cipiglio indecifrabile ma poi lo aveva trascinato dentro casa stritolandolo in un abbraccio che odorava di crostata alla fragola.
“Che cosa stai preparando di buono?” Le aveva infatti chiesto per scoprire se aveva indovinato e lei senza rispondergli lo aveva fatto sedere offrendogli poco dopo un pezzetto del dolce avvolto in un tovagliolino di carta. Ci aveva azzeccato.
“Grazie mille Andrea, ci sono Lucia, Camilla e Giulia?” aveva biascicato sputacchiando qua e là residui del cibo che aveva prontamente trangugiato.
“Non ti hanno insegnato che non si parla a bocca piena? - lo aveva rimbeccato la bionda dandogli un piccolo schiaffo dietro la nuca e continuando poco dopo – Comunque si, sono tutte di sopra, Giulia è nella mia stanza per dipingere e dice che da lì la vista è migliore.”
Niall allora, dopo aver infilato anche l'ultimo pezzetto di crostata, l'aveva afferrata prontamente per un polso e con forza l'aveva trascinata su per le scale. Appena arrivato in cima, all'inizio del corridoio quindi, aveva iniziato ad urlare e a correre battendo i pugni su ogni porta che incontrava nella sua folle e chiassosa corsa, incurante del fatto che, magari, la ragazze avrebbero potuto dormire.
In un batter d'occhio tre delle cinque porte che si trovavano al piano superiore si erano spalancate lasciando intravedere le tre che mancavano all'appello: Lucia, che probabilmente stava studiando, era stata la prima a sbucare da dietro la porta della sua camera, infastidita, arrabbiata ma allo stesso tempo anche un po' impaurita da tutto quel fracasso, subito dopo anche Giulia era uscita tenendo in una mano un pennello e cercando di non macchiare il pavimento con l'altra mentre Camilla si stropicciava gli occhi per riuscire a mettere a fuoco chi avrebbe dovuto insultare, con un cuscino agganciato sotto al braccio destro e la sua lampada da camera ben salda tra entrambe le mani.
“Brutto... - si era trattenuta con molta buona volontà – che cosa ci fai a casa nostra a quest'ora?” e Niall, in tutta risposta, era scoppiato a ridere.
“Camilla, sono le sei del pomeriggio – l'aveva presa in giro – e poi mi hanno detto che era tornata Giulia e volevo passare un pomeriggio con voi”
Era bastata questa richiesta sdolcinata da parte del biondo accompagnata dai suoi occhi supplichevoli a far appoggiare a terra a Camilla la lampada ed il cuscino e a fiondarsi al piano inferiore per sedersi sul divano mentre urlava: “Per questa volta te la faccio passare biondo ma ricordati, non svegliare mai Camilla addormentata o la tua faccia troverai ricombinata.”
Niall aveva ricominciato a ridere ed insieme alle altre era tornato di sotto sedendosi anche lui sullo spazioso divano e cominciando ad ascoltare attentamente tutto quello che Giulia entusiasta gli raccontava.
Si stava divertendo, ed erano passati circa due mesi dall'ultima volta che l'aveva fatto insieme a quelle quattro irrecuperabili ragazze.
Il tempo era volato e l'ora di cena era arrivata in silenzio, nessuno se ne sarebbe accorto se non fosse stato per lo stomaco di Andrea che aveva reclamato insistentemente e a gran voce del cibo.
“Andiamo in pizzeria!” Aveva proposto con enfasi il biondo allora e convincerle non era stato affatto difficile, tutte avevano subito accettato di buon grado. In quel momento allora Niall si era alzato dal divano e con la scusa di doversi cambiare anche lui era uscito da quella casa dandosi appuntamento direttamente al ristorante con le ragazze e dirigendosi con sicurezza verso la seconda tappa della sua missione.

“Niall, perché dobbiamo lasciare una sedia tra ognuno di noi? Perché non possiamo semplicemente sederci a nostro piacimento?” gli aveva chiesto per l'ennesima volta Zayn e lui, passandosi una mano nel ciuffo biondo, aveva pazientemente risposto, ancora.
“Perché, Zayn, ho invitato delle ragazze, quattro per la precisione, e vorrei farvele conoscere... - il moro aveva provato a ribattere ma l'altro ragazzo era stato più veloce - ...ed eccole!”
Tutti si erano voltati verso la porta del locale che proprio in quel momento si era aperta ed aveva scoperto le quattro ragazze.
Tutti si erano osservati per cinque secondi, sconcertati.
Tutti avevano pensato di alzarsi da quel tavolo ed andarsene ma ancora una volta, a causa delle parole di Niall, avevano rinunciato.
“Andiamo, ragazzi, fatelo per me. In nome dei vecchi ricordi, divertitevi e non portate rancore. - aveva detto con tono pacato e li aveva invitati a sedersi come lui aveva già fatto – Su, avanti.”
Le ragazze tentennando avevano preso i loro posti ed un silenzio imbarazzante era calato, solamente il tintinnio delle posate sui piatti si udiva con chiarezza, rendendo la serata imbarazzante e le sedie terribilmente scomode per alcuni di loro.
C'era silenzio, sicuro, ma se gli sguardi di Lucia e Liam avessero potuto parlare l'avrebbero riempito di quelle parole dolci e di quei sospiri innamorati che tutti sarebbero stati volentieri ad ascoltare.
Infondo quando avevano smesso di amarsi? Mai.
In quei mesi non si erano realmente allontanati l'uno dall'altra, avevano piuttosto preso una pausa, una pausa durata ben due mesi e non ancora del tutto pronta a finire.
“Lucia, non credi dovremmo parlare di quello che è successo?” aveva provato a domandarle dopo un po' che la osservava di sottecchi.
“Non oggi, Liam – aveva però risposto lei, voltandosi verso di lui – ti prego, non qui.”
Aveva visto negli occhi della rossa la più sincera necessità e allora non aveva voluto contraddirla ricominciando il loro piccolo gioco: un'insieme di sfuggenti sguardi e delicate carezze a sostituzione delle parole che volevano dirsi, un toccarsi e amarsi in silenzio che per quella sera saziava entrambi mille volte di più del cibo.
Ma sei quei due cercavano in tutti i modi un pretesto anche solamente per sfiorarsi, poco più in là, ad un paio di sedie più a sinistra, Camilla e Zayn si sforzavano a mantenere un distanza quasi vitale tra di loro.
O meglio era Camilla che cercava a tutti i costi di sfuggire dalle esili dita di Zayn perché sapeva che se si fosse fermata più di qualche secondo a bearsi di quel tocco non se ne sarebbe di certo dimenticata. Aveva continuato ad odiarlo in quei mesi in cui non si erano parlati né tanto meno visti e tenendo duro ce l'avrebbe fatta a continuare ad odiarlo, non doveva cedere.
Non poteva cedere.
Stava gustando a piccoli sorsi il vino nel suo bicchiere quando il moro le si era avvicinato pericolosamente senza che lei se ne accorgesse. Non l'aveva proprio visto scattare in avanti ed ora, a causa della sua poca attenzione, era intrappolata nella morsa delle sue braccia.
Una mano calda si era posata sul suo fianco mentre l'altra con lentezza scivolava lungo la sua schiena sfiorandola a malapena con un dito e il volto del ragazzo era ad un soffio di distanza dall'orecchio di Camilla.
“No need to pray, no need to speak. Now I am under all and it's breaking over me. A thousand miles down to the sea bed, found the place to rest my head.
Never let me go, never let me go.”
Zayn aveva iniziato a canticchiare e a Camilla era venuta la pelle d'oca, ultimamente troppo spesso il ragazzo le faceva quell'effetto e in quel momento in particolare non riusciva a fermare i brividi che le percorrevano la schiena.
Il bicchiere le era scivolato di mano cadendo e rompendosi a terra e il vino contenuto al suo interno le aveva completamente sporcato il lembo inferiore della sua maglia.
“Dannazzione, la mia maglietta nuova!” Si era slacciata dalla morsa di Zayn alzandosi in piedi, ma il fracasso che aveva provocato con la sedia aveva attirato l'attenzione di tutti e lei si era sentita come in dovere di giustificarsi.
“Oh... io... mi è scivolato dalle mani – aveva balbettato – vado a darmi una pulita, scusatemi” e si era allontanata diretta verso il bagno.
Zayn aveva di gran lunga apprezzato la reazione della bionda ed il suo ego l'aveva portato quasi a vantarsi del fatto che quei brividi, quei sospiri, glieli aveva provocati lui poi, però, si era come sentito i colpa per la macchia sulla maglia e allora con un banale “scusatemi” aveva abbandonato la tavola anche lui, raggiungendo Camilla nel bagno.
L'aveva trovato appoggiata al piano dei lavandini mentre con difficoltà insaponava la maglietta e si era avvicinato a lei facendo il suo petto con la schiena della ragazza.
A quel contatto, Camilla aveva sussultato nuovamente ma Zayn aveva fatto finta di non farci caso e con estrema – quasi snervante – calma aveva fatto scivolare le sue mani su quelle della ragazza, facendola fermare.
“Così non ce la farai mai, lascia fare a me.” Le aveva detto fissando l'intreccio delle loro mani e poi, senza aspettare una risposta, le aveva sfilato la maglietta mettendola di nuovo sotto il getto d'acqua calda.
Camilla l'aveva lasciato fare, certo, si era sentita un po' in imbarazzo quando la sua schiena nuda aveva sfiorato il petto scolpito ma ancora coperto del ragazzo ma poi non ci aveva fatto più caso perché il moro aveva iniziato di nuovo a canticchiare facendo prendere di nuovo la bionda da violenti scossoni.
Aveva alzato lo sguardo sullo specchio che si trovava di fronte i loro volti ed aveva notato un sorriso compiaciuto su quello di Zayn che si era sicuramente reso conto dell'effetto che le faceva e, in un moto in trattenibile di orgoglio, si era voltata.
“Smettila di cantare!” gli aveva sputato acida ma lui con fare strafottente le aveva retto il gioco: “Perché ti do fastidio?”
“Sì” si era affrettata a rispondere ed aveva spostato gli occhi dal sorriso sghembo del moro al pavimento.
“Strano, a me non sembrava” aveva perciò risposto Zayn avvicinandosi sempre di più a Camilla, sfidandola con lo sguardo.
Per la bionda era stato un gioco da ragazzi sostenere quei due occhi così profondi e scuri, così opposti ai suoi, ma poi tutto era precipitato. Senza che loro se ne accorgessero.
Impercettibilmente si erano avvicinati sempre di più fino ad arrivare l'uno ad un soffio dall'altra.
Lì, quasi con impazienza, si erano avventati sul corpo, sul viso, sulle labbra dell'altro ed avevano iniziato a baciarsi.
Camilla aveva assaporato ciò che da tanto tempo, anche se inconsciamente, assaliva i suoi pensieri. Giorno e notte.
Aveva assaporato quelle labbra che sapevano così tanto di tabacco e liquirizia, e lei amava la liquirizia.
Non poteva dire la stessa cosa del tabacco ma su di Zayn avrebbe accettato qualunque sapore.
Era passato molto tempo quando si erano finalmente allontanati.
“Cosa stiamo facendo?” aveva sussurrato flebilmente la ragazza e Zayn in risposta l'aveva ribaciata.
Le aveva dato un semplice bacio a stampo perché poi si era allontanato verso la porta chiudendo a chiave la serratura. Camilla l'aveva osservato per tutto il tempo finché non era tornato da lei.
“Shh!” le aveva soffiato sulle labbra e poi guardandola negli occhi l'aveva cercata, l'aveva sfiorata, l'aveva toccata e l'aveva trovata, Camilla l'aveva lasciato fare ammaliata da lui e dal suo sapore.
Tabacco e liquirizia.

A Louis non piaceva invece il silenzio, questo era risaputo, e quell'assenza di ogni tipo di suono o rumore che era calato su quel tavolo era disarmante ed alquanto fastidioso.
Aveva sbuffato una, due, tre volte.
Sentiva un groppo alla gola e gli mancava la saliva per deglutire.
In quel momento avrebbe di certo preferito essere da un'altra parte, lontano da quelle ragazze e, soprattutto, lontano da Andrea che accanto a lui si muoveva frenetica.
Sembrava... agitata? Preoccupata? Beh, era strana.
Aveva allungato una mano per afferrare la bottiglia d'acqua ma contemporaneamente Andrea aveva fatto lo stesso. Le loro mani si erano sfiorate.
Perfetto come nei film.
Aveva pensato il ragazzo, roteando gli occhi e ritirando indietro la mano mentre Andrea diventata color porpora in volto e sbarrava gli occhi.
Louis aveva riso, vedendola in quel modo, contento di farle quell'effetto, ancora.
La bionda allora si era voltata verso il moro osservandolo con uno sguardo che lo avrebbe potuto uccidere.
“Perché ridi, idiota?” si era girato a guardarla negli occhi notando che erano carichi di stizza, fastidio.
Perché era infastidita?
Le scocciava così tanto la sua vicinanza?
“Non riesco proprio a capire perché ti da così fastidio la mia presenza?” le aveva detto, infatti, il ragazzo preoccupandosi di non farsi sentire dagli altri, Andrea aveva sbarrato gli occhi.
“Cosa?”
Lui aveva scrollato le spalle: “Eppure non sembravi così infastidita da me a San Valentino...” lo aveva detto con aria innocente, quasi da bambino, quando di innocente in quel pomeriggio del quattordici febbraio c'era stato ben poco.
I ricordi di quella giornata, a cui da molto tempo cercava di non pensare, assalirono immediatamente la ragazza. Aveva boccheggiato un poco poi aveva puntato un dito contro Louis: “Senti, tu...”
Lo squillare di un cellulare l'aveva zittita.
Il ragazzo aveva sbuffato ed aveva cercato a tastoni in quale tasca dei suoi pantaloni potesse essere il suo telefono.
Trovato, lo aveva sfilato dai jeans portandoselo all'orecchio e facendo finta di non aver notato l'occhiata fugace che Andrea aveva lanciato all'elastico dei suoi boxer che si intravedevano appena sopra i pantaloni.
“Pronto?” Andrea si era voltata di nuovo in imbarazzo ma quando aveva sentito Louis salutare una certa El la sua curiosità – e anche la sua gelosia - avevano preso il sopravvento.
El? Quella El? El di Eleanor?
Niall non le aveva voluto raccontare nulla della 'riunione speciale' che Louis aveva convocato a casa sua pochi giorni prima ma, dato che Liam l'aveva riferita per filo e per segno a Lucia, lei era venuta a sapere comunque della nuova ragazza di quel bradipo.
“Certo, quando vuoi.” lo sguardo della bionda si era caricato d'odio.
“Va bene, tra dieci minuti.” si era mangiata le unghie, nervosa.
Cosa avrebbe dovuto fare Louis tra dieci minuti?
Il ragazzo aveva chiuso la chiamata con un magnifico sorriso stampato in volto: “Dicevamo?”
“Niente, piuttosto tu perché non mi racconti cosa ti dicevi con El? - aveva alzato di un'ottava Andrea e allo sguardo confuso del moro con un gesto del capo gli aveva indicato Lucia e Liam per spiegargli silenziosamente come facesse a conoscere quella ragazza – El, che brutto soprannome, poi.”
Il ragazzo in tutta risposta si era adirato: “Ehy, non parlare così della mia ragazza!”
Lucia si era voltata verso i due ed avvicinandosi all'orecchio di Louis gli aveva chiesto cosa gli prendeva ma lui aveva scosso la testa senza rispondergli.
Questa volta Andrea si era avvicinata al suo orecchio, sussurrando anche lei qualcosa: “Più sesso e una camomilla, ecco di cosa hai bisogno - Louis aveva stretto i pugni cercando di placare la rabbia che gli risaliva dalla bocca dello stomaco fino alle labbra – Dì alla tua ragazza di dartela più spesso, a quanto pare non ti soddisfa abbastanza”
“Questo è troppo!” aveva allora urlato per la seconda volta il moro, strofinando la sedia sul pavimento e allontanandosi sotto gli occhi corrucciati di Andrea.
“Dove vai?” gli aveva gridato.
“Lontano da te!” le aveva risposto, scomparendo dietro l'angolo.
Harry aveva osservato tutta la scena in silenzio e quando aveva visto Louis andarsene aveva deciso di seguirlo ma qualcosa l'aveva trattenuto.
La mano di Giulia intrecciata con la sua.
La ragazza infatti più volte nell'arco di tutta la cena aveva provato a parlargli ma lui non le aveva mai dato veramente ascolto, non ne aveva avuto il coraggio, e alla fine si era arresa limitandosi a prenderlo per mano e lui l'aveva lasciata fare.
Ora, guardava il loro intreccio di mani e le carezzava leggero il dorso con il pollice.
Era inutile negarlo, lui l'amava ancora ma in quel momento doveva andare.
Si era alzato in piedi prendendo la sua giacca e, guardando negli occhi Giulia, aveva sciolto quel legame dirigendosi verso l'uscita del ristorante.
Aveva lasciato gli altri.
Aveva lasciato quella terribile serata.
Aveva lasciato Giulia. E questa volta era stato lui a deciderlo.




Eccomi, di nuovo in ritardo, di nuovo con un brutto capitolo.
Sapete qual è l'unica parte che adoro? Si, so che lo sapete... TABACCO E LIQUIRIZIAAAA!
Non...ehm, non ho niente da dirvi su questo capitolo perché mi sento triste.
Cioè non triste sono solamente arrabbiata con me stessa e con mia madre perché non mi ha mandato a Verona con Caro che vuole cercare di infiltrarsi al concerto nonostante non abbia il biglietto.
Sono arrabbiata perché, anche se non saremmo riuscite ad entrare, avrei potuto per lo meno ascoltarli da fuori.
L'arena è aperta, no? :)
Vabbè, spero che almeno voi mi farete felice con qualche bella recensione...
Dio, se non mi fossero finite la settimana scorsa avrei creduto di essere in fase premestruale >.<
Ed salvami tu!
Prevedo per stasera una bella e lunga ninna-nanna a suon di arancia sheeran u.u
AHAHAHAHA ciao belle, nonna Ardu <3

per farmi perdonare vi lascio una foto di Zayn e Camilla *-*


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Capitolo 31
*** Questo è il bello dell'amore. ***


Questo è il bello dell’amore



“Zia..
Oggi non credo che basterà scrivere per farmi sentir meglio.
Sono strana, e devo dire da parecchi giorni pure. Che rabbia!
Non mi è mai successa una cosa del genere e non capisco per qualche motivo mi debba succedere proprio adesso.
Insomma, ero abituata ad avere sbalzi d’umore solamente in quel periodo!
Dai.. hai capito, no?.. Quei cinque giorni.. ma ora sembro essere diventata lunatica!
E poi, sai zia?, credo anche di essere malata. Ho le mani quasi sempre fredde come il marmo ma quando mi avvicino a lui iniziano a sudare, la mia temperatura corporea si alza e comincia a girarmi la testa.
Ma non sono mica innamorata, oh!
Sono di certo allergica, a lui o al suo profumo.
Come se non bastasse, inoltre, ho dolori anche alla pancia che credo, però, siamo dovuti ai sensi di colpa per aver fatto sesso con lui in un lurido bagno di un ristorante.. e nella sua macchina.. e nella camera di Harry, ma non dirglielo mi raccomando!
Oh, zia, non mi guardare in quel modo!
Lo so, credimi, che non avrei dovuto, ma ormai è diventato più forte di me.
Ho perfino perso il conto di quante volte lo abbiamo fatto nell’ultima settimana e mezza ma una cosa che mi ricordo chiaramente è che ognuna di queste è stata speciale in un modo o nell’altro ed è questo che mi lascia senza parole.
Zia Margherita, non sono più tanto sicura del fatto che non mi sia innamorata.
Quel giorno, in quel bagno, non mi sono affatto sentita usata.
Lo volevo anche io.
Quegli occhi, quelle dite lungo la mia schiena, io credo di provare qualcosa per quel ragazzo senza cervello.
E credo che abbia cominciato a farlo cinque minuti dopo la nostra sfuriata, mentre rincorrevo Dan e mi chiedevo se fosse la cosa giusta, due mesi fa.
Come devo comportarmi, zia?
Fin da quando ci conosciamo mi sono sempre comportata da schifo con lui e ho dato prove evidenti de fatto che lo odiassi.
Prima era tutto più semplice poi però, da quando ho scoperto di piacergli, tutto si è complicato.
Io lo odio.
Zia, non so più dove mettermi le mani.”

Il campanello di casa aveva risuonato nelle quattro mura e Camilla, ancora in pigiama, era scesa di corsa giù per le scale per aprire la porta.
Non voleva vedere nessuno e, a suo parere, prima apriva la porta all’ospite prima poteva richiudergliela in faccia.
Ma un moro che le si era parato davanti non era dello stesso parere.
Camilla lo aveva scrutato attentamente e senza fiatare glie aveva sbattuto la porta in faccia ma Zayn era stato più veloce e aveva infilato il piede nel piccolo spazietto che rimaneva tra essa e lo stipite. Alla ragazza erano subito saltati i nervi ed aveva incominciato a spostare avanti e dietro il portone con la speranza che battendo con forza sul piede del ragazzo lui si sarebbe fatto male e l’avrebbe lasciata in pace.
“Che cosa vuoi? Sei in crisi d’astinenza?” gli aveva sussurrato acida e Zayn aveva trasformato la sua smorfia di dolore in un sorriso: “No, sono venuto a trovare la mia bionda preferita!”
Camilla si era fermata un momento per riordinare le idee ma poi aveva ricominciato a spostare la porta addirittura più forte di prima.
“Mi dispiace ma Andrea non c’è”
Zayn, rimasto interdetto dalla risposta, aveva immediatamente sfilato il piede lasciando che il portone si chiudesse.
Non poteva credere che Camilla avesse detto davvero quelle parole, si era avvicinato di più poggiando la fronte sulla superficie liscia.
“Camilla io sono venuto per te. Credevo che dopo una settimana e mezza almeno un po’ l’avessi capito. E non sono neanche in astinenza, voglio solo passare de tempo con te: per questo sono andato in videoteca e ho preso “Ricatto d’amore”, il tuo film preferito, no?”
Dall’altra parte della parete anche Camilla aveva poggiato la fronte sul legno della porta ed aveva chiuso gli occhi tirando un lungo sospiro.
Quel ragazzo era proprio testardo.
Si era spostata di lato ed aveva socchiuso il portone proseguendo poi dritta verso il divano dove l’aveva aspettato comodamente seduta.
Zayn, in risposta, non si era fatto pregare.
Come se avesse paura di un cambio repentino delle decisioni della bionda si era precipitato ad infilare il dvd nel lettore ed aveva fatto partire il film.
A Camilla era sempre piaciuto “Ricatto d’amore”. Adorava come Margaret si innamorasse di Andrew a poco a poco e naturalmente adorava come, nella prima parte del film, loro due scherzassero.
La sua parte preferita?
Definitivamente quando Margaret si ritrovava nel bosco a cantare quella canzone che lei sapeva benissimo a memoria.
Era scattata in piedi aveva cominciato a sentire le prime note, ricopiando gli stessi movimenti della protagonista.
“Per il vento, per il vento, per la valle, per la valle per i maschi con le palle, tremate stronzette! Per il vento, per il vento, per la valle, per la valle per le vacche nelle stalle, grazie madre natura per gli spermatozoi. Per il vento, per il vento, per la valle, per la valle..”
Avrebbe continuato all’infinito se non fosse stato per Zayn che l’aveva afferrata per la vita e l’aveva ributtata sul divano facendola tornare a sedere.
“Vorrei poter riuscire a sentire quello che dicono” aveva azzardato il moro e, quando Camilla aveva provato a ribattere, una mano del ragazzo l’aveva ammutolita guadagnandosi, però, un bel calco del denti della bionda.
Zayn aveva ritirato la mano imprecando e Camilla l’aveva guardato infastidita.
“Se sto zitta è solo perché anche io voglio ascoltare” e la stanza era calata nel silenzio più assoluto.
Il tempo era passato e i minuti sul display del lettore dvd erano trascorsi con la stessa velocità con cui i corpi del due si erano avvicinati tra loro tanto che, arrivati al finale del film, si poteva dire che Camilla fosse quasi abbracciata a Zayn.
Anche questa era una delle scene preferite di Camilla perché, per quanto non fosse molto romantica, anche a lei piacevano i lieti fine.
Stava osservando Andrew che era di fronte a Margaret e stava per dichiarare il suo amore quando una mano calda si era posata sotto il suo mento facendola voltare.
“Fin a non molto tempo fa io ti detestavo avrei perfino preferito che tu fossi finito sotto un autobus”
Camilla aveva incatenato i suoi occhi azzurri con quelli marroni di Zayn, quelle parole le sembrava di averle già sentite.
“Oh ma che gentile” gli aveva subito risposto e poi si era voltata verso il televisore che aveva pronunciato le sue stesse parole, ecco dove le aveva già sentite.
“Ti ho detto di stare zitta, - aveva sorriso Zayn, continuando quel giochetto – poi in questo mese le cose sono cominciate a cambiare, sono cambiate quando ci siamo baciati, quando ti stuzzicavo solamente perché volevo che ti mi picchiassi, mi toccassi e quando mi hai guardato mentre eravamo nudi, la prima volta che abbiamo fatto l’amore”
La bionda era rimasta un attimo sconvolta da quelle parole, non erano le stesse che Andrew stava recitando, che cosa avrebbe dovuto rispondere?
“Ma di che cosa stai parlando?” gli aveva chiesto, ma Zayn non le aveva dato ascolto.
“Ma io non mi sono accorto di tutto questo finchè non sono rimasto da solo quando dopo aver litigato tu sei sparita. Camilla, la donna che voglio sei tu.”
“Credimi tu non vuoi stare davvero con me” aveva abbassato lo sguardo e il viso ma il moro gliel’aveva rialzato con un dito.
“Invece si”
Camilla si era alzata in piedi, sovrastandolo “C’è una ragione se sono stata sola tutto questo tempo dopo Dan, perché mi sento bene così e credo che sarebbe più facile se dimenticassimo tutto questo”
“Hai ragione, sarebbe più facile” Si era alzato anche Zayn, avvicinandosi e guardandola negli occhi.
“Ho paura, Andrew”
“Anche io”

Avevano detto in sottofondo i due protagonisti del film prima di baciarsi proprio come stavano facendo Zayn e Camilla.
Il ragazzo le si era avvicinato così tanto che i loro respiri avevano cominciato a mischiarsi e nessuno dei due era riuscito a resistere alla fatale attrazione che provavano l’uno nell’altra.
Si erano baciati dolcemente, senza fretta, fino a quando lui non aveva fatto scivolare la sua mano sotto la maglia de pigiama della ragazza, allora i baci erano diventati frenetici e chissà in quale modo erano riusciti a salire le scale per chiudersi in camera.


Camilla si era svegliata a causa del braccio di Zayn che non proprio delicatamente era caduto sulla sua vita nuda e l’aveva stretta in un abbraccio.
Era successo di nuovo.
Un momento prima litigavano e un momento dopo si ritrovavano nudi sotto le lenzuola di un letto, ma nonostante non riuscisse a capire come questo poteva accadere non se ne lamentava affatto perché, in fondo, le piaceva da morire la sensazione che la provocava sentire il suo corpo a contatto con quello del ragazzo, le sue mani intrecciata con quelle di Zayn.
Avrebbe voluto restare in quella posizione per un tempo indefinito ma aveva un estremo bisogno di andare in bagno e così si era vista costretta a scostarsi dal caldo abbraccio per raggiungere invece la fredda tavoletta.
Le era sempre piaciuto il suo bagno.
Ci si chiudeva dentro per ore a riflettere osservandosi allo specchio, la maggior parte delle volte rifletteva su argomenti totalmente inutili e cercava di rispondere a domande alquanto stupide come: finirà mai Beautiful? Riuscirà mai Tom a prendere Jerry? Le giraffe hanno il torcicollo?
Ma quella mattina la domanda era un tantino più complicata.
Aveva alzato gli occhi sul suo rifletto e si era osservata.
I capelli arruffati, le labbra gonfie, gli occhi sognanti.
Ma un particolare le era subito saltato all’occhio, una piccola macchiolina violacea posizionata leggermente sopra l’incavo del collo.
Aveva sorriso e ci aveva posato sopra le dita affusolate, non si era neanche accorta de marchio che il ragazzo le aveva lasciato e proprio in quel momento, mentre osservava la forma irregolare di quel succhiotto, si era fatta la domanda e si era risposta da sola.
Come si fa a capire se è amore?
L’aveva letto, sapere come fare.
Amore è quando va tutto male, ma male male, e non si sopporta più l’altro, e lo vorremmo picchiare, lo vorremmo far sparire, lo vorremmo cambiare, lo vorremmo mandar via, il più lontano possibile, però non lo facciamo.
Amore è quando, per una volta, ce ne freghiamo di aver ragione e pensiamo alla nostra storia. Ci rimbocchiamo le maniche e cerchiamo di sistemare le cose.
Questo è amore: finire nello schifo insieme e uscirne insieme.
Amore è resistere, fino alla fine.
Amore è una sfida.
E lei voleva affrontarla questa cavolo di sfida.
Lei amava quel ragazzo. Amava il suo modo di metterla in difficoltà e di portarla in giro, perché in pochi fino ad ora ci erano riusciti.
Amava il suo corpo, quello schianto di corpo, amava quella sensazione di calore e protezione che riusciva a darle, amava la sua voce e il suo modo di essere geloso e forse un po’ possessivo.
Amava Zayn, punto.
Ma ora che l’aveva capito sorgeva un altro problema.
Come dirglielo?
“Ciao, hai un sorriso bellissimo – aveva cominciato a parlare facendo finta che invece del suo riflesso, nello specchio, ci fosse quello di Zayn – cioè, hai dei bei denti. No, non i denti, le rughe di lato. Cioè, non sono rughe, non so cosa sono ma sono bellissime… “
C’aveva riflettuto corrucciando un po’ la fronte.
“No anzi ricominciamo. Ciao, mi fai stare bene. Cioè, quando ci sei sto bene, ma poi te ne vai e mi manchi… e no, non lo so, ho bisogno di te. Spero sempre di vederti passare per strada, spero che ti fermi a parlarmi…”
Camilla aveva alzato gli occhi al cielo ed aveva sbuffato, ricominciando di nuovo.
“No, cancella, non va bene. Ciao, mi sto innamorando di te. In realtà già lo sono, ma sinceramente mi vergogno troppo. No, ma non fa niente, non è una cosa importante. Mi piaci, mi piaci tanto… Mi piace meno quello che sto dicendo, quindi rifacciamo tutto da capo.”
Aveva chiuso gli occhi smettendo di parlare e gesticolare come una stupida ed aveva fatto un lungo respiro.
“…Ciao, ti amo. Volevo dirti solo questo.”
Aveva aperto gli occhi e aveva sorriso. Si, così poteva andar bene. Chiara e concisa.
Si era diretta verso la porta, aprendola e tornando nel letto.
Aveva trovato Zayn esattamente come l’aveva lasciato ed aveva deciso di non svegliarlo così si era rinfilata tra le sue braccia cercando di addormentarsi anche lei ma era stato proprio in quel momento che l’aveva sentito muoversi.
Si era avvicinato a lei sussurrandole due paroline all’orecchio e posandole un bacio sul collo.
“Anche io” le aveva detto e lei aveva sorriso perché aveva capito che lui l’aveva ascoltata.
Perché alla fine il bello dell’amore è proprio il fatto di potersi innamorare di chiunque.
È solo un amico, ma poi ti innamori.
È antipatico, ma poi ti innamori.
Siamo così diversi, ma poi ti innamori.
Abitiamo lontanissimo e ti innamori.

L’amore non si sceglie, l’amore ti sfonda la porta di casa e ti porta da chi gli pare.
E con lei aveva fatto proprio questo.


La prima a rientrare a casa e poggiare tutte le buste sul divano era stata Giulia.
Si era tolta gli stivaletti buttandoli in un angolo e aveva controllato che non ci fossero messaggi sul cellulare, subito dopo anche Lucia era entrata con la massa di capelli rossi scompigliata.
L’ultima era stata Andrea.
Immersa nelle buste dello shopping aveva chiuso la storia a fatica e si era catapultata sul divano.
“Sono distrutta” aveva sentenziato.
Le altre due coinquiline avevano annuito leggermente troppo concentrate a trafficare con i proprio cellulari. Andrea aveva sbuffato.
“Cami siamo tornate!”
E quando non aveva sentito risposta si era tirata a sedere sul divano ed aveva aggrottato le sopracciglia notando solo in quel momento di essersi seduta sopra la custodia di un dvd e con essa tra le mani aveva urlato più forte.
“Sarà in camera” aveva scrollato le spalle Lucia.
Giulia aveva riposto il cellulare in tasca con sguardo malinconico borbottando qualcosa su Harry.
“Andiamo a vedere” aveva detto facendo strada alle altre.
Avevano aperto la porta della camera di Camilla e l’avevano trovata stesa sotto un leggero strato di lenzuolo che dormiva.
Giulia le si era avvicinata e le aveva lasciato una carezza.
“Cami…” l’aveva chiamata piano.
Intanto Lucia e Andrea non avevano potuto non notare le maglie e i pantaloni buttati intorno al letto di Camilla. Li avevano raccolti velocemente storcendo il naso quando avevano trovato un jeans troppo largo per essere della loro amica e una maglia de Ramones grigia, anche questa abnorme, ma non avevano fatto domande.
“Camilla, se non ti svegli ti tiro giù le coperto” stavolta Giulia era stata più autoritaria.
La bionda non aveva dato segni di vita e la mora aveva cominciato a contare alla rovescia.
“Aspetta – l’aveva interrotta Andrea – non ti conviene scoprirla” indicando alle sue amiche il reggiseno e gli slip che aveva trovato sotto al letto .
La rossa e la mora si erano guardate sorprese.
“Da quando Camilla dorme nuda?” aveva chiesto Giulia confusa.
La risposta era arrivata da Camilla che si era mossa facendo cigolare il letto mormorando qualcosa.
“Camilla!” la mora l’aveva presa per le spalle e l’aveva scossa violentemente.
Questa improvvisamente aveva spalancato gli occhi e si era guardata attorno come cercando qualcuno poi aveva intrufolato la testa sotto le coperte riuscendone fuori con sguardo allarmato.
“Dove è la mia biancheria?”
Andrea aveva preso un nuovo completo dal cassetto tirandoglielo.
“Da quando dormi nuda?”
Camilla si era rivestita ed aveva afferrato una maglia azzurra e un pantalone grigio.
Aveva riso istericamente torturandosi le mani.
“E’ molto caldo! – se ne era uscita – come mai siete tornate prima?”
Giulia aveva scrollato le spalle.
La bionda, a questo punto, si era alzata dal materasso e si era avvicinata alle sue amiche con aria colpevole.
“Ragazze, c’è una cosa che dovrei dirvi…”
E nel silenzio che calava il rumore dello scarico del bagno le aveva sorprese.
Camilla si era trovata a sbarrare gli occhi e le altre tre si erano allarmate.
“Camilla c’è qualcuno?”
La ragazza superandole si era piazzata davanti la porta del bagno bloccandola con la schiena.
“Io non ho sentito niente!”
Andrea si era fiondata ad aprire l’armadio e ne aveva tirato fuori una stampella di legno.
“Spostati ci penso io” aveva detto poi alla bionda che non si era mossa di lì.
Quella, in risposta, aveva spalancato gli occhi.
“Cosa vuoi fare?”
Andrea si era posizionata afferrando saldamente la gruccia.
“Al mio tre apri la porta e spostati”
Camilla aveva scosso la testa e aveva gesticolato preoccupata.
“Uno…”
“No, Andrea, non è niente si è rotto lo scarico!”
“Due…”
“Aspetta, posso spiegarti!”
“Tr..”
La porta del bagno si era aperta quasi magicamente.
Andrea, pronta per attaccare l’estraneo, si era immobilizzata immediatamente.
Lucia e Giulia erano esterrefatte.
Camilla era diventata viola e si era schiaffeggiata la fronte.
Zayn vedendosi tutte e quattro le ragazze di fronte aveva sbarrato gli occhi e si era grattato la testa imbarazzato.
Poi quando si era reso conto di essere solamente in boxer si era preoccupato di nascondersi, quanto riusciva, dietro la porta.
E il silenzio imbarazzante che aveva preso posto tra quei cinque non aiutava certo la situazione.
“Io… - se ne era uscita Camilla cercando di spezzare la tensione – Io penso che è meglio se Zayn si vada a vestire”
Le ragazze annuirono e lentamente scesero le scale indecise se scoppiare a ridere della situazione o stupirsi ancora di più.
Quando queste tre si chiusero la porta della cucina alle spalle Camilla lanciò una sguardo furente a Zayn facendogli segno di seguirla.
Lei si era messa a sedere sul suo letto mentre, con una calma e un silenzio quasi snervanti, Zayn si rimetteva la sua maglia dei Ramones e si vestiva.
Poi si era seduto accanto alla ragazza e aveva intrecciato la sua mano con quella di lei.
“Bella figura di merda” aveva sussurrato, e la bionda era scoppiava a ridere.
“Ti faranno domande?” aveva continuato lui e lei aveva roteato gli occhi sbuffando.
“Ovvio – poi aveva sospirato – se dovesse accadermi qualcosa di brutto sai da chi incominciare a investigare”
Zayn rise appena e lei scosse la testa “Battuta di merda” aveva sospirato.
Lui aveva attorcigliato una piccola ciocca di capelli biondi tra le sue dita e lei si era beata di quel gesto.
“Non era così male” aveva scrollato le spalle Zayn.
Camilla si era voltata a guardarlo , aveva sospirato e poi distolto lo sguardo.
Cavolo se le farfalle avevano svolazzato in quei tre secondi in cui erano stati occhi negli occhi.
Cavolo se non aveva pensato che fosse tremendamente affascinante.
Cavolo se aveva voglio di baciarlo.
“Credo che sia meglio che tu vada, amore” aveva sussurrato, poi, senza volerlo davvero.
“Amore?” aveva chiesto Zayn con fare interrogativo.
Camilla c’aveva riflettuto per tre secondi e poi aveva annuito convinta.
“Amore”
E repentinamente l’aveva baciato facendolo sorridere.
Zayn si era alzato dal materasso afferrando saldamente la piccola mano della bionda e trascinandola con lui sull’uscio della porta.
L’aveva baciata un’ultima volta prima di “Ti chiamo dopo” sussurrarle all’orecchio.
La bionda l’aveva guardato andarsene e aveva chiuso la porta.
Tempo cinque secondi.
Delle grida erano risuonate per tutta casa e le sue amiche erano comparse in salotto accerchiandola.
“Auguri e figli maschi!” le aveva detto Andrea abbracciandola e altre grida si erano unite alle sue.
Erano state ad ascoltare Camilla parlare di Zayn fino a quando Lucia non si era alzata in piedi con il cellulare davanti agli occhi e un’aria sognante stampata in volto.
“Stasera esco con Liam” aveva sussurrato quasi in trance e altre grida di felicità erano nate dalle sue amiche.
Ben presto si erano fatte le sei.
Era da un po’ che Giulia osservava Andrea trovandola, fin troppo spesso, assorta nei propri pensieri.
Aveva, quindi, deciso di seguirla quando la bionda aveva annunciato che andava a lavarsi i capelli.
Bussando nel bagno l’aveva sorpresa a scrutarsi davanti lo specchio e poggiandole una mano su una spalla le aveva chiesto “Va tutto bene?”
A questo punto la bionda si era voltata seria come non mai.
“E’ ora che ti spieghi cosa è successo a San Valentino”






Ciao ragazze!
Ciao manzette!
Come state?
Non siamo state bravissime? Abbiamo aggiornato quasi puntualmente!
Sappiamo che ultimamente i capitoli sono sempre più deprimenti e noiosi, magari, e voi volevate davvero tanto che in questo ci fosse stata una svolta decisiva ma… no.
No, perché, insomma, provate ad immedesimarvi in Harry.
Dopo due mesi che non vede più la ragazza passa una settimana e BUM PREGNANT tutti felici e contenti!
Dovrete aspettare ancora un po’.. speriamo che non ci abbandonerete!
Intanto, però, si è aggiustata la situazione fra una delle nostre quattro coppie!
Gli Zamilla sono sjcewijrcbneijrncviunu *-*
E poi c’è un quasi spoiler alla fine del capitolo con quello che dicono Lucia e Andrea!
Nel prossimo ce ne saranno delle belle (neanche l’abbiamo scritto lol)
Ora ce ne andiamo che Zaynno ci sta aspettando per andare a fumare la banja!
non sapete cosa è? :O
nuova erba messa in commercio da Zayn Malik! Un little mix tra bamba e ganja!
Vabè, basta, davvero.
Ci vediamo belle! Nonna Ardu :)
Ciao Sbemmoneeeeeeeeeee di zia Carooooooooooooooooooooooo!
P.s.: io non avrei voluto dirvelo ma dato che Ardu ve l’ha accennato.. alla fine sono riuscita ad entrare al concerto di Verona. Sono stati tanto bravi, davvero. E per chi non è riuscita a prendere il biglietto voglio dire che neanche io ce l’avevo ma alla fine li ho visti lo stesso! Quindi, prima o poi ce la farete anche voi sicuramente!



Tiè, beccateve sto Zayn che si è appena fatto con noi!

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Capitolo 32
*** Truth ***


Truth

Giulia osservò Andrea mordersi convulsamente le labbra.
Continuò a strofinare la chioma bionda della ragazza aspettando che parlasse.
Erano più o meno trenta minuti che stavano entrambe in silenzio.
“E’ ora che ti spieghi cosa è successo a San Valentino” le aveva detto Andrea; lei ovviamente aveva annuito e si era offerta di lavarle i capelli sperando, almeno un po’, di farla rilassare.
Era confusa.
Cosa era successo a San Valentino? L’enorme litigata c’era stata il quindici febbraio, quindi non riusciva proprio a capire cosa la sua amica le aveva tenuto nascosto fino ad ora.
Era preoccupata. Preoccupata perché l’aveva vista irrigidirsi quando aveva pronunciato quelle parole e aveva un brutto presentimento.
La curiosità la stava distruggendo, ma non voleva metterle fretta.
Andrea sospirò, stavolta più rumorosamente.
Chiuse gli occhi pentendosene subito dopo: le immagini di Louis e lei a San Valentino le si presentarono avanti facendola sobbalzare.
Involontariamente, quindi, Giulia le tirò i capelli e Andrea si lasciò sfuggire un gridolino.
“Scusami” le sussurrò l’amica.
“Colpa mia”
“Va tutto bene?”
Andrea inizialmente annuì, poi scosse la testa portandosi le mani sugli occhi.
E Giulia capì che il momento era arrivato. Andrea era pronta a parlare.
“Ho baciato Louis”
La mora fermò il suo massaggio sui capelli di Andrea.
Cosa?
“E l’ho baciato pure… profondamente. Non so quanto tempo siamo stati a scambiarci effusioni sotto la pioggia”
Quindi aveva sentito bene. Andrea aveva baciato Louis.
Riprese il movimento nella chioma della sua amica incitandola a raccontarle come era iniziato il tutto.
“Louis è venuto a casa mia mentre tu, Camilla e Lucia non c’eravate. Voleva sentirmi suonare il piano e mi ha seguito fin da Tom. Poi se ne è andato e… - sbuffò – io non so perché sono andata a cercarlo! L’ho trovato nel parco e abbiamo giocato”
La mora alzò un sopracciglio.
“Giocato?”
Andrea rise “Si, abbiamo giocato. E mi ha comprato lo zucchero a velo rosa”
Stavolta fu Giulia a ridere. “Continua”
“E’ scoppiato un temporale e siamo stati a sedere su una panchina a prenderci la pioggia – sospirò pensando a quanto erano stati ridicoli – proprio come due stupidi.”
La mora notando che la ragazza aveva smesso di raccontare sorrise.
“E poi?”
“E poi lui ha tirato la sciarpa che indossavo verso di sé.”
Giulia sorrise. Louis e la sua imprevedibilità.
“E ti ha baciata”
“Già, l’ha fatto”
La mora smise di strofinare i capelli e aprì il getto d’acqua.
“Quale è il problema?”chiese, poi, ad Andrea.
Sentì la bionda sotto di lei agitarsi e aspettò che parlasse.
“Non è evidente? Louis sta con un’altra” e fece una smorfia contrariata.
Giulia sospirò. Quindi Louis non ricambiava i sentimenti di Andrea.
Si concentrò e analizzò le parole giuste da dire.
“Senti, Andrea, so che Louis è carino e simpatico ma ci sono tanti ragazzi… Prima o poi ne troverai uno che ricambierà quello che pro-“
Fu interrotta dallo sbracciare di Andrea.
“No! Giulia, aspetta, no! Stai fraintendendo. Il giorno dopo il nostro bacio Louis voleva parlarmi… lui sembrava interessato a quello che era successo”
“Allora gli piaci!” squittì Giulia.
Andrea sospirò “Sono stata io a mandarlo via”
La mora si fermò dallo sciacquare i capelli di Andrea e le si piazzò avanti.
“Perché l’hai fatto?”
La bionda sospirò “Leggi” e le porse un foglio spiegazzato.
Giulia si appoggiò al lavandino prendendolo tra le mani e lesse attentamente.
Una volta finito guardò la sua amica.
“Lui ti piace - prese il colorarsi delle gote della bionda come un si e sorrise - dovresti parlargliene” disse poi riferendosi al foglio.
A questo punto l’amica scosse la testa strappandole la carta dalle mani e mettendosela in tasca.
“Assolutamente no, non se ne parla”
“Perché?” chiese la mora.
“Perché a quanto pare mi ha rimpiazzato velocemente con El, non mi vuole”
La mora scosse la testa “Sono più che certa che quella ragazza è solo un diversivo per distrarsi da te”
Andrea si prese il capo tra le mani “No, non è vero. Alla cena organizzata da Niall dovevi vedere come era felice quando lei lo ha chiamato”
Giulia sospirò. Che situazione intrecciata.
Andrea aveva dovuto rinunciare a Louis solo per uno stupido foglio.
“Ti rendi conto che non ha né capo né coda quello che ti ha scritto tua madre?”
La bionda scrollò le spalle “Non voglio deluderla un’altra volta. Già l’ho fatto quando ho deciso di tornare qua in Inghilterra”
La mora spalancò le braccia “Privandoti di ogni rapporto con un ragazzo perché sei teoricamente destinata ad un italiano, che non hai mai visto, non eviterai di deluderla”
“Posso provarci però”
Giulia scrollò le spalle “Mi sembra una cosa assurda”
Andrea sorrise malinconica e Giulia continuò “Senti Andrea non so quello che passa per la testa a Louis. Ma, secondo me, dovresti dargli una spiegazione. Dovresti fargli capire perché lo hai allontanato quando lui voleva approfondire il vostro rapporto – le accarezzò la schiena – glielo devi”
La bionda scrollò le spalle malinconica “Ormai è troppo tardi”
“Dovresti provarci comunque. E se poi lui ti dirà che ora nella sua mente c’è solo quella Eleanor… beh, allora è proprio un idiota”
Andrea si lasciò sfuggire una risatina e Giulia la abbracciò.
“Chi sa di quel foglio? E di te e Louis?”
“L’ho detto solo a Niall”
Giulia le accarezzò i capelli ancora bagnati “Credo che Lucia e Camilla dovrebbero saperlo”
La bionda sospirò “Prima finiscimi questo shampoo”
La mora sorrise tornando a trafficare con i capelli dell’amica.
“Sareste stati una bella coppia” sussurrò pentendosi di averlo fatto quando sentì la bionda risponderle “Lo so”

Lucia sospirò nuovamente passandosi una mano affusolata sul vestito a fiori.
Attorcigliò un dito tra i capelli, stranamente boccolosi, che le scendevano dalla coda continuando a fissare l’orologio.
I secondi che scorrevano lenti e pesanti, i minuti che non sembravano passare mai.
Deglutì quando la lancetta più esile superò il numero dodici facendo scoccare un nuovo minuto.
21.27
“Andrà bene” le sussurrò Camilla raggiungendola e passandole una mano sulla schiena.
Lucia annuì “Deve andar bene”
La bionda la scrutò e poi sorrise “Solo… calmati”
“Sono calma” le rispose espirando profondamente.
21.28
“E così una donna dovrebbe farsi aspettare, giusto?” chiese a Camilla passandosi i palmi delle mani, incredibilmente sudate, sul vestito.
La bionda scrollò le spalle guardando l’orologio e appoggiandosi al tavolo.
“E’ quello che ha detto Andrea, decidi tu se fidarti”
Lucia annuì vigorosamente.
“Aspetterò”
Si morse le labbra convulsamente continuando a deglutire e a sistemarsi vestito e coda.
21.29
Camilla poteva sentire benissimo i sospiri pesanti e la preoccupazione che aleggiavano nell’aria.
Lucia era inevitabilmente agitata e tesa ed era sorpresa che la rossa non avesse ancora dato di matto. La stava giusto osservando curiosa quando quella aveva scosso la testa, si era allungata sul tavolo per afferrare la borsa e con uno scatto improvviso si era diretta verso il portone.
“Basta, non me ne frega niente, non ce la faccio ad aspettare” aveva detto alla bionda mentre, facendo risuonare i tacchi, apriva la porta di casa ed usciva.






Lucia si maledisse per l’ennesima volta passandosi i palmi sulle braccia infreddolite.
Probabilmente aveva esagerato a mettere un vestito; in jeans sarebbe stata sicuramente più comoda e calda ma a lui voleva apparire bella, bellissima, e un po’ d’aria non l’avrebbe di certo fermata.
Imprecò quando un soffio di vento le fece venire la pelle d’oca e si sedette su una panchina del parco sbuffando.
Si guardò intorno assicurandosi che lui non fosse arrivato e poi tirò fuori il cellulare.
21.37
Eppure non aveva letto male il messaggio.
Alle 21.30 ai giardinetti, ti aspetto.
Lo rilesse per assicurarsene e sorrise.
Liam sarebbe arrivato ed avrebbero parlato della loro situazione.
Tutto sarebbe tornato come prima.
Era solo questione di tempo.


Era la seconda volta che Lucia si incantava a guardare quei due ragazzi che se ne stavano seduti su una panchina, dal lato opposto al suo, a ridere, parlare e scambiarsi qualche bacio.
Era la seconda volta che si immaginava lei e Liam al loro posto e sorrideva come una povera demente.
Era la seconda volta che gli sbuffi d’aria gelida le distruggevano le sue fantasie d’amore riportandola alla realtà
21.49
E di Liam nemmeno l’ombra.
Era riuscita a trattenersi dal chiamarlo.
Non voleva dimostrarsi troppo in ansia o apprensiva ai suoi occhi, ed aveva aspettato.
Le venne il dubbio che Andrea si fosse sbagliata.
Magari erano gli uomini che dovevano farsi attendere non le donne e quasi in preda alla disperazione le aveva inviato subito un messaggio.
Sicura che sono le donne che devono farsi attendere e non gli uomini?
Quando la risposta della bionda era arrivata, la sua sconsolazione aveva toccato le stelle.
Che domande fai? Certo che si. Se gli uomini non vengono in orario è perché, probabilmente, hanno deciso che una partita di calcio è più importante che la ragazza con cui devono uscire. Salutami Liam e stai calma, andrà bene! :)
Sbuffò e si prese la testa fra le mani sciogliendo la coda precisa che ormai iniziava a tirare.
Poi senza ripensamenti afferrò il suo cellulare e schiacciò il pulsante verde chiamando Liam.
Quasi si rianimò a sentire la sua voce, ma, subito dopo, l’espressione d’ estasi si trasformò in una smorfia di delusione quando partì la segreteria telefonica.
21.53
Malinconica raggiunse le altalene del parco dondolandocisi sopra.


Stavolta Lucia era sicura di volersene andare.
Andare perché iniziava a sentirsi usata e presa in giro.
E perché sapeva che, magari, il giorno dopo Liam l’avrebbe chiamata chiedendole scusa e lei gli avrebbe dato una seconda opportunità.
Per questo stava raccattando le sue cose e aveva afferrato la sua borsa controllando un’ultima volta l’ora nel suo cellulare.
22.01
E mentre usciva dai giardini scossa dai brividi di freddo e col naso gocciolante di raffreddore una mano calda le si era posata sul braccio facendola voltare.
“Ci sono, eccomi – il ragazzo di fronte a lei si era appoggiato con i palmi sulle ginocchia, ansante – Scusa” aveva farfugliato poi.
Lucia lo aveva guardato impassibile mentre dentro di sé scoppiava per la felicità
Era arrivato.
Con trentuno minuti di ritardo, ma era arrivato.
“Quanto tempo è che aspetti?” le aveva chiesto ritornando a respirare quasi normalmente.
Lucia fu scossa da un brivido, non di freddo, quando incontrò gli occhi cioccolata di Liam.
“Abbastanza”
Liam sospirò.
“Immaginavo. Mi dispiace”
La ragazza scosse la testa sorridendo e scrollò le spalle.
“Perché ci hai messo tanto?” gli chiese ma subito dopo se ne pentì. Forse era stata troppo curiosa e scaltra.
“Solo se vuoi dirmelo, ovviamente” si corresse, infatti, subito dopo.
Liam si mise a sedere e lei lo imitò.
“Non riesco proprio a capire perché il traffico londinese deve capitare sempre ai momenti meno opportuni - Lucia schiuse le labbra sorpresa e sorrise – e perché, dopo una settimana che mi raccomando con Harry di mettere la benzina in macchina, la trovo con mezzo serbatoio vuoto”
Lucia ridacchiò “Povero Harry, non è il tuo schiavetto”
Liam sorrise “Sono stato piuttosto impegnato questa settimana, gli ho chiesto un favore da amico ma neanche quello è riuscito a fare”
Lucia scrollò le spalle.
“Ora sei qui”
Il ragazzo la osservò a lungo prima di annuire.
“Dovremmo parlare di quello che ci è successo, non ti pare?”
La rossa portò i suoi occhi su quelli di Liam.
“Senza troppi giri di parole. Mi vuoi ancora?”
Schietta e concisa. Tanto semplice la domanda quanto la risposta, o almeno era quello che si aspettava Lucia.
“Non penso di aver mai smesso di amarti” le disse troppo serio.
La ragazza sorrise stringendogli la mano poi scosse la testa e si alzò di scatto dalla sedia. “Oh, avanti, dovevi rispondermi solamente con un ‘si’ o un ‘ no’!”
Liam aggrottò le sopracciglia “Cosa?”
Lucia sbuffò “Giusto la scorsa settimana mi hanno fatto recitare per esercitazione con un ragazzo – sorrise quando vide il cipiglio indispettito di Liam – le battute erano ‘Mi vuoi ancora?’ ‘Si’ – spalancò le braccia sperando che Liam l’avesse capita – dovevi rispondermi solo con un si! Hai rovinato la scena!”
La mandibola del ragazzo, se avesse potuto, avrebbe toccato terra.
Si rizzò dalla panchina quasi sconvolto avvicinandosi pericolosamente alla rossa che sorrise impertinente “Ti ho appena detto che sono due mesi che non ci vediamo ma che ti amo alla follia e tu mi rimproveri perché non ho semplicemente risposto con una sillaba?”
Il sorriso di Lucia si allargò ancora di più.
Le gote arrossate, i capelli ramati arruffati, brividi non di freddo ma d’amore che la scuotevano.
“Stavo scherzando” il ragazzo si allontanò impercettibilmente da Lucia e subito si diede dell’idiota.
Aveva davvero pensato, per un secondo, che la sua ragazza fosse impazzita.
La sua ragazza. Sorrise.
Intanto Lucia si era avvicinata a Liam abbracciandolo e appoggiando l’orecchio sul petto del ragazzo.
Sentiva battere il suo cuore freneticamente come la prima volta che si erano baciati.
“Neanche mi ricordo più perché abbiamo litigato tempo fa” sussurrò quasi senza rendersene conto.
Liam aggrottò le sopracciglia “Ma come? Quando siamo andati in spiaggia, Camilla e Za-“
La ragazza sbuffò interrompendolo.
“Oh, andiamo Liam, era un modo implicito per dirti che voglio che mi baci – si staccò dal petto del ragazzo distanziandosi – ora.” Aggiunse poi.
Liam si grattò una guancia imbarazzato “Quanto la fai complicata”
La rossa rise prima di passargli una mano dietro il collo e spingerlo contro le sue labbra pronte ad accoglierlo.
Come due mesi prima le loro labbra si modellarono l’una sull’altra combaciando perfettamente.
Lucia sospirò profondamente. Quante volte aveva sognato quella scena? Quante volte aveva provato ad immaginare come si sarebbero riappacificati?
Ora poteva assolutamente confermare che la realtà era molto meglio di qualsiasi sogno o pensiero.
Proprio in quel momento, infatti, Liam aveva passato le sue braccia intorno alla vita della ragazza continuando a baciarla con una dolcezza estrema.
Si era avvicinato alla panchina dove lentamente si era risieduto e aveva lasciato che la ragazza si posizionasse sopra di lui.
Erano soli, in quel parco, nessuno li avrebbe certamente visti.
L’incontro di labbra era diventato via via più famelico, i respiri si erano appesantiti, le mani si sfioravano, i corpi si avvicinavano.
Sorrisi catturati in un bacio, labbra morse, denti che si urtavano, sospiri profondi, mugolii di felicità e passione.
Si staccarono quasi contemporaneamente guardandosi negli occhi e Lucia passò la sua lingua sulle labbra per catturare il sapore di Liam.
Il ragazzo seguì quel gesto attentamente, registrandone ogni più piccola sfumatura nel cervello.
Poi la ragazza si alzò dalle gambe di Liam afferrò il cellulare -22.37- sorrise e tese una mano al ragazzo che ancora faticava a respirare.
“Casa tua” gli sussurrò facendolo alzare e mordendogli le labbra.
Liam fremette portando una mano sul fianco di Lucia e accarezzandoglielo con due dita mentre l’altro lo stringeva possessivamente.
“Sarebbe una proposta allettante farlo qui, ma è piuttosto freddino, non ti pare?” lo beffeggiò la ragazza notando che lui non aveva ancora staccato gli occhi dal suo corpo.
Lo vide deglutire e alzare lo sguardo facendo incontrare i loro occhi carichi entrambi di passione.
“Andiamo” le sussurrò con un timbro nuovo e malizioso che mai Lucia aveva sentito prima.
Sorrise mentre Liam la tirava fuori dal parco e prese il cellulare: doveva inviare un messaggio ad Andrea.
Posso assicurarti che, alla fine, non è una così brutta cosa che un ragazzo faccia tardi ad un appuntamento…
Non aspettatemi sveglie, non torno stanotte.



SHERBEEEEEEEEEEEEEEEEET!
hi girlzz!
sto aggiornando puntualeee nsjkcdenhjer
come si vede che la scuola sta finendo e che miracolosamente non devo più fare niente perché mi hanno interrogata in tutto c’:
comuuunquee.. questo è il nuovo capitolo, spero vi piaccia!
finalmente scoprite perché andrea non può stare con louis!
è tutto un meccanismo della madre che le ha “vietato” di stare con altri ragazzi perché vuole che lei si frequenti con un estraneo dell’italia.
spero non mi prenderete per una deficiente per aver scelto un impedimento così.. bizzarro, lol.
e poi niente.. 2 coppie su 4 –si, ma non dimenticate niallino, è!- vanno al sodo!
luciam *-*
li amo troppo.
bene, ora scappo che vado a disperarmi perché greta non ha vinto la finale di amici.
(odio morenooooo, yeeee!)
lasciate qualche recensione se vi va c:
un bacio, <3
-caro.
p.s. un grazie specialissimo ad Hahaha_cit_Niall che le poche volte che entra su efp viene sempre a recensire!
sei la dolcezza. <3

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Capitolo 33
*** Memories ***


Memories



Giulia quel giorno, nel nero della notte, cercava qualcos'altro.
Non cercava il solito silenzio terribilmente rumoroso che padroneggiava quella strada appena scoccate le due e sedici, quando anche la lavatrice della casa di fronte smetteva di funzionare, quello che cominciava quando la giornata lavorativa di tutti finiva.
Non cercava il solito bagliore latteo della luna e delle stelle, sue compagne fidate, che brillavano un poco più intensamente per lei quando si affacciava alla finestra, che sembravano quasi volersi far belle per essere scelte ogni volta come soggetto dei dipinti della ragazza.
Non cercava la solita brezza fine che ad aprile inoltrato incominciava appena a riscaldarsi e che portava il profumo dei gelsomini notturni, piantati in terrazzo dall'anziana signora che abitava la casa a destra della loro, fino alla sua finestra spalancata.
Era appoggiata con le braccia sul davanzale, a scrutare attentamente il vuoto con un pennello non ancora sporco in mano, una matita tra i capelli che li bloccava in un'acconciatura alta e disordinata e la divisa del pub bagnata da della vodka quando le immagini di quella serata erano tornate ad affollarle la mente, neanche quelle cercava.
Un guizzo nel verde di una siepe aveva innescato una minuscola scintilla, un gatto probabilmente.

“Giulia, qualcuno ha rovesciato il suo drink sopra la parte sinistra del bancone. Prendi uno straccio!”
La ragazza aveva annuito, sbuffando minimamente e correndo ad obbedire al suo superiore.
Amava il suo pub, ne era certa.
Quelli che non era sicura di adorare erano i clienti ubriachi.
Aveva iniziato a strofinare la superficie di legno con un'innata leggerezza e una strana tranquillità che spiccava nella frenesia del locale tutt'intorno a lei.
Il bicchiere capovolto fortunatamente non si era rotto e la chiazza di alcolico non era finita a terra, formando un'esile scia fino alla manica di una giacca su cui erano poggiati dei ricci dannatamente intrecciati e dannatamente familiari.
Aveva, di conseguenza, scosso gentilmente il ragazzo per farlo alzare in modo che lei avesse potuto finire il lavoro e per accettarsi che stesse bene, come seguendo un istinto più forte di lei, inoltre, una mano era finita sulla sua schiena per accarezzarlo e rassicurarlo.
Quando, però, il capo riccioluto si era sollevato per scoprire il viso, il cuore della ragazza aveva fatto per l'ennesima volta cilecca.
Aveva rivisto qualcosa che le mancava da due mesi oramai.
Aveva rivisto quelle striature più scure negli occhi verdi di Harry che solo da incredibilmente vicino si potevano notare.
E, senza farlo apposta, ci si era persa di nuovo, per l'ennesima volta.


Colpita da una ventata d'aria notturna più fredda delle altre era tornata nella realtà e, sbattendo le palpebre, anche il suo cuore era tornato a battere.
Decisa si era allontanata dalla finestra, era stanca di cercare quel qualcos'altro che non arrivava. Altrettanto decisamente si era diretta verso l'armadio in noce e aprendo le ante si era accovacciata per afferrare una delle tante tavolette di legno poggiate sul fondo, quella notte non aveva né il tempo né la voglia di scegliere la più adatta, quella notte il caso aveva scelto per lei e tra le mani le era finita la più imperfetta, sformata e scheggiata, come quella sera, forse.
Dopo averla poggiata sulla scrivania era tornata a fissare l'armadio, ora un po' più incerta su quali colori le sarebbero serviti per quella sera.
Più e più volte la sua mano si era avvicinata e poi allontanata dalla sfumatura cromatica formata accuratamente dalle sue tempere, più e più volte tremante e indecisa aveva afferrato il tubetto del giallo, del rosso, del blu o perfino del bianco, più e più volte il suo sguardo si era soffermato su un colore in particolare: il verde.
Quasi con rabbia, impertinenza, l'aveva afferrato come a raccogliere la sfida che le stava lanciando e sedendosi con esso tra le mani aveva notato a malincuore che, in quell'ultima parte della sua vita, tutte le sue decisioni erano dipese da quel blu mischiato al giallo, da quel colore che nell'arcobaleno si trovava proprio nel centro.
E se nell'arcobaleno, il verde si trovava nel mezzo, tra il giallo e l'azzurro, in Giulia trovava posto un tantino più a sinistra, nel muscolo involontario striato che in quel momento le batteva forte, nel suo cuore.
Abbandonandosi sulla sedia, il suo sguardo aveva perlustrato la stanza – forse aveva ricominciato a cercare quel qualcos'altro – fino a quando non si era fermato, su una scatolina di mentine. Proprio lì, infatti, vicino le chiavi di casa, di fronte a lei, erano poggiate le sue mentine fresche.
Un sorriso timidamente si fece spazio sul suo volto mentre le sfiorava appena con l'indice: un'altra scintilla fece capolinea nei suoi occhi, nella sua mente.
Se non fosse stata attenta sarebbe potuta andare a fuoco.

Erano tredici secondi che il ragazzo ad un palmo dal suo naso la osservava con occhi vitrei e assonnati, Giulia li aveva contati trattenendo il respiro.
“Ciao Giulia” aveva sentito uscirgli di bocca prima che un conato di vomito l'avesse costretto a serrargliela, gli occhi sbarrati ed il viso pallidissimo.
Di scatto si erano alzati entrambi e Giulia l'aveva silenziosamente seguito nella sua corsa contro il tempo e verso il bagno del locale. Arrivato lì era caduto, o almeno così era parso alla ragazza, e questa volta non aveva trattenuto un altro conato, forse il terzo o il quarto, che era andato a riversarsi nello scarico.
Dopo un lasso di tempo interminabile in cui Giulia lo aveva scrutato in piedi e immobile vicino allo stipite della porta, preoccupata ma senza la minima idea di ciò che dovesse fare, il ragazzo si era schiarito la voce con dei colpi di tosse.
“Vattene!” le aveva ordinato con voce tuttavia ancora roca e lei aveva scosso prontamente la testa, continuando a restare in silenzio.
Non voleva lasciarlo da solo in un momento del genere, non di nuovo.
Harry, allora, si era voltato poiché non aveva sentito alcuna risposta da parte della mora e quando lei l'aveva visto col viso ancora più pallido di prima, se si poteva, gli occhi stravolti solcati da delle scure occhiaie e i ricci appiattiti sulla fronte, aveva capito come aiutarlo, come fare la sua piccola parte.
Si era inginocchiata al suo fianco ed aveva messo una mano a massaggiargli la schiena mente con l'altra sulla fronte gli scostava i ricci sudati dagli occhi, facendogli capire che era lì, per lui, e che questa volta non se ne sarebbe andata.
In questa posizione Giulia, però, non aveva contato i secondi, il tempo ci aveva pensato lei a scandirlo a modo suo con dei baci delicati che gli aveva lasciato di tanto in tanto tra i capelli, quelli li aveva contati.
Così dopo tre colpi di tosse e trentasette baci, Harry si era tirato in piedi, pulendosi la bocca con della carta igienica.
Aveva rivolto di nuovo la parola a Giulia solamente dopo aver tentato di sciacquarsi quel sapore acido dalla bocca che sembrava non volersene andare.
“Grazie.”
Solo questo le aveva soffiato, forse un po' troppo vicino dato che la ragazza aveva arricciato il naso, nauseata dall'odore del suo fiato e allora per lui era stato involontario sorridere quando la mano di Giulia era corsa ad una scatolina di caramelle alla mente, porgendogliene una.

Sorrideva ancora nello stesso modo che Harry aveva fatto nel suo ricordo quando di scatto si era tirata su dalla strana e scomoda posizione che il suo corpo aveva preso mentre la sua mente ripensava a ciò che era avvenuto poche ore prima e nel movimento il suo ginocchio aveva urtato la scrivania, facendo rovesciare il tubetto di colore.
La tempera verde era finita sulla tavoletta, sporcandola con delle piccole macchioline, e poi si era sparsa sui giornali che Giulia aveva messo a coprire la scrivania per assicurarsi di non sporcarla. Subito si era precipitata a rimettere dritto il tubetto e poi si era fermata un momento ad osservare il caos che aveva combinato, non le era mai capitato di rovesciare del colore.
Mai.
Ma per tutto c'è una prima volta, no? Anche per innamorarsi perdutamente, inumanamente, follemente, disperatamente.
Nel modo in cui soffri anche per la più piccola cosa, ma sei felice anche con la più banale.
Nel modo in cui non riesci più a pensare ad altro, il tuo unico pensiero è lui.
Nel modo in cui ti allontani per non far soffrire.
Nel modo in cui non badi alle conseguenze.
Nel modo insano, insomma.
Ma a tutti gli avverbi a cui aveva pensato ne mancava uno: semplicemente.
Lei non aveva avuto complicazioni per innamorarsi di Harry, l'aveva fatto e basta.
Pensando a questo aveva allungato il braccio destro per afferrare il pezzo di stoffa che utilizzava per pulire le sbavature nei suoi dipinti ma nel farlo si era accorta di qualcosa che avrebbe di gran lunga preferito non vedere.
Aveva riavvicinato il polso destro al suo viso per controllare meglio, per sperare che non ci fosse davvero quello che aveva pensato ed invece eccolo lì.
La violenza con cui Harry aveva cercato di trattenerla aveva procurato sulla sua pelle un piccolo ematoma che ora risaltava al chiaro di luna, violaceo e terribilmente di troppo.

“Giulia!” aveva urlato Harry, ubriaco e sostenuto a stento dal braccio di Giulia intorno alle sue spalle.
L'urlo aveva fatto spaventare la ragazza che perdendo l'equilibrio era finita a terra, sopra il ragazzo, di nuovo.
Molte volte, infatti, le sue forze avevano ceduto sotto il peso di Harry mentre lo accompagnava a casa ed entrambi erano caduti, facendo risuonare le loro risate per le strade poco illuminate e trafficate della città a quell'ora di notte. Anche questa volta, perciò, il ragazzo non aveva potuto far altro che scoppiare a ridere come un bambino e afferrare saldamente con le mani i fianchi di Giulia, che incantata lo guardava.
Quanto tempo era passato dall'ultima volta che l'aveva visto ridere così?
Sapeva che fosse ubriaco e che probabilmente non avrebbe ricordato nulla il giorno seguente ma meglio godersi il momento, cogliere l'attimo, no?
“Mi manchi.”
Questo gli aveva sussurrato guardandolo negli occhi, sicura che lui non l'avesse sentita.
Forse era un po' da codardi dirglielo in quel modo, sussurrarlo mentre era ubriaco, ma le parole le erano scivolate dalla bocca prima che il suo cervello le pensasse, o meglio era da quando era tornata che il suo cervello le pensava ma non aveva mai avuto il coraggio di renderle presenti al ragazzo.
Proprio pochi secondi dopo il suo sussurro, però, aveva sentito la presa sui suoi fianchi farsi sempre più forte ed aveva notato il volto di Harry tornare incredibilmente serio.
L'eco lontano delle sue risate si affievoliva sempre di più, lasciando il passo ad un silenzio severo.
Imbarazzata Giulia era tornata in piedi lasciando che anche lui si rialzasse e aveva incominciato a guardarsi in giro per non soffermare troppo lo sguardo su di lui, che con una lunga falcata l'aveva raggiunta.
La distanza tra di loro si era annullata e Harry l'aveva baciata.
L'aveva baciata con quella fretta, quella impazienza, che a Giulia non era mai piaciuta.
Quando mordendole il labbro inferiore aveva provato ad infilarle una mano sotto la camicia della divisa del pub, Giulia non era più riuscita a controllarsi e la sua mano era finita sulla guancia del ragazzo.
Ma questa volta lei sapeva che non gli avrebbe chiesto scusa.
Sapeva che da sobrio non l'avrebbe mai fatto.
Sapeva che probabilmente era solo la foga del momento ciò che l'aveva spinto a baciarla, voleva solamente fare del buon sesso.
Si era allontanata di qualche passo da lui che immobile guardava a terra con una mano sul volto ed era indietreggiata ancora quando il volto l'aveva alzato, scoprendo una sfumatura nei suoi occhi che la ragazza non aveva mai visto.
Una sfumatura terribilmente arrabbiata, quasi violenta.
Una sfumatura che le faceva paura.
Harry in quel momento le faceva paura, per la prima volta da quando lo aveva conosciuto.
Riavvicinandosi le aveva afferrato il polso destro, stringendolo con troppa forza, le aveva spostato una ciocca di capelli dietro l'orecchio e le aveva ordinato: “Tu ora vieni con me, capito?” ma mentre la tirava verso la porta dell'appartamento Giulia era riuscita a scivolare via dalla presa salda del ragazzo sul suo polso.
Era riuscita a scivolare via da quel ragazzo che non sapeva più chi fosse, di certo non era il suo Harry.

Una lacrima solitaria le scendeva per la guancia mentre lei con lo sguardo fisso ricordava ciò che il suo cuore aveva cercato di offuscare.
Mentre ritornava a casa di corsa infatti le lacrime che le appannavano la vista le avevano appannato pure i ricordi per cercare di non farla soffrire a lungo ma nonostante avesse funzionato per alcuni minuti la sua ragione li aveva fatti tornare a galla, per questo non cercava le solite cosa nella notte.
Il suo cuore cercava la forza di dimenticare.
La sua ragione cercava la forza di ricordare.
Il suo cuore quella di passare sopra.
La sua ragione quella di darci un taglio.
Continuare ad amarlo nel modo che aveva sempre usato.
Smettere di farlo.
Con la manica si era pulita il volto da quell'unica goccia salata che lo solcava ed era tornata ad osservare la tavoletta macchiata di verde, con un cipiglio diverso.
Non voleva fare nessuna delle cose che le venivano suggerite, non voleva schierarsi né dalla parte del suo cuore né da quella della sua ragione.
Così la sua indecisione era sfociata in una rabbia convulsa che le aveva fatto afferrare il tubetto del colore nero e gliel'aveva fatto rovesciare sulla tavoletta con lo scopo di coprire ciò che restava del verde.
L'aveva fatta dipingere impulsivamente, in modo furioso.
E le aveva fatto buttare a terra tutto poco dopo.
Sconfitta dalle emozioni allora si era lasciata cadere in un angolo e rannicchiandosi su sé stessa aveva pianto.
Non era stata attenta ed era andata a fuoco.








Hiiiiii everyoneeeeeee!
Eccomi di nuovo con un altro capitolo deprimente che oramai sapete hanno la mia firma... non ce la faccio a non scrivere qualcosa di divertente.
Evviva la tristezza ahahahaha
Scusatemi se posto di lunedì – che, tra parentesi, è il primo lunedì senza prof di matematica che scassa i maroni per due ore consecutive: non sapete quanto sono felice :D – ma sabato e domenica siamo state un tantino occupate sia io che Caro.
So bene che aspettavate con ansia un capitolo con Andrea ma mi dispiace prima bisognava scrivere qualcosa su quella poverella di Giulia che nonostante è una delle protagoniste sembra che in questi ultimi capitoli abbia fatto solamente da sfondo...
So ancor più bene che sicuramente non accetterete di buon grado questo... ehm... Harry un po' aggressivo e che questo capitolo può essere uno shock per tutte ma... niente, questo è quello che passa la casa ahahah
Spero che ci farete sapere cosa ne pensate anche se magari dovessero essere delle critiche sappiate che le accettiamo volentieri, ci fanno crescere come scrittrici... oddio, che parolona, sks.
Inoltre vorrei ringraziarvi davvero di cuore.
Grazie a chi recensisce e a chi ha inserito la storia tra le seguite/ricordate/preferite.
E oggi dato che è il primo giorno effettivo di vacanza e sono felice vi lascio delle fotine che naturalmente però sono deprimenti come il capitolo ahahahah


okay, forse questa non è deprimente...*-*



Ma questa sì...
ciao belleeeeeee, vi voglio bene.
Nonna Ardu <3




 

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Capitolo 34
*** Blonde & Honey ***


Blonde & Honey



Andrea, quella mattina, era furiosa.
Furiosa mentre si sciacquava il viso, mentre indossava i jeans, mentre decideva di saltare per l’ennesima volta i corsi dell’università, mentre accartocciava quel maledetto foglio che le aveva dato –e continuava a darle- troppi problemi.

Quella notte aveva sognato. Aveva fatto un sogno che l’aveva convinta a darsi una mossa.
La sua mente aveva elaborato Louis e lei mentre passeggiavano per Trafalgar Square e guardavano gli artisti di strada cantare o fare la break dance.
Era solo un sogno ma Andrea era felice mentre il ragazzo accoglieva la mano della ragazza nella propria e la stringeva.
Erano andati in un bar a prendersi un gelato scherzando come due bambini, ridendo rumorosamente quando ad uno dei due si formavano dei baffi sopra la bocca.
Più volte Louis aveva pulito quelli Andrea con le sue labbra o la lingua facendola arrossire vistosamente.
Poi, una volta finito di mangiare, il ragazzo si era alzato per andare a pagare e lei lo aveva seguito con lo sguardo fino alla cassa.
A quel punto tutto si era fatto bianco.
Il bar era scomparso lasciando spazio ad un luogo vuoto e surreale.
La bionda si era guardata intorno chiamando il nome di Louis più volte ma nessuno aveva risposto.
Aveva alzato il capo quando un’ombra l’aveva coperta.
Negli occhi scuri e i capelli biondi simili ai suoi aveva riconosciuto sua madre.
“Mamma?”
“Ciao piccola mia, ti ho portato una persona da conoscere” a quel punto Giovanna, la madre di Andrea, si era spostata e un ragazzo sconosciuto si era avvicinato a lei.
“Sono Francesco, tua madre mi ha parlato molto di te” si era seduto vicino a lei e le aveva preso una mano, la stessa mano che tutta quella mattina Louis aveva stretto con amore.
Repentinamente Andrea si era alzata in piedi.
“Chi è lui, mamma?”
Giovanna aveva sorriso dolcemente “Tesoro, la lettera che ti ho scritto non è stata abbastanza chiara? Francesco è il ragazzo italiano che volevo farti conoscere. Siete perfetti insieme!” aveva trillato poi.
Andrea l’aveva guardato un po’ non riconoscendo nei suoi capelli biondi quelli castani e soffici di Louis, nei suoi occhi scuri quelli chiari di Louis.
Quel tipo non era Louis.
E di conseguenza non era il ragazzo che lei voleva.
“Mamma ma io ho già un fidanz-“ si era dovuta bloccare quando Louis era arrivato di fronte a lei.
Lo sguardo confuso che passava da Giovanna a Francesco ad Andrea.
“Loro chi sono?” aveva chiesto e la madre della ragazza aveva risposto.
“Io sono la madre di Andrea e lui è Francesco, il ragazzo di mia figlia!”
La bionda aveva visto gli occhi di Louis scurirsi, la bocca socchiudersi, le sopracciglia corrugarsi.
Non aveva fatto in tempo a dire niente perché il ragazzo l’aveva anticipata.
“Perché non me l’hai detto? – aveva battuto con forza un palmo sul tavolo del bar – Avresti dovuto dirmelo Andrea.Dovevo saperlo, cazzo!”

E qui Andrea si era svegliata completamente sudata.
E furiosa.
Furiosa perché le parole di Giulia le ronzavano in testa “Dovresti dargli una spiegazione. Dovresti fargli capire perché lo hai allontanato quando lui voleva approfondire il vostro rapporto, glielo devi” e perché nel suo sogno Louis diceva la stessa cosa “Dovevo saperlo
Quindi, armata di buona forza di volontà, si stava dirigendo a casa Tomlinson.
Sinceramente?
Si sentiva un po’ stupida.
Un po’ stupida per essersi vestita decentemente, per essersi truccata, per aver piastrato i capelli.
Ma voleva apparire carina un’ultima volta agli occhi di Louis, quindi si era impegnata per essere più bella possibile.

Solo quando era arrivata davanti la porta di casa Tomlinson si era resa conto di quanto pesava il foglio accartocciato nella sua tasca del jeans.
Ormai, però, era lì doveva andare avanti.
Aveva bussato ed aveva aspettato che Louis le venisse ad aprire ma, al suo posto, Niall aveva fatto capolino dalla porta.
“Niall?”
“Ehi, bellezza, tempismo perfetto, stavo giusto per inviarti un messaggio”
Il biondo l’aveva tirata all’interno della casa sorridendo entusiasta.
“Ho bisogno di Lucia, Giulia e Camilla. Devono venire qua, le trovo a casa?”
Andrea aveva annuito non prestando troppa attenzione alle parole del ragazzo. Aveva bisogno di qualcun altro in quel momento.
Era stata colta di sorpresa notando due ragazzi stesi sul divano ridere e parlare.
Liam e Zayn.
I due le avevano rivolto un sorriso e lei aveva ricambiato.
“Ti stai chiedendo cosa ci facciamo qui?” le aveva chiesto Zayn e lei aveva scrollato le spalle annuendo.
“Non lo sappiamo, Niall deve dirci qualcosa e non solo a noi. A quanto pare tra poco verranno anche Camilla e Lucia” un grande sospiro era uscito dalle labbra di entrambi facendo ridacchiare Andrea.
Poi si era ricomposta tirando in basso la maglia che aveva indossato.
“I-Io avrei bisogno di.. ehm..“
“Oh Louis è in camera sua!” l’aveva interrotta subito Liam lanciandole un occhiolino.
Era così evidente che cercava quel bradipo di Tomlinson?
“Grazie..” aveva sussurrato la ragazza dirigendosi verso la sua meta.
Prima di entrare era andata un’ultima volta a sistemarsi la chioma bionda in bagno e poi facendosi forza era arrivata davanti la porta della camera di Louis.
Delle voci provenienti dall’interno, però, l’avevano fatta bloccare.
“Perché?”
“Perché mi piace!”
Un risata.
“Ti piace?!”
“Anche troppo, cazzo”
Andrea sapeva che una delle due voci era di Louis ma non capiva proprio quale dei due.
“Smettila coglione”
“Sarebbe una shock tutto così all’improvviso, capisci?”
“Si, ho capito”
Lei non se lo aspetta”
Una rabbia disumana crebbe in Andrea.
Improvvisamente l’unica cosa che voleva fare era utilizzare la testa di Louis come pallina da baseball.
Si, perché, quel “lei” Andrea sapeva bene che era riferito ad una sola persona: Eleanor.
A quanto pare Tomlinson si era preso una vera e propria cotta per una ragazza tanto diversa da lei.
Probabilmente Andrea a Louis non era mai piaciuta per davvero. Un moto di tristezza la pervase che, però, subito si impegnò a scacciare.
Una volta trovati faccia a faccia da soli avrebbero fatto conti.
Per questo non perse tempo e senza tanti giri di parole spalancò la porta entrando in camera di Louis trovandolo insieme ad Harry a parlare sul letto.
Le espressioni dei due ragazze erano alquanto confuse.
Che ci faceva Andrea lì?
“Forza bel ricciolino o esci o ti faccio uscire io a calci”
La minaccia di Andrea spaventò Louis che si affrettò a prendere Harry per un braccio.
Andrea era furiosa e voleva stare sola con lui.
Che aveva fatto di male? Quella ragazza era un mistero per lui.
Harry scese velocemente dal letto per uscire ma l’amico lo strattonò indietro.
“Non ci resto da solo con te!” balbettò Louis guardando Andrea.
La ragazza scosse la testa “Non ti farò niente, Tomlinson, sta’ tranquillo.”
Harry spronò con lo sguardo l’amico a lasciarlo andare e questo timidamente lo fece.
Prima di chiudersi la porta alle spalle “Dopo mi racconti” mimò il riccio al ragazzo ancora seduto sul divano.

Una volta soli la bionda rivolse una sguardo carico di emozioni a Louis.
Neanche lei sapeva se in quel momento prevalevano la rabbia, la frustrazione, l’eccitazione, la tristezza, l’angoscia dentro di sé.
Si sentiva scoppiare.
Era in sovraccarico di emozioni.
Il ragazzo la guardò avvicinarsi e sedersi sul letto di fronte a lui.
Era bella.
Andrea sentiva il calore del corpo di Louis vicino al suo.
Scariche di adrenalina e brividi partirono dalle sua scapole seguendo la spina dorsale, Louis le faceva senza dubbio un bell’effetto.
Non sapeva quale strano potere avesse quel ragazzo su de sé ma una calma assurda la invase.
In quel momento c’erano solo lui e lei.
Niente Eleanor, niente sconosciuto dell’Italia.
Louis e Andrea.
“Allora, c’è un motivo per cui sono qui e-“
“Hai messo il rossetto?”
La ragazza sbuffò. Non era un buon inizio.
Non aveva ancora iniziato a parlare che già l’aveva interrotta.
Strinse le labbra in un linea per poi sospirare scocciata.
“Si ho messo il rossetto va bene?”
“Ti sta bene” ghignò lui.
Le guance di Andrea arrossirono facendo ridacchiare Louis che con un colpo di tosse riprese in mano la situazione.
“Dicevi?”
“Allora, ehm.. tu sai quello che è successo a San Valentino – sentì il ragazzo irrigidirsi – si, beh, è successo quello che è successo. Il giorno dopo non ti ho rivolto la parola e vorrei darti una spiegazione”
Louis aggrottò le sopracciglia “Non capisco”
“Lo so. Ma probabilmente quando leggerai questo-“
“No – la interruppe di nuovo lui – non capisco perché vuoi spiegarmi tutto solo ora. Dopo due mesi”
La ragazza schiuse la bocca per poi richiuderla.
“Perché.. prima non ho mai avuto coraggio”
E a Louis questo bastò per far abbattere l’esteriore corazza che Andrea aveva indossato prima di venire a parlare con lui.
“D’accordo, ti ascolto”
La ragazza tirò fuori il foglio e senza dire niente lo porse a Louis.
Più di una volta aveva assistito ad una scena simile.
Primo fra tutti era stato Niall a leggere quella lettera, poi era toccato a Giulia, a Lucia e Camilla ed ora Louis.
L’unico che davvero si meritava di sapere.
Andrea si aspettava una reazione pari a tutte le altre.
Sguardo confuso e sbigottito, labbra socchiuse.
Louis riuscì a sorprenderla.
Le mani gli tremavano per la rabbia quando accartocciò la lettera nei pugni chiusi, lo sguardo era furioso, le labbra serrate.
Si alzò dal letto portandosi le mani ai capelli.
“Louis” sussurrò la bionda sorpresa nel vederlo così alterato.
“Louis” ripeté più fermamente quando il ragazzo la ignorò.
Lui non poteva credere a quello che aveva letto.
Aveva rinunciato ad Andrea convinto di non piacerle solo perché una pazza schizofrenica le aveva chiesto gentilmente di aspettare che il principe azzurro dell’ Italia venisse a prenderla.
Era una cosa inaudita per Louis, quello che le aveva chiesto la madre e quello che aveva fatto Andrea, ovvero assecondarla.
“Tu vuoi dirmi che se non fosse stato per quello schifoso di pezzo di carta saresti uscita con me?!”
La ragazza abbassò il capo.
Ormai il danno era fatto, Louis era furioso.
Perché dire di no quando la risposta era si, si e ancora si?
“Si”
Il ragazzo si prese la testa fra le mani mentre il puzzle risultava completo ai suoi occhi.
Non sapeva, però, che la ragazza non la vedeva allo stesso modo.
Louis si avvicinò ad Andrea quel tanto per guardarla bene nelle iridi degli occhi.
“Mi dispiace non avrei dovuto dirtelo” sussurrò la ragazza.
“No, non è vero. Hai fatto bene. – un piccolo sorriso increspò le sue labbra – Dio, se non fosse stato per quella merda di lettera io sarei impazzito, cazzo”
La bionda scosse la testa.
No, non capiva. Non riusciva a capire.
“Senti Louis, non capisco. Sembri contento del fatto che è dal quel quattordici di febbraio che mi piaci ogni giorno di più”
Il ragazzo stavolta sorrise ampiamente mentre il suo cuore scoppiava dalla felicità.
La ragazza invece si accigliò. Puntò un dito contro il petto di Louis alzandosi dal letto.
“Ora ho capito! Possibile che tu sia così meschino? Sei contento di vedermi star male mentre tu te la spassi con quella El del cavolo!”
Louis se possibile rise ancora di più.
“Sta’ zitta, porca troia” disse afferrando Andrea per i fianchi e facendole sbarrare gli occhi. Sia per il gesto che per il linguaggio.
“L’ho lasciata, ok?”
La ragazza schiuse la bocca. “Cosa?”
“Ho lasciato Eleanor. Non mi piace usare le ragazze e con lei lo stavo facendo solo per dimenticarmi di te”
“Di me?”
Louis sorrise. “Pensi davvero che io abbia rinunciato a te così facilmente?”
Andrea arrossì mentre la presa sui suoi fianchi diminuiva.
“C’ho provato ma Eleanor non era come te..”
Le budella di Andrea si attorcigliarono dalla felicità mentre Louis le diceva quelle parole.
“Tu mi piaci Andrea e pure tanto, cazzo”
“Smettila di dire cazzo!” lo rimbeccò subito la ragazza facendolo ridere.
Il ragazzo provò ad avvicinarsi a lei che, però, lo tenne a distanza.
“Ma.. prima di entrare ho.. origliato – fece una smorfia – la conversazione con Harry, quindi-“
“Eri tu la ragazza di cui parlavo, si” la tranquillità e semplicità con cui Louis parlò spronarono Andrea a prenderlo a schiaffi.
Di fronte al suo sorriso smagliante e impertinente, però, le forze le mancarono e Louis ne approfittò per riafferrarla per i fianchi.
Si osservarono a lungo silenziosamente prima di parlare.
“Non sono mai stata una brava bambina, non ho mai dato ascolto a quello che mamma mi diceva di fare..”
Louis sorrise.
“Perché dovresti farlo stavolta, quindi?”
“Infatti non lo farò”

Ci sono tanti tipi di baci.
Quelli sulla guancia, sul naso, sulla fronte, sulle palpebre, sul collo, sulle labbra.
Quelli sulle labbra sono i più importanti.
Perché possono essere frettolosi, semplici, disperati, appassionati, erotici, delicati, freschi, al sapore di menta.
Quando Louis trovò le labbra di Andrea, in quel sabato pomeriggio di primavera, la ragazza potè giurare di non aver mai ricevuto un bacio così bello in vita sua.
Il primo che si erano scambiati era niente in confronto a quello che stavano creando in quel momento.
Non era catalizzabile il bacio che stava ricevendo da Louis.
Era troppo.
Troppo bello, troppo perfetto, troppo romantico, troppo soddisfacente.
E Andrea stava bene.
Stava bene perché finalmente le sue labbra potevano catturare quelle di Louis e perché per la prima volta nella sua vita si sentiva unica.
Ma unica nel senso di unita.
Le metà che avevano padroneggiato in lei ora combaciavano perfettamente come le labbra sue e di Louis.
Erano pezzi di un puzzle che erano stati troppo tempo a cercarsi e rincorrersi fino ad incontrarsi ed unirsi in un tutt’ uno.
E Andrea stava bene.
E anche Louis stava bene.
Perché stavolta non erano marroni i capelli della ragazza che stava baciando con troppo amore, ma erano color del grano e sapeva che gli occhi nascosti dalle palpebra abbassate non erano scuri e castani ma color miele.
Per questo Louis fece scorrere le sue mani sulle braccia di Andrea raggiungendo le dita della ragazza che erano intrecciate tra loro con la lettera nel mezzo.
Per questo il ragazzo prese il foglio strappandolo in mille pezzi.
Andrea, a quel rumore, si staccò osservando le mani di Louis impegnate in quel lavoro.
Il ragazzo tirò in aria ciò che era rimasto di quella lettera facendo ricadere i piccoli coriandoli sopra di loro.
La risata di Louis contagiò quella di Andrea che si ritrovò ben presto le labbra incollate a quelle del ragazzo in un bacio che serviva a ripagare tutto il tempo in cui non erano stati insieme.
In un bacio che, sicuramente, non sarebbe stato l’ultimo.




“Allora ragazzi, grazie mille per essere qui – Niall sorrise di nuovo – ci tengo molto. E-“
“Aspettate, Louis e Andrea?”
Tutti i ragazzi si guardarono tra loro mentre Niall sbuffava per l’ennesima volta.
Dubitava seriamente di riuscire a completare il discorso che si era preparato.
“Oh, è vero, sono in camera!” se ne uscì improvvisamente Harry facendo spostare tutti gli occhi su di lui compreso lo sguardo di Giulia.
“A fare che?” ammiccò Zayn stringendo possessivamente un fianco di Camilla.
Il riccio sorrise “Dovevano.. parlare”
Schiamazzi da stadio si sollevarono tra quei ragazzi che ammiccavano maliziosi facendo ridere Lucia, Camilla e Giulia e facendo disperare maggiormente Niall.
Tra una risata e l’altra gli occhi verdi di Harry si posarono su Giulia esaminandola attentamente.
Gli sembrava così distante.
L’ultima volta che si erano visti, alla cena che Niall aveva organizzato, lei aveva provato a riappacificare i rapporti e lui –anche se non l’aveva dimostrato- aveva apprezzato quel gesto.
Giulia gli aveva dimostrato di tenerci alla loro storia.
E quel giorno, che non l’aveva guardato in faccia neanche una volta, non capiva cosa era cambiato.
“Vado a chiamarli” si propose Liam e “Ti accompagno!” gli disse Lucia sorridendogli e avvolgendogli il busto con le esili braccia.
“Non entrare – lo ammonì la ragazza prima che Liam potesse anche solo provare ad abbassare la maniglia – potresti interromperli mentre discutono”
Quindi si accontentarono di bussare alla porta.
“Lou?” lo chiamò Liam non sentendo alcun rumore.
“Andrea? Tuttto bene?” si aggiunse allora Lucia.
Una risata risuonò dalla stanza facendo sorridere Lucia e Liam.
“Che c’è?!” urlò Louis dalla sua camera.
“Niall ci vuole tutti in salotto.. compresi voi due!”
Un’altra risata più fragorosa della precedente spinse i due ragazzi ad abbassarsi e sbirciare dalla serratura della porta.
Louis stava facendo il solletico ad Andrea stesi sul letto.
Videro il ragazzo tappare la bocca della ragazza con il palmo prima di rispondere “Arriviamo!” e poi sostituire la sua mano con le sue labbra.
Liam e Lucia si guardarono sorpresi prima di lanciarsi in salotto ridacchiando sommessamente.
“Allora?” chiese Camilla che sedeva sulle ginocchia di Zayn comodamente seduto sul divano.
“Stanno arrivando”
E così fu.
Dei passi risuonarono per le scale prima che Louis e Andrea fecero capolino.

Non ci volle molto ad immaginare a tutti i presenti cosa fosse successo in camera di Louis considerati i capelli spettinati di entrambi e le evidenti tracce di rossetto che spiccavano sul colletto della maglia bianca di Louis.
Ai ritardatari, comunque, non fu fatta alcuna domanda impertinente e, silenziosamente, i due andarono rispettivamente al fianco di Giulia e Harry con dei bei sorrisi stampati in volto.
“Dicevate?” chiese Louis strofinandosi le mani e raccogliendo i lasciti di un possibile bacio con Andrea passando la lingua sulle labbra –gesto che, purtroppo, non passò inosservato-
“Sono contento di avervi qui perché tengo molto a questa giornata” Niall ricominciò a parlare con un grande sorriso in volto e quasi tutti erano attenti a ciò che diceva.
Harry no.
Era troppo impegnato ad osservare lo sguardo tormentato di una ragazza dai bei capelli castani poco distante da lui.
Harry era stato la distrazione di Giulia, la sua cura dalla vita di tutti giorni.
Questo l’aveva fatta scappare ma la ragazza aveva imparato la lezione e, quindi, Harry era sicuro che lei non avrebbe ricommesso lo stesso errore.
Lui voleva continuare ad essere una cura per lei.
Per questo, quasi senza rendersene conto, si era avvicinato alla ragazza.
Lei aveva seguito ogni suo movimento agitandosi ogni volta che la distanza fra loro diminuiva.
Harry per lei era sempre il bellissimo ragazzo di cui si era innamorata ma ancora non era riuscita a fare pace con il lato oscuro che le aveva mostrato giusto la sera prima.
Non le serviva molto a Giulia.
Le bastava uno “scusa” da parte di quell’incantevole riccio dagli occhi verdi e tutto sarebbe tornato come prima.
Non era questione di orgoglio, era solo paura.
Giulia voleva essere sicura che Harry si fosse reso conto della sciocchezza che voleva fare e che stava per fare la sera precedente.
Per questo aspettava pazientemente –ma con troppa ansia- una qualsiasi parola da parte del ragazzo.
Harry guardò le piccole mani di Giulia stese lungo i fianchi inespressive.
Senza pensarci ne afferrò una che strinse fra la sua.
La osservò bene, ammirandola, quasi fosse un’importante opera d’arte ma poi aggrottò le sopracciglia.
Un brutto livido padroneggiava sul polso della ragazza.
Gli occhi verdi scrutarono quelli marroni trovandoli affaticati e sofferenti.
“Chi ti ha fatto questo?” sussurrò il ragazzo mantenendo lo sguardo sul segno viola.
Quindi non vide l’espressione di stupore e paura che aleggiò negli occhi della ragazza. Non vide come si riempirono di lacrime e come queste vennero rimandate indietro.
Non vide niente di tutto quello che il volto di Giulia subì scosso dalle emozioni.
Emozioni negative, ovviamente.
Harry neanche ricordava cosa le aveva fatto passare la sera prima.
O, forse, non voleva ricordarlo?
Domande a cui non sapeva rispondere e a cui non voleva rispondere in quel momento.
Era stanca.
Stanca di avere problemi su problemi.
Di essere sempre l’ultima a trovare la felicità.
E quindi, mentre il sorriso di Niall si allargava maggiormente e chiamava a gran voce una certa “Charlie”, Giulia sfilò la sua mano da quella di Harry e senza guardarsi indietro uscì di casa.




SHERBEEEEEEEEEEET!
ehiehiehi bellocceeee!
scusate il ritardo ma a quanto pare neanche finita la scuola riesco a trovare un buco per aggiornare, che amarezza çç
in compenso sono arrivata con un capitolo nueeeeevoo di zecca e pieno di felicità!
louis e andreaaaa aaah jncjwnkjxaskmkw
ho finito di scrivere questo capitolo alle 2.17 non ci stavo più con la testa e, inoltre, l’ho fatto dopo che i nostri guyyyss sono stati premiati “best band” e “bast fans”
quindi non so davvero cosa può essere venuto fuori ma stavo abbastanza sclerata, ecco perché è pieno di parolacce, lol.
(ok, lo ammetto, trovo che louis sia qualcosa di disarmante quando scrive parolacce di twitter)
beh, niente, la finisco qui.
spero di non avervi deluse dalle recensioni che lasciate stavate aspettando louis e andrea da un bel po’!
più tardi vado a rispondere alle recensioni, un bacio!
-caro




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Capitolo 35
*** I escape, you search and we find out. ***


Leggete l'angolo autrice è importante, credo...

I escape, you search and we find out.



Scappargli.
Giulia non faceva altro nell'ultimo periodo perché quel verde oltre che condizionarla la faceva anche fuggire inesorabilmente.
Non riusciva proprio a spiegarsi il motivo per cui per quanti passi facesse in avanti – verso la sua felicità, il suo amore, il suo Harry – tanti fosse costretta a farli indietro, permettendo al suo obbiettivo di rimanere sempre lì o addirittura di farsi ancora più distante.
Quando aveva finalmente capito che Harry era ciò che le serviva, ciò di cui aveva bisogno, qualcosa l'aveva di nuovo messa in guardia: un lato di lui che sperava, anzi, voleva non rivedere mai più.
Sì, perché nonostante una parte di lei le diceva che poteva ricapitare il suo cuore sperava. Sperava che tutto ciò fosse dovuto solamente all'alcol, che quello fosse solamente un brutto sogno e che tutto tornasse alla normalità e se non poteva aspettarsi questo allora sperava che lui la cercasse e si scusasse.
Era buffo come ogni cosa all'interno della ragazza urlasse pensieri contrastanti, il suo corpo si era come schierato scegliendo due filoni di idee totalmente diverse e naturalmente questa indecisione, questa lotta a colpi di ricordi, si rispecchiava chiaramente all'esterno in una corsa tentennata. Giulia infatti correva incerta, non sapeva dove andare, non sapeva dove nascondersi.
Sul nascondersi le due parti nel suo corpo trovavano un punto d'incontro nonostante fossero spinte da diverse motivazioni: una parte aveva paura e quando si ha paura, si sa, ci si nasconde, mentre l'altra aveva un assurdo senso di malinconia verso le giornate spese con Harry a giocare a nascondino.
Così lei, stufa di correre, le aveva accontentate entrambe ed era tornata nel luogo in cui tutto era cominciato, in cui lei aveva visto per la prima volta Harry. E sebbene potesse sembrare un cliché, aveva incurantemente infilato le chiavi nella toppa della serratura che apriva il pub e ci si era fiondata dentro, richiudendo a chiave il locale e accovacciandosi per terra dietro il bancone.


Niall nonostante Giulia se ne fosse andata sbattendo con violenza la porta aveva continuato a parlare quasi come se non l'avesse sentita affatto.
Era troppo contento ed euforico per prestare attenzione a ciò che era avvenuto nella stanza così si spiegava quelle facce stralunate -perché gli altri invece si erano accorti di tutto- con il fatto che lui avesse appena presentato Charlie.
Quando un ragazzo moro, piuttosto alto e ben piazzato, con degli scurissimi occhi neri, infatti, era entrato per un millesimo di secondo tutti avevano sgranato gli occhi.
Quando il suo ragazzo moro, più alto di lui e con gli occhi così scuri ed intensi da sembrare quasi caffè liquido era entrato lo sguardo di tutti era saettato sul viso di Niall così sereno e sicuro di aver fatto la giusta scelta nel rivelare finalmente la sua omosessualità.
L'urlo di Andrea che con uno scatto si era alzata in piedi però l'aveva sentito.
“Che cosa le hai detto?”
Si era avvicinata minacciosamente ad Harry che con lo sguardo fisso davanti a sé non dava segni di vita. Non si era mosso da quel divano che era diventato incredibilmente scomodo, non ne aveva avuto il coraggio.
Piccole ipotesi si facevano spazio nel suo cervello, mettendogli una paura folle.
Che cosa aveva fatto?
Aveva alzato lo sguardo puntandolo in quello della ragazza bionda furiosa che lo sovrastava, ma non le aveva risposto.
“Porca troia Harry, rispondimi!”
Di nuovo la voce di lei aveva risuonato alta, chiara ed estremamente arrabbiata tra le pareti della stanza ma quando ancora una volta aveva ricevuto in risposta il silenzio del ragazzo non era riuscita a trattenersi.
Si era fiondata su di lui, le mani strette a pugno con un unico obbiettivo: il suo volto.
Aveva centrato il suo zigomo sinistro prima che delle braccia la prendessero per la vita e la allontanassero da Harry che cercava di ripulirsi dal sangue che gli scendeva copioso dal labbro superiore spaccato.
“Andrea, perché l'hai fatto?” le aveva chiesto allora Louis afferrandole il volto tra le mani per guardarla negli occhi che invece erano puntati su qualcosa alle sue spalle: “Se lo meritava!”
Harry a quelle parole sussurrate con astio si era alzato dirigendosi anche lui verso la porta e uscendo senza dare spiegazioni a nessuno, voleva andare a cercarla.


Rincorrerla.
Ultimamente Harry non l'aveva fatto abbastanza.
Le aveva permesso di scappare, di sfuggirgli dalle mani, di fare passi indietro e di allontanarsi da lui così tante volte ultimamente che quasi se ne vergognava.
Non riusciva proprio a spiegarsi il motivo per cui non aveva fatto mai niente per non permetterglielo, anzi se poteva le aveva addirittura spianato la strada rendendole la fuga ancora più semplice, se poteva.
Ma ora era diverso.
Ora, dopo quel doloroso pugno di Andrea, aveva capito che la cosa migliore da fare era rincorrerla.
Cercarla all'infinito finché non l'avrebbe trovata.
Cercarla a casa sua, al parco, a casa dei ragazzi oppure all'università e capire.
Capire ciò che era successo perché quel presentimento che lo tormentava non gli piaceva affatto e la certezza di essere in qualche modo colpevole lo assaliva a poco a poco, facendo risuonare nella sua testa le parole della bionda: “Se lo meritava”.
Correndo aveva raggiunto tutti i posti in cui credeva che la ragazza si potesse trovare e solamente quando non l'aveva trovata in nessuno di questi aveva pensato a dove tutto era cominciato.
No, Harry non era mai stato molto perspicace.


La sentiva piangere da fuori la porta del pub.
Harry sentiva i singhiozzi di Giulia farsi sempre più forti ogni volta che lui bussava o le chiedeva di aprirgli e non riusciva a sopportarlo.
“Giulia, per favore, aprimi...” aveva appena sussurrato appoggiandosi con la fronte alla porta e quando aveva chiuso gli occhi un'immagine lo stava aspettando sotto le palpebre.
L'immagine dei suoi polpastrelli che combaciavano esattamente con i lividi intorno al polso della ragazza e come sfogliando un album di fotografie anche tutte le immagini della sera precedente che aveva rimosso nel post-sbornia gli erano scorse davanti.
Quel presentimento che aveva avuto era più che fondato e la causa di tutta la paura che aveva visto negli occhi di Giulia era lui.
Lui.
Chi l'avrebbe mai detto che fosse capace di fare una cosa del genere?
Si vergognava di quello che l'alcol l'aveva portato a compiere, si vergognava di quello che aveva tentato di fare alla ragazza.
Quando i suoi pensieri si erano fatti meno rumorosi e avevano smesso per un momento di riempirlo di insulti e lui era tornato ad udire chiaramente il pianto disperato della ragazza che amava un suo pugno era andato a finire contro la porta.
“Sono stato io...” aveva sussurrato pieno di sensi di colpa e si era lasciato scivolare contro il legno ritrovandosi a terra, la schiena appoggiata al legno, le braccia appoggiate sulle ginocchia e le mani a penzoloni come la testa.
All'interno del pub, Giulia si trovava nella stessa posizione ed aveva smesso di piangere.
“Sono stato io... - aveva ripetuto Harry – E' colpa mia...”
Le lacrime stavolta scendevano dal suo di volto e lui non riusciva proprio a fermarle.
“Scusa” era riuscito solamente a pronunciare flebilmente con la voce rotta e qualcosa dentro di lui a pezzi e se Giulia non avesse smesso di piangere le scuse che tanto aspettava non le avrebbe sentite.
Quanto tempo era passato prima che il ragazzo smettesse di piangere e incominciasse a cercare il coraggio di parlare nessuno dei due lo sapeva.
Giulia sapeva solamente che quel pianto avrebbe tanto voluto non sentirlo.
Harry sapeva solamente che aveva fatto una grande cazzata e che nessuna frase fatta, nessuna lacrima versata avrebbe fatto tornare tutto alla normalità.
“Se potessi tornerei indietro nel tempo, credimi. – aveva iniziato molto a bassa voce, lasciando la testa indietro e poggiandola sulla porta - Tornerei a quel giorno in cui ti ho chiesto di uscire e non lo farei...”
Un singhiozzo era scappato a Giulia che silenziosamente aveva ricominciato a piangere.
“Non fraintendermi io... io ti amo ed è per questo che non l'avrei fatto di nuovo”
Osservando il cielo, Harry aveva ascoltato i loro respiri, entrambi affannati e pesanti dal pianto: “Ti ho promesso troppo e non sono riuscito mantenere niente, ti ho lasciato andare quando non dovevo, ti ho ferito perché mi ero sentito ferito a mia volta ma questo certamente non giustifica il mio comportamento.”
Giulia, asciugandosi l'ennesima lacrima che silenziosa scivolava sul suo viso, si era voltata ed ora con gli occhi terribilmente rossi scrutava la porta come volendo che non ci fosse più, come volendo oltrepassarla con lo sguardo per poter osservare direttamente il ragazzo.
“Non so cosa mi abbia spinto a farti del male ieri, tra noi sei tu la strizzacervelli... - Giulia aveva sorriso per quel bizzarro nome con cui Harry si ostinava a chiamarla, lui però no, non l'aveva fatto – e mi dispiace terribilmente, capisco che tu possa avere paura e non ti biasimo, affatto.”
Non l'aveva fatto perché in quel momento se avesse potuto si sarebbe picchiato da solo tanto si vergognava di sé stesso.
Tanto si faceva schifo.
E se il pianto di Giulia non riusciva più ad udirlo voleva dire che lei era d'accordo con ciò che stava dicendo, sicuramente non l'avrebbe più voluto.
“Tuttavia non posso tornare indietro nel tempo, non riesco nemmeno ad allontanarmi da questa porta sapendo che tu sei dall'altra parte!”
Il suo tono di voce sembrava frustrato, lui si sentiva impotente non riuscendo ad andarsene dalla vita di Giulia, per il suo bene.
Perché a lui Giulia serviva, la amava e ne aveva un tremendo bisogno.
E il suo egoismo lo teneva legato a quella porta.
“Ho sbagliato, abbiamo sbagliato, quindi ricominciamo da capo. Ti va?”
Aveva aspettato, speranzoso in una risposta affermativa, con le mani chiuse a pugno e gli occhi anche loro chiusi, strizzati in due piccole fessure ma Giulia non aveva risposto proprio, anzi, serrando la bocca aveva persino smesso di respirare.
Piangeva? No.
Lo aveva perdonato? Forse.
Era felice? Sì, molto.
Così il ragazzo si era lasciato andare ancora di più contro la porta ed aveva sussurrato, stanco: “Non lasciarmi andare, ti prego.” e lei aveva poggiato il palmo della mano sinistra sul legno, sentendo quasi il calore che emanava il corpo di Harry.
“Non voglio farlo” aveva soffiato alzandosi repentinamente in piedi e, facendo scattare la chiave, aveva lasciato che la porta si spalancasse sotto il peso del riccio.
“Cosa...” aveva esclamato lui, un po' perché non aveva sentito quello che Giulia aveva detto e un po' perché si era ritrovato con la schiena a terra, disteso a fissare il soffitto, ma non aveva dato molto peso a nulla perché poco dopo aveva sentito le labbra carnose sella mora poggiarsi sulle sue, così, al contrario.
Giulia aveva avuto fretta di farle combaciare di nuovo e allora non aveva dato molto peso a dove o a come si trovassero, aveva pensato solo a chiudere gli occhi e ad avvicinarsi e loro erano rimasti in quella posizione per molto, accarezzandosi e baciandosi sotto sopra.
Harry la accarezzava e la baciava sotto sopra con una tale delicatezza e una tale paura che sembravano innaturali.
Giulia lo accarezzava e lo baciava sotto sopra con una grinta e una passione che erano maturate in quei giorni in cui era stata costretta solamente a guardarlo da lontano.


Trovarsi.
Spesso si erano trovati giocando a nascondino, ma mai come quella volta.
Quella volta sapevano sarebbe stata l'ultima, non si sarebbero più nascosti e non sarebbero più scappati l'una dall'altro.
Giulia aveva trovato un ragazzo che le aveva abbattuto i muri che lei si era costruita tutt'intorno.
Harry aveva trovato una ragazza che invece lo faceva rimanere con i piedi ben saldi a terra.
Entrambi avevano trovato qualcuno con cui poter camminare mano nella mano, qualcuno che aveva stravolto il loro mondo, li aveva buttati a terra e che li aveva risollevati da lì.
Qualcuno di cui avevano bisogno, qualcuno da cui dipendevano.
Qualcuno a cui mancavano e qualcuno che li avrebbe aspettati la sera tornati da lavoro.
Più semplicemente Giulia e Harry, però, avevano trovato la loro parte mancante.
Perché un tempo gli uomini erano esseri perfetti, non mancavano di nulla e non c'era distinzione tra uomini e donne. Ma Zeus, invidioso di tale perfezione, li aveva spaccati in due e da allora ognuno di noi è in perenne ricerca della propria metà.
Trovandola si dovrebbe tornare all'antica perfezione ma col passare del tempo gli angoli, le parti da incastrare si smussano e le persone cambiano, così quando si trova la propria metà bisogna accettarne i difetti.
La ragazza questa storia la conosceva e la vedeva come una favola che forse un giorno avrebbe raccontato ai suoi figli o ad Harry.
E, sembrerà un po' strano, ma a Giulia piaceva pensare che fosse stato proprio questo quello che era accaduto ad entrambi in quei mesi.






Holaaaaa Amigosssssssss!
Hey, segnatevi sul calendario questo fottuto giorno perché ce l'ho fatta a postare in tempo u.u
Beh, ecco ora 4 su 4 coppie sono a posto... sapete cosa vuol dire questo?
Ve lo dico dopo.
Adesso concentriamoci su due punti fondamentali:
puntouno: Giulia e Harry hanno fatto pace yeeeeeeeeeeeah, cosa ve ne pare?
Puntodue: Niall e... Charlieeeeee! Sì, il nostro irlandese preferito era dall'inizio della storia che volevamo farlo gaio e vi abbiamo disseminato i capitoli di indizi ma a quanto pare non ve ne siete accorte... vi lascio un piccolo esempio!

“Insomma c’è questa… persona che in qualche maniera riesce a farmi cambiare umore da un momento all’altro, anche con poche semplici parole. Mi rende felice nelle giornate buie con un solo sorriso e quando sto con lui mi sento pieno, completo, ma comunque leggero. Sento di poter fare qualunque cosa e ogni sua più piccola azione può influenzare le mie. Sento di star bene anche con ogni suo, grande o piccolo che sia, difetto e vorrei gridargli in ogni momento di essere perfetto perché anche se pensa di no ai miei occhi lo è”
“Giulia io sento di amarlo

Eh eh, pensavate che le vostre care vecchie avessero sbagliato, neh? No!
Vabbé ditemi cosa ne pensate :)
Now dovrei svelarvi cosa significa... nah, facciamo passare un altro po' ahahaha
SO CHE IN QUESTO MOMENTO MI ODIATE <3
Vi lascio il link della nuova long che questa volta voglio provare a scrivere da sola, nell'attesa di un lampo di genio di Caro per scriverne una a quattro mani come questa.
Ecco il banner, cliccateci sopra belle!



Bene, ora credo sia arrivato il momento.
Questo... è... * rullo di tamburi * L'ULTIMO CAPITOLOOOOOOO
Sì ragazze, il prossimo sarà l'epilogo e poi potrete dire di aver sopportato due idiote come noi per un'intera storia... sentitevi... non lo so... sentitevi quello che vi pare c:
Ora vado che questo angolo autrice è troppo lungo.
Vi voglio a tutte bene, anna <3
-dato che è l'ultimo capitolo che posterò su questa storia era ora che vi dicessi il mio vero nome, come una persona seria-




 

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Capitolo 36
*** 9 mesi dopo. ***


9 mesi dopo.



Niall sorrideva.
Sorrideva con le labbra, sorrideva con gli occhi, sorrideva con il cuore.
Sorrideva con le mani sudate, i capelli perfettamente pettinati verso l’alto freschi di tinta bionda, la sciarpa calda avvolta attorno al collo.
Sorrideva mentre calciava un sassolino a terra, mentre sbatteva contro una signora, mentre pestava accidentalmente i piedi del ragazzo che gli camminava accanto.
Niall sorrideva perché aveva quel ragazzo che gli stava accanto.
Perché quel ragazzo che gli stava accanto, l’aveva conosciuto per caso e gli aveva fatto perdere la testa fin dal principio.
“Niall”
Perché quel ragazzo che gli stava accanto, gli provocava giramenti di testa quando sorrideva.
“Dimmi Charlie”
Perché quel ragazzo che gli stava accanto –Charlie- , un giorno gli aveva comprato il gelato alla nocciola e lui odiava la nocciola.
“Sai, un giorno dovresti venire a conoscere i miei”
Perché Charlie invece di passare il Natale con i parenti, l’aveva passato a mandargli messaggi.
“Davvero?! Sei sicuro?”
Perché Charlie, gli aveva fatto lo sconto la prima volta che lui era andato a comprare il giornale nella cartoleria dove lavorava.
“Non fare quella faccia. Gli ho parlato di te. Sono curiosi di conoscerti”
Perché Charlie da quel giorno lo aspettava alle 9.05 per il quotidiano del giorno e glielo vendeva gratis.
“D’accordo. Mi fa piacere, verrò”
Perché Charlie gli aveva fatto sentire musica reggae ed ora era il suo stile preferito.
“Perfetto. E poi voglio presentarti una persona importantissima e speciale per me..”
Perché Charlie gli aveva detto di volere gli occhi color ghiaccio come i suoi.
“…”
Perché Charlie, andava una volta alla settimana a trovare i bambini malati all’ospedale e lo faceva venire con sé.
“Sto scherzando stupido!”
Perché Charlie lasciava sempre una monetina ai barboni.
“Non è divertente. Smettila di ridere!”
Perché Charlie, quando l’aveva baciato, vergognandosi, gli aveva detto che l’aveva confuso per la ragazza che gli piaceva.
“E dai, Niall. Lo sai che per me ci sei solo tu! È mia sorella la persona speciale. Voglio fartela conoscere”
Perché Charlie, il giorno dopo averlo baciato, si era presentato a casa sua, quasi urlandogli in faccia di essere gay.
“Va bene. Come si chiama tua sorella?”
Perché Charlie era un uomo. E anche lui lo era.
Perché si amavano e non volevano nasconderlo.
E perché non c’erano perché, era così e basta.
“Amanda”





“Amanda?”
“No, dai!”
“Cecilia”
“Bocciato”
“Milly”
“Non è un cane”
“Phoebe”
Camilla non era mai stata una persona semplice.
Una ragazza che viene chiamata ‘maschiaccio’ ad ogni ora della giornata non è assolutamente una persona semplice.
Non le era mai importato del giudizio degli altri, di vestirsi alla moda, dei ragazzi, di farsi una famiglia.
E, quindi, non capiva proprio come tutto a un tratto si trovasse incinta, con il ragazzo più bello del mondo a stringerle la mano mentre decidevano il nome del loro futuro bambino.
Sorrise a Zayn “Phoebe mi piace”.
Il ragazzo l’ aveva abbracciata accarezzandole la pancia lievemente sporgente.
“E se è un maschietto?”
Zayn che corrucciava le sopracciglia, il broncio che si formava, uno sbuffo.
“Perché non ci siamo fatti dire il sesso del piccolo?!”
La risata cristallina di Camilla.
“Perché così c’è più divertimento!”
“Non c’è divertimento, tesoro. Sono io quello che passa i pomeriggi su internet a cercare liste di nomi”
Camilla che abbracciava il suo ragazzo e gli lasciava una carezza.
“Se è un maschietto chiamiamolo Ian, ti piace?”
E Zayn che ci pensava, socchiudeva gli occhi, immaginava chiamare a gran voce il piccolo neonato, scattargli una foto mentre andava alla sua prima partita di pallone.
“Ian. – sorriso – si, è perfetto”
Camilla si accasciava sul divano, stanca.
“Solo altri cinque mesi, ci credi?” le chiedeva Zayn baciandole le pancia.
E, in verità, no, non ci credeva.
Era troppo felice per crederci.
Era in questi momenti, quando si stendeva sul divano con Zayn che le baciava una mano, mentre guardavano un film o addirittura mente cercavano su internet una culla che non costasse troppo che si rendeva conto di quanto era fortunata.
Di quanto era stata fortunata.
Di come tutti i casini che erano successi l’avessero fatta crescere, di come era riuscita a trovare una persona che la faceva stare bene, che la faceva sentire sé stessa, che la amava e che lei amava.
L’amore dà vita.
Camilla l’aveva capito solo a diciannove anni suonati.




Giulia l’aveva capito solo a diciannove anni suonati.
Vi state chiedendo cosa?
Beh, che non è mai troppo tardi per rincorrersi al parco, per ridere di ogni sciocchezza, per trasgredire al mondo dei grandi.
Per ritagliarsi uno spazio da condividere solo con chi si vuole, per andarsene e tornare, per chiedere scusa, per perdonare, per farsi perdonare.
Per costruire un futuro insieme, per prendere decisioni doverose e semplici.
Per giocare.
Per vivere.
Per amare.
Per prendere una laurea in psicologia.
Soprattutto a quello Giulia doveva pensarci bene.
“Dai Giulia” aveva detto, di nuovo, Harry.
La ragazza aveva riso sfuggendogli e correndo più lontano.
“E l’università?” aveva chiesto mentre il riccio la raggiungeva con le fossette in vista.
“Sono più importante io o l’università?”
“L’università senza dubbio, mio caro Harold”
Ed Harry aveva sbuffato perché sua madre non era riuscita a stare zitta e mentre pranzavano tutti insieme aveva spifferato a Giulia che Harry odiava essere chiamato Harold.
“Allora credo che andrò a prendermi una cioccolata calda con quella ragazza con gli occhiali laggiù” e ghignando le aveva dato le spalle.
“Harold non provare ad andartene da qui!” l’aveva richiamato lei, il sorriso ancora sulle labbra pitturate di burro cacao.
“Tu preferisci l’università a me. E insisti a chiamarmi Harold!”
“Ammetti che quel nome ha un suo fascino! – era scesa dall’altalena con un balzo – e sai che per me ci sei te sopra a tutto”
Ed Harry –o Harold?- aveva sorriso perché era tutto un gioco con Giulia.
Tutto, tranne quello che provavano l’uno per l’altra.
“Allora mi aspetto un si”
E con le mani sulle guance del ragazzo “Ripeto: e l’università?” aveva chiesto di nuovo Giulia.
Ed Harry aveva sbuffato “Anche io ripeto: sono più importante io o l’università? – due dita ad accarezzare il volto della ragazza – qualche settimana di svago solo io e te, dai”
“Solo se porti ‘Il piccolo principe’” un sorriso impertinente in volto.
“Perfetto!” il tempo di esultare da parte di Harry che l’aveva sollevata in aria.
“Mettimi giù!”
“Dammi un bacio”
Labbra che si sfioravano, sorrisi che si incontravano.
E Giulia “Quando partiamo mio cavaliere?”
“Anche stasera, mia principessa!”
“Oh, si. Rende il tutto molto da film americano!”
Harry che rideva.
E Giulia che si beava di quel suono perché amava la sua risata.
E amava lui.
“Ma dove andiamo a prenderci questa vacanza?” una domanda più che lecita da parte di Giulia.
“Non so. Io aveva qualcosa in mente, tu?”
Un sorriso impertinente.
Uno di quelli che Harry amava.
Perché amava lei.
“Spara”
Un amore grande come il loro nella città dell’amore.
“Parigi”




“Parigi – le vie illuminate dai lampioni, sotto la Tour Effeil Jonah e Michael si incontrano per il loro primo, ufficiale, appuntamento.”
Lucia sorrideva mentre, camminando leggiadramente, si guardava intorno immaginando che al posto delle pareti blu, delle finestre, delle travi del soffitto ci fossero alberi, piante, francesi, negozi di baguette e la torre Effeil di fronte a lei.
Esercitazione di recitazione.
“Jonah”
Lucia si era voltata. Un grande sorriso sulle labbra rivolto a Step, il suo compagno di recitazione, che impersonificava Michael.
“Jonah, sei arrivata”
Le mani della ragazza intrecciate tra loro, timidamente.
“Si, eccomi. Oggi Parigi è più bella del solito”
“Parigi è sempre la stessa città. Sei te che la rendi più bella, Jonah”
Michael accarezzava la guancia di Jonah dolcemente.
“D’accordo, stop! – Philip, l’insegnante di recitazione, li aveva interrotti – passiamo direttamente alla scena dove ballano”
Una risatina dal fondo sala.
Lucia si era voltata ed aveva guardato severamente il ragazzo con la voglia sul collo che, in silenzio, aveva osservato tutta la lezione standosene laggiù fin dall’inizio.
“Parigi – un giovane con un violino in spalla inizia a suonare una romantica canzone. Michael non ci pensa due volte: afferra la mano di Jonah e i due iniziano a ballare.”
Philip aveva parlato di nuovo, introducendo la scena, prima di dare il via con il capo.
Michael aveva afferrato Jonah per il braccio.
“Balla con me”
“Non so ballare” e Lucia sapeva bene che non era solo una battuta di copione, ma anche la verità.
“Lasciati andare”
Pochi passi erano stati improvvisati.
Risultava difficile a Lucia cercare di non pestare i piedi del partner momentaneo.
Aveva goffamente appoggiato le sue braccia alle spalle di Step cercando di mascherare la sua non bravura nel ballo.
“Rifacciamo – Lucia aveva guardato Philip con uno sguardo carico di scuse – Lucia devi cercare di essere un po’ più sciolta”
“Dai non è difficile. Segui me” le aveva fatto l’occhiolino Step.
E di nuovo avevano tentato di ballare.
Lei cercava di essere il più aggraziata possibile e di seguire i passi di Step, lui approfittava dell’insicurezza di Lucia per trascinarla a destra e sinistra.
Era quasi –ma proprio quasi- divertente per lui vederla faticare mentre contava i passi e si malediva ogni volta che lo pestava.
E se non fosse stato per un brusio dal fondo della stanza quei due avrebbero continuato a ‘ballare’ tra le imprecazioni di Lucia e le risate di Step.
“Tutto ok?” aveva chiesto Lucia osservando Philip e il ragazzo con la voglia sul collo parlare animatamente.
“Adesso ci penso io” e Liam aveva colmato velocemente la distanza fra lui e Lucia.
“Scusa Step o Michael o come ti chiami, te la rubo un attimo”
Le aveva preso le braccia esili e se le aveva messe sulle spalle mentre le sue mani si posavano sui fianchi della ragazza.
“Che stai facendo?!” aveva chiesto Philip scuotendo freneticamente il copione.
Step aveva guardato Liam con un cipiglio confuso e saccente in volto.
“Ragazzino, non abbiamo tempo da perdere” aveva continuato l’insegnante.
Liam non li aveva considerati minimamente guardando negli occhi Lucia e sorridendole.
“Balliamo piccola?”
Lucia aveva tentennato arrossendo.
“Non credo sia il caso Liam”
“Al mio via sposta il piede destro indietro”
Lucia aveva scosso la testa ma, poi, quando Liam aveva sussurrato ‘ora’ quasi automaticamente la sua gamba si era spostata all’indietro facendo sorridere il ragazzo che, soddisfatto, le aveva lasciato un bacio sul naso.
“Di nuovo” aveva sussurrato ancora il ragazzo e senza rendersene conto i due avevano incominciato a ballare.
E non era tanto lo sguardo di Lucia quello confuso quanto quello di Philip e Step che in silenzio li lasciavano volteggiare.
La ragazza, dal suo canto, neanche si rendeva conto di star ballando da non so quanti minuti senza aver pestato mai il piede del suo partner – che stavolta era niente meno che il suo bellissimo ragazzo-.
Le bastavano i tocchi leggeri che Liam le lasciava sui capelli per farla rilassare e per non farle pensare a niente.
“Vieni qui” aveva sussurrato il ragazzo stringendola più a sé e facendole appoggiare la guancia sul petto.
Lucia aveva chiuso gli occhi sorridendo e non si era accorta dell’occhiata d’approvazione che Philip aveva dato a Liam.
Non si era accorta della faccia sconvolta che aveva fatto Step quando l’insegnante, senza troppi giri di parole, aveva mimato a Liam di prendere la parte di Michael.
E non si era accorta del bel sorriso che era spuntato in faccia al suo ragazzo mentre annuiva.
Solo di una cosa si era accorta: Liam le aveva preso una ciocca di capelli stringendola tra le dita, poi l’aveva portata vicino al naso e aveva inspirato.
“Profumi di buono”






“Profumi di buono”
Andrea si era leggermente voltata: le chiavi di casa infilate nella serratura, il corpo quasi schiacciato contro la porta, la schiena a contatto con il petto di Louis, il volto del ragazzo affondato nella sua chioma bionda.
Aveva ridacchiato aprendo la porta.
“Profumo di shampoo semmai”
“E di cioccolata”
La bionda aveva sorriso mentre lo vedeva saltellare su per le scale che portavano alla camera e lo seguiva.
Quando era entrata nella stanza l’aveva trovato steso sul letto con lo sguardo rivolto verso l’alto.
Aveva afferrato i suoi spartiti di pianoforte, poggiati sopra il comodino, e si era seduta vicino a lui.
“E’ più buona la cioccolata addosso a te” le aveva sussurrato Louis alludendo al fatto che –circa dieci minuti prima- mentre erano in un bar a sorseggiare quel liquido denso più volte l’aveva ripulita con le sue labbra dai baffi che le si formavano sopra la bocca.
Ed Andrea era arrossita.
Un po’ perché -non gliel’aveva detto- ma adorava sentire la lingua di Louis raccogliere la cioccolata sul suo viso, un po’ perché le tornava in mente il sogno che aveva fatto tempo prima.
Quando passeggiavano per Trafalgar Square e sua madre le presentava Francesco.
Acqua passata, ormai.
Nel silenzio si era messa a studiare i suoi spartiti di piano mentre sentiva Louis muoversi e le molle del letto cigolare.
Solo dopo un po’ aveva sentito qualcosa farle solletico sul collo e la guancia e si era voltata trovandosi il ragazzo pericolosamente vicino.
“Smetti di studiare quei fogli – un bacio sulla tempia – parla con me”
Andrea aveva sospirato “Di che vuoi parlare?”
“Non lo so” e le aveva lasciato un altro bacio all’angolo delle labbra.
Poi aveva passato la mano sopra gli spartiti coprendoli.
Andrea si era scostata ridacchiando ma lui aveva continuato ad infastidirla.
“D’accordo – aveva sentenziato poi la ragazza togliendo di mezzo quella carta – vuoi giocare”
Louis si era leccato le labbra con fare malizioso e lei lo aveva fulminato con lo sguardo.
“Non giocare in quel senso, maniaco!”
Il ragazzo aveva riso travolgendo la bionda con il suo corpo e posizionandosi sopra di lei.
“Perché no? Siamo soli, abbiamo casa libera, tutto il tempo che vogliamo...”
Andrea aveva scosso la testa ridacchiando e lui l’aveva baciata tenendola stretta.
E mentre slacciava la felpa della ragazza e insinuava una mano sotto la sua maglietta il suono di un cellulare lo aveva fatto bloccare.
Sbuffando lo aveva afferrato e prima di rispondere “Non provare a riallacciarti la felpa!” aveva ordinato alla bionda che si era messa a sedere.
“Pronto? Si, dimmi Harry. No, adesso no. Bene, ciao”
Con un balzo era ritornato sul letto e aveva ricominciato l’attività che prima era stata interrotta.
“Cosa voleva Harry?” aveva chiesto Andrea mentre Louis toglieva di mezzo la felpa ma il ragazzo nella foga del bacio non aveva minimamente pensato a risponderle.
Così la bionda si era staccata tenendolo lontano dalle spalle e sorridendo perché aveva il fiatone.
“Mi ha chiesto se volevamo uscire” e subito si era rifondato su di lei.
Aveva bisogno di quella ragazza.
Era come una calamita per lui.
Louis le aveva tolto anche la maglia mentre si dedicava a baciarle il petto e, quando Andrea aveva tolto quella del ragazzo, improvvisamente non le sembrava una cattiva idea passare il pomeriggio in quel modo.
Mettendosi a sedere aveva iniziato a slacciare il bottone dei pantaloni di Louis ma un’altra volta il cellulare del ragazzo aveva squillato.
Louis aveva imprecato a gran voce mentre Andrea ridacchiava.
“Pronto?! No! Cioè si! Stiamo in camera. Come ti pare. Come vuoi. Senti non lo so! Ne parliamo dopo, ok?”
“Chi era?” la bionda sorrideva mentre poneva quella domanda perché già sapeva la risposta.
“Harry – una sbuffo da parte di Louis – è qui sotto casa ha detto che c’è un ospite. Gli ho detto di non venirci a disturbare”
E, per l’ennesima volta, lo scambio di baci ricominciava.
I pantaloni di Andrea stavano quasi per finire a terra quando qualcuno aveva spalancato la porta senza neanche bussare.
“E porca troia, Harry, basta!” stavolta la bionda era andata in escandescenza alzandosi in piedi e scrollandosi di dosso Louis.
Solo quando aveva visto chi c’era sulla porta aveva schiuso le labbra, sorpresa.
“Oh, ciao mamma”




Liam aveva incastrato la lingua tra i denti concentrandosi.
“Se faccio strike.. Niall, tu mi dai un euro e tu un bacio” e aveva fatto l’occhiolino a Lucia.
La palla da bowling era andata a contro i birilli buttandone a terra solo una metà.
Niall aveva riso dandogli una pacca sulle spalle e se ne era tornato da Charlie che parlava animatamente con Harry e Camilla.
Lucia si era avvicinata a Liam e gli aveva lasciato un bacio sulla guancia.
“Vieni dai” e l’aveva portato sulla poltroncine dietro le piste.
Il ragazzo aveva appoggiato la sua guancia sulle gambe della ragazza che silenziosamente aveva preso ad accarezzargli i capelli.
Un po’ più distanti da loro Harry si guardava intorno alla ricerca di Giulia.
L’aveva vista con Louis e Andrea tirare un lancio che era andato a segno con un bello strike e l’aveva raggiunta.
Le aveva avvolto la vita con le braccia dandole un bacio e si erano seduti accanto Lucia e Liam mettendosi a chiacchierare.
Andrea aveva guardato Louis di sottecchi prima di girare i tacchi e dirigersi verso il bagno del bowling.
Al ragazzo gli era parso di sentire la bionda sussurrargli “Raggiungimi tra un po’”.
Se ne era stato un po’ lì imbambolato fino a che sorridendo non aveva preso la stessa strada della bionda.
Camilla stava parlando con Charlie e Niall quando aveva sentito il bambino scalciare.
Subito aveva cercato con lo sguardo Zayn che se ne stava in piedi appoggiato contro la parete del bowling.
Si era diretta verso di lui sorridendogli.
Zayn quando l’aveva vista aveva appoggiato una mano calda sulla pancia di Camilla ed aveva spinto la ragazza contro il muro stando attento a non farle male.
“Come va, ciambellina?” la bionda aveva spalancato gli occhi.
“Zayn non incominciare”
Il ragazzo aveva ridacchiato.
“Mi ricorda tanto le prime uscite che facevamo. Il venerdì sera il bowling era fisso”
La ragazza aveva sorriso.
“Ti odiavo” e lo aveva baciato.
Niall li guardava e sorrideva mentre vicino a lui Charlie osservava curioso una palla da bowling celeste.
“Bello questo colore – aveva detto il moro guardando il biondo – ma non sarà mai paragonabile ai tuoi occhi”
Niall gli aveva stretto la mano e si era voltato quando un urlo aveva rimbombato per il bowling.
Si era sporto a guardare cosa fosse successo insieme a tutti gli altri ragazzi ed aveva sorriso quando aveva visto Andrea a terra e Louis sopra di lei.
Si erano scontrati mentre lei usciva dal bagno e lui ci si dirigeva.
E poi ognuno aveva preso a parlare per conto proprio.
Qualcuno discuteva di colori, qualcuno parlava del nuovo film che stava uscendo al cinema, qualcuno faceva finta di star soffocando sotto il peso di qualcun altro, qualcuno sorrideva e si baciava e qualcuno scherzava.
E, chi lo sa, forse la coincidenza –o forse no- quella sera aveva voluto che mentre tutti se ne andavano dal bowling con un grande sorriso in faccia una coppia veniva dimenticata all’interno di quell’edificio.
E la ragazza e il ragazzo si erano guardati –“Ancora devi farmi giocare a Mario Bros”- con un sorriso ad abbellire i loro volti –“Beh, ottimo, perché ho fatto qualche ricerca. Secondo qualcuno Peter Pan è cresciuto ed è diventato un uomo di affari”- avevano scosso la testa e si erano diretti verso casa sapendo che altri otto ragazzi li aspettavano in salotto.



La vita può essere…
La vita.
Ma chi lo sa come può essere la vita?
Quando lo si capisce è ormai troppo tardi per parlarne a qualcuno che sia ancora vivo.
Solo su una cosa, probabilmente, tutti sono d’accordo.
Godersela.
Godersi la vita e tutto quello che capita dall’inizio alla fine.
Questo Harry, Giulia, Louis, Andrea, Zayn, Camilla, Liam, Lucia e Niall lo sapevano bene.
Incontrarsi quasi per caso, litigare, innamorarsi, litigare, urlarsi addosso, fare pace, litigare, trovare ostacoli, trovare la felicità.
Il loro non era stato un percorso facile.
Ma la cosa che piaceva a tutti e nove i ragazzi era immaginare di esser nati proprio per questo: per essere difficili, intricati.
Incredibilmente complicati ma semplici.
Semplici perché quante volte si erano rincorsi uno dietro l’altro come se fossero stati dei bambini che giocano a nascondino?
Quante volte avevano finto di essere principe e principessa per scambiarsi un bacio?
Quante volte si erano sentiti un rospo e poi un cavaliere quando un paio di labbra si erano posate sulle loro?
Quante volte avevano fatto finta di essere bambini per non dover sentire addosso il peso di essere adulti?
Incredibilmente troppe.
E mentre stavano tutti lì ognuno con la propria coppia, Giulia con Harry, Camilla con Zayn, Niall con Charlie, Andrea con Louis e Lucia con Liam, un solo pensiero era quello che li accomunava tutti quanti.

Come mi sto sentendo? Come mi piace sentirmi?
Come quando avevo cinque anni.




WE'RE CRYING SO BAD.
CIAO BELLEZZE, ci credete che è l'ultimo capitolo di questa storia?
Finalmente aggiungerei.
Noi non sappiamo se esserne contente o no.. insomma, scriverla -sinceramente- ci aveva rotto
un po' i maroni ma adesso a pensare che non parleremo più di
giulia, andrea, camilla e lucia ci dispiace da morire.
noi vogliamo solamente ringraziarvi TUTTI dal primo all'ultimo.
Questa è stata la nostra prima storia e non pensavamo minimamente che qualcuno la leggesse o che qualcuno, addirittura, dicesse
che è la sua storia preferita! -ogni riferimento a heyzarry è puramente casuale-
grazie a chi ha letto il primo capitolo e poi ha chiuso.
grazie a chi ha recensito almeno una volta.
grazie a chi ha recensito ogni volta!
grazie a chi l'ha semplicemente letta.
e grazie a tutti!
stop, andiamo a piangere in bagno.




grazie ad Andrea per essermi immedesimata in lei tutte le volte che dovevo scrivere su di lei e louis.



grazie a Giulia per essere nata così d'improvviso e per essere stata così complicata.



grazie a Lucia per essere stata così essenziale anche se in secondo piano.
(noi shippiamo LUCIAM!)



grazie a Camilla per essere stata così dannatamente Camilla.



grazie a queste cinque meraviglie perchè... perchè si.
grazie di tutto coglioni <3

Ci risentiremo presto, speriamo, stiamo già buttando giù qualcosina per una prossima storia :D
Un grazie enorme e un bacio.
Anna e Caro.

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