La rosa dell'ultimo drago

di Scarlett Rose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gli dei esistono ***
Capitolo 2: *** La sua regina di amore e bellezza ***
Capitolo 3: *** Temporeggiare ***
Capitolo 4: *** La caduta ***
Capitolo 5: *** Ghirlanda di nozze ***



Capitolo 1
*** Gli dei esistono ***


Prima le cose burocratiche: questa fan fiction non è scritta a scopo di lucro, personaggi e luoghi appartengono al loro autore che non sono io. Tutti i diritti sono riservati a chi ne detiene il copyright. Ciò detto, se qualcuno volesse riprodurre la suddetta fan fiction è pregato di chiedermi ed attendere il permesso, grazie.
Passando a più liete comunicazioni, lords e ladies di queste terre, ho deciso di scrivere una serie di one shot su questa coppia che personalmente adoro, senza seguire un ordine cronologico. Racconterò gli eventi man mano che l’ispirazione mi raggiunge. Ovviamente ci sono personali supposizioni nel mezzo, ma ho cercato di non andare oc, per quanto possibile. Come al solito, recensite, recensite, recensite … non costringetemi a sguinzagliare i draghi!
Buona lettura a tutti!

 
 
 


Gli dei esistono, Lyanna Stark l’ha sempre saputo.
Piange, e fissa il volto dell’uomo che è arrivato fino da lei, sporco di sangue e polvere della guerra. Quella guerra che si è scatenata per causa sua e di un amore folle ed impossibile, che sta portando alla rovina di una dinastia ed alla caduta di un regno. Si sente un mostro di egoismo, Lyanna Stark, perché anche in quel frangente, con il peso di tutte le vite che il suo amore ha trascinato sui campi di battaglia, sapendo che quell’uomo non potrebbe essere lì se non avesse ucciso i paladini posti alla protezione della torre, non riesce a trattenere le lacrime di gioia. Ora finirà tutto bene, sa che è così. Su di lui ha sempre potuto contare.
Ha pregato gli dei ed è stata esaudita.
Vorrebbe alzarsi ed abbracciarlo, chiedergli perdono e spiegargli tutto, ma l’unica cosa che può fare è alzare implorante una mano verso di lui, con un singulto che le squassa il petto.
La mano destra non lascia la presa sulla corona di fiori, di rose un tempo blu, mentre la sinistra scompare nell’abbraccio delle mani forti e callose del paladino che la guarda disperato.
“Ned.”.
Lui si china su di lei, le accarezza la fronte, mormora che andrà tutto bene.
Lyanna sorride. Sente che la vita le sta scivolando via, la levatrice che ora attende in un luogo sicuro, è scoppiata in lacrime quando il sangue non ha smesso di uscire, nonostante i suoi tentativi per bloccare l’emorragia. Mentre fissa il fratello… povero Ned, è coperto di ferite, e tutto per colpa della sua scelta… apre la bocca per parlare, ma una serie di spasmi la soprafanno.
Il dolore, il dolore è terribile e i singhiozzi le squassano il petto, mescolandosi agli ansiti. Respirare sta diventando così difficile… e il suo cuore le fa tanto male… si è spezzato nel momento in cui ha sentito Raeghar morire. Stringe più forte le mani di Ned, non può permettersi di lasciare questo mondo prima di aver assolto al suo compito.
“Prenditi cura del bambino, Ned!”.
Lui sapeva, realizza lei, non poteva non aver capito eppure sentirselo dire ad alta voce lo sconvolge.
Lyanna rafforza la presa, smette di piangere “Giuramelo, Eddard Stark di Grande Inverno! Giura che proteggerai il mio bambino. Per metà è sangue del nostro sangue.”
“Ly…”.
Lei sorride sentendo il nomignolo con cui la chiamava quand’erano piccoli e il mondo sembrava semplice e pulito. Niente inganni, niente guerre, niente sacrifici.
“Ned, ti prego.” sussurra lei, serrando ancora più forte la corona fra le dita color alabastro, mentre la vista inizia ad appannarsi ed uno strato di sudore gelido le copre la fronte “Nascondi il bambino a Robert. Non avrebbe pietà, non capirebbe che lui è innocente… giura, Ned, giura ti prego!”.
E Ned si inginocchia e porta la mano di sua sorella, ancora stretta tra le sue sporche di terra e sangue, sul cuore “Io te lo giuro, Lyanna Stark, sorella mia amatissima: proteggerò ed avrò cura di tuo figlio come se fosse il mio.”
“Giuri di mantenere segreta l’identità dei suoi genitori? Avrebbe troppi nemici… in troppi gli remerebbero contro e proverebbero a nuocergli. Deve crescere al sicuro dagli intrighi del Trono di Spade. Troppa gente, Ned, troppa gente gli è stata immolata. Non farò partecipare anche mio figlio a quel gioco marcio e perverso.”.
Ned giura di nuovo
Finalmente Lyanna sorride raggiante e la sua bellezza riemerge da sotto il sangue ed il dolore, mentre gli occhi sfavillano come due lapislazzuli “Grazie, Ned. Il piccolo è bellissimo, vedrai. Diventerà un grande cavaliere.” sussurra, lo sguardo lontano, a rimpiangere un figlio adulto che non conoscerà e a sperare che diventi anche più grande del padre. Poi gli sussurra come arrivare al nascondiglio in cui la balia ha condotto il neonato.
“Come… come si chiama il piccolo?” singhiozza Ned, con le lacrime che cadono sul viso e sul petto della sorella.
Lei posa la mano che stringe la corona su quella che il cavaliere cinge affettuosamente con le sue “Io e Rhaegar avevamo deciso che se fosse stato maschio si sarebbe chiamato Jon.”.
Sentendolo irrigidirsi Lyanna sussulta “No, fratello mio adorato, no! Non avercela con lui. Io sono stata tanto felice.”. È  costretta ad interrompersi per respirare, raggranellando le poche energie che le restano. Devo far capire a Ned che non è andata come lui pensa. Lei non è stata rapita. Lei si è fatta rapire e, che gli dei la perdonassero, l’avrebbe rifatto per altre mille volte attraverso altre mille vite.
“Non avrei mai pensato che ad una mortale gli dei avrebbero concesso il privilegio di essere amata come lui ha fatto con me.” rivela, fissando la corona. Le rose sono avvizzite e spente, ma lei ne sente ancora il profumo “Rhaegar sapeva che non avrei mai potuto disonorare la mia famiglia o distruggere la sua. Così… si è preso tutta la colpa, ha fatto da solo ciò a cui anelavo io. L’unico rimpianto, Ned caro, è di non aver avuto il coraggio di fuggire con lui… di risparmiare a te e agli altri questa guerra… Ned!” lo chiama, spalancando gli occhi come colta da un’improvvisa illuminazione “Sono una persona orribile? Nonostante tutto io non sono pentita… io lo amo come la prima volta che l’ho visto e amo così tanto il nostro Jon…Ned, ti prego, perdonami.”.
E Ned si china su di lei e le poggia un bacio sulla fronte gelida, sussurrandole con le labbra ruvide contro la pelle candida e morbida “No, non sei una persona orribile. E…neanche lui lo è. Siete solo due persone innamorate. Non c’è colpa in questo e… sono felice di essere diventato zio.”.
La fissa negli occhi e lei sorride radiosa “Grazie, Ned.”.
Lyanna sapeva che gli dei sarebbero stati misericordiosi con lei.
Un altro spasmo e la sensazione di scivolare lontano. Ned stringe più forte le sue mani, come se potesse trattenerla lì con la sola forza di volontà.
“Senti?” mormora la fanciulla, stringendo ancora una volta la corona appassita e sentendo qualcosa cambiare nell’aria attorno a se “Come si sente bene il profumo delle nostre rose del Nord, adesso… anche se sfioriscono il loro aroma resta…anche se ti sembra di non vederle, nascoste come sono tra i cespugli, puoi sentirne la fragranza…dillo questo, al mio piccolo Jon. Diglielo, Ned.”.
Le labbra si soffermano su quelle ultime parole. Gli occhi si chiudono e il capo si abbandona sul cuscino.
Ned piange e le bacia la fronte, le palpebre chiuse e le mani. Le sistema la corona sul petto, bagnandola di lacrime e promesse, mentre i singhiozzi gli squassano l’anima e gli fanno tremare le spalle.
Non sente Robert arrivare, né lo vede cadere in ginocchio dietro di lui, sbattendo un pugno a terra e gridando rabbioso.
Ned Stark non si accorge di tutto questo, mentre dà l’addio alla sua piccola Lyanna, con un’ultima carezza al volto terreo e, anche se non potrà mai dirlo ad alta voce, spera e prega con ogni fibra del suo essere che esista un aldilà felice e che Rhaegar ci sia arrivato ad abbia accolto la loro Lyanna.
A lui, che è rimasto di qua, spetta un altro compito e anche se per adempiervi dovrà tradire un’amicizia ed mentire alla moglie sa che non saranno sacrifici troppo pesanti.
Quando sarà stanco e si sentirà triste, dovrà solo annusare l’aria alla ricerca del profumo delle rose del Nord.
 

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Capitolo 2
*** La sua regina di amore e bellezza ***


Rhaegar è gentile, dolce, premuroso.
Va piano mentre le fa scivolare le vesti lungo le spalle, le lascia il tempo di capire, di adattarsi. Le sue mani sono morbide, ma forti, la sorreggono e la guidano, mentre la fa stendere sul materasso della camera assegnatale quando è arrivata lì ad Approdo del Re. È semplicemente bellissimo, alla luce fioca delle poche candele ancora accese, con i capelli così biondi da sembrare bianchi che gli cadono in morbide onde sulle spalle, confondendosi con il tessuto aperto sul petto della sua camicia di seta candida.
“Non avere paura.” le sussurra, la voce così roca che non sembra nemmeno la sua.
Invece lei ne ha di paura, e tanta, ma non perché ha deciso che sì, era il momento di donargli la sua verginità. Lo guarda dritto negli occhi, vincendo l’imbarazzo, aggrappandosi al suo collo e alle sue spalle. Non ha paura di lui in senso fisico o che lui possa farle male, ma sa che stanno per varcare il punto di non ritorno e questo la atterrisce. Se gli permetterà di fermarsi nella sua camera, quella notte, non torneranno più indietro. Non si tratta solo dell’atto in sè, di quella verginità di cui un giorno un marito potrebbe chiederle conto, ma della condivisione di qualcosa di… sacro.
Lyanna ha sempre avuto il controllo sulla sua vita, è stata fin da piccola uno spirito libero. Non ha mai affidato il suo cuore ad altri che alla sua famiglia.
Per un attimo il panico rischia di travolgerla.
A Rhaegar, se permettesse di proseguire, donerebbe non solo il suo cuore, ma tutta sè stessa, fin nel profondo dell’anima. Significherebbe che lui un giorno avrebbe il potere di ferirla più profondamente di qualunque lama esistente nel suo regno.
Il principe ricambia lo sguardo, allentando seppur di poco la presa sui suoi fianchi. La sua mano risale lentamente, danza tra le lunghissime ciocche scure di lei sparse sul cuscino e con infinita delicatezza le sfiora una guancia arrossata. Si sporge lievemente e la bacia così dolcemente che lei sente il cuore sciogliersi nel petto. Poi rimane immobile, fronte contro fronte, così vicini che entrambi possono percepire il battito del cuore dell’altro.
Ed allora la fanciulla capisce che lui ha inteso, anche senza parole, e le sta lasciando libera di scegliere.
La giovane lady, per la prima volta nella sua vita, afferra il concetto di “anime gemelle”. Il principe Targaryen è più di un amico, più di un amante. È colui che la completa, che le fa capire cosa significhi diventare davvero libera consegnando il proprio cuore a qualcuno che lo merita.
La paura svanisce così com’è arrivata e lei sorride al giovane drago, come un bocciolo di rosa che si dischiude all’arrivo della Primavera. Lo attira nuovamente a sè, reclamando la sua bocca.
La notte li culla silenziosa, mentre Lyanna diventa donna fra le braccia dell’uomo che l’ha conquistata e travolta, di un uomo che se avesse avuto maggior razionalità si sarebbe strappata dal cuore. Perché il prezzo per aver infranto le regole è questo, realizza mentre le sue mani affondano nei capelli di Rhaegar, il sapere che lui non è completamente suo. Ha una moglie e una figlia, delle responsabilità ed un regno.
Lo stringe con più foga. Agli dei chiede solo che quando sono assieme possa fingere che al mondo esistono solo loro due.
Ben presto non ha più il tempo di pensare né di ponderare, l’unica cosa che le resta è il bisogno bruciante di donarsi a lui, come lui sta facendo con lei.
E quando accade, il suo cuore rischia di esplodere dalla gioia.
Non si addormentano dopo, ma restano abbracciati sotto le lenzuola di fresco lino, con le cortine del letto mosse dalla brezza leggera che arriva dal mare.
Lyanna fissa il cielo scuro, su cui è visibile una sottile striscia più chiara, segnale che al sorgere del sole non devono mancare più di un paio d’ore.
Combatte contro il sonno, la lady del Nord, e si aggrappa a Rhaegar, allungando una mano sul suo collo, reclamando altri baci.
“Sei felice?”.
La domanda che lui le rivolge la sorprende un poco, ma si appoggia al suo petto, circondandogli la vita con le braccia.
“Più di quanto sia concesso ad un mortale.” risponde, inspirando l’odore della sua pelle.
Sa di sale marino e vento, di fiori e pergamene antiche. Le piace il suo profumo, lo potrebbe riconoscere tra mille.
Lui le bacia il capo, attorcigliando una ciocca ondulata fra le sue dita da musicista. Lyanna si sorprende sempre di quanto quelle mani siano delicate. Le ha viste durante i tornei maneggiare con singolare destrezza spade ed archi, sa che è un combattente temibile, eppure quando suona l’arpa sono delicate e lievi come quelle di un bambino che sfiora dei petali. E con lei sono forti, ma leggere, decise eppure rispettose.
“Ti amo.”.
Lyanna si blocca fra le sue braccia, non osando alzare il viso verso di lui. Non può credere a ciò che le ha detto. Non che non lo sapesse, non l’avrebbe accolto nel suo letto altrimenti, ma sentirselo dire così chiaramente era qualcosa di totalmente imprevisto.
Stringe il lenzuolo contro il suo petto e si alza a fissarlo. Lui ricambia, lasciando che si sciolga dall’abbraccio e specchiandosi nei suoi occhi la giovane donna vede tutta la sofferenza di un uomo combattuto tra cuore e doveri.
“Ti ho amata dalla prima volta che ti ho vista,” prosegue il giovane uomo, mettendosi seduto contro la testiera scolpita del letto, le mani abbandonate  in grembo “ tuttavia non voglio che tu diventi la mia amante.”
“Per quello è un po’ tardi, non credi?”.
Non c’è polemica nella sua voce, solo una pacata concretezza.
Lui scuote la testa “Voglio che tu sia felice, ma sono egoista, perché voglio che tu lo sia con me.”
“Ma non mi chiederesti mai di restare a corte come tua concubina.” conclude la lady, senza smettere di guardarlo. Il principe rialza il capo “Esatto. Ti ho cacciata in una situazione che potrebbe diventare insostenibile. Avrei…”si interrompe un attimo e volta il viso dall’altra parte “non avrei dovuto cedere.”.
“Sei pentito, mio signore?”. Lui avverte la nota amara e afferra la ragazza, stringendosela al petto “Di averti conosciuta, amata ed incoronata regina del mio cuore? No! Ma di non poterti offrire un amore libero ed alla luce del sole sì.”
“Non temere per questo, Rhaegar.”.
È la prima volta che lo chiama per nome e le piace sentirlo uscire dalle sue labbra “Le rose del Nord non hanno bisogno di molta luce per fiorire.” prosegue sorridendo radiosa “Finchè ci sarai, sarò tua. Hai il mio cuore, il mio corpo e la mia anima.” conclude scivolando di nuovo tra le sue braccia.
I loro sguardi corrono alla corona appoggiata sul tavolo al centro della stanza. Le rose sono ancora blu e profumate, anche se iniziano ad appassire lentamente con il passare dei giorni.
Lyanna sospira felice e finalmente lascia che il ristoro del sonno la raggiunga in un languore pieno di pace e speranza. Rhaegar la culla con tenerezza, una guancia appoggiata sul suo capo e lo sguardo fisso sulle loro mani intrecciate.
“Non posso darti il trono, mia regina d’amore e bellezza, ma il mio cuore è tuo, fanne ciò che vuoi.” le bisbiglia così piano che non è sicuro che lei abbia sentito.



È la prima volta che mi cimento in una scena… così. Spero di aver evitato melensaggini e scempiaggini varie, nonché frasi che possano indurre a chiedere un cambio di rating! Grazie a tutti quelli che hanno letto fin qui!

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Capitolo 3
*** Temporeggiare ***


“Perchè devo farlo?”.

Il lord suo padre la fissa con stupore, più che con collera “Tutte le fanciulle vorrebbero essere presentate a corte.”

“Forse non hanno mai visto l'abito da cerimonia che si deve indossare.”

“Non è di tuo gusto?”. In realtà lui l'abito l'ha visto, giusto per accertarsi che sua figlia fosse vestita come si conveniva ad una figlia di Grande Inverno, e l'aveva trovato molto appropriato, di quella tonalità di blu cupo orlato con ricami d'argento. Ricco, ma non pomposo, adatto ad una ragazza di tredici anni che rappresentava una delle famiglie più in vista del regno.

“Padre!”. La voce di Lyanna esplode indignata, riempiendo le alte volte di pietra del castello “È lungo, ed intendo lungo da strascico. È... è attillato, con le maniche ingombranti. Non è da me.”

“E come sarebbe da te?” indaga lui, vagamente incuriosito.

Lei indica quello che indossa. Sempre blu, ma le similitudini con l'altro finiscono davanti al colore. Di lana spessa e non di lucida seta, con un semplice bordo doppio di lana bianca e le maniche strette. Grazioso, ma comodo, adatto a cavalcate ed esercizi con l'arco, perfetto per sua figlia, però non altrettanto per una presentazione al re.

Il lord di Grande Inverno fissa Lyanna, sostenendone lo sguardo e chiedendosi dove fosse sua moglie. Serve lei, in questo caso. Non è forse vero che le donne si comprendono meglio tra di loro?

“Lyanna, ora basta.”.

La voce di lord Rickard non esce decisa come avrebbe voluto, poiché in cuor suo capisce, pur non approvandole affatto, le idee della sua unica figlia femmina. Ciò non toglie, comunque, abbia faccende più urgenti che preoccuparsi di... abiti!

“Non ti permetterò di coprirti di ridicolo davanti agli occhi di tutto Approdo del Re. Vestirai come si conviene ad una lady del tuo rango e ti comporterai in modo da rendere fiera la casata Stark.”.

Sulla scia di queste parole l'uomo lascia la sala, ignorando l'occhiata di fuoco che la figlia rivolge alla figura rimasta silenziosa accanto ad una colonna.

“E tu, ovviamente, non dici nulla.”

“Non mi sembra così terribile...”

Ned!”.

Lui sospira, avvicinandosi con il mantello che ondeggia lungo le spalle. Lyanna punta le mani sui fianchi, preparandosi a sputare fiamme (altro che la dinastia dei re drago Targaryen!), ma il giovane Stark ha da tempo imparato che la catena si prende di fianco e non di punta*.

“Nostro padre non capisce che non è per il vestito che sono infuriata. È per questa pagliacciata del cerimoniale, di sfilare come un cavallo ad una fiera, tutta bardata per avere l'approvazione di persone che giudicheranno la stoffa del mio abito e il portamento del mio capo.”.

“Lo so. E, per quel poco che conta, ti capisco.”

“Non credo proprio.” sbotta la giovane dama, scuotendo la testa con violenza, la massa di capelli a stento trattenuti dalla retina dorata. Ned le posa una mano sulla spalla e si china su di lei fissandola negli occhi “Lo so, invece.” ripete con assoluta sincerità. "A voi fanciulle si chiede di esibirvi con grazia e bellezza. A noi uomini di farlo continuamente nei tornei. È tutta una fiera della vanità, Lyanna. Conta l'apparenza, in posti come la corte.”

“Non è giusto e tu lo sai.”

“Certo che non lo è. E non dubito che le cose possano cambiare, con il tempo. Pensaci bene, credi forse che a nostra madre sarebbe stato concesso di esercitarsi nel tiro con l'arco e cavalcare come un maschio? Eppure il lord nostro padre a te lo permette.”.

Lyanna gli pianta i grandi occhi blu dritti in faccia “Tu mi parli di tempo, vorresti che fossi più diplomatica e riflessiva. Ned, tutti i cambiamenti partono da un'azione istintiva. Tu temporeggi troppo.” aggiunge voltandosi ed uscendo dal salone.

Nel corso degli anni, molto, molto tempo dopo quella conversazione a Eddard Stark sarebbe capitato di svegliarsi nel cuore della notte con l'accusa di sua sorella che gli rimbombava nelle orecchie.

 

 

*Un proverbio recita “La punta della catena è la parte più resistente", per indicare come certi problemi si affrontano meglio con una strategia diplomatica che prendendoli di petto.

 

 

Talia_Federer: grazie mille per le due precedenti recensioni. Sono davvero felice che, pur non essendo una fan della coppia Rhaegar-Lyanna, apprezzi questa raccolta!

 

Inoltre, grazie a tutti coloro che seguono, hanno messo la raccolta tra i preferiti o che semplicemente la leggono!

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Capitolo 4
*** La caduta ***




È in ritardo e lo sa.

Dovrebbe essere fuori dalle massicce doppie porte della sala del trono assieme alle altre giovani dame per la presentazione ufficiale a corte.

Dovrebbe essere lì da un bel pezzo, abbigliata di tutto punto, indossando i gioielli finemente cesellati appartenuti alle donne Stark da generazioni.

Dovrebbe avere i capelli acconciati in una serie infinita di trecce e nastri dorati.

Invece sta correndo ed al contempo tentando di allacciarsi la collana di sua nonna, con le gonne alzate per non inciampare, maledetto strascico!, i capelli selvaggi come al solito che ad ogni tocco dei piedi sul pavimento rimbalzano lungo la schiena.

Non è regale, né particolarmente aggraziata, né entusiasta.

Meglio non pensare a cosa staranno provando i suoi genitori, che l'hanno affidata tranquilli alle mani esperte delle servitrici messe a disposizione per gli ospiti di Approdo del Re. Il problema non sono state loro, infatti, ma quello splendido purosangue scovato nelle stalle, con cui si era ripromessa di fare un breve giro. Che ovviamente non era stato né breve né uno solo. Aveva perso la cognizione del tempo e quando s'era resa conto del ritardo accumulato era troppo tardi per prepararsi a dovere.

A malapena è riuscita a saltare dentro quell'abito e, per l'amor di Dio, si era anche dimenticata di quanto fosse stretto e lungo e... totalmente inadatto a lei.

È scivolata via dalle mani delle ancelle per precipitarsi a rotta di collo lungo le scale.

Impegnata com'è a finire di rassettarsi non vede l'ombra sul pavimento e finisce col caricare il malcapitato a testa bassa, mandando entrambi lunghi distesi sulla dura pietra.

È con un certo disappunto che riconosce Robert Barathion e fatica a restituirgli il sorriso che lui le rivolge, trovandosela fra le braccia.

“Stavo venendo a cercarvi, lady Lyanna. Tra poco le porte della sala del trono si apriranno per voi.”

“Lo so perfettamente, perciò grazie per la premura, ma vi siete disturbato per nulla, temo.”.

Il sorriso di Robert non si scalfisce, mentre l'aiuta a rimettersi in piedi “Niente fatto per voi è inutile, milady.”.

La giovane Stark preferisce non replicare. Se solo non di dimostrasse tanto assillante nei suoi confronti, se solo lei non avesse il sospetto che suo padre stia considerando di unire le loro casate, Robert le risulterebbe più gradevole.

Non riesce a condividere l'entusiasmo di sua fratello, che ha un'altissima opinione del giovane Barathion, ma non lo ritiene una cattiva persona. Il punto è che non le riesce di considerarlo affidabile. C'è qualcosa in lui che la fa dubitare della sua integrità.

Improvvisamente, si accorge che la collana che stava goffamente tentando di allacciare le è caduta a terra.

Si china per raccoglierla, quando una mano affusolata entra nel suo campo visivo e la precede, raccattando da terra il povero monile.

“Credo che questo sia vostra, milady.”.

Alzare lo sguardo da quella mano fino al volto del suo proprietario e capire di chi si tratti è un attimo.

Non l'ha mai visto di persona, però quel volto, quei capelli candidi, quel portamento regale non possono che appartenere al principe ereditario.

Raeghar Targaryen.

Il famoso Raeghar, aggiunge la fanciulla tra sé con un pizzico di irriverenza.

Esegue con grazia la riverenza dovutagli, prima di accettare la collana dalle sue mani “Vi ringrazio, mio signore.” dice fissandolo negli occhi. Non è spavalderia, ma semplice curiosità.

Lo trova diverso da come le canzoni dei cantastorie lo dipingono.

È senza dubbio molto bello, però ha un'espressione troppo severa per i suoi gusti e la fissa in maniera sfacciata. Lyanna non sa bene cosa dovrebbe fare, visto che lui, anziché prendere congedo, rimane immobile a scrutarla. Forse non ha mai visto una donna con i capelli sciolti, visto che lì al Sud le dame perdono ore ad acconciarsi le chiome con trecce infinite.

Robert si fa avanti, con quello che dovrebbe essere un inchino, ma che risulta più simile ad un vago movimento del busto “Mio signore,” inizia chiaramente di malavoglia “permettetemi di presentarvi la figlia di lord Rickard Stark, signore di Grande Inverno, lady Lyanna Stark.”.

Il principe sembra riscuotersi, annuisce a Robert e fa un rapido inchino, congedandosi senza dire una parola.

“Zotico.” sibila Robert, una volta certo che l'uomo sia ben lontano “Poteva almeno dirvi qualcosa. Non badate a questi Targaryen, lady Lyanna, la loro boria è leggendaria quanto il loro lignaggio.”.

Lyanna non replica, fissando il punto in cui il principe era scomparso.

Non è offesa per la mancanza di un dialogo, ma è arrabbiata. Non con lui, ma con sé stessa. Perchè vorrebbe che a prenderle la mano per guidarla dai suoi genitori non ci fosse Robert, ma quello sconosciuto dai capelli color della neve al tramonto.

Non capisce il perchè di quel desiderio improvviso, ma la cosa la spaventa.

 

 

 



Ainsel: sono felicissima che la “mia” versione di Lyanna (e Ned in questo capitolo) non risulti troppo OC. Specialmente per quanto riguarda lei, di cui per ora Mr. Martin è assai avaro di informazioni su “chi” fosse realmente. Ma io me la immagino elegante come Sansa e selvaggia come Arya ed è questo che cercherò di rendere. Un possibile universo alternativo in cui lei e il Raeghar sono ascesi al trono mi piacerebbe esplorarlo (o leggerlo) e credo che, più che adattarsi alla vita di corte, avrebbe adattato la corte su di lei! Grazie per la recensione!

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Capitolo 5
*** Ghirlanda di nozze ***


Fissa il paesaggio fuori dalla finestra per un tempo che le pare infinito.

Ora che tutto è davvero accaduto non sente nessuno dei sentimenti che pensava – era certa!- avrebbe provato semmai un giorno davvero le fosse accaduto di essere sottratta da tutto e tutti per stare con l'unico che conti davvero per lei.

Paura, eccitazione, rimorso, gioia.

Le sembrano solo parole che volteggiano vuote nella sua mente ed afferrare il cornicione di pietra, freddo ed irregolare sotto le sue dita gelide, è il solo modo per ancorarsi alla realtà.

Perchè quella torre è vera e la stanza alle sua spalle – la sua nuova casa – è reale.

Ma lei non vede nulla e non sente nulla, avviluppata in un bozzolo di insensibilità che la priva anche delle energie necessarie per dibattersi ed uscirne.

Rhaegar l'ha fatto davvero, alla fine, ma non può sinceramente dirsi sorpresa. Da quando gli ha annunciato il concretizzarsi del loro amore, riflette passandosi una mano sul grembo ancora piatto, sa che il solo pensiero del principe è stato rendere possibile l'impossibile. E pensare che quel giorno il sole non era sorto ad Ovest nè l'aria le era sembrata diversa. Ancora non sapeva che sarebbe uscita dal castello della sua famiglia per l'ultima volta. Un ceppo nel camino cade rotolando verso la grata, ma la giovane donna non lo sente. La sua mente sta andando indietro di molti giorni, mentre gli comunicava una notizia che avrebbe impresso una svolta alle loro vite.

“Un... figlio tuo e mio?” aveva sussurrato, passandole una mano sul ventre, quasi con reverenza. Lyanna l'aveva guardato e, nonostante si disprezzasse per quella debolezza, non era riuscita a frenare le lacrime che avevano preso a scorrerle copiose lungo le guance “Io sono ancora promessa a Robert Barathion. Credi che mio padre mi consentirebbe di far venire alla luce un bambino che possa mandare tutto in frantumi? E se anche accettasse a far nascere questa creatura innocente, sarei scacciata per sempre dalla mia casa e lui... o lei” aggiunse con un sorriso amaro fissandosi il ventre “mi verrebbe tolto per sempre ed io sarei confinata chissà dove.”

“Non accadrà.”.

La voce di Rhaegar era come marmo: dura, senza incrinature di sorta.

L'aveva costretta ad alzare il mento verso di lui e baciata con ferocia, stringendola a sé tanto forte da toglierle il fiato. Quando si erano staccati ansimanti, lui aveva ripetuto “Non accadrà.” passandole un dito sulle labbra arrossate e con gli occhi che mandavano lampi.

Lyanna gli aveva strofinato il volto contro il collo, respirando il suo profumo di olio per finimenti, pergamene antiche e aria pura “Dovunque io mi volti vedo solo strade sbarrate, Rhaegar. Ti amo e amo già questa creatura, ma cosa posso fare per proteggervi entrambi?”.

Il principe aveva riso, una risata senza allegria che le aveva graffiato l'animo “A volte, mia rosa, dimentico la forza del tuo spirito. Ma rammenta che sono io ad avere il compito di tenere al sicuro voi due, giacchè tutto è partito dai miei gesti sconsiderati.”

“Si ama e si compiono gesti avventati assieme. Non puoi addossarti...” aveva cercato di interromperlo lei, ma il principe sembrava non aver udito “Non saresti la prima a dare un figlio illegittimo ad un uomo, però le conseguenze nel tuo caso sarebbero decuplicate, poiché un figlio del sangue Targaryen un giorno potrebbe avanzare pretese sul Trono di Spade.”

“Per non parlare della vita che un simile bambino dovrebbe condurre.” aveva completato lei, facendogli scorrere una mano sul petto, lungo i ghirigori intessuti nella seta “Assassini e spie infesterebbero l'aria attorno a lui non appena fosse deposto nella culla. Non è la vita che voglio per il nostro bambino.”.

La porta che si apre alle sue spalle interrompe il corso dei ricordi e Lyanna si volta lentamente. Il sole sta tramontando.

Rhaeagr appare esausto e lei si sforza di dire qualcosa che possa dare sollievo ad entrambi, ma i minuti scivolano via nel più assordante fra i silenzi, mentre lui raggiunge una sedia rivestita di pelli e vi si lascia cadere sopra.

“Mi hai rapita.”.

Le parole le escono di getto, atone, mentre lo fissa senza mutare espressione. Lui abbandona la testa all'indietro, stanco oltre ogni possibile immaginazione “Ho pensato a cosa fare così a lungo da rischiare la follia.”.

Chiude gli occhi e prosegue, mentre le fiamme tingono di riflessi oro e rosso i suoi capelli pallidi “Ma ho sentito che lord Stark aveva intenzione di affrettare le tue nozze*. Ogni tanto bisogna agire mettendo da parte la prudenza.”. Forse si aspetta una replica, ma Lyanna si limita a fissarlo senza dar segno se ha ricordato o no che mesi prima è stata proprio lei a pronunciare quelle frasi. Rhaegar apre gli occhi e raddrizza il capo “Se le cose andranno bene, sarai considerata la mia favorita e nessuno potrà obbiettare, nemmeno tuo padre o il giovane Baratheon. Potresti addirittura tornare a casa, con il bambino, e al Nord le spie del Sud non hanno vita facile.”

“E se le cose non andassero bene?”

“Preghiamo gli dei di non vedere mai quel giorno.”.

Lyanna fissa la corona di rose blu, l'artefice e il simbolo di tutto ciò che è successo. L'aveva lasciata a Rhaeagr in suo ricordo, e lui gliel'ha fatta trovare in quella stanza.

Perchè ora non è più una corona, ma una ghirlanda.

La sua ghirlanda di nozze in onore di quegli sponsali che non potrà mai celebrare.

 

 

 

 

 

Come forse ho già detto, non ho letto i libri, ma ho visto solo la serie tv. Se ho ben capito, il re folle non aveva ancora ucciso il padre di Ned, né suo fratello, quando Rhaegar rapì Lyanna. O forse sì? In ogni caso, spero perdonerete un eventuale errore.

 

 

 

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