Wherever you will go

di Sharel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Morte ***
Capitolo 2: *** Nascita ***



Capitolo 1
*** Morte ***



Non avrei mai pensato di riuscire a pubblicare di nuovo su questo fandom, per cui direi proprio di festeggiare! xD Scherzi a parte, volevo riprendere in mano alcune opere incomplete che ho sul pc su questi due ragazzuoli e mi è venuto in mente di vedere che succedeva nel manga...quando ho visto che è finito ho fatto una faccia! Non me lo sarei mai aspettato! Soprattutto come finisce...ma ci ho capito poco e niente, visto che ho letto solo il capitolo 93 :P Quindi, per chi ancora non avesse letto dico: SPOILERS...solo poco poco, perchè ovviamente ho preso solo spunto ^.-
Per chi mi conosce bentornato, per mi legge per la prima volta benvenuto, ma ad entrambi ricordo: non ho letto né manga né visto l'anime, quindi i due tags AU e OOC sono per questo motivo.
Ringrazio le anime brave che hanno letto i miei precedenti lavori e soprattutto chi ha recensito. Spero vi piaccia anche questa!
*buona lettura*










 

MORTE

 
Sei stato uno stupido, Kaname. Hai sacrificato te stesso, ti sei ucciso pur di impedire a queste inutili guerriglie di continuare. Fino alla fine tutto doveva essere fatto secondo i tuoi desideri, secondo quello che era un tuo comando. Hai ucciso tutto ciò che da te fu creato, tutto ciò che poteva richiamare un tuo ricordo. Mi hai fatto del male fino all’ultimo…fino a quelle ultime parole che avevo sperato di non sentir mai pronunciare.
 
Voglio che voi due stiate insieme.
 
Non avresti dovuto. Mi hai spezzato il cuore un’ultima, definitiva volta.
Tutti vennero a salutarti, increduli di quello che era successo; non era assolutamente possibile che tu non fossi più tra di noi, pronto a impartire ordini e muovere pedine. E noi…noi facemmo esattamente quello che tu avevi chiesto. Non sarei mai riuscito a negarti un desiderio, se me lo avessi chiesto, figurati poi quando, nel momento di pronunciarlo, lasciavi uscire l’ultimo respiro dal tuo corpo. Però mi dispiace, non sono mai riuscito ad amare veramente Yuuki; nonostante all’inizio di tutto provassi un forte sentimento per lei, alla fine esso si è andato dissolvendosi come polvere al vento.
Ho provato a dimenticarti, a fare in modo che le cose andassero lisce, che tra me e Yuuki tutto potesse andare nel migliore dei modi; ma anche lei sentiva il grande divario che si andava mano mano creando tra di noi, fino a quando non si arrese per prima.
«Zero…Zero non possiamo più continuare così. Ti ho amato, ti amo e ti amerò per tutto il resto della mia vita…sarai il mio primo grande amore e il mio più grande rimpianto, ma Zero…tu non ami me. Non mi ami da tanto tempo e se non fosse stato per Kaname, non avresti speso questi anni con me»
Me lo disse senza accusa, i suoi occhi nocciola limpidi come cristallo. Non la riuscii a guardare in viso nemmeno per due secondi, per tutto il tempo osservai il pavimento con occhi persi, seduto in cucina.
«Sono stata ceca e me dispiace. Non volevo vedere più in là del mio naso e non appena ho visto uno spiraglio di felicità, non ho perso tempo e mi ci sono buttata a capofitto senza pensare ai tuoi sentimenti. Senza volerli vedere. Dietro tutto quel rancore che ti portavi, erano ben nascosti (per lo meno ai miei occhi) i tuoi sentimenti per Kaname. Lo sapevi, vero? Lo hai sempre saputo…Solo, non ti sentivi all’altezza.»
«È sempre stato un bravo stratega, una persona sin troppo intelligente, qualcuno che vedeva ben più in là di chiunque altro. Non sarei mai potuto essere alla sua altezza…» non potevo aggiungere altro; non era a lei che dovevo certe parole. Tuttavia c’era qualcosa che le dovevo. «Mi dispiace per quello che ti ho fatto passare questi anni, forse non avrei dovuto esaudire quello stupido desiderio.»
«Voleva vedere felici entrambi, Zero. Non t’incolpare di questo; ma una cosa devi farla: guarda avanti, Zero. Tieni ben stretto il suo ricordo, così come farò io, ma datti una possibilità di essere felice. Dattene veramente una, in fine.»
Non aggiunse altro, semplicemente raccattò tutte le sue cose e se ne andò. Non so dove e per molto tempo neanche cercai sue tracce; ed anche quando lo feci, fu solo da lontano che la vidi, sorridere finalmente felice come lo era solo i primi tempi di ignoranza alla Cross Academy, quando ancora considerava Kaname il suo principe azzurro.
 
Non riuscii a stare per molto tempo senza fare niente. Dovevo tenere la mente sempre in movimento, sempre impegnata perché altrimenti mi avrebbe portato alla deriva, a pensare cose che mai avrei potuto riavere. Rido se ripenso al periodo che passai con Kaito e Tohga a insegnare nella Cross Academy (alla fine riuscirono a riaprirla), o quando passavo tra i Vampiri senza sentire quella voglia di uccidere che mi pervadeva prima. Però era doloroso ogni volta che decidevo di venirti a trovare. Dentro quella teca di cristallo eri sempre bello, come se da un momento all’altro avresti aperto i tuoi bellissimi occhi amaranto e, guardandomi, mi avresti fatto notare qualche mancanza: chissà quante ne avresti trovate! Almeno, tuttavia, sarei riuscito a rivedere quei tuoi profondi occhi; quanto li ho amati e odiati, quegli occhi! Erano lo specchio di quello che io volevo essere e mai sarei stato; erano potere, un mondo diverso e una persona che, in un'altra situazione, non avrei faticato ad amare alla luce del sole, non nel silenzio del mio cuore spezzato.
Sei sempre stato irraggiungibile, Kaname; non volevi mai farti catturare da altri occhi e sin da subito ci sono stati screzi tra di noi…ma dopo che ve ne andaste dalla Cross Academy non sono riuscito a liberarmi del tuo pensiero. Il ballo un anno dopo; quando tutti tornarono per ricostituire la Night Class; tu, come principe azzurro che venisti a salvare Yuuki perché affamata e la prendesti in braccio, volatilizzandovi. Ti ho odiato e ti ho amato più di qualsiasi cosa. Odiato perché non avresti mai guardato me come facevi con Yuuki o anche solo Aidoh; amato perché…beh, come si fa a non amarti? Carismatico, splendido nella tua armatura bianca, quando facevi parte della Night Class, molto più che meraviglioso nelle tue tenute eleganti. I tuoi capelli d’ebano che riuscivano a catturare qualsiasi raggio di luce lunare…ho passato anni a odiarti perché desideravo il tuo sguardo su di me, anche solo per leggervi disprezzo.
Nei miei anni come insegnante alla Cross Academy passavo ogni momento libero nella biblioteca, nella speranza di trovare qualsiasi indizio che mi desse la possibilità di salvarti da quella morte cristallizzata.
«Non farti più male del necessario, Zero» Erano parole che mi sentivo dire di continuo degli altri, non volevano che rimanessi ferito ancora una volta. Ma perché preoccuparsi di me, se ile mie ricerche ti avrebbero permesso di tornare a camminare tra di noi? Per me non era assolutamente un problema, avrei volentieri lasciato bruciare il mio cuore al tuo posto: sarebbero state poche le persone a cui sarebbe importato qualcosa, che vi avrebbero fatto caso; ma tu hai lasciato una voragine nel cuore di molte, troppe persone. Nel mio in primis.
Trovai un fidato compagno in Kaito. Anche lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per trovare un modo di riportare in vita le persone che tanto amava: il fratello, ucciso dai vampiri ed anche Ichiru; non gli ho mai confessato di aver compreso il forte sentimento che lo legava a mio fratello. Non avrei potuto far niente per Ichiru, lo avevo divorato ed era diventato parte di me, sarebbe sempre vissuto in me…sentivo il suo sangue rombare e cantare con il mio, saremmo sempre stati inseparabili; ma per te ero sicuro che qualcosa avrei trovato.
«Zero, penso di aver trovato qualcosa» mi avvisò Kaito.
E, in effetti, qualcosa aveva trovato.
«Devi lasciare con un po’ del tuo sangue bagni la sua teca e pronunciare questo incantesimo. Farà in modo che Kaname possa risvegliarsi…il problema è che quando lo farà sarà un normalissimo essere umano e ci vorrà un secolo perché possa aprire gli occhi» mi guardò rattristato, con i suoi occhioni noce. «Che hai intenzione di fare?»
Che cosa potevo mai fare? Se anche avessi dato il via al procedimento, non avrei mai potuto rivedere i tuoi bellissimi occhi, odorare ancora il profumo dei tuoi capelli o della tua pelle; ti avrei lasciato nelle mani di qualcun altro, qualcuno che non sarei stato io. E se anche questo non poteva ferirmi troppo in fondo se entrami avessimo camminato sullo stesso suolo, sapere di lasciarti alle cure di qualcuno e che io non avrei mai potuto godere della tua presenza neanche da lontano…tanto valeva strapparmi subito il cuore e non parlarne più! Il mio era un discorso egoista, ma in tutta franchezza poco m9i interessava: dopo venticinque anni potevo avere il sacrosanto diritto di essere egoista.
Caddi in una specie di depressione. Passavo molto tempo di fronte la tua teca e ogni giorno squadravo ogni centimetro quadrato del tuo corpo per essere in grado di memorizzare correttamente ogni tuo tratto. Kaito mi aiutò molto anche in quel frangente; mi rimase vicino come solo l’amico più fedele è in grado di fare e un po’ mi lasciai andare al forte sentimento che sentivo provenire da lui. Non mi considerare un codardo, ma in quel momento avevo bisogno di un porto sicuro e Kaito era quello che il mio cuore cercava da qualche tempo: un po’ di sicurezza. Tuttavia sapevo che non avrebbe potuto durare a lungo: non era a lui che apparteneva il mio cuore.
Fu sempre lui a trovare la soluzione: sono stato fin troppo insensibile nei suoi confronti. Mi propose di addormentare anche me per il lasso di tempo che sarebbe servito a te per il processo; anzi mi assicurò che mi sarei svegliato in anticipo, poiché il mio doveva solo essere un sonno profondo, non una mutazione in essere umano. Accettai senza neanche pensarci più di tanto. Volli giusto avere il tempo di salutare Tohga e Kaien, avevano fatto tanto per me che non potevo lasciarli senza neanche dargli spiegazioni del mio comportamento. Non c’è bisogno che ti dica come reagirono: Kaien mi saltò praticamente addosso, senza che potessi impedirglielo, ed in fondo grato di tutto l’affetto che mi aveva dimostrato negli anni, anche quando proprio non me lo meritavo. Tohga…beh, lui è sempre stato un po’ burbero nei miei confronti; non riusciva a credere che proprio io mi fossi preso una “cotta” (così volle chiamarla, letteralmente a corto di parole) per un Vampiro. Io! Io che mi lasciavo andare a sentimenti positivi verso le creature che avevo odiato più di tutte nella mia vita. Beh, non ci volle poi molto a fargli capire che il sentimento che mi legava a te era lo stesso che legava lui a Kaien. Quando glielo feci notare, arrossì come un papavero al sole! Non credeva che fosse così palese la relazione che avevano…per me erano come libri aperti, quelle emozioni.
Salutai anche Kaito, senza di lui non sarei proprio riuscito a fare niente, mi sarei semplicemente lasciato andare alla deriva senza combinare niente.
«Perdonami Kaito» gli dissi, poco prima di iniziare il procedimento su di te. «Non ti ho trattato come meritavi; ti meritavi molto più di un Level E perso per un Vampire, un Pureblood per giunta!» Sorrisi, perché la cosa era veramente buffa da parte mia.
«Sei stata la brezza di zeffiro che mi serviva, Zero. Spero che quando ti risveglierai le cose andranno meglio, per te» mi augurò, lasciandomi un ultimo bacio sulle labbra.
«Anche per te andranno meglio. Riuscirai a lasciarti Ichiru alle spalle, Kaito; troverai qualcuno che non ti lascerà, stanne certo»
Dopo aver lasciato cadere del sangue sulla tua teca, pronunciai le parole che ti avrebbero reso un essere umano; e solo mentre le scandivo, mi soffermai a pensare se fosse quello che avresti voluto. Magari preferivi rimanere un Nobile in una teca di ghiaccio ed io avrei fatto la più grande cazzata della mia vita…forse la seconda…
Ma non c’era modo di tornare indietro e, gettando un ultimo sguardo ed un sorriso a Kaito, mi sentii sprofondare in un sonno senza sogni per la prima volta in tutta la mia vita.
E così, come tu dormi, amore mio, anch’io mi lascio cullare da questi anni di sospensione. Sarà come rinascere un’altra volta e chissà cosa succederà in questa nuova vita…

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Capitolo 2
*** Nascita ***


Buona sera, gente! Avrei dovuto aggiornare martedì. per cui vi chiedo scusa per il ritardo! Tecnicamente la storia è finita, ma mi è venuto in mente un piccolo seguito; non è ancora deciso, mi rimetto a voi! Ma bando alle ciance, vi lascio alla lettura! Ringrazio tutti coloro che hanno letto, inserito la storia tra le preferite, seguite e da ricordare. E' sempre un piacere scrivere su questo fandom!
*buona lettura*











 

NASCITA

Sentii come un masso comprimermi il petto, e tutt’a un tratto l’aria entrò nuovamente nei miei polmoni. Aria. Com’era possibile che potessi ancora respirare? Dovevo essere morto, ormai polvere al vento, un essere senza alcun diritto di camminare ancora tra la gente; bandito dal Paradiso e dall’Inferno, un’anime senza luogo d’appartenenza.
Gli ultimi ricordi che avevo riguardavano Yuuki e Zero, le ultime due persone cui avevo detto addio. Una morsa mi strinse lo stomaco a quel pensiero.
 
Voglio che voi due stiate insieme.
 
Come aveva potuto dire una cosa del genere? Vero, era in punto di morte; vero, erano le due persone più importanti della sua lunga vita; vero, non li avrebbe più rivisti, ma come aveva fatto a lasciare Yuuki nelle mani di Zero? Sapevo che quella ragazza ne era stata sempre innamorata, lo avevo visto sin dai primi anni della Cross Accademy, sebbene allora pensasse di essere persa per me; ma era sempre solita tornare da Zero, come se solo vicino a lui il suo cuore riuscisse a sospirare “casa”. Aveva provato a dividerli, quando aveva fatto tornare Vampira Yuuki, credendola sua sorella; ma vedevo che anche così il suo animo era tormentato dal ricordo di Zero, dal suo profumo di lavanda, dalla sua pelle nivea, dai suoi capelli argentei e i suoi occhi ametista. Per essere un uomo divenuto Vampiro, avevo sempre pensato che fosse Zero il vero Figlio della Luna, l’unico essere che avesse il diritto di camminare sotto la sua luce argentea. Quando lo vedevo fare i suoi giri di ronda, sembrava avere un alone intorno, come se la Luna volesse proteggerlo da qualsiasi cosa potesse ferirlo. E come biasimarla? Tutti pensavano che fossi io l’essere superbo e splendido, con il mio modo silenzioso e carismatico, con il mio essere Pureblood; ma in realtà Zero aveva tutto il fascino del misterioso e tormentato ragazzo che io non sarei mai riuscito a replicare. Era lui quello che doveva essere venerato…lo avevo pensato anche quando lo vidi ancora bambino insieme al fratello. Quei suoi bellissimi occhi ametista osservavano il mondo con gli occhi curiosi del bambino che tutto vuole scoprire e di tutto vuol conoscere i segreti: occhi così limpidi e sinceri che oscuravano anche la presenza del gemello. Quando lo rividi, alla Cross Accademy, non riuscivo a capacitarmi che quel ragazzo fosse lo stesso bambino che aveva fissato imbambolato per un’ora buona. Shizuka aveva fatto un buon lavoro nel distruggere l’anima splendente e la limpidezza degli occhi, così io mi ero dovuto accontentare della freddezza dei suoi modi, dell’odio che sprigionava da ogni poro verso ogni Vampiro, verso anche se stesso! Si odiava per non essere riuscito a difendere la propria famiglia, per essere prigioniero delle compresse ematiche e per dover sopportare la mia continua derisione. Sin da quando lo avevo visto da piccolo, avevo sentito l’impellente bisogno di avere i suoi occhi incollati su di me, e il suo ostinarsi a fare finta che non esistessi (visto che ogni volta finiva in una sua umiliazione), faceva venir a galla tutto il sadismo che avevo dentro di me. Lo dovevo colpire in qualsiasi modo, umiliarlo, farlo sentire non all’altezza di Yuuki, solo una pedina nelle mie mani…faceva venir fuori il lato peggiore di me perché non ero in grado di prenderlo tra le mie braccia e amarlo com’era sacrosanto dovere fare. Una persona così non era da sbeffeggiare, ma da amare teneramente, con ogni fibra del proprio essere… Ma a quel tempo ero ancora troppo stupido e cieco per capire.
Quando per la prima volta gli concessi il permesso di mordermi, sentii una scarica di brividi serpeggiarmi lungo la schiena, una morsa stringermi lo stomaco e l’inguine pulsarmi dolorosamente…e non dirò di aver avuto le farfalle nello stomaco! Non sono certo una ragazzina cotta del proprio idolo, io!
Quello che avevo sentito era più profondo di ogni altra cosa mai provata prima. Non avevo mai lasciato a nessuno il permesso di mordermi, ma non avrei mai pensato che potesse essere così…perfetto, eccitante e particolarmente emozionante. Zero fu comunque il solo che mi fece sentire così, perché, quando tempo dopo lo permisi a Yuuki, non fu neanche lontanamente paragonabile, la cosa.
Quell’azione mi spalancò gli occhi: avevo lasciato entrare Zero troppo a fondo, e non solo letteralmente! Aveva aperto una breccia in quel cuore che avevo faticosamente chiuso negli anni, e la cosa mi spaventò non poco. Fuggii con Yuuki, lontano dalla Cross Accademy; ma soprattutto lontano da Zero. M’illudevo di averlo fatto soprattutto per Yuuki, perché il Silver-head non era per lei, perché lei doveva aspirare a più alti livelli. La verità era che avevo paura delle emozioni che avrei potuto riscoprire stando fianco a fianco con lui ogni giorno, ma ero anche spaventato dalla gelosia che sentivo nei confronti di mia “sorella”. Non sopportavo di vederla vicino a Zero, che loro avessero quest’affinità data da anni di convivenza sotto lo stesso tetto; e poi sapevo che il Silver-head aveva forti sentimenti per lei. Fu anche per questo che gli permisi di bere il mio sangue: non sopportavo che divenisse indipendente da Yuuki. Volevo fosse dipendente dal mio sangue, lo volevo mettere sotto una campana di vetro…o meglio, lo volevo rinchiuso alla vista degli altri in camera mia, possibilmente perennemente svestito.
Quando fu ricostituita la Night Class, sapevo che Yuuki lo avrebbe avvicinato, fortuna che fu lui a mantenere le distanze. Non si nutrì più del suo sangue, e questo da una parte mi faceva imbestialire, perché voleva dire che aveva un altro donatore; ma non potevo non essere felice che mantenesse le distanze da lei. Solo una volta m’intromisi nelle loro vite: quando Yuuki stava praticamente morendo di fame. Erano giorni che non si nutriva da me, perché c’eravamo separati ed io non potevo mostrarmi, avevo altre questioni da affrontare; ma anche lei non riusciva a digerire le compresse ematiche, proprio come Zero. Fu quasi sul punto di morderlo, e proprio in quel momento mi palesai a loro, ritrovandomi una Yuuki incantata dal profumo profondo e corposo del sangue di Zero, a pochi centimetri dal suo collo. Me la caricai in spalla e, una volta in camera, la lasciai bere il mio sangue. Non volevo che lei saggiasse il suo sangue prima di me anzi! Non doveva proprio toccarlo il sangue di Zero, neanche annusarlo da vicino! La mia gelosia faceva paura persino a me, ma lasciai crescere in me ancora il desiderio di Zero, di averlo per me, di poterlo amare nel buio della nostra camera, di lasciarmi mordere ancora una volta da lui, di poter gustare finalmente il suo nettare…
Poi la guerra mi prese completamente: la rivolta per rovesciare il Senato e finalmente porre fine alle vite di quegli esseri inutili. L’ascesa di Zero a capo degli hunter mi aiutò molto; non mi sarei mai aspettato il suo appoggio, non dopo tutto quello che gli avevo fatto negli anni, e sentii la mia gelosia crescere ancora di più: perché pensavo lo facesse per Yuuki; perché vedevo quel professorino guardarlo con occhi diversi, più simili ai miei e lo vedevo sempre al suo fianco; perché era cresciuto, era andato avanti senza di me. I muscoli che si tonificavano, l’intelligenza che si acuiva, la sua bellezza che diveniva ogni giorno più evidente sotto gli occhi di tutti. Ed io ero lasciato indietro.
Quando gettai il mio cuore tra le fiamme, mi sembrò come dire addio anche ai miei sentimenti. Non avrei più potuto dire a Zero quello che provavo, non avrei più potuto guardare male il professorino, né avrei potuto chiedere scusa a Yuuki per averle nascosto tante cose. Mi raggiunse subito, gettandosi tra le mie braccia; la strinsi forte, non mi sarei mai perdonata di lasciarla da sola, ma non potevo agire diversamente. Poi giunse anche Zero, e il mio cuore (sì, è buffo da dire) sobbalzò, una morsa stritolò il mio stomaco: stavo per lasciare anche lui, non lo avrei più rivisto; quei suoi occhi ametista che mi osservavano di nuovo limpidi e trasparenti come quando era bambino, la paura e l’incredulità dipinte in quelle polle.  Parlai tranquillo a entrambi, non era poi così male che io me ne andassi e le mie ultime parole dovevano essere per entrambi.
Come avevo potuto voler che stessero insieme? Vero è quanto fossero simili, ma con quale coraggio riuscii a cedere Zero a Yuuki? Forse non ci voleva molto per capire che era quello che entrambi volevano, stare finalmente l’uno tra le braccia dell’altra, ma posso assicurare che l’unica cosa che mi fece sragionare fu sentire finalmente il corpo di Zero pressato contro il mio; irrazionalmente lo avevo stretto a me, mentre pronunciavo quelle assurde parole. Lo sentii trattenere il fiato e irrigidirsi, cosa che mi fece sorridere. Poi, non ricordo più niente, se non Yuuki che scivolava via dal mio abbraccio e Zero che ancora mi teneva vicino a se. Io continuai a sorridere, felice di trovarmi da solo, finalmente tra le sue braccia. E tutto sfumò…anche la sua voce che mi sussurrava ultime parole.
«Kaname! Io…io ti…»
Aspetta Zero…non capisco…le parole…ripet…Zero…
 
Strizzo gli occhi. Non è possibile che io riesca a sentire qualcosa, non è possibile che io sia ancora vivo. Eppure percepisco distintamente il calore di un raggio di sole…non è possibile! Io non posso stare al sole per troppo tempo; deve trattarsi per forza di un sogno. Ma i morti  sognano?
Apro piano gli occhi, per abituare la vista, dato che ci vedo sfocato ed essa non ne vuole sapere di stabilizzarsi per un bel po’. Comunque provo lo stesso a dare un’occhiata in giro…più che altro volto la testa da una parte e dall’altra, visto che mi sento tanto sfinito da non riuscire a sollevarmi. Noto giusto una macchia poco distante da me, ma non ci faccio troppo caso, dato i contorni sfocati. Tengo chiusi per qualche altro minuto gli occhi chiusi, e quando decido di aprirli mi si presenta lo spettacolo più bello, impossibile e assolutamente perfetto di tutta la vita: Zero Kiryuu mi osserva con due intense ametiste felici, accese di rassicurazione e un fuoco che ancora non riesco a distinguere; le labbra distese in un sorriso che mi fa dolere lo stomaco più della fame che ho, tanto è dolce e tenero.
«Bentornato Kaname» sussurra leggermente, da non spezzare l’atmosfera.
Continua a sorridere, lui, e continuo io ad essere calamitato un po’ da quelle polle profonde e un po’ da quelle labbra da mordere.
Sorrido di rimando ancora intontito. Eh sì! Bentornato Kaname.

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