Synchronicity

di Yuichan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Voci e melodie in una notte buia ***
Capitolo 2: *** 1. Eyes on me ***
Capitolo 3: *** 2. Strange sensations ***
Capitolo 4: *** 3. Far from the heart ***
Capitolo 5: *** 4. The Warning ***
Capitolo 6: *** 5. My Bad Desire ***
Capitolo 7: *** 6. Battle \ Farewell... ***
Capitolo 8: *** 7. Hear me cry ***
Capitolo 9: *** 8. Truth ***
Capitolo 10: *** 9. Return ***
Capitolo 11: *** 10. The heart of love ***
Capitolo 12: *** 11. Memories ***



Capitolo 1
*** Prologo: Voci e melodie in una notte buia ***


Prologo: Voci e melodie in una notte buia

 

- Cos’è che ti spaventa in realtà?- La voce della principessa era flebile, quasi simile ad un sussurro, ma lui era riuscito comunque a capire quella piccola frase. Non rispose subito, sorrise, come se fosse una domanda sciocca, ma quando aveva sentito quelle parole era, per un attimo, trasalito dallo stupore. Forse temeva che quella ragazzina dagli occhi verdi e tanto innocenti avesse capito ogni cosa.

- Nulla Sakura-chan, ero solo preoccupato che non ti svegliassi.- Mentiva e la ragazza se ne rese facilmente conto, aggrottò la fronte, ma non insistette.

- Grazie, ti preoccupi sempre di me e mi sei vicino… grazie ancora Fay-san.- Richiuse gli occhi velocemente e cadde in un sonno profondo. Il mago rimase sorpreso del momento di lucidità che aveva avuto; da quando erano giunti in quel mondo strano Sakura non era riuscita mai a svegliarsi del tutto. In un certo senso credeva che forse lo facesse apposta. Erano successe tante di quelle cose che tutti sarebbero crollati, ma lei aveva resistito per qualche giorno, giusto il tempo di trovare un posto in cui riposare tranquilla. Il mago si alzò dal letto della ragazza e uscì dalla stanza, chiudendo lentamente la porta. Ad aspettarlo fuori c’era un ragazzo molto spaventato e un uomo burbero fermo in un angolo con le braccia conserte, a cui rivolse un sorriso.

- Come sta la principessa?- La voce di Shaoran tremava dall’ansia, erano giorni che si comportava così, Fay lo fissò sorridendo, ora aveva solo un occhio e ogni tanto faceva fatica a percepire le dimensioni e le distanze. Quello che aveva davanti era o no il ragazzo che conosceva come Shaoran?

- Ha solo qualche linea di febbre, vedrai che le passerà con un po’ di riposo.- Sorrise di nuovo, non lo aveva chiamato per nome, gli procurava uno strano effetto farlo, ma cercava di non darlo a vedere. Solo Kurogane se ne era accorto e gliene aveva parlato, ma come sempre lui era bravo a sviare la conversazione ed era riuscito a farlo arrabbiare dopo pochi secondi. – Dovresti andare a riposare anche tu ora, finchè Mokona non si sveglia non possiamo fare nulla… quindi evitiamo di sprecare energie inutilmente… va bene?-

Con quel sorriso avrebbe potuto ingannare chiunque, tranne forse una persona, ma in quel momento gli importava solo di non far vedere al ragazzo il disagio che anche lui provava nel parlargli. Lo seguì con lo sguardo mentre entrava nella camera adiacente e chiudeva la porta. Rimase da solo con Kurogane, ancora fermo e serio in quell’angolo.

- Così facendo fari crescere i funghi Kuro-rin!- Ironizzò, ma lo sguardo del ninja non cambiò. Improvvisamente gli fece cenno di seguirlo e lui obbedì. Si ritrovarono nella stanza di Kurogane. Quella era una piccola locanda con pochi ospiti ed erano riusciti ad ottenere quattro stanze singole in cui dormire, il denaro non era stato un problema, la moneta locale valeva molto poco e vendendo alcune loro cose e qualche abito erano riusciti a racimolare un bel gruzzolo, che forse non avrebbero speso completamente. Fay non era di certo meravigliato da quel gesto, quasi tutte le sere Kurogane lo portava nella sua stanza e rimaneva chiusi li per ore, a volte senza dire una parola, ma quello era i posto più sicuro per far cenare anche il mago. Come al solito il ninja si ferì il polso e aspettò che il mago si rifocillasse con l’unico sangue che gli era dato bere. Fay era ancora provato dallo scontro con Shaoran in cui aveva perso l’occhio e necessitava di quell’aiuto più spesso di quanto un vampiro normale dovesse fare, anche per questo il mago aveva fatto un piccolissimo incantesimo per far in modo che sul braccio del compagno rimanessero meno cicatrici possibili. Fay poggiò le labbra sul taglio e iniziò a rifocillarsi con quel nettare scarlatto che aveva imparato ad apprezzare.

- Non sei obbligato a farlo tutte le sere Kuro-sama.- Disse lui dopo essersi pulito la bocca con un piccolo fazzoletto di carta.

- Semplicemente non mi sembri stare molto bene… - rispose freddamente, ma riuscì solo a provocare una reazione ironica da parte del mago, che iniziò a sfregare il viso contro il petto del ninja come farebbe un gatto con il suo padrone.

- Oh Kuro-chi… sono così felice che ti preoccupi per me.- Rimase pronto per una reazione, si aspettava un bugno in testa o che estraesse la spada per farlo a pezzi, ma questa volta non accadde nulla. – Kuro-rin?- Lo chiamò di nuovo staccandosi da lui e cercò di capire a cosa stesse pensando mentre teneva le iridi scarlatte rivolte verso la finestra. – Kurogane c’è qualcosa che non va?-

Sentendosi chiamare semplicemente per nome ebbe una piccola reazione, per qualche secondo spostò le iridi sul mago che lo osservava allibito, poi tornò a concentrarsi sul nulla fuori d quella stanza.

- Ho imparato a capirti, anche se non so niente di te… ma ho già detto che infondo questo non mi importa.-

- Dove vuoi arrivare?- Fay sembrava preoccupato, la voce del compagno era più fredda del solito e il cuore del mago aveva iniziato a battere veloce come un treno a pieni motori. Rimase in attesa di una spiegazione, senza capire perché si sentisse tanto agitato.

- Neanche tu ci riesci, falso come sei… neanche tu riesci  considerarlo tale.- In quel momento Fay non seppe se essere offeso per quello che gli aveva detto o sorpreso perché se era accorto anche lui. Kurogane si riferiva a Shaoran, erano identici, ma non lo erano. Quello con cui stavano viaggiando ora no era lo stesso con cui avevano iniziato il viaggio. - Io mi ero accorto che c’era qualcosa che non andava nel ragazzo, però non mi sono sforzato di capire cosa fosse…-

- Non darti tutte le colpe Kuro-tan, anche io avevo dei sospetti e non ho fatto nulla.- Si aspettò una risposta acida come al solito, o magari un qualche insulto sul fatto che lui non avesse mai detto la verità, invece Kurogane rimase in silenzio, Fay avvertì che in qualche modo lui si sentiva estremamente triste. – Da quando siamo giunti in questo paese non facciamo che essere tristi… sorridi qualche volta Kupo-pippi o ti verranno le rughe!- Sfoggiò uno di quei sorrisi che lo avrebbero mandato su tutte le furie e non ricevendo ancora un briciolo di attenzione incalzò di nuovo. – Se ti senti solo Kuro-pon posso dormire con te stanotte.-

In pochi secondi si ritrovò sbalzato fuori dalla stanza con un sonoro calcio, Kurogane sbatté la porta intimandogli di andare ad infastidire qualcun altro. In fondo il mago era riuscito nel suo intendo, ma quello che aveva detto Kurogane non era sbagliato. Si alzò andando verso la sua stanza, quando la sua attenzione fu catturata da una dolce melodia, sembrava il suono di un pianoforte e gli tornarono alla mente i giorni passati nel paese di Outo, in quel bel locale che loro avevano comprato. Il suono proveniva dal piano inferiore, scese le scale lentamente e cercò con lo sguardo il pianoforte e la persona che lo stava suonando. Fece molta fatica a vedere in quell’oscurità e si chiese come potesse qualcuno suonare con quel buio opprimente. Dovette affidarsi all’udito, fino a che non andò a sbattere il ginocchio contro un tavolino. Si riprese a malapena, il tonfo si propagò per qualche secondo nella stanza.

- C’è qualcuno?- Oltre al suono dello strumento non sentì risposta. La melodia triste che stavano suonando riuscì ad appesantirgli il cuore e a spaventarlo. – E’ davvero una bella melodia… mi piacerebbe sapere chi la sta suonando…- Cercò di sembrare calmo e cordiale, ma dentro di se tremava… solo dopo poco si rese conto che la melodia non proveniva da un punto preciso, ma era come se fosse tutto intorno a lui, come se le note volteggiassero dolcemente in tutta la stanza. – C’è…-

Fu interrotto da un leggero fascio di luce proveniente da una lampada ad olio… si voltò di scatto respirando affannosamente… cercando di capire chi fosse giunto alle sue spalle.

- Si può sapere perché devi rompermi le scatole anche da lontano… che diavolo stai combinando?-

La voce di Kurogane era severa e molto irritata, ma riuscì a rilassarlo leggermente.

- Kuro-pi sei venuto a cercarmi perché ti mancavo?-

- Quanto sei idiota… hai fatto un casino terribile! Si può sapere che diavolo hai da urlare, vuoi svegliare tutta la città?-

- Ma io non ho gridato…- Rimasero a fissarsi per qualche istante, Fay sembrava molto provato e Kurogane riusciva persino a sentirlo.

- Ad ogni modo hai fatto un gran casino, per questo ora te ne vai in camera tua a dormire…- Lo prese per la manica del vestito e lo tirò verso di se, trascinandolo su per le scale e per il corridoio.

- Ma tu non l’hai sentito?-

- Io ti ho solo sentito gridare come un pazzo… perché, che cosa avrei dovuto sentire?-

- Kuro-sama?- La voce di Fay si era fatta bassa e troppo smielata per i gusti del guerriero, capì che stava per prenderlo in giro di nuovo. – Mi fai dormire con te… credo di aver paura del buio…-

- Che ti divori maledetto scemo!!!- Lo gridò gettando il mago nella sua camera e chiudendogli la porta in faccia. Lo sentì lamentarsi per qualche minuto buono, poi quando lo sentì calmarsi se ne tornò anche lui nella sua stanza.

 

Aveva appena salutato gli altri e si era buttato sul letto senza forze. Intorno a lui c’era un silenzio terribile, che gli provocava un grande ansia. Il paese in cui erano capitati sembrava molto lugubre, Mokona si era sentita male appena giunti e così anche Sakura e la cosa lo preoccupava non poco, senza contare che in fondo al cuore lui sapeva ogni cosa… Si era accorto che gli altri non riuscivano a considerarlo come il vero Shaoran e così anche la principessa, che in tutto il tempo gli aveva rivolto solo un paio di sguardi e detto si e no due parole a mezza bocca.

- Perché mi trattano così? Io so che è difficile, ma io sono quello vero… Sakura… perché… perché non mi guardi più...?-

Si fermò la testa con il cuscino e rimase fermo fino a che il sonno non prese il sopravvento sulla veglia, ma prima che potesse addormentarsi del tutto, riuscì a sentire un piccolo rumore provenire dalla stanza della principessa. I muri erano così sottili che era riuscito persino a sentirla respirare.

- Sakura-hime siete sveglia?- Si appoggiò alla parete per cercare di ascoltae meglio un’eventuale risposta. Percepì il respiro della ragazza dall’altra parte…

- Perché io….-

- Cosa state cercando di dirmi?-

- Perché io ti odio!-

 

….

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Capitolo 2
*** 1. Eyes on me ***


Dopo il Prologo, ecco il primo vero capitolo di questa ff. Innanzitutto ringrazio tutti quelli che hanno letto la prima parte della mia storia e poi rispondo a Francesca Akira89 che mi ha lasciato un commento.  Innanzitutto ciao e grazie del commento,^^

Allora la storia come si è capitolo avviene dopo il capitolo di Tokyo, ma proprio come hai notato tu c’è qualcosa di strano. Non è una AU, i personaggi rispecchiano i loro caratteri, ma… non posso dirti tutto o ti rovino la storia se vorrai continuare a leggerla… ma cmq hai capito da subito che c’è qualcosa di sbagliato, ma questo fa parte della storia, quindi non spoilerizzo più…

Bè Fay e Fay, qui ancora non si sa niente del suo passato e non ne parlerò credo, andrei troppo fuori strada sia con la mia storia che con lo scorrere degli eventi del manga, quindi rimarrà un segreto. Poi per Sakura e Shaoran… be continua a leggere e vedrai, ma ti do un consiglio… di me non ci si può fidare e sono brava a travolgere le cose quando meno te lo aspetti…^^

Ringrazio anche adrienne riordan per aver apprezzato il capitolo… spero che questo non ti deluda…

 

Ok, vi lascio al capitolo, buona lettura e spero che vi piaccia… ciao ciao

p.s. scusate gli errori di battitura, a volte ne commetto troppi, prometto che starò attenta!

 

 

1.     Eyes on me

 

Pioveva da più di due giorni, quello che ora sembrava un diluvio era iniziato con una semplice pioggerellina fitta e fastidiosa, per poi peggiorare sempre di più.  Ferma sul portico del suo negozio guardava fisso il cielo plumbeo da ore, senza dire neanche una sola parola. Alle sue spalle un ragazzo con la divisa scolastica nera si fece avanti portando un vassoio con qualche stuzzichino e una bottiglia di sakè.

- Yuuko-san ho portato qualcosa da mangiare… - rimase in attesa di una risposta, ma non ne ricevette alcuna. – Fa freddo oggi, perché non rientriamo in casa… Yuuko-san?- Senza dire nulla, Watanuki la seguì con lo sguardo, mentre si incamminava sotto la pioggia incessante, in pochi secondi gli abiti e i capelli divennero completamente bagnati. Il giovane fu lesto nel prendere un ombrello e correre a ripararla.

- Vi ammalerete sotto questa pioggia gelida… c’è qualcosa che non va?- Aveva lo sguardo assente, gli occhi spenti e leggermente arrossati… si stava nascondendo sotto quella pioggia e stava nascondendo anche come se si sentiva. Di solito, da quando aveva conosciuto quella strana donna, non era mai riuscito a capirla fino in fondo, ma in quel giorno di pioggia si era reso conto che in qualche modo lei stava soffrendo forse più di tutti loro.

 

         L’alba sembrava non dover mai arrivare, era ancora buio quando si svegliò. Il sonno era stato movimentato e molto tormentato. Senza un motivo aveva sognato la morte dei suoi genitori e questo lo aveva reso molto nervoso e irritabile. Si mise seduto sul letto e lo sguardo andò di nuovo verso la città ancora addormentata. Era uno strano posto, avevano visto pochissimi abitanti e tutti con lo sguardo basso ed estremamente triste, o almeno questo era quello che la principessa aveva detto in un attimo di lucidità. Il manjuu bianco non si era mai svegliato da quando erano arrivati, il ragazzo era divenuto estremamente sensibile e il mago troppo strano. Si era sorpreso molto quando, appena arrivati nel nuovo mondo, aveva ripreso a chiamarlo con quegli strani nomignoli tutto ad un tratto, dopo giorni e giorni che non lo faceva più. Sapeva che era arrabbiato con lui per averlo salvato nella città di Tokyo, ma ammetteva a se stesso che si trovava più a suo agio quando il mago faceva l’idiota, sapeva come prenderlo, al contrario se era serio, lui si sentiva molto a disagio. Si alzò e si chiuse in bagno per lavarsi, non si sentiva al massimo delle sue capacità, si spogliò con molta calma e si infilò sotto la doccia calda. L’acqua era un buon lenitivo, stava spazzando via la notte turbolenta che aveva affrontato. Aveva appena iniziato a rilassarsi, quando uno strano dolore al petto gli mozzò il respiro. Si premette una mano sul cuore e con l’altra si appoggiò alla parete della doccia, piegandosi in avanti. Respirava a fatica e gemette quando una nuova fitta di dolore lo fece ricadere in ginocchio. Tossì forte, la gola bruciava. Decise di uscire dalla doccia, si coprì a malapena e tornò nella camera da letto, ma un nuovo dolore lo interruppe e cadde accanto al letto. La pelle calda a contatto con il pavimento freddo lo fece trasalire. Continuò a ripetersi di calmarsi, ma non era affatto semplice. A fatica riuscì a spostarsi e battere il pugno contro la parete che comunicava con la stanza adiacente, era quella del mago. Non gli avrebbe mai chiesto aiuto, ma si sentiva mancare e non sapeva cosa altro fare. Tossì di nuovo e questa volta si ritrovò uno strano sapore ferroso in gola, il liquido gli riempì la bocca in poco tempo e fu costretto a sputarlo fuori. Rivoli di sangue colarono giù fino al collo. In quel momento la porta della sua stanza si aprì, il mago era corso a soccorrerlo, la richiuse dietro di se e Kurogane lo seguì con lo sguardo mentre si avvicinava a lui. A suo parere però il mago sembrava troppo calmo. Fay si avvicinò a lui inginocchiandosi davanti al ninja, che in quel momento fu colpito da un’altra fitta al petto che lo costrinse a piegarsi in avanti, sentì le braccia del mago che lo sorreggevano.

- Kurogane… qualcosa non va?- Che domanda stupida, certo che c’era qualcosa che non andava. L’iride cristallina di Fay lo fissava, brillava alla poca luce nella stanza, fino a che non cambiò colore divenendo dorata e fredda.

- Che… che ti…- Fay lo bloccò poggiando il dito indice sulla bocca del compagno e sussurrando qualcosa.

- Non immagini quanto mi piaccia vederti soffrire così…- Kurogane non riuscì a reagire, la vista era offuscata dal dolore, percepì solo il respiro caldo del mago sul suo collo e il tocco della sua lingua che ricalcava la linea di sangue su di lui. Provò a spostarlo, ma in quel momento le forze lo abbandonarono dopo una nuova fitta di dolore.

- Provi dolore? Come se qualcuno ti stesse stringendo il cuore con la mano… la stretta si fa sempre più forte vero…?- C’era malvagità in quelle parole, c’era odio profondo in quello che stava facendo.

- Non… non toccarmi…- non fece in tempo a dirlo, le unghie del mago si allungarono, affilate e taglienti come il filo di una spada, disegnò sul petto del ninja strane linee, poi affondò nella carne ancora calda. Kurogane gridò, il sangue schizzò via bagnando il viso pallido del mago.

- Lo voglio io… non permetto che qualcuno si prenda il tuo cuore.- Riusciva a sentire la mano del mago stringergli il cuore sempre più forte, il dolore era insopportabile. – Lo custodirò bene lo giuro… infondo mi appartiene…- Non aveva più forze, ma provava comunque a spostarsi da lui. Fay sorrideva rendendo vano ogni sforzo dell’altro, gli passò una mano dietro alla schiena premendosi contro di lui. Kurogane lo sentì ridere di gusto, mentre il mago continuava a stringere e tirar via la mano portando con se qualcosa di estremamente importante.

- Vuoi…. Uc…uccidermi?- disse con molta fatica, stava per perdere i sensi, lo percepiva. Uno strano formicolio lo prese alla bocca, il labbro inferiore iniziò a tremolare e il viso era freddo.

- Certo che no, voglio tenerti con me per sempre… solo che tu non vuoi e io in qualche modo devo trovare una soluzione…-

Non resistette oltre, gli occhi si chiusero di colpo e cadde in uno strano e doloroso sonno, da cui sapeva che non si sarebbe distratto.

 

         Non era riuscito a muoversi per tutta la notte, quelle parole, così fredde e crudeli nei suoi confronti, lo avevano distrutto. Perché la principessa gli aveva detto che lo odiava, erano davvero quelli i suoi sentimenti? Doveva sapere, doveva a tutti i costi capire il perché di quell’astio profondo. Si alzò dal letto, cercando di capire che ore fossero, ma fuori era tutto completamente oscurato da una notte profonda e non riuscì a capire. Uscì dalla stanza e bussò in quella adiacente, cercando una risposta dalla principessa. C’era un profondo silenzio nel corridoio, stavano tutti dormendo profondamente e questo, in qualche modo, lo rassicurava. Non ricevendo risposta dalla principessa, appoggiò la mano sulla maniglia e aprì la porta lentamente. Anche nella stanza di Sakura c’era silenzio, scorse a fatica un piccolo giaciglio in un angolo in cui riposava Mokona e poi cercò la figura del letto della principessa. Si avvicinò lentamente inginocchiandosi di fianco al letto e ascoltando il respiro regolare della ragazza.

- Sakura-hime… perché mi avete detto una cosa simile… davvero provate odio nei miei confronti?- Non si aspettava una risposta da lei, aveva parlato così flebilmente che era impossibile che lei lo avesse sentito. Invece, contro ogni sua previsione, scorse gli occhi smeraldo della ragazza che lo guardavano e la cosa gli smorzò il respiro, lasciandolo allibito. – Mi dispiace, non volevo svegliarvi…- provò a giustificarsi, ma lo sguardo della ragazza non sembrava ne arrabbiato, ne tanto meno sorpreso.

- Shaoran-kun… come mai questa visita?- La voce della ragazza era ironica e lui non seppe che rispondere. – Ti aspettavo…-

- Davvero? … ma allora quello che mi avete detto?-

- Non venivi a trovarmi… - rise di gusto, mettendosi seduta sul letto e prendendo la mano del giovane tra la sua. – Io non ti odio… però…-

Senza rendersene conto, Shaoran sentì il respiro caldo della principessa accanto al viso, era vicina a lui, forse troppo. Percepì le labbra di lei sulle sue, istintivamente rispose al bacio senza pensarci, la strinse tra le braccia più forte che potè. Non riscì a resistere, era felice di avere quel contatto e le lacrime spingevano contro le palpebre per uscire fuori ed esplicitare la sua contentezza. Non durò molto però, la ragazza si scostò dopo poco e avvicinò la bocca all’orecchio di lui. - … però, voglio vederti morto il prima possibile.-

Non riuscì a reagire, un dolore all’addome lo fece piegare in avanti, si sentì la maglietta umida e sempre più calda. Il dolore insopportabile, ricadde all’indietro senza emettere un gemito, chiuse gli occhi…

 

         Si svegliò di colpo, il respiro corto e completamente coperto di sudore. Si premette una mano sul petto cercando la ferita, ma non trovò nulla. Continuò per qualche secondo ad interrogare il suo corpo per trovare residui di quei dolori insopportabili, eppure non aveva nulla. Un sogno… era stato solo un incubo, eppure era terrorizzato come mai lo era stato. Si sedette sul letto e provò ad alzarsi, aveva le gambe leggermente atrofizzate. Quando poggiò i piedi a terra e fece due passi, andò a sbattere contro qualcosa disteso a terra. Abbassò lo sguardo verso il pavimento dove scorse la figura del mago distesa a terra che dormiva beatamente…

 

 

Per sapere cosa è accaduto a Shaoran… dovrete aspettare il prossimo cap.. a presto.

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Capitolo 3
*** 2. Strange sensations ***


Eccoci qui al secondo capitolo, come promesso vi dirò che è accaduto a Shaoran

Ho ricevuto una richiesta da FireAngel, di picchiare forte Shaoran… non posso darti nessuna certezza, però mi fa piacere che continuerai a leggere la mia ff e che ti interessa tanto^^

Per Francesca Akira89, no le ferite di Kuro e Shaoran sono diverse e ricevute in momenti diversi,  ma lo leggerai in questo capitolo quindi non dico altro. Cmq volevo ringraziarti del chiarimento sulle AU e OOC, a volte mi confondo sui vari generi, cmq io tendo a mantenere intatto il carattere originario dei personaggi, quindi posso dirti che se si comportano così stranamente c’è un motivo. Ad ogni modo, scusa l’ignoranza, posso chiederti cos’è Alice 19th? Mi ha incuriosito molto quello che hai scritto nel commento.

Per Adrienne Riordan, grazie per essere diventata una mia lettrice accanita mi rende felice saperlo!^^ Non posso spiegarti il perché dei loro comportamenti, o almeno non posso spiegarlo ora…

Per Wren, grazie per quello che hai scritto, sto riuscendo nel mio intento. Lascerò questa atmosfera di mistero ancora per pochi cap, anzi credo che qualcosa sarà rivelato già in questo… quindi se ti sono piaciuti i cap precedenti, continua a seguirmi.

Cmq voglio dirvi la verità, mi piace tantissimo quando mi scrivete nei commenti “Oh ma che sta succedendo!!!” Vuol dire che sono riuscita nel mio intento, spero di non deludervi nei prossimi capitoli… Mi raccomando se c’è qualcosa che non vi piace, ditemelo subito senza farvi scrupoli, le critiche sono sempre ben accette!!!

Buona lettura!!!!

2. Strange sensations

Fu un risveglio molto brusco. Kurogane non si aspettava di certo una simile scena. Era talmente frastornato che l’istinto di tirare un calcio all’addormentato fu troppo forte.

- Si può sapere che diavolo hai combinato, mago da quattro soldi?!- Lo gridò così forte che per un attimo i vetri della finestra tremarono sotto la sua voce imperiosa. Fay trasalì di colpo, scattando a sedere e cercando di capire il perché fosse nella stanza del ninja a dormire sul pavimento. Si grattò la testa senza riuscire a trovare una spiegazione a lui logica.

- Buongiorno. – disse stralunato. -Mi spieghi che ci faccio nella tua stanza?- Sbuffò per qualche secondo leggermente infastidito dalla strana situazione. – Avevi bisogno di me per caso?-

- Non fare il cretino! Credi veramente che abbia bisogno di uno come te tra le scatole anche durante la notte?-

- … allora perché sono qui?- Kurogane rimase fisso a guardare il compagno, non riusciva a darsi pace all’idea che quello che avesse vissuto fosse stato solo un sogno, il dolore e anche l’orrore di aver visto un Fay come quello, ancora gli gelavano il cuore.

- Non ne ho idea, quello strano qui sei tu!- Evitò accuratamente di guardarlo e si chiuse in bagno. Fay si alzò dal pavimento guardandosi intorno, il comportamento di Kurogane era troppo strano, ma neanche lui si sentiva bene, aveva in bocca uno strano sapore ferroso e la gola secca. Dal bagno Kurogane gli intimò di andarsene il prima possibile e lui obbedì senza rispondere. Si ritrovò nel corridoio di quella strana locanda, il sole illuminava poco e niente, era una giornata abbastanza nuvolosa e fredda. Decise di andare a trovare Sakura per assicurarsi che stesse bene. Avviandosi qualche stanza più in giù notò con la coda dell’occhio che la porta della camera di Shaoran era aperta, ma non gli diede troppo peso. Entrò nella stanza della ragazza cercando di sembrare allegro.

- Buongiorno Saku…- le parole gli morirono in gola quando l’odore del sangue gli riempì le narici, il corpo di Shaoran era a terra completamente sporco di quel liquido rosso e di Sakura neanche l’ombra. Si gettò sul corpo del ragazzo chiamando a gran voce Kurogane, cercò di voltarlo lentamente verso di se per capire dove fosse la ferita. Si sentiva troppo agitato e la cosa era strana, troppo. Riusciva a mantenere il sangue freddo in ogni situazione, il più delle volte le cose che accadevano lo toccavano leggermente e se doveva sembrare preoccupato lo faceva tranquillamente, ma solo perché tale era la situazione. Al contrario in quel momento, il suo cuore stava battendo all’impazzata, mentre tastava il corpo del ragazzo…. Nulla. Non riuscì a trovare alcuna ferita su di lui, neanche un piccolo taglio, controllò polsi e caviglie, addome e schiena, ma nulla.

- Shaoran-kun! Shaoran, svegliati…- Il mago non si accorse dell’arrivo del compagno, Kurogane era sotto la doccia e non appena udita la voce di Fay era scattato fuori come una molla, riuscendo ad indossare solo i pantaloni. In una situazione diversa non si sarebbe mai precipitato da lui, ma dopo quella strana notte, non si sentiva neanche più lui. Spuntò nella camera della ragazza con il fiatone trovandosi davanti agli occhi una scena orribile. Il mago era completamente sporco di sangue, stringeva tra le braccia il giovane Shaoran che non dava segni di vita.

- Che diavolo hai combinato maledetto!- non riuscì a trattenersi, si gettò sui due spostando a forza Fay che ricadde in un angolo senza reagire. – Dov’è la principessa?- gridò, ricevendo come risposta solo un segno negativo con la testa. – Hei, ragazzo! Hoi!!!- Iniziò a controllare le ferite, ma presto si rese conto anche lui che Shaoran era illeso, ma allora tutto quel sangue da dove proveniva? E Sakura, dov’era finita?

Riuscendo a riacquistare lucidità, Kurogane spostò il giovane Shaoran nella sua stanza, lo spogliò completamente, gettando da parte gli abiti insanguinati e coprendolo con un accappatoio bianco. Aveva solo perso i sensi e il ninja iniziò a rilassarsi lentamente. Sull’uscio della stanza, Fay era poggiato allo stipite della porta e osservava la scena in silenzio. Dopo poco si ritrovò gli occhi scarlatti di Kurogane su di lui, che lo studiavano a fondo.

- Kurogane che diavolo sta succedendo?-

- Non ne ho idea, ma una cosa è certa… da qui ce ne dobbiamo andare il prima possibile….- Era serio, aveva la fronte aggrottata e imperlata di piccole goccioline di sudore fastidiose.

- Credi che ci sia qualcuno dietro a tutto questo? Lo stesso che continua a controllare ogni nostra mossa?-

- Non farmi domande sciocche a cui non serve che risponda, sei abbastanza intelligente da capire da solo che tutti qui ci stiamo comportando in modo strano.- Si avvicinò al mago spingendolo contro il muro e poggiandosi ad esso con la mano destra proprio accanto al viso di lui. – Non mi chiedi perché ti sei svegliato nella mia stanza? O perchè durante il giorno non mi chiami mai con quegli strani nomiglioli?- Gli bloccò il viso, prendendolo per il mento ed impedendogli di spostare lo sguardo da una direzione che non fosse lui. – Da quando ti ho salvato la pelle nel paese di Tokyo, non mi hai rivolto più la parola, non hai più cercato di mandarmi in bestia chiamandomi in modo strano o facendo coppia con quella polpettina bianca che…- Si bloccò di colpo e senza rendersene conto, il mago gli scivolò sotto il braccio correndo nella stanza della principessa.

- Mokona? Mokona dove sei?- iniziò a rovistare nel piccolo giaciglio che avevano preparato, poi nel letto della ragazza e ogni posto dove la piccola mascotte del gruppo potesse essersi nascosta.

- F… Fay…- la vocina gli giunse alle orecchie flebile e stanca, continuò a cercarla e alla fine la scorse in un angolino, nascosta sotto il mantello della principessa. Fay si avvicinò lentamente per evitare di farla spaventare più di quanto non lo fosse già.

- Mokona, sei ferita? Come ti senti?- allungò le braccia verso la creaturina, prendendola in braccio delicatamente. Sembrava molto stordita e confusa, tremava come una foglia al vento e inutili sembravano i tentativi del mago di riscaldarla.

Mokona cosa è accaduto qui dentro?-

- Fay… tu sei il vero Fay?-

- Certo che sono io… sai dov’è Sakura-chan?-

- Sakura… non è mai arrivata con noi in questo mondo… io ho provato a dirlo, ma lei me lo ha impedito…-

- Lei chi?- Fay le accarezzò il musetto cercando di calmarla e di capire a cosa si stesse riferendo.

 

Ripartono. La piccola Mokona dispiega le sue ali e trasporta in gruppo verso un nuovo mondo. Sospira la dolce Sakura, felice di aver lasciato quel luogo pieno di rammarico verso un ragazzo che lei ha imparato a conoscere, in quel luogo Shaoran, e quello che lei crede tale, ha lasciato dietro di se una linea di sangue impossibile da cancellare. Arrivano sfiniti nel nuovo mondo, nella nuova realtà tutta da scoprire. Fa freddo, troppo fredda, trema la piccola Sakura e in pochi secondi cade a terra priva di sensi. Dietro di lei sviene anche la dolce Mokona. I compagni sono spaventati, è capitato che Sakura perdesse i sensi, ma lo svenimento di Mokona li mette in allarme. Senza attendere oltre Kurogane prende in braccio la ragazza, la copre con il mantello e si avvia verso quella che sembra una piccola cittadina. Fay non parla, stringe sotto il grande e caldo cappotto Mokona e cammina al fianco di Shaoran. Non vuole parlare, lo fa quasi apposta. Non si rivolge più a Kurogane chiamandolo con strani nomi per prenderlo in giro, fa fatica a chiamare Shaoran il ragazzo che cammina al suo fianco. Non si sente a disagio però, ha scelto lui stesso di comportarsi in quel modo, non perdona a Kurogane di avergli salvato la vita nel paese di Tokyo e non rivolgerà mai a lui in modo scherzoso, il ninja deve capire che forse, sarebbe stato meglio se lui fosse morto in quel paese misterioso, dove ha perso metà della sua magia.

La città è molto silenziosa, non si vedono molte persone in giro e quelle che ci sono si apprestano a chiudersi in casa o in qualche bar, forse per evitare il freddo. Notano un’insegna di una locanda, Kurogane si accorge presto che la ragazza ha la febbre alta e si avvia verso l’entrata. Bussa a fatica e attende che qualcuno gli aprà. Arriva un omone grande e grasso che apre irritato. Li guarda di sottecchi e biascica qualcosa che loro non capiscono. Non parla una lingua diversa, fa solo fatica a parlare con la bocca piena di tabacco, ripete ancora.

- Cosa volete? Chi siete?-

- La ragazza è malata, ha la febbre alta, potremmo avere una stanza?-

L’omone squadra la ragazza e fa un segno con la testa negativo. – Non mi metto in locanda sconosciuti e malati, avete soldi?-

- Possiamo procurarceli senza problemi…- Intercorre Fay, mostrando all’uomo la spilla in cui prima c’era una piuma di Sakura. Anche senza rimaneva comunque un oggetto di valore.

- Non accetto scrocconi, provate dalla vecchia in fondo alla strada.- Chiude la porta sbattendola. A quel punto Fay comunica ai compagni che sarebbe opportuno procurarsi un po’ di soldi prima di provare nella locanda. Shaoran gli da ragione e si allontanano cercando un negozio a cui rivendere i loro oggetti. Kurogane invece decide di dirigersi alla locanda e provare a prendere una stanza. Il posto è facile da trovare, non fa fatica, entra nella locanda e appoggia la ragazza su una poltrona accanto ad un caminetto acceso. Il posto sembra molto carino, caldo e confortevole. Si avvicina ad un bancone in legno e suona la piccola campanella d’ottone alla sua destra. Il suono si propaga nella stanza e dopo pochi minuti arriva una vecchietta dagli occhi chiari e lunghi capelli grigi, veste in modo sobrio, quasi povero. Fa un sorriso all’uomo chiedendogli cosa può fare per lui.

- Ho bisogno di una stanza, siamo in quattro. La ragazza ha la febbre alta e ha bisogno di riposare…-

- Non ho clienti per ora, posso anche darvi quattro stanze singole.- Sembra gentile e Kurogane si sorprende che non le abbai subito chiesto dei soldi. – Posso procurarvi anche qualche medicina per la ragazza.- La donna gira intorno al bancone e si avvicina a Sakura, poggiandole una mano sulla fronte. E’ davvero molto calda e la vecchia fa una faccia preoccupata, poi si volta verso l’uomo chiedendogli il nome.

- Kurogane e la ragazza si chiama Sakura.-

- Venite con me, vi mostro la stanza della ragazza e poi vi darò le chiavi delle altre. Avete detto che siete in quattro giusto?-

- Gli altri due sono in paese, non abbiamo soldi per ora, ma possiamo procurarcene un po’ per pagare le stanze.-

La sente ridere, mentre sale le scale per il piano superiore seguita dal ninja. – Non vi fate di questi problemi, se non avete soldi potete pagare le stanze in un altro modo. Avremo tempo per discutere di ciò.-

In quel momento un brivido freddo corre lungo la schiena del ninja, la frase detta dalla donna non sembra così cordiale come prima… non sa darsi una spiegazione logica, ma quel luogo non gli piace affatto…

 

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Capitolo 4
*** 3. Far from the heart ***


Ci ritroviamo qui per il nuovo capitolo della mia strana Fan Fiction, passo subito a ringraziare, che è anche la parte che mi

Ci ritroviamo qui per il nuovo capitolo della mia strana Fan Fiction, passo subito a ringraziare, che è anche la parte che mi piace di più.

Per Wren, mi fa davvero piacere che ti intriga tanto, ho in mente talmente tante idee che la mia testa va per conto suo, forse ci metterò un po’ di più per aggiornare visto che ho lezioni tutto il giorno dalle 11 alle 18… uscirò pazza credetemi, e magari si ritorcerà anche sulla storia!^^

Per Francesca Akira89, posso assicurarti che non arriverò a spoiler così lontani, quindi quella cosa di Sakura non c’entra, per la domanda del lei devi attendere… Grazie per avermi detto di Alice 19th non lo conoscevo; conosco Loveless e mi è piaciuto moltissimo e ho capito a quale cap di xxxHolic ti riferisci, sarebbe una bella idea, ma non è quello che volevo fare io mi dispiace…

Per FireAngel, grazie dei complimenti e se non hai capito ancora niente non è colpa tua, ma è semplicemente quello che voglio fare, quindi tranquilla e continua a seguirmi che in questo cap sarà rivelato qualcosa…

Per Liris, ho notato il tuo commento in ritardo, sono contenta che la mia storia di piaccia… io adoro Fay lo dico subito e descriverlo in questo modo, soprattutto da vampiro, mi piace da morire… quindi forse ci sarà qualche altra scena con lui in quello stato… continua a seguirmi se vuoi^^

Vi lascio alla lettura, commentate se volete e spero sia di vostro gradimento…

3. Far from the heart

La vecchia si occupa della ragazza con molta apprensione, la nasconde sotto a coperte pesanti, dice che deve sudare o la febbre non si abbasserà presto. Poi guarda l’uomo alle sue spalle che osserva la scena perplesso, sorride cercando di rassicurarlo.

- Come mai non ci sono altri clienti?- chiede Kurogane, mentre escono dalla camera della ragazza e lei lo conduce verso un’altra stanza poco distante.

- In questo periodo non ci sono molti visitatori, fa troppo freddo e quest’anno non ha neanche nevicato… Come mai vi interessa?-

- Siamo stati cacciati da una locanda in paese e temevamo che anche questa fosse piena.-

La sente ridere di nuovo, per i suoi gusti è troppo ilare come donna, gli ricorda il sorriso beffardo del mago, che da tempo non vede più. La donna si ferma davanti ad una porta, prende un grande mazzo di chiavi e ne sceglie una infilandola nel chiavistello e apre. Si sorprende Kurogane, la stanza che aveva dato a Sakura era aperta, mentre quella è chiusa con doppia mandata.

- Questa è la vostra stanza e quella a fianco potete darla ad un vostro compagno, finirò di preparare la quarta, credo sia meglio usare quella a fianco della ragazza… giusto per stare tranquilli.- E’ strano, o almeno in presenza di quella vecchietta, Kurogane prova disagio. Rimane a riflettere sul perché non ha dato loro stanze vicine, si risponde che forse in assenza di ospiti non sono agibili, ma allora perché quella di Sakura sembra pronta a riceverla da un momento all’altro?

Non deve attender molto, che arrivano anche Fay e Shaoran. Subito il ragazzo poggia la piccola Mokona accanto al fuoco e cerca di scaldarsi anche lui. Fay cerca con lo sguardo qualcuno, guarda la stanza e pensa che è davvero una bella locanda calda e accogliente. Poco dopo vede anche lui la vecchia locandiera, gli rivolge un sorriso e le parla con rispetto e gentilezza.

- Voi siete i compagni che attendevo, la ragazza e il signor Kurogane sono già nelle loro stanze, per voi ne ho preparate altre due… sono belle stanze.-

- Gentile da parte sua, quanto dovremo pagare per queste belle stanze?-

- Ancora a parlare di soldi!- Ride ancora seguendo quello del ragazzo biondo, quasi a compiacerlo. - Non sono i soldi il problema…-

- E quale sarebbe il problema?- Sembra scherzoso, ma in quella frase il mago cerca di capire cosa la donna voglia dirgli.

- Il problema è che sarete soli, non ci sono altri clienti!- Rise Fay, forse si è preoccupato per nulla, anche se per un secondo ha temuto quella frase. Sente dei passi alle sue spalle, si volta per vedere chi è e quando incontra gli occhi scarlatti del compagno, il sorriso che ha assunto con la vecchia sparisce di colpo. E’ Shaoran a chiedere per primo, si avvicina al guerriero e domanda di Sakura, Kurogane lo rassicura dicendo che la ragazza riposa tranquilla, ma la febbre non scende facilmente. Senza attendere la richiesta, Kurogane gli indica la stanza della ragazza e il giovane Shaoran, velocemente prende in braccio la piccola Mokona e si fionda sulle scale e corre a controllare. Rimangono il ninja e il mago in compagnia della vecchietta ilare, lei si congeda poco dopo, va a preparare da mangiare. Fay si avvicina al fuoco, si toglie il lungo cappotto bianco e lo appoggia su una poltrona, si fissa verso la finestra, il sole sta tramontando e i vetri si colorano di un rosso accesso, lo stesso colore degli occhi di Kurogane, lo stesso colore del sangue.

- Questo posto…- il mago parla sommessamente tanto che Kurogane fa fatica a sentire e deve avvicinarsi. - … non so perché, ma mi fa sentire strano.-

- Non stai bene? Forse sei ancora debole?- Anche la voce di Kurogane è bassa, non vuole farlo di proposito, ma non riesce ad evitarlo. Guarda il mago che gli da le spalle, lo vede rabbrividire e senza pensarci gli poggia il cappotto sulle spalle. - Va a dormire… abbiamo tutti bisogno di riposare.-

Non attende oltre, si allontana e va nella sua stanza. La cena si consuma velocemente, mancano Fay e Sakura alla tavola, ma nessuno fa domande. Neanche la vecchietta di presenta, Shaoran e Kurogane consumano il pasto in silenzio e velocemente, poi improvvisamente Shaoran chiede a Kurogane cosa deve fare. Lui dapprima non capisce, e chiede spiegazioni.

- Non c’è molto da spiegare… nessuno di voi mi considera per ciò che sono… Non è difficile da capire, Fay-san non riesce a chiamarmi per nome e quando lo fa si capisce che gli da fastidio. Sakura-hime non riesco neanche a parlarne.-

- Dai tempo… tutti abbiamo bisogno di tempo. Sono successe tante cose e sono cose brutte. Ognuno di noi è rimasto ferito e non bastano pochi giorni per sanare il tutto.-

- Anche tu, Kurogane-san, sei rimasto ferito da me?- Shaoran abbassa lo sguardo, è triste, la sua voce trema e Kurogane non sopporterebbe di vederlo piangere, ma non riesce a mentire.

- Si, anche io sono rimasto ferito… il fatto è che provo a nasconderlo, come tutti del resto, ma magari ci riesco meglio.- Dopo queste parole, il giovane ha lo sguardo talmente basso che Kurogane non riesce a vedergli gli occhi, ma forse è meglio così, guardare le iridi dorate del giovane gli provoca una fitta al cuore, sono le stesse che aveva sempre visto e che hanno ferito tutti loro. Lo segue con lo sguardo mentre si alza e sale le scale per andare in camera. La sera è scesa velocemente in quel mondo silenzioso e lui ora è solo nella sala a guardare il fuoco che scoppietta vivace nel camino.

Nella sua stanza Fay è steso sul letto e si copre la fronte con la mano. E’ andato a trovare Sakura, ma non ha potuto fare nulla, la ragazza dorme tranquilla nonostante la febbre e quando ha visto arrivare Shaoran ha preferito andarsene. Si sente strano, forse è la fame, ma non è il cibo che lo alletta in questo momento. Non si è ancora abituato alla sua nuova condizione di vampiro, spesso una strana sensazione lo assale alla bocca dello stomaco, gli provoca fame e una gran sete che non sa placare. Non vuole chiedere aiuto, in questi casi l’unico a cui può rivolgersi è proprio colui che non vuole avere vicino. Non riesce in nessun modo a perdonarlo, non riesce a capire perché lui abbia voluto per forza salvarlo. Tutti quei pensieri lo fanno agitare, si sente sudato e fatica a respirare, si alza velocemente e ha come un capogiro, corre in bagno per sciacquarsi il viso, l’acqua fresca lo fa stare un po’ meglio.

Perché fai finta di nulla?”

- Chi è?- si volta di scatto, una vocina leggera lo ha sorpreso alle spalle, trema senza un perché e si guarda intorno, ma non vede nulla.

“Sei così sorpreso di sentir parlare la tua coscienza?” ride la vocina, lo sta prendendo in giro, ma lui è comunque spaventato.

- Se ne avessi avuta una non sarei qui ora!- Cerca di sembrare forte, ma in realtà non sa che fare.

“Io so quello che desideri…”

- Ti sbagli di grosso… nessuno lo sa… e nessuno dovrà mai saperlo…- Gira su se stesso, alzò lo sguardo verso l’alto, ma nella stanza c’è solo lui e questo lo sa bene.

“Non mi riferisco a quella cosa…”

- Basta! Stai solo cercando di confondermi… non intendo ascoltare oltre…- dice Fay, ma non ne è affatto convinto, sente che tra poco cederà a qualcosa, anche se non capisce. - Io… non desidero altro che quello.-

“Sbagli… la cosa che desideri sta arrivando da te…” Ride ancora quella strana vocina, poi qualcuno bussa alla porta e in quello stesso istante tutto tace. Fay è sudato e non riesce a rispondere.

- Sei li dentro?- Riconosce la voce e non vorrebbe vederlo, ma sa che se non risponderà lui entrerà comunque.

- Stavo riposando.- cerca di darsi un contegno, si asciuga la fronte e va ad aprire. Ad attenderlo ci sono le iridi interrogatorie del ninja, Fay non lo guarda in viso neanche una volta.

- Non hai cenato… e non ti vedo bene…-

- Non preoccuparti per me… - si gira di colpo, non vuole fargli vedere che quelle semplici parole lo hanno colpito. Kurogane entra nella stanza e chiude la porta dietro di se, Fay vorrebbe mandarlo via, vorrebbe evitare che gli facesse domande strane a cui non saprebbe rispondere, ma non riesce a voltarsi e dirgli di andarsene.

- Se hai bisogno di prendere il mio sangue puoi farlo… era nel patto… tu puoi bere solo il mio.-

- Lo so questo.- Stringe i pugni forte, tanto che le nocche sbiancano e i palmi iniziano a pulsare dal dolore. Non sopporta quella falsa carità da parte sua, non sopporta quando gli parla in modo gentile o quando si disseta con il suo nettare scarlatto, eppure non può farne a meno. Kurogane si siede sul letto, attende senza dire nulla, non si sposta e non vuole farlo. Non ha nessuna intenzione di guardarlo. Almeno fino a che non sente la mano ruvida e forte del ninja che stringe la sua. L’occhio sano si spalanca di colpo, il calore che quella mano gli infonde, lui non lo merita.

- Non toccarmi!- Si scosta in modo violento, ma non è forte o almeno non quanto lui, si sente stretto tra le braccia del guerriero e privo di forze, non può ribellarsi. - Non… non toccarmi ti prego…-

- Cos’è che vuoi veramente?- Perché quella domanda strana, perché proprio in quel momento?

- Io non lo so… o almeno non lo so più… io dovrei…-

- Tu dovresti solo dipendere da me ora che puoi… devi solo…- Fay non si muove e Kurogane gli prende il viso con la mano tirandolo verso di se, facendogli poggiare il mento nell’incavo del collo. Lo tiene teso in modo da evidenziare le vene che pulsano di sangue fresco. Non resiste, si gira verso l’altro poggiando il petto contro quello del guerriero, alza la mano e con l’unghia incide la carne dell’altro, il sangue inizia a sgorgare velocemente, l’occhio del mago cambia colore e diviene dorato. Poggia le labbra sul collo di lui e beve avido, non riesce a fermarsi. Kurogane lo stringe e lo costringe a bere sempre di più, lo sente piccolo tra le sue braccia forti e muscolose. Piega la testa in avanti, cercando di avvicinarsi all’orecchio del mago.

- Vedi… quello che desideri non è ciò che hai sempre pensato…- Si sposta a fatica da lui, ricade all’indietro e sbatte la schiena contro il muro evitando di poco la finestra.

Vede Kurogane che ride, non è il solito sorriso, anzi pensandoci bene non lo ha mai visto ridere. L’espressione che ha è maligna, quasi come la voce che aveva poco prima sentito, anche le parole da lui pronunciate sono le stesse. Velocemente Kurogane lo prende per il collo e lo solleva da terra, Fay non riesce a respirare e prova dolore.

- Perché non ti difendi, con la tua magia… anche se ora è dimezzata… puoi scacciarmi in poco tempo e senza neanche faticare tanto…-

- Chi… chi diavolo sei?- fatica molto a dire quelle parole, continua a non capire, il suo cuore è come se venisse lacerato da quegli occhi scarlatti che lo fissano maligni. Stringe di più la presa, l’aria non arriva ai polmoni, sta per svenire. - KuroKuro-rin…- Perde i sensi in pochi secondi, il buio avvolge la sua vista, ormai è insensibile persino a quella forza che lo sovrasta…

Si sveglia di colpo, non è morto. Si gira cercando di capire qualcosa, è in un letto caldo e morbido, ma non è la sua stanza, i mobili sono sistemati in modo diverso. Poi lo vede, Kurogane e fermo in un angolo, seduto in modo scomposto su una piccola poltrona e dorme.

- KuroKuro-rin?!- La voce è flebile, ma basta a farlo sussultare. Kurogane scatta dalla poltrona come una molla, forse è sorpreso di sentirsi chiamare in quel modo o semplicemente non si aspettava che si svegliasse tanto presto.

- Ti ho trovato svenuto nella tua camera… devi sempre farmi fare tanta fatica… se non mangi è normale che non riesci a stare in piedi.- Sembra molto irritato dal suo modo di parlare, ma Fay si sente in qualche modo sollevato. Sorride dolcemente e si rivolge a lui mentre lo fa.

- Grazie Kuro-pi!- poi torna a dormire.

A volte fatica a respirare, ma la cosa che le fa più male è osservare e non poter fare nulla. Nessuno si è accorto di nulla, impegnati a combattere contro i loro demoni. Cerca di gridare ogni volta che Fay entra nella stanza e controlla come sta la ragazza, piange ogni volta che a farlo è Shaoran… nessuno si accorge di nulla, nessuno nota una minima differenza.

- Normale che non notino nulla, ognuno di loro ha nel cuore un demone da battere e desideri che non possono avverare… è facile far in modo che non notino altro che loro stessi. Con il ragazzo non ci sono stati problemi, per quel piccolo animale bianco è bastato non averti vicino per stare male e per quanto riguarda quei due… forse non dovrò neanche intervenire io… i loro desideri sono simili e allo stesso tempo contraddittori… forse si uccideranno tra loro prima che tutto abbia inizio…- La voce che sente da lontano la spaventa, ma per ora non può fare altro che osservare una falsa se stessa che dorme in n letto e che farà del male a quella persona… in un certo senso ora può capire come si è sempre sentito Shaoran, che per tutto il tempo non aveva fatto altro che guardare da lontano e sperare… sperare…

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Capitolo 5
*** 4. The Warning ***


Or dunque siamo ancora tra noi…

Or dunque siamo ancora tra noi…

Come sempre metto il mio angolino dei ringraziamenti:

Per Wren, grazie del consiglio sulle lezioni, io scrivo sempre anche quando non posso, penso a ciò che accadrà nella mia storia anche per strada mentre cammino nel freddo umido di Bologna!!! Vedo che la vecchietta ilare suscita tanto mistero… bene bene… comunque quello che posso anticipare è che non era Sakura a suonare nel primo capitolo… quel pezzo rientra nella parte di Fay

Per Liris, grazie dei complimenti, da quello che ho capito Sakura non ti sta molto a genio? Ad ogni modo prima che capisca come stanno le cose, dovrà passare ancora qualche capitoletto. P.s. grazie anche per il commento che hai lasciato nell’altra mia ff ^_^.

Per adrienne riordan, il tuo commento mi ha fatto sorridere e soprattutto molto piacere, se è quello che provi leggendo la mia ff, vuol dire che ho reso bene l’idea. Per gli aggiornamenti non ho orari precisi diciamo così, ora sono impegnatissima con le lezioni e il tempo scarseggia, devo pur studiare, anche se preferirei scrivere lo dico chiaramente, comunque cercherò di non far passare più di tre al max 4 giorni se proprio non riesco. ^^

Ecco il capitolo…. Siamo giunti al numero 4… chissà quanti ne mancano per finire? L’idea che ho nella testa me ne suggerisce ancora un bel po’, spero che non vi dia fastidio che sia lunghetta come storia… Buona lettura!!

p.s. chiedo venia anche per il cambio di scrittura, ma sto usando una vecchia versione di Word per ora… spero non risulti difficile la lettura, se è così fatemelo sapere che cambio font!

Piccolo chiarimento: con questo capitolo si torna al presente, quindi dopo il sogno di Kurogane, la ferita di Shaoran e la rivelazione di Mokona… chi sarà questa lei?

4. The warning

Il mago stringeva tra le braccia la piccola Mokona, che ancora faticava a respirare.

- Ti prego spiegati meglio, lei chi?- La piccola creaturina si strinse tra le braccia del compagno, la voce tremava, come se stesse piangendo.

- Non so… non so chi è… solo che quando siamo arrivati qui ha sostituito Sakura con quella e io non sono più riuscita a parlare.-

Fay le accarezzò il musetto e fece un piccolo sorriso, voleva calmarla in modo che spiegasse meglio la situazione. – Mi stai dicendo che la ragazza che era con noi fino ad ora non è Sakura-shan?- Annuì alla domanda, ma non riuscì a dare altre spiegazioni. Il mago la condusse dagli altri, ritrovò Kurogane chino sul giovane che cercava di svegliarlo inutilmente.

- Mokona sta bene… fatica a parlare però…- Il mago poggiò la piccola mascotte sulla poltrona e si avvicinò al letto sul quale riposava il ragazzo.

- Ti ha detto qualcosa?- Kuorgane lo guardò attentamente, lo scrutava e studiava ogni suo cambio di espressione.

- Prima però voglio che continui la frase…- Il mago incrociò le braccia e attese una risposta, infine lo seguì mentre si alzava. Kurogane gli fece cenno di uscire dalla stanza e il mago eseguì. Senza rendersene conto si ritrovò sbattuto contro il muro, bloccato dal pugno fermo del guerriero.

- Non giocare con me maledetto… sono stanco di far finta di essere preso in giro da te!- Fay sostenne lo sguardo minaccioso di Kurogane senza battere ciglio e non rispose subito, anche se con quella frase il ninja era riuscito ad irritarlo.

- Tu sai cos’è che io desidero realmente?- disse improvvisamente lui sorprendendo il compagno che in quell’istante non seppe rispondere. – Tu mi hai detto di sapere cosa io desidero realmente e … mi hai provocato… perché ti prendi gioco di me?-

Per Kurogane credere a quelle parole risultò troppo difficile, fino ad ora era convinto che fosse il mago a prendersi gioco di lui e mai si sarebbe aspettato una domanda simile. Distaccandosi di poco dal compagno ritrasse le braccia facendole ricadere senza forza lungo i fianchi. L’occhio cristallino del mago si riempì di lacrime ed iniziò ad arrossarsi, provocandogli un fastidioso bruciore, nel tentativo di trattenerle il più possibile.

- Io non so cosa tu desideri… ma nessun uomo desidera la tristezza e di questo ne sono certo… quindi non credo che tu la voglia.- Fay abbassò lo sguardo nascondendosi dagli occhi gentili che in quel momento Kurogane gli stava rivolgendo, non voleva piangere davanti a lui, ma non riusciva a trattenersi. Gli aveva inconsciamente chiesto aiuto, e continuava quella silenziosa richiesta senza volerlo. In qualche modo Kurogane lo aveva ascoltato.

- Ogni sera vieni da me… ogni volta mi costringi a fare ciò che non vorrei… - disse il mago tra un lamento e un singhiozzo, piangeva come un bambino e si dava inconsciamente dell’idiota per quel cedimento.

- Di cosa parli? Io ti avrei costretto a fare cosa?-

- Mi costringi a dipendere da te… a dipendere dalla persona che più di tutte voglio tenere lontana…- Copiose e irrefrenabili, le lacrime segnarono la guancia del mago, le spalle si alzavano e si abbassano freneticamente e i singhiozzi gli smorzavano il respiro.

- Calmati ora …- allungò la mano verso il viso dell’altro alzandolo nella sua direzione. Aveva il viso caldo e umido e lui non sopportava oltre quella situazione. – Rifletti bene su quello che mi stai dicendo… perché tu hai fatto la stessa cosa con me…- Quelle parole catturarono l’attenzione del mago, che provò a smettere di piangere per prestare completa attenzione all’altro. – In questi giorni ti sei comportato in modo strano, venivi da me in piena notte e mi chiamavi con quegli strani nomignoli per farmi arrabbiare… ti ho permesso di nutrirti con il mio sangue, ma sembrava che non ti bastasse mai. Questa notte mi sono sentito male e tu sei venuto da me… mi hai aggredito cercando di prenderti il mio cuore e dicendo che ti apparteneva, che lo desideravi e che non potendo avermi potevi soltanto uccidermi…- Fece una pausa osservando lo stupore dipinto sul viso del mago, per la prima volta riuscì a dire a se stesso che non stava fingendo. - … per questo ti sei svegliato nella mia stanza. Ho creduto che fosse un sogno, ma il dolore che provavo e la strana sensazione che mi opprimeva il cuore erano reali e poi da quello che mi hai detto tu ora… sembra che qualcuno si stai proprio divertendo a prenderci in giro…. Ad ogni modo ora dobbiamo trovare la principessa… quindi mettiamo da parte strane confessioni.-

Fay abbozzò un sorriso a mezza bocca e seguì il compagno mentre rientrava in camera. Prima che potesse farlo del tutto però Kurogane si fermò qualche secondo. Non si voltò verso il mago, ma sussurrò qualcosa.

- Ad ogni modo… prima o poi scoprirò che cosa desideri veramente!-

Fu la voce di Mokona a farli tornare alla realtà. Il piccolo manjuu bianco aveva iniziato ad agitarsi senza motivo e chiamava gli altri cercando di catturare la loro attenzione.

- Mokona che succede?- All’improvviso la gemma sulla fronte della creaturina iniziò ad illuminarsi, un fascio si creò nella stanza proiettando sulla parete l’immagine di una stanza vuota. – Mokona cosa vuoi mostrarci?- Sia Fay che Kurogane si sforzarono di capire cosa stesse cercando di dire loro. Dopo qualche minuto di silenzio iniziarono a sentire una voce in lontananza, sembrava quella di un ragazzo.

- Sto arrivando… ma che? Mokona?- Lo videro comparire nel fascio proiettato da Mokona, era un giovane alto e snello, dai capelli scuri e gli occhi azzurri. Sembrava sorpreso tanto quanto loro di vederli.

- Watanuki? Yuuko dov’è?- disse Mokona bianco. La vocina era stridula, vicina al pianto isterico ormai.

- Mokonavedi Yuuko-san… non sta molto bene…- La voce di Watanuki sembrava dispiaciuta, come se si sentisse in colpa per qualcosa. – Era da qualche giorno che si comportava in modo strano, ieri sera ha avuto un collasso, non penso sia il momento giusto per…- Ad interromperlo sopraggiunge debole la voce lontana della strega, voltandosi in direzione del suono Watanuki provò a farle cambiare idea, ma alla fine dovette cedere, in pochi secondi la scena davanti agli occhi dei viaggiatori cambiò. Dalla locanda Kurogane e Fay osservarono ogni movimento, scorsero un futon a terra in cui era sdraiata la strega, pallida e smunta. Watanuki dolcemente la sollevò un po’ da terra, facendole osservare la stanza in cui si erano chiusi i viaggiatori.

- Yuuko, come stai?- La strega abbozzò una specie di sorriso a mezza bocca, era molto debole, stringeva senza forza un lembo della casacca nera del suo aiutante, cercando in tutti i modi di mettersi seduta.

- Mi dispiace… mi dispiace tanto…- Tossì, le labbra della strega divennero violacee di colpo, Watanuki le porse lentamente un bicchiere d’acqua, ma lei non riuscì a berlo.

- Yuuko…- la supplica di Mokona colpì il cuore della strega, che si sforzò di parlare. Si schiarì la voce, con gli occhi studiò il luogo in cui i suoi viaggiatori si trovavano, le pupille erano spente e prive di vivacità, probabilmente aveva la febbre alta.

- Non sono stata capace di… avrei dovuto fare di più… non sareste dovuti arrivati in quel luogo…. Nei limiti dell’interferenza ho provato, ma non ne sono stata capace…-

- Strega, spiegaci che sta succedendo qui? – Irruppe Kurogane, la voce imperiosa e lo sguardo irritato, ma non con la strega. Per la prima volta non le dava colpe e non se la prendeva con lei, mai l’aveva vista in una simile condizione, era sempre vista, ironica e maliziosa, pronta a prendersi gioco di lui.

- Per favore… Yuuko-san è già abbastanza provata, fatela parlare senza…-

- Watanuki… non importa…- Yuuko interruppe il giovane che cercava in tutti i modi di proteggerla e questo, in qualche modo, la rendeva felice. – Nel mondo in cui vi trovate, nulla può essere considerato tale, come realtà o come bugia…- L’impulso di chiederle spiegazioni fu forte, ma questa volta Kurogane non la interruppe e attese che la strega continuasse la spiegazione, tra un rantolo e un colpo di tosse. – Ciò che voi avete considerato vero e ciò che invece non vi sembrava tale… tutto quello che avete vissuto è solo frutto di ciò che avete nel cuore…-

- Strega dimensionale, ci stai dicendo che in questo posto i nostri desideri… o i nostri timori, diventano reali?- Educatamente Fay le pose questa domanda, gli occhi di Yuuko per un attimo non riuscirono a credere che fosse stato proprio il mago a farle quella domanda.

- Mi meraviglio che proprio tu Fay non sia ancora riuscito a capire!- Per un attimo, Watanuki la sentì tremare tra le sue braccia, la strinse a se sistemandole le coperte in modo che non si scoprisse e continuò a sorreggerla. – Ti faccio una domanda allora… tu cosa desideri?- Fay deglutì, Kurogane notò indecisione nello sguardo basso del mago, non riuscì a rispondere, ma Yuuko se lo aspettava e continuò. – Allora dimmi cosa temi?- Stessa reazione, solo che questa volta, per un secondo, il mago spostò l’iride cristallina in direzione del compagno, per poi farla tornare a fissare il pavimento e solo in seguito, verso la strega. – E ora rispondi Fay, cos’è che tu consideri inevitabile?- Il mago sgranò lo sguardo, aprendo appena la bocca in segno di stupore, Yuuko accennò un sorriso, ma non lo lasciò rispondere. – Nel cuore, nella mente e nell’anima di una persona, possono essere rinchiuse molte cose… desideri e timori sono ciò che ognuno di noi riesce a sentire e capire, ma c’è altro… da quando avete iniziato il viaggio si sono insinuate sensazioni o pensieri che per voi non sono ne desideri ne timori, ma li considerate avvenimenti inevitabili, che a prescindere dal vostro comportamento o da ciò che affronterete… accadranno.- Fece una pausa, Watanuki le porse dell’acqua che bevve a fatica, poi tornò a concentrarsi verso di loro, che l’attendevano con ansia.

- Shaoran ha visto e vissuto ciò che per lui è inevitabile, ha assistito al mutamento di Sakura, ha sentito da lei le parole che lui crede prima o poi lei le dirà… da per scontato che Sakura lo odi per non essere lo stesso ragazzo che l’ha accompagnata fino ad ora, da per scontato che lei sia innamorata dell’altro Shaoran, ma per il fatto che sono la stessa persona quel sentimento si tramuterò in odio e tutto ciò lo ha ferito… questo non è un timore, ma è solo ciò che lui crede verità.- Contemporaneamente, Kurogane e Fay, si voltarono verso il ragazzo sdraiato sul letto, era sveglio e loro non se ne erano resi conto. Supino, cercava di schermare gli occhi dalla vista di tutti coprendoli con le mani, piangeva in silenzio. Nessuno dei due però riuscì a dire qualcosa. – Ora a te Fay… tu hai visto Kuorogane, ti sei lasciato provocare da lui, gli ha permesso di fare ciò che voleva e infine ti sei lasciato aggredire e non hai reagito… avresti potuto scacciarlo, avresti potuto difenderti, ma non hai fatto nulla… Il perché è semplice… il tuo modo di agire e quello di pensare sono contraddittori, non avresti mai reagito ad un sopruso di Kurogane proprio perché sai per certo che un giorno, quando lui avrà letto ciò che si cela nel tuo cuore, ti ucciderà.- Il mago si portò una mano al petto e strinse forte la maglietta, come se provasse dolore, stava cercando di ascoltare il suo cuore e capire se le parole della strega fossero vere, non seppe rispondersi, ma quello che lei gli aveva detto, lo aveva colpito. – Lo stesso vale per te Kurogane, hai sempre visto un Fay allegro e gioviale, un Fay a cui non hai mai creduto e quello di cui hai più paura. Una volta gli hai detto che eri disposto ad uccidere chiunque minacciasse te o le persone che hai deciso di proteggere, ma visto che ora anche Fay fa parte di quelle persone che vuoi proteggere, come reagiresti se fosse lui stesso a far del male a te? Potresti ucciderlo?- Gli occhi scarlatti del ninja si spostarono sul mago, incontrarono quell’iride cerulea che lo fissava sbalordita. – Anche qui non ho bisogno di una risposta, ciò che hai vissuto parla da se… quando provavi dolore hai chiamato Fay, pur sapendo che se ti avesse aggredito in quel momento di debolezza… non avresti reagito.-

Scese il silenzio, nessuno dei presenti riuscì a dire una sola parola, Fay ricadde seduto a terra privo di forze, si sentì svuotato di ogni energia; Shaoran a fatica riuscì a mettersi seduto sul letto; Kurogane strinse forte i pugni nascondendo il viso agli occhi di tutti.

- Io altro non posso dirvi… non posso interferire più di quanto abbia fatto… però posso dirvi, che a prescindere da ciò che avete vissuto in questo mondo, tutti voi state viaggiando per uno scopo… Ora Sakura è in pericolo e il tempo a vostra disposizione diminuisce… Mokona non può ripartire finchè rimarrete chiusi in quella locanda… guardate al di là di ciò che vedete, credete in voi stessi e abbiate fiducia in quelli che ora sono vostri compagni… Ciò che è vero, non sempre è realtà…-

Nel momento in cui Yuuko ebbe un mancamento, la connessione tra loro e la strega svanì di colpo. Mokona ricadde addormentata sulla poltrona e nella stanza scese un silenzio angustiante.

- Ciò che dobbiamo fare ora è cercare la principessa… lasciandoci alle spalle ogni cosa.-

La frase di Kurogane risuonò per un po’ nella stanza, ricevette solo piccoli assensi, ma per il momento era il massimo che poteva ottenere…

Nella sua stanza Yuuko si riprese a fatica, Watanuki la sistemò con cura sul futon e le poggiò una pezza umida sulla fronte.

- Yuuko-san…- la strega volse lo sguardo verso il ragazzo, sapeva ciò che le avrebbe chiesto.

– Avete sempre detto che al mondo esiste solo l’inevitabile… perché allora avete detto loro di non credere?-

- Watanuki…- la mano gentile della strega si poggiò sulla guancia del ragazzo, portando con se una calorosa, seppur debole carezza. – Perché al mondo esistono legami tra le persone che anche l’inevitabile non può spezzare… e io credo in loro e in ciò che fino ad ora hanno costruito… se supereranno tutto ciò… saranno in grado di superare anche ciò che li aspetta tra poco…- Chiuse gli occhi e si addormentò lasciando un ragazzo con mille dubbi nella mente.

- Hanno scoperto che li stavano ingannando? Cosa facciamo ora?- Una voce maschile nell’ombra irruppe in quell’oscurità rivolgendosi a qualcuno.

- Non cambia nulla… anche se troveranno la strada… non riusciranno ad arrivare in tempo.- La risposta fu un uomo, la voce per la principessa sembrava familiare, ma chiusa in quella specie di ampolla non riusciva a scorgere il viso di colui che le era seduto a poca distanza, di colui che aveva manovrato tutto fin ora. – Non fermeranno ciò che io voglio… ho faticato per farli arrivare fin qui e il fatto che sappiano cosa li aspetta non significa che riusciranno a superarla…- Sakura lo sentì ridere… più sentiva quella voce più si sforzava di capire dove l’avesse sentita… di chi fosse…

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Capitolo 6
*** 5. My Bad Desire ***


Bene, nel precedente capitolo vi ho spiegato un po’ di cose, vediamo che accadrà ora…

Angolo dei ringraziamenti:

Per Francesca Akira89, intanto ti ringrazio per avermi segnalato ciò che non ti è piaciuto… evidentemente non sono stata in grado di trasmettere ciò che volevo… Rileggendo il pezzo mi rendo conto che hai proprio ragione e avrei dovuto rivederlo meglio, scrivendo in quel modo pensavo di riuscire a trasmettere uno stato d’animo di ansia e confusione, ma pare che non ne sia stata capace… mi rifarò prometto!!! Grazie.

Per adrienne riordan, grazie per aver recensito per prima il nuovo capitolo, felice che ti sia piaciuto!!! La parte di Yuuko malata la immaginavo da un bel po’ e per le reazioni di Kuro-pippi e Fay, ho qualcosa in mente che spero ti lasci sbalordita… (ho una voglia matta di scendere nello shounen-ai tra loro, però dovrò trattenermi…. Peccato… ma andrei troppo fuori tema)…

Per FireAngel, per il commento non fa nulla, l’importante è che ti sia piaciuto il cap!!! Noto che il punto più interessante è stato quello in cui Yuuko parla di Fay e Kuro-pon essendo la coppia che adoro non poteva mancare una situazione strana come questa. Mmmm… la vecchiettina… aspetta e vedrai… cmq per la persona che parla alla fine del cap vorrei proprio sapere a chi hai pensato…

Per Liris, grazie dei commenti sei molto simpatica, spero di non lasciarti troppo sulle spine con questo capitolo e che ti soddisfi. Se ti piace la coppia Watanuki Yuuko, posso solo dirti che li vedrai ancora….

5. My bad desire

Chiusa in quella prigione trasparente, poteva solo battere i pugni contro il vetro e cercare attenzione, ma sembrava tutto inutile. Il perché quell’uomo stesse facendo tutto ciò, ancora lei non era riuscita a capirlo. L’aveva rapita qualche attimo prima di arrivare in quel nuovo mondo, lei senza poter reagire, si era sentita trascinare via, lasciando al suo posto un guscio vuoto di se stessa. Quella che i suoi compagni credevano Sakura, non era che un illusione, anche se il male che provocava era vero.

Il solo fatto che quell’uomo le permettesse di osservare ogni cosa da lontano le faceva male, ma ciò che era accaduto in quella stanza, quella sera, ancora non riusciva a lasciare la sua mente. Shaoran che entrava nella camera, che chiedeva il perché lei avesse pronunciato quelle parole terribili. Da lontano Sakura gridava, urlava con tutta se stessa che non era lei a parlare, ma ovviamente la sua voce non giungeva da nessuna parte. Poi quel contatto intimo, quel bacio che Shaoran ricambiava con tanto trasporto. Perché era accaduta una cosa simile? Come doveva sentirsi nell’osservare quella scena? Continuava a seguire ogni cosa con lo sguardo, ma le sue iride smeraldo continuavano a poggiarsi sul ragazzo, lo vedeva triste, lo sguardo basso come se avesse timore nel guardare avanti.

- S…Shaoran-kun!- Le lacrime le segnarono il viso, ma per un attimo ebbe l’impressione che l’avesse sentita. Anche se non era lui, anche se non era la stessa persona con cui aveva iniziato il viaggio, lui si comportava allo stesso modo dell’altro e lei non sapeva come fare… però ora capiva cosa si provava a poter solo osservare inermi.

- Vorresti andare da loro?- Voltandosi di scatto verso quella voce incontrò per un attimo due occhi azzurri e intensi, ma sparirono di colpo nascondendosi nell’ombra.

- Chi sei?- chiese la ragazza appoggiandosi al vetro che la separava dall’uomo. Aguzzò la vista, ma non riuscì a penetrare l’oscurità che aveva davanti. – Perché fai questo?-

Lo sentì ridere sommessamente, si stava allontanando da lei, aveva un passo leggero con una cadenza ritmica quasi ipnotica. – Perché mi chiedi? Ho bisogno di te… o almeno di una parte di te, per far avverare il mio desiderio…-

- E quale sarebbe? –

A giungere a lei non fu una risposta a parole. Una parte della stanza si illuminò lentamente, scoprendo una prigione di vetro simile a quella in cui era chiusa. Intravide a fatica un corpo, sembrava una donna, ma non poteva esserne sicura, in quanto ogni centimetro della sua pelle era ricoperto da spesse bende. Solo gli occhi erano lasciati scoperti, ma in quel momento erano chiusi e i lunghi capelli neri che le ricadevano scomposi lungo i fianchi. – Questo è il desiderio che voglio esaudire… - Infine vide anche lui, lo seguì con lo sguardo mentre si appoggiava contro il vetro e accarezzava quella superficie liscia come se fosse la pelle di quella donna. Con il viso premuto contro il vetro, si voltò leggermente verso di lei. – Così ti è più facile da capire?-

- Tu… - Sakura sgranò lo sguardo, riuscire a credere a ciò che vedeva era troppo difficile, ora non solo la sua voce sembrava conosciuta, ma anche il resto… non avrebbe mai potuto sbagliarsi… lo conosceva bene…

Avevano preparato tutto in fretta. Sia Kurogane che Shaoran si erano armati, fortunatamente non avevano consegnato le spade al piccolo manjuu bianco o non avrebbero potuto prenderle, visto che non accennava a svegliarsi. Fay la teneva in braccio dolcemente, non voleva lasciarla da sola nella locanda per nessun motivo. Scesero in fretta le scale e si ritrovarono all’entrata di quel posto maledetto. Era deserto e faceva anche freddo, il fuoco, che mai avevano visto spento, giaceva morto da un bel po’ di tempo, le ceneri erano ormai fredde. Il ninja chiamò a gran voce la vecchietta che li aveva accolti, ma presto si rese conto che era inutile, probabilmente era anche lei frutto di quella messa in scena.

- In questa stanza mi è accaduto qualcosa di strano…- intervenne il mago all’improvviso, guadagnandosi l’attenzione di tutti. – Ho avuto da sempre una strana sensazione quando mi trovavo qui, poi una sera ho sentito una strana melodia, la stessa sera in cui poi è giunto Kurogane, dicendo che mi aveva sentito gridare.-

- Io ti ho sentito gridare… sembravi terrorizzato e quando ti ho visto lo eri davvero.- Shaoran non sapeva a cosa si stessero riferendo, ma rimase comunque in attesa.

- Forse, ma non ho gridato. Qualcuno stava suonando, anche se non sono riuscito a capire da dove provenisse il suono e poi in questo posto ci siamo solo noi… Sembrava una specie di invito.-

- La strega ha detto di fidarci solo di noi stessi e dei nostri compagni… - il ragazzo intervenne cercando di sorridere al mago. Con quella frase cercò di fargli capire che si fidava di lui e che il mago poteva fare la stessa cosa.

- Era tutto buio… la musica molto triste…- con la mente il mago tornò a quella sera, cercando di richiamare ogni particolare emozione o avvenimento accaduto. – Ero al centro della stanza, non riuscivo a capire da dove venisse la musica… però…- Interrogò il suo corpo, in quel momento era come se qualcosa lo spingesse ad andare avanti, come se lo stesse guidando verso una direzione precisa. Chiuse gli occhi e nella sua mente riaffiorò la melodia, accompagnata questa volta da un leggero canto, una voce femminile. I compagni lo seguirono mentre il mago camminava ad occhi chiusi per la stanza, non urtò neanche una sedia o un tavolo, al contrario di quello che era accaduto quella sera. Girò intorno al bancone della vecchietta e si fermò con il viso rivolto verso il muro, in quel momento si accorsero che era spoglio, privo di quadri o decorazioni che al contrario abbellivano tutta la stanza. – Viene da qui… sta cercando di attirare la nostra attenzione… chiede aiuto…- in quel momento senza volerlo una lacrima gli solcò il viso, fu lesto ad asciugarsi, ma il suo tono di voce tradì la sensazione di tristezza che lo aveva invaso in quel momento.

- Potrebbe essere Sakura-hime?- provò a chiedere Shaoran. Lui non riusciva a sentire quella melodia che tanto emozionava il mago. Fay rispose solo di no, la voce leggera che sentiva non era di Sakura, ma in qualche modo gli sembrava conosciuta.

- Però… potrebbe essere qualcuno che conosciamo… non ne sono sicuro.-

In quel momento la comparsa della vecchietta fece sussultare il mago, che senza volerlo scattò indietro, sbattendo contro il ninja che lo sorresse. Le mani del compagno che gli stringevano le spalle, lo costringe ad allontanarsi.

- Se volete entrare… fate pure… ma non uscirete…-

Quella frase diede i nervi a Kurogane, senza curarsi troppo delle apparenze, sguainò la spada verso la vecchia. Il metallo freddo le toccò la guancia, ma lei non fece un gesto.

- Se volete entrare… fate pure…- ripetè ancora una volta.

- Sei stata tu a manovrarci fin ora? Che diavolo speri di ottenere?- era furioso, alcune vene sulla sua fronte si ingrossarono e delle goccioline di sudore la imperlarono. Spinse la lama, cercando di intimidirla, ma non ricevette alcuna reazione. Fu il mago a fermarlo, gli prese il braccio con la mano, portandolo verso il terreno.

- Non è lei la colpevole… non vedi che non ha reazioni? Sembra un guscio vuoto, una marionetta nelle mani di qualcuno.- Kurogane rinfoderò la katana sbuffando, solo poi si accorse che la mano del mago era giunta a stringere la sua, forse senza volerlo. Si allontanò da lui senza dare a vedere l’imbarazzo di quel gesto e il mago lo lasciò andare tranquillamente.

- Lo capisci che questo vuol dire che ci stanno aspettando? Una trappola bella e buona…. Maledizione!-

- Anche se fosse, Sakura-hime è li dentro e io devo andare.- La determinazione di Shaoran diede a tutti una grande scossa. Decisero, senza rimorsi, a proseguire verso quella trappola. Il muro che avevano davanti altro non era che un ologramma, quando furono dall’altra parte, un freddo pungente li colpì alle ossa, facendoli rabbrividire. Era buio e silenzioso, Fay non riuscì a sentire ancora quella melodia e non potè guidarli come aveva fatto poco prima. Solo dopo qualche secondo si rese conto di non sentire più tra le braccia il corpo morbido del piccolo Manjuu.

- Mokona? Mokona dove sei?- il mago chiamò la creaturina, ma Kurogane lo afferrò per la spalla, non sembrava sorpreso dall’accaduto.

- Ci ha tolto l’unica che avrebbe potuto guidarci verso la principessa se si fosse svegliata… Questo vuol dire che dobbiamo andare alla cieca…- Kurogane non fece in tempo a finire la frase, che un fascio di luce bianca illuminò una via, un piccolo sentiero fatto di pietre circolari che conduceva ad una meta ignota. Accettarono l’invito iniziando a percorrerle, era come se stessero camminando sospesi nel vuoto. Kurogane guidava la fila, dietro di lui Fay e infine il giovane Shaoran.

- Dobbiamo stare attenti a dove mettiamo i piedi… non sappiamo…- fu interrotto da un grido forte e spaventato.

- Shaoran-kun!!- Kurogane riuscì a malapena a prendere il mago per la maglietta e tirarlo verso di se, ricaddero all’indietro, ma fortunatamente su una lastra di pietra leggermente più grande degli altri. – E’ caduto, l’ho sentito mentre scivolava!- Fay non riusciva a darsi pace per aver perso anche Shaoran dopo Mokona.

- Ci stanno dividendo non lo capisci?- Kurogane provò a calmarlo nuovamente. – Stanno facendo lo stesso gioco, separandoci hanno più possibilità di farci del male.-

Agli occhi di Fay, Kurogane in quel momento sembrava molto freddo, come se tutto ciò che stava succedendo non lo toccasse affatto, ma quel suo modo di fare, riuscì a calmare il mago. Si rialzarono e provarono a continuare a camminare. Improvvisamente Fay si sentì stringere la mano, una stretta forte e salda, che lo assicurava al compagno.

- Se ti perdi anche tu non so che potresti combinare da solo…- Il mago ricambiò imbarazzato la stretta e continuarono il viaggio…

- Padrone sono entrati… devo andare da loro?- Una voce maschile comparve all’improvviso, distogliendo l’uomo dalla prigione di vetro e facendolo allontanare. Sakura lo seguì con lo sguardo mentre si sedeva su una poltrona foderata in velluto rosso. Alle sue spalle infine comparve un uomo, più un ragazzo a suo parere. Alto e abbastanza muscoloso, al contrario della figura longilinea dell’altro. Occhi scuri e un viso maturo, nonostante l’età che poteva dimostrare. Vestito di nero, teneva legato alla spalla destra un grosso arco.

- Va bene! Tienili occupati per un po’, non voglio che arrivino a disturbare il mio desiderio.-

- Come volete.- Aveva una voce sicura e forte, eppure si rivolgeva a lui con estrema devozione. Il ragazzo passò davanti alla sedia e si inginocchiò formalmente davanti all’altro, che sorrise, compiaciuto del servilismo che gli dimostrava, allungò la mano verso il suo viso prendendolo per il mento e avvicinandosi a lui. Si atteggiava da comandante, un felino a cui era difficile sottrarsi, la sua mano simile ad un artiglio, che non da scampo. Era così diverso dalla persona che Sakura ricordava, lui era gentile e premuroso, si erano incontrati poche volte, ma era legata a lui in qualche modo. Stesso corpo, ma anima diversa… era quello che Yuuko aveva detto loro più di una volta, eppure aveva incontrato persone simili nei diversi mondi, ma nessuna di loro aveva personalità così diverse. Lui invece sembrava l’esatto opposto.

- Ah dimenticavo. Non toccare il giovane Shaoran, a lui voglio pensarci personalmente…- Come risposta ricevette un deciso si e lo lasciò andare, ma prima che potesse sparire del tutto lui fermò nuovamente, quello che sembrava un fedele servitore. – Non deludermi mi raccomando… Doumeki-kun!-

Con questa grande rivelazione finisce il 5° capitolo. Credo che ora abbiate capito più o meno con chi si ha a che fare… Spero che vi sia piaciuto!!!! Al prossimo aggiornamento

Ciao ciao^^

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Capitolo 7
*** 6. Battle \ Farewell... ***


Ciao a tutti ora che sapete tutto non posso più stupirvi… e invece no

Ciao a tutti ora che sapete ogni cosa non posso più stupirvi… e invece no!!!! Leggete e vedrete (lo so, lo so sono maligna fino al midollo!!!)

Grazie a Francesca Akira89 per il primo commentino del precedente capitolo, dalle faccine inserite ho capito che sei rimasta sorpresa della grande rivelazione, ma sinceramente un Watanuki cattivo mi piace da morire. Non posso dirti altro però…

Per FireAngel, immaginavo che fosse difficile pensare proprio a Watanuki… contenta di averti sorpeso

Per Liris, mi piacerebbe vedere un disegnino di Kuro-pon e Fay che si tengono per mano!!! Morirei dal ridere, ma forse li ho descritti troppo pucciolosi in questo cap… No un attimo, forse lo sono in questo, ma aspetto per dirlo…

6. Battle \ Farewell

Il sentiero che stavano percorrendo sembrava non dover mai terminare, Kurogane teneva stretta la mano del mago, la sentiva fredda e inconsciamente cercava di riscaldarla con la sua. Senza rendersene conto giunsero in un’ampia stanza vuota e anonima, l’aria si era fatta più calda rispetto a prima, ma la cosa peggiore era che, dopo tanto camminare, erano giunti in un vicolo cieco.

- Bene, ora posso dire che ci stanno prendendo in giro!- Kurogane sembrava molto irritato, più di quanto non fosse mai riuscito Fay in tutto il tempo a fare. – Hoi, senti qualcosa?-

Fay chiuse gli occhi cercando di rispondere alla domanda del compagno, si concentrò attentamente, ma non avvertì nulla, neanche la più piccola sensazione che potesse guidarlo da qualche parte.

- Nulla! Da quando siamo entrati in questo posto, non riesco a sentirla.- Kurogane sbuffò ancora più irritato, si grattò la testa con la mano con cui reggeva la katana e continuò a guardarsi intorno spaesato.

- Ora… ora potresti anche lasciarmi la mano…- la voce di Fay era paragonabile ad un sibilo, Kurogane lo guardò appena e lasciò la presa facendo finta di nulla. Il mago osservò la sua mano, era leggermente arrossata a causa della presa forte del compagno, non sapeva se esserne felice o meno, ma si stava riavvicinando nuovamente a lui e la cosa lo rendeva estremamente triste.

- Non so che pesci prendere ora… potrei provare a buttar giù un muro?- Al guerriero era tornata alla mente la vicenda nel castello, in cui aveva abbattuto un muro ed erano riusciti a trovare la via giusta, benché fermati dalla Kishim.

Rimasero ad interrogarsi, finchè Fay non percepì qualcosa. Un sibilo leggero, uno spostamento d’aria appena percettibile. Senza pensarci si gettò contro l’altro facendolo buttare a terra, ma in pochi secondi, si ritrovò bloccato contro il muro. Una freccia silenziosa e comparsa dal nulla lo aveva colpito alla spalla, passandolo da parte a parte. Il dolore e il sangue che ne derivarono furono eccessivi per una ferita simile. Il colpo contro la parete fu duro, battè la testa e perse i sensi. Kurogane stupito provò a rialzarsi cercando di capire da che direzione fosse giunta la freccia, ma a malapena riuscì ad evitarne una seconda, che lo ferì sul viso.

Doveva rimanere calmo e lo sapeva. Rimase in ascolto cercando ogni minimo movimento e riuscì ad evitare senza problemi la terza freccia che però andò a conficcarsi contro il muro a pochi centimetri dal corpo immobile del mago.

- Maledizione! Ti piace giocare?- Senza pensarci due volte estrasse la spada e scagliò il suo colpo più potente, la sua voce imperiosa risuonò nella stanza che iniziò a tremare, il colpo sprigionò una forte luce e un vento dalla forza spropositata. Non aveva mirato ad un punto preciso, ma almeno con quel colpo aveva costretto il suo avversario a spostarsi da quella posizione.

- Posso colpire te o il tuo amico da qualsiasi posizione… hai sprecato solo energia…- Kurogane ascoltò attentante quella voce, ma fu difficile capire da dove provenisse. Però si era fatto un idea del suo avversario e questo poteva bastargli.

- Sei un vigliacco, fatti vedere e combatti con me faccia a faccia!-

- Il mio compito è farvi perdere tempo, se uscissi allo scoperto e combattessimo corpo a corpo… vi ucciderei in pochi minuti.-

- Presuntuoso di un ragazzino! Mai darsi delle arie soprattutto se non sai con chi parli.- Stava semplicemente tergiversando, voleva costringerlo ad uscire dal nascondiglio, perché continuando in quel modo, prima o poi, una delle sue frecce avrebbe colpito nuovamente Fay.

- Non parlo mai a sproposito…-

- Allora diciamo che il vigliacco è la persona che ti ha mandato a farci fuori… perché tu non sei colui che tira i fili di questa storia.- Era la prima volta che si ritrovava a dover bluffare, ma altro non poteva fare in quel momento. Ad ogni modo la tattica ebbe qualche risultato, riuscì a convincere l’altro a farsi vedere. Kurogane si ritrovò davanti un giovane più o meno della sua stessa corporatura, reggeva in mano un arco lungo.

- Se è il corpo a corpo che vuoi…- Non aggiunse altro, in pochi secondi l’arco divenne una lunga katana dal manico bianco. Doumeki si gettò senza esitare nella lotta, ma Kurogane era pronto a riceverlo e parò senza difficoltà il colpo. L’avversario era forte proprio come si vantava si essere, con le lame poggiate l’una sull’altra, Doumeki faceva pressione verso l’avversario e Kurogane ne percepiva tutta la forza. Riuscì a spostarsi da quella posizione svantaggiosa e fu lui il primo ad attaccare, alzò la guardia e si fiondò verso l’avversario menando un fendente dall’alto, ma Doumeki parò senza fatica, anche se fu costretto a piegare troppo le gambe. Kurogane ne approfittò per farlo cadere, ma la risposta dell’altro fu lesta e la tattica andò a vuoto. Continuarono a colpirsi, il fraseggiare delle lame in quella stanza copriva ogni altro suono. Era da tanto che Kurogane non si confrontava con un simile avversario, era alla sua altezza se non addirittura più forte, rispondeva alle sue mosse senza esitazione, i suoi occhi erano concentrati sulla battaglia e nulla lo avrebbe distratto.

- Sei bravo ragazzo, ma non basta la tecnica per vincere… perché ti spingi a tanto?- Kurogane gli porse quella domanda senza troppi scrupoli, in un momento in cui nessuno dei due si decideva ad attaccare nuovamente. Entrambi stavano risentendo dello scontro, non avrebbero potuto andare avanti ancora per molto.

- Ciò che mi spinge…- Quelle mezze risposte lo infastidivano, ma di certo non era un colloquio con lui che gli interessava. Con estrema velocità Doumeki si spostò verso il corpo di Fay ancora privo di sensi, Kurogane non riuscì a reagire in quel momento. Lo vide mentre alzava la lama verso il collo del mago, voltandola dalla parte non affilata, ma bastò comunque per procurandogli un leggera ferita. – Ciò che spinge me tu puoi capirlo bene…- Alzò la spada sempre di più trascinando anche il viso del mago, infine gli strappò via la benda dall’occhio, mostrando l’incavo vuoto. – Come tu vuoi proteggere le persone a cui tieni, io proteggerò il desiderio del mio padrone… il resto non ha valore!- Velocemente Doumeki fece girare la spada e questa volta la puntò dalla parte del filo, da li Kurogane capì che stava per ucciderlo. Si gettò verso di lui senza pensarci, la spada alzata pronto ad allontanare l’avversario dal corpo inerme del mago. La mossa adottata non ebbe il risultato sperato, Doumeki si allontanò dal copro di Fay, ma con una mossa estremamente veloce rigirò la spada in direzione del guerriero, parò il colpo e poi affondò. Il dolore fu atroce, Kurogane ricadde in ginocchio reggendo la spada dell’altro, che sporgeva da parte a parte del suo corpo, tra le mani sporche di sangue. Con un mero sorriso di soddisfazione, Doumeki estrasse la forza la spada dal corpo dell’avversario, che ricadde su un fianco. Il risveglio di Fay fu causato dal grido del compagno, la scena a cui dovette assistere fu orribile. Un ragazzo, che poteva avere l’età di Shaoran, era fermo davanti al corpo ferito e insanguinato di Kurogane, con la katana bel alzata pronto a sferrare il colpo finale. Non ci pensò oltre, estrasse la freccia dalla sua spalla e colpì il giovane alla schiena. Doumeki si ritrasse cadendo all’indietro, ma non emise neanche un lamento. Si limitò a guardare il mago che stringeva tra le braccia il compagno. L’occhio era color ambra e carico di odio, le unghie divennero lunghe e affilate. Doumeki si rialzò provando ad estrarre la freccia, ma non riuscì a raggiungerla. Non diede peso alla cosa e si preparò per attaccarli nuovamente. La sua corsa, però, si bloccò a metà, urtò contro qualcosa che sembrava una barriera tutto intorno ai due. L’impossibilità di avvicinarsi e il sangue che fuoriusciva dalla ferita, lo costrinsero a ritirarsi. Davanti agli occhi di Fay, il giovane scomparve nel nulla.

Sentendosi al sicuro, cercò di calmarsi, sciolse l’incantesimo che aveva pronunciato senza neanche pensarci ed esaminò il corpo del compagno. La ferita era grave, fermare la fuoriuscita di sangue impossibile.

- Io… io non posso curare le ferite… non ne sono mai stato capace… Kurogane…- Non ricevette alcuna risposta, il ninja aveva gli occhi chiusi da un po’. Fay lo scosse inutilmente, un groppo alla gola gli smorzò il respiro, l’occhio bruciava come non mai, ma a fargli più male era il cuore.

Non aveva mai voluto legarsi a nessuno, ma la maschera che si era costruito era fatta di cera ed era bastato un po’ di calore per scioglierla. Quel calore inconsciamente glielo avevano donato tutti, da Sakura-chan a Shaoran-kun, Mokona ed infine Kurogane. Lui più di tutti era riuscito a vedere oltre i lunghi sorrisi e le risate, oltre i nomignoli e le prese in giro. Anche se non voleva ammetterlo Kurogane era bravo a capire le persone ed era riuscito a capire anche lui e a fidarsi, nonostante tutto. Ora come non mai Fay rimpianse di non essere morto, era in collera con Kurogane per averlo salvato e avergli donato una seconda possibilità, lo odiava per avergli permesso di legarsi ancora di più a lui e per averlo costretto a questo. Però… non riusciva a dimenticare tutte le volte che erano rimasti soli, quando quel ninja dagli occhi scarlatti gli porgeva una domanda a cui lui non riusciva a rispondere, eppure al mago quei momenti piacevano. Nella mente riaffiorarono tutte le volte che aveva avuto un contatto con lui, quando bisticciavano per i nomignoli o quelle poche volte quando uno di loro diceva qualcosa di giusto e si sentiva appoggiato dall’altro; quelle sere in cui Kurogane gli permetteva di bere il suo sangue e lo avvicinava a lui come per dirgli che era giusto ciò che facevano; infine quella frase alla locanda e il cammino mano nella mano… In fondo al cuore sapeva che sarebbe andato a finire in quel modo, ma non immaginava quando dolore quella perdita gli avrebbe procurato, aveva pensato di lasciarsi uccidere da quel giovane, però l’idea che ferisse ancora di più il corpo di Kurogane lo aveva fatto arrabbiare e lo aveva protetto.

- Finisce in questo modo vero? – le lacrime scendevano copiose, nonostante uscissero da un solo occhio, che in quel momento era tornato azzurro come il cielo. - Lo so che non ho il diritto di dirlo però… forse quello che provo per te Kuro-sama è qualcosa simile all’amore… - Si lasciò scappare una risata isterica, si abbassò verso di lui cercando di percepire una sua reazione e gli strinse la mano tra la sua, proprio come aveva fatto l’altro poco prima. – Quindi ora che ti ho detto una cosa simile… ti prego… arrabbiati e dimmi che sono un idiota… puoi anche darmi un pugno… ma ti prego svegliati…-

Purtroppo non ricevette alcuna reazione, il corpo di Kurogane era freddo e immobile, eppure Fay non riuscì a credere che fosse proprio così e rimase con lui, cullandolo e chiamandolo in tutti i modi che gli venivano in mente, piangendo e continuando a dirgli che non voleva perderlo, che non voleva perdere quel calore che lui gli aveva donato, che anche se litigavano gli voleva bene e che continuare a vivere per lui non aveva senso se non poteva più essere cullato da quello sguardo che tanto bramava tutte le notti… Provò ancora e ancora, cercando una reazione che però non sarebbe mai giunta.

- Mi dispiace… ho fallito… merito una punizione.-

- Doumeki-kun la tua ferita fa meno male?- la voce di Watanuki giunse anche alle orecchie di Sakura, e per la prima volta sembrò quella della stessa persona che lei aveva incontrato. Watanuki si stava prendendo cura della ferita di Doumeki e lo curava con passione. Sakura aveva assistito a tutta la scena, piangeva da tempo indeterminabile e le invocazioni di Fay continuavano a risuonarle nella mente, ferendole il cuore e l’anima.

- Ma non ho finito il lavoro?-

- Anche se è ancora vivo, sta morendo comunque… non reagirà per molto tempo, ma per sicurezza non gli permetterò di uscire da li.-

Watanuki si strinse all’altro abbracciandolo da dietro la schiena, lo ringraziò per tutto ciò che aveva fatto per lui… poi volse lo sguardo verso la ragazza nella prigione di vetro e le lanciò un sorriso.

- Non consumare tutte le lacrime che hai… tra poco ne avrai ancora bisogno… ora mi occuperò del tuo caro Shaoran e poi riuscirò ad avverare il mio desiderio.-

“Basta piangere… le lacrime non conducono a nulla… guarda oltre… cerca nel tuo cuore ciò che realmente vuoi fare… Ti prego, ascolta la mia voce, tu che sei l’unico che è riuscito a percepirla… non abbandonarmi proprio ora… Guardami ti prego!! Sono qui e posso aiutarti, posso salvare il tuo cuore ferito, proprio come tu puoi salvare il mio… Guarda oltre giovane mago, altrimenti rimarrai prigioniero per sempre… Non hai desideri? Non hai speranze? La persona che dici di amare ha fatto di tutto per salvare la tua vita, quindi ora tu dovrai fare di tutto per salvare la sua… e se poi riesci, prova a salvare anche lui…”

Anche se ogni suo senso era intorpidito dal dolore e dalle lacrime, avvertì comunque quella voce che lo chiamava…

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Capitolo 8
*** 7. Hear me cry ***


7

Un saluto a tutti!!! Oggi metto il nuovo capitolo e sono proprio felice!!!!

Premetto una cosa prima di fare i soliti ringraziamenti: Allora la canzone nel capitolo è “Hear me cry” (a questo punto mi viene da dire, che fantasia che ho avuto nel titolo del capitolo), cantata da Utada Hikaru. Quando l’ho sentita volevo inserirla nel capitolo precedente, ma ho preferito adattarla a questo, spero vi piaccia come canzone (anche se forse non è molto conosciuta).

Per Liris, te lo dico con il cuore, i tuoi commenti sono sempre meravigliosi e soprattutto troppo simpatici, con tutte quelle faccine!!! Mi fa davvero piacere che hai apprezzato il capitolo, pensavo di venir fucilata per quello che ho fatto al povero Kuro-chi!!

Per FireAngel, il fatto di averti commossa significa che ho descritto bene la scena, il che mi rincuora visto che ero molto indecisa su quel pezzo. Per il resto basta leggere i prossimi capitoli e vedere che accade. Per la magia di Fay, devo specificare una cosa, allora siccome io ho letto solo i riassunti del manga di Tsubasa ho dedotto che quando Fay ha perso l’occhio la sua magia non è sparita, ma solo dimezzata e visto che qui siamo a prima di Celes ancora un po’ Fay ne ha, ma se non è così fatemi sapere.

7. Hear me cry

“Ti prego guardami… non buttare via tutto in questo modo… ti prego ascolta la mia voce…”

- Chi sei?- Tra i singhiozzi e le lacrime che gli bagnavano il viso e scendevano come pioggia su quello addormentato di Kurogane, Fay cercava di far smettere quella voce che lo assillava.

“Basta piangere…reagisci…Io posso aiutarti…”

- Come puoi? I morti non tornano in vita!!!- Lo aveva gridato, tanto il dolore che provava in quel momento.

“Proprio tu lo dici… posso chiamarti Fay?”

Sul viso del mago si dipinse lo stupore più totale e solo allora si decise a guardare avanti e non più il viso del compagno ormai spento. Inizialmente, forse a causa della vista appannata dalle lacrime, non riuscì a scorgere nulla, poi lentamente qualcosa simile ad una leggera nebbia iniziò a prendere forma.

- Ti vedo ora… eri tu che cantavi prima?- seguì attentamente i contorni di quella nebbia diventare un corpo umano, sembrava femminile, dai lunghi capelli neri, poi ne scorse il viso, anche se per un secondo. –Tu sei la…-

“Anche se il viso è uguale io non sono chi tu conosci… Fay. Sei l’unico che è riuscito a sentire la mia invocazione… Io posso aiutare il tuo cuore a sentirsi meglio… guarda…”

Senza che riuscisse a rendersene conto, il corpo di Kurogane sparì dalle braccia del mago, dissolvendosi come fumo. Eppure lui non si sentì agitato da quello che stava accadendo, poteva fidarsi di quella donna, lo sguardo che lei gli rivolgeva era materno, quello che lui in tutta la sua vita non aveva mai ricevuto. Avrebbe voluto toccarla in quel momento, ma soppresse quello stimolo, non poteva toccare ciò che in realtà era solo anima.

Mi prenderò cura di quella persona, ma tu ora devi andare avanti… la ragazza è in pericolo e il tempo sta finendo… quando il mio canto svanirà del tutto… tutto sarà finito… Ti prego Fay… tu devi salvarlo…”

- Chi è che devo salvare? Non credo di essere la persona giusta per salvare qualcuno…-

“Tu mi vedi e riesci a sentire la mia voce, puoi dirgli che io sono sempre qui anche se non riesce a vedermi… di alla persona che amo con tutta me stessa che anche se l’ho fatto soffrire, non l’ho mai abbandonato… digli che questo è stato il mio desiderio per lui e che ne vado fiera perché lui è vivo…”

A fatica Fay si rimise in piedi, la ferita alla spalla non sanguinava da un po’, forse era stata lei a fermare l’emorragia, ma il sangue di cui i suoi abiti si erano impregnati era quello di Kurogane e ancora riusciva a sentirlo caldo.

Non preoccuparti per lui… conserverò ciò che tu ami…”

Il mago iniziò a camminare, nello stesso istante in cui il canto dolce di quella donna iniziò a spandersi per tutta la stanza, scaldando il suo cuore ferito e dandogli la forza di proseguire.

You couldn't say

Needed someone new

You actually thought

Deep inside I knew

Can you tell me how can you say

Why this should suffice

You passed me by

And your heart's as cold as ice

(You passed me by)

Did you see me cry

(Did you ask yourself why)

Did you see me cry

(Did you ask yourself how)

Can you hear me cry

(Did you ask yourself)

Will we ever grow apart

Era buio nel luogo in cui era caduto. L’ultima cosa che ricordava era il grido di Fay-san che pronunciava il suo nome. Si rialzò a fatica massaggiandosi la schiena e si guardò intorno. Chiunque ci fosse dietro a tutto ciò aveva fatto il possibile per dividerli e vi era riuscito senza fatica. Ad ogni modo, anche se solo, ora doveva cercare la principessa.

- Sakura-hime! Sakura-hime dove siete?-

Anche se non riusciva a vederlo, la ragazza udì la voce del giovane Shaoran, iniziò a battere i pugni contro il vetro, pur sapendo che nessun suono sarebbe mai giunto a lui. Guardò Watanuki, stava ancora sorridendo, stringeva tra le mani un lunga spada e sembrava pronto allo scontro.

- Doumeki-kun, lascio a te i preparativi… sai cosa fare…-

- Padrone, lasciate che mi occupi io del giovane, posso riscattare il mio onore!-

Watanuki accarezzò la guancia del giovane suo seguace regalandogli un sorriso. – Ma tu sei ferito e non voglio che ti accada nulla di male, rimani qui e fai come ti ho detto… o forse pensi che quel giovane riesca a battermi?-

- No, questo è impossibile.-

- Bravo…- disse sibilando e allontanandosi da lui molto lentamente. – E poi devi pensare al mago, è uscito dalla stanza. Qualcosa deve aver interferito.. forse è stata quella strega… Se mai arriverà qui, pensaci tu.-

Prima di allontanarsi, si avvicinò alla prigione della ragazza, poggiò la spada in un angolo e allungò le braccia verso di lei. Sakura cercò di spostarsi, ma le mani del giovane Watanuki entrarono senza fatica nella prigione, attraversando il vetro come se fosse fluido. L’afferrò con forza e la trascinò fuori. Sakura provò a divincolarsi, ma era come se le mani del ragazzo su di lei, la privassero di qualsiasi forza, si sentiva estremamente stanca. Watanuki la porse, come se fosse un oggetto, a Doumeki, che la legò velocemente contro una parete. Strinse le catene ai polsi e alle caviglie, erano strette e il metallo freddo sembrava bruciare sulla sua pelle.

- Che volete fare? Cosa volete da me?-

- Tu piccola principessa devi solo rimanere buona... farà tutto lei…-

Detto questo Watanuki sparì, Sakura spostò lo sguardo verso l’altro ragazzo che intanto aveva aperto la seconda prigione di vetro, in cui era rinchiusa l’altra donna. Non appena il coperchio fu completamente alzato, lentamente, Sakura vide quel corpo muoversi ed uscire.

- Sakura-hime!- Senza darsi per vinto, il giovane Shaoran continuò a girovagare e chiamare con tutto se stesso il nome della ragazza. Aveva la spada sguainata e la guardia alta, non si sarebbe lasciato sorprendere facilmente. – Sakura!!!-

- Credi che gridando in quel modo riuscirai a trovarla?- La voce che lo sorprese alle spalle era ironica eppure conosciuta. Shaoran si voltò di scatto cercando colpire chiunque avesse alle spalle, ma la lama della sua spada fu fermata da quella dell’avversario senza difficoltà. Il ragazzo scattò indietro, pronto a difendersi. – Mi divertirò con te… non sei niente male…- rise di nuovo, urtando pesantemente la pazienza di Shaoran.

- Chi diavolo sei? Fatti vedere!-

- Come desideri.- In pochi seconid la stanza si illuminò mostrando il suo viso, gli occhi di Shaoran si sgranarono, dirsi stupito era dire poco.

- No… mi rifiuto di crederlo… continui a prendermi in giro, come hai fatto fin ora!- Quello che aveva davanti era lo stesso ragazzo che stava accudendo la strega dimensionale nella sua camera. Lo sentì ridere nuovamente, si stava prendendo gioco di lui senza farsi troppi problemi. Incrociò le braccia portando la lama vicino al viso e dandosi dei colpetti divertito dall’espressione del giovane.

- Se dici che ti sto prendendo in giro, vuol dire che ammetti che ci sia io dietro a tutto questo… Sei contraddittorio ragazzino… Quella strega maledetta non ha forse detto che incontrare persone identiche a quelle che si conoscono sarebbe stato normale?-

Era vero, la strega dimensionale lo aveva ripetuto più volte, ma fino a quel momento nessuno di quelli che avevano incontrato si comportava in modo così diverso e a lui sembrava ancora troppo strano che lo stesso ragazzo a cui la strega stessa si appoggiava in quel modo, fosse un uomo perfido.

- Il carattere delle persone può cambiare… dipende da ciò che sono costretti a sopportare nella vita. Anche tu giovane Shaoran, se avessi sopportato ciò che io ho dovuto sopportare, non saresti così buono e innocente come sembri, ma in fondo puoi capirmi un po’… anche tu hai una colpa da espiare, una colpa che ha il tuo stesso viso.-

- Tu cosa ne sai?- Watanuki era sicuro di se, sapeva perfettamente dove andare a colpire e quale punto avrebbe provocato più dolore. Rideva fiero di se, aveva fatto centro più di una volta.

- Non è difficile leggere il cuore di persone che si sentono tristi o ferite… La facilità con cui sono penetrato nei vostri cuori e ho letto ciò che ognuno pensa è stata sorprendente anche per me. Ammetto che è stato un po’ più difficile con quel ninja di nome Kurogane, ma alla fine ha ceduto alla sua debolezza…-

- Che è successo a Fay-san e Kurogane-san?- Le parole di Watanuki gli avevano donato un senso di agitazione e paura, aveva abbassato la spada sperando con tutto se stesso che non gli dicesse nulla di male.

- il ninja è morto mentre il mago lo sarà ben presto.-

- Menti!- Lo aveva gridato di rigetto a quella frase, non poteva credere che un guerriero come Kurogane fosse stato sconfitto.

- Libero di non crederci… ma posso dimostrarlo in ogni momento.- Fece spallucce, non gli importava nulla, per come la vedeva lui faceva tutto parte del suo piano. Realizzare il suo desiderio era ciò che voleva.

- Perché fare tutto questo? Cosa ti ha spinto a farci questo... hai bisogno delle piume di Sakura-hime?-

- Domanda sciocca piccolo Shaoran, dovresti conoscere bene la forza e la magia di quelle piume… ovvio che le voglia, mi servono…- Scoppiò a ridere reggendosi con le braccia lo stomaco, esagerando il gesto. Fece finta di asciugarsi una lacrime e gli sorrise di nuovo. – Sciocco bimbetto, per chi mi hai preso?- Si fece serio di colpo, il tempo di scherzare o tergiversare era finito, riprese in mano la spada e fece capire all’altro che il tempo di scontrarsi era giunto. Con una velocità impressionante, Watanuki arrivò da lui colpendolo con un calcio in pieno stomaco. Shaoran ricadde indietro reggendosi la parte lesa, strinse forte la sua spada in mano e si preparò a ricevere il secondo attacco. Non solo era veloce, ma anche tremendamente forte, eppure il corpo di Watanuki era più minuto del suo. Parò a fatica un fendente alto portando la sua spada in orizzontale e sentendo la forza dell’altro sopra di se, i muscoli e le ossa sembravano volersi spezzare da un momento all’altro. Con la mano libera Watanuki cercò di afferrare il collo del ragazzo, ma questi riuscì a spostarsi appena in tempo, sacrificando la gamba che rimase ferita dalla spada di lui. Era molto in vantaggio rispetto a Shaoran, solo il fatto che riuscisse a colpire e parare utilizzando una sola mano, lo metteva in una posizione migliore rispetto a lui, che era costretto a contrastarlo con entrambe le mani.

- Rendiamo le cose più interessanti ti va, Shaoran-kun?- Il giovane rimase a guardare, mentre nella mano libera di Watanuki si materializzò quella sembrava essere una lunga e robusta frusta. – Inizia a correre animaletto, o sarò costretto a farti molto male!- Non gli diede il tempo di reagire, vibrò un violento colpo, la frusta fluttuò in aria colpendo il ragazzo proprio sulla gamba ferita e allargando la lesione, slabbrandone i bordi. Shaoran gridò con tutte le sue forze, il bruciore di quel colpo sembrava non voler mai diminuire. Avrebbe perso, se ne rendeva conto, anzi lo aveva saputo fin dall’inizio, ma non avrebbe ceduto.

You couldn't say

Needed someone new

And you actually thought

Deep inside I knew

I wonder where we will go

Will we be the same

(You passed me by)

I laugh inside I think of you

And the love we made

(You passed me by)

In quel momento, mentre le grida di Shaoran le risuonavano nella mente, non poteva fare altro che pregare per lui e temere ciò che le si stava lentamente avvicinando. La donna coperta di bende era a terra ora e strisciava come una serpente, sul freddo pavimento cercando lei. Muoveva le bracci come per afferrarla e infine arrivò da lei. La mano della donna si strinse al vestito della principessa e vi fece leva per alzarsi verso di lei. Le bende che le celavano il viso e tutto il corpo si stavano sciogliendo, alcune ormai erano rimaste a terra, mentre quella strana lei si avvicinava pericolosamente alla principessa.

- Chi sei? Perché…- le parole le morirono in gola, quando la mano fredda di lei le toccò la pelle nuda, un forte dolore la fece gemere, come se a contatto con lei la sua pelle si stesse sciogliendo. Ormai era prossima al viso della principessa, riusciva a distinguere due iridi dallo strano colore, privi di qualsiasi espressione. Infine, quando rivelò il suo aspetto, il viso pallido come un cencio e leggermente incavato, ma i lineamenti erano inconfondibili. – Strega… Yuuko-san!-

Era identica alla strega dimensionale che aveva conosciuto, ma era diversa e lo sapeva bene. Non appena il viso di lei fu poggiato contro il suo petto percepì qualcosa dal corpo vuoto di quello che ora era solo un involucro di carne. Una melodia… un canto leggero e pieno di malinconia…

Tell me why this should suffice

I hold you through the night

Now will I let it go

Soon I'll let it go

Can you hear me cry

(Will you ask yourself why)

Can you hear me cry

(Will you ask yourself how)

Can you hear me cry

(Will you ask yourself)

Will we ever grow apart

You, I'll stand by your side

I'll be there for you

(You passed me by)

You, I'll stand by your side

Please just do me right

(You passed me by)

Poi ancora dolore, la mano della strega affondò nel suo petto diretta al cuore... le avrebbe rubato ciò che a lei mancava e non poteva ribellarsi. Lentamente gli occhi le si chiusero, le lacrime scesero lungo le sue guance, aveva visto qualcosa attraverso quelle parole sommesse che aveva ascoltato. Perché lei era fatta così, riusciva a sentire ciò che nessun’altro sentiva, ma questa volta non avrebbe potuto rispondere. Inconsciamente le affiorarono alla bocca due parole.

- Shaoran… aiutami…-

- Sakura-chan!!!-

You, I'll stand by your side

I'll be there for you

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Capitolo 9
*** 8. Truth ***


8. Truth

Un saluto a tutti quanti!!! Ci ho messo un po’ per pubblicare questo capitolo, è stato davvero emozionante scriverlo e anche un po’ doloroso, perché mi sono resa conto che scendo facilmente nel tragico più assoluto!!!! Comunque spero che vi piaccia.

Questa volta faccio ringraziamenti complessivi, sia per Liris che per FireAngel; ammetto che descrivere Watanuki cattivo mi piace da impazzire, non so ma il lato malvagio di questo personaggio (che ho inventato io) mi stuzzica parecchio. Sono contenta di non aver sbagliato con Fay, mi sarebbe dispiaciuto fare un errore simile… Poi ho notato che entrambe avete un un’avversione sia per Shaoran che per Sakura…^_^ alla fine però quelli che ho fatto soffrire di più sono stati Kuro-pion e Fay!!! Sono malvagiaaaa!!!

Va bene vi lascio alla lettura e basta con i miei monologhi pazzoidi!!!! Ciao a tutti

8. Truth

-Yuuko-san!- Watanuki corse a sorreggere la donna, costringendola a tornare a letto. – Dove volete andare in queste condizioni?-

- Watanuki…- Yuuko lo guardava, aveva gli occhi pieni di lacrime e lo accarezzò lasciandolo ancora più perplesso. – Devo chiederti di andare nel magazzino e prendere un piccolo vaso… l’ho nascosto in un angolo.-

- Come faccio a riconoscerlo?- chiese il giovane, mentre accompagnava la donna a sdraiarsi ancora una volta sul futon, lei gli sorrise portandosi una mano alla fronte ancora calda.

- Lo capirai… ora vai per favore.- Il giovane si rialzò uscendo dalla stanza. Fuori dalla porta, addormentate vide le due ragazzine, anche loro risentivano delle brutte condizioni di Yuuko. Si diresse nel magazzino iniziando ad esamine ogni scaffale. Ogni volta che entrava in quella stanza si stupiva di quante cose vi fossero riposte, lui ogni volta doveva pulirle e risistemarle, ma ne spuntava fuori sempre qualcuna che non ricordava. Di vasi poi ne aveva visti, ma quale fosse quello giusto non aveva idea di come fare per capirlo. Ne sorpassò una decina di tutte le forme e dimensioni, alcuni contenevano anche oggetti al proprio interno, ma qualcosa gli disse che non era ciò che Yuuko-san gli aveva chiesto di prendere. Alla fine si diresse verso l’ultimo scaffale, senza pensarci infilò la mano tra la parete e il muro e in basso, nascosto dietro qualche lunga pergamena leggermente ammuffita, trovò un piccolo vaso foderato con un fazzoletto rosso su cui vi erano disegnate delle belle farfalle blu. Farfalle, come il simbolo di Yuuko. Lo prese in mano e per qualche strana ragione, il suo cuore iniziò a battere all’impazzata, si sentì agitato e le guance iniziarono a scaldarsi. Le sue mani, involontariamente, iniziarono a percorrere ogni centimetro di quel vaso, lo sentirono come una cosa estremamente preziosa. La curiosità di vedere cosa contenesse era grande, ma riuscì a trattenersi. Tornò da Yuuko facendo molta attenzione a non inciampare. Fece per aprire la porta, ma si fermò udendo la voce di Mokona nero nella stanza della strega.

- Yuuko, sicura che Watanuki sia abbastanza maturo per sapere una cosa simile?-

- Mokona io mi fido di lui… sono certa che capirà.-

- Potrebbe chiederti il perché… perché hai fatto una cosa simile?-

- Perché era inevitabile Mokona… lo sai bene.-

Entrò bussando leggermente alla porta, il piccolo majuu nero salutò Watanuki gioiosamente, ma lui capì che fingeva. Yuuko chiese di lasciarli soli e Mokona se ne andò senza porre altre domande. Watanuki si inginocchiò accanto alla strega porgendole il vaso. Yuuko non lo prese, ma gli chiese di togliere il fazzoletto che lo copriva. Watanuki eseguì quel gesto e ancora una volta sentì le guance diventare calde e rosse, la strega notò la reazione, ma non disse nulla. Infine il contenuto fu svelato, gli occhi di Watanuki si spalancarono dallo stupore, ma in quel momento si riempirono di calde lacrime che non seppe spiegare.

- Yuuko-san questo è… oddio perché sto piangendo in questo modo.- Cercò di nasconderle, ma sembrava che non avessero nessuna intenzione di fermarsi. – Questo è stato il pagamento per un desiderio?-

- Era una sera piovosa e faceva anche freddo, sentivo che sarebbe accaduto qualcosa, che avrei dovuto ascoltare un desiderio… la richiesta arrivò durante la notte, in sogno. Vidi una donna identica a me che piangeva piegata su un letto e le chiesi se avesse un desiderio che avrebbe voluto realizzare. Lei mi rispose che avrebbe fatto di tutto per la persona che amava…- gli occhi della strega si posarono su quelli del giovane, asciugò a fatica le lacrime dal suo viso. – Vidi solo gli occhi della persona che amava ed esaudii il desiderio, sebbene il prezzo che le chiesi fosse troppo elevato accettò… Qualche tempo dopo arrivasti tu nel mio negozio, mi bastò posare lo sguardo sui tuoi occhi per capire… da quel momento in poi cercai di convincere me stessa che non avevo sbagliato nell’esaudire quel desiderio.-

- La persona che quella donna amava ero io… E questo è…-

- Questo è il prezzo del suo desiderio… è il suo cuore. Lei ha donato la fonte della sua vita per lui e ora anche io sto pagando per essermi presa carico di un desiderio che mai avrei dovuto esaudire.- Perse i sensi chiudendo gli occhi, Watanuki cercò di svegliarla, ma ogni suo tentativo sembrò completamente inutile. Il viso della strega era bianco come un cencio, le guance leggermente infossate, respirava a fatica e ogni volta il petto di lei tremava convulsamente.

- Non si sveglierà finchè non avrà pagato anche lei per quel desiderio… spero solo che quei ragazzi riescano in tempo…- La vocina di Mokona scosse il giovane, Watanuki sistemò meglio la donna coprendola fin sotto il collo e rimase a vegliarla per tutto il tempo, accarezzandole dolcemente il viso e tamponandole la fronte con un panno umido. Rimase a rimuginare sulle parole della strega per tanto tempo, Yuuko aveva esaudito un desiderio troppo grande, sebbene lei avesse sempre messo ben inteso che mai si sarebbe presa la vita di qualcuno. Eppure lo aveva fatto, senza pensare a ciò che sarebbe stato inevitabile.

- Si sveglierà… non conosco bene quei ragazzi, ma mi fido di tutti loro… proprio come si fida Yuuko-san.-

Nello stesso istante in cui aveva pronunciato il nome di Shaoran, qualcuno l’aveva chiamata, ma non era lui. La voce era quella di Fay, solo che in quel momento le era sembrata tanto lontana. Tutto intorno, ogni cosa era ovattata da quella bella voce, dalla canzone di Yuuko. Non riusciva più a vedere la donna che la stava aggredendo, tutto era bianco come la neve d’inverno, ma anche tanto caldo. Nelle parole di quella bella quanto triste canzone, riuscì a delineare delle immagini e si lasciò trasportare. Intravide una locanda lontano dalle altre case del paese, la riconobbe come la stessa in cui si erano fermati Shaoran e gli altri, solo che sembrava più allegra e vissuta. Intravide a fatica una figura femminile che usciva dalla porta principale, reggeva un cesto di panni bianchi. Era vestita in modo semplice, teneva i lunghi capelli neri legati grazie ad un fermaglio a forma di farfalla e Sakura fu in grado di riconoscerla, era identica alla strega dimensionale. La donna cercava qualcuno, chiamando per nome.

- Kohane-chan è ora di rientrare!- Sakura seguì l’arrivo di una bambina dai lunghi capelli castani e gli occhi azzurri come il cielo, che spensierata correva dalla donna abbracciandola e facendole cadere i panni dal cesto.

- Mamma, ho visto una cosa bellissima oggi… una farfalla blu come la notte, proprio come quelle che ti piacciono tanto.- La vivacità con cui le disse quelle frasi, impedì alla donna di sgridarla per averle fatto cadere la biancheria e rientrarono in casa. Da fuori Sakura cercò di seguire la scena, guidata dalla curiosità si avvicinò alla finestra e osservò. La stanza era simile all’atrio della locanda con il camino acceso, ma i mobili erano sistemati in modo diverso. Vide Yuuko e la bambina che scherzavano insieme, ma entrambe erano vestite in modo diverso, la donna aveva lasciato i capelli sciolti, al contrario della bambina che li teneva legati con due vivaci codine che ricadevano in avanti. In quel momento Sakura si rese conto che il tempo che lei osservava non era un tempo reale, come se quello che dovesse vedere fosse solo un piccolo riassunto di una vita intera.

Entrambe furono attratte dall’arrivo di qualcuno, la bambina corse in direzione dell’entrata abbracciando colui che Sakura riconobbe come Watanuki.

- Papà tutto bene oggi? Hai trovato ciò che cerchi?-

Watanuki le sorrise accarezzandole la testa. – Ancora no piccola mia, ma ci sono vicino.-

- Uffa, Kohane vuole stare con il suo papà, vuole fargli vedere le farfalle che ha trovato…- la bambina sembrava abbastanza irritata, continuava a sbuffare arricciando il naso e facendo buffe smorfie con il viso, che intenerirono il padre.

- Tesoro mio non dovresti stare fuori troppo a lungo… - In quel momento gli occhi di Yuuko e di Watanuki si incrociarono, lui aveva lo sguardo serio, come a rimproverarle qualcosa, ma lei non ci fece caso e gli sorrise. La bambina li lasciò soli, correndo su per le scale, in direzione di quella che doveva essere la sua cameretta, anche se per la troppa vivacità inciampò in una sedia facendola rovesciare. Cercando di essere più silenziosa possibile la sistemò e si allontanò. Watanuki assistette a tutta la scena senza dire nulla, poi sedette di fronte alla donna, poggiando gli occhiali sul tavolo e massaggiandosi la fronte.

- Non dovresti farla stare fuori… non ti rendi conto delle sue condizioni… non vedi che i suoi capelli diventano sempre più chiari e che non percepisce bene neanche più le distanze?- Sembrava abbastanza arrabbiato con lei, ma la donna non ne sembrò affatto sorpresa, al contrario si alzò portandosi alle spalle di lui e iniziò a massaggiargli la schiena per farlo rilassare.

- Lo sapevamo bene… per questo non voglio che si perda tutte quelle cose che la rendono felice.-

- Non sei tu che devo rimproverare, ma sono io che dovrei sbrigarmi a trovare quella maledetta cura!- il tono di voce che mano a mano si fece sempre più forte lo portò a sbattere il pugno sul tavolo.

- Stai facendo del tuo meglio lo so e....-

- E cosa?- Watanuki si alzò di scatto scacciando la donna e facendo cadere la sedia, era arrabbiato, ma Yuuko sapeva scrutare nel suo cuore e non vi leggeva rabbia, ma solo tanta amarezza. – Vuoi che mi rassegni solo perché ho fatto del mio meglio e non ci sono riuscito, vuoi che lasci morire mia figlia solo perché è quello che tu hai visto nel tuo sogno… Io cambierò tutto, non lascerò che il tuo sogno si avveri per nessuna ragione!-

“Lo avevo sempre saputo, tutto ciò che vivevo lo avevo già visto nei miei sogni e non potevo nulla per cambiare…”

La voce di Yuuko la fece sussultare, accanto a lei c’era la stessa donna che vedeva nella casa, era lei che le stava raccontando tutta la sua vita e tutto ciò che le era accaduto. Rimase in ascolto, mentre le immagini di una vita le passavano davanti.

“Io sapevo che avrei conosciuto lui, e quando lo incontrai di persona mi sentii così felice… insieme eravamo perfetti, ognuno riusciva a completare l’altro… adoravo quando metteva tutto se stesso nel preparare il pranzo, cercando di fare tutto quello che a me piaceva di più…Poi arrivò il sogno di nostra figlia… era così bella, aveva i capelli come i miei, neri e lunghi e gli occhi di suo padre. Però il mio sogno non era così lieto, mia figlia era malata… piano piano sarebbe peggiorata, lo vidi dal diverso colore dei suoi capelli e dagli occhi sempre più chiari… Watanuki era medico e il non poter trovare una cura per nostra figlia lo portò all’ossessione.”

Sakura volse lo sguardo verso la casa, era nella stanza della bambina ora, lei era stesa sul letto gli occhi non vedevano e i capelli erano così chiari da sembrare quasi bianchi. Accanto al letto Watanuki le stringeva la mano cercando di parlarle.

- Vedrai che andrà tutto bene tesoro mio… non avere paura… ci sono io con te…-

- Dov’è la mamma? Voglio farle vedere le farfalle…-

- Sta arrivando, è andata a prendere dell’acqua… vedrai che le tue farfalle le piaceranno.-

Eppure Sakura di farfalle non ne vedeva… e piangeva perché Yuuko era fuori dalla porta, il viso completamente rigato di lacrime, che cercava in tutti i modi di non far cadere il vassoio con il bicchiere e l’acqua. Si asciugò in fretta il viso ed entrò, Watanuki era poggiato al letto e piangeva… senza che se ne rendesse quasi conto, in pochi secondi, la bambina se ne era andata…

“Io lo sapevo, sapevo ogni cosa, ma non far nascere quella bambina avrebbe significato privarlo di tanta felicità che solo lei avrebbe potuto donargli… ho vissuto con la certezza che se e sarebbe andata, ho provato ad essere forte, ma come si fa a vivere dopo aver salutato per sempre la propria figlia? Lui non lo ha mai accettato, da li in poi mi ha incolpata di ogni cosa, non voleva guardarmi e non voleva stare con me, ma io sapevo anche questo e non gli davo colpa… Ha iniziato a studiare come un ossesso, voleva farla tornare indietro e io lo vedevo cambiare giorno dopo giorno.”

Davanti agli occhi di Sakura la scena cambiò in pochi secondi. Watanuki era chiuso nel suo studio continuando a studiare, era stanco e provato, gli occhi rossi e segnati da profonde occhiaie. Uno strano vociare si fece sempre più forte fuori dallo studio, le persone della città lo accusarono di stregoneria.

- Che sta succedendo? - chiese la ragazza rivolgendosi a Yuuko.

“In questo mondo la magia o tutto ciò che non si conosce è temuto, gli studi di mio marito non erano compresi e ciò che lui faceva li spaventava. Diedero fuoco al suo studio cercando di ucciderlo e io sapendolo, provai a salvarlo e riuscìì a tirarlo fuori da quell’inferno di fiamme. A fatica lo riportai a casa, aveva ustioni su tutto il corpo, respirava male e io, naturalmente, tutto questo lo sapevo…Ho provato a ribellarmi con tutta me stessa a quel destino amaro che mi attendeva, ma la sua morte era nel mio sogno e io sarei rimasta sola…”

A fatica Sakura riuscì a guardare quella scena, lei in lacrime accanto al letto di lui, completamente coperto di bende e ustioni, solo gli occhi erano visibili, ma chiusi.

- E cosa hai fatto?-

“Non volevo che finisse in quel modo… non accettavo che lui morisse dopo tutto quello che aveva fatto, le sue ricerche e il suo sapere erano importanti a prescindere che le persone non le capissero. In sogno vidi la Strega Dimensionale e lei mi chiese se avessi qualcosa da chiederle. Tutto ciò che volevo era che lui realizzasse tutti i suoi desideri, che vivesse per quei sogni che erano l’unica cosa rimastagli. La strega mi disse che il mio era un desiderio troppo grande, che il prezzo da pagare troppo elevato. Ne avrebbe risentito anche lei, perché andare contro ciò che è destino è troppo pericoloso, ma non mi sarei arresa, avrei pagato anche di più se lo avesse esaudito. Mi disse che avrei dovuto donarle tutto ciò che mi permetteva di vivere, che avrei dovuto sopportare io le sue ferite, solo così sarebbe tornato, anche se lei non poteva darmi la certezza che una volta tornato in salute, anche il suo carattere fosse lo stesso della persona che avevo conosciuto e amato. Accettai, fiduciosa del fatto che credevo di conoscerlo bene e lei si prese il mio cuore, lo chiusi io stessa in un vaso coprendolo con il fazzoletto di Kohane-chan, quello rosso e con le belle farfalle blu che le piacevano tanto… Il risveglio di Watanuki segnò il suo cambiamento, lui crede che sia stata la strega ad impormi questo sacrificio e vuole riportarmi indietro in tutti i modi, ha risanato tutte le ferite del mio corpo, ma non riesce a richiamare la mia anima, per questo Sakura ha bisogno della tua. Dentro il tuo cuore c’è la magia più forte che esista, tu riesci a vivere anche senza le tue piume, questo rende il tuo spirito forte… ma nonostante questa tua grande forza, puoi essere ferita e diventare debole come lo sono stata io… per questo sta cercando di eliminare tutti i legami che hai creato, renderà il tuo spirito inquieto e lo porterà a me, ma io non voglio tornare…” Yuuko prese le mani della ragazza tra le sue, le stava chiedendo scusa per tutto quello che era costretta a sopportare, ma cercava di farle capire che non doveva odiare Watanuki.

- Non potrei mai odiarlo… il suo animo e il suo cuore sono feriti da tutto quello che ha dovuto sopportare… io voglio aiutarlo… permettimi di farlo Yuuko-san.-

La donna acconsentì baciandole le mani e sorrise. Poi si allontanò da lei e iniziò a cantare nuovamente.

“Fin quando sentirai la mia voce avrai tempo, quando il mio spirito verrà richiamato non potrò più farmi sentire e allora sarà troppo tardi per me, per voi e anche per la strega… anche lei sta pagando il desiderio che ha esaudito… Fa in modo che anche lui possa sentire la mia voce”

Sorretta da una forza che non le apparteneva, Sakura aprì gli occhi e gridò. Per un attimo il corpo di Yuuko sussultò allontanandosi, ma riprese il lavoro in pochi secondi.

- Sakura-chan! Resisti!-

- Fay-san… stai attento ti prego!- Il mago parò a fatica con un bastone il colpo di Doumeki, gli stava impedendo di avvicinarsi alla ragazza in tutti i modi. La ferita che gli aveva inferto sembrava essersi rimarginata completamente e il guerriero era in piena forma, ma Fay dalla sua aveva la rabbia e la determinazione di vendicare la morte di Kurogane, anche se sapeva che non lo avrebbe ucciso. Sakura tornò a concentrarsi sul corpo di Yuuko. Era come le aveva detto nel sogno e doveva fare in modo che Watanuki la sentisse. Provava dolore, la mano della donna sembrava averle raggiunto il cuore e cercasse di strapparglielo via con forza, ma non cedette.

- Watanuki! Se puoi ascoltare la mia voce, ti prego presta attenzione anche a questa canzone… - Lo gridò iniziando ad intonare quelle stesse parole che sentiva nella mente, guidata dalla voce di Yuuko sperò che anche lui riuscisse a sentirla.

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Capitolo 10
*** 9. Return ***


8. Truth

Un saluto a tutti, siamo quasi agli ultimi capitoli… come finirà questa storia secondo voi?

Ringrazio Liris e FireAngel che continuano a seguirmi ed a commentare la mia storia con tanta vivacità. Lieta di essere riuscita a commuovervi, il capitolo precedente è stato difficile da descrivere, pensavo di essere andata troppo sul melodramma, ma pare che sia piaciuto e la cosa mi rende felice. Posso solo dire riferendomi a quello che mi avete scritto è che forse Sakura rimarrà abbastanza inutile anche nei prossimi capitoli, non troppo però, mentre per l’inutilità di Shaoran… be dai qual cosina gli faccio fare, poi lo strapazzo per benino per la vostra gioia!!!! Vi lascio al capitolo… buona lettura

9. Return

Scartò di lato, ma neanche questa volta fu in grado di evitare il colpo. La frusta lo colpì alla schiena lasciandogli un’altra profonda lesione accanto a quelle che già aveva riportato. Il dorso era un continuo bruciare e non solo quello. Watanuki sembrava un fulmine nell’attaccare, quando non riusciva con la spada arrivava con la frusta e viceversa e Shaoran era diventato veramente un piccolo animaletto impaurito, che non poteva fare altro che scappare dal suo padrone. Infine, stanco di giocare con il ragazzino, lo raggiunse con un semplice salto e lo afferrò per il collo riuscendo a tirarlo su senza sforzo. L’odore del sangue del giovane Shaoran gli riempì le narici e gli sporcò la mano.

- Direi che possiamo anche finirla qui… ora è il momento che lei ti veda in questo stato…- A causa della forte stretta l’aria iniziò a mancargli, i polmoni gridavano di dolore e si sforzavano di utilizzare quel poco ossigeno che gli era ancora concesso.

- Watanuki!...- quel grido giunse alle orecchie di entrambi, il polso prima fermo dell’uomo, perse lentamente forza.

“Io so che puoi sentirmi è solo che il tuo cuore mi ha rifiutato, ora basta però… io non posso permettere che tu commetta un simile sbaglio…”

Schioccando le dita, ma senza lasciare andare la presa sul collo del ragazzo, illuminò la stanza per osservare cosa stesse accadendo. La scena gli mostrò il combattimento tra Doumeki e il mago, quest’ultimo sembrava molto provato e il suo cedimento era ormai prossimo. Spostò la visuale sulla ragazza, intravide il corpo di Yuuko intento a prenderle ciò che a lei mancava, vide la principessa in stato di incoscienza.

- Quella ragazzina ha più risorse di quanto mi aspettassi… per un attimo…-

“Watanuki basta!”

Lasciò andare il ragazzo, che ricadde a peso morto sul pavimento. Indietreggiò senza volerlo, ogni muscolo del suo corpo tremava. Quella voce nella mente lo stava tormentando, era quella di Yuuko, non poteva sbagliarsi, ma era impossibile che avesse parlato. Scacciò a forza quel pensiero dalla mente e tornò a concentrarsi sull’avversario, lo prese per i capelli alzandogli il viso verso il suo. Shaoran era inerme, il sangue perso da tutte quelle ferite, lo aveva privato di ogni forza, debole era la presa sulla spada che presto lasciò andare del tutto.

“Perché fai finta di non sentirmi… non ignorarmi in questo modo ti scongiuro…”

- Tra poco quella ragazzina smetterà di prendersi gioco di me… quando ti avrò ucciso davanti ai suoi occhi, smetterà di lottare definitivamente.-

Iniziò a trascinarsi dietro il corpo del giovane, tirandolo per i capelli tornò dalla principessa in pochi secondi. Lasciò andare Shaoran in malo modo e si diresse dalla ragazza. Avere vicino il corpo della persona da lui amata, sentire il profumo di quella pelle era tutto ciò che voleva. Accarezzò il viso di Yuuko, lei si voltò appena verso la sua direzione, ma il suo viso non riuscì ad esprimere alcuna emozione.

- Guarda bene Principessina… guarda come si fa a far tornare qualcuno in vita…- Gli alzò il viso a forza verso di lui, Sakura riuscì ad aprire appena gli occhi, mostrando due belle iridi scarlatte e lucide.

- Basta ti prego… amore mio…- Il cuore di Watanuki perse un battito, il cuore a malapena resse quelle parole e quegli occhi dolci che lui amava. Ogni forza svanì in quel momento, ricadde all’indietro continuando a fissarla. In quello stesso istante la mano di Yuuko iniziò ad indietreggiare dal corpo di Sakura, la ragazza emise un lamento sommesso, mentre una lacrima le solcò la guancia. Watanuki rimase ad osservare senza fare nulla, Shaoran a fatica fu capace di volgere lo sguardo, offuscato dal sangue, verso la principessa nel momento in cui Yuuko estrasse la mano, stringendo a se qualcosa che non le apparteneva. Il cuore di Sakura emanò una luce bianca e fioca e quando la ragazza chiuse definitivamente gli occhi, il cuore entrò nel corpo di Yuuko.

- Mia amata Yuuko… - Allungò la mano nel tentativo di toccare il corpo di lei, la donna voltò il viso verso l’uomo e aprì gli occhi, sembravano vivi e non spenti come lo erano stati per tutto il tempo. Era tornata realmente questa volta. – Finalmente… ho sconfitto il destino che ti ha portato via da me…- Le prese il viso accarezzandolo e cercando di scaldarlo, era ancora fredda, ma lui sarebbe riuscito a farla tornare come un tempo, ne era sicuro. – Parlami, pronuncia il mio nome…-

- Quel cuore è di Sakura-hime… non puoi dare la vita a qualcuno togliendola ad altri…- a fatica Shaoran riuscì ad inveire contro l’altro, provando a strisciare verso la principessa per soccorrerla.

- Hime… resistete! Riprenderò il vostro cuore anche se…-

- Anche cosa?- Watanuki scattò in piedi parandosi davanti alla donna e ridendo in direzione del giovane strisciante. – Non ti permetterò di toccare la mia Yuuko dopo tutto quello che ho passato… oramai i giochi sono fatti e quel cuore ora mi appartiene.-

- Credi che sia così semplice? Come si sentirà lei quando saprà che il cuore che ha non gli appartiene?-

- Cosa vuoi che importi dopo tutto quello che io e lei abbiamo sopportato, dopo tutto ciò che abbiamo vissuto… sei solo un ragazzino presuntuoso che si aggrappa a degli stereotipi inutili… Il mondo e la vita non sono giusti, nulla lo è… credi che la morte di mia figlia sia stata giusta o che il sacrificio di Yuuko lo sia stato?-

Shaoran non poteva sapere cosa nascondeva il passato di quell’uomo, però capiva che il suo cuore era ferito e quella lesione non era facile da far rimarginare, ma nonostante il suo cuore gli dicesse che in fondo non era un istinto cattivo a guidarlo, non poteva lasciare che agisse indisturbato.

Scese un lungo silenzio, mesto e carico di dolore. Uno di quei silenzi in cui nessuno aveva il coraggio di parlare per primo, in cui tutte le parole si perdevano in una sensazione senza meta, come se nulla fosse importante o necessaria. L’entrata di Doumeki ruppe quello strano e inquietante scenario, il guerriero gettò a terra il corpo immobile di Fay, lo sguardo di Shaoran riuscì solo a soffermarsi su tutto il sangue che macchiava i vestiti del compagno. Anche Doumeki era ferito, ma a prima vista non sembrava nulla di serio, riconobbe a malapena i segni delle unghie del mago sul torace dell’altro, ma non sanguinavano neanche.

- Fay-san!- Il mago reagì appena al richiamo del giovane, mosse le braccia e fece per alzarsi, ma Doumeki lo fermò con il piede, impedendogli di muoversi. Alzò la spada insanguinata verso di lui puntandola contro il collo scoperto del suo avversario e rimase in attesa di un ordine. Watanuki rispose con un segno affermativo della testa e Doumeki alzò la lama per il colpo finale. Shaoran gridò, l’unico gesto a lui concesso era urlare il nome del compagno e supplicare che gli venisse risparmiata la vita. Il colpo fu vibrato imprimendogli più forza possibile, ma la lama si fermò appena sopra la nuca del mago.

- Chiunque osi toccare ciò che io ho deciso di proteggere… morirà.-

- Kurogane-san!!- Shaoran aveva intravisto la lama di una spada ferma al collo di Doumeki, il tono di voce con cui era stata pronunciata quella minaccia era inconfondibile. Dal buio infine spuntarono le iridi scarlatte del guerriero e Doumeki fu costretto a lasciare la presa, gettando la spada lontano da lui. Il colpo arrivò improvviso, con l’elsa della sua katana Kurogane colpì il ragazzo alla nuca lasciandolo svenuto a terra. Alzò la lama della sua Katana in direzione di Watanuki sfidandolo apertamente, ma prima si accostò al corpo del mago, cercando di capire se fosse ancora vivo. Il respiro lento del compagno fu ciò di cui aveva bisogno, gli diedero la spinta per combattere ancora, perché lui lo aveva sentito. Era riuscito, anche se a fatica, ad ascoltare le suppliche del mago, quelle parole, forse le uniche vere che mai avesse pronunciato, gli risuonavano in testa continuamente. Forse anche per questo motivo, non era morto. Poi si avviò verso il suo avversario, la guardia alzata e pronto a battersi, sospinto da una sensazione che mai aveva provato. Dalla sua posizione Fay riuscì solo a vedere la figura sfocata del compagno, lo chiamò, ma pronunciò solo qualche sillaba del suo nome e in quel momento il suo cuore palpitò grazie ad una sensazione che doveva essere di pura felicità. Lo spirito di Yuuko non aveva mentito, gli aveva promesso che si sarebbe presa cura di lui e ora era tornato.

“Fay… riesci a sentirmi?”

- Yuuko-san? Ma come?- Il mago cercò la figura della donna e andò a posarsi sul corpo alle spalle di Watanuki, ma si rese presto conto che non veniva da li. – Lei è viva, ma la sua anima non è in quel corpo…- lo disse a voce bassa cercando una conferma dalla donna.

“Io ho pagato un prezzo alla strega dimensionale e questo prezzo non può in alcun modo tornare indietro… anche se in quello che era il mio corpo ora c’è un cuore, la mia anima non potrà mai tornarvi.”

- Quindi tutto ciò che ha fatto è inutile…- infine la vide accanto a lui, il viso era ancora più pallido di come lo ricordava, sembrava stanca e molto provata. Forse salvare la vita di Kurogane l’aveva privata di tutte le energie.

“E’ vero… i morti non possono tornare in vita, ma lo spirito di quell’uomo è forte e anche il suo corpo… tu eri troppo sconvolto per accorgerti che non se ne era andato…Ti avevo promesso che mai avrei lasciato morire ciò che tu ami… ho mantenuto la promessa fatta…” Gli regalò un piccolo sorriso, ma non poteva nascondere ciò che stava accadendo e Fay se ne accorse, lo spirito di Yuuko se ne stava andando, non era in grado neanche più di cantare.

- Tu hai fatto tutto questo per salvare Kurogane, come posso salvare te?-

“Per me non c’è la salvezza, io l’ho abbandonata nel momento in cui ho dato il mio cuore e la mia vita in pegno alla strega… ma così facendo ho messo in pericolo anche lei, che si è presa carico di un desiderio tanto grande… quello che vorrei ora è che almeno lui possa salvarsi… può fare tanto nella sua vita e non voglio che rimanga legato ancora a me… Fay…” Il mago prestò estrema attenzione alle parole della donna in lacrime davanti a lui, la vide mentre si avvicinava al suo viso e cercava, con una mano evanescente, di accarezzarlo delicatamente. “… quello che posso darti ora è il resto della forza che mi tiene in questo mondo… solo a te posso chiedere tanto… ti prego distruggi il mio corpo e riporta il cuore a Sakura…” L’anima della donna scomparve poco dopo, Fay sentì le sue mani calde, come se lei lo stesse tenendo per mano e conducendo a fare ciò che andava fatto. Nessuno si accorse del mago. Kurogane sfidò apertamente Watanuki, sul corpo del guerriero non c’era più alcuna traccia della ferita infertagli da Doumeki, ma non era al massimo delle forze e se non era riuscito ad avere la meglio contro quel ragazzo, non poteva sperare in una vittoria contro di lui. Watanuki accolse la sfida a braccia aperte, quando quel guerriero da strapazzo aveva colpito Doumeki, in lui era scattato qualcosa, aveva provato rabbia vedendo quel gesto e fargli magiare la polvere era proprio quello che voleva. Nessuno doveva toccare ciò che gli apparteneva e la punizione per il ninja sarebbe stata la morte e questa volta senza ritorno.

- Ho pena per te ragazzo, sei cieco e non te ne rendi conto!-

- Pensa a ciò che ti succederà tra poco piccolo ninja… poi io penserò alla mia cecità!- Inveì Watanuki molto irritato da quelle parole. Riprese in mano la lunga spada e iniziò a duellare senza problemi contro Kurogane, prevedeva ogni attacco senza difficoltà e la sfida tutto sommato gli piaceva.

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Capitolo 11
*** 10. The heart of love ***


8. Truth

Siamo al penultimo capitolo di questa mia strana storia…. Un po’ mi dispiace, perché mi stavo abituando a questa ff, ma è giusto che abbia una fine, non so però se sarà lieta o meno, lo vedremo.

Intanto ringrazio come sempre l’affezionatissima Liris e ai suoi commenti pieni di faccette, l’ho fatto troppo figo Kuro-bau in quel capitolo, ma ci stava infondo era appena resuscitato, poi doveva difendere il piccolo Fay tutto ferito e stanco… che carina questa coppia, mi ero ripromessa di non scendere nello shounen ai, ma non ho saputo resistere… gomennasai!!!

FireAngel, ho reso Shaoran utile e meno male, almeno non prende botte e basta anche se mi piace ridurre ad uno straccio i personaggi, ma credo che questo si sia capito.

Francesca Akira89, felice di rivederti tra i commenti!! Hai ragione, anche secondo me Yuuko è troppo vecchia per stare con Watanuki, ho specificato che nella storia lui era più piccolo, ma non di molto come al contrario lo sono in xxxHolic, anche perché il tempo non sempre scorre allo stesso modo nei diversi mondi quindi ne ho approfittato. (e poi preferisco una storia WatanukixDoumeki, ma si sa che io sono malata XD)

Ebbese si siamo alla conclusione, a dire la verità non ho ancora deciso come far concludere il tutto, ho tirato giù un paio di finali diversi. Ne posterò uno solo, poi se non vi piace quello che ho scelto, metto anche l’altro e vediamo che ne pensate.

10. The heart of love

Le lame delle spade si incrociarono più e più volte senza sosta, nella stanza si udiva solo il loro continuo fraseggiare, una musica metallica dal suono di morte. Nascosto dal rumore del duello, Fay sgattaiolò a fatica vicino alla principessa, con un piccolo incantesimo riuscì a liberarla dalle catene e la sorresse più che potè con le poche forze rimaste. Si stupì con quanta facilità riuscisse ad usare la sua magia, lui che per tutto il tempo non lo aveva mai fatto, che pur di non usarla si sarebbe fatto uccidere, come poi era accaduto nel regno di Outo contro Sechiro-san e gli oni, eppure nel momento in cui aveva voluto proteggere Kurogane non aveva esitato e ora lo aveva fatto nuovamente senza pensarci. Il volto di Sakura, come tutto il suo corpo, era freddo e immobile e il tempo a disposizione del mago veramente poco. Gettò velocemente lo sguardo verso Shaoran, che in quel momento aveva fermato la sua avanzata verso la principessa. L’occhio cristallino del mago cercava di trasmettergli qualcosa.

“Shaoran-kun riesci a sentirmi?” Il giovane Shaoran rimase stupito di udire la voce del mago nella sua mente, fece un cenno affermativo con la testa rimanendo ad osservarlo da lontano. “Devi aiutare Kurogane, non devi permettere a Watanuki di avvicinarsi a noi ora… so di chiederti tanto, ma provaci.” Shaoran volse gli occhi verso lo scontro, Kurogane era in difficoltà, riusciva a proteggersi dagli attacchi di Watanuki, ma lui stava risentendo i ritmi serrati di quello scontro. “Una sola cosa prima… non permettere che Kurogane lo uccida…” Il giovane rispose nuovamente in modo affermati e raccogliendo tutte le sue forze, fece leva sulle braccia per rialzarsi. Le gambe tremavano e muscoli dolevano, le ferite che aveva riportato erano abbastanza serie, ma una volta riuscito a rimanere in piedi, iniziò ad avvicinarsi ai due.

- Ancora in piedi ragazzino? –

- Sempre, finchè non avrò ridato il cuore alla mia principessa…- Kurogane lo osservò fiero, nonostante le sue condizioni non voleva arrendersi. Anche se sapeva che non era lo stesso ragazzo a cui lui aveva fatto da tutore, ora poteva dire che comunque lo spirito era identico, la loro forza di volontà e la determinazione non cambiavano. In segno di sfida Watanuki fece comparire la spada del giovane Shaoran, abbandonata poco prima, e la lanciò nella sua direzione.

- Ad armi pari allora…- nello stesso istante impugnò una seconda spada nella mano sinistra e attese la mossa dei suoi avversari. Quasi come se fossero sincronizzati, Kurogane e Shaoran si avventarono sul nemico, ma ognuna delle loro lame fu fermata da quelle di Watanuki senza alcuno sforzo.

Distogliendo lo sguardo dallo scontro, il mago si avvicinò al corpo di Yuuko con estrema cautela, la donna seguiva i suoi movimenti, ma non si muoveva di un centimetro, non aveva reazioni a nulla di ciò che accadeva. Nei suoi pensieri Fay non riuscì a non compatire Watanuki, tanto la felicità di vederla muoversi che non si era reso conto che in realtà quel corpo era vuoto. Allungò una mano verso di lei e la toccò a malapena, Yuuko si distese a quella piccola carezza muovendo leggermente il viso contro il palmo del giovane. Tramite quel contatto, Fay si sentì svuotare di ogni energia, qualcosa lo aveva abbandonato di colpo e lui sapeva di cosa si trattava. Aveva accolto per poco l’anima di Yuuko e il contatto con il suo corpo l’aveva richiamato forzatamente al suo interno.

- Fa ciò che devi Fay…-

- Ma ora sei nel tuo corpo, forse c’è una speranza.- Yuuko scosse appena la testa e gli sorrise.

- Questo è possibile solo grazie al cuore di Sakura… ma non posso rimanere oltre… mi dispiace solo che lui non sia riuscito a sentirmi.- Fay ritrasse la mano chiudendola a pugno, non sopportava che tutto dovesse finire in quel modo, gettò l’occhio verso Watanuki che si batteva senza freni. No, lui non avrebbe permesso che finisse in quel modo, ora finalmente poteva vedere la vera espressione di Yuuko guardare Watanuki, era dispiaciuta che non fosse riuscita a raggiungerlo e lui, che non avrebbe mai voluto coinvolgersi tanto, per qualche motivo non avrebbe permesso che l’anima di quella donna soffrisse oltre.

- Yuuko-san … Canta ancora… Prima che tutto finisca, lui deve sentire la tua voce per l’ultima volta.-

Ancora una volta… per l’ultima volta… mentre gli occhi le si riempivano di lacrime e la gola iniziava a pizzicare, si aggrappò con tutta se stessa alla maglia del giovane mago. Lui l’aveva ascoltata sin dall’inizio, perché lei sapeva che il cuore di Fay, nonostante cercasse di nasconderlo, era buono e sincero, che ogni emozione che lei provava, lui poteva capirla, perché anche il mago sapeva cosa che non poteva rivelare, anche lui soffriva sommessamente e in silenzio, proprio come lei. Tra loro si era creata quella sincronia che sperava fosse con l’uomo che amava, ma lui aveva chiuso il suo cuore a tutto il resto e anche a lei.

- Fay… spero solo che un giorno tu possa capire che non sei solo… ma ricorda che chi se ne è andato non torna indietro, perché se lo ha fatto, forse era per il bene dell’altro.-

- Si l’ho capito… me ne sono reso conto quando stavo per perdere lui… gli avrei dato volentieri ciò che resta della mia inutile vita se fosse servito a farlo vivere… ho capito finalmente ciò che il mio cuore cercava di dirmi… ora però canta per te, per lui e per tua figlia Yuuko-san…-

Kiss me sweet

I'm sleeping in silence

all alone

in ice and snow

In my dream

I'm calling your name

you are my love

La voce di Yuuko si sparse nella stanza, lentamente riuscì a sovrastare anche il rimbombante rumore delle spade. Watanuki volse lo sguardo verso di lei, il resto… non importava più. Quella voce era della donna che amava, stava cantando e in quella melodia cercava lui incessantemente… solo che lui, non era riuscito a sentirla. Involontariamente, o voluto da lei stessa, abbandonò le armi e rimase a guardare, senza riuscire a fare nulla. Vuoto il suo cuore, vuota la sua mente… ora c’era solo lei e ciò che aveva sempre sperato. Rivederla viva, vedere i suoi occhi brillare, vedere le sue labbra muoversi e il suo corpo caldo come sempre era stato. Non aveva mai dimenticato la sensazione che provava tutte le volte che la stringeva a se. Yuuko era più grande di lui e a volte si sentiva un bambino a confronto, ma quando l’aveva vicino era lui a decidere, perché sapeva che quel corpo gli apparteneva, che lei voleva che così fosse. Davanti ai suoi occhi ripercorse la vita con quella donna meravigliosa e la nascita della piccola Kohane. Non aveva accettato di perdere la figlia, lui un dottore che non era stato in grado di salvare neanche un membro della sua famiglia, ma con la speranza di stare con Yuuko avrebbe potuto andare avanti… invece aveva gettato via ogni cosa per un’ossessione, la stessa che lo aveva reso un uomo orribile. Un uomo che tanto si vantava di amarla, ma che poi non era stato in grado di ascoltare la sua voce. Chiedere perdono non sarebbe bastato, mai avrebbe cancellato il dolore che i suoi gesti avevano provocato a quei giovani… eppure ciò che Yuuko cercava di dirgli che anche se per lei era tardi, non lo era per lui… che gli errori potevano essere rimediati, che tutto poteva tornare come era prima, che lui non era solo e mai lo sarebbe stato… che qualcosa poteva ancora farla…

In your eyes

I search for my memory

lost in vain

so far in the scenery

Hold me tight,

and swear again and again

we'll never be apart

Fay la mosse appena cercando di farla avvicinare alla ragazza. Non temeva reazioni da parte di Watanuki, in quel momento aveva lo sguardo assente, come se stesse vivendo in un sogno, come se la mente stesse ripercorrendo la sua vita e tutto ciò che aveva avuto conoscendo Yuuko… solo momenti felici avrebbe potuto ricordare con quella melodia. Anche lui si sentiva strano, quelle parole riflettevano anche ciò che lui provava. Non potè non osservare Kurogane in quel momento e ripensare a tutte quelle cose che involontariamente aveva detto, quando aveva creduto che se ne fosse andato, anche al fatto che forse, ciò che lui provava era amore. Non poteva essere sicuro che lui lo avesse sentito, ma se anche così non fosse stato, qualcosa in lui era cambiato. Ora aveva la certezza che doveva appoggiarsi a qualcuno, che quel ninja dallo sguardo perennemente imbronciato, fosse la sua unica ancora di salvezza. Lui poteva trascinarlo fuori dal baratro che aveva creato, prenderlo per mano e portarlo via da tutti i suoi incubi e forse avrebbe potuto salvarlo anche dal demone che si portava dietro, che teneva celato nel profondo del suo cuore. Tutto questo Kurogane inconsciamente lo sapeva, aveva notato l’occhio del mago su di lui, ricambiò quello sguardo come per fargli capire che sapeva, che anche se lui non avesse gridato in quel modo, lui sarebbe riuscito comunque a sentirlo. Lui, il ninja più forte del suo mondo, colui che mai avrebbe chiesto aiuto ad altri, colui che poteva vantarsi di essere solo, ora voleva avere vicino quello strano ragazzo, voleva sentirlo al suo fianco e non abbandonarlo, perché era entrato a far parte di quelle poche cose che voleva proteggere, quelle per cui valeva la pena morire. Eppure aveva imparato a conoscerlo e se fosse morto per lui, lo avrebbe lasciato senza appoggi, per questo lottava, per impedire che quel giovane che lo guardava, perdesse il suo unico appoggio.

If you could touch my feathers softly

I'll give you my love

we set sail in the darkness of the night

out to the sea

to find me there

to find you there

love me now

if you dare...

Speranza era ciò che quelle parole gli trasmettevano, speranza che un giorno potesse essere accettato da lei. Shaoran a fatica trattenne le lacrime, vide quel momento come un addio, come se qualcosa si stesse disgregando, ma in fondo prima o poi sarebbe stato in grado di farsi accettare dalla persona che per lui era più importante. Anche se quei sentimenti non provenivano da lui, anche se tutto ciò che sapeva e provava, erano del suo clone, non poteva cancellarli e non lo avrebbe fatto. Anche se un giorno Sakura avrebbe scegliere l’altro se stesso, lui avrebbe continuato ad amarla perché era ciò che il suo cuore gli diceva di fare. Un ideale per morire sarebbe stato proprio quello… forse sarebbe stato così o forse lei avrebbe capito, ma egoisticamente volle credere che ciò che faceva, era solo per se stesso. Allo stesso modo, anche se lontana in quel momento, anche Sakura la sentiva, dentro di lei, dove il cuore aveva lasciato un posto vuoto, si stavano radunando tutte quelle emozioni, tutti quei pensieri. Li accolse, perché mai avrebbe dovuto abbandonarle, perché per la prima volta sentiva tutti sinceri e ne era felice. Incontrò anche Yuuko in quello splendido sogno fatto di dolcezza, la vide volteggiare in un cielo candido, stringere la mano di una bambina dagli occhi chiari…

Kiss me sweet

I'm sleeping in sorrow

all alone

to see you Tomorrow

Quando la mano di Yuuko arrivò a toccare il corpo di Sakura, sentì quel poco di vita scorrerle via, il cuore che era della principessa addormentata cercava insistentemente di tornare da lei. Non lo avrebbe impedito, mai avrebbe tolto la vita a quella ragazza che aveva davanti.

Lasciò che lei la privasse di tutte le forze, lasciò che il cuore l’abbandonasse, prima di scomparire per sempre in una calda e candida luce, che in qualche modo cercava di abbracciare la persona che amava con tutta se stessa.

In my dream

I'm calling your name

you are my love...

my love...

- … per sempre mia amata Yuuko…-

- Mia amata Yuuko…- Le lacrime solcarono ancora una volta il viso del giovane Watanuki,

mentre stringeva in mano il vaso contenente il cuore di quella che era la Yuuko a cui si era riferito.

- Watanuki stai bene?- la voce del piccolo Mokona Nero lo distolse dai suoi pensieri, accennò un sorriso flebile verso quella creaturina.

- Per un attimo ho sentito ciò che vi è chiuso in questo cuore… - rigirò quel piccolo vaso tra i palmi continuando a fissarlo, era caldo e per qualche istante, giurò di averlo sentito battere ancora.

- Watanuki…- la voce di Yuuko catturò la sua attenzione, incrociò le iride scarlatte della strega distesa sul futon, si era svegliata finalmente e lui non poteva che esserne felice. - … ora puoi aprirlo…-

Non chiese il perché di quel gesto, lo eseguì senza parlare, trattenne il respiro e tolse il coperchio. Dal vaso uscì una piccola nebbiolina candida e profumata che offuscò l’interno del contenitore, poi a sorpresa, ne uscì una bellissima farfalla blu dalle ali meravigliose e grandi. La farfalla andò a posarsi accanto al viso del giovane e poi su quello della strega, infine volò via scomparendo in una leggera nuvola cerulea.

- Infine è libera…-

- Yuuko-san tutto questo era inevitabile? Anche la sofferenza che quella donna ha dovuto provare?-

- Tutto in questo mondo accade per una ragione, non esistono le coincidenze, ne si può cambiare il destino, ma gli uomini sono delle strane creature, nonostante soffrano continuano a sperare e a desiderare che qualcosa cambi… così anche lei ha continuato a sperare e questo ha fatto si che non lasciasse mai quel luogo, ha reso ciò che io ho fatto incompleto… ma suppongo che tutto ciò faccia parte del destino e dell’inevitabilità che ci porta ad agire…-

- Quello che io credo…- La strega riuscì a sedersi e rimase in ascolto del giovane, non tutto si poteva spiegare con le sue parole e forse anche un giovane ragazzo come Watanuki, poteva saperne più di lei. – … quello che io credo è che forse il desiderio di quella donna fosse diverso da ciò che vi ha detto… forse in cuor suo voleva soltanto salutare suo marito per l’ultima volta…-

“Anche se ora sei solo, puoi ancora fare tanto… rifletti su ciò che è accaduto e vedrai… sono sicura… che il tuo cuore questa volta ti guiderà nella giusta direzione…”

Bè se seguite la serie avete capito che canzone ho scelto di inserire per questo capitolo, cmq lo specifico: è la versione inglese di “You are my Love” che canta Sakura nel regno di Outo accompagnata al piano da Ohula… ci stava bene e non ho resistito, le canzoni dell’anime di Tsubasa mi piacciono da impazzire e la maggior parte dei capitoli li ho scritti con le ost in sottofondo… spero via sia piaciuto!!! Ci vediamo alla fine del viaggio!!!

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Capitolo 12
*** 11. Memories ***


8. Truth

Eccoci alla fine, o meglio quella che io ho scelto come tale… In realtà questo capitolo è un unione dei due finali che avevo scelto, quindi questo è il solo e unico finale di questo viaggio strano, spero di avervi appassionato il più possibile e che non si sia stata monotona o noiosa.

Come sempre ringrazio Liris e FireAngel che mi hanno seguito con tanta simpatia e in tutti i capitoli, più tutti quelli che hanno soltanto letto. Scriverò sicuramente qualche altra storia, ma per ora godetevi questo finale.

Saluto tutti quanti e alla prossima ff, ciao ciao ^_^

11. Memories

Di colpo, come se qualcuno l’avesse scossa all’improvviso, aprì gli occhi scattando seduta sul letto. Un forte capogiro la costrinse a poggiare la schiena contro il muro, mentre due braccia forti la sostennero.

- Sakura-san non dovete fare sforzi improvvisi…- La ragazza mise a fuoco il viso della persona che aveva di fronte e ne rimase stupita, gli occhi cristallini di Watanuki la fissavano in modo gentile.

- Watanuki… come…- Il ragazzo cercò di capire cosa volesse dirle, quando improvvisamente la voce squillante di Mokona irruppe nel silenzio della stanza, saltando al collo della ragazza e baciandola con estrema vivacità.

- Sakura è sveglia… Sakura è sveglia… Mokona era molto in pensiero…-

- Sakura-hime… meno male…- Sakura spostò gli occhi verso il ragazzo che l’aveva chiamata, era fermo sulla soglia della camera e poco dopo comparvero anche gli altri due compagni, Kurogane e Fay poco dietro. – Sensei come sta Sakura-hime, la febbre è scesa?-

- Si, ora va tutto bene, con qualche giorno di riposo tornerà in gran forma… non siete abituati a questo clima ed è normale prendersi un malanno.- rispose Watanuki inforcando un paio di piccoli occhiali sul naso e chiedendo a tutti di uscire dalla stanza per poter visitare la ragazza con tranquillità. Attesero di rimanere soli, la principessa sembrava alquanto perplessa. Anche se li aveva visti per poco tempo, su di loro non aveva notato neanche un piccolo segno di tutto ciò che era accaduto, che avesse sognato? In quell’istante Watanuki le chiese di voltarsi di spalle e scoprire la schiena, tirò fuori da una borsa in pelle nera uno stetoscopio e lo poggiò sulla pelle calda della ragazza, facendola sussultare.

- Faccia respiri profondi e regolari per favore.- Sakura eseguì l’ordine, interrogandosi su ciò che le fosse accaduto.

- Sensei?-

- Dimmi… provi a dare un colpo di tosse ora.- Tossì leggermente e non appena sentì lo strumento allontanarsi da lei e lui che le abbassava delicatamente la maglietta, si voltò verso il dottore.

- Sono contenta che sei riuscito a sentirla dopo tanto tempo…- quella frase lo sorprese e lasciò cadere a terra lo stetoscopio, voltandosi appena verso quelle belle iridi smeraldo che sorridevano compiaciute.

- Come… non avresti dovuto ricordare…-

L’aveva sentita e le parole gli erano uscite spontanee dalla bocca, miste a tanta tristezza.

- Per sempre mia amata Yuuko…-

Una luce calda lo aveva avvolto, abbracciandolo e riscaldando quel cuore che aveva chiuso a tutto il mondo. Quando la visibilità era tornata normale, si era ritrovato in ginocchio con le mani sul viso, piangeva disperatamente, i singhiozzi gli strozzavano il respiro provocandogli un forte dolore all’addome per lo sforzo, ma non aveva alcuna intenzione di fermarsi. Non gli importava che lo vedessero in quello stato, non gli importava più di nulla.

- Watanuki-sensei!- si sentì stringere da due forti braccia e lui si lasciò andare sempre di più, non si era accorto della spada che aveva puntata alla nuca, ma aveva riconosciuto quella voce e quelle braccia. Doumeki si era svegliato e si era fiondato su di lui per proteggerlo dalla lama del ninja che non lo avrebbe perdonato. Nella disperazione però riuscì a fare un sorriso, dopo tanto tempo Doumeki lo aveva chiamato sensei e non padrone e la cosa lo rendeva tutto sommato felice.

- Se volete vendetta prendetevela con me… io ho combattuto contro di voi, io vi ho ferito… ma non ucciderlo, non ha colpa di nulla…- Doumeki lo strinse più forte a se e Watanuki percepì il cuore dell’altro battere all’impazzata, non capiva perché lo proteggesse fino a tal punto, lui che alla fine non aveva fatto altro che usarlo per stesso. – Avrei dovuto fermarlo, avrei dovuto fargli capire che sbagliava, ma mi sentivo in colpa, perché se quella sera ci fossi stato io non avrei permesso che la signora Yuuko si sacrificasse, gli avrei dato io la vita pur di vederlo felice… mi sono sentito sempre in colpa per questo…-

- Doumeki…- Watanuki si spostò leggermente da lui e gli prese il viso tra le mani, il giovane rimase sorpreso da quante lacrime riuscisse a versare l’altro tutte in una volta, aveva gli occhi rossi, ma in fondo riuscì a leggere un minimo di serenità, quella che da anni non vedeva. Kurogane per un secondo volse lo sguardo verso il mago, il biondino teneva stretto tra le mani i resti del corpo della donna, poco più il la Sakura stava cercando di riaprire gli occhi.

- Kurogane non ucciderli ti prego…- le parole di Fay e le mani gentili di Shaoran che lo esortavano ad abbassare l’arma lo fecero cedere. Il ninja girò intorno ai due uomini e si diresse dal mago, lo prese per le braccia e lo tirò su di forza, iniziando ad esaminarlo accuratamente, lo stesso fece poi Shaoran correndo dalla sua principessa, stringendola tra le braccia e cullandola nel suo lento risveglio.

- Ohi, stai bene?- come al solito Kurogane non mostrava di più di ciò che non volesse dare a vedere, ma Fay era felice lo stesso, il fatto che fosse andato da lui lo faceva sentire estremamente fortunato.

- Si…- senza pensarci il mago appoggiò le mani sul petto dell’altro, cercando qualche segno della ferita che gli era stata inferta, ma notò solo una piccola linea bianca quasi invisibile. – Ho pensato che mi avresti lasciato per sempre… mi sono sentito perso e…-

- Lo so, ti ho sentito…- non seppe cosa dire, quelle poche parole lo avevano smarrito, Kurogane non sembrava affatto arrabbiato, al contrario era come se tutte quelle parole che lui gli aveva detto in quel momento, gli facessero piacere. – Mentre ti sentivo gridare, ho pensato davvero che non sarei dovuto morire o avresti continuato a piangere per chissà quanto tempo e vederti in quello stato è più fastidioso di quando ridi senza motivo, perché quelle lacrime erano vere… giusto, Fay?-

- Sakura-hime!- Il gridò di Shaoran fece voltare tutti dalla sua parte, non dando tempo al mago di digerire tutte quelle sensazioni che la pronuncia del suo nome gli avevano regalato. Il ragazzo scosse la principessa cercando di farla destare, ma presto si accorse che aveva smesso di respirare, fu in quel momento che Watanuki agì. Scattò in piedi e con un gesto della mano sollevò una leggera nebbiolina olivastra che avvolse tutti i presenti, facendoli cadere in un sonno profondo, poi prese la ragazza dalle mani del ragazzo addormentato e la distese a terra. Iniziò ad esaminarla, ogni suo gesto ricordava ciò che lui in realtà era, un dottore. Sakura non respirava e il suo cuore aveva smesso di battere. Le alzò il viso con la mano aprendole la bocca e chiudendole il naso, iniziò ad insufflarle direttamente nei polmoni l’aria di cui aveva bisogno. Poi con la mano sinistra contò le costole e iniziò a praticarle il massaggio cardiaco portando ad incrociare le dita della sinistra mano con quelle della destra. Avrebbe continuato in quel modo, aiutato e sorretto da Doumeki, finchè non l’avrebbe salvata.

- Quindi è così che è andata…- Sakura aveva ascoltato ogni cosa con molta attenzione ed era rimasta sorpresa di quanto impegno avesse messo per salvarla.

- Sono un dottore infondo e non ho potuto non aiutarti, Yuuko mi ha chiesto con tutta se stessa di tornare ad essere l’uomo di un tempo e di salvare te e tuoi compagni…-

- Ma c’è altro vero? Perché hai detto che non avrei dovuto ricordare?-

- Perché era il mio desiderio.- Watanuki si tolse gli occhiali poggiandoli nella borsa, accarezzò il viso della ragazza notando in lei piena attenzione alle sue parole. – Ho curato tutte le ferite dei tuoi compagni anche grazie alla magia che ho acquisito nel tempo e dopo aver salvato te, vi ho riportati qui. Ero di sotto insieme a Doumeki, riflettevo su ciò che avevo commesso, ogni momento di tutta questa storia mi passava davanti incessantemente e non riuscivo a perdonarmi, ho forzato ciò che era destino e non avevo modo di ripagare all’errore, fino a che non è arrivata da me Mokona…-

- Watanuki, Yuuko-san vorrebbe parlare con te.- Al sentir pronunciare quel nome trasalì, poi si rese conto che non poteva essere la sua Yuuko. La gemma sulla fronte di Mokona si illuminò producendo un fascio di luce che riprodusse l’immagine della strega. Era seduta sul portico, i capelli legati da un lato, aveva ancora sul viso i segni della malattia e lui, in quanto medico, se ne rese subito conto.

- Questa è la prima volta che ci incontriamo Strega Dimensionale.-

- Ma io ti conosco Watanuki… ti conosco molto bene ormai…- per un attimo la scena si spostò su un giovane ragazzo con un grembiule bianco che spazzava il cortile. Watanuki lo osservò bene era identico a lui, forse di qualche anno più giovane.

- E così il destino è questo… ci porta a creare gli stessi legami.-

- Se non fosse stato per la sua presenza, il cuore della tua Yuuko non avrebbe retto fino a questo punto… quando lui – riferendosi al giovane Watanuki in cortile - lo ha visto, ha pianto incessantemente… ma ora lei è libera e lo sei anche tu.-

- Io ho commesso troppi errori, forse riuscirò a ripagarli, ma non c’è libertà per una persona come me… Strega… anzi Yuuko-san, vorrei chiederti di esaudire un mio desiderio…- Yuuko rimase in ascolto, anche se sapeva cosa stava per chiedergli.

- Quello a cui non potrò rimediare è il dolore che ho inflitto a quei ragazzi… ho rivelato loro ciò che provano, le loro paure più profonde creando una ferita che non si rimarginerà…-

- Eppure in questo modo si sono uniti sempre di più… non lo hai notato? Potrebbe essere un bene per loro ciò che hanno vissuto.- Watanuki abbassò lo sguardo, poi lo volse verso Doumeki alle sue spalle. Aveva fatto soffrire anche lui e sapeva che non era giusto.

- Anche se mi dici questo, sai bene anche tu che ho forzato il destino e le cose non possono rimanere tali… il mio desiderio è che ognuno di loro dimentichi tutto ciò che hanno passato in questo mondo.-

- Esaudirò il tuo desiderio, ma in cambio dovrai darmi qualcosa che valga lo stesso prezzo… - In quel momento Watanuki pensò che la strega le chiedesse la vita, infondo era ciò che avrebbe dovuto meritarsi. – Ma non ti chiederò nulla di più che la tua magia Watanuki, quella che hai acquisito nel tempo e con gli studi, quella che ti ha portato a diventare l’uomo che odi, la stessa che ti permetteva di ricordare la donna che ami.-

Watanuki acconsentì con un gesto del capo e attese… improvvisamente si sentì svuotato di tutta la forza, le gambe cedettero e Doumeki fu costretto a sorreggerlo. Poi uno strano bruciore al petto lo costrinse ad aprirsi la camicia, notò un segno rosso allargarsi velocemente sul petto, una brutta bruciatura che iniziò a dolere da subito.

- Quella è per ricordare del tuo errore, farà male e lo farà per sempre, non ci sono rimedi per le ferite dell’anima.-

- E’ giusto così, sono felice di aver parlato con te Yuuko… mi rendo conto solo ora che l’odio che ho provato nei tuoi confronti era infondato, mi dispiace.-

- Buona fortuna Watanuki Kihimiro-sensei.- Il collegamento si interruppe non appena Yuuko accennò un debole sorriso.

- Ho capito… ti fa male la ferita?-

- Molto, ma non è nulla in confronto a ciò che ho fatto io a voi… solo non capisco perché tu ricordi tutto ciò che è accaduto?-

- Non so, forse perché ho condiviso con Yuuko e tutti voi i sentimenti che avete provato e i miei ricordi sono stati più difficili da cancellare rispetto agli altri.- Sorrise, come se il fatto che lei potesse ricordare, la rendesse estremamente felice. – Li custodirò gelosamente nel mio cuore lo prometto.- Watanuki l’abbracciò forte, accarezzandole la testa come se fosse suo padre, la ragazza percepì tutto ciò che stava provando e si lasciò andare a quel gesto.

Così tutto era finito, ogni cosa era tornata ad essere normale. Mokona riferì a tutto loro che in quel mondo non c’erano piume e si prepararono per ripartire. Watanuki e Doumeki andarono a salutarli, il medico aveva preparato dei cesti del pranzo da far portare loro.

- E’ da un po’ che non cucino per tante persone, spero vi piaccia.-

- Grazie Watanuki-sensei, sono sicura che saranno deliziosi.- rispose Sakura accettando il dono e stringendolo a se come se fosse la cosa più preziosa del mondo. Aveva osservato i suoi compagni in quel breve lasso di tempo, ognuno di loro era tornato ad avere un atteggiamento distaccato verso gli altri. Fay non chiamava mai Kurogane con i soliti nomignoli, aveva riacquistato quel rancore che si portava dietro da Acid Tokyo, però Sakura aveva notato una cosa… più di una volta, quando si trovava a dover camminare dietro Kurogane, aveva visto il mago guardarsi la mano come se gli mancasse qualcosa… quel qualcosa era la mano del ninja che stringeva la sua, quel calore sincero di cui Fay aveva tanto bisogno. Lo stesso valeva per Kurogane, lo aveva visto guardare Fay più di una volta e sussultare se gli accadeva qualcosa, aveva riso quando il ninja aveva sentito Fay starnutire per colpa del freddo e lui, senza pensarci, era scattato verso il mago poggiandogli una mano sulla fronte per capire se avesse la febbre. Si era ritirato subito dopo, cercando di nascondere ciò che aveva fatto e impedendo a chiunque di dire una sola parola. E che dire di lei e Shaoran: non sapeva come comportarsi, nella sua mente riecheggiava il momento di quel bacio, arrossiva ogni volta che incrociava il suo sguardo e lui qualche volta riusciva a sorriderle serenamente.

Ma le cose sarebbero cambiate prima o poi, se solo avessero saputo che il prossimo mondo che avrebbero visitato, li avrebbe portati a rivivere, anche se in modo leggermente diverso, le stesse emozioni. Infondo erano diretti verso Infinity…

- Yuuko-san vi sentite meglio ora?-

La strega accennò un si deciso e gli chiese di portarle qualcosa da bere, il giovane Watanuki però si rifiutò categoricamente di portarle qualcosa di alcolico e si beccò un’occhiata truce dalla strega.

- Continui a tenerlo in tasca…- disse lei all’improvviso mentre Watanuki tirava fuori un fazzoletto rosso con farfalle blu, lo stesso con cui era avvolto il vaso contenente il cuore dell’altra Yuuko.

- Potrei averlo per me?- chiese flebilmente continuando a guardarlo e a stringerlo tra le mani; era ricco di ricordi ed estremamente prezioso.

- Anche quello fa parte del pagamento del desiderio di quella donna… dovresti darmi qualcosa in cambio dello stesso valore se lo vuoi.-

Il giovane ci pensò su molto, cosa avrebbe potuto scambiare con la strega? Infine capì, si piegò in avanti portandosi vicino al viso della strega, poggiò le labbra su quelle di lei e la baciò delicatamente spostandosi subito dopo.

- Spero che basti… era una cosa molto importante per me.-

Watanuki si alzò dal portico, aveva il viso rosso e camminava con lo sguardo basso. Aveva donato il suo primo bacio nella speranza che bastasse. Yuuko rimase per un secondo sbalordita, si toccò le labbra come se fosse la prima volta anche per lei.

- Direi che è sufficiente… a domani Watanuki.-

“Anche se le cose sembrano cambiare, non fanno altro che seguire un disegno preciso, perché nulla è lasciato al caso… i legami sono ciò che permettono agli uomini di andare avanti… anche se lui ha cancellato ciò che è stato… ogni cosa tornerà al suo posto… perché fa tutto parte del destino di quei ragazzi… e forse torneranno anche prima di quanto ci si aspetti…”

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