Elegance is the only beauty that never fades

di Mrs_Tomlinson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I believe in being strong when everythings seems to be going wrong ***
Capitolo 2: *** I'll never let anybody put me in a cage ***
Capitolo 3: *** I'm the crazy bitch around here ***
Capitolo 4: *** The true perfection of man lies in what man is ***
Capitolo 5: *** Don't judge a book by its cover ***



Capitolo 1
*** I believe in being strong when everythings seems to be going wrong ***


I Believe in being strong when everythings seems to be going wrong


Sono distrutto

Chi l’avrebbe mai detto che Chuck Bass avrebbe perso per sempre Blair Waldorf ? Nessuno. Lo stesso Nessuno che quel maledetto giorno si presentò a casa Waldorf con la scarpetta di Cenerentola in mano, solo come un vero principe poteva fare. Già, un principe, era quello che Blair aveva sempre sognato, o meglio, quello che da sempre nel suo diario segreto aveva programmato. Ma per Chuck Bass, un principe non faceva la differenza, aveva tradito il suo migliore amico per averla, figuriamoci se un principe qualunque poteva fermarlo. Già, perché per lui era Nessuno. Per Chuck Bass era Nessuno chiunque aveva in mente di strappargli via la sua donna.

Mi senti ?
Sono accecato.

Bass era accecato, ma non dalla rabbia, dall’amore. Nessuno avrebbe mai pensato di sentire la parola amore e Chuck Bass nella stessa frase, ma in fondo lui era cambiato, lo era veramente, solo Blair non lo riusciva a vedere.

Perché tu sei tutto ciò che vedo

Ora sorseggiava piano il suo scotch, erano le tre del pomeriggio, il liquido ambrato raggiunse la gola, facendola bruciare leggermente. Era questo il suo modo di dimenticare, o di ricordare meglio. Le sue immagini impresse nella mente, quello che avevano passato, quello che avevano superato e quello che stavano per superare. Perché lui era convinto, lo sapeva, che sarebbe ritornata da lui. Avrebbe fatto di tutto per riaverla, anche se fino ad adesso aveva preferito rimanere nel suo angolo dentro la sua suite a rimuginare su quello che avevano fatto. Era solo, solo come non lo era mai stato e non ne sarebbe uscito se non avesse fatto qualcosa al più presto.

Sto ballando da solo

Ormai glielo dicevano tutti di reagire, ma nessuno lo aiutava. Era veramente da solo. Avrebbe superato anche questo, lo sapeva.

Sto pregando
Che il tuo cuore si volterà  ancora

Si alzò dal divano, era ancora in vestaglia. Erano giorni che non usciva, gli faceva troppo male l’idea di rivederla, con un altro, di rivederla felice mentre lui moriva lentamente. Ma adesso era ora di fare qualcosa, di reagire. Si vestì, piano, come se ogni mossa che facesse gli provocasse dolore, come se il suo corpo lo stesse abbandonando.

E c’è un passaggio fino a casa tua

Prese l’ombrello. Fuori pioveva, pioveva forte quasi come nel suo cuore. Decise di fare una passeggiata. Si rese conto che la strada che stava percorrendo portava a casa sua , a quella casa, che per giorni e giorni aveva evitato accuratamente. Ma ora erano le sue gambe che lo stavano portando lì, nel suo cuore c’era una schiarita, mentre la sua mente imprecava e continuava ad urlargli di non farlo. Non poteva fermarsi più. Era già nell’ascensore. Il silenzio ad un tratto fu rotto, fu rotto dal suono che avvertiva il suo arrivo.

I miei occhi si girano verso il pavimento

Il suo sguardo basso fissava il pavimento dell’attico che non avrebbe mai pensato di raggiungere con i suoi piedi. Sentì il rumore dei tacchi, come non riconoscere quel rumore acuto che si infrangeva contro il marmo del pavimento? Che per quasi un anno aveva amato ascoltarlo farsi sempre più acuto finché non l’aveva davanti e in tutta la sua algida bellezza la poteva osservare sorridere?  Questa volta non era così, l’ebbe davanti e anche se non la riusciva  a guardare in faccia poteva benissimo cogliere i suoi sentimenti di stupore, rabbia, richiesta di spiegazioni e una completa impotenza mentale provenire dal tremolio del suo fragile corpo.

Perché non posso guardarti negli occhi e dirti
Quando apri le sue braccia
E ti stringe forte stasera
Non mi sentirò bene

 
–Che cosa vuoi Chuck ? Chuck, quante volte aveva sentito quel nome uscire da quelle splendide labbra a forma di cuore ? L’aveva sentito sussurrare, a volte l’aveva sentito sputare fuori come se fosse qualcosa di repellente, altre volte era stato un richiamo disperato. In questo caso sentiva che dietro il suo nome voleva nascondere qualcosa, qualcosa che lui chiamava amore.
 –Lo vuoi veramente sposare ? Lo sguardo era ancora basso, non sarebbe mai riuscito a sostenere quegli occhi color nocciola che ora sentiva posati sul suo volto come se riuscissero a spogliarlo dei suoi sentimenti. Era risaputo che gli occhi erano lo specchio dell’animo.
–Lo amo! Quella parola, che lui stupidamente aveva ritardato a pronunciare rischiando di perderla più volte, ora non era riferita più a lui, ma a quel Nessuno che semplicemente avrebbe avuto in testa un corona e ai suoi piedi un intero regno. Era convinto che non lo stesse sposando perché realmente lo amava come aveva amato lui, ma perché amava la corona che avrebbe indossato tra qualche anno. Chuck fece un accenno di sorriso, un sorriso amaro, alzò gli occhi color caramello li puntò diretti verso quelli color nocciola che aveva davanti, ora era lei che aveva bisogno di abbassare lo sguardo. L’intensità di quegli occhi le faceva male, sapeva che non avrebbe resistito.
–No, io ti amo! A quelle parole Blair sussultò, sentì una fitta allo stomaco e poi al petto. Anche lei lo amava.

Perché io non posso amarti più di così

–Non posso amarti più di così. Continuò Chuck con gli occhi in lacrime. Blair aveva già il suo viso di porcellana rigato, rigato de quelle lacrime che si infrangevano negli angoli della sua bocca. Si avvicinò a lui che sentiva il suo corpo venir meno, le sue gambe tremare, ma anche un peso che ad un tratto andandosene aveva alleggerito il suo animo, la sua coscienza e il suo cuore. Ora sapeva quello che doveva fare. Chiusero entrambi gli occhi, le loro labbra si sfiorarono, poi si unirono, il suo sapore gli invase il palato, la dolcezza del momento lasciò il posto alla passione.

Se fossi più rumoroso
Vorresti vedermi?
Vorresti appoggiarti tra le mie braccia e salvarmi?


Lui lo era stato, era stato rumoroso, era stato così rumoroso da sembrare silenzioso. Era bastata solo quella parola, quella parola che in passato aveva avuto paura di pronunciare, a farla ritornare tra le sue braccia, a salvarlo dal baratro che lo stava divorando.

Perché noi siamo uguali.

Glielo avevano detto sempre tutti, erano fatti della stessa pasta. E loro non ci credevano, non avevano voluto crederci. Si erano conviti che gli uguali si respingono ed erano così convinti di questo che alla fine si erano veramente allontanati.

Mi hai salvato, quando mi hai lasciato di nuovo le cicatrici

Salirono le scale continuando a baciarsi, lo stava salvando, si sentiva finalmente vivo. Sapeva che probabilmente dopo lo avrebbe di nuovo ferito, che non sarebbero tornati subito insieme. Ma non gli importava, ora lo stava salvando e finché dentro era vivo poteva combattere con tutte le sue forze.

Non ho mai avuto le parole giusto da dire
Ma ora ti sto chiedendo di rimanere
Per un po’ tra le mie braccia


Iniziarono a spogliarsi, si misero sul letto, tra le lenzuola di seta, gli abbracci, i baci diventarono una cosa sola, due corpi un solo animo. Si amavano così tanto che sembravano non si sarebbero mai divisi, i loro corpi si intrecciavano, le loro lingue si rincorrevano. Volevano, lo desideravano con tutto loro stessi che quei momenti non terminassero mai. Volevano rimanere per ancora un po’ abbracciati, intrecciati, sentire i loro sospiri sulla loro pelle. Perché sapevano che non sarebbe durato a lungo, sapevano sarebbero dovuti ritornare alla vita dolorosa in cui si erano rinchiusi. Faceva male, faceva malissimo l’idea di tornare ad essere completamente indifferenti verso quello che era successo quella sera. Ma Chuck Bass lo sapeva, questa tortura non sarebbe durata a lungo, se la sarebbe ripresa, l’amore avrebbe vinto e avrebbero riavuto la loro vita. Ora ne era convinto più che mai. In fondo lo diceva Audrey Hepburn “niente è impossibile, la parola stessa dice che sono possibile”. E come affermava Blair: Audrey Hepburn ha sempre ragione.
                                                                                                                            
                                                                                                                             Holly :Non permetterò a nessuno di mettermi in gabbia
                                                                                                                             Paul:Non voglio metterti in gabbia, io voglio amarti.
                                                                                                                             Holly: è la stessa cosa.
                                                                                                                             (Da: Colazione da Tiffany)
Angolo Autrice *-* 
Eccomi, alcuni di voi sicuramente avranno già letto questa One- shot, ho deciso di farne però una raccolta visto che ora ho scritto un bel 
po' di shot così tutti avranno la possibilità di leggerle tutte. Bene, che dire, spero che vi piaccia quindi recensite in molti ** Tra un 
po' aggiungero anche le altre shot e poi inizierò a scriverne altre che pubblicherò sempre in questa raccolta. 
Ci tengo a precisare che questa è una song- fic e la canzone si intitola 
More Than This andate ad ascoltare non ve ne pentirete. Grazie per aver letto 
Recensite recensite recensite ***

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Capitolo 2
*** I'll never let anybody put me in a cage ***


I'll never let anybody put me in a cage


“Buongiorno Upper East Side, il sole è alto questa mattina e le prime foglie secche iniziano a cadere, è Ottobre cara Manhattan e questo vuol dire solo una cosa: c’è una sedicenne in meno a New York. Il motivo per cui mi sono svegliata così presto ? Non vorrei che la mia appena diciassettenne preferita rimanga da sola per tutto il mattino. È stata infatti avvistata girovagare tra la quinta e la cinquantasettesima  con uno Starbucks tra le mani, che voglia giocare a fare Audrey ? Questo è certo, voglio solo precisare una cosa: Attenta B come dice la cara Holly del cinema, i diamanti prima dei quaranta fanno volgare.
XOXO Gossip Girl.”

Blair lesse il messaggio, ma decise di ignorarlo completamente, niente e nessuno avrebbe rovinato il giorno del suo compleanno e,come faceva ogni anno, la mattina presto si recò da Tiffany e Co sorseggiando uno Starbucks, peccato che quell’arpia l’aveva già scovata. Non ci fece caso più di tanto. decise di rimanere rilassata, o meglio, non poteva fare a meno di rilassarsi davanti a tanti di quei gioielli da far sbiancare perfino Audrey Hepburn. I suoi occhi erano completamente rapiti dalle vetrine della famosa gioielleria tanto da riuscire quasi a sentire le note di Moon River provenire da quella splendida atmosfera che intorno a lei si stava creando. Con la mente rapita da quel favoloso luccicare dei gioielli sentì le sue gambe trasportarla all’interno dello splendido negozio. Quasi automaticamente, quando fu all’interno i suoi occhi si posarono sulla meraviglia più bella che lei avesse mai visto: la Erickson Beamon, era lì, davanti ai suoi occhi, sarebbe stata sua quella sera, Nate gliela avrebbe regalata e si sarebbe fatto perdonare, ne era sicura. Rimase per quasi quindici minuti osservando quella favolosa meraviglia senza staccare neanche un attimo gli occhi da ogni singolo diamante, ora le note di Moon River rimbombavano chiare e forti nella sua testa ed era certa che nessuno avrebbe rovinato quella giornata che era iniziata nel migliore dei modi. Certo, non avrebbe mai immaginato che nel nessuno non fossero compresi i diavoli. Ed eccolo lì il diavolo più odiato dell’Upper East Side nella sua splendida divisa da lavoro, indossava quel sorriso tirato più della fronte di Pamela Anderson solo quando doveva mettere nel sacco una sua vittima e, in questo caso, trascinarla fino all’inferno facendola cadere tra le sue braccia. Blair non si accorse subito della sua presenza ed era perfetto per Chuck, adorava coglierla di sorpresa. Il Bass-tardo si avvicinò piano alla sua preda fino a che lei non potè sentire i suoi respiri cingerle la nuca. In un attimo B capì quello che stava succedendo, ma non si voltò, non aveva più intenzione di perdere il controllo quando si trovava insieme a lui.
–Quella collana è perfetta. Le disse in un sussurro con il tono più seducente che il diavolo fosse mai riuscito a fare. –Sono sicuro che ti starebbe benissimo indosso. Continuò, Blair sentì le gambe farsi pesanti, sentiva che stava per cadere di nuovo nella sua trappola. –Anzi, staresti ancora meglio con solo  quella indosso. Concluse Bass con il suo solito sorriso di chi era riuscito a mettere nel sacco la sua preda. Blair alle sue parole sussultò indignata, era riuscita a riprendere il controllo della situazione.
–Bass ! Che cosa vuoi ? Hai smarrito la strada per l’inferno ? Bhe ti dico io dove andare. Le intimò la mora voltandosi e guardandolo dritto nei suoi occhi maliziosi color caramello. –Sempre dritto fino a sotto un tram. Concluse Blair con il sorriso di chi invece aveva affondato un bel colpo.
–Io in realtà avevo un'altra idea, potresti venire te con me nell’inferno, sai, lì fa così caldo che saresti costretta a spogliarti ! Rispose Bass senza perdere il suo sorriso.
–Neanche per sogno, non rifarò mai più l’errore di cadere nella tua sporca trappola. Ribbattè Blair con ovvietà.
 –Non eri dello stesso canto la settimana scorsa. Quando mi sussurravi di continuare ancora e ancora. Le ricordò Chuck sapendo di colpirla esattamente nel suo più grande punto debole. B appariva realmente in difficoltà, ma cerco di non darlo a vedere troppo, oppure il Bass-tardo avrebbe continuato con i suoi stupidi giochi di parole.
–Basta Chuck ! Non voglio più sentire il mio nome e il tuo nella stessa frase. Questo è il mio primo buon proposito per i miei diciassette anni. Affermò la ragazza non riuscendo a mascherare più di tanto la sua difficoltà nell’affrontare quella sfacciataggine sfrontata e senza scrupoli del diavolo più perfido e depravato che lei avesse mai incontrato. Chuck sorrise, sorrise come se stesse per sferrare il colpo che l’avrebbe messa definitivamente KO. Iniziò ad accarezzare lentamente la guancia della mora che stava diventando pian piano rossa come se un’imprevista vampata di calore l’avesse investita in pieno non appena le sue dita l’ebbero sfiorata.
–il tuo buon proposito ? Chiese Chuck ironico. Blair non riusciva più a muovere un muscolo, stava di nuovo per perdere il controllo. –Si dice che la strada per l’inferno sia lastricata di buone intenzioni. Disse di nuovo sussurrando un Bass incredibilmente seducente. La ragazza sentiva di aver perso questa volta, non trovava più niente per ribattere, o meglio, non riusciva neanche più a muovere un muscolo. Era stata messa KO da Chuck Bass, era diventata di nuovo la sua preda numero uno. E la cosa che la faceva stare ancora più male era che stava continuando, giorno per giorno, ad apparire debole ai suoi occhi, stava mostrando tutti i lati di sé ad un Bass-tardo, cosa che non aveva fatto neanche con Nate, con il suo Nate.
–Smettila Bass! Sparisci, non finirò mai più a letto con te, puoi scordartelo ! E puoi anche andartene direttamente all’inferno. Disse Blair decisa schiaffeggiando la mano di Chuck che le stava accarezzando delicatamente il collo.
–Non ritornerò all’inferno senza di te, il diavolo non ritorna mai all’inferno senza la sua preda !  Rispose prontamente il ragazzo lanciandole una sfida.
–Per quanto mi riguarda puoi andare a cercare la tua sporca preda fuori dalla mia vita, magari nel tuo libro nero o sotto la gonna di qualche quarantenne riempita di botox. Io non sono una bambola da usare a tuo piacimento. Affermò Blair  facendo cambiare completamente tono a quella conversazione. Chuck avrebbe voluto dirle che lei non era come le altre per lui, che la voleva veramente, che provava qualcosa per lei. Ma qualcosa dentro di lui ,chiamato orgoglio, lo fermò.
–Ci vediamo stasera Waldorf. Disse il moro interrompendo la conversazione e girando i tacchi incominciò ad avviarsi all’uscita.
–Non sei invitato! Esclamò Blair infuriata.
–Questo lo vedremo. Sussurrò Chuck tra sé e sé facendo ricomparire il suo solito sorriso sul volto.
Perfetto, pensò la ragazza. La sua giornata era ormai completamente rovinata, il suo orgoglio si trovava calpestato sotto i suoi piedi e fu costretta a raccogliere i frammenti della sua autostima per riuscire a rimettere in moto il suo corpo e per cercare di far funzionare di nuovo le sue gambe. E tutto per colpa di quel diavolo di un Bass, era incredibile come riusciva a influenzare la sua vita in questo modo. Uscì dal negozio a malincuore e si avviò versò il ciglio della strada cercando di fermare un taxi per tornare a casa e consolarsi con dei croissant e una dose massiccia di autostima che poteva ricavare solo guardando per la cinquantesima volta “Colazione da Tiffany”.  Prese un taxi e si fece accompagnare a casa nella quale trovò Serena pronta a darle gli auguri felice come una Pasqua.
–Buon compleanno Blair ! Esclamò la bionda sprizzando felicità da tutti i pori, tanto da far diventare Blair nostalgica al pensiero che un’ora prima anche lei era così. Il sorriso di Serena presto divenne disappunto notando che la mora aveva la cera di chi aveva appena fatto un giro nell’inferno con il diavolo più perfido che abbia mai conosciuto. –Non era proprio la risposta che mi aspettavo. Continuò la bionda notando che Blair l’aveva completamente ignorata.
–Hai presente quando sei sicura che nessuno ti rovinerà la giornata ? Chiese B retorica. –C’è sempre qualcuno che te la rovina. Concluse con ovvietà, lasciandosi cadere sul divano di fronte a Serena.
–Immagino chi è stato a rovinartela, Chuck, vero ? Chiese la bionda sedendosi accanto alla ragazza che aveva appena preso un croissant dal vassoio della colazione e l’aveva iniziato a divorare. Alla parola “Chuck” sembrò quasi che il croissant gli fosse andato di traverso dalla faccia che fece, chiuse gli occhi, deglutì e iniziò ad espirare e inspirare. Serena capì che la crisi di nervi in stile Waldorf la stava per investire in pieno e i suoi occhi si riempirono di terrore velato.
–Non. Nominare. Quel. Nome. Disse Blair prendendo un profondo respiro ad ogni parola che pronunciava. Serena preferì non replicare, sapeva che la collera sarebbe esplosa da un momento all’altro e pensò che fosse opportuno posticipare l’esplosione più tardi possibile. Rimasero in silenzio per alcuni istanti. Ma S non ce la fece più a resistere, doveva sapere che cosa era successo.
–Perché ? Che ha combinato stavolta ? .
–è uno sporco diavolo ricattatore e cospiratore. Rispose Blair mentre guardava nel vuoto.
–Vorrei sapere perché te la prendi così tanto con Chuck, insomma lo sappiamo tutti che è fatto così. Affermò Serena prendendo le difese del ragazzo. B sentendo di nuovo pronunciare quel nome la fulminò con uno sguardo agghiacciante che fece rabbrividire anche se stessa. –Carissima Serena. Cominciò Blair sfoggiando il suo solito finto sorriso che nascondeva una nota di odio profondo. –lo sai cosa si dice in giro ? Chiese. Serena scosse la testa terribilmente impaurita dallo sguardo che stava sfoggiando ora la Waldorf. –Che quando parli del diavolo spuntano le corna. Affermò diventando seria, anzi arrabbiata in un lampo. –Quindi se continui a pronunciare quel nome depravato, sai cosa succederà ? Continuò a chiedere Blair facendo trasparire tutta la sua disperazione che si aggiungeva alla crisi di nervi che stava per avere.
–Comparirà quell’orribile sciarpa JPress ? Chiese S ironicamente facendo comparire un sorriso di circostanza sul suo volto.
–E tu verrai direttamente spedita all’inferno insieme a lui da queste mani. Concluse B mostrando le sue mani alla bionda che ormai sapeva di non poter più domare la sua crisi di nervi.
–Dai, basta, tu sei una Waldorf ! Non vorrai farti mettere i piedi in testa da un Bass, vero ? La incoraggiò S. –No, mai ! Se c’è una cosa che ho imparato da Audrey Hepburn è che io non appartengo a nessuno e nessuno può mettermi in gabbia. Rispose Blair riacquistando la sua sicurezza e la sua autostima in un baleno.
–Chuck Bass potrà ritornarsene all’inferno . Affermò Serena non accorgendosi di aver pronunciato il suo nome un’altra volta. Blair le lanciò un’altra occhiataccia, ma questa volta era diversa, non era di rimprovero, il broncio che aveva stampato sulla sua faccia era solo finto. Sapeva di doverla ringraziare per averle risollevato il morale in un batter d’occhio. Le due ragazze scoppiarono in una fragorosa risata che contagiò anche Dorota che si trovava in cucina e che aveva ascoltato la loro conversazione fino all’ultimo.
–Grazie ! Esclamò B all’amica dopo essersi fatta una lunga risata come non faceva da tanto.
–In fondo le amiche servono anche a questo ! Rispose Serena abbracciandola. Già, le amiche servono anche a questo, ma il loro rapporto era troppo forte per essere solo amicizia, loro si amavano come se avessero vissuto insieme per tutta la vita, lo avevano fatto. Loro non erano solo amiche, loro erano delle sorelle , delle sorelle legate come poche, ma ora è meglio non divagare perché questa è tutta un’altra storia !
 
                                                                                                                                                             Holly: Tu credi che io ti appartenga?
                                                                                                                                                             Paul: Si esattamente
                                                                                                                                                             Holly: Lo so… tutti lo credono… il guaio è che tutti si sbagliano…

 Angolo Autrice *-*
Rieccomi con la mia seconda shot, anche questa pubblicata in precedenza sul sito. Recensite sempreee *-* lo sapete ormai che ci tengo tanto, arriveranno 
le altre :*

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Capitolo 3
*** I'm the crazy bitch around here ***


I'm the crazy bitch around here


Musica, bei ragazzi, alcool e Chuck Bass, quanto mai poteva amare una festa nell’Upper East Side ? Blair Waldorf dall’alto del suo divanetto di pelle osservava l’andamento della sua festa con un delizioso sorriso stampato in volto mentre sorseggiava piano, gustandolo fino in fondo un Martini gelato. Era tutto perfetto quella sera e finalmente dopo essere stata impegnata tutto il giorno ai preparativi poteva concedersi qualche momento di calma e congratularsi da sola per la sua avvincente scalata sociale e per la meritata tiara da ape regina della Constance.
–Finalmente qualcuno che riconosce le tue manie di grandezza, Waldorf! Un Bass fece irruzione prepotentemente nei suoi pensieri.
–Bass, sono sicura che tu sarai più compiaciuto di me per questa festa visto e considerato come stavi sbavando dietro a quella bionda ossigenata. Replicò pungente Blair facendo un cenno con il capo per indicare una ragazza seduta al banco delle bevande, era alta bionda, forse troppo bionda, con delle curve che sembravano scolpite alla perfezione e delle labbra marchiate pesantemente con un rossetto rosso fuoco che erano già tutto un invito a portarsela a letto. –Ti si legge negli occhi che non ha acconsentito ai tuoi progetti disgustosamente perversi. Continuò la ragazza con un sorriso di scherno che infastidì terribilmente Chuck, ma il moro non lo diede a vedere e sfoggiò il suo miglior finto sorriso di sempre preparando la sua prossima mossa.
–Veramente sono stato io a non voler approfondire, sai, appena ti ho visto oggi ho capito che tu potevi benissimo soddisfare i miei bisogni. Replicò Bass alludendo ai progetti sopracitati dalla ragazza.
–Magari nei tuoi stupidi sogni depravati, di certo non qui né con me. Rispose Blair buttando giù gli ultimi residui di Martini cercando di non perdere il controllo e saltare addosso a quel Bass-tardo per dargli una bella lezione. Chuck stava ridendo di gusto a quell’affermazione sapendo di essere riuscito ad infastidire a dovere la mora, mentre Blair continuava ad avere un’espressione tra l’oltraggiato e il vendicativo, quando una figura che aveva tutta l’aria di chi stava per portare guai si avvicinò ai due. L’espressione di Chuck cambiò radicalmente, il suo sorriso scomparve, il volto si fece serio e Blair divenne in un lampo arrabbiata e preoccupata allo stesso tempo. La figura in questione aveva i capelli scuri, la carnagione pallida, gli occhi pesantemente contornati da un trucco nero e grigio che quasi richiamava alla perfezione il suo modo di essere. Indossava dei leggins neri di pelle, una lunga camicia bianca e un giubbotto nero di pelle e al collo lunghe collane laccate in oro, perché probabilmente solo quelle poteva permettersi, e per concludere in bellezza era sorretta da un’immancabile tacco dodici.
–Blair, Chuck che piacere vedervi. Disse sarcastica  “l’arpia” , o almeno era così che Blair preferiva chiamarla, con un finto sorriso, più finto di quelle orribili collane che aveva al collo.
 –Che ci fai qui Sparks ? Chiese minacciosa la mora.
–In realtà stavo cercando Serena, sai, volevo congratularmi con lei per essere riuscita a passare l’esame. Rispose Georgina sedendosi sul divano, mentre Chuck invece si alzava. –Anzi, adesso che ci penso, devo congratularmi con te Chuck. Continuò porgendogli la mano alludendo al fatto che Bass aveva ingaggiato una ragazza per fingersi Serena e fare l’esame al suo posto. Chuck ignorò completamente la sua mano e la guardò con una smorfia di disgusto prima di allontanarsi.
–Non provare a sfiorare con un dito Serena ! Le intimò Blair con tono minaccioso. Georgina rise.
–Sentiamo, altrimenti cosa mi farai ? Hai finito di ricattarmi Waldorf. Replicò continuando a sorridere sfacciatamente.
–Va al diavolo Sparks ! Ups, quasi dimenticavo, neanche l’inferno è abilitato ad accogliere puttane del tuo calibro ! Affermò compiaciuta Blair.
–A  proposito di diavoli, perché invece tu non ammetti di esserti presa un sbandata per Chuck Bass ? Chiese l’arpia sapendo di fare male. Blair si maledisse mentalmente più e più volte per aver citato l’inferno nella sua ultima frase.
–Perché tu non porti il tuo volto riempito di botox fuori dalla mia festa ? Replicò B cercando disperatamente di cambiare discorso.
–Andiamo, lo guardi come se avessi visto un principe azzurro a bordo del suo cavallo. Insistette Georgina. –anche se l’unica cosa che ha di principesco Chuck Bass sono i suoi soldi. Continuò la ragazza iniziando a sorseggiare un bicchiere di Martini. Blair restò impassibile, non sapeva cosa rispondere, ci furono alcuni secondi di silenzio imbarazzante, poi l’arpia continuò ad infierire pesantemente sulla sua condizione mentale già precaria.
–Che c’è Waldorf, hai perso la lingua ? Sapevo che con Bass avevi perso solo la tua V ! Esclamò. B sentiva che doveva reagire la stava veramente distruggendo, non poteva lasciare che una stronza arrampicatrice sociale potesse farle così male.
–Parli tu ? Non hai ancora finito di attaccarti come una ventosa ad un mondo che non ti appartiene ? Chiese Blair carica come una calibro 8, sentiva che sarebbe esplosa da un momento all’altro, sperava che quel diavolo di Martini che stava gustando con quel sorriso stampato in volto le sarebbe andato di traverso e l’avrebbe soffocata, almeno le avrebbe risparmiato qualche anno di prigione.
–Sei deliziosa quando ti arrampichi sugli specchi. Rispose Georgina capendo che stava cercando di stare alla larga dall’argomento Chuck Bass. –E io amo avere ragione ! Affermò compiaciuta l’arpia.
–Credimi, se adesso avessi a disposizione uno specchio tentare di arrampicarmi sarebbe l’ultima cosa che farei, preferirei rompertelo in testa. Replicò Blair con un filo di ovvietà nella voce. Georgina rimase un attimo in silenzio, quel pezzo di  ghiaccio che si atteggiava a Maria Antonietta la stava per mettere KO. –Vedi di sparire una volta per tutte da quest’isola e di lasciare in pace Serena, a meno che non vuoi fare un volo diretto dai tuoi genitori. Le intimò Blair con aria minacciosa e con uno sguardo glaciale. –A giudicare da quello che è venuto fuori dalla loro unione dovrei andare a cercarli direttamente all’inferno, quindi risparmiami questi convenevoli e porta il tuo sedere fasciato di pelle fuori da questa città, dovresti saperlo che il mio mondo non può comprendere gente che va in giro con collane laccate, è di cattivo gusto perfino per te, Sparks ! La fulminò chiudendo in bellezza.
–Ricorda che ti ho in pugno come ho in pugno chiunque in questa stanza. Affermò Georgina correndo ai ripari, fece scivolare la sua mano nella borsa e tirò fuori una chiavetta. La chiavetta che aveva portato a Serena quasi due giorni di pianto continuò. –Neanche tu puoi impedirmi di ricattare la tua amichetta bionda, sappi che non puoi avere tutto sotto il tuo controllo. Replicò la Sparks sfoggiando un sorriso smagliante che non scoraggiò Blair, ma che la fece arrabbiare ancora di più.
–Sparisci Sparks, non farti più vedere, io ti ho avvertita, sta a te decidere. Le disse con tono di superiorità, come se i suoi ricatti non l’avessero neanche sfiorata.
–Bene, se la pensi così, di a Serena ti trovarsi un buon avvocato, ne avrà bisogno quando avrò spifferato tutto alla polizia. Affermò Georgina alzandosi dal divano e guardando Blair con lo sguardo più freddo che fosse mai riuscita a fare. B, d’altro canto non sembrava neanche un po’ impaurita dalle parole della mora e anche lei si alzò piano dal divano, sembrava quasi che le due si stessero sfidando a chi riusciva a fare lo sguardo più gelido, al punto che anche l’atmosfera che si respirava si congelò. Nessuno, neanche Chuck, aveva mai sfidato una Waldorf in questo modo e bhe, se guerra voleva, guerra ottenne.
–Non credo che questa ti serva ! Disse B sfilandole con uno scatto quasi felino la chiavetta di mano. –Lily ha già parlato con la famiglia del ragazzo, non ha intenzione di denunciare ! La informò la ragazza estremamente compiaciuta dall’espressione oltraggiata del suo volto. Poi, prese il bicchiere di Martini ancora pieno che Georgina aveva appoggiato sul tavolino e ci infilò la chiavetta stampandosi un sorriso di goduria. L’arpia fece un sussulto quando vide le sue speranze annegate, nel suo volto comparve una smorfia di profondo odio, sembrava quasi che la stesse uccidendo con lo sguardo.
–Me la pagherai Waldorf, non finirà così ! Esclamò la ragazza ormai sull’orlo di una crisi di nervi. Prese la sua borsa e sparì tra la folla, avrebbe voluto tanto strapparle quei dannati boccoli così non avrebbe avuto più un posto per indossare la tiara, chissà magari viste le sue manie di grandezza si sarebbe data all’alcolismo e se la sarebbe tolta dai piedi una volta per tutte considerato che rovinava ogni volta le sue comparizioni a Manhattan. Georgina era furiosa e sapeva che gliel’avrebbe fatta pagare. Ma mentre lei rimuginava sulle sue continue sconfitte, una Waldorf cantava vittoria.
–Ho visto che hai fatto annegare Georgina Sparks in un ottimo Martini all’oliva ! Esclamò Chuck riavvicinandosi al divano e prendendo il bicchiere con la chiavetta tra le mani con un sorriso compiaciuto. –Forse l’hai fatto meglio di quanto non l’abbia mai fatto io. Si congratulò il ragazzo avvicinandosi sempre di più alla mora, solo poco più di un centimetro ora separava le loro labbra.
–Ma adesso ho bisogno di te. Affermò la ragazza quasi in un sussurro. –Non mi accontento di farla annegare, la stronza deve affondare ! Esclamò Blair allontanandosi di un passo da Chuck e prendendo un altro bicchiere di Martini, Bass alzò in aria il suo e la mora lo seguì facendo lo stesso, brindarono,  brindarono alla vittoria di Blair, ad una Georgina messa KO e al loro piano che dovevano ancora mettere in atto e poi chi lo sa, magari segretamente brindarono anche al loro amore, che poi tanto segreto alla fine non era.
                                                              
                                                                                                                                                     “Non te l’hanno detto ? Sono io la stronza da queste parti”         
                                                                                                                                                                                         (Blair Waldorf)
 Angolo Autrice *-*
Sono di nuovo qui con questa terza One- shot, una delle mie preferite, soprattutto perchè mi sono divertita molto a scriverla, ora ditemi voi cosa ne 
pensate, io la amo *-* spero tanto che vi piaccia, tra pochissimo pubblicherò anche le ultime due shot che ho scritto e poi, chi lo sa, magari penserò 
anche alla prossima. Recensite in taaaaanti mi raccomando *-* Baci ***

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Capitolo 4
*** The true perfection of man lies in what man is ***


The true perfection of man lies in what man is


I have a dream about her

L’aveva vista per la prima volta ad una festa, troppo poco per parlare di amore a prima vista, probabilmente lei neanche l’aveva notato, in fondo lui era solo Daniel Humphrey: lo sfigato di Brooklyn che Gossip Girl ora chiamava il ragazzo solitario, forse solo perché gli faceva così pena da non infierire ulteriormente sulle sue condizioni sociali.

She rings my bell
I got gym class in half an hour

Era bellissima, ricordò quella volta in cui il giorno del Ringraziamento lo aveva urtato ed era finito per riversare la torta appena comprata per terra. Era ubriaca. Continuava a sorridergli barcollando, aveva una pessima cera, ma per lui era perfezione, c’è chi dice che la perfezione non esiste, lui l’aveva avuta davanti agli occhi ed era stato troppo vigliacco per accorgersene. Era perfetta quando legava i capelli in un mezzo chignon, quando li lasciava scompigliati, quando si truccava sbadatamente, quando semplicemente era Serena. Probabilmente penserete che Dan Humphrey è uno stalker, visto che gli ha rivolto la parola solo una volta per dirgli “Ciao”.

But she doesn’t know who I am
And she doesn’t give me a damn about me

Lei non sapeva quello che aveva scatenato nella vita di un diciassettenne di Brooklyn con solo quel “Ciao” magari buttato lì per caso, senza uno scopo preciso, Dan lo sapeva, sapeva che sarebbe rimasto per sempre nell’ombra, per questo si considerava un enorme vigliacco. Ieri l’aveva rivista, al Palace, peccato che il loro incontro durò solo il tempo di una spinta, l’aveva ignorato completamente. Neanche uno sguardo e Cenerentola corse via lasciando la scarpetta di cristallo che quella mattina continuava a vibrare.

Cause I’m just a teenage dirtbag baby
Yeah, I’m just a teenage dirtbag baby
Listen to Iron Maiden Baby with me

Lo osservava, osservava quel cellulare che continuava imperterrito a vibrare, avrebbe dovuto riportarglielo, in fondo non poteva tenerselo lui. L’avrebbe lasciato al portiere del Palace, ci avrebbe pensato lui. Non voleva consegnarglielo di persona perché aveva paura di rendersi ridicolo, le correva dietro dal primo liceo e lei non gli aveva mai neanche lontanamente dato un’opportunità. Era solo un adolescente nel pieno di una crisi esistenziale e lei era Serena Van der Woodsen. No, decisamente non l’avrebbe aspettata. Uscì dal loft di Brooklyn e scese in strada, iniziò a camminare senza una precisa meta con la scarpetta della sua Cenerentola in tasca, non aveva bisogno di trovare la proprietaria però a differenza del principe azzurro, lui sapeva bene la strada: si trovava circa a qualche miglio da lì, era alta, bionda e sorridente e bhe, a differenza di Cinderella l’unica matrigna cattiva che aveva era il suo fondo fiduciario, che non gli permetteva neanche di avvicinarsi a uno come lui. Brooklyn non è proprio il posto giusto per scegliere il principe azzurro, specialmente se al posto della carrozza e dei maestosi cavalli aveva solo una vecchia zucca ammuffita trasportata da asini in pensione.
Si fece portare da un taxi davanti al Palace, sospirò e raggiunse la hole e si ritrovò davanti un gigante che aveva tutta l’aria di chi era infastidito terribilmente, anche se non era la miglior cosa far arrabbiare Hulk doveva comunque convincerlo a tenersi il telefono e a consegnarlo a Serena. Niente da fare, più che altro sembrava scocciato per dover parlare con uno di Brooklyn, ma in fondo doveva solo prendersi quel diamine di telefono. Ce l’aveva quasi fatta finché Serena non apparse uscendo dall’ascensore, così King Kong decise di chiamarla, si era messo in testa di rovinargli la giornata. Ecco, perfetto non lo avrebbe riconosciuto e sarebbe finito per diventare lo zimbello arrampicatore sociale che ruba la scarpetta a Cenerentola.

She’s walking over to me

Stava camminando verso di lui con il volto sconcertato, si sentiva uno stupido. Le parole non riuscivano più ad uscire dalla sua bocca. E il premio dell’anno per la figura più umiliante va a …
–Ah, si, ieri sera ! Io … mi-mi dispiace tanto !

This must be a fake
My lips start to shake

Serena si scusò con il ragazzo per l’uscita teatrale che aveva fatto la sera prima, ma la cosa più importante era che si era ricordata di lui, di lui, di Dan Humphrey: lo sfigato di Brooklyn che della scuola conosce solo Jenny, si, bhe una bella ragazza, peccato che fosse sua sorella. Un sorriso si dipinse sulle labbra che continuavano a tremare, doveva essere uno scherzo.

How does she know who I am
And why does she give a damn about me

–Ti ricordi di me ? Chiese incredulo, la bionda annuì, nel cuore di Dan si sprigionò la felicità, come non era mai successo prima. Poi con fare spavaldo si voltò verso Terminator quasi per prendersi gioco di lui con un espressione che parlava da sola. Le consegnò il cellulare, e nel frattempo nella hole era entrata la madre di Serena, una giovane donna, doveva ammettere che aveva molta classe e raffinatezza, ma sembrava troppo fredda e distaccata, decisamente molto diversa da sua figlia.
–Indovina che ti ho comprato ? Un vestito per la festa bacio sulle labbra, ho visto l’invito sul comodino. Affermò la donna leggermente scocciata.
–Ah, ma tanto non ci vado. Rispose la ragazza. Provocando un’espressione terribilmente sconcertata sul volto della madre.
–Ma che dici ? la organizza Blair ! Affermò Lily con ovvietà.
–Il problema è che … quando ho ricevuto l’invito, in realtà avevo già … avevo già dei progetti. Disse Serena illuminandosi in volto, probabilmente aveva avuto un’idea per togliersi le pesanti domande della madre dai piedi. La donna la guardò con un’espressione felice, ma contemporaneamente era rimasta di stucco.
–Progetti con chi ? Chiese curiosa. S rimase per un attimo in silenzio, il suo cervello stava cercando una scusa che sembrasse abbastanza vera da far sparire sua madre e la scia di Chanel n°5 che la seguiva ovunque andasse. Indicò con la mano Dan, si, proprio lui che alzò gli occhi con un misto di terrore e sorpresa. La ragazza le fece un cenno che il moro colse al volo.
–Ah, si piacere signora Van der Woodsen, sono Dan … Humphrey ! Esclamò il ragazzo senza un benché minimo di convinzione. Lily lo guardò come se fosse un piccolo insetto fastidioso.
 –E che fate tu e … Dan Humphrey ?
–Emh, noi … Serena non sapeva cosa dire e passò il testimone a Dan. –Emh, noi … andiamo ad un concerto stasera ! Disse il ragazzo prendendo un volantino dalla tasca e mostrandolo a Lily che rimase senza parole, in senso negativo, ovvio.
–I Lincoln Hawks ? Chiese con voce retorica.
–Si, I Rolling Stones gli hanno messi nella top ten delle band dimenticate degli anni ’90. Rispose entusiasta Dan.
–Wow ! Esclamò Serena agitando un pugno in aria goffamente, mentre era visibilmente imbarazzata. –Mi piacciono un casino ! Esclamò mentendo spudoratamente.
–Vorrà dire che terrò il vestito per me. Affermò entusiasta Lily allontanandosi dai ragazzi.
Serena e Dan sospirarono all’unisono. Un vero, lungo sospiro di sollievo.
–Grazie ! Esclamò sincera la bionda.
–Si, non c’è problema. Affermò il ragazzo abbassando il capo. Guardò il volantino. Il concerto dei Lincoln Hawks ? Insomma, l’aveva detto veramente ? Chi mai avrebbe creduto che Serena Van der Woodsen sarebbe andata a vedere una cosa del genere. Si sentì un stupido e terribilmente imbarazzato. Poi con aria afflitta iniziò a camminare verso l’uscita i suoi dieci minuti di gloria lì erano finiti. Serena sorrise.
–Passi a prendermi alle otto ? Chiese continuando a sorridere.

I’ve got two ticket two Iron Maiden baby
Come with me Friday don’t say maybe

Dan si fermò di scatto, forse non aveva sentito bene, si voltò e vide la ragazza sorridere, una seconda esplosione di felicità nel suo cuore, se avrebbe continuato così non sarebbe sopravvissuto a lungo. Sorrise, si sentiva incredibilmente leggero.
–Vuoi davvero uscire con uno che non conosci ? Chiese incredulo.

I’m just a teenage dirtbag baby like you

–Non puoi essere peggiore di quelli che conosco ! Affermò con una leggera nota amara Serena. Dan rimase fermò, immobile ad osservarla mentre se ne andava, la sua chioma bionda che volteggiava, le sue curve perfette, la sua spensieratezza. Lei era Serena Van der Woodsen ! C’è chi dice che la perfezione non esiste, lui l’aveva avuta davanti agli occhi e questa volta aveva avuto il coraggio di accorgersene, e la cosa che più l’aveva colpito era stata il suo modo di essere diversa dagli altri che frequentavano quel mondo, grazie a lei si era e si stava ancora sentendo qualcuno, insomma, l’aveva considerato una persona degna delle sue attenzioni e a lui bastava questo per dire che era perfetta. In fondo, la vera perfezione non sta in ciò che una persona ha, ma in ciò che è.
               
                                                                                  La vera perfezione dell’uomo non sta in ciò che l’uomo ha, ma in ciò che l’uomo è
                                                                                   (Oscar Wilde)

 Angolo Autrice *-*
Ciao a tutti **, innanzitutto spero veramente che vi sia piaciuta, poi avrei una precisazione da fare: questa è una song-fic e la canzone in questione si 
chiama Teenage Dirtbag e credo che rappresenti a pieno la situazione che ha vissuto Dan nella prima stagione, andate ad ascoltarla è molto bella. Detto 
questo come sempre vi raccomando di Recensire in tanti *_* tanti tanti, Baci a tutti *-* sono sempre contentissima di leggere le vostre recensioni. ***

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Capitolo 5
*** Don't judge a book by its cover ***


Don't judge a book by its cover


Blair Waldorf tirò un lungo sospiro, quel giorno si sentiva incredibilmente felice: l’estate era finita, era stata meravigliosa, aveva tutto il terzo anno alla Constance davanti e un favoloso Nate Archibald al suo fianco, cosa poteva desiderare di più ?
 Quel giorno era importante. Avrebbe scelto insieme a Isabel e Katy le nuove promettenti. Era il giorno del reclutamento. Come affrontarlo? Testa alta, tanta classe, ma soprattutto Mary Jane ai piedi.

“Buongiorno Upper East Side, qui è Gossip Girl che vi parla, è il primo giorno qui alla Constance. Il che vuol dire solo una cosa: reclute preparate le vostre borse Chanel e le vostre Manolo: la guerra a suon di tacchi sta per iniziare ! Chi vincerà ? Bhé, a Blair l’ardua sentenza, quindi spero che le reclute abbiano con loro anche un paracadute, non si sa mai, dall’alto della gradinata del MET si potrebbero ritrovare nel basso borgo dell’umiliazione, è risaputo che più in alto si sale più sarà forte l’urto quando si cade. Quindi attenzione mie care: c’è un motivo se Blair Waldorf preferisce delle Manolo tacco dodici a delle ballerine: quando calpestano fanno più male !
XOXO Gossip Girl”

Dall’alto dei gradini del MET B osservava le tante piccole aspiranti Blair Waldorf avvicinarsi come chi stava per andare a patibolo.
–Quando iniziamo ? Chiese Isabel impaziente, non vedeva l’ora di distruggere l’autostima di qualcuno.
–Dai tempo al tempo ! Blair ghignò, finalmente poteva tornare la vera Blair Waldorf quella che per tutta l’estate non aveva potuto tirare fuori perché a Nate non piaceva. Voleva godersi quei momenti. La prima recluta si fece avanti dopo circa dieci minuti, una ragazzina incredibilmente in imbarazzo, porse a Isabel il suo “curriculum”. B lo lesse incuriosita, poi dopo solo pochi secondi di consultazione arricciò il naso.
–La media dell’8 ? Chiese facendo finta di essere dispiaciuta, la ragazza annuì. –Amore per essere me devi essere intelligente come me, lo so non è facile, ma la media dell’8 ? Seriamente ? Il tuo futuro sarà fare l’arrampicatrice sociale, io preferisco costruirmelo da sola il mio fututo ! B ghignò di nuovo, lo faceva ogni volta che mieteva vittime. La ragazza corse via senza neanche dire una parola. E Katy mise il suo curriculum tra quelli da non considerare.
Si andò avanti così per circa un’ora prima di entrare a scuola e Blair  si sentiva sempre più contenta di essere Blair, anche se le statistiche continuavano ad essere preoccupanti: fino a quel momento erano riuscite a trovare solo cinque promettenti e circa una trentina di disastri neanche degni di essere appellati con quest’aggettivo.
–Sentiamo, perché oggi indossi quelle scarpe ? Chiese B quasi disgustata.
–Sono un regalo di mia madre. Disse la ragazza spaventata. Blair sospirò.
–No sono dei grandi magazzini ! Esclamò seccata. –Lo conosci Bendel ? Chiese. La ragazza annuì terrorizzata. –A giudicare da come vai vestita oggi non si direbbe ! Disse squadrandola da capo a piedi. Il suo sguardo sembrava che congelasse al punto che la recluta sentì un brivido gelato percorrerle la schiena. –Ritorna quando andrai vestita decentemente e non come una mendicante. Chiuse dura la mora, congedandola.
–La prossima ! Chiamò Katy, quasi seccata, non c’era nessuna che soddisfaceva Blair, era preoccupante il fatto che di anno in anno le promettenti diminuissero così, il mondo stava andando a rotoli.
–Dio mio, abbi almeno cura di fare una qualsiasi dieta ! Anche B ormai sembrava disperata al punto che non lasciò neanche il tempo di presentarsi alla nuova recluta.
–Ma ho perso quasi dieci chili. Rispose la ragazza piagnucolando.
–Oddio, questo ha peggiorato la tua situazione ! I provini per il circo acquatico non sono qui, voglio aspiranti Blair Waldorf, non aspiranti balene. Anche quest’altra era KO, si chiedeva se sarebbe riuscita a far entrare qualcun altro nel suo gruppo, al momento la situazione era diventata a dir poco imbarazzante. Naturalmente le cose erano destinate a peggiorare con l’arrivo di Chuck Bass.
 –Solo cinque ? Chiese il moro contando i curriculum delle promettenti.
–Al giorno d’oggi è difficile essere me ! Esclamò ghignando Blair.
–Vuoi dire che non c’era nessuna vergine ? Chiese Chuck divertito. B roteò gli occhi e Bass si sedette al suo stesso gradino.
–Se non ti dispiace dovresti scalare di un gradino, non vorrei dare il cattivo esempio alle mie promettenti ! Ordinò la ragazza infastidita.
–Andiamo, non avete ancora sancito l’accordo ? Tu e Nate intendo. Chiese Chuck ignorando completamente il suo sguardo intimidatorio e soffermandosi invece a ghignare per infastidirla ancora di più. B sospirò disperata.
–Non sono affari tuoi quello che facciamo io e Nate ! Esclamò Blair spingendolo per evitare che si avvicinasse in quel modo a  lei. –Se non ti dispiace vorrei andare avanti ! Continuò la mora ignorandolo, Chuck rimase lì continuando a ghignare. La prossima ragazza era veramente carina, peccato che continuava a fissare Chuck sorridendo, sembrava lo stesse spogliando con gli occhi e naturalmente il ragazzo ricambiava disgustosamente.
–Potresti almeno guardarmi mentre ti parlo ? Chiese Blair acida alla ragazza mentre calpestava il piede del moro che fece una smorfia di estremo dolore. –Smettila, sono le mie reclute, non le tue sgualdrine da portare a letto. Sussurrò la ragazza continuando a calpestargli il piede. Poi continuò a soffermarsi sulla recluta.
 –Allora, quale sono le tue aspirazioni ?
–Credo che entrare nel gruppo sia abbastanza ! Esclamò la ragazza sicura di sé.
–No, scoparsi Chuck Bass non è né un’aspirazione, né un modo per entrare nel gruppo. Sentenziò B alludendo agli sguardi di prima.
–Veramente non avevo intenzione di dare quest’impressione ! Insistette la ragazza cercando di salvare il suo “colloquio”.
–Allora la prossima volta fa più attenzione a quando sbavi, ho avuto paura che allagassi la scalinata. La congedò Blair diventando sempre più disperata.
–Questa mi piaceva ! Sussurrò Chuck. B gli calpestò di nuovo il piede.
 –Maledette Manolo ! Esclamò C con una smorfia di dolore stampata sul volto.
–Non hai letto Gossip Girl ? C’è un motivo se le indosso. Affermò Blair ghignando di piacere.
–La prossima è ancora meglio ! Esclamò entusiasta Chuck guardando la bella ragazza che si apprestava a presentarsi al cospetto di B. Blair distolse lo sguardo da Bass e lo soffermò sulla nuova recluta. Lesse il curriculum.
–Aspirazioni ? Chiese come da protocollo la mora.
–Diventare perfetta, come Serena. Disse la ragazza toccando un tasto che mai nessuno avrebbe dovuto mai toccare. Anche Chuck abbassò lo sguardo sapendo che quell’argomento le faceva male. Serena era perfetta, era vero ed era per questo che lei doveva sempre rimanere all’ombra di quella chioma bionda e anche se era sua amica, non sopportava quando la gente la preferiva a lei. La recluta capì che avrebbe dovuto trattenere la lingua dall’atmosfera che si era ad un tratto congelata. Iniziò ad avere paura.
–Calmati cara, perché tutta questa paura ? Le chiese B facendo finta di essere comprensiva. Chuck sapeva che la povera ragazza non l’avrebbe passata liscia e si preparò al peggio anche se lo divertiva troppo vedere Blair nei panni di Maria Antonietta.
–Non è niente ! Esclamò la recluta cercando di calmarsi.
–Tesoro, non avere paura della perfezione, tanto non la raggiungerai mai. Affermò B ghignando di nuovo. La ragazza corse via piangendo.
–Andiamo avanti mi sono stancata di tutte questa sgualdrine. Disse Blair con aria infastidita. Chuck si alzò e se andò aveva visto abbastanza, per quel giorno e si era divertito a dovere.
–Ricordati di portarmi nuove promettenti , Bass. Ordinò acida B prima che il moro se ne andasse.
–Per te andrei in capo al mondo ! Esclamò il ragazzo, B roteò gli occhi.
-Sparisci ! Ordinò ancora e il moro eseguì.
–Allora questa è l’ultima ? Chiese Blair guardando una ragazzina bionda, alta e leggermente imbarazzata e preoccupata. B lesse il suo curriculum, era di Brooklyn, anche le ultime speranze di trovare una degna promettente svanirono. Proseguì il “colloquio” svogliatamente.
–Sei di Brooklyn ? Chiese Blair arrivando subito al punto.
–Si. Rispose la biondina sapendo che le sue origini erano praticamente già una tomba scavata per la sua scalata sociale.
–Quale sarebbero le tue aspirazioni ? Chiese B senza molte speranze.
–Non rimanere nell’ombra, ci sono rimasta per tredici anni, ora sono stanca, mi piacerebbe avere un futuro. Blair ebbe un lampo di gioia improvvisa. Finalmente qualche motivazione decente.
–Lo sai che l’Upper East Side è un posto per pochi ? Se scegli di entrarci devi stare al suo gioco ! Le suggerì la mora.
–Sono pronta a giocare. Rispose la ragazza acquistando sicurezza. Blair sorrise.
–Alle due da Butter, scegli te se ne vale la pena ! Esclamò Blair continuando a sorridere. Poi fece segno a Isabel e Katy di alzarsi e raggiungere l’entrata, mentre lei metteva il curriculum di quella ragazza tra le promettenti.
–Certo che per essere di Brooklyn ha stile ! Affermò Isabel.
–Spero non sia solo fumo ! Esclamò Blair sorridendo mentre si apprestava ad entrare a scuola.

“Chi avrebbe mai pensato che Jenny Humphrey più che tutto fumo si sarebbe rivelata la nuova regina della Constance e ancora meglio di Manhattan ? Forse solo Blair aveva capito di che pasta era fatta la piccola bionda di Brooklyn. Comunque solo una raccomandazione c’è  da farsi quando si tratta della piccola J: mai giudicare un libro dalla copertina ! Specialmente se ha la faccia di un angelo, d’altronde è risaputo che tutti i migliori hanno un lato oscuro. Siate sinceri, chi non ha mai amato Jenny Humphrey anche solo una volta ? Io la amo ogni giorno di più.
XOXO Gossip Girl.”
                 
                                                                                                    Non avere paura della perfezione tanto non la raggiungerai mai
                                                                                                      (Salvador Dalì)

Angolo Autrice *-* 
Sono di nuovo qui con questa One-shot una delle mie preferite in questa raccolta, un po' perchè mi piace molto il personaggio di Jenny Humphrey e come nel 
tempo è cambiato, e naturalmente il rapporto che da sempre ha avuto con Blair. L'ultima frase di Gossip Girl è in realtà un mio pensiero proprio su questo 
personaggio. Detto questo recensiteee sempre in taaanti ****. Credo che tra qualche giorno pubblicherò un'altra One- shot magari potete consigliarmi quali 
personaggi usare o in quale contesto, perchè ho così tante idee in testa che non riesco a trovare quella giusta. Recensite mi raccomando LOL.
Baci Baci *-*

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