Darkstalker-Fallen angels

di Light and Darkness
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Lista capitoli:
Capitolo 1: ***

1.Amore fraterno.

***
Capitolo 2: *** 2.Angelo ribelle. ***
Capitolo 3: *** 3.Feather of darkness. ***
Capitolo 4: *** 4.Incontro per caso. ***



Capitolo 1
***

1.Amore fraterno.

***


Prologo

Il paradiso ? Potreste chiedermi se esiste ? Vi risponderei di si; che è un posto bellissimo, pieno di luce e tranquillità. Ma io sono sceso sulla terra perché non lo sopportavo più. E successo un paio di mesi fa; si mi sono ribellato a mio padre, mi sono ribellato a lui: Dio, credo che voi umani lo chiamate cosi, ho visto quanto potere mi poteva dare la vita qui, poteri che persino mio padre teme. E cosi ho lasciato il posto in cui sono nato, ho accettato le tenebre dell'umanità come nuova casa. In cambio delle mie ali di angelo ho ottenuto nuovi poteri e nuove ali. La luce non può nulla in confronto all'oscurità. Non provo rimorsi per ciò che ho fatto, potrò anche essere esiliato per sempre dal paradiso. Non mi importa, so che ci sono forze a questo mondo che si combattono, sono diventato uno di loro: un Darkstalker, almeno cosi li chiama l'umanità. Sono diventato uno di loro, ma io li sconfiggerò tutti, mi prenderò i loro poteri, e allora la terra brucerà e adorerà un nuovo dio.

1.Amore fraterno.

Gabriel era sceso sulla terra, l'aveva fatto senza ordine di suo padre ma la cosa gli importava poco. Sentiva che doveva trovare suo fratello, doveva riportarlo a casa , non sapeva se suo padre lo avrebbe riaccettato, non sapeva nemmeno se avrebbe riaccettato lui. Se ne era andato senza dire nulla, non voleva essere fermato.

Gabriel si sedette su un masso e riflesse sul da farsi. Guardò per un attimo la foresta tranquilla, ascoltò il cantare di tute le creature che suo padre aveva creato. Chiuse gli occhi immaginando la pace del luogo che aveva lasciato, era tutto cosi simile, cosi calmo. Il vento mosse le fronde e i corti capelli biondi di lui, il tramonto illuminava il tutto di un atmosfera rossiccia. Gabriel tirò un sospiro.

“Dove sei fratello mio? Dove sei ? Sono giorni... no settimane che ti cerco, e di te non ho trovato traccia, possibile che tu sia sparito ?” Gabriel pensò mentre il vento aumentava di intensità.

Gabriel si distese a terra contemplando con gli occhi azzurri un cielo di colore rossastro macchiato di qualche straccio di nuvole chiare e pacifiche.

“Lo so che ci sei da qualche parte lassù padre, so che mi osservi , so cosa vuoi. Vuoi che io torni. Vuoi che io lasci perdere questa impresa che tu reputi folle. Ma io, lo sai, sono testardo esattamente come lui.” pensò l'angelo, l'età che dimostrava non era pari alla sua reale. Mille anni non erano poca cosa anche per un immortale.

Il sole stava lentamente sparendo all'orizzonte. Gabriel si stirò, si tirò via la maglia bianca, e lascio alle sue ali bianche un po di respiro, le apri per bene, poi le ripiegò. Nasconderle non era poi cosi complicato, aveva imparato in breve tempo a ritrarle dentro la schiena. Aveva iniziato ad indagare dove si erano verificati strani fenomeni, ma non lo avevano condotto da suo fratello. Doveva avvisarlo, doveva fargli sapere cosa stava per accadere.

Improvvisamente Gabriel senti un rumore tra i cespugli, ritirò le ali rapidamente, e si rimise la maglia pochi secondi prima che un uomo vestito interamente di viola e dai lunghi capelli argentei comparisse tra la vegetazione. Gabriel si voltò verso di lui.

“Slave viandante.” gli disse quello cordialmente. Gabriel ricambiò in maniera altrettanto decorosa. Poi qualcosa catturò la sua attenzione: aveva già visto quell'uomo da qualche parte, ma non ricordava dove. Gabriel esitò. Vedeva l'aura di quell'individuo, e non era un aura normale.

“Scusa, devo farti una domanda.” Gabriel gli sta per chiedere di suo fratello, quando gli venne in mente un'altra domanda che di certo meglio si prostrava alla situazione.

“Tu sei un Darkstalker vero John Talbain? ” chiese Gabriel si era ricordato il nome del suo interlocutore. L'uomo si irrigidi.

“Come fai a sapere il mio nome ? Ma soprattutto come fai a sapere che ero un Darkstalker ?” chiese John con un po di astio nella voce, il sole era oramai tramontato.

“Ti abbiamo osservato.” disse Gabriel semplicemente, era vero dal paradiso di potevano vedere molte cose.

“Tu e chi altri ?” John non voleva ricordare la bestia che si era lasciato alle spalle. Non voleva ricordare il supplizio che era costretto a sopportare ogni notte di luna piena. Aveva faticato a ritornare umano, e ora voleva solo dimenticare.

“Io e gli altri come me.” rispose l'angelo tranquillamente sorridendo al suo interlocutore.

John non capiva, rimase fermo. Guardò il ragazzo con un aria di sospetto, non era naturale, era strano, sentiva che non era umano.

Improvvisamente il Darkstalker cadde sulle ginocchia, si teneva lo stomaco.

“Le mie scuse John, ma un Darkstalker non può nascondere la sua vera natura di fronte a me. E una mia caratteristica.” disse Gabriel, John si contorceva dal dolore, sentiva il suo fisico cambiare, mentre il volto assumeva la forma di quello di un lupo.

Di colpo senti di essere ritornato la bestia che era sempre stato. Il licantropo era ritornato.

“Tu.... è colpa tua maledetto.” il mannaro si lanciò contro Gabriel imprecandogli contro e ad artigli tesi. Gabriel scansò di poco.

“Non capisco di cosa tu stia parlando John.” disse l'angelo estraendo fuori una grossa spada dalla lama azzurra.

“Sei tu quello che mi ha gettato addosso questa maledizione.”John era furibondo estrasse il nunchaku. Lo mise in posizione orizzontale tendolo con le mani, e sai palmi ne scaturirono diversi fasci luminosi che avevano la forma di diversi lupi.

Gabriel si parò con la spada, ma fu ugualmente ferito a una spalla da uno di quei fasci.

“Non male come attacco, davvero niente male.....” disse Gabriel in segno di rispetto. “...non avevo mai sperimentato il dolore fisico prima di adesso. Vediamo cosa sei in grado di fare amico mio.” Gabriel, si lanciò verso il licantropo il quale si teneva pronto, Gabriel tirò un fendente John lo scansò facilmente, l'angelo piantò a terra la spada e usandola come perno, tirò nel petto del suo avversario un forte calcio. Nel medesimo istante John lo aveva colpito con una poderosa artigliata. I due furono scaraventati indietro per diversi metri.

“È addestrato bene alle arti marziali, quasi quanto me.” pensò John.il ragazzo benché fosse all'apparenza un diciottenne, presentava una forte esperienza. Gabriel si mise dietro alla sua spada la quale lama era abbastanza grossa da coprilo se si accucciava, cosa che aveva fatto.

“Sei forte. Però ti devo dire un'altra mia particolarità. Io sono in grado di copiare i poteri di un Darkstalker per un breve periodo se ho un contatto fisico con uno di questi.” John non capi subito, ma non ci mise molto. I capelli del giovane si stavano allungando e da dietro la spada si stava profilando la coda di un lupo.

Quando si rialzò Gabriel non era cambiato, era sempre lui, eccezion fatta per i capelli e la coda e per le mani dotate di artigli, era sempre lui. L'angelo si mise in posizione si concentrò. Saltò si mise in posizione orizzontale al terreno, ed iniziò a roteare, poi si diresse verso i suo bersaglio.

John usò lo stesso attacco per difendersi. I due percorsero diversi metri rasenti al terreno, poi John fece un salto carpiato all'indietro e atterrò sulle zampe posteriori, Gabriel piantò la spada nel terreno formando un solco enorme, si fermò pochi istanti dopo, le sue ali erano aperte luminose. Entrambi erano stanchi, ansimavano.

“Allora sei tu quello che va in girò a uccidere i Darkstalker per rubarne i poteri .” disse John. Aveva sentito di un misterioso individuo che uccideva i Darkstalker, per ottenerne i poteri. Nulla si sapeva di questo tranne che avesse le ali di un angelo. A quella affermazione il cuore di Gabriel ebbe un sobbalzo.

“Che si tratti di...” Gabriel scosse la testa cercando di scacciare quel pensiero.

“Non posso permetterti di sopravvivere. Io devo proteggere la donna che amo. Felicia, se cadrò perdonami.” John corse versò Gabriel, il quale stava fermo. Una lacrima gli rigò il volto, poi l'angelo si abbassò e colpi ripetutamente il suo avversario, poi lo colpi in modo da mandarlo contro un albero. John si trovò impreparato, picchiò la testa contro il tronco , ebbe appena il tempo di girarsi che si ritrovò con la spada dell'angelo puntata sul collo.

Lo sguardo dei due si incontrò per la prima volta.

“Avanti, uccidimi. Fai tua la mia maledizione. A quanto pare non sono stato in grado di raggiungere il limite delle mie abilità.” John disse queste parole.

“Ma che fai ?” chiese il licantropo, si sarebbe aspettato di vedersi passare la lama della spada attraverso il petto.

“Non voglio ucciderti, non ne vedo il motivo. Sai in qualche modo mi sei simpatico John Talbain. E stato divertente combattere con te.” disse Gabriel sorridente tendendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi. John, non capiva quel ragazzo, ne cos'era ne tanto meno come ragionasse.

“Ma chi sei in realtà ?” chiese il licantropo alzandosi da solo.

“Giusto non mi sono presentato. Mi chiamo Gabriel, sono qui per cercare mio fratello.” disse lui amichevolmente. John lo guardò con diffidenza.

“Tu sei un angelo vero ?” chiese il licantropo squadrandolo.

“Beh.... Si. Mi pare evidente.” rispose, indicando le sue ali.

“Tuo padre ha lanciato su di me questa maledizione, togliimela.” ringhiò John.

“Mio padre ?” Gabriel era certo che suo padre non aveva mai fatto nulla simile quindi quella affermazione gli risultò strana.

“John, mio padre non ha mai lanciato su nessuno una maledizione come la tua.” ribatté.

“Bugiardo... tu stai mentendo.” Gabriel lo fulminò.

“Noi angeli non possiamo mentire. È una legge divina che non possiamo infrangere .” rispose stizzito.

“Il tuo potere l'hai ereditato da tuo padre, io non posso togliertelo.” l'angelo assunse un espressione seria.

“So perché lo disprezzi tanto, come ti ho già detto ti abbiamo osservato....” Gabriel fu interrotto da un improvviso movimento fra i cespugli, dai quali ne usci una ragazza dalle movenze sensuali e feline.

“Una tua amica ?” chiese Gabriel, John annui.

“Cosa ci fai qui John ?” chiese lei allegramente. Dopo le dovute spiegazioni i tre avevano acceso un fuoco.

“Cosi; tu sei un angelo e sei venuto qui per trovare tuo fratello che se ne andato da un paio di mesi.”disse Felicia. Gabriel annui sorridendogli. Poi però divenne improvvisamente triste, possibile che fosse suo fratello ha uccidere i Darkstalker per ottenere i loro poteri ? Gabriel non riusciva a capacitarsene. Gli angeli non potevano uccidere, era un tabu che era stato imposto.

“John ma tu non eri tornato umano ?” chiese Felicia guardando l'aspetto del suo amico. Quello si alzò e si diresse verso Gabriel.

“Perché io non posso ritornare a una vita normale ?” chiese il licantropo.

“John, io lo posso immaginare come ti senti..... l'ho visto....”cominciò Gabriel. “e tu cosa sai di me ? Nulla, assolutamente niente.” lo interruppe John urlando e ringhiando.

“Io so che non ti sogneresti di fare del male. Sei buono, non hai motivo per avere dei rimpianti. Accetta il tuo potere; usalo per fare la cosa giusta, o almeno quelle cose in cui credi.” rispose Gabriel.

“Giusto John non puoi passare il tempo a piangerti addosso.” intervene Felicia. Il licantropo sbuffò perplesso.

“Non sarebbero male come compagni di viaggio.” pensò Gabriel. “Forse con loro sarebbe più facile trovare mio fratello e poi, avrei un occasione per imparare qualcosa di più sui Darkstalker e sulla vita qui sulla terra.”

Gabriel si alzò.

“Ragazzi, che ne direste di venire con me ? Sono stanco di viaggiare da solo. E poi mi sembrate simpatici e di sicuro sapete più cose di me su questi posti.” lui sorrise.

“E perché dovremmo ?” disse John, non si fidava molto di quel ragazzo.

“Io ci sto. John dai, ha bisogno di una mano. Quando ne avevo bisogno io, tu c'eri sempre, perché con lui dovrebbe essere diverso?” Felicia lo guardò.

“Ok, ma solo perché me lo chiede Felicia. Chiaro bamboccio ?” disse John non particolarmente entusiasta.

“Grande. Fratello giuro che insieme a loro ti riporterò a casa non importa se dovrò farlo con le cattive maniere.” Gabriel pensò queste parole più volte prima di addormentarsi. Aveva trovato degli amici i suoi primi amici e la cosa lo rendeva immensamente felice.

Lo so è un po difficile da capire perché Darkstalker non è molto famoso qui in Italia, però se mi diceste cosa ne pensate o anche solo la leggeste,ve ne sarei eternamente grato. Baci Light.

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Capitolo 2
*** 2.Angelo ribelle. ***


Gabriel stava seduto a contemplare l'aurora. Felicia e John dormivano ancora, e lui non si sentiva di svegliarli, era troppo presto per muoversi.

Lasciò che il vento gli passasse gentilmente sulla faccia, poi si stirò, era ancora un po indolenzito dal sonno.

“Gabriel.” una voce parlò, l'angelo si voltò in tutte le direzioni, non vide nessuno.

Dal cielo scese una stella, piccola ma luminosissima.

“Gabriel figlio mio. Non mi sarei aspettato una tale condotta da te.” disse una voce che sembrava provenire proprio da quella stella.

“Padre chiedo perdono. Ho infranto una delle sacre regole che ci impedivano di interagire con la terra. Ma lo fatto per venire a cercare......” tentò di giustificarsi Gabriel. “Lo so, io so tutto. Ma tuo fratello Lucifer ha agito contro la mia volontà. È stato corrotto dalla sete di potere. Non è più uno di noi.” la voce lo interruppe.

“Ora sta vagando per queste terre alla ricerca delle entità chiamate Darkstalker per assorbirne i poteri. È diventato uno di loro, capisci ? Tu però hai ancora la possibilità di tornare da me. Fallo ora di tua spontanea volontà e non ti punirò.” Gabriel rabbrividi al sentire tutte quelle notizie orribili.

“Non posso farlo padre, se davvero mio fratello sta facendo del male io devo fermarlo. Devo dirgli dell'immane catastrofe che sta per abbattersi su questo mondo. Devo riportarlo a casa.” Gabriel era inorridito e allo stesso tempo confuso, non poteva permettersi di parlare cosi a suo padre, ma non voleva lasciare suo fratello a morire.

“Gabriel come osi disubbidire a me ? Fai immediatamente come ti ho ordinato. Tuo fratello ci ha traditi tutti. Non merita di vivere.” la voce urlò e sollevò un vento violentissimo.“No.” controbatté Gabriel forte, la sorte di suo fratello gli stava troppo a cuore per lasciarlo morire cosi.

“Hai fatto la tua scelta dunque, da questo momento in avanti tu non sei più mio figlio. Per tanto ti privo dei tuoi poteri di angelo.” dette queste parole, Gabriel si senti il sangue gelarsi nelle vene. Poi un improvviso dolore alla schiena lo prese, sentiva le sue ali rientrargli dentro dolorosamente.

“Padre ti prego non farmi questo, io ho bisogno dei miei poteri. Senza non troverò mai Lucifer.” Gabriel piangeva, poi un ululato. Gabriel ebbe la forza di voltarsi per vedere uscire dai cespugli diversi fasci luminosi che avevano la figura di lupi, i quali si diressero verso la stella luminosa, la quale si staccò dall'angelo.

“Tu come osi interferire ?” disse la voce rivolta a John il quale si mostrò.

“Non mi importa di chi tu sia o cosa tu sia, lascia stare Gabriel.” disse quello mostrando i denti.

“E chi saresti tu per poter dare ordini a me Darkstalker?” la voce era carica di disprezzo.

“Un suo amico.” disse John spavaldamente.

“Un suo amico ? Non dire assurdità.” ribatté la voce.

“È la verità padre.” Gabriel si era rialzato, le sue ali erano ritornate, suo padre non aveva fatto in tempo a toglierli tutti i poteri. John ebbe un sussulto silenzioso, era davvero difronte a quello che pensava oppure era solo un sogno ? Non si sapeva dare risposta.

“Molto bene figlio mio... tieniti i tuoi poteri... da oggi in poi tu non sarai più accetto in paradiso, lo stesso vale per tuo fratello. Da adesso in poi siete uguali a qualsiasi Darkstalker. Addio.” la voce disse queste parole, poi la stella svani in un lampo luminoso.

“Tutto bene ?” chiese John. Gabriel non sapeva cosa dire. Aveva ancora i suoi poteri si, ma come avrebbe potuto salvare suo fratello ?

“Io ho fallito.” disse Gabriel piangendo. John non capi, ma gli sembrò chiaro che per Gabriel quel dolore era troppo per lui che non lo aveva mai provato. Felicia aveva sentito tutto ed era uscita anche lei.

La ragazza si avvicinò.

“Gabriel...” John non sapeva cosa dire non era mai stato molto bravo a confortare la gente gli mise una mano sulla spalla.

“John, Felicia, io vi devo delle scuse... sono stato uno stupido.” disse Gabriel tra le lacrime.

“Tu hai fatto solo la cosa che ritenevi più giusta, la tua non è stata stupidità , e l'amore per tuo fratello che ti ha guidato fin qui.” Felicia gli aveva preso le mani e le teneva tra i due guantoni a forma di zampe di gatto.

“Usa il tuo potere per le cose giuste, o almeno quelle in cui credi. L'hai detta tu questa frase Gabriel. Ora dimostrami che non l'hai detta solo per tirarmi su il morale. Forza bamboccio, dimostrami che sei forte.” pensò John, Gabriel guardò negli occhi i suoi amici, e recepi il messaggio. Strinse un pungo il quale si caricò vibrante di energia sprigionando folgori bianche e azzurre.

“Avete ragione. Grazie amici.” le parole di Gabirel erano cariche di riconoscenza.

“Però ho delle cose da dirvi.” John e Felicia si sedettero di fronte a Gabriel.

“La verità é che questo mondo e minacciato da un male molto potente che sembrava essere stato scacciato. Pyron sta per tornare più forte di prima.” John e Felicia non capirono, come poteva un qualsiasi essere vivente tornare dalla morte ?

“Mio fratello venendo qui ha spaccato quel delicato equilibrio che mantiene i mondi separati, e cosi tra il mondo dei morti e quello dei vivi si è venuto a creare un passaggio. E l'anima di Pyron è tornata in questo mondo e ha potere sufficiente per ricostruire il suo corpo, ma le serve tempo.” John trasali e intervene.

“E cosa aspettavi a dircelo subito ?” chiese.

“Non potevo, ero vincolato da delle regole che mio padre in persona a istituito proprio per evitare quello che è successo con mio fratello.” spiegò Gabriel.

“E ora non lo sei più perché sei diventato un Darkstalker ?” chiese Felicia curiosa.

“Esattamente.” rispose.“Ero venuto per avvisarlo di quanto stava per accadere e riportarlo a casa.” concluse.

“E che ne sarebbe stato di noi ?” chiese John un po sospettoso.

“Per chi mi hai preso John ? Certo che non vi avrei lasciato qui a marcire. Vi avrei portato con me sicuramente.” disse Gabriel.

“Ehi. Non ti scaldare bamboccio, stavo solo chiedendo. Quanto tempo abbiamo prima che Pyron riformi il suo corpo ?” chiese John con un sorrisetto beffardo sul volto.

“Questo non lo so. Però non molto.” disse Gabriel con rammarico.

“Temo che l'unica alternativa che ci rimanga sia combattere, ma prima dobbiamo trovare mio fratello.” concluse Gabriel preoccupato, sapeva che Pyron possedeva potenza e poteri immaginabili.

“Io non posso muovermi in queste condizioni.” esclamò John. “Inizierebbero di nuovo a darmi la caccia.” John ricordava troppo bene il fatto di essere continuamente braccato dagli esseri umani perché lo credevano un mostro, eppure lui non aveva ucciso mai nessuno. Improvvisamente gli venne in mente la prima volta in cui si era trasformato.

...

Era una notte di luna piena, un John appena dodicenne stava camminando tranquillamente nel giardino di casa sua.

“Che bella notte.” pensò guardando il cielo stellato.

“John torna dentro è tardi.” la voce della madre lo raggiunse. “Va bene mamma.” rispose lui, si voltò.

Corse verso la porta, sulla quale soglia stava una donna vestita elegantemente. Distrattamente John inciampò in un sasso del vialetto e cadde a terra.

La donna sulla soglia sorrise.

“Sei sicura di volerlo fare ? Non è ancora presto perché lui sappia la verità ?” chiese la voce di un uomo dietro di lei.

“Che scelta abbiamo Arnold ? Dovremmo dirglielo in ogni caso prima o poi.” la voce di lei si contrappose a quella del marito. Non avrebbe voluto farlo per davvero ma preferiva fare cosi, invece che aspettare che suo figlio si trasformasse.

“Fai come credi, speriamo solo regga lo shock della cosa.” rispose quello nell'ombra.

La donna avanzò esponendosi alla luce del plenilunio, ci sarebbero voluti pochi minuti prima che lei si trasformasse.

Si chinò su suo figlio con un fazzoletto in mano e gli pulì la faccia dal terriccio.

“Ti sei fatto male ?” chiese lei. “No.” rispose lui, la stava guardando negli occhi.

“John ascolta e non interrompermi intesi ?” disse la donna, lo sguardo di lei si fece stranamente più animalesco. Il ragazzo annui intimorito.

“Tu non sei un essere umano come gli altri. Su di me e su tuo padre è stata lanciata una maledizione che si trasmette anche hai figli.”la donna sentiva che la trasformazione stava per sopraggiungere. John guardò terrorizzato il fisico di sua madre cambiare e divenire quello di un essere ibrido tra un essere umano e un lupo, suo padre usci e raggiunse la moglie. Lui era già trasformato. A vederli John rimase paralizzato dal terrore, quando pochi secondi dopo si senti prendere da delle fortissime convulsioni all'altezza dello stomaco. In un attimo il suo corpo cambiò.

...

“Non ho mai odiato i miei genitori per quello che sono. Ho sempre cercato di ritornare umano. Non ho mai dato fastidio a nessuno, mai ucciso nessuno. Ho preferito vivere come un eremita, eppure non ci sono riuscito. Sono ancora la bestia che ero.” John abbassò la testa.

“Hey. Non è il caso di abbassare la testa. Io e Felicia crediamo in te.” disse Gabriel che era in grado percepire le emozioni.

“Sei incredibile.” cominciò il licantropo. “Non riesci proprio a farti gli affari tuoi.” concluse accennando un sorriso.

“Credo sia il suo modo per dirti grazie.” intervene Felicia. Gabriel sorrise, poi disse:“Data l'attuale situazione, credo sia meglio muoverci di notte. Approfitteremo del giorno per riposare e ottenere informazioni. Anche contando il fatto che se John rimane a debita distanza da me ritorna umano, a meno che non ci sia la luna piena. ” detto questo i tre si divisero. Si sarebbero rincontrati in quel punto al tramonto. Gabriel si recò in un villaggio poco distante, la piazza del mercato era brulicante di vita, ne poteva respirare l'essenza cosa che lo rendeva immensamente felice.

Cercò ogni possibile traccia del passaggio di suo fratello, una qualsiasi aura di male che poteva emanare il corpo di un immortale corrotto. Non trovò nulla.

“Mio fratello di certo non è passato di qui, eppure ho un brutto presentimento, c'è un aura di male residua in questo luogo, come se bene e male si fossero già scontrati qui non molto tempo fa.” pensò Gabriel, quella sensazione lo metteva a disagio. Arrivato in una piazza che era oramai tardo pomeriggio, si sedette su una delle tante panchine, poi si massaggio le tempie e chiuse gli occhi cercando di concentrarsi il più possibile per analizzare ogni aura di quel luogo.

“Ma che.....? Sento un enorme aura di apatia proveniente da.....” Gabriel apri gli occhi, da vanti a lui c'era un chiesa. L'angelo sorrise alla casualità del fato. Sarebbe dovuto entrare nella dimora del padre che lo aveva scacciato.

Gabriel non esitò oltre si mosse apri il portone e poi lo chiuse. Le navate e le arcate erano imponenti, scolpite con fregi pregiati. Uno spettacolo che si presentò nuovo agli occhi di Gabriel, il quale si perse nella bellezza del luogo. Camminava testa alta, poi ritornò a concentrarsi sulla sua missione.

Il corridoio centrale era vuoto, non c'era nessuno, il silenzio regnava sovrano. Gabriel lo percorse, sentiva quell'intenso vuoto di sentimenti divenire più grande man mano che si avvicinava all'altare.

Vide una ragazza dai capelli castani vestita di un completo nero che pregava vicino ad un sarcofago nella navata laterale, vicino a lei una bambina dai cappelli bruni stava in silenzio.

Gabriel intese che dalla bambina veniva quell'immensa apatia, quel vuoto di sensazioni e sentimenti. Si avvicinò lentamente.

La ragazza senti il rumore dei passi amplificato dal vuoto, interruppe le sue preghiere e si voltò verso il nuovo arrivato.

“Buon pomeriggio, scusa se ti ho disturbata, ma non fare caso a me continua pure.” disse Gabriel cortesemente, l'angelo non pote fare a meno di notare la bellezza di lei, gli occhi neri di lei erano cosi profondi da potercisi specchiare dentro.

“Ciao....non mi hai disturbata.” salutò lei. “......sei nuovo di qui ? Non ti ho mai visto prima ?” domandò la ragazza sorridendo.

“Beh si. Sono arrivato oggi. Oh.... Ma che scortese il mio nome è Gabriel.” rispose lui.

“Kisala. Sei venuto qui per pregare ?” chiese lei.

“Anche, però mi domando chi sia quella bambina ?” Kisala si voltò verso quella che stava ferma a fissare il sarcofago in silenzio.

“Quella bambina si chiama Anita, e dentro il sarcofago c'è un suo amico, l'unico suo amico per la precisione. Dono...” Kisala si interruppe, Anita si era voltata e la stava guardando.

“Dono..... ? Che si riferisca a Donovan ? A quanto ne so era un Darkstalker anche lui. Uno valoroso anche.” pensò Gabriel. Poi improvvisamente senti una grande rabbia sormontare da Anita.

“Kisala....” la voce di Anita era fredda, gelida, quasi glaciale. La ragazza abbassò la testa e non rispose.

“Perché una bambina carina come te deve provare cosi tanto odio ?” chiese Gabriel rivoltò ad Anita.

“Tu non puoi capire, vattene.”disse la bambina.

“Ok, se è questo che vuoi.” Anita si sorprese, non pote fare a meno di notare quanto Gabriel e Donovan fossero simili.

L'angelo mosse diversi passi verso il corridoio centrale.

“Sei un Darkstalker anche tu vero ?” la voce di Anita raggiunse le orecchie dell'angelo, il quale si voltò, posò uno sguardo la cielo, poi fece scendere un lacrima dai suoi occhi.

“Si.” rispose, poi l'angelo spari in un lampo luminoso.

Kisala rimase in silenzio e tornò alle sue preghiere, ma l'immagine del volto di Gabriel era ora mai impressa nella sua mente e anche nel suo cuore.

Ecco qua il secondo cap, come sempre un grazie a tutti solo per averla letta,( e se magari mi lasciate qualche commentino vi risponderò volentieri. )

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Capitolo 3
*** 3.Feather of darkness. ***


Lucifer si stava camminando per le vie di una città al centro della quale si erigeva un castello il quale stava sulla cima di una montagnola che si ergeva su tutta la città.

La notte lo avvolgeva come un lungo mantello, i lunghi capelli corvini che spuntavano dal cappuccio erano mossi da un vento forte portatore di burrasca, teneva la falce in bella vista, non vi era nessuno per le strade, e anche ci fosse stato, Licifer non avrebbe esitato a ucciderlo senza perdere troppo tempo.

Guardò in direzione del castello, sapeva che era stato distrutto e poi ricostruito dopo la battaglia contro Pyron.

“Beh Direi che Maximoof si è sistemato bene. Ho giusto bisogno di una nuova dimora.” Lucifer rise tra i denti, continuò ad avanzare per le vie della città.

Raggiunto l'ascensore che avrebbe portato alla porta del castello due uomini robusti e muscolosi lo fermarono.

“Dove credi di andare ?” chiese uno dei due, il suo ceffo era coperto di cicatrici, le quali si protraevano sino al cranio pelato.

“Non ti interessa scimmione. Vedi di sparire, prima che ti distrugga.” Lucifer gli rivolse queste parole tenendo il cappuccio abbassato.

“Molto divertente. Ma ti consigliamo noi di sparire, altrimenti potresti ricevere un bello stampo dei nostri scarponi sul didietr......” quello si fermo, il compare ridacchiò di scherno, poi vedendo che il collega non terminava la battuta lo guardò, quello che vide lo terrorizzò tanto da farlo tremare e balbettare di paura, una linea di sangue si stava formando sul collo del suo compare, quando quella giunse da capo a capo, Lucifer la tocco lievemente con un dito e quella cadde in dietro.

“Umani.... cosi deboli e cosi stolti.” la voce di Lucifer era priva di pietà, ma piena di compiacimento e soddisfazione come di un artigiano che conclude un lavoro ben fatto.

“Ma... tu...chi... diavolo sei ?” chiese altro terrorizzato. “Diavolo. Hai indovinato.” disse Lucifer sorridendo.

Nello stesso istante nel salone del castello si stava tenendo un fastoso ricevimento , molti uomini e donne della alta società erano li presenti, i primi parlavano d'affari bevendo vini pregiati o danzavano con le consorti, le quali erano impegnate o con questa occupazione o a parlare con le altre dame.

Lilith stava sola sulla balconata della sua stanza aspettando il suo signore, i ricevimenti erano sempre buona occasione per nutrirsi senza che la gente in città se ne accorgesse.

Dopo la ricostruzione del castello Maximoof e lei si erano dedicati interamente al loro progetto di assoggettare l'umanità al loro volere. Ci sarebbero riusciti se John Talbain non si fossero messi in mezzo. Era anche vero che se John non l'avesse risparmiata lei sarebbe morta.

Ora la popolazione guardava con più sospetto i due vampiri, il che faceva correre sempre meno gente ai loro ricevimenti.

“Maledizione, saranno a malapena una settantina di persone .” pensò Lilith, era abituata a vederne molte più. Il vestito rosso della vampira si mosse al ritmo del vento, quella alzò lo sguardo verso il cielo che si stava rapidamente ricoprendo di nuvole nero pece.

“Il cielo minaccia tempesta, meglio, mi piace quando piove . Laverà via il sangue di questa notte.” pensò lei entrando dentro la stanza e chiudendo le finestre di vetro.

Nella sala dei ricevimenti la musica fu interrotta dalla apertura violentissima della porta sulla quale soglia apparve un uomo con il volto corrugato dal sudore e dallo sguardo pietrificato dalla paura.

“Annunciami.” gli disse Lucifer sogghignando malignamente dietro quell'uomo.

“Signori......” cominciò, di colpo il corpo dell'uomo si sezionò in decine di parti, gli urli della folla furono innumerevoli a vedere quella scena.

Lucifer ricompose la falce la quale ritornò alla sua sua consueta forma.

“Troppo lento. Credo che Maximoff si dovrà dotare di servi migliori di questi trogloditi.” Lucifer fece un passo in avanti. La folla si allontanò terrorizzata.

“Uhmmmm non mi piace la tinta di questo salone.” disse il demone, poi rivolse alla folla un sorrisetto malvagio.

“Preferirei un bel rosso...... sangue.” l'angelo caduto si mosse con grazia, facendo roteare la falce, la quale tagliava, feriva e infine uccideva. In pochi minuti era tutto finito. Non c'era più nessuno fuorché lui, quel silenzio e quella situazione lo faceva sentire vivo e appagato.

“Bene, ora scusatemi signori miei, ma ho sete.” Lucifer prese un bicchiere e lo riempi di vino rosso misto a sangue, e poi lo tracannò tutto di un fiato.“Annata mica male, e il sangue è invecchiato a dovere.” commentò il Darkstalker assaporando il miscuglio.

Le sue ali erano aperte nere come la notte, macchiate di quel sangue innocente, le aveva spiegate per essere pronto all'arrivo di Maximoff.

Poi senti la presenza di un aura molto simile a quella di Maximoff, la quale però Lucifer la conosceva solo per il fatto che il luogo ne era impregnato. Si voltò verso la fonte di quell'aura.

“Lilith, mia amata.” disse Lucifer, l'aveva conosciuta era stata lei a farlo cambiare , a fargli capire che se fosse rimasto con suo padre non avrebbe ottenuto nulla. I due si erano amati, ma nessuno sapeva della loro unione. Poi lei se ne andò senza un preciso motivo, spari, e Lucifer non si dava pace, uno dei motivi per cui era sceso sulla terra era anche lei.

“Lucifer ? Cosa ci fai ? Hai combinato tu questo macello?” la voce di lei risuonò alta nella sala vuota.

“Certo che l'ho fatto io, ma non mi aspettavo di trovarti qui mia cara, però posso dire che la cosa mi sorprende in maniera piacevole.” lui si avvicinò rapido a lei e le tene il mento fermo e la baciò.

Lei non esitò lo colpi in piena pancia con delle saette nere, le quali formarono un foro molto largo nel ventre di Lucifer.

“Vai all'inferno Lucifer.” disse lei non lo amava più da diverso tempo lei ora amava Maximoff, lui si staccò dalla labbra di lei.

“Lilith, mi spezzi il cuore. Davvero. Non ti rivedo da centocinquant'anni e tu mi tratti cosi. Che bambina cattiva che sei.”il foro nel ventre di Lucifer si chiuse rapidamente. Lilith lo guardò incredula qualsiasi altro essere sarebbe morto, lui invece era li e le sorrideva beffardamente.

“Hai preferito questo posto lugubre a trascorrere l'eternità con me. Sei stata solo un stupida.”Lucifer si tolse il cappuccio della sua lunga veste nera, Lilith rimase sorpresa di ciò che vedeva. Il volto era lo stesso, ma i suoi occhi erano rossi, totalmente pieni di follia e oscurità, la luce sovrannaturale che emettevano trasmettevano solo caos e una efferatezza che nulla aveva di angelico.

“Sei diventato solo un rozzo macellaio Lucifer. Non è questo che desideravo tu diventassi. Io.... ” iniziò lei. “Tu cosa ? Tu mi hai spinto sul sentiero del male, tu mi hai fatto assaporare il vero potere. E ora critichi ? Hai proprio un bella faccia tosta.” la interruppe Lucifer, sentiva il sangue di lei ribollire nelle sue vene. La osservò, il suo corpo, il richiamo passionale era forte, e Lucifer sapeva bene di non esserne immune, e la cosa gli piaceva immensamente.

“Basta stai zitto.” gli urlò lei lanciandosi contro di lui ad ali aperte e artigli tesi.

Lui evitò l'attacco di lei senza scomporsi, la falce la colpi provocandole un taglio sulla spalla.

“Oggi mi sento magnanimo Lilith, unisciti a me e prometto che ti risparmierò.” Lucifer stava giocando con lei, voleva vedere fino a che punto amasse Maximoff.

Lilith sgranò gli occhi a quella richiesta.

“Deduco che sia un no.” Lucifer apparve dietro di lei.

Lilith si girò e gli tirò un pungo in piena faccia. Lucifer le prese un braccio alla altezza del polso e iniziò a assorbirgli i poteri.

“Cosa mi stai facendo ?” chiese lei sentendosi improvvisamente stanca.

“Il tuo potere di Darkstalker mi alletta molto.” Lucifer sorrise, Lilith pochi secondi dopo svenne.

Luicifer si fermò poco prima di ucciderla, provava ancora qualcosa per lei.

“Bah. Non ho bisogno di questo patetico potere.” lo trasferi di nuovo nella vampira.

“Tu chi sei per turbare cosi la mia festa ?” chiese un voce imponente e austera., Lucifer si voltò verso la fonte di quella voce, un uomo alto possente stava eretto sulla soglia con due grosse ali da pipistrello dietro la schiena. Gli occhi iniettati di sangue squadrarono Lucifer dal lato in basso.

“Demitri Maximoff suppongo.” disse Lucifer rivolto al nuovo arrivato.

“Cosa hai fatto a Morrigan ?” chiese il vampiro.

“Chi ?” Lucifer non capi subito, poi guardò Lilith stesa a terra.

“Nulla amico mio. Nulla in confronto a quello che farò a te.” Lucifer si lanciò contro Maximoff, il quale però senza troppi problemi i colpi, poi divenne un essere fatto di fiamme nere e attaccò. Colpi Lucifer con forza e quello fu scagliato contro una delle colonne, la quale crollò per l'urtò.

Nel frattempo Gabriel si era messo ad urlare reggendosi la testa e cadendo in ginocchio.

“Gabriel che ti succede ?” chiese John preoccupato.

“Lui sta soffrendo, lo sento.” Gabriel caccio un urlò molto più forte del primo.

“Credo che si riferisca a suo fratello.” disse Felicia, i due poi lo fecero stendere a terra.

“Lui sta combattendo. Io posso vederlo.” Lucifer smosse le macerie della colonna che lo sommergeva e si rialzò.

“Ora mi hai fatto veramente arrabbiare Maximoff.” il corpo del angelo nero era parzialmente cambiato, dai gomiti gli uscivano degli spuntoni ossei lunghi una spanna, mentre la testa sfoggiava due corna.

Gabriel al sentire di quella trasformazione si senti il dolore avvampare in tutto il corpo. Urlò di nuovo. John e Felicia non sapevano cosa fare per placare il dolore del loro amico.

“Maximoff. Quindi.... questo.... è il suo......potere. Il potere....di noi......angeli caduti.” Gabriel ansimava e sudava come se avesse fatto uno sforzo enorme. John trasali aveva già combattuto contro Maximoff e non era riuscito a eliminarlo. Gabrile svenne in preda a uno shock fortissimo.

Lucifer si lanciò con furia verso il suo avversario il quale scanso, ma si ritrovò atterrato da un calcio molto forte che Lucifer aveva sferrato con rapidità eccezionale, Poi portò la lama della falce dietro la nuca di Maximoff.

“Addio caro il mio conte. Prenderò il tuo potere come ricordino.” Lucifer sorrise malignamente.

“Tu sei un demone.” disse Maximoff con voce roca.

“Non lo fare Lucifer, non lo fare ti prego.” Lilith era li si era rialzata con le forze che le rimanevano, faticava a rimanere in piedi.

“Tu mi stai supplicando ?” chiese Lucifer, la sua domanda fu susseguita da un risata alta simile a quella di un pazzo. Luicifer non si sentiva appagato come in quell'istante, stava godendo della sofferenza di chi lo aveva fatto soffrire. La assaporava quasi fosse il più dolce dei nettari, e gli piaceva immensamente.

“E va bene Lilith. Voglio dare a te e al tuo consorte un opportunità. Servitemi senza fare domande e vi lascerò vivere.”

Maximoff non voleva ubbidirgli ma per salvare la sua amata Lilith accettò.

“Molto bene. Ora ditemi degli altri Darkstalker; dove sono ?” chiese Lucifer.

Nel frattempo in una foresta Gabriel giaceva privo di sensi, si risveglio di soprassalto.

“Sembra che si sia calmato.” disse Felicia tranquillamente. John annui, la guardò, sapeva di provare qualcosa per lei, ma non lo voleva rivelare a nessuno se non a lei.

Gabriel mugugno nel sonno quasi si stesse riprendendo.

“Lucifer, non può essere. Che cosa sei diventato ?” si chiese l'angelo.

“Che è successo ?” Gabriel spiegò ciò che era capitato.

“Quindi se ho capito bene tu e tuo fratello condividete una sorta di legame empatico giusto ?”chiese John.

“Si, quando lui prova un sentimento particolare io lo ricevo sotto forma di emozioni e viceversa. Il fatto è che se lui fa del male o usa un potere oscuro, io provo dolore. In alcuni casi posso anche vedere con i suoi occhi, come è successo oggi.” rispose l'angelo mettendosi una mano sulla fronte.

“Quindi se tu fai del bene lui dovrebbe sentire dolore.” intervenne Felicia.

“No il bene non può fare del male a nessuno, nemmeno a lui.” disse Gabriel con rammarico.

“Fratello mio, perché ?” si chiese Gabriel prima di addormentarsi.

Sognò due grandi ali dorate, che perdevano le proprie piume, e lasciavano il posto a piume nere come la notte, nere come l'oscurità.

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Capitolo 4
*** 4.Incontro per caso. ***


4.Incontro per caso.

La notte era tranquilla, ma il cuore di Gabriel no. Era seduto su un roccia mancavano poche ore all'alba. Lui, Felicia e John si erano messi a riposare, avevano cercato le traccie di Lucifer ovunque, ma nessuna traccia di lui.

“Le sue azioni non posso non emanare energia oscura, ma allora perché non riusciamo a trovarlo ?” pensava l'angelo nella più chiusa contrizione.

“Non riesci a dormire ?” Felica apparve dietro di lui.

“No.” rispose chinando il capo.

“Sei in pensiero per tuo fratello ?” chiese lei, lui annui, ma non disse nulla.

“Ho paura Felicia, per la prima volta io ho paura. So che lui è la fuori, so che brama il potere sopra ogni cosa. Quello che mi spaventa davvero però è il modo con cui lo vuole ottenere. E in qualche modo so che quel potere c'è l'ho anche io nascosto dentro di me.”Gabriel si guardava le mani, tremavano.

“Che hai da temere ? Ci siamo noi con te. E poi non credo che tu diverresti mai un essere malvagio e assetato di potere.” disse lei prendendogli le mani.

“Lo so e vi ringrazio per questo. Ma non mi perdonerei se vi accadesse qualcosa. Voi non avete nulla a che fare con questa storia.” Felicia gli sorrise e poi fece una risatina e commentò: “Hey. Con chi credi di avere a che fare ? Con dei ragazzini che non si sanno difendere ? Combattiamo da prima di te sai ?” Gabriel alzò la testa e sorrise.

“Grazie Felicia, spero di riuscire a vincere le mie paure.” Gabriel si sentiva un po meglio. Alzò lo sguardo al cielo pensando al suo passato, alla luce luminosa irradiata dal sole, agli immensi cieli sempre azzurri e calmi. Sarebbe voluto ritornare, ma non avrebbe lasciato ne i suoi amici, ne suo fratello a combattere contro un male immenso. Felicia lo lasciò da solo e tornò a riposare.

John stava in una radura steso sull'erba sonnecchiando. Felicia si avvicinò, si mise vicino a lui e gli accarezzò la pelliccia. Sapeva bene che il suo amico aveva il sonno pesante e infatti quello non si sveglio minimamente. Provava qualcosa di forte, qualcosa che accomunava tutti e due. Qualcosa che andava ben aldilà dell'apparenza e attrazione fisica.

“Perché non può rimanere tutto come è adesso ? Perché tutto è destinato a cambiare ? Tu stesso lo vuoi, John. Io non ti ho mai visto come un mostro, perché tu ed io siamo simili. Non capisci che quella che chiami maledizione può essere un dono ?” chiese lei mentalmente, poi cadde addormentata.

Gabriel rimase fermo nella radura, aspettando l'alba. Poi senti che qualcosa lo chiamava da dentro di lui lo obbligava a reagire.

Una forte fitta lo prese al petto, ma cercò di rimanere in piedi, lo sentiva, suo fratello stava uccidendo ancora. Lucifer stava tranciando la testa di diversi umani, per puro divertimento. Lilith gli si avvicinò con calma dicendo che era troppo intimandogli più volte di smettere. Maximoff rimase molto colpito di quanto potere oscuro potesse emanare un essere come lui. Gli aveva indicato diversi Darkstalker, ma Lucifer non aveva bisogno di poteri simili a quelli. L'unico per il quale mostrava un moderato interesse era John Talbain, ma nessuno sapeva dove si trovasse.

“Questo è il quarto villaggio Maximov, e lui non è qui . Dove diavolo è quel sacco di pulci ?” chiese Lucifer con rabbia. Maximov fece per intervenire ma Lilith lo anticipo.

“John è un vagabondo. Lui si sposta in continuazione.” urlò lei.

“Uhm. Allora continuiamo a cercarlo. Separiamoci. Ci vedremo dopo l'alba nell'arena del prossimo villaggio. Vedete di esserci, oppure vi verrò a cercare io ” Lucifer si librò in volo. Lasciando gli altri due a terra.

Maximov guardò la sua amata Morrigan, da quando si era ricongiunta con la sua parte più sbarazzina di Lilith era diventata più tranquilla e meno arrogante, ma allo stesso tempo più insicura.

“Perché mi fa questo ? Che cosa è diventato ?” continuava a chiedersi lei. Pensava a quando Lucifer era un angelo, e la piccola vampira lo amava per la sua ingenuità. Una altra parte di lei voleva solo eliminarlo. Per Morrigan infatti Lucifer non era altro che un ostacolo, un intralcio al dominio sul umanità.

L'angelo nero volava cercando qualche segnale di un potere oscuro, ma nulla sovveniva.

Il cielo era coperto e minacciava tempesta. L'angelo si accorse solo in quel momento di solitudine che suo padre non aveva mandato qualcuno a cercarlo o peggio a ucciderlo.

“Deve aver paura del mio crescente potere ne sono certo.” pensò Lucifer sogghignando beffardamente.

La mattina giunse senza sole, le nuvole c'erano ancora, quasi fossero il sottofondo a qualcosa che avrebbe scosso la terra dalle sue fondamenta. Il preludio ad un tremenda sinfonia che Gabriel sentiva e cosi Lucifer. Il primo ne soffriva e il secondo ne godeva appieno.

L'angelo bianco si sveglio con calma, sentiva che doveva andare, qualcosa lo stava chiamando di nuovo. Un impulso, un richiamo, nemmeno lui sapeva come descriverlo. Quello che era certo era forte. E la fonte di quello era il villaggio dove Gabriel era stato il giorno prima.

Lasciò John e Felicia che dormivano ancora.

“Loro non centrano nulla in questa storia, io non voglio coinvolgerli.” improvvisamente lo percepi, era la forza corrotta di un angelo caduto ad emanare tanto potere oscuro: quella di suo fratello.

“Lucifer aspettami sto venendo a fermarti.” Gabriel corse verso il villaggio , quando fu alle porte inizio a camminare ansimando per riprendere fiato. Quasi fosse un miraggio rivide la chiesa dove il giorno prima aveva incontrato Kisala e Anita.

Gabriel entrò senza esitare, gli era chiaro che Anita era dentro. Infatti la bambina era sempre di fronte la tomba di Donovan.

Gabriel si mise in ginocchio su uno degli scalini che portavano all'altare. Pregò il padre di dargli una mano a fermare suo fratello, ma nessuna voce rispose. Kisala gli si avvicinò salutandolo. Lui ricambiò ma era troppo oppresso da quel potere che temeva per poter iniziare un discorso.

Kisala si accorse della tristezza di lui. “Stai bene ? È successo qualcosa ?”chiese lei piano. Lui si voltò, piangeva.

“Nulla Kisala, nulla che tu possa risolvere. È un mio problema e io lo affronterò da solo.”disse lui, poi si alzò. Si voltò verso l'uscita e si incammino verso di essa.

“Aspetta.” gli disse lei, Gabriel si voltò, lei lo raggiunse.

“Fammi vedere come sei per davvero. Se sei un Darkstalker come hai detto di essere ieri, fammi vedere qual'è il tuo potere.” disse lei, Gabriel si sorprese della richiesta, ma non poteva negare questo piccolo favore a un anima cosi candida come quella di quella ragazza. Gabriel sfoderò le sue ali. Poi piangendo usci.

“Tu sei un angelo.” disse Kisala molto piano, Anita la aveva raggiunta, il suo sguardo era freddo come al solito, ma aveva qualcosa di diverso, Kisala lo notò, un qualcosa che pareva un accento di compassione.

“Donovan.” disse la bambina ma non parlò di più.

L'angelo raggiunse l'arena, ad ogni passo gli sembrava di sentire la tensione aumentare come se fosse un enorme macigno attaccato alla caviglie. Giunto nel cortile interno lo vide: suo fratello. La visone gli provocò, sgomento, rabbia, e disgusto.

“Ciao Lucifer.” disse Gabriel freddo.

“Ben arrivato Gabriel ti stavo aspettando. Mi pareva parecchio strano che mio padre non avesse inviato nessuno, ma non mi aspettavo proprio te. Certo che il senso dell'umorismo non gli manca. Il mio caro fratellino.” disse Lucifer poi rise.

“Non mi ha mandato nostro padre qui, sono venuto di mia spontanea volontà .” disse Gabriel, Lucifer si stupi.

“Avanti, sai bene che non puoi mentire...” disse Lucifer con fare accomodante. “E non lo sto facendo. Sono qui solo per riportarti indietro, e se non lo farai con le buone, lo farai con le cattive.” ribatté Gabriel acidamente estraendo fuori la spada.

“E cosi vuoi riportarmi indietro eh? Sciocco Gabriel, pensi davvero che lo farei ?”

“Ascoltami Lucifer, se non lo farai perirai sicuramente. Pyron sta per tornare dalla morte, e tu sai che non sei in grado di sconfiggerlo.” disse Gabriel. Lucifer rimase fermo un istante poi si mise a ridere una, risata alta, beffarda risuonò per l'arena.

“Forse hai ragione con i miei poteri di angelo che avevo prima non sarei stato in grado, ma ora io ho nuovi poteri, e nessuno mi impedirà di diventare il nuovo sovrano di questa terra.” Lucifer fece una pausa, poi riprese: “Gabriel, visto che siamo fratelli ti voglio offrire l'occasione di unirti a me, e dominare con me questo misero mondo.”

“Rifiuto. Ho un nuovo scopo ora: riportarti indietro e io non lo lascerò perdere nemmeno un istante.” ripose Gabriel, puntando la spada contro il petto del fratello.

“Bene hai fatto la tua scelta, stolto.”ribatté Lucifer incrociando la falce con la spada del suo nuovo avversario. Entrambi sapevano che sarebbe stato un scontro titanico, ma nessuno si voleva tirare indietro.

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