Non ho avuto scelta

di DraconisStrega
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Grande Passo ***
Capitolo 2: *** Chiarimento di idee ***
Capitolo 3: *** Il legame più forte ***
Capitolo 4: *** Una Grande Amicizia ***
Capitolo 5: *** Per il suo bene ***
Capitolo 6: *** Una lettera per te ***
Capitolo 7: *** Il Matrimonio ***
Capitolo 8: *** La Rosa Rossa ***
Capitolo 9: *** Legami ***
Capitolo 10: *** Conseguenze ***
Capitolo 11: *** Un'occasione persa ***
Capitolo 12: *** Amore ***
Capitolo 13: *** La Sua Bugia ***
Capitolo 14: *** Nuova Libertà ***
Capitolo 15: *** Tra le sue braccia ***
Capitolo 16: *** Fotoricordo ***
Capitolo 17: *** Forza ***
Capitolo 18: *** Il tempo che passa ***
Capitolo 19: *** Dolce Sorriso ***
Capitolo 20: *** Nelle sue mani ***
Capitolo 21: *** Luce ***
Capitolo 22: *** Undici anni dopo ***
Capitolo 23: *** Posta a Sorpresa ***
Capitolo 24: *** La Proposta ***
Capitolo 25: *** Uno Strano Incontro ***
Capitolo 26: *** La Partenza ***
Capitolo 27: *** Nuovi Incontri ***
Capitolo 28: *** Lo Smistamento ***
Capitolo 29: *** Dietro la Porta ***
Capitolo 30: *** Un Rotolo di Pergamena ***
Capitolo 31: *** La Lezione ***
Capitolo 32: *** Dentro Lei ***
Capitolo 33: *** Salute in Bottiglia ***
Capitolo 34: *** Un'Ottima Presa ***
Capitolo 35: *** A Conoscenza ***
Capitolo 36: *** Domanda Inaspettata ***
Capitolo 37: *** La Candela Accesa ***
Capitolo 38: *** Il Mittente ***
Capitolo 39: *** Disarmo ***



Capitolo 1
*** Il Grande Passo ***


In un pomeriggio di luglio, Hermione stava stendendo la biancheria pulita nel giardino della Tana, era una giornata tranquilla. Più di un anno fa la guerra aveva travolto la sua vita e quella dei suoi amici, ma con il tempo tutto stava tornando normale, Hermione aveva ripreso a studiare e aspirava ad avere in futuro un incarico al Ministero della Magia. Ron ed Hermione erano una coppia a tutti gli effetti, sempre incoraggiati a compiere il grande gesto di sposarsi, idea che faceva rabbrividire la ragazza. Non era di certo pronta per sposarsi, oltretutto non era nemmeno sicura dell’amore che provava per  Ron.

Finito di stendere Hermione rientrò in casa, posò il cesto affianco al lavandino.  Era un’ estate particolarmente calda e afosa, Ron, Harry, Ginny e George passavano gran parte del loro tempo a giocare a Quidditch in giardino, ma lei preferiva aiutare Molly nelle faccende di casa e dedicarsi alla lettura. Dalla finestra della cucina si vedeva Harry sfrecciare a bordo della sua Firebolt inseguire Ginny, che era ufficialmente la sua fidanzata. Hermione pensò  che erano proprio una bella coppia, stessa cosa dicevano di lei e di Ron.

 

<< Herm, vieni a giocare?>> . Le chiese la ragazza dai capelli rossi, << No, Ginny. Ho tante cose da fare prima che tua mamma torni>>. Rispose Hermione, ovviamente era solo una scusa, tutti sapevano che lei non amava lo sport. Ginny sorrise all’amica e torno a dedicarsi alla partita.  Finito di sistemare la cucina Hermione salì in camera, e si stese sul letto. Era stanca, la notte scorsa era rimasta sveglia per studiare, quando finalmente riuscì a chiudere gli occhi era stata svegliata dal russare di Ron. Si mise il pigiama e si butto sul letto morbido.

Hermione si svegliò di botto, agitata e sudata. Perché aveva sognato proprio lui? La ragazza guardò fuori dalla finestra, era buio. Sconcertata prese in mano l’orologio che era sul comodino,erano le venti e trenta, aveva dormito tutto il pomeriggio, ma soprattutto aveva sognato Draco Malfoy, che riteneva fosse la cosa peggiore.

Hermione decise di farsi una doccia per rinfrescarsi, nel mentre si mise a pensare. Era convinta di averlo dimenticato ormai, era fidanzata con Ron, e in più non lo vedeva da tanto tempo. Ma sapeva che era lui la causa della sua infelicità. Ron era un perfetto fidanzato, le dava esattamente ciò di cui lei aveva bisogno, era leale e dolce, ma non era esattamente ciò che lei voleva.  Uscì dal bagno, e si vestì  velocemente. Aveva preso una decisione, l’indomani sarebbe andata da lui, era convinta che quel sogno significasse qualcosa.

<< Ehi dormigliona! Mi sei mancata>>.  Disse Ron andandole incontro. L’abbracciò dolcemente, e le diede un bacio leggero sulla fronte. Si vedeva che lui l’amava veramente. Lei ricambiò l’abbraccio e si sedette a tavola.  << Ora che ci siamo tutti posso fare un annuncio>> . Esclamò alzandosi in piedi Harry. Continuava a torcersi le mani, probabilmente quell’annuncio lo rendeva particolarmente nervoso. << Come sapete per me siete la mia famiglia, e qui mi sento a casa. Mi avete accolto quando avevo solo undici anni, e nonostante tutto mi accogliete ogni giorno come se fossi vostro figlio. Quindi mi sembra giusto chiedervi la mano di vostra figlia Ginevra, la donna che amo e che voglio accanto a me per il resto della mia vita>> . Gli occhi di Harry si riempirono di lacrime, la sua mano stringeva quella di Ginny.


Nella sala scoppiò un applauso, Molly e Arthur abbracciarono subito i due ragazzi. <>. Arthur strinse la mano ad Harry, congratulandosi con lui e con la figlia. Molly stava ormai piangendo a dirotto, la sua bambina si stava per sposare, era cresciuta troppo in fretta. << È bellissimo, Harry! Come mai non ce l’hai detto?>>. Chiese George curioso. << Scusate ragazzi, ma non potevo, era  un segreto>>. Harry si scusò sorridendo e strinse ai fianchi Ginny. << Non poteva, e non voleva dirvelo. Se no se la sarebbe vista con me>>. Disse ridendo Ginny. Hermione e Ron  si congratularono con loro, la cena si era trasformata in una grande festa. Alzarono tutti quanti i bicchieri, << Agli sposini!>> esclamò il signor Weasley, e il coro rispose urlando << Agli sposini!>>.


Ciao a tutti! Questo è il primo capitolo, spero che vi piaccia la storia che continuerò a pubblicare, cercherò di fare del mio meglio. Sono accette tutte le vostre critiche, che saranno per me sicuramente costruttive. Un bacio, Draconis.

 

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Capitolo 2
*** Chiarimento di idee ***


Erano circa le otto e mezza del mattino, quando la sveglia di Hermione squillò. Quella mattina sarebbe andata a trovare Draco Malfoy, ovviamente di nascosto, nessuno avrebbe dovuto saperlo.  La giovane donna si alzò dal letto, Ron dormiva ancora, andò in bagno a darsi una sciacquata e si vestì. Scese giù in cucina, sul tavolo la colazione era già disposta . Harry era seduto al suo solito posto e leggeva la Gazzetta del Profeta.

«Buongiorno!» disse lei sorridendo, si sedette di fronte a lui e prese una fetta biscottata. «Buongiorno Hermione, oggi sei mattiniera eh?» rispose Harry versandosi del caffè nel bicchiere. «Si, ho delle commissioni da fare oggi. Ho finito di leggere tutti i libri che avevo comprato due settimane fa, e poi devo comprare il cibo per Grattastinchi» . Hermione si spalmò della marmellata sulla fetta biscottata e le diede un morso, «Ah, allora oggi hai un bel po’ di cose da fare. Io credo che resterò qui a sistemare i preparativi per il matrimonio. Non so se te l’ho detto ieri sera, ma abbiamo deciso di sposarci il 31 luglio, così Molly potrà festeggiare anche il mio compleanno» disse Harry sorridendo, nel frattempo entrò Molly sbraitando.

«Oh, buongiorno cari. Stavo giusto notando che ci sono troppi gnomi in giardino, e fra due settimane ci sarà un matrimonio in questa casa. Quindi dobbiamo incominciare a preparare tutto, vero Harry caro?» Molly si rivolse a Harry dolcemente. «Certo, Molly. Stavo giusto dicendo ad Hermione che probabilmente oggi starò a casa a occuparmi dei preparativi», nel frattempo Hermione si era già alzata dal tavolo. «Vado a fare delle commissioni, ti serve qualcosa Molly?», Hermione sembrava particolarmente tranquilla, «No, grazie cara. Ci vediamo dopo», sorrise la donna.

In un attimo Hermione si smaterializzò davanti a Malfoy Manor, aprì il cancello ed entrò nella grande proprietà. Attraversò il viale, e si trovò davanti all’enorme portone, sui cui era inciso lo stemma della famiglia Malfoy. Bussò alla porta, dopo pochi secondi sbucò un elfo. « Desidera» disse l’elfo accennando un sorriso ad Hermione, « Vorrei parlare con Draco Malfoy, se è possibile» , rispose lei, «Si accomodi Signorina». Hermione entrò in casa, e si accomodò nell’enorme salone. C’era già stata circa un anno prima, ma a lei dava l’impressione che fosse passato un secolo.

«Non mi aspettavo di vederti, sai?» esordì Draco, non appena entrò in stanza. «Non mi saluti nemmeno Draco? Comunque sono venuta per parlarti» rispose lei secca. «Fin lì c’ero arrivato. Mi sembrava che ci fossimo già detti tutto o sbaglio?». Draco si sedette di fronte ad Hermione, e la stava fissando incuriosito. «Si, esatto. Ho pensato a lungo a noi due, e quello che c’eravamo detti l’ultima volta che ci siamo visti, ed ho scelto te. Un anno fa ti ho detto che ti amo, e te lo dico anche oggi. Non voglio risvegliarmi la mattina accanto a Ron, ma a accanto a te Draco» Hermione si era alzata e stava andando incontro a lui che era ancora seduto sulla poltrona. «Cosa ti fa pensare che io sia ancora innamorato di te? L’anno scorso tu mi hai detto che mi amavi ma che probabilmente non avrebbe funzionato, e ora torni da me dicendo che non importa?» esclamò lui, alzandosi di colpo. «Sono sicura di quello che sto dicendo, tu mi ami. E hai ragione, adesso non m’importa sapere se funzionerà o no. Voglio solo stare con te». I due ragazzi erano ormai vicini, «Sei sempre la solita sapientona eh, Granger? Però devo ammettere che hai ragione, sono ancora innamorato di te», Draco la strinse a se e la baciò.

Malfoy la prese per mano e la portò al piano di sopra, entrarono nella sua enorme stanza. La sollevò da terra e la poggiò sul letto. Hermione era al settimo cielo, non si era mai sentita cosi felice. Era sicura che lui era tutto quello di cui aveva bisogno.  Lui era sopra di lei, «Mi sei mancata»  disse lui e poi continuò a baciarla, «Tu non sai quanto», rispose Hermione stringendolo a sé.




Ciao a tutti! Questo è il secondo capitolo della mia storia, vi consiglio di leggerla perchè sarà ricca di sorprese. Sono accette le vostre critiche, che saranno per me costruttive. Un bacio, Draconis.

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Capitolo 3
*** Il legame più forte ***


Il tempo era volato, si era fatto tardi per Hermione, doveva tornare alla Tana. Si rivestì velocemente, e scese di nuovo nel salone. «È tardi! Devo tornare a casa» disse lei, con tono triste. «Torna domani, stessa ora, i miei genitori sono fuori» rispose Draco con aria maliziosa, «Ok, ma non ti fare strane idee anche per domani» rispose Hermione ridacchiando. «Certo che me le farò», Draco si avvicinò e la saluto con un bacio e poi lei si smaterializzò.
«Sei tornata finalmente! Sei stata fuori tutta la mattina, mi è preso un colpo quando non ti ho visto nel letto», Ron le andò incontro e l’abbracciò forte. «Scusami, avevo delle commissioni da fare, e non volevo svegliarti», mentii lei, «Tranquilla amore, andiamo di là, è pronto da mangiare» Ron la prese per mano, e insieme andarono in cucina.


Hermione si sentiva uno schifo per quello che gli stava facendo, sapeva che Ron non si meritava tutto ciò. Ecco, avrebbe aspettato che le cose con Draco andassero a gonfie vele, e poi l’avrebbe lasciato senza rancore. Si avrebbe fatto così, cercava di ripeterselo per sentirsi meno in colpa.

*************
 
Draco era felice, ma nello stesso tempo turbato. Era innamorato di Hermione, e lei di lui, ma sapeva che suo padre non l’avrebbe mai accettata come nuora. Non sapeva come fare, fare finta di niente e poi vedere come la prenderebbe Lucius, o lasciarla nonostante sia la cosa più bella che gli sia mai capitata.

«Draco? Dove sei?». Sua madre Narcissa era rientrata in casa, «Eccomi Madre, ero in camera mia» rispose lui freddo. «Ero  a Diagon Alley, e ho sentito che il tuo amico, Harry Potter, si sposerà a breve con Ginevra Weasley. Non è una cosa splendida, il coronamento di un amore?» disse Narcissa tutta entusiasta, «Da quando Madre, sei così romantica?» se la ridacchiò Draco, «Oh tesoro, lo sono sempre stata. E anche tuo padre lo era sai? Ma non mi regala nemmeno un fiore da trent’anni » rispose affranta la donna. «Comunque Potter non è mio amico. E non capisco perché hai pensato che tutto ciò mi potesse interessare» esordì il figlio, «Perché ritengo che sia ora che di trovarti una compagna. E so anche chi desideri come compagna ». Narcissa si era seduta vicino al figlio, «A chi ti riferisci?» chiese curioso Draco, «Naturalmente ad Hermione Granger!» esclamò Narcissa. «Aspetta, ma tu coma fai a saperlo?», Draco era stupito ma spaventato allo stesso tempo.

«Sono tua madre, Draco. Nessuno ti conosce meglio di me. Ti è sempre piaciuta quella ragazza, fin da piccolo. Se ti ricordi anche in nostra presenza la stuzzicavi, e si sa che quando un ragazzino stuzzica una ragazzina è perché gli piace. E so anche cosa vi siete detti un anno fa, e che stamattina lei era qui». Draco stava analizzando il suo sguardo, «Hai ragione, però mi stai facendo paura. Come fai a sapere tutto questo?» chiese Draco. «Trudy, quell’elfo sa tutto di tutti. Ah, non prendertela con lei, sono stata io a cavarle informazioni dalla bocca, ero troppo curiosa. E stai tranquillo, tuo padre non sa nulla» lo rassicurò lei facendole una carezza  sulla spalla. «Non l’accetterà mai, lo sai anche te! Ma io la amo, Madre!», Draco si alzò di scatto, e incominciò a fare avanti e indietro per la sala. «Draco non posso dirti cosa devi fare, posso solo dirti che devi scegliere tu, seguendo il tuo cuore» si alzò anche Narcissa e andò verso il figlio, «Ma è cosi difficile, Mamma».
 
Quando Narcissa sentì quella parola ebbe un sussulto, Draco non l’aveva mai così, per lui era sempre stata sua madre e mai la sua mamma. Lei lo abbracciò forte, forte a sé, cercando di consolarlo.
Dagli occhi di Draco scese una lacrima, «Si, figlio mio, è difficile. Ma hai superato scelte più dure di queste, scegli il meglio per lei se la ami davvero, anche se può non essere il meglio per te».
 


Ciao a tutti! Questo è il terzo capitolo della mia storia, spero vi stia piacendo, e che mi stiate seguendo. Un bacio, Draconis.

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Capitolo 4
*** Una Grande Amicizia ***


«No Ginny! Niente tendone rosa!» esclamò Harry a Ginny che stava facendo la lista dell’ occorrente per il matrimonio. «Si vede che sei un uomo Harry! Il rosa è un tocco di classe perché non capisci? Herm, è vero che il rosa sarebbe un ottimo colore per il tendone?» chiese furiosa Ginny all’amica. «Ehm, io credo che siano scelte che dovete prendere tra di voi» disse Hermione, cercando di tirarsi fuori dal litigio tra i due fidanzati. «Grazie Herm. Vedi mi ha dato ragione!» esordì Ginny, più rossa del solito. «Non ti ha dato ragione! Si è solo tirata fuori dalla questione!» Harry, alzò ulteriormente la voce, «In pratica mi ha dato ragione! Perché sa benissimo che io ho più gusto di te!» gridò Ginny.

«Basta ragazzi smettetela! Tornare dal lavoro e trovare questo baccano non va bene! Il tendone sarà bianco perché è più economico e la questione è chiusa!». Il signor Weasley era appena rientrato ed era stanco, le loro urla si sentivano addirittura in giardino. «Non è giusto! Nessuno mi capisce!» , Ginny infuriata prese la sua roba e corse in camera sua.

Era strano il comportamento di Ginny, che era sempre stata una ragazza calma e pacata. Hermione preoccupata per lei decise allora di seguire l’amica. «Ginny, sono io Hermione. Posso entrare?» chiese Hermione, visto che l’amica si era  chiusa in camera sua. «Si, entra» disse lei.

 Era rannicchiata sotto le coperte, e sembrava che piangesse. «Che succede Ginny? Perché stai piangendo?» chiese preoccupata Hermione, che nel frattempo si era seduta affianco a lei sul letto. Ginny uscì fuori dalle coperte, la canottiera che portava si era leggermente alzata, e si intravedeva il ventre gonfio della ragazza. «Non lo so, Herm. Non so cosa mi sia preso, io non sono così» Ginny era dispiaciuta per aver trattato male Harry, «Probabilmente ti devono arrivare» disse Hermione, cercando di rassicurarla.

«Aspetta! Ora che ci penso è un po’ di tempo che non mi arrivano!» esclamò la ragazza, «Un po’ quanto, Ginny?» chiese scioccata Hermione. Ginny stava contando con le dita, il tempo trascorso. «Hermione! Saranno più o meno quattro mesi!» . Le due ragazze si guardavano scioccate, nessuna delle due riusciva a dire una parola.

«Come hai fatto a non accorgertene Ginny! Vuoi dire che sei incinta? O non sei certa che siano quattro mesi?» Hermione si era alzata di scatto, era scioccata, si girò verso l’amica e le guardò la pancia. «Guarda la tua pancia Ginny!». Hermione si sedette di nuovo vicini all’amica, «Si, Hermione sono incinta. Non ci posso credere sono troppo felice!» Ginny aveva un sorriso enorme sul viso, e strinse a se l’amica che era sinceramente felice per lei.
«Devi assolutamente dirlo agli altri! Soprattutto ad Harry!» la incoraggiò Hermione, «Ma se non lo fossi realmente? Magari è solo un caso!». Ginny era preoccupata, glielo si leggeva in faccia,

Hermione doveva tranquillizzarla perché era più che convinta che lo fosse. «Stai tranquilla, Harry non desidera altro che una famiglia con te. E comunque è assolutamente certo che tu sia incinta, e nonostante tu sia ancora giovane sono certa che sarai un’ottima mamma» , Hermione le accarezzò il viso e le asciugò un lacrima che le stava solcando il viso. «Ti voglio bene Herm», disse Ginny, «Ti voglio bene anche io Ginny» rispose Hermione.




Ciao a tutti! Questo è il quarto capitolo della mia storia, se per ora non vi sembra niente di nuovo ed entusiasmante aspettate e ne vedrete delle belle. Non posso e non voglio dirvi altro. Se avete delle recensioni, o delle critiche mi farebbe molto piacere leggerle. Un bacio, Draconis.

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Capitolo 5
*** Per il suo bene ***


Hermione era convinta, anzi era assolutamente certa che avrebbe avuto figli solo quando sarebbe stata adulta, ma nonostante ciò era sinceramente felice per Ginny. Quella stessa sera Ginny aveva dato la notizia ad Harry, e poi a tutta la famiglia. Harry fu talmente felice di ciò che l’accontentò e decise di prendere un tendone rosa per il matrimonio.

Hermione era intenta a starsene da sola e tranquilla quella sera, soprattutto perché Ron aveva accennato al fatto che se avessero avuto un figlio anche loro sarebbe stato fantastico. Lei naturalmente non voleva un bambino e non lo voleva con lui, ma si consolò pensando che il giorno dopo sarebbe andata da Draco.

****

 
Draco si ripeteva quello che le avrebbe detto, e si chiedeva se era la scelta giusta. Più tempo passava e più era nervoso, per fortuna in quel momento lei bussò e lui stesso andò ad aprirle la porta.

«Buongiorno! Entra pure» le disse Draco, «Buongiorno! Non vedevo l’ora di venire qui da te»  Hermione gli mise le braccia intorno al collo e lo baciò. «Non ero io che non dovevo farmi strane idee?»  le chiese malizioso, «Appunto, mica io» rispose Hermione con voce intrigante. Draco la prese in braccio e la spostò sul divano, le strappò i vestiti e la baciò.

Che cosa gli era saltato in mente a Draco? Lui doveva parlarle e dirle come stavano le cose. Doveva dirle che non potevano stare insieme perché suo padre non l’avrebbe accettata, e sapeva che il rifiuto da parte di Lucius l’avrebbe ferita.

«Dobbiamo parlare» le disse con tono serio Draco. «Di cosa?» le chiese lei, «Di questo, non può funzionare Hermione, lo sai anche tu.  Non siamo fatti per stare insieme, è meglio se ognuno va per la sua strada», Draco era di schiena, non voleva guardarla mentre la feriva, e non voleva essere visto mentre le mentiva.

«Cosa diavolo stai dicendo? E poco fa, quello che abbiamo fatto non significava niente? » . Aveva le lacrime agli occhi Hermione, si sentiva ferita e umiliata. «Si, non significava niente» disse lui con voce tremante, «Guardami negli occhi quando ti parlo!» Hermione piangeva e urlava addosso a Draco. Lui si girò e si sforzo per non piangere e per restare serio, e disse: «Non significava niente».

 Si sentiva morire dentro, l’aveva ferita e la vedeva lì immobile e fragile che piangeva. Hermione si sentiva come se una parte di lei le fosse stata portata via, si sentiva vuota, non riusciva a guardarlo in faccia e decise di andare via e di non tornare più.

Si smaterializzò direttamente in camera sua alla tana, dove Ron stava dormendo. Lo guardò per un po’ e poi decise che lui sarebbe stato l’unico uomo che avrebbe amato per il resto della sua vita.




Ciao a tutti! Ecco il quinto capitolo, spero vi piaccia! Un bacio, Draconis.

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Capitolo 6
*** Una lettera per te ***


«Hermione, tesoro, terra chiama Hermione?», Ron passò una mano davanti alla faccia imbambolata di Hermione. «Scusami, mi ero incantata. Andiamo di là a dare una mano a tua mamma starà impazzendo in mezzo alle bomboniere», Hermione non si era incantata, era solo distrutta per l’abbandono di Draco. Perché si lui l’aveva abbandonata senza una ragione precisa, e senza una spiegazione. Era arrabbiata e delusa, era convinta che lui fosse diverso da quello che gli altri credevano, era pronta a dimostrare che in lui c’era un ragazzo buono. Ma in fin dei conti era solo una messa in scena e lei stupida che c’era cascata, forse non era così intelligente come tutti credevano. 
Hermione prese per mano Ron, e insieme andarono in cucina. Cosa c’era di sbagliato in Ron? Niente, ora poteva essere sicura che nessuno l’avrebbe più abbandonata.

*****

 
Pezzi di vaso rotti riempivano il pavimento del salotto di Malfoy Manor. Trudy, l’elfo domestico, passava intere giornate a procurare vasi, piatti e bicchieri al suo padrone Draco Malfoy, che lui puntualmente lanciava rabbiosamente contro il muro.

Suo padre Lucius, non ci fece nemmeno caso, sapeva che suo figlio era un ragazzo complicato e non osava chiedergli cosa avesse, o cosa lo facesse stare male, probabilmente non gli interessava e basta. Sua madre Narcissa lo guardava sfogarsi, lo sentiva piangere di notte al buio nella sua stanza. Non ce la faceva più a restare inerme doveva fare qualcosa, andò in camera sua, aprì un cassetto del suo comodino che era chiuso a chiave. Dentro a quel cassetto c’era una busta, rilegata ed elegante, di un color crema con un’intestazione: Al gentile Signor Draco Malfoy.

 Narcissa la prese tra le mani, chiuse il cassetto e si diresse in camera del figlio. Delicatamente bussò alla porta, ma non ebbe nessuna risposta. Decise allora di entrare lo stesso, e lo vide seduto sul letto a fissare il vuoto.

«Sapevi che ti avrebbe fatto male » disse Narcissa sedendosi sul letto. «Non immaginavo tanto». Draco si stese, «Posso solo dirti che passerà non ora, ma passerà. A proposito, questa mattina è arrivata una lettera per te», gli porse la lettera che lui aprì immediatamente.

«È un invito, al matrimonio di Potter» disse lui lanciando la lettera per terra.  «Perfetto, preparo il completo grigio» disse allegramente Narcissa, avanzando verso l’armadio.
«Non hai capito, io non ci vado. Primo ci sarà anche lei, secondo io non sono amico di Potter» disse lui impuntandosi e incrociando le braccia, «Se ti ha invitato ci sarà un motivo, e poi non potrai evitarla per il resto della tua vita. Quindi ti obbligo ad andare a quel matrimonio, e porterai anche un regalo ad Harry Potter », disse Narcissa con tono autoritario.

 «Mamma non sono un bambino so scegliere quello che voglio o non voglio fare» Draco si chinò e raccolse l’invito. Ormai aveva capito che non aveva scampo, sarebbe dovuto andare a quel matrimonio che lo volesse o no.
«Non sarai un bambino, ma ti comporti come tale. Vedrai che i divertirai, sarà una rimpatriata in fondo, è un’ occasione per rivedere i tuoi amici. Guarda il lato positivo Draco, non lo fai mai» sorrise al figlio e uscì dalla stanza.




Ciao a tutti! Questo è il sesto capitolo della mia storia, che spero vi piaccia. Un bacio, Draconis.

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Capitolo 7
*** Il Matrimonio ***


Era il grande giorno, la Tana era addobbata a festa. Nel giardino c’era un tendone enorme, che avrebbe contenuto nelle ore successive almeno duecento maghi. In una stanza al piano superiore, la sposa si stava preparando.

Ginny indossava un vestito morbido di seta, candidamente bianco, con delle spalline sottili. La schiena della ragazza era completamente scoperta, mentre sul davanti s’intravedeva il pancione di una donna incinta di quasi cinque mesi. I suoi capelli erano solo in parte raccolti, le altre ciocche rosse le cadevano sulle spalle. Era una sposa bellissima, pur essendo così giovane. Insieme a lei Hermione, Molly e Fleur, la giovane donna scese le scale per dirigersi accompagnata da Arthur all’altare.

Al matrimonio erano stati invitati proprio tutti, da alcuni studenti di tutte le case di Hogwarts, a professori, erano presenti anche i membri restanti dell’Ordine, e i colleghi di Arthur Weasley al Ministero della Magia. Insomma a festeggiare la coppia c’erano proprio tutti, e non poteva di certo mancare Draco Malfoy, che per l’occasione indossava un abito grigio che gli stava a pennello, e teneva nel taschino sinistro una rosa rossa.

Hermione Granger era tanto emozionata, il fatidico giorno era arrivato. Indossava un vestito a tubino verde smeraldo che esaltava la sua lieve abbronzatura. I suoi capelli erano legati in un morbido chignon, da cui pendeva qualche riccio castano. Quel giorno però non si sentiva particolarmente in forma, probabilmente pensò, che si trattasse di influenza e ci fece poco caso. Il suo ragazzo Ron Weasley indossava un completo nero e nel taschino aveva un fazzoletto del colore del vestito della sua fidanzata.

La ragazza girovagava da sola per il tendone, e si soffermò a guardare l’enorme torta che Molly aveva fatto preparare. Era una torta a sette piani, ma sopra all’ultimo piano c’era un cup cake con scritto “Buon compleanno Harry!”.

«Hermione!» esclamò una ragazza bionda, che Hermione riconobbe come Luna Lovegood, «Luna! Quanto tempo, come stai? Ciao Neville» disse sorridendo Hermione. Era contenta di rivedere i suoi amici, «Ciao Hermione», rispose lui sorridendo. La sua mano stringeva quella di Luna, erano chiaramente una coppia affiatata. «Stiamo bene, come puoi vedere», Luna indicò le loro mani muovendole verso l’amica. Hermione accusò di nuovo i sintomi dell’influenza e si dileguò dagli amici. «Si, siete una bellissima coppia ragazzi. Vi raggiungo dopo, mi sono ricordata che dovevo fare una cosa importante» disse lei sforzandosi di fare un sorriso, «Tranquilla, a dopo» disse Neville.

Hermione rientrò in casa, e corse in bagno. Che cosa stava succedendo? Quest’influenza la stava uccidendo, decise di prendere una pastiglia e di scendere di nuovo alla festa. Si ora stava decisamente meglio, c’era talmente tanta folla che non aveva nemmeno incontrato Draco. Probabilmente se avesse saputo che c’era anche lui, non sarebbe uscita dal bagno.

Si faceva largo tra la folla cercando Ron, che stava chiacchierando con Seamus e Dean.




Ciao a tutti! Questo è il settimo capitolo. Vi ricordo che sono sempre ben accette recensioi e critiche, Un bacio, Draconis

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Capitolo 8
*** La Rosa Rossa ***


Draco, dopo innumerevoli conversazioni futili, decise di prendersi da bere e starsene un po’ per i fatti suoi. In fondo essere invitato alla festa di Potter gli aveva fatto piacere, certo non erano amiconi, ma essere considerato degno di entrare nella sua cerca fu piacevole per lui.

Tra la folla riconobbe Cho Chang, Lavanda Brown, Katie Bell, le sorelle Patil, Hannah Abbott, e naturalmente i suoi amici Serpeverde con cui aveva già chiacchierato in precedenza.

Sorseggiava il suo champagne, che riconobbe di qualità mediocre, infatti non lo finì nemmeno.
Era sollevato di non aver ancora incontrato Hermione, in questo modo si sarebbe potuto godere la serata senza brutte sorprese.

«Ron ti stavo cercando! Ciao Dean, Seamus», disse Hermione prendendo per un braccio Ron, «Ciao Hermione» dissero in coro i due Grifondoro. «Ehi Dean andiamo a vedere se ci danno un pezzo di torta gigante?» esordì Seamus con una faccia più che entusiasmata, «Grande idea amico! Ci vediamo dopo ragazzi!» e i due ragazzi se ne andarono.

«E così ti mancavo eh? Non sa stare senza il tuo Ron - Ron eh?» disse Ron sorridendo e avvicinando a sé Hermione. «Oh, ma come è presuntuoso il mio Ron - Ron » Hermione sorrideva sinceramente, ma si accorse che non c’era la stessa chimica.

E fu in quel momento che lui la vide, avvinghiata a Ron Weasley.

«Sarò anche presuntuoso, ma sono anche tenero» disse lui con tono di sfida, «Ah si? Dimostramelo allora» Hermione sorrideva con il cuore. Ron la strinse di più a sé e la baciò come non l’aveva baciata mai, e lei ricambiò il bacio dolce di Ron.

Draco rimase impietrito davanti a tutto ciò, pensava che lei fosse innamorata di lui. Lui che è rimasto per settimane distrutto, convinto di averle fatto male, e in realtà lei stava bene e se la faceva con Weasley. Non poteva sopportarlo.

La rosa rossa che teneva nel taschino si era seccata, e come una lacrima cadde a terra.

Hermione non si accorse della presenza di Draco, anzi lei non lo aveva proprio visto alla festa. Era ancora convinta che non fosse stato invitato.

Andò a prendere un pezzo di torta al cioccolato, l’assaggiò e sia accorse che era veramente buona, probabilmente ne avrebbe presa un’altra fetta. Finita la prima però, le tornò la nausea, stavolta più forte che mai.
Quando realizzò che doveva correre in bagno lo vide, vide Draco che la fissava con uno sguardo pieno di rabbia e delusione.

Lei non fece tempo a realizzare quello che aveva visto, anzi chi aveva visto ma dovette correre immediatamente in bagno.






Ciao a tutti! Ecco l'ottavo capitolo. Spero vi piaccia. Un bacio, Draconis

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Capitolo 9
*** Legami ***


Draco era scioccato, il comportamento di Hermione era inaccettabile. Era stato così male, pensava di averla fatta soffrire, di averla abbandonata, e lei invece si era consolata molto in fretta con Weasley. Forse aveva fatto bene a lasciarla, forse non erano fatti per stare insieme.

Si ripeteva queste parole come consolazione, ma non gli bastavano, erano parole vuote. Hermione non si era degnata di dargli una spiegazione, l’aveva guardato ed era scappata via, lei la ragazza che non si nasconde mai.

 Ma lui l’amava, e anche tanto. Hermione era l’unica ragazza che lui avesse mai amato, doveva solo rassegnarsi al fatto che si sarebbe fatta una vita prima o poi senza di lui. L’unico problema è che lui non l’aveva dimenticata e sapeva che non ci sarebbe mai riuscito, ma lei invece c’era riuscita.

Hermione era chiusa in bagno da almeno mezzora, fisicamente stava un po’meglio, ma dentro stava soffrendo. Rivederlo così presto era un duro colpo, voleva parlargli, voleva chiedergli il motivo per cui l’aveva lasciata. Ma si sentiva debole, non se la sentiva di tornare alla festa. Era preoccupata, cosa le stava succedendo?

La festa durò fino a tarda sera, tra danze e banchetti. Erano tutti entusiasti della festa, gli addobbi scelti da Ginny erano veramente graziosi, composti da quei fiori lilla che adornavano i centrotavola e i tendoni.  Inutile dire che i banchetti erano estremamente generosi, quasi quanto quelli di Hogwarts.

Solo quando se la sentì Hermione tornò dentro, le sembrava scortese sparire dalla festa senza dire niente.

Draco invece,quando si fece buio se n’era già andato via, aveva consegnato il regalo ad Harry e Ginny, e ringraziato per l’invito ed era andato a casa, a mani vuote e con il cuore infranto.

Nei giorni seguenti la famiglia Weasley si dovette accontentare di mangiare torta a pranzo e a cena, poiché dei setti piani di torta al cioccolato ne erano avanzati più di due.  Certamente Ron ne fu felice, soltanto alla festa ne aveva divorato tre fette.

Ormai era ufficiale, Ginny ed Harry erano sposati, da lì a qualche mese avrebbero avuto un figlio.

«Harry, Ginny, state formando una famiglia, quindi io e Molly abbiamo pensato ai vostri bisogni. Credo che quando il bambino o la bambina nascerà avrete bisogno dei vostri spazi, e così attraverso le mie conoscenze al Ministero ho trovato una casa per voi. Non so se vi piacerà, è umile ma per voi tre potrebbe andare bene. Si trova a Godric’s hollow, l’ho cercata lì perché sapevo che era importante per te, Harry» disse Arthur, guardando dolcemente i due ragazzi. Molly, come al solito si era commossa, e per conforto al marito poggiò una mano sulla sua spalla.

«Non ho parole, se non grazie. Non solo avete organizzato una festa fantastica per noi, e per i nostri amici, ma avete fatto più di quello che io potessi mai immaginare. Sono fiero di aver sposato vostra figlia Ginny, che sta diventando una donna fantastica, grazie ai genitori fantastici che ha, e che sono stati per amici, sostenitori e genitori», Harry si sentì così fortunato ad aver una famiglia così, era quello che aveva sempre desiderato.
Ginny era incredula sapeva che quello che avevano fatto i suoi genitori per loro era tanto, sapeva i sacrifici che c’erano dietro a tutto ciò. Non seppe pronunciar parola, ma li abbracciò dandogli tutto l’amore possibile.

«Pensi che avremo anche noi, un giorno, una casa, una famiglia, insieme, come loro?» chiese Ron ad Hermione mentre le si avvicinava e le prendeva la mano, «Certo » rispose lei sinceramente. «Quindi immagini il tuo futuro con me, Hermione?» le chiese lui. Ron era pazzo di Hermione, in quelle parole c’era tutto l’amore e tutto il cuore che Ron ci potesse mettere. «Si, immagino il mio futuro con te Ron», rispose sinceramente Hermione, ormai si stava rassegnando al rifiuto di Draco, e aveva deciso di dare una possibilità a Ron.

 Gli si avvicinò e lo strinse forte, era l’unica cosa che le era rimasta. «Ti amo Hermione» le disse Ron, «Ti amo anch’io Ron» disse Hermione, ma non era vero. Certo gli voleva bene, ma non l’amava. Non voleva di certo mentirgli, ma era convinta che sarebbe riuscita ad amarlo un giorno, non oggi, non domani, ma un giorno.





Ciao a tutti! Ecco il nono capitolo, spero che vi piaccia. Un bacio, Draconis

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Capitolo 10
*** Conseguenze ***


Hermione era in panico, quest’influenza non le passava più. Era sempre più convinta che non potesse essere una banale influenza, insomma lo sapeva bene che normalmente non dura così tanto. Ma cosa poteva essere allora? Si mise a pensare, camminava avanti e indietro cercando una risposta.

No, non poteva essere vero! No, non a lei! Doveva esserne sicura,  e senza dire niente a nessuno si smaterializzò a Londra davanti a una farmacia, poi tornò immediatamente a casa.

Fu attesa interminabile, Hermione aveva affrontato cose ben peggiori di quella eppure le stava crollando il mondo addosso.

Ecco l’esito,” Positivo”. Hermione ebbe un tracollo, no non era possibile, con Ron era di certo impossibile. Aspetta, si disse, se non può essere di Ron, può essere solo di Draco Malfoy.

Si lasciò cadere a terra. Continuava a tenere il test tra le mani, sperando che spuntasse la scritta “Tranquilla era solo uno scherzo”, ma sapeva che sperava in vano. Non solo non era pronta per avere un bambino, ma il bambino era del ragazzo che l’aveva abbandonata, spezzandole il cuore.

E ora come l’avrebbe detto a Ron? Sapeva che se gli diceva che il figlio che aspettava era di Draco lei sicuramente sarebbe stata abbandonata di nuovo. Insomma quale uomo sano di mente si accolla una donna che ti ha tradito, ed è rimasta incinta di un altro? Ecco, nessuno, tanto meno Ron.

Doveva aspettare, sì, solo aspettare. Probabilmente le sarebbero venute in mente le parole giuste per dirgli la verità. Ma in quel momento tutto il vocabolario che conosceva le sembrava sbagliato. Insomma dire al tuo ragazzo, che ti ama più di ogni altra cosa, che l’hai tradito con il suo acerrimo nemico, e sei rimasta incinta di lui, non era affatto facile. E non c’erano molte altre parole che avrebbero attenuato le conseguenze.

La ragazza so tutto io non sapeva come fare.

Era disperata, i suoi occhi erano talmente gonfi e rossi, che le facevano male. Non aveva più lacrime da piangere, era immobile a fissare il vuoto, cercando una via d’uscita o una soluzione.

Pensava all’amica, che era tanto felice di essere incinta, nonostante l’età. Quando apprese la notizia, era scoppiata di gioia.

Ma le era tutto il contrario di Ginny, l’amica aveva un marito che l’amava, da cui presto avrebbe avuto un bambino, lei era sola, incinta del figlio di un altro.

Si era cacciata in un guaio peggiore di quelli che aveva affrontato da ragazzina, insieme ai suoi amici.

Per ora poteva solo stare zitta e tenersi la notizia per sé, in attesa del momento giusto per parlare con Ron.

Ecco, era certa che se avesse parlato in modo pacato a Ron, lui avrebbe accettato meglio la cosa.
Questa era la cosa giusta da fare, ma era la cosa peggiore che potesse fare.




Ciao a tutti! Questo è il decimo capitolo della mia storia, spero che vi piaccia. Vi ricordo che mi farebbe piacere ricevere le vostre recensioni. Un bacio, Draconis

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Capitolo 11
*** Un'occasione persa ***


Era passata una settimana ormai da quando Hermione era venuta a conoscenza del fatto di essere incinta, e ancora non ne aveva fatto parola con nessuno. Ogni occasione le sembrava sbagliata, ma sapeva che più tempo passava e peggio era.

Nel frattempo la Tana era quasi deserta, Harry e Ginny erano andati ad abitare nella loro casa, ed erano rimasti solo lei, Ron e George, insieme ai loro genitori. Non riusciva mai a trovare un momento in cui lei e Ron riuscivano a rimanere da soli, se non la notte. Come se non bastasse era terrorizzata all’idea di vedere Ron furioso, quindi cercava di evitare il discorso.

Il tempo continuava a passare e i sintomi di Hermione erano sempre più difficili da nascondere, oltretutto George cercando di sdrammatizzare faceva delle battute che sembravano proprio fatte apposta. «Sei sempre in bagno Hermione, non sarai incinta anche tu?», «Ed eccola che ritorna in bagno, questa volta la cronometro!», «No dai, seriamente. Mio fratello Ron capace di mettere incinta una ragazza, sarebbe una cosa incredibilmente da credere», George ignaro della situazione se la rideva facendo queste battute, che facevano ridere i suoi genitori e Ron.

 Hermione era più che irritata dal suo comportamento, e in più sapeva che si stava avvicinando il momento di dire la verità.

Il giorno dopo Arthur e Molly accompagnarono George a trovare Harry e Ginny, mentre Hermione e Ron rimasero soli in casa.

«Come mai non volevi andare?» le chiese curioso Ron, «Non mi sento proprio in forma, e poi volevo parlare con te, da sola» disse lei con un filo di voce.
«Ok, tesoro. Dimmi tutto» disse lui tranquillo, mentre cercava del cibo. «Hai notato che non sono stata molto bene in queste settimane no? Beh c’è un motivo» disse lei torturandosi le mani, «Oh si, l’influenza» rispose lui appoggiando il mega panino sul tavolo.

«No, Ron. Non era influenza. Io, beh, io sono incinta Ron» Hermione disse tutto d’un fiato per evitare che le parole non le uscissero dalla bocca.

Ron sembrava sotto shock, ma d’un tratto senza dire niente s’avvicinò ad Hermione e la sollevò da terra.

«Avremo un bambino, o una bambina! È fantastico Hermione! Non sono mai stato così contento! Io Ron Weasley sarò padre!» gridava dalla felicità e teneva in bracciò Hermione facendola girare.

Tutti quei giri le fecero venire la nausea, oltre al fatto che non aveva finito quello che doveva dire.

«Aspetta Ron» disse lei, guardando Ron che dalla felicità ballava per il salotto. «Devo dirti una cosa Ron» lo supplicò di ascoltarla, ma lui continuava a festeggiare.

Ad un certo punto si avvicinò a lei, e mise le sue mani sul volto della ragazza e le disse «Ti amo tanto Hermione, non sono mai stato così felice. È il giorno più bello della mia vita!» e la strinse forte a sé.

Mentre lui la stringeva nell’abbraccio, rientrarono George e i signori Weasley.

 Aveva appena perso l’occasione di dirgli la verità. E ora? Come poteva ferirlo dopo quello che le aveva appena detto?







Ciao a tutti! Questo è l'undicesimo capitolo della mia storia. Spero vi piaccia, e vi ricordo che sono gradite le vostre recensioni. Un bacio, Draconis

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Capitolo 12
*** Amore ***


«Siamo tornati!» annunciò il signor Weasley che teneva in mano un pacchetto di pile babbane, che gli aveva dato Harry, perché sapeva che lui ci andava matto.

«Cosa stavate festeggiando ragazzi? Non ci avete nemmeno aspettati» disse George fingendo di essersi offeso.

 «Avremo un bambino!» disse Ron con un mega sorriso.

Questa notizia li aveva talmente spiazzati che tutti e tre rimasero immobili per un secondo, e poi corsero ad abbracciare i due ragazzi.

 Dagli occhi di Hermione cadevano alcune lacrime, «Oh cara, non devi essere preoccupata, è una cosa bellissima! Guarda Ginny, è felice. E poi non avete idea di quanto io sia contenta, sto per diventare nonna per la seconda volta!», Molly si unì ad Hermione e iniziò a commuoversi.

«La famiglia Weasley si espande sempre di più. E se devo essere sincero, mi sento anche abbastanza vecchio, insomma sto per avere due nipoti. Beh, Ron, sinceramente non ce l’aspettavamo da te, era molto più probabile che George diventasse un figlio giudizioso, che tu diventassi padre. Ma mi sono ricreduto, e sono praticamente certo che anche tu come Harry, sarai un ottimo padre». Il signor Weasley strinse il figlio tra le braccia.

Hermione sembrava impassibile, ora come avrebbe fatto? Lo sapevano tutti ormai, come poteva dire a tutta la famiglia che il figlio era di Draco Malfoy?

Rimase in silenzio tutta la serata, ma gli altri non ci fecero nemmeno caso perché Ron intratteneva la famiglia cercando il nome per “suo figlio”.

Prima di andare a letto Hermione, scese a bere un bicchiere d’acqua, e poi torno in camera da Ron.

«Ron» disse lei entrando in camera, «Ah, eccoti. Su vieni a letto» Ron batté la mano sulla parte di letto vuota di Hermione, facendole segno di sedersi.

 Lei si sedette vicino a lui incrociando le gambe, «Stavo pensando che forse era meglio se ne parlavamo prima noi due di questa cosa, ma tu lo hai detto subito agli altri!» disse arrabbiata lei,

«Ma era una bella cosa, e non pensavo te la saresti presa. Scusami Hermione, è che sono davvero felice di questa notizia. Sai, fino a poco fa pensavo che Harry e Ginny fossero degli incoscienti ma ora li posso capire. Insomma avere un figlio da te Hermione, è il dono più bello che mi potessero fare perché io ti amo. Credo che saremo degli ottimi genitori, insomma tu sarai quella severa, e io quello simpatico» Ron se la rise.

Poi si avvicinò a lei, le pose una mano sulla pancia accarezzandola, e disse «Sai, il tuo papà e la tua mamma ti vogliono tanto, tanto bene».





Ciao a tutti! Ecco il dodicesimo capitolo. Recensite numerosi. Un bacio, Draconis

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Capitolo 13
*** La Sua Bugia ***


Ginny ed Harry stavano cenando come tutte le sere, nel loro salone, quando sentirono un tonfo venire dalla cucina. Prontamente tirarono fuori le bacchette, «Ginny, stai qui. Potrebbe essere pericoloso per voi», Harry le fece segno di stare seduta.

 Ma lei lo ignorò e lo seguì fino alla cucina, dove videro Ron ed Hermione che si erano appena smaterializzati.

«Ci avete fatto prendere un colpo! E tu Ginny, ti avevo detto di rimanere lì seduta!», Harry era piuttosto irascibile da quando aveva saputo di aspettare un bambino, perché temeva per l’incolumità di Ginny. «Harry, sono solo incinta! Riesco a badare a me stessa!» esordì lei arrabbiata.

«Scusate ragazzi, ho detto a Ron di bussare ma a lui è venuta la splendida idea di farvi una sorpresa» disse Hermione scuotendo la testa .
«Comunque siamo venuti per darvi una notizia» Ron sorrideva, «Va bene ragazzi accomodatevi», Harry si era tranquillizzato.

La casa di Harry era piccola ma accogliente, le pareti erano bianche e i pavimenti di un vecchio parquet.

I quattro ragazzi si sedettero attorno a un vecchio tavolo di legno, dove c’era appoggiato un piccolo vaso di fiori che iniziavano a seccarsi.

«Ron, è meglio che glielo dico io» esordì Hermione, appoggiando una mano sul braccio del fidanzato, «Cosa dovete dirci ragazzi?» chiese Ginny, curiosa ma preoccupata.
«Sono incinta» disse lei guardando in basso, «Ma è fantastico!», Ginny balzò in piedi e abbracciò forte l’amica. Il pancione di Ginny era ormai evidente, mancava circa un mese alla nascita di loro figlio.

«Ron, sono davvero felice per voi», Harry stava abbracciando il suo migliore amico.

Harry si diresse poi in cucina dove aprì uno sportello, e prese delle Burrobirre da offrire ai suoi ospiti.

«Di quanto sei, Hermione?» chiese Harry, bevendo un sorso di Burrobirra. «Quasi cinque mesi» disse lei cercando di evitare gli sguardi altrui,
«Wow come passa il tempo. Beh però è bello, perché i nostri figli potranno crescere insieme» disse Harry serio, «Su, Harry. Sembri già un adulto, sciogliti un po’» disse Ginny prendendolo in giro, tutti si misero a ridere.
Harry strinse a sé Ginny, «Si muove!» disse lei appoggiando una mano sulla sua pancia.

«Ginny, voi sapete il sesso?» chiese Ron, «Si, è un maschio. Ma doveva essere una sorpresa,insomma doveva esserlo almeno per i vostri genitori» rispose sinceramente Harry.
«Oh, tranquillo Harry. Noi non diremo niente, vero Ron? »disse Hermione lanciando una frecciatina al fidanzato.

«Starò muto, ve lo prometto. Comunque vedi Hermione!» disse Ron serio ma alterato.
 Hermione, visto che si era arrabbiato, si avvicinò e gli diede un bacio su una guancia, e lui arrossì come arrossiva da ragazzino.

«E voi? Voi lo sapete il sesso del vostro bambino?» chiese Ginny sorridendo,
«No, Hermione ha detto che non lo vuole sapere» disse tristemente Ron.
«Non t’interessa sapere, se è un maschio o una femmina, Hermione?» chiese Harry.

«No, per me è indifferente. È comunque mio figlio, no? Cioè nostro figlio. E poi che gusto ci sarebbe a saperlo?» disse lei per sdrammatizzare.
«Io ci troverei gusto!» disse Ron piagnucolando, Hermione lo accarezzò.

«Arrenditi Ron, se una donna ha deciso così è legge» disse Harry, facendo coraggio all’amico. «Guarda che questa me la segno, eh maritino» disse Ginny.

Era bello vedere quei ragazzi scherzare come quando erano piccoli, come se le loro vite non stessero per mutare per sempre. Si, ne avevano passate tante tutti e quattro, ma ora non sarebbero più stati solo responsabili di loro stessi ma anche dei loro figli.

Ben presto Hermione e Ron tornarono a casa, erano parecchio stanchi, soprattutto Hermione che portava il peso del bambino. Lei era curiosa di sapere il sesso del bambino ma, le sembrava già difficile mentire così figuriamoci sapendo il sesso del bambino di Draco.

Si sentiva uno schifo, stava mentendo alla sua famiglia, ai suoi migliori amici,e a Ron il ragazzo che l’aveva sempre amata e sostenuta.

Perché stava facendo tutto ciò? Perché non poteva dire semplicemente la verità? Probabilmente perché sarebbe rimasta sola, e quel bambino, il suo bambino aveva bisogno di un padre che lo amasse e che lo crescesse. Ron era perfetto per lei e per suo figlio, nessuno avrebbe mai saputo che non era suo, e il bambino sarebbe cresciuto in una famiglia che lo amava.


Certo, stava tradendo tutta la sua moralità, che per Hermione Granger era una cosa assai grave, ma non poteva fare altrimenti. Il figlio di Draco Malfoy stava crescendo nel suo grembo, una parte di lui era sempre con lei.




Ciao a tutti! Ecco il tredicesimo capitolo. Aspetto le vostre recensioni. Un bacio, Draconis

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Capitolo 14
*** Nuova Libertà ***


Narcissa Malfoy era seduta su una poltrona del suo immenso salotto leggendo un libro, quando il figlio Draco le si avvicinò.

«Mamma, dove sta andando mio padre?» chiese Draco preoccupato.  «Sta partendo per la Norvegia, sai un viaggio d’affari. Starà via molto a lungo, circa otto mesi, ma dovrà ritornarci presto. Sai aveva sempre desiderato aprire un’azienda in Norvegia, me lo ripeteva quasi ogni giorno e tenendo conto che l’età avanza a deciso di farlo adesso» disse molto calma Narcissa.

Il salone era pieno di bauli pronti per la partenza, Lucius sarebbe partito nel pomeriggio.

«Bene, ora che è tutto pronto credo di poter andare. Ciao figliolo, mi auguro che baderai a tua madre e che continuerai a rendermi orgoglioso. Ciao Narcissa. Bene, ci vedremo fra 8 mesi, ma vi farò sapere come stanno andando i miei affari», Lucius e i suoi bauli sparirono.

Lucius non era un uomo affettuoso, aveva a mala pena salutato suo figlio e sua moglie. Ma  a Draco non dispiaceva, anzi era contento della sua partenza.

«Bene mamma, cosa ti piacerebbe fare ora che se n’è andato?» chiese sorridente Draco. «Un’idea ce l’avrei» disse Narcissa con uno strano sorriso.
«Cosa intendi?» chiese lui dubbioso.

«Sai mia sorella Andromeda, tuo padre è convinto che io la odi, e che io non abbia contatti con lei da una vita, ma in verità le mando un gufo ogni settimana, per sapere come sta lei e il piccolo Ted. Naturalmente di nascosto da tuo padre, che se lo sapesse sarebbe furioso. È mia sorella e le voglio un gran bene, e se a te figlio mio non dispiace, ora che Lucius non c’è, mi piacerebbe invitarla qui da noi per un tè» disse lei quasi implorando Draco.

Lui capì subito che sua mamma teneva molto a quella donna, che in fondo era sua zia e fu felice di acconsentire alla richiesta di sua madre.

«Certo, mamma. È tua sorella ed è la benvenuta in casa nostra», Draco andò verso sua madre e l’abbracciò forte.

Narcissa ha sempre saputo che il cuore di suo figlio è grande, ma non ha mai potuto evitare l’influenza che Lucius aveva su di lui.

Ora era sollevata, per una volta Narcissa era libera e poteva essere felice e sorridente. «Grazie Draco, non sai quanto significhi per me», la donna stringeva ancora l’abbraccio del figlio.

«Porterà anche il piccolo Ted con sé, non ti dispiace vero?» chiese titubante Narcissa. «No, tranquilla mamma» le sorrise Draco.

Per la prima volta avrebbe incontrato l’altra zia, Andromeda, e suo cugino Ted. Draco era un po’ agitato, in fondo non era abituato ad avere rapporti di quel genere, ma era curioso.

Narcissa salì in camera sua, aprì un cassetto e tirò fuori un rotolo di pergamena e una piuma. Scelse attentamente le parole da utilizzare per invitare la sorella a casa sua, quando finì di scrivere la lettera la firmò e la diede al gufo di famiglia.

L’indomani la famiglia Malfoy avrebbe avuto visite.





Ciao a tutti! Ecco il quattordicesimo capitolo. Spero che la mia storia vi piaccia, e che mi continuererete a seguire. Un bacio, Draconis

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Capitolo 15
*** Tra le sue braccia ***


«Svegliati Draco! Oggi abbiamo ospiti» Narcissa era entrata in camera, e aveva aperto le tende per far entrare la luce del giorno. Draco era il solito dormiglione, e quando sua madre aveva aperto le tende si era rifugiato sotto il suo cuscino.

«Lasciami dormire» sbiascicò lui, «Smettila, alzati dal quel letto e preparati. Non intendo ripetertelo» disse la donna decisa.

A quel punto Draco non ebbe altra scelta, si mise a sedere e si fermò a fissare la parete senza un motivo ben  preciso. Poi si diresse in bagno, si lavò e si preparò per l’incontro.

Non ebbe nemmeno il tempo di fare colazione, prese una mela e si mangiò quella. Narcissa era molto agitata per l’incontro, voleva che fosse tutto perfetto.

La donna si avvicinò al figlio e gli sistemò i capelli, «Mamma, smettila non sono un bambino»disse lui, «Certo che sei un bambino, solo un po’ cresciuto». Draco rise, sapeva che per lei sarebbe stato sempre il bambino biondo che giocava nel salone.

D’un tratto il campanello suonò, e Narcissa si diresse alla porta per vedere chi era.  Era una donna bruna, che dimostrava almeno una quarantina d’anni, e in braccio teneva un bambino di circa due anni.

«Buongiorno Narcissa, è un piacere rivederti» disse la donna sorridendo a Narcissa, «Buongiorno sorella, prego entrate pure», disse a sua volta ricambiando il sorriso.

 Andromeda entrò nell’enorme salone insieme al piccolo Ted, che aveva un ciuffo di capelli azzurro.
Il piccolino alla vista di Draco fece segno di voler andare in braccio a lui, «Chi è questo bel ragazzo? Deve essere mio nipote Draco. Piacere io sono tua zia Andromeda». Non poté dargli la mano visto che teneva il bambino, «Si, sono io Draco. Piacere», disse lui sorridendo. Era felice, per la prima volta un membro della sua famiglia era gentile con lui.

«Che bel bambino, si chiama Ted giusto?» chiese Narcissa, mentre versava il tè nelle tazze. «Si, come mio marito. Sai alla mia età è dura crescere un bambino di due anni da sola, e come vedi è anche molto vivace» Andromeda indicò Ted che stava gattonando verso Draco.

Si fermò a pochi centimetri dalla gamba di Draco,e lo guardava incuriosito. «Bimbo», disse il piccolo Ted mentre i suoi capelli cambiavano colore.

Draco non poté fare a meno di sorridere, anche se di bambini così piccoli non ne aveva mai visti.

«Puoi prenderlo in braccio se ti va»disse sorridente Andromeda, «Ma io, non sono ecco, bravo con i bambini. Io non piaccio ai bambini» disse lui tutto preoccupato. Nel frattempo Ted si era attaccato alla sua gamba, e ridacchiava.

«Invece sembra che tu sia molto bravo invece, guarda. Ted è socievole di suo, ma di solito non fa amicizia così in fretta» disse Andromeda calma.

Narcissa stava guardando il figlio che nel frattempo si era deciso a prendere in braccio il bambino. Rifletteva sul fatto, che le sarebbe piaciuto diventare nonna, e vedere Draco sistemato.
Ma sapeva che era tutto inutile, il figlio era irremovibile, se non poteva avere quello che voleva, non avrebbe voluto nient’altro. E Narcissa sapeva benissimo che Hermione Granger, che era la donna che lui desidera non l’avrebbe potuta avere, ed era praticamente certa che sarebbe rimasto da solo.

«Sai, Andromeda, stavo pensando che mi sembra giusto che tu ti prenda qualche giorno di vacanza, per riposarti. Insomma io ho cresciuto Draco, quindi so bene che è stancante badare a un bambino piccolo tutti i giorni. Quindi pensavo che se tu sei d’accordo, magari potresti lasciarlo a Draco qualche volta, in modo che tu possa fare qualcosa che ti piace o rilassarti» disse Narcissa, guardando la sorella.

«Oh, si. È proprio una bella idea! Potremmo iniziare con un’ora, giusto per vedere come te la cavi eh?», Andromeda sembrava entusiasta, probabilmente era davvero stanca, e i segni sul suo viso lo dimostravano.

«State scherzando vero? Io non sono in grado di badare a un bambino! Non so cosa devo fare con lui, Mamma» disse lui disperato. «Tesoro, non devi fare niente di speciale. Basta che tu sia te stesso, e andrà bene. E poi cosi ti sentirai meno solo» disse Narcissa sorridendo.

Nel frattempo il piccolo Ted si era addormentato tra le braccia di Draco, e il ciuffo verde faceva ombra sul suo dolce faccino.

Draco lo stava guardando attentamente, gli sembrava così strano che a un bambino potesse piacere stare tra le sue braccia. Si sentiva felice, ma impacciato e si chiedeva se mai un esserino come quello sarebbe stato suo.






Ciao a tutti! Ecco il quindicesimo capitolo della mia storia. Spero che vi piaccia. Un bacio, Draconis
 

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Capitolo 16
*** Fotoricordo ***


La gravidanza di Ginny Wesley era quasi al termine, nell’aria si respirava tanta tensione.  Harry era preoccupato che qualcosa andasse storto e stava sempre appresso a lei, la lasciava giusto per andare in bagno.

Entrambi avevano deciso di trasferirsi temporaneamente alla Tana, in modo che Ginny potesse essere assistita.

Hermione nel frattempo viveva la sua quotidianità normalmente, apparte il peso che si portava sulle spalle. Quella bugia la faceva stare male, ogni volta che sentiva il bambino muoversi pensava a Draco, e si chiedeva se lui sarebbe stato capace di fare il padre. Cercava di immaginarselo mentre stringeva il loro bambino, o mentre cantava una ninna nanna per farlo addormentare.

Ma doveva tornare alla realtà, lui non avrebbe mai saputo niente del bambino, anzi probabilmente non l’avrebbe neanche mai visto. Perché avrebbe dovuto? Lui aveva troncato con Hermione, e inconsciamente lo aveva fatto anche con suo figlio. Dire “suo figlio” per Hermione era quasi come nominare Voldemort ai tempi della guerra.

«AHHHH!! Mi si sono rotte le acque!!» Ginny stava gridando, e dal dolore si era piegata in due. Harry era bianco come un lenzuolo, era più preoccupato e agitato adesso che quando combatteva contro Voldemort.

Tutti accorsero da lei e la fecero stendere sul letto della sua stanza. Dentro la stanza rimasero solo Molly ed Hermione, che dovevano mettercela tutta per far partorire Ginny. Nel frattempo anche Harry che si era ripreso, era andato a tenere la mano a Ginny.

Il parto durò circa 3 ore, e per la ragazza fu molto doloroso, ma a lei non importava perché adesso stringeva il suo piccolo James Sirius tra le braccia.

Tutta la famiglia acclamava il nascituro, che portava il nome di due grandi uomini.

Il signor Weasley corse al piano di sopra per prendere la macchina fotografica, dovevano immortalare quel momento.

Si misero tutti in posa: Ginny teneva James in braccio, Harry era affianco a lei, mentre Hermione era affianco a Ginny, e Ron le teneva una mano sul pancione. Dall’altro lato invece, i signori Weasley stringevano Harry e George.

Tutti insieme dissero “Cheese” e la foto fu scattata.

Lasciarono riposare Ginny e James, e si trasferirono tutti in cucina per festeggiare. Burrobirre e dolci di ogni genere per festeggiare la nascita del bambino, inoltre l’Ordine e i loro amici erano venuti a congratularsi con Harry e Ginny, che però dormiva.

Hermione dopo il parto di Ginny era preoccupata, insomma non era mica una passeggiata far nascere un bambino. E poi non poteva studiare nessuno libro per prepararsi.

«Hermione, tra un po’ tocca anche a noi eh!» disse Ron tutto entusiasta, «Si, ma Ron mancano ancora tre mesi, quindi c’è tempo» disse Hermione un po’ alterata. «Comunque stai tranquilla, io sarò accanto a te! Sarò un vero uomo, e durante il parto ti terrò la mano» disse Ron con tutto il suo cuore.

«Oh, Ron. Sei così importante per me» Hermione stringeva forte, forte Ron.

«Tra poco tocca anche a voi,vedo. Congratulazioni»,  disse il Ministro della Magia, Kingsley Shacklebolt. «Grazie, Kingsley» Hermione sorrise,mentre teneva la mano a Ron.
 «Quanto manca alla nascita?»chiese curioso il Ministro, «Tre mesi» rispose sinceramente Hermione, «Wow, allora fra un po’ saremo di nuovo qui a festeggiare», Kingsley si mise a ridere insieme a Ron, ma Hermione aveva proprio poca voglia di ridere.

«Vado a vedere se Ginny ha bisogno di qualcosa, salve Kingsley a presto» disse Hermione per dileguarsi, e ne approfittò per vedere come stava l’amica
.
Bussò dolcemente alla porta aspettando una risposta, «Avanti» disse Ginny con voce lieve. «Volevo sapere come stai» chiese Hermione avvicinandosi al letto, «Bene, apparte il fatto che ho appena partorito» Ginny rise insieme all’amica.

«Si, in effetti è solo un piccolo particolare in fondo» rispose Hermione. Era bello ridere come facevano da ragazzine, era tutto più semplice prima.

«È bellissimo James» disse Hermione, guardando il piccolino, «Già, dici che mi assomiglia?» chiese curiosa Ginny. «Si, ha i tuoi lineamenti, ma la bocca sicuramente è di Harry. È inconfondibile!» disse Hermione.

«E il tuo Hermione? Sei emozionata? » chiese all’amica, Ginny. «Preoccupata, più che altro. Ho paura di non essere in grado di dargli quello di cui ha bisogno» Hermione guardava in basso, aveva voglia di dire tutto a Ginny ma non poteva.

«Herm, io a te affiderei anche il piccolo James, perché sei la persona più affidabile che conosca. Sono più che sicura che sarai un’ottima madre, anche migliore di me» Ginny prese le mani di Hermione e le strinse.

La persona più affidabile che conosca? Eppure le stava mentendo, come poteva guardarsi allo specchio dopo quelle parole?

«Grazie Ginny, mi sei sempre vicina. Non so come ringraziarti» disse Hermione commossa, «Sei mia amica no? Questo già mi basta» rispose Ginny.





Ciao a tutti! Ecco il sedicesimo capitolo della mia storia. Spero vi piaccia. Un bacio, Draconis

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Capitolo 17
*** Forza ***


Narcissa, quella mattina si era recata a Diagon Alley, per cercare una nuova lettura. Proprio lì incontrò Madama Rosmerta, che non vedeva da parecchio tempo. «Rosmerta! Quanto tempo che non ci vediamo» disse Narcissa andando incontro alla donna, «Narcissa cara! Che piacere incontrarti, cosa ci fai da queste parti?» chiese sorridendo Rosmerta.

«Oh, cercavo un libro al Ghirigoro. Ma dimmi un po’, ci sono delle novità in giro? Sai non ci vediamo da tanto e sono rimasta indietro con i vari avvenimenti» disse Narcissa, curiosa.
«Non so se hai saputo, ma Harry Potter e Ginevra Weasley, che si sono sposati recentemente, hanno avuto un figlio» disse tutta entusiasta Rosmerta, «Si, mio figlio è anche andato alla loro cerimonia. E come l’hanno chiamato il figlio o la figlia?» chiese Narcissa.

«È un maschio, e l’hanno chiamato James Sirius. Credo sia stato un bell’omaggio a due grandi uomini» disse sinceramente Rosmerta, «Si, lo penso anche io» sorrise Narcissa.

«Ma non è tutto! Sai l’altro figlio dei Weasley, Ronald, mi sembra che si chiami. Beh comunque, aspetta un figlio dalla signorina Granger!» disse tutto d’un fiato Rosmerta, «Hai detto Granger, o ho sentito male? Intendi Hermione Granger?» Narcissa non poteva credere alle sue orecchie, «Si, si proprio lei. La strega brillante che apparteneva alla casa di Grifondoro» disse la donna.

«Oh, beh sono felice per loro» disse mentendo Narcissa. Ora come lo avrebbe detto al figlio Draco? «E tuo figlio? Ha la loro età se non mi sbaglio, sarà sicuramente già sistemato», Rosmerta dava per scontato che un ragazzo come Draco potesse avere qualsiasi donna avesse voluto.

«Beh, mio figlio ha deciso di prendersi un po’ di tempo per se stesso. Credo che magari farà qualche viaggio, insomma è ancora giovane» Narcissa non sapeva cosa inventarsi, «Beh, certo. Poi ognuno ha le sua priorità nella vita. Ora cara Narcissa ti saluto, sai ho ancora tante commissioni da fare. È stato un piacere rivederti» disse infine, Rosmerta.

«Oh, si è stato davvero un piacere rivederti. A presto», Narcissa doveva tornare immediatamente a casa.

Doveva dirlo a suo figlio, anche se sapeva che avrebbe sofferto un sacco per la notizia, ma forse si sarebbe convinto a voltare pagina.

Narcissa attraversò il lungo viale che portava alla sua villa, e con il libro in mano entrò in casa.

«Draco, tesoro, sono tornata» disse lei, appoggiando il libro sul tavolo della cucina.
«Ah, eccoti. Ce ne hai messo di tempo» Draco era entrato in cucina e si era diretto verso il frigo, che aprì per prendersi da bere.

«Beh, sai ho incontrato Madama Rosmerta e ci siamo messe a chiacchierare» disse lei avvicinandosi lentamente al figlio, «Voi donne, non capirò mai cosa ci trovate nel chiacchierare così tanto» disse Draco, bevendo sorsate di acqua fresca.

«Si, ma infondo è utile chiacchierare, perché si possono scoprire cose che prima non si sapevano» disse seria Narcissa,
«Dove vuoi arrivare mamma? Sputa il rospo», Draco si era girato di colpo e fissava Narcissa.

«Ho saputo che Potter e la signorina Weasley hanno avuto un bambino» disse Narcissa fermandosi di colpo, «Buon per loro, non che m’interessi particolarmente» disse Draco quasi annoiato dalla notizia,

«Draco, non è tutto. Rosmerta mi ha detto che, Hermione è incinta di Ronald Weasley» disse con un tono dispiaciuto la donna.

«Cosa? No, non è possibile. Sicuramente Rosmerta si sarà sbagliata», Draco era fuori di sé, camminava per la stanza passandosi le mani tra i suoi capelli biondi. «No, Draco. È la verità, so che è difficile ma devi accettarlo» , Narcissa aveva appoggiato una mano sul braccio del ragazzo.

«Beh, se vuole avere un figlio con quel Weasley, che faccia pure. Io mi sono fatto tanti scrupoli, perché l’ho lasciata, e poi la vedo che lo bacia e vengo anche a sapere che è incinta di lui» Draco era furioso ma cercava di trattenersi, «Tesoro, hai fatto la tua scelta, è normale che lei si rifaccia una vita» disse Narcissa per consolare il figlio.

«No! Non è giusto, io sono stato costretto a fare quella scelta mamma! È tutta colpa di mio padre, è sempre colpa di mio padre!» Draco era crollato a terra, e piangeva.

Narcissa era seduta accanto a lui, e lo abbracciava forte, «Ed è per questo che lei ti ha scelto, perché tu sei diverso da lui. Sei un bravo ragazzo Draco, a volte possiamo fare delle scelte sbagliate, che portano a delle conseguenze difficili. A volte facciamo delle scelte giuste ma difficili da prendere, ma la nostra forza sta in questo. E tu figlio mio, sei un ragazzo forte e riuscirai a superare anche questo».
 





Ciao a tutti! Ecco il diciasettesimo capitolo. Spero che vi piaccia! Un bacio, Draconis

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Capitolo 18
*** Il tempo che passa ***


La tana era invasa dagli strilli del piccolo James, che non riusciva a dormire. I neogenitori se la cavavano bene, soprattutto Harry che sembrava nato per fare il padre. James riconosceva le braccia del papà, e gli piaceva addormentarsi lì.

Hermione era sempre più nevrotica, soprattutto perché non sapeva più che vestiti mettersi. Non gli entrava più niente, e non era intenzionata a comprarne altri.

Stava cercando di chiudere un paio di jeans, ma neanche con i suoi incantesimi ci riusciva. «Herm, è inutile che ci provi, te lo dico io che ci sono appena passata», Ginny era entrata nella sua stanza e guardava Hermione davanti a un lungo specchio.

«Si, ma guardami Ginny. Sono enorme!», Hermione si teneva le mani sulla pancia e si mise di profilo per vedere quanto era grande la sua pancia. «È assolutamente normale! Sei incinta di sei mesi!»esclamò Ginny, «Tu eri splendida con il pancione, io sembro una balena» disse Hermione affranta.

 «Sei bellissima, Ron non riesce a staccarti gli occhi di dosso. Come sempre, dopo tutto»disse Ginny. Entrambe si misero a ridere, «Ti do i miei di vestiti se ti va. Certo non sono all’ultima moda ma credo che ti stiano» disse sorridendo la ragazza.

«Ma certo, saranno perfetti  grazie», Hermione abbracciò l’amica, «Posso farti una domanda, Hermione?» chiese Ginny.

«Si, dimmi» rispose lei, «Non sembri molto contenta della gravidanza, come mai?» Ginny era curiosa di sapere cosa preoccupava l’amica.

«Oh, si lo sono. È solo che è stato talmente un imprevisto, che mi la travolto e mi ha lasciato di stucco» disse Hermione, «Già, ma non devi aver paura. Mio fratello per quanto rincitrullito si occuperà di voi, perché siete la sua famiglia. A proposito, tu e Ron non avete pensato di sposarvi?» chiese Ginny.

«No! Cioè, probabilmente dopo che il bambino sarà nato. Ci darà sicuramente da fare, vedi James, quindi credo che prima dovremmo abituarci alla sua presenza» disse Hermione, cercando di evitare lo sguardo di Ginny.

«Oh, beh certo. Avrete tutto il tempo dopo. Allora ti vado a prendere i vestiti che ho in camera» disse Ginny, «Va bene, grazie Ginny» rispose Hermione sorridendo, e l’amica ricambiò il sorriso.

Hermione si sentiva stupida, tutti si erano accorti che era diversa. Se continuava così qualcuno avrebbe sospettato qualcosa. Allora decise di scendere in salotto dagli altri, «Hermione, mi stavo chiedendo dove fossi» disse Harry. «Ginny mi ha dato alcuni suoi vestiti e li stavo provando» sorrise lei, «Su a tavola è pronto!» gridò Molly, in modo che anche George che era di sopra sentisse.

«Cosa si mangia?» chiese affamato Ron, «Arrosto alla Weasley!»esclamò Molly. «Allora per me doppia porzione!» disse Ron, «Sei il solito goloso te, Ron» Hermione sorrise a Ron, che arrossì come un bambino, e poi gli appoggiò la testa sulla spalla.

Ron era tanto felice, pensava che Hermione si stesse allontanando da lui, ma invece gli era affianco come sempre.

«Ehi, Ron. Andiamo a letto?» gli chiese dolcemente Hermione, «Si, scusa stavo pensando» disse lui. «A cosa pensavi?» le chiese Hermione curiosa, «Pensavo che sono davvero felice di averti accanto» disse lui poggiando una mano sulla sua pancia.

«Me lo ripeti sempre» disse lei ridendo, «Non voglio che te lo dimentichi» disse Ron sincero, «Non lo farò, te lo prometto» rispose Hermione.

Il bambino si era mosso, e Ron che teneva la sua mano sulla pancia di Hermione, sentì il calcetto.

«Si è mosso Hermione!» esclamò felice Ron, «Eh, si. Stasera è proprio scatenato» disse Hermione ridacchiando, «È proprio come il suo papà, vero?» rise Ron.

«Già, proprio come il suo papà» disse Hermione amaramente, accarezzando la testa di Ron.

Hermione si stava chiedendo se Ron avrebbe mai capito che il bambino non è suo, magari quando sarebbe diventato grande e la fisionomia del suo viso non potrà mentire. Forse si, o forse no, ma di una cosa lei era sicura, Ron amava quel bambino ed era la cosa più importante.






Ciao a tutti! Ecco il diciottesimo capitolo. Spero che vi piaccia! Un bacio, Draconis

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Capitolo 19
*** Dolce Sorriso ***


Draco se ne stava seduto sulla poltrona del suo salotto, sorseggiando una tazza di tè. Il suo atteggiamento era cambiato da quando aveva saputo la notizia, perché riteneva di non meritarsi di essere preso in giro in questo modo.

Narcissa nel frattempo aveva preso accordi con sua sorella Andromeda, e nel pomeriggio le due donne si sarebbero dedicate ad attività come leggere e rilassarsi. Sarebbero partite nel primo pomeriggio e sarebbero andate prima a Diagon Alley, e poi successivamente a casa di Andromeda.

Draco quel pomeriggio avrebbe tenuto il piccolo Ted, ma ancora non lo sapeva.

«Draco, tesoro» disse Narcissa andando verso il figlio, «Si, mamma?» chiese lui appoggiando la tazza sul tavolino che aveva di fronte.

«Oggi pomeriggio starò con mia sorella Andromeda, sai che ti avevamo parlato di questa cosa. Quindi se non hai nient’altro da fare oggi, potresti tenere il piccolo per qualche ora, se non ti dispiace» gli chiese lei, «Va bene» rispose Draco tranquillo.

«Perfetto, grazie Draco. Pensavo avresti detto di no, per quella questione» disse cauta Narcissa, «No, mamma. Sono deluso e arrabbiato con lei, ma non ti negherei mai la possibilità di passare del tempo con tua sorella» e fece un piccolo sorriso a sua mamma.

«Grazie, Draco. Comunque Andromeda porterà una borsa con tutto il necessario per il bambino, se qualcosa andasse storto avvertici subito ok?» Narcissa era tranquilla ma preoccupata nello stesso tempo, sapeva che Draco era bravo con i bambini ma temeva che potesse andare di colpo in tilt.

«Stai tranquilla, me la caverò» disse Draco, alzandosi dalla poltrona. «Hai ragione, te la caverai benissimo sicuramente. A proposito, dovrebbero arrivare da un momento all’altro» disse Narcissa.

Pochi minuti dopo, bussarono alla porta e Draco andò ad aprire la porta. «Buon pomeriggio nipote» disse Andromeda allegra, «Grazie, entrate pure»rispose lui sorridendo.

«Andromeda, vieni accomodati. Come state?» disse Narcissa indicando il divano, dove la donna si sedette insieme al bambino. «Bene, oggi il piccolo Teddy è particolarmente allegro, probabilmente perché aveva capito che sarebbe venuto qui da te Draco»  Andromeda guardava sorridente il nipote, probabilmente aveva capito subito che sotto quella facciata dura, c’era un ragazzo buono e di cuore.

Il piccolo Teddy batteva le sue piccole manine, e ridacchiava. Draco lo stava osservando, guardava i suoi capelli che da blu diventavano rosa, guardava il suo faccino felice.

«Beh penso che ora possiamo anche andare, Draco in questa borsa c’è tutto il necessario. Ci sono i cambi, i ciucci e le pappe» disse Andromeda passando la borsa a Draco.

«Ok, va bene» disse lui imbarazzato, «So che te lo avrà detto anche tua madre, ma per qualunque cosa avvertici e noi torniamo. Ma sono tranquilla di lasciarlo a te, perché è in buone mani» disse la donna dando una pacca, sulla spalla di Draco.

«A presto!» disse Narcissa, e poi le due donne di smaterializzarono.

Draco posò a terra la borsa pesante, e si avvicinò al divano su cui era seduto il piccolo Ted. Per un attimo il ragazzo e il bambino si fissarono seri, ma poi Ted fece un enorme sorriso a Draco. Si vedeva proprio che verso Draco, il bambino provava simpatia. Probabilmente lo vedeva più piccolo degli altri, o vedeva la bontà in lui. Si dice infatti, che i bambini facciano uscire la parte più nascosta di noi, e che riescano a capire le intenzione delle persone che li circondano.

Draco lo prese in braccio, e lo appoggiò sulle sue gambe. Ted appoggiò le sue manine sul viso di Draco, quasi come una fossero una carezza, Draco inconsciamente iniziò a giocare con lui.

Dopo pochi secondi Draco si divertiva a far ridere il bambino, con le sue facce buffe, e con delle canzoncine.

Le risate di Teddy riempivano l’enorme salotto di Malfoy Manor, e nell’aria si respirava per la prima volta in quella casa, della gioia. Il pomeriggio volava, Draco aveva tirato fuori i suoi giochini e  faceva divertire Teddy.

Alla fine il bambino cadde sfinito tra le braccia di Draco, che sorpreso e felice valutava l’esito di quel pomeriggio.

Circa un’ora dopo, che Ted si era addormentato , le due donne erano rientrate a casa. Videro Draco seduto sul divano che reggeva Ted, che dormiva beato.

«Siamo tornate!» dissero loro con un tono di voce abbastanza elevato, «Shh, sta dormendo» disse Draco con fare premuroso.

«Oh, scusaci. Com’è andata?» chiese curiosa Andromeda, «Bene, ci siamo divertiti» disse Draco sincero, mentre sorrideva.

Poi piano piano, passò il bambino nelle braccia di Andromeda, cosa che stranamente lo fece sentire triste.
Stava bene con quel bambino, non voleva lasciarlo, anche se non sapeva da dove fosse uscito questo suo lato nascosto.

«Mi fa piacere, allora credo proprio che te lo lascerò tenere altre volte, se ti va. Ti ringrazio ancora Draco, e anche te, Narcissa. Mi fa piacere essermi ricongiunta alla mia famiglia, alla prossima» Andromeda sorrise, e poi si smaterializzò.
 





Ciao a tutti! Ecco il diciannovesimo capitolo. Spero che vi piaccia! Un bacio, Draconis

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Capitolo 20
*** Nelle sue mani ***


Mancava davvero poco  al parto di Hermione, questi pochi mesi che la separavano da suo figlio erano volati. «Hermione, vai a sederti, non è sicuro girovagare come fai tu» Ron sembrava più ansioso del solito, e non le permetteva di fare niente.

«Ron, smettila. Sono più che capace di badare a me stessa,e non starmi tra i piedi!» Hermione era esausta della gravidanza, e preoccupata, e nel frattempo Ron le stava sempre addosso.

Non voleva essere scortese, ma voleva essere lasciata in pace, insomma da lì a poco avrebbe dovuto partorire e non era una cosa da niente.

«Scus-scusa, non volevo darti fastidio» disse lui con la faccia da cane bastonato, «Lo so, Ron. E ti ringrazio di starmi vicino, ma vedi io sono in ansia e tu non mi tranquillizzi» rispose Hermione con una faccia dispiaciuta.

Ron voleva essere considerato come un uomo capace di tranquillizzare la sua donna, ma non sapeva proprio come fare. Decise di rivolgersi ad Harry, chiedendogli un consiglio, «Harry, aiutami. Non so come muovermi con Hermione, sembra che tutto quello che faccio sia sbagliato!», il viso di Ron era preoccupato.

«È normale Ron. Sii te stesso, e falla sentire a suo agio e andrà tutto bene» Harry sorrise all’amico, che ricambiò sorridendo a sua volta.

Hermione faceva avanti indietro per la stanza, da dieci minuti in attesa del grande momento. Ginny era seduta sul letto di Hermione, con la culla del piccolo James affianco.

«E se ci fosse qualcosa che non va?» Hermione era terrorizzata, e si era fermata solo per sentire la risposta dell’amica. «Ma no, tranquilla. Ci vuole solo del tempo, e poi se ti fa stare più serena tra poco arriva Fleur, che ha seguito un corso sul parto al San Mungo» disse Ginny, cercando di tranquillizzarla.

«Fleur? Wow, non lo sapevo» disse Hermione stupita dalla notizia, «Da quando Bill ha la cicatrice, lei ha deciso che deve essere pronta a qualsiasi evenienza» rispose Ginny, sincera.

«Ok, speriamo arrivi presto» disse Hermione, mentre sentiva dei passi provenire dalle scale. Scorse la testa per vedere chi  era, e vide Molly insieme a Fleur.

Fleur teneva i suoi capelli biondi in un morbido chignon, e indossava un paio di jeans e una maglietta blu. «Salve Hermione, Ginny» disse Fleur, sorridendo, «Ciao, Fleur. Puoi dare un’occhiata al bambino, per vedere se è tutto apposto?» chiese Hermione, ansiosa.

«Oui, stenditi pure sul letto» Fleur indicò il letto su cui Ginny era seduta, «Stai tranquilla, cara. Vedrai che è tutto apposto, e poi Fleur è un’esperta quindi sei in buone mani» Molly aiutò Hermione a sdraiarsi.

Fleur prese la sua borsa, e l’aprì per prendere il necessario per il controllo. Hermione era sdraiata a pancia in su, e fissava le tre donne che le stavano intorno.

«Hermione, il bambino è podalico. Bisogna intervenire, subito» disse Fleur seria, «Cosa significa?» chiese preoccupata Molly, «Significa che il bambino è messo al contrario, e che bisogna girarlo per farlo nascere» rispose Fleur.

«Ginny, cara, vai a chiamare tuo fratello Ronald. Deve essere al corrente della situazione» disse Molly, e Ginny uscì di corsa dalla stanza.

Sul volto di Hermione si leggeva la paura, e il timore per la vita del suo bambino. Naturalmente aveva capito subito il significato del termine usato da Fleur, e quindi ne conosceva i rischi.
Ron era accorso, ma rimase dietro la porta, «Hermione sono qua, stai tranquilla» lei ignorò totalmente la sua voce.

«Come faremo per risolvere la situazione?» chiese con voce rotta Hermione, «Lo faremo girare, e poi procederemo al parto. Stai tranquilla, andrà tutto bene» disse Fleur, prendendo la mano di Hermione.

Ginny era tornata e aveva con sé acqua calda e asciugami, che sarebbero serviti per il parto.  

Fleur si stirò le mani, doveva eseguire per la prima volta una procedura assai difficile, e poi si mise a contare, «Un, deux, trois!» disse ad alta voce, Fleur.

La ragazza pose le mani sulla pancia di Hermione, e come per magia iniziò a spostare lentamente il bambino. Tutte rimasero a bocca aperta, per la bravura di Fleur e per la sua calma appena mostrata. Hermione, non sentì nulla e rimase sorpresa per il lavoro eseguito da Fleur.

«Perfetto, ora possiamo procedere al parto Hermione. Tutto ok?» chiese la ragazza bionda, ad Hermione, «Si, certo. Sei stata davvero eccezionale» Hermione le sorrise di cuore. Pochi minuti dopo Hermione entrò in travaglio, le donne della famiglia la stavano incoraggiando, perché mancava davvero poco alla nascita del bambino.

Dietro la porta della camera Ron era rannicchiato, impaurito dalle urla di Hermione, che dopo più di due ore si fermarono. A quel punto il ragazzo preoccupato che le fosse successo qualcosa si affacciò dalla porta, e vide tutte e tre le donne in piedi intorno al letto.

Si avvicinò lentamente, e poi si fece largo tra Ginny e sua madre, e la vide.

Hermione era seduta sul letto, con qualcosa arrotolato in un lenzuolo bianco. Il volto della ragazza era bianco e aveva un’espressione stanca ma nello stesso tempo felice. Guardava quello che teneva tra le sue braccia, e gli sorrideva dolcemente come non aveva mai fatto. Poi alzò il viso e sorrise a Ron, che ricambiò.

Ron era curioso di sapere di che sesso era il bambino, e appena aprì la bocca, fu superato da Fleur, «È un maschio, Ronald» disse felice. «E come si chiama?» Ron con la faccia da ebete si rivolse ad Hermione, «Daniel. Si chiama Daniel» rispose Hermione sorridendo ai presenti.
 






Ciao a tutti! Ecco il ventesimo capitolo della mia storia. sepro vi piaccia! Un bacio, Draconis

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Capitolo 21
*** Luce ***


Hermione teneva il piccolo Daniel tra le sue fragili braccia, e lo guardava dormire. Era un bambino piccolo dalla pelle chiara, aveva i capelli biondi appena mossi. Hermione si meravigliava per la somiglianza con il padre, aveva il suo colore di capelli ed era come stringere una parte di lui.

«È veramente magnifico» disse Harry, guardando il piccolo Daniel, Hermione lo ringraziò per il complimento con un sorriso. Ron era innamorato del suo bambino, che passava dalle braccia di Hermione alle sue. Non aveva nemmeno badato al colore dei suoi capelli, cosa che da fuori si notava parecchio.

I due neogenitori ricevettero complimenti da tutti i loro parenti, molti di loro non notarono differenze fisiche tra il bambino e Ron, o almeno non ne fecero parola.

Per Molly e Arthur non c’era gioia più grande di vedere i propri nipotini sani e belli, era come ricominciare dopo la grande perdita di Fred. Certo la presenza dei due bambini non riempiva il vuoto lasciato da lui, ma dava la possibilità a Molly di dare il suo amore, perché ne aveva tanto da dare agli altri.

Hermione si era ripresa in fretta dal parto e la sera era già a festeggiare con la famiglia, «Ron, ti piace il nome del bambino?» le chiese un po’ imbarazzata Hermione, «Si, che mi piace e anche tanto» Ron aveva un enorme sorriso stampato sulla faccia,«Perché pensavo di dargliene un secondo, se per te va bene» chiese cauta la giovane mamma.

«Va benissimo Hermione» rispose Ron, Hermione lo abbracciò e insieme raggiunsero gli altri. «Ecco, la seconda neomamma!» gridò George, tutti applaudirono felici. «Shh, sveglieremo i bambini così» Ron sembrava davvero serio, «Dai, Ron. Non è nemmeno un giorno che sei padre e già ti ci metti?» rispose George.

«Ah, ah Ron papino premuroso!» disse Ginny, e tutti scoppiarono a ridere. Sul tavolo c’era un’enorme torta azzurra, per indicare il sesso del bambino, con scritto benvenuto.

«Ma manca il nome!» disse Ron, mentre guardava la torta, «Ronald caro, non avete detto come si chiama ufficialmente. Insomma sapevamo che avevate intenzione di chiamarlo Daniel, se non mi sbaglio» disse Molly.
«Esatto,ne abbiamo parlato e abbiamo deciso. Il bambino si chiama Daniel Michael» disse sorridendo Hermione, mentre teneva la mano di Ron. Molly prese la glassa per la torta, dal ripiano della cucina, e scrisse sulla torta “ Benvenuto Daniel M. Weasley”.

Per Hermione, vedere che suo figlio portava come cognome Weasley fu un po’ scioccante, infatti rimase a fissare la torta senza accorgersi che Daniel stava piangendo. «Hermione, Daniel piange è meglio se vai dai lui» disse Ginny all’amica, «Oh, si scusa. Mi ero incantata» rispose Hermione, e poi salì di corsa dal bambino.

Daniel era nella culla affianco al letto suo e di Ron, Hermione si avvicinò e lo prese in braccio. Lo cullò per farlo calmare, fortunatamente bastò a far tornare la quiete. Decise allora di portarlo di sotto, per non lasciarlo di nuovo solo.

«Come sta?» chiese Ron, vedendo arrivare Hermione con lui in braccio, «Bene, si era svegliato e ho deciso di portarlo giù» disse lei. «Hai fatto bene, piccino stare su da solo» Ron accarezzava il visino bianco di Daniel.

Passarono la serata a chiacchierare e a mangiare la torta cucinata da Molly, mentre i due bambini erano tra le braccia delle loro madri. Harry stava guardando Hermione, che dolcemente giocava con il suo bambino, «Hermione, Daniel è veramente biondissimo. Che strano, insomma, tu sei castana e Ron è rosso» disse Harry ridacchiando, «Beh, almeno per sua fortuna mio nipote ha preso pochi geni da mio fratello» disse George, e tutti si misero a ridere tranne Ron naturalmente, che guardava male il fratello.

Hermione era in trappola, cosa poteva rispondere adesso? Si disse, "usa la tua intelligenza Hermione".

«Mia nonna. Si, mia nonna era biondissima da giovane, e i miei genitori si aspettavano che venissi bionda come lei, ma sono nata castana. Si vede che è capitato a mio figlio, sai a volte la genetica fa questi scherzi» Hermione l’aveva scampata, meno male che lei era venuta  in mente sua nonna.

«Hermione, tu bionda? Meglio di no, non ti ci vedo proprio» disse George, e come al solito tutti risero alla sua battuta. Per sua fortuna, nessuno tornò sull’argomento e tutti avevano creduto alle parole di Hermione, perché era difficile collegare Hermione a Draco Malfoy. Per tutti loro erano nemici, mica amanti, ed era più facile credere alla sua bugia.

Nel mentre, il piccolo Daniel sbadigliò, e si addormentò tra le braccia di Hermione.
 


Ciao a tutti! Ecco il ventunesimo capitolo della mia storia. Spero che vi piaccia! Un bacio, Draconis

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Capitolo 22
*** Undici anni dopo ***


Era una calda giornata d’estate, il sole splendeva in cielo e nell’aria c’era il profumo dei fiori. Quattro bambini giocavano tranquilli in giardino, mentre in casa Hermione stava lavando i piatti. Li teneva d’occhio attraverso la finestra della cucina, che dava sul giardino, giusto per controllare che non si facessero male.

La bambina dai capelli rossi saltellava per il giardino, chinandosi per raccogliere dei fiorellini rosa, che metteva in un piccolo cestino di vimini. I due maschi più grandi trovavano sempre una scusa per prendersi, e ogni due minuti il ragazzino smilzo e biondo andava a separarli.

«Non sai perdere ammettilo!» disse il ragazzino che sembrava il più grande, «Non è vero! Hai barato se no avremmo vinto noi!» il ragazzino più piccolo era parecchio arrabbiato, e cercava di tirare dentro la discussione anche il bambino biondo. «Adesso smettetela. È chiaro che James ha barato, ma è anche vero che tu Albus non sai perdere, quindi non giochiamo più a questo gioco!» il bambino, stanco di dover metter sempre fine alle loro liti, decise di prendere la strada più facile.

Hermione li vide discutere, e preoccupata si asciugò le mani e andò in giardino. «Bambini tutto apposto?» chiese preoccupata lei, «Si mamma, tutto apposto. Ho tutto sotto controllo!» Daniel sorrise ad Hermione, che si tranquillizzò.

Per molti versi lei e Daniel erano simili, per molti altri invece assomigliava a Draco, soprattutto quando faceva fatica a dire cosa provava, o quando respingeva qualcuno soltanto per paura.

La bambina rientrò in casa con il suo cestino pieni di fiorellini, e lo posò sul tavolo. «Mamma, mamma! Vieni qui!» Lily chiamò a gran voce sua mamma Ginny, che accorse subito da lei. «Tesoro, cosa c’è?» rispose Ginny alla figlia. «Ho raccolto tanti fiorellini, tutti per te mamma!» disse Lily sorridendo, Ginny era tanto felice e orgogliosa della sua bambina, che la strinse forte a sé.

«Sono stupendi Lily! Saranno il nostro centro tavola» rispose Ginny, mentre i tre bambini rientrarono in casa. Daniel stanco e sudato, per aver giocato tutto il pomeriggio, si sedette sul divano in salotto.

«Ehi ometto! Tutto apposto?» gli chiese Ron vedendolo esausto, «Si, papà. Sono stanchissimo» rispose Daniel con il fiatone. «Ah, allora vai a farti una doccia e poi vedrai che starai meglio» disse Ron, appoggiando una mano sulla sua gamba, «Va bene» rispose Daniel, e poi corse di sopra, con le poche forze che ancora aveva.

Quella sera tutta la famiglia era a mangiare alla Tana, George con Angelina e i due figli piccoli, Hermione e Ron con Daniel, Harry e Ginny con i loro tre figli.

Daniel scese in cucina per mangiare, si era appena lavato e aveva ancora i suoi capelli biondi bagnati.

«Dan,perché non ti sei asciugato i capelli?» gli chiese Hermione, passandogli una mano tra i capelli, «Volevo farli asciugare da soli, mamma» rispose lui, guardando Hermione, con i suoi occhi grigi. «Va bene, vai a tavola è pronto» Hermione accarezzò il figlio, che poi raggiunse i suoi cugini, al tavolo dei bambini.

La serata passò in fretta, tra chiacchiere e risate, mentre i bambini erano crollati sui divani. I rispettivi genitori presero i loro figli e li portarono a casa a dormire. Hermione aiutata da Ron, prese Daniel e lo portò a casa, che a differenza delle altre non era distante.

Affianco alla Tana, infatti c’era una casetta abbastanza modesta dove abitavano lei, Ron e Daniel. La utilizzavano praticamente solo per dormire, poiché per i pasti erano sempre dai signori Weasley che erano ben felici di averli con sé.

I signori Weasley erano rimasti soli, i loro figli erano sistemati e avere qualcuno che passava del tempo con loro era importante. Daniel passava tanto tempo in loro compagnia, Arthur gli mostrava gli oggetti babbani che possedeva, e Molly veniva aiutata da lui nelle faccende di casa.






Ciao a tutti! Ecco il ventiduesimo capitolo della mia storia. Spero vi piaccia! Un bacio, Draconis

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Capitolo 23
*** Posta a Sorpresa ***


Quella mattina, come tutte le altre, Daniel e i suoi genitori raggiunsero la Tana per fare colazione. Sul tavolo erano disposte delle fette di pane tostato, le brocche con il latte e il caffè  e tutto il resto.

«Buongiorno nonna!» disse Daniel, salutando Molly, «Buongiorno tesoruccio!»rispose lei sorridendo. «Buongiorno» dissero in coro Ron ed Hermione, «Giorno, cari» rispose Molly.

Arthur era seduto come sempre a capo tavola, e leggeva la Gazzetta del Profeta mentre sorseggiava del caffè. Daniel veniva rimpinzato da Molly, che lo vedeva sempre eccessivamente magro, e non si rendeva conto che era la sua costituzione fisica.

I versi di un gufo distrassero i presenti da quello che stavano facendo, mentre questo attraversava la cucina lasciando la posta sul tavolo, per uscire di nuovo dalla finestra.
«Oh, è arrivata la posta! Vediamo un po’, niente, niente di interessante. Oh! Ma questa è per te Daniel!» Arthur porse la lettera nelle mani di Daniel, che tutti riconobbero grazie al sigillo, come la lettera di ammissione alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Tutti erano felici della notizia, quest’anno il piccolo Daniel sarebbe andato ad Hogwarts. «Tesoro, aprila è per te!» lo incitò Hermione, «Sono così orgoglioso di te, Dan!» gli disse Ron, con gli occhi lucidi dall’emozione.

Daniel staccò il sigillo e tirò fuori la lettera che conteneva, e lesse:


                                                                                          SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS

Caro signor Weasley,
Siamo lieti di informarla che Lei ha diritto a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri di testo e delle attrezzature necessarie.
L'anno scolastico avrà inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa del Suo gufo entro e non oltre il 31 luglio p.v.
Distinti saluti
,
                                                                                                                                                                                                    
                                                                                                                                                                                                            Minerva McGranitt
                                                                                                                                                                                                                      Preside

                                                                                                                                                                                                                                         

Poi prese l’altro foglio per leggere anche quello.          

                                                                     SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS

Uniforme

Gli studenti del primo anno dovranno avere:

  • Tre divise da lavoro in tinta unita (nero)
  • Un cappello a punta in tinta unita (nero) da giorno
  • Un paio di guanti di protezione (in pelle di drago o simili)
  • Un mantello invernale (nero con alamari d'argento)
N.B. Tutti gli indumenti degli allievi devono essere contrassegnati da una targhetta con il nome.

Libri di testo

Tutti gli allievi dovranno avere una copia dei seguenti testi:

  • Manuale degli incantesimi, Volume primo, di Miranda Goshawk
  • Storia della Magia, di Bathilda Bagshot
  • Teoria della Magia, di Adalbert Waffling
  • Guida pratica alla Trasfigurazione per principianti, di Emeric Switch
  • Mille erbe e funghi magici, di Phyllida Spore
  • Infusi e pozioni magiche, di Arsenius Jigger
  • Gli Animali Fantastici: dove trovarli, di Newt Scamander
  • Le Forze Oscure: guida all'autodifesa, di Quentin Trimble
Altri Accessori
  • 1 bacchetta
  • 1 calderone (in peltro, misura standard 2)
  • 1 set di provette di vetro o cristallo
  • telescopio
  • bilancia d'ottone
Gli allievi possono portare anche un gufo, OPPURE un gatto, OPPURE un rospo.
SI RICORDA AI GENITORI CHE AGLI ALLIEVI DEL PRIMO ANNO NON È CONSENTITO L'USO DI SCOPE PERSONALI.      



Tutti applaudirono a Daniel, che sorrideva felice con in mano la sua prima lettera da Hogwarts.



Ciao a tutti! Ecco il ventitresimo capitolo della mia storia. Spero che vi piaccia! Un bacio, Draconis
                                        
 

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Capitolo 24
*** La Proposta ***


Era una calda mattina di agosto, Minerva McGranitt stava organizzando tutto il necessario per l’inizio dell’anno scolastico. Certamente avrebbe preferito godersi l’estate come facevano tutti, ma lei Preside di Hogwarts non poteva di certo permettersi una vacanza. Quella mattina infatti, doveva eseguire uno dei compiti che competono  alla Preside, ovvero quello di cercare e assumere i migliori insegnanti per i propri studenti.

Minerva si smaterializzò davanti a un grosso cancello di metallo, che non ebbe difficoltà ad aprire e poi attraverso un lungo viale, fino a trovarsi davanti a un portone maestoso. Con la sua solita grazia suonò il campanello, e aspettò che il proprietario aprisse la porta.

Circa un minuto dopo il portone si aprì, e da esso sbucò un ragazzo alto, biondo e di bell’aspetto, che sembrava stupito dalla visita.
«Salve, professoressa McGranitt» disse Draco, confuso e stupito dalla visita, «Oh, salve Malfoy. Posso entrare?» chiese Minerva osservando il ragazzo. «Si, prego entri» disse lui facendo segno di entrare, «Grazie, Malfoy. Sono venuta qui per parlarti» disse la McGranitt, mentre si accomodavano in salotto.

«Di cosa mi deve parlare?» chiese curioso e preoccupato Draco, «Sono venuta qui, Malfoy, per proporti un posto come insegnante di Pozioni, ad Hogwarts» disse calma e pacata, la donna.

«Come scusi? Professore di Pozioni, ma io non sono in grado» Draco era stupito della richiesta della McGranitt, «Io credo, che tu sia perfettamente in grado di insegnare Pozioni, se no non sarei venuta a proporti questo posto. Ovviamente tu non sei obbligato ad accettare la mia offerta, ma suppongo che se tu lo facessi, non te ne pentiresti» disse la McGranitt, guardando negli occhi Draco.

«Se posso chiederle, come mai ha scelto proprio me?» chiese Draco, «Se non mi sbaglio, eri tra i migliori del corso quando frequentavi Hogwarts. E poi quest’anno ho cercato di rinnovare il corpo insegnanti, non a caso ad occupare la cattedra di Erbologia c’è Neville Paciock. Comunque detto questo, ti lascio il tempo per riflettere sulla mia offerta, non appena avrai preso la tua decisione ti prego di mandarmi un gufo al più presto» Minerva si alzò e fece per andarsene ma Draco la fermò.

Era una grande occasione per lui, che non gli sarebbe mai più capitata, era più che deciso ad accettare la proposta della McGranitt.

«Aspetti!» disse Draco, «Si?» rispose Minerva, girandosi verso Draco. «Accetto la sua proposta» disse Draco, serio, «Oh, beh perfetto. Ho omesso di dirti che oltre a essere Professore di Pozioni, sarai di conseguenza Direttore della casa di Serpeverde, credo che questo ti farà assai piacere, visto che eri un Serpeverde anche tu» disse la McGranitt accennando un sorriso al ragazzo.

«Certamente mi fa piacere, è tutto così incredibile» disse Draco entusiasta, «Ah, prima che mi dimentichi. Questa è la lista dei libri che dovrai procurarti, li troverai tranquillamente al Ghirigoro. Ovviamente dovrai prepararti prima dell’inizio della scuola, per insegnare al meglio la tua materia. La partenza è come al solito il 1° settembre, ore 11 al binario 9 e ¾, puntuale e con i tuoi bagagli» disse la McGranitt tirando un’occhiata a Draco.

«Si, professoressa» rispose Draco, che era in soggezione, «Per qualunque cosa, Malfoy non esitare a chiedermela. Bene, credo di averti detto tutto quello che dovevo dirti, e ora posso andare. A presto, Professor Malfoy» Minerva si smaterializzò, lasciando Draco da solo nel grande salone.

Draco si diede un pizzicotto sul braccio destro, per verificare che fosse tutto vero, e lo era, lo era veramente. Lui sarebbe diventato Professore ad Hogwarts,era una notizia incredibile non vedeva l’ora di dirlo a sua madre.

Andò in camera sua e iniziò a preparare le sue cose perché  mancava davvero poco al 1° settembre, e non aveva molto tempo per ripassare quello che aveva fatto a scuola, e preparare le sue cose prima di partire.

Narcissa nel frattempo era tornata a casa, e non vedendo il figlio immaginò fosse nella sua stanza. Bussò e poi entrò, e lo vide prendere i suoi vestiti dall’armadio e infilarli in un grande baule.

«Dove stai andando?» gli chiese preoccupata Narcissa, «Sono stato assunto come Insegnante di Pozioni ad Hogwarts» disse serio Draco. «Stai scherzando, Draco? » chiese incredula Narcissa, «No, è tutto vero. Stamattina è passata la Professoressa McGranitt e me l’ha proposto, ed io ho accettato» disse Draco, infilando nel baule le sue camicie stirate.

Narcissa corse ad abbracciare il figlio, «Oh, tesoro sono così orgogliosa di te! Dobbiamo informare tuo padre, sarà sicuramente orgogliosissimo di te» disse Narcissa sorridendo. «Mah, non credo. Insomma non gli è mai interessata Hogwarts, e tanto meno io» disse Draco, cercando i suoi vecchi libri di scuola.

«Magari ti stupirà! Finisci di preparare le tue cose, io gli scrivo un gufo» disse lei uscendo dalla stanza, «Come vuoi, mamma» rispose Draco.






Ciao a tutti! Ecco il ventiquattresimo capitolo della mia storia. Spero vi piaccia! Un bacio, Draconis

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Capitolo 25
*** Uno Strano Incontro ***


«Su Daniel, sbrigati!» disse Hermione, il bambino si stava vestendo perché quella mattina sarebbe  dovuto andare a Diagon Alley insieme ai suoi genitori, a comprare il necessario per la scuola. «Sono quasi pronto mamma!» disse il piccolo allacciandosi le scarpe.

«Prendiamo la metropolvere, Hermione?» chiese Ron, «Si, Daniel è troppo piccolo per smaterializzarsi» rispose lei. Nel frattempo il piccolo Daniel era corso dai genitori, che lo stavano aspettando in salotto davanti al camino.

«Eccoti, Dan. Tesoro stavolta utilizziamo la metropolvere per andare a Diagon Alley, ti ricordi come funziona?» le chiese Hermione, «Si mamma, devo parlare in modo chiaro mentre butto la polvere volante» disse Daniel, «Esatto, allora vai prima tu. Quando arrivi però aspettaci lì e non allontanarti!»disse Hermione, facendo una raccomandazione al figlio.

«Va bene» disse Daniel, mentre prendeva la polvere dal vaso che Ron teneva in mano, poi entrò nel grande camino della Tana.

«Diagon Alley!» Daniel sparì in una fiammata verde, e si ritrovò magicamente a destinazione. La gente gli passava accanto, e le vetrine erano stupende e piene di oggetti magici, Daniel osservava i tanti ragazzini come lui che probabilmente stavano facendo gli acquisti scolastici. Daniel curioso decise allora di andare a dare un’occhiata a quelle vetrine, nonostante la raccomandazione che gli aveva fatto sua mamma.

Era affascinato da quello che vedeva, come i bellissimi gufi fuori dall’Emporio del Gufo, la coda fuori dal negozio di Madame Malkin, la fantastica scopa che era in vetrina da Accessori di Prima Qualità per il Quidditch.
Continuò a camminare attraverso la via principale e si trovò di fronte al Ghirigoro, così curioso decise di entrare a dare un’occhiata.

Era talmente piccino che le grandi pile di libri sparse per il negozio  lo nascondevano, curiosava nella piccola bottega aprendo e leggendo alcuni dei libri che si trovava davanti.  Riconobbe uno dei libri che comprendeva la lista scolastica, lo prese per leggerlo, e mentre si stava spostando si rese conto di aver scontrato qualcuno. Così dispiaciuto si girò per chiedere scusa, e si trovò davanti un uomo alto, biondo che gli sembrava piuttosto famigliare.

«Mi scusi» disse Daniel dispiaciuto, «Tranquillo» rispose l’uomo che stava fissando il bambino intensamente. Daniel rimise il libro a posto, e corse via perché sapeva che se i suoi genitori lo stavano cercando.

Daniel correva per la strada, facendo lo slalom tra la gente che stava camminando. Era preoccupato, i suoi genitori sicuramente erano furiosi, e se la sarebbero presa con lui. Li riconobbe e gli andò incontro, «Daniel Michael! Dove diavolo ti sei cacciato? Ci hai fatto prendere un colpo! Ti avevo detto non ti allontanare e tu cosa fai, ti vai a fare un giro? Sono veramente delusa dal tuo comportamento!  Ti poteva capitare qualcosa, è pericoloso!» Hermione era fuori di sé.

«Per fortuna non è successo! Ma comunque tua madre ha ragione Daniel!» disse Ron con tono serio, «Scusate, ero solo andato a fare un giro, non volevo farvi arrabbiare» disse Daniel con tono dispiaciuto, «Lo so Daniel, ma qui non siamo a casa e tu non sai mai chi puoi incontrare» disse Hermione, al sentire quelle parole Dan ripensò all’uomo che aveva incontrato al Ghirigoro, che lo guardava in quel modo strano.

«Hai ragione mamma» disse Daniel, Hermione lo accarezzò e tutti insieme si diressero a comprare la sua divisa.

                                                                                                                                                            ***

Quella mattina Draco era intenzionato ad andare ad acquistare i libri che gli sarebbero serviti durante l’anno scolastico. Si preparò velocemente e poi si smaterializzò a Diagon Alley, che era invasa da giovani studenti che ultimavano i loro acquisti.

Era strano per Draco, pensare che molti di quei ragazzini sarebbero stati i suoi alunni, perché non molti anni prima era uno di loro.

Si diresse al Ghirigoro, e in mano teneva la lista che gli aveva lasciato la Professoressa McGranitt. Entrò nella bottega,che non era cambiata da quando lui era ragazzino. Si ricordava quando veniva qui con suo padre, a comprare i libri e incontrava i suoi compagni di scuola, e dove regolarmente incontrava anche la ragazzina per cui aveva una cotta.

Era strano essere lì e non avere la consapevolezza di incontrarla in quel negozio, con i suoi amici. Si ricordava quando cercava di non dare a vedere che le piaceva, quando cercava i suoi capelli ricci tra la folla. Draco era invaso da un senso di malinconia che lo faceva stare male.

Decise allora di non pensarci, e di rimettersi a cercare quello per cui era venuto. Guardava tra gli scaffali, e alla fine trovò quello che stava cercando. Si diresse da quel lato della bottega per prenderlo, ma un ragazzino per sbaglio gli andò addosso.

Il bambino si girò e guardò Draco negli occhi, per un attimo si riconobbe in quel bambino. Gli ricordava lui tanti anni fa, aveva i suoi capelli e il suo viso, per non parlare poi dei suoi occhi.

«Mi scusi» disse il ragazzino dagli occhi grigi, «Tranquillo» Draco non riusciva a smettere di guardarlo. Poi il bambino posò il libro e corse via.

Per un attimo Draco pensò di avere le allucinazioni, insomma poco prima pensava ai vecchi tempi e poi si ritrova un bambino che gli somiglia parecchio di fronte, cosa che gli sembrava  davvero bizzarra.

Ancora sconvolto dall’accaduto Draco prese i libri che gli servivano, li pagò e poi tornò a casa.






Ciao a tutti! Ecco il venticinquesimo capitolo della mia storia. Spero che vi piaccia! Un bacio, Draconis
 

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Capitolo 26
*** La Partenza ***


Era il primo settembre, Daniel si era svegliato molto presto perché quella mattina sarebbe partito per andare ad Hogwarts. Era talmente eccitato che non aveva dormito granché, era rimasto nel suo letto a immaginare come sarebbe stata la sua nuova scuola e in che casa sarebbe capitato.

Beh era praticamente certo di essere un Grifondoro, fiero e coraggioso, sembravano aggettivi che secondo lui gli calzavano a pennello.

La sera prima aveva preparato tutti i bagagli, quello che conteneva i libri e i necessario per la scuola, quello contente i vestiti e la divisa, e la gabbietta di Larrie, il suo gufo.

Daniel si era pettinato i suoi capelli biondi, e si era lavato la faccia, era tutto pulito e profumato per la partenza. Indossava un paio di jeans e una maglietta a maniche corte azzurra, che risaltava i suoi occhi grigi.
Ovviamente anche Ted  e James Sirius sarebbero partiti per Hogwarts quella mattina, ma a differenza di Ted, per gli altri due bambini era la prima volta. Salirono tutti in una normalissima macchina babbana, naturalmente modificata per poter contenere ben otto persone, più i bagagli dei due ragazzini.

Ron, che aveva preso la patente babbana, era al volante dell’auto. Naturalmente aveva confuso l’esaminatore per ottenerla, infatti Ron era particolarmente negato a guidare e i passeggeri si stupirono quando arrivarono a King’s Cross sani e salvi.

Scaricarono i bagagli dalla macchina e li appoggiarono sui carrelli della stazione, e si diressero tra il binario 9 e il binario 10.

«Ragazzi, ricordate: andati dritti contro il muro, e non abbiate paura» disse Harry, dando una pacca sulla spalla a James. I due ragazzini si guardarono per un momento, poi James fece segno a Daniel di andare per primo, prese coraggio, contò fino a tre e spinse il carrello oltre la barriera.

Si ritrovò al binario 9 ¾, circondato da ragazzi come lui che salivano a bordo dell’Hogwarts Express o salutavano i loro parenti. Poco dopo fu raggiunto da tutti gli altri, e insieme si avvicinarono al treno.

Da lontano riconobbe subito il suo amico Ted, probabilmente perché i suoi capelli verdi si notavano lontano un miglio. «Dan, James! Vi stavo aspettando!» disse Ted, andando incontro ai suoi amici, «Scusa il ritardo Ted, ma mio papà non è molto bravo a guidare. Però non diteglielo, se no si offende» disse Daniel bisbigliando.

«Tu sei un Grifondoro?» chiese James, notando lo stemma che Ted portava sulla divisa, «Si, esatto. Così saremmo tutti e tre della stessa casa, non è fantastico?» disse Ted, entusiasta.

«Su, ragazzi. Salutateci che tra pochi minuti il treno parte» disse Hermione, sorridendo ai ragazzini. Daniel corse da Hermione e l’abbracciò forte, «Ciao mamma! Ti voglio bene. Ricordati di mandarmi i biscotti al cioccolato che mi piacciono tanto» disse lui, «Certo che te li mando. Mi mancherai davvero tanto Daniel, ricordati che ti voglio tanto bene. E soprattutto ricordati di scrivermi, se no sto in ansia» disse Hermione preoccupata.

«Si, mamma. Stai tranquilla ti mando Larrie, dopo lo smistamento» rispose Daniel, e poi andò a salutare Ron. «Ciao papà! Mi mancherai» disse Dan, abbracciandolo, «Anche tu mi mancherai, piccolo» rispose Ron stringendolo.

Anche i suoi amici salutarono i loro parenti e amici, e poi si avviarono al treno che stava per partire.





Ciao a tutti! Ecco il ventiseiesimo capitolo della mia storia. Spero che vi piaccia! Un bacio, Draconis

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Capitolo 27
*** Nuovi Incontri ***


Mentre il treno stava fischiando il trio salutò i genitori e gli amici, e poi si diresse a cercare uno scompartimento. Erano tutti occupati, soprattutto da ragazzi più grandi, e loro attraversarono più di metà treno prima di trovare uno scompartimento.

 Aprirono la porta, e videro quattro ragazzi seduti che parlavano. Le due ragazze erano sedute vicine, e si assomigliavano tantissimo, soprattutto perché entrambe erano bellissime. La ragazza più esterna al finestrino aveva i capelli leggermente ondulati di un castano scuro, e gli occhi verdi, l’altra invece era castana chiara e i suoi occhi erano color nocciola. Nonostante queste differenze avevano qualcosa in comune nel loro viso.

Di fronte a loro c’erano due ragazzi entrambi di una bellezza mozzafiato, quello vicino alla finestra aveva i capelli castani e gli occhi azzurri, l’altro invece era biondo cenere e i suoi occhi erano verdi.

«Ciao! Possiamo sederci qui, il treno è pieno» chiese Daniel, al ragazzo con gli occhi azzurri, «Si, entrate. Io mi chiamo Alec Grey,e voi siete?»  chiese ai tre ragazzi, che si stavano sedendo affianco a loro. «Daniel Weasley» rispose lui, «Io sono James Potter» disse James sorridendo.

«Il figlio di Harry Potter?» chiese il ragazzo dagli occhi verdi, «Si, è mio padre» rispose James, «Wow, comunque io sono Chase Harris» disse Chase. «E tu sei? Comunque io mi chiamo Emma Mitchell, e lei è mia sorella Charlotte Mitchell» disse Emma, guardando Ted.

«Sono Ted Lupin, e sono al secondo anno» disse Ted, guardando la sorella di Emma piuttosto infuriata, «Mi chiamo Charlie, odio essere chiamata Charlotte e tu lo sai bene!» disse Charlie alla sorella.

«Siete sorelle quindi voi due» disse Daniel, guardando le due ragazze che aveva davanti, «Si, gemelle. Ma come vedi non siamo uguali, ne di aspetto ne di carattere» disse Charlie, toccandosi i capelli.

«Vi conoscevate già voi tre? Insomma per girare con uno del secondo anno» chiese Alec, i tre ragazzi, «Si, Daniel  è mio cugino» disse James, quando qualcuno aprì di colpo la porta dello scompartimento.

«Mettetevi la divisa, siamo quasi arrivati» un ragazzo piuttosto alto, e moro che portava la divisa di Grifondoro. Daniel pensò si trattasse sicuramente di un prefetto, anche sua mamma e suo papà lo erano stati quando frequentavano Hogwarts e si chiedeva se in futuro lo sarebbe diventato anche lui.


I sette ragazzi se vestirono velocemente, e poi si sporsero dal finestrino: in lontananza si vedeva il castello, la loro futura casa.
                                
 **
Draco, puntuale come la professoressa McGranitt gli aveva detto, si era presentato alla stazione con i suoi bagagli.

In lontananza aveva visto Harry, Ron e naturalmente Hermione, che era sempre più bella, ma fece attenzione a non farsi vedere.

Salì sul treno e si accomodò in uno degli scompartimenti più piccoli, perché preferiva fare il viaggio da solo, e non in compagnia.

Alle undici in punto il treno partì, e Draco guardò la stazione che piano piano si stava allontanando, guardava i visi dei genitori che salutavano i propri figli, le mamme più sensibili che si asciugavano le lacrime. Lui invece era felice di abbandonare Londra e di partire, per tornare a Hogwarts e imbattersi nel suo ruolo di professore.

Quando il treno si fermò scese tra i primi e prese la carrozza riservata ai professori e raggiunse Hogwarts prima degli studenti.
 





Ciao a tutti! Ecco il ventisettesimo capitolo della mia storia. Spero vi piaccia! Un bacio, Draconis

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Capitolo 28
*** Lo Smistamento ***


L’Hogwarts Express arrivò in stazione a tarda sera, i ragazzini scesero dal treno e si riunirono agli altri del primo anno. Ad aspettarli c’era il guardacaccia, nonché professore di Cura delle Creature Magiche, Rubeus Hagrid.  Era sempre felice di accogliere questi giovani maghi e streghe e di accompagnarli al castello.

Nel frattempo Ted, essendo del secondo anno, salutò velocemente i suoi amici e raggiunse i suoi compagni.

I ragazzi seguirono Hagrid fino al lago nero, dove delle barche li aspettavano. Daniel e James salirono su una di esse insieme a Charlie ed Alec. Rimasero tutti estasiati nel vedere che le barche si muovevano da sole, ma soprattutto nel vedere l’enorme castello illuminato dalle luci che spuntavano dall’interno.

Scesero dalle barche e attraversarono il salone d’ingresso, salirono le scale e si trovarono davanti a un grande e maestoso portone chiuso. Davanti ad esso c’era una donna piuttosto minuta, indossava un vestito verde con un mantello nero, e il cappello abbinato. 

«Benvenuti ad Hogwarts! Io sono Minerva  McGranitt, e sono la Preside di questa scuola. Tra poco ci sarà la cerimonia dello smistamento, che per chi non lo sapesse è il momento in cui sarete divisi, ed assegnati alla vostra casa di appartenenza. Le quattro case sono: Grifondoro, Serpeverde, Tassorosso e Corvonero. La vostra casa di appartenenza sarà la vostra famiglia fino al settimo anno, quindi la onorerete portando punti ad essa, mentre la disonorerete se con il vostro comportamento le farete perdere punti. La casa che avrà più punti alla fine dell’anno vincerà la Coppa delle Case. Dopo lo Smistamento ovviamente ci sarà il grande banchetto, per chi non lo sapesse. Spero di essere stata chiara, ora possiamo entrare» concluse la McGranitt.

La Preside aprì il portone, e avanzò nella sala grande seguita dagli studenti del primo anno. Daniel e James, insieme a tutti gli altri passarono in mezzo a quattro lunghi tavoli, uno per ogni casa, occupati dagli studenti più grandi.

Al tavolo alla loro destra era seduto Ted che sorrise agli amici, Daniel capì immediatamente che si trattava del suo tavolo, cioè quello dei Grifondoro.

Si fermarono prima degli scalini che portavano al tavolo degli insegnanti, e videro uno sgabello con sopra un vecchio cappello a punta.

«Molto bene, possiamo procedere allo smistamento. Quando chiamerò il vostro nome, verrete avanti, vi siederete sullo sgabello e io vi farò indossare il Cappello Parlante» disse la McGranitt, guardando gli studenti del primo anno con la faccia perplessa.

La McGranitt srotolò la pergamena, dove erano scritti i nomi degli studenti  in ordine alfabetico.

«Baston Lucas» disse la McGranitt, «Grifondoro!» urlò il Cappello Parlante,e  il tavolo dei Grifondoro applaudì. «Cooper Paige » chiamò la McGranitt, «Grifondoro!» disse il Cappello Parlante, e il tavolo dei Grifondoro accolse la ragazza.

«Davis Mason » disse la McGranitt, «Serpeverde!», il tavolo dei Serpeverde applaudì al loro primo acquisto. «Davis Ryan» disse la McGranitt, una ragazzina dai capelli biondo cenere si fece avanti, mentre qualcuno rise. «Ma è una ragazza!» disse Chase al suo amico Alec, «Ed ha un nome da maschio!» ribatté lui. La ragazzina li fulminò, e poi si sedette sullo sgabello.

La McGranitt le mise il Cappello sulla testa, «Serpeverde!» la ragazza si alzò sorridendo e passò in mezzo a Alec e Chase spingendoli, e si accomodò vicino al fratello al tavolo dei Serpeverde.

Ai Serpeverde si aggiunsero anche Alec, Chase e Charlie, mentre sua sorella Emma fu inserita nei Grifondoro.

«Potter James Sirius» disse sorridendo al ragazzo, che si stava sedendo sulla sgabello.  La McGranitt gli mise il Cappello sulla testa, «GRIFONDORO!», il tavolo dei Grifondoro si alzò in piedi ad applaudire, avevano un altro Potter nella loro casa.

Dopo altri quattro ragazzi toccò a Daniel, che rimase uno tra gli ultimi ad aspettare di essere smistato.

«Weasley Daniel Michael» disse la McGranitt fissando il ragazzino, che titubante si stava avvicinando allo sgabello. Indossò il Cappello Parlante e rimase in attesa, «È la prima volta che incontro un Weasley che non ha i capelli rossi sai, strano piuttosto strano. Ma devo comunque seguire quello che credo ti si addica di più, quindi, SERPEVERDE!».

Daniel aveva una faccia incredula come tutti, dopotutto. Lui doveva essere un Grifondoro, come i suoi genitori, perché mai era capitato in Serpeverde? Si tolse il Cappello e si diresse verso il tavolo dei Serpeverde, e si sedette vicino ad Alec.

Finito lo Smistamento, la Preside decise di fare un discorso, «Molto bene, anche quest’anno è stato eseguito lo Smistamento. Le quattro case hanno dato il benvenuto ai loro nuovi componenti, ed io do il benvenuto a tutti voi. Inoltre vorrei presentarvi i nuovi componenti del corpo insegnanti, il Professor Neville Paciock che insegnerà Erbologia, e il Professor Draco Malfoy che insegnerà Pozioni. E naturalmente salutiamo il resto del corpo insegnanti. Ed ora, diamo pure il via al banchetto!» la Preside batté le mani, e i tavoli si riempirono di cibo.
Daniel riconobbe l’uomo che aveva incontrato al negozio, prima dell’inizio della scuola, come quella volta lo stava osservando e Daniel fece lo stesso.

«Daniel, non mangi?» gli chiese Charlie, richiamando il ragazzo, «Oh, si. Scusa, stavo pensando che il professor Malfoy lo avevo già incontrato» disse Daniel. «Dove l’hai visto?» gli chiese lei, «Al Ghirigoro» rispose Dan, « Comunque lui sarà il direttore della nostra casa, speriamo sia in gamba» disse Charlie, versandosi del purè nel piatto. Daniel rimase a pensare a tutto quello che era successo, a come mai era capitato in Serpeverde, a come mai aveva incontrato di nuovo quell’uomo, mangiando una coscia di pollo.

**

Draco era arrivato al castello, aveva posato i suoi bagagli nel suo ufficio, e si era diretto alla sala grande per la cena.

Vide un posto vuoto vicino a un suo vecchio conoscente, Neville Paciock, e si sedette. «Draco Malfoy?» disse stupito Neville, «Neville Paciock» rispose lui. «Sei un insegnante anche tu? Non lo sapevo» disse Neville, «Si, pozioni» rispose Draco.

«Io, Erbologia. Uh, sta iniziando» disse lui, mentre le ante del portone si stavano aprendo. Dei giovani ragazzi stavano attraversando la sala grande, e si erano fermati davanti allo sgabello che reggeva il Cappello Parlante.

Uno dopo l’altro,veniva smistati, e Draco, come tutto il corpo insegnanti applaudì per ognuno di loro. Gli sembrava di essere tornato indietro nel tempo, quando anche lui come loro si era seduto su quella sedia e aveva indossato quel Cappello.

Poi rivide quel bambino, quello che aveva incontrato al Ghirigoro, «Chi è quel bambino?» chiese Draco a Neville, «Il figlio di Hermione Granger e Ron Weasley» rispose Neville tranquillo.

Draco ripensò a quando sua madre gli aveva dato la notizia, che Hermione era incinta, e capì subito che era il bambino di cui sapeva già l’esistenza.

«Weasley Daniel Michael» disse la McGranitt, mentre il bambino si sedeva e indossava il cappello, che sembrava titubante.

«È la prima volta che incontro un Weasley che non ha i capelli rossi sai, strano piuttosto strano. Ma devo comunque seguire quello che credo ti si addica di più, quindi, SERPEVERDE!» disse il cappello parlante.

Sia Neville che Draco rimasero stupiti, si che il bambino sembrava non aver niente dei Weasley, ma portava comunque il loro cognome ed era finito in Serpeverde. Era impossibile.

Draco guardava quel bambino, perché continuava a vedersi in lui, perché gli sembrava così familiare? Il bambino ricambiò lo sguardo, si riconobbero a vicenda, come se si conoscessero da sempre, cosa piuttosto strana pensò lui.






Ciao a tutti! Ecco il ventottesimo capitolo della mia storia. Spero vi piaccia! Un bacio, Draconis

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Capitolo 29
*** Dietro la Porta ***


Finito il banchetto i Prefetti delle quattro case si rivolsero agli studenti del primo anno, per accompagnarli nelle loro sale comuni. Il prefetto di Serpeverde Andrew Warren, si rivolse ai ragazzini che aveva di fronte, «La sala comune si trova nei sotterranei, e ora vi mostro di preciso dove. Seguitemi, e non allontanatevi dal gruppo».

La sala grande si svuotò velocemente, i Corvonero e i Grifondoro si diressero verso la propria torre, i Tassorosso verso la loro sala che si trova vicino alle cucine, e i Serpeverde nei sotterranei.

Daniel mentre seguiva il gruppo vide di sfuggita James e Ted, era assai triste, i suoi migliori amici erano in un’altra casa, e lui sarebbe rimasto da solo. Lo salutarono e poi continuarono a seguire il Prefetto di Grifondoro.

Scesero le scale e si trovarono davanti a una porta di pietra nera, il Prefetto era davanti al gruppo, «Bene, questo è l’ingresso della sala comune. Per entrare c’è naturalmente bisogno della parola d’ordine, quindi ascoltatemi bene, e imparatela. Portentus!», la porta di pietra si aprì, e il gruppo entrò.

Era una stanza buia, il cui colore prevalente era il nero, per non parlare delle tende verdi alle pareti, che coprivano i vetri che davano sul lago nero. I divani rigorosamente neri, erano disposti intorno a un camino di marmo grigio, che era spento.

Daniel era un po’ spaventato, di certo non era quello che s’immaginava, lui si aspettava la sala comune dei Grifondoro, con le pareti rosse ed oro, non quella di Serpeverde.

«Ecco, questa è la nostra sala comune, nonché la vostra ovviamente. Ora vi mostro i dormitori, dividetevi maschi a destra e femmine a sinistra» disse Andrew, in poco tempo il gruppo si divise in due, da una parte Daniel insieme ad Alec e Chase, ed altri ragazzini, e dall’altra Charlie e Ryan con le altre ragazzine.

«Bene, le femmine mi seguano, il vostro dormitorio è a sinistra, quindi dovete salire quelle scale. Siete quattro ragazze quindi starete in camera insieme» Andrew, seguito dalle ragazze, salì le scale.

Tornò giù in fretta, «Bene, ora vi mostro il vostro. Voi siete a destra su per queste scale, la vostra stanza è la numero 20, la mia è la 18 quindi per qualunque cosa sapete dove trovarmi. È inutile dirvi che sarete in camera insieme, e che i vostri bagagli sono già di fronte ai vostri letti. Vi ricordo che il coprifuoco per quelli del primo anno è alle 10, quindi dopo le 10 non potrete uscire dalla sala comune intesi? Se vi beccano, toglieranno punti alla nostra casa e quest’anno, come sempre, miriamo a vincere la Coppa delle Case, e di certo non vorrete far perdere Serpeverde. Ah, prima che mi dimentichi, la cosa più importante, sul vostro letto troverete gli orari delle vostre lezioni. Mi pare che la prima sia Pozioni, se non sbaglio. Va beh, io vi ho detto tutto, quindi buonanotte» Andrew accennò un sorriso e se ne andò.

I cinque ragazzini aprirono la porta della loro stanza, e videro cinque letti coperti da tende verdi disposti seguendo la forma circolare della stanza. Daniel riconobbe il suo, grazie ai suoi bagagli appoggiati vicino al letto, era tra quello di Alec e quello di un ragazzino che non conosceva.

«Ciao! Io sono Jared Smith, e tu?» chiese il ragazzino castano, che era il suo vicino di letto. «Sono Daniel Michael Weasley» i due si strinsero la mano, «Io sono Mason Davis» disse il ragazzino dall’altra parte della stanza, «Alec Grey» disse Alec, «Chase Harris» disse lui.

«Anche i tuoi erano Serpeverde?» chiese Jared, mentre si metteva il pigiama, «No, i miei erano entrambi Grifondoro» rispose Daniel mentre si vestiva. «Strano, i miei erano Serpeverde e quindi me l’aspettavo di essere Serpeverde anche io» disse sinceramente Jared, «Io, in effetti no, pensavo di essere un Grifondoro» rispose Daniel.

«A volte non c’entra, il Cappello Parlante guarda le nostre qualità e decide dove collocarci» disse Jared, sorridendo al nuovo amico, «Hai ragione» disse Daniel, sorridendo a sua volta.

 I suoi compagni di stanza si addormentarono velocemente, Daniel invece, era rimasto sveglio, teneva tra le sue mani la sua bacchetta, e la sciarpa di Serpeverde. Forse in lui c’erano qualità che non sapeva di avere, o forse non sapeva tutto di lui.






Ciao a tutti! Questo è il ventinovesimo capitolo della mia storia. Spero vi piaccia! Un bacio, Draconis

 
 

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Capitolo 30
*** Un Rotolo di Pergamena ***


Quella mattina, i primi raggi del sole illuminavano appena, la stanza dei giovani Serpeverde. Daniel, come i suoi compagni, aveva messo la sveglia alle sette in punto del mattino, perché alle nove sarebbero iniziate le lezioni.
Si alzò dal letto, si lavò, e indossò la sua divisa di Serpeverde. Raggiunse il comodino che aveva vicino al suo letto, e aprì il cassetto, prese il suo libro di Pozioni, e una pergamena con una penna d’oca nuova.

Aveva promesso a sua madre di scriverle non appena avesse potuto, ma ieri era stanco ed era troppo tardi per scriverle, così aveva deciso di farlo a colazione. Scese in sala grande insieme a  Jared, perché Alec e Chase stavano ancora dormendo.

«Wow! Guarda! Non ho mai visto così tanta roba da mangiare per colazione!» disse Jared, dando un colpetto sul braccio di Daniel, «È tantissima roba! Batte quasi quella preparata da mia nonna!» rispose lui. Videro due posti vuoti vicino alla ragazzina dagli occhi verdi, come la sua divisa, Charlie, e decisero di sedersi di fronte a lei.

«Giorno!» dissero in coro i due maschietti, «Buongiorno, tu devi essere Jared Smith, se non sbaglio» disse lei, senza distogliere lo sguardo da Jared. «Si, e tu devi essere Charlie Mitchell, se non sbaglio» disse Jared, fissando a sua volta la ragazza, «Esatto, sono io. Comunque cosa stai scrivendo Daniel?» chiese Charlie, spostando la sua attenzione, sul ragazzino biondo impegnato a scrivere su un rotolo di pergamena.

«Scrivo a mia madre, vorrà sicuramente delle notizie» rispose Daniel, dando un morso a una fetta di pane tostato.  «Immagino che entrambi vi sarete preparati a dovere per la lezione di Pozioni di questa mattina. Io naturalmente, ho già studiato i primi due capitoli, non voglio di certo rimanere indietro. E poi ho anche saputo, che il nostro Professore, il Professor Malfoy, ha frequentato anche lui Hogwarts,ed era un asso in questa materia. Quindi non possiamo di certo sfigurare!»disse Charlie.

«Ma siamo qui per imparare, se sapessimo già tutto, cosa ci verremmo a fare?» disse Jared ridacchiando, anche Daniel rise, mentre Charlie fulminò il ragazzo.

«Guardate! Arriva la posta!» disse Daniel, guardando verso il soffitto, un gufo grigio stava planando vicino a lui, e teneva una lettera attaccata alla zampa. «Larrie! Cosa mi hai portato?» disse Daniel, felice di rivedere il suo amato gufo.

Stacco la lettera dalla zampa del gufo e l’aprì.


Caro Daniel,

io e tuo padre ti abbiamo scritto per farti le congratulazioni, anche tu sei un Grifondoro! Siamo così fieri di te, e siamo certi che quest’anno farai grandi cose, come le abbiamo fatte noi.

Ricordati di mandarci un gufo ogni tre giorni, se no lo sai che sto in ansia, e dacci al più presto notizie di te.

Ci manchi già tantissimo, Daniel, e ricordati che ti amiamo tanto! Anche ai nonni manchi tanto, e mi hanno detto di dirti che a Natale ti invieranno un maglione con il tuo nome. Stai tranquillo, lo hanno avuto anche tuo padre e i tuoi zii.

Ah, prima che mi dimentichi, se hai bisogno di qualcosa, chiedimela pure e te la manderò volentieri. Ma soprattutto tieni alta la memoria di tua madre, e studia.

Con tutto l’affetto possibile, i tuoi genitori.

PS: Larrie è goloso, non dargli troppi dolci se no ingrasserà talmente tanto che non riuscirà più a volare!



Daniel era amareggiato, i suoi genitori credevano fosse un Grifondoro, e ora se gli avesse detto che era un Serpeverde li avrebbe delusi?

«Cosa succede Daniel? Brutte notizie?» chiese preoccupata Charlie, «I miei credono che io sia un Grifondoro» rispose Daniel giù di tono. «Stai tranquillo, glielo dirai e andrà tutto bene! In fondo mica l’hai deciso tu, se il Cappello ti ha messo in questa casa ci sarà pure un motivo, no?» disse Jared, cercando di consolare l’amico, «Appunto, e poi sono i tuoi genitori, ti vogliono comunque bene in qualsiasi casa sei» disse sorridendo Charlie.
«Avete ragione ragazzi» disse sorridendo Daniel, mentre completava la sua lettera. «Certo! Non abbiamo sempre ragione!» disse Charlie ridendo, e i due maschietti risero insieme a lei.

Nel frattempo Larrie aveva addentato un muffin ai mirtilli, e se lo stava mangiando tutto. «Larrie no! Non puoi mangiare i muffin! Se no mi diventi grasso, e poi non hai la forza per sollevarti in volo. Tieni porta questa a mamma e a papà, vai» disse Daniel, appiccicando la lettera alla zampa dell’animale.

«Larrie, il primo gufo della storia, ad essere a dieta!» disse Jared, mentre Larrie stava volando in alto. Le risate di quei ragazzini coprirono i versi di Larrie, che pareva essersi offeso per la battuta.  Una grande amicizia stava nascendo tra quei tra ragazzini Serpeverde, ed era solo l’inizio.



Ciao a tutti! Ecco il trentesimo capitolo della mia storia. Spero che vi piaccia! Un bacio, Draconis
 

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Capitolo 31
*** La Lezione ***


Daniel era rimasto a chiacchierare con Charlie e Jared, dimenticandosi che tra meno di un quarto d’ora sarebbe iniziata la lezione di Pozioni, e avrebbero dovuto attraversare tutta la scuola per raggiungere l’aula. «È tardi! Dobbiamo correre!» disse Charlie, i tre si alzarono immediatamente e con i libri in mano, corsero fino all’aula di Pozioni.

Arrivarono giusto due minuti prima che iniziasse la lezione, entrarono e si sedettero vicini, in secondo banco. Daniel si guardò attorno, e riconobbe James che era seduto vicino a due ragazzi Grifondoro, di cui non conosceva il nome.

Un giovane uomo, molto affascinante era in piedi affianco alla lavagna. Indossava un completo nero, e i suoi capelli biondi erano perfettamente pettinati. L’uomo diede un colpo di tosse, per far tacere i ragazzini, e attirare su di lui l’attenzione dei suoi studenti.

«Salve a tutti, il mio nome è Draco Malfoy, e sarò il vostro insegnante di Pozioni per il tutto l’anno scolastico.  Inoltre per voi, Serpeverde, sono il direttore della vostra casa, ma ancora non avevo avuto l’occasione di presentarmi. Quindi per qualunque cosa, dovrete e potrete rivolgervi a me.  Come potete vedere, seguirete il mio corso insieme ai Grifondoro» disse Draco, guardando i ragazzini che aveva di fronte.

«Per oggi inizieremo con una pozione molto semplice, per poter capire le vostre qualità.  Aprite il libro a pagina 125» disse Draco con tono pacato.

 Passava tra i banchi, e riconobbe il ragazzino biondo che stava sfogliando il suo libro di Pozioni.

«La Pozione Scacciabrufoli!» disse Charlie, una volta che ebbe trovato la pagina, «Penso che potrebbe servirmi un giorno» disse Jared compiaciuto.

«Esatto! La Pozione Scacciabrufoli! Chi di voi sa dirmi quali sono gli ingredienti?» chiese Draco, guardando in giro per la classe. «Tu, me li sapresti dire? Come ti chiami?» Draco si rivolse a Daniel, che sembrava un pochino spaventato.

«Daniel Weasley, comunque no, signore» rispose Daniel triste, «Una mano alzata, tu sei?» chiese Draco, alla ragazzina seduta di fianco a Daniel, «Charlie Mitchell. Gli ingredienti sonolumache cornute, aculei di porcospino, zanne di serpente ed ortiche secche» rispose lei.

«Perfetto! 10 punti a Serpeverde! Ora andate a prendere gli ingredienti in quell’armadietto, e mettetevi al lavoro. Alla fine della lezione voglio una provetta con il vostro nome, sulla mia cattedra, a cui darò un voto» disse Draco, cercando di sembrare il più professionale possibile.

I ragazzini ce la mettevano tutta, ogni tanto la stanza si riempiva di fumo, quindi Draco passava in mezzo a loro per controllare i loro lavori. Vide che alcuni ragazzi erano completamente negati per la sua materia, e non riuscivano nemmeno a seguire la ricetta che era sul libro.

Poi c’erano quelli abbastanza bravi, come la ragazzina che gli aveva risposto alla domanda, certamente la loro Pozione si vedeva che non era perfetta ma almeno non esalava nessun fumo tossico.  E poi notò quel ragazzino, che prima non sapeva rispondergli, la sua pozione era perfetta si vedeva da lontano. Sembrava che facesse pozioni da sempre, era veramente impressionante.

Oltretutto cercava anche di trattarlo come uno studente qualsiasi, nonostante fosse il figlio di Hermione e di Weasley, ma solo il nome Weasley gli faceva venire l’amaro in bocca.

L’ora stava per finire, sia i Serpeverde che i Grifondoro, stavano riempiendo le provette da consegnare al professore.

Daniel mise la sua nella provetta, la chiuse con il tappo, e ci attaccò un adesivo con scritto “Daniel M. Weasley” e andò a consegnarlo al professore, prima di lasciare l’aula.

Dan posò la provetta e quando se ne stava per andare il professore si rivolse a lui, «Daniel, giusto? Volevo solo dire a te e ai tuoi amici, di non fare tardi alla lezione di nuovo. Stavolta ho chiuso un occhio, ma non succederà di nuovo. Intesi?» disse Draco, non troppo serio.

«Si, mi scusi. Ha ragione, non succederà più» disse Daniel dispiaciuto, Draco accennò un sorriso mentre vide il ragazzino correre dai suoi amici.

«Come vi è sembrata la lezione?» chiese Charlie mentre attraversavano il corridoio, «Interessante direi, e poi il professore sembra in gamba» disse Jared sorridendo, «Cosa ti ha detto prima, Dan?» Charlie stava guardando Daniel, «Che dobbiamo evitare di arrivare in ritardo di nuovo», «Si, è decisamente in gamba, poteva benissimo toglierci dei punti per questo!» disse Charlie.

«Beh si, ma non l’ha fatto no? Siamo stati fortunati» disse Jared, «Appunto, quindi se non ci muoviamo arriveremo tardi anche a Trasfigurazione, e non credo che saremo fortunati di nuovo» disse Daniel, mentre accelerava il passo seguito dai suoi amici.






Ciao a tutti! Ecco il trentunesimo capitolo della mia storia. Spero vi piaccia! Un bacio, Draconis

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Capitolo 32
*** Dentro Lei ***


Quella mattina Hermione si era svegliata presto come al solito, si era preparata ed era andata a fare colazione alla Tana

«Buongiorno, Molly» disse Hermione sedendosi a tavola, «Oh, buongiorno cara. Spero che tu abbia fame, ho fatto le uova!» disse lei mescolandole nella padella. «Si, tanta. E Arthur dov’è?» chiese Hermione, curiosa, «A lavorare, è uscito prima dell’alba. Un cavallo a dondolo babbano è stato stregato, e ha rincorso la famiglia per tutta la notte!» disse lei, pensierosa.

«Giorno!» Ron si sedette di fronte ad Hermione, in pochi minuti Molly servì ad entrambi delle deliziose uova strapazzate. «Ho una fame!» disse Ron con l’acquolina in bocca, «Quando mai» disse Hermione, mentre stava guardando Ron spazzolarsi l’intero piatto. Si chiese come faceva a ingurgitare tutto quel cibo, e respirare nello stesso tempo.

«Quello non è Larrie?» disse Molly, indicando il gufo che stava entrando dalla finestra. «Si, è lui. Avrà portato la lettera di Daniel che aspettavamo» disse Hermione, «Ciao bello!» Ron accarezzava l’animale, mentre Hermione prendeva la lettera.

L’aprì e la lesse.


Cari mamma e papà,

mi ha fatto piacere ricevere la vostra lettera. Per adesso tutto bene, mi sono fatto degli amici e sono piuttosto simpatici, c’è Jared che è un burlone, e poi c’è anche Charlie, è intelligente, simpatica e un po’ , diciamo, carina. Anche loro come me, sono Serpeverde, sono rimasto stupito della scelta del Cappello Parlante, ma anche voi avevate detto che guarda le nostre qualità, e poi decide giusto?

Stamattina ho la prima lezione alle nove, Pozioni, sono un po’ preoccupato. So che non è una materia molto facile ma ce la metterò tutta per rendervi orgogliosi di me.

Ho visto anche Ted e James, stanno bene anche loro, ma non riusciamo a passare tanto tempo insieme perché siamo separati.

Ah, Larrie si è già mangiato un muffin ai mirtilli qui, quindi evitate di nutrirlo ulteriormente.

Vi voglio tanto bene,

con affetto Daniel

PS: Mamma, se ti ricordi, mi mandi quei biscotti al cioccolato che mi piacciono? Così li faccio assaggiare ai miei amici!


Hermione era scioccata, come mai non ci aveva pensato! Non aveva pensato al fatto che il figlio di un Serpeverde, potesse essere a sua volta un Serpeverde. E ora come avrebbe fatto, avrebbe retto quello che avevano già detto a Daniel, che il Cappello Parlante guarda le qualità della persona?

«Cosa ha detto Daniel? Sta bene? Dalla tua faccia sembra sia successo qualcosa» disse Ron cercando di sdrammatizzare, «No, sta bene. Ha detto che si è fatto degli amici, che sono come lui dei Serpeverde» disse Hermione.
Ron sputò le uova, «Daniel è un Serpeverde? Ma come diavolo è possibile?», «Lo sai anche te, il Cappello guarda le qualità delle persone che lo indossano. Anche Harry doveva essere un Serpeverde, ti ricordi?» disse Hermione, cercando di limitare la reazione di Ron.

«Si, ma Harry era un pezzo di Voldemort! Daniel è un pezzo di che cosa?» Ron era scioccato, il suo amato figlio era un Serpeverde.

«Senti, Ron, se il Cappello ha deciso così devi essere fiero di lui a prescindere! Se no che razza di padre saresti tu? E no, non voglio più tornare su questo argomento!»  urlò Hermione, Ron si calmò e riprese a mangiare le poche uova che gli rimanevano.

«Hai ragione, è sempre mio figlio. Scusa Hermione» Ron cercò di sorriderle, e lei ricambiò il sorriso, «Fa niente Ron, comunque a quanto pare si è fatto degli amici» disse lei. «Un trio! Mi ricorda vagamente qualcosa, a te Hermione?» Ron rise, insieme a lei.

«Si, ma vagamente» scoppiarono a ridere tutti quanti, «E a quanto pare, potrebbe avere una cotta per la sua amichetta, la definisce un po’ carina» Hermione era tutto sorridente, «È proprio un ometto!» disse Ron entusiasta.
«La smettete di prendere in giro vostro figlio? Voi alla sua età eravate uguali! Tu Ron che arrossivi ogni volta che arrivava lei, e tu Hermione eri una so-tutto-io» disse Molly rimproverandoli, «Ma è una cosa così tenera non credi? Anche se il mio bambino sta crescendo» disse Hermione, con un filo di malinconia.ù

«Già, come passa il tempo. A proposito, oggi a pranzo vengono anche Harry e Ginny, è un po’ che non si fanno vedere» disse Molly, «Perfetto, allora ti vengo a dare una mano in cucina» rispose Hermione, nel mentre Ron leggeva la Gazzetta del Profeta.
 
Hermione sapeva di essere geniale, ma non pensava tanto. Era riuscita a far cadere ancora tutti i sospetti, ma sapeva che a lungo andare le sue bugie non avrebbero più retto, si sa che hanno le gambe corte. Ma fino ad allora lei, quel segreto lo avrebbe costudito dentro di sé.




Ciao a tutti! Ecco il trentaduesimo capitolo della mia storia. Spero vi piaccia! Un bacio, Draconis

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Capitolo 33
*** Salute in Bottiglia ***


La Tana era invasa dall’odore del pranzo che stava preparando Molly, il sugo si stava girando da solo, la tavola si stava apparecchiando, e poi c’era Hermione che tagliava le carote.

«Ho finito Molly, dove devo metterle?» chiese Hermione, tenendo in mano la bacinella con le verdure, «Nel sugo, cara» rispose Molly mentre impastava. Hermione si avvicinò a fornelli, e buttò le carote nel sugo, ma questo bollente, schizzò sulla mano di Hermione.

«Ahia!» disse Hermione, toccandosi il punto in cui si era fatta male, «Cosa è successo?» chiese preoccupata, Molly. «Mi sono bruciata, niente di grave, la metto sotto l’acqua» disse Hermione, avvicinandosi al lavandino, «Oh, non ce n’è bisogno. Su in bagno, dietro allo specchio c’è un piccolo bottiglino, con scritto Estratto di Garofacenus. Vedrai basta una goccia e ti passa, lo usavo sui bambini quando si sbucciavano un ginocchio, è miracoloso» rispose Molly.

Hermione salì le scale, e aprì la porta del bagno. Di fronte a lei c’era uno sportello, con uno specchio attaccato, lo aprì e vide tante boccettine. Poi vide quella di cui parlava Molly, era piccola e piuttosto vecchia, visto che l’etichetta era scolorita.

L’aprì e fece cadere una goccia sulla bruciatura, che magicamente sparì, senza lasciare traccia. Era sorpresa, non aveva mai sentito di quest’estratto, e pure lei era una ragazza piuttosto colta. Rimise apposto il bottiglino, chiuse lo sportello e scese di nuovo in cucina.

«Wow! È fantastico quell’estratto!» disse Hermione entusiasta, «Hai visto? Ne basta una goccia sola» rispose Molly, «Ma io non ne sapevo l’esistenza, so che il Dittamo è comunque ottimo per le ferite» disse Hermione, mentre si sedeva. «Molte cose non te le insegnano a scuola, perché estratti di piante come queste sono molto rari e molto costosi. Quel bottiglino me l’ha dato una mia cara amica, Amaudaus Singer, scomparsa dieci anni fa, di lei nessuno ha avuto più notizie» disse Molly, con tono molto serio.

«Vuoi dire, che la sparizione di Amaudaus Singer è legata all’Estratto di Garofacenus?» chiese Hermione, «L’Estratto di Garofacenus è anche detto, Salute in Bottiglia. Significa che il proprietario della ricetta è in grado di curare qualsiasi ferita o malattia, e di conseguenza sarebbe in grado di vivere per sempre» Molly era parecchio tesa, si vedeva.

«L’immortalità?» Hermione era sbalordita, sapeva che solo la Pietra Filosofale era in grado di rendere qualcuno immortale, «Esatto, immaginati avere qualcosa che risolve immediatamente qualsiasi problema fisico che hai, come le malattie che uccidono. C’è anche una teoria, ma ripeto è solo una teoria, che dice che se una persona beve l’Estratto di Garofacenus prima di essere colpito dall’Anatema che Uccide, può sopravvivere» Molly si era seduta di fronte alla ragazza.

«Quindi credi che qualcuno abbia ucciso Amaudaus per avere la ricetta?» chiese Hermione, «No, io credo che sia ancora viva. So per certo che chi la rapita volesse la ricetta, e se lei venisse uccisa, la ricetta morirebbe con lei» rispose Molly.

«Ma voi ne avete un bottiglino, in questo modo correte un rischio!» disse Hermione, «Oh, no di certo. La quantità che possiedo è talmente minima, che basta giusto per curare un ginocchio o una bruciatura» Molly cercò di sorridere, «Questa storia non la sapevo, anche gli altri ne sono a conoscenza?» chiese Hermione.

«No, è la prima volta che la racconto. All’epoca la gente ci fece poco caso alla sparizione di Amaudaus, insomma Voldemort era appena morto, tutti festeggiavano, e la gente partiva e se ne andava lontano perché ormai era libera. Una curatrice scomparsa, di certo non dava nell’occhio» Molly aveva uno straccio in mano, e puliva il tavolo.

«Non ti è mai venuto il dubbio che lei sia partita come hanno fatto in molti?» chiese Hermione, curiosa, «Oh, certo che mi è venuto il dubbio. Ma non era da lei, insomma ci sentivamo spesso e credo che se fosse partita me l’avrebbe detto» rispose Molly, sincera.

«Beh, immagino di si»rispose triste Hermione, il viso di Molly si era incupito. «Già, a volte succedono cose piuttosto strane, non è vero? Magari un giorno la ritroveremo, chi lo sa» Molly cercava di tirarsi un po’ su di morale.

«Tra poco dovrebbero arrivare Ginny ed Harry» disse Hermione, guardando l’orologio, il tempo era volato. La chiacchierata con Molly l’aveva incuriosita, era intenzionata a fare delle ricerche. «A momenti dovrebbero essere qui» rispose Molly, finalmente serena.

Dopo qualche minuto arrivarono Ginny ed Harry, insieme ad Albus Severus e Lily Luna. Si salutarono velocemente e si accomodarono a tavola.

«Come state?» chiese Hermione, ad Harry, «Bene, bene. Ho un incarico, devo catturare Edwin Ganegher» disse lui tranquillo. Per un attimo calò il silenzio, tutti sapevano che Harry era un Auror, ma incarichi così non li aveva mai avuti.

«Edwin Ganegher? Ma sei completamente pazzo? Hai presente di chi stai parlando?» Hermione urlò, «Chi è Edwin Ganegher?» chiese la piccola Lily. «È un pazzo omicida» disse tranquillo Ron, mentre addentava un pezzo di pollo.

«Ti sembra il caso di dire una cosa così a mia figlia?» disse Ginny, furiosa. «È la verità, e lo sai anche tu» rispose Ron serio. «Non mi sembra una cosa così grave in fondo. Ho ucciso Voldemort, credi non riesca a catturarlo?» rispose Harry, ad Hermione.

«Oh, beh certo! Se hai ucciso Voldemort, allora puoi benissimo catturarlo. MA CHE DIAVOLO TI SALTA IN TESTA?» Hermione di colpo si era alzata in piedi, «Ecco ora vedi che non sono l’unica a pensarla così, Harry? È stata completamente inutile la discussione che abbiamo avuto ieri?» anche Ginny era furiosa ormai.

«Io continuo a non capire» disse Lily, con la sua vocina dolce. «Te lo spiego io tesoro. Ganegher è il mago oscuro più pericoloso al mondo, esatto al mondo. Lui è la causa della morte di almeno 100.000 babbani, se non di più. È Ganegher che causa i disastri ambientali, come terremoti, eruzioni vulcaniche, per non parlare poi di uragani, e onde anomale. Infatti, Ganegher non è poi così diverso da Voldemort, anche lui disprezza i babbani con tutto se stesso. Ma a differenza di Voldemort, non fa differenza tra nati babbani o purosangue, basta che nelle loro vene scorra sangue magico. E secondo lui quale miglior modo per eliminarne la maggior parte, se non un disastro naturale? Ovviamente i babbani non sospettano minimamente chi ci sia dietro, e perché» disse Arthur, serissimo.

«Ganegher usa magia molto avanzata, non a caso Voldemort e Silente erano i pochi che riuscivano a utilizzare gli elementi naturali in quel modo. Gli elementi naturali sono davvero difficili da utilizzare, e di certo non parliamo di incantesimi come Aguamento. Per non dimenticare, quando ha aggredito Shacklebolt, se l’è proprio vista brutta quella volta Kingsley» disse George.

«Perché ha aggredito il Ministro della Magia?» chiese Albus, «Beh, se lo avesse ucciso, avrebbe potuto prendere il suo posto e tutto quello in cui crediamo sarebbe scomparso» rispose Arthur, affranto.

«E tu Harry, vorresti metterti contro di lui? Capisco Voldemort, con cui avevi un conto personale, ma ora hai dei figli, e cose così pericolose è meglio se le lasciassi perdere» disse Hermione, preoccupata.

«Avete ragione, credo che lascerò perdere. Comunque, abbiamo sentito James e Ted, stanno entrambi bene» disse Harry, cambiando argomento. «Si, Daniel ci ha scritto e ha detto che purtroppo non riesce a passare tanto tempo con loro, perché è un Serpeverde» disse Hermione, «Si, ce l’ha detto James, piuttosto strano, vero? Comunque prima che iniziasse la scuola ho incontrato Neville Paciock, e mi ha raccontato che insegna a Hogwarts quest’anno, Erbologia, quello che ha sempre desiderato. Così gli ho detto di tener d’occhio James,e poi mi ha anche detto che non è l’unico a insegnare ad Hogwarts, insieme a lui c’è anche Malfoy, che insegna Pozioni» disse lui tranquillo.

«Hai detto che Malfoy insegna Pozioni, ad Hogwarts?» disse Hermione agitata, «Si, credo sia una buona occasione per lui, non a caso era il migliore del corso» disse Harry, mentre gli altri annuivano. «Si, lo penso anche io» mentii Hermione, ora come se non bastasse sapeva che padre e figlio, non solo erano vicini ma avevano pure contatti.

Finito il pranzo, Hermione era sfinita e decise di andare a riposarsi in camera sua.




Ciao a tutti! Ecco il trentatresimo capitolo della mia storia. Spero che vi piaccia! Un bacio, Draconis
 

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Capitolo 34
*** Un'Ottima Presa ***


Daniel era in sala comune, che sfogliava un libro. Era totalmente concentrato su quello che stava facendo, che non si rese conto che il tempo era volato. Infatti dopo pranzo aveva deciso di rilassarsi, e qual’era il posto migliore per farlo se non la sala comune?  Nel primo pomeriggio avrebbe avuto la sua prima lezione di volo, che lo rendeva elettrizzato soltanto al pensiero.

Era già salito su un manico di scopa, insieme ad Harry e a Ginny, ma di certo non era la stessa cosa, stavolta sarebbe stato lui a pilotarla da solo. Insieme a Charlie e a Jared, attraversarono il castello e si diressero nei giardini di Hogwarts, dove si sarebbe svolta la lezione.

Vide un numeroso gruppo di ragazzi come lui, che chiacchieravano, tra di essi riconobbe James, e si avvicinò a lui.

«Ehi!» disse Daniel, che era affiancato dai suoi amici Serpeverde, «Ciao Daniel! Come stai?» chiese James sorridente. «Bene, tu? Ti presento i miei amici, loro sono Jared e Charlie» disse Daniel, «Ciao!» dissero in coro i due ragazzini, «Piacere James» rispose sorridendo.

«A posto ragazzi! Formate due file, e mettetevi alla sinistra della scopa. Mi presento, sono White Bumb, sicuramente conoscerete mia madre che fino all’anno scorso insegnava questa materia al posto mio. Ma come potete vedere, lei non sarà presente perché ha avuto un grave incidente cadendo da una scopa, ed è bloccata a letto. Detto questo, vi consiglio vivamente di seguire quello che vi dico, se non volete finire come lei» disse con tono asprigno, Madama Bumb.

«Certo che è proprio acida, eh. Insomma non abbiamo nemmeno iniziato e quella ci dice che potremmo finire male!» disse Jared scioccato, «È chiaro che teme di non essere rispettata abbastanza, insomma è praticamente sicuro che appena si girerà qualcuno prenderà il volo» disse Charlie annuendo. «Guardate, Alec e Chase, fanno già gli sbruffoni» disse Daniel, guardando i suoi compagni che prendevano in giro Madama Bumb, senza farsi sentire da lei, dicendo che è tutto inutile quello che insegna lei e che saprebbero fare quello ad occhi chiusi.

Le loro risate distraevano tutta la classe, in più un ragazzino minuto, che era già abbastanza terrorizzato di suo, a sentirli scoppiò in lacrime.

«Che succede, Signor?» chiese Madama Bumb, avvicinandosi al ragazzino, «Moore, Ian Moore. Io credo di non riuscire a salirci, ho troppa paura!» disse Ian, piangendo a dirotto. «Oh, si certo che ce la fai! Ti dimostro che ce la puoi fare, come tutti i tuoi compagni. Tu!» disse lei, indicando Daniel, «Al suono del mio fischietto, lancerò il più lontano possibile questa pallina, e tu volerai a riprendermela. Chiaro? Così potremmo dimostrare al tuo compagno che siete tutti capaci di volare» disse Madama Bumb, tirando fuori dalla tasca la pallina di metallo.

Daniel era terrorizzato, lui non era di certo capace a volare, figuriamoci a prendere al volo una pallina. «No, Dan, non farlo! Non sei ancora capace di volare rischi di farti male sul serio!» Charlie era terrorizzata, almeno quanto lui. «Charlie ha ragione! Questa qui è un’incosciente!» disse Jared, strattonando il braccio dell’amico.

«Professoressa? Non è giusto che lui possa volare prima di noi, dovremmo essere trattati tutti in modo uguale!» disse Alec, tirando un’occhiataccia a Daniel, ma Charlie lo fulminò. Madama Bumb non lo ascoltò minimamente, ma portò il fischietto alla bocca e fischiò con tutta l’aria che aveva nei polmoni.

Daniel salì in groppa alla scopa, e nello stesso momento Madama Bumb lanciò la pallina, lui senza pensarci due volte si lanciò in aria. Sfrecciava a tutta velocità per recuperare la pallina, che stava andando dritto davanti a lui, ma quando fu sicuro di prenderla, la pallina cambiò direzione.

A Daniel sembrò di impazzire, quando mai una semplice pallina cambia di sua spontanea volontà la direzione? Virò velocemente a destra, e scese in picchiata, stava per schiantarsi contro il terreno ma in qualche modo riuscì a evitarlo e ad essere a pochi centimetri da esso.

Accelerò per un attimo, e prese al volo la pallina, che al suo tocco si richiuse. Si riavvicinò agli altri, che nel frattempo stavano applaudendo impressionati, ovviamente tutti tranne Alec e Chase.
«Dove hai imparato a volare così?» chiese Madama Bumb, con gli occhi fuori dalle orbite.  «È la prima volta che volo» rispose lui, alzando le spalle. «Dan, ma come diavolo hai fatto? Quelle manovre riescono a farle soltanto i giocatori di Quidditch veramente bravi!» disse Charlie, incredula.

«Ma figurati, sono cose che so fare benissimo anche io!» disse Alec, che fissava con invidia Dan, «Per oggi la lezione è finita! Tu, dopo aver parlato con lui, vieni nel mio ufficio!» e Madama Bumb, se ne andò.
Ma con chi doveva parlare Daniel? Si guardò attorno, e poi vide il Professor Malfoy che gli veniva incontro.

«Daniel, direi impressionante!» disse Draco, sbalordito, «Scusi, che cos’è impressionante?» chiese Daniel perplesso, «Sei un ottimo cercatore!» disse lui sorridente. «Ma io ho solo preso la pallina, e in più lei non era presente come ha fatto a vedermi?» chiese Daniel, mentre s’incamminavano.

«Stavo andando nel mio studio e ti ho visto, comunque la pallina, era un Boccino. È strano che tu non ne abbia mai visto uno» disse Draco, «Io so cos’è e l’ho visto, ma solo alle partite. Va così veloce  di solito, che quando l’ho visto non l’ho riconosciuto» disse Daniel sincero.

«Comunque ti ho voluto parlare per proporti, di entrare nella squadra di Quidditch di Serpeverde. Ovviamente non devi sentirti obbligato» disse Draco, sorridendo, «Io? Pensa sia in grado? Comunque sarei felice di entrare nella squadra» sorrise anche lui.
 Avevano lo stesso sorriso, ma nessuno dei sue ci fece caso.

«Perfetto, ora fai come ha detto Madama Bumb. Vai nel suo ufficio, ti darà un mio oggetto, che avevo preso nel caso potesse servirmi, o potesse servire a qualcuno che se lo merita» disse Draco, si sentiva strano, come se provasse quasi affetto nei suoi confronti.

«Va bene, grazie signore» disse Daniel, e poi se ne andò. Salì di corsa le scale, e si ritrovò davanti all’ufficio di Madama Bumb, e bussò alla porta. «Avanti» rispose lei, lui aprì piano la porta ed entrò. «Oh sei tu, accomodati. Che sciocca, prima non ti ho nemmeno chiesto il nome» disse lei mentre cercava qualcosa in un grosso armadio.
«Daniel Michael Weasley» disse lui, con un filo di voce. Per quanto non sembrasse, Daniel era un timidone.  La donna tirò fuori la testa dall’armadio, e squadrò velocemente Daniel con i suoi occhi gialli, tali e quali quelli della madre.

«Sei un Weasley piuttosto strano, mia madre mi aveva fatto vedere tutte le foto delle squadre, delle quattro case, e tu sei il primo Weasley biondo che vedo» disse lei, mentre si rimetteva a cercare. «Già, me lo dicono in tanti» rispose Daniel, amareggiato.

«Eccola! Lo sapevo di averla messa qui!»  Madama Bumb appoggiò sulla scrivania un enorme pacco. «Che cos’è?» chiese Daniel, mentre fissava il pacco, «Su, aprila, è per te!» disse lei entusiasta. Daniel scartò velocemente il pacco, e poi la vide, una splendida scopa nuova di zecca.

«Ma è una Magic2013! È la migliore in circolazione, ce l’hanno solo i professionisti!» Daniel era a bocca aperta, quella magnifica scopa era tutta sua. «Esatto, e l’ha comprata il Professor Malfoy. All’inizio dell’anno mi ha chiesto se gentilmente potevo tenergliela, e mi ha detto che non appena avesse trovato il miglior cercatore in circolazione, questa sarebbe andata a lui. Ovviamente oggi, per puro caso, passava di lì, e ci siamo capiti al volo, era più che chiaro che quello che cercavamo ce l’avevamo di fronte. Sia io che lui eravamo più che certi che fossi tu, e vedrai che con questa sbaraglierai tutti quanti» Madama Bumb, passò la scopa in mano a Daniel, e lui riuscì a dire solo, «Wow!».




Ciao a tutti! Ecco il trentaquattresimo capitolo della mia storia. Spero che vi piaccia! Un bacio, Draconis
 

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Capitolo 35
*** A Conoscenza ***


Daniel teneva in mano la sua nuova scopa, che era più alta di lui, e questo lo faceva sembrare più piccolo di quello che era.

«Portentus!» la porta si aprì, e vide i suoi amici seduti sul divanetto. «Dan, dove sei stato?» chiese Charlie preoccupata, «Ma questa è un Magic2013!! Di chi è?» chiese Jared, mentre ammirava la favolosa scopa di Daniel.

«È la mia! Dopo la lezione ho parlato con il Professor Malfoy, e mi ha chiesto di diventare il nuovo cercatore dei Serpeverde, e poi mi ha regalato questa» disse lui, appoggiando la scopa sul divano. «Ma è fantastico! Sarai uno dei più giovani cercatori della storia! Però è piuttosto strano che un professore ti regali una scopa del genere» disse Charlie entusiasta e dubbiosa nello stesso tempo, «Come Harry Potter!» disse Jared. «Guarda che Harry Potter è suo zio, tonto» disse Charlie, rivolta a Jared, «Ehi! Non darmi del tonto, non mi posso mica ricordare tutto io!» rispose lui offeso.

«Allora provvederò a cucirti sulla divisa, una targhetta con il tuo nome!» esclamò Charlie, che quando ci si metteva era assai tosta. «Smettetela voi due, vado a posare questa e poi dobbiamo passare in biblioteca, domani abbiamo di nuovo Pozioni e io non posso sfigurare di nuovo, con il Professor Malfoy» Daniel salì in camera a posare la scopa, nel frattempo i due ragazzini erano piuttosto sorpresi dall’improvviso acquisto di responsabilità da parte del amico.

Uscirono dalla sala comune per dirigersi in biblioteca, nel mentre non si accorsero che Charlie si era soffermata a osservare una teca con dei vecchi premi. «Cosa stai guardando?» chiese Daniel, da lontano, «Venite qua, dovete vedere una cosa» disse lei, richiamando a sé gli amici.

«Ma queste sono le targhe dei giocatori di Quidditch, perché ci siamo fermati?»  chiese Jared, «Guarda Daniel, qui c’è quella di Harry Potter, vedi c’è scritto cercatore. Ma guarda questa» disse Charlie indicando una delle targhe, «Draco Malfoy, cercatore di Serpeverde» lesse Daniel.

«Non sapevo che il nostro Professore giocasse a Quidditch, e tanto meno che fosse Serpeverde» disse Charlie, «È curioso!» fece notare Jared, «Già, curioso» disse Daniel, invaso da una grande curiosità.  Ora voleva sapere di più su di lui, ma non sapeva nemmeno perché era tanto interessato a quel uomo.

Fu solo tempo sprecato perché fecero tutto tranne che studiare in biblioteca, parlarono dell’occasione di Daniel, del comportamento di Alec e di Chase e di Draco Malfoy. Era quasi ora di cena quando uscirono dalla biblioteca, attraversavano il corridoio quando sentirono delle voci, e si nascosero per ascoltare.

«Com’è possibile? Sei sicuro di quello che mi stai dicendo?» disse preoccupata la McGranitt, a un uomo sulla settantina che portava una lunga tunica blu. «Più che sicuro, Minerva. L’Oblicatore è stato rubato!» disse Emerald Wighmont, Professore d’Incantesimi.

«È impossibile! Si trova nell’ala ovest del castello, che è pericolante. Nessuno, se non un Professore avrebbe potuto accedere ad esso» disse la McGranitt convinta, «L’ala ovest è quella che non è stata ricostruita dopo la battaglia, non è vero? Comunque resta il fatto che qualcuno l’ha rubato, ed è assai grave la cosa!» rispose Emerald.

«Sai cosa significa questo? Amaudaus Singer è stata rapita, e il rapitore è qui ad Hogwarts, o sa come entrare nella scuola!» esclamò la McGranitt, «Gli studenti sono in pericolo!» disse Emerald in panico, «No, Emerald. Lo sai anche te che non è sicuro che sia stato lui a rapirla, se spargiamo la voce potrebbero peggiorare le cose!» disse la McGranitt.

«Hai ragione Minerva, però dobbiamo aumentare la difese alla scuola. Non dobbiamo permettere che si avvicini ai nostri studenti!» disse Wighmont, «Avverti tutti i professori, io bloccherò il coprifuoco agli studenti più grandi» disse la McGranitt, allontanandosi dal Professore che sua volta corse su per le scale.

I tre ragazzi era scioccati per quello che avevano sentito, dovevano saperne assolutamente di più. «Siamo in pericolo!» disse Jared, terrorizzato, «Ma voi per caso sapete cos’è un Oblicatore?» chiese Daniel, e Jared fece spallucce per indicare che nemmeno lui era a conoscenza di cosa fosse.

«Certo che siete proprio ignoranti, l’Oblicatore è uno strumento molto raro e costoso. Serve principalmente per ottenere estratti, o altri ingredienti per le pozioni» disse Charlie, «E come mai sono cosi preoccupati che sia stato rubato?» chiese Jared.

«Non lo so, centra una certa Amaudaus Singer. Non mi è nuova, ma non ricordo per cosa è famosa. Sappiamo solo che è sparita, e che la Preside pensa che la persona che l’ha rapita sia la stessa che ha rubato l’Oblicatore» disse Charlie, «Ma non hanno detto il nome di chi potrebbe averla rapita, quindi non sappiamo praticamente niente!» disse Daniel, affranto.

«Però ha anche detto, che l’Oblicatore si trovava nell’ala ovest del castello» disse Jared, «Giusto!» fece notare Charlie, Jared sorrise, era felice che considerasse quello che diceva giusto.

«Me ne ha parlato mia madre, quando ero a casa. Mi ha detto che durante la battaglia il castello era stato praticamente distrutto, ma che successivamente fu ricostruito. E mi aveva detto che però alcune parti del castello, quelle meno danneggiate, sono state inserite nella nuova costruzione di esso » disse Daniel, ai suoi amici.

«Ma ha anche detto che è inaccessibile!» disse Jared, «Appunto, domani dobbiamo tornare in biblioteca a fare delle ricerche!» disse Charlie.

Il trio si stava dirigendo a cena quando incontrò un uomo enorme, che già conoscevano. «Ragazzi! Cosa ci fate in giro a quest’ora?» chiese Hagrid, ai ragazzini. «Tu devi essere Hagrid, i miei genitori mi hanno parlato tanto di te!» disse Daniel, sorridendo al mezzo gigante.

«Chi sono i tuoi genitori?» chiese Hagrid curioso, «Hermione Granger e Ronald Weasley» disse Daniel. «Sei il figlio di Hermione e di Ron? Ma è fantastico! Loro erano dei miei carissimi amici! Li ho visti crescere, erano cosi piccini, beh rispetto a me ovviamente. Però tu mi ricordi qualcun’altro» disse Hagrid, osservando il ragazzino.

«Chi?» chiese Daniel, curioso, «Oh, no non importa, mi starò sbagliando sicuramente. L’età avanza, anche per noi giganti» disse Hagrid, ancora perplesso.
I tre risero, trovavano che Hagrid fosse molto simpatico, e che forse li avrebbe potuti aiutare nelle loro ricerche.

«E ora andate a cena, non vorrete fare tardi! È pericoloso, il castello non è un luogo sicuro!» disse Hagrid, «Cosa c’è nel castello?» chiese Charlie, guardando gli altri due, «Più che altro chi c’è» disse Hagrid,  si rese subito conto che aveva detto qualcosa che non doveva dire.

«Dobbiamo indagare ragazzi! » disse Charlie, «Ciao Hagrid!» disse Daniel, e i tre corsero via. «Non dovevo dirlo. Non dovevo proprio dirlo» disse Hagrid, toccandosi la barba.




Ciao a tutti! Ecco il trentacinquesimo capitolo della mia storia. Spero vi piaccia! Draconis

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Capitolo 36
*** Domanda Inaspettata ***


Daniel, quella mattina non sentì suonare la sveglia, e quando aprì gli occhi vide solo Jared nel letto che dormiva. Guardò l’orologio che aveva sul comodino, che segnava le otto e mezza, scattò in piedi e svegliò Jared.
«Jared! Svegliati! È tardi, sono le otto e mezza!» Daniel nel frattempo si stava vestendo velocemente, «È tardissimo! La lezione inizia alle 9, e avevamo detto che ci saremmo svegliati presto per fare il compito di Incantesimi» disse Jared, infilandosi i pantaloni.

«Scriviamo due righe a caso, giusto per presentare qualcosa al Professore, sperando di non rischiare una punizione!» disse Daniel, prendendo un rotolo di pergamena, e il libro di Incantesimi.

«Allora, a cosa serve l’incantesimo Wingardium Leviosa?» chiese Jared, perplesso, «Mi sembra serva a sollevare le cose, si scrivi così. Spero che si accontenti, anche se in realtà sappiamo che i nostri compiti sono pessimi» disse Daniel affranto.

«Manca un quarto, andiamo! Se no stavolta ci toglie dei punti» disse Daniel, raccogliendo in fretta i libri e la pergamena. Uscirono di corsa dal dormitorio, e attraversarono la sala comune, per riuscire a raggiungere l’aula in tempo.

Per loro fortuna arrivarono in perfetto orario, e si sedettero vicino a Charlie. Il Professor Malfoy era in piedi appoggiato alla cattedra di legno massello, e sembrava di buon umore.

«Buongiorno a tutti. Questa mattina per prima cosa consegnerò il compito che avete svolto l’altra volta, a cui ovviamente ho dato un voto. Quando chiamerò il vostro nome verrete qui, e prenderete il foglio dove ho commentato il compito e dove è scritto il voto» Draco andò a sedersi alla cattedra, e teneva tra le mani una pila di fogli di pergamena.

«La mia pozione era quasi perfetta, sicuramente ho preso almeno Ogni Oltre Previsione» disse Charlie, sicura di sé, «La mia era un disastro! Spero che il Professore sia stato clemente» Jared era preoccupato, non voleva di certo incominciare la scuola con un votaggio, per non parlare del compito orribile per Incantesimi.

«Mia Thompson» una ragazzina mora, con la puzza sotto il naso, si alzò dal suo posto e andò verso la cattedra. «Scadente, credo che tu possa fare sicuramente di più» disse Draco alla ragazzina, che lo guardò male e ritornò a sedersi.

«Ian Moore» il ragazzino minuto si alzò dalla sedia, ma purtroppo inciampò nella borsa del ragazzo davanti, Alec, e cadde a terra. La classe rise, Ian si alzò da terra imbarazzato, e raggiunse il Professore, «Mi dispiace doverti dare Troll, ma quello che hai consegnato era tossico per la classe. Sono sicuro che rimedierai, nel prossimo compito» disse Draco, osservando i due ragazzini che erano seduti davanti Ian.

Erano lì che ridacchiavano di lui, come se non fosse già stato umiliato abbastanza. Pensò che da piccolo anche lui era così, e si sentiva uno stupido per essersi comportato in quel modo.

«Charlie Mitchell» Charlie si alzò decisa dalla sedia, e camminò verso la cattedra, «Un buon compito, ma come sai non perfetto. Quindi credo che Ogni Oltre Previsione, andrà fin troppo bene» disse Draco, e Charlie tornò a sedersi.

Continuò con il resto della classe, prima che arrivasse il turno di Daniel, «Daniel Weasley» disse Draco, irritato da quel cognome.

Daniel era di fronte a lui, in piedi, «Era una pozione semplice, ma per voi principianti non era poi così facile eseguirla. Ma devo dire che tu, Daniel, l’hai eseguita perfettamente, quindi ti meriti Eccezionale» Draco sorrise, e senza far uscire suoni dalla bocca, gli disse bravo.
Daniel ricambiò il sorriso e tornò a sedersi vicino ai suoi amici, aveva su di sé gli occhi della classe.

«Jared Smith» Jared a testa bassa raggiunse il Professore, «Purtroppo lo sai anche tu che non era un buon lavoro, per questa volta ti posso dare solamente Desolante» disse Draco, Jared fece spallucce e tornò a sedersi.
«Bene per oggi abbiamo finito, per la prossima volta voglio un foglio di pergamena sulla Pozione Renovante, che eseguirete la prossima volta» disse Draco.

Gli studenti raccolsero le loro cose uscirono dalla classe, tutti tranne Daniel. Daniel Si avvicinò a Draco, che correggeva dei compiti, «Professore?» disse Daniel, «Daniel, cosa ci fai ancora qui?» chiese Draco.

«Volevo ringraziarla per la scopa, non doveva regalarmela è troppo costosa» disse Daniel, «No, figurati. Mi fa piacere, e poi l’ho comprata per poterla dare a chi se la merita, e tu te la meriti» disse Draco alzandosi dalla sedia.
«Spero di non deluderla» disse Daniel, Draco sorrise, «Sono più che sicuro che non mi deluderai» gli faceva tenerezza quel bambino, per qualche ragione a lui sconosciuta, si riconosceva in lui.

«Signore, posso farle una domanda?» chiese Daniel, «Si, dimmi pure» rispose Draco, curioso. «Perché non mi ha detto che anche lei era un cercatore di Serpeverde?» disse Daniel serio.
«Aspetta, tu come lo sai? Comunque non lo ritenevo necessario, è passato tanto tempo da allora» disse Draco, guardando il ragazzino biondo come lui. «Ho visto la teca dove c’era scritto il suo nome» rispose sincero lui.
«Certo che sei tale e quale a tua madre, curioso come lei» disse Draco ridendo tra sé e sé, «Lei conosce mia madre?» chiese Daniel, perplesso. «Si, l’ho conosciuta tanti anni fa. E ora ti consiglio di andare se non vuoi arrivare tardi alla tua prossima lezione, vai» Draco, cercò di mandare via il ragazzino, che pareva confuso quanto lui.

«Ok, arrivederci signore» Daniel si girò e uscì dalla stanza. Corse per il corridoio, e vide Jared e Charlie che lo aspettavano, «Eccoti! La puoi finire di sparire senza dirci una parola? Prima poi mi verrà un colpo, e quando ti prenderò vedrai che ti faccio!» Charlie era fuori di sé, ed era tenuta da Jared.

«Scusate, dovevo fare una cosa» disse Daniel, «Cosa?» chiese Charlie, «Oh, niente tranquilli» mentii Daniel.

«Charlie per fortuna, ha fatto i compiti per noi, così non dobbiamo consegnare quegli orrori al Professor Wighmont» disse Jared, «Grazie Charlie! Sei un’ottima amica!» disse Daniel abbracciandola. «Oh, beh, questo lo sapevo» rispose lei, e tutti e tre scoppiarono a ridere.




Ciao a tutti! Ecco il trentaseiesimo capitolo della mia storia. Spero vi piaccia! Un bacio, Draconis

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Capitolo 37
*** La Candela Accesa ***


Il corridoio era quasi deserto, gli studenti delle quattro case erano quasi tutti nelle rispettive aule, tranne tre piccoli studenti del primo anno, che raggiungevano l’aula di Incantesimi.

Entrarono in classe e si sedettero all’unico banco libero, quello in prima fila. Il Professore indossava una tunica verde smeraldo come il suo nome, e aveva catenina di ferro che reggeva i suoi occhiali sul petto. Emerald Wighmont sembrava piuttosto teso, come se ci fosse qualcosa che lo spaventasse, anche quando richiamò la classe a sé lo fece come se volesse non farsi sentire.

«Silenzio ragazzi, dovete stare tranquilli ok?» disse Emerald, la classe lo guardò perplessa, «È molto importante mantenere la calma in momenti come questi, è fondamentale. Io ritengo opportuno che voi del primo anno sappiate usare questo incantesimo, che a volte è usato come arma. Ah! Meglio non pensarci. Se non mi sbaglio vi avevo dato un compito sull’incantesimo di levitazione, bene vedo che lo avete fatto» disse Emerald passando tra i banchi e ritirando i compiti.

«Molto bene, ora vi mostrerò come eseguire questo incantesimo. Per motivi di sicurezza sceglierò io chi lo eseguirà, e soprattutto dovrete farlo uno alla volta intesi? Bene davanti a voi c’è una candela, se eseguirete bene l’incantesimo, si accenderà solo la fiamma, ma se sbagliate prenderà fuoco la candela e si scioglierà» disse il Professor Wighmont.

Come per magia, davanti a ognuno di loro apparse una candela, alta più o meno venti centimetri. Era color panna e profumava di vaniglia, e di fiori di campo.

«Lei, signor Harris, conti fino a tre, e poi dica Incendio» disse il Professore, Chase tirò fuori la sua bacchetta, contò mentalmente fino a tre poi eseguì l’incantesimo. Una fiammata enorme uscì dalla bacchetta, il fumo coprì la visuale dei compagni. Dopo pochi secondi fu possibile vedere com’era diventata la candela, ma di essa era rimasta solo una grande chiazza di cera bianca.

«Non va bene, signor Harris. Lei ha messo troppa potenza nell’incantesimo, deve essere delicato ma deciso allo stesso tempo» disse Wighmont, allontanandosi da quel banco per dirigersi a quello dove il trio era seduto.
«Signorina Mitchell, vuole provarci lei?» disse Emerald sorridendo alla ragazza, Charlie prese la bacchetta e poi disse, «Incendio!». La candela che aveva di fronte si accese, e la stanza si riempì di un dolcissimo profumo, che ricordò in qualche modo la ragazza che lo aveva eseguito.

«Esattamente, questa è la differenza tra un incantesimo uscito bene, e uno che è stato eseguito male. Vorrei potervi insegnare qualcosa di più di questo, perché come sapete oltre alla magia buona, esiste anche quella malvagia e oscura. Ora più che mai, credo dobbiate stare attenti e utilizzare tutto quello che conoscete per tutelarvi, ragazzi. Perché i pericoli non aspettano di certo, che abbiate finito gli studi. Ricordatelo bene, e ora potete andare, ma state attenti» disse il Professore Emerald Wighmont.

I ragazzi uscirono straniti dalla classe, altri invece non fecero nemmeno caso a quello che il professore aveva detto. Ma certamente Daniel, Charlie e Jared, che avevano ascoltato la conversazione tra lui e la McGranitt, erano preoccupati.

Saltarono il pranzo e andarono direttamente in biblioteca a cercare notizie, e a cercare di capire cosa stava succedendo.

«Bene, ora siamo qui immersi nei libri, ma non sappiamo nemmeno quello che stiamo cercando» disse Daniel ai suoi amici, ma si rese conto che ad ascoltarlo c’era solo Jared. Si guardarono intorno per cercare Charlie, e la videro con in mano diversi libri.

«Possiamo cominciare da questi» disse Charlie appoggiandoli sul tavolo, «Come cominciare?» disse Jared, che solo guardando tutti quei libri, aveva già mal di testa. «Sempre il solito te? Iniziamo a cercare in questi, se non troviamo quello che cerchiamo qui, dovremmo prenderne altri» disse Charlie.

I tre erano seduti attorno al tavolo, e sfogliavano questi enormi libri. «Vediamo, questo potrebbe essere utile. Curatori ed Alchimisti del ventesimo secolo» disse Daniel passandolo a Charlie, che lo aprì all’indice.
«Eccola! Amaudaus Singer, nota curatrice e alchimista, famosa per aver scoperto l’Estratto di Garofacenus. Intraprende la carriera di curatrice a soli 19 anni, ma interessata all’alchimia, si dedica a ricerche ed esperimenti» disse Charlie, entusiasta.

«Bene! Continua a leggere!» disse Daniel, «Non c’è scritto tanto. Comunque, Amaudaus Singer per motivi ancora sconosciuti non ha portato a termine molte delle sue ricerche, e si ritiene che sia scomparsa. Certamente, questa donna, grazie ai suoi esperimenti è riuscita a ottenere uno degli Estratti più rari, e più importanti per tutte le streghe e i maghi viventi» Charlie guardò i suoi amici, seduti di fronte.

«Estratto di che?»chiese Jared, confuso, «Estratto di Garofacenus» disse Charlie aprendo un altro libro. «Eccolo. L’Estratto di Garofacenus, noto anche come Salute in Bottiglia, è una sostanza in grado di curare qualsiasi tipo di ferita, o di malattia. Si ottiene grazie al seme di una pianta molto rara, il Garofacenus Aurum, ovvero il Garofano dalle foglie d’oro. Questa pianta estremamente rara non può essere piantata, ma nasce spontaneamente grazie alle lacrime. Soltanto lacrime d’amore vero, e la luna piena possono generare questa magnifica pianta. Infatti qualche lacrima caduta in un vaso, in una notte di luna piena, può portare alla nascita di questa pianta. Inutili furono tentativi da parte di streghe e maghi, nel produrla, poiché l’amore è quello che la fa sbocciare. Il Garofacenus Aurum, inoltre produce soltanto un seme alla volta, e quando questo viene raccolto, causa la morte della pianta e di lei rimane solo una piccola pozzanghera d’acqua, che secondo la leggenda, è composta dalle lacrime della persona che l’ha creata».

Ci fu un attimo di silenzio, «Quindi, possiamo immaginare che Amaudaus Singer fosse una persona molto speciale. Ma perché l’Oblicatore è stato rubato?» chiese Daniel.

Jared prese un libro che teneva da parte, lo aprì, «L’Oblicatore è uno strumento che permette di estrarre gli ingredienti utilizzati nelle pozioni. Tuttavia è molto costoso, e solo alcuni alchimisti o curatori lo possiedono, mentre gli altri acquistano gli ingredienti già trattati. È costituito da un imbuto di ferro vinilico, ossia quel ferro incantato in grado di estrarre qualsiasi sostanza, da qualsiasi oggetto.  Al di sotto di esso, va inserita una boccetta, o una provetta a seconda delle preferenze. L’Oblicatore inoltre è l’unico strumento in grado di ottenere estratti molti rari, come ad esempio l’Estratto di Garofacenus» Jared finì di leggere e chiuse il libro.

«Ma certo! Ora è tutto chiaro, Amaudaus è stata rapita perché è l’unica che sia riuscita a ottenere l’Estratto,e l’Oblicatore è stato rubato perché è l’unico strumento in grado di ottenerlo!» disse Charlie entusiasta. «Si, ma non sappiamo chi possa averla rapita, e chi abbia rubato l’Oblicatore» disse Daniel, «Già, ma di sicuro è molto potente, e la McGranitt e Wighmont lo temono» disse Jared.
 



Ciao a tutti! Ecco il trentasettesimo capitolo della mia storia. Spero che vi piaccia! Un bacio, Draconis

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Capitolo 38
*** Il Mittente ***


Draco si alzò presto quella mattina, prima del solito, aveva intenzione di prendere un boccata d’aria e di fare una passeggiata prima di iniziare le lezioni. Si preparò velocemente, indossò uno dei suoi completi, si pettinò i capelli biondi e uscì dalla sua stanza.

Prima di andare a fare la passeggiata decise di passare dal suo ufficio, aveva lasciato lì il suo mantello che quella mattina gli sarebbe servito a causa dell’arietta fresca del mattino.
Prese dalla sua tasca destra dei pantaloni la chiave, e aprì la porta. Era tutto come l’aveva lasciato, il mantello era appeso all’appendiabiti, i suoi libri erano sulla scrivania. Ma qualcosa sembrava fuori posto, per Draco non fu difficile capire cos’era.

Una lettera era appoggiata al centro della sua scrivania, si avvicinò e la prese in mano. Sopra la busta, in corsivo era stato scritto il suo nome. L’aprì e vide che conteneva una lettera molto corta, e scritta a mano.


Riesci davvero a vivere così? Non te le poni certe domande? Oh, io lo farei di certo.

Quante cose che non sa questo ragazzo eh.

Ma io so tutto.

E anche tu le saprai, te lo assicuro.

                                                               X


Draco era perplesso, che cosa non sapeva, chi aveva scritto quella lettera. Era preoccupato come potevano entrare nel suo ufficio e lasciare la lettera, se questo era chiuso a chiave?

Draco prese la lettera, la piegò e se la mise in tasca. Afferrò il mantello  lo indossò e poi si precipitò fuori dal castello. Arrivò sulla sponda del lago nero, e si sedette sul bordo di questo.

Era molto turbato, chiunque avesse scritto quella lettera lo conosceva bene o comunque sapeva qualcosa che lo riguardava. Pensava a tutto quello che aveva fatto in passato, per cercare di capire a che cosa si riferisse ma non ci arrivava. Voleva liberarsi di quella lettera, per dimenticarsi di averla ricevuta.

Ma si alzò di colpo attraversò il giardino per rientrare, e si precipitò dall’unica persona con cui poteva parlare
.
Bussò alla porta del suo ufficio, una voce gli fece segno di entrare e lui spalancò la porta e poi la richiuse. «Signor Malfoy, che sorpresa» disse la McGranitt, facendo segno di accomodarsi. Si sedette di fronte alla donna che lo stava osservando, «Scusi il disturbo, ma le devo parlare» Draco era preoccupato, glielo si leggeva in faccia.

«Qualche problema con gli studenti?» chiese la Preside, Draco fece segno di no con la testa, «No, il problema è un altro. Stamattina ho ricevuto questa, ma non so chi l’abbia scritta». Tirò fuori dalla tasca la lettera leggermente stropicciata, e la diede alla McGranitt che la lesse velocemente.

Il viso della Preside si corrugò e si tolse gli occhiali, «Dove l’ha trovata questa?» chiese lei, «Nel mio ufficio questa mattina» rispose Draco.
La McGranitt restituì la lettera nelle mani di Draco senza staccare gli occhi dai suoi, «Non so chi possa averla scritta, ma non deve temere stasera potrà eseguire un incantesimo per proteggere il suo ufficio. Nel caso ne riceva altre non si faccia scrupoli a venire da me, ovviamente non sembra niente di pericoloso quindi non si preoccupi» disse lei sorridendo al ragazzo.

Lui ricambiò il sorriso, si sentiva leggermente sollevato dalle preoccupazioni che lo affliggevano , ma non dalle domande che lo tormentavano. Salutò la McGranitt e si congedò, avrebbe passato la giornata come se quella lettera non fosse mai arrivata o almeno ci avrebbe provato.

La McGranitt si alzò dalla poltrona su cui era seduta, e andò verso la sua enorme libreria che stava alle sue spalle. Prese un vecchio libro, dalle enormi dimensioni e lo pose sulla sua scrivania. La copertina era marrone e un po’ impolverata, si vedeva che veniva utilizzata poche volte all’anno.

Lo aprì cercando tra le pagine qualcosa che sapeva fosse contenuto all’interno di esso e poi si fermò. Aveva trovato quello che stava cercando, i suoi dubbi erano più che fondati adesso. Il libro dei nomi non mentiva mai, era quel libro che veniva utilizzato quando il Preside invia le lettere d’ammissione ad Hogwarts. Esso si aggiorna magicamente ogni volta che un mago compie undici anni, e il nome rimane scritto per sempre anche dopo la morte di esso.

Non aveva sbagliato a leggere quell’estate, era tutto vero e qualcuno sapeva quello che adesso sapeva anche lei. Sulla pagina destra del libro sotto una decina di nomi c’era il suo, Daniel Michael Malfoy (Weasley).
Quel ragazzino era il figlio di Draco Malfoy, ma lei ovviamente doveva mantenere il segreto perché già qualcun altro era a conoscenza di questo segreto e lei doveva proteggere quel bambino da chiunque minacciasse di dire la verità.
Doveva assicurarsi che Daniel non ricevesse niente del genere, era una notizia troppo difficile da dire a un bambino, era una cosa che avrebbero dovuto dirgli i suoi genitori al momento più opportuno.
Provava tenerezza verso di lui, Daniel era così innocente non sapeva che era la vittima di un segreto che una volta svelato lo avrebbe fatto star male.

**

Daniel si svegliò alle cinque del mattino, perché non riusciva a dormire. Non voleva svegliare Jared e tutti gli altri, così prese un libro e si mise a leggere. Per le otto però Jared lo trovò addormentato con un libro pesante sul petto, molto probabilmente non aveva retto tanto e dopo poco era ritornato nel mondo dei sogni.

«Dan, questa è per te» disse Jared passando una piccola busta che stava sul suo comodino al suo amico,Daniel  guardò la busta perplesso perché sapeva che la posta la portava Larrie a colazione e non si riceveva in camera da letto.


Sulla busta  color panna c’era scritto il suo nome in corsivo Daniel M. L’aprì e tirò fuori un piccolo foglietto anch’esso scritto a mano.

Tutto quello in cui credi è sbagliato, tu non sei quello che credi.

Io so chi sei, se lo vuoi sapere devi solo chiedere

e io te lo dirò.

                                                                                             X


Daniel la buttò a terra spaventato e la fissava come se avesse paura di quello che c’era scritto. Jared la sollevò da terra e la lesse, per un attimo i due ragazzini si guardarono senza dire una parola. Erano sorpresi e impauriti allo stesso tempo.
 



Ciao a tutti! Ecco il trentottesimo capitolo della mia storia. Spero che vi piaccia! Un bacio, Draconis

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Capitolo 39
*** Disarmo ***


I tre ragazzi erano seduti al tavolo di Serpeverde a colazione, Daniel si guardava intorno per cercare di capire chi avesse inviato quel messaggio. Ne avevano parlato anche con Charlie, ovviamente si era preoccupata anche lei perché voleva dire che qualcuno era entrato nei dormitori e in questo caso tutti potevano essere in pericolo.

Come se non bastasse erano già in guardia da quando avevano sentito del furto dell’Oblicatore, e ora dovevano stare attenti a chi si era rivolto a Daniel. I tre si diressero a lezione di Pozioni, che come sempre era alla prima ora.

Si sedettero tutti e tre vicini, avevano deciso di stare sempre insieme perché temevano per Daniel. Il Professor Malfoy era in piedi alla lavagna e stava scrivendo qualcosa. Daniel lesse Pozione Restringente scritto con il gesso bianco, e comprese subito che quello era l’argomento del giorno.

«Come avrete letto alla lavagna, l’argomento del giorno è la Pozione Restringente ossia quella pozione che se bevuta o versata sugli oggetti li ristringe. Potrete trovarla a pagina 256, dove sono elencati gli ingredienti» Draco era piuttosto cupo, lo si capiva anche dalla sua voce.

Gli studenti, compreso il trio, si alzarono e andarono a recuperare il necessario per eseguire la pozione e tornarono ognuno al proprio posto. Draco passava tra i banchi e ogni volta che passava vicino a Daniel lo guardava molto intensamente, e il ragazzino lo notò.

«Sto facendo qualcosa di sbagliato?» chiese Daniel preoccupato a Charlie, impegnata nella sua pozione.«No, mi sembra che tu la stia facendo correttamente» rispose lei, mentre girava la pozione. «Il Professore continua a guardarmi e non capisco perché» disse lui mentre affettava uno degli ingredienti.

«Stai tranquillo , credo sia una cosa normale» mentii Charlie. Alla fine della lezione tutti gli studenti consegnarono la propria provetta a Malfoy compreso Daniel.

«Daniel» disse Draco mentre il ragazzo stava andando via, «Si?» rispose lui avvicinandosi. «Volevo solo sapere come stai» disse Draco serio, «Bene signore» disse Daniel.

«Tra una settimana ci sarà la prima partita di Quidditch, contiamo su di te» disse Draco, cercando di alleggerire la tensione, «Si, ce la metterò tutta» rispose Daniel sorridendo, e poi uscì dalla classe.

Charlie e Jared lo stavano aspettando fuori dall’aula e insieme andarono a lezione di Difesa contro le Arti Oscure. Quella mattina sarebbe stata la prima volta in cui avrebbero utilizzato gli incantesimi che avevano imparato sul libro.

Erano tutti eccitati di provarli, perché fino a d’ora li avevano studiati soltanto sulla teoria.

L’aula di Difesa contro le Arti Oscure era abbastanza spaziosa per permettere l’eseguimento dei vari incantesimi  agli studenti, i pavimenti erano di legno e delle grosse finestre permettevano l’entrata della luce.

Il Professor Albert Kingerstein era un ex Auror, che a causa di un grave incidente al piede sinistro lasciò la professione. Circa una ventina di anni prima, Albert Kingerstein era stato attaccato da un drago, il Petardo Cinese che con una fiammata gli carbonizzò il piede. Indossava un cappotto beige di almeno una taglia più grande della sua, portava un paio di grandi stivali neri.

«Bene ragazzi, oggi metteremo in pratica quello che avete studiato. Voglio le ragazze alla mia sinistra e i ragazzi alla mia destra, su veloci muoversi!» disse Kingerstein battendo le mani. «Mi servono due persone per la dimostrazione, vediamo Weasley e Grey» disse il Professore.

I due fecero un passo avanti e si misero uno di fronte all’altro. «Molto bene, dovrete utilizzare due incantesimi, quello di disarmo e quello di protezione. Al mio tre partite, uno, due, tre!» .
Alec lanciò immediatamente un incantesimo di disarmo, « Expelliarmus!» ma Daniel fu più veloce e si difese con uno di protezione. «Protego!» Alec rimase stupito, ma Daniel non perse tempo e rilanciò un incantesimo, « Expelliarmus!».

Fu talmente potente che Alec volò a terra, e Daniel ebbe tutti gli occhi puntati su di sé.  Il Professore fu l’unico ad applaudire, «Stupefacente Weasley! E tu sbrigati a tirarti su!» Alec faceva la vittima a terra agli occhi dei compagni che erano andati a recuperarlo.

«Diciamo che di solito l’Expelliarmus serve più che altro a togliere la bacchetta di mano al tuo avversario, ma come ha dimostrato il vostro compagno può essere utilizzato anche per toglierlo di mezzo. Il Protego serve per tutelarsi dalla maggior parte degli incantesimi con cui vi attaccheranno. Ricordate ho detto la maggior parte degli incantesimi, non tutti. Ma affronteremo questi incantesimi più avanti, per ora dovrete solamente esercitarvi su questi due incantesimi, chiaro? Bene potete andare» disse Albert Kingerstein.

Alec e Chase guardavano male Daniel mentre uscivano dalla classe e lui ricambiò serio lo sguardo. «Che vermi! Sono solo gelosi per il tuo talento, insomma sei bravo negli incantesimi e nelle pozioni, per non parlare del Quidditch!» disse Charlie.

«Insomma non sono poi così bravo» disse modestamente Daniel, «No Daniel! Tu sei il migliore!» rispose Charlie. «Anche io sono capace di fare quegli incantesimi!» s’intromise Jared, Charlie lo guardò come se dubitasse fortemente che ne fosse capace.

Jared ci rimase davvero male per questo, salutò gli altri due e se ne andò via. Daniel si accorse che qualcosa non andava, «Charlie, mi sono dimenticato una cosa in classe, ci vediamo dopo ok?» lei annuì e se ne andò.
Daniel sapeva dove era andato Jared, era seduto su una panchina da solo in cortile. Si avvicinò a lui e si sedette al suo fianco, «Tutto ok? Te ne sei andato prima senza dare spiegazioni» disse Daniel. «Già. Il problema è che vorrei dimostrare anche io che sono bravo, ma ogni volta che faccio qualcosa rovino tutto. E poi Charlie mi considera una mezza calzetta!»disse Jared sfogandosi.

«Ma tu sei bravo Jared! Devi solo trovare il tuo campo. A proposito di campo, perché non vieni agli allenamenti di Quidditch oggi?» disse entusiasta Daniel. «Ma hanno già fatto i provini, e la nostra squadra è al completo!» rispose affranto Jared, «Come portiere abbiamo Simpson, che non ne para nemmeno uno! E poi sarebbe forte avere un portiere del primo anno, anche Grifondoro ne ha uno, ha Baston» Daniel sorrise al suo amico.
«Va bene mi hai convinto!» rispose sorridente Jared, ma Daniel dubbioso chiese una cosa all’amico, «Come mai t’importa tanto come ti considera Charlie?». «Perché è mia amica» mentii lui, mentre arrossiva, Daniel sapeva che aveva una cotta per lei, il problema era che piaceva anche a lui.

«Ah ho capito, su andiamo se no faremo tardi!» disse Daniel alzandosi dalla panchina, e insieme i due raggiunsero Charlie che li aspettava seduta a tavola.




Ciao a tutti! Ecco il trentanovesimo capitolo della mia storia. Spero vi piaccia! Un bacio, Draconis

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