Would you be my queen, Nami? di Vitzi (/viewuser.php?uid=216232)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stupid, selfish idiot! ***
Capitolo 2: *** A strange suspect ***
Capitolo 3: *** History repeats itself ***
Capitolo 4: *** I wanted to kiss you ***
Capitolo 5: *** Homely Warmth ***
Capitolo 6: *** Be caught red-handed ***
Capitolo 7: *** Make her happy, I trust you ***
Capitolo 8: *** I'll be there, forever ***
Capitolo 9: *** Sweet scene ***
Capitolo 10: *** Shooting stars ***
Capitolo 11: *** Aishiteru, Nami ***
Capitolo 12: *** It's not over, yet ***
Capitolo 13: *** Would you be my queen, Nami? ***
Capitolo 14: *** Kimi ni todoke ***
Capitolo 15: *** The most important thing ***
Capitolo 1 *** Stupid, selfish idiot! ***
RuNami1
Titolo:
Stupid,
selfish idiot!
Autore: Vitzi;
Fandom:
One Piece;
Tipologia: One-shot {587 parole;
Personaggi/Pairing: Monkey
D. Rufy; Nami La Gatta Ladra {RuNami con la partecipazione
di
Tony Tony Chopper;
Rating: Verde;
Genere:
Sentimentale;
Lievemente Romantico;
Lievemente Fluff;
Avvertimenti: Slice
of Life;
Binks
Challenge: #50
Letto »
#41 Affetto
ONE
PIECE ©1997 Eiichiro Oda.
Stupid,
selfish idiot!
Il
periodo delle
sofferenze era finito, la navigatrice della rinomata ciurma di
Cappello di Paglia era finalmente guarita dall'influenza. Una banale
influenza che l'aveva tenuta a letto per una settimana.
Ora sopra
letto, nella sua stanza, sulla Sunny riposava sognando
chissà cosa.
Quando
aprì gli occhi,
la prima cosa che vide fu il viso di quell'idiota del suo Capitano.
Si sentiva tranquilla e rilassata, ma era ben consapevole di non
essere affatto presentabile.
«Cosa ci fai qui?» strillò,
coprendosi con il lenzuolo bianco.
Un
velo di imbarazzo
scese immediatamente sulle sue guance, facendola infuriare ancora di
più. Non doveva arrossire, perché mai avrebbe
dovuto?
Rufy si
mise un dito nel naso, inclinando la testa di lato. Osservava Nami
con gli enormi occhi neri spalancati, era la tipica espressione che
usava quando non capiva un concetto complicato.
«Che... che
succede? Smettila di fissarmi così!»
esclamò la ragazza, mettendo
il broncio e incrociando le braccia.
Il Capitano si sedette sul
letto, a poca distanza da lei. Con una mano si toccò il
cappello,
gli occhi si assottigliarono e sorrise raggiante.
Nami lo guardò
interrogativa, cosa c'era di così divertente?
«Non prendermi in
giro, idiota!», chiuse gli occhi e alzò una mano
con l'intento di
colpirlo, ma lui la fermò prontamente.
Quando la rossa alzò lo
sguardo su di lui, le guance le si infiammarono ancora di
più. Il
Capitano le stava stringendo la mano, ancora sollevata a mezz'aria.
La abbassò lentamente, sino a raggiungere la morbida
superficie del
letto.
«Sono solo contento che tu ti sia ripresa.»
esclamò
Rufy, con il solito sorriso da bambino innocente.
Nami non poté
fare a meno di sorridere a sua volta. «Sei proprio un
idiota.»
sospirò, arrendendosi all'evidenza.
«E tu sei la mia
navigatrice, senza di te è stata davvero dura.»
esclamò, con la
serietà che usava solo per le occasioni importanti.
Il volto di
Nami si illuminò, per una volta il Capitano stava davvero
dimostrando affetto? Presto si accorse, sorpresa,
che le loro
mani erano ancora saldamente unite.
«Bene, adesso andiamo a
mangiare per festeggiare!» esclamò il moro, con la
bocca curvata in
un enorme sorriso.
Per una volta quel ragazzo si era preoccupato
per lei e aveva addirittura proposto di mangiare insieme, dov'era
finito il suo solito egoismo? Il rossore sulle guance di Nami
aumentò
a dismisura, con una mano se ne sfiorò una e gli occhi
parvero
vibrare per il calore emanato dalla pelle.
«Nami non può ancora
affaticarsi.» disse Chopper, sbucando dietro Rufy.
La rossa si
spaventò e tolse subito la mano dalla stretta di Rufy.
Il
Capitano parve non accorgersene, invece aggiunse «Bene,
allora vado
a festeggiare solo io. Ciao, Nam...»
La ragazza lo colpì con un
pugno, per poi incrociare le braccia al petto e guardarlo in
cagnesco. Altro che altruismo e affetto, era sempre il solito!
«Possibile che tu debba rovinare sempre tutto? Stupido idiota
egoista!» strillò, tentando di reprimere gli
istinti omicidi che si
stavano lentamente impossessando di lei.
Lui si massaggiò la
testa, - o meglio, il cappello di paglia che vi era sopra- mantenendo
un'espressione distratta «Cos'ho fatto?».
Nami si voltò
dall'altra parte di scatto, chiudendo così la conversazione.
Era
davvero duro di comprendonio quell'uomo di gomma. Rufy alzò
le
spalle e uscì, lasciando a Nami un enorme punto
interrogativo. Era
un sorriso amaro quello che si era impossessato della sua bocca poco
prima di voltarsi?
Chopper, avendo osservato la situazione da
esterno si chiedeva perché quella femmina fosse sempre stata
perfida
verso il sesso opposto, ma soprattutto verso il loro adorato
Capitano.
Mugiwara's
Crew's Corner:
Sono nuova nel
fandom, perciò non lapidatemi subito!
Intanto c'è da ricordare
che questa raccolta partecipa alla Challenge “Bevendo
un Bicchiere di... Le Emozioni del Sakè di Binks” di
AngelSword e Mary Stranges.
Io ero una
SaNami convinta, ma ben presto (e cioè dopo aver rivisto le prime
serie di One Piece) sono passata alla RuNami. Mi piacciono un
sacco insieme, il modo in cui si guardano è aww *^*
Ho deciso di
fare questa raccolta su di loro perché credo che scrivere su Rufy
sia difficile, e dato che amo le sfide ci ho provato. Spero che i
personaggi siano risultati IC e che non ci siano errori. Al momento il rating è Verde, ma potrebbe salire, ma credo di non andare sopra l'Arancione.
Mi sono
leggermente ispirata alle immagini che trovate qui di fianco, anche
se il significato di esse era ben diverso u.u
Questa
raccolta sarà aggiornata ogni settimana, ogni sabato. Perciò per la
prossima ci “vediamo” il 9 Febbraio.
Spero
che il banner in alto non faccia schifo, è il mio primo esperimento
°-°
Ditemi se c'è
qualcosa che non va, fatemelo sapere, ovviamente, tramite recensione.
Che altro aggiungere? Forse è un po' banale, ma un po' di dolcezza
non guasta mai, o no? A presto! ♥
Vitzi°°
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** A strange suspect ***
RUNAMI2
Titolo:
A strange suspect;
Autore: Vitzi;
Fandom:
One Piece;
Tipologia: One-shot {629 parole;
Personaggi/Pairing: Monkey
D. Rufy; Nami la gatta ladra; {RuNami accenni (ma proprio
accenni) ZoSan e Frobin; Usopp {accenni Kaya/Usopp;
Rating: Verde;
Genere:
Sentimentale;
Introspettivo;
Avvertimenti: Slice
of Life;
Binks
Challenge: #6
Grotta
» #38
Sospetto
ONE
PIECE ©1997 Eiichiro Oda.
A strange
suspect
Usopp
continuò a
camminare, consapevole di essere molto indietro rispetto ai compagni.
Quella grotta era a dir poco spaventosa, buia e silenziosa. Sulla
nave erano rimasti Chopper e Brook. Nami aveva deciso di sfruttare il
metodo dei bastoncini, questa volta era rimasta coinvolta anche lei,
ma purtroppo anche lo stesso cecchino. La sfortuna di Usopp non si
era fermata lì, no, aveva continuato la sua avanzata fino al
cuore
dell'isola, dove una grotta misteriosa era apparsa dinnanzi loro.
Così i ragazzi si erano divisi per l'ennesima volta, sempre
seguendo
il metodo di Nami. Usopp aveva il sospetto che avesse manomesso i
bastoncini, scegliendo lei chi lasciare e chi no. Così
Franky e
Robin si erano separati dal gruppo ed erano andati ad esplorare la
piccola foresta intorno all'enorme grotta. Nel caso, all'interno di
essa, ci fosse stato un bivio, aveva deciso Nami, Usopp sarebbe
dovuto andare assieme a Zoro e Sanji. Non che gli dispiacesse essere
capitato assieme ai due più forti della ciurma -dopo il
Capitano, ovviamente-, però quei due insieme erano troppo strani.
Negli
ultimi tempi, dopo il ritrovamento della ciurma, c'erano state molto
spesso occasioni in cui entrambi sparivano dalla circolazione. Chopper
e
Robin, in quei casi rari, si fissavano con sguardo complice, come se
sapessero e, in qualche modo, fossero gli artefici del fatto. La cosa
ancora più strana è che erano tante persino le
occasioni in cui
Rufy andava a fare visita alla navigatrice. Di solito lei si trovava
sempre sul ponte e, come sempre, dava ordini a destra e a manca, ma
le rare volte in cui spariva, Usopp era certo che fosse per parlare
con Rufy. Una volta l'aveva persino vista arrossire in sua presenza.
Era stata davvero una strana visione, mai si sarebbe aspettato di
vedere Nami arrossire in quel modo.
«Ehi, naso lungo, vieni o
no?» chiese Zoro, con la sua solita grazia, interrompendo
così i
suoi pensieri.
Usopp strinse i pugni notando l'enorme grotta
divisa in ben tre parti.
«D-dove? Cosa?» chiese, spaventato
dall'evidenza.
Nami si fece avanti, con
un insolito sorrisetto sulle labbra «Io vado con Rufy nella
cavità
di destra, Zoro e Sanji in quella di sinistra, tu in quella in mezzo.
Siamo d'accordo?»
Usopp ci mise qualche
secondo ad elaborare quelle parole. Lo sguardo di Rufy era, come al
solito, perso in chissà quali pensieri; Nami era
particolarmente
sorridente e convinta; Zoro lo guardava in cagnesco, come a chiedersi
quanto tempo ci avesse messo il compagno dal naso lungo prima di
darsela a gambe levate; Sanji teneva fra i denti la sigaretta, con
l'attenzione rivolta unicamente alla bella navigatrice.
«P-perché
io devo andare da solo? Potrei morire!» strillò,
riprendendosi.
Nami sbuffò e si voltò verso i compagni,
esaminandoli uno ad
uno.
«Rufy e Zoro si perderebbero da soli, Sanji ed io siamo gli
unici capaci di tenerli a bada. Con te causerebbero solo dei guai,
perciò abbiamo deciso così.»
Usopp si portò le mani
alla testa e finse uno svenimento «Mi sento male,
è la solita
malattia. Mi dispiace lasciarvi così ragazzi, ma il mio
tempo è
giunto. Oh.»
Cadde a testa in giù, colpendo il suolo con un
tonfo sordo.
«Maledizione, stupido marimo, ti toccherà
portartelo dietro. Vedi di ascoltarlo, altrimenti...» ,
avrebbe di
sicuro aggiunto qualcosa se Nami non lo avesse fermato.
«Ragazzi
non è il momento di litigare, adesso dividiamoci.»
disse
risolutiva, mentre lo spadaccino dai capelli verdi lanciava
un'occhiataccia al cuoco, prendendo dalla maglia lo sfortunato
cecchino.
Nami raggiunse Rufy, il
quale era rimasto a fissare la scena in silenzio, per poi proseguire
verso il tunnel.
Usopp alzò lo sguardo
per dare un'ultima sbirciatina ai due, e gli parve di vedere un
enorme sorriso sincero sulle labbra della rossa. Il sospetto si
insinuò di nuovo dentro di lui, e se quei due... si
batté una pacca sulla fronte: di sicuro non era il momento
più adatto per pensare a quello. Si lasciò
trasportare da Zoro, sperando con tutto se stesso di rivedere Kaya al
più presto.
Mugiwara's
Crew's Corner:
Rieccomi!
Ho avuto problemi questo pomeriggio con il caricamento della storia,
ma finalmente ce l'ho fatta. Spero che i personaggi siano risultati
IC e che non ci siano errori. È molto semplice, ma per ora voglio
restare a Rating Verde (non resisterò ancora per molto). So che c'è
poco RuNami, però il punto di vista di Usopp mi è sempre sembrato
affascinante (?).
La prossima sarà solo su
di loro, prometto! Ci sentiamo il 23 Febbraio! Grazie ancora per le
belle recensioni e per chi ha messo la storia fra le
preferite/seguite. Grazie davvero *^^*
A presto! ♥
Vitzi°°
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** History repeats itself ***
RUNAMI3
Titolo:
History
repeats itself;
Autore:
Vitzi;
Fandom: One
Piece;
Tipologia:
One-shot
{1,120 parole;
Personaggi/Pairing:
Nami
la gatta ladra; {RuNami accenni Rayleigh/Shakky; Roger/Rouge.
Rating:
Verde;
Genere:
Sentimentale;
Malinconico;
Avvertimenti:
Slice of
Life;
Binks
Challenge: #43Bar/Locanda»
#33Rimorso
ONE
PIECE ©1997 Eiichiro Oda.
History
repeats itself
Non
appena videro la ragazza entrare, i due sorrisero sorpresi. Era senza
dubbio cambiata, ma quello che li sorprese di più era il suo
sguardo
sicuro, che celava, però, un'infinita tristezza.
«Bentornata.»
disse Rayleigh alzandosi per accogliere l'ospite.
Nami si diresse
verso il bancone in silenzio, mentre Shakky le versava della buona
birra in un grosso boccale.
«Vedo che non è cambiato niente.»
sorrise la rossa, pregustando la bevanda.
Rayleigh si sedette di
fianco a lei, unendosi alla bevuta silenziosa. Qualcosa in quella
ragazza sembrava diverso,
lei
sembrava diversa. Guardò Shakky con la coda dell'occhio e
quella,
accendendo l'ennesima sigaretta, gli fece un cenno impercettibile con
la testa.
«Perdona la mia scortesia, ma devo proprio andare a
sistemare delle cose. Ti lascio con Shakky. - dopo aver bevuto un
ultimo sorso aggiunse – Sei la terza, comunque... Rufy non
è
ancora arrivato.»
Nami annuì e lo salutò con uno sguardo
vacuo. Shakky la osservava silenziosamente e, solo quando Rayleigh fu
uscito, esclamò «Dove sei stata per tutto questo
tempo?»
Lei si
limitò a far roteare su se stesso il bicchiere di birra,
mentre, con
fare annoiato, si scostava un ciuffo dal viso.
«Su un'isola nel
cielo. Troppo
lontana dalla terra ferma.» sbuffò, appoggiandosi
al
gomito.
Shakky, la quale era una donna molto intuitiva –
ciò
derivava dal fatto che ne aveva veramente passate di tutti i colori
-, si affrettò a sussurrare «Troppo lontana dalla
terra ferma, o
troppo lontana dal tuo capitano nel momento del bisogno?».
Nami
si morse il labbro, fu una reazione istintiva. Quella donna aveva
visto giusto, infatti il solo pensare a Rufy dopo la morte del
fratello, la faceva sentire una nullità. Nessuno meglio di
lei
poteva sapere cosa si provava a vedere morire, anzi no, a vedere una
persona che si amava venir uccisa dinnanzi ai propri
occhi.
«Anche...» aggiunse, lasciando che un velo
oscurasse i
suoi occhi.
Shakky sorrise comprensiva, appoggiando una mano su
quella della ragazza. Quando i loro sguardi si incrociarono,
sospirò, fissandola intensamente «So cosa si
prova,
purtroppo.»
Nami si alzò di scatto, interrompendo quel contatto.
Era stato un gesto brusco e per nulla progettato. Era come se il suo
corpo non volesse essere consolato, era come se non volesse essere
perdonata. «Grazie... per la birra.» si
limitò ad esclamare.
Si
diresse verso la porta, mentre il senso di colpa la distruggeva.
L'aveva rafforzata in quei due anni, ma adesso, adesso che era ad un
passo dal rivedere Rufy...
«Il senso di colpa ti schiaccerà.
Non devi avere rimorsi. So che avresti voluto consolarlo, stringerlo,
piangere con lui, finché il dolore non fosse scomparso del
tutto.
Sappi che lui sapeva che l'avresti fatto e lo sa tutt'ora. Non
è
solo il tuo capitano, giusto?», la voce della donna suonava
proprio
come la voce della verità. La voce che Nami avrebbe voluto
sentire
in quei due anni, la voce che le serviva per non sentire più
quel
senso di colpa opprimente. Il rimorso di non aver saputo prima della
battaglia; di aver saputo cos'aveva fatto Rufy, senza però
aver
mosso un solo dito. L'essere stata a guardare senza poter far nulla.
Era per quello che si era allenata, per diventare più forte
e
proteggere il suo capitano, ma poteva riuscire ad incrociare di nuovo
i suoi occhi? Anche dopo averlo abbandonato così? Un tempo
lo
credeva possibile, sarebbe diventata più forte per lui, ma
adesso
che il giorno era arrivato, le certezze si erano tramutate in
dubbi.
Si fermò sulla porta: la mano sulla maniglia, lo sguardo
basso.
«Credi che mi perdonerà?»
sussurrò, combattendo contro
l'orgoglio.
Se c'era una cosa che non aveva mai avuto in quei due
anni era stata un'amica.
«Io credo che non abbia motivo di
avercela con te. Tu meglio di tutti dovresti sapere com'è
fatto. Se
ti vedesse triste come pensi che si sentirebbe? Non fareste altro che
vivere nel rimorso.», la donna aspirò avida il
tabacco dalla sua
sigaretta, chiudendo appena gli occhi.
Nami strinse con forza la
maniglia, per poi decidersi a voltarsi verso la barista.
«Quindi
dovrei semplicemente fingere che non sia successo niente?»
chiese
con voce tremante.
«Non sei l'unica ad avere dei rimorsi, anche
se il tuo capitano può sembrare egoista, credo che non si
sia ancora
perdonato per avervi abbandonati per due anni interi.»
Nami non
aveva mai pensato a quello, dopotutto lui li aveva abbandonati, ma
era davvero peggio di quello che aveva fatto lei? Chissà
quanto
aveva sofferto Rufy. Non era niente in confronto a quello che aveva
passato lei in quei due lunghi anni.
«L'unica cosa che dovrai
fare quando lo vedrai, o quando vedrai gli altri, sarà
sorridere. E
ricorda: solo quando vedrai il sorriso del tuo capitano il rimorso
non sarà altro che un ricordo. E fidati quando ti dico che
lo vedrai
prima di quanto tu creda.» concluse Shakky, appoggiandosi al
bancone.
Nami si voltò, voleva seguire il consiglio di Shakky, se
davvero Rufy la odiava di sicuro se ne sarebbe accorta. Mentre usciva
da quel bar, un sorriso le illuminò il volto, il solo
pensiero di
rivedere Rufy la faceva sentire felice. Non aveva mai pensato al
fatto che si sarebbero potuti riabbracciare, il suo unico pensiero
era quello che lui potesse odiarla per non averlo aiutato nel momento
del bisogno. Per questo aveva deciso di scappare da Weatheria, per
consolarlo e stargli accanto. Quel giorno avrebbe fatto di tutto pur
di riuscirci, avrebbe persino costretto un vecchietto a portarla a
terra. Chiuse la porta alle sue spalle, sussurrando un
“Grazie.”
di sfuggita. Era entrata in un modo e in un modo diverso usciva, da
quel bar. Di sicuro il rimorso non era ancora scomparso, ma se c'era
una cosa che Nami aveva sempre saputo fare bene era mentire. Adesso
non vedeva l'ora di spassarsela su quella bella isola, ma soprattutto
di rivedere il suo capitano. L'eccitazione prese il posto della
tristezza e la ragazza si gettò nello shopping sfrenato.
Sarebbe
stata la più bella di tutto il Nuovo Mondo, avrebbe superato
persino
la bellezza delle sirene; e tutto per il suo amato capitano. Qualcosa
dentro di lei le diceva di non preoccuparsi, era certa che il suo
capitano l'avrebbe perdonata.
«Si assomigliano sempre di più,
non trovi?» disse Rayleigh rientrando nel piccolo locale.
Aveva
visto uscire una ragazza completamente diversa e piena di
vita.
Shakky sorrise «A quanto pare la storia si ripete. Mi
chiedo fin dove arriverà quella strana ciurma.»
«Mi dispiace
solo per la principessa serpente, a quanto pare il cuore di quel
ragazzo è già stato preso. Mi chiedo cosa attiri
le ragazze in
quelli come voi, Roger.»
Il vecchio Re oscuro sorrise, rivedendo,
per un attimo, il suo capitano e la sua amata donna dai capelli
rosati.
Mugiwara's
Crew's Corner:
Ehilà!
Ho saltato una settimana perché 1) il computer si era rotto;
2) non
c'era connessione a Internet. Ora tutto è tornato come
prima, perciò
non avrò più problemi. Spero che i personaggi
siano risultati IC e
che non ci siano errori. Nel caso fatemi sapere. Vi ringrazio molto
per le recensioni precedenti. Spero davvero che Nami sia IC e che lo
siano anche Rayleigh e Shakky. Io li adoro come coppia, ma amo molto
di più la Roger/Rouge. Questa fic mi è venuta in
mente vedendo
l'immagine che vedete qui sopra, in effetti anche l'incontro fra
Roger e Rayleigh si è ripetuto, mi sembra molto l'incontro
tra Rufy
e Zoro. E così mi sono buttata in questa OS, spero davvero
che vi
sia piaciuta ^^
Ci
sentiamo il 2
Marzo!
Grazie ancora per le belle recensioni e per chi ha messo la storia
fra le preferite/seguite. *^*
A
presto! ♥
Vitzi°°
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** I wanted to kiss you ***
RuNami4
Titolo: I
wanted to kiss you;
Autore:
Vitzi;
Fandom: One
Piece;
Tipologia:
One-shot
{765 parole;
Personaggi/Pairing:
Nami
la gatta ladra; Monkey D. Rufy {RuNami
Rating:
Verde;
Genere:
Sentimentale; Romantico; Troppo Fluff;
Avvertimenti:
Slice of
Life; *Ambientato fra gli episodi 18-19*
Binks
Challenge: #20Collina»
#17Determinazione
ONE
PIECE ©1997 Eiichiro Oda.
I wanted to
kiss you
Si
stese sul prato,
allungando le braccia dietro la testa e sospirando. Chiuse gli occhi
per un attimo, pensando al viaggio che li attendeva, alle mille
avventure che avrebbero dovuto affrontare. Si morse il labbro,
involontariamente, rendendosi conto di non poter proseguire con loro.
Si girò su un fianco, quasi come se volesse chiudersi in se
stessa.
Si odiava per essersi affezionata troppo a quella ciurma di idioti,
si odiava per essersi infatuata del suo ridicolo capitano. E proprio
in quel momento una mano, esitante e a tratti timida, le
sfiorò i
lisci capelli.
«Nami...».
Il contatto la lasciò senza fiato
e sentire il suo nome così pronunciato la fece sussultare.
Si voltò
verso il viso sudato del ragazzo sdraiato di fianco a lei.
«Che
c'è?» sbottò, arrossendo.
Gli occhi neri di Rufy la fissavano,
celando un irrefrenabile desiderio. Quell'espressione fece scattare
qualcosa dentro Nami, qualcosa di terribile e fantastico al tempo
stesso.
«Hai dei bellissimi
capelli...».
Un complimento così banale avrebbe fatto ridere chiunque, ma
detto da un ragazzo che di dolcezza sapeva poco e niente,
lasciò
Nami senza parole. Scostò la mano del moro e si
voltò
dall'altra parte, imbronciata. Erano appena sbarcati su un minuscolo
isolotto, formato semplicemente da una collinetta. Zoro stava riposando
a pochi passi da loro, mentre Usopp era rimasto sulla Going Merry,
esaltato dal fatto che il giorno dopo avrebbero provato il nuovo
cannone.
«Perché sei un pirata?» chiese Nami,
ritrovando finalmente le parole.
Il ragazzo si sistemò il cappello sulla testa con un
movimento veloce e deciso:
«Perché voglio diventare il re dei
pirati.».
Quella determinazione stupiva sempre Nami, possibile che quel ragazzo
non
avesse nemmeno un briciolo di paura? Perché lei non riusciva
a
dirgli di no, ad abbandonare quella stupida combriccola e a fare
ciò che doveva?
«Perché non sono determinata come te...»
sospirò, voltandosi verso di lui.
Le sarebbe bastato avere un briciolo della sua forza di
volontà per abbandonarlo.
Rufy sorrise: «Tu sei molto determinata, altrimenti non ti
avrei presa nella ciurma.».
La sincerità con cui disse quelle parole spiazzò
Nami,
non solo in senso positivo. Quindi l'aveva presa solo per le sue doti e
non per la sua bellezza? Era un discorso molto infantile, se ne rendeva
conto, eppure era combattuta: da una parte aveva sperato che per
una volta il suo aspetto fisico non centrasse, ma dall'altra voleva piacere a quel
ragazzo.
Si voltò dall'altra parte, sospirando un: "Lascia perdere" in
malo modo.
Rufy spalancò gli enormi occhi e fisso la schiena della
ragazza.
Era ovvio che le sue forme lo attirassero, sapeva di essere un uomo e
di dover fare il primo passo, o almeno così aveva sempre
visto
fare gli altri. Non si era mai fatto tanti problemi con le
donne e
allora perché non riusciva a
dire a
quella ragazza quello che realmente provava? Perché non
voleva
ammetterlo?
Senza pensarci afferrò le spalle di Nami e la
voltò verso
di sé, si avvicinò al suo viso, registrando
mentalmente la
sua
espressione timida e lievemente spaventata. Le sfiorò le
labbra, ma si
sentì
respinto.
«Che... che stai facendo?» strillò la
ragazza alzandosi in piedi, il viso completamente rosso.
Rufy si toccò le labbra e, con la solita
sincerità, se ne uscì con:
«Avevo voglia di baciarti, non sono riuscito a
trattenermi.»
Nami sbuffò e si voltò, non voleva mostrargli la
sua gioia.
«Idiota! Non capisci che così complichi solo le
cose? Non
posso... non posso...» sussurrò, parlando
più a se
stessa che al ragazzo moro.
Come poteva convincersi di non provare qualcosa per lui se si
comportava
così?
Se ne sarebbe dovuta andare molto prima, lui non si sarebbe dovuto
innamorare di una come lei! Doveva troncare subito quella relazione.
Sarebbe dovuta tornare a casa, avrebbe
dovuto ripagare Arlong e forse... forse dopo sarebbe tornata? Eppure
sentiva di voler stare
con loro, di viaggiare per sempre con Rufy, Zoro
e persino Usopp.
«Non sarei dovuta venire con voi...» disse
sfiorandosi le
labbra, rendendosi pienamente conto del suo affetto verso il capitano,
nonostante si conoscessero solo da pochi giorni.
«Rufy capisci? Io non posso! Non voglio diventare una
piratessa,
io odio i pirati, come potrei anche solo pensare di diventare una di
loro?» disse, mentre le lacrime le sgorgavano lungo il viso.
Rufy si alzò, la prese fra le sue braccia abbracciandola da
dietro, chiuse gli occhi e dolcemente le baciò il collo:
«Tu non diventerai un pirata qualunque perché io
ti
farò mia
regina.»
Nami spalancò gli occhi e si appoggiò al suo
capitano, e, malgrado non volesse ammetterlo, capì che
nemmeno lei poteva farcela contro la sua determinazione.
Mugiwara's
Crew's Corner:
Oggi
è il 26/06/13
questo giorno verrà ricordato nei secoli dei secoli amen (?)
Due
giorni fa è tornata la connessione e così mi sono
trovata
a scrivere una RuNami dolce dolce♥
Da quant'è che non vengo su Efp? Qualche mese? Diamo la
colpa
alla scuola, ma anche a Internet perché me l'hanno tolto.
Ora
è tornato quindi facciamogli un applauso! :D Sono
imperdonabile,
scusate davvero. Ora vado a leggermi tutti i capitoli di One Piece
nuovi che non mi sono potuta leggere, ma ci rendiamo conto di quanti
sono? Vivere senza Internet è terribile 3 Menomale
sei
tornato <3 Ok ora la smetto con queste frasi senza senso.
Ricomincerò ad aggiornare settimanalmente e vi chiedo
davvero
scusa per averci messo tanto ç_ç Che dire di
questa OS?
È molto fluff devo dire, prometto che non
smielerò
più in questo modo, forse è troppo banale? Spero
che vi
sia piaciuta comunque, la prossima sarà più
dinamica. E
spero che Rufy non sembri OOC. Ditemi voi :) -Qui di fianco vedete Jewelry Bonney
perché ho deciso di iniziare una raccolta su di lei.
♥ Presto pubblicherò, se a qualcuno interessa-
Un bacione e grazie! ♥
Vitzi°°
p.s. Il 3
Luglio è il compleanno di Nami! Preparatevi a
festeggiare ♥ Pubblicherò qualcosa sull'argomento
senza dubbio :D
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Homely Warmth ***
RuNami5
Titolo: Homely
Warmth;
Autore:
Vitzi;
Fandom: One
Piece;
Tipologia:
One-shot
{1,312 parole;
Personaggi/Pairing:
Nami
la gatta ladra; Mugiwara {RuNami accenni ZoSan; FRobin
Rating:
Verde;
Genere:
Sentimentale;
Lievemente Malinconico; Lievemente Fluff;
Avvertimenti:
Slice of
Life;
Binks
Challenge: #29Festa»
#44Calore
ONE
PIECE ©1997 Eiichiro Oda.
Homely Warmth
Ultimamente
sulla nave erano accadute cose strane. Quel giorno le cose erano
peggiorate, Nami si sentiva spesso fuori luogo, le sembrava di non
capire più quella strana ciurma. Erano molte le occasioni in
cui ogni membro sembrava con la testa fra le nuvole. Sia Usopp che
Brook non si trovavano, a quanto pare erano rinchiusi nella camerata
maschile: uno a suonare, l'altro a costruire chissà cosa.
«Ehi Zoro, hai visto Chopper? Ho uno strano
arrossament...», si fermò notando che il compagno
era, sì seduto, ma con gli occhi chiusi e la fronte
aggrottata.
Era meglio non disturbarlo in certe occasioni, sembrava davvero
furioso. Sbuffò e si diresse alla ricerca del medico di
bordo. Trovò Franky intento ad osservare l'albero maestro, o
meglio, a parlarci. Forse lo considerava proprio come un figlio, non
riusciva proprio a capire i carpentieri. Posò una mano sulla
sua spalla e quello trasalì.
«Che c'è?» rispose, quasi spaventato.
Nami lo guardò interrogativa e il viso da cane bastonato che
vide la sorprese.
«Ah sei tu, credevo fosse qualcun altro...» disse
grattandosi la testa e sorridendo come suo solito.
La navigatrice si spostò una ciocca di capelli dietro
l'orecchio e chiese anche a lui del medico di bordo. Purtroppo nemmeno
Franky seppe darle una risposta soddisfacente: «Credo sia nel
suo studio.».
La ragazza annuì, nascondendo l'evidente fatto di esserci
già stata. Franky sembrava davvero sconvolto, sarebbe stato
meglio non interferire.
«Ehi Nami~swaaan, ti ho preparato un buonissimo...».
«Sta' zitto, stupido cuoco, sto cercando di
concentrarmi.» sbottò Zoro inarcando terribilmente
le sopracciglia.
Sanji lo guardò in cagnesco: «Brutto marimo di
merda! Che cazzo vuoi?».
Nami si tappò le orecchie in gesto teatrale e si diresse
verso la camerata femminile, non rifiutando il vassoio datole dal
cuoco. Trovò Nico Robin, intenta a leggere, come sempre, uno
dei suoi libri. Era strano però che l'archeologa, che tanto
amava la natura, si rinchiudesse in camera per leggere. Accanto a lei
era sdraiato Chopper, fra le lacrime.
«N-Nico R-Ro-Robiiin! N-Non mi perdonerà
mai!» strillò, stringendo il cuscino della corvina.
La ragazza fece fiorire una mano accanto ad esso e glielo tolse dalle
piccole braccia pelose.
«Chopper, Nami ti cerca.» disse impassibile, senza
alzare lo sguardo dal tomo che teneva sulle gambe.
La navigatrice rimase sorpresa dallo scoprire che l'amica era
già a conoscenza di quel fatto, a quanto pareva aveva
piazzato qualche orecchio-spia sul ponte.
«Sì... ecco vedi qua dietro, ho questo enorme
sfogo rosso...».
Si voltò per mostrare la schiena al dottore, ma quello,
senza nemmeno degnarla di uno sguardo ritornò a piangere, se
possibile ancora più disperatamente.
«La m-medicina è una c-crema! La trovi nello
studi-io!» strillò, rotolandosi nel letto.
Fu così difficile capire i suoi lamenti, che ci
pensò Nico Robin a fare da traduttrice.
Le due raggiunsero il piccolo studio del Dottor Chopper e Nami si fece
aiutare a mettersi la crema, dopotutto lei non aveva braccia
allungabili, o braccia che apparivano da tutte le parti -o qualsiasi
altra cosa anormale- e quindi non poteva arrivare a toccarsi il centro
della schiena.
«Grazie Robin.» disse, mentre quest'ultima, con un
sorriso strano, le spargeva la crema.
«Sai, mi sembrano tutti strani oggi. Anzi è da un
po' che è così, hai notato che Franky si
è messo a... ehi Robin, mi fai male
così...» disse, cercando di sottrarsi dalla presa
della donna.
«Ah, scusa tanto!» esclamò, come se
cadesse dalle nuvole.
Nami si voltò a guardarla, sembrava strana persino lei, come
se fosse arrabbiata. «Robin, credo che così possa
bastare, grazie.».
Uscì, lasciando con un sorriso la mora. Era davvero stanca
di quello strano comportamento, era ormai da giorni che non riusciva ad
avere una conversazione normale con qualcuno. Tutti erano strani,
silenziosi e terribilmente stancanti. Possibile che si fossero
dimenticati del suo compleanno?! E quell'idiota di Rufy dov'era quando
serviva? Anche lui si era dimenticato? Colpì il muro con un
pugno, per riuscire a trattenere le lacrime. Tornò alla
camerata femminile alla massima velocità -per evitare di
incontrare qualcuno- e si sdraiò sul letto a testa in
giù. Fu travolta da un turbine di ricordi tristi, a partire
dalla prima litigata con la madre. Le lacrime iniziarono a sgorgare
piano, fino a diventare un vero e proprio fiume.
«Nami...», quella voce, la voce che avrebbe tanto
voluto sentire in quella giornata, ora la chiamava.
Si voltò e si gettò fra le braccia del suo
capitano.
«Oh Rufy!» strillò abbracciandolo e
lasciandogli un delicato, ma salato, bacio sulle labbra.
Il ragazzo la strinse a sé, leggermente sorpreso.
«Scusa Nami...» disse Chopper, da un angolo della
stanza.
Dietro di lui c'erano proprio tutti, a partire da Zoro, fino ad
arrivare a quello smilzo di Brook.
«Ragazzi...» sussurrò Nami, arrossendo
involontariamente e separandosi dall'amato, tenendo sempre la sua calda
mano.
«Volevamo farti una festa a sorpresa, ma sei scoppiata a
piangere e così l'abbiamo anticipata.»
esclamò Rufy, fissando intensamente la ragazza.
Quella spalancò la bocca e guardò uno ad uno i
compagni, che le stavano porgendo un regalo.
Usopp tirò fuori dalle tasche un tubetto di inchiostro e una
nuova penna bianca, con inciso il nome di Bellmer ai lati. Franky aveva
aggiunto un nuovo accessorio al suo tavolo da lavoro, in modo che esso
si potesse allungare, con tanto di strumenti geometrici incorporati.
Robin e Chopper le diedero un enorme mazzo di fiori. Brook le
suonò una nuova melodia, creata per lei. Il titolo era :
"Mostrami le tue mutadine, signorina", al che Nami chiuse un occhio,
dopotutto era solo base musicale. Sanji le mostrò la torta
di mandarini, estremamente grande, ma anche estremamente buona.
«Ai mandarini ci ho pensato io.» esordì
Zoro, compiaciuto del suo lavoro.
Sanji tentò di controllare la voce, quando rispose:
«Forse potevi stare attento a non prendere quelli troppo
maturi, hai rischiato di far sparire tutti i mandarini di
Nami.».
La ragazza guardò Zoro in cagnesco e in un attimo
capì perché prima i due fossero tanto arrabbiati,
non che fosse una novità, in fondo.
«Robin posso chiederti come mai oggi eri così
strana? E tu Chopper?».
La piccola renna iniziò a tremare.
«Il fatto è che Franky, mentre trasportava la
legna, è caduto sopra i miei fiori, rovinando il
mazzo.», il tono di Robin era freddo e distaccato.
«Quando sei venuta, mi stavo scusando con lei, o meglio, con
il suo orecchio, sull'albero maestro. Non mi faceva entrare in
camera...»
La faccia di Franky era così buffa che tutti scoppiarono a
ridere. Rufy osservava, fra una risata e l'altra, il viso di Nami
illuminarsi. Era come colpito da tale visione, dopo due anni, ancora
non si era abituato alla sua bellezza.
«Che c'è?» le chiese lei, arrossendo
sotto il suo sguardo sognante.
Prima che il ragazzo potesse rispondere Chopper si fece avanti:
«Ecco Nami, per colpa mia abbiamo speso molti soldi. Il fatto
è che non ho controllato Rufy come mi era stato detto e ha
mangiato la torta precedente. Abbiamo dovuto comprare di nuovo tutti
gli ingredienti, eccetto i mandarini, ti chiedo scusa.».
Chopper si inchinò tremante, mentre tutti gli occhi erano
puntati su Nami.
"Quanti soldi avete
speso esattamente?", probabilmente era questa la domanda
che tutti attendevano.
Nami sorrise e in un attimo sferrò un pugno sul viso del
ragazzo di gomma.
«Idiota! Quelli erano i miei soldi!».
Senza volerlo tutti scoppiarono a ridere, persino Nami alla fine si
lasciò coinvolgere. Il calore e l'atmosfera del luogo
rendevano tutto perfetto, si sentiva a casa, dopo tanto tempo
era finalmente tornata la sua amata ciurma.
«Buon
compleanno Nami!».
Soffiando le candeline la ragazza espresse così il suo
desiderio: vivere almeno un'altra volta un momento del genere.
Dopodiché si avvicinò al suo capitano -il quale
era intento a ballare sul tavolo con dei bastoncini nel naso- e lo
baciò, suscitando gli applausi di tutti. Rufy sorrise e le
sussurrò piano: «Il regalo te lo porto stanotte.».
Nami sorrise, pensando che forse quell'infantile capitano era
finalmente cresciuto.
Mugiwara's
Crew's Corner:
Tanti auguri Namiii ♥ *canta*
Grazie
per le recensioni precedenti per chi segue ancora questa raccolta,
siete in tantissimi, graaaaziee ♥
Che dire? Spero che questa OS
vi sia piaciuta, è un po' lunga ora che ci penso.
Spero che non vi abbia delusi, insomma è banale?
Fatemi sapere!
Ho superato le
altre in quanto lunghezza. La prossima, ve lo dico subito, sarà
ZoSan per buona parte, ma il RuNami non macherà in ogni caso. Spero di non deludervi ♥
Bene, allora vado. Ci vediamo il 10 Luglio! :D
A
presto! ♥
Vitzi°°
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Be caught red-handed ***
RuNami6
Titolo: Be
caught red-handed;
Autore:
Vitzi;
Fandom: One
Piece;
Tipologia:
One-shot
{805 parole;
Personaggi/Pairing:
Sanji Black Leg; Roronoa Zoro; Nami
la gatta ladra; Monkey D. Rufy;
{ZoSan/RuNami;
Rating: Giallo;
Genere: Fluff;
Comico; Romantico (?);
Avvertimenti:
Slice of
Life;
Binks
Challenge: #38Biblioteca»
#6Vergogna
ONE
PIECE ©1997 Eiichiro Oda.
Be caught
red-handed
La
mano dello spadaccino stava scendendo troppo in basso.
Sanji l'avrebbe volentieri fermato se non fosse stato sospeso a due
metri d'altezza con un consistente numero di libri fra le mani.
«Ascoltami marimo di merda, devo sistemare la libreria per
Nico Robin, quindi scendi dalla scala. La tua presenza mi
disturba.» sbottò, voltandosi improvvisamente.
Quando incrociò lo sguardo di Zoro, proprio sotto di lui,
arrossì involontariamente. Perché cavolo
quell'idiota l'aveva seguito in biblioteca? Non poteva starsene ad
allenarsi come al solito, senza badare a lui, almeno per la giornata?
Fece per girarsi verso i libri, ma lo spadaccino gli mise una
mano sotto la camicia e Sanji perse l'equilibrio. Cadere sul morbido
sarebbe stato piacevole, se il morbido non fosse stato quel pervertito
di Zoro.
«Dove vai?» chiese al cuoco, vedendolo alzarsi.
Lo spadaccino lo afferrò con un braccio e lo trascinò su di
sé, iniziando a togliergli la camicia.
«Stai fermo, brutt...»
Sanji fu interrotto da uno strano rumore, per la precisione una porta che sbatteva. Si
alzò di scatto, liberandosi dalla morsa dello spadaccino. Si
guardò intorno, i libri erano sparsi ovunque.
Cercò la camicia, ma quel cretino l'aveva fra le mani, se si
fosse avvicinato per riprendersela sarebbe finita sicuramente male. E se qualcuno li avesse beccati
insieme? Come se non bastasse era a petto nudo, ci mancava solo che...
«Non ti togliere la camicia! » strillò
vedendo che Zoro iniziava a spogliarsi.
«Vuoi
togliermela tu?» chiese lui fissandolo.
Sanji, in preda alla collera, accese una sigaretta e iniziò
a raccogliere i libri. Era meglio ignorarlo quando faceva
così.
Fu in quel momento che l'altro gli fu addosso, lo spinse con forza verso
la libreria, facendo cadere qualche altro libro.
«Mi sto annoiando.» disse semplicemente,
avvicinando il viso a quello del cuoco.
Quest'ultimo -che dalla sorpresa aveva perso la sigaretta, o meglio gli
era caduta- si avvicinò ancora di più alle sue
labbra: «Vatti a rivestire.».
Sulla bocca di Zoro spuntò uno strano sorriso e prima che
Sanji potesse scansarsi, le loro labbra si incontrarono.
Come sempre il cuoco fece un po' di resistenza, ma non appena l'altro gli prese il viso fra le mani, lui perse la
lucidità. Lo spadaccino fece pressione sul compagno,
spingendolo ancora di più contro la libreria e causando un
altro crollo di libri. Gli prese la mano ed iniziò a
baciargli il collo, famelico.
Sanji avrebbe voluto fare qualcosa, ma -come quasi ogni volta- si
sentiva completamente inerme.
La mano di Zoro scattò sui pantaloni del cuoco, ma prima che
potesse fare qualsiasi cosa, la porta si spalancò.
Entrambi fecero in tempo a nascondersi dietro una libreria: il respiro
di Sanji era affannato, vide la propria camicia sopra quella di Zoro e
la prese, lanciando l'altra allo spadaccino. Gli venne da ridere
vedendo la sua espressione: era improvvisamente arrossito e poteva
sentire il suo cuore battere frenetico anche a distanza.
«Così impari, marimo di merda, stavano
per...», il cuore perse un battito quando vide Nami e Rufy
avvinghiati di fronte a lui.
Ovviamente non era una novità che i due si "facessero compagnia",
però vederli con i propri occhi era davvero tutta un'altra
cosa.
Zoro sbadigliò, si era completamente ripreso: «Io
vado ad allenarmi.».
Fu in quel momento che Sanji si accorse di aver commesso un grave
errore, stava per fermare quell'idiota dello spadaccino, ma Nami fu
più svelta a voltarsi.
«Zoro... e ci sei anche tu, Sanji...»
sussurrò arrossendo.
Rufy si sistemò il cappello di paglia sulla testa,
lasciò la mano di Nami e lanciandole un ultimo sguardo,
spostò l'attenzione sui due. Zoro sembrava tranquillo, ma
Sanji era completamente rosso, sembrava quasi che si vergognasse a
morte. Fu allora che Rufy notò ciò che Nami aveva
già osservato, e così la domanda che il cuoco
aveva tanto temuto arrivò: «Perché vi
siete invertiti le camicie?».
Un brivido corse lungo la schiena del biondo, che fissò Zoro
in cagnesco. Sapeva che la colpa era sua, eppure se solo quell'idiota
non si fosse fatto scoprire con quella stupida frase.
Lo spadaccino si voltò verso di lui, come per dire "Tranquillo, ci penso io.".
Ovviamente Sanji lo conosceva bene: di sicuro quel cretino li avrebbe
messi ancora di più nei casini, così
improvvisò: «Era caldo e...»
«Rufy!
C'è un'isola!» gridò Usopp
dal ponte.
Li aveva salvati: il capitano se ne andò di corsa e la
navigatrice lo seguì. Sanji e Zoro tirarono un sospiro di
sollievo e velocemente si rimisero le rispettive camicie. Zoro era
più tranquillo del previsto, come se il fatto di essere
scoperti non lo toccasse minimamente. Che fosse solo una maschera?
Sanji dal canto suo avrebbe perso la sua reputazione, dopotutto amava
le donne più di ogni altra cosa -senza contare quello
spadaccino-. Di sicuro avrebbero potuto abbindolare Rufy, ma lo sguardo
di Nami poco prima di uscire, non era stato dei più
incoraggianti.
Mugiwara's
Crew's Corner:
Se state leggendo, grazie <3 Spero che questa non sia una
schifezza e che vi sia piaciuta.
Non c'è molto RuNami,
c'è più ZoSan,
però amo anche quella
coppia e non ci posso fare niente.
È la prima che scrivo per
questo vorrei dei consigli e soprattutto spero che i personaggi siano
IC.
Non ho voluto fare niente di "troppo" per poter tenere il rating ancora
basso, ora è diventato giallo e presto si alzerà
ancora, soprattutto per quanto riguarda il RuNami. Il titolo significa "essere colti con le mani nel sacco" se c'è qualche errore, ditemelo <3
Vi ringrazio per aver recensito l'ultimo capitolo, e per chi segue
questa raccolta, davvero! :)
Fatemi sapere cosa ne pensate! :)
Ci vediamo il 17 Luglio. A prestoo
♥
Vitzi°°
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Make her happy, I trust you ***
RuNami7
Titolo: Make
her happy, I trust you;
Autore:
Vitzi;
Fandom: One
Piece;
Tipologia:
One-shot
{668 parole;
Personaggi/Pairing:
Sanji Black Leg; Nami la gatta ladra; Monkey D. Rufy; Roronoa Zoro -di
passaggio- {Runami/accenni
ZoSan/possibili accenni SaNami;
Rating: Verde;
Genere: Fluff;
Introspettivo; Sentimentale;
Avvertimenti:
Slice of
Life;
Binks
Challenge: #2Bosco»
#22Fiducia;
ONE
PIECE ©1997 Eiichiro Oda.
Make her happy, I trust you
L'acqua
scorreva nel ruscello lenta, proprio accanto al suo orecchio. Poteva
sentire la natura intorno a sé, percepiva di non essere da
sola.
Intuiva i lievi movimenti delle foglie, spostate da un venticello
primaverile. Era incredibile come potesse essere rilassante starsene
lì sdraiati all'ombra di una grande quercia. Nami si
appoggiò
meglio al cuscino
sotto di sé, il quale la strinse con un braccio,
sbadigliando
sonoramente. La ragazza sorrise e alzò lo sguardo verso
Rufy, che,
tenendola stretta, sonnecchiava beato.
«Ah l'amore...» sospirò
Sanji gettando fuori dalle proprie labbra nuvole di fumo.
Osservare
da lontano la scena era davvero interessante. Vedere come Rufy
riusciva a rendere felice quella donna lo era ancora di più.
A Sanji
importava solo di vederla felice.
Pensare a tutte le avventure
che avevano passato, ripensare ai momenti tristi o addirittura
drammatici faceva sempre intristire terribilmente la navigatrice.
Colei che scriveva il diario di bordo e ogni volta soffriva scrivendo
tristi parole. Il passato di Nami era stato terribile, basti pensare
che ha visto la propria madre essere uccisa davanti ai propri occhi,
per di più dopo averci litigato! A Sanji scappò
un sorriso, amaro.
Com'è ingiusta la vita, a volte.
Aspirò di nuovo dalla
sigaretta, la quale sembrava sempre scacciare i brutti pensieri. Era
una cosa un po' strana da dire, ma il cuoco non riusciva proprio a
fare a meno di essa. Passò lo sguardo dalla sigaretta -ormai
consumata- ai due innamorati, che riposavano abbracciati.
Rendere
felice una donna era sempre stato il suo dovere, da sempre si
impegnava per rispettare i suoi principi. Ben presto si era accorto,
però, di non poter sempre seguire le proprie regole, dato
che più
di una volta si era ritrovato a chiedersi come rendere felice Nami.
La prima donna che l'aveva fatto preoccupare sul serio, la prima
donna che si era comportata diversamente dalle altre era stata
proprio lei. Sospirò, lasciando che il fumo gli uscisse
dalle labbra
secche. Capitava spesso -sulla nave- che la navigatrice si chiudesse
in se stessa: passava le giornate con falsi sorrisi, ovviamente non
aveva cattive intenzioni -non sia mai!- o con la testa fra le nuvole.
Sanji aveva capito di non poterla rendere felice del tutto, o almeno
non come il suo capitano sapeva fare. Si era reso conto che sarebbe
stato meglio fingere che tutto andasse bene, invece che cercare di
consolarla inutilmente. Eppure sapeva che lei era felice adesso,
più la guardava, più il suo sorriso luminoso lo
contagiava.
Nami
si destò improvvisamente e con uno scatto rubò il
cappello di
paglia dalla testa del capitano.
Sanji osservò il suo viso, gli
occhi brillavano come non mai. Era abituato ad osservare le donne ed
era sicuro che lei al momento fosse davvero felice.
«Ridammelo!»
strillò Rufy, aprendo gli occhi confuso e inarcando le
sopracciglia.
Ovviamente faceva parte di un gioco, ovviamente il capitano non
era affatto infuriato con la navigatrice, e lei ovviamente stava solo
scherzando.
Eppure quella scena era così buffa che il cuoco non
poté fare a meno di abbozzare una risata silenziosa. Rufy e
Nami si
rincorrevano intorno alla quercia, una rideva e l'altro
-semplicemente- l'ammirava. Nonostante cercasse di nasconderlo fra
un'espressione arrabbiata e l'altra, era come estasiato da quella
ragazza.
Finalmente la raggiunse e con un tonfo entrambi caddero a
terra, uno sopra l'altra. Rufy riprese il suo cappello con una
smorfia dalle mani della navigatrice, la quale ne approfittò
per
avvinghiarsi a lui e baciarlo dolcemente.
Sanji gettò la
sigaretta a terra e la pestò, cercando di fare il
più piano
possibile, si diresse verso la Sunny. Non aveva mai visto Nami
così
felice come quando era con il suo capitano. Lui non poteva farci
niente, desiderava solo non vederla più soffrire.
«Trattala
bene, Rufy. - sospirò, lanciando uno sguardo alle proprie
spalle,
dove i due erano ritornati a dormire. -O ti ammazzo.»
aggiunse poi,
tornando a dirigere lo sguardo di fronte a sé.
«Chi è che
dovresti ammazzare, cuoco pervertito?».
Dopotutto
io ho già la mia bella gatta da pelare, capitano.
Mugiwara's
Crew's Corner:
Che
dire? Se non si fosse capito Sanji è il mio personaggio
preferito, li amo un po' tutti, ma lui proprio ha qualcosa di speciale.
<3
Ci tenevo a dare il mio parere su ciò che pensa, io da
piccola
l'ho sempre visto bene con Nami, però crescendo mi sono
innamorata della RuNami. Insomma mi interessava mettere a confronto -in
un certo senso- i due pairing. Sanji ama le donne, ma non pur di non
farle soffrire farebbe di tutto, per questo sta con
un uomo <3.
Spero che tutti i personaggi siano IC, compresa la piccola comparsa
finale di Zoro, spero che la scena RuNami vi sia piaciuta.
Mi scuso per il ritardo, al momento è l'1 di notte precisa del
18/07, sono in ritardo di un'oretta perché sono stata fuori
tutto il giorno, sera compresa ç_ç Per quanto riguarda le
recensioni, passo appena posso, scusate ancora per il ritardo, spero
non capiti più ^^
Vi saluto, ancora grazie per il supporto, sul serio
<3
Ci vediamo il 24 Luglio. A prestoo
♥
Vitzi°°
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** I'll be there, forever ***
RUANMI8
Titolo: I'll be there, forever;
Autore:
Vitzi;
Fandom: One
Piece;
Tipologia:
One-shot
{948 parole;
Personaggi/Pairing:
Nami la gatta ladra; Monkey D. Rufy; {Runami;
Rating: Verde;
Genere: Romantico;
Introspettivo; Sentimentale;
Avvertimenti:
Slice of
Life;
Binks
Challenge: #34Isola»
#14Tristezza;
ONE
PIECE ©1997 Eiichiro Oda.
I'll be there, forever
Il
giglio, che si era messa fra i capelli color mandarino, scivolò
sul braccialetto d'oro regalatole da sua sorella Nojiko. La donna lo
mise al suo posto e continuò a fissare il mare, così
calmo e allo stesso tempo agitato. Mentre in lontananza il mare era
piatto e silenzioso, a riva le onde si infrangevano sulla costa,
scatenando un turbinio di schizzi. Nami alzò lo sguardo verso il
cielo, dove le stelle venivano oscurate dalla potente luce proveniente
dall'isola alle sue spalle. Era in quei momenti che spegneva la sua
mente e si dedicava solamente a se stessa, al proprio piacere
personale. Due cormorani si alzarono in volo e andarono verso grande
faro arancione, proprio vicino a dove si trovava ancorata la Thousand
Sunny. Con sguardo malinconico osservò la bandiera sventolare,
abbozzando un misero sorriso.
Il vecchio ponte dove era comodamente seduta cigolò, facendola
così voltare lentamente per vedere un buon pescatore che tirava
le reti. Rabbrividì per un attimo, sentendo un freddo pungente
alla schiena: l’aria era davvero ghiacciata. Guardò
davanti a sé: una piccola barchetta le oscurava la visione,
proprio dietro essa, uno splendete sole arancione toccava il mare
limpido e azzurro. Era come se i due si osservassero, scrutavano ognuno
i movimenti dell'altro con circospezione. Si slacciò il
giacchetto dalla vita e lo appoggiò sul vecchio ponte. Mise i
piedi a mollo e, con grazia, si tuffò nel mare blu. Un freddo
gelato la avvolse quasi immediatamente. In quei momenti i pensieri
brutti prendevano il sopravvento, la malinconia la assaliva, come solo
lei sapeva fare. In un attimo la sua espressione, però,
cambiò nel vedere una luce nel cielo. Era un fuoco d'artificio,
senza dubbio il più grande che avesse mai visto. Come mai in
quell'isola disabitata? Chi ci viveva in realtà? Possibile che
fossero stati i suoi compagni?
Uscì dall'acqua, lasciando i momenti tristi in essa e
assaporando l'aria notturna proveniente dal mare. Sorrise pensando, con
parecchia soddisfazione, al fatto che il suo capitano mai e poi mai
avrebbe provato una sensazione del genere. Ben gli stava a quel
rompiscatole! Si legò i capelli, mantenendo il passo costante
verso quello che sembrava un falò. L'isola era abitata da pochi
pescatori e le loro famiglie, era strano vedere un fuoco d'artificio.
Per questo anche i pochi abitanti dell'isola stavano, ora, convergendo
verso la piccola foresta. Nami starnutì, quasi
inconsapevolmente. E di nuovo scoppiò a ridere, felice. Si
sentiva diversa, dopo quella notte, si sentiva speciale. Anche se era
stato solo un bacio, anche se era successo nel modo più
infantile possibile era stato un bacio davvero spettacolare. Era da due
anni che non baciava quelle labbra, da due lunghi anni che non sentiva
quel calore.
La folla si stava raggruppando sempre più velocemente, si
potevano contare una trentina di persone. In pratica, tutta l'isola era
accorsa allo strano e misterioso evento.
Nami osservò la scena stando in disparte, ma ben presto si
accorse di essere la protagonista. La prima cosa che vide fu una
candela, abbastanza grande e alta da essere notata da parecchi metri di
distanza.
Vide una lapide, grigia con incisa una scritta sbiadita e rovinata.
Vide una girandola che, mossa dal leggero venticello estivo, ruotava, causando un suono continuo e melenso.
Vide un mandarino, uno di quelli belli, arancioni e maturi.
Vide una foto, ritraeva tre soggetti, fra cui lei: la navigatrice.
Non poté fare a meno di mettersi, velocemente, la mano davanti
alla bocca. Le emozioni che l'avvolsero furono così contrastanti
da farla sorridere e allo stesso tempo piangere.
«Volevamo augurare buon compleanno alla donna che ti ha
salvata.» esclamò Rufy, proprio dietro la navigatrice.
Quest'ultima si lasciò sfuggire un singhiozzo e, come se la
distanza non li avesse affatto allontanati, si strinse nel petto del
suo capitano.
«Anche se non so la storia, vedo che tu le vuoi molto bene.» sorrise, cingendole la vita con entrambe le mani.
Nami lo baciò, presa dall'amore e dal dolore. Non sapeva a chi
altro affidarsi se non alla passione. Avrebbe dimenticato insieme a
Rufy tutti i brutti momenti accaduti nel passato e non avrebbe pianto
più.
«Robin mi aveva detto che sarebbe successo: “Sono sicura che tenterà di sedurti per dimenticare il passato, non lasciarti ingannare. Nami sta soffrendo.”».
La navigatrice si morse il labbro, più per non ridere, vista la pessima imitazione del suo capitano.
«Vieni con me.»
Nami si lasciò cullare dalle sue mani, si lasciò prendere
e si lasciò persino fiondare dall'altra parte dell'isola -il
tutto molto dolcemente-.
Arrivati in uno spiazzo, i fuochi d'artificio ripartirono. Era uno
spettacolo mozzafiato, Rufy l'aveva portata sulla vetta più alta
della bassa isola. Vide Usopp e Chopper montare i fuochi d'artificio e
lanciarli in aria, vide persino la falsa tomba della madre, lasciandole
un amaro sorriso.
Rufy la sorprese, baciandola all'improvviso. Fu un bacio lungo e dolce,
poi le sussurrò: «Ti va di raccontarmi di questa famosa
Bellmer?»
Nami annuì e ringraziò mentalmente il compagno, sapeva
che aveva bisogno di sfogarsi. Sapeva che il suo adorato capitano
l'amava e allora perché non sfogarsi con lui? Durante quella
notte Nami pianse, si disperò, rise, gioì, si
arrabbiò -vedendo che Rufy si era addormentato- e persino pianse
dalla felicità. Tutte le avventure segrete che lei e Bellmer non
avevano mai raccontato a nessuno, nemmeno a Nojiko, erano uscite ora
come fiumi in piena.
Rufy si tolse il cappello di paglia e lo mise in testa alla beata e,
ormai addormentata, navigatrice. Il suo viso così rilassato lo
fece sentire meglio. Chiuse gli occhi e si addormentò a sua volta, tenendola
fra le braccia.
Io ci sarò sempre. Furono queste le ultime parole che la navigatrice parve sentire, prima che la notte calasse del tutto.
Mugiwara's
Crew's Corner:
Eccomi qua :D
Sono al mare e sto pubblicando dal cellulare, so che è un miracolo, non ditelo a me <3
Scusate se non ho risposto alle recensioni, lo farò al più presto! ^^
Oggi sarebbe stato il compleanno di mio nonno, per cui è uscita fuori una OS un po' così, malinconica direi.
Spero che vi sia piaciuta, e mi scuso per l'orario.
Ci vediamo il 31 Luglio. A prestoo
♥
Vitzi°°
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Sweet scene ***
RUANMI9
Titolo: Sweet
scene;
Autore:
Vitzi;
Fandom: One
Piece;
Tipologia:
One-shot
{757 parole;
Personaggi/Pairing:
Nami la gatta ladra; Monkey D. Rufy; Mugiwara {Runami;
Rating: Verde;
Genere: Fluff;
Introspettivo; Sentimentale;
Avvertimenti:
Slice of
Life;
Binks
Challenge: #17Pasticceria -inteso come cucina °-°-»
#8Impazienza;
ONE
PIECE ©1997 Eiichiro Oda.
Sweet scene
L'allegro cinguettare
di alcuni piccoli gabbiani fece aprire gli occhi al capitano.
Ovviamente non era stato solo quello a svegliarlo, bensì un
bel pugno in testa dalla sua adorata navigatrice. Dopotutto, era ben
risaputo, il capitano quando dormiva: dormiva.
Si limitò a massaggiarsi la cute, alzando appena il cappello
di paglia. Non aveva per niente voglia di ricominciare a litigare, al
momento aveva solo fame. Senza badare alle urla della donna, quindi, si
alzò e, con andatura sostenuta, si avviò verso la
cucina. La nave era parecchio silenziosa, da tempo non sbarcavano su
un'isola e l'equipaggio faceva le stesse cose da giorni. Raggiunta la
cucina, Rufy prese due mele dal cesto di frutta. Gli sarebbe,
ovviamente, piaciuto di più riuscire a prendere qualche
pezzo di carne, ma il frigo era stato sigillato con molta cautela da
Sanji. Con fare annoiato si diresse di nuovo verso il ponte della nave,
aveva voglia di qualcosa, ma non sapeva bene di cosa.
«Chopper, vieni qui!»
«Arrivo!»
Non sapendo bene cosa fare, Nami osservò i componenti della
ciurma intenti a pescare con interesse. Tra di loro mancava il
capitano, il quale per tutto il giorno non aveva fatto altro che
dormire. Il fatto che da giorni si comportasse diversamente dal solito
era parecchio strano.
«Robin, passami le esche.»
«Subito!»
Rufy si appoggiò al ponte, lasciandosi andare le braccia,
con la testa lanciava sguardi veloci alla navigatrice. Era una giornata
davvero strana e unica, c'era qualcosa nel capitano, qualcosa che
nemmeno lui riusciva ad apprendere a fondo.
«Yohoho...»
«Sta' zitto Brook, fai scappare i pesci!»
Nami si rilassò sulla sdraio, spargendosi velocemente la
crema solare. Era ormai da un po' che si erano ritrovati, eppure il suo
capitano non l'aveva ancora salutata
a dovere. Che ce l'avesse con lei per via di Ace? Impossibile.
«Quell'idiota dorme sempre?»
«Ti ho sentito, cuoco.»
Il caldo le fece ben presto venire voglia di bere, si alzò e
si avviò verso la cucina. Stranamente Sanji quel giorno non
le aveva preparato un cocktail. Indossò un semplice pareo e,
scioltosi i capelli, prese un bicchier d'acqua. Prima che potesse
portarlo alla bocca, però, un rumore assordante dietro di
lei la fece scattare.
Rufy era per terra, sotto un'enorme trappola. Quella scena la fece
sorridere ed esclamare: «Sei proprio un idiota! Hai
già fame?».
Il capitano la guardò interrogativo, il suo aspetto lo
confondeva parecchio.
«Mi sento strano, pensavo di avere fame. Con la carne mi
sentirò meglio di sicuro.»
Nami si preoccupò, dopotutto il capitano si stava davvero
comportando in modo strano, come mai non era con gli altri a pescare?
Si avvicinò e rapidamente tentò di liberarlo
dalla morsa.
Non appena Rufy sentì sul proprio collo il fiato di Nami
capì cosa gli stava succedendo.
«Sanji ho sete!»
«Vai in cucina, non ho tempo per te. Devo preparare il the a
Robin e Nami.»
Nami ci mise un po' a capire quello che era appena successo. La prima
cosa che vide quando riaprì gli occhi fu il povero Usopp che
tentava di liberarsi dalla stretta del capitano -in realtà
ci sarebbe stato anche un bacio, se non fosse stato per il naso troppo
lungo di un certo cecchino-. Quando capì che Rufy, se Usopp
non fosse entrato -e inciampato- improvvisamente, l'avrebbe baciata e
stretta a sé, si infuriò. Era da così
tanto tempo che desiderava sentirsi amata e quell'idiota di un
naso-lungo aveva appena rovinato tutto.
Senza che Rufy o Usopp potessero muovere un dito, la navigatrice prese
la testa del capitano e premette le proprie labbra sulle sue. Il moro,
sorpreso e soddisfatto, la strinse a sé, lasciando che i
loro corpi si intrecciassero. Ora si sentiva appagato, dopo tutti
quegli anni era finalmente felice. Il pensiero di Nami l'aveva spinto a
continuare ad allenarsi, non era l'unico, ma era comunque uno dei
più importanti. E ora che si erano rivisti dopo tanto tempo
persino lei non riusciva più a resistere alla tentazione.
Rufy sorrise e la baciò con passione, sentendosi veramente
appagato. Nami, dal canto suo, capiva finalmente cosa era passato in
quei giorni nella testa del suo capitano e per questo si sentiva ancora
più felice. A quanto pare non l'aveva affatto dimenticata, a
quanto pare non pensava ad altre che lei. Da quel momento in poi,
nessuno li avrebbe più separati.
Il povero Usopp, rimasto a guardare la scena da lontano, credette
seriamente di morire di diabete. Una scena tanto dolce e romantica non
l'aveva mai vista. Decise di chiudere un occhio e di lasciarli soli,
uscì dalla cucina, sconvolto e terribilmente assetato.
Mugiwara's
Crew's Corner:
Scusate il ritardo.
Essendo al mare non sono riuscita a pubblicare da cellulare, questa
volta. Ho avuto pochissimo tempo da dedicare alla stesura del capitolo
e mi scuso davvero per il ritardo. Sono ancora al mare, ma mio padre mi
ha regalato la chiavetta internet, quindi ora posso pubblicare e recensire
tranquillamente. L'idea di questo capitolo me l'ha data Mimi, ho un po' modificato ^^
Grazie per le recensioni precedenti, spero che questo capitolo vi
piaccia ♥
Grazie davvero di tutto, un bacione e a presto! :D
Ci vediamo il 7 Agosto. Siamo
già ad Agosto D: A prestoo
♥
Vitzi°°
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Shooting stars ***
RUANMI10
Titolo: Shooting stars;
Autore:
Vitzi;
Fandom: One
Piece;
Tipologia:
One-shot
{625 parole;
Personaggi/Pairing:
Franky/Cutty Flam; Nico Robin "La bambina demoniaca"; {FRobin;
Rating: Verde;
Genere: Fluff;
Introspettivo; Sentimentale;
Avvertimenti:
Slice of
Life;
Binks
Challenge: #3Spiaggia»
#12Ottimismo;
ONE
PIECE ©1997 Eiichiro Oda.
Shooting stars
Robin accarezzò
dolcemente la testa del suo strano compagno, il quale, visibilmente
sorpreso, la fissò intensamente.
«Come mai così gentile stasera?» chiese,
mentre il mare, in sottofondo, cullava i due.
«Ho solo voglia di stare con te.» si
limitò a rispondere la mora, fissandolo intensamente.
Il cyborg si sollevò dalle gambe della ragazza e la
baciò a fior di labbra, per poi prenderla fra le sue enormi
braccia.
«Che ti prende, Robin?» domandò,
seriamente interessato.
«Hai presente quando hai voglia di stare con la persona che
ami?»
Il cyborg sbuffò: «Certo, ma di solito non ti
comporti così. La verità?»
«Ho paura.» disse immediatamente, quasi come un
riflesso involontario.
Franky, che fino a quel momento aveva fissato la compagna,
alzò lo sguardo verso il cielo. La luna brillava, era
completamente piena. Sapeva che cosa intendeva la ragazza, sapeva qual
era la sua paura, eppure non sapeva con quali parole confortarla. Aveva
imparato a conoscere Robin lentamente, il loro amore era cresciuto
piano, per poi sbocciare improvvisamente in una notte come quella. Era
successo poco prima di sbarcare sull'arcipelago Sabaody e, quindi, il
fatto di essere stati separati, subito dopo, era stato terribile. Per
quante notti aveva sognato la ragazza? Lei che aveva tanto sofferto in
passato, lei che era sempre stata sola, lei che non sapeva cosa fosse
l'amore. Il carpentiere, ora, guardando i suoi occhi azzurri, si
sentiva in colpa. Per averle rubato la cosa più importante
al mondo, proprio quel sentimento da lei così sconosciuto.
Si era innamorato di lui subito dopo aver imparato ad amare. Non che la
cosa gli dispiacesse, ma il pensiero di essere stato il primo lo
tormentava, e se si fosse stancato di lui? Purtroppo -ma anche per
fortuna- l'amore di lei si era riversato in lui come un fiume in piena,
costringendolo così ad affogare in esso.
Robin ricambiò lo sguardo del fidanzato con un amaro
sorriso. Lo amava, questo era certo, ma la paura di perderlo di nuovo
era costantemente dentro di lei. In quegli anni, assieme ai rivoltosi,
non passava giorno in cui non pensasse a lui. Non sapeva dove fosse, se
fosse vivo, se stesse bene. La sorpresa, poi, dopo averlo rivisto, era
stata così forte da farla comportare normalmente, incapace
di trasmettere emozioni. Si era come richiusa in se stessa, come nel
passato aveva sempre fatto, fino alla notte, si intende. Lo amava, ma
era spaventata da quel sentimento così forte e lui lo
sapeva. Robin ne era consapevole, eppure non trovava nemmeno lui le
parole per confortarla, vedeva la sua fronte aggrottarsi, come sempre
quando doveva smuovere quei bulloni nel suo cervello. Sorrise e gli
sfiorò una vena sulla tempia, sembrava stesse per esplodere.
Il carpentiere si sentì toccare da una mano dolce e liscia.
La stessa mano era appena uscita dalla sua guancia, abbassò
lo sguardo verso Robin e, non appena incrociò i suoi occhi
così sinceri, lei esclamò: «Non sono la
più adatta per dirti certe cose, ma dovresti essere
più ottimista.».
Franky si lasciò sfuggire un sorriso e indicò il
cielo: «Godiamoci questa serata.»
Proprio in quel momento una stella cadente attraversò la
volta celeste. Era stato un misero secondo, però Robin era
riuscita ad esprimere un desiderio.
«Da piccola mi affidavo sempre alle stelle cadenti. Speravo
che mi salvass...»
Franky le tappò la bocca velocemente, per poi farle
l'occhiolino: «Non si dicono i propri desideri a voce alta,
altrimenti non si avverano. Anche se sono stati espressi nel
passato!»
Robin annuì e si strinse a lui.
«Ti amo,
Nico Robin.»
La ragazza sorrise, lanciò un ultimo sguardo verso la Sunny,
dove i compagni festeggiavano, e chiuse gli occhi, beandosi del suono
delle onde che si infrangevano sulla spiaggia.
Le stelle cadenti con
lei erano state davvero troppo gentili.
Mugiwara's
Crew's Corner:
Ehi :) Vi
starete chiedendo dov'è il RuNami, ebbene l'ho abolito per
questa shot. D: Siamo già alla decima OS *^*
Mi sono resa conto di non aver mai scritto nulla di serio su Franky e
Robin, perciò volevo dedicare qualcosa completamente a loro.
A differenza della ZoSan, qui c'è solo FRobin, senza RuNami,
nemmeno un accenno ç__ç Però
Franky e Robin sono bellissimi <3 <3
Vi chiedo scusa per il ritardo e spero che la Shot vi piaccia lo stesso, anche senza i due protagonisti, a proposito!
Stasera è la notte di San Lorenzo, quindi ho intromesso
nella OS anche una buona dose di stelle cadenti. ♥
Spero che vi sia piaciuta e vi ringrazio come sempre di tutto, al 14/08
-questa volta sarò puntuale!- A presto :)
Vitzi°°
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Aishiteru, Nami ***
RUANMI11
Titolo: Aishiteru, Nami;
Autore:
Vitzi;
Fandom: One
Piece;
Tipologia:
One-shot
{901 parole;
Personaggi/Pairing: Mugiwara No Rufy; Nami "la gatta ladra"; {RuNami;
Rating: Giallo;
Genere: Fluff; Romantico; Sentimentale;
Avvertimenti:
Slice of
Life;
Binks
Challenge: #26Bagno»
#20Piacere;
ONE
PIECE ©1997 Eiichiro Oda.
Aishiteru, Nami
Le
pareti della doccia erano fredde e scivolose, si chiedeva ancora come
facesse a stare in piedi. Nami prese fiato, per poi accollarsi di nuovo
al capitano, baciandolo con forza. Quest'ultimo le alzò le
gambe, per terminare il rito che si stava consumando in quel bagno.
Nami gemette quando raggiunse l'orgasmo, sentendo soddisfatta un
lamento del capitano. Si lasciò andare, appoggiandosi ai bordi
bagnati della doccia. Rufy la seguì, sedendosi accanto a lei, ad
un passo di distanza.
Nami si sentiva parecchio imbarazzata, nonostante non fosse la prima
volta per nessuno dei due, si sentiva strana. L'aveva visto entrare
nella doccia con lo sguardo basso e il passo deciso. Aveva spento
l'acqua senza parlare e l'aveva spinta contro le pareti della doccia,
per poi iniziare, lentamente, a farla sognare.
C'erano momenti in cui bisognava farlo, l'amore è forte e il
piacere lo rende, se possibile, migliore. O almeno questo era quello
che pensava il capitano, mentre, con la coda dell'occhio, scrutava il
viso della navigatrice, che ancora gocciolava.
Nami era preoccupata, nonostante tutto. La verità era che si
sentiva leggermente usata, era da tanto che il capitano non le
rivolgeva un po' di attenzioni, perché improvvisamente quella
sera si era fiondato nella doccia con lei? Che l'avesse fatto solo per
saziare le sue voglie represse? Scacciò subito quel pensiero
dalla propria mente, dopotutto era di Rufy che si trattava, poteva
fidarsi di lui. Eppure quella volta, diversamente dalle altre, non le
aveva donato il suo cappello di paglia. Il segnale di solito era
quello, perché questa volta non era successo? L'aveva
semplicemente tolto e messo da parte, su un mobile poco fuori dalla
doccia; invece che farlo indossare a lei, almeno durante i primi baci e
le prime carezze.
«Hai freddo?» le chiese Rufy, come ogni volta, senza sapere come comportarsi dopo un avvenimento del genere.
Nami lo guardò stralunata, come poteva avere freddo dopo tutto quello che era appena successo?
Alzò gli occhi verso di lui e lo vide stranamente preoccupato,
si voltò di scatto, non riuscendo a sostenere il suo sguardo,
così profondo.
«Ti ho fatto male?» domandò di nuovo, alzandole il mento con una mano.
Lei arrossì ancora di più, sorridendo appena: «Non
ti preoccupare, Rufy. Va tutto benissimo, non sono mai stata
meglio.»
Eppure il capitano non le credeva, possibile che ancora gli mentisse?
Incapace di farla parlare si alzò, uscendo dalla doccia.
«Dove vai?» chiese Nami, improvvisamente seria, allungandosi per fermarlo.
Rufy, senza voltarsi, rispose: «Mi è venuto un certo languorino. Vado a mettere qualcosa sotto i denti.»
La navigatrice, vedendo il suo sguardo sicuro, si preoccupò
ancora di più. Possibile che la stesse davvero solo usando? In
un impeto di rabbia lo trascinò verso di sé e aprì
l'acqua della doccia. Il capitano iniziò a perdere le forze,
tirando fuori la lingua biascicò: «Fei paffa, Nami?».
Capì che qualcosa non andava quando le lacrime iniziarono a
rigarle il volto, di sicuro sentiva che qualcosa era andato storto, ma
non pensava di averla combinata così tanto grave.
La navigatrice chiuse il rubinetto e restò a braccia conserte,
tentando di cancellare i segni delle lacrime che, poco prima, aveva
sperato che il capitano confondesse con l'acqua corrente.
«Che ti prende?»
«Niente.»
«Non piangere, Nami. Mi è piaciuto molto prima.»
La donna fece per andarsene, era troppo. Non voleva piangergli il
faccia, non voleva mostrargli che dubitava di lui. Le aveva detto una
cosa carina, vero, ma solo per pietà. L'aveva proprio usata per
il suo piacere personale, quella frase suonava molto come un
complimento prima di una richiesta. Era un'illusa dopotutto.
«È per il cappello?»
Nami si fermò e arrossì, per poi voltarsi di scatto, mettendo il broncio: «Forse...»
Rufy indicò se stesso, completamente zuppo d'acqua: «Non volevo si bagnasse.»
La navigatrice si sentì una stupida, una completa idiota. Per
non darlo a vedere, nonostante tutto, sussurrò: «Mi hai
solo usata?»
Il capitano non rispose, la guardò interrogativa, come se non
avesse capito bene. Stava scherzando? Nami, visibilmente sconvolta, fu
costretta a realizzare che “chi tace acconsente”. Si
voltò di nuovo, camminando velocemente verso la porta.
Rufy la fermò. Con uno scatto fu di fronte a lei e con un altro
le prese il viso fra le mani: la baciò, dolcemente.
«Ti amo.» le sussurrò, con gli occhi di chi dice solo il vero.
La navigatrice perse un battito, quello sguardo non lo vedeva da tanto tempo, troppo tempo.
«Oh Rufy, sei proprio un idiota! Potevi rispondere!» esclamò, abbracciandolo stretto.
Lui la guardò interrogativo: «Mi sembrava una domanda troppo stupida detta da te.»
Lei si allontanò un attimo per osservare il suo sguardo di
nuovo, quello sguardo che l'aveva fatta innamorare sin da subito.
«Grazie per prima... è piaciuto anche a me.»
sussurrò, combattendo contro l'imbarazzo per fissarlo dritto
nelle iridi nere.
Lui sorrise e la baciò sulla guancia: «Grazie a te.»
Nami arrossì ancora di più, finalmente si era tolta quel
peso dal cuore, eppure il capitano non sembrava così contento,
anzi si accasciò a terra all'improvviso.
«Nami... non mi fento tanto b-bene...» cercò di dire, pallido e con la lingua a penzoloni.
La donna non poté fare a meno di sorridere: «Vado a chiamare Chopper!».
Lo sentì biascicare qualcosa prima di uscire -aveva indossato il proprio accappatoio- come: «Fai in fretta.».
Dopotutto lo amava, nonostante fosse un'idiota, a volte fare l'amore non guastava. Non poteva negarlo, le era piaciuto, eccome se le era piaciuto.
Mugiwara's
Crew's Corner:
Eccomi qua! :D
Nello scorso capitolo non ci sono state recensioni, ahimè. So
che è estate e che siamo tutti un po' impegnati, soprattutto
perché domani è Ferragosto -e ci faccio gli auguri in
anticipo! :D- quindi vi capisco.
Insomma potete anche non recensirmi perché la FRobin faceva schifo, ecco. Ringrazio chi legge in silenzio e anche chi ha sempre recensito ^^
Spero che questa OS vi sia piaciuta e di non essere andata nell'OOC, o
di non essere troppo ripetitiva. Credo che la prossima sarà un
po' più divertente (?)
Ci sentiamo il 21 Agosto! A presto :D ♥
Vitzi°°
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** It's not over, yet ***
RUANMI12
Titolo: It's not over, yet;
Autore:
Vitzi;
Fandom: One
Piece;
Tipologia:
One-shot
{1064 parole;
Personaggi/Pairing:
Monkey D. Rufy; Nami "la gatta ladra"; (Tony Tony Chopper; Nico Robin) {RuNami;
Rating: Verde;
Genere: Comico;
Sentimentale; Generale;
Avvertimenti:
Slice of
Life;
Binks
Challenge: #7Centro commerciale»
#24Obbedienza;
ONE
PIECE ©1997 Eiichiro Oda.
It's not over, yet
La
bambina strattonò la gonna della madre, indicando spaventata le due
persone poco distanti da lei. La donna, sulla trentina, la trascinò
verso di sé, tentando di allontanarla da quello spettacolo.
«Non
guardare, piccola.» sussurrò, sconvolta.
Robin guardava la
scena da lontano, chiedendosi perché tutte le volte quei due si
dovessero comportare in quel modo. Vedendo lo strano comportamento
delle persone lì intorno, per un attimo, pensò che li avessero
riconosciuti come famigerati pirati, poi sospirò rassegnata. La
gente non era affatto spaventata dalle taglie che pendevano sulla
testa della coppia, bensì dal comportamento poco consono dei due.
Nami continuava ad arraffare vestiti, per poi gettarli
all'indietro, sulle braccia possenti del fidanzato; il quale, correva
da destra a sinistra per stare al suo passo. Non solo era stracolmo
di abiti, stava anche mangiando una coscia di pollo, rischiando di
sporcare le stoffe. Robin si voltò verso il suo accompagnatore, il
quale stava ridendo, nonostante fosse visibilmente imbarazzato.
Richiamò la sua attenzione sfiorandogli la pelliccia morbida.
«Andiamo in libreria?»
La risposta della renna fu più che
ovvia, così che i due se ne andarono, lasciando i due piccioncini in
preda allo shopping sfrenato.
«Rufy! Passami quel cappello,
voglio provarlo.» esclamò la navigatrice, indicando, appeso
abbastanza in alto, un cappello molto elegante.
Lo guardò
storcendo il naso, per poi allungare a dismisura il braccio e
prenderlo. Alcuni gemiti arrivarono dal pubblico che li stava
osservando, fra cui il personale del negozio.
«Come mi sta?»
chiese Nami, afferrando il cappello in un lampo.
Rufy si voltò
per guardarla, ma evidentemente ci aveva messo troppo tempo. La
navigatrice non ne aveva da perdere, così era ripartita alla carica
di vestiti, senza badare alla sua opinione. Si alzò in punta di
piedi e afferrò una maglietta, parecchio scollata. L'aveva notata
entrando e se n'era subito innamorata, la gettò alle sue spalle
velocemente. Trovò un bellissimo scialle da abbinare ad un caro
vestito preso poco prima, inutile a dirsi, lo gettò alle proprie
spalle. Fece così con molti altri capi, finché non si sentì,
troppo
osservata. Si voltò e vide una montagna consistente di vestiti a
terra. Temendo che il capitano fosse sotto di essi -non senza
sbuffare- si mise a scavare.
«Che stai facendo?» la voce del
ricercato, proprio dietro di lei, la fece sobbalzare.
Si voltò
tirandogli un sonoro pugno in testa: «Dove diamine eri sparito?»
Lui
le mostrò un sacchettino, abbastanza grande da contenere
-ovviamente- una coscia di pollo.
«Ho sentito l'odor-», un
altro pugno lo atterrò, prima di sentirsi dire: «Ora raccogli tutti
i vestiti che mi hai fatto gettare in terra e taci!»
Fu così che
riprese la, ormai consona, maratona per gli abiti di Nami. La
navigatrice non si limitava solo ai suoi, bensì, come una madre
apprensiva, tentava di convincere il fidanzato a comprarsi qualcosa
di più carino. Ovviamente poco costoso, ma pur sempre elegante. Gli
mostrò vari capi, fra cui un gilet nero, che si poteva abbinare con
una camicia bianca ed una cravatta. Ogni volta che provava a
persuaderlo, questi, però, scuoteva la testa inesorabilmente.
Affermava, infatti, di non aver bisogno di abiti, in quanto i suoi
gli andavano più che bene. Nami riusciva a convincerlo solo le poche
volte in cui pronunciava la fatale frase: “Come re dei pirati non
potrai certo indossare degli stracci!”. Il problema era che, la
maggior parte delle volte, il capitano fraintendeva, esclamando
gioioso: «Ci vorrebbe un mantello!»; così si ricominciava tutte le
volte da capo. Non poteva certo dargli la soddisfazione di comprargli
un accessorio così poco consono. Nami riprese a scavare fra gli
scaffali, gettando, come sempre, gli abiti che intendeva provare alle
proprie spalle.
«Ehi Nami, hai finito?», Rufy ripeteva quella
frase da più di cinque minuti, un po' troppo tempo per una donna
impaziente che cerca solo di apparire più femminile per il suo uomo.
«Sta' zitto!» strillò per l'ennesima volta.
Salì sulla
scala e iniziò a cercare negli angoli degli scaffali più alti, la
scala l'aveva presa
in prestito
dal magazzino adiacente, con una velocità tale che Rufy nemmeno se
n'era accorto. Infilò le mani nella mensola e cercò qualcosa di
carino. Trovata una pelliccia tentò di tirarla fuori, si chiedeva
cosa ci facesse un oggetto del genere, di solito si trovavano appese
alle grucce, proprio lì sopra, tutta piegata. Gli occhi le
brillarono quando capì di poter far leva su quel problema per
meritarsi un ulteriore sconto. Tentò di sollevarla ma il peso fu
tale da farla scivolare dalla scala. Cadde, ma non a terra, bensì
sul capitano, che aveva lasciato persino la montagna di vestiti pur
di salvarla.
«Grazie Rufy.»
Nonostante quel ringraziamento,
la navigatrice non sembrava contenta, purtroppo -per una volta- il
capitano aveva visto giusto, così che si ritrovo con l'ennesimo
bernoccolo.
«Grazie per avermi rovinato i vestiti! Ora mi
toccherà riprenderne un paio di ognuno! Sono caduta da altezze ben
più pericolose per causa tua, ti sembra questo il momento di
salvarmi?» sbraitò, tentando di sollevare la pelliccia da terra.
Rufy si sistemò il cappello e, senza fiatare, raccolse i
vestiti. Quando si comportava così non c'era niente da fare.
«Mi
scusi signorina, le posso chiedere di fare in fretta, stiamo per
chiudere.»
Il moro alzò lo sguardo sconvolto sul povero
malcapitato. Questa non gliel'avrebbe di certo perdonata, il povero
commesso sarebbe stato colpito da un fulmine di lì a breve.
«Certo,
mi scusi il disturbo, ora esco senza comprare nulla.»
Il tono di
Nami era così sicuro che convinse anche Rufy, il quale, sentendosi
libero, si avviò verso l'uscita. Era così felice di potersene
finalmente andare, lo stomaco iniziava a brontolare, dopo che la
navigatrice aveva gettato -chissà dove- la sua seconda merenda. Il
commesso iniziò a sudare freddo, dopotutto perdere una cliente del
genere non gli era conveniente, eppure il ragazzino che era con lei
stava già uscendo. Non c'era tempo per pensare, doveva fare
un'eccezione. Fu lì che Rufy si fermò, sentendo una brutta, anzi
terribile, sensazione percorrergli la schiena.
«D'accordo, ma si
sbrighi.» sussurrò, in modo tale che le altre persone intorno a lei
non li sentissero.
Nami si limitò a fargli l'occhiolino, per poi
andare verso la porta d'uscita.
Rufy si sentì prendere per un
orecchio e capì che non era ancora finita. Sospirò rassegnato,
incrociando le braccia e lasciandosi completamente trascinare dalla
compagna.
Cosa c'era di peggio che fare shopping con la propria
ragazza nel periodo dei saldi?
Mugiwara's
Crew's Corner:
Non mi uccidete
*si protegge* Volevo scrivere qualcosa di un po' più allegro
ed è uscita questa
cosa.
Spero vi sia piaciuta e non vi abbia delusi. Fra poco
è finito anche Agosto e sono abbastanza disperata, le mie
vacanze sono finite, ahimé :°(
Probabilmente fra poco
terminerò questa raccolta, ho deciso che arriverò
fino al 15esimo
capitolo, poi fine. Purtroppo non ce la faccio con i tempi, devo
cercare di finirla prima dell'inizio della scuola se non voglio
rischiare la morte. Ovviamente non
smetterò mai di scrivere su questa/e coppie, ma credo che
proverò a fare qualcosa di diverso.
Bene ho finito di rompere, vi saluto, come sempre grazie di cuore a
tutti, alla prossima! ♥
Al 28
Agosto
:D
Vitzi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Would you be my queen, Nami? ***
RUANMI13
Titolo: Would you be my queen,
Nami?;
Autore:
Vitzi;
Fandom: One
Piece;
Tipologia:
One-shot
{1167 parole;
Personaggi/Pairing:
Rufy; Nami; {RuNami;
Rating: Verde;
Genere: Sentimentale;
Romantico; Fluff;
Avvertimenti:
Slice of
Life;
Binks
Challenge: #42Ristorante»
#2Amore;
ONE
PIECE ©1997 Eiichiro Oda.
Would you be my queen, Nami?
L'abito
che aveva indossato quella sera risaltava terribilmente i suoi occhi.
Ne era parecchio soddisfatta, dopo varie peripezie -e grazie al leale
consiglio di Robin- era finalmente riuscita a trovare il vestito
adatto. Era molto semplice, ma aveva un che di regale. Sembrava anche
molto costoso a vederlo, ma chi la conosceva bene sapeva che,
convincendo la povera commessa, era riuscita a pagare un prezzo a dir
poco stracciato. Nonostante, nel suo bellissimo abito succinto blu, e
con una bellissima rosa dello stesso colore fra i capelli, si
sentisse una vera regina, qualcosa la turbava: il suo capitano stava
tardando terribilmente. Non era da lui, dopotutto, combinare guai la
sera dell'anniversario, era da una mese che avevano organizzato
quella serata.
Seduta al tavolo del lussuoso ristorante di una
delle isole più belle del Nuovo Mondo, Nami si chiedeva dove
diavolo
si fosse cacciato quell'idiota del suo compagno.
«Mi scusi,
posso chiederle se è pronta per ordinare?»
La voce del cameriere
la riscosse dai suoi pensieri, si voltò cortesemente e
sorrise: «Sì
grazie, meglio mettersi avanti.»
«Sta aspettando qualcuno?»
chiese ancora l'uomo, lanciando uno sguardo fulmineo alla porta, dove
Nami si era incantata.
«Sì.», il cameriere notò una
nota
furiosa nella suo tono pacato.
«Preferisce aspettare?» preferì
domandare, onde dover disturbare di nuovo la cliente.
«Non
importa, tanto so cosa prende, piuttosto si prepari a scrivere un bel
po'.» sospirò, iniziando a sfogliare il
menù.
Era ancora
immersa nella dettatura, quando, circa una decina di minuti dopo, una
mano le sfiorò la spalla.
«Scusa il ritardo.»
La
navigatrice, in un'altra occasione, si sarebbe di certo messa a
gridare, infuriata, ma, avendo gli occhi di tutti puntati addosso, si
limitò ad alzare uno sguardo minaccioso verso il capitano.
«Cos-»,
senza volerlo il rossore si impossessò del suo viso.
Non aveva
mai visto Rufy così e mai si sarebbe aspettata di vederlo.
Era in
smoking, la cravatta era slacciata, i capelli erano arruffati e il
suo sguardo era serio e concentrato.
«Deve prendere
qualcos'altro?»
Il cameriere si defilò, prima che la navigatrice
potesse rispondere, con tutto quello che aveva ordinato sarebbe stato
meglio informare subito la cucina.
Nami lo lasciò perdere, era
piuttosto sconvolta dalla vista del suo capitano, nonché
-almeno per
quella sera- suo ragazzo.
«Non vedo l'ora di mangiare.» sospirò
quest'ultimo, spaparanzandosi sulla sedia e mettendo entrambe le mani
sullo stomaco.
Nami sorrise e si versò altro saké, era
incredibile come quell'aspetto donasse all'ignaro Rufy. Lo trovava
molto più attraente, con quel look selvaggio e da poco di
buono
avrebbe potuto far cadere ai suoi piedi chiunque.
«Oi Rufy, chi
ti ha conciato così?» domandò, ruotando
il bicchiere che teneva
fra le mani, per far prendere al saké più gusto.
Quello si
rimise composto e si versò a sua volta la bevanda nel calice.
«È
stato Sanji, ha detto che per te era importante che mi vestissi bene
in un locale così lussuoso. E poi mi ha anche dato alcune
regole su
come comportarmi, altrimenti niente più carne per almeno un
mese.»
«Inoltre in questo modo non ti riconosceranno.»
continuò la
navigatrice, alludendo soprattutto al fatto che del cappello di
paglia non c'era traccia.
«Già.», bevve un sorso, poi
domandò:
«Non sei arrabbiata perché sono in
ritardo?»
Nami pensò che
solo un idiota avrebbe posto una domanda del genere ad un'impaziente
fidanzata, per cui si limitò a rispondere: «Lo
ero, prima di
vederti. Mi hai sorpresa con questo tuo nuovo look.»
Rufy si alzò
dal tavolo, facendo strisciare la sedia, in modo da causare uno
stridio tale da far voltare tutti i presenti. Si avvicinò a
Nami e
le mise una mano sulla guancia, sorridendo. La ragazza notò
che il
cappello ce l'aveva eccome, sulla schiena, foderato da un telo nero.
Lo guardò interrogativa, era rossore quello che si era
formato
sulle sue guance? E cos'era quel movimento improvviso?
Quando lo
vide allungarsi verso di lei, infilarle il cappello per poi
inginocchiarsi, il suo cuore perse un battito.
«Aspetta Rufy, si
fa alla fine della cena. Come faccio a mangiare se...»
cercò di
dire, sentendosi improvvisamente fuori luogo. Era agitata e stava
iniziando a sudare, era davvero giunto il momento tanto atteso?
Il
ragazzo le lanciò uno sguardo fanciullesco, uno dei tanti
che da
sempre le riservava per tranquillizzarla.
«Non ce la faccio ad
aspettare, devo dirtelo adesso.»
Tirò fuori dalla tasca un
cofanetto e, tenendolo in una mano, lo aprì con l'altra.
Quello che
Nami aveva sempre sognato -nonostante si vergognasse ad ammetterlo-
stava per avverarsi. Riaprì gli occhi, che per l'emozione si
erano
chiusi, e si portò una mano alla bocca velocemente.
L'anello,
d'argento, era piccolo e semplice, sopra si poteva notare un piccolo
mandarino inciso. Era una sciocchezza, una cosa da Rufy, ma Nami non
aveva mai visto niente di più bello.
Prima che il ragazzo avesse
il tempo di farle la tanto attesa proposta, la donna si
gettò su di
lui, abbracciandolo.
«Nami aspetta.» sospirò, stringendola a
sé.
«Voglio sposarti.» le sussurrò lei in un
orecchio,
lasciando che persino il cuore del capitano sussultasse.
La
allontanò da sé e le prese la mano, sotto lo
sguardo addolcito dei
presenti, gli infilò il piccolo anello e, facendo un
sospiro, le
chiese: «Vuoi diventare la mia regina, Nami?».
La navigatrice,
tentando di mantenere un tono calmo e di trattenere le lacrime
-diamine, era proprio una piagnucolona!- esclamò:
«Sì, sarò
felice di essere la regina dei p-»
Il moro la baciò con
trasporto, mentre dal pubblico provenivano applausi e fischi di
approvazione.
«Shh, è il nostro segreto.- le sussurrò
il
capitano, dopo averla separata da sé. -Non vorrai che ci
caccino
fuori, no?»
Nami arrossì e lo baciò di nuovo, per poi tornare
la spavalda ragazzina di sempre.
«Parli proprio tu, che lo urli
sempre ai quattro venti! Sai da quant'era che volevo dirlo?»
«Mi
dispiace, ma stasera proprio no.»
«Perché solo stasera? Che
strano, proprio la sera adatta!»
«Sanji mi ha costretto a
comportarmi così!»
«Quindi la carne è più importante di
me?»
«Ecco... ovviamente tu e la carne...»
«Per quello sei
arrivato in ritardo? Ti stavi ingozzando?»
«Veramente Chopper
aveva preso l'anello per un attimo e l'ha perso, per cui per trovarlo
ho dovuto sudare parecchio.»
Nami diede un pugno affettuoso alla
spalla di Rufy, ponendo fine a quell'assurda lite.
«Idiota di un
capitano!»
Entrambi si sorrisero, rendendosi conto di essere uno
di fronte all'altra, in ginocchio sul pavimento di un ristorante di
lusso. Si alzarono e ripresero quella serata da dove era terminata,
con una nuova luce negli occhi e un sentimento più forte nel
cuore.
L'anello non era l'unica differenza rispetto a quando entrambi
erano entrati, i due sarebbero usciti da quel locale da veri
fidanzati e presto sarebbero stati una vera
famiglia. Quella nuova consapevolezza faceva rabbrividire entrambi,
quante difficoltà li attendevano ancora per mare, per quanto
tempo
quel sentimento sarebbe durato? Si presero per mano e si sorrisero di
nuovo.
Si amavano, quello era l'importante al momento, d'ora in
avanti niente li avrebbe più separati; nemmeno la carne o i
soldi.
Mugiwara's
Crew's Corner:
Scusate per il
lieve ritardo, ma sono stata malata
-in Agosto, sì ;__;- e
non sono riuscita a scrivere.
Spero di farmi perdonare con questa One Shot,
spero che sia di vostro
gradimento.
Volevo riprendere il titolo,
qua i personaggi sono un po'
più adulti,
è un futuro non troppo
lontano.
Ditemi se i personaggi non sono IC,
ci tengo molto su questo punto.
Spero che la Shot non vi abbia delusi!
Ringrazio i lettori silenziosi,
quelli che hanno messo la raccolta fra
le seguite/ricordate/preferite e chi recensisce,
grazie davvero siete
tantissimi <3
Vi saluto, alla prossima!
Vi lascio con il Capitano <3 Al 4 Settembre :)
Vitzi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Kimi ni todoke ***
RUANMI14
Titolo: Kimi ni todoke;
Autore:
Vitzi;
Fandom: One
Piece;
Tipologia: Flash Fiction
{500 parole;
Personaggi/Pairing:
Nami; (Rufy) {RuNami;
Rating: Verde;
Genere: Sentimentale; Generale; Introspettivo;
Avvertimenti:
Slice of
Life;
Binks
Challenge: (Coppia fissa) #63Paesaggio Bianco (tipo quello
che usano nei monologhi interiori dei film) » Solitudine;
ONE
PIECE ©1997 Eiichiro Oda.
Kimi ni todoke
Una
fitta al cuore la fece stendere sul freddo legno, le mancava
qualcosa, era stanca di vivere così. Cambiò rotta, mentre con la
coda dell'occhio osservava per l'ultima volta l'isola nella quale non
sarebbe più tornata. Non voleva scappare, ciò che voleva era la
libertà.
La strana sensazione non l'abbandonò nemmeno quando, per un secondo
che sembrò durare una vita, il mondo attorno a lei scomparve. L'idea
di sparire da quel terribile posto chiamato “Terra”, la faceva
sorridere,
finalmente.
Allungò una mano verso l'ignoto bianco intorno a lei, ne era
circondata, persino i suoi piedi erano su un “pavimento” bianco.
Mosse le dita, ma niente, non sembrava esserci esattamente niente.
L'ossigeno sembrava un optional, non sentiva nemmeno il bisogno di
respirare, stando lì, sospesa. Fredde lacrime le scivolarono lungo
le guance, scendendo fino al mento. Sembrava graffiassero la pelle,
tanto erano gelide. La sua casa e i suoi amici non esistevano più,
lo sapeva, per questo se ne stava andando da quel
posto. Per un attimo le parve di vedere una presenza, di sentire
qualcosa accanto a sé, qualcosa di caldo.
Una risata riempì l'aria, mentre un buffo ragazzino con uno strano
cappello di paglia le passò di fianco, correndo felice. Lo osservò
meglio, rendendosi conto di essersi messa a ridere.
Il ragazzo era davvero buffo, ma soprattutto sembrava divertirsi
davvero molto.
Come lei non si era mai divertita in quegli anni, lo invidiava per
questo. Si morse il labbro e strinse i pugni, voleva
raggiungerlo, voleva
arrivare a lui. Iniziò a correre, consapevole di non sapere dove
andare. Voleva sentirsi libera come lui, ridere di nuovo insieme ad
una nuova
famiglia. Sentì la fatica impadronirsi di lei dopo qualche passo, ma
nonostante tutto, tentò di andare avanti. Qualcosa la bloccava,
sapeva di non dover andare, eppure bramava la libertà con tutta se
stessa. Vide Arlong, vide Bellmer, vide il suo paese natale, vide la
sua casa.
Rallentò, mentre quelle ombre si insinuavano in quel bianco
opprimente. Non poteva ancora essere libera, doveva prima finire ciò
che aveva iniziato.
«Dopo...» sussurrò il ragazzino
all'improvviso, guardandola da lontano. Sorrideva, tenendosi stretto
quel buffo cappello.
Nami annuì, per poi tornare indietro.
“Dopo...”.
Quando aprì gli occhi il primo pensiero fu quello di un sogno,
ma trovandosi su una scialuppa colma di tesori diretta di
nuovo
verso casa, sorrise. Senza volere, aveva, per un attimo, abbandonato
il suo obbiettivo, in cerca della tanto agognata libertà. Era strano
come quello strano sogno l'avesse fatta sentire al sicuro. Si fidava
di lui,
sapeva che non mentiva. Se lo sentiva dentro, sotto la pelle, nel
petto. Quegli occhi erano troppo sinceri, quel sorriso troppo
veritiero.
Guardò la sua terra natale e lassù: la sepoltura di
sua madre. Le sorrise, avrebbe salvato il suo villaggio tanto amato,
anche se fosse stata costretta a continuare la sua vita così.
Aveva
perso la via e lui l'aveva riportata a casa.
«Dopo...» sussurrò
di nuovo, per poi socchiudere gli occhi e lasciarsi cullare dalle
onde del mare.
Mugiwara's
Crew's Corner:
Penultimo
capitolo! Spero
che vi sia piaciuto come al solito, direi che
c'è
qualcosa da spiegare. Questa flash di 500 parole è
ambientata prima
dell'incontro di Rufy e Nami, diciamo che la navigatrice ha fatto un
sogno premonitore di cui poi non si ricorderà, se non
vagamente. È
diversa dalle altre anche perché siamo alla fine e non
volevo
riscrivere qualcosa di già visto nelle precedenti. Il titolo
l'ho preso dall'omonimo manga di successo, significa "Arrivare a te",
mi piace come suona :')
Spero davvero
che non vi abbia delusi, ma soprattutto che la navigatrice sia IC,
nella prossima Shot arriverà così tanto RuNami da
farvi soffocare
(?). No, sul serio, mi sto impegnando per scrivere un ultimo capitolo
degno di nota. Non vi dico nulla, spero solo di non deludere le
vostre aspettative! Allora ci sentiamo l'11 Settembre con l'ultimo
capitolo. ^^
Scrivetemi cosa ne pensate di questo, se vi va, vi mando un
saluto e un abbraccio :) ♥
Vitzi
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** The most important thing ***
RUANMI15
Titolo: The most important thing;
Autore:
Vitzi;
Fandom: One
Piece;
Tipologia:
One Shot
{1180 parole;
Personaggi/Pairing:
Nami; Monkey D. Rufy + Sopresa {RuNami;
Rating: Verde;
Genere: Sentimentale;
Drammatico; Malinconico;
Avvertimenti:
Slice of
Life;
Binks
Challenge: #62 Patibolo
+ #19 Incubo » #14 Tristezza + #21 Disperazione;
ONE
PIECE ©1997 Eiichiro Oda.
The most important thing
E
mentre le lacrime si frantumavano sul terreno, lasciando solchi
indelebili, Nami si guardava le mani, incapace di respirare,
rendendosi conto di ciò che stava per accadere.
Le parole
sembravano suoni lontani e indistinti, l'uomo sul patibolo non
lasciava speranze, quella sua espressione calma le spezzava il
cuore.
La giornata di sole sembrava quasi uno scherzo di poco
gusto.
Fra la folla, sguardi di curiosi si avvicinavano,
inconsapevoli di quello che stava per accadere, mentre sparsi per la
piazza, i membri di un'ormai vecchia ciurma, piangevano in silenzio
il loro capitano.
Nami con coraggio tornò a guardare Rufy,
l'uomo che ha sempre amato, in ginocchio sul patibolo; mentre accanto
a lui due uomini armati aspettavano l'ordine.
Il petto le si
strinse, sentendo una grossa fitta si abbassò, aveva
promesso di non intervenire.
«Oggi procederemo con l'esecuzione
dell'attuale re dei pirati, Monkey D. Rufy.»
La voce dell'uomo la
infilzò come la lama più avvelenata.
Altre lacrime ricoprirono
il terreno scabro della piccola cittadina, eppure nessuno se ne
accorse, tutti avevano gli occhi puntati sull'enorme Lumacofono.
«F-fermat-» sussurrò Nami, mettendosi
velocemente una mano
sulla bocca, aveva
promesso.
Alzò lo sguardo e proprio in quel momento il tempo parve
fermarsi, proprio in quel momento gli esecutori alzarono le temibili
lance.
«Perché
non ti unisci a noi come marinaio e diventi un pirata?»
Le lame iniziarono a scendere, inesorabilmente, verso il cappello
di paglia.
«Io
odio i pirati!»
Un
sorriso si dipinse sul volto del capitano.
«Rufy,
salvami...»
La
navigatrice si portò due mani al volto, coprendosi la bocca
per non
gridare.
«Ci
puoi scommettere!»
E
dolcemente spostò l'ultimo sguardo su di lei, la
cosa più importante.
«Ti
amo.»
Sangue
e vuoto si insinuarono nella mente della donna, mentre rimaneneva
immobile, incapace di reagire. Quell'ultimo sussurro portato dal
vento, quel suo sorriso da eterno bambino, quegli occhi così
malinconici, la facevano soffrire più di qualunque altra
cosa.
«Rufy...» sussurrò Nami con la voce
rotta, mentre dentro di
lei gridava straziata.
La piazza era immersa nel silenzio, tutti
fissavano il patibolo, ormai sporco di sangue.
Non avrebbe potuto
continuare a navigare, non avrebbe avuto senso continuare a vivere
senza di lui; lui che aveva deciso di andarsene, come sempre
egoisticamente.
Un boato scosse la folla, che gioiosa iniziò a
festeggiare. Nami cadde a terra, sentendo le gambe cedere, si
guardò
intorno confusa, era davvero tutto finito. Se n'era davvero andato
per sempre e lei non aveva nemmeno potuto urlare. Come una bambina si
chiuse in se stessa e, stringendosi le ginocchia al petto dolorante,
scoppiò a piangere.
«Rufy...» sussurrò di nuovo, prima di
udire il pianto di un neonato.
Aprì gli occhi, completamente
bagnata. Non era solo sudore quello che sentiva addosso, aveva anche
la sensazione di aver pianto come mai prima. Si alzò e
pigramente si
avviò verso la culla, dove la sua piccola bambina stava
strillando.
«C'è la mamma qui, non piangere. Hai
fame?» sussurrò,
prendendola fra le braccia.
La piccola mora smise immediamente di
lamentarsi e si strinse alla madre, iniziando a pregustare lo
spuntino di mezzanotte.
Fu una scossa improvvisa -probabilmente
causata da un'onda troppo alta- a ricordare a Nami ciò che
aveva
sognato, l'incubo peggiore della sua vita che ormai faceva da qualche
giorno. Quella terribile sensazione di vuoto le fece tornare le
lacrime, mentre la paura la attanagliava. Si avvicinò al
letto ed
indossò la camicia da notte, tentando di non far piangere la
piccola. Proprio mentre stava per uscire, si trovò proprio
Rufy
davanti. Purtroppo Franky non aveva creato una camera per entrambi e
Nami doveva dormire con la piccola e Robin. Quest'ultima stava
facendo il turno di notte, per cui si trovava sul ponte a controllare
la rotta.
«Ho sentito piangere.» disse Rufy, sorridendo e,
allo
stesso tempo, sbadigliando.
Nami arrossì dall'improvvisa
vicinanza, non voleva che la vedesse piangere di nuovo. Si
voltò,
aggiungendo subito: «Sto mettendo la piccola a letto, aveva
fame,
direi che ha preso da te anche questo.»
Rufy rise
silenziosamente, per poi abbracciare la propria donna da dietro, o
meglio, avvinghiare. Allungò le braccia per poter far
più giri
attorno al suo corpo e sentirla più vicina a sé,
sapeva che
qualcosa non andava.
«Ancora quel sogno?»
Nami si morse il
labbro e scostò la piccola da sé, per osservarla
meglio. I capelli
neri erano già molto lunghi, mentre i grandi occhi marroni
erano
vispi e attivi. Quella bambina era un angelo, solo un angelo avrebbe
potuto essere così perfetto, dopotutto.
Annuì con la testa,
sentendo il ragazzo sbuffare.
«Sai che non sono il tipo da
rinunciare al suo sogno tanto facilmente.»
«Infatti eri già re
dei pirati, non so quante volte te l'abbia già
detto.» aggiunse
velocemente Nami.
«Sai che non sono il tipo da rinunciare alla
propria famiglia tanto facilmente.» le sussurrò in
un orecchio il
capitano, mentre la stringeva ancora di più a sé.
Nami si lasciò
cullare, la sensazione stava finalmente sparendo.
«Promettimelo.»
sospirò, stringendo a sé la bambina e senza
frenare le
lacrime.
«Cosa?» sussurrò Rufy, facendola voltare
verso di sé,
ma continuando a stringerla.
«Promettimi che non mi lascerai mai
sola.» disse, affondando la testa nel suo petto.
Rufy la guardò
interrogativa, una richiesta tanto semplice non era da lei.
«Te
lo prometto, però...»
Nami iniziò a temere il peggio, alzò lo
sguardo verso il fidanzato, che prontamente la baciò.
«... tu
smetti di piangere, va bene?»
La ragazza si immerse di nuovo nel
suo petto con un sorriso sulle labbra, quello sciocco del suo
capitano era sempre il solito.
«Sei la cosa più importante per
me.» disse poi, con una dolcezza mai mostrata prima.
Nami,
sopresa, spalancò gli occhi. Rufy assunse un'espressione
interrogativa, aggiungendo: «Ho sentito questa frase da
Franky, dici
che la stava dicendo ad una delle sue creazi-»
Il pugno della
navigatrice non tardò ad arrivare, permettendole inoltre di
liberarsi da quella morsa.
«E-ehi che ho fatto?» chiese lui,
massaggiandosi la cute.
Nami gli mollò letteralmente la figlia
fra le braccia, ordinando: «Domani vado a fare shopping con
Robin
per cui la bambina dovrai tenerla tu. Perché non inizi a
comporarti
come padre e non la porti in camera tua, non ho quasi chiuso occhio
da quando è nata.»
«Ma è solo la seconda notte! Cosa faccio se
ha fame?»
Nami si sorprese di sentire il ragazzo così tanto
preoccupato per qualcosa, allora ci teneva a quella piccolina.
«Le
darò della carne, giusto?»
Nami cacciò il ragazzo dalla stanza
con un enorme sorriso stampato in volto, nonostante sembrasse un
idiota, non c'erano mani più sicure delle sue e lei lo
sapeva bene.
Per pura curiosità spiò dall'oblò
della porta ciò che stava
accadendo fuori, e non si sorprese nel vedere la figlia indicare il
cappello del capitano e lamentarsi. Quando il moro glielo mise in
testa, Nami si stupì, invece, di sentire quasi un senso di
gelosia
verso la piccola, ma se ne andò immediatamente. Quell'idiota
l'avrebbe dovuta trattare come una principessa, perché era
la loro
figlia.
Non aveva importanza ciò che sarebbe accaduto in futuro,
adesso voleva vivere il suo presente al meglio, con la sua piccola
bambina e il suo amato capitano.
Mugiwara's
Crew's Corner:
ULTIMO CAPITOLO *^*
Siamo arrivati alla fine di questa raccolta, con una settimana di
ritardo pubblico il capitolo, scritto da un bel pezzo. Purtroppo non mi
convinceva e ho sempre rimandato la pubblicazione, anche per altri vari
problemi che non vi sto a dire -fra cui la maledetta scuola-, invece
che pubblicarlo venerdì, giorno che avevo deciso, ho dovuto
rimandare sino ad oggi. Spero che non vi abbia deluso e che vi sia
piaciuto, non posso sperare di meglio.
Dato che è l'ultimo capitolo voglio davvero ringraziarvi
tutti, siete stati fantastici *-*
Siete tantissimi, non ho mai ricevuto così tanti lettori,
grazie sul serio ♥
Ringrazio i recensori con tutto il mio cuore, senza di voi questa
raccolta non sarebbe potuta andare avanti, vi scrivo in un ordine
completamente casuale, eh :)
Grazie a:
Soly Dea;
Namymoon;
Super Mimi_;
My Pride;
LuNa_35;
Nami92;
rubber_2000;
Monkey D_Nami;
Amx89;
Tadako;
Nuala_Chez;
Tokorothx3;
Kaeru_Chan;
Red Robin;
Akemichan;
ArtRevenge_M;
Melody97;
Nami 73;
Le vostre 70
recensioni mi fanno più felice di chiunque altro, GRAZIE
♥
Spero di non aver dimenticato nessuno, nel caso fatemi sapere :)
Insomma questa raccolta è terminata, spero di riuscire
presto ad iniziarne un'altra, grazie mille a tutti ancora, spero di
risentirvi in futuro <3
A prestoooo e non abbandonate la RuNami! :D
Vitzi
♥
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1577434
|