Would you be my queen, Nami?

di Vitzi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stupid, selfish idiot! ***
Capitolo 2: *** A strange suspect ***
Capitolo 3: *** History repeats itself ***
Capitolo 4: *** I wanted to kiss you ***
Capitolo 5: *** Homely Warmth ***
Capitolo 6: *** Be caught red-handed ***
Capitolo 7: *** Make her happy, I trust you ***
Capitolo 8: *** I'll be there, forever ***
Capitolo 9: *** Sweet scene ***
Capitolo 10: *** Shooting stars ***
Capitolo 11: *** Aishiteru, Nami ***
Capitolo 12: *** It's not over, yet ***
Capitolo 13: *** Would you be my queen, Nami? ***
Capitolo 14: *** Kimi ni todoke ***
Capitolo 15: *** The most important thing ***



Capitolo 1
*** Stupid, selfish idiot! ***


RuNami1

Titolo: Stupid, selfish idiot!
Autore: Vitzi;
Fandom: One Piece;
Tipologia: One-shot {587 parole;
Personaggi/Pairing: Monkey D. Rufy; Nami La Gatta Ladra {RuNami con la partecipazione di Tony Tony Chopper;
Rating: Verde;
Genere: Sentimentale; Lievemente Romantico; Lievemente Fluff;
Avvertimenti: Slice of Life;
Binks Challenge: #50 Letto » #41 Affetto

ONE PIECE ©1997 Eiichiro Oda.

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Stupid, selfish idiot!


Il periodo delle sofferenze era finito, la navigatrice della rinomata ciurma di Cappello di Paglia era finalmente guarita dall'influenza. Una banale influenza che l'aveva tenuta a letto per una settimana.
Ora sopra letto, nella sua stanza, sulla Sunny riposava sognando chissà cosa.
Quando aprì gli occhi, la prima cosa che vide fu il viso di quell'idiota del suo Capitano. Si sentiva tranquilla e rilassata, ma era ben consapevole di non essere affatto presentabile.
«Cosa ci fai qui?» strillò, coprendosi con il lenzuolo bianco.
Un velo di imbarazzo scese immediatamente sulle sue guance, facendola infuriare ancora di più. Non doveva arrossire, perché mai avrebbe dovuto?
Rufy si mise un dito nel naso, inclinando la testa di lato. Osservava Nami con gli enormi occhi neri spalancati, era la tipica espressione che usava quando non capiva un concetto complicato.
«Che... che succede? Smettila di fissarmi così!» esclamò la ragazza, mettendo il broncio e incrociando le braccia.
Il Capitano si sedette sul letto, a poca distanza da lei. Con una mano si toccò il cappello, gli occhi si assottigliarono e sorrise raggiante. 
Nami lo guardò interrogativa, cosa c'era di così divertente?
«Non prendermi in giro, idiota!», chiuse gli occhi e alzò una mano con l'intento di colpirlo, ma lui la fermò prontamente.
Quando la rossa alzò lo sguardo su di lui, le guance le si infiammarono ancora di più. Il Capitano le stava stringendo la mano, ancora sollevata a mezz'aria. La abbassò lentamente, sino a raggiungere la morbida superficie del letto.
«Sono solo contento che tu ti sia ripresa.» esclamò Rufy, con il solito sorriso da bambino innocente.
Nami non poté fare a meno di sorridere a sua volta. «Sei proprio un idiota.» sospirò, arrendendosi all'evidenza.
«E tu sei la mia navigatrice, senza di te è stata davvero dura.» esclamò, con la serietà che usava solo per le occasioni importanti. 
Il volto di Nami si illuminò, per una volta il Capitano stava davvero dimostrando affetto? Presto si accorse, sorpresa, che le loro mani erano ancora saldamente unite.
«Bene, adesso andiamo a mangiare per festeggiare!» esclamò il moro, con la bocca curvata in un enorme sorriso.
Per una volta quel ragazzo si era preoccupato per lei e aveva addirittura proposto di mangiare insieme, dov'era finito il suo solito egoismo? Il rossore sulle guance di Nami aumentò a dismisura, con una mano se ne sfiorò una e gli occhi parvero vibrare per il calore emanato dalla pelle.
«Nami non può ancora affaticarsi.» disse Chopper, sbucando dietro Rufy.
La rossa si spaventò e tolse subito la mano dalla stretta di Rufy.
Il Capitano parve non accorgersene,  invece aggiunse «Bene, allora vado a festeggiare solo io. Ciao, Nam...»
La ragazza lo colpì con un pugno, per poi incrociare le braccia al petto e guardarlo in cagnesco. Altro che altruismo e affetto, era sempre il solito!
«Possibile che tu debba rovinare sempre tutto? Stupido idiota egoista!» strillò, tentando di reprimere gli istinti omicidi che si stavano lentamente impossessando di lei.
Lui si massaggiò la testa, - o meglio, il cappello di paglia che vi era sopra- mantenendo un'espressione distratta «Cos'ho fatto?».
Nami si voltò dall'altra parte di scatto, chiudendo così la conversazione. Era davvero duro di comprendonio quell'uomo di gomma. Rufy alzò le spalle e uscì, lasciando a Nami un enorme punto interrogativo. Era un sorriso amaro quello che si era impossessato della sua bocca poco prima di voltarsi?
Chopper, avendo osservato la situazione da esterno si chiedeva perché quella femmina fosse sempre stata perfida verso il sesso opposto, ma soprattutto verso il loro adorato Capitano.




Mugiwara's Crew's Corner:

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Sono nuova nel fandom, perciò non lapidatemi subito!
Intanto c'è da ricordare che questa raccolta partecipa alla Challenge “Bevendo un Bicchiere di... Le Emozioni del Sakè di Binks” di AngelSword e Mary Stranges.
Io ero una SaNami convinta, ma ben presto (e cioè dopo aver rivisto le prime serie di One Piece) sono passata alla RuNami. Mi piacciono un sacco insieme, il modo in cui si guardano è aww *^*
Ho deciso di fare questa raccolta su di loro perché credo che scrivere su Rufy sia difficile, e dato che amo le sfide ci ho provato. Spero che i personaggi siano risultati IC e che non ci siano errori. Al momento il rating è Verde, ma potrebbe salire, ma credo di non andare sopra l'Arancione.
Mi sono leggermente ispirata alle immagini che trovate qui di fianco, anche se il significato di esse era ben diverso u.u
Questa raccolta sarà aggiornata ogni settimana, ogni sabato. Perciò per la prossima ci “vediamo” il 9 Febbraio.
Spero che il banner in alto non faccia schifo, è il mio primo esperimento °-°

Ditemi se c'è qualcosa che non va, fatemelo sapere, ovviamente, tramite recensione. Che altro aggiungere? Forse è un po' banale, ma un po' di dolcezza non guasta mai, o no? A presto! ♥


Vitzi°°


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Capitolo 2
*** A strange suspect ***


RUNAMI2

Titolo: A strange suspect;
Autore: Vitzi;
Fandom: One Piece;
Tipologia: One-shot {629 parole;
Personaggi/Pairing: Monkey D. Rufy; Nami la gatta ladra; {RuNami accenni (ma proprio accenni) ZoSan e Frobin; Usopp {accenni Kaya/Usopp;
Rating: Verde;
Genere: Sentimentale; Introspettivo;
Avvertimenti: Slice of Life;
Binks Challenge: #6 Grotta » #38 Sospetto

ONE PIECE ©1997 Eiichiro Oda.

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A strange suspect

Usopp continuò a camminare, consapevole di essere molto indietro rispetto ai compagni. Quella grotta era a dir poco spaventosa, buia e silenziosa. Sulla nave erano rimasti Chopper e Brook. Nami aveva deciso di sfruttare il metodo dei bastoncini, questa volta era rimasta coinvolta anche lei, ma purtroppo anche lo stesso cecchino. La sfortuna di Usopp non si era fermata lì, no, aveva continuato la sua avanzata fino al cuore dell'isola, dove una grotta misteriosa era apparsa dinnanzi loro. Così i ragazzi si erano divisi per l'ennesima volta, sempre seguendo il metodo di Nami. Usopp aveva il sospetto che avesse manomesso i bastoncini, scegliendo lei chi lasciare e chi no. Così Franky e Robin si erano separati dal gruppo ed erano andati ad esplorare la piccola foresta intorno all'enorme grotta. Nel caso, all'interno di essa, ci fosse stato un bivio, aveva deciso Nami, Usopp sarebbe dovuto andare assieme a Zoro e Sanji. Non che gli dispiacesse essere capitato assieme ai due più forti della ciurma -dopo il Capitano, ovviamente-, però quei due insieme erano troppo strani. Negli ultimi tempi, dopo il ritrovamento della ciurma, c'erano state molto spesso occasioni in cui entrambi sparivano dalla circolazione. Chopper e Robin, in quei casi rari, si fissavano con sguardo complice, come se sapessero e, in qualche modo, fossero gli artefici del fatto. La cosa ancora più strana è che erano tante persino le occasioni in cui Rufy andava a fare visita alla navigatrice. Di solito lei si trovava sempre sul ponte e, come sempre, dava ordini a destra e a manca, ma le rare volte in cui spariva, Usopp era certo che fosse per parlare con Rufy. Una volta l'aveva persino vista arrossire in sua presenza. Era stata davvero una strana visione, mai si sarebbe aspettato di vedere Nami arrossire in quel modo.
«Ehi, naso lungo, vieni o no?» chiese Zoro, con la sua solita grazia, interrompendo così i suoi pensieri.
Usopp strinse i pugni notando l'enorme grotta divisa in ben tre parti.
«D-dove? Cosa?» chiese, spaventato dall'evidenza.
Nami si fece avanti, con un insolito sorrisetto sulle labbra «Io vado con Rufy nella cavità di destra, Zoro e Sanji in quella di sinistra, tu in quella in mezzo. Siamo d'accordo?»
Usopp ci mise qualche secondo ad elaborare quelle parole. Lo sguardo di Rufy era, come al solito, perso in chissà quali pensieri; Nami era particolarmente sorridente e convinta; Zoro lo guardava in cagnesco, come a chiedersi quanto tempo ci avesse messo il compagno dal naso lungo prima di darsela a gambe levate; Sanji teneva fra i denti la sigaretta, con l'attenzione rivolta unicamente alla bella navigatrice.
«P-perché io devo andare da solo? Potrei morire!» strillò, riprendendosi.
Nami sbuffò e si voltò verso i compagni, esaminandoli uno ad uno.
«Rufy e Zoro si perderebbero da soli, Sanji ed io siamo gli unici capaci di tenerli a bada. Con te causerebbero solo dei guai, perciò abbiamo deciso così.»
Usopp si portò le mani alla testa e finse uno svenimento «Mi sento male, è la solita malattia. Mi dispiace lasciarvi così ragazzi, ma il mio tempo è giunto. Oh.»
Cadde a testa in giù, colpendo il suolo con un tonfo sordo.
«Maledizione, stupido marimo, ti toccherà portartelo dietro. Vedi di ascoltarlo, altrimenti...» , avrebbe di sicuro aggiunto qualcosa se Nami non lo avesse fermato.
«Ragazzi non è il momento di litigare, adesso dividiamoci.» disse risolutiva, mentre lo spadaccino dai capelli verdi lanciava un'occhiataccia al cuoco, prendendo dalla maglia lo sfortunato cecchino.
Nami raggiunse Rufy, il quale era rimasto a fissare la scena in silenzio, per poi proseguire verso il tunnel.
Usopp alzò lo sguardo per dare un'ultima sbirciatina ai due, e gli parve di vedere un enorme sorriso sincero sulle labbra della rossa. Il sospetto si insinuò di nuovo dentro di lui, e se quei due... si batté una pacca sulla fronte: di sicuro non era il momento più adatto per pensare a quello. Si lasciò trasportare da Zoro, sperando con tutto se stesso di rivedere Kaya al più presto.




Mugiwara's Crew's Corner:

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Rieccomi! Ho avuto problemi questo pomeriggio con il caricamento della storia, ma finalmente ce l'ho fatta. Spero che i personaggi siano risultati IC e che non ci siano errori. È molto semplice, ma per ora voglio restare a Rating Verde (non resisterò ancora per molto). So che c'è poco RuNami, però il punto di vista di Usopp mi è sempre sembrato affascinante (?).
La prossima sarà solo su di loro, prometto! Ci sentiamo il 23 Febbraio! Grazie ancora per le belle recensioni e per chi ha messo la storia fra le preferite/seguite. Grazie davvero *^^*
A presto! ♥

Vitzi°°




 


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Capitolo 3
*** History repeats itself ***


RUNAMI3

Titolo: History repeats itself;
Autore: Vitzi;
Fandom: One Piece;
Tipologia: One-shot {1,120 parole;
Personaggi/Pairing: Nami la gatta ladra; {RuNami accenni Rayleigh/Shakky; Roger/Rouge.
Rating: Verde;
Genere: Sentimentale; Malinconico;
Avvertimenti: Slice of Life;
Binks Challenge: #43Bar/Locanda» #33Rimorso

ONE PIECE ©1997 Eiichiro Oda.

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History repeats itself

Non appena videro la ragazza entrare, i due sorrisero sorpresi. Era senza dubbio cambiata, ma quello che li sorprese di più era il suo sguardo sicuro, che celava, però, un'infinita tristezza.
«Bentornata.» disse Rayleigh alzandosi per accogliere l'ospite.
Nami si diresse verso il bancone in silenzio, mentre Shakky le versava della buona birra in un grosso boccale.
«Vedo che non è cambiato niente.» sorrise la rossa, pregustando la bevanda.
Rayleigh si sedette di fianco a lei, unendosi alla bevuta silenziosa. Qualcosa in quella ragazza sembrava diverso,
lei sembrava diversa. Guardò Shakky con la coda dell'occhio e quella, accendendo l'ennesima sigaretta, gli fece un cenno impercettibile con la testa.
«Perdona la mia scortesia, ma devo proprio andare a sistemare delle cose. Ti lascio con Shakky. - dopo aver bevuto un ultimo sorso aggiunse – Sei la terza, comunque... Rufy non è ancora arrivato.»
Nami annuì e lo salutò con uno sguardo vacuo. Shakky la osservava silenziosamente e, solo quando Rayleigh fu uscito, esclamò «Dove sei stata per tutto questo tempo?»
Lei si limitò a far roteare su se stesso il bicchiere di birra, mentre, con fare annoiato, si scostava un ciuffo dal viso.
«Su un'isola nel cielo.
Troppo lontana dalla terra ferma.» sbuffò, appoggiandosi al gomito.
Shakky, la quale era una donna molto intuitiva – ciò derivava dal fatto che ne aveva veramente passate di tutti i colori -, si affrettò a sussurrare «Troppo lontana dalla terra ferma, o troppo lontana dal tuo capitano nel momento del bisogno?».
Nami si morse il labbro, fu una reazione istintiva. Quella donna aveva visto giusto, infatti il solo pensare a Rufy dopo la morte del fratello, la faceva sentire una nullità. Nessuno meglio di lei poteva sapere cosa si provava a vedere morire, anzi no, a vedere una persona che si amava venir uccisa dinnanzi ai propri occhi.
«Anche...» aggiunse, lasciando che un velo oscurasse i suoi occhi.
Shakky sorrise comprensiva, appoggiando una mano su quella della ragazza. Quando i loro sguardi si incrociarono, sospirò, fissandola intensamente «So cosa si prova, purtroppo.»
Nami si alzò di scatto, interrompendo quel contatto. Era stato un gesto brusco e per nulla progettato. Era come se il suo corpo non volesse essere consolato, era come se non volesse essere perdonata. «Grazie... per la birra.» si limitò ad esclamare.
Si diresse verso la porta, mentre il senso di colpa la distruggeva. L'aveva rafforzata in quei due anni, ma adesso, adesso che era ad un passo dal rivedere Rufy...
«Il senso di colpa ti schiaccerà. Non devi avere rimorsi. So che avresti voluto consolarlo, stringerlo, piangere con lui, finché il dolore non fosse scomparso del tutto. Sappi che lui sapeva che l'avresti fatto e lo sa tutt'ora. Non è solo il tuo capitano, giusto?», la voce della donna suonava proprio come la voce della verità. La voce che Nami avrebbe voluto sentire in quei due anni, la voce che le serviva per non sentire più quel senso di colpa opprimente. Il rimorso di non aver saputo prima della battaglia; di aver saputo cos'aveva fatto Rufy, senza però aver mosso un solo dito. L'essere stata a guardare senza poter far nulla. Era per quello che si era allenata, per diventare più forte e proteggere il suo capitano, ma poteva riuscire ad incrociare di nuovo i suoi occhi? Anche dopo averlo abbandonato così? Un tempo lo credeva possibile, sarebbe diventata più forte per lui, ma adesso che il giorno era arrivato, le certezze si erano tramutate in dubbi.
Si fermò sulla porta: la mano sulla maniglia, lo sguardo basso.
«Credi che mi perdonerà?» sussurrò, combattendo contro l'orgoglio.
Se c'era una cosa che non aveva mai avuto in quei due anni era stata un'amica.
«Io credo che non abbia motivo di avercela con te. Tu meglio di tutti dovresti sapere com'è fatto. Se ti vedesse triste come pensi che si sentirebbe? Non fareste altro che vivere nel rimorso.», la donna aspirò avida il tabacco dalla sua sigaretta, chiudendo appena gli occhi.
Nami strinse con forza la maniglia, per poi decidersi a voltarsi verso la barista.
«Quindi dovrei semplicemente fingere che non sia successo niente?» chiese con voce tremante.
«Non sei l'unica ad avere dei rimorsi, anche se il tuo capitano può sembrare egoista, credo che non si sia ancora perdonato per avervi abbandonati per due anni interi.»
Nami non aveva mai pensato a quello, dopotutto lui li aveva abbandonati, ma era davvero peggio di quello che aveva fatto lei? Chissà quanto aveva sofferto Rufy. Non era niente in confronto a quello che aveva passato lei in quei due lunghi anni.
«L'unica cosa che dovrai fare quando lo vedrai, o quando vedrai gli altri, sarà sorridere. E ricorda: solo quando vedrai il sorriso del tuo capitano il rimorso non sarà altro che un ricordo. E fidati quando ti dico che lo vedrai prima di quanto tu creda.» concluse Shakky, appoggiandosi al bancone.
Nami si voltò, voleva seguire il consiglio di Shakky, se davvero Rufy la odiava di sicuro se ne sarebbe accorta. Mentre usciva da quel bar, un sorriso le illuminò il volto, il solo pensiero di rivedere Rufy la faceva sentire felice. Non aveva mai pensato al fatto che si sarebbero potuti riabbracciare, il suo unico pensiero era quello che lui potesse odiarla per non averlo aiutato nel momento del bisogno. Per questo aveva deciso di scappare da Weatheria, per consolarlo e stargli accanto. Quel giorno avrebbe fatto di tutto pur di riuscirci, avrebbe persino costretto un vecchietto a portarla a terra. Chiuse la porta alle sue spalle, sussurrando un “Grazie.” di sfuggita. Era entrata in un modo e in un modo diverso usciva, da quel bar. Di sicuro il rimorso non era ancora scomparso, ma se c'era una cosa che Nami aveva sempre saputo fare bene era mentire. Adesso non vedeva l'ora di spassarsela su quella bella isola, ma soprattutto di rivedere il suo capitano. L'eccitazione prese il posto della tristezza e la ragazza si gettò nello shopping sfrenato. Sarebbe stata la più bella di tutto il Nuovo Mondo, avrebbe superato persino la bellezza delle sirene; e tutto per il suo amato capitano. Qualcosa dentro di lei le diceva di non preoccuparsi, era certa che il suo capitano l'avrebbe perdonata.
«Si assomigliano sempre di più, non trovi?» disse Rayleigh rientrando nel piccolo locale. Aveva visto uscire una ragazza completamente diversa e piena di vita.
Shakky sorrise «A quanto pare la storia si ripete. Mi chiedo fin dove arriverà quella strana ciurma.»
«Mi dispiace solo per la principessa serpente, a quanto pare il cuore di quel ragazzo è già stato preso. Mi chiedo cosa attiri le ragazze in quelli come voi, Roger.»
Il vecchio Re oscuro sorrise, rivedendo, per un attimo, il suo capitano e la sua amata donna dai capelli rosati.




Mugiwara's Crew's Corner:

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Ehilà! Ho saltato una settimana perché 1) il computer si era rotto; 2) non c'era connessione a Internet. Ora tutto è tornato come prima, perciò non avrò più problemi. Spero che i personaggi siano risultati IC e che non ci siano errori. Nel caso fatemi sapere. Vi ringrazio molto per le recensioni precedenti. Spero davvero che Nami sia IC e che lo siano anche Rayleigh e Shakky. Io li adoro come coppia, ma amo molto di più la Roger/Rouge. Questa fic mi è venuta in mente vedendo l'immagine che vedete qui sopra, in effetti anche l'incontro fra Roger e Rayleigh si è ripetuto, mi sembra molto l'incontro tra Rufy e Zoro. E così mi sono buttata in questa OS, spero davvero che vi sia piaciuta ^^
Ci sentiamo il
2 Marzo! Grazie ancora per le belle recensioni e per chi ha messo la storia fra le preferite/seguite. *^*
A presto! ♥

Vitzi°°




 


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Capitolo 4
*** I wanted to kiss you ***


RuNami4

Titolo: I wanted to kiss you;
Autore: Vitzi;
Fandom: One Piece;
Tipologia: One-shot {765 parole;
Personaggi/Pairing: Nami la gatta ladra; Monkey D. Rufy {RuNami
Rating: Verde;
Genere: Sentimentale; Romantico; Troppo Fluff;
Avvertimenti: Slice of Life; *Ambientato fra gli episodi 18-19*
Binks Challenge: #20Collina» #17Determinazione

ONE PIECE ©1997 Eiichiro Oda.

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I wanted to kiss you

Si stese sul prato, allungando le braccia dietro la testa e sospirando. Chiuse gli occhi per un attimo, pensando al viaggio che li attendeva, alle mille avventure che avrebbero dovuto affrontare. Si morse il labbro, involontariamente, rendendosi conto di non poter proseguire con loro. Si girò su un fianco, quasi come se volesse chiudersi in se stessa. Si odiava per essersi affezionata troppo a quella ciurma di idioti, si odiava per essersi infatuata del suo ridicolo capitano. E proprio in quel momento una mano, esitante e a tratti timida, le sfiorò i lisci capelli.
«Nami...».
Il contatto la lasciò senza fiato e sentire il suo nome così pronunciato la fece sussultare. Si voltò verso il viso sudato del ragazzo sdraiato di fianco a lei.
«Che c'è?» sbottò, arrossendo.
Gli occhi neri di Rufy la fissavano, celando un irrefrenabile desiderio. Quell'espressione fece scattare qualcosa dentro Nami, qualcosa di terribile e fantastico al tempo stesso.
«Hai dei bellissimi capelli...».
Un complimento così banale avrebbe fatto ridere chiunque, ma detto da un ragazzo che di dolcezza sapeva poco e niente, lasciò Nami senza parole. Scostò la mano del moro e si voltò dall'altra parte, imbronciata. Erano appena sbarcati su un minuscolo isolotto, formato semplicemente da una collinetta. Zoro stava riposando a pochi passi da loro, mentre Usopp era rimasto sulla Going Merry, esaltato dal fatto che il giorno dopo avrebbero provato il nuovo cannone.
«Perché sei un pirata?» chiese Nami, ritrovando finalmente le parole.
Il ragazzo si sistemò il cappello sulla testa con un movimento veloce e deciso: «Perché voglio diventare il re dei pirati.».
Quella determinazione stupiva sempre Nami, possibile che quel ragazzo non avesse nemmeno un briciolo di paura? Perché lei non riusciva a dirgli di no, ad abbandonare quella stupida combriccola e a fare ciò che doveva? 
«Perché non sono determinata come te...» sospirò, voltandosi verso di lui.
Le sarebbe bastato avere un briciolo della sua forza di volontà per abbandonarlo.
Rufy sorrise: «Tu sei molto determinata, altrimenti non ti avrei presa nella ciurma.».
La sincerità con cui disse quelle parole spiazzò Nami, non solo in senso positivo. Quindi l'aveva presa solo per le sue doti e non per la sua bellezza? Era un discorso molto infantile, se ne rendeva conto, eppure era combattuta: da una parte aveva sperato che per una volta il suo aspetto fisico non centrasse, ma dall'altra voleva piacere a quel ragazzo. 
Si voltò dall'altra parte, sospirando un: "Lascia perdere" in malo modo.
Rufy spalancò gli enormi occhi e fisso la schiena della ragazza. Era ovvio che le sue forme lo attirassero, sapeva di essere un uomo e di dover fare il primo passo, o almeno così aveva sempre visto fare gli altri. Non si era mai fatto tanti problemi con le donne e allora perché non riusciva a dire a quella ragazza quello che realmente provava? Perché non voleva ammetterlo?
Senza pensarci afferrò le spalle di Nami e la voltò verso di sé, si avvicinò al suo viso, registrando mentalmente la sua espressione timida e lievemente spaventata. Le sfiorò le labbra, ma si sentì respinto.
«Che... che stai facendo?» strillò la ragazza alzandosi in piedi, il viso completamente rosso.
Rufy si toccò le labbra e, con la solita sincerità, se ne uscì con: «Avevo voglia di baciarti, non sono riuscito a trattenermi.»
Nami sbuffò e si voltò, non voleva mostrargli la sua gioia
«Idiota! Non capisci che così complichi solo le cose? Non posso... non posso...» sussurrò, parlando più a se stessa che al ragazzo moro.
Come poteva convincersi di non provare qualcosa per lui se si comportava così? Se ne sarebbe dovuta andare molto prima, lui non si sarebbe dovuto innamorare di una come lei! Doveva troncare subito quella relazione. Sarebbe dovuta tornare a casa, avrebbe dovuto ripagare Arlong e forse... forse dopo sarebbe tornata? Eppure sentiva di voler stare con loro, di viaggiare per sempre con Rufy, Zoro e persino Usopp. 
«Non sarei dovuta venire con voi...» disse sfiorandosi le labbra, rendendosi pienamente conto del suo affetto verso il capitano, nonostante si conoscessero solo da pochi giorni.
«Rufy capisci? Io non posso! Non voglio diventare una piratessa, io odio i pirati, come potrei anche solo pensare di diventare una di loro?» disse, mentre le lacrime le sgorgavano lungo il viso.
Rufy si alzò, la prese fra le sue braccia abbracciandola da dietro, chiuse gli occhi e dolcemente le baciò il collo: «Tu non diventerai un pirata qualunque perché io ti farò mia regina
Nami spalancò gli occhi e si appoggiò al suo capitano, e, malgrado non volesse ammetterlo, capì che nemmeno lei poteva farcela contro la sua determinazione.


Mugiwara's Crew's Corner:

Image and video hosting by TinyPicOggi è il 26/06/13 questo giorno verrà ricordato nei secoli dei secoli amen (?) Due giorni fa è tornata la connessione e così mi sono trovata a scrivere una RuNami dolce dolce♥ Da quant'è che non vengo su Efp? Qualche mese? Diamo la colpa alla scuola, ma anche a Internet perché me l'hanno tolto. Ora è tornato quindi facciamogli un applauso! :D Sono imperdonabile, scusate davvero. Ora vado a leggermi tutti i capitoli di One Piece nuovi che non mi sono potuta leggere, ma ci rendiamo conto di quanti sono? Vivere senza Internet è terribile Qui di fianco vedete Jewelry Bonney perché ho deciso di iniziare una raccolta su di lei. ♥ Presto pubblicherò, se a qualcuno interessa-
Un bacione e grazie! ♥
 
Vitzi°°

p.s. Il 3 Luglio è il compleanno di Nami! Preparatevi a festeggiare ♥ Pubblicherò qualcosa sull'argomento senza dubbio :D



 


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Capitolo 5
*** Homely Warmth ***


RuNami5

Titolo: Homely Warmth;
Autore: Vitzi;
Fandom: One Piece;
Tipologia: One-shot {1,312 parole;
Personaggi/Pairing: Nami la gatta ladra; Mugiwara {RuNami accenni ZoSan; FRobin
Rating: Verde;
Genere: Sentimentale; Lievemente Malinconico; Lievemente Fluff;
Avvertimenti: Slice of Life;
Binks Challenge: #29Festa» #44Calore

ONE PIECE ©1997 Eiichiro Oda.

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Homely Warmth

Ultimamente sulla nave erano accadute cose strane. Quel giorno le cose erano peggiorate, Nami si sentiva spesso fuori luogo, le sembrava di non capire più quella strana ciurma. Erano molte le occasioni in cui ogni membro sembrava con la testa fra le nuvole. Sia Usopp che Brook non si trovavano, a quanto pare erano rinchiusi nella camerata maschile: uno a suonare, l'altro a costruire chissà cosa.
«Ehi Zoro, hai visto Chopper? Ho uno strano arrossament...», si fermò notando che il compagno era, sì seduto, ma con gli occhi chiusi e la fronte aggrottata.
Era meglio non disturbarlo in certe occasioni, sembrava davvero furioso. Sbuffò e si diresse alla ricerca del medico di bordo. Trovò Franky intento ad osservare l'albero maestro, o meglio, a parlarci. Forse lo considerava proprio come un figlio, non riusciva proprio a capire i carpentieri. Posò una mano sulla sua spalla e quello trasalì.
«Che c'è?» rispose, quasi spaventato.
Nami lo guardò interrogativa e il viso da cane bastonato che vide la sorprese.
«Ah sei tu, credevo fosse qualcun altro...» disse grattandosi la testa e sorridendo come suo solito.
La navigatrice si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e chiese anche a lui del medico di bordo. Purtroppo nemmeno Franky seppe darle una risposta soddisfacente: «Credo sia nel suo studio.».
La ragazza annuì, nascondendo l'evidente fatto di esserci già stata. Franky sembrava davvero sconvolto, sarebbe stato meglio non interferire.
«Ehi Nami~swaaan, ti ho preparato un buonissimo...».
«Sta' zitto, stupido cuoco, sto cercando di concentrarmi.» sbottò Zoro inarcando terribilmente le sopracciglia.
Sanji lo guardò in cagnesco: «Brutto marimo di merda! Che cazzo vuoi?».
Nami si tappò le orecchie in gesto teatrale e si diresse verso la camerata femminile, non rifiutando il vassoio datole dal cuoco. Trovò Nico Robin, intenta a leggere, come sempre, uno dei suoi libri. Era strano però che l'archeologa, che tanto amava la natura, si rinchiudesse in camera per leggere. Accanto a lei era sdraiato Chopper, fra le lacrime.
«N-Nico R-Ro-Robiiin! N-Non mi perdonerà mai!» strillò, stringendo il cuscino della corvina.
La ragazza fece fiorire una mano accanto ad esso e glielo tolse dalle piccole braccia pelose.
«Chopper, Nami ti cerca.» disse impassibile, senza alzare lo sguardo dal tomo che teneva sulle gambe.
La navigatrice rimase sorpresa dallo scoprire che l'amica era già a conoscenza di quel fatto, a quanto pareva aveva piazzato qualche orecchio-spia sul ponte.
«Sì... ecco vedi qua dietro, ho questo enorme sfogo rosso...».
Si voltò per mostrare la schiena al dottore, ma quello, senza nemmeno degnarla di uno sguardo ritornò a piangere, se possibile ancora più disperatamente.
«La m-medicina è una c-crema! La trovi nello studi-io!» strillò, rotolandosi nel letto.
Fu così difficile capire i suoi lamenti, che ci pensò Nico Robin a fare da traduttrice.
Le due raggiunsero il piccolo studio del Dottor Chopper e Nami si fece aiutare a mettersi la crema, dopotutto lei non aveva braccia allungabili, o braccia che apparivano da tutte le parti -o qualsiasi altra cosa anormale- e quindi non poteva arrivare a toccarsi il centro della schiena.
«Grazie Robin.» disse, mentre quest'ultima, con un sorriso strano, le spargeva la crema.
«Sai, mi sembrano tutti strani oggi. Anzi è da un po' che è così, hai notato che Franky si è messo a... ehi Robin, mi fai male così...» disse, cercando di sottrarsi dalla presa della donna.
«Ah, scusa tanto!» esclamò, come se cadesse dalle nuvole.
Nami si voltò a guardarla, sembrava strana persino lei, come se fosse arrabbiata. «Robin, credo che così possa bastare, grazie.».
Uscì, lasciando con un sorriso la mora. Era davvero stanca di quello strano comportamento, era ormai da giorni che non riusciva ad avere una conversazione normale con qualcuno. Tutti erano strani, silenziosi e terribilmente stancanti. Possibile che si fossero dimenticati del suo compleanno?! E quell'idiota di Rufy dov'era quando serviva? Anche lui si era dimenticato? Colpì il muro con un pugno, per riuscire a trattenere le lacrime. Tornò alla camerata femminile alla massima velocità -per evitare di incontrare qualcuno- e si sdraiò sul letto a testa in giù. Fu travolta da un turbine di ricordi tristi, a partire dalla prima litigata con la madre. Le lacrime iniziarono a sgorgare piano, fino a diventare un vero e proprio fiume.
«Nami...», quella voce, la voce che avrebbe tanto voluto sentire in quella giornata, ora la chiamava.
Si voltò e si gettò fra le braccia del suo capitano.
«Oh Rufy!» strillò abbracciandolo e lasciandogli un delicato, ma salato, bacio sulle labbra.
Il ragazzo la strinse a sé, leggermente sorpreso.
«Scusa Nami...» disse Chopper, da un angolo della stanza.
Dietro di lui c'erano proprio tutti, a partire da Zoro, fino ad arrivare a quello smilzo di Brook.
«Ragazzi...» sussurrò Nami, arrossendo involontariamente e separandosi dall'amato, tenendo sempre la sua calda mano.
«Volevamo farti una festa a sorpresa, ma sei scoppiata a piangere e così l'abbiamo anticipata.» esclamò Rufy, fissando intensamente la ragazza.
Quella spalancò la bocca e guardò uno ad uno i compagni, che le stavano porgendo un regalo.
Usopp tirò fuori dalle tasche un tubetto di inchiostro e una nuova penna bianca, con inciso il nome di Bellmer ai lati. Franky aveva aggiunto un nuovo accessorio al suo tavolo da lavoro, in modo che esso si potesse allungare, con tanto di strumenti geometrici incorporati. Robin e Chopper le diedero un enorme mazzo di fiori. Brook le suonò una nuova melodia, creata per lei. Il titolo era : "Mostrami le tue mutadine, signorina", al che Nami chiuse un occhio, dopotutto era solo base musicale. Sanji le mostrò la torta di mandarini, estremamente grande, ma anche estremamente buona.
«Ai mandarini ci ho pensato io.» esordì Zoro, compiaciuto del suo lavoro.
Sanji tentò di controllare la voce, quando rispose: «Forse potevi stare attento a non prendere quelli troppo maturi, hai rischiato di far sparire tutti i mandarini di Nami.».
La ragazza guardò Zoro in cagnesco e in un attimo capì perché prima i due fossero tanto arrabbiati, non che fosse una novità, in fondo.
«Robin posso chiederti come mai oggi eri così strana? E tu Chopper?».
La piccola renna iniziò a tremare.
«Il fatto è che Franky, mentre trasportava la legna, è caduto sopra i miei fiori, rovinando il mazzo.», il tono di Robin era freddo e distaccato.
«Quando sei venuta, mi stavo scusando con lei, o meglio, con il suo orecchio, sull'albero maestro. Non mi faceva entrare in camera...»
La faccia di Franky era così buffa che tutti scoppiarono a ridere. Rufy osservava, fra una risata e l'altra, il viso di Nami illuminarsi. Era come colpito da tale visione, dopo due anni, ancora non si era abituato alla sua bellezza.
«Che c'è?» le chiese lei, arrossendo sotto il suo sguardo sognante.
Prima che il ragazzo potesse rispondere Chopper si fece avanti: «Ecco Nami, per colpa mia abbiamo speso molti soldi. Il fatto è che non ho controllato Rufy come mi era stato detto e ha mangiato la torta precedente. Abbiamo dovuto comprare di nuovo tutti gli ingredienti, eccetto i mandarini, ti chiedo scusa.».
Chopper si inchinò tremante, mentre tutti gli occhi erano puntati su Nami.
"Quanti soldi avete speso esattamente?", probabilmente era questa la domanda che tutti attendevano.
Nami sorrise e in un attimo sferrò un pugno sul viso del ragazzo di gomma.
«Idiota! Quelli erano i miei soldi!».
Senza volerlo tutti scoppiarono a ridere, persino Nami alla fine si lasciò coinvolgere. Il calore e l'atmosfera del luogo rendevano tutto perfetto, si sentiva a casa, dopo tanto tempo era finalmente tornata la sua amata ciurma.
«Buon compleanno Nami!».
Soffiando le candeline la ragazza espresse così il suo desiderio: vivere almeno un'altra volta un momento del genere.
Dopodiché si avvicinò al suo capitano -il quale era intento a ballare sul tavolo con dei bastoncini nel naso- e lo baciò, suscitando gli applausi di tutti. Rufy sorrise e le sussurrò piano: «Il regalo te lo porto stanotte.».
Nami sorrise, pensando che forse quell'infantile capitano era finalmente cresciuto.




Mugiwara's Crew's Corner:

Image and video hosting by TinyPicTanti auguri Namiii ♥ *canta*
Grazie per le recensioni precedenti per chi segue ancora questa raccolta, siete in tantissimi, graaaaziee ♥
Che dire? Spero che questa OS vi sia piaciuta, è un po' lunga ora che ci penso.
Spero che non vi abbia delusi, insomma è banale?
Fatemi sapere!
Ho superato le altre in quanto lunghezza. La prossima, ve lo dico subito, sarà ZoSan per buona parte, ma il RuNami non macherà in ogni caso. Spero di non deludervi ♥
Bene, allora vado. Ci vediamo il 10 Luglio! :D

A presto! ♥

Vitzi°°




 


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Capitolo 6
*** Be caught red-handed ***


RuNami6

Titolo: Be caught red-handed;
Autore: Vitzi;
Fandom: One Piece;
Tipologia: One-shot {805 parole;
Personaggi/Pairing: Sanji Black Leg; Roronoa Zoro;  Nami la gatta ladra; Monkey D. Rufy; {ZoSan/RuNami
Rating: Giallo;
Genere: Fluff; Comico; Romantico (?);
Avvertimenti: Slice of Life;
Binks Challenge: #38Biblioteca» #6Vergogna

ONE PIECE ©1997 Eiichiro Oda.

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Be caught red-handed 

La mano dello spadaccino stava scendendo troppo in basso. Sanji l'avrebbe volentieri fermato se non fosse stato sospeso a due metri d'altezza con un consistente numero di libri fra le mani.
«Ascoltami marimo di merda, devo sistemare la libreria per Nico Robin, quindi scendi dalla scala. La tua presenza mi disturba.» sbottò, voltandosi improvvisamente.
Quando incrociò lo sguardo di Zoro, proprio sotto di lui, arrossì involontariamente. Perché cavolo quell'idiota l'aveva seguito in biblioteca? Non poteva starsene ad allenarsi come al solito, senza badare a lui, almeno per la giornata? Fece per girarsi verso i libri, ma lo spadaccino gli mise una mano sotto la camicia e Sanji perse l'equilibrio. Cadere sul morbido sarebbe stato piacevole, se il morbido non fosse stato quel pervertito di Zoro.
«Dove vai?» chiese al cuoco, vedendolo alzarsi.
Lo spadaccino lo afferrò con un braccio e lo trascinò su di sé, iniziando a togliergli la camicia.
«Stai fermo, brutt...»
Sanji fu interrotto da uno strano rumore, per la precisione una porta che sbatteva. Si alzò di scatto, liberandosi dalla morsa dello spadaccino. Si guardò intorno, i libri erano sparsi ovunque. Cercò la camicia, ma quel cretino l'aveva fra le mani, se si fosse avvicinato per riprendersela sarebbe finita sicuramente male. E se qualcuno li avesse beccati insieme? Come se non bastasse era a petto nudo, ci mancava solo che...
«Non ti togliere la camicia! » strillò vedendo che Zoro iniziava a spogliarsi.
«Vuoi togliermela tu?» chiese lui fissandolo.
Sanji, in preda alla collera, accese una sigaretta e iniziò a raccogliere i libri. Era meglio ignorarlo quando faceva così. 
Fu in quel momento che l'altro gli fu addosso, lo spinse con forza verso la libreria, facendo cadere qualche altro libro.
«Mi sto annoiando.» disse semplicemente, avvicinando il viso a quello del cuoco.
Quest'ultimo -che dalla sorpresa aveva perso la sigaretta, o meglio gli era caduta- si avvicinò ancora di più alle sue labbra: «Vatti a rivestire.».
Sulla bocca di Zoro spuntò uno strano sorriso e prima che Sanji potesse scansarsi, le loro labbra si incontrarono.
Come sempre il cuoco fece un po' di resistenza, ma non appena l'altro gli prese il viso fra le mani, lui perse la lucidità. Lo spadaccino fece pressione sul compagno, spingendolo ancora di più contro la libreria e causando un altro crollo di libri. Gli prese la mano ed iniziò a baciargli il collo, famelico.
Sanji avrebbe voluto fare qualcosa, ma -come quasi ogni volta- si sentiva completamente inerme.
La mano di Zoro scattò sui pantaloni del cuoco, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, la porta si spalancò.
Entrambi fecero in tempo a nascondersi dietro una libreria: il respiro di Sanji era affannato, vide la propria camicia sopra quella di Zoro e la prese, lanciando l'altra allo spadaccino. Gli venne da ridere vedendo la sua espressione: era improvvisamente arrossito e poteva sentire il suo cuore battere frenetico anche a distanza. 
«Così impari, marimo di merda, stavano per...», il cuore perse un battito quando vide Nami e Rufy avvinghiati di fronte a lui.
Ovviamente non era una novità che i due si "facessero compagnia", però vederli con i propri occhi era davvero tutta un'altra cosa.
Zoro sbadigliò, si era completamente ripreso: «Io vado ad allenarmi.».
Fu in quel momento che Sanji si accorse di aver commesso un grave errore, stava per fermare quell'idiota dello spadaccino, ma Nami fu più svelta a voltarsi.
«Zoro... e ci sei anche tu, Sanji...» sussurrò arrossendo.
Rufy si sistemò il cappello di paglia sulla testa, lasciò la mano di Nami e lanciandole un ultimo sguardo, spostò l'attenzione sui due. Zoro sembrava tranquillo, ma Sanji era completamente rosso, sembrava quasi che si vergognasse a morte. Fu allora che Rufy notò ciò che Nami aveva già osservato, e così la domanda che il cuoco aveva tanto temuto arrivò: «Perché vi siete invertiti le camicie?».
Un brivido corse lungo la schiena del biondo, che fissò Zoro in cagnesco. Sapeva che la colpa era sua, eppure se solo quell'idiota non si fosse fatto scoprire con quella stupida frase.
Lo spadaccino si voltò verso di lui, come per dire "Tranquillo, ci penso io.". Ovviamente Sanji lo conosceva bene: di sicuro quel cretino li avrebbe messi ancora di più nei casini, così improvvisò: «Era caldo e...»
«Rufy! C'è un'isola!» gridò Usopp dal ponte.
Li aveva salvati: il capitano se ne andò di corsa e la navigatrice lo seguì. Sanji e Zoro tirarono un sospiro di sollievo e velocemente si rimisero le rispettive camicie. Zoro era più tranquillo del previsto, come se il fatto di essere scoperti non lo toccasse minimamente. Che fosse solo una maschera? Sanji dal canto suo avrebbe perso la sua reputazione, dopotutto amava le donne più di ogni altra cosa -senza contare quello spadaccino-. Di sicuro avrebbero potuto abbindolare Rufy, ma lo sguardo di Nami poco prima di uscire, non era stato dei più incoraggianti.




Mugiwara's Crew's Corner:

Image and video hosting by TinyPicSe state leggendo, grazie <3 Spero che questa non sia una schifezza e che vi sia piaciuta.
Non c'è molto RuNami, c'è più ZoSan, però amo anche quella coppia e non ci posso fare niente.
È la prima che scrivo per questo vorrei dei consigli e soprattutto spero che i personaggi siano IC.
Non ho voluto fare niente di "troppo" per poter tenere il rating ancora basso, ora è diventato giallo e presto si alzerà ancora, soprattutto per quanto riguarda il RuNami. Il titolo significa "essere colti con le mani nel sacco" se c'è qualche errore, ditemelo <3
Vi ringrazio per aver recensito l'ultimo capitolo, e per chi segue questa raccolta, davvero! :)
Fatemi sapere cosa ne pensate! :)
Ci vediamo il 17 Luglio. A prestoo ♥

Vitzi°°

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Capitolo 7
*** Make her happy, I trust you ***


RuNami7

Titolo: Make her happy, I trust you;
Autore: Vitzi;
Fandom: One Piece;
Tipologia: One-shot {668 parole;
Personaggi/Pairing: Sanji Black Leg; Nami la gatta ladra; Monkey D. Rufy; Roronoa Zoro -di passaggio- {Runami/accenni ZoSan/possibili accenni SaNami;
Rating: Verde;
Genere: Fluff; Introspettivo; Sentimentale;
Avvertimenti: Slice of Life;
Binks Challenge: #2Bosco» #22Fiducia;

ONE PIECE ©1997 Eiichiro Oda.

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Make her happy, I trust you

L'acqua scorreva nel ruscello lenta, proprio accanto al suo orecchio. Poteva sentire la natura intorno a sé, percepiva di non essere da sola. Intuiva i lievi movimenti delle foglie, spostate da un venticello primaverile. Era incredibile come potesse essere rilassante starsene lì sdraiati all'ombra di una grande quercia. Nami si appoggiò meglio al cuscino sotto di sé, il quale la strinse con un braccio, sbadigliando sonoramente. La ragazza sorrise e alzò lo sguardo verso Rufy, che, tenendola stretta, sonnecchiava beato.
«Ah l'amore...» sospirò Sanji gettando fuori dalle proprie labbra nuvole di fumo.
Osservare da lontano la scena era davvero interessante. Vedere come Rufy riusciva a rendere felice quella donna lo era ancora di più. A Sanji importava solo di vederla felice.
Pensare a tutte le avventure che avevano passato, ripensare ai momenti tristi o addirittura drammatici faceva sempre intristire terribilmente la navigatrice. Colei che scriveva il diario di bordo e ogni volta soffriva scrivendo tristi parole. Il passato di Nami era stato terribile, basti pensare che ha visto la propria madre essere uccisa davanti ai propri occhi, per di più dopo averci litigato! A Sanji scappò un sorriso,
amaro. Com'è ingiusta la vita, a volte.
Aspirò di nuovo dalla sigaretta, la quale sembrava sempre scacciare i brutti pensieri. Era una cosa un po' strana da dire, ma il cuoco non riusciva proprio a fare a meno di essa. Passò lo sguardo dalla sigaretta -ormai consumata- ai due innamorati, che riposavano abbracciati.
Rendere felice una donna era sempre stato il suo dovere, da sempre si impegnava per rispettare i suoi principi. Ben presto si era accorto, però, di non poter sempre seguire le proprie regole, dato che più di una volta si era ritrovato a chiedersi come rendere felice Nami. La prima donna che l'aveva fatto preoccupare sul serio, la prima donna che si era comportata diversamente dalle altre era stata proprio lei. Sospirò, lasciando che il fumo gli uscisse dalle labbra secche. Capitava spesso -sulla nave- che la navigatrice si chiudesse in se stessa: passava le giornate con falsi sorrisi, ovviamente non aveva cattive intenzioni -non sia mai!- o con la testa fra le nuvole. Sanji aveva capito di non poterla rendere felice del tutto, o almeno non come il suo capitano sapeva fare. Si era reso conto che sarebbe stato meglio fingere che tutto andasse bene, invece che cercare di consolarla inutilmente. Eppure sapeva che lei era felice
adesso, più la guardava, più il suo sorriso luminoso lo contagiava.
Nami si destò improvvisamente e con uno scatto rubò il cappello di paglia dalla testa del capitano.
Sanji osservò il suo viso, gli occhi brillavano come non mai. Era abituato ad osservare le donne ed era sicuro che lei al momento fosse davvero felice.
«Ridammelo!» strillò Rufy, aprendo gli occhi confuso e inarcando le sopracciglia.
Ovviamente faceva parte di un gioco, ovviamente il capitano non era affatto infuriato con la navigatrice, e lei ovviamente stava solo scherzando.
Eppure quella scena era così buffa che il cuoco non poté fare a meno di abbozzare una risata silenziosa. Rufy e Nami si rincorrevano intorno alla quercia, una rideva e l'altro -semplicemente- l'ammirava. Nonostante cercasse di nasconderlo fra un'espressione arrabbiata e l'altra, era come estasiato da quella ragazza.
Finalmente la raggiunse e con un tonfo entrambi caddero a terra, uno sopra l'altra. Rufy riprese il suo cappello con una smorfia dalle mani della navigatrice, la quale ne approfittò per avvinghiarsi a lui e baciarlo dolcemente.
Sanji gettò la sigaretta a terra e la pestò, cercando di fare il più piano possibile, si diresse verso la Sunny. Non aveva mai visto Nami così felice come quando era con il suo capitano. Lui non poteva farci niente, desiderava solo non vederla più soffrire.
«Trattala bene, Rufy. - sospirò, lanciando uno sguardo alle proprie spalle, dove i due erano ritornati a dormire. -O ti ammazzo.» aggiunse poi, tornando a dirigere lo sguardo di fronte a sé.
«Chi è che dovresti ammazzare, cuoco pervertito?».
Dopotutto io ho già la mia bella gatta da pelare, capitano.



Mugiwara's Crew's Corner:

Image and video hosting by TinyPicChe dire? Se non si fosse capito Sanji è il mio personaggio preferito, li amo un po' tutti, ma lui proprio ha qualcosa di speciale. <3
Ci tenevo a dare il mio parere su ciò che pensa, io da piccola l'ho sempre visto bene con Nami, però crescendo mi sono innamorata della RuNami. Insomma mi interessava mettere a confronto -in un certo senso- i due pairing. Sanji ama le donne, ma non pur di non farle soffrire farebbe di tutto, per questo sta con un uomo <3
Spero che tutti i personaggi siano IC, compresa la piccola comparsa finale di Zoro, spero che la scena RuNami vi sia piaciuta.
Mi scuso per il ritardo, al momento è l'1 di notte precisa del 18/07, sono in ritardo di un'oretta perché sono stata fuori tutto il giorno, sera compresa ç_ç Per quanto riguarda le recensioni, passo appena posso, scusate ancora per il ritardo, spero non capiti più ^^
Vi saluto, ancora grazie per il supporto, sul serio <3  
Ci vediamo il 24 Luglio. A prestoo ♥

Vitzi°°

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Capitolo 8
*** I'll be there, forever ***


RUANMI8

Titolo: I'll be there, forever;
Autore: Vitzi;
Fandom: One Piece;
Tipologia: One-shot {948 parole;
Personaggi/Pairing: Nami la gatta ladra; Monkey D. Rufy; {Runami;
Rating: Verde;
Genere: Romantico; Introspettivo; Sentimentale;
Avvertimenti: Slice of Life;
Binks Challenge: #34Isola» #14Tristezza;

ONE PIECE ©1997 Eiichiro Oda.

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I'll be there, forever

Il giglio, che si era messa fra i capelli color mandarino, scivolò sul braccialetto d'oro regalatole da sua sorella Nojiko. La donna lo mise al suo posto e continuò a fissare il mare, così calmo e allo stesso tempo agitato. Mentre in lontananza il mare era piatto e silenzioso, a riva le onde si infrangevano sulla costa, scatenando un turbinio di schizzi. Nami alzò lo sguardo verso il cielo, dove le stelle venivano oscurate dalla potente luce proveniente dall'isola alle sue spalle. Era in quei momenti che spegneva la sua mente e si dedicava solamente a se stessa, al proprio piacere personale. Due cormorani si alzarono in volo e andarono verso grande faro arancione, proprio vicino a dove si trovava ancorata la Thousand Sunny. Con sguardo malinconico osservò la bandiera sventolare, abbozzando un misero sorriso.
Il vecchio ponte dove era comodamente seduta cigolò, facendola così voltare lentamente per vedere un buon pescatore che tirava le reti. Rabbrividì per un attimo, sentendo un freddo pungente alla schiena: l’aria era davvero ghiacciata. Guardò davanti a sé: una piccola barchetta le oscurava la visione, proprio dietro essa, uno splendete sole arancione toccava il mare limpido e azzurro. Era come se i due si osservassero, scrutavano ognuno i movimenti dell'altro con circospezione. Si slacciò il giacchetto dalla vita e lo appoggiò sul vecchio ponte. Mise i piedi a mollo e, con grazia, si tuffò nel mare blu. Un freddo gelato la avvolse quasi immediatamente. In quei momenti i pensieri brutti prendevano il sopravvento, la malinconia la assaliva, come solo lei sapeva fare. In un attimo la sua espressione, però, cambiò nel vedere una luce nel cielo. Era un fuoco d'artificio, senza dubbio il più grande che avesse mai visto. Come mai in quell'isola disabitata? Chi ci viveva in realtà? Possibile che fossero stati i suoi compagni?
Uscì dall'acqua, lasciando i momenti tristi in essa e assaporando l'aria notturna proveniente dal mare. Sorrise pensando, con parecchia soddisfazione, al fatto che il suo capitano mai e poi mai avrebbe provato una sensazione del genere. Ben gli stava a quel rompiscatole! Si legò i capelli, mantenendo il passo costante verso quello che sembrava un falò. L'isola era abitata da pochi pescatori e le loro famiglie, era strano vedere un fuoco d'artificio. Per questo anche i pochi abitanti dell'isola stavano, ora, convergendo verso la piccola foresta. Nami starnutì, quasi inconsapevolmente. E di nuovo scoppiò a ridere, felice. Si sentiva diversa, dopo quella notte, si sentiva speciale. Anche se era stato solo un bacio, anche se era successo nel modo più infantile possibile era stato un bacio davvero spettacolare. Era da due anni che non baciava quelle labbra, da due lunghi anni che non sentiva quel calore.
La folla si stava raggruppando sempre più velocemente, si potevano contare una trentina di persone. In pratica, tutta l'isola era accorsa allo strano e misterioso evento.
Nami osservò la scena stando in disparte, ma ben presto si accorse di essere la protagonista. La prima cosa che vide fu una candela, abbastanza grande e alta da essere notata da parecchi metri di distanza.
Vide una lapide, grigia con incisa una scritta sbiadita e rovinata.
Vide una girandola che, mossa dal leggero venticello estivo, ruotava, causando un suono continuo e melenso.
Vide un mandarino, uno di quelli belli, arancioni e maturi.
Vide una foto, ritraeva tre soggetti, fra cui lei: la navigatrice.
Non poté fare a meno di mettersi, velocemente, la mano davanti alla bocca. Le emozioni che l'avvolsero furono così contrastanti da farla sorridere e allo stesso tempo piangere.
«Volevamo augurare buon compleanno alla donna che ti ha salvata.» esclamò Rufy, proprio dietro la navigatrice.
Quest'ultima si lasciò sfuggire un singhiozzo e, come se la distanza non li avesse affatto allontanati, si strinse nel petto del suo capitano.
«Anche se non so la storia, vedo che tu le vuoi molto bene.» sorrise, cingendole la vita con entrambe le mani.
Nami lo baciò, presa dall'amore e dal dolore. Non sapeva a chi altro affidarsi se non alla passione. Avrebbe dimenticato insieme a Rufy tutti i brutti momenti accaduti nel passato e non avrebbe pianto più.
«Robin mi aveva detto che sarebbe successo: “Sono sicura che tenterà di sedurti per dimenticare il passato, non lasciarti ingannare. Nami sta soffrendo.”».
La navigatrice si morse il labbro, più per non ridere, vista la pessima imitazione del suo capitano.
«Vieni con me.»
Nami si lasciò cullare dalle sue mani, si lasciò prendere e si lasciò persino fiondare dall'altra parte dell'isola -il tutto molto dolcemente-.
Arrivati in uno spiazzo, i fuochi d'artificio ripartirono. Era uno spettacolo mozzafiato, Rufy l'aveva portata sulla vetta più alta della bassa isola. Vide Usopp e Chopper montare i fuochi d'artificio e lanciarli in aria, vide persino la falsa tomba della madre, lasciandole un amaro sorriso.
Rufy la sorprese, baciandola all'improvviso. Fu un bacio lungo e dolce, poi le sussurrò: «Ti va di raccontarmi di questa famosa Bellmer?»
Nami annuì e ringraziò mentalmente il compagno, sapeva che aveva bisogno di sfogarsi. Sapeva che il suo adorato capitano l'amava e allora perché non sfogarsi con lui? Durante quella notte Nami pianse, si disperò, rise, gioì, si arrabbiò -vedendo che Rufy si era addormentato- e persino pianse dalla felicità. Tutte le avventure segrete che lei e Bellmer non avevano mai raccontato a nessuno, nemmeno a Nojiko, erano uscite ora come fiumi in piena.
Rufy si tolse il cappello di paglia e lo mise in testa alla beata e, ormai addormentata, navigatrice. Il suo viso così rilassato lo fece sentire meglio. Chiuse gli occhi e si addormentò a sua volta, tenendola fra le braccia.
Io ci sarò sempre. Furono queste le ultime parole che la navigatrice parve sentire, prima che la notte calasse del tutto.


Mugiwara's Crew's Corner:

Eccomi qua :D
Sono al mare e sto pubblicando dal cellulare, so che è un miracolo, non ditelo a me <3
Scusate se non ho risposto alle recensioni, lo farò al più presto! ^^
Oggi sarebbe stato il compleanno di mio nonno, per cui è uscita fuori una OS un po' così, malinconica direi. 
Spero che vi sia piaciuta, e mi scuso per l'orario.
Ci vediamo il 31 Luglio. A prestoo ♥

Vitzi°°

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Capitolo 9
*** Sweet scene ***


RUANMI9

Titolo: Sweet scene;
Autore: Vitzi;
Fandom: One Piece;
Tipologia: One-shot {757 parole;
Personaggi/Pairing: Nami la gatta ladra; Monkey D. Rufy; Mugiwara {Runami;
Rating: Verde;
Genere: Fluff; Introspettivo; Sentimentale;
Avvertimenti: Slice of Life;
Binks Challenge: #17Pasticceria -inteso come cucina °-°-» #8Impazienza;

ONE PIECE ©1997 Eiichiro Oda.

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Sweet scene

L'allegro cinguettare di alcuni piccoli gabbiani fece aprire gli occhi al capitano. Ovviamente non era stato solo quello a svegliarlo, bensì un bel pugno in testa dalla sua adorata navigatrice. Dopotutto, era ben risaputo, il capitano quando dormiva: dormiva.
Si limitò a massaggiarsi la cute, alzando appena il cappello di paglia. Non aveva per niente voglia di ricominciare a litigare, al momento aveva solo fame. Senza badare alle urla della donna, quindi, si alzò e, con andatura sostenuta, si avviò verso la cucina. La nave era parecchio silenziosa, da tempo non sbarcavano su un'isola e l'equipaggio faceva le stesse cose da giorni. Raggiunta la cucina, Rufy prese due mele dal cesto di frutta. Gli sarebbe, ovviamente, piaciuto di più riuscire a prendere qualche pezzo di carne, ma il frigo era stato sigillato con molta cautela da Sanji. Con fare annoiato si diresse di nuovo verso il ponte della nave, aveva voglia di qualcosa, ma non sapeva bene di cosa.
«Chopper, vieni qui!»
«Arrivo!»
Non sapendo bene cosa fare, Nami osservò i componenti della ciurma intenti a pescare con interesse. Tra di loro mancava il capitano, il quale per tutto il giorno non aveva fatto altro che dormire. Il fatto che da giorni si comportasse diversamente dal solito era parecchio strano.
«Robin, passami le esche.»
«Subito!»
Rufy si appoggiò al ponte, lasciandosi andare le braccia, con la testa lanciava sguardi veloci alla navigatrice. Era una giornata davvero strana e unica, c'era qualcosa nel capitano, qualcosa che nemmeno lui riusciva ad apprendere a fondo.
«Yohoho...»
«Sta' zitto Brook, fai scappare i pesci!»
Nami si rilassò sulla sdraio, spargendosi velocemente la crema solare. Era ormai da un po' che si erano ritrovati, eppure il suo capitano non l'aveva ancora salutata a dovere. Che ce l'avesse con lei per via di Ace? Impossibile.
«Quell'idiota dorme sempre?»
«Ti ho sentito, cuoco.»
Il caldo le fece ben presto venire voglia di bere, si alzò e si avviò verso la cucina. Stranamente Sanji quel giorno non le aveva preparato un cocktail. Indossò un semplice pareo e, scioltosi i capelli, prese un bicchier d'acqua. Prima che potesse portarlo alla bocca, però, un rumore assordante dietro di lei la fece scattare.
Rufy era per terra, sotto un'enorme trappola. Quella scena la fece sorridere ed esclamare: «Sei proprio un idiota! Hai già fame?».
Il capitano la guardò interrogativo, il suo aspetto lo confondeva parecchio.
«Mi sento strano, pensavo di avere fame. Con la carne mi sentirò meglio di sicuro.»
Nami si preoccupò, dopotutto il capitano si stava davvero comportando in modo strano, come mai non era con gli altri a pescare? Si avvicinò e rapidamente tentò di liberarlo dalla morsa.
Non appena Rufy sentì sul proprio collo il fiato di Nami capì cosa gli stava succedendo.
«Sanji ho sete!»
«Vai in cucina, non ho tempo per te. Devo preparare il the a Robin e Nami.»
Nami ci mise un po' a capire quello che era appena successo. La prima cosa che vide quando riaprì gli occhi fu il povero Usopp che tentava di liberarsi dalla stretta del capitano -in realtà ci sarebbe stato anche un bacio, se non fosse stato per il naso troppo lungo di un certo cecchino-. Quando capì che Rufy, se Usopp non fosse entrato -e inciampato- improvvisamente, l'avrebbe baciata e stretta a sé, si infuriò. Era da così tanto tempo che desiderava sentirsi amata e quell'idiota di un naso-lungo aveva appena rovinato tutto.
Senza che Rufy o Usopp potessero muovere un dito, la navigatrice prese la testa del capitano e premette le proprie labbra sulle sue. Il moro, sorpreso e soddisfatto, la strinse a sé, lasciando che i loro corpi si intrecciassero. Ora si sentiva appagato, dopo tutti quegli anni era finalmente felice. Il pensiero di Nami l'aveva spinto a continuare ad allenarsi, non era l'unico, ma era comunque uno dei più importanti. E ora che si erano rivisti dopo tanto tempo persino lei non riusciva più a resistere alla tentazione. Rufy sorrise e la baciò con passione, sentendosi veramente appagato. Nami, dal canto suo, capiva finalmente cosa era passato in quei giorni nella testa del suo capitano e per questo si sentiva ancora più felice. A quanto pare non l'aveva affatto dimenticata, a quanto pare non pensava ad altre che lei. Da quel momento in poi, nessuno li avrebbe più separati.
Il povero Usopp, rimasto a guardare la scena da lontano, credette seriamente di morire di diabete. Una scena tanto dolce e romantica non l'aveva mai vista. Decise di chiudere un occhio e di lasciarli soli, uscì dalla cucina, sconvolto e terribilmente assetato.


Image and video hosting by TinyPicMugiwara's Crew's Corner:

Scusate il ritardo.
Essendo al mare non sono riuscita a pubblicare da cellulare, questa volta. Ho avuto pochissimo tempo da dedicare alla stesura del capitolo e mi scuso davvero per il ritardo. Sono ancora al mare, ma mio padre mi ha regalato la chiavetta internet, quindi ora posso pubblicare e recensire tranquillamente. L'idea di questo capitolo me l'ha data Mimi, ho un po' modificato ^^
Grazie per le recensioni precedenti, spero che questo capitolo vi piaccia ♥
Grazie davvero di tutto, un bacione e a presto! :D
Ci vediamo il 7 Agosto. Siamo già ad Agosto D: A prestoo ♥

Vitzi°°

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Capitolo 10
*** Shooting stars ***


RUANMI10

Titolo: Shooting stars;
Autore: Vitzi;
Fandom: One Piece;
Tipologia: One-shot {625 parole;
Personaggi/Pairing: Franky/Cutty Flam; Nico Robin "La bambina demoniaca"; {FRobin;
Rating: Verde;
Genere: Fluff; Introspettivo; Sentimentale;
Avvertimenti: Slice of Life;
Binks Challenge: #3Spiaggia» #12Ottimismo;

ONE PIECE ©1997 Eiichiro Oda.

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Shooting stars

Robin accarezzò dolcemente la testa del suo strano compagno, il quale, visibilmente sorpreso, la fissò intensamente.
«Come mai così gentile stasera?» chiese, mentre il mare, in sottofondo, cullava i due.
«Ho solo voglia di stare con te.» si limitò a rispondere la mora, fissandolo intensamente.
Il cyborg si sollevò dalle gambe della ragazza e la baciò a fior di labbra, per poi prenderla fra le sue enormi braccia.
«Che ti prende, Robin?» domandò, seriamente interessato.
«Hai presente quando hai voglia di stare con la persona che ami?»
Il cyborg sbuffò: «Certo, ma di solito non ti comporti così. La verità?»
«Ho paura.» disse immediatamente, quasi come un riflesso involontario.
Franky, che fino a quel momento aveva fissato la compagna, alzò lo sguardo verso il cielo. La luna brillava, era completamente piena. Sapeva che cosa intendeva la ragazza, sapeva qual era la sua paura, eppure non sapeva con quali parole confortarla. Aveva imparato a conoscere Robin lentamente, il loro amore era cresciuto piano, per poi sbocciare improvvisamente in una notte come quella. Era successo poco prima di sbarcare sull'arcipelago Sabaody e, quindi, il fatto di essere stati separati, subito dopo, era stato terribile. Per quante notti aveva sognato la ragazza? Lei che aveva tanto sofferto in passato, lei che era sempre stata sola, lei che non sapeva cosa fosse l'amore. Il carpentiere, ora, guardando i suoi occhi azzurri, si sentiva in colpa. Per averle rubato la cosa più importante al mondo, proprio quel sentimento da lei così sconosciuto. Si era innamorato di lui subito dopo aver imparato ad amare. Non che la cosa gli dispiacesse, ma il pensiero di essere stato il primo lo tormentava, e se si fosse stancato di lui? Purtroppo -ma anche per fortuna- l'amore di lei si era riversato in lui come un fiume in piena, costringendolo così ad affogare in esso.
Robin ricambiò lo sguardo del fidanzato con un amaro sorriso. Lo amava, questo era certo, ma la paura di perderlo di nuovo era costantemente dentro di lei. In quegli anni, assieme ai rivoltosi, non passava giorno in cui non pensasse a lui. Non sapeva dove fosse, se fosse vivo, se stesse bene. La sorpresa, poi, dopo averlo rivisto, era stata così forte da farla comportare normalmente, incapace di trasmettere emozioni. Si era come richiusa in se stessa, come nel passato aveva sempre fatto, fino alla notte, si intende. Lo amava, ma era spaventata da quel sentimento così forte e lui lo sapeva. Robin ne era consapevole, eppure non trovava nemmeno lui le parole per confortarla, vedeva la sua fronte aggrottarsi, come sempre quando doveva smuovere quei bulloni nel suo cervello. Sorrise e gli sfiorò una vena sulla tempia, sembrava stesse per esplodere.
Il carpentiere si sentì toccare da una mano dolce e liscia. La stessa mano era appena uscita dalla sua guancia, abbassò lo sguardo verso Robin e, non appena incrociò i suoi occhi così sinceri, lei esclamò: «Non sono la più adatta per dirti certe cose, ma dovresti essere più ottimista.».
Franky si lasciò sfuggire un sorriso e indicò il cielo:  «Godiamoci questa serata.»
Proprio in quel momento una stella cadente attraversò la volta celeste. Era stato un misero secondo, però Robin era riuscita ad esprimere un desiderio.
«Da piccola mi affidavo sempre alle stelle cadenti. Speravo che mi salvass...»
Franky le tappò la bocca velocemente, per poi farle l'occhiolino: «Non si dicono i propri desideri a voce alta, altrimenti non si avverano. Anche se sono stati espressi nel passato!»
Robin annuì e si strinse a lui.
«Ti amo, Nico Robin.»
La ragazza sorrise, lanciò un ultimo sguardo verso la Sunny, dove i compagni festeggiavano, e chiuse gli occhi, beandosi del suono delle onde che si infrangevano sulla spiaggia.
Le stelle cadenti con lei erano state davvero troppo gentili.


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Mugiwara's Crew's Corner:
Ehi :) Vi starete chiedendo dov'è il RuNami, ebbene l'ho abolito per questa shot. D: Siamo già alla decima OS *^*
Mi sono resa conto di non aver mai scritto nulla di serio su Franky e Robin, perciò volevo dedicare qualcosa completamente a loro. A differenza della ZoSan, qui c'è solo FRobin, senza RuNami, nemmeno un accenno ç__ç  Però Franky e Robin sono bellissimi <3 <3
Vi chiedo scusa per il ritardo e spero che la Shot vi piaccia lo stesso, anche senza i due protagonisti, a proposito! Stasera è la notte di San Lorenzo, quindi ho intromesso nella OS anche una buona dose di stelle cadenti. ♥
Spero che vi sia piaciuta e vi ringrazio come sempre di tutto, al 14/08 -questa volta sarò puntuale!- A presto :)

Vitzi°°

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Capitolo 11
*** Aishiteru, Nami ***


RUANMI11

Titolo: Aishiteru, Nami;
Autore: Vitzi;
Fandom: One Piece;
Tipologia: One-shot {901 parole;
Personaggi/Pairing: Mugiwara No Rufy; Nami "la gatta ladra"; {RuNami;
Rating: Giallo;
Genere: Fluff; Romantico; Sentimentale;
Avvertimenti: Slice of Life;
Binks Challenge: #26Bagno» #20Piacere;

ONE PIECE ©1997 Eiichiro Oda.

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Aishiteru, Nami

Le pareti della doccia erano fredde e scivolose, si chiedeva ancora come facesse a stare in piedi. Nami prese fiato, per poi accollarsi di nuovo al capitano, baciandolo con forza. Quest'ultimo le alzò le gambe, per terminare il rito che si stava consumando in quel bagno. Nami gemette quando raggiunse l'orgasmo, sentendo soddisfatta un lamento del capitano. Si lasciò andare, appoggiandosi ai bordi bagnati della doccia. Rufy la seguì, sedendosi accanto a lei, ad un passo di distanza.
Nami si sentiva parecchio imbarazzata, nonostante non fosse la prima volta per nessuno dei due, si sentiva strana. L'aveva visto entrare nella doccia con lo sguardo basso e il passo deciso. Aveva spento l'acqua senza parlare e l'aveva spinta contro le pareti della doccia, per poi iniziare, lentamente, a farla sognare.
C'erano momenti in cui bisognava farlo, l'amore è forte e il piacere lo rende, se possibile, migliore. O almeno questo era quello che pensava il capitano, mentre, con la coda dell'occhio, scrutava il viso della navigatrice, che ancora gocciolava.
Nami era preoccupata, nonostante tutto. La verità era che si sentiva leggermente usata, era da tanto che il capitano non le rivolgeva un po' di attenzioni, perché improvvisamente quella sera si era fiondato nella doccia con lei? Che l'avesse fatto solo per saziare le sue voglie represse? Scacciò subito quel pensiero dalla propria mente, dopotutto era di Rufy che si trattava, poteva fidarsi di lui. Eppure quella volta, diversamente dalle altre, non le aveva donato il suo cappello di paglia. Il segnale di solito era quello, perché questa volta non era successo? L'aveva semplicemente tolto e messo da parte, su un mobile poco fuori dalla doccia; invece che farlo indossare a lei, almeno durante i primi baci e le prime carezze.
«Hai freddo?» le chiese Rufy, come ogni volta, senza sapere come comportarsi dopo un avvenimento del genere.
Nami lo guardò stralunata, come poteva avere freddo dopo tutto quello che era appena successo?
Alzò gli occhi verso di lui e lo vide stranamente preoccupato, si voltò di scatto, non riuscendo a sostenere il suo sguardo, così profondo.
«Ti ho fatto male?» domandò di nuovo, alzandole il mento con una mano.
Lei arrossì ancora di più, sorridendo appena: «Non ti preoccupare, Rufy. Va tutto benissimo, non sono mai stata meglio.»
Eppure il capitano non le credeva, possibile che ancora gli mentisse? Incapace di farla parlare si alzò, uscendo dalla doccia.
«Dove vai?» chiese Nami, improvvisamente seria, allungandosi per fermarlo.
Rufy, senza voltarsi, rispose: «Mi è venuto un certo languorino. Vado a mettere qualcosa sotto i denti.»
La navigatrice, vedendo il suo sguardo sicuro, si preoccupò ancora di più. Possibile che la stesse davvero solo usando? In un impeto di rabbia lo trascinò verso di sé e aprì l'acqua della doccia. Il capitano iniziò a perdere le forze, tirando fuori la lingua biascicò: «Fei paffa, Nami?».
Capì che qualcosa non andava quando le lacrime iniziarono a rigarle il volto, di sicuro sentiva che qualcosa era andato storto, ma non pensava di averla combinata così tanto grave.
La navigatrice chiuse il rubinetto e restò a braccia conserte, tentando di cancellare i segni delle lacrime che, poco prima, aveva sperato che il capitano confondesse con l'acqua corrente.
«Che ti prende?»
«Niente.»
«Non piangere, Nami. Mi è piaciuto molto prima.»
La donna fece per andarsene, era troppo. Non voleva piangergli il faccia, non voleva mostrargli che dubitava di lui. Le aveva detto una cosa carina, vero, ma solo per pietà. L'aveva proprio usata per il suo piacere personale, quella frase suonava molto come un complimento prima di una richiesta. Era un'illusa dopotutto.
«È per il cappello?»
Nami si fermò e arrossì, per poi voltarsi di scatto, mettendo il broncio: «Forse...»
Rufy indicò se stesso, completamente zuppo d'acqua: «Non volevo si bagnasse.»
La navigatrice si sentì una stupida, una completa idiota. Per non darlo a vedere, nonostante tutto, sussurrò: «Mi hai solo usata?»
Il capitano non rispose, la guardò interrogativa, come se non avesse capito bene. Stava scherzando? Nami, visibilmente sconvolta, fu costretta a realizzare che “chi tace acconsente”. Si voltò di nuovo, camminando velocemente verso la porta.
Rufy la fermò. Con uno scatto fu di fronte a lei e con un altro le prese il viso fra le mani: la baciò, dolcemente.
«Ti amo.» le sussurrò, con gli occhi di chi dice solo il vero.
La navigatrice perse un battito, quello sguardo non lo vedeva da tanto tempo, troppo tempo.
«Oh Rufy, sei proprio un idiota! Potevi rispondere!» esclamò, abbracciandolo stretto.
Lui la guardò interrogativo: «Mi sembrava una domanda troppo stupida detta da te.»
Lei si allontanò un attimo per osservare il suo sguardo di nuovo, quello sguardo che l'aveva fatta innamorare sin da subito.
«Grazie per prima... è piaciuto anche a me.» sussurrò, combattendo contro l'imbarazzo per fissarlo dritto nelle iridi nere.
Lui sorrise e la baciò sulla guancia: «Grazie a te.»
Nami arrossì ancora di più, finalmente si era tolta quel peso dal cuore, eppure il capitano non sembrava così contento, anzi si accasciò a terra all'improvviso.
«Nami... non mi fento tanto b-bene...» cercò di dire, pallido e con la lingua a penzoloni.
La donna non poté fare a meno di sorridere: «Vado a chiamare Chopper!».
Lo sentì biascicare qualcosa prima di uscire -aveva indossato il proprio accappatoio- come: «Fai in fretta.».
Dopotutto lo amava, nonostante fosse un'idiota, a volte fare l'amore non guastava. Non poteva negarlo, le era piaciuto, eccome se le era piaciuto.



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Mugiwara's Crew's Corner:

Eccomi qua! :D
Nello scorso capitolo non ci sono state recensioni, ahimè. So che è estate e che siamo tutti un po' impegnati, soprattutto perché domani è Ferragosto -e ci faccio gli auguri in anticipo! :D- quindi vi capisco.
Insomma potete anche non recensirmi perché la FRobin faceva schifo, ecco. Ringrazio chi legge in silenzio e anche chi ha sempre recensito ^^
Spero che questa OS vi sia piaciuta e di non essere andata nell'OOC, o di non essere troppo ripetitiva. Credo che la prossima sarà un po' più divertente (?) 
Ci sentiamo il 21 Agosto! A presto :D ♥

Vitzi°°

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Capitolo 12
*** It's not over, yet ***


RUANMI12

Titolo: It's not over, yet;
Autore: Vitzi;
Fandom: One Piece;
Tipologia: One-shot {1064 parole;
Personaggi/Pairing: Monkey D. Rufy; Nami "la gatta ladra"; (Tony Tony Chopper; Nico Robin) {RuNami;
Rating: Verde;
Genere: Comico; Sentimentale; Generale;
Avvertimenti: Slice of Life;
Binks Challenge: #7Centro commerciale» #24Obbedienza;

ONE PIECE ©1997 Eiichiro Oda.

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It's not over, yet

La bambina strattonò la gonna della madre, indicando spaventata le due persone poco distanti da lei. La donna, sulla trentina, la trascinò verso di sé, tentando di allontanarla da quello spettacolo.
«Non guardare, piccola.» sussurrò, sconvolta.
Robin guardava la scena da lontano, chiedendosi perché tutte le volte quei due si dovessero comportare in quel modo. Vedendo lo strano comportamento delle persone lì intorno, per un attimo, pensò che li avessero riconosciuti come famigerati pirati, poi sospirò rassegnata. La gente non era affatto spaventata dalle taglie che pendevano sulla testa della coppia, bensì dal comportamento poco consono dei due.
Nami continuava ad arraffare vestiti, per poi gettarli all'indietro, sulle braccia possenti del fidanzato; il quale, correva da destra a sinistra per stare al suo passo. Non solo era stracolmo di abiti, stava anche mangiando una coscia di pollo, rischiando di sporcare le stoffe. Robin si voltò verso il suo accompagnatore, il quale stava ridendo, nonostante fosse visibilmente imbarazzato. Richiamò la sua attenzione sfiorandogli la pelliccia morbida.
«Andiamo in libreria?»
La risposta della renna fu più che ovvia, così che i due se ne andarono, lasciando i due piccioncini in preda allo shopping sfrenato.
«Rufy! Passami quel cappello, voglio provarlo.» esclamò la navigatrice, indicando, appeso abbastanza in alto, un cappello molto elegante.
Lo guardò storcendo il naso, per poi allungare a dismisura il braccio e prenderlo. Alcuni gemiti arrivarono dal pubblico che li stava osservando, fra cui il personale del negozio.
«Come mi sta?» chiese Nami, afferrando il cappello in un lampo.
Rufy si voltò per guardarla, ma evidentemente ci aveva messo troppo tempo. La navigatrice non ne aveva da perdere, così era ripartita alla carica di vestiti, senza badare alla sua opinione. Si alzò in punta di piedi e afferrò una maglietta, parecchio scollata. L'aveva notata entrando e se n'era subito innamorata, la gettò alle sue spalle velocemente. Trovò un bellissimo scialle da abbinare ad un caro vestito preso poco prima, inutile a dirsi, lo gettò alle proprie spalle. Fece così con molti altri capi, finché non si sentì,
troppo osservata. Si voltò e vide una montagna consistente di vestiti a terra. Temendo che il capitano fosse sotto di essi -non senza sbuffare- si mise a scavare.
«Che stai facendo?» la voce del ricercato, proprio dietro di lei, la fece sobbalzare.
Si voltò tirandogli un sonoro pugno in testa: «Dove diamine eri sparito?»
Lui le mostrò un sacchettino, abbastanza grande da contenere -ovviamente- una coscia di pollo.
«Ho sentito l'odor-», un altro pugno lo atterrò, prima di sentirsi dire: «Ora raccogli tutti i vestiti che mi hai fatto gettare in terra e taci!»
Fu così che riprese la, ormai consona, maratona per gli abiti di Nami. La navigatrice non si limitava solo ai suoi, bensì, come una madre apprensiva, tentava di convincere il fidanzato a comprarsi qualcosa di più carino. Ovviamente poco costoso, ma pur sempre elegante. Gli mostrò vari capi, fra cui un gilet nero, che si poteva abbinare con una camicia bianca ed una cravatta. Ogni volta che provava a persuaderlo, questi, però, scuoteva la testa inesorabilmente. Affermava, infatti, di non aver bisogno di abiti, in quanto i suoi gli andavano più che bene. Nami riusciva a convincerlo solo le poche volte in cui pronunciava la fatale frase: “Come re dei pirati non potrai certo indossare degli stracci!”. Il problema era che, la maggior parte delle volte, il capitano fraintendeva, esclamando gioioso: «Ci vorrebbe un mantello!»; così si ricominciava tutte le volte da capo. Non poteva certo dargli la soddisfazione di comprargli un accessorio così poco consono. Nami riprese a scavare fra gli scaffali, gettando, come sempre, gli abiti che intendeva provare alle proprie spalle.
«Ehi Nami, hai finito?», Rufy ripeteva quella frase da più di cinque minuti, un po' troppo tempo per una donna impaziente che cerca solo di apparire più femminile per il suo uomo.
«Sta' zitto!» strillò per l'ennesima volta.
Salì sulla scala e iniziò a cercare negli angoli degli scaffali più alti, la scala l'aveva
presa in prestito dal magazzino adiacente, con una velocità tale che Rufy nemmeno se n'era accorto. Infilò le mani nella mensola e cercò qualcosa di carino. Trovata una pelliccia tentò di tirarla fuori, si chiedeva cosa ci facesse un oggetto del genere, di solito si trovavano appese alle grucce, proprio lì sopra, tutta piegata. Gli occhi le brillarono quando capì di poter far leva su quel problema per meritarsi un ulteriore sconto. Tentò di sollevarla ma il peso fu tale da farla scivolare dalla scala. Cadde, ma non a terra, bensì sul capitano, che aveva lasciato persino la montagna di vestiti pur di salvarla.
«Grazie Rufy.»
Nonostante quel ringraziamento, la navigatrice non sembrava contenta, purtroppo -per una volta- il capitano aveva visto giusto, così che si ritrovo con l'ennesimo bernoccolo.
«Grazie per avermi rovinato i vestiti! Ora mi toccherà riprenderne un paio di ognuno! Sono caduta da altezze ben più pericolose per causa tua, ti sembra questo il momento di salvarmi?» sbraitò, tentando di sollevare la pelliccia da terra.
Rufy si sistemò il cappello e, senza fiatare, raccolse i vestiti. Quando si comportava così non c'era niente da fare.
«Mi scusi signorina, le posso chiedere di fare in fretta, stiamo per chiudere.»
Il moro alzò lo sguardo sconvolto sul povero malcapitato. Questa non gliel'avrebbe di certo perdonata, il povero commesso sarebbe stato colpito da un fulmine di lì a breve.
«Certo, mi scusi il disturbo, ora esco senza comprare nulla.»
Il tono di Nami era così sicuro che convinse anche Rufy, il quale, sentendosi libero, si avviò verso l'uscita. Era così felice di potersene finalmente andare, lo stomaco iniziava a brontolare, dopo che la navigatrice aveva gettato -chissà dove- la sua seconda merenda. Il commesso iniziò a sudare freddo, dopotutto perdere una cliente del genere non gli era conveniente, eppure il ragazzino che era con lei stava già uscendo. Non c'era tempo per pensare, doveva fare un'eccezione. Fu lì che Rufy si fermò, sentendo una brutta, anzi terribile, sensazione percorrergli la schiena.
«D'accordo, ma si sbrighi.» sussurrò, in modo tale che le altre persone intorno a lei non li sentissero.
Nami si limitò a fargli l'occhiolino, per poi andare verso la porta d'uscita.
Rufy si sentì prendere per un orecchio e capì che non era ancora finita. Sospirò rassegnato, incrociando le braccia e lasciandosi completamente trascinare dalla compagna.
Cosa c'era di peggio che fare shopping con la propria ragazza nel periodo dei saldi?


 


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Mugiwara's Crew's Corner:

Non mi uccidete *si protegge* Volevo scrivere qualcosa di un po' più allegro ed è uscita questa cosa. 
Spero vi sia piaciuta e non vi abbia delusi. Fra poco è finito anche Agosto e sono abbastanza disperata, le mie vacanze sono finite, ahimé :°(
Probabilmente fra poco terminerò questa raccolta, ho deciso che arriverò fino al 15esimo capitolo, poi fine. Purtroppo non ce la faccio con i tempi, devo cercare di finirla prima dell'inizio della scuola se non voglio rischiare la morte. Ovviamente non smetterò mai di scrivere su questa/e coppie, ma credo che proverò a fare qualcosa di diverso.
Bene ho finito di rompere, vi saluto, come sempre grazie di cuore a tutti, alla prossima! ♥
Al 28 Agosto :D

Vitzi

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Capitolo 13
*** Would you be my queen, Nami? ***


RUANMI13

Titolo: Would you be my queen, Nami?;
Autore: Vitzi;
Fandom: One Piece;
Tipologia: One-shot {1167 parole;
Personaggi/Pairing: Rufy; Nami; {RuNami;
Rating: Verde;
Genere: Sentimentale; Romantico; Fluff;
Avvertimenti: Slice of Life;
Binks Challenge: #42Ristorante» #2Amore;

ONE PIECE ©1997 Eiichiro Oda.

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Would you be my queen, Nami?

L'abito che aveva indossato quella sera risaltava terribilmente i suoi occhi. Ne era parecchio soddisfatta, dopo varie peripezie -e grazie al leale consiglio di Robin- era finalmente riuscita a trovare il vestito adatto. Era molto semplice, ma aveva un che di regale. Sembrava anche molto costoso a vederlo, ma chi la conosceva bene sapeva che, convincendo la povera commessa, era riuscita a pagare un prezzo a dir poco stracciato. Nonostante, nel suo bellissimo abito succinto blu, e con una bellissima rosa dello stesso colore fra i capelli, si sentisse una vera regina, qualcosa la turbava: il suo capitano stava tardando terribilmente. Non era da lui, dopotutto, combinare guai la sera dell'anniversario, era da una mese che avevano organizzato quella serata.
Seduta al tavolo del lussuoso ristorante di una delle isole più belle del Nuovo Mondo, Nami si chiedeva dove diavolo si fosse cacciato quell'idiota del suo compagno.
«Mi scusi, posso chiederle se è pronta per ordinare?»
La voce del cameriere la riscosse dai suoi pensieri, si voltò cortesemente e sorrise: «Sì grazie, meglio mettersi avanti.»
«Sta aspettando qualcuno?» chiese ancora l'uomo, lanciando uno sguardo fulmineo alla porta, dove Nami si era incantata.
«Sì.», il cameriere notò una nota furiosa nella suo tono pacato.
«Preferisce aspettare?» preferì domandare, onde dover disturbare di nuovo la cliente.
«Non importa, tanto so cosa prende, piuttosto si prepari a scrivere un bel po'.» sospirò, iniziando a sfogliare il menù.
Era ancora immersa nella dettatura, quando, circa una decina di minuti dopo, una mano le sfiorò la spalla.
«Scusa il ritardo.»
La navigatrice, in un'altra occasione, si sarebbe di certo messa a gridare, infuriata, ma, avendo gli occhi di tutti puntati addosso, si limitò ad alzare uno sguardo minaccioso verso il capitano.
«Cos-», senza volerlo il rossore si impossessò del suo viso.
Non aveva mai visto Rufy così e mai si sarebbe aspettata di vederlo. Era in smoking, la cravatta era slacciata, i capelli erano arruffati e il suo sguardo era serio e concentrato.
«Deve prendere qualcos'altro?»
Il cameriere si defilò, prima che la navigatrice potesse rispondere, con tutto quello che aveva ordinato sarebbe stato meglio informare subito la cucina.
Nami lo lasciò perdere, era piuttosto sconvolta dalla vista del suo capitano, nonché -almeno per quella sera- suo ragazzo.
«Non vedo l'ora di mangiare.» sospirò quest'ultimo, spaparanzandosi sulla sedia e mettendo entrambe le mani sullo stomaco.
Nami sorrise e si versò altro saké, era incredibile come quell'aspetto donasse all'ignaro Rufy. Lo trovava molto più attraente, con quel look selvaggio e da poco di buono avrebbe potuto far cadere ai suoi piedi chiunque.
«Oi Rufy, chi ti ha conciato così?» domandò, ruotando il bicchiere che teneva fra le mani, per far prendere al saké più gusto.
Quello si rimise composto e si versò a sua volta la bevanda nel calice.
«È stato Sanji, ha detto che per te era importante che mi vestissi bene in un locale così lussuoso. E poi mi ha anche dato alcune regole su come comportarmi, altrimenti niente più carne per almeno un mese.»
«Inoltre in questo modo non ti riconosceranno.» continuò la navigatrice, alludendo soprattutto al fatto che del cappello di paglia non c'era traccia.
«Già.», bevve un sorso, poi domandò: «Non sei arrabbiata perché sono in ritardo?»
Nami pensò che solo un idiota avrebbe posto una domanda del genere ad un'impaziente fidanzata, per cui si limitò a rispondere: «Lo ero, prima di vederti. Mi hai sorpresa con questo tuo nuovo look.»
Rufy si alzò dal tavolo, facendo strisciare la sedia, in modo da causare uno stridio tale da far voltare tutti i presenti. Si avvicinò a Nami e le mise una mano sulla guancia, sorridendo. La ragazza notò che il cappello ce l'aveva eccome, sulla schiena, foderato da un telo nero.
Lo guardò interrogativa, era rossore quello che si era formato sulle sue guance? E cos'era quel movimento improvviso?
Quando lo vide allungarsi verso di lei, infilarle il cappello per poi inginocchiarsi, il suo cuore perse un battito.
«Aspetta Rufy, si fa alla fine della cena. Come faccio a mangiare se...» cercò di dire, sentendosi improvvisamente fuori luogo. Era agitata e stava iniziando a sudare, era davvero giunto il momento tanto atteso?
Il ragazzo le lanciò uno sguardo fanciullesco, uno dei tanti che da sempre le riservava per tranquillizzarla.
«Non ce la faccio ad aspettare, devo dirtelo adesso.»
Tirò fuori dalla tasca un cofanetto e, tenendolo in una mano, lo aprì con l'altra. Quello che Nami aveva sempre sognato -nonostante si vergognasse ad ammetterlo- stava per avverarsi. Riaprì gli occhi, che per l'emozione si erano chiusi, e si portò una mano alla bocca velocemente.
L'anello, d'argento, era piccolo e semplice, sopra si poteva notare un piccolo mandarino inciso. Era una sciocchezza, una cosa da Rufy, ma Nami non aveva mai visto niente di più bello.
Prima che il ragazzo avesse il tempo di farle la tanto attesa proposta, la donna si gettò su di lui, abbracciandolo.
«Nami aspetta.» sospirò, stringendola a sé.
«Voglio sposarti.» le sussurrò lei in un orecchio, lasciando che persino il cuore del capitano sussultasse.
La allontanò da sé e le prese la mano, sotto lo sguardo addolcito dei presenti, gli infilò il piccolo anello e, facendo un sospiro, le chiese: «Vuoi diventare la mia regina, Nami?».
La navigatrice, tentando di mantenere un tono calmo e di trattenere le lacrime -diamine, era proprio una piagnucolona!- esclamò: «Sì, sarò felice di essere la regina dei p-»
Il moro la baciò con trasporto, mentre dal pubblico provenivano applausi e fischi di approvazione.
«Shh, è il nostro segreto.- le sussurrò il capitano, dopo averla separata da sé. -Non vorrai che ci caccino fuori, no?»
Nami arrossì e lo baciò di nuovo, per poi tornare la spavalda ragazzina di sempre.
«Parli proprio tu, che lo urli sempre ai quattro venti! Sai da quant'era che volevo dirlo?»
«Mi dispiace, ma stasera proprio no.»
«Perché solo stasera? Che strano, proprio la sera adatta!»
«Sanji mi ha costretto a comportarmi così!»
«Quindi la carne è più importante di me?»
«Ecco... ovviamente tu e la carne...»
«Per quello sei arrivato in ritardo? Ti stavi ingozzando?»
«Veramente Chopper aveva preso l'anello per un attimo e l'ha perso, per cui per trovarlo ho dovuto sudare parecchio.»
Nami diede un pugno affettuoso alla spalla di Rufy, ponendo fine a quell'assurda lite.
«Idiota di un capitano!»
Entrambi si sorrisero, rendendosi conto di essere uno di fronte all'altra, in ginocchio sul pavimento di un ristorante di lusso. Si alzarono e ripresero quella serata da dove era terminata, con una nuova luce negli occhi e un sentimento più forte nel cuore.
L'anello non era l'unica differenza rispetto a quando entrambi erano entrati, i due sarebbero usciti da quel locale da
veri fidanzati e presto sarebbero stati una vera famiglia. Quella nuova consapevolezza faceva rabbrividire entrambi, quante difficoltà li attendevano ancora per mare, per quanto tempo quel sentimento sarebbe durato? Si presero per mano e si sorrisero di nuovo.
Si amavano, quello era l'importante al momento, d'ora in avanti niente li avrebbe più separati; nemmeno la carne o i soldi.

 
Image and video hosting by TinyPicMugiwara's Crew's Corner:
Scusate per il lieve ritardo, ma sono stata malata
-in Agosto, sì ;__;- e non sono riuscita a scrivere.
Spero di farmi perdonare con questa One Shot,
spero che sia di vostro gradimento.
Volevo riprendere il titolo,
qua i personaggi sono un po' più adulti,
è un futuro non troppo lontano. 
Ditemi se i personaggi non sono IC,
ci tengo molto su questo punto.
Spero che la Shot non vi abbia delusi!
Ringrazio i lettori silenziosi,
quelli che hanno messo la raccolta fra le seguite/ricordate/preferite e chi recensisce,
grazie davvero siete tantissimi <3
Vi saluto, alla prossima!
Vi lascio con il Capitano <3 Al 4 Settembre :)

Vitzi

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Capitolo 14
*** Kimi ni todoke ***


RUANMI14

Titolo: Kimi ni todoke;
Autore: Vitzi;
Fandom: One Piece;
Tipologia: Flash Fiction {500 parole;
Personaggi/Pairing: Nami; (Rufy) {RuNami;
Rating: Verde;
Genere: Sentimentale; Generale; Introspettivo;
Avvertimenti: Slice of Life;
Binks Challenge: (Coppia fissa) #63Paesaggio Bianco (tipo quello che usano nei monologhi interiori dei film) » Solitudine;

ONE PIECE ©1997 Eiichiro Oda.

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Kimi ni todoke

Una fitta al cuore la fece stendere sul freddo legno, le mancava qualcosa, era stanca di vivere così. Cambiò rotta, mentre con la coda dell'occhio osservava per l'ultima volta l'isola nella quale non sarebbe più tornata. Non voleva scappare, ciò che voleva era la libertà. La strana sensazione non l'abbandonò nemmeno quando, per un secondo che sembrò durare una vita, il mondo attorno a lei scomparve. L'idea di sparire da quel terribile posto chiamato “Terra”, la faceva sorridere, finalmente. Allungò una mano verso l'ignoto bianco intorno a lei, ne era circondata, persino i suoi piedi erano su un “pavimento” bianco. Mosse le dita, ma niente, non sembrava esserci esattamente niente. L'ossigeno sembrava un optional, non sentiva nemmeno il bisogno di respirare, stando lì, sospesa. Fredde lacrime le scivolarono lungo le guance, scendendo fino al mento. Sembrava graffiassero la pelle, tanto erano gelide. La sua casa e i suoi amici non esistevano più, lo sapeva, per questo se ne stava andando da quel posto. Per un attimo le parve di vedere una presenza, di sentire qualcosa accanto a sé, qualcosa di caldo. Una risata riempì l'aria, mentre un buffo ragazzino con uno strano cappello di paglia le passò di fianco, correndo felice. Lo osservò meglio, rendendosi conto di essersi messa a ridere. Il ragazzo era davvero buffo, ma soprattutto sembrava divertirsi davvero molto. Come lei non si era mai divertita in quegli anni, lo invidiava per questo. Si morse il labbro e strinse i pugni, voleva raggiungerlo, voleva arrivare a lui. Iniziò a correre, consapevole di non sapere dove andare. Voleva sentirsi libera come lui, ridere di nuovo insieme ad una nuova famiglia. Sentì la fatica impadronirsi di lei dopo qualche passo, ma nonostante tutto, tentò di andare avanti. Qualcosa la bloccava, sapeva di non dover andare, eppure bramava la libertà con tutta se stessa. Vide Arlong, vide Bellmer, vide il suo paese natale, vide la sua casa. Rallentò, mentre quelle ombre si insinuavano in quel bianco opprimente. Non poteva ancora essere libera, doveva prima finire ciò che aveva iniziato.
«Dopo...» sussurrò il ragazzino all'improvviso, guardandola da lontano. Sorrideva, tenendosi stretto quel buffo cappello.
Nami annuì, per poi tornare indietro.
Dopo...”.
Quando aprì gli occhi il primo pensiero fu quello di un sogno, ma trovandosi su una scialuppa colma di tesori diretta
di nuovo verso casa, sorrise. Senza volere, aveva, per un attimo, abbandonato il suo obbiettivo, in cerca della tanto agognata libertà. Era strano come quello strano sogno l'avesse fatta sentire al sicuro. Si fidava di lui, sapeva che non mentiva. Se lo sentiva dentro, sotto la pelle, nel petto. Quegli occhi erano troppo sinceri, quel sorriso troppo veritiero.
Guardò la sua terra natale e lassù: la sepoltura di sua madre. Le sorrise, avrebbe salvato il suo villaggio tanto amato, anche se fosse stata costretta a continuare la sua vita così.
Aveva perso la via e lui l'aveva riportata a casa.
«Dopo...» sussurrò di nuovo, per poi socchiudere gli occhi e lasciarsi cullare dalle onde del mare.

 
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Penultimo capitolo! Spero che vi sia piaciuto come al solito, direi che c'è qualcosa da spiegare. Questa flash di 500 parole è ambientata prima dell'incontro di Rufy e Nami, diciamo che la navigatrice ha fatto un sogno premonitore di cui poi non si ricorderà, se non vagamente. È diversa dalle altre anche perché siamo alla fine e non volevo riscrivere qualcosa di già visto nelle precedenti. Il titolo l'ho preso dall'omonimo manga di successo, significa "Arrivare a te", mi piace come suona :')
Spero davvero che non vi abbia delusi, ma soprattutto che la navigatrice sia IC, nella prossima Shot arriverà così tanto RuNami da farvi soffocare (?). No, sul serio, mi sto impegnando per scrivere un ultimo capitolo degno di nota. Non vi dico nulla, spero solo di non deludere le vostre aspettative! Allora ci sentiamo l'11 Settembre con l'ultimo capitolo. ^^
Scrivetemi cosa ne pensate di questo, se vi va, vi mando un saluto e un abbraccio :) ♥


Vitzi

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Capitolo 15
*** The most important thing ***


RUANMI15

Titolo: The most important thing;
Autore: Vitzi;
Fandom: One Piece;
Tipologia: One Shot {1180 parole;
Personaggi/Pairing: Nami; Monkey D. Rufy + Sopresa {RuNami;
Rating: Verde;
Genere: Sentimentale; Drammatico; Malinconico;
Avvertimenti: Slice of Life;
Binks Challenge: #62 Patibolo + #19 Incubo » #14 Tristezza + #21 Disperazione;

ONE PIECE ©1997 Eiichiro Oda.

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The most important thing

E mentre le lacrime si frantumavano sul terreno, lasciando solchi indelebili, Nami si guardava le mani, incapace di respirare, rendendosi conto di ciò che stava per accadere.
Le parole sembravano suoni lontani e indistinti, l'uomo sul patibolo non lasciava speranze, quella sua espressione calma le spezzava il cuore.
La giornata di sole sembrava quasi uno scherzo di poco gusto.
Fra la folla, sguardi di curiosi si avvicinavano, inconsapevoli di quello che stava per accadere, mentre sparsi per la piazza, i membri di un'ormai vecchia ciurma, piangevano in silenzio il loro capitano.
Nami con coraggio tornò a guardare Rufy, l'uomo che ha sempre amato, in ginocchio sul patibolo; mentre accanto a lui due uomini armati aspettavano l'ordine.
Il petto le si strinse, sentendo una grossa fitta si abbassò,
aveva promesso di non intervenire.
«Oggi procederemo con l'esecuzione dell'attuale re dei pirati, Monkey D. Rufy.»
La voce dell'uomo la infilzò come la lama più avvelenata.
Altre lacrime ricoprirono il terreno scabro della piccola cittadina, eppure nessuno se ne accorse, tutti avevano gli occhi puntati sull'enorme Lumacofono.
«F-fermat-» sussurrò Nami, mettendosi velocemente una mano sulla bocca,
aveva promesso.
Alzò lo sguardo e proprio in quel momento il tempo parve fermarsi, proprio in quel momento gli esecutori alzarono le temibili lance.

«Perché non ti unisci a noi come marinaio e diventi un pirata?»

Le lame iniziarono a scendere, inesorabilmente, verso il cappello di paglia.
«Io odio i pirati!»
Un sorriso si dipinse sul volto del capitano.
«Rufy, salvami...»
La navigatrice si portò due mani al volto, coprendosi la bocca per non gridare.
«Ci puoi scommettere!»
E dolcemente spostò l'ultimo sguardo su di lei,
la cosa più importante.
«Ti amo.»
Sangue e vuoto si insinuarono nella mente della donna, mentre rimaneneva immobile, incapace di reagire. Quell'ultimo sussurro portato dal vento, quel suo sorriso da eterno bambino, quegli occhi così malinconici, la facevano soffrire più di qualunque altra cosa.
«Rufy...» sussurrò Nami con la voce rotta, mentre dentro di lei gridava straziata.
La piazza era immersa nel silenzio, tutti fissavano il patibolo, ormai sporco di sangue.
Non avrebbe potuto continuare a navigare, non avrebbe avuto senso continuare a vivere senza di lui; lui che aveva deciso di andarsene, come sempre egoisticamente.
Un boato scosse la folla, che gioiosa iniziò a festeggiare. Nami cadde a terra, sentendo le gambe cedere, si guardò intorno confusa, era davvero tutto finito. Se n'era davvero andato per sempre e lei non aveva nemmeno potuto urlare. Come una bambina si chiuse in se stessa e, stringendosi le ginocchia al petto dolorante, scoppiò a piangere.
«Rufy...» sussurrò di nuovo, prima di udire il pianto di un neonato.

Aprì gli occhi, completamente bagnata. Non era solo sudore quello che sentiva addosso, aveva anche la sensazione di aver pianto come mai prima. Si alzò e pigramente si avviò verso la culla, dove la sua piccola bambina stava strillando.
«C'è la mamma qui, non piangere. Hai fame?» sussurrò, prendendola fra le braccia.
La piccola mora smise immediamente di lamentarsi e si strinse alla madre, iniziando a pregustare lo spuntino di mezzanotte.
Fu una scossa improvvisa -probabilmente causata da un'onda troppo alta- a ricordare a Nami ciò che aveva sognato, l'incubo peggiore della sua vita che ormai faceva da qualche giorno. Quella terribile sensazione di vuoto le fece tornare le lacrime, mentre la paura la attanagliava. Si avvicinò al letto ed indossò la camicia da notte, tentando di non far piangere la piccola. Proprio mentre stava per uscire, si trovò proprio Rufy davanti. Purtroppo Franky non aveva creato una camera per entrambi e Nami doveva dormire con la piccola e Robin. Quest'ultima stava facendo il turno di notte, per cui si trovava sul ponte a controllare la rotta.
«Ho sentito piangere.» disse Rufy, sorridendo e, allo stesso tempo, sbadigliando.
Nami arrossì dall'improvvisa vicinanza, non voleva che la vedesse piangere di nuovo. Si voltò, aggiungendo subito: «Sto mettendo la piccola a letto, aveva fame, direi che ha preso da te anche questo.»
Rufy rise silenziosamente, per poi abbracciare la propria donna da dietro, o meglio, avvinghiare. Allungò le braccia per poter far più giri attorno al suo corpo e sentirla più vicina a sé, sapeva che qualcosa non andava.
«Ancora quel sogno?»
Nami si morse il labbro e scostò la piccola da sé, per osservarla meglio. I capelli neri erano già molto lunghi, mentre i grandi occhi marroni erano vispi e attivi. Quella bambina era un angelo, solo un angelo avrebbe potuto essere così perfetto, dopotutto.
Annuì con la testa, sentendo il ragazzo sbuffare.
«Sai che non sono il tipo da rinunciare al suo sogno tanto facilmente.»
«Infatti eri già re dei pirati, non so quante volte te l'abbia già detto.» aggiunse velocemente Nami.
«Sai che non sono il tipo da rinunciare alla propria famiglia tanto facilmente.» le sussurrò in un orecchio il capitano, mentre la stringeva ancora di più a sé.
Nami si lasciò cullare, la sensazione stava finalmente sparendo.
«Promettimelo.» sospirò, stringendo a sé la bambina e senza frenare le lacrime.
«Cosa?» sussurrò Rufy, facendola voltare verso di sé, ma continuando a stringerla.
«Promettimi che non mi lascerai mai sola.» disse, affondando la testa nel suo petto.
Rufy la guardò interrogativa, una richiesta tanto semplice non era da lei.
«Te lo prometto, però...»
Nami iniziò a temere il peggio, alzò lo sguardo verso il fidanzato, che prontamente la baciò.
«... tu smetti di piangere, va bene?»
La ragazza si immerse di nuovo nel suo petto con un sorriso sulle labbra, quello sciocco del suo capitano era sempre il solito.
«Sei la cosa più importante per me.» disse poi, con una dolcezza mai mostrata prima.
Nami, sopresa, spalancò gli occhi. Rufy assunse un'espressione interrogativa, aggiungendo: «Ho sentito questa frase da Franky, dici che la stava dicendo ad una delle sue creazi-»
Il pugno della navigatrice non tardò ad arrivare, permettendole inoltre di liberarsi da quella morsa.
«E-ehi che ho fatto?» chiese lui, massaggiandosi la cute.
Nami gli mollò letteralmente la figlia fra le braccia, ordinando: «Domani vado a fare shopping con Robin per cui la bambina dovrai tenerla tu. Perché non inizi a comporarti come padre e non la porti in camera tua, non ho quasi chiuso occhio da quando è nata.»
«Ma è solo la seconda notte! Cosa faccio se ha fame?»
Nami si sorprese di sentire il ragazzo così tanto preoccupato per qualcosa, allora ci teneva a quella piccolina.
«Le darò della carne, giusto?»
Nami cacciò il ragazzo dalla stanza con un enorme sorriso stampato in volto, nonostante sembrasse un idiota, non c'erano mani più sicure delle sue e lei lo sapeva bene.
Per pura curiosità spiò dall'oblò della porta ciò che stava accadendo fuori, e non si sorprese nel vedere la figlia indicare il cappello del capitano e lamentarsi. Quando il moro glielo mise in testa, Nami si stupì, invece, di sentire quasi un senso di gelosia verso la piccola, ma se ne andò immediatamente. Quell'idiota l'avrebbe dovuta trattare come una principessa, perché era la
loro figlia.
Non aveva importanza ciò che sarebbe accaduto in futuro, adesso voleva vivere il suo presente al meglio, con la sua piccola bambina e il suo amato capitano.

 

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ULTIMO CAPITOLO *^* 
Siamo arrivati alla fine di questa raccolta, con una settimana di ritardo pubblico il capitolo, scritto da un bel pezzo. Purtroppo non mi convinceva e ho sempre rimandato la pubblicazione, anche per altri vari problemi che non vi sto a dire -fra cui la maledetta scuola-, invece che pubblicarlo venerdì, giorno che avevo deciso, ho dovuto rimandare sino ad oggi. Spero che non vi abbia deluso e che vi sia piaciuto, non posso sperare di meglio.
Dato che è l'ultimo capitolo voglio davvero ringraziarvi tutti, siete stati fantastici *-*
Siete tantissimi, non ho mai ricevuto così tanti lettori, grazie sul serio ♥
Ringrazio i recensori con tutto il mio cuore, senza di voi questa raccolta non sarebbe potuta andare avanti, vi scrivo in un ordine completamente casuale, eh :)
Grazie a:
Soly Dea;
Namymoon;
Super Mimi_;
My Pride;
LuNa_35;
Nami92;
rubber_2000;
Monkey D_Nami;
Amx89;
Tadako;
Nuala_Chez;
Tokorothx3;
Kaeru_Chan;
Red Robin;
Akemichan;
ArtRevenge_M;
Melody97;
Nami 73;
Le vostre 70 recensioni mi fanno più felice di chiunque altro, GRAZIE ♥
Spero di non aver dimenticato nessuno, nel caso fatemi sapere :)
Insomma questa raccolta è terminata, spero di riuscire presto ad iniziarne un'altra, grazie mille a tutti ancora, spero di risentirvi in futuro <3
A prestoooo e non abbandonate la RuNami! :D

Vitzi

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