Vizi di sboie (/viewuser.php?uid=38948)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Profumo ***
Capitolo 2: *** Confronti ***
Capitolo 3: *** La villa ***
Capitolo 1 *** Profumo ***
Questa è la mia prima fan fiction...spero che vi piaccia...
Capitolo uno - Profumo:
“Nonostante tu abbia cercato di uccidere una delle mie
migliori amiche e il mio
capitano, io…, nonostante il fatto che tu ci abbia traditi
tutti, …io.., io non ce la
faccio ad odiarti...non ci riesco…Gin…”
Mormorava Rangiku seduta in camera sua sul suo letto con le mani che le
nascondevano la faccia.
Aveva acceso solo la lampada vicino al suo comodino e la poca luce
della stanza
la rendeva più malinconica.
“E allora non farlo..”
Riconosceva quella voce...ma non poteva essere lui…ormai lui
l’avrebbe già
dimenticata e in più con quella poca luce non riusciva a
vederlo in faccia…ma
Vedeva distintamente una figura e vedeva che si stava
avvicinando…
Più quella figura si avvicinava, più lo
riconosceva e più le lacrime cominciavano a
scendere e non riusciva a fermarle, non poteva farci nulla era questo
l’effetto
che le faceva Ichimaru Gin…ogni volta che lui la vedeva le
sconvolgeva il cuore.
Lui lo sapeva bene e forse si divertiva un po’ a vedere
quanto lei soffrisse per
lui…un po’ per cattiveria e un po’
perché nessuno l’ha mai amato come lei…
Si, perchè Gin è sempre stato un sadico ma era
anche un masochista…vederla stare male,oltre a farlo
divertire, lo faceva soffrire…In fondo in fondo lui sapeva
di amarla…e sapeva anche che non l’avrebbe mai
ammesso…
Gin si sedette vicino a lei e l’abbraccio, stranamente non
aveva il suo solito
sorriso finto.
Appena lui vide che stava piangendo incominciò a baciarla
sulle guance
asciugandole le lacrime.
“Gin…”
“Gin, ti prego…”
“Gin…”
“Gin…smettila”
“Perché mi hai fermato?” le chiese Gin
Semplicemente perché lei sapeva che lui non si sarebbe
accontentato di quei
semplici baci e lei non avrebbe retto un altro abbandono da parte sua
ma evitò
l’argomento facendogli un’altra domanda.
“Tu piuttosto perché sei qui? Non siamo
più alleati…tu ci hai
traditi…ricordi?”
Sorridendo come suo solito Gin le rispose con quel suo solito sarcasmo:
“Si, mi ricordo e mi ricordo anche come tu abbia cercato di
uccidermi…”
Si allontanò da lei e si sedette su una sedia vicina.
“Comunque non dirmi che non sei felice di
vedermi…”
“No, nemmeno un pò”
“Dimmi ed è per questo che stavi piangendo appena
mi hai visto?”
Gin è sempre stato bravo con le parole soprattutto quando
cercava di ferire una
persona ma Rangiku è sempre stata una di quelle poche
persone che riuscivano
a tenerle testa anche se quella sera non aveva voglia di litigare e si
limitò a
guardare da un'altra parte.
Gin divertito da quella reazione si riavvicinò e le
sussurrò in un orecchio:
“Non cercare di mentirmi…Ormai ti conosco troppo
bene”
Rangiku cercò di allontanarlo per poi dirgli con una voce un
po’ tremolante, la
stessa voce che di solito si ha prima di una crisi isterica o di un
pianto.
“Ora dovresti andare…se qualcuno ti scopre qui
finiremmo nei guai tutti e due”
Riluttante gin le rispose:
“Ok, allora facciamo cosi…, io ho…come
dire…”preso in prestito” una casa sul
mare nel mondo terrestre se mi vuoi rivedere chiedi a Hitsugaya di
farti un
permesso per il mondo reale…eccoti
l’indirizzo…sono sicuro che ci rivedremo
lì”
Detto questo sparì senza lasciare una traccia di reiatsu ma
Rangiku continuava a
sentire il suo profumo nell’aria…era lo stesso
profumo che aveva da piccolo…
Quel profumo che Rangiku aveva tanto desiderato ma che sapeva non poteva
essere solo suo…
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Capitolo 2 *** Confronti ***
Capitolo due – Confronti
Il sole splendeva quella mattina ma per Rangiku era indifferente, non
aveva
dormito quella notte e aveva pensato alle parole di Gin.
FLASHBACK
“Non dirmi che non sei felice di vedermi, Rangiku”
“Non provare a mentirmi...Ormai ti conosco troppo
bene...”
Fine FLASHBACK
“Quanto odio quando fai così, Gin...”
Guardo l’orologio ed erano già le 8.00 doveva
andare in ufficio a subire le solite
lamentele del capitano Hitsugaya cosi si alzò dal letto
barcollante e si diresse
verso il bagno.
Lavandosi la faccia si era accorta di avere ancora gli occhi gonfi per
il pianto
della sera prima.
Si vestì e si mise la sua fascia da tenente e
uscì di casa.
Immaginava già le domande inutili di tutte le persone che
conosceva lo sapeva
che lo facevano per il suo bene ma non ne aveva proprio voglia di
spiegare cos’era successo ieri sera così decise di
usare una scorciatoia in modo di non
incontrare nessuno.
Arrivata in ufficio vide che il suo capitano era già al
lavoro.
Incredibile era ancora un bambino ma era già un
capitano...era veramente un genio.
“Buongiorno Taicho”
“Buongiorno Matsumoto. Come al solito sei in
ritardo...”
“Ha ragione Taicho...”
Siccome aveva notato un leggero cambiamento nella sua voce,
alzò lo sguardo dalle scartoffie che stava firmando per
guardarla in faccia.
“Hai una brutta cera stamattina Matsumoto...ti sei di nuovo
ubriacata con kira?”
“No, No ho solamente avuto un brutto sogno”
Hitsugaya sapeva benissimo che stava mentendo perché anche
lui ieri sera
aveva percepito il reiatsu di Ichimaru.
Anche se poteva sembrare una persona fredda, sapeva quanto Ichimaru
contasse per Rangiku e preferì cambiare discorso.
Allora Hitsugaya in modo un po’ affettuoso le disse:
“Va bene ma cerca di non addormentarti sul lavoro.”
Rangiku abbassò lo sguardo e gli disse:
“Mi dica taicho l’ha sentito anche lei il reiatsu
dell’ex capitano Ichimaru ieri sera…
non è vero?”
Hitsugaya era sorpreso fra tutte le persone che Matsumoto conosca non si
sarebbe mai aspettato che lei si confidasse con lui.
Non facendo caso alla faccia del suo capitano Rangiku
continuò a parlare.
“Sa…ieri sera è venuto a casa
mia..”
“Avrei voluto prendere la mia Zanpakatou e ferirlo ma non
riuscirei mai a fargli
del male anche se stessimo combattendo tra di noi io non riuscirei a
ferirlo,
anche se lui stesso mi stesse ferendo…”
“Lo so come ti sei sentita Matsumoto…”
le disse Hitsugaya in un modo un po’ malinconico.
Forse Rangiku aveva fatto bene a parlarne con il suo capitano anche
perché lui
era l’unico in tutta la soul society a riuscire a capirla,
dopo tutto pure lui aveva
combattuto contro la persona che amava…e come se non
bastasse era colpa di
Gin se lui e Hinamori avevano dovuto combattere.
FLASHBACK
“Ok, allora facciamo cosi…, io ho…come
dire…”preso in prestito” una casa sul
mare nel mondo terrestre se mi vuoi rivedere chiedi a Hitsugaya di
farti un
permesso per il mondo reale…eccoti
l’indirizzo…sono sicuro che ci rivedremo”
Fine FLASHBACK
“Taicho lo so che probabilmente sia inadatto farle una
richiesta del genere in
questo momento ma…non potrebbe farmi un permesso per il
mondo reale ho
una cosa ancora in sospeso
lì…”
Hitsugaya non era stupido e capì subito che doveva centrarci
qualcosa Ichimaru ma piuttosto che vederla così ogni giorno
le avrebbe fatto quel permesso..
“Va bene…non ti chiederò
perché vuoi questo permesso ma cerca di rimetterti in
sesto e di tornare il più presto possibile che ho mille cose
da farti fare…”
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Capitolo 3 *** La villa ***
Capitolo Tre
-
La
villa
Sulla terra era primavera, una primavera abbastanza fredda ma
d’altronde era
appena finito l’inverno e i fiori di ciliegio non erano
ancora del tutto sbocciati.
Rangiku avrebbe tanto sperato di vederli sbocciare visto che questa era
una
delle poche volte che il suo capitano la lasciava andare nel mondo
reale…
“Fa veramente freddo forse era meglio se prendevo anche una
giacca..”
Pensò tra se e se.
Vestiva un paio di jeans, una maglietta a maniche lunghe crema e un
maglione
nero, Hinamori diceva che vestita così stava molto bene e
così aveva seguito il
suo consiglio.
Erano le 18 e il sole stava per tramontare, avrebbe fatto meglio a
sbrigarsi ad
arrivare a “casa” di Gin ma ora che ci pensava non
aveva idea di cosa dirgli, la
cosa migliore sarebbe chiudere il loro rapporto ma sapeva bene che per
lei
dirglielo sarebbe stata una cosa impossibile.
I suoi pensieri furono interrotti da un’esplosione, nemmeno
il tempo di accorgersi
di quello che era successo che fu attaccata da un hollow e ferita ad
una spalla.
“Non è possibile…persino in vacanza
devo lavorare!”
“Ikorose, Shinsou”
Rangiku si girò di scatto, per poco non veniva colpita anche
lei dalla lama di Shinsou.
“Ma tu vedi quello che fai?? Per poco non colpivi anche me
Gin!!”
“Si ma non ti ho colpito è questo quello che
importa no??”
“No, dovresti pensare prima di agire…e comunque
avrei potuto benissimo
cavarmela da sola”
Gin fece finta di non aver sentito e si girò da un'altra
parte.
“Ora andiamo rangiku si sta facendo buio e le vie in questa
città sono tutte uguali
potrei perdermi persino io...”.
E incominciò ad incamminarsi subito seguito da una Rangiku riluttante e
ancora
abbastanza arrabbiata.
La spalla le faceva ancora male ma non era una cosa grave e poteva
benissimo continuare ad andare avanti.
Gin che camminava a qualche metro di distanza, si fermò un
attimo per vedere
dov’era e aspettarla.
Appena vide la ferita alla spalla non riuscì a trattenersi e
ne fece del sarcasmo.
“Se potevi farcela da sola, allora perché hai
quella ferita?”
“Perché quell’hollow è
saltato fuori all’improvviso!! Poi dopo sei arrivato tu e non
ho avuto il tempo di estrarre Haineko…e per la cronaca
nessuno ha chiesto il tuo
aiuto…”
“Si, va bene ma ora lasciami guardare quella
ferita.”.
Si avvicinò a Rangiku prendendole il braccio ma lei glielo
tirò via di forza.
“Lasciami Gin, sono capace di cavarmela da sola non
è più come quando
eravamo piccoli che per fare qualsiasi cosa dovevo aspettare il tuo
ritorno, dopo
tutte le volte che mi hai abbandonato sono diventata autosufficiente
anche io”
Dopo quel commento nessuno dei due osò dire
un’altra parola.
Rangiku sapeva che in qualche modo aveva ferito Gin ma non aveva idea su
cosa fare se scusarsi oppure cambiare totalmente discorso come se non
fosse
successo nulla e appena provò ad aprire bocca non le
uscirono le parole né per
dire scusa né per dire qualsiasi altra cosa, così
decise di aspettare la risposta di
Gin.
Gin non si aspettava una risposta del genere ma sapeva che prima o poi
gli
errori del suo passato sarebbero saltati fuori ma non era ancora pronto
e non
sapeva cosa fare o dire.
Interminabili minuti passarono ma per loro sembravano ore nessuno dei
due
guardava l’altro, tutti e due sembravano guardare il
paesaggio intorno ma
stavano pensando tutti e due la stessa cosa.
Appena Gin vide che Rangiku tremava le mise addosso la sua giacca e
subito
diede una spiegazione alla sua azione evitando un’altra
obbiezione.
“Lo so che ormai sei grande e vaccinata ma stai morendo dal
freddo almeno
prendi la mia giacca e ti prego non dire altro…”
“Ok…grazie…”
Rangiku sentì un grande senso di colpa, avrebbe voluto
ritirare tutto quello che
aveva detto prima.
“Senti Gin…”
Ma lui la zittì rispondendole subito.
“No fa niente in fondo prima avevi
ragione…”
Guardò da un'altra parte e poi continuò il suo
discorso.
“…Ormai siamo arrivati…”
Ed era vero, entrarono in una via abbastanza stretta e appena girarono
l’angolo
potevano vedere la villa di fronte al mare.
Per entrare prima bisognava aprire un cancellato di legno.
Non era un cancello molto alto, saranno stati all’in circa un
metro e mezzo, di
certo era una cosa inutile visto che qualsiasi persona avrebbe potuto
facilmente
scavalcarlo ma era molto bello da un punto di vista estetico.
La casa aveva due piani ed era a pochi metri dal mare, era di un colore
giallo
pallido con il tetto e le verande marroni chiaro.
Per arrivare alla porta c’era un piccolo sentiero di sassi,
l’entrata era circondata
da dei cespugli di rose rosse che in quel momento erano
all’ombra a causa del
sole che illuminava solo la parte destra della casa e tre quarti della
parte di
fronte al mare.
Nella parte di fronte al mare c’era un balconcino tutto fatto
in legno, si affacciava
direttamente sul mare era grande circa 4 m quadrati e comprendeva anche
un
tavolo con due sedie e uno sdraio.
Rangiku dovette ammetterlo, Gin aveva buon gusto.
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