like a battlefield.

di _less_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Novità sul treno per Hogwarts. ***
Capitolo 2: *** E che la sfiga sia sempre con me. Amen. ***
Capitolo 3: *** Una calamita che attira guai attaccata al sedere. ***
Capitolo 4: *** Sbalzi d'umore o ottima copertura? ***
Capitolo 5: *** I Tre Manici di Scopa unisce diciasettenni sbronzi dal 1400. ***
Capitolo 6: *** È magicamente testato che le feste dopo il Quidditch causano danni seri. ***
Capitolo 7: *** Incontri notturni che ti cambiano le giornate. ***
Capitolo 8: *** Capitolo senza nome. Non ho idee. ***
Capitolo 9: *** Non tenetevi niente dentro, tanto alla fine esce tutto fuori. ***
Capitolo 10: *** Ad ogni causa una schifo di conseguenza. ***
Capitolo 11: *** Il curioso caso di Miley Sheped (non è la parodia di Benjamin Button) ***
Capitolo 12: *** Tremendo è l’amore, che scuote l’anima e la distrugge. ***
Capitolo 13: *** La confusione mi perseguita (credo voglia diventarmi amica). ***
Capitolo 14: *** Lezioni di Erbologia fantasma. ***
Capitolo 15: *** Quando l'amore ti cambia. ***
Capitolo 16: *** E le tenebre trionfarono. (parte 1) ***
Capitolo 17: *** E le tenebre trionfarono. (parte 2) ***



Capitolo 1
*** Novità sul treno per Hogwarts. ***


 
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1.

Novità sul treno per Hogwarts.
 
«Ricordati di stare attenta cara, ora che sei diventata Caposcuola devi avere le tue responsabilità. Adesso vai! Ci rivediamo a Natale. Comportati bene e ricordati di scrivermi!» mia madre continuava a riempirmi di raccomandazioni, mentre Petunia mi squadrava dalla testa ai piedi. Si vedeva un mille miglio che si spremeva le meningi per fare uno sguardo tranquillo e placato, ovviamente con scarsi risultati: l’unica espressione che le veniva fuori era quella che di solito usava una persona normale mentre stava al bagno.
Mi ritrovai faccia a faccia con lei, davanti alla porta di casa.  «Ciao Petunia.» la salutai, sorridendole mesta.
Lei non si degnò nemmeno di salutarmi, anzi, si limitò a fare un movimento con l’angolo della bocca e mo’ di cenno. Poi, tenendo in mano il mio baule, che avrei trasportato per l’ultima volta a King’s Cross, mi girai su me stessa, cercando in tutti i modi di concentrarmi sulle tre D che avevo appena appreso (Destinazione, Determinazione, Decisione) e intravisti per l’ultima volta il volto sciupato di Petunia, sbucando in piena King’s Cross.
Pienamente convinta che qualche Babbano mi avesse visto, scappai velocemente verso il binario 9 ¾ , per ritrovarmi davanti quell’amatissimo treno su cui avevo viaggiato per 6 anni. Sorrisi già malinconica pensando che questo sarebbe stato l’ultimo anno.
«Lily! Lily!» urlò una voce familiare. Mi voltai e vidi Allie corrermi incontro. Allie era la mia migliore amica fin dal primo anno, fin da quando fummo smistate insieme in Grifondoro. Fisico perfetto, bionda ossigenata, occhioni verdi e tra le più desiderate ad Hogwarts, lei se ne infischiava completamente della sua popolarità.
La abbracciai e poi salimmo sul treno, cercando un posto a sedere.
«Allora Lilian.. niente da raccontarmi?» mi chiese lei, aprendo uno scompartimento e buttandosi nei sedili con la sua maestria nel sbattere qualche parte del corpo in qualche spigolo.
«Niente di niente.» mi sedetti pure io, sfilandomi il capello alla francese che avevo rubato di nascosto a mia madre.
«Il bello accadrà quest’anno.» si limitò a dire Allie, sporgendo la sua testa fuori dallo scompartimento. Due secondi dopo si ritirò sorridendo: «Arriva Remus.» e io sobbalzai felice. Adoravo Remus, dopo Piton (sì, che ci crediate o no, le misure drastiche che avevo dovuto adottare in riguardo mi facevano ancora soffrire) era diventato il mio migliore amico.
«Ciao Allie, ciao Lilian!» mi salutò abbracciandomi.
«Ciao.» salutò Allie.
«Come va?» chiesi sorridendo a trentadue denti.
«Bene, bene.» rispose semplicemente. Dietro di lui, un ragazzo alto, magro, con capelli scompigliati nerissimi e occhiali quadrati neri, con occhi castani mi guardava.
«Ciao Evans.» salutò James Potter, accennando un sorriso bianchissimo. Durante l’estate era diventato davvero affascinante, ma questo ovviamente non mi impediva di odiarlo.
«Chi si rivede.» lo salutai, accennando un sorriso fintissimo.
«Anche quest’anno hai intenzione di odiarmi più dell’anno scorso?» chiese schietto, sorridendo.
«Anche quest’anno hai intenzione di rompermi le scatole più dell’anno scorso?» lo imitai.
Dietro Potter, c’era Sirius e dietro Sirius, un ragazzino basso e grassoccio, Peter.
«Ciao Lily.» mi salutò freddo Sirius.
«Ciao.»
«Senti Lily.. dobbiamo andare, ci rivediamo dopo insieme agli altri caposcuola, va bene?» mi sorrise Remus.
«Certo, a dopo Rem.»  e tornai a sedermi. Allie mi squadrava.
«Che c’è?» le chiesi proprio mentre il treno si mosse, facendomi perdere quasi l’equilibrio.
«La smetti di comportarti così con quel povero ragazzo? James stravede per te! Almeno se non ti piace, non trattarlo così. È anche lui un essere uma…»
«Risparmiati il fiato Allie, non ho intenzione di andargli dietro come quelle altre sceme a scuola che non fanno che venerarlo. E in più..» mi preparai alla mia solita difesa contro le sue ramanzine che andavano avanti dall’anno scorso  «è stupido e immaturo. Fa il sapientone, ma è un arrogante. Non riesco a non odiarlo.» borbottai, appoggiando proprio come Allie i piedi sul sedile di fronte a me.
Allie sbuffò e si ammutolii, guardando dallo sportello di vetro chi passava, fino a quando mi arrivò dai suoi anfibi neri pesantissimi (che erano appoggiati accanto a me) una gomitata dolorosissima.
«Che c’è?» la aggredii, dato che mi aveva distratto dal panorama del mio finestrino. Fece un cenno irrilevante con la testa verso la porta e io mi voltai di scatto. Davanti al finestrino, c’era Severus Piton. Cercai di non farmi vedere, mentre lui si sedeva proprio nello scompartimento di fronte al mio.
«Per tutti i tanga di Merlino.. perché di fronte a noi?» chiesi. Non volevo vedere più Severus.
Il suo sguardo cadde velocemente su di me, e io sentii la mia povera sanità mentale suicidarsi dentro la mia testa. I suoi amici Serpeverde idioti, cioè Mulciber e Avery, che tra l’altro erano Mangiamorte (continuavano a nascondersi, come se nessuno l’aveva capito che erano ‘maghi oscuri potentissimi’ ), stavano facendo battute stupidissime sui Tassorosso offendendoli.
«Andiamo via. Ti prego.» supplicai Allie, quando vidi che iniziava a fare una faccia annoiata. «Non posso sopportare un viaggio così lungo con lui così vicino a me.»
Uscimmo dallo scompartimento e Severus mi guardò attentamente, fino a quando non scomparii dal suo campo visivo.
Ci guardammo per un nano millesimo di secondo, poi proseguii la mia strada alla ricerca dello scompartimento.
«Qui può andare.» disse Allie. Ci sedemmo e riacquistammo la nostre posizioni iniziali, da barbone spaparanzate senza possibilità di una vita migliore.
«Ahh, il nostro ultimo anno.» sospirò Allie, guardando dal finestrino, dove tutto scorreva velocemente.
Mezzora dopo iniziava a passare la donnina delle caramelle, che avevamo rinominato come ‘donna dolciume’ (insomma, godevamo di una gran fantasia). Comunque, io ed Allie prendemmo la bellezza di metà carrello, tanto per festeggiare il nostro ultimo anno ad Hogwarts. Proprio nel bel mezzo dei nostri festeggiamenti io fui convocata nella zona dei Caposcuola.
Remus mi passò a prendere e con mia grande, anzi, enorme sorpresa c’era anche Potter.
«Che ci fa lui qui?» chiesi piano a Remus. Potter, che aveva sentito, si mise davanti a me e mi mostrò la sua spilla da Caposcuola, identica alla mia.
«Non ci posso credere! Silente ti ha nominato anche a te Caposcuola? Oh Godric, deve essere impazzito se vuole dare la responsabilità dei ragazzini a uno come te!» e pronunciai l’ultima parola indicandolo.
«Stai calma però.» si limitò a dire, ritornando accanto a Remus.
Dentro di me iniziai a provare il tanto amato odio verso Potter. Come poteva lui essere Caposcuola? Un immaturo come lui?
«Eccovi.» ci accolse Jean Weazby, di Corvonero.
«Allora, arrivati ad Hogwarts vi spiegherò tutto quello che dovete sapere sui Caposcuola, ma per il momento, andate a ristabilire l’ordine nella parte sud del treno. Veloci!» ci ordinò, e poi tornò a rispondere ad alcune domande di ragazzini del primo anno.
«Quest’anno la vedo molto dura, Lunastorta. Tu-Sai-Chi si sta allargando sempre di più, e sta attirando verso sé più gente possibile. I Mangiamorte si sono moltiplicati. Credi che proveranno ad entrare a scuola?» chiese Potter molto serio a Remus, iniziando a gesticolare con aria diplomatica. Sbuffai.
« Per la cronaca, sono già dentro la scuola, idiota.» intervenni disattenta, ripensando a Severus.
Potter si bloccò e lo stesso fece Remus. Improvvisamente presi coscienza di cosa avevo detto e mi bloccai anche io, tappandomi — troppo tardi — la bocca.
«Cosa?» chiese stupefatto Remus.
«Volevo dire che stanno già cercando di entrare dentro la scuola. » mentii. Entrambi mi guardarono sospettosa, ma poi tornarono a camminare. Sospirai sollevata, e mi allontanai poco da loro per evitare di parlare ancora dell’argomento.
«Comunque, spero che adottino nuove protezioni. Davvero. » concluse Potter. Camminammo per due metri, fino a quando non arrivammo nella zona sud del treno. C’era un gran manicomio.
«Ragazzi, fate silenzio! Risponderemo ad ogni vostra doma..» dissi, a vuoto. C’era così tanta confusione, tra i ragazzi del primo anno e quelli del secondo, terzo e quarto.
«Ragazzi!» ripresi inutilmente.
«STATE TUTTI ZITTI!» urlò Potter. Tutti si zittirono, guardandolo. Due secondi dopo s’era già pentito di quell’urlo perché adesso tutti aspettavano che facesse un discorso pazzesco.
«Ehm.. cosa sta succedendo?» chiese, stupidamente. Nessuno rispose.
«Beh.. tornate nei vostri scompartimenti e stateci fino all’arrivo ad Hogwarts!» li rimproverò.
«Non saranno mica in prigione, Potter.» intervenni, confutandolo.
«Guardate chi c’è, la cervellona Mezzosangue.» disse una voce, sicuramente rivolta a me. Mi girai con la bacchetta stretta in mano. “Non schiantare nessuno Lily, non schiantare nessuno. Sii indifferente.” Continuai a ripetermi in testa, mentre lasciavo leggermente la presa dalla bacchetta. Il gruppetto di Severus mi stava fissando.
Li guardai indifferente, pronta per il piano che avrei adottato per tutto l’anno: ignorare chi mi insultava, ma purtroppo, c’aveva già pensato l’idiota Potter che gli aveva puntato la bacchetta contro. Remus si mise tra il gruppetto e l’idiota. Potter si girò e continuò a camminare. Il gruppetto di Serpeverde ricominciò a sghignazzare.
«Apprezzo davvero molto il tuo disperato tentativo si commuovermi Potter con le tue mosse da gentiluomo, ma è inutile.» era la millesima volta che glielo ripetevo. Io, Lily Evans, sapevo benissimo cavarmela da sola, senza le sue stupide tattiche per rimorchiare.
«Te lo ripeterò fino alla fine dei miei giorni: smetterò di torturarti fino a quando mi concederai un’uscita ad Hogsmeade.» commentò lui tranquillo, osservando la sua bacchetta.
«E poi ovviamente andremo insieme da Madama Piediburro a sbaciucchiarci come le altre coppiette, poi andremo da Mielandia a comprare caramelle dolciose che ci divideremo e poi staremo per sempre insieme, mio caro James a prendere Burrobirra calda nelle giornate nevose ai Tre Manici di Scopa.» lo schernii.
«Pregherò Merlino e Godric per far sì che s’avveri tutto, cara Lily.» mi rispose. Lo fulminai con lo sguardo e continuammo a camminare.
«Comunque, dove avete lasciato i vostri amichetti?» mi rivolsi a entrambi.
«Credo proprio che si sono uniti ad Allie. Così magari Felpato può provarci liberamente.» rispose sogghignando Potter rivolto a Remus che si limitò a sorridere.
E così Sirius ci riprovava con Allie? Puff, lei l’odiava, non sarebbe mai tornata insieme a Sirius. Ci avrei messo la mano sul fuoco, se Sirius adesso ― in questo preciso momento ― ci provava con lei, Allie lo stava sicuramente respingendo.
Sorvegliammo per un’altra mezzora la zona sud del treno, che stava pian piano tornando a far confusione. Dato che né Potter, né Remus si decidevano ad urlare per far tacere tutti quei bambini, mi schiarii ben bene la voce..
«TUTTI FERMI!» urlai, sentendo le mie corde vocali lacerarsi.
I ragazzi continuavano a parlare.
«Non stanno zitti o sbaglio?» emisi quelle parole a denti stretti. Perché tutti ascoltavano L’idiota Potter, ma nessuno ascoltava me?
«Tutti in silenzio! Ritornate ai vostri scompartimenti e iniziate ad indossare le divise! Stiamo per arrivare!» annunciò Potter e tutti corsero negli scompartimenti a vestirsi. Incrociai arrabbiata le braccia, osservando quella scena irritante.
Scoccai un’occhiataccia a Potter. Remus la colse subito e mi strinse il braccio con la mano: «Lascialo perdere.» mi intimò. Andammo verso i nostri scompartimenti. Guardai in quello dei Malandrini ed osservando bene, constatai che ne mancava solo uno.
«Allora ci vediamo più tardi.» mi salutò Remus. Potter mi fece l’occhiolino. Io, al solito di ricambio, gli dedicai la mia occhiataccia (ovviamente riservata solo ed esclusivamente a lui).
Tornai sfinita al mio scompartimento. Aprii, e vi ritrovai una Allie avvinghiata a Sirius. Improvvisamente, vidi la mia mano sul fuoco che avrei senz’altro messo, dato che Allie mi aveva giurato e stragiurato che non l’avrebbe più guardato, carbonizzata. Istintivamente, bussai alla porta di vetro per fargli notare che ero anch’io presente. Entrambi si voltarono e vedendomi, Allie si distaccò da Sirius.
Entrambi si ammutolirono ed io mi sedetti di fronte a loro.
«Non tornerò mai più con lui, è un verme viscido e deve strisciare in un posto troppo dignitoso per lui: a terra.» farfugliai quelle parole che mi aveva detto Allie la stessa estate, giurandomi di odiare lo stesso ragazzo con cui fino a poco prima stava pomiciando. Iniziai a fare smorfie guardandomi le ginocchia (sembravo una pazza piena di tic in faccia) e gesticolando, parlando tra me e me. Allie si lisciò i lunghi capelli biondo ossigenato che le arrivavano all’ombelico. Sirius si alzò e mi guardò: «Sei la solita nervosa, Lily.» mi disse, congedandosi.
«Al contrario tuo, sempre il solito dongiovanni, eh.» gli intimai poggiando rozzamente le gambe sul mio stesso sedile e stendendomi. Sirius fece una smorfia e sparì. Allie mi guardò cupa.
«Che c’è?» chiesi dopo due minuti di osservazione inquietante da parte sua. È brutto sentirsi osservata.
«Ti intrometti nei momenti sbagliati. Da 6 anni. Sempre nel momento sbagliato, sbuchi fuori tu.» si limitò a dire. Il resto dei miei difetti me l’aveva elencato in tutti i 6 anni di amicizia.
«Intanto sei ancora qui.» le risposi, mettendola con le spalle al muro.
«Chissà quale strana pozione mi ero bevuta sei anni fa, quando decisi di sedermi con te in questo treno.»
La guardai e mi limitai a sbuffare.
«Comunque, finirà come l’anno scorso. Vi rimetterete insieme, poi lui ti mollerà per qualche ragazzina più giovane e bella di te. Anche se sei tra le più lusingate a scuola. » le ricordai, ovviamente lei sorrise falsamente. Forse non avete idea della bellezza di Allie. Era magra, alta, capelli mossi biondo ossigenato che le arrivavano all’ombelico, gambe lunghissime, sorriso perfetto, carnagione chiara. Ma non per questo era la mia migliore amica: lei era consapevole dell’essere tra le ragazze più volute a scuola, ma non se ne vantava, anzi, a volte era imbarazzata da questa situazione.
«Oh andiamo, è l’ultimo anno. Sirius è più maturo.» si auto convinse.
«Dici la stessa cosa dell’idiota Potter.» indossai la mia divisa nera con i ricami rosso-oro.
«La smetti di mettere il nomignolo L’idiota accanto a Potter?» disse lei esasperata.
«Perché ti turba così tanto? E poi suona splendidamente: L’idiota Potter.» risi, ripetendo il nome con fare teatrale.
Allie mi guardò spaventata ma anche divertita.
«Tu sei matta.»
«Tu mi adori.» risposi saccente. Il treno si fermò e tutti uscirono dagli scompartimenti. Dopo due minuti ci dirigemmo verso la carrozza incantata che ci trascinava a scuola. Salimmo insieme alla nostra amica Alice e al suo fidanzato Paciok. 
«Allie! Lilian!» ci venne contro Alice, sotterrandoci in un abbraccio.
«Ciao Alice. Ciao Frank. » salutai un ragazzo dietro di lei con capelli riccioli neri corti e con il suo solito sguardo smanioso.
«Ciao» si limitò a rispondere.
«Avete visto i ragazzi? Remus, Sirius, James?»
«Purtroppo sì. Sono lì, infondo.» e indicai due carrozze indietro a quella nostra. Alice sorrise «Anche quest’anno hai intenzione di rovinare la vita a quel ragazzo?». Salimmo tutti insieme nella carrozza.
«Lui la sta rovinando a me!» risposi sarcastica e tutti scoppiarono in una risata, però poi calò il silenzio.
Dopo cinque minuti si asfissiante silenzio, arrivammo fortunatamente davanti la Sala d’Ingresso.
I Malandrini (non capisco perché continuo a chiamarli con questo stupido soprannome anche se è comodo) ci raggiunsero all’istante. Una cosa che avevo notato negli ultimi anni era la grande amicizia tra L’idiota Potter e Sirius. Erano così affiatati che davano l’impressione di una felice coppietta omosessuale (anche se non avevo niente in contrario, anzi, mi sarebbero piaciuti di più). Comunque, la loro amicizia non era come quella con Minus, un tipo troppo impacciato con se stesso, e Remus, estremamente maturo per far parte di un giro di amici così stupido. Comunque sia, i così tanto conosciuti Malandrini erano quattro: Lunastorta (Remus), Codaliscia (Peter), Felpato (Sirius) e Ramoso (Potter). Ad essere sincera sembravano abbastanza stupidi come soprannomi e  l’unico che mi piaceva era quello di Remus, però poi, conoscendo il perché di questi appellativi, erano davvero ingegnosi.
Arrivammo in Sala Grande, io ed Allie ci sedemmo vicino a Remus e cominciammo ad ascoltare lo Smistamento. Era così emozionante vedere tutti i bambini confusi dirigersi verso lo sgabello con il vecchio e caro Cappello Parlante.
Alla fine della raccomandazione del Cappello Parlante di goderci l’anno e divertirci senza fare cose stupide, il banchetto affiorò dal tavolo e tutti iniziarono a riempirsi i piatti e i calici.
«Torta alla melassa, quanto ti amo?» diceva Allie, prendendone un pezzo enorme.
Remus si limitava a mangiare un po’ di torta salata, ovviamente al contrario di me, che avevo il piatto pieno zeppo, nonostante sapevo che non sarei riuscita a mangiare tutto.
Silente si era alzato e iniziava a fare il suo discorso.
«Buonasera a tutti. Bentornati e benvenuti cari ragazzi.» sorrise Silente a quelli del primo anno.
«Come vedo.. vi siete rinvigoriti con il banchetto. Volevo solo dirvi che un altro anno è iniziato e spero si concluda nel migliore dei modi. State molto attenti, sapete esattamente cosa c’è là fuori. Ma non voglio rattristirvi né preoccuparvi: le misure di sicurezza sono molto forti. Iniziando da ora, i punti per ogni casa devono essere guadagnati onestamente senza barare. Finito il banchetto tornate nelle vostre sale comuni. Il coprifuoco come sapete è alle ore 21. Adesso però, andate a letto. Buonanotte.»
Tutti si alzarono e si diressero verso l’uscita.
Mentre i Prefetti iniziavano a far fare un giro di perlustrazione ai nuovi arrivati, noi , beati Caposcuola, ce ne andavamo dritti dritti in sala comune a chiacchierare.
Io, Remus ed Allie ci sedemmo di fronte il camino (ovviamente i posti migliori, tzè), che invece del solito calore che emanava durante l’inverno, adesso scaturiva un po’ di aria fresca, per niente fastidiosa.
Dopo qualche secondo, arrivarono dal buco del ritratto Minus, L’idiota Potter e Sirius (a quel punto Allie parve ricomporsi.)
«Sentito Silente? Nuove protezioni. Fantastico.» diceva Potter a Sirius, sedendosi in una poltrona. Sirius si sedette accanto Allie.
Ci fu un silenzio tomba. Possibile che non ci vedevamo da mesi e non avevamo niente da dirci?
«Ehm.. comunque.. com’è essere Caposcuola?» chiese Allie, uscendo un discorso.
«Bello. Ti da’ una certa autorità.» commentò Potter.
Sbuffai forse un po’ troppo forte.
«Autorità? Sui bambini di 11 anni?» risi. Remus rise insieme a me, mentre Potter faceva una smorfia offeso.
Passammo la serata a ridere e scherzare, fino a quando l’orologio non scoccò la mezzanotte.
«Vado a letto.» disse Remus e Minus e Sirius lo seguirono, tranne per Potter.
«Alla prima gita ad Hogsmeade, usciamo insieme!» mi propose Potter. Sbuffai spazientita, facendogli una domanda che non facevo altro che ripetergli: «Potter… perché è dall’anno scorso che mi torturi? Non puoi tornare a fare il rubacuori con quelle ragazzine del quinto anno? » Potter mi sorrise e si sedette di fronte a me.
«Innanzi tutto perché già lo sai: mi piaci quindi non smetterò di torturarti fino a quando non mi concederai un’uscita.»
«Allora credo che morirai proponendomi di uscire a 90 anni, caro mio.» gli risposi.
Lui sbuffò. Allie stava a guardare la scena e a ridere sotto i baffi.
«Per oggi, te l’avrò chiesto cinque volte. La mia missione continua domani. ‘Notte Allie, buonanotte mia cara Lily.»
«Per te solo Evans.» lo corressi. Allie si sedette di fronte a me.
«È così carino con te. Con le altre fa il menefreghista.» disse con occhi sognanti.
«Come al solito, vedi il buono in tutti, anche nei Mangiamorte come Piton.» le dissi, scrollando le spalle.
Lei si alzò e andò verso il dormitorio. «Sali pure te o hai intenzione di fare la notte in bianco? »
Mi alzai e trascinando i piedi, fino al dormitorio femminile del settimo anno, corsi verso il mio morbidissimo letto a baldacchino che mi aspettava. E buonanotte Lily.


Angolo dell’autore :
Tadaaaaaa, ecco la mia nuova FF. È da tanto che volevo pubblicarla, ma l’ho sempre messa da parte perché mi dava sempre quella sensazione che c’era qualcosa di sbagliato.
Spero che questa FF vi piaccia, personalmente, mi piace moltissimo il carattere di Lily e ho sempre amato i Malandrini, specialmente Sirius (il mio personaggio preferito di tutta la saga).
Mi raccomando, seguite e recensite, ci tengo! C:
Tanti saluti dalla vostra  Mils.



03/07/2013 
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Capitolo 2
*** E che la sfiga sia sempre con me. Amen. ***


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2.
            E che la sfiga sia sempre con me. Amen..


La mattina dopo l’arrivo, ogni ragazzo a scuola teneva in mano la pergamena con tutti gli orari, e con nostra somma felicità, noi dell’ultimo anno avevamo sette ore buche alla settimana. Personalmente, iniziavo davvero ad amare il settimo anno.
Io ovviamente avevo deciso di continuare con Pozioni, Difesa Contro le Arti Oscure, Trasfigurazione,  Incantesimi, Astronomia, Storia della Magia, Erbologia e Antiche Rune.
«Tu sei matta a voler seguire tutti quei corsi Lilian. Ne uscirai pazza.» brontolò Allie, tenendo in mano il suo librone enorme di Incantesimi ( la sua materia preferita.)
«Tanto per cambiare.. tu segui un corso in meno di me.» mi difesi.
«Ci vediamo dopo. Quando ce l’hai l’ora buca?» chiese lei.
«Alla terza ora.» annunciai, guardando il mio orario. Allie ed io avevamo deciso di frequentare corsi diversi dall’anno scorso. Lei frequentava Difesa Contro le Arti Oscure, Aritmanzia, Trasfigurazione, Incantesimi, Erbologia, Storia della Magia e Divinazione. Alcune erano uguali perché erano obbligatori come Difesa ed Incantesimi.
«Perfetto, a dopo.» e tenendo in mano il mio Pozioni Avanzate, mi diressi nei sotterranei, dal mio professore preferito : Horace Lumacorno.
Bussai nella porta di legno della segreta ed entrai. Lumacorno si voltò e mi sorrise, correndomi incontro, con i piedi a papera e il pancione che gli sobbalzava ad ogni passo, il cappello quadrato da laureato americano in testa. Mi trattenni dal ridere e lo salutai.
«Lily cara, eccoti! Ti aspettavo. Passate buone vacanze?» mi chiese Lumacorno portandomi al centro della stanza.
«Sì, signore.» risposi felice.
«Perfetto. Unisciti ai tuoi compagni, stavo iniziando a spiegare.»
Annuii e guardai i miei compagni del settimo anno : Jean Weazby di Corvonero, Piton come al solito,  Remus,  purtroppo L’idiota Potter (che ci faceva lui qui? ), Narcissa Lestrange di Serpeverde con un’altra amica, la mia compagna di Grifondoro Alice, Oliver Bute di Tassorosso, Dean Malby di Corvonero e infine io. A quanto pare Sirius non c’era, sicuramente aveva deciso di abbandonare, anche se era molto bravo in Pozioni e spesso collaboravamo prima dell’arrivo di Luma. Forse aveva deciso di seguire Allie a Incantesimi.
«Oggi, allora, desidero da voi una cosa sola : un antidoto per questa pozione.» e prese una ampolla con dentro una pozione color fango densa.  La osservai per due secondi e ricordai cos’era: Polisucco.
«Chi sa dirmi cos’è?» chiese, guardando verso di noi con aria speranzosa. Alzai la mano di scatto e Lumacorno sorrise, ma non ero l’unica : l’aveva alzata anche Severus.
«Oho. Chi risponderà adesso?» chiese sempre sorridente, spostando lo sguardo tra me e Severus. Sembrava uno stupido gioco a premi dove i concorrenti dovevano competere fra di loro fino alla fine, solo quando soltanto uno si sarebbe affermato vincitore.
«Severus, io so’ che tu sai la risposta, ma prima le donne, no?» rise Lumacorno. Severus mi guardò, con un misto tra disinteresse e freddezza, poi annuii in modo irrilevante. Semplicemente patetico pensavo. Lumacorno mi guardò in attesa della risposta.
«È Polisucco.» risposi, un po’ forzatamente. Andava così da due anni. Se Piton non lo sapeva, allora potevo dirlo io.
«Esatto.» girò su se stesso e tornò alla cattedra.
«Desidero che oggi mi prepariate un antidoto per questa pozione. In mezzora.» spiegò Lumacorno ed io corsi nel tavolo appoggiando il mio calderone. Remus si sedette vicino a me e così fece Potter.
«Non ti azzardare a metterti qui.» qui intimai,  scoccandogli un’occhiata fulminante.
«Quando la smetterete con questa messa in scena sarà sempre troppo tardi.» ci rimproverò Remus, con un tono di voce che faceva capire che era arcistufo di quella situazione. Prese il suo calderone e sfogliò Pozioni Avanzate. Lo imitai, leggendo ben bene gli ingredienti.
• Erba fondente
• Corna Bicorno
• Centinoda
• Mosche Criospa
• Sanguisughe
• Pelle di Girillacco
Poi corsi veloce all’armadietto dove c’erano tutti gli ingredienti. Presi un po’ di Centinoda e tornai al mio posto.
Lanciai uno sguardo feroce al mio nemico per sapere a che punto era. Anche quando io e lui eravamo migliori amici eravamo in concorrenza a Pozioni. Severus era semplicemente un genio in quella materia, io in confronto a lui ero una schiappa, anche se era la mia materia preferita.
Stava mescolando qualcosa nel suo calderone, correggendo, come al solito, qualcosa dal libro con la sua piuma nera che scorreva veloce sulla carta.
«Evans, hai messo insieme qualcosa?» mi chiese una voce irritante distruggendo i miei ricordi felici con Severus.
«Taci Potter.» mi limitai a sussurrare.
«Mi scusi.» sussurrò, tornando a buttare nel suo calderone ingredienti completamente superflui.
Passato un quarto d’ora di fermentazioni e di torture dall’Idiota Potter, l’antidoto era quasi pronto. Lumacorno a volte sbucava dietro di noi, controllando i calderoni e facendoci o dei complimenti o sguardi disgustati (come alla ‘pozione’ di Potter.)
«Allora Remus.. questa volta chi vince?» sussurrai a denti stretti e con un tono di sfida al mio vicino di banco, che stava anche lui finendo l’antidoto.
«Sono estremamente convinto che questa volta vinco io, Lilian. Ho quasi finito.» disse Remus ammiccandomi l’occhio.
«Anch’io.» intervenne Potter, sorridendo. Io e Remus ci guardammo, poi insieme scoppiammo a ridere.
«Se non la smettete, ve la ritroverete nei vostri calici a pranzo.» si limitò a minacciarci Potter indicando la sua schifezza calderone offeso, ma allo stesso tempo divertito.
Io e Remus ci ammutoliromo all’istante, infondo sapevamo che Potter ne era capace.
«Tempo scaduto! E poi, il vostro compagno Severus ha già finito da 5 minuti. E devo dire con ottimi risultati, come sempre.» rise Lumacorno controllando la pozione di Piton con un sorrisetto soddisfatto.
Improvvisamente sentii un calore diffondersi in tutto il corpo. O forse era solo invidia mischiata alla rabbia. Remus guardò Lumacorno sconfitto, appoggiando la bacchetta nel tavolo, anzi lanciandola.
«Non ci posso credere. Ogni volta quel Mocciosus mi ruba sempre il posto.» disse Remus, squadrando Piton prendersi i meriti.
«Pff, guardatelo, tutto che si prende i complimenti. Ed io?» borbottai, chiudendo con tutta la rabbia che avevo il mio libro di pozioni.
«Senti chi parla, la secchiona che non ha mai ricevuto complimenti da Luma.» borbottò Potter.
Da sotto il tavolo, feci scattare il mio dito medio. Nel frattempo, intravidi lo sguardo di Severus addosso.
«Potter, mi spieghi cosa ci fai tu in questo corso se non sai nemmeno come mettere insieme due ingredienti?» gli chiesi curiosa ma anche intenta ad offenderlo. E poi, mi facevo quella domanda da tutta la mattinata.
Potter sbuffò indicando Remus. «Non voleva restare da solo e mi ha costretto a restare in questo corso inutile.» disse, stiracchiandosi le gambe e le braccia e sbadigliando.
Lumacorno arrivò da noi, osservando i calderoni.
«Lily, che è successo a questo antidoto?» mi chiese stupito. Mi rizzai a sedere.
«Ehm, professore.. stava fermentando quando Piton è riuscito a completare prima di me, quindi ho lasciato andare. Stavo completando...» spiegai a denti stretti e quando articolai il nome Piton con un misto di invidia e disprezzo, Severus fece una smorfia di tristezza.
Lumacorno rise sotto i baffi.  «Non fa niente Lily cara, conosco la tua bravura.» poi passò da Remus.
«Mh, bravo ragazzo, complimenti..» gli disse, annuendo. Poi passò da Potter e si bloccò.
«Che cos’è questa… cosa?» disse dolcemente.
Potter iniziò a balbettare che la sua pozione era andata a male e Lumacorno rise.
«Non fa niente..» poi si rivolse a tutta la classe e ci salutò «Potete andare, la lezione pratica è finita, ci rivediamo dopo con quella teorica.» e uscimmo tutti quanti.
«Lunastorta.. andiamo in sala comune?» propose Potter. M’intromisi afferrando il braccio di Remus e tirandolo verso di me : «Lunastortadeve venire con me a Trasfigurazione.» . Potter sbuffò.
«E Sirius?» chiese rivolto a Remus.
«Seguirà il corso di Trasfigurazione con noi. Mi spiace Ramoso.» disse Remus.
«Remus!» lo chiamò qualcuno. Remus si girò: una ragazza di Serpeverde gli andava incontro. «Voi andate. Ci vediamo a Trasfigurazione Lily.» disse Remus ed io e L’idiota Potter ci incamminammo. Ovviamente questo era il mio momento per affermarmi su Potter.
«Povero.. Potter è da solo..Non fa niente, no? Tanto ci saranno tutte quelle ragazzine ammaliate a tenerti compagnia in sala comune e non.» lo punzecchiai quando fummo abbastanza lontani da Remus.
«Sembra quasi che tu sia gelosa delle mia fans, Evans.» si pavoneggiò lui, mettendosi la borsa dei libri in spalla e passandosi con un gesto teatrale una mano fra i capelli con aria da ‘sono figo e devi innamorarti di me ogni volta che mi tocco i capelli.’
«Magari nei tuoi sogni più tormentati.»
«Potresti scoprire che la cosa che odi tanto è quella che ti manca di più quando non c’è.» ribadì lui.
«Stai blaterando Potter e poi.. da quando ti dai alla filosofia Babbana?» replicai indifferente, mentre controllavo il mio orario.
« Seconda ora Trasfigurazione, Terza ora buca, quarta ora Pozione teorica, poi quinta Erbologia.» sussurrai tra me e me.
«Terza ora buca anche tu?» sussultò Potter.
«Non credere che vorrò passarla con te.»
«Oh andiamo, che devi fare di così importante il secondo giorno? Ricordati che mi devi un appuntamento.» disse esasperato.
«Prima di tutto, non ti interessa che devo fare e poi.. io non ti devo nessun appuntamento! Dove te lo sei inventato questo favore che dovrei ritornarti?» mi bloccai stupefatta da una tale idiozia.
Potter rise nervoso passandosi di nuovo la mano tra i capelli e pensando a qualcosa da inventarsi.
«L’anno scorso ti ho ascoltato quando piangevi in sala comune per Mocciosus.» esclamò Potter tutto d’un fiato e fissandomi con aria compiaciuta.
Fui pervasa da una vergogna immensa. Era vero, Potter mi aveva trovato di notte in sala comune a piangere perché avevo appena messo fine alla mia amicizia con Severus, e lì si era seduto nel divano con me e avevamo parlato tutta la sera.
«Ascoltato? Oh andiamo Potter, almeno dì la verità! Ti sei messo tutta la serata a fare battutine squallide sui giocatori di Quidditch,tralasciando il fatto che io non ci capisco una mazza né di Quidditch né dei suoi giocatori!» mi lamentai.
«Intanto ridevi.» eravamo arrivati davanti l’aula di Trasfigurazione.
«Ero in un momento particolare sai, avevo appena messo fine alla storia d’amicizia più importante della mia vita. Ma tu non puoi capire, ne riparliamo quando i Malandrini non esisteranno più.» e mi congedai, lasciandolo davanti alla porta dell’aula di Trasfigurazione con una faccia da ebete.
Mi sedetti accanto ad Allie che mi stava tenendo il posto. Davanti Sirius con un posto vuoto.
«Altra discussione con James?»
«È un completo idiota.» farfugliai prendendo il mio libro di testo di Trasfigurazione.
La McGranitt aspettava l’arrivo di altri ragazzi accanto alla cattedra, con la bacchetta in mano, sguardo severo, la lunga veste nera e i capelli color grigio raccolti nel suo solito chignon.
Passarono due minuti, ma nessun’altro oltre che a due ragazzi di Corvonero, Remus (che entrò di tutta fretta e si fiondò nel posto accanto a Sirius) e Piton si presentò. Lei chiuse le porte con un gesto della bacchetta e ci guardò. Eravamo solo 7 ragazzi. Aggrottò le sopracciglia, poi mosse l’angolo della bocca e si schiarì la voce : «A quanto pare quest’anno i vostri cari compagni si perderanno la Trasfigurazione umana che sarà molto più interessante del solito. »
«Allora, quest’anno come vi ho già detto, studierete la Trasfigurazione umana in vari modi : il primo quadrimestre la Trasfigurazione di un essere umano in animale e viceversa e il secondo la Trasfigurazione di un essere umano in oggetto e viceversa e poi vi accennerò la Trasfigurazione di un umano in un altro umano. Domande?» chiese fissandoci.
Piton alzò la mano e con voce chiara e si limitò a dire : «A che serve la Trasfigurazione di un umano ad un altro umano se c’è la Pozione Polisucco?»
La McGranitt lo squadrò e si trattenne dal ridere : «Come al solito, Severus,  sempre in testa le pozioni..» Sirius si girò verso Remus e gli sussurrò : «Il solito Mocciosus secchion.» e Remus rise sotto i baffi. Ovviamente, per pura casualità, il mio piede scattò in avanti verso la sedia di Sirius che fece un tonfo. Sirius si voltò verso di me in cerca di spiegazioni. «Smettila di chiamarlo Mocciosus.» gli ordinai.
Sirius roteò gli occhi e si girò.
«.. ma devo ammettere che è un’ottima osservazione. C’è una piccola differenza : per chi non volesse perdere tempo con la Polisucco, potrebbe applicare queste leggi della Trasfigurazione. Per chi non vuole ingerire quella pozione, può limitarsi a cambiare qualcosa del suo aspetto come per esempio la barba, il colore dei capelli. Purtroppo sull’argomento della Trasfigurazione da umano a un altro umano non potrò approfondire niente perché è stato vietato dal Ministero, quindi ve ne accennerò qualcosa. Quest’anno sarà molto complicato, ma adesso l’ora sta per finire, quindi potete andare. Vi lascio liberi il primo giorno.» e tornò a sedersi alla sua cattedra.
Allie era praticamente elettrizzata dalla notizia che sarebbe riuscita a Trasfigurare un umano in animale.
«Non sarà semplice, lo sai vero?» le dissi distruggendole i piani.
«Se lo dice Lilian, allora è davvero difficile.» rise Sirius.
«Abbiamo un’ora buca. Allie che si fa?» le chiesi ignorando Sirius.
«Passeggiata al parco?» propose. Remus e Sirius annuirono e andammo tutti insieme al parco. Potter ci raggiunse poco dopo.
Ci sdraiammo nel prato, sotto un albero. Le giornate di Settembre erano una meraviglia, specialmente per noi del settimo anno con 7 ore buche.
«Ahh, il settimo anno, che bello.» soffiò Potter, giocando con il suo Boccino d’Oro.
«Ancora il meglio deve venire, preparati a un’infinità di compiti.»
«Forse tu, non io. Aspetta.. quanti corsi segui? Dieci?» e tutti scoppiarono in una risata sonora. E adesso aveva pure il coraggio di prendermi in giro?
«Otto.» lo corressi, sussurrandoglielo a denti stretti.
Scrollò le spalle e tornò a dedicarsi alla sua pallina d’oro alata sbrilluccicante.
Poi mi venne in mente una cosa.. «Remus.. chi era quella tizia con cui ti abbracciavi e coccolavi?» chiesi facendo un sorrisetto sarcastico. Vidi le sue guance trasformarsi in un rossore chiaro.
«Ehi!.. Non mi ci stavo coccolando! Ci siamo solo salutati!» ribadì.
«Sì, ma chi era?» s’intromise Sirius, che era abbastanza occupato a farsi smancerie con la signorina Allie.
«Miley Sheped di Serpeverde.» disse timido.
«Di che hanno è?» chiese Potter.
«Del sesto anno.. ma a voi che importa?» esplose con vergogna.
«Siamo i tuoi migliori amici, vogliamo saperlo!» esclamai un po’ offesa dalla sua reazione.
Remus scrollò le spalle e iniziò a raccontarci.
«Ci siamo conosciuti quest’estate, ci siamo ritrovati insieme in una strana riunione. Siccome non avevamo nulla da fare, ci siamo scolati due Burrobirre e poi abbiamo iniziato a..»
«Scopare?» chiese esaltato Sirius. Tutti scoppiammo a ridere, ma Remus fece la sua tipica faccia ‘quando la smetterai di dire certe cazzate?’e completò «.. a parlare.»
«È simpatica, per essere una Serpeverde fa delle ottime battute. Forse hanno sbagliato a Smistarla.» ragionò Remus.
«Ascoltami Rem, il vecchio Cappello non sbaglia mai.» Mi sorrise forzatamente e si ammutolii. Passò quell’ora in silenzio ed io, Remus e con mio estremo dispiacere anche Potter tornammo nei sotterranei per l’ora di Pozione teorica.
I tavoli con i calderoni erano spariti, e adesso nell’aula c’erano dei banchi. Entrai e mi sedetti al primo banco, pronta per la lezione di teoria. Dopo due minuti, la classe era praticamente piena. Per mio sommo dipiacere, Piton entrò in ritardo e i banchi erano tutti occupati. E per puro caso, dico io, indovinate chi era l’unica idiota scema che aveva deciso di sedersi da sola per poter ascoltare meglio e senza essere distratta? Perché a volte ero così dannatamente stupida?
Prima che Lumacorno potesse accorgersi che il suo alunno migliore era rimaso alzato e che il posto accanto al mio era vuoto, buttai senza minimo pudore la mia borsa con tutti i libri nella sedia vuota facendo un tonfo pazzesco. Magari Lumacorno non se ne sarebbe per niente accorto.. no?
«Oh, Severus! Il ritardatario! Siediti!» disse indicando un posto in generale.
«Professore.. non c’è posto.» rispose timidamente.
«Oho, ma come? La signorina Evans qui è..» e in quel momento iniziai a fare cenno al professore di non farlo sedere con me. Di ricambio, quel vecchio pazzo scoppiò a ridere.
«No? Ma come mai Lily? Tu e Severus eravate così affiatati nei primi anni!». Sicuramente potevo affermare che la mia pelle era diventata dello stesso colore dei miei capelli.
«Avete litigato? Dai, suvvia, mettete da parte il rancore! Severus siediti!» rise di nuovo Lumacorno. Piton arrivò lentamente. Non mi degnai nemmeno di togliere la mia borsa piena di libri dalla sua sedia.
«Puoi toglierli?» mi intimò quando Lumacornò tornò accanto alla lavagna pronto per spiegare.
Lo guardai con un’occhiata torva e tolsi lentamente la mia borsa. Lui sistemò bene la sedia e mise tutto in ordine : pergamena, inchiostro, piuma e bacchetta. Cercai di non fargli capire di averlo appena imitato : se facevo qualcosa che aveva fatto anche lui, questa era una perdita a favore mio.
Aspetta.. ma che sto dicendo? Ho 17 anni, non 5.
Piton fissava il professore e a volte annuiva.
«Oggi vorrei parlarvi di un argomento molto particolare. I filtri d’amore.» disse Lumacorno sorridendo. Mi portai la mano sulla fronte esasperata. Perché parlava d’amore con Severus seduto con me? Ma lo faceva per seguire l’argomento o ci teneva a distruggermi quel poco di sanità mentale che mi era rimasta? Grazie tante, comunque.
«Chi.. sa dirmi correttamente e con una descrizione dettagliata cosa sono i filtri d’amore e quali sono gli effetti collaterali?» e guardò il primo banco. Io ne avevo sentito parlare, ma non era né abbastanza corretta né dettagliata. Ovviamente, l’individuo accanto a me fece scattare il braccio all’insù. Sbuffai, e appoggiai la mia faccia al braccio che era appoggiato al gomito che era appoggiato sul banco.. ok la smetto di dire idiozie. Ma che posso farci? Severus così vicino mi manda fuori dai gangheri.
Comunque, Remus, che era seduto con Potter mi mandò un messaggio di carta che mi lanciò con tutta la sua delicatezza, colpendomi quasi nell’occhio destro.
Imprecando sottovoce, mentre il secchione accanto a me rispondeva, aprii il messaggio :

Seduta col tuo moroso, Evans? Scommetto che vi riappacifichere e metterete su famiglia, con tanti figlioletti, tra cui piccole bimbe rosse e lentigginose e altri piccoli maschietti con capelli neri viscidi e nasi semplicemente il doppio dell’intero castello, insomma dei piccoli mocciosi.. o meglio.. mocciosus.

Cercai di decifrare la calligrafia del mio mittente : non era Remus, ma l’Idiota Potter. Presi la mia piuma e scrissi così velocemente che non parve nemmeno la mia scrittura : Fottiti Potter.
Mi voltai lentamente, decisa a ucciderlo a distanza con i miei laser agli occhi che emettevano saette e gli lanciai il mio bigliettino più forte che potevo, colpendolo alla testa. Lui sobbalzò e lesse con la bocca socchiusa, poi mi guardò e si schiattò di nuovo dal ridere.
«Idiota.» sussurrai o forse lo dissi troppo forte, girandomi.
«Scusa?» disse Severus, che sicuramente aveva frainteso. Mi stava guardando con uno sguardo un po’ timido. Mi vergognai così tanto che mi bloccai. Poi bofonchiai con malgrazia :« Era riferito a Potter.» e spostai la mia sedia più lontano possibile da lui, tanto da arrivare a sbattere il ginocchio nel piede del tavolo mentre imprecavo su cose assurde sottovoce.
«I filtri d’amore non creano davvero l’amore, ovviamente, ma un’ elevata dose di infatuazione o anche ossessione. I filtri d’amore oggi sono banditi dalla legge. Chi sa dirmi come viene chiamata la pozione vera e propria?»
Alzai la mano, ma Piton no. Strano.. era impossibile che lui non lo sapesse.
«Lily?» disse con dolcezza Lumacorno.
«L’Amortentia.»
«Esattamente. L’Amortentia è una pozione pericolosissima davvero. Si dice che chi nasce dall’unione dell’Amortentia, non può amare, perché l’Amortentia non crea il vero amore, ma solo un desiderio ossessivo e irrefrenabile della persona che incanta la sua preda.
«Volevo dirvi che la prossima lezione di teoria salta perché ho un grande impegno ― mio nipote si sposa ― quindi questo compito lo dovrete consegnare tra più di due settimane ― starò lì per due settimane ― . Voglio una spiegazione approfondita dell’Amortentia, in cui mi spiegate degli effetti collaterali, della sua messa al bando, e tutto quello di cui vi ho parlato oggi. Ne voglio 30 centimetri. » mi segnai questo compito in un pezzo di pergamena che avevo trovato  sotto il banco.
Severus non lo scrisse. Forse da Mangiamorte aveva così tanto ampliato la sua mente da ricordarselo senza scriverlo. Scrollai le spalle e mi alzai. Lui mi guardò ed io mi sentii in dovere di fare almeno qualcosa, e l’unica cosa che mi venne in quel momento fu una specie di sorrisetto che sembrava più un tic all’angolo della bocca che a un sorriso. Subito scappai verso l’uscita e mi diressi nell’aula di Aritmanzia, dove Allie usciva con i capelli biondi legati in una specie di chignon fermo con la bacchetta infilzata tra i capelli.
«Hai sperimentato un modo nuovo per legare quella cascata bionda che ti ritrovi come capelli?» disse aggregandomi a lei e dirigendoci verso la serra.
«La mia bacchetta tiene più di quei strani aggeggi Babbani chiamate pinze.» mi raccontò e scoppiai a ridere.
«Forse intendi le mollette! Non sono inutili, devi saper dove comprare. » le spiegai mentre lei annuiva.
«Cercavo un elastico per i capelli, a casa mia non sapevano nemmeno cosa fossero, ero arcistufa di fare incantesimi per legarli perché non sapevo la vera formula e si annullavano dopo due minuti, così mi sono Materializzata a Londra e sono entrata in un negozio e ho visto queste cose.. queste mollette»
Parlammo di cose strane, come i retine per capelli, fino all’arrivo alla serra n°1, dove la professoressa Sprite ci aspettava.
«Per voi oggi ho una missione importante. Dovete togliere a queste piante carnivore ― devo ammettere che sono abbastanza affamate ― un pus color rosa / viola per poi elaborarlo e trasformarlo in liquido nero. Il colore deve essere nero pece, nessun tipo di gradazione, nemmeno un poco poco più chiara. Avete un’ora per fare tutto.» spiegò.
Presi le mie tenaglie e cominciai a punzecchiare la pianta per cercare il baccello che conteneva il pus.  Era semplicemente disgustosa.
«Allora.. che è successo di interessante?» mi chiese Allie, che teneva a bada la sua pianta carnivora. Era molto brava in Erbologia.
«Severus si è dovuto sedere con me nell’ora di Pozione teorica. Davvero straziante.» sbuffai.
Allie mi guardò scioccata, mentre tastava le radici della pianta per trovare il baccello.
«E come mai si è seduto con te?»
«Non c’erano posti e io, idiota come sempre, avevo deciso di ascoltare l’ora teorica da sola per non distrarmi e prendere una E nel tema. Ovviamente poi lui arriva in ritardo e..»
«Sembra una di quelle storielle d’amore di uno sdolcinato scrittore Babbano.. mi sembra un certo Spars o Sparks. Comunque fammi indovinare.. poi lui si è seduto con te, e avete parlato, e siete tornati amici e ti piace di nuovo, proprio come due anni fa, ma ovviamente lui non ha mai smesso di amarti e vi sposerete e farete tanti bambini..» concluse staccando dalla pianta il baccello. Fece una smorfia tipica dei giocatori di Quidditch quando facevano punto e agitò le mani in segno di vittoria.
Scrollai le spalle e risposi : «Fermiamoci al ‘poi lui si è seduto con te.’»
«È un buon passo.» si accontentò Allie.
«No, non è nessun passo, perché Severus mi è scivolato dal cuore l’anno scorso, dopo che mi ha chiamato ‘Mezzosangue’..» affermai, graffiando per sbaglio la pianta, che si agitò furente verso di me. Feci due passi indietro spaventata, con una faccia schifata, mentre allungavo le mani verso la pianta.
«Be’, sarà pure il caso, no? Non è normale che lui si siede con..»
«No. Questa è solo sfiga.» mi lamentai, infilzando per sbaglio un piccolo bocciolo. Allie rise, e in quel momento, non so’ come successe, ci fu un sonoro squash e mi ritrovai la faccia ricoperta da un liquido violaceo. Allie prime rise, poi accorgendosi che era il pus della pianta carnivora si mise a strillare. Di norma, quando un’amica mi urla in faccia spaventata, mi metto a urlare pure io. Ma questa volta sentivo gli occhi bruciare e vedevo tutto appannato. Mi appoggiai alla parete del tendone, mentre cercavo di togliermi il doloroso bruciore provocato dal pus. La professoressa Sprite corse da me, cercando di pulirmi la faccia.
«Mi vedi? Quanti sono questi?» disse con voce una mutata. Era molto seria e si vedeva che era una persona responsabile, anche se in quel momento mi preoccupavo più della mia faccia che della sua voce.
«Che ne so io? Non ci vedo una mazza! Merlino che sfiga! Sono cieca!» iniziai a lagnarmi.
«Ma stai zitta! Vabene.. portiamola in infermeria. Madama Chips ti aiuterà!» e mi sollevarono. Odiavo fare la ragazzina sofferente che aveva bisogno di aiuto, ma dovevo ammettere che quel pus mi bruciava gli occhi. E poi, ditemi se non è sfiga questa, al secondo giorno di scuola finire in Infermeria!




Angolo dell’autore :
Salve a tutti ragazzi! Eccomi qui con il nuovo capito di questa storia. Sì è un po’ lunghetta, ma credo ne valga la pena leggerla C:
Vi ringrazio davvero tanto perché già al primo capitolo c’è chi ha messo la storia tra le preferite/le seguite/le ricordate! Mi fa molto piacere!
Tanti saluti,
la vostra Mils!
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Capitolo 3
*** Una calamita che attira guai attaccata al sedere. ***


3.
Una calamita che attira guai attaccata al sedere.

Gli occhi mi bruciavano da morire. E più cercavo di aprirli e più lacrimavo. Non vedevo più niente, anche se per conforto sentivo la voce ferma di Allie e quella di Remus. Era passato un giorno da quando mi ero spruzzata quel pus viola nella faccia ed ero finita in Infermeria lagnandomi come una femminuccia che si era appena sbucciata il ginocchio.
« Almeno ti salti le lezioni, no?» cercò di sdrammatizzare Allie, quando il pomeriggio seguente mi venne a trovare in Infermeria.
« Oh ma stai zitta, non posso nemmeno aprire gli occhi, che felicità.» sbottai.
«Vabè. Comunque, oggi è venuto a trovarti James mentre dormivi..» mi informò lei dopo qualche minuto di silenzio.
«Oh porco Merlino.. chi è venuto?» ripetei scioccata.
Poi risi ed Allie insieme a me «è rimasto qui fino al crepuscolo, ma ovviamente tu dormivi.» disse con una voce seria. Sbuffai tastandomi la facci, gli occhi mi bruciavano da morire.
«Ma che ha detto Madama Chips? » chiesi completamente disinteressata alla nobile azione romantica di Potter.
«L’ha fatto entrare, tanto non c’era nessuno oltre me e Sirius. Comunque ti aveva dato una pozione per addormentarti in modo da poterti curare le ferite senza farti provare dolori.»
«Ma non quello, non m’importa di Potter! Dico.. guarirò o diventerò cieca?» chiesi preoccupata per la mia sorte.
«Se guarisci entro stasera, domani mattina sei già fuori e poi quel pus non è letale, ti procura un forte bruciore .» spiegò.
«E si vede..» continuai a tastarmi gli occhi.
Evitai di chiederle che cosa avevano fatto oggi a lezione, dato che io e lei seguivamo corsi diversi.
«Chi è venuto qui a trovarmi oltre che Potter?»
«Alice, Sirius ed Io. » e calò il silenzio. La sua  voce sembrava rotta, ma forse era solo mia impressione. Avvertii che Madama Chips era appena arrivata (per mio grande sollievo, il silenzio di Allie era insopportabile) dal rumore che facevano i suoi tacchi contro il pavimento.
«Vabene, posso metterti il medicinale. » disse e prese qualcosa dal comodino accanto al mio letto. Era davvero insopportabile non poter vedere nulla.
«Quando dice ‘posso metterti il medicinale’ che cosa intende di preciso?» chiesi preoccupata per me.
Mi appoggiò la testa nel cuscino con “leggerezza” e sentii qualcosa cadermi sugli occhi, fresca.
«C-che cosa mi sta mettend..»
«Shh, stai ferma. Sono delle gocce. Tra qualche minuto potrai riaprire gli occhi.» mi spiegò mentre altre goccioline di medicinale mi cadevano sulla faccia. Sentii di nuovo il bruciore e i miei occhi si bagnarono di lacrime.
«Cerca di aprirli.» disse molto cauta Madama Chips. Sembrava quasi che avessi gli occhi appiccicati con la colla.
«Mi bruciano..» mi lamentai.
«Dai Lily, provaci.» sentii la voce di Allie accanto a me.
Sbuffai e cercai di botto di aprire gli occhi. Non vedevo altro che luce, tutto mi abbagliava. Richiusi gli occhi velocemente, poi li riaprii, poi li richiusi e poi li riaprii.
«Apposto, ci vede. Domani mattina fuori di qui.» e si congedò, uscendo dall’infermeria.
La osservai mentre usciva dall’Infermeria : «Sempre gentile, lei.»
«Sembri una bambina.» mi schernì Allie.
«Cosa faceva Potter mentre ero qui?» chiesi con una nota di curiosità.
«Si è seduto accanto a te e ti ha tenuto la mano.» Feci una faccia schifata alla mia mano strillando «Perché gliel’hai lasciato fare?»
«Dai, è così carino con te. Almeno non potevi ferirlo.»
Sbuffai alterata «Mi sembra ovvio.. stavo dormendo!» Allie sollevò le mani in segno di innocenza, poi si alzò e prese i libri «Vaben Lilian, devo andare a fare i compiti, domani ho Difesa.. ci vediamo domani a pranzo!» mi salutò Allie dandomi un bacio sulla guancia e correndo verso la porta.
Non avendo niente da fare, presi la mia bacchetta e iniziai a giocherellare con un ragnetto a terra.
«Engorgio.» sussurrai e improvvisamente, quel piccolo ragnetto indifeso divenne una sottospecie di tarantola disgustosa enorme che camminava lentamente verso di me.
« Cazz.. Reducio! Reducio! » formulai e la tarantola tornò un ragnetto microscopico. «Che palle..» Scrollai le spalle e gettai la mia bacchetta nel comodino. Non avevo niente da fare, ed era veramente straziane. Nessuno a farmi visita, dico, che razza di amici che ho! Mi appoggiai al letto e cercai di addormentarmi.
Mi stropicciai gli occhi sbadigliando : era ancora giorno. Ero così annoiata da scocciarmi anche ad addormentarmi? Madama Chips era accanto a me seduta in una sedia a controllare una strana bilancia.
«Che è successo?» chiesi spaventata cercando di alzarmi.
«Ti sei addormentata, opera della pozione Soporifera. Comunque, sei in ottimo stato, puoi andare se vuoi.» disse e si alzò.
«Ma scusi.. non devo andare domani mattina?»
«Sì, infatti siamo già mattina. Mi ripeto : opera della pozione Soporifera. Buona giornata signorina Evans.» e e girò sui tacchi, sbattendo la porta.
Mi alzai, presi la bacchetta, mi vestii, poi presi i miei anfibi neri (a cui ero affezionatissima) da sotto il letto e uscii.  Del pus negli occhi non era rimasto niente, a parte delle enormi borse sotto gli occhi color rosso acceso, insomma, davo l’impressione di aver pianto per due giorni di fila e di più. Andai in Sala Grande, con la testa alta come una nobile Grifondoro.
Allie e i Malandrini stavano pranzando e mentre ridevano e scherzavano, mi aggiunsi a loro, sentendomi un po’ messa da parte.
«Lily!» mi abbracciò Allie. Remus mi fece l’occhiolino, Potter mi sorrise e Sirius mi diede una piccola pacca sulle spalle mentre Coda mi fece un cenno allegro.
«Potter, smettila di guardarmi come un deficiente.» gli dissi seria.
«Lascialo in pace Lilian.» mi spinse amichevolmente Sirius. Mi massaggiai gli occhi per il bruciore. Ancora mi davano un po’ di fastidio. Mi girai verso gli altri tavoli della Sala Grande e vidi uno sguardo freddo guardarmi dalla tavola dei Serpeverde.
«Remus, chi è quello che mi guarda lì?» dissi cercando di non far capire al tizio che mi guardava che stavo parlando di lui. Remus capì e si girò molto lentamente facendola credere un’azione casuale.
«Il fratello di Sirius.» rispose appena individuato il nostro soggetto, girandosi di nuovo. Sirius si girò verso di noi : «Che cosa ho fatto?» chiese lui difendendosi.
«Non sapevo avessi un fratello Sirius!» sorrisi felice per la notizia, ma a quanto pare Sirius no.
«Ah, sì.» rispose indifferente. Mi voltai verso Remus.
«Perché..»
«Serpeverde, Cercatore, Mangiamorte, Black.» elencò Remus ed io capii. Suo fratello era un Serpeverde, un cercatore della squadra di Quidditch di Serpeverde, un Mangiamorte (cosa diavolo ci faceva quel ragazzino indifeso sotto le mani di Voldemort?) e un Black, quindi un maniaco del Sangue Puro.
 Sirius ed Allie si alzarono e ci salutarono con la scusa di dover andare a fare i compiti. Coda era già andato via da un pezzo, doveva andare a fare i compiti di Difesa. Speravo assolutamente che Remus restasse con me e Potter, perché sinceramente mi rompevo da morire a restare di nuovo da sola con quel babbuino, solo che quella strega di Miley venne da noi e se lo portò via.
«Mi spieghi perché.. ogni volta io e te rimaniamo sempre soli?» chiesi esasperata, portandomi gli indici alla tempia e massaggiandola, chiudendo gli occhi.
«Ci sono diverse ragioni : o perché siamo destinati a stare insieme, o perché i nostri amici stanno cercando di lasciarci soli come le continue sparizioni di Remus grazie a quella tizia (e appoggiai in pieno per la prima volta quella teoria) o oppure, probabilmente, siamo protagonisti di una storia d’ammmorrre scritta da qualche Babbano.» e sorrise.
Lo guardai sconcertata. Come faceva un essere umano a riuscir a dire così tante cavolate in una sola battuta?
«Ho sempre in dubbio il tuo grado di stupidità, Potter, dico davvero. Aumenti di giorno in giorno! C’è qualcuno che ti supera?» chiesi.
«Perché rispondi insultandomi? Può essere probabile sai, io e te..» ma a quel punto forse non notò che il mio libro di Incantesimi di 1022 pagine si stava accidentalmente scaraventando sulla sua testa vuota.
«Ehi! » disse portandosi le mani sulla testa.
«Te lo meritavi e smettila di dire queste fesserie . E cacchio Potter, c’è un’intera scuola che ti va dietro, non rompere a me!» e mi alzai. La divisa mi svolazzava tra le caviglie da quanto camminavo veloce, però lui mi seguiva.
«Tu non mi dai la possibilità di dimostrarti che sono capace di tenere una relazione!» urlò in mezzo al corridoio pieno zeppo di persone. Mi bloccai, rossa dalla vergogna e tornai lentamente verso di lui, pronto a strangolarlo, poi corsi e gli saltai addosso.
«Non..capisci.. che io.. non.. ti.. vorrò.. MAI!?» dissi sferrandogli pugni ovviamente che rimbalzavano, dato che lui aveva allevato dentro la sua pancia una tartaruga. Fottuto Quidditch. Lui, sotto di me, si schiattava dal ridere. Poi tornò serio e mi prese dai polsi.
«Toglimi le mani di dosso, stupido idiota!» strillai incavolata nera. Devo ammettere che per lui è stato divertente, anche se dopo abbiamo iniziato a fare sul serio. Mi scagliai contro di lui dandogli un pungo sulla pancia e lui mi spinse indietro, con un sorriso stampato in faccia e iniziando a parare ogni singolo calcio o pugno che gli davo. Mi spinse di nuovo dietro e  ci guardammo da lontano, respirando affannosamente, pronti tutti e due ad ammazzarci di botte. Perché dovevo fare il maschiaccio ovunque? Ero semplicemente patetica, anche solo perché cercavo di ammazzare di botte un’idiota.
«Karate, Potter!» lo informai. Lui rise «E questo lo chiami Karate? Aspetta.. ma che diavolo è un Karate?» disse grattandosi la testa.
«Ah già vero, sei un Purosangue assolutamente inesperto del mondo dei Babbani.» ragionai abbassando come lui la guardia.
«Guardateli, che teneri!» strillò una ragazzina del quarto anno e quel punto mi bloccai.
«Non stiamo insieme, io e lui stiamo combattendo sul serio! Ci odiamo!» dissi indicandolo con il mio indice accusatorio.
«Lei mi odia, io le vado dietro da anni.» disse indicandomi. Alcune sospirarono incantate.
Sbuffai e me ne andai, passando davanti Potter.
«Quando ti accorgerai che se un’idiota?» il mio odio verso di lui cresceva sempre di più.
«Mi sono reso conto di essere un idiota quando ho continuato a starti dietro nonostante i tuoi continui rifiuti.» disse serio, passandosi una mano attraverso i capelli.
Lo guardai nervosa : non sembrava poi così stupido quando formulava frasi di certo tipo.
Voltai le spalle e girai i tacchi.
Appena varcata la soglia della sala comune, vidi Allie e Sirius spaparanzati sul divano a scambiarsi baci.
«Evitate di pomiciare davanti a me, luridi fidanzatini..»
«Hai la sfera emotiva di un cuscino, Lilian. Anzi, almeno i cuscini sono più dolci di te, loro si fanno coccolare.» si lagnò Allie, stendendosi sopra Sirius.
«Se almeno dovete scopare.. be’.. sapete, ci sono i dormitori, proprio qua sopra.!» e indicai il tetto, sedendomi su un tavolino.
Allie si alzò, mi fece una smorfia e si tirò dietro Sirius, verso il dormitorio femminile.

«NON FATELO SUL MIO LETTO!» urlai alle loro spalle e due ragazzini del primo anno si girarono scioccati verso di me. Sorrisi imbarazzata. Allie e Sirius non si fecero vedere per altre due ore, e sinceramente, dato che non avevo niente da fare e non potevo prendere i libri perché sicuramente stavano perdendo la loro verginità proprio sopra di me, me ne andai trasportandomi i piedi verso il parco. Lungo il mio cammino incontrai Remus.
«Ehi Remus! Usciamo un po’ fuori?»
«Eh? Oh, sì.. sì certo, andiamo.» disse confuso, ma evitai di fargli domande.
Camminammo silenziosamente fino al parco e poi Remus iniziò a parlare.
«Lily.. io..devo parlarti.» e si decise a rompere il silenzio. Mi fermai anche io :«Che succede?» gli chiesi curiosa.
«Lily, oggi.. oggi c’è la Luna piena.» e si sfregò la testa. Cavolo, la Luna piena! Me ne ero completamente dimenticata!
«Oh, eh.. » balbettai «e.. ti senti bene?» furono le uniche parole che mi uscirono dalla bocca. Ma ero scema o cosa? Lui mi guardò con un’aria da ‘mi pigli per il culo?
«Em, insomma, un po’ stanco. Però voglio dirti una cosa : non voglio che tu venga a cercarmi come hai fatto l’ultima volta, va bene?» mi disse indicando un graffio nel mio braccio : era stato lui a farmelo la notte in cui ero scappata dal dormitorio durante la Luna piena, poi il cervo Potter mi aveva salvato ancora una volta gettandosi sopra di lui.
«Ma se..»
«Non mi succederà nulla, ci saranno con me anche James, Peter e Sirius..»
«Se sempre ha finito di scopare con Allie..» borbottai sotto voce.
«Cosa?» chiese stranizzato.
«No niente. Comunque, vabene, resterò a dormire, però..» e mi bloccai. Volevo dirgli di non farsi del male, ma siccome era una raccomandazione abbastanza inutile per un lupo mannaro che se la spassa di notte nella Foresta Proibita con altri suoi amici animali, evitai.
Remus parve capire i miei pensieri e stese in silenzio.
«Come va con Miley?» chiesi dopo un po’.
«Non stiamo insieme.. però ci siamo baciati.»
«Merlino, che cosa complicata.» dissi accarezzandogli i capelli.
Lui fece un piccolo sorrisetto.
«Adesso vado, mi hanno preparato della pozione Antilupo, per non sentir dolore durante la trasformazione, sai..» disse e si allontanò.
Annoiata più che mai, sentii la mancanza di Severus. Era in questi momenti che io e lui ce la spassavamo a fare guai. Sospirai, ricordando i vecchi tempi. E cacchio se mi mancava Severus.
Mi alzai e mi trasportai verso la sala comune.
Aprii la porta del mio dormitorio e trovai Sirius ed Allie nel suo letto, che scherzavano.
«Siete stati così veloci?» chiesi sarcastica, togliendomi con grazia gli anfibi (cioè in realtà li lanciai, tanto che arrivarono vicino all’entrata) e stiracchiandomi nel mio letto.
«La smetti con questa storia?» disse Allie, fissandomi con un’occhiataccia.
«Vabene, io vado, ci vediamo.» salutò Sirius, alzandosi e dandole un bacio, poi sbuffandomi leggermente i capelli.
Allie mi guardava : «Sei entrata di nuovo mentre eravamo soli!»  mi rimproverò quando restammo sole.
«Non puoi arrabbiarti con me se ho la grande predisposizione nel rovinare momenti intimi.» sbottai, sdraiandomi e abbracciando il mio cuscinone.
«Ma alla fine che avete fatto?» chiesi seria. Avevo davvero preso in considerazione che..
«Non l’abbiamo fatto! Smettila di pensare che l’ho fatto! In caso lui l’ha fatto!  Carissima Lily, me la tengo stretta la castità!» Alzai le mani in segno d’arresa e mi avvicinai al baule ai piedi del mio letto.
«E con chi l’ha fatto?» chiesi poco curiosa mentre rovistavo tra le mille cianfrusaglie, nella speranza che qualche oggetto interessante catturasse la mia attenzione.
«L’ha fatto moltissime volte, l’anno scorso, dopo che ci siamo lasciati! Soprattutto con quelle Serpeverde! L’anno scorso si è divertito parecchio il caro Felpato!»
Rimasi a bocca aperta alla notizia che la vita sessuale di Sirius era attivissima.
«Aspetta.. ma voi due l’anno scorso vi siete lasciati e presi si e no 5 volte..»
«L’ha fatto tutte le volte che ci siamo lasciati.» tagliò corto Allie, accovacciandosi nel letto.
«Gran bel modo per consolarsi..» cercai di sdrammatizzare, continuando a cercare nel baule.
«Quindi.. anche Remus e Potter?» ripresi, più preoccupata per Remus dopo un po’.
«Be’, dubito di Remus, ma non di James. L’ha fatto parecchie volte con Evgenia Dintom, di Serpeverde e lei conferma, (beh, quella la dà a tutti).. e poi con tante altre di Corvonero.» Rimasi in silenzio : sinceramente di Potter non mi fregava proprio nulla. Ero felice che Remus non si divertisse come i suoi amichetti rubacuori. Remus era un gentiluomo.
«Che troie quelle di Serpeverde!» sbottò Allie, distruggendo la mia nuvoletta bianca sopra la testa che raffigurava Remus vestito come un cameriere che faceva un profondo inchino.
«Sì, ma questo non significa che le troie siano solo in Serpeverde.. sai quante ce ne sono in Grifondoro, in Tassorosso e in Corvonero.» replicai, anche se Michael, il mio ex ragazzo ai tempi del mio sesto anno, mi tradì con una Serpeverde. In altre parole, li avevo sorpresi a sbaciucchiarsi vicino alla sala comune di Corvonero (non ricordo come c’ero finita lì sopra, forse ero ubriaca fradicia.)
«Ti ricordi Michael? »
«Stavo pensando a lui, infatti.» replicai a bocca asciutta.  Allie scrollò le spalle.
«Le odio.»  Presi un vecchio libro con la copertina nera quasi staccata e lo aprii, immergendomi nella lettura e dimenticando quasi la presenza di Allie accanto a me.
«Credo che mi taglierò i capelli.» sentii la sua voce.
«Mh, ok..» risposi indifferente.. sinceramente non avevo nemmeno capito cosa aveva detto.
«Mi starebbero bene quei capelli cortissimi e tutti scombinati? Io mi ci vedo, mi sono stancata di tenere questi diavolo di capelli lunghissimi, sembro una Barbie.» sbuffò tirandoseli.
Scrollai le spalle, annuendo.
«C’è una ragazza di Tassorosso che l’hanno scorso li tagliava. Vado a chiederle quando è libera.. e magari mi colora qualche ciocca!» e sparì dal dormitorio, ridendo e confabulando con se stessa.
Poi, dopo qualche manciata di minuti, qualcuno bussò alla porta ed entrò una ragazzina del primo anno carinissima.
«Ciao, sei Lily Evans?» mi chiese sorridendo con la sua vocina dolce. Mi tirai giù dal letto e la guardai curiosa, dato che in mano teneva una lettera giallastra.
«Eh, sì. Che succede?»
«Il professore Lumacorno ti manda questa lettera.» disse porgendomela. La presi e la ringraziai. Pur sapendo che era il suo ennesimo invito per il Lumaclub, la aprii.


Cara Lily,
come già sai quest’anno sei ovviamente invitata al mio Lumaclub, insieme ai tuoi compagni.
Conto sulla tua conferma per degli incontri settimanali ogni week-end del mese di Novembre.
Tanti saluti,

                                                                                                                                                Prof. Horace Lumacorno

Gettai la lettera nel letto e mi stiracchiai. Erano quasi le ore del crepuscolo. Scesi in sala comune e vi trovai due ragazzine del quarto anno che spettegolavano e bisbigliavano fra loro vicino la grande mensola dei libri.
«.. e perché? Allora avrai sentito di quei ragazzi del settimo anno..» mormorò una biondina, con una mano davanti la bocca.
«Settimo anno? Grifondoro?» chiese l’altra sbalordita.
«Sì, sì. Proprio loro, James, Sirius..» confermò l’altra. Avrei senz’altro detto a entrambe che quando si spettegola si ha un tono di voce più basso, però stavano parlando in un argomento abbastanza interessante. Cercai di concentrarmi sempre di più sulle loro vocine stridule da oche.
«Be’, sì, hanno litigato là sotto, vicino la Sala Grande, con dei Serpeverde. Io li ho visti.» concluse l’altra con arroganza. Mi alzai di botto guardandole e loro mi guardarono spaventate.
«Che cosa?» chiesi stupefatta «Sirius e Potter hanno litigato con dei Mangia.. cioè con dei Serpeverde?» replicai, spalacando gli occhi ancora di più.
«Beh, sì, con un gruppetto, se non sbaglio c’erano un certo Mulciber e un altro.. Avery se non sbaglio.» mi raccontò la biondina che era ben informata sull’argomento.
Mulciber ed Avery. Quindi.. se c’erano loro due..c’era anche Severus.
«Dove sono ora?» chiesi con una nota di ferocia nella voce.
«Tutti in Infermeria, si son presi a pugni e poi con colpi di Schiantesimi.» mi spiegò gesticolando la biondina. Annuii e corsi via dal buco del ritratto. Le mie scarpe erano così comode da potermi permettere di correre velocissima. Arrivai col fiatone davanti alla porta enorme dell’Infermeria e Madama Chips di fronte seduta dietro la sua scrivania.
«Madama Chips..» e lei alzò lo sguardo.
«Sei di nuovo semicieca?» mi salutò alzandosi. Le sorrisi falsamente e continuai : «Madama Chips, si possono fare visite?» chiesi, dubbiosa con il fiatone. Sicuramente Potter aveva le sue mille ammiratrici a fargli le fusa e a compiangersi su quanto ingusto sia stato che proprio lui ‘il figaccione della scuola’ si sia preso le botte.
«Entra pure, ci sono poche persone.» disse con tono molto stanco e aprì la porta.
Al centro della stanza c’erano alcuni letti occupati e ad ogni letto c’erano una/due persone.
Riconobbi all’istante i Malandrini riuniti e altri due letti occupati : Mulciber e Avery ed un terzo ragazzo seduto tra di loro, con un viso scarno e degli occhi traboccanti di tristezza, in ottima forma (se non teniamo conto delle occhiaie violacee sotto gli occhi e della carnagione grigiastra) e capelli nerissimi unti : Severus, ingobbito, parlava pianissimo con Mulciber.
Sussultai alla sua vista e lui si girò verso di me. Socchiuse la bocca con sguardo inespressivo e poi, lentamente si rigirò verso i suoi compagni.
Fui presa da un gran sollievo : Severus stava bene. Ovviamente non potevo dire lo stesso di Sirius e Potter.
«Che diavolo avete combinato voi due?» li rimproverai, mettendo le mani sui fianchi : capperi, sembravo una mamma.
Sirius, era spaparanzato sul letto, con una strana chiazza di sangue pestato sul naso e i capelli rizzati in aria e nel letto accanto, Potter aveva gli occhiali rotti e il labbro inferiore spaccato, con gli zigomi schiacciati. Remus si alzò e venne da me, facendomi sedere tra i due, proprio come Severus.
«Che è successo? Quale assurdo motivo avevate per attaccare due.. ragazzi?» esitai sull’ultima parola, avrei preferito usare ‘Mangiamorte’.
Sirius fece per parlare, ma Remus lo bloccò con un gesto della mano.
«Colpa mia.» confessò e io lo guardai stupita. Ma Sirius si rizzò a sedere pronto a superare la calma voce di Remus.
«Non è vero! L’hanno preso in giro, l’hanno chiamato mostro e poi lupo mannaro. Brutti stronzi bastardi» e continuò una sfilza di imprecazioni e maledizioni verso i semisvenuti di fronte a loro. Severus si girò per guardare Sirius con una faccia disgustata.
«Che cazzo guardi Mocciosus? Hai paura che i tuoi amichetti mezzi morti non possono aiutarti? Adesso hai paura anche a rispondere? Ben gli sta a queste brutte facce di ca..» ma si fermò perché Severus si alzò di botto, puntando la bacchetta in lontananza contro Sirius sdraiato nel letto. Ma Sirius rise.
«Osi puntare la bacchetta contro a un indifeso? Codardo e pure scemo.» rise Sirius follemente. Peter rise sotto i baffi. Ma io sapevo cosa aveva in mente Severus. Mi alzai di botto con la bacchetta stretta in mano, tra Sirius e Piton. Sentii il mio cuore afflosciarsi quando lui mi regalò un’occhiata sprezzante e si girò, tornando a sedersi.
Andai verso Sirius e gli diedi uno schiaffetto.
«La smetti di prenderlo in giro?» gli sussurrai.
«Non solo ti piglia per il culo davanti a tutti chiamandoti .. chiamandoti come ti ha chiamata, ma tu continui a difenderlo?» disse con aria indignata.
«Beh, quello che faccio io non ti importa. Spero però, che ti interessi quello che potrebbe accadere a te, se continui a deriderli.  Lasciali in pace.» e rivolsi anche a Potter lo stesso sguardo minaccioso che avevo rivolto a Sirius.  Poi tutti mi annuirono e mi diressi verso la porta.
«Bella nervosetta la mia Lilian.» sentii dire a l’idiota Potter mentre uscivo a grandi passi, mentre mi fischiava. Mi bloccai e girandomi gli urlai a gran ferocia : «Non sono un cane! E nemmeno di tua proprietà, deficiente!»
Piton si girò verso di me, e gli vidi fare un sorrisetto compiaciuto.
Uscii dalla porta e me ne tornai in sala comune, arrabbiatissima.
Dei Mangiamorte fra cui anche Severus avevano preso in giro il mio migliore amico e Sirius e Potter gli si erano scagliati contro. Beh, avevano ragione no?  Ma quel Potter.. quell’arrogante idiota babbuino che.. Merlino quanto lo odiavo. La rabbia mi usciva da tutti i pori.
«Lily, che è successo a Sisi e agli altri?» mi chiese una voce allarmata appena entrata dal buco del ritratto. Mi voltai a guardare Allie e rimasi praticamente immobilizzata. Non c’era più la sua chioma bionda ossigenata che le arrivava all’ombelico, ma dei capelli cortissimi all’altezza delle orecchie, tagliati in modo disordinato e confuso, ciocche sparse ovunque e poi, con mio grande orrore, due ciocche di color fuxia e azzurro.
«C-che diavolo hai .. hai fatto hai tuoi.. hai tuoi capelli?» balbettai scioccata.
Lei sorrise e sinceramente le fece il volto più bello. I suoi occhioni verdi adesso si vedevano di più e quei capelli le davano un’aria più simpatica e vivace.
«Mi hai detto che approvavi un’ora fa! Ti ho detto che andavo da Helen per farmi tagliare i capelli. »
«17 anni che non ti tagli i capelli.. e lo fai ora?» chiesi stupefatta. Poi la mia attenzione cadde sulle ciocche multicolor.
«E li hai pure tinti, cavolo!» mi portai una mano ai miei capelli, fortunatamente ancora rossi.
«Sono simpatici..»
«Sono da bambina di tre anni, Allie! Non crescerai mai.» e mi avvicinai per toccarglieli. Erano orrendi, ma non avevo intenzione di ferire i suoi sentimenti.
«E vabene..» prese la bacchetta e si picchiettò sui capelli. Per un attimo credetti che i capelli fossero tornati lunghi, ma poi vidi le ciocche fuxia e azzurro schiarirsi nel suo biondo ossigenato naturale. Ora stava benissimo ed era davvero bellissima.
«Comunque, cosa è successo a Sisi?» chiese preoccupata guardandomi.
«Chi diavolo sarebbe Sisi?» le domandai.
«Sirius!» roteò gli occhi al cielo.
«Lui e l’Idiota Potter si sono presi a pugni e a Schiatesimi contro dei Mangiamorte.» le dissi. Spalancò gli occhi e la bocca.
«Quindi anche..» obbiettò, ma la interruppi prima di voler sentire il suo nome.
«No, lui non c’era o almeno, non ha attaccato. Era in infermeria con i suoi amichetti e poi si è alzato contro Sirius perché l’aveva provocato.. e sono intervenuta io.» le raccontai. Questa storia mi rendeva ancora più triste.. Severus mi mancava terribilmente, ed Allie lo sapeva. Il mio ex migliore amico che dieci minuti prima mi aveva puntato la bacchetta contro.
Allie corse verso di me e mi abbracciò fortissima.
«Io.. io lo so che ti manca Lily, lo so. E tu manchi a lui, ma ormai siete troppo distanti e lui ormai sta costruendo la sua vita con i suoi Mangiamorte. Lui ha avuto la possibilità di scegliere fra te e i Mangiamorte, l’anno scorso, e ha scelto loro. Quando usciremo da qui, lui non dovrà più esistere per te.» e mi abbracciò più forte. Sentii qualcosa di caldo scendermi sulla guancia e la scacciai via con la manica della maglietta con ferocia. Non piangevo per Severus da un anno. E non volevo farlo ora.
«Se solo avesse scelto me…»
«Smettila di torturarti per questa storia, Lilian. Non devi più parlargli, né guardarlo. Devi cercare di frequentare qualcuno, questo ti farà sentire meglio. James è un ragazzo d’or..»
«Non parlarmi di quell’Idiota insensibile mentre piango per la persona più importante per me finora.» la rimproverai, mentre mi asciugavo altre lacrime. Lei annuii, zittendosi.
«Perché non vai da Sirius? Io sto bene.» lo notai subito. Era passata mezzora su per giù da quando lei era comparsa dal buco del ritratto con la sua nuova proposta ‘che ne pensi di me e del mio nuovo look da bimba maggiorenne sbarazzina e trasgressiva con capelli arcobaleno?’
Allie rise per finta : «Se tu stai bene, Evegnia Dintom è verginella.» risi come una scema, e poi Allie tornò seria, ma con uno sguardo dolce.
«L’amicizia resta, l’amore no. Lo sai.» e in quel momento, forse per la mia incredibile mancanza di affetto nell’ultimo periodo, la abbracciai come se fosse l’ultima volta.
«Ti voglio bene.» le sussurrai. Lei mi diede una pacca nella schiena e poi sciolsi l’abbraccio.
«Stasera.. c’è la Luna piena e.. i ragazzi sono in Infermeria. Come farà Remus?» le chiesi ed Allie fece uno sguardo spaesato. Non c’aveva pensato.
«Conoscendoli, credo che scapperanno dall’Infermeria per Remus sotto il Mantello.» ragionò ed io approvai.
«Andiamo in Sala Grande dai, ho una fame..» disse e si alzò, trascinandomi. Avevo ancora gli occhi lucidi. Ci sedemmo sul tavolo dei Grifondoro. Ci sentimmo estremamente vuote senza la presenza dei Malandrini e finito il dolce, sgattaiolammo in sala comune.
«Dato che Remus mi ha fermamente proibito di andarlo a cercare stanotte e la mia vita giornaliera sta diventando estremamente noiosa, mi vado a sbaciucchiare con l’unica cosa che mi apprezza : il mio cuscino. Mi segui o resti a fissare fuori dalla finestra?» sbadigliai.
«Da qui si vede il Platano.. e.. porco gayser Lily! Un cane! Un cervo! Sono loro! Sono loro! Sono scappati!» strillò e spiaccicò la guancia contro il vetro. Corsi alla finestra e vidi tre figure enormi correre verso la Foresta Oscura, sicuramente il quarto non si vedeva per la sua piccolezza. Allie mi guardò preoccupata.
«Lily..» avevo capito cosa aveva in mente.
«No! Non scenderemo! Non ci tengo più a farmi un graffio come quello!» e indicai il mio avambraccio.
Allie sbuffò e la tirai verso il dormitorio.
Perché le mie giornate ad Hogwarts dovevano essere sempre così noiose? Perché mi mancava Severus ogni giorno di più? Perché invece di sbaciucchiare il mio cuscino lo sto riempiendo di lacrime? Perché sono così friabile?  Smettila Lilian, sei ridicola!


Angolo dell’autore :
Ehii ragazzzzzi! Come va? Spero bene. Eccoci arrivati al terzo capitolo C: Spero vi piaccia, ringrazio quelle persone che hanno messo tra le seguite/messo tra le ricordate/ messo tra le preferite questa storia.. spero avrete voglia di recensire e di continuare a leggere i capitoli successivi.. ci tengo! Accetto ovviamente critiche :’3
un bacio
Mils.

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Capitolo 4
*** Sbalzi d'umore o ottima copertura? ***


4.

Sbalzi d’umore o ottima copertura?


I giorni ad Hogwarts volarono così rapidi che ci trovammo catapultati in Ottobre. Le giornate calde di Settembre erano state sostituite da quelle più fresche di Ottobre. Per nostra somma tristezza, le sette ore buche assegnate per ogni settimana non riuscivano a coprire le ore di compiti che ci avevano assegnato, e quindi passavamo gran parte dei nostri pomeriggi a studiare e a lagnarci ad ogni pausa su quanto senza cuore fossero i professori a volerci istigare al suicidio con tutti quei compiti.
« La Trasfigurazione umana.. niente di più inutile! Non ci capirò mai niente» borbottava Allie un pomeriggio in sala comune, mentre immergeva la punta della sua piuma candida nella boccetta di inchiostro.
«Sbaglio o eri tu che avevi detto che sarebbe stato affascinante trasfigurare un animale in umano?» replicai, annoiata a mia volta, anche se, al contrario di Allie, avevo già scritto mezzo rotolo in più di pergamena.
«Beh, per affascinante intendevo la pratica, non la teoria. È una noia mortale» e si afflosciò sulla sua sedia, gettando la testa in dietro in segno di stanchezza «Non vedo l’ora di andare a mangiare, il mio stomaco mi sta praticamente urlando Maledizioni Senza Perdono e non.» farfugliò massaggiandosi la pancia.
Finii il mio tema di Trasfigurazione e lo passai ad Allie, che lo copiò in quattro e quattr’otto. Finita la fase di ‘lo copierò in modo che nessuno capisca che l’ho copiato’ di Allie, scendemmo in Sala Grande per rifornirci, ingozzandoci di cibo. Erano passate due settimane circa dalla fuga di nascosto dall’Infermeria di Potter e Sirius, quando Remus si era trasformato, ma i graffi nel volto di Sirius erano ancora ben visibili.
«La smettete di guardarmi come se fossi un cane bastonato?» ci rimproverò lui, dato che Allie continuava a guardarlo con un misto tra la compassione e la commiserazione.
«Vabbè dai, un cane lo sei, ci vuole un bastone..» parlai mentre masticavo il mio pasticcio di rognone.  Mi fece una smorfia sarcastica e tornò a concentrarsi sul suo calice pieno di succo di pompelmo che teneva stretto fra le mani.
«Sicuro che ti senti bene?» disse Allie, preoccupata.
«Allie..Smettila, non mi sono mica appena ritirato dal San Mungo!» ribadì lui, gesticolando.
«Oh andiamo, ti hanno quasi ammazzato quei Serpeverde!» ripeté Allie. Sirius roteò gli occhi al cielo e si zittì, guardando il suo piatto e continuando a mangiare.
Sirius e Potter si erano presi quelle ferite la sera della Luna piena, quando erano sgattaiolati dall’Infermeria sotto il Mantello dell’Invisibilità di Potter. Sirius era andato contro a Remus, ormai trasformato in lupo, che prima non li aveva riconosciuti e si era scaraventato contro Felpato, mordendogli e graffanogli il dorso, poi, grazie a Potter che l’aveva distratto, Sirius si era ripreso.
Remus ultimamente aveva sempre in volto un’espressione mortificata e stanca e passava la maggior parte delle giornate in silenzio a fare i compiti o nel dormitorio maschile.
«Non è colpa tua Lunastorta, è stata colpa mia e di Ramoso che siamo venuti troppo tardi. Non devi fartene una colpa.» gli ripeteva sempre Sirius, con un sorrisino idiota. Remus, di tutta risposta, faceva un cenno stanco e si richiudeva in camera.
«Che diavolo gli prende?» chiesi a mia volta triste, quando per l’ennesima volta si rinchiuse nel dormitorio un pomeriggio freddoso. Eravamo in sala comune ed avevamo miracolosamente finito i compiti di Incantesimi, che Allie ci aveva passato con fierezza e adesso ce ne stavamo appisolati davanti al fuoco.
Sirius alzò le mani in segno di innocenza e continuò ad abbracciare Allie. Peter sbuffò triste : «Sarà ancora abbattuto per la storia della Luna piena.»  sedendosi di fronte il camino e appoggiando la schiena ai piedi del divano.
«Sicuro. Ehi Coda, hai tu la Mappa?» cambiò discorso Potter, seduto in una poltrona.
Peter annuii e tirò fuori da un libro vecchio una pergamena ingiallita. «Avete ancora quella cosa?» chiesi.
«Questa cosa è il nostro tesoro più grande» e si schiarii la voce pronunciando quelle famose parole: «Giuro solennemente di non avere buone intenzioni» e sulla Mappa, comparvero delle linee scure, che unendole avrebbero mostrando la piantina del castello.
«Patetico.» commentai, stiracchiandomi nel divano.
Potter guardò tutto il castello e poi la richiuse, puntando la punta della bacchetta sulla carta. «Fatto il misfatto.» e le macchie scure che mostravano il cartello un attimo prima, si assorbirono nella carta.
«E che misfatto..» schernii Potter e la sua Mappa. Lui mi fece la linguaccia e tornò a immergersi nel suo silenzio. Sirius ed Allie si baciavano appassionatamene ed io ovviamente tirai un calcio sulla schiena di Sirius che si fermò a fissarmi con un’occhiata torva. «Non davanti a me.» gli intimai.
«Solo perché non hai un ragazzo non significa che la tua migliore amica non deve averlo.» mi rimproverò, con aria di sfida.
«Non ho detto che la mia migliore amica non deve avere un ragazzo, sto dicendo che non mi va che lei si sbaciucchi con un dongiovanni come te, davanti a me. Lei sa benissimo che non approvo questa relazione.» replicai a denti stretti. Allie mi fece un gesto che lasciava ben capire l’espressione ‘ appena restiamo sole ti decapito ’ quindi, per la mia salute, decisi di stare zitta per il resto della serata e di darla vinta a Sirius.
Potter cominciò a parlare di Voldemort tenendo in mano Il Profeta della Sera.
«Ha infiltrato alcuni dei suoi nel Ministero. Sta diventando sempre più forte.» disse con tono preoccupato.
«Fin quando ci sarà Silente a dar filo da torcere a Tu-Sai-Chi saremo al sicuro.» rispose Allie, che, sdraiata a terra a pancia in giù sul tappeto accarezzava i capelli di Sirius, anche lui nella sua stessa posizione.
Potter non parlò più per tutta la sera e restò fermo a fissare la parete di fronte a lui con uno sguardo perso.
«Vado a letto, notte.» e salutò tutti, andando a dormire, dopo qualche minuto, stranamente lo imitai.

Eravamo a metà Ottobre e questo significava una cosa sola : l’inizio della stagione di Quidditch. Potter, oltre ad essere Caposcuola, era anche il Capitano della squadra di Grifondoro da due anni.
«Dobbiamo vincere la Coppa quest’anno, d’accordo?» era tutto un’agitazione e non faceva altro che rompere le palle a me e ai Malandrini su quanto meraviglioso fosse stato se Grifondoro avesse vinto la Coppa del Quidditch dopo 7 anni.
«Ce la faremo! Ce la faremo!» ripeteva sempre a Sirius che annuiva sconsolato. Anche Sirius faceva parte della sua squadra. I primi allenamenti andarono di pari passo con le prime giornate di pioggia, assolutamente insopportabili.
«Possiamo dire addio all’estate.» soffiò Coda, un pomeriggio mentre facevamo i compiti con i Malandrini.
«Tra mezzora allenamento, sbrigati.» ruggì Potter, che aveva appena finito il compito di Difesa contro le Arti Oscure, a Sirius.
Sirius lo guardò andarsene e poi si avvicinò a noi con aria sfinita : «Mi vuole uccidere prima della partita. Non ce la faccio più.» disse e se ne andò dopo aver baciato Allie. E aveva pure ragione, ogni anno Potter, prima di ogni partita, sembrava una quasi sposa isterica durante i preparativi del matrimonio.. e voi sapete come sono le quasi spose prima del matrimonio.
«Quando sarà la partita?» chiesi, finendo il mio tema.
«Tra tre giorni.» rispose indifferente Peter.
«Contro chi?» continuò Allie per me.
«Contro Corvonero.»
«Aspetta.. quindi contro il caro Michael?» risi sorpresa : Michael Georsh (il mio ex ragazzo) era il Capitano della squadra di Corvonero, Battitore, contro Potter, che era un Cercatore. Questa volta, giuro che avrei fatto il tifo per l’Idiota Potter.  «Sì, quello lì.» specificò Remus e poi, finito il compito si alzò.
«Devo andare.. Miley mi aspetta.. un saluto.» ci sorrise un po’ controvoglia e uscì dal buco del ritratto tenendo sotto l’ascella il libro di Difesa.
«Devo scoprire cosa diavolo gli succede.» sussurrai ad Allie e lei annuì piano, per non far capire niente a Peter, che scriveva copiando dal libro. Io ed Allie ci alzammo piano e uscimmo di soppiatto, senza farci vedere da Peter che, si girò sulla sedia e ci guardò :« Cosa diavolo state combinando voi due?». Io ed Allie ci bloccammo e ci girammo come se fossimo lì casualmente.
«Che stiamo combinando? Noi? Niente stiamo combinando.. stavamo.. andando in Biblioteca..» disse Allie, sorridendo allarmata.
«Oh, ottimo. Vengo anch’io, non ci capisco una mazza su questo libro..»  disse Peter alzandosi e prendendo i suoi libri.
«NO! No.. perché.. perché l’abbiamo già fatto!..» lo bloccai io.
«Ah che fortuna! Allora fatemelo copiare.» e fece una faccia sollevata.
«Eh, no l’abbiamo dimenticato! D-dobbiamo andare a prenderlo, ciao!» mi tirò Allie e ci nascondemmo nella scala per il dormitorio mentre Peter usciva dal ritratto sbuffando e prendendoci per matte.
«Come facciamo adesso? Non riusciremo mai a trovare Remus! Chissà dov’è ora!» mi lamentai, mentre Allie stava in silenzio a pensare.
«Dove hanno lasciato la Mappa i ragazzi?» chiese lei.
«Nel libro di Peter.» ed indicai un libro vecchio poggiato sul tavolino accanto alla finestra che Peter aveva dimenticato di portarsi dietro.
Scendemmo veloci verso il libro e presi la Mappa. La aprii e iniziai a formulare frasi simili a : « Prometto assolutamente che non ho buone intenzioni» o «Giuro di non avere buone intenzioni» ma la Mappa non si mostrava.
«Svelati.» poi pronunciai e la Mappa si mostrò.
«Merlino che genio che sono.» mi lodai ma la Mappa non mostrò ciò che doveva mostrare, ma bensì quattro scritte con calligrafie diverse :

        M. Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso  porgono i loro omaggi a Lily Evans e.. :

Il signor Lunastorta le chiede cortesemente di mettere giù questa Mappa e di non toccarla più.
Il signor Codaliscia la prega di non ficcanasare più nei suoi libri né in altri suoi oggetti.
Il signor Felpato le consiglia di non andare più dietro al Mocciosus e di farsi una vita sociale.
Il signor Ramoso le chiede se vuole uscire con lei ad Hogsmeade questo fine settimana.

Guardai Allie che scoppiò a ridere. «Idioti.» bofonchiai gettando la Mappa fra le pagine del libro di Coda.
«Sarà per la prossima volta, ok? » le dissi e lei annuì, ancora con il sorriso stampato sulle labbra.
«Sirius è così idiota che Potter ha preso da lui.» esplosi.
«Si è offeso perché hai difeso Piton in Infermeria invece che lui.»  Scrollai le spalle. «Era bellissima quella di James.. vuole uscire con te.» rise sotto i baffi, quando uscimmo dalla sala comune per gironzolare un po’ al quinto piano.
«Oh, stai zitta, sono un mucchio di idioti.» ed Allie si zittì. Camminammo un po’, però appena arrivati vicino ai bagni femminili sentimmo una voce familiare che discuteva con un’altra.
«Vuoi dirmi che siamo così fortunate da averlo trovato senza nemmeno aver consultato la Mappa?» mi sussurrò Allie raggiante, quando le dissi di aver sentito Remus confabulare con qualcuno. Le schiacciai un piede e si ammutolì.
«.. e perché continui a star anche con quelle lì?» diceva qualcuno con un tono di voce aspro.
«Sono delle mie amiche e ci tengo a loro. Miley, smettila di essere così stressante.» la rimproverò Remus, cercando di andarsene.
«
RESTA QUI!» gli ordinò lei con cattiveria e lui si girò, venendo da lei. Io ed Allie ci guardammo preoccupate e ci avvicinammo lentamente.
«Ti ho detto che devi sbarazzarti di quei tuoi amici, dei Malandrini, e di quelle due, specialmente quella Allie.» disse Miley e nella sua voce c’era un misto tra cattiveria e follia. Allie mi guardò spalancando gli occhi.
«Smettila! Io non rinuncerò a loro per te!» ribatté Remus. Non l’avevo mai visto così arrabbiato. Miley di tutta risposta gli diede uno schiaffo, poi uscì la bacchetta velocissima e la puntò contro Remus.
«Confundo!» sibilò e Remus si raddrizzò. Allie ebbe l’istinto di correre da quella tipa e scaraventarle un pugno, ma la trattenni.
Poi Miley gli disse qualcosa all’orecchio e lo spinse, così lui cominciò a camminare verso di noi. Io ed Allie ci guardammo e scappammo via, tornando in sala comune scandalizzate.
«È non una strega.. una..una..» balbettò Allie, quando ci sedemmo scioccate sul divano della sala comune. Eravamo sole.
«Una stronza.» finì per lei, e feci un gesto teatrale di prendere a pugni qualcuno di invisibile.
«Ma.. perché Confonderlo?» chiesi pensando.
«Lei sarà stata gelosa di noi e..» ma si bloccò in quel momento. Sentii un rumore.Qualcuno era entrato dal buco del ritratto ed Allie lo fissava impaurita. Mi voltai e vidi Remus guardarmi e sorridermi con il solito sorriso stanco che mi aveva rivolto nelle ultime due settimane. Poi fece un cenno e salì nel suo dormitorio.
«Allie… io non credo che questa sia la prima volta che viene Confuso.» dissi preoccupata ed Allie approvò.
«Come si spezza un Incantesimo Confundus?» chiesi ed Allie socchiuse gli occhi pensandoci. Dato che era lei il genio nella materia.
«Un Incantesimo Confundus si spezza col tempo. Credo che nel giro di poche ore tornerà normale.» rispose con aria da secchiona.
« “Ti ho detto che devi sbarazzarti di quei tuoi amici, dei Malandrini, e di quelle due, specialmente quella Allie” .. be’, non credi che nel tempo in cui resterà Confuso cercherà di sbarazzarsi di noi?» ipotizzai. Allie fece per aprire bocca, ma sentimmo qualcuno scendere dalle scale del dormitorio maschile. Remus ricomparve e ci guardò come di solito guardano i maniaci le loro prede.
«Andiamo a fare un giro Allie?» chiese con una voce che non gli apparteneva completamente. Allie prese a tremare e a stringermi il braccio. Sembrava uno di quei film Babbani stile Horror.
«D-dove?» chiese lei, che manteneva coraggiosamente lo sguardo, ma comunque continuava a stritolarmi l’avambraccio.
«In giro per il castello. » ripeté con quella voce.
«Forse è meglio che io resti qui.. devo fare i compiti.» si scusò Allie e Remus spalancò gli occhi in segno di ‘dato che non vuoi venire con me ti ammazzo ora o stanotte?’
Allie tremò, ma per fortuna Remus fu fermato dall’entrata di Sirius e Potter inzuppati fradici, che tenevano in mano le loro scope, appena ritirati dagli allenamenti di Quidditch che sghignazzavano. 
«Rem! Saliamo?» chiese Sirius, dando una pacca alle spalle di Remus. Quest’ultimo si voltò verso Allie e me, e poi con il suo sguardo maniaco, seguì Potter e James negli spogliatoi.
«Sembra un film Horror.» disse Allie, senza smettere di tremare e guardarsi alle spalle.
«È Confuso, ma ovviamente quella Miley  non mi convince. Dobbiamo scoprire chi è.» le dissi. Ci dirigemmo poi furtive verso la Sala Grande per cenare e ce ne tornammo svelte svelte nel nostro dormitorio, l’unico posto in cui potevamo preparare il nostro stratagemma al sicuro.
«Ci vogliono delle spie.» complottò Allie, decisa a scoprire cosa stava succedendo.
«Nessuna spia, non dobbiamo fidarci nessuno. Dobbiamo essere noi a seguirla.» decisi.
«Come hai detto che si chiama? » mi disse per la terza volta. Alzai gli occhi al cielo e scandii bene il nome : «Miley Sheped». Allie fece in modo di ricordarselo perché non lo chiese più. Cercammo di organizzare il piano per scoprire chi era e cosa voleva quella tipa da me, Allie, Remus e i Malandrini.
«Allora.. domani a pranzo prendiamo i nostri mantelli e facciamo un Incantesimo di Disillusione che farai tu ― e indicai Allie, l’esperta in Incantesimi ― ed entreremo nella sala comune dei Serpeverde, nei sotterranei. Poi.. poi entreremo nel suo dormitorio del sesto anno e beh.. curioseremo sulle sue cose private.» conclusi il piano poco convincente che avevamo messo sù in mezz’ora, e mi immaginai la mia fine : 90 punti in meno a Grifondoro per essere entrata nella sala comune dei Serpeverde, e altri tipi di punizioni strane ideate e progettate da Mastro Gazza, l’uomo che passava il suo tempo a partorire idee su come farsi odiare dai ragazzi affidandoli a punizioni bislacche.
« Quella tipa mi inquieta parecchio. » confessò Allie distruggendomi i pensieri e si girò dall’altra parte per addormentarsi.

L’indomani mattina eravamo praticamente scandalizzate da Miley e dall’idea che il nostro piano non avrebbe funzionato. Camminavamo furtive nel castello guardandoci ogni cinque secondi le spalle. Fortunatamente le lezioni non erano pesanti per me : Pozioni pratica, due ore buca, Antiche Rune ed Incantesimi teorica.  Le prime quattro ore volarono in fretta, dato che le due ore buche mi erano servite per recuperare i compiti di Difesa contro le Arti Oscure che non avevo fatto durante la mia semicecità. Mi diressi verso l’aula di Incantesimi, che avevo l’ultima ora e vi trovai Allie al primo banco pronta sull’attenti per una noiosissima lezione teorica di Incantesimi. Ovviamente non mi sedetti con Allie, mi aveva fatto giurare di non sedermi con lei perché mi aveva incolpato di essere la sua fonte di distrazione. Comunque negli ultimi banchi vi trovai Sirius seduto con l’Idiota Potter e io mi sedetti davanti a loro con Audrey Bloorks di Tassorosso.
«Non capisco perché deve sedersi da sola. Basta che ci dice di far silenzio.» si lamentava Sirius guardando la schiena di Allie.
«Ma ovviamente, anche se te lo dice, tu non lo fai. E comunque, ha cacciato via anche me, l’anno scorso, quindi, se non fa sedere me, figuriamoci te.» lo informai, prendendo il mio librone di 1022 che avevo scaraventato a Potter in testa.
«Nessuno ti ha chiesto niente.» mi sussurrò Sirius con un’occhiata sprezzante. Presa dalla furia mi girai verso di lui facendo svolazzare in un gesto teatrale i miei capelli: «Mi spieghi perché ti ha dato così tanto fastidio che non ti ho difeso davanti a quei tipi?»
«Perché anche se quell’idiota ti ha chiamato ‘Sporca Mezzosangue’ tu continui ad andargli dietro e a difenderlo! Non riesci a vedere che cosa è diventato? Non riesci a capirlo? Non te ne capaciti che ormai è un nemico?»
«Oh andiamo Sirius, non ti sei mai preoccupato per me, perché ti scaldi così tanto adesso?» e mi voltai. Sentivo qualcosa bruciarmi in gola, perché quello che Sirius aveva detto era vero e non volevo affermarlo. Severus era adesso un nemico. Percepii qualcosa simile alle lacrime bruciarmi negli occhi e mi asciugai subito con la punta della manica della divisa. Nemmeno mi accorsi che il professor Vitious era già in classe.
«Buon giorno. Oggi spiegheremo gli
Incantesimi di Estensione Irriconoscibili.» Vidi la testa di Allie annuire pronta. Appoggiai la faccia nel braccio e chiusi gli occhi, concentrandomi ad usare solo l’udito.
« L’Incantesimo Estensivo Irriconoscibile estende lo spazio interno di un oggetto come per esempio un scatola senza cambiargli l’aspetto esterno..» spiegò Vitious.
«La formula è Adduco Maxima.» e ci fu silenzio.
«Ripetete molto lentamente : Adduco Maxima»  e tutti iniziarono a ripetere quella formula.
Passò un’ora e io né gli altri due idioti dietro di me eravamo riusciti a fare nemmeno mezzo incantesimo e questo fu controproducente al mio Eccezionale in Incantesimi, dato che Potter non faceva che disturbarmi.
La lezione finì ed io ed Allie ci preparammo per l’operazione S.M.S. (Smascheriamo Miley Sheped).
Andammo in sala comune a prendere dei mantelli che avevamo ed Allie, concentrandosi premette la punta della bacchetta nel mantello formulando : «Disillio!» mentre i mantelli sbiadivano nelle nostre mani.
«Non potevamo semplicemente farci prestare il Mantello dell’Invisibilità di James?» sbottò Allie, che stava facendo trasparire il mio mantello.
«Non oso toccare niente di lui.» tagliai corto, dato che me l’aveva chiesto per due volte.
«Dovremo comunque chiedergli la Mappa del Malandrino. Come ci arriviamo alla sala comune dei Serpeverde?»
«Non ne avremo bisogno, ci sarà almeno qualche Serpeverde che andrà nella sua sala comune, no?»
«Ripeto per l’ennesima volta : questa cosa è folle e ci porterà molti guai.» e mi guardò impaurita.
«Io non voglio vedere più Remus in quello stato. E per farlo tornare normale, dobbiamo chiarire la faccenda con questa tipa.» mi difesi. Allie sussultò, poi annuì piano.
«Allora.. andiamo.» e scendemmo nei sotterranei gelidi, vicino all’aula del professor Lumacorno. Aspettammo qualche minuto sotto i nostri mantelli caldi e poi arrivarono un ragazzino del quarto anno molto esile e alto, e un ragazzino che era l’opposto : molto robusto e basso. Premettero i polpastrelli delle dita contro quel muro grigio davanti a noi, che all’improvviso sì aprì.
Allie fece una faccia sorpresa e li seguì «Ma che cavolo? Ma perché non l’abbiamo fatto?»
«Forse perché.. non siamo Serpeverde e non lo sapevamo? Ecco perché non sei Corvonero, hai poco cervello cara mia.»
Sorpassammo il muro ed enrammo. La sala comune dei Serpeverde era tristissima e c’erano solo alcuni ragazzi. Forse i Serpeverde la amavano così, ma c’era un freddo pazzesco. Il fuoco verde smeraldo dentro il camino non riscaldava nemmeno se ti ci buttavi dentro e dalle finestre non si vedeva altro che acqua verde smeraldo e strane creature nere nuotarci dentro : era il lago nero.
Il resto dei mobili erano ricoperti in pelle verde smeraldo o argento e c’erano dei tavolini in legno scuro su cui erano sdraiati dei ragazzini del primo anno.
«Dove sono i dormitori?» chiese Allie, ai miei occhi invisibile. MI guarai intorno e intravidi due porte, forse erano lì. Mi avvicinai ad Allie e schiacciai a casaccio il piede.

«AHI!» si lamentò Allie e scoprii che era accanto a me.
«Andiamo di qui, seguimi.» le dissi.
«Idiota, sei invisibile.» mi fece notare e così mi scoprii la punta delle scarpe. Allie mi seguii verso le porte e ne aprimmo una : delle scale a chiocciola di pietra mi dicevano che quello era il dormitorio femminile. Si sentiva un vago profumo femminile.
Salimmo le scale e ci ritrovammo in un pianerottolo con diverse porte di legno scuro : e questo mi fece capire che le sale comuni erano tutte diverse.
«Dobbiamo tirare a caso.» dissi e aprii una prima porta. Buio. Aprii la seconda. Tanti letti a baldacchino con coperte argento e smeraldo. Controllai all’interno della porta e vidi un cartello verde smeraldo con la scritta 1° anno. Continuai fino a quando..
«Lily! Lily l’ho trovata! Vieni!» sussurrò pianissimo Allie. Mi voltai speranzosa ma non vidi nessuno.
«Dove diavolo sei?» chiesi guarando il vuoto. Allie si tolse il mantello ed io corsi da lei.
«Entriamo.» e aprimmo la porta. La stanza era vuota, ed era simile a quella dei Grifondoro : cambiavano solo i colori delle coperte e delle tende.
Guardammo in tutti i letti e arrivammo al letto con le lettere incise : M.S.
Frugammo tutto il baule (mi sentii una sporca ladra) ed io trovai delle lettere : «Geminio» sussurrai e le lettere si moltiplicarono nelle mie mani. Posai le originali nel baule e le copie le misi in tasca. Allie fece la stessa cosa con un ritaglio de La Gazzetta del Profeta e con una foto. Poi all’improvviso, sentimmo dietro di noi dei rumori e ci fermammo. Una ragazza del sesto anno entrò e si sdraiò nel suo letto, l’ultimo della fila da sinistra verso destra con le iniziali L.D. Aveva capelli castano scuro e fissava il tetto, contorcendosi i capelli con delle ciocche blu.
«Usciamo.» sussurrai pianissimo ad Allie, ma fui senz’altro sicura che L.D. si era girata verso di noi, anche se eravamo invisibili. Uscimmo piano piano dalla porta, che fortunatamente era aperta e poi dalla sala comune. Tolte il mantello invisibile corremmo felici fuori dai sotterranei, ma ci scontrammo in qualcosa.
«Che ci fate qui?» chiese una voce docile e allegra. Miley ci guardava sorridendo.
«Ehem, cciao Miley. Stavamo.. girovagando un po’. Adesso andiamo a fare i compiti.» finse Allie, sorridendole.
«Capito. Buon lavoro allora! Ciao ciao.» e ci sorpassò, andando in sala comune saltellando.
«Ma a che gioco sta giocando?» chiese confusa Allie. Scrollai le spalle e ci dirigemmo verso la sala comune, nel dormitorio femminile.
Mi sdraiai, tirando fuori le copie che avevo fatto e poggiandole sulle coperte soffici. Finalmente dalle finestre si vedeva un bel panorama e non quel noioso lago trise.
«Cosa hai trovato?» mi chiese Allie. Guardai le lettere.
«Delle lettere. E tu?»
«Una foto e un ritaglio del Profeta » e cominciò a leggere, con le gambe incrociate e la schiena appoggiata sul cuscino. Ogni tanto faceva dei gemiti.
La imitai, sistemandomi nella mia posizione preferita : a pancia in giù. Presi la prima pergamena e iniziai a leggerla :

Cara Miley,
auspico che tu sia stata smistata in Serpeverde, dato che la nostra nobile stirpe è stata da sempre Serpeverde. Sai benissimo che, quelle fecce che sono state smistate in altre case sono state cancellate dal testamento. Confido tu abbia molte ambizioni, come diventare grande e servire insieme a noi il grandissimo Oscuro Signore. Mi fido di te.

Tuo padre



Fissai turbata il foglio, lo rilessi per altre tre volte, leggendo piano le assurdità che un padre può dire a una bambina di 11 anni. Quella lettera aveva un solo significato “Se non sei Serpeverde ti diseredo.”
Come può, un padre, diversificare una figlia per il carattere, per le ambizioni e i sogni che ha? Che colpa ha la bambina se viene smistata in un’altra casa? Cosa hanno le altre case in meno a Serpeverde?
«Che succede?» mi disse Allie, fissandomi preoccupata. Le passai il foglio. Lei lesse piano e mosse l’angolo della bocca.
«Fortuna che è una Serpeverde.» cercò di sdrammatizzare. Non feci cenno di ridere, così rilesse : «La sua famiglia è un’alleata di Tu-Sai-Chi.» e impallidì.
«Credi che abbia detto al Cappello Parlante di essere smistata in Serpeverde?» ipotizzò Allie.
«Io credo che non stia vivendo la vita che vuole. » e mi zittii. Presi l’altra pergamena  e cominciai a leggere.




Cara Miley,
sono tua madre, e sono molto fiera di quello che sei diventata negli ultimi anni, sei una Serpeverde ma sei anche una quasi donna oramai. Hai raggiunto ambiziosamente i tuoi obbiettivi, hai passato il G.U.F.O. con quasi tutti Eccezionale. Adesso, però, c’è qualcosa che vorrei tanto dirti, ma che sono stata informata di non poterti parlare tramite gufo. Per il momento, accostati ai tuoi compagni Mulciber, Avery, Piton. Loro ti parleranno del tuo futuro. Qualunque cosa diventerai, sarò sempre orgogliosa di te.

                                                                                                                                                                    

«Severus.» sussurrai. Questa lettera era stata mandata alla fine dell’anno scolastico dell’anno scorso.
«Allora? Che c’è scritto?» mi disse Allie, sedendosi nel mio letto.
«Severus..» ridissi a bocca asciutta. Allie capii e mi fece sedere nel suo letto per fare scambio di oggetti. Guardai il ritaglio di giornale e vi mostrava una foto del Marchio Nero tra le nuvole.

 Il Marchio di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato scatena il terrore.

Nei piccoli villaggi magici come Little Wingingh la percentuale delle apparizioni del Marchio Nero sono aumentate di circa il 5%. Sarà che il grande Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato si sta allargando sempre di più e che i suoi seguaci conosciuti come i Mangiamorte staranno seminando il panico, ma nessuno al mondo, come lui ha avuto tanto potere da rimodernizzare il mondo magico.  Continua a leggere a pagina 2.

E con mia grande sorpresa, vidi che sopra questo ritaglio di giornale, erano stati tracciati con l’inchiostro tanti cuoricini sopra il ‘nome’ Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato . Allie mi osservava.
«Vista la foto?» e mi fece cenno verso un piccolo quadrato colorato. Presi la foto e la osservai bene : erano stati fotografati un uomo molto alto e scarno, con capelli scuri e occhiaie nere in un vestito nero, una signora magra, capelli scuri, occhi neri profondi e anche lei con un abito nero mentre sulle mani aveva dei guanti dello stesso colore e al centro, tra i due, una bambina graziosa che sorrideva con delle treccine ai capelli e un vestitino nero.
Voltai la foto e vidi dietro scritto : la vecchia famiglia Sheped.
«Vecchia famiglia Sheped?» non riuscivo a capire.
«A quanto pare o è andata distrutta o ce n’è una nuova.» obbiettò Allie.  «Hai visto la bimba al centro?»
«È Miley.» era identica ad ora, anche se adesso aveva i capelli più lunghi e i lineamenti da ragazza.
«No. È la madre.» ed io fissai di nuovo la foto.
«No.. questa è Miley.» dissi incredula. Allie scosse la testa.
«I miei la conoscevano questa famiglia. Molto nobili, ma poco di buono. Stavano dalla parte di Tu-Sai-Chi, e quella» e indicò la bimba « non è Miley, ma sua madre, Helena che è poi diventata una Mangiamorte.»
Non riuscivo bene a distinguerle, dato che erano davvero molto simili, ma poi cedetti, insomma, Allie era una Purosangue e aveva più conoscenze nelle vecchie casate magiche.
«E il ritaglio di giornale? Tutti quei cuoricini?» e presi il giornale.
«Sarà chiaro no? Le avranno fatto il lavaggio del cervello, forse da piccola era innamorata di Tu-Sai-Chi.» e fece un sorrisetto poco convinto.
«Questa giornale risale a quest’estate.» e picchiettai col dito la data stampata sul giornale. Allie fece finta di grattarsi la testa, poi ripresi.
«E quella lettera in cui diceva della casa in cui doveva essere smistata?» cominciai a diventare nervosa, sentivo caldo tanto da togliermi la sciarpa rossa e oro e la giacca.
«È cresciuta in una famiglia davvero spietata.» rispose Allie, cercando tra le mille carte del mio letto quella lettera.
«E quella che le mandò sua madre? Quella in cui parla di Severus e gli altri Mangiamorte? Che cosa le hanno detto? “Per il momento, accostati ai tuoi compagni Mulciber, Avery, Piton. Loro ti parleranno del tuo futuro” »  senza accorgermene mi ero alzata e sentivo una specie di euforia alzarsi dentro di me. Allie scosse la testa «So’ dove vuoi andare a parare.» mi rimproverò Allie. Ebbi l’istinto di urlarle in faccia.
«Ma non capisci? Mulciber e gli altri, sai cosa sono! È chiaro e tondo che questa ragazza, questa Miley Sheped è una Mangiamorte
«Tu stai dando fuori di testa.» disse Allie con un tono dubbioso, osservando le carte. Arrabbiata posai le carte che tenevo in mano e presi giacca e sciarpa «Ho bisogno di aria.» e uscii svelta, verso il parco quasi coperto di neve.
Perché ogni volta Allie doveva mettersi il prosciutto agli occhi? Perché doveva sempre trovare del buono nelle persone più cattive?


Angolo dell’autore :
Salve a tutti, ecco qui il quarto capitolo di questa storia movimentata! Scusate davvero tanto per il ritardo, ma ho fatto tre giorni di silenzio per la morte di un ragazzo che davvero adoravo con tutta me stessa : Cory Monteith. Forse avrete sentito dire un po’ in giro della sua morte da molti altri fandom, ma noi Gleeks abbiamo davvero sofferto (scusate, ma ogni volta che ne parlo cado a pezzi ç.ç) quindi, se il capitolo non è abbastanza, accetto critiche e tutto, ma confido in molte recensioni positive (ci tengo..) quindi adesso leggete cari miei amici Babbani e non.
Ovviamente come sempre ringrazio le nuove persone che si sono aggiunte tra CHI PREFERISCE LA STORIA, LA SEGUE, LA RICORDA e per chi l’ha recensita.
Siete mitici!
Ciao ciaao
Mils.

 

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Capitolo 5
*** I Tre Manici di Scopa unisce diciasettenni sbronzi dal 1400. ***


5.
I Tre Manici di Scopa unisce diciasettenni sbronzi dal 1400.


I giorni seguenti continuai spietatamente a torturate Allie sul fatto che quella povera ragazzina era una Mangiamorte. Nonostante questo, Allie continuava a riservarmi delle occhiatacce inquietanti ogni volta che mi preparavo ad uscire il discorso.
«Sta diventanto un’ossessione. Vabene Piton, vabene Mulciber e anche Avery, ma non quella povera ragazzina! Non sa nemmeno cosa sia un’Avada Kedavra!» e parlò con una voce inferocita che lasciava ben capire che quella era l’ultima volta che aveva intenzione di ripetermelo.
«Ma tu l’hai vista no? Ha Confuso Remus..»
«L’ha Confuso, ma adesso non lo fa da qualche settimana. Questo ci fa capire che Remus sa difendersi.» e aprì il libro di Aritmanzia iniziando a leggere il paragrafo dell’Arimanzia con il Metodo Caldeo. La sala comune era vuota e quindi eravamo libere di discutere questo drammatico argomento.
«Senti, ma perché allora l’ha Confuso? Che cosa gli hanno detto Mulciber e Avery e.. e Piton?» lo domandavo più a me stessa che a lei. «Devo scoprirlo.»
«Senti.. invece di non fare niente, non hai degli Eccezionale da mantenere? Se vuoi passare ad un Accettabile buon per te, ma io ci tengo a tenermi i voti alti.» esasperata Allie si contorceva i capelli cortissimi.
Sbuffai e andai a controllare la piccola bottega dove erano stati appena appesi degli annunci.

Sabato 13 – Gita ad Hogsmeade
Domenica 14 – Partita di Quidditch Grifondoro/Corvonero
Lunedì 15 – Lezioni di Materializzazione per il sesto anno. 


Spalancai gli occhi all’annuncio ‘Gita ad Hogsmeade’. Se Potter vedeva quell’annuncio mi avrebbe torturato fino alla morte per venire con lui. Mi guardai alle spalle e strappai quel ‘Sabato 13’ convinta che nessuno mi avesse visto. Mi ficcai quel pezzetto di carta nella tasca e uscii di soppiatto ridendo come una streghetta decrepita gobba di Notturn Alley che ha appena comprato oggetti oscuri dall’ Emporio di Magia Nera per stregare qualcuno.
Comunque, mi incamminai verso la Biblioteca per finire i miei compiti di Incantesimi, ma nel tragitto fui fermata da una voce particolarmente irritante.
«Cosa vuoi Potter?» domandai arrogante.
«Domani c’è la Gita ad Hogsmeade, e tu..» cominciò speranzoso.
«No Potter, non uscirò con te.» e ricominciai a camminare. Potter mi seguì appendendosi al mio braccio.
«Dai Evans, che ti costa? Un giro ad Hogsmeade con me!» cercò di farla passare per una cosa normale.
«Sì e poi proverai a sbaciucchiarmi! Smettila Potter, io e te non staremo mai insieme e non hai possibilità!»
«Come vuoi tu.» e mi mollò il braccio. Rimasi abbastanza sorpresa da quella risposta.
«Hai mollato finalmente?» e lo guardai stupita e un po’ offesa. Era la prima volta che rinunciava così facilmente.
«Beh, mi sono stancato di supplicarti. Vabene, non vuoi venire.» e si ricompose con uno sguardo serio. Girò le spalle e se ne andò. Mi grattai la testa cominciando a pensare se Potter avesse davvero il ciclo mestruale e quindi anche dei vari sbalzi d’umore come spesso mi capita.
Scrollai le spalle e mi diressi in Biblioteca, dove gli sguardi fugaci di Madama Pince mi innervosivano.
«Buon giorno.» la salutai e lei non rispose. Stava scrivendo una lettera, sicuramente un’ennesima dichiarazione d’amore a Gazza.
Andai a sedermi vicino alla finestra, dove si vedeva l’intero campo da Quidditch e lessi il tema assegnato dal professor Vitious :  “Esporre in un elenco tutti gli Incantesimi della classe MAGO V di tipo Corpo con Formula e Descrizione dettagliata.”

Rilessi il titolo e più leggevo, più mi rendevo conto di non capirci niente. Aprii un libro di Incantesimi trovato vicino uno scaffale e iniziai a sfogliare.

 Classe   Tipo   Formula   Descrizione
  MAGO V   CORPO   Adolebit  N  Una sostanza azzurrina esce dalla bacchetta, crea    ustioni se tocca la pelle viva; se colpisce la mano risulta difficile stringere una bacchetta e gli incantesimi ne risulteranno indeboliti.
  MAGO V   CORPO   Aurum Confundus   Lanciato su una persona, questa inizierà ad udire male ciò che sente, travisando le parole che gli vengono rivolte. Le sue stesse parole, invece, verranno udite correttamente per cui non sempre si capisce di aver subìto questo incantesimo.
   MAGO V   CORPO   Caecitus   Lanciato in faccia ad un avversario, lo acceca per qualche minuto, impedendogli di prendere la mira nel lanciare incantesimi. Può essere usato per oscurare occhiali o altri strumenti visivi (specchi, specchietti, binocoli, ecc…)
   MAGO V   CORPO   Visibula Noctambulus  Permette di vedere al buio come un qualsiasi rapace notturno.
         


Copiai tutto velocemente e poi ci misi il mio nome con una scrittura orrenda per la fretta di voler finire : Lily Evans.
Finii il compito e me ne sgattaiolai in fretta in sala comune, per posare i libri e poi andare a cena, dove Allie mi aspettava con i Malandrini.
Arrivata lì, la Sala Grande era pienissima e già tutti avevano inziato a mangiare, compresi i professori. Mi sedetti accanto a Remus e a Sirius e iniziai a mangiare pollo e patatine.
«Senti Rem» parlai con la bocca piena «stai ancora insieme a Miley?» parlottai e qualcuno da sotto il tavolo mi sferrò improvvisamente un calcio nel ginocchio. Allie mi faceva cenno con la testa a mo’ di ‘se parli ancora su questo argometto ti ammazzo stanotte’ mentre Remus rispondeva con un «Mm-Mm»
Scrollai le spalle e guardai Sirius, che azzannava la sua torta alla Melassa con la forchetta.
«Sei ancora arrabbiato con me, Felpato?» feci una voce compassionevole. Sirius si girò verso di me e mi squadrò. «Si.»
«Dai, facciamo pace. Non ce la faccio a vivere senza il mio Felpato.» lo adulai ridendo sotto i baffi. Sirius scrollò le spalle e rise  : «Sei ridicola Lilian.» e a quel punto decisi che avevamo fatto pace. Tornai al mio pollo e scorsi un’occhiataccia di Allie.
«Che c’è?» e masticai le mie patatine.
«Niente.» e abbassò la testa, mangiando la tua frutta. Era chiarissimo che era gelosa di Sirius.
Finita la cena andammo tutti nelle nostre sale comuni. Erano quasi mezzanotte, quando i Malandrini, io ed Allie restammo soli.
«Domani ad Hogsmeade insieme?» sorrise Sirius ad Allie.
«Sì amore.» disse distratta Allie mentre leggeva il giornale della mattina.  Sbuffai a tale sdolcinatezza e inziai a mangiucchiarmi di nuovo le unghie.
«Remus, domani vieni con me a fare un giro?» chiesi speranzosa.
«Mi spiace Lily, ma vado con Miley.» e fece un faccia mortificata. Annuii e mi rivolsi a Peter. «Coda, vieni?»
«No Lilian, domani non vengo, devo recuperare Difesa.»  E in quel momento sentii Potter soffiare.
«Che c’è?»
« Domani sei sola, quindi. Vieni con me?» era incredibilmente serio.
«Mai.»
«Andremo da Mielandia e poi ai Tre Manici. Ti offro tutto io.» Lo squadrai dalla testa ai piedi e poi scoppiai a ridere. Lui mi guardò spaesato.
«Ho capito il tuo piano! Vuoi farmi diventare un porco di 800 chili!» Potter mi guardò e scoppiò pure lui a ridere.
«Vabene, io me ne vado a letto.» e salì, con un sorriso. Allie, Sirius, Remus e Peter mi guardavano sconcertati.
«Che cosa diavolo c’è di male ad uscire con un ragazzo che si è ridotto uno tappetino per te? Sei proprio un’insensibile!» esplose Allie con faccia scioccata. Sirius e Peter annuivano approvando.
«E poi non lamentarti che non hai un ragazzo da un anno!» aggiunse Sirius. Mi feci piccola piccola e cercai lo sguardo di Remus che, per mio sommo tradimento, anche lui era costretto ad appoggiarli.
«Non è vero!» non sapevo nemmeno cosa stavo negando, avevano tutti ragione : ero un’insensibile e spietata.
«Senti Lily, vabene non vuoi uscire con James, ma per favore, quel ragazzo si è ridotto uno zerbino per te! Trattalo almeno bene..»
«Parli di zerbino e poi mi dici che devo trattarlo bene! Non capisco il tuo filo logico, Sirius.» lo aggredii. Non mi ero accorta che entrambi eravamo alzati e pronti a scannarci a morsi.
«Non ti permetterò di far star male il mio migliore amico. Non così, non lui.» e infuriato, rosso di rabbia, salì velocemente le scale del dormitorio maschile senza salutare nessuno.
«Oh che dolce, lo difende pure!» gli urlai alle spalle, ricorrendolo. Poi lui mi sbattè la porta in faccia ed io tornai indietro, rossa fino alle punte dei capelli.
Peter e Remus erano in silenzio ed Allie aveva una faccia indignata.
«Sei un’ egoista e stronza. Se non ti va di stare con James, almeno non rovinare il mio rapporto con Sirius.» disse piano, respirando affannosamente. La guardai spaesata.
«Allie.. io..»
«Senti, risparmiati il fiato. Mi hai rovinato la serata..» e fece per salire le scale, poi arriva alla soglia si voltò di nuovo.
«.. e ti conviene smetterla con questa pagliacciata, stai diventando ridicola.» e salì. Rimasi all’impiedi a fissare l’invisibile figura di Allie. Abbassai la testa e mi gettai sul divano con tutta la grazia che avevo. Poi, feci finta di niente a la riazai, sorridendo. Remus e Peter mi guardarono preoccupati.
«Stai bene?»
«È tutto OK.» e sorrisi. Peter e Remus annuirono e si alzarono.
«Noi andiamo a dormire. Buonanotte Lilian.» e Remus si abbassò per baciarmi la testa. Peter mi fece un gesto da lontano sorridendo dispiaciuto e salirono.
Salire nel dormitorio o non salire nel dormitorio? Questo è il dilemma..
Sinceramente non ero pronta a salire sopra e affrontare il silenzio spaventoso di Allie, quindi mi accovacciai nel divano e chiusi gli occhi.
Sentii dei passi vicino a me e mi risvegliai di botto. La sala comune era vuota e il fuoco scoppiettava impetuoso. Mi guardai furtiva intortorno, convinta senz’altro che vicino a me ci fosse una figura oscura pronta ad uccidermi, ma non vidi nessuno.
«C’è qualcuno?» dissi piano, spaventata.
Oh andiamo Lily, ti metti anche parlare da sola? Non c’è nessuno. Ma il rumore successivo mi fece praticamente smentire tutto quello che stavo pensando. Mi voltai di scatto e dietro di me vidi Miley Sheped puntarmi la bacchetta contro, poi rise e mi scagliò un’incantesimo non verbale, un fiotto potente di luce verde accecante che mi colpì in pieno petto e poi..
Mi svegliai. Mi guardai intorno. Era notte e la sala comune era vuota, proprio come due secondi prima.
«Oh cazzo, ho sognato di essere sveglia, ma era solo un sogno. Porco Merlino.» e mi misi a sedere nel divano sui cui avevo dormito. Mi raccolsi i capelli su un’elastico di spugna nero e mi guardai furtiva intorno, non ci tenevo ad essere uccisa come nel sogno. Sentii un rumore di passi dal dormitorio maschile, ma nessuno arrivò. Scrollai le spalle fissando ancora la porta del dormitorio maschile e quella d’un tratto si aprì.
oh cazzo ho dei poteri cosmici senza neanche saperlo.
Ovviamente da quella porta ne uscì l’idiota tutto assonnato. Si stava stopicciando gli occhi quando mi vide e sussultò.
«Oh, Evans. Emh, c-che ci fai qui?» mi chiese confuso, guardandosi intorno.
«Niente.» avevo la voce impastata di sonno e continuavo a sbadigliare sgarbatamente. Sono assoultamente sicura che, se Petunia in quel momento mi avesse visto, avrebbe su per giù fatto una faccia orripilata.
«Ah, vabene, allora salgo su.» e voltò le spalle. Mi sentii un po’ in colpa ad essere un peso per lui e quindi lo fermai.
«Ehi Potter! Senti, io devo andare a letto, quindi.. puoi restare. » e mi alzai. Lui annuii e mi passò accanto. Si getto sul divano passandosi una mano tra i capelli e fissando con aria malinconica il fuoco.
Feci per parlare ma ovviamente la mia sanità mentale mi vietò assolutamente di parlare con lui e così le parole mi si incastrarono fra i denti.
«Ciao anche a te, Evans.» mi disse lui. Non mi guardava, ma il fuoco era riflesso nei suoi occhiali quadrati neri. Sbuffai un «cià.» e salii gli scalini.

La luce del sole era odiosa di prima mattina. Sotterrai la mia testa sotto il cuscinone enorme e sentii Allie vestirsi e poi uscire sbattendo la porta.
Oggi non mi aveva chiamata, non mi era saltata sopra mentre dormivo, niente di niente.
Che mi importa? Tanto tornerà da me strisciando! Ne ero convinta al centodieci per cento, quindi mi alzai lentamente e mi vestii.
Iniziavo a pensare se andare o no ad Hogsmeade, ma poi mi venne in mente che se restavo ad Hogwarts allora dovevo completare un compito di Storia della Magia quindi optai per il ‘non ho bisogno di nessuno, so divertirmi anche da sola.’ Sì, Lilian, sola come i pazzi.
Fuori già la neve  mi arrivava praticamente al polpaccio e quindi mi imbacuccai dentro sciarpe, cappotti, maglioni, guanti, e stivali di gomma. Mi guardai allo specchio e conclusi che non si vedeva nemmeno la mia faccia. Sorrisi e uscii con un malloppo di galeoni che mi era stato regalato al compleanno. Salii nel treno che mi avrebbe portato ad Hogsmeade. Mi accovacciai nello scompartimento vuoto e iniziai a guardarmi le unghie che avrei successivamente mangiato, in casi estremi di solitudine.
«Che palle però.» mezzagiornata ad Hogsmeade da sola avrebbe fatto senz’altro che schifo. Arrivati, scesi dal treno e mi diressi verso Mielandia, che conoscevo come le mie tasche. Comprai un po’ di tutto e poi uscii di nuovo, affrontando le intemperie che mi impedivano di fare un passo. Ovviamente immaginatevi voi, un mostro imbaccuccato di lana gialla e rossa, che cammina come un mostro tra la neve e il vento.
Feci un giro per le vie e poi entrai Ai Tre Manici di Scopa.
«Ciao Rosmerta!» salutai la mia cara Rosmerta che lavorava lì da due anni.
«Lily! Come va? Burrobirra?» sorrise dandomi un bacio sulla guancia.
«Sì grazie. Io sto bene.. c’è un freddo lì fuori!» e iniziai a battere i denti.
«Una bella Burrobirra e tutto si sistema!» e sorrise, poggiando sul bancone una Burrobirra con vaniglia e caramello sciolto di sopra, come piaceva a me.
«Allora, come vanno gli affari?»
«Molto a rilento ultimamente, ci sono molti problemi con i propietari..» si guardò intorno.
«..scusa Lily, ma devo servire altre cose, tu continua pure.» e scappò via, tenendo in mano un vassoio. Sorseggiai la mia amata Burrobirra calda e mi venne un brivido per il contrasto tra freddo e caldo.
«Posso sedermi?» sentii qualcuno sedersi vicino a me. Potter sorrideva e sorseggiava anche lui una Burrobirra.
«Che vuoi Potterpippa?» avevo adottato questo nuovo soprannome mitico in quel momento stesso.
«Aspetta.. Potterpippa è nuovo, non l’avevo mai sentito.» e rise sotto i baffi, sedendosi accanto a me. Sorrisi pure io, perché era un nomignolo geniale.
«Alla fine non sei uscita con me, ma siamo lo stesso insieme.» e sorrise.
«Oh no, mio caro Potter. Ora me ne vado e non azzardarti a seguirmi.» e gli puntai contro il mio dito accusatorio. Potter scrollò le spalle e annuì, bevendo la sua Burrobirra tutta d’un sorso. Lo imitai e poi sentii il cervello esplodermi e non riuscii a trattenere un rutto.
«Un’altra.» disse Potter e il barista ci diede altre due Burrobirre. Potter sorrise e bevette la sua ed io, lo imitai di nuovo. Il cervello si fece pesante e strizzai gli occhi.
«Mi hai avvelenato, Potter?»
«Oh andiamo Evans, si vede che non ci sei abituata, eh.» e si fece versare il terzo boccale di birra. Lo squadrai e poi con aria di sfida dissi al barista «un altro anche per me.» e il barista annuì, posando un altro bicchierone effervescente di Burrobirra.
Bevetti insieme a Potter che sorrideva maliziosamente e poggiai giù il mio boccale vuoto. In quel momento, sentii la testa alleggerirsi e poi farsi pesante e poi tornare leggere.
«Visto Potter?» dissi. Avevo una voce strana, da sbronza.
«Sei una pivella.» disse lui facendosi versare un quarto bicchiere. Io scossi la testa quando lui mi disse se ne volevo pure io.Tutto si fece più sfocato. Strizzai gli occhi e vidi la faccia di Potter dondolare in avanti. Ci appoggiamo al bancone con aria triste.
«Non riesco.. a caapire perche tu non mi aami.» iniziò a parlare con una voce impastata.
«Sei uno stupido, arrogante, scemo e.. e stupido.» mi giustificai, senza nemmeno dar conto alle mie parole.
«Dai Evans, un bacetto solo..» e si avvicinò a me. Io lo spinsi indietro mollemente e lui ondeggiò sulla sedia.
Scoppiammo a ridere e uscimmo pagando più del dovuto le nostre Burrobirre.
«C’è caldo.» diceva Potter, mentre la neve ci sotterrava e il freddo ci spaccava le labbra.
«Io..» parlai e poi mi zittii.
«Tu cosa?» Potter camminava sbieco sulla neve, aggrappandosi alle mie spalle._
«Che cosa io che cosa?» chiesi. Potter si fermò a guardarmi, poi scoppiò a ridere ed io pure. Tornammo miracolosamente nel castello e ci sdraiammo in sala comune, spaparanzati nel divano.
«Evanz, io credo che sono uno scemo ad andarti dietro.» confessò Potter completamente sbronzo.
«E perché continui a farlo?» gli chiesi sorridendo.
«Perché mi piaci veramente.»
«Grazie, mi piaccio pure io.» non sapevo davvero cosa stavo dicendo. Potter sbuffò e si alzò barcollando.
«Ci vediamo Evanz. Ciao..» e camminando sbilenco, sparì nella porta del dormitorio femminile. Poi battè la testa, scoppiò a ridere e si diresse verso il suo dormitorio, quello maschile.



Angolo dell’autore :
Oh mamma! Ragazzi siete pazzeschi, siete cresciuti tantissimo! Allora, oggi volevo farvi presente di alcune cose :
• qui da me c’è così caldo che sudo anche scrivendo sulla tastiera e sto per decedere davanti al pc (che tra l’altro manda caloria)
• purtroppo devo partire e non potrò aggiornare prima di settembre (forse arriverò a fare il prossimo capitolo, incrociate le dita) , però in serbo ho molte idee per i capitoli successivi, e la storia deve ancora avere inizio! (ci sono tantissime sorprese, la coppia James/Lily deve ancora sbocciare, Severus e le sua presa di coscienza.. e tanto tanto altro!)
• spero che a settembre potrò aggiornare come aggiorno spesso adesso, dato che per me inizierà il liceo e quindi un mondo nuovo!

Quindi.. vi chiedo un enorme favore : come mi è già capitato, l’estate è stata spesso causa del calo di recensioni come nelle altre storie. Se davvero siete interessati, allora io sarò molto molto molto lieta di rincontrarvi a settembre e di condividere insieme le mille soprese e avventure racchiuse nella mia testolinaaa :P

un bacio e buone vacanze.

MILS! C:


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Capitolo 6
*** È magicamente testato che le feste dopo il Quidditch causano danni seri. ***


 
5.

È magicamente testato che le feste dopo il Quidditch causano danni seri.
 
La mattina successiva alla mia sbornia non ricordavo niente e avevo un dolore atroce alla testa. La mia più grande paura durante le mie ubriacature è sempre stata una sola : dire o fare cose che non avrei mai detto/fatto da lucida. L’indomani era domenica e c’era la partita di Quidditch Grifondoro vs Corvonero. Mi alzai di malavoglia mentre tutte le altre ragazze del mio dormitorio erano già sveglie e pronte per scendere nel campo.
Profondamente indignata e traditagridai feroce alle ragazze presenti che sghignazzavano «Perché non mi avete svegliato ?». Tutte mi guardarono con una faccia tra la paura e l’insicurezza.
 «Che c’è?» mi difesi  alzandomi e nascondendomi la faccia dietro il piumone enorme. Poi mi alzai camminando come un barbone e mi diressi verso il bagno : lo spettacolo fu raccapricciante. Avevo i capelli in stile afro sparati e delle borse enormi sotto gli occhi. Le labbra piene di sangue pestato e gli occhi rossi.
«OH PORCO ********  ****** DI QUEL ******* » (scusate ma ho dovuto mettere la censura, la mia sottospecie di bestemmia contro il grande e potente Merlino era troppo pesante)
«Cazzo Lily, vacci piano con le parole!» mi urlò da dietro la porta Allie. Mi sbattei ferocemente  l’acqua ghiacciata contro la faccia e poi mi asciugai spietatamente, facendo sì che si creassero delle chiazze rosse sparse qua e là.
« Cosa.. diavolo ho fatto ieri sera?» urlai spaventata aprendo di botto la porta. Allie mi guardava indifferente. Si girò e tornò allo specchio.
«Ti sei ubriacata con Potter.»
«CHE COSA?» corsi verso di lei guardandola furiosa.
«Non te la prendere con me, e poi noi due non ci parliamo da tre giorni, perché mi rivorgi la parola adesso?» si difese lei, sistemandosi la cravatta di Grifondoro sopra la camicia bianca e mettendosi il berretto di lana.
«Senti mia cara, sinceramente non mi importa se abbiamo litigato (cioè, in quel momento), dato che ieri avrei probabilmente fatto anche sesso con Potter, capito?» gli urlai e me andai nel mio letto sbattendo i piedi a terra, prendendomi la divisa e ficcandomela addosso : gonna, camicia, cravatta, calze, scarpe e mantello.
«Non ti importa se abbiamo litigato? Oh, va’ al divolo Lily, sei un’egoista!» e facendomi il dito medio, si sbattè alle spalle la porta del dormitorio, lasciandomi da sola nel  mio letto.
«GRAZIE TANTE!»  le urlai, anche se probabilmente non poteva sentirmi. Sbuffai e mi sedetti imbronciata nel letto.
Cosa cazzarola ho combinato ieri sera? Oh Merlino e se ci sono andata a letto?
Restai si e no seduta nel letto per quindici minuti, poi mi stancai e scesi verso il campo da Quidditch (dato che nessuno veniva a cercarmi o almeno a supplicarmi di scendere solo perché ovviamente il genere umano non poteva vivere senza di me). La partita era già iniziata e un vento gelido mi spostava i capelli in modo particolarmente fastidioso, tanto da desiderare per un attimo di volerli rasare a zero.
Mi sedetti nelle tribune vicino ad Allie, l’unica scema che mi parlava anche dopo un litigio. «A quanto stanno?»
Allie mi squadrò «50 Grifondoro – 70 Corvonero» disse Allie, porgendomi il suo pacco di noccioline.
«Potterpippa è ancora ubriaco?» risi sotto i baffi, ed Allie mi squadrò, poi rise anche lei.
«No, però è la prima volta che sono in svanta… aspetta, Potterpippa è nuovo?» disse lei sbalordita.
Mi voltai indifferente e cercai con lo sguardo Potter «Sì, l’ho inventato durante la sbronza. Comunque, credo che perderà per la prima volta contro Michael a meno che non riesca a prendere il Boccino.» risi ed Allie insieme a me, e proprio in quel momento, Grifondoro segnò un punto. Io ed Allie ci guardammo stupite e poi urlammo di felicità : cioè.. io urlavo di gioia per la festa che ci sarebbe stata in sala comune se Grifondoro avrebbe vinto, quindi contribuivo ad un supporto morale urlando e saltando, dato che ci tenevo ad ingozzarmi dopo di aperitivi e caramelle.
«VAI SIRIUS! VAI POTTER!» urlai e in quel momento Michael mi passò davanti in sella alla sua scopa, squadrandomi. Fui pervasa da una specie di vergogna e rabbia e quindi tornai a sedermi sconfitta nella panchina.
«Che avete fatto ieri tu e Sirius?» cercai di cambiare discorso mentre guardavo quelle piccole ombre nere volare veloci nel cielo.
«Una passeggiata, però poi abbiamo litigato.» e riempì il suo pugno di noccioline.
«Secondo me, vi lasciate entro domani.» ridacchiai ed Allie gelida, abbozzò un sorriso. Per sdrammatizzare la spinsi amichevolmente e lei sorrise. Mi voltai verso il campo riuscendo a capire che quello era il momento di attesa generale prima del grande goal. Tutto in silenzio, l’attesa si faceva enorme mentre Potter scendeva in picchiata dietro un Corvonero e poi, all’improvviso,  l’urlo generale da parte della mia tribuna, che mi confermò che quella sera mi sarei sbronzata di nuovo.
Urlai insieme ad Allie di felicità e vidi Potter esultare e poi sfrecciare verso di noi. 
«Evans! Sali, dai!» mi disse indicando la sua scopa con il suo sorriso smagliante. Feci una faccia orripilata e feci ‘no’ violentemente con la testa. Tutti i Grifondoro mi guardavano sorridenti e mi invitavano a salire su quel mostro volante che era una scopa. Molti ragazzi si avvicinarono e mi spinsero.
«Oh, non oserete brutti.. piccoli…» e mi ritrovai davanti a Potter che mi porgeva la sua mano per salire.
«NO! NON VOGLIO SALIRE SU QUELLA COSAAAAAA!» urlai e un ragazzo dietro di me mi spinse in avanti, camminai in bilico nella ringhiera, Potter mi prese la mano e all’improvviso mi ritrovai dietro di lui sopra quella scopa che volava all’altezza di trenta/quaranta metri. Mi aggrappai stretta alla vita di Potter e iniziai a sbraitare contro di lui.
«SEI UN’IDIOTA! FAMMI SCENDERE! STRONZO IO TI AMMAZZO! GIURO CHE TI RIDUCO IN CENER..» e in quel momento, ovviamente per puro caso, impennò con la sua scopa e io impaurita nascosi la faccia contro la sua schiena.
«Giuro che ti ammazzo appena scendiamo.» brontolai soffocando la mia voce contro la sua schiena enorme.
Poi rallentò e scoppiò a ridere : «Come va la sbronza?» e si voltò verso di me sorridendo.
Staccai la mia faccia dalla sua schiena e rallentai un po’ la presa, poi rendendomi conto che ero sopra una scopa (quindi un aggeggio  di cui c’è ben poco da fidarsi) fui costretta ad allacciare le mie braccia intorno ai suoi addominali scomodi. «Mi è passata.. e tu come hai fatto a giocare stamattina? Avevo un mal di testa atroce!» e mi massaggiai la testa.
«Ho preso un tonico.» e mi sorrise. E per ‘tonico’ vuol dire che si era fatto fare qualche strana Pozione da qualcuno.
«Smettila di sorridermi così Potter! E fammi scendere da qui, ho le vertigini!» e mi venne quasi da vomitare quando vidi i miei piedi penzoloni a circa trenta metri d’altezza.
«È stato divertente.» sorrise, atterrando al centro del campo. Il prato era duro, altroché morbido per attutire le cadute.
«No è stato di pessimo gusto.» dissi sistemandomi il mio capello.  «A proposito..» mi ricordai e cominciai a riempirlo di scazzottate ovunque, anche nei gemelli di famiglia.
«Smettila EVANS!» mi urlò e mi prese come un sacco di patate, facendo appoggiare la mia pancia nella sua spalla e il mio sedere in aria.
«Mettimi giù Potterpippa!» gli urlai da dietro, dove la mia faccia si avvicinava ostinatamente quasi al suo sedere. Gli sferrai dei pugni nella schiena e scalciai i piedi sperando di colpirlo in faccia.
«Evans, sei una forza della natura.. calmati un po’!» rise Potter, tenendomi le caviglie dei piedi.
«Questa me la paghi Potter.» lo minacciai frustata, abbandonandomi alla mia posizione ormai quasi comoda.
In sala comune dei Grifondoro c’era festa e si sentiva già dall’inizio della torre. Potter mi teneva ancora sottosopra e io avevo rinunciato a ribellarmi. Salimmo le scale, parola d’ordine e poi entrammo. Tutti quanti ci guardarono in quella strana pozione e poi Potter mi mise giù. Gli sferrai un pugno pesante nel braccio sinistro ‘amichevolmente’ e lui mi fece la linguaccia. Mi distaccai alla ricerca di Allie che stava litigando con Sirius.
«La smettete?» mi intromisi dalla parte di Allie. Entrambi mi guardarono ed esclamarono «Vattene per favore.» e io, profondamente tradita mi mischiai nella festa, dove tutti brindavano, si ingozzavano, si baciavano, ballavano, ridevano. Mi diressi verso il tavolo dei dolci e cominciai a mangiare e a bere. C’erano tutti i tipi di cibi dolci e Whisky Incendiario, Succo di zucca, Succo di Pompelmo, Burrobirra e molte altre cose.
Mi buttai di nuovo nella mischia e cominciai a ballare sfrenatamente. Sorseggiai il mio Whisky Incendiario perché ero ben decisa ad ubriacarmi e a godermi il mio ultimo anno di scuola. Poco dopo mi accorsi che qualcuno dietro di me mi tastava senza pudore il sedere così mi girai e diedi a quel ragazzo sconosciuto uno schiaffo. Andai a prendere altro Whisky e scorsi Sirius che parlava a raffica ed Allie con la testa abbassata in silenzio. Poi vidi Sirius andarsene ed Allie alzare la testa. Stava piangendo. Corsi da lei e la guardai dritta nei occhi.
«Che succede?» le strinsi forte le braccia. Lei tremava e singhiozzava.
«Mi ha mollato.» singhiozzò ed io l’abbracciai. «Se lui ti molla così, io gli mollo un pugno in faccia.» e lei fece una risatina mischiata ai singhiozzi.
Corsi a prendere da bere per lei e poi la feci salire nel dormitorio. «Sei sicura di..?» chiesi ancora sospettosa.
«Sì, voglio rimanere qui. Non voglio vederlo con altre troiette.» e sorrise con gli occhi e il naso arrossati.
«Vuoi che rimanga?» dissi avvicinandomi. Lei scosse la testa e fece cenno di andarmene «Goditi la festa senno mi incazzo.» e mi sorrise. Feci per protestare, ma lei mi squadrò, così tornai alla mia festa.
C’era gente che continuava a ballare pur essendo esausta e altra che ormai era semi svenuta a terra. Sirius era seduto a terra con un bicchiere in mano di Whisky e una ragazza del sesto anno che lo baciava in continuazione. Incavolata nera, andai da lui e gli diedi un calcio.
«Che diavolo stai facendo?» dissi guardando disgustata lui e anche la sua amichetta. «Anzi, non dirmelo nemmeno Sirius. Ti sei proprio ridotto uno schifo.» e me ne andai. Lui si alzò barcollando e aprendo le braccia mi urlò dietro : «IO ALMENO MI DIVERTO! NON COME TE, CHE TE NE STAI TUTTO IL GIORNO A PENSARE A MOCCIOSUS!» e poi in un attimo, mi sentì pervadere da una rabbia mixata a tutto il rancore e alla vergogna. La mia bacchetta si puntò contro di lui e così scagliai un incantesimo non verbale, facendo sì che Sirius cascasse su se stesso, come se fosse scivolato su un pavimento bagnato.
«CHE CAZZO FAI? SEI MALATA?» mi urlò e cercò di prendere la sua bacchetta. Molti che erano rimasti salirono via e gli unici a guardare erano i Malandrini, che tenevano Sirius e qualcuno del quinto anno.
Presa da una rabbia feroce per Sirius, uscii dalla sala comune, sbattendo i piedi. Mi nascosi nell’angolino davanti alla porta e mi sedetti sulle scale. E in quel momento ripensai a quanto male mi aveva fatto l’amicizia con Sirius e quanto male aveva fatto ad Allie. A quanti sacrifici avevo fatto per lui e anche quando mi deludeva, io ero sempre pronta a riaccettarlo. Cercai in tutti i modi di non piangere, ma mi tradì una gocciolina salata che cadde dall’angolo dell’occhio. Mi asciugai velocemente prima che qualcuno potesse vedermi e appoggiai la testa al muro, sfinita e mezza ubriaca. Mi girava la testa e sentivo un caldo impressionante.
«Ehi, come va?» non avevo sentito che il ritratto della Signora Grassa si era aperto e che Potter mi guardava con un mix di dolcezza e timidezza.
«Vai via Potter, non è il momento.» lo attaccai, sulle difensive.
«Secondo me è il momento, invece.» e sorridendo con dolcezza si sedette accanto a me. Gli occhi mi bruciavano da morire, ma facevo di tutto pur di non farmi vedere piangere da Potter.
«Senti, non azzardarti a provare pena per me, perché io sto benissimo, quindi vai via.»  e lo fissai negli occhi. Lui ricambiò lo sguardo con un’insopportabile dolcezza e rispose solo «tu non mi fai pena Evans, io sono qui perché voglio starci.» e si guardò le ginocchia, tamburellando a ritmo di batteria le sue dita. Annuii e mi appoggiai al muro.
«Sirius è un vero idiota.» mi venne spontaneo e Potter fece una risatina.
«Non dirmi che lo stai scoprendo solo ora, Evans.» Sorrisi di nascosto e tornai a fissare il vuoto.
«L’ha mollata?»
«Sì, l’ha fatto, aspettava da tanto questo momento, lo stronzo.» sussurrai queste parole a denti stretti.
«Dai Evans, sembra che ha lasciato te, non farne un dramma.» si lagnò Potter, appoggiandosi alla ringhiera delle scale.
«Ne faccio un dramma perché io l’avevo detto a mai nessuno mi ascolta, specialmente Allie.»
«È ancora giovane, falle fare le sue esperienze, cavolo.»  e sorrise. Mi accorsi che ciò che diceva era vero, e che io per Allie non potevo più fare niente di importante e che ormai, era abbastanza grande e matura da poter risolvere i suoi problemi senza di me.
«Io le voglio bene. E voglio bene pure Felpato.» dissi, e Potter sorrise.
«Col tempo tutto si risolverà, Evans.» e da come parlava, capii che Potter non era più il piccolo arrogante dei primi sei anni. Era cresciuto, non solo fisicamente. Era diventato davvero un ragazzo maturo, un ragazzo per bene. Ma non l’avrei mai ammesso perché sette anni di odio non potevano finire in una serata. Anche se, dentro di me, tutto andava così. (Anche se, la sbronza faceva il suo effetto.)
«Vabene Potter. Adesso io me ne vado.» e mi alzai. Potter si alzò dietro di me e mi accompagnò senza dire niente fino all’entrata dela sala comune, dove non c’era più nessuno. La stanza era un soqquadro, però fui sollevata pensando che ci sarebbero stati gli amici elfi a pulire tutto.
Arrivati davanti alla scala a chiocciola del dormitorio femminile, Potter accennò un sorriso.
«Buonanotte Evans. Cerca di non stare male.» e mi diede una pacca sulle spalle. Sorrisi e gliela diedi pure io : «Come se ti importasse.» e me ne salii nella mia stanza, rimuginando sul fatto che finalmente Potter era diventato un ragazzo normale.

Angolo dell’autore :
Salve a tutti e bentornati dalle vostre vacanzee! Abbronzati? Io sono nera! (ehehehe)
Allora.. vi starete chiedendo perché questo capitolo è così corto. Vi rispondo subito : non mi andava di fare un capitolo unico con quello che succederà dopo, dato che il continuo (a mio parere) si merita un capitolo intero. Comunque sia, già qualcosa sta cambiando, o almeno, il carattere dei personaggi comincia a maturare.

Volevo ringraziarvi per le vostre recensioni, perché mi ha davvero fatto piacere aprire il mio account e trovare qualche recensione in più, dato che non ne ricevo molte. Spero continuiate a recensirmi, e non temete a criticarmi, perché è da ciò che posso maturare, dato che scrivere è tutto per me.
Quindi, è una sottospecie di scongiura : dite quello che realmente pensate quando mi leggete.

Un caro saluto a tutti e.. preparatevi all’inizio della scuolaaaaaaa!! (ok, non uccidetemi ç.ç)

Ciao ciao :)
Mils.

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Capitolo 7
*** Incontri notturni che ti cambiano le giornate. ***


Incontri notturni che ti cambiano le giornate.
 
**

E se ti mostro il mio lato oscuro mi stringerai ugualmente questa notte? E se ti apro il mio cuore e ti mostro il mio lato debole, che cosa farai?
- Pink Floyd

 
**

L’indomani alla festa la sala comune di Grifondoro era tornata splendente. Niente più gente sdraiata per terra, niente sporcizia per terra né odore di alcolici o di fumo. Mi svegliai con un leggero mal di testa, ma niente in confronto a quello della mattina precedente.
Io, Remus e Potter ci alzammo di malumore, trascinando i nostri piedi dalla sala comune all’aula di pozioni, dove la maggior parte dei ragazzi che la sera prima avevano festeggiato se ne stavano sdraiati nei banchi a dormire, come se fossero morti.
Ci sedemmo negli ultimi banchi e poggiamo lentamente la testa nel banco. Dopo due secondi purtroppo, spuntò felice e sorridente Lumacorno con indosso il suo solito completo marrone scuro.
«Buon giorno a tutti, cari ragazzi!» ci salutò fissandoci. La maggior parte rispose con un «M-m.» assonnato.
Piton, che era seduto al primo banco, sull’attenti, rispose con un «Buon giorno, Professore» melodioso.
Lumacorno lo guardò e sorrise, voltando le spalle e andando verso la cattedra.
«Volevo dunque ricordarvi che oggi c’è Pozioni Pratica e deciderò i vostri voti.» si sentì una specie di ‘cosa?’ e anche un ‘ma che cazzo sta dicendo?’. Io per prima sussultai e guardai scioccata il professore.
«Vi prego quindi, di alzarvi.» disse. Tutti ci alzammo lentamente e lui con un colpo di bacchetta trasformò i banchi un un’enorme tavolo con sopra tutti i calderoni e gli ingredienti.
«Sta scherzando vero? Io non so fare una cazzo di pozione se lui non ci avverte!» si lamentò Potter, prendendo posto accanto a me.
«Tu non sai farle lo stesso, anche se ti avverte, Potter.» risposi incazzata più con Lumacorno che con lui. Potter fece con la mano una piccola bocca che parla e poi andò a cercare i suoi ingredienti.
«Prendete il vostro Pozioni Avanzate e andate a pagina 389 e iniziate con la pozione Simulatio Mortis.»
Si sentì un fruscio di pagine generale e poi un gemito impaurito. Quella pozione era impossibile da fare. E lo diceva la prima della classe (ovviamente Piton era inferiore a me.)
Iniziammo dunque ad inserire ingredienti alla pozione, e ad ogni aggiunta veniva fuori una battuta del tipo ‘sono sicura che scoppierà l’intera aula.’ Ma comunque sia, non so cosa mi portò a farlo, forse il fatto che Severus Piton finì per primo la pozione e si beccò una E o forse che ogni volta che andavo avanti con la pozione continuavo ad avere una scarsa autostima su quel lavoro, ma sta di fatto che all’improvviso si aprì un dibattito abbastanza feroce in classe.
«Non capisco perché deve sempre dargli una E, professore.» mi innervosii, e lo dissi abbastanza forte.
«Scusa?» chiese con un’aria indifferente Piton, voltandosi verso di me. Lo guardai fulminandolo.
«Professore, io comunque credo che debba dare spazio anche agli altri ragazzi. Lo sappiamo da anni ed anni che Piton sa fare bene le pozioni, ma mai una volta ha pensato di dare un voto anche agli alt..» Remus mi diede una gomitata nelle costole prima che potessi dire qualcosa di veramente grave.
«Lily, io credo che tu stia esagerando. Mi offende che tu pensa che il mio modo di lavorare sia...»  mi rimproverò trattenendosi Lumacorno, ma comunque mantenendo un sorriso falso. Non disse l’ultima parola, come se si fosse incastata tra i denti.
«Vorrei solo farle capire che non esiste solo Piton.» ribadii. Lo ammetto, pensavo di averlo detto sottovoce, ma a quanto pare fu il contrario.
«Ti crea qualche problema?» mi chiese Piton, alzandosi. Lumacorno lo guardò con aria spaesata. Si leggeva in faccia che era davvero deluso.
«Esattamente.» sussultai, ma comunque non ebbi paura a dirlo, anche se sentii una scossa che mi attraversò per tutta la schiena. Ad ogni modo, feci del tutto per non far capire che la mia voce stava tremando.
«Sbaglio o anche tu hai sempre avuto dei buoni voti, senza lasciar spazio agli altri ragazzi di questo corso che hanno chiaramente un quoziente intellettivo minore di 5?»
«Non sei nessuno dire una cosa del genere.» ebbi l’impulso di  saltargli addosso e scassarlo di botte. Remus mi prese per un polso e scosse lentamente la testa. Lumacorno guardava stupefatto, come d’altronde gli altri ragazzi.
«Tu non sai niente di noi, Piton. E mai niente saprai. Credo che il mio periodo di pentimento sia finito da adesso.» dissi, raccogliendo la mia cartella e fermandomi davanti alla porta. Remus si sbattè sulla fronte la mano in segno di ‘perché tutti gli amici deficenti con gravi problemi mentali li ho io?’
«Comunque Professore, la mia pozione è già finita, e so anche che voto mi metterà, dato che il suo amato alunno ha finito per primo. Arriverderci.» dissi chiudendomi alle spalle la porta.
Me ne pentii due secondi dopo che la porta sbattè e restai da sola, in silenzio, nei sotterranei. Osservai velocemente se c’era qualcuno accanto a me e mi sedetti a terra, appoggiando la faccia nelle ginocchia tremanti e lasciando che i lunghi capelli la nascondessero.
Ero arrivata a questo punto?  Era davvero successo? Scacciai via l’istinto di piangere solo perché mi trovavo nei sotterranei, specialmente vicino alla sala comune dei Serpeverde. Appoggiai le mani sugli occhi e ascoltai la pesantezza del silenzio. Niente in quel momento poteva farmi male quanto la consapevolezza che avevo rovinato tutto. E che l’avevo fatto io, senza nemmeno ragionare sulle conseguenze.Piansi. E non m’importò se quelli erano i sotterranei, non m’importò se passò un Serpeverde che mi fissò e poi entrò in sala comune. Ero davvero così cattiva. Lo ero. Ero stata cattiva con tutti. Con Allie, con Sirius, con Severus, persino con Potter.
Mi alzai. Presi la mia cartella e la misi fra le braccia e camminai lentamente fino alla sala comune di Grifondoro e ci restai fino alla fine delle lezioni. Verso il tardo pomeriggio Allie entrò nel dormitorio.
«Sputa il rospo, piccola Rossa Malpelo.» disse scherzando Allie, sedendosi nel letto accanto al mio.
«Ho detto tutto quello che mi tenevo dentro» dissi, legandomi i capelli in una coda.
«Hai fatto bene, no?» disse scontata Allie, mangiucchiandosi le unghie.
«No! Adesso..tutti mi odiano.. e per di più Severus non vorrà più parlarmi!»
«Ah già, perché  voi parlavate già da prima, sì.» mi prese in giro Allie. 
«Oh, mai dai. Non si capisce che sono ancora…» mi venne fuori con la rabbia, ma mi fermai perché Allie lo sapeva già, sapeva che io ero..
«Innamorata di lui? Sì Lily, si vede a distanza di kilometri.» Feci per parlare ma poi richiusi la bocca. Pensavo che ormai nessuno sapesse più di questa storia.
«Ma tu e Sirius? Parlate ancora?» cambiai discorso.
«Non voglio sentire il suo nome.. è.. è solo uno stronzo di merda ed io sono solo una stupida ad esserci ricascata. Avevi ragione il primo giorno di scuola.» Annuii soddisfatta.
«Io ho sempre ragione.» risi.
«Ti voglio bene.» mi disse, con un sorriso un po’ nostalgico.
«Grazie.» sorrisi. Lei mi guardò. «Lo prendo come un ‘anche io’. Comunque..» controllò fuori dalla finestra. «Deve essere ora di andare a cena, scendiamo.»
Scendemmo in Sala Grande, dove mi ingozzai davvero tanto e poi, con lo stomaco così pieno da sentirmi anche male, tornammo in sala comune.
Appena entrate, l’odore del fumo ti entrava dalle narici e si infilava sotto tutte le insenature del mio cervello.
«CHI CAZZO STA FUMANDO IN SALA COMUNE?» urlò Allie, guardando il gruppo dei Malandrini spaparanzato davanti al camino.
«Beh, chi seconto te?» dissi, guardando Sirius.
«Volete?» ci offrì la canna.
«No grazie.» rispose veloce Allie, prendendo posto accanto a Remus.
«Dai a me..» disse Potter, prendendo la sigaretta di Sirius e aspirandola. Il fumo uscì dalle sue narici, e lui, rilassato chiuse gli occhi.
«Vieni qua, Evans.» mi chiamò Sirius. Scossi la testa. «Ma perché non chiudete? Si muore dal freddo!» e mi diressi verso la finestra aperta, ma mentre feci l’atto di chiudere, un’ombra nera e volò dentro la sala comune.
«Che diavolo succede?» urlai, e vidi in alto svolazzare un Barbagianni e poi posarsi delicatamente sulla poltrona accanto a Potter.
«Tale padrone, tale gufo.» borbottai tra me e me, chiudendo la finestra. Potter prese la lettera dal suo gufo e cominciò a leggere in silenzio, passando la canna a Sirius.
«Che dice, Ramoso?» disse curioso Sirius. Potter non rispose, ma continuò a leggere in silenzio.
Andai da Remus e mi sedetti vicino a lui.
«Allora.. ehm, come va con Miley?» chiesi, ed Allie mi fissò. Remus ci guardò e fece un sorriso quasi invisibile : «Tutto ok.» e si guardò timidamente le ginocchia. Misi una mano sulla spalla di Remus e gli diedi una pacca amichevole.
Allie mi fissava preoccupata.
«Allora Ramoso? Che diavolo dice questa lettera?» disse forte Sirius. Guardai Potter. Se ne stava in silenzio, un po’ rimbambito.
Si alzò lentamente e ci guardò : «Scusate ma.. devo salire.» e scomparve silenziosamente. Sirius fece per salire, ma Remus lo fermò : «Se non ti ha detto della lettera, non vuole fartelo sapere.» ragionò, ed io approvai. Sirius lo guardò, poi annuì e si risedette, accendendosi una sigaretta.
«Chissà cosa è successo, povero Jamie.»  disse Allie, appoggiando i gomiti sulle ginocchia. Sirius la fissò e le sorrise. Allie lo guardò schifata, poi iniziammo insieme una discussione sulla lezione di oggi di pozioni.
Erano quasi le 23 e tutti i malandrini erano andati a dormire, ma purtroppo toccava a me la perlustrazione notturna del castello, da Caposcuola che ero. Misi la mia divisa e uscii dal buco del ritratto della Signora Grassa.
«Turno notturno?» chiese, un po’ assonnata.
«Sì. Oggi tocca a me e altri tre ragazzi delle altre casate. Come sta Signora?» le chiesi.
«Va magnificamente cara, ma adesso voglio dormire. Buonanotte.» e chiuse gli occhi. Annuii e silenziosamente scesi le scale, girando per la scuola.
Arrivai al piano della Sala Grande. Era tutto buio e silenzioso, fino a quando poi non sentii un rumore leggero di passi. Rimasi tranquilla, tanto alla fine sapevo che altri ragazzi facevano il giro di perlustrazione notturno.
Continuai a camminare canticchiando una canzoncina di Hogwarts, ma mi fermai quando sentii che i passi si avvicinavano troppo.
Lumos maxima pensai e la mia bacchetta si accese accese da sola, ancora più forte. Adoravo gli incantesimi non verbali. Girai su me stessa e vidi in lontananza un’ombra. Iniziai a provare una fifa assurda.
«Chi è?» domandai con aria davvero tremante. Odiavo il turno di notte.
«Sono io.» rispose la voce di Severus. Camminò in avanti fino a quando riuscii a vederlo. Restai in silenzio, però abbassai la bacchetta.
«Dovresti perlustrare i sotterranei.» dissi con voce impassibile. Lui mi girò intorno.
«E tu dovresti perlustrare la torre di Grifondoro.» rispose tranquillo.
«Cosa c’è Piton?» dissi sempre tranquilla. Dentro di me un’uragano stava per iniziare. Ebbi paura per quello che avrebbe risposto.
«Piton? Suona davvero male detto da te. Preferirei Severus, infondo, io continuo a chiamarti Lily.» mi disse, e le pelle mi si rizzò quando sentii il mio nome pronunciato da lui. In un’attimo, tornai indietro di anni.
«Non dovresti più chiamarmi Lily. E io non ti chiamerò più Severus.» Lui si fermò davanti a me. I suoi occhi neri senza fondo mi facevano paura, e distolsi lo sguardo. Ero ancora innamorata di quegli occhi.
«Non voglio che smetti di chiamarmi Severus, Lily.» mi disse con voce calda.
«Ho già messo di chiamarti Severus. Adesso, Piton, devo andare, non posso stare qui a sentire le tue cazzate.» Non era vero. Non volevo andarmene. Avrei volentieri sentito le sue cazzate. Avrei sentito ogni sua stupida affermazione.
«Ti manco, Lily?»
Si. «No.»
Sorrise. Lui sapeva che era il contrario. Lui sapeva già tutto di me, ero io quella che non sapeva niente di lui.
«A me non lo chiedi? Se mi manchi?» disse lui, facendo il finto offeso. Lo odiavo. Lo odiavo perché sapeva come comandarmi, come paralizzarmi. Aveva questo terribile e odioso potere su di me che gli permetteva di farmi tutto quello che voleva, senza che io dicessi niente. Lo odiavo perché quando ero senza di lui riuscivo ad essere me stessa, poi arrivava, ed io mi paralizzavo.
«Io.. ti manco?» dissi, abbassando lo sguardo. Non volevo sapere cosa rispondeva. Io non gli mancavo.
«Non lo so. Infondo.. mi hai fatto soffrire tanto. » disse pensandoci per finta.
«Te lo meritavi. Te lo meritavi per davvero.» quelle parole che mi erano restate in gola uscirono veloci. Ferendolo. Ferendomi.
«’Sporca Mezzosangue’. Non te l’avrei mai detto. Perché alla fine, anche tu sei uno Sporco Mezzosangue.» dissi. Ero arrabbiata. E stavo riuscendo a riprendermi. Quello era il dolore. Il rancore. Lui fece un mezzo sorrisetto.
«Possiamo lasciarci tutto alle spalle e tornare amici, Lily. Io lo so cosa tu provi per me.» mi disse, prendendomi il mento dolcemente. Un’altra scossa. Feci un passo indietro e sbattei la schiena nel muro di pietra. Lui si avvicinò.
«Io ti manco Lily. Ti manco ogni giorno. E tu mi manchi. Ogni giorno.» si avvicinò e me lo sussurrò nell’orecchio. Scossa.
«Allontanati.» Scherzavo. Non volevo che si allontanasse, che mi baciasse pure. Sarei tornata felice trotterellando come una bambina in sala comune.
Si avvicinò. Mi sfiorò le labbra con le sue. Baciami, cazzo. Lo stavo pensando. Mi diede un bacio, ma non di quelli pieni d’amore, ma di quelli violenti, di quelli trattenuti per anni, di quelli pieni di raconcore e anche di desiderio, di passione. Era tutto ma non amore. E lo sentivo. Lui si fermò lentamente e si distaccò.
«Adesso dì che ti manco, Lily.» nei suoi occhi c’era freddezza ma anche mistero.
Non volevo dirlo. Non dovevo dirlo. «Mi manchi Severus.» lo ammisi. Lui sorrise. Si avvicinò al mio orecchio, di nuovo : «Grazie.» mi disse. Si allontanò e mi tese una mano : «Scegli me?» disse, tornando a guardarmi come fece una volta.
«A cosa?»
«Alle tue amicizie.» Sì. No. Non lo sapevo nemmeno. «Io non voglio scegliere.» dissi.
«Scegli me. Scegli la nostra amicizia per una volta.» disse, tendendomi una mano.
Stavo per dargli la mia. Lo stavo per fare.
«No, Severus. Non posso scegliere te. Non.. non posso.» dissi. Lui ritirò lentamente la mano.
«Ti ho scelto troppe volte e tu mi hai fatto soffrire troppe volte. Mi dispiace.» e andai avanti, verso le scale.
Lui restò fermo. «Sei sicura Lily?» mi disse.
No, non lo sono, non lo sono per niente Sev.
Annuii. Lui fece lo stesso rassegnato e si avvicinò a me. «Mi regali un bacio?» mi disse. Sì, ti regalo anche la Luna.
«Vieni.» mi disse e mi prese dalla schiena e mi spinse a lui. Restai ferma, mentre la sua bocca tornava a baciarmi. Per tutte le santità, per tutti i maghi e streghe di Hogwarts, per quel diavolo di Merlino che si accoppia con Morgana, cazzo cazzo cazzo, è il miglior bacio di sempre.
Mi strinse un braccio nella schiena. Chiusi gli occhi e ricambiai l’ultimo bacio. Ci staccammo dopo un po’.
Avevo il labbro morso. «Mi dispiace Severus, ma adesso deve finire tutto.» dissi. Non volevo. Non volevo che finisse proprio ora che era iniziata.
«Grazie Evans.» disse. Annuii e indetreggiai, correndo.
Salii fino alla torre correndo, con le lacrime che mi scorrevano in viso.
Perché lui era la cosa più bella della mia vita ma anche quella più brutta. Perché più mi faceva del bene e più mi faceva male, perché ogni cosa era sempre un viaggio nel tempo passato. Singhiozzavo. Non vedevo più niente adesso, le lacrime mi stavano appannando tutta la vista. Dissi la parola d’ordine ed entrai in sala comune. Era ancora accesa. Seduto a terra nel divano c’era un ragazzo con una felpona grigia rannicchiato su se stesso. Cercai di non farmi notare da lui, ma i singhiozzi mi tradirono. Potter si girò e mi fissò. «Ciao Evans.» mi disse semplicemente. Annuii a mo’ di saluto e mi avvicinai, sedendomi accanto a lui. Avevo il naso chiuso e un bruciore forte agli occhi.
«Vuoi parlarne?» mi chiese calmo. Annuii di nuovo.
«Che cosa è successo?» chiese lui.
«La stessa cosa che è successa un’anno fa.» dissi con voce impastata. «Oh. E.. questa volta che è successo?» disse, avvicinandosi con voce molto triste.
«L’ho baciato.» e a questo punto scoppiai di nuovo in lacrime. Lui prima non seppe cosa fare, poi mi mise delicatamente un braccio intorno alla spalla e mi fece una carezza nel braccio.
«È l’amore della tua vita, Evans?» mi chiese. «No.» Tolse il braccio.
Non toglierlo Potter, ho bisogno di qualcosa, di qualcuno. Non togliere quel braccio. Ti prego.
Appoggiai la testa nel suo braccio muscoloso e continuai a piangere. Lui mi accarezzò i capelli. Bagnai la sua felpa di lacrime.
«Non posso vederti piangere, Evans. Mi fa soffrire più di quanto io stia soffrendo adesso.» Tolsi la  spalla, ma comunque attorcigliai le mie mani nel suo braccio. Lo guardai : «Cosa c’era in quella lettera?» chiesi. Mi asciugai le lacrime.
Lui chiuse gli occhi. «Hanno tentato di uccidere la mia famiglia. Mia madre è di corsa finita al San Mungo. Sono una delle famiglie più potenti e i Mangiamorte puntano a loro per passare al lato Oscuro.» disse lui. Restai ferma. Il mio problema in confronto al suo non era niente. Una stupida crisi d’amore adolescenziale.
«Vuoi un’abbraccio?» gli chiesi. Lui mi guardò. Vidi la sofferenza nei suoi occhi. Lo abbracciai, perché quella era la serata del dolore, e tutti i dolori e le sofferenze hanno bisogno di placarsi con gli abbracci.
Scoprii che abbracciarlo era davvero bello. Era davvero bello poter scomparire e poter soffocare tutte le emozioni dentro un’abbraccio. Potter piangeva. Sentivo il dolore appiccicato alla sua pelle che mi bruciava. «Potter, non soffrire, sto già male per conto mio.» dissi. Gli carezzai la schiena enorme. Ero davvero bassa in confronto a lui, gli arrivavo all’altezza del petto. «Non pensavo davvero che tu avessi dei sentimenti.» dissi. «Non lo pensavo nemmeno io.» disse. Staccai l’abbraccio. I suoi occhiali erano appannati. Li tolse e mi sorrise, un sorriso con delle lacrime. Il sorriso dei forti.
«Evans, credimi, se fossi stato Piton mi sarei andato ad avadakedavrizzare all’istante.» mi disse. Risi. Lui rise anche e ci ritrovammo un po’ persi. Perché fino a due secondi prima piangevamo. «Devo proprio andare. Buonanotte Potter.» dissi, mi alzai e gli scombinai i capelli. Si alzò anche lui da terra e mi sorrise. «Grazie Evans.»
«Grazie a te Potter, per non aver fatto quelle battute squallide sul Quidditch.» sorrisi. Salimmo per i dormitori e andammo a dormire.

Grazie a te Potter, che mi hai salvata da me stessa, quando proprio nessuno ce la faceva.

 
**

Miley Sheped camminava tranquilla per il corridoio del terzo piano, quando vide un gruppetto di Serpeverde dall’altra parte del corridoio. Si fermò di botto. I Serpeverde la fissarono. Continuò la strada, impaurita dalle loro occhiate.
«Ciao Miley.» la voce fredda di Mulciber fece venire i brividi a Miley.
«Ciao.» rispose Miley. Guardò gli altri ragazzi.
«Cosa succede?» chiese Miley. Aveva capito, aveva capito che l’unico modo per essere protetta dai Mangiamorte era sembrare loro più fedele possibile.
«Miley, i tuoi genitori ci hanno esplicitamente detto che l’Oscuro Signore vorrebbe dare la cerimona di iniziazione.» disse Piton.
Miley sussultò. Li guardò impaurita. «Per cosa?» disse preoccupata.
«Sai benissimo per cosa.» continuò Mulciber, sfiorandosi l’avambraccio sinistro. Miley ebbe un tremito e scosse la testa. Doveva cercare in tutti i modi di non far capire che era impaurita. «Non è troppo presto?» chiese, fissandoli.
«Smettila di scherzare. Preparati stasera, il Signore Oscuro ti aspetta.» disse Avery. Miley non rispose. I ragazzi se ne andarono e lei rimase da sola. Scoppiò a piangere.
«Non voglio essere una Mangiamorte. Non voglio.» scossa dal pianto, si chiuse in bagno. Stava per diventare una Mangiamorte, un’impura. Doveva  uccidere gente a soli 16 anni. E non voleva. Non voleva essere quella che era costretta a diventare. Voleva solo essere una semplice ragazzina con normali problemi adolescenziali. Voleva innamorarsi di qualcuno, avere delle amiche, andare a Diagon Alley o ad Hogsmeade per divertirsi. Ma non poteva.



Angolo dell’autore :
Vi ringrazio molto per essere arrivati fin quaggiù. C’ho pensato bene ed ho deciso di voler scrivere da i diversi punti di vista di alcuni personaggi, come ad esempio James e Miley.
Vi ringrazio per chi ha recensito l’ultima volta e chi recensirà, siete davvero grandiosi, siete aumentati di gran numero. Sono contentissima.

Riguardo il pezzo di canzone dei PF, volevo dirvi che io amo quel testo, amo i Pink Floyd davvero tanto, e volevo riportarlo qui.

Buona lettura.



Mils.

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Capitolo 8
*** Capitolo senza nome. Non ho idee. ***


Capitolo senza nome. Non ho idee.
 
**
Nobody said it was easy, 
oh its such a shame for us to part. 
Nobody said it was easy, 
No-one ever said it would be so hard. 

Im going back to the start. 

Coldplay.



**
(Lily)

 
Era passata una notte dalla discussione con Severus. Nei giorni seguenti passai molto più tempo con Potter, anche se di solito parlavamo durante la lezione di Pozioni o magari in sala comune. Il nostro rapporto era migliorato ultimamente, ma questo non significava che gli andavo dietro, per niente. Magari avrei cominciato a chiamarlo col suo vero nome, ma questo significava ben poco, perché comunque avevo già ceduto a rompere il ghiaccio con lui, non solo perché era davvero cambiato, ma perché continuava ad aiutarmi anche se non glielo chiedevo.
«Guarda quel Felpato, se la spassa con le ragazze più piccole, piccolo stronzo.» si lamentava mentre passeggiavamo per il castello, fissando Sirius che faceva dei complimenti a delle ragazze di quinto.
«Senti, continua a ripetere senno l’esame non lo passerai mai.» dissi scocciata dal comportamento di Sirius e dalle ripetute distrazioni di Potter. Così annuì e cominciò a ripetere di nuovo.
Passammo davanti la sala comune dei Serpeverde, incontrando proprio un Piton sorridente con i suoi amici. Ci fermò a guardarci. Potter lo fissò con aria di sfida : «Buongiorno Mocciosus, come va?» chiese Potter, sorridendo.
Piton lo squadrò e poi mi passò vicino : «Ora capisco perché hai rifiutato, hai un fidanzatino.» e se ne andò, dandomi una spallata. Potter mi tenne il braccio per non farmi perdere l’equilibrio.
«Lo odio.» esclamai quando restammo di nuovo soli.
«Ora capisci perché quel soprannome?» rise e gli diedi una finta spinta, incitandolo a ricominciare a parlare.
Passate le due ore di ripetizione orale, salimmo in sala comune per completare i compiti scritti.
«Ma come mai avete migliorato il vostro rapporto?» mi chiese Peter.
Io e Potter ci guardammo e cominciammo a sghignazzare. Allie rise pure, conoscendo già la storia :«Le cose cambiano. I nemici possono diventare amici e i gli amici possono diventare.. nemici.» e mangiò una Cioccorana che stava per scappare via.
«Che filosofa che sei, Allie.» Sirius uscì dal dormitorio e la guardò con aria seducente.
«Grazie.» gli rispose lei gelida. Sirius si mise davanti il divano e la fissò dall’alto al basso : «Posso parlarti?» disse lui piano.
«Stai già parlando.»  rispose lei sempre distaccata. Scoppiai in un risatina compiaciuta, Sirius mi fulminò con lo sguardo.
Brava Allie, sei una grande, continua così! Tu si che sei la mia migliore amica!
«Intendevo in privato. Ti prego, è importante.» la fissò ancora, con la sigaretta in mano fumante.
Allie annuì e si alzò, seguendolo dentro il dormitorio maschile.

Ok ok, scherzavo, la mia migliore amica è una gran testa di sapete-cosa.
Sbuffai e ritornai a fare i miei compiti.
«Secondo te tornano insieme?» domandai, picchiettandomi la testa con la matita. Potter alzò gli occhi e ci pensò su. «Secondo me tutte cadono ai piedi di Sirius.»
Scrollai le spalle e continuai a fare i compiti di Trasfigurazione.
Passarono due ore, ma nessuno usciva dal dormitorio maschile.
«Sono passate due ore mamma mia, che diavolo sta facendo? Io lo uccido se la tocca.» mi innervosii e mi alzai, dirigendomi verso il dormitorio maschile.
«Scusa Evans, ma che t’importa? Cioè, magari stanno scopando e lei è felice.» ipotizzò Potter, anche lui alzato. Guardai le scale del dormitorio maschile: nessun suono proveniva da quello del settimo anno.
«Magari l’ha imbavagliata e la sta stuprando?» ipotizzai anche io, facendo una smorfia e salendo per le scale. Potter non replicò, ma comunque salì con me perché anche lui era curioso.
«Apri tu.» dissi quando arrivammo davanti a una porta di legno con scritto ‘settimo anno’.
Potter fece una faccia come ‘che cazzo stai dicendo?’ e rispose : «No, apri tu!»
«No, è il tuo dormitorio, apri tu!» replicai. Potter scrollò le spalle e spinse la porta impaurito.
Non c’era nessuno.
«Dove sono andati?» chiese Potter, confuso.
«Lo chiedi a me?» guardammo in tutti i letti, ma non c’era nessuno.
«Controlla il bagno.» dissi in un po’ schifata. Sapevo di trovarli lì.
Potter aprì di colpo la porta e trovammo Sirius avvinghiato ad Allie.
Guardammo la scena davvero indifferenti, perché già sapevamo come andava a finire già dal momento in cui Sirius le rivolse la parola.
Alzai un sopracciglio ed incrociai le braccia sotto il seno. «Wow, questa volta siete passati al lato serio. Beh, se volete scopare c’è il letto, è più comodo, ve lo dico per esperienza.» che cazzo dico? Oddio, ma quale esperienza se non l’ho mai fatto? Sono una cretina mamma mia, che cosa mi passa per quel cervello minuscolo come un’uova di gallina che ho dentro la scatola cranica?
Chiusi la mia figura di merda con una camminata molto teatrale e me ne scappai via. Potter uscì dopo un po’ dalla stanza e tornò a sedersi accanto a me per continuare i compiti.
«L’hai già fatto per davvero?» mi chiese divertito ma soprattutto curioso.
«Che ti importa?» chiesi tranquilla. Lui scosse la testa e rispose solo ‘niente’. Allie e Sirius scesero dopo un po’, senza nemmeno degnarsi di uno sguardo. Allie si avvicinò a me e piano piano mi disse : «Lily per favore non dire niente a nessuno, Sirius ed io abbiamo deciso di non farlo sapere pubblicamente.» con aria preoccupata.
«Che ragionamento di merda, l’amore non si nega.» dissi la mia opinione. Allie mi fissò con aria fulminante ed io continuai a farmi i compiti. Potter annuì e disse ad Allie ‘di stare tranquilla, e che non lo dirà a nessuno.’ Pff.
La cena arrivò e così anche il mio gufo sballato che confonde la notte con il giorno.
«Potresti cambiare gufo.» mi provocò Sirius.
«Tu stai zitto, cagnaccio.» gli puntai un dito contro per avvertimento. Mi fece una smorfia e mi imitò. Aprii la lettera e cominciai a leggere, mentre dedicai a Sirius il mio dito medio.


 
Cara Lily,
sentito la grande notizia? Ovviamente ti chiederai cosa significa quell’invito.. ti spiego subito cara.. È l’invito per il matrimonio di tua sorella Petunia! Finalmente si sposa con Vernon! I preparativi sono quasi finiti e siamo tutti molto felici. Ci rivediamo tra una settimana, quando sarà il matrimonio.
Un grande bacio,
Mamma

Guardai dentro la busta se c’erano altri fogli di carta. Niente. Nessun invito. Nessun pezzo di carta con su scritto ‘sei invitata al matrimonio di tua sorella’. Niente.
Mi guardai intorno. Il mondo sembrava a rallentatore, e le emozioni sembravano sospese in aria. Mia sorella non mi aveva invitato al suo matrimonio. Non l’aveva fatto. Non mi voleva nel giorno più importante della sua vita, perché io non ero più nella sua vita. Mi alzai molto lentamente. Le palpebre si facevano pesanti. Potter mi notò e mi prese per il polso.
«Che hai?» mi disse fissandomi negli occhi. Scossi lentamente la testa e sciolsi la presa, andandomene via.
Mia sorella non mi voleva più. E tutto quello che avevo sempre ipotizzato, era vero. E questa era stata la sua occasione per dimostrarmi che ero fuori dalla sua vita per sempre. Non volevo piangere perché non serviva a niente piangere per qualcuno che mi odiava. Mi chiusi nel bagno di Mirtilla Malcontenta, aspettando che i suoi singhiozzi facessero compagnia ai miei.  Mi sedetti sul coperchio di un gabinetto e chiusi la porta verde scuro.
«Oh cara.. ma che succede?» Mirtilla arrivò e il vapore gelido che le faceva da corpo mi accarezzò. Piangevo.
«Mirtilla, ti è mai capitato di pensare di avere qualcosa, però poi quando scopri di non averla mai avuta ti senti vuota?» dissi piangendo.
«Tanti anni fa, quando ero ancora umana.» lei si mise comoda e cominciò a pensare.
Piansi ancora di più. Sentii dei passi. Mi bloccai all’istante.
«Evans?» la voce di Potter veniva da fuori.
«Che vuoi?» dissi con la voce impastata. Lui non disse niente, ma apri di scatto la porta, guardandomi.
«Solo perché soffri non devi far soffrire gli altri.» mi disse lui.
«È l’unico modo che ho per stare meglio.»
«Saresti stata bene a Serpeverde, l’ho sempre detto.» sorrise e si sedette a terra.
«La mia vita sta andando a rotoli.» dissi, giocando con la mia bacchetta.
«Non è vero.» mi disse lui con aria tranquilla.
«Come fai a saperlo?»
«Questo è il periodo più bello della tua vita, Lily. Devi solo fare un confronto con gli altri e giungere ad una conclusione.»
Ci pensai. Non avevo mai vissuto quel periodo come li avevo vissuti tutti gli altri.
«Cosa succede?» mi guardò.
«Mia sorella non mi vuole al suo matrimonio.»
«È davvero una cosa triste.» disse lui, tranquillo.
«Non ti importa niente.» ero arrabbiata. Mi alzai e lui si alzò anche.
«Sì che mi importa, hai già smesso di piangere da un pezzo.» non me ne ero nemmeno accorta. Sorrisi e gli diedi una spinta leggera.
«Tu non puoi capire, non hai fratelli.»
«E tu che ne sai? Io ho un fratello e si chiama Sirius Black.» disse orgoglioso.
Feci una smorfia e mi asciugai quelle lacrime che mi erano rimaste nelle guance.
«Sorridi Evans, il giorno del matrimonio faremo un mega party e ti ubriacherai tanto da scordartelo.» Sorrisi triste.
«Vuoi un abbraccio?» mi chiese, alzandosi e allargando le braccia. Feci una smorfia e mi sotterrai tra le sue braccia stritolatrici.
«Mi vuoi bene, Evans?»  feci un gemito perché ero soffocata. Lui allargò la stretta ridendo e io lo fissai.
«Gli abbracci mi fanno piacere ma non ammetterò mai se ti voglio bene o no.» dissi con fare acido.
«Almeno potresti chiamarmi James.» si lamentò, mentre usciva dal bagno.
«Tu dici?» e lo seguii, mentre uscivamo dal bagno.
«Non ti ho mai sentito pronunciare il mio nome.» Lo fissai sbalordita.
«Ok, ci provo.» dissi decisa. Lui sorrise.
«J-J-J-J-J-J… Non ce la faccio!» dissi per scherzare e lui scoppiò a ridere. Poi diventò serio.
«Davvero, una volta sola, vorrei sentirti dire il mio nome.» era una cosa davvero stupida.
«Oh andiamo James, è una cosa così stupida..» mi uscì senza nemmeno pensarci. Lui sorrise a 32 denti e scoppiò a ridere.
«Suona bene detto da te.» gli diedi un pugno leggero nella spalla e tornammo in sala comune.


 
**
(Miley)

Era notte fonda. Mulciber, Avery e Piton mi aspettavano in sala comune. Non volevo scendere, avrei preferito dormire. Avevo paura. Volevo piangere, volevo oppormi, ma niente può fermare Lord Voldemort. Niente. Avrei voluto nascondermi e scappare, avevo pensato di ripormi ad Albus Silente, avevo pensato di scappare e cambiare identità verso l’America.
«Sei stata molto brava, Miley. Molto. Hai portato qualcosa a te caro?» mi disse gelido Mulciber. Era quello che temevo di più del gruppo, era il più grande ma anche quello più temibile. Presi il ciondolo che mia nonna mi aveva regalato e glielo mostrai.
«È un vero peccato, non capisco questa cosa del sacrificio.» si lagnò Avery, mettendomi alle spalle un mantello.
«Ti servirà per uscire dal castello, abbiamo applicato un incantesimo di Disillusione. Li abbiamo anche noi.» continuò Mulciber, squadrando Avery. Annuii spaventata.
Mulciber fece cenno agli altri e cominciarono a camminare. Tutti misero i loro mantelli e sparirono. Camminammo fino a quando arrivammo su per giù al centro dalla Foresta Proibita.
«Possiamo Smaterializzarci.» disse Avery. Avevamo sicuramente oltrepassato il confine di Hogwarts.
Piton si voltò verso di me. «Vieni con me?» mi intimò. Mi sentii scaldare, Piton era quello che mi piaceva di più tra i tre ragazzi, e in più, avevo una cotta per lui da più di un anno.
Annuii e poggiai la mia fredda mano sul suo braccio, stringendolo. Lui chiuse gli occhi e all’improvviso mi sentii risucchiata, un forte dolore nella testa, i piedi distaccati dal terreno e poi, di nuovo, a terra.
Non mi sentii male, avevo già provato quella sensazione mentre facevo gli esami di Materializzazione.
Eravamo sempre in una Foresta. Era sempre notte fonda. Ero sempre impaurita.
«Il Signore Oscuro ti aspetta.» mi disse Mulciber.
Guardai Piton che mi guardava indifferente e con gli occhi vuoti e continuai a camminare. Tremavo. Camminai per altri cinque minuti, poi arrivai.
A cerchio c’erano tante persone, che non riuscivo a riconoscere perché indossavano la solita maschera dei Mangiamorte e poi, al centro lui, il Signore Oscuro.
«Benvenuta Miley.» la sua voce fredda e acuta mi fece tremare le ossa.
Abbassai il capo, guardando per terra i legnetti spezzati.
«Li riconosci, Miley?» disse Voldemort. Guardai gli altri. Si tolsero la maschera : i miei genitori, mio nonno, e i miei fratelli.
«Ciao Miley.» mi disse mia madre, con un sorriso molto falso.
«Allora Miley, sei pronta?» mi domandò con finto calore il Signore Oscuro. Annuii impaurita.
«Sei muta? Parla.»
«Si.» dissi, abbassando la testa. Lui si avvicinò a me, odorandomi.
«Il braccio.» tesi il mio braccio sinistro.
Lui lo sfiorò con la punta della bacchetta e cominciò a formulare parole in latino classico.
Sentii un bruciore, una parte della mia pelle stava diventando nera, come un tatuaggio. Cercai in tutti i modi di non far capire che stavo tremando.
«Miley Sheped, vuoi tu, pormi tutta la tua fiducia?» disse Lord Voldemort. No, non lo voglio.
Rimasi zitta. Sentii la stretta di Voldemort farsi più soffocante. «Sì, lo voglio.»
«E vuoi tu, servirmi in ogni tua occasione e ubbidire ad ogni mio comando?»
«Sì, lo voglio.» dal mio braccio spuntò un teschio.
«E vuoi tu, accettare di morire, combattere, uccidere, sacrificare ogni cosa per il tuo padrone?» mi sussurrò all’orecchio.
«Sì.. lo voglio.» dal teschio spuntò un serpente, che si attorcigliò su se stesso.
Voldemort tolse la bacchetta dal mio braccio e si allontanò. Sentii il freddo invadermi. Voldemort accese un fuoco con la bacchetta.
«Questo è Ardemonio, il fuoco maledetto. Sacrificherai adesso, una cosa a te cara, che brucerà per sempre qui.» adesso capivo cosa intendesse Avery per ‘sacrificio’. Presi il mio ciondolo e lo fissai. Non volevo bruciarlo. Non lo meritava. Guardai mio nonno.
Camminai in avanti, e arrivata vicino all’enorme paiolo nero che conteneva l’Ardemonio, gettai la cosa più cara che avevo. Il fuoco si raddoppiò e divenne più possente. Feci un passo indietro veloce.
Voldemort si avvicinò a me e mi diede un pugnale. Tremai.
«Adesso Miley, dovrai, come hai giurato, ferirti con questo pugnale.» mi mise il pugnale tra le mani.
«Mio Signore, mi aveva promesso che..» mia madre si fece avanti, ma Voldemort la guardò e le diede uno schiaffo. «Quante volte ti ho detto che non devi parlare, Helena?» vidi mia madre indietreggiare silenziosa e lacrimante.
«D-devo pugnalarmi?» chiesi spaventata a morte. Era solo uno stupido sogno.
«Hai giurato. In riscatto hai la vita.» volevo scappare. Volevo morire.
«Dove devo ferirmi?»
«Dove vuoi tu.» mi sorrise Voldemort. Si mise dietro di me, e mi spostò di dietro i capelli. Il suo fiato mi arrivava sul collo, insopportabile.
Mi accarezzò il mento. «Cosa stai aspettando? Tutto per il tuo signore.» si allontanò e mi guardò. Non volevo piangere o mi avrebbe sicuramente ucciso.
Presi il pugnale e velocemente, conficcai la lama fredda nella mia pancia. Persi l’equilibrio e caddi davanti, piangendo, singhiozzando. Voldemort mi sorrise e guardò tutti gli altri ridendo. «È fedele secondo voi? » sentivo la mia vita, che fino a un attimo prima si era aggrappata all’ultimo briciolo di respiro, lasciarmi la mano e andarsene. Tutti risposero di sì velocemente. Lui prese la bacchetta e mi fissò. Iniziavo a tossire. Fece un colpetto con la bacchetta e il pugnale volò via dalla mia pancia. Poi mi diede una pozione e dovetti berla. La ferita si rimarginò in un secondo.
«Da oggi, Miley Sheped, sei una Mangiamorte.» e andando verso i miei genitori mi disse : «Ringrazia i tuoi genitori cara Miley, che hanno deciso di uccidere molta gente pur di non farmi fare la quarta fase.» sorrise lui.
«Vuoi sapere cos’è la quarta fase?» si avvicinò, toccandomi le parti femminili del mio corpo con ferocia.
«Questa notte, oltre a sacrificare oggetti e parti del tuo fisico, dovevi darmi la tua verginità, Miley Sheped, dovevi darmi il tuo corpo in atti carnali. Sei stata salvata, Miley Sheped, ma non ci saranno i tuoi genitori a proteggerti per sempre.» urlò Voldemort, che rise. Guardai mia madre. Guardai mio padre.
«Vai, Miley Sheped, e servi il tuo signore.»

 
**
(James)


La giornata era finita ed entrai nel mio dormitorio, gettandomi a peso morto nel mio amato letto.
Sirius se ne stava sdraiato a fissare la Mappa, controllando ogni singola parte che noi stessi avevamo costruito anni prima.
«Allora? Succede qualcosa di interessante?» non sapevo che discorso buttare giù, dato che di solito cominciava lui a parlare.
«Mh.» emise solo un suono del quale non capii il significato.
«Allie mi ha detto che..»
«Non parliamo di Allie per favore, ma di te» mise giù la Mappa e mi fissò senza espressione. Lo guardai confuso : cosa diavolo voleva da me?
«Che dobbiamo dire di me?» adottai l’espressione più disorientata che avevo.
«Tutto d’un colpo tu e la Evans parlate e scherzate insieme? Oh andiamo, è amica di Mocciosus.»
«Non sono più amici e poi tu non sai un cazzo Sirius, quindi taci.»
«Oh già vero, hai proprio ragione, io non so mai un cazzo ma tu sai sempre tutto.» ritornò a guardare la Mappa.
«Stai cercando di discutere?» dissi. Lui tolse lo sguardo dalla Mappa di nuovo e mi fissò.
«Ti sei fatto in quattro dal primo anno che siamo qui per lei, però continua comunque a trattarti come uno tappetino, e ti smerda ovunque, facendoti apparire come il debole!» questa volta alzò la voce e mi spaventai sul serio.
«Che cazzo te ne frega a te se mi tratta come una merda, spiegamelo!» alzai la voce pure io.
«Mi frega perché sono il tuo migliore amico, cazzo James, sei come un fratello e non mi va di vederti così, le ragazze ti vanno dietro come se tu fossi acqua nel deserto e tu continui a sbavare dietro quella racchia! Apri gli occhi James, quella lì non ti darà mai niente di soddisfacente!» mi sentii offeso. Gli saltai addosso facendolo sbattere nel letto, e cominciai a dargli pugni. Perché mi sentivo tradito dalla persona a cui volevo più bene, da mio fratello.
Lui mi dese un pugno e anche un altro.
Remus e Peter entrarono e vedendo la scena ci guardarono mentre facevamo a pugni spaesati. Forse aspettarono alcuni minuti perché non riuscivano a realizzare che era tutto vero.
Remus corse da me e mi prese da dietro, e così fece anche Peter con Sirius.
«Le ragazze vanno conquistate Felpato, non portate a letto la prima sera e poi dimenticate.» lo guardai, i capelli lunghi che gli si spostavano sul viso, il fiatone e il suo sguardo arrabbiato. Si scostò incazzato da Peter, prendendo la giacca e la bacchetta e andando via, uscendo dal dormitorio e anche dalla sala comune.


 

Angolo dell’autore :
Salve a tutti. Grazie per aver letto questo capitolo. Dunque, mi sento molto offesa e amareggiata perché nessuno si degna di recensirmi, se non quella santa di Crookshanks_2000 che commenta ogni capitolo. Anzi, colgo l’occasione per ringraziarla, perché è davvero molto gentile e mi fa sempre piacere vederla tra le recensioni dei capitoli.
Se non per altro, quello era su per giù il capitolo centrale della storia, quindi mi aspettavo almeno un po’ di visualizzazioni in più. Okay, non fa niente.

Grazie lo stesso a chi legge la storia e resta in anonimato.
Un grande saluto a tutti, alla prossima.
Mils



 
Ps; beh, sì, il nome del capitolo è un po’ strano, è la verità.. non avevo ispirazione.

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Capitolo 9
*** Non tenetevi niente dentro, tanto alla fine esce tutto fuori. ***


9.

Non tenetevi niente dentro, tanto alla fine esce tutto fuori.

**

 
(Lily.)
 
Settimane dopo.

Guardai in silenzio James che studiava. Negli ultimi tempi lui mi era davvero stato amico.
«Perché mi fissi?» mi chiese d’un tratto, alzando lo sguardo dai suoi compiti. Distolsi lo sguardo.
«Niente di personale» e invece qualcosa di personale lo avevo. Gli volevo bene. Adesso, non voglio che voi pensiate di avere a che fare con una diciassettenne con una specie di crisi ormonale, ma davvero gli amici che ritenevo tali nemmeno più mi aiutavano. E c’era James.
«Tu non studi?» mi chiese piano. Stesi un attimo per capire com’era la situazione : lui studiava ed io lo guardavo. Mentre mesi prima, c’era lui a fissare me mentre che cercavo di mantenere i miei voti i più alti della scuola.
Annuii e cominciai a scrivere, senza neanche pensarci. Era davvero un periodo particolare : Allie e Sirius si erano praticamente lasciati si e no 3 volte e si erano messi insieme altre 4 volte. Ogni notte sentivo la mia compagna di stanza Elenoire piangere di nascosto perché era innamorata persa di Sirius, che nemmeno sapeva della sua esistenza.
Remus, non faceva altro che starsene zitto e a fumare sigarette all’angolo della sala comune. Dello strano caso di Miley Sheped non ne avevamo più parlato, anche se ancora le prove cartacee del suo oscuro lato da Mangiamorte erano ancora dentro il cassetto del mio comodino, e qualche sera li esaminavo ancora. Perché io ero sicura che era stata vittima di Voldemort. E non volevo smettere di indagare.
«Lily ti senti bene?» James mi riportò alla realtà. «Ti vedo spesso pensierosa.. succede qualcosa?» mi chiese preoccupato.
Sorrisi e gli poggiai una mano sulla sua spalla. «Non succede nulla. Pensavo alla festa.»
Adesso vi starete chiedendo : ‘quale festa?’
Beh, me ne ero completamente dimenticata. La festa, era una festa d’inverno, cioè di Natale solo per quelli dell’ultimo e del sesto anno, ed era stata organizzata dai Caposcuola, compresa me. Ognuno doveva andare alla festa con un accompagnatore, e la maggior parte della scuola l’aveva già trovato, tranne me. Ad essere sincera avevo avuto molti inviti, compreso Michael, il mio ex ragazzo, e poi tanti altri ragazzi di cui non ricordo nemmeno i nomi.
«James chiama Lily da pianeta Terra. Ci sei?» James mi guardava preoccupato.
«Sì, ci sono.» risposi distratta. Continuai a fare i miei compiti in silenzio, pensando a quanto era triste il fatto di non avere un accompagnatore.
«Tu con chi vai al ballo?» chiesi non curante, anche se nel profondo del cuore bruciavo di curiosità e di paura.
«Vadoconevgeniadintom.» lo disse così veloce che pensavo stesse scherzando.
«Ah?» lo fissai negli occhi.
«Vado con la Dintom.» non lo so, ma dopo questa risposta sentii una specie di tradimento da parte sua, che mi portò ad essere più fredda nei suoi confronti.
Probabilmente lui capì, e cambiò discorso «E tu con chi vai?»
Nessuno. «Con Michael.» fu il primo nome che mi venne in mente. Il mio ex ragazzo, fantastico! Adesso mi toccava andare alla festa con lui veramente. Potter annuii e abbassò lo sguardo e tornò a leggere i suoi compiti in silenzio, con una nota di tristezza. Posai i miei compiti nella borsa e uscii dalla sala comune, dopo averlo salutato.
«Perfetto, proprio stupendo! Adesso devo andare da quell’idiota di Michael e scongiurarlo di venire alla festa con me! Cazzo ma io non capisco cosa mi frulla per quell’uovo di gallina che ho sotto il cranio! Ma con cosa diavolo ragiono? Con i piedi?» camminavo velocemente e arrabbiata con me stessa verso i sotterranei di Serpeverde.
Quando arrivai davanti al muro, e schiacciai un mattone, questo mi fece entrare nella sala comune, fredda e triste. Chiesi a due ragazzine dove si trovava Michael e loro mi indicarono la Biblioteca. Tornai su ed entrai in Biblioteca alla ricerca del carissimo idiota.
Dopo circa una decina di minuti riuscii a trovarlo mentre pomiciava con una ragazza del sesto. In realtà non era una semplice pomiciata, perché le mani di lui erano una sotto la maglia e sotto le mutandine di lei. Feci un passo indietro per non disturbare la loro seduta di sesso in pubblico, ma poi pensai ai miei gravi motivi e mi feci avanti. Non sapevo come chiamarlo e quindi improvvisai un «Tu!» «Cioè, Michael!» lui si voltò di scatto e mi fissò. Si aggiustò la cerniera dei pantaloni e la cravatta. La tipa mi guardò squadrandomi.
«Ciao Lilian.» mi sorrise.
«Devo parlarti, vieni.» e lo tirai via da quella ragazza. «Che c’è?»
«Mi serve un favore Michael, devi venire alla festa con me.» gli chiesi più gentilmente che potevo.
«Vado già con un’altra tipa.. e poi.. ti sei pentita? Se non sbaglio mi avevi cacciato via minacciandomi di schiantarmi..»
«Si, ok perdonami. Però ti prego, devi venire con me. È importante. Dopo ti farò un favore io, ma per adesso, ti prego vieni con me alla festa.» lui mi guardò e facendo finta di pensarci.
«Che genere di favore?» disse ammaliato.
«Qualunque cosa tu voglia! Basta che..» avevo capito troppo tardi il senso malizioso che c’era dietro quella domanda. Gli diedi uno schiaffetto. Lui scoppiò a ridere.
«Ma chi è quella tipa con cui pomiciavi poco fa?» chiesi curiosa.
«Boh, non so nemmeno come si chiama, l’ho conosciuta due minuti fa.» aggrottai le sopracciglia. «Stavate facendo sesso!»
«Lily.. quello non è sesso, semplicemente le mie dita erano dent..»
«STA ZITTO! Non mi interessa dove erano le tue dite due minuti fa!»
«Se solo tu me l’avessi permesso l’avrei fatto anche a te..» gli diedi un pugno leggero nella pancia.
«Hey, se devi continuare a parlare con la tua amica io vado.» disse la tipa sistemando la sua camicia dentro la gonna.
«NO! No, siediti, lei stava andando via, vero Lily?» mi fece un sorrisetto supplicatorio e mi tolsi dalle scatole. Tornai in sala comune, e andai a dormire nel mio dormitorio.

 
**

(James)


Vidi i suoi capelli rossi allontanarsi oltre il buco del ritratto, e poi scomparire.
Sbuffai, pensieroso. Lily aveva ripreso i contatti con il suo ex ragazzo, e questa era la cosa che più mi spaventava. Perché non gli avevo chiesto di venire alla festa con me? Perché cavolo ero così timido quando dovevo chiederle qualcosa, mentre con le altre ragazze ero lo stronzo? Ed era questa la cosa che più mi faceva soffrire, il modo in cui lei, con il suo sguardo riusciva a controllarmi e a bloccare ogni mia singola azione, rendendomi uno stupido incapace. Restai da solo nella sala comune, a fissare le mie ginocchia. Che cosa ci facevo io, con una troietta come Evgenia Dintom? Che cosa poteva darmi lei, oltre a quella cosa? Che cosa aveva da offrirmi? Niente, non poteva darmi niente pari a quello che mi dava Lily con un suo sguardo, e ogni volta era come la prima, come una specie di buco nero dentro lo stomaco che risucchiava tutto e di me non rimaneva niente.
Sirius entrò nella sala comune con una sigaretta in bocca.
Erano giorni che non parlavamo e questo mi rendeva più triste che mai, perché era come se una metà di me se la fosse data a gambe.
«Come va?» mi disse lui, sedendosi accanto a me.
«Non credo te ne freghi qualcosa.»
«Infatti. Mi chiedevo solo, se ti andava di fare un po’ di stragipupe.»
«Tu sei fidanzato.. e poi sono anni che non lo facciamo.» anche se, mi piaceva quando facevamo ‘la stragipupe’. La stragipupe consisteva nel fatto che io e Sirius ce ne andavamo in giro, lui trasformato da cane. La maggior parte delle ragazze cadevano ai nostri piedi, perché si intenerivano dalla dolcezza di Sirius, ed io in quel momento entravo all’attacco.
«Siamo cresciuti Felpato, e le cose sono cambiate. Tu hai una fidanzata ed io sono innamorato. Non possiamo più permetterci certe cose.» in realtà la cosa mi faceva davvero soffrire, perché questo stava a significare che non eravamo più ragazzini spensierati, ma uomini pronti per gli urti della vita, fuori da quelle  meravigliose mura della nostra amata scuola.
«Tutti crescono. Ma sai una cosa? Non si smette di giocare perché si diventa vecchi, si diventa vecchi proprio perché si smette di giocare.» disse Sirius. Avevo sentito già questa frase, ed ogni volta la trovavo bellissima e vera.
Mi alzai e gli diedi una pacca nella schiena, andando nel mio dormitorio, per dormire.
«Senti..» mi fermò.
«Di nuovo fratelli?» era una specie di ‘scusami’.
Sorrisi. «Non abbiamo mai smesso di esserlo.» lui sorrise e mi seguì, salendo nel dormitorio.

 
**
 
(Miley)
 
«Come ti senti?» mi chiese Severus quando restammo soli, era notte fonda ed eravamo seduti nel divano della sala comune.
Era la prima volta, dopo essere diventata Mangiamorte, che qualcuno mi chiedeva come stavo.
«Non sento niente.» non sentivo più niente dentro. Avevo un po’ di freddo sulla pelle, che era diventata più bianca del solito.
Severus annuì, indifferente.
«E tu come stai?» volevo chiederglielo.
«Non credo ti interessi.» rispose scontroso.
«Scusami tanto.» risposi sarcastica. Era un vero idiota.
«Invece di rompere le palle, fammi vedere il marchio.» mi prese il braccio sinistro e lo scoprì. Quel marchio nero se ne stava lì, con quel teschio che mi fissava e la sua lingua che sibilava.
«Avrei giurato di averlo sentito sussurrare qualche volta.» dissi pensierosa, fissando il serpente.
«Lo fa. Sussurra cose, parole, roba che non si capisce. Sembrano formule di incantesimi.. non si comprende bene.» lo guardai mentre fissava il mio tatuaggio, mentre toccava la mia pelle. Ebbi l’istinto di baciarlo, ma mi avrebbe solo schiantato. Tutti sapevano che era innamorato della Evans, per questo spesso avevo deciso di Confondere lei e la sua amichetta, solo per levarle dai piedi. Mi ero spesso resa conto del perché ero Serpeverde. Egoista. Ero egoista e questa cosa non sarebbe cambiata mai. Perché mai avrei dovuto dare qualcosa di mio ad altri? Perché avrei dovuto sottrarmi di qualcosa che poteva essere utile a me? Perché, magari, dovevo dare ad altri qualcosa che mi ero guadagnata con il mio sudore?
Severus lasciò il mio braccio e mi sentii improvvisamente sola, e tornò il freddo nella mia pelle.
Raccolsi il coraggio e glielo chiesi : «Con chi vai alla festa?»
 «Con nessuno. Non ci andrò.» All’improvviso tutte le speranze che avevo mi abbandonarono.
«E perché?»
«Perché è roba da stupidi e perché ho impegni per quella sera. Il Signore Oscuro avrà bisogno di me.»
«Per fare che cosa…?»
«Di che diavolo t’impicci tu? Non ti importa.» rispose infuriandosi.
«Non volevo.. mi dispiace.» risposi, ero una stupida. Perché dovevo sempre fare brutta figura con lui? Severus annuì e si alzò. «Me ne vado.» e salì per la scalinata dei dormitori.
«Te ne vai perché ti ho fatto arrabbiare?» mi alzai dietro di lui. Lui si voltò e mi fissò. Fece per aprire la bocca, ma poi si zittì e  girò i tacchi.


**

(Lily e James)

 
Mancava solo qualche minuto all’inizio della festa. Le coppie avrebbero dovuto sfilare davanti a tutti lungo il tappeto bianco. In realtà avrei pagato per non vedere James che sfilava con quella Evgenia, ma dovevo perché dovevo dare inizio alla festa. Non facevo altro che toccare il mio vestito blu, sistemarlo, doveva essere perfetto, almeno per una sola sera. Michael arrivò con mezzora di anticipo. Si scolò mezza bottiglia di vodka solo perché era annoiato.
«Sei un maiale e sei già ubriaco.» gli feci notare. Lui sorrise mettendomi il braccio fra le mie spalle, facendomi ricordare i vecchi momenti quando io e lui eravamo la coppia più bella e popolare della scuola.
«Ci vuole questo ed altro per farmi sbronzare Lily.» scoppiai a ridere, più che per la battuta, per il fatto che James era arrivato e parlava con Sirius.
«Sono arrivati.» sussurrai a Michael, nascondendomi dietro di lui.
«Ok, andiamo a salutarli e poi giriamo i tacchi, non li sopporto.» disse lui, girandosi velocemente e prendendomi a braccetto.
«Buonasera gente.» salutò Michael, squadrando James, Sirius, e sorridendo ad Evgenia.
«Ciao Ev.» la salutò. Lei gli sorrise sensuale.
«Ciao Mike.» Lui le fece l’occhiolino.
«Ciao Lily.» mi salutò Sirius. James mi fissava, la bocca leggermente aperta, il suo sguardo perso.
«Ciao a tutti.. io e Michael andiamo, a dopo.» dissi, io e Michael girammo le spalle e andammo via.
«È andata.» mi sorrise Michael.
La festa andò avanti, e superate le 2 di notte, dai tavoli sbucarono fuori non solo alcol, ma sostanze più pesanti, tra cui stupefacenti. Vidi ovunque gente che sniffava e che beveva, altra che ballava nella zona discoteca, dal bagno venivano urla di piacere (probabilmente troie che scopavano tra di loro o con ragazzi). Insomma, quella festa era diventata un porcile. Presi una bottiglia di vodka e mi sedetti nel balcone che avevamo fatto sbucare col pensiero, passando 3 volte davanti alla Stanza delle Necessità. Ci avevo pensato io a farla comparire, pensando ‘fai comparire una bella sala elegante con bagni e balconi enormi’ e la stanza era comparsa. Insomma, mi sedetti nella panchina e assaporai l’aria fresca che mi pizzicava la pelle, mezza sbronza, mentre bevevo la mia vodka semplice. Questa mi provocò un leggero bruciore alla gola che mi scaldò dentro. Fui pervasa dal caldo. Dopo due secondi che io cominciai a togliermi tutti i copri spalle arrivò James.
«Lily, ma che fai? C’è freddo! Vieni dentro.» mi disse.
«Non mi va, ho caldo e voglio stare fuori.» dissi, bevendo dalla mia bottiglia.
«Ok.» rispose lui, e si sedette accanto a me. Calò il silenzio tra di noi, mentre come sottofondo c’era la musica assordante e urla di altra gente.
«Ti diverti?» mi disse lui.
Appoggiai la testa nel muro che c’era dietro la panchina e scossi la testa.
«Neanche io.»
«Quindi sei tornata con.. Michael?» disse lui timidamente.
«Oh andiamo James, pensi davvero che io torni con quel testa di cazzo? È un’idiota, l’hai visto anche te.» credo che a parlare non fossi io, ma la vodka.
«Bene.. neanche io con Evgenia.»
«Le troie non possono essere fidanzate. Perché sono troie e loro non provano sentimenti.»
«Beh, è vero.»
«E allora perché le hai chiesto di venire al ballo con te? Sicuramente sai con chi starà scopando adesso? Con Michael.»
«Dimmi perché ti scaldi tanto! E poi è stata lei a chiedermelo, tra l’altro era l’unica disponibile.» sbottò.
«Io sono solo uno scarto, vero?» ero certamente, nettamente sicura che adesso quel liquido trasparente dentro la bottiglia aveva preso il comando della mia razionalità, e che ci stava giocando come ci si gioca a rincorrersi con gli occhi bendati in autostrada.
James mi fissò e si alzò di scatto. «Lily, tu non sei uno scarto. Per me non sei uno scarto.» mi disse.
«Oh sì certo, lo dici solo perché ci sono io davanti.»
«Evgenia è uno scarto, per questo le ho chiesto di venire con me, perché sapevo che tu non saresti venuta mai con me. Ed è la verità. Dimostrazione : tu sei venuta con quel maiale vivente del tuo ex.»
Non sapevo che dire. Abbassai lo sguardo e di nuovo presi la mia bottiglia, quasi finita.
«Davvero tu pensi che io non sia innamorato di te? Davvero pensi che io abbia cambiato idea su di te? Lily, questa è la mia rovina, io sono innamorato di te come un anno fa, come due anni fa, e come tre anni fa.» Lo guardai. Era vero. Era innamorato e nei suoi occhi c’era scritto chiaro e tondo. Lo fissai. «Posso baciarti?» credo gli sia uscito senza che neanche lui lo notasse. E senza che neanche l’avessi notato, avevo annuito. Lui si avvicinò, e mi baciò.
Durante il bacio rimasi ferma, impassibile, perché l’emozione era troppo forte, era qualcosa che superava pure me, e poi aggiungeteci pure la sbronza, non ci capivo più niente.
Quando finì il bacio restai ferma a fissare il vuoto. Lui mi guardò imbarazzato. Feci un sorrisetto impacciato e sparai la prima cosa che mi passava per la mente : «Come hai fatto a trovare la vodka alla fragola? L’ho cercata tutta la serata e non l’ho trovata..» lui fece una smorfia deluso. Soffiò arrabbiato e prese dalla sua tasca una sigaretta, cacciandosela in bocca. Si alzò e cominciò a camminare velocemente, chiudendo gli occhi. Sembrava una bambina isterica.
«Perché non ti piaccio Lily? Io.. io..» disse aspirando il fumo. Nel suo tono non c’era solo tristezza, ma anche frustrazione. Lo guardai dal basso in alto, come una bimba guarda un gioco nuovo in vetrina. Mi piaceva. Mi piaceva un casino. Mi piaceva da fare schifo, tanto che avevo pure creato un manicomio con Michael.
«Fanculo James.» mi alzai velocemente, presi la sua sigaretta e la buttai a terra, pestandola con il tacco, e con la grazia da giocatore da Football, lo baciai.

Angolo dell’autore :
e dopo un secolo e mezzo che non aggiornavo, vi regalo questo capitolo.
ringrazio chi recensisce, siete fantastici.
purtroppo non so quando aggiornerò, vi prego di restare in contatto con me.
un saluto
Mils
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Capitolo 10
*** Ad ogni causa una schifo di conseguenza. ***


Ad ogni causa una schifo di conseguenza.
 
**
(Lily)


 
Aprii gli occhi. James accanto a me fissava il soffitto sbattendo fastidiosamente le mani a ritmo di un tempo sconosciuto. Mi voltai a guardarlo con aria curiosa «James..?» mi girai sul fianco destro nel morbido letto con le coperte rosso scuro e i ricami oro.
Lui si girò di scatto spaventato, come se fosse stato scoperto a guardare porno in camera sua da sua madre.
«James.. che ci fai nel mio letto?» chiesi spaventata, mettendomi a sedere e guardandolo con uno sguardo fulminante. In camera non c’era nessuno. Eravamo soli, e la grigia mattinata mandava luci e ombre nella stanza. Lui mi guardò completamente sconvolto: «Si dà il caso, che TU sia nel mio letto, nella mia stanza, sdraiata con me.» si bloccò, poi lentamente riprese «Che cazzo è successo ieri sera?» chiese preoccupato, ma con un qualcosa di malizioso.
Mi alzai velocemente dal letto, e un freddo glaciale mi coprì dal bacino in giù. Mi accorsi che addosso avevo solo una maglietta bianca larga (probabilmente una maglietta maschile, perché non aveva una forma ben precisa) e le mie mutandine azzurre con un gattino bianco (erano troppo tenere, me l’aveva regalate mamma lo scorso anno).
Restai ferma a guardare le mie gambe nude e pallide, e così anche James, a bocca aperta.
«OH CAZZO, OH CAZZO, OH CAZZO.» iniziai a farfugliare cose, e James si alzò dal letto.
«LILY! STAI FERMA! IO NON CREDO CHE IO E TU ABBIAMO FATTO QUALCOSA IERI NOTTE!» disse alzando la voce un po’ isterico, probabilmente preso dal panico anche lui. Presi la mia bacchetta che avevo ritrovato nel mio comodino e abbassai la maglietta in modo da farla arrivare almeno sotto le mutandine e scappai via, con James che mi correva dietro, maledicendomi e cercando allo stesso tempo di ricordare cosa cavolo avevo combinato la notte scorsa. Scesi gli scalini a piedi nudi, e provai un brivido per la freddezza le marmo delle scale. James che mi correva dietro, anche lui con solo una maglietta nera e i boxer, scivolò da uno scalino e arrivò a terra col sedere.
Arrivai in sala comune, e la sorpresa fu spiacevole. Mezzo Grifondoro era lì, a ridere e scherzare, compresi i Malandrini ed Allie. Guardai scandalizzata la folla. James arrivò dietro di me e tutti scoppiarono a ridere ancora più forte. Sirius si alzò su un tavolino e urlò: «BELLA SCOPATA IERI SERA, VERO EVANS?» presi la mia bacchetta e gli urlai: «LEVICORPUS!» e come appeso alla caviglia da un laccio invisibile, restò appeso in aria continuando a ridere a crepapelle. James mi appoggiò una mano nella spalla ed io lo scansai, e presa dalla vergogna e profondamente amareggiata da quella scena, scattai verso le scale del dormitorio femminile, con le lacrime agli occhi.

 
**
(Allie)


«QUEL BRUTTO BASTARDO! MALEDIZIONE, MI STA ROVINANDO L’ULTIMO ANNO.» Lily continuava a sbraitare da più di mezzora contro tutti i Grifondoro e soprattutto contro James. Eravamo nel dormitorio, e lei, non faceva altro che prendere a calci tutto quello che incontrava nella sua strada e ad uscire dal suo baule vestiti, sbattendoli ovunque e poi rigettandoli di nuovo dentro il bagaglio. I suoi capelli rossi erano legati in uno chignon improvvisato, e i suoi occhi erano rossi per quanto aveva pianto. Era voluta rimanere sola per tutto il giorno, solo all’ultimo momento mi aveva chiesto di risalire per farle compagnia.
«Lily, lui continua a ripetere che non  l’avete fatto, ed è distrutto. Dice che non ti avrebbe mai..»
«SAI QUANTE CAZZATE DICE? LUI PARLA, PARLA, PARLA MA NON REALIZZA MAI NIENTE! È SOLO UNA TESTA DI CAZZO E… MALEDIZIONE PERCHÉ L’HO BACIATO IERI SERA? CAZZO, VISTO COME MI SFRUTTA LA GENTE? I MASCHI RAGIONANO COL CAZZO, NON HO NIENT’ALTRO DA DIRE!» urlava senza fermarsi, era da mezzora che non faceva che dire ad ogni fine frase ‘non ho nient’altro da dire’ e poi, ovviamente, ricominciava a parlare. Le stava anche quasi mancando la voce per quanto urlava forte e con tutta la rabbia.
«VORREI PRENDERLO A PUGNI FINO A FARLO SVENIRE. ANZI, VOGLIO CRUCIARLO!» prese la bacchetta e fece per uscire dalla porta, ma la bloccai.
«Lily, calmati. Basta. Lascia perdere, la gente dimenticherà questa cosa. È solo una notizia dell’ultimo momento, si placheranno.» dissi con la mia calma. La presi dal braccio e la feci sedere sul suo letto. Lei si sdraiò. Mi sedetti sul bordo morbido del letto e le sorrisi dolcemente.
«Raccontami che avete fatto ieri sera.» lei chiuse gli occhi pesantemente e con il labbro tremante iniziò a raccontarmi.
«Ero ubriaca. Gli è praticamente venuta una specie di crisi isterica da femminuccia perché non avevo provato niente per il primo bacio, poi guardandolo ho capito cosa provavo e l’ho baciato. Dopo siamo andati via dalla festa e ci siamo messi nel corridoio a baciarci ancora, come due fidanzatini del cazzo — ero sempre ubriaca — e poi non ricordo più niente. So’ soltanto che ho ancora il sapore dei suoi baci.»
«Oh che tenera. Il sapore dell'amore..» dissi con aria sognatrice. Adoravo queste cose sdolcinate.
«Veramente sapeva di Vodka alla fragola. CHE AVEVO ADDIRITTURA CERCATO TUTTA LA SERATA.» ribatté Lily, alzandosi. Risi sotto i baffi e la abbracciai. «Tranquilla, scopriremo cosa è successo. C’è sempre il Veritaserum.» dissi senza dargli troppa importanza.
Lily spalancò gli occhi ed urlò : «NO! NIENTE VERITASERUM!» aveva un tono di voce che si avvicinava alla paura. La guardai con aria incuriosita : «Cosa hai da nascondermi?» alzai le sopracciglia con un sorrisetto.
Lei indietreggiò : «N-niente.» disse tremante. Rimasi con un sorrisetto alla bocca ed annuii. «Adesso devo andare, ho Incantesimi. A dopo..» dissi pensierosa.
«NON MI PIACE QUEL TONO!» disse Lily alle mie spalle, mentre chiudevo la porta. Ridacchiai e le risposi, anche se non poteva sentirmi. «A me  invece piace un casino..»


 
**
(James)


Guardai quello che avevo messo nel mio piatto: tanta roba mischiata che non mi faceva per niente venir voglia di mangiare, ma se fosse stato un altro giorno, l’avrei praticamente divorato.
Posai la posata sul tavolo e guardai pensieroso il mio calice con dentro dell’acqua, mentre cercavo di ricordare cosa era successo. Sirius arrivò e si sedette di fronte a me.
«Ciao bello.» mi salutò, indicandomi con il mento. Feci un cenno con la testa e tornai a fissare il mio calice.
«Ti dai alle arti Divinatorie con l’acqua?» rise, prendendo una fetta di pasticcio.
«Fratello, tu sai cosa ho fatto ieri sera con Lily?» chiesi, con la voce bassa. Lui con la bocca piena fece un movimento di spalle, come per dire ‘non ne so nulla’.
Vidi Allie arrivare dalla porta della Sala Grande e correre verso Sirius. Si avvicinò a lui e gli farfugliò qualcosa all’orecchio. Lui la guardò sorridendo e la baciò: «Ecco perché ti amo.» Lei sorrise e mi salutò con aria divertita «Ciao Jamie, come va?» mi sorrise e poi girò sui tacchi.
Appena fu abbastanza lontana per non sentire, ricominciai a parlare «È assurdo, non ricordo di aver fatto sesso con lei. È vero cazzo, a volte ho l’istinto di farlo, ma poi mi calmo e non tocco nessuno.» dissi, guardandolo preoccupato.
«James..» Sirius mi guardò con aria fraterna. Mi preparai per ricevere il grande consiglio, il consiglio del mio migliore amico. Lo guardai speranzoso. Lui mi fece la sua occhiata affettuosa e alla fine disse: «..hai bisogno di scopare, stai dando i numeri.» bevve l’acqua e si alzò, e mentre camminava, fece un giretto su sé stesso e mi fece l’occhiolino, facendo con le mani il gesto di due pistole che sparano. Controllai che non c’erano professori, e gli alzai entrambi i miei diti medi pensando a che testa di cazzo avevo come migliore amico.

**
(Mile
y)


Gli occhi gonfi e e rossi e labbra gonfie e spaccate, per quante volte l’avevo morse, mi facevano sembrare un mostro. Sentii una lacrima cadere lentamente mentre mi rigava la guancia in una linea di fastidiosa freschezza. Tremai. Avrei dovuto smetterla di piangere, ormai lo facevo da giorni e la cosa era diventata frustante. Perché ogni volta che piangevo, la testa si appesantiva e si attaccava un nodo alla gola fastidioso tanto da farmi piangere ancor di più. Aumentavano le borse sotto gli occhi, colava il muco dal naso, e le mani si bagnavano per quante volte cercavo di asciugarmi gli occhi. E sentivo freddo. Perché è sempre così, ogni volta che si piange poi c’è sempre freddo, un po’ lo senti anche dentro.
Le mani tremavano e il fazzoletto di carta era accartocciato in una pallina, come tutti gli altri. C’era questa mia vecchia foto di famiglia, con mia madre che sorrideva e mio padre con un sorrisetto. C’erano pure i miei due fratelli e c’era anche Clancey. Chi era Clancey? Una ragazzina a cui è stata strappata la vita. Chi erano stati a toglierle la vita? I Mangiamorte. Posai la foto. Era come se l’avessi tradita, come se fossi diventata parte delle persone che avevano ucciso mia sorella, come se l’avessi un po’ uccisa io.
Nel dormitorio non c’era nessuno.
Respirai a fondo, tremando. Guardai la bacchetta. Avrei voluto farlo, puntarmi la bacchetta alla tempia e uccidermi. E far cessare ogni dolore. Posai la foto, e scesi lentamente in sala comune, aspettando che qualcuno sarebbe corso verso di me abbracciandomi. Ma la gente non capisce mai quando stai male, la gente non sai mai quanto stai male.
I tre Mangiamorte erano seduti a parlare. C’era Severus. Si accorsero di me e mi fecero cenno di venire.
«Ciao piccola Miley, perché piangi?» mi disse Avery, guardandomi. Nella sua voce non c’era affetto, non c’era curiosità, anzi, sembrava volesse prendermi in giro. Mi bloccai. Si vedeva così tanto?
«Non ho pianto.» dissi con voce glaciale.
«Hai gli occhi rossi.» disse Severus, senza neanche guardarmi. Era troppo occupato a guardare l’elsa di un pugnale affilato, con dei piccoli smeraldi attaccati all’impugnatura.
Fissai quel pugnale. «Ho il raffreddore.» mi sedetti sul divano, guardando le mie ginocchia. Non avevo più mangiato da quando ero diventata una servitrice di un mostro, e il mio fisico aveva diminuito di volume. Le mie gambe un tempo corpulente adesso erano magre, quasi si vedeva l’osso.
«Sai che l’Oscuro Signore è un bravissimo Legilimens, come lo sono io?» Severus alzò lo sguardo con un sorrisetto intimidatorio.
«Sì. Non ho niente da nascondere..» la mia voce era fredda, quasi non la riconoscevo più.
«.. a parte che non volevi essere una Mangiamorte.» disse Mulciber, che parlò per la prima volta. Avery continuava a fissarmi.
Cercai di nascondere la paura nei miei occhi.
«Io voglio essere una Mangiamorte.» dissi tremante, qualunque cosa avessi detto mi si sarebbe ritorta contro. Cercavo di tenere pensieri positivi, sapevo che Severus e Voldemort sarebbero potuti entrare nella mia mente da un momento all’altro.
«Allora sarai pronta per la prima missione.» sorrise Avery.
Lo guardai impaurita. Il nodo alla gola era ricomparso. Stavo per tornare a piangere come una bambina.
«Quale..missione?» dissi calma, anche se le mie mani tremavano.
«L’Oscuro Signore ha un conto in sospeso con una certa persona. Dovrai eliminarla. C’è una cosa positiva, puoi sbizzarrirti su come ucciderlo. Visto? L’Oscuro Signore è generoso.» Avery cominciò a ridere. E così anche gli altri.
«Chi è questa persona?» Omicidio. Sarei finita ad Azkaban. Avrei infranto la mia anima. L’avrei distrutta.
«Te lo dirà il Signore Oscuro in persona, vuole incontrarti.» sorrise Mulciber.
Annuii e poi mi alzai lentamente e tornai nel mio dormitorio, mordendomi la lingua per evitare di piangere ancora.

 
**
(Lily e James)

Avete mai giocato da piccoli al ‘telefono senza filo’? È un gioco che consiste nel passarsi, ovviamente parlando all’orecchio, una parola. Ci si siede in fila, in cerchio, in qualsiasi modo, basta che si è vicini all’altro compagno. Si parte con una parola, una parola semplice. Ogni volta che si scambia la parola da un compagno all'altro, questa, stranamente, viene inconsapevolmente trasformata dall’udito, che ne produce un’altra. Alla fine, si dice la parola che si è appresa. Nel 95% dei casa la parola è sbagliata, e anche se all’inizio si era partito da un semplice ‘casa’ si può arrivare anche alla parola ‘cazzo’. Ora, immaginate un gruppo di adolescenti, e prendete un po’ di pettegolezzi scandalosi e fateli diventare lo scoop dell’anno.

In sala comune non si faceva altro che parlare di come mi ero praticamente fatta sfondare da James. Anzi, adesso ero pure incinta e addirittura, avevo fatto con James sesso selvaggio con pose di Kamasutra assurde.
Fui chiamata in presidenza dalla McGranitt insieme ad il cretino.
«Ho sentito.. dire, che voi due siete stati.. come dire.. soggetti di scandalo sessuale.» la McGranitt ebbe un tremolio quando disse quella frase.
Saltai in piedi dalla mia sedia, adirata come non mai. «Professoressa, mi ascolti, è solo un pettegolezzo. Non sono incinta, non ho fatto niente con LUI!» e indicai James col mio dito accusatore.
Lui annuì e cercò di difendersi.
La McGranitt ci guardò sconvolta.
«NON..MI INTERESSA. Non mi interessa cosa fate, voi giovani adolescenti. Mi interessa che voi non abbiate in nessun modo, infastidito le idee di altri giovani. 100 punti in meno a Grifondoro per tutti e due.»
James saltò in aria. «PROFESSORESSA! Non può accusarci e toglierci punti per non aver fatto praticamente niente! La prego di sentir ragione, non abbiamo fatto niente! E poi.. sa quante volte Sirius e gli altri..»
«ADESSO BASTA JAMES POTTER! CONTINUA A PARLARE E TI AMMONIRÒ DALLA SQUADRA DI QUIDDITCH!» James si zittì all’istante. La McGranitt ci fece cenno di uscire. Appena James chiuse la porta dello studio, lo presi dal colletto e lo sbattei contro il muro.
«Mi hai rovinata. Sei solo uno stronzo ipocrita che pensa solo a soddisfarsi. Fai schifo, mi hai rovinato la reputazione e l’anno!  STAI LONTANO DA ME!» dissi, sbattendolo ancora di più e lasciandolo lì. Lui cercò di corrermi dietro, ma lo fulminai di nuovo col mio sguardo.
«LILY, CAZZO VUOI ASCOLTARMI PORCO GODRIC!» mi girai e lo guardai. «IO TI HO DATO LA MIA FIDUCIA E TU L’HAI USATA PER FARE SESSO CON ME! IO TI HO DATO LA MIA AMICIZIA E TU L’HAI TRATTATA COME LA CARTA DI UNA CARAMELLA APPENA SCARTATA! IO TI HO VOLUTO BENE, TI HO BACIATO E TU MI HAI FATTO QUASI AMMONIRE! SEI UNA TESTA DI CAZZO, JAMES POTTER!» gli urlai scaricando tutte le tensioni.
«Lily, non ti ho toccato, lo giuro. Non ho fatto niente.» cercò di parlare con calma. Tremava un sacco.
Lo guardai socchiudendo gli occhi : «E come fai a saperlo?» dissi, furente. Avevo i rossetti alle guance per quanto ero arrabbiata. Lo fissai, mettendo le mani sui fianchi, aspettando una risposta. Iniziai a battere a tempo il piede tanto per metterlo in difficoltà.
Lui parve confuso, e aprì la bocca e la richiuse. Balbettò un po’. «Ecco.. io.. l’avrei sentito.» disse arrossendo un po’. All’inizio non capii, facendo una faccia confusa, poi la risposta venne sola. Sbuffai. «Anatomia umana.» dissi, girando i tacchi ed andandomene.
Lui mi corse dietro, e mi serrò il polso con forza. «Testa di cazzo mi fai male!» e cercai di togliere con l’altra mia mano libera la sua serrata con forza nel mio polso. «Non ti lascio finché non risolviamo questa faccenda.» lo fulminai con lo sguardo. Poi sorrisi falsamente. «Fanculo James.» il mio polso ancora stretto dalla sua mano.
«Questo è il momento in cui mi baci, come ieri sera, dopo avermi mandato a fanculo?» sorrise speranzoso.
L'unico modo per liberarmi era.. «Ho sbagliato a baciarti ieri sera.»..ferirlo.
Sentii il mio polso liberarsi dalla sua stretta e vidi la sua mano cadere pesante lungo i fianchi.  Lo guardai dispiaciuta.
«Davvero?» la sua voce era bassa e debole.
«No, stavo scherzando.» sorrisi«Ma questo non significa che non sono più arrabbiata con te! Quindi ora smamma via, imbecille.» dissi. Vidi nel suo viso riformarsi un sorrisone enorme. Era davvero innamorato di me così tanto?
Tornai in sala comune. Tutti erano lì, e quando rientrai calò il silenzio. James entrò poco dopo. Tutti ci fissarono in silenzio, con sguardi quasi divertiti. Poco dopo ripresero a parlare, a sussurrare, a ridere.
«Circolare, via via.» disse James, passando davanti a me e andando verso il suo dormitorio.
«Ragazzi.. potete stare tutti zitti?» urlò Sirius. Tutti tornarono zitti.
«Bene, devo dirvi una cosa, Lily e Jamie.» disse Sirius, con un sorrisetto mezzo isterico. Lo fissai, con la paura che potesse fare un’altra battuta come quella di prima.
«Alla fine, lo scherzo è bello finché dura poco. » si grattò per finta la testa. James lo guardava con gli occhi spalancati.
«Ieri sera non avete fatto sesso.. siamo.. stati noi a farvi uno scherzo. Eravate ubriachi fradici sdraiati nel corridoio e abbiamo deciso di mettervi in un letto insieme..» e scoppiò a ridere, insieme a tutti quanti.
Presi la bacchetta e corsi verso di lui. «Piccolo stronzo fumatore di merda, MI HAI ROVINATO LA REPUTAZIONE BASTARDO!» qualcuno mi fermò prima di poter arrivare da Sirius. Lui sorrise ed Allie non smetteva di ridere.
«Scherzetto dell’anno.» disse Allie. Remus scoppiò a ridere. «Volevano usare il Veritaserum, sei stata fortunata.» mi fermai. Alla fine non c’era niente da perdere. Era solo uno scherzo, ed io ovviamente, gliel'avrei fatta pagare. Mollai la presa e coloro che mi tenevano stretta mi lasciarono. Tutta la tensione si sciolse e la gente ricominciò a parlare e scherzare. C’era parecchia confusione. James se ne stava appoggiato al muro a parlare con una tipa. Andai verso di lui e lo guardai. La tipa si allontanò. «Mi dispiace se ti ho maledetto e giurato la morte.» dissi. Lui rise. Gli porsi la mano in senso di pace, ma lui mi prese tutto il braccio e mi spinse verso di sé per darmi un bacio.  E mentre la folla urlava, lui mi strinse e chiuse gli occhi.

 
**
(Miley)

La lama del pugnale d’argento brillava ai raggi luminosi della Luna. Gli smeraldi incastonati rendevano il pugnale più elegante. I miei occhi rimasero imprigionati dalla bellezza di quelle pietre preziose. Le lacrime mi cadevano lungo la guancia. Tremavo, scossa dal pianto, facevo di tutto pur di non fare rumori. Ero nel dormitorio, seduta fuori dalle coperte nel mio letto verde smeraldo. Tutto taceva. Tutti dormivano. Tranne me.
Presi il pugnale che avevo appoggiato sulle coperte ed esaminai la sua lama. Un colpo solo e tutto sarebbe finito. Ogni dolore sarebbe scomparso. Solo un colpo. Chiusi gli occhi e vidi la mia vita scorrermi d’avanti. Vidi mia sorella morire, mio padre lasciarmi, mia madre non amarmi più. Vidi mio fratello disprezzarmi, vidi mio nonno minacciarmi. Respirai con difficoltà.
Iniziai a canticchiare un motivetto che mi cantava sempre Maika. Era l’unica che mi voleva bene. Era il mio elfo domestico, ma per quanto valeva, io le volevo bene come lei voleva bene a me.
Strinsi l’elsa del pugnale, e velocemente, senza neanche pentirmene, lo conficcai nella mia pancia. Un singhiozzo. Una lacrima. Cascai indietro sul letto, con il pugnale ancora dentro il mio ventre. Cominciai a piangere, mentre sentivo qualcosa di freddo e bagnato scivolarmi via. Sangue. Non potevo vederlo per l’oscurità, ma lo sentivo. Iniziai a piangere in silenzio. La fitta che sentivo cominciò a illeggerirsi.
Non so se è vero, ma una volta lessi che l’ultimo dei cinque sensi a scomparire quando si muore è l’udito. Restai in silenzio ad ascoltare i miei singhiozzi fino a quando non sentii il rombo del pugnale cadere a terra. E con le ultime forze che mi restavano in corpo spostai la testa per guardare il coltello che avevo rubato a Severus brillare a terra.

 


Angolo dell’autore :
Salve a tutti, e per i credenti cristiani Merry Xmast! :) Ecco un piccolo regalino, ho fatto del mio meglio nel mio piccolo (?) Bene, spero vi sia piaciuto, ho avuto diversi problemi con la parte finale di Miley, perché appunto volevo farlo in terza persona, ma poi ho cambiato idea, poi l’ho ricambiata, e poi alla fine ho deciso di farlo così. Spero vi piaccia e voglio tante recensioni, senno temo di poter e voler continuare con il capitolo successivo, che è già pronto.
Ringrazio i miei recensori, sempre fantastici, ma vorrei sentire anche qualcun altro, dai, non vi uccido mica.

Ciao ciao
Mils_

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Capitolo 11
*** Il curioso caso di Miley Sheped (non è la parodia di Benjamin Button) ***


Il curioso caso di Miley Sheped (non è la parodia di Benjamin Button)


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(Lidia)

Le lacrime mi lasciavano ben poco da vedere. C’era questo corpo coperto da un lenzuolo bianco che lasciava immaginare le forme del suo corpo: il suo naso, la sua bocca, il suo mento, le sue spalle, il suo seno, e alla fine i piedi. Tutto morto. Tutto andato in frantumi. Una vita andata a puttane. Non potevo credere di aver dormito accanto ad una ragazza che si era suicidata in piena notte, non potevo credere che stessi sognando cose belle ma stupide mentre la mia amica più cara si era uccisa. Rimasi tutto il giorno zitta, e il mio silenzio era pieno di dolore.
Mi chiamarono in presidenza chiedendomi di parlare, ma cosa potevo saperne io? Non avevo notato niente di strano, niente di niente, o forse sì. Il dolore non si mostra mai davvero se una persona sapeva come nasconderlo e le persone cercano sempre di nasconderlo, come se provare dolore fosse una cosa disumana, persino imbarazzante. E Miley era una persona che si vergognava tanto di se stessa. Ma alla fine c’era qualcosa di molto più ambiguo e oscuro sotto, ed io lo percepivo attraverso l’atmosfera che si era creata attorno a lei, attorno al suo sguardo perso, attorno ai suoi modi di fare, al tremolio della sua voce e delle sua mani, alla costante freddezza di ogni singola parte del suo corpo, come se il freddo l’avesse dentro la pelle, ed io, come sempre, in silenzio, ad osservare come le sue trasformazioni mi sfilavano accanto senza nemmeno provare a chiederle come stava, o se c’era ancora. Sono sempre stata in silenzio, in un modo o nell’altro ho sempre provato a farmi da parte, di non essere troppo, e per me quelle semplici domande erano troppo, o forse per lei erano qualcosa di più, di più importante, quasi vitale.
Riuscite a capire il mio dolore? Il mio pentimento? Riuscite a capire, a sentire, la sofferenza che prova una persona che non chiede all’amica come sta, se sta bene o il contrario? Riuscite a capire il mio pentimento per non esserci mai stata? E la cosa che più è straziante, è che ricorderò per sempre di non essere stata abbastanza amica per salvare una ragazza di 16 anni che si è uccisa nel cuore della notte per chissà quale motivo. E non lo saprò mai.

 
**
(Lily)

Allie arrivò in fretta e in furia sbattendo una mano su un tavolino e fissandomi con aria feroce. Io seduta nel divano della sala comune tra le braccia di Jamie e la fissai.
«Succede qualcosa?» chiese lui con aria interessata.
Lei lo fissò con aria più aggressiva di quanto guardava me. Lui fece per aprire bocca ma lo bloccai prima che Allie potesse ucciderlo con la forza del pensiero (cosa di cui ero quasi sicura da qualche anno).
Feci cenno con la testa e lei iniziò a gesticolare.
«Si è suicidata una ragazza stanotte, e voi ve ne state qui tranquilli a sbaciucchiarvi?» aveva il respiro corto e il viso rosso.
Spalancai gli occhi e guardai James. Aveva la bocca socchiusa e fissava Allie con stupore.
Prima che potessi rispondere, una voce scherzosa fece la sua entrata: «Chi è morto?» Sirius arrivò insieme al resto dei Malandrini. Nella sua voce c’era tranquillità e quindi aveva fatto quella domanda per scherzo, probabilmente vedendo la mia faccia e quella di James sconvolte. Allie furente si girò verso di lui.
«Miley Sheped, del sesto anno dei Serpeverde. Si è suicidata.» Mi alzai di scatto. Non avevo controllato questa azione, l’aveva fatta il mio corpo involontariamente.
Jamie mi fissò restando in silenzio. Sirius guardò Remus. Anche lui era sconvolto. Allie si girò e mi guardò. I suoi capelli stavano di nuovo crescendo, li aveva all’altezza delle orecchie.
«Devo parlarti in privato.» mi prese per un braccio e mi tirò via. Arrivate nel dormitorio chiuse la porta con violenza e mi fissò in silenzio. Parlai io per prima.
«Tutto questo gira intorno ad una cosa sola, e sia tu che io sappiamo cos’è. Accettalo, è una prova schiacciante.» dissi lentamente. Allie fece di no con la testa. «È impossibile.»
«Perché vuoi continuare a illuderti? Sii realista, apri gli occhi.» iniziavo ad arrabbiarmi. Allie era una ragazza sveglia e intelligente, perché non capiva?
Sospirò. «Perché vorrei solo che non fosse così.»
«Lo vorrei anche io, ma questi sono tempi bui, e appena usciti di qui dovremo combattere in una guerra fredda che sgretolerà il mondo magico a poco a poco, fin quando Tu-Sai-Chi non comanderà su tutto. Svegliati Allie, questa è una guerra, e noi siamo i guerrieri, noi siamo le pedine. Dobbiamo muoverci con astuzia, e Miley non l’ha fatto e adesso probabilmente la sua famiglia sarà già stata sterminata.»
Allie mi fissò in silenzio, e dopo un po’ annuì.
«Vabene, ma prima voglio scoprire qualcosa di più su questa storia, c’è qualcosa che non mi convince.» aveva aperto la porta e preso una giacca, scendendo dalle scale.
«Cosa non ti convince?» dissi seguendola e scendendo velocemente i gradini. Tutto d’un tratto si erano invertiti i ruoli. Adesso era lei a parlare e comandare.
Lei iniziò a spiegarmi gesticolando. «Ho sentito dire che si è accoltellata.» arrivammo in sala comune. Tutti erano ancora lì, a parlare. James vedendomi si alzò per venirmi incontro ma gli feci segno con le mani che andavo via e lui capì, tornando al suo posto e a ricominciare la sua discussione con i ragazzi.
Uscimmo dalla sala comune e aspettammo che le scale cambiassero verso la nostra direzione.
«Non capisco. Si è accoltellata, e allora?» chiesi confusa.
Allie si girò verso di me. «Dove ha preso quel coltello o pugnale che sia? Qui ad Hogwarts sono introvabili, per trovarne uno devi andare nell’aula di pozioni, e a volte è anche difficile, specialmente con quel coglione di Lumacorno che non fa altro che vivere circoscritto nella sua aula di pozioni.» era il suo vizio, quando era agitata offendeva tutti. Le scale erano arrivate e iniziammo a scendere velocemente, quasi volando.
«Non ha senso Allie, avrebbe potuto trovare un pugnale ovunque, anche sotto il letto.» dissi logicamente.
«Ragionandoci è vero, alla fine un pugnale lo procuri con facilità, ma la cosa che più fa riflettere non è perché aveva un pugnale, ma perché aveva quel tipo di pugnale.»
La fissai sempre più confusa. «Che pugnale era?»
«Ho sentito dire che era un pugnale con degli smeraldi e l’elsa d’argento. Ti fa pensare qualcosa?»
Ci pensai un attimo. Verde e argento.
«Serpeverde!» la risposta venne da sola. Allie annuì. «Finalmente cominci a capire. E sai per cosa è famoso il pugnale di Serpeverde?» disse Allie. Ci ripensai, ma mi bloccai subito. Lei mi tirò e ricominciammo a correre.
«Allie, ma quella è solo una superstizione.» dissi incredula, quasi ridendo. Eravamo arrivate al piano di sotto. Questa volta fu lei a fermarsi, in viso aveva un sorrisetto astuto.
«Sai perché esistono le superstizioni? Perché almeno una volta, magari in un passato remoto, qualcuno ha vissuto quella che oggi noi chiamiamo superstizione. Fai l’esempio del venerdì 13 o del gatto nero o magari dello specchio rotto. Sono superstizioni, ma se ne sentiamo parlare ancora oggi, ciò significa che almeno una volta, più di una persona ha vissuto questo spiacevole o magari piacevole evento.» Allie fece un ragionamento magnifico. Tutto quadrava. E aveva ragione, le superstizioni esistevano perché erano state vissute.
«Quindi vuoi dirmi che il pugnale di Serpeverde è stato tramandato a Miley per uccidere?» dissi, cercando di azzeccare almeno questa.
Allie annuì. «La cultura magica ci racconta che il pugnale viene tramandato da una persona ad un’altra apposta per uccidere, ovviamente senza che quest’ultima ne sappia la conoscenza. La persona che lo tramanda vuole appunto che il suo erede uccida di proposito, magari qualcuno con cui ha avuto sempre qualche tormento. Potrei ritrovarmi domani il pugnale in mano senza neanche riconoscerlo e avere l’istinto di uccidere, potrei uccidere qualunque cosa abbia vita, anzi un’anima. È questo il potere del pugnale, è molto persuasivo e ti istiga ad uccidere. Miley in quel momento, di sicuro, aveva avuto l’impulso di uccidere.»
«Avrebbe potuto uccidere anche la sua compagna che dormiva accanto a questo punto!»
«È vero, ma non l’ha fatto per due ragioni: prima di tutto non credo abbia dei rancori verso la sua compagna di stanza, seconda cosa: il pugnale agisce su te stesso quando hai un tormento dentro tanto da farti male non solo spiritualmente ma anche fisicamente, a quel punto non desideri altro che uccidere, e soprattutto ucciderti. Il pugnale ti mette a portata di mano la persona che più desideri uccidere, come se potesse controllare le circostanze, e agisce per te. Come se fosse vivo, ma ovviamente viene istigato dagli impulsi del tuo Es.»
«Cosa è l’ES?» avevo paura di distrarmi e sballare la conversazione. Era molto complicata.
«Psicoanalisi babbana. L’Io, l’ES e il Super-Io. Non starò qui a spigarti tutte le complicazioni di Freud, ma ti dico solo che l’ES è la parte della tua mente dove regnano gli impulsi, spesso cose negative che vengono moderate dall’Io e il Super-Io. Capisci? Miley desiderava morire, ma non aveva il coraggio di farlo, e quindi l’ha fatto il pugnale per lei. Si alimenta con gli impulsi. Al 99% la nostra idea è giusta, andiamo.» eravamo davanti all’entrata della sala comune di Serpeverde. La sala comune era affollata. C’erano un sacco di persone che parlavano e si sentiva un ronzio generale molto fastidioso. Allie mi spinse verso i dormitori. In realtà già sapevo come erano, c’eravamo già infiltrare in quel corridoio sempre per la stessa persona. La stanza era vuota. Allie entrò e vi guardò intorno al suo letto. Non c’era niente.
«Cosa ti aspettavi? È l’arma del delitto, l’avranno portata da qualche parte.» dissi delusa. Allie senza guardarmi mi fece cenno con la mano di entrare e di andare vicino a lei. «Trovato qualcosa?» dissi eccitata ma allo stesso tempo impaurita. Mi era venuto lo stimolo di fare la pipì. Mi veniva sempre ogni volta che ero nervosa ed elettrizzata per qualcosa, come quando da bambina giocavamo a nascondino e l’ansia mi faceva venir voglia di farmela addosso.
«No niente, pensavo solo che magari avresti potuto trovare qualcosa tu.» disse Allie abbassandosi e controllando sotto il letto. Abbassai la guardia delusa.
«Niente.»  si alzò, un po’ rossa in viso. Guardai in giro anche io. Non c’era niente. Sentimmo un colpo di tosse e ci girammo velocemente a guardare la porta. Albus Silente ci fissava con uno sguardo serio, le mani dietro la schiena.
«Cosa ci fate qui?» disse, e nella sua voce c’era più che stupore un rimprovero. «B-buongiorno professore. Eravamo qui per controllare una cosa.» dissi, cercando di nascondere con i miei capelli lunghi la cravatta di Grifondoro. Silente si avvicinò con un passo silenzioso, quasi spettrale.
«Lei non è di questa casata signorina e neanche la sua accompagnatrice presumo.» il suo sguardo era molto attento. Abbassai lo sguardo in segno di rispetto e scossi la testa.
«Stavamo andando via, mi dispiace averla importunata professore.» Allie in silenzio ripeté un ‘mi dispiace’ e sgattaiolammo via, quando all’uscita dalla porta lui ci fermò di nuovo.
«Signorina Evans gradirei che evitereste di ficcanasare. Questa è una faccenda che è molto più grande di tutto il castello, in senso metaforico. La prego di evitare questo fatto.» non era arrabbiato, ma preoccupato. Io ed Allie scappammo via, scendendo velocemente le scale e uscendo dalla sala comune di Serpeverde. Tornammo in quella dei Grifondoro, dove il calore e il fuoco scoppiettante ci aspettava, insieme ai Malandrini.
Io ed Allie ci buttammo nel divano e James mise il suo braccio intorno al mio collo, dandomi un bacio sulla guancia.
«Volete spiegarmi cosa è successo?» disse Sirius mezzo esasperato, prendendo una sedia e sedendosi al contrario, quindi appoggiando le sue braccia sullo schienale e divaricando le gambe in modo davvero osceno.
«Non puoi capire, sei troppo stupido.» dissi mentre stringevo la mano a James. Non potevo credere che stavamo insieme. 7 anni di puro odio, e adesso, c’era solo qualcosa che si avvicinava all’amore. Ed io mi sentivo come una teenager in piena fase d’innamoramento, durante i suoi giorni più felici.
Sirius guardò le nostre mani intrecciate e fece una faccia schifata.
«Pregavo ogni giorno Merlino di non far accadere questo» e indicò con un braccio noi «ho smesso due giorni ed è successo il casino. Devo ricominciare a farlo.» disse, alzandosi. Allie lo guardò scioccata e poi alzò gli occhi al cielo.
«Spiegatemi perché sto con un tale idiota.» disse lei. Poi ci sorrise «siete perfetti insieme, lasciate perdere il coglione.»
Sirius si avvicinò ad Allie. «A proposito del coglione, lo sventurato qui è in astinenza e vuole sfamare i suoi istinti primordiali.»
Scoppiai a ridere, ma quando vidi la faccia di Allie incazzata e imbarazzata rimasi in silenzio. Allie si alzò e lo prese dalla cravatta, tirandolo spietatamente in un angolino. James mi fissò.
«Mi dici cosa è successo? Siete scappate via e..»
«Niente niente» dissi velocemente. Lui fece spallucce.  Aveva lo sguardo stanco, e un sorriso forzato. Lo guardai meglio, stringendo la sua mano. Era gelida.
«Comunque, ti va di uscire ad Hogsmeade questa settimana?» chiese tranquillo, con la voce un po’ bassa.
«Sì, certo.» gli sorrisi, dandogli un bacio sulla guancia. «Sembri stanco, che succede?» chiesi curiosa. Lui non mi guardò, ma rispose solo che aveva appena finito di fare gli allenamenti di Quidditch e aveva fatto una doccia, e quindi gli era venuto sonno. Annuii. « A proposito, Jamie ho dimenticato la mia giacca nel tuo dormitorio, fammi compagnia ad andarla a prendere.» gli dissi  e lui si alzò stanco, prendendomi la mano. Aprimmo la porta della stanza e restammo lì fermi a guardare il panorama.
Sirius ed Allie che litigavano rumorosamente. Io e James ci bloccammo, come Allie e Sirius. Allie sorrise falsamente, con una risata nervosa.
«Eravamo qui per prendere la.. giacca di Lilian.» Entrò e corse nel suo letto, a prendermi la giacca. «Anche noi.» disse Sirius senza neanche pensarci. Poi si accorse di cosa aveva detto e rise nervosamente. Chiudemmo la porta e andammo via in silenzio. Restammo 5 secondi a fissarci vicinissimi per la strettezza delle scale, e il suo respiro mi arrivava in faccia fresco ma quasi fastidioso. Feci uno scalino giù, ma lui mi tirò verso di sé. L’atmosfera era quella per un bacio rubato, era tutto buio e l’unica fonte di luce era la sala comune e lo spiffero che usciva dalla porta del dormitorio di Sirius e James. Pensavo appunto che volesse baciarmi, ma alla fine prese la mia giacca e la poggiò sulle mie spalle con una tenera attenzione, e poi mi abbracciò.
«Se non stessimo insieme sicuramente ti avrei già mandato a fanculo.» era questo il mio modo di fare la tenera? No, perché ero pessima.
Lui rise guardandomi dolcemente. «Perché non ci siamo baciati più da quel giorno dopo lo scherzo dei ragazzi?» disse curioso. Feci una risata nervosa, anche se non c’era niente da ridere.
«Facciamolo ora e basta, cazzo.» le parole mi uscirono senza neanche rifletterci. Lui mi guardò e sorrise.
«L’ho detto ad alta voce?»  ero un’emerita testa di cazzo. James annuì, avvicinandosi ancora di più.
«Posso baciarti?» i suoi occhi erano bellissimi, pur essendo scuri.
«E me lo chiedi?» scherzai.
Così infilò la mano destra tra i miei capelli e l’altra sulla mia schiena, mentre io intrecciai le mie mani dietro il suo collo, mentre mi teneva con una mossa dalla serie ‘so ballare il tango da professionista sexy e passionale’. Chiusi gli occhi ed assaporai un bacio da far paura. E c’era solo amore. E tutto il mondo si era fermato, anzi no, si era capovolto, o meglio, lo sentivo esplodere.

 
**
(Severus)


Dopo ore ed ore di confusione fastidiosa la sala comune era vuota. Mi sedetti su uno di quei divanetti di pelle color smeraldo, rabbrividendo leggermente per l’impatto con la freschezza inumana di quel sofà. Fissai il fuoco verde acido scoppiettare dentro il camino. Sentii dei passi di qualcuno, e quindi mi misi in posizione eretta, ma quando vidi Mulciber e Avery sedersi di fronte a me mi scomposi.
«L’avevi immaginata una cosa del genere?» mi chiese Mulciber. Feci un cenno con la testa come per dire no. Le labbra sottili di Mulciber si distaccarono, come per fare un mezzo sorriso, ma poi parlarono: «Suicidarsi» fece un verso con la bocca, qualcosa come ‘pff’ e ricominciò «l’abbiamo spaventata così tanto? Allora che devo dire io? Quei Mangiamorte ai miei inizi mi hanno detto cose assurde.» Mulciber si sistemò meglio nella poltrona, accavallando ampliamente le gambe, in modo da far scoprire un calzino grigio nella fine del pantalone. Prese la sua bacchetta e cominciò ad esaminarla. Un mago o una strega non si stancano mai della propria bacchetta. Fin dal primo giorno la esaminano, e passassero anche cent’anni, la esamineranno per sempre, come fosse un pezzo dei loro arti.
«Una mossa davvero sbagliata, si è anche accoltellata.» pronunciò Avery. Mulciber fece una smorfia.
«Il Signore Oscuro non è contento.» ribatté l’altro.
Mossi leggermente la testa. «Si vendicherà?» era la prima cosa che dicevo. Mulciber fece una mossa con le spalle, come per dire ‘non ne so niente’.
«Con quale arma si è suicidata?» chiesi ancora. Sentivo qualcosa salirmi dentro. Forse era semplicemente ansia.
«Con un pugnale.» rispose freddo Mulciber, esaminando ancora la sua bacchetta. «Un pugnale davvero molto bello.» aggiunse Avery, annuendo.
«Tu l’hai visto?» domandai rivolto ad Avery.
«Sì, era un bel pugnale con l’elsa d’argento e degli smeraldi. Simile al tuo, sai?» sorrise Avery. Mulciber scattò, alzando velocemente lo sguardo fulmineo su di me. Aveva capito probabilmente. Mi alzai lentamente, salutandoli, ed uscendo via dalla sala comune, di sicuro gli occhi di Mulciber e Avery puntati addosso.
**
(Lily)


Allie mi tirò via da una discussione viva con un ragazzo di Corvonero. «Che c’è?» dissi irritata. Era il giorno del funerale di Miley.
«Hai dimenticato il nostro piano?» chiese quasi stupefatta. 
Alzai un sopracciglio incuriosita.
«Cos’è? Adesso giochiamo anche a ‘Allie e Lily passione investigatrici’? E poi non abbiamo neanche un piano.»
Allie alzò gli occhi al cielo. «Il pugnale è nell’ufficio del presid
e. E noi due ci infileremo lì dentro.» disse sicura. Scossi violentemente la testa e feci per andarmene, ma lei mi tirò di nuovo più forte, quasi sbattendo contro di lei.
«Tu sei malata, fatti curare ragazza. Io non ci entro nell’ufficio di Silente. Prima cosa, lui è sempre lì, seconda cosa, lui sa sempre tutto, terza cosa, non sappiamo la parola d’ordine, quarta cosa, ricordati che cosa ci ha detto quando ci ha scoperto a ficcanasare ancora dentro la stanza di Miley ieri mattina.»
Allie fece un sorriso furbo «Lascialo perdere, era solo preoccupato. Ci infileremo lì dentro con il Mantello dell’Invisibilità di James, durante il funerale, e poi la parola d’Ordine è sempre qualcosa come ‘api frizzole’ o roba del genere, la indovineremo, tanto so tutti i nomi di tutti i dolci di Mielandia.»
Aprii la bocca per ribattere, ma lei mi fermò prima. «Mi dispiace, niente scuse, entriamo, controlliamo se quello è veramente il pugnale di Serpeverde e andiamo via. Semplice, furbo e ingegnoso. Made in Allie Sonoungenio.» sorrise, ammiccandomi l’occhio.
«È un piano folle e poi non sei un genio, ma una cogliona.» me ne andai, ma lei mi seguiva a passo svelto.
«Sei una cagasotto Lily Evans.» disse forte. Mi girai irritata. Lei sorrideva ancora un po’. Peccato che fossimo della stessa altezza, avrei voluto provare il sapore di guardarla dall’alto in basso.
«Sei al tuo ultimo anno, se non vivi di rischi allora non potrai mai fare niente da grande. La vita è fatta di esperienze, e questa è una di quelle.»
Mi bloccai. La guardai sorridente. Lei sorrise ancora di più. Feci finta di pensarci. «No, non mi farò espellere, e poi non sono affari nostri.» mi rincamminai.
«Molto coerente scoprire mezza vita su una ragazza  a te sconosciuta e poi dire ‘non sono affari nostri’. La conosciamo meglio di quanto credevamo. Ascoltami, qualcuno potrebbe non capire che tipo di pugnale è e cambiare completamente senso della vera storia.» disse quasi pregandomi.
«È folle.» dissi, ma ormai ero quasi convinta. Lei rise «Ed è anche molto elettrizzante. Possiamo farcela.» Mi diede la sua mano in segno di richiesta. Se l’avrei presa ci sarei stata, se invece no, viceversa. Fissai la sua mano porta verso di me, e la strinsi. Lei fece un salto felice e andò via trotterellando. Mi avrebbe sicuramente fatta uccidere.
«Sei una folle suicida ossessionata dal pericolo!» le urlai alle spalle, mentre lei scorrazzava felice.
Mi diressi verso il dormitorio dei ragazzi in sala comune, dove sicuramente si stavano preparando in giacca e cravatta nere per il funerale. Bussai alla porta ed entrai. James era pronto, doveva solo mettere la cravatta. Mi avvicinai a lui, baciandolo leggermente. Lo tirai lontano dagli altri. «Devo chiederti un favore.» dissi.
«Cosa?» chiese curioso, mentre si sistemava la cravatta.
«Devi prestarmi il tuo Mantello dell’Invisibilità.» dissi decisa.
Lui mi guardò incuriosito. «Che devi farci? Venderlo ad Hogsmeade?» rise nervoso. Era geloso delle sue cose.
«Non posso dirti per cosa mi serve, ma devi fidarti di me.»
Lui si girò e andò verso il suo baule. Mi avvicinai e lui mi porse il mantello. «Io di te mi fido tanto da affidarti la vita, ma non farne un uso sbagliato.» disse serio.
«Senti chi parla, il ragazzo che lo usa per scappare via in piena notte.» lo presi in giro. Lui mosse l’angolo della bocca ed indicò una pergamena.
«Ti controllo mio fiore.» mi prese in giro con quel soprannome. Guardai la Mappa del Malandrino ammuffita. Piegai leggermente la testa e feci un movimento di spalle.
«Poi mi svelerete dove avete trovato una pergamena così vecchia e decrepita, e anche puzzolente.» e me ne andai, con il Mantello fra le mani, morbido e fresco.

L’addio a Miley Sheped era appena iniziato. La Sala Grande era piena, i tavoli delle diverse casate erano spariti, dando posto a diverse panche messe orizzontalmente, dove davanti risplendeva alla leggera luce invernale la fredda tomba di legno scuro di Miley. Come poteva una vita finire così velocemente, al contrario della nascita? Come poteva, una semplice esistenza distruggersi in pochi secondi, distruggersi con così poche idee? Sentii delle urla disperate. Tutti erano vestiti di nero, con le teste abbassate, e nelle prime file alcune ragazze in  lacrime che urlavano di dolore. Sentivo qualche lacrima scorrermi sul viso mentre guardavo quelle ragazze, specialmente una ragazza magrolina distrutta dal dolore, con il viso rosso per quante volte l’aveva strofinato contro una pezza per asciugarsi le lacrime. Tenevo il Mantello dell’Invisibilità dentro una borsa, e sentivo il suo soffice gonfiore accanto di me, che urtava contro il mio fianco. James era qualche fila dietro di me, il viso serio, gli occhi spenti. Tutti soffrivano. Tutti piangevano, o almeno chi non lo faceva piangeva dentro. Sentii un peso su una mia spalla e poi un calore. Mi voltai a vedere chi aveva messo la mano sulla mia spalla e vidi Allie.
«Sei pronta?» mi disse piano. Mi voltai a guardare la tomba di Miley e poi a guardare le sue amiche abbattute tra le lacrime e le urla. Riguardai Allie e nel suo viso vidi solo determinazione ma rispetto per la defunta. Annuii leggermente e mi alzai, seguendola. Vidi James che alzava lo sguardo, guardandomi preoccupato.
Salimmo le scale molto piano, nascoste sotto il Mantello dell’Invisibilità che avevamo indossato appena svoltato l’angolo. Allie rimase in silenzio tutto il tempo, e poi disse: «Non posso credere di averla odiata, mentre ora è andata. Mi sento una stronza, soffriva così tanto..» rimasi zitta. Non volevo parlare, mi sentivo male tanto quanto si sentiva male lei. Ed io odiavo condividere una mia debolezza con qualcun altro, anche se era la mia migliore amica.
Arrivammo davanti all’ufficio del preside ed ebbi una strana sensazione vedendo il Gargoyle di pietra fissarmi. Ci avrebbero scoperte, lo sapevo.
«Ho spiato il preside mentre diceva la parola d’ordine.» disse Allie. Disse idromele alla ciliegia e il Gargoyle scattò, rivelando una scala di pietra che girava su se stessa. Ci saltammo sù. Stavo semplicemente facendomela addosso per la paura. Eravamo davanti alla porta dello studio del preside. Entrammo ed iniziammo a girare e a guardare. C’era di tutto e di più. Una vetrina enorme con dentro tesori nascosti, ritratti antichi che si muovevano. Per un attimo ebbi giurato che qualcuno del ritratto mi avesse visto, ma poi mi ricordai che ero invisibile. Continuammo a girare, a guardare. La scrivania era piena di carte, di documenti, e sopra ad essa, sulla ringhiera dell’impalcatura, vi canticchiava un bellissimo uccello, una fenice. Meravigliosa come niente. Rossa acceso con le piume blu e gialle, sbatteva la sua cresta. Il suo canto era così docile e persuasivo, tanto da farmi avvicinare per accarezzarla.. il Mantello stava quasi per cadere quando Allie mi tirò indietro. Mi fece un’occhiataccia e mi indicò la vetrina immensa. Notai una spada d’argento con l’elsa incastonata da rubini. La spada di Godric Grifondoro. Era grande quanto un mio braccio togliendole l’elsa.
Guardai su per giù dove stava guardando Allie. Era molto simile alla spada di Grifondoro, ma senz’altro più piccolo e con i smeraldi. Era il pugnale di Salazar Serpeverde. Ed era bellissimo. Era elegante pur ricoperto da sangue. Feci un passo avanti di nuovo ma Allie mi riportò indietro. «Mantieni il controllo, è magnetico come una calamita.» mi disse così piano che non ero poi così tanto sicura che l’avesse detto.
 Lo riguardai di nuovo e vi vidi qualcosa di terribilmente familiare. Allie mi strinse il braccio. «Possiamo andare. Sono ormai sicura. È lui.» sgattaiolammo via velocemente. Diedi un ultimo sguardo al pugnale, e poi mi chiusi la porta alle spalle. Scendemmo dalle scale mobili di pietra e andammo verso la Sala Grande. Era tutto come l’avevamo lasciato. Tutti piangevano e singhiozzavano. Mi sedetti accanto a James, dove uno spazio si era liberato. Aveva la testa abbassata. Gli misi una mano su una gamba e mi guardò.
«Che ci facevi nell’ufficio di Silente?» mi disse di scatto. «Dopo ti spiego tutto.» tagliai corto. Lui raddrizzò la schiena e tornò a stare attento alle parole che si dicevano. Guardai il suo profilo. Non era più un ragazzino. Era un uomo, che sapeva quando scherzare e quando restare serio. Gli presi la mano e la strinsi e lui mi sorrise muovendo verso l’alto un solo angolo della sua bocca.
«Sei sicura? Secondo me non centra niente con questa storia!» diceva Allie nel dormitorio delle ragazze. Non veniva mai nessuno lì, e lanciando un bel Muffliato nessuno poteva sentire i nostri stratagemmi e le nostre idee.
«Non ne sono sicura ma appena l’ho visto mi è venuto in mente lui. Non voglio sbagliarmi, ma una volta vidi che lo teneva lui.» dissi preoccupata, gettandomi nel divano. Allie si stava pettinando i capelli con una spazzola rosa.
«Oh andiamo, vuoi dire che è così cattivo da voler far uccidere una ragazza?» sbottò Allie.
«L’hai detto tu stessa che il potere del pugnale diventa quasi incontrollabile alla fine. Secondo me se n’è voluto liberare!» continuai a controbattere. Ne ero quasi sicura.
Allie scosse la testa. «Secondo me no. Alla fine, se proprio devi fare un’accusa non difenderlo.»
Aveva ragione. Anche se aveva sbagliato lo difendevo comunque. Si può difendere qualcuno da un omicidio? Sbuffai. «Il pugnale viene tramandato intenzionalmente. Se proprio deve averlo fatto, allora l’ha fatto di proposito.» spiegò la bionda ossigenata. La fissai «appena ti cresceranno i capelli sembrerai una brutta copia di Christina Aguilera.» le dissi. Lei fece spallucce, anche se probabilmente non sapeva neanche chi fosse.
Poi mi riguardò : «Non cambiare discorso. Ascoltami, prima di agire voglio vedere se è davvero così, se è stato davvero lui. Stanotte. Sotto il Mantello dell’Invisibilità, lo prendiamo e lo facciamo parlare sotto tortura.» disse determinata. Feci un sussulto, mi alzai con i gomiti sul letto facendo un sorriso furbo. Annuii decisa. «Stanotte.»

 
Angolo dell’autore:
Ma saaaalve miei cari! Come state? Ok ecco qui un nuovo capitolo, anche se era già stato scritto da me in precedenza ho deciso di aggiornarlo. È uno dei miei capitoli preferiti, dove ho messo la mia fantasia e anche le mie più ardue conoscenze (?) ok, basta fare la poetessa usare vocaboli sconosciuti all’essere umano (?). ANYWAY SPERO POSSA PIACERVI, RINGRAZIO I MIEI RECENSORI (RAGAZZE, SIETE MITICHE!) E CHI SEGUE LA STORIA, VISUALIZZANDO OGNI CAPITOLO (SIAMO ARRIVATI A 2474 VISITE ALLA MIA STORIA, BASTA, VI AMO)
MI RACCOMANDO, RECENSITE SEMPREE, CHE ANDIAMO ALLA GRANDE COSì. UN GRANDE ABBRACCIO DALLA VOSTRA AMICA E SIMPATICONA MILS!

xoxo (non sono gossip girl, tranquille eheh)

 

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Capitolo 12
*** Tremendo è l’amore, che scuote l’anima e la distrugge. ***


Tremendo è l’amore, che scuote l’anima e la distrugge.



I motivi per cui ho litigato con James mi sono ancora parzialmente oscuri nonostante io sia la sua presunta fidanzata ed anche la causa del litigio. Sinceramente, quando lui ha cominciato a gridarmi contro come una femminuccia mestruata ho iniziato a preoccuparmi che le mie offese di qualche mese prima sul quanto fosse una bimbetta si fossero inspiegabilmente realizzate. Un mese dopo la nostra relazione, alcuni problemi erano arrivati così veloci e silenziosi che non li avevo nemmeno sentiti raggiungere e abbattere le pareti della nostra atmosfera più che stranamente tranquilla. Così durante la famosa settimana del puro litigio e continue sfrecciatine fulminee, avevo capito che in amore ci sono due persone e non solo una. E avevo capito che bisognava rispettare e condividere le proprie idee con il compagno, se si voleva evitare la fine che stavo rischiando di fare.. ma per farvi capire meglio di cosa io stia parlando, dobbiamo tornare a qualche settimana fa.
 
**
(James)

L’allenamento di Quidditch era andato per il meglio. La strategia di attacco che avevo pensato la mattina stessa mentre gustavo il mio bacon era risultata ottima. Chiusi gli occhi mentre l’acqua calda mi riscaldava il corpo, dopo essere stato per ore al freddo nel campo a gridare a squarciagola ai componenti della mia squadra cosa fare e cosa non fare. L’acqua penetrò tra i miei capelli, facendoli ammorbidire dall’incantesimo che vi aveva fatto Allie e provai un brivido per il contrasto della temperatura dell’acqua con quella del mio corpo. Mi appoggiai alla parete trasparente della doccia e iniziai a pensare. Lily. Perché non voleva parlarmi di cosa le passava per la testa? Perché non voleva dirmi cosa ci faceva nello studio di Silente? Mi sentivo un idiota preso per il culo, come un bambino a cui si raccontano delle bugie facendogliele passare per verità. Forse semplicemente non si fidava. Senza fiducia non c’è amore  lo dicevano e sapevano tutti quanti. E forse lei non mi amava come l’amavo io. Come l’avevo sempre amata. Come l’avevo sempre supplicata di darmi una chance.
Quando notai che i quindici minuti di doccia che avevo promesso di fare diventarono un’ora, uscii dalla doccia, rilasciando su tutto il bagno un’ondata di vapore. Guardai fuori dalla finestra: non era più sera, ma quasi notte.
Mi asciugai i capelli velocemente con una tovaglia ed un incantesimo, e poi andai a vestirmi. La maglietta nera con lo stemma della Jack Daniel’s regalatami da Sirius mi stava ancora bene, anche se era passato qualche anno da quando me l’aveva data. Scesi in sala comune, sentendomi stanco più che mai, e lì ci trovai Sirius e Remus.
  «Cosa hai fatto tutto il tempo lì sopra? Ti sei masturbato pensando a Lily?» disse Sirius sarcastico.
  «Sempre il solito idiota.» Mi gettai pesantemente sulla poltrona vicino il camino, riscaldandomi al calore che il fuoco scoppiettante emanava.
Sirius emise un grugnito mentre tornava a fissare la Mappa del Malandrino con assurda serietà e Remus si appoggiò sulle ginocchia. «Siamo ancora un po’ sconvolti per la morte di Miley.» disse Remus.
In quel momento ricordai: «Già vero, aspetta.. ma tu e lei non avevate un flert?» domandai a Remus. Lui si drizzò, guardandosi intorno, poi scosse solo la testa.
  «C’eravamo lasciati settimane prima. Allie e Lilian mi avevo detto cosa aveva fatto su di me. Ormai è solo roba passata.» scrollò le spalle, appoggiandosi nel cuscino del divano. Sirius era molto silenzioso mentre esaminava la Mappa, cosa che di norma era molto grave, perché di solito commentava ogni personaggio che gli entrava nel campo visivo.
  «Pad?» chiesi fissandolo.
  «Si?» rispose, continuando a fissare la Mappa.
  «Cosa stai guardando?» gli chiesi, giocherellando con la mia bacchetta. Lui non disse niente, solo mi fece gesto di venire a guardare.
  «Che c’è?»
  «Credo che c’è qualcosa che ti riguardi. La tua fidanzata e la mia se ne vanno in giro a chiacchierare con Mocciosus.» disse serio. Balzai in aria prima che potesse completare, e corsi verso di lui: era vero. Lily, Allie e Mocciosus erano tutti e tre vicini.
  «A che piano sono?» disse Remus, interessato.
  «Al secondo.» disse Sirius. Io e lui ci guardammo in faccia «Vado a prendere il mantello e torno. Aspettami fuori.» Corsi velocemente verso le scale, entrai nel dormitorio, girai con fretta le cianfrusaglie nel mio baule ed estrassi il vecchio Mantello dell’Invisibilità. Ogni volta che lo toccavo, riuscivo a percepire il suo potere, lo sentivo pulsare quasi fosse vivo. Scesi con altrettanta velocità di quando ero salito e raggiunsi Sirius che continuava a fissare la Mappa.
  «Sei pronto?» allargai il Mantello. «Io sono nato pronto.» disse lui. Lo coprii con il Mantello, notando che ormai eravamo troppo alti e muscolosi per entrare dentro quel mantello. «Ok, abbassati sulla schiena.» dissi. Sirius si ingobbì, puntando la bacchetta sulla Mappa, disse «Lumos» e la punta della sua bacchetta si illuminò di un bianco quasi azzurrino. Camminammo molto lentamente, fino a quando non scendemmo al secondo piano. Girato diversi angoli, arrivammo alla nostra destinazione. Una macchia di capelli rosso fuoco era ferma a fissare Piton, mentre Allie parlava quasi con furia verso di lui. Guardai Sirius: «Avviciniamoci.»
Lui annuì e si mosse leggermente, verso le ragazze. Quando ci avvicinammo tanto da sentire la discussione benissimo, Lily si girò verso di noi. Aveva le mani incrociate sotto il seno ed uno sguardo gelido. Si girò velocemente, e cominciò a parlare.
  «Adesso posso andare?» disse Piton, con voce fredda e distaccata. Non guardava neanche Lily. Il suo sguardo da malvagio era diretto verso Allie.
  «Vai pure, Mangiamorte.» gli disse Allie con disprezzo. Lui la guardò e gli sorrise in modo sprezzante. Andò via, facendosi largo tra le due ragazze che l’avevano messo alle spalle al muro. Poi, a metà strada, si bloccò, tornando indietro. «Evans, devo parlarti. Vieni un attimo?» disse Piton, con freddezza. Lily sussultò, come fece il mio stomaco. Cosa voleva da lei? Sentivo la gelosia pulsare come un demone dentro di me.
Lily fece un passo avanti, ma Allie si mise davanti a lei: «Se devi dire una cosa a lei, puoi dirla anche a me.» disse semplicemente Allie. Piton la fissò con odio. «Devo dirlo solo a lei, togliti dai piedi.»
Allie fece per rispondere, quando Lily la bloccò. «Arrivo tra un attimo.» la sua voce era calma e decisa, una voce da donna che riesce a combattere le sue più grandi paure.
Si diresse verso Piton, avvicinandosi troppo a lui, per i miei gusti. Io e Sirius ci avvicinammo ai due che si guardavano con intensità, un misto tra sentimenti repressi e sentimenti forzati : non si sarebbero odiati mai, perché quello che provavano era forse troppo grande, troppo pericoloso.
  «Che c’è?» disse lei, fissandolo negli occhi. Era leggermente più alto di lei, e la guardava con un misto tra il desiderio, la passione e il rancore.
  «Domani, stesso posto stessa ora. Non portare nessuno.» disse soltanto. Lily fece per aprire bocca, ma la richiuse. I suoi occhi sembravano brillare. Lei annuii, e andò verso Allie. Piton girò i tacchi, camminando velocemente sotto gli occhi attenti di Allie, che chiedeva all’amica cosa si erano bisbigliati. Mi girai verso Sirius, e vidi con inquieto stupore, che mi guardava preoccupato.

 
(Lily)

Stesi tutta la giornata seguente a ragionare sul mio letto a cosa Severus avrebbe potuto dirmi. Una forma aggressiva di ansia si era attaccata nel mio stomaco senza lasciarmi in pace, ed io continuavo a pensare a cosa avrebbe detto e a cosa avrei potuto rispondere in caso di difficoltà. Pensavo se era la cosa giusta da fare o il contrario, se era giusto nei confronti di James andare di nascosto ad incontri notturni con la mia più grande fiamma del passato, se era giusto provare così tanto interesse — nonostante tutto — per Severus, e se, era giusto sperare in un bacio aggressivo e passionale identico a quello dell’ultima volta. Respirai a fondo per eliminare quei pensieri sporchi dalla mia mente e concentrarmi del tutto su una cosa sola: James. Era lui il mio ragazzo, era lui che amavo, era lui che abbracciavo e baciavo, non Severus. E allora perché continuavo a fare paragoni tra James e Severus? Perché continuavo a pensare ai tempi in cui io e Severus passeggiavamo insieme per i corridoi ridendo come matti? Era tutto un casino nella mia mente. Andai a fare una doccia solo per cercare di schiarire i pensieri, ma appena uscita le cose erano ancora peggio. Sotto l’acqua calda avevo pensato a cose assurde, come io che dicevo a James di non amarlo più solo perché Severus mi aveva rivolto la parola dopo mesi.
Uscii dalla doccia, e nel dormitorio vi trovai Allie, che puliva il suo baule. Mi fissò, alzando un sopracciglio: «Ti fai la doccia con le mestruazioni? Sei un mostro, ma da che pianeta vieni?» mi disse. Mi fermai al centro della stanza, con la tovaglia attorcigliata intorno ai capelli, mentre stringevo quella che avevo intorno al corpo.
  «Tutti possono farlo, anche tu. Comunque grazie per il complimento.» dissi, cambiandomi e mettendo un paio di jeans ed una maglietta grigio chiaro di James che avevo per caso nel cassetto. Mi stava molto larga, ma mi piaceva perché mi sentivo comoda.
  «Chissà cosa vorrà dirti stasera..» disse lei pensierosa, fissandomi.
  «Non mi ci fare pensare, è da un giorno che elaboro questa cosa e sto letteralmente impazzendo. È un casino.» dissi, asciugandomi i capelli con un incantesimo.
  «Basta che non torni piangendo come una bambina dopo che vi siete mangiati la faccia  con le vostre bocche a ventosa.»
La guardai scioccata alzando un sopracciglio: «L’hai davvero detto?» poi sbuffai, sedendomi stanca e afflitta sul mio letto.
  «Mi chiedo soltanto che questa discussione non diminuisca quello che provo per James.» dissi, toccando leggermente la maglietta.
  «Ovvio che non diminuirà. Tu ami James, vero?» disse. Non risposi. Lei si girò verso di me, con aria preoccupata: «Vero?» ripeté con serio nervosismo. Li fissai, e lei fece una faccia inorridita. «Non lo so, okay? Contenta? Non lo so! Io amo James, ma quando Severus mi guarda e mi rivolge la parola è come se mi dimenticassi di tutto. Ho bisogno di capire bene se amo James, e questa cosa del discutere con Severus peggiora tutto. Stanotte io tornerò qui, e sentirò tutte quelle cose che adesso non vorrei sentire. Lo so già.» ero rossa e la mia voce tremava: come poteva, un essere umano come me, provare così tanta confusione? Mi sentivo una stronza, perché James era una persona che si meritava tutto tranne questo. Anzi, ero io che me lo meritavo.
  «Stasera dovete solo parlare e basta. Niente di più. Niente di meno. Solo parlare. Non devi toccarlo, non devi baciarlo, non devi fare niente. Ci siamo intese?» si avvicinò e mi abbracciò. Mi accoccolai nell’incavo tra il suo collo e la sua spalla, e soffocai la voglia improvvisa di piangere.
(James)

Guardai in silenzio Lily che parlava con un’amica in sala comune. Il contrasto del jeans, che le evidenziava tutte le forme snelle del corpo con quella della mia maglietta larga la rendeva più bella di quanto già fosse. Forse era per questo che Piton la voleva ancora, perché era la ragazza più carina del mondo, a modo suo. Magari non era come Evgenia Dintom, ma era una bellezza particolare, con le sue poche lentiggini e i suoi capelli rossi lunghissimi, quasi fino alla fine della schiena.
Lei si girò, notandomi, e mi sorrise. Chiuse la discussione con la sua amica e si diresse verso di me, mettendomi un braccio intorno al collo. «Ciao atleta.» mi disse, dandomi un bacio sulle labbra.
  «Come stai?» mi disse, sorridendo con calore. Aveva gli occhi un po’ arrossati e, la linea nera sottile di eyeliner era stesa perfettamente sulle sue palpebre.
  «Bene.» risposi con un certo distacco. Non facevo altro che pensare a lei e Piton che si baciavano con passione e che, sdraiati in un letto, cominciavano a fare sesso. Cacciai questo pensiero con violenza, e buttai subito giù quella domanda che avevo pensato per tutta la mattinata. Due domande, e due risposte avrebbero definito la fiducia nella nostra relazione: «Stiamo insieme stasera?»
Lei sussultò, ma cercò di nasconderlo. Si guardò intorno con difficoltà, quasi sperando che qualcuno ci interrompesse. Mi guardò e fece di no con la testa. «Mi dispiace..» mi disse. Fece per alzarsi, ma la bloccai stringendole il polso sinistro : «Perché?» dissi. Lei evitò di guardarmi in faccia, e disse velocemente: «Sono con Allie, dobbiamo studiare per il compito di Incantesimi.» e sciolse la mia presa, correndo verso il dormitorio.
Mi aveva mentito. E l’aveva fatto con tranquillità. Mi voltai, guardandola scomparire mentre saliva le scale, e vedendo la sua massa di capelli rosso fuoco a poco a poco allontanarsi. Mi venne una fitta allo stomaco. Se la nostra relazione era fondata sulle bugie, perché dovevamo continuare a stare insieme? Mi alzai velocemente e andai da Sirius che mi aspettava nel dormitorio.

 
(Lily)

Non ero brava a mentire. Non ero brava a guardare in faccia le persone mentendo, mentre cercavo di sembrare assolutamente normale. Avevo lasciato James a riflettere sulla bugia che gli avevo detto, e mi sentivo un’idiota, anzi una bugiarda.
Ormai era sera tardi, e quindi non mi restava altra scelta: raggiungere Severus. Decisi di non cambiarmi dal giorno prima, quindi indossavo ancora la maglietta grigia di James e i miei jeans un po’ strappati sul sedere, e sulle ginocchia. Quando la sala comune si era a poco a poco svuotata, scesi le scale a passo felpato e uscii dal buco del ritratto, scendendo le scale fino al secondo piano, dove ci eravamo incontrati il giorno prima. Respirai a lungo, tremando. Scoppiavo d’ansia ed avevo l’impulso di scappare via. Stavo giusto per farlo, quando sentii la voce di Severus pronunciare il mio nome. Accesi la bacchetta e lo indicai. «Eccomi qua, come mi avevi chiesto. Cosa devi dirmi?» stesi lontana da lui, ripetendomi in continuazione cosa mi aveva detto Allie: Solo parlare. Non devi toccarlo, non devi baciarlo, non devi fare niente. Ed era quello che volevo fare. Dovevo solo pensare a James.
Severus fece un passo avanti nella luce, ed esaminai le due strisce livide sotto i suoi occhi. Aveva il volto molto magro e gli zigomi erano in confronto molto voluminosi, facendo sì che la luce della mia bacchetta creasse un gioco di ombre e luce nel suo volto scavato. I suoi occhi neri mi fissarono, e provai paura. Non c’era nient’altro che paura. Intendo letteralmente, era la paura che si provava quando si vedeva un Mangiamorte puntarti una bacchetta contro, o addirittura, Voldemort parlarti dentro la testa. Sarei voluta semplicemente scappare. Sentii dei passi dietro Severus, ma non vidi nulla. Era solo frutto della mia immaginazione, come d’altronde lo erano state tutte quelle seghe mentali la mattina stessa, come lo era stata quasi tutta la mia vita sentimentale. Severus aprì la bocca, poi la richiuse, e continuò a fissarmi.
  «Piton io non ho tutta la sera a disposizione per te, sarà meglio che ti sbrighi prima che mi incazzi sul serio.» la mia idea di fare la dura con lui risultava alla grande. Avrei voluto farlo sentire in colpa, avrei voluto fargli capire cosa si era perso con la sua assenza, quante cose erano cambiate nella mia vita, come ero cambiata io da quando lui se n’era andato. E soprattutto, volevo farlo soffrire, fargli capire quanto ero diversa senza di lui, quanto stavo meglio e quante particolarità in me erano cambiate.
  «Dunque ho sentito che adesso stai con Potter.» nel suo tono colsi solo sfida. Cosa voleva fare? Sfidarmi? Bene, avrei accettato la sfida. Avrei combattuto come si combatte durante un duello.
  «Sarai felice adesso..»

Si ci allontana dall’avversario..
  «Adesso che non mi avrai più tra i piedi..»
 Si fa un giro elegante..
  «Adesso che non provi più niente per me…»
 Si sfodera la bacchetta..
  «Adesso che non mi ami più..»
Si fa l’inchino...
  «Ma tranquilla, è lo stesso per me.»
.. e si colpisce.
Restai ferma a fissare la sua bocca sottile, quella stessa bocca che si era mossa con irrilevanza, quella stessa bocca che le aveva pronunciate. Quelle parole, quelle parole che spezzano il cuore anche se non dovrebbero. Mossi leggermente l’angolo della bocca, come per accennare un sorriso, assolutamente finto.
  «Non mi ami più?» non era questo quello che avrei dovuto dire, ma d’altronde, cosa avrei dovuto fare? Un applauso e magari complimentarmi con lui? Lui mosse lievemente la testa per fare no, e poi sorrise.
  «Cos’è? Ci sei rimasta male?» si avvicinò a me. Indietreggiai anche se non volevo. Era l’unica cosa che dovevo fare, dovevo andarmene da quella sorgente di dolore, di sofferenza, di male.
  «Può solo farmi piacere, sai, ad un certo punto una persona si rompe le palle di stare dietro ad un’altra.» lo guardai con sfida. Questa non era una discussione, ma era un duello, ed io avrei dovuto vincere a tutti i costi. Nobile spirito Grifondoro.
  «Allora presumo che, secondo i tuoi calcoli, smetterai di amare Potter da un giorno o l’altro?» disse lui.
Maledetto spirito nobile di Grifondoro del cazzo.
  «Io non smetto di amare nessuno.» furono le uniche cose che mi uscirono dalla bocca. Subito dopo ripensai a cosa avevo detto: che cazzo significava? Questa era la prova che nella testa avevo una gallina che cantava insieme ad una scimmia.
Severus parve semplicemente divertito da quella affermazione: «Nessuno? Allora non hai smesso di amare me o Michael?»
Lo fissai in silenzio. Forse era davvero così. Forse quelle parole che avevo detto senza pensarci regnavano nel mio subconscio, forse il mio amore per James era solo una trovata.
  «Come pensavo.» disse gelido Piton.
Abbassai la testa, gli occhi umidi. Era arrivato il momento? «Baciami.» sussurrai pianissimo.
  «Perché?» disse Severus. Indietreggiai di nuovo, e le mie spalle toccarono il muro.
  «Perché ho bisogno di sapere.» dissi soltanto. Era davvero così? Avevo davvero bisogno di sapere? O avevo solo bisogno di Severus? Se solo James avesse visto come tirai con ferocia il colletto di Severus verso di me e come feci combaciare la mia pancia con la sua, se solo avesse visto come Severus mi toccò le labbra e come io mi strinsi al suo collo piangendo, sarebbe finito tutto. Fu il bacio più feroce e passionale, il bacio più umido, più triste e scosso della mia vita.
Severus strinse sulla mia schiena le sue braccia, e io spinsi più forte il mio corpo verso di lui. Quando lo lasciai, avevo le labbra umide e rosse, il fiatone e gli occhi rossi. Avevo avuto tutto quello che desideravo in un solo bacio: certezza.
Lui si leccò le labbra, sorridendo: «Adesso cosa sai?» mise le sue braccia sul muro, facendomi così da barriera.
Ero una traditrice. Avevo tradito il mio fidanzato, la mia amica, me stessa. Mi avvicinai al suo orecchio e sussurrai quello che avevo saputo. Lui restò in silenzio e immobile, ed io andai via.

 
(James)

Sentii qualcosa spezzarsi, qualcosa dentro di me abbandonarmi. Iniziai a tremare sotto il Mantello dell’Invisibilità, mentre in silenzio fissavo la mia fidanzata baciare qualcuno che diceva non era più nella sua vita. Quando Lily andò via, lasciando Piton da solo, mi accasciai a terra rimanendo sotto il Mantello, come se fossi stato un soldato ferito durante una guerra, come se fossi stato pugnalato al cuore. Misi il mio viso tra le mani tremanti, sotterrando le dita tra i miei ispidi capelli neri, e poi scesero: le lacrime. Le lacrime di chi sa di aver perso qualcosa. L’odio di chi sa di aver visto qualcosa. L’amarezza di chi è stato tradito.
Non ero abbastanza. Lo sapevo, lo sapevo da sempre, e nonostante tutto avevo continuato a provare. Non ero abbastanza per lei. E invece, Piton, lo era.
Nessuno era rimasto su quel corridoio. Non c’ero neanche io in un certo senso. Mi tolsi il Mantello e in silenzio, con il viso rigato dal pianto, uscii dal castello, trasformandomi in Ramoso.

 
(Lily)
Due giorni dopo..

  «Nessuna notizia di James?» chiesi per l’ennesima volta, mettendomi davanti ad Allie che era in silenzio, mentre studiava. Scosse la testa.
  «Come diavolo fai a rimanere lì, tranquilla a studiare mentre il mio fidanzato è scomparso da giorni e il tuo è in mezzo alla foresta nera a cercarlo, insieme a Remus e Peter?» le urlai tremante. La rabbia mi usciva da tutti i pori, osservando la sua tranquillità: come faceva a restare così tranquilla? Lei mi guardò in silenzio, ed io mi sedetti nel divano, coprendo con ferocia la mia testa con le mani. «Ti odio.» le dissi piano.
  «Ti voglio bene.» rispose lei. «Non abbiamo notizie di nessuno, cosa devo fare? Restare con le mani in mano? Le nostre vite non possono fermarsi. Sirius ha un sesto senso con James, riuscirà a trovarlo. Ora mettiti l’anima in pace.» disse con la voce ferma. Era preoccupata. Da morire. E non lo dimostrava.
  «Mi sento così in colpa. È tutta colpa mia.» dissi tremando.
  «Cosa centri tu?» disse un po’ infastidita Allie.
  «Se solo fossi uscita con lui, se solo non fossi andata da Severus, adesso non sarebbe per chissà dove.» mi lamentai.
  «Non è colpa tua.» disse soltanto, tornando a studiare. Mi alzai, sentendomi incredibilmente sola e, andai via, verso il dormitorio. Mi stesi sul letto e mi addormentai, cercando di recuperare il sonno perso.
«Lily?» la voce di Allie mi chiamava, scuotendomi pertinente. Aprii gli occhi, ignorando la luce fastidiosa. Sorrideva.
«L’hanno trovato. Sta bene. È in sala comune.» sorrise Allie. Mi alzai di botto, stropicciandomi gli occhi. Misi le scarpe e scesi a velocità supersonica, arrivando in sala comune col fiatone e un sorriso enorme. C’era una piccola folla attorno a James. Sorrisi, entrando e facendo tutti da parte. «James!» gridai felice. Lui mi sentì e si girò verso di me. Aveva diversi piccoli graffi sulla guancia e sul collo, i capelli alzati e la maglietta sporca di terra e sudore.
Lui rimase fermo, a fissarmi serio. Mi buttai sopra di lui, stringendolo forte, ma sentendo qualcosa di strano: lui non ricambiava. Le sue braccia erano ferme lungo i fianchi, senza muoversi. Mi staccai da lui fissandolo. «Che succede?»
«Dobbiamo parlare.» mi disse serio, allontanandomi. Restai in silenzio a fissare la sua mano gelida che mi cingeva il polso con forza, quasi con rabbia, e mi feci trascinare via, via da tutti.

 

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Capitolo 13
*** La confusione mi perseguita (credo voglia diventarmi amica). ***


La confusione mi perseguita (credo voglia diventarmi amica).


Lo sguardo di Allie puntato addosso mi riportò alla triste e gelida realtà, da cui avevo cercato di scappare immergendomi nei ricordi. La pesantezza che mi procuravano quelle due iridi verdi impenetrabili, riusciva in un certo senso a mettermi di fronte a tutti gli sbagli che avevo commesso in quei giorni che, per quanto invano c’avevo provato, non riuscivo a toglierli dalla mia mente, e non riuscivo a scappare da loro. Si ripresentavano insolenti, pronti per farmi morire — per l’ennesima volta — morire d’odio per me stessa. Il libro che avevo deciso di mettere tra me e quello sguardo impertinente — che riusciva a spogliarmi dalle maschere che cercavo di attaccarmi addosso — iniziò a tremare per la pesantezza che le mie deboli braccia riuscivano a sopportare dopo un certo tempo. Abbassai lentamente il libro, solo per dare pace alle mie braccia. Allie continuava a fissarmi, esattamente nella posizione in cui l’avevo lasciata prima di ripararmi dalla realtà.
  «Che c’è?» dissi sgarbatamente sulla difensiva. Era solo un modo per chiederle di staccarmi quegli occhi di dosso.
  «Niente. Ti fisso.» disse lei. Nella sua voce c’era un tono serio ma allo stesso tempo giudice. Tossì leggermente, prima di tornare a guardarmi.
  «È irritante, smettila.» dissi, girandomi dall’altra parte per evitarla.
  «Invece io mi diverto, a vedere come cerchi di sembrare assolutamente normale sotto il mio sguardo che, si capisce, ti mette imbarazzo.» disse lei parlando velocemente e aprendo le sue labbra in un sorriso antipatico.
  «Facciamo un applauso ad Allie per la sua maestria nel mettermi in difficoltà.» risposi sarcastica, cercando di ferirla. Invece emise un ghigno, facendo sì che il suo naso si arricciasse leggermente nella parte superiore.
  «Come stai?» chiese velocemente tornando seria.
Sentii qualcosa ribaltarsi dentro il mio stomaco, forse tutte le cose che avevo cercato di reprimere in quei giorni. Quella domanda era la goccia che faceva ogni singola volta traboccare l’intero vaso.
Sospirai, abbassando lo sguardo, guardando le mie cosce allargarsi ogni volta che si appoggiavano alla poltrona.
  «Sto e basta.» soffiai, stringendo la mano a pugno, affondando le unghie sul palmo della mano.
  «Mh. Comunque, lui non si è più fatto vedere?» chiese lei, intuendo che nell’aria si era sparsa tensione.
Un altro, insopportabile, colpo al cuore.
Severus.

  «C’è bisogno di rispondere o posso scegliere di ignorare la domanda?» risposi velocemente, quasi con ira, rabbia contro di me.
  «Non capisco perché non ti ignora.» riprese, nonostante la ignorassi con tutte le forze. Voleva affrontare il discorso. Ed io, come sempre, accettai.
  «Magari perché l’ho baciato senza dirgli niente, dopo anni di rancore, tradendo così una delle poche persone che mi abbia davvero amato?»
  «Tanto James non sa niente, se non gli dici nulla, non subirà nessuna sofferenza.» disse tranquilla. Mi alzai di scatto, veloce, una furia. I miei capelli rossi si alzarono dalla velocità per poi ricadere pesanti, il volto bagnato. Mi colpii il petto con la mano chiusa in pugno, sbattendolo più volte, mentre cominciavo a sentire il dolore nella pelle del petto, il bruciore espandersi.
  «È qui la sofferenza, è qui Allie. Non è in James, né in Severus. È in me. Sto soffrendo da morire Allie.» Nei suoi occhi comparve un’ombra di paura, corse a prendermi, bloccandomi il polso, e mi abbracciò.
  «Se è una sofferenza quella che hai, la supererai con me, insieme.» mi sussurrò seria, sicura. Sentivo il suo corpo irrigidirsi, mentre il mio si ammorbidiva sopra il suo.
Sentii dei passi scendere veloci dal dormitorio maschile, e bloccarsi davanti a noi.
  «Ho appena interrotto un momento dolce.» affermò la voce tranquilla di James, un po’ bassa, roca rispetto al solito.
Mi asciugai velocemente le lacrime che avevo in viso, e mi voltai, sorridendo.
  «Jamie..» andai verso James, abbracciandolo.
  «Lily.. che hai?» chiese, sciogliendo il mio abbraccio per guardarmi meglio negli occhi. Distolsi lo sguardo, per evitare di smascherare il rossore dei miei occhi.
  «Niente. Andiamo?» chiesi veloce, evitando il suo sguardo ostinato.
Lui annuì, strinse la sua mano sul mio braccio forte e mi guidò verso la porta.
(Remus)
Il forte vento invernale mi scompigliava i capelli così tanto da cambiarne quasi la forma, appiattendoli verso il lato sinistro. Ormai il cielo era scuro, nonostante fosse ancora pomeriggio. Appena arrivato nella Sala D’Ingresso, sospirai stanco e mi incamminai nelle scale prima che potessero cambiare, trascinandomi dietro la pesantezza dei libri.
Entrai in sala comune, e misi via i miei libri nel mio dormitorio, incontrando Sirius. Arrivò camminando lentamente, le braccia allargate a mo’ di abbraccio, con la solita sigaretta che gli pendeva dalle labbra, mentre mostrava i denti facendo un sorriso.
  «Come va mio caro Lunastorta?» mi mise un braccio intorno al collo, poggiandosi di me con tutto il peso.
  «Bene..» risposi, togliendolo sopra di me. Lui sorrise, e chiuse gli occhi, aspirando forte dalla sua sigaretta, per poi gettare tutto dal naso. Aprì di nuovo gli occhi, mettendosi sul letto.
  «Ti sei fatto?» chiesi, leggermente irritato dal suo comportamento sempre così calmo.
  «No, sto cercando di smettere.» disse lui, aspirando di nuovo dalla sigaretta, che si stava consumando velocemente.
  «Tanto non ce la fai.» sussurrai pianissimo, in modo che non sentisse.
  «Mettimi alla prova allora.» rispose invece lui, che mi sorrideva con aria di sfida.
Lo ignorai, appoggiandomi stanco nel mio letto.
  «A proposito, ho guardato nel calendario. Tra una settimana c’è la Luna Piena..» disse. Sentii un formicolio percorrermi la schiena, e l’istinto di alzarmi e spaccare tutto quello che avevo intorno a me. Inspirai l’aria, così tanto da iniziare a tremare. Ennesimo impulso, ennesima forza per fermarlo.
  «Lo so.» furono le uniche parole che mi uscirono, mentre cercavo di vincere la battaglia mentale che dovevo sopportare ogni settimana prima della Luna Piena.
  «Hai la pozione?» disse, guardandomi serio, mentre il fumo usciva dalle sue narici. Feci di no con la testa. Nonostante quella sarebbe dovuta essere la mia priorità, avevo perso il conto dei giorni.
Si tirò su, guardandomi sconvolto. «Cazzo amico devi sbrigarti, sai quanto ci mette la pozione per fermentare. Vai a cercare Lumacorno e chiedigli di prepararla.» chiese, scendendo giù da letto, e prendendomi un braccio. Sentii un’altra scossa lungo la schiena. Scostai ferocemente Sirius, spingendolo via. Sirius mi guardò sconvolto, quasi ferito. Poi sorrise di nuovo, e prese un’altra sigaretta dalla tasca.
  «Vabene, allora vai tu. Non andare da nessun’altra parte. Solo dal professore.» e si congedò.
  «Non sono un bambino, cazzo.» sussurrai tra me e me, con ira. Odiavo quando mi trattavano così, come se avessi un handicap. Ero un lupo mannaro, ma ciò non significa che avevo un ritardo. O forse sì, per loro.
Uscii dalla sala comune, dirigendomi verso lo studio del professor Lumacorno.
La porta di legno scuro scrostato era semi aperta. Bussai. Una voce spossata rispose con un ‘avanti’, ed io aprii la porta con un sorriso timido.
Lumacorno abbozzò un sorriso: «Oh! Lupin, mio caro ragazzo. Come stai?» disse alzandosi. Lo raggiunsi.        «Bene professore. Sono venuto qui per chiederle una cosa.» mi sedetti sulla sedia di fronte a lui.
  «Dimmi tutto ragazzo mio.. dimmi tutto.» sorrise, intrecciando le mani sopra la pancia, sorridendo come un padre che guarda il proprio figlio.
  «Mi chiedevo se per favore poteva farmi la pozione per.. beh.. lei ha capito.» dissi, abbassando lo sguardo.
La sua espressione cambiò, e insieme all’orrore per quella richiesta, si era mischiato anche il disagio. Abbassai la testa, per evitare ancora quell’espressione che non faceva altro che accompagnarmi da tutta la vita: come un’ombra, compariva nel volto di tutte quelle persone che non erano ancora pronte ad affrontare questo argomento con me. Quell’espressione che mi faceva ricordare chi ero davvero, anche se continuavo a scappare dalla realtà, da me stesso, di scordarmi chi ero.
Alzai la testa, per sfidare ancora quell’espressione.
  «Mio caro ragazzo.. vorrei tanto aiutarti ma..»
  «Va bene professore, ho capito. Grazie lo stesso.» dissi cercando di apparire il più gentile possibile, anche se dentro di me, avrei voluto spaccare tutto. Mi alzai dalla sedia e andai verso la porta.
  «Aspetta, mio caro ragazzo! In realtà posso aiutarti.. c’è un ragazzo che in questa scuola è davvero molto bravo a fare queste pozioni, e si da proprio il caso che questa settimana io gli abbia assegnato un compitino in privato. La tua pozione starà già fermentando e..» mi sorrise il professore, non ebbe neanche il tempo che mi voltai verso di lui, speranzoso. Corsi davanti alla sua cattedra, appoggiando maleducatamente le mani sul suo tavolo. Lui continuava a sorridermi, ma non completò la frase, perché la mia frenesia parlò prima di lui.
  «Chi è questo ragazzo?» dissi, ansioso. Avevo finalmente trovato una luce di speranza. Nessuno in quella scuola lavorava a quella pozione, e così ogni mese trovarne un goccio era diventato un miracolo.
Il professore mi guardò con il suo sorriso a mo’ di sfida e i suoi occhi azzurri penetranti. Intrecciò le dita delle mani sul panciotto.
  «Severus Piton.»

(Sirius)
Allie era poggiata goffamente sopra di me, mentre mi fissava dal basso verso l’altro.
  «Smettila di fissarmi.» le ordinai. La rabbia non era ancora passata: odiavo quando la gente mi trattava male, e Remus l’aveva appena fatto, spiengedomi via. Non voleva il mio aiuto? Bene, non gliel’avrei dato.
  «Siete tutti così mestruati cazzo, non vi fisso, vi guardo. Volete capirlo?» sbuffò lei, arrabbiata.
  «Parli al plurale perché hai le allucinazioni e vedi due Sirius o perché tutto d’un tratto mi porti un’esagerata stima tanto da darmi del lei?» domandai, prendendo una sigaretta dal mio portasigarette.
Allie non rise, semplicemente si spostò via da me mettendosi dall’altra parte del divano, stringendo un grande cuscino rosso scuro con i ricami oro.
  «È riferito anche a Lily, anche lei oggi mi ha detto la stessa cosa.» borbottò lei, guardando il camino scoppiettare.
  «Si ma lei non è qui. E poi se te lo dicono in due vuol dire che è fastidioso.» affermai, accendendomi e aspirando dalla mia sigaretta, mentre con la coda dell’occhio vidi Allie cambiare faccia, usando la sua ridicola espressione offesa.
  «Dai Allie sei ridicola quando fai così.» dissi, guardandola. Lei mi ignorò. Mi avvicinai a lei, dandole un bacio nonostante la bocca piena di fumo. Lei si distaccò, tossendo.
  «Che schifo cazzo, sai che odio il fumo.» disse, allontanandomi.
Nonostante le sue braccia stese facevano di tutto per allontanarmi, mi gettai pesantemente sopra di lei, abbracciandola.
  «Dammi un bacio.» chiesi, mentre buttavo fuori del fumo. Amavo fumare. Era l’unico modo per scaricare tutta la tensione.
  «Tu butta quella cosa.» disse, indicando la sigaretta. Io sorrisi, e la schiacciai contro il posacenere. Allie sorrise, così mi gettai sopra di lei, baciandola spingendola verso di me mettendo una mano tra i suoi capelli e una sulla sua schiena.
  «Arriverà il momento in cui io e te..?» chiesi, guardandola fissa negli occhi, staccandomi da lei. Vidi in lei il terrore appena menzionai quelle parole.
Sorrise, quasi isterica: «Presto..» disse, prendendomi questa volta lei, quasi con ferocità.
Poi qualcuno tossì. Senza staccarmi da Allie, alzai gli occhi per guardare chi tentava di interromperci.
Mi staccai lentamente da Allie, guardando Remus con serietà: ero ancora offeso da quel suo gesto di prima.
Lo guardai due secondi, poi: «Allora.. te la sta preparando la pozione Luma?» ovviamente le parole mi uscirono prima che potessi trattenerle. Stupido istinto fraterno e protettivo che ho verso di lui.
Lui si voltò, gettandosi sul divanetto, accanto ad Allie. Lei si ricompose, sistemando i suoi capelli corti.
  «No, non vuole farmela.» disse, triste. Lo guardai bene, serio. Un’ondata di ira mi pervase.
  «E perché? Non riesce a farla per caso?» sbuffai, appoggiando le braccia allo schienale del divano, cercando di apparire assolutamente tranquillo.
  «No, ma a quanto pare può farmela un’altra persona in questa scuola. E la mia risposta è già no.» disse Remus, mettendo le mani tra i capelli.
Allie lo guardò incuriosita, inarcando le sopracciglia: «E chi sarebbe questa persona?»
Remus alzò lo sguardo serio: «Mocciosus.»
Mi alzai di scatto, buttando le braccia in cielo, esasperato: «Si vabè. Andiamo direttamente da Merlino, almeno con lui abbiamo più probabilità.» misi giù, mentre Remus fissava il leggerissimo fuoco muoversi piano, in un modo quasi impercettibile.
  «Possiamo andare da Piton, possiamo provare..» tentò Allie, mentre con fare nervoso stringeva le sue braccia intorno alla vita, avvolgendosi nella giacca, quasi come se avesse freddo.
Notai che con quei capelli sembrava molto più magra e piccola del solito, forse anche perché dava l’impressione di essere malata.
  «E come vuoi convincerlo? Minacciandolo?» chiesi, prendendo in giro la sua proposta.
  «Beh io no, ma Piton ha un punto debole e si chiama Lily Evans.» sorrise Allie furba. Remus si alzò di scatto, facendo ondeggiare i capelli e movendo la mano frettolosamente.
  «No sentite, non voglio coinvolgere Lily in una cosa così stupida. Va bene, è solo una luna piena, non sto mica per morire..» con il tono di voce debole ed insicuro, queste parole non avevano effetto.
  «È una pozione anti-dolorifica Remus, è importante e se non la prendi, rischi di morire.» la mia voce seria parve convincerlo, così tornò seduto in silenzio, senza contraddirmi.
  «Andremo noi a convincerlo, non c’è bisogno di Lily. Adesso è con James, possiamo approfittarne.» disse Allie, alzandosi. «Aspettatemi qui, torno subito.»
(Lily)
Guardai il profilo di James attentamente prima di parlare. La sua mascella perfetta, il suo collo dalla normale altezza, il naso su cui poggiavano gli occhiali neri dalla montatura leggermente quadrata agli angoli, il sorriso fiacco e un po’ ristretto, con quelle labbra un po’ sottili (a parte il labbro inferiore), gli occhi scuri contornati da occhiaie appena visibili, i capelli scuri come gli occhi disordinati, alcuni in aria altri poggiati in fronte.
  «James..» appoggiai la mano sul mio viso, per sostegno. Non riuscivo a scollargli gli occhi di dosso.
  «Sì?» chiese lui, distratto, mentre assaporava la sua Burrobirra. Prima di poggiare la bocca nel suo bicchiere, chiuse gli occhi.
  «Secondo te l’amore continua anche quando una persona fa tanti sbagli?» la mia domanda pronunciata così sembrò assolutamente stupida e infondata. Di fatto, lui aprì gli occhi e mi guardò stranizzato.
  «Non ho capito..»
  «Si può amare una persona nonostante abbia sbagliato tutto nella vita?» formulai di nuovo. James tornò a guardare il suo bicchere, questa volta un po’ a disagio. Fece per aprire bocca, poi insicuro la richiuse. Tossì prima di parlare: «Secondo me se una persona ama così tanto da morire, gli sbagli sono solo piccoli intralci scavalcabili.»
  «Anche se gli sbagli non sono solo piccoli intranci ma cose enormi..?» buttai giù. Avrebbe dovuto già capire.
  «Beh..»
  «Tu mi ami da morire James?» buttai via un’altra domanda, assolutamente inadeguata a quella discussione. Spesso mi capitava, di pensare a domande completamente diverse dal discorso, domande inopportune.
  «Certo Lily… senti ma dove vuoi arrivare?» James sembrò spazientito, e si voltò verso di me, guardandomi dritto negli occhi. Notai qualcosa di diverso, qualcosa di estraneo in lui. Quando si accorse che fissavo i suoi occhi, cambiò direzione.
  «Devo dirti una cosa importante, James.» drizzai la schiena, e iniziai a guardare un punto fisso che non fosse il suo viso.
  «Durante questo cammino, credo di aver fatto molti sbagli, troppe cose inutili, cose che intralciavano il mio percorso con te. Era come se inciampassi ad ogni passo in avanti che facevo verso di te, come se ogni cosa mi uccidesse, mi rigenerasse e mi uccidesse di nuovo. E tu nel frattempo continuavi tranquillamente la tua strada, lasciandomi indietro e..»
  «Non ti ho mai lasciata indietro. Ho sempre cercato di camminare più lentamente di te. Ho sempre rispettato i tuoi ideali… Aspetta ma mi stai lasciando?» chiese tutto d’un tratto. M’irrigidii.
  «Non potrei mai.. ma forse lo farai tu dopo che ti avrò spiegato il perché di questo discorso.» dissi velocemente. Lui non disse niente. Così chiusi gli occhi e cominciai a parlare.
  «James c’è stato un periodo, in cui ho creduto di non volerti più, di non desiderarti più. Severus è stato per me una persona importante. Pensavo continuamente a lui, non facevo altro che odiarmi per averlo lasciato andare così..» l’espressione di James cambiò improvvisamente, si voltò verso di me incuriosito.
  «Vuol dire che ami ancora Severus?» chiese lui, e la sua voce tremò.
  «No, vuol dire che ho baciato Severus.» restai in silenzio, prima di collegare il resto della frase per vedere come avrebbe reagito. Niente. Non si mosse, continuava a giocherellare con una piccola fessura nel legno del tavolo.
Un po’ confusa continuai a parlare: «Il fatto è che ho baciato Severus e ho pensato te. C’eri tu quando chiudevo gli occhi. C’eri tu ogni singola volta che mi muovevo. E ci sei ancora tu, ogni volta che sento un’emozione enorme, quando rido, quando piango, ci sei sempre tu, come se fossi dentro di me. E l’ho capito: io non amo Severus..» tremai prima di dire quelle tre parole. Poggiai le mani sul tavolo per non darlo a vedere. Guardai James negli occhi, mentre un velo di freddo mi colpiva alle spalle, facendomi sentire più sola di sempre. Non riuscivo ad immaginare James che se ne andava senza di me, che non mi parlava, che mi disprezzava. Eppure sarebbe successo, nonstante tutte le cose che stavo per dirgli.
  «.. io amo te.»  e strinsi le mani di James. Lui restò fermo, immobile.
  «Grazie.» fu l’unica cosa che disse con quel suo tono del tutto normale, persino divertito, ricambiando leggermente la mia stretta di mano, prima di scioglierla. Feci una smorfia, un po’ stranizzata. Mi allontanai da lui velocemente, per guardalo meglio negli occhi. Niente, non c’era niente dietro quegli occhi. Era come un pozzo profondo, occhi scuri irriconoscibili. Quegli occhi che mi ricordavano solo una persona, un solo ragazzo: Severus.
  «Severus?» sussurrai pianissimo. James mi sentì, ed esclamò: «Cosa?» disse lui, stranizzato e sbalordito da quella domanda.
Scossi la testa, sorridendo per finta. «Quindi è tutto apposto?» chiesi un po’ tremante.
  «Sì certo. Adesso torniamo, Madame Piediburro sta per chiudere.»
James si alzò e indossò il suo giubotto. Guardai il mio ragazzo sorridere tranquillo, mentre pagava il conto. Non potevo ancora credere che non aveva fatto altro che ringraziarmi per averlo tradito.
(Allie)
Sirius non faceva altro che camminare ansioso per tutta la sala comune, fumando la sua solita sigaretta aspramente, era furibondo. Remus si teneva una mano fra i capelli, guardando la Mappa del Malandrino.
«Non c’è, non c’è assolutamente qui. Non lo trovo.» continuava a ripetere questa frase da quando eravamo tornati.
  «È impossibile, okay? Quel piccolo bastardo dovrebbe essere in questa cazzo di scuola, non può uscire. Dobbiamo trovarlo e dobbiamo fargli fare quella pozione prima che mi incazzo e spacco tutto, vabene?» disse mentre con quella sigaretta incastrata tra l’indice e il medio gesticolava, mandando ondate di fumo fastidioso dalla mia direzione.
Non dissi niente, restai zitta a fissare Remus, con la testa abbassata.
  «Cerca Lily, magari lei sa farla.» tentò Sirius, quasi sull’orlo dell’esasperazione. Remus iniziò a cercare.
  «Non c’è neanche lei.» annunciò dopo, con la voce bassa e stanca, una voce senza speranza.
  «Vuoi dire che Severus e Lily sono insieme? E James non sa niente?» azzardò Sirius. Mi alzai velocemente, seria.
  «No, Lily è con James, sono usciti insieme.» la mia voce diventò fredda e seria tutto d’un tratto, tanto che Sirius si girò per guardami, stupito.
Tornai a sedermi, sospirando. Remus prese la Mappa e la chiuse, mettendola tra un libro vecchio che posizionò ordinatamente tra i suoi libri.
Lily entrò subito dopo, come una furia devastatrice. Gettò il suo giubbotto nel divano e ci guardò tutti con uno sguardo di fuoco.
  «Che è successo?» chiese burrascosa. Mi alzai preoccupata. Il suo petto si alzava e abbassava velocemente con fare furioso.
  «Che è successo a te.» risposi io, avvicinandomi a lei.
  «Ho ‘perso’ il mio ragazzo.» urlò, gesticolando con le mani quando disse ‘perso’. Chiuse gli occhi  e appoggiò le mani ai fianchi. Poi li aprì e chiese: «E voi?»
  «Abbiamo perso Mocciosus.» disse Sirius sarcastico, gettandosi nel divano, appoggiando i piedi nel scrittoio lì vicino. Lily cambiò espressione, alzando un sopracciglio.
  «Cioè?» chiese, guardandoci.
Remus tossì prima di parlare, con la sua voce profonda: «Significa che Severus è scomparso, Lily.»

 
Angolo dell’autore:
Salve amori mieii! Come state? Oh mamma è da tantissimo che non ci sentiamo e questo mi spezza un po’ il cuore! :(
Ho pensato molto a voi in questi due mesi di assenza, e non facevo altro che scrivere e pensare, fino a quando.. BOOOM: Blocco dello “scrittore.” Sapete, l’odio della pagina bianca? Ecco.
Ma poi fortunatamente l’ispirazione è venuta e devo dire che ne è venuta tantissima, e adesso *risata malvagia* ho taaanto bel materiale per farvi letteralmente sclerare. Purtroppo ho avuto questo povero computer rotto, quindi adesso che è tornato, posso ricominciare a scrivere.
Inoltre la mia migliore amica mi ha praticamente supplicato di scrivere una FF su Miley Cyrus (beh si, sono una sua fan e ho già tante idee e mi piacerebbe se qualcuno di voi la seguisse — quando la pubblicherò)
Comunque, scherzi a parte, spero di avervi confuso le idee con questo capitolo, perché sinceramente mi diverte un sacco l’idea super assurda che ho in mente!
Ragazzi vi voglio molto bene, grazie per essere arrivati fino a qui, e si.. dico proprio a te che stai leggendo: sei fantastico!
Un grande grazie alla mia recensitrice (non credo esista questa parola, in tal caso l’ho appena inventata - lol) Crookshanks_2000. Sei davvero fantastica, spero tu stia leggendo! Non ti ringrazierò mai abbastanza!
Un saluto dalla vostra pazza Mils_ che si diverte a far impazzire la gente! (?) (gioco di parole) per informazioni e ficcanasare sulla mia vita, seguitemi su twitter: @corywasmyglee
Alla prossima xoxo

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Capitolo 14
*** Lezioni di Erbologia fantasma. ***


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Lezioni di Erbologia fantasma.

Allie spense le luci, e nella stanza si diffuse il buio totale, così angosciante che dentro di me si formò un buco di paura. Mi guardai intorno, quasi spaventata, mentre cominciavo a pensare che il silenzio e le tenebre avessero risucchiato i miei amici, quando sentii un lamento annoiato da parte di Sirius, seduto accanto a me. Sospirai, sollevata. Appoggiai i gomiti sulle mie ginocchia, che erano piegate in stile indiano. Non vedevo niente, il buio fitto continuava a spaventarmi nonostante ci fossero Remus, Sirius ed Allie accanto a me, messi in cerchio, seduti sul pavimento gelido del dormitorio maschile. Allie, che continuava a trafficare insistentemente con la torcia, emise uno sbuffo, spazientita.
Ad un certo punto, la torcia di accese, diventanto un faro su cui mi aggrappai psicologicamente. Allie mise la torcia sotto il suo mento, formando un gioco di luci ed ombre sul suo volto.
  «Diamo l’impressione di essere una setta che sta per invocare un demone.» borbottai, cercando di apparire tranquilla e di mascherare il tremolio della mia voce, anche se con quel buio fitto sentivo una presenza invisibile dietro di me, pronta ad attaccare.
Strinsi le mani in pugno affondando le unghie sui palmi delle mani, seppur corte e mangiucchiate.
  «Sono pronta a correre il rischio.» disse semplicemente Allie, muovendo con fare teatrale la torcia. Sirius, quasi esasperato, fece per alzarsi, quando Allie gli puntò la torcia addosso e disse, trasformando la sua voce in stile film horror: «Non alzarti, giovane uomo.»
Io e Remus scoppiammo a ridere nervosi, mentre Sirius, alzando gli occhi in cielo, tornava a sedersi, arcistufo.
Allie si riportò la torcia in viso, cominciando a parlare: «Salve, miei coetanei. Stasera..»
  «Siamo in pieno giorno, genio.» la interruppe Sirius, mentre sfilava dai pantaloni una sigaretta e se la portava in bocca.
Allie sbuffò. «Oggi, siamo qui per diverse confessioni, che ci porteranno a svelare il mistero Pottiton..» continuò Allie, seria.
Scoppiai a ridere, appena pronunciò l’ultima parola. «Che diavolo è un Pottiton?» chiesi, mentre Remus e Sirius ridevano.
Allie, palesemente offesa da quella reazione, fece spallucce, parlando con tono fiero: «È la combinazione di Potter e Piton, inventata esclusivamente da me. Ora fatemi parlare, o dovrò andare alla parte pratica.» disse Allie, scuotendo la sua bacchetta a mo’ di minaccia.
Tornò il silenzio. Allie tossì e ricominciò il discorso che era stato interrotto.
  «Dobbiamo ricomporre i pezzi. Lily, raccontaci cosa è successo con James nelle ultime settimane.» disse lei, puntandomi la torcia addosso. Cercai di ripararmi dalla luce accecante con la mano, poi saltai direttamente sopra Allie per toglierla dalle sue mani diaboliche.
Tossii, poi cominciai a raccontare quello che ricordavo: «Da quando è tornato dopo quella sua breve scomparsa è come se avessi avuto accanto a me una persona diversa. Gli ho fatto una dichiarazione, gli ho detto che lo amo. E mi ha risposto con ‘grazie’. Sapete che vi dico? Questo non è James. Non il mio.» dissi decisa, anche se dire quelle cose mi faceva venire i brividi. Puntai la torcia verso il basso, per far luce, e vidi che Allie pensava, Sirius fumava, e Remus ci ignorava, mentre giocherellava con un batuffolo di polvere sul pavimento. Sbuffai, scocciata da quella situazione.
  «Sentite, siamo qui per parlare di qualcosa di davvero serio. Accendi quella luce e scendiamo sotto, non dobbiamo nasconderci da nessuno.» borbottai, rivolta ad Allie, alzandomi e pulendomi i pantaloni dal sedere.
Sirius e Remus mi seguirono. «Forse solo da James.» ricordò Allie, prendendo la mano di Sirius e stringendola. Sul volto di Sirius comparve un sorriso quasi riservato, mentre fissava le loro mani intrecciate, e nello stesso momento cercava con i denti di tenere la sigaretta. Forse le piaceva davvero Allie, forse potevano davvero durare, adesso. Forse non l’avrebbe più tradita, come aveva fatto per anni.
Sorrisi, a quei pensieri. Cosa m’importava? Era tutta una faccenda dei Siriallie (sì, Allie aveva inventato un nome anche per la loro coppia, pff, ridicolo.)
Seguii Remus fino in sala comune, che era deserta. Ci sedemmo tutti sui divani, e cominciammo a parlare riguardo quella discussione.
  «Non avete neanche saputo dove è scomparso per quei due giorni?» chiesi, quando la domanda mi sorse spontanea a metà conversazione.
Sirius scosse la testa, facendo ondeggiare alcuni suoi ricci, che gli poggiavano sul collo.
  «Non ha voluto parlarne, dice solo che si è fatto una passeggiata con Ramoso.» disse Remus, intromettendosi. Sirius annuì a quella risposta.
  «Beh, avete notato anche voi i suoi comportamenti diversi, no?» chiesi, quasi sull’orlo dell’esasperazione. Sirius parve un po’ confuso, quindi annuì lentamente, mentre si guardava intorno.
  «C’è sempre una specie di istinto, e questo istinto mi dice che è diverso. Cosa stava facendo prima di scomparire per quei due giorni?»
Sirius aprì la bocca, poi la richiuse. Emise solo un flebile sussurro, dicendo «Niente.»
Lo guardai torva, sentendo che tramava qualcosa.
  «Cosa mi nascondi, Sirius?» gli chiesi fissandolo, facendo sì che si sentisse in imbarazzo. Lui cercava di non guardarmi,  guardando il vuoto.
Mi alzai, presa dalla curiosità.
  «Rivelaci i tuoi oscuri segreti, Sirius Black!» fece Allie trasformandosi la voce, mentre teneva la solita torcia sotto il viso.
Sirius fece spallucce, mentre sussurrava un «Piantala Allie con quella torcia.»
Mi misi davanti a lui, fissandolo ancora di più, mentre lo scuotevo dalle spalle muscolose. Feci cenno a Remus, che si gettò sopra di Sirius, schiacciandolo.
  «Okay vabene, ve lo dico.» urlò Sirius sotto Remus. Quest’ultimo si alzò, tornando al suo posto, ed io lo imitai. Sirius tossì leggermente, e poi parlò.
  «Lily.. James sapeva che dovevi incontrarti con Severus quella notte. Era venuto lì e vi ha visti.» confessò, mettendosi le mani tra i capelli in segno di disperazione.
Sentii quella corda che mi teneva il cuore spezzarsi, avendo la sensazione di cadere nel vuoto. Mi poggiai ad divano per non cadere.
  «Mi stai dicendo che era lì? Che ha visto tutto?» chiesi a Sirius, come se la sua risposta fosse non essenziale, ma vitale. Ma alla fine che importava? Gli avevo rivelato tutto già da Madame Piediburro. L’unica cosa che mi feriva, era che non aveva detto niente, anzi, sembrava assolutamente tranquillo con quell’idea che la sua ragazza l’aveva tradito.
  «Non lo so. Poi è sparito per quei due giorni, ed è tornato così.» nella sua voce c’era paura, proprio come l’avevo io. Fece un gesto vago della mano quando disse l’ultima parola, per poi portarsela davanti gli occhi. Allie gli corse incontro, abbracciandolo e dandogli un bacio sulla testa.
Appena Sirius alzò lo sguardo per guardarmi, entrò James in sala comune. Tossì appena prima di parlare, poi si avvicinò a noi con uno sguardo confuso.
  «Fate le riunioni di gruppo senza chiamarmi?» disse, sedendosi accanto a me e mettendo un suo braccio pesante sulle mie spalle.
  «Che hai alla voce?» chiese tranquilla Allie, osservandolo mentre con una mano continuava ad accarezzare Sirius.
James la fissò, poi con una smorfia ed una scrollata di spalle rispose ridendo nervoso «Niente, solo un po’ di mal di gola, ormai l’inverno è arrivato e colpisce come sempre.»
Allie annuì, poi tornò a fissarlo tacita.
Ci furono dei secondi immensi di silenzio, poi notai che un libro sul tavolo catturò l’attenzione di James.
  «Di chi è quel libro?» disse con fare quasi ansioso. «Mio.» rispose semplicemente Remus, assente, perso nella magia del fuoco, nella sua danza irregolare e affascinante. Scrutai bene le mosse di James: non l’avevo mai visto così ansioso e insicuro. Gli toccai la spalla con la mano, per carezzarlo, ma lui balzò in aria, spaventato. Allie continuava a fissarlo scioccata, quasi con un’espressione incredula.
  «Scusatemi, sono davvero stanco e devo continuare il mio testo di Erbologia, devo ancora fare mezza pergamena. Ci sentiamo.» disse, sistemandosi velocemente. Prese il libro di Remus e poi, dirigendosi verso l’uscita, gli chiese: «Remus, posso prenderlo vero? Il mio è lì sopra, appena torno te lo riporto.»
Remus annuì annoiato, senza guardarlo.
Feci per alzarmi, per seguire Sirius ed Allie, quando mi vienne un lampo di ricordi.
  «Ehi! Ma James non frequenta Erbologia!» dissi forte, facendo voltare tutti quanti, che mi guardarono spaesati, ma consapevoli che ciò che avevo detto, era purtroppo vero.
(Remus)

Durante le notti che avevano seguito la morte di Miley, non facevo altro che sognare vecchi flashback che riaffioravano nella mia mente, anche se cercavo di buttarli via dalla memoria.
Ad aggiungersi a questo immenso dolore e tortura mentale, si aggiungeva il dolore fisico per la mia imminente trasformazione per la Luna Piena. Il dolore lacerante alla schiena cominciava a farsi sentire, insieme allo stiramento dei muscoli e all’acido lattico che percorreva nelle ossa. Il mal di testa era costante, inoltre sentivo dolore alle ossa e si presentavano continui attacchi di tachicardia. Erano anni che non sentivo questi sintomi, solo perché questa volta avevo deciso di non prendere la pozione Antilupo. Anzi, non ero io che l’avevo deciso, erano stati gli altri a decidere per me: nessuno poteva aiutarmi e, l’unica persona che poteva farlo, era stranamente scomparsa.
Mi alzai dal letto. La notte era ancora padrona del paesaggio, e la sua Luna brillava come un disco d’argento nell’oscurità, con un quarto mancante. Mancava poco alla Luna Piena.
Sospirai, chiudendo gli occhi pesantemente per favorire la concentrazione mentale, equilibrando il respiro. Niente. Il cuore continuava a battere all’impazzata, come se avessi corso chilometri. Mi accasciai al pavimento, mentre prendevo la bacchetta, che si accese appena formulai l’incantesimo d’illuminazione.
Tremante, guardai dal basso il mio comodino, cercando a alla cieca la Mappa del Malandrino, tanto per ammazzare il tempo mentre aspettavo che la tachicardia si placasse. Non riuscivo a sentire nessun materiale simile alla pergamena che avevamo maneggiato per anni. Mi alzai, poggiandomi lentamente sul letto, per evitare un’altra fitta alla testa e osservai bene: il libro che avevo prestato a James era posato lì, sul comodino, con un biglietto strappato maldestramente ai bordi, poggiato sopra il libro con su scritto ‘Grazie! - J.’. Posai via il pezzo di carta, per cercare meglio. Niente, tutto era lì presente come se niente fosse stato toccato, tutto tranne la Mappa.
(Lily)

Respirai a fondo prima di bloccare James, che passava furtivo da un corridoio del terzo piano. Lui sobbalzò quando mi vide, poi sorrise, mentre mi avvolgeva duramente un braccio tra le spalle.
  «Cosa hai fatto oggi?» chiese.
  «Ho avuto lezione di Erbologia, Incantesimi, Pozioni e Difesa.» dissi cercando di ricordare le lezioni che avevo frequentato la mattina stessa. Decisi di non parlargli della sua lezione di Erbologia ‘fantasma’, perché ero concentrata a iniziare quella discussione. Mi fermai di botto, mentre sentivo il suo sorriso svanire.
  «Tu c’eri quando mi hai visto con Piton, vero?» domandai piano, guardandolo fisso.
Lui inizialmente parve confuso, poi portandosi una mano dietro la testa rispose con un movimento di testa.
  «E perché non mi hai detto niente?» chiesi un po’ insicura.
Lui fece per parlare ma si bloccò. Poi convinto ricominciò a parlare.
  «Sapevo che per te non significava niente. Lo so che mi ami.» cercò di giustificarsi. Aggrottai la fronte, poggiando le mani sui fianchi.
  «Io ti amo, ma mi sembra solo un po’ strano..» dissi semplicemente. Lui ridacchiò divertito, poi poggiandomi le mani sulle spalle mi scrutò attentamente, fissando i miei occhi, ed io i suoi dietro gli occhiali. Erano bellissimi.
  «Cosa è successo in quei due giorni in cui sei sparito?» chiesi, cercando di tornare alla realtà. Lui ridacchiò di nuovo, poi mi prese dalle gambe, divaricandole, e si infilò in mezzo, spingendomi leggermente contro il muro, baciandomi con trasporto. Era sempre un’emozione baciarlo. Cercai di staccarmi da lui, mentre sentivo le sue labbra contro le mie curvarsi in un sorriso, ma decisi di abbandonare alla missione e poggiai le braccia intorno al suo collo, ricambiando il bacio passionale. Poi scostò le labbra dalle mie, avvicinandosi al mio orecchio, con il naso tra i capelli e la voce sensuale che mi disse: «Facciamo così: io ti dico tutto quello che vuoi sapere, ma tu devi dirmi la verità su tutto ciò che ti chiedo.»
Ammaliata, annuii. «Perfetto.» mi disse. Tolse le mani da sotto le mie cosce, facendole chiudere, mi adagiò a terra, tenendo ancora le mani sui miei fianchi.
  « Cosa è successo in quei due giorni in cui sei sparito?» dissi di nuovo. Lui sorrise, facendo di no con la testa, mettendomi un dito sulle labbra a mo’ di fare silenzio.
  «Prima inizio io, tesoro.» disse con quasi una falsa dolcezza, prendendomi una ciocca di capelli e spingendola dietro il mio orecchio. Annuii, guardandolo negli occhi con quasi una vena di timore.
  «Perché quella sera eri con Piton?»
  «Ci eravamo incontrati la sera prima per..» mi bloccai.
  «Per?»
  «Non posso dirtelo.»
  «L’hai promesso.»
Sospirai, abbassai gli occhi ma lui mi prese il mento con la mano, alzandomi il viso.
  «Abbiamo avuto una discussione con Allie, non volevo parlartene perché te ne saresti preoccupato..» mi giustificai.
Lui sorrise di nuovo, con diverse sfumature di dolcezza.
  «E per cos’era questa discussione?» chiese lui con la sua voce calma e penetrante. Iniziava a stringermi forte il mento, probabilmente senza accorgersene.
  «Il suicidio di Miley Sheped. L’arma che ha usato…» non ebbi il tempo di completare, che lasciò velocemente il mento, spingendomi ancora di più al muro e incastrandomi tra lui e la parete.
  «James così mi spaventi..» sussurrai tremando. Lui spinse ancora di più il suo corpo contro il mio, facendomi mancare il fiato.
  «Scusami tesoro.. continua
  «Il pugnale, l’arma che ha usato Miley, apparteneva a Piton. Ecco perché abbiamo avuto quella discussione. Lui ha ammesso che è stato lui a dare il pugnale a Miley.» tremai mentre lo dicevo, cercando di lottare contro la sua presa. Lui mi lasciò leggermente, facendomi prendere una boccata di aria vitale.
Prese la sua bacchetta, puntandomela sul fianco.
  «James.. che diavolo stai facendo?» questa volta imprecai, cercando di spingerlo, ma lui, sempre sorridendo, mi strinse un braccio intorno alla vita, fermandomi. Mi spinse di nuovo contro il muro, e fece aderire in modo carnale il suo corpo al mio.
  «Il pugnale non era di Piton. Il pugnale non era di Piton. Il pugnale era di Silente. È nel suo ufficio, è di sua proprietà. Piton ha cercato di salvare Miley Sheped, ma è arrivato troppo tardi.» mi disse, mentre mi sussurrava all’orecchio queste parole con sensualità, sentivo la punta della bacchetta emanare un leggero calore, facendomi rilassare in tutto il corpo.
Ripeté questa frase per altre tre volte, quando iniziai a dimenticare tutto, e a convincermi che quella era una cosa vera.
Dopo mi lasciò leggermente, facendomi prendere aria. Sorrise, soddisfatto.
  «Di chi è il pugnale?»
Sorrisi, vedendo il suo sorriso caldo e amorevole.
  «Di Silente.» dissi convinta. Lui annuì, sorridendomi e dandomi un bacio profondo.
  «Adesso mi dici che cosa è successo in quei due giorni in cui sei sparito?» chiesi, ricordandomi di quella domanda.
Lui sorrise di nuovo annuendo convinto. Mi mise una mano sulla spalla, e senza che me ne accorsi vidi l’altra mano arrivare in modo quasi disumano verso il mio viso, e poi, il buio totale.


Angolo dell’autore:
Salve miei prodi!
Avrete notato che questo capitolo è leggermente più corto rispetto agli altri, perché ho deciso di prolungare almeno un pochetto. Penso che ormai abbiate capito almeno un po’ di cosa si tratta, anche se ancora non avete visto niente, e credetemi sulla parola!
Bene, alcuni mi chiedevano quanto sarebbe durata la storia, penso che non supererà i 25 capitoli, anzi mi piacerebbe se non superassi i 20 (posso farcela daje).
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, ringrazio le ultime persone che mi hanno recensito, vi voglio bene tantissimo. Un saluto speciale alla mia recensitrice (?)
 Crookshanks_2000 (passate da lei che le sue storie sono stupende)
E seguitemi su twitter se vi va di stalkerarmi e subirvi tutti i miei scleri da fan girl e ragazza afflitta da problemi di ship e cose varie :
 https://twitter.com/Corywasmyglee

A proposito, credo che cambierò probabilmente il nome della storia in 'like a battlefield', quindi aspettatevi un cambiamento! Inoltre, adesso che so come mettere le foto nelle storie *risata diabolica* metterò un banner ad ogni inizio capitolo e se andante indietro nei capitoli (BANNER FATTO DA ME), potete trovare alcune immagini che mi hanno ispirato nella stesura dei capitoli (le ho aggiunte quasi tutte!) 
Adesso vi lascio con questa bella foto tratta dall'ultima scena tra Lily e James, xoxo Mils

 
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Capitolo 15
*** Quando l'amore ti cambia. ***


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15.
 
Quando l'amore ti cambia.

 
Aprii gli occhi di botto, quando il mio corpo si svegliò, consapevole in un certo senso di quello che era successo la sera prima. Mi guardai intorno: ero in sala comune, ed era ancora notte fonda. Mi stirai i muscoli, e cominciai a camminare, quando sentii un dolore lancinante al fianco e al collo dal lato sinistro. Tornai a sedermi all’istante, trafitta dal dolore.
Mentre massaggiavo con cautela i miei muscoli doloranti, cercai di ricordare cosa era successo la sera prima. Niente, buio totale. L’unica cosa che mi pulsava in testa, era un’affermazione: “Il pugnale è di Silente.”
Ripensai a quella frase. Era assurda, senza un filo logico, eppure mi sembrava così vera e giusta. Scossi la testa, per concentrarmi sulla sera precedente. Ancora niente. Un ricordo sfocato di James che mi sorrideva, mi baciava e mi abbracciava, e poi la fitta di dolore quando il mio corpo andò a schiantarsi col pavimento di pietra.
Mi raggomitolai nel divano, cercando di trattenere le lacrime. Ero stanca, stressata, amareggiata e triste. Lo ero da settimane, da mesi, da quando James ed io stavamo insieme. Forse era arrivato il momento, forse dovevo lasciare James, semplicemente perché ciò che ci separa è sempre stato molto più grande di ciò che ci lega. Dovevo cercare di prendere di nuovo aria, di concentrarmi di nuovo sui miei studi, e magari pensare a dove era finito Severus. O forse era arrivato il momento di dimenticare anche lui.
Ci pensai per una bella mezz’ora, fin quando non scese qualcuno dal dormitorio maschile.
Remus arrivò velocemente, scendendo gli scalini con una velocità supersonica che si era sviluppata negli anni in cui aveva salito e sceso quelle scale per mille volte.
Appena mi vide, parve risvegliarsi dai suoi pensieri. Lo guardai bene in viso: era pallido, sconvolto, quasi sembrava aver scoperto qualcosa di assurdo. Lo guardai con aria interrogativa, mentre correva da me e mi si sedeva accanto, mettendosi le mani tra i capelli a mo’ di disperazione totale.
«Che diavolo succede?» chiesi, esitante, poggiandogli una mano nella spalla.
«Mi sento come se dovessi morire da un minuto all’altro.» confessò, con la voce rauca.
Esitai, trattenendo il fiato.
«Sarà domani?» chiesi. Lui annuì leggermente.
«C’è sempre la Stamberga Strillante, puoi metterti lì e portare con te James, Sirius e Peter.» dissi con tono rassicurante.
«Sì, ma il dolore non cambia. Mi sta spaccando in due, e tanto per cambiare ed aggiungere qualcosa alla lista delle cose che mi fanno incazzare, la Mappa del Malandrino è scomparsa.» aggiunse, come se non vedeva l’ora di annunciare quella notizia. Sussultai. Era impossibile, l’avevano da anni e adesso era scomparsa!
«Forse l’hai lasciata da qualche parte e adesso non ricordi dove l’hai messa. Hai cercato..» ragionai, ma Remus si alzò di scatto, furioso.
«No Lily, non c’è da nessuna parte!» ringhiò, e quasi mi parve di vedere il lupo che viveva dentro di lui. Annuì leggermente, cercando di sembrare impassibile: da alcuni anni avevo capito come si sentiva, e discriminarlo o evitarlo sarebbero state una cosa orrenda e disgustosa. Gli accarezzai la spalla, dicendogli solo: «La troveremo, te lo prometto.»
Lui restò in silenzio per alcuni minuti, poi quando parve ritornare alla realtà, mi confessò: «Va tutto male da quando è tornato lui. Va tutto di merda. Sembra come se uno spirito maligno si sia impadronito delle circostanze, facendocela pagare per tutto.»
Capii che si riferiva a James. Ed era vero, tutto andava male da quando era ritornato.
Decisi di non rispondere, e andai a toccare un altro argomento.
«Sono iniziate le indagini per la morte di Miley?»
«Sono iniziate da giorni, ma non si sa niente. Si sa solo dell’arma del delitto.»
«Il pugnale è di Silente.» dissi senza nemmeno pensare. Lui fece una smorfia e mi guardò sconvolto.
«Cosa?» chiese incredulo.
«Il pugnale è di Silente.» ripetei, convinta di quell'affermazione.
«Non dire scemenze Lily.» ribadì, ignorandomi. Mi sentii offesa.
«Non è vero! Il pugnale è davvero di Silente, non contraddirmi!» dissi arrabbiata. Lui spalancò gli occhi mentre mi fissava, incredulo.
«Non sai quello che dici..» cercò di giustificarsi lui, tornando ad ignorarmi. Decisi di stare in silenzio, avrei potuto far valere le mie idee davanti ai professori o magari davanti a tutta la scuola, o riferire quella notizia importante agli Auror che eseguivano le indagini.
 «Adesso vado.. e non spargere in giro notizie false come questa, potresti mettere in pericolo gente innocente.» disse lui, e poi salì.
Non lo ascoltai, ero troppo convinta di quella notizia che dovevo condividerla con qualcuno: mi alzai ed andai a svegliare Allie.
Allie si svegliò dopo alcuni minuti, ovviamente dopo che le avevo girato in torno pronunciando il suo nome a raffica. Lei si mosse sul letto emanando grugniti, che si trasformarono in parole poco carine nei miei confronti.
Fremevo dalla voglia di raccontarle quella notizia, così mi sedetti sul suo letto ed aspettai che — con molta lentezza — si tirasse su a sedere nel letto.
Fece una faccia interrogativa, ed io cominciai a parlare.
«Allora, prima che io cominci a parlare, prometti che ti fiderai di me?» chiesi esitante. Lei sbadigliò.
«Di questi tempi non so più di chi fidarmi, e poi cazzo Lily, è notte fonda!» disse semplicemente, poi alzò le sopracciglia in segno di curiosità, così continuai.
«Bene, ricordi il pugnale di Serpeverde? Quel pugnale di categoria stronza, che ti fa fare cose assurde?» chiesi. Lei annuì con vigore.
«So di chi è, so chi è stato a darle il pugnale.»
Lei spalancò la bocca stupita, e si alzò ancora di più a sedere, incrociando le gambe e sporgendosi verso di me.
«Silente.» pronunciai, con un tremito alla voce per la troppa emozione.
Lei alzò in sopracciglio, delusa, e abbassò le spalle. Poi scoppiò a ridere.
«Che diavolo dici Lily? Non dire cose del genere.» mi rimproverò lei, allontanandosi delusa e alzandosi dal letto. Ebbi l’istinto di colpirla, di dirle che avevo ragione io.
«Stammi a sentire Allison, io non ho voglia di scherzare e tu mi stai facendo arrabbiare. È la verità cazzo, perché non volete credermi?»
Allie si voltò sentendo pronunciare il suo nome.
«Non chiamarmi Allison ti prego, è un nome orrendo.» disse, ignorando completamente la mia idea.
«È il tuo nome. E poi perché non mi credi?» continuai io, ignorando la sua richiesta.
«Perché non sai quello che dici cazzo, ma ti rendi conto di ciò che stai dicendo? Incolpi gente innocente!» si difese lei, con aria assolutamente tranquilla. Con un gesto minimale prese la sua bacchetta. La imitai, stringendo la mia da dietro la schiena.
«Posa quella bacchetta Lilian.» notò che fremevo dalla voglia di aver ragione.
«Il pugnale è di Silente.» affermai a denti stretti.
Socchiuse gli occhi con aria di sfida, poi li riaprì con aria sarcastica «Ed io sono la versione da donna di Merlino.» si voltò, andando verso l’uscita.
L’unico impulso che mi venne fu quello di puntarle la bacchetta contro. Il mio bracciò si alzò velocemente, prendendo la mira.
Il tempo per scaraventarle contro l’incantesimo, che lei si abbassò con velocità, facendo infrangere l’incantesimo contro la porta, e ricambiando il mio con uno Schiantesimo alterato. Finii sopra il letto, battendo contro il materasso e un pezzo di legno del baldacchino.
Lei si avvicinò a me sconvolta.
«Che diavolo ti è preso? Cazzo Lily, va bene per scherzo con degli incantesimi di merda, ma stavi per farmi del male!» disse indignata.
«Mi dispiace, ma non sono pronta a lasciar perdere le mie idee.» mi difesi. Lei restò qualche secondo a fissarmi, poi corse verso l’uscita, sbattendo la porta e lasciandomi riflettere su ciò che avevo appena fatto.

(Sirius)

«Sta succedendo qualcosa di davvero troppo strano per stare qui tranquilli a fumare.» Allie corse agitata verso il mio letto. La notte era ancora fonda, la Luna brillava nel cielo quasi piena. Allie si gettò accanto a me, abbracciandomi forte. Ricambiai il suo abbraccio, e la sentii tremare. Nascose il viso nell'incavo tra il collo e la spalla, e sentii che mi baciava leggermente la pelle, con le sue labbra morbide.
«Che succede?» chiesi confuso.
«Lily. Ha appena cercato di mandarmi qualche incantesimo che non sono riuscita ad identificare. Le sta succedendo qualcosa, così come a James.» disse tremante, guardandomi seria negli occhi.
Le parole mi morirono in bocca. Non riuscivo a pensare al fatto che James e Lily fossero cambiati così in fretta.
«Lily.. continuava a dire che l’arma usata per il suicidio di Miley Sheped era di Silente.» Allie era davvero preoccupata.
«E non è così, vero?» chiesi in cerca di una risposta concreta. Lei fece di no con la testa. Sospirai.
«L’arma è di un Piton che è scomparso da troppi giorni.» constatò Allie.
Sospirai, stringendola ancora più forte. Chiusi gli occhi.
«Dimentichiamoci del resto del mondo per un po’ di secondi, voglio solo pensare a noi, ad io e te. Possiamo dedicarci qualche minuto?» chiesi, guardandola. Lei sorrise tristemente, con quei occhi verdi pieni di incertezza. Mi strinse il volto tra le mani, e mi baciò con eleganza, provocandomi l’ennesimo brivido alla schiena. Ne ero certo, l’amavo.

 
(Lily)

Restai a fissare le mie mani per alcuni minuti. Il freddo della notte era pressante, come se fosse obbligatorio aver freddo. Guardai verso la scala a chiocciola del dormitorio maschile, e pensai ad Allie che non si era più fatta viva dopo che era scappata da me, sicuramente rifugiandosi da Sirius.
Misi la testa fra le mani, sentendo di dover piangere, ma l’unica cosa che uscì fu un lamento forzato. Non provavo niente, a parte il solito incessante mal di testa. Ero quasi indolore, non avevo più emozioni.
Sospirai, in cerca di qualcosa da fare. Mi alzai, guardandomi intorno, stringendo forte la mia bacchetta con la mano. Era arrivato il momento che il pugnale trovasse un vero e proprio possessore.
James mi aspettava davanti alle scale, con il suo Mantello dell'Invisibilità tra le mani. Appena uscita lo abbracciai forte, stringendomi a lui e dandogli un bacio.
«Come faccio a resisterti quando poi mi baci così?» ansimò, stringendomi dai fianchi. Sorrisi.
«Andiamo, ci sono degli Auror che ci aspettano.» disse lui, stringendomi il braccio. Lo seguii con fiducia, fino a quando non mi portò fuori, verso la Sala D’Ingresso.
«Qualche altro metro e ci possiamo Smaterializzare.» mi fece notare. Oltrepassammo il confine di Hogwarts sotto il Mantello, curvandoci come vecchi per entrare sotto il Mantello, poi lui si mise davanti a me, fissandomi. Strinsi la sua mano, e in un attimo mi ritrovai ad Hogsmeade. Ormai la Materializzazione non faceva più un effetto negativo, dopo tanta pratica.
Il paesaggio era ricoperto di neve, la temperatura sotto lo zero. Mi strinsi nella mia giacca, ed andai verso i Tre Manici di Scopa, dove gli Auror ci aspettavano.
L’aria calda dei Tre Manici di Scopa mi fece rilassare di più. La cosa bella di quel posto, era che non chiudeva mai. Gli Auror, seduti nel bancone, bevevano con lentezza il loro Idromele. Erano due, un uomo alto quanto me, capelli castano scuro a spazzola, occhi verdi. Il suo compagno era più alto di James, con gli occhi scuri e i capelli corti neri.
«Lei è il signor Murder, e lui il signor Clayton, immagino.» disse James, stringendo la mano ad entrambi, che lo scrutavano con severità e freddezza.
Li salutai con un cenno del capo, poi seguii James mentre li faceva accomodare in un tavolo nascosto dietro le scale.
«Bene, perché avete richiesto con tanta insistenza un incontro?» chiese l’uomo più basso, mentre appoggiava i gomiti sul tavolo. Aveva la voce molto fredda e distaccata.
«La signorina Evans ha delle testimonianze da farvi presente: lei sa di chi appartiene il pugnale. Ma prima, ecco prendete, un bel bicchiere di prelibato Idromele» disse James, offrendogli due bicchieri pieni di liquido scuro simile al ramato. Mentre bevevano con gusto, mi drizzai a sedere, pronta a fare la mia parte.
Entrambi mi fissarono con attenzione.
«Volevo dimostrarvi come il preside della scuola, ovvero il professor Silente sia il possessore del pugnale.» dissi con incertezza, poi ricordai che questa era la cosa che desideravo di più.
«Il pugnale è un oggetto molto oscuro, da recenti ricerche ho personalmente scoperto che trae potere dagli dalle pulsioni di una parte inconscia della mente. Questo fa sì che qualsiasi desiderio minimale esposto dall’inconscio venga realizzato con molta potenza, quasi come se il pugnale avesse una mente propria. Sicuramente Miley avrà avuto un piccolo pensiero, ma quando si ha in mano il pugnale e si pensano certe idee, esse vengono amplificate e non si ha più scampo.» mentre parlavo gli Auror annuivano.
Chiusi gli occhi, poi li riaprii con decisione «Noi sospettiamo che il pugnale sia di Silente perché nessuno in precedenza lo possedeva se non lui: ha sicuramente fatto sì che la povera ragazza lo trovasse. Il pugnale è chiaro: “La persona che lo tramanda vuole appunto che il suo erede uccida di proposito.” È scritto sulle ricerche. Potete benissimo controllare le fonti, Silente è stato il penultimo a possedere il pugnale, e lo possiede ancora adesso. Potrebbe toccarlo e accadrebbe il pandemonio più totale, conoscendo la forza del pugnale.» conclusi il mio discorso.
Gli Auror restarono in silenzio.

 
(Allie)

Scesi velocemente le scale, e andai in sala comune. Il fuoco ardeva quasi con una gioia sovrannaturale, scoppiettando e danzando velocemente. Non c'era nessuno, la sala deserta e illuminata come al solito dalla luce del fuoco, che veniva amplificato dai colori rosso ed oro. La notte stava dando il cambio al giorno, e l'alba creava sfumature delicate ed eleganti al cielo, dipingendolo di rosa e arancione.
Uscii dal buco del ritratto della Signora Grassa, e scesi velocemente le scale, fino a trovarmi davanti alla Sala Grande. La scuola era deserta, sicuramente tutti gli studenti dormivano. Sospirai, cercando qualcosa da fare, mentre svolgevo la mia quasi quotidiana passeggiata mattutina. Iniziai a giocherellare con la mia sciarpa, quando sentii una risata familiare. Sentii anche la voce di James, molto bassa ma comunque notevolmente tranquilla. Per istinto mi nascosi dietro le scale, sperando che non cambiassero da un momento all'altro, come sempre facevano.
James teneva Lily sotto il braccio, e lei gli stringeva la mano, guardandolo negli occhi con passione, quasi come se solo a guardarlo sarebbe potuta bruciare.
«Che rimbambiti quegli Auror, li abbiamo presi nel sacco in due secondi, bastava solo parlare con maestria che ci sono cascati!» rise Lily, tenendo dentro la voce una nota più bassa, più sensuale. Strinse il braccio intorno alla stretta vita di James, e lui la baciò nella fronte.
«Il nostro piano è perfetto: usiamo quei due idioti per prendere Silente, e il gioco è fatto.» le ricordò James, mentre Lily lo guardava soddisfatta.
Trattenni un sussulto, solo per evitare di farmi scoprire. Mi coprii il respiro con la mano, per non farmi sentire. Avrei voluto andare da entrambi e chiedergli spiegazioni.
Prima di correre da Sirius, decisi di ascoltare qualcos'altro, in tal caso mi fosse tornato utile.
James baciò Lily con trasporto, con foga mentre lei gli si aggrappava al bacino, divaricando le gambe.
Avrei potuto scambiarlo per un porno live, se non fosse stato che quella era la mia migliore amica e che le stava succedendo qualcosa di strano. James intrappolò contro il muro Lily, che si stringeva alle spalle di lui, mentre lo baciava con forza, quasi con aggressività, o forse semplicemente con troppo piacere.
Lily gemette lievemente, mentre James lasciava cadere a terra il suo mantello, restando soltanto con la camicia a coprirgli la parte superiore del copro. Si staccò dalla bocca di Lily, ridendo e sussurrandogli parole all'orecchio. Lei rise.
Tesi le orecchie in ascolto, aspettando di ricevere qualche informazione, quando quei due avrebbero deciso di smettere di simulare un porno live.
Alla fine ci rinunciai, così feci per andarmene quando sentii che James rideva ancora e cominciava a parlare.
«Se non fosse stato per quella pozione anti-idea a quest'ora non saresti stata così passionale e sexy. Mi piace questa nuova Lily.» disse lui, leccandogli la pelle del collo, proprio dove scorreva l'arteria.
«Oh, sta' zitto.» Lily inarcò il collo all'indietro, esprimendo il suo piacere in un gemito mentre lui le tastava il corpo.
Trattenni il respiro, sconvolta. Mi allontanai lentamente, senza far rumore. Poi, quando salii le scale, corsi verso la sala comune dei Grifondoro. Sirius doveva sapere alcune cose.



Angolo dell'autore:

Holaa tesori! Come va? Spero bene, perché per me è NO. Vorrei dirvi di più, ma la mia mente QUASI COMPLETAMENTE depravata da tutte le FF, saghe, e serie tv, non mi sta più facendo ragionare. Vi dico solo che ho cominciato una nuova serie tv che mi ha PRESA da morire, si chiama The Vampire Diaries (ho appena finito la seconda stagione, waa), e boh, se magari nel mio profilo in futuro troverete qualche fanfiction dedicata a TVD o al mio pg preferito (damon lol) sapete il perché.
ANYWAY, scusate se mi sto dilagando troppo sfiorando argomenti che non centrano una mazza, eccovi qua gente. Io ringrazio davvero chi è arrivato fino a qui, perché *rullo di tamburi* questo è il penultimo capitolo. Sinceramente, sapendo cosa vi aspetterà nell'ultimo capitolo, credo proprio che scapperò da voi nascondendomi in Messico e cambiando il mio nome in Pepita.
Comunque, ringrazio la mia bella
Crookshanks_2000 per avermi seguita fino a qui (se avrà ancora la voglia di leggere), è davvero un tale sollievo e piacere vederla recensire. Ovviamente non sto facendo preferenze, semplicemente voglio ringraziarla perché è l'unica che è rimasta con me a leggere la storia until the end. Ma ovviamente ringrazio davvero tutti, i recensitori (sisi, lo so che si scrive recensori, ma voglio permettermi di uccidere un po' di grammatica perché mi sento un po' giù pensando che questa storia è già quasi finita.)
Ma comunque, non voglio annoiarvi troppo con i miei pensieri tristi e allegri (vanno ad alternarsi), quindi preferisco spostare i saluti a tutti i recensitori all'ultimo capitolo, sì, ringrazierò TUTTI, quindi preparatevi ad un elenco bello e buono. Una piccola curiosità di cui sicuramente non vi fregherà niente è che metterò L'Angolo dell'Autore all'inizio del capitolo successivo, tanto per creare più atmosfera triste (vi amo lo stesso anche se mi odierete).
Quindi ci sentiamo, ho già iniziato a scrivere il capitolo successivo, quindi uscirà entro la prossima settimana su per giù. STAY TUNED! Un grande bacio, dalla vostra Mils.

PS: come al solito, se volete stalkerarmi e leggere i miei scleri, controllate il mio twitter:
https://twitter.com/Corywasmyglee

Vi lascio con questa bella foto, vi voglio davvero tanto bene amori miei.
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Capitolo 16
*** E le tenebre trionfarono. (parte 1) ***


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16.

E le tenebre trionfarono.
 
Cari lettori, come sicuramente avrete capito, ho deciso di dividere l'ultimo capitolo in due parti, tanto per farvi durare di più questo mondo creato da me (in parte, il merito è della Rowling). Spero che la prima parte possa piacervi, avevo scritto il capitolo tutto intero, ma poi la mia parte crudele ed egoista ha trionfato spezzandolo in due. Il prossimo capitolo spetterà un po' ad uscire, ma non supererà le due settimane (se sempre il mio buon animo non mi persuada a pubblicarlo prima), quindi STAY TUNED! Nel frattempo, sono rimasta molto delusa dal numero delle recensioni del capitolo precedente.. OH ANDIAMO :( stavamo andando benissimo, amavo le vostre recensioni, quindi mi aspetto un botto di recensitrici e recensitori qui (?)
Un bacione e a presto,
Mils.
-

Corsi a velocità massima, oltrepassando con adrenalina e paura allo stesso tempo le scale, sfrecciando davanti ad alcune persone che si trovavano tra le scale, entrai velocemente in sala comune, che era ancora vuota, salii le scale per il dormitorio dei maschi ed entrai senza aspettare di bussare.
Sirius era seduto nel suo letto, mentre fumava l'ultimo pezzo di sigaretta.
Con il fiatone corsi verso di lui. Mi fissò con il viso allarmato, alzandosi e venendomi incontro.
«Che succede? Siediti.» mi suggerì, ma lo strattonai, facendo di no con la testa.
«Non c'è tempo. Stavo camminando e ho sentito Lily e James, hanno un piano in testa, è un casino.» soffiai, mentre Sirius spalancava gli occhi interessato e stupito.
«Che diavolo significa?» chiese lui.
Cercai di respirare a fondo, chiusi gli occhi, poi lo guardai con decisione.
«Lily e James vogliono incastrare Silente, tramite degli Auror a cui hanno probabilmente fatto il lavaggio del cervello.»
«Quando accadrà?» chiese lui, inquieto. Prese i suoi pantaloni, si mise addosso la camicia, e mi prese una mano, tirandomi.
«Non lo so, questo non lo so. Ma c'è di più. Lily, è sotto effetto di una pozione, per questo si comporta così. È la pozione Anti-Idea, non so cosa sia, quindi dopo aver trovato qualcuno andrò in biblioteca.»
Si accese un faro di speranza, il suo viso si illuminò per qualche secondo «Quindi anche James?»
Feci per parlare, ma in realtà non avevo nulla da dire, perché non lo sapevo.
«Probabilmente sì. Dobbiamo cercare l'antidoto per questa pozione. Tu frequenti il corso di pozioni, vero?»
chiesi sperando in un sì. Lui sorrise imbarazzato, poi fece di no con la testa.
«Cazzo, come facciamo adesso? Remus se non sbaglio..» ricordai.
«Remus è mezzo morente, stasera sarà un lupo mannaro, non credo sia in condizioni di poter fare una pozione.» disse lui.
«Allora troveremo qualcun'altro. Nel frattempo vai a parlargli, dobbiamo trovare anche l'antidoto per la Pozione Polisucco.» ordinai, mentre uscivo dal suo dormitorio.
«Pozione Polisucco?» chiese facendo una faccia interrogativa, mentre mi seguiva per sapere la risposta.
Mi fermai sulle scale, voltandomi verso di lui: «Secondo te il vero James farebbe mai una cosa del genere?»
Vidi il suo viso oscurarsi.

(Sirius)

Corsi a cercare la Mappa del Malandrino nel comodino di Remus: non c'era. Mi guardai intorno, poi formulai un «Accio Mappa!» ma non successe nulla.
Mi accontentai, così decisi di scendere a cercare Remus chiedendo in giro. La sala comune si era riempita, le lezioni stavano per cominciare. Chiesi in giro, ma nessuno sapeva dove fosse. Misi le mie mani tra i capelli, in segno di pura e totale disperazione. Poi ricordai.
Corsi verso il quinto piano, cercando attentamente ovunque, e lo trovai. Accovacciato a terra, con il viso contro il muro come se fosse stato punito. Continuava a gemere di dolore.
Mi avvicinai lentamente, sedendomi accanto a lui.
«Lunastorta, riesci a sentirmi?» sussurrai pianissimo. Sapevo che se parlavo normalmente, sarebbe impazzito di dolore, semplicemente perché quando si diventa lupo mannaro, tutto si amplifica: l'udito, l'odore, la forza, il dolore.
Lui annuì, strisciando la base della fronte sul muro. Gli posai la mano sulla spalla lentamente.
«Lunastorta, ricordi l'antidoto per la pozione anti-idea?» chiesi con calma. Sapevo che questa domanda l'avrebbe fatto alterare, l'avrebbe infastidito, ma non avevo altra scelta.
Vidi una vena gonfiarsi d'impulso dal suo avambraccio, poi strinse con forza la mano in pugno, facendo di no con la testa. Poi aprì la bocca, e parlò piano, quasi come se fosse strozzato.
«Il..mio libro.. di.. pozioni.» sussurrò. Capii.
«Vai alla Stamberga Strillante e resta lì. Verrò a prenderti tra qualche minuto.» dissi. Lui annuì piano con la testa. Sapendo che voleva restare da solo, evitare di essere visto in quelle condizioni, andai via, verso la sala comune dei Grifondoro.

Il baule di Remus era ordinato, e trovare il suo libro di pozioni all'istante fu un sollievo. Mi sedetti sul letto ed iniziai a sfogliarlo, cercando con attenzione ogni singola ricetta, nella zona Antidoti. Trovai l'antidoto alla pozione Anti-Idea, ma nulla riguardo all'antidoto della Polisucco. Chiusi il libro, e proprio in quel momento cadde dall'ultima pagina un foglietto strappato, sicuramente intrappolato nella copertina rigida viola.
La ricetta dell'antidoto alla Pozione Polisucco era scribacchiata velocemente, ma leggibile, con una dedica alla fine.
'Ricordati di imparare a memoria la ricetta. Può tornarti utile quando devi smascherare certi impostori. Ti voglio bene. -Lily'
Sospirai, guardando quel foglietto. Lo infilai nella tasca, strinsi il libro tra le mani e andai a cercare Allie.

(Allie)

Alicia Norms stava seduta nella Sala Grande insieme a Olga Lorks, mentre parlavano con vivacità, sghignazzando ogni tanto. Corsi verso di loro, con il fiatone. Entrambe mi guardarono con curiosità, quando videro la mai faccia allarmata.
«Allie che succede?» chiese Alicia. Mi misi tra loro due, e prendendo fiato dissi: «Ragazze dovete farmi due favori. Se accettate, farò qualsiasi cosa per voi, vi prego.» le supplicai.
Olga strinse la mano intorno al mio braccio e annuì.
«Mi hanno detto che voi due siete le migliori nel campo delle pozioni qui a scuola.» dissi, cercando di lusingarle.
Loro sorrisero, dandosi una gomitata nello stomaco a vicenda.
«Dovete farmi due pozioni al più presto. Vi pagherò, vi farò qualsiasi favore, ma vi prego di farlo.» chiesi.
Alicia annuì con la testa, poi alzò le sopracciglia in attesa della mia richiesta.
«Mi serve un antidoto alla pozione Anti-Idea, e l'antidoto della Polisucco.» dissi. Le loro facce si fecero molto serie.
«Entro stasera.» conclusi. Loro scoppiarono a ridere.
«Cosa c'è da ridere? Non è uno scherzo!» ringhiai. Andavo troppo di fretta, e loro stavano ridendo di me.
«Allie è impossibile fare questi due antidoti in un giorno.» disse Alicia.
«Ho qui le ricette. L'antidoto alla Anti-Idea ha durata di fermentazione di 8 ore, l'antidoto alla Polisucco fermenta in 10 ore. Possiamo farcela se cominciamo adesso. È una questione di vita o di morte, credetemi sulla parola.» dissi esasperata, mettendo nelle loro mani le ricette. Loro le strinsero, poi mi annuirono.
«Ci vediamo dopo. Credo che ce la faremo entro la prima serata. A stasera.» fece Olga. Le ringraziai con un abbraccio, poi andai in biblioteca.


La Biblioteca era piena di gente: chi correva a prendere un libro, chi cercava di finire un testo da consegnare, chi chiacchierava piano, chi posava dei libri.
Corsi come una freccia nella sezione Pozioni, e presi un sacco di libri.
Mentre cercavo di concentrarmi sulle letture, sentii una presenza davanti a me, che poi tossì per richiamare la mia attenzione. Decisi di non distrarmi, così lo ignorai.
«Quanto siete gentili voi del Grifondoro.» disse una voce annoiata. Alzai un attimo gli occhi, e vidi che Michael, l'ex di Lily, era appoggiato alla libreria di legno davanti a me.
«Che diavolo vuoi Michael?» dissi infastidita, mentre tornavo a cercare in un altro libro.
«Sai, io e Lily abbiamo fatto un patto qualche mese fa.» iniziò a parlare lui. Alzai un mano in segno di fermarsi.
«Senti non me ne frega niente di ciò che avete fatto tu e Lily. Ora per favore, se non hai niente da dirmi oltre a cosa porta la pozione Anti-Idea, gira i tacchi e vattene, non ho tempo da perdere con te.» dissi mentre continuavo a sfogliare con furia i libri. Lui si allontanò leggermente, poi voltando le spalle disse: «Non troverai niente lì sulla pozione Anti-Idea.»
Mi fermai guardandolo. «Tu sai cos'è? E sai dove posso trovare un libro che spiega cosa sia?» lo fermai stringendogli un braccio. Lui si voltò con un sorrisetto.
«Secondo te perché sono un Serpeverde? Hai sbagliato titolo, idiota.» disse lui, voltandosi.
«Cosa devo cercare?» mi misi davanti a lui.
«Un bacio, una risposta.»
«Non ti darò un bacio per sapere la risposta!» dissi indignata. Lui fece spallucce e andò via. Lo rincorsi.
«Dimmelo ti prego, fallo per Lily!» lo scongiurai.
«Almeno solo toccarti?» disse lui, alzando un sopracciglio e sorridendo maliziosamente.
«No!»
Lui sbuffò, arrendendosi. «Okay, devi cercare qui.» disse, alzandosi sulle punte e prendendo un libro in alto. Non ci sarei mai arrivata, se persino per Michael serviva alzarsi sulle punte. Lo ringraziai cacciandolo via, e cominciai a leggere.
Il libro si chiamava Teoria di Pozioni. Mi feci forza e aprii, per leggere cosa avevano fatto alla mia migliore amica.

Appena chiuso il libro restai qualche istante a rimuginare su ciò che avevo appena letto. Rimasi ferma come un sasso, ad aspettare che qualcuno mi riportasse alla vita reale. Come poteva una persona fare così male ad un'altra?
Sospirai, incredula. Sirius era andato da quelle due ragazze per vedere come procedevano i lavori, io ero rimasta a leggere il resto delle oscenità che avevano inflitto a Lily e sicuramente a quei due Auror. Poteva James fare una cosa del genere? No, non l'avrebbe mai fatto. Non era in lui, non avrebbe mai fatto tutte quelle cose.
Sospirai, completamente presa dal panico. Il piano non avrebbe mai funzionato, e questo lo sapevo non perché ero una persona palesemente negativa.

(Remus)

La giornata era trascorsa molto lentamente, o forse semplicemente perché chi prova dolore non si diverte molto, cosa per cui, le giornate non passavano velocemente. Non facevo che gemere di dolore, spesso urlare per le fitte improvvise alla schiena, tremavo e non riuscivo ad emettere nessun suono all'infuori di ringhi animaleschi. La voglia di piangere non era mai stata così alterata. Il mal di testa peggiorava ogni ora di più fino a quando, verso il pomeriggio tardo, il dolore fu così grande che ebbi un attimo di sollievo, quasi come se si fosse calmato. In realtà mi sentivo come se fossi entrato in uno stato di completa trance, dove tutti i sensi erano immobilizzati tranne quello del tatto. Riuscivo a percepire le cose ancor prima di toccarle. Mi accasciai a terra, al freddo muro di pietra del primo piano. Dovevo farcela da solo, arrivare fino alla Stamberga Strillante da solo.
Uscii fuori un gemito che si trasformò in un ringhio. Mancavano solo poche ore, o forse solo questione di troppi minuti.
Il respiro si faceva sempre più corto. Mi rialzai, ma alla fine la vista si appannò completamente, ed io sbagliai il colpo. Mentre i miei piedi mi lasciavano andare, e la mia mano sbagliava la direzione del muro, appoggiandosi nel vuoto, mentre cadevo a terra perdendo i sensi, una mano mi trattenne, risollevandomi e portandomi fuori, verso il Platano Picchiatore, salvandomi da un totale collasso. Era Sirius.

 
(Sirius)

Provai un certo dolore emotivo nel vedere uno dei miei migliori amici tra le mie braccia quasi come se fosse morto. Peter Minus mi stava davanti tenendo Remus dai piedi mentre giaceva completamente silenzioso tra le mie braccia. Aveva perso i sensi. Usciti dalla scuola corremmo velocemente verso la Stamberga Strillante. Fu un attimo, Peter lasciò andare Remus delicatamente, fece un giro su se stesso e divenne un ratto. Corse alla velocità massima mentre il Platano cominciava a muoversi con furia, riuscendo a schivare tutti i colpi dei rami. Premette quel piccolo rilievo dell'albero, e quest'ultimo si fermò velocemente. Strinsi forte Remus, mentre lo trascinavamo lì sotto con delicatezza.
La Stamberga era una casa completamente vuota e sotterranea usata per dare riparo a Remus una volta trasformatosi. Era tutta buia, con alcuni spifferi di luce da qualche parte. Ma adesso, che era il tramonto, entravano spicchi di luce arancione, che presto avrebbero dato spazio alla Luna.
Remus restava ancora immobile. Probabilmente la sua fase di transizione stava iniziando. Ci guardammo con Peter, lo prendemmo e lo legammo alle catene di ferro. Era quello che sicuramente il povero Remus avrebbe voluto, controllarsi per non creare pericolo. Legammo le catene alle sue caviglie, polsi e al suo busto, anche se sicuramente con la forza da licantropo le avrebbe distrutte.
«Serviranno solo per trattenerlo per qualche ora, poi lui le staccherà completamente.» dissi sicuro a Peter, mentre lui cercava di legarle il più stretto possibile.
Appena finito il capolavoro, guardammo Remus svenuto a terra, con la testa piegata di lato, e legato al muro.
«Okay adesso aspettiamo. La Luna sorgerà tra qualche ora.» dissi controllando l'orologio. Peter annuì, sedendosi di fronte a Remus. Lo imitai, quando ad un certo punto sentii dei colpi dal piano superiore.
Mi alzai di scatto, guardando con attenzione intorno a noi.
Peter mi imitò, osservando attentamente.
«Che diavolo è stato?» chiese tremante.
«Non lo so. Sarà qualche uccello o qualche gatto, tranquillo.» dissi tornando a sedermi. Peter indeciso, controllò fuori dalla porta.
Un altro colpo, più forte del precedente e poi un altro e un altro ancora. Peter balzò in aria dallo spavento.
«Cazzo Sirius, qui c'è qualcosa che non va. Non dovrebbe esserci nessuno, lo sai.» disse lui tremante.
«Okay andiamo a controllare sopra.» strinsi forte la mia bacchetta. Dovevo ammetterlo, avevo paura. In quella casa sotterranea disabitata, sentire rumori era inquietante.
Salimmo le scale scricchiolanti, facendo attenzione a non mettere troppo peso su un piede solo, quando in un secondo ci ritrovammo al piano superiore. Le stanze erano poche, circa 4. Nella prima vi era solo un tappeto rosso sbiadito, una finestra e un lettino tutto rotto. La seconda era vuota. La terza era piena di legni spezzati e mobili rotti, e la quarta era simile alla prima, con una finestra, un tappeto e un armadio, ma senza letto. Guardammo bene: non c'era nulla. Quando stavamo per un uscire, sentimmo un altro colpo, e questa volta quel cacasotto di Peter si aggrappò a me mentre si guardava intorno. Il rumore era un tonfo, proveniente dall'armadio della quarta stanza. Con molta lentezza mi avvicinai all'armadio, lo aprii piano. Quando le testate dell'armadio furono del tutto spalancate, il respiro mi si fermò tutto d'un tratto. Sentii il mio stomaco esplodere, il mio fiato consumarsi, la mia voce morire in bocca. Peter urlò, io restai fermo impassibile, mentre davanti a me, in quell'armadio, un James bendato ed incatenato si dimenava con tutte le forze che gli erano rimaste in corpo, mentre dagli occhi gli cadevano fiotti di lacrime e dai tagli nel viso fiotti di sangue.


 
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Capitolo 17
*** E le tenebre trionfarono. (parte 2) ***


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17.

E le tenebre trionfarono.

 
Peter per poco non scappò dall'impatto per quella visione. Lasciai cadere per lo shock la mia bacchetta a terra, mentre cercavo di liberare James dalle catene. Lo accasciai a terra. Gli tolsi le bende dalla bocca e lui prese una boccata d'aria gratificante.
«James?» dissi soltanto quando la voce tornò. Lui mi guardò con gli occhi pieni di lacrime.
«Felpato..» sussurrò senza voce, mentre anche lui stava per perdere i sensi. Mi voltai con ferocia verso Peter: «Prendimi qualcosa, un recipiente, qualsiasi cosa, svelto!» dissi mentre James iniziava a chiudere gli occhi. Peter prese una ciotola piena di polvere, la pulì con l'orlo della maglietta e me la porse tremante. Presi la bacchetta, sussurrando: «Aguamenti!» e un getto di acqua fresca uscì dalla punta della bacchetta. La poggiai sulle labbra socchiuse di James, incitandolo a bere.
All'inizio non si mosse, poi cominciò a bere lentamente, con mio enorme sollievo.
«Peter, corri al castello, chiama Allie! Va a prendere del cibo. CORRI! Non dirlo a nessuno, se Remus si trasformasse e qualcuno lo vedrebbe sarebbe il finimondo!» urlai, e Peter corse subito, trasformandosi in Codaliscia. Poggiai James al muro, mentre gli scioglievo le catene con un Incantesimo. Guardai i suoi polsi: erano rossi e pieni di sangue pestato, sicuramente per tutte le volte che aveva tirato le catene. I lati della bocca erano due ferite aperte, per la benda di stoffa che aveva tra le labbra.
Il suo volto era pieno di ferite, sporco e bagnato per le lacrime. Presi la benda che aveva nella bocca e la bagnai con l'incantesimo Aguamenti, poi gliela poggiai in viso, pulendoglielo.
Non potevo credere che James era davanti a me, mezzo morto.
«James, James guardami, non chiudere gli occhi!» dissi mettendogli le mani fra il viso.
Lui annuì, poi le sue palpebre cominciarono ad abbassarsi con pesantezza.
«James guai a te se chiudi quei cazzo di occhi, aprili! James guardami, guardami!» gli dissi scuotendolo leggermente. Lui fece forza e li aprì. Aveva gli occhiali rotti  e sporchi.
Li presi con le mani tremanti e li pulii. «Oculus Reparo!» pronunciai spingendo la punta della bacchetta sui suoi vetri, e le crepe si ripristinarono all'istante.
«James, Peter sta arrivando con del cibo, non chiudere gli occhi, resisti.» gli sussurrai.
Tesi le orecchie per sentire se al piano di sotto Remus si era svegliato, ma non si muoveva anima viva. Sospirai. James aprì gli occhi, socchiuse la bocca.
«Lily.. Piton..» disse, senza voce.
«Lily sta bene, stanno tutti bene.» mentii. Lui annuì con un gesto minimo della testa, poi chiuse gli occhi e restò fermo. Aveva perso i sensi.

 
(Allie)

Peter corse verso di me, mentre tra le mani teneva acqua e un piatto di pollo. Lo guardai interrogativa mentre leggevo l'ennesimo articolo di pozione Anti-Idea, mentre aspettavo con ansia la sera.
Col fiatone si fermò davanti a me.
«Allie, è successo un casino!» disse lui, mentre mi faceva alzare.
«Che cosa?» chiesi stringendomi tra le mani il libro enorme preso in Biblioteca.
«Sirius è nella Stamberga, Remus è svenuto. E indovina chi abbiamo trovato?» disse correndo, alzando le ginocchia.
Lo guardai curiosa.
«James! Era incatenato e bendato chiuso dentro un armadio del piano superiore.» disse. Restai ferma dallo shock. Peter mi passò avanti. Non potevo crederci.
«Non perdere tempo! James avrà sicuramente perso i sensi!» disse Peter, correndo ancora più veloce. Gli corsi dietro, aprendogli tutte le porte per farlo passare. Dopo di che, appena arrivati davanti al Platano Picchiatore, mi poggiò nelle mani quello che stava tenendo, si trasformò in Codaliscia e fermò l'albero. Mi gettai dentro il buco formato da una radice e mi ritrovai improvvisamente dentro la struttura. Corsi al secondo piano, mentre Peter mi seguiva.
«Sirius! SIRIUS!» urlai, cercando nelle stanze.
Nell'ultima stanza lo trovai seduto accanto ad un James immobile. Lanciai in aria le cose che avevo in mano, buttandomi accanto a James, che sembrava morto. Gli misi una mano sul cuore, e questo batteva molto lentamente.
«Alzategli le gambe, prendete una bustina di zucchero. Dobbiamo portarlo via da qui appena sveglio.» dissi cercando di controllare la situazione. Sirius gli alzò le gambe, Peter prese dello zucchero tra le mani. Presi un bicchiere di acqua fresca e lo poggiai sulle sue labbra. James aprì gli occhi.
Mi misi in ginocchio di fronte a lui «James, mi senti?» chiesi. Lui annuì.
«Sai chi sono?» lo guardai.
«Allie..» sussurrò.
«Okay è cosciente. Alzatelo lentamente.» Sirius lo alzò piano, e James si aggrappò a lui.
Poi fece per cadere, ma Sirius lo strinse forte, trasformando quella presa in un abbraccio, mentre vedevo per la prima volta il mio Sirius piangere. E poi piansi anch'io.

 
(Sirius)

«Peter, ce la fai a tenere a bada Remus mentre io porto James in sala comune?» chiesi mentre James, moscio e senza forze si appoggiava su di me ed Allie. Lei cercava di sopportare il suo peso in silenzio, mentre con alcune mosse fugaci si asciugava il volto bagnato dalle lacrime.
Peter annuì, insicuro. Aveva sicuramente paura, se si fosse trasformato in lupo, di certo un topo non avrebbe fatto altro che infastidirlo, anzi gli avrebbe stimolato la voglia di cacciarlo.
Salimmo piano James mentre giaceva morente tra le nostre braccia, scortandolo nel castello velocemente, senza farci da vedere da nessuno che conoscevamo.
Arrivati al piano dello studio di Silente, per istinto io ed Allie ci guardammo intorno. Non c'era nessuno.
Allie capì il mio sguardo all'istante, e si avvicinò a me, mentre sulle spalle teneva un braccio pesante di James.
«Vuoi controllare con James qui che sta quasi morendo?» chiese quasi stupita.
«Solo davanti allo studio di Silente, poi andiamo in Sala Comune.» dissi supplicante. Lei parve pensarci due secondi, poi annuì. Ci avvicinammo piano allo studio di Silente, mentre Allie si trascinava con forza il corpo di James. La aiutai poggiando il peso di James verso di me. Non c'era nessuno, ma appena svoltammo l'angolo, l'ombra di due persone sbucò fuori dal nulla: il falso James e Lily, che si nascondevano sotto il Mantello dell'Invisibilità.
Con un gesto protettivo spinsi dietro Allie e James, che gemeva lievemente di dolore.
Il falso James stringeva Lily dalla vita con un braccio, mentre si preparavano per il loro scrupoloso piano.
Mi voltai verso Allie, spaventata mentre teneva James.
«Poggialo a terra..» dissi riferito a James. Allie lo poggiò piano, con la schiena al muro.
«Allie non possiamo lasciarci scappare quest’opportunità. Ora o mai più.» dissi, sperando che quei due non si muovessero.
Allie sembrava spaesata e spaventata.
«Non possiamo lasciare qui James.»
«James starà fermo qui, tu devi correre a prendere le pozioni, saranno già pronte. Io li distraggo, non avrò molto tempo quindi devi essere un fulmine. Non so chi si cela dietro quel James, ma so che non è una buona persona, quindi potrebbe finire in una strage.» dissi tremante. Allie annuì decisa, lasciando la mano a James. Si avvicinò a me, dandomi un bacio velocemente.
«Ti amo.» disse dura.
«Ti amo anch’io.» pronunciai sicuro. Lei annuì, si voltò, e cominciò a correre così forte che sparì in due secondi.
James era fermo, a terra. Strinsi forte la mia bacchetta, voltai le spalle e andai avanti, verso di loro.
Lily e James si sciolsero da quella stretta, voltandosi verso di me, che li guardavo con aria di sfida.
«Sirius?» disse Lily, quasi stupita.
«Ciao Lily.» il mio tono di voce era così calmo che me ne stupii. James si avvicinò a Lily, che si era mostrata interessata alla mia apparizione.
«Ciao Sirius, senti puoi andare? Io e Lily vorremmo rimanere soli.» mi salutò con fare tranquillo e sbrigativo James. Credeva che io non sapessi nulla.
«No, James, non me ne andrò. Ho bisogno di parlarti, è da tanto che non parliamo.» mi avvicinai. Dall'angolo spuntarono fuori due uomini, sicuramente i famosi due Auror.
«Non.. voglio parlare con te. Vattene.» James tentava di mantenere la calma, sicuramente perché non voleva essere smascherato. I due Auror si piantarono dietro di lui. Lily, quasi divertita da quella scena, incrociò le braccia sotto il seno, osservando James e me, spostando la testa ogni qual volta uno di noi parlava. Si teneva sulle labbra quel sorrisetto fastidioso da bambina mocciosa.
«Cosa fai qui James?»
«Niente che ti riguardi, Sirius.» pronunciò con disprezzo il mio nome. Risi per finta, mentre lui stringeva la sua bacchetta.
«E questi sono i tuoi due cagnolini, vero?» dissi indicando i due Auror con la testa. James si guardò le spalle, poi sorrise anche lui per finta.
«Io ho tre persone più me stesso a difendermi, tu cosa hai? Un mezzo morto lì dietro e una fidanzatina che se n'è scappata via. Fatti un favore, torna in Sala Comune e ci rivediamo dopo a cena e dimentichiamo tutto.» disse sprezzante.
«Dammi Lily.» sputai tra i denti.
Lei spalancò gli occhi, contenta di essere nominata nella discussione.
«Non sono un giocattolo tesoro, modera i termini.» si lamentò Lily. Sembrava un'ochetta.
«Sta zitta, sei il suo giocattolo da settimane.» mi difesi. Lei restò zitta.
Sentii dei passi, poi Allie arrivò da dietro l'angolo con il fiatone, in mano teneva due fiale di vetro, con dentro dei liquidi dorati e rosei. Restò ferma dietro l'angolo, quindi non James e Lily non sapevano fosse lì.
«Anti-Idea, Polisucco.» disse alzando prima quella rossa, poi quella dorata. Non pronunciò le parole, ma le mimò con le labbra, facendo uscire dei suoni muti.
Annuì in modo impercettibile. Avevo capito il suo piano.
«Vabene, sentite mi sono scocciato. Ci vediamo dopo.» dissi, voltando le spalle. James annuì, lasciandomi andare, Lily dispiaciuta si strinse di nuovo al suo finto ragazzo. Corsi da Allie, prendendo in mano l'antidoto della Polisucco. Mi sporsi leggermente per vedere la situazione: James stava per salire sulle scale mobili di pietra. Puntai da dietro l'angolo la bacchetta, prendendo la mira. Allie mi imitò.
«Incarceramus.» sussurrai, e dalla mia bacchetta e dalla sua uscirono fiotti di corde, che in un attimo legarono James che cadde a terra per la perdita di equilibrio. Lui si voltò subito verso di noi. Allie ne lanciò un altro, che legò i due Auror, io nel frattempo legai Lily. Tutti erano stesi a terra immobili e stretti, che saltellavano come se fossero pesci fuor d'acqua. Allie si gettò velocemente su Lily, che si dimenava come una pazza. Allie svitò il tappo dell'antidoto alla pozione Anti-Idea, spingendogliela in bocca finché non la bevve. Io velocemente feci lo stesso con James, esercitando più forza con lui. Quando James bevve tutta la pozione, e Lily ne bevve abbastanza da restare immobile come James, Allie la dette ai due Auror.  Io ed Allie ci alzammo soddisfatti: il nostro piano aveva funzionato.

 
(Allie)

Passarono alcuni minuti, poi il corpo di Lily cominciò a muoversi di nuovo, leggermente, e lei aprì gli occhi di scatto prendendo aria con la bocca spalancata. Si sedette velocemente, mentre correvo da lei, strisciando verso il muro per appoggiarsi con la schiena.
Sembrava del tutto confusa, stupita dal fatto che si trovasse lì.
«Lily!» mi inginocchiai vicino a lei, mentre continuava con la mano a massaggiarsi la testa.
«Allie?» chiese lei, corrugando la fronte.
«Ti ricordi qualcosa?» disse Sirius.
«Ero..ero con James, ci stavamo baciando e poi lui mi ha colpita.» cercò di ricordare. Il corpo di James, quello falso, era steso a terra fermo.
Sirius corse verso il vero James, nascosto dietro l'angolo. Era ancora vivo e sveglio, ma in pessime condizioni.
Quando Lily vide il corpo del vero James, che si appoggiava alle spalle di Sirius, quasi svenne per lo shock. Si ritrovava davanti un James morente, ed un altro James accanto a lei.
«Se quello è James.. questo chi sarebbe?» disse tremante, indicando il corpo dell'impostore. Gli Auror si svegliarono, e Sirius li liberò dalle corde.
«Siete stati soggiogati da una pozione. Siete liberi, adesso potete andare.» disse serio Sirius. Gli Auror lo guardarono confusi, e voltando i tacchi, sparirono completamente disinteressati.
Sirius appoggiò il vero James al muro, vicino a Lily.
Lei lo guardò negli occhi, tenendogli la mano.
«Ciao Jamie.» disse lei, dandogli un bacio sulla guancia.
«Ciao Lilian.» rispose in un sussurro James.
«Sentite ci vorrà un po' di tempo prima che l'antidoto alla Polisucco faccia effetto. Io resto qui, Allie voi potete anche andare.»  propose Sirius.
Io e Lily afferrammo forte James, trascinandolo lentamente.
«Prima di essere soggiogata ho fatto una pozione alle erbe curative, possiamo dargliela. Lo guarirà in mezzora.» disse Lily.
«Ce l'ho dentro il baule del dormitorio, andiamo.»
Annuii, seguendola.

 
(Lily)

James era immobile, come svenuto, ma sicuramente non si muoveva per non moltiplicare il dolore.
Corsi a prendere la fialetta con dentro la pozione alle erbe curative, mentre Allie faceva sdraiare James nel divano della sala comune.
La pozione non era tanta, ma necessaria. James la bevve tutta d'un fiato, poi tornò immobile.
Allie gli teneva la testa, io gli stringevo le mani.
«Lily è successo un casino.»
Feci una faccia che chiedeva spiegazioni.
«Stavamo andando da Remus, stanotte c'è la Luna Piena, quando Sirius ha sentito dei rumori al piano superiore della Stamberga. Era James, incatenato e bendato, ferito gravemente.»
Lo shock mi procurò alcune lacrime agli occhi, mentre per istinto stringevo ancora di più James.
«Avevamo ragione quando abbiamo detto che non era il vero James. E siamo state delle stupide a non capire chi era! Era così evidente!» Allie distrutta si portò una mano sugli occhi.
James cominciò a tossire, poi aprì gli occhi.
«James? James stai bene?» chiesi preoccupata. Lui mi guardò, stupito.
«Lily?» disse, accennando un sorriso. Mi gettai fra le sue braccia, mentre piangevo senza sosta.
«Lily perché mi hai tradito?» disse serio James, staccando il mio abbraccio.
«Tradito? Quando?» dissi confusa.
Lui si alzò con facilità, senza emettere un gemito di dolore: stava guarendo in fretta.
«Quando ti sei incontrata con Piton quella sera, l’hai baciato.» lui parlò piano, ma il suo sguardo era pieno di tristezza, e anche rabbia.
«È successo un mese fa.» cercai di difendermi.
«Sono sparito dopo quella notte. Lui mi ha rapito.»
«È stato Severus?» chiesi.
«Oh andiamo, davvero credi ci sia ancora qualcosa di buono in quell’imbecille? Ha capito che ero lì, così quando stavo per uscire fuori, mentre mi trasformavo in cervo lui mi ha attaccato, e mi sono ritrovato nella Stamberga. Dopo mi ha strappato via dei capelli e il resto lo conosciamo tutti.» disse, alzandosi.
«Che diavolo vuoi fare?» disse Allie, prendendo la bacchetta.
«Non alzarmi la bacchetta contro, Allie. Adesso vado da Sirius, dobbiamo sbarazzarci di Mocciosus.»
«No! Tu resti qui!» disse Allie, mettendosi tra lui e l’uscita.
«Ti prego Allie.» disse lui.
«Allie, lascialo andare. Veniamo anche noi.» dissi io, raggiungendo James. Allie lasciò perdere, facendoci passare. Lei si mise davanti a noi, io tirai indietro James, aggrappandomi al suo braccio.
«Puoi perdonarmi?» chiesi piano.
Lui restò teso.
«Mi hai fatto male.»
«Ero confusa. Sapevi l’effetto che aveva Mocciosus su di me.» dissi in mia discolpa.
Lui si fermò di botto, e quasi rimbalzai contro di lui.
«L’hai chiamato Mocciosus?» chiese stupito. Io annuii.
Lui sorrise, abbracciandomi e all’orecchio mi sussurrò «Perdonata» proprio mentre mi fiondavo su di lui, per baciarlo: era come se fossi tornata a casa.

Io, Allie e James raggiungemmo Sirius che ci aspettava fuori dalla Sala D’Ingresso, con un Piton incatenato ben benino.
Lui mi guardò negli occhi, neri e lucidi, mentre gemeva per farsi liberare.
Allie si strinse forte a Sirius, che la prese dalla vita.
«Possiamo andare?» chiese Sirius. Tutti annuirono.
«Fate levitare il corpo, io non lo porto, non voglio sporcarmi le mani di Mocciosus.» si lamentò Sirius.
James uscì fuori la bacchetta, poi guardò me, porgendomela.
«A lei l’onore, signorina Evans.» disse.
«Ho già una bacchetta.» dissi, indicandogliela.
«Sì, ma la mia è più figa.» disse lui, mettendola tra le mie mani.
Scoppiai a ridere, mentre agitavo e colpivo, pronunciando «Wingardium Leviosa.» Il corpo di Piton si alzò come se fosse un oggetto, e iniziò a levitare.
James poggiò un braccio pesante sopra le mie spalle, e cominciammo ad andare verso il giardino.
Arrivati vicino alla capanna che delimitava il confine tra il castello e la Foresta Nera, sentimmo delle voci dietro di noi. Ci voltammo velocemente, fino a quando dall’ombra non uscirono fuori due persone: Mulciber ed Avery.
«Eccoli qua, le famose coppiette di quest’anno. Potter ed Evans, Black e Lionely.» disse Avery, mentre Mulciber avanzava verso di noi con sicurezza.
«Avete qualcosa che.. ci appartiene. Potete lasciarlo andare?» disse, indicando con un cenno della testa Piton in aria sopra di noi.
«Sentite, lasciateci fare il nostro lavoro. Lo mandiamo ad Hogsmeade per un po’, lasciateci in pace.» disse James tranquillo. Stringeva la bacchetta, come tutti gli altri.
Mulciber rise forte. «Non ci siamo capiti: ridateci Piton e nessuno si farà del male.» scandì bene. Erano troppo vicini.
«Andatevene, qui nessuno vuole farsi del male.» disse Sirius.
«Neanche noi. Forza, lasciatelo andare.» la sua voce si fece più forte, più cattiva.
«Lasciatelo andare, sono Mangiamorte, conoscono il doppio di formule ed incantesimi di quello che sappiamo noi.»  dissi, stringendo la bacchetta.
«Ha ragione la Evans.» disse Mulciber. Avery dietro di lui si ammazzava dal ridere.
«Volete lasciarlo andare si o no?» disse di nuovo Mulciber. Allie fece per muoversi ma Sirius la fermò.
Mulciber notando quel gesto, alzò la bacchetta. Un lampo rosso rubino partì dalla sua bacchetta, facendo cadere a terra Piton. Le corde si sciolsero, e lui si alzò, correndo verso i suoi compagni.
Avery aiutò Piton tenendolo, mentre scappavano verso la foresta.
Sirius imprecò, e corse verso di loro, Allie lo seguì, e così anche James.
Avevo capito: alla fine il colpevole non era stato solo Piton, ma anche Mulciber e Avery. Avevano un piano da rispettare, prima di far imbucare qualcuno nella tana del nemico, fargli il lavaggio del cervello, andare da Silente per farlo sbattere in prigione, eliminando così uno degli stregoni più potenti in circolazione.
Era Voldemort che si celava dietro gli attacchi, e Piton se n’era approfittato per togliersi la colpa del pugnale, che io ed Allie avevamo scoperto.
Sirius correva come una saetta verso di loro, seguito da Allie e James.
Sirius lanciò uno schiantesimo, che colpì un albero. Fu un attimo. Mulciber si voltò mentre correva, e dalla sua bacchetta uscì un fiotto di luce verde. Sirius si abbassò subito, e l’Anatema finì su Allie. James si fermò di botto, quando ancora io correvo dietro di loro. Il corpo di Allie cadde a terra, fermo e immobile. James restò fermo a guardare Allie, Sirius correva ancora dietro i Mangiamorte dopo essersi rialzato.
Sorpassai James senza capire. Allie era a terra, senza muoversi. Gli occhi ancora aperti, la bocca socchiusa.
La paura pervase il mio corpo, il respiro si fermò, mentre guardavo il corpo della mia migliore amica immobile.
Caddi in ginocchio vicino a lei, con il respiro irregolare.
«Allie? Allie mi senti?» dissi, prendendo il suo viso fra le mani. Non si mosse.
«Allie? Aiutatemi.. Allie?» la mia voce andava ad abbassarsi, mentre le lacrime scendevano. Cercavo di scuoterla piano.
«Aiutami James, Allie sta male, aiutami!» urlai, scuotendo piano Allie. James prima restò fermo, senza saper fare niente, poi si avvicinò a me, carezzandomi la spalla. Toccò il polso di Allie, e lo lasciò andare dopo aver verificato.
«Mi dispiace Lily.»
Persi l’equilibrio, caddi a terra, mentre l’oscurità mi avvolgeva, stretta al senso di panico e alla solitudine. Iniziai a piangere, mentre cercavo ad ogni modo di non lasciarla andare. Ma ormai era inutile, avevo perso la mia migliore amica.





Angolo dell’autore:
Ciao miei cari amori.
Probabilmente adesso mi starete odiando più di ogni altra cosa al mondo, ma perdonatemi. Dunque, siamo arrivati alla fine, o mamma mia.
Come vi avevo promesso, ho deciso di rispondere qui pubblicamente a tutte le critiche che mi avete mandato, e poi ringrazierò personalmente ad uno ad uno tutte quelle persone che hanno recensito.
WELLL, iniziamo con la prima critica:
  • Ciao Mils, la tua storia mi piace molto, adoro la Old Generation ed è difficile trovare qualcosa di buono su di loro. Solo tre particolari non mi tornano e per questo ho scelto la bandierina neutra.
    1. Ho letto male io o hai scritto che James aveva gli occhi verdi?
    2. Solo James e Lily erano Caposcuola, sono solo due in tutta la scuola, la Rowling lo ha specificato bene. 
    3. Lily non era un soprannome per Lilian
    A parte questo e qualche errorino di battitura (tipo parole attaccate), la tua storia mi intriga molto e la metto tra le seguite


bene, chiariamo questi punti:
1- la descrizione è stata cambiata, il mio errore di memoria è stato corretto, anche perché era Lily ad avere gli occhi chiari.
2- ho deciso di cambiare la storia non perché comunque io mi permetto di stravolgere il mondo della Regina, ma perché senza Piton come Caposcuola, non saremmo arrivati a nulla.
3- Infatti Lily non è il soprannome di Lilian, ma viceversa, questo nome, ovvero Lilian è un modo più dolce di chiamare Lily, ergo un soprannome.


 
  • Ciao Mils, eccomi di nuovo qui a recensire. E, non per fare la rompipluffe, ho un paio di cose da puntualizzare:
    1. Narcissa LESTRANGE?! Ho letto bene? Perché Narcissa nasce Black e poi, quando sposa Lucius, diventa una Malfoy. È Belllatrix che è una Lestrange per matrimonio. Ma forse tu intendevi un'altra Narcissa forse...
    2. Lily e Severus litigano alla fine del quinto anno, dopo i G.U.F.O., Harry lo scopre dal peggior ricordo di Piton.
    A parte questo, la storia mi intriga parecchio ;)
    ps: spero che tu non mi trovi pedante o credi che sia una rompini. Sono solo consigli. Non le chiamo nemmeno critiche. 

1- il mio errore come il precedente è stato corretto.
2- so benissimo quando Lily e Piton litigano perché ho iniziato a scrivere la storia proprio mentre leggevo per la trilionesima volta I Doni Della Morte, ma come vi ho già spiegato, ho dovuto ambientarla all’ultimo anno perché senno la storia non avrebbe funzionato. Alla fine l’ho solo posticipata di un anno, ovvero durante il sesto anno.

Per il resto la storia non ha avuto altre critiche.
Vorrei creare un piccolo varco per parlare di come mi sono sempre sentita a mio agio a scrivere questa storia, a mettermi nei panni di una Lily Evans più moderna, di una Allie completamente folle, di un Sirius cannato e di un James spaventato dalle sue emozioni. Sono così fiera di aver creato questa storia perché è stata una delle mie salvezze durante il periodo più difficile della mia vita, appunto creata durante quei mesi estivi. Quindi anche se non sono reali, voglio ringraziarli perché mi sentivo sempre contenta e divertita a scrivere le loro battute, mi hanno fatto sentire come se fossi 'tra amici'. 
Vorrei puntualizzare anche che Remus dopo si è trasformato, ma è comunque restato al sicuro dentro la Stamberga Strillante, con l'immenso orrore del povero e cagasotto Peter Minus.
Ma adesso passiamo alle persone vere da  ringraziare.
hellohclarence che ha recensito per prima, chiara_centini, dinosaur, WhoCaresGirl, Fjrleif, TiffaniLOL_AlwaysHG, siriusblack5432, Lunatica___Lovegood, _tribute_, Ayumi Edogawa che mi ha accompagnato alla fine, e *rullo di tamburi* la mia Crookshanks_2000, che è stata con me anche se non ci siamo mai conosciute, la sento molto vicina come una cara amica quindi mi farebbe piacere conoscerla meglio. QUINDI, un grande abbraccio a lei a tutte voi che avete recensito, siete state fantastiche/fantastici, mi dispiace che questa avventura cominciata il 3 luglio 2013 sia già finita. MI MANCHERETE DA MORIRE, DOVETE SAPERLO.
un grandissimo saluto dalla vostra Mils, Alessia o come volete chiamarmi.
vi voglio un gran bene, quindi se volete possiamo mantenerci in contatto su twitter che è la mia droga (?) sono @corywasmyglee.
un saluto e una lacrima,
la vostra mils. (lo so, non sono molto brava con gli addii)


 
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