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1) questa fic è molto basata su I passi dell’amore. Ho letto il libro e visto il dvd. Me ne sono innamorata e ho voluto provare a scrivere questa fic. Spero di rendere giustizia all’orginale.
2) è la mia prima storia lunga in prima persona
3) i personaggi non saranno mai totalmente uguali a quelli della Rowling, ma nemmeno eccessivamente OOC.
4) non lascerò da parte l’altra fic, ma anzi aggiornerò tra breve.
5) questa è una cosa che chiedo a voi: spero vogliate commentare questa fic con tutti i vostri consigli e opinioni per aiutarmi a non fare uno schifo!
6) naturalmente è una Draco-Hermione…e qui ho detto tutto.
7) ci saranno riferimenti a Moulin Rouge, come la canzone iniziale e qualcosa alla fine.
Buona lettura, aggiornamento tra breve.
I Passi dell’Amore—A Walk To Remember.
Prologo.
There was a boy,a very strange
enchanted boy. they say he wandered very far,
over land and sea. a little shy andsad of eye,
but very wise was he. and a magic day,
he passed my way and this he said to me,
"The greatest thingyou'll ever learn
is just to loveand be loved"
Mi chiamo Draco Malfoy. Ma molti di voi già mi conoscono. Di fama, per lo più. Una fama antica e già sentita migliaia di volte. Non sto esagerando. Volete scommettere? Allora…"Draco Malfoy unico figlio di Lucius Malfoy e Narcissa Malfoy. Purosangue. Famiglia nobile e Mangiamorte. Suo padre? Un mostro figlio di… e sua madre? Una povera vittima innamorata dell’uomo sbagliato. E il suddetto Draco Malfoy? Un fottuto bastardo"
Come vado per ora? Rispecchio ciò che sapete di me? E questa è solo l’opinione di maghi comuni. Ma all’interno della grande Hogwarts ne avreste sentite di diverse. Prendete una ragazza a caso e chidetele di descrivere Draco Malfoy. Le risposte potrebbero essere varie "un incantatore con i suoi occhi color tempesta" "un gran bel fondoschiena e tante alte meraviglie nascoste" "carattere gelido, ma è un maestro a scaldati a letto".
Be’, che dire…ero molto apprezzato. E anche i commenti maschili sfioravano il rispetto. Certo, loro non conoscevano le mie prestanzesessuali, ma eraaltrettanto importante sapere che incrociare la bacchetta con me significava dolore.
Ho passato un infanzia viziata, circondato da giocattoli preziosi che servivano a giustificare l’assoluta mancanza di mio padre. Ancora non lo sapevo, ma i suoi continui viaggi di lavoro erano associati a riunioni e missioni tra Mangiamorte. Ma non m’importava. Avevo mia madre, che mi amava e giocattoli e amici. Una vita tranquilla, inizialmente. In seguito, quando mi resi conto che ero l’unico tra i miei amici a non andare a caccia con mio padre, ho avuto modo di risentire della sua mancanza. E ho cominciato a odiarlo. Poi, un bel giorno, Harry Potter, a soli 14 anni, ha sconfitto definitivamente Lord Voldemort. I Mangiamorte sopravvissuti sono dovuti fuggire. Così mio padre. Ogni tanto si faceva vivo. Ma erano momenti che temevo. Il Natale, Pasqua, feste qua e là, invece di divertimento per me equivalevano a: "oh no, che palle, rivedo quello stronzo di mio padre" ma trascorsa una settimana insieme, lui ripartiva e io passavo il resto dell’anno tranquillo.
Ma non parliamo di cose che posso approfondire in seguito. E’ importante chiarire cosa sto facendo. C’è un motivo se oggi mi sono messo davanti a questo computer (che aggeggi strani inventano i babbani) a scrivere della mia vita. In realtà voglio raccontare il momento in cui sono nato. Anzi, rinato. L’attimo in cui la mia esistenza è cambiata e io non sono più stato io, ma un altro. Solitamente un uomo cambia per una grande esperienza vissuta. E non ha tutti è data questa opportunità. A me è stata concessa una sola volta. Ed è stato il regalo più grande che un Dio, se esiste, può avermi fatto. Avevo diciassette anni, da poco compiuti, e andavo incontro al mio ultimo anno scolastico. Ero giovane, per farla breve. Giovane e ancora ingenuo. Credevo di conoscere la bellezza della vita. Ma mi sbagliavo. Ora sono passati trent’anni. Ma ricordo perfettamente tutto di quell’anno. L’inizio, le feste, i professori, i compagni. Lei. Un anno meraviglioso e triste. Dove ho imparato a usare il cuore. E mi ha aiutato lei. Scriverò questa storia perché lei me l’ha chiesto. Se volete seguirmi, alla fine sono sicuro che cambierete opinione sul Malfoy bastardo senza anima. Perché grazie a lei, io ho imparato ad amare.
"La cosa più grande che tu possa imparare è amare e lasciarti amare"
capitolo breve perché è solo un prologo. Prometto che il prossimo sarà più lungo.
Siamo ancora a capitoli d’introduzione. Verso il prossimo la storia comincerà a girare. Sto cercando
d’impegnarmi con questa fic, perché è piuttosto complicata,
più delle altre che ho scritto. La prima persona a volta mi confonde un
po’! comunque, l’aggiornamento non so
quando ci sarà, penso presto.
E, naturalmente, Buon 2008 a tutti!
It was late in September And I'd seen you before …
You were always the cold one
But I was never that sure
Ricordo bene quell’anno. Il mio ultimo anno a
Hogwarts. Ma, esclusa questa
“novità”, il primo Settembre per me rappresentava la solita
tortura. Sveglia alle sei. Sì, perché
naturalmente non avrei mai pensato di preparare il baule il giorno prima.
So cosa vi starete chiedendo: e tutta la miriade di Elfi
Domestici schiavi dei Malfoy? Bè, caduta di Voldemort = cancellazione di ogni ingiustizia. E così
mia madre si era accontentata di una cameriera alla pari. Ma, considerata l’ energia e la diplomazia di Rosalie, non c’era
nulla da ridire.
Quindi, oltre ad essere un’ora assurda per svegliarsi,
le sei di mattina rappresentavano anche il futuro di ogni
singolo giorno per nove lunghissimi mesi. Primo settembre significava anche
dire addio alle feste estive, e a tutte quelle bellissime ragazze babbane e non
che in quel periodo esibivano il loro corpo in tutto il suo splendore. Già, ora invece vi chiederete come mai Draco Malfoy
è attratto dalle babbane. Io ve l’ho detto
che in fondo su di me esistevano solo pregiudizi infondati: le babbane, una
gran parte di quelle che ho conosciuto, hanno tutte bellissime gambe,
fondoschiena e decoltè. E tutto ciò mi bastava per dimenticare
chi fossero.
Ma tornando a noi, quel primo
settembre dell’ultimo anno di Hogwarts mi appariva ancor più
tragico: come mia madre mi aveva ricordato tutto l’anno, gli esami si
avvicinavano. Anche mio padre me l’aveva fatto
presente nella breve settimana in cui mi aveva fatto visita a luglio. In
realtà non c’era più bisogno di restare nascosto. Ma ormai
la sua vita era lontano da me e mia madre. Meglio
così.
Erano queste previsioni deprimenti che mi accompagnarono al binario nove e tre quarti il primo settembre del 1998.
Mia madre mi accompagno fino alla
barriera magica. Lì mi guardò a lungo. –Draco, figlio
mio…fa per bene quest’anno..-
-madre…- - Niente scappatelle, o feste illegali. - -ma quando
mai…?- -Non farti scoprire a baciare una dodicenne in una classe vuota.-
-è successo solo una volta!...-
-E, soprattutto, studia.- mi arresi e sorrise
–finito?- lei rimase a fissarmi a lungo, prima di lasciarsi coinvolgere
dal mio sorriso affettuoso che rivolgevo a pochissimi e mi abbracciò
–ci sentiamo presto.- -contaci Draco.- le
strinsi una mano poi, con naturalezza, andai incontro alla barriera.
Le voci di studenti e il rumore del treno mi confusero un
po’. Ero a disagio a lasciare mia madre sola in casa. Come ogni anno. Ma era forte. Era come me. Vabbè,
io ero come lei.
-malfoy! Ce l’hai fatta!-
sorrisi al suono di quella voce e andai incontro con passo lento al mio
migliore amico: Blaise Zabini. Alzammo i pugni e le nostre nocche batterono
contro. Scoppiamo subito a ridere. Che stupidi. Io e
Blaise eravamo amici fin da…bè, da sempre. Nei periodi bui mio
padre e il suo comprarono una casa in montagna dove le nostre madri ci portavano mentre loro erano a combattere. O
uccidere. Ci siamo sempre trovati bene. Siamo diversi e questo ci porta a
completarci. Suo padre è sempre stato più presente del mio. E, al momento giusto, ha saputo scegliere tra la sua
famiglia e Voldemort. In molti lo giudicarono un codardo. Io no. Non penso ci
sia niente di male a rinunciare a morire per vivere con chi vuoi bene.
-allora amico, ultimo anno! Faremo saltare
la scuola…e il cuore di mille ragazze!- Blaise era su di giri.
Sempre così allegro, con un sorriso spontaneo e bellissimo. (parere di tutte le ragazze di Hogwarts). Lo dicevo, che siamo diversi. Quando camminavamo
nei corridoi era quasi comico: lui, capelli neri, occhi blu, profondi. Un
sorriso sempre presente a illuminare quel viso
perfetto, con la battuta pronta. Io, biondo, occhi grigi.
Il mio sorriso difficilmente si estendeva agli occhi, per cui
aveva ben poco di rassicurante. Pallido, i tratti del viso decisi, ma pur
sempre perfetti. In comune avevamo il fisico da modello e un’eleganza
tutt’altro che programmata. E con questa parentesi
di modestia posso continuare.
Blaise mi trascinò nel treno, al binario dove
già erano riuniti Tiger, Goyle, Pansy e Daphne. Appena entrati mi
salutarono entusiasti, nonostante solo due sere fa eravamo a dormire tutti insieme a casa di Pansy. Blaise si sedette vicino a
lei baciandole brevemente le labbra. Non mi sarei mai abituato a loro due,
nonostante fossero ormai cinque mesi che si dichiaravano fidanzati
ufficialmente. Mi sedetti nell’unico posto vuoto, accanto a Daphne.
L’imbarazzo era palese. –ciao, Draco.- sussurrò la sua voce
vellutata. –Daphne.- mormorai, gentile, ma senza troppo calore. Io e Daphne eravamo un punto interrogativo nel gruppo. Lei
diceva di amarmi. Probabilmente era vero. Io amavo il suo corpo snello, i suoi capelli biondi, gli occhi azzurri e le labbra carnose.
Per un periodo le era bastato. Avevamo iniziato una relazione libera: si andava
a letto insieme quasi ogni sera. Ma altrettanto spesso
andavo a letto con altre. La ripagava il fatto che lei
poteva stringermi la mano di tanto intanto, le altre no. Quell’estate
capii che non potevo più sopportare il suo dolore quando mi vedeva con
atre. È vero, noi Serpeverde siamo bastardi. Ma
tra di noi, siamo uniti. E per me non c’era
niente di più importante di mia madre e dei
miei pochi amici. Per questo una sera avevo cercato di chiudere
definitivamente. Ma a parole non sono buono e lo dimostrava
il fatto che Daphne invece di un bacio sulla guancia, aveva accarezzato
le mie labbra.
Tiger, accortosi dell’aria che tirava, cominciò
a raccontare di come voleva organizzare la festa quella sera. Gliene fui grato:
feste clandestine erano un argomento caro a tutti noi, e fu il modo migliore di
trascorrere il tempo. Arrivammo a Hogwarts che la testa mi scoppiava. Blaise mi
diede una pacca sulla spalla. –Dra’, che hai? Il tuo faccino sembra
più pallido del solito…non resisti più al ritmo della
nostra vita?- -fottiti, Blaise.- ribattei, acido.
Pansy rise –cominciano i complimenti!- annunciò, allegra, mentre
io e Blaise cominciavamo a battibeccare. Ma il dolore alla testa era abbastanza forte da farmi
smettere prima del previsto. Finalmente questo tolse a Blaise quell’aria strafottente –ma stai davvero male?- -Blaise, ieri
sono andato a letto alle tre e stamani mi sono svegliato alle sei. Sono solo
stanco.- -ripeto, tu non hai il fisico…MA NON
IMPORTA, TI VGOLIAMO BENE LO STESSO!- aggiunse appena mi vide prendere la
bacchetta. Arrivati al portone di Hogwarts Daphne e Pansy si fermarono -il
nostro ultimo anno…- alzai gli occhi al cielo –donne…voi e i
vostri stupidi sentimentalismi.- -certo, perché a te non frega nulla,vero?- mi rimbeccò Daphne. Sorrisi, il solito
sorriso freddo che faceva strage di cuori –infatti.- entrai
–e ti dirò di più. Mi salto pure la solita cena e vado a
dormire un palio d’ora, prima della festa.- Blaise sospirò
–e vorresti perdere lo smistamento? Dobbiamo verificare
il grado di bellezza delle primine…- un attacco di tosse fermò
Blaise, Pansy lo guardava minacciosa. Blaise arrossì, ma si riprese in
fretta –ovviamente unicamente per te, Draco.- sorrise –le bambine
non m’interessano Blaise. Trovo più eccitante un buon letto, in questo momento.- Blaise chiuse
gli occhi inorridito –se arrivi a dire questo vuol dire che sei proprio
stanco. Vai vai.- feci un
mezzo inchino con la testa, come a ringraziare. –e
ti pareva, ecco il formidabile trio!- la voce di Daphne si fece improvvisamente
gelida nel pronunciare quelle parole. E come
biasimarla: fecero il loro ingresso nella Sala d’Ingresso i nostri nemici
giurati. Harry Potter, Ron Weasley ed Hermione Granger. Sinceramente i primi
due riscuotevano un certo successo. Negli ultimi anni,
poi, erano diventati quasi degni avversari miei e di Blaise. Naturalmente la
loro arma era, oltre che la bellezza, il cuore, il coraggio. Grifondoro, bleah!
Ma Hermione Granger era rimasta
nell’ombra. Nell’ombra in senso relativo. Lei era…era
la ragazza più strana della scuola. Passati i primi tre anni a offenderla, ormai avevo perso tutto il gusto. Non aveva
mai riscosso gran commenti di apprezzamento fisico.
Non perché no fosse bella. Anzi. Una volta tolti i pregiudizi per il suo sangue sporco,
potevo ammettere che le gambe che spuntavano dalla gonna erano proprio ben
modellate. Chiare, abbastanza lunghe. Era magra e dal maglioncino grigio della
divisa scolastica s’intravedeva chiaramente che qualcosa era cresciuto in
quegli ultimi anni. I suoi occhi erano color nocciola.
Un colore veramente bello. Profondo, pieno di calore. Il viso
dolce, incorniciato dai ciuffi di capelli castani che ricadevano dalla crocchia
che portava ogni giorno. E qui si passa al perché non veniva apprezzata come avrebbe potuto. La Granger era straordinariamente anonima: solito
maglioncino grigio. Camicia che puntava totalmente
abbottonata. Cravatta al suo posto. Gonna grigia lunga fino alle
ginocchia. Che copriva le ginocchia. Scarpe nere
chiuse. Mai un filo di trucco, mai i capelli sciolti, mai un
maglioncino più originale, mai una gonna un po’ corta. E non era solo questo. Lei era anche…buona.
Sicuramente il tono acido utilizzato da Daphne due minuti
prima era rivolto a Potter e Weasley. Infatti
nessuno avrebbe potuto prendersela spontaneamente con Hermione Granger. Perché i suoi occhi pieni di gioia provocavano un gran
disagio a noi comuni mortali che del mondo apprezzavamo solo i beni materiali.
Nessuno guardava il mondo con gli occhi della Granger. Era impossibile. Lei
voleva aiutare tutti. S’incaricava di sua spontanea volontà di ogni attività scolastica: ripulita alla
biblioteca, ordinando tutti i libri, allestimento della Sala Grande per le
varie feste ufficiali. Aiuto ai ragazzi del primo anno ad ambientarsi.
Ripetizioni a chi aveva difficoltà. In
più seguiva tutti i corsi. Tranne Divinazione e
Babbanologia. sorrideva a chiunque incontrasse lungo i
corridoi, chiedeva scusa persino se erano gli altri ad andarle contro. La sua
bontà era ben visto da tutti i professori e
dagli studenti Grifondoro, più qualche altro studente qua e là.
Io, invece, la detestavo. Non per cattiveria: era finito il periodo in cui desideravo sfotterla perché era una Mezzosangue. Ma sapevo che quando dalla sua bocca uscivano frasi tipo
–la guerra non deve esistere. – oppure
–siamo tutti uguali agli occhi di Dio- (chi fosse poi Dio non
l’avevo ancora capito) c’erano riferimenti evidenti a mio padre. O, per lo meno, c’erano da parte di Potter e Weasley i
suoi pilastri. Per questo, appena Daphne annunciò il loro ingresso io feci una smorfia e mi dilegua nei sotterranei,
riuscendo comunque a notare l’occhiata di disgusto che mi lanciarono i
due damerini, e quella dubbiosa di Hermione. Lei mi guardava sempre in quel
modo. Come se si aspettasse qualcosa. Cominciavo sul
serio a pensare che fosse matta.
Arrivato alla statua della mia Sala Comune, ricordai di non
avere la parola d’ordine. Scrollai le spalle irritato
e mi incamminai alla porta opposta. Dalla tasca dei
jeans tirai fuori una chiave argentata. Da principe delle serpi avevo il
diritto di possedere la chiave della stanza delle
feste. L’aprii e m’intrufolai. Sorrisi compiaciuto. Tutto era
pronto anche se da sistemare: scatole di alcool, cibo,
impianto di musica. Ma la festa iniziava a mezzanotte
e la cena solitamente terminava per le dieci. Ci sarebbe stato tempo. Misurai
in uno dei numerosi divanetti verdi che riempivano la stanza introno
alla pista da ballo e mi addormentai.
“Era fine settembre e ti avevo visto prima …tu eri sempre
quello freddoma
non ne fui mai così sicura”
Un Grazie
a Christina Malfoy, tarabe, Shavanna, Claudia. Vi ringrazio che, almeno per ora,
avete deciso di seguire la mia fic! I vostri commenti mi hanno fatto piacere e
mi auguro di meritarli…poi bo’, giudicate
voi!
Dal momento che vi ho fatto aspettare molto x questo capitolo, lo
pubblico diviso dal prossimo, ancora da scrivere J, anche se avrei voluto
metterli insieme
Dal momento che vi ho fatto aspettare molto x questo capitolo, lo pubblico diviso
dal prossimo, ancora da scrivere J, anche se avrei voluto metterli
insieme. Scusate davvero per il ritardo!
Spero di aggraziarvi un po’
con questo capitolo!
- coktail babbani! I migliori in assoluto! Avanti dai, Serpeverde a me!- Blaise urlava divertito dietro il bar
da lui creato. La folla verde e argento si accalcava per prendere da bere.
-troppo alcool Blaise…TROPPO ALCCOL!!-
Pansy allungò una mano verso il braccio di Blaise che stava preparando
un gin lemon a un ragazzino del secondo nano, abbondando generosamente e con il
gin. Blaise la guardò meravigliato –Pansy! Proprio tu? Ma che ti è successo quest’estate? hai perso il sangue Serpeverde? Ora m dirai
che sei astemia e che vuoi mantenere la tua virtù intatta fino al
matrimonio…anche se ormai è tardi.- Aggiunse, malizioso. Pansy
sbuffò –ma no, stupido! Il fatto è che se tu in un gin
lemon metti 90% lemon, la gente si ubriaca subito e non prende più da
bere! E questa rimane vuota!- indicò con un
cenno la cassa davanti a lei. Blaise sorrise e la baciò sulle labbra –quando hai ragione hai ragione… facciamo
all’ 80%?- -60.- -70.- -….- -e stanotte vengo nel tuo dormitorio!-
Pansy ricambiò il sorriso malizioso –evviva i compromessi!-
Naturalmente io fui spettatore di questa divertente
scenetta, visto che Blaise mi aveva promesso un angelo azzurro. Cos’era non
lo sapevo, ma dal nome prometteva bene. Tossii, leggermente irritato, cercando
di cogliere l’attenzione dei miei amici. Blaise si voltò,
irritato, poi vedendomi lì in attesa con aria
minacciosa sorrise –ah, certo certo…-
prese velocemente le bottiglie che gli servivano, e in un attimo mi
servì il coktail. –allora…l’angelo azzurro viene…- inarcai un sopracciglio. –
Blaise scoppiò a ridere –tranquillo, Draco! Non
ti faccio pagare!- -mi sembra il minimo. Sono
l’organizzatore della festa, insieme a te.- scrollai
le spalle e mi diressi verso l’unica poltrona vuota. La più bella,
la più grande. La mia. Mi sedetti comodamente. La
camicia mezza sbottonata, una sigaretta in una mano, bicchiere pieno
d’alcool in un’altra. Ne bevvi un po’, facendo
scorrere lo sguardo lungo la sala, osservando le ragazze. Ma
nessuna attirò la mia attenzione. Bè, normale. Ormai di
Serpeverde conoscevo il corpo di ogni essere femminile
che sfiorava la parola carina. Anzi…bellissima. Questo è da concedere: Serpeverde vantava delle bellezze
senza precedenti: occhi chiari e scuri, bionde o more. Alte, minute. Ma
tutte con un alta carica erotica nel corpo. E certi profumi afrodisiaci da dare alla testa. Sorrisi,
involontariamente, al pensiero. –adesso ridi da solo?- con il frastuono
della musica non mi ero accorto che qualcuno si fosse
avvicinato a me. Voltati appena la testa a sinistra e mi trovai ad
osservare delle gambe stupende. Chiare, lunghe. Alzai leggermente gli occhi,
fino ad incontrare una gonnellina nera a pieghe. Continua a risalire con lo
sguardo, lungo il piercing all’ombelico scoperto, il top
chiaro, il collo lungo. Le labbra carnose, il naso piccolo,
gli occhi azzurri, il viso bellissimo incorniciato da ciuffi di capelli biondi.
Tornai con gli occhi davanti a me –buona sera, Daphne.- lei sorrise e si
sedette sul bracciolo della mia poltrona, facendomi alzare gli occhi. prese con cautela la sigaretta che ancora stringevo e la
portò alle labbra. Le dischiuse leggermente lasciando che il fumo
uscisse, verso di me. Io ancora la guardavo fisso negli occhi. Sentii un
brivido ben conosciuto da qualche parte in basso del mio corpo. Bè, che
vi ho detto prima? Le ragazze Serpeverde possiedono una gran carica erotica. E,
come sempre, quella di Daphne si riversava su di me. ma
feci leva sul mio autocontrollo, ricordandomi di quanto importasse fosse la
nostra amicizia, e distolsi di nuovo lo sguardo. –Daphne, ti ho detto che è finita.- sbuffò. –no tu non
hai detto questo. Ciò che hai detto non lo ricordo,
ma era un misto di sbuffi e monosillabi.- -bè, mi conosci. Non sono
bravo con le parole.- -infatti….nella pratica sei molto
meglio!- riecco il tono malizioso. Sospirai a fondo,
poi riportai gli occhi sul suo viso. Ero sicuro di aver assunto la mia
tipica aria gelida. Lei sorrise e mi accarezzo le
labbra fine con le sue dita lunghe. –Draco… io non voglio
fidanzarmi con te…vorrei continuare il nostro
rapporto e basta.- -sei una ragazza. E come tale sei
sensibile e vedermi con altre ti uccide.- -sono una Serpeverde!-
ribattè, offesa. Finalmente sorrise –sei una
Serpeverde…ragazza.- -dannazione! Non mica detto di amarmi!-
sbottò, infuriata. Io sorrisi ancora di più –non dirlo non
significa non pensarlo…o sei pronta a giurare su Salazar che, in effetti,
non provi quel tipo di sentimento per me?- arrossì vistosamente.
Finalmente ero stato chiaro. Sapevo di averla ferita
nell’orgoglio, ma era l’unico modo. Nessun Serpeverde ammetterebbe
ma di amare. Almeno che non sia doveroso farlo, come nel caso
di Blaise e Pansy. Infatti, dopo quasi un
minuto di silenzio dove i miei occhi furono in guerra con quelli di Daphne, lei
si alzò, rigida, e mi lasciò solo. Sprofondai ancora di
più sulla poltrona, soddisfatto e amareggiato, quando a
un tratto la musica si spense e mormorii scocciati pervasero la sala. Io alzai
leggermente la testa, per cercare di capire cosa succedesse.
Ma fu una voce a darmi la risposta –vede che avete
iniziato bene l’anno.- in molti si zittirono, altri si voltarono a
guardarmi. Io rimasi in silenzio, gli occhi fissi all’entrata. Leggevo
colpa e sgomento nell’essere stati sorpresi sul viso dei compagni. Da
parte mia, sorrisi –Professor Piton…desidera da bere?- Piton sorrise, sgradevole –no. Desidero che tu venga
nel mio ufficio. Il mio sorriso s’incrinò leggermente, ma subito
dopo fu di nuovo splendente. Mi alzai, posai il
bicchiere a terra. Poi avanzai tranquillo tra la folla. Mi fermai un attimo per
guardare Blaise, che mi osservava, leggermente divertito. Io fece
un cenno con la testa e la musica ripartì. Pansy mi mostrò i
pollici alzati. Le sorrisi, poi seguii Piton fuori dalla
sala.
Per tutto il tragitto non parlammo.
C’inoltrammo sempre più nei sotterranei, sempre sotto terra, tanto
che quasi non riuscivo a respirare. Finalmente ci fermammo davanti la porta del
suo ufficio, ma Piton non indugiò. Entrò di corsa, seguito da me. Subito andò a
sedersi dietro la cattedra. Io, senza aspettare un invito, mi accomodai nella
scomoda sedia di fronte a lui. Rimase a fissarmi, a lungo, gli occhi neri che
cercavano di perforare i miei. Accennai un sorriso sarcastico
–mi ha convocato per una gara di sguardi?- non distolse il suo. Ma le sue labbra si discesero. –poca ironia, Draco. Ti
ho chiamato per discutere di qualcosa d’importante…- pausa teatrale
–…del tuo futuro.-
Finalmente mi rilassai definitivamente e
scoppiai a ridere –allora tutto bene! Credevo fosse successo
qualcosa di serio.- -il tu atteggiamento non è
conoscono alla situazione. Sei all’ultimo anno. E
i tuoi voti di quello passato sono…bè, osceni!- gli lanciai
un’occhiataccia, ma non risposi.
-non dirmi che dopo la scuola vuoi
andare a pulire le case dei babbani!- -no, non credo.- risposi flebile.
–e allora…- -allora non ho intenzione di trascorrere il mio ultimo
anno sui libri!- Piton socchiuse gli occhi –bè, non che tu sia stanco
di farlo, visto che per ora non è mai successo.-
-ora chi è che fa dell’ironia?- Piton tirò fuori la
bacchetta –accio cartella.-
rimasi immobile, mentre un fascicolo nero mi sfiorava l’orecchio
atterrando di fronte a Piton. Sul davanti era ricamato il mio nome. Lui lo prese e cominciò a sfogliarlo
–“relazione con ragazze 12enni, fuga da scuola di notte, risse con
i Grifondoro…vuoi che continui?- ” scossi le spalle –non ce
ne è bisogno…conosco ciò che ho fatto.- Piton richiuse la
cartella –bene…è giunta l’ora che tu impari a non
farlo.- sorrisi, scettico –vuoi mettermi in punizione come un semplice
Grifondoro?- finalmente lo vidi insicuro. Abbassò gli occhi
–Draco…sai che non m’importa del tuo comportamento,
finchè non getta in ridicolo la nostra
Casa….ma questa volta l’ordine viene
dall’alto. Silente ha notato il tuo comportamento…e ha ordinato
provvedimenti.- sbuffai –bene, vorrà dire
che farò i compiti una volta alla settimana.- di nuovo Piton mi
guardò gelido –non così in fretta….devi
recuperare molto…il Preside consiglia un compagno di studio.-
-un…compagno?- -un ottimo compagno, che ti aiuti a colmar le lacune.- ero
scioccato. Io, Draco Malfoy, chiedere aiutoa un compagno?
Mi passi una mano tra i capelli –posso
recuperare da solo…- tentai. Piton ghignò,
sadico –ne dubito.-
-grazie.- -non è finita.- spalancai gli occhi,
inorridito e lasciai che continuasse –vista la
tua inesistente presenza negli eventi scolastici, sei stato incaricato di
aiutare a preparare la festa di natale, quella che si svolge il 20.-
s’interruppe, preoccupato dal rosso che tinse il mio viso. –Draco,
respira.- già, me ne ero dimenticato. Emisi
respiri rochi, frettolosi. –professore…io non…- -ordini
dall’alto.- ripetè. Strinsi i pugni –allora vorrà dire che me ne andrò.- -certo, e poi entrambi piangeremo
la morte di tua madre avvenuta per un infarto prematuro.- già, mia
madre. Dovevo pensare a lei. Sospirai –bene. Allora cercherò un
compagno di studio e…e parteciperò a quella cosa…- -un bravo
compagno di studio.- specificò Piton. Lo
guardai, pensando. Naturalmente io per compagni intendevo i Serpeverde. Ma,
come ben sapeva Piton, e come io stesso ero al corrente,
nonostante Serpeverde vantasse delle bellezze senza precedenti, non si poteva
dire altrettanto dell’intelletto. Tutti intelligenti,
certo, ma nessuno dotato per lo studio. –devo…devo guardare oltre?- balbettai, per la prima volta nel
panico dopo…bo’, forse dopo dieci anni? Piton annuì.
–molto lontano.- e il suo tono mi fece capire che già sapeva la
risposta. Era semplice, scontata. Il miglior compagno di studi. Molto lontano. E chi non meglio di Hermione Granger poteva sostenere questa
presentazione? Mi alzai di scatto. –mai!- piton scrollò le spalle
–se hai un’idea migliore…ricorda
solo che i tuoi voti dovranno migliorare…molto in fretta. Ora vai.- senza
una parola mi voltai e uscii dall’ufficio,
sbattendo la porta. Feci la strada per la festa quasi
di corsa. Ora si che avevo bisogno di alcool.
Sono
davvero contenta di aver ricevuto quelle recensioni e vi ringrazio davvero per
i complimenti e l’appoggio!!Grazie anche a chi legge e a chi
seguirà questa fic fino alla fine (se ci riesco ad arrivarci, con questo
ritmo! ;))
In
particolare:
little_me, Christina Malfoy,Shavanna, Jayne (lo dice Hermione, anche se
è un po’ un’anticipazione, in effetti!), Claudia, cele,