Forever Enermies

di Dangerina15
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: La fine ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


<< Issate le vele, levate l'ancora, muovetevi mezze calzette. Ce ne andiamo.>>. I marinai issarono le vele, levarono l'ancora e pian piano la “ Gold Treasure” si allontanò accompagnata dal vento che soffiava verso ovest. Il mare ci era propizio, la giornata si prospettava molto interessante.

<< Signor Capitano.>> disse uno dei miei uomini, Cotton. Mi girai con aria severa, attendendo cosa aveva da dirmi. << Signor Capitano, lasciamo quella nave in balia delle onde?>> mi domandò. La sua affermazione riguardava un'altra nave, in preda alle fiamme, che pian piano si inabissava.

<< Mi sembra, signor Cotton, che tutti gli uomini di quella nave si siano messi in salvo e tutte le loro ricchezze invece siano al sicuro sottocoperta nella stiva, quindi si. Noi siamo pirati, non femminucce che si lasciano abbindolare facilmente.>> risposi come era mio solito fare e tornai a scrutare il mare. Con aria turbata, Cotton tornò al suo lavoro. Era duro a volte comportarsi come facevo io, ma un capitano, specialmente in una nave pirata, deve mantenere il pugno saldo ed evitare ammutinamenti. Il mio nome? Era abbastanza famoso nei mari del Sud, specialmente nelle provincie dei caraibi, ma non per celebrità, ma per la mia nomina di prima donna pirata al comando di una nave di bucanieri. Proprio così, io, Alyssa Cortès, possedevo questo primato. Dal mio cognome si può dedurre la mia discendenza. Il famoso pirata Cortès era il mio bisbisnonno e non avrei permesso a nessuno di infangare quella reputazione. All'età di 18 anni abbandonai gli studi imposti da mio padre e vagai per il mondo in cerca di uomini che potessero costitutire la mia ciurma. Fu difficile inizialmente impormi come capitano, ma non altrettanto impossibile. Adesso comandavo la più famigerata banda di bucanieri dei Caraibi. La mia nave, la “ Gold Treasure” era la più temuta e la più ricercata, specialmente dal Commodoro Jonas, Joe Jonas, marina britannica di Sua Maestà la regina. Non riusciva a darsi pace! Più continuava ad inseguirci, più gli sfuggivamo sotto il naso...beh è difficile chiudere un pirata in gattabuia. In quel periodo era diventato ancor più frustrato e pronto a darci la caccia, forse sapeva che avevo qualcosa di grosso per le mani.

<< Ascoltatemi tutti.>>. Mi rivolsi ad un tratto a tutta la mia ciurma. Tutti si fermarono e guardarono nella mia direzione. << Per anni abbiamo vagato per i mari, saccheggiando e razziando tutte le navi che ostacolavano il nostro cammino. Abbiamo accumulato ricchezze immense, avete avuto le donne più belle...>> e una risatina fece da tappeto sonoro alle mie parole << ma non è abbastanza. Ultimamente ho ritrovato, nei bauli delle mappe di mio nonno Cortès, una mappa davvero strana, che conduce a qualcosa, ma non so cosa. Nessuno è mai arrivato a scoprirlo perchè, si dice, si trovi in un luogo che neanche il più astuto dei pirati sa dove sia. Noi dobbiamo svelare questo mistero, noi dobbiamo passare alla storia come “ coloro che superarono la fama del grande Cortès”, noi dobbiamo diventare leggende! Chiunque vedrà la nostra bandiera col teschio dovrà avere paura e vedrete che la nostra vita di delinquenti sarà ancora più esaltante. Allora chi è con me?>>. A questo grido un “ si” da veri uomini circondò le mie parole e fece nascere in me un sorriso di sfida e di orgoglio.

<< Su le bandiere, uomini! Prima di partire, andiamo a Tortuga. Li faremo rifornimenti e poi...che il mare sia con noi!>>.

 

POV JOE

 

Vidi la “ Gold Treasure” sparire all'orizzonte. Avevo appena toccato terra dopo aver nuotato con fatica, abbandonando la nave che lei, Alyssa Cortès, aveva nuovamente saccheggiato e incendiato.

<< Maledizione, un'altra volta! Quella donna è più astuta di una volpe. Ma giuro che la prenderò e allora si che ci vedremo sul patibolo!>>

Non era possibile che io, il Commodoro Joe Jonas, potessi lasciarmi sfuggire una donna, una donna pirata. Ero da poco stato elevato al grado di Commodoro ma da quando lei aveva assaltato, insieme alla sua ciurma di manigoldi, il porto di Los Locos, non avevo pace. Dovevo catturarla! Era diventata quasi un ossessione. Ormai conoscevo tutte le sue mosse ma ogni volta riusciva sempre a sorprendermi e a sfuggirmi.

Adesso però aveva qualcosa in testa, un progetto molto più grande di quanto potessi mai immaginare. Dovevo saperne di più. L'avrei scoperto presto perchè avevo deciso di andare a Tortuga. Ogni pirata si ferma li prima di prendere il largo per qualche avventura e sapevo che avrei potuto trovarla li.

<< Cosa facciamo, Commodoro? La nave è distrutta.>> disse uno dei miei uomini. Mi rialzai sistemandomi la spada che avevo a fianco e la mia revolver.

<< Dobbiamo seguirli.>>

<< E dove signore?>>

<< Tortuga.>>

<< Tortuga? >> ripetè il mio secondo. << Ma è un luogo pericoloso, vi sono troppi pirati li, potrebbe essere....>>

<< Zitto. Esegui i miei ordini. Da ordine di preparare una nave, tra un'ora dobbiamo essere in mare. E non voglio scuse.>>.

<< Sissignore.>> e il mio soldato si allontanò.

Questa volta avrei messo fine alle avventure della nipote del famigerato Cortès.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 

Capitolo 2




Se c'è un posto dove la vita è vissuta in modo leggero, molto leggero, ecco quel posto è Tortuga. Una cosa è certa: a Tortuga non c'è uomo infelice per alcool o per amore.
<< Hey tu, il solito.>> dissi al banconiere della taverna in cui andavo di solito. Mi porse il bicchiere con del rum e lo bevvi tutto d'un fiato. Poi mi allontanai dal bancone e,attraversando il locale, mi andai a sedere in un tavolo, osservando il resto della mia ciurma in preda ai fumi dell'alcool. Sorrisi alla scena. Ad un tratto Cotton mi si avvicinò e si sedettedi fianco a me.
<< Alyssa...>> mi chiamò Cotton. Lui mi conosceva da quando avevo deciso di segure la strada di mio nonno ed era stato per me non solo il più fidato marinaio di sempre, ma anche il mio unico vero amico e confidente.
<< So cosa stai per dirmi, Jack, ma non cercare di fermarmi. So quello che voglio, questa volta...>> dissi senza neanche voltarmi verso di lui.
<< Alyssa, ti prego, ragiona. Quello che hai in mente è una follia, non solo per la ciurma ma anche per te. Potresti incorrere in grossi pericoli, cacciarci tutti nei guai e non sapere poi neanche cosa stiamo cercando.>> rispose Cotton con voce ferma ma preoccupata. Mi voltai verso di lui.
<< So che vuoi proteggermi, Jack, ma non per questo dobbiamo evitare tutti i pericoli che ci si presentano...>>.
<< Alyssa, questo è un pericolo che tu stai cercando!>> mi rimproverò ancora Cotton.
<< Beh, correrò il rischio. Puoi anche scegliere di restare qui, Jack, fa come meglio credi.>> dissi arrabbiata per quel suo atteggiamento da maestrino. Ad un tratto notai qualcosa, o meglio, qualcuno...l'ombra di qualcuno che sembrava spiarci. Feci segno a Cotton di avvicinarsi.
<< Lo vedi anche tu?>> gli chiesi.
<< Si...sembra che stia cercando qualcuno.>> mi rispose lui, facendo finta di osservare altrove.
<< Io vado a vedere cosa vuole.>>. Cotton tentò di fermarmi ma staccai la sua mano dal mio polso e gli sorrisi. << Sta tranquillo, marinaio. Il tuo capitano resterà tutto intero.>> gli dissi sorridendo e mi allontanai verso una stanza, lontana da tutto quel fragore della taverna.
Solo il silenzio mi circondava. Fischiettavo per tenermi compagnia, nell'attesa che quell'ombra misteriosa si rivelasse a me. Ogni tanto mettevo la mano sulla spada al mio fianco, pronta a difendermi in caso di attacco. Improvvisamente qualcuno mi braccò con un braccio intorno al collo.
<< Era ora che ti facessi vivo.>> dissi con un tono ironico e con un balzo felino mi liberai dalla presa del mio avversario, così riuscì a guardarlo dritto in viso. Era un ragazzo di circa 23 anni, alto, moro, capelli corti e occhi castani. Era vestito in modo bizzarro, tipico della marina britannica.
<< Oh, un soldato della marina britannica, immagino. Che grado siete, signore?>> domandai, tirando fuori la mia spada e assumendo una posizione di combattimento.
<< Mi chiamo Joe Jonas, commodoro Joe Jonas. Sono qui per catturarvi, Alyssa Cortès.>> rispose lui, ripetendo le mie mosse. Cominciammo a ruotare, tenendoci sempre d'occhio l'un con l'altro, sempre pronti a dare inizio alla battaglia.
<< Uhm...Joe, diminutivo di Joseph, immagino...aspettate un attimo...voi siete il famoso Commodoro Jonas che da un paio di mesi mi da la caccia? Finalmente ho l'onore di conoscervi, commodoro.>> dissi ironica e gli feci un inchino. Lui, in preda alla rabbia, si scagliò contro di me con la sua spada ma io, agile, parai il suo colpo.
<< Finirai sulla forca, Cortès.>> mi disse lui, continuando a scagliarmi agili colpi. Mi allontavo sempre di più e cercavo di aggirarlo per farlo stancare maggiormente.
<< Ma come, io vi do del voi e voi già mi date del tu? Non è carino trattare così una donzella, non ve lo hanno detto?>> continuai ancora, facendolo irritare di più.
<< Cortès, siete il pirata più sbruffone che conosca.>> mi rispose lui. Continuammo a combattere; spada contro spada, la nostra sembrava una danza all'ultimo sangue. Il Commodoro dimostrava una grande agilità fin quando, stanca dei suoi giochetti, gli tirai della terra sul viso e quando lui riaprì gli occhi, gli puntai contro la mia revolver.
<< Giochi sporco.>> mi disse lui.
<< Pirata.>> risposi, mantenendo il mio tono sarcastico. Nel frattempo i miei uomini, sentendo dei colpi di spada, si erano avvicinati a lui e, senza che lui lo notasse, gli sferrarono un pugno sullo stomaco, facendolo svenire.
<< Ragazzi, siate più gentili la prossima volta, è pur sempre un gentiluomo. Caricatelo sulla nave...potrebbe essermi utile come mozzo.>> dissi e una risata accompagnò il nostro ritorno alla nave.
 
 
POV JOE
 
Mi svegliai in preda ad un forte dolore allo stomaco. Avevo la vista sfocata, la testa confusa fin quando non ricordai l'ultima cosa che stavo facendo.
<< Cortès...dov'è? Dove sono, dove mi trovo?>> cominciai a domandare e mi alzai da terra lentamente. Notai di essere in movimento...dovevo essere su una nave e quella in cui mi trovavo era una cabina. Ad un tratto un rumore attirò la mia attenzione e, voltandomi, la vidi. Lei, la mia rapitrice.
<< Buongiorno, Commodoro. Dormito bene?>> mi disse lei sorridendo ironicamente, come era sua consuetudine. Non la sopportavo quando faceva così, mi faceva sentire ridicolo.
<< Dove siamo?>> le domandai severo. Notai che mi aveva disarmato, quindi non potevo pensare ad un attacco diretto. Dovevo capire meglio chi era e dove mi trovavo.
<< Sulla mia nave, Commodoro. Avevo bisogno di un mozzo per pulire i ponti e, dato che la mia ciurma ha ben altre cose a cui pensare, ho creduto che fosse bello poter avere il mio peggior “ nemico” ad aiutarmi nelle faccende>> mi rispose e cominciò a ridere, scendendo dal tavolo in cui era seduta. Cominciò pian pian ad avvicinarsi a me e più lei si avvicinava e più io cercavo di trovare qualcosa per bloccarla. Lei mi prese per il colletto della giacca; aveva una stretta da vero uomo.
<< Non cercare di scappare, Commodoro. Non ti conviene, a meno che tu non voglia assaporare l'acciaio della spada e il sapore della polvere da sparo...>> disse ad un soffio dal mio naso e mi lanciò sul letto. << Ah, a proposito...>> continuò << Mi chiamo Alyssa ma per te sarò Capitano e voglio essere rispettata come tale!>> disse e si dileguò, chiudendo la porta della cabina dietro di se. Rimasi pietrificato dal suo modo di essere; era così dura, fredda, ironica e saccente ma allo stesso tempo sensuale, con un bel viso e dei grandi occhi verdi. Ma il mio obiettivo era quello di catturarla e forse trovarmi a bordo della sua nave poteva essere un vantaggio per me, dovevo solo capire bene chi fosse quella donna così misteriosa e con chi avevo davvero a che fare.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***



 
 Capitolo 3  


<< Hey, Commodoro, qui è sporco! Vedi di darti una mossa o assaggerai lo schiocco della mia frusta.>>. Scuttle, il timoniere della “ Gold Treasure”, era sempre duro con i miei uomini, ma in fondo non faceva altro che eseguire gli ordini che gli avevo dato. E ultimamente era tutto più divertente con a bordo il Commodoro Jonas. Le prime due settimane di permanenza sulla mia nave si dimostrarono difficili per lui; credo che nella vita non avesse mai toccato uno straccio e adesso gli toccava pulire il ponte della nave,da prua a poppa, più volte al giorno. Non riusciva a tenere il secchio in mano e il più delle volte finiva col muso sul legno. Ma lui era davvero tenace; che volesse ancora chiudermi in gattabuia, questo era certo. Circa un mese dopo, avendo ormai preso pratica col suo “ nuovo mestiere”, il Commodoro cambiò atteggiamento con la mia ciurma ma tra di noi non potevano cambiare cose perchè ero pur sempre il capitano di una banda di pirati e lui un soldato che mi dava la caccia: ergo eravamo e restavamo eterni nemici. A volte capitava che la sera io e la ciurma organizzassimo delle feste dove rum e musica abbondavano ma lui, da buon marinaio britannico, stava in disparte in osservazione; non riuscivo a capire il suo atteggiamento, stava sicuramente cercando un modo per catturarmi perchè era così strano ma allo stesso tempo fastidioso, saccente, freddo, meschino e...ogni volta che lo guardavo, mi ritrovavo con la fronte e le mani grondanti di sudore! Dovevo capire il perchè questa sensazione così anomala; impossibile che mi stessi innamorando di lui, del mio peggior nemico. Così un giorno decisi che avrei dovuto parlargli a tu per tu e mettere delle cose in chiaro.
<< Commodoro, vedo che vi siete trovato bene con la vostra nuova occupazione. In un mese siete riuscito a lucidarmi il ponte da prua a poppa.>> cominciai con il mio solito tono ironico. Lui si asciugò la fronte e sollevò il viso verso di me.
<< Sempre con un tono ironico, non è vero...Capitano Cortès?>> mi rispose lui facendomi eco. Odiavo profondamente che qualcuno potesse imitarmi e la cosa che mi irritava di più era che fosse proprio lui a provocarmi. In certi momenti desideravo averlo lasciato a Tortuga in balia degli altri pirati.
<< Commodoro, attento. Evitate di scherzare col fuoco, potrebbe finire molto male.>> risposi seria. Lui si alzò e mi guardò fisso.
<< Sicuramente la vostra insolenza è più grande della vostra capacità di comprendere le battute, Capitano.>> mi rispose accennandomi un sorriso di sfida. Fui in preda alla rabbia più feroce.
<< Commodoro, adesso basta! Sono stanca dei vostri insulsi giochetti, se volessi non impiegherei un attimo ad uccidervi.>>
<< Cosa aspettate, Cortès? Fatelo! Almeno sarò io ad avere “l'onore” di aver duellato con la prima donna capitano dei Caraibi.>> mi rispose nuovamente lui. Non riuscì più ad essere lucida; non aveva mai osato tanto nei miei confronti cosi mi gettai contro di lui pronta a sferrargli un gancio dritto sul viso ma quando mi avvicinai a lui, il Commodoro riuscì a fermarmi la mano poco prima che si avvicinasse al suo viso, stringendomi il polso e, con un abile mossa, mi fece rotare e fu lui a tenermi stretta nella sua morsa e mentre cercavo di liberarmi, mi fece nuovamente rotare, e mi ritrovai proprio di fronte a lui. In un attimo avvenne l'impensabile: le sue labbra si posarono agilmente sulle mie e, da come mi trovavo, mi sentì stringere dai fianchi. Ero in una situazione davvero strana; mentre avevo intenzione di liberarmi, il cuore cominciò a battermi talmente forte che sembrava scoppiare. Alla fine riuscì a liberare un braccio e con un gesto rapido, gli lanciai uno schiaffo dritto sulla guancia tanto da fargli compiere una mezza torsione.
<< Avete superato ogni limite, Joe! Ne pagherete le conseguenze di questo vostro affronto!>> gli urlai tanto da attirare l'attenzione di Cotton e mentre, furiosa, mi dirigevo nella mia cabina, lui mi seguì.
 
 
POV JOE
 
Non potevo crederci di averlo fatto! Però lo avevo fatto. Avevo appena baciato Alyssa Cortès. Non mi resi conto neanche di ciò che era appena successo. Io odiavo quella donna con tutto me stesso e odiavo tutto di lei...ma qualcosa mi aveva portato a compiere quel gesto. Se dovessi dire cosa non saprei descriverlo ma sicuramente dovevo essere uscito fuori di senno. Eppure ogni volta che, la sera, la vedevo ballare con la sua ciurma, dentro di me scattava qualcosa di strano, una sorta di legame che mi avvicinava a lei. Mi resi conto solo dopo del dolore alla guancia; quello schiaffo era stato davvero forte. Sorpreso, non solo dal mio gesto ma dal fatto che mi aveva appena chiamato per nome, ritornai nuovamente al mio lavoro. Prima o poi tutto questo mi sarebbe passato...almeno, così credevo.
 
 
POV ALYSSA
 
<< E' pazzo, Jack. Io..io non posso credere che lo abbia fatto davvero!>>. Conclusi così il mio racconto dell'avvenimento a Jack Cotton. Solo lui avrebbe potuto darmi consigli.
<< Non è pazzo, Alyssa. Io credo che lui si stia innamorando di te.>> mi rispose prontamente lui. Fermai la mia camminata frenetica e lo guardai stupita.
<< Che cosa? Stai scherzando spero.>>
<< No, cara. Non hai notato niente di diverso in lui in questo periodo?.>>
<< No, Jack...a parte una cosa...>> risposi riflettendo al fatto che Joe non aveva mai ribattuto alle mie frasi. << E anche se lui fosse innamorato di me, cosa che credo molto difficile, quello che è successo oggi non può passare inosservato.>>
<< E cosa vorresti fare?>> mi domandò Cotton.
<< Non lo so...ma non la passerà liscia.>> risposi sicura di me. Non lo avrei perdonato, avrei dimostrato a lui e alla ciurma chi era davvero Alyssa Cortès. Lo avrei fatto...se alcuni fatti non fossero sopraggiunti nei giorni successivi.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


 
Capitolo 4


Immersa tra le carte nautiche, la mappa di questo “ ipotetico” tesoro nascosto e una bottiglia di rum, passavo il mio tempo ,circa da 3 giorni, a studiare dove poteva essere nascosto un forziere o qualcosa di inestimabile valore. Più cercavo di trovare una soluzione al mistero, più arrivavo ad un vicolo cieco che mi portava sempre sulla strada della rinuncia. Ma avevo deciso che avrei scoperto quel mistero a qualsiasi costo. Nel frattempo non facevo altro che pensare a quel bacio del Commodoro Joe, così inaspettato, così gagliardo, così...gradevole. Ma era stato un gesto troppo avventato che meritava una punizione esemplare e avevo deciso anche quale: lo avrei chiuso per una settimana senza cibo ne acqua nella cella giù nella stiva. Avrebbe imparato che non si scherza con il Capitano. Dopo aver bevuto un sorso di rum, lasciai tutto il mio lavoro di ricerca sul tavolo e mi avviai sovracoperta per comunicare al Commodoro la mia decisione finale e vedere a che punto di navigazione eravamo giunti. Percorrendo le scale, improvvisamente mi trovai Cotton di fronte con aria molto affannata di chi aveva urgenza di comunicare qualcosa.
<< Che succede, Jack?>> domandai preoccupata, vista la situazione.
<< Ci attaccano, Alyssa. Un galeone di pirati spagnoli ci insegue e sembra che la ciurma stia armando i cannoni!>> rispose lui frettoloso e ansioso. La notizia mi allarmò , così corsi immediatamente sul bordo della nave e, tenendomi ad una delle cime, osservai il galeone che distava poco più di un quarto d'ora dalla Gold Treasure.
<< Uomini, preparate i cannoni! Facciamo fuori questi spagnoli.>> urlai alla mia ciurma, che si diede immediatamente da fare. Il Commodoro Joe si avvicinò a me e, con aria preoccupata, osservò la nave che si avvicinava.
<< Conosco quel galeone e avrei preferito non incontrarlo mai più.>> disse con aria severa.
<< A cosa vi riferite, Commodoro?>> risposi tenendo lo stesso tono.
<< E' un dettaglio della mia famiglia che nessuno mai avrebbe dovuto sapere. A Capo di quella ciurma c'è mio fratello minore, Nicholas, ma è conosciuto in circolazione come il Capitano Nick Jonas.>> mi rispose guardandomi negli occhi. In quel momento sembrava che la nostra condizione di “ odiati” nemici si bloccasse per qualche attimo.
<< Sentite, Commodoro, voi siete quel genere di uomo che odio e preferirei vedere in pasto agli squali, ma in questo momento dovremmo mettere da parte le nostre divergenze e collaborare per salvare la nave e salvarci la pelle.>> dissi ad un tratto.
<< Sono d'accordo con voi, Capitano. Quindi adesso posso cominciare a darvi del tu.>> rispose lui ironico.
<< Non è il momento di battute, Commodoro. Comunque se proprio ci tenete, io farò lo stesso con voi..Joe.>> risposi inghiottendo l'ultima parola pronunciata. Non avevo mai permesso a nessuno, a parte Jack, di chiamarmi con il mio nome, ma qualcosa in quel momento mi spinse a prendere quella decisione.
<< Bene, Alyssa, ti copro le spalle.>> rispose lui e sfoderò la sua spada mentre io, assieme ad essa, tirai fuori anche la mia revolver a 10 colpi. Tutto sembrava pronto per la battaglia; i miei uomini erano armati fino ai denti e non avremmo impiegato tanto a far fuori quel galeone, che ci raggiunse in poco tempo. Quando si affiancò a noi, io e Joe notammo una figura scura sul bordo della nave.
<< E' lui Nicholas? >> chiesi a Joe tenendomi pronta a sferrare il primo colpo.
<< Si, ma non lo sottovalutare. E' astuto e potrebbe sorprenderci improvvisamente.>> rispose lui osservando suo fratello che si mostrava a noi.
<< Così è questa la famosa “ Gold Treasure”, il terrore dei Caraibi. Capitano Cortès, quale onore conoscervi. Devo dire che una volta tanto le voci che circolano su di voi sono vere. Siete veramente incantevole.>> cominciò il Capitano Jonas facendomi un inchino. Lo guardai ammonendolo.
<< Cosa volete? Perchè ci seguivate?>> risposi severa.
<< Ho saputo di un vostro progetto, una...caccia al tesoro, se non sbaglio. Quindi ho deciso di mettermi anch'io sulle tracce del vostro tesoro, ma per farlo...mi occorre la mappa.>> rispose lui indicando il baule di mappe dietro di me.
<< Se pensate che sarà così facile togliermela dalle mani, vi sbagliate di grosso.>> risposi e guardai Joe, facendogli segno che era il momento di passare all'attacco.
<< Oh, ma guarda un po' chi si vede. Fratellino, cosa ci fai su una nave di bucanieri, non avevi detto che la pirateria era per vigliacchi e buoni a nulla, come me?>> disse lui sorridendo. Guardai Joe girarsi dall'altra parte. Doveva fargli un brutto effetto rivedere il fratello.
 
 
POV JOE
 
Non potevo ascoltarlo. Quel ragazzo aveva una capacità di soggiocarmi davvero incredibile.
<< Stai zitto, Nicholas.>> risposi tornando a guardarlo.
<< Cosa c'è Joe, ti fa paura guardare in faccia quel fratello che hai ripudiato e cacciato fuori di casa?>> riprese Nick rimproverandomi. Dopo aver saputo la sua decisione di darsi al contrabbando, lo cacciai fuori di casa, dicendogli di sparire per sempre, prima che prendessi la decisione di ucciderlo.
<< E' stata tua la decisione di abbandonarci.>> risposi ormai in preda alla rabbia. Nel frattempo guardai Alyssa. In un attimo quella rabbia si trasformò in una sensazione nuova, come se lei mi fosse entrata nel cuore e avesse convertito i miei sentimenti. Perchè, per un attimo, sentì quell'istinto di baciarla e stringerla a me?
<< Adesso basta, Capitano Jonas, diamoci un taglio.>> gridò lei risvegliandomi da quell'ipnosi. Decisi che era arrivato il momento di pareggiare i conti con mio fratello e questa volta avrebbe pagato per le sue scelte.
 
 
POV ALYSSA
 
La battaglia ebbe inizio in un modo abbastanza fragoroso. I cannoni fumavano per i continui colpi sferrati verso la nave avversaria, così come succedeva ai cannoni della nave di Nicholas Jonas. I suoi uomini si erano scagliati con sciabole e revolver contro i miei, che combattevano egregiamente difendendo la nave con le unghie e con i denti. Io e Joe eravamo impegnati insieme alla ciurma fin quando non vidi Joe distaccarsi da me e allontanarsi.
<< Dove vai?>> gli urlai, mentre sferravo il colpo finale ad uno dei nostri nemici.
<< Da Nicholas.>> mi rispose lui.
<< Sei pazzo, ti farai uccidere!>> gli risposi cercando di fermarlo.
<< Abbiamo una questione in sospeso e non lascerò che questa nave si abissi per causa sua.>> disse lui serio. Quella frase mi lasciò interdetta. Perchè im quel momento sentì che non potevo lasciarlo andare, dovevo difenderlo a qualunque costo, perchè volevo che mi strigesse a se, come aveva già fatto in precedenza? Così, senza pensarci due volte, abbandonai tutti e lo seguì.
<< Non cercare di fermarmi.>> mi disse.
<< Non voglio fermarti, voglio aiutarti.>> risposi. Lui mi guardò stupito e poi mi sorrise.
<< Andiamo, allora.>> e così insieme ci trovammo faccia a faccia con la versione pirata del Commodoro Jonas. Combattemmo a lungo, fino allo stremo delle forze. Le spade erano diventate incandescenti e la stanchezza cominciava a farsi sentire. In un mio momento di distrazione, Nick afferrò una mappa dal tavolo in cui vi era tutto il mio lavoro nautico e, prima che potessi accorgemene, tirò fuori la sua revolver e sparò verso Joe, che fu colpito ad una spalla. Lo vidi accasciarsi a terra e lentamente perdere sangue. Gridai di rabbia e con la spada ancora in mano, mi scagliai con tutta la mia forza contro Nick ma ero talmente stremata che con un pugno allo stomaco mi atterrò.
<< Grazie Capitano Cortès, non ce l'avremmo mai fatta senza di voi.>> mi disse Nick ironico sventolando la mappa e , risalito sulla sua nave, pian piano si allontanò. Cotton mi aiutò a rialzarmi.
<< Dov'è Joe? Nick gli ha sparato, dobbiamo salvarlo.>> dissi col fiato spezzato. Mi avvicinai a lui e lo voltai verso il cielo. La pallottola era entrata in profondità, solo il nostro medico di bordo Gary avrebbe potuto salvarlo. Così lo portammo nella mia cabina e, dopo due ore di intervento, Gary uscì tutto sudato.
<< Come sta?>> chiesi alzandomi dal bordo della nave dove attendevo notizie assieme a Cotton.
<< Ho estratto la pallottola, ma ha la febbre molto alta. Qualcuno deve restare con lui, stanotte. Bisogna sorvegliarlo.>>. Pensandoci su un attimo, fui presa da un senso di responsabilità.
<< Resto io con lui, andate pure a dormire. Grazie, Gary.>> dissi e mi allontanai.
<< Capitano...>> mi disse Cotton mantenendo le formalità di fronte agli altri membri della ciurma.
<< No, signor Cotton, so quel che faccio. Buonanotte...>> risposi sorridendogli e chiusi la porta alle mie spalle.
Nel silenzio della stanza, guardai Joe sdraiato sul mio letto, con una fascia bianca attorno alla spalla e il sudore che gli colava dalla fronte. Respirava affannosamente. Senza dire una parola, gli asciugai la fronte e mi sedetti in ginocchio, poggiando i gomiti sul suo letto. D'istinto gli presi la mano e la strinsi. Forse provavo veramente qualcosa per lui perchè dentro di me in quel momento vi erano tante emozioni diverse tutte insieme. Ero così esausta che mi addormentai in quella posizione, dimenticandomi che stavo continuando a stringere la sua mano. Forse così avrei potuto aiutarlo di più, in fondo aveva tentato di salvare me, la mia nave e la mia ciurma.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5


POV JOE

 

<< Ti prego, smettila di trattarmi così!>>
<< Ma lo capisci o no che così non farai che rovinarti la vita. Sei la vergogna della nostra famiglia! Almeno io ho deciso di diventarci un pirata, tu invece ti sei innamorato di una piratessa, tu che avevi promesso di catturarli e metterli alla forca.>>
<< Non osare toccarla, Nicholas. Lei non c'entra in questa storia. La questione riguarda me e te.>>
<< Non sono io il debole della famiglia, sei tu che lo hai sempre negato a te stesso ma i fatti dimostrano ben altro.>>
<< Sta zitto, ti prego.>>
<< No che non lo faccio. Sei un perdente, Joe. Guardati Commodoro, sei un mozzo comandato da una donna.>>
<< Hai superato il limite, Nicholas. Tocca di nuovo Alyssa e giuro che questa volta non ti risparmierò la vita perchè sei mio fratello.>>
<< Non hai il coraggio, Joe. Avanti, uccidimi, fratello!>>.
 
 
Sbarrai gli occhi in preda al panico. Ero completamente sudato e il cuore mi batteva a mille. Avevo appena avuto un incubo terribile, uno di quelli che ti rimangono in testa per diverso tempo. Non riuscivo a capire dove mi trovavo,la testa mi girava come una trottola, mi sentivo confuso. D'un tratto sentì una forte fitta alla spalla sinistra, perciò guardai in quella direzione e la trovai fasciata e piccole chiazze di sangue attorno ad essa. Mi guardai attorno cercando di alzarmi, ma ero troppo debole per farlo. Nel tentativo di sollevarmi a sedere, notai qualcosa che aveva dell'incredibile; appoggiata al letto c'era il capitano Alyssa Cortès che dormiva tenendomi stretta la mano. Rimasi a fissarla per diverso tempo stupito, cercando di capire perchè lei fosse li e soprattutto da quanto tempo. Dopo la battaglia contro Nick, doveva essere rimasta come me tutta la notte. Era cosi...bella quando dormiva, un viso angelico. Sarei potuto rimanere li ore ed ore ad osservarla senza mai annoiarmi e ogni volta che la vedevo il cuore mi batteva all'impazzata. Non riuscivo a crederci; era proprio vero, mi ero innamorato perdutamente di un pirata, e che pirata! Non avevo mai conosciuto prima di lei una donna così forte e attraente allo stesso tempo. Mi erano state presentate dame, duchesse, figlie di governatori ma nessuna era paragonabile a lei: una bellissima guerriera e una spavalda delinquente. Ma non potevo dichiararle cosa provavo apertamente, mi avrebbe prima sparato dritto in fronte e poi gettato in mare. Dovevo tenere il mio sentimento per me, lasciare tutto per com'era e tornare nuovamente “ nemici” come prima, cosa alquanto difficile. Così, sorridendo, sfilai lentamente la mano senza svegliarla, le accarezzai dolcemente i capelli e tentai di alzarmi, tenendomi alla parete della cabina. Raggiunsi a fatica il suo tavolo da lavoro, presi la mia giacca e gliela poggiai delicatamente sulle spalle; la vedevo tremare, probabilmente stava gelando. Senza far rumore aprì la porta della cabina e mi diressi fuori, alla luce del sole. Impiegai del tempo per arrivare da Cotton che, vedendomi, mi fece da sostegno.
<< Commodoro, cosa ci fate in piedi? Dovreste rimanere a letto, siete ancora troppo debole.>> mi disse ma io gli sorrisi.
<< Da quanto tempo è li?>> domandai tornando serio. Cotton mi aiutò a sedermi sulle scale che portavano al timone e diede ordine a tutta la ciurma di continuare le riparazioni della nave; aveva subito dei grossi danni, soprattutto nelle due fiancate. Cosi riuscimmo a rimanere soli.
<< Vostro fratello, commodoro, non è un tipo che scherza riguardo alle armi da fuoco.>> mi rispose Cotton, indicando la mia spalla ferita. Aveva deviato la mia domanda.
<< Non avete risposto alla mia domanda, Cotton. Da quanto tempo lei è li?>>
Cotton esitò qualche attimo.
<< E' rimasta con voi tutta la notte, Commodoro.>> mi rispose finalmente Cotton. I miei sospetti erano fondati.
<< Perchè?>> domandai nuovamente. Dovevo saperne di più.
<< Il nostro medico aveva chiesto a uno di noi di restare a sorvegliarvi durante la notte, data la vostra ferita e la febbre che avevate. Ma lei ha insistito che avrebbe preferito restare lei con voi.>> disse Cotton.
<< E non avete tentato di dissuaderla?>>
<< Caro Commodoro, il cuore ha le sue ragioni che la ragione non può intendere.>> rispose filosoficamente Cotton, si alzò e tornò a lavorare, lasciandomi interdetto sulle scale. Non riuscivo a capire il senso di quella frase. Con fatica, decisi che in qualche modo avrei dato una mano a Cotton nella riparazione della nave. Era strano a dirsi, ma qualcosa mi stava portando sempre di più a cambiare idea sui pirati.
 
 
POV ALYSSA
 
Aprì gli occhi lentamente, colpita dai raggi del sole. Mi sentivo tutta indolenzita, in fondo avevo dormito tutta la notte in ginocchio. Quando riuscì a focalizzare bene cosa c'era attorno a me, notai il letto vuoto, così pensai che Joe doveva essersi alzato e d'un tratto sentì uno strano calore provenire dalla mia schiena. Mi accorsi che, appoggiata alle mie spalle, c'era la giacca del Commodoro. Un brivido mi percosse la schiena, un brivido di emozione. Nessuno aveva mai fatto un gesto così per me. Quell'uomo era così strano: riusciva ad essere odioso e impertinente ma allo stesso tempo affascinante e attraente. Non riuscivo a smettere di pensare a lui. Ma non potevo dimostrargli che sentivo qualcosa per lui, ero pur sempre il suo più acerrimo rivale e in più anche il suo capitano. I “ nemici” non potevano diventare qualcos'altro. Così decisi di tenere celati i miei pensieri e di mantenere il mio comportamento abituale, cosa alquanto complessa. Cosi, posata la giacca sulla sedia, notai nel frattempo che Nick era riuscito a rubare la mia preziosa mappa. Avrei dovuto riprenderla immediatamente, era questione di onore. Uscì fuori dalla cabina e trovai tutta la ciurma, compreso il Commodoro,darsi da fare per rimettere in sesto le parti distrutte della nave. Accorse vicino a me Cotton.
<< Buongiorno, Capitano.>> mi disse sorridendo. Risposi con un cenno di sorriso e cominciai a guardarmi intorno.
<< Si è alzato circa un'ora fa e da allora, pur ferito, continua a lavorare duramente. Forse è il caso che andiate a parlargli, Capitano.>> mi suggerì Cotton. Nel frattempo all'orizzonte, vidi un'isoletta solitaria dove, senza disturbi esterni, i miei uomini avrebbero potuto velocemente riparare la nave.
<< Jack, da ordine di sbarcare in quell'isolotto. Li potrete lavorare meglio e più velocemente. Và.>> ordinai al mio amico fidato.
<< Signor sì, signore.>> rispose lui e diede ordine di sbarcare. Nel frattempo mi avvicinai lentamente al Commodoro che, vedendomi, smise di sistemare la cima che aveva in mano.
<< Non dovreste affaticarvi, Commodoro. Avete subito una ferita grave, dovreste riposare.>> dissi titubante. Era difficile far finta di niente dopo quello che era successo.
<< Capitano, vi ringrazio della vostra preoccupazione ma state tranquilla, so badare a me stesso.>> rispose lui accennando un mezzo sorriso. Ricambiai e rimasi li, fissando il mare in silenzio. Riuscimmo ad arrivare all'isolotto solo verso il tramonto. Riuscimmo a portare la nave a riva e a sbarcare tutti. I miei uomini continuarono il loro lavoro mentre io mi allontanai dalla nave, passeggiando sulla spiaggia osservando il sole che si nascondeva dietro l'orizzonte. Mi sedetti su una rupe proprio di fronte al mare, lontana da tutti. Avevo troppi pensieri e troppe responsabilità; ero confusa. Ad un tratto una voce mi distrasse.
 
POV JOE
 
<< Non è prudente una donna da sola su una roccia, lontana da tutti.>> cominciai attirando la sua attenzione. Dovevo trovare una scusa per stare vicino a lei.
<< Non siate ridicolo, Commodoro. So cavarmela meglio di voi uomini tutti messi assieme.>> mi rispose lei fredda. Mi sedetti accanto a lei, rischiando di beccarmi una seconda ferita, stavolta fatale. Invece lei non si mosse, restò ad osservare il mare. Ad un tratto decisi di parlare.
<< Io...>> dicemmo insieme, sovrapponendoci. Sorridemmo e lasciai che fosse lei a parlare.
<< Volevo...ringraziarvi, Commodoro, del vostro gesto, stamane.>> disse lei timidamente e sinteticamente ma fu già un primo passo.
<< E io volevo ringraziare voi, Capitano, per essermi stata accanto tutta la notte. So che non deve essere stato facile per voi.>> risposi ironicamente.
<< Sempre questo tono ironico, Commodoro.>> disse lei ridendo. La sua risata era la migliore medicina per me. Poi il silenzio.
L'uno di fronte all'altro ci guardavamo dritto negli occhi.
Tutti e due non riuscivamo a parlare, il silenzio regnava sovrano.
 
POV ALYSSA
 
Ero immersa nei suoi occhi, non riuscivo quasi a respirare. Ci avvicinavamo lentamente l'uno verso l'altro, sempre più vicini.
 
POV JOE
 
Eravamo così vicini che riuscivo a sentire il suo respiro farsi affannoso e il suo profumo delicato, soave. La vedevo titubare, come se in quel momento il coraggio le venisse a mancare.
 
POV ALYSSA
 
<< Cosa sto facendo?>> sussurrai delicatamente, titubando. Ero agitata, respiravo affannosamente. << Non posso farlo...>> continuai ma lui si avvicinò ancora e arrivò a poggiare la sua fronte con la mia.
<< Si che puoi, Alyssa...>> mi rispose lui sussurrandomi. Tenevamo entrambi gli occhi chiusi, lo sentivo così vicino che non avevo bisogno di osservarlo.
 
POV JOE
 
<< Siamo troppo diversi, un soldato britannico e una delinquente non possono...>> ma io la interruppi.
<< Sei così bella, Alyssa. Non mi importa se tu sei un pirata...>> risposi e cominciai a sfiorarle le labbra.
 
POV ALYSSA
 
Mi sfiorò delicatamente le labbra. Tremavo per l'agitazione ma sentì presto la sua mano sfiorarmi la guancia, accarezzarla delicatamente così decisi che era giunto il momento di abbattere le frontiere.
 
POV JOE
 
La baciai. Di nuovo.
 
POV ALYSSA
 
Mi baciò. Di nuovo.
 
POV JOE
 
La strinsi forte a me e le accarezzai la guancia. La baciai intensamente, avevo capito di amarla come non avevo mai amato nessuna fino ad allora. Non mi importava più se lei fosse un pirata o meno, lei ormai era parte di me e non potevo vivere senza di lei. Le strinsi la mano e la incrociai alla mia, volevo che lei mi sentisse vicino a se. L'amavo, l'amavo così tanto che l'avrei difesa contro tutto e tutti. Non avrei permesso a nessuno di farle del male.
 
POV ALYSSA
 
Mi strinse la mano e mi baciò intensamente. Lo amavo, lo amavo davvero. Avrei fatto qualsiasi cosa per lui, avrei lottato fino alla morte per stare con lui. Non mi importava che fosse un soldato, ormai mi apparteneva e io appartenevo a lui, così, il nostro incanto venne accompagnato da quello splendido tramonto che si immergeva nei mari dei Caraibi.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6


POV ALYSSA
 
Non riuscivo ancora a crederci; mi ero innamorata della persona che mi dava la caccia e lui si era innamorato della sua preda. Avevo provato di tutto per evitare che succedesse ma non avevo ancora capito che non avrei potuto essere più forte dell'amore. Quando mi allontanai dalle sue labbra, tornai a fissarlo incredula. Lui fece lo stesso.
<< Se è un sogno, ti prego, non svegliarmi.>> mi disse lui sussurrando. Gli sorrisi dolcemente. No che non era un sogno, era tutto vero, fin troppo vero.
<< Mi dispiace, Commodoro, ma non lo è affatto.>> gli risposi e mi strinsi a lui. Notai che, non appena mi abbracciò, si lasciò andare e per un attimo fui io a sorreggerlo. Guardandolo in viso, notai una smorfia di dolore misto a debolezza. Gli toccai la guancia e notai che la febbre era tornata; era pur sempre un uomo ferito da una pallottola.
<< Devi riposare. La tua ferita è ancora grave, non dovresti stare qui fuori.>> gli dissi seria. Lui tornò a guardarmi.
<< Il dolore alla spalla non è niente in confronto alla gioia di poterti finalmente stringere tra le mia braccia, Alyssa. Ti prometto che qualsiasi cosa dovesse succedere, io non permetterò a nessuno di farti del male, dovessi rimetterci la vita.>> rispose lui con voce stanca. Rimasi un attimo in silenzio; era l'unica frase che in quel momento non avrei voluto sentire. Joe notò il mio volto scuro e cominciò a preoccuparsi.
 
POV JOE
 
Era così strana in viso. Un attimo prima era raggiante e subito dopo aveva cominciò a diventare cupa in volto , come se avesse appena vissuto un incubo. Mi preoccupai di ciò e pensai che dovesse esserci qualcosa che la tormentava, un pensiero che le girovagava in testa e di cui non riusciva a liberarsi.
<< Hey, qualcosa non va? >> gli chiesi, accarezzandogli la guancia. Lei mi osservò con quegli occhi da cerbiatta che aveva ma in lei leggevo paura e timore. Prese la mia mano e la tolse dalla sua guancia e si alzò, tornando a fissare il mare.
<< Andiamo nella mia cabina. Devo parlarti di una cosa...>> continuò seria. Non mi piaceva quel suo tono. Mi aiutò a rialzarmi e, insieme, tornammo alla Gold Treasure. Cotton ci aiutò a salire sulla nave e poco dopo ci annunciò che eravamo pronti a partire. Alyssa gli diede delle indicazioni private e poi tornò da me. Era una notte dove dominava una luna piena; il cielo era scuro, come l'animo di Alyssa in quei pochi attimi. Eravamo soli, io e lei.
 
POV ALYSSA
 
Era arrivato il momento di svelargli il mio piano. Dovevo recuperare la mappa rubatami da Nicholas e per farlo vi era una sola soluzione, folle ma pur sempre una soluzione.
<< Inseguiremo la nave di tuo fratello e, appena saremo abbastanza vicini, entrerò nella sua nave e riprenderò la mappa che mi ha rubato durante lo scontro.>> dissi tutto d'un fiato senza ulteriori giri di parole. Odiavo non dire le cose per come stavano. Lo vidi diventare pallido, più di quando non lo era stato la sera prima.
<< Cosa?? Sei impazzita, spero.>> mi rispose lui incredulo.
<< Lo so, è una follia, ma è l'unica via d'uscita che ho.>> risposi fredda e preoccupata.
<< Alyssa, tu non vai da nessuna parte. Lascia perdere quella mappa.>> mi disse lui. Io lo fulminai con lo sguardo.
<< Tu non capisci, Joe. Sto lavorando a quel tesoro da praticamente tutta la vita e non permetterò che qualcuno me lo porti via sotto il naso.>>
<< Alyssa, ti farai uccidere. Lui non conosce pietà, se ti scopre non tornerai indietro.>>
<< Lo so.>>
<< Non puoi mettere a repentaglio la tua vita.>>
<< Lo so.>>
<< Alyssa, io non posso perderti!>> mi urlò lui alzandosi di scatto.
<< Lo so!>> risposi con la stessa tonalità con una voce tremante di paura, ansia e terrore. Lui si tornò a sedere per via del dolore alla spalla. Non volevo perderlo neanche io, ma dovevo farlo. Non c'era altra scelta. << Joe, ti prego, non rendermi tutto più difficile.>>
<< Non ti lascio sola in balia di quel mostro.>> mi disse e, raggiungendomi lentamente, mi strinse forte a se e mi ritrovai poggiata al suo petto. Sentivo il cuore battergli all'impazzata, come il mio.
 
 
POV JOE
 
Alyssa stava tremando. Aveva paura, glielo leggevo negli occhi. Non l'avevo mai sentita così vicina a me in quelle condizioni.
<< Io vengo con te.>> gli dissi guardandola dritta negli occhi. Lei mi spinse via delicatamente per evitare di toccarmi la ferita e si girò di spalle. Rimasi in silezio a fissarla.
<< Joe...è meglio di no. Tu sei ferito ad una spalla e questo potrebbe diventare per Nicholas motivo di ricatto e vendetta. Non posso e non voglio vederti soffrire ancora per causa sua. Andrò da sola.>>. Quella era la donna coraggiosa e intraprendente di cui mi ero innamorato, ma adesso stava davvero resentando la follia.
<< Io non posso lasciare che ti faccia del male, lo capisci?>>. Lei corse verso di me e, come non aveva mai fatto prima, mi baciò con passione, lasciando che mi trascinasse in quel mondo dove esistevamo solo io e lei. Mi accarezzò entrambe le guancie poi, staccandosi dalle mie labbra, mi guardò dritta negli occhi.
<< Non credere che io non abbia paura. Io tremo all'idea di dover fare una cosa del genere. Ma non posso permettergli di passarla liscia, né sul fatto di avermi derubata, né su questo...>> disse lei a mezza voce e mi sfiorò la spalla. << Abbi fiducia in me, ti chiedo solo questo. Andrà tutto bene.>> finì staccandosi totalmente da me. Rimasi interdetto qualche attimo; non sapevo che fare perchè capivo bene le sue intenzioni ma sapevo anche chi era Nicholas.
<< Io...io mi fido di te, però, ti prego, sta attenta.>> gli risposi rassegnato. Non potevo competere con lei, era così testarda che neanche un macigno avrebbe potuto scalfirla. Lei mi accennò un sorriso amaro e uscì dalla cabina, chiudendosi la porta alle spalle. Rimasi solo, in quel silenzio, col cuore pesante e traboccante di paura.
 
POV ALYSSA
 
Restai a lungo sola, sulla torre di vedetta, a riflettere se davvero quello per cui stavo mettendo tutto a rischio fosse davvero così importante. Adesso avevo una preoccupazione e un punto debole in più: Joe. Qualsiasi cosa gli fosse successa, avrebbe provocato in me grandi sofferenze ma in quel momento dovevo lasciar perdere quei pensieri e preoccuparmi solo di recuperare quella mappa. Il coraggio non mi mancava, ma avevo pur sempre paura. Cotton venne a chiamarmi per comunicarmi novità.
<< Alyssa, abbiamo avvistato il galeone del Capitano Jonas. Sei sicura di quello che fai?>> mi disse in modo fraterno.
<< Si, Cotton, prepara la lanterna e una scialuppa. Poi da ordine di far buio sulla nave e aspettare segnali.>> risposi e insieme, scendemmo. In poco tempo ero armata fino al collo e pronta per l'impresa più pazza che avessi mai compiuto. Joe uscì dalla cabina e si avvicinò a me.
<< La sua cabina si trova sottocoperta, sulla sinistra. Sta attenta, li ci sono i pirati più feroci che conosca.>> mi raccomandò lui serio. Gli strinsi forte la mano e lui si avvicinò a me, dandomi un leggero bacio sulle labbra.
<< Tornerò presto, promesso. Uomini, state all'erta.>> ordinai e Cotton e altri tre uomini mi calarono giù in mare e pian piano cominciai ad allontanarmi dalla Gold Treasure, sotto l'occhio vigile del mio Commodoro. Pian piano le luci della mia nave furono spente e rimasi sola, in mezzo al mare, nella notte buia che mi circondava. Arrivai silenziosamente ad una delle fiancate della nave e, spegnendo la torcia che mi aveva guidata, cominciai con un rampino a scalare lentamente la fiancata. Non potevo fare il minimo rumore o per me sarebbe stata la fine. Riuscì ad arrivare finalmente sul ponte della nave. Nel frattempo sentì schiamazzi e chiacchiere provenire dalla prua della nave, così riuscì ad agire indisturbata. Mi intrufolai furtivamente sottocoperta, cercai velocemente la cabina del capitano e quando la trovai, aprì silenziosamente la porta e la richiusi alle mie spalle. Controllai se ci fosse qualcuno li e cominciai a cercare la mia mappa.
<< Dove l'hai messa, Capitano?>> pensavo tra me e me, sollevando le miriadi di carte sparse per la stanza, fin quando non la intravidi sotto una bottiglia di rum.
<< Eccoti qua...>> dissi sorridendo. Non appena la presi, sentì uno scricchiolio provenire dalle mie spalle. Furtivamente misi mano alla mia revolver e in un attimo caricai il grilletto, mi girai e la puntai contro chi si trovava dietro di me. In un attimo impallidii.
<< Aspettavo il momento in cui ti facessi viva, Cortès. >> disse ironicamente Nicholas, puntandomi a sua volta contro la sua revolver. Entrambi ci puntavamo le pistole addosso, in attesa del primo che avesse premuto il grilletto. Sudavo freddo, avevo paura ma cercavo di non darlo a vedere.
<< Come sta mio fratello? L'altro giorno mi è sfuggito di mano il grilletto.>> continuò lui iniziando a ridere. Lo guardai severa, senza mai perderlo d'occhio. Poi smise di ridere e tornò serio.
<< Butta giù la mappa e la pistola, Cortès.>>.
Non lo feci.
<< Ho detto butta giù la pistola, Cortès, non costrirgemi a ripeterlo.>> rispose lui ancora più severo. Non potei fare a meno di eseguire i suoi ordini.
<< Brava, ora si che cominciamo a ragionare...>> rispose lui, guardandomi con aria davvero cattiva. Ora si che ero davvero nei guai.
 
POV JOE
 
<< Da quanto tempo è li dentro?>> domandai ansioso alla ciurma.
<< Da molto, troppo, direi.>> rispose Cotton, anche lui preoccupato nel vedere che ancora tutto taceva. D'un tratto notammo che la nave di mio fratello stava virando, tornando indietro verso di noi.
<< Che ci abbia scoperti?>> domandai.
<< Probabile.>> rispose Cotton serio. Decisi di prendere iniziative.
<< Uomini, armate i cannoni, tenetevi pronti, potrebbe esserci un altro scontro.>>. Pur non essendo io il capitano, tutti eseguirono i miei ordini, compreso Cotton. Tirai fuori la revolver e la caricai. Aspettammo che il galeone di Nick fosse abbastanza vicino per accendere le lanterne. Ad un tratto lo vidi, sorridente e soddisfatto.
<< Ciao, Joe. Carina quella fascia alla spalla, va molto di moda in questo periodo.>> cominciò mio fratello scherzoso.
<< Dov'è Alyssa?>> chiesi immediatamente. Sapevo che aveva scoperto il suo piano, quell'uomo era troppo astuto, pure per una come lei.
Lui cominciò a ridere sotto i baffi. << Ah, la tua fanciulla, vuoi dire?>> disse lui e fece cenno ai suoi uomini. D'un tratto la vidi, sostenuta da due degli uomini di Nick, con delle catene attorno ai polsi. In preda alla paura e alla rabbia di vederla prigioniera, sfoderai la mia spada.
<< Lasciala andare, Nicholas.>> urlai furioso.
<< Sta calmo, Joe. Non posso lasciarla andare, proprio adesso che è venuta a farmi una visita. Anzi, credo che resterà qui a bordo con me.>> rispose lui, accarezzando il mento di Alyssa. La vidi che allontanava il viso dalla sua mano.
<< Sei un verme schifoso, Nicholas.>> ripresi a dire. Lui, offeso dalla mia frase, tirò fuori la sua revolver e la puntò contro la mia spalla. Rimasi bloccato, proprio perchè ero nel suo mirino e con un solo braccio a disposizione, non avrei potuto far niente, né io né la ciurma. Poi vidi Nick dare ordini ai suoi uomini ma non riuscì a capire cosa. Fu solo quando vidi cosa stava accadendo che dentro di me si scatenò la paura e la voglia di uccidere quell'uomo così malvagio.
POV ALYSSA
 
Mi sentì incatenare qualcosa alla caviglia destra, come una specie di tenaglia. Cercai di liberarmi ma inutilmente. Poi, all'ordine di Nick, quella tenaglia divenne il mio peggiore incubo.
 
POV JOE
 
Cominciai a sentire le urla disperate di Alyssa e vidi che cominciava a piegarsi verso il basso. Nicholas aveva ordinato di attanagliarle la caviglia. La vedevo piegata in due dal dolore, cercava di scappare ma era tutto inutile. Urla e lacrime si sovrapponevano in un grido straziante e angosciante per lei e per me.
Ero immobilizzato, respiravo affannosamente. Le sue urla mi trafiggevano più di una spada.
<< Smettila, Nicholas. Lasciala andare.>> ripresi a dire ma fu tutto inutile. Questa tortura continuò per quello che a me sembrava un'eternità. Quando Nick diede ordine di smettere, vidi Alyssa svenuta in braccio ad uno dei suoi uomini. In preda alla collera, cercai di andare sulla nave di Nicholas usando una cima ma un colpo della sua pistola ruppe la corda e caddi in mare. Il dolore alla spalla si fece insopportabile e mentre cercavo di inseguire la nave di mio fratello, che aveva preso il largo, sentì le forze venirmi meno. Fortunatamente Cotton e gli altri, non potendo reagire contro Nick, mi vennero a riprendere.
<< Dobbiamo inseguirli. Dobbiamo salvare Alyssa.>> gridai e zuppo e dolorante, diedi ordine di preparare la nave alla partenza. Nick doveva essere fermato e non avrei permesso a un essere come lui di far del male alla cosa più preziosa della mia vita.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7


POV ALYSSA

 

Aprì gli occhi debolmente. Non ricordavo nulla, nella mia testa c'era solo una grande confusione. Non riuscivo bene a focalizzare il luogo in cui mi trovavo né a percepire cosa c'era attorno a me. Strizzai bene gli occhi; mi sentivo stanca e non capivo perchè. D'un tratto riuscì a guardarmi meglio intorno e allora ricordai tutto: Joe, Nicholas, i suoi uomini, la tenaglia alla caviglia e poi il buio. Attorno a me c'erano delle sbarre d'acciaio; mi trovavo nella cella della stiva, dove il giorno si muore per l'asfissia da caldo torrido e la notte per il freddo che entra fin dentro le ossa. In quell'istante doveva essere circa l'ora di punta, dato il sudore che mi colava dalla fronte e il respiro che mi veniva a mancare. Tentai di alzarmi da terra, ma ricaddi su me stessa. Nel mio viso si disegnò una smorfia di dolore; mi toccai la caviglia ancora insanguinata dalla sera prima. Solo allora mi accorsi di avere i polsi attaccati a delle catene. Ero praticamente senza difese, non avrei potuto fare niente in quelle condizioni.
<< Va bene...>> pensai tra me e me sospirando. << Alyssa, mantieni la tua lucidità. In qualche modo essere a bordo di questa nave può portare i suoi vantaggi.>>. Dovevo trovare il modo di uscire da lì, prendere la mappa e andarmene. Ormai ero nel ballo e dovevo ballare, non potevo lasciare tutto per mettermi in salvo. Risollevandomi a fatica, tenendo la caviglia non poggiata a terra, cominciai a tirare forte le due catene; forse avrei potuto staccarle dal tratto di legno a cui erano attaccate. Dovetti fermarmi più volte per la stanchezza.
<< Sapevo che avresti tentato di liberarti. E' incredibile, non ho mai conosciuto in vita mia una donna più testarda e intraprendente di te, Cortès.>> . Nick arrivò a braccia conserte scendendo lentamente le scale che conducevano alla stiva. Mi distrasse da ciò che stavo facendo e lo guardai arrivare proprio di fronte a me. Solo delle sbarre ci dividevano, delle sbarre che per me significavano salvezza, almeno fino a quel momento. Nick appoggiò la schiena e un piede alla parete di legno, continuando a ridacchiare divertito. Non ci trovavo proprio niente da ridere in quello che stava succedendo.
<< Cosa vuoi da me, Nicholas?>> gli domandai glaciale, prendendo coraggio.
<< Cosa voglio da te?>> ripetè lui sorpreso. << Tesoro, hai cercato di derubarmi e non posso fartela passare liscia.>> mi rispose con un tono da chi ovviamente sapeva la risposta.
Rimasi gelata. La paura cominciò a crescere dentro di me ma riuscì a coprirlo con un tono spavaldo.
<< Non sono io che ho fatto un torto a voi . Siete voi l'insolente meschino che avete avuto il barbaro coraggio di sparare ad un uomo, vostro fratello, senza avere il minimo rimorso di aver compiuto un azione da vigliacco, quale siete.>> gli risposi tutto d'un fiato, infuriata. L'avevo fatta grossa questa volta ma ero disposta a sopportare di tutto purchè lui sapesse la verità su come la pensassi nei suoi riguardi. Nicholas rimase pietrificato dalle mie parole, forse per stupore o forse per ira. Pochi attimi dopo, aprì la porta della mia cella, si avvicinò a me, prendendomi il viso e stringendolo forte, costringendomi a socchiudere gli occhi.
<< Guardami in faccia, Cortès.>> mi disse lui furibondo e fui costretta ad aprire gli occhi. << Non osare mai più dirmi una frase del genere. Con te ci sono andato leggero perchè sono un gentiluomo ma non ripeterò la grazia una seconda volta.>> continuò guardandomi dritto negli occhi. Il suo sguardo mi intimidiva, mi procurava ansia come nessuno aveva fatto prima di allora. Poi improvvisamente mi baciò. Cercai di liberarmi dalla sua morsa, mi dimenai a lungo ma fui costretta ad assecondare il suo bacio, specialmente quando, con la sua spada, cominciò a punzecchiarmi la caviglia attanagliata. Era una tortura insopportabile, dovevo trovare un piano di fuga e alla svelta. Quando il bacio terminò, mi accarezzò la guancia ma io mi voltai dall'altra parte.
<< Sei veramente una bella donna, Alyssa. Chissà, magari stasera potremmo cenare insieme.>> mi disse lui sorridendo. Lo guardai con aria di sfida.
<< Preferisco morire piuttosto che passare del tempo con un codardo come te.>>
<< Lo vedremo, mia cara, lo vedremo...>> mi rispose lui uscendo dalla mia cella. Ordinò ai suoi uomini di non portarmi più cibo e acqua. Quando rimasi sola, mi inginocchiai esausta, mi toccai la caviglia che mi procurava un dolore allucinante. Ero terrorizzata; quella era veramente la nave degli orrori. Ormai dovevo aspettarmi di tutto, veramente di tutto. Speravo solo che Joe e gli altri stessero bene; ero preoccupata per loro. Chissà come aveva reagito Joe a questa situazione.
 
 
POV JOE
 
<< Tutto chiaro, ci sono domande?>> domandai alla ciurma.
<< E' un'idea brillante, Commodoro. Ma siete sicuro di farcela?>> mi chiese Cotton. Lo guardai con aria severa.
<< Si, Cotton. Noi dobbiamo farcela. Dobbiamo salvare Alyssa, non posso lasciarla ancora nelle mani di quel mostro. Non posso immaginare che cosa le stia facendo in questo momento. Dobbiamo tirarla fuori da li e per farlo questo è l'unico piano che possiamo mettere in atto.>> risposi sicuro delle mie idee. Ero talmente preoccupato per Alyssa che non avevo esitato un attimo nel gettarmi all'inseguimento di mio fratello. Avevo elaborato un piano a prova di bomba: sarei entrato nella nave assieme a Cotton e altri due uomini; io sarei andato a cercare Alyssa mentre Cotton e gli altri mi avrebbero coperto, in caso di pericolo. Poi avremmo istallato nel luogo dove avrei liberato Alyssa una bomba che ci avrebbe permesso di fuggire. Nel frattempo la Gold Treasure avrebbe caricato i cannoni, pronti a sfondare e distruggere la nave avversaria. Tutto era studiato nei minimi dettagli e questa volta non avremmo fallito. Sciolsi l'assemblea con la ciurma, che cominciò a darsi da fare per mettere in atto il mio piano, mentre io mi allontanai dagli altri. Mi sedetti sulla torre di vedetta ad osservare l'orizzonte e le onde infrangersi l'una contro l'altra. Cotton, vedendo la mia espressione preoccupata, mi seguì e si sedette di fianco a me.
<< Sono sicuro che se la caverà. Conosco Alyssa da quando era una ragazzina e so che carattere possiede. E' forte, saprà giocare bene le sue carte.>> mi incoraggiò Cotton, mettendomi una mano sulla spalla. Continuai a guardare il mare.
<< Lo so, ho imparato anch'io a conoscerla ma non è questo quello che mi preoccupa. Hai sentito quelle urla quando Nick le ha attanagliato la caviglia, no? Io...mi sono sentito morire, immobile, incapace di poterle dare un'aiuto, un soccorso. La vedevo con quegli occhi pieni di dolore e lacrime, avrei voluto farmi uccidere piuttosto che vederla in quelle condizioni. E sapendo chi è mio fratello, mi tormenta l'idea che possa davvero farle del male. Potrebbe arrivare ad ucciderla, se volesse.>> risposi tutto d'un fiato, in preda alla paura più profonda.
<< Ma non lo farà, stanne certo. Alyssa è una donna intraprendente.>>
<< Lo so...ed è proprio questo che mi preoccupa...>> risposi. Poi tra noi piombò il silenzio più glaciale. Pensavo a lei; al suo viso, ai suoi occhi, ai suoi baci, ai suoi abbracci. Mi resi conto soltanto in quel momento di quanto lei fosse importante per me. Avrei preferito morire piuttosto che vederla soffrire. Lei era la cosa più bella che mi potesse capitare. Lei, quel pirata a cui davo la caccia, lei, la sola donna capace di rubarmi il cuore come solo una vera delinquente sa fare.
 
 
POV ALYSSA
 
Rimasi tutto il giorno in quella cella. Ero esausta, senza forze, debole. Non avevo toccato cibo nè acqua e avevo passato tutto il tempo a mia disposizione a cercare un modo per liberarmi da quelle catene, ma inutilmente. Quando percepì il freddo entrarmi nelle ossa, capì che doveva essere calata la sera. Tremavo più di una foglia ma dentro di me rimase un barlume di coraggio che mi aiutò a non rassegnarmi all'idea di quella prigionia infernale. D'un tratto due uomini della ciurma vennero ad aprire la cella e, legandomi i polsi, mi condussero a forza nella cabina di Nicholas. Quando entrai, il profumo di cibo si istallò dentro di me: c'era una tavola imbandita delle pietanze più varie, con una serie di vini della compagnia delle Indie. Rimasi a guardare incredula la tavola. Fui liberata ai polsi.
<< Lasciatela.>> disse Nick e i suoi uomini mi fecero cadere di peso. Mi rialzai a fatica, tenendomi alla parete.
<< Cortès, benvenuta a cena. Prego, accomodati. Serviti liberamente.>> mi disse lui con tono galante. Avrei voluto gettarmi sul cibo ma stentai ad avvicinarmi; quel tono così confidenziale mi incuteva terrore.
<< Non ho avvelenato niente, Cortès.>> riprese Nick ironicamente. Allora, lentamente, mi avvicinai al tavolo, mi sedetti e addentai un pezzo di pane. Avrei preferito evitare ma la fame era l'unico pensiero che mi tormentava. Effettivamente non c'era niente di avvelenato o cose del genere. Cominciai a mangiare ma tenni uno sguardo attento verso di lui; cercavo la mappa e un modo per fuggire da li.
<< L'ho nascosta meglio dell'ultima volta. Pensi che sia davvero così facile prendermi in giro? Si vede che ancora non mi conosci bene, mia cara.>> continuò Nick cominciando a passeggiare per la cabina. Smisi di mangiare e lo guardai fisso.
<< Perchè fate questo gioco con me, Nicholas?>> presi a dire alzandomi dalla sedia e allontanandomi. Lui continuò a sorridere.
<< Siete la ragazza di mio fratello, giusto?>> riprese lui. Impallidii. Come faceva a saperlo?
Non risposi.
<< Mia cara, voi siete l'esca per attirare mio fratello in trappola. Io voglio vederlo morto, deve pagare per tutto quello che mi ha fatto.>> continuò serio. Non potevo sentire quei discorsi; Joe era visto da Nick come un carnefice meschino che lo aveva tradito da sempre. << E sappiate che lo ucciderò e lo farò proprio di fronte a voi.>> disse e si avvicinò a me.
<< No!!>> gli urlai ma i due uomini che mi avevano portata li mi ripresero per le braccia, impedendomi di attaccare Nicholas.
<< Si, tesoro, quella sarà la vendetta più dolce.>> continuò accarezzandomi la guancia. Spostai il viso da lui e tentai di liberarmi.
<< Siete spregievole! Lasciatemi andare...>> continuavo a ripetere all'impazzata.
<< Ferisce più la spada, Cortès. Ripotatela in cella e stavolta legatela bene, in modo che non possa muoversi. E' astuta la ragazza, più di quanto immaginiamo.>>
Fui riportata in cella e legata peggio di prima. Notai però che le chiavi della mia libertà erano appese a pochi metri da me ma in quelle condizioni non avevo vie di fuga. Questa volta neanche il mio ingegno avrebbe potuto aiutarmi.
 
 
POV JOE
 
Navigammo tutta la notte e il giorno seguente, all'inseguimento della nave di Nicholas. Tutto era pronto, aspettavamo solo il momento in cui avremmo avvistato il galeone spagnolo. Lo trovammo la notte del secondo giorno, a poca distanza da noi. Ordinai di nascondere la nave, in modo da non avere intoppi nel piano, poi mi feci calare con una barca giù in mare e ,insieme a Cotton e altri tre uomini, cominciammo a mettere in atto il nostro piano di salvataggio. Arrivati alla fiancata, trovai il rampino che Alyssa aveva usato precedentemente
<< Commodoro, faccia attenzione.>> mi disse Cotton premurosamente. Sorrisi.
<< Lo farò, Cotton e la porterò in salvo.>> risposi e cominciai a scalare la fiancata. Entrai furtivamente sottocoperta, cercando di evitare tutti i membri della ciurma che girovagavano in preda ai fumi dell'alcool. Controllai se Nick si trovava nei paraggi e poi cominciai a sussurrare il nome della mia amata.
Nessuna risposta.
Scesi ancora più giù, avvicinandomi alla stiva. Continuai a chiamarla, sperando in una sua risposta.
 
POV ALYSSA
 
Ero così esausta che preferì accettare la sorte che mi toccava, fin quando non avvertì una voce. Una voce a me molto familiare. Poi la riconobbi: era quella di Joe. Il mio cuore si animò di felicità e cominciai a chiamarlo.
<< Joe, Joe, sono qui.>> continuavo a ripetere, sperando di riuscire a guidarlo fin dove mi trovavo.
 
POV JOE
 
Ad un tratto la sua voce. Mi aveva ascoltato. Ero riuscita a trovarla, ora dovevo solo seguire le sue parole. Percorsi ancora delle scale finchè non mi trovai di fronte la cella dove c'era lei, attaccata alle catene, con una caviglia sporca di sangue, con un viso segnato dalla debolezza.
 
POV ALYSSA
 
Era arrivato, il Commodoro Jonas mi aveva trovata. Lo guardai con gli occhi pieni di speranza, di gioia e di felicità nel vederlo.
<< Joe...>> sussurrai con la voce rotta dall'emozione. Lui mi guardò incredulo, poi si buttò sulle sbarre di acciaio.
<< Alyssa, piccola mia, cosa ti ha fatto? Sei ferita?>> mi domandò immediatamente preoccupato. Mi avvicinai alle sbarre con difficoltà ma riuscì ad arrivare abbastanza vicino per poterlo sentire a poca distanza da me.
<< No, sto bene, sta tranquillo. Come sono felice di vederti...>> risposi debolmente.
<< Alyssa...>> continuò lui accarezzandomi la guancia. Chiusi gli occhi dolcemente. Poi sentì il suo profumo farsi più intenso. Stava cercando le mie labbra. Cercando di avvicinarmi a lui, riuscì a baciarlo.
 
POV JOE
 
Solo le sbarre ci dividevano. Quel bacio fu per entrambi un momento di allontanamento dalla realtà. La mia fonte di vita era lei e adesso era giunto il momento di portarla via da quell'inferno.
<< Devo tirarti fuori di qui.>> dissi cercando di scassinare la porta della cella.
<< E' tutto inutile, ho provato a liberarmi ma non ci sono riuscita. Ascolta, Joe, le chiavi sono appese li di fronte. Astuto com'è, Nick le ha lasciate alla portata di tutti.>> rispose indicandomi dov'erano le chiavi. Le presi al volo e aprì la porta della cella, cors dentro e andai a liberarla dalle catene. Non appena fu libera, mi cadde tra le braccia. La presi al volo e la aiutai a rialzarsi. Mi abbracciò forte e mi baciò di nuovo. Non riuscivamo a staccarci, era un bacio carico di paure ma anche voglia di amarci e stringerci di nuovo l'uno nelle braccia dell'altro.
<< Andiamo.>> dissi prendendola in braccio ma lei mi fermò.
<< Aspetta, Joe, devi riprendere la mappa.>>
<< Non mi importa, dobbiamo uscire da qui.>> risposi agitato.
<< A me importa, invece. Ascolta, va nella cabina di Nick, so che l'ha nascosta li ma non so dove. Io cercherò di tenerlo impegnato il tempo necessario.>>
<< No, Alyssa, questa volta non te lo permetto Guardati, sei distrutta..>> risposi trascinandola ma lei mi fermò di nuovo.
<< Ascoltami, maledizione. Lascia perdere le mie condizioni e fa come ti dico. Io lo sfiderò a duello e combatterò con lui il tempo che ti serve per recuperare la mappa.>>
<< Ho detto che non ti lascio morire per mano sua. Ti ucciderà, non sei in grado di affrontare un duello.>>
<< Guardami negli occhi Joe e, ti prego, ascoltami. Fidati di me.>> riprese lei. Non potevo più contraddirla, ormai era decisa.
<< Va bene, ma non farti uccidere, ti prego.>> ripresi ironicamente per smorzare la tensione.
<< Sempre questo tono ironico, Commodoro.>> mi disse lei e , sorridendo, la baciai intensamente e la lasciai andare. Così corsi nella cabina di Nick per cercare la mappa e istallare la bomba.
 
POV ALYSSA
 
Recuperai la mia spada e, con le chiavi della cella in mano, andai da Nick, che si trovava sul ponte di prua. Quando mi vide arrivare zoppicando mi guardò incredulo e così anche i membri della sua ciurma.
<< Come hai fatto a liberarti?>> mi disse alzandosi in piedi. Mostrai le chiavi e poi sfoderai la spada.
<< So io come ho fatto. Nicholas, ne ho abbastanza di te, sfidami a duello e diamo fine a questa storia.>> dissi con tutto il coraggio che avevo. Lui rise di gusto.
<< Vuoi proprio farti uccidere, non è così, Cortès? Bene, se proprio ci tieni, non ti risparmierò perchè sei una donna.>> mi rispose lui e tirò fuori la spada. Il duello cominciò dasubito infuocato. Le nostre spade danzavano freneticamente. Era un ottimo combattente e avrei dovuto tenere gli occhi aperti per non lasciarmi sopraffare.
 
POV JOE
 
Istallai la bomba nella cabina di Nick e, prima di accendere la miccia, cominciai a cercare la mappa.
Era impossibile trovarla in mezzo a tutta quella confusione ma dovevo fare in fretta. La vita di Alyssa era nelle mie mani.
 
POV ALYSSA
 
Nel combattimento, a causa della mia caviglia, fui ferita subito a un braccio.
<< E' solo l'inizio, Cortès.>> disse Nick e riprendendo la battaglia, cominciò ad avere la meglio su di me.
 
POV JOE
 
<< Dov'è, maledizione?>> pensavo tra me. Ero agitatissimo, sentivo le spade in continuo movimento.
 
POV ALYSSA
 
Un'altra ferita alla gamba, una al fianco e una sulla guancia. Non sapevo quanto avrei potuto resistere ancora.
 
POV JOE
 
Finalmente la trovai, seppellita tra altre scartoffie. La presi al volo e accesi la miccia della bomba.
<< Via dalla nave, via dalla nave.>> pensai e andai a recuperare Alyssa.
 
POV ALYSSA
 
Ero a terra, incapace di muovermi. Nick sorrise e mi puntò la sua spada sul collo.
<< Addio, Cortès.>> disse e mentre mi sferrò il colpo finale, la spada di Joe si inserì in mezzo, parando il suo colpo. Nick lo guardò sorpreso.
<< Cosa ci fai qui?>> disse.
<< Salvo la mia Alyssa, non vedi?>> rispose Joe ironicamente. Nel frattempo la Gold Treasure si era avvicinata e aveva cominciato a bombardare la nave. Cotton era salito sul ponte, portando la barca al nostro livello per permetterci di salire a bordo. Joe combattè con suo fratello, riuscì ad atterrarlo, poi mi prese in braccio e Cotton puntò contro Nick la pistola per evitare che potesse attaccarci o la sua ciurma intervenire. Saliti sulla barca, Cotton saltò a bordo e velocemente ci ritrovammo in mare. Il tempo che Nick diede ordine di sparare contro di noi, la bomba esplose, distruggendo parte della nave e ciò lasciò a noi il tempo di rientrare a bordo e fuggire il più lontano possibile da li.
Sentì Nick gridare contro di noi, ma non riuscì a percepire le parole.
<< Ti devo la vita, Joe.>> sussurrai al mio Commodoro con un filo di voce.
 
POV JOE
 
Aveva subito innumerevoli ferite, fortunatamente non gravi. La tenevo stretta in braccio a me. Guardandola, le sorrisi e la portai sul suo letto, lasciando che Gary la curasse.
<< Ottimo lavoro, Commodoro.>> mi disse lei con un filo di voce.
<< Ai suoi ordini, Capitano.>> le risposi sorridendo. Lei chiuse gli occhi felice. Ero riuscita a salvarla dall'incubo.
 
POV ALYSSA
 
Mi aveva salvata. Gli dovevo la vita. Adesso ci attendeva solo un obiettivo: scoprire cosa celava quella mappa per cui avevamo versato il nostro sangue.
NOTA DELL'AUTRICE:
CIAOOO SPLENDORII, VOLEVO FARMI PERDONARE PER L'ASSENZA DI QUESTI GIORNI MA IMPEGNI VARI MI HANNO IMPEDITO DI SCRIVERE IL NUOVO CAPITOLO MA ADESSO HO CERCATO DI FARMI PERDONARE SCRIVENDONE UNO CHE SPERO SIA DI VOSTRO GRADIMENTO. GRAZIE SEMPRE DI SEGUIRE LE MIE STORIE E SOPRATTUTTO SEMPRE PER LE BELLISSIME RECENSIONI DI ELEONORA_JB_STELLINA E MIRY AMO LE FF. SIETE MITICHE, VI ADORO <3 UN BACIO GRANDE
VOSTRA
DANGERINA15

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8
 

POV JOE
 
Lasciai riposare Alyssa tranquillamente. Dopo tutto ciò che aveva passato, aveva bisogno di serenità e di recuperare le forze. Per cui uscì silenziosamente dalla sua cabina, in modo da non svegliarla. Uscendo incrociai Gary che volle controllare lo stato della mia ferita.
<< Commodoro, penso che sia arrivato il momento di poter tornare ad utilizzare il braccio, però siate cauto. E' ancora delicato, non fate sforzi esagerati.>> mi disse e mi tolse la fascia; finalmente ero libero da quell'impiccio.
<< State tranquillo, Gary, prometto: niente sforzi.>> risposi ironicamente. Ridemmo e mi allontanai da lui. Era una bellissima notte, dove la luna ci osservava e ci guidava con la sua luce e le stelle brillavano intensamente. Anch'io ero più tranquillo; aver tolto Alyssa dalle mani di mio fratello era già un gran sollievo. Mi sedetti sulle scale vicino al timone e osservai il mare calmo, con poche onde. Cotton, che nel frattempo aveva dato ordine alla ciurma di riposare, si avvicinò e si sedette accanto a me.
<< Commodoro, io volevo ringraziarvi.>> cominciò lui. Mi girai incuriosito dalle sue parole.
<< Perchè Cotton?>> risposi sorridendo.
<< Per aver salvato Alyssa e per aver attuato un piano brillante. Sapete...cominciate ad assumere l'aspetto di un pirata adesso.>> continuò Cotton. Risi divertito; prima di conoscere Alyssa, quell'affermazione mi avrebbe provocato una rabbia incredibile ma adesso, dopo tutte le avventure che avevo affrontato e dopo aver conosciuto lei, cominciavo a sentire che il ruolo da Commodoro non si addiceva più a me. Avrei preferito cento volte rinunciare al mio grado piuttosto che rinunciare a vivere accanto ad Alyssa. Semmai avessi di nuovo messo piede a Los Locos, avrei immediatamente dato le dimissioni.
<< Sapete, Cotton...devo dire che avevo un'idea sbagliata su di voi, pirati. Pensavo che foste tutti come mio fratello: delinquenti assassini che non distinguono un uomo dal proprio fratello. Invece mi sono dovuto ricredere. Per me siete diventati una seconda famiglia...>> dissi timidamente.
<< Addirittura! Commodoro, così ci onorate.>> rispose Cotton ironicamente. Risi nuovamente e guardai il cielo. Ad un certo punto pensai che, per smorzare la tensione di questi giorni, era giunto il momento di fare una sorpresa alla mia delinquente preferita ma avrei dovuto organizzare qualcosa adatto a lei; niente cene romantiche perchè troppo da bambocci; niente dichiarazioni d'amore alla “ Romeo and Giuliet” perchè troppo banali. Così decisi di chiedere a Cotton cosa piacesse ad Alyssa e cosa avrei potuto fare per sorprenderla.
<< E' difficile, molto difficile. Alyssa è una guerriera ma è pur sempre una donna...>> cominciò Cotton pensando a qualcosa da suggerirmi, poi l'idea folgorante gli arrivò alla mente. << Ci sono!>> disse all'improvviso.
<< Cosa aspettate Cotton, ditemi.>> risposi curioso di sapere a cosa aveva pensato.
<< Fatela danzare con abiti eleganti un valzer; lei ama quel ballo ma non lo ha mai potuto ballare a causa della sua immagine di pirata spavaldo e poi, dopo un bicchiere di pregiato vino che abbiamo rubato da un mercantile inglese, leggetele la storia di Lancillotto e Ginevra. Lei ama leggere storie antiche ma se lo faceste voi, rimarrebbe letteralmente folgorata e poi il colpo di grazia: fatela diventare Ginevra e voi siate il suo Lancillotto. Una volta mi raccontò che lei amava profondamente il teatro prima di diventare pirata. Andava spesso con i suoi genitori a teatro, quando ancora viveva come un'aristocratica... .>> disse Cotton sorridendo. Lo guardai ad occhi sbarrati; in quel momento mi resi conto che non conoscevo nulla della vita di Alyssa.
<< Alyssa, un'aristocratica?>> chiesi perplesso. << Sapevo che era nipote di Cortès il pirata ma...>>. Cotton fece cenno di si con la testa.
<< Era figlia di un conte molto in vista in Spagna. Il padre era molto severo con lei, voleva che diventasse come la madre e sposasse un uomo di alto rango per mantenere alto il nome della famiglia e dimenticare gli avi come il suo bisnonno pirata. Ma Alyssa odiava la vita di corte: lei sognava la libertà, la possibilità di scegliere cosa fare della sua vita. E così una sera, decise di fuggire e cercare avventure per i mari.>>.
Rimasi ad ascoltarlo per tutto il tempo; ero stupefatto dal racconto.
<< Non avrei mai immaginato che il suo passato fosse così...>> ma Cotton mi interruppe.
<< Ci sono tante cose che non sappiamo di lei, Commodoro. Chissà, magari col tempo verrà a sapere qualcosa in più...ma non mi ha detto se l'idea vi è piaciuta?>> continuò sorridendo. Mi ricordai solo allora di tutto ciò di cui avevamo parlato prima. L'idea era davvero geniale, ma avrei dovuto cominciare subito a preparare tutto.
<< Cotton, è un'idea a prova di bomba. Grazie amico, grazie tante.>> risposi, gli strinsi la mano poi divenni silenzioso; avrei dovuto chiedergli una cosa di cui mi vergognavo profondamente.
<< Cotton, posso chiedervi un favore?>> cominciai. Lui annuì.
<< Non sono un bravo ballerino, per cui...non è che...insomma, magari solo una volta...>> ma lui mi interruppe ridendo.
<< Non vi preoccupate, Commodoro. Ci penserò io a darvi qualche lezione di danza e...ho una cosa che può fare al caso vostro...>>. Vidi Cotton allontanarsi sottocoperta e tornare poco dopo con un bellissimo abito femminile rosso, con ricami dorati; era un abito di seta, molto prezioso.
<< Dove l'avete preso?>> chiesi stupito.
<< Tortuga...>> rispose e mi fece l'occhiolino, così decisi di non insistere; in fondo era pur sempre un pirata.
 
 
POV ALYSSA
 
Mi svegliò una carezza delicata sulla guancia. Aprì gli occhi lentamente e li strizzai più volte per prendere consapevolezza della luce che mi circondava; sapevo benissimo chi era l'uomo accanto a me.
<< Capitano, ben svegliata...>> mi sussurrò Joe delicatamente. Gli presi la mano dalla guancia e la incrociai con la mia. Lui mi sorrise ed io ricambiai.
<>
<< Come sta la mia guerriera?>>
Ero ancora indolenzita ma, avendo dormito per tutta la notte precedente e la mattina, avevo recuperato le forze.
<< Meglio, devo dire, grazie...mi aiuteresti ad alzarmi?>> gli chiesi dolcemente. Lui si avvicinò a me, mi prese da un braccio e mi aiutò ad arrivare in piedi; mi fece da sostegno ma lo allontanai.
<< Fammi provare da sola...>> dissi e cominciai a zoppicare, ma riuscì a stare in piedi e, tenendomi alle pareti, a camminare. Lui sorrise e si avvicinò a me, mi strinse dai fianchi da dietro e mi costrinse a poggiare la testa sul suo petto. Chiusi gli occhi e mi lasciai andare a quel momento così delicato; lui mi baciò la guancia e mi strinse la mano, poi mi ritrovai in un attimo a pochi millimetri dalle sue labbra.
<< Ti amo...>> gli sussurrai.
<< Più della mia stessa vita...>> rispose e le sue labbra si unirono alle mie, con una dolcezza da fare invidia anche ad un quadro di Raffaello.
<< Alyssa, ascolta, avrei un favore da chiederti...>> mi sussurrò dopo il bacio. Gli sorrisi e aspettai la sua proposta. << Mi insegneresti a diventare un pirata?>> mi disse lui tutto d'un fiato. Rimasi spiazzata; non avrei mai potuto immaginare una proposta del genere da lui.
<< Cosa? Stai dicendo sul serio?>> gli risposi incredula.
<< Si, dico sul serio. So che dobbiamo cercare quel tesoro ma non so neanche come si fa a leggere una mappa, perciò...accetti questa mia proposta?>> mi chiese ancora. Mi guardava con occhi sinceri; non potevo rifiutare una proposta così allettante.
<< Si, accetto con piacere, mio caro. Ma preparati, avra a che fare con un osso duro!>> risposi e cominciai a ridere.
<< Non temete, ce la farò, Capitano!>> rispose lui e si unì alla mia risata.
 
POV JOE
Avevo trovato proprio una scusa convincente. Non solo avrei imparato qualcosa in più sui pirati, ma avrei avuto anche il modo di distrarre Alyssa e lasciare che Cotton agisse indisturbato per aiutarmi nella realizzazione del mio piano. Cotton lavorava di giorno, mentre io la notte.
I giorni trascorrevano serenamente e di Nick fino ad allora nessuna traccia; fu difficile per me accettare nuove regole, imparare cose nuove, insomma diventare un vero pirata. Alyssa mi insegnò tutto, da bere una bottiglia di rum, giocare a dadi imbrogliando e barando, a leggere e decifrare una mappa. Nel frattempo la notte, nel silenzio più profondo, Cotton mi istruiva su come si ballasse un valzer. La mia ballerina? Lo straccio e un manico di scopa.
<< Un, due, tre, un, due, tre...Commodoro, su quella testa, schiena dritta e...no non ci siamo, come fate a sbattere contro il manichino. Siete un pessimo ballerino!>> rispose Cotton ridendo. Lui aveva rinunciato ad essere il mio manichino perchè su tre lezioni, gli avevo pestato tre volte i piedi. Ero un caso disperato ma per rendere felice Alyssa avrei sopportato anche l'umiliazione di essere un ballerino di serie D.
Finalmente arrivò la sera predestinata alla sorpresa. Alyssa si era ripresa completamente ed era tornata a comandare la ciurma come solo lei sa fare. Nel frattempo avevo perfezionato il mio valzer e imparato a recitare la parte di Lancillotto; tutto doveva andare per il meglio. La ciurma era già stata avvisata e, quella sera, tutti andarono prima a dormire, lasciando la nave solo per me e la mia dama. Cotton mi augurò buona fortuna e mi strizzò l'occhiolino.
<< Non temete, Jack, non le pesterò i piedi.>> risposi ironicamente. Avevo lasciato il vestito di nascosto nella cabina di Alyssa con un biglietto. Io ero vestito elegante e dentro morivo dall'agitazione. L'aspettavo fuori dalla cabina, il tavolo col vino era pronto e i musicisti della ciurma erano nascosti, pronti ad aprire le danze. Adesso mancava solo lei: la mia Ginevra.
 
 
POV ALYSSA
 
Trovai un vestito meraviglioso poggiato sul letto della mia cabina. Sopra un biglietto alquanto bizzarro: “ Indossalo, Miledy.” c'era scritto. Sorridendo e immaginando chi avesse potuto scrivere una cosa del genere, seguì l'indicazione e uscì dalla cabina.
<> chiesi curiosa. Due mani si poggiarono sulle mie spalle delicatamente.
<< Lasci che la conduca verso i suoi sogni, madamigella.>> rispose una voce calda e soave. Mi girai e lo guardai a fondo: era così bello! Era vestito davvero elegante, un viso così perfetto, i suoi occhi risaltavano con quell'abito. Era un incanto, il mio incanto.
<< Sei bellissima...>> mi sussurrò lui dolcemente.
<< Mai quanto te...>> risposi e ricambiai il suo sorriso. Mi prese per mano e, come un vero gentiluomo, mi portò sulla parte più alta del ponte, dove c'era un tavolo con sopra una bottiglia di vino pregiato e due calici d'oro. Ad un tratto cominciò una musica, una musica che io amavo moltissimo: un valzer.
<< Vuole questa adorabile fanciulla concedermi l'onore di questo ballo?>> mi chiese, facendomi un inchino e chiedendomi la mano.
<< Assolutamente si, mio signore...>> risposi e, poggiando una mano sulla sua spalla e una incrociandola alla sua, cominciammo a danzare quel valzer. Per un attimo pensai alla mia vita precedente, alla mia vita da nobile che avevo rifiutato. Se avessi conosciuto Joe prima di diventare un pirata, forse la mia vita avrebbe assunto un'altra piega ma...così mi piaceva di più. Due eterni nemici, due innamorati l'uno dell'altra. Lo strinsi forte a me e continuammo a ballare: era un ballerino molto in gamba, dovevo ammetterlo.
 
POV JOE
 
Ero così in tensione per quel valzer che riuscì a mantenere la calma e a danzare come un provetto ballerino. Lei era così delicata, più di una farfalla. Improvvisamente si strinse a me e chiuse gli occhi. Lasciai che la danza la cullasse come una libellula.
 
POV ALYSSA
 
Quando la danza finì, gli feci un inchino e gli sorrisi.
<< Perchè hai fatto tutto questo, Joe?>> gli chiesi.
<< Perchè ti amo e perchè volevo che, dopo tutto quello che è successo, una sera fosse dedicata solo a noi.>> rispose lui, offrendomi il calice con vino. Brindammo.
<< A te...>> disse lui.
<< A noi.>> lo corressi.
Poi mi portò sul ponte del timone e mi fece sdraiare su una coperta, lui si allontanò e ritornò declamando versi del mio libro preferito: la storia di Lancillotto e Ginevra. Sorrisi e una lacrima mi scese sulla guancia. Nessuno aveva mai fatto una cosa così per me. Ero così emozionata che lo guardai ancora più emozionata. Poi ad un tratto prese il libro e cominciò a leggerlo, sdraindosi accanto a me. Mi avvicinai a lui e mi strinsi al suo petto, lui mi abbracciò dai fianchi e continuò in modo incantevole a leggere. Poi posò il libro e mi tirò su, cominciando a recitare la parte di Lancillotto.
<< Mia adorata, siete così bella stasera, ma cosa ci fate qui? Voi siete la moglie di Artù, io non posso...>> ma io lo interruppi, come da copione. Avevo sempre amato il teatro e sognavo da bambina di interpretare una volta la parte di Ginevra. Adesso quell'occasione era arrivata.
<< Non dite così, Lancillotto. So che quello che sto facendo è orribile, ma non posso stare lontana da voi. Io vi amo, Sir Lancillotto...>>
<< Anch'io, mia Ginevra. Ma è pericoloso stare qui, le guardie potrebbero trovarci e potrebbero metterci alla forca entrambi...>> continuò Joe con un modo di recitare davvero sbalorditivo. << E non posso permettere che vi accada qualcosa, Miledy.>>
<< Lancillotto, ve ne prego...non mi importa della mia vita da nobile, non mi importa di mio marito, non mi importa di nulla...l'unica cosa a cui tengo siete voi, amatemi, Lancillotto. Promettete di amarmi per il resto della vostra vita.>> recitai guardandolo neglio occhi. Sembrava tutto vero perchè tutto ciò che dicevamo ricalcava i nostri sentimenti.
<< Tutte le stelle sono più luminose quando ci siete voi, Ginevra. Io prometto di amarvi, dovessero uccidermi e gettare le mie ceneri al vento. Ma qualunque cosa mi accada, sappiate che voi sarete sempre mia, il mio cuore apparterrà sempre a voi. Sempre...>> disse Joe e mi baciò con passione, accarezzandomi la guancia. Ricambiai il gesto e mi lasciai trascinare.
Eravamo noi adesso Lancillotto e Ginevra, eravamo noi adesso ad amarci come nessuno aveva ancora fatto prima.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9



POV ALYSSA

 

<< E' tutto inutile! Non riusciremo mai a trovare questo maledetto “ tesoro”,ammesso che esista davvero.>>.
Dopo quella meravigliosa serata che Joe mi regalò qualche settimana prima, rientrai di nuovo nel mio ruolo di Capitano e, come s'addice ad ogni uomo del mio rango, dovevo portare a termine l'obiettivo che mi ero preposta, così con l'aiuto di Joe, ci occupammo per giorni e giorni di analizzare quell'antica mappa, ormai diventata indecifrabile. Non riuscivamo a capirci più niente; ogni volta che sembravamo vicini ad una soluzione, in realtà diventava un oscuro vicolo cieco. Passammo giorno e notte davanti a quella mappa ma senza alcun risultato. Ormai ero esasperata e così anche Joe; era diventato molto bravo a leggere le mappe ma questa sembrava davvero un'arma a doppio taglio.
<< Si, che ci riusciremo, dobbiamo solo capire...un po' di cose.>> rispose Joe sospirando. Lo guardai seria; non erano solo “ un po' di cose”...era tutta la mappa che andava decifrata. Presi una bottiglia di rum e due bicchieri, la poggiai sul tavolo e ne versai un po' a me e un po' a Joe.
<< E' fatica sprecata, Joe. Ogni volta torniamo sempre al punto di partenza, sembra che questa mappa giri su se stessa.>> risposi bevendo il mio rum. Joe fece lo stesso e si alzò in piedi, passeggiando. Nel frattempo sospirai, chiusi gli occhi e massaggiai le mie povere tempie, ormai dolenti da giorni.
<< Rileggimi quella frase, Alyssa. Dovrà pur significare qualcosa, no?>> rispose Joe. Nella mappa vi erano disegnate delle isolette verdi, vari percorsi e una frase dominava la parte sottostante della mappa:
 
LA VITA E' TROPPO BREVE PER PRENDERSELA PER UNO STUPIDO ERRORE
 
 
La lessi ad alta voce per la decima volta ma il suo significato restava sempre nascosto.
 
 
POV JOE
 
Era impossibile capire cosa volesse dire quella frase. Chi aveva stilato quella mappa era un ottimo stratega e un bravissimo enigmista. Continuai a passeggiare avanti e indietro per la cabina, rimuginando sopra quella frase. Ci pensai più volte ma senza successo.
<< Io vado a prendere una boccata d'aria...>> mi disse ad un tratto Alyssa, strizzando gli occhi per la stanchezza. Si alzò e si stiracchiò bene << Ho tutti i muscoli contratti, una passeggiata fuori mi farà bene...>> continuò e si avviò fuori. Io decisi di restare dentro a riflettere; dovevo capirci qualcosa e capire cosa stavamo cercando. Ad un tratto mi balenò un'idea, così corsi alla libreria di Alyssa alla disperata ricerca di un libro che una volta lei mi aveva mostrato e che sicuramente mi avrebbe dato la risposta all'enigma.
 
POV ALYSSA
 
Uscita fuori dalla mia cabina, respirai a pieni polmoni l'aria e osservai la ciurma lavorare sodo. Sorrisi e poi guardai il cielo. Notai delle nubi nere che si avvicinavano minacciose; a poco più di un'ora sarebbe arrivata una tempesta.
<< Cotton.>> chiamai a voce alta il mio amico fidato, che arrivo subito.
<< Eccomi, Capitano.>> rispose lui accorrendo da me.
<< Di alla ciurma di allentare le cime e di prepararsi ad una tempesta. Questa nave ballerà tra un po', dobbiamo tenerla salda, in modo che non si rovesci.>> dissi seria e Cotton si mise sull'attenti, eseguendo immediatamente i miei ordini. Nel frattempo continuai a pensare a cosa potesse condurre quella frase: “ La vita è troppo breve per prendersela per uno stupido errore” pensai tra me ma niente sembrava adeguato a svelare l'enigma.
Circa una mezz'ora dopo cominciò a piovere, prima poche gocce e poi sempre più forte, fin quando un forte vento si alzò, cominciando a far rollare la nave da destra a sinistra. Tuoni e fulmini si scagliavano violentemente sulle nubi e, per non perdere il controllo, cominciai a dare ordini sotto la pioggia. Eravamo bagnati fracidi e il vento contribuiva a far tremare le nostre ossa scarne.
<< Uomini, reggetevi. Stringete quelle cime!>> urlai a squarciagola correndo da una parte all'altra della nave. Joe, avvisato da me del pericolo incombente, lasciò ciò che stava facendo e corse ad aiutarmi.
<< Alyssa, io vado al timone.>> mi disse e corse a tenere saldo il timone. Io aiutai la ciurma ad ammainare le vele, solo che ad un certo punto uno dei miei uomini, per la stanchezza e per il freddo, lasciò la cima che stringeva, essa si allentò, la vela si aprì e mi sentì ad un tratto trascinare in alto senza preavviso per poi tornare a terra violentemente. Caddi a terra ma continuai a tenere stretta la cima. Divenni furiosa nei confronti di quell'uomo.
<< Avresti potuto uccidermi! In queste situazioni non possiamo permetterci stupidi errori o rischiamo di morire tutti quanti sul fondo del mare.>> urlai con tutta la mia forza. Poi d'improvviso, un'onda alta diversi metri ci sommerse, facendoci sprofondare tutti sott'acqua. Fu lì che mi venne un lampo improvviso.
“ Uno stupido errore può mandare tutto a rotoli...” pensai tra me trattenendo il respiro. Joe teneva ancora stretto il timone e cercava di attirare la mia attenzione ma in quel momento fui assente. Pensavo finalmente di aver capito a cosa stavamo andando incontro seguendo quella mappa. Quando la nave riemerse, tutti tossimmo per via dell'acqua inghiottita e riprendemmo il nostro lavoro.
<< Alyssa, stai bene?>> mi gridò Joe, anche lui bagnato fradicio.
<< Si, Joe, e credo anche di aver avuto un illuminazione!>> risposi ma non riuscì a continuare, fin quando la tempesta non si calmò e ci permise di riposarci.
 
POV JOE
 
La tempesta fu dura da superare ma grazie agli ottimi ordini di Alyssa, tutto andò per il meglio. Così mi avvicinai, esausto, e mi sdraiai respirando affannosamente sul ponte, di fianco a lei.
<< Ce la siamo vista brutta, eh?>> iniziai ironicamente ma lei non mi rispose. Aveva uno sguardo assente, come se stesse riflettendo a qualcosa. << Alyssa...Alyssa, che ti succede?>> chiesi. Lei mi guardò, mi sorrise felice e mi abbracciò forte, costringendomi a risdraiarmi a terra per sorreggerla. << Hey, tutta questa felicità?>> domandai curioso. Lei mi guardò in viso, mi baciò e mi prese per mano, trascinandomi letteralmente nella sua cabina. << Alyssa, per favore, calmati. Mi spieghi cosa sta succedendo?> domandai di nuovo.
<< Ho capito, ho capito tutto, Joe. Questa frase è la chiave per capire cosa stiamo cercando.>> mi disse lei indicandomi la mappa. La guardai stranito e lei rise. << Stupida, come ho fatto a non pensarci prima: Joe, il tesoro che stiamo cercando è la fonte della giovinezza, l'elisir di lunga vita!>> mi disse lei tutto d'un fiato. In quel momento tutte le idee furono chiare; avevo avuto un sospetto su quello che aveva appena detto Alyssa ma non ero certo del tutto, così ero andato a controllare sul quel libro che lei mi mostrò una volta ma non ebbi il tempo di leggerlo che scattò l'allarme per la tempesta.
<< Lo sapevo! Come hai fatto a capirlo?>> chiesi curioso.
<< Prima, durante la tempesta, uno dei miei uomini ha lasciato la cima, uno stupido errore che avrebbe mandato a monte tutto! Capisci? Uno stupido errore avrebbe potuto ucciderci...>>. Riflettendo a ciò la fermai, intuendo anch'io qualcosa.
<< Aspetta un attimo...quello stupido errore, se lo consideriamo nella vita è...la morte!>> risposi
<< Esatto, Joe, è proprio così. Ora, per evitare questo “ stupido errore”, cosa permette all'uomo di vivere in eterno, di trasformare quella “ vita troppo breve”?>>
<< L'acqua della giovinezza...se esiste...>> risposi perplesso.
<< Lo so, ed è quello che dobbiamo scoprire. Ora vorrei solo capire dove andare per cercarla.>> disse lei e prese la mappa, mostrandomela. Guardandola con attenzione, notai un incredibile somiglianza della disposizione di quelle isole a quelle vicine a Los Locos.
<< Alyssa, è a Los Locos, guarda: queste isole sono proprio quelle che si trovano a largo del porto.>>
<< Davvero?>> mi chiese lei dubbiosa. Per lei era rischioso avvicinarsi al luogo in cui aveva avuto inizio il nostro “ non amichevole “ rapporto. Posò la mappa sul tavolo e guardò fuori dalla finestra. Mi avvicinai a lei e le misi le mani sulle spalle.
<< Sai che è rischioso avvicinarsi li, non è vero?>> cominciò lei seria. Sospirai.
<< Si, lo so...la marina britannica pattuglia spesso quella zona.>> risposi con lo stesso tono. La voltai verso di me. << Guardami, Alyssa...>> le sussurrai e le accarezzai la guancia. << Andremo insieme a cercare quella fonte, io non ti lascio sola, sta tranquilla.>> le dissi e le baciai la fronte. Lei sorrise.
<< So che saresti venuto con me, ma non è quello che mi intimidisce; non ho paura di affrontare la marina britannica, sono abituata alle sfide, quello che mi preoccupa è che se dovessero trovarci, non so cosa potrebbero farti. Hai abbandonato i tuoi compagni per una nave pirata Joe...potrebbero metterti alla forca, accusandoti come me di pirateria.>>. La guardai raggelarsi in viso.
<< Non mi importa nulla, se dovessimo essere arrestati ed essere messi alla forca, ti seguirò anche li. Se moriremo, moriremo insieme, te lo prometto!>> le dissi e la baciai a lungo, stringendola forte a me e lei fece lo stesso.
 
 
POV ALYSSA
 
Diedi ordine di fare rotta a Los Locos, sotto lo sconcerto di tutta la ciurma. Una pomeriggio, circa una settimana dopo, Joe mi strinse la mano mentre vidi il porto di Los Locos in lontananza. Respirai profondamente, lo guardai negli occhi.
<< E' così che abbiamo cominciato...>> dissi.
<< E' così che finiremo!>> rispose lui sicuro. Tornai a guardare il mare e, tra le isolette, vidi una grande roccia con una grotta, raggiungibile solo con piccole barche.
<< Deve essere quella la grotta dove è nascosta la fonte.>> disse Joe indicandola. Cotton ci preparò una barca e io e Joe ci armammo per andare a vedere cosa celava davvero quella grotta. Prima di andare, Cotton mi fermò da una spalla.
<< Se qualcosa va storto?>> mi disse.
<< Rispetta il codice...>> risposi severa e mi allontanai con Joe.
 
POV JOE
 
Remai fino all'ingresso della grotta. Vedemmo la Gold Treasure sparire dietro un'insenatura per non lasciarsi avvistare dalla marina britannica.
<< Eccoci...>> disse Alyssa respirando profondamente. La guardai serio e continuai a remare. Dentro era tutto buio, la luce del giorno veniva seppellita dalle tenebre. Arrivammo ad una riva dove, con un pezzo di legno che avevamo portato con noi, accendemmo una roccia. D'improvviso passarono dei pipistrelli sulle nostre teste, costringendoci a piegarci per lasciarli passare.
<< Piuttosto spettrale...>> disse Alyssa ironicamente.
<< Da brividi..>> le risposi facendole eco. Camminammo lentamente e a lungo, fino a raggiungere una roccia da scalare.
<< Vado prima io...>> mi disse lei. Non mi opposi e l'aiutai a raggiungere la cima. Lei si arrampicò agilmente e poi mi aiutò a raggiungerla. Appena arrivammo sopra, trovai una roccia fragile che, non appena appoggiai il piede, si sgretolò, facendomi scivolare sul bordo di un burrone, dove mi attaccai con tutte e due le mani.
<< Tieni duro, Joe.>> mi gridò Alyssa.
 
POV ALYSSA
 
Posai la torcia sul muro e corsi ad aiutare il mio Commodoro. Lo tirai su con fatica, fin quando non riuscì a sdraiarsi a terra.
<< Grazie, piccola..>> mi disse lui sorridendo. Attraversammo quel burrone lateralmente.
<< Che strano, un burrone a livello del mare.>> mi disse Joe. Effettivamente era un qualcosa di incredibile.
Percorremmo ancora metri e metri, quella strada ci sembrò interminabile, fin quando non ci trovammo davanti ad una parete chiusa.
<< E' un vicolo cieco.>> dissi e sbattei il pugno sulla roccia, in preda alla rabbia. In quel momento il pavimento sotto di noi venne a mancare e io e Joe scivolammo giù per diversi metri, fino a cadere in un lago. Riemergemmo a fatica, nuotando fino ad una roccia che ci fece da sostegno.
<< Joe, sei tutto intero?>> chiesi.
<< Si, credo di si..oh mio dio, Alyssa, guarda.>> disse Joe agitato e mi indicò un punto nel buio. Quando riuscì a vedere qualcosa, la vidi li, in tutto il suo splendore.
 
 
POV JOE
 
Esisteva davvero ed era proprio li davanti a noi.
 
POV ALYSSA
 
La fonte della giovinezza.
 
POV JOE
 
Uscimmo dall'acqua velocemente e restammo a guardarla immobili.
<< Alyssa, ce l'hai fatta, l'hai trovata.>> le dissi entusiasta.
<< L'abbiamo trovata...>> mi corresse lei incantata.
<< Già, l'avete trovata, bravi! Mi avete risparmiato tanto lavoro, grazie bellezza.>> disse una voce che ci portò a girarci spaventati. Trovammo un uomo davanti a noi con due pistole puntateci contro. Sbarrai gli occhi alla vista di quell'uomo.
 
 
POV ALYSSA
 
Quando mi girai, spaventata da quella voce, rimasi immobile. Non potevo crederci di averlo proprio li davanti agli occhi, con due pistole puntate contro di noi.
<< Non è possibile...vi prego, è uno scherzo.>>
<< No mia cara, sono proprio io.>> rispose l'uomo.
<< Sei un traditore, vigliacco!>> ma non riuscì a finire la frase che caricò le pistole contro di noi. Ero incredula. Non potevo ancora credere a ciò che i miei occhi vedevano.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10


POV ALYSSA
 
Non riuscivo ancora a capire bene cosa stesse succedendo e soprattutto perchè proprio lui.
<< Jack, io...non posso crederci! Io...mi fidavo di te, tu eri il mio amico più fidato, perchè mi stai facendo questo?>> domandai con voce rotta a quell'uomo che fino a pochi minuti prima era il mio fidato amico Jack Cotton e che ora avevo schierato contro, pronto a spararmi dritto in faccia.
<< Sei una povera sciocca, Alyssa Cortès. Davvero pensavi che mi interessasse aiutare una donna come te nella sua impresa?>> rispose lui ridendo ma Joe prese le mie difese prima che potessi reagire.
<< Non osare toccarla, Cotton, o giuro che ti uccido.>>
<< Che cosa puoi fare, Commodoro, io ho due pistole e voi siete disarmato. E poi non pensate che ve la faccia passare liscia così facilmente. Mi siete stati utili i primi tempi ma poi avete rischiato di mandare a monte i miei piani.>> continuò Cotton diventando serio. << Avrei preferito lasciare la vostra amata fanciulla nelle mani di vostro fratello ma era un mezzo troppo prezioso per arrivare al mio obiettivo finale: la fonte. L'ho cercata per anni ma senza alcun risultato, per questo mi sono imbarcato con te, Alyssa. Eri il mio mezzo di trasporto che prima o poi mi avrebbe condotto alla meta. E poi, adesso che ti ho in pugno, otterrò anche una grossa ricompensa non appena arriverà la marina britannica.>>
Io e Joe lo guardammo increduli.
<< Che cosa hai fatto, Jack?>> gli feci eco sentendomi mancare la terra sotto i piedi.
<< Sei un vile traditore, Cotton. Me la pagherai cara.>> rispose Joe infuriato ma Cotton ci teneva sotto tiro.
<< Attento, Commodoro. Non osare provocarmi o sarà peggio per te.>> rispose Cotton.
Non potevamo muoverci o inventare azioni azzardate. Se avessimo provato a fuggire, Cotton ci avrebbe sparato dritto sulla schiena. Ero letteramente stupefatta; Cotton era il solo uomo che mi era stato fedele, l'amico di ogni avventura prima che arrivasse Joe. Ero indignata, amareggiata, delusa.
<< Mi hai usata, Jack... mi hai solo usata per i tuoi scopi. Me lo sarei aspettato da chiunque, fuorchè da te, vigliacco che non sei altro. La tua era tutta una messa in scena, una farsa per prenderti gioco di me e arrivare ai tuoi obiettivi.>> dissi ancor più amareggiata, delusa e arrabbiata. Mi ero sentita abbandonata, ferita dritta al cuore. Nei confronti di quell'uomo, che inizialmente stimavo, adesso provavo solo rabbia e voglia di riscatto.
<< Ma come sei sagace, Alyssa. Si, mia cara, ti ho raggirata per tanti anni, dovevo avere la tua fiducia o sarebbe stato tutto inutile.>> mi rispose Cotton ironicamente. Non potevo ancora crederci e Joe se ne accorse all'istante.
 
POV JOE
 
Alyssa era sconvolta. Jack Cotton era il suo amico più fidato e l'aveva usata solo per i suoi scopi: azione da codardo incapace. Non potevamo muoverci, Cotton ci teneva stretti nella sua morsa e ogni tentativo di fuga sarebbe risultato inutile. Pensai di sfoderare la spada e gettarmi contro di lui, ma avrei dovuto farlo a tempo debito, in un momento di distrazione del mio avversario. Cominciammo ad indietreggiare per prendere tempo e Cotton ci urlò di fermarci altrimenti ci avrebbe sparato all'istante. In quell'attimo in cui fummo distratti dalla sua voce Cotton si mosse velocemente, così veloce che non riuscì a capire le sue intenzioni. Poi lo vidi vicino, anzi vicinissimo ad Alyssa. Troppo vicino. La teneva stretta a se, cingendole il braccio attorno alla gola e puntandole la pistola alla tempia.
<< Joe...>> riuscì a stendo a sussurrare Alyssa, talmente era forte la stretta di Cotton da farle mancare il respiro. Non appena inquadrai la situazione, impugnai la mia spada e tentai di lanciarmi in un attacco diretto contro Cotton.
<< Non un passo in più, Commodoro o la faccio fuori davanti ai tuoi occhi.>> mi disse velocemente e mi costrinse a bloccarmi lì dov'ero. Ero furibondo ma allo stesso tempo attento; cercavo un modo per liberare Alyssa da quella morsa.
<< Bravo, così va meglio...>> disse Cotton e poi guardò sorridendo Alyssa, notando che respirava a fatica.
<< Lasciami andare, Jack, ti ordino di...>> disse Alyssa col fiato che le era rimasto ma Cotton la interruppe.
<< Sono io che do ordini, adesso. Commodoro, mi faccia strada verso la fonte.>> disse e mi fece un elegante cenno di proseguire dritto.
Non mi mossi.
<< Commodoro, non mi costringa a ripetere un'altra volta...>>
<< Non ascoltarlo, Joe, per carità!>> gridò Alyssa ma Cotton strozzò quell'urlo.
<< Sta zitta. Sei sempre stata audace, Alyssa, ma a te penserò dopo.>> rispose e indicandomi di nuovo la strada, fui costretto a fare ciò che lui mi disse. Lo condussi silenziosamente verso la fonte e lui mi seguì, tenendo con sé Alyssa. Arrivai fino al punto in cui l'acqua sgorgava fluente e si depositava in una piccola vasca di pietra, sommersa da alghe e sabbia.
<< E' tutta tua, Jack.>> dissi ad un tratto facendogli segno di avviarsi verso la fonte, ormai rassegnato . Prima sorrise soddisfatto e poi cominciò ad avviarsi verso la fonte, portando con sé Alyssa, ormai incapace di reagire. Fu in quel momento che cercai di afferrarla ma Cotton mi puntò di nuovo la pistola.
<< Sta fermo o sparo, Commodoro.>>
<< Perchè invece di prendertela con loro non te la vedi con me?>> disse ad un tratto una voce a me familiare.
 
POV ALYSSA
 
Mi sentivo svenire, mi mancava l'aria, avevo perso le forze e non riuscivo a reagire. Ad un tratto un voce a me molto familiare si insinuò in quel clima di tensione.
 
 
POV JOE
 
Mio fratello Nicholas, faccia a faccia con Cotton.
<< Cosa ci fai qui, Nicholas?>> dissi sorpreso a mio fratello, intento nel puntare la pistola contro Jack Cotton.
<< Sono qui per la fonte, è chiaro. Vi ho seguito a distanza e sono riuscito a raggiungervi, ma evidentemente sono arrivato a festa già iniziata.>> rispose lui ironicamente, sorridendo verso Cotton. << Non mi va che gente come lui rubi ciò che mi spetta.>> continuò sullo stesso tono. Cotton cominciò ad infuriarsi. Quella usata da Nick non era solo spavalderia, ma un'ottima tecnica di distrazione dell'avversario.
<< Lascia andare la ragazza e veditela con me, pirata. Ad uno di noi spetta la gloria.>> incitò Nick. Per un attimo mi parve come se lui volesse difendere me e Alyssa ma non ero del tutto certo di ciò, così, curioso di sapere quali fossero le sue reali intenzioni, mi schierai al suo fianco.
<< Combattiamo insieme, fratello.>> dissi ad un tratto, sorprendendolo.
<< Cosa? Assolutamente no, non è una faccenda che ti riguarda.>> rispose Nick.
<< Quella è la mia ragazza, chiaro? Non mi puoi fermare. E poi, abbiamo un conto in sospeso io e Jack...>> rbattei a Nicholas ancora più sicuro di me. Lui non si oppose.
<< E va bene, fratello. Come quando eravamo bambini...>> disse Nick e assunse una posizione da combattimento.
<< Meglio, due piccioni con una fava.>> rispose Cotton, lanciò a terra Alyssa, che cominciò a tossire e anche lui sfoderò la spada e una delle due pistole, pronto a dare inizio al combattimento.
 
POV ALYSSA
 
Quando smisi di tossire, cominciai a riprendere aria e la mia vista tornò lentamente a schiarirsi. In quel momento potei avvertire il rumore delle lame che si infrangevano le une contro le altre e il suono di un duello all'ultimo sangue. Quando riuscì a vedere chiaramente, mi accolse una scena inaspettata: Joe e Nick combattevano insieme contro Cotton, il loro nemico comune. Insieme erano davvero forti: un pirata e un soldato britannico, fianco a fianco dopo anni di battaglie e odio reciproco. Combattevano furiosamente, le spade erano incandescenti. Non riuscivo a combattere al loro fianco ma dovevo aiutarli in qualche modo, così, guardando la fonte, decisi che nessuno avrebbe dovuto bere da essa e per far ciò c'era un'unica soluzione: distruggerla.
 
POV JOE
 
Nick era un ottimo combattente e insieme formavamo un duo incredibile, almeno finchè eravamo bambini. In quel momento le nostre divergenze furono messe da parte per fronteggiare qualcuno ancor più pericoloso.
<< Cosa possiamo fare, Joe? Non possiamo contrastarlo a vita.>> disse Nick parando colpo dopo colpo.
<< Dobbiamo impedirgli di arrivare alla fonte.>> risposi a mia volta.
<< Poveri sciocchi, pensate davvero di potermi impedire di bere da quella fonte?>>
<< Io si.>> disse ad un tratto Alyssa.
Si trovava proprio accanto alla fonte con una pistola in mano, puntata verso la vasca. Cotton la guardò stupefatto.
<< Non oserai...>> disse Cotton furioso.
<< Si invece...>> rispose e cominciaò a sparare verso la fonte. La vasca cominciò a sgretolarsi lentamente, creando della falle. Cotton urlò d'ira e corse verso la fonte, pronto ad ucciderla, ma Nick si parò di fronte a lui, bloccando il suo movimento.
<< Joe, corri da Alyssa, distruggi la fonte, presto.>> disse velocemente. Eseguì immediatamente. Afferrai la mia revolver e sparai più colpi, seguendo Alyssa. In poco tempo la fonte fu distrutta e l'acqua filtrò nel sotto suolo. Cotton, ancor più furioso, scaraventò Nick indietro violentemente e, prendendo la pistola, la caricò immediatamente e si avvicinò a noi. Abbracciai Alyssa, pronto a difenderla da eventuali spari.
<< Voi...voi mi avete portato via la gloria!>> urlò Cotton e sparò verso di noi. Spaventato chiusi gli occhi, pronto a ricevere la pallottola, ma essa non arrivò mai.
 
POV ALYSSA
 
Mi strinsi forte a Joe, impaurita ma qualcosa andò diversamente da come mi aspettavo. Riaprì gli occhi e vidi Nick di fronte a noi, con la pistola in mano , fumante. Aveva sparato a Cotton, ferendolo a morte, prendendo in pieno petto, di contraccambio, la pallottola di Cotton.
<< La gloria è solo per gli sciocchi e i deboli...>> disse Nick con il fiato rotto. Jack cominciò ad indietreggiare e a sputare sangue, finchè non cercò di sparare di nuovo ma il suo corpo cadde senza vita al suolo. Nick ebbe il tempo di osservare la scena, poi la sua pistola cadde a terra e lui si accasciò al suolo, tossendo sangue e respirando affannosamente. Io e Joe rimanemmo sconcertati dalla scena, poi ci avvicinammo di corsa a lui.
 
 
POV JOE
 
Corsi da mio fratello, preoccupato come non mai.
<< Che cosa ti è saltato in testa, Nicholas?>> dissi con voce tremante per la paura di vederlo morire tra le mie braccia. Era pur sempre mio fratello. Lui sorrise lentamente, tossì forte e con la mano impregnata di sangue, mi strinse la mano.
<< Non potevo lasciare che mio fratello e la piratessa più bella che abbia mai conosciuto venissero uccisi da un uomo come lui... Ho capito quanto stupido sia stato in questi anni, fratello mio...>> si fermò per tossire, poi riprese. << Sono stato...lontano dalla mia famiglia...perdendo le persone a cui tenevo di più. Ho...fatto del male a persone a cui non avrei dovuto...ho cercato di uccidere il mio stesso fratello. Mi dispiace Alyssa per...tutto quello che hai passato...a bordo della mia nave. Perdonami...anche tu, fratello mio... >> disse respirando affannosamente e una lacrima gli scivolò sul viso. Alyssa lo guardò pietrificata, poi gli asciugò la lacrima sul viso, precendendomi.
<< Ti ho già perdonato, Nick. Non hai nulla di cui scusarti...adesso non affaticarti, te la caverai, sta tranquillo...>> disse lei trattenendo le lacrime.
<< Anch'io Nicholas, tu sei e rimarrai sempre mio fratello, sempre.>> risposi tremando. Nick afferrò la mano ad Alyssa.
<< Alyssa...devi promettermi una cosa...>>
<< Qualunque cosa.>> rispose la mia amata.
<< Proteggi mio fratello. Sei la donna giusta...per lui, sei forte...audace, so quanto ti ama...perciò, promettimi che lo proteggerai.>> mi disse e tossì di nuovo, segno che gli restava poco da vivere.
<< Te lo prometto, Nick, te lo prometto...>> rispose lei. Io non riuscì più a trattenere le mie emozioni e scoppiai in lacrime. Nick mi guardò e rise debolmente.
<< Non sono io, allora...quello debole...>> disse ironicamente. Lo guardai e stentai un sorriso.
<< Alyssa, è rimasta dell'acqua proveniente dalla fonte?>>
<< Si, Joe, qualche goccia...>>
<< Prendila, dobbiamo darla a Nick. Ti salveremo, fratello...>> ma Nick non lo lasciò finire che mi trattenne da un braccio.
<< No, ragazzi. Vi prego...preferisco morire così, con...l'onore di aver salvato chi amo davvero, piuttosto...che vivere una vita da codardo, come ho fatto...per tutta la vita....>> finì e cominciò ad accellerare il respiro. Ormai gli restavano pochi istanti.
<< No, Nick, ti prego...>> urlai cercando di tenerlo sveglio.
<< Amala, fratello...e...ricordati...che>>
<< Cosa?>>
<< Ti ho...sempre...ammirato...come...fratello e come...uomo.>> rispose Nick e, tra le mie braccia, spirò debolmente. Lo guardai impietrito. Le lacrime cominciarono ad uscire da sole, incontrollate. Alyssa cominciò a fare lo stesso.
 
POV ALYSSA
 
Scoppiai in lacrime. Avevo visto morire un uomo che si era pentito di tutto il male che aveva fatto, sacrificando la propria vita per una causa in cui credeva. Abbracciai Joe forte, continuando a piangere. Lui pianse sulla mia spalla come non aveva mai fatto prima. Poi abbassò la testa e strinse a se il corpo di Nick, abbracciandolo forte.
<< Anch'io fratello mio...ti ho sempre voluto bene, sempre...>> disse tra se e pianse a lungo. Lasciai che sfogasse il suo dolore apertamente: urlò e pianse non so per quanto tempo. Putroppo quella notte, le sorprese non erano ancora finite.
 
 
POV JOE
 
Ad un tratto, la marina britannica ci raggiunse dentro la grotta e il mio superiore si schierò davanti ai suoi uomi.
“ No...Alyssa!” pensai tra me trasformando il dolore in preoccupazione.
<< Prendetela.>> disse il capitano Smith e due uomini si scagliarono contro Alyssa. Lei cercò di dimenarsi e impedirgli di arrestarla, ma inutilmente.
<< Fermi, aspettate.>> dissi, lasciando Nick e alzandomi in piedi a fatica. << Ascoltatemi, lasciatela andare.>> ma nessuno mi diede retta. Alyssa fu arrestata, legata ai polsi.
<< Joe!>> continuò a gridare lei. << Lasciatemi, vi prego.>>. Corsi dal capitano, cercando di patteggiare per Alyssa.
<< Commodoro, ce l'ha fatta, questo è ciò che importa.>>
<< Ma voi non capite, lei è innocente.>> dissi e cercai di liberarla, ma i miei colleghi me lo impedirono.
<< Commodoro, mi sorprende questo vostro atteggiamento, ma state tranquillo. Tra una settimana la vedremo ballare sulla forca.>> disse e si allontanarono. Rimasi li a fissarli mentre andavano via. Avevo perso mio fratello, ma non avrei perso anche Alyssa e questa volta avrei messo fine alla mia carriera di Commodoro.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11

POV JOE
 
Dovevo tirare Alyssa fuori dai guai, e dovevo farlo alla svelta. Prima di avviarmi in cerca di un piano di salvataggio, tornai da Nicholas. Non potevo lasciarlo così com'era, alla mercè degli insetti e dell'umido, così presi tutte le pietre che prima costituivano la fonte e costruì sul corpo di mio fratello una piramide dove, infine, inserì in cima la sua spada, in segno che lì si trovava non solo un pirata, ma anche un grande uomo. Lo guardai con gli occhi lucidi per l'ultima volta e, cacciando via le lacrime, uscì velocemente dalla grotta. Per raggiungerci, la marina britannica aveva procurato un passaggio nella parete che portava direttamente all'ingresso della grotta. Lo percorsi velocemente e in un attimo raggiunsi l'uscita. In quel momento vidi la nave della marina britannica allontanarsi con a bordo Alyssa. Non avrei potuto fermarla per mare, ma avrei potuto intercedere per lei se avessi parlato ragionevolmente con il capitano Smith. In fondo era stato lui ad elevarmi al grado di Commodoro. Cercai velocemente con lo sguardo la Gold Treasure e, non appena riuscì ad avvistarla, con la barca con cui io e Alyssa eravamo arrivati alla grotta, tornai indietro. Non appena salì a bordo,vidi che tutti gli uomini della ciurma erano legati all'albero maestro; questo dimostrava quanto Cotton avesse recitato bene, cogliendo di sorpresa non solo Alyssa, ma anche il resto della ciurma.
<< Commodoro.>> mi chiamò Scuttle, il timoniere. << Meno male, siete vivo.>> continuò agitato. Corsi a liberarli, tagliando con la spada la cima che li legava insieme.
<< Commodoro, vostro fratello vi ha seguiti...>> continuò Scuttle. Mi feci scuro in volto. << E Cotton ...>> ma interruppi quel discorso così prorompente.
<< Lo so, Scuttle. Adesso non abbiamo tempo per i dettagli, dobbiamo andare a riprenderci Alyssa.>> risposi serio.
<< La marina britannica, non è così?>> suonò improvvisamente la voce di Gary, il medico di bordo.
Annuì leggermente, poi in silenzio, mi allontanai, prendendo in mano il timone.
<< Signori, rotta a Los Locos.>> gridai e tutta la ciurma mi fece eco. Los locos: dov'era cominciato tutto e dove tutto doveva finire!
 
POV ALYSSA
 
<< Scendi, muoviti.>> mi disse un soldato, spingendomi dalla schiena per accellerare il mio passo. Avevamo appena attraccato al porto di Los Locos, questa volta però ero in veste di prigioniera.
<< Levami le mani di dosso, sporco soldato.>> risposi duramente, scansandomi da lui. Lui mi tirò violentemente dalla corda che legava i miei polsi dietro la schiena, costringendomi a piegarmi indietro e ad avvicinarmi a lui.
<< Non ti permettere mai più, chiaro? Qui non siamo sulla tua nave, le tue leggi sono inutili. Siamo noi adesso che decidiamo sulla tua sorte. Puoi anche smettere di fare la dura, non ti crede più nessuno. Prova di nuovo a fare quello che hai fatto e pregherai di non essere mai nata, Cortès.>> rispose lui minacciandomi. Mi spinse in avanti facendomi inciampare, ma riuscì a non cadere. Lo guardai severa, senza dire una parola; non avevo affatto paura delle sue parole, ma allo stesso tempo ero incapace di controbattere. Mi trovavo nel loro territorio, un solo passo falso e mi sarebbe costato la vita, più di quanto minacciassero di fare. Mi portarono alla prigione di Los Locos.
<< Comandi, Capitano.>> disse un soldato fuori dalle porte della prigione.
<< Abbiamo catturato Alyssa Cortès, dobbiamo assicurarci che non scappi.>> rispose il capitano Smith e il soldato, mettendosi sull'attenti, ci fece entrare in quel luogo in cui la luce del sole si spegneva. Era tutto buio e quella poca luce che permetteva all'occhio umano di distinguere a malapena i piedi del suo corpo, era data da poche candele attaccate ai muri. Quel luogo era spettrale; voci di prigionieri, urla, pianti, risate provenivano da tutte le celle e ogni tanto qualcuno cercava di toccarmi, ma invano. Lì dentro si perdeva il nume della ragione. Fui portata nella cella più isolata della prigione. Un soldato aprì la porta e l'uomo che mi teneva dai polsi mi gettò dentro violentemente, facendomi cadere a terra. Poi gli stessi uomini si avvicinarono a me, trascinandomi fino al muro dove mi incatenarono i polsi e le caviglie, in modo da immobilizzarmi completamente.
“ Ci risiamo” pensai tra me.
<< Ora non potrai scappare, mia cara. Ci vediamo domani, per il processo.>> disse il Capitano Smith sorridendo. Impallidii.
<< Quale processo? Fermi, aspettate, tornate indietro!>> urlai mentre i soldati andavano via, chiudendo la cella alle loro spalle. Rimasi sola, nel silenzio più totale; incatenata com'ero, era impossibile fare più di due passi. Rimasi seduta osservando il soffitto. Sospirai malinconica; avevo ancora in mente Nicholas, morto così eroicamente per salvare me e suo fratello. Fu pensando alla promessa che gli feci che ripresi speranza di uscire da quell'inferno: gli avevo promesso che avrei protetto suo fratello, e giurai che avrei mantenuto sempre la promessa.
 
 
POV JOE
 
In meno di 15 minuti sbarcammo a Los Locos. Velocemente scesi dalla nave, lasciando ordini alla ciurma di non allontanarsi: finchè erano sopra la nave, nessuno poteva catturarli. A passo spedito, arrivai al palazzo dove si trovava lo studio del Capitano Smith. Mi annunciai ad una delle sue reclute, che mi scortò velocemente fin davanti al suo studio. Feci un bel respiro per mantenere la calma e bussai.
<< Avanti.>> una voce dall'interno mi diede il permesso di aprire la porta. Così eseguì l'ordine e mi trovai di fronte al Capitano Smith, girato di spalle.
<< Capitano.>> mi misi sull'attenti ma il capitano mi sciolse dalle formalità. << Capitano, sono qui perchè devo risolvere una questione molto importante.>>
<< Si tratta di Cortès, non è così?>> mi anticipò Smith.
Esitai qualche attimo. << Capitano, non c'è ragione di uccidere quella donna, in fondo non ha mai fatto del male a nessuno.>>
<< Commodoro, mi sembra che lei abbia dimenticato il saccheggio della città, non è così? Ha dimenticato tutte le navi affondate per mano sua, la gente che moriva di fame perchè lei aveva portato via tutto insieme a quella banda di miserabili straccioni!>> ma interruppi quella sfuriata
<< Pirati, capitano, sono pirati...>> lo corressi.
<< Pirati o no, lei è il capitano e deve pagare per tutto quello che ha fatto. E inoltre voi non eravate nemici?>> mi domandò serio Smith. Non risposi e abbassai la testa.
<< Un attimo...Commodoro, vi siete innamorato di lei, non è così?>> mi accusò ancora.
Questa volta alzai gli occhi, sfidandolo.
<< Si, Capitano. Mi sono innamorato di lei, perchè ho capito quanto sciocco sia stato in questi anni. Lei e la sua ciurma non sono come credevamo che fossero, sono diventati la mia famiglia. Siete voi che avete ancora degli stupidi pregiudizi su di loro.>>
<< Commodoro, non osate parlarmi in questo modo.>>
<< Perchè, altrimenti mi ucciderete come farete con Alyssa? So bene che avete intenzione di metterla alla forca e se volete farlo, dovrete prima farlo con me. Non ho paura di voi.>>
<< Bene, Commodoro, avete segnato la vostra condanna a morte. Uomini, prendetelo.>>.
Improvvisamente le sue reclute davanti alla porta mi afferrarono dalle braccia, impedendomi i movimenti. Il Capitano Smith si avvicinò a me.
<< Eravate un ottimo Commodoro, Jonas. Eravate il migliore dei miei uomini, così leale, onesto. Mi divertirò a vedere il viso della vostra amata, segnato dalle lacrime e dal dolore nel sapere che siete stavo proprio voi, il suo più grande amore, a tradirla e a condannarla a morte.>> mi disse Smith. Sbarrai gli occhi; il mio cuore accellerò i battiti e cominciai a sudare freddo.
<< Che cosa volete fare, Smith? Non potete farlo, è meschino!>>
<< Vogliamo scommettere?>> sorrise ancora il capitano.
<< Lei non vi crederà mai!>>
<< Staremo a vedere.>> disse ancora, si avvicinò a me, prese un libricino che avevo nella giacca, dove sopra emergeva il titolo:” Lancillotto e Ginevra.”. Era il libro che avevo usato per regalare ad Alyssa la serata più bella della sua vita. Lei me lo aveva poi regalato, come simbolo del nostro legame.
<< No, vi prego! Quello no, vi scongiuro!>> gridai con tutta la mia forza. Quello poteva essere la prova schiacciante per incastrarmi in qualcosa in cui non avevo la minima colpa.
<< Sono io adesso ad averla vinta su di voi, Commodoro. Uomini, uccidetelo! Ma prima...portatelo fuori, nella periferia. Nessuno dovrà trovarlo...mai. Addio Commodoro.>> disse e mi portarono via a forza. Cercai di liberarmi ma inutilmente. In quel momento era tutto finito, per me e per Alyssa. Solo un miracolo poteva salvarci.
POV ALYSSA
 
Rimasi immobile, aspettando che qualcuno venisse per portarmi qualcosa da mangiare. Ciò avvenne a sera inoltrata. Fu proprio il Capitano Smith a portarmi quella sottospecie di brodaglia che loro osavano chiamare minestra. Entrò, chiuse la porta alle sue spalle e ordinò alla guardia di lasciarci soli. Si avvicinò cauto, poggiando a terra il piatto di terracotta. Lo guardai fulminandolo.
<< E' la cena, Cortès.>> cominciò avvicinando il piatto ma io mi girai dall'altra parte. << Siete sempre così testarda?>>
<< E voi sempre così insolente?>> risposi sfidandolo. Lui mi guardò severo. Si alzò in piedi e cominciò a passeggiare.
<< Non vi siete chiesta come mai vi trovate qui?>> continuò ironicamente. Non risposi. << Il vostro Commodoro ci è stato molto utile.>>. A sentire quelle parole, alzai la testa e sgranai gli occhi.
<< Che cosa gli avete fatto?>> domandai furiosa.
<< Noi? Assolutamente niente. E' lui che ha fatto qualcosa a voi.>>. Risi di gusto. << Fossi in voi non riderei così tanto. Sappiate che ha lavorato per me tutto il tempo, mi ha sempre fornito ogni singola informazione su di voi, giorno per giorno.>> rispose Smith. Continuai a ridere.
<< Capitano, avete un grande senso dell'umorismo. E' stato Cotton a tradirmi, non Joe.>> risposi sorridendo a mò di sfida. Lui mi sorrise di contraccambio. Ad un tratto, uscì dalla giacca un libricino che conoscevo bene: “ Lancillotto e Ginevra”.
<< Quel libro...>> dissi sussurrando per l'incredulità << Come fate ad averlo voi? Quello è mio, l'avevo regalato a...>> mi fermai improvvisamente...l'avevo regalato a Joe quella notte quando mi fece danzare sotto le stelle. << Non è possibile...>> dissi continuando a sussurrare incredula.
<< Il vostro Commodoro è un ottimo attore, sapete? E' stato così bravo: vi ha ingannato, soggiocato, vi ha fatto innamorare di lui per poi pugnalarvi alle spalle. E' anche un grande don Giovanni. Voi siete solo una delle tante donne che ha avuto.>> continuò a ripetermi. Era una tortura psicologica, la conoscevo bene ma in quel momento la notizia mi sconvolse così tanto che credetti ad ogni sua singola parola. Cominciai a respirare affannosamente, le lacrime scorrevano ininterrotte sul mio viso. << Non ci credo...noi ci amavamo così tanto! Tutte quelle promesse, i suoi abbracci, i suoi baci...tutte menzogne!>> cominciai a dire piangendo a dirotto. Crollai a terra, in ginocchio. Ero stata ferita per la seconda volta, con la differenza che quella era la pugnalata più potente. << Dov'è? Voglio vederlo!>> dissi amareggiata.
<< Mi dispiace mia cara, ma è tornato al suo solito lavoro. Chissà, magari adesso è con una bella fanciulla.>> rispose sorridendo.
Questo mi faceva ancora più male delle catene.
<< Sono desolato, mia cara. Adesso vado, ci vediamo domani per il processo.>> rispose e, chiamando la guardia, uscì lasciandomi sola.
Ero immobile, paralizzata dall'incredulità. Respiravo a fatica, guardavo a terra tenuta stretta dalle catene. Continuai a piangere, sempre più forte, urlai come non avevo mai fatto fino ad allora. Ero così distrutta che mi sentivo il cuore a pezzi. Lui, mi aveva tradito. Joe: l'unico uomo capace di farmi innamorare, lui che aveva giurato di proteggermi, adesso mi tradiva così spudoratamente. Decisi che la mia vita aveva perso ogni senso per cui valeva la pena vivere sulla terra. Avrei accettato qualsiasi condanna mi fosse stata inflitta. La morte sarebbe stata solo una risoluzione a tutti i dolori questa volta non avrei combattuto per impedire che arrivasse.


NOTA DELL'AUTRICE:

Saaaalveeee gente. Mi dispiace avervi fatto aspettare tanto, ma sono stata così impegnata da aver perso completamente l'ispirazione. Spero di aver comunque rimediato al tempo perso con questo capitoloo, dove finalmente è tornata un pò di ispirazione. Spero vi sia piaciuto ;) Un bacio grande  Dangerina

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

POV JOE
 
I soldati mi trascinarono a forza fuori da quel palazzo fino a raggiungere una carrozza nera, chiusa da tutti i lati. Fui scaraventato violentemente all'interno e due uomini che si trovavano già lì mi imbavagliarono, mi legarono i polsi dietro la schiena e mi attaccarono le caviglie con una catena dove era appeso un'incudine da 10 chilogrammi. Ero vulnerabile, disarmato e incapace di difendermi. Continuai ad agitarmi ma inutilmente. Nel tentativo di zittirmi, uno dei due uomini mi sferrò un pugno dritto sullo stomaco, che mi fece piegare in due dal dolore, fino a perdere totalmente i sensi.
<< Così te ne stai zitto per un po', Commodoro.>> disse l'uomo che si trovava accanto a quello che mi aveva appena tramortito.
<< Avanti, partiamo.>> continuò l'altro collega e la carrozza cominciò a muoversi. Attraversammo Los Locos dalla punta Sud a quella Nord, giungendo in poco tempo alle porte della città, in periferia. Era un luogo tranquillo, poco frequentato per via anche degli animali selvatici che vivevano lì in quei boschi. Quando arrivammo nei pressi del boschetto, la carrozza si fermò e i due uomini mi trascinarono, ancora svenuto, fuori dalla carrozza, lasciandomi a terra in attesa che mi riprendessi. Per accelerare i tempi, uno dei due cominciò a schiaffeggiarmi fin quando non riuscì a riprendere conoscenza. Vedevo tutto offuscato, non riuscivo a distinguere né chi avessi di fronte né dove mi trovavo.
<< Che cosa ne facciamo di lui, Cedric?>> disse uno dei due uomini all'altro.
<< Il Capitano Smith ha detto che mai nessuno dovrà ritrovarlo, quindi sarebbe inutile sgozzarlo. Perciò direi di sparargli alla testa e poi di lanciarlo da quella scogliera. Nessuno potrà mai trovare il suo corpo.>> rispose l'altro, girandosi verso l'alta scogliera al di là e poi guardandomi fisso. Pian piano cominciai a riprendermi fin quando l'uomo sulla destra mi costrinse a mettermi in ginocchio. Agitando la testa, riuscì a far scivolare il bavaglio giù fino al collo, in modo da poter parlare.
<< Dovete ringraziare le catene che mi legano, altrimenti già vi trovereste entrambi sul fondo del porto.>> dissi con aria di sfida. I due uomini risero divertiti.
<< Buona questa, Commodoro. Davvero divertente, dovreste fare queste battute anche alla vostra madamigella. Poverina, avrà il cuore distrutto a quest'ora. Non dovevate tradirla in questo modo, non è da gentiluomini.>> rispose l'uomo sulla sinistra, battendo una mano sulla spalla del suo amico.
Raggelai. In quel momento pensai ad Alyssa come non l'avevo mai vista: la immaginai in lacrime, devastata dal dolore e con la vendetta che le dominava il cuore.
<< Maledetti! Che cosa le avete fatto? Giuro che me la pagherete molto cara e in quel momento pregherete di non essere mai nati!>> risposi infuriato, cercando di liberarmi. I due continuarono a ridere e poi si avvicinarono a me, pronti ad uccidermi.
<< Adesso basta, facciamola finita. Uccidilo, Cedric.>>
<< Con molto piacere, Bill. Poi a te l'onore di gettarlo in mare.>>. L'uomo prese la pistola e me la puntò alla tempia, ma nel momento in cui stava per premere il grilletto, con la spalla gli feci cadere la pistola a terra e gli diedi una testata dritto sul naso. L'uomo cadde a terra dolorante, mentre l'altro si gettava su di me per bloccarmi. Prese la pistola e sparò e in quel momento, con un rapido gesto, mi girai e lasciai che il proiettile perforasse un tratto della catena, spezzandola. Così fui libero alle caviglie ma avevo ancora i polsi legati dietro la schiena. Continuai a combattere come potevo, finchè lui non uscì la spada per colpirmi ma, distrattamente, mi tagliò anche le corde ai polsi, così con un calcio dritto sul fianco destro, lo atterrai. Presi fiato un momento e cominciai a correre per tornare in città.
<< Non credere di scappare, Commodoro.>> cominciò l'uomo col naso sanguinante che, prendendo la catena che avevo lasciato a terra, la lanciò come un boomerang, attorcigliandomela ai piedi e facendomi cadere violentemente a terra. Mentre mi trovavo a terra, i due uomini ripresero le pistole, le caricarono e avvicinandosi a me presero la mira per sparare. Ormai era finita per me, non avevo via di scampo, nessun modo per fuggire.
Poi lo sparo.
Chiusi gli occhi, aspettando di vedere la pozza di sangue che mi circondava e invece niente. Mi girai lentamente e vidi tutti e due i miei aggressori accasciati a terra, immobili. Dietro di loro, con la pistola fumante, Scuttle, Gary e tutta la ciurma.
<< E questo vi serva di lezione, bambocci.>> disse Scuttle, riponendo la pistola al suo fianco e sorridendo. Ricambiai
<< E' sempre un piacere rivedervi, ragazzi.>> risposi tirando un sospiro di sollievo. Mi liberai dalle catene e mi avvicinai a loro. << Come facevate a sapere che ero qui?>> domandai curioso.
<< L'abbiamo seguita da quando ha lasciato la nave, Commodoro.>> rispose Scuttle.
<< Ma io vi avevo ordinato di restare a bordo della nave.>>
<< Solitamente noi prendiamo questo tipo di ordini come “ amichevoli consigli”.>> continuò Scuttle sorridendo. << Ad ogni modo, Commodoro, Alyssa verrà processata tra un paio d'ore, dovete fermarli prima che la condannino. Queste sono le chiavi della cella. Le ho prese mentre vi cercavamo in città.>> continuò Scuttle consegnandomi le chiavi rubate.
<< Grazie Scuttle, ti devo la vita.>>
<< Correte Commodoro, svelto.>> rispose Scuttle cacciandomi e così cominciai a correre. << Riportatela indietro.>> finì sorridendo. L'avrei fatto, era una promessa.
 
 
 
POV ALYSSA
 
Divenne sera in poco tempo ma non mi accorsi che il tempo continuò a scorrere. Ero distrutta e amareggiata. Non avevo toccato cibo, non avevo voglia né di parlare né di piangere. Adesso dentro di me tutto quel dolore era diventato un sentimento a me sconosciuto e che non avrei mai pensato di provare: odio. Non avrei più voluto vedere Joe, né parlarci né chiarire. La mia mente era offuscata, confusa, non riuscivo a capire che quello che provavo in quel momento era frutto del gioco psicologico del capitano Smith e del luogo in cui mi trovavo. In quel momento avevo dimenticato chi era davvero Alyssa e mi ero trasformata nel mio esatto opposto: la piratessa cupa, vendicativa e soprattutto cattiva. Cercavo vendetta, ma il mio cuore si era riempito anche di rassegnazione. Ero in conflitto con me stessa ma una cosa era certa: non avrei mai più dovuto rivedere Joe. Mentre riflettevo su tutto ciò, due soldati aprirono la porta della mia cella, mi sciolsero dalle catene e mi legarono i polsi, cominciando a farmi camminare fuori dalla prigione. Era arrivato il momento di affrontare il processo.
Non mi importava più di niente. Non avrei combattuto, avrei accettato tutto purchè questo tormento finisse al più presto. In modo silenzioso fui condotta in una sala con un tetto altissimo, circolare, con delle balconate in cui chi voleva assistere al processo, poteva restare comodamente seduto e ascoltare. Mi guardai attorno incredula; c'era un miriade di gente che era accorsa ad assistere al processo. Sentivo le loro voci commentare, probabilmente su di me.
<< Silenzio, per favore.>> disse ad un tratto un giudice che si trovava un po' più in alto e di fronte di me. Poi il silenzio. << Così va meglio. Allora, voi siete l'accusata Alyssa Cortès?>> mi domandò. Un boato negativo circondò le sue parole. Non risposi.
<< Vi ho fatto una domanda e desidero una risposta da parte vostra.>> continuò ancora il giudice. Uno dei due soldati che mi aveva accompagnato li mi tirò la corda, strattonandomi, così fui costretta a parlare.
<< Si, sono io.>>
<< Bene, e sapete anche che siete accusata di pirateria, no?>>
<< Si.>> risposi.
<< Secondo la nostra legge, Capitano o se possiamo chiamarla ancora così, voi sareste condannata per impiccagione per i reati da voi commessi.>>. Un altro boato seguì queste parole.
<< Non mi importa. Se volete uccidermi, fatelo e basta. Se c'è una cosa che odio profondamente è il titubare.>> risposi gelida. Non ero in me, avevo completamente perso la lucidità e la razionalità.
<< Ci state sfidando?>> rispose il giudice offeso.
<< Assolutamente no. Vi sto chiedendo di prendere ora la vostra decisione e mettere fine a questa pagliacciata.>>.
<< Alla forca! Alla forca!>>. La gente continuava a gridare per convincere il giudice a procedere con la condanna e in parte riuscì.
<< Bene, se stanno così le cose. Alyssa Cortès, siete condannata alla forca per i reati di pirateria e saccheggio di città. Domani all'alba sarà pronto il patibolo. Così ho deciso. Riportatela in cella.>> disse il giudice, accolto da un boato felice. Sospirai, abbassai la testa e mi lasciai condurre di nuovo in cella. Ad un tratto, poco prima di rientrare, uno dei due uomini si allontanò per dare il cambio al collega che si avvicinò a me, troppo vicino.
<< Alyssa...Alyssa, sono io.>> sentì ad un tratto una voce familiare, quella che speravo non si facesse più viva.
 
POV JOE
 
Ero riuscito ad entrare di soppiatto nel palazzo. Avevo tramortito un soldato e preso i suoi vestiti, in modo da assistere personalmente al processo, che andò proprio come pensavo. Alyssa era diversa, probabilmente aveva creduto alle parole di Smith e per questo dovevo portarla via di li e chiarire tutto prima che fosse troppo tardi. Così riuscì ad avvicinarmi a lei solo nel percorso che la riportava in cella. La chiamai più volte, aspettando una sua risposta.
<< Cosa ci fai qui?>> mi chiese lei gelida. << Perchè non sei da una delle tue amiche?>> sussurrò lei ironicamente. Rimasi sorpreso. Nel frattempo, giungendo alla sua cella, chiesi all'altro uomo di lasciare a me il compito di richiudere la prigioniera in cella e così mi lasciò solo con Alyssa. Tolsi il cappuccio che mi copriva il viso ed entrai nella cella di Alyssa.
<< Piccola mia, ero così preoccupato per te.>> dissi ma lei si allontanò da me.
<< Non osare toccarmi, vigliacco.>> rispose lei. Aveva uno sguardo diverso; mi sembrava carico di odio nei miei confronti. << Stammi lontano.>>
<< Alyssa, cosa ti succede? Perchè mi tratti così?>>
<< Bravo, complimenti. Aveva ragione il Capitano Smith. Sei un ottimo attore, Joe, ma non ricadrò di nuovo nella tua trappola.>> rispose lei guardandomi furiosa. Mi spaventava quello sguardo.
<< Di cosa stai parlando, Alyssa, non capisco. Non dirmi che hai creduto a Smith?>>
<< Mi sono illusa...mi sono illusa che potesse essere davvero amore quello che provavamo l'una per l'altra, ma come una sciocca, mi sono fatta abbindolare dal bel Commodoro. Sono stata una stupida! Ho creduto a tutte le tue promesse, tutte menzogne!>>. Alyssa si era incattivita, mi accusava ingiustamente e sapevo anche perchè.
<< Alyssa, te lo sto chiedendo di nuovo: dimmi che non hai creduto alla storia fasulla che Smith ti ha raccontato.>>
<< Non dovevo? O forse dovevo credere che quel libro l'avesse rubato?>>
<< Alyssa, è così, hanno cercato di uccidermi, solo loro i criminali, non io...>> ma lei si scansò ancora.
<< Ti ho detto di starmi lontano o giuro che ti uccido.>>.
<< Alyssa io non ti ho mai tradita! Sono tornato per liberarti o domani ti uccideranno.>>
<< Non mi importa, caro Commodoro. Non voglio essere salvata, specialmente da te.>>
<< Alyssa, ragiona.>>. Mi avvicinai a lei ma lei mi strinse con la mano il collo, facendomi mancare l'aria.
<< Vattene o giuro che ti uccido qui ed ora. Non ho più niente da perdere. Domani sarà tutto finito e uccidere un Commodoro si aggiungerebbe solo alla lista dei miei reati. Perciò vattene.>> mi disse lei scandendo tutta la parola come una minaccia. Mi lanciò violentemente a terra, facendomi tossire per la mancanza d'aria. << E porta i miei saluti alle tue fanciulle.>> rispose ironica e mi buttò fuori dalla cella, richiudendola. Mi rialzai a fatica e cercai di avvicinarmi a lei, ma lei tentò di nuovo di strangolarmi.
<< Alyssa, cosa ti hanno fatta diventare. Tu non sei così cattiva, sei solo vittima di quella tortura psicologica, dammi ascolto.>>
<< Mi dispiace, Joe ma eccoti la vera Alyssa, il vero Capitano Cortès.>> rispose lei e ridendo,come impazzita, si andò a sedere in fondo alla cella. Raggelato, mi allontanai da lei,quasi impaurito. Mi spaventava così tanto che non riuscì ad avvicinarmi a lei una seconda volta. Me l'aveva distrutta, Smith aveva cancellato quella ragazza di cui mi ero innamorato, ma non l'avrei data vinta. Dovevo salvarla dall'inferno in cui era caduta, ma dovevo farlo in un altro modo: avrei dovuto agire come Lancillotto e riconquistare Ginevra prima che fosse troppo tardi.
 
 
POV ALYSSA
 
Appena si allontanò, cominciai a piangere ininterrottamente. Paura, dolore, vendetta...in quel momento non capì neanche chi fossi. Avevo perso fiducia in lui e in me. Speravo solo che l'alba si avvicinasse presto per dare fine a quel supplizio devastante.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13: La fine ***


POV ALYSSA




1759

Alyssa Cortès

poche ore prima dell'alba.




Non ho intenzione di scrivere un diario, ho solo bisogno di lasciarmi andare.




«Mi amate dunque tanto?»

«Signora, non amo me stesso né altri quanto amo voi»




Non riesco a togliermi dalla testa queste frasi e la cosa mi uccide ancora di più di quanto già non faccia tutto quello che c'è intorno a me. Adesso basta coi giochi: tra poco arriverà l'alba e tutto finirà in un solo attimo dove a viverlo sarò io, da sola, come è giusto che sia. La cosa che mi turba maggiormente è il fatto che ciò non mi porta sollievo. Non ho paura ma timore...timore per qualcuno. Perchè? Perchè a me? Pensavo che l'amore potesse essere frutto di gioia, di felicità...ma mi sbagliavo, mi sbagliavo su tutto. Non credo più in niente e non voglio credere! Illusione...direi che è il termine più appropriato. Illudersi di poter vivere quella storia che fin ad allora avevo letto solo in quel vecchio libro polveroso, la causa di tutti i miei mali. Avrei fatto meglio a darlo alle fiamme quando potevo piuttosto che farmi ingannare dalle belle parole! Lancillotto e Ginevra non hanno fatto altro che farmi immaginare qualcosa che una come me non può e non deve avere. Sono un pirata e i pirati non possono permettersi contrattempi di alcun genere. Perfetto, direi che vivo una situazione di delirio. E' l'ideale quando stai per subire un impiccagione vecchio stile, no? Ho voglia di urlare, di piangere, di...dimenticare. Potessi tornare indietro, sicuramente non mi troverei qui per causa tua, non avrei mai conosciuto l'odio, il rancore, la sensazione di vendetta. Avrei continuato a vivere la vita come sapevo fare. Ma sei arrivato tu, l'unica persona che ha saputo catturare e distruggere il mio cuore contemporaneamente. Pensavo fossi diverso dagli altri, ma ancora una volta mi sbagliavo. Avevi ragione, sai? Cosa potremmo mai essere noi se non “ eterni nemici”, eh? Hai vinto, mio caro Commodoro, hai vinto la sfida. Sei riuscito ad uccidere l'unica donna capace di tenerti testa, usando i tuoi sporchi trucchi da galantuomo. L'hai uccisa prima ancora di farla salire al patibolo. Ma adesso lei è rinata dalle sue ceneri, molto più forte di prima. Spero sia presente quando la corda stringerà il mio collo, perchè sarà in quel momento che verrà fuori la vera Alyssa Cortès.

Addio Lancillotto, Addio Ginevra.




POV JOE




Mia amata Alyssa,

non credo leggerai mai queste poche parole, ma non importa. So che tra poco ti perderò per sempre e mi fa rabbia sapere di non poter fare niente per impedirlo. Non voglio scriverti quelle parole d'amore che tu tanto odi, ma solo chiederti perdono. Perdonami Alyssa, per tutto quello che non sono riuscito a darti. Perdonami per non essere stato all'altezza di una grande donna, quale sei. Perdonami se ho infranto la promessa di proteggerti per sempre. Perdonami di ciò che farò e che tu stessa vedrai. So che sarà inutile ma questo sarà il mio unico regalo a te prima della fine. Non posso vivere con il rimorso di averti lasciata in balia di uomini che non desideravano altro che la tua disfatta. Non importa ciò che mi succederà, preferisco morire insieme a te piuttosto che lasciarti. Spero solo che quando ci rincontreremo dall'altra parte, riuscirai a guardarmi negli occhi e a donarmi un abbraccio. Perdonami Alyssa, se puoi.

Ti amo più della mia vita.

tuo per sempre, Joe






 
Con le lacrime agli occhi, chiusi quella lettera con la cera e la consegnai a Scuttle, con preciso ordine di bruciarla non appena fosse giunta l'alba. Avevo preso la mia decisione e nessuno avrebbe potuto contraddirmi.

<< Commodoro, cosa avete intenzione di fare? L'esecuzione sarà tra massimo un'ora.>> mi disse Scuttle preoccupato dall'espressione del mio volto. Gli sorrisi amaramente e lo abbracciai, lasciando il povero uomo sorpreso dal mio gesto.

<< Lo so, Scuttle, e non posso mancare a quell'appuntamento. Se non dovessi tornare...beh, ti affido il comando della nave. Abbine cura da parte mia e del suo vero Capitano.>> risposi e mi allontanai, cominciando a scendere dalla nave. Salutai con un gesto tutti i membri della ciurma e con passo deciso mi avviai verso la piazza centrale. Lì ci saremo nuovamente incontrati con lei, per vivere la nostra ultima avventura.







POV ALYSSA




Piegai il foglio a metà e lo nascosi tra le rocce della cella. Mentre sistemavo il foglio trovai in una piccola fessura una boccetta di vetro, con dentro un liquido azzurro tendente al verde acqua; per un attimo ebbi la sensazione che all'interno di quella boccetta vi fosse qualche goccia dell'acqua della fonte della giovinezza. Mi chiedevo chi avesse mai potuto conservare quella preziosa acqua all'interno di una cella ma non ebbi il tempo di analizzarla con cura che improvvisamente un raggio di sole mi sfiorò la guancia così capì che era giunto il momento cruciale. Nascosi nella tasca della mia giacca la boccetta e aspettai. Sentì pian piano avvicinarsi tre uomini, tra cui il Capitano Smith. Non appena giunsero di fronte alla mia cella, il Capitano aprì la porta e si avvicinò a me, facendomi alzare. Mi incatenò i polsi e si avvicinò al mio orecchio.

<< E' giunta l'ora mia cara.>> mi disse ironicamente.

<< Siete sempre così audace?>> risposi con altrettanta ironia. Lui mi strattonò e si avvicinò ancora di più a me, questa volta quasi a sfiorarmi le labbra.

<< Sai che posso essere la tua via di salvezza da tutto questo?>>

<< Ma davvero?>> risposi ironica.

<< Devi solo accettare di sposarmi e rinunciare per sempre alla tua vita da pirata perchè non si addice ad una donna come voi.>>. In quel momento cercò di baciarmi ma mi trassi indietro violentemente.

<< Preferirei cento volte la ghigliottina e l'impiccagione piuttosto che sposare un uomo come voi, caro Capitano. E adesso, facciamola finita.>> risposi e cominciai da sola a camminare, scortata dagli altri due uomini.

<< Ti avevo avvertita.>>

Fui portata fuori dalla prigione e fui posta al centro di un carretto di legno che veniva usato solitamente per i prigionieri condannati a morte. Fuori, un corteo di persone aizzate contro di me mi accompagnò fino alla piazza centrale, dove era allestito il famoso patibolo che dal giorno prima ormai attendeva la sua vittima. Appena il carretto si fermò, le due guardie mi fecero scendere e mi condussero sopra il patibolo, proprio di fronte alla corda. La piazza sembrava addobbata per una festa. Mi guardai attorno incredula e una lacrima mi scivolò sulla guancia. Il Capitano Smith era seduto in una postazione centrale, rialzata, per godere meglio dello spettacolo raccapricciante che stavamo per offrirgli.

Un banditore aprì una pergamena e cominciò a leggere ad alta voce.

<< Alyssa Cortès, siete accusata di gravi reati contro la corona reale d'Inghilterra. I vostri reati sono: pirateria, saccheggio di città, rapimento e uccisione di innocenti.>>

<< Io non ho mai ucciso nessuno.>> risposi immediatamente a quell'accusa falsa. Potevo essere anche un pirata ma non ero mai stata un'assassina.

<< Silenzio. Per questi motivi siete stata condannata alla morte per impiccagione. Si proceda adesso all'esecuzione.>>. Il banditore chiuse la pergamena e lasciò libero il palco. In quel momento, il boia legò la corda stretta al mio collo e si avviò verso la leva che avrebbe aperto la botola ma prima che potesse farlo una voce distolse l'attenzione.







POV JOE




<< Fermi.>> gridai prima che il boia eseguisse il suo compito. L'attenzione di tutti i presenti si rivolse a me, compresa quella di Alyssa, che mi guardò incredula. Le sorrisi dolcemente.

<< Cosa ci fai tu qui?>> disse ad un tratto il Capitano Smith. << Dovevi essere morto da un pezzo!>> continuò severo.

<< Non sempre i piani vanno come devono andare, caro Smith.>> risposi spavaldo. Avevo una paura tremenda, il mio cuore stava per esplodere.

<< Ormai è troppo tardi, non puoi fare più niente per salvare la tua bella.>> continuò lui. Sorrisi di contraccambio.

<< Non voglio salvarla...>>. Tutti rimasero in silenzio a fissarmi. Cominciai ad avanzare verso Smith. Lui diede ordine ad uno dei suoi di puntare il suo fucile contro di me. Guardai Alyssa e le sussurrai " Ti amo..."

<< Non costringermi a sparare, Commodoro.>> disse Smith.

<< Potete anche evitare di chiamarmi così, non sono più uno dei vostri. Voi avete incattivito Alyssa per cercare di ferire me e distruggere così anche lei, ma mostrate pure al pubblico presente che siete stato voi a rubare quel libro, facendo ricadere la colpa su di me. Avanti, mostratelo! Fate vedere chi è davvero il Capitano Smith.>> urlai infuriato e in quel momento una pallottola mi colpì una spalla, facendomi indietreggiare.




POV ALYSSA




<< No, Joe!>> urlai istintivamente. << Che cosa fai, va via da lì!>> continuai a ripetere ma senza risultato. Continuava ad accusare Smith senza sosta e questo faceva crescere ancora di più la rabbia di quell'uomo. Ero spaventata e avevo capito il grande errore che avevo fatto: mi ero veramente lasciata abbindolare dal Capitano e dalle sue bugie. Avevo persino rischiato di uccidere l'uomo che amavo per causa sua. Cominciai a piangere, implorando Joe di fermarsi per non essere ucciso. In quel momento non avrei sopportato vederlo morire di fronte ai miei occhi, proprio come suo fratello: per difendere me.







POV JOE




Rialzai lo sguardo verso Smith, tenendomi forte la spalla sanguinante. Non mi sarei fermato di fronte a niente, non avevo più niente da perdere.

<< Ebbene si, è questo il libro che ti ho rubato e aizzare la tua amata contro di te è stata la mossa più efficace.>> rispose Smith e diede nuovamente ordine di spararmi. Questa volta il nuovo sparo mi colpì la gamba, facendomi inginocchiare. La folla guardava la scena incredula. Sentivo Alyssa implorarmi di fermarmi ma non potevo. Di li a poco anche lei sarebbe stata nella mia stessa condizione.

<< Potete continuare a sparare all'infinito, ma sappiate che adesso tutti sanno che uomo siete e non avranno pietà nei vostri confronti.>>




POV ALYSSA




L'ultimo sparo fu dritto al cuore. In quell'istante il mondo mi crollò sulle spalle. Lo vidi accasciarsi lentamente a terra, sanguinante e moribondo.

<< No, Joe, ti prego.>> urlai piangendo disperatamente.

<< Boia, procedete.>> disse Smith velocizzando i tempi. Il boia tirò giù la leva e sentì tutto improvvisamente farsi nero. La corda mi stringeva sempre di più e sentivo le forze venirmi a mancare. Avrei raggiunto Joe in men che non si dica ma qualcosa andò diversamente da come avevo previsto.




POV JOE




Riuscì a vedere in tempo Alyssa cadere giù, così ebbi l'attimo di prendere la mia spada e con un lancio dritto verso la corda, riuscì a trapassarla e spezzarla, facendo cadere Alyssa a terra. Tossiva per la mancanza d'aria ma almeno era salva. Ricaddi a terra, senza forze.

<< Cosa?>> disse sorpreso Smith. << Tu hai usato questo trucchetto dell'eroe per salvare la piratessa?>>. Sorrisi affannosamente.

<< Le persone fanno cose pazze quando sono innamorate.>>.

Il pubblico che era venuto ad assistere all'esecuzione trovò la scena alquanto emozionante e cominciarono ad accusare il Capitano Smith di alto tradimento, conducendo anche le sue guardie personali a rivoltarsi contro di lui. Tutti volevano vederlo chiuso in galera ma, nel tentativo di fuggire, Smith fu arrestato e condannato all'esilio.




POV ALYSSA




Quando riuscì a riprendere i sensi, notai tutto il trambusto che si era venuto a creare e in breve capì ciò che stava succedendo. Mi alzai velocemente e mi diressi verso Joe, sdraiato a terra in una pozza di sangue, che respirava affannosamente.

<< Joe, Joe, ti prego, ti prego, non abbandonarmi..>> gli sussurrai piangendo come non avevo mai fatto nella mia vita.

<< Sei sempre così audace? Anch'io sono felice di vederti.>> rispose lui faticosamente, sorridendomi. Poggiai la sua schiena alle mie gambe e gli tenni la testa, per avvicinarlo di più a me. Lui mi accarezzò delicatamente la guancia.

<< Mi dispiace, mi dispiace così tanto, è...è tutta colpa mia! Non ti ho creduto quando invece avrei dovuto, ho cercato di ucciderti, facendomi sopraffare dal rancore e adesso questo.>>

<< Sono io che ti chiedo...perdono, Alyssa.>> rispose lui.<< Non sono riuscito a darti la vita che volevi, ho solo peggiorato la situazione.>>

<< No, no, non è così Joe. Tu sei stato la parte migliore della mia vita e non ho intenzione di lasciarti andare così, non te lo permetto. Tu hai sacrificato la tua vita per salvare la mia...>> ma non riuscì a continuare perchè le lacrime mi fermarono le parole.

<< Ti amo, Alyssa, non ho mai smesso di amarti, neanche per un istante...sei il più bel dono che la vita ha saputo regalarmi.>> mi rispose debolmente e notai che la sua mano cominciava a lasciarsi andare.

<< Non parlare in questo modo, adesso siamo insieme e andrà tutto benissimo ma ti prego, non lasciarmi.>>

<< Alyssa, ti chiedo un ultimo favore...>>

<< Qualunque cosa, amore mio.>>

<< Baciami....>>

Con le lacrime che mi scivolavano sul viso, non esitai un attimo e accontentai la sua richiesta. Fu il bacio più bello che potessi ricordare; non volevo lasciarlo andare, avevo bisogno di lui ora più che mai. Quando mi staccai dalle sue labbra, vidi che il suo cuore aveva smesso di battere. Rimasi immobile a fissarlo perchè mi ero accorta che mi aveva appena donato il suo ultimo respiro.

<< Ti amo...>> sussurrai e gli accarezzai la guancia, dolcemente. Avrei fatto qualsiasi cosa per farlo tornare da me e fu lì che ricordai della boccetta che avevo in tasca. La presi, l'aprì velocemente e sperai che la mia intuizione fosse corretta.

<< Ti prego, fa che viva, fa che torni da me...>> e, versandone qualche goccia sulle sue labbra, aspettai l'esito.

Nessun segno di vita. Mi ero sbagliata anche su questo, era assurdo pensare che un po' d'acqua riportasse in vita un uomo. Continuai a piangere, abbracciando il suo corpo quando improvvisamente una mano mi sfiorò i capelli. Incredula, rialzai gli occhi e vidi i suoi occhi guardarmi.

<< Sei così bella anche quando piangi...>> mi sussurrò con amore e delicatezza.

<< Sei vivo, è un miracolo, sei vivo!>> dissi urlando di gioia e lo abbracciai con tutta la mia forza.







POV JOE




Non avevo più alcuna ferita. Mi aveva salvato la vita come io avevo fatto con la sua. Ero vivo e vederla sorridere fu il regalo più grande.

<< Ti devo la vita, amore mio.>>

<< No...non mi devi proprio nulla. Non potevo vivere senza di te.>>

<< E' strano sentirti parlare in modo così romantico...>> dissi ironicamente per smorzare la tensione. Lei mi diede uno schiaffo sul braccio.

<< E tu sei sempre così ironico?>> mi rispose e sorrise. L'amavo, l'amavo davvero più della mia vita ma sapevo che finchè ero accanto a lei, anche la morte non avrebbe potuto separarci.







6 anni dopo




POV ALYSSA




Mi chiamo Alyssa Cortès, sono la discendente del pirata Cortès e il Capitano della ciurma più temuta dei Caraibi.




POV JOE




Mi chiamo Joe Jonas, sono il secondo del Capitano Cortès, suo marito e fedele compagno di avventura. Ero un Commodoro una volta, nemico dei pirati ma questa donna è riuscita a cambiare completamente la mia vita.




POV JOE-ALYSSA




Siamo in viaggio verso nuove e terre e destinazioni.

La nostra storia? Chissà, magari un giorno ve la racconteremo.

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