Era bello che fosse lui a stringermi, a lasciare perdere le parole.

di Malvabadass
(/viewuser.php?uid=479848)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** We're just sweatshirts too long, dirty jeans and heavy smoke ***
Capitolo 2: *** Trying not think of you and find my selfish way. ***
Capitolo 3: *** Dramatic Awakenings ***



Capitolo 1
*** We're just sweatshirts too long, dirty jeans and heavy smoke ***


Chap.1 Frank's Pov

Stamattina si prospetta una giornata piena.

Primo giorno di College, o meglio, primo giorno del terzo anno di college.

Se c'è una cosa che dovete sapere sul college è questa: le feste, la droga, le ragazze, sono tutte cose secondarie, si studia dalla mattina alla sera, e non avendo una media sufficiente sono costretto a studiare almeno tre o quattro, a volte addirittura cinque ore al giorno, per superare l'esame.

Almeno però ho scelto una facoltà decente, ossia quella musicale.

Da quando avevo quattordici anni non ho mai smesso di suonare la mia adorata chitarra classica, in effetti contribuì molto anche il fatto che avessi una cotta per la mia maestra, così cercavo di prendere più lezioni possibili, ed ora non per vantarmi ma saprei suonarvi una canzone dei Metallica anche ad occhi bendati.

Ma non in questa scuola, non funziona così, bisogna studiare e studiare, quando impari una tecnica c'è sempre qualcuno che la sa svolgere meglio di te, devi avere un'alta ambizione per stare buttato qui dentro.

Ma io sono un perdigiorno, me la cavo, diciamo così.

Studio il necessario per non deludere le mie aspettative, prendo lezioni tre volte la mattina e tre il pomeriggio, così da non restare a non far nulla tutto il giorno.

Comunque stamattina mi sono svegliato prima per dare una rilettura veloce del programma dell'anno scorso, non vorrei che ci fosse qualche ripetizione collettiva in classe già il primo giorno.

Apro il libro e guardo la figura di Oscar Wilde con un'espressione quasi beffarda sul volto, mentre tutto agghindato con tanto di fiore all'occhiello fuma in santa pace la sua sigaretta.

Mi alzo dalla scrivania della mia piccola parte di camera e mi avvio in cucina, però mi blocco poiché sono pervaso da qualche brivido di freddo, mi ero quasi dimenticato di che stagione fosse.
Torno in camera e mi infilo una felpa nera ed abbastanza grossa del mio compagno di stanza, spero non gli dispiaccia, tanto ormai siamo come fratelli.

Mi affaccio al suo letto, proprio difronte al mio, giusto per controllarlo e sorrido alla vista della sua chioma nera e folta, sbucare da quell'aggroviglio di coperte e lenzuola.

Sono davvero tentato di svegliarlo in qualche modo brusco, come riempirgli le narici di dentifricio o gettargli un secchio d'acqua gelata addosso, ma mi trattengo, voglio essere davvero magnanimo il primo giorno.

Mi avvio con calma verso il piano cucina, in bella vista alla camera da letto essendo l'appartamento così piccolo da avere delle stanze tutte accorpate, con il mio bel libro di letteratura inglese tra le mani e lo appoggio sul tavolo, con l'intento di prepararmi una bella tazzona di caffè.

Nel mentre mi accendo una sigaretta e mi siedo, leggendo ogni tanto qualche frase tratta da ''Il Ritratto Di Dorian Gray'', giusto per.

E mentre sto scrollando con un colpetto verso la punta la cenere della mia sigaretta sento dei passi felpati venire verso la cucina.

Indico Gerard con l'indice ed il medio, mentre tengo il pollice alzato, imitando una pistola.

-Pew! Avvistato.-

Lo sento ridere ed avvicinarsi al tavolo, arricciando la punta del suo naso in una smorfia.

-Stai preparando del caffè?- mi ruba la sigaretta tra le dita e se la porta alle labbra.

Talvolta mi chiedo se Gerard in un'altra vita fosse un ninja, o semplicemente un ladro.

-Sì, ma per i dormiglioni non ce n'è.- ammetto provocandolo, ma lui scuote la testa e senza darmi alcuna attenzione si riempie una tazza fino all'orlo, finendo quasi tutto quel liquido vitale.

-Ma che cazzo! Gerard! L'avevo preparato per me!- sbruffo rumorosamente e lo sento ghignare, scuotendo la testa.

Mi fa innervosire! Roba da perdere la testa!

Continuo a leggere imperterrito qualche rigo, sfogliando velocemente le pagine una dopo l'altra nonostante quel coglione del mio coinquilino mi stia riempiendo i fianchi di pizzicotti.

-Eddai scusa Frankie, scusa scusa scusa!- ride divertito, ma non c'è proprio un cazzo da ridere.

-Vai a vestirti che tra venti minuti abbiamo lezione, non sei un bello spettacolo con la tua pancia di fuori.- Okay so di essere un po' stronzo a volte, ma sono gli altri a rompermi.

Gerard annuisce roteando gli occhi, come infastidito e corre in camera da letto a prepararsi, chiudendosi l'uscio alle spalle.

Decido di fare lo stesso e mi alzo guardando con compassione il mio libro dalla copertina ormai inesistente.

Lo afferro e mi dirigo verso la camera in cui pochi minuti fa era entrato anche Gerard, non curandomi del fatto che fosse quasi nudo.

-Hey! Si bussa!-

-Hey, non si ruba il caffè degli altri.- Gli lancio un'occhiata micidiale e mi infilo un paio di jeans neri ed aderenti, sfilandomi la felpa grossa.

Gliela lancio addosso e lui ride, guardandola.

-Sono io quello che ruba le cose eh?- continua a ridersela di gusto, mentre io sorrido in maniera sghemba, infilandomi una camicia bordeaux ed una felpa nera aperta, abbinando al tutto le mie fidate vans nere.

Lancio un ultimo sguardo a Gerard sorridendo, mentre mi affretto a controllarmi i capelli allo specchio prima che lui invada anche il bagno.

Afferro un paio di libri e li infilo nella mia tracolla marrone, aggiungendoci anche una mela per compensare la mia bellissima Non-colazione.

Perché si sa ormai, se nel College vuoi stare, la colazione devi dimenticare.

Dopo qualche minuto scendiamo entrambi a lezione.

Appena arriviamo in aula tutti i posti in alto sono praticamente pieni, ci rimane solo qualche sedia alla scrivania centrale.

Ci affrettiamo a non perdere anche quelli per colpa dei nostri ritardi e aspettiamo tutti il professore di letteratura.

Il nostro professore sembra appena uscito da una telenovela per novantenni, è quel solito tipo da melodramma, alto, biondo e robusto, sulla quarantina, con un'abbronzatura da far accapponare la pelle.

Ma nonostante ciò appena mette piede in aula almeno dieci ragazze su venticinque sospirano sbattendo le loro ciglia lunghe, quasi a perdere mezzo litro di bava dalla bocca.

Guardo Gerard al mio fianco, intento a frugare nella sua tracolla in cerca di una penna probabilmente, poiché l'anno scorso non faceva altro che perderle.

Poi mi guardo intorno e noto che una ragazza bionda circa due scrivanie più avanti mi stava fissando, arrotolandosi una ciocca di capelli lunghi tra le dita.

Le sorrido e lei subito abbassa lo sguardo, intimidita forse dal mio gesto.

Subito dopo riporta i suoi occhioni azzurri su di me, ma sono costretto a fermare quel contatto visivo prima di essere richiamato dal professore.

Da noi si fa chiamare Dottor McGregor, ama farsi chiamare col suo cognome, accompagnato da un bel ''Doc'', ma d'altra parte è plausibile, i professori di college sono famosi per il loro essere considerati ''filosofi'', non so se mi spiego.

Per tutta la lezione perdo tempo, giocando con la mia matita beige, aspettando con ansia la fine di quello strazio mattutino.

Non appena l'ora termina, liquido Gerard e mi dirigo a passo svelto verso quella ragazza, sorridendole.

-Ciao!- continuo a sorridere, guardandola negli occhi.

Alle ragazze piace essere guardate negli occhi, credono che sia qualcosa alla ''colpo di fulmine'', le lusinga molto.

-Ciao, ehm.. Io sono Nancy, sai.. Ti ho notato subito- sorride continuando ad accarezzarsi e passarsi le mani nella sua chioma tinta.

-Io sono Frank.. Uh, mi piacciono i tuoi occhi- mormoro piano come se le stessi svelando un segreto e lei arrossisce mettendosi a ridere.

-Sai queste frasi fatte servivano a far rimorchiare le ragazze in qualche epoca lontana..-

-Allora mi scusi- rido alzando le mani in sengo di resa -però è vero..-

Sorride ancora, mentre io la guardo compiaciuto.

-Stasera ti va di venire ad una festa?- mi chiede, spingendosi tutti i capelli all'indietro.

Noto benissimo la sua abbronzatura, le sue unghie laccate e le sue labbra truccate di un rosa confetto per niente sobrio, ma non mi importa più di tanto.

-Di già, il primo giorno? Mh, perché no.. - rido facendo scorrere per un attimo lo sguardo lungo tutto il suo corpo, per capire se ne vale davvero la pena.

-Certo, allora ci vediamo nei dormitori femminili, stasera.. verso mezzanotte.. - sorride ancora.

-Va bene, mi aspetto di trovarti, dolcez..- non riesco a finire la frase che sento un braccio tirarmi.

-Gerard che cazzo fai!- urlo appena, incrociando le braccia al petto.

-Mi dispiace disturbare le tue conquiste, ma ho..- si avvicina a me e mi mormora nell'orecchio -ho trovato dell'erba.- sorride guardandomi negli occhi, con una specie di eccitazione che si può ritrovare solo negli occhi di un bambino al luna park.

-Oh grazie a Dio!- rido e lo seguo a ruota. La festa aspetterà.




 

Gerard's Pov

Calde, invitanti e profumatissime lenzuola mi racchiudono in un bozzolo che terrà lontana la luce del sole che per mia grandissima sfortuna è già sorto. Apro un'occhietto e sposto le coperte dal mio viso giusto per controllare la situazione del mondo esterno.

Il mio compagno di stanza, un nanetto iperattivo e mattiniero, è puntualmente fuori dal letto.
Due anni che condividiamo lo stesso tetto ed ancora mi devo far insegnare il suo alchemico metodo per svegliarsi presto la mattina.

Lo osservo gironzolare per la stanza con un libro in mano, spero non sia uno spartito e la cosa che stia cercando sia la sua chitarra o è la volta buona che lo uccido.

Sì perché lui, da bravo chitarrista disagiato qual'è, ha dei metodi estremamente bruschi per far levare la mia persona dal letto.
Una volta ad esempio s'è divertito a urlarmi nelle orecchie per poi iniziare a suonare.

Per mia grandissima fortuna l'oggetto misterioso è una felpa nera che gli sta decisamente larga, le spiegazioni sono due o è dimagrito in una notte sola o quella è la mia felpa.
Fa nulla sono abituato alle sue pretese verso i mei vestiti e la cosa non mi dispiace affatto.
Quando li indossa lascia sempre il suo tipico profumo di caffé e nicotina, anche da appena sveglio lui profuma come se nel sonno non facesse altro che affogarsi nel caffé e fumare.

Mi scosto meglio dalle coperte e lo osservo intento a prepararsi il caffè che naturalmente io gli ruberò.
Primo giorno del terzo anno di college, devo prepararmi psicologicamente al dire addio alla vita spensierata.
Non voglio neanche pensarci, l'unica cosa bella in tutto questo è la possibilità di vivere con quel perdigiorno e sfruttarlo per i compiti che ci assegnano.
Dopo tutto devo utilizzare un soggetto per i miei capolavori, no?

Lui poi è così bello da disegnare, i tratti delicati del suo viso lo fanno sembrare un'eterno ragazzino, cosa che effettivamente è. Ha delle belle proporzioni, se vogliamo parare nella tecnica, occhi espressivi anche al buio e mani fottutamente perfette e tatuate.

Mi scuoto dalla trans in cui ero caduto nel pensarlo, la cosa succede troppo spesso ultimamente e a dirla tutta mi spaventa.
Non voglio prendermi una cotta per lui, è come un fratello e con mia grande sfortuna etero convinto.

Mi alzo dal letto lentamente cercando di mantenere quella quiete interiore che il dormire mi crea, a passo felpato mi avvicino sempre più alla cucina dove si trova anche lui, intento a fumare ovviamente.
Lo vedo fissarmi con i suoi occhioni nocciola e puntarmi con medio ed indice, tenendo il pollice alto imitando una pistola.

-Pew! Avvistato.-

Rido appropinquiandomi al tavolo, faccio guizzare lo sguardo dalla sigaretta al caffe e arriccio il naso storcendo in una smorfia la bocca.

-Stai preparando del caffè?- gli rubo la sigaretta che tiene tra le dita e me la porto alle labbra senza che lui me lo potesse impedire.

Mi sembra logico, il profumo fragrante lo sentivo fin dalla camera.

-Sì, ma per i dormiglioni non ce n'è.- Mi guarda con una inclinazione provocatrice nella voce, scuoto la testa e come se stesse parlando al vento mi riempio la tazza con su scritto "Coffé is the Way" fino all'orlo lasciandone una quantità davvero misera.
Lui si lamenta, come tutte le mattine, sbraitando e facendo l'offeso.

Ghigno scuotendo piano la testa, ogni mattina la stessa storia. Lui si fa la colazione ed io puntualmente gliela rubo, sono così malvagio a volte.

Lui torna a leggere ed io per rendermi ancora più odioso inizio a pizzicargli i fianchi ridendo come un cretino.

-Eddai scusa Frankie, scusa scusa scusa!- Sorridi dai, dammi un motivo per iniziare la giornata con il passo giusto.

-Vai a vestirti che tra venti minuti abbiamo lezione, non sei un bello spettacolo con la tua pancia di fuori.-
Smetto di pizzicarlo e roteo gli occhi per poi correre in camera a prepararmi con la mia solita lentezza. Mi chino sul letto e mi passo le mani sul volto più volte prima di pizzicarmi un paio di rotoli di ciccia.

Grazie Frank, grazie di avermi ricordato quanto sia imperfetto e impresentabile. Ogni tanto mi chiedo quanto possa diventare acido e stronzo quel bel faccino.
E' difficile immaginarselo, probabilmente sono io che lo esaspero ma fa nulla, sono abituato anche a peggio.

Mentre la mia testa continua a martellarmi di pensieri infelici, mi spoglio dei pantaloncini del pigiama e della maglia troppo leggera per quella stagione.
Dopo pochi minuti mi ritrovo il suddetto chitarrista in camera e lo guardo scettico.

-Hey! Si bussa!- Celio infastidito.

-Hey, non si ruba il caffè degli altri.- mi lancia un'occhiataccia che quasi mi fa sussultare

Frank 1 Gerard 0

Sono talmente concentrato nel provare ad infilarmi dei jeans tanto stretti quanto comodi, che non mi accorgo della felpa nera che mi piomba addosso.
Scoppio a ridere mentre me la rigiro fra le mani.

-Sono io quello che ruba le cose eh?-

Frank 1 Gerard 1

Continuo a ridere mentre lui finisce di vestirsi, lasciando intravedere per qualche attimo la sua pelle chiara, macchiata dall'inchiostro dei tatuaggi.
Rimango a bocca aperta, tanto che una mosca potrebbe entrarmi in bocca e neanche me ne accorgerei. Non può essere così bello, forse sto sminuendo, sto decisamente sminuendo.
Lui è un vero e proprio "Uomo Angelo", uno di quelli che appena vedi o credi di essere morto o pensi di essere fatto.

Mi sorride e va ad aggiustarsi i capelli mentre io, finito di prepararmi mi do un'ultima aggiustatina.
Entrambi prendiamo i libri, lui posa anche una mela nella sua tracolla mentre io mi limito al tenerci i libri, oggi non mangio.

Scendiamo velocemente le scale dei dormitori dove di tanto in tanto vedo sbucare qualche faccia conosciuta che mi limito a salutare con un gesto della mano mentre lui va spedito nell'aula ed io lo seguo osservando la grande sala che accoglierà quella lezione. Ci sediamo nei posti centrali tipici di coloro che arrivano in ritardo.

Appena entra il professore tutte le ragazze che ci circondano scattano all'attenti con i loro ormoni. Cosa ci troveranno in quel quarantenne californiano devo ancora capirlo.
Ragazze sveglia, siamo in New Jersey che si concentrassero sulla nostra di fauna maschile.
Ridacchio tra me e me dei miei pensieri e mi metto a cercare una penna nella tracolla, sbuffo nel non trovarla così frego quella di Frank al mio fianco e mi metto immediatamente a disegnare.
Come ogni anno il professore fa un discorso filosofico e molto incoraggiante, io mi limito ad ascoltare qualche parola qua e la mentre il ragazzo accanto a me già inizia a fare colpo. Guardo la sua preda con la coda dell'occhio e sbuffo, quando faccio per parlare la campana che termina quell'ora straziante trilla, azzittendomi immediatamente.
Frank si alza svelto e senza quasi degnarmi di uno sguardo si dirige verso quella bambolina.

Mi alzo irritato e mi dirigo verso un paio di amici che con mia grande fortuna sono sempre disponibili a farmi un favore. Li saluto serenamente per poi sfoggiare un ghigno eloquente.

-Ragazzi quanto tempo! Avete qualcosa di interessante per me? - Ridacchio e mi poggio alla spalla di uno dei due.
Quello sorride e dandomi una pacca sulla spalla mi consegna un piccolo sacchettino, esattamente ciò che speravo.
Mi sbrigo a pagarli e quasi correndo mi imbatto in Frank che parla con quella ragazza della lezione.
Lo afferro dal braccio e prima che possa finire la frase lo tiro a me lanciando un'occhiataccia alla bionda che sorrideva.

-Gerard che cazzo fai!-

Urla, perchè deve sempre urlare?! Sbuffo e con un piccolo ghigno prendo a parlare. 
-Mi dispiace disturbare le tue conquiste, ma ho..- mi avvicino al suo orecchio mormorando in un soffio -ho trovato dell'erba.-

Lo guardo negli occhi sorridendo ampiamente già eccitato all'idea di fumare la nostra adorata Maria.

-Oh grazie a Dio!- Ride ed io con lui avviandoci verso la prossima lezione. Sento come di aver vinto una battaglia.

Frank 1 Gerard 2



 

Angolo Autrici!

 

Salve!
Grazie per essere arrivati fin qui ^^ allora premetto che questa fan fiction è stata scritta a quattro mani, il "Frank P.o.v." (Point Of View) da Siler e il "Gerard P.o.v" da Ina.
Speriamo che vi piaccia, si prospetta una luuuunga serie di capitoli!
Per favore lasciate una recensione, chiediamo venia in caso di eventuali errori ortografici.. E niente..
Ricapitolandolo, Frank è un coglione e a quanto pare la cosa aggrada molto Gerard, sciocchino :'D
Seguiteci in molti, un bacio.
Xo. Ina & Siler.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Trying not think of you and find my selfish way. ***


Frank's P.O.V.



Alzo lo sguardo verso Gerard, appoggiato con la schiena al muro del dormitorio che accoglie noi studenti mentre io mi siedo con calma sui gradini che dirigono alla porta d'emergenza, proprio sopra le nostre
teste.

-Gerard sai come si fa una canna vero?- rido divertito guardandolo mentre cerca di posizionare l'erba al centro della sua cartina, con scarso successo.
A questo punto mi alzo e mi avvicino a lui sfilandogliela dalle mani, poggio subito un filtro bianco e morbido sulla base e la arrotolo leccandola lateralmente per poterla chiudere come si deve.
Me la poggio tra le labbra e ci passo sotto la fiammella rossa del mio accendino giallo banana, facendo subito un piccolo tiro, poi la prendo tra due dita e la appoggio tra le sue sorridendo con una buffa smorfia sul viso.
-Amico, quest'erba fa schifo..- rido mentre lui fa un piccolo tiro strozzandosi appena con il fumo.

 

E' così buffo e goffo a volte, e anche inspiegabilmente adorabile.
Gerard è il solito ragazzo che a prima vista attira molte ragazze per il suo modo di essere così misterioso e quasi violento a prima vista, ma poi sotto sotto è un tenerone.
Accenno un risolino a quel pensiero e scuoto appena il capo, guardando un gruppo di ragazze passarci di fronte e ridere tra di loro, spettegolando come le solite ochette che si trovano al liceo, solo cinque anni dopo.

 

Assottiglio lo sguardo inquadrando una di loro che mi fissa insistentemente fino a che non la riconosco e la saluto con un cenno della mano.
E' quella ragazza con cui parlavo stamattina, alla prima ora..
Si avvicina a me lasciando le sue amiche alle spalle e mi scocca un piccolo bacio sulla guancia a dir poco appiccicoso, sento qualcosa di fastidioso e colloso su essa, ma pulirsela sembrerebbe davvero da cafone adesso.

 

Lei ride sotto i baffi e si lecca il pollice strofinando il dito sulla mia pelle chiara.
Mi viene in mente un'immagine raccapricciante di mia zia, che da piccolo mi puliva gli angoli delle labbra in questo modo a dir poco furibondo e rivoltante.
-Allora, tesoro- la chiamo così poiché al momento non ricordo il suo nome.. Forse era qualcosa tipo Lara, non vorrei osare.

 

-Stasera a che ora dovrei venire? - Le chiedo mordicchiandomi il labbro inferiore mentre percorro tutto il suo corpo con lo sguardo, soffermandomi giusto qualche secondo sul suo seno alto e sodo, visibile anche sotto quella canotta rosa sottile ed estiva, accompagnata da un cardigan dello stesso colore.
-A mezzanotte, avevamo deciso, no?- sorride ancora, guardandomi.
-Perfetto, allora a dopo, splendore.- la vedo arrossire e girarsi di scatto verso le sue compagne, che intanto ridacchiano tra di loro in branco.
-Vai ad una festa?- Sento la voce di Gerard trillare alle mie spalle.
Sbruffo appena, sorridendogli

-Sì, ci vado per rimediare una scopata.. Vuoi venire? Almeno mi accompagni in quel covo di cafoni e sguattere.-
 

-Se ti danno così fastidio perché vuoi andare a letto con una di loro Frank? Non ha senso.- f

a un ultimo tiro per poi gettare il filtro a terra, passandoci sopra la suola della scarpa.
-Perché uno, il mio cazzo ha una vita propria, e due, è da così tanto che non tocco una ragazza, Gerard. Tipo un mese, ti rendi conto?-

lo guardo sgranando appena le palpebre e allargando le braccia, preso da un attacco di pura teatralità.
Lui intanto se la ride di gusto, ma poi abbassa lo sguardo mormorando

-Io invece non ci vado da tanto tempo.. Troppo..-
-Allora perfetto no? hai visto quelle come ti fissavano? Sei una buona preda per loro, lascia che ti sbranino vivo.-


Mi guardo nello specchio sorridendo alla figura snella che ho davanti, abbottonandomi come si deve la mia camicia nera ed aderente, per poi infilarmi una giacca dello stesso colore.

 

Mi giro verso Gerard che invece indossa una giacca sul magenta scuro e lucido, con sotto dei jeans e gli chiedo un parere a proposito del mio vestiario, ed avendo il suo consenso mi dirigo a passo svelto fuori dall'appartamento, pieno zeppo di profumo.
 

-Vieni Gerard!- lo aspetto dondolandomi con ansia sulla punta delle mie vans nere, per poi sorridergli non appena lo vedo varcare l'uscio e chiuderselo alle sue spalle.
-Dov'è la festa?- mi guarda incuriosito arruffandosi ancora di più la sua chioma nera come la pece, mentre scende al mio fianco i gradini.
-Dove sono le ragazze..-
-Ah merda, quindi nel loro dormitorio?- mi chiede masticando con nonchalance una gomma, probabilmente alla menta visto che si sente l'odore anche a mezzo metro di distanza.

 

-Aha, sì. Ed è esattamente.. - cammino lungo il corridoio della scuola arrivando poi ad una grossa porta verde, tipica di qualsiasi college del posto e la apro sentendo il rumore alto della musica a pochi passi dalla mia postazione -qui.. - mormoro sorridendo, Gerard invece mi segue a ruota fino ad arrivare alla base da dove proveniva tutto quel frastuono, entrando così nella camera più spaziosa di tutta la scuola.
 

In pratica non c'è spazio neppure per respirare, ma noi ci infiliamo lo stesso in mezzo alla folla cercando di arrivare al banco dove un ragazzo serve alcolici ed allo stesso tempo cerca di controllare la musica.
Gerard si siede subito difronte a lui chiedendogli qualche alcolico ed io faccio lo stesso, bevendo subito due o tre bicchieri di chissà quale intruglio capitato a tiro.
Sento due dita picchiettarmi la spalla e mi giro sorridendo.
-Ciao, amoruccio- rido divertito e le rubo il bicchiere di rum che ha tra le dita, avvicinandomi subito alle sue labbra.

-Come stai?- mormoro in maniera provocante e terribilmente roca, mentre lei ghigna aggrappandosi con le braccia alle mie spalle.

Butto giù tutto quel bicchiere di alcol e premo le labbra sulle sue, sentendo il sapore forte del liquido marroncino nelle nostre bocche, così ne approfitto subito per spingerci dentro anche la lingua, iniziando a baciarla come si deve.
Dopo un po' ci stacchiamo entrambi per riprendere aria e mi rigiro verso il banco volendo prendere qualcos'altro, ma il mio sguardo si blocca per qualche istante su quello di Gerard, che a quanto pare mi stava fissando da tempo, ma subito sbatte le palpebre facendo saettare le papille verso un'altra parte della camera, finendo il suo drink.

Dopo quasi un minuto lo vedo alzarsi ed andare vicino ad una ragazza per filtrare probabilmente.
 

Mh, buon per lui.
 

Scrollo le spalle e sorrido a quella sorta di ''bar-man'' chiedendogli qualcosa di più forte.
-Frankie tesoro, non riempirti di queste schifezze- urla nel mio orecchio la tipa, per farsi sentire.
Dopo questa frase penso nuovamente a mia zia, mi diceva sempre così quando iniziavo ad ingozzarmi di caramelle.
Butto giù un altro paio di bicchieri, disgustato da quell'immagine.

 

Scuoto la testa strizzando le palpebre e mi conduco una mano alle labbra, quel liquido caldo che mi sta scorrendo nella gola pizzica ed è così forte da farmi venire dei brividi di freddo.
Cerco di riprendermi e sorrido a quella ragazza, ma sento le gambe cedermi.
Mi piego in due sentendo dei forti crampi all'altezza dello stomaco e senza accorgermene vomito praticamente tutto quello che ho ingurgitato nelle ultime ventiquattro ore.

 

Sento delle urla provenire da quella ragazza, qualcosa come ''CHE SCHIFO'' o anche ''LE MIE SCARPE'' ma non me ne curo più di tanto.
Mi sento davvero di merda.
Una mano si appoggia attorno alle mie spalle e mi tira su, tirandomi subito fuori da tutto quel casino.
-MA CHE FAI!- Urlo furibondo ad alta voce, ma in realtà mi viene da ridere.
-Frank shhht. Hai bevuto come una spugna.- sento la voce di Gerard arrivarmi dritta nell'orecchio, assieme al calore del suo alito che sa sempre di menta.

 

Scoppio a ridere non riuscendo a trattenermi, mentre lui continua a tirarmi fino ad arrivare davanti alla porta della nostra camera.
-Geraaaaaaard io volevo scopah.. scopare - rido divertito e gli passo una mano tra i capelli con l'intento di arruffarli, ma quasi inciampo su di lui.
Non riesco a tenermi in piedi, che desolazione.
Non appena il ragazzo al mio fianco riesce ad aprire l'uscio entriamo entrambi e subito lui si dirige verso la camera da letto facendomi stendere.

 

Chiudo gli occhi biascicando delle frasi senza senso, poi sento qualcosa di umido poggiarsi sulla mia fronte, ma ho le palpebre troppo stanche per controllare di cosa si tratti.
-Buonanotte piccolo Frank- mormora piano, mentre io stringo le coperte al mio petto.
Che merda di serata.






 

Gerard's P.O.V.

 

Le lezioni sono finite già da una ventina di minuti, io e Frank come sempre ce la siamo dati a gambe levate giusto per accaparrarci il nostro solito posto alle scalette dei dormitori.

A quanto ricordo è proprio lì che ci incontrammo la prima volta e giuro che non potrò mai scordare quel momento.

Io che correvo come un coglione con le mani a coprire la bocca data l'impellente necessità di andare in bagno e vomitare persino l'anima, non riuscendo più a trattenermi libero tutti i gamberetti marci su una tipa avvinghiata a lui che neanche tempo di sentire le urla di lei, già sta ridendo. Insomma il massimo per il primo giorno.

Da quel momento ci rifugiamo sempre li che sia per farci due tiri di erba che per ubriacarci come pochi.

Tra le mani tento di girare la canna con grande difficoltà, non era mai stato compito mio d'altronde.

-Gerard sai come si fa una canna vero?- Ride quell'altro mentre mi osserva seduto sulle scalette dell'antincendio per poi alzarsi prontamente a soccorrere quell'ammasso di carta ed erba che stavo letteralmente distruggendo con le mani.

Finito di girarla ne lecca la lunghezza per far incollare la carta ed il mio cervello va letteralmente in tilt, iniziando a proiettare nella mia mente diverse immagini davvero poco caste sull'uso che il piccolo Frankie potesse fare della sua lunga ed umidiccia lingua.

Se la posa fra le labbra e accendendola inizia a fare un paio di tiri.

E' affascinante come qualsiasi cosa, dalla più noiosa alla più divertente, possa solo che migliorare grazie a lui.

Subito la rifila a me che come ogni benedetta volta quasi non ci lascio le penne.

-Amico, quest'erba fa schifo..- Mi guarda con una smorfia mentre ride. Continua ad osservarmi quasi si fosse bloccato per poi scuotere la testa e voltare lo sguardo su un gruppo di ragazze, meglio dire oche, che rendono omaggio alla loro categorie comportandosi in tipico stile teenager.

Tra queste noto immediatamente la biondina che ci stava provando con il mio coinquilino, la guardo in cagnesco cercando di intimidirla mentre faccio un lungo tiro che quasi consuma metà canna, ma questa s'avvicina determinata e con il suo lip gloss stampa la forma delle sue odiose labbra da troietta sulla guancia candida del mio chitarrista.
Distolgo lo sguardo prima di replicare l'incidente dei gamberetti e presto il meno possibile di attenzione ai due, andando a torturarmi con le unghie corte e mangiucchiate la pelle diafana delle braccia.

 

-Perfetto, allora a dopo, splendore.- Sento lui arruffianarsi la ragazza che arrossendo torna civettando dalle sue amiche. Torno a guardarlo rigirandomi la canna fra le mani.

-Vai ad una festa?- Squittisco non riuscendo a controllare il mio tono di voce, lui sbuffa sorridendomi sornione.

 

-Sì, ci vado per rimediare una scopata.. Vuoi venire? Almeno mi accompagni in quel covo di cafoni e sguattere.-

-Se ti danno così fastidio perché vuoi andare a letto con una di loro Frank? Non ha senso.-
Lo fisso nascondendo il rammarico che la sua superficialità alle volte mi causa, faccio un' ultimo tiro prima di spegnerla con la suola.

 

-Perché uno, il mio cazzo ha una vita propria, e due, è da così tanto che non tocco una ragazza, Gerard. Tipo un mese, ti rendi conto?-
Mi guarda sgranando quegli occhioni da cerbiatto e aprendo teatralmente le braccia tanto per enfatizzare la sua dichiarazione. Io me la rido per la sua convinzione e penso fra a me e me che lui non scopa da due settimane mentre io uomo o donna che sia, non vedo un genitale da decisamente più tempo.

-Io invece non ci vado da tanto tempo.. Troppo..- Cazzo, me lo sono lasciato sfuggire.

-Allora perfetto no? hai visto quelle come ti fissavano? Sei una buona preda per loro, lascia che ti sbranino vivo.-

Ma sì, sono solo carne da mandare al macello. Magari andando con una di loro riuscirò a dimenticare te, eh Frank?

 

 

Siamo in camera già da un paio di ore e tutto procede liscio come ogni volta. Frank si imbelletta avanti allo specchio sistemandosi al meglio per apparire più figo di quanto già sa di essere.

Sfoggia la sua camicia nera, aderente che gli calza alla perfezione e completare l'opera con una giacca leggera, si volta verso di me come in cerca di un consenso che già sa di avere ed io lo accontento solo per sfamare il suo ego.

Io sono vestito normalmente, nulla di troppo appariscente o per lo meno non ai suoi livelli.

 

-Vieni Gerard!- Lo vedo dondolarsi sui talloni delle inseparabili vans e sorrido avvicinandomi a lui che è già fuori dall'appartamento. Mi chiudo la porta alle spalle ed ingenuamente gli chiedo l'ubicazione della festa.

 

-Dove sono le ragazze..- Risponde lui come se fosse una cosa ovvia.
-Ah merda, quindi nel loro dormitorio?- Lui mi guarda come se avessi scoperto la luna mentre io continuo imperterrito a sfogare la rabbia repressa sulla povera gomma alla menta che assaporo in bocca.

-Aha, sì. Ed è esattamente.. - tiene in sospeso la frase camminando lungo i corridoi bianco asettico della scuola piombando fino ad una grossa porta verde acido mentre io mi guardo cautamente attorno. -Qui.. - La apre e subito veniamo sommersi dalla musica. Ci avventuriamo in quel luogo tanto spazioso tanto angusto dato il sovraffollamento.
Ci facciamo spazio fino a quello che dovrebbe essere il bar e ci sediamo.

Mi guardo intorno muovendo la nuca al ritmo di quella che a mio umile parere, fosse musica scadente chiedendo al Barista-Dj qualche alcolico tanto per sciogliere la situazione.

Subito io e Frank ci ritroviamo a bere come dannati quegli shot che ci serve fin quando non mi trovo avanti agli occhi una delle scene che più odio al mondo.

Le labbra rosse e carnose di una barbie bionda che lambiscono quelle del mio amico.

Conoscete quel moto d'orgoglio che scaturisce un' avvenimento simile?

Sento il cuore battere a mille e le nocche imbiancarsi tanto le sto stringendo in un pugno.

Ho una voglia di urlare, di picchiare lui e picchiare me.

Stupido, sono un coglione illuso che non sa ammettere una sconfitta.

Perché della mia avventura autodistruttiva non ci sarebbe potuta esser vittoria.

Appena i due piccioncini si staccano da quel bacio pretenzioso mi ritrovo ad incrociare lo sguardo compiaciuto ed innocente di Frank, io dal canto mio distolgo immediatamente lo sguardo prima che possa intercettare le mie emozioni, mi scolo il drink e adocchiando una ragazza abbastanza carina mi alzo e senza dir nulla vado da lei.

 

-Ehy ciao! Sono Gerard..- Le sorrido guardandole ogni particolare del viso asciutto, dai tratti dolci e questa mi sorride a sua volta.

 

-Emily, ciao..- Mi urla nell'orecchio data la musica troppo alta, le faccio con un cenno la pista e lei annuisce e mi trascina nella marmaglia di corpi accaldati a ballare.
Lei si struscia goffamente proprio come me mentre io non riesco a distogliere lo sguardo dalle due figure al bar.

 

Cerco di svagarmi ma proprio non riesco, porto ancora lo sguardo verso i due e vedo la scena come a rallentatore.

Frank ha appena vomitato sulle scarpe della ragazza che come ci si poteva aspettare sta urlando come se l'avessero uccisa. Accorro subito da Frank e senza curarmi ne di Emily ne dell'altra oca mi carico il coglione e lo tiro via da tutto quel marasma.

 

-MA CHE FAI!- Lui mi urla addosso ammorbandomi con il suo alito tutt'altro che profumato ma non me ne curo, così gli mormoro dolcemente come se vederlo docile e bisognoso d'aiuto avesse spazzato via tutto il rancore che era nato in me.

-Frank shhht. Hai bevuto come una spugna.-

 

Lo sento scoppiare in una fragorosa risata e scuoto la testa premurandomi del trascinarlo fino alla nostra camera, inchiodando proprio davanti alla porta di essa.

 

-Geraaaaaaard io volevo scopah.. scopare – Continua a ridere chiaramente bevuto fin sopra ai capelli. Sento la sua mano passarmi fra i capelli e quasi non crollo anch'io, perché lui non riuscendosi neanche a reggere sulle proprie gambe mi è quasi caduto addosso.

Finalmente riesco ad aprire quella fottutissima porta e lo conduco dolcemente verso il suo letto e lo faccio stendere, mentre lui biascica cose senza un filo di logica e lo privo dei vestiti scomodi. Lui chiude gli occhi ed io ne approfitto per baciargli dolcemente la fronte sussurrando.

-Buonanotte piccolo Frank- Lo vedo stringersi nelle coperte e mettendomi il pigiama veglio su di lui fin quando vedendolo completamente preso da morfeo, mi insinuo nelle sue coperte e lo stringo a me.

Ne abbiamo bisogno entrambi e qualunque cosa, lui non la ricorderà..


 

Malvabadass's Corner

In primis vogliamo ringraziare tutte le buone anime che hanno recensito il primo capitolo della storia, ve ne siamo davvero grate :3
Passando alla storia..
Gerard come avete già notato si sta prendendo una brutta cotta a quanto pare.
Vedremo cosa succederà fra i due eheh
Frank il noto sciupafemmine invece si prende una bella sbronza e perde la sua scopata.
Al prossimo capitolo, sperando di aver soddisfatto le vostre aspettative..
Un bacio da Ina e Siler.
Xo

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Dramatic Awakenings ***


Frank’s Pov

 
Sento uno sbadiglio provenire dalle mie spalle ma ho ancora la mente abbastanza intorpidita per poterlo confermare, inizialmente sono un po' spaventato, purtroppo non riesco a ricordare quasi nulla della serata precedente, ma dal sapore salato e amaro che riesco a sentire tra le mie labbra di sicuro devo aver sboccato.

Un sorriso sornione appare spontaneo sulle mie labbra quando la ragazza alle mie spalle mi stringe ancora con più forza a se, facendomi dimenticare quasi del tutto del sapore nauseabondo che emana la mia bocca.
 In tutta verità, devo dire che probabilmente ero abbastanza fatto ieri, mi sarò portato una cozza senza tette, la sento così spigolosa, così piatta..
Mio dio! Da quando i miei gusti fanno così pena?
Insomma, solitamente tendo a fare sesso con ragazze molto, ma molto ben formate!
Non sono psicologicamente pronto per fare sesso con donne dalle tette minuscole.
Mi giro lentamente tenendo gli occhi chiusi e chiunque essa sia la stringo forte a me affondando il viso nel suo collo, che iniziò a baciare lentamente con le labbra morbide e leggermente umide.

Ha un sapore così buono.. E così famigliare.. Sembra uno di quei profumi che ci sono sulla mensola del bagno..
 D'un tratto però i miei pensieri svaniscono ed inizio a titubare che quella sia una donna molto curata, ha la pelle molto ruvida e..
Le mie labbra finiscono sulla pallina ossuta e dura che c'è al centro del collo.
Che sarà mica un..

Subito indietreggio ed apro le palpebre quanto più mi è possibile, inquadrando la figura di Gerard, praticamente a dorso nudo che giace sul MIO letto, con un sorriso beato sulla bocca.
Una fitta di panico mi attacca all'altezza del cuore ed alzo le coperte facendo scorrere lo sguardo lungo il corpo di entrambi per assicurarmi che non mi abbia inculato durante la nottata! Dio lo ucciderei, se così fosse.
Per fortuna ha i boxer ma questo non significa assolutamente nulla.

-GERARD! SCENI DAL MIO FOTTUTISSIMO LETTO!-cerco di spingerlo via e fortunatamente lo vedo risvegliarsi da quella sorta di coma in cui era caduto.
Se c'è una cosa che detesto di Gerard è che non si sveglierebbe neppure con la guerra civile in corso sotto casa sua..

Fanculo!

Mi alzo col busto più allarmato che mai e lui sorride sfiorando la mia mano calcata, con talmente tanta forza da lasciar intravedere delle sottili linee verdi e venose, sul materasso in modo da potermi offrire il giusto equilibrio.
Ritraggo subito la mano appoggiandola a qualche centimetro di distanza dalla sua e scuoto la testa più e più volte.
Dio qualsiasi cosa sia successa tra noi due io non riesco ad accettarla affatto.
Ero ubriaco marcio ieri sera, ma un po' di coscienza la si ha anche dopo venti birre no?
No?

-Gerard dimmi che non è come credo io.. Dimmi che non abbiamo.. Scopato..-
Dico quest'ultima parola a bassissima voce, perché mi vergogno talmente tanto anche solo a pensarla una cosa del genere.
-dio come sei drammatico Frank! Ci siamo solo addormentati insieme.. Eravamo entrambi ubriachi..- Calcando col tono di voce la parola entrambi si alza dal letto e quasi gli muore il sorriso lasciando spazio ad una smorfia piena di delusione.
Mi porto una mano al petto e sospiro, probabilmente aveva ragione Gerard, sono abbastanza drammatico.. Dormiamo insieme praticamente ogni notte.
Magari non così, non uno stretto tra le braccia dell'altro, però dormiamo comunque nella stessa camera, c'è in ogni modo una sorta di intimità molto intensa.
-Che fortuna.. Ma poi che diavolo ho pensato, non siamo due froci.. Scusami.. - Gli sorrido dolcemente sfoggiando i miei dentini chiari e leggermente appuntiti, mentre mi alzo a ruota andando ad accarezzargli le guance paffutelle che man mano prendono rossore.
-Non so se.. Hai sognato qualcun altro o.. Beh.. Avresti bisogno di una doccia rinfrescante-rido abbassando lo sguardo sulla sua notevole erezione, questo ci imbarazza entrambi tantissimo però.. Dio.. Ha un'alza bandiera che fa paura. Si vede benissimo quasi tutta la forma..
-Vado a preparare la colazione, menatelo per bene-rido allontanandomi da lui per poter raggiungere la cucina, ma perché gli stavo fissando il pacco?
Sembro un depravato, proprio un depravato!

Preparo in fretta delle uova e del caffè, poi divido il tutto in eque porzioni prima che Gerard si spazzi via tutto.
Una volta cucinato tutto la mia attenzione viene richiamata dal piccolo televisore, presente in praticamente tutti i dormitori, che manda le repliche di America's Best Dance Crew.
Per chi non lo conoscesse, è uno di quei classici programmi Americani incentrati sulle sfide di ballo e una giuria che non se ne intende proprio per niente.

Però Lil Mama me la farei, sinceramente.
Mario Lopez, il conduttore, mi sta così tanto sulle palle che mi costringe a spegnere il televisore.
Sembra proprio un pallone gonfiato, ma le ragazze farebbero la fila per lui.
Idiota.

Dopo dei lunghi minuti mi ritrovo davanti Gerard completamente gocciolante e con solo un asciugamano in vita, non so perché ma non posso fare a meno che guardarlo. È inevitabile.
Vi giuro è come se il mio sguardo fosse calamitato dal suo petto pallido, dal modo in cui le ossa delle due clavicole sporgano dalla pelle, o dal pomo d'Adamo che rimbalza ogni volta che lo vedo deglutire.
Per fortuna riesco a far slittare gli occhi sul cibo, che sembrava essersi freddato.
Gli faccio cenno di sedersi senza riuscire a dire una parola, le uova sembrano molto meno interessanti del suo corpo morbido e chiaro.
So benissimo che sta sorridendo, quel bastardo, è consapevole del fatto che guardarlo ogni tanto mi faccia questo trano effetto, il problema è che non so neppure io perché, insomma..
A volte guardarlo mi fa andare in panico, come la prima volta che vidi una donna nuda, ero pateticamente nervoso.
 
-Ti ho preparato il caffè.. -sento le guance andare a fuoco senza motivo ed istintivamente mi affretto a bere la mia tazza di caffè per nascondere l'imbarazzo così evidente.
 Sfortunatamente è bollente, mi ha praticamente ustionato la lingua e.. L'ho sputato a pochi passi da lui..

Merda.

-PORCA PUTTANA SCOTTA!-mi faccio aria alla bocca con una mano mentre lui ride come un pazzo, ci pensa un attimo su se farmi soffrire o se aiutarmi ed infine mi porge dell'acqua fresca che accetto più che volentieri.
Finiamo di fretta la colazione e ci vestiamo, io ovviamente con i miei jeans attillati e novità delle novità! Un cardigan!
È del college, mi sembrava carino cogliere l'occasione di indossarlo..
Mi piace questo college, devo essere sincero..
Le scuole superiori non erano così libere, qui ogni mattina sembra l'intro di un solito film da post adolescenza, manca solo una canzone dei MGMT ed uno spliff tra le dita, ma non ancora per molto. Scendiamo le scale molto velocemente uno al fianco dell'altro, quando mi trovo d'avanti un coglione del primo anno, nonché mio fidato amico negli anni precedenti, James.

-FRANKIEE!-urla venendomi incontro e poco manca per farmi collassare.
-CRISTO! Non.urlare.-mi massaggio le tempie e Gerard al mio fianco se la ride. Ad un tratto però entra in classe lasciandomi con il mio amicone.
-So che ieri hai fatto l'irrigatore.-se la ride mentre mi da delle gomitate dolorose al costato, perché devono ricordarmi che non reggo molto bene gli alcolici? Perché!
Mi sta salendo il crimine, giuro.
-sì capita quando si beve molto sai? Comunque devo andare, ho lezione..- Cerco di dileguarlo, e ci riesco, peccato che si avvicini a me un secondo ostacolo non appena raggiungo l'aula.
-Ciao, idrante.- ride la ragazza su cui avevo vomitato la sera prima, seguita dal suo solito gruppo di amichette stupide.
Resto in silenzio e lei mi rivolge uno sguardo cruciale.
-Quelle scarpe, erano di Prada, la fottutissima nuova collezione-ringhia.
-beh allora dì a Prada che la sua nuova collezione fa davvero.. Vomitare.- le ragazze alle sue spalle ridono di gusto e lei le fulmina immediatamente, facendo cedere le risate, mentre io raggiungo il posto vuoto che mi spetta, affianco a Gerard.
-Dimmi, ieri ho fatto così schifo?-bisbiglio guardandolo negli occhi, per non disturbare l'interessantissima (si fa per dire) discussione del professore su Oscar Wilde.

Ovviamente scuote la testa, ma è solo un gran bugiardo perché glielo si legge negli occhi, so di aver esagerato. Sprofondo nella sedia e mi passo le mani sul viso non riuscendomi a concentrare sulla lezione.
Però sento qualcosa nello stomaco che si sta ribaltando completamente, e non credo siano le uova.
 

Gee’s Pov

Un sogno o un’ incubo?
La mia mente ripercorre ancora la serata appena trascorsa; posso rivivere distintamente ogni attimo seppur sbiadito dalla vodka che, al contrario del ragazzo che stringo fra le braccia, non ha avuto il pieno controllo sulle mie azioni.
Dormo profondamente, accompagnando dei mugolii con dei sospiri mentre insinuo maggiormente il naso appuntito fra le chiome scure ed estremamente profumate di Frank.
Nonostante avesse sudato e puzzasse di vomito, riesce ad emanare il suo tipico aroma di caffè e nicotina che mi manda in visibilio.
Lo avverto muoversi fra le mie braccia e sento poi degli schiocchi umidicci che percorrono il mio corpo.

Dio, Frankie..

Mi mordo piano le labbra spingendo appena verso l’alto incosciente delle mie azioni. Lui mi stringe con forza e deglutisco sentendolo scostarsi di scatto da quella stretta, crollo con volto e braccia sulla superficie comoda del letto mentre continuo a sorridere beandomi del sogno che sto vivendo quando sento le coperte scuotersi e l’aria fredda inondarmi il petto nudo e le gambe ricoperte a metà dai boxer.

Le membra tremano appena e sento il suo urlo, ovattato dal mio stato di trance, da cui però aggiungendo delle percosse riesce a risvegliarmi.
-GERARD! SCENDI DAL MIO FOTTUTISSIMO LETTO! -  E’ terrorizzato, lo capirebbe anche una di quelle troiette che si è  portato al letto. Lo vedo sedersi e coprirsi con le coperte pigiando la schiena alla testiera e stringendo tanto forte i pugni da rendere le nocche bianche e far intravedere dei piccoli fili venosi.
Rabbrividisco a quella vista ma continuo a sorridergli mettendo la mano sulla sua per tranquillizzarlo e, in parte, anche per nascondere quella vista a me spiacevole.
Lui la ritrae restando comunque in equilibrio ed io me ne rammarico.

Quello non era il risveglio che avrebbe voluto avere o per lo meno, io non ero la persona con cui lo avrebbe voluto.
-Gerard dimmi che non è come credo io.. Dimmi che non abbiamo scopato..- Posso percepire il disgusto impregnato in quelle parole e subito sento una stretta al petto e allo stomaco mantenendo comunque il sorriso in volto, seppur finto.
-Dio, come sei drammatico Frank! Ci siamo solo addormentati insieme.. Eravamo, entrambi, ubriachi..- Impunto il tono sull’ entrambi cercando di essere il più convincente possibile.

Io non ero ubriaco, ero fottutamente cosciente intanto che ti sbaciucchiavi lei.. Lei e non me.. Non sai quanto avrei voluto essere io.
Mi ritrovo a pensare dibattendo con la mia coscienza mentre lui sospira sollevato.
-Che fortuna.. Ma poi che diavolo ho pensato?! Non siamo due froci.. Scusami..-Mi sorride dolcemente venendo a carezzarmi le guance ed il mio umore cala disastrosamente a livelli da record, sento inoltre il sangue raggrupparsi sulle guance al suo tocco quasi non lo facesse mai.
-Non so se.. Hai sognato qualcun altro o.. Be’.. –Lui scende sul rigonfiamento dei miei boxer ed io lo seguo non essendomene minimamente curato, ride, ride come se non avesse mai visto una fottuta erezione.
-Vado a fare la colazione, menatelo per bene-Continua a ridere imperterrito, sparendo in cucina intanto che io mi alzo e senza degnarci entrambi di ulteriori attenzioni mi dirigo al bagno, chiudendomi alle spalle la porta, sigillandola con la chiave.

Abbandono i boxer sul suolo freddo di ceramica e mi fiondo subito nel box della doccia dove mi lascio scorrere l’acqua calda addosso, lasciando che si porti via il sonno e i pensieri, che neanche sveglio, già mi stanno esasperando.
Si aspettava due tette grosse e sode, non un petto piatto e spigoloso, delle labbra morbide con dei rimasugli di lip gloss non quelle secche, screpolate e fini che mi ritrovo.
Non gli sarebbe mai andato a genio uno di quei risvegli, partendo già dal fatto che invece di una passera mi ritrovavo un grosso –ed estremamente duro- uccello.
Lo aveva detto lui “Non siamo due froci”, ma in questo si sbaglia.
Perché a me piacciono anche i cazzi, mi fanno arrapare.

Per questo Frank scopa solo con le donne, lui che nell’imperfezione dell’uomo era perfetto; ricercava la sua metà in un corpo che di soddisfazioni gliene avrebbe date tante.

Sospiro pesantemente e dopo aver risciacquato i capelli che prima avevo ricoperto di schiuma, esco da quella che è diventata una sauna.
Mi copro la vita con una salvietta e lascio che il mio corpo gocciolante, cammini verso la cucina attirato dal profumino che emana.
Vi entro e mi ritrovo lo sguardo da cerbiatto di Frank calamitato addosso che scruta tutto il mio petto scendendo fino a sguisciare sul cibo che ha in piattato poco prima. Sorrido genuinamente quando noto le sue gote arrossire ed un po’ me ne compiaccio, finendo poi per non darci peso.
-Ti ho preparato il caffè.. –mugola con lo sguardo basso sulla tazza che ingordamente inizia a bere, io prendo la mia e vi soffio notando il fumo salire mormorando un “grazie” che a mal a pena riesco ad udire io stesso. Ne bevo una sorsata e noto uno schizzo scuro che mi cade al fianco. Scoppio a ridere riconoscendo subito il caffè mentre il malcapitato avanti a me grida.
-PORCA PUTTANA SCOTTA!-lui continua a farsi aria sulla lingua che ha buttato fuori dalla bocca mentre io continuando a ridermela mi rigiro fra le mani un bicchiere d’acqua che ero andato a riempire e pensando se abbandonarlo al suo destino o meno poi glie lo porgo, magnanimo.
-Quanto sei scemo..-soffio fra me e me per poi allontanarmi con il piatto di uova in mano e il caffè verso la camera mangiucchiando e vestendomi.
 
Quando entrambi siamo pronti, lui è vestito come sempre a puntino in ogni minimo dettaglio mentre io mi sono buttato in dosso le prime cose che mi sono capitate nell’armadio. I jeans attillati non ammettono un’ intimo ed io non l’ho indossato, il petto coperto da una maglia nera a maniche lunghe è sovrastata a sua volta da una camicia a mezza manica che ho rubato da Frank.

Amo indossare almeno qualcosa di suo, abbiamo preso il vizio di scambiarci le cose subito dopo i primi mesi che abbiamo iniziato a convivere.
Posso sentirlo accanto a me, sempre. Beandomi del suo profumo e del rimasuglio di calore che questo mi lascia.
Lo seguo scendendo velocemente le scale, taciturno come la mia natura mi lascia essere.

Sento Frank lamentarsi con un suo amico sul non urlare ed io rido a crepapelle. Quel coglione non ha preso nulla per far passare il mal di testa che il dopo-sbronza gli ha lasciato.
Senza ammettere neanche una sorta di dialogo con quel coglione del suo amico, mi dileguo in aula sedendomi subito nei nostri soliti posti e lo attendo, con un’ impazienza che, lo ammetto, mi snerva e fa tremolare la gamba destra.

Il blocco da disegno che sostengo fra le mani mi lascia come un’evasione dai pensieri che vengono occupati da quel nanetto strimpellatore.
Sento delle voci sghignazzare che mi distolgono dal disegnare tranquillamente il profilo addormentato del mio pensiero fisso.
Cazzo, ancora lui. Frankie lasciami stare una buona volta. Dannazione!
La lezione del professore è iniziata da un po’ ma io non sto prestato minimamente attenzione alle parole soavi del prof.

Ritraggo il disegno in tempo quando sento la panchina in legno scuro abbassarsi accogliendo la figura esile del mio coinquilino che mi sussurra in un soffio.
-Dimmi, ieri ho fatto così schifo?-Mi guarda dritto negli occhi ed io scuoto la testa energicamente.
Sono ben consapevole che la sera prima Frank fosse stato molto più che pessimo ma non voglio umiliarlo più di quanto già non hanno fatto gli altri fino a pochi minuti prima.
Una bugia bianca, buona infondo.
Lui non abbocca al mio “tranello” e sprofonda nella sedia seguendo la lezione, per lo meno dal mio punto di vista e lo stesso faccio io.
Due anime inquiete, mi dico e lascio che il resto svanisca tornando nuovamente a pensare al nostro schifosissimo inizio di giornata.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1969016