Thank you, darling...

di Ruka_odinson
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Neighbours ***
Capitolo 2: *** Him, naked in my shower ***
Capitolo 3: *** Blackout ***
Capitolo 4: *** God save me from the Italian ***
Capitolo 5: *** Little sister ***
Capitolo 6: *** Sexy Gardener ***
Capitolo 7: *** Twitter,BBC,Mademoiselle ***
Capitolo 8: *** Lake ***
Capitolo 9: *** Carbonara Goddess ***
Capitolo 10: *** Kneel ***
Capitolo 11: *** Hot Stuff part. 1 ***
Capitolo 12: *** Hot Stuff part. 2 ***
Capitolo 13: *** Photograph ***
Capitolo 14: *** Cappuccino Express ***
Capitolo 15: *** Catwalk ***
Capitolo 16: *** Cinderella ***
Capitolo 17: *** "Nothing's gonna change my world" ***
Capitolo 18: *** Molotov Milk ***
Capitolo 19: *** May I be Queen Elizabeth!Little chick ruffled‏ ***
Capitolo 20: *** Respect ***
Capitolo 21: *** Rendez-vous- col Dottore ***
Capitolo 22: *** Home sweet Home ***
Capitolo 23: *** Sushi ***



Capitolo 1
*** Neighbours ***


"ANGOLINO DELL'AUTRICE"
Ciao a tutti\e!
Se per la prima volta approdate a questa folle fic vi do il benvenuto (?) e spero che apprezzerete lo sforzo/ la cretinaggine di scrivere questa piccola avventura.
Questa fic nasce come "valvola di sfogo", ed è un divertimento per me scriverla e rileggerla, quindi scusate il disagio dilagante e le cavolate con cui la infarcisco XD
Per chi invece fosse ritornato a rileggere i primi capitoli, spero che così sistemati siano finalmente più comprensibili!!!
Avevo già "rieditato" la storia poiché non era stata sistemata, e adesso, ritorno a metterci le mani su!
Ho sistemato un pò di cosette e cambiato qualche periodo campato un pò per aria!

Lo so che mi odiate perché son lenta ad aggiornare <3, spero di rifarmi il prima possibile <3

Enjoy
xx 

-Ruka-


 







Cap 1.


 

                                                           Neighbours




 

 

Londra, 11 luglio.
In un appartamento, una ragazza seduta a gambe incrociate sul divano ascoltava musica nel suo IPod, mentre scarabocchiava qualcosa su dei fogli con aria assorta.
Muoveva ritmicamente la testa, duettando con Cindy Lauper.
<< If you're lost, you can look and you will find me! Time after time! >> (1)
Nel mentre continuava a scrivere assorta nel suo lavoro.
<< If you fall I will catch you, I'll be waiting !Time after time! >>
TUM TUM TUM.
Si zittì.
TUM TUM TUM.
La ragazza sospirò, si alzò e si apprestò ad aprire la porta con aria svogliata.
<< Chi èeeee.....? >>
Non riuscì a finire la frase che una furia in azzurro la investì, letteralmente.
<< Eleeeeeee mi sono dimenticata le chiavi di casa! Sono un idiota! Sono un idiota! Riesco a fare casino ancora prima di arrivare all'appuntamento! Dove le ho messe ! >>
La furia in azzurro, che altri non era la coinquilina della ragazza, arrivò saltellando sulle sue nuove scarpe con il tacco e frugò frettolosamente fra i cuscini del divano.
<< Oh insomma! Dove diamine le ho infilate adesso! >>
Elena, così si chiamava la ragazza disturbata nella sua poca quiete giornaliera rispose:
<< Karima insomma! Calmati! Relax! Le hai lasciate lì, sul tavolo in cucina, in bella vista tra il succo di frutta e il telecomando! >>
La ragazza sospirò, posandosi una mano sulla fronte.
Dopo un attimo di sconcerto, Karima scappò verso la cucina e acchiappò le chiavi lanciandosi in maniera poco elegante sul tavolo, per loro fortuna abbastanza sgombro.
Caso più unico che raro in quella casa.
<< Oh grazie grazie, come farei senza di te! Mia salvatrice! Ti adoro! >>
"Smack"
Stampò un bacio sulla guancia dell'amica e partì fuori dalla porta così come era arrivata.
Fuggendo.
<< Ti amooooo!!! >>
Gridò ormai nel corridoio.
Elena, che nel mentre era rimasta in piedi a fianco allo stipite della porta, ripresasi dall'improvviso uragano, si grattò stancamente la testa, riuscendo così a disfare la treccia che teneva più o meno in ordine i lunghi capelli.
Si riavviò così di nuovo verso il divano sorridendo, con passo meccanico.
Lei e Karima erano amiche sin dal liceo, era abituata a questo genere di cose.
Finita l'università, avevano deciso entrambe di cambiare vita e trasferirsi a Londra, per migliorare la conoscenza della lingua e per realizzare i rispettivi sogni.
Karima era una ragazza molto determinata e molto sicura di se.
Aveva studiato giornalismo, e il suo sogno era proprio quello di scrivere per un importante rivista di moda.
Elena non avrebbe dubitato neanche per un secondo che Karima ci sarebbe riuscita.
Con il suo carisma e la sua personalità spumeggiante sarebbe sicuramente riuscita a diventare qualcuno un giorno.
L'opportunità del trasferimento era stata subito colta, quando tramite un cugino, era riuscita ad ottenere un contratto da stagista, in una rivista indipendente qui a Londra, dove momentaneamente si occupava della rubrica che trattava di eventi e manifestazione culturali.
Sistemate le ultime cose, aveva subito coinvolto l'amica di sempre Elena, che dopo una pesante delusione amorosa, tentava di ricomporre a pezzo a pezzo la sua vita e aveva bisogno di ricominciare.
E perché non da Londra?
Elena e Karima si erano conosciute in un liceo di periferia.
Karima, di origini Libanesi, aveva spesso viaggiato prima di fermarsi nella città di Elena, dove aveva trovato in lei dal primo giorno l'amica ideale.
Benché piuttosto diverse caratterialmente, tutte e due condividevano la passione per la scrittura, cosa che le aveva fatte immediatamente avvicinare.
Mentre Karima era quella più esuberante e mondana, Elena rimaneva quella più pantofolaia e con il lato un po' Nerd, ma tutte e due non facevano che coinvolgersi nei reciproci progetti, nelle reciproche passioni e così via.
Elena aveva studiato lettere moderne, per poi proseguire dopo la laurea con un corso di sceneggiatura per cinema.
Sin da ragazzina era rimasta affascinata da quel mondo, e da tutto ciò che c'era al di là della macchina da presa.
Il duro lavoro del regista, gli attori, i tecnici e di tutto lo staff, insomma tutto ciò che c'era aldilà della produzione finale la intrigava, e per questo aveva desiderato di far parte di tutto questo per molto tempo.
Oggi il suo sogno è quello di poter collaborare con un grande regista, e vedere così una delle sue storie messe in scena sul grande schermo, lì proprio come le aveva immaginate.
Persa nei suoi pensieri Elena rinunciò momentaneamente a finire di compilare l'ennesimo curriculum vitae, e si spostò verso il bagno per valutare la situazione capelli.
* Obbrobrio *
Ricompose così la treccia di capelli ancora bagnati, essendo uscita poco prima dalla doccia, lasciandola cadere su un lato e osservò con la coda dell'occhio il suo look casalingo.
Una t-shirt che aveva rubato al fratello liceale con lo scudo di Capitan America disegnato su, e un paio di shorts grigi, che avevano visto tempi migliori.
Il tutto si concludeva con un paio di occhiali quadrati che usava per la lettura, e un paio di infradito rosse.
* Enzo Miccio saresti orgoglioso di me! * (2)
Prese un bicchiere dall'anta della cucina, e si versò un pò di succo di frutta all'ananas, il suo preferito.
Si affacciò alla finestra della cucina, che dava sulla strada affollata.
L'appartamento che condivideva con Karima, si trovava in un bellissimo condominio niente popò di meno che nel celeberrimo quartiere di Nothing Hill.
Non si sarebbero mai potute permettere un appartamento del genere, se questo non fosse del sopraccitato cugino di Karima, che essendosi trasferito a Parigi per lavoro (Anche lui lavorava nel campo della moda come fotografo), aveva lasciato la casa in custodia all'Amata cuginetta.
Nel cielo Elena cominciava ad intravedere qualche stella, nonostante il clima sempre uggioso della città.
Alla fin fine era pur sempre estate!
A questo non si sarebbe abituata mai, il clima soleggiato dell'Italia le mancava.
Il campanello tornò a suonare, e lei in maniera tutt'altro che femminile sbuffò sonoramente e appoggiando il bicchiere ormai vuoto sul tavolo si avviò a passo di marcia verso l'ingresso.
<< Karima insomma! ma cosa ti sei dimenticata di nuovo? >>
Esclamò alzando la voce.
Quando aprì la porta, ciò che vide, non assomigliava per niente al vestitino azzurro di Karima.
Né ai suoi grandi occhi scuri, o al suo rossetto preferito.
Aperta la porta davanti a lei, quello che vide, era un ampio petto fasciato in una camicia bianca di ottima fattura aperta sul collo, che faceva intravedere delle graziose efelidi.
Provò ad alzare lo sguardo un pò più su, e riconobbe un viso che non avrebbe scambiato con quello di nessun'altro , viso che aveva dipinta su, una strana espressione tra lo sconcertato e il riso in due magnifici occhi blu.
<< Ehm... non ho capito, scusa? >>
La interrogò così una calda voce in inglese.
Non poteva credere ai suoi occhi.
Thomas William Hiddleston era davanti alla porta di casa sua, in tutto il suo metro e 88 di splendore.
Ci mise almeno un minuto per rendersi conto di non aver aperto bocca ne reagito in nessun modo.
Sconcerto.
Terrore.
Agitazione.
<< Che... Come... Oddio ... Scusa! Cioè ... Scusami tanto, pensavo fosse la mia coinquilina! >>
Cambiò repentinamente lingua dall'italiano all'inglese, cercando di non incerspicare nelle parole.
Passò sul viso una vasta gamma di colori, raggiungendo probabilmente il più alto picco di rosso della sua vita.
Tom la guardò senza riuscire a trattenere le risate.
<< No no eheheheh figurati! >>
Lei lo fissò n completo stato confusionale, lasciandolo li fuori dalla porta, boccheggiando e non sapendo cosa fare.
In quell'esatto momento si rese conto del suo attuale outfit, ed esordì nuovamente in un forbito italiano.
<< Oh mio dio come sono conciata! Oddio! Oh santo cielo! >>
Tom la guardò nuovamente stranito continuando a sorridere.
Elena aveva immaginato il suo incontro con Tom Hiddleston in ogni modo umanamente possibile, ma decisamente NON in quel modo.
Dal corridoio intanto si sentì un rumore di tacchi che di corsa li raggiungevano.
Puntuale nel suo essere come al solito nel posto sbagliato al momento sbagliato, o forse nel posto giusto al momento giusto venendo lei in soccorso dell'amica, Karima arrivò come al solito di corsa.
Non riconoscendo l'ospite apostrofò l'amica in italiano.
<< Ehy ti lascio sola 5 minuti e già fai... Ooohmiodio! >>
Tom si girò in quell'esatto momento verso la nuova arrivata, palesemente confuso.
Non avendo capito una sola parola esordì con uno stentato italiano .
<< Ehm scusa... Buonasera?? >>
Elena a bocca aperta continuava a cambiare randomicamente colore sul viso, passando dal rosso al pallido in meno di un secondo.
Allarmata si affrettò a spiegare.
Tendeva a straparlare quando era in preda al panico.
<< Lei è la mia coinquilina ecco... Oh mio dio.. Ma accomodati entra! Cosa ti serviva? >>
Rientrando in casa riuscì ad inciampare sul tappetino dell'ingresso evitando per miracolo di non finire rovinosamente a terra.
Tom dalla sua entrò, tentando di contenere l'ilarità straripante e allarmandosi per Elena fece per sorreggerla.
<< Oh no! è tutto normale... >>
Commentò Karima chiudendo la porta alle sue spalle.
Elena continuava nella sua performance di rossore tentando di stabilire un nuovo record di imbarazzo, mentre Karima faceva accomodare l'ospite con una ridicola nonchalance.
Una volta dentro Tom cominciò a parlare rivolto alle due ragazze.
<< Ehm ecco sono il vostro vicino di casa, sono Tom Hiddleston piacere! >>
Disse accennando una sorta di inchino.
Karima si affrettò a rispondere.
<< Oh beh certo che sappiamo chi sei! >>
Tom sorrise lusingato.
<< Eheheheh oh bene! Però non conosco voi! Voi siete!? >>
Tom allungò la mano verso la ragazza per stringerla.
<< Karima piacere! Sono la cugina di Hassam, forse conosci lui. E lady Captian America lì è Elena >>
Le presentò la più spigliata delle due.
Elena se avesse potuto, sarebbe voluta sprofondare in un profondo buco nel pavimento.
Avrebbe volentieri fatto a cambio con le liste del parquet.
Tom si rivolse verso di lei sempre sorridendo.
<< Oh Elena che bel nome! >>
Lei allungò timidamente le mano, che sembrava piccolissima in confronto a quella di lui.
<< Gra... Grazie! Piacere di conoscerti! >>
Tom le sorrise con calore.
<< Beh ecco, dicevo sono il vostro vicino e sono venuto a darvi il benvenuto, ma ... >>
Lui cominciò a toccarsi nervosamente il collo.
<< Sono piuttosto imbarazzato, ma dovrei chiedervi un favore. Abbiamo avuto dei problemi con le tubature e ci si è praticamente allagato il bagno.>>
Tom continuava a tormentarsi il collo, cosa che non passava inosservata alle due ragazze che lo fissavano più o meno attente a ciò che stesse dicendo.
<< Questa sera ho una cena importantissima e, beh ecco, avrei chiesto a Miss Thompson al piano di sotto, ma è luglio e quindi è andata in vacanza dalla figlia, ed ho pensato che la cugina di Hassam, sarebbe stata così gentile da farmi un favore >>
Lui concluse il tutto con con una sorta di ghigno colpevole.
Le due ragazze lo osservavano in una sorta di Trance.
Elena non riusciva a credere alle sue orecchie e ai suoi occhi.
* Tom Hiddleston nel mio salotto *
<< Quindi... >>
* Tom Hiddleston in carne ed ossa *
<< Mi servirebbe di fare una doccia! Sono mortificato! >>
Concluse lui unendo le mani di fronte al viso.
Tutto quello che Elena aveva recepito era: Tom Hiddleston nella sua doccia.
Lei incapace di proferire parola lo osservò con un espressione stralunata finché Karima non ebbe la pietà di intervenire.
<< Ma certo!! Nessun problema! Prego la nostra doccia funziona benissimo! Vero Elena!?? Guardala la tutta bella profumata! >>
Elena alzò gli occhi su Tom con un espressione ben poco intelligente.
* Ma quanto sei bello? *
<< Ehm si si naturalmente! Prego non ci sono problemi! >>
Farfugliò lei.
Tom le guardò e sorrise gentilmente.
<< So che è un grosso favore! Vi sono debitore! Allora, beh prendo le mie cose e torno! Non so davvero come ringraziarvi! >>
Senza farselo ripetere due volte si avviò verso la porta e sgattaiolò via.
<< Torno fra 5 minuti >>
Esclamò, e chiuse le porta.
Fece in tempo ad attraversare metà del corridoio, che fu in grado di sentire le urla isteriche provenire dall'appartamento dal quale era appena uscito.
sorrise.








 

(1) Time After Time, Cindy Lauper

(2) Enzo Miccio, conduttore delle trasmissioni "Ma come ti vesti?", " Wedding Planners"

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Capitolo 2
*** Him, naked in my shower ***


Cap 2.


 

                                        Him naked in my shower







TOM POV

* E chi se lo sarebbe aspettato che ad aprire la porta di casa di Hassan ci sarebbe stata, come l'ha chiamata l'amica, Miss Capitan America? Eheheheh Che carina!
Era tutta imbarazzata! La cugina di Hassan invece mi è sembrata una tipa in gamba, molto sicura di se e simpatica. Anche piuttosto carina direi eheheheh.
Vabbé meglio sbrigarsi a prendere la mia roba. Luke mi ammazza se arrivo in ritardo stasera, ne va del mio prossimo ruolo dopotutto *

Così pensava Tom mentre rientrava in casa ed andava a recuperare gli indumenti per la serata dal suo armadio.
L'inglese poteva solo immaginare cosa stava succedendo nell'appartamento che aveva appena lasciato.
Al mio segnale, scatenate l'inferno.
(1)





ELENA POV

 

Thomas William Hiddleston.
Questo era l'unico pensiero più o meno che riusciva a formulare Elena da un minuto a questa parte.
Lui era appena uscito dalla porta, e davanti a se, riusciva solo vagamente a percepire una Karima in stato di eccitazione che continuava a blaterare senza sosta frasi più o meno sensate saltellando e tenendola per le spalle.
<< .... Vero Eh? Ele... Ele?? MI SENTI?? >>
Elena, con la bocca ancora semichiusa, finalmente posò lo sguardo sull'amica, o meglio, finalmente la mise a fuoco.
<< Eh?? come scusa? >>
Disse Elena con tono distratto.
<< Ma ti rendi conto? Ah ma mi sentirà quel disgraziato di Hassan! Ora capisco! Me l'aveva detto... "Avrete una bella sorpresa nel vicinato!!! " Quello lo ammazzo quando torna! Altro che bella sorpresa! Quello ci manda all'altro mondo! >>
Continuò Karima esagitata.
Non riusciva a contenere la frenesia, e stava letteralmente saltellando di fronte a Elena, che rimaneva ancora in stato semi cosciente.
Karima la teneva stretta per le spalle, e ci volle ancora un altro pò, perché le sue sinapsi cominciassero a dare i giusti impulsi, tanto che si rese conto delle mani strette intorno a se.
Elena improvvisamente sembrò svegliarsi dallo stato di trance e dopo un attimo di sgomento, in cui sbatté le palpebre incredula, cominciò ad impallidire visibilmente.
In seguito viró ad un rosso carminio, per poi cominciare improvvisamente ad urlare.
<< AHAAAAAAAAH OH MIO DIO!!! >>
Karima allarmata la tenne per le spalle più strettamente.
<< Ele, Ele! Calmati calmati! >>
Aveva l'aria spaventata.
Elena la fissò con gli occhi sbarrati.
<< No Kar tu non ti rendi conto! Io ho la foto di quell'uomo come sfondo dell'iPhone!! >>
Continuò mugolando.
Dallo stato di panico, era già passata alla disperazione.
<< Si che posso capire! Ora però calmati, rilassati. Lui sta per tornare, non succede niente, deve fare solo una doccia.Tu devi comportarti in maniera civile >>
Cercò di rasserenarla Karima, posandole una mano sul capo.
<< Si si solo una doccia... solo una doccia... >>
Mormorò Elena.
A quella parola le due amiche di scambiarono uno sguardo eloquente, qualcosa nella parola "doccia" aveva risvegliato immagini decisamente poco pudiche.
Karima spalancò gli occhi ed Elena ricominciò a strillare.
<< LUI. CAPISCI LUI! NUDO! NEL MIO BAGNO! >>
E così facendo si abbandonò sul divano posandosi le mani sulle guance e tirandosi dei piccoli schiaffetti.
Aveva raggiunto il picco massimo di rosso nella sua vita 2 volte in un giorno, e non riusciva a levarsi certe immagini dalla testa.
<< Oh mio Dio, oh mio Dio >>
Continuava a lagnarsi.
Karima cominciò a sghignazzare.
<< Dai ti prego Ele riprenditi! Cosa vai a pensare! Oh mio Dio! Questa ha gli ormoni impazziti! Calmati! Non pensarci >>
Elena la guardò con uno sguardo ancora stralunato e cominciò a respirare lentamente per calmarsi.
<< Si giusto, che vado a pensare eh? Dovrei essere contenta no!? L'uomo dei miei sogni è il mio nuovo vicino di casa, non succede neanche nelle peggiori soap opera! >>
Esclamò alzando un dito.
Karima le sorrise facendo segno di si col capo.
<< Esatto! Vedi! La ruota gira! Cavolo hai la possibilità di conoscere Tom-dopodimeilnulla-Hiddleston! Mi hai allineato per anni con i film di quest'uomo! Cazzo Ele! >>
Concludendo il tutto con un eloquente gesto della mano.
Elena, che si era messa seduta sul divano, si abbandonò all'indietro e cominciò a fare strani versi sempre picchiettandosi le guance.
Non era di certo un bello spettacolo.
Karima tirò fuori il telefono e cominciò a scattare foto.
<< Cosa diamine stai... >>
"Click!"
<< Oooh andiamo! Kar! Kar!  >>
Elena tentò invano di fermare l'amica, che le aveva appena scattato un intero servizio fotografico, mentre stava stesa sul divano con il viso fra le mani.
<< Ele questa espressione era impagabile! Perdonami, ma dovevo commemorare il momento! Ahahahah >>
Karima ormai piegata in due dalle risate, sfuggiva all'amica continuando a paparazzarla da ogni lato.
La situazione rasentava il tragicomico.
Elena semis venuta sul divano tentava di calmarsi, mentre l'amica tratteneva a stento le risate isteriche.
* Che qualcuno mi svegli, è un incubo questo, UN INCUBO! *
Elena si rimise in piedi, tentando di ricomporsi.
Si sistemò le pieghe della maglietta pensierosa, finchè all'improvviso squittì.
<< Oh cielo! Abbiamo lasciato tutta quella roba in bella vista in bagno! C'e un casino! >>
Alla velocità della luce si infilò nella stanza, incominciando a raccattare quanta più biancheria possibile.
Le ragazze avevano passato il pomeriggio a scegliere la mise ideale per l'appuntamento di Karima, e avevano lasciato metà armadio, tra intimo e abiti vari appoggiati proprio nell'antibagno.
Avendo poi l'abitudine di scambiarsi spesso i vestiti, vi era una tale confusione tra abiti di una e dell'altra che sembrava fosse esploso l'armadio.
L'ordine non era esattamente una prerogativa di quella casa!
Proprio in quel momento il cellulare di Karima interruppe il silenzio.
<< Merda Ele devo scappare! Michael mi ammazza! mi sta aspettando di sotto da quasi un quarto d'ora! >>
Asserì lei rinfilando velocemente il telefono nella borsetta.
Fuggì letteralmente dal bagno lasciando Elena sola nella stanza.
<< Buona fortuna tesoro! Fallo secco! >>
E fece per andarsene.
<< Noooooooo!! >>
Ululò Elena in direzione dell'amica.
La ragazza apparve  nel corridoio con uno strano cumulo di vestiti tra le braccia.
<< Non vorrai lasciarmi da sola con Mr. sono l'uomo perfetto Hiddleston! NO NO! Io muoio! No no! >>
Elena scuoteva insistentemente la testa e continuava a strillare isterica.
<< Questa è tutta colpa di tuo cugino! Io lo ammazzo!Come faccio! Kar devi aiutarmi! Kaaaaar! >>
Implorò la ragazza da dietro la pila di abiti.
Karima dal canto suo, con uno sguardo tra il dispiaciuto e il divertito aveva già raggiunto la porta, e salutandola con la mano se la filó.
<< Bye bye tesoro! Vedrai! questa potrebbe essere la tua occasione! >>
E ridendo sonoramente chiuse la porta.
<< Ma occasione di cheee! >>
Le urlò dietro l'amica.
Appena chiusa la porta, sistematicamente il cumulo di vestiti cadde dalle braccia di Elena, che si trovó costretta a raccattare tutte quelle cose, inginocchiata per terra.
* Un incubo, un incubo! *  
Pensava la ragazza, mentre recuperava l'ennesimo paia di culotte brasiliane dell'amica.
Raccattato tutto alla benemeglio, cominciò a borbottare fra se e se, a mò di mantra
<< Tom Hiddleston è il mio vicino. Io sono la nuova vicina di Tom Hiddleston >>
E si avviò verso la stanza dell'amica lasciandoci le sue cose.
O meglio abbandonandole sopra il letto.
<< Elena stai calma. Fra poco ti sveglierai e scoprirai che si tratta di uno dei tuoi soliti sogni assurdi.Stai calma >>
Continuava a ripetersi la ragazza, mentre raccoglieva indumenti un po' ovunque nel corridoio.
Elena era una ragazza dotata di un'enorme fantasia, quindi era solita sognarsi situazioni improponibili di quel genere.
<< E' un sogno.... un sogno! SI un sogno! >>
Ripeteva a voce alta.
* Ma quanto cavolo siamo disordinate io e Kar? * 
Sollevò il resto della biancheria rimasta e la trasportò nella sua stanza, rovesciandola sul letto.
* Bene, almeno questa stanza è vagamente ordinata *
Lanciò uno sguardo alla scrivania invasa da libri, ma con un vago ordine. 
Il Pc acceso con il Wallpaper del Tardis che si muoveva allegramente sullo schermo. (2)
Fatto ciò si ricordò della mise poco dignitosa che indossava.
Aprì le ante dell'armadio, e cercò qualcosa di meno osceno da mettere in quella sorta di buco nero che era il suo armadio.
Elena poteva dire no a molte cose, ma non allo shopping.
Anche in questo era molto simile a Karima.
A casa loro poteva mancare tutto, tranne abiti, scarpe e la Nutella.
E il disordine ovviamente.
Tirò fuori dall'armadio un abitino estivo svasato, vagamente retró, con la scollatura sulla schiena.
Uno dei tanti reperti scovanti tra le bancarelle di Portobello Road.
Si levò gli occhiali e sistemò i ciuffetti che sfuggivano alla treccia.
Si guardò allo specchio poco soddisfatta.
Per le occhiaie poteva fare ben poco, ma dopotutto non poteva essere altrimenti, dopo la nottata trascorsa a rifarsi la maratona di Star wars.
La prima trilogia ovviamente.
* Dio Elena quanto sei Nerd *
Finì giusto in tempo ad allacciare gli ultimi bottoni quando risuonò il trillo del campanello.
DLIN DLON!
<< Che Odino mi protegga! >>
Mormorò a fior di labbra, e si diresse verso la porta.





 

(1) Chiara citazione al discorso di Massimo X Meridio ne Il gladiatore, Riddley Scott
(2) Il Tardis e il Dottore si riferiscono ovviamente a Doctor Who.

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Capitolo 3
*** Blackout ***


Cap 3.


 

                                                           Blackout






ELENA POV

 

 
Elena, tirando un grosso sospiro aprì la porta, e l'uomo che popolava i suoi sogni da un paio di anni a questa parte stava lì, nel corridoio, ritto in piedi con un sorriso stampato in faccia.
* E che sorriso *
<< Ciao >>
Esordì Tom in italiano.
<< Sono tornato a usufruire della vostra doccia... >>
Continuò in inglese sempre sorridendo allegro.
Elena un po' imbarazzata, non poté fare a meno di sorridergli di rimando, facendolo accomodare in casa.
<< Prego entra pure... Karima è dovuta scappare perché aveva un appuntamento. Ecco, scusa ancora per la confusione di prima... >>
Così dicendo Elena abbassò lo sguardo, posandolo sulla gonna del suo abito,  passandoci ripetutamente le mani tentando di distenderla in preda ad una sorta di tic nervoso.
<< No no, chiedo ancora scusa per il disturbo, davvero! Di solito non sono un vicino così invadente! Eheheheh! >>
Commentò Tom, passandosi una mano dietro la nuca.
<< Anzi, per via del lavoro non ci sono quasi mai! >>
Lui non poté fare a meno di seguire lo sguardo di lei sulla gonna, quel movimento ripetuto attirava la sua attenzione.
Imbarazzato lo tirò subito su.
Non voleva certo essere preso per un approfittatore, tanto più ora che si trovava solo in casa con una ragazza.
Elena gli indicó bagno.
<< Ecco, il bagno è qui, ti, ti ho lasciato qui nell'antibagno degli asciugamani puliti, usa pure quello che ti serve. >>
Riprese Elena continuando a fissare con rinnovato interesse l'orlo del suo abito.
* Elena coraggio guardalo in faccia, guardalo in faccia! *
<< Grazie mille ancora... >>
Ribattè Tom cordiale.
Lei alzò finalmente il viso incontrando il suo sguardo limpido.
* Ok, forse non dovevo farlo! *
<< Allora io vado! A dopo! >>
Si affrettò a dire Tom, mentre distoglieva lo sguardo e la liberava da un silenzio imbarazzante.
Entrando in bagno in maniera un po' troppo decisa però colpì con una spalla la cornice della porta.
BUM
<< Ops! Eheheheh >>
Si voltò verso la ragazza con aria dispiaciuta ma divertita, e alzando le spalle chiuse la porta .
Appena lui entrò nel bagno Elena si rilassò immediatamente e lanciò un vero e proprio sospiro di sollievo.
Era terribilmente nervosa.
Subito si diresse in cucina e corse a versarsi un bicchiere d'acqua.
* Allora Elena, sei da sola con lui in casa. Lui si farà la doccia, poi tranquillamente se ne andrà a cena. Tu ti metterai il tuo amato pigiama, ti ordinerai una pizza e potrai passare la serata a leggere qualcosa o a vedere qualche film, stai calma su! *
Così pensava la ragazza mentre sorseggiava nervosamente l'acqua.
Si affacciò alla finestra, proprio come aveva fatto il pomeriggio.
Ormai la città si era animata di luci e suoni tipici della notte londinese.
Il mercatino (1) aveva lasciato il posto ai gruppi di amici, alle coppiette, e agli ultimi ritardatari che rientravano a casa dal lavoro.
L'insegna al neon del bar di fronte catturò la sua attenzione per un paio di minuti, aiutandola a calmare i nervi.



TOM POV
 

 

Tom, appena entrato in bagno, si trovò a massaggiarsi la spalla con la quale aveva appena "placcato"la cornice della porta.
* Aiah che male! Tom non puoi innervosirti per una ragazzina timida e tentare di demolirle la casa a spallate! *
Si guardò intorno alla ricerca di un mobile dove appoggiare le sue cose.
Boxer, jeans, camicia, rasoio, dopobarba, bagnoschiuma E...
* Bene! Ho dimenticato lo shampoo! *
Si premette il palmo della mano sull'ampia fronte.
Valutò per qualche l'ipotesi di tornare nel suo appartamento a recuperare il suo, ma gli sembrò un'inutile perdita di tempo.
Si sarebbe arrangiato.
* Dio che giornata! allora vediamo un pò, ecco qua gli asciugamani... *
Valutò dove appoggiare le sue cose, e con uno rapido sguardo non poté fare a meno di notare la quantità esagerata di cosmetici che c'erano in giro.
* Eh caro Hassam! Ti hanno invaso il bagno a quanto vedo... *
Ridacchiò fra se e se al pensiero del suo vicino, così puntiglioso e preciso.
Le ragazze avevano decisamente un approccio più "easy" all'ordine.
Fece per prendere gli asciugamani, ma qualcosa di rosa sotto ad un armadietto attirò la sua attenzione.
* Hey ma che é quello? *
Tom allungò il braccio spinto dalla curiosità, e tirò su un batuffolino rosa.
Lo fissò con aria interrogativa, portandoselo davanti agli occhi, e poi lo distese, non potendo fare a meno di arrossire.
Quelle che aveva in mano, non erano altro che un paio di mutandine rosa, trasparenti con dei pois, tutte arricciate ai lati.
Lingerie di qualche genere.
* Oh mio dio! Non dormi che queste sono di... *
Un ricordo gli balzò in mente.
Cosa aveva detto la cugina di Hassam? Ah si lady Cap America era appena uscita dal bagno!
Arrossì nuovamente. Non poteva crederci.
Lei che indossava della biancheria del genere?
Scoppiò in una risata involontaria.
Per un attimo provò ad immaginare la ragazza con qualcosa di simile addosso, ed effettivamente trovava che quel genere di cosa le avrebbe donato.
Involontariamente qualcosa si risvegliò nei bassifondi.
* Hey Thomas, a che diavolo stai pensando! Un po' di contegno *
Scosse la testa e appoggiò le mutandine da una parte.
Certo quando era tornato, aveva notato che la ragazza si era cambiata con un abitino semplice e aveva levato gli occhiali.
Era decisamente carina, anche se sembrava non se ne curasse molto, ma forse l'aveva trovata in una tenuta poco felice!
Com'è che si chiamava?
Elena?
Naaah era più carino lady Captain America.
Però non era così male la ragazza, certo forse un po' timida, e non aveva proprio quell'aria da femme fatale con quella maxi t-shirt addosso, però neanche lei era così male.
* Che gusto in fatto di biancheria però! *
Era sicuro che una roba del genere gliel' avesse fatta comprare la cugina di Hassan.
Certo lei si che si faceva notare, con un look molto più appariscente.
Non era una ragazza che passava certo inosservata.
Lady Cap era sicuramente più tipa da virginee mutandine a fiori.
* Oh Thomas per l'amore del cielo! il lavoro ti sta dando alla testa! Trovati una donna! *
Pensò posandosi una mano davanti alla bocca per non scoppiare di nuovo a ridere.
Distolse la mente da quei pensieri poco decorosi e prese le sue cose dirigendosi verso il piatto doccia.
Si spogliò velocemente e si infilò sotto la doccia.
Girò la manopola dell'acqua fredda che cominciò a scorrere sui suoi ricci ramati e non poté fare a meno che rabbrividire per un attimo.



ELENA POV

 
 
* Ma che diamine avrà da ridere! Mio Dio uscirò fuori di testa! Ah eccolo la che ha acceso la doccia! Questo vuol dire che si è già spogliato! Elena non pensarci! Che razza di pervertita! *
Così pensando la ragazza si diede uno schiaffetto in testa.
* Distraiti! Guarda fuori! *
Si ripeteva mentalmente, mentre osservava le luci delle macchine in lontananza fare su e giù.
Certo che questo aveva ben ben movimentato la serata!
Cominciò a ridere, non poteva farne a meno, doveva scaricare in qualche modo il nervosismo.
Tornò verso il divano, dove aveva abbandonato i fogli del curriculum. 
Era venuta a Londra per lavorare come sceneggiatrice, ma nel frattempo le bollette erano da pagare, e stava cercando un altro lavoro part time, dopo aver miseramente fallito nella carriera di cameriera in un ristorante.
* Cielo quanto sono imbranata, sei qui da due settimane e sei già riuscita a farti licenziare, guarda te Karima, quella lavora e s'è già trovata il fidanzato * 
La ragazza non poteva fare a meno che arrovellarsi la testa crogiolandosi nelle sue disgrazie.
* Su su forza Elena, che questo sia un segno del destino? *
Rimase un attimo in predi ferma nel corridoio, ascoltando in silenzio il rumore dell'acqua che scendeva dalla doccia.
Arrossì violentemente.
Doveva smetterla di pensare a quell'uomo ben poco vestito dall'altra parte della parete!
Fece un passo verso il divano quando...
ZACK!
Improvvisamente si fece tutto buio.
<< Oh no... >>
Esclamò.
Non poteva crederci.
* Un blackout, proprio adesso! *
Anche fuori dalla finestra i palazzi vicini apparivano al buio.
* Oh santo cielo! Tom! * 
La ragazza a tentoni si avvicinò al tavolo, e recuperò il cellulare che vi era posato sopra in modo da fare un pò di luce di fronte a se.
Illuminò la stanza e si diresse verso la porta del bagno.
TUM TUM TUM!
Bussò.
<< Hey, tutto ok? >>
Chiese la ragazza apprensiva.
<< Più o meno si! >>
Arrivò una voce dall'interno.
<< Solo che non riesco a vedere quasi nulla, sono arrivato a tentoni nell'antibagno per recuperare un asciugamano, ma ho lasciato il telefono nella tasca dei jeans, e non sono sicuro di arrivare indenne ed asciutto fino a lì. Comunque per fortuna avevo appena finito! >>
Asserì alzando la voce Tom.
* Per tutti gli dei, quell'uomo sta girando con solo un asciugamano addosso nel mio bagno! * 
<< Ehm, vuoi che venga a fare un pó di luce? Tanto è buio! Non vedo niente! >>
Chiese Elena.
* Cielo Elena cosa stai dicendo! *
Avrebbe voluto schiaffeggiarsi.
* Ottimo Elena, così sembrerai un approffittatrice che vuole molestarlo! *
<< Ok, eheheheh solo se prometti che avrò salva la virtù! >>
Rispose Tom ridacchiando.
Elena diventò completamente bordeaux.
* Ecco appunto *
Non rispose all'inglese e si limito ad immobilizzarsi per l'imbarazzo.
<< Hey hey sto scherzando! Giuro che rimango nel bagno, così non ci sarà dell'inutile imbarazzo, tu mi puoi porgere tranquillamente il telefono, poi faccio io! >>
Continuò Tom divertito.
* Che c'avrà da ridere poi! *
<< O-okay >>
Rispose la ragazza titubante.
<< Allora io entrò eh! >>
Continuò con voce tremolante.
Elena si trovò così nell'antibagno.
Per non illuminare troppo la stanza ed evitare di rendere visibile anche il bagno, puntò la luce verso il pavimento.
Tom la guidò con la voce.
<< Vedi i Jeans neri, quelli un pò lucidi? Bene nella tasca destra dovrebbe esserci il telefono! >>
Elena arrivò al mobile dove vi era appoggiata la roba di Tom e si mise ad armeggiare coi pantaloni.
* Elena, stai frugando nei pantaloni di Tom Hiddleston, ti rendi conto! oh Cielo! *
 Recuperato il telefono senza troppe difficoltà, si avviò lentamente verso il bagno.
<< Arrivo! >>
Ribadì con voce stridula.
Lei distese il braccio verso la porta del bagno, e camminando lateralmente per non guardare direttamente il diretto interessato porse i due telefoni con la stessa mano, in modo da illuminare la scena.
<< Scusa se ti tengo un attimo la mano >>
Commentò pratico Tom, tirandola leggermente verso di se.
In quel momento il piede le scivolò su di un tappetino.
E'universalmente noto, che la dote dell'equilibrio non appartiene ad Elena.
 << Oooohhhh... >>
BUM!
Atterrò di sedere a terra, le scivolarono i due telefono dalle mani e si fece di nuovo tutto buio.
<< Merda! >>
Esordì lei nella lingua natale.
<< Ma allora la tua amica aveva ragione! Questo è un vizio! >>
Commentò spaventato Tom.
Non ricevendo immediata risposta se non un lamento, Tom nel buio più totale si precipitò nell'antibagno.
<< Hey hey, tutto Ok? >>
La chiamò lui, finendo poi per calpestarle un piede.
<< Aaahi! >>
Si lamentò lei, che nel mentre tentava di mettersi seduta.
<< Scusami! Dove sei? Non vedo nulla! >>
Rispose lui.
A quel punto Tom si acquattò a terra e con la mano a tentoni cercò di trovarla.
Una volta individuato il braccio della ragazza, per aiutarla ad alzarsi, la tirò su , le afferò l'altro braccio e fece aderire la sua schiena al suo torso nudo.
<< Tutto ok? >>
Chiese preoccupato lui. 
Per lo meno l'aveva tirata su in piedi, di sicuro non c'era nulla di rotto.
Domani avrebbe avuto qualche livido.
<< Adesso si che è un problema trovare i telefoni, hai fatto un bel volo! >>
Commentò lui con un tono serio.
Appena tiratasi su, Elena sentì le mani di Tom sulle braccia, una deliziosa sensazione di freschezza nella schiena, e uno strano odore di fragola.
* Un momento, que-quello è il petto nudo di Tom * 
La ragazza andò nel pallone e si sentì mancare.
Cercò di divincolarsi, e una volta staccata dal petto di lui l'unica cosa coerente che riuscì a dire fu.
<< Cos'è quest'odore di fragola? >>
ZACK!
La luce ritornò proprio in quel momento, e quello che vide davanti a se, lei non lo dimenticò per un bel pò di tempo.

 

 



(1) si riferisce al mercatino di Portobello Road

 

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Capitolo 4
*** God save me from the Italian ***


Cap 4.

 


God save from the Italian





TOM POV.


 Quella appena trascorsa si poteva tranquillamente classificare come una delle peggiori serate della sua vita.
*Il bello è che la serata non era ancora conclusa! O meglio, la vera serata doveva ancora incominciare.*
Così pensava Tom, mentre aspettava la macchina che sarebbe venuta a prenderlo.
Stasera si sarebbe giocato la parte.
Aveva faticato tanto per ottenere un colloquio con il regista, ci teneva troppo a quel ruolo per lasciarselo sfuggire.
Appoggiato alla ringhiera che contornava il piccolo cortile che abbelliva l'ingresso del suo condominio, alzò lo sguardo verso la finestra accesa al secondo piano.
La finestra dell'appartamento che era stato teatro di un pomeriggio da dimenticare.
Si passó una mano fra i ricci ancora umidi.
*In effetti il profumo di fragola era davvero forte!* 
<< Cos'è questo odore di fragola? >>
Il pensiero gli strappó un sorriso.



ELENA POV.


Voleva morire, sprofondare, non avrebbe più avuto il coraggio di rientrare in quel bagno e farsi una doccia.
La ragazza, coricata sul suo letto, sgombrato dai vestiti, si copriva gli occhi con le mani.
<< Come farò a guardarlo in faccia se lo incontrerò nel corridoio? >>
Si lamentava.
La conclusione di quel blackout era stata qualcosa che si potrebbe solamente definire come la sua più epocale figura di ....
Accesasi la luce, Elena si era trovata di fronte ad un Tom seminudo.
L'inglese era coperto solo da un asciugamano legato in vita, che visto le varie tribolazioni al buio era tenuto su a stento, e che quindi lasciava intravedere la peluria del basso ventre.
Come se questo non bastasse, vista l'altezza di lui, dritto davanti agli occhi, lei aveva il suo torace , snello e tonico e ancora umido , che mostrava una leggera peluria e qualche neo dovuto alla leggera abbronzatura.
Per concludere il tutto, alzando lo sguardo, si trovó lo sguardo di lui puntato addosso, che la fissava attraverso i capelli scomposti e bagnati scesi sul viso, dove gli occhi dilatati per il repentino cambio di luminosità, avevano assunto una strana tonalità di blu.
A tale vista Elena era rimasta inebetita per un minuto buono, per poi girarsi di botto e fissare insistentemente il muro.
D'altra parte Tom si era affrettato a tirare su l'asciugamano farfugliando scuse per il fatto di non essere presentabile.  
<< Scusami scusami non ho visto niente! non ho visto niente ! >>
Aveva esclamato lei allarmata e arrossendo fino alla pinta dei capelli.
 << No no scusami tu! Avrei dovuto semplicemente aspettare che terminasse il blackout! >>
Rispose lui mentre armeggiava con i suoi abiti.
<< Beh, bene io...possoancheandare! Il phon se ti serve éinquell'armadietto >>
E così dicendo alla velocità della luce, Elena fuggì nell'altra stanza.
*Mio dio che figura da idiota! Una ragazzina isterica! Come se non avessi mai visto un uomo nudo! Ok, magari non un uomo così ma...* 
Elena tentó di scacciare via Questi pensieri.
*Oh andiamo finiscila!!!* 



TOM POV.


*Ma quanto ci voleva?* 
Tom sempre fermo sotto al palazzo controllava nervosamente l'orologio.
Se avesse fatto tardi, la vera tragedia della serata sarebbe stata ben altro che scandalizzare una ragazza mostrandosi quasi nel suo abito di nascita.
Cominció a tormentarsi il colletto della camicia.
*Luke dove diavolo sei?* 
Non lo avrebbe mai ammesso, ma era dannatamente nervoso.
Il progetto a cui voleva partecipare era importante per lui, e convincere questo regista non sarebbe stato facile.
Nonostante i ripetuti premi, e le soddisfazioni degli ultimi anni, non si sentiva ancora così sicuro.
La recitazione era la sua vita, e sul palco , o davanti all'obbiettivo della telecamera si sentiva vivo, parte del mondo, dando vita a mille e più situazioni, emozioni, altre vite.
Questo progetto sarebbe stata una vera sfida, ma gli avrebbe permesso di mettere alla prova se stesso.
Il regista con il quale avrebbe parlato, era un giovane regista italiano, che negli ultimi anni aveva dato prova della sua bravura, aggiudicandosi diversi premi ed ottime critiche.
Era famoso per lo stile originale dei suoi lavori e per la capacità che aveva di esplorare i sentimenti umani.
Tom ne era certo dopo aver letto il copione.
Era lui l'uomo perfetto per quella parte.
*A proposito d'Italia e italiani. Certo che se il regista si fosse presentato così lunatico come la santarellina del piano di sopra allora non sarebbe stato così facile!*
Tom alzó gli occhi al cielo.
*Luke se facciamo tardi t'ammazzo* 



ELENA POV.


La ragazza si era decisa ad alzarsi dal letto, e acchiappato il pigiama cominciò a cambiarsi.
Si guardó un attimo allo specchio.
*Pessima idea*
*Meno male che i ruoli non erano stati invertiti, avesse visto me mezza nuda quel pover uomo avrebbe preso un colpo* 

Elena si fissava insistentemente il filo di pancia, e la rotondità dei fianchi.
*Sigh non mi abbandoneranno mai!*
Si fissó per un attimo le gambe, non esattamente sottili , e sospirò.
Aveva preso a fare jogging da un pò, ma i risultati ottenuti non la soddisfacevano ancora.
 << Ce la farai Elena!->>
Si incoraggiò da sola la ragazza, infilandosi il pigiama.
Fissó per un attimo la trama del pigiama. Fragole. Ahahahah ironico.
Tom aveva usato lo shampoo alle fragole di Karima.
*Chissà che faccia faranno quando i suoi ospiti a cena sentiranno quel profumo*
Uscito dal bagno infatti Tom l'aveva informata di aver utilizzato uno shampoo in quanto avesse scordato il suo.
Lei, forse per la situazione, e il trattenuto imbarazzo, non riuscì a trattenersi e scoppiò per la prima volta a ridere liberamente di fronte a lui.
Tom sentendola ridere assunse un aria offesa, non facendo altro che aumentare la sua ilarità.
<< Che succede? Ho qualcosa addosso? >>
Chiese lui con l'ombra di un sorriso.
<< No no! >>
Rispose lei.
<< È che profumi terribilmente di fragola! É lo shampoo di Karima! >>
Detto questo Tom rispose con un'altra risata.
<< Vorrà dire che dovrò stare attento a non attirare qualche strano animale! >>
Elena per la prima volta si sentiva rilassata di fronte a lui.
Poco dopo il telefono di lui squillò.
<< Si Luke, ci sono! Mi faccio trovare giù! >>
Rispose cambiando repentinamente tono lui e assumendo un aria più seria.
<< Perdonami cara ma devo andare, grazie del prestito, e... Ehm ecco scusa per l'inconveniente imbarazzante... >>
Dicendo questo Tom abbassó lo sguardo con un velo di imbarazzo.
 << Ehm, prego, e buona serata allora... >>
Rispose lei, ripiombando nel suo rossore.
Tom allora si diresse verso la porta, ma non potè trattenersi da dire.
<< Beh la mia virtú è salva per miracolo! Grazie ancora! >>
E facendo l'occhiolino uscì.
Elena scosse la testa a quel pensiero.
*E pensare a come si presenta serio durante le interviste! No vabbè in effetti ci sono prove della sua vena comica*
E cominciò a ridacchiare. 

 

TOM POV.


La macchina arrivó e subito si infiló dentro.
<< Eccoti qua! Allora come sta il mio asso! Risolto il problema del bagno? >>
Esclamò Luke, il suo publicist. 
<< Luke ti prego, lasciamo stare! Ne parliamo dopo! Piuttosto dove eri finito?Mi stavo cominciando ad allarmare >>
Replicò lui.
<< Okaay va bene! Pronto per De Paoli? >>
Lo spronò il publicist.
<< Che dio mi salvi dagli italiani! >>
Replicò Tom passandosi una mano sulla fronte. 

 

ELENA POV.


Tornata in salotto, messasi ormai comoda, si affacciò alla finestra giusto in tempo per vedere l'oggetto dei suoi pensieri imbarcarsi in una lucida auto scura.
<< Beh, almeno è riuscito a fare in tempo per quella cena! >>
E così dicendo tirò le tende è si accoccolò nel divano, prese il telecomando ed accese il lettore DV .
Oggi era serata da "10 things I hate about you".

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Capitolo 5
*** Little sister ***



Cap 5.

 
Little Sister   

 

ELENA POV.


Erano le 2 del mattino quando Elena sentì una chiave girare dentro la serratura della porta di ingresso.
La tv a basso volume mostrava immagini di televendite di accessori per la casa.
Una signora invitava all'acquisto dell'ennesimo set di pentole.
*Allora sto vizio delle pentole è internazionale. Ecco ci risiamo*
Si era addormentata sul divano con la tv accesa ed ora la sua schiena si lamentava.
<< Pss Ele... Ci sei? >>
Sentì bisbigliare Elena da fuori la porta.
<< Kar sei tu?? >>
Chiesa mezza addormentata.
<< Siii... Sei sveglia!? >>
Rispose lei.
<< Mmm si sono qua, mi sono addormentata sul divano, ora vado a letto >>
mormoró lei con voce biascicata.
<< No, no, no! Aspetta!Devo dirti una cosa! >>
Ribadì l'amica sempre bisbigliando.
<< Qualunque cosa sia, può aspettare domani, almeno che non si tratti di un attacco alieno imminente o una cosa simile!Troppe emozioni per oggi! Adieu! >>
La ragazza di alzó e si diresse verso la sua camera trascinando i piedi.
POM!
Un imprecazione.
Silenzio.
<< Kar?? Kar? Dove sei? Ehy! >>
Chiese Elena mezza addormentata guardando la porta di ingresso ancora aperta.
<< Avrà di nuovo scordato qualcosa ! >>
Così commentando, Elena si ritirò nella sua stanza, e si lanció letteralmente a letto.


TOM POV.


Alla stessa ora nell'appartamento di fianco, anche Tom era rientrato da un pó.
Seduto sul lungo divano di pelle nera del suo soggiorno, distese la testa all'indietro, completamente rilassato,mentre con una mano reggeva un bicchiere di wiskey con due cubetti di ghiaccio dentro.
Sorrideva soddisfatto.
*E' fatta!*
Non poté trattenersi dall'allargare completamente il sorriso.
Era stata dura, ma aveva ottenuto la parte.
De paoli si è dimostrato la persona intelligente e talentuosa che si aspettava, anche se un pó matto,avrebbero sicuramente lavorato bene insieme.
Bevve un sorso e ripensò alla cena.
De paoli si era presentato con un inglese un pó stentato, ma si era dimostrato deciso e risoluto nelle sue posizioni.
<< Pretendo da te un lavoro magistrale >>
Gli aveva detto puntandoli contro un dito.
<< Il film si reggerà tutto sulla tua credibilità, quindi non ammetto niente che non sia il meglio >>
Aveva aggiunto con un cipiglio da dietro il bicchiere di vino bianco.
<< Voglio fidarmi del mio istinto. È la prima volta che lavoro con un cast internazionale, quindi per me anche questa è già una sfida. >>
Concluse pragmatico.
<< Oh ma puó star certo che Tom non la deluderà! Posso dirle con convinzione che è uno dei maggiori talenti della sua generazione!- >>
Sorrise Luke
*Forse hai esagerato un pó con quel vino eh Luke?*
Non potè trattenersi dal pensare Tom.
<< Suvvia Luke non esagerare! >>
Disse Tom a denti stretti lanciando una gomitata poco gentile sotto il tavolo al publicist.
<<  Auch! Andiamo Tom, non fare il solito modesto! E poi ha già lavorato in Italia, vero Tom? >>
Ribadì Luke entusiasta gesticolando in maniera eccessiva.
Tom dovette trattenersi dall'esibirsi in un teatralissimo facepalm, così si limitó a rispondere. 
<< È vero, anche se si tratta ormai di un pó di tempo fa, ma tengo quell'esperienza nel cuore. Adoro l'Italia, è un paese magnifico! >>
De Paoli che non avevo perso il suo cipiglio truce, lo fisso un attimo, guardó la faccia allegra del publicist, e scoppió improvvisamente a ridere.
* Ma che diamine?*
<< Non posso che darti ragione! Amo il mio paese! >>
Concluse il regista sorridendo
<< Ahaha penso prorpio di aver scelto bene! >>
Continuó enigmatico.
Tom guardó Luke con aria confusa, mentre il publicist un pó brillo se la rideva.
<< Bene! ora direi che possiamo anche dedicarci a questo ottimo dessert! >>
Disse De Paoli concentrando tutta la sua attenzione verso la cheesecake che aveva nel piatto.
*Certo che quell'uomo era proprio strano! lunatico come pochi!*
Tom guardó le luci della città fuori dalla finestra con sguardo pensieroso.
*Luke starà bene?*
Era più nervoso di lui, e si era scolato mezza bottiglia di Pinot prima che la prima portata fosse stata servita
<< Eheheheh che bambinoni che siamo! >>
Sussurró posando il bicchiere sul tavolino vicino al divano.
*Ma meno male che chiamano lui la mia tata!*
Tom si decise ad alzarsi dal divano, e stiracchiandosi si diresse verso la sua camera.
*Un viaggetto in Italia peró, non male Tom!*
Pensó.
Sentì un rumore provenire dalle scale, seguito da passi e bisbiglii.
*A quanto pare si danno da fare le ragazze. Che fanno a quest'ora di notte!?*
Ma non era quello il momento di farsi gli affari altrui, probabilmente era la cugina di Hassan che rientrava da una serata allegra.
*Degna compare di Luke, eheheh*
 Arrivato in camera di slacció la camicia, sfiló i jeans e si coricó sul letto.
*Certo che peró gli sbalzi di umore devono essere proprio una caratteristica diffusa in Italia!*
E così dicendo non potè fare a meno di pensare a lady Cap America.



ELENA POV.


Elena aprì gli occhi, aveva beatamente ignorato la sveglia circa due orette prima.
*Brava Elena, saltalo l'allenamento di mattina, e poi lamentati della pancia*
 La ragazza si rigirò nel letto sbuffando.
Prese in mano il telefono, e una faccia fin troppo conosciuta le sorrideva attraverso lo schermo.
<< Dio! Devo cambiare questo sfondo >>
Si mise ad armeggiare col telefono, e sostituì la foto del caro vicino
*Se se caro! Mezzonudo, baganto e con lo sguardo sexy vorrai dire!*
Con una decisamente più innocua di lei e un amica in vacanza a Parigi.
*Eh Sofia cara! Sapessi che cavolo mi è successo! Devo mandarle una mail più tardi.*
La sera prima era rimasta così shockata da non aver neanche avuto la prontezza di raccontarlo a qualcuno.
Si mise seduta.
Si infiló stancamente le infradito, e uscì dalla stanza.
La luce del soggiorno la accecó un attimo.
Troppo insonnolita non notó le valige che occupavano il corridoio.
Mosse lo sguardo verso la camera dell'amica e intravide un piede spuntare da sotto le coperte.
Sicuramente stava ancora dormendo. Persa nei suoi pensieri sonnambuli si avvió verso il bagno.
*Una doccia è quello che ti ci vuole cara mia*
Aperta la porta del bagno andó a sbattere contro qualcosa di duro, caldo e profumato.
Alzó gli occhi, e circa 1.90 di muscoli ambrati svettavano davanti a lei.
<< Sorellinaaaaa!!! >>
Esclamó la montagna di muscoli abbracciandola.
<< Youssef Ammar Afi! Cosa diavolo ci fai qui!? >>
Esclamó la ragazza a voce decisamente alta mentre veniva stritolata.
*Dovró appendere un cartello fuori da questo bagno: ATTENZIONE, sexy uomini seminudi in uscita.*

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Capitolo 6
*** Sexy Gardener ***


Cap 6.

 


Sexy Gardener





TOM POV.


Seduto al tavolino di un caffè del centro, Tom beveva il suo espresso e controllava le email.
La casella di posta era costantemente piena, e per trovare notizie dei contatti che lo interessavano doveva spulciare parecchio.
*Dura la vita da celebrità*
 Sospiró.
Aveva chiamato l'idraulico, che lo aveva informato che sarebbe passato in casa nel primo pomeriggio.
Aveva così pensato di fare un salto in centro, per godersi un pó la città, prima di incontrare il giornalista con cui aveva appuntamento alle 12:00.
Digitò qualcosa sul telefono con un sorriso sulle labbra, e poi premette invio.
*Tom, preparati per lo spam*
Si ritrovó a pensare.


ELENA POV. 
 

Seduta in cucina, le braccia appoggiate sul tavolo ed un bicchiere di succo all'ananas in mano, Elena fissava un super sorridente Youssef, che nel mentre, sotto gentile richiesta di lei, aveva indossato una canotta.
<< Quindi questa notte hai beatamente dormito sul nostro divano? >>
Lui con un cenno del capo confermò.
<< Oh si tesoro, un pó scomodo ma ho dormito benissimo! >>
Elena sospirò.
<< Quindi, ricapitolando, hai litigato con tuo padre, hai lasciato la band perché te la facevi con la ragazza del batterista e così hai ben pensato di chiedere asilo politico a Karima! >>
<< Esatto! >>
Sorrise ancora di più Youssef, facendo quasi scomparire gli occhi sotto le guance.
<< E alla mia bellissima e gentilissima sorellina Elena! >>
Così dicendo tiró fuori un paio di occhioni da cucciolo, che incredibilmente non stonavano con le sue dimensioni e la sua prestanza fisica.
<< Altro che sorellina bellissima e gentilissima! Tua sorella Karima mi sente!Dove cavolo dovremmo metterti?Non sei così piccolino eh! >>
Rispose Elena cercando con scarsi risultati di lanciargli un occhiataccia.
Youssef la guardó di sottecchi.
<< Daaaai Ele, farò da bravo, vi faccio la spesa, pulisco la casa... >>
Per un attimo Elena lo immaginò vestito da cameriera, e non poté fare altro che scoppiata a ridergli in faccia.
<< Ahahahhahahaha scusami scusami! >> 
Youssef la guardò con sguardo furbo.
<< Ora te lo do io un motivo per ridere! >>
Si alzò di scatto, e posizionandosi dietro di lei cominciò a farle il solletico sui fianchi.
<< NOOOO! Ti prego! Pietààà!!!! >>
Elena saltellava sulla sedia ridendo fino alle lacrime, finché non cominciò a schiaffeggiarlo con scarsi risultati.
<< Aioh! >>
Esclamò lei.
<< Ma di cosa sei fatto? Di marmo? >>
Così dicendo posò gli occhi su di lui. 
Era schifosamente sexy.
Predisposizione naturale e anni di palestra avevano dato vita a quello che poteva definire come il giardiniere sexy che tutte avrebbero voluto avere.
1.90, pelle baciata dal sole, viste le origini libanesi.
Capelli scuri e folti che si arricciavano in maniera deliziosa dietro il collo e sulla fronte.
Lunghe ciglia nere che contornavano degli intensissimi occhi castani dorati e un sorriso disarmante.
*Che Dio m'assista*
Youssef se la rideva, ignaro dell'ispezione che la "sorellina"stava facendo.
*Ma guardatelo lì, in pantaloncini da basket e canottiera sembra uscito da Vogue!*
<< Ok sorellina io vado a Cambiarmi ed esco! >>
Interruppe bruscamente il flusso dei suoi pensieri il ragazzo.
<< Ho già sentito un amico che abita da queste parti, vado a trovarlo! Non aspettatemi per pranzo! >>
E così dicendo le diede un buffetto sulla guancia e andò a rovistare tra le valigie.
*Cosa devo fare con lui?* Youssef, il fratello di Karima aveva qualche anno in meno di loro, ma era sempre stato uno scapestrato.
Musicista, bello e dannato, era sempre stato la pecora nera della famiglia, e aveva fatto disperare il padre di Karima, un uomo d'affari tutto d'un pezzo.
Essendo Youssef un tipo super carismatico ed affascinante passava da una fidanzata all'altra alla velocità della luce, e non sapeva proprio trattenersi dall'essere tremendamente espansivo
Proprio per questo al suo ex, il suo "fratellino" acquisito non era mai stato molto simpatico.
A proposito di fratellino, chissà come se la cavava Andrea, il suo vero fratellino.
*Sarà a nerdare da qualche parte, prendendo buono esempio dalla sorella*
Si ricordó cosí delle email che avrebbe dovuto mandare.
In primis a Sofia, le sarebbe preso un colpo, poi a sua madre, e infine avrebbe inviato il suo curriculum in giro.
*Eeeeeeh che vitaccia*
Elena accese il Pc. 


TOM POV.


Parlare con i giornalisti era sempre divertente.
Certo spesso le domande che gli venivano poste erano simili, ma ogni volta si divertiva a trovare una risposta nuova, e a portar fuori una nuova parte di se.
Era stata dura non spifferare nulla dell'ingaggio appena ottenuto, ma dopotutto, era o non era un bravo attore??
Mentre si dirigeva verso casa ricontrollò il telefono.
Dopo il suo ultimo tweet, come al solito era stato invaso dalle notifiche.
Chissà cosa avrebbero detto le sue vicine se avessero letto il tweet, o meglio se avessero capito il riferimento non proprio velato.
*Ehehehe*
Sorrise.
Immaginava la faccia sconvolta di lady Cap.
A proposito, avrebbe dovuto pensare a qualcosa per ringraziarle del "prestito".
Avrebbe chiesto consiglio a Luke.
Percorse l'ultimo tratto di strada che lo conduceva a casa sua con il cuore leggero, quasi fischiettando.
Oggi sembrava filare tutto liscio come l'olio.
Attraversò il piccolo cortile e salì i pochi scalini che portavano all'ingresso, e aprendo il portoncino si trovó davanti un ragazzo piuttosto alto e muscoloso, che lo sorpassó con un cenno del capo.
*E quello chi era? Questo palazzo ormai sembra un albergo*
Pensò, e chiuse la porta alle sue spalle.

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Capitolo 7
*** Twitter,BBC,Mademoiselle ***


Cap 7.

 
	Twitter, BBC, Mademoiselle 

	




ELENA POV.


"There are those who so dislike the nude that they find something indecent in the naked truth. Quotes of the day."
Così recitava il tweet di Tom.
*Vorrai vedere che quello si riferiva alla sua di indecente nudità!*
A quel pensiero Elena arrossì.
Ma no, non era possibile! Chissà a che cosa si riferiva, figuriamoci se Tom Hiddleston scriva intenzionalmente su Twitter riferimenti a lei.
Con una scrollata di spalle Elena scacció questi pensieri.
*Staró cominciando ad avere manie di protagonismo, peró non posso resistere, proviamo* 
 Digitó qualcosa in risposta al tweet.
*Tanto tra i tanti tweet di risposta non lo leggerà mai*
Ripose il telefono in borsa e si mise a ridere.
Sarebbe dovuta uscire di casa per andare alla ricerca di un nuovo lavoretto.
Spulciando il giornale aveva trovato diversi annunci, qualcosa che faceva per lei ci sarebbe pur stato!
Prese le chiavi appoggiate sul mobile dell'ingresso, le posó nella borsetta a tracolla e uscì fuori dalla porta di casa.
*Fiuuu non c'era nessuno*
Dall'improvvisata della sera prima era terrorizzata di incontrare Mr. Splendore per le scale.
Era stata davvero una sorpresa, si erano stabilite a Londra solo da due settimane quindi non avevano avuto modo di incontrare il caro vicino, in quanto era fuori città per delle riprese.
Scese le scale e si affacciò in strada.
Tutta la colorata atmosfera di Nothing Hill la colpì come la prima volta.
L'aria che si respirava in quel quartiere era un mondo a sè.
Elena seguiva con lo sguardo la piccola folla che si muoveva in strada, mamme con bambini, un sacco di turisti, e qualche anziano che usciva a godersi il raro sole estivo. Essendo il primo pomeriggio, Elena potè godersi una temperatura deliziosamente calda, aveva potuto permettersi di indossare un vestitino con lo scollo all'americana e dei sandali.
Portava i capelli raccolti nella solita treccia e un paio di occhiali da sole piuttosto grandi completavano il look.
Si sentiva molto diva!
Arrivó alla fermata dell'autobus vicino casa, e poco dopo salì su quello che le interessava.
Nonostante fosse piuttosto pieno, riuscì ad accomodarsi in uno dei sedili posteriori a fianco ad una signora di mezza età dall'aria annoiata e ad un ragazzo concentrato sulla lettura di chissà quale testo universitario.
Si voltó a guardare fuori dal finestrino.
Sarebbe stata la volta buona?


TOM POV.

 

L'idraulico armeggiava da più di un ora in bagno, e Tom impaziente stava discutendo con il suo publicist al telefono.
<< Si si Luke Ok, ok!! >>
Sbuffó.
<< Va bene, ne riparleremo domani, ora ti saluto! Ciao ciao... >>
*Ma quanto ci vuole a sistemare due cavolo di tubature!* 
Tom si avvicinò alla porta del bagno, si appoggiò a braccia incrociate sulla cornice della porta e guardó l'idraulico tentare di regolare per l'ennesima volta la pressione dell'acqua.
<< Ancora un minuto Signor Hiddleston! Questa volta ci siamo! >>
Disse l'idraulico in preda all'ansia.
E così fu, finalmente dopo circa un ora il lavoro era completo.
L'idraulico si scusò ancora per il disagio, esibendosi in una profusione di scuse e giustificazioni che non fecero altro che irritare Tom, che a sua volta tentava di tranquillizzare il tecnico a suon di sorrisi e ringraziamenti.
La porta si chiuse alle spalle del tecnico e Tom si lasciò andare in un sospiro di sollievo.
*Finalmente solo*
Tom era l'uomo più socievole del mondo, ma in alcuni momenti desiderava la calma e la tranquillità della casa tutta per lui.
Prese in mano il telefono, controlló l'ora, non aveva impegni nel pomeriggio, se non quello di studiare il suo nuovo copione.
Si trattava di una serie a puntate per la BBC.
Un riadattamento in chiave moderna di Orgoglio e pregiudizio.
La storia si sarebbe ambientata nella moderna Londra.
Mentre il background e gli spazi naturalmente sarebbero cambiati, la storia di fondo e i personaggi sarebbero rimasti invariati.
A lui spettava il ruolo di Mr. Bingley, che in questo caso sarebbe stato l'erede di un importante industria farmaceutica.
Le sorelle Bennet, Jane che sarebbe stata interpretata da Alice Eve, ed Gemma Arterton che avrebbe interpretato Elizabeth , sarebbero state le figlie di un professore universitario.
Mr. Darcy invece sarebbe stato interpretato da Benedict Cumberbatch e sarebbe stato anch'esso erede di un importantissima azienda finanziaria.
Si trattava di una grossa produzione, che vantava altri nomi altisonanti nel cast.
Avrebbero iniziato a girare da fine mese, fino all'inizio di Settembre.
Decise di ricontrollare twitter, e di leggiucchiare qualche messaggio delle fan.
Uno in particolare li saltó agli occhi.
"Nessuno qui penso che sarebbe dispiaciuto dal vederla nudo Mr Hiddleston, ma anche solo in asciugamano, appena uscito dalla doccia ;)"
Controlló il nome dell'utente , @ElenaSky .
*Fermi tutti, sbaglio o Elena era il nome di lady Cap*
Si umettó le labbra con la lingua.
Non poteva crederci!
Era proprio lei!
Sorrise.
*Ma guarda un pó che sfacciata!*
Peró non poteva esserne sicuro, forse si trattava di una fatale coincidenza.
Avrebbe dovuto indagare, avrebbe chiesto alla cugina di Hassan.
Posó il telefono, si diresse verso la cucina e prese la bottiglia dell'acqua.
Si versó un bicchiere e si spostò nel corridoio.
Guardó di soppiatto il bagno.
*Eh Tom, questo te lo devi lavare da solo! La signora delle pulizie si prenderebbe un infarto*


ELENA POV.


Era calata la sera, ed Elena rientrava vittoriosa a casa.
*Sii siii siii!!* 
Aveva trovato il lavoro perfetto.
Cosa c'era di meglio di venire assunta in una caffè italiano?
Aveva parlato con la Proprietaria della caffetteria "Monnalisa".
*Si a quanto pare il primo proprietario del bar aveva una passione per la storia dell'arte, ed era piuttosto patriottico*
Si trattava di una ragazza che aveva ereditato il locale dal padre.
Era di origine italiana, e tutti gli anni andava a trovare i nonni a Napoli.
*Gli orari sono buoni, la paga pure, e l'ambiente è più che famigliare, questa volta non può andar male!*
Così pensava Elena, mentre percorreva la strada di casa , un pó infreddolita dalla temperatura calata durante il pomeriggio.
Avrebbe iniziato la settimana prossima, nel mentre avrebbe aiutato quello scapestrato di Youssef a trovare casa.
Aprì la porta di ingresso, nel pianerottolo non c'era nessuno.
Salì le seguenti rampe di scale.
*Tutto tranquillo*
Arrivata al secondo piano, lanció uno sguardo nel corridoio.
*Via libera!*
Appena giunta davanti alla porta cominciò a rovistare nella borsetta alla ricerca delle chiavi, quando due mani le coprirono gli occhi.
<< Aaaaaaaaah! >> Urló lei.
Una risata fin troppo famigliare svelò l'assalitore.
<< Youssef mi hai fatto venire un infarto !! Che ci fai qui fuori? >>
Chiese con tono alterato Elena.
<< Sono chiuso fuori, ho dimenticato la copia di chiavi che mi aveva dato Karima >>
Disse lui allargando le braccia.
<< Allora il vostro è un vizio di famiglia! >>
 Rispose sbuffando lei.
Lui le sorrise, prese le chiavi dalle sue mani, aprì la porta e le fece segno di entrare.
<< Prima lei, mademoiselle >>
La canzonó lui con un sorriso beffardo.
<< Idiota >>
Lo apostrofó lei, ed entrarono in casa.

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Capitolo 8
*** Lake ***







Cap 8.

 
Lake 




ELENA POV.


Erano da poco passate le 7 e 30 del mattino, l'aria frizzante la colpì in pieno viso quando uscì dalla porta di ingresso.
*Forza Elena, oggi una bella corsetta non te la puoi negare*
 Avrebbe preso prima l'autobus per raggiungere Hyde park.
Il parco centrale di Londra era decisamente il suo preferito. Attraversó il breve tratto che la separava dalla fermata a passo svelto.
Non era mai a proprio agio quando indossava la tenuta per fare jogging.
Karima , che aveva la fortuna di avere un metabolismo invidiabile.
*Beata genetica*
Era l'anti-sport per antonomasia, e ogni volta che la vedeva vestita in quel modo, la apostrofava definendola in "tenuta da acchiappo", rendendo ancora più sgradevole indossarla.
Indossava una canotta attillata di tessuto tecnico nera e fucsia, e una giacca a vento abbinata, un paio di pantaloncini al ginocchio, anch'essi di tessuto tecnico, che lasciavano ben poco all'immaginazione.
Il tutto era completato da un paio di sneakers da running sempre fucsia e da un contrappassi da polso.
Immancabile l'ipod legato al braccio destro da un cinturino apposito.
Salì sul primo autobus che si dirigeva in quella direzione e premette il tasto play in riproduzione casuale del lettore.
Sorrise, era venerdì , e dalle cuffie uscì l'inconfondibile motivo di "Friday I'm in Love" dei Cure.
Quella canzone le metteva sempre una grande allegria, e le ricordava indiscutibilmente anche Tom, da quando aveva dichiarato fosse la sua "canzone da karaoke".
*Tutte queste coincidenze iniziano ad essere decisamente ridicole*



TOM POV.
 

La mattinata era iniziata decisamente presto per l'inglese, che avrebbe dovuto partecipare ad uno shooting di foto in aperta campagna.
Questo aveva comportato una sveglia all'alba, una colazione veloce, ed una sessione di "makeup" decisamente veloce, in modo da "non perdere la luce migliore".
Così aveva recitato con veemenza il fotografo.
<< Luuke!! Luuke!! >>
Tom chiamó il Pr che si stava sollazzando con una delle make up artist.
<< Si Tom, dimmi... >>
Arrivò quasi di corsa il fedelissimo publicist.
<< Ricordami di essere un pó meno gentile ed accondiscendente la prossima volta! Ho un mal di testa infernale, un freddo cane, e nonostante tutta la fretta non abbiamo ancora iniziato! >>
Disse Tom borbottando.
Era coperto solo da un plaid.
Lo shooting prevedeva delle foto in un laghetto naturale, con solo l'ausilio di un paio di jeans a coprirlo.
<< Su su Tom,non fare il bambino, fra poco si inizia! >>
Disse Luke posandogli una mano sulla spalla.
Tom in tutta risposta portó gli occhi al cielo.
<< Uff! Va bene va bene, volevo solo lamentarmi un pó! >>
Sbuffó.
<< Comunque senti, volevo chiederti un consiglio... >>
Accennó Tom portandosi le mani sul mento con fare dubbioso.
<< Sai ti ho raccontato dell'altra sera, la doccia etc... >>
Disse lui in tono sommesso.
<< Ahahahha ah già , lo spogliarello improvvisato! >>
Scoppio a ridere Luke
<< Oh piantata! >>
Si lamentò Tom tirandogli una manata sul braccio.
<< Insomma, vorrei fare qualcosa per sdebitarmi con le ragazze, e magari ricominciare i rapporti da buoni vicini, senza inutili imbarazzi... >>
Luke non riusciva a non sogghignare, e suggerì.
<< Secondo me può andar bene il vecchio metodo dei dolci. Portagli dei dolci, una torta, dei cupcakes, sai in questo periodo vanno molto di moda. >>
Tom lo guardó enigmatico.
<< Si insomma vai a casa loro, vestito magari! >>s
Sogghignò
<< E porta qualcosa come "regalo di buon vicinato" >>
concluse la frase mimando le virgolette con le dita.
<< Mmmmm, forse hai ragione, la cosa è più semplice di quello che sembra, gentile e con un dolce, ci sta. >>
Detto questo Tom si strinse ancora di più nella coperta che gli avevano dato.
*Maledette foto pseudo-artistiche, maledetto fotografo con le visioni naturaliste, qua ci rimango secco!*



ELENA POV.


Aveva appena finito i suoi chilometri di corsa, ed Elena stava più o meno annaspando verso una panchina.
*Mio Dio, allenamento perso per un paio di giorni e son già messa così male!* 
Si sedette in una panchina e osservò il resto dei passanti.
Non era certo l'unica a godersi quella mattinata al parco per correre, proprio in quel momento passarono due ragazzi decisamente ben allenati, che correvano ad un ritmo sostenuto.
Elena li seguì con lo sguardo.
*Eeh la fauna Londinese*
 Erano numerose le persone che venivano al parco a fare Jogging.
Ragazzi e ragazze, qualche signore e signora di mezza età , atleti e non.
Il bello della città era anche quello, in giro si vedeva un pó di tutto, e nessuno si curava dell'altro, ovviamente secondo certi limiti.
Era questo che la spingeva ugualmente la mattina ad uscire di casa con quei maledettissimi pantaloncini aderenti.
Decise che era finalmente arrivata l'ora di rientrare a casa.
Aveva lasciato Youssef che dormiva spaparanzato sul divano, e Karima era uscita di casa un minuto prima di lei per andare al lavoro.
*Su forza ragazza! Pomeriggio ti aspetta un bel tour di appartamenti di dubbio gusto!*
 Si alzó, risistemó le cuffiette alle orecchie e cercó una canzone nell'iPod.
<< I don't care if Monday is blue... >>
Cantando si allontanó.


 

TOM POV.


<< Abbiamo finitoooo!!! >>
Così urlava il fotografo mentre Tom si tirava su dall'acqua rabbrividendo.
* divertente! Dai che ci mettiamo poco! Maledetto fotografo non mi freghi più*
Tom pensava dietro un finto sorriso.
Scattó verso la riva,verso una ragazza che gli porgeva un asciugamano.
<< Grazie cara >>
Disse lui rivolgendole un sorriso,questa volta sincero.
La ragazza arrossì e squittì un
<< Prego... >>
Per poi fuggire verso il "camerino improvvisato" che era stato allestito.
<< Magnifico! Stupendo! >>

Esclamava il fotografo, scorrendo le foto sul monitor che aveva collegato alla Macchina fotografica.
Tom frizionandosi i capelli con l'asciugamano raggiunse Fotografo e publicist, e poté ammirare il frutto dei suoi sforzi.
<< Wow, beh che dire! Mi sa che ne è valsa la pena di tutta questa infreddatura! >>
Esclamò l'attore con sincerità.
<< Si si si, sono soddisfattissimo! Sei stato magnifico! >>
Ribadì il fotografo.
<< Ma no, no tutto merito dell'artista! >>
Ribattè Tom facendo l'occhiolino.
Il fotografo continuò a scorrere le foto , e Tom le osservava con attenzione.
Gli shooting lo divertivano molto, ma quando si riguardava in fotografia, era sempre un pó imbarazzato.
Soprattutto se le foto avevano un , come dire , background sexy come quelle.
<< Tom, amico mio è meglio se vai ad infilarti qualcosa di asciutto addosso o stasera la finisci a letto con l'influenza! >>
Disse Luke battendoli una mano sulla spalla nuda.
<< Hey che freddo! >>commentó.
Tom lo guardò conmprovero.
<< Però mi sa proprio che hai ragione! >>
Così dicendo Tom , saltellando fra i ciottoli della riva per evitare di farsi male , essendo lui scalzo, raggiunse il "camerino".
*Forse devo smetterla di lagnarmi così tanto!*





 

 ***




ELENA POV.



Non aveva mai visto carrellata peggiore di appartamenti come quel pomeriggio.
*Ma cos'è una congiura!*
Elena e Youssef rientrarono a casa nel pomeriggio inoltrato, non avendo concluso nulla.
Youssef con le mani dietro il collo, sereno come non mai si spostò verso la cucina a prendere qualcosa da bere, mentre Elena con aria super scocciata si levava la giacca che indossava e appoggiava la borsa.
<< Vorrei proprio vedere dove abita questo tuo amico! Che razza di bettole ti ha proposto? Santo cielo, in una pioveva quasi dentro! >>
Esclamò Elena accaldata dal nervosismo.
<< Calmati sorellina, rimarrò qui ancora un paio di giorni, non ti preoccupare troverò qualcosa! >>
Rispose Youssef mentre apriva una birra.
<< Eh poi che razza di elementi! Come diamine si fa!! >>
Oltre ad essere scambiata ripetute volte per la "tipa" di Youssef, uno dei mirabolanti papabili coinquilini , aveva chiesto al giovane.
<< Hey bello! Quella è la puttanella che ti fai? carina! Perché non mi ci fai fare un giro? >>
La cosa sarebbe certamente finita in rissa, se prima dell'intervento fisico di Youssef, Elena non avesse pesantemente insultato tutta la genealogia del ragazzo in questione, e avesse concluso il tutto con un poco elegante gesto della mano.
Detto ció Elena bussó alla porta di Karima, che non si era accorta del loro arrivo, in quanto aveva le cuffie alle orecchie, essendo impegnata in una conversazione via Skype con un amica.
<< Kar, niente di fatto! Serata infernale! Vado a farmi una doccia! >>
L'amica fecce segno di si con la mano e rimise le cuffie.
Elena si spostò così nella sua stanza, prese dall'armadio un'altra delle sue amate magliette maschili e i soliti shorts.
Aprì il cassetto della biancheria, dove in netto contrasto con quello che indossava generalmente, sempre molto semplice e discreto, si intravedeva un tripudio di femminilità e volant.
Completini in pizzo e raso, a pois, fiorellini e nastri erano la lingerie preferita della ragazza.
Acchiappò distrattamente un completino azzurro chiaro e lo pose in cima alla pila di indumenti che aveva preso dalla stanza.
<< Youssef faccio una doccia! >>
Chiamó lei entrando in bagno.
Il ragazzo rispose con una specie di grugnito, ma lei capí che era una risposta affermativa.
Entrò nell'antibagno e posò le sue cose sul mobile.
Una fugace immagine di un certo vicino poco coperto le balenó in mente.
*Via Elena smettila!!* 
Si spogliò , mise un piede dentro il piatto doccia, e sentì il campanello della porta suonare.
<< Andate ad aprireeee! >>
Urló attraverso la porta.
*Bah, spero che qualcuno ci vada*
E aprì l'acqua del rubinetto.

 

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Capitolo 9
*** Carbonara Goddess ***


Cap 9.

 


Carbonara Goddess

 


TOM POV.

Fermo davanti alla porta d'ingresso delle sue nuove vicine di casa, Tom si sentiva stranamente nervoso.
*Andiamo Tom di cosa hai paura? Di essere assaltato da due ragazze? Sei abituato a questo genere di cose. Più o meno!*
Si schiarì la voce, avvicinò la mano per bussare, poi si ricordó del citofono, e premette il pulsante. 
*Calma, sorridi, porti il dolce e te ne vai*

Ad aprire la porta non c'era ne la cugina di Hassan.
*Dio, doveva richiederle il nome* 
Ne tantomeno Elena , ma un bell'imbusto, tra l'altro poco vestito. 
<< Ehm, cercavo le due ragazze che abitano qui? >>
"Il bellimbusto", alto qualche cm più di lui, ma decisamente più muscoloso lo fissó per qualche secondo, aprì la bocca ed esclamó in Italiano:
<< Cazzo ma tu sei Tom Hiddleston! >>
<< Ehm... Ci conosciamo? >>
Rispose Tom.

 

ELENA POV.

 

Elena sotto la doccia canticchiava mentre si insaponava i capelli.
Sentiva strani rumori provenire dall'esterno ma non ci badava.
*Youssef sta tentando di smontarmi la casa prima di cena? Dio è come avere un grosso bambino in casa!*
Lavò via  con cura la schiuma in eccesso, e si apprestò a malincuore a chiudere il rubinetto dell'acqua.

Adorava farsi la doccia calda anche in piena estate. 
Uscì dalla doccia , acchiappò un telo piuttosto grande e se lo appuntó sopra il seno.
Prese un asciugamano e si frizionò i capelli, tentando di asciugarli un pó, preferiva lasciarli asciugare all'aria, in modo che prendessero la loro piega naturale leggermente mossa.
Fuori dalla porta sentiva una conversazione concitata, ed una voce profonda non famigliare.
Decise di andare a vedere che cosa stesse succedendo.
<< Oh insomma cos'è questo casin... >>
Elena spalancó la porta del bagno, e si trovó davanti Tom con una scatola colorata  in mano,Youssef a petto nudo che gli parlava in preda all'eccitazione e Karima che lo trascinava dentro casa per un braccio.
Elena e Tom si scambiarono un lungo sguardo sconcertato, finché quello di Tom non scese sotto il collo di lei,clavicole nude, incavo del seno, seno e fianchi fasciati dall'asciugamano, fin più giù fino alle caviglie.
Silenzio.
BOOM.
Elena richiuse la porta.

 


TOM POV.

<< Su insisto insito! Perché non rimani per cena! Così possiamo assaggiare tutti insieme questi famosi cupcakes! >>
Lo esortava Karima, che lo aveva costretto ad accomodarsi in cucina.
<< È pazzesco cavolo! Davvero Elena non ti ha detto niente quando ti ha visto? >>
Continuava esagitato il ragazzo, che aveva scoperto essere il fratello di Karima.
*Adesso l'hai imparato il nome Tom*. 

<< Ehm, ma no grazie! Insomma.. Non vorrei disturbare! Già l'altro giorno con la doccia e tutto il resto... >>
Replicó Tom. 
<< Macché!!! Ti faremo assaggiare la famosa carbonara di Elena! Non avrà una grande fantasia in cucina, ma  la sua carbonara non la batte nessuno! >>
Continuava Karima cordiale, mentre tentava di dare una rassettata  in giro per cucina.
<< Youssef, a proposito, mettiti uha maglietta addosso e va a vedere che fine ha fatto Elena! È da un quarto d'ora che è chiusa in bagno! >>
Lo esortó la sorella.
Tom osservava la scena tra il divertito e l'imbarazzato, forse una serata così gli avrebbe fatto bene.

 



ELENA POV.

 

<< Sorelliiiinaaaa >>
Chiamó Youssef.
<< Capisco il trauma di avere il tuo adorato marito in cucina ma almeno abbi la decenza di farti viva! >>
Continuó il ragazzo in italiano
<< Youssef chiudi quella boccaccia per favore! >>
Sibiló Elena da dietro la porta.
<< Dai tesoro, tanto non capisce l'Italiano, e poi non presta attenzione a me, è troppo occupato a sorbirsi i sermoni di mia sorella! >>
Cercó di convincerla lui.
<< Lo dici tu che non capisce! Le mie orecchie lo hanno sentito chiaramente parlare italiano in più di un intervista! >>
continuó lei piagnucolando.
<< Insomma Elena esci fuori! Lo abbiamo invitato a cena! E la carbonara non si fa da sola! >>
Continuò il ragazzo appongiandosi alla porta chiusa.

<< La che?? Chi vi ha autorizzato ad invitarlo a cena? E chi ha parlato di carbonara!!?? >>
Ribatté lei con un picco di isterismo nella voce.
<< Io non cucino proprio niente per nessuno! Sciopero! Niet ! Nisba! La shai! >>
Il ragazzo, evidentemente spazientito cominciò a bussare alla porta del bagno.
<< Elena finiscila di fare la bambina! O giuro che ti butto giù la porta! Hai l'uomo con il quale ci hai esasperato per anni seduto lì, comodo nella tua cucina, che non aspetta altro che assaggiare qualcosa preparato da te, e tu ti chiudi dentro!? >>
<< Ma... Ma lui mi ha vista in asciugamano! >>
Piagnucoló lei.
<< Appunto!! Ha avuto anche il suo Belvedere! Più contento di così che vuole di più dalla vita! Aprì!! >>
Continuò esasperato il ragazzo.
Da dietro la porta si sentì dapprima un leggero mugolio, infine la chiave girare nella toppa.
Elena uscì, con la sua maxi t-shirt e gli shorts, i capelli lasciati abbandonati sulle spalle ancora bagnati e una faccia da funerale. 
<< Fila a mettere qualcosa di carino! >>
La intimó Youssef 
<< Anche se lo sai che sei sempre deliziosa! >>
Continuò dandole un buffetto sul sedere.
<< Hey!! Tieni le mani apposto tu! >>
Gridó lei saltando come scottata.
<< Ora si che ti riconosco! >>
Replicó il ragazzo sorridendo e avviandosi verso la cucina con le braccia incrociate dietro il collo.


TOM POV.


Tom guardava la ragazza davanti a lui che lo inondava di chiacchiere, tentando di seguire un filo logico nel discorso, e non soffermandosi troppo ad osservarle la scollatura.
*Tom contieniti, c'è suo fratello, c'è la sua amica, sei un uomo grande e vaccinato.*

<< Quindi dicevo, mio cugino mi aveva detto che avremmo avuto una sorpresa dal vicinato, ma questo è veramente il massimo che potevano aspettarci! >>
Disse Karima con un sorriso a 32 denti.
<< Beh ecco, come dire, sono onorato! Ma, non penso di essere poi così importante! >>
Rispose lui.
<< No e che, oh se Elena mi sente mi ammazza! >>
Disse la ragazza evidentemente impaziente di dire qualcosa.
<< Oh ti prego continua! >>
Rispose lui interessato finalmente alla conversazione.
La ragazza aveva sproloquiato per quelle che sembravano ore sul suo nuovo lavoro a Londra, sulla città e sul tempo. 
<< E' che, vedi Tom, beh... Oooh non posso! >>
Karima sembrava una bambina pizzicata a dire una bugia.
Lei seduta dall'altra parte del tavolo, si avvicinò con fare furtivo al centro di esso, verso Tom. Lui di rimando si avvicinò a sua volta . 
<< È che Elena è una tua fan sfegatata! >>
Disse lei tutto di un fiato. 
<< Ah si? >>
Disse lui alzando un sopracciglio. 
<< Sei proprio sicura? >>
Chiese Tom dubbioso.
<< Non mi sembra di essergli particolarmente simpatico invece >>
Disse passandosi una mano dietro la nuca.
<< Oh no ti sbagli di grosso! >>
Intervenne Youssef appena tornato con una t-shirt finalmente addosso.
<< Tom, posso chiamarti così vero? >>
Tom acconsentì con un cenno del capo.
<< Lei ti adora!! Non sai quanto! Ci siamo fatti tutti quanti una cultura su di te! Tanto che mi sembra giá di conoscerti! >>
Concluse il ragazzo.
A queste parole Tom si sentì un pó imbarazzato, non sapeva se esserne lusingato o vagamente inquietato.
<< E allora come mai si è comportata così poco fa? >>
Chiese lui turbato.
<< Imbarazzo! Si fossilizza durante le occasioni importanti! L'avessi  vista il giorno della laurea! Da far invidia alla Venere di Milo! >>
Commento Karima mentre sparecchiava il tavolo dal vaso di fiori che lo abbelliva. 
<< Ma la cosa comica, e che lei in realtá è una logorroica cronica! se parte è un fiume in piena! >>
Commentó facendo segno di si con la testa Youssef.
<< Già, una volta sbloccata è inarrestabile. >>
Confermó la ragazza. 
Tom a queste parole sorrise, se la immaginava, lì timida impacciata di  fronte alla commissione di laurea, per incominciare poi a parlare come un fiume in piena.
Le faceva un pó tenerezza.
Quella sera ci  sarebbe stato da divertirsi allora.
La sua parte un pó sadica veniva a galla , avrebbe giocato un pó con lei, dopotutto ora erano pari.
Lei aveva visto lui in asciugamano e lui pure aveva visto lei. 
E doveva dire che aveva anche apprezzato la visuale. 
*Ehehe piccola Lady Cap, questa sera ti farò sputare l'osso, vediamo se davvero ti piaccio così tanto.*

 

ELENA POV.

Era riuscita a Cambiarsi 5 volte nel giro di 5 minuti.
*Vai così Elena! Batterai un record!*
Alla fine aveva deciso per un paio di shorts a vita alta beige, e una camicetta bianca semitrasparente con una fantasia a pois.
Sotto alla camica indossava una canotta con le spalline sottili rosa carne.
I capelli li aveva lasciati raccolti in uno chignon vagamente disordinato, ma che non sfigurava con il resto.
Si fece coraggio e attraversò il salotto per raggiungere la cucina.
Lui era lì di spalle, le braccia incrociate dietro il collo, mostravano la  camica blu arrotolata a metà braccio.
I riccioli color miele non ancora cresciuti del tutto contornavano la testa lievemente piegata all'indietro, essendo appoggiata la nuca alle mani incrociate.

<< Ehm, ehm, buonasera, mi scuso per la sceneggiata di prima, ecco, ero un pó sorpresa. Ecco tutto >>
Esordi Elena dietro di lui.
Tom si giró a guardarlo con fare divertito e rispose.
<< Oh non c'è problema! Ormai a quanto pare abbiamo tutti e due una predilezione per le situazioni imbarazzanti! Per lo meno siamo pari! >>
Rispose Tom con un sorriso disarmante.
<< E.. Ehm si direi di si >>
Sorrise nervosa lei. 
*Quanto sei impacciata davanti a lui Elena? Su forza muoviti, camminare!*
Elena avanzó verso l'interno della cucina, riuscì a fare solo un passo, per poi inciampare rovinosamente sui suoi piedi. 
*Merda, merda!* 
Una mano la afferrò per un fianco, mentre un altra si posò sulla sua pancia.
*Non ci voglio credere!*
<< Ehi, attenzione! Non lo perdiamo il vizio di cadere eh? >>
Commentò Tom con quello che...
*Hey un momento, era un sorriso soddisfatto quello?*

<< Si ecco! Scusa di nuovo! Meglio che vada a preparare qualcosa! >>
Così dicendo Elena scappó dietro i fornelli. 
*Per tutti gli dei fa che almeno la carbonara esca bene!* 

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Capitolo 10
*** Kneel ***


Cap 10.

 


Kneel

 

ELENA POV.



Erano solo alla terza birra e al secondo giro di pasta, quando Elena cominciò a sentire i chiari sintomi di una leggera sbronza.
*Cosa diamine fai, non sei abituata a bere* 
Accaldata, nervosa e con un principio di ridarella, distolse lo sguardo dal piatto davanti a sè e bevve un altro sorso.
<< Davvero Elena ti sei superata questa volta! Era proprio buona! >>
Esclamó Karima, che dal piano di appoggio della cucina, apriva la scatola colorata che conteneva i cupcakes di Tom.
<< Ehm, grazie... Ma non è niente di chè >>
Mormoró lei. 
<< Già complimenti alla cuoca! >>
Rincaró la dose Tom con un sorriso caldo.
Youssef da parte sua le fecce il segno di vittoria con le dita. 
Elena non aveva desiderato mai come quella sera essere invisibile, sprofondare in una botola, rintanarsi in una grotta e rifuggire alla luce del sole, insomma essere ovunque tranne che lì. 
Grazie a Dio i fratelli Afi e Tom non mancavano certo di parlantina. 
Avevano passato tutta la serata a discutere del più e del meno, di Londra, dell'Italia, di calcio, di moda, argomento che aveva acceso l'anima di Karima che aveva iniziato a sommergere Tom di complimenti sulla scelta dei suoi completi, dell'attuale nullafacenza di Youssef e di musica.
Fosse stato per lei, la serata sarebbe stata tutta immersa in un imbarazzato silenzio di circospezione , alternato dalle sorsate di birra che la ragazza aveva mandato giù.

Aveva sentito lo sguardo di Tom addosso per tutta la sera, fin da quando si era spostata nel piano cottura a preparare il necessario per la sua "leggendaria carbonara". 
Lui, sempre educatissimo e brillante, prestava attenzione alla conversazione e rispondeva ad ogni domanda, ma con la coda dell'occhio la seguiva sempre.
Inutile dire che per questo motivo si era esibita in : caduta di forchette, olio schizzato, per qualche miracolo fortunatamente non addosso, uovo rotto male, ed una serie infinita di incidenti culinari, che grazie a Dio non aveva inficiato la buona riuscita della pasta.
*Che avrà da fissarmi santi numi! Poi con quello sguardo divertito! Si prende gioco di me?? Lo sapevo in realtà è un sadico* 
Elena che aveva cominciato a perdere il controllo dei propri freni inibitori diede un leggero colpo con la gamba al tavolo, attirando l'attenzione dei presenti.
Repentinamente si esibì in un sorriso forzato e fissó con rinnovata attenzione i fiori della tovaglia.
Karima arrivó con i dolci in tavola, gli aveva graziosamente disposti su un piccolo vassoio. 
<< Prego, prima alle signore! >>
Disse Youssef. 
Karima, che era una golosona si accaparró un cupcakes che esibiva una imponente montagna di crema al cioccolato in cima, decorato con un bastoncino di cioccolato bicolore. 
A quel punto fu il turno di Elena, che non sapeva decidersi.
Tom come un perfetto mentore, spiegó:
<< Ho preso diverse varietá non conoscendo i vostri gusti. Quello che ha preso Karima è un "Full chocolate", con crema al cioccolato e gianduia all'interno. Poi ci sono un Red velvet,uno alla vaniglia e noci, uno pera e cioccolato, uno classico alla crema di burro con base di cioccolato, uno al caffè, ed uno Rum e cioccolato. Io di solito optò per gli ultimi due, amando i gusti più decisi. >>
Detto ció Tom si umettó inavvertitamente la bocca e alzó lo sguardo verso Elena.
Lei perse il contatto con il mondo per un millesimo di secondo. 
In qualche modo, si trovò ad immaginare Tom, vestito di pelle, che dall'alto della sua imponente statura, la intimava al silenzio, urlandole di inchinarsi di fronte a lui. 
Senza interrompere il contatto visivo, spalancó la bocca in maniera ben poco intelligente per poi richiuderla immediatamente
*Elena santo cielo!!!* 
Si schiarì la voce, e ne uscì un quasi strozzato
<< Credo che prenderó la Red velvet >>
E così dicendo acchiappó il dolcetto scelto.
Lui piegó leggermente la testa di lato, e sorrise sotto i baffi, proprio come se avesse intuito perfettamente i pensieri che affollavano la mente della giovane.
*Per tutti gli Dei, tutti gli Angeli e i demoni infernali! Elena blocca quella tua dannata immaginazione! Hai letto troppe fanfiction!!*
La ragazza, che era arrossita in maniera preoccupante, prese a sventolare un fazzoletto per farsi fresco.


TOM POV.


Si stava divertendo come un bambino a vedere le reazioni della ragazza.
Aveva un espressività ed una mimica facciale, da fare invidia a molte sue colleghe affermate.

<< Quindi, Elena, e tu, che mi dici? Come mai sei venuta a Londra? Cosa fai di bello? Oltre a deliziare la tua coinquilina con del l'ottimo cibo? >>
Tom la interrogò con un sorriso sornione, posando interessato il suo sguardo su di lei, che sembrava particolarmente interessata alla trama della tovaglia. 
La ragazza si giró repentinamente verso di lui, lo fissó per un attimo, poi, come se si fosse resa conto di averlo guardato direttamente in viso, sposò lo sguardo verso il suo bicchiere e dopo un attimo di esitazione rispose:
<< Beh ecco, la veritá é che momentaneamente sono anche io disoccupata, o meglio, inizio a lavorare lunedì in un caffè al centro. ma si tratta di un lavoro momentaneo >>
Spiegó diplomatica. 
<< Eh si, la nostra Elena, ha grandi sogni! >>
Disse Youssef.

<< Cioè ? >> 
Chiese curioso Tom.
<< Sempre se non sono troppo indiscreto!>>
Si affrettò ad aggiungere.
La ragazza , dopo aver lanciato un occhiataccia all'amico, posò timidamente lo sguardo su di lui.
<< Beh ecco, la verità è che ho studiato per diventare sceneggiatrice. >>
Un attimo di silenzio. 
Elena sembrava voler valutare quanto ancora esporsi. 
<< Il mio sogno è quello di lavorare con un grande regista un giorno, adoro tutto ció che riguarda il cinema, e stare sul set è quello che mi rende più felice. >>
Concluse la ragazza con un sorriso sincero stampato in volto.
Tom dovette ammettere a se stesso, che quel sorriso dolce lo aveva colpito.
<< Wow, beh! Ma è magnifico! Cioè , eheheheh, chi meglio di me può capirti! >> 
Rimbeccò lui, contento di aver penetrato le barriere della ragazza. 
Decise di osare un pó.
<< Magari un giorno potrei lavorare su uno dei tuoi scritti! Sarebbe bello! >>
<< Oh, si quello si che sarebbe un sogno ad occhi aperti eh? >>
Disse Youssef con aria allusiva.
<< Youssef piantala! >>
Lo sgridó la sorella.
<< Eh che ho detto di male! Lo sanno anche i muri che Elena ci lavora da anni su quello scritto! >>
Un improvviso silenzio caló sulla tavola.
Elena fulminó con lo sguardo il ragazzo, che sembrava essersi reso conto solo adesso della bomba che aveva sganciato.
*Quel ragazzo non aveva filtri*
Si appuntó mentalmente Tom.
I ragazzi intorno a lui si lanciavano sguardi di fuoco.
Elena a Youssef, che guardava con sguardo colpevole la sorrella, che a sua volta guardava preoccupatissima l'amica.
Lui aveva intuito qualcosa, ma non riusciva a trattenere la curiosità.
<< Ehm, non credo di aver capito... >>

 


ELENA POV.

*Non ucciderlo, non ucciderlo! Troppi testimoni! E poi dovresti pulire tutto una volta finita! Non ci pensare.*
Elena aveva perso ogni minimo di barlume di sanità mentale, ed aveva afferrato involontariamente il coltello, pronta a lanciarlo in mezzo alla fronte di Youssef.
Avrebbe implorato pietà , gli avrebbe fatto rimpiangere le sfuriate del padre, le botte del batterista, i sintomi di ogni dannata sbornia post concerto,avrebbe rimpianto la frattura scomposta che si era fatto a 16 anni cadendo dalla moto che lo aveva allettato per 2 mesi, lo avrebbe fatto pregare tutti gli antenati, tutti gli dei, e tutti gli spiriti che conosceva e non, e dopo averlo strigliato per bene lo avrebbe lasciato dormire fuori sullo zerbino come un cane, solo.
Posó lo sguardo sui presenti con aria un pó allucinata.
Tom aspettava che qualcuno gli rispondesse, mente Youssef impallidiva sempre di più avendo fiutato il pericolo, e Karima era rimasta bloccata con il cupcakes a mezz'aria e la bocca semiaperta.
Elena decise che era arrivata l'ora di smetterla di fare l'idiota e di darsi un contegno, forse colpa dell'alcool, o dell'incoscienza sputó fuori il rospo.
*Basta! Fanculo!Beata sfacciataggine!*
<< Beh ecco vedi Tom... >>
Era la prima volta che si azzardava a pronunciare suo nome, e perciò forzò volontariamente tono.
Non poté fare a meno di notare un guizzo negli occhi di lui.
<< La verità è che io sono una tua grande fan >>
Detto questo Tom sorrise compiaciuto.
*Che bastardo*
Pensó lei.
<< Anzi ti dirò di più! Forse sei stato tu che mi hai dato il coraggio di intraprendere, o meglio cercare di intraprendere la carriera da sceneggiatrice >>
Tom la guardava con un sorriso a 32 denti, sembrava gli stesse dicendo che aveva appena vinto un Oscar.
*Ma guardalo come si compiace*
<< E quindi, è da un paio d'anni che ho buttato giù una sceneggiatura che vede come protagonista, un soggetto cucito ad arte sulla sua pelle, quindi per me lavorare con te sarebbe la realizzazione di un sogno, che dura da un bel pò >>
Elena sentiva di aver perso almeno qualche etto, non si era resa conto di essersi alzata in piedi mentre parlava, così , con noncuranza si risedette, acchiappó nuovamente il bicchiere e buttó giù un altro sorso.

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Capitolo 11
*** Hot Stuff part. 1 ***


Cap 11.

 
" Hot Stuff" part 1.

 

ELENA POV.

BOOM!La bomba era sganciata.
*Beccati questa Hiddleston!*
Così pensava Elena mentre appoggiava il bicchiere al tavolo e lo fissava con aria di sfida. Karima aveva serrato finalmente la mascella, e Youssef faceva la sponda fissando prima Tom, poi Elena.

*Cristo cosa ho appena fatto*.
Elena, in un barlume di lucidità, sbiancò repentinamente e abbassò lo sguardo.
*cosafacciocosafacciocosadiaminefaccio!* 
Cominciò a mordersi nervosamente il labbro tentando in tutti i modi di trovare una soluzione per uscire fuori da quell'barazzante coming out.
<< Oh, ma ma... E' una cosa da niente.. si insomma niente di che! Roba da ragazzine! Aahahahah ! >>
*Ok ora mi parte la risata isterica e siamo fritti*
Degluttì.
<< Sai il fandom, tutte quelle cose! Roba che non vale la pena di leggere! Fandonie! Ahahahahah >>
Elena che continuava a ridere in maniera isterica si rese conto di stare gesticolando in maniera frenetica.
*Elena tappa quella dannata bocca*.
Si zittì , apoggió le mani sulle cosce e ricominciò a fissare la tovaglia.


TOM POV.


*Oh cazzo*
Tom era rimasto fossilizzato sul suo sorriso, quasi gli si fosse bloccata la mascella. Si era divertito a giocare con lei, ma adesso si sentiva terribilmente in imbarazzo.
Era abituato alle dimostrazioni di affetto dei fans, ai complimenti , al fatto di essere considerato un "ispirazione", persino ai regali,ma adesso che aveva una ragazza davanti, che aveva scelto di dare una svolta alla sua vita grazie a lui, si sentiva addosso una responsabilità non indifferente.

 << Eh, eheheheh, ehm. >>
Fu quello l'unico suono che riuscì a produrre.
Elena continuava a impallidire, sembrava stesse per scattare in piedi e fuggire da qualche parte, Karima allarmata la fissava, probabilmente si aspettava una cosa del genere anche lei, mentre Youssef sembrava divertito.
*Benedetto ragazzo, vorrei avere la metà della tua bonaria incoscienza* 
Ritornó a guardare la ragazza, poveretta si era messa nei guai da sola, e non sembrava neanche tanto lucida. 

<< Eh ehm...>>
Tossicchiò.
*Bene, era chiaro che doveva uscirne lui da questo imbarazzante silenzio*
<< Oh, beh ecco ne sono onorato. >>
Cominciò a toccarsi nervosamente il collo.
<< Il tuo è un bellissimo songo, e, beh ecco, essere fonte della tua ispirazione è... come dire... Ehm.. >>
Si mise a guardare in alto, come faceva sempre quando cercava le parole adatte, o la citazione adatta al momento.
*Il buon vecchio William non ti salverá questa volta*
Si trovó a pensare.
<< Insomma, tutto ciò è molto...molto.. >>
Prese anche lui a gesticolare, mentre preoccupato cercava lo sguardo di lei, per avere un qualche segno di conferma.
*Ti prego guardami e dimostrami che non sto dicendo cose insensate*
Di rimando lei evitava prepotentemente il suo sguardo.
Cercó allora conferma nello sguardo di Karima, che lo guardava invece come se stesse silenziosamente dicendo: "attendo a quello che spari, se dici qualcosa di male ti ammazzo e poi tocca a me ripulire ".
*Gesù era meglio un orda di paparazzi inferociti che tutto questo!* 
Guardò allora Youssef che fu l'unico a mostrargli uno sguardo di incoraggiamento.
Prese un profondo respiro e...
<< Bello! Insomma se riesco a ispirare un intero personaggio, significa che non sono così malaccio come attore, no? >>
Concluse lui degluttendo.
Finita la frase, sembrò che l'intera stanza avesse tirato un sospiro di sollievo.
Subito posó lo sguardo su di Elena, che come svegliatasi dal torpore che la avvolgeva, si distese e si voltó a sua volta a guardarlo, per rivolgergli un sorriso di vera gratitudine.
*Siamo salvi* 

 

ELENA POV.


Si era appena ricordata di quanto adorasse quell'uomo.
Dei pomeriggi a chiedersi se Dio lo avesse creato per dimostrare al mondo che la perfezione non era un utopia.
Gli occhi sognanti ad ogni intervista, e l'immensa tenerezza che provava nel vederlo approcciarsi con i fan.
Amore, profondo amore.
* Elena se mai hai avuto un incertezza, ogni dubbio è sparito, inginocchiati e chiedi la sua mano!ah no* 

Era riuscito a non deriderla e a dimostrarsi dolce e carino come sempre, era proprio un uomo meraviglioso.
Si sarebbe alzata e sarebbe andata ad abbracciarlo, se così facendo non avrebbe fatto altro che peggiorare la situazione già imbarazzante.

<< G.. Grazie mille, significa molto per me>>
Disse sinceramente lei arrossendo lievemente.
Aveva visto male, o Tom aveva appena abbassato le spalle in un chiaro segnale di sollievo?
*Bene, il peggio è passato, ora fa qualcosa, di qualcosa , anche di stupido. Elena fa qualcosa!* 
Fece con lo sguardo un rapido giro dei commensali.
*Dio mi gira la testa*
Prese nuovamente il bicchiere e bevve ancora un altro sorso.
*Credo sia il caso di smetterla eh?*
No, doveva calmarsi, e aveva caldo.
*Diamine che caldo*.
Si versó un ulteriore bicchiere, e si mise ad addentare il suo cupcake. 


TOM POV.



Tom scampato il pericolo si rilassó un attimo.
*Fiuuu, abbiamo salvato capra e cavoli*
Pensó.
Tom riposò lo sguardo sulla ragazza, che riabbandonata tutta la spavalderia , si era messa ad assaggiare il dessert.
Lo chignon che raccoglieva i lunghi capelli le si muoveva in maniera strana ogni volta che spostava la testa
*eheheh, evidentemente nella foga si è smosso* 
Era proprio buffa.
Sospiró e decise di rivolgere l'attenzione altrove.
Ora era dannatamente curioso di sapere di che cosa parlava quella sceneggiatura, ma non si sarebbe mai sognato di chiederle di leggerla, sarebbe morta sul colpo.
Decise per un cambio di argomento salvavita.
<< Allora Youssef, ti faccio avere il numero di quel ragazzo della mia agenzia, così potete sentirvi per guardare quella stanza, come ti dicevo. Non è neanche troppo distante da qui! Potrai venire a disturbare tua sorella quando vuoi! >>

Disse con un sorriso rivolgendosi al ragazzo seduto a fianco a lui.
<< E io che pensavo finalmente, di elvarmelo un pò dai piedi! >>
Rispose Karima divertita.
<< Ma sorellina! Tu mi mancherai così tanto! >>

Disse il giovane, tentando di abbracciare e baciare la sorella. 
 


ELENA POV.


Voleva assolutamente alzarsi da quel tavolo.
Guardó il bicchiere davanti a se, era nuovamente vuoto. Continuava a sentire caldo, e aveva arbitrariamente abbandonato la conversazione con gli altri.
Si alzó repentinamente ondeggiando pericolosamente.

<< Hey sorellina, tutto ok? Stai bene? >>
Chiese Youssef.

<< Benissimo! Sto una favola! >>
Disse lei ridendo, forse un pó troppo.
<< Credo che andrò un attimo in bagno... >>
Concluse lei.
*Dai su Elena, fai il giro del tavolo da brava bimba, gira a destra fuori dalla porta e il bagno è lì*
Perché le veniva da ridere?
<< Sicura che non vuoi che t'accompagni? >>
Chiese Karima apprensiva.
<< Macchè! Non vedi che sono agilissima?? >>
Detto questo Elena cominciò ad avanzare verso la porta della cucina con passo sicuro, la testa le girava copiosamente.
*Santo Odino!*
Si fermò, riguardò i suoi compagni di cena.
Karima la guardava con aria preoccupata, mentre Youssef se la rideva sotto i baffi.
*Maledetto*
Ed infine Tom...
*Oh Thomas quanto sei bello!*
Elena fece un passo verso di lui, che la guardò allarmato.
*Ma che avranno tutti da guardarmi a quel modo?*
Fece una leggera giravolta su se stessa e si diresse così verso il bagno.



TOM POV.


Tom tossì rumorosamente per soffocare una risata.
Youssef lo guardò complice, e gli sussurrò qualcosa all'orecchio.
<< Elena mi sa che è andata! Ci sarà da ridere! >>
* Tom fa la persona matura per l'amor del cielo*
Lanció uno sguardo eloquente al ragazzo e si rivolse poi alla sorella.
*cambia discorso, cambia discorso!*
<< Ehm, Karima allora che ne pensi di questi Cupcakes? >>

Chiese lui in maniera neutra.
Karima fece per rispondere, ma fu interrotta dal fratello.
Tom vide il ragazzo seduto affianco a lui alzarsi, ed affacciarsi dalla porta della cucina in corridoio.

<<È arrivata tutta intera! Il passo è un pó robotico ma...->>
Disse il ragazzo facendo strane mosse con le braccia.
*Tutto inutile*

Karima, solo dopo aver lanciato un occhiataccia al fratello che se la rideva, si voltó verso l'inglese con sguardo contrito e disse:

<< Scusala, è nervosa, oltre ad essere quasi astemia. Non è abituata! >>
 Youssef in tono rilassato commentó:
<< Dai Kar! Lasciala stare! Le fa bene una volta ogni tanto! E' sempre così stressata! >>
<< Si certo! E immagino che dovrebbe prendersela comoda come fai tu allora? >>
Rispose la sorella in tono accusatore.
Tom si lasció sfuggire un sorriso.


ELENA POV.


Elena era chiusa in bagno, la vista annebbiata, e la testa che le girava.
Si portó davanti allo specchio, e fissó il suo riflesso.
*Madre Santissima*
Aprì l'acqua del rubinetto e si bagnó il viso e il collo.
Stava crepando di caldo.
Decise di togliere la camicia.
*Come diamine si sbottona questa cosa!* 
Cominciò a girare su se stessa nel tentativo di sbottonarla, provocandosi soltanto un ulteriore giramento di testa.
BOOM.

Un colpo nella doccia.
<< AIAAH! Ssssss... stupida doccia! >>
Si voltó verso la doccia guardandola con aria truce.
Doveva togliersi quella cosa di dosso!
Provó allora a sfilarsela dalla testa, ma un bottone le si incastró fra i capelli.
Imprecò in maniera poco signorile in un paio di lingue e ricominció a saltellare intorno finché in qualche modo non riuscì a sfilare la camicetta.
*Basta adesso basta!*
Aprì la porta e si diresse verso la cucina.


TOM POV


Avevano sentito un tonfo, ed una serie di ben poco eleganti imprecazioni in diverse lingue provenire dal bagno.
L'assenza della ragazza stava cominciando ad innervosirlo e si stava preoccupando.
Bevve un sorso di quello che Karima gli aveva proposto come "amaro", era tipico italiano, e si chiamava Montenegro,
* Era davvero amaro quest'affare*
Karima era occupata a lavare i piatti , mentre Youssef si era allontanato per rispondere al telefono.
*Tom finiscila di essere in ansia per quella ragazza*.

Decise di alzarsi, e di avvicinarsi alla porta, per controllare se Elena fosse ancora tutta intera.
Avvertì la porta aprirsi e il suo sguardo subito balzó in quella direzione.

Elena uscì dal bagno e...
*Oh cielo*
Era rimasta in canottiera, e aveva sciolto i capelli che le scendevano liberi sulla schiena.
Non sembrava ancora molto lucida.

<< Elena, tutto bene tesoro? >>
Chiese lui apprensivo.

Lei parve non sentirlo e si diresse imperterrita verso di lui con passo felpato.
Arrivata alla sua altezza si girò a guardarlo, lo fissó per un attimo e improvvisamente lo abbracció.








"ANGOLINO DELL'AUTRICE"
Ciao a tutti\e! Inizio col rignraziare tutti coloro che hanno letto questa storia, chi l'ha recensita, chi la segue etc.. 
Un ringraziamento particolare va alle mie amiche Anto e Uchi che sono state le prime a leggere e ad incoraggiarmi a continuare questa piccola follia ;)
Un saluto  va anche alle mie care compari admin e agli utenti della pagina "Tom Hiddleston Italy" su fb.
Come avete potuto notare, finalmente la fic ha un aspetto più curato, sono finalmente riuscita a caricare dal pc dal telefono. Presto sistemerò tutti i capitoli precendenti.
Al prossimo aggiornamento!

xx 

-Ruka-

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Capitolo 12
*** Hot Stuff part. 2 ***


Cap 12.

" Hot Stuff" part 2.





ELENA POV.


*Ah era proprio come lo avevo immaginato*
Questo pensava Elena mentre abbracciava un Tom inebetito.
Alzó i grandi occhi scuri verso di lui, e seria dichiarò:
<< Ho sempre pensato che quando ti avrei incontrato ti avrei fatto un lungo discorso Intelligente, su quanto tu sia un bravo attore, una bellissima persona etc... Etc... >>

Vide Tom guardarla in maniera preoccupata.
<< Beh in realtà adesso, dopo tutti questi asciugamani e nudità varie non me ne importa niente! Volevo solo ringraziarti per prima!Grazie! Ti adoro! >>
Concluse lei alzandosi sulla punta dei piedi e scoccando un bacio nella sua guancia con non poca difficoltà, vista la differenza di altezza.
Si staccó da lui, fece un inchino e si diresse ondeggiando verso la cucina.
*Ora mi sento veramente bene*


TOM POV.


Vide la giovane dirigersi ondeggiando verso la cucina.
Era inebetito, Non si aspettava una tale sincerità negli occhi di lei, ne tantomeno un bacio.
* In vino veritas*
Eh già, non poteva che essere d'accordo con quel detto latino. Ne aveva sperimentato la triste verità anche lui da ragazzo.
Peccato che non aveva capito che la metá della metà di quello che la ragazza gli aveva detto, perché aveva parlato in Italiano.
Aveva afferrato qualcosa come "bravo attore, bellissimo,niente,grazie e adoro".
Si guardó per un attimo le mani, che avevano quasi automaticamente stretto la ragazza in risposta a quell'abbraccio.
Gli sembrava di sentire ancora la sensazione della fresca e morbida pelle di lei.
*Tom ancora!*
Lei lo aveva baciato non proprio sulla guancia, ma più sulla mascella, vicino alla bocca.
Lui era rimasto talmente inebetito da non muoversi di un millimetro mentre lei parlava.
Si sistemó la camicia nei pantaloni e si passó una mano fra i capelli.

ELENA POV.


Appena rientrata saltelló verso l'amica.
<< Kaaaaaar! >>

La chiamó.
<< Sono taaaanto felice!! >>

Karima si girò e la vide appoggiata al tavolo dondolare i piedi davanti a se.
<< Elena che cosa hai fatto?Siediti ora! Apriamo la finestra e ti riprendi un pò...che ne dici? >>
Disse l'amica posandole una mano sulla spalla.
Sentiva come se tutto fosse finalmente andato apposto.
*La pace dei sensi*
Seguì con gli occhi l'amica che andava ad aprire la finestra e rise di cuore, così perché le andava.

<< Ele tu mi farai diventare pazza!! >>
Disse Karima sorridendo anche lei.
Elena si guardó intorno osservando la cucina, le sembrava tutto così ... Colorato!
Il suo sguardo venne catturato dalla radio che tenevano vicino al tostapane e si avvió in quella direzione .
La accese, e le note di canzone fin troppo famosa uscirono dalle vecchie casse.
Elena non riuscì a trattenere un sorriso, si voltó verso l'amica che sembrava aver avvertito il pericolo.

<< Oh no... >>
Fece in tempo a dire Karima.
<< Oh si... >>
Rispose lei.

 

TOM POV.


Tom incroció Youssef che lo raggiunse di fronte alla porta del bagno.
<< Allora Elena come sta? E' uscita dal bagno? >>
Chiese il ragazzo dando a Tom una pacca spalla come se fosse un vecchio amico.
<< Bene, almeno credo... >>
Disse lui ancora un pò turbato.
I due sentirono della musica provenire dalla cucina, e lanciandosi uno sguardo interrogativo si diressero verso la direzione da cui proveniva la musica.
Quello che videro lasciò tutti e due letteralmente a bocca aperta.
*Che Dio mi perdoni, ma ora ho tutte le ragioni di questo mondo!*
Quello che Tom vide, fu una Elena, visibilmente su di giri, che ballava strusciandosi sull'amica sulle note di "Hot Stuff " di Donna Summer.
Karima dal canto suo tentava invano dal trattenersi dal ridere e cercava di fermarla. Ma a Elena a quanto pare tutto questo non sembrava minimamente interessare.

*La canta! la sa tutta!*
Era allibito.
Avrebbe voluto spostare lo sguardo, dimostrando un minimo di pudore,ma prorpio non poteva.
Elena si spostó all'indietro ondeggiando e puntando le dita verso l'amica con fare ammiccante.
*Dio si rendeva conto di avere pubblico?*
Tom cominciava a sentire caldo e spostó così lo sguardo dallo spettacolo che aveva davanti, girandosi verso Youssef.
Il ragazzo esibiva un grosso sorriso sulle labbra e sembrava entusiasta di ció che stava guardando.
* In che diamine di situazione mi sono cacciato*
Pensó l'inglese posandosi una mano sugli occhi.


ELENA POV.


Era distesa sul suo letto, la luce del mattino la disturbava , così decise di girarsi dalla parte opposta.
*Ehy ma che diamine*
Non riusciva a girarsi, perchè qualcosa di pesante e caldo la teneva imprigionata in quella posizione.
Elena provó a toccare quella cosa calda. Si trattava indubbiamente di un braccio.
E vista la consistenza di un braccio maschile.
*Per tutti gli dei del cielo della terra e di tutti i 9 regni*
 Elena si fossilizzò nella posizione in cui si trovava e trattenne il respiro.
L'ultima cosa che ricordava era di aver...
*Oh cazzo*
 L'ultima cosa che ricordava era di aver abbracciato Tom davanti alla porta del bagno e di averlo ringraziato per quello che aveva detto.
*Cristo l'ho anche baciato*
Arrossì.
Come era finita a letto? E soprattutto di chi cavolo era quel braccio?
Come in preda ad un raptus improvviso Elena si tastó il petto e le gambe.
*Bene per lo meno non sei nuda Elena è già qualcosa.*
Indossava ancora gli abiti della sera prima, o meglio la canottiera e gli shorts.
*Giusto*
Si era tolta la camicia in preda alle vampate di calore.
*Che mal di testa*
Non aveva il coraggio di girarsi o di svegliare colui con ill quale condivideva il letto in quel momento.
In tutta risposta "lui" emise una sorta di grugnito e lei avvertì il respiro caldo di lui sul collo.
*ODDIOODDIOODDIO*
Non sarebbe potuta rimanere immobile per sempre, prima o poi si sarebbe dovuta muovere.
Prese coraggio e provó a tirarsi a sedere.
Due braccia si serrarono sulle sue cosce, e sentì la testa di lui appoggiarsi al suo sedere.

<< Ma che diav...HEEEEEEEY!!! >>
Urló Elena.


TOM POV.


Delle dolci mani femminili gli stavano accarezzando i capelli, poteva chiaramente sentire il profumo di lei.
Non poteva stare meglio di così.
Improvvisamente lei si spostó da lui, interrompendo quel delizioso contatto.

<< No, non andartene... >>
Mormoró lui. 
Allungó le mani cercando di afferrarla, due occhi grandi lo guardavano maliziosi, sfuggenti.
Ritentó di afferrarla, inutilmente.
Sentì un rumore, una nenia,sempre più forte.
Una canzone.
*Che diavolo è?*
" I will be chasing your starlight...Until the end of my life ..." Cantava Matthew Bellamy.
*La sveglia*
Tom allungó il braccio verso il suo telefono che continuava imperterrito a suonare sulle note dei Muse.
Si posó un braccio sulla fronte e stancamente sospiró.
Immagini della sera prima gli affollarono la mente.
*Che serata ragazzi, sono troppo vecchio per certe cose*
Si tiró a sedere, stiracchiando le lunghe gambe.
Posó un attimo lo sguardo sotto il proprio ventre.
Sospiró nuovamente.
*Tom, ti ci vuole una doccia.*


ELENA POV


In piedi davanti al suo letto puntava una ciabatta contro il povero Youssef, che non solo era stato svegliato da un acuto urlo della ragazza, ma si era anche già beccato un pugno dalla sopraccitata fanciulla.
<< Ora, tu mi spieghi, cosa cavolo ci fai nel MIO letto! >>
Chiese al culmine dell'irritazione Elena.
<< Ah, e questo sarebbe il ringraziamento? >>
Disse lui tirandosi a sedere e flettendo i muscoli della schiena per stirarsi.
<< Quindi...non ricordi proprio niente di ieri sera? >>
Chiese lui ancora sbadigliando.

<< No, ma ciò non toglie che voglio sapere PERCHE', sei nel mio letto! >>
Continuó la ragazza sempre con la ciabatta in mano.
<< Tranquilla sorellina! Nessuno ti ha toccato! Neanche il tuo amato Tom. >>

Pronunciando l'ultimo nome assunse una posa svenevole.
*Mi prende anche per il culo il bastardo?*
Pensava la ragazza, la cui testa macinava diecimila pensieri al secondo.
<< Però... ci siamo tutti e due ben ben goduti lo spettacolino che ci hai offerto ieri sera... >>

Aggiunse il ragazzo con noncuranza, alzandosi dal letto.
<< Spe...spettacolino? Cosa diamine ho fatto!! >
>
Chiese la ragazza allarmantissima
<< Dimmelo subito! >>
Urló lei diventando paonazza.
<< Calma, calma! Te lo spiegherò solo dopo una bella tazza di caffè. >>
Rispose lui, stroppicciando gli occhi, e posandole una mano sulla testa.
<< Donna Summer >>
Concluse il ragazzo a voce bassa,con un sorriso sornione.
*Oh merda*
Pensó la ragazza.
Forse cominciava a ricordare qualcosa.

 


"ANGOLINO DELL'AUTRICE"
Ciao a tutti\e! 
Volevo solo dirvi che questo capitolo mi ha divertito un sacco! Mi sono proprio divertita a scriverlo, quindi spero sia anche per voi divertente da leggere!
Un grosso GRAZIE a chi ancora sta seguendo questa storiella un pò idiota ;)
Al prossimo aggiornamento!

xx 

-Ruka-

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Capitolo 13
*** Photograph ***


Cap 13.

 


Photograph

 

ELENA POV.

 

 << Grazie ci vediamo domani ! >> 
Elena salutó Cindy, la proprietaria del caffè "Monnalisa",nel quale lavorava ormai da 3 giorni.
Aveva concluso il turno del mattino, e avrebbe passato il pomeriggio ad aiutare Youssef a sistemarsi nella casa nuova.
La casa che Tom gli aveva trovato, e che ovviamente era perfetta. 
Al pensiero dell'attore la ragazza abbassó involontariamente lo sguardo.
Erano passati diversi giorni dal loro "piccolo incedente", e un po' per fortuna, un po' perché aveva cercato di uscire di casa il meno possibile, era riuscita a non incontrarlo più.
Aveva passato l'intero giorno successivo a disperarsi sulla sua ignobile condizione di vita e a darsi dell'idiota.
A quanto pare, dopo l'esibizione in cucina si era sentita poco bene, e Karima l'aveva accompagnata in bagno.
Tom era tornato a casa, per evitare ulteriori imbarazzi, ringraziando per la cena e sincerandosi di avere notizie di lei, una volta che fosse stata meglio.
Una volta uscita dal bagno, lei disperata aveva cominciato a piangere, urlando all'abbandono, costringendo il povero Youssef a farle da "orso di peluche" umano, finché non si erano addormentati stremati nel letto di lei.

Il sole del primo pomeriggio si faceva sentire sulle afose vie del centro, ed Elena in "divisa" da lavoro non poteva che sentire caldo.
La camicetta bianca le aderiva alla schiena, infastidendola non poco, e i pantaloni neri dal taglio classico attiravano il calore.
Passeggiava per raggiungere la stazione degli autobus costeggiando una via animata dai colori delle vetrine.
Si fermó un attimo davanti ad una vetrina di Armani.
Un manichino maschile indossava un completo grigio, semplice ed elegante.
Il pantalone aderente scendeva stretto per le gambe, e la giacca sembrava fatta a posta per evidenziare un fisico slanciato.
Inutile dire a chi stava pensando lei.
Sospiró.
*Elena vuoi metterti anche a fare la consulente di moda ora?*
 La ragazza che portava un bustina con dei cornetti che gli aveva regalato Gigi il pasticciere, lo zio di Cindy, continuava a passeggiare con fare pensieroso, quando il suo sguardo fu catturato da qualcosa.

 

 

TOM POV.

 

 Seduto su una poltrona,nell'ufficio di Luke, Tom, con il mento poggiato sotto il pugno chiuso, osservava in maniera annoiata la stampa di una fotografia che il suo publicist aveva appeso.
Si trattava di una di quelle riproduzioni di foto famose, "bacio all'hotel de Ville" doveva intitolarsi se non sbagliava, era di un fotografo francese.
La fissava, ma proprio non riusciva a ricordare dove l'avesse vista ultimamente. 
<< Allora Tom, le foto della scorsa settimana sono pronte, vuoi dargli un occhiata? >>
Chiese Luke, che aveva momentaneamente abbandonato il lavoro al suo notebook.
<< Tom è tutto ok? >>
Chiese il PR preoccupato.
Tom scrolló un attimo la testa e rivolse lo sguardo verso il publicist che lo guardava con un aria interrogativa.
<< Ehm si Luke scusa, ero perso nei miei pensieri  >>
Disse lui.
<< Ultimamente ti vedo distratto.., Problemi a casa? >>
Chiese lui preoccupato.
<< No no stanno tutti benissimo grazie >>
risposte Tom con un sorriso.
<< Mmmmm...>>
Luke si portò un mano davanti alla bocca
<< Sarà mica a causa di una donna? >>
Cicendo questo Luke spalancò gli occhi.
Tom lo fissó per un attimo e scoppió in una fragorosa risata.
L'unica donna che aveva occupato i suoi pensieri ultimamente era una certa "ballerina", ma non poteva certo dirglielo, lo avrebbe preso per un pazzo.
Con un sorriso, e un'alzata di sipracciglia mise una mano sulla spalla del publicist e disse.
<< Forse è meglio se guardiamo queste foto eh? >>

 

ELENA POV.

 

 Non aveva idea di quando lo avrebbe indossato, ma era stato amore a prima vista.
Non poteva lasciarlo li, assolutamente no!
Mentre saliva sul suo autobus, Elena abbassó per l'ennesima volta lo sguardo sulla busta che teneva in mano, all'interno della quale poteva intravedere la stoffa gialla. *Vorrei tanto sapere quando lo metterai cara mia, visto che ci hai speso un quarto di stipendio*
Si accomodò in uno dei pochi posti liberi, davanti ad una coppietta di turisti.
*Tedeschi*
Pensó riconoscendo qualche parola che si scambiavano i due.
Sembravano entusiasti dei loro acquisti e parlavano animatamente l'uno con l'altra tenendosi per mano.
*Che carini*
Si trovó a pensare lei.
Prese l'iPod dalla borsa e infiló le cuffiette.
Premette il tasto play e Bono cominciò a cantare.
"I can't live.... With or Without you!"


***

    

ELENA POV.


 


Elena e Youssef bussarono alla porta del nuovo appartamento del ragazzo a Earls Court.
Come sia possibile trovare un appartamento in una zona del genere restava ancora un mistero per la ragazza, che guardava l'amico sorridere entusiasta.
Earls Court era infatti un centro nevralgico dell'intrattenimento e metà preferita di molti giovani.
Inutile dire cosa significava per Youssef vivere a pochi passi dall' Earls Court Exhibition center.
La porta si aprì e un giovane che trasudava stress da tutti i pori aprì la porta.
<< Ah Youssef! Prego prego entra! >>
Disse il giovane occhialuto.
Alto, magro , lentigginoso e con una polo.
Tutto in lui sembrava urlare :Welcome in England!
I due si accomodarono nell'ampio Open space che occupava gran parte della casa.

Seduta sul divano una ragazza affondava in naso su quelli che sembravano degli spartiti musicali.
<< Lei é Elena, una cara amica, è venuta a darmi una mano >>
La presentó Youssef.
Elena porse la mano al giovane che scoprì chiamarsi Henry.
<< Lei è Alice, scusatela ma ha un brutto momento >>

Disse Henry con uno sguardo preoccupato.
Elena posò lo sguardo sulla ragazza. Lunghi e lisci capelli castani le scendevano sulle spalle, mordicchiava nervosa una matita e con l'altra mano si grattava nervosamente la testa.
Proprio mentre la guardava, lei alzó di scatto la testa come resasi conto della presenza di qualcuno in casa.
Puntó i grandi occhi verdi prima su di lei e poi su Youssef con evidente disapprovazione e accennó un
<< Sera... >>

Per poi ritornare ad immergersi in quello che stava facendo.
Elena vide Henry giugere le mani in segno di scusa.
<< Buonasera anche a te Alice >>
Disse Youssef divertito.
<< È solo un pó acida, le passerà >>
Disse il ragazzo all'amica.
*Speriamo bene*
Pensó Elena.

Peró provava un moto di simpatia per quella ragazza, per una volta non si trovava a dover trattare con la solita gatta morta che faceva le fusa a Youssef.
*Qua l'unico che finisce morto è lui se non sta attento*
Pensó Elena e seguì i due nella stanza di Youssef.
 

TOM POV.

<< Beeeen, vecchio mio come stai?? >>
Esclamó Tom rivolgendosi al telefono.
Passeggiava avanti indietro per il salotto mentre tentava di chiudere il gilet con una sola mano.
<< Allora si inizia fra poco eh? Ma domani non è il tuo compleanno? Organizzi qualcosa con i tuoi? >>
Tom continuava a vagare per la stanza con il telefono in mano tentando di sistemare inutilmente l'ultimo bottone.
<< Bene bene, si si, capisco. >>
Annuiva Tom.
<< Ah ma naturalmente! Ok allora ci sentiamo per un caffè nei prossimo giorni che mi dici? Perfetto!>>
Si era fermato ed era riuscito a chiudere l'ultimo testardo bottone.
<< Bene allora ci sentiamo presto ok vecchio mio? Ciao ciao >>
Tom chiuse la telefonata e fece cadere il braccio lungo il corpo.
Fissó un attimo l'imbrunire fuori dalla finestra, prese le chiavi appoggiate sul tavolo e si avvió verso la porta un po' nervoso.
*Maledette cene in famiglia, maledetto circolo, chissà chi mi presenteranno oggi*
 E così rimuginando tra sé e sé uscì.
 










"ANGOLINO DELL'AUTRICE"
Ciao a tutti\e! Ringrazio come sempre tutti i coraggiosi che stanno leggendo questa storia!!
Chi l'ha recensita, chi la segue, chi la ha fra le ricordate etc etc.. 
Avendo praticamente 0 tempo da dedicare a qualsivoglia attività, non sono ancora riuscita a formattare i capitoli iniziali, CHIEDO PERDONO! * si inchina*, ma mi impegnerò a farlo presto!
Anche la stesura della storia va un pochino a rilento, ma ho in mente degli incontri assolutamente divertenti XD
Abbiate pazienza con i miei sproloqui descrittivi! Ehehehehe (cit.)
Al prossimo aggiornamento!

xx 

-Ruka-

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Capitolo 14
*** Cappuccino Express ***


Cap 14.

 

Cappuccino Express 




TOM POV.

 Seduto stancamente sulla macchina che lo stava portando al suo prossimo appuntamento, Tom fissava la città muoversi al di fuori del finestrino oscurato. Erano fermi ad un semaforo e poté concentrarsi sulle persone che attraversavano le strisce pedonali.
*Ah quanto ne vorrei uno*
Pensó Tom mentre guardava un bambino che leccava con gioia un ghiacciolo.
La mattinata si prevedeva lunga e afosa.
Non esattamente l'ideale per passarla rinchiusa nello studio della costumista.
A fianco a lui Luke discuteva animatamente al telefono.
<< Le ho già spiegato che Emma non potrà essere presente in quanto è impegnata sul set di... >>
Il PR lo guardó con fare esasperato cercando un pó di conforto.
<< No no no! A me non interessa! >>
Insisteva Luke evidentemente senza successo.
Tom gli rivolse un sorriso solidale, per poi ritornare ad osservare fuori dal finestrino. Passarono davanti ai locali del centro, già animati dalla piccola folla di turisti stagionali.
In particolare l'insegna di una caffetteria destò il suo interresse, facendogli desiderare ardentemente un altro espresso. La serata con la famiglia lo aveva come al solito un pó debilitato.
Adorava poter stare con i genitori e con la sorella minore.
Adorava un pó meno ascoltare i monologhi di sua madre su quanto fosse carina Miss Tale dei Tali, o quanto deliziosa fosse la figlia di Mr Caio e Senpronio. Ultimamente aveva sviluppato l'irritante abitudine, di tentare di fissargli degli imbarazzanti appuntamenti, con le signorine di sua conoscenza, che lei considerava dei "buoni partiti" per l'adorato figliolo.
Non che non lo fossero, per carità! Ma Tom pensava di essere ancora in grado di trovarsi una ragazza da solo.
Nonostante avesse superato la trentina da un paio d'anni non era mica un ferro vecchio! 
*A proposito di ferro vecchio! È il compleanno di Ben*
Con un sorriso sulle labbra, inizió a digitare un messaggio di auguri all'amico, quando la fastidiosa suoneria degli sms lo avvisò di un messaggio in arrivo.
"Ricordati che stasera hai promesso che sarai MIO!" Recitava.
*Chi me lo ha fatto fare!*
Tom alzó gli occhi al cielo.

ELENA POV.


 Quella mattina era il suo turno in caffetteria.
Il via vai di clienti per la colazione era sempre piacevolmente incessante.
Uscì con un vassoio in mano per servire i clienti seduti in un tavolino che si trovava all'esterno.
La caffetteria "Monnalisa", infatti, oltre ad una decina di tavoli all'interno offriva alcuni tavolini all'esterno del locale.
"La sala esterna" al di sotto della tenda posta all'ingresso, sulla quale torreggiava la scritta "Caffetteria Monnalisa", era delimitata da diverse fioriere, dalle quali si potevano ammirare gli adoranti fiori di Cindy, dei quali si occupava personalmente.
<< Ecco qua il cappuccino per la signora, e il macchiato freddo per il signore >>
Disse Elena servendo la coppia a cui aveva preso l'ordinazione.
Come ogni buona caffetteria italiana, il "Monnalisa" , offriva tutti i diversi tipi di caffè che potevano trovarsi in un qualsiasi bar in Italia: espresso, macchiato caldo o freddo, cappuccino , caffè doppio , mocaccino etc...
Tutto ció in un primo momento destava confusione nei clienti neofiti, che però in seguito imparavano ad apprezzare le diverse proposte del locale. 
Oltre che per il caffè, il "Monnalisa" era famoso anche per le deliziose paste di Gigi , lo zio di Cindy.
Napoletano DOC espatriato anni prima con il fratello, che altri non era che il padre di Cindy, e che la aiutava a mandare avanti il locale.
Serviti i clienti Elena alzó lo sguardo verso la via trafficata.
*Certo che ne fa di caldo oggi *
Elena si posò un attimo la mano sulla fronte per osservare il sole. Saranno state circa le 10:30.
Concluso il proprio turno, si sarebbe vista per un pranzo veloce con Karima, in un locale in cui andavano spesso, e il pomeriggio lo avrebbe finalmente dedicato a quella che era la sua passione.
Scrivere.
Il telefono in quel momento le vibró nella tasca dei pantaloni.
Si trattava di un messaggio del l'amica.
"Grandi novità per stasera! Sappi che non ammetto repliche, dopo pranzo ti voglio tutta per me!"
*Addio ispirazione, addio scrittura, addio sogni di gloria*
 

TOM POV.

 Si stava misurando l'ennesimo completo , con la costumista e l'assistente che gli ronzavano intorno come api operaie per meglio rifinire le misure.
*Mi sembra di essere un manichino maltrattato*
Luke lo aveva lasciato in consegna ad una timida assistente che era stata assunta da poco, e che sembrava avere il sacro terrore di guardarlo in faccia.
<< Aiah! >>
Fece Tom dopo essere stato punto dall'ennesimo spillo.
<< Mi scusi signor Hiddleston! Ma è che abbiamo così tanta fretta! Cercheremo di fare il miglior lavoro possibile! >>
Rispose la costumista mentre trotterellava da una parte all'altra della stanza.
<< Ma no si figuri Miss Howard! Lo sa che noi uomini siamo come bambini. Non sopportiamo nulla! >>
Disse lui sfoggiando uno dei suoi più affascinanti sorrisi.
*Quando hai iniziato ad essere così accondiscendente con le donna Thomas? Dovresti smetterla!*
Era proprio questa sua debolezza per il gentil sesso, che lo aveva portato ad accettare di accompagnare la sorella quella sera ad un evento di moda.
Un "fashion designer" emergente avrebbe proposto i suoi lavori nella pittoresca cornice del Victoria and Albert Museum, aperto quella notte per l'occasione. Lo stilista infatti aveva realizzato le sue opere attraverso l'utilizzo di materiali innovativi e sfruttando al massimo le loro capacità duttili. Avrebbe sfilato vetro, cristallo, metallo e quant'altro.
Sospiró e guardó speranzoso Miss Howard che sembrava aver finito.
La signora lo ricambió con un grosso sorriso, che non prometteva nulla di buono.
<< Mr Hiddleston, più questo e abbiamo finito! >>
Disse lei porgendogli quello che sembrava uno strano costume da maschera.
*E quando mai Bingley aveva indossato una cosa simile?*
Si voltó allora dalla sua assistente, che appena si rese conto dello sguardo di lui prese a fissare insistentemente a terra.
*Dio mi salvi dal genere femminile!*


ELENA POV.

 

Karima l'aveva fatta girare per tutta Oxford street in lungo e in largo alla ricerca di qualcosa da indossare la sera.
Elena sfinita dalla mattinata di lavoro desiderava ardentemente una doccia, mentre l'amica si strizzava dentro l'ennesimo tubino.
<< Allora che ne pensi di questo? >>
Chiese la ragazza.
<< Bellissimo! Stupendo! Stai un incanto! >>
Rispose Elena con fare annoiato.
<< Ma è esattamente quello che hai detto degli altri 3 di prima!!! >>
Disse Karima lamentandosi.
<< È perché ti sta bene tutto! Davvero Kar! Uno vale l'altro farai comunque un figurone! >>
Cercó di tranquillizzarla Elena.
<< Ooooh, la verità è che facevano schifo tutti! >>
Concluse Karima sedendosi stancamente sullo sgabello stracolmo di abiti.
<< Faccio una cosa ok? Adesso tu rimani qui, faccio un giro, e ti porto qualcosa da provare.. >>
Disse Elena alzandosi improvvisamente in piedi.
Karima alzó gli occhi verso di lei sconsolata.
<< Ok?>>
Rimbeccó Elena.
<< Ok... >>
Rispose mugolando Karima.
*Anche la Personal shopper mi tocca fare adesso!*
Elena fece un giro veloce del negozio, ma proprio niente attirava la sua attenzione.
Aveva "fiuto" per gli abiti, era in grado di trovare quello giusto anche in mezzo ad una miriade di proposte.
Passando davanti all'ultimo stand un pó rassegnata lo vide.
Un tubino color rosso corallo con lo scollo a forma di cuore, e le spalline non troppo larghe che andavano a formare un incrocio sotto il seno.
Il colore avrebbe evidenziato la pelle ambrata di lei, e quel tipo di scollatura ne avrebbe esaltato le forme femminili.
Elena cercó la taglia giusta e lo portó all'amica sicura che sarebbe stato quello giusto.
*Elena sei sprecata come cameriera! Me lo sono sempre detta!* 


"ANGOLINO DELL'AUTRICE"
Ciao a tutti\e! I ringraziamenti si sprecano ogni volta e quindi non voglio essere tediosa!
Come forse qualcuno di voi ha notato mi sono adoperata per risistemare i primi chap... piano piano ma lo farò!
Evviva la sessione estiva ( NO.)
Fra poco assisteremo ad ad un nuovo irriverente incontro fra Elena e Tom, spero che questi capitoli "Introduttivi" non vi annoino troppo! In tal caso, sono ben accette critiche XD
Sono bene accette sempre! Critiche,precisazioni, insulti, magari non minaccie corporali D:
Al prossimo aggiornamento!

xx 

-Ruka-

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Capitolo 15
*** Catwalk ***


Cap 15.

 



Catwalk 

TOM POV.
 

*Faremo ritardo, siamo già in ritardo! Aaaah le donne*
Fermo sotto casa della sorella, Tom la aspettava impaziente in macchina ormai da circa un quarto d'ora.
*L'unico in grado di farmi aspettare più di una donna forse è Luke! Maledetto*
Pensó l'inglese, ricordando il PR ritardatario.
Per non parlare del fatto che lo aveva mollato in balia di quella povera assistente terrorizzata.
Si passò una mano sulla spalla, come a scacciare la polvere da sopra la giacca.
Aveva optato per un Look molto semplice e classico.
Camicia bianca aderente su pantalone blu scuro slim e giacca dello stesso colore con un solo bottone.
Al taschino portava peró una pochette damascata sui toni del viola e del blu scuro.
Proprio quando aveva deciso in preda all'esasperazione di provare a telefonarle, vide socchiudersi il portone del palazzo di fronte. 
La sorella chiuse adagio il portone e scese di corsa le scale d'ingresso con un rumoroso scalpiccio di tacchi.
<< Ci facciamo desiderare vedo! >>
Disse Tom appena la ragazza aprì la portiera dell'automobile. 
<< Oh dai fratellino che vuoi che sia! >>
Disse lei facendo un movimento con la mano come a voler scacciare via la sciocchezza appena detta dal fratello.
<< E poi si sa, che le signore si fanno sempre desiderare! >>
Disse lei facendogli l'occhiolino. 
Lui sospirò divertito e accese la macchina.

ELENA POV.


Sedute nella zona "stampa" in terza fila, Elena e Karima aspettavano ansiose di godersi la sfilata all'Albert and Victoria Museum.
La grande notizia della serata era appunto la sfilata alla quale Karima l'aveva trascinata.
Avvisata all'ultimo momento dalla redazione, che la collega con la quale doveva partecipare e fare da assistente all'evento era ricoverata in ospedale per un intossicazione alimentare.
*Povera ragazza*
Karima si era trovata improvvisamente a dover essere l'incaricata dell'evento, ed avendo in biglietto in più aveva trascinato con se l'amica.
Elena osservava curiosa gli ospiti della serata.
Dritto di fronte a loro c'erano i posti riservati alle celebrities, ma avendo un fastidioso faretto puntato in faccia, non riuscita a distiguere nessuno.
<< Cavolo Ele come sono emozionataaa!!! >>
Karima stava per mettersi a saltellare sul posto dall'entusiasmo, ma sapeva di dover mantenere un contegno.
<< Cioè ti rendi conto di dove siamo? È un evento esclusivo! Qui c'è la gente che conta! Aaaaah... Non vedo l'ora di andare all'aferparty! >>
Elena le rispose con un grosso sorriso stringendole una mano.
<< Dai Kar, concentrati sulla sfilata e scrivi un bell'articolo! Così riuscirai sicuramente a farti notare! >>
Le disse incoraggiandola.
Elena voltó nuovamente lo sguardo verso la zona "Vip".
Intravedeva solo un sacco di gambe femminili, alternate da qualche raro paio di pantaloni maschili.
*Sicuramente ce li avranno trascinati poveretti!*
Un movimento catturó la sua attenzione, e intravide arrivare una ragazza ed un uomo.
Erano sicuramente in ritardo, e velocemente presero posto, proprio nelle sedie centrali di fronte a loro.
*Chissà chi siete... Non vedo un cavolo!* 

 

TOM POV.


<< Cavolo Emma queste sedie sono davvero scomode! >>
Si lamentó Tom allargando le gambe come al suo solito per tentare di sedersi più comodo.
<< Oh zitto! Sei tu che non sei in grado di sederti in maniera normale! Chiudi quelle gambe>>
Rispose lei non degnandolo di uno sguardo.
*Santa pazienza!*
<< Non è colpa mia se ho le gambe lunghe, e se... bhe se sono un uomo! >>
Rispose lui con uno sguardo eloquente.
Erano arrivati in tragico ritardo da meno di un minuto ed era già insofferente.
Appena arrivato aveva dovuto salutare almeno una ventina tra colleghi più o meno conosciuti da lui e dalla sorella, oltre che posare per le foto di rito.
Si guardó intorno notando la preponderante presenza femminile, sia nella zona Vip che nella zona stampa.
<< Allora, come hai detto che si chiama lo stilista? Jaeg... Qualcosa... È svizzero? >>
Chiese alla sorella per l'ennesima volta.
<< Jaeger, Adam Jaeger! Stai cominciando ad avere disturbi di memoria? È preoccupante per un attore! >>
Rispose lei sarcastica.
<< Mmm... Che seratina che abbiamo oggi! >>
Commentó Tom con un sorriso.


ELENA POV.

 

*Almeno hai avuto occasione di metterlo*
Elena tentava di tirare la gonna dell'abitino nuovo in modo che le coprisse di più le cosce.
Il grande acquisto consisteva in un abito giallo scuro quasi ocra, che arrivava appena sopra il ginocchio.
Rimaneva piuttosto accollato, con le maniche a 3/4 leggermente sbuffate, aderente sul busto si fermava in vita con una cinturina nera per poi allargarsi nella gonna leggermente svasata che formava delle pieghe.
Il problema era appunto che la gonna, una volta seduta, non voleva saperne di stare al suo posto, e continuava a scoprirle le cosce. 
<< Ele finisci di martoriarti il vestito o non farai altro che peggiorare la situazione. Quel tizio due posti più in la ti sta già fissando da mezz'ora >>
Disse Karima posando una mano su quella di Elena e facendo finta di non guardarla.
Elena di rimando si giró deliberatamente verso l'uomo indicatole da Karima, che le stava effettivamente fissando le gambe.
*Oddio che schifo*
Dovette trattenersi dal fare un commento poco carino, ma non voleva creare problemi all'amica, non sapeva essere molto diplomatica in certe situazioni.
Si sistemò per l'ennesima volta sulla sedia e riprese a fissare davanti a se.
*Certo che si fa desiderare questo stilista!* 

 

TOM POV.


*Mi ero preoccupato tanto ma qua siamo in ritardo più che mai*
Tom , che continuava a muoversi nella sedia in modo da sistemarsi in una maniera più comoda si osservava intorno dopo aver esaurito gli argomenti di cordiale conversazione con la sua vicina di posto.
Una modella apparentemente più interessata ad osservare noiosamente le sue scarpe che a fare qualche chiacchiera.
Emma era impegnata invece in una fitta conversazione con la sua vicina di posto, nonché collega , a quanto pare aggiornatissima sulle ultime tendenze di stile.
<< Si si! Quest'anno la gonna lunga è un must-have! Con i sandali flat è perfetta per l'estate >>
Diceva la ragazza rivolgendosi alla sorella.
Tom si ritrovó ad annuire involontariamente.
*Tom adesso approvi anche la moda mare?*
<< Oooh! guarda che carino il vestito di quella ragazza! >>
Disse improvvisamente Emma.
<< Dove? Quale? Quello blu? >>
Rispose l'altra ragazza.
<< Ma no! Dritto di fronte a noi, terza fila... Quell'abitino giallo! >>
Tom annoiato, seguì anch'esso le indicazioni della sorella e scorse l'abitino sopraccitato.
O meglio la ragazza che lo indossava, e che continuava nervosamente a muoversi sulla sedia, un pó come faceva lui.
*Non ci posso credere*
Tom cominciò a ridere.
<< Hey ma che hai da ridere?? >>
Chiese Emma voltandosi verso di lui.
In tutta risposta lui continuò a ridere di gusto.
<< Tom tu lavori troppo >>
Concluse lei guardandolo con disapprovazione.





























"ANGOLINO DELL'AUTRICE"
Ciao a tutti\e!
Sto tragicaente cominciando anche io a farmi desiderare
!
Mi scuso per il ritardo con gli aggiornamenti ma cause di forza maggiore mi hanno impedito di scrivere come e quanto vorrei.
Cercherò di mettermi al passo ;)
Enjoy
xx 

-Ruka-

Ps: Se mi state gia odiando o state odiando la storia ditelo D: perchè ho intenzione di scrivere ancora per moooolto XD
 

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Capitolo 16
*** Cinderella ***


Cap 16.

 




Cinderella 



 

ELENA POV.

 

 Elena si guardava intorno con fare smarrito.
Un Flûte di champagne in mano ancora pieno, in piedi affiancò ad una pianta di ficus, aspettava pazientemente l'amica, che l'aveva momentaneamente lasciata sola, per andare a salutare gli ennesimi Mr e Miss "sononelgirochecontavoimortalipotetesolocrepared'invidia".
La sfilata era stata veramente interessante, lo stilista aveva una concezione molto particolare della moda, che aveva colpito molto i presenti, fashion addict o meno.
Si ritrovó a fissare i propri piedi, fasciati in un paio di Mary Jane nere, con tanto di Plateau, che la facevano sentire un gigante.
*La verità è che sono appena scappata da Jutenheim*
Abituata al suo metro e settanta standard, e avendo poche occasioni per indossare scarpe alte, si ritrovava improvvisamente a far parte della popolazione sopra il metro ottanta.
Cosa che, in quella occasione non le impediva di confondersi fra la folla, vista la preponderante presenza di modelle, modelli e personaggi dello show bitz.
*Quella credo di averla vista in Dottor Who*
Si trovó a pensare Elena osservando una ragazza che chiacchierava amabilmente con un signore di mezza età, che aveva tutta l'aria di essere un tipo importante nell'ambiente.
*Oh! E quello lo conosco! Ha fatto quel pubblicità del profumo*
Elena continuava a guardarsi intorno alla ricerca di qualche piccola o grande celebrità da riconoscere, giusto per ammazzare il tempo.
Non era così aggiornata sul mondo tutto brillantini e gossip in cui lavorava l'amica, peró aveva una buona cultura in fatto di attori e attrici britannici, essendo una cultrice della BBC fin da ragazzina.
Karima le aveva detto che ad assistere alla sfilata c'era stata più di qualche celebrity, ma per ora non era riuscita a riconoscere nessuno di talmente famoso da suscitarle grande interesse. 
Persa nei suoi pensieri non si accorse dell'uomo che si era avvicinato a lei.
<< Mi scusi signorina... >>
Disse una tristemente famigliare voce profonda.
<< Sa, non vorrei disturbarla, o vorrei fare il terzo incomodo... Tra lei e il ficus! Ma mi permette di salutarla? >>
Al suono di quella voce Elena spalancó gli occhi, e alzando lo sguardo incontró quello verde/azzurro di Tom.
*Datemi un fosso, una grotta,un buco hobbit dove possa nascondermi e non vedere più la luce del sole*
Pensó la ragazza mentre si perdeva nel meraviglioso sorriso di lui.


TOM POV.

*Colpita e affondata* 
Quanto era carina ferma lì nell'angolo mentre si fissava i piedi?
Appena riuscito a scappare dalla folla di giornalisti e conoscenti che lo intercettavano, era andato alla sua ricerca. Era dannatamente curioso di sapere cosa ci faceva lì.
*Si vabbè Tom sei solo curioso*
Aveva intravisto Karima, quindi sicuramente era lì con lei per conto del giornale su cui lavorava, ma voleva comunque chiederlo a lei di persona.
Elena lo stava ancora fissando evidentemente stupita e un pó spaventata.
<< Ebbene? Ho interrotto qualcosa? >>
Continuó lui con un sorriso ancora più ampio.
Lei aprì la bocca un attimo e poi la richiuse.
<< Si, cioè no, sto aspettando Karima >>
Disse infine lei arrossendo 
*Che carina... Ti vorrei mangiare!*
*Tom smettila*
<< Sei venuta qui con lei? Mi sono veramente sorpreso di vedervi qui! >>
Lei abbassò lo sguardo ma non rispose.
<< Sei molto carina stasera >>
Lei diventò ancora più rossa.
<< G...grazie anche tu stai benissimo >>
Rispose lei toccandosi nervosamente le mani.
<< Anche a mia sorella piace molto il tuo vestito! Ti abbiamo vista alla sfilata, eravate sedute davanti a noi >>
*Ma dai Tom, straparla pure!*
Alzó gli occhi al cielo appena finito di dire quella frase.


ELENA POV.


Ok. 
Calma.
Lui le aveva appena detto che era carina.
*Gentilezza Elena, solo gentilezza*
E gli aveva chiesto se stesse filtrando con il ficus.
*Oh andiamo! Pensa alle cose serie*
<< Tua sorella ?>>
Disse d'improvviso lei.
<< Oh si Emma! Mi ha portato lei qui, è da qualche parte a reclamare attenzione suppongo! >>
*Sua sorella trova il mio vestito carino*
Elena si decise a guardarlo di nuovo in viso.
*Grave errore Elena, ti sta per partire una coronaria*
<< Ehm, allora siete qui per via di Karima... Deve scrivere un articolo sulla sfilata? >>
Chiese lui toccandosi nervosamente il collo.
*Sbaglio o è nervoso?*
*Naaaah... Improbabile*

<< Ehm si, la sua collega è stata male, quindi mi ha chiesto di accompagnarla... sai anche a me piace molto la moda quindi... >>
Rispose lei cercando di apparire convinta di quello che stava dicendo.
Ci fu un attimo di imbarazzante silenzio in cui lei tornó a guardarsi i piedi, e lui si mise ad osservare distratto il resto della sala. 
<< Ecco dov'eri finito! >>
Una voce femminile comparve alle spalle di Tom.
Elena non riuscì ad individuare da chi proveniva, finché Tom non si giró per mostrare la ragazza bionda dietro di lei.
Nonostante i tacchi, lui la sovrastava comunque di un bel pó di centimetri. 
*Oh ma quella è Fleur! Cioè Clémence Poésy*
Elena, a cui non mancava neanche il fatto di essere una fan di Harry Potter la riconobbe subito, ed inevitabilmente diventò nuovamente tutta rossa.
<< Tua sorella ti stava cercando dappertutto >> Disse lei in tono di rimprovero.
*Certo che é proprio bella dal vivo*
<< Oh che maleducata, non mi sono presentata alla tua amica >>
Disse lei guardando un Elena semi immobilizzata.
*La tua amica! Oh cielo!*


TOM POV.



*Clémence non so se odiarti o amarti in questo momento!*
Tom si schiarì la voce.
<< Lei è Elena, la mia vicina di casa, è qui con un amica giornalista >>
Clémence le porse una mano e le sorrise.
<< Piacere , Clèmence >>
<< Oh, ma so chi sei, cioè mio dio... Ehm >>
Tom vide Elena imbarazzarsi ed impiastricciarsi con le parole.
*Che carina*
<< Cioè volevo dire, ho visto diversi tuoi film, complimenti sei molto brava, e bella! Devo dire che dal vivo lo sei ancora di più >>
Disse infine la ragazza.
<< Oh ma che gentile! grazie mille! Tom la tua vicina è proprio simpatica! >>
Rispose l'attrice ridacchiando.
In quel momento un'altra voce femminile si unì al coro.
<< Ah eccolo! Clèmence grazie di averlo trovato! Questo scappa sempre! >>
Emma arrivò sorridente con la sua andatura elegante ed un bicchiere di champagne in mano .
<< Tom caro, sempre in compagnia di belle signorine! Oh ma... >>
Emma fissó un attimo Elena, prestando attenzione all'abito.
<< Ecco perché prima hai riso! >>
Disse lei rivolta al fratello con fare accusatore.
<< Vedi cara, prima ho fatto un apprezzamento sul tuo abito, che devo dire trovo veramente delizioso, e questo qui ... >>
Disse indicando il fratello.
<< Si è messo inspiegabilmente a ridere >>
Elena ritornó del suo ormai ben noto color amaranto.
<< Emma lei è Elena, la mia vicina di casa . Elena lei è mia sorella Emma >>
Le presentò Tom con aria divertita.
<< Molto piacere >>
Elena rispose alla mano tesa di Emma.
<< Ah! Ho capito! >>
Esclamó improvvisamente Emma.
*Oh no! Oh no! Emma no!*
<< Sei la ragazza della doccia e del blackout! >>
Tom poté chiaramente vedere il sangue defluire dalla guance di Elena.

 

ELENA POV.


*Lei lo sa! Addio mondo crudele*
Elena si sentiva chiaramente venir meno, ma non poteva fare la figura dell'idiota ad un evento pubblico di tale portata .
*Sta su, pensa... Una risposta! Elena una risposta!*
Fissó Emma con un tiratissimo sorriso.
Emma di rimando le sorrideva in maniera incoraggiante mentre Tom cercava vistosamente di tirarli fuori da quel pasticcio.
Clèmence li guardava diverita.
*Non saprà qualcosa anche lei mi auguro!*
<< Oh ecco... >>
<< Ele, sei ancora qui? >>
*Karima Ti amo!*
Karima si avvicinó al gruppetto di persone con la bocca semiaperta.
<< Ah eccola! Emma, Clèmence, lei è l'amica di Elena e altra mia vicina di casa Karima >>
*Dio Kar chiudi quella bocca*
Karima dopo un attimo di esitazione, ripose gentilmente alle presentazioni.
<< Ehm ecco, scusami Ele ero occupata a fare qualche domandina sulla sfilata in giro... >>
Disse lei rivolgendosi all'amica.
<< Oh meravigliosa non pensate? >>
Commentó Clèmence.
<< Ho trovato l'uso del cristallo assolutamente geniale >>
Continuó Emma.
Le tre ragazze si immersero in una fitta conversazione monotematica, con una Karima che sprizzata entusiasmo da tutti i pori.
Elena che le guardava diverite, riposó lo sguardo su Tom.
*Oddio che imbarazzo*
Appena si voltó , poté notare un Tom decisamente concentrato su tutt'altro che la conversazione.
E quell'altro era lei.
*Elena non hai bevuto eppure hai le allucinazioni*
Si scambiarono un lungo e intenso sguardo che fece rabbrividire la ragazza.
<< Tom Tom! Possiamo fare qualche scatto? >>
La voce seguì una serie di scatti rumorosi di macchina fotografica.
<< Oh, ma certo >>
Rispose lui sempre gentile, ma evidentente scocciato.
*Non è contento, guarda quel sopracciglio*


TOM POV.

 

 

*Mi sono appena ricordato quanto è scocciante essere famoso*
Tom dovette posare per alcuni scatti insieme alla sorella e a Clèmence, mentre Elena è Karima si allontanarono per non disturbare.
*Non mi scappare non mi scappare...*
*Se mi scappa lo ammazzo*
<< Ok perfetto grazie mille >>
Ringrazió l'inopportuno fotografo e si dileguó.
<< Si si prego prego...>>
Commentó Tom con fare annoiato.
<< Che c'è fratellino? Non ti vedo molto contento >>
Disse Guardandolo di sottecchi Emma.
<< No no, figurati, solo che non mi lasciano mai tranquillo >>
Disse lui Guardandosi attorno.
Emma lo fissó con fare interrogativo, poi mostró un guizzo di stupore sul viso.
<< Che c'è? Che cosa sta macinando quella testolina! >>
Chiese lui posandole una mano sulla testa per scompigliarle i capelli.
<< Fermo con quelle mani che mi disfi la piega! >>
Si lamentò lei.
<< Eheheheheh >>
Rise prendendola in giro lui.
<< La mia testolina non macina un bel niente! Stavo solo pensando che ormai è quasi mezzanotte... >>
Disse lei con sguardo furbo.
<< Ebbene ? >>
Chiese lui con fare curioso.
<< Se non stai attento, Cenerentola scappa via! >>
Detto questo la ragazza alzó i tacchi e lo lasciò da solo.
*Maledetto intuito femminile*
 

















"ANGOLINO DELL'AUTRICE"
Ciao a tutti\e!
Ok, lo ammetto, nonostante le mie autocritiche sul non scrivere capitoli, non ho resistito a postare quasi subito questo capito.
PERCHE' E' TENEROOOO!!
Ok si sto fangirleggiando sulla mia stessa fanfiction.
" Non sono pazza! mia madre mi ha fatto visitare! " ( semicit.)


Cooomunque ho sistemato i restanti capitoli della ff per rendere tutto leggibile! YAY!!!!!
Veramente sto ancora finendo di farlo, ma concluderò a breve. DETTAGLI!

Enjoy
xx 

-Ruka-


 

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Capitolo 17
*** "Nothing's gonna change my world" ***


Cap 17.

 
"Nothing's gonna change my World " 









ELENA POV.


 " Nothing's gonna change my world!Nothing's gonna change my world..." 
L'evocativa voce di un sospirante Jhon Lennon la destó dal suo sonno agitato. 
*Che cosa ho fatto di male a questo mondo * 
Le immagini della serata precedente le serpeggiarono davanti agli occhi. La sfilata, il vestito giallo, il ficus Tom, Karima, Clèmence, Emma, Tom e Tom e ancora Tom.
Ancora semi addormentata si raggomitoló a bozzolo tirando au di tutto il suo coloratissimo lenzuolo.
<< Non voglio andare a correre... Non voglio uscire da qui... Non voglio fare vita sociale...>>
Si lamentò in solitudine.
Guardó l'orologio appeso sopra la sua scrivania.
Una vespa rosso fiammante parcheggiata sotto il Colosseo faceva da sfondo alle lancette. Erano appena le 7.
*Oggi passo, i piccioni di Hyde Park faranno a meno di me* 
Aveva decisamente bisogno di riprendersi dalla serata di ieri.
Dopo l'imbarazzante tête a tête con Tom e sorella, e l'interruzione del fotografo,lei è Karima erano sgusciate via. 
O meglio Elena aveva trascinato via Karima per un braccio tentando di nascondersi tra la folla. 
Dopo una serie di minacce/preghiere / ricatti, era anche riuscita a convincere l'amica a lasciarla andare via da sola con un taxi. 
Era stanca e aveva una terribile paura di dover riaffrontare Tom, soprattutto dopo lo scambio di sguardi che c'era stato.
*Elena soffri di allucinazioni *
Si diede un piccolo colpetto sulla fronte, e si rigirò per l'ennesima volta sul letto.
*Coniglio.Sei un coniglio!* 


 

TOM POV.



*Alla fine mi è scappata* 
Tom sorseggiava una tazza di Earl Gray nell'ufficio di Luke, mente il Pr era inevitabilmente occupato al telefono. 
Tom continuava a fissare "Bacio davanti all'hotel De Ville", e con un grosso sforzo di memoria tentava di ricordare dove avesse visto quel poster.
*Tom stai cominciando a soffrire di disturbi della memoria a breve termine, stai invecchiando* 
<< Quindi è deciso? Ci vediamo lunedì prossimo per iniziare le riprese! Perfetto saremo lì >> 
Click. 
Luke spense il telefono e guardó pensieroso il suo cliente/amico/ assistito che sembrava assorto in strane elucrubazioni.
<< Thomas William Hiddleston >> 
Disse lui attirando l'attenzione di Tom. 
<< Sospiriamo come le ragazzine adesso? >> 
Disse Luke canzonatorio.
<< Ti lascio solo con tua sorella per una sera e chissà che combini! >>
Fece lui ammiccante.
<< Piantala idiota, sto cercando di ricordare dove ho già visto quel poster...Non sto certo pensando a ieri sera>> 
Rispose Tom scocciato.
<< Oh quindi è stato ieri sera... mmm chi sarà la fortunata? >> 
Continuó Luke poggiando la testa alle mani unite sotto il mento con fale civettuolo.
Quello che ottenne fu solo un pugno sulla spalla da parte di Tom 
<< Aih! Oh bene, siamo già alla fase di regredimento fanciullesco? Dovrò chiedere a Emma per qualche info...>> 
Disse lui massaggiandosi la spalla. 
*Quando lo dico io che quest'uomo è peggio di una ragazza* 
<< Tu non chiederai niente a nessuno, perché non c'è niente da dire! Ne sapere! >> 
Rispose Tom con un sorriso sghembo.
<< Se se, non ne dubito >> 
Rispose Luke guardando lo di sottecchi.
<>
Chiese Tom esasperato.
<< Si si, iniziamo a girare gli interni fuori città , staremo via per un paio di giorni >>
Disse Luke ritornando al suo tono professionale. 
<< Bene, non vedo l'ora>> 
Disse Tom sorridendogli e alzando gli occhi per guardare fuori dalla finestra. 
L'ufficio era situato in un palazzo piuttosto alto, e dalla finestra dell'ufficio di Luke si godeva un ottima visuale della Londra illuminata dal sole mattutino.
<< Bah, speriamo che riuscirai a concentrarti un pó di più >> 
Disse lui dubbioso. 
<< Ma si dai Luke! Sono solo un pó stanco fidati di me! >> 
*Si Tom stanco e frustrato*
Non poteva fare a meno di pensare alle vergognose reazioni che aveva avuto la sera prima.
*Dio Tom come sei messo male!*
Continuava a pensare a come aveva fissato quella povera ragazza quando era rimasto da solo con lei
*Sicuramente ora sarà terrorizzata, spero solo che non abbia intuito neanche la metà di quello che stavo pensando* 
Tom aveva un problema con le donne.
*Un'altro*
Solitamente, se Tom voleva intraprendere una relazione, cercava in una donna un carattere forte e indipendente.
Amava discutere con lei, anche scontrarsi, in sintesi non sopportava le donne senza personalità. 
Ciò non toglieva però , che desiderava essere lui quello che "portava i pantaloni"in casa. 
Voleva essere quindi lui il "maschio" della situazione, prendersi cura della sua donna e proteggerla.  
Proprio per questo motivo quindi non sopportava neanche le donne troppo autoritarie.
Detto ció, nonostante stimolassero il suo senso protettivo, di solito evitava le ragazze troppo timide o impacciate, per paura di dover far fronte ad una ragazza troppo docile e accondiscendente, anche perché visto il suo lavoro, la sua eventuale "partner" avrebbe dovuto subire uno stress non indifferente. Forse era per quello che era rimasto scapolo per un pó , per la disperazione della cara mamma. 
*Santa donna* 
Il problema stava però che al contrario del suo senso logico, i suoi più bassi istinti non la pensavano come lui. 
Sarà l'istinto del predatore, del cacciatore, del maschio alfa o come lo si vuol chiamare, fatto sta che non poteva assolutamente resistere ad una ragazza che si mostrava di fronte a lui docile,indifesa e spaventata. 
Si trasformava davanti ai suoi occhi in una facile preda, alla stregua di un agnellino di fronte ad un lupo, e tutto questo non faceva che stimolare in lui pensieri tutt'altro che cavallereschi. Immediatamente visualizzó l'immagine di Elena che si fissava timidamente in piedi incapace di reggere il suo sguardo. 
Aveva quasi ceduto, quando l'aveva vista mordersi il labbro inferiore per tentare di trovare le parole per rispondere alle sue domande impertinenti e rigirarsi nervosamente le manine.
Si per lui erano manine, in confronto alle sue. 
Valutó per un attimo le dimensioni delle mani di lei fissando le proprie. 
Lui aveva lunghe dita snelle , mentre lei aveva una mano piuttosto paffutella, nonostante indossasse quasi sempre lo smalto, era quasi bambinesca.
*Cristo Tom, quando hai notato queste cose* 
Scrolló la testa per scacciare quegli imbarazzanti pensieri e tossicchió.
*Tom stai facendo tutto da solo, dovresti vergognarti*
Si mosse nervosamente sulla sedia.
<< Ehm, controlliamo le notizie ti va? >> 
Chiese allora a Luke, impossessandosi del suo portatile. 
<< Oh ma certo! Fa pure! Con comodo eh! >> 
Rispose l'amico guardandolo con fare di rimprovero.
<< Tu proprio non me la racconti giusta! >>


 

ELENA POV.



DRIIIIN!!!
DRIIN!
Silenzio 
DRIIIIIN!!! 
DRIIIN!! 
<< Mmmmmmmm >> 
DRIIIIN! 
Elena con fare poco elegante tiró fuori un braccio dal bozzolo delle lenzuola sbattendolo letteralmente sul lato del letto, ed acchiappó l'iPhone che si lamentava istericamente. 
<< Siiiiiiiii che c'è! >> 
Disse lei in tono assonnato ma risoluto. 
<< ELENA MARIA VITTORIA MOLINARI CHIAMAMI IMMEDIAMENTE SU SKYPE! >> 
Tuonò un'acuta voce femmine dall'altra parte del telefono.
<< Com.. Che? Cos..? >>
Provó a replicare la ragazza. 
<< SU-BI -TO! >>
Concluse la voce prima di chiudere improvvisamente la chiamata.
Elena fissó lo schermo del telefono qualche secondo prima di realizzare chi fosse il mittente della chiamata. 
Stroppicció gli occhi, erano già le 9 e 30 del mattino. *Questo vuol dire che a casa sono le 10 e 30*
Si trascinó giù dal letto e si avvió verso la scrivania per accendere il pc.
*Spero per lei che sia la notizia dell'anno. Che sia la nuova stella del nuovo film di Spielberg. Che sia incinta, che si stia per sposare con Benedict Cumberbatch, al massimo che mio fratello abbia ritrovato il lume della ragione e che si sia tagliato i capelli, o che il Dottore con tanto di Tardis sia andato a prenderla* 

 


TOM POV.



*Non ci voglio credere* 
Tom stava seriamente pensando di passare alle minaccia fisiche sul prossimo fotografo impertinente che gli fosse passato sotto il naso 
<< No, non di nuovo!Non lo sopporterà! >> 
Tom fissava a bocca aperta l'ennesima fanpage in subbuglio per le foto della serata di ieri. 
<< Luke, non possiamo fare niente? Davvero?>>
L'inglese guardó il publicist con aria sconsolata, ma lui era troppo indaffarato a sbraitare al telefono.
*Altro che lupo e agnello! Qua ci scuoiano vivi* 
Tom tentava in tutti i modi di trovare una spiegazione plausibile che non complicasse le cose.
Si mise le mani in testa in preda all'esasperazione scompigliandosi i ricci.
<< Vorrei sapere chi diamine le ha dato l'autorizzazione di vendere certa roba! >>
Sbottava Luke al telefono esagitato.
<< Cosa diamine devo fare? Una dichiarazione pubblica per essere lasciato in pace? >> 
Tom si alzó dalla sedia e cominciò a camminare avanti indietro per la stanza.
<< Ci sono! Faccio outing e dico che sono gay! Così saranno tutti contenti! Evviva le fanfiction!!! >>
Luke che sembrava aver afferrato l'ultima parte del discorso spalancó gli occhi verso il suo assistito e mimó un:
<< Finiscila di dire cazzate >>
Con il solo labbiale. 
Tom alzó gli occhi nuovamente verso il poster alla parete sbuffando, e ricordó finalmente dove lo avesse visto.
*Il corridoio di casa sua!*



ELENA POV.



<< Quindi vuoi dirmi che sono stata paparazzata? >>
Elena, occhiali, pigiama e con una sorta di nido in testa che doveva essere qualcosa di simile ad uno chignon,fissava il pc sgomenta, dubbiosa e non troppo convinta di quello che stesse leggendo. 
Dall'altra parte dello schermo una Sofia perfettamente truccata e vestita gesticolava come una matta. 
<< Gesù Elena! Vedessi le pagine del fandom! Ti stanno dando la caccia!!! >> 
Elena continuava a fare la spola tra la conversazione su Skype e le foto su internet.
Il fotografo era riuscito a fotografare lei e Tom in quei pochi momenti in cui erano rimasti soli vicino alla pianta di ficus .  
Il tutto ovviamente con tanto di posa alquanto equivoca , dove Tom sembrava chinarsi su di lei. 
<< Io.. Io >> 
Elena sembrava aver improvvisamente realizzato la gravità della cosa e il suo viso viró in una preoccupante sfumatura di carminio. 
Si prese il viso fra le mani e fissó sgomenta l'amica tramite lo schermo.
<< Io sono stata paparazzata con Tom Hiddleston...>>
Sofia dall'altra parte dello schermo fece segno di esultanza. 
<< Oh ma allora hai capito!! >>  Elena fissava lo schermo sgomenta, si toccò le guance sentendo il calore lasciare posto ad un pallore cadaverico.
<< ELEEEEE!! Mio dio devo raccontarmi tutto! Cioè dopo la storia della doccia pensavo che insomma... Non ci fosse stato più niente! Ommiodioommiodioommiodio! Tu e Tom! KYAAAH>> 
Sofia continuava con tutta una serie di esclamazioni/insulti /gridolini isterici incintando e allo stesso tempo impedendo all'amica di rispondere in qualche modo. 
*E ora come diavolo si fa? Io non esco di casa , lui mi odierà! Adesso sarà sommerso da domande* 
Elena si voltó verso l'amica al pc.
<< Allora? >>
Sofia con le mani sul volto la guardava con i grandi occhi scuri sbarrati. 
<< Allora... Io... Io... Ci sentiamo dopo! >> 
Elena chiuse di botto il laptop e cominciò a strillare correndo fuori dalla stanza.


 

TOM POV.



*Devo contattarla.. Sarà in casa?* 
Le telefonate di Luke erano state inutili, adesso metà della stampa scandalistica Londinese gli stava addosso per avere informazioni sulla fantomatica "Brunetta in giallo" che era stata fotografata con lui.
*Brunetta in giallo, sembra il nome di una sottomarca di cioccolatini*
Guardó l'orologio, era quasi ora di pranzo, durante il primo pomeriggio si sarebbe dovuto incontrare con Benedict.
*Mi ucciderà, o meglio mi prenderà in giro per giorni*
Luke dopo i primi momenti di ira verso i giornalisti non aveva fatto altro che snervarlo per avere informazioni su di lei.
<< Santo cielo Luke! È un dannato equivoco! Tra me e lei non c'è nulla! >> 
Aveva sbottato alla fine rosso di rabbia.
<< Ok ok amico... Quando avrai voglia di parlarne ne parleremo, perché se c'è qualcosa di vero, insomma la verità paga, so che tieni alla tua privacy ma...>> Aveva risposto Luke per niente convinto. 
<< Luke se ci tieni ad essere ancora il mio agente tappa quella bocca >> 
Aveva concluso la conversazione Tom uscendo dall'ufficio. 
Tom, camminando velocemente alla ricerca di un taxi cercó nella rubrica l'unico numero che in quel momento gli sarebbe stato utile.
<< Bell... Bello... Bell'imbusto... A eccolo qui il numero... >> 
Tom fece per avviare la chiamata quando il telefono gli squilló in mano.
"Emma" 
<< Oh, no. >>

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Capitolo 18
*** Molotov Milk ***


Cap 18.

 



"Molotov Milk" 









ELENA POV.


Elena aveva passato le ore precedenti  in preda alla più totale crisi.
Era  passata dalle risate isteriche al pianto nel giro di minuti.
Si era ributtata a letto in preda ad una crisi di pianto, aveva fisicamente rotolato per tutta la lunghezza del suo letto, che per fortuna era un matrimoniale, fino a raggomitolarsi in una sorta di involtino.

Era rimasta in questo stato per circa 10 minuti che le erano sembrate ore intere.
Ripresasi dallo shock aveva richiamato Sofia, che l'aveva aspettata pazientemente davanti al pc.
Le si era presentata davanti allo schermo  avvolta dal lenzuolo che la drappeggiava totalmente, con gli occhi rossi di pianto e i capelli completamente in disordine.
Come un fiume in piena le aveva raccontato tutti gli avvenimenti dell'ultimo giorno, causando l'imbarazzante ilarità nell'amica.
<< Non si ride delle disgrazie altrui! >>
Le aveva detto piagnucolando.
<< Prima di tutto levati quella roba di dosso! Sembri uno strano incrocio tra Sherlock e Frodo Baggins! Mi auguro che tu indossi qualcosa sotto quel lenzuolo! >>
Commentó spazientita l'amica.
<< Ho sotto il pigiama... >>
Piagnucoló  lei. 
Sofia sospiró e le lanció uno sguardo di disapprovazione.
<< Comunque scusa Ele! Ma è tutto così assurdo! Sembra  il plot di una commedia! Scrivici una sceneggiatura! Facci una sitcom!! >>
Commentó l'amica.
<< "Come toccare il fondo, un racconto di Miss Molinari" ! Oppure: "Come scavarsi la fossa da sola in 5 semplici mosse!" >>
Cominciò ad elencare Elena con aria drammatica.
<< Oh e perché non "Io e la sfiga! Una storia d'amore lunga una vita! " si questo potrebbe funzionare! >>
Sofia la guardó con uno sguardo truce.
<< Elena. >>
Elena continuó a ignorarla, si alzó in piedi con fare teatrale, e con un gesto che sembrava mostrare  un immagginario titolo di fronte a se pronunció con fervore.
<< IL KARMA NON ESISTE! Storia vera di una povera anima che finì morta suicida! >>
<< ELENA! >>
Urló dall'altro lato dello schermo Sofia.
<< Vuoi che prenda il primo volo per venire lì a schiaffeggiarti?? >>
Elena la guardó spalancando i grandi occhi.
<< Non mi sembra una buona idea >>
Le disse con ancora le braccia alzate in una posa plastica. 
Subito rinsavì e  si riaccocoló sulla sua sedia, arrampicandosi sopra.
<< Va bene la smetto... >>
Disse con tono sommesso.
<< Ah quanto talento per il melodramma sprecato! >>
Commentó irritata Sofia.
<< Vedi di stare tranquilla, e di non fare pazzie! Soprattutto non tentare di escogitare strani piani per risolvere la situazione! Sai che non funzionano mai! >>
Elena la guardó offesa.
<< Eh ora va a farti una doccia e levati quel lenzuolo! >>
La sgridò di nuovo lei.
<< Si mamma >>
La canzonó Elena.
<< Vedi di far la brava! E Richiamami immediatamente se ci sono novità! >>
Terminata la videochat con Sofia, Elena vagó per la casa col fedele lenzuolo drappeggiato addosso.
Nel giro di mezz'ora aveva escogitato almeno 6 piani di fuga all'estero e cambio di identità.
Oltre ad una serie di travestimenti più o meno plausibili.

*Una spalla! Mi serve una spalla!*
Aveva così chiamato Youssef in cerca di aiuto.
*Rispondimi maledetta montagna di feromoni! Mi servì per distrarre la segretaria...*
Non ricevette nessuna risposta.
Ovviamente il ragazzo stava ancora dormendo come un sasso, quindi non aveva prestato alcuna attenzione alle 15 chiamate senza risposta del cellulare.
*Giuro che gli imposto come suoneria un pezzo dei Cannibal corpse* 
In preda all'iperattività cerebrale da stress aveva trovato falle in tutti i piani di fuga, e aveva convenuto che rimanere col profilo basso sarebbe stato più efficace che un eclatante fuga spacciandosi per una trafficante di gioielli bielorussa.
*Però Irina era carino come nome...*
DRIIIIN

Elena fissó con fare drammatico il telefono che squillava. 
Si avvicinó furtiva alla finestra per controllare che nessuno stesse guardando  la casa.
DRIIIIN
Niente, solo una signora che portava a spasso uno Yorkshire.
DRIIIN
Prese in mano il telefono.
*Saranno i giornalisti? Dio cosa devo fare?*
Guardó lo schermo e lesse un nome più che familiare.
"Karima"
Era al lavoro da ore, e fino a quel momento non si era fatta viva.
<< Kar... Dimmi che non hai visto le fo... Ah... >>
*Speranze vane*
<< Eleeeee! Quelle foto sono arrivate anche da me! Sei una celebrità! >>
Disse Karima con fare concitato al telefono.
<< Ma quale celebrità! E ora come diamine faccio? Dici che sono riconoscibile? >>
Chiese Elena in preda all'ansia arrampicandosi nuovamente sulla sedia.
<< Forse è meglio che tingo e taglio i capelli! Indosseró gli occhiali! >>
Elena iniziò a farfugliare una serie di papabili travestimenti. 
Il suo spiccato senso pratico, a volte la portava decisamente a strafare.
<< No! >>
Trilló Karima al telefono.
<< Dici che sto bene bionda? >>
Chiese seriamente Elena.
<< Oh andiamo... >>
Rispose Karima spazientita.
<< Che ne dici di Irina Dubrovnicova? >>
Continuó lei pensierosa.
<< Elena cosa diamine stai dicendo? >>
Rispose seria Karima.
<< Forse meglio optare per l'opzione Cuoca Francese... >>
Continuó le sue elucubrazioni lei.
<< Elena! Per cortesia! Non so cosa tu stia farfugliando!Ma tra luci e il trucco non sei così riconoscibile.Tom oltretutto quasi ti copre del tutto! E poi insomma non sei famosa, come dovrebbero rintracciarti? >>
Rispose Karima cercando di bloccare il flusso iperattivo dei pensieri dell'amica.
<< E poi  quando vai al lavoro dopo una delle tue "nottate" sembri sempre l'ombra di te stessa! Non ti riconoscerà nessuno! E poi che c'è la CIA a starti dietro? >>
Continuò lei.
<< Mmm si forse hai ragione...>>
Elena sembró tranquillizzarsi.
<< Comunque le mie nottate sono sacrosante! Ero indietro di 3 episodi di quella dannata serie! >>
Sbottó Elena contro la cornetta.
Karima sospiró dall'altro capo del telefono.
<< Dai su, cerca di tranquillizzarti, sono cose che succedono spesso! Fra due giorni si saranno già scordati di te! Tu cerca di non farti notare!>>
Insistette la ragazza .
<< E chi si fa notare! Potessi rimarrei tappata in casa a rifuggire alla luce degli astri >>
Disse Elena tetra.
<< Per cortesia! Anzi mi sembra già tardi! Muoviti a prepararti andare al lavoro! Conoscendoti sei ancora in pigiama! O peggio!>>
La intimó Karima.
<< Il lenzuolo... >>
Mungungnó Elena.
<< Che cosa? >>
Elena non rispose.
<< Ele? Ci sei? >>
Chiese ancora la ragazza.
<< E che vedi, io sono preoccupata per Tom, ora si troverà nei casini... >>
Mormoró Elena.
<>
Cominciò a piagnucolare.
<< Senti Elena non cominciare a degenerare! Lui non odia proprio nessuno! È abituato a gestire queste cose... Vedrai che risolverà tutto in un baleno! >>
Tentò di rincuorarla Karima.
<< Si, ma quando ci incontriamo succede sempre il finimondo! La prossima volta che mi incontra mi tirerà addosso dell'acqua santa urlando vade retro! Io lo so! >>
Continuò imperterrita Elena.
<< Ele ma ti sentì quando parli? Sei andata ? >>
Quasi urló Karima.
Elena mugugnò qualche verso indistinto  .
<< COSA? Oh merda... Scusa Ele devo lasciarti il capo sta sbraitando come un cane inferocito! Stai calma e rilassata! Non toccarti capelli o ti ammazzo! Dopo tutto quello che hai fatto per farli crescere! A dopo >>
<< Ok, ok...>>
Karima chiuse la chiamata e Elena sospirò vistosamente.
*Pensa Elena dove hai messo quelle extension*


TOM POV.


<< Pronto? Pronto? Youssef? >>
Tom chiese dubbioso dopo l'ennesima telefonata.
<< Hey Big Gym! Scusami se la gente ha una vita! Qua ti cercano al telefono! Sta squillando da ore! Se non rispondi adesso giuro che... Si pronto? >>
Queste furono le prime parole che Tom riuscì ad ottenere dopo circa un ora di telefonate vane.
*Chi diamine era?*
<< Ehm, Youssef sono Tom... >>
Disse lui ancora dubbioso sul chi fosse l'interlocutore.
<< Ah Tom! Scusa! >>
Rispose un assonnato Youssef.
<< Ehm, non ero sicuro di parlare con te prima, mi sembrava una voce femminile >>
Chiese Tom un pó in imbarazzo
<< Chi era al telefono? Oh nulla era la colf! >>
Rispose subito Youssef.
Tom potè chiaramente sentire qualcosa che veniva lanciato, visto il tonfo avvertito dall'altra parte della cornetta.
<< Tutto ok amico? >>
Chiese apprensivo.
<< Oh si si Tom! Dimmi che ti serviva? >>
Chiese Youssef cordiale.
<< Ehm ecco, dovrei contattare Elena... >>
Disse Tom con fare colpevole.
<< Elena? E perché? Oh no scusa lo so che non sono affari miei ma si insomma... Lei è un'amica importante per me quindi... >>
Rispose Youssef ingarbugliando le parole.
<< No no no! Io non ho fatto niente! Cioè si! Oh insomma! Guarda i giornali! Comunque sai per caso se è in casa pomeriggio? >>
Disse Tom agitandosi a sua volta.
<< Ehm... Ok? Vabbè comunque credo sia al lavoro amico... Non ci conterei troppo a rintracciarla... >>
Disse Youssef allora.
<< Ah, ok... Posso... Ehm chiederti il suo numero di telefono allora? >>
Chiese Tom titubante.
*Ora mi aggredisce! Questo è peggio di mamma orsa*
<< Ah ahn! >>
Fece Youssef .
<< Oh insomma! Non le ho fatto nulla! Un idiota di fotografo ci ha scattato delle foto ieri sera, e visto che sono finite su internet, con conseguente gossip insensato e immotivato, sono preoccupato!! Diamine vorrei solo  sapere se sta bene!! >>
Disse Tom tutto d'un fiato.
<< Oh cazzo >>
Tom potè perfettamente capire l'imprecazione in italiano.
<< Si esatto! >>
Replicò scocciato a sua volta  in italiano.
<< Ok amico allora te lo invio per sms, ma ti avviso che quando è al lavoro di solito non si rende reperibile quindi non so se ti risponderà! >>
Disse Youssef dopo un sonoro sbadiglio.
<< Ok, perfetto grazie mille... >>
Disse Tom con un sospiro di sollievo.
<< Ok beh, prova lo stesso amico, mi dispiace di non essere stato più utile! A presto! Ciao >>
Youssef chiuse così la chiamata dopo un altro sonoro sbadiglio.
<< Ancora grazie! ciao! >>
Si affrettó a rispondere lui.
*Speriamo si ricordi di questo maledetto messaggio! Tom.. Pazienta!*


ELENA POV.


*Sono in ritardissimo*
Elena quasi correva per la strada nel vano tentativo di recuperare i minuti persi davanti allo specchio.
Dopo una doccia veloce aveva tentato di camuffarsi in qualche modo.
Aveva provato con le extension, ma essendo queste di uno sgargiante blu elettrico aveva paura che Cindy la sbattesse fuori prendendola per pazza.
Aveva provato a truccarsi in una maniera più vistosa del solito, ma aveva finito per assomigliare in maniera inquietante al Joker.
Non potendo giocare con l'abbigliamento, in quanto era costretta ad indossare la divisa, aveva lisciato i capelli, messo gli occhiali, ed infine in preda all'esasperazione gli aveva legati in una sorta di crocchia in cima alla testa.
Praticamente era uscita di casa conciata con lo stesso look che aveva nelle sue peggiori giornata da: film/pizza/patatine/pigiama.
Però per sua sfortuna non indossava il  pigiama.
E non avrebbe visto nessun film.
Arrivó di corsa all'ingresso del Monna Lisa urlando un sonoro "Buonasera" in italiano allo staff.
Quasi sbatté contro un cliente che si avviava all'uscita provocadone le proteste.
<< Mi scusi! mi scusi! >>
Disse inchinandosi di fronte al cliente con fare piuttosto giapponese .
*Elena che cavolo fai! Hai visto troppi Drama!*
Si voltó di scatto alla ricerca del visto arrabbiato di Cindy, ma la ragazza non era in vista.
Sgattaioló verso il bancone del bar.
<< Elena sei qui? >>
Tuonó  una voce proveniente da dietro il bancone.
<< Si! >>
Rispose lei accorrendo verso il laboratorio dove la mattina Gigi preparava le sue prelibatezze.
<< Ok, fatti passare le comande da Riccardo, prendi un grembiule ed esci che c'è abbastanza incasinato oggi! >>
Continuó la voce.
<< Cindy? Che stai facendo li dietro ? >>
Chiese allora Elena fermandosi di fronte alla porta del laboratorio.
<< Niente lascia stare! >>
Sbuffó la ragazza.
<< Ehm... Stai bene? >>
Chiese allora Elena.
<< Merda! >>
Esclamó Cindy in italiano.
<< Vuoi una mano? >>
Insistette Elena.
<< No! Non è niente! Diciamo che abbiamo avuto un  piccolo incidente con la brocca del latte... >>
Disse a denti stretti la proprietaria.
Elena si affacciò per osservare meglio dietro al banco.
Si sporse di lato, e trovó Cindy con uno straccio in mano che tentava di pulire, quella che sembrava essere stata una vera e propria Molotov di latte , che esplodendo aveva ricoperto almeno un metro di mobilio.
Elena rimase a fissare la scena a bocca aperta.
Cindy alzó lo sguardo per un attimo verso di lei.
Elena rimase immobile.
<< Eh vaaai! >>
Gridó allora Cindy.
<< Voloooooo!! >>


TOM POV.


*Sono in ritardissimo*
Tom si affrettó a chiamare un taxi dopo essersi precipitato giù per le scale di casa.
Aveva provato a bussare a casa delle ragazze ma non aveva ricevuto nessuna risposta dall'interno.
*Youssef maledetto muoviti a mandarmi quel maledetto numero*
Come se fosse stato evocato, proprio mentre il Taxi si fermava di fronte a lui, lo schermo del telefono si illuminó seguito da una leggera vibrazione.
Tom si infiló dentro la vettura e comunicó al tassista la destinazione.
<< In fretta se è possibile >>
Posò finalmente allora gli occhi sul telefono.
"Scusa il ritardo! Ho avuto in imprevisto subito dopo la nostra telefonata! Questo è il numero... Buona fortuna!
Ps: Trattala bene o ti ammazzo < 3"
*Un cuoricino! Mi ha mandato un cuoricino!*
Tom sorrise e si portò la mano alla bocca con fare pensieroso.
Guardó l'orologio.
Erano già le 15:20 e l'appuntamento con Ben era fra soli 10 minuti.
*Se faccio tardi mi scuoia, tanto è precisino! Sto prendendo le brutte abitudini di Luke, fra poco comincerò ad ubriacarmi di Pinot*
Guardó il traffico cittadino scorrere velocemente e si rasserenò un poco.
*Meglio togliersi il pensiero*
Così pensando inizió a digitare un Sms.


ELENA POV.


Era stata un'ora infernale.
Arrivata in ritardo di 5 minuti, si era ritrovata sommersa dai tavoli in attesa.
Il povero Riccardo, un altro cameriere che aveva svolto il turno precedente le aveva lasciato la metá dei tavoli ancora da servire, e l'altra ragazza di turno con lei era nella stessa situazione.

Il tutto era stato infarcito da una buona dose di urla di Cindy che in preda al panico aveva combinato un disastro dopo l'altro.
Gigi, aveva tentando di rabbonirla ma con scarsi risultati.
Elena guardó l'ora. Erano le 15:30.
La fiumana di clienti che aveva assaltato il Monna Lisa solo un ora prima era andata diradandosi, e finalmente poteva riposarsi.
Sentì vibrare il telefono nella tasca, segnale dell'arrivo di un sms.
Decise di ignorarlo, quando era al lavoro non desiderava essere disturbata.
Rientró dentro il locale dove trovó una Cindy decisamente più rilassata.
<< Ah, meno male... Il latte è andato via...>>
Borbottava fra se e se osservando gli sportelli colpiti dal getto di latte.
Elena rivolse allora lo sguardo verso Gigi che le fece l'occhiolino complice.
*Quell'uomo è un tesoro.*
Rivolse nuovamente lo sguardo verso l'esterno del locale, e vide avvicinarsi un uomo con aria distinta.
Lui salutó cordialmente l'altra cameriera e prese posto nel tavolino sotto la finestra.

Elena sgranó gli occhi incredula.

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Capitolo 19
*** May I be Queen Elizabeth!Little chick ruffled‏ ***


Cap 19.

 
"May I be Queen Elizabeth! Little chick ruffled" 





 

ELENA POV.

 

<< Cu... Cu...Cu ... >> 
Elena cominciò a balbettare indicando il tavolino fuori dal locale.
<< Elena tutto bene? >>
Si sentì chiedere in Italiano. 
La ragazza era sbiancata di colpo e indicava l'esterno del locale tremolante.
<< Cu-cumber.... Cumber... >>
Continuó lei, gli occhi fissi su l'uomo elegantemente vestito, che intravedeva al di fuori dalla vetrata.
<< Cumber? Cucumber? >> 
Chiese Cindy allarmata, mentre asciugava velocemente le tazzine per poi riporle sopra la macchina del caffè. 
<< Tesoro che c'entrano i cetrioli? >>
Chiese Gigi pensieroso, affacciandosi dalla finestrella che divideva il laboratorio dove il pasticciere lavorava, dal retro del bancone del bar. 
<< CUMBERKHAN! >>
Disse lei a voce alta, quasi stridula.
<< Cioè volevo dire Cumberbatch! Benedict Cumberbatch si è appena seduto lì fuori! >>
Esclamó con aria stralunata alla proprietaria.
Non poteva credere ai suoi occhi.
Come se non bastasse incontrare ovunque Tom, adesso doveva ritrovarsi sul luogo di lavoro, l'inglese numero 2 che aveva popolato i suoi vaneggianti pomeriggi da fangirling sulla BBC.
<< Oh, ma Benedict è un cliente affezionato, vero Cindy? Strano che tu non lo avessi ancora incontrato! >>
Disse con un sorriso Gigi.
*Mi uccideranno! Maledettissimi 
uomini inglesi loro e il loro dannato portamento, il loro dannato charme e il loro dannato accento sexy*

 

TOM POV.


*10 minuti di ritardo me la sono cavata*
Tom scese dal Taxi e con un sorriso si apprestó a raggiungere il suo collega e amico al Monna Lisa.
Ben era un cliente affezionato di quel caffè e anche Tom apprezzava il locale italiano.
<< Hey Ben scusa! Mi aspetti da molto? >>
Chiese Tom avvicinandosi al tavolino dove si era accomodato Benedict.
Ben appena lo vide si alzó per accoglierlo.
<< Mmm no solo 10 minuti! >>
Fece lui porgendogli la mano con un aria offesa.
<< Oh andiamo! Sono arrivato subito! >>
Disse Tom raggiungendo e sorridendo.
<< Ahahahha ma dai! Come stai allora? >>
Disse Benedict abbracciandolo e dandogli una forte pacca sulla spalla.
<< Bene! Abbastanza bene vecchio mio! >>
Disse Tom ricambiando l'abbraccio.
I due si sorrisero per un attimo e si accomodarono sulle sedie.
Ben si portò una mano alla tempia con fare pensieroso.
<>
Disse Ben con un cipiglio seccato.
<< Oh avanti Ben! Non siamo più giovincelli ormai! Ma non siamo mica da buttar via! Non avrai già certe manie! >>
Disse Tom ridendo di gusto e toccando la spalla all'amico.
<< Sarà, ma lo trovo comunque irritante!>>
Disse lui passando la mano sulla manica della giacca che aveva sgualcito l'amico.
<< Allora.. Hai già ordinato? >>
Chiese Tom con uno sguardo vivace. Era palese che fosse contendo di vedere l'amico.
<< No, aspettavo te! Ed in effetti non si è ancora visto nessun cameriere... È strano! >>
Disse Ben voltandosi verso la vetrata che mostrava l'interno del locale.


 

ELENA POV.

 

<>
Urlava Elena mente Cindy la tirava per il grembiule.
<< Elena vai a prendere quell'ordine o ti licenzio! >>
Sibilava la proprietaria del Monna Lisa tra i denti.
Elena appena scorto Benedict si era infilata dentro al laboratorio di Gigi rifiutandosi di uscire a prendere l'ordine del suddetto attore.
Essendosi la sua collega assentata per fare una commissione,in quel momento era l'unica cameriera disponibile per cui Cindy tentava in tutti i modi di farla uscire dal laboratorio.
<< Io no! Non posso! Non posso avvicinarmi a lui! lui è Khan! lui è Smaug! lui è Sherlock! >>
Si lamentava Elena invano aggrappata al braccio di Gigi.
<< Tesoro mio vai a fare il tuo lavoro... Dai su...>>
La intimava dolcemente Gigi.
<< Noooo, non posso! >>
Si lamentava lei terrorizzata con gli occhi spalancati.
Cindy, nonostante fosse minuta e di diversi centimetri più bassa di Elena riuscì in qualche modo a strattonarla e a portarla di fronte a se.
<< Si che puoi! Sherlock o non Sherlock! Io allora sono la regina Elisabetta! Santa Donna! Esci fuori! >>
Tuonó Cindy ai primi bottoni della camicia di Elena, visto che con lo sguardo le arrivava al petto. 
Elena abbassó lo sguardo rassegnato sulla proprietaria del locale.
<>
Mugugnò lei triste.
<< Bene! Fila in bagno, renditi presentabile e corri a prendere l'ordine! È arrivato qualcun'altro al tavolo! Non tollero di fare figuracce col signor Cumberbatch! >>
Abbaiò Cindy.
<< Allora perché non vai tu... >>
Provó a chiedere Elena.
<< Filaa!! >>
Disse lei con voce ferma e sguardo severo indicandole la porta del bagno di servizio.
* È peggio del sergente Hartman questa donna! E pensare che era tanto dolce e carina *
Elena di fronte allo specchio si insultó mentalmente per i suoi pessimi piani di camuffamento .
Tolse gli occhiali e slegó i capelli che le caddero lunghi sulle spalle.
Avendo fatto la piastra avevano quel classico'aspetto da "Vergine Maria" che lei odiava tanto.
Optó quindi per la solita treccia.
*Meno male che ho tolto il trucco alla Joker*
Si ravvivó le guance tirandosi degli schiaffetti, e si passò del burrocacao sulle labbra.
<< Meglio di niente >>
Si disse. 
Uscì dal bagno e con fare poco elegante acchiappó il blocchetto delle comande che aveva abbandonato sul bancone del bar.
Sfiló davanti ad una Cindy che esibiva un ghigno soddisfatto alzando il mento.
* Piccola intrigante , Loki sarebbe orgogliosa di te*
La insultó mentalmente.
Si fermò sulla soglia della porta.
Inspiró vistosamente, si stampó in faccia un sorriso, e con non poco nervosismo uscì fuori dalla porta posando lo sguardo sul tavolino occupato.
<< Buonase... >>
*NO*

TOM POV.

 

<< Elena! >>
Tom non riuscì a trattenersi dall'esclamare il nome della ragazza che si era appena materializzata di fronte a loro.
Benedict era rimasto con un mezzo sorriso, non riuscendolo a completare vista la sorpresa della reazione di Tom.
Di fronte a loro Elena era diventata un pezzo di marmo.
<< Oh cielo vi conoscete? >>
Disse Benedict rivolgendosi a Tom.
* Tom chiudi la bocca o entreranno le mosche *
<< A... aehm... Beh ecco... Si insomma... >>
Farfuglió Tom nervoso .
*Non andare in tilt Thomas*
Tom vide Benedict guardare la ragazza con fare stupito e interessato.
<< Lei ecco, è la mia vicina di casa! >>
Si affrettó infine a dire Tom.
Elena riuscì solo ad annuire meccanicamente.
<< Oh ! Ecco! Beh, piacere sono Benedict Cumberbatch! >>
Benedict si alzó e porse la mano alla ragazza con un sorriso.
<< E-Elena Molinari piacere>>
Disse Elena con un filo di voce.
<< Oh è un nome straniero! Sei italiana? Scusami per prima ma, lo stupore di Tom mi ha un attimo sconcertato >>
Disse Benedict lasciando gentilmente la mano della ragazza.
<< Ehm si, mi sono trasferita a Londra da poco >>
Disse lei a testa bassa.
<< Oh allora complimenti! Sai parlare bene l'inglese! >>
Risposte Benedict sempre sorridente.
*Smettetela di flirtare davanti a me voi due!*
<< Beh ecco Ben, ero solo stupito di trovarla qui! Niente di che.. >>
Si giustificó Tom toccandosi nervosamente il collo della camicia.
Vi fu un attimo di imbarazzante silenzio in cui Benedict sembrò ampliare ancora di più il suo sorriso, palesemente divertito.
<< Beh ecco, noi vorremmo ordinare >>
Disse infine lui.
<< Oddio! Certo l'ordine! Scusatemi! Sono mortificata! Ho avuto una brutta giornata! Non che vi importi ovviamente! Oh perché non sto zitta! Insomma! Ehm... Che cosa gradite? >>
Disse Elena farfugliando e sfogliando nervosamente il block notes per trovare una pagina bianca.
Benedict rise piano non riuscendo a trattenersi.
Tom la fissava come ipnotizzato.
*Cosa stai facendo? Tom reagire!! *
Lei fissava insistentemente il foglio bianco, non riuscendo a reggere lo sguardo di nessuno dei due, quindi non sembrava accorgersi dell'ilarità che causava in Benedict.
* Ne della mia faccia da idiota grazie al cielo! *
<< Per me un macchiato freddo grazie .. >>
Disse Benedict.
<< Per te? Vecchio mio!? >>
Chiese Benedict facendo l'occhiolino all'amico e rimarcando particolarmente l'accento sulla parola vecchio.
* Ben bastardo! *
Tom scosse un attimo la testa, lanció uno sguardo di rimprovero a Benedict e poi si voltó nuovamente verso Elena.
<< Per me un espresso grazie! E un bicchiere d'acqua per favore >>
Disse lui con voce leggermente roca.
Tossì per schiarisi la voce.
<< Grazie cara.. >>
Concluse Benedict.
<< Grazie >>
Ripetè Tom.
Elena arrossì violentemente e si congedò con un:
<< Arrivano subito >>
Fuggendo verso l'interno del locale.
<< Ohohohoh Tom... Allora ci sono novità! >>
Disse Benedict con un sorriso furbo sistemandosi i lembi della giacca.
<< La cosa è più complicata di quanto immagini! >>
Disse Tom rilassandosi e poggiando la schiena sullo schienale della sedia.

 

ELENA POV.

 

<< Un caffè macchiato freddo, un espresso e un bicchiere d'acqua >>
Ripetè meccanicamente Elena entrando dentro il locale come una furia.
<< Ehmbè ti ha mangiato Benedict? >>
Disse Cindy ghignando.
Elena la fissó stralunata e non proferì parola.
* Questo è un incubo un terribile incubo!*
Elena si sedette su uno sgabello prendendosi la testa fra le mani e ignorando i tentativi di conversazione di Gigi.
<< Tesoro allora? Hey! >>
<< Io non posso... >>
Continuava a mungugnare lei.
* Benedict e Tom allo stesso tavolo *
<< Elena! >>
Le sembró di sentire una voce chiamarla.
<< Elena>>
Continuava la voce ovatta.
<< Elena è pronto>>
* Benedict non esiste, Tom non esiste, io non esisto, il mondo è bello *
<< Elena è pronto devi uscire >>
Disse spazientita Cindy per la terza volta.
Elena scattó in piedi, prese il vassoio e guardó Cindy e Gigi.
<< Sissignora! Periró con onore , portatemi dei fiori sulla mia tomba ! >>
E si diresse a passo di marcia verso la porta.
*Prima esco.Prima rientro.Prima scappo*


TOM POV.



<< Ma no Ben! Non è niente di che...>>
Disse Tom con fare vago.
<< Sarà come dici tu, ma la tua reazione è mooolto sospetta! >>
Disse Ben unendo le mani e portandosele di fronte alla bocca.
<< Beh ecco in effetti, ci sono stati dei precedenti imbarazzanti... >>
Disse Tom accarezzandosi la nuca.
<< Cielo Tom non avrai mica fatto qualche sciocchezza! >>
Disse Ben spalancando la bocca con fare scandalizzato.
<< Eheheheh Ben ti prego smettila di fare il melodrammatico!>>
Fece Tom sorridendo.
<< Sono un attore di teatro Thomas, lo trovo piuttosto difficile!>>
Disse Ben tornando un attimo serio.
I due si guardarono e scoppiarono sonoramente a ridere.
<< No insomma è che... Dio Ben davvero non sai niente? >>
Chiese Tom incapace di trattenersi.
<< Che cosa esattamente dovrei sapere Tom? >>
Disse lui risistemandosi per l'ennesima volta a sedere.
Tom lo guardó pensieroso ed estrasse il telefono dalla tasca per mostrargli le foto uscite sui giornali quella mattina.
*Tanto vale che lo veda da me*
<< Ecco vedi questa ragazza... >>
Accennó Tom.
Benedict si avvicinó per osservare meglio.
<< Oh... >>
In quel momento una stralunatissima Elena comparve davanti ai loro occhi.
O meglio un vassoio comparve davanti a loro.
*Dov'è finita?*
Elena teneva il vassoio altissimo di fronte al suo viso tentando di nascondersi.
<< E- ecco i vostri caffè >>
Disse lei arrossendo violentemente e poggiando i caffè di fronte ai rispettivi proprietari.
<< Grazie cara >>
Dissero i due inglesi quasi in coro.
<< Prego >>
Disse la ragazza velocemente e si volatilizzó.
<< Credo di aver cominciato a capire >>
Disse Benedict serio.
<< Quindi lei... Tu... Insomma... Non vuoi che si sappia in giro? >>
Continuó lui.
<< Ma noooo!! >>
Quasi urló nuovamente Tom.
<< Thomas un pó di contegno! >>
Disse allora Ben arrossendo.
<< Oh ecco insomma si io forse penso che sia carina... Ma ma non ci siamo mai frequentati al di la di questo, cioè sono paparazzate! vabbè io l'ho vista in accappatoio... Ok tecnicamente lei ha anche visto me mezzo nudo ma... Cioè insomma... >>
Tom cominciò a farfugliare senza sosta.
<< Tom, con calma amico mio! >>
Disse Benedict mettendo gli una mano sulla spalla.
<< Odio i giornalisti! >>
Affermò lui, prima di iniziare un racconto piuttosto lungo.

 

ELENA POV.

 

*Tom, Ben , Tom, Ben*
La sua testa stava per esplodere.
Aveva appena visto i due inglesi con in viso a pochi centimetri l'uno dall'altro e la sua povera mente non poteva reggere.
Rientró dentro il locale evitando volontariamente ulteriori domande e infilandosi nella toilette.
Si sciacquò il viso.
*Quelle voci, quelle dannare voci*
Elena non riusciva a migliorare il rossore lampante del viso e constatò che ogni tentativo di rinfrescarsi era pressoché vano.
<< L..loro sono amici... È normale che si vedano >>
Mormorava tra se e se.
* Dio fa che non sia sembrata troppo idiota*
Prese un asciugamano e si tamponó il viso.
* Su Elena.. You can do it! *
Si guardó nuovamente allo specchio, aveva un aspetto terribile.
<< Go go! >>
Si disse tra se e se.
*Sofia mi ucciderà *
Si ritrovó a pensare.
Sofia, la sua amica, aveva una vera e propria passione per Benedict, forse tanto forte quanto la sua per Tom.
*Dovrei prendere coraggio e chiedergli un autografo per lei*
Pensó mentre usciva dalla porta del bagno.
Appena fuori incroció la sua collega cameriera appena rientrata nel locale.
<< Scusatemi scusatemi! Mi hanno trattenuta! >>
Squittiva lei.
*Alla buon ora*
<< Oh no tesoro non preoccuparti! >>
La tranquillizzò Cindy materna.
*Quella donna mi odia*
Elena attraversó il locale e diede uno sguardo fuori.
Tom e Ben sembravano impegnati in chissà quale conversazione.
Tom mostrava qualcosa sul telefono a Ben, che annuiva e rispondeva con fare serio.
*Pagherei oro per sapere di chi stanno parlando*
In quel momento dei clienti si accomodarono al tavolino a fianco ai due attori.
<< Vado io! >>
Annunció lei.
*Vediamo se riesco a sentire qualcosa *
Il suo spirito da detective impicciona stava prendendo il sopravvento.

 

TOM POV.

 

<< Quindi Ben, immagina come posso aver reagito io! Vedendola lì, in un angolo, sola, intomorita vestita di giallo! >>
Disse Tom gesticolando vistosamente.
<< Un piccolo pulcino arruffato >>
Sentenziò Ben.
Tom a quelle parole si illuminò.
* Un tenero pulcino! Oddio Thomas *
Tom per un attimo sembrò arrossire.
<< E questo è quanto Ben! Come hai visto non c'è niente da nascondere! Solo una lunga serie di equivoci, e di fraintendimenti >>
Disse Tom schiarendosi la voce.
Ben lo guardó e sospiró.
<< Questo è un bel guaio.. >>
Disse lui guardando l'amico con aria preoccupata.
<< Eh già! Questi paparazzi sono veramente ingestibili! >>
Concluse quindi Tom.
In quel momento il "pulcino" uscì nuovamente dalla porta del Monna Lisa attirando tutta l'attenzione dello sguardo di Tom.
*Chissà cosa starà pensando... *
Ben lo seguì attentamente con lo sguardo.
<< Vero Tom, vero....ma io parlavo di quel guaio! >>
Disse infine Ben indicandogli la ragazza con un cenno del capo.

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Capitolo 20
*** Respect ***


Cap 20.

 
"Respect" 





 

ELENA POV.

 

*Andati*
Elena continuava ad affacciarsi al di fuori del locale per accertarsi che l'oggetto, anzi gli oggetti della sua momentanea nevrosi, fossero definitivamente andati via.
Continuava a tormentarsi i capelli con le dita, non facendo altro che aggrovigliarli sempre di più, cosa che ovviamente non giovava al suo aspetto generale, già scarmigliato nonostante il fallimentare tentativo di renderesi più presentabile.
Era stata una vera e propria tortura averli li.
*Ben, Tom , loro! Oh mio Dio*
Anzi, più che una tortura, era stato un dolce tormento.
Se da una parte era terrorizzata dall'idea di doverli fronteggiate, ogni volta che era costretta ad uscire per servire ai tavoli.
Aveva oltremodo appurato, che la sola vicinanza fisica a quei due, le provocava un repentino blocco e/o interruzione del collegamento occhi-cervello-bocca, e che quindi, le era impossibile partecipare ad una conversazione intelligente, o per lo meno civile.
Dall'altro, avrebbe volentieri lasciato perdere grembiule, vassoio e cappellino per sedersi di fronte a loro in un estatico stato di adorazione e contemplazione, semplicemente ad osservarli.
Ogni gesto, ogni risata, ogni sfumatura di quell'adorabile accento inglese la mandava in visibilio.
* Elena dovresti vergognarti, sei una donna adulta *
A quel pensiero la ragazza sospiró.
Sarebbe potuta restare ferma per giorni a bearsi della loro sola presenza, in preda ad una sorta di sindrome avanzata di Sthendal.
Mentre Tom e Benedict prendevano il loro caffè, si era inesorabilmente ritrovata più di una volta ferma dietro ad una fioriera, nel fallimentare tentativo di nascondersi, incantata a spiarli e a tentare di afferrare qualche frammento di conversazione.
Cosa che ovviamente non era sfuggita agli occhi attenti di Cindy che non aveva di certo mancato di canzonarla e riprenderla più volte.
* Donna senza cuore, non puoi capire tutti i feels del mio povero cuoricino *
Elena scosse la testa.
Si era persa in ogni piccolo gesto.
Le lunghe dita di Ben si erano alzate per stringersi intorno alla tazzina del caffè, per portarla alle labbra. 
* Quelle mani, quelle labbra! Ah.... *
Questo, mente stava sorridendo per qualcosa che aveva detto Tom, e , aveva , come Elena si aspettava arricciato leggermente il naso, facendo in modo che fossero visibili tutte le sue piccole rughe di espressione.
* Adorabile, awwwwn *
Elena si ritrovó involontariamente ad alzare i pugni vicino al viso.
Mentre osservava estatica aveva notato che Tom aveva perso la sua solita compostezza, o meglio quello che lei credeva fosse la sua solita compostezza.
Sembrava esagitato per qualche motivo e i suoi incredibili occhi azzurro/verdi saettavano di qua è di là nella luce pomeridiana accompagnando le sue innumerevoli espressioni del viso.
* Questo è troppo! È troppo! *
L'argomento di cui stava parlando, evidentemente, lo aveva fatto particolarmente infervorare e perciò accompagnava il racconto con un gesticolare frenetico.
* Ti prego, ti prego finiscila di essere così adorabilmente espressivo! *
I suoi piccoli momenti di estasi erano stati però bruscamente interrotti 
dai richiami e perfino da una gomitata della sua cara collega cameriera.
<< Elena ti aspettano a quel tavolo! Muoviti! >>
Aveva commentato stizzita.
* Maledetta non copriró più le tue uscite clandestine con il magazziniere *
La ragazza, era stata così, più di una volta costretta a riconnettersi con la "triste" realtà.
<< Arrivo... >>
Bonfocchiava ogni volta.
Quei costanti e repentini cambi di direzione, avevano ovviamente causato anche qualche incidente. 
* Che strano Elena, sei una ragazza così posata! *
Arrossì all'idea.
Considerando la sua proverbiale agilità.
* Viva me! *
Era riuscita a prendere in pieno la fioriera dietro la quale si era ripetutamente nascosta, spostandola di qualche cm con un calcio.
Tutto ciò ovviamente non era sfuggito agli avventori del tavolo dietro la suddetta fioriera, che era stato motivo di grande interesse per la ragazza fino a qualche secondo prima.
<< Tutto bene? >>
Chiese preoccupata una voce profonda.
La domanda peró non ebbe mai risposta, in quanto Elena nel frattempo si era già proverbialmente data alla fuga.
Dopo questo increscioso incidente la ragazza aveva attentamente evitato volontariamente di uscire dal locale.
Era però stata costretta a ritornare al loro tavolo per portare loro il conto, nonostante avesse pregato Cindy di detrarlo pure dal suo stipendio in modo da non doverla costringere ad uscire.
La risposta era stata:
<< Se non muovi il..." Cough cough" volevo dire... Se non vai subito fuori ti detrarrò lo stipendio per avermi fatto saltare i nervi! Benedict non lo permetterebbe mai! Non essere ridicola! Esci!!! >>
Si era così lentamente diretta verso il tavolo, dove era stata costretta a subire un'accecante esibizione di sorrisi e gentilezze da parte dei due inglesi, che sembrava facessero a gara a chi si dimostrava più gentleman.
* Questi due mi porteranno alla tomba prima della fine del turno, io lo so! *
Questa estenuante conversazione tra un "darling", "sorry" e "thank you" si era infine conclusa con un riuscito tentativo di Benedict di lasciarle una mancia esagerata, ed un variopinto kaleidoscopio di colori sul volto della ragazza.
<< A presto cara, è stato un piacere conoscerti! >>
La salutó con un sorriso sghembo Benedict.
* Ho visto gli angeli del paradiso! E nessuno mi convincerà del contrario! Sono morta! *
<< A.. A presto! >>
Aveva mungugnato lei prima di svignarsela, recependo appena il saluto di uno sbigottito Tom.
<< Grazie ancora Elen... >>


 

TOM POV.

 

 

* È chiaro che non vuole più vedermi *

Tom fissó con insistenza il posacenere di fronte a lui.
Elena si era appena volatilizzata da sotto il suo naso, senza neanche salutarlo.
<< Tom... Thomas... >>
Lo chiamava Benedict.
<< Tom >>
Continuó con voce ferma lui.
<< Thomas William Hiddleston ! >>
Ripetè a voce alta l'amico tossicchiando.
Tom si voltó velocemente verso Benedict.
<< Se non ti dispiace... >>
Inizió con un eloquente segno della mano l'amico.
<< Avrei un impegno nel pomeriggio, e per quanto io possa apprezzare e mi diverta ad osservare le tue reazioni da quindicenne alla prima cotta sono costretto a congedarmi... >>
Benedict si era alzato dalla sedia posizionata di fronte a lui, e con un sorriso tirato indicava la strada.
<< Quindichè?? Oh cielo! Scusami scusami Ben, ero solo... soprappensiero... Si credo... Credo dovremmo andare! >>
Risposte Tom alzandosi quasi di scatto e finendo per colpire rovinosamente la sedia dove era seduto.
<< Ouch! >>
Si lamentò.
Benedict sospiró è si guardo intorno.
<< Tutto bene? >>
Chiese con aria interrogativa.
* Che cosa mi prende, santo cielo, non è da me comportarmi in maniera così sciocca! Sono un uomo grande e vaccinato! *
Tom arrossì lievemente e si sistemó la camicia con fase nervoso.
<< Hai la testa fra le nuvole Thomas... >>
Benedict si prese un attimo di pausa.
<< Ma credo tu ti stia preoccupando troppo per questa faccenda... La fai più complicata di quanto è... >>
Disse Benedict con fare acuto.
<< O meglio penso che tu ti stia preoccupando inutilmente... Per Elena intendo... >>
Tom lo guardó con sguardo contrito.
* Vecchia volpe non gli sfugge niente * 
<< Non capisco Ben, o meglio non so cosa fare. Mi sembra chiaro che lei sia provata da questa faccenda dei giornali... >>
Disse passandosi una mano fra i capelli ondulati.
<< È nervosa e scostante verso di me, credo che sia anche un pó delusa... >>
Disse in tono sommesso.
Benedict alzó un sopracciglio .
<< Non che io la biasimi certo, se non vorrà più rivolgermi la parola... Lo capisco! Si insomma... Io non dovrei disturbare la vita quieta delle persone... Come dire... Normali! >>
Fece Tom esasperato. 
<< Oh cielo! Ma io non volevo... Si insomma! >>
Con aria decisamente preoccupata l'inglese distese le braccia di fronte a se, come a chiedere una soiegazione.
Benedict sospiró per l'ennesima volta e lo guardó con fare fraterno.
<< Thomas lei non ti detesta! E questo è chiaro come il sole! È solo imbarazzata... È evidente! Cristallino direi... >>
Tom alzó lo sguardo verso l'amico con aria da cane bastonato.
<< Non riesce neppure a reggere il tuo sguardo! >>
Continuó Benedict con fare pratico accompagnando la spiegazione con un leggero gesticolare.
<< Eh.. Ecco vedi! Appunto! >>
Rispose Tom tentando di sistemare la sedia al proprio posto.
Una volta di fronte all'amico riprese con più convinzione.
<< Perché lei dovrebbe sostenere il tuo sguardo e il mio no? >>
Benedict tentó di aprire la bocca per parlare ma fu subito bloccato dall'amico.
<< Ci ho pensato, sai, che sia... Insomma perché sono famoso, ma... Anche tu sei una celebrità, eppure è stata più naturale con te! >>
Continuó imperterrito Tom.
<< Sicuramente è imbarazzata dalla mia presenza per quello che è successo! Almeno credo... Si insomma é sicuramente così! >>
Benedict alzó gli occhi al cielo.
<< Mi sembra ovvio che sia imbarazzata dalla tua presenza Thomas, visto che è evidente che tu... >>
Benedict tossicchió.
<< Visto che è una tua fan appassionata... >>
Tom lo guardó di sottecchi e parve zittirsi.
Benedict ricambió lo sguardo speranzoso e fece qualche passo verso la strada.
Ma Tom scosse la testa energicamente.
<< No... No..No! Sicuramente si è imbarazzata perché è stata costretta a rivolgermi nuovamente la parola dopo quello che è successo! Si alla fine ci siamo già.. Ehm come dire... Conosciuti e... >>
Benedict si portó pollice ed indice alla tempie.
<< Thomas... >>
Tom parve non sentirlo.
<< Cioé é assurdo! Mi ha visto praticamente nu... Si insomma! >>
Benedict si guardó nuovamente intorno è lancio uno sguardo torvo a Tom.
<< Che imbarazzo dovrebbe avere! La verità è che non mi sopporta! Gli sono scaduto! >>
Continuava esasperato.
Benedict punto gli occhi dritti su quelli di Tom facendolo sussultare per un attimo.
* Quando fa così mi fa paura *
Si avvicino all'amico ed esordì:
<< Tom, sei un uomo molto intelligente, ma alle volte la tua stupidità mi sconcerta! >>
Tom si immobilizzò un attimo
<< Come prego? >>
Chiese d'istinto.
Ben rise fra sè e sé, gli mise le mani sulle spalle e addolcì il tono della voce.
<< Tom, vecchio mio, non so esattamente cosa passi per la testa di tutti e due, e francamente non sono sicuro di volerlo sapere... >>
Ridacchió a labbra chiuse.
<< Ma di una cosa sono certo... Lei non ti odia! Anzi l'opposto! >>
Concluse la frase con un sorriso appena accennato.
Tom lo fissó un pó imbambolato. 
Abbassó lo sguardo e arrossì appena.
<< Cielo Thomas! Non rivolgermi quello sguardo! È inquietante! >>
Sbottó irritato Benedict spostando le mani dalle spalle dell'amico.
Tom sorrise e si passó una mano sulla nuca.
<< Sai, forse hai ragione tu Ben, tutta questa situazione sta diventando ridicola >>
Benedict ricambió questa affermazione con uno sguardo furbo.
<< Sono una persona adulta e matura, e lo è anche lei. Le parlerò e sistemerò la cosa! >>
Ripetè convinto Tom, più a se stesso che all'amico.
<< Esatto! Parlale, e capirai che è tutto un grosso malinteso! >>
Disse Benedict con convinzione.
Si sistemó la giacca, e fece un leggero check up del proprio aspetto, prima di dirigersi finalmente verso la strada per chiamare un taxi.
Tom lo seguì a ruota controllando l'orario sull'orologio da polso.
* Effettivamente si è fatto un pó tardi *
<< Ah... E povera ragazza...stai attento con lei! >>
Disse Benedict che lo precedeva di un passo.
Tom si fermó un attimo.
<< Non coinvolgerla in queste cose, se non è niente di serio... Mi sembra una brava ragazza...Non fare idiozie! >>
Terminó Ben quasi sorridendo. 
Tom lo guardó sconcentrato.
<< Non capisco a cosa ti riferi... >>
Benedict si giró un attimo a guardarlo da sopra la spalla, e rivolgendogli uno sguardo eloquente lo salutó con un semplice cenno del capo, chiamando il primo taxi di passaggio.
Tom spalancó appena la bocca.
<< Ben ti ho già detto che tra me e lei... >>
Provó ad insistere lui.
<< Si... Si lo so! Solo.... Fai attenzione! >>
Disse infine l'amico mentre saliva sull'auto che si era appena fermata. 
* Nessuno mi prende più sul serio ! Io e Elena... Mah! *
Tom scosse la testa, ma non poté fare a meno di sorridere.
Prese il cellulare in mano e compose il numero di Luke.


 

ELENA POV.



Elena si levó finalmente il grembiule e si avvió verso il bagno del personale dove aveva lasciato la borsa , per cambiarsi e tornare finalmente a casa.
Era esausta, prima la fiumana di clienti, poi quei due.
* Non voglio neanche pronunciare il loro nome *
Ed infine una agguerrita Cindy che tentava di estorcerle qualche commento su Benedict in modo da poterla nuovamente additare come "esagitata Fangirl in preda alla crisi ormonale "
Queste le zuccherose parole che si era sentita dire dalla Proprietaria del Monna Lisa.
Mentre passava di fronte al bancone, Cindy la guardó con un sorriso a 32 denti stampato in faccia in segno di vittoria mentre controllava l'incasso del giorno.
Quando era nervosa, Cindy sembrava avere una strana predilezione per prendersela con lei, o meglio per pretendere da lei la risoluzione di ogni problema.
* Cosa avró fatto di male per meritarmi questo sadismo? *
<< Elena, ottimo lavoro oggi! >>
Le disse facendole un occhiolino.
* Questa donna è bipolare *
<< Grazie Cindy... >>
Mugugnó lei passandole davanti.
Forse la verità è che Cindy aveva capito che sotto tutta quella corazza da timida impacciata Elena era una ragazza molto forte, e sopratutto affidabile, quindi scuoterla un pó le faceva solo bene. 
Voleva assolutamente far venir fuori il suo carattere, e quindi scaricarle addosso un pó di "responsabilità" non le sembrava tanto cattivo.
Elena si guardo furtivamente allo specchio prima di acchiappare la borsa appesa vicino a quelle del resto del personale.
* Orribile *
Inforcó gli occhiali e si avvió fuori dal locale.
<< A domani ragazzi >>
Salutó, è un coro di voci ricambió il saluto.
Rovistó nella borsa alla ricerca del portafoglio, e si avvió distrattamente verso la fermata dell'autobus.
* Alla fine non sono riuscita a chiedere nessun autografo, forse è meglio che non faccia menzione a Sofia dell'incontro di oggi, potrebbe uccidermi per non aver scattato almeno una ventina di foto *
Alzó gli occhi al cielo come ad invocare la benedizione di qualche dio, continuando a cercare invano il portafoglio.
<< Ma... Dove cavolo l'ho messo quell'affare! >>
Proverbialmente, come se non bastasse, il telefono prese a squillarle nella tasca.
DRIIIIN DRRIIIIIN
<< E ora chi cavolo è?  >>
Elena continuó a camminare borbottando e ignorando il telefono.
* Dove diamine è il mio portafoglio? *
DRIIIIN DRIIIIN
<< Oh santo cielo!  >>
Sbottó contro la propria tasca.
DRIIIIIIN!!
SBAM!
Era andata a sbattere contro qualcosa.
O meglio contro qualcuno.
* Un classico *
<< Cosa... Stia più attenta signorina! Insomma che modi! >>
DRIIIIIIIIN!
Una scorbutica voce maschile la sgridó.
Alzó lo sguardo e incontró due severi occhi grigi dietro a degli altrettanto severi occhiali da vista, che adornavano un viso arcigno e rugoso.
<< Mi mi scusi... >>
Elena si affrettó a scusarsi e provó a sgattaiolare via.
DRIIIIIN DRRRIIIIIN!
<< Le sembra questo il modo di comportarsi! Lei dovrebbe avere rispetto per le persone più grandi di lei!  >>
Sbraitó adirato l'uomo.
<<  Le ho già detto che mi dispiace... Mi scusi stavo cercando una cosa nella borsa e...  >>
DRIIIIIIN
<< Risponda a quel telefono per amor del cielo!  >>
Elena lasció perder la borsa è prese in mano il telefono.
Muto.
2 chiamate perse
4 SMS
* E che è successo oggi? *
Il signore la guardó torvo e sbuffó.
<< Stia attenta a dove mette i piedi la prossima volta!  >>
Elena ricacció il telefono nella borsa e si scusó nuovamente.
<< Naturlamente... Mi scusi ancora  >>
* VOGLIO TORNARE A CASA *
In quel momento arrivó il suo autobus e con un pó di fortuna trovó posto a sedere.
Accomodatasi il più lontano possibile dal signore che aveva preso il suo stesso bus, infiló nuovamente le mani nella borsa, e come se si fosse materializzato, finalmente trovó il portafoglio.
Si illuminó di un radioso sorriso ed alzandolo al cielo come un trofeo esclamó.
<< ECCOLO!  >>
Il signore di prima la guardó con aria interrogativa.
<< Bah! I giovani d'oggi!!! >>



 

 

"ANGOLINO DELL'AUTRICE"

Ciao a tutti\e!
LO SO! LO SO! Merito i peggiori insulti per aver lasciato passare così tanto tempo tra un aggiornamento e l'altro.
Problemi personali infiniti, il pc andato e l'università hanno fatto quello che il poco tempo a disposizione ha concluso di fare. 
Bloccare la ff.
Ho buone notizie (?), certo per chi ancora abbia voglia di seguire la storia xD
Ho altri due capitoli in forno e spero di darmi da fare presto!
Aggiungo alle mie inutili gistificazioni che il dialogo Tom-Ben è stato infernale da scrivere!
Anche se ovviamente non conosco personalmente ( PURTROPPO), nessuno dei due, ho cercato di non sfalsare troppo la loro "personalità". O perlomeno quella che arriva a noi dalle interviste.
In tutta questa assenza ci è scappato anche un viaggio a Londra, e SI HO VISTO CORIOLANO ( emette cuoricini), ma questa è un altra storia!
Questo viaggietto inotre è stato utilissimo per aggiungere particolari e veridicità ai luoghi , ai rumori e ai profmi di Londra
Spero mi perdoniate * fa inchino*

Enjoy



 
xx 

-Ruka-

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Capitolo 21
*** Rendez-vous- col Dottore ***


Cap 21.

 
"Rendez-vous col Dottore" 


TOM POV.


<>
Tom si allentò un pó il colletto della camicia palesemente infastidito.
* Certo che fa caldo per essere ancora luglio *
<< Ok bene... Allora senti, se ne riparla domani ok? Sono già stanco morto e devo ancora incontrare Amelia la strega ( Topolino ndr)...  >>
Questo era infatti, il grazioso nomignolo che Tom usava per chiamare l'adorata sorella minore.
Emma era una ragazza dolce e solare, e nonostante l'adorasse, in certi frangenti poteva diventare davvero indisponente e pestifera.
Soprattutto quando si trattava della sua vita privata.
Argomento della quale sembrava particolarmente interessata.
Così come la sua cara madre dopotutto.
* Santa pazienza! *
A volte la serietà e la complicità di Sarah, la sua sorella maggiore gli mancavano proprio un sacco.
* Sorellina dove sei! *
Il fatto che abitasse in India rendeva difficili e rari i contatti con lei.
<< Ah ah molto divertente... Si come no... >>
Tom sbuffó' vagando con lo sguardo fuori dal finestrino.
Essere bloccato nel traffico non era esattamente quello che avrebbe desiderato, sopratutto in una giornata calda e lunga come questa.
Guardó attraverso lo specchietto retrovisore il volto dell'annoiato tassista, che canticchiava qualche vecchia canzone dei Beatles fra se e se.
<< Si si Benedict sta bene, poi ti racconto... No no! Ma cosa.... Uff vabbè Luke a dopo eh? >>
Tom chiuse quasi il telefono in faccia al publicist e se lo ficcó in malo modo nella tasca dei pantaloni .
* Oggi deve essere la giornata mondiale del "facciamo saltare i nervi a Thomas" , la devono smettere di tormentarmi! Come se non fossi in grado di cavarmela da solo *
Ricontrolló per l'ennesima volta l'orologio, ormai certo di arrivare in ritardo.
Emma era la regina del ritardo, ma ovviamente non sopportava quello altrui.
<< Scusi, come mai siamo fermi? >>
Chiese sporgendosi in avanti verso il guidatore, tentando di apparire il più cordiale possibile.
<< Blocco del traffico per una manifestazione... >>
Biascicó il tassista annoiato.
<< Oh.. Capisco... >>
Rispose comprensivo lui contraendo un attimo la fronte.
Non era decisamente la sua giornata.
L'inglese si risistemó a sedere cercando di accomodarsi il più possibile, sistemandosi inutilmente la giacca ormai sgualcita.
Sarebbe stata una lunga attesa, così decise di togliersela e rimanere in camicia.
Dal canto suo il tassista alzó il volume della radio, che sembrava avere una sorta di programma tributo ai Beatles, visto che stava riproponendo pezzi del gruppo da circa 20 minuti.
Tom lo scrutó nuovamente attraverso lo specchietto.
L'uomo mormorava concentrato il testo di Yellow Submarine, tamburellando con le dita sul cruscotto il motivetto della canzone.
Guardandolo bene non potè far altro che notare i baffi importanti che sporgevano da sotto il naso e la pettinatura decisamente demodè.
* Non mi dire... Abbiamo qui un estimatore di Ringo Starr ! *
Tom sorrise fra se e se.
Una vibrazione lo avvertì dell'arrivo di un messaggio e dovette nuovamente tirare fuori il telefono dalla tasca dei pantaloni, non con poche difficoltá, implorando mentalmente che non si trattasse già di Amelia.
Guardó lo schermo con sguardo incredulo.
1 SMS da: Bellimbusto
* Cosa vuole anche lui adesso? *
Prese un bel respiro chiudendo gli occhi un attimo, per calmarsi.
Stava decisamente diventando nevrotico.
Aprì il messaggio.
- Hey amico? Hai rintracciato Elena? 
Ho provato a chiamarla però non mi ha risposto! Ah... Le donne!
Fammi sapere come va!
Ci sentiamo presto per un altra cena magari? Ahahah 
Ps: Trattala bene <3 -
<< Ancora con questi dannati cuoricini! >>
Sbottó Tom d'istinto quasi urlando verso il telefono.
Il tassista lo fissó dallo specchietto retrovisore con sguardo di rinprovero nel suo già burbero viso.
<< Ehm.. Mi scusi... >>
Tossicchió Tom cercando di ricomporsi e lisciando nervosamente le pieghe dei pantaloni sulla coscia.
Doveva smettere di indossare capi così aderenti.
Il tassista lo continuó a guardare con sguardo sospettoso, finché qualcosa non sembrò catturare la sua attenzione.
Dopo pochi attimo di silenzio lo informó con voce monotono che il traffico sembrava essersi sbloccato.
<< B-bene! >>
Rispose Tom dandosi mentalmente dell'idiota.
Erano solo le 17:00 del pomeriggio, e la strega Amelia lo aspettava nel suo antro.

 

ELENA POV.


<< Karima ... Per favore sto per tornare a casa! >>
Elena.
Telefono tenuto premuto all'orecchio con la spalla, borsa in mano, e altra mano occupata a premere il pulsante per chiamare la sua fermata del bus, si stava chiedendo come fosse possibile non essere ancora caduta in braccio a qualche passeggero dell'autobus.
O meglio di faccia a terra. 
<< No no no! Esci da quel bagno! Prenditi un taxi e torna immediatamente a casa! >>
Urlava la ragazza al telefono attirando l'attenzione di tutti i passeggeri.
Il fatto che stesse urlando in italiano poi non migliorava certo la sua situazione.
Cercó invano di ristabilire una posizione di equilibrio, appena premuto il pulsante, ma il bus provvidenzialmente sbandó, facendola così urtare contro un ragazzo in piedi affianco a lei.
* Merda! merda merda! *
In cerca di un appiglio la ragazza pensó bene di aggrapparsi con forza alla giacca del malcapitato.
<< Mi scusi... >>
Bonfochió la giovane senza neanche degnare il suo "paraurti" di uno sguardo e continuando imperterrita la sua agitata conversazione.
<< Karima, torna a casa, compra un barattolo di gelato alla crema e una scatola di kleenex! Non voglio sentire storie! >>
Continuó irosa la ragazza cercando di mantenere l'equilibrio senza importunare nuovamente sconosciuti e prendendo finalmente il telefono in mano.
Ad un ulteriore curva dell'autobus la ragazza finì nuovamente contro il petto del ragazzo.
<< Razza di imbecille! >>
Inveì contro l'autista in italiano.
Il ragazzo che le faceva da appoggio gli mise una mano sulla spalla.
<< Oh Grazie mille! Di solito mi danno del cretino... Però Se vuoi appoggiarti.. Prego! Puoi farlo tutte le volte che vuoi... Tanto sono comodo! O almeno così dicono! >>
Si sentì rispondere in italiano.
Elena si voltó verso lo sconosciuto ad occhi sbarrati e incontró gli occhi verdi di Riccardo, il suo collega del Monna Lisa.
La ragazza ammutolì e il ragazzo le sorrise con calore.
<< Oh scusami scusami... >>
Bisbiglió la ragazza arrossendo mentre lasciava la presa dal suo precario sostegno e allontanava il telefono dall'orecchio.
<< Non preoccuparti  >>
Disse lui ridacchiando.
Riccardo era un ragazzone moro, con espressivi occhi verdi e la risata sempre pronta.
Era il comico ufficiale del Monna Lisa, ed era sempre un piacere passare il turno insieme a lui.
Ovviamente la cara Cindy evitava sempre di mettere Elena in turno con lui, perché sosteneva che: " chiacchierare non avrebbe contribuito all'aumento dei profitti".
Che dolce la cara Cindy! 
L'autobus decise in quel momento di fermarsi e le portiere automatiche si aprirono per farla scendere.
<< Io scendo qui.... Ci vediamo domani! >>
Salutó la ragazza saltellando fuori dal bus.
<< Ciao! >>
Rispose gentile lui.
La ragazza si voltó rapidamente per salutare con la mano Riccardo, che le sorrideva da dietro il vetro del finestrino.
* Che figura da imbecille Elena, complimenti! *
Una strano borbottio proveniente dalla sua mano sinistra le ricordó la telefonata in corso.
<< Kar... Kar Scusa stavo scendendo dal bus... >>
Replicó.
Elena di diresse velocemente verso casa, quasi sfrecciando fra la solita folla di turisti di Portobello road.
Lo stress e la stanchezza le impedivano di godersi la frizzante atmosfera del quartiere.
<< SI! Brava! Brava! Ci vediamo fra poco a casa eh?... Ciao ciao! >>
Elena chiuse la telefonata e sbuffó spossata.
Sembrava che il mondo le pesasse sulle spalle e avrebbe volentieri venduto un rene per una mezz'oretta di tranquillità.
* Quando si pensa che il peggio sia passato... *
Fece lo slalom fra un gruppo di giapponesi e una manciata di ragazzini in gita e per un nanosecondo non finì sopra il pincher di una signora.
* Casa casa casa casa *
A grandi falcate si faceva strada tra la folla camminando a testa bassa.
In quei momenti ringraziava quei cm di gamba in più che le permettevano di velocizzare il passo.
L'ultima cosa di cui aveva bisogno in quella giornata infernale era di dover affrontare una Karima in lacrime per colpa del cretino del ragazzo.
Sospiró nuovamente.
Poi la gente le chiedeva per quale motivo dopo il suo ex era rimasta single per un pó.
Ne aveva avuto abbastanza di star male per gli uomini.
Il massimo che si era concessa era il fantasticare su fictional characters o su persone che pensava non avrebbe mai incontrato in vita sua. Tipo il suo attuale vicino di casa o il suo amico. Dettagli.
A quel pensiero scosse la testa violentemente.
* STOP Elena! Non ci pensare! È irrilevante! *
Continuó imperterrita a camminare desiderando ardentemente una doccia.
A dire la verità Michael non le aveva mai fatto una bellissima impressione. Ma Karima sembrava felice, e lei era ben consapevole di essere troppo severa con il sesso opposto, tanto che Sofia l'aveva spesso chiamata "la vedova nera", per la pessima abitudine di scoraggiare l'altrui sesso.
A quel pensiero sorrise, anche se non potè fare a meno di pensare che alla fin fine il suo scetticismo l'aveva peró protetta da un bel pó di delusioni.
Ripensó alla serata che l'aspettava e si lasció sfuggire un gemito. 
Ma si sa che per un'amica si fa questo ed altro,anche passare una notte insonne ad ascoltarla piangere e insultare Michael, consumando gelato e pacchetti di kleenex.
Il tutto sarebbe stato contornato probabilmente da imbarazzanti minuti di silenzio, sfoghi di rabbia e forse risate isteriche.
Nottata che si sarebbe poi inevitabilmente conclusa con la visione di "Il mio grosso grasso matrimonio greco " e una scorpacciata di patatine.
Elena raddrizzó un pó le spalle come a farsi coraggio da sola e si ricordó solo in quel momento dei restanti messaggi sul cellulare.
Riaccese il display del telefono e controlló.
Delle 2 chiamate perse una era quella di Karima, la restante di Youssef.
* Che vorrà anche lui oggi? Cristo santo, oggi deve essere la giornata mondiale del "facciamo saltare i nervi a Elena" *
Decise di ignorarlo momentaneamente.
Le bastava uno dei fratelli Afi alla volta... Magari lo avrebbe richiamato una volta calmata la sorella.
Sempre che ci fosse riuscita.
Aprì così gli sms.
2 erano di Karima.
* Oddio ho paura solo ad aprirli! *
1 era di Sara, quella smorfiosa della sua collega.
* Che mi venisse un colpo se le concedo un altro cambio turno! *
E l'ultimo era di un numero sconosciuto.
* Saranno quei dannati della compagnia telefonica che vogliono che cambi offerta! *
In quel momento arrivó al portone del suo palazzo.
Ricacció il cellulare in borsa e tiró fuori le chiavi.
* La doccia vince sugli sms 1 a 0 *

 

TOM POV.


<< Emma, non essere ridicola... >>
Tom seduto scompostamente sul divano bianco in pelle dell'appartamento della sorellina sembrava invecchiato di almeno 5 anni.
Il viso tirato e stanco e i nervi a fior di pelle.
<< Thomas caro non sono ridicola, dico solo che dovresti pensare seriamente a questa eventualità... >>
Emma scorrazzava su e giù per la cucina dell'ampio open space che costituiva la zona giorno del suo appartamento.
<< Tom sarebbe una buona occasione per stare tranquillo per un pó, si insomma ti lamenti sempre che i paparazzi ti assillano! Lei mi è sembrata una ragazza deliziosa...  >>
Commentó la ragazza agitando un mestolo in mano.
Tom , la testa cacciata all'indietro chiuse un attimo gli occhi nel tentativo di calmarsi.
<< Emma, l'hai vista solo per 5 minuti... >>
Replicò lui tirando fuori quel briciolo di diplomazia che le era rimasto.
<< Appunto! È necessario che faccia una buona impressione a pelle! >>
Rispose sfoggiando un sorriso.
<< Io non... >>
Tom sbuffó sonoramente e si tirò su in piedi.
<< Io non chiederó a Elena di fingersi la mia fidanzata in pubblico solo per levarmi dai piedi una manciata di imbecilli !! >>
Disse nervoso verso la sorella.
<< La mia era solo un idea... >>
Rispose la sorella facendo una smorfia ma non perdendo la compostezza.
<< E poi chissà, da cosa nasce cosa... Magari sarebbe andata a finire bene... Anche lei si sarebbe potuta far conoscere nell'ambiente no? Non hai detto che scrive? >>
Continuó con noncuranza mescolando qualcosa.
<< La cosa non inizierà! Ne continuerà, ne finirà!! Ma ti rendi conto di quello che vai blaterando? >>
Rispose Tom sconvolto.
* Questa ragazza sta impazzando! *
<< Quella povera ragazza non deve essere coinvolta in una cosa simile!! Ti sembro il tipo da "usare" una persona? E credi che lei si venda in questo modo? Ti devo ricordare cosa è successo l'ultima volta che sono uscito con una ragazza? >>
Continuó Tom trafelato, le mani che gesticolavano impazzite.
Cominciava ad avvertire il calore della collera , e si arrotolò nervosamente le maniche della camicia.
<< È stata presa di mira in ogni modo possibile! Non voglio che questo accada a nessuno! Tantomeno non ad una ragazza che non c'entra nulla e che non è avezza a cose del genere! >>
Tom inizió a passeggiare nervosamente per casa.
<< Non a lei! Santo cielo! Lei è una brava ragazza... Così... Timida e riservata eh... oh cielo ma stai parlando seriamente?? >>
Tom si diresse con decisione verso la sorella.
<< Lei...lei... Non fa parte di questo mondo! E poi non capisco perché dovrebbe stare al gioco di questa pagliacciata!! >>
Continuó mettendosi le mani nei capelli.
<< E poi credo che mi stia già odiando per le foto di ieri! Tu sei pazza! Una folle!! >>
Tom si posizionó con le mani poggiate sul bancone di marmo dove la sorella stava armeggiando con gli utensili da cucina e la fissó in attesa di una risposta.
Emma dal canto suo ricambió il suo sguardo senza battere ciglio.
Ed improvvisamente scoppió in una sonora risata.
<< Ahahahahhahahaah Thomas dovresti vedere la tua faccia!! >>
Emma quasi si piegó in avanti scossa dalle risate.
<< Tu... Tu sei così ovvio!! Ahahahaha Luke aveva ragione!! Ahahhahah >>
Tom guardava la sorella in un misto di rabbia e confusione.
<< Io che cosa??? >>
Urló sconvolto.
<< Luke? Hai parlato con quel disgraziato?? >>
Emma cercó inutilmente di ricomporsi ma bastó uno sguardo al viso trafelato del fratello per farla scoppiare in un altra risata.
* Questa donna è pazza! O forse lo sono io! *
Tom cominció a guardarsi intorno completamente spaesato come a cercare una telecamere nascosta che gli annunciasse che si trovava in una qualche genere di candid camera.
<< Cielo, Tom! Non essere così serio! >>
Cercó di calmarlo la ragazza.
Tom dal canto suo la guardò in attesa.
<< Era solo una prova... Un esperimento! >>
Continuó sempre sorridendo lei.
<< Esperimento? >>
Chiese lui picchiando nervosamente le dita sul tavolo.
<< Esatto! Per verificare i miei sospetti...i nostri sospetti! >>
Continuó Emma ritornando alle sue attività culinarie.
<< Tuoi e di quell'infame di Luke immagino? >> 
Replicó Tom stringendo i pugni.
<< Ehm si... Tom caro... Sono anni che non ti vedo così! Ma che ti ha fatto questa ragazza? >>
Disse Emma guardandolo con sguardo comprensivo.
<< Emma non credo di afferrare il discorso... >>
Rispose Tom spazientito.
<< Oh avanti! Mi sono inventata questa storiella per vedere la tua reazione! Luke mi ha detto che ti ha visto preso da quella ragazzina... E non potevo crederci... Fino ad ora! >>
Tom la guardó sconvolto.
<< Voi...voi... Siete dei pazzi! >>
Sbraitó contro la sorella.
<< Io vi do anche retta! >>
Continuó fuori di se.
<< Vi sembro uno sprovveduto? Un ragazzino? Ma con chi pensate di avere a che fare?? >>
Tom guardó la sorella con sguardo ferito.
Emma lo guardó preoccupata
<< Ma ma... Tom! Io non volevo... >>
Tom acchiappò la giacca abbandonata sul divano e si diresse verso la porta.
<< Io... Me ne vado! >>
Sentenzió con lo sguardo basso.
Emma aprì la bocca per replicare.
<< No Emma, hai già parlato abbastanza! Ora non sono in grado di replicare senza fare di matto! Perdonami ma sono abbastanza fuori di me... >>
La zittì il fratello maggiore.
Emma lo seguì con lo sguardo preoccupato.
<< Vi sarei grato, se vi faceste gli affari vostri d'ora in poi, grazie >>
Così dicendo Tom si chiuse la porta alle spalle, lasciando la sorella sola in casa.
Emma guardò sconsolata la porta, e ritornó sospirando verso la cucina.
Diede uno sguardo al telefono e lo afferró.
Compose nervosamente un numero di telefono e attese i famigliari rumori che annunciavano la linea.
<< Questa volta l'abbiamo fatta grossa... >>
Disse rivolta a Luke.

 

ELENA POV.

 

Avvolta da una nuvola di vapore acqueo Elena uscì fuori dal box doccia e a tentoni recuperò un asciugamano dall'attaccapanni.
* Dio benedica l'inventore della doccia *
Se lo avvolse intorno al corpo e si avvicinó al lavandino per specchiarsi.
Lo specchio appannato mostrava la sua ombra sfocata, ma pur sempre riconoscibile.
Inizió a frizionarsi gambe e braccia per asciugarsi e una volta finito abbandonó svogliatamente l'asciugamano sulla cesta dei panni sporchi. 
Indossó l'intimo, e rubó della crema idratante profumata a Karima.
Quella ragazza era meglio di una profumeria in fatto di cosmesi.
Non che lei fosse da meno!
Si massaggió le gambe e le braccia con la crema, lasciando fluttuare nella stanza un inebriante profumo di cannella.
Aveva proprio bisogno di coccolarsi un pó.
Nel mentre lo specchio aveva cominciato a spannarsi, e la ragazza scorse il suo viso, con la caratteristica sbavatura del mascara.
* Hello Eric Draven! *
Si pulì il viso con dello struccante, finendo inevitabilmente per irritarsi gli occhi e si infiló una delle sue proverbiali T-shirt da casa.
Oggi sarebbe toccato alla maglietta di Thor.
Le sarebbe servita tutta la forza del dio del tuono per fronteggiare Karima in lacrime.
Legó i capelli in una treccia.
* Così domani avrò un pó di movimento... Spero *
E si diresse zampettando verso la cucina.
Karima sarebbe dovuta essere già li, ma decise di non farsi prendere dal panico e di attribuire il ritardo al traffico.
Si spostó in cucina, dove acchiappato il suo bicchiere preferito, quello con le fragole dipinte,tiró fuori del tea freddo dal frigo e se ne versó un sorso.
* Sia benedetto anche l'inventore del tea *
Prese allora in mano il telefono, precedentemente abbandonato sul tavolo, e decise di leggere finalmente i messaggi. 
Aprì i messaggi di Karima.
Come si aspettava erano un infinito susseguirsi di insulti, lamentele, maledizioni contro gli avi e minacce infondate di omicidio/suicidio.
La ragazza sospiró, e si appoggió col sedere sul bordo del tavolo.
Aprì allora il messaggio di Sara, che come sospettava era una richiesta di cambio turno.
Valutó mentalmente la scusa migliore per rifiutare, e concluse che la più plausibile sarebbe stata una visita medica già prenotata.
Anche se l'unico appuntamento che prevedeva la presenza di un dottore era tutt'altro che di natura medica. 
E si sarebbe presumibilmente svolto sul divano di casa sua, durante una replica sul canale della BBC 1.
Elena ridacchió fra se e se, e vagó verso il divano.
Karima ci stava decisamente mettendo troppo.
Fissó preoccupata l'orologio posizionato sopra il tavolo della cucina.
Erano quasi le 18:45 e Karima di solito impiegava meno di mezz'ora a rientrare.
E lei l'aveva sentita quasi un ora fa
Scrolló le spalle e aprì il messaggio del numero sconosciuto.
La ragazza sussultó.
Aveva letto bene?

- Ciao Elena, sono Tom... Tom Hiddleston il tuo vicino di casa! Mi scuso se mi sono permesso di chiedere il tuo numero a Youssef, ma era il modo più semplice per rintracciarti. Immagino tu abbia letto il giornale stamattina, e volevo accettarmi che fosse tutto apposto. Sono davvero costernato! Io e Luke stiamo già lavorando per sistemare le cose. Purtroppo non sempre riusciamo ad impedire che escano in stampa certe cose! Mi dispiace immensamente che tu sia stata coinvolta in questa cosa. In ogni caso questo è il mio numero personale, sentiti libera di contattarmi quando vuoi! Anzi se hai bisogno di chiarimenti chiamami! 
Io sono sempre disponibile.
Mi scuso di nuovo!
A presto,
Tom.-

La ragazza non poteva credere ai suoi occhi.
* Tom Hiddleston mi ha mandato un sms *





 
"ANGOLINO DELL'AUTRICE"

Ciao a tutti\e!
Come promesso ho cercato di essere il più solerte possibile con l'aggiornamento!
Devo dire che questo capitolo mi piace molto, non so perchè, ma 'ho trovato soddisfacente!
Per lo meno ho smosso un pò le acque, e ho reso la situazione forse un pò più "chiara".
Oltre che aggiungere sempre più carne al fuoco, perchè si.. sono una Drama Queen!

Enjoy



 
xx 

-Ruka-


 

 

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Capitolo 22
*** Home sweet Home ***


Cap 22.

 
"Home sweet Home" 



"ANGOLINO DELL'AUTRICE"

Ciao a tutti\e!
Anticipo l'angolo dell'autrice per chiedere venia per la sequela di volgarià e il linguaggio scurrile del finale.. E' stato necessaio!!
Questo capitolo risulterà probabilmente mento frizzante dei precedenti. E' un capitolo di "transizione", quindi era necessario concludere e chiarire ancora un paio di cosette :)
Vi ringrazio ancora tutti per avere la pazienza di leggere questo delirio XD

Enjoy


 
xx 

-Ruka-





TOM POV.

 

Era allibito. 
Basito.
Incredulo.
Non riusciva a capacitarsi della conversazione che aveva avuto poco prima con Emma.
Tom si passó nervosamente una mano fra i ricci scomposti.
Nonostante prima di uscire gli avesse sistemati in una sorta di piega: caldo, trasporti e nervosismo li avevano ridotti ad una massa informe.
Cominciavano a diventare lunghi.
Doveva tagliarli.
Ma avrebbe dovuto prima discuterne con la stylist per Pride and Prejudice.
Sospiró sommessamente.
Sua sorella e Luke, che si mettevano in combutta per prendersi gioco di lui?
Stentava a crederlo.Non era possibile.
Scosse la testa, e si ostinò a guardare fuori dal finestrino.
Il tempo andava rabbuiandosi, proprio come era accaduto al suo umore.
Il cielo si stava riempiendo di nuvole.
* Che strano, siamo a Londra! *
Lasció i suoi occhi perdersi nel panorama cittadino, senza un preciso indirizzo.
Va bene, forse aveva preso le loro battutine alla leggera, ma mai avrebbe pensato che sarebbero arrivati a tanto, nel loro giochino del: "troviamo la ragazza a Tom".
Cavoli non era più un ragazzino!
Okay, forse la sua reazione era stata un tantino esagerata ma... Essere preso in giro in quel modo lo aveva terribilmente ferito.
Tom strinse le mani in un pugno, tremando leggermente per il nervosismo.
Continuava a sentire caldo, ma non aveva la benché minima voglia di levarsi la giacca, e poi era quasi arrivato.
Insomma, sapeva quello che faceva no? 
E di sicuro non avrebbe lanciato nella fossa dei leoni una ragazza innocente.
Il fatto che la sua vita sentimentale fosse tenuta il più nascosta possibile non era certo una decisione presa per caso.
Le sue ultime relazioni "pubbliche" infatti, avevano dato il via a reazioni esagerate da parte di fan e paparazzi, cosa inevitabile per un membro del jet set, ne era consapevole, ma ugualmente fastidiosa.
Visti i precedenti, aveva infatti tenuto il più riservata possibile ogni sua relazione, uscita o frequentazione.
Comincio a massaggiarsi nervosamente una coscia.
Di una cosa era certo.
L'isterismo non era di sicuro la soluzione più adatta.
Si sistemó svogliatamente i lembi della giacca, voleva levarsi di dosso quell'affare.
Effettivamente non desiderava altro che tornare a casa e indossare qualcosa di più comodo, stendersi sul divano e bere un bicchiere.
Giusto per stendere i nervi.
Oggi non era decisamente la sua giornata, e anche questo tassista sembrava volesse metterci un eternità.
Distese le dita della mano destra osservandosele svogliatamente.
* Che bel Venerdì sera di merda *
Era consapevole che tutto questo "gioco" era anche un pó colpa sua. Lui infatti permetteva spesso ai suoi amici di farsi beffe di questo argomento. 
Benedict compreso.
Nonostante il suo amico si fosse già ben prima di lui guadagnato il soprannome di "scapolo d'oro ", in quanto non aveva ancora trovato una donna in grado di mettergli "le briglie", così diceva lui.
Sorrise leggermente a quel pensiero.
Tom, si comportava come " l'uomo sposato col suo lavoro", da ormai un bel pó di tempo, cosa che sembrava causare l'improvvisa voglia di scherno da parte di amici e parenti.
Fece una smorfia di fastidio.
Questo non significava che non avesse i suoi bisogni.
Era pur sempre un essere umano!
Ma prima di rendere pubblica una storia però, ci avrebbe pensato due volte. Ma anche quattro o cinque.
Affrontare i riflettori, significa affrontare chiacchiere e malignità, paparazzi, poca intimità, e tante, ma tante domande insidiose.
Cose che avrebbe fatto volentieri per la donna da lui amata, ma che allo stesso tempo avrebbe voluto proteggere da tutte queste spiacevoli situazioni.
Tom ne era certo, sull'amore non si scherza.
E poi amore? Chi ha parlato di amore?
Solo perché trovata carina e buffa quella ragazza non significava che avrebbe dovuto averci una relazione!
Certo, non che non ci avesse fatto un pensierino, ma la sola idea di coinvolgerla in una storia che sarebbe finita sotto i riflettori lo terrorizzava.
Conclusosi il disastroso incontro con la sorella, Tom si era diretto deciso a casa sua. 
Fortuna voleva che avesse la giornata libera, e non aveva nessuna intenzione di chiamare Luke per tenersi aggiornato sugli impegni dell'ultimo minuto.
Era venerdì, quindi normalmente sarebbe uscito anche solo per una birra, ma non era sicuro di essere in grado di comportarsi civilmente.
Mentre era perso in questi oscuri pensieri Il taxi in cui si era infilato in fretta e furia si fermó proprio sotto il portone di casa sua.
* Casa dolce casa... *

 

ELENA POV.

 

Il cellulare le cadde di mano, atterrando, per sua immensa fortuna, sul cuscino con la stampa della Union Jack che delimitava la sua parte di divano.
Si, aveva una sua parte di divano, marcata a mó di territorio dal suo cuscino preferito.
In questo si sentiva terribilmente simile a Sheldon Cooper.
Elena si guardó sconcertata la mano.
E ora cosa avrebbe dovuto fare?
Recuperó automaticamente il telefono da sopra il cuscino e fissó nuovamente lo schermo.
* Se é uno scherzo scorrerá del sangue, e se non è uno scherzo scorrerà ugualmente, ma il sangue in quel caso sarà il mio perché m'ammazzo *
Elena aprì e chiuse la bocca come per dire qualcosa senza riuscire a trovare una parola.
Si sedette sul divano e strinse le ginocchia al petto. 
Come per consolarsi.
Decise di rileggere il messaggio.

- Ciao Elena, sono Tom... Tom Hiddleston il tuo vicino di casa!-

*Beh naturale, chi altro dovrebbe essere se non Tom Hiddleston! Il mio vicino di casa! Come no? Ciao sono la regina Elisabetta! NO, sono Bond! James Bond! Dio se gli dessero quella parte!, Anzi no, OK CALMA, Elena, Calma... *
La ragazza sospirò vistosamente e continuò a leggere.

-Mi scuso se mi sono permesso di chiedere il tuo numero a Youssef, ma era il modo più semplice per rintracciarti.-

* Lui si Scusa, beh certo si scusa! Perchè non dovrebbe scusarsi di aver appena preso il numero di una pazza che sta morendo dietro a lui da un paio d'anni, di sicuro mi aspetto delle scuse!
E perchè no un mazzo di fiori come ringraziamento! Dei del cielo, è sicuramente lui, quello si scusa anche quando vince i premi ! *

Elena si posò una mano sulla fronte, stava decisamente dando di matto.

-Immagino tu abbia letto il giornale stamattina, e volevo accettarmi che fosse tutto apposto. Sono davvero costernato! Io e Luke stiamo già lavorando per sistemare le cose. Purtroppo non sempre riusciamo ad impedire che escano in stampa certe cose!- 

* No Tom, non ti preoccupare ho solo rischiato un infarto, pensato di tingermi i capelli e fatto una delle peggiori figure della mia vita davanti a Benedict Cumberbatch!
Benedict!
Oh mio dio!
Sofia.
Oh mio dio! *

Scosse forte la testa per scacciare quel pensiero.
All'amica avrebbe pensato dopo. Ne andava della sua sanità mentale.

-Mi dispiace immensamente che tu sia stata coinvolta in questa cosa. In ogni caso questo è il mio numero personale, sentiti libera di contattarmi quando vuoi! Anzi se hai bisogno di chiarimenti chiamami! 
Io sono sempre disponibile.
Mi scuso di nuovo!
A presto,
Tom.-

Elena continuava a fissare il telefono.
* Mi ha lasciato il suo numero. Il suo numero. Si scusa. Il suo numero. Dei chiarimenti...*
La ragazza cominciò ad arrossire e a sentire un forte calore diffondersi su tutto il viso.

<< Io, io non so cosa fare... >>

Piagnucoló fra se e se.
* Ok Elena, calma, vi siete anche incontrati... *
<< eheheheheheh >>
Non riuscì a sopprimere una risata stridula, e tragicamente simile a quella caratteristica di Tom .
Si bloccò e si mise le mani sulla bocca.
* Oddio, magari quando mi ha vista al caffè ha pensato che ce l'avessi a morte con lui e che quindi non ho risposto al suo messaggio! *
Elena si alzò di scatto prese il telefono e cominciò a digitare.
* No so cosa sto facendo ma pazienza*
Aprì la casella dei messaggi.
Si risedette.
* Non sto peccando di presunzione a pensare che si sia preccupato per me? Probabilmente è stato un gesto di cortesia. *
Elena abbandò la mano con la quale teneva il cellulare sul bracciolo del divano, facendo ciondolare il polso nel vuoto.
Alzó gli occhi al cielo, come se l'intonaco del soffitto potesse in qualche modo dargli una risposta.
* Dio, Odino, Allah... Chiunque tu sia perché mi hai abbandonato? *
Si trovava seriamente sull'orlo delle lacrime.
Se c'era una cosa che le causava dei problemi era essere messa alle strette per quanto riguardava le relazioni umane.
* Ma quelli relazioni Elena, hai fatto più danno tu in una settimana scarsa di conoscenza con quell'uomo che chissà cosa *
Decise di non farsi prendere dal panico e cominciò a fare lunghi respiri profondi per calmarsi.
<< Forza donna, un pó di contegno.. >>
Riprese il cellulare fra le mani e inizió a digitare.

-Caro Tom -
* No Elena non è una lettera *
Cancelló velocemente
-Ciao Thomas... -
* Si scrivi anche il suo albero genealogico da dove viene questa formalità?? *
-Ciao Tom, -
*Ok va meglio *
-Ciao Tom, non devi assolutamente scusarti di nulla... Mi dispiace se mi sono comportata da idiota al Monna Lisa, ma non mi aspettavo di trovarti lì-
* E brava Elena , sai scrivere! Complimenti potresti fare la sceneggiatrice! *
- Mi scuso io per averti causato tanti problemi, sono desolata -
* No, brutto *
-sono dispiaciuta per quello che è accaduto. Spero la cosa non abbia fatto troppi danni di immagine -
* Nooooo cancella tutto! *
-Spero di non aver rovinato la tua reputazione -
* Si, certo l'ho compromesso adesso! *
-Spero che questo non ti crei troppi problemi con i giornalisti. Da parte mia cercherò di causare meno problemi possibili d'ora in poi... Mi dispiace ancora, Elena
Ps: passa quando vuoi se vuoi parlarne... -
* No ok questo sembra un invito losco *
-Ps: Se preferisci parlarne di persona sai dove trovarmi-
* xoxo baci baci, Elena cosa stai scrivendo? *
Cancelló nervosamente il post scriptum e cliccó il tasto invio.
<< L'ho fatto! Vaffanculo... >>
Quasi lanció il telefono per l'emozione.
In quel momento sentì un rumore sordo provenire da fuori la porta dalla rampa di scale.
<< KARIMA! >>
Gridó. 
Le si geló il sangue, quella sembrava una caduta dalle scale.
Si precipitó ad aprire la porta inciampando sul tavolino del salotto e facendo volare il suo cuscino preferito sul pavimento.
La grazie non era una delle caratteristiche che le si addicevano di più.




TOM POV.

 

Le braccia ancora tese che sorreggevano le spalle delle ragazza, un ginocchio appena piegato e l'equilibrio tenuto a stento.
Tom si trovava praticamente in ginocchio sull'ultimo scalino della scala che portava al corridoio del suo appartamento al secondo piano.
Karima fra le sue braccia, una busta ciondolante dal braccio destro,era ammutolita dallo shock.
Aveva fatto in tempo a salire metà rampa di scale e aveva visto la ragazza scivolare e oscillare rovinosamente all'indietro.
Aveva fatto cenno di avvisarla, ma lei gli era praticamente volata fra le braccia pochi secondi dopo.
Per sua fortuna lui era pronto a sorreggerla sennò la ragazza avrebbe fatto un bel ruzzolone giù per le scale.
E di sicuro non se la sarebbe cavata solo con qualche graffietto.
Il cellulare vibró nella sua tasca.
* Ottimo tempismo, come minimo è Luke questo *
Tom alzó gli occhi al cielo.
<< Ka-Karima stai bene ? >>
Chiese l'inglese tirando la ragazza in piedi e posandola sulla base più solida del corridoio.
Karima sembrava evidentemente scossa, i capelli arruffati e il bel viso contratto.
Non era certo che quell'espressione fosse semplicemente dovuta alla caduta di prima e allo spavento.
La ragazza si voltó verso di lui, e repentinamente abbandonó a terra la busta del 24H che aveva in mano scoppiando a piangere a dirotto.
Dritta immobile di fronte a lui.
Tom spalancó gli occhi allarmato.
<< Oh mio dio Karima, stai male? Sei ferita? Devo chiamare un ambulanza? >>
Tom agitatissimo posó le mani sulle spalle tremanti della ragazza in preda al più totale panico.
* Cosa devo fare? cosa devo fare? Cosa devo fare? *
<< M- Michael... >>
Mugugnó la ragazza tra i singhiozzi.
Tom alzó un sopracciglio.
<< Michael? Cara non ti capisco... O Dio che giornata... >>
In quel momento sentì una porta aprirsi e un urletto stridulo diede notizia di chi fosse il nuovo arrivato.
O meglio, la nuova arrivata.
<< Karima! Oddio cosa stai facendo! stai bene? Cristo santissimo! Sei ferita?? Tom?? Perché sei qui? Sta male? Cosa è successo? Santo cielo qualcuno mi dica qualcosa!! >>
Un fiume in piena di strilli in quello che doveva essere italiano arrivavano dalla ragazza mora che si era precipitata verso di loro.
Elena gli strappó letteralmente Karima dalle braccia e le prese il
volto fra le mani come a fare un chek-up completo del suo stato emotivo e fisico.
Karima la guardó tra le lacrime e mugugnó qualcosa che sembró rincuorare l'amica.
<< Va bene tesoro va bene, ora vieni a casa ok? >>
Disse lei dolcemente.
Tom non riusciva a capire una parola, e guardava le due ragazze con lo stesso sguardo che probabilmente avrebbe un componente di una tribù amazzonica se si trovasse catapultato improvvisamente nel bel mezzo di Picadilly Circus.
* Che Dio mi aiuti *
Elena, messa una mano sulla spalla dell'amica gli lanció uno sguardo truce, come ad accusarlo di aver causato lui il pianto isterico, o l'evidente malumore dell'amica.
<< Hey! Ma io non ho fatto nulla! >>
Disse Tom ancora sconvolto con una mano sulla fronte.
<< Tu no! È il genere maschile! >>
Sentenzió lei glaciale.
Tom la guardó dispiaciuto.
* A quanto pare non sono il solo con problemi sentimentali, dovremmo aprire un club in questo condominio! *
Detto questo Elena giró su i tacchi e dando le spalle a Tom fece entrare Karima dentro casa.
Si affacció infine un ultima volta.
<< Scusala Tom, è un brutto momento, problemi col fidanzato... È una ragazza molto emotiva... Melodrammatica... >>
Tom ricambiò il suo sguardo ancora sbalordito.
Elena sembrò titubante, e uscì del tutto nel corridoio mostrandosi a figura intera.
<< Scusa anche me, mi sono fatta prendere dal panico e... E beh dalla paura... >>
Continuó arrossendo violentemente.
<< Ti prego di scusarmi, grazie per averla soccorsa, o almeno è quello che mi è sembrato di vedere... Pensavo fosse caduta dalle scale e... Sono andata nel pallone... >>
Tom la guardó comprensivo.
<< Ora... Ora vado dentro! >>
Disse tutto d'un fiato.
Tom degluttì vistosamente e annuì esterrefatto alla ragazza, che con un sorriso timido si chiuse la porta alla spalle.
* Era veramente in maglietta e mutandine? *

 

ELENA POV.

 

Elena entrò dentro casa chiudendosi la porta alle spalle.
Si sedette sul divano di fianco all'amica e si mise le mani sulla fronte.
<< Io, io... Non ho parole! >>
Disse stancamente.
Karima continuava a singhiozzare con il volto coperto dai lunghi capelli corvini.
Si era distesa con il busto nel divano a faccia in giù, il viso fra le mani e le gambe che penzolavano svogliatamente nel vuoto.
Il piede destro che andava a toccare il cuscino di Elena cascato rovinosamente a terra pochi minuti prima.
<< Che ha combinato altro? >>
Chiese Elena esasperata.
Karima era in pessime condizioni, sicuramente stava peggio di un ora prima.
Qualcos'altro doveva essere successo.
Era si un imbranata, anche se mai quanto lei, ma rischiare di cadere giù per le scale era veramente eccessivo!
Cosa aveva fatto quell'animale per peggiorare la situazione ?
Forse mandare un sms indirizzato ad una certa Molly con apprezzamenti piuttosto indecenti al numero della propria ragazza non era bastato?
<< Quello stronzo... >>
Ringhió Karima.
<< Amen >>
Rispose Elena istintivamente.
<< Mi ha mandato un altro messaggio, dicendomi che non era come sembrava, e che sono un isterica... >>
Elena sospiró vistosamente.
* Perché sono circondata da uomini del genere... *
Elena abbracciò l'amica.
<< Tesoro, è un coglione... È stato meglio così, fidati! Meglio perderlo che trovarlo uno del genere... >>
Provò a rincuoralra lei.
Era seriamente dispiaciuta per l'amica.
Elena stava sviluppando un sempre più profondo disgusto verso il genere maschile.
Sembrava che nella sua vita fosse destinata ad essere circondata solo da uomini viscidi o senza spina dorsale.
Aveva attratto verso di se qualche maledizione?
Era stata punita per qualche ragione a lei sconosciuta?
O forse trovare un uomo decente era davvero quell'utopia che sembrava?
Non lo sapeva e non se lo chiedeva ormai più.
Dopo 2 anni da single convinta stava cominciando a rassegnarsi ad una vita da gattara inacidita.
Ma senza gatti perché ne era allergica.
Fattostá che di questa piaga di uomini inutili sembrava strapieno il mondo.
E uno di questi a quanto pare era incappato nella vita della sua amica.
Purtroppo.
Karima in tutta risposta singhiozzó ancora più forte.
<< Se quel... Quell'essere ti ha fatto le corna, non merita neanche mezza della tua lacrima... È un verme! Un ameba! Un cavolfiore! >>
* Dio Elena ma da dove ti escono certi insulti? *
La ragazza si diede mentalmente dell'idiota.
<< È uno schifoso bastardo... >>
Mugugnó Karima.
<< Lurido maiale... >>
Continuó Elena con rabbia.
Il suono del campanello interruppe la sequela di insulti.
*Che palle*
<< Tesoro vado a vedere chi è e torno subito da te...ok? >>
Karima mugugnó in segno di assenso e si raggomitolò a bozzolo in posizione fetale.
La ragazza si alzó e si diresse speditamente verso la porta aprendola senza chiedere chi fosse.
<< Ehm, credo che a Karima sia caduto questo.. Come sta? >>
Tom con una busta del 24H in mano si stagliava imbarazzato di fronte alla porta.
Elena lo guardó sconcertata per un attimo, poi fissó la busta senza fiatare.
Lo sguardo di lui scese inevitabilmente verso le sue gambe nude, prima di ritornare velocemente al suo viso.
Elena seguì lo sguardo di lui, e solo in quel momento si rese conto di star girando per casa in mutandine senza uno straccio di pudore.
<< Sc... Scusami! >>
Piangnucoló lei arrossendo violentemente, e abbandonandolo fuori dalla porta scappando verso la sua stanza senza possibilità di replica.
<< Ehm, posso entrare a poggiare questo? >>
Chiese Tom al culmine dell'imbarazzo.
Non ricevendo risposta si accomodò da solo.
Stava cominciando ad abituarsi ai modi folli di quella ragazza.


 

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Capitolo 23
*** Sushi ***


Cap 23.

 
"Sushi" 



"ANGOLINO DELL'AUTRICE"


 
Allora.... finalmente prende vita anche il chap 23!
Effettivamente non è che succedano poi grandi cose neanche in questo capitolo, però mi piace abbastanza...
Ha aria di casa!
Tom finalmente si smuove un pò, sto perdendo la paura del personaggio e di renderlo troppo OOC... HURRAY! Festeggiate con me! *Danza*

Pour vous

<3


-Ruka-



 

ELENA POV.


*Al diavolo il pudore! Al diavolo tutto! *
Qui si stava veramente rasentando il ridicolo!
Non era umanamente possibile sopportare tutto in un unica giornata!
Cielo, cosa aveva fatto di male?
Con le lacrime che minacciavano di scenderle lungo le  guance Elena si infilò i pantaloni che aveva appena tirato fuori da uno dei cassetti dell'armadio.
Ovviamente anche trovare qualcosa di minimamente indossabile sembrava un impresa, in una situazione ridicola come quella.
Dio quanto si sentiva in imbarazzo.
Tirò sul col naso e strinse violentemente i cordoncini dei pantaloni da ginnastica intorno ai fianchi facendosi del male da sola.
<< Aaah... merda anche a voi! >>
Si rifiutava categoricamente di uscire fuori in pantaloncini o altro abbigliamento compromettente.
Aveva mostrato troppa pelle per un intero secolo per quanto la riguardava.
Già non era una grande fan della sua forma fisica, ma mostrarsi con tutte le gambe di fuori di fronte a Tom era decisamente troppo per la sua già misera autostima.
* Quanto mi metterei a piangere, che vergogna *
Si immobilizzò per qualche secondo al centro della stanza tentando di riacquistare il controllo delle sue emozioni.
Aveva scovato un paio di pantaloni di una tuta grigi abbastanza larghi da nascondere quello che aveva tristemente mostrato al suo amato vicino, e Dio solo sapeva se c'era qualcun'altro nel corridoio. Inoltre la maglietta di Thor, sebbene dal taglio femminile era abbastanza "coprente".
Ormai doveva accettarlo, Tom era ufficialmente convinto che lei fosse una nudista o una cosa simile.
Lo aveva incontrato 5 volte in vita sua e in 2 di queste lei indossava poco più della sua biancheria intima.
<< Merda >>
Imprecò, non sapeva più bene se verso se stessa o verso cosa.
Si voltò verso lo specchio e vide il ritratto della pazzia.
* Indecente, sei andata in giro in maniera indecente! *
Si picchiettò la fronte con la mano quasi fino a farsi male.
Stava decisamente dando segni di pazzia.
Oltre che lei fosse un'esibizionista, Tom era certamente convinto che lei soffrisse di qualche disturbo di personalità bipolare.
Timida/ubriaca/isterica, nudista.
Elena emise un gemito di sconforto.
Tutto quello che avrebbe voluto in quel momento era: andare di là, acchiappare il gelato, mollare Tom e Karima in salotto, tornare in camera sua e sedersi a gambe incrociate sul letto a guardare per la quarantesima volta "500 days of Summer".
Solo le disavventure di un altro sfigato come Tom Hansen le avrebbe impedito di compiere qualche gesto estremo.
Ma non era quello il momento di lasciarsi andare ad uno dei suoi attacchi isterici.
* Karima *
Decise di tornare in salotto.
Non poteva succedere di molto peggio in giornata... 
Se non un disastro atomico o un terremoto.
Le venne in mentre Igor in Frankenstein jr.
<< Potrebbe piovere? >>
Ripeté la battuta fra se e se ridacchiando.
Sconsolata aprì la porta, e trovò Tom seduto sul divano a fianco ad una Karima sempre sconvolta.
Lui con una mano posata sulla testa dell'amica tentava goffamente di consolarla.
<< Tesoro non devi reagire così... Su... >>
Lei si avvicinò al salotto, e lui si voltò verso di lei e lanciandole uno sguardo che implorava aiuto.
Se la scritta SOS avesse avuto una faccia, questa avrebbe avuto i tratti regolari e gli stupendi occhi verdi di Tom Hiddleston.
Occhi che nonostante la situazione la fecero comunque sussultare.
* Ecco, siamo apposto, questo è più impedito di me con i consigli sentimentali, e io non riesco a rimanere immune a quelle dannate espressioni facciali! *


TOM POV.

 

Per ragioni che ancora non gli erano del tutto chiare si trovava da più di mezz'ora seduto sul divano di casa delle ragazze, un bicchiere di succo di frutta in mano ad ascoltare la lunga sequela di consigli(?), insulti (?), rassicurazioni (?) che Elena stava elargendo da mezz'ora all'amica.
Una volta rientrata in stanza, Elena, completamente vestita, cosa che doveva ammettere a se stesso lo aveva lasciato leggermente deluso;
* Si lo ammetto dannazione! Sono un uomo e ho apprezzato il siparietto di "streaptease" involontario! *
Si era precipitata dall'amica, ed era riuscita in qualche modo a calmarla.
Lui si era educatamente allontanato dalla ragazza e si era accomodato nel divano in attesa che la situazione si calmasse.
Le due ragazze non avevano dato segno di curarsi della sua presenza, così lui, non sapendo bene che fare si era accomodato levandosi finalmente quella dannata giacca e rimanendo in maniche di camicia.
Dio quanto avrebbe voluto cambiarsi!
Aveva allora portato da bere alle due ragazze scovando bicchieri e bevande in cucina, e si era nuovamente accomodato tentando di recepire qualcosa dalla conversazione.
Se non aveva capito male Elena stava dicendo a Karima che doveva rassegnarsi ad una vita piena di uomini poco raccomandabili.
Ok, effettivamente aveva usato altri termini, meno delicati, ma non era molto sicuro del suo italiano.
Era decisamente arrugginito.
Per un attimo si ritrovò a pensare a De Paoli e al nuovo film.
Gli sfuggì un sorriso. 
Alzç gli occhi verso l'orologio appeso al muro.
* Sono già le 20:15 , come cavolo è possibile? *
Si mise involontariamente una mano sullo stomaco.
Cominciava ad avere fame, anzi una fama tremenda.
Si voltò verso le ragazze e Elena finalmente lo degnò di attenzione, probabilmente sentendosi osservata.
Lo guardò per un attimo come smarrita.
Sembrava proprio che si fosse dimenticata della sua presenza.
* Potrei anche offendermi *
<< Ehm, scusa Tom... Ti abbiamo trattenuto qui.. Io... Ecco... >>
La ragazza, tenendo abbracciata a se l'amica appariva decisamente in imbarazzo.
* Eccola la, ora mi fa gli occhi da cucciolo... E siamo fregati! *
Tom rispose con un sorriso stanco, e fece cenno con la testa che non aveva importanza.
Mimò con la bocca un: "come va?" In direzione di Karima.
Lei rispose semplicemente con un pollice alzato.
Si schiarì la voce.
<< Beh ecco ragazze, non so voi ma... Io avrei una certa fame... Ordiniamo qualcosa? >>
Chiese Tom con nonchalance.
Già che era in ballo, tanto valeva ballare fino all'ultima nota.
Era completamente distrutto, ma forse un pò di compagnia, anche se decisamente anomala come quella, gli avrebbe fatto bene.
E poi l'atmosfera di quella casa era così calda e famigliare.
La solitudine di casa sua gli sembrava molto meno allettante ora.
Elena lo guardò con un espressione enigmatica dipinta sul viso.
Non poté fare a meno di notare quanto ridicola sembrasse la scena.
Lei, abiti da casa, stravolta e con gli occhioni che lo scrutavano in cerca di qualche risposta, Karima, ancora vestita di tutto punto che abbracciava Elena come un koala, il trucco ormai in malora ed infine lui, in piedi con ancora una parvenza di eleganza nel suo completo che si auto invitava a cena.
<< Oh si si... Ordiniamo qualcosa! >>
La voce di Karima si palesò acuta dal groviglioso abbraccio delle ragazze.
Tom sorrise soddisfatto.
<< Be.. Bene... Allora che si ordina... Pizza? >>
Propose Elena con poca convinzione.
<< Naaaah ... >>
Rispose Karima accoccolandosi meglio addosso a lei.
Sembrava un gatto.
* Chissà se si sta così comodi come sembra sulle sue gambe? *
Tom scosse la testa per scacciare quel pensiero.
<< Mmmm.... Cinese? >>
Propose a caso.
* Non devi pensare a quelle gambe non pensarci *
<< Anzi no... >>
Inizió la frase lui.
<< Sushi! >>
Esclamarono in coro lui e Elena.
Elena lo guardò sorpreso, lui ricambiò lo sguardo e scoppiarono inevitabilmente a ridere.
* Bene, per lo meno qualcosa in comune lo abbiamo *
<< Ooookay! Conosco un ristorante take away perfetto... Chiamo io, vado a prendere il numero a casa e, se non vi dispiace ne approfitto per farmi una doccia... >>
Concluse mantenendo il sorriso.
Le due ragazze annuirono all'unisono.
* Fanno paura tanto sono calme adesso *
<< Kar, dovresti darti anche tu una sistematina però... >>
Disse Elena in tono di rimprovero a Karima.
<< Si si... Forse hai ragione... >>
Mugugnò l'altra ragazza, mente sotterrava la faccia contro il divano.


ELENA POV.

 

Aveva convinto Karima a infilarsi in doccia con non poca difficoltà.
Ringraziava il mascara waterproof dell'amica per avergli risparmiato la maglietta altrimenti imbrattata di nero.
Per fortuna era solo bagnata di lacrime.
Sgualcita.
E con qualche traccia di fondotinta.
<< Fuck >>
Imprecò in inglese.
Provò a dare un aspetto vivibile alla cucina e controllò se ci fosse qualcosa in frigo come dessert.
* Budini! *
Ogni tanto il suo insensato desiderio di dolce si rivelava utile, a discapito delle sue fallimentari corsette mattutine ad Hyde Park.
Sorrise fra se e se al pensiero di Tom e del sushi, e il suo sorriso crebbe ancora al pensiero del budino.
Cavolo se le cose si erano fatte strane.
* Elena ti rendi conto che avevi la sua foto come sfondo dell 'IPhone fino a qualche giorno fa? *
Improvvisamente tutto il nervosismo della giornata sembrava essersi disciolto, la familiarità che le trasmetteva quella situazione era assurda, ma le sembrava così naturale aspettare Tom e Karima per mangiare un pò di sushi davanti alla Tv il venerdì sera.
* Ridicolo *
Scosse la testa e si ricordò improvvisamente del telefono.
Trovò un altra chiamata di Youssef, probabilmente per un volta i ruoli si sarebbero invertiti e sarebbe stato lui quello a farle la ramanzina.
Cercò il numero in rubrica e lo chiamò.
Pochi squilli e la voce familiare del suo "fratellino" acquisito risuonò dall'altra parte della cornetta, o meglio tuonò con un ELENADOVECAVOLOERI?.
<< Si Youssef, lo so lo so... non sono rintracciabile tutto il giorno... Scu... >>
Provò a rispondere lei armata di pazienza, ma lui non sembrava intenzionato a farla parlare.
Si portò una mano alle tempie.
* Gestire questi due è un inferno *
<< Si si, tua sorella è a casa... Già... Michael... >>
Prese a camminare per la cucina nervosamente.
Avanti e indietro, avanti e indietro.
<< No! no no no no no! >>
Acellerò il passo accompagnandolo con l'aumento del tono di voce.
<< Yu... tu non andrai a parlare con lui! Conosco il tuo modo di parlare fin troppo bene! >>
Accaldata e preoccupata si diresse freneticamente verso il salotto.
Sembrava una trottola.
* Testa di legno di un ragazzino geloso! *
Prese un bel sospiro.
<< Youssef, seriamente... Non è il caso... E poi lui manco ti conosce! >>
Cerco di non alzare troppo il tono di voce, non voleva far preoccupare ulteriormente Karima, ma trattenere l'isterismo era difficile. 
Aveva seriamente paura di un colpo di testa di quel pazzo.
Doveva ammetterlo, l'inframmezzo Tom e Sushi era stata una manna dal cielo.
Sarebbero stati in due a "sopportarla" e "supportarla".
* Assurdo, ora avere Tom a casa ti fa anche comodo! *
Continuò a fare avanti indietro di fronte alla porta di ingresso, sorbendosi un infinita sequela di insulti verso Michael, ai quali poteva solamente annuire.
Si fermò un attimo e provò a parlare.
<< Youssef sono d'accordo con te... Per fortuna lo ha scoperto adesso... Forse é stato meglio così... >>
Sbuffò e si grattò stancamente la testa.
Era completamente distrutta.
Mentre si abbandonava fisicamente contro la parete dell'andito, un leggero bussare alla porta la avvertì del ritorno di Tom.
* Già qui? *
Youssef d'altra parte continuava a dare di matto non prestando la minima attenzione a quello che lei tentava di risponderle.
<< You... Youssef PIANTALA! Quello è un idiota, domani ne riparliamo! E no... Non ti darò il suo indirizzo! >> 
Elena chiuse la chiamata.
* Basta *
Aprì la porta ad un Tom con aria decisamente divertita, canadese e T-shirt, foglio in mano e....
Un attimo...
* OCCHIALI? *


TOM POV.

 

Le urla di Elena si sentivano chiaramente fin dal corridoio.
E' proprio vedo che gli Italiani erano praticamente incapaci di parlare a bassa voce.
Era arrivato di fronte alla porta ridacchiando fra se e se.
* Quella ragazza mi fa bene *
Quel pensiero lo turbò solo un attimo, poi si preparò a bussare alla porta d'ingresso deciso a non prestarci troppa attenzione.
Aveva fatto una doccia il più veloce possibile, ed aveva infilato una T-shirt e dei pantaloni di una tuta.
Dopotutto non era il caso di indossare qualcosa di più scomodo, ne aveva avuto abbastanza di quella giornata per preoccuparsi di cose simili.
Si era appena auto invitato a casa di due ragazze!
Aveva valutato un pò se levarsi le lenti a contatto o meno, ma decise che la comodità avrebbe prevalso sul bell'aspetto e aveva inforcato gli occhiali.
Le sue diottrie mancanti erano sempre stato motivo di imbarazzo, ma aveva deciso di smetterla di farsi paranoie su una cosa tanto stupida. 
Doveva ammettere a se stesso che il suo aspetto non era dei migliori, ciabatte e capelli ancora umidi compresi, ma non pensava che alle ragazze la cosa avrebbe disturbato più di tanto. 
O almeno lo sperava.
Dopotutto Elena lo aveva visto in situazioni peggiori.
E anche lui aveva avuto il suo bel vedere.
Si portò una mano alle tempie tentando di contenere l'ilarità.
Quando era stanco tendeva alla ridarella facile.
Dopo aver bussato gentilmente alla porta e aver atteso gli ultimi "indiscreti" schiamazzi della ragazza, finalmente fu accolto in casa da una Elena con le guance imporporate dalla discussione.
* E' proprio tenera *
<< Ecco qua, numero e tutto il resto, posso entrare? >>
L'inglese porse in avanti il foglio del menù del take-away sorridendo gentilmente.
Elena sembrava in qualche modo immobilizzata, lo fissava con una strana espressione sul viso, tra il divertito e l'imbarazzato.
* Che ho fatto adesso? *
<< Tutto ok? Non sarai sconvolta dal vedermi in tuta spero? >>
Chiese lui sconcertato.
Non pensava davvero che avrebbe creato tanto scandalo a mostrarsi meno impettito del solito.
Aveva forse esagerato?
Si sentì un filino in imbarazzo.
Elena sembrò riprendersi e scosse la testa facendogli segno di entrare con la mano.
Da parte sua Tom cominciò inevitabilmente a innervosirsi.
<< Ehm, è che mi sembrava stupido mettere qualcosa di più formale... ehehehe >>
* La risata isterica no, Thomas, no *
Elena ricambiò la risata con una nuova tonalità di rosso.
* HELP *
Senza aggiungere una parola gli porse il foglietto del ristorante e attese di fronte a lei.
La ragazza guardò un attimo il foglietto per poi ri-spostare lo sguardo su di lui.
Sorrise dolcemente.
Lui si imbarazzò ancora di più.
<< Scusa per prima... è che mi fa strano vederti con gli occhiali.. ti.. ti stanno molto bene... >>
La ragazza concluse la frase tutta d'un fiato, come se si vergognasse a concluderla, ma ormai il danno era fatto.
Abbassò repentinamente lo sguardo imbarazzata fissando insistentemente il foglio che aveva fra le mani.
Lui la guardò sorpreso, divertito.
* Eh Elena, cosa devo fare con te *
Il ragazzo si imbarazzò appena, si grattò nervosamente la nuca e rispose.
<< Ah! Grazie! E pensare che io me ne vergogno un sacco! >>
* Ma l'hai finita di raccontare tutti gli affaracci tuoi a questa ragazza? *
Per una qualche strana ragione, lui non riusciva proprio a trattenersi di fronte a lei.
Questa cosa gli avrebbe sicuramente dato da pensare.

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