Giochi degli Specchi

di attagirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo I:come tutto ha inizio. La comparsa di Panico. ***
Capitolo 2: *** capitolo II: Incontro con Pena e inizio dei Giochi ***
Capitolo 3: *** capitolo III: primo scontro. America contro il minore dei Check ***



Capitolo 1
*** capitolo I:come tutto ha inizio. La comparsa di Panico. ***


//Okkai!! Credo...credo di potercela fare, almeno per l'inizio..! Avviso che trovare l'idea giusta per iniziare è stato un parto vero e proprio!! Abbiate pietà, tantissima pietà!
 
-Sacro Romano Impero...- la voce tremava, come la sua anima.
-Ce l'hai fatta...! Ora siete liberi..!- il respiro affannato. Gli occhi che si sarebbe chiusi per sempre. Di nuovo.
-...- il ragazzo teneva i suoi occhi puntati sul biondo. Occhi che raramente apriva.
-Sacro Romano...Impero...-
 
 
 
 
 
-Ok!! Dichiaro aperto anche questo World Meeting!! Aaahahahahaaah!- la voce squillante di Alfred riempiva il salone, dove tutte le Nazioni s'erano riunite, come al solito, per incontrarsi e parlare dei problemi nel Mondo. Anche se finivano sempre per agiungerne, con risse e litigate varie!
-Ci terrei a riproporre la mia idea di creare un eroe che difenda il mondo dal riscaldamento Globale! E' un'idea eccezionale!- Di nuovo la voce dell'Americano.
-E io ci terrei a sottolineare NUOVAMENTE che mi oppongo a un'idea così stupida!- questa volta era stato Arthur a parlare. Ecco, inizia il loro solito battibecco, e anche Francia si intromette, come sempre. Gli altri fanno nuovamente gli affari loro, innsecando altre risse a destra e manca. Come sempre.
-Ti dico che lo faccio, invece!! Te la lancio contro, quella bomba!!- la voce di Corea del Nord fece però preoccupare gli altri, che si zittirono. Yong Soo, dal canto suo, lo guardava esterrefatto. Non voleva sentire altro, e la minaccia di una bomba nucleare era qualcosa di serio.
-non...Non ci provare, maledizione!!- rispose alla minaccia allora, scaturendo altra collera del Nord.
-Oh sì, invece! Non credere che ci possa essere altro modo! Questa è la volta buona che ti faccio diventare parte del mio territorio..- la voce di Corea del Nord era tremolante, ma non in sengno di debolezza. Era come se fosse pazzo, gli occhi parevano uscirgli dalle orbite talmente era furioso--
-NO!!- una mano gli afferrò una manica della giacca. Era Giappone. Lo guardava, con un'espressione che mai aveva mostrato. Tutti i presenti si stupirono di averlo sentito urlare contro a qualcuno, per non parlare dell'espressione estremamente arrabbiata che aveva in volto! davvero, non sembrava nemmeno Kiku, il solito pacato ed educato Giapponese di sempre. Pochissime volte si era arrabbiato, e solitamente era per il prezzo degli alimenti. ma ora non c'entrava!
Anche le due Coree lo fissavano, stupite.
-No...- il Giapponese si rese conto di avere tutti gli sguardi stupiti puntati contro, e provo quasi un velo di imbarazzo, che però la rabbia coprì quasi subito.
-Tu, Corea, non hai la minima idea di cosa voglia dire usare una bomba nucleare, vero?-.
Silenzio più totale, ora. America guardò Giappone sgranando gli occhi, per poi abbassare lo sguardo.
Corea, preso alla sprovvista, balbettò un attimo, per poi urlare di nuovo:-Io sono disposto a tutto, in questa guerra!! Mettetevelo bene in testa!! Non hai il diritto di dirmi cosa far--
-Tu...- lo interruppe Kiku, guardandolo negli occhi. Il coreano sentì una sensazione di pesantezza, ma resse lo sguardo.
-..!- Corea del Nord improvvisamente sobbalzò sul posto. Fissando Kiku, dentro quegli occhi gli era parso di vedere qualcosa... come se il Giapponese nella sua mente stesse rievocando il passato. Corea vide una coltre di fumo, in quegli occhi.Una nuvola simile a un fungo, se vogliamo metterla sull'ironico. Ma sapeva benissimo cosa aveva visto. Kiku riprese: -Tu...non ne hai idea...E lascia che ti dice che, se davvero ne sei intenzionato, sei un pazzo. Non ricordavo tu fossi così cocciuto...Ma penso che tu abbia capito cosa sto dicendo. Non usare la bomba...Non provarci. In quel caso ti fermerò, con tutte le mie forze. Sappilo.-. Ci fu di nuovo un silenzio generale.Si sentì solo Corea mandar giù la saliva e America che si rimetteva a posto gli occhiali, calcandoli contro il naso, mentre fissava la scena, zitto.
-Non...Non ho paura di te..!- Stava per urlare contro al Giapponese per l'ennesima volta, il Coreano, quando d'un tratto la luce della stanza scomparve.
-!!!- ci fu una sorpresa generale, e tutti si allarmarono.
-Che..che cazzo è successo?! Ho..Ho paura, cacchio!!- la voce di Romano che strillava nervoso esprimeva ciò che provavano tutti in quel momento. Si sentivano sedie spostarsi, di gente che cercava una fonte di luce almeno fuori dalle finestre, scoprendo però un cielo buio.
-Ma che diavolo..?- Germania, che per primo si era affacciato, fissava il cielo incredulo.
-Ihihihihihih..uhuh..uhuhuhuhuh!- una risata invase l'intera stanza.
-Chi sei?! fatti vedere!!- Gridò contro il buio Germania, mentre feliciano, disperato, gli corse contro piangendo.
-Waaah! G-Germania, aiutamiii!-
-Italia! Stai calmo!!-
-oooh, che bellezza, non trovate..?-ad un tratto, tutta l'oscurità della stanza iniziò a muoversi, sotto forma di ombre, fino a concentrarsi in un unico punto, al centro della stanza, sopra il lungo tavolo della conferenza.Tutti si zittirono, qualcuno lanià grida spaventate. le ombre si riunirono tutte, fino a formare una sagoma simile ad una sagoma umana. Questa coltre di nubi si alzò in piedi. Le ombre avevano formato un essere ignoto. Il "viso" che era impossibile vedere perchè oscurato, era sovrastato da un cappuccio lungo, parte di una strana toga nera come la notte.
In tanti anni, quanti ne aveva, pensò Cina, non ne aveva mai viste di cose del genere!
L'ombra aprì le braccia, cominciando a ridere in maniera irritante.
-Ahahahahah! Benvenute, mie care Nazioni, ai Giochi degli Specchi!!- annunciò quella strana sagoma.
-G-Giochi di che?!- chiese istintivamente Inghilterra. L'ombra si girò verso di lui e in men che non si dica, l'inglese se lo ritrovò davanti, dritto in piedi davanti a lui.
-Lieto che tu l'abbia chiesto, caro!-disse quell'essere, lasciando l'inglese a bocca aperta per lo stupore e forse lo spavento.
-Io voglio che voi partecipiate ai miei giochi! Uhuhuhuuuuuh! sarà divertentissimo! Vedrete!!-
-Che cazzo stai dicendo, yaro?! Facci tornare a casa!!- la voce di Romano irruppe prepotente in mezzo alla risata dell'estraneo. Questo si bloccò e si girò verso di lui. Romano aveva gli occhi umidi, era sul punto di piangere. Non gli piaceva quella situazione! Gli sembrò quasi di vedere un ghigno, sotto quel cappuccio. La figura gli si avvicinò, anche se fu intercettata da Spagna, che si parò davanti a Romano, con uno sguardo più che furente. Lo stava proteggendo e con gli occhi minacciava l'ombra.
-Uhm...non si può..Romano, giusto?- riprese a parlare l'ombra-Per tornare a casa dovete vincere il Gioco! E' così semplice da capire che mi stupisce non ci siate ancora arrivati! ihihiih! Questa è una dimensione parallela, vi ho isolati io dal vostro mondo! beh, sarà il caso che mi presenti, comunque! Io sono Panico, e lavoro incoppia con Pena! Siamo..beh, diciamo pure dei diavoli! Ahahahahahah! So che per voi credere nei diavoli è come voler dire credere in Babbo Natale-
-Ehi!- il tono offeso di Finlandia fece ridere di nuovo Panico.
-..Dicevo, noi siamo interessati a voi, nazioni. Siamo stati sempre a lavorare negli inferi, ma voi non ci avete praticamente mai raggiunti!* Vogliao vedere di cosa siete capaci! E per farlo, dovrete partecipare ai Giochi degli Specchi, in cui si lotta! Ihihihiih!-
Silenzio. Solo la risata di Panico echeggiava. Giochi? Lotta? MA che storia è mai questa?!
-..P-Perchè lo fate?!- chiese di nuovo Romano, che sembrava stranamente impavido in quella situazione. Ormai ci si era abituati a vederlo sempre scappare! ma tutti volevano saperlo, in effetti!
-..perchè, dici? Ahahahahahahahahah!! Mi stai simpatico!! Dici cose senza senso!! E' chiaro che sia la noia a spingerci, cosa se no?! Ahahahah!!- a quella frase dei brividi percorsero la schiena di molti dei presenti. La noia? Loro volevano vederli combattere per noia?!
-Noi...-proseguì Panico-..siamo abituati a sentire le anime in pena...eravamo stufi. Così abbiamo pensato: perchè non far fare qualcosa di divertente a queste povere anime? E cosa è più divertente di una lotta? voi siete gli avversari perfetti, perchè siete difficili da battere! Perchè siete nazioni, praticamente è impossibile uccidervi!Ihihiiihihiih!-
-Far combattere delle anime..?- fu Fancia questa volta a parlare. Si avvicinava a Panico, con uno sguardo inorridito, dopo aver sentito cosa avesse intenzione di far fare loro. Combattere contro gente già morta?! Che razza di gioco stavano giocando?!
-...-Panico si girò verso di lui, mostrando chiaramente questa volta un sorriso bianco che spiccava in mezzo al nero di cui era composto-Oooooh, ve ne accorgerete di cosa sto parlando..Ve ne accorgerete mooolto presto!-
Finì la frase e poi, con una mossa del braccio, sollevo la tunica e si dissolse nel nulla, lasciando tutti a bocca aperta, esterrefatti.
-Il primo incontro si terrà fra due giorni! ihihiih! Preparatevi bene! Tutto l'occorrente lo troeverete in questo palazzo in cui siete rinchiusi! Ihihiih! A presto, Nazioni!-
più niente. Ci furono lunghi minuti di silenzio generale. Dopo di disperazione. c'era chi a sangue freddo manteneva il controllo, chi correva a destra e sinistra in cerca di segni che fosse stato tutto un sogno. Ma non lo era. E presto se ne sarebbero accorti.
 
 
 
 
 
 
 
*si riferisce a tutte le nazioni Antiche.
 
//Ecco...spero non vi abbia fatto così tanto schifo..ripeto che l'inizio era l'unica cosa che mi preoccupava da morire perchè non sapevo come far iniziare la cosa..ma se avrete fiducia in me e se non siete rimasti estremamente scossi dal discorso fra Giappone e Corea, allora credo potrete leggere tutto fino in fondo! Grazie della pazienza per aver letto!

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Capitolo 2
*** capitolo II: Incontro con Pena e inizio dei Giochi ***


// Bene gente! Ecco il secondo capitolo! Io...Io spero continuerete a aupportarmi e sopportarmi nello stesso tempo <3
Inoltre vorrei aggiungere che ci saranno degli spunti per Rusame in questo capitolo, siccome una mia amica mi ha espressamente chiesto di metterli e a me la coppia non dispiace. Vi prego di non chiudere dopo aver letto questa intro d'autore :( grazie mille e buona lettura! //
 
 
 
 
-Assolutamente no!- Antonio era davvero cocciuto quando si arrabbiava. Soprattutto quando si arrabbiava per colpa di Romano.
-Spagna, non mi importa ciò che dici tu! Io combatterò! Non c'è altro modo!- Romano però non era da meno, nel ribattere. I due sguardi si incrociavano in una spirale di ostilità. Romano, poco prima, mentre quasi tutti gli altri, sentendo dei Giochi, erano andati a preparare ciò che potevano utilizzare, avevano abbandonatop la stanza.
-Romano, ma tu non hai mai combattuto seriamente!- lo spagnolo aveva un tono esasperato, mentre cercava di convincere l'italiano a desistere all'idea di combattere.
Naturalmente, però, lo fece scegliendo le parole più inopportune, tanto che Romano si sentì ferito nell'orgoglio. Si arrabbiò talmente che pareva che una vena gli esplodesse, sulla tempia, da un momento all'altro, mentre rispondeva: -Che cazzo hai detto?! Mi stai forse dicendo che non so fare niente?! Tu non sai con chi stai parlando!!-
-E invece lo so! Lo so benissimo! E' per questo che voglio impedirti di commettere pazzie andando a lottare! Io...non posso permettertelo...!-
-Spagna, non hai più il diritto di dirmi cosa fare e cosa no!! Sono indipendente, e anche le mie scelte personali lo sono! Mettitelo bene in testa!!- e con questa frase di stile, Romano uscì dalla stanza del meeting per andare a cercare qualcosa di utile.
Erano passate circa sette ore da quando Panico era apparso nella sala del meeting. erano passate circa sette ore da quando il panico più totale aveva preso le Nazioni. Nessuno sapeva cosa fare né come comportarsi. Ma sapevano che di certo non era un sogno! Praticamente chiunque aveva provato a darsi più di un pizzicotto, per vedere se si svegliava. Ma niente. 
Romano aveva annunciato a Spagna, che sitante glielo aveva chiesto, che avrebbe senz'altro combattuto pur di tornare a casa. E pareva non volesse assolutamente mollare. Spagna non poteva permettersi di rischiare che Romano si ferisse, o peggio... D'altronde, i giochi erano organizzati da due diavoli. Ci si doveva aspettare di tutto. Così avevano iniziato a litigare, mentre i presenti o seguivano lo scontro verbale, o guardavano affranti il pavimento, senza fiatare. 
-Non serve preoccuparsi, ragazzi!! Ci pensa lìeroe a posrtarvi tutti a casa!!- America a gran voce cercò di tirar su il morale generale, senza successo. Nessuno stava a sentirlo.
-...- scoraggiato, l'Amricano si sedette su una sedia, sbuffando sonoramente.
-Non te la prendere, Alfred. E' solo che sei patetico, e quindi nessuno crede nelle tue parole.- la voce di Russia arrivò alle spalle dell'americano, che sussultò udendola. Si girò irritato, con un sorriso beffardo.
-Ah, ma davvero? Beh ti ringrazio del complimento, Ivan. Ma dimmi, come mai tu invece sembri così tranquillo? Credi forse che nulla stia accadendo?-
-No, semplicemente non vedo perchè preoccuparsi tanto...- Ivan si avvicinò e si sedette di fianco all'americano, sorridendo in maniera inquietante, per poi proseguire-...In fondo, siamo abituati a lottare. Tutti noi. Quello a cui stiamo per andare incontro è solo uno stupido gioco per far divertire dei pusillanime che si annoiano.-
-E-Ehi...- America lo guardò un po' impressionato, non in senso buono, da ciò che stava dicendo. Come faceva a sapere a cosa andavano incontro?!
-Quindi, io credo, Alfred...-proseguì il russo, aprendo gli occhi e fissandolo, con quei suoi occhi di un viola stupendo-...Che chiunque provi a mettermisi contro, basterà eliminarlo. E' semplice da capire.-
Un brividò percorse la schiena di Alfred, sentendo quelle parole. Poi, tornando calmo, guardò il pavimento e ridacchiò:-Eheheh! Già, tu non ti sei mai fatto scrupoli. Non posso dire di ammirare questa tua caratteristica, ma dicerto te la invidio un po'.-. Il biondò tornò a fissare il Russo, ma lasciando il silenzio tra i due, forse per far meditare Ivan sulle sue parole.
-Beh...- il russo si alzò dalla sedia, e, fissando un'ultima volta Alfred, gli disse, avvicinandosi al suo orecchio:-...Almeno così sai di poter contare su di me. Ma lascia che io ti dica una cosa. Prova a fare un passo falso, e te la farò pagare.-
Alfred rimase inizalmente scosso dalla frase. Fidarsi di lui? Ma quando mai? Sorrise ironico e rispose:-Grazie, Ivan. Ma posso cavarmela benissimo da solo, lo sai!...- .Si bloccò, alzandosi anche lui e sussurrandogli di rimando, a pochi centimetri dal viso:-...Semmai, qui, sei tu che hai bisogno d'aiuto. Come nella guerra di Crimea, ricordi? Quelli sì che erano bei temp---
-No, Alfred.- lo sguardo del Russo si fece più gelido del solito.Ghignò, in maniera poco rassicurante, che scombussolò un po' America.
-Di solito è Inghilterra quello che si attacca al passato, ma che succede ora? Non dirmi che stai diventando uguale a tuo "fratello", vero?-
-...Che diavolo hai appena detto?!- . No. Alfred non voleva litigare di nuovo con Ivan. Erano tutti scossi da quel che era successo e di sicuro anche il Russo lo era, ma non voleva darlo a vedere. Così, appena finì la frase, abbassò lo sguardo, strinse i pugni e si preparò ad allontanarsi.
-non ho voglia di litigare on te, Ivan. Sarebbe una perdita di tempo. Ma ti dico una cosa. Io non sono come Arthur. E qui, quello che forse fra noi due ha più paura sei tu.
...
Ci si vede.- . Senza dare il tempo a Ivan di metabolizzare ciò che gli aveva appena detto, Alfred si allontanò, uscendo anche lui dalla stanza del meeting.
-Che..? Ahahahah!- rise innocente da solo, Ivan. Si coprì poi il viso, e guardò da uno degli spazi fra le dita la figura di Alfred che si allontanava.
-....E come faccio a non averne, se so che a partecipare ci sei anche tu?- aggiunse poi sottovoce, senza farsi udire.
 
 
 
 
-West! West, aspetta Ore-sama!-
-Bruder! per favore, non mettermi in difficoltà! Non voglio che partecipi!- Ludwig era nella stessa situazione in cui erano Antonio e Lovino, solo che lui doveva convincere quel cocciuto di Gilbert!
-West! Ascoltami almeno!-
-....Was?/Cosa?/-
-Io, in qualità di tuo fratello maggiore, non posso permettermi che tu rischi la vita da solo! Ergo, il Magnifico Me ti sosterrà, sia fuori che dentro un campo di battaglia! Non cercare...di farmi cambiare idea. Non voglio dover litigare con te...per favore!-.
Ludwig non riusciva a dire di no al fratello. Appena acconsentì, se ne pentì amaramente, ma sapeva che suo fratello era forte. sarebbero riusciti a tornare a casa. Tutti. Tutti insieme!
 
 
Due giorni passarono. Ora tutti erano agitati come non mai. Antonio non aveva fatto che litigare con Romano, pur di convincerlo a combattere, e come unico risultato era riuscito a farsi promettere di non offrirsi per primo a partecipare, nel caso i Giochi fossero organizzati in base al farsi volontari.
Alfred aveva provato a tirar su i morali di tutti, ma pochi riuscivano a sorridergli sinceramente in risposta.
Ora erano tutti nuovamente riuniti nella sala del meeting. E aspettavano. Il tempo passava incessantemente. Nessuno riusciva ad immaginarsi che cosa sarebbe successo. Si sentiva solo la lancetta dei secondi ticchettare in modo alienante e quasi fastidioso.
Poi, d'un tratto, al centro del tavolo, come due giorni prima, una nuvola simile al fumo si innalzò dal nulla. ma stavolta il colore delle ombre era tendente al marrone scuro, non al blu notte.
Una figura incappucciata si sollevò, e prese a parlare:-Attenzione attenzione, care Nazioni! Io sono Pena. E sono qui oggi per spiegarvi in cosa consisterà il primo scontro!-. Dei bisbigli si sollevarono, tutti erano dubbiosi e un po' spaventati.
-Dunque. Il primo scontro abbiamo scelto che lo combatterà qualcuno che fra di voi si offrirà. Se, però, nessuno si farà avanti, procederemo ad estrazione! Tutto chiaro fin qui? Sì? Benissimo!
Beh, vorrei anche mettervi in guardia su cosa vi aspetta. Panico mi aveva detto di non farlo, ma sarebbe troppo crudele da parte nostra non farlo!- Pena fece un ghigno. In realtà non voleva essere gentile. Voleva solo godere delle loro facce disperate, appena avrebbero capito a cosa andavano incontro.
-Si chiama torneo degli specchi perchè noi, usando degli specchi, guarderemo nella vostra anima. Ihihihih!- prese a ridere come Panico.
Vari "oooh" di stupore si levarono per la sala.
-Che ha detto?- chiese Turchia infastidito alla sola idea che qualcuno sbirciasse dentro di lui, come tutti gli altri del resto.
-Ho detto, caro Turchia...-proseguì Pena senza nemmeno girarsi verso Sadiq-...ciò che c'era da dire. In questo torneo, mettetevelo bene in testa e non fate uscire quest'informazione, dovrete affrontare molte difficoltà, tanto fisiche quanto psicologiche! Ihihiiih! Potete immaginare, immagino, quante anime avete care, dentro di voi. Quante vite avete stampate nella vostra mente, nel vostro cuore. Scegliere persone a caso sarebbe stato troppo noioso. Così abbiamo ben pensato di farvi lottare contro persone..diciamo...che vi erano care. Uhuhuh..uh...o magari chissà, avete anche persone per cui provate rancore, nella vostra anime! Ihihihihiih!-
-!!- ci fù uno stupore generale. era davvero possibile che potesse succedere?! Non poteva essere vero ciò che stava dicendo Pena..!
-Tuttavia...-tutti i bisbigli si interruppero, per ascoltare. Pena riprese:-Tuttavia, fare così ad ogni scontro sarebbe troppo, e vi sciupereste subito, dico bene? Troppo peso psicologico fa male! Così abbiamo deciso che faremo combattere anche altri nemici contro di voi, e non useremo gli specchi ogni volta. Maaaaa..ma ma ma ma ma! Non ve lo diremo quando li useremo!
Tuttavia, siccome questo è il primissimo raund, non utilizzeremo gli specchi! Dovreste ringraziarci davvero molto per questo! Uhuhuh! Ma preparatevi, dalla prossima volta.-
Fece passare qualche secondo, con un silenzio più totale.
-Benissimo! Detto questo, chi di voi vuole essere il primo..? Ihihihih!-
Di nuovo silenzio. Nessuno aveva il coraggio di ffrirsi. Nessuno voleva farsi avanti.
-Uuuuhm..? Nessuno..?- constatò Pena deluso. Poi, d'un tratto, qualcuno si sollevò dal suo posto, tanto che tutti gli sguardi, anche quello di Pena, si puntarono su di lui.
-Io! Io sono l'eroe! Non posso certo starmene con le mani in mano! Mi offro io!- era America. Fissava il diavolo con sguardo brillante, carico di convinzione.
-Tu..? Uhuhuh! Benissimo...-con tono più cupo, aggiunse- ...Bello sguardo, il tuo.-
-A-America..!- Arthur si allarmò e lo richiamò.
-Sei matto?! Cosa speri di combinare?!-
-Tranquillo, Arthur! Dovresti saperlo, sono forte!-
-..! Cosa vuoi dire?! Non---
-Dai, Inghilterra.- Ivan si intromise nel discorso, guardando prima Arthur e poi Alfred con il solito sorriso finto.
-Cosa vuoi che succeda? Alfred ha la testa troppo dura per fargli cambiare idea, no?-
America guardò Ivan, sorridendo beffardo. In realtà avrebbe voluto dirgli grazie, per aver lasciato Inghilterra senza capacità di ribattere. O meglio, avrebbe potuto benissimo farlo, ma a quanto pare, Inghilterra non era pienamente a coscienza di ciò che stava succedendo, ed era troppo scosso per continuare a discutere.
-Benissimo, America!- disse Pena.
-Ti chiedo di seguirmi, allora...- . Con un balzò, scattò dinanzi ad Alfred, lo avvolse nel suo mantello e sparirono, senza lasciar tracce. Tutti si alzarono, per vedere se fosse rimasto qualcosa, una traccia, un segno! Niente!! Erano spariti nel nulla. Poi, d'un tratto, un'enorme buco comparve nel pavimento, poco distante dal tavolo del meeting, e ne uscì Panico.
-Vorreste essere così gentili da seguirmi? Questi scalini, -indicando degli scalini che comparvero dentro il buco, e che andavano verso il fondo- ci porteranno in una stanza che ci permetta di vedere lo scontro! Prego, non spingete!
Piano piano tutti scesero, e si ritrovarono in una stanza buia, piena di strani schermi, che ricordavano quelli dei cinema.
Panico, una volta acquistata la loro attenzione, spiegò:-A momenti avrà inizio l'incontro. Da questi schermi potrete seguirlo dal vivo! Ah e vedete quella porta bianca laggiù?-indicando una porta al lato sinistro della stanza, una volta scesi dalle scale (la stanza era larga , lunga e di forma rettangolare), che spiccava in mezzo a quelle poche e flebili luci presenti nella stanza-Da quella potrete accedere al "ring" una volta che ogni incontro sarà terminato! Ihihih. Siamo stat anche gentili da fornire questa stanza di diversi divanetti, per farvi mettere comodi...Ihihih.
Bene...detto questo....-sollevò il suo mantello, prima di sparire nuovamente-...Che inizi lo spettacolo.-
 
 
 
//Ecco, spero siate clementi per gli errori d'italiano e probabilmente non mi sono espressa bene. Comunque Antonio non voleva che, nell'eventualità in cui per combattere ci si dovesse offrire volontari, Romano fosse il primo di tutti. Era tutto qui XD Spero vi sia piaciuto! Nel prossimo..beh mi impegnerò purché ne vediate delle belle!

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Capitolo 3
*** capitolo III: primo scontro. America contro il minore dei Check ***


//eeeccomi, lo sapevo di esservi mancata! <3 (no, ok, basta momenti da modestia fatta a persona) Arriviamo al dunque. Su efp è vietato descrivere scene di violenza, quindi cercherò di essere il più superficiale possibile nelle descrizioni, va bene? vi prego, abbiate pietà!
 
 
Le Nazioni aspettarono pochi secondi, e subito i vari schermi presenti nella stanza si accesero automaticamente.
All'inizio non riconobbero niente. Poi, d'un tratto, comparve un primo piano di Alfred, che si guardava intorno, un po' spaesato.
-..!!- Tutti sussultarono nel vederlo apparire improvvisamente. Tra l'altro, ogni schermo mostrava un'inquadratura differente.
Dallo schermo, e anche dal campo di battaglia, che ora finalmente riuscivano a vedere(era come una pianura deserta. Senza vegetazione...solo qualche roccia di tanto in tanto), arrivò una voce meccanica, che annunciò l'inizio della battaglia, annunciando i due partecipanti.
La voce parlò: -Signori e Signore*, benvenuti qui per il primissimo round del torneo che tanto aspettavate, il Gioco degli Specchi! Come vedete, il campo di battaglia è isolato dall'esterno grazie ad una speciale pellicola isolante! se i concorrenti la toccano, non succede niente, semplicemente verrano ributtati dentro, come funziona con le corde di un normale ring! Le regole sono semplici! I concorrenti dovranno lottare e chi vince guadagna un punto. Ah...- il telecronista, se così lo si poteva chiamare, si fermò un attimo. poi riprese: -Mi è arrivata la comunicazione che Lor Signor Pena desidera comunicare qualcosa alle Nazioni, che ci stanno ascoltando! Gli passo la parola!- ci fu un attimo di silenzio e la voce di Pena si fece sentire:- Grazie mille! ebbene, mie care nazioni...Avete sentito dei punti che si guadagnano, giusto? bene, abbiamo deciso che appena arriverete a 10 punti, avrete vinto e potrete tornare a casa! -tra le Nazioni si sollevò un sospiro di sollievo, siccome 10 punti parevano relativamente pochi, ma la voce di Pena proseguì-Ihihih...ma non crediate che dieci punti siano così facili da ottenere!Ah, un'ultimo importante avviso! Siamo gentili, e per ogni round vi concediamo la possibilità di arrendervi. A vostro rischio e pericolo! Ihihih! Anche noi con i nostri "giocatori" mireremo a quota 10! Se vincete voi tornerete a casa, altrimenti....uhuhuhuh!- e di nuovo lo scoraggiamento complessivo. In effetti, vincere dieci combattimenti sarebbe stata dura. E cosa sarebbe successo se non avessero vinto?1 pena non scese nei dettagli, non quella volta.
Pena, poi, ritornò a parlare:-Bene, ora direi che possiamo aprire le danze! Presenta i combattenti di oggi! ihihihihih!- e ritornò la voce metallica di prima: -Sì! Dunque, oggi, per le Nazioni, ci sarà come rappresentante America!- pareva davvero uno scontro di wrestling! Appena il nome di America fu nominato, una luce gli si puntò addosso, e si sentirono di sottofondo degli applausi. America, dal canto suo, si sentì un po' spaesato, ma rispose agli applausi con un sorriso che si sforzava di far sembrare il più naturale possibile. La voce poi tornò:- Mentre per l'Armata degli Specchi...-
-Che nome pomposo..tsk!- fu il commento di Inghilterra.
-...abbiamo Lixian, il minore dei fratelli Check!-. Un'altra luce arrivò, e puntò su una figura nuova. Era un bambino, vestito con una sorta di calzamaglia completamente decorata con scacchi, e un cappello da giullare, che lo rendeva banale quasi.
La sua pelle era azzurrina, e i suoi occhi erano viola scuro, che fissavano insistenti e forse un po' incerti Alfred.
-Io...dovrei lottare contro un bambino..?- chiese Alfred, quasi shockato dopo aver visto l'avversario. Come? Un bambino? Ma...! Nessun eroe sarebbe capace di far del male a dei bambini! Nessuno! Solo un barbaro!
Un rumore simile a una trombetta squillò, e Alfred vide il bambino che si metteva in posizione pronto a combattere. Evidentemente era il fischio d'inizio! Ma Alfred...non voleva. Non voleva lottare contro quel bambino!
Il suo avversario non era certo del suo stesso pensiero, cioè di non attaccare! Difatti, con uno scatto velocissimo, Lafred se lo ritrovò a pochicentimetri di distanza dal viso. Questo piccoletto, dotato di una forza incredibile, gli assestò un calcio che lo fece cadere all'indietro.
-?!- Alfred, sbalordito, non ebbe nemmeno il tempo di cadere per terra, che il ragazzino, afferrandolo dalle spalle, gli fece fare un giro, muovendolo simile a un giavellotto, per poi lanciarlo distante. Le telecamere, da dove erano ad assistere le altre Nazioni sbalordite anche loro, fecero vedere America che rotolava appena toccò terra.
Passarono attimi. Attimi che sembrarono eternità. Poi Alfred si rialzò. Lentamente.
-!!- fu Ivan a sobbalzare per primo appena lo vide, poi tutti emisero versi di stupore. Alfred aveva una lente degli occhiali rotta. E dalla bocca usciva un po' di quel liquido color rosso intenso che sa di ferro. Doveva aver fatto un bruttissimo volo!
Il bambino poi era sul punto di ricominciare, ma Alfred alzò una mano. Ci fu lo stupore generale, anche del pubblico di anime che prima lo aveva appaludito. pena e Panico si guardarono, confusi. Poi fecero segno al telecronista di farlo parlare.
-Aspettate, Signori e Signore! Pare America abbia qualcosa da dire!-.
Il pibblico fece silenzio. Alfred parlò, con tristezza: - Mi dispiace....Amici miei-riferendosi alle altre Nazioni-, mi dipiace, ma...Un eroe non può combattere contro un bambino. Io...-
Un attimo di silenzio, in cui ALfred prese un respiro. Poi proseguì: -Io mi arrendo!-. Ci fu uno sbalordimento generale! Questo voleva dire che l'Armata degli Specchi aveva già guadagnato un punto?! Tuttavia, gli altri capirono i motivi per cui ALfred si rifiutò di agire.
solo Russia pareva scocciato da quel suo modo di fare, tanto che balbettò fra sé e sé :- Ma cosa dice?! Non vede che quello non è un bambino normale?! Tsk!-
-Vuoi confermare la tua ritirata?- Chiese la voce metallica ad Alfred. Lui annuì e rispose: -Sì! Confermo la mia ritirata!-
-benissimo! Dichiaro vincitrice della sfida l'Armata degli Specchi, con il minore dei fratelli Check!- il pubblico di anime fu in delirio e Pena e Panico ghignava compiaciuti. Per loro era tutto un gioco, e mettere alla prova le Nazioni un puro divertimento.
Le luci del palco si spensero e la porta bianca, nella stanza in cui si trovavano tutti, si aprì, e ne uscì Alfred, a sguardo basso. Lui, che di colito era così esuberante!
-Alfred...- tentò di chiamarlo Arthur, mentre tutti gli davano pacche sulle spalle o timidi sorrisi di incoraggiamento, per fargli capire che non aveva sbagliato niente. Gli unici poco convinti erano Alfred stesso e Ivan, che dal suo angolino lo fissava quasi rabbioso.
 
 
 
Dopo lo scontro, su uno degli schermi, erano apparsi due strani contagocce, che avevano ognuno dieci tacche di misurazione. Uno die due contagocce era sovrastato dalla sigla "Armata degli Specchi", l'altro "Nazioni". Il contagocce delle Nazioni era vuoto, mentre l'altro aveva una tacca piena. era un po' buffo da vedere, nonostante quel che misurassero fosse il risultato di qualcosa tutt'altro che buffo.
-Alfred, perchè diavolo non l'hai fatto? perchè non hai attaccato quel coso?!-
-Ivan, era un bambino! Cos'è ,sei diventato cieco adesso?! Un eroe non può certo attaccare un bambino---
-Quello NOn era un bambino, lo vuoi capire sì o no?! O forse non hai ancora capito bene che ci giochiamo un viaggio di ritorno a casa in questo stupido gioco?! Che cosa non hai capito?!- Ivan sbatté Alfred contro il muro, bloccandogli le vie di fuga.
-Ripeto, Alfred. Qui non si parla di fare l'eroe.-. Gli occhi puntati gli uni contro gli altri si sfidavano a chi per primo interrompeva lo sguardo di confronto. ma Alfred non demordeva:-Ivan, non importa cosa pensi tu! Era un bambino! E anche se non fossi stato un eroe, non ce l'avrei fatta ad attaccare un bambino! Solo tu ci riusciresti!-
-....-
-...Tu sei molto bravo a ferire gli altri.-. Detto ciò, America spostò il Russo appostato davanti a sé e fece per andarsene, ma la mano di Ivan lo trattenne.
-?- lo sguardo spaesato di ALfred fece sorridere mestamente Ivan.
-Davvero? Lo pensi davvero, ALfred?-
-.....Ivan, lo so come sei. E posso dirlo....-aggiunse poi con un filo di voce-...per esperienza personale. E ora, se non ti dispiace, vorrei andare a riposarmi e a cambiarmi gli occhiali! -
-.....Alfred...- . Ciò che accadde fu rapidissimo, ma per Alfred sembrò tutto muoversi a rallentatore. Ivan gli strinse le spalle, e annullò in breve tempo ogni distanza che c'era fra le loro labbra. Fu un bacio lieve, che gliele sfiorò, ma che bastò ad Alfred per sentire stranamente una sensazione di auforia, di estrema felicità. Quando Ivan si staccò, lo guardò serio, senza dire niente.
Poi, senza aprire altrettanto la bocca per avvisare, si allontanò, lasciando lì Alfred da solo.
L'Americano si toccò le labbra, e inizialmente fu tentato di pulirsele con le maniche del bomber. Ma non lo fece. lentamente se le toccò di nuovo e abbassando le mani sentì il viso bruciare.
-Ahah...ahahahah...ahah..ah.... Heh! Mi sta facendo sentire come una scolaretta che è appena stata rimorchiata..!- fu il suo "romantico" commento, prima di ritirarsi nella sua stanza che condivideva con Arthur, Francis e suo fratello Matthew.
 
 
 
* siccome sono negli Inferi, ho pensato che qui non sono tanto educati e dunque commettono la grave mancanza di rispetto nel salutare prima gli uomini e poi le donne.
 
//Ebbene sì, ci sarà Rusame. E poi le stanze che sono a disposizione in quell'edificio erano poche e si sono divisi di conseguenza in base al numero possibile di persone che esse potessero contenere :) spero vi sia piaciuto questo assaggio del torneo :D
Il capitolo è un po' corto, ma spero vi sia piaciuto comunque!

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