Life is a Cartoon Motion - First Saga | Ninja Chronicles

di Rena_Ryuugu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hitomi Arakawa ***
Capitolo 2: *** I Wish... ***
Capitolo 3: *** Welcome to Hell ***
Capitolo 4: *** I'm An Hokami and You Won't Have Me ***
Capitolo 5: *** Sorry, but now it's Sasuke Time ***
Capitolo 6: *** If You Are An Uchiha, Stand Up And Fight ***
Capitolo 7: *** If I Want to Kill, My Sword Will Kill For Me ***
Capitolo 8: *** Goodbye, Sasuke Uchiha ***
Capitolo 9: *** Rats ***



Capitolo 1
*** Hitomi Arakawa ***


*Prologo*

*Prologo*

Questa fanfiction da me inventata, scritta e pubblicata non è una semplice storia di qualche appassionato, scritta giusto per passare il tempo, ma è un racconto che parla di come i desideri, anche se impossibili, si possono realizzare. E quando accade... Bhe, lo scoprirete voi. Ma iniziamo con questa di storia.

 

Anno 2007. Tokyo, Giappone.

"è stata davvero una fanzine fantastica!!!" dice Kaori ad Hitomi, tutta allegra e pimpante. Entrambe vestite a cosplay di tutto punto. Kaori, vestita da Sakura Haruno di Naruto e Hitomi da Misa Amane di Death Note "Forse era meglio se mi fossi messa la parrucca bionda per il mio cosplay" commenta brontolando, mentre escono dalla fiera "Si, si, intanto ti hanno fatto un sacco di foto e anche tante spese" mostra i pacchetti pieni di gadgets, sorridendo soddisfatta della giornata. Hitomi la guarda sbuffando. A differenza dell'amica, la sua era stata una spesa povera. Lei è una tipa più attenta ai cosplay, di gadgets ne compra pochi. Giungono all'incrocio che da Shibuya porta a Shinjuku. Qui le strade delle due ragazze si dividono "Ciao Kaori, a domani" saluta Hitomi, mentre prosegue verso la strada di casa "Ahi, che mal di piedi... Ma perchè Misa indossa questi tacchi a spillo da Lolita..." si poggia ad un muro, mentre si massaggia i piedi doloranti. Si toglie anche le catenelle che porta al collo "Mai più cosplay tanto complicati per le mie fanzine... Quando torno a casa subito un pediluvio, una doccia e... si, anche una cioccolata calda" dice tra sè e sè in mezzo alla strada. Alcuni passanti la riguardano incuriositi, sia per l'inconsueto vestito, ma anche per il vizio di parlare da sola. Hitomi alza lo sguardo e nota davanti a sè un vicolo buio, dall'altra parte della strada. In quel poco di luce che entra e illumina malamente il vicolo, nota qualcosa luccicare. Rimane immobile ad osservare quel luccichio nel vicolo. Non sa se avvicinarsi oppure proseguire per la sua strada. Un brivido improvviso le sale sulla schiena, alimentato da una curiosità immensa di osservare e capire cosa ci sia. Raccoglie le buste da terra e si avvcina al vicolo. La strada silenziosa e un tramonto lontano ad ovest della strada danno un'atmosfera curiosa e scenica al luogo. Raggiunge l'entrata del vicolo e si delinea sempre più i tratti di una bancarella di quartiere. Il commerciante, un vecchio di circa sessantanni, barba incolta e una sottile puzza di alcool e fumo Praticamente un barbone che raccatta qualche cosa in giro e poi la rivende a poco prezzo per comprarsi un tozzo di pane. Il commerciante alza lentamente lo sguardo, mostrando i suoi occhi rossi, quasi iniettati di sangue, probabilmente drogato di qualche sostanza "Ciao ragazzina, posso aiutarti ?" insolito accento di Osaka, accompagnato da un'alito non particolarmente fresco "Ehm... No, mi scusi.. Devo aver sbagliato... Avevo..." risponde timidamente, mordendosi leggermente le unghie "Avevi... cosa ?" chiede curioso, con un tono tra il curioso di sapere cosa sia e il curioso di sapere se ha indovinato "Bhe... avevo notato... qualcosa che luccicava... e mi sono avvicinata..." Il commerciante emette una smorfia quasi compiaciuta e la fissa per qualche minuto, mentre il viso della ragazza diventa sempre più imbarazzato, rosso come un pomodoro maturo. Abbassa leggermente lo sguardo, mostrando un sorriso alquanto enigmatico. Si alza con fatica dalla panca in cui era accasciato "Bene... Bene... é da un pò che non mi arriva un cliente, mi ero abituato a stare seduto..." commenta tra se e se, emettendo qualche smorfia. La ragazza abbassa lo sguardo, evitando quello dell'uomo, che ogni tanto la fissa curioso, provocando la sua timidezza. Un gesto poco gentile da parte del barbone verso la sua "prima cliente normale". Si avvicina ad una zona della bancarella, piena di oggetti di varie epoche. Piccoli vasi, qualche gioiello (rubato) e infine un lungo oggetto sottile coperto da un panno nero. Si avvicina al panno e lo srotola lentamente, mostrando così la bellissima katana che esso proteggeva. Hitomi rimane paralizzata alla vista della spada. Un katana di samurai giapponesi di ottima fattura, con il manico e la guaina completamente neri e intagli dorati. La lama di ottimo acciaio, una spada sicuramente appartenuta a qualche generale o comandante durante l'epoca d'oro dei samurai. Alcuni intagli dorati rappresentano un dragone che sputa fuoco coprono in gran parte la guaina "E... è fantastica..." commenta strabiliata Hitomi, osservandola. L'uomo annuisce compiaciuto al commento, porgendo alla ragazza la katana. La prende timidamente, tastando delicatamente con i polpastrelli la spada "Ti piace ? Si chiama Shinsengumi. Era appartenuta a Takeshi Yoroki, incredibile samurai. Si diceva che quando era appena ventenne, Takeshi era praticamente inutile e incapace come samurai e spadaccino. Un giorno però trovò questa katana da poteri divini. Da allora divenne uno spadaccino formidabile nonchè acquisì un'abilità assurda nelle arti marziali. Qualità che fino a poco tempo prima non possedeva minimamente..." spiegò tranquillamente l'uomo. La ragazza rimase lì ad ascoltare sbigottita "Intende dire che questa katana... che questa katana è magica ?" chiede la ragazza. La sua era un'insolita storia, ma comunque una leggende e le leggende hanno sempre avuto un fondo di verità. L'uomo commenta la domanda con una risata divertita, insieme ad una tosse roca e qualche leggero dolorino da tutte le parti. I soliti problemi dell'età direbbe lui "Magica ? Magica dici ? Può anche darsi... Ma il potere degli dei è fatto per il bene, e Takeshi non seppe utilizzare con giudizio questo potere..." risponde l'uomo, mentre si sedevae di nuovo sulla panca, sospirando. Prende dalla tasca interna del pesante giacconte verdone che aveva indosso un pacchetto di sigarette e, dopo averle analizzate una ad una, come solo un medico accurato sa fare con un paziente, ne prende una e l'accende da un'accendino nero. Aspira la sigaretta e rigetta il fumo in un lungo sospiro "Ehm... in che senso non seppe utilizzarlo a dovere ?" chiede curiosa, mentre osserva attentamente le sue mosse lente e stanche. "Bhe, si dice che nei primi mesi con questa katana il suo potere andò gradualmente ad aumentare, diventando in soli 4 mesi potentissimo. Ormai era molto temuto ma allo stesso tempo si era fatto molti nemici che lo spiavano e cercavano di capire la fonte di un così improvviso potere. Scoprirono quindi che lui, anzi, che la sua spada aveva un potere incredibile: realizzare i desideri degli uomini" "I desideri degli uomini ? Cioè... come un genio della lampada?" "No, no... per carità !! I desideri degli uomini si possono definire anche come scopi nella vita, realizzazioni, aspirazioni per il futuro, una semplice voglia momentanea. Tutto può essere definito un desiderio, purchè venga dal cuore. Infatti quello di diventare un forte samurai era un desiderio nascosto nel cuore, ma il potere significa anche responsabilità, qualcosa a cui Takeshi non era abituato e quindi i suoi desideri divennero sempre più impuri e lui divenne sempre più ambizioso e desideroso di potere che perse tutto nella disperazione e nella solitudine" termina il racconto, aspirando la sigaretta e sospirando profondamente. "Che storia triste..." commenta alla fine Hitomi, abbassando lo sguardo ad osservare una spada "tanto magica" per l'uomo. L'uomo sorride un poco poi riprese "Abbastanza, solo che Takeshi non conosceva gli effetti collaterali della spada. Gli dei fecero scendere dai cieli questa spada perchè aiutasse gli uomini a migliorare il mondo, e un suo uso sproporzionato mandò loro in collera, punendolo severamente. Così che il potere positivo della spada cambiò, divenendo parzialmente neutro. Ma anche più potente. Infatti si diceva che, chiunque dormisse nella stessa stanza con questa katana, potesse prevedere il futuro o peggio... gli effetti e le conseguenze di un desiderio futuro" La ragazza rimane poco ad ascoltare le parole dell'uomo, assorta dalla katana che ormai l'aveva rapita completamente "Quanto costa ?" chiede nettamente e senza indugi. Ormai la voleva solo per sè. L'uomo getta la sigaretta e la spegne con lo scarpone. Ridacchia allegramente come aveva sempre fatto negli ultimi venti minuti "Il suo valore è di 5000 yen, ma a te faccio 3000 yen. Ci stai ?" Hitomi rimane un poco a pensarci. Era una ragazza molto impulsiva e questa sarebbe stata la prima volta che avrebbe pensato a quello che faceva, invece di buttarsi immediatamente. "Accetto !!" risponde convinta e con un volto serio, prendendo i soldi dal portamonete. Paga l'uomo e si allontana felicemente, soddisfatta anche del suo ultimo acquisto "Buona fortuna... Hitomi Arakawa" ride di nuovo, accendendo una nuova sigaretta.

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Capitolo 2
*** I Wish... ***


Ormai è notte inoltrata e si è fatto buio

Ormai è notte inoltrata e si è fatto buio. Hitomi giunge di corsa al portone di casa. Prende la borsa e inizia a rovistare tra gli oggetti, alla ricerca delle chiavi di casa. Le trova in uno scompartimento secondario, quindi apre il cancello e infine entra in casa. Silenzio di tomba. Non c'è nessuno, probabilmente saranno usciti per la cena o chissa dove. Accende la luce della cucina, poggia sul tavolo le buste e prende dalla borsa la katana ricoperta con il panno nero. La poggia accanto alle buste e sale in bagno. Si fa la doccia, si cambia e si mette addosso il pigiama. Sotto gli strati immensi del cosplay di Misa e il trucco dark appare una bella ragazza giapponese. Capelli neri lisci, corti fino a superare le spalle. Una frangetta laterale le copre l'occhio destro, che insistentemente cerca di scoprire, nascondendo le ciocche dietro l'orecchio. Occhi marroni, prettamente a mandorla ovviamente. Alta 1,58 cm appena, sicuramente fra le più alte della classe e non dimostra in effetti i suoi 14 anni.
Scende dabbasso e torna a riprende le sue cose lasciate in cucina. Solo ora trova il biglietto lasciato dalla sorella -Non so a che ora torni e nemmeno mi importa. Comunque sono uscita con gli amici. Mamma e papà sono fuori a cena. A dopo- "E te pareva che non mi lasciava a casa da sola" pensa mentre legge il messaggio. Motoko Arakawa, 17 anni, sorella maggiore di Hitomi e sicuramente meno intelligente. Capita infatti che spesso siano più intelligenti i fratelli o sorelle maggiori, esempi da seguire per i fratelli o sorelle minori, ma per le sorelle Arakawa è l'esatto opposto. Motoko frequenta l'ultimo anno di liceo, ma è praticamente negata e campa solo di 6 o 5, una ragazza menefreghista della scuola e del futuro, che passa il giorno ad uscire con gli amici, fare shopping e truccarsi. Ma Hitomi, che frequenta la 3° media, è una ragazza studiosa e molto intelligente con sempre 9 o 10 a scuola. Un genio. Campionessa ai concorsi scolastici di lingua inglese, matematica, arguta lettrice di fumetti e incredibile campionessa di arti marziali. Un mostro. Ma torniamo alla nostra storia. Ripone il biglietto della ragazza e prende i pacchetti e la spada, risalendo le scale. Prende il corridoio a destra ed entra nella camera da letto. Caccia i fumetti e i gadgets dalle buste e li mette ai propri posti. Le action figure sullo scaffale apposito; una piccola action figure di Edward Elric e una più grande di Envy. Apre un altro pacchetto, dove erano custoditi alcuni DVD dei film di Naruto e li mette nei porta DVD, accanto al suo computer. Infine prende i fumetti e li poggia sulla scrivania. Getta i pacchetti e le carte nel cestino e si dirige dal prediletto, ultimo regalo: la spada. Si siede sul letto e inizia a srotolare il panno con estrema cura. Scioglie la corda che teneva legata la coperta e infine caccia la spada. Bellissima in quel nero e oro che contrastano ma allo stesso tempo che armoniosamente danno perfezione e potenza alla spada. Toglie la guaina e finalmente può ammirare ancora di più la perfezione di essa. Prende l'olio e un panno pulito e inizia a lustrarla, come se fosse una madre che coccola il proprio figlio. Dopo aver controllato che fosse perfettamente pulita, inizia a provare qualche mossa con la spada. Si sentiva quasi come un samurai, dopo aver ricevuto la sua compagna per la vita, il suo sostegno, la sua migliore amica: la sua fedele, fedelissima katana. Sono le 11 ed ora di andare a letto. Ripone quindi la spada nella guaina, la rimette nella custodia e la lega con la corda, quindi poggia la spada sotto la finestra e si mette a letto.
Durante la notte, una strada forza magica circonda la camera da letto di Hitomi. La corda che teneva legata la spada si scioglie improvvisamente e la spada inizia a brillare di una luce propria.
Intanto, durante il sonno profondo e tranquillo, qualcosa rompe la sua quiete naturale e Hitomi inizia a sognare:
Una foresta oscura... Qualche raggio di sole si intravede tra le chiome degli alberi... Il silenzio profondo... Alcuni rintocchi di una soave e lontana campana viaggiano con il vento gelido... Una luce soffusa... Un battito di cuore... Alcuni passi che si avvicinano "Dove sono... Sono morta...? è il paradiso... ?" Ombre fugaci di immagini di alcuni spadaccini che combatto, rumori di lame che incrociano, si scontrano, danzano in un soave ballo, tra vita e morte... All'improvviso un nuovo silenzio... Una nuova quiete silenziosa... Goccie cadono delicate nel vuoto... "Chi piange ?" Di nuovo silenzio... Una luce azzurra abbagglia e interrompe nuovamente la quiete... Alcuni fulmini elettrici e un'altro lampo azzurro... Un nuovo lampo, ora di color rosso fuoco. Rosso sangue... Un urlo conclude la scena "Chi ha urlato?" Di nuovo il silenzio "Che cosa succede?" Il buio oscuro copre la scena, impedendo agli occhi della ragazza di comprendere ciò che accare "é un sogno?" Un urlo agghiacciante... Un urlo pieno di disperazione e dolore rompe il cristallino silenzio "C-co-cosa succede? Chi c'è???" L'ombra di una persona, una ragazzina di spalle. Un'ombra lontana e oscura "Chi sei?" L'ombra china leggermente il capo verso le sue spalle. Alza la mano destra, contenente un oggetto lungo e poco riconoscibile. Rivolge lo sguardo in avanti. Abbassa improvvisamente la mano verso avanti, come se con l'oggetto avesse colpito qualcosa... o qualcuno. Alcuni urli spaventosi accompagnano la scena. Una risata satanica e crudele chiude l'inquietante spettacolo "AiUtO..." Una voce disumana e purpurea. Un effetto sonoro a dir poco agghiacciante "FaI AtTeNzIoNe..." Di nuovo questa voce inquietante che parla, quasi con tono di minaccia, quasi con tono di avvertimento... Quasi con tono di consiglio... Previsione... Riprende il sogno della ragazza. Ora un'immagina nitida appare nella mente assopita di Hitomi. Una mannaia insanguinata lasciata miseramente a terra. Un nuovo inquietante urlo. Un'altra risata sadica e malefica "Basta... Basta..." Il silenzio riprende a governare il buio del sonno. Lampi improvvisi di immagini si susseguono veloci. Fotografie che vengono scattate e poi rimosse in pochi secondi. Un immagine di un drago che si morde la coda, a forma di cerchio "Un uroboro?" Una pioggia di fiori di ciliegio. Le immagini poco nitide di due ragazzine dall'aspetto quasi identico. Una piccola gemma in una teca. Una mannaia. E infine la scena di un ragazzo che si pugnala al cuore e si accascia a terra "HiToMi..."
Il suono della sveglia desta il sonno di Hitomi "Oh mio Dio... Che sogno assurdo, ho un mal di testa terribile" si massaggia delicatamente le tempio, cercando di svegliarsi del tutto. Si ributta sul cuscino, poggiando il dorso della mano sulla fronte. La luce del mattino ha ormai occupato e cacciato via l'oscurità dalla stanza. "Uffa... Non voglio alzarmi..." Si copre la testa con il cuscino. In camera entra la madre "Buongiorno, Hitomi-chan !!". Una donna alza, si circa 40 o 45 anni, vestita con una vestaglia che copre il pigiama da notte "Ciao mamma..." fa cadere il cuscino dalla testa, ormai arresa all'idea di poter dormire un'altra mezzora. "Mi dispiace che sei rientrata a casa e non c'era nessuno... Com'è andata la fanzine?" chiede dolcemente, sedendosi sul letto accanto alla figlia "Tranquilla mamma, tanto me lo aspettavo da Motoko..." risponde tranquillamente Hitomi, mentre si alza dal letto. Apre il cassetto dei vestiti e raccoglie qualcosa da mette "Vai al mare?" chiede speranzosa la madre. La differenza tra Hitomi e Motoko si può delineare nei genitori. La madre, Naoko Arakawa, è una donna matura e sofisticata, ma praticamente come Motoko: superficiale e poco attenta allo studio e alla cultura. Mentre il padre, Ryota Arakawa, avvocato in carriera, è il tipico padre "mammone", cioè un uomo che non pensa solo al lavoro, ma anzi, solo alla famiglia. Quando torna a casa deve sempre giocare con le figlie e fare di tutto per accontentarle. Ma allo stesso tempo un uomo serio e attento al suo lavoro, che invogliava le figlie allo studio per garantire loro un futuro. E, come si può ben intuire, amava alla follia Hitomi. Ma torniamo alla nostra storia...
La ragazza apre il cassetto dell'intimo e prende il ricambio. Rivolge poi uno sguardo alla madre come a dire "Secondo te?". La madre sbugga e si pente quasi di averlo chiesto. "Va bene... Non goderti l'estate..." così si alza ed esce dalla stanza. A ruota esce Hitomi, dirigendosi verso il bagno. Si lava e veste, ritornando nella camera. Un brivido la smuove all'improvviso. Rimane immobile al centro della stanza, mentre le tornano in mente le immagini orribili sognate nella notte. Deglutisce e apre lentamente gli occhi. Sospira e si siede sul letto, allacciandosi le scarpe. Prende alcuni libri dalla scrivania ed esce dalla stanza. Scende le scale e, con i libri a braccetto, raggiunge la cucina, dove la sorella insieme ai genitori stanno già facendo colazione "Buon giorno famiglia!" esclama allegra, mentre si siede al suo posto a tavola "Buongiorno cara !! Ieri sera ti sei addormentata subito e non siamo riusciti a chiederti come è stata la fanzine..." commenta amorevolmente il padre, mentre continua a mangiare. Hitomi non risponde ma sorride solamente. In un lampo finisce di mangiare e si alza da tavola, prendendo i libri "Già te ne vai?" chiede la madre preoccupata. Hitomi annuisce "si, il pullman che porta in biblioteca parte presto oggi, devo sbrigarmi a raggiungere la fermata" "Mmmhm... Secondo me non stai bene, sono passati 6 giorni dalla fine della scuola e già fai i compiti..." commenta seccamente la sorella maggiore. Hitomi sorrede, quasi soddisfatta della critica ed esce di casa.
16:00 PM
Hitomi rientra in casa, dopo aver passato l'intera mattinata e pomeriggio sui libri in biblioteca "Sono tornata !!" urla alla casa, ma la sua voce risuona invano in tutta la casa, senza una risposta. Hitomi richiude la porta alle spalle e sale in camera sua "E con oggi dichiaro i compiti per le vacanze conclusi". Si stiracchia un poco e poi si getta sul letto "Ora iniziamo a leggere..." si gira verso la pila di fumetti comprati il giorno prima e cerca qualcosa con cui iniziare "Direi... Naruto !!" esclama, alzandosi a prendere il fumetto. Si ributta sul letto e comincia la sua lettura. Terminata la lettura esclama gioiosa "Bellissimo numero !!!" abbracciando il manga. Chiude gli occhi e sospira. "Come vorrei... Come vorrei... già, come vorrei avere dei poteri incredibili e fare un avventura fantastica nel mondo dei manga...". Era solo un sussurro... Una frase detta lì per dire, qualcosa di momentaneo, improvviso, una voglia, che, se avesse scoperto tutto prima, non lo avrebbe mai voluto nemmeno pensare. Un desiderio. La spada, poggiata lì accanto, emette un'onda d'urto che travolge l'intera stanza, scaraventando Hitomi addosso al muro "AAAAAAH !!!!!!" Cade a terra, svenuta, mentre la spada levita in aria, illuminata di un'aura dorata. Hitomi, posseduta da uno strano potere, si alza in piedi, aprendo gli occhi. Bianchi. Privi di qualunque sentimento o espressione umana. Si avvicina lentamente alla katana, alzando il braccio in sua direzione. Stringe l'impugnatura della katana e la punta avanti a sè. La spada si illumina ancora più intensamente e lancia contro il muro una scarica elettrica, formando un varco dimensionale sul muro. Senza battere minimamente ciglio o esprimere una minima reazione si avvicina al varco, entra all'interno di esso e si chiude alle sue spalle. Una forza sovrannaturale la trascina lungo il tunnel dimensionale, precipitando attraverso colori, immagini e suoni. La katana guida il corpo privo di sensi di Hitomi, posseduto da chissà quale spirito. Ma qualcosa non quadra. Il corso del viaggio dimensionale viene modificato. La velocità aumenta e il corpo di Hitomi non riesce a sostenere la velocità improvvisa. Così accade. La mano di Hitomi lascia la preda del mani, perdendo completamente i sensi. Come un corpo privo di vita viene trasportato verso chissadove. Verso quella luce lì davanti. Verso un altro mondo...

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Capitolo 3
*** Welcome to Hell ***


Una foresta oscura

Una foresta oscura. Qualche raggio di luce si intravede tra le chiome degli alberi. Un silenzio profondo “è un sogno…?” No. Non più.

Apre leggermente gli occhi, intravedendo le chiome di una foresta. Muove leggermente la testa, osservando con gli occhi quasi socchiusi e con la mente ancora offuscata, cercando di capire dove sia. Dei passi lontani si avvicinano lentamente. Non fa in tempo ad aprire bocca che perde nuovamente i sensi.

Un uomo incappucciato si avvicina al corpo della ragazza. La scruta da capo a piedi. Si inginocchia accanto a lei e le preme con le dita sul collo, accertandosi se sia ancora viva “è viva…” una voce maschile piuttosto giovane, circa 20 o 25 anni. “Forse è meglio portarla al covo… Può essere un’ottima cavia”. L’uomo si gira verso alcuni uomini e li fa avvicinare con un cenno del capo. “Prendetela con cura e portatela al mio laboratorio… Io termino il giro” Gli uomini annuiscono e in tre prendono da terra la ragazza.

Poche ore dopo. Hitomi riprende conoscenza lentamente “Ahi… Che mal di testa. Ma… Ma dove sono ?!?!?”. Si alza in piedi, guardandosi attorno. Una piccola e fredda stanza buia, chiusa da una porta blindata. Illuminata appena da una finestrella sbarrata. Chiusa in una prigione e senza sapere nemmeno il perché “Ehi !!!” batte i pugni sulla porta blindata “Aprite !!! Ho detto aprite !!! Dove sono ?!?!” urla, tentando invano di farsi sentire. Nessuno però degna l’attenzione ad Hitomi, che si siede a terra, disperata “Dove sono…” osserva la fievole luce attraverso la finestrella. Niente. Solo alberi grandi e maestosi. Sospira. All’improvviso un dolore lancinante le assale la testa. Si massaggia le meningi, me prende una terribile verità sale lentamente a galla. “La… La… LA MIA MEMORIA !!!” grida spaventata. Si alza lentamente in piedi poggiandosi con le mani sul muro. Con la destra massaggia la fronte, le meningi, nulla. Non ricorda nulla. La sua memoria è completamente vuota. Solo il suo nome riesce a malapena a ritrovare in quel vuoto buio della sua mente. Hitomi. Batte violentemente i pugni contro la porta, disperata. Alcuni passi si avvicinano lentamente. Hitomi rimane in silenzio e riesce a riconoscere dei passi “Aprite !! Voi là fuori !! Aprite !!” batte sulla porta, nel tentativo di farsi sentire. La porta blindata comincia ad aprirsi. Hitomi si allontana, in attesa di scoprire finalmente cosa sta accadendo. La porta si spalanca e due figure si delineano nella penombra. Hitomi si allontana lentamente all’indietro, cercando di capire chi siano le due figure “E lei, Maestro…” la voce del ragazzo di prima parla all’altra figura più alta di lui. L’uomo si avvicina alla ragazza, mostrandosi sotto la luce della finestra. Sconvolto lo sguardo della giovane nel vedere in volto l’uomo. Ma, se avesse avuto la memoria, sarebbe stato più terrificante per lei. Un uomo alto, capelli neri lunghi, volto bianco e braccia putride. Orochimaru “Chi-chi sei ?” chiede paralizzata dalla paura, non riuscendo a staccare gli occhi da una simile figura. Orochimaru ridacchia divertito “Hai trovato una ragazza coraggiosa, Kabuto” –Kabuto…?- pensa Hitomi, mentre l’altra figura si avvicina e si mostra sotto il fascio di luce. Occhiali tondi, capelli azzurrognoli legati da un codino. Kabuto Yakushi, fedele servitore di Orochimaru “Qui le domande le fa solo Orochimaru-sama, tu sei solo una prigioniera” risponde seccamente all’irritante domanda della ragazza “Che cosa ?? Prigioniera ??” urla determinata Hitomi. Non ha paura di loro. In realtà non ha proprio paura di nessuno. Kabuto compreso. Quest’ultimo prende per il collo la ragazza, alzandola da terra “Allora, come stavo dicendo, è Orochimaru-sama a fare le domande, tu resta in silenzio e rispondi solo se interpellata, chiaro ? “ Hitomi cerca di liberarsi dalla morsa di Kabuto, dando calci e svincolandosi. L’uomo lascia la presa “Torna al tuo posto, Kabuto. A questa ragazzina ci penso io…” riprende Orochimaru, rimettendo la calma tra i due. Hitomi alza gli occhi verso Orochimaru, massaggiandosi il collo “Allora, ragazzina, per prima cosa, come ti chiami ?” in tono di falsa gentilezza. Immediatamente riconoscibile. Ma non ci si può aspettare il buono da persone che il buono non sanno nemmeno cos’è. “Hitomi…” risponde determinata. Il fuoco nei suoi occhi. Perché il lupo perde il pelo ma non il vizio. Lei avrà anche perso la memoria, ma il suo carattere combattivo è rimasto. “Mmhm… Davvero uno sguardo determinato per una ragazzina così giovane e dimmi, quanti anni hai ?” domanda di nuovo Orochimaru “Credo quasi 14” “Credi?” chiede curioso. Posiziona le mani conserte, attendendo la risposta “Non ricordo nulla. So solo il mio nome. Ho perso il resto della mia memoria” risponde impassibile, senza rispetto per un uomo che giustamente non lo merita “Quindi hai perso la memoria… Allora non ricorderai che circa 2 otre e mezza fa sei praticamente caduta dal cielo in mezzo alla foresta, a circa 200 metri da qui… vero ?” chiede curioso di vedere la sua reazione. Hitomi rimane paralizzata dalle sue parole “Caduta dal cielo ?? Impossibile !!! Non ci credo…” “Invece credici, Hitomi, sei caduta dal cielo e visto che hai persona la memoria, come tu dici, non possiamo sapere da dove vieni e capire se sei un nemico. Perciò non possiamo liberarti… Così verrai usata come cavia per i miei esperimenti…Cara Hitomi, benvenuta all’Inferno” detto questo si allontana uscendo dalla stanza, lasciando Hitomi sola con Kabuto. La ragazza rimane pietrificata da quelle parole “Non capisco… Caduta dal cielo… Cavia per esperimenti…” scoppia in lacrime, gettandosi in ginocchio per terra. Kabuto la osserva senza battere ciglio, senza provare pena per la sua disperazione “Ora seguimi. Se vuoi vedere l’alba di domani…” Hitomi continua a piangere. Una confusione pazzesca le attanaglia la mente, ormai non sa più chi è, da dove viene, perché è qui, qual è il suo scopo. Sospira, asciugandosi le lacrime e alzandosi in piedi “Vengo…” Kabuto sorride compiaciuto, facendo da guida ad Hitomi. Un lungo corridoio sotterraneo, illuminato solo da fiaccole. Tutte porte blindate, alcuni lamenti e gemiti di cavie ormai in disuso. Presto anche lei farà parte di quel branco di persone che non sono più persone, di quel branco di umani che non sono più umani, dimentica dal mondo, mentre i loro cari piangono su una fredda tomba vuota, dimenticati anche da Dio. Anche lei un giorno avrebbe fatto parte di quel branco ? O la fiamma della speranza sarebbe tornata a brillare ? Rinchiusa in una stanza fredda e buia, a contare i secondi, minuti, ore, giorni, settimane, mesi, anni che scorrevano davanti ai suoi occhi. Attimi di vita perduti e perché ? Perché ? Non lo sapeva nemmeno lei questo. Non sapeva più nulla. Ma è quando perdi tutto che ricevi in cambio qualcosa di grande… Lei lo stava proprio per scoprire.

Giunti nel laboratorio di Kabuto, l’uomo attiva alcune macchine e accende le luci. Una stanza enorme, piena di macchina medici ma soprattutto piena di uomini sdraiati sulle barelle, alcuni addormentati, altri in coma, altri ancora morti. “Posizionati su quella barella in fondo” Hitomi senza reclamare minimamente o reagire, accenna il capo, con il volto straziato dalla disperazione, si avvicina alla barella. La osserva impassibile. Sospira sdraiandosi su essa, aspettando il suo momento di dolore e, poi, finalmente, di attesa e sospirata morte. Sposta il capo verso la sua sinistra, notando una stanza a parte dove un uomo, incubato e probabilmente in coma, giaceva in attesa anche lui della morte. Una morte che nemmeno voleva. Capelli argentei e sguardo pallido, colpito da chissà quale grave malattia “Chi…è ?” chiede a voce bassa e stanza a Kabuto, che intanto stava preparando alcune siringhe su un tavolinetto d’acciaio alla sua destra “è un fedele e umile servitore dela nostro Orochimaru-sama, colpito da una malattia degenerativa incurabile. “Si chiama Kimimaro” risponde tranquillo, alzando lo sguardo curioso verso la ragazza, che continua ad osservare Kimimaro nel suo stato vegetativo. Kabuto la scruta sottecchi, mentre prepara l’occorrente “Ora ti faccio delle analisi per capire il tuo stato di salute. Dammi il braccio…” continuando a fissare Kimimaro, porge il braccio sinistro. Kabuto le inietta la siringa e preleva una dose del suo sangue come campione. “Tu resta qui, mentre vado ad analizzare il tuo sangue” così dicendo, Kabuto si allontana e si dirige verso la sua stanza delle analisi. Venti minuti dopo ritorna con il risultato delle analisi. Il suo sguardo pallido nel leggere la cartella. Rientra nel laboratorio, ma Hitomi non è più nella sua barella. Si guarda attorno e nota una strana figura nel capezzale di Kimimaro. Kabuto corre verso la stanza e un’immagine agghiacciante appare ai suoi occhi. Hitomi, circondata da un’aura violacea, con una mano su Kimimaro “Hitomi !!! Hitomi, svegliati !!! Cosa fai ??” ma non l’ascolta, i suoi occhi diventati felini e violacei come l’aura che emana. La ragazza volge lo sguardo verso Kabuto e, all’improvviso, tutto scompare. L’aura viola si dissolve mentre lei cade a terra svenuta. Kabuto la prende per il petto, controllandole il polso “Cos’è successo??” “è stata quella ragazza…” una voce fievole e delicata cerca di parlare, a stento e sforzatamente. Kabuto la riconosce subito “Kimimaro… ma… ti sei svegliato…” Kimimaro sposta lo sguardo verso Kabuto, annuendo silenziosamente “Ringrazia questa… ragazza… Mi ha… salvato…” detto ciò si addormenta. Kabuto ripone Hitomi sulla barella e controlla i macchinari di Kimimaro. Tutti i valori, precedentemente irregolari, sono tornati alla normalità. Kabuto non riesce proprio a credere ai suoi occhi. Quindi prende la cartella di Hitomi e corre da Orochimaru. L’uomo, nel vedere Kabuto di corsa, si incuriosisce non poco e chiede “Kabuto, che succede? Novità sulla ragazzina?” Il ragazzo annuisce e porge i risultati delle prime analisi. Orochimaru inizia a leggere e ne rimane stupito “Come può essere??” chiede a Kabuto con un tono che vuole e pretende una risposta “Purtroppo, Orochimaru-sama, non so darle risposta” riprende il foglio con le analisi e inizia a leggere ad alta voce “dice chiaramente che il suo sangue non è umano e sono presenti elementi non umani. Anzi, proprio non riscontrati sulla faccia della Terra. Un sangue del genere appartiene solo ad una persona: un Hokami, un mezzo demone. Anche se pare impossibile, visto l’ultima persona ad essere stato Hokami era Madara Uchiha circa un secolo fa e prima di lui Rotori Karagi, colui che ha plasmato i 9 Bijuu. E comunque posso confermare la presenza di questo potere” “Spiegati meglio” Il giovane sospira, non riuscendo ancora a credere a ciò che aveva visto poco fa “Hitomi… bhe, quando sono tornato dal laboratorio, non ho trovato Hitomi al suo posto, bensì era in piedi al capezzale di Kimimaro, ed emetteva una fortissima aura viola, più potente di quella riscontrata in Naruto Uzumaki, il Jinchuuriki di Kyuubi. Appena sono entrato nella stanza, lei è svenuta subito, annullando tutto quel potere” Orochimaru ascolta stupito il discorso, facendo segno di proseguire “E, poco prima di venire qui, ho scoperto che con il suo potere aveva svegliato Kimimaro da coma…” Orochimaru rimane dapprima sconvolto, poi china il capo pensieroso “Credevo che mi sarei dovuto liberare subito di lei, pensando fosse una spia, ma vedo che dovremmo tenercela. Può essere un’ottima arma per un prossimo attacco a Konoha. Portala in una stanza e aiutala a riprendersi. Voglio che tu sia il suo tutore. Da domani l’addestrerai e intanto continuerai le analisi. Quella ragazza è oro colato, un occasione unica nella vita. E presto… avremo il potere più grande mai conosciuto dagli occhi umani, superiore perfino ai Bijuu.

“Hokami” (dalle parole giapponesi Ho= Fuoco e Kami= Dio, Divino) sono demoni celesti, che, secondo la leggenda, scesero sulla Terra alla nascita della specie umana, per seguire il suo progresso e un giorno giudicarne l’operato. Il cosiddetto Giorno del Giudizio o Apocalisse. Gli Hokami, non potendo mostrarsi agli esseri umani sotto la loro vera forma, mutarono in oggetti che potevano essere più utili e vicine alle persone e quindi apparvero ai nostri occhi come spade. Ma gli Hokami, visto che dovevano comunque giudicare il nostro operato, ogni tanto prendevano forma e personalità, all’interno del corpo del proprio possessore attuale, che seguiva fedelmente l’Hokami e ne apprendeva regole e consigli che un giorno avrebbe utilizzato per migliorare il mondo. Quindi gli Hokami avevano bisogno di persone fidate e con un grande animo e coloro che venivano scelti erano definiti i Prescelti degli Dei o, da alcuni, i Maledetti degli Dei, perché chi diveniva Hokami, viveva eternamente nella solitudine e nella disperazione, nonché in forti problemi psichici e fisici. Ma tutto ciò veniva ricompensato da un potere temuto sia in cielo che in terra. Un potere che presto Hitomi avrebbe scoperto.

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Capitolo 4
*** I'm An Hokami and You Won't Have Me ***


Copia personale del quarto capitolo x la mi moglia Lady Myco

 

Dal giorno in cui Hitomi scoprì quel potere, la sua vita cambiò radicalmente. Da quel giorno la fiamma della speranza si riaccese all’improvviso. La vicenda della trasformazione in Hokami fu rimosso dalla sua mente. Kabuto, che era stato lui a trovare la ragazza, si prese tutte le responsabilità mediche e ogni giorno veniva costantemente analizzata nel capire la fonte a cui attinge il potere di Hokami, nella speranza di impossessarsene. Ma nulla. Poche settimane dopo, Orochimaru decise di allenarla, pensando che potesse utilizzare lei come contenitore, visto che per Sasuke non era giunto il momento. Grazie al suo potere e alla già propensione che aveva per le arti marziali, terminò l’allenamento base di 3 anni in 5 mesi. In quei 5 mesi la sua personalità, già disturbata a causa di crisi depressive che sopraggiunsero nelle prime settimane di allenamento, mutò radicalmente. Divenne fredda, silenziosa, sarcastica e, purtroppo, sofferente. Infatti a causa delle perdite continue di memoria a causa della trasformazione in Hokami e le perdite di sensi dovuti agli sforzi oppressivi di Orochimaru, la mente ma anche il fisico di Hitomi subirono duri collassi che Kabuto doveva regolarmente registrare e sopprimere, in attesa che uno di questi potesse causa la mutazione in Hokami. Con il passare delle settimane, il corpo cominciò ad abituarsi e fortunatamente i suoi collassi diminuirono gradualmente. Kabuto iniziò a divenire per Hitomi quasi un fratello maggiore, protettivo e sempre attento alle angherie di Orochimaru, che diveniva sempre più oppressivo e convinto nel far diventare Hitomi suo contenitore. Infatti un giorno…

“Ma… Orochimaru-sama… ne è sicuro ?? E per Sasuke ? Fino a poco fa c’era lui al primo posto come prossimo contenitore” chiede Kabuto, nel sentire l’ordine di Orochimaru. L’uomo annuisce convinte “è vero, c’era Sasuke nei miei piani, ma Hitomi è decisamente più forte di lui e probabilmente meno pericolosa…” risponde Orochimaru, seduto nel suo trono, in una stanza illuminata da alcune fiaccole. In volto il sudore e il dolore terrificante nel sopportare delle mani tanto difficili da sostenere. Kabuto, preoccupato più per Hitomi che per Orochimaru, sa benissimo che non è così. Sasuke cerca il potere per sconfiggere il fratello. Lui ha uno scopo nella vita. Ma Hitomi no. Hitomi non ha uno scopo nella vita, lei è caduta dal cielo e il destino ha fatto di lei un vittima di un Fato avverso e fatto di incontri e casualità spiacevoli. Hitomi poi, era diventata sempre più cosciente del suo potere, di ciò che le era successo e di tutto quello che la stava mutando in una psiche contorta. Se avesse scoperto che Orochimaru voleva abusare di lei fino a questo punto, l’avrebbe ucciso, visto che aveva il potere di farlo.

“Comprendo le parole di Orochimaru-sama, ma dubito che Hitomi lo approvi…” replica Kabuto con parole più umili possibili, nel tentativo di far cambiare idea ad Orochimaru “Perché dubiti ?” chiede curioso ma anche stizzito dalle sue parole “Perché… Hitomi dice di aver capito tutto e crede di aver scoperto la sua fonte di potere per trasformarsi in modo completo in Hokami” spiega quindi ad Orochimaru, che rimane stupito da ciò “Che cosa ?? Ma la conseguenza del trasformarsi in modo incompleto non è il dimenticarsi tutto ?? Com’è possibile che sappia di essere un Hokami ?” “Gliel’ha detto Kimimaro. Come ringraziamento per averlo salvato dal coma” “Perché non mi è stato riferito ??” la sua voce diventa più furibonda e spazientita “Mi perdoni Orochimaru-sama, ma non l’abbiamo ritenuto pericoloso, visto che all’inizio Hitomi ne è rimasta indifferente” “E cosa le ha fatto cambiare idea ?” chiede cercando di ritrovare la calma “Bhe… un giorno si è svegliata ed è venuta da me a riferirmi che aveva scoperto tutto. Io le chiesi cosa e lei mi disse che aveva trovato il suo scopo nella vita, infatti è da tempo che la notte sogna una katana e si vede lei combattere con questa. Dice che si chiama Shinsengumi e che ogni volta che la impugna, il suo potere centuplichi. Aveva detto che avrebbe voluto cercarla e trovandola avrebbe compreso tutto e il motivo per cui non ricorda nulla. Magari anche di ritrovare la sua memoria” Orochimaru non risponde e rimane immobile a pensare. Cercava un modo per convincerla lo stesso a sottoporsi alla tecnica. A meno che… “Portala qui, devo parlarle” Kabuto annuisce ed esce dalla stanza di Orochimaru “Se non posso convincerla, significherà che non saprà nulla…” un sorriso infido e maligno si delinea sul suo volto. Poco dopo Kabuto ritorna nella stanza con Hitomi al suo seguito “Ricordati ciò che ti ho detto” le sussurra appena entra. Hitomi accenna leggermente un si, con sguardo serio e impassibile. Come avevamo detto precedentemente, lei era cambiata molto. Il suo sguardo, prima combattivo, poi disperato è mutato in gelida indifferenza “Mi ha chiamato Orochimaru-sama ?” L’uomo accenna a Kabuto di allontanarsi. I due quindi rimangono nella stanza da soli “Bene, Hitomi, sono trascorsi circa 5 mesi dal tuo arrivo qui, non è vero ?” Hitomi annuisce impassibile. Orochimaru scruta quasi compiaciuto il carattere freddo della ragazza “Mi ricordi Sasuke…” pensa ad alta voce, sospirando. Hitomi inarca il sopracciglio incuriosito –Sasuke ? E questo chi è ?- “Ma torniamo a noi… Kabuto mi ha riferito che hai scoperto del tuo potere e vorresti trovarne la fonte…” Hitomi annuisce silenziosamente “Esattamente, Orochimaru-sama” “Sai, io comprendo perfettamente cosa provi… e voglio aiutarti nella ricerca” “Aiutarmi? Dice davvero ?” Orochimaru annuisce. Stranamente lo dice con sincerità e vuole trovare davvero quella katana. Ma dopo essersi impossessato del corpo di Hitomi. “Certo… Il tuo è un potere che raggiunge i limiti dell’immaginazione. Tu ovviamente saprai del fatto dei Bijuu, vero ?” Hitomi cerca di ricordare dove ha sentito quella parola, probabilmente letto in qualche libro della biblioteca di Orochimaru “Si… sono i 9 demoni-coda… Ho letto che il potere di un Hokami è comparabile se non superiore a quello dei Bijuu” risponde Hitomi “Vedo che ti sei ben informata, ne sono compiaciuto” replica Orochimaru, sospirando. “Ora seguimi, dobbiamo fare una cosa prima della ricerca…” A questo punto, Orochimaru si alza dalla sedia ed esce dalla stanza, a seguito di Hitomi. Usciti nel corridoio principale, Hitomi rivolge sottecchi lo sguardo a Kabuto, nascosto in un angolo buio, e segue Orochimaru. Kabuto sospira, sistemandosi gli occhialetti tondi “Speriamo che vada tutto bene”.

I due giungono in una grande stanza buia. Hitomi apre la porta al posto di Orochimaru, come tutti quanti sono abituati a fare in sua presenza “Vieni Hitomi e chiudi la porta…” La ragazza annuisce e obbedisce all’ordine. Era la prima volta che entrava in quella stanza. Grande quanto un salone, ma senza un oggetto all’interno, nessun mobilio. Solo alcune fiaccole che circondano le mura della stanza “Ma che succede? Perché siamo qui ?” chiede preoccupata, notando il salone vuoto “Niente di particolare, solo che fra poco… tu diventerai il mio nuovo corpo…” Orochimaru commenta divertito e inizia a ridere con una risata talmente satanica da far spaventare Hitomi “C-co-cosa?!?!?” si allontana, mentre Orochimaru richiama la tecnica del Trasferimento dell’Anima. Nella stanza inizia a girare un’aria minacciosa, mentre le mura vengono ricoperte da un kekkai “Ora preparati…” la voce dell’uomo diventa sempre più roca e demoniaca, mentre il corpo comincia a mutare e a trasformarsi in un serpente “Non ci vorrà molto… Non sentirai nulla…” ride divertito, con quella voce disumana agghiacciante. Hitomi rimane paralizzata davanti a quello spettacolo di orrore e sconforto. Orochimaru in versione serpente, dopo che la tecnica è stata completamente attivata e Hitomi paralizzata, si prepara e con la bocca assale il suo corpo, entrando in esso. Il corpo di Hitomi risucchia Orochimaru. Alcuni spasmi e convulsioni accompagnano l’assorbimento. Il corpo della ragazza collassa a terra a causa dei forti stress. Hitomi rimane immobile a terra, tra vita e morte. I suoi occhi si aprono all’improvviso. Ma non sono più i suoi occhi… Non è più il suo corpo… Non è più la sua anima “C’è l’ho fatta… C’è l’ho fatta !!!!” urla un’ “Hitomi” che non è più “Hitomi” “Finalmente sono entrato nel corpo di un Hokami !!! Non avrei mai creduto che ce l’avrei fatta !!!!” urla Orochimaru felice come non lo era mai stato. “Ne SeI SiCuRo, OrOcHiMaRu?” una voce demoniaca risuona nella mente di Orochimaru-Hitomi “Che… Chi è ??” “CoMe ChI ? DoPo EsSeRe EnTrAtO NeL CoRpO Di HiToMi, NoN VoRrAi FaRmI CrEdErE ChE NoN SaI ChI SoNo ??” parole che risuonano come pugnalate. Una voce disumana e demoniaca “Capisco… Quindi tu sei l’Hokami di Hitomi, vero ?” La voce demoniaca ride sadicamente “Cosa vuoi e soprattutto… Dove sei ???” La voce continua a ridere sadicamente e crudelmente “è SeMpLiCe… SoNo QuI AnChE Se L’OgGeTtO ChE Mi RaPpReSeNtA è Un Po’ LoNtaNo Da QuI… E CoMuNqUe… Io SoNo Un HoKaMi e Tu NoN Mi AvRaI !!!” Il corpo di Hitomi richiama l’aura viola dell’Hokami mentre il corpo di Orochimaru, come era entrato, inizia ad uscire dal corpo della ragazza. Più l’Hokami aumenta d’intensità, più il corpo di Orochimaru viene espulso, finchè non viene completamente rigettato. Hitomi sviene a terra, collassando nuovamente. Orochimaru a stento si alza in piedi “Ma come ?? Cos’è successo ???” Hitomi si alza in piedi, emanando l’aura da Hokami “VuOi SaPeRlO ??” la stessa voce demoniaca ora ha preso la voce della ragazza “Ti Ho EsPuLsO DaL CoRpO Di HiToMi… QuEsTa è L’UlTiMa VoLtA ChE SfRuTtI HiToMi” A quel punto l’Hokami si dissolve nel nulla e il kekkai scompare. Orochimaru osserva Hitomi svenuta a terra e sospira “Credevo di avercela fatta. E invece… Bhe, significa che toccherà a Sasuke essere il mio contenitore. Di Hitomi non ho più bisogno. Detto questo abbandona la stanza, lasciando la ragazza nella solitudine di ciò che è successo

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Capitolo 5
*** Sorry, but now it's Sasuke Time ***


Orochimaru esce a fatica dalla stanza

Orochimaru esce a fatica dalla stanza. Completamente sudato in volto e le due braccia affaticate e doloranti. Ansima e a stento riesce a rimanere in piedi “Kabuto… Kabuto !!!” chiama l’uomo con le ultime forze rimaste. Il ragazzo giunge di corsa e subito aiuta l’uomo a restare in piedi “Orochimaru-sama !! Ma cos’è successo ?!?! Hitomi ?!?” Kabuto accompagna velocemente il padrone nella sua camera da letto e lo stende sul letto, iniettando gli antidolorifici sempre a portata di mano “Quel mostro… Quel maledetto mostro… Ha rovinato tutti i miei piani…” grida impazzito, in preda ai nervi e ai dolori lancinanti delle ferite “Non capisco… Hitomi come sta ?” “Il mio piano stava andando tutto alla perfezione… Ero entrato nel suo corpo… Ma quell’Hokami si è materializzato e mi ha cacciato via dal corpo di Hitomi, sfottendomi con quella prepotenza. Ora quello che resta di lei è rimasto nella stanza principale… Ora… Lasciami solo” detto ciò, Orochimaru chiude gli occhi e si addormenta. Kabuto annuisce e si allontana. Corre immediatamente nella stanza principale nel tentativo disperato di salvare la sua “sorellina”. Apre la porta e trova a terra la ragazza, svenuta dopo uno sforzo tanto eccessivo. La prende in braccio e la porta nel suo ambulatorio. La stende in una branda e controlla il suo stato di salute “Merda… è molto grave… è la prima volta che registro un collasso tanto grave… Cosa cazzo è successo lì dentro ??” sbraita furioso, mentre inietta i suoi medicinali nel braccio, quelli che deve prendere in caso di perdita di conoscenza “Non so cosa sia successo… Ma so che ho sentito le urla persino da qui… Non deve essere stato una cosa tanto piacevole. Qualunque cosa sia successo, a farla sopravvivere deve essere stato un angelo custode” commenta Kimimaro, nel suo letto poco distante “Posso dirti che ciò che protegge Hitomi non è un angelo custode molto buono… Di sicuro non è nemmeno un angelo” risponde Kabuto mentre prepara le flebo e tutto il possibile per salvare la ragazza.

Dopo poche ore Kabuto ritorna nella stanza di Orochimaru, appena svegliatosi “Eccomi mio signore” si annuncia prontamente Kabuto. Orochimaru fissa silenzioso il vuoto immerso in chissà quali pensieri e turbe che lo affligono dentro “Kabuto, hai ancora la cartella di Sasuke Uchiha ?” chiede inespressivo. Kabuto rimane allibito alle parole dell’uomo “Certo Maestro” il ragazzo si avvicina ad un archivio vicino alla porta e inizia a cercare la cartella giusta. Dopo poco estrae una piccola cartella con alcuni fogli e foto “Ecco a lei…” Orochimaru legge attentamente il foglio, tenuto in mano da Kabuto, visto che lui non è in grado di muovere gli arti. Abbassa lo sguardo e volge il capo in avanti, riprendendo ad osservare il vuoto “Orochimaru-sama… cosa vi turba ?” chiede preoccupato il ragazzo, riponendo il foglio all’interno della cartella. L’uomo, sdraiato sul letto, impotente in quel trono di dolore pensa, cerca una soluzione che nemmeno esiste “Kabuto, è giunto il momento… Chiama Sakon, Tayuya, Jirobo e Kidomaru. Voglio che partano subito. Missione: prendere Sasuke Uchiha.” Kabuto rimane ancora più allibito alle parole dell’uomo. Non sa cosa rispondere e in tutti questi anni con Orochimaru ha imparato che se non sai cosa rispondere, non rispondere affatto. Il silenzio è la miglior virtù in molti casi. I quattro ragazzi, tutti fedeli sudditi di Orochimaru, si presentano immediatamente nel salone centrale, dove Kabuto li aspetta “Kabuto-sensei, ci ha chiamati ?” domanda Sakon prontamente. Kabuto si presenta a loro, nascosto nella penombra con una cartella in mano “Ho una missione di estrema importanza per voi. Dovete partire immediatamente per Konoha e prendere Sasuke Uchiha, come prossimo contenitore del grande Orochimaru” Si avvicina ai 4 e porge loro la cartella. Il quartetto restano però incuriositi dalla missione “E Hitomi? Non era lei la prescelta ?” chiede Tayuya curiosa. Kabuto rimane in silenzio. Si risistema gli occhiali e volge loro le spalle “Partite, forza…” esclama Kabuto mentre si allontana da loro. I ragazzi rimangono a guardarsi incuriositi poi partono, in direzione di Konoha. Kabuto torna nell’ambulatorio a controllare la situazione della ragazza. Ancora addormentata sul letto, nello stato comatoso di prima “I valori non sono migliorati. Ha subito un duro colpo… Non si riprenderà in poco” dice Kimimaro al ninja-medico, appena entra nella stanza. Kabuto sospira e prepara un’altra siringa “Orochimaru-sama ha ordinato di prendere Sasuke. Il Quartetto del Suono è appena partito” Kimimaro abbassa lo sguardo, sospirando di nuovo “Quindi Hitomi farà la mia stessa fine… dimenticata in qualche stanza buia, a marcire come cavia o peggio…” Kabuto annuisce silenziosamente alle duri ma vere parole del giovane. Inietta la siringa al braccio della ragazza, con una dose maggiore rispetto a prima. Ora infatti sembra funzionare. Hitomi comincia lentamente a svegliarsi. Apre lentamente gli occhi, guardandosi attorno “Co-cosa… è… successo ??” chiede con voce fievole e notando Kabuto al suo capezzale. Lui sorride ma no risponde. Poggia la mano sulla spalla della ragazza. Lei lo osserva incuriosita e infine si addormenta. Kabuto sorride nuovamente e sospira felice.

Il giorno dopo Hitomi si riprende e immediatamente, senza farsi nemmeno visitare da Kabuto, si presenta presso Orochimaru “Mi perdoni l’intrusione, Orochimaru-sama, ma volevo dirle che mi dispiace per ciò che è successo ieri pomeriggio… Spero di essere ancora utile per i piani di Orochimaru-sama, anche se non ne faccio più parte” Il Sennin rimane in silenzio e chiede con la mano il suo congedo. Hitomi si inchina profondamente con il suo sguardo impassibile e gelido. Quindi esce dalla camera e torna nella sua stanza. Si stende sul letto ed osserva il soffitto, con un sorriso enigmatico, identico a quello del commerciante il giorno in cui è cominciata quell’avventura che ora si potrebbe ben definire il miglior incubo della sua vita. “Ah…Ah…AHAHAHAHAHAH !!!!!!!!! Va tutto alla perfezione… Kabuto è davvero un genio. È riuscito a fregare addirittura Orochimaru…” e continua a ridere. Ridere. Ridere.

Orochimaru fa chiamare Kabuto che dopo pochi minuti raggiunge la stanza dell’uomo “Kabuto, a che punto si trova la missione per la cattura di Sasuke ??” “Ho appena ricevuto un messaggio da Sakon e stavo proprio venendo ad informarla. Sono appena giunti nel villaggi e hanno localizzato Sasuke. Domani lo avvicineranno. Entro 2, massimo 3 giorni riusciranno a ripartire per il Villaggio del Suono. Mi hanno informato che ci sono buone probabilità di riuscita della missione” Orochimaru risponde con una smorfia, sospirando “Le mie condizioni non sono buone e Sasuke, appena arriverà, pretenderà un allenamento. Un allenamento che non posso al momento concedergli” dice tra se e se, pensando e rimurginando sui suoi pensieri “Forse Hitomi potrà esserci ancora utile…” Kabuto rimane incuriosito dalle sue parole “Non comprendo, Orochimaru-sama…” replica curioso, in cerca di risposta “Semplice. Per un paio di mesi, voglio che Hitomi sia la tutrice e maestra di Sasuke, poi mi libererò di lei. Informala tua e dalle tutte le istruzioni” Kabuto annuisce ed esce dalla stanza, dirigendosi da Hitomi “Kabuto, che c’è ??” chiede lei alzandosi dal letto “Cambio di programma. Dovrai restare ancora alcuni mesi” “Cosa ??” “Orochimaru ti vuole appioppare Sasuke per qualche mese per allenarlo e poi vuole sbarazzarsi di te” “Sasuke ?? E chi è ??” chiede allibita ma con quella freddezza che non è proprio umana “Il pupillo di Orochimaru. Era già nei suoi piani prima del tuo arrivo, e visto che non può averti, ha mobilitato tutti per riprendersi lui… Sai, non ama rimangiarsi le parole” “Merda… Ancora due mesi in questo cesso e anche da balia ad un demente…” “Mi dispiace, ma ora è il tempo di Sasuke” Hitomi osserva Kabuto, sbuffando. Si siede sul letto, incrociando imbronciata le braccia “Tieni, questa è la cartella di Sasuke. Arriverà qui fra 3 giorni, Dovrai badare a lui… Tranquilla, riuscirai ad uscire da qui” Hitomi prende la cartella e inizia a leggere i dati sul ragazzo “Bha… se lo dici tu” Detto ciò, Kabuto esce dalla stanza. Alcuni giorni dopo, il Quartetto del Suono era in ritardo. Aveva dato notizie della partenza, ma poi si persero le tracce. Kimimaro allora decide di partire anche lui e cercare di raggiungere Sasuke e il Quartetto del Suono, anche se di salute cagionevole.

Che cosa ?!? E tu l’hai fatto andare ?!? ma…stava male… perché l’hai fatto ??” urla furiosa Hitomi alla notizia della partenza di Kimimaro “Mi aveva detto che, come te, voleva fare un ultimo lavoro per Orochimaru…” risponde Kabuto, nel tentativo invano di calmarla “Quello era solo scemo… Non doveva farlo…” continua a urlare e sbraitare irata “E poi… Non voleva morire davanti ai tuoi occhi… Ti avrebbe fatto soffrire troppo e tu non saresti fuggita…” “No-non… non è… vero…” singhiozza, iniziando a piangere “Stai piangendo” “Non rompere” sbraita tra le lacrime. Dalla volta in cui l’aveva salvato, Kimimaro era diventato il miglior amico di Hitomi e lei stava sempre al suo capezzale a fargli compagnia, visto che sveniva circa 4 volte a settimana a causa degli stress degli allenamenti e soprattutto dell’Hokami incompleto. “Ora calmati. Può anche darsi che c’è la faccia e torni. È un ragazzo molto forte” cerca di incoraggiare la sorellina e di calmarla “Lo spero…” “Intanto Sali sopra… Sasuke credo stia per arrivare” Hitomi sbuffa, annoiata, quindi sale all’entrata del covo, dove ha appena iniziato a piovere. Cadono lacrime di dolore, che accarezzano il viso già pieno di lacrime di Hitomi.

“Orochimaru-sama… Le nostre spie ci hanno appena segnalato che Sasuke ha superato il confine del Fuoco… In poche ore sarà qui al covo. Hitomi è salita per accogliere il giovane Uchiha” Orochimaru, alle parole dell’uomo, inizia a ridere, ridere di gioia, ridere di divertimento, ridere di crudeltà. Ride per tutto “Non vedo l’ora di vedere come si comporteranno due gocce d’acqua a confronto… Ci sarà proprio da divertirsi… Ho fatto bene a non uccidere subito Hitomi… Ho fatto davvero bene…”

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Capitolo 6
*** If You Are An Uchiha, Stand Up And Fight ***


“No… Non farò come vuoi tu… Avrò il potere a modo mio…” così dicendo, Sasuke abbandona definitivamente la sua vita, tagliando

“No… Non farò come vuoi tu… Avrò il potere a modo mio…” così dicendo, Sasuke abbandona definitivamente la sua vita, tagliando gli unici legami che lo tenevano bloccato a Konoha e gli impedivano di raggiungere il suo scopo: uccidere Itachi. La pioggia bagna e piange per lui, che ha abbandonato la sua vita, dandola in pasto ad una bestia come Orochimaru. Cammina lento e a fatica, stanco dal combattimento contro Naruto. Attraversa la foresta buia che dalla Valle dell’Epilogo conduce al Villaggio del Suono e, quindi, dall’uomo che lo porterà alla rovina. La foresta giunge al termine e davanti a lui una costruzione in cumuli di terra, con un’entrata che scende nel sottosuolo. E lì, davanti a quell’entrata, appare la persona forse più inquietante, dopo Itachi, che abbia mai incontrato e mai incontrerà nella sua vita. Capelli bagnati mori, maglietta nera e bermuda neri, scarpe da ninja. Sguardo freddo e distaccato. Sasuke rimane un attimo incerto ma si avvicina lo stesso. Hitomi alza lo sguardo e vede il ragazzo avvicinarsi. Solo. Un leggere spasmo di lacrime, soppresso immediatamente. Il ragazzo si avvicina. Aspetta sporco e trasandato, alcuni strappi sui vestiti e qualche livido e ferita sugli arti “Tu sei Sasuke Uchiha?” chiede lei scrutandolo da capo a piedi. Lui annuisce. Lei fa qualche smorfia, poi inizia a scendere lungo le scale “Seguimi, il capo ti stava aspettando…” Sasuke segue Hitomi, osservandola sottecchi, curioso dal suo comportamento, dai suo aspetto gelido e impassibile. I due in silenzio giungono presso il corridoio centrale e qui verso la sala principale dell’edificio, dove Orochimaru, seduto nel suo trono, aspetta la sua succulenta preda “Sasuke !! Che piacere averti qui e sapere che hai accettato la mia proposta !!” dice il Sennin alla vista dei due. Volge lo sguardo ad Hitomi, lasciandola congedare. La ragazza silenziosamente si inchina all’uomo e si allontana. Sasuke continua a scrutarla sottecchi. C’è qualcosa in lei che lo incuriosisce e lo spaventa allo stesso tempo. Forse l’essere l’unica ragazza mai incontrata che invece di guardarlo con occhi sognanti, lo riguarda con occhi di odio, anzi, occhi da assassina “Vedo che hai conosciuto la mia giovane Hitomi… Molto in gamba e potente… Peccato che non possa essere il mio contenitore” commenta l’uomo con un tono un po’ seccato e odioso nei confronti del demone che protegge costantemente la ragazza. Sasuke si gira verso Hitomi ormai lontano “Ma torniamo ai nostri progetti… Devo darti una notizia per te spiacevole ma anche interessante” “Spiegati!” “Per un paio di mesi non posso allenarti… Ma tranquillo, perché non starai fermo, bensì ti farò divertire e soprattutto mi divertirò molto io…” “Spiegati meglio !!” chiede iniziando a spazientirsi “Ti farò allenare per un paio di mesi da Hitomi Arakawa, la ragazza appena uscita…” “Una ragazza ?? Cosa dovrei trovarci di divertente nell’essere allenato da una ragazza ??” chiede spazientito “Alcuni chiari e semplici motivi che renderanno il tuo allenamento con lei 20 volte peggiore e faticoso di quello che passerai con me nei prossimi tempi. Infatti, devi sapere che lei nasconde un segreto di dimensioni spaventose. Un potere che nessuno può immaginare” Sasuke rimane allibito e alcuni brividi salgono lungo la schiena “Co…come può essere ??” “è un piccolo segreto che è meglio tenere nascosto e comunque, per aggiungere un po’ di crudeltà al tutto, lei ti odia a morte !!” scoppia in una fragorosa risata. Sasuke lo osserva incuriosita, mantenendo uno sguardo composto in volto. “Fa chiamare Hitomi, che accompagni il nostro Sasuke nella sua stanza” ordina a Kabuto, che prontamente raggiunge Hitomi e la riporta nel salone “Eccomi, Orochimaru-sama” si inchina all’uomo. Il suo è il tipico sguardo di qualcuno che ha appena pianto e ha tentato in tutti i modi di tenere nascosta la sua debolezza “Eccoti… Ho finito di illustrare la situazione a Sasuke. Sembra stanco, accompagnalo nella sua stanza. Voglio che inizi l’allenamento domani mattina all’alba”. Hitomi annuisce e accompagna il ragazzo verso la sua dimora. I due camminano solitari lungo il corridoio. Hitomi con la sua freddezza, scossa da un dolore per la perdita dell’amico. Sasuke con la sua freddezza, scossa da uno stato di profonda curiosità per Hitomi. “Da quando sei qui con Orochimaru ?” chiede Sasuke, nell’invano tentativo di comunicare con il suo nuovo Sensei “6 mesi” risponde seccamente “Sei qui anche tu per incrementare il tuo potere?” “No. Mi ha trovato Kabuto svenuta in mezzo alla foresta. All’inizio ero una sua cavia, poi sono diventata una sua allieva”. I due si fermano davanti ad una porta “Questa è la tua stanza. Si trova proprio dinanzi alla mia stanza” indica la porta di fronte “In caso tu abbia bisogno di qualcosa”. Apre la porta e mostra la piccola camera. Un letto e un armadio. Una porta sulla destra che conduce al bagno. Entra nella stanza e prende un cambio di vestiti “Mettiti questi vestiti di ricambio” Sasuke prende il ricambio silenziosamente. Hitomi esce dalla stanza e la chiude alle sue spalle. All’improvviso Sasuke, dalla sua stanza, sente alcuni gemiti dall’esterno. Si accosta sulla porta per ascoltare meglio quei gemiti insoliti. Si, i suoi sospetti erano fondati. Qualcuno sta piangendo. Meglio. Hitomi sta piangendo. I vestiti di ricambio di Sasuke sono gli stessi che aveva Kimimaro.

Dopo una mezz’oretta, Hitomi rientra nella stanza di Sasuke, portando un vassoio con la cena. “Ti ho portato qualcosa da mangiare. Se non ti dispiace, mangio qui con te”. Sasuke prende il vassoio e fa sedere Hitomi su una sedia. I due iniziano a mangiare in silenzio. Sasuke seduto sul letto e Hitomi sulla sedia. “Allora, ti verrò a svegliare alle 6”. Informa impassibile Hitomi, riprendendo a mangiare. Sasuke continua in silenzio a mangiare il panino, volendo dire qualcosa anche lui. La freddezza di quella ragazza è troppo inquietante e il ricordo del fratello, specchiato in quel volto di odio, appare dolorosamente alla mente di Sasuke “Ehm… Ma… tu di dove sei ?” Hitomi lo osserva inarcando il sopracciglio, ma riprende subito a mangiare “Non lo so. Ho perso la memoria poco prima del mio ritrovamento”. Sasuke rimane in silenzio, sapendo di aver sbagliato domando. Ma ritenta comunque di spezzare la situazione “Non avevo mai visto una ragazza tanto fredda in vita mia… Sei la prima che invece di trattarmi con rispetto, mi ignora e mi snobba…”. “E io non avevo mai visto un ragazzo tanto orgoglioso quanto stupido…”. A queste parole si alza e si allontana dalla stanza, lasciando Sasuke allibito nella sua solitudine interiore. Hitomi richiude la porta alle spalle e con il solito volto di apatica sofferenza si dirige in laboratorio, dove Kabuto stava intanto ripulendo la camera di Kimimaro. Con la coda nell’occhio vede Hitomi entrare e nasconde sotto la scrivania la scatola piena di oggetti di Kimimaro “Ehm… Ciao Hitomi !!” esclama tentando di essere il più naturale e tranquillo possibile “Smettila. Kimimaro è morto, lo so. Me ne sono fatta una ragione e ora devo guardare avanti. Punto”. Kabuto sospira, con un sorriso di ammirazione mista a compassione per il coraggio della ragazza a lottare e andare avanti, ma anche per il dolore che invano tenta di reprimere “Bene. Ma cambiamo discorso: come va con Sasuke ? Vate fatto amicizia ??”. Hitomi sbuffa, poggiandosi sul muro “Lui non è mio amico. È solo un ostacolo vero il mio obiettivo, un ostacolo da superare il prima possibile”. “Invece prenditela comoda, sono solo 2 mesi e quell’Uchiha è solo uno stupido novellino senza speranze. L’unico cosa interessante sono solo i suoi occhi. Per il resto è solo e semplicemente un povero scemo”. I due scoppiano in una fragorosa risata.

La mattina seguente, allo spuntare dell’alba, Hitomi va a bussare nella camera di Sasuke “Inizia l’allenamento, alzati”. Il ragazzo, vestito con gli abiti di Kimimaro, esce dalla camera in silenzio e richiude la porta alle spalle. “Eccomi”. Hitomi lo squadra da capo a piedi, poi, con un gesto della mano, gli indica di seguirla. I due percorrono silenziosamente il corridoio sotterraneo, fino ad uscire presso una grande piazza, circondata da un muro alto circa dieci metri. Il cielo lentamente riprende il suo colori azzurrognolo, mentre il sole si alza lentamente. “Bene. Iniziamo il nostro allenamento. Per prima cosa voglio vedere il tuo livello fisico e le tue potenzialità. Quindi attaccami, io sono qui”. Hitomi si posiziona a mani conserte, aspettando il suo attacco. Sasuke si concentra, cercando di trovare una strategia d’attacco –è un avversario difficile, dovrò trovare qualche tattica decisa e potente… Proverò ad attaccarla e stuzzicarla in vari punti, fino a trovare un punto cieco di difesa…- pensa tra se e se. Prende dal sacchetto alcuni kunai e shuriken. Inizia a correre lungo il muro dell’arena di allenamento e li lancia da varie direzioni e angolazioni contro la ragazza. Hitomi rimane immobile e con una mossa talmente rapida che solo uno Sharingan riuscirebbe a notare, estrae dal suo sacchetto un lungo filo trasparente, dove shuriken e kunai sono legati insieme per tutto il filo. Come fosse una frusta, la scuote contro le armi di Sasuke, schizzandole in varie direzioni. Sasuke scende a terra, sbuffando furioso –Merda. Non l’ho vista per niente… Proverò ad attaccarla in ravvicinato, e infine attiverò il Chidori- Il ragazzo quindi riprende a correre attorno a Hitomi, finchè la raggiunge, impugnando il kunai. Esce improvvisamente dalla coltre di polvere e fuliggine, attaccando Hitomi di spalle. Probabilmente la Danza della Luna o la Tecnica delle 64 Chiusure non sono nulla in confronto alla leggiadri dei taijutsu di Hitomi. La ragazza rimane immobile per pochissimi secondi e, al momento giusto, ruotando la gamba sinistra e inclinando contemporaneamente il busto in avanti, ruota verso destra, evitando il colpo. A questo punto con la destra blocca il polso del ragazzo che tentava di cambiare direzione del colpo e, sempre con la sinistra, fa perdere equilibrio al ragazzo e lo sposta verso destra, mentre la gamba destra lo calcia al petto, lanciandolo via per diversi metri. Sasuke si alza in piedi stentamente, con la gamba destra sanguinante. -Merda… come cazzo avrà fatto ???. Poteva fare ciò solo un’Uchiha, prevedendo le sue mosse, o almeno uno Hyuga, con tanta leggiadria e precisione millimetrica. Ma lei non era né uno Hyuga né tantomento un’Uchiha- Ritrova l’equilibrio e tenta di restare in piedi. –Bene, significa che la spiazzerò con un Chidori… E ride bene chi ride ultimo- Ridacchia tra se e se, mentre con le mani attiva la tecnica. Si posiziona con le braccia, richiamando il chakra nel punto preciso delle mani. Il chakra, sotto forma di elettricità, inizia a guizzare dalla mano. Dopo pochi secondi la tecnica era completamente arriva a e pronta ad uccidere. Hitomi osserva a braccia conserte e impassibile, attendendo l’attacco. Sasuke, analizzando velocità, potenza, tattica e reazioni, rimane in attesta del momento opportuno per attaccarla definitivamente. Chiude lentamente gli occhi, respirando regolarmente. Il silenzio pervade l’arena. Solo lo schioppettio del Chidori rompono quel momento di puro silenzio. Sasuke si avvicina alla ragazza. 3… conta mentalmente i secondi che passano. 2… sente la sua fredda presenza sempre più vicina. I suoi occhi neri che lo osservano inespressivamente. 1… Ormai riesce a sentire il suo respiro. È il momento “Zero !!” urla e l’attacca in pieno petto. Ma qualcosa non va. Lei è scomparsa. No. Non si è mai allontanata. Con una rapidità che si può solamente aspettare da un Hokami, si abbassa, divaricando le gambe in una spaccata spaventosa e con l’indice e il medio della destra colpisce sul petto due punti importanti di deflusso del chakra e un punto di paralisi istantanea. Sasuke rimane quindi bloccato nella posizione d’attacco, mentre il Chidori si annulla immediatamente. Hitomi lascia la presa, ridando mobilità al ragazzo, ma non fa in tempo a riprendere una posizione normale, che viene lanciato via da un nuovo calcio di Hitomi, scontrando la sua schiena contro il freddo muro dell’arena. Sasuke scivola a terra, non riuscendo più ad alzarsi da terra. Il braccio destro e la gamba sinistra sanguinanti per l’impatto. Prova invano di rialzarsi, mentre Hitomi si avvicina lentamente “Se sei un’Uchiha, alzati e combatti, visto che te la cavi come un bambino di due anni”. Il ragazzo alza lentamente la testa, riaprendo lentamente gli occhi “Va… Va… Vaffanculo…” così dicendo perde i sensi. “Avremo molto da fare con questo qua…” commenta sarcasticamente, alzando da terra il ragazzo.

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Capitolo 7
*** If I Want to Kill, My Sword Will Kill For Me ***


Hitomi prende il braccio di Sasuke e lo mette attorno alla nuca per alzarlo da terra

Hitomi prende il braccio di Sasuke e lo mette attorno alla nuca per alzarlo da terra. Si incamminano verso la camera di Sasuke. Apre la porta, mentre continua a reggere il ragazza per il braccio. Stende Sasuke sul letto e controlla il suo stato di salute “Che inutile… Ancora non riesco a capire perché devo badare a questo merdina da quattro soldi” sbuffa, uscendo a prende l’occorrente per la medicazione. Sasuke apre gli occhi, avendo sentito tutto. Un misto di rabbia, frustrazione e delusione pervadono i suoi occhi. “Dovevo immaginare che per arrivare a sconfiggerti avrei dovuto subire delusioni e vedermela con ninja talmente forti da non voler nemmeno sottovalutarmi… Che stupido”. Il braccio dolorante inizia a lamentarsi per gli sforzi del ragazzo. Hitomi ritorna con alcuni medicinali “Bene, ti sei svegliato… Così sentirai di più il dolore” commenta sarcasticamente. Il ragazzo non risponde alla provocazione “Comunque potevi aprire gli occhi e darmi un pugno, invece che far finte di essere svenuto e ascoltare le mie offese in silenzio. Sarebbe stato più coraggioso e divertente…” commenta mentre prepara il medicinale. Sasuke la osserva stupito, non riuscendo a comprendere come abbia scoperto tutto. Hitomi ridacchia e inizia a medicare il ragazzo “Perché lo fai ?” chiede Hitomi. “Cosa?” “Tutto questo… Perché vuoi il potere anche a costo di farti umiliare e patire sofferenze inutili”. Sasuke abbasso lo sguardo sospirando. “è una storia lunga e triste”. “Io ho molto tempo libero”. Hitomi si siede sulla sedia lì vicino e incrocia le braccia. Sasuke sospira e inizia la sua lunga storia fatta di sangue, dolore, solitudine e vendetta maturata nel tempo. Una storia di una famiglia felice e potente. Di un villaggio che amava. Di amici e compagni. Di un fratello che reputava il migliore. Di una notte orribile. Di uno sguardo pieno di odio. “Ecco… Questa è la mia storia”. Termina il ragazzo. Hitomi rimane a scrutarlo seria; sospira e si alza dalla sedia, dirigendosi verso la porta, ma prima di uscire “Bene… Preparati perché da domani inizierò ad allenarti come si deve. Il tuo discorso mi ha colpito molto e forse so come allenarti” sorride compiaciuta ed esce dalla stanza.

La mattina seguente, i due giungono nell’arena di allenamento, pronti per una nuova giornata di allenamento. Hitomi entra in arena con due katane in mano “Katane ? Ci alleneremo… con le katane ?” chiede curioso Sasuke. Hitomi lo riguarda di malo modo “Qualcosa in contrario per le spade ?” “No, no !! Credevo che ci saremmo allenati con il ninjutsu… che mi avresti insegnato qualche nuova tecnica”. Hitomi lo fissa seria e di malo modo, poi scoppia in una risata fragorosa. “Davvero pensavi che avremmo combattuto con il ninjutsu ??? Mi dispiace ma con me si combatte con le spade e basa. Il ninjutsu fattelo insegnare da Orochimaru” commenta seccata Hitomi, mentre gli passa una spada. “Iniziamo con una spada semplice, così non ti fai male”. Sasuke prede la katana: normale, nera, senza particolari dettagli, di fattura abbastanza mediocre. Il ragazzo la osserva curioso, poi inizia a sguainarla. Hitomi lo ferma immediatamente, richiudendo la guaina. “Cosa cazzo fai ??” chiede furiosa. “Secondo te ?? Sto sguainando la spada”. “Senza un degno allenamento, non dovresti nemmeno toccarla una spada. Rischi di morire…”. Sasuke rimane sorpreso dalle sue parole. Hitomi gli riprende la spada dalle mani e lega la guaina, in modo che possa essere tolta. “Ecco a te… Quando sarai pronto potrai sciogliere la corda e sguainare la spada. E ora… si combatte!!” dice decisa, impugnando la spada e attaccando Sasuke. Lui, paralizzato un po’ dalla paura e un po’ dalla sorpresa, cerca di parare il colpo con tutta la forza possibile. Ma una forza che più da Hitomi, proviene soprattutto dalla spada della ragazza, fa cadere il ragazzo a terra, non riuscendo a reggere il colpo “Ti stai cagando sotto dalla paura…” commenta Hitomi stizzita. “Non è vero !!! Mi hai preso alla sprovvista”. “Certo. Allora perché sei caduto per terra ?” “La mia spada non ha retto il colpo, così sono caduto !!” risponde rialzandosi. Hitomi scoppia a ridere “La tua spada non retto il colpo perché ti stavi cagando sotto dalla paura…”. Così dicendo prende la spada di Sasuke e si siede per terra. Sasuke la segue. “Prima lezione sull’uso della spada: il potere della katana e dei suoi colpi non viene dalla forza fisica, bensì dal proprio cuore e dalla volontà. Una spada percepisce il potere del proprio possessore e a seconda di ciò che percepisce, una spada muta questo in un buon attacco oppure in un pessimo attacco. Ricordati che quando combatti devi voler combattere, quando uccidi devi voler uccidere, quando pari un colpo devi voler vivere e, soprattutto, quando combatti, lo devi fare per proteggere qualcuno”. Sasuke annuisce. “Ma…se io…”. “Niente ma, se o altro. Tu ora ti trovi nella convinzione che se colpisci hai paura di uccidere, se ti proteggi hai paura di morire. Non è così che devi pensare. Devi avere fiducia nella tua spada. Se io voglio uccidere, la mia spada ucciderà per me. Se voglio vivere, la mia spada mi salverà. Se voglio morire… La mia spada mi ucciderà”. Così dicendo, Hitomi si alza in piedi e prende la spada. Sasuke si alza di seguito “Ora iniziamo un allenamento più serio. Prendi la katana, stringendo con forza il manico con entrambi i pugni, quando attacchi bisogna dare un colpo forte, muovendo i gomiti e ruotandoli vigorosamente. Per parare devi posizionare la spada orizzontalmente o verticalmente al colpo, cercando sempre di fare in modo che la spada avversaria sia sempre al centro della tua spada, in modo da bilanciare e attutire il colpo ricevuto. Chiaro ?” spiega quindi alcune tecniche e mosse. I due si allenano giorno dopo giorno con l’uso della spada e migliora nel combattimento. Il tempo passava e quell’odio tra i due si attenua, lasciando spazio ad un’insolita amicizia. Dopo circa sei settimane di allenamento, i due, come tutti i giorni, si incontrano in arena. “Allora, occhietti rossi…” saluta Hitomi divertita. Lui sbuffa innervosito. “Per la millesima volta… Non chiamarmi occhietti rossi”. “Si, si occhietti rossi… Ti informo che è arrivato il momento” dice la ragazza con finto orgoglio, che traspare attraverso la sua apatica indifferenza. Sasuke inarca il sopracciglio incuriosito. Hitomi si fa dare la katana legata di Sasuke e inizia a riguardarla sorridendo. “Credo che tu sia pronto”. “Pronto a cosa?” chiede Sasuke. “A sciogliere la guaina” dice sorridendo la ragazza. “Davvero ??”. Hitomi annuisce sorridendo. Lei scioglie la corda e la porge al ragazzo che, finalmente, sguaina la tanto desiderata spada. Accarezza la lama che riesce finalmente ad osservare con i suoi occhi. “Bhe… che stai aspettando?” dice Hitomi, sguainando la sua katana. “è ora di combattere !!” Sasuke sorride compiaciuto e i due si preparano per il combattimento. Agili con le proprie armi, combattono in una macabra danza tra vita e morte. In quel momento Hitomi viene fulminata da un ricordo improvviso che l’acceca per pochi attimi la mente, un ricordo improvviso che si compone nell’incompleto puzzle dei suoi ricordi. Ombre fugaci di figure che si incontrano, si scontrano in una sinuosa danza tra vita e morte… L’immagine di un ragazzo che si pugnala al cuore e si accascia a terra... Hitomi, presa alla sprovvista da queste macabre immagini, riesce a stento a parare il colpo di Sasuke e, con un grappo in gola e un brivido sulla schiena, cade a terra, rimanendo seduta sul terriccio sabbioso dell’arena, con lo sguardo paralizzato dalla paura e grondante di sudore. Sasuke si ferma immediatamente e si avvicina alla ragazza “Hitomi… Hitomi, stai bene ?!?” chiede preoccupato. La ragazza si rialza ma il suo sguardo rimane paralizzato nel vuoto. “Ehm si… Tutto bene !!” respira profondamente, chiudendo e riaprendo gli occhi. Non capisce bene cosa sia successo, ma deve capire. “Senti, io devo fare… una cosa. Tu continua ad allenarti. Torno fra poco”. Sasuke annuisce ancora preoccupato. Hitomi corre verso l’entrata del corridoio principale, gira in una svolta a destra e poi verso sinistra, fino ad una porta con il cartello “Non entrare. Esperimenti in corso”. Il laboratorio di Kabuto. Durante gli esperimenti, nessuno poteva entrare in quella stanza, nemmeno Orochimaru, perché era una stanza ad alta esposizione di radiazioni. Solo Hitomi aveva il permesso esclusivo e speciale di entrare a piacimento, perché grazie al suo potere di Hokami, godeva di un kekkai potentissimo che la proteggeva continuamente. Hitomi apre quindi la porta e la richiude alle spalle. Kabuto era concentrato ad analizzare un cadavere. Osserva una cartella ed esamina il torace aperto a metà. Si volta e nota Hitomi in quello stato di agitazione. “Hitomi… Cosa c’è ??” chiede Kabuto preoccupato. “Stai bene ??” Hitomi sospira e inizia a spiegare cosa è successo “Credi sia un frammento della tua memoria ?” Hitomi annuisce lentamente. Kabuto mette una mano sulla spalla della ragazza. “Sai che devo dirlo ad Orochimaru ? Dopo la storia di Kimimaro che ti ha detto della tua natura, sono obbligato a riferirgli tutto ciò che ti riguarda”. Hitomi annuisce silenziosamente “Tranquilla. Stasera scatta il piano. Preparati.”

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Capitolo 8
*** Goodbye, Sasuke Uchiha ***


Kabuto si dirige presso la stanza di Orochimaru, che stava leggendo alcuni documenti su nuove cavie

Kabuto si dirige presso la stanza di Orochimaru, che stava leggendo alcuni documenti su nuove cavie. Alza lo sguardo, notando Kabuto –Orochimaru-sama, sono stato appena informato che Hitomi ha iniziato la fase di recupero della memoria…- Orochimaru si alza in piedi allibito –Che cosa ?!?!- domanda allibito –Si… dice che ha appena ricordato piccoli frammenti di memoria. Poco importanti, ma comunque considerevoli…- Orochimaru sospira e si siede di nuovo, assorto nei suoi pensieri –è giunto il momento. Hitomi purtroppo è diventata troppo pericolosa da tenere qui. Domani mattina all’alba ci sbarazzeremo di lei. Hai abbastanza materiale per poter creare un medicinale che sopprima momentaneamente l’Hokami- Kabuto rimane nel suo doloroso silenzio, annuendo. Orochimaru sorride soddisfatto e ordina di preparare alcune dosi. Kabuto annuisce e si congeda, uscendo dalla camera di Orochimaru.

Hitomi, sdraiata sul letto in attesa dell’arrivo di Kabuto, sospira e osserva pensierosa il soffitto. “Cos’erano quelle immagini… Chi è che si pugnalava al petto ??”. Chiude gli occhi, rivivendo ancora quelle immagini, nitide e impresse nella sua mente. Alla porta qualcuno bussa all’improvviso, facendo cadere Hitomi dalle nuvole e alzandola in piedi –Ehm… si, avanti !!- dice, sperando che Kabuto le porti qualche buona notizia. Ma non è Kabuto –Sasuke…- chiede quasi delusa. Il ragazzo sospira tristemente –Va tutto bene? Ti ho aspettato per tutto il pomeriggio, ma non sei tornata…-

-Si, scusa, sono stata da Kabuto a farmi visitare perché non mi sentivo molto bene- Sasuke sorride leggermente rassicurato e si guarda attorno, quasi con fare imbarazzato. –Ehm… Ma ti disturbo ? Stavi aspettando qualcuno ?- Hitomi nega con un cenno di capo, mentendo al ragazzo e lascia sedere il ragazzo su una sedia dinanzi a lei. I due rimangono un poco in silenzio. Sasuke sospira, sbuffa, apre la bocca nel tentativo di dire qualcosa, ma la richiude subito; chiude gli occhi, sospira e poi li riapre. Intanto Hitomi, soprappensiero su dove possa essere Kabuto e come sia andato il colloquio con Orochimaru –Sai… Volevo dirti… una… cosa- inizia a parlare Sasuke, risvegliando Hitomi dal suo mondo dei sogni –Eh, si… dimmi !!- rivolge lo sguardo verso il ragazzo, leggermente imbarazzato. –Io… tu…- tenta in tutti i modi di riuscire a far uscire quelle parole dalla sua bocca. Hitomi lo osserva incuriosita, aspettando le sue parole. All’improvviso, a rovinare l’atmosfera, entra nella stanza Kabuto. Hitomi e Sasuke si alza immediatamente dai loro posti, rivolgendo lo sguardo verso il nuovo arrivato –Finalmente, ti stavo aspettando- dice Hitomi, avvicinandosi a Kabuto. Lui rivolge lo sguardo verso il giovane Uchiha, fissandolo seriamente –Sasuke, io e Hitomi dobbiamo parlare in privato- Sasuke annuisce silenziosamente, con il volto basso, esce dalla stanza e chiude la porte alle sue spalle. Kabuto sposta lo sguardo ora verso Hitomi –Ho parlato con Orochimaru. Ha appena ordinato la tua esecuzione per domattina all’alba-

-Non perde tempo, eh?- commenta seccata, incrociando le braccia –Comunque stasera devi scappare altrimenti finirà il tuo di tempo- risponde seriamente, risistemandosi gli occhialetti tondi –Com’è il piano?- chiede tornando seria –Bene…-. I due iniziano a parlare sottovoce sulle modalità del piano di fuga di Hitomi.

Quella sera, intorno mezzanotte. Hitomi seduta ad un angolo della stanza, in attesa di poter uscire. Il sonno prende lentamente sopravvento, chiudendo poco a poco gli occhi della ragazza. Dopo pochi minuti, qualcuno bussa alla porta. Hitomi si alza all’improvviso e corre ad aprire. Kabuto, con il volto incappucciato, l’aspetta alla porta –Finalmente !!- dice Hitomi a bassa voce per non farsi sentire. –Purtroppo ho dovuto controllare tutta la zona. Ho fatto inalare del sonnifero nella cena di tutti e ora dormo e dormiranno senza problemi fino a domani mattina. Ma Orochimaru digerisce poco i sonniferi, quindi dovrai fare moltissima attenzione affinchè non si svegli. E ora corri e buona fortuna!-. Kabuto abbraccia Hitomi e la lascia andare, seguendo con lo sguardo la sua ombra che si allontana per sempre.

Hitomi corre velocemente lungo il corridoio, verso l’uscita che aveva da tempo desiderato e atteso. La sua fuga prosegue senza problemi. Gira un paio di svolte finchè non si blocca. Rimane ferma al centro del corridoio. Una leggera brezza accarezza i capelli mori della ragazza. Dinanzi a lui, ritto ad attenderla ecco Sasuke. Volto serio, braccia incrociate e con indosso l’abito tanto odiato da Hitomi –Cosa fai qui ?- chiede Hitomi furiosa dall’interruzione. –è la stessa cosa che dovrei chiederti anch’io- risponde seccamente Sasuke. Mai come in quel momento era stato tanto simile a Hitomi. Nell’espressione, nell’atteggiamento, nel tono di voce. –Lasciami passare- ordina gelida Hitomi. I due si scrutano intensamente –Perché vuoi andartene?- chiede Sasuke, rimanendo nella sua freddezza che però nasconde una lieve preoccupazione. –Che t’importa ? Lo so che il tuo scopo è Orochimaru. La mia fuga ti agevolerà le cose e potrai uccidere Itachi- dice con tono più seccato e furioso. –Invece sono cambiato. Voglio che sia tu ad allenarmi e voglio anche…- abbassa lo sguardo, arrossendo. Ora spera di riuscire a terminare ciò che Kabuto aveva interrotto. Hitomi scoppi a ridere, ma con moderazione per non svegliare qualcuno. Sasuke la osserva curioso e anche stizzito –Cosa ci trovi di divertente in tutto ciò ??- Hitomi cerca di controllarsi, riuscendo a parlare –Sai, questa sembra la scena che mi hai raccontato. Quella della tua fuga e della tua amica che per non farti partire disse addirittura che ti amava… Che cosa patetica- riprende a ridere e poco dopo finalmente smette –Sai, adesso siamo in una situazione contraria. Io sto per fuggire e tu fai di tutto per impedirmelo. Purtroppo la fine sarà la stessa di quella volta…- Hitomi inizia a correre contro Sasuke, probabilmente evitandolo all’ultimo momento con qualche sua mossa improvvisa. –No !!! Non ti permetterò di andare via !!!!- gli urla Sasuke, andando incontro alla ragazza. Anzi no. Andando incontro alla sua trappola. Hitomi lo schiva, spostandosi sulla sinistra e tirando un gancio con la destra nello stomaco di Sasuke. Il ragazzo si piega in due dal dolore. Cade a terra, vomitando alcune gocce di sangue. –Cos…- Non riesce a parlare. Il sangue comincia a raggrumarsi sulla gola e a stento riesce a sputarlo. Hitomi, alle sue spalle, guarda fredda e impassibile il ragazzo che si attorciglia dal dolore. –Sasuke… Questo sarà un finale diverso…- Sasuke alza la testa guardando negli occhi Hitomi. –Co…cosa… in-inte…ndi ?- balbetta a bassa voce. –Io non ti dirò che sei insopportabile. Ma non ti dirò nemmeno grazie-. Detto ciò volta le spalle al ragazzo e si allontana –Hitomi !!!- urla con le poche forze rimaste. Hitomi si ferma ma non gli volge le sguardo. –Ti prego… Io… ti…-

-BASTA !!!- urla Hitomi stufa di quella patetica scenata –Te l’ho detto. Questo finale è stato già scritto. Non puoi e non devi fermarmi, se è vero quello che provi per me…- volge lo sguardo a Sasuke, con un sorriso dolce e tranquillo. –Arrivederci, Sasuke Uchiha- Le sue parole riecheggiano dolcemente per il corridoio, mentre il suo volto e la sua ombra scompare senza lascia traccia. Sasuke vorrebbe piangere ma non ci riesce. Vorrebbe urlare ma non ci riesce. Vorrebbe soprattutto seguirla. Ma non ci riesce. Sasuke rimane a terra, immobile nella sua disperazione. –Doveva andare così…- dal buio appare la figura di Kabuto che osserva pietoso il dolore del ninja –Perché…- fievoli parole escono dalla bocca del ragazzo, perdendo i sensi.

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Capitolo 9
*** Rats ***


CAPITOLO IX: Rats

CAPITOLO IX: Rats

 

Kabuto raccoglie il ragazzo e lo riporta nella sua stanza. Pulisce le tracce della fuga e controlla la situazione.

-Fortunatamente nessuno ha notato nulla e nessuno si è svegliato…-. La mattina seguente Sasuke si risveglia di colpo nel letto urlando –Hitomi !!!-. Si guarda attorno ma non vede nessuno. Solo la sua buia e oscura camera. Sospira. Scende dal letto –è stato solo un sogno…-. Esce dalla stanza e nota alcuni ninja all’interno e fuori la camera di Hitomi, mentre altri corrono un po’ dappertutto lungo il corridoio –che sta succedendo??- chiede guardandosi attorno.

-Ben svegliato, mio caro- risponde Orochimaru, avvicinandosi a lui da un lato con calma e inquietante tranquillità. Sasuke si gira e nota l’uomo che a prima vista non riconosce: infatti ha appena cambiato corpo per poter allenare al meglio il ragazzo –Orochimaru…- dice a bassa voce –che sta succedendo ??- chiede stizzito e preoccupato.

-Ratti…- risponde lui con un sorriso diabolico e maligno –Ratti ??- replica Sasuke non comprendendo le parole dell’uomo. –Ratti. Un sudicio ratto che avevo come cavia è riuscito a fuggire nella notte ma i miei uomini l’hanno inseguito immediatamente e soppresso- risponde Orochimaru con un sorrido di diabolica soddisfazione e cupa compiacenza, sottolineando le ultime parole con la voce. –Seguimi e vedrai tu stesso di cosa si tratta…- continua a dire, facendo strada a Sasuke lungo il corridoio, fino ad arrivare alla porta del laboratorio di Kabuto. Orochimaru bussa alla porta e Kabuto immediatamente apre ai due. Il suo volto angosciato e disperato, macabramente velato nella sua maschera di pura indifferenza, modella da Orochimaru stesso. Per la prima volta quella maschera, leggermente scostata dal volto, mostra la sua amarezza per ciò che era successo. I due entrano nel laboratorio, dove Sasuke aveva tanto visto Hitomi lavorare su cadaveri e sperimentazioni umani insieme al suo “fratellone” Kabuto. Lì, in quella gelida stanza, file di uomini lottano tra la vita e la morte, in nude barelle, con solo un velo a coprire la loro insana morte. E, in fondo alla stanza, un grande letto dove per due mesi era rimasto vuoto e prima ancora ospitato dal giovane Kimimaro. E ora, in quel letto freddo, un corpo giace privo di vita, con un velo bianco che ne copre il volto. I tre si attorniano al letto. Orochimaru sorride felice, con un espressione di soddisfatta ma non meritata vittoria. Kabuto osserva quel corpo nascosto con un’indifferenza che invano tenta di sopprimere il dolore e la frustrazione. Invece Sasuke osserva i solchi che forma il corpo con il velo sperando, desiderando, immaginando, sognando di tutto, tranne di vedersi davanti la certezza che ora non potrò mai più dichiarare quel sentimento a lui nuovo e sconosciuto, dopo aver assaporato per anni solo odio e vendetta.

-Prego, puoi togliere il velo- annuncia Orochimaru a Kabuto. Lui annuisce silenziosamente e scosta il velo dal volto. Sasuke rimane prima paralizzato poi chiude gli occhi e alcune lacrime calano lungo gli zigomi del ragazzo. Hitomi, nel suo gelido candore cadaverico, i capelli mori che circondano il volto. Nuda, nel petto ancora coperto dal velo, si notano le cicatrici dell’autopsia appena conclusa. Non è uno scherzo di poco gusto. Hitomi era davvero morta e Sasuke non poteva farci nulla. Stringe i pugni e abbassa lo sguardo. Non vuole vedere né pensare più a quella tetra immagine. Ma eccola che torna sagacemente a galla, dando sempre più sconforto al giovane Uchiha –Hi…hi…hi…Hitomi… Perché ???. singhiozza tra le lacrime che calano. Orochimaru incrocia le braccia soddisfatto, ghignando sadicamente. Sposta lo sguardo su Kabuto che, composto e in silenzio, soffre nella sua indifferente solitudine –Kabuto- lo chiama, facendolo avvicinare a sé –posso parlarti in privato ?-. Il ninja annuisce e insieme ad Orochimaru si allontana dalla barella –Mi dica Orochimaru-sama- chiede a bassa voce, riprendendo a stento il controllo dei suoi sentimenti. Orochimaru lo scruta intensamente a braccia conserte, emettendo qualche smorfia a bocca chiusa –Voglio i risultati dell’autopsia- risponde seccamente alle parole del ragazzo. Kabuto annuisce e ritorna alla barella. Raccoglie la cartella posizionata su un tavolinetto metallico a lato; alza lo sguardo e osserva ancora una volta la tetra scena. Hitomi che giace nel suo candido silenzio e Sasuke, disperato in volto, che accarezza delicatamente la fredda pelle priva di vita ed emozioni. Sospira e torna dal Sennin che lo aspetta con quel sorriso di soddisfatta vittoria. Kabuto sospira e apre la cartella, illustrando il rapporto dell’autopsia –Dagli esami risulta che Hitomi sia deceduta intorno alle due e mezza di notte. La morte è avvenuta per dissanguamento a causa di una profonda ferita riportata durante un combattimento contro le nostre spie… -E dimmi Kabuto…- interrompe così la spiegazione del ninja medico –è veramente lei…?- chiede inarcando leggermente il sopracciglio.

Orochimaru è di un carattere particolarmente amorale: secondo lui il bene non esiste. Esiste solo il comodo sue. Ma non si può, per questo, definirlo uno sciocco, perché anzi, Orochimaru è molto furbo e sa bene cosa succede alle sue spalle. Motivo per cui sono sempre ben coperte. È a conoscenza delle abilità innate e involontarie (cioè che nemmeno lei è a conoscenza di avere) di Hitomi, dovuto al forte contatto e uso della fonte a cui attinge involontariamente il potere dell’Hokami. E sapeva benissimo degli effetti collaterali che crea a chi le sta intorno.

Kabuto alza lo sguardo, incuriosito dalla domanda –Bhe… certo che è lei… Ho fatto i riscontri del DNA, le impronte digitali, il sangue… tutto !! Purtroppo… è lei- risponde chinando tristemente il capo. Orochimaru osserva schifato la putrida pietà del ragazzo. Gli tira con forza i capelli, alzandolo da terra –O-oro-chi…maru-sama !!- dice lui con le lacrime di dolore –Kabuto… ti ricordi cosa ti dissi il giorno in cui ti affidai a Hitomi ?- chiede con volto irato. Kabuto annuisce a stento –Si… Mi…mi…Mi avevate detto… di…- deglutisce –di controllarla…- risponde a stento e ansimando faticosamente. Orochimaru insoddisfatto della risposta, tira con più forza i capelli di Kabuto –e ??- chiede il Sennin, pretendendo ora la risposta giusta –e… di non…- deglutisce ancora, mentre le lacrime gli rigano il volto –legarmi a lei !!- risponde tutto d’un fiato. Orochimaru molla la presa, facendo cadere a terra Kabuto. Si gratta un poco il capo dolorante e si alza da terra –E dimmi Kabuto, tu hai rispettato il mio ordine ??- chiede serio in volto. Kabuto abbassa lo sguardo in silenzio. Orochimaru sbuffa irato e si allontana, fermandosi un attimo ad osservare la pietosa scena e il cadavere di Hitomi. Si è finalmente sbarazzato di lei, ma un qualcosa in lui manca. Si sente in parte soddisfatto e in parte scontento che quel sogno di immenso potere sia svanito così all’improvviso, di come quella ragazza dalla provenienza sconosciuta abbia rivoluzionato lui e tutto il suo mondo perfetto, avvicinandosi a qualcosa che nemmeno la mente umana poteva raggiungere. Ma sa benissimo che parte del suo potere non proveniva totalmente dall’Hokami ma anche dalla sua forza d’animo, quella forza d’animo e voglia di continuare a vivere e lottare così potente che mai Orochimaru aveva visto in una ragazza all’apparenza tanto fragile. E allora… Com’è possibile che giaccia lì in una barella d’obitorio ? Hitomi, perché sei morta ??

 

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