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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Hitomi Arakawa *** Capitolo 2: *** I Wish... *** Capitolo 3: *** Welcome to Hell *** Capitolo 4: *** I'm An Hokami and You Won't Have Me *** Capitolo 5: *** Sorry, but now it's Sasuke Time *** Capitolo 6: *** If You Are An Uchiha, Stand Up And Fight *** Capitolo 7: *** If I Want to Kill, My Sword Will Kill For Me *** Capitolo 8: *** Goodbye, Sasuke Uchiha *** Capitolo 9: *** Rats ***
Questa fanfiction da me inventata,
scritta e pubblicata non
è una semplice storia di qualche appassionato, scritta
giusto per passare il
tempo, ma è un racconto che parla di come i desideri, anche
se impossibili, si
possono realizzare. E
quando accade... Bhe, lo
scoprirete voi. Ma
iniziamo con questa di storia.
Anno 2007. Tokyo, Giappone.
"è stata davvero una
fanzine fantastica!!!"
dice Kaori ad Hitomi, tutta allegra e pimpante.
Entrambe vestite a cosplay di tutto punto. Kaori, vestita da Sakura
Haruno di Naruto
e Hitomi da Misa Amane di Death Note "Forse era meglio se mi fossi
messa
la parrucca bionda per il mio cosplay" commenta brontolando, mentre
escono
dalla fiera "Si, si, intanto ti hanno fatto un sacco di foto e anche
tante
spese" mostra i pacchetti pieni di gadgets, sorridendo soddisfatta
della
giornata. Hitomi la guarda sbuffando. A differenza dell'amica, la sua
era stata
una spesa povera. Lei è
una tipa più attenta ai cosplay, di
gadgets ne compra pochi. Giungono all'incrocio che da
Shibuya porta a
Shinjuku. Qui le strade delle due ragazze si dividono "Ciao Kaori, a
domani" saluta Hitomi, mentre prosegue verso la strada di casa "Ahi,
che mal di piedi... Ma perchè Misa indossa questi tacchi a
spillo da Lolita..."si poggia ad un muro, mentre
si massaggia i piedi doloranti. Si toglie anche le catenelle che porta
al collo
"Mai più cosplay tanto complicati per le mie fanzine... Quando
torno a casa subito un pediluvio, una doccia e... si, anche una
cioccolata
calda" dice tra sè e sè in mezzo alla strada.
Alcuni passanti la
riguardano incuriositi, sia per l'inconsueto vestito, ma anche per il
vizio di
parlare da sola. Hitomi alza lo sguardo e nota davanti a sè
un vicolo buio,
dall'altra parte della strada. In quel poco di luce che entra e
illumina malamente il
vicolo, nota qualcosa luccicare. Rimane
immobile ad osservare quel luccichio nel vicolo. Non sa se avvicinarsi
oppure
proseguire per la sua strada. Un
brivido improvviso le sale
sulla schiena, alimentato da una curiosità immensa di
osservare e capire cosa
ci sia. Raccoglie le buste da terra e si
avvcina al vicolo. La strada silenziosa e un tramonto lontano ad ovest
della
strada danno un'atmosfera curiosa e scenica al luogo. Raggiunge
l'entrata del
vicolo e si delinea
sempre più i tratti di una
bancarella di quartiere. Il commerciante, un vecchio di circa
sessantanni,
barba incolta e una sottile puzza di alcool
e fumo
Praticamente un barbone che raccatta qualche cosa in giro e poi la
rivende a
poco prezzo per comprarsi un tozzo di pane. Il commerciante alza
lentamente lo
sguardo, mostrando i suoi occhi rossi, quasi iniettati di sangue,
probabilmente
drogato di qualche sostanza "Ciao ragazzina, posso aiutarti ?"
insolito accento di Osaka,
accompagnato da un'alito
non particolarmente fresco "Ehm... No, mi scusi.. Devo aver
sbagliato...
Avevo..." risponde
timidamente, mordendosi
leggermente le unghie "Avevi... cosa ?" chiede curioso, con un tono
tra il curioso di sapere cosa sia e il curioso di sapere se ha
indovinato
"Bhe... avevo notato... qualcosa che luccicava... e mi sono
avvicinata..." Il commerciante emette una smorfia quasi compiaciuta e
la
fissa per qualche minuto, mentre il viso della ragazza diventa
sempre più imbarazzato, rosso come un pomodoro
maturo. Abbassa
leggermente lo sguardo, mostrando un sorriso alquanto enigmatico. Si
alza con
fatica dalla panca in cui era accasciato "Bene... Bene... é
da un pò che
non mi arriva un cliente, mi ero abituato a stare seduto..."commenta tra se e se,
emettendo qualche smorfia. La
ragazza abbassa lo sguardo, evitando quello dell'uomo, che ogni tanto
la fissa
curioso, provocando la sua timidezza. Un
gesto poco gentile
da parte del barbone verso la sua "prima cliente normale".
Si
avvicina ad una zona della bancarella, piena di
oggetti
di varie epoche. Piccoli vasi,
qualche gioiello (rubato) e
infine un lungo oggetto sottile coperto da un panno nero.
Si avvicina al
panno e lo srotola lentamente, mostrando così la bellissima
katana che esso
proteggeva. Hitomi rimane paralizzata alla vista della spada. Un katana
di samurai
giapponesi di ottima
fattura, con il manico e la
guaina completamente neri e intagli dorati. La lama di ottimo
acciaio, una spada sicuramente appartenuta a qualche generale o
comandante
durante l'epoca d'oro dei samurai. Alcuni intagli dorati rappresentano
un
dragone che sputa fuoco coprono in gran parte la guaina "E...
è
fantastica..."commenta
strabiliata Hitomi, osservandola. L'uomo annuisce compiaciuto al
commento,
porgendo alla ragazza la katana. La prende timidamente, tastando
delicatamente
con i polpastrelli la
spada "Ti piace ? Si chiama
Shinsengumi. Era appartenuta a Takeshi Yoroki, incredibile samurai. Si
diceva
che quando era appena ventenne, Takeshi era praticamente
inutile e incapace come samurai e spadaccino. Un giorno però
trovò questa katana
da poteri divini. Da allora divenne
uno spadaccino
formidabile nonchè acquisì
un'abilità assurda nelle arti marziali.
Qualità che fino a poco tempo prima non possedeva
minimamente..."spiegò tranquillamente
l'uomo. La ragazza rimase
lì ad ascoltare sbigottita
"Intende dire che questa katana... che questa katana è
magica ?"
chiede la ragazza. La sua era
un'insolita
storia, ma comunque una leggende e le leggende hanno sempre avuto un
fondo di
verità. L'uomo commenta la domanda con una risata divertita,
insieme ad una tosse
roca e qualche leggero dolorino da tutte le
parti. I soliti problemi dell'età direbbe lui "Magica ?
Magica dici ?
Può anche darsi... Ma il potere degli
dei è fatto per il bene, e Takeshi non seppe
utilizzare con giudizio questo potere..." risponde
l'uomo, mentre si sedevae di nuovo sulla panca, sospirando. Prende
dalla tasca
interna del pesante giacconte verdone che aveva indosso un pacchetto di
sigarette e, dopo averle analizzate una ad una,
come
solo un medico accurato sa fare con un paziente, ne prende una e
l'accende da
un'accendino nero. Aspira la sigaretta e rigetta il fumo in un lungo
sospiro
"Ehm... in che senso non seppe utilizzarlo a dovere ?" chiede
curiosa, mentre osserva attentamente le sue mosse lente e stanche.
"Bhe,
si dice che nei primi mesi con questa katana il suo potere
andò gradualmente ad
aumentare, diventando in soli 4 mesi
potentissimo.
Ormai era molto temuto ma allo stesso tempo si era fatto molti nemici
che lo
spiavano e cercavano di capire la fonte di un così
improvviso potere.
Scoprirono quindi che lui, anzi, che la sua spada aveva un potere
incredibile:
realizzare i desideri degli uomini" "I desideri degli uomini ?Cioè...
come un genio della
lampada?" "No, no... per carità !! I desideri degli uomini
si possono
definire anche come scopi nella vita, realizzazioni,
aspirazioni per il futuro, una semplice voglia momentanea. Tutto può essere definito un desiderio,
purchè venga dal cuore. Infatti
quello di diventare un forte samurai era un
desiderio nascosto nel cuore, ma il potere significa anche
responsabilità,
qualcosa a cui Takeshi non era abituato e quindi i suoi desideri
divennero
sempre più impuri e lui divenne sempre più
ambizioso e desideroso di potere che
perse tutto nella disperazione e nella solitudine" termina il racconto,
aspirando la sigaretta e sospirando profondamente. "Che
storia triste..." commenta
alla fine Hitomi,
abbassando lo sguardo ad osservare una spada "tanto magica" per
l'uomo. L'uomo sorride un poco poi
riprese "Abbastanza,
solo che Takeshi non conosceva gli effetti collaterali
della spada. Gli
dei fecero scendere dai cieli questa spada perchè aiutasse
gli uomini a migliorare il mondo, e un suo uso sproporzionato
mandò loro in
collera, punendolo severamente. Così che il potere positivo
della spada cambiò, divenendo parzialmente neutro. Ma
anche più potente. Infatti
si diceva che, chiunque
dormisse nella stessa stanza con questa katana, potesse prevedere il
futuro o
peggio... gli effetti e le conseguenze di un desiderio futuro" La
ragazza
rimane poco ad ascoltare le parole dell'uomo, assorta dalla katana che
ormai
l'aveva rapita completamente "Quanto costa ?" chiede nettamente e
senza indugi. Ormai la voleva solo per sè. L'uomo getta la
sigaretta e la
spegne con lo scarpone. Ridacchia allegramente come aveva
sempre fatto negli ultimi venti minuti "Il suo valore
è di 5000
yen, ma a te faccio 3000 yen. Ci stai
?" Hitomi rimane
un poco a pensarci. Era una ragazza molto impulsiva e questa sarebbe
stata la prima volta che avrebbe pensato a quello che
faceva, invece di
buttarsi immediatamente. "Accetto !!" risponde convinta e con un
volto serio, prendendo i soldi dal portamonete. Paga l'uomo e si
allontana
felicemente, soddisfatta anche del suo ultimo acquisto "Buona
fortuna... Hitomi
Arakawa" ride di nuovo, accendendo una nuova
sigaretta.
Ormai è notte inoltrata e
si è fatto buio. Hitomi
giunge di corsa al portone di casa. Prende la borsa
e inizia a rovistare tra gli oggetti, alla ricerca delle chiavi di
casa. Le
trova in uno scompartimento secondario, quindi apre il cancello e
infine entra
in casa. Silenzio di tomba. Non c'è
nessuno, probabilmente
saranno usciti per la cena o chissa
dove.
Accende la luce della cucina, poggia sul tavolo le buste e prende dalla
borsa
la katana ricoperta con il panno nero. La poggia accanto alle buste e
sale in
bagno. Si fa la doccia, si cambia e si mette addosso
il
pigiama. Sotto gli strati immensi del cosplay di Misa e il trucco dark
appare
una bella ragazza giapponese. Capelli neri lisci, corti fino a superare
le
spalle. Una frangetta laterale le
copre l'occhio
destro, che insistentemente cerca di scoprire, nascondendo le ciocche
dietro
l'orecchio. Occhi marroni,
prettamente a mandorla ovviamente.
Alta 1,58 cm appena, sicuramente fra le più alte della
classe e non dimostra in effetti
i suoi 14 anni.
Scende dabbasso e torna a riprende le sue cose lasciate in cucina. Solo ora trova il biglietto
lasciato dalla sorella -Non so a
che ora torni e nemmeno mi importa. Comunque
sono
uscita con gli amici. Mamma e papà sono
fuori a cena.
A dopo- "E te pareva che non mi lasciava a casa da sola" pensa mentre
legge il messaggio. MotokoArakawa,
17 anni, sorella maggiore di Hitomi
e sicuramente meno intelligente. Capita infatti che spesso siano
più intelligenti i fratelli o
sorelle maggiori, esempi da seguire per i fratelli o sorelle minori, ma
per le
sorelle Arakawa
è l'esatto opposto. Motoko
frequenta l'ultimo anno di liceo, ma è praticamente negata e campa solo
di 6 o 5, una ragazza
menefreghista della scuola e del futuro, che passa il giorno ad uscire
con gli
amici, fare shopping e truccarsi. MaHitomi, che frequenta la
3° media, è una ragazza studiosa e
molto intelligente con sempre 9 o 10 a scuola. Un genio. Campionessa ai
concorsi scolastici di lingua inglese, matematica, arguta lettrice di
fumetti e
incredibile campionessa di arti
marziali. Un mostro. Ma
torniamo alla nostra storia. Ripone il biglietto della
ragazza e prende i pacchetti e la spada, risalendo le scale. Prende il
corridoio a destra ed entra nella camera da letto. Caccia i fumetti e i
gadgets dalle buste e li
mette ai propri posti. Le action
figure sullo scaffale apposito;
una piccola action
figure di Edward Elric e una più grande di Envy. Apre un
altro pacchetto, dove
erano custoditi alcuni DVD dei film di Naruto e li mette nei
porta DVD, accanto al suo computer. Infine prende i
fumetti e li poggia
sulla scrivania. Getta i pacchetti e le carte nel cestino e si dirige
dal
prediletto, ultimo regalo: la spada. Si siede sul letto e inizia a
srotolare il
panno con estrema cura. Scioglie la corda che teneva legata la coperta
e infine
caccia la spada. Bellissima in quel nero e oro che contrastano ma allo
stesso
tempo che armoniosamente danno
perfezione e potenza
alla spada. Toglie la guaina e finalmente può ammirare
ancora di più la
perfezione di essa.
Prende l'olio e un panno pulito e
inizia a lustrarla, come se fosse una madre che coccola il proprio
figlio. Dopo
aver controllato che fosse
perfettamente pulita,
inizia a provare qualche mossa con la spada. Si sentiva quasi come un
samurai,
dopo aver ricevuto la sua compagna per la vita, il suo sostegno, la sua
migliore amica: la sua fedele, fedelissima katana. Sono le 11 ed ora di
andare
a letto. Ripone quindi la spada nella guaina, la rimette nella custodia
e la
lega con la corda, quindi poggia la spada sotto la finestra e si mette
a letto.
Durante la notte, una strada forza
magica circonda la
camera da letto di Hitomi.
La corda che teneva legata
la spada si scioglie
improvvisamente e la spada inizia
a brillare di una luce propria.
Intanto, durante il sonno profondo e tranquillo, qualcosa rompe la sua
quiete
naturale e Hitomiinizia a
sognare:
Una foresta oscura... Qualche raggio di sole si intravede tra le chiome
degli
alberi... Il silenzio profondo... Alcuni rintocchi di una soave e
lontana
campana viaggiano con il vento gelido... Una luce soffusa... Un battito
di
cuore... Alcuni passi che si avvicinano "Dove sono... Sono morta...? è il paradiso... ?"
Ombre fugaci di immagini di alcuni
spadaccini che combatto, rumori di lame che incrociano, si scontrano,
danzano
in un soave ballo, tra vita e morte... All'improvviso un nuovo
silenzio... Una
nuova quiete silenziosa... Goccie
cadono delicate nel
vuoto... "Chi piange ?" Di nuovo silenzio... Una luce azzurra abbagglia e interrompe
nuovamente la quiete... Alcuni
fulmini elettrici e un'altro lampo azzurro... Un nuovo lampo, ora di
color
rosso fuoco. Rosso sangue... Un urlo conclude
la scena
"Chi ha urlato?" Di nuovo il silenzio "Che cosa succede?"
Il buio oscuro copre la scena, impedendo agli occhi della ragazza di
comprendere ciò che accare
"é un sogno?" Un
urlo agghiacciante... Un urlo pieno di disperazione e dolore rompe il
cristallino silenzio "C-co-cosa
succede? Chi c'è???"
L'ombra di una persona, una ragazzina di spalle.
Un'ombra lontana e oscura "Chi sei?" L'ombra china leggermente il
capo verso le sue spalle. Alza la mano destra, contenente un oggetto
lungo e
poco riconoscibile. Rivolge lo sguardo in avanti. Abbassa
improvvisamente la
mano verso avanti, come se con l'oggetto avesse colpito qualcosa... o
qualcuno.
Alcuni urli spaventosi accompagnano la scena. Una risata satanica e
crudele
chiude l'inquietante spettacolo "AiUtO..."
Una voce disumana e purpurea. Un effetto sonoro a dir poco
agghiacciante
"FaI AtTeNzIoNe..."Di
nuovo questa voce inquietante che parla, quasi con tono di
minaccia,
quasi con tono di avvertimento... Quasi con tono di consiglio...
Previsione...
Riprende il sogno della ragazza. Ora un'immagina
nitida
appare nella mente assopita di Hitomi.
Una
mannaia insanguinata lasciata miseramente a terra. Un nuovo inquietante
urlo.
Un'altra risata sadica e malefica "Basta... Basta..."
Il silenzio riprende a governare il buio del sonno. Lampi improvvisi di immagini si susseguono
veloci. Fotografie che vengono
scattate e poi rimosse in pochi secondi. Un
immagine di un drago che si morde la coda, a forma di
cerchio "Un uroboro?"
Una pioggia di fiori
di ciliegio. Le immagini poco nitide di due ragazzine dall'aspetto
quasi
identico. Una piccola gemma in una teca. Una mannaia. E infine la scena
di un
ragazzo che si pugnala al cuore e si accascia a terra "HiToMi..."
Il suono della sveglia desta il
sonno di Hitomi "Oh mio
Dio... Che sogno assurdo, ho un mal di
testa terribile" si massaggia delicatamente le tempio, cercando di
svegliarsi del tutto. Si ributta sul cuscino, poggiando il dorso della
mano
sulla fronte. La luce del mattino ha ormai occupato e cacciato via
l'oscurità
dalla stanza. "Uffa... Non voglio
alzarmi..." Si copre la testa con il cuscino. In camera entra la madre
"Buongiorno, Hitomi-chan
!!". Una donna
alza, si circa 40 o 45
anni, vestita con una vestaglia
che copre il pigiama da notte "Ciao mamma..." fa
cadere il cuscino dalla testa, ormai arresa all'idea di poter dormire
un'altra
mezzora. "Mi dispiace che sei rientrata a casa e non c'era nessuno...
Com'è andata la fanzine?"
chiede dolcemente,
sedendosi sul letto accanto alla figlia "Tranquilla mamma, tanto me lo
aspettavo da Motoko..."risponde tranquillamente Hitomi,
mentre si alza dal letto. Apre il cassetto dei vestiti e raccoglie
qualcosa da mette "Vai
al mare?" chiede speranzosa la madre.
La differenza tra Hitomi
e Motoko
si può delineare
nei genitori. La madre, Naoko Arakawa,
è una donna matura e sofisticata,
ma praticamente come Motoko:
superficiale e poco
attenta allo studio e alla cultura. Mentre il padre, RyotaArakawa, avvocato in
carriera, è il tipico padre
"mammone", cioè
un uomo che non pensa solo
al lavoro, ma anzi, solo alla famiglia. Quando
torna a
casa deve sempre giocare con le figlie e fare di tutto per
accontentarle. Ma allo stesso tempo
un uomo serio e attento al suo lavoro, che
invogliava le figlie allo studio per garantire loro un futuro.
E, come
si può ben intuire, amava alla
folliaHitomi.
Ma torniamo alla nostra
storia...
La ragazza apre il cassetto dell'intimo e prende il ricambio. Rivolge
poi uno
sguardo alla madre come a dire "Secondo te?". La madre sbugga e si pente quasi di
averlo chiesto. "Va bene...
Non goderti l'estate..."così
si alza ed esce dalla stanza. A ruota esce Hitomi,
dirigendosi verso il bagno. Si lava e veste, ritornando nella camera.
Un
brivido la smuove all'improvviso. Rimane immobile al centro della
stanza,
mentre le tornano in mente le immagini orribili sognate nella notte.
Deglutisce
e apre lentamente gli occhi. Sospira e si siede sul letto,
allacciandosi le scarpe.
Prende alcuni libri dalla scrivania ed esce dalla stanza. Scende le
scale e,
con i libri a braccetto, raggiunge la cucina, dove la sorella insieme
ai
genitori stanno
già facendo colazione "Buon
giorno famiglia!" esclama allegra, mentre si siede al suo posto a
tavola
"Buongiorno cara !! Ieri sera ti sei addormentata subito e non siamo
riusciti a chiederti come è
stata la fanzine..." commenta
amorevolmente il padre, mentre continua a mangiare. Hitomi
non risponde ma sorride solamente. In un lampo finisce di mangiare e si
alza da
tavola, prendendo i libri "Già te ne vai?" chiede la madre
preoccupata. Hitomi
annuisce "si, il pullman che
porta in biblioteca parte presto oggi, devo sbrigarmi a raggiungere la
fermata" "Mmmhm...
Secondo me non stai
bene, sono passati 6 giorni dalla fine della
scuola e già fai i compiti..." commenta
seccamente la sorella maggiore. Hitomisorrede, quasi
soddisfatta della critica ed esce di casa.
16:00 PM Hitomi rientra in casa,
dopo aver passato l'intera
mattinata e pomeriggio sui libri in biblioteca "Sono tornata !!" urla
alla casa, ma la sua voce risuona invano in tutta la casa, senza una
risposta. Hitomi
richiude la porta alle spalle e sale in camera sua
"E con oggi dichiaro i
compiti per le vacanze
conclusi". Si stiracchia un poco e poi si getta sul letto "Ora
iniziamo a leggere..."si
gira verso la pila di fumetti comprati il giorno prima e cerca qualcosa
con cui
iniziare "Direi... Naruto !!" esclama, alzandosi a prendere il
fumetto. Si ributta sul letto e comincia la sua lettura. Terminata la
lettura
esclama gioiosa "Bellissimo numero !!!"
abbracciando il manga. Chiude gli occhi e sospira. "Come vorrei... Come vorrei...
già, come vorrei avere dei poteri
incredibili e fare un avventura fantastica nel mondo dei manga...". Era
solo
un sussurro... Una frase
detta lì per dire, qualcosa
di momentaneo, improvviso, una voglia, che, se avesse scoperto tutto
prima, non
lo avrebbe mai voluto nemmeno pensare. Un desiderio. La spada, poggiata
lì
accanto, emette un'onda d'urto che travolge l'intera stanza,
scaraventando Hitomi
addosso al muro "AAAAAAH !!!!!!"
Cade a terra, svenuta, mentre la spada levita in aria, illuminata di
un'aura
dorata. Hitomi,
posseduta da uno strano potere, si
alza in piedi, aprendo gli occhi. Bianchi. Privi di qualunque
sentimento o
espressione umana. Si avvicina lentamente alla katana, alzando il
braccio in
sua direzione. Stringe l'impugnatura della katana e la punta avanti a
sè. La
spada si illumina
ancora più intensamente e lancia
contro il muro una scarica elettrica, formando un varco dimensionale
sul muro.
Senza battere minimamente ciglio o esprimere una minima reazione si
avvicina al
varco, entra all'interno di esso
e si chiude alle sue
spalle. Una forza sovrannaturale la trascina
lungo il tunnel
dimensionale, precipitando attraverso colori, immagini e
suoni. La
katana guida il corpo privo di sensi di Hitomi,
posseduto da chissà quale spirito. Ma
qualcosa non
quadra. Il corso del viaggio dimensionale
viene
modificato. La velocità aumenta e il corpo di Hitomi
non riesce a sostenere la velocità improvvisa.
Così accade. La mano di Hitomi
lascia la preda del mani,
perdendo completamente i sensi. Come un corpo privo di vita viene
trasportato verso chissadove.
Verso quella luce lì
davanti. Verso un altro mondo...
Una foresta oscura. Qualche raggio di
luce si intravede tra
le chiome degli alberi. Un silenzio
profondo “è un sogno…?” No.
Non più.
Apre leggermente gli occhi,
intravedendo le chiome di una
foresta. Muove leggermente la testa, osservando con gli occhi quasi
socchiusi e
con la mente ancora offuscata, cercando di capire dove sia.
Dei passi lontani si avvicinano lentamente. Non fa in tempo ad aprire
bocca che
perde nuovamente i sensi.
Un uomo incappucciato si avvicina al
corpo della ragazza. La
scruta da capo a piedi. Si inginocchia
accanto a lei e
le preme con le dita sul collo, accertandosi se sia ancora viva
“è viva…” una
voce maschile piuttosto giovane, circa 20 o 25 anni. “Forse
è meglio portarla
al covo… Può essere un’ottima
cavia”. L’uomo si gira verso alcuni uomini e li
fa avvicinare con un cenno del capo. “Prendetela con cura e
portatela al mio
laboratorio… Io termino il giro” Gli uomini
annuiscono e in tre prendono da
terra la ragazza.
Poche ore dopo. Hitomi riprende
conoscenza lentamente “Ahi…
Che mal di testa. Ma… Ma dove sono ?!?!?”.
Si alza in
piedi, guardandosi attorno. Una piccola e fredda stanza buia, chiusa da
una
porta blindata. Illuminata appena da una finestrella sbarrata. Chiusa
in una
prigione e senza sapere nemmeno il perché “Ehi !!!”
batte i pugni sulla porta blindata “Aprite !!! Ho detto
aprite !!! Dove sono
?!?!” urla, tentando invano di farsi sentire. Nessuno
però degna l’attenzione ad
Hitomi, che si siede a terra, disperata “Dove
sono…”
osserva la fievole luce attraverso la finestrella. Niente. Solo
alberi grandi e maestosi. Sospira.
All’improvviso un dolore lancinante
le assale la testa. Si massaggia le meningi, me
prende
una terribile verità sale lentamente a galla.
“La… La… LA MIA MEMORIA !!!” grida spaventata.
Si alza lentamente in piedi
poggiandosi con le mani sul muro. Con la destra massaggia la fronte, le
meningi, nulla. Non ricorda nulla. La sua memoria è
completamente vuota. Solo
il suo nome riesce a malapena a ritrovare in quel vuoto buio della sua
mente.
Hitomi. Batte violentemente i pugni contro la porta, disperata. Alcuni
passi si
avvicinano lentamente. Hitomi rimane in silenzio e riesce a riconoscere
dei
passi “Aprite !! Voi là fuori !! Aprite !!” batte
sulla porta, nel tentativo di farsi sentire. La porta blindata comincia
ad
aprirsi. Hitomi si allontana, in
attesa di scoprire
finalmente cosa sta accadendo. La porta si spalanca e due figure si delineano nella penombra. Hitomi
si allontana lentamente
all’indietro, cercando di capire chi siano le due figure
“E lei, Maestro…” la
voce del ragazzo di prima parla all’altra figura
più alta di lui. L’uomo si
avvicina alla ragazza, mostrandosi sotto la luce della finestra.
Sconvolto lo
sguardo della giovane nel vedere in volto l’uomo. Ma,
se avesse avuto la memoria, sarebbe stato più terrificante
per lei. Un uomo
alto, capelli neri lunghi, volto bianco e braccia putride. Orochimaru
“Chi-chi
sei ?” chiede paralizzata dalla paura, non riuscendo a
staccare gli occhi da
una simile figura. Orochimaru ridacchia divertito “Hai
trovato una ragazza
coraggiosa, Kabuto” –Kabuto…?- pensa
Hitomi, mentre l’altra figura si avvicina
e si mostra sotto il fascio di luce. Occhiali tondi, capelli
azzurrognoli
legati da un codino. Kabuto Yakushi, fedele servitore di Orochimaru
“Qui le domande le fa solo Orochimaru-sama, tu sei solo una
prigioniera”
risponde seccamente all’irritante domanda della ragazza
“Che cosa ??
Prigioniera ??” urla determinata Hitomi. Non ha paura di
loro. In realtà non ha
proprio paura di nessuno. Kabuto compreso. Quest’ultimo
prende per il collo la
ragazza, alzandola da terra “Allora, come stavo dicendo,
è Orochimaru-sama a
fare le domande, tu resta in silenzio e rispondi solo se interpellata,
chiaro ? “
Hitomi cerca di liberarsi dalla morsa di Kabuto, dando
calci e svincolandosi. L’uomo lascia
la presa “Torna
al tuo posto, Kabuto. A questa ragazzina ci penso
io…”
riprende Orochimaru, rimettendo la calma tra i due. Hitomi
alza gli
occhi verso Orochimaru, massaggiandosi il collo “Allora,
ragazzina, per prima
cosa, come ti chiami ?” in tono di falsa gentilezza.
Immediatamente
riconoscibile. Ma non ci
si può aspettare il buono da
persone che il buono non sanno nemmeno cos’è.
“Hitomi…” risponde determinata.
Il fuoco nei suoi occhi. Perché
il lupo perde il pelo ma non
il vizio. Lei avrà anche perso la memoria, ma
il suo carattere
combattivo è rimasto.
“Mmhm… Davvero uno sguardo
determinato per una ragazzina così giovane e dimmi, quanti
anni hai ?” domanda
di nuovo Orochimaru “Credo quasi 14”
“Credi?” chiede curioso. Posiziona
le mani conserte, attendendo la risposta “Non
ricordo nulla. So solo il mio nome. Ho perso il resto della mia
memoria”
risponde impassibile, senza rispetto per un uomo che giustamente non lo
merita
“Quindi hai perso la memoria… Allora non
ricorderai che circa 2 otre e mezza fa
sei praticamente caduta dal cielo in mezzo alla foresta,
a circa 200 metri da qui… vero ?” chiede curioso
di vedere la sua reazione.
Hitomi rimane paralizzata dalle sue parole “Caduta dal cielo
?? Impossibile !!! Non
ci credo…” “Invece credici, Hitomi, sei
caduta dal
cielo e visto che hai persona la memoria, come tu dici, non possiamo
sapere da
dove vieni e capire se sei un nemico. Perciò non possiamo
liberarti… Così verrai
usata come cavia per i miei esperimenti…Cara Hitomi,
benvenuta all’Inferno” detto questo si allontana
uscendo dalla stanza,
lasciando Hitomi sola con Kabuto. La ragazza rimane
pietrificata da quelle parole “Non capisco… Caduta
dal cielo… Cavia per esperimenti…”
scoppia in lacrime, gettandosi in ginocchio per terra.
Kabuto la osserva
senza battere ciglio, senza provare pena per la sua disperazione
“Ora seguimi. Se vuoi
vedere l’alba di domani…” Hitomi
continua a piangere.
Una confusione pazzesca le attanaglia la mente, ormai non sa
più chi è, da dove
viene, perché è qui, qual è il suo
scopo. Sospira, asciugandosi le lacrime e
alzandosi in piedi “Vengo…” Kabuto
sorride compiaciuto, facendo da guida ad
Hitomi. Un lungo corridoio sotterraneo, illuminato solo
da fiaccole. Tutte porte blindate,
alcuni lamenti e gemiti di
cavie ormai in disuso. Presto anche lei farà
parte di quel branco di
persone che non sono più persone, di quel branco di umani
che non sono più umani, dimentica dal mondo, mentre i loro
cari piangono su una
fredda tomba vuota, dimenticati anche da Dio. Anche lei un giorno
avrebbe fatto
parte di quel branco ? O
la fiamma della speranza
sarebbe tornata a brillare ?Rinchiusa
in una stanza fredda e buia, a contare i secondi, minuti, ore, giorni,
settimane,
mesi, anni che scorrevano davanti ai suoi occhi. Attimi di
vita perduti
e perché ?
Perché ? Non lo sapeva nemmeno lei questo.
Non sapeva più nulla. Ma
è quando perdi tutto che
ricevi in cambio qualcosa di grande… Lei lo stava proprio
per scoprire.
Giunti nel laboratorio di Kabuto,
l’uomo attiva alcune
macchine e accende le luci. Una stanza enorme, piena di macchina medici
ma
soprattutto piena di uomini
sdraiati sulle barelle,
alcuni addormentati, altri in coma, altri ancora morti. “Posizionati
su quella barella in fondo” Hitomi senza reclamare
minimamente o reagire,
accenna il capo, con il volto straziato dalla disperazione, si avvicina
alla
barella. La osserva impassibile. Sospira sdraiandosi su essa,
aspettando il suo momento di dolore e, poi, finalmente, di attesa e
sospirata
morte. Sposta il capo verso la sua sinistra, notando una stanza a parte
dove un
uomo, incubato e probabilmente in coma, giaceva in
attesa anche lui della morte. Una
morte che nemmeno voleva.
Capelli argentei e sguardo pallido, colpito da chissà quale
grave malattia
“Chi…è ?” chiede a voce bassa
e stanza a Kabuto, che intanto stava preparando
alcune siringhe su un tavolinetto d’acciaio alla sua destra
“è un fedele e
umile servitore dela
nostro Orochimaru-sama, colpito
da una malattia degenerativa incurabile. “Si chiama
Kimimaro” risponde
tranquillo, alzando lo sguardo curioso verso la ragazza, che continua
ad
osservare Kimimaro nel suo stato vegetativo. Kabuto la scruta
sottecchi, mentre
prepara l’occorrente “Ora ti faccio delle analisi
per capire il tuo stato di
salute. Dammi il
braccio…” continuando a fissare Kimimaro,
porge il braccio sinistro. Kabuto le inietta la siringa e
preleva una
dose del suo sangue come campione. “Tu resta qui, mentre vado
ad analizzare il
tuo sangue” così dicendo, Kabuto si allontana e si
dirige verso la sua stanza
delle analisi. Venti minuti dopo ritorna con il risultato delle
analisi. Il suo
sguardo pallido nel leggere la cartella. Rientra nel laboratorio, ma
Hitomi non
è più nella sua barella. Si guarda attorno e nota
una strana figura nel
capezzale di Kimimaro. Kabuto corre verso la stanza e
un’immagine agghiacciante
appare ai suoi occhi. Hitomi, circondata da un’aura violacea,
con una mano su
Kimimaro “Hitomi !!!
Hitomi, svegliati !!! Cosa fai ??”
ma non l’ascolta, i suoi occhi diventati felini e violacei
come l’aura che
emana. La ragazza volge lo sguardo verso Kabuto e,
all’improvviso, tutto
scompare. L’aura viola si dissolve mentre lei cade a terra
svenuta. Kabuto la
prende per il petto, controllandole il polso
“Cos’è successo??”
“è stata quella ragazza…” una
voce fievole e delicata cerca di parlare, a
stento e sforzatamente. Kabuto la riconosce
subito “Kimimaro…
ma… ti sei svegliato…” Kimimaro sposta
lo sguardo verso Kabuto, annuendo
silenziosamente “Ringrazia questa…
ragazza… Mi ha… salvato…”
detto ciò si
addormenta. Kabuto ripone Hitomi sulla barella e controlla i macchinari
di
Kimimaro. Tutti i valori, precedentemente
irregolari,
sono tornati alla normalità. Kabuto non riesce proprio a
credere ai suoi occhi.
Quindi prende la cartella
di Hitomi e corre da Orochimaru.
L’uomo, nel vedere Kabuto di corsa, si
incuriosisce
non poco e chiede “Kabuto, che succede? Novità
sulla ragazzina?” Il ragazzo
annuisce e porge i risultati delle prime analisi. Orochimaru inizia a
leggere e
ne rimane stupito “Come può essere??”
chiede a Kabuto con un tono che vuole e
pretende una risposta “Purtroppo, Orochimaru-sama, non so
darle risposta”
riprende il foglio con le analisi e inizia a leggere ad alta voce
“dice
chiaramente che il suo sangue non è umano e sono presenti
elementi non umani.
Anzi, proprio non riscontrati sulla faccia della Terra. Un sangue del
genere
appartiene solo ad una persona: un Hokami, un mezzo demone. Anche se
pare
impossibile, visto l’ultima persona ad essere stato Hokami
era Madara Uchiha
circa un secolo fa e prima di lui Rotori Karagi, colui
che
ha plasmato i 9 Bijuu. E comunque
posso confermare la
presenza di questo potere” “Spiegati
meglio” Il giovane sospira, non riuscendo
ancora a credere a ciò che aveva visto poco fa
“Hitomi… bhe, quando sono
tornato dal laboratorio, non ho trovato Hitomi al suo posto,
bensì era in piedi
al capezzale di Kimimaro, ed emetteva una fortissima aura viola,
più potente di
quella riscontrata in Naruto Uzumaki, il Jinchuuriki di Kyuubi. Appena
sono
entrato nella stanza, lei è svenuta subito, annullando tutto
quel potere”
Orochimaru ascolta stupito il discorso, facendo segno di proseguire
“E, poco
prima di venire qui, ho
scoperto che con il suo potere
aveva svegliato Kimimaro da coma…” Orochimaru
rimane dapprima sconvolto, poi
china il capo pensieroso “Credevo che mi sarei dovuto
liberare subito di lei,
pensando fosse una spia, ma vedo che dovremmo tenercela. Può
essere un’ottima
arma per un prossimo attacco a Konoha. Portala in una stanza e aiutala
a riprendersi.
Voglio che tu sia il suo tutore. Da domani l’addestrerai e
intanto continuerai
le analisi. Quella ragazza è oro colato, un occasione unica
nella vita. E
presto… avremo il potere più grande mai
conosciuto dagli occhi umani, superiore perfino ai Bijuu.
“Hokami” (dalle
parole giapponesi Ho= Fuoco e Kami= Dio,
Divino) sono demoni celesti, che, secondo la leggenda, scesero sulla
Terra alla
nascita della specie umana, per seguire il suo progresso e un giorno
giudicarne
l’operato. Il
cosiddetto Giorno del Giudizio o
Apocalisse. Gli Hokami, non potendo mostrarsi agli esseri umani sotto
la loro
vera forma, mutarono in oggetti che potevano essere più
utili e vicine alle
persone e quindi apparvero ai nostri occhi come spade. Ma gli Hokami, visto che dovevano comunque
giudicare il nostro operato,
ogni tanto prendevano forma e personalità,
all’interno del corpo del proprio
possessore attuale, che seguiva fedelmente l’Hokami e ne
apprendeva regole e
consigli che un giorno avrebbe utilizzato per migliorare il mondo.
Quindi gli
Hokami avevano bisogno di persone fidate e con un grande animo e coloro che venivano scelti erano
definiti i Prescelti degli
Dei o, da alcuni, i Maledetti degli Dei, perché chi diveniva
Hokami, viveva
eternamente nella solitudine e nella disperazione, nonché in
forti problemi
psichici e fisici. Ma tutto ciò veniva
ricompensato da
un potere temuto sia in cielo che in terra. Un potere che presto Hitomi
avrebbe
scoperto.
Capitolo 4 *** I'm An Hokami and You Won't Have Me ***
Copia personale del quarto capitolo x la mi moglia Lady
Myco
Dal giorno in cui Hitomi
scoprì quel potere, la sua vita
cambiò radicalmente. Da quel giorno la fiamma della speranza
si riaccese
all’improvviso. La vicenda della trasformazione in Hokami fu
rimosso dalla sua
mente. Kabuto, che era stato lui a trovare la ragazza, si prese tutte
le
responsabilità mediche e ogni giorno veniva costantemente
analizzata nel capire
la fonte a cui attinge il potere di Hokami, nella speranza di
impossessarsene.
Ma nulla. Poche settimane dopo, Orochimaru decise di allenarla,
pensando che
potesse utilizzare lei come contenitore, visto che per Sasuke non era
giunto il
momento. Grazie al suo potere e alla già propensione che
aveva per le arti
marziali, terminò l’allenamento base di 3 anni in
5 mesi. In quei 5 mesi la sua
personalità, già disturbata a causa di crisi
depressive che sopraggiunsero
nelle prime settimane di allenamento, mutò radicalmente.
Divenne fredda,
silenziosa, sarcastica e, purtroppo, sofferente. Infatti a causa delle
perdite
continue di memoria a causa della trasformazione in Hokami e le perdite
di
sensi dovuti agli sforzi oppressivi di Orochimaru, la mente ma anche il
fisico
di Hitomi subirono duri collassi che Kabuto doveva regolarmente
registrare e sopprimere,
in attesa che uno di questi potesse causa la mutazione in Hokami. Con
il
passare delle settimane, il corpo cominciò ad abituarsi e
fortunatamente i suoi
collassi diminuirono gradualmente. Kabuto iniziò a divenire
per Hitomi quasi un
fratello maggiore, protettivo e sempre attento alle angherie di
Orochimaru, che
diveniva sempre più oppressivo e convinto nel far diventare
Hitomi suo
contenitore. Infatti un giorno…
“Ma…
Orochimaru-sama… ne è sicuro ?? E per Sasuke ?
Fino a
poco fa c’era lui al primo posto come prossimo
contenitore” chiede Kabuto, nel
sentire l’ordine di Orochimaru. L’uomo annuisce
convinte “è vero, c’era Sasuke
nei miei piani, ma Hitomi è decisamente più forte
di lui e probabilmente meno
pericolosa…” risponde Orochimaru, seduto nel suo
trono, in una stanza
illuminata da alcune fiaccole. In volto il sudore e il dolore
terrificante nel
sopportare delle mani tanto difficili da sostenere. Kabuto, preoccupato
più per
Hitomi che per Orochimaru, sa benissimo che non è
così. Sasuke cerca il potere
per sconfiggere il fratello. Lui ha uno scopo nella vita. Ma Hitomi no.
Hitomi
non ha uno scopo nella vita, lei è caduta dal cielo e il
destino ha fatto di
lei un vittima di un Fato avverso e fatto di incontri e
casualità spiacevoli.
Hitomi poi, era diventata sempre più cosciente del suo
potere, di ciò che le
era successo e di tutto quello che la stava mutando in una psiche
contorta. Se
avesse scoperto che Orochimaru voleva abusare di lei fino a questo
punto,
l’avrebbe ucciso, visto che aveva il potere di farlo.
“Comprendo le parole di
Orochimaru-sama, ma dubito che
Hitomi lo approvi…” replica Kabuto con parole
più umili possibili, nel
tentativo di far cambiare idea ad Orochimaru
“Perché dubiti ?” chiede curioso
ma anche stizzito dalle sue parole
“Perché… Hitomi dice di aver capito
tutto e
crede di aver scoperto la sua fonte di potere per trasformarsi in modo
completo
in Hokami” spiega quindi ad Orochimaru, che rimane stupito da
ciò “Che cosa ??
Ma la conseguenza del trasformarsi in modo incompleto non è
il dimenticarsi
tutto ?? Com’è possibile che sappia di essere un
Hokami ?” “Gliel’ha detto
Kimimaro. Come ringraziamento per averlo salvato dal coma”
“Perché non mi è
stato riferito ??” la sua voce diventa più
furibonda e spazientita “Mi perdoni
Orochimaru-sama, ma non l’abbiamo ritenuto pericoloso, visto
che all’inizio
Hitomi ne è rimasta indifferente” “E
cosa le ha fatto cambiare idea ?” chiede
cercando di ritrovare la calma “Bhe… un giorno si
è svegliata ed è venuta da me
a riferirmi che aveva scoperto tutto. Io le chiesi cosa e lei mi disse
che
aveva trovato il suo scopo nella vita, infatti è da tempo
che la notte sogna
una katana e si vede lei combattere con questa. Dice che si chiama Shinsengumi e che ogni volta che
la impugna, il suo potere
centuplichi. Aveva detto che avrebbe voluto cercarla e trovandola
avrebbe
compreso tutto e il motivo per cui non ricorda nulla. Magari anche di
ritrovare
la sua memoria” Orochimaru non risponde e rimane immobile a
pensare. Cercava un
modo per convincerla lo stesso a sottoporsi alla tecnica. A meno
che… “Portala
qui, devo parlarle” Kabuto annuisce ed esce dalla stanza di
Orochimaru “Se non
posso convincerla, significherà che non saprà
nulla…” un sorriso infido e
maligno si delinea sul suo volto. Poco dopo Kabuto ritorna nella stanza
con
Hitomi al suo seguito “Ricordati ciò che ti ho
detto” le sussurra appena entra.
Hitomi accenna leggermente un si, con sguardo serio e impassibile. Come
avevamo
detto precedentemente, lei era cambiata molto. Il suo sguardo, prima
combattivo,
poi disperato è mutato in gelida indifferenza “Mi
ha chiamato Orochimaru-sama
?” L’uomo accenna a Kabuto di allontanarsi. I due
quindi rimangono nella stanza
da soli “Bene, Hitomi, sono trascorsi circa 5 mesi dal tuo
arrivo qui, non è
vero ?” Hitomi annuisce impassibile. Orochimaru scruta quasi
compiaciuto il
carattere freddo della ragazza “Mi ricordi
Sasuke…” pensa ad alta voce,
sospirando. Hitomi inarca il sopracciglio incuriosito –Sasuke
? E questo chi è
?- “Ma torniamo a noi… Kabuto mi ha riferito che
hai scoperto del tuo potere e
vorresti trovarne la fonte…” Hitomi annuisce
silenziosamente “Esattamente,
Orochimaru-sama” “Sai, io comprendo perfettamente
cosa provi… e voglio aiutarti
nella ricerca” “Aiutarmi? Dice davvero ?”
Orochimaru annuisce. Stranamente lo
dice con sincerità e vuole trovare davvero quella katana. Ma
dopo essersi
impossessato del corpo di Hitomi. “Certo… Il tuo
è un potere che raggiunge i
limiti dell’immaginazione. Tu ovviamente saprai del fatto dei
Bijuu, vero ?”
Hitomi cerca di ricordare dove ha sentito quella parola, probabilmente
letto in
qualche libro della biblioteca di Orochimaru “Si…
sono i 9 demoni-coda… Ho
letto che il potere di un Hokami è comparabile se non
superiore a quello dei
Bijuu” risponde Hitomi “Vedo che ti sei ben
informata, ne sono compiaciuto”
replica Orochimaru, sospirando. “Ora seguimi, dobbiamo fare
una cosa prima
della ricerca…” A questo punto, Orochimaru si alza
dalla sedia ed esce dalla
stanza, a seguito di Hitomi. Usciti nel corridoio principale, Hitomi
rivolge
sottecchi lo sguardo a Kabuto, nascosto in un angolo buio, e segue
Orochimaru.
Kabuto sospira, sistemandosi gli occhialetti tondi “Speriamo
che vada tutto
bene”.
I due giungono in una grande stanza
buia. Hitomi apre la
porta al posto di Orochimaru, come tutti quanti sono abituati a fare in
sua
presenza “Vieni Hitomi e chiudi la
porta…” La ragazza annuisce e obbedisce
all’ordine. Era la prima volta che entrava in quella stanza.
Grande quanto un
salone, ma senza un oggetto all’interno, nessun mobilio. Solo
alcune fiaccole
che circondano le mura della stanza “Ma che succede?
Perché siamo qui ?” chiede
preoccupata, notando il salone vuoto “Niente di particolare,
solo che fra poco…
tu diventerai il mio nuovo corpo…” Orochimaru
commenta divertito e inizia a
ridere con una risata talmente satanica da far spaventare Hitomi
“C-co-cosa?!?!?” si allontana, mentre Orochimaru
richiama la tecnica del
Trasferimento dell’Anima. Nella stanza inizia a girare
un’aria minacciosa,
mentre le mura vengono ricoperte da un kekkai “Ora
preparati…” la voce
dell’uomo diventa sempre più roca e demoniaca,
mentre il corpo comincia a
mutare e a trasformarsi in un serpente “Non ci
vorrà molto… Non sentirai
nulla…” ride divertito, con quella voce disumana
agghiacciante. Hitomi rimane paralizzata
davanti a quello spettacolo di orrore e sconforto. Orochimaru in
versione
serpente, dopo che la tecnica è stata completamente attivata
e Hitomi
paralizzata, si prepara e con la bocca assale il suo corpo, entrando in
esso.
Il corpo di Hitomi risucchia Orochimaru. Alcuni spasmi e convulsioni
accompagnano l’assorbimento. Il corpo della ragazza collassa
a terra a causa
dei forti stress. Hitomi rimane immobile a terra, tra vita e morte. I
suoi
occhi si aprono all’improvviso. Ma non sono più i
suoi occhi… Non è più il suo
corpo… Non è più la sua anima
“C’è l’ho fatta…
C’è l’ho fatta !!!!” urla
un’
“Hitomi” che non è più
“Hitomi” “Finalmente sono entrato nel
corpo di un Hokami
!!! Non avrei mai creduto che ce l’avrei fatta
!!!!” urla Orochimaru felice come
non lo era mai stato. “Ne SeI SiCuRo, OrOcHiMaRu?”
una voce demoniaca risuona
nella mente di Orochimaru-Hitomi “Che… Chi
è ??” “CoMe ChI ? DoPo EsSeRe
EnTrAtO NeL CoRpO Di HiToMi, NoN VoRrAi FaRmI CrEdErE ChE NoN SaI ChI
SoNo ??”
parole che risuonano come pugnalate. Una voce disumana e demoniaca
“Capisco…
Quindi tu sei l’Hokami di Hitomi, vero ?” La voce
demoniaca ride sadicamente
“Cosa vuoi e soprattutto… Dove sei ???”
La voce continua a ridere sadicamente e
crudelmente “è SeMpLiCe… SoNo QuI AnChE
Se L’OgGeTtO ChE Mi RaPpReSeNtA è Un
Po’ LoNtaNo Da QuI… E CoMuNqUe… Io SoNo
Un HoKaMi e Tu NoN Mi AvRaI !!!” Il
corpo di Hitomi richiama l’aura viola dell’Hokami
mentre il corpo di
Orochimaru, come era entrato, inizia ad uscire dal corpo della ragazza.
Più l’Hokami
aumenta d’intensità, più il corpo di
Orochimaru viene espulso, finchè non viene
completamente rigettato. Hitomi sviene a terra, collassando nuovamente.
Orochimaru a stento si alza in piedi “Ma come ??
Cos’è successo ???” Hitomi si
alza in piedi, emanando l’aura da Hokami “VuOi
SaPeRlO ??” la stessa voce
demoniaca ora ha preso la voce della ragazza “Ti Ho EsPuLsO
DaL CoRpO Di
HiToMi… QuEsTa è L’UlTiMa VoLtA ChE
SfRuTtI HiToMi” A quel punto l’Hokami si
dissolve nel nulla e il kekkai scompare. Orochimaru osserva Hitomi
svenuta a
terra e sospira “Credevo di avercela fatta. E
invece… Bhe, significa che
toccherà a Sasuke essere il mio contenitore. Di Hitomi non
ho più bisogno.
Detto questo abbandona la stanza, lasciando la ragazza nella solitudine
di ciò
che è successo
Capitolo 5 *** Sorry, but now it's Sasuke Time ***
Orochimaru esce a fatica dalla stanza
Orochimaru esce a fatica dalla
stanza. Completamente sudato
in volto e le due braccia affaticate e doloranti. Ansima e a stento
riesce a
rimanere in piedi “Kabuto… Kabuto !!!” chiama
l’uomo
con le ultime forze rimaste. Il ragazzo giunge di corsa e subito aiuta
l’uomo a
restare in piedi “Orochimaru-sama !! Ma
cos’è successo
?!?! Hitomi ?!?”
Kabuto accompagna velocemente il
padrone nella sua camera da letto e lo stende sul letto, iniettando gli
antidolorifici sempre a portata di mano “Quel
mostro… Quel maledetto mostro… Ha
rovinato tutti i miei piani…” grida impazzito, in
preda ai nervi e ai dolori
lancinanti delle ferite “Non capisco… Hitomi come
sta ?” “Il mio piano stava
andando tutto alla perfezione… Ero entrato nel suo
corpo… Ma quell’Hokami si è
materializzato e mi ha cacciato via dal corpo di Hitomi, sfottendomi
con quella
prepotenza. Ora quello che resta di lei è rimasto
nella stanza principale… Ora… Lasciami
solo” detto ciò, Orochimaru chiude gli
occhi e si addormenta. Kabuto annuisce e si allontana. Corre
immediatamente
nella stanza principale nel tentativo disperato di salvare la sua
“sorellina”.
Apre la porta e trova a terra la ragazza, svenuta dopo uno sforzo tanto
eccessivo. La prende in braccio e la porta nel suo ambulatorio. La
stende in
una branda e controlla il suo stato di salute
“Merda… è molto grave…
è la prima
volta che registro un collasso tanto grave… Cosa cazzo
è successo lì dentro ??”
sbraita furioso, mentre inietta i suoi medicinali nel braccio, quelli
che deve prendere in
caso di perdita di conoscenza “Non so cosa
sia successo… Ma so che ho sentito le urla persino da
qui… Non deve essere
stato una cosa tanto piacevole. Qualunque cosa sia successo,
a farla sopravvivere deve essere stato un angelo custode”
commenta Kimimaro,
nel suo letto poco distante “Posso dirti che ciò
che protegge Hitomi non è un
angelo custode molto buono… Di sicuro non è
nemmeno un angelo” risponde Kabuto
mentre prepara le flebo e tutto il possibile per salvare la ragazza.
Dopo poche ore Kabuto ritorna nella
stanza di Orochimaru,
appena svegliatosi “Eccomi mio signore” si
annuncia prontamente Kabuto. Orochimaru
fissa silenzioso
il vuoto immerso in chissà quali pensieri e turbe che lo
affligono dentro
“Kabuto, hai ancora la cartella di Sasuke Uchiha ?”
chiede inespressivo. Kabuto
rimane allibito alle parole dell’uomo “Certo
Maestro” il ragazzo si avvicina ad
un archivio vicino alla porta e inizia a cercare la cartella giusta.
Dopo poco
estrae una piccola cartella con alcuni fogli e foto “Ecco a
lei…” Orochimaru
legge attentamente il foglio, tenuto in mano da Kabuto, visto che lui
non è in
grado di muovere gli arti. Abbassa lo sguardo e volge il capo in
avanti,
riprendendo ad osservare il vuoto
“Orochimaru-sama… cosa vi turba ?”
chiede
preoccupato il ragazzo, riponendo il foglio all’interno della
cartella. L’uomo,
sdraiato sul letto, impotente in quel trono di dolore pensa, cerca una
soluzione che nemmeno esiste “Kabuto, è giunto il
momento… Chiama Sakon,
Tayuya, Jirobo e Kidomaru.
Voglio che
partano subito. Missione: prendere Sasuke Uchiha.” Kabuto rimane
ancora più allibito alle parole
dell’uomo. Non sa cosa rispondere e in
tutti questi anni con Orochimaru ha imparato che se non sai cosa
rispondere,
non rispondere affatto. Il silenzio è la miglior
virtù in molti casi. I quattro
ragazzi, tutti fedeli sudditi di Orochimaru,
si
presentano immediatamente nel salone centrale, dove Kabuto li aspetta
“Kabuto-sensei,
ci ha chiamati ?” domanda Sakon
prontamente. Kabuto si presenta a loro, nascosto
nella penombra con una cartella in mano “Ho una missione di estrema
importanza per voi. Dovete partire immediatamente per Konoha e prendere
Sasuke
Uchiha, come prossimo contenitore del grande Orochimaru” Si
avvicina ai 4 e
porge loro la cartella. Il quartetto restano
però
incuriositi dalla missione “E Hitomi? Non era lei la
prescelta ?” chiedeTayuya
curiosa. Kabuto
rimane in silenzio. Si risistema gli occhiali e volge loro le spalle
“Partite,
forza…” esclama Kabuto mentre si allontana da
loro. I ragazzi rimangono a guardarsi
incuriositi poi partono, in direzione
di Konoha. Kabuto torna nell’ambulatorio a controllare la
situazione della
ragazza. Ancora addormentata sul letto, nello stato comatoso di prima
“I valori
non sono migliorati. Ha subito un duro colpo… Non si
riprenderà in poco” dice
Kimimaro al ninja-medico, appena entra nella stanza. Kabuto sospira e
prepara
un’altra siringa “Orochimaru-sama ha ordinato di
prendere Sasuke. Il Quartetto
del Suono è appena partito” Kimimaro abbassa lo
sguardo, sospirando di nuovo
“Quindi Hitomi farà
la mia stessa fine… dimenticata in
qualche stanza buia, a marcire come cavia o
peggio…” Kabuto annuisce
silenziosamente alle duri ma vere parole del giovane. Inietta la
siringa al
braccio della ragazza, con una dose maggiore rispetto a prima. Ora infatti sembra funzionare.
Hitomi comincia lentamente a
svegliarsi. Apre lentamente gli
occhi, guardandosi attorno “Co-cosa…
è… successo ??” chiede con
voce fievole e
notando Kabuto al suo capezzale. Lui sorride ma no
risponde. Poggia la mano sulla spalla della ragazza. Lei lo osserva
incuriosita
e infine si addormenta. Kabuto sorride nuovamente e sospira felice.
Il giorno dopo Hitomi si riprende e
immediatamente, senza
farsi nemmeno visitare da Kabuto, si presenta presso Orochimaru
“Mi perdoni
l’intrusione, Orochimaru-sama, ma volevo dirle che mi
dispiace per ciò che è
successo ieri pomeriggio… Spero di
essere ancora utile
per i piani di Orochimaru-sama, anche se non ne faccio più
parte” Il Sennin
rimane in silenzio e chiede con la mano il suo
congedo. Hitomi si inchina
profondamente con il suo
sguardo impassibile e gelido. Quindi
esce dalla camera
e torna nella sua stanza. Si stende sul letto ed osserva il soffitto,
con un
sorriso enigmatico, identico a quello del commerciante il giorno in cui
è
cominciata quell’avventura che ora si potrebbe ben definire
il miglior incubo
della sua vita. “Ah…Ah…AHAHAHAHAHAH !!!!!!!!! Va tutto
alla perfezione… Kabuto è davvero un genio.
È riuscito a fregare addirittura
Orochimaru…” e continua a ridere. Ridere. Ridere.
Orochimaru fa chiamare Kabuto che
dopo pochi minuti
raggiunge la stanza dell’uomo “Kabuto, a che punto
si trova la missione per la
cattura di Sasuke ??” “Ho appena ricevuto un
messaggio da Sakon
e stavo proprio venendo
ad informarla. Sono appena
giunti nel villaggi e
hanno localizzato Sasuke. Domani
lo avvicineranno. Entro 2, massimo 3 giorni riusciranno a ripartire per
il
Villaggio del Suono. Mi hanno informato che ci sono buone
probabilità di
riuscita della missione” Orochimaru risponde con una smorfia,
sospirando “Le mie
condizioni non sono buone e Sasuke, appena arriverà,
pretenderà un allenamento.
Un allenamento che non posso
al momento concedergli”
dice tra se e se, pensando e rimurginando
sui suoi
pensieri “Forse Hitomi potrà esserci ancora
utile…” Kabuto rimane incuriosito
dalle sue parole “Non comprendo,
Orochimaru-sama…” replica curioso, in cerca di
risposta “Semplice. Per un paio di mesi, voglio che Hitomi
sia la tutrice e
maestra di Sasuke, poi mi libererò
di lei. Informala
tua e dalle tutte le istruzioni” Kabuto annuisce ed esce
dalla stanza,
dirigendosi da Hitomi “Kabuto, che c’è
??” chiede lei alzandosi dal letto
“Cambio di programma. Dovrai restare ancora alcuni
mesi” “Cosa ??” “Orochimaru
ti vuole appioppare Sasuke per qualche mese per allenarlo e poi vuole
sbarazzarsi
di te” “Sasuke ?? E chi è ??”
chiede allibita ma con quella freddezza che non è
proprio umana “Il pupillo di
Orochimaru. Era già nei
suoi piani prima del tuo arrivo, e visto che non
può
averti, ha mobilitato tutti per riprendersi lui… Sai, non
ama rimangiarsi le
parole” “Merda… Ancora due mesi in
questo cesso e anche da balia ad un
demente…” “Mi dispiace, ma ora
è il tempo di Sasuke” Hitomi osserva Kabuto,
sbuffando. Si siede sul letto, incrociando imbronciata le braccia
“Tieni,
questa è la cartella di Sasuke. Arriverà qui fra 3
giorni, Dovrai badare a lui… Tranquilla, riuscirai ad uscire
da qui” Hitomi
prende la cartella e inizia a leggere i dati sul ragazzo “Bha…
se lo dici tu” Detto ciò, Kabuto esce dalla
stanza. Alcuni giorni dopo, il
Quartetto del Suono era in ritardo. Aveva dato notizie della partenza,
ma poi
si persero le tracce.
Kimimaro allora decide di
partire anche lui e cercare di raggiungere Sasuke e il Quartetto del
Suono,
anche se di salute cagionevole.
“Che
cosa ?!? E
tu l’hai fatto andare ?!? ma…stava
male… perché l’hai
fatto ??” urla furiosa Hitomi alla notizia della partenza di
Kimimaro “Mi aveva
detto che, come te, voleva fare un ultimo lavoro per
Orochimaru…” risponde
Kabuto, nel tentativo invano di calmarla “Quello era solo
scemo… Non doveva
farlo…” continua a urlare e sbraitare irata
“E poi… Non voleva morire davanti
ai tuoi occhi… Ti avrebbe fatto soffrire troppo e tu non
saresti fuggita…” “No-non… non
è… vero…” singhiozza,
iniziando a piangere
“Stai piangendo” “Non rompere”
sbraita tra le lacrime. Dalla volta in cui
l’aveva salvato, Kimimaro era diventato il miglior amico di
Hitomi e lei stava
sempre al suo capezzale a fargli compagnia, visto
che
sveniva circa 4 volte a settimana a causa degli stress degli
allenamenti e
soprattutto dell’Hokami incompleto. “Ora calmati. Può
anche darsi che c’è la faccia e torni.
È un ragazzo molto forte” cerca di
incoraggiare la sorellina e di calmarla “Lo
spero…” “Intanto Sali sopra…
Sasuke
credo stia per arrivare” Hitomi sbuffa,
annoiata,
quindi sale all’entrata del covo, dove ha appena iniziato a
piovere. Cadono
lacrime di dolore, che accarezzano il viso già pieno di
lacrime di Hitomi.
“Orochimaru-sama…
Le nostre spie ci hanno appena segnalato
che Sasuke ha superato il confine del Fuoco… In poche ore
sarà qui al covo.
Hitomi è salita per
accogliere il giovane Uchiha” Orochimaru,
alle parole dell’uomo, inizia a ridere, ridere
di gioia, ridere di
divertimento, ridere di crudeltà. Ride per tutto
“Non vedo l’ora di vedere come
si comporteranno due gocce d’acqua a confronto… Ci
sarà proprio da divertirsi…
Ho fatto bene a non uccidere subito Hitomi… Ho fatto davvero
bene…”
Capitolo 6 *** If You Are An Uchiha, Stand Up And Fight ***
“No… Non farò come vuoi
tu… Avrò il potere a modo
mio…” così dicendo, Sasuke abbandona
definitivamente la sua vita, tagliando
“No… Non
farò come vuoi tu… Avrò il potere a
modo mio…” così
dicendo, Sasuke abbandona definitivamente la sua vita, tagliando gli
unici
legami che lo tenevano bloccato a Konoha e gli impedivano di
raggiungere il suo
scopo: uccidere Itachi. La pioggia bagna e piange per lui, che ha
abbandonato
la sua vita, dandola in pasto ad una bestia come Orochimaru. Cammina
lento e a
fatica, stanco dal combattimento contro Naruto. Attraversa la foresta
buia che
dalla Valle dell’Epilogo conduce al Villaggio del Suono e,
quindi, dall’uomo
che lo porterà alla rovina. La foresta giunge al termine e
davanti a lui una
costruzione in cumuli di terra, con un’entrata che scende nel
sottosuolo. E lì,
davanti a quell’entrata, appare la persona forse
più inquietante, dopo Itachi,
che abbia mai incontrato
e mai incontrerà nella sua
vita. Capelli bagnati mori, maglietta nera e bermuda neri,
scarpe da ninja. Sguardo freddo e distaccato. Sasuke rimane un attimo incerto ma si avvicina lo stesso.
Hitomi alza lo sguardo e
vede il ragazzo avvicinarsi. Solo. Un leggere spasmo di lacrime,
soppresso
immediatamente. Il ragazzo si avvicina. Aspetta sporco
e
trasandato, alcuni strappi sui vestiti e qualche livido e
ferita sugli
arti “Tu sei Sasuke Uchiha?” chiede lei scrutandolo
da capo a piedi. Lui
annuisce. Lei fa qualche smorfia, poi inizia a scendere lungo le scale
“Seguimi, il capo ti stava aspettando…”
Sasuke segue Hitomi, osservandola
sottecchi, curioso dal suo comportamento, dai
suo aspetto
gelido e impassibile. I due in silenzio giungono presso il
corridoio
centrale e qui verso la sala principale dell’edificio, dove
Orochimaru, seduto
nel suo trono, aspetta la sua succulenta preda “Sasuke !!
Che piacere averti qui e sapere che hai accettato la mia proposta !!” dice il Sennin alla
vista dei due. Volge lo sguardo ad
Hitomi, lasciandola congedare. La ragazza silenziosamente
si inchina
all’uomo e si allontana. Sasuke continua a
scrutarla sottecchi. C’è qualcosa in lei che lo
incuriosisce e lo spaventa allo
stesso tempo. Forse l’essere l’unica ragazza mai
incontrata che invece di
guardarlo con occhi sognanti, lo riguarda con occhi di odio,
anzi, occhi da assassina “Vedo che hai conosciuto la mia
giovane Hitomi… Molto
in gamba e potente… Peccato che non possa essere il mio
contenitore” commenta
l’uomo con un tono un po’ seccato e odioso nei
confronti del demone che
protegge costantemente la ragazza. Sasuke si gira verso Hitomi ormai lontano “Ma torniamo ai
nostri progetti… Devo darti una
notizia per te spiacevole ma anche interessante”
“Spiegati!” “Per un paio di
mesi non posso allenarti… Ma tranquillo, perché
non starai fermo, bensì ti farò
divertire e soprattutto mi divertirò molto
io…” “Spiegati meglio !!”
chiede
iniziando a spazientirsi “Ti farò allenare per un
paio di mesi da Hitomi
Arakawa, la ragazza appena uscita…” “Una
ragazza ?? Cosa dovrei trovarci di
divertente nell’essere allenato da una ragazza ??”
chiede spazientito “Alcuni chiari e semplici motivi che
renderanno il tuo
allenamento con lei 20 volte peggiore e faticoso di quello che passerai
con me
nei prossimi tempi. Infatti,
devi sapere che lei
nasconde un segreto di dimensioni spaventose. Un potere che nessuno
può
immaginare” Sasuke rimane allibito e alcuni brividi salgono
lungo la schiena
“Co…come può essere ??”
“è un piccolo segreto che è
meglio tenere nascosto e comunque, per aggiungere un po’ di
crudeltà al tutto,
lei ti odia a morte !!” scoppia in una fragorosa risata.
Sasuke lo osserva
incuriosita, mantenendo uno sguardo composto in volto. “Fa
chiamare Hitomi, che
accompagni il nostro Sasuke nella sua stanza” ordina a
Kabuto, che prontamente
raggiunge Hitomi e la riporta nel salone “Eccomi,
Orochimaru-sama” si inchina
all’uomo. Il suo è il tipico sguardo di qualcuno
che ha appena pianto e ha tentato in tutti i modi di tenere nascosta la
sua
debolezza “Eccoti… Ho
finito di illustrare la
situazione a Sasuke. Sembra stanco,
accompagnalo nella
sua stanza. Voglio che inizi l’allenamento domani mattina
all’alba”. Hitomi
annuisce e accompagna il ragazzo verso la sua dimora. I due camminano
solitari
lungo il corridoio. Hitomi con la sua
freddezza, scossa da un
dolore per la perdita dell’amico. Sasuke con la sua
freddezza, scossa da uno stato di profonda curiosità per
Hitomi. “Da
quando sei qui con Orochimaru ?” chiede
Sasuke, nell’invano
tentativo di comunicare con il suo nuovo Sensei “6
mesi” risponde
seccamente “Sei qui anche tu per incrementare il tuo
potere?” “No. Mi ha
trovato Kabuto svenuta in mezzo alla foresta. All’inizio ero
una sua cavia, poi sono diventata una sua
allieva”. I due si fermano
davanti ad una porta “Questa è la tua
stanza. Si trova proprio dinanzi alla
mia stanza” indica la porta di fronte
“In caso tu abbia bisogno di
qualcosa”. Apre la porta e mostra la
piccola camera. Un letto e un armadio. Una
porta sulla destra
che conduce al bagno. Entra nella stanza e prende un
cambio di vestiti
“Mettiti questi vestiti
di ricambio” Sasuke prende il
ricambio silenziosamente. Hitomi esce dalla stanza e la chiude alle sue
spalle.
All’improvviso Sasuke, dalla sua stanza, sente alcuni gemiti
dall’esterno. Si
accosta sulla porta per ascoltare meglio quei gemiti insoliti. Si, i
suoi
sospetti erano fondati. Qualcuno sta piangendo. Meglio. Hitomi sta
piangendo. I
vestiti di ricambio di Sasuke sono gli stessi che aveva Kimimaro.
Dopo una mezz’oretta,
Hitomi rientra nella stanza di Sasuke,
portando un vassoio con la cena. “Ti ho portato qualcosa da
mangiare. Se non ti
dispiace, mangio qui con te”. Sasuke prende il
vassoio e fa sedere Hitomi su una sedia. I due iniziano a mangiare in
silenzio.
Sasuke seduto sul letto e Hitomi sulla sedia. “Allora, ti
verrò a svegliare
alle 6”. Informa impassibile Hitomi, riprendendo a mangiare.
Sasuke continua in
silenzio a mangiare il panino, volendo dire qualcosa anche lui. La
freddezza di
quella ragazza è troppo inquietante e il ricordo del
fratello, specchiato in
quel volto di odio,
appare dolorosamente alla mente di
Sasuke “Ehm… Ma… tu di dove sei
?” Hitomi lo osserva inarcando il sopracciglio,
ma riprende subito a mangiare “Non lo so. Ho perso la memoria
poco prima del
mio ritrovamento”. Sasuke rimane in silenzio, sapendo di aver
sbagliato
domando. Ma ritenta comunque
di spezzare la situazione
“Non avevo mai visto una ragazza tanto fredda in vita
mia… Sei la prima che
invece di trattarmi con rispetto, mi ignora e mi
snobba…”. “E
io non avevo mai visto un ragazzo tanto orgoglioso quanto
stupido…”. A queste
parole si alza e si allontana dalla stanza, lasciando Sasuke allibito
nella sua
solitudine interiore. Hitomi richiude la porta alle spalle e con il
solito volto
di apatica sofferenza si
dirige in laboratorio, dove
Kabuto stava intanto ripulendo la camera di Kimimaro. Con la coda
nell’occhio
vede Hitomi entrare e nasconde sotto la scrivania la scatola piena di oggetti di Kimimaro
“Ehm… Ciao Hitomi !!” esclama tentando
di essere il più naturale e tranquillo possibile
“Smettila. Kimimaro è
morto, lo so. Me ne sono fatta una ragione e ora devo
guardare avanti. Punto”. Kabuto sospira, con un sorriso di ammirazione
mista a compassione per il coraggio della ragazza a lottare e andare
avanti, ma
anche per il dolore che invano tenta di reprimere “Bene. Ma
cambiamo discorso:
come va con Sasuke ? Vate
fatto amicizia ??”.
Hitomi sbuffa, poggiandosi sul muro
“Lui non è mio amico. È
solo un ostacolo vero il
mio obiettivo, un ostacolo da superare il prima possibile”.
“Invece
prenditela comoda, sono solo 2 mesi e quell’Uchiha
è solo uno stupido novellino
senza speranze. L’unico
cosa interessante sono solo i
suoi occhi. Per il resto è solo e semplicemente un povero
scemo”. I due scoppiano
in una fragorosa risata.
La mattina seguente, allo spuntare
dell’alba, Hitomi va a
bussare nella camera di Sasuke “Inizia
l’allenamento, alzati”. Il ragazzo,
vestito con gli abiti di Kimimaro, esce dalla camera in silenzio e
richiude la
porta alle spalle. “Eccomi”. Hitomi lo squadra da
capo a piedi, poi, con un
gesto della mano, gli indica di seguirla. I due percorrono
silenziosamente il
corridoio sotterraneo, fino ad uscire presso una grande
piazza, circondata da un muro alto circa dieci metri. Il cielo
lentamente
riprende il suo colori azzurrognolo,
mentre il sole si
alza lentamente. “Bene. Iniziamo il nostro allenamento. Per
prima cosa voglio
vedere il tuo livello fisico e le tue
potenzialità. Quindi
attaccami, io sono qui”. Hitomi si posiziona
a mani conserte, aspettando il suo attacco. Sasuke si concentra,
cercando di
trovare una strategia d’attacco –è un
avversario difficile, dovrò trovare
qualche tattica decisa e potente… Proverò ad
attaccarla e stuzzicarla in vari
punti, fino a trovare un punto
cieco di difesa…- pensa
tra se e se. Prende dal sacchetto alcuni kunai e shuriken. Inizia a
correre
lungo il muro dell’arena di
allenamento e li lancia da
varie direzioni e angolazioni contro la ragazza. Hitomi rimane immobile
e con
una mossa talmente rapida che solo uno Sharingan riuscirebbe a notare,
estrae
dal suo sacchetto un lungo filo trasparente, dove shuriken e kunai sono
legati
insieme per tutto il filo. Come fosse
una frusta, la
scuote contro le armi di Sasuke, schizzandole in varie direzioni.
Sasuke scende
a terra, sbuffando furioso
–Merda. Non l’ho vista per
niente… Proverò ad attaccarla in ravvicinato, e
infine attiverò il Chidori- Il
ragazzo quindi riprende a correre attorno a Hitomi, finchè
la raggiunge,
impugnando il kunai. Esce improvvisamente dalla coltre di polvere e
fuliggine,
attaccando Hitomi di spalle. Probabilmente la Danza della Luna o la
Tecnica
delle 64 Chiusure non sono
nulla in confronto alla
leggiadri dei taijutsu di Hitomi. La ragazza rimane immobile per
pochissimi
secondi e, al momento giusto, ruotando la gamba sinistra e inclinando
contemporaneamente il busto in avanti, ruota verso destra, evitando il
colpo. A
questo punto con la destra blocca il polso del ragazzo che tentava di
cambiare
direzione del colpo e, sempre con la sinistra, fa perdere equilibrio al
ragazzo
e lo sposta verso destra, mentre la gamba destra lo calcia al petto,
lanciandolo via per diversi metri. Sasuke si alza in piedi stentamente,
con la
gamba destra sanguinante. -Merda… come cazzo avrà
fatto ???.
Poteva fare ciò solo un’Uchiha, prevedendo le sue
mosse, o almeno uno
Hyuga, con tanta leggiadria e precisione millimetrica.
Ma lei non era né uno
Hyuga né tantomento un’Uchiha-
Ritrova l’equilibrio e tenta di restare in piedi.
–Bene, significa che la
spiazzerò con un Chidori… E ride bene chi ride
ultimo- Ridacchia tra se e se,
mentre con le mani attiva
la tecnica. Si posiziona
con le braccia, richiamando il chakra nel punto
preciso delle mani. Il chakra, sotto forma di
elettricità,
inizia a guizzare dalla mano. Dopo pochi secondi la tecnica era
completamente
arriva a e pronta ad
uccidere. Hitomi osserva a braccia
conserte e impassibile, attendendo l’attacco.
Sasuke, analizzando velocità, potenza, tattica e reazioni,
rimane in attesta del
momento opportuno per attaccarla
definitivamente. Chiude lentamente
gli occhi, respirando
regolarmente. Il silenzio pervade l’arena. Solo
lo schioppettio del
Chidori rompono quel
momento di puro silenzio. Sasuke
si avvicina alla ragazza. 3… conta mentalmente i secondi che
passano. 2… sente
la sua fredda presenza sempre più vicina. I suoi occhi neri
che lo osservano inespressivamente. 1… Ormai
riesce a sentire il suo
respiro. È il momento “Zero !!”
urla e l’attacca in
pieno petto. Ma qualcosa non va.
Lei è scomparsa. No.
Non si è mai allontanata. Con una rapidità che si
può solamente aspettare da un
Hokami, si abbassa, divaricando le gambe in una spaccata spaventosa e
con
l’indice e il medio della destra colpisce sul petto due punti
importanti di
deflusso del chakra e un punto di paralisi istantanea. Sasuke rimane
quindi
bloccato nella posizione d’attacco, mentre il Chidori si
annulla immediatamente.
Hitomi lascia la presa, ridando mobilità al ragazzo, ma non
fa in tempo a
riprendere una posizione normale, che viene
lanciato
via da un nuovo calcio di Hitomi, scontrando la sua schiena contro il
freddo
muro dell’arena. Sasuke scivola a terra, non riuscendo
più ad alzarsi da terra.
Il braccio destro e la gamba sinistra sanguinanti per
l’impatto. Prova invano
di rialzarsi, mentre Hitomi si avvicina lentamente “Se sei
un’Uchiha, alzati e
combatti, visto che te la cavi come un bambino di due anni”.
Il ragazzo alza lentamente la testa,
riaprendo lentamente gli occhi “Va… Va…
Vaffanculo…” così dicendo perde
i sensi. “Avremo molto da fare con questo
qua…” commenta sarcasticamente, alzando da terra
il ragazzo.
Capitolo 7 *** If I Want to Kill, My Sword Will Kill For Me ***
Hitomi prende il braccio di Sasuke e lo mette attorno
alla nuca per alzarlo da terra
Hitomi prende il braccio di Sasuke e
lo mette attorno alla
nuca per alzarlo da terra. Si incamminano
verso la
camera di Sasuke. Apre la porta, mentre continua a reggere il
ragazza per il braccio. Stende Sasuke sul letto e
controlla il suo stato
di salute “Che inutile… Ancora non riesco a capire
perché devo badare a questo
merdina da quattro soldi” sbuffa, uscendo a prende l’occorrente
per la medicazione. Sasuke apre gli occhi, avendo sentito tutto. Un
misto di
rabbia, frustrazione e delusione pervadono i suoi occhi.
“Dovevo immaginare che
per arrivare a sconfiggerti avrei dovuto subire delusioni e vedermela
con ninja
talmente forti da non voler nemmeno sottovalutarmi… Che
stupido”. Il braccio
dolorante inizia a lamentarsi per gli sforzi del ragazzo. Hitomi ritorna con alcuni medicinali “Bene,
ti sei svegliato… Così
sentirai di più il dolore” commenta
sarcasticamente. Il ragazzo non
risponde alla provocazione “Comunque
potevi aprire gli
occhi e darmi un pugno, invece che far finte di essere svenuto e
ascoltare le
mie offese in silenzio. Sarebbe stato più coraggioso e
divertente…” commenta
mentre prepara il medicinale. Sasuke la osserva
stupito, non riuscendo a comprendere come abbia scoperto tutto. Hitomi
ridacchia e inizia a medicare il ragazzo “Perché
lo fai ?” chiede Hitomi. “Cosa?”
“Tutto questo… Perché vuoi il potere
anche a costo di
farti umiliare e patire sofferenze inutili”. Sasuke abbasso
lo sguardo
sospirando. “è una storia lunga e
triste”. “Io ho molto tempo libero”.
Hitomi
si siede sulla sedia lì
vicino e incrocia le braccia.
Sasuke sospira e inizia la sua lunga storia fatta di sangue, dolore,
solitudine
e vendetta maturata nel tempo. Una storia di una famiglia felice e
potente. Di un villaggio che amava.
Di amici
e compagni. Di un fratello che
reputava il migliore.
Di una notte orribile. Di uno sguardo pieno di
odio. “Ecco…
Questa è la mia storia”. Termina il ragazzo.
Hitomi rimane a scrutarlo seria;
sospira e si alza dalla sedia, dirigendosi verso la porta, ma prima di
uscire “Bene…
Preparati perché da domani inizierò ad allenarti
come si deve. Il tuo discorso
mi ha colpito molto e forse so come allenarti” sorride
compiaciuta ed esce
dalla stanza.
La mattina seguente, i due giungono
nell’arena di allenamento,
pronti per una nuova giornata di
allenamento. Hitomi entra in arena con due katane in mano
“Katane ? Ci alleneremo… con le katane
?” chiede
curioso Sasuke. Hitomi lo riguarda di malo modo “Qualcosa in
contrario per le
spade ?” “No, no !!
Credevo che ci saremmo allenati
con il ninjutsu… che mi avresti insegnato qualche nuova
tecnica”. Hitomi lo
fissa seria e di malo modo, poi scoppia in una risata fragorosa.
“Davvero
pensavi che avremmo combattuto con il ninjutsu ???
Mi
dispiace ma con me si combatte con le spade e basa. Il ninjutsu fattelo
insegnare da Orochimaru” commenta seccata Hitomi, mentre gli
passa una spada. “Iniziamo
con una spada semplice, così non ti fai male”. Sasuke prede
la katana: normale, nera, senza particolari dettagli, di fattura
abbastanza
mediocre. Il ragazzo la osserva
curioso, poi inizia
a sguainarla. Hitomi lo ferma immediatamente, richiudendo la guaina.
“Cosa
cazzo fai ??”
chiede furiosa. “Secondo te ??
Sto sguainando la spada”. “Senza un degno
allenamento,
non dovresti nemmeno toccarla una spada. Rischi di
morire…”. Sasuke rimane sorpreso
dalle sue parole. Hitomi gli riprende la spada dalle mani e lega la
guaina, in
modo che possa essere tolta. “Ecco a te… Quando
sarai pronto potrai sciogliere
la corda e sguainare la spada. E ora… si combatte!!”
dice decisa, impugnando la spada e attaccando Sasuke. Lui,
paralizzato un po’ dalla paura e un po’ dalla
sorpresa, cerca di parare il
colpo con tutta la forza possibile. Ma
una
forza che più da Hitomi, proviene soprattutto dalla spada
della ragazza, fa
cadere il ragazzo a terra, non riuscendo a reggere il colpo
“Ti stai cagando
sotto dalla paura…” commenta Hitomi stizzita.
“Non è vero !!!
Mi hai preso alla sprovvista”. “Certo. Allora
perché sei caduto per terra ?” “La
mia spada non ha retto
il colpo, così sono caduto !!”
risponde rialzandosi. Hitomi scoppia a ridere “La tua spada
non retto il colpo perché ti stavi cagando
sotto dalla paura…”. Così
dicendo prende la spada di Sasuke e si siede per terra. Sasuke la
segue. “Prima
lezione sull’uso della spada: il potere della katana e dei
suoi colpi non viene
dalla forza fisica, bensì dal proprio cuore e dalla
volontà. Una spada percepisce il potere del proprio
possessore e a seconda di
ciò che percepisce, una spada muta questo in un
buon attacco oppure in un pessimo attacco. Ricordati che quando
combatti devi voler
combattere, quando uccidi
devi voler uccidere, quando
pari un colpo devi voler vivere e, soprattutto, quando combatti, lo
devi fare
per proteggere qualcuno”. Sasuke annuisce. “Ma…se
io…”.
“Niente ma, se o altro. Tu ora ti trovi nella convinzione che
se colpisci hai
paura di uccidere, se ti proteggi hai paura di morire. Non è
così che devi
pensare. Devi avere fiducia nella tua spada. Se
io
voglio uccidere, la mia spada ucciderà per me. Se voglio
vivere, la mia spada
mi salverà. Se voglio morire… La mia spada mi
ucciderà”.
Così dicendo, Hitomi si alza in piedi e prende la spada.
Sasuke si alza di seguito
“Ora iniziamo un allenamento più
serio.
Prendi la katana, stringendo con forza il manico con entrambi i pugni,
quando
attacchi bisogna dare un colpo forte, muovendo i gomiti e ruotandoli
vigorosamente. Per parare devi posizionare
la spada
orizzontalmente o verticalmente al colpo, cercando sempre di fare in
modo che
la spada avversaria sia sempre al centro della tua spada, in modo da
bilanciare
e attutire il colpo ricevuto. Chiaro ?” spiega quindi alcune
tecniche e mosse.
I due si allenano giorno dopo giorno
con l’uso della
spada e migliora nel combattimento. Il tempo passava e
quell’odio tra i due si attenua,
lasciando spazio ad un’insolita amicizia. Dopo
circa sei settimane di allenamento,
i due, come tutti
i giorni, si incontrano in arena. “Allora, occhietti
rossi…” saluta Hitomi
divertita. Lui sbuffa innervosito. “Per la millesima
volta… Non chiamarmi
occhietti rossi”. “Si, si
occhietti rossi… Ti informo
che è arrivato il momento” dice la ragazza con
finto orgoglio, che traspare
attraverso la sua apatica indifferenza. Sasuke inarca il sopracciglio
incuriosito. Hitomi si fa dare la katana legata di Sasuke e inizia a
riguardarla sorridendo. “Credo che tu sia pronto”.
“Pronto a cosa?” chiede
Sasuke. “A sciogliere la guaina” dice sorridendo la
ragazza. “Davvero ??”.
Hitomi annuisce sorridendo. Lei scioglie la corda e la porge al ragazzo
che,
finalmente, sguaina la tanto desiderata spada. Accarezza la lama che
riesce finalmente
ad osservare con i suoi occhi. “Bhe… che stai
aspettando?” dice Hitomi,
sguainando la sua katana. “è ora di combattere !!”
Sasuke sorride compiaciuto e i due si preparano per il combattimento.
Agili con
le proprie armi, combattono in una macabra danza tra vita e morte. In
quel
momento Hitomi viene
fulminata da un ricordo
improvviso che l’acceca per pochi attimi la mente, un ricordo
improvviso che si
compone nell’incompleto puzzle dei suoi ricordi. Ombre fugaci di figure che si
incontrano, si
scontrano in una sinuosa danza tra vita e morte…
L’immagine di un ragazzo che
si pugnala al cuore e si accascia a terra... Hitomi, presa
alla sprovvista
da queste macabre immagini, riesce a stento a parare il colpo di Sasuke
e, con
un grappo in gola e un brivido sulla schiena, cade a terra, rimanendo
seduta
sul terriccio sabbioso dell’arena, con lo sguardo paralizzato
dalla paura e
grondante di sudore. Sasuke si ferma immediatamente e si avvicina alla
ragazza “Hitomi…
Hitomi, stai bene ?!?”
chiede preoccupato. La ragazza
si rialza ma il suo
sguardo rimane paralizzato nel
vuoto. “Ehm si… Tutto bene !!”
respira profondamente,
chiudendo e riaprendo gli occhi. Non capisce bene cosa sia successo, ma
deve
capire. “Senti, io devo
fare… una cosa. Tu continua ad
allenarti. Torno fra poco”. Sasuke annuisce ancora
preoccupato. Hitomi corre verso
l’entrata del corridoio principale, gira in una
svolta a destra e poi verso sinistra, fino ad una porta con il cartello
“Non
entrare. Esperimenti in corso”. Il laboratorio di Kabuto.
Durante gli
esperimenti, nessuno poteva entrare in quella stanza, nemmeno
Orochimaru, perché
era una stanza ad alta
esposizione di radiazioni. Solo
Hitomi aveva il permesso esclusivo e speciale di entrare a piacimento,
perché grazie
al suo potere di Hokami, godeva di
un kekkai
potentissimo che la proteggeva continuamente. Hitomi apre quindi la
porta e la
richiude alle spalle. Kabuto era concentrato ad analizzare un cadavere.
Osserva
una cartella ed esamina il torace aperto a metà. Si volta e
nota Hitomi in
quello stato di agitazione.
“Hitomi… Cosa c’è ??” chiede Kabuto
preoccupato. “Stai bene ??”
Hitomi sospira e inizia a spiegare cosa è successo
“Credi sia un frammento
della tua memoria ?” Hitomi annuisce lentamente. Kabuto mette
una mano sulla
spalla della ragazza. “Sai che devo dirlo ad Orochimaru ?
Dopo la storia di Kimimaro che ti ha detto della tua natura, sono
obbligato a riferirgli tutto ciò che ti riguarda”.
Hitomi annuisce
silenziosamente “Tranquilla. Stasera scatta il piano.
Preparati.”
Kabuto si dirige presso la stanza di Orochimaru, che
stava leggendo alcuni documenti su nuove cavie
Kabuto
si dirige presso la
stanza di Orochimaru,
che stava leggendo alcuni
documenti su nuove cavie. Alza lo sguardo, notando Kabuto
–Orochimaru-sama,
sono stato appena informato che Hitomi ha iniziato la fase di recupero
della
memoria…- Orochimaru si alza in piedi allibito
–Che cosa ?!?!-
domanda allibito –Si… dice che ha appena ricordato
piccoli frammenti di
memoria. Poco importanti, ma comunque
considerevoli…-
Orochimaru sospira e si siede di nuovo, assorto nei suoi pensieri
–è giunto il
momento. Hitomi purtroppo è diventata troppo pericolosa da
tenere qui. Domani
mattina all’alba ci sbarazzeremo di lei. Hai abbastanza
materiale per poter
creare un medicinale che sopprima momentaneamente
l’Hokami- Kabuto rimane nel suo doloroso silenzio, annuendo.
Orochimaru sorride
soddisfatto e ordina di preparare alcune dosi. Kabuto annuisce e si
congeda,
uscendo dalla camera di Orochimaru.
Hitomi,
sdraiata sul letto in
attesa dell’arrivo di Kabuto, sospira e osserva
pensierosa il soffitto. “Cos’erano
quelle immagini… Chi
è che si pugnalava al petto ??”. Chiude gli occhi,
rivivendo ancora quelle
immagini, nitide e impresse nella sua mente. Alla porta qualcuno bussa
all’improvviso,
facendo cadere Hitomi dalle nuvole e alzandola in piedi
–Ehm… si, avanti !!-
dice, sperando che Kabuto le porti qualche buona
notizia. Ma non
è Kabuto –Sasuke…- chiede quasi
delusa. Il ragazzo sospira
tristemente –Va tutto bene?
Ti ho aspettato per tutto il pomeriggio, ma non sei tornata…-
-Si,
scusa, sono stata da
Kabuto a farmi visitare perché non mi sentivo molto bene-
Sasuke sorride
leggermente rassicurato e si guarda attorno, quasi con fare
imbarazzato. –Ehm…
Ma ti disturbo ? Stavi
aspettando qualcuno ?- Hitomi nega
con un cenno di capo, mentendo al ragazzo e lascia
sedere il ragazzo su una sedia dinanzi a lei. I due rimangono un poco
in
silenzio. Sasuke sospira, sbuffa, apre la bocca nel tentativo di dire
qualcosa,
ma la richiude subito; chiude gli occhi, sospira e poi li riapre.
Intanto
Hitomi, soprappensiero su dove possa
essere Kabuto e
come sia andato il colloquio con Orochimaru –Sai…
Volevo dirti… una… cosa-
inizia a parlare Sasuke, risvegliando Hitomi dal suo mondo dei sogni
–Eh, si…
dimmi !!- rivolge lo sguardo verso il ragazzo, leggermente imbarazzato.
–Io… tu…-
tenta in tutti i modi di riuscire a far uscire quelle parole dalla sua
bocca.
Hitomi lo osserva incuriosita, aspettando le sue parole.
All’improvviso, a
rovinare l’atmosfera, entra nella stanza Kabuto. Hitomi e
Sasuke si alza
immediatamente dai loro posti, rivolgendo lo sguardo verso il nuovo
arrivato –Finalmente,
ti stavo aspettando-
dice Hitomi, avvicinandosi a
Kabuto. Lui rivolge lo sguardo verso il giovane Uchiha, fissandolo
seriamente –Sasuke,
io e Hitomi dobbiamo
parlare in privato- Sasuke
annuisce silenziosamente, con il volto basso, esce dalla stanza e
chiude la
porte alle sue spalle. Kabuto sposta lo sguardo ora verso Hitomi
–Ho parlato con
Orochimaru. Ha appena ordinato la tua
esecuzione per domattina all’alba-
-Non
perde tempo, eh?-
commenta seccata, incrociando le braccia –Comunque stasera
devi scappare altrimenti finirà il tuo di tempo- risponde
seriamente,
risistemandosi gli occhialetti tondi
–Com’è il piano?- chiede tornando seria
–Bene…-.
I due iniziano a parlare sottovoce sulle modalità del piano
di fuga di Hitomi.
Quella
sera, intorno mezzanotte.
Hitomi seduta ad un angolo della stanza,
in attesa di poter
uscire. Il sonno prende lentamente
sopravvento, chiudendo poco a poco gli occhi della ragazza. Dopo pochi
minuti,
qualcuno bussa alla porta. Hitomi si alza all’improvviso e
corre ad aprire.
Kabuto, con il volto incappucciato, l’aspetta alla porta
–Finalmente !!-
dice Hitomi a bassa voce per non farsi sentire. –Purtroppo
ho dovuto controllare tutta la zona. Ho fatto inalare del sonnifero
nella cena
di tutti e ora dormo e dormiranno
senza problemi fino
a domani mattina. Ma
Orochimaru digerisce poco i sonniferi,
quindi dovrai fare moltissima attenzione affinchè non si
svegli. E ora corri e
buona fortuna!-. Kabuto abbraccia Hitomi e la
lascia andare, seguendo con lo sguardo la sua ombra che si allontana
per
sempre.
Hitomi
corre velocemente
lungo il corridoio, verso l’uscita che aveva
da tempo
desiderato e atteso. La sua fuga prosegue senza problemi. Gira un paio di svolte finchè non
si blocca. Rimane ferma al
centro del corridoio. Una leggera brezza accarezza i capelli mori della
ragazza. Dinanzi a lui, ritto ad attenderla ecco Sasuke. Volto serio, braccia incrociate e con
indosso l’abito tanto odiato
da Hitomi –Cosa fai qui ?- chiede Hitomi furiosa
dall’interruzione. –è la
stessa cosa che dovrei chiederti anch’io- risponde seccamente
Sasuke. Mai come in quel momento era
stato tanto simile a Hitomi.
Nell’espressione, nell’atteggiamento, nel tono di
voce. –Lasciami
passare- ordina gelida Hitomi. I due si scrutano
intensamente –Perché vuoi
andartene?- chiede Sasuke, rimanendo nella sua freddezza che
però nasconde una lieve preoccupazione.
–Che t’importa
? Lo so che il tuo scopo è Orochimaru. La mia
fuga ti agevolerà le cose
e potrai uccidere Itachi- dice con tono più seccato e
furioso. –Invece
sono cambiato. Voglio che sia tu ad allenarmi e
voglio anche…- abbassa lo sguardo, arrossendo. Ora spera di
riuscire a
terminare ciò che Kabuto aveva
interrotto. Hitomi
scoppi a ridere, ma con moderazione per non svegliare qualcuno. Sasuke
la
osserva curioso e anche stizzito
–Cosa ci trovi di
divertente in tutto ciò ??- Hitomi cerca di controllarsi,
riuscendo a parlare –Sai,
questa sembra la scena che mi hai raccontato. Quella della tua fuga e
della tua amica che per
non farti partire disse addirittura che ti
amava… Che cosa patetica- riprende a ridere e poco dopo
finalmente smette –Sai,
adesso siamo in una situazione contraria. Io sto per fuggire e tu fai
di tutto
per impedirmelo. Purtroppo la fine sarà
la stessa di quella
volta…- Hitomi inizia a correre contro Sasuke,
probabilmente evitandolo
all’ultimo momento con qualche sua mossa improvvisa.
–No !!!
Non ti permetterò di andare via !!!!- gli urla Sasuke,
andando incontro alla
ragazza. Anzi no.
Andando incontro alla sua trappola.
Hitomi lo schiva, spostandosi sulla sinistra e tirando un gancio con la
destra
nello stomaco di Sasuke. Il ragazzo si piega in due dal dolore. Cade a
terra,
vomitando alcune gocce di sangue. –Cos…- Non
riesce a parlare. Il sangue
comincia a raggrumarsi sulla gola e a stento riesce a sputarlo. Hitomi,
alle
sue spalle, guarda fredda e impassibile il ragazzo che si attorciglia
dal
dolore. –Sasuke… Questo sarà
un finale diverso…- Sasuke alza
la testa guardando negli occhi Hitomi.
–Co…cosa… in-inte…ndi ?-
balbetta a
bassa voce. –Io non ti dirò che sei
insopportabile. Ma
non ti dirò nemmeno grazie-. Detto ciò volta le
spalle al ragazzo e si
allontana –Hitomi !!!-
urla con le poche forze
rimaste. Hitomi si ferma ma
non gli volge le sguardo. –Ti
prego… Io… ti…-
-BASTA
!!!-
urla Hitomi stufa di quella patetica scenata –Te
l’ho detto. Questo finale è
stato già scritto. Non puoi e non devi fermarmi, se
è vero quello che provi per
me…- volge lo sguardo a Sasuke, con un sorriso dolce e
tranquillo. –Arrivederci,
Sasuke Uchiha- Le sue parole riecheggiano dolcemente per il corridoio,
mentre
il suo volto e la sua ombra scompare senza
lascia
traccia. Sasuke vorrebbe piangere ma
non ci riesce.
Vorrebbe urlare ma non
ci riesce. Vorrebbe soprattutto
seguirla. Ma non ci
riesce. Sasuke rimane a terra,
immobile nella sua disperazione. –Doveva
andare così…- dal
buio appare la figura di Kabuto che osserva pietoso il dolore del ninja
–Perché…-
fievoli parole escono dalla bocca del ragazzo, perdendo i
sensi.
Kabuto raccoglie il ragazzo
e lo riporta nella sua stanza. Pulisce le tracce della fuga e controlla la
situazione.
-Fortunatamente nessuno ha
notato nulla e nessuno si è svegliato…-. La mattina seguente Sasuke si
risveglia di colpo nel letto urlando –Hitomi !!!-. Si
guarda attorno ma non vede nessuno. Solo la sua buia e
oscura camera. Sospira. Scende dal letto –è stato solo
un sogno…-. Esce dalla stanza e nota alcuni ninja all’interno e fuori la camera
di Hitomi, mentre altri corrono un po’ dappertutto lungo il corridoio –che sta
succedendo??- chiede guardandosi attorno.
-Ben svegliato, mio caro-
risponde Orochimaru, avvicinandosi a lui da un lato con calma e inquietante
tranquillità. Sasuke si gira e nota l’uomo che a prima vista non riconosce: infatti ha appena cambiato corpo per poter allenare al
meglio il ragazzo –Orochimaru…- dice a bassa voce –che sta succedendo ??-
chiede stizzito e preoccupato.
-Ratti…- risponde lui con
un sorriso diabolico e maligno –Ratti ??- replica
Sasuke non comprendendo le parole dell’uomo. –Ratti. Un sudicio ratto che avevo come cavia è riuscito a fuggire nella notte ma i miei
uomini l’hanno inseguito immediatamente e soppresso- risponde Orochimaru con un
sorrido di diabolica soddisfazione e cupa compiacenza, sottolineando le ultime
parole con la voce. –Seguimi e vedrai tu stesso di cosa si tratta…- continua a
dire, facendo strada a Sasuke lungo il corridoio, fino ad arrivare alla porta
del laboratorio di Kabuto. Orochimaru bussa alla porta e Kabuto immediatamente
apre ai due. Il suo volto angosciato e disperato,
macabramente velato nella sua maschera di pura indifferenza, modella da
Orochimaru stesso. Per la prima volta quella maschera, leggermente
scostata dal volto, mostra la sua amarezza per ciò che era
successo. I due entrano nel laboratorio, dove Sasuke aveva
tanto visto Hitomi lavorare su cadaveri e sperimentazioni umani insieme
al suo “fratellone” Kabuto. Lì, in quella gelida stanza, file di uomini lottano tra la vita e la morte, in nude barelle,
con solo un velo a coprire la loro insana morte. E, in fondo alla stanza, un grande letto dove per due mesi era rimasto vuoto e prima
ancora ospitato dal giovane Kimimaro. E ora, in quel
letto freddo, un corpo giace privo di vita, con un velo bianco che ne copre il
volto. I tre si attorniano al letto. Orochimaru sorride felice, con un espressione di soddisfatta ma non meritata vittoria.
Kabuto osserva quel corpo nascosto con un’indifferenza che invano tenta di
sopprimere il dolore e la frustrazione. Invece Sasuke osserva i solchi che forma il corpo con il velo sperando, desiderando,
immaginando, sognando di tutto, tranne di vedersi davanti la certezza che ora
non potrò mai più dichiarare quel sentimento a lui nuovo e sconosciuto, dopo
aver assaporato per anni solo odio e vendetta.
-Prego,
puoi togliere il velo- annuncia
Orochimaru a Kabuto. Lui annuisce silenziosamente e scosta il velo dal volto.
Sasuke rimane prima paralizzato poi chiude gli occhi e alcune lacrime calano
lungo gli zigomi del ragazzo. Hitomi, nel suo gelido candore
cadaverico, i capelli mori che circondano il volto. Nuda, nel petto
ancora coperto dal velo, si notano le cicatrici dell’autopsia appena conclusa.
Non è uno scherzo di poco gusto. Hitomi era davvero morta e Sasuke non poteva
farci nulla. Stringe i pugni e abbassa lo sguardo. Non vuole vedere né pensare
più a quella tetra immagine. Ma eccola che torna sagacemente a galla, dando
sempre più sconforto al giovane Uchiha –Hi…hi…hi…Hitomi… Perché ???. singhiozza tra le lacrime che
calano. Orochimaru incrocia le braccia soddisfatto,
ghignando sadicamente. Sposta lo sguardo su Kabuto che, composto e in silenzio,
soffre nella sua indifferente solitudine –Kabuto- lo
chiama, facendolo avvicinare a sé –posso parlarti in privato ?-. Il ninja
annuisce e insieme ad Orochimaru si allontana dalla
barella –Mi dica Orochimaru-sama- chiede a bassa voce, riprendendo a stento il
controllo dei suoi sentimenti. Orochimaru lo scruta
intensamente a braccia conserte, emettendo qualche smorfia a bocca chiusa –Voglio
i risultati dell’autopsia- risponde seccamente alle parole del ragazzo. Kabuto
annuisce e ritorna alla barella. Raccoglie la cartella posizionata su un
tavolinetto metallico a lato; alza lo sguardo e osserva ancora una volta la
tetra scena. Hitomi che giace nel suo candido silenzio e
Sasuke, disperato in volto, che accarezza delicatamente la fredda pelle priva
di vita ed emozioni. Sospira e torna dal Sennin che lo aspetta con quel
sorriso di soddisfatta vittoria. Kabuto sospira e apre la cartella, illustrando
il rapporto dell’autopsia –Dagli esami risulta che Hitomi sia
deceduta intorno alle due e mezza di notte. La morte è avvenuta per
dissanguamento a causa di una profonda ferita riportata durante un
combattimento contro le nostre spie… -E dimmi Kabuto…- interrompe così la
spiegazione del ninja medico –è veramente lei…?- chiede inarcando leggermente
il sopracciglio.
Orochimaru è di un carattere
particolarmente amorale: secondo lui il bene non esiste. Esiste solo il comodo sue. Ma non si può, per
questo, definirlo uno sciocco, perché anzi, Orochimaru è molto furbo e sa bene
cosa succede alle sue spalle. Motivo per cui sono sempre ben
coperte. È a conoscenza delle abilità innate e involontarie (cioè che nemmeno lei è a conoscenza di avere) di Hitomi,
dovuto al forte contatto e uso della fonte a cui attinge involontariamente il
potere dell’Hokami. E sapeva benissimo degli effetti collaterali che crea a chi le sta intorno.
Kabuto alza lo sguardo,
incuriosito dalla domanda –Bhe… certo che è lei… Ho fatto i riscontri del DNA,
le impronte digitali, il sangue… tutto !! Purtroppo… è lei- risponde chinando tristemente il capo. Orochimaru
osserva schifato la putrida pietà del ragazzo. Gli tira con forza i capelli,
alzandolo da terra –O-oro-chi…maru-sama !!- dice lui
con le lacrime di dolore –Kabuto… ti ricordi cosa ti dissi il giorno in cui ti
affidai a Hitomi ?- chiede con volto irato. Kabuto annuisce a
stento –Si… Mi…mi…Mi avevate detto… di…- deglutisce –di controllarla…-
risponde a stento e ansimando faticosamente. Orochimaru insoddisfatto della
risposta, tira con più forza i capelli di Kabuto –e ??-
chiede il Sennin, pretendendo ora la risposta giusta –e… di non…- deglutisce
ancora, mentre le lacrime gli rigano il volto –legarmi a lei !!- risponde tutto
d’un fiato. Orochimaru molla la presa, facendo cadere a terra Kabuto. Si gratta
un poco il capo dolorante e si alza da terra –E dimmi Kabuto, tu hai rispettato
il mio ordine ??- chiede serio in volto. Kabuto
abbassa lo sguardo in silenzio. Orochimaru sbuffa irato e si allontana,
fermandosi un attimo ad osservare la pietosa scena e il cadavere di Hitomi. Si
è finalmente sbarazzato di lei, ma un qualcosa in lui manca. Si sente in parte soddisfatto e in parte scontento che quel sogno di
immenso potere sia svanito così all’improvviso, di come quella ragazza dalla
provenienza sconosciuta abbia rivoluzionato lui e tutto il suo mondo perfetto,
avvicinandosi a qualcosa che nemmeno la mente umana poteva raggiungere. Ma sa
benissimo che parte del suo potere non proveniva totalmente dall’Hokami ma
anche dalla sua forza d’animo, quella forza d’animo e voglia di continuare a
vivere e lottare così potente che mai Orochimaru aveva visto
in una ragazza all’apparenza tanto fragile. E allora… Com’è possibile che giaccia
lì in una barella d’obitorio ? Hitomi, perché sei
morta ??