Comunque vada,un pezzo di te sarà sempre con me

di Piccolanessie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** -1 capitolo ***
Capitolo 3: *** -2 capitolo ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** 4 capitolo ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


                                    Quando tutto intorno non basta,prologo.
 
 
 
Una ragazza snella dai grandi occhi verdi,tendenti all’azzurro,dei semplici capelli marroni che come una cascata le ricadevano sulla schiena fino al sedere,il suo carattere non sapeva più definirlo,dall’incidente con il suo migliore amico d’infanzia,credeva di essersi persa.
Questa era Isabella Swan.
Ma aveva deciso di riprendersi,di cambiare. Il suo migliore amico,Jacob,non le avrebbe permesso di lasciarsi andare così,e lei,si sarebbe ripresa,se l’era promesso,e silenziosamente l’aveva promesso anche al suo caro Jake.
Il problema era uno solo,come si faceva?
Come poteva riprendersi la sua vita,se chi la popolava in ogni singolo momento non c’era più?
Jacob c’era sempre stato.
Erano amici di culla,si,le loro madri si erano conosciute all’ospedale,prima di partorire. Jacob era nato il 20 dicembre,Isabella il 21.
Vicini di culla,in seguito vicini di casa e infine vicini di vita.
Si consideravano così : vicini di vita.
Perché la vita volevano passarla insieme,ma non avevano mai frainteso la loro amicizia per qualcos’altro,e dati i loro diciassette anni,avrebbero potuto farlo.Ma mai l’avrebbero fatto,si consideravano fratelli ormai, Jacob era il fratello che Isabella non aveva mai avuto e Isabella era lo stesso per lui,anche se poi alla famiglia di Jacob si aggiunse un altro piccolo componente, Joseph.
Erano legati,Jacob e Isabella,così legati che Charlie,il padre di lei,spesso era geloso del loro rapporto così morbosamente stretto.
Quel giorno,quando Jacob se ne andò fu un dolore per parecchi. Tutti lo adoravano,Jacob era il classico ragazzo perfetto,piaceva ai genitori,era alto,muscoloso e abbronzato,parecchie volte Isabella era stata gelosa di lui,e se lo ricordava bene. Ma mai niente gli avrebbe fatto mettere in dubbio che alle altre,lui preferisse sempre lei.
E quel giorno,quel terribile,odioso giorno, Isabella se ne andò insieme a lui. Si sentiva vuota,persa. La sua ancora,il suo amico,il suo Jake adesso non c’era più,che avrebbe fatto? Chi l’avrebbe fatta ridere fino allo sfinimento? Chi avrebbe guardato con lei gli horror che più horror non si puo? Chi? Aveva altri amici,si,ma non erano Jacob,è il problema era tutto qui. Che anche se qualcuno avrebbe fatto le stesse cose non sarebbe andato bene comunque,perché non era Jacob a farle.
Voleva smetterla di pensarla così,voleva smetterla e ogni Mercoledì,come tutti i Mercoledi da quando lui non c’era piu,gliene parlava,si metteva li,a pulire la lapide del suo vicino di vita,e glielo diceva che non c’è l’avrebbe fatta,perché aveva un dannato bisogno di lui. Fumava,fumava li davanti per far finta che lui gli facesse compagnia mentre i suoi polmoni diventavano neri a causa del fumo,e aspettava quel dannato “Belly,sai che fumare non fa bene!” che odiava da morire,ma che in quei momenti gli mancava,voleva davvero smettere di fumare,ma ogni sigaretta era un ricordo insieme a lui. Fino a quando non sarebbe passato un po’ di dolore avrebbe continuato,avrebbe continuato perché la nicotina alleviava la sofferenza in un qualche sconosciuto modo.
Ma sapeva che non sarebbe mai passata,non avrebbe mai dimenticato il suo Jake.

 


Angolino Autrice.
Salve,quanto tempo eh?
So benissimo che devo pubblicare da un secolo l ultimo capitolo di "sono destinati ad incontrarsi per gioco,sono destinati ad amarsi per sempre" ma voglio una bomba di capitolo,e purtroppo non lo è,quindi m impegnerò e appena finirò posterò! Che giro di parole aahhaha.
Questa storia in parte è accaduta realmente,me l'hanno raccontata,il fatto dell'incidente intendo. Volevo ancora una volta trovarmi qui,a mettere nero su bianco pensieri e parole di ragazzi come noi. Spero possa piacervi tanto quanto l'altra,o forse anche di piu! Fatemi sapere,ci tengo! Bacioni!

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Capitolo 2
*** -1 capitolo ***


               


Pov. Isabella
 
23 Settembre 2013
 
Le persone corrono.
Corrono dappertutto,hanno fretta,sempre.
Ma poi fretta di che? Io sono sempre stata una ragazza molto calma,odio le cose fatte di fretta,perché sono fatte in modo superficiale,banale,di fretta per l’appunto.
Eppure quel terribile giorno di due anni fa eravamo anche noi di fretta,ricordi?
Eravamo in ritardo,i nostri ci aspettavano. Abbiamo preso il motorino,tu guidavi,io dietro di te,attaccati,come sempre. E’ stato un attimo,una distrazione,un battito di ciglia,una goccia di pioggia sull’asfalto,una botta.E via,tu sotto il sottile spazio tra il cassonetto dell’immondizia e il pavimento,io li vicino.La mia testa che sanguina,l’impatto con l’asfalto,il tuo grido d’aiuto,la mia voce che non viene fuori.
“Aiutami,per favore”
Chiedevi aiuto quando ormai era impossibile aiutarti,o meglio così mi hanno detto una volta arrivati i soccorsi.
Due ragazzi hanno alzato immediatamente il cassonetto.
Ed eri lì,la tua gamba spezzata,le braccia martoriate,sanguinante. Battevi freneticamente le ciglia,te l’avevo visto fare mille volte quando ti facevi male,e adesso che male provavi?
Ero ancora sull’asfalto,incapace di muovermi,sentivo di essermi rotta qualcosa,ma cos’erano le mie ferite quando tu eri li,mezzo vivo e mezzo..morto?
Eh? Cos’erano?
Mi hai guardato,hai sorriso,e te ne sei andato.
Te ne sei andato per sempre,te ne sei andato prima che io potessi ripeterti ancora una volta che ti volevo bene.
Perché io te ne volevo,te ne volevo davvero tanto.
Ma sei andato via,sei andato via per colpa di quella dannata fretta.
E’ mi manchi, mi manchi fottutamente tanto.
 
Ma alla fine ce l’ho fatta.
Ce l’ho fatta anche quando pensavo di non farcela.
Sono riuscita a superare le notti insonni piene di lacrime e di dolore,le notti di paura e di terrore in cui sentirmi sola era la cosa peggiore che mi stesse accadendo.
Ho superato le false amicizie,le persone che dicevano di volerti bene,e di volermi bene e poi se ne andavano,gli amori di una vita che sono finiti in un mese.
Ho dimenticato i tradimenti,gli occhi tristi,la tua morte.
Sono andata avanti.
Perché c’è un momento in cui devi decidere : O sei la principessa che aspetta di essere salvata,o sei la guerriera che si salva da sé.
Io credo di aver già scelto.
Io mi sono salvata da sola.
O almeno,questo era quello che credevo.
Voglio raccontarti quello che ti sei perso Jake,voglio raccontarti tutto,perché nonostante tu non ci sia piu,mio caro vicino di vita,ho il bisogno di raccontartelo in modo che tu possa sempre essere con me.
 
 
23 Settembre 2012
 
Oggi,sono otto mesi che Jacob non c’è più.
Ogni cosa mi ricorda lui,ogni gesto,ogni respiro.
Guardo un film,ascolto un po’ di musica,cerco di leggere e l’unica cosa che mi viene in mente è “A Jake sarebbe piaciuto” si perché io i gusti di Jacob li conoscevo bene,anche se erano differenti dai miei,e da quando non c’è più l’unica cosa che faccio e fare quello che piaceva a lui,un po per sentirlo ancora qui che mi parla,che mi sorride,a volte mi sento davvero una pazza perché gli parlo,gli parlo per ore intere,aspetto un segnale,qualcosa che mi faccia capire che lui ancora e qui,che è con me ma poi,mi do della sciocca e ricomincio a piangere.
Dovevamo andarcene insieme,Jacob,me l’avevi promesso.
 
Stavano giocando insieme,come sempre,avevano soli tredici anni,erano degli innocenti e felici bambini.
“Noi oltre ad essere vicini di culla e di casa,saremo anche compagni di vita,Belly!” il bambino dagli occhi color cioccolato fuso gli sorrideva e alla piccola Isabella bastava solo questo per esser contenta
“Certo Jake,vicini di vita!Ma se qualcuno di noi due muore?” L’innocenza dei bambini a volte fa ridere
“Impossibile,noi siamo insieme da quando siamo piccoli così –indicò con la mano la piccolissima misura- siamo nati insieme,e moriremo insieme,no?”e la piccola sorridendo gli disse solo che aveva ragione.
 
Il tuo ragionamento Jake,non faceva una piega.
Eravamo insieme anche quel giorno,perché te ne sei andato senza di me?Eh?
Il viso straziato e dolorante di Jacob mi torturava dalla notte dell’incidente,erano poche le volte che riuscivo a dormire tranquilla,senza rivedere tutta la scena davanti a me.
Oggi sarei andata a trovarlo,era Mercoledì e avevo deciso che ogni settimana,in quel giorno,ci sarei andata,da otto mesi facevo così e l’avrei fatto per sempre.
“Fiori nuovi Jake,ti piacciono?” posai i fiori vicino alla lapide del mio migliore amico,mi sedetti li davanti a gambe incrociate e come ormai d’abitudine inizia a parlare.
“Sai,stanotte ti ho sognato di nuovo. Non era il solito incubo,stanotte ridevi e io non capivo perché,e m’incazzavo,come prima.Quante volte abbiamo litigato,eh? Quante? Ma com’è che adesso mi mancano anche le nostre discussioni? Ho bisogno di te Jacob! Ho un dannato bisogno di te.”
Un colpo di vento mi fece rabbrividire,ormai le lacrime mi rigavano le guance,e io ero stufa di sentirmi così vuota,così stanca così me ne tornai a casa pronta a fingere che tutto andasse bene,ma l’avevano capito tutti che non stavo bene per niente.
I giorni passavano,la scuola mi aveva stancato,troppa gente che chiedeva le solite cose,i professori a cui facevo pena e le ragazze che mi deridevano.Infondo a scuola non avevo nessuno a parte Jake,noi ci isolavamo dal resto del mondo,c’eravamo solo io e lui quindi nessuno voleva parlare con la triste e depressa Swan. Cominciavo a non poterne più. Mamma e papà erano preoccupati e i genitori di Jacob volevano cambiare casa “Ci ricorda troppo il nostro ragazzo,abbiamo deciso d’andarcene,qualcuno ha già comprato la casa” così aveva detto Billy Black,che era praticamente il mio secondo padre a Charlie.Non potevano andare via,non ancora,loro erano parte integrante della mia famiglia.
“Bella,non prenderla male,resteremo in contatto,sai quanto Joseph tenga a te,ha già perso un fratello,non potremo mai fargli una cosa del genere” già,Joseph,JJ (jacob junior) si perché assomigliava dannatamente a suo fratello.
“Belly,Belly!Verrai a trovarci spesso vero?” Belly.
Solo lui e Jake mi chiamavano così.
“Che domande fai,JJ,certo!” e persi tra vari discorsi passò un’altra giornata.
Nei giorni successivi andai a casa Black,nella camera in cui ero cresciuta,nella camera in cui avevo riso,pianto,mangiato fino a scoppiare,la camera di Jacob. Katy,sua madre,mi aveva preteso che prendessi tutto quello che volevo,desiderava che avessi io le cose di Jacob,e io l’avevo ammirata per questo.Varcai la soglia di quella camera che tanto amavo e detestavo,tutto era esattamente come otto mesi fa,non avevano toccato niente. C’era ancora il mio smalto azzurro,li,sulla scrivania piena di libri,cd e vecchi pennarelli,passai la mano sulla macchia azzurra
 
“Belly fa schifo quel colore!Su di te sta malissimo” il ragazzone glielo diceva sempre che l’azzurro non le donava,era troppo chiara lei,aveva bisogno di colori forti,come il nero,il giallo,il blu,oh!Quanto adorava quando metteva qualcosa di blu,diceva che le stava d’incanto addosso
“Senti!Non rompere è nuovo e poi mi piace!Dai!Guarda meglio,è carino” non se la prendeva più ormai,sapeva che lui le avrebbe sempre detto ciò che pensava e questa cosa le faceva piacere! Ma a lei quel colore piaceva.
“Seeh!’Na favola!” Le urtò il braccio e lo smalto si rovescio sulla scrivania
“Quanto sei coglione Jacob Black?Guarda! Hai rovestciato tutto!” lui intanto se la rideva sul letto per la faccia sconvolta della sua migliore amica
“Si,ridi ridi,vedremo quanto riderai quando tua madre se ne accorgerà!” e ad un tratto smise di ridere e ad incominciare fu lei.
 
 
Un sorriso le sfuggì dalle labbra,come avrebbe fatto senza il suo consulente personale? Aveva smesso con gli smalti,erano ancora un tabù da quando lui non c’era più. Aveva anche smesso di giocare a calcio,e lei amava giocare a calcio,glielo aveva insegnato lui quando avevano sette anni,e non avevano più smesso.
Prese un paio di magliette,quelle che lui non le avrebbe mai prestato “ti pare che ti do le mie magliette?non ci penso assolutamente,non me le ridaresti più,lo so già!”  e aveva ragione, non avrebbe più potuto ridargliele ormai,le annusò,sapevano di Jacob,sapevano di tutto quel che era stata la sua vita.Staccò le fotografie sulla parete,prese la cornice dal piccolo comodino,erano tutte foto di loro due insieme,dalla culla fino ad otto mesi fa,prese persino i suoi profumi,i suoi cd e un paio dei suoi pantaloncini.Poi troppo scossa dai singhiozzi,salutò JJ e Katy,e se ne tornò a casa con i ricordi che avrebbe conservato con sproporzionata cura.





Autrice : 

Scusatemi, volevo avvertivi che ho cambiato il nome,si. Lo trovo più adatto alla trama,e con quello che accadrà! Aspetto sempre i vostri pensieri nelle recensioni! Grazie. Pn.

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Capitolo 3
*** -2 capitolo ***




             




I giorni passavano,nei cambiamenti di temperatura,la gamba che le si era rotta nell’incidente,le faceva male,e soffriva.

Non era solo per il dolore fisico,era piuttosto la sensazione di smarrimento ad affogarle il cuore. Sentiva il respiro mozzarsi nel petto ad ogni singhiozzo e poi lo stomaco contorcersi come a voler uccidere qualcosa.Avrebbe preferito mille e mille pugni ancora,piuttosto che i pensieri che le solcavano il viso di lacrime.
Ma era uno stupendo Giovedì mattina,a Forks,e il sole stranamente batteva sui tetti delle case.
Adesso si ripeteva che sarebbe andato tutto bene,prima o poi.
Doveva solo crederci.                         
Crederci,anestetizzare il dolore e alzarsi dal pavimento freddo.
 
 
Pov. Isabella
 
I Black si erano ormai trasferiti,quel trasferimento l’avevo preso come l’ennesima perdita,mi avevano portato via anche Joseph e la casa in cui mi rifugiavo nei giorni in cui,a causa dei pianti isterici,non riuscivo a respirare.
Erano giorni che a Forks c’era il sole,il che era piuttosto strano,non era mai successo che per due giorni di seguito ci fosse il bel tempo,non da quando ero nata per lo meno.
Come tutti i giorni da otto mesi i miei pomeriggi erano vuoti,non sapevo che fare per non affrontare i ricordi,per non pensare a nulla che riguardasse Jacob,ma,tra le varie parole nelle righe,qualcosa,me lo ricordava sempre.Mamma e papà hanno smesso di chiedermi come sto,hanno smesso di parlarmi del tutto a dirl la verità,sono arrabbiati e continuano con la solita ramanzina.
Devi andare avanti. Lui non c’è più.Jacob non avrebbe voluto vederti così” eccetera.
Non ho mai pensato il contrario,so che dovrò andare avanti prima o poi,so che lui mi avrebbe presa a calci se avrebbe visto lo stato in cui sono,ma il mio corpo,il mio stato mentale si rifiuta a reagire,ancora.
E cazzo,so anche che il mio migliore amico,mio fratello,il mio vicino di vita,non c’è più.
Già,Isabella,non c’è più.
Tutto intorno inizia a girare,una fitta alla testa m’impedisce di fare qualsiasi cosa e il petto mi fa dannatamente male,il respiro si fa affannoso,le lacrime mi bagnano le guance,eccolo,il mio giornaliero attacco d’asma.Prendo il piccolo tubetto che mi salva tutti i giorni,un click,non passa,due click,l’aria inizia a passare regolarmente nei miei polmoni,la gola mi si libera e il respiro torna normale.
Vado a prendere un po’ d’acqua giù in cucina,quella dove io e Jacob passavamo più tempo da piccoli,a mia madre piaceva cucinare e noi eravamo golosi da impazzire. Passavamo ore a cucinare con mia madre,o almeno a tentare di aiutarla e a mangiare quello per cui ci eravamo impegnati. Aprii il frigo sperando di trovare una lattina di Red Bull,si,di solito facevo la scorta di quelle,amavo quel suo gusto dolciastro di caramella alla fragola.
 
I ragazzi erano in un semplice Bar,avevano appena finito di studiare,o meglio,Jacob aveva appena finito mentre Isabella chiacchierava al telefono con Michelle,una loro compagna di scuola.
“Che prendi Belly?”
“Una Red Bull,Jake!” Il ragazzo storse il naso.
“Ma sei sicura?Fa schifo quella roba, e poi lo sai che è fatta con..”
Si avvicino al suo orecchio in modo che il barista non sentisse.
“Sperma di toro” gli sussurrò ridacchiando.
“Jake,ti stai illudendo se pensi che il fatto che ci sia un po’ di sperma mi faccia cambiare idea,amo quella bibita!”
Il ragazzo rimase senza parole per un secondo,le altre ragazze avrebbero urlato un “che schifo” ma la sua Isabella era una dura,e infondo le voleva bene anche per quello.
 
 
Una fitta allo stomaco le impedii ancora una volta di prendere la lattina,poteva anche una cosa così insignificante essere così importante?
 
“Hai intenzione di stare ancora molto davanti a quel frigorifero?”
La voce di mia madre mi arrivò da dietro.
Mi girai cercando di ricacciare indietro le lacrime che minacciavano di uscire.
“Oh,tesoro”
Mia madre mi abbracciò soltanto,come se avesse capito che qualcosa,in quel preciso istante mi stesse uccidendo.
Dentro urlavo,mi dimenavo,cercavo un disperato aiuto,ma fuori,oh,fuori era tutta un’altra storia,non cercavo nessun aiuto,cercavo di sollevarmi da sola,senza riuscirci ovviamente.
Nonostante tutto ricambiai l’abbraccio,che colpa aveva mia madre se Jacob se n era andato?
Prese ad accarezzarmi i capelli,m’intenerii quel gesto,anche lui mi accarezzava i capelli quando mi abbracciava.
“Lo faceva sempre anche lui mamma” singhiozzai,mia madre mi strinse più forte.
“Mi manca mamma!E lo so,lo so che devo riprendermi,ma è dura. Lui non c’è più,ma io sento ovunque!” I singhiozzi mi facevano male al petto,avevo parlato a voce alta con qualcuno di lui,del mio dolore che non accennava ad andarsene.
Mia madre di risposta pianse,pianse con me.
Ci accoccolammo sul divano per un tempo infinito,alla fine fu lei a rompere il silenzio interrotto solo dai singhiozzi.
“Bambina mia,mi sento così inutile” e quelle parole mi sembravano più vere che mai,amavo mia madre senza alcuna misura,ma era inutile,tutto quello che facevano era inutile.Niente mi faceva bene,ma il problema non era nessuno,l’unico problema ero io e il mio dolore che doveva essere eliminato,o perlomeno alleggerito.
Nei giorni successivi non successe nulla di particolare,il prof. Puliafito,l’insegnante di storia ci aveva avvertito che tra un paio di giorni sarebbe arrivata una nuova alunna,e infatti neanche una settimana dopo arrivò.
Una ragazza dai corti capelli ramati,si presentò in classe,era bella,un po’ più bassa di me,e dalla sua presentazione sembrava simpatica. Ma non m’importava,presto avrebbero avvertito anche lei ad evitare la depressa Swan,quindi neanche avrei provato a parlarci. Quello che non avevo pensato era che l’unico posto disponibile in classe era quello accanto a me,il posto di Jake,erano compagni di banco praticamente dall’asilo.
La ragazza,Alice aveva detto di chiamarsi, si avvicinò a lei.
“Ciao,posso sedermi?”
Avrebbe voluto urlargli che no,non poteva sedersi,perché quel posto era di Jake da quando avevano iniziato a frequentare quel liceo,che li, sul banco c’era inciso –Jake + Belly-  e che no,non poteva rubargli anche quel piccolo pezzo di lui,invece annui debolmente,senza pronunciare alcuna parola.
 
Un noiosissimo giorno di scuola,erano due anni ormai che frequentavano quel liceo,e che ogni singolo giorno prendevano sempre il solito banco,lei vicino alla finestra perché diceva che dopo un po’ la stanza puzzava,che aveva bisogno d’aria pulita,e lui dalla parte interna.
“Belly,sono due anni che ci sediamo qua,che ne dici scriviamo qualcosa che ci ricordi che il banco è nostro?”
Jacob aveva sempre idee idiote,ma almeno questa era carina.
“E che vuoi scrivere? Proprietà di Jacob Black e Isabella Swan?” a lei faceva ridere,come sempre d’altronde.
Ad un tratto lo vide scrivere con un semplice paio di forbici.
“Jake + Belly,sei banale Black”
Ma in realtà adorava quella parte dolce del suo stupido,enorme migliore amico.
 
 
 
 
 
Angolino autrice :
Il capitolo non è perfetto,volevo di meglio,ma sono riuscita a sfornare solo poche cose. Non è un periodo dei migliori.
Spero vi piaccia tanto quanto l’altro.
Un grosso bacione!

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***






Isabella non aveva mai niente da fare a scuola,se non stare attenta,riguardare la loro scritta sul quel banco consumato e pensare ai vecchi ricordi con il suo vicino di vita.

Ma quel giorno,quel giorno avrebbe avuto da fare perché la ragazza con cui lei non voleva neanche sforzarsi di parlare,invece,era decisa a parlare in continuazione e forse,dopottutto,alla nostra Isabella un po di chiacchere non avrebbero fatto male.
Non più di quanto le faceva male sentirsi costantemente sola,perche infondo era quella la cosa peggiore,lei era rimasta sola.Tutto ciò che aveva era Jacob e gli era stato portato via.Si ripeteva che Dio era un egoista,che prendeva con se le persone migliori,sua nonna,zia Sue,Jacob. Ed era immensamente arrabbiata perché nessuno sembrava capirla,tutti a dirle di riprendersi,di andare avanti ma nessuno che le spiegasse come fare.
Una volta a Katy,la madre di Jacob,l’aveva chiesto,e lei le aveva risposto sorridendo che Jacob era ancora con lei,che lo sentiva,ma soprattutto che lei doveva andare avanti per Joseph.E lei? Isabella per chi doveva andare avanti? Per papà che lavorava tutto il giorno? Per mamma che l’unica cosa che sapeva fare era abbracciarla?Per chi Isabella doveva farlo?
Con il passare del tempo lo capì,doveva andare avanti per se stessa.
 
 
 
Pov Isabella.

Alice Charleston,così si chiamava la nuova ragazza che da più di quarantacinque minuti ripeteva come fosse diversa Forks da New York,faceva battute simpatiche,avevo anche riso ad un paio,era simpatica in fondo,ma rimpiangevo il fatto che forse ancora non ero pronta per nuove amicizie.
“Ti va,si insomma,io non conosco nessuno,mi chiedevo se possiamo passare il pomeriggio insieme!Ma magari sono invadente,scusami,lascia stare!” mi aveva posto la domanda ma prontamente si era risposta da sola.
“Alice,Alice,frena.Per me va bene!” Parlai a bassa voce in modo che il prof. Non potesse sentirmi.
Le altre ore passarono tra una chiacchiera e l’altra.
All’uscita la piccola ragazza nuova,mi stupii ancora.
“Scusa,lo so che è dalla prima ora che ti stresso,ma i miei non ci sono tutto il giorno e mi chiedevo,si insomma,se volessi venire adesso via con me,non mi va di stare sola,e tutto così nuovo per me” La capii,a me non era per niente nuovo sentirmi sola.
“Non sei una specie di psicopatica che tenterà di uccidermi,vero?” era la prima battuta dopo mesi,mi sentii fiera di me in un certo senso.
“Isabella Swan,allora sei più simpatica di quanto tu mi abbia fatto credere in queste ore” risi,risi di gusto. C’era qualcosa di speciale in quella ragazza,me lo sentivo.
“Andiamo,prima che cambi idea Charleston!” .
La segui con l’auto che i miei genitori mi avevano comprato dopo l’incidente,una semplice mini cooper rossa. La casa di Alice non era come me l’aspettavo,immaginavo qualcosa di eclatante,di eccentrico,e invece era una semplice villetta azzurra a due piani,all’interno però,e questo lo constatai durante il tour che Alice mi fece fare,era meravigliosa. La sua camera era di un semplice bianco,il letto era enorme e..rotondo. Avevo un debole per i letti rotondi,erano bellissimi.
Vedevo Alice litigare con la sua borsa,cercava qualcosa
“Scusa,e che le mie borse sono sempre un casino” era impacciata ma aggraziata allo stesso tempo. Aveva un enorme cabina armadio “sono una patita di moda” cosi si era scusata.
“Allora Isabella,voglio sapere tutto di te,voglio che ci conosciamo!Credo che potremmo diventare ottime amiche,non sembri come le altre di questa scuola,come la Stanley per esempio,che idiota quella ragazza!” Jessica Stanley era la più bella della scuola,almeno dicevano,a me sembrava parecchio bruttina ma il tutto è soggettivo,sta di fatto che faceva il filo a Jacob prima dell’accaduto e Jacob non se l’era mai filata,a lui piacevano le ragazze semplici,come quella Leah che stava frequentando,anche lei pianse tanto al funerale.
“Beh,in realtà non mi piace parlare di me…” lei rispose con un “oh” appena sussurrato,decisi di rimediare
“Ma mi piacerebbe che mi chiamassi Bella,Isabella è troppo lungo” Mi sorrise di risposta.
“Ok,allora che ne dici se ti parlo un po’ di me?Poi deciderai tu se vuoi parlare,o meno,d’accordo?” io annuii soltanto,consapevole che non l’avrei fatto.
“Allora,mi chiamo Alice,ma fino a qui ci siamo,no?Mi sono trasferita a Forks perché i miei genitori non sopportavano più di stare a New York,tu dici : “Ma chi non sopporterebbe di stare nella grande mela?” Beh,i miei. Mio padre è un tipo molto alla mano,dice sempre la cosa giusta,è iperattivo e parla in modo così veloce che ti sconvolge!” a quell’affermazione risi,chissà se Alice si era resa conto che era la stessa cosa che faceva lei..
“E’ un archittetto,come mia madre.
Oh,lei è un po’ più fredda e distaccata,ma non gliene facciamo una colpa,non è sempre stata così..Sai Bella,io non sono figlia unica,almeno,non lo ero. Mio fratello è scomparso,otto anni fa circa,io avevo solo otto anni.Lui era il mio secondo padre,il mio migliore amico,il mio compagno di giochi,mi proteggeva da qualsiasi cosa,aveva quindici anni, andò ad una festa ma non rientrò più a casa.” Rimasi sconvolta dalla notizia di Alice,suo fratello era scomparso da otto anni,e lei sorrideva tranquillamente come se non fosse successo niente,ed io non riuscivo a riprendermi dalla morte del mio migliore amico,che razza di debole che sei Bella.
“Mi dispiace Alice..io..non so che dire” ed era vero,sapevo cosa si provava a perdere una persona,ma lei,dopotutto poteva avere la possibilità di ritrovarlo,invece io,Jacob,l’avevo visto per terra morto,spento.
“Oh beh,sono passati tanti anni,è stata dura,pensavano che potessi non riprendermi mai più,ma c’è l’ho fatta,l’ho fatto per i miei genitori che erano più distrutti di me,per mia madre che ha pianto per anni e che lo fa ancora oggi,ed anche per lui,perché se non fosse scomparso,se non c’è l’avesse fatta da solo in questi anni,so che Edward avrebbe voluto che io fossi felice. Ed è anche per lui che sono qui a sorridere e a raccontarti quanto fosse speciale il mio fratellone”
Aveva gli occhi lucidi..
“Il mio migliore amico è morto,nove mesi fa..”
 Mi uscii letteralmente di bocca. Lei si era confidata con me che ero quasi una sconosciuta,perché in fondo ci conosciamo da poche ore.Ma io non posso parlarle di Jacob,o posso?Mi guarda come a voler sapere di più.
“Si chiamava Jacob,ci conoscevamo da sempre,e non lo dico perché ci conoscevamo da tanto tempo,lo dico perché siamo nati a pochi giorni di distanza,eravamo vicini di culla,di casa e vicini di vita. Era una cosa tutta nostra questa.Jacob aveva la nostra età,era sempre solare,sapeva cosa dire in ogni momento,era sincero,anche troppo a volte,ma era perfetto così com’era,ed era quello di cui avevo sempre avuto bisogno.Ma un giorno,abbiamo avuto un incidente,eravamo di fretta,i nostri genitori ci aspettavano,è stato un attimo,lui non c’è l’ha fatta,e ancora non mi capacito di questo,eravamo insieme dannazione,perché lui no e io si? Che diavolo avevo io più di lui?L’ultima cosa che ricordo di Jacob e che mi ha sorriso,aveva il corpo martoriato,il sangue che fuoriusciva dalle ferite,ma mi ha sorriso per rassicurarmi,classico di Jacob. Il suo viso mi tormenta tutte le notti. A lui saresti piaciuta,sai? Lui adorava chiacchierare,e sempre stato più loquace di me,piu simpatico. Mi manca,mi manca tantissimo Alice.” Avevo raccontato il tutto ad una sconosciuta che mi aveva raccontato altrettanto di se.
“Posso capire come ci si sente a non aver più chi faceva immensamente parte della tua vita quotidiana,non ti dirò che passa Bella,non lo farò perché è una bugia,il dolore si alleggerisce,e una ferita è per quanto tu cerca i cerotti per alleviare il dolore,continua a fare male. Ma ci si abitua,ci si abitua all’assenza.” Sorrideva debolmente,mentre io avevo sol voglia di piangere.
“Beh basta con i discorsi tristi,che ne dici se entrambe ci aiutiamo?Insieme sarebbe più facile,e un amica a dirla tutta mi farebbe più che bene” Era veramente incredibile come cambiava umore cosi facilmente.
“Tutti mi consigliano uno psicologo per sboccarmi nuovamente con la gente,ma non ho tanto bisogno di un medico quanto di una persona che abbia una ferita simile alla mia”
Finì cosi la nostra chiacchierata triste,infinita,ma importante.
I mesi successivi li passammo insieme,trovai in Alice un’amica speciale,trovai in lei c’ho che avevo trovato tempo fa con Jacob,e questo mi rassicurava.
I Mercoledi,come gli altri,li passai con Jacob al cimitero.
"Sai Jake,forse un opportunità questa tua pazza migliore amica che ti voleva un gran bene,c'è l'ha."

 

 

Angolo autrice :

Hola,mie cari (: Scusatemi il ritardo,sono la solita ritardataria. Spero che il capitolo vi piaccia (:

Grazie a chi ha messo la storia nei seguiti/preferiti/ricordati,e ovviamente per le recensioni!Bacioni,Pn.

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Capitolo 5
*** 4 capitolo ***






Nel frattempo che la nostra Isabella cercava di risollevarsi dallo stato in cui era stata dalla morte di Jacob,due ragazzi continuavano la loro instancabile vita.

Emmett,così si chiamava uno di loro,era grande e grosso,una montagna,così l’avevano descritto alcune ragazze in giro.
Apparentemente poteva apparire diverso da ciò che realmente era,perche per quanto grosso fosse,Emmett,era un ragazzo davvero dolce.Aveva vissuto diciotto anni di monotonia,cresciuto in una ricca famiglia di cui non si era mai sentito parte integrante,aveva una sorella Rosalie,l’unico componente della famiglia che lui considerasse tale anche se i loro rapporti non erano dei migliori.
La monotonia finì quel giorno,quando un ragazzo per sbaglio lo urtò,e tra una risata e una chiacchierata non si erano più separati.Il ragazzo in questione si chiamava Edward,che adesso era tutto solo,non vedeva la sua famiglia da anni ormai, e il perché ad Emmett era ancora un mistero,ma se non voleva parlargliene avrebbe rispettato la sua decisione,fino a quando lui non gli avrebbe raccontato tutti di sua spontanea volontà.
Emmett accorgendosi di stare stretto in quella casa,decise di trasferirsi,con il suo migliore amico ovviamente e un paio di amici,voleva cambiare radicalmente così da Los Angeles si trasferirono a Forks,una cittadina di cui gli avevano parlato tempo fa a scuola. Tutto succede nel periodo di cui stiamo parlando,dove la nostra Isabella e la nostra Alice,vivono.
 



Pov Isabella
 
Erano passati due mesi dall’arrivo di Alice,ormai passavamo tutti i giorni insieme,per una ragione o per un’altra eravamo sempre al telefono,e le nostre madri avevano legato in altrettanto modo,avevamo scoperto che Reneè ed Esme andavano al liceo insieme,dato che Esme era stata un po di anni qui nell’adolescenza.
I Mercoledì da Jacob non erano terminati,mi ero ripromessa che l’avrei fatto per sempre,e così sarebbe stato.Alice aveva insistito un paio di volte per venire,ma quello era il nostro momento intimo,il momento in cui gli parlavo,in cui gli ripetevo quanto mi mancava,quanto gli volevo bene,quanto avevo bisogno di lui e che nessuno l’avrebbe mai sostituito,anche che non importa quanto tempo sarebbe passato,io l’avrei sentito con me,sempre.
Papà era sempre più assente,le cose con mamma non andavano bene da anni ormai,mia madre era distrutta per questo,ma quando mi guardava in questi mesi sembrava tornagli il sorriso,forse perché aveva capito che ero di nuovo viva.
Si,perché da quando Jacob non c’era più,era come se fossi andata via insieme a lui.
“Ehi ciao!Ti serve una mano?” ero fuori,con due buste dell’immondizia in mano,e un ragazzo dai grandi occhi blu,alto come un grattacielo e grosso come..come un orso oserei dire,mi si avvicina.
“No,figurati,faccio da sola” cercai di sorridergli era il minimo dopo che si era offerto di darmi una mano. Sembrava grande,di sicuro più di me. Mi tolse ugualmente le buste di mano,glielo lasciai fare,infondo quelle buste pesavano proprio,le buttò nel cassonetto e mi porse la mano.
“Piacere Emmett” gliela strinsi
“Piacere” avevamo ancora le mani unite,aveva delle belle mani e una stretta salda.
“Tu sei?” No!Che figuraccia non gli avevo detto il mio nome.
“Oh,che sbadata! Sono Bella” mi presentai con il mio soprannome,Isabella era troppo lungo e formale,e poi non mi piaceva per niente.
“Bella,eh? Ti si addice proprio” Arrossii,sbaglio o mi aveva fatto un complimento?
“Sei rossa come un pomodoro!” rise,rise di me. Ma che ragazzo simpatico,pff.
“Simpatico,eh?Grazie,comunque..non ti ho mai visto da queste parti,hai parenti nei paraggi?”
Oh,oh,calma,frena,da quando sei così loquace con gli sconosciuti,Bella?
“No,in realtà volevo cambiare aria,mi sono trasferito nella casa qui accanto con degli amici” no.
Lui aveva comprato la casa di Jacob,mi rabbuiai il pensiero mi nauseava,qualcuno che stava tra quelle quattro pareti,le nostre quattro pareti,lo trovavo ingiusto,ma che sia giusto o no non importava nessuno,tantomeno ai Black.
“Qualcosa non va Bella?” sembrava confuso,solo adesso mi accorsi delle dannate lacrime che mi scivolavano velocemente sulle guance,cercai di asciugarle con le mani,mi vergognai , non piangevo da tanto e ora mi mettevo a frignare davanti ad uno sconosciuto che ha preso la casa del mio migliore amico.
“Devo andare” detto questo corsi in casa,andai in camera e tirai fuori una t-shirt consumata di Jake,la indossai,mi stesi sul letto e restai così tutta la notte, ad annusare quella maglia che sapeva di ricordi,che sapeva del mio vicino di vita,mi addormentai così.
La mattina seguente fui svegliata dall’uragano Alice,soprannome che le ho dato il terzo giorno dopo la chiacchierata,aveva le chiavi per entrare in casa mia,gliele regalai un mese dopo la nostra conoscenza,dato che in casa ci stavo solo io,non mi andava di aprire la porta ogni volta che lei voleva venire a trovarmi.
Quando mi vide,la vidi storcere il naso e calmarsi. Probabilmente ero in uno stato pietoso,avevo quel poco rimel che mettevo tutto sbavato sul viso,gli occhi incredibilmente arrossati,e il naso rosso. Tante volte mi ero vista così dopo notti del genere.
“L’hai saputo..” sussurrò,sapeva anche lei che la casa adesso era abitata.Mi strinsi ancora di più alla maglietta,singhiozzai.
“Nessuno doveva più entrarci!Quella era la sua casa,Alice,la sua” se era possibile singhiozzai ancora più forte mentre Alice si limitava a sussurrarmi dei “shh” o dei “lo so” all’orecchio.Mi sentivo come prima che lei arrivasse,ero stata presa di nuovo dalla mancanza lacerante che mi aveva lasciato. Piansi per un po’,per minuti,forse ore,ma non me ne curai,oggi sarei andata da Jacob,anche se era solo Lunedì,e Alice,mi avrebbe accompagnata.
“ti va di accompagnarmi da Jacob?” Mi guardò sorpresa
“Certo!”
 
 
Il cimitero era vuoto,come sempre,non c’era nessuno se non noi e un povero vecchietto che metteva dei fiori a quella che doveva essere la tomba di sua moglie.
Mi avvicinai a quella di Jacob,c’erano dei fiori nuovi,segno che qualcuno era passato,probabilmente la signora Black,o Leah.
A gambe incrociate mi misi davanti a lui,Alice mi segui sedendosi accanto a me,mi strinse la mano come per sussurrarmi un silenzioso “ci sono io”.
“Ciao Jake. Si,lo so che sei sorpreso perché oggi è Lunedi e non Mercoledì,ma avevo bisogno di parlarti oggi.
In primis vorrei presentarti Alice,lei si che ti sarebbe piaciuta,lei è chi mi ha salvato dal buco nero in cui ero caduta da quando tu non ci sei più. E per dirti ancora una volta che ti voglio bene,che mi manchi,e che ho un dannato bisogno di te Black! Sei il mio angelo,no? Quindi mi sei sempre vicino,ti sento.Oh,Jake? Non dimenticarti di me,lassù.”
 
FLASHBACK
 
“Bells,tu credi che ci sia una vita dopo la morte?”
Era un pomeriggio normale a casa Black,Isabella e Jacob avevano appena finito di vedere un film che Jacob doveva subirsi almeno tre volte al mese,’se solo fosse vero’. Avevano litigato mille volte per arrivare a questa conclusione,avrebbero visto tre volte quello che piaceva a lei,e tre volte quello che piaceva a lui.
“Che domande del cazzo che fai,Jake” lei rideva,era così Isabella,non le piaceva mai essere seria,lo era raramente,a scuola per esempio,no,neanche li.
“E sii seria per una volta,brutta acida!” lei le tirò una gomitata sulla pancia,era stesi sul divano,uno accanto all’altro.
“Ehi!Io non sono acida. E comunque,io credo che dopo la morte si diventi angeli delle persone a cui si tiene di più,per esempio la nonna e zia Sue sono angeli e per quanto le facevo dannare,non penso siano i miei” rise ancora della battuta triste che aveva fatto,ma poi lui la spiazzò.
“Se dovessi morire sarei il tuo,di angelo” Isabella lo strinse forte a se
“Ed io il tuo se dovessi andarmene per prima,ma non penso tu sei più vecchio di un giorno” scherzò anche adesso.
“Oddio!Di un giorno,ma ‘sta zitta. E poi ti ho detto che ce ne andremo insieme” adesso fu lui a stringerla,pensare di perdere la sua Isabella l’avrebbe divorato.
“Vicini di vita” sussurrò d un tratto lei.
“Vicini di vita e oltre”.
 
Fine FLASHBACK.
 
 
Una lacrima solitaria scivolò fuori dai miei occhi,Alice prontamente l’asciugò e non potei fare altro che sorriderle.
“Grazie Ally” mi avvicinai alla sua foto sorridente,l’accarezzai.
“Ciao Jake”.
Nel tragitto verso casa mi accorsi che il destino c’è l’aveva con me.La radio trasmetteva questa canzone.
 
                                                                                                                                Quassù il cielo,è blu,mi vedo l’anima.
                                                                                                                                Io volo!
 
 
Oh,no.

 Guardami,sentimi,sono qui.Ascoltami
                                                                                                                                Sento il freddo dell’asfalto,salvami
 
 
Una marea di ricordi mi traversò la mente,l’incidente,il suo grido d’aiuto.
Mi dispiace Jake,mi dispiace.I singhiozzi ormai erano continui,mi sentivo soffocare dal male.
Alice spense la radio,desolata.
Rientrammo in casa ma prima di farlo una voce mi fermò.
“Bella!!” Era Emmett,il ragazzo di ieri sera,mi girai e feci un cenno di saluto con la mano.Lui sorrise e si avvicinò.
“Perché ieri sei scappata?Oh,ma hai pianto?” sembrava preoccupato,come se mi conoscesse da tempo
“Oh no,ce,e una storia lunga!Mi dispiace per ieri,avevo da fare” Bugiarda.
Alice si avvicino e gli porse la mano
“Piacere Alice”
“Emmett” gliela strinse anche lui.
“Vi va di uscire con me e degli amici? Magari ci conosciamo meglio tutti quanti” Alice non se lo face ripetere due volte,mentre ancora io mi crogiolavo nel dolore.
“Stasera guardiamo un film da me,abito li” indicò casa sua “ se volete venire ci fa piacere” concluse.
“Certo,alle otto?” non ci credo,aveva accettato.
“Perfetto.”
Detto questo ci salutò con dei leggeri baci sulla guancia,quando salutò me mi spiazzò.
“Ah,si vede che pianto,qualunque sia il motivo,mi spiace” .
Tornai in casa,mi riavvolsi in una sua t-shirt,pronta a sfogarmi per l’ennesima volta,solo che improvvisamente non mi andava più di piangere.
 
 
 
 
Angolo autrice :
Taaaaa daa (: Eccoli finalmente sti due, il capito e parecchio triste,ma sono soddisfatta di come e venuto fuori ,pensavo peggio. Ovviamente il parere che conta e anche il vostro ,quindi aspetto di sapere
 
Grazie a chi legge silenziosamente,e a chi invece si prende la briga di mettere la storia tra le preferite/ricordate/seguite
Bacioni
 

 

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