Maybe, love can change everyone

di PsYcHoGIRL_SYLARtheBEST
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo!!! ***
Capitolo 2: *** 1 capitolo ***
Capitolo 3: *** 2 capitolo! ***
Capitolo 4: *** 3 capitolo ***
Capitolo 5: *** 4 capitolo ***
Capitolo 6: *** 5 capitolo ***
Capitolo 7: *** 6 capitolo ***
Capitolo 8: *** 7 capitolo ***
Capitolo 9: *** 8 capitolo ***
Capitolo 10: *** 9 capitolo ***
Capitolo 11: *** 10 capitolo ***
Capitolo 12: *** 11 capitolo ***



Capitolo 1
*** prologo!!! ***


Spoiler!!!è una What if ma è ambientata alla fine della seconda stagione quindi è piena di Spoiler... Comunque buona lettura


Hiro era piombato in casa Bennet senza preavviso, teletrasportandosi, portando con se brutte notizie. Lo si poteva capire dall'aria seria e quasi sconvolta. I Bennet o per lo meno Claire e Noah l'avevano visto una volta sola. Una volta che però era bastata per considerlarlo un eroe. Poi era sparito nel nulla. Il signor Bennet gli fece cenno di accomodarsi ma Hiro scosse la testa e spingendosi gli occhiali sul naso cominciò a parlare. -Buonasera. Mi manda vostro amico Mohinder. Io qui per dirvi alcune notizie.-
Claire diede una pacca dietro la schiena al fratello, che ridacchiava per il buffo accento giapponese di Hiro, e poi fece un largo sorriso incitandolo a continuare.
-Peter Petrelli è vivo.-
A quell'affermazione Claire aprì e chiuse la bocca senza riuscire a dire niente. Poi si sedette sul divano sorridendo cercando di chiedere dov' era, ma le usci solo una risatina di gioia. Il suo amico, che poi era suo zio, era vivo. Quando aveva visto Nathan e Peter saltare in aria le era cascato il mondo addosso. Invece era vivo. Hiro con aria affranta continuò. -Mi dispiace ma questa è l'unica notizia buona.-
Il salone piombò nel silenzio. C'era da aspettarselo che quell'espressione triste non portava solo buone notizie.
-Nathan era sopravvissuto insieme a Peter.. ma pur.. puru..- Hiro pensò a una altra parola per sostituire "purtroppo" che con tutte quelle erre non riusciva a dire. -ma sfortunatamente..gli hanno sparato durante un suo discorso.-
All'inizio Claire odiava il suo padre biologico, credendolo egoista e cinico. Ma dopo quel gesto di affetto verso il fratello si era dovuta ricredere. Era sopravvissuto anche lui. E era morto. Stavolta veramente. Le girava la testa e sapeva che la cattiva notizia non era solo quella. Perchè le disgrazie non vengono mai da sole. Hiro si torceva le mani. Aveva pianto anche lui per la morte "dell' uomo volante". Aveva la maledizione di affezionarsi a tutti. Ma le persone a cui voleva bene erano morte quasi tutte. Charlie per mano di Sylar, suo padre per mano di Adam e Nathan non si sapeva ancora. Noah si sedette vicino la figlia, ma era troppo preoccupato per il resto che non trovava le parole per consolarla. Hiro si schiarì la voce. -C'è un altro uomo malvagio. Per il momento l'ho sconfitto. Ma è ancora vivo, il perchè ve lo spiegherà il dottor Suresh. Ha sparso il virus Shanty e se non facciamo qualcosa..-
continuò a parlare riferendo le parole di Mohinder. Il signor Bennet seguiva quello che già in parte conosceva. Claire si aggrappò al divano infilando le unghie nella coperta. Sandra Bennet portò via Lyle, perchè poverino, meno sapeva, meglio era.
Hiro con un ultimo e sofferto sospiro diede l'ultima notizia. -E poi... Sylar è tornato.-
A Claire le girava la testa. Adesso c'era di nuovo il rischio che si trovasse con la testa aperta in due. Eppure l'aveva visto. Era stato trapassato dalla spada di Hiro e era crollato a terra. Erano passati 4 mesi circa dalla sua presunta morte eppure ogni tanto ancora la tormentava negli incubi. Aveva stampato davanti agli occhi quel sorriso perverso dell'unica volta che l'aveva visto in faccia. La testa le pulsava, tutte quelle notizie erano state una bastonata dopo l'altra. C'era Peter a difenderla e tutti gli altri che aveva visto la notte dell'esplosione. Ma sarebbero bastati a difenderla contro Sylar?? E poi quest'altro pazzo che voleva diffondere il virus da dov' era spuntato?
Hiro sparì dal salone. Forse li aveva anche salutati ma lei non se ne era accorta. Cadde sul divano con la testa che scoppiava e lo stomaco che non smetteva un attimo di sussultare dalla paura.


Camminava per le strade di New York, con un ghigno stampato in faccia. Si sentiva nuovo. Era passato un giorno da quando aveva rubato a Mohinder la boccetta col sangue di quella ragazzina e se le era iniettato con una siringa. Era riuscita a usare a malapena la telecinesi, ma era già un passo avanti. L'importante era che Sylar era tornato.


Mohinder, Hiro e Peter parlvano sommessamente. Più che altro Hiro e Peter raccontavano tutto quello che sapevano rispettivamente su Takenzo Kenzei e su Adam Monroe, che alla fine erano la stessa persona, ma vissuti in due epoche diverse, e Mohinder cercava di immagazzinare tutte quelle informazioni. Peter era sconvolto ancora per la morte di Nathan ma era deciso a vendicarsi. Chiunque fosse stato. Era inspiegabile che fosse stato buttato giù da un colpo di pistola. Aveva il sangue di Adam, che nonostante fosse un pazzo col solo fine di sterminare la popolazione, aveva riportato suo fratello in "vita" dopo l'esplosione. Mohinder aveva supposto che forse il sangue di Adam e quindi anche quello di Claire avessero un effetto solo temporaneo, visto quello che era successo a Nathan. Ma purtroppo Sylar era di nuovo più o meno in sesto. Ed era una minaccia.


Claire si svegliò nella sua stanza con la gola secca e i muscoli intorpiditi. Il padre era li seduto ai piedi del letto.
-Come stai Claire?-
Lei si mise seduta sul letto. -Così...-
-Dobbiamo andare a New York. Tua madre ti ha già fatto le valige. Serve il tuo sangue per delle ricerche. Così potrai rivedere Peter Petrelli se ti va.-
L'ultima idea non era male. Voleva rivedere suo zio. -Dammi un attimo che mi vesto e arrivo.-


Ormai la casa di Mohinder e Matt sembrava più un centro di accoglienza. Oltre a loro due e Molly, c'erano anche Hiro Ando Peter e Maya. Mentre i tre continuavano il loro discorso su Adam, Ando era stato "incaricato" di giocare con Molly perchè Matt era momentaneamente impeganato a leggere i pensieri di quella povera ragazza che senza parlare stava praticamente raccontando tutto il viaggio fatto con Gabriel Gray e di come era stata squllidamente presa in giro e usata. Il telefono cominciò a squillare e Mohinder rispose e ascoltò il breve discorso di Noah Bennet che diceva che stava salendo in quel momento sull'aereo per New York.


Claire era seduta sul divano accanto alla silenziosa ragazza di Santo Domingo. Peter l'aveva salutata con aria di sufficienza. Ma poteva capirlo... aveva perso suo fratello da meno di un giorno e si vedeva lontano un miglio che era sull'orlo di una crisi di nervi. Lei con suo fratello ci litigava ogni tre secondi ma se... a pensarci le venne un brivido. All'improvviso tese la mano alla ragazza accanto a lei, accennando un sorriso. -Ciao sono Claire.-
L'altra le rivolse un sorriso spento e un po' esitante le strinse la mano. -Maya...-
-Scusa se sono indiscreta.. -
-Vuoi sapere perchè sono qui?-
Claire annuì. Ognuna delle due raccontò dei propri poteri. Poi Maya un po' esitante e con qualche singhiozzo raccontò la stessa cosa che aveva raccontato a Matt. Claire ascoltò tutta la storia e poi anche se la conosceva da mezz'ora l'abbracciò per solidarietà femminile. Alla fine riuscì a pronunciare uno stentato ma sincero "mi dispiace". Maya si asciugò le lacrime. -Te l'ho raccontato perchè mi mancava una persona con cui confidarmi.. Mi manca mio fratello... e mi manca la mia amica di Santo Domingo. E tu col tuo modo di fare un po' me la ricordi...-


-Dobbiamo prendere Sylar, non possiamo permattergli di riprendere completamente le forze e di riseminare il panico.- disse Hiro guardando gli altri uomini presenti.
-E dopo che l'abbiamo preso che ci facciamo secondo te?- abbaiò Peter.
-Quello se ha ancora in circolo il sangue di Claire non lo buttiamo giù neanche con tutto l'esercito degli Stati Uniti.- intervienì Matt girandosi per vedere se le due ragazze o Molly fossero entrate.
-Si ma se non ha ripreso completamente i poteri forse possiamo fare qualcosa.- Aggiunse Noah.
-Si ma se gli diciamo che l'effetto del sangue non dura per molto, forse si rende conto che se si mette contro di noi non durerà per molto e in più c'è anche il problema del virus Shanty. E anche lui è stato contagiato.- Mohinder cercò qualche cenno di approvazione.
-Si ci parli te con quel matto??- domando Peter.
-Si. Voi lo prendete lo sedate e io ci parlo.-
-Per prenderlo possiamo farci aiutare anche dalla figlia di Bob.- intervenne di nuovo Noah.
-Si perfetto. Hiro te prendi Elle e portala qui. Matt di a Molly di venire qui per cercare Sylar. E io avverto le due ragazze che porteremo Sylar qui. Per un oretta solamente. Ma dobbiamo dire a Maya di non agitarsi altrimenti moriamo tutti e a Claire di mantenere il sangue freddo.- Mohinder diede le indicazioni e corse nell'altra stanza.


Sylar camminava dentro un vicoletto. Doveva trovarsi una casa e poi doveva cercare di riprendere completamemte tutti i poteri. All'improvviso gli comparvero davanti dal nulla Hiro Matt Peter e la bionda di cui non conosceva il nome che il giorno prima aveva cercato di prenderlo e di ucciderlo, senza successo. Vedendo Hiro si toccò lo stomaco e poi rivolse uno sguardo sprezzante a Peter. -Allora non sei morto. Crevo fossi saltato in aria.-
-Anch'io speravo che fossi schiattato ma non è così.- disse Peter di rimando. Poi diede un'occhiata a Elle e insieme lanciarono al ragazzo una scarica elettrica. La scarica di Elle lo colpì su un braccio tagliandogli la manica della maglietta e graffiamdolo appena e la scarica di Peter lo colpì sul ginocchio e lo fece cadere a terra. Sylar sorrise guardando il buco sui suoi pantaloni all'altezza del ginocchio e guardandano la ferita sanguinante aspettando che si rimarginasse.
-No ti sbagli. Se aspetti che ti si rimargina quel buco sul ginocchio ti sbagli di grosso.- disse Matt avendo intercettato i pensieri di Sylar.
Il ragazzo si toccò appena la ferita, vedendo il sangue che usciva a flotte.
-Hai esagerato un po'..- disse Elle sottovoce a Peter, che per tutta risposta alzo le spalle. Poi caricò sulla mano un'altra sfera elettrica e si avvicinò a Sylar che continuava a fissare il sangue che colava.
-Se non vuoi la stesso trattamento sulla tua faccia fatti portare dove diciamo noi. E se qualcuno si fa male...-
Hiro arrivò alle spalle di Peter che gli mise con noncuranza una mano sulla spalla. Elle e Matt si aggrapparono anche loro a Hiro.
-Forza non hai sentito che ha detto Peter?- chiese Matt a Sylar che era ancora per terra e aveva perso un po' colorito a causa della perdita di sangue. Allungò frebilmente una mano fino a toccore a malapena la caviglia del ragazzo giapponese.


Maya stava sdraiata sul divano e dava la mano a Claire. Se lo rivedeva si innervosiva e rischiava di fare un casino a causa di quella maledizione che aveva addosso. Lui gli diceva che era un dono che li rendeva unici e merevigliosi. Se ci ripensava le veniva il vomito. Claire invece cercava di consolarla, ma non le stava riuscendo molto bene perchè stava letteralmente tremando dalla paura. Molly stava tra le braccia di Mohinder troppo tranquilla. Forse perchè con lui e con Matt si sentiva al sicuro. Ando e il Signor Bennet giravano impazienti per la stanza aspettando che gli altri tornassero. Al centro della stanza comparvero i quattro che erano andati e Sylar. Claire trattenne un grido stringendo la mano di Maya che si stava mozzicando il labbro fino a farlo sanguinare.
-Salve Mohinder.- Dopo aver salutato con tono tutt'altro che amichevole Sylar si accorse della presenza delle due ragazze. -Ciao Maya come stai? non mi vieni a salutare? E c'è pure la signorina Bennet! Ti ricordi di me?- cominciò a ridere.
Peter lo prese per il colletto. -Hai ancora voglia di fare lo stronzo?-
Mohinder lanciò un occhiataccia a Peter, avendo visto il ginocchio di Sylar. Poi gli fece cenno di lasciargli il colletto e Peter ubbidì, stranamente, senza obbiettare.
-Come già ben sai, sei stato contagiato dal virus...- cominciò Mohinder ma venne interrotto da Sylar che cominciò a urlare sopra la sua voce. -Se non si ferma il sangue qua, muoio prima dissanguato!!-
-Come dicevo.. come già ben sai..- continuo Mohinder ignorandolo, ma stavolta Sylar si alzò in piedi imprecando, ma Hiro con una piccola spintarella lo ributtò a terra. Molly spaventata si era nascosta dietro il divano e Maya si era chiusa in bagno. Claire fissò quella scena pietosa, cominciando a tremare ancora di più alla vista di Sylar che fissava con odio i visi chini su di lui.
-Io non sono un chirurgo, ma se vuoi provo a ricucirti la ferita. Solo se mi ascolti per 10 minuti.- propose Mohinder e Sylar annuì alzando gli occhi al cielo. -Claire portami ago, filo, e accendino per disinfattare.. cerca nello stanzino dovresti trovarli.-
-Oppure vuoi darmi fuoco?- chiese Sylar col solito tono ironico.
-Può essere.. Dai Claire vai..-
Claire annuì, allontanadosi. Non sapeva neanche dove era lo stanzino e la paura non aiutava. Si chiedeva come aveva fatto una ragazza tanto dolce e sensibile come Maya a non accorgersi che la persona che aveva vicino era uno assassino senza più le armi per uccidere e che avrebbe venduto l'anima pur di ricominciare quella macabra rutine.


Sylar urlava per il dolore. Mohinder era concentratissimo sul ginocchio del ragazzo e gli altri invece se la ridevano. Se non potevano ucciderlo almeno stava soffrendo come un cane. Claire stava rannicchiata sul divano, storcendo la bocca a ogni urlo. Non ne poteva più, si alzò, prese un cuscino dal divano e si avvicinò raccogliendo tutto il coraggio che aveva in corpo. A distanza lo tese a Sylar.
-Mettilo in bocca e stringi.-
-Com'è così gentile? Tanto appena posso la testa te la apro.- e prese il cuscino.
-Non sono gentile, non mi va di sentire i tuoi urli perchè ho mal di testa. E poi non sei nelle condizioni di minacciare..- cominciò Claire, alzando la voce e puntando il dito. Il signor Bennet la prese per un braccio e la portò via. Da dove aveva preso tutto quel coraggio era un mistero..


Le urla erano cessate e adesso dal salotto venivano solo voci sommesse. All'improvviso Noah uscì andando verso la figlia che si era appennicata sul divano.
-Claire...
La ragazza aprì gli occhi guardano il padre.
-Che succede?-
-Hai presente quando Hiro aveva detto di Adam?-
Quando Noah Bennet prendeva i discorsi alla larga non prometteva niente di buono.
-Chi è Adam?- domando Claire preparandosi a qualche notizia che non le sarebbe piaciuta.
-Quello del virus, ti ricordi..-
-Si papà, me l'ha detto tre ore fa. Non mi ricordavo il nome.-
-E comunque il ginocchio di Sylar è più o meno apposto.. e gli abbiamo spiegato la situazione...-
-Papà per favore arriva al punto. Che succede?-
-Dobbiamo rimetterlo in sesto per un eventuale attacco di Adam. Ci può essere utile. E visto che noi siamo utili a lui ci ha concesso una tregua..-
-Papà...?-
-Visto che qua c'è Molly.. poi c'è Maya.. non puo stare qua. Anche perchè non c'è posto.. e quindi..-
Claire cominciò a spazientirsi e con un gesto della mano incitò il padre a continuare.
-Quindi -tesoro stai calma- deve rimanere per un po' da noi.-
Che cosa????


Com'è? orribile vero?? ce l'avevo in testa da un po' ma l'ho scritta solo oggi... questo è solo il prologo ma se vi piace continuo... Un saluto e un bacio a tutti!!!
Ps: si accettano anche le critiche. ^^

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Capitolo 2
*** 1 capitolo ***


-Che cosa???-
Tutti i tentetivi del signor Bennet di calmare sua figlia erano andati a farsi fottere. Urlava e piangeva pestando i piedi come una bambina. Ogni tanto provava con un "ma perchè non può stare qua?" oppure "ma non ci può difendere Peter o qualcun'altro?". Noah provava pazientemente a spiegare che a casa Parkman non c'era più posto, e in più c'erano già Molly e Maya. La prima poverina, non avrebbe retto il colpo, e la seconda nemmeno, con la differenza che avrebbe fatto fuori tutti quanti.
Claire uscì dalla stanza entrando in quella dove c'erano ancora tutti gli altri. -Mohinder puoi venire un attimo?- chiese irrompendo come una pazza dentro la stanza.
-Ma dico sei pazzo??- urlò appena il genetista fu uscito dalla stanza. -Perchè ci deve aiutare??-
-Claire ci potrebbe essere utile.. cerca di capire..- cominciò Mohinder.
-No non c'è niente da capire!! se vuoi il suo aiuto tenetelo qua, non a casa mia!-
-sai benissimo che non posso.-
-Ma perchè questo Adam o come si chiama non lo potete uccidere voi? che bisogno c'è di farsi aiutare da quello?- chiese cercando di tenere il controllo.
-perchè Adam ha i tuoi stessi poteri, Claire..-
Claire strabbuzzò gli occhi, poi cercò di far uscire una frase sensata. -Cioè, lui si rigenera?-
-esatto. E gli unici che possono fare qualcosa sono Peter e purtroppo Sylar.-
-e chi ci dice che una volta ucciso questo, Sylar non farà fuori tutti???-
-Ha bisogno anche lui delle mie cure. Ma purtroppo non ce lo assicura nessuno.- concluse Mohinder con un tono pieno di scuse.
Claire ribolliva di rabbia. Solo perchè era l'unica indistruttibile la dentro, non voleva dire che non aveva paura come gli altri.
Maya era uscita dal bagno e andò da Claire per chiederle perchè urlava, volendo ricambiare la gentilezza. Lei spiegò tutto in 5 minuti e Maya le lanciava occhiate tutt'altro che amichevoli. Avendo capito il perchè delle occhiatacce, si allontanò, per non rischiare di far partire la brocca. Lei non lo voleva in casa e in più si doveva subire anche lo sguardo trabboccante di gelosia di Maya.
-Perchè te ne vai?- chiese squadrandola.
-Perchè è ancora gradita la mia presenza?- chiese Claire. In quel momento le venne in mente l'immagine di Jeckie, e tutte le cattiverie che si scagliavano dietro ogni volta. Stavano litigando anche due minuti prima che Sylar la uccidesse per sbaglio.
-Che ti ho fatto?- urlò Maya distogliendo Claire dai suoi pensieri.
-Mi guardi male.- Tutti i santi giorni litigava con Debbie, la sua compagnia di squadra nelle cheerleader, e adesso anche a km di distanza da casa sua, riusciva a battibbecare con una ragazza. -E comunque stai tranquilla è tutto tuo!- urlò Claire sopprimendo la voglia di prenderla a cazzotti.
-Io non ti ho detto niente!-
Claire stava per rispondere ma il padre la prese per un braccio e la trascinò via. -Dai che dobbiamo tornare a casa-
Sylar camminava tenendosi al muro, zoppicando vistosamente. Il signor Bennet lo strattonò in malo modo buttandolo letteralmente fuori di casa, tirandosi dietro la figlia che ancora non la smetteva di urlare contro Maya che piagnucolava qualcosa in spagnolo.
-Vedo che hai conosciuto Maya..- disse Sylar non appena la porta si richiuse alle spalle di loro tre. Claire sussultò sentendo quella voce. Riuscì a sussurrare un flebile si. -A volte è insopportabile.- disse con un ghigno stampato sul volto. Poi si cominciò a massaggiare il ginocchio.
-Che c'è adesso? muoviti.- esclamò il signor Bennet scocciato da quella presenza quasi quanto la figlia.
-Se il tuo amico non sa mettere i punti non è colpa mia.-
-Peter è infermiere- intervenne Claire, ma se ne pentì subito quando vide Sylar storcere la bocca.
-Quello non mi tocca.- urlò Sylar, facendo rimbombare la sua voce nella tromba delle scale. Il signor Bennet lo prese per un orecchio, storcendoglielo, parlando in modo che Claire non sentisse. -Fosse per me la gamba te la staccherei e ti ci prenderei a calci nel culo, ma ci servi vivo e illeso. E guai a te se succede qualcosa alla mia famiglia, è chiaro?-



Claire scese dalla macchina dirigendosi verso casa. Il viaggio in aereo era stato una tortura. Fin da piccola aveva sempre avuto paura dell'aereo, e in più la presenza di Sylar non aveva aiutato a calmare la sua fobia. Come se non bastasse sua madre e Lyle non sapevano che quello fosse un assasino, anzi l'assassino che voleva uccidere lei. Noah aveva detto semplicemente che era il figlio di un suo amico. Bugie, sempre bugie. Forse era giusto che gli altri membri della famiglia sapessero chi era il loro "ospite". Claire entrò in cucina. La madre e Lyle non erano ancora tornati. Dalla finestra vedeva suo padre insieme a Sylar percorrere il vialetto per entrare. Nonostante zoppicasse un pochino la sua andatura era disinvolta. Claire da dietro il vetro osservava quel ragazzo, con la camicia nera strappata su un braccio, dopo la scarica di Elle, i jeans invece li avevi cambiati perchè erano disastrati. Lo squadrava, forse per trovare qualcosa di sospetto per cui rimandarlo indietro, o forse per pura curiosità. Era alto quanto suo padre, e questo non la confortava. Lui si accorse di essere osservato e prima di entrare rivolse uno sguardo truce alla finestra della cucina, rivolgendo poi alla ragazza un sorriso, forse per prenderla in giro, forse per spaventarla più di quanto non lo era.


Quando Sandra era tornata aveva accolto l'ospite con un largo sorriso, facendogli vedere tutta la casa[cosa che gli altri 2 Bennet no si erano dati disturbo di fare]. Era contenta come una bambina quando aveva qualcuno di nuovo dentro casa, e perciò aveva ripulito da cima a fondo la camera degli ospiti. Sandra entrò in camera della figlia che stava seduta sul letto imbronciata.
-Claire tesoro che cos'hai?-
La ragazza scosse la testa mentre si fissava le mani.
-Claire, dovresti essere contenta! Hai visto quant'è carino quel ragazzo?- La signora Bennet fece l'occhilino alla figlia, che rispose con una smorfia. Che era carino l'aveva notato, avendolo avuto avuto davanti per un giorno intero. Ma la spaventava a morte. Claire fece un sorrisino a sua madre tanto per farla contenta.


Era l'ora di cena. Claire usciva dalla stanza e incrociò Sylar nel corridoio. Soffocò un urlo e fece un salto indietro, andando a sbattere al muro.
-Ti ci devi abituare.- disse lui, col solito ghigno stampato in faccia.
Claire alzò le spalle come risposta, rimanendo appoggiata al muro. Si era cambiato ancora. Stavolta aveva messo una maglietta blu a mezzemaniche.
-Puoi staccarti dal muro, non ti uccido.- continuò lui, sempre tenendo il sorriso, che dava tanto l'aria di "presa per il culo". Lei si avviò verso le scale a passo svelto. Corse in cucina, aiutando la madre a apparecchiare. -Tesoro vai a chiamare Gabriel così cena con noi?- chiese Sandra a un certo punto.
-Chi?- chiese Claire cercando di fare mente locale su chi fosse quel tizio che diceva la madre. Poi fece due più due, arrivando a capire chi fosse. -No vacci te.- disse infine.
Sandra stava per ribattere ma arrivò Noah. -Vado io.- disse lanciando un'occhiataccia alla figlia.


A cena la signora Bennet, parlava a macchinetta, Lyle, che era appena tornato dalla palestra, aveva già intrapreso un discorso con il loro ospite. Claire non mangiava e fissava con la coda dell'occhio Sylar. Ogni tanto lui ricambia lo sguardo facendola rabbrividire. Sembrava che si divertisse a metterle paura. Appena finito di mangiare salì subito in camera, ignorando il fratello che le urlava qualcosa, ma evitò di mettersi a litigare.


Claire si continuava a girare nel letto, guardando ogni tanto la sveglia. Si alzò, usci dalla camera e scese le scale, con l'intenzione di farsi una camomilla. Entrò in cucina e prese una tazza pulita poi si girò e soffocò un urlo e fece cadere la tazza, ma lui la prese al volo.
-Visto che riflessi?- disse Sylar facendole l'occhiolino.
-Che ci fai qui?- chiese Claire sottovoce. Lui la squadrò e lei arrossì quando si accorse di avere solo una maglietta rosa più grande di due taglie. Non sopportava i pantaloni per dormire, neanche d'inverno, ma in quel momento li desiderava come mai in vita sua.
-Non ho sonno.- disse lui ridendo, vedendo l'imbarazzo evidente della ragazza. -Te?-
-Lo stesso.- sussurrò la ragazza. Così al buio non riusciva a vederlo bene, e questo la preoccupava ancora di più.
-Stai tranquilla, ti ucciderò solo quando non sarò più costretto a collaborare con tuo padre.- disse Sylar, continuando a ridere. Sembrava che le avesse letto nel pensiero la cosa che la preoccupava.
-Allora sto tranquilla...- disse Claire con tono ironico.
-Mi fai una camomilla anche a me?- lo chiese come fosse la cosa più normale del mondo, e in effeti lo era, era la situazione che era alquanto strana e un filino inquietante.


Seduti al tavolo, con la luce accesa, aspettavano che la camomilla si freddasse. Lei più per abitudine che per paura di scottarsi. -Ti chiami davvero Gabriel o è se lo inventato mio padre per coprirti?- chiese a un tratto Claire, sorprendendosi di aver fatto una frase così lunga in sua presenza. Lui annuì sorpeso per quella domanda. Poi fece una smorfia pensando a quando Maya gli aveva detto che si chiamava come l'angelo. Al solo pensiero di come era dovuto cadere in basso per tornare a New york gli venne il voltastomaco. -Vado a dormire.- annunciò mettendosi in piedi e uscendo dalla cucina. Zoppicava ancora un po', ma Claire non poteva fare a meno di notare quanto era carino. Si mozzicò un dito, come per punirsi del pensiero. E come se non bastasse, c'era anche sua madre che le aveva messo la pulce nell'orecchio. Si alzò e rovesciò tutte e due le camomille nel lavandino. Tanto non aveva sonno e non c'era camomilla o sonnifero che tenesse.



Ciao!!! Grazie tantissimo a
Ino chan
Julie san

Ciao ciao al prossimo.
ps:vedrò di aggiornare anche l'altra al più presto..

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Capitolo 3
*** 2 capitolo! ***


Claire stava seduta al tavolo della cucina, leggendo distrattamente una rivista. Era mattina presto. Era passata una mesata da quando Sylar girava per casa, e ormai si era abituata all'idea che almeno per il momento non poteva farle niente. Ma risolto questo problema, c'era il fatto che ogni giorno era una litigata, e la cosa che la mandava in bestia era che lui se la rideva tutte le volte. Sentì scendere le scale. Contò mentalmente fino a tre.
-Ho fame!-
Claire alzò gli occhi al cielo. Oltre a essere un pazzo serial killer a suo avviso era anche un rompicoglioni. -mangia.- disse Claire senza alzare gli occhi dalla rivista.
-acida anche alle sei del mattino è?- rise Sylar aprendo il frigorifero. Claire alzò la testa per ribattere, ma le si fermarono le parole in gola e arrossì. Poi parlò riprendendo il fiato che le era rimasto -ti riesce così difficile vestirti?- la visione di lui solo in pantaloncini l'aveva lasciata senza fiato.
Sylar si girò guardando la ragazza che cercava in tutti i modi di evitare di guardarlo e la cosa lo divertiva. Claire si alzò e andò a sedersi sul divano. Si sentì tirare una ciocca di capelli. Sobbalzò. Non si accorgeva mai quando si avvicinava; aveva il passo felpato. -Ahi!- disse Claire quasi sottovoce.
-Non riesci a fare un dialogo di più di due frasi?- disse Sylar mentre continuava a tirarle piano la ciocca di capelli.
-La smetti? comunque ci riesco se ti interessa. E cazzo smettila mi fai male!- urlò la ragazza.
Lui diede un altro piccolo strattone, poi lasciò i capelli andandosi a buttare su una poltrona. Claire sbuffò e si portò le ginocchia al petto e accese la tv.
-Carini!- disse lui ancora ridendo, piegato in avanti sulla poltrona.
-Che?- rispose lei, senza tanto interesse e senza staccare gli occhi dallo schermo.
-Gli slip viola..- rispose lui, trattenendo a stento le risate.
Lei diventò quasi del colore delle sue mutande, un po' per l'imbarazzo e un po' per la rabbia. Gli tirò un cuscino in faccia e si alzò di scatto dal divano cominciando a tirargli pugni sulla spalla. -Brutto porco!- urlava. Si dimenticava tutte le volte di mettersi i pantaloni, era un vizio. Che figura di merda!!
Lui continuava a ridere, e la cosa la mandava ancora più ai matti.
-Non ridere!-
-Sei troppo buffa!- rispose lui guardandola mentre tirava pugni.
Era inutile continuare a menarlo. Se ne andò per salire le scale e per mettersi un paio di pantaloni.
-E dai scherzavo!- urlò lui ancora più divertito.
-Stronzo..- sibilò lei tra identi.
-Preferivo quando avevi paura di me, eri più educata!- continuò ridendo e sceguendola su per le scale.
-E io preferivo quando credevo fossi morto.- si morse il labbro. Forse aveva esagerato.
Lui la prese per una spalla e la rigirò. Lui non rideva più.
Lei rabbrividì, vedendo negli occhi di lui la stessa espressione di tanto tempo fa. -Ricordati chi sono. Stai attenta.- si girò e andò in camera sua sbattendo la porta.



-Ehi Butler!-
Claire si girò scocciata. Odiava essere chiamata per cognome, figuriamoci essere chiamata con un cognome che non era nemmeno il suo. Poi un cognome falso sarebbe bastata a tenerla lontana dai pericoli?
-Butler!-
-Eh- rispose Claire all'odiosa bionda che le stava davanti.
-Batti la fiacca oggi, impegnati di più.-
-Debbie girami lontano, oggi non è aria.- sbuffò Claire.
-Che hai oggi Claire?- chiese Debbie, più per sfotterla che per vero intereesse.
Claire le lanciò i pom pon in faccia e se ne andò a casa, ignorando gli insulti.
Stamattina aveva esagerato. Ma alla fine che le importava, aveva offeso Sylar e allora? Il fatto era che gli doveva più di un favore, solo per il fatto di aver accettato di non far male ne a lei e ne alla sua famiglia. Forse sotto sotto moriva dalla voglia di aprire la testa a tutti, ma con Sandra e Lyle si comportava come una persona normale. Ma con chi sapeva chi fosse davvero era insopportabile a volte.



-Mamma sono tornata!- urlò Claire salendo le scale per andarsi a buttare sul letto. Sentiva Lyle lanciare insulti a raffica contro qualcuno, nella camera accanto. Si alzò e aprì la porta trovando il fratello che giocava alla PlayStation con Sylar. Scosse la testa. -Vattene.- disse Lyle senza staccare gli occhi dallo schermo.
Claire osservava la scena. Vedere Sylar che faceva qualcosa di "umano" la sorprendeva sempre, vedere che faceva l'idiota col fratello l'aveva scioccata. Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Era bello, ma era sempre il pazzo che la voleva uccidere. Ma non riusciva a distogliere lo sguardo.
-Ho detto vattene, mi hai sentito?- urlò Lyle distogliendola dai suoi pensieri.
In quello stesso momento Sylar urlò e saltò in piedi sul letto. -HO VINTO!!-
-Non vale mi ha distratto Claire- borbottò Lyle -Voglio la rivincita!-
Sylar saltò giù dal letto facendo il gesto dell'ombrello e ridendo come un idiota.
-E dai Gabriel..- continuò a piagnucolare Lyle.
-Dai dopo.- disse Gabriel, uscendo dalla porta scanzando Claire. Lei gli andò dietro.
-Che fai mi segui Bennet?- sibilò lui.
Lei sbuffò. -No tornavo in camera mia.-
-Non è vero.- lui si avvicinò. -Se sei venuta a implorarmi di non ucciderti è fiato sprecato.-
Lei abbassò lo sguardo. Dopo un mese era la prima litigata dove lui non rideva. Le prime volte era più un ghigno, poi un sorriso divertito. Lui si girò per andarsene ma cadde a terra seduto.
Lei si avvicinò per vedere che era successo. Lui precedette la domanda. -Il ginocchio. Ogni tanto mi fa male e mi cede.-
-Comunque non ero venuta per implorarti.- disse Claire stizzita.
-E che eri venuta a fare?-
-A chiederti scusa stronzo!- urlò lei girandosi e entrando in camera sua.

Chiedere scusa a lui ma come le era venuto in mente? Si diede mentalmente dell'idiota e si chiuse in camera.

Voleva scusarsi. Di cosa poi? Forse era lui che si doveva scusare? No. Sylar scacciò il pensiero. Lui non si abbassava a quel livello di umanità. Una piccola fitta in fondo allo stomaco lo infastidì. Non aveva mai sentito il bisogno do chiedere scusa. Non aveva chiesto scusa neanche a Maya e neanche aveva mai avuto il rimorso. E invece adesso era arrivata una ragazzina con cui non faceva che litigare e gli faceva venire i sensi di colpa. No, lui non si sarebbe mai abbassato a quel livello. Si alzò. Voleva distrarsi con una altra partita col ragazzino. Non era il massimo, ma almeno passava il tempo. Passò davanti la camera di Claire. Bussò. Se ne pentì un istante dopo. Lei aprì, stava li li per piangere, si vedeva dagli occhi.
No non poteva chiedere scusa. L'aveva minacciata di morte e avrebbe mantenuto il punto. Era Sylar cazzo, non era da lui chiedere scusa.
-Che vuoi?- chiese Claire interrompendo i pensieri ingarbugliati del ragazzo.
Sylar sorrise. -Il viola ti sta proprio bene.- aveva sviato la faccenda delle scuse. Lei arrossì. Succedeva tutte le volte e lui detestava ammettere che adorava quella sua reazione. Lei gli diede un cazzotto sulla spalla abbozzando un sorriso. -L'hai guardate bene? perchè è stata l'ultima volta che le hai viste.- disse lei facendo la finta imbronciata.
-Lo dici te...- rispose lui a due centimetri dal suo viso. Poi si girò e tornò nella sua stanza.

Si sentiva un perfetto idiota. Era davvero ridotto così male da far le avances a quella ragazzina?

Si sentiva una perfetta idiota. Si era quasi sciolta davanti a quel viso da bastardo che si ritrovava.



Ino chan: grazie davvero tanto per la recenzione spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo!

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Capitolo 4
*** 3 capitolo ***


Seduto sul divano ormai da ore, cercava invano di attrarre qualcosa a se solo con la forza del pensiero. Non sapeva neache che ore fossero, ma il letto poteva aspettare quella notte. Imprecò e si sedette a terra con la testa fra le mani, frustrato al massimo. Dei passettini lo distolsero dai suoi pensieri per un attimo.
-Soffri d'insonnia?- chiese brusco alla ragazza che gli era comparsa accanto. Non si era neache girato per vedere chi fosse, ma, a suo malgrado, doveva ammettere che avrebbe riconosciuto quei passi tra mille.
-Che stai facendo?- chiese lei mettondosi a sedere sul divano.
-Da quando t'interesa quello che faccio?-
-Da quando sei così permaloso?- chiese lei dandogli un calcetto in testa. Sapeva perfettamente quello che lui stava facendo, era più di un mese che provava a riprendere i suoi poteri senza successo. In fondo era anche per quello che stava la.
-Ho imparato dalla migliore.- aveva rimesso di nuovo il suo sorrisetto-ghigno, che a lei la faceva impazzire anche se detestava ammetterlo.
-non è vero!- Lei mise in finto broncio. Lui si alzò da terra e le si sedette vicino.
-Non te lo toglierai mai questo vizio- le disse indicando con gli occhi, le gambe troppo scoperte.
-Ci dovrai fare l'abitudine.- disse lei non curante, girandosi dall'altra parte, per coprire il rossore delle guance.
-Io torno a dormire.- Sylar si alzò e salì le scale a passo svelto.


-idota controllati!- si disse davanti lo specchio. Si era fatto uno schema mentale molto semplice: io assassino lei vittima. Gli schemi servono per ripassare quello che non si vuole dimenticare. -o che non si può dimenticare.- concluse ad alta voce il pensiero.


-Domenica!- Claire si alzò dal letto con un sorriso che avrebbe portato per tutta la mattina.
Era domanica e poi c'era una settimana di vacanza. Pasqua. E Zach sarebbe venuto a trovarla. Era troppo tempo che non lo vedeva e nonostante le telefonate, le mancavano le eterne chiaccherate sdraiati sul letto. Scese le scale di corsa volando quasi tra le braccia del padre con un gridolino di gioia. Si buttò sul divano dando una capocciata a Sylar che stava seduto la già prima di lei.
-A cosa è dovuta tutta questa gioia?- chiese alzando un sopraciglio e massaggiandosi la testa.
-Mi viene a trovare Zach.- canticchio lei mettendosi a sedere.
-E chi è?- chiese lui, infastidito dalla punta di gelosia che gli stava punzecchiando lo stomaco.
-Il mio migliore amico.- disse lei mantenedo il sorriso. -Se non fosse gay me lo sarei già sposato.-
Sylar accennò a un sorriso, rincuorato da quell'affermazione. Poi si diede uno schiaffo mentalmente. Non poteva e non doveva essere geloso di lei.
-Mi vado a vestire.- e saltellando raggiunse le scale.


Zach non fece neanche in tempo a posare la piccola valigia a terra che Claire gli era già saltata in braccio. Lo trascinò in camera come "ai vecchi tempi". Si sedettero sul letto, con gli occhi lucidi. -Mi sei mancata- disse lui abbracciandola.
-Anche tu.- piagnucolò lei.
Claire cominciò a raccontare per filo e per segno tutto ciò che non aveva potuto raccontare per telefono, da quando aveva lasciato il Texas fino a cinque minuti prima.
-Quindi aspetta fammi capire... Sylar sta qua?- chiese un po tra l'impaurito e il disgustato. Poi vedendo che a lei non dava alcun fastidio continuò cercando si allentare la tensione. -E' pericoloso?-
-Per il momento no. E' rompipalle, ma carino da morire.- concluse la frase portandosi le mani davanti la bocca e arrossendo vistosamente. Zach strabuzzò gli occhi poi si riprese. -E ti piace.- disse lui facendole l'occhiolino.
-NO!- urlo lei, con il tono di voce stridulo.
-Dai ormai ti conosco.- disse lui ridendo.
-Non è vero! Lui è...è sylar non mi può piacere!-
-Però ti piace- affermò lui.
Lei sbuffò rassegnata. L'amico aveva ragione.


Stavaccati sul divano mangiavano una barretta di cioccolato. Non era cambiato niente. Sylar entrò in salone. Non si era visto per tuta la mattina. -Zach, Gabriel, Gabriel, Zach.- disse Claire presentandoli a vicenda. Sylar passò oltre e andò in cucina.
-E' lui?- chiese Zach all'orecchio dell'amica. Lei annuì sorridendo. Sylar rientrò con la stessa barretta dei due ragazzi e si buttò sulla poltrona.
-Vado in bagno.- annunciò Zach facendo l'occhiolino a Claire.
-Ha paura la tua amichetta?- chiese Sylar ridendo.
-Stronzo!- disse Claire lanciandogli un cuscino. Lui si buttò sul divano vicino a lei. -E dai scherzavo..- disse avvicinadosi a lei. Il cuore di Claire si poteva sentire anche senza il Superudito. Le cominciò ad accarezzare i capelli, notando anche che il colore della ragazza ormai era tipo magenta. Le cominciò a baciare la guancia avvicinadosi alla bocca, ma prima di raggiungerla si staccò. -Ti piace farti baciare dagli stronzi allora?- le soffiò a due centimetri dal viso.
-No.- sussurrò lei, un po' imbarazzata per la troppa vicinanza e un po' per la figura di merda.
-Infatti vedo che ti stai opponendo.- disse lui bastardo. Poi si allontanò e salì le scale, incrociando Zach che scendeva.
Zach si avvicnò al divano, storcendo la bocca alla vista dell'amica incazzata nera. -Ehm...che mi sono perso?-



Capitolo corto e ho pure la febbre...e si vede >__>
Ringrazio tanto Julie san per la recensione e anche chi legge solamente.
Alla prossima!

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Capitolo 5
*** 4 capitolo ***


-Lo odio!-
Questa era la frase che Claire ripeteva da circa mezz'ora all'amico dalla pazienza infinita.
-Si ma dimmi che è successo.-
Il dialogo aveva preso questa piega. Zach chiedeva sempre la stessa cosa per avere la stessa risposta.
L'unica cosa che era cambiata, era che dal divano si erano spostati in camera di Claire.
- Lo odio.-
Zach sbuffò. Forse se avesse provato a formulare diversamente la domanda...
-Stavamo litigando, io gli ho detto stronzo e lui ha fatto finta di volermi baciare alla fine si è levato e mi ha detto che mi piaceva farmi baciare dagli stronzi.- disse la ragazza senza neanche prendere fiato.
Zach l'abbracciò. -E te? che hai fatto?-
Claire diventò rossa. -Niente...sono rimasta ferma come una cretina..mi stava prendendo un collasso.- rise.
-Posso farti una domanda stupida?-
-Dimmi.-
-Come fa a piacerti se lo odi?-
Claire rimase a bocca aperta. E già..bella domanda.



Ha proprio ragione. Sono uno stronzo.
Sylar seduto sul letto, fissava la parete blu davanti a lui.
Era consapevole di essersi comportato male, ma quella faccia da idiota che aveva messo su Claire non se la sarebbe persa per niente al mondo.
Aveva capito che sulla ragazzina faceva un certo effetto, come del resto era successo con Maya. Bastava sfiorarle che diventavano tutte e due rosso peperone.
Ma solo quella ragazzina, viziata cocciuta e permalosa gli faceva quello strano effetto. Non sapeva definirlo.. era strano..pensava di poter perdere il controllo delle sue azioni da un momento all'altro, e il cuore gli andava a 1000.
E lui non poteva permetterselo.
Doveva tornare ad essere il Sylar con annessi e connessi il più presto possibile.
Non era li per divertirsi.
Ma le litigate lo facevano divertire da morire.
-Vado a farmi una doccia.-
Perfetto. Adesso parlava anche da solo.



Zach aveve svuotato la valigia e stava seduto insieme a Claire sul letto dell'ennesima camera degli ospiti.
-Zach devo andare a fare gli allenamenti.-
-Pure di domenica?-
-Si lo so..che palle..aspattami prendo la roba e torno.-
Tornò dopo qualche minuto vestita con la divisa da cheerleader blu e bianca della scuola.
Zachh sorrise. -Mi fa strano vederti questa addosso.-
-Sapessi a me..- mugugnò lei fissandosi le scarpe.
Stavano rivangando i vecchi tempi, ma lei in fondo era consapevole che tra una settimana Zach sarebbe tornato a Odessa e lei alla sua vecchia scuola.
-Dopo gli allenamenti andiamo a fare un giro?- chiese Zach alzandosi e avviandosi con lei alla porta.
Lei alzò le spalle accennando un si.
Scesero le scale, trovando Sylar in pantaloncini stravaccato sul divano.
-Non era rossa?-
Non l'aveva mai vista andare agli allenamenti perciò, l'unica divisa che aveva visto era quella che aveva quando si erano "incontrati" per la prima volta.
-Era.- disse Claire senza guardarlo e andando il più velocemente possibile alla porta.
-Ti sta meglio il blu.-
Claire trasalì e uscì alla svelta fuori casa, seguita da Zach.



Erano più o meno le sei. Allenamenti finiti.
-Mi mancavano i tuoi saltelli, lo sai?- disse Zach con un sorriso.
Lei ricambiò il sorriso.
-ancora scioccata per il complimento di Gabriel?-
-All'incirca.-
-Da come mi raccontavi un sacco di tempo fa, non me lo sarei mai immaginato così...così...- Zach non trovava la parola esatta.
-Umano?- azzardò Claire.
-Si esatto.-
-Bhè..neanch' io.
-Ma che vuoi fare?-
-Niente.-
-Come niente?- a volte Zach era più pettegolo di una ragazza, e il che non era male. Avere un amico gay torna utile.
-Niente che devo fare? Ti ho raccontato di Maya?-
-No.-
Claire raccontò in breve la disavventura di Maya con Gabriel, e Zach non rimase molto sorpreso.
-Vabbè.. me lo sarei aspettato. Ma con questo che vuoi dire? Che hai paura di lui?-
-Non lo so, cazzo! non so dirlo!- Claire scoppiò a piangere abbracciando l'amico.
-Dai qua lo so io che ci vuole..- disse Zach sorridendo.



Più o meno le tre di notte. Sylar sul divano, facendo i suoi "allenamenti". Ma i risultati ancora non vedevano la luce.
Sentì le chiavi girare nella toppa. Pensò che dovevano essere tornati. Sentì ridere istericamente la ragazza che non riusciva ad aprire neache la porta. Ci pensò lui.
Vide Zach e Claire totalmente ubriachi, che tentavano di reggersi a vicenda, mentre ridacchiavano.
-Bravi complimenti.- ironizzò tirandoli dentro.
Claire gli faceva ancora ciao con la mano e a Zach gli si chiudevano gli occhi. -Io vado in camera perchè ho sonno e domani mi devo svegliare e devo..- zach cominciò a parlare e Gabriel gli diede uno schiaffetto dietro la testa per farlo stare zitto. Claire si sdraiò sul tappeto e Zach tentava barcollando di raggiungere le scale.
-Pure da Baby sitter ai ragazzini devo fare.-
Gabriel sbuffò e aiutò Zach ad arrivare fino in camera e poi tornò giù di corsa e andò da Claire che fissava il soffitto.
-Non sono una ragazzina..- cominciò Claire girandosi verso di lui. Aveva la parlantina lenta per via della sbornia.
Sylar si mise vicino a lei cercando di convincerla a alzarsi e andare a dormire. Lei invece non ne voleva saprere di schiodarsi dal pavimento.
-Dai che se ti vede tuo padre ti uccide.- provò lui sperando di convincerla.
-Difficile.- rise e si mise seduta.
-Dai su.- continuò lui, con tono calmo e prendendola per le spalle.
Lei gli si buttò in braccio, lasciandolo spiazzato. -No, voglio stare qua.-
Lui alzò le spalle. Tanto quando le sarebbe passata, sarebbe andata via prendendolo a calci.
Si appoggiò al muro ancora con lei in braccio.
-Ho freddo..- piagnucolò lei. -Abbracciami...- continuò cantinelando ogni sillaba.
Una parte di lui gli diceva di lasciarla li e andarsene a letto. L'altra parte di lui, quella più convincente e carismatica, gli diceva di rimanere li e fare quello che lei gli chiedeva.
La strinse, sentendo i pensieri contrastanti che gli frullavano in testa.
Provò ad addormentarsi, ovviamente senza riuscirci.



Il mal di testa talmente forte svegliò la ragazza. Si sentiva stringere ma al buio non riusciva a distinguere la figura. Sentiva solamente un profumo familiare.
-Ti sei svegliata.-
Quella voce che le soffiò nell'orecchio la fece rabbrividire. Avrebbe riconosciuto quel tono in mezzo a una folla urlante.
Fece mente locale e ricordava vagamente di quando lei e Zach avevano comnciato a bere.
-La testa..- fu quello che riuscì a tirare fuori.
Lui le mise una mano in fronte. Ripensò a quello di cui stava parlando prima. E un brivido quasi impercettibile le percorse la schiena. Un brivido di paura.
-Tranquilla.- le sussurrò lui dandole un bacio in fronte.
Diventò rossa, ma al buoi lui non se ne accorse.
-Dov'è Zach?- domando per sviare.
-In camera sua.-
E lei cosa ci faceva sulle ginocchia di Gabriel? Si morse il labbro. Si preoccupava di quello che poteva aver detto o fatto.
-Perchè sono in braccio a te?-
-Hai detto che avevi freddo e volevi essere abbracciata.- disse lui sorridendo, ma lei non lo poteva vedere.
Lei diventò magenta e pensava che era diventa di un rosso così acceso che si potesse vedere anche al buio.
Lui omise di dire che due o tre volte aveva provato a sfilargli la maglietta.
Quella se la sarebbe giocata in un altra delle loro litigate, pensò bastardo.
In fondo era perennemente combatutto da due sentimenti contrastanti.
-Nient'altro?- chiese preoccupata.
-No.- mentì lui rimettendo il solito ghigno.
Lei si alzò. Non si sentiva più le gambe. Farfugliò un buonotte, anche se erano le 5 del mattino, e si avviò per le scale. La testa le pulsava così forte, da non farle sentire i passi di lui, che le veniva dietro.
Prima di aprire la porta della stanza si accorse della presenza dietro di lei.
Avendo ancora la scusa della sbronza, lo abbracciò. Forse non le sarebbe più capitato, visto come stavano le cose. -Buonanotte.- disse lei con la faccia appiccicata al torace di lui.
Lui s'inchinò e le diede un bacio a fior di labbra -'notte.- e si allontanò per andare in camera sua.
Lei rimase a guardare la figura di lui con tre dita sulla bocca. Si chiese se anche lui non si fosse sbronzato o qualcosa di simile.
Qualunque cosa fosse, domani mattina serebbe tornato quello di sempre.




rieccomi!
ringrazio tantissimo
Mala_tenera
Ino chan

spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo!
un bacione!!

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Capitolo 6
*** 5 capitolo ***


Qualunque cosa fosse, domani mattina sarebbe ritornato quello di sempre.

E in effetti, Claire non si sbagliava. Si alzò dal letto e corse a bussare alla porta di Zach. Anche se era ancora reduce dei postumi della sbronza, e sicuramente anche il suo amico, doveva raccontare quello che era successo.
Zach aprì la porta. Aveva dormito vestito e aveva una faccia pietosa.
-'giorno.- biascicò sbadigliando.
-Zach non puoi capire ieri sera che è successo.- urlò lei rispingendolo in camera e richiudendosi la porta alle spalle.
-Si lo so..siamo andati sul pesante.. e se non ricordo male, il tuo ospite psicopatico mi ha portato qua.- continuò lui facendo le smorfie per la testa che faceva male.
-Davvero?- chiese lei incredula. Non ci aveva fatto caso o forse non se lo ricordava.
Lui annuì e fece segno di continuare.
Raccontò tutto, o almeno tutto quello che si ricordava.


Scesero in cucina per fare colazione. Zach aveva ancora un viso da far paura e lei invece era rossa al solo pensiero di vederlo. E poi s'immaginava già tutte le battutine stronze con cui l'avrebbe tormentata per settimane.
Trovarono già tutti in cucina. -A che ora siete tornati ieri?- chiese Noah mentre girava il suo caffè.
-Mah... sarà stata mezzanotte non più tardi.- azzardò lei, pronta per essere smentita dal ragazzo seduto dall'altre parte del tavolo che non smetteva un attimo di ridacchiare. Noah alzò un sopracciglio. Era andato a dormire verso le undici, e per fortuna non aveva sentito tutto il casino. Claire incrociava le dita sperando che la fortuna girasse dalla sua.
-Zach tesoro che hai fatto? ti senti male?- chiese Sandra andando vicino al ragazzo.
-No no, tutto bene..solo un po' di mal di testa.- sorrise lui.
Claire cercava in tutti i modi di non guardare Gabriel. Ma non le riusciva bene.


-Lyle!!- Claire urlava per la casa tenendo tra due dita un paio di calzini sporchi che il fratello le aveva lasciato sul letto. -Lyle!-
-Non c'è.-
Si trovò Gabriel alle spalle. Cercò di far finta di niente, perlare come se niente fosse. -Dov'è?-
-E che ne so io...-
-Mamma papà?-
-Tua madre non lo so e tuo padre è andato a New York.-
-A fare?- chiese lei, cercando di coprire con il capelli il rossore delle guance.
-Doveva parlare con Mohinder e company credo.-
-Ok..- Claire fa per andarsene.
-La tua amichetta non lo regge l'alcool vero? sta di nuovo dormendo..- disse lui col sorrisno bastardo.
-Non ti sopporto quando lo prendi in giro! Basta!- urlò lei tirandogli i calzini in faccia.
-Dici sempre così, ma poi..- cominciò lui ghignando come al solito.
-Poi cosa? Ieri sera mi..- venne interrotta dalla risata di lui.
-Volevo solo vedere se ci stavi.- rispose serio lui.
-Sei un grandissimo stronzo!- urlò lei trattenendo le lacrime.
Lui stava per continuare,ma si fermò alla vista di quel faccino triste e arrabbiato. Stava quasi per dirle che le dispiaceva e che non era vero..che l'aveva fatto senza un secondo fine ma solamente perchè... perchè cosa?? Stava proprio diventando pazzo la dentro. Senza aggiungere niente se ne andò in camera sua, lasciando la ragazza che raccoglieva i calzini del fratello.


Quando un uomo è combattuto tra due sentimenti contrastanti non sa mai quale scegliere. Ma Gabriel, faceva fatica anche a riconoscere i sentimenti che provava, dato che aveva vissuto per un bel po' solo con l'odio.


Claire stava nella camera di Zach. L'aveva svegliato e aveva cominciato a sfogarsi per circa un ora. Quel ragazzo aveva una pazienza infinita.


Il cellulare della ragazza squillò. Il padre.
-Papy che c'è?-
-Claire...sto arrivando. Con me ci sono Peter Mohinder Matt con la bimba, Elle e Maya... mi faresti il favore di avvertire..-
-si.- e attaccò. Aveva già capito chi doveva avvertire. Ma adesso, perchè tutti qua? Ma il problema non era quello. Il vero problema era quel piccolo fastidio in fondo allo stomaco, che si potrebbe definire con una sola parola: gelosia.
Da quanto aveva capito, Maya era ancora cotta di lui e se andava la...
diciamo che adesso oltre al problema di Sylar in se per se, c'era anche il problema della cosidetta "concorrenza". Perfetto. Uscì dalla camera di Zach e si fiondò nella stanza in fondo al corridoio. Aprì la porta e trovò Sylar sdraito sul letto in pantaloncini.
-Arrivano gli altri, quindi vedi che devi fare.- annunciò con tono piatto e si richiuse la porta alle spalle. Doveva riprendere fiato dopo quella visione. Fece per appoggiarsi alla porta ma nello stesso momento da dentro la porta si aprì. Stava per cadere ma Gabriel la afferrò in tempo.
-Gli altri chi?- chiese lui tenendola ancora tra le braccia.
-Gli altri loro..- farfugliò lei. Con quelle braccia che le tenevano i fianchi non riusciva a formulare frasi di senso compiuto. Lui con una spintarella la rimise in piedi.
-Chi loro? Tutta l'allegra brigata che alloggia da Suresh e Parkman?-
-Si..-
-Che vogliono?- chiese lui perdendo il sorriso.
-Non lo so.-
Lui rientrò in camera sua.


Claire accolse con un sorriso l'allegra brigata, come l'aveva chiamata Gabriel, e fece strada a tutti.
Peter sembrava essersi ripreso dopo lo schock della perdita di Nathan, anche se non del tutto. C'era la ragazza bionda, Elle, che stava sulle sue, pensando a chi sa cosa, c'erano Mohinder e Matt che tenevano Molly per mano che chiacchieravano con Noah e poi Maya che guardava Claire in cagnesco. Si sarebbero prese a unghiate sedutastante se non fosse per tutta quella gente. E in più il padre aveva rimandata via Zach. perchè non poteva e non doveva sapere quello che succedeva.
-Dov'è?- chiese Noah all'orecchio della figlia.
-Su credo.-


-Scendi, ti vogliono.- disse Claire affacciata alla porta.
-Non mi va.-
-Sbrigati.- detto questo sbattè la porta. Prima o poi quella povera porta sarebbe cascata.
La porta si riaprì con la stessa foga con cui era stata chiusa.
-Ti rode oggi?- chiese lui piazzandolesi davanti.
-Da quando ci stai tu mi rode tutti i giorni.- ribattè lei a testa alta.
I passi di Noah distolsero i due dall'ennesima discussione.
-Per favore Gabriel.. non ti mettera a litigare anche con mia figlia.-
Sylar avrebbe voluto urlargli che non si doveva azzardare a chiamarlo Gabriel, proprio come aveva fatto tempo fa, ma quella volta a separarli c'era un vetro.
Sembrava così lontano quel periodo. Erano successe così tante cose.
E poi in quel periodo la cosa che più voleva era il potere della ragazzina con cui ora si divertiva a litigare ogni minuto.
Ma perchè non tornare quello di un tempo? Non aveva più i poteri, ma poteva benissimo ucciderla e poi scappare e poi...e poi i suoi occhi incontrarono quelli azzurri di lei.. e non era più Sylar ma era un ragazzo come tanti, che capisce che forse la persona che hai davanti conta qulacosa. Anche un minimo magari, ma non te la senti di fargli del male.


-Dov'è Gabriel?- chiese Maya alla signora Bennet che era impegnata a preparare la cena per tutti.
-Con i ragazzi di la.-
Il marito aveva detto niente più segreti, niente più bugie. E invece le aveva mentito ancora. Quello che stava ospitando così amorevolmente era un assassino. Anzi era Sylar. quello da cui scappava sua figlia.
Di nuovo una bugia. Ma un così bravo ragazzo non poteva essere quello che era.. ma le apparenze ingannano.


Claire fermò Maya che cercava di entrare nello studio del signor Bennet. -Ha detto mio padre di non disturbarli.-
-Devo parlare con Gabriel.- rispose Maya guardandola altezzosa.
-Ancora? lascialo perdere!- urlò Calire stupendosi di quella reazione.
-Sei gelosa?-
Touchè.
Claire stava per darle uno schiaffo, ma Noah Sylar e Mohinder uscirono sentendo le urla.
Il signor Bennet dovette tenere Claire, e Sylar andò a calmare Maya per evitare di farla piangere.
Claire si sentiva stupida. Perchè combattere una battaglia già persa in partenza?



Ciao!! ho aggiornato finalmente...
comunque riangrazio tantissimo
Ino chan hai visto l'ho mandato via Zach.. ^^ spero ti sia piaciuto anche questo chappy.
GaaRamaru wow sei tornata a recensire!! grande!! spero che ti piaccia come sto continuando.

ps: ogi è il compleanno di David Anders (alias Adam M.)
Detto questo che non interesa a nessuno ^^ vi saluto
Ciao ciao alla prossima!!!!!!!

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Capitolo 7
*** 6 capitolo ***


perchè combattere una battaglia già persa in partenza?

Ma poi era stata idiota solo a pensarlo..
Adesso era chiusa in camera. Si stava comportando da cafona, ma tutta quella gente in casa le stava dando sui nervi.
-Claire..-
-Mamma.-
-Che succede piccola, perchè non scendi?-
-Mamma mi dispiace..insomma io volevo dirtelo che Gabriel in realtà non è quello che ti aveva detto papà solo che..-
-Tesoro tutto apposto. Adesso vieni giù.-
-No.
-Perchè?-
-Stiamo affrontando un problema comune.. e a me non mi rendono partecipe..e non mi dire che lo fanno per proteggermi perchè io qui sono quella che ne ha meno bisogno.- Claire mise il broncio come una bambina.
-E te non mi dire che il problema è solo questo perchè non ci credo.-
Claire sorrise. A sua madre non le si poteva nascondere niente.


-Io mi rifiuto!- urlarono simultaneamente Peter e Sylar.
-Non copiare quello che dico!-
-Petrelli, non ti copierei neanche sotto tortura.-
Noah si sbattè una mano in fronte. Si stavano comportando come due ragazzini. Motivo del litigio? Non volevano dividere la camera.
-Ragazzi..- cercò di intervenire il signor Bennet, ma loro continuavano a insulatarsi. Peter si preparò nella mano una scarica elettrica come aveva visto fare a Elle.
-Petrelli sei scorretto io sono disarmato!-
-Allora facciamo direttamente a cazzotti? sbaglio o ce le hai prese l'ultima volta?-
Sarebbe durata fino a sera se non fosse entrata la signora Bennet con una torta e un sorriso enorme. E in più dava il permesso a Peter di poter usare la stanza di Lyle anche se era molto piccola.


-Papà! Io con quella non ci dormo! E quindi o..-
-Claire non fare la difficile.- e stavolta il tono di Noah non ammetteva repliche.
Claire entrò in camera sua sbattendo la porta.
Per sua fortuna trovò solo Elle in camera. Da quanto aveva capito non era molto eloquente e forse era meglio così perchè non aveva niente da dire.
-Carina la tua stanza.-
Claire si girò verso la ragazza che aveva parlato. Come non detto. Proprio sta sera le era venuta la voglia di parlare. -Grazie.-
-Hai visto prima, la litigata tra Peter e Sylar?-
-Sentita più che altro..-
-forti vero?-
Claire rabbrividì. Adesso anche lei?? No non era possibile! ma quando se ne andavano?
-Tranquilla tutto tuo.- sentenziò Elle. -Intendo Sylar.-
-Non mi interessa.- si sforzò di dire Claire.
Elle alzò un sopracciglio. -Allora perchè oggi pomeriggio hai litigato con Maya?-
Claire non fece in tempo a inventare una scusa plausibile che entrò Maya.
-Parli del diavolo..- sussurrò Elle facendo l'occhiolino a Claire.


Claire si sdraiò sul divano. Che bello vedere il salone vuoto! Erano le tre di notte e lei adorava quel silenzio.
Sentì dei passi e sorrise. Anche un'altra persona dentro quella casa soffriva d'insonnia.
Sylar arrivò e le spostò le gambe, mettendosi a sedere su quel pezzetto di divano.
Lei si raggomitolò per fargli più spazio.
-Come mai qui?-
-Parkman russa. E tu?-
-Molly frigna e l'amica tua pure.-
Perfetto, adesso parlava anche come lui, con quel tono sprezzante che lo caratterizzava.
Rimasero un po' senza parlare, cercando di scordare la giornata. Tutti e due volevano che quelli se ne andassero, ognuno per i suoi motivi.
-Lo senti?- chiese lui all'improvviso.
-Cosa?-
-Il rumore del silenzio.-
Lei lo guardò con aria interrogativa. -che vuoi dire?- era la domanda più strana che lui aveva fatto.
-Non senti il rumore che fa il silenzio? Non è una cazzata non mi guardare così.. ascolta.-
-E' tipo..boh..un ronzio..cioè non so come spiegartelo ma ho capito che vuoi dire.- sorrise lei.
-A volte è insopportabile, non mi fa dormire. Non so se è peggio di Parkman che russa.-
Lei accese la tv, mettendola di sottofondo. -Meglio?-
Lui annuì.
Claire distese le gambe appoggiandole su quelle del ragazzo. -Io dormo ok?-
-Non torni su?-
-Se ti porti via quella si.- rispose lei, pentendosene subito dopo. E se lui l'avesse fatto davvero?
-Allora non ti scomodare. 'notte.- mormorò lui.
Lei aveva un sorriso da idiota a trentadue denti, ma lo nascondeva con i capelli.
Ma ovviamente non riusciva a dormire. Stava rigida come un pezzo di legno. Si mise seduta e lo abbracciò. Stavolta rimase lui come una statua di sale. -Ho freddo.- si giustificò lei.
Lui rimase così, senza fare niente, anche se la tentazione era forte. Claire si accoccolò sulla spalla del ragazzo cercando di cadere tra le braccia di morfeo.
-Ti batte il cuore a mille.-
-Lo so... riesci a sentirlo?- si meravigliò lei alzandosi di scatto.
-Io..si..-
Gli stavano tornando i poteri. Claire si allontanò impercettibilmente. Perchè era stata così stupida. Lo stava trattando come una persona normale, e doveva ammettere che la sua presenza non la infastidiva. Ma si era scordata chi era stato? Certo che no..aveva solo accantonato il ricordo.
Lui sorrise, torcendo la bocca in quella smorfia assassina. Ma solo un attimo.
-Io..torno su.- balbettò lei.
Lui la bloccò tenendola per un braccio. Fece scivolare il braccio e le prese la mano poi la tirò a se con un dolce strattone.
-No tu rimani.-
Lei rimase incapace di rispondere e incapace anche di formulare un pensiero lineare.
Lui la alza e la bacia, quasi innocentemente, posando le labbra sulle sue. Sorprendendosi lui stesso di quel gesto. Sta volta non c'era il secondo fine. Perchè allora?
Lei però lo scansò appena in tempo, prima che il cuore e il desiderio prendessero il sopravvento.
-Buonanotte.- mormorò la ragazza, cercando di non lasciar trasparire quello che provava. E tornò in camera sua.



Ehiiiii!! quanto tempo!! questa povera fic implorava di essere aggiornata.. ^^
Ringrazio tantissimo
GaaRamaru e Ino chan per la recensione!!!
ps: la cosa del rumore del silenzio è vera non mi prendete per matta!! ^^
A presto.. spero!! ^^ bye!!!

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Capitolo 8
*** 7 capitolo ***


Adesso muoio. Stavolta me lo sento. O mio dio.

Claire si rigirava sul suo letto facendo scricchiolare le molle, fregandosene delle sue "compagne di stanza".
Non ce la faceva a comportarsi da persona normale.. un altra situazione del genere e avrebbe perso l'auto controllo.
Si mise seduta sul letto. La voglia di soffocare Maya con un cuscino le sfiorò la mente per un attimo, ma poi cominciò a fare un conteggio mentale. Decisamente demenziale..
49 giorni di convivenza forzata.
251 litigate. Eh si.. se le era contate.
1 abbraccio.
2 casti bacetti.
3 milardi le volte che l'avrebbe preso volentieri a pugni in faccia.
3 miliardi e 1 le volte che gli sarebbe saltata addosso alla faccia dell'innocente ragazzina.
Però c'era un ma.
Lui stava ricominciando a riprendere i poteri. E per un attimo le aveva fatto paura.
E poi se lo doveva scordare, togliere dalla testa, rimuore completamente tutto quello che sentiva quando c'era lui vicino o semplicemente al suo pensiero, dimenticare totalmente il suo lato umano.
E ricordarsi che era stato chi era tutt'ora.
Perchè Sylar non era un altra persona. Sylar è Gabriel.


Matt si alzò stranamente presto quella mattina. Non aveva avuto sogni tranquilli, anzi a dirla tutta se la stava per fare addosso all'idea di condividera la camera con quello.
Ma dove stava adesso? Non volle pensare al peggio, ma il macabro pensiero fu spontaneo.
Scese di corsa le scale e corse in salotto.
Tutto quello che trovò, fu la sua fonte di proccupazione che stava accoccolato sul divano.
Sylar aprì un occhio. -Parkman che schifo. Vestiti.-
Matt si guardò. Aveva solo i suoi boxer addosso.
-E comunque russi.- aggiunse il ragazzo premendo il viso sul divano.
Matt non se la sentì di rispondere alle provocazioni, perciò risalì in camera aspettando che si svegliassero gli altri.


8:30 cucina di casa Bennet.
Tutta l'allegra compagnia riunita al tavolo.
Sandra aveva intrapreso la solita conversazione con il suo cane.
Noah parlottolava del più e del meno con Mohinder.
Matt imboccava Molly che non ne voleva sapere di mangiare.
Maya borbottava qualcosa con Elle che però non sentiva dato chè si stava per appisoloare sul tavolo.
Lyle parlava con Peter e Gabriel che nel frattempo erano impegnati in una lotta di sguardi.
Claire fissava il suo muffin ma sarebbe voluta sprofondare sotto il tavolo e non riuscire mai più.
-La finisci di guardarmi male?- sbottò Peter al ragazzo che gli stava di fronte.
-Quando finisci tu.-
-Hai cominciato tu.- Peter aveva messo il broncio da bambino.
Tutto il tavolo si girò a guardarlo quando la tazza del latte gli si rovesciò in testa.
-Sei stato tu!- Peter si alzò in piedi puntando il dito verso Sylar, che era prossimo a farsela sotto dalle risate.
Con le lacrime algi occhi trovò la forza di dire "non sono stato io".
Ma non bastò, datochè Peter gli rovesciò il suo latte con i cereali tutto in testa.
Sylar si alzò in piedi levandosi quell'ipiastro dalla faccia.
Peter intanto rideva piegato in due.
-Stronzo!-
-Non sono stato io.- lo prese in giro Pete.
Si guardarono con aria di sfida, ma la cosa non durò molto perchè risero a vicenda vedendo in che condizioni pietose e ridicole erano.
-Vado prima io a farmi la doccia!- sentenziò Sylar riprendendo un minimo di contegno.
-Non vado io.-
-Ok vai tu perchè puzzi di più.-
-In tal caso vai tu.-
-Rimane sempre il fatto che te puzzi di più.-
-Ragazzi abbiamo due bagni.- Noah intervenne quasi a stento, per paura di una bella doccia con latte e cereali.


-Noah.. la tazza di Peter non è caduta da sola..no?- Mohinder prese il signor Bennet da una parte per fargli la domanda che gli premeva da quando quei due bambini troppo cresciuti si erano andati a fare la doccia.
-Non lo so.. Al 99% no.-
-Dici che ce l'avrebbe detto? Dico.. se gli fossero tornati i poteri ce ne avrebbe messo al corrente?-
-Non ne ho idea.. è di Sylar che parliamo non te lo scordare.-
-Si ma non avrebbe motivo no?-
-Probabilmente è stato un caso. Più tardi ne parliamo con lui.-


Claire uscì dalla sua stanza proprio nel momento in cui Sylar usciva dal bagno con un'asciugamano legato in vita.
La ragazza diventò di un colore tra magenta e fucsia.
Voleva far finta di non vederlo. Ma gli doveva fare una domanda. Che ovviamente gli avrebbero fatto tutti, ma lei in parte già sapeva la risposta.
-Ga..briel- ecco non riusciva neanche a parlare. Cominciava bene. Respirò imponendosi di non farsi cadere gli occhi da nessuna altra parte che non fossero gli occhi. Anche se bastavano quelli a non farla respirare.
-Dimmi.-
-Stamatina..sei stato tu?-
-No. E' petrelli che non sa mangiare e si sbrodola come i bambini.
Claire lo guardò con un sopracciglio alzato. -Si sbrodola in testa?-
-Si.-
Lei alzò gli occhi al cielo.
-Dai Claire! Ti facevo più intelligente. Certo che sono stato io.-
-E io ti facevo meno idiota.-
-Soddisfatto la tua curiosità?-
Claire annuì, e fece per andarsene.
-Aspetta un attimo. Puzzo ancora di latte?-
Claire scoppiò a ridere.
-Il latte non puzza.-
-Fidati.- rispose semplicemente con il tono di uno che la sa lunga sull'argomento. -Allora?-
-Sei stato un ora e mezzo nella doccia! Certo che no!- urlò spazientita Claire.
-Da laggiù non senti.- e si avvicinò a lei con un sorriso malizioso. -Senti.-
Claire rmase a bocca spalancanta.
Era talmente bassa da trovarsi con la fronte vicino la sua spalla.
Claire contò fino a tre. Non doveva dargli corda. Lui sapeva che lei cedeva sempre, era una regola matematica.
Non riuscì a contare neanche fino a uno. Si alzò sulle punte e posò il naso e le labbra sulla spalla del ragazzo.
Cominciò a passare le labbra sulla spalla fino a rrivare all'incavo del collo.
Sorrise vedendo che a lui erano venuti i brividi.
Così come a lei.
Lui le mise una mano sotto la maglietta e con l'altra le accarezzava i capelli.
Poi si abbassò un po' arrivando alla sua altezza e le cominciò a passarle la lingua sulle labbra, mentre lei gli stringeva le spalle.
Se ne fregarono tutti e due che erano in mezzo al corridoio con una decina di persone in casa.
Un singhiozzo proveniente da in fondo al corridoio li fece sobbalzare.
-Gabriel, porquè ella?-




Rieccomi qua. Allora scusatemi se ci metto tanto ad aggiornare ma non ho proprio tempo ultimamente.. comunque... chi sarà che rompe a quei due tesori?? mi sa che avete indovinato..
Non so se la frase in spagnolo è scritta bene.. (si non so neanche due parole... -__-)
Fa un po' schifo questo capitolo scusate davvero..
Ringrazio: Ino chan e GaaRamaru
Grazie mille a tutte e due che continuate a seguire la mia fic..

ps: vedrò di aggiornare al più presto anche "all you need is love"
Un bacio!!!!

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Capitolo 9
*** 8 capitolo ***


Scusate il colossale ritardo. spero di farmi perdonare anche se il chappy non niente di che. Buona lettura.

 

Maya sembrà sul punto di piangere. Ma non lo fece per la fortuna di tutti. Claire era arrossita ripensando a quello che stava facendo. Gabriel faceva finta di niente guardando un punto indefinito del corridoio.
-Attenta non ci cascare anche tu.- li congedò così, scendendo le scale, lasciandoli di nuovo soli.
Claire non riusciva a guardarlo in faccia. Solo la sera prima si era ripromessa di scordarlo, e poi non riusciva neanche a controllarsi. Forse Maya aveva detto l'unica cosa giusta in tutta la sua vita. Chi glielo diceva che non facesse finta anche con lei? E in ogni caso chi glielo diceva che stava facendo sul serio?
-Ti cercano gi comunque.- si girò cercando la porta della sua stanza. In quel momento non si ricordava neanche come fosse fatta.

Lui voleva fermarla, per dire qualcosa, qualunque cosa gli venisse in mente, ma non riuscì a trovare le parole. Anzi per la prima volta non riuscì a trovare il coraggio.
Ogni azione comporta una conseguenza. Ma non ne voleva sapere delle conseguenze. O forse aveva solo paura.

 

 

Che cosa aveva fatto di male per sorbirsi le teorie di Mohinder, i piani di Noah e le idee di Matt? Cosa? Bhè...forse era il minimo dopo tutto quello che aveva fatto.
-Ci stai sentendo?-
-No mi sto annoiando a morte.-

-La faccenda riguarda anche te perciò ti conviene ascoltarci.-
Mohinder cercava di fargli capire che se non avesse collaborato, si sarebbero ammalati tutti. Ma Sylar sembrava pensare ad altro. Anzi, stava pensando ad altro.
-Ne parliamo pi tardi allora, però ascoltaci.- Mohinder provà così sperando di convincerlo.

 

 

-Hanno suonato alla porta.- disse Peter alzando gli occhi dal giornale che stava leggendo.
-E chi se frega.- rispose Sylar di rimando.
-Vai ad aprire.-
-Vacci tu.-
-Io sono ospite.-
Da fuori la porta si sent“ urlare. –Sono un amico di Claire...è in casa?-

Gabriel guardò la porta. Un amico di Claire? Un altro? Oddio ma da quando era geloso di quella stupida ragazzina? Bhè... gia da un po'. –Vado io-
Andò alla porta trovando un ragazzo coetaneo di Claire. –Salve scusi, c'è Claire?-
-chi sei?-
-si scusi...Mi chiamo West.-

Gabriel storse il naso. Ma che nome era West?

-Lei chi ?- continuò il ragazzo.
-Non ti interessa e Claire non c'è-

Anche West storse il naso. Ma come si permetteva quel tizio di rispondere così? Ma per qualche ignota ragione, o per un innato sesto senso, decise di non provocarlo. Non gli ispirava molta fiducia quel tizio.

-Sa per caso dove è andata?-

Sylar era molto tentato di mandarlo via con un bel calcio, ma una serie di sfortunati eventi vollero che Claire passasse proprio in quel momento.

-West?...- si trovò a esclamare lei. Erano mesi che non si faceva vedere e adesso se lo ritrovava alla porta di casa. E poi proprio quel giorno...

Era solo un caso?

Era il destino che le si voleva mettere contro confondendole le idee?

O forse era proprio il segno che stava aspettando?

Dio ma perchè tutte a lei? Già era una persona fuori dal comune, poi aveva anche una situazione incasinata... ma perchè??

-Mi aveva detto che non c'eri..-

Claire guardò l'espressione poco amichevole di Sylar... che però era semplicemente irresistibile...  perchè gli aveva detto che non c'era? Vabbè.... Forse non voleva altra gente in casa... forse...

-sono rientrata dal retro...- spiegò lei. Ecco e ora che doveva dire? ''vieni entra''.... no... voleva solo stare un po in pace, sola a pensare..

-Mi fai entrare?-
-Se non te l'ha detto forse vuol dire di no.- Gabriel si mise davanti la porta. Le parole gli uscirono di bocca così ma forse neanche se ne pentì.

-Si entra. C'è un po' di gente ma te tranquillo.-

West entrò lasciando loro due dietro.

-Adesso chi è?- sibilò il ragazzo tenendo la biondina per un braccio.
-Non sono affari tuoi.-
-Adesso qua dentro ci abito pure io, quindi si da il caso che... si sono affari miei.-
-Quale parte di ''non sono affari tuoi'' non riesci a capire?-

Lui la guardò, fissandola negli occhi. Non capiva perchè quel blu lo sconvolgeva così tanto. E la cosa gli dava immensamente fastidio. Tutti e due ebbero per un attimo l'istinto di baciarsi, ma poi si accorsero di essere osservati, da un West con la faccia da chi non ci sta capendo nulla, da un Peter che aveva completamente abbandonato il giornale per vedere cosa stava succedendo e da un Mohinder che passava li per caso. Claire tossicchiò.  –E' il mio ex ragazzo.- e poi lo lasciò li sulla porta, portando West al piano di sopra.

 

 

Claire l'aveva portato nella sua stanza. Non le veniva niente da dire, niente di niente.

-Chi quello che mi ha aperto?-

Dio ma perchè ce l'avevano tutti con la sua vita?? Che aveva fatto?? –Perchè lo vuoi sapere?-

-Ne ho il diritto.-

-perchè?-

-Secondo te?-

Oddio, ma com'era stupido quel ragazzo, ma come aveva fatto a starci insieme?

-Perchè sei venuto?- cambiò discorso lei.

-Volevo rivederti..-

-Bhè non il momento migliore.-

-Scusa.-

Oddio ma gli era tanto difficile capire che doveva alzarsi e andarsene? Poteva anche volarsene via dalla finestra se solo avesse voluto. E le scuse non bastavano.

 

 

Si lo so...questo capitolo fa schifo perdonatemi... Io West lo odio però avevo in mente fin dall'inizio di metterlo. Così ci si metterà pure lui a complicare la mia fic... ^^

Ringrazio:

GaaRamaru e Mala_tenera per aver recensito.

 

Un bacio a tutti!

Al prossimo chappy

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Capitolo 10
*** 9 capitolo ***


Perchè sua madre doveva invitare a pranzo ogni essere con la facoltà di respirare?
Era entrata in camera con quel sorriso spensierato e aveva invitato West a pranzo.
Ma che cosa aveva fatto di male?
Odiava quella tavolata.
La sua tensione si poteva toccare con mano.
-Non mi sento bene, posso andare in camera mia?-
Claire non volle neanche sentire la risposta. Si alzò e salì le scale di corsa, chiudendosi in camera.


Quando qualcuno bussò alla porta si risvegliò, anche se non si ricordava di essersi addormentata.
-Sto dormendo?-
-Di solito quando qualcuno dorme non risponde.-
Sussultò sentendo quella voce. -Di solito quando qualcuno si chiude in camera non vuole parlare con nessuno.-
La serratura scattò e la porta si aprì. Probabilmente si era scordata che lui non aveva bisogno di chiedere. -Anche quell'idiota ha dei poteri.-
-C'era bisogno di dirmelo? Lo sapevo.-
Sylar non potè fare a meno di perdersi dentro quegli occhi blu, ancora un po' assonnati.
-Quando imparerai a mettere i pantaloni?- disse facendo riferimento alle gambe scoperte della ragazza.
Lei arosssì visibilmente e si mise sotto le coperte. -E te quando ti imparerai a non mettermi in imbarazzo?-
No...ma che aveva detto? Gli aveva detto che la metteva in imbarazzo così candidamente? Oddio ma quant'era stupida??
Gabriel si mise seduto sul letto. -La smetterò quando tu non arrossirai più in quel modo.-
Idiota. Ma che cosa le era andato a dire?? Lui non era tipo da fiori e frasi romantiche... perchè gli era uscita fuori questa cosa così stupida?
Lei nascose il sorriso dietro i capelli.
Era così rossa da far invidia a un pomodoro. Sylar si alzò dal letto e uscì dalla stanza. Nel corridoio si scontrò con West.
-Attento idiota.-
-Sc-scusa- balbettò West. Quel tipo gli faceva sempre più paura. -Claire dorme?- chiese timidamente.
-E che ne so ragazzino, mica sono il suo baby-sitter.-
Mentre West cotinuava per la sua strada, Sylar lo fermò con la sola forza della mente.
Sorrise vedendo quel ragazzino tremare, sapendo di non potere nulla adesso, sapendo di non poter scappare.
Quel ghigno assassino gli si disegnò sul volto e subito dopo ridivenne serio.
Adesso come adesso, a che cosa sarebbe servito uccidere quel ragazzino? A niente. O forse no.
Lo lasciò andare.


Maya leggeva, intenta a non pensare a niente al di fuori del libro.
-Maya.-
Sussultò a sentire quella voce. -Vieni qui.-
Lei non si alzò rimase immobile sul divano. Aveva giurato che non avrebbe più avuto niente a che fare con lui. Promessa cehe sapeva non avrebbe mantenuto. Si alzò tremando. Ma perchè quell'uomo aveva il potere di farle fare quello che lui voleva?
Sylar l'aspettava dall'altra parte della stanza con il solito ghigno.
Voleva finirla quella storia. Probabilmente il fatto che la piccola Bennet lo faceva andare su di giri era solo una questione di ormoni.
Si cazzo doveva essere così!
-In camere mia. E sbrigati.- ordinò.
Avrebbe avuto la conferma. Se solo di ormoni si trattava, Maya avrebbe fatto lo stesso effetto.
Maya lo sapeva, intuiva che stava solo giocando, ma non poteva resistere.


Chiuse la porta e la spinse sul letto e lei non si oppose.
Ma proprio i quel momento arrivò dal corridio la voce di Claire che sbraitava contro il fratello.
-Lyle hai rotto le palle!!-
-Oddio Claire per un gavettone!-
-Adesso asciughi te stronzo!!-
-Quanto sei acida!-
-Adesso ti butto giù dalla finestra!-
-Dai! Poi papà ti ammazza!!-
-Non penso sia facile!!-

Gabriel sorrise. No. Maya non gli faceva lo stesso effetto.
Quella ragazzina in preda a una crisi isterica era unica.
Aprì la porta.
-Dove vai?- chiese Maya con un fil di voce. Anche se lo sapeva benissimo dove stava andando.
-Lo sai che ti dico. Che sei una troia.-


West aveva rinunciato. Stava giusto salutando la signora Bennet. Aveva ragione Claire: non era il momento per parlare.
E poi non era stupido, l'aveva notato. Claire e quel tipo strano si piacevano. Anche se per ammetterlo ci sarebbe voluto un po'.


Peter sorrideva. Gli scherzi idioti gli ricordavano i suoi. Quando con il fratello litigavano per ogni cosa. Dio quanto gli mancava. Gli mancava da morire. Avrebbe venduto l'anima al diavolo per rivederlo ancora. Eh già. Il diavolo a cui aveva intenzione di regalarsi un tempo era suo amico.


Lyle asciugava il corridoio sotto la super visione di una sorella super arrabbiata.
Appena Sylar accennò a voler passare Claire lo fermò. -Non ci provare.-
-Perchè?-
-Perchè è bagnato e poi lasci le impronte per tutta casa.-
Claire si girò verso il povero Mohinder che passava di li.
-Lo stesso vale per te!.-
Mohinder e Sylar si guardarono e scoppiarono a ridere.
Claire alzò le mani in segno di resa. -Ok mi arrendo, fate come vi pare.-
Si girò e andò in camera.
Lyle tirò lo straccio sulla porta e scappò giù per le scale.
-Sylar... ci devi dare una mano.-
-Oddio ancora...-
-Guarda che è anche per te!-
-Lo so lo so ma ora ho da fare.-
Mohinder sbuffò. Tornò giù da dove era venuto. Meglio tenerselo buono.


-Il giorno che imparerai a bussare accenderò un cero in chiesa.- ironizzò Claire vedendo entrare Slar nella sua stanza.
Sylar guardò un po' in giro. C'era stato tante di quelle volte ma non aveva mai notato niente. C'era il suo letto e altre due brande aggiunte per Elle e Maya. C'erano vestiti sparsi ovunque. E lui che pensava che le ragazze fossero ordinate!
Si buttò a peso morto sul letto.
-E' più comodo del mio, non è giusto.-
Claire sorrise. Gli si sdraiò accanto.
Gabriel rimase di sasso quando lei appoggiò la testa sul suo petto e lo abrracciò.
Si sentiva un idiota non sapeva che dire. Stavolta era lei ad avero spiazzato completamente. In quel momento entrò Elle. -Si si sono cieca non vedo niente continuate.-
Claire diventò rossa e Gabriel si alzò di scatto e uscì dalla stanza.
-Elle non stavamo facendo niente.-
-Tranquilla non devi rendere conto a me.-
Claire sorrise. Qualche mese fa si odiavano e adesso non c'era neanche un minimo di tensione. Strana la vita.
-Sai, qua dentro si sta bene, tua madre è carinissima, mi ero quasi dimenticata perchè stiamo qui.-
-Ma è proprio tanto pericoloso questo Adam?-
-Secondo loro...-
-Te l'hai mai visto?-
Elle si rabbuiò. -Si. Tuo zio non è tanto daccordo su quello che gli vogliono fare.-
-Peter?? No ma dai non ci credo... ha fatto tanto per salvare il mondo e adesso non è d'accordo?-
-Già.... Erano amici. E poi quando Nathan stava in ospedale irreparabilmente ustionato... Adam l'ha guarito.-




eccomi tornata!!!! allora dopo questo capitolo comincerà a cambiare qualcosa....
Ringrazio GaaRamaru per aver recensito... al prossimo capitolo...bye-bye

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Capitolo 11
*** 10 capitolo ***


Salve a tutti!! Rieccomi tornata... spero vi ricordiate di questa fic che da 3 mesi non veniva più aggiornata XD
Buona lettura ci rivediamo a fine pagina!



-Sono... - Nathan si toccò la faccia sporca di terra. Si passò le mani tra i capelli sporchi e infine si toccò il petto. Sentiva il cuore battere.
-Com'è l'aldilà? Io non ci sono mai stato... o almeno non per più di 30 secondi... la prima volta è stata un po' traumatica ma poi ci ho fatto l'abitudine.-
Nathan provò a a parlare. Tutta questa cosa non aveva senso. Lui era... morto? L'ultima cosa che ricordava era Peter che urlava e... si la conferenza stampa.
E poi chi era questo tizio che non sputava un attimo?
Aveva gli occhi socchiusi si doveva ancora riabituare alla luce del sole, perciò non lo vedeva bene in faccia. Dalla voce non gli sembrava familiare.
-Sai, non è la prima volta che ti salvo... dovresti essermi più che riconoscente... il villone dei Petrelli va più che bene. E sai un'altra cosa? dovresti farti una doccia...-


-Peter?-
Petrelli rimase sorpreso. Maya non gli aveva mai rivolto la parola, o quasi.
-Dimmi.-
Lui le aveva letto più volte nel pensiero e avevano molte cose in comune. Tutti e due delusi dall'amore. E tutti e due aveva perso da poco il fratello maggiore, il punto di riferimento della loro vita.
-Posso farti una domanda?-
-Già me l'hai fatta. No scherzo dai! Dimmi.-
-Secondo te io sono... una...- Maya tossicchiò. Ma come le era venuto in mente di chiedere una cosa del genere a uno a cui dava a malapena il buongiorno e la buonanotte?
Peter ascoltò il resto della domanda solo attraverso il pensiero della ragazza.
-Come ti viene in mente? Chi te l'ha detto?-
Maya si mise seduta sul divano. Ormai era nella situazione imbarazzannte, tanto valeva confidarsi con qualcuno. Aveva provato a parlarne con Elle ma lei non sembrava prestarle attenzione.
-Gabriel...-
-Ma dai non ci pensare... quello ogni parola che dice è un insulto... - Peter non sapeva più che dire. Non era abituato a dare consigli alle ragazze, anzi non era proprio abituato a darli. Di solito era lui a ricevere consigli. Da Nathan... sempre quel tasto dolente...
Peter sembrava perso nei suoi pensieri.
-Peter... scusami se ti disturbo. E che mio fratello mi manca e ho bisogno di qualcuno con cui parlare...-
Peter annuì. Nessuno come lui poteva capirla meglio in questo momento.
-Manca anche a te tuo fratello?-
-Non immagini quanto, Maya.-


-Dov'è Claire?-
Elle continuò a guardare la televisione ignorando completamente la domanda.
-Mi hai sentito ragazzina?-
-Si.- rispose senza scollare gli occhi dal televisore. -Sta studiando. Ha buttato fuori anche me, quindi vatti a fare un giro.-
-Posso parlarti?-
Sylar sbuffò nel sentire la voce di Peter. -No.-
-E' importante.-
-No comunque.-
-Non riguarda il solito... è importante davvero.-
Gabriel si allontanò da Elle e raggiunse l'altro ragazzo. -Che vuoi?-
-Mi serve il tuo aiuto.-
Sylar sogghignò. Peter DevoSalvareIlMondo Petrelli chiedeva aiuto a lui?


Gabriel entrò in camera di Claire, trovandola intenta a scrivere su un quaderno.
-Elle?-
-No.-
La bionda si girò e guardò la sveglia. -Le 11? avete cenato?-
-Da un bel po'. Ma Elle ha detto che non volevi essere disturbata.-
-Si... tra 3 giorni ricomincia scuola e io sono un po' indietro... sei bravo in matematica?-
Gabriel prese una sedia e si mise seduto vicino a lei.
-Ti devo dare ripetizioni?- disse con una smorfia mezza divertita e mezza scocciata.
-Sarebbe un idea.-


Dopo mezz'ora Claire cercava ancora di fare gli esercizi che aveva scritto Gabriel sul quaderno mentre l'improvvisato professore se la dormiva sulla scrivania.
La ragazza osservò la scrittura ordinatissima del ragazzo e la confrontò con la sua che sembrava la calligrafia tondeggiante dei bambini. Poi guardò lui.
Si era addormentato di sasso; chissà quante notti avrà passato in bianco tormentato da chissà quali pensieri. Chi l'avrebbe mai detto che un giorno si sarebbe fatta dare lezioni di matematica da un killer psicopatico?
Sylar aprì gli occhi, rimanendo con la testa appoggiata sulla scrivania. -Hai finito?-
-No... se il mio prof si addormenta...-
-O sei te che non sei capace?
Claire incrociò le braccia facendo la faccia offesa.
-Non è vero.- prese un cuscino dal letto vicino e glielo tirò.
Lui fece finta di ritirarglielo ma poi se lo mise sotto la testa. -Dai su finisci quella roba.-
-Non ce la faccio più...-
Claire si buttò sul letto, raggomitolandosi e mettendo la testa sotto il suo cuscino. Sentì le molle scricchiolare, segno che lui le si era seduto accanto. Sylar riusciva a sentire il battito del cuore della ragazza.
Ormai gli era familiare sentire quel battito acellerare ogni volta che le era vicino.
-Levati il cuscino dalla faccia.-
-Però basta con i compiti.- piagnucolò Claire.
Gabriel accennò un sorriso. Molto spesso sembrava una bambina ma da un paio di anni qualcosa le aveva cambiato la vita.
La porta si spalancò all'improvviso.
-Non troviamo Peter.-
-Elle, che vuol dire che non trovate Peter?- chiese Claire, passando di colpo da sdraiata a seduta.
-Vuol dire quello che ho detto! Porca miseria! Tu prima di cena ci hai parlato! che ti ha detto?- chiese la biondina agitata puntanto il dito contro il ragazzo che invece sembrava calmissimo.
Sylar ridacchiò. -Niente ha detto che voleva parlarmi.-
-Ma va?- Elle era sul punto di perdere la pazienza. Tra i due non scorreva buon sangue.
-Niente di importante, voleva una tregua... cioè intendiamoci, finche siamo sotto lo stesso tetto. E poi ha detto se ne potevamo parlare fuori in privato, ma non mi va di uscire, per cui penso che sia andato da solo.-
-Ma dove?-
-Che ne so... probabilmente a un bar, a farsi una passeggiata.. rientrarà!-
A Claire il ragionamento non filava. Sylar sembrava così sicuro di quello che diceva, ma in fondo era noto che sapeva raggirare la gente con le parole, o aveva fatto con Mohinder e con Maya. Forse invece di fare l'orologiaio avrebbe dovuto darsi alla recitazone.
In più conosceva Peter, tanto da poter dire che non avrebbe mai chiesto una cosa del genere a una persona che non poteva sopportare.
Neanche Elle sembrò essere convinta della storia. -Sei sicuro?-
Sylar si alzò di scatto come leggendole nel pensiero. -Senti ragazzina se pensi che ho scoperchiato la testa di quell' idiota hai sbagliato. Altrimenti lo avrei già fatto con tutti non pensi?-
Claire venne scossa da un brivido. Odiava quando in fondo agli occhi di Gabriel emergevano quelli di Sylar, e il sorriso si tirava in un ghigno.
Elle anche tremò a quella vista, ma si riprese subito. -Ok. Vai tu a dirglielo agli altri. Io vado a dormire.-
Sylar uscì, maledicendosi per il suo poco autocontrollo.
Aveva sentito perfettamente il cuore di entrambe quasi perdere un battitto e poi accelerare.


La casa era immerse nel buio, dormivano tutti. Tutti tranne Gabriel.
Peter non era ancora tornato ma lui lo sapeva.
Si infilò le scarpe uscì dalla sua stanza per entrare in quela delle ragazze. Molly Elle Maya e Claire dormivano profondamente.
Gabriel scribacchiò qualcosa sul quaderno di Claire e poi si avvicinò al letto della ragazza. Le diede un bacio in fronte e uscì, lasciando la residenza dei Bennet.




Ciao di nuovo.
Prima di tutto vorrei scusarmi per il colossale ritardo, ma se avete letto sul mio profilo sono partita prima del previsto.

Ringraziamenti: GaaRamaru: scusa per il colossale ritardo!! spero di essermi fatta perdonare con l'aggiornamento ^^
Ringrazio anche chi ha messo la storia tra i preferiti e ringrazio che legge...

PS: qualcuno ha letto gli spoiler su Heroes 3??
io leggendo alcune cose in particolare sono quasi svenuta ^^

Ciao ciao... alla prossimo, speriamo presto =)

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Capitolo 12
*** 11 capitolo ***


-Era ora.-
-Mi sto chiedendo perchè lo faccio.-
Peter scrollò le spalle. Fece cennò all'altro ragazzo di mettersi seduto sulla sedia di fronte la sua, al tavolo del bar dove si erano accordati di vedersi ore prima.


9 ore prima

-Dov'è Claire?-
Elle continuò a guardare la televisione ignorando completamente la domanda.
-Mi hai sentito ragazzina?-
-Si.- rispose senza scollare gli occhi dal televisore. -Sta studiando. Ha buttato fuori anche me, quindi vatti a fare un giro.-
-Posso parlarti?-
Sylar sbuffò nel sentire la voce di Peter. -No.-
-E' importante.-
-No comunque.-
-Non riguarda il solito... è importante davvero.-
Gabriel si allontanò da Elle e raggiunse l'altro ragazzo. -Che vuoi?-
-Mi serve il tuo aiuto.-
Sylar sogghignò. Peter DevoSalvareIlMondo Petrelli chiedeva aiuto a lui?
-Ho capito bene?-
-Si.-
Gabriel sogghignò ancora. Ma poi la faccia triste e pensierosa di Peter non sembrava poi così tanto divertente.
-Che c'è.-
-Nathan.-
Gabriel scrollò le spalle. -Petrelli, tuo fratello è morto.-
Peter fece una faccia che sembrava avesse ingoiato i sassi. -Lo so.-
Forse si stava impazzendo, ma Peter gli faceva davvero pena. -Che aiuto ti posso dare io?-
-Se te avessi sentito almeno una volta Mohinder... ha parlato di un certo Adam...-
-Ancora con questo tizio.-
-Loro lo vogliono uccidere. Io no.-
Gabriel sorrise. -E io a che ti servo? Adam a cosa ti serve?-
-Non ti posso dire altro. Io ti aspetto al bar qua in fondo alla strada. Se vuoi.-
Gabriel rimase a fissare il vuoto. Peter, Adam, Nathan... che cosa doveva fare Peter? e Sopratutto che voleva da lui?


-Dimmi tutto.-
Peter si schiarì la voce. -Nathan è vivo.-
-Stai delirando.-
-Non penso.-
Gabriel alzò gli occhi. -Io non leggo nel pensiero, quindi fammi un discorso completo e senza giri di parole.-
-Sai che ho assorbito anche il potere di Molly Walker...-
-Eh...-
-Ogni giorno cercavo Nathan, sperando in qualcosa. Non era mai da nessuna parte. Ma oggi l'ho visto nel cimitero di New York e due ore fa in Canada.-
-E' vivo?- chiese Sylar stupito da quell'affermazione. Qualche anno fa, nel suo negozietto di Broocklin, non avrebbe mai neanche immaginato delle situazioni simili, che adesso invece sono all'ordine del giorno.
-Si. Che ti dicevo?-
-Scusa ma non mi sembra tu stia facendo i salti di gioia.-
-Credi che sia risuscitato per mano divina? Non credo. Gli unici che possono fare questo bel giochino sono Adam e la nostra Claire.- al nome Claire, Peter scoccò un'occhiata allusiva al ragazzo di fronte.
-Petrelli alludi meno e finisci questo discorso.-
-Abbiamo la coda di paglia...- Peter cercò di trattenere la risatina che sarebbe poi diventata una vera e propria risata se il vassoio della cameriera non fosse "accidentalmente" caduto su di lui.
-Signore mi scusi non so come sia potuto succedere.-
-Non si preoccupi. Non fa niente.- disse Peter con un mezzo sorriso che bastò per far sciogliere la ragazza.
-Davvero non so come sia potuto succedere. Il cioccolato non è facile da lavare.-
-Prega che non mi voglia vendicare.-
-Che paura.-
Peter sbuffò. Sarebbe stato difficile collaborare con lui. Più di quanto aveva previsto. -Posso finire il discorso.-
-Prego.-
-Dicevo: Adam ha fatto qualcosa a Nathan. E sicuramente vuole qualcosa in cambio.-
-E io in tutto questo che centro?-
-Mi serve una mano, e tu sei l'unico che puoi farlo.-
-Perchè?-
-Io venderei l'anima al diavolo per mio fratello. Tu per avere quello che vuoi l'hai già fatto. Mi devi aiutare a contrattare col diavolo in pratica.-
-Che devo fare?-
Peter sorrise e gli tese la mano.
Perchè lo voleva aiutare? Non sapeva perchè ma sentiva che era giusto così. Forse perchè sua madre da bambino gli diceva che bastava un opera di bene per cancellare tutte le azioni cattive. Forse era arrivato il momento di cancellare una fetta del passato.
Gli strinse la mano.
-Grazie.-


Claire venne svegliata dal raggio di sole che entrava dalla finestra. La sera prima si era scordata di chiudere le tendine. Scese dal letto. Aveva una strana sensazione, di disagio, di qualcosa che non va; scese a far colazione dove al tavolo non trovò nessuno.
-Mamma?- eppure erano le dieci.
Elle corse da lei, con i capelli sconvolti la faccia assonnata e ancora il pigiama. -Peter stanotte non è rientrato e adesso è sparito anche quello psicopatico.-
Claire ci mise un po' a recepire il messaggio.
-Che cosa??-




Ciao rieccomi!! scusate il chappy è corto ma con il poco tempo che ho cerco di fare del mio meglio. NB:la storia non segue la trama della terza stagione. Vabbè ovvio ma era tanto per specificare ^^

GaaRamaru: ciao! grazie mille per la recensione ^^ spero ti sia piaciuto anche questo chappy, anche se è corto e con scene Sylar/Claire inesistenti... ma mi rifarò col prossimo. Comunque ho visto la prima puntata di Heroes (la seconda lo farò quando avrò 40 minuti filati di tempo) e se l'hai vista, bhè io in tutto quello l'ho visto in rosa ^^ Ciao ciao al prossimo chappy.

Inoltre ringrazio chi ha aggiunto ancora la storia tra i preferiti.

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