La casa abbandonata

di BlackSwan96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


Era da 20 anni, cioè tutta la sua vita, che Michael viveva a Wichita, Kansas.
Viveva in un assolato quartiere di periferia in cui c'erano al massimo un centinaio di case, di cui solo una dozzina erano abitate da ragazzi della sua età.
Michael aveva i capelli castano chiaro, dei meravigliosi occhi verdi e un fisico piuttosto gracile.
Passava le giornate a zonzo per il quartiere con i suoi migliori amici Jeff e Liz, due fratelli gemelli.
Entrambi avevano liscissimi capelli neri e occhi blu, carnagione chiarissima e labbra rosse.
Jeff si vestiva in modo semplice, indossava solamente t-shirt e jeans larghi, per non evidenziare le caviglie sottili;
Liz, invece, indossava sempre graziose magliette e gonnelline, accompagnate con un paio di ballerine della sua collezione.
Tutti e tre andavano nella stessa scuola, la Wichita State University.



Michael, come tutti, era sempre stato a conoscenza della vecchia casa abbandonata degli Hamilton, e purtroppo anche della sua fama di casa stregata.
Era una villetta fatiscente, adatta a seminare terrore nelle menti ancora ingenue dei bambini.
Lui stesso, da piccolo, ogni volta che doveva passare davanti a quella casa, accelerava il passo.
Si diceva che fosse appartenuta ad un appassionato di magia nera e affini, che impazzì quando sua moglie fu uccisa.
Nessuno aveva mai avuto il coraggio di entrare in quell'abitazione.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


La mattina del ventunesimo compleanno di Michael, Jeff e Liz si trovavano in camera loro con l'aria condizionata al massimo, cercando di decidere cosa organizzare per la serata.
Liz alzò gli occhi dal libro che stava sfogliando e propose:
- Potremmo organizzare un pigiama-party con quelli della scuola... -
Jeff rispose: - Un pigiama-party? Ma è roba per bambini! E poi lo sai che a Mike non piace avere troppa gente intorno. -
- E allora ci saremo solo noi tre. -
- Sempre roba per mocciosi è. -
Liz lanciò un cuscino in faccia a Jeff e protestò: - Inventati qualcosa tu! -
Jeff, ridendo, lanciò a sua volta un cuscino alla sorella e disse: - Allora stai zitta e lasciami pensare! -
Liz alzò gli occhi al cielo e poi si mise ad ascoltare musica allo stereo.
Rolling Stones-Paint it black.



Dopo 20 minuti buoni, Jeff se ne uscì fuori con un: - E va bene, vada per il pigiama-party, ma ovviamente non faremo quelle schifezze da ragazzine. -
- Schifezze da ragazzine? Cosa intendi? -
- Niente film lacrimevoli, niente discorsi sui capelli o sui vestiti, faremo una serata horror! -
- Non avevo certo intenzione di fare ''roba da ragazzine''. Cosa pensi di fare? -
- Maratona di film horror, poi spegneremo le luci e con l'ausilio delle torce, ci racconteremo storie dell'orrore. - Esclamò Jeff soddisfatto.
Liz sospirò e disse: - Come vuoi... -
- A proposito, chissà se Mike è sveglio...dovrei chiamarlo per fargli gli auguri!-
Liz annuì, e si mise a selezionare i migliori film horror dalla sua collezione.


Michael stava ancora dormendo, si era addormentato tardi a causa del caldo e delle zanzare. Per colpa del clima umido e arido del Kansas, in estate ce n'erano molte.
Sentì il cellulare vibrare sul comodino e, ancora in dormiveglia, rispose: - P-pronto? -
- Ehi, Mike! Bell'addormentato, stai diventando vecchio, eh? -
- Mh, sì.. -
- Va bene, continua pure a dormire. Auguri! -
- Sì, g-grazie, ciao. -

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


''Toc-toc.''
Alle 18 in punto, Jeff e Liz erano davanti alla porta di casa Wilde.
Michael non fece neanche in tempo a chiedere chi fosse, che i gemelli entrarono impetuosamente in casa.
Liz lo abbracciò energicamente e urlò: - Buon compleanno, Mik! -
Michael arrossì, un po' per l'imbarazzo e un po' per il miscuglio di emozioni che quell'abbraccio gli causava.
Jeff gli posò una mano sulla spalla e sorridendo emise un pacato: - Auguri. -
Michael notò i sacchetti che i due fratelli avevano posato sul pavimento e con un cenno del capo chiese spiegazioni.
Jeff rispose con naturalezza: - Stanotte ci fermiamo da te, abbiamo portato tutto l'occorrente...cibo spazzatura, film horror di qualità, torce e quant'altro. -
Mike protestò: - Ma non mi avete chiesto niente! Chi dice che possa ospitarvi?!-
-Dai, Mike! Era sottinteso che saremmo venuti qui, non fare il polemico. Tanto tua madre fa il turno di notte. -
Mike sospirò e disse: - E va bene, allora andiamo in camera mia, così mi fate vedere cos'avete portato di bello. -


Liz si accomodò su una coperta che aveva steso per terra e sprimacciò il guanciale che aveva messo contro il muro per appoggiarsi, in modo che riuscisse a vedere comodamente la televisione.
Michael e Jeff si sedettero accanto a lei, come meglio poterono.
Il festeggiato, vinto dalla curiosità, prese il sacchetto con i film, mentre Liz accese il televisore ed il lettore DVD.
- Vediamo cos'avete portato...1408, Martyrs, Insanitarium...ok, vada per i cannibali! -
Liz si fece dare il disco, lo inserì nel lettore e fece partire il film.


Dopo 3 ore, due film e una quantità imprecisata di patatine, pop-corn e caramelle consumati, i tre decisero si spegnere tutte le luci e il televisore e di mettersi in cerchio con le torce e le coperte.
Mentre discutevano su chi dovesse cominciare a raccontare, Jeff fu sorpreso da un'idea.
- Ehi, conoscete la leggenda della villa degli Hamilton, vero? Liz sicuramente, nostro nonno ce ne parlava sempre... -
Michael rispose: - Ovvio che la conosco, è qua vicino! -
-Bene, sapete che nessuno ha avuto il coraggio di entrarci per paura dello spettro dei coniugi Hamilton, no? Beh, secondo me Charles Hamilton è ancora vivo... - disse sogghignando.
Liz intervenì: - Dovrebbe avere come minimo 90 anni e comunque lo sanno tutti che è morto, non gli arriva la posta e nessuno ha mai intravisto delle luci in quella casa...la corrente sarà pure staccata. -
- Mh. Bene, allora non dovreste avere paura di andare a fare una piccola gita lì dentro. -
Michael strabuzzò gli occhi e replicò: - Stai scherzando?! Lo sai che sarebbe un reato? -
- Non ti preoccupare, bello, nessuno baderà a noi. Secondo me hai solamente fifa. -
Liz, con la sua tipica energia, tirò un braccio a Michael e lo esortò: - Io ci sto! Dai, Miky, sarebbe un'esperienza elettrizzante! -
Michael, alla vista degli occhioni dolci e del sorriso gioioso di Liz, dovette cedere.
-Ok, Jeff, ma se ci beccano me la paghi. -

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Michael prese una sbarra di ferro dal capanno degli attrezzi che era solito usare il padre, per rompere eventuali vetri o assi che avrebbero potuto sigillare la casa.
Liz prese le torce che aveva portato per la nottata e Jeff si munì di un bastone datogli da Michael.
Dopo circa una ventina di minuti, tra piedi strascicati e ripensamenti, si trovarono davanti alla villa.
Michael si mise a guardarla incantato, come da bambino.
Ammirava la moltitudine di piante rampicanti che l'avvolgevano , i muri esterni, che una volta sarebbero dovuti essere bianchi, quasi completamente scrostati e le finestre opacizzate dalla sporcizia e dall'usura.
Jeff si stufò di osservare l'espressione da rimbambito dell'amico e iniziò a scavalcare il cancello, che date le dimensioni della casa, sarebbe dovuto essere più massiccio.
Una volta arrivato dall'altra parte, chiamò sussurrando la sorella e la intimò di raggiungerlo con l'altro ragazzo.
Liz annuì, e delicatamente posò una mano sul braccio di Michael, che si riprese come travolto da una scossa elettrica.
- Mike, dobbiamo muoverci! Potrebbe vederci qualcuno se restassimo qui impalati. -
- Certo, Lizzie, hai ragione. -
Sentendo quel nomignolo, la ragazza sorrise, rendendosi conto solo in quel momento che che il suo amico era rimasto lo stesso di dieci anni prima.



Quando i tre si ricongiunsero, andarono subito ad accovacciarsi dietro ad uno dei cespugli che circondavano la casa, per assicurarsi di non essere stati visti.
Dopo aver notato soltanto una sequela di luci spente e l'assenza di persone in giro, Jeff diede il via libera.
Liz gli chiese, più per principio che per altro: - Ehi, Jeffie, chi ti ha nominato leader del trio?! -
- Ehi, ''Lizzie'', qualcuno doveva pur prendere il controllo, non credi? -
Liz sbuffò ma non disse altro, per evitare di litigare.
Jeff si avviò per primo verso la porta di servizio della villa che aveva intravisto poco prima, dopo essersi guardato intorno ancora una volta.
Liz prese a braccetto Michael e gli disse: - Mike, sei tu il festeggiato oggi...perché sei così silenzioso? Non ti andava di vivere quest'avventura con noi? Prima eri così pensieroso... -
-Non ti preoccupare. Ogni cosa che faccio con te...ehm...con voi, è divertente. -Michael si schiarì la voce. - E prima stavo solo pensando a quanto doveva essere bella questa casa una ventina d'anni fa. -
I due ragazzi arrivarono davanti alla casa e provarono a sbirciare dentro dalle finestre, ma come previsto, non si vedeva nulla.



Jeff giunse finalmente davanti alla porta e, accortosi della presenza degli altri due, bussò scherzosamente.
Michael lo sgridò, per aver fatto un rumore non irrilevante, ma Jeff sembrava non aver sentito la protesta dell'amico.
Aveva perso il suo sorrisetto furbesco di poco prima ed era come paralizzato.
Era un'afosa serata di fine giugno, ma Jeff sentiva i brividi percorrergli la spina dorsale.
Dopo un lasso di tempo indefinito si riprese, si voltò verso Michael e Liz, che lo guardavano impietrito e chiese: - Ragazzi...avete sentito anche voi una voce lontana rispondere ''avanti''?

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Jeff era ancora immobile, con la bocca spalancata, guardava fisso gli altri due senza vederli veramente.
Michael e Liz erano visivamente spaventati dalla reazione di Jeff, ma ancor di più li spaventava il fatto di non aver sentito alcuna voce.
Liz prese in mano la situazione.
Guardò fisso negli occhi il fratello e li fece chiudere la bocca.
Gli prese le mani e disse: - Jeff, ascoltami bene. È stata la suggestione, tu non hai sentito niente. Ti sei solo immaginato quella voce. -
Jeff deglutì e annuì senza convinzione.
Liz gli sorrise e guardò Mike: - Bene, siamo arrivati fin qui...andiamo in esplorazione?! -
Ovviamente era una domanda retorica.
La ragazza entrò per prima, con gli occhi che le brillavano per l'emozione.
Si guardò intorno meravigliata e incuriosita, accarezzando il corrimano di legno della scala a destra dell'entrata.
Michael entrò subito dopo.
- Ehi, hai visto che arredamento, Liz? Questi sicuramente non badavano a spese. -
- Lo so, guarda quel divano in stile vittoriano di seta rossa, non ci posso credere! -
Rispose, mentre avanzava verso il soggiorno, ammirando prima il divanetto e poi il camino.
Michael sorrise per l'entusiasmo della ragazza e richiamò Jeff, che era rimasto sulla soglia, timoroso di entrare.
Liz vide delle foto su un tavolinetto basso davanti al divano, la sua indole da ficcanaso la costrinse a guardarle.
Ritraevano i coniugi Hamilton da giovani, un uomo e una donna sulla trentina, capelli neri a spazzola ed occhi castano scuro lui; capelli castani ed occhi chiari lei.
'Si vede che si amavano perdutamente', pensò Liz, commossa.
Jeff e Michael la raggiunsero.
- Allora, adesso che si fa, Liz? - Chiese Jeff, che finalmente si era ripreso.
- Beh, abbiamo appurato che non ci sono fantasmi, quindi direi che possiamo salire di sopra, no? -
I ragazzi annuirono lentamente, senza convinzione.
In Michael rimaneva la paura di essere scoperto da qualcuno del vicinato.



Al secondo piano della villa c'erano quattro stanze.
- Ok, ragazzi, che ne dite di dividerci? Ognuno perlustrerà una stanza diversa. - Consigliò Mike.
Jeff chiese: - Quale sarebbe l'utilità di questa ''ispezione''? E perché dobbiamo dividerci? -
- Jeff, hai insistito tanto per venire qui. Adesso vorresti andartene? - Sbraitò Liz.
- No, no. Chiedevo soltanto... -
- Va bene, io entro in questa nell'angolino, tu in quella a destra e tu in quella successiva. -
Disse Liz, indicando ai ragazzi le rispettive stanze.
- Ehi, adesso chi è che fa la capetta?! - Grugnì Jeff.
Liz gli lanciò un'occhiataccia ed entro in una sorta di mini-biblioteca.
Era tutto incredibilmente accurato ed organizzato, gli ingombranti scaffali presenti erano divisi per genere.
Narrativa, saggistica, poesia...ad un tratto sussultò, trovandosi davanti un imponente scaffale stracolmo di libri riguardanti la magia nera e la stregoneria.


Michael si ritrovò in una camera da letto, arredata elegantemente.
C'era un letto a baldacchino con lenzuola di seta grigia, un guardaroba di legno pregiato e una scrivania.
Dalla grande finestra accanto al letto si poteva ammirare il giardino.
'Ci deve essere sicuramente qualcosa di valore qui dentro', pensò, chiedendosi se fosse un vero e proprio reato rubare in una casa abbandonata.


Jeff si trovò in una stanza-magazzino, c'erano fogli, libri e scatoloni sparsi ovunque.
Si diresse verso la finestrella che dava sul giardino, facendosi largo tra le cianfrusaglie che ricoprivano il pavimento, ma incespicò in un tappeto polveroso che non aveva notato tra i fogli.
Lo sollevò, tossendo per l'enorme quantità di polvere e facendo svolazzare l'ammasso di carte.
Jeff, indietreggiò, quando notò vide che sotto il tappeto era stato intagliato nel pavimento un simbolo per lui indecifrabile.
Uscì immediatamente dalla stanza e scese le scale con le gambe tremanti.
'Chissà a cosa serve quel simbolo inquietante...no, non lo voglio sapere' pensò, sedendosi sull'ultimo scalino e sfregando morbosamente le mani l'una con l'altra.
Solo in quel momento si ricordò che sua sorella e il suo amico erano ancora di sopra.
- Mike! Liz! Venite di sotto! - Li chiamò a gran voce.



Liz si ridestò: era assorta nei suoi pensieri, ma la voce angosciata del fratello riuscì a smuoverla.
Michael era intento a frugare nella massiccia scrivania di mogano intarsiato presente nella camera da letto.
Non fecero in tempo ad uscire dalle stanze, che udirono un tonfo e dei lenti e pesanti passi dal piano inferiore.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Liz si precipitò giù dalle scale rischiando di cadere per aver mancato l'ultimo scalino.
Il cuore le batteva talmente forte che pensò le stesse per esplodere da un momento all'altro. Si guardò intorno freneticamente cercando suo fratello.
-Jeff! Jeff!! Dove ti sei cacciato? Non è per niente divertente. Vieni fuori che dobbiamo andarcene!-
Ma nessuno rispose. E Liz sapeva inconsciamente che non si trattava di uno scherzo.
Con gli occhi lucidi e la voce tremante, si mise a chiamare Michael, pregando di non essere rimasta sola.
-Mike, vieni qui! ...Per favore...-
Lui, ancora al piano di sopra, sentendo la voce supplichevole di Liz, scese velocemente la scalinata.
-Che succede? Cos'erano quei rumori? E...dov'è Jeff?- Aggiunse, guardandosi intorno anche lui.
Liz chiuse gli occhi, provando a trattenere le lacrime e a fare mente locale.
-Non lo so, ma sono sicura che gli sia successo qualcosa. Dobbiamo cercarlo.-

-Forse se n'è andato...-
-No, non se n'è andato, te lo assicuro.- Mike la guardò negli occhi e non ebbe dubbi.
Fece qualche passo in avanti, poi si fermò, per decidere dove andare.
Guardò fisso davanti a sé e andò verso la cucina.
Liz lo guardò scomparire dietro l'angolo. Aprì lo sgabuzzino pur essendo sicura che non avrebbe trovato niente d'importante. Provò a pensare che cosa potesse essere successo, senza ricavarne niente. Scoraggiata, decise di raggiungere l'amico in cucina.
Camminando sovvrapensiero, inciampò nel tappeto, ricadendo maldestramente sulla parete di legno che costeggiava la scalinata.
Con il braccio urtò qualcosa. 
Indietreggiò di qualche passo, scoprendo di essere caduta addosso ad una porticina incassata nella parete.
Rimase immobile a fissarla, dandosi della stupida per non averla notata prima.
Dopo quasi un minuto in quello stato, si rianimò.
-Mike, vieni qui. Forse so dov'è.-

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