Ti amo ma è un segreto

di cucciola1cucciola2
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il compleanno di Raf e Sulfus... ***
Capitolo 2: *** Festa di compleanno ***
Capitolo 3: *** Nuove emozioni ***
Capitolo 4: *** Sentimenti condivisi? ***



Capitolo 1
*** Il compleanno di Raf e Sulfus... ***


                                Ti amo ma è un segreto
Prologo:


10 anni prima...

Sulfus era un bellissimo bambino, figlio di una famiglia molto ricca,la famiglia Zolfanello, la più prestigiosa tra quelle della città, aveva i capelli neri, gli occhi gialli e una strana voglia sull'occhio a forma di stella che aveva ereditato da sua madre. I genitori, Amie e James erano molto amici con un'altra coppia Angelie e Malachia che avevano avuto una splendida bambina, Raf, aveva i capelli d'orati con un ciuffo rosso sulla frangia che aveva ereditato dalla mamma, gli occhi azzurri e limpidi come il cielo d'estate, si legò subito a Sulfus e crebbero insieme per sei anni, erano del tutto inseparabili. Purtroppo però il giorno del sesto compleanno di Raf e del settimo di Sulfus, i genitori di Raf morirono in un incidente stradale per venire alla festa organizzata nella taverna di casa Zolfanello. Raf, anche se piccola capì che cosa fosse successo ma non voleva separarsi da Sulfus; così Amie e James non ci pensarono su due volte ed adottarono la piccola Raf.

Raf iniziò la scuola subito dopo la morte dei sui genitori e tutti pensavano che non avrebbe sopportato tanto e che sarebbe andata male a scuola, ma lei era davvero brava, aveva i voti più alti in tutte le materie e fece amicizia solo con una bambina di nome Uriè.

Arrivata in prima media si ritrovò in classe suo fratello, che era stato bocciato per aver risposto all'insegnante in prima media. Grazie all'aiuto di Raf non venne più bocciato e continuarono la scuola fino alla seconda superiore, l'anno scolastico in cui comincia questa stroria.


Capitolo 1: Il compleanno di Raf e Sulfus


13 settembre, ore 8.30 del mattino...

Driiin! Driiin!

Raf staccò quell'aggeggio insopportabile e si alzò controvoglia, mise un paio di shorts di jeans e una maglietta bianca che metteva in risalto la sua carnagione abbronzata.

Pettinò i lunghi capelli biondi che le arrivavano fino quasi al sedere e li legò in una coda. Poi infilò le ballerine e uscì dalla stanza diretta alla camera del fratello; senza nemmeno bussare aprì la porta e lo vide sommerso dalle coperte che ancora domiva tranquillamente. Si avvicinò a lui e cominciò a scuoterlo per farlo svegliare sussurrando il suo nome...

"Sulfus! Alzati dai.. è il nostro compleanno oggi!" disse Raf scuotendolo forte, finchè lui aprì i suoi meravigliosi occhi dorati ancora mezzi addormentati e si alzò dalle coperte.

"Che hai da svegliarmi alle 8 del mattino?" chiese lui ancora assonnato dopo aver guardato la sveglia che come al solito non si era ricordato di impostare

"Primo sono le 8 e trenta e secondo oggi è il nostro compleanno, te ne sei dimenticato? Tanti auguri fratellone!" disse Raf con tono accusatorio mettendosi di fronte a lui con le braccia sui fianchi.

"Ah, già..." disse lui alzandosi, era a petto nudo e solo in boxer. Raf divenne completamente rossa dall'imbarazzo, d'altra parte suo "fratello" era davvero molto ma molto carino, addominali scolpiti e fisico palestrato, il sogno di ogni ragazza, sembrava un dio...

Notando l'imbarazzo della sorella si mise a ridere mentre si infilava dei pantalonicini neri di jeans.

"Che c'è sorellina? Sono troppo affascinante da farti diventare rossa?" chiese Sulfus ridendo ancora

"Ma smettila! Io non sono imbarazzata e comunque tu sei bruttissimo..." disse Raf mettendo il broncio, Sulfus prese una maglietta nera attillata e la indossò, poi si avvicinò alla sorella e l'abbracciò forte.

"Buon compleanno Raf.." disse Sulfus lasciandole un bacio sulla fronte

"Buon compleanno Sulfus.." disse lei stringendosi al suo petto.

Dopo un po' si staccarono e scesero le scale; ad aspettarli vi erano Amie e James con due torte: una con 16 candeline rosa per Raf e una con 17 candeline azzurre per Sulfus; vicino alle torte vi erano due pacchettini regalo.

"Buon compleanno ragazzi!" dissero i due genitori abbracciandoli.

Raf felice ricambiò l'abbraccio e anche Sulfus lo fece, poi si avvicinarono alla torta dove il padre aveva appeno acceso le candeline.

"Esprimete tre desideri, quelli che provengono direttamente dal vostro cuore e spegnete le candeline." disse la madre; Raf e Sulfussi guardarono e si sorrisero poi pensarono ai loro tre desideri... Quand'ebbero espresso tutti e tre i desideri, spensero le candeline.

"Bene e ora due piccoli pensierini... Raf questo è per te, Sulfus questo è per te.." disse il padre porgendo ad ognuno un pacchetto..

Nel pacchetto di Raf vi era una collana con un cuore a metà con una lettera, la S, mentre Sulfus nel suo pacchetto aveva la stessa colana con la metà rimanente e una R al centro.

I due sorrisero, era sempre piaciuto ad entrambi condividere le cose, Sulfus infatti non si liberava mai di un bracciare al cui interno vi era scritto: "R+S". Raf invece aveva una collana a forma di cuore d'oro con la foto di loro due da piccoli all'interno. Era stata scattata il giorno del sesto compleanno di Raf e il settimo di Sulfus, lo stesso giorno in cui erano morti i genitori di Raf.

Raf riportando alla mente quei ricordi cominciò a piangere, anche se erano ormai passati 10 anni, lei non poteva dimenticare quel giorno in cui i suoi genitori non le avevano fatto gli auguri.

Sulfus l'abbracciò come a voler sopportare insieme a lei quel dolore che l'aveva sempre tormentata.

"Raf, te la senti di andarli a trovare? Questa sera i vostri amici hanno organizzato una festa e ci tengono che voi partecipiate, dopotutto siete i festeggiati..." disse Amie accarezzando i capelli della figlia che era ancora abbracciata a Sulfus.

"Si, mamma.." disse lei staccandosi un po'dall'abbraccio e sorridendo amaramente.

Salirono tutti e quattro in macchina e appena dopo 5 minuti si trovarono davanti all'ingresso del cimitero; Amie prese dal baule due mazzi di rose bianche, i fiori preferiti dalla madre di Raf e ne porse uno a Raf e uno a Sulfus.

Arrivarono davanti ad una lapide di marmo bianco, semplice ma bella, sopra vi era la foto di due persone: un uomo dai capelli neri e gli occhi blu e una donna dai capelli biondi con un ciuffo rosso e gli occhi azzurri che assomigliava tantissimo a Raf, sotto le foto c'era un incisione in oro con scritto: "Qui riposano in pace Angelie e Malachia Serafini m.13-09, in vita furono distinti per bonta e nobiltà d'animo." Raf si inginocchio a terra piangendo e mettendo entrambe le mani sulla lapide incorrispondenza dei volti dei suoi genitori.. Sulfus si sedette vicino a lei accarezzandole piano i capelli, poi entrambi poggiarono i fiori e si alzarono in piedi tornando a casa.

Quando furono a casa Raf salì in fretta le scale andando a rinchiudersi in camera sua. Sulfus si sedette sospirando sul divano mentre i due genitori poggiavano le chiavi della macchina nel cassettino del comò.

"Ogni anno è uguale al precedente, andiamo al cimitero e quando torniamo a casa scoppia a piangere e si rinchiude nella sua stanza, povera ragazza... Vorrei tanto che non fosse successo nulla." disse Amie abbracciando James

"Vado da lei, magari riesco a convincerla ad uscire." disse Sulfus e salì le scale piano piano.

Bussò alla porta della stanza di Raf che gli disse di entrare, lui aprì la porta e la vide: eraseduta a gambe incrociate sul letto, gli occhi gonfi di pianto, lacrime e mascara sciolto sulle guance, il respiro accellerato e i singhiozzi, tra le mani la sua foto preferita, lei e i suoi genitori nella loro ultima vacanza, lì era felice, i suoi occhi brillavano, niente di male in confronto a come viveva il suo compleanno ogni anno.

"Raf, vieni fuori, andiamo a fare una passeggiata e mangiamo un gelato? Dopotutto è sempre il nostro compleanno..." disse Sulfus sedendosi vicino a lei.

"Va bene, aspetta che mi sistemo il trucco e arrivo..." disse la ragazza alzandosi e sparendo in bagno mentre Sulfus scendeva le scale. Dopo quasi dieci minuti Raf scese, non c'era nessuno traccia del suo pianto, sembrava come se non fosse successo niente come se quel giorno fosse solo il suo sedicesimo compleanno ma il suo sguardo non brillava, era spento, consapevole di quello che era successo e anche se la sua testa cercava di distrarla, i suoi occhi trasmettevano tutto il suo dolore.

"Andiamo?" chiese Raf sorridendo

"Si, andiamo" disse Sulfus cercando di farle il sorriso più convincente che conosceva, la prese per mano e si diressero verso il parco a piedi. Per tutto il pomeriggio continuarono a camminare nel parco, ridendo e scherzando come due fidanzati e ogni persona che li vedeva gli faceva le congratulazioni perchè erano veramente una bella coppia, ogni volta Raf diventava rossa mentre Sulfus si grattava la testa imbarazzato ridendo nervosamente. D'altra parte non poteva dire che erano fratelli perchè non era vero, forse se non fossero stati per così tanto tempo nella stessa casa, ora starebbero insieme. Ma no, che cosa stava pensando?? Raf lo considerava come un fratello e lui la considerava una sorella, o forse no?
 

 

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Capitolo 2
*** Festa di compleanno ***


                                      Ti amo ma è un segreto 


Allora, so di essere in un disastro mostruso, ma ho avuto dei problemi in famiglia e non ho potuto aggiornare come speravo. Vi prometto però che oltre al capitolo 2, troverete anche il 3. Comunque veniamo al capitolo, vi avviso che è un capitolo un pochettino forte, in cui Raf passerà una brutta situazione, ma non preoccupatevi non le succederà niente... Spero che nonostante il capitolo sia un pochino forte, a voi piaccia e che mi facciate sapere cose ne pensate. Ho messo anche il capitolo 3 per non lasciarvi a bocca asciutta e per farmi perdonare sopratutto. Ok, ora basta. Vi lascio leggere il capitolo augurandovi una buona lettura;) ciao ciao;)

Capitolo 2: Festa di compleanno

Mentre ancora stava pensando, Raf aveva ricominciato a camminare tenendolo per mano mentre lui teneva lo sguardo basso e pensieroso...

"Sulfus, hai capito?" chiese Raf dopo essersi sbracciata per dirgli una cosa, ma lui era ancora con lo sguardo basso, perso nei suoi pensieri.

"Sulfus??? Ehi, che ti succede??" chiese Raf allarmata fermandosi davanti a lui, Sulfus parve riscuotersi dai suoi pensieri e la osservò con gli occhi lucidi..

"Sulfus, che ti succede?" chiese lei, ma Sulfus non rispose, la continuò a guardare con gli occhi colmi di pianto mentre una lacrima scendeva sulla sua guancia andando a depositarsi sulla mano che Raf aveva appoggiato. Raf lo guardò triste e poi lo abbracciò stringendolo forte, lui la strinse a sua volta mensolando i suoi capelli a quelli della ragazza; quell'abbraccio a tutti poteva sembrare un semplice abbraccio fraterno, ma per loro era molto di più, l'inizio di un sentimento che in loro si era formato senza che nessuno dei due lo sapesse.

Poi però, dopo innumerevoli minuti, dovettero staccarsi perchè il cellulare di Raf stava squillando.

"Pronto?" chiese attivando la chiamata senza nemmeno guardare il nome sul display.

"Ciao tesoro, sono la mamma... ascolta, dovreste tornare a casa, sono già le 6 del pomeriggio e vi dovete preparare per la festa di stasera." disse premurosa Amie

"Si, certo... adesso arriviamo." disse Raf "Ciao mamma" disse ancora e riattaccò.

"Sulfus, dobbiamo andare a casa, prepararci e andare alla festa." disse Raf riponendo il telefono nella tasca.

"Si, andiamo..." disse lui riasciugandosi le ultime lacrime mettendole una mano sui fianchi e attirandosela a se.

Così, dopo quasi 10 minuti arrivarono a casa e, dopo aver salutato i genitori, ognuno salìalla propria stanza. Raf osservò il suo armadio, che cosa poteva mettersi?? Tutto ciò che aveva erano dei vestiti sportivi, nulla che potesse indossare per una festa. Sconsolata si lasciò cadere sul letto.

Sua madre in quel momento entrò nella stanza e si avvicinò a Raf.

"Niente da mettere, eh?" chiese Amie

"Già, tutto quello che ho nell'armadio non va bene per una festa, mica posso metterni una felpa e un paio di jeans per una festa in mio onore..." disse Raf

"Già, meno male che la tua mamma ha sempre un asso nella manica o, come in questo caso, nell'armadio..." disse Amie facendo comparire dal "nulla" un vestito: era corto quasi fino al ginocchio, senza spalline, era blu scuro dalla scollatura a forma di cuore fino alla vita stretta; poi si allargava in una gonna a risvolti mentre il colore del vestito da blu scuro diventava più chiaro fino al celeste. Coordinato vi era un coprispalle a maniche lunghe blu scuro.

"Wow, mamma... è stupendo..." disse Raf rigirando tra le mani il tessuto morbido del vestito.

"Tutto il meglio per la mia bambina..." disse Amie e uscì dalla camera. Raf poggiò quella meraviglia sul suo letto per poi andarsi a fare una doccia calda, dopo 10 minuti uscì e si asciugò i capelli lasciandoli liberi sulle spalle, poi indossò il vestito e si truccò. Era praticamente pronta se non fosse per il fatto che non aveva della scarpe da abbinare.

"Mamma, non ho le scarpe da abbinare!!!" disse urlando correndo fuori dalla sua stanza verso quella della madre in fondo al corridoio. Sulfus aprì la porta della sua camera per vedere che stava succedendo ma si ritrovò i morbidi capelli di Raf in faccia, così capì e richiuse la porta tornando a vestirsi.

"Sta tranquilla eccole qui.." disse la madre mostrandole dei tacchi di velluto blu scuro con dei brillantini di una tonalità più chiara sparsi lungo la scarpa, Raf felice insossò immediatamente le scarpe e corse in camera sua ringraziando la madre. Si chiuse nella sua camera per sistemarsi all'ennesimo particolare. Nel frattempo Sulfus si stava vestendo: aveva optato per dei jeans scuri e una camicia dello stesso colore, sistemò il tutto sul letto e si fece una doccia. Dopo una mezzoretta uscì, si asciugò i capelli lasciandoli mossi e ribelli; prese pantaloni e camicia e cominciò a vestirsi.

Quand'ebbe finito valutò il suo aspetto allo specchio, indossò delle scarpe da ginnastica nere e dopo essersi dato una spruzzata di profumo, uscì dalla camera dritto in salotto.

"Sulfus, sei... sei bellissimo, oh... il mio bambino." disse la madre abbracciandolo

"Si, mamma ma non sono più un bambino..." disse Sulfus cercando di divincolarsi ma quella donna teneva nascosta una forza sovrumana.

"Tua sorella? Non scende?" chiese James alzandosi da divano.

"Era pronta quando le ho dato le scarpe, magari si starà sistemando." disse Amie lasciando il povero Sulfus che stava quasi per soffocare.

Ad un certo punto un rumore di tacchi proveniente dalle scale attirò la loro attenzione. Raf scese le scale un po' titubante, era bellissima: il vestito che indossava sembrava cucito su di lei, sembrava una principessa mentre scendeva piano piano le scale facendo alzare i boccoli dei suoi capelli ad ogni suo passo.

Sulfus si incantò a guardarla ammaliato, era veramente stupenda. La voce di sua madre lo riporto alla realtà.

"Tesoro, sei fantastica..." disse Amie guardando la figlia che ormai era davanti a loro.

"Si, fantastica.." disse James mentre Raf sorrideva imbarazzata, poi si girò verso Sulfus che la stava guardando ipnotizzato.

"Sei bellissima Raf, non ho mai visto una ragazza così bella e perfetta come te." disse Sulfus sorridendole.

"Bene, ora è meglio se andate, sono quasi le otto oramai." disse la madre e infatti una macchina suonò il clacson avvisandoli che la loro "carrozza" era arrivata per scortarli alla festa.

"Mi raccomando, voglio vedervi in casa domani mattina." disse Amie

"Sulfus, controllala, sei pur sempre il più grande" disse James preoccupato per la sua bambina

Dopo aver annuito e salutato i genitori i due ragazzi salirono sulla macchina che li avrebbe condotti alla festa organizzata in loro onore.

"Te sai qualcosa riguardo alla festa?" chiese Raf per smorzare l'atmosfera tesa che si era formata da quando erano saliti nella macchina

"No, Gas mi ha solo detto che si faranno dei giochi al buio e che sarà l'occasione perfetta per baciare le ragazze che ci sono alla festa, ma se ti mette le mani addosso se la dovrà vedere con me." disse Sulfus

"Sei troppo geloso, ma comunque io non vorrei mai e poi mai baciare Gas..." disse con aria schifata Raf

"Eccoci, siamo arrivati!" disse Sulfus guardando fuori dal finestrino. L'autista accostò la macchina e fece scendere Sulfus, poi lui fece scendere Raf.

Il locale che avevano affittato i loro amici era fantastico, dalle finestre si potevano vedere le luci colorate e la musica che rimbombava. Raf strinse forte la mano a Sulfus tutta emozionata e insieme, mano nella mano entrarono in quello che a tutti gli effetti sarebbe stato un inferno.

Appena entrati il dj, niente di meno che Gas, spense la musica facendo segno ad un ragazzo biondo, Filippo di incentrare la luce bianca su Raf e Sulfus.

"Ragazzi e ragazze, sono finalemente arrivati gli ospiti di questa serata, i nonchè festeggiati, Raf e Sulfus!! " disse Gas dal microfono mentre migliaia e migliaia di coriandoli d'orati e argentati si posavano sulle teste di tutti.

"Tanti Auguri!!!" urlò dal microfono mentre tutti gli altri applaudivano e urlavano, Raf era super imbrazzata e piangeva dalla gioia mentre Sulfus la teneva per mano sorridendo anche lui imbarazzato. C'erano tutti i loro amici, quelli della classe e quelli che conscevano per famiglia.

Gas riaccese la musica e riaccesse le luci colorate mentre gli amici facevano gli auguri personalemente ai due ragazzi.

"Augiri, amica mia, che bello questo vestito!! Sei bellissima!!" dissero Uriè, Dolce e Miki avvicinandosi all'amica che aveva ancora la mano intrecciata a quella di Sulfus.

"Grazie, sei troppo gentile." disse lei arrossendo

"Raf, Sulfus, auguri amici miei!" disse o meglio urlò Gas venendo loro incontro

"Grazie Gas" dissero i due "fratelli" all'uninsono.

"Raf, cavolo... sei fantastica stasera!" disse Gas alla ragazza

"Ti piace?" chiese lei imbrarazzata

"Certo, sei bellissima... mi concederesti un ballo?"chiese Gas facendo un inchino.

"Ehm.." balbettò Raf cercando lo sguardo di Sulfus che annuì felice, un ballo dopotutto non era nulla di male.

"Ok.." disse allora Raf e lasciò la mano di Sulfus per darla a Gas che la trascino nella pista.

Cominciarono a catenarsi in un pezzo house, anche gli altri, dopo poco li seguirono.

La serata continuò tranquilla per quasi due ore, ballavano e si scatenavano come pazzi.

Dopo un'ora di ballo sfrenato Raf decise di prendersi qualcosa da bere e un ragazzo si avvicnò a lei mentre stava bevendo un sorso della sua maxicola.

"Ciao, tu devi essere Raf. Sono un.. ehm... amico di Sulfus, mi chiamo Jack." disse un ragazzo dai capelli castani e gli occhi viola.

"Oh, ciao... Bella la festa vero?" chiese Raf continuando a sorseggiare quella bibita.

"Già, ma mai bella quanto te." disse lui avvicinandosi e toccandole la schiena. Raf rabbrividì e non certo di piacere al tocco di quel ragazzo, doveva trovare un modo per allontanarsi.

"Ehm.. scusa, devo andare un attimino in bagno..." disse divincolandosi.

"Vieni, ti accompagno io..." disse lui malizioso..

"No, grazie.. faccio da sola." disse lei con un po' di paura negli occhi che Jack percepì all'istante.

"Non sei mai stata in questo posto, voglio solo aiutarti." disse lui toccandole dinuovo la schiena ma quella volta scese fino al sedere.

Intanto Sulfus era insieme a suoi amici e si stava divertendo, ad un tratto percepì un brivido lungo la schiena, un brutto presentimento, si girò cercando con lo sguardo Raf, ma non la vide..

"Ragazzi? Raf dov'è?" chiese allarmato

"è andata a bere qualcosa..." disse Uriè indicandogli distrattamente il bancone.

Sulfus si diresse al bancone e vide Raf che stava parlando con un ragazzo moro, li vide allontanarsi ma lei non era rilassata, tutt'altro, era spaventata mentre lui le toccava la schiena scendendo verso il basso. Sulfus ribollì di gelosia ma decise di vedere dove stavano andando, magari a Raf piaceva quel tipo e non voleva per nessun motivo disturbarla.

Si avvicinò a loro tenendosi a distanza, stavano andando in bagno.

Intanto Raf...

"oh, grazie.. ecco lì la porta del bagno, grazie mille ora faccio da sola, grazie ancora Jack." disse Raf cercando di scappare ma il ragazzo la prese per i fianchi e la fece entrare in bagno, chiudendo poi la porta. Raf aproffitò del fatto che si fosse girato per entrare in un bagno e chiudersi dentro.

"Oh, cara e piccola Raf, esci fuori... non ti farò troppo male." disse lui mentre scassinava la serratura della porta del bagno in cui Raf si era rinchiusa, con uno strattone aprì la porta e ne trascinò Raf fuori buttandola per terra, lei urlò il primo nome che le venne in mente: Sulfus...

"Che cosa urlò stupida!" disse lui tirandole uno schiaffo e tirandola in piedi dai capelli, la immobilizzò al muro, tenendole ferme le mani, slacciò i bottoni dei suoi pantaloni e sollevò la gonna di Raf, in quel momento Sulfus entrò in bagno e ruppe una bottiglia sulla testa di Jack facendolo cadere per terra. Raf corse tra le braccia del ragazzo che l'aveva salvata ed inizio a piangere disperatamente stringendosi a lui, Sulfus la stringeva forte a se e le accarezzava i capelli per tranquillizzarla.

"Raf, stai tranquilla... è tutto finito, nessuno ti farà del male, ci sarò sempre io per te." continuava a ripeterle Sulfus accrezzandole i capelli; doveva portarla fuori da quel posto.

"Torniamo a casa?" chiese Sulfus accarezzandola dolcemente

La ragazza annuì contro il suo petto e si staccò da lui quel poco da riuscire a guardarlo negli occhi.

Sulfus prese un fazzoletto e lo intise con un po' d'acqua, poi lo passò delicatamente sugli occhi e sulle guancie di Raf per togliere il mascara che era colato sulle sue guancie mentre piangeva.

Quand'ebbe finito la guardò con un dolce sorriso cercando di rassicurarla mentre un mugolio attirò la loro attenzione, Jack si stava svegliando.

Sulfus prese per mano Raf e la portò fuori dal bagno chiudendo la porta a chiave.

Uriè si voltò verso di loro e notando il modo in cui Sulfus teneva Raf tra le braccia capì che era successo qualcosa che non doveva succedere; fece segno a Gas di spegnere tutto e così fece; la musica si fermò e così anche le luci colorate. Ora l'unica luce che c'era in quel momento era quella bianca del neon sulle loro teste.

Kabiria e Kabalè fecero uscire tutti quanti dicendo che c'era un problema e che avrebbero dato loro una spiegazione appena ce ne fosse stato il tempo. Dopo appena 5 minuti nel locale rimasero Raf,Sulfus, Miki, Dolce, Uriè, Gas, Kabalè, Kabiria e Filippo.

Gas e Sulfus avevano fatto sedere Raf dandole una tazza di the caldo. Sulfus era accanto a lei e l'abbracciava tenendola al sicuro.

"Che è successo?" chiese Dolce non appena tutti furono accanto ai due ragazzi.

"Ce la fai a raccontarlo, Raf?" chiese Sulfus consapevole che non sarebbe stato una passeggiata raccontare un fatto così indegno da essere chiamato umano.

"Si, credo di si, se non ce la faccio, lo farai tu.." disse lei guardandolo negli occhi.

"Allora, quando ho detto ad Uriè di andare a prendere qualcosa da bere, mi sono avvicinata al bancone e ho ordinato una maxicola. Poi mi si è avvicianto quel ragazzo, Jack, dicendo che era un amico di Sulfus, ha comincato a mettermi le mani addosso e io gli ho detto che dovevo andare in bagno per allontanarmi da lui. Ma lui mi ha seguita fino in bagno per poi scaraventarmi sul pavimento, si è voltato per chiudere la porta e io ne ho approfittato per rinchiudermi in un bagno, lui però a scassinato la porta e mi ha prese e buttata per terra. Poi mi ha tirato uno schiaffo e mi ha sollevato tirandomi per i capelli. Mi ha schiacciato contro il muro bloccandomi le mani e... e se non fosse arrivato Sulfus spaccandogli una bottiglia in testa, probabilmente mi avrebbe violentata." disse Raf tutto d'un fiato mentre le lacrime scendevano senza sosta sul suo viso.

Sulfus l'abbracciò ancora di più, Gas prese la tazza che aveva tra lei mani, mentre lei si avvinghiava alla schiena di Sulfus piangendo disperatamente. Lui le accarezzava i capelli senza sosta mentre lei lacrime si facevano strada anche nei suoi occhi. Vedere la ragazza che aveva considerato più importante della sua vita, piangere, lo faceva sentire male e inutile perchè non poteva fare nulla per rimediare al suo dolore, un dolore che un maliale le aveva inflitto passandosi per un suo amico.

"Ma questo sciagurato ora dov'è?" chiese Filippo. Il ragazzo era ancora chiuso nel bagno, svenuto; dopo che i due furono usciti nessuno si era preoccupato di lui ma dopotutto, ciò che meritava era di passare la sua vita dietro le sbarre.

"Dovrebbe essere ancora nel bagno..." disse Sulfus ancora abbracciato a Raf che stava tranquillizzandosi.

"Chiamiamo la polizia." disse Dolce e tutti furono d'accordo.

Dopo quasi 10 minuti la polizia entrò nel capannone.

"Eccoci, diteci dove si trova il ragazzo e noi lo porteremo in centrale." disse un uomo

"è all'interno del bagno, non sappiamo se sia sveglio oppure no e non sappiamo se sia armato. Un ragazzo l'ha colpito sulla testa con una bottiglia per fargli perdere i sensi." disse Gas

"Va bene, poi dovrete lasciare una dichiarazione di tutto ciò che è successo, rivolgetevi al mio collega." disse lo stesso uomo indicandone uno biondo.

Dopo una mezzora, i ragazzi avevano lasciato la dichiarazione con il numero di telefono dei genitori di Raf e di Sulfus, Jack era stato arrestato e la polizia se ne era andata.

"Noi andiamo a casa... Raf è molto stanca e preferisco tenerla al sicuro." disse Sulfus tenendo per mano Raf.

"Ciao ragazzi, fateci sapere se avete novità dalla polizia." dissero i loro amici mentre i due se ne andavano.

Sulfus chiamò un taxi e dopo 10 minuti arrvarono a casa; pagò il tassista e scese dall'auto.

Con le chiavi di scorta aprì la porta, entrò e accese la luce della cucina. Preparò due bicchieri d'acqua: uno per se e uno per Raf, quand'ebbero bevuto, insieme salirono le scale.

Arrivati davanti alla camera di Raf, aprirono la porta e Sulfus la fece sedere sul letto.

"Posso dormire con te, Sulfus?" chiese Raf, non voleva dormire da sola, almeno non quella notte.

"Si, certo.." disse lui abbracciandola. Raf entrò nel bagno con il pigiama e dopo appena 5 minuti uscì con addosso una canotta azzurra e un paio di pantaloncini dello stesso colore.

"Andiamo?" chiese Raf sbadigliando, così i due uscirono dalla stanza di Raf per andare in quella di Sulfus. Sulfus prese un paio di pantaloncini corti e andò in bagno, dopo qualche minuto uscì con addossò dei pantaoncini neri, era a petto nudo. Si mise nel letto e Raf si accoccolò sul suo petto, Sulfus cominciò ad accarezzarle i capelli fino a farla dormire e poi anche lui stringendola tra le braccia, si addormentò. 

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Capitolo 3
*** Nuove emozioni ***


                                       Ti amo ma è un segreto
Capitolo 3: Nuove emozioni


Quella mattina il sole splendeva, come se volesse cancellare tutto ciò che era successo quella sera.

Raf aprì piano piano gli occhi infastidita dai raggi del sole che provenivano dalle tende.

Si guardò intorno in cerca di un qualcosa che le facesse capire che cosa fosse successo, poi in un attimo l'immagine di Jack e della festa fecero capolino nella sua mente, spazzò via quelle immagini e osservò meglio dove si trovava, di certo non era la sua camera e sentiva un battito regolare sotto di lei. Osservò il ragazzo sul quale stava appoggiata, Sulfus.

"è bellissimo quando dorme, sembra così innocente e buono." pensò Raf continuando a guardarlo.

Sentiva qualcosa dentro di lei che cominciava a mutare, come se qualcosa da lì a poco sarebbe cambiato, non fece in tempo a capire di cosa si trattasse perchè un mugolio la destò dai suoi pensieri... Sulfus aprì i suoi meravigliosi occhi d'orati che a contatto con il sole risplendevano ancora di più; Raf fece in tempo a riappoggiarsi sul suo petto facendo finta di dormire.

Qulcosa di caldo e morbido era su di lui, poi si ricordò di tutto quello che era successo, della festa e di quel maiale che aveva messo le mani su Raf e che ora era in prigione.

Accarezzò i capelli della ragazza che pian piano aprì gli occhi guardandolo con una strana scintilla nello sguardo.

"Buongiorno..." disse Sulfus con la voce ancora impastata dal sonno

"buongiorno" disse Raf a sua volta.

"Stai un po' meglio?" chiese lui dolce

"Si, dovremo raccontare tutto alla mamma, penso." disse Raf

"Si, forse hai ragione. Andiamo, le parleremo dopo aver fatto colazione." disse Sulfus e così Raf tornò in camera sua mentre Sulfus indossava un paio di jeans scuri e una maglietta nera con delle fiamme sopra, Raf invece indosso un pinocchietto blu con una maglia lunga bianca con scritto love al centro in rosso.

Quando si furono vestiti scesero le scale e si avvicinarono alla tavola piena di leccornie, Amie stava preparando delle cialde mentre James leggeva il giornale.

"Eccoli i miei tesori, com' è andata la festa?" chiese Amie; sul volto di Raf si disegnò un espressione di terrore che Sulfus notò subito per poi stringerle la mano dandole forza.

"Mamma, che ne dici di darci la colazione?" chiese Sulfus guardando negli occhi la madre; a quella risposta Amie per poco fece cadere le cialde sul pavimento mentre James alzò lo sguardo dal giornale.

"Si si, certo figliolo..." disse Amie porgendo un piatto di cialde ad ognuno.

"Mamma, io non ho fame, vado da Uriè... torno per pranzo.." disse Raf con un espressione di vuoto negli occhi. Sulfus la guardò spaventato, doveva stare proprio male.

"Raf" cercò di fermarla Sulfus ma lei si voltò a guardarlo con gli occhi colmi di pianto.

"Ho solo bisogno di stare un po' da sola e stare con Uriè mi farà bene. Non preoccuparti." disse e uscì di casa. Sulfus abbassò lo sguardo e tornò a sedersi. Quand'ebbe finito di fare colazione Amie gli fece una domanda, la domanda che Sulfus si aspettava:" Che cosa è successo ieri alla festa?"

Amie pronunciò quelle parole con voce rotta, Sulfus non la gurdò, si limitò a tenere lo sguardo basso mentre tutte le immagini della sera prima si affollavano nella sua mente.

"Allora?" chiese insistente Amie sul punto di piangere, James poggio il giornale e gli occhiali, prestando completa attenzione al figlio.

Sulfus alzò lo sguardo, colmo di lacrime e osservando i suoi genitori, raccontò tutto quello che era successo. Amie e James ascoltavano in silenzio, senza interrompere il discorso, sapevano che per Sulfus non doveva essere stato facile trovare il coraggio per rivivere quella scena disumana a cui aveva assistito.

Nel frattempo Raf era corsa a casa di Uriè con le lacrime agli occhi, sapeva che i suoi genitori avrebbero saputo ogni cosa quella stessa mattina, e non voleva per nessun motivo assistere alla confessione. Non ce l'avrebbe fatta a rivivere quel momento, il momento più traumatico della sua vita dopo la morte dei suoi veri genitori.

Bussò alla porta e le venne ad aprire Uriè stessa.

"Posso entrare?" chiese Raf ascigandosi come poteva le lacrime che, però, non smettevano di scendere calde e copiose sul suo viso.

"Si certo, vieni andiamo nella mia stanza. Lì potra stare un po' più tranquilla." disse Uriè e dopo aver avvisato i suoi genitori dell'arrivo di Raf, salì insieme a lei nella sua stanza.

Si sedettero sul letto e Raf racconto di com'era finita la giornata e delle paure che la tormentavano, la paura che quel ragazzo sarebbe ritornato e che non ci fosse stato più Sulfus a salvarla dalle mani di quel mostro. Uriè l'ascoltava e cercava di capirla in qualche modo ma ciò che le era successo non era capibile se non provandolo di persona.

Qualcuno poi bussò alla porta, Uriè diede il permesso di entrare e una donna molto simile ad uriè entrò.

"Uriè, ho preparato due tazze di tisana alla camomilla per te e Raf." disse cordiale la donna che in realtà era la mamma di Uriè.

"Grazie mamma" rispose Uriè prendendo una delle due tazze.

"Grazie" disse Raf prendendo la tazza tra le mani.

"Di nulla" disse la madre e se ne tornò di sotto.

Continuarono a parlare tranquille sorseggiando la tisana.

Intanto a casa Zolfanello...

Sulfus aveva raccontato tutto l'accaduto ed entrambi i genitori erano rimasti ad ascoltare in silenzio, stupefatti da ciò che era successo e da come Sulfus era intervenuto aiutando Raf.

"Sei stato bravo Sulfus, bravissimo. Nonstante ciò che è successo hai saputo prendere in mano la situazione e salvare Raf da quel mostro!" disse James.

"Grazie papà, ma ora bisogna pensare a far restare quel mostroin prigione per il resto della sua vita." disse Sulfus

"Povera Raf, chissà come si deve sentire ora. Non so come abbia fatto a dormire questa notte." disse Amie

"Ha dormito con me, tra le mie braccia. Si è addormentata sul mio petto e sembrava tranquilla come se si sentisse protetta." disse Sulfus

Intanto a casa di Uriè...

Raf e Uriè avevano finito la tisana e avevano parlato per molto tempo, Raf dopo un po' decise di ritornare a casa e decise di passare per il parco per fare una passeggiata e prendere una boccata d'aria.

Mentre camminava ripenso a come Sulfus l'aveva salvata, a come l'aveva stretta tra le sue braccia, a come l'aveva accudita quella notte e pian piano cominciava a capire che forse ciò che li legava non era un sentimento fraterno, era molto di più...

Senza nemmeno accorgersene arrivò a casa, bussò alla porta e le venne ad aprire Sulfus.

"Raf.." disse con un dolce sorriso accarezzandole d'istinto una guancia. Raf divenne rossa al contatto con la sua mano mentre dei brividi si impossessavano del suo corpo; lui si accorse del suo rossore e divenne rosso anche lui ritirando la mano e facendola entrare.

Sì, questa era la prova che ciò che li legava non era fraterno ma qualcosa di più, forse.. forse amore?

Amie e James guardarono dispiaciuti la "figlia" mentre lei accennava ad un piccolo ma amaro sorriso.

Raf salì in camera e Sulfus la seguì.

"Raf aspetta!" disse Sulfus correndo nella sua direzione, Raf si girò di scatto e si ritrovò tra le braccia del ragazzo, che la stringeva al suo petto; Raf sentiva il cuore di lui battere velocememte e lo stesso faceva il suo, sembravano essersi messi d'accordo. Chiuse gli occhi assoporando quell'emozione che la faeva sentire libera, la faceva sentire viva e completa.

Sulfus la strinse di più a sè chiudendo gli occhi a sua volta, si sentiva strano e sapeva che quell'abbraccio non era un abbraccio fraterno, no... qualcosa dentro di loro stava cambiando, i loro sentimenti nei confronti dell'altro stavano mutando.

Dopo un tempo indecifrabile a loro, si staccarono guardandosi negli occhi, oro e zaffiro che brillavano al solo contatto tra loro mentre le guance di entrambi diventavano rosse.

"Grazie" una sola e piccolissima parola che uscì dalla bocca di Raf come a volerlo ringraziare di tutto ciò che Sulfus aveva fatto, stava facendo e farà per lei. Raf aveva la certezza che non l'avrebbe mai abbandonata, qualunque cosa sarebbe successa. Rimasero a guardarsi per molto tempo finchè la madre li chiamo a mangiare.

Si sedettero l'uno di fronte all'altro e cominciarono a mangiare ciò che Amie aveva cucinato.

Tutti mangiavano senza proferire parola mentre Raf e Sulfus si guardavano di sottecchi arrossendo se i loro occhi entravano in contatto.

Amie e James notarono tutti gli sguardi che i due si lanciavano e capirono che presto tutto sarebbe cambiato. D'altra parte non erano fratelli e anche se erano cresciuti insieme come se lo fossero, nessun essere umano poteva comandare al proprio cuore.

Quand'ebbero finito di mangiare Sulfus propose a Raf di andare a fare una passeggiata al parco e lei accettò. Salirono in camera per mettersi qualcosa di più comodo.

Raf scelse una maglietta a maniche corte bianca con degli shorts di jeas chiari e delle converse bianche. Pettinò i lunghi capelli biondi e li acconciò in una coda bassa, poi si mise un filo di trucco e uscì dalla stanza.

Sulfus invece optò per una maglietta a maniche corte blu con dei pantalocini corti fino al ginocchio neri, indossò le converse blu e uscì dalla stanza.

Incontrò Raf nel corridoio che chiudeva la porta della sua stanza, rimase abbagliato da tanta bellezza: l'abbigliamento chiaro faceva risaltare la pelle abbronzata e i capelli biondi che le incorniciavano il viso reso stupendo da meravigliosi occhi color zaffiro che ora, a contatto con gli occhi d'orati di Sulfus, brillavano di un emozione nuova.

La raggiuse in pochi passi e le allungò la mano. Lei l'osservò imbarazzata, poi piano piano porse la sua mano e scesero le scale.
Uscirono di casa incamminandosi verso il parco.


Angolo autrice:
Come promesso ho lasciato anche il terzo capitolo. Spero che il numero 2 non vi abbia traumatizzato:) Tornando a questo capitolo, tra i due sta nascendo qualcosa, o meglio è già nato qualcosa ma solo ora i due capiscono di non poterlo tener dentro all'infinito. Nel prossimo capitolo cosa succederà? Riusciranno a confessare tutto il loro amore sperando che per l'altro sia la stessa cosa o cercheranno di nascondere quel fortissimo sentimento nei loro cuori? Sta a voi scoprirlo nel prossimo capitolo:) A prestissimo
Cucciola;)

 

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Capitolo 4
*** Sentimenti condivisi? ***


             Ti amo ma è un segreto...

Capitolo 4:


Camminavano mano nella mano mentre un leggero venticello segnava la ormai fine dell'estate.

Il sole però ancora risplendeva indiscusso nel cielo e di nuvole nemmeno l'ombra.
Raf osservava con un sorriso i bambini che giocavano nel parco ma quel sorriso ancora non era completo, come se ancora avesse paura di cadere nel buio da un momento all'altro.
Sulfus la guardava sofferente, vederla così, senza equilibrio gli faceva male e la cosa che più gli faceva male era che non poteva far nulla per evitare quel dolore che dalla sera prima possedeva la sua vita e il suo mondo. D'istinto le strinse la mano fiducioso, come a volerle donare la forza di continuare. Lei si voltò a guardarlo, poteva leggere nei suoi occhi la determinazione che sempre lo aveva caratterizzato, ma questa volta era diverso: i suoi occhi brillavano in un modo strano come se cercassero di dirle qualcosa che Sulfus ancora non aveva capito.
Gli sorrise rassicurante come a dirgli che ce l'avrebbe fatta, che ce l'avrebbero fatta insieme.
Continuarono a camminare finchè ai due non venne fame...
"Sulfus, ti va di mangiare un gelato?" chiese Raf
"Si, grazie.. vado a prenderlo io?" chiese Sulfus
"No, vado io... solito gusto caffè e cioccolato?" chiese Raf con un sorriso
"Si e tu sempre caffè e panna?" chiese lui ridendo
"Si" disse lei ridendo a sua volta e se ne andò verso la bancarella lì vicino.
Nel frattempo che Raf era impegnata con i gelati, Sulfus si allontanò di qualche passo, verso la bancarella dei fiori e ne comprò un mazzo, un mazzo di rose rosse, le preferite di Raf. Poi ritornò vicino alla panchina, mettendo il mazzo dietro di lui mentre Raf si avvicinava con due coni gelato.
Sulfus la fece sedere accanto a sè e cominciarono a mangiare il gelato, quand'ebbero finito entrambi Sulfus prese le rose da dietro la schiena e le porse a Raf con un sorriso.
Raf diventò completamente rossa in viso mentre i suoi occhi si illuminavano prendendo le rose tra le mani. Chiuse gli occhi e ne annusò il dolce profumo, poi li riaprì e vide Sulfus osservarla dolcemente.
"Grazie Sulfus" disse lei dolcmente mentre lui le sorrideva, si avvicinò di più al viso del ragazzo, pochi centrimetri e si sarebbero baciati, ma all'ultimo secondo Raf deviò il bacio e lo depositò sulla sua guancia.
Raf si allontanò imbarazzata  chiudendo gli occhi e immergendo il viso nel mazzo di rose.
'Ma che fai? Perchè hai cambiato all'ultimo secondo? Era la cosa giusta, Raf, per te non è più un fratello, devi capirlo... non negare a te stessa ciò che provi per lui.' diceva una vocina dentro di sè.
Già, forse era proprio così, certo che era così e lei aveva sprecato la sua occasione, non sapeva quando se ne sarebbe presentata un'altra.
Sulfus non capiva più che cosa stava succedendo dentro di lui: c'era una voce che gli diceva di aprire gli occhi, gli diceva che Raf non era una sorella, non più ormai e che doveva smettere di negare il suo amore per lei. Ma era davvero così? Lui amava Raf? Forse era questo il motivo per cui si sentiva così protettivo nei suoi confronti, già forse l'amava. Forse non avrebbe potuto fare a meno di lei, ma lei provava ciò che porvava lui? O lo considerava come un fratello?
Il telefono di Sulfus squillò riportandolo alla realtà.
"Pronto?" chiese ancora imbambolato
"Sulfus, sono la mamma.. è quasi il tramonto ormai e la cena è quasi pronta, tornate a casa?" chiese Amie
"Si, mamma. Arriviamo subito..." disse Sulfus
"Ok, a dopo" disse Amie e riattaccò. Sulfus ripose il cellulare della tasca dei pantaloncini e si voltò verso di Raf, lei lo stava guardando e in quel preciso istante in cui i loro occhi si erano incontrati, avevano cominciato a brillare.
"La mamma ha detto di tornare, è quasi pronta la cena." disse Sulfus e Raf annuì alzandosi dalla panchina insieme a Sulfus.
Cominciarono a camminare uno vicino all'altro ma senza toccarsi. I loro corpi però si chiamavano, pretendevano un contatto tra loro come se fosse vitale. Istintivamente entrambi allungarono la mano  lasciando che le dita si sfiorassero leggermente. Poi, pian piano si presero per mano e continuarono a camminare verso casa.
Arrivati a casa cenarono tranquillamente senza proferire parola, ogni tanto si guardavano come per controllarsi e ogni volta che i loro sguardi si incontravano, si illuminavano e sembravano incatenarsi.
Quand'ebbero finito di mangiare..
"Ragazzi, io e vostro padre dobbiamo andare ad una serata di beneficenza e visto che siete abbastanza grandi, vi lasciamo a casa da soli ma rimanete in casa e non aprite la porta a nessuno, intesi?" chiese Amie prendendo il cappotto.
"Si mamma" risposero i due contemporaneamente e si sedettero sull'enorme divano.
"Ok, torneremo verso mezzanotte e mezza se tutto va bene, altrimenti torneremo un po' dopo." disse James e se ne andarono.
"Che facciamo?" chiese Raf
"Guardiamo cosa fanno in tv? Vieni dai.." disse lui stringendola a se.
Raf si appoggiò contro il suo petto sdraiandosi quasi sopra di lui mentre Sulfus avvolgeva una mano alla sua vita e l'altra cambiava canale con il telecomando.
"Uff... non c'è niente da vedere... andiamo in camera mia a guardare un film?" chiese Sulfus spegnendo la tv.
"Si, dai.." disse Raf alzandosi e salirono le scale. Entrarono in camera di Sulfus e si sdraiarono sul letto.
"Ti va un film horror?" chiese Sulfus, i film horror erano i suoi preferiti ma a Raf facevano paura
"Io ho paura dei film horror..." disse lei imbarazzata
"Ma dai, è tutta finzione e poi se qualcosa ti spaventa puoi sempre abbracciarmi..." disse lui sorridendo.
"Ok" disse lei sbuffando ma dentro di se era contenta.
Si sdraiarono vicini e Sulfus accese il film. Dopo una buona mezzora il film cominciò ad essere davvero pauroso e Raf si strinse nel petto di Sulfus chiudendo gli occhi per paura, lui la strinse a se accarezzandola piano finchè lei si calmò.
"Cavolo, devo dirglielo... Devo liberarmi di questo peso, devo sapere se per lei è la stessa cosa." pensava Sulfus, doveva dirle ciò che provava, solo così forse avrebbe saputo che anche lei provava la stessa cosa.
Così, deciso, spense la tv tirandosi seduto. Lei stupita si mise seduta guardandolo con aria interrogativa.
"Senti, Raf.. io dovrei chiederti una cosa..." cominciò Sulfus
"Ehm... dimmi Sulfus" disse lei non capendo che cosa volesse dirle.
"Bene, adesso devo dirle tutto quello che provo, ma come faccio? Come glielo dico, oddio che devo fare??" si chiese mentalmente entrando in panico
"Ehm.. ti.. ti va un po' di gelato?" chiese invece di dirle ciò che provava.
"Che stupido, che stupido che sono! Sono le undici e trenta della sera e io le chiedo se le va un po' di gelato?" si disse
"Ehm.. ok, ma sei sicuro che volessi chiedermi questo o c'è qualcos'altro?" chiese lei intuendo il suo nervosismo, doveva dirle qualcosa e lei sapeva che non voleva offrirle del gelato...
"No no.. volevo solo chiederti se volevi un po' di gelato, quindi adesso vado giù in cucina e te ne prendo un po'.." disse lui fingendo un sorriso cercando di essere il più convincente possibile anche se Raf aveva capito che c'era qualcos'altro sotto e lo guardava con aria interrogativa.
"Ok, va bene ma sei sicuro?" chiese lei
"Sicurissimo" disse e uscì dalla stanza.
"Che cosa voleva dirmi?" si disse a bassa voce Raf mentre Sulfus stava scendendo le scale. Quando arrivò in cucina aprì il frizzer e prese la vaschetta alla vaniglia, poi prese due ciotoline e le riempì con una generosa dose di fresco gelato. Prese due cucchiaini e tornò di sopra.
"Che stupido e scommetto che lei ha capito che non volevo chiederle questo.. Ah, che stupido! Devo trovare la forza per dirglielo, ma non ora." si disse Sulfus salendo le scale.
Entrò nella stanza e le porse la ciotola con il gelato e il cucchiaino, così cominciarono a mangiare mentre guardavano la televisione in attesa che i genitori tornassero.
Quando dopo due ore il film che stavano guardando finì..
"Raf, che dici guardiamo un altro film?" chiese alla ragazza che se ne stava beata tra le sue braccia con la testa sul suo petto e i capelli sparsi vicino a lei, Raf non rispose e lui la guardò meglio notando che si era tranuillamente addormentata, probabilmente durante il film.
"Com'è bella.. Forse sono solo un idiota nel pensare che un'angelo come lei possa abbassarsi nell'amare uno come me.." penso Sulfus scostandole dei ciuffi biondi che erano sui suoi occhi. Mentre pensava questo il rumore di un auto che entrava nel garage lo destò dai suoi pensieri riportandolo con i piedi per terra.
Cercò di alzarsi senza svegliare Raf e quando ci riuscì lei si aggrappò stretta al suo collo sussurrando il suo nome, in quel momento pensò che si fosse svegliata, ma il suo respiro era uguale a prima e gli occhi erano ancora chiusi.
Così la prese in braccio e uscì dalla sua stanza diretto nella camera della ragazza. Aprì la porta e la fece entrare, poi la depositò tra le coperte e la coprì rubandole un innocuo e piccolo bacio sulle labbra augurandole la buonanotte per poi uscire e chiudere la porta.
Erano le due e mezzo della notte e visto che la madre aveva detto che sarebbero tornati entro mezzanotte e mezza, capì che era successo qualcosa. Scese le scale e incontrò i due genitori: la madre aveva il trucco sfatto e sbavato e il bordo del vestito era tutto strocicciato e strappato, il padre invece, aveva la cravatta slacciata, la gicca aperta e i pantaloni sporchi, per non parlare dei capelli dei due che sembravano dei nidi distrutti dalla pioggia e dal vento.
Il ragazzo in un primo momento si spaventò, vedendo la condizione dei due ma poi capì quando la madre parlò.. erano ubriachi, fin troppo forse.
"Che è successo?" chiese Sulfus assumendo un tono abbastanza duro, quello che usava solo quando era veramente arrabbiato.
"Dai... fatti in là ragazzo... io e questa bella donna dobbiamo fare altre cose. Và a dormire" disse il padre dando una sculacciata alla madre che gemette in modo osceno.
Sulfus non poteva vederli in quelle condizioni così decise di fare di testa sua.
"Va bene, lascia solo che vi dia un bicchierino di fortuna" disse ammiccando finatamente, infatti sperava solo che il padre accettasse.
"Certo certo, poi però sparisci" disse il padre e Sulfus filò in cucina. Sapeva che la madre teneva in casa dei sonniferi da quando suo padre faceva molta fatica a dormire per lo stress dovuto al lavoro.
Ne prese due buste e le sciolse con dell'acqua, poi mise una piccola quantità di acqua frizzante e lo porse a due che lo trangugiarono senza nemmeno chiedere che cosa fosse contenuto nei due bicchieri.
Subito dopo entrambi crollarono sul pavimento.
Sulfus sospirò passandosi una mano tra i capelli neri. Con qualche sforzo riuscì a sistemare i genitori sopra i due divani coprendoli con una coperta in modo che non si ammalassero. Subito dopo chiuse la porta e salì le scale diretto nella sua stanza.

Angolo Autrice:
Chi non muore si rivede eh? Comunque mi dispiace immensamente per tutto questo tempo in cui ho abbandonato questa storia.. ma non avevo molte idee e quindi ho preso una piccola pausa finchè una notte in cui non riuscivo a dormire ho preso il computer e ho cominciato a scrivere e scrivere e ora eccovi qui un altro capitolo che sarà solo l'inizio
A presto, Cucciola

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