UGD

di Keita
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1-EpuntoE ***
Capitolo 2: *** 2- Sonnite ***
Capitolo 3: *** 3-Senpai ***
Capitolo 4: *** 4-Gelosia ***
Capitolo 5: *** 5-Ikebukuro ***
Capitolo 6: *** 6-Disasterology ***
Capitolo 7: *** 7- Insieme ***



Capitolo 1
*** 1-EpuntoE ***


1-EpuntoE-
 
-Quest'oggi, cari presenti, abbiamo l'onore di festeggiare un importante avvenimento. La nostra compagnia assorbe un'altro nome di rilievo sotto la propria ala. Siamo felici di annunciare ufficialmente che l Epuntoe entra a far parte della nostra catena. Insieme lavoreremo duramente per continuare ad espanderci e soddisfare a pieno tutte le esigenze di ogni singolo cittadino di New Tok al fine di rendere più felici e semplici le vostre giornate..
 Dagli altoparlanti rimbombavano ancora le parole del discorso di uno dei portavoce durante la nuova conferenza quasi improvvisata, ma come al solito non mancava assistere ad un fiume di persone che si riunivano nella sala-conferenze. L UGD era forse la compagnia più importante e di rilievo e a poco a poco stava assorbendo tutte le piccole aziende. Si occupava praticamente di ogni campo: dalla fabricazione e distribuzione di ventagli o mascherine fino alla ricerca tecnologica e scientifica compreso il costruire protesi bioniche. L'intera Nazione, e non solo, usufruiva dei loro prodotti e servizi. Tutti li volevano. A capo di questa vi erano due soci in affari, apparentemente non avreste mai detto che due come loro avrebbero mai potuto fondare un impero del genere eppure...
 
Un tonfo improvviso fece sobbalzare uno dei bodyguard che assisteva da dietro le quinte, per fortuna il caos delle persone coprì un po' quel rumore inappropriato proveniente dal retro. La conferenza era ormai finita e tutti si stavano rilassando tra chiacchiere musica e le prelibatezze che offriva loro il buffet. 
-IIIIIIZAAAAAYAAAAAAKUUUUUUNNN!!!! 
Noa Akamura malgrado il vociare e la musica riuscì a sentire quell urlo per lui fin troppo familiare
-Spero il buffet sia di vostro gradimento. Chiedo scusa, ora debbo allontanarmi per un po'- sorrise educatamente e congedatosi si affrettò a raggiungere la sua socia 
-Keeeiikoochaaan!! E' successo di nuovo! 
Keiko Watanabe e Noa Akamura erano i due fondatori dell'UGD. Ma questa è un'informazione riservata e non a tutti è dato saperlo. Keiko era una ragazza di piccola statura dai capelli scuri e lunghi e gli occhi dolci e profondi con una passione innata per il mondo dei Cosplay, di fatti ne aveva ormai una collezione tutta sua poiché appena finito uno era già  pronta a prepararne un altro nuovo. Noa, anche lui non vantava un'imponente statura anzi, era piuttosto gracile fisicamente e non troppo alto con i suoi capelli scuri e gli occhi dal colore indefinibile. Adorava l'arte e la decorazione del corpo, portava dei piercing ai lati del labbro inferiore. Si era trasferito li, a casa del padre, in seguito al secondo matrimonio della madre che viveva in Europa con la sua nuova famiglia.  
 
-Shizuchan! Non è questo il modo di comportarsi quando ci sono degli ospiti.- Keiko poteva essere anche bassina ma sapeva bene come tenere a bada il suo Muso. Shizuo Heiwajima, che come al solito voleva uccidere Izaya Orihara, il quale si divertiva fin troppo ad istigarlo, riusciva a prendere ordini soltanto dalla sua Keiko. Lo stesso succedeva ad Izaya che dipendeva soltanto dalle parole di Noa. 
Izaya e Shizuo erano dei Musi, ciò li legava profondamente ai loro due padroni e a questo non c'era fine ne rimedio. Un Muso non può fare a meno di rispettare il volere del suo padrone ed è per questo costretto ad eseguire ogni suo ordine, inoltre, però, il diventare Muso comportava l'acquisizione di poteri straordinari e avevano l'obbligo di difendere sempre e in ogni occasione i loro padroni.
-Chiedo scusa Keikochan.
Noa era interdetto e un po' rassegnato dal comportamento di Izaya -Izaya, so che per te è fin troppo irresistibile provocare Shizuo ma te ne sarei grato se riservassi questo trattamento a quando non ci sono ospiti almeno. Sappiamo quanto per Shizuchan sia difficile controllare la rabbia soprattutto per colpa tua. 
-Rimanderò a dopo il divertimento.- sorrise divertito al suo caro Shizuo che non potè fare a meno di rispondere con un ringhio.
Noa li ammonì con uno sguardo -Credo sia arrivato il momento per noi di andare. Izaya prepara l'auto. Keikochan, vieni anche tu?.
-Si volentieri. Ci siamo trattenuti anche troppo. Shizuchan per favore, prendi le mie cose, ora torniamo insieme a Noachan e Izayachan.
 
-Keikochan sono già  stanco di questi festeggiamenti.
Noa si diresse verso il divano nero in pelle seguito dalla sua amica mentre sorseggiava del tè verde con ghiaccio dalla cannuccia. Finalmente potevano approfittarne un po' per rilassarsi. Era stata una giornata molto stressante. Nella stanza c'era una grande scrivania in vetro rinforzato con tutti utensili e aggeggi tecnologici, una parete interna della stanza era coperta da scaffali pieni zeppi di libri ordinati alfabeticamente per il nome dell'autore, l'altra parete adiacente alla porta aveva uno scaffale uguale ma pieno di manga ordinati in sezioni per ogni genere. I muri erano dipinti di bianco in contrasto con un parquet scuro che ricopriva tutto il pavimento della stanza,una porta scorrevole poco visibile portava nel bagno dotato anche di una vasca idromassaggio. Agli angoli della stanza principale si potevano trovare delle piante verdi e alte, qui e la quadri e un televisore  enorme a schermo piatto a cui erano collegate consolle fabbricate dalla stessa UGD. 
Piano piano Keiko si stava addormentando mentre Noa continuava a parlare di quante persone buffe, a suo parere, aveva avuto modo di conoscere dopo la conferenza. Osservava fuori dalla vetrata di quel grattacielo immenso riservato soltanto all UGD. Regalava uno spettacolo che lasciava senza fiato: l'intera cità  illuminata con tutti i suoi edifici dall'aspetto ultramoderno, i fari delle automobili silenziose si muovevano come piccole lucciole che ricoprivano il manto stradale e, ogni tanto, si vedeva sfrecciare la metro sospesa e collegata a binari che attraversavano il cielo di New Tok.
Noa coprì con un plaid la piccola Keiko che ormai dormiva come un sasso, spense le luci, posò il bicchiere e sprofondò di nuovo sul divano finalmente in un sonno profondo.
 
Shizuo era finalmente ritornato al suo appartamento,nello stesso edificio che ospitava i membri della più alta carica dell'UGD. Accesa la luce si privò della giacca e sbottonò la camicia. Si diresse in bagno e lasciò scorrere l'acqua calda nella vasca mentre si concedeva una birra fredda in cucina. A fine giornata, quando ormai il sole era andato via e la notte regnava padrona, adorava restare ad osservare il panorama della città.
-E pensare che ero soltanto un barista come un altro...- diceva tra se e se -..ora la mia vita è totalmente cambiata...a parte per..per..- strinse forte i denti e schiacciò involontariamente la lattina di birra lasciando colare il liquido su tutta la mano -..per quel dannato di Izaya.
I suoi pensieri furono improvvisamente interrotti dal suono del campanello. Chi mai avrebbe potuto disturbarlo a quest'ora? Si pulì velocemente la mano e corse alla porta. Il campanello suonò ancora. Sbirciò dallo schermo che mostrava chi fosse il suo ospite e appena vide di chi si trattava girò gli occhi al cielo e tentò di mantenere la calma, senza emettere nessun tipo di rumore prima o poi se ne sarebbe andato pensando che non ci fosse nessuno, no? 
-Shizuoooo dai avanti apriii non farmi aspettare qui fuori, mi sento solo.
Lo sentiva piagnucolare ma non mosse ciglio.
-Shizuo...ti prego...mi...mi dispiace per oggi...sono venuto a chiederti scusa e a cercare di farmi perdonare...ma..ti prego...non lasciarmi qui fuori...
Izaya sentì la porta aprirsi, la spinse leggermente, entrò e lentamente se la richiuse alle spalle.
-Senti...mi dispiace sul serio per oggi...guarda..ti ho portato i tuoi dolci preferiti.
Sorrise porgendoglieli. Shizuo afferrò il braccio di Izaya e se lo tirò al petto stringendolo forte contro di se. Dal gesto inaspettato, Izaya si irrigidì appena ma si sciolse a sua volta e non potè fare a meno di avvolgerlo tra le braccia.
-Mi..sei..mancato..- Shizuo gli sussurrò all'orecchio prima di sciogliere l'abbraccio. Inevitabilmente Izaya arrossì.
-Devo fare un bagno, ci metto poco. In frigo ho della birra. La tv  sai dov è. 
-E se..venissi..con te..?- gli sorrise malizioso Izaya
-Scordatelo. A tra poco. - Era già  finito il momento tenerezza? 
Izaya si piombò sul divano e iniziò a fare zapping tra i canali televisivi mentre Shizuo era ormai chiuso in bagno. 
Izaya era sempre stato un'amante delle informazioni e i suoi precedenti lo dimostravano. Aveva un'intelletto di spiccato rilievo. Aveva una sua compagnia, raccoglieva informazioni di ogni genere in cambio di somme elevate di denaro ed era anche bravo nel suo lavoro. Venne poi assorbito dall' UGD e, per qualche strano motivo, ormai era diventato un Muso. Era totalmente legato e dipendente dalla volontà  di Noa. Ciò però, fece aumentare considerevolmente le sue capacità  logiche ed intellettuali e non solo..essere Muso gli aveva conferito dei poteri paranormali che ancora lui stesso non conosceva a pieno. Si divertiva a spostare oggetti con la mente, aveva col tempo perfezionato la tecnica e ora riusciva a sfruttarla completamente così, mentre si drogava di informazioni, con la sola forza del pensiero stava infastidendo Shizuo giocando con le manopole dell'acqua. Il solo sentirlo urlare dal bagno lo faceva ridere a crepapelle. Ma il gioco durò poco. Ora non voleva farlo arrabbiare di nuovo. Si alzò  dal divano e preparò una cena veloce con quel po' che sapeva fare in cucina. Preparò la tavola e non appena Shizuo uscì dal bagno la sua collera  si assopì nel vedere il frutto dell'impegno di Izaya. L'unica cosa che lo preoccupava ora, era il dover mangiare quella roba...
-Shizuuuuuchaaan guarda cosa ti ho preparato! Sono stato bravo non credi!? 
-Ehm..si..molto bravo..eheh.- Shizuo tentava di non far trapelare il suo disagio e andò a sedersi a tavola. Osservò che non avevano un'aspetto così  cattivo quindi si fece forza e provò ad assaggiare. Malgrado le sue pessime aspettative, fu assai sorpreso di scoprire che ciò che Izaya aveva preparato era davvero di ottimo gusto. 
-Izaaayaa ma sono buonissimiiii.- ecco Shizuo che stava fangirlando sotto gli occhi increduli di Izaya che non potè fare a meno di ridere per quella inaspettata reazione.
Passarono una serata tranquilla, mangiando e chiacchierando degli avvenimenti della giornata appena trascorsa. Erano assai bizzarri insieme ma allo stesso tempo irresistibili. Passavano dal mettere a rischio reciprocamente la loro vita al chiacchierare amorevolmente e al resistere all'evidente e reciproca attrazione fisica.
Era ormai tardi così Izaya, posato tutto in lavastovoglie, si avvicinò a Shizuo sussurrandogli sulle labbra -Ora..devo proprio andare..altrimenti chi si alza domani..- ridacchiando fece sfiorare le labbra con le sue, le baciò di sfuggita delicatamente e scivolò via fuori dalla porta.
-Domani ci spetta una giornata pesante. Buona notte Shizuchan.- gli sorrise
-Oyasumi Izaya..a domani.
-Soooognaaaamiii!- gli urlò Izaya scappando via e Shizuo richiuse la porta sbattendola e stringendo un po' i denti. Sorrise ripensando alla serata e si diresse finalmente a letto.

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Capitolo 2
*** 2- Sonnite ***


2-Sonnite.- 
 
Appena prima dell'alba possiamo assistere al momento più buio della notte. Dopo, il cielo inizia a poco a poco a schiarirsi e si colora tenuamente con i primi raggi del sole che lentamente sta sorgendo. E' uno spettacolo naturale meraviglioso, pensate ad assisterlo mentre si è in spiaggia. Ma ora, il sole stava sorgendo anche su New Tok e i suoi raggi irradiavano attraverso le vetrate dell'intero edificio dell UGD. Penn era già  a lavoro, la sua giornata cominciava presto. L'intera cucina era invasa dal profumo di caffè fatto tradizionalmente all'Italiana con la moca. Stava già  preparando il tutto per la colazione: cappuccino, fragole e biscotti per Keiko e latte e caffè¨ con cereali per Noa. Posato tutto sul vassoio si incamminò verso l'ufficio, anche questa volta erano rimasti a dormire li.
 
-Noachaaan Noaachan dai svegliati!- Keiko tentava per l'ennesima volta di svegliarlo ma, di nuovo i suoi tentativi sembravano essere inutili; 
-Noachan ora arriverà Penn e ti troverà  ancora a dormire.- provò a scuoterlo ma ancora niente, al ché non potè fare a meno di chiedersi se non fosse morto. Sentì bussare alla porta e dovette rimandare le sue domande a dopo. Penn entrò nella stanza avviandosi al tavolino avanti al divano, posò li il vassoio e servì la colazione.
-Buongiorno signorina Keiko! Lei non riesce proprio a dormire troppo vero!?- ridacchiò mentre riponeva sul tavolino la seconda tazza.
-Dormire troppo è solo una perdita di tempo- le sorrise -Vorrei solo riuscire a svegliarlo..- lo scosse ancora una volta ma nulla quindi si arrese dedicandosi alla sua colazione. 
-Non si preoccupi signorina Keiko, prima o poi dovrà  svegliarsi- dicendo questo si congedò.
-Aaaaaaaaaah!- un urlo improvviso fece sobbalzare Keiko che per poco non sputava il cappuccino che stava sorseggiando.
-Noooooaaaachan. Ti è dato di volta il cervello per caso!?- urlando rispose a quel risveglio inquietante dell'amico. 
-Keikooochaan è tardissimo! Dove sono quei due??? Aaaaah latte latte latte- si dimenticò subito del ritardo non appena si accorse della colazione pronta in tavola, ci si piombò sopra quasi letteralmente! 
Keiko osservò la scena ridendo -Ancora non sono arrivati- gli rispose. 
-Bene dovremmo chiamarli e dirgli di sbrigarsi- tentò di farfugliare mentre masticava quei cereali come se non mangiasse da secoli. 
-Va bene Noachan, occupatene tu, io ora vado a fare un bagno- riposò la tazza e si diresse verso il bagno chiudendo la porta a chiave.
Continuando a mangiare, Noa chiamò il suo Muso -Izaya, prendi Shizuo e venite subito in ufficio.- riagganciò e riprese con la sua colazione. 
La camera di Izaya era ancora avvolta dal buio, solo chiudendo completamente i pannelli delle vetrate riusciva a dormire. Se non fosse stato per il cellulare probabilmente avrebbe continuato a dormire ancora un po', ma se Noa aveva deciso così non poteva fare a meno di starlo a sentire. Fece una doccia veloce, risistemò il letto, bevve un caffè mentre finiva di rivestirsi e corse fuori dall'appartamento. Scese al piano inferiore e bussò più volte prima che Shizuo si degnasse di aprire la porta. 
-Dai sbrigati, dobbiamo andare in ufficio.- disse Izaya senza nemmeno salutare.
-Devo vestirmi..- aprì totalmente la porta e si diresse verso il bagno. 
-Huhu, sei nudo- sogghignò Izaya.
-Non sono nudo! Sono in mutande!- ringhiò Shizuo che si affrettò a chiudersi in bagno.
Izaya rideva per le sue reazioni -Va bene, ti aspetto in auto- chiuse la porta d'entrata e scese in garage.
 
Keiko, dopo aver frugato nell'armadio a muro ed essersi rivestita, era seduta alla scrivania a riordinare scartoffie mentre aspettava il suo socio che stava a sua volta facendo un bagno. Oggi la piccola Keiko indossava degli shorts bianchi che lasciavano scoperte le gambe snelle e chiare con una felpa rosa che le stava un po' grande, le maniche lunghe le coprivano le mani piccole dalle dita affusolate. Lavato e asciugato si rivestì anche lui raggiungendo poi la ragazza. Optò per degli skinny grigio scuro e una maglia nera a maniche lunghe con lo scollo a V che faceva risaltare i lineamenti del suo fisico snello, i colori delle slip on, che aveva deciso di indossare, erano gli stessi. Si avvicinò alla parete esterna della stanza e restò a guardare fuori mentre tentava di far passare i residui di sonno. Penn ritornò in ufficio e arrossì nel vedere Noa sveglio -b..buongiorno Noakun..- abbassò leggermente il viso mentre si avvicinava a Keiko. -Ohaayoo Penn! Oggi la colazione era buonissima, stai diventando sempre più brava- le sorrise inarcando leggermente un angolo delle labbra e ritornò a guardare fuori. 
-Arigatou gozaimasu..Noakun- Penn aveva una cotta per Noa fin dalla prima volta che lo aveva visto, arrossiva e si intimidiva ogni volta che lo vedeva o aveva modo di parlare con lui. Del passato di Penn non si sa nulla. Venne trovata qualche anno prima, per caso, mentre vagabondava per i sobborghi di New Tok da Keiko e Noa. Non aveva nessuno, a stento ricordava di chiamarsi Penn e probabilmente non era nemmeno il suo vero nome. Anche lei aveva dei poteri soprannaturali pur non essendo un Muso. Keiko e Noa decisero di portarla all UGD, ora viveva li, nel suo appartamento privato e passava le giornate con i due soci e i loro Muso. Nonostante il tempo passato, Noa non si era mai accorto dell'interesse che Penn aveva nei suoi confronti e quando Keiko provava a dirglielo o a farglielo capire, lui credeva sempre lo stesse prendendo in giro. 
 
Finalmente Shizuo e Izaya arrivarono in ufficio. Erano ancora parecchio assonnati e ciò si poteva dedurre dal fatto che ancora non tentavano di uccidersi l'uno con l'altro ma, purtroppo, era solo questione di minuti. 
-Huaah. Ti prego Penn portami del caffè..- la stava pregando Izaya che faticava a tenere la mente lucida.
-Immagino hai fatto le ore piccole..- gli disse Noa un po' distrattamente senza smettere di guardare fuori.
-Anche tu, stai morendo di sonno e si vede.- gli rispose a mo' di sfida.
-Hai ragione Izayakun- intervenne Keiko -oggi ho provato di tutto per svegliarlo..e..non ci sono riuscita. Eppure ieri non abbiamo fatto così tardi..uhm..- restava pensierosa tenendosi l'indice a sfiorarsi le labbra -..uhm..io credo..sì, credo Noachan sia affetto da sonnite.- con decisione e convinzione puntò lo stesso dito verso il diretto interessato. 
Noa deglutì con forza per evitare di strozzarsi con la sua stessa saliva e si voltò verso di loro un po' stranito -Io non ho proprio niente- rispose un po' acido e aggiunse -ho solo tanto..tanto sonno arretrato..- sbadigliò e si avvicinò al pc. 
-Bella scusa- rise con gusto Shizuo che aveva assistito interessato.  
Noa gli tirò dietro una penna ma, avendo una pessima mira non riuscì nemmeno a sfiorarlo e questo fece ridere un po' tutti i presenti. 
 
-Oh mio dio oh mio dio oh mioooooodioooooooo!!!!- continuava a ripetere Keiko, rompendo improvvisamente il silenzio creato per l'attenzione sul lavoro, mentre saltellava per tutta la stanza e attirando così l'attenzione degli altri.
-Keikochan cosa ti succede?- le chiese sbalordito il suo socio.
-Noaaaaaachaaaaaaan- continuava con il suo schizzo di euforia.
-Keiiiikoooochaaan in Usagi mode. Cosa ti rende così contenta?- la osservava saltellare divertito.
-Tashikani.- pronunciò quella parola con gli occhi che le brillavano. A quella risposta gli altri capirono subito. Tashikani. Era così che si faceva chiamare. Keiko era persa per lui.
-Keikosan, prova a ritornare in te- le propose con gentilezza Shizuo.
-Hai ragione.- disse ricomponendosi la piccola Keiko -ecco. Ci sono- tentava di mantenere un atteggiamento serio e composto ma..-Aaaah mi ha scritto come sono feliiiiceee non vedo l'ora di rivederlo ancoraa- compreso che quella reazione sarebbe durata ancora per un po', gli altri ritornarono al loro lavoro. Izaya di tanto in tanto, infastidiva Shizuo sfruttando il suo potere: continuava a spostare ogni oggetto che tentava di prendere facendo salire a poco a poco il livello di irritazione. D'un tratto...Shizuo arrivato al limite della sopportazione sollevò il divano intento a lanciarlo contro il povero Izaya che intanto se la rideva come un idiota fin quando l'ombra del divano non lo sovrastò e fu costretto a darsela a gambe. Shizuo lo rincorreva per tutta la stanza determinato nel fargliela pagare. Non si poteva proprio lavorare in quelle condizioni, Noa iniziava un po' a spazientirsi, quando si trattava di lavoro non tollerava troppe perdite di tempo, ma, troppo stanco per dir qualcosa, prese ciò che gli occorreva e lasciò l'ufficio dirigendosi in una stanza più tranquilla. Anche richiusa la porta riusciva ancora a sentire le urla di quei due e Keiko che ormai era preda dell'euforia. Non poteva fare a meno di pensare a quanto fossero interessanti le loro vite a differenza della sua. Sapeva che rapporto correva tra Izaya e Shizuo, all'inizio la cosa lo ingelosì parecchio ma senza darlo a vedere, non era tipo da mostrare troppo le emozioni anzi, era piuttosto chiuso su certe cose. Ma ora si era abituato alla situazione e ancora non riusciva a spiegarsi il perché di quel sentimento che in precedenza lo aveva colpito. No, non era proprio bravo con certe cose. Scosse un po' la testa e si disse che non doveva perdere tempo con certi futili pensieri.
 Intanto la piccola Keiko si accorse di quanto quei due stessero combinando, si bloccò all'improvviso e li fissò d'apprima un po' sorpresa -Heeeeeeei voi due!!! La volete finire!!?!? C'è da lavorare qua- e li fulminò con lo sguardo. I due si fermarono ad osservarla sbattendo più volte le palpebre. Shizuo rimise il divano al suo posto -Keiikosaan, sei ritornata in te finalmente- le sorrise e si mise a sedere composto. Izaya alternava lo sguardo tra l'uno e l'altra -Oooh come siete teneri- e li osservava con gli occhi a cuore aggiungendo -Shizuo, a vederti così dolce mi fai emozionare!- con questa affermazione, Izaya rifece perdere le staffe a Shizuo e in men che non si dica venne travolto dal tavolino che il suo collega gli aveva appena lanciato. Keiko ad osservarli si portò una mano sul viso -ADESSO FINIIIIIIITEEEEEELAAAAAAA!- urlò così forte che le persone in strada riuscirono quasi a sentirla. I due Muso come due fulmini si piombarono sul divano e rimasero muti ed immobili osservando Keiko. -Ecco. Finalmente. Adesso mettetevi a lavoro- pronunciò le parole guardandoli con sguardo severo e i due non poterono non ubbidire.
-Ciao, Noa- una voce attirò la sua attenzione verso un angolo della stanza poco illuminato, quando il suo sguardo si posò su quella figura non potè fare a meno di rimanere a bocca aperta. 

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Capitolo 3
*** 3-Senpai ***


3-Senpai- 
 
Penn tirò un sospiro -Lo avete fatto scappare..- aggiunse con un po' di tristezza. 
-Dai Pennchan non essere triste, è solo andato in un'altra stanza..- Keiko tentava, con la sua dolcezza naturale, di tirarla su di morale. Effettivamente non era poi tutta questa tragedia.
-Ci dispiace Penn..- provò a scusarsi Shizuo mentre Izaya tentava vanamente di trattenere una risata. Attirò così gli sguardi severi degli altri presenti. 
-Izayakun. Sai essere davvero senza cuore.- lo ammonì la piccola Keiko.
-Ha ragione Keikosan, mi dispiace- divenne d'un tratto più serio e porse poi le sue scuse a Penn. 
-Su ragazzi. Shizuchan Izayakun. Andiamo, ci tocca il solito giro. A dopo Penn e fammi un sorriso- Keiko regalò un sorriso a Penn mentre insieme ai Muso proseguì in perlustrazione per i vari piani dell'edificio.
 
Era simpatico vedere quei tre camminare per i corridoi. Keiko canticchiava canzoni orientali mentre, alle sue spalle Izaya le faceva delle buffe imitazioni beccandosi occhiatacce e di tanto in tanto dei colpi improvvisi e poco delicati da parte di Shizuo. Spazientito, dopo avergli più volte chiesto di far la finita con quegli atteggiamenti da bambino, gli tirò un pugno, con una forza stratosferica, sulla testa. Izaya assorbì il colpo ritrovandosi per terra con gli occhi di fuori e gemente a denti stretti per il dolore. Keiko smise di cantare e si voltò di scatto dopo aver sentito uno strano rumore: notò che non c'era nulla di anomalo a parte quei due impalati avanti a lei con un sorriso ebete stampato sulle labbra. Li guardò un po' stranita e facendo spallucce ritornò sui suoi passi intonando le note di una nuova canzone, probabilmente la sigla di qualche anime. Shizuo e Izaya tirarono un sospiro di sollievo, era meglio non farla arrabbiare! Ogni volta che passavano vicino qualche dipendente venivano cordialmente salutati. Nemmeno chi lavorava per l UGD sapeva chi rialmente ci fosse a capo di tutta la compagnia, vedevano soltanto quei quattro tipi bizzarri ispezionare e supervisionare in altrettanto bizzarro modo. Keiko appariva dolce e gentile ma guai a farla arrabbiare. Riusciva ad intimorire soltanto con lo sguardo quindi, malgrado la sua apparenza delicata e da ragazzina, un po' tutti la temevano e lo stesso valeva per Noa. Sapevano che chiunque si fosse messo contro Keiko e Noa avrebbe dovuto fare i conti con Shizuo ed Izaya e nessuno voleva correrne il rischio. Tutti trattavano con enorme rispetto quel quartetto.
-Izayakun..credo dovresti raggiungere Noachan..- disse d'un tratto Keiko smettendo di cantare, sembrava preoccupata. 
-Non si preoccupi Keikosan, Noakun starà  bene..non c'è da preoccuparsi, starà  lavorando.come al solito..- rispose con calma Izaya.
-Sarà ..ma tra poco raggiungilo lo stesso..io sono in buone in mani con Shizuchan.- e, voltando leggermente la testa verso di loro per un attimo, sorrise con uno dei suoi dolci e irresistibili sorrisi.
-Se è per farla sentire più tranquilla Keikosan, farò come desidera- e ricambiò il sorriso. Eh già , Keiko riusciva a far sorridere così anche Izaya. Shizuo rise senza nemmeno cercare di trattenersi -Izaaaya sembri quasi umano così- e continuò a ridere nel vedere Izaya che un po' se l'era presa ma...si ritrovò a volare contro una parete: Izaya gli sferrò un pugno dritto sul viso con una forza di un certo calibro. Keiko scoppiò a ridere così tanto che si teneva una mano sulla pancia nel guardare Shizuo spiaccicato contro il muro. -Ha ha Shizuo. Sembri proprio un insetto- rispose infine Izaya mentre lo osservava con quel suo solito sorriso soddisfatto.
 
-Se..senpai...cosa ci fai qui?- Noa restava immobile e incredulo a fissarlo con gli occhi quasi spalancati. 
Lui sorrideva mentre a sua volta lo osservava e a passi lenti e silenziosi si avvicinava al divano dove Noa restava seduto. -Hey, sembri sorpreso piccoletto! Mi dispiace se ti ho spaventato..- Noa non riusciva a togliergli lo sguardo di dosso, scosse leggermente la testa e deglutì -Ouh nono..tranquillo..- ridacchiava ora un po' imbarazzato -E' che mi hai colto di..sorpresa..ecco..non me lo aspettavo..ma aspetta, come hai fatto ad entrare?- lo guardava storcendo leggermente le labbra. -In qualche modo..posso sedermi?- e indicò il divano. -Sisi certo, scusami sono un pessimo padrone di casa..- rise un po' osservandolo mentre gli si accomodava accanto. -Non sei pessimo, solo..non ci pensi.- Noa posò sul tavolo il computer che teneva poggiato sulle gambe e si fermò ad osservare il suo ospite, percepiva nell'aria uno strano odore ma non ci diede troppo peso. -Io..pensavo fossi a Londra..non ho più avuto tue notizie..ma sono felice di vedere che stai bene..- Noa, con lo sguardo incrociato al suo, sentì quasi come se gli stesse penetrando l'anima ma non riusciva a distoglierlo, era quasi incantato. 
-Si..ma ho deciso di tornare per un po'..vedere come te la stavi passando..ti vanno bene le cose a quanto pare- sorrideva e lo faceva in un modo strano. 
La porta venne spalancata improvvisamente ma non c'era nessuno o quanto meno era ciò che sembrava. -Allontanati da lui.- ringhiò una voce profonda mentre la sagoma si Izaya compariva sulla soglia. Il senpai venne scaraventato contro la parete in fondo alla stanza senza che Izaya muovesse un dito: stava usufruendo del suo potere. -Noa. Va fuori di qui. Ora.- restò per un attimo inpietrito poi si alzò senza dire una parola e fece come Izaya gli aveva ordinato: iniziò a correre verso la porta. -Dove credi di andare piccoletto?- gli urlò il senpai, Noa non riusciva più a muoversi e rimase immobile in un punto della stanza a metà  tra il divano e la porta. -Che cosa gli hai fatto?- lo fulminò Izaya con la rabbia che trapelava tra le sue parole. -Tranquillo tranquillo. Non gli accadrà  niente. Sarà  solo sotto il nostro volere.- ridendo il senpai trasmutò in un essere alto vestito di scuro con i capelli neri e lunghi, i suoi occhi, anch'essi completamente neri come le sue mani, puntarono su Izaya. -Un Virai..immaginavo- ridacchiò Izaya poi sospirò e aggiunse -Mi dispiace ma..ti è andata male- sorrise e con la forza del pensiero gli lanciò contro un forcone del camino che gli trapassò il petto. Il Virai ridendo si dissolse come una nuvola di fumo nero nell'aria. 
-Noa!! Stai bene?- preoccupato Izaya gli corse vicino -parla..di qualcosa..- lo osservava cercando di mantenere la calma. -Si...si..sto bene..sto bene...sono..uno stupido..non me ne sono accorto...mi..mi dispiace..- gli rispose guardando verso il basso. Izaya improvvisamente lo abbracciò, lo strinse forte e lui rimase immobile sorpreso dal gesto inaspettato. -Ho avuto paura ti catturasse..temevo di..non essere arrivato in tempo..ma per fortuna stai bene..- Noa chiuse gli occhi ascoltando le sue parole -Sto bene.- disse con voce flebile mentre scioglieva l'abbraccio e andò a risedersi sul divano, sembrava parecchio turbato. 
-Dirò a Penn di portarti un po' di tè- lo seguì sul divano ancora preoccupato -Hey..Noa..non è nulla..non permetterò a nessuno di farti del male. Ci sono io e nessuno può toccarti.- non rispose, teneva stretti i pugni sulle gambe e guardava fisso un punto nel vuoto, gli sussurrò -Izaya...grazie...- accennò un sorriso mentre spostò lo sguardo verso di lui -A volte sembri normale sai?- aggiunse ridacchiando. -Non mettertici anche tu ora!- gli rispose fingendo di essere infastidito poi sussurrò -Credo..sia tu..tutto questo..a rendermi un po'..umano..- rise appena, un po' imbarazzato -Beeene aspetta, dico a Penn di portar qualcosa- ma Noa lo trattenne prendendogli il braccio -ti prego non lasciarmi da solo..- Izaya sorrise sussurrandogli -va bene..resto qui con te..- tornò a sedersi accanto a lui, Noa gli sembrava così fragile e dovette resistere all'impulso di abbracciarlo di nuovo.
Si sentiva la risata di Keiko che si stava avvicinando. -Noaaaachaaaaan guarda come siamo carini!!- entrarono due figure vestite di rosa, Noa ed Izaya scoppiarono inevitabilmente in una grossa risata nel vedere  Keiko e Shizuo vestiti da lolita con tanto di cuffia che copriva i capelli legata con un fiocco appena sotto al mento, sembravano due bambole! Keiko era terribilmente tenera ma..Shizuo...non si poteva non ridere nel vederlo conciato in quel modo. I suoi capelli biondi inoltre facevano un po' da cornice e si abbinavano al rosa chiaro del vestito. Ormai Izaya era andato: rideva così tanto che era rotolato giù dal divano finendo sul pavimento. Shizuo intanto era in un evidente imbarazzo ma la reazione spudorata di Izaya non avrebbe portato ad un buon frutto: Shizuo si stava innervosendo. Ma, prima che fosse troppo tardi, Keiko disse con tono serio al suo Muso -Va da Penn e dille di portare dei biscotti con del tè.- aveva capito che era successo qualcosa. Shizuo fece come gli era stato detto e lasciò la stanza richiudendo la porta. Keiko si piombò sul divano -Ma cosa è successo?- Izaya le spiegò del senpai o, per meglio dire, del Virai. Erano delle copie mutaforma e dotate di libero arbitrio, il loro scopo era quello di catturare i due padroni poiché erano i soli a riuscire a stipulare un legame con qualcuno capace di renderlo un Muso. Speravano i Virai non avessero capito chi fossero i padroni, ma dopo l'ultimo attacco a Noa iniziavano seriamente a preoccuparsi. Non sapevano da cosa nascesse tutto questo. Semplicemente era successo, un giorno qualunque la loro vita era totalmente cambiata inoltre nemmeno loro stessi sapevano cosa erano realmente capaci di fare come i Muso non conoscevano ancora tutti i loro poteri ma se un padrone moriva lo stesso destino toccava al suo Muso, era tutto ciò che sapevano. I padroni, in precedenza, erano tre. 
Noa sentì la tasca vibrare, estrasse il cellulare e lesse il messaggio che compariva sul diplay -Scusatemi, ora devo andare..ci sentiamo dopo..pranzo fuori, non aspettatemi..- intanto si stava alzando riponendo il cellulare in tasca sotto gli occhi dei due -Noa..in caso..ti raggiungo..- Izaya era ancora preoccupato -Va bene..- sorrise ad entrambi e corse fuori. Raggiunse di fretta l'auto -Devo sbrigarmi.- disse tra se e se e sfrecciò via.
 
Shizuo aprì la porta lasciando passare Penn che stava spingendo un carrello pieno di dolci e bibite. Ne aveva anche approfittato per cambiarsi e riindossare la sua divisa con camicia e giacca -Shizukun ora puoi mangiare tutto quello che vuoi- Penn guardò i due sul divano -Noakun..?- Izaya intanto corse verso il carrello e stava già  ingurgitando tutto il possibile -E' andato via poco fa..Pennchan mi dispiace- le rispose la piccola Keiko, rubò una ciambella rosa dal carrello e l'addentò -Mmmh sono buonissime Pennchaan! Ora devo andare, non ingozzatevi troppo voi due! A dopo!- sfrecciò fuori dalla porta. Penn sospirò e si avvicinò al tavolo sgranocchiando qualcosa insieme a quei due, che intanto si stavano strafogando, sussurrò -Non riesco mai a passare un'ora con lui..- e sospirò ancora.
Keiko si stava cambiando. Era felice e un po' agitata. Indossò un abito non troppo lungo, le cadeva appena sopra le ginocchia, di un colore blu intenso che le disegnava i lineamenti del fisico ben definito e snello. Riordinò i capelli e uscì. Si avviò all'ascensore e salì all'ultimo piano dell'edificio. Sorrideva mentre percorreva il corridoio e arrivata avanti alla porta si sistemò un'ultima volta il vestito prima di bussare. La serratura scattò e la porta si aprì -Finalmente sei arrivata..Keiko- 

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Capitolo 4
*** 4-Gelosia ***


4-Gelosia.-
 
-Non mi fai entrare?- Keiko sorrise. 
-Certo, con molto piacere- si spostò lasciandola passare e richiuse la porta alle sue spalle. Insieme raggiunsero il divano, abbassò il volume del televisore acceso su un canale che trasmetteva video musicali orientali. 
-Faccio portare qualcosa da mangiare- si allontanò verso il telefono posizionato sulla scrivania alle spalle del divano. Il pavimento della stanza era ricoperto con una soffice moquet chiara che attutiva il rumore dei passi. Keiko si mise comoda sul divano rubando qualche cuscino dalle altre poltrone. 
-Tashikanikun, ho preso i cuscini..come al solito..li adoro troppo- e mentre lo diceva ne stava stringendo forte uno al petto e ci strofinava lentamente contro la guancia. 
Lui la stava ora raggiungendo -Tranquilla Keiko, lo sai che puoi fare come fossi a casa tua anche se siamo nel mio ufficio- e rise mentre si sedeva accanto a lei -ho detto di portare su il solito- 
Keiko sorrise -Spero si sbrighino perché non sto più nella pelle!- lui sorrise ancora osservandola poi si alzò, andò verso il mobile sotto il televisore a plasma, aprì uno dei cassetti e tornò a sedersi porgendole uno degli oggetti che aveva preso 
-Abbi pazienza, tra poco sarà  qui e potremo cominciare senza essere disturbati-
 lei posò i cuscini e lo guardò serio -Tanto con me non hai scampo- e si lasciò scappare una finta risata malefica 
-Ah nono! Stavolta non avrà pietè  quindi non ti conviene abbassare la guardia- incrociò le braccia e abbozzò un sorriso soddisfatto ma fu presto costretto a rialzarsi perché stavano già  bussando alla porta. -Arrivo subito Keiko- corse ad aprire, portò dentro un tavolino mobile pieno di cibarie e lo avvicinò al divano, ritornò verso la tv e premette uno dei pulsanti poi si rituffò sul divano -Bene. Ora possiamo cominciare- Keiko riprese il pad che prima le aveva posto e lo stesso fece lui. Si posizionarono entrambi con lo sguardo fisso contro la tv mentre la schermata di colorava e uscì scritto a lettere cubitali la sigla "UGD". Fissavano lo schermo con gli occhi che brillavano 
-Questo gioco è assolutamente una figata stratosferica! Forse uno dei migliori che abbia mai visto! Stavolta abbiamo fatto davvero un ottimo lavoro- disse Keiko fiera e soddisfatta. 
-Questa volta però vincerò io. Ho fatto salire i crackers a forma di neko che mi portano fortuna- e rise a mo' di sfida 
-Non cantare vittoria. Il blu mi porta fortuna quindi vinco io.- ribattè la piccola Keiko 
-Ah ecco perché hai su quel vestito! E io che pensavo volessi far colpo su di me..peccato..perché ci saresti riuscita- ridacchiava lanciandole un'occhiata veloce. 
-Smettila! Tanto non ci casco. Iniziaaaaaa. Di le tue ultime preghiere.-; 
-Keiko sei adorabile- rise ancora poi aggiunse -pensa a quando lo proveremo con la nuova piattaforma..-; 
-Quella sarà  la perfezione.- gli rispose. Iniziarono finalmente il gioco e in quei momenti niente e nessuno riusciva a fargli distogliere l'attenzione dal plasma. 
 
Noa percorse di corsa il vialetto e provò a rimettersi a posto i vestiti prima di bussare al campanello. 
-Scusami ho fatto tardi, purtroppo ho avuto un imprevisto e mi sono piombato qui il prima possibile! Allora...pranziamo fuori?- sorrise e sperava di riuscire a farsi perdonare per la mezz'ora di ritardo; oltre la spiacevole vicenda con il Virai, il lavoro gli aveva fatto perdere la cognizione del tempo. 
-Tranquillo non preoccuparti, l'importante è che sei venuto. Prendo la felpa e andiamo. Per farti perdonare mi offrirai una pizza a pranzo- ridacchiava mentre rientrava per prendere la felpa, ogni scusa era buona per avere una pizza gratis. 
-Maaa non mi avevi detto di stare tranquillo e di non preoccuparmi?!- rise Noa mentre la stava aspettando sulla soglia.
-Potrai non preoccuparti dopo che mi avrai offerto la pizza- uscì e richiuse la porta di casa a chiave. Noa intanto era di qualche passo più avanti, aspettò di essere raggiunto e insieme si diressero verso l'auto. Oggi Amber era proprio carina, portava una canotta bianca con il nome di una delle sue band preferite e dei jeans scuri strappati lungo tutta la parte anteriore delle gambe che cadevano perfettamente sulle sue creepers nere. Aveva la pelle chiara e i capelli rossi, i suoi occhi erano scuri e a mandorla nonostante le sue origini fossero europee. Si trovava benissimo con lei, usava chiamarla Lynn per via del suo nome che gli ricordava una canzone che gli piaceva molto. Per Noa lei era quell'ancora che lo faceva rimanere con i piedi per terra. Quel po' di normalità  che ancora faceva parte della sua vita lo doveva soltanto a lei, le sue giornate non avevano molto di "normale", anzi. 
Si fermarono in un piccolo ristorante italiano che faceva anche la pizza a pranzo, andarono a sedersi e Noa finalmente potè pagare il suo debito per farsi perdonare. Dopo aver pranzato, scherzando e parlando del più e del meno, decisero di andare a fare una passeggiata mentre sorseggiavano un frappuccino dalla cannuccia. Era una bella giornata, il sole risplendeva senza il rischio di essere coperto da alcuna nuvola. Si addentrarono in un parco pieno di alberi e prati verdi. Qui e li c'erano ragazzini che giocavano con il pallone, qualche gruppo di cosplayers e dei bambini con i genitori che, come loro, si godevano la bella giornata. 
-Finalmente una panchina libera!- Noa corse a sedersi seguito da Lynn -Aaaaw ci voleva proprio!- tra i due non si sapeva chi fosse seduto più stravaccato. 
-Tra poco dovrai tornare a lavoro..- disse improvvisamente Amber. 
-Si ma ho ancora un'oretta di libertà  per fortuna- ridacchiò sospirando mentre si rilassava. Lei sorridendo si sedette più vicino a lui e lo abbracciò. Noa l'avvolse con un braccio e le baciò piano la fronte. 
-A volte siamo proprio smielosi, spruzziamo amore e miele da tutti i pori!- ridacchiava mentre le solleticava leggeremente il fianco 
-Ma a me non piace il miele- rispose lei ridendo e fermandogli la mano. 
-Ah beh nemmeno a me piace il miele- le rispose mentre giocava con le sue dita. 
-Lo vedi che sei perfetto?- aggiunse. 
-Oh si fatto proprio su misura- ironizzò in risposta lui. 
-Si hai ragione.- disse quasi con un sussurro.
-Vedi che ero ironico io.- ridendo si alzò e prendendola per mano la tirò su con se con delicatezza poi aggiunse -andiamo, ti riaccompagno a casa- e si incamminarono di nuovo verso l'auto. 
 
-Ce li siamo persi entrambi- piagnucolava Izaya seduto a gambe incrociate sul divano, schiena contro schiena con Shizuo, anche lui un tantino depresso. -Ma quelle prelibatezze erano così irresistibilmente gustose che non ho fatto caso a Keikosan che andava via- continuava Izaya mentre ancora sgranocchiava un biscotto. 
-Keikosaaaaaan- Shizuo quasi scoppiò in lacrime urlando il suo nome. 
-Shizukun, Keikosan è andata su all'ultimo piano..- si intromise Penn.
-E' saliiiiiitaaaa da quel cosooo?!- Shizuo saltò improvvisamente in piedi sul divano lasciando cadere Izaya. In men che non si dica sfrecciò fuori dalla stanza sotto gli occhi sbalorditi degli altri due. Izaya si tirò a sedere nuovamente sul divano -Che roba..E' proprio affezionato a Keikosan- disse d'un tratto Izaya. 
-Non sarai mica geloso?!- ridacchiò Penn. 
-Io non sono affatto geloso!- arrossì controbattendo a quelle supposizioni.
-Huhu..Izaya è geloso- canzonò Penn senza smettere di ridere.
-Smettila. Io non sono affatto geloso di quell'insetto!- urlò ad occi chiusi Izaya. 
-Maaa se sei diventato tutto rosso!! Kawa- non riuscì a concludere la frase perché si ritrovò un cuscino spiaccicato in faccia. Quel gesto provocò un'inevitabile battaglia di cuscini tra i due.
 
La porta dell'ascensore all'ultimo piano fu sfondata improvvisamente da un calcio violento di Shizuo. Lentamente, a grandi passi, attraversò tutto il corridoio fino ad arrivare alla porta interessata. Lì si fermò e tentò più volte di trattenersi dallo sfondare anche quella. Pensò a quanto Keiko si sarebbe innervosita se solo si fosse azzardato a farlo così iniziò a calmarsi quasi totalmente. Quando fu sicuro che ogni residuo di rabbia si fu dissolto, bussò piano alla porta. Passarono quasi 5 minuti e nessuno ancora era andato ad aprirlo. Si stava spazientendo così bussò di nuovo ma con più violenza. Passarono i minuti ma ancora nulla e dovette di nuovo trattenere l'istinto di buttare giù la porta. 
-Ehm..scusi Shizukun..ma..li non c'è più nessuno..E' una stanza che utiliziamo come deposito di cose inutilizzate- una ragazza, una delle dipendenti addette a quel piano si era accorta quanto tempo stesse invanamente attendendo li d'avanti il povero Shizuo. La guardò mentre si stava sentendo davvero stupido, poggiò la fronte contro la porta e sospirò -La ringrazio..- aveva di nuovo sbagliato lato. Non riusciva mai a ricordarsi quale precisamente fosse la porta esatta ma questa volta era davvero convinto di essere andato verso quella giusta ma purtroppo si era sbagliato..di nuovo.
Ripercorse di nuovo il corridoio rimuginando tra se e se: non riusciva proprio a farsi capace di aver sbagliato di nuovo porta. Gli tornò improvvisamente in mente il momento in cui aveva visto Izaya consolare Noa e uno strane sentimento lo pervase, si sentiva stranamente triste e allo stesso tempo un po' infastidito, più o meno nello stesso modo in cui si sentiva quando sapeva che la piccola Keiko era sgattaiolata all'ultimo piano da quel tipo. Arrivato a destinazione pose fine a quei pensieri strani, non erano per niente da lui. Questa volta era di sicuro la porta giusta, si ricompose promettendosi di non perdere le staffe quindi bussò con gentilezza e dopo poco Tashikani andò ad aprire. Nel vedere chi si trovava sulla soglia rimase per un attimo sorpreso prima di invitarlo ad entrare. Shizuo salutò a stento e si diresse verso il divano, accanto alla piccola Keiko che inveve lo salutò con grande entusiasmo come suo solito, seguito da Tashikani che riprese il pad e continuarono la partita sotto lo sguardo severo del Muso. 
-Brutto bastardo. Non ti lascerò mai da solo con lei.- diceva tra se e se Shizuo mentre cercava di restare tranquillo.
 
Fermata l'auto avanti al vialetto, Amber e Noa si diressero verso casa. 
-Allora ci sentiamo stasera?- le chiese Noa fermandosi sulla soglia. 
-Si..grazie per la pizza- gli rispose sorridendo.
-Shh- Noa si chinò verso di lei e le posò un bacio sulla fronte -Allora a più tardi piccola- si girò e proseguì nuovamente verso l'auto. Amber lo seguì con lo sguardo prima di richiudere la porta mentre lui andava via. Sentì uno strano rumore proveniente dal piano di sopra, la paura l'aveva quasi pietrificata. Prese un ombrello riposto accanto all'ingresso nell'apposito contenitore e lentamente saliva i gradini che portavano su, poteva sentire chiaramente il battito del suo cuore ma cercava di non farsi prendere dal panico. Arrivata sul pianerottolo si fermò e provò a capire da quale parte provenisse quel rumore: doveva salire in mansarda. Si avviò verso le altre rampe e deglutì con forza prima di salirle -stai calma Amber. Non perdere la calma- si ripeteva di continuo. Arrivata in cima, la porta era chiusa -Ma che cavolo...!?- notò una forte luce che fuoriusciva da sotto la fessura, posò la mano sul pomello e si bloccò pensando se fosse o meno una buona idea aprire quella porta. 
 
Noa correva per i corridoi dell'edificio dell'UGD, temeva di essere fin troppo in ritardo. Arrivato in ufficio vide Penn e Izaya stesi col busto sulla scrivania, erano così depressi che si poteva intravedere un alone nero intorno alle loro figure. -Ragazzi..E' tutto ok?- Noa interruppe così quell'inquitante silenzio e, nell'udire quelle parole, Izaya si tirò su di scatto e corse verso di lui quasi saltandogli addosso letteralmente e lo abbraccio con energia. -Iizayaa..soffocherò così!- ma non smetteva di strapazzarlo 
-Sono troppo troppo feliceee di vederti! Aaaaah stai bene!!- ecco, ora era il turno di Izaya di fangirlare o, quanto meno, la reazione sembrava essere molto simile. 
-Izaaaayaaaaa!- urlò Penn mentre gli lanciava contro un fermacarta che lo colpì giusto in testa, lo costrinse così a sciogliere la morsa e ad accovacciarsi per terra tenendosi le mani sul punto dolente -Ahiahiahiahiahiahiaaaaahiiii ma sei impazzita!- disse a denti stretti,aveva le lacrime agli occhi. Noa non potè fare a meno di ridere assistendo alla scena e si chinò per massaggiare la testolina di Izaya. 
-Abbiamo da discutere di qualcosa. Quell'attacco..mi preoccupa troppo..abbiamo bisogno di precauzioni..sono sicuro ce ne saranno degli altri..- disse poi Noa con lo sguardo perso nel vuoto.

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Capitolo 5
*** 5-Ikebukuro ***


5-Ikebukuro- 
 
-Temo che i Virai possano colpire non soltanto noi ma anche chi ci è vicino..amici parenti o stesso le persone che lavorano per la compagnia..loro non devono sapere di tutto questo e non devono correre rischi..ma non so cosa fare..- dicendo questo, Noa si sedette per terra accanto ad Izaya e ad occhi chiusi si teneva la testa tra le mani con i gomiti poggiati sulle ginocchia -non so cosa fare..inizio ad aver paura di non essere capace di trovare una soluzione questa volta..- 
Penn restava ad osservarlo preoccupata e pensierosa allo stesso tempo. 
Izaya gli si sedette accanto -Noa..tu puoi..ne hai le facoltà ..trovi sempre una soluzione a tutto e anche questa volta ci riuscirai, ne sono certo- cercava di tirarlo su, ma anche Izaya aveva i suoi dubbi. La situazione stava diventando pericolosa e bisognava non farsi trovare impreparati. Per loro non era una situazione nuova, ma i precedenti non avevano portato buoni esiti e questo li spaventava maggiormente. 
-Ho paura facciano del male a chi non c'entra nulla con tutto questo..devo..devo trovare una soluzione..- provava così anche lui a darsi carica -Per prima cosa..dobbiamo lasciare l'edificio in modo da evitare un altro attacco qui..almeno Keiko ed io dobbiamo starci alla larga..forse..forse anche tu e Shizuo. Dobbiamo trovare un posto dove stare che sia il più isolato possibile..- continuava rivolgendosi poi alla ragazza -Penn affido a te il compito di trovare un posto isolato dove possiamo portare anche la strumentazione e tutto quel che ci occorre..dovremo trasferirci li..ci sarà anche Keiko e non voglio si preoccupi troppo quindi dovrà sembrare una casa di campagna o di montagna qualcosa del genere- mentre parlava il suo sguardo si perdeva un po' nel vuoto. 
-Ci penso io!- gli rispose. 
-E..Penn..anche tu verrai con noi..- 
a quella notizia rimase quasi senza parole, non se lo aspettava ma l'idea di dover vivere con Noa l'allettava parecchio, rispose quindi con un sorriso e andò subito alla scrivania per mettersi a lavoro.
Izaya lo osservava sorridendo -Ce la faremo..insieme ce la faremo- e allungò una mano per spettinargli i capelli. A quel gesto, anche Noa gli sorrise inarcando un angolo delle labbra.
 
Shizuo restava in silenzio mentre loro continuavano a smanettare con i pad totalmente presi da quel gioco. Aveva il timore che stesse per succedere qualcosa e questo lo rendeva terribilmente
irrequieto. 
-Keiko. Dobbiamo andare in ufficio.- disse con voce seria ma la loro attenzione era totalmente rivolta al plasma. Così ripetè di nuovo a voce più alta e severa -Keiko! Dobbiamo andare giù in ufficio!- 
I due misero in pausa il gioco e Keiko si rivolse verso Shizuo sorpresa da quel tono insolito -Va tutto bene?-
Shizuo le rivolse uno sguardo serio -Dobbiamo andare, si è fatto tardi e c'è da lavorare.- eluse la domanda ma a quella risposta la piccola Keiko comprese che qualcosa non andava -Hai ragione. Tashikanikun mi spiace ma devo proprio andare- e alzandosi ripose quindi il pad sul mobile sotto la tv -continueremo la prossima volta- 
Lui intanto li osservava senza capire cosa stesse succedendo -Va bene..non preoccuparti, il lavoro è lavoro..continueremo un'altra volta- e le rivolse un sorriso gentile mentre la vedeva allontanarsi seguita da Shizuo. 
-Scusami..ciao..- disse lei appena prima che Shizuo richiuse la porta. 
 
Girò lentamente il pomello cercando di mantenere il respiro regolare. Spinse piano la porta lasciando passare uno spiraglio di luce che illuminòla rampa di scale. -Ormai ci sono..mantieni la calma Amber..- si ripetè di nuovo tra se e se per darsi un po' di coraggio. Aprì a poco a poco la porta e rimase per un attimo acciecata per la forte luce che la invase totalmente -Avrei dovuto portarmi dietro degli occhiali da sole..- si sentì pervadere da una strana energia che le percorreva tutto il corpo. Non appena la vista si abituò un po', riuscì ad aprire gli occhi e vide la fonte di tanta luce: una pietra dalla forma insolita, si poteva dire fosse sferica ma non ne era sicura per via della luce che ne alterava i contorni, grande forse poco più di una mano. Si addentrò nella stanza attirata da quello strano oggetto, si avvicinò tanto da poterlo toccare e allungò una mano per farlo. Al tatto non era calda come si aspettava ma ben sì era molto fredda, ne percorse la superficie con le dita e notò che non era liscia ma piena di angolature che formavano tante figure di forme diverse. La sua attenzione venne poi catturata da un rumore sulla destra. Non era sola. Una figura era ora lì immobile e continuava a fissarla. Il cuore cominciò a batterle all'impazzata, le sembrava quasi le fosse salito in gola. Rimase anch'ella immobile per un attimo prima di riuscire a dir qualcosa -Chi..chi diamine sei tu e che ci fai in casa mia?- 
Ma non vi fu risposta, nemmeno si mosse. Comparve da dietro le sue spalle un omino alto circa mezzo metro, snello con dei strambi vestiti e i capelli di un verde acceso. Aveva le sembianze di un umano in miniatura ma con delle piccole ali, trasparenti dalle sfumature rosse, che gli spuntavano dalle scapole. Anche la sua pelle era diversa: sembrava quasi smaltata e ad ogni suo movimento, a seconda della luce, assumeva delle lievi sfumature ogni volta di colori diversi. I vestiti ricordavano quelli di un nobile del settecento, di un blu che li faceva sembrare vellutati. I suoi occhi erano ben definiti, come se fossero disegnati, di un rosso intenso, sembrava una bambola di porcellana. Era meraviglioso e allo stesso tempo inquietante. Nel vederlo, Amber restava incredula. Stava sognando? 
-Erufo è al vostro servizio mi lady- il piccolo omino interruppe il silenzio e si avvicinò ad Amber per inchinarsi al suo cospetto. La sua voce era morbida e delicata, come la seta che sfiora delicatamente la pelle, piacevole come una melodia quasi ipnotica. Amber iniziava a pensare di aver perso qualche rotella, erano forse sintomi di un imminente e futura forma di pazzia? Una bambola vivente l'aveva appena chiamata "mi lady", ma la cosa più shockante era che quella "cosa" si muoveva e parlava. L'oggetto luminoso improvvisamente si spense e iniziò a sollevarsi nell'aria fermandosi all'altezza del viso della ragazza che intanto la stava ammirando incuriosita, ormai non aveva nemmeno più paura, probabilmente stava sognando. 
-Quello è uno Zafir. Ha scelto voi. Erufo è il suo Lupri per questo  Erufo è al vostro servizio.- continuò a parlare quello strano omino. Lo strano tipo sospirò improvvisamente -Erufo, non può essere lei..non sa nemmeno di cosa stai parlando..- aggiunse quel ragazzo misterioso. Anche lui aveva qualcosa di strano, forse era il modo in cui si muoveva, sembrava di una delicatezza percettibile a distanza. Aveva i capelli lunghi e di un biondo delicato come le sue movenze, i suoi occhi erano color ghiaccio e anche lui indossava degli strani indumenti ma di colore bianco con delle rifiniture in oro. Amber ne rimase incantata. 
 
Izaya digitava il codice sul tastierino olografico che fece poi scattare la serratura di un pannello della parete. Si aprì senza fare alcun rumore e ne estresse degli strani oggetti che depose in apposite valigette. Keiko aiutava Shizuo a portare vari oggetti in garage e lo stesso faceva Noa con Penn. Si stava per andar via cercando di impiegare il minor tempo possibile. I veicoli  erano già  carichi di roba. Nel richiudere la porta dell'ufficio, Noa prese lo skateboard poggiato accanto allo scaffale adiacente. Percorse il corridoio e raggiunse gli altri nel secondo ascensore siccome il primo era in manutenzione per colpa della delicatezza di Shizuo. Finalmente partirono. Keiko era eccitata all'idea di fare una vacanza in montagna immersa nel verde e non smetteva di parlarne con Shizuo, mentre lui era alla guida, insieme sembravano come due bambini la mattina di Natale, lui la assecondava in tutto e per tutto e avrebbe fatto qualunque cosa per proteggerla. Izaya dopo un po' si intromise nei loro discorsi. Era bello vederli tutti e tre sorridere. Noa sapeva che era Keiko a contagiare tutti con la sua solarità , restava ad osservarli e anche lui sorrise senza che nemmeno se ne rendesse conto. Era malinconico e preoccupato. Pensava di non voler lasciare li Amber e avrebbe tanto voluto portarla con se ma quanto sarebbe stata buona come idea? Aveva paura potesse succedere qualcosa, voleva proteggerla. 
Erano diretti in quella che era Ikebukuro. Un tempo era li che vivevano Izaya e Shizuo. Una lotta lunga e sanguinolenta con i Virai spazzò via tutto ed è li che perse la vita il terzo padrone, Akakuro e il suo muso Sonohara insieme a buona parte dell'esercito addestrato per quella pericolosa missione. L UGD, con i suoi potenti mezzi, riuscì a cancellare quel ricordo dalle menti delle persone compresa l'esistenza di Ikebukuro, al suo posto c'era sempre stata una zona montuosa; tutti gli abitanti vennero trasferiti a New Tok e, grazie ai poteri di Penn con i quali riusciva a manipolare la mente e i pensieri, erano tutti convinti di aver sempre vissuto in quella città . Tutti tranne loro cinque che di quegli avvenimenti ricordavano ogni piccolo particolare. 
La casa in cui si stavano dirigendo, era stata costruita abusivamente e poi sequestrata dalla stessa UGD. Bisognava ammettere che era stato un colpo di fortuna. Era un'edificio molto ampio con tre piani, forse all'interno era un po' polverosa ma, ora come ora, avevano ben altro a cui pensare. Appena arrivati, iniziarono a scaricare le attrezzature e tutto il resto. Occuparono tutto il pian terreno. Keiko era già di sopra a scegliere la sua stanza tascinando con se Penn. Noa, ancora assorto nei suoi pensieri,  aiutava i Muso a sistemare il resto. Era sempre più tentato dall'idea di andare da Amber e portarla li, aveva uno strano presentimento e non era il solo, anche Izaya e Shizuo pensavano lo stesso. 
-Io..io devo portare qui Amber..devo.- disse improvvisamente Noa. Izaya e Shizuo rimasero per un attimo a guardarsi quando poi Shizuo annuì ad Izaya. 
-Noa, vengo con te- insieme, Noa ed Izaya, uscirono correndo verso l'auto parcheggiata poco distante. Noa salì al posto del passeggero -Lascio guidare te a patto che vai veloce. Dobbiamo fare in fretta- precisò. 
Izaya piombò al volante -Peccato non poter usare il teletrasporto- rispose.  
-Se usiamo i poteri ci troveranno subito senza barriere e la strumentazione è ancora da installare. Dobbiamo arrangiarci purtroppo e poi Amber non sa nulla di tutto questo. Non vorrei la prendesse male a vedersi piombare noi in casa dal nulla..- ridacchiò pensando a quale potesse essere la sua reazione. L'auto intanto sfrecciava lasciando dietro un bel polverone.

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Capitolo 6
*** 6-Disasterology ***


6-Disasterology- 
 
 Lo Zafir continuava a rimanere sospeso a mezz'aria sotto lo sguardo fisso di Amber che intanto continuava a chiedersi che diamine stesse succedendo, senza nemmeno badare troppo ai due che stavano battibeccando tra loro. Lo osservava incuriosita mentre lentamente allungava una mano per sfiorarne nuovamente la superficie. Non appena la sua pelle ne toccava un punto, quella stessa zona si illuminava disegnando i contorni di uno strano simbolo di cui non conosceva il significato. Quella luce sembrava passarle dalle dita verso tutto il corpo e qualcosa, dentro di lei, mutava sotto un calore piacevole. Era freddo ma l'energia che le trasferiva la scaldava sotto la pelle, nelle vene. Non appena ritirò via la mano, quell effetto svanì e anche la luce si spense. Che diamine era? Cosa stava succedendo? Quello strano oggetto che chiamavano Zafir reagiva al tatto. 
-Ti ripeto di nuovo Erufo, questa ragazza non ha idea di cosa sia tutto questo.- disse ancora una volta quel tipo misterioso.
-Erufo le spiegherà  tutto. Lo Zafir l'ha scelta altrimenti non saremmo finiti qui e non si sarebbe illuminato..fidati, lo sento. E' lei.- gli rispose lo strano omino. Amber intanto continuava a giocare con quell'oggetto assurdo, lo toccava facendolo illuminare ad intermittenza, ci stava prendendo gusto. Questo continuo gioco di luci però, attirò l'attenzione dei due che in coro le urlarono -SMEEEETTIIIIILAAAAA! NON PUOI TRATTARE COSI' LO ZAFIR!- quasi avevano gli occhi che gli uscivano fuori dalle orbite mentre continuavano ad agitarsi. 
-Scusatemi...- provò a scusarsi la ragazza -era così divertente- aggiunse con gli occhi che le brillavano e ricevette delle occhiatacce dai due tipi strambi.   
 -Non trattare così lo Zafir- disse il ragazzo a denti stretti.
-Hey ok..ok..mi dispiace- rispose Amber con un espressione un po' stranita. 
-Lo Zafir è magico. Ha un potere enorme. Può essere pericoloso. Da li provengono anche gli stessi poteri di Erufo. Con lo Zafir potete usufruirne anche voi, mi lady. O potete semplicemente sfruttare Erufo. Erufo vi proteggerà e farà ogni cosa che voi desideriate.- intervenne lo strano omino. 
Amber iniziava a credere alle sue parole, anche se tutto questo le sembrava fin troppo assurdo.
-Da..dove..da dove sbucate fuori?- provò a domandare.
-Noi veniamo da Nibin. Una dimensione oltre le Colonne D'Ercole. Nessuno può vedere. Soltanto i prescelti. E voi siete stata scelta.- 
-Quindi, solo io posso vedervi?-
-No. In questa dimensione siamo visibili. Nibin è visibile solo per i prescelti.- 
-Oh, bene. E cosa dovrei fare io?- chiese ancora e cominciava a pensare di nuovo che stava impazzendo.
-Salvare Nibin.- 
Amber iniziò a ridere, non riusciva a credere a quelle cose assurde -Mi sa che il tipo ha ragione: non sono la persona giusta. E' stato un piacere, credo. Ora potete andarvene..buon viaggio e buona fortuna.- 
-No.- intervenne il ragazzo -Erufo ha ragione. Lo Zafir reagisce, ti ha scelta..-
-Scusa ma non eri tu a dire che non sono la persona adatta? Non puoi non appoggiarmi ora!- 
-Mi dispiace..Amber..è il tuo destino..-
-Come diamine fai a sapere il mio nome?-
-Sei la persona giusta.-
-Merda..- riprese a ridere, non sapeva cosa pensare.
-Dovremo adattarci per un po' a questo mondo Erufo..- il piccoletto annuì e, in men che non si dica, venne travolto da un vortice. Non appena si fu placato, al suo posto c'era un ragazzo di statura normale. I suoi capelli erano diventati castani e i suoi occhi blu come i vestiti che portava precedentemente. Anche gli abiti erano mutati: ora indossava dei jeans e una semplice maglietta nera. Le ali erano scomparse. Aveva assunto le sembianze di un ragazzo comune, chiunque l'avrebbe visto non avrebbe mai potuto pensare che lui fosse una specie di elfo. Anche l'altro ragazzo, non indossava più quei strani indumenti ma degli ordinari vestiti: jeans e t-shirt. 
-Ah..non mi sono presentato. Sono Gustav e anche io provengo da Nibin.- rimase ad osservare Amber mentre le parlava.
-Oh..ciao..Gustav- non riusciva a credere ai suoi occhi. Probabilmente quei due avevano ragione. Da quel momento in poi, la sua vita sarebbe cambiata.
 
 "Can we create something beautiful and destroy it?" le parole di quella canzone gli risuonavano nella mente mentre, durante il viaggio in auto, manteneva lo sguardo fisso fuori dal finestrino. "Disasterology". Si trovavano in una situazione che al disastro effettivamente rischiava di avvicinarsi troppo..di nuovo. Il gorgoglio dello stomaco di Izaya interruppe i pensieri di Noa attirando la sua attenzione. 
-Ghh sto morendo di fame..scusami..hehe- imbarazzato, Izaya, cercava così di giustificarsi;
-Non abbiamo tempo per fermarci a mangiare..resisti ancora un po'..- e dicendo questo poggiò la tempia contro la superficie fredda del finestrino.
-Mi sembri pensieroso..- buttò li Izaya;
-Osservo il panorama..- gli rispose con un filo di voce. Iniziavano a susseguirsi delle abitazioni sempre più frequenti, ma l'auto andava veloce quindi si poteva guardarle soltanto di sfuggita. Era rilassante e allo stesso tempo un po' ipnotico. Ogni volta che c'era da fare un viaggio in auto, Noa si perdeva a guardare fuori a meno che non fosse lui a guidare allora, in tal caso, doveva per forza prestare attenzione alla strada. Per rompere di nuovo il silenzio, Noa accese l'autoradio -Ci vuole proprio un po' di musica..- 
 
Shizuo aveva appena finito di sistemare e montare tutte le attrezzature e si lanciò letteralmente sul divano. Aaah! Finalmente poteva rilassarsi. 
-Shiiiiizuuuuchaaaaan- sentiva urlare dalle scale -Questa casa è davvero meravigliosaaa- continuava la piccola Keiko e seguì il suo Muso sul divano. 
-Hai scelto una bella stanza?- le chiese Shizuo.
-Siiii, è bellissima sembra fatta apposta per me! Poi ci ho sistemato delle cose che ho portato con me quindi adesso è semplicemente perfetta!- annunciava soddisfatta. 
Penn li raggiunse portando con se da mangiare e da bere. Prima di sedersi posò tutto sul tavolino avanti i divani. -Questa casa è davvero bella!- affermò Penn, sembrava anche lei molto entusiasta di quell edificio, aveva fatto un ottimo lavoro a trovarlo. 
-Graaaziee Penn ci voleva proprio. Ho una fame che potrei mangiare un bue!- e si avvicinò per prendere uno dei sandwich posizionati sul vassoio -Shizuuchaan si mangiaaa!- a quelle parole il Muso scattò in piedi e si piombò sulle cibarie iniziando a divorare con ingordigia uno dei panini. Si bloccò poi improvvisamente, come se si fosse appena ricordato di qualcosa di importante. Chissà se Izaya e Noa erano già arrivati a destinazione e chissà se era tutto ok. Keiko gli si sedette accanto accoccolandosi sotto il suo braccio e così si interrupero i suoi pensieri. La osservava sorridendole e la strinse forte contro di se. La dondolava lentamente sperando di farla rilassare e piano piano, come previsto, stava sprofondando nel mondo dei sogni. Shizuo era convinto che, nonostante stessero facendo il possibile per non farla preoccupare, lei fosse già al corrente di quanto stesse accadendo. Keiko era così. La sua sensibilità riusciva a farle percepire tutto e si accorgeva sempre quando qualcosa non adava. Ora li stava assecondando così da non far preoccupare loro maggiormente. Era speciale. Forse era come un potere ultraumano, questo non lo sapevano. Nessuno di loro era pienamente al corrente di quanto fossero capaci di fare. Nella precedente battaglia erano dei novellini, erano ancor meno a conoscenza delle loro capacità. 
Lentamente e con delicatezza, cosa strana da parte sua, Shizuo prese in braccio Keiko facendo molta attenzione a non farla svegliare. La portò di sopra facendosi indicare da Penn quale fosse la sua stanza. Vi entrò e l'adagiò sul letto, la coprì con le coperte e prima di ritornare al piano inferiore le posò un bacio sulla fronte. 
Ritornato sul divano, anche lui provava a riposarsi un po' -Quella stanza sa proprio di Keiko- pensò tra se e se mentre sorrideva senza rendersene conto. 
-Sei molto dolce con Keiko..- disse improvvisamente Penn.
-E' la mia piccolina- sorrise Shizuo nel dire quelle parole -E' impossibile non essere dolci con lei. Comunque, è una sua esclusiva- aggiunse dopo aver sbadigliato, poi chiuse gli occhi.
-Hai ragione..- rispose Penn con un filo di voce e, come Shizuo, provò a riposare anche lei occupando il divano vuoto.
 
L'autoradio intonava canzoni che, probabilmente, nessuno dei due aveva mai sentito ma era l'unica stazione radio che prendeva. Si avvicinavano sempre di più alla città e mancava poco per arrivare a destinazione. C'era da ammetterlo: Izaya guidava come un pazzo e ciò gli permise di impiegare la metà del tempo che occorreva. Con una brusca frenata fermò l'auto avanti al vialetto della casa. Scesero di corsa e si avviarono verso la porta. Entrambi si sentivano agitati e ansiosi. Sarà successo qualcosa? Noa suonò il campanello, attese qualche secondo prima di suonarlo ancora. 
Amber era su in mansarda ma riuscì a sentire il rumore del campanello. Chi mai poteva essere? -Voi rimanete qui, io arrivo subito- uscì dalla stanza richiudendo la porta. Percorse le scale quasi correndo e andò ad aprire. 
-Amber!- 
Riconobbe la voce dell'amico prima ancora di vedere chi ci fosse dietro l'uscio -Noa! Che sorpresa che ci fai qui?!- e si spostò lasciandoli entrare.
-Non ero tranquillo. Dio meno male stai bene e non è successo nulla. devi venire con noi. Prendi dei vestiti e ciò che può servirti e andiamo via.- cercava di non lasciar trapelare l'agitazione.
-Mi stai proponendo una fuga? In che senso "non è successo nulla"?- chiese lei interessata considerando che "qualcosa" era effettivamente successo. Qualcosa di strano, per essere precisi o quanto meno di insolito. 
-Uhm..è successo qualcosa?- le chiese l'amico.
-Hehe..più o meno..ho due tizi strani su in mansarda ed è successa una roba strana..oddio ora mi prenderai per una pazza ma ti giuro io..io non sono pazza..- lo disse quasi senza pensarci -cosa sta succedendo..- rideva, era inquieta e lo diceva più a se stessa che a loro. Intanto Izaya stava osservando la casa con circospezione e dopo aver sentito ciò che aveva detto Amber si lanciò di sopra come un razzo. Temevano avessero attaccato. Noa lo seguì senza dire nulla, sperava soltanto non si trattasse di Virai, erano pericolosi fin troppo. 
Arrivato sopra, Izaya spalancò la porta senza un minimo di delicatezza. -Chi diamine siete voi due!?- domandò sorpreso mentre lo guardava. I due non si aspettavano quell'irruzione e vennero colti di sorpresa, rimasero immobili. Noa raggiunse il Muso ed ebbe la sua stessa reazione, gli chiese chi diamine fossero. Amber arrivò alle spalle dell'amico e spiegò loro quanto fosse successo e ciò che Erufo le aveva detto. Intanto i due Nibiniani ascoltavano annuendo ad ogni frase che Amber pronunciava. Noa e Izaya li osservavano chiedendosi se mancasse loro qualche rotella a giudicare da quanto annuivano. 
-Beh a questo punto dobbiamo portare anche loro con noi.- disse d'un tratto Noa al suo Muso che, a giudicare dalla sua espressione, non sembrava molto d'accordo -io qui Amber non la lascio e se questo comporta portarci dietro questi due individui allora..portiamo anche loro due..non mi sembrano malvagi..poi magari possono aiutarci e noi potremmo aiutare loro..-  
Amber lo osservava senza capire  cosa effettivamente volesse intendere. 
Izaya era pensieroso -Mmmh..un'aiuto del genere potrebbe farci molto comodo..-
-Noi siamo disposti ad aiutarvi se aiutate noi a salvare Nibir..se Nibir scompare, l'equilibrio spazio temporale verrà distorto e i danni sarebbero enormi..anche questa dimensione potrebbe essere risucchiata.- li informò Gustav -Il nostro è un nemico comune. I Virai hanno già trovato il modo di accedere a Nibir..- 
-I Virai??- lo interruppe Izaya.
-Si, i Virai. Li combattiamo da sempre fin quando non li abbiamo segregati nel loro mondo ma a quanto pare sono riusciti a rompere i sigilli. Sono nemici potenti, siamo ricorsi allo Zafir nella speranza di riuscire a trovare la persona in grado di ricreare quei sigilli. Il prescelto. Ci abbiamo impiegato anni..e finalmente..- 
-Venite con noi.- con decisione Izaya pronunciò quelle parole interrompendolo. 
-Dai Lynn ti aiuto a prendere le tue cose- le disse Noa sorridendole. Lei lo seguì di sopra. Dopo poco lasciarono la casa e tutti insieme ripresero il viaggio verso la vecchia Ikebukuro. 

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Capitolo 7
*** 7- Insieme ***


7-Insieme-
 
L'addome si contraeva ad un ritmo regolare, continuamente, seguendo il suo respiro. Espira. Inspira. Respirare è un'azione complicata ma lo facciamo quasi involontariamente forse perché ne abbiamo bisogno. Quando abbiamo davvero bisogno di qualcosa, di qualunque cosa, arriviamo a compiere azioni senza nemmeno rendercene conto? 
Decise di accendersi una sigaretta mentre restava in veranda. La casa era così tranquilla, Penn e Keiko stavano ancora riposando e Shizuo si stava godendo la sua sigaretta. Udiva soltanto il rumore del vento che lentamente faceva muovere le foglie sui rami degli alberi. Il sole era ormai calato lasciando il posto al buio profondo della notte. In un posto isolato come quello, volgendo gli occhi al cielo si poteva ammirare il manto stellato. Gli ricordava un po' le strade notturne di New Tok ricoperte dai fari delle auto silenziose, ma quel cielo stellato era qualcosa di mozzafiato. Non ricordava più quanto potesse essere bella la notte con quel suo spettacolo naturale inimitabile e unico. Mentre attendeva l'arrivo dei suoi compagni non poteva fare a meno di tenere lo sguardo puntato verso l'alto. Ogni tanto dava un tiro alla sigaretta che per lo più venne fumata dal vento, respirava avidamente quell'aria fresca e limpida che gli penetrava nei polmoni dimenticandosene. 
Ikebukuru. Quanto era cambiato quel posto. Forse era tornato alle origini ancora prima che la città  nascesse. Era regredita non naturalmente ma era necessario. Lasciare che tutti sapessero che la realtà non è come appare, avrebbe causato uno squilibrio e un caos incontrollabile probabilmente. Un modo per salvare tutti era renderli ignari dei pericoli che rischiavano di correre, loro li avrebbero protetti restando all oscuro come le stelle che restano quasi totalmente invisibili al cielo di New Tok ma che sono lì, ad osservare silenziose la città  dall'alto. Sentì qualcosa, dei piccoli passi delicati che lentamente si facevano sempre più vicini. Sorrise. La porta si aprì e si richiuse quasi impercettibilmente ma ormai aveva un udito fin troppo sopraffino, riusciva a sentire di tutto anche a chilometri di distanza. Si sentì stringere il braccio e, abbassando lo sguardo, notò ciò che si aspettava: la piccola Keiko che ci si era avvinghiata. Con la mano libera le scompigliò amorevolmente i capelli, a quel gesto lei sorrise stringendosi più forte contro di lui. Era raro vederlo sorridere in quel modo, almeno quando Keiko non era presente. Era indescrivibile il legame che sentiva nei suoi confronti a prescindere dal fatto che fosse il suo Muso. Avrebbe fatto qualunque cosa per proteggerla. 
-Shizuchan..ho dormito tanto..- disse la piccola Keiko mentre, allungando la mano da sotto al braccio di Shizuo, si strofinava un occhio ancora assonnato. 
Lui continuava ad osservarla sorridendo -Non molto..avresti potuto riposare ancora un po'..come vedi è ancora notte fonda..-
-Si ma..sono preoccupata per gli altri..sono andati via così in fretta e ancora non arrivano..-
-La strada è lunga ma vista l'ora saranno qui a momenti. Resto sveglio io, puoi tornare a dormire tranquilla se vuoi..-
-No..no. Li aspetterò con te..-
-Va bene. Ma se ti prende troppo sonno, fila a nanna.-
-Ce la faccio- e sorridendo strofinò la fronte contro il braccio del suo Muso.
Restarono seduti su una panca in vimini accanto all'entrata dell'edificio, teneva stretta a se la piccola Keiko cercando di proteggerla il più possibile dal freddo della notte e insieme restarono in silenzio ad osservare, ancora, il cielo. 
Shizuo sprofondò nei suoi pensieri, non poteva fare a meno di notare quanto tutto fosse cambiato. Probabilmente anche lui stesso era diverso ma non sapeva dire se in meglio o in peggio. Un fruscio continuo di foglie proveniente dal bosco, attirò la sua attenzione. Puntò fisso lo sguardo verso il luogo da cui lo aveva percepito. Non potevano essere Izaya e gli altri, non sarebbero arrivati da quella direzione ma da quella opposta e di sicuro lungo il sentiero. Pensò che poteva essere qualche animale selvatico ma il suo istinto gli suggeriva di rimanere allerta e non abbassare la guardia. Cosa diamine era? Per quanto la vista gli si fosse sviluppata non riusciva a penetrare così a fondo nell'oscurità  della foresta e l'unica cosa che aveva avvertito era quell inusuale fruscio che non poteva essere stato provocato dal vento. Avrebbe voluto controllare ma non poteva lasciare Keiko e Penn da sole, la cosa migliore da fare era aspettare gli altri. Per fortuna l'attesa durò poco, avvertì il rumore dei pneumatici del suv sul sentiero che a velocità  regolare si stava avvicinando, a breve riuscì già  a vedere il veicolo scuro. Si fermò nello stesso punto da cui era partito mentre la polvere sollevata da terra si stava posando nuovamente al suolo. 
Shizuo liberò Keiko dalla morsa del suo abbraccio caldo e insieme si diressero verso i loro compagni che finalmente erano ritornati.
-Nooooooooooaaaaaaachaaaaaaannn!!- non gli diede nemmeno il tempo di scendere dall'auto che la piccola Keiko gli stava già correndo incontro. Non appena il suo socio la vide non potè fare a meno di risponderle con un sorriso e l'accolse tra le braccia sollevandola leggermente da terra. 
-Heey Keikochan! Che avete fatto da soli tutto questo tempo?- 
-Abbiamo sistemato la mia stanza- rispose soddisfatta mentre era ritornata, letteralmente, con i piedi per terra.
-Oh bene- ridacchiò Noa -non vedo l'ora di vederla sai? Spero ne avrai scelta una carina anche per me- 
-Siiii devi assolutamente vederla però...non l'ho scelta una stanza anche per te ma non vedo l'ora di farlo- era entusiasta al pensiero che sarebbero rimasti li tutti insieme, come una grande famiglia.
-Arigatou Keikochan- le sorrise mentre Keiko si era finalmente accorta della loro ospite e la osservava chiedendosi chi diamine fosse, le si leggeva in faccia ciò che stava pensando. 
-Ouh..Keiko..- riprese Noa girando leggermente il corpo verso Amber -lei è Amber, una mia amica..ci tenevo molto che venisse anche lei..Amber, lei è Keiko, la mia socia..e lui è Shizuo..dicevi eri curiosa di vedere la mia famiglia..eccola qui- sorrise in modo tenero pronunciando quelle parole.
-Hajimameshite. Gli amici di Noachan sono anche miei amici- le disse Keiko sorridendole. 
-Sono felice di conoscervi- rispose Amber ricambiando il sorriso. Non riusciva a capire. Socia? Ma socia di cosa? Noa aveva da spiegarle un po' di cose. Più il tempo passava più tutto diventava così incomprensibile e assurdo. Keiko le si avvicinò e come sempre riuscì ad incantare anche Amber facendola sentire a suo agio. Insieme entrarono in casa e beccarono Penn ancora a dormire.
-Andiamo di sopra Amber! Devi prendere la stanza migliore prima di loro!- e così dicendo la trascinò al piano superiore. 
I due ragazzi erano rimasti in auto, come gli aveva chiesto Izaya. Volevano avvertire Shizuo prima di presentare loro Keiko, sapevano quanto lui fosse protettivo nei suoi confronti e, benché non erano pericolosi, era meglio andarci piano, fare innervosire Shizuo non sarebbe stata una buona mossa e ciò che tutti volevano era non far preoccupare Keiko inutilmente.
-Shizukun..beh..la situazione è un po' cambiata..- gli introdusse Noa facendo cenno ai due di scendere dal veicolo e lasciando poi ad Izaya il compito di spiegargli quanto fosse successo. Rimase ad ascoltare con attenzione quanto gli stesse riferendo Izaya mentre osservava i due in piedi accanto al suv. Noa venne attirato da quel fruscio che aveva incuriosito precedentemente Shizuo e, mentre loro parlavano, decise di andare a dare un'occhiata. Si fermò poco prima di addentrarsi nella fitta foresta e il cuore iniziò a battergli forte contro il petto. Doveva andare avanti oppure no? Forse non era una buona idea andare a controllare da solo. Il respiro gli si bloccò in gola per un attimo quando sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla. Si girò istintivamente con uno scatto e tirò un sospiro di sollievo nel vedere che era Gustav. 
-E' notte fonda, non dovresti andarci da sooooooooo..- non riuscì a completare la frase che un pugno improvviso da parte di Noa lo costrinse a rannicchiarsi piagnucolando -ahi ahi ahii ma che ti prende!?-
-BAAAAAKA! Mi hai fatto prendere un colpo!- gli urlò contro Noa.
-Scusaaami non volevo!- rispose tenendosi le mani sul punto dolente e rotolando qua e la senza sosta.
-Noaaaa andiamo dentro!!!- urlò Izaya. Gustav saltò di nuovo in piedi composto e, insieme a Noa, seguirono gli altri dentro casa. 
Varcata la soglia, Izaya non poté fare a meno di ridere nel vedere in che posizione stava dormendo Penn e contagiò Noa con la sua risata. 
-La volete piantare voi due?!- li ammonì Shizuo, poi aggiunse -domattina presenteremo loro due a Keiko, ora andiamo di sopra dobbiamo dormire e recuperare un po' di energie- e su questo si ritrovarono tutti in perfetto accordo. Si diressero anche loro al piano di sopra. Shizuo prese la stanza più vicina a quella di Keiko. Izaya aveva intenzione di far lo stesso con Noa che intanto stava cercando Keiko per chiederle quale stanza avesse scelto per lui. Si diresse dove gli era stato indicato e il suo Muso optò per la stanza accanto. I due ospiti decisero di prendere quella accanto alla stanza di Amber. Ora la casa sembrava essere così tranquilla, tutti erano pronti per dormire. Noa aprì lentamente la porta e sgattoiolò verso la stanza della sua amica. Bussò non troppo forte, non voleva svegliarla in caso stesse già dormendo. La porta si aprì e si ritrovò Gustav a fissarlo un po' basito -Posso far qualcosa per te?- 
Noa rimase come un idiota nel rendersi conto di aver sbagliato stanza -Scusa, sbagliato stanza hehe- si portò una mano dietro la nuca sorridendo un po' imbarazzato, gli augurò la buona notte prima di dirigersi verso la porta accanto -questa casa è troppo grande- pensò tra se e se. Bussò di nuovo e questa volta fu Amber ad aprire.
-Hey..posso entrare..?- chiese trattenendo un po' il respiro.
-Si..si certo..- rispose facendolo passare e richiudendo poi la porta.
-Sono enormi queste stanze..- ridacchiò osservandosi distrattamente intorno. 
Amber continuava ad osservarlo, le si avvicinò sedendosi accanto a lei sul letto -Keiko ed io..siamo a capo dell UGD- la buttò li consapevole del fatto che lei voleva essere a conoscenza di tutta la situazione, continuò -Izaya e Shizuo sono dei Muso- ridacchiò abbassando lo sguardo e fissando il vuoto -E' strano da spiegare..è strano parlarne..sembra così assurdo anche a me..non ricordo come tutto sia cominciato..ma Izaya è il mio Muso e Shizuo è il Muso di Keiko. Ho voluto portarti qui perché ho paura che possano attaccarti..per colpa mia..e averti qui con me mi permette di poterti proteggere..mi..mi dispiace non averti detto nulla prima..ma pensavo che almeno così saresti stata al sicuro..ma non è più così purtroppo e non voglio possa succederti qualcosa..probabilmente già  sanno che sei una persona vicina a me..- si zittì mentre Amber lasciò scivolare una mano sulla sua, continuava ad osservarlo
-So che lo hai fatto per il mio bene..mi sembra tutto ancora così incredibile che mi fa ridere..devo abituarmi alla cosa ma ora capisco un po' di più la situazione..- avvicinò il viso poggiando la tempia contro la sua guancia e gli sussurrò -grazie..- 
Noa accennò un sorriso e le baciò delicatamente la guancia -Ti lascio riposare..- dicendo questo si alzò dirigendosi poi verso la porta, si voltò verso di lei e sorridendo aggiunse -..dolce notte piccola- 
-Buonanotte..- non appena ebbe richiuso la porta, Amber sprofondò sul letto, ora l'unica cosa che voleva fare era dormire.
Noa restava pensieroso, tutta quella situazione lo rendeva pensieroso. Sarebbe andato tutto bene? Doveva per forza andare  tutto bene. Ora aveva perso ogni piccola parte di normalità che faceva ancora parte della sua vita. Tornò in camera sua, si poggiò sul letto e da lì riusciva a vedere la Luna dalla finestra. Restò a fissarla fin quando non crollò anche lui in un sonno profondo. 
Ora tutta la casa stava dormendo sotto la luce forte e incontrastata della Luna. Il vento, lento continuava a far muovere le foglie accompagnato dal canto degli uccelli notturni mentre un ombra, indisturbata, si aggirava per quegli spazi aperti tra gli alberi e i cespugli fino a sparire completamente nel bosco. Qualcuno li aveva tenuti d'occhio? 

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