Just Give Me A Reason.

di _memories_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** Troublemaker ***
Capitolo 3: *** Take me to the Other Side ***
Capitolo 4: *** Your heart a break ***



Capitolo 1
*** Prologue ***







Prologue



 

 
Quella mattina Theo era nei guai. Daphne lo sapeva.
Se quella notte non le avesse dato il tempo di pensare e di calmarsi, di sicuro gli avrebbe lanciato una fattura orcovolante.   
E lei era fin troppo brava nelle fatture.
Scostò distrattamente le tende del letto a baldacchino e si stiracchiò per bene.
«Stavolta lo mollo!»
Era decisa a fare il grande passo per voi vivere, finalmente, una vita scolastica tranquilla.
Theodore Nott era il ragazzo che aveva sempre sognato: il classico cattivo, ambito da tante troiette; sempre dopo Draco e Balise, questo non si discuteva.
Ma stavolta aveva toccato il fondo!
Per un attimo Daphne si era illusa che potesse funzionare.
Purtroppo Theo se ne approfittava ad ogni festa (o occasione in cui gli offrivano una Burrobirra o del Wisky Incendiario).
Lei doveva staccarlo dalle labbra di qualche oca.
Lei doveva fermarlo durante una lotta alla babbana.
Lei doveva tirargli sù i pantaloni quando tentava di fare qualche streep-tease incoraggiato da quei citrulli die suoi amici.
Lei, lei, lei…
Sempre e solo Lei!
Certo non si erano messi insieme così che Theo avesse una nuova tata.
Daphne non era una tata, quindi Nott doveva smammare.
Nel dormitorio le sue compagne di stanza dormivano profondamente, quindi realizzò che era ancora presto.
La bionda si avvicinò alle tende chiuse, cominciò a scostarle così che entrasse tutta la luce.
«Vaffanculo Daphne» mormorò Pansy.
E così le altre due si unirono ai lamenti.
«Buongiorno serpentelle! Ieri avete fatto baldoria eh?» chiese arzilla Daphne.
Pansy sbuffò, e si tirò le su le coperte, fino agli occhi.
«Cazzo è domenica, lasciaci dormire! Porco Salazar!» piagnucolò la mora.
«Come siamo scurrili stamattina!» Daphne si portò la mano al petto con fare oltraggiato. Poi un sorriso sprezzante fece luce sul suo viso. «Sono di buon umore e volevo condividere questa gioia con voi!»
Pansy scattò a sedere e la bionda ammiccò.
«Per le mutande di Merlino, chiudete? Stop? Ooh ma fatti abbracciare!»
La mora saltò tra le braccia dell’amica, dopo averla stritolata a dovere le sussurrò all’orecchio.
«Hai comunque sbagliato a svegliarmi di buon ora!»
Con uno spintone la scaraventò sul letto ed entrambe scoppiarono in una fragorosa risata.
Daphne Greengrass era finalmente spensierata, doveva parlare con Nott e levarselo dai piedi!
 

***
 

Scese in sala comune, le due amiche adocchiarono subito l’insulso terzetto lì sulla solita poltrona.
Theo aveva la testa tra le mani, Draco gli parlava poggiandogli la mano sulla spalla con lo sguardo afflitto, e Blaise ogni tanto chinava il capo e con la mano si distendeva la fronte.
L’aveva fatta davvero grossa, perché gli amici non fecero nulla quando la ragazza si avvicinò sorridendo.
«Tesooroo…» cantilenò Daphne.
Theo sussultò e scattò in piedi.
«C-ciao, … eehm, c-co-come va?»
Oh Circe, dammi la forza!Pensò ormai stizzita.
La ragazza alzò gli occhi al cielo e la parte superiore destra del labbro cominciò a scattare. Era il suo solito tic nervoso che assumeva quando il suo ragazzo era nei guai.
La bionda sopirò e sorrise falsamente:
«Allora, Theodore Nott. Ricordi cosa hai fatto ieri sera?»
Theo si gratto la nuca, alquanto perplesso.
«No, non lo ricordo» ammise.
Daphne sospirò ancora, doveva mantenere la calma.
«Sei praticamente finito in un orgia, Nott! E indovina chi ti ha tirato fuori da quella situazione?»
Theodore sbiancò. Attorno a loro si era formato un cerchio losco e subdolo di persone.
Daphne socchiuse gli occhi così da trovare pace interiore.
Merlino, quanto era difficile non cruciarlo!
«Senti, Theodore. Sono stanca ok?» si poggiò il dorso della mano sulla fonte e continuò «stanca di farti da baby setter. Perché, come nelle altre sbronze, sono sempre io a tirarti fuori dai pasticci, capito Theo? Io
Adesso che si era riscaldata non poteva permettere a niente e a nessuno di fermarla.
«Ricordi alla festa di Halloween chi ti ha staccato dalla bocca di quell’insulsa ragazzina del primo anno?»
Theo accennò un “si” e lei continuò.
«E ricordi chi è che durante l’uscita ad Hogsmade si è beccata un pugno in faccia, e un occhio nero per due settimane, per staccarti da quella stupida lotta alla babbana?»
Lui sospirò.
«Hai dimenticato» Si rese conto di evaporare e urlare «quando Serpeverde ha vinto la partita di Quiddich, chi ti ha fermato mentre stavi rischiando di essere espulso dalla Mc Grannit perché non riesci a tenere il tuo cazzo dentro le mutande?»
Daphne era in ebollizione…
Si voltò a guardare la sala. L’ambiente era come congelato.
Poi Theo ruppe il silenzio blaterando:
«Senti Da, io…»
«E non chiamarmi Da!» la bionda alzò le mani esasperata.
«Ascolta Theo» continuò «da oggi in poi sei libero di fare quel che cavolo ti pare, tanto io non ci sarò se ne avrai bisogno»
Detto questo, si voltò; lasciandosi alle spalle sguardi assassini, sorpresi e ironici.
Daphne gonfiò il petto, e quel grosso macigno che portava sullo stomaco scomparve.
Oh, Mr-figo-Nott non faceva più parte della sua vita.
L’aveva mollato.
Si, l’aveva appena fatto.
Daphne era finalmente libera.

 
 
 

I’m not the only one,
To crash into the sun and live to fight another day.
Like a super nova, that old life is over.
I’m here to stay.
Now I’m gonna be,
Invincible.

Hedley – Invincible
 




 

Ospizio:
Cosa mi dite? °3°
Non vi nego che non so neanche io cosa mi è preso. Spero apprezziate. Ho gia scritto i primi due capitoli, ma non sono ancora del tutto sicura della storia.
Tratteremo una DaphnexBlaise. Finalmente mi dedico ad una long seria .
Cedo che ci sarà un OOC nella protagonista, ma cedo che anche Draco sarà un po stravolto da me, mi è proprio difficile non scaderci t-t.
Fatemi sapere cosa vi pare. In base a voi mi regolerò di conseguenza.
A presto un bacio :)

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Capitolo 2
*** Troublemaker ***








Trouble troublemaker, yeah

That’s your middlename
 




 

 
 
 
 
 
 
Se c’era una cosa che Daphne odiava più di qualunque altra cosa al mondo, quella era la Cooman.
Divinazione era inutile, la Cooman era inutile, come quella piattola di Ginny Weasley.
La sua lista delle cose inutili?
Divinazione;
Cooman;
Ginny.
Tre semplici cose che la snervavano.
E Daphne in quel periodo era snervante. Troppo snervante per i gusti di Pansy.
La bionda si lasciò distrarre dalla schiuma nella tazza di caffè. Era ancora caldo, perché le bollicine scoppiettavano e si sentiva ancora quel dolce aroma che le faceva calmare i nervi.
A quel punto Zabini si accostò a lei.
«Sai, vorrei tanto sapere questo caffè che sapore ha…» disse, facendo roteare l’indice sui bordi della tazza.
«Ti pare il momento Zabini?» squittì Daphne.
«Mi pare il momento? Quand’è che ci danno del caffè Da? Durante Trasfigurazione?» ribatté il moro offeso.
«Zitto!»
«Non posso.»
«Ma perché?»
«Voglio il caffè, mi pare ovvio!»
Oh si, l’avrebbe cruciato all’istante! Avrebbe aggiunto Blaise alla lista delle cose inutili e snervanti se non la finiva di farle il “piedino” per attirare l’attenzione su di lui e quella dannata tazza di caffè!
«Dannazione, dannazione, dannazione Blaise! Smettila!!» digrignò tra i denti.
La Cooman in sottofondo che faceva i solfeggi la irritò ancora di più.
Scattò in piedi e rovesciò il tavolo; il caffè suo, di Draco e di Blaise finì a terra.
«Da, sei una rompipluffe!» aggiunse offeso il moro.
«Ah certo, io lo sarei?» rise sprezzante.
Prese le sue cose per avviarsi fuori dall’aula, ma era troppo distratta per accogersi di Draco che urava «Attenta!»
Non troppo tardi si accorse di trovarsi per terra sotto lo sguardo di tutti.
Si, Blaise Zabini si era meritato un posto d’onore nella sula lista nera.

 

***


 
«Ahi!» gemè Daphne.
Madama Chips alzò lo sguardo dal ginocchio della ragazza e guardò seria.
«E’ entrato un pezzetto di vetro nel ginocchio, risolverò in poco tempo.» agitò la bacchetta ed estrasse il vetro.
Daphne strinse i denti.
L’infermiera sforzò un sorriso e prese un barattolo di pomata, spalmò una noce dell’unguento sulla ferita e poi lo porse a Daphne.
«Spalmalo tre volte al giorno, e la ferita si sanerà» disse la donna. «piccole dosi signorina Gereengrass, mi raccomando.» aggiunse fredda; poi le diede due colpetti sulla coscia e lanciò uno sguardo alla porta. La sua amica la stava aspettando.
Daphne sollevò con cautela la gamba e la distese, poi si alzò e prese la sua borsa.
«La ringrazio Madama Chips!» disse piano.
L’infermiera sostenne il suo sguardo e sforzò un altro sorriso.
A quel punto Daphne si girò e si avviò verso la porta dove trovò una Pansy alquanto scossa.
«Hei, sto bene!» sorrise la bionda. «Zabini la pagherà, ma a modo e tempo debito…»
Pansy continuò a camminare guardando nel vuoto.
«Daphne» sospirò «Blaise non l’ha fatto a posta, insomma, cerca di capire la situazione…»
Quelle parole rimasero sospese nell’aria, e Daphne capì.
«L’avete capito finalmente?» chiese dolente.
Pansy scorse un velo di nostalgia in quelle parole.
«Si» ammise «e lui ci teneva a ditelo per primo, eravate migliori amici e…» le parole furono interrotte da un grosso sospiro.
Pansy era davvero mortificata e improvvisamente Daphne si sentì il ginocchio pesante.
 
Stare con Theo era stato il più grande errore della sua vita. Ora aveva capito il perché: l’aveva allontanata da Blaise. Avevano litigato, più e più volte, per via di Theo.
 
Non la riteneva adatta a Nott.
 
“Lui ti deluderà”le diceva.
 
“Non è maturo Daphne, alla prima occasione ti tradirà”  
 
A quanto pare aveva ragione.
Aveva perso un grande amico, per colpa della sua cocciutaggine. Lo aveva sempre aiutato con Pansy, già dal primo anno, quando adulava Draco senza riserve.
Aveva cercato in tutti i modi di metterli insieme.
Ricorda ancora la serata del ballo del ceppo, quando Blaise la abbracciò piangendo perché non era riuscito a conquistarla. Daphne lo consolò e gli giurò che in un modo o nell’altro ce l’avrebbero fatta.
Era sempre stata un specie di cupido tra i due.
Ma a quanto pare lui ci era riuscito senza il suo aiuto.
Era stato possibile solo togliendosi di mezzo.
 
In tutto questo tempo non era stata altro che un intralcio tra Pansy e Blaise.
 
«Sono felice per voi Pansy» Daphne tornò raggiante «davvero! Se avete bisognio di me io ci sono.»
Pansy sorrise e la abbracciò.
«Tornerete di nuovo amici, me lo prometti?» le disse.
«Farò il possibile!» ammise la bionda. Così si avviarono nella Sala grande per pranzare.
 

 

***

 
 

Gli occhi di Daphne incontrarono subito quelli di Blaise che le sorrideva incerto.
Il tavolo Serpeverde aveva un aria più cupa del solito, ma non ci diede molto peso.
Si sedette al suo posto, esattamente tra Pansy e Draco. Draco sorrise piano, sembrava piuttosto turbato.
«La Granger!» le sussurrò Blaise all’orecchio.
Daphne lanciò un urlo e si rovescio il succo sulla divisa.
Non era più abituata alle comparse di Blaise da tempo.
«Merda!» piagnucolò la bionda.
«Combina guai, è questo il tuo soprannome dopo tutto, no?» Zabini lanciò un sorriso smagliante e le porse la mano.
Daphne guardò Pansy che le fece cenno di andare, e sforzando un sorriso che le venne malissimo, prese la mano di Blaise ed entrambi si avviarono fuori dalla sala.
 

 ***                                                                                                     

 

 
«Combina guai! Non mi chiamavi così dai tempi del terzo anno!» lo canzonò Daphne sedendosi sulla poltrona della Sala Comune.
Blaise rise e si rilassò appoggiandosi allo schienale, per un momento tenne gli occhi abbassati e giocherellava con le mani, quando l’atmosfera si appesantì alzò lo sguardo.
Lo stomaco di Daphne sussultò.
Non doveva fargli quell’effetto, ma non guardava quegli occhioni blu da troppo tempo.
La ragazza si schiarì la gola.
«A quanto pare ce l’hai fatta anche senza il mio aiuto...» disse.
«Sembra di si» rispose un po’ distaccato.
«Sei felice?» gli chiese mordendosi il labbro.
Blaise sgranò gli occhi per un secondo, prima che Daphne tornasse a guardarlo, poi si sistemò per bene prima di parlare.
«Lo siamo entrambi» sospirò seriamente.
Per qualche minuto rimasero a guardarsi negli occhi. L’uno inconsapevole dei pensieri dell’altro. Entrambi con mille domande per la testa, entrambi incapaci di muovere un muscolo.
Poi Blaise scattò in piedi e corse ad abbracciarla.
Daphne rimase li a boccheggiare prima di ricambiare l’abbraccio.
Il suo migliore amico era tornato.
«Mi sei mancata combina guai!» le sussurro Blaise.  
Daphne rise, finalmente insieme a lui.
Blaise si staccò, e lei a malincuore lo lasciò andare.
«Andiamo, prima che si mangino il nostro pranzo» Blaise fece per andarsene.
«Sei stato tu vero?» chiese.
Blaise perplesso, si girò a guardarla.
«Mi hai confusa nell’ora di Divinazione, hai scambiato il tè col caffè perché sai che mi rilassa.» sorrise.
«Te ne sei accorta allora…» il moro ricambiò il sorriso e continuò «l’ho sempre fatto fino ad ora, quando eri nervosa, sai lo noto subito» era imbarazzante ammetterlo.
Daphne sentì un groppo alla gola che non sarebbe andato via facilmente.
«Vai pure tu, non ho molta fame» mentì Daphne.
Aveva bisogno di riposare. Si stava cacciando in un bel guaio.
 
 
 
 

Trouble troublemaker, yeah
That’s your middlename
I know you’re no good but you’re stuck in my brain
And I wanna know
Why does it feel so good but hurt so bad


Troublemaker – Olly Murs ft. Flo Rida
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 


Angolo ritardataria.
Scusate il ritardo, ma sono vacanze, e anche se sembra di avere taanto tempo a disposizione, alla fine non ne hai mai.
Bene sono andata avanti, vi dico che nel prossimo capitolo ne vedremo delle belle davvero. Infondo la mia Daphne è una combina guai :’)
Io mi sono innamorata di Blaise. Mi ha sempre affascinato quel figo italiano v.v
E vi annuncio che ci sarà una Dramione *e.e* sottintesa. Visto che io li shippo a vita, non posso fare a meno di incastrarli un po’ da per tutto.
Fatemi sapere cosa ve ne pare :3 ringrazio la carissima Marianne_13 che sta apprezzando questa storia, chi la legge silenziosamente e chi la segue e tutti voi altri xD
Ora scappo a scrivere il continuo cosi che mi trovo avvantaggiata u-u
Un bacione :*
 
 

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Capitolo 3
*** Take me to the Other Side ***


  





tonight

Take me to the other side




 

 
«Pan, sei pronta?»
Daphne era affacciata alla finestra e guardava curiosa tutte le strane creature che vivevano nelle profondità del lago, e si lasciò distrarre dal suono delle onde che si infrangevano contro i vetri.
Era quasi Natale, finalmente.
Prima delle vacanze doveva finire il tema di Trasfigurazione, e doveva riuscire almeno a prendere una O se voleva passare le festa in santa pace.
Anche se aveva mille pensieri per la testa, lo studio sembrava la cosa meno importante. Doveva assolutamente rivedere le sue priorità.
Doveva darsi da fare se voleva passare i M.A.G.O. senza problemi.
Ma a quanto pare i suoi pensieri le impedivano di vivere tranquillamente.
Blaise era uno di questi. Daphne si stava rincitrullendo per davvero.
Perché mai Blaise le faceva tremare le gambe e la metteva a disagio?
Bella domanda.
Improvvisamente vide quegli occhioni azzurri riflessi nel vetro della finestra, si girò di scatto ma non c’era nessuno.
«Dannazione!» tirò un pugno al vetro, e le iridi azzurre scomparvero.
Si, la povera Daphne era fuori di testa, questa ne era la conferma.
«Eccomi!» gridò Pansy.
La sua compagna di stanza uscì dal bagno e corse verso l’amica. Sfoderò un enorme sorriso e disse «Hogsmeade ci aspetta!»
E le due amiche si avviarono in Sala Grande per fare colazione.
 
 
 

***                                                                                                    

 
 
«E’ vero quello che si dice?» chiese Draco a Daphne.
La ragazza cercò di riordinare i pensieri ma non le venne in mente nulla.
«Non so di cosa parli.» scrollò le spalle.
«Ci sarà una festa a Natale!» Blaise fece la sua comparsa e Daphne imprecò.
Istintivamente la bionda si scostò notando che l’amico teneva la sua mano stretta a quella di Pansy. Ma non fece in tempo che lui l’avvolse in un abbraccio come ai vecchi tempi e cominciò a solleticarle il ventre.
«Blaise» le iridi di Daphne luccicarono «andiamo…» respirava a fatica, cominciò a dimenarsi in pieno stato di convulsioni «smettila!» rise a crepapelle e lui la lasciò.
«Ecco, ora sorridi» disse il moro «non tenere il broncio!» e le accarezzò il mento.
Daphne indietreggio trattenendo il respiro; non sapeva cosa pensare, ma una delle tante perplessità che le sfiorarono la mente fu rivelata da Draco che disse:
«Ehi amico, non credi sia troppo tardi ora?» indicò con lo sguardo Pansy che finse di guardare altrove.
Blaise sembrò ritornare sui suoi passi e si avviò lungo il viale innevato con la sua ragazza.
«Graziè» sussurrò Daphne, e il biondo le sorrise.
Cominciarono ad avviarsi anche loro verso Hogsmeade, quando li raggiunse un’esile mora piena di energie.
«Ehi ragazzi! Daphne, posso unirmi a voi?» Astoria, la piccola Grengrass corse verso i due ragazzi e sorrise timidamente.
«Certo tesoro!» sua sorella le scompigliò i capelli e rise vedendo l’espressione indispettita della mora.
«Andiamo Da» sbuffò sonoramente e scostò la mando della bionda «spero saprai della festa di Natale vero?» chiese.
«Mmmh, si mi hanno accennato qualcosa!» rispose di rimando Daphne.
Astoria curvò le labbra «Bene, allora andiamo a comprare un bel vestito!»
Draco sorrideva mentre le ascoltava parlare, e con passo felpato cercò di allontanarsi senza dare nell’occhio.
«Dove vai tu!» sibilarono entrambe. Lui si portò il palmo della mano sulla fronte e cominciò a massaggiarsi il cranio.
«Prendiamo una Burrobirra?»
Tra risate e battutine i tre ragazzi entrarono ai Tre Manici Di Scopa, dove trovarono il resto della compagnia. Quasi tutti gli studenti si riunivano in quel posto dove accantonavano forse vecchi rancori e parlottavano del più e del meno per passare delle giornate diverse.
«Ragazzi, venite qui, ci sono sedie libere!» urlò Blaise cercando di farsi sentire tra tutte le altre voci.
Draco si fece spazio tra gli altri studenti e riuscì a sedersi, così fecero anche le sorelle Greengrass.
«Astoria! Cosa ci fai qui con noi?» chiese Pasy.
«Mi serve un vestito per la festa» rispose la piccola di famiglia «vieni con me e Daphne dopo?»
«Volentieri!» ammiccò Pansy.
«Draco, a quanto pare ci lasciano soli!» ammiccò Blaise.
«Peggio per loro» rise «senza di noi non hanno senso»
I due amici scoppiarono a ridere dopo aver ricevuto delle occhiatacce da ogniuna delle serpi sedute al tavolo.
Ordinate le Burrobirre, parlarono del più e del meno dopodiché decisero di separarsi.
Astoria scattò in piedi e Daphne la imitò, Pansy avvicinò le labbra a quelle di Blaise. Alzatasi anche lei, si avviarono da verso l’uscita. Daphne non l’avrebbe mai ammesso, ma aveva la netta sensazione di voler picchiare la sua migliore amica.
«Bene ragazze, avete idee?» chiese una Pansy alquanto allegra.
«Mhh, rosso» rispose Daphne pensierosa «si, direi che il rosso è perfetto!» si convinse la bionda.
«Azzurro, ho già una mezza idea» disse entusiasta Astoria.
«Bene allora andiamo!» urlò Pansy.
Entrate nel primo emporio, una commessa allegra mostrò alle ragazze meravigliosi abiti da sera tra cui un vestito grigio a stile impero che acquistò Pansy. Dire che le stava d’incanto era poco. Le due sorelle non trovarono nulla, ma nell’emporio seguente non rimasero deluse.
«Daphne stai d’incanto» gli occhi di Astoria avevano preso una strana forma a cuoricino e sua sorella giurò di averla vista sbavare.
«Oh merlino! Tua sorella ha ragione» Pansy assunse la stessa espressione di As e Daphne scoppiò a ridere.
«Salazar, ma guardati!» imprecarono le due ragazze, e Daphne si voltò verso lo specchio.
Rimase un secondo abbagliata dalla lucentezza che emanava il vestito. Avevano ragione, era meravigliosa!
L’abito era rosso fuoco e brillava, ma brillava sul serio. Era una stoffa morbida, l’abito le accarezzava le linee e finiva a terra. Le lasciava le spalle e la schiena scoperte, nonostante fosse a maniche lunghe.
«Wow» Daphne era sconcertata. Girò su se stessa e camminò, si accorse che il vestito aveva uno spacco al lato che le mostrava la gamba e le donava quel tocco di sensualità che solo la strega più bella dell’istituto poteva avere.
Dandosi un ultima occhiata allo specchiò notò l’aria sognante della strega che le aveva mostrato il vestito. Daphne sorrise «lo prendo!»
Mezz’ora più tardi uscirono dall’ultimo negozio dove Astoria aveva trovato quello che cercava: un svolazzante abito turchese che dava risalto alla sua pelle chiara e i colori scuri dei capelli e degli occhi.
Infine tornarono ad Hogwarts soddisfatte dei loro acquisti, insieme a Draco e Blaise.
 
 
 

***  

 
 
 
La sera, in Sala Grande; dopo un abbondante e squisita cena, la Mc Grannit cercò di attirare l’attenzione su di se. Si alzò e si schiarì la gola.
«Attenzione, ragazzi.»
Le grida diventarono mormorii ma nessuno prestò attenzione alla preside.
«Prego, ragazzi» disse «Attenzione!»
Le voci si acquietarono e si udirono parecchi “shhh” verso il tavolo Grifondoro, che sembrava quello meno propenso ad ascoltare.
«Bene, come qualcuno già sa» cominciò la preside «alla vigilia di Natale, daremo una festa. Siete invitati qui, in Sala Grande, alle nove in punto. Non avrete orari di chiusura, questa volta» ci fu un attimo di silenzio, all’improvviso da tutti i tavoli scoppiò un fragoroso applauso. Fischi e urli echeggiavano in tutta la sala, e la preside tornò al suo posto tra un battimani frenetico.
Tornati tutti nei propri dormitori i quattro amici si trattennero più del dovuto in Sala Comune.
Daphne era intenta a dare un ultima occhiata al tema di Storia della Magia, così come Draco. Mentre Pansy e Blaise conversavano. Tutto tranne che fare fusioni poco appropriate sui divani della Sala.
Erano proprio strani quei due, soprattutto quella sera.
Ad un tratto la mora saltò in piedi. E Blaise disse:
«Sei una povera stronza» in quell’istante gli arrivò un ceffone dritto in faccia e Pansy scappò nella sua camera.
Daphne rimale sconvolta. E fissava Blaise sconcertata.
Cos’era mai potuto succedere?
Quella domanda si leggeva tra gli occhi di Daphne e Blaise in tutta risposta chinò il capo e sprofondò con la testa nel cuscino del divano.
La bionda corse in camera dove trovò Pansy sul suo letto a lisciare le coperte.
«Fammi indovinare, vuoi sapere cos’è successo?»
«Si» disse con un filo di voce Daphne. E si avvicinò a lei.
«Ti prego lasciami dormire» tremò la mora con le lacrime agli occhi.
Daphne in tutta risposta la guardò negli occhi e le voltò le spalle avviandosi verso il suo letto.
«Buona notte»
 

***  

 
 
La vigilia di Natale arrivò in fretta. Tutta Hogwarts era in festa.
Daphne anche lo era, era pur sempre una fiera, posata, sporca, strisciante serpe come si definiva, ma al diavolo tutti! Quella sera si sarebbe divertita.
Non le importava di Blaise, di quello strano tremolio che assumevano le sue gambe in sua presenza, ne dello strano litigio con Pansy; senza dar peso a quello che si aspettavano gli altri, sarebbe stata se stessa.
Sarebbe stata un po’ come Theodore Nott, e non se ne sarebbe pentita.
Diede un’ultima occhiata allo specchio. Era perfetta.
Aveva lasciato i capelli sciolti e ondulati, un trucco leggero e un rossetto in tinta col vestito.
Astoria la aspettava in Sala Comune, raggiante come sempre. E le due sorelle, sotto lo guardo ammaliato di tutti, arrivarono in Sala Grande dove trovarono già mezza scuola intenta a ballare.
«Sei pronta?» ammicco la sorellina.
«Prontissima» esclamò Daphne
Si guardò attorno, notò Draco insieme a Blaise e a Theodor. Astoria si avvicinò a loro e tutti e tre e le guardarono incantati.
Daphne era al settimo celo.
Ma non doveva.
Per Merlino, stai calma. Si disse.
Insieme bevvero del Wisky Incendiario e si buttarono tra la folla di studenti, ubriachi e non, a ballare.
Daphne era astemia, e lo sapeva.
Astoria la guardava con un sorriso furbo che non prometteva niente di buono. Ma l’alcol non fece ragionare la bionda abbastanza.
Si sentì tirare il braccio, e fu portata fuori dalla festa.
«Cos’hai fatto a quei due?» chiese Draco alla piccola Grengrass.
«Mi ringrazieranno.» ammiccò Astoria.
Ma Draco era tutt’altro che tranquillo, la pestifera Astoria ne aveva combinata una delle sue.
Si limitò a guardare una Daphne alquanto confusa trascinata via da un Blaise tutt’altro che lucido.
«Ehi! Chi è che mi tira il braccio?» piagnucolò Daphne.
«Sono io Da. Blaise» rispose biascicando il moro.
Quando raggiunsero un posto più o meno isolato la lasciò.
Aveva in mano una bottiglia di Wisky Incendiario e Daphne lo guardò perplessa.
«Cosa vuoi da me Blaise?» borbottò.
«Ho litigato con Pansy» rispose.
«E ti sembra il momento adatto per dirmelo?» disse Daphne cercando di camuffare i suoi sentimenti, ma non ottenne nulla, le sue iridi verdi luccicarono.
Blaise come risposta sorseggiò dalla bottiglia.
«La odio. Quell’oca!» sputò.
«Non dire così. Non sei lucido!» rispose Daphne.
«Certo che lo sono, vedi» le mise la bottiglia davanti agli occhi «ho bevuto solo un sorso!»
In tutta risposta Daphne gli levò la bottiglia di mano e a grandi sorsi ne bevve metà.
Brutta mossa.
Cominciò a bruciarle lo stomaco.
«Anche io sono lucida!» alzò le braccia.
Brutta mossa Daphne.
La vista si appannò e perse l’equilibrio. Blaise fece in tempo a prenderla.
Si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere. In quel momento, Daphne non sapeva come, le sue labbra premerono contro quelle di Blaise che rispose entusiasta.
Cominciarono a baciarsi così, senza una motivo, entrambi non sapevano il perché ma si desideravano.
I piccoli baci, diventarono desiderosi tanto che dovettero staccarsi per respirare.
«Cosa stiamo facendo Blaise?» chiese Daphne guardandolo negli occhi.
«Che importanza ha, siamo lucidi» rispose Blaise continuando a baciarla.
Rise sulle sue labbra sentendola sospirare.
«E’ meglio che vada, non è giusto»
Blaise la strinse a se.
«Lasciami, lurida serpe.» in realtà non voleva andare via, ma non poteva far altrimenti.
Dentro di se una piccola vocina le diceva di rimanere, in fondo aspettava quel momento da tempo.
Cazzo Daphne, è solo per un po’…
E’ uno stupido gioco.
Lasciati andare.
Si dimenò e si fece spazio tra le braccia. Blaise mollò la presa.
«Ti prego resta con me» sussurrò.
E’ il ragazzo della mia migliore amica.
«Non posso…»
Lui tornò a stringerla. La voleva.
«A cosa stai pensando?» le chiese.
Lei sorrise «non sai come invidio Pansy quando la abbracci»
Si portò le mani alla bocca.
Cosa dici?
Stupida.
Ma era la verità, Daphne non poteva negare quella maledetta verità.
«Picchierei Draco quando siete così vicini!»
Daphne sgranò gli occhi, credeva stesse scherzando, ma le iridi di azzurre di Blaise erano sincere.
«Non c’è niente tra me e Draco!» sbottò alla fine la bionda.
Al diavolo tutto.
Saltò letteralmente in braccio a Blaise a mo’ di koala e lo stritolò forte; purtroppo l’alcol non resse entrambi così che finirono a terra ancora stretti l’uno all’altra.
Così che il moro cominciò ad ansimarle ancora sul collo, regalandole dolci baci ovunque il suo respiro si posasse.
Daphne continuava a tirargli i capelli così da mordicchiare ogni centimetro del suo viso.
Lui le accarezzava la schiena nuda, e lei rabbrividiva.
Era tutto sbagliato, ma l’alcol non li rendeva responsabili di quello che stavano facendo.
«Non dovrebbe accadere» ansimò Daphne tra le spalle di Blaise.
Lui la guidò piano, fino al bagno dei prefetti, continuando a baciarla.
«Almeno per stavolta» mormorò «portami in paradiso, Daphne»
Portami in paradiso, Blaise.
 
 
 
 

Tonight, take me to the other side
Sparks fly like the Fourth of July
Just take me to the other side
I see that sexy look in your eyes
And I know, we ain’t friends anymore
If we walk down this road
We’ll be lovers for sho
So tonight kiss me like it’s do or die
And take me to the other side
 
Jason Derulo – The Other Side

 
 
 
 
 
 
 
Spazio Autrice:
Prima di parlare del capitolo. Che ve ne pare del banner?? E’ stata un’impresa caricarlo pfft. Cosa ne pensate di Ashley Olsen? Io la vedo perfetta per Daphne, non so voi. :’
Bene, parlando del capitolo, cosa ve ne pare? Ve l’aspettavate? Io sinceramente non sapevo come avviare la storia se prima non toccavo questo punto *si lo so ragiono al contrario lol*
Devo dire che la nostra Astoria è una birbante.
Bhe mi scuso ancora per il ritardo, ma oggi è stata la prima giornata in cui sono stata a casa in santa pace :’)
A presto, fatemi sapere se vi è piaciuto con qualche recensione, chiedo troppo? xD.
:*
 
 
 
 
 
 
 
 

 

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Capitolo 4
*** Your heart a break ***











Thereyou s just so muchcan take,
your heart a br eak


















 
 
 
 
La luce cominciò ad infastidirla.
Batté le palpebre prima di aprirle.
Non c’era chissà quanta luce, ma dovette abituarsi per realizzare dove si trovava.
Il suo letto era stranamente freddo e duro. Cercò di alzare la testa ma le venne la nausea. Si posizionò la mano davanti agli occhi.
Dov’erano finite le tende del baldacchino?
Sgranò gli occhi. Il bagno dei prefetti.
Il bagno dei prefetti? Cosa ci faceva lì?
Rotolò su se stessa per guardarsi attorno, la pelle nuda sul pavimento freddo la fece rabbrividire.
Pelle nuda sul pavimento freddo?
Cosa ci faceva, nuda per giunta, nel bagno dei prefetti?
Troppe domande. Si sentì la testa scoppiare.
Qualcosa le diceva che non era tutto. Si girò con calma, e si pentì di averlo fatto.
Strozzò un urlo.
Cosa ci faceva nel bagno dei prefetti, nuda, con Blaise Zabini che dormiva beatamente accanto a lei?
La risposta era ovvia.
Si portò le mani al viso, sicuramente paonazza.
Calma Daphne, si disse.
Adesso ti vesti e scappi via, probabilmente neanche lui ricorderà nulla.
Codarda, come al solito si convinse che scappare via era la soluzione migliore.
Ce n’erano altre?
Se solo pensava a cosa sarebbe accaduto se qualcuno li scopriva… e se li avevano già scoperti?
Si schiaffeggiò e mise da parte l’ansia. Doveva solo vestirsi e andare via di lì il prima possibile. Si alzò piano cercando di non fare rumore. La testa le pesava tantissimo, per poco non si ritrovò con il naso incollato a terra. Dopo essersi ripresa, si mise alla ricerca delle sue cose.
La prima cosa che trovò erano le scarpe; o almeno, una scarpa. Proseguì ispezionando il bagno immenso. Camminare nuda per la stanza non era il massimo, se qualcuno fosse piombato li all’improvviso si sarebbe uccisa dalla vergogna.
Ma dove sono i miei vestiti?
Si disperò a tal punto da piangere. Si schiaffeggiò di nuovo.
Tranquilla Da!
Trovando il vestito si sentì sollevata, non proprio a dire il vero, visto che si trovava sulla porta di un water. Cercò di immaginare come diavolo fosse finito lì ma la cosa non la aiutò molto, non fece altro che agitarsi ancora di più.
Trovò un suo orecchino a terra.
Possibile che si era preoccupato perfino di toglierle quegli aggeggi?
Il suo sguardo si posizionò sul corpo nudo del moro, che dormiva beatamente incurante di tutto. Cacciò via strane domande e continuò la sua ricerca. In un angolo remoto del bagno c’era il tacco della sua scarpa.
Come erano riusciti a spezzare il tacco?
Forse…

Baciava con foga Blaise, prima di inciampare e cominciare a vedere doppio.
«Ehi, stai bene?» le chiese Blaise.
«Mh, Blaise, le scarpe… scar-pe.» mugugnò lei.
«Brutta cosa quei trampoli eh?» ghignò la serpe.
Lei si buttò dritta sopra di lui e ricominciò a baciarlo.
«Levami le scarpe…» ringhiò.
Il moro si abbassò e cercò di slacciarle ma non ci riuscì. Dopo una marea di imprecazioni prese la bacchetta e farfugliò qualcosa. Il tacco si spezzò e Blaise boccheggiò.
« Oh Merlino! Io…» cercò di dire.
«Brutto stronzo, questa me la paghi!» disse prima di provare ad ucciderlo.

… ricordava.
Mise da parte quel ricordo che la angosciò e si mise alla ricerca della cosa più importante. Gli slip. Non poteva andarsene di lì senza slip.
Cercare la fece riflettere. Perché era rimasta lì con Blaise? Quanto aveva bevuto? Cercò di ricordare, aveva solo toccato mezzo bicchiere di Whisky Incendiario e un paio di sorsi dalla bottiglia di Blaise. C’era dell’altro ne era sicura, lei il sale in zucca ce l’aveva e di certo non era un po’ di alcol a farle perdere la testa… o forse si?
Passò più di un quarto d’ora; e dopo essersi disperata e aver fatto una sfuriata muta, cercando di non far svegliare il cadavere, si rassegnò. Delle sue mutandine non c’era traccia, aveva cercato in ogni angolo di quel maledetto bagno. Aveva riordinato anche gli indumenti di Blaise in un posto ben in vista, ma nulla.
Si rassegnò all’idea di trovarle e con riluttanza indossò il suo vestito anche senza slip. Prese il resto delle cose e si avviò alla porta.
Ma la porta era chiusa.
Bene, perfetto, ci mancava solo questa! Si disse.
Strusciò il palmo della mano sulla porta e vi poggiò la fronte in preda alla collera. Poi sentì un rumore alle sue spalle. Blaise aveva messo i pantaloni e la guardava con uno sguardo interrogativo. Lei si girò con cautela cercando di essere il più disinvolta possibile.
Lui le si avvicinò un po’. «Vuoi che?» indicò il tacco spezzato.
A Daphne si formò un groppo in gola e deglutì con fatica, poi accennò un si.
Zabini agitò la bacchetta e il tacco tornò come nuovo.
Sforzò un sorriso. «Ora va meglio» e la guardò negli occhi.
Daphne avvampò. «Credi?» scoppiò a ridere «Credi davvero che va tutto bene? Non so tu, Blaise Zabini, ma io in tutto questo non ci trovo nulla di buono.»
«Potrebbe essere così Daphne» rispose «ma è successo!»
«Quindi credo che dovrò convivere per sempre con questo errore» disse la bionda.
«Ah, lo reputi un errore Greengrass?» la additò.
«Blaise, fammi uscire di qui!» sussurrò.
«Non credo che una goccia di alcol possa spingerci a fare questo…»
«Apri questa porta!» lo implorò.
«… sei così cocciuta da non capire quello che proviamo?»
«BLAISE ZABINI!» gridò ormai in preda alle lacrime «fammi uscire di qui»
Solo in quel momento Blaise si accorse di non respirare. Quanto poteva essere bella? Anche in quelle condizioni mozzava il fiato. Anche con i capelli spettinati, il vestito macchiato e gli occhi gonfi di lacrime.
Con cautela abbassò le spalle, che fino a quel momento teneva rigide, e prese la bacchetta. La posizionò davanti alla porta «Alohomora.» recitò.
Daphne che fino a quel momento teneva lo sguardo basso, lo guardò per qualche minuto prima di scattare. Aprì la porta e corse via senza guardarsi indietro.
Lui la richiuse alle sue spalle e vi poggiò la schiena guardando il vuoto.
Blaise Zabini, cosa le hai fatto?
Ora mi odierà. E’ stato uno sbaglio, un maledetto sbaglio per lei. Ma non per me…
In quel momento anche Blaise capì di essersi cacciato in un grosso guaio.
 
***
 
«Tu cosa?» Draco strabuzzò gli occhi.
«Sono stato con Daphne ieri sera, nel bagno dei prefetti e…» poi venne interrotto.
«Ho capito, ho capito, non c’è bisogno che… mi riveli i dettagli.» puntualizzò Draco.
Blaise sorrise. «Va bene» alzò le mani «Va bene» poi tornò serio.
«Pansy?» chiese Draco «Andiamo, si vede da lontano che non c’è… magnetismo?» domandò l’amico «Si, magnetismo. Tu magari provi qualcosa, ma lei no. Cosa aspetti a lasciarla?»
Draco sembrava piuttosto euforico quella mattina…
«E’ complicato Draco… io» notando lo sguardo invadente dell’amico disse «ma cos’hai stamattina? Sembri un Grifondoro!»
Stranamente non parve offendersi per quell’ “insulto”; era sicuro che l’avrebbe picchiato, ma non era in sé, perché non lo fece. Si limitò a ghignare, fortunatamente, come suo solito.
«E’ complicato!» rispose alzando un sopracciglio.
Blaise sprofondò nella collera «Draco, non me la sento…»
«Amico. Se vuoi torturarti stando con lei fa pure, ma Daphne? A lei ci pensi?» chiese il biondo.
«Si, certo che ci penso» si portò le mani al viso «per questo sono da te! Non so cosa fare.» disse in fine.
Draco fissò il vuoto per un po’ e poi sorrise.
«Blaise tu cosa provi per Daphne?» chiese.
«Credo di essermi innamorato, già da tempo lo ero… solo che non lo capivo, o non volevo capirlo» rispose sincero il moro.
«Sei ottuso amico, l’avevano capito tutti che provavate qualcosa l’uno per l’altra» poi improvvisamente sul suo volto tornò il ghigno. «ho la soluzione ai tuoi problemi.»
Blaise lo guardò curioso, quella serpe certo era brava a dare consigli ma non ci si poteva fidare completamente.
«Ovvero?» chiese il moro pronto a tutto.
«Continua a fare il pensionato con Pansy, e incontrati con Daphne…» rispose tranquillamente.
«Cosa?» Blaise sbiancò «ma è spregevole!»
«A mali estremi, dicono i Babbani, estremi rimedi!» disse Draco.
«Draco ma ti senti bene?» Blaise adesso era davvero preoccupato… cosa gli prendeva? «Da quando impari i detti Babbani?»
«Le persone possono cambiare Blaise, andiamo» poi parve tornare sui suoi passi. «Lasciati andare, dai una scossa al tuo cuore. Lei accetterà»
Blaise lo guardò confuso continuando a massacrarsi i pollici.
«Farai la cosa giusta» e così si congedò lasciando l’amico in preda al panico.
Lasciati andare, dai una scossa al tuo cuore.
Una scossa al tuo cuore.
Una scossa al mio cuore.
Valeva la pena tentare?
 
 
 
 
 
 
Theres just one night to live,
And theres no time to wait (to wait)
Theres just so much you can take,
your heart a break,
 
Give Your Heart A Break - Demi Lovato
 
 
 
 
 
 
 
Spazio autrice:
Eccomi in ritardo, scusatemi tanto =3=
Purtroppo le cose da fare sono troppe D: e mi dispiace tantissimo pfft. Spero possiate perdonarmi.
Ecco qui il nostro Blaise, finalmente mi sono decisa a scrivere anche dal suo punto di vista, diciamo che l’ho fatto dormire per mezzo capitolo, se lo meritava ahah. I miei sono partiti e mi hanno lasciata sola a casa, *aaah si, ora è mia ‘sta giungla!* e quindi mi sono messa a scrivere alle undici di sera… il buio da luce ai pensieri e quindi ho fatto più chiarezza nella storia (che tra l’altro so solo io, non voglio ancora rivelarlo) e ora so dove andare a parare ahaha. Perché Blaise non vuole lasciare Pansy? Mlmlm ditemi voi, vediamo cosa ne pensate xD. La storia ha avuto parecchie visualizzazioni, non me l’aspettavo mamma mia. Ringrazio Marianne_13 che mi vuole bene *si mi azzardo a dirlo ahah* e grazie a chi la segue :)
Ora basta scrivere, questo Spazio autrice è un altro po’ più lungo del capitolo x’D a presto :3

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