Il tuo inizio è il mio

di CamyPaul604
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Partenza ***
Capitolo 2: *** Confidenze ***
Capitolo 3: *** Ricordi ***
Capitolo 4: *** Pensieri ***
Capitolo 5: *** La vera realtà ***
Capitolo 6: *** Palestra e specchi ***
Capitolo 7: *** Giochi aperti ***
Capitolo 8: *** Preziose scoperte ***



Capitolo 1
*** Partenza ***


Cap 1 : Partenza

Fin da quando sei piccolo non fanno altro che riempirti di belle parole e promesse che uno poi si rende conto di non saper mantenere. Triste da pensare , ma è così. Ti dicono che un giorno troverai la tua strada e una volta che l'avrai trovata la percorrerai con le tue gambe ma ,nel fratttempo hai dei modelli da seguire per imparare a farlo e,  quei modelli sono in primo luogo i tuoi genitori. Li guardi con quegli occhioni da bimbo e li vedi belli , forti che sanno il fatto loro e loro , di conseguenza , fanno di tutto per mostrarti ai tuoi occhi di essere tale. In realtà , come tutti gli esseri umani del mondo , hanno le loro debolezze , le loro paure , le loro ansie e i loro vizi. Tu che non vedi tutto questo,  arrivi a pensare che siano perfetti ma poi ... poi quando tradiscono la loro maschera , il mondo ti crolla addosso e finisci col perdere il tuo sogno di diventare come loro. Decidi che non vorrai mai diventare come loro anche se questo non capita a tutti fortunatamente. Eppure eccomi qua , seduto su un treno a pensare a tutto questo ed eccomi a  cercare la mia strada lontano da quel mondo di finta perfezione. A me uno di loro mi ha tradito e io non riesco proprio a perdonarlo , scappo come un coniglio vero? Può essere , ma ho bisogno di scappare per un pò. Metto la musica a tutto volume per smettere di pensare a quel finto modello che mi ha tradito o meglio che ha tradito me e mia madre. Il dolore è ancora troppo forte e nonostante sono uno che di dolore se ne intende parecchio , questo per ora  non lo riesco a sopportare . Mi chiamo Jaden e ho 22 anni , sono un pugile che prende botte su botte dai suoi avversari ma che di fronte ai dolori che la vita ti riserva , scappa.
Il resto del viaggio l'ho passato nel dormiveglia e guardando il paesaggio intorno a me. Era da anni che non vedevo le montagne e il mare del Canada , i grattaceli di New York me ne impedivano la vista con tutti quei piani alti fino al cielo. Ho deciso di venire qui in Canada da mio zio , il fratello di mia madre , per passare l'estate e chissà magari anche di più. Mia madre Jeanne , non ha voluto  venire , dice che è troppo impegnata con il divorzio e con il  lavoro. Suo fratello ed io, insieme al resto della famiglia , abbiamo insistito un pò per far partire anche lei ma Jeanne Stevens sà essere testarda quando ci si mette. Dal canto mio mi sono preso una lunga pausa da allenamenti e incontri e ho mollato la dannata palestra che mio padre gestiva. Tuttavia mio zio ne ha una proprio qui in Canada ed io quando ho voglia posso andarci , del resto è anche grazie a lui che sono quello che sono. Il capotreno annuncia la mia fermata così  mi alzo  e con le valigie in mano mi dirigo verso l'uscita. Mentre il treno si ferma intravedo mio zio con sua moglie e i suoi due figli , non posso fare a meno di sorridere , è una gioia per me vederli ma chissà se mi riconoscono. L'ultima volta che mi hanno visto avevo dodici anni , Allie la più piccola era ancora nel pancione di Giselle mia zia , e Kevin aveva appena cinque anni. Le porte del treno si aprono , scendo e vedo mio zio venire verso di me a braccia aperte , io mollo le valigie e mi ci butto dentro a quelle grandi braccia , mi stringe a sè e noto quanto nonostante gli anni gli è rimasta la forza di cui mi ricordavo <> scoppio a ridere per quel nomignolo assurdo <> domando staccandomi e guardando il suo viso paffuto , sorride e mi accarezza la testa piena di rasta <> domanda toccandomi una ciocca <> vedo Allie e gli altri avvicinarsi <> non posso fare a meno di ridere <> dice ancora Allie , la guardo attentamente e sorrido è uguale a sua madre <> zio Dean mi guarda e mi fa l'occhiolino <> <> <> Giselle mi abbraccia forte e mi bacia sulle guance <> commenta squadrandomi da testa a piedi .Allie e Kevin fanno quasi fatica a riconoscermi. Allie non mi ha mai visto o, se è capitato, mi ha conosciuto solo attraverso le fotografie che mia madre per le feste spediva a suo fratello , Kevin invece di me avrà dei vaghi ricordi . Nonostante questo mi abbracciano e mi salutano e io faccio la stessa con loro , Kevin attacca subito bottone domandandomi come si fanno i rasta e chiedendomi come vanno le cose nel pugilato mentre Allie sta un pò sulle sue anche se ogni tanto interviene. Passiamo così il viaggio verso casa loro , parlando e scambiandoci battute e già mi sento lontano da quel dolore che mi affligge. 

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Capitolo 2
*** Confidenze ***


Cap 2 : Confidenze Non appena scendo dalla macchina , davanti a me si presenta una bellissima villa bianca con tanto di giardino all'ingresso "non te l'aspettavi neh?!" mi domanda Dean tirandomi una pacca sulla spalla "beh ... non me la ricordavo così in effetti!" "è troppo tempo che non vieni qui ragazzo" dice con una punta di malinconia nella voce "già , troppo tempo!" Giselle , Kevin e Allie ci precedono per aprire casa "Kevin prendi la valigia di Jaden per favore!" "certo!" "ma no …" "tranquillo , tu vieni con me a sederti in veranda abbiamo un bel po’ di cose da raccontarci!" Entriamo in giardino e io e Dean ci sediamo in veranda "birretta?" domanda aprendo un mini frigo "se ti avanza …" "non essere timido , facciamo anche due!"ne tira fuori quattro e inizia a porgermene una stappandomela "allora come è andato il viaggio?" ne bevo subito un sorso , so già dove vuole arrivare con quella conversazione , non per altro è il fratello di mia madre. Rispondo che è andato bene che il paesaggio del Canada mi è molto mancato "eh beh , è anche per quello che ho deciso di migrare in questo bello stato" "hai fatto più che bene!""già .." cala un attimo il silenzio tra di noi poi dopo un po’ riattacca il discorso "dimmi .. quanto pensi di fermarti?" guardo davanti a me come per meditare bene sulla risposta , in realtà non ne ho idea "non ne ho idea ..""capisco .. beh sappi che puoi stare quanto vuoi .. se vuoi recuperare i dieci anni che non ci siamo visti ben venga!" sorrido , l’idea non mi dispiace affatto "mi dispiace tanto per quello che è successo a te e tua madre .."ed ecco che ci siamo "già anche a me .."dico bevendo un altro po’ di birra "ne vuoi parlare?"mi chiede guardandomi con i suoi piccoli occhi verdi , sospiro che cosa dovrei dire? Che sto di merda , che se lo incontrassi potrei morire da tanta delusione che mi ha provocato? "non saprei nemmeno cosa dirti … io .."" tranquillo , posso capire la tua reazione" "è solo che mi sento male solo a pensarci … credi che abbia fatto male a scappare così?" si agita sulla sedia e mi guarda quasi allibito da quella domanda "scappare?"annuisco "no scusami Jaden ma non ti riesco a capire … pensi di essere scappato?" "si …" "stai scherzando? " "no" dico convinto "ah beh .." sprofonda nella sedia e beve la sua birra "scappare dalle cose è un'altra cosa .. insomma mettila su un altro piano!" "cioè?" "ti sei preso una pausa di riflessione , alla fine quello che è successo ti ha sconvolto e ti ha fatto indubbiamente male!" "già ma mia madre …" "tua madre sai come è fatta! Se non fosse convinta di star bene te l’avrebbe detto e non ti avrebbe fatto partire e poi Jeanne è fatta a suo modo , se la saprà cavare!" "ma è sola zio .."mi guarda di nuovo "non è sola , a te e ti ha vicino anche col pensiero e poi gliel’ho detto che sa sta male può sempre venire qui , sta a lei ad accettarlo e poi son sicuro che la cosa che le preme di più in questo momento è che tu stia bene dato che …" non termina la frase "dato che l’ho beccato davanti a me" silenzio di nuovo "non volevo ricordartelo scusami" "dovevo parlarne prima o poi!" dico stappando la seconda birra. La giornata passa molto in fretta. Dopo la conversazione e la cena in veranda , Dean mi ha riportato in casa e me l’ha mostrata mentre Fiselle con l’aiuto dei suoi figli preparava la cena. Non me ne sono reso conto ma per arrivare qui ci ho impiegato più di sei ore "è davvero molto bella" dico mentre salgo le scale che portano al piano di sopra dove ci sono le camere "si , è costata molti sacrifici a me e a Giselle ma ce l’abbiamo fatta come vedi! La perseveranza è uno dei nostri pregi!" esclama contento . Arriviamo al piano di sopra e Dean mi mostra la mia stanza "ecco qui è dove soggiornerai" dice aprendo la porta , entro seguito da lui e non posso fare a meno di constatare quanto quella casa è bellissima , nella mia stanza ci sono un sacco di poster di pugili famosi , guantoni firmati da loro e … mi avvicino alla parete vicino alla finestra e vedo un mio poster , lo tocco con il palmo della mano e sento i passi di Dean che si avvicina "l’ho appeso io quando hai vinto il campionato sai?" dice guardandomi orgoglioso "quando hai vinto è come se …"guarda il poster e noto i suoi occhi velati di lacrime "hai vinto tutto .. ho seguito quell’incontro e ho visto in te così tanta determinazione e lealtà per quello che facevi che … mi sono ritenuto un uomo fortunato ad avere come nipote un ragazzo così".

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Capitolo 3
*** Ricordi ***


Il mattino seguente vengo svegliato da sette rintocchi di campana. Ho sempre avuto una avversione per le campane , ma quelle è come se mi portassero alla realtà che sto vivendo ed è come se dicessero “svegliati , è un nuovo giorno per te! È ora di ricominciare!”. È una bella sensazione davvero non essere più li anche se , in fondo , mi dispiace comunque per mia madre , ma se la caverà come ha detto Dean. Mi alzo dal letto e vado alla finestra , spalanco le ante e respiro quell’aria così fresca e buona del Canada. Altro che gas , rumori di macchine , treni , gente che urla e grattaceli immensi. No , lì è tutta un'altra realtà o almeno per ora è quello che mi si presenta. Mi lavo e mi vesto , mi si è aperto pure lo stomaco , sono giorni che faccio fatica a mangiare. Scendo le scale il più piano possibile , sono appena le sette del mattino e credo che Allie e Kevin stiano dormendo ancora . Vado in cucina e vedo Dean e Giselle seduti in cucina , varco la soglia e appena Giselle mi vede scatta in piedi “buongiorno caro” mi saluta abbracciandomi , vedo Dean sogghignare “te la sei cercata , sarà sempre così” sussurra cercando di non farsi sentire “ti ho sentito mascalzone!” dice girandosi verso il marito . Sono davvero carini insieme penso mentre bisticciano in modo scherzoso , e penso che una volta era così anche tra i miei. Scaccio subito quel pensiero , non voglio più pensare! Dean mi guarda e mi fa segno di accomodarmi , “tutto bene?” domanda quasi preoccupato , non sono mai stato bravo a nascondere le mie emozioni ma dovrò imparare per forza “si si “ rispondo in fretta per evitare un ‘ altra domanda tipo “sei sicuro?” o “davvero?” sono le domande che io chiamo a trabocchetto per farti parlare . Per fortuna zia giselle interviene chiedendomi se preferisco il caffè o un succo e mi salva da Dean anche se so che non mollerà il colpo. Bevo il caffè in silenzio e mangio una fetta di torta che Giselle ha avanzato per me da ieri sera a cena “ti va di fare un salto in palestra?” domanda Dean posando il giornale e guardandomi da dietro gli occhiali “certo , non aspettavo altro!” rispondo fingendo di essere entusiasta. In realtà lo sono , voglio andare a vedere la palestra di cui è tanto fiero ma non capisco come , basti così poco per farmi ricordare mio padre e i suoi errori. So che Dean non c’entra nulla e so che è una fase che sto attraversando ma è più forte di me ricordare e il dolore mi invade. Ho sempre pensato che i ricordi sono in grado di essere seppelliti o messi da parte , ma quando sei dentro a una cosa simile basta un non nulla che loro ti prendono. I peggiori sono quelli più brutti , loro arrivano e non puoi fare a meno di scacciarli , quelli belli invece a volte vorresti tirarli fuori e quando ci riesci se ne vanno subito. Non è ingiustizia questa? Eccome se lo è! È proprio vero quando si sente dire che le cose non vanno mai per il verso giusto o come vorresti che andassero , e pure loro ci si mettono! Dannazione la devo smettere! Jaden smetti di ricordare!

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Capitolo 4
*** Pensieri ***


Forse Dean si sbaglia sul mio conto. Crede che io sappia combattere contro tutto e tutti e invece non è così. È un illuso se lo pensa. Ho tanti di quei fantasmi con cui fare i conti che nemmeno se lo immagina! Guardo il paesaggio seduto sulla veranda , i passanti se la viaggiano tutti contenti dimenticando per quell’arco di tempo i loro problemi . Magari non è così , magari indossano la maschera del “facciamo finta di star bene” per non dare dall’occhio ed essere fermati da uno che si improvvisa psicologo della situazione. Ma come diavolo fanno? Come si fa a non pensare? Proprio non lo capisco o sono ottuso o non so come si fa. Kevin mi raggiunge e si mette di fianco a me “buongiorno!” mi saluta tutto allegro “ciao! Dormito bene?” domando provando ad indossare anche io la maschera di tutti gli altri “oh si decisamente! Tu?” chiede con aria sospettosa , lo sapevo non ne sono capace “si molto bene anche io , grazie” cala il silenzio e sento i suoi occhi squadrarmi da testa a piedi “Jaden” mi chiama “dimmi” “oggi verrai in palestra con me e papà vero?” . In realtà vorrei evitarla per oggi ma non posso certo rispondergli con un “no scusa , sai sto combattendo con i cazzo di ricordi e la palestra non fa altro che peggiorare il mio stato d’animo” ci farei la figura dell’imbecille “certo perché no?” “bella! Così mi insegni qualche mossa che ne dici?” mi metto a giocare col piercing lo faccio sempre quando sono nervoso è diventato ormai un vizio “ehi che ti prende?” chiede , probabilmente ho la faccia di un assassino “nulla.. comunque si mi farebbe piacere insegnarti qualcosa”. Sono un bugiardo , un maledettissimo bugiardo e mi sto comportando esattamente come quei finti che da bambino ammiravo tanto. Mentre aspetto zio Dean e Kevin aiuto Giselle e Allie a sistemare la cucina e a lavare le tazze “sei molto gentile , grazie” mi sorride Giselle mentre gli passo le stoviglie da asciugare . La guardo e noto per la prima volta quanto gli anni siano passati , è sempre una gran bella donna ma il tempo non è clemente con nessuno , adesso ha delle piccole rughe intorno ai suoi occhi verdi e i capelli biondi diventano via via più chiari e tendenti al bianco. Allie è la sua fotocopia da giovane e so già che quando diventerà grande diventerà una splendida ragazza “a cosa stai pensando?” domanda Giselle guardandomi sorridente , ricambio il sorriso “a quanto tu e Allie vi assomigliate” Giselle guarda ,sempre col sorriso stampato in faccia , la figlia mentre passa la scopa per terra “già , sai ho rischiato di perderla una volta” dice riprendendo ad asciugare le stoviglie che gli passo “racconta” dico per incitarla a parlare “beh , come hai detto tu io e lei ci assomigliamo molto anche nel carattere e quando ha cominciato ad avere degli amici intorno a sé io … insomma ..” scuote il capo “ ero gelosa non so come dire … mi sentivo trascurata da lei .. sai forse per il fatto che è la mia bambina o cose così” sembra di sentire mia madre “si , posso capirlo anche mia madre ha superato quella fase e io non è che mi comportavo molto bene nei suoi confronti” “in che senso?” chiede guardandomi stupita da quella risposta “sai pensavo solo al pugilato , avevo la testa montata a quei tempi e quindi ero sempre con amici più grandi di me o della mia stessa età con la testa montata uguale e di conseguenza la trascuravo molto e lei era molto gelosa” cala il silenzio poi Giselle mi guarda di nuovo “ sai io credo che un genitore faccia così perché non vorrebbe mai deludere i propri figli in tutto …” mi prende la mano “ a volte non è facile , voi crescete e noi invecchiamo ed ognuno di noi è diverso ma … “ mi prende il viso e me lo alza con una mano poi sorride “credimi ogni genitore ama il proprio bambino e di sbagliare capita a tutti”.

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Capitolo 5
*** La vera realtà ***


Prima di andare in palestra pranziamo , Dean ha fatto tardi ha detto che doveva risolvere alcune cose e poi saremmo andati. Kevin ha piantato un po’ il muso ma si è consolato in fretta con i deliziosi manicaretti che Giselle ha preparato “che questioni dovevi risolvere?” domanda Giselle a tavola , guardo Dean sembra un ‘altra persona è stranamente taciturno e nel suo sguardo sembra che sia qualcosa che lo turba “nulla le solite cose che sai anche tu” sbotta impedendo a chiunque di aggiungere altro , Giselle si ammutolisce e anche Kevin e Allie non osano proferire parola. C’è qualcosa che non va , lo sento , lo percepisco nell’aria “è tanto lontana la palestra?” domando cercando di spezzare quel silenzio imbarazzante che si è venuto a creare “no , non molto andremo a piedi per oggi” risponde Dean prendendo l’insalata , Kevin sbarra gli occhi quasi come se fosse stupito dalla risposta del padre “ dobbiamo portare anche i borsoni” aggiunge Dean “non li lasciate li?” domando incuriosito e sempre più convinta che qualcosa non gira nel verso giusto “no , preferisco portarli via sempre” . Finito di pranzare e bevuto il caffè , Kevin va a prendere i borsoni e scende schiacciato sotto il loro peso , io e Dean ci avviciniamo e ne prendiamo due a testa “bene , coraggio andiamo” dice aprendo la porta di casa “state attenti e mandatemi un messaggio quando siete arrivati per cortesia” dice Giselle salutando con un bacio il marito “scusami per prima” sussurra lui teneramente “non preoccuparti , state attenti” ripete ancora quella parola e io non so ancora il motivo. Camminiamo in silenzio , non oso chiedere nulla ho paura che sia una cosa seria ma la mia curiosità alla fine cede , prendo Kevin e lo tiro dietro con me “si può sapere che cosa succede?” domando preoccupato “perché tuo padre è così? Perché Giselle ha detto di stare attenti?” Kevin tentenna sulla risposta , aspetta il padre allontanarsi e poi mi risponde “fino ad ora hai visto una parte della città finta” non capisco “quella che vedi è solo un illusione , non è la vera città! Qui dove abitiamo è divisa in due parti e dove la palestra si trova è la città vera ed è … orribile” “spiegati Kevin così non capisco ..” “papà ha deciso di costruire la palestra nel centro dove gira droga , prostituzione e criminalità allo scopo di aiutare i ragazzini e chi si trova in difficoltà … ce l’hanno a morte con lui per questo” “chi ce l’ha a morte con lui?” “le bande del centro , una volta lo hanno minacciato di ucciderlo addirittura! Solo perché molti ragazzini si sono tolti dalla strada e adesso vengono in palestra da noi per sfogarsi o per stare in un ambiente pulito!” il cuore smette di battermi per un attimo … e in meno di un secondo l’angoscia mi prende “da quanto tempo va avanti questa storia?” domando istintivamente “da molti anni ma papà è protetto da tutti … non rischia più di tanto solo che a volte si ritrova con minacce scritte al di fuori della porta della palestra o con la macchina graffiata e altre cose .. per questo siamo venuti a piedi”. Ora capisco tante cose grazie a Kevin che mi ha dato una spiegazione. Mentre continuo a camminare non posso far altro che provare ammirazione per Dean , ha davvero un gran cuore “Kevin , Jaden statemi vicino” dice mentre entriamo in quella che Kevin mi ha spiegato essere la vera città. Mi guardo intorno e vedo tante cose che non mi sarei mai aspettato , vedo ragazzini che per strada spacciano , macchine che vengono rovinate da altri , prostitute che nonostante sia mattina vanno in giro già vestite come uno si immagina . Alzo lo sguardo per vedere se c’è qualche abitante normale e vedo che la maggior parte delle finestre sono chiuse con le tende che coprono la vista all’interno o addirittura sbarrate con delle assi di legno , fa davvero venire i brividi. Continuiamo a camminare , sento tanti sguardi addosso a me ma me ne frego , sono abituato ad essere giudicato , una donna sulla trentina mi si pianta davanti costringendomi a fermarmi “ciao amore vuoi un po’ di compagnia?” sono scandalizzato è quasi completamente nuda “no la ringrazio , sarei un po’ di fretta” si avvicina di più e mi tocca il petto “davvero?” “si davvero , la ringrazio signora e le auguro una buona giornata” dico spostandomi e lasciandola per strada. Cammino ancora e raggiungo Dean e Kevin ma proprio in quel momento qualcos’altro mi ferma . Dall’altro lato della strada vedo una giovane ragazza , dall’aspetto potrei dire quasi angelico … una di quelle che appena le vedi ti invadono la testa e non ti mollano più. È giovanissima , credo più giovane di me , alta , snella con dei capelli lunghi si un castano chiaro che al sole sembrano più sul biondo e con due occhi grigi e grandi che ti mozzano il fiato . Mi fermo e la guardo , capisco subito che è costretta a stare li e se fosse per me la prenderei e la porterei via , come tutte de resto … ma lei … “Jaden!” mi sento chiamare e lei si accorge che la stavo guardando , non sorride ne fa cenno rimane li e mentre raggiungo gli altri mi sento i suoi occhi addosso.

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Capitolo 6
*** Palestra e specchi ***


Me la immaginavo proprio come si presenta ai miei occhi .. fantastica. Poggio le borse vado al centro della palestra per osservarla meglio è grande e spaziosa con un sacco di attrezzi per la palestra e con un ring al centro da togliere il fiato … il ring. Ci salgo sopra commosso mi sembra di rivedermi sopra a quel campionato , chiudo gli occhi e sento la gente che urla felice il mio nome , vedo mia madre e lui orgogliosi di me che mi applaudono … è come se la rivivessi la stessa magia che fa parte di me .. ma che ho deciso di mettere da parte per un po’ . So che la rivivrò ma non è il momento adesso. Riapro gli occhi e vedo Dean e Kevin guardarmi con un sorriso stampato in faccia “è tuo …” dice Dean commosso “fa parte di te ragazzo … non c’è storia ti appartiene” mi raggiunge e mi abbraccia , non so perché mi viene da piangere forse sono troppe emozioni belle e brutte assieme ma non riesco a trattenermi e qualche lacrima scappa anche a me “dai tranquillo ..” mi sussurra Dean stringendomi solo come lui sa fare “tranquillo adesso sai che facciamo?” dice guardandomi con gli occhi lucidi “ti infili i guantoni e ti sfoghi col tuo vecchio zio!” “ papà tu sei troppo vecchio ti potresti far male!” dice Kevin strappandomi una risata fragorosa “Kevin!” esclamo tirando una pacca sulla spalla a mio zio. Alla fine Kevin decide di allenarsi con me e io non posso che rifiutare , ci togliamo la maglietta e ci infiliamo i guantoni , io mi lego i miei rasta e lo aspetto al centro del palco “non ti togli quel pezzo di metallo?” mi domanda “no non credo sia necessario” “oh vedo che sei molto sicuro di te carino” “hai visto bene gioia” scoppiamo a ridere poi ci facciamo seri “pronto?” domando piegandomi sulle ginocchia “prontissimo bello!” ci fissiamo negli occhi senza mollarci un attimo mentre giriamo intorno a noi stessi , lui per primo attacca ma la sua mossa l’avevo già prevista e la schivo per poi sferrargli un calcio facendolo accasciare a terra “accidenti così non vale!” si lamenta “vale eccome , devi essere imprevedibile Kev altrimenti il tuo avversario ti capisce sempre e schiva i colpi!” si riprende e si rialza quasi subito , attacca ancora e la sua mossa un'altra volta l’ho prevista , schivo e tiro un pugno “concentrati!” urlo per farlo arrabbiare , attacca ancora e io salto indietro facendogli fare un colpo al vuoto “fermati!” lo fermo prendendolo per le spalle “devi concentrarti , pensa alle mosse che fai il pugilato non è solo questione di istinto ma anche di questo” gli tocco la testa “ e questo” gli tocco il petto a livello del cuore “devono essere in simbiosi , devi usarli assieme capisci?” “più o meno .. come si fa?” gli giro attorno e mi metto dietro di lui “chiudi gli occhi” gli sussurro “si ..” “immagina di essere ad un campionato , la gente crede in te sa che puoi farcela che vincerai … la senti?” “si .. urla il mio nome” “bene , ascolta il tuo cuore e usa la testa lasciati guidare da loro Kevin” mi sposto indietreggiando lo sento carico e appena si gira la mia sensazione non mi tradisce , attacca ed è più concentrato di prima , mi sembra di allenarmi con un mio pari. L’allenamento di me e Kevin dura circa due ore abbondanti , è Dean a darci lo stop. Andiamo alle docce ridendo e scherzando e parlando dell’incontro , Kevin mi dice di essere fiero e che grazie a me ha capito come fare . Mi sento lusingato dalle sue parole e mi rendo conto che forse qualcosa di buono posso farlo anche io assieme a loro. Finito di lavarci ritorniamo da Dean ma vedo che non è solo , sono arrivati infatti cinque tipi pronti ad allenarsi “Jaden vieni ti voglio presentare degli amici” mi avvicino “loro sono Nick , Derek , Knut , David e lei è la nostra amministratrice si chiama ..” “ehi abbiamo una lingua per parlare vecchia roccia!” dice la ragazza con una voce squillante , sorrido mi sta già simpatica a un suo stile “mi chiamo Elizabeth Ameliè Dorotha” “dai non fare la babba!” dice quello che credo si chiami Nick spingendola appena “era per rompere il ghiaccio! Comunque mi chiamo Moon” dice tendendomi la mano , gliela stringo sorridendo “Jaden” “lui è il nipote di cui vi parlavo!” “cazzo il campione?!” urla Knut “sei sempre il solito così sembri uno stolker!” “non dargli retta , il punto è che tuo zio ci ha fatto una testa tanta con la storia che arrivavi e ci ha fatto vedere un casino di video .., insomma sei davvero un grande!” sento le guance diventarmi fucsia , guardo mio zio e sorrido “Dean …” dico imbarazzato “eh insomma quel che è vero è vero sei un grande!” “senti per quanto ti fermi qui Jaden?” domanda Moon “credo per un bel po’ , mi son preso una lunga pausa” “quindi ci potresti dare una mano!” aggiunge Knut “certo sono qui apposta!” dico per la prima volta senza mentire e senza indossare maschere. Ci fermiamo con i cinque a parlare davanti a una birretta , sono simpatici e mi spiegano un po’ quali sono i loro progetti e le loro storie . Scopro che tutti loro facevano parte di una band , principalmente spacciavano cose leggere tipo erba e rubavano , Moon invece era una prostituta e viveva con una sua amica con cui adesso non ha più contatti “beh ogni tanto per strada la vedo .. sai abito qui alla fine e non è così grande come sembra questa città di merda ..” “avete litigato?” domando curioso “si diciamo una specie .. lei è convinta che continuando a fare quella vita prima o poi risolva i suoi problemi .. non è così credimi..” “ti credo … ti credo” dico assentendo “quando uno è convinto di qualcosa è difficile fargli cambiare idea no?” “già ..” penso a me alla mie idee .. mi ci rivedo in quello che ha detto “non è detto magari prima o poi cambia .. “ “tu non la conosci è una testa di cazzo quanto ci si mette” “si .. capisco” si , sembra che stia parlando di me. La sera arriva presto , chiudiamo la palestra e torniamo verso casa. Mentre cammino guardo dove l’ho vista ma di lei non c’è ombra.

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Capitolo 7
*** Giochi aperti ***


È passata una settimana da quando sono qui. Le cose sono migliorate adesso passo la maggior parte del tempo in palestra ad allenarmi e ad allenare , inoltre aiuto Moon e gli altri a strappare dalla strada i ragazzini anche se questo mi è risultato più difficile del previsto. Sono testardi e convinti ,come diceva Moon , che quella sia la strada giusta per risolvere i loro problemi e farsi una vita , non è per niente facile strapparli da li. Mi siedo sugli scalini di casa e gioco con un legnetto mentre la mia testa non fa altro che pensare pensare e pensare ancora. Stavolta sono pensieri diversi dal solito , non riguardano la mia vita , mio padre , mia madre , il divorzio , il mio dolore .. sono diversi forse più sensati. Dean una sera di queste mi ha detto che posso essere di grande aiuto per gli altri , posso insegnare a quei ragazzi a sfogare la loro rabbia con il pugilato esattamente come faccio io con me stesso. È a quello che serve , e a mio parere serve a tanto. Sospiro e poggio la testa sulle mie ginocchia guardando il vuoto , mi sento come un filosofo scadente che non fa altro che crogiolarsi di domande senza alcuna risposta o si tormenta pensando, appunto. Una volta non ero così , prima me ne sbattevo di tutto avevo solo in mente tre cose : allenamenti , campionato , vincere. È anche grazie a quello stronzo che ero così vuoto … ero come lui e per fortuna mi sono risvegliato da solo. Dico io , come cavolo ha fatto mia madre ad amare un uomo di quel genere? Così freddo , così cupo? Lei che come Dean è una persona così solare , piena di carisma e allegra … Proprio non lo so .. eppure lo ha amato e lo ama ancora , e sta male .. tanto male. Scaccio dalla testa tutto questo e inevitabilmente eccola che arriva come tutte le sere da quando l’ho vista. Lei non è un brutto pensiero , è forse uno dei più belli che abbia mai avuto eppure … eppure vederla così mi fa male , sembra davvero costretta a fare quel mestiere. Due sere fa l’ho incontrata di nuovo e mentre passavo ho visto che scendeva da una macchina , i nostri sguardi si sono incontrati e non ho potuto fare a meno di notare i suoi vestiti quasi strappati e i suoi occhi … pieni di vergogna e tristezza. Mi sono sentito male , avrei voluto fermarla chiederle come stava , se aveva bisogno di aiuto o semplicemente farle sentire che io c’ero che ero li. Voglio aiutarla , sento che ne ha bisogno voglio fare di tutto .. farò di tutto , non so come ne in che modo ma se questa è la sfida che mi viene richiesta ben venga , darò una mano. I giochi sono aperti. Sono salito in camera mia nella speranza di trovare un modo per incontrarla, potrei chiedere a uno dei ragazzi se la conosce ma se mi rispondessero “si e ci sono stato pure a letto” non potrei controllare la mia reazione. Non che io abbia qualcosa contro di loro , alla fine penso sia inevitabile che uno ci vada assieme … mi vengono i brividi .. se solo si accorgessero quanto soffre e quante di quelle ragazze soffre quanto lei .. Magari lo sanno ma non gliene importa. Cosa non si fa a questo mondo per soddisfare desideri così meschini approfittando di una ragazza. Bussano alla porta “avanti” urlo sedendomi , è Allie “ciao .. disturbo?” domanda timida sulla soglia “no figurati entra!” “ho visto che eri seduto tutto solo fuori da casa .. stai bene?” sorrido è così carina a preoccuparsi “si tranquilla stavo solo pensando un po’ .. non faccio altro ultimamente” si siede ai piedi del letto e guarda il poster che mi ritrae “eri così diverso in quella foto ..” dice guardandomi “si decisamente , ero un'altra persona” “sai papà ci ha sempre parlato di te” non so se sorridere e non so quanto sia convenuto a loro sapere certe cose sul mio conto “anche tua mamma mi ha parlato molto di te Kevin , nelle lettere e anche giorni fa “ “ti ha raccontato del periodo in cui io e lei quasi non ci parlavamo?” “già…” sospira , sembra che quel ricordo le faccia ancora un po’ male , le prendo la mano “ma eri un'altra persona anche tu no?” annuisce e le torna il sorriso “frequentavo brutta gente .. avrai notato anche tu che qui non è per niente come ci si aspetta no?” “si l’ho notato purtroppo ..” “uscivo con le prostitute e alcune sono ancora mie amiche ..”. Mi si accende una lampadina magari lei conosce quella ragazza … quasi glielo chiedo ma non ne ho il coraggio , ho paura di farla star male.

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Capitolo 8
*** Preziose scoperte ***


La sera del giorno dopo decido di provare a parlarne con Moon , magari la conosce o ne ha sentito parlare . Ho deciso , ne parlerò con lei perlomeno mi saprà dare una dritta. Prendo la felpa ed esco di casa a notte fonda senza far rumore , se mi beccano potrei far prendere un infarto a tutti , scendo in salotto e prendo dalla tasca del giubbotto di Dean la sua agenda sperando di trovare l’indirizzo di Moon segnato , la sfoglio fino alla fine poi trovo un post – it con segnati tutti gli indirizzi dei ragazzi , prendo il cellulare e scatto una foto così non si accorgerà ce ho frugato tra le sue cose. Ripongo tutto come l’ho trovato ed esco. Faccio la strada per andare alla palestra e mentre cammino guardo i cartelli delle vie sperando che sia facile da trovare “dove diavolo è ..” dico tra me e me , fermo un passante che credo sia normale “mi scusi ..” “no no vada via non ho niente con me!” “no guardi che io …” non mi lascia finire di parlare , alza le braccia e se ne va . Sono sconvolto , deve essere davvero pericoloso girare da queste parti e questa scenata ne è stata la prova. Non mi arrendo ritento con un ragazzo che probabilmente abita qui “scusa mi potresti dire dove si trova questa via?” chiedo in fretta “cosa mi offri in cambio?” non ci posso credere vuole barattare con me per una semplice indicazione! Sospiro nervoso “non ho nulla con me ..” “allora nada amico!” “senti a me serve sapere dove si trova questa cazzo di via , quindi dimmela in fretta o io ..” l’ho spaventato “va bene va bene amico sta calmo , sta calmo adesso te la dico! Fammi vedere!” gli faccio vedere la foto sul cellulare “devi andare dritto e poi girare alla terza via che incontri … chi cerchi magari conosco ..” non mi fido e non dico niente , semplicemente tiro dritto e vado dove mi ha indicato. Controllo tutti i citofoni delle persone che abitano in queste case , mi sembra di cercare un ago nel pagliaio come si dice. Controllo se sul biglietto di Dean c’è segnato il cognome e per grazia di Dio lo trovo! Guardo ancora meglio e vedo che alla quarta porta c’è segnato il cognome di Moon , citofono e una finestra si apre subito “chi cavolo ..” la vedo affacciarsi alla finestra “Jaden?” “si sono io” sussurro senza farmi sentire “aspetta scendo ..” rientra alla finestra e aspetto che arrivi ad aprirmi. Quando arrivo noto quanto sia sconvolta , sembra quasi che abbia pianto o sia sull’orlo di mandare a quel paese il mondo “ehi .. che succede?” domando immediatamente “oh nulla solite cazzate … come mai sei qui?” “ti volevo parlare di una cosa ma noto che non sei dell’umore adatto …” si passa una mano tra i capelli “no infatti .. ma per gli amici faccio un’eccezione .. vuoi salire?” “va bene ..” entro e mentre saliamo le scale le domando se davvero non la disturbo , mi sembra così sconvolta e giù di morale che credo di aver fatto una cazzata a venire “vai tranquillo J” dice sorridendo e aprendo la porta di casa sua. Mi fa sedere sul divano e va in cucina a prendere due birre , mentre è di là mi guardo attorno e noto all’angolo tra un divano e un mobile una scatola piena di giocattoli , ritorna con due birre e nota il mio sguardo verso quella scatola “tranquillo non ho figli o bimbi attorno se te lo stai domandando” sorrido imbarazzato “o meglio ne avevo ma ora non più” mi porge la birra “allora ..” dice sforzandosi di sorridere “come mai mi sei venuto a cercare?” domanda , sospiro non credo sia aria di parlare di quello che vorrei sapere sarei un egoista “no nulla … non è importante , piuttosto tu che cos’hai?” domando “non provare a cambiare argomento con me bellezza , avanti spara! I miei problemi non sono importanti!” “no Moon mi sembri sconvolta , dai parla sono qui …” cerco i suoi occhi che evitano i miei “ancora la tua amica?” domando credendo che sia quello il suo problema. Lei non dice nulla , esita se parlarmene o meno poi cede e scoppia quasi a piangere “scusa … è che a volte cedo anche io” dice cercando di giustificarsi , le prendo la mano “dimmi tutto” sorride e fa un respiro profondo e comincia a parlare “vedi .. io e lei eravamo molto amiche .. abitava qui con me con i suoi due fratellini per quello vedi quella scatola .. era la loro” dice con la voce che le trema “quando siamo venute qui lei aveva perso i genitori e io diciamo mi volevo creare una mia indipendenza dai miei , così cercammo lavoro ma non trovammo nulla se non … “ “va avanti” dico impedendole di dire quella parola che la turba tanto “ io smisi subito e trovai lavoro li alla palestra , la pregai di venire a lavorare con me ma ormai era troppo tardi .. c’era dentro e aveva cominciato a drogarsi anche per stordirsi e guadagnare di più” ho i brividi “un giorno tornò fatta come non so cosa , avevo messo i bambini a letto e io scoppiai … litigammo furiosamente , non potevo più vederla in quello stato pietoso .. si arrabbiò e mi accusò di non capirla .. il giorno dopo se ne andò portando via anche i bambini”. Non so davvero cosa dire fare , è molto triste tutta questa storia .. senza volerlo penso a quella ragazza non so perché ma mi faccio coraggio e glielo chiedo “Moon …” ho il cuore che batte a mille “dimmi” “Moon .. questa ragazza si trova qui?” “si … perché?” mi sento mancare il respiro “Jaden che ti prende?” “si trova vicino alla palestra vero?” Moon sbarra gli occhi “si …” “Moon … credo di averla vista” “in che senso?” riprendo fiato “il primo giorno che sono arrivato ho notato una ragazza dall’altra parte della strada bella , alta .. bionda” “con due occhi grigi ..” cala il silenzio , è lei davvero .. l’ho trovata “si ..” Moon scoppia a piangere “è ancora viva grazie al cielo!!” urla disperata , l’afferro per le spalle e la fisso negli occhi “Moon la voglio aiutare , non so perché .. ho bisogno di incontrarla .. come si chiama?” “Angel … si chiama Angel ..”.

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