Sweet agony.

di britishdreams
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 3: *** Capitolo due. ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Premessa: la storia NON è stata scritta o pensata da me, è solo una traduzione dall'inglese all'italiano.

L'autrice della storia è @Iouls
Qui trovate la storia scritta in lingua originale.
Questo è il permesso ricevuto dall'autrice.

Buona lettura. :)




Prologo.
 

Louis si pizzicò il naso, le sue sopracciglia erano corrugate in un cipiglio, la sua mano reggeva il cellulare premuto stretto contro il suo orecchio.
Perchè cosa si dovrebbe fare in una situazione del genere?
"No, Niall, è seduto... no- sì, ho detto di sì! Solo una giacca, è leggera come - sì, Niall!" il ragazzo si lamentò contro il telefono, i suoi occhi catturati dalla figura appogiata al muro di mattoni, mentre trascinava i suoi piedi in disagio. "Vieni a prendermi, qualsiasi cosa, ti prego Niall, fai qualcosa."
Con un piccolo sospiro, spense il dispositivo, dopo che Niall gli assicurò che sì, sarebbe venuto a prenderlo se fosse rimasto lì, facendo scivolare il telefono nel calore della sua tasca, e rialzò lo sguardo, fermandosi sulla figura tremolante. Doveva essere un ragazzo. Un ragazzo, data la figura sottile, la mascella, i ricci che cadevano sulla fronte, e gli occhi verdi, inconsapevoli dei dintorni.
Lui non sapeva che Louis era lì. Nemmeno Louis sapeva perchè lui si trovava lì.
Ma qualcosa di quel ragazzo, gli fece girare la testa, perchè quel ragazzo era un adolescente seduto fuori sulla strada fredda all'una del mattino da solo, rannicchiato in quel vicolo con nient'altro che una sottile giacca sulle sue spalle.
Fu probabilmente la mancanza di vestiti caldi che fece trasalire un po' Louis, e così lentamente si diresse verso il ragazzo tremante, inciampando nei suoi stessi piedi. Quando lo raggiunse, guardò in basso, incerto su cosa fare. Così diede un colpetto alla sua gamba con il suo piede coperto dalla sua Converse.
"Scusami?" gracchiò, la sua voce un po' agitata, insicuro su come avrebbe reagito il ragazzo.
Fece un piccolo passo indietro quando vide la testa di ricci sollevarsi, e dei luminosi occhi verdi incontrarono i suoi, rendendo il suo respiro difficoltoso.
"Cosa..." rispose una voce profonda in un sussurro spaventato, facendo indietreggiare Louis. Non perchè era spaventato, ma perchè stava parlando con un possibile senzatetto sconosciuto al buio, nel bel mezzo della notte, e il ragazzo sembrava rude e spaventoso. Non lo era, ovviamente, con i suoi adorabili ricci, i suoi occhi verdi e le sue guance rosa, ma la sua voce profonda diceva molto di lui. Stai lontano, diceva.
"Ehm." Louis iniziò, incerto su cosa dire, cercando di ordinare i suoi pensieri mentre sentiva gli occhi color smeraldo del ragazzo su di lui. Nascose le sue mani nella tasca della giacca, dondolando da un piede all'altro. "Mi chiedo se stai bene." Lui aggrottò la fronte. "Voglio dire, non sembra che tu stia bene. Sembra che tu abbia freddo e che tu sia, uh, solo-"
"Louis? Louis, sei qui?"
Louis si girò e trovo un ragazzo biondo in piedi appoggiato al muro di mattoni, cercando di riprendere il fiato. "Oh, grazie a Dio."
"Dai, Louis. Non è sicuro. La città è piena di rapinatori e gente pericolosa, quindi ti dico - entra in macchina, subito, perchè mi sto congelando qui fuori-" i suoi occhi agitati si fermarono sul ragazzo riccio seduto a terra, che stava guardando la scena svolgersi con occhi spalancati. "Oh, ciao, tu chi sei?"
Louis si girò a guardare il ragazzo seduto, che incontrò subito i suoi occhi.
"Non voglio lasciarlo." mormorò a Niall, i suoi occhi stavano analizzando il suolo sporco su cui stava in piedi.
Niall corrugò la fronte. "Chi è lui?"
"Come faccio a saperlo?" si lamentò Louis, dando un'occhiata al ragazzo che stava tirando il bordo della giacca.
"Perchè siete qui? Chi siete voi?" chiese improvvisamente il ragazzo, dopo lunghi minuti di silenzio, interrotti dai brividi di Niall e da Louis che cercava di riprendere il respiro.
Louis guardò Niall, i suoi occhi lo stavano supplicando e implorando affinchè dicesse qualcosa.
"Niall. Sono Niall." indicando sè stesso, e poi Louis. "E lui è Louis."
Il ragazzo borbottò qualcosa, guardando il suolo, i suoi ricci coprirono completamente la sua fronte, bloccandogli la vista.
"Hai freddo." affermò Louis, i suoi occhi ancora fissi sul ragazzo.
"No." il ragazzo scosse la mano. "Non ho freddo. Sto bene. Mi sono abituato. Ma tu hai freddo, quindi torna a casa, o quello che è, sì?"
Louis si girò verso Niall, i suoi occhi gli stavano chiaramente chiedendo di dire qualcosa, ma Niall agitò solo la sua mano. "Hai sentito, Louis. Andiamo, dobbiamo tornare a casa."
Allora Louis seguì Niall fuori dal vicolo, guardando dietro verso il ragazzo che era appoggiato al muro, tremante, avvolgendo la giacca più stretta attorno a sè.

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Capitolo 2
*** Capitolo uno. ***



Capitolo uno.


Era il 14 Novembre, una settimana esatta da quando Louis vide il ragazzo senzatetto dietro l'angolo di casa sua, quando ebbe il coraggio di tornare di nuovo nel vicolo buio. Questa volta non era solo - aveva trascinato Niall fuori dal letto, dicendogli di accompagnarlo al centro e lo aveva portato con sè nel vicolo.
"Louis, dannazione, perchè sei così-"
Louis si girò sui talloni, e fulminò Niall con lo sguardo, premendo un dito sulle sue labbra. "Zitto!"
Niall scosse la testa.
Lentamente camminarono verso il fondo del vicolo buio, la noiosa pioggia batteva leggermente sul suolo e rimbalzava impercettibilmente, il suono calmante della pioggia li circondava e l'odore dell'aria fresca riempiva i loro polmoni. O almeno finchè il respiro di Louis si fermò nella sua gola quando vide il riccio appoggiato al muro di mattoni.
"E' lui?" sussurrò Niall, appoggiandosi a Louis, un po' a corto di fiato perchè sì, Louis lo aveva fatto praticamente correre fino in fondo alla via.
Scrollando le spalle, il maggiore diede un'occhiata a Niall, la preoccupazione si leggeva nei suoi occhi, prima di fare lentamente un passo verso la familiare massa di ricci che apparteneva al ragazzo seduto sul terreno duro, sembrava esserci un alone attorno alla sua testa. E' lui, Louis pensò, è davvero lui. Era ancora lì, rannicchiato nella stessa posizione da una settimana.
"Hey." sussurrò Louis, scostando il ciuffo umido dai suoi occhi e inginocchiandosi vicino al ragazzo. "Hey, sono io, Louis, ti ricordi di me?"
Quando non arrivò una risposta dal ragazzo riccio, Niall si schiarì la gola imbarazzato, sedendosi a terra accanto a Louis.
"Fai qualcosa." sibilò dopo un minuto, lanciando un'occhiata al suo amico più grande.
"Bene, cosa dovrei fare? Sta dormendo, presumo-" si bloccò, quando vide la testa riccia alzarsi leggermente verso di lui e degli assonnati occhi verdi furono rivelati.
"Co- cosa?" i suoi occhi si spalancarono, un brillante verde lucido spiccò dal suo viso pallido e dai suoi ricci umidi. I suoi occhi presero a guardare la figura di Louis, osservando prima lui e poi Niall, prima di alzarsi rapidamente, spingendosi contro il muro. "Cosa? Cosa sta succedendo?"
Louis avanzò rapidamente e poggiò la sua mano sulla spalla del ragazzo, facendo scattare gli occhi dell'ultimo proprio dove si trovava la mano. Si aspettò quasi che lui la scacciasse via, o probabilmente che lui gli dicesse di togliersi dai piedi perchè quello era uno spazio privato e lui era lì senza un motivo. Ma lui non fece niente, fissò solo le dita appoggiate alla spalla.
"Sono io, Louis, ti ricordi?" sussurrò dopo alcuni secondi, la speranza riempiva i suoi occhi quando Harry lo guardò, studiando attentamente la sua faccia.
Le sue labbra rosse si aprirono e si chiusero, i suoi occhi fissi in quelli di Louis, mentre cerca di trovare qualcosa, ma nemmeno lui sapeva cosa. "Mi ricordo, sì."
Louis sorrise leggermente, gli angoli della sua bocca si piegarono verso l'alto, con la mano tremante picchiettava la spalla del ragazzo prima di toglierla per girarsi un po' verso Niall, dandogli una gomitata nelle costole.
"Louis desiderava molto vederti." Niall annuì e Louis avrebbe voluto nascondersi perchè quale tipo di persona saluta qualcuno in questo modo? Poi fu consapevole del rossore che si stava spargendo sulle sue guance.
"Immagino." fece spallucce, in risposta allo sguardo interrogatorio del ragazzo riccio.
"Perchè?" riuscì a gracchiare dopo alcuni secondo di silenzio imbarazzante, interrotto da Niall che tirò su con il naso per il freddo e la pioggia che batteva sul terreno.
"Sei solo, e hai freddo, e non so nemmeno chi sei ma tu sei qui e, uh, maledizione, non so nemmeno il tuo nome."
Il ragazzo annuì a tutto questo, un piccolo sorriso accennato agli angoli della bocca, mentre i ricci si attaccavano alla sua fronte, e i suoi occhi risplendevano.
"Possiamo andare da qualche parte?" chiede Niall, tremando dal freddo e appoggiandosi a Louis mentre nascondeva il viso nella sua spalla. "E' bello qui e tutto quello che volete, ma ho freddo, e non ti conosco."
Dire che il ragazzo dagli occhi verdi sembrò dispiaciuto è un eufemismo, perchè qualcosa si illuminò letteralmente nei suoi occhi, ma annuì, forzando un sorriso diretto a Louis. "Vai, allora."
Niall rise, alzandosi da terra e spolverandosi i pantaloni.
"Tu vieni con noi." aggiunse Louis, e allungò la mano verso il ragazzo sorpreso.
"Non essere stupido, non puoi-"
"Sì che posso." diede un'occhiata al ragazzo, e agitò leggermente la mano, incitandolo a stringerla. "Andiamo allora, non c'è tempo da perdere. Fa freddo, come ha detto Niall."
"A me piace il freddo, mi ci sono abituato." mormorò il ragazzo, non muovendosi.
Louis si lamentò, guardando verso Niall per chiedergli aiuto ma no, lui era già davanti alla macchina che stava tremando, aspettando che Louis lo seguisse. Abbassò lo sguardo sul ragazzo.
"Ti prego."
Scosse la testa, facendo rimbalzare leggermente i riccioli mentre si formava un cipiglio sul suo viso. "No, non posso."
Allora Louis sbottò. Allungò la mano, afferrò la coperta leggera del ragazzo e la lanciò a Niall. "Mettila in macchina!"
Niall sembrò confuso per un secondo, ma poi reagì velocemente, raccolse la coperta che era caduta a terra vicino ai suoi piedi e la mise in macchina, posandola sul sedile posteriore. Louis fissò il ragazzo.
"Cosa stai cercando di fare?"
Louis aggrottò la fronte, scuotendo la testa, si chinò per afferrare le spalle del ragazzo. Lo fece alzare, facendo sussultare il ragazzo, e Louis spalancò gli occhi. "Stai male?"
"No, non sto male." gli rispose subito, sibilando leggermente quando Louis tirò la sua mano e i suoi occhi controllarono il corpo.
"Sei così magro." esclamò Louis, il suo labbro inferiore tremava quando si rese conto della figura di fronte a lui. "Sei dannatamente magro e stai male, oh mio Dio."
"Andiamo!" Niall li richiamò facendo interrompere i pensieri di Louis.
"Giusto, andiamo." serrò la mascella, accogliendo tra le braccia il ragazzo un po' più alto di lui e spingendolo delicatamente verso la macchina, dove Niall stava aspettando, dove la sua coperta lo stava aspettando, e dove c'era del caldo.
"Andiamo, entra tesoro, va tutto bene ora." sussurrò Louis nel suo orecchio, facendolo sedere in macchina, il tutto mentre gli carezzava il dorso della mano con il pollice. "Va tutto bene, non preoccuparti."
"Harry." disse il ragazzo, i suoi occhi brillavano di una nuova speranza.
"Harry?"
"Il mio nome. Il mio nome è Harry."
Louis annuì sorridendo. "Piacere di conoscerti allora, Harry."
Anche Harry annuì, appoggiando la testa contro il finestrino e gettando un ultimo sguardo verso il vicolo freddo dove aveva trascorso i suoi ultimi cinque anni.

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Capitolo 3
*** Capitolo due. ***



Capitolo due.

Appena Niall raggiunse il vecchio appartamento di Louis e si fermò con la macchina, Harry sollevò la testa dal finestrino sul quale era rimasto appoggiato durante il breve tragitto.
"Cosa avete intenzione di farmi?" sussurrò Harry, le pupille erano dilatate, i brividi correvano lungo la schiena mentre Louis si avvicinò leggermente per esaminare il livido scuro sotto il suo occhio, trattenendosi dal toccarlo. Fissò Harry prima di tirarsi indietro.
Louis esitò. "Cosa vuoi dire?"
"Vi prego, non picchiatemi, vi prometto che non farò nulla." sussurrò lui, mentre la sua voce si spezzava e diventava improvvisamente più profonda che Louis si dovette mordere le labbra prima di parlare e saltare allarmato sul suo posto, facendo accovacciare Harry sul suo sedile.
"Cosa? No - no tesoro, certo che non ti faremo del male, come ti è venuto in mente, Harry?" esclamò Louis, la bocca aperta, guardando il ragazzo di fronte a lui, che nascose il viso nelle sue mani.
Niall si schiarì la gola, cercando di catturare l'attenzione di Louis.
"Non voglio essere scortese, ma suppongo che dovremmo entrare in casa, fa abbastanza freddo."
Louis annuì, e mentre Niall usciva dalla macchina, si inclinò verso Harry, picchiettando dolcemente il suo ginocchio. "Harry, sul serio, non penserei mai di farti del male, okay?"
Harry tirò su col naso, annuì e guardò in alto, gli occhi spalancati e pieni di lacrime, e il cuore di Louis quasi si spezzò, il ragazzo di cui non sapeva nulla stava seduto nella macchina del suo migliore amico e stava singhiozzando perchè pensava che gli avrebbe fatto del male. Louis non farebbe male nemmeno a una mosca.
"Andiamo allora?" propose Louis, facendo correre la mano lungo il ginocchio di Harry, e facendo un cenno verso la porta della macchina.
"Uh, sì, suppongo, ehm-" Harry tossì una volta, e di nuovo, strofinandosi il fianco e guardando Louis in tono di scusa.
"Ti fa male il fianco, tesoro?" chiese Louis, e Harry pensò che ci fosse della vera preoccupazione nei suoi occhi, ma chi era per preoccuparsi di lui? Scacciò quel pensiero dalla sua mente.
"Un po', ma va tutto bene..." Harry guadò le sue mani intrecciate sul suo grembo, mentre Louis si girò avanti per aprire la porta della macchina, facendo entrare all'interno la fredda aria autunnale.
"Pronto? Guarda, la vedi quella finestra?" Louis indicò la finestra del terzo piano e Harry annuì debolmente. "Arriveremo lassù. C'è un ascensore, non preoccuparti." aggiunse vedendo gli occhi spalancati e allo stesso tempo preoccupati di Harry.
"Mi stai portando a casa tua?"
"Sì?" Louis guardò Harry prima di uscire dalla macchina e aspettando che il ragazzo dai capelli ricci lo seguisse. "Perchè no?"
Harry si strinse nelle spalle, alzandosi dal suo posto e trasalendo per il dolore alle costole. "Nessuno mi ha mai proposto una cosa del genere."
"Ne parleremo quando saliremo sopra, va bene?" disse Louis e Harry, stupito, annuì leggermente, e quando il maggiore avvolse il suo braccio sinistro attorno alla sua vita, reggendo la maggior parte del suo peso, si incamminarono lentamente verso il triste edificio che Louis chiamava casa.
Inciamparono nell'ascensore, Louis urtò il gomito contro uno dei suoi vicini di casa e lanciò alla signora anziana uno sguardo di scuse prima di aiutare Harry ad appoggiarsi al muro dell'ascensore.
"Va tutto bene?"
"Sì, perfetto." mormorò Harry, gli occhi socchiusi, mentre respirava profondamente.
Louis annuì, e presto l'ascensore arrivò al terzo piano, così tirò Harry fuori da lì e andarono verso la porta che si trovava a sinistra.
"E' proprio qui, fammi solo trovare le chiavi." sussurrò Louis, cercando nella tasca con una mano alla disperata ricerca della chiave argentata, l'altro braccio sorreggeva Harry che si stava agitando e le sue gambe tremavano e non riusciva a stare in piedi senza appoggiarsi al muro. Poi Louis trovò la chiave. "Eccola."
Harry annuì mentre Louis lo trascinava dolcemente nel calore dell'appartamento. Faceva caldo lì. Ed era bello. Ed era inaspettato, visto che la zona era abbastanza trasandata e l'intero edificio non sembrava accogliente, ma l'appartamento di Louis era grandioso, con i riscaldamenti accesi al massimo, con fiori qua e là, le pareti dipinte con colori caldi e ben decorate. A parte il disordine, era bello. Bellissimo. Ma tutto era bello rispetto al muro di mattoni fuori al freddo.
"Scusa per il disordine." disse velocemente Louis, calciando una scarpa di mezzo e sorridendo appena.
"Va bene, è perfetto." rispose Harry, gli girava la testa. "Dov'è Niall?"
Louis pensò per un secondo, dove era Niall? Non era in macchina con loro? Così portò Harry nel soggiorno, facendolo sedere sul divano, e guardò fuori dalla finestra, notando il ragazzo biondo appoggiato alla recinzione che stava parlando con qualcuno.
"Hey, biondo!" urlò, e Niall e lo sconosciuto si girarono verso la finestra.
"Mi hai lasciato, coglione!" gli rispose Niall gridando, ma stava sogghignando, quindi andava bene. "Possiamo salire?"
Louis diede un'occhiata al ragazzo dai capelli scuri, con la carnagione olivastra e un piccolo sorriso sforzato sulle labbra. Doveva essere un'altra di quelle persone che Niall incontra per strada, con cui dopo aver parlato per due minuti fa amicizia. "Se volete, va bene."
"Ci vediamo tra poco allora." urlò Niall, prima che Louis chiudesse la finestra per poi ritornare da Harry che stava seduto sul divano, osservando accuratamente l'ambiente, i suoi occhi verdi vagavano lungo gli scaffali pieni di dischi e libri, sulla piccola televisione che si trovava in un angolo della stanza e sugli avanzi di pizza del giorno prima sul tavolo.
"Chiariamo qualcosa, allora." borbottò Louis, sedendosi sul divano accanto al ragazzo. "Posso farti delle domande?"
"Sembri un terapeuta." osservò Harry, sorridendo.
Louis ridacchiò, perchè Harry stava scherzando e si sentiva felice. "Come ti chiami?"
"Harry." le sue sopracciglia si alzarono. "Styles."
"Harry Styles." il nome uscì perfettamente dalla bocca di Louis, pensò Harry, e sorrise. "Quanti anni hai, tesoro?"
Harry esitò, temendo che Louis lo rifiutasse, essendo abbastanza giovane. "Diciotto."
"Diciotto!" esclamò Louis, le sue pupille si dilatarono. "Sei un senzatetto, giusto?"
"Hai indovinato."
Louis scosse la testa, gli occhi ancora spalancati. "Solo diciotto anni e sei un senzatetto. Perchè, Harry?"
Harry si morse il labbro e il suo respiro si fermò. Non era pronto per dirlo a qualcuno. Non a uno sconosciuto, non a questo sconosciuto, non a Louis. Allora non lo disse, scosse la testa.
"Va bene allora..." cacciò Louis. "Sei ferito?"
Senza aspettare una conferma, Louis tolse attentamente la giacca leggera ad Harry, rivelando una sporca maglietta grigia che ricadeva delicatamente sul suo corpo. Si chiese da quanto tempo Harry indossasse quei vestiti.
"Che ne dici di andare sotto la doccia? E' calda, ti faccio vedere come funziona, e ti do uno dei miei pigiami, okay?"
Harry aprì la bocca. E la chiuse. E la riaprì di nuovo ma stupito, annuì semplicemente. Annuì, invece di rifiutare, alzandosi dal divano. Accettò, annuendo, sussurrando un "per favore".
"Va bene, aspetta qui." disse Louis, prima di andare nella sua stanza da letto e cercare tra i suoi vestiti, optando alla fine per un pantalone di un pigiama e una semplice maglietta bianca, e prendendo rapidamente due asciugamani, per poi ritornare nel soggiorno, dove Harry aspettava pazientemente. "Ecco a te."
Harry guardò i vestiti che Louis gli aveva passato e mormorò un "grazie", prima di guardare il ragazzo attraverso le sue ciglia, che erano tipo attaccate insieme - ha pianto, ovviamente, dall'ultima volta che aveva lavato la faccia. Non c'è da stupirsi, pensò Louis, mentre il cuore quasi gli faceva male per il ragazzo riccio.
"Okay, ehm, ti faccio vedere il bagno." Strisciò i piedi goffamente, prima che Harry si alzasse dal divano, emettendo un sussulto simile a quello di prima, per poi seguire lentamente Louis fuori dalla stanza, lungo lo stretto corridoio e poi nel piccolo bagno.
"Puoi cambiare la temperatura dell'acqua qui." Louis indicò i comandi dell'acqua, e poi un bottone rosso. "Questo la apre e la chiude."
"Va bene, grazie Louis." Harry gli sorrise, delle piccole fossette apparvero sulle sue guance, e Louis cercò in un cestello sotto il lavandino, tirando fuori il dentifricio e uno spazzolino da denti di riserva. "Ecco, puoi usare questi."
"Grazie."
"Di niente."
Louis alzò lo sguardo e incontrò gli occhi verdi di Harry, e sorrise.
"Sul serio, grazie mille."
"Prego, Harry."
Harry sorrise prima di cercare di tirare la maglietta dalla sua testa. Non ci riuscì, trasalendo e sedendosi sul pavimento, mentre si appoggiava contro la vasca da bagno. Guardò su per vedere Louis appoggiato alla porta, una mano sulla maniglia.
"P-puoi, ehm..." balbettò Harry.
"Uscire? Certo, esco, non ti preoc-"
"No, no!" Harry alzò di nuovo lo sguardo, i suoi occhi cercavano il viso confuso di Louis. "Puoi aiutarmi?"
Louis socchiuse la bocca. "Oh, sì, certo, sicuro." si sedette accanto ad Harry sul pavimento, afferrando delicatamente la sua maglia per poi tirarla sopra la sua testa, cercando di far sentire ad Harry meno dolore possibile.
"Scusa, scusa tesoro." ripetè per la decima volta mentre Harry trasaliva, scuotendo la sua testa di ricci e dicendo "No, va tutto bene, non preoccuparti."
Louis sentì il suo respiro fermarsi quando guardò Harry. Era senza maglietta, sì. Ma il suo corpo - oh dio. C'erano dei lividi. E ancora lividi. Soprattutto quelli scuri erano in contrasto con la sua pelle bianco latte, risaltavano marchiandolo. Louis non potè farne a meno, allungò la mano e sfiorò con le dita la pelle delicata, facendo rabbrividire Harry.
"Scusami-" iniziò mentre si allontanava, e Harry stava per dire che andava tutto bene, e che non doveva preoccuparsi, quando la porta d'ingresso venne aperta e una forte risata riempì l'appartamento.
"Tesoro, sono a casa!" farfugliò Niall con il suo chiaro e marcato accento irlandese e Louis trasalì, picchiettando il ginocchio di Harry.
"Vuoi che ti aiuti con i pantaloni?"
"Oh no, sto bene così. Ehm, ci vediamo dopo?" chiese Harry, i suoi occhi grandi e spalancati e Louis pensò di non aver mai visto degli occhi più grandi di quelli di Harry, e annuì, dando una conferma alla domanda del ragazzo.
Harry sorrise, chinandosi per togliere i pantaloni, mentre Louis si alzava da terra e con un piccolo cenno verso il ragazzo più giovane, lasciò il bagno, chiudendo la porta.
"Ciao Niall-" si fermò, quando vide il ragazzo dai capelli castani al suo fianco. "E..."
"Josh, sono Josh. Ciao, Louis, giusto?" rispose il ragazzo, completamente spontaneo, sembrava davvero amichevole e felice così Louis gli sorrise e agitò la mano, prima di accompagnare i due nel soggiorno, facendoli sedere sul divano e chiedendo loro cosa volessero da bere e quali pizze dovesse ordinare, ma non dimenticò di bussare alla porta del bagno e chiedere ad Harry.
Perchè Harry è importante.
Più importante di chiunque altro.






Ok, scusate se ci ho messo così tanto a tradurre questo capitolo, ma non ho avuto molto tempo, sono passati venti giorni, ma va bene hahaha. Ah, perdonatemi in caso di errori, se ne trovate qualcuno avvisatemi, ho riletto in fretta e può darsi che abbia saltato qualcosa, non sono nemmeno sicura di aver tradotto alla perfezione, quindi çç
Grazie a chi sta seguendo questa storia, sempre se c'è qualcuno ahah
E niente, se volete, questo è il mio twitter , se non vi seguo chiedete il follow back :)
Spero di riuscire ad aggiornare in fretta
Ciaao, a presto :)

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Capitolo 4
*** Capitolo tre. ***


 
Capitolo tre.
Appena Harry uscì dal bagno, Louis si alzò dal suo posto.
"Hey Harry, siediti, cosa vuoi da bere? Tè? Caffè?" si rivolse verso il più giovane, conducendolo verso il divano su cui era seduto Josh, e Harry si lasciò cadere tra due cuscini, fissando attentamente lo sconosciuto dai capelli scuri, prima di fare un cenno verso Niall e poi finalmente posare i suoi occhi verdi sul viso di Louis.
"Mi basta solo una tazza di tè, grazie." mormorò, e sia lui che Louis arrossirono, facendo un po' sbuffare il ragazzo irlandese, che si versò del tè sulla sua polo e imprecò ad alta voce - il che fece ridacchiare Josh, e prima che se ne rendessero conto, tutti e quattro stavano ridendo per la maglia bagnata di Niall.
Allora i ragazzi si sedettero, Harry si rimboccò una coperta che si trovava in un angolo del divano; Louis era al suo fianco, la sua mano accarezzava distrattamente il ginocchio di Harry; Niall sul pavimento, la sua testa tra le ginocchia di Louis e le sue gambe stese sul grembo di Josh, le tazze di tè caldo tra le loro mani e le due scatole di pizza sul tavolino. Passò un'ora, due, tre, e poi quattro, e Niall si alzò dalla sua posizione comoda, stiracchiandosi.
"Bene, uhm, suppongo che sia meglio se vada. Josh-"
Josh annuì, sbadigliando rumorosamente e seguendo Niall fuori dal soggiorno, i due ragazzi urlarono dei saluti ai loro due amici, stesi pigramente sul divano.
"Ci vediamo domani, Lou." disse Niall prima di mettersi il cappotto, e si udirono delle risatine soffocate provenienti dal corridoio, poi la porta fu chiusa.
Louis si mosse un po', girando la testa per vedere Harry, che lo stava già guardando, i suoi occhi spalancati, i suoi ricci ancora umidi dalla doccia, le sue guance rosse. Deve essere la temperatura, pensò Louis, perchè fa abbastanza caldo, dopotutto. Questo è ciò che pensa Louis comunque, finchè gli occhi di Harry si spostarono in basso verso le mani appoggiate sul suo grembo.
"Hey, Harry?"
"Mmh?" Harry mormorò appena, e quando si accorse che Louis non diceva nulla, alzò lo sguardo. "E' meglio che vada, immagino. Gli altri due se ne sono andati, e-"
"Tu cosa?" esclamò Louis, scuotendo la testa. Poi ridacchiò nervosamente. "Neanche per sogno, non andrai da nessuna parte! Guarda quanto fa freddo fuori, e siamo nel bel mezzo della notte. Comunque, fammi vedere le tue costole, devono far abbastanza male-"
"Cosa? No!" Gli occhi di Harry si spalancarono. "Devo andare, Louis, e sono abituato al freddo. Sul serio, non preoccuparti." disse, iniziando a togliersi la coperta di dosso, ma fallì miseramente, visto che Louis lo spinse nuovamente sul divano e la sua testa si posò con un tonfo sul cuscino morbido.
"Scusa, io... Scusa!" balbettò Louis, prima di prendere un respiro. "Non te ne andrai, Harry. Nessuna possibilità."
Harry annuì, perchè era spaventato. A Louis importava di lui, giusto? A lui seriamente, realmente importava, e Harry non aveva idea del perchè. Era uno sconosciuto. Solo uno sconosciuto. Cosa farebbe Louis se lui non ubbidisse? Harry arricciò il naso e strizzò gli occhi, scuotendo leggermente la testa. Gli farebbe del male. Questo è quello che tutti fanno.
"Harry, mi dispiace, davvero, tesoro, scusa per averti parlato in modo brusco. Non voglio che tu te ne vada."
"Sono stato qui solo per quattro ore," Harry fece un respiro e poi singhiozzò. "perchè ti preoccupi per me? A nessuno è mai importato."
"A me importa." disse Louis, avvicinandosi a Harry, le loro gambe si toccavano, un cipiglio si formò sul viso del ragazzo. "Tu sei qualcosa, Harry."
"Sono qualcosa che in un senzatetto, sporco-"
"No, sei un bel - hey, tu non sei sporco, hai appena fatto la doccia." notò Louis sogghignando, alzando l'indice in aria e Harry arrossì perchè Louis aveva appena detto che era bello, vero? Harry lo guardò per un momento o due, completamente immobile, lo stava solo guardando.
Louis ricambiò lo sguardo. Harry sembrava diverso ora che era ripulito, le tracce scure di qualcosa erano sparite dalla sua faccia, i suoi denti erano spazzolati e belli e bianchi e i suoi ricci color cioccolato erano asciutti, e ricadevano sulla sua fronte, sui suoi occhi, intorno alla sua testa, leggermente in disordine. Louis rabbrividì.
"Anche tu sei bello." disse Harry, sorridendo.
"Grazie."
Entrambi guardarono a terra, e Louis diede un'occhiata al braccio destro di Harry. C'era un lungo livido, alcuni tagli, alcuni più profondi degli altri - niente di serio. O almeno, lui sperava questo.
"Ehm, dormo sul divano? Perchè sono un po' stanco, e non voglio essere invadente, ma-"
Louis balzò subito in piedi, togliendo via le briciole di pizza e annuendo. "Sì, metto in ordine, va bene? Aspetta qui."
"Lavo i piatti." disse Harry, gli occhi rivolti verso le quattro tazze e i piatti sul tavolo.
"Non devi."
"Io voglio."
Louis scrollò le spalle, mentre usciva dalla stanza, i suoi calzini morbidi scivolavano sul pavimento di legno. Si fermò per un secondo, girandosi a guardare Harry che scendeva dal divano, piegando la coperta prima di posarla su una poltrona, per poi dirigersi verso il tavolino. Qualcosa si agitò nel cuore di Louis e pensò di avere delle farfalle dalle ali colorate nel suo stomaco, finchè uscì dallo stordimento, poi aprì la porta dell'armadietto in cerca di una coperta, o due, o forse tre, e due soffici cuscini, prima di portarli nel soggiorno, dove Harry avrebbe passato la notte. Louis sperava in questo.
E poi il cellulare suonò, proprio mentre stava spiegando le coperte.
"Hey amico!" parlò Louis al cellulare che manteneva con la spalla, mentre faceva cadere i cuscini sul divano.
La risata di un ragazzo e quella di un altro ancora risuonò nel telefono e Louis ridacchiò. "Come va Lou? Non ci sentiamo da un sacco di tempo!"
Dopo Harry zoppicò nella stanza, appoggiato alla parte sinistra, con una mano strofinava il suo fianco ferito mentre guardava su per incontrare gli occhi di Louis.
"Sì, sì. Allora, come va, Zayn?" rispose Louis, picchiettando lo spazio vicino al suo, invitando Harry a raggiungerlo.
"Sto bene, grazie. Liam ti saluta."
Harry inciampò fino al divano, cadendo su di esso con un sospiro pesante, stringendo gli occhi. Questo era surreale, non hai gente che ti offre il proprio divano ogni giorno.
"Sì? Oh bene, digli che ricambio!" Louis parlò al telefono monotonicamente, mentre guardava attentamente Harry che aveva gli occhi fissi sullo schermo della piccola televisione. "Hey, amico, è  bello parlare con te e tutto, ma devo andare, ho tipo... ehm, ho un ospite." A queste parole Harry sorrise, uno dei suoi ricci cadde da dietro l'orecchio, dove era nascosto.
"Un ospite?" Louis poteva sentire appena una risata nella voce di Zayn. "Forse il buon vecchio Louis ha trovato un ragazzo?"
"No, Zayn, chiudi la tua boccaccia." sibilò Louis, per poi dare uno sguardo nervoso a Harry. Non ha sentito, grazie a dio.
"Va bene, principessa, rilassati. Ci vediamo domani, forse, sì?"
"Ti odio." Louis mormorò in risposta, Harry alzò un sopracciglio e appoggiò la sua testa sul bracciolo del divano, i suoi occhi ora guardavano intensamente Louis.
"Ti voglio bene anche io!" Zayn rise prima di chiudere. Zayn era eccezionale. Era uno dei suoi migliori amici, decisamente, insieme a Liam e Niall. Ma Niall era completamente diverso dagli altri due, a lui andava bene qualunque cosa facesse Louis, mentre Zayn era pronto a giudicare, a volte troppo duramente, senza che lui lo notasse. Liam era lì, in mezzo ai due perchè non gli importava sul serio su quello che faceva Louis, ma d'altronde era iperprotettivo. Troppo iperprotettivo.
"Era Zayn, uno dei miei amici." rispose Louis allo sguardo di Harry, e quest'ultimo annuì, tornando allo schermo della televisione. "Il tuo fianco sta meglio?"
"Il mio fianco?" Harry guardò verso il punto in cui si vedeva un livido sul suo fianco e la sua bocca formò una "o". "Oh, sì. Non sento niente. Non mi ha mai fatto male. Ho solo un po' di mal di testa."
"Che ne dici di un antidolorifico per quello allora?" offrì Louis e Harry non poteva che annuire.
Cinque minuti dopo Louis tornò nella stanza, tenendo due paracetamoli in una mano, e un bicchiere d'acqua nell'altra. "Ecco a te, ora vado a letto. Ti vedrò domani mattina, sicuro?"
Harry mormorò, annuendo leggermente, prima guardando Louis con i suoi grandi occhi vitrei e poi ingoiando le pillole e il cuore di Louis si agitò ancora una volta.
"Dormi bene, okay?"
Harry annuì. "Grazie, Louis. Seriamente, non dormo decentemente da, uh, un sacco di tempo. Davvero, questo significa molto per me."
"Di niente." Louis sorrise, prima di dare la buonanotte e poi andò nella sua stanza, esaltato per il giorno dopo perchè il ragazzo dai capelli ricci stava dormendo sul suo divano e lo avrebbe rivisto il mattino seguente. E questa è una buona ragione per saltare dalla felicità.


"Il fatto che c'è un ragazzo dai capelli ricci che dorme sul tuo divano è la causa per cui non hai dormito abbastanza?" chiese Niall, mentre Louis sbadigliava continuamente taburellando con le dita la tazza di tè che aveva tra le mani.
"Diciamo che sono andato a letto un po' tardi, va bene?"
Niall sospirò annuendo, mentre rigirava il pancake nella padella e sorrise quando notò il ragazzo assonnato inciampare nella cucina, strofinandosi gli occhi, i capelli completamente arruffati dal sonno. Louis si alzò dalla sedia, per poi afferrare il giovane e accompagnarlo verso una delle sedie, facendo sbuffare Niall.
"Può camminare, lo sai?"
Harry sogghignò, gli occhi socchiusi per il sonno e il sorriso sbilenco. Poi si girò verso Louis. "'Giorno."
"Giorno, riccio." rispose Louis, guardando il piatto di pancake che il ragazzo irlandese aveva posato davanti Harry. "Oggi usciamo."
"Hmm?" mormorò Harry, alzando gli occhi dalla tazza di Louis sul quale prima aveva fissato lo sguardo. "Davvero?"
"Sì, abbiamo bisogno di prenderti delle cose."
Gli occhi di Harry si spalancarono e scosse la testa. "Di cosa stai parlando?"
Louis si appoggiò allo schienale della sedia, aspettando pazientemente Niall che stava finendo di fare i pancake. "Vestiti, tutte queste cose, sai."
"Ma..." Harry si guardò le mani che erano poggiate sul tavolo. "Pensavo che-"
"Non pensare." mormorò Louis, agitando la mano, e Harry sospirò, annuendo.
"Potrei andarmene, in qualsiasi momento, lo sai?"
"Ma non lo farai." Louis aggrottò le sopracciglia. Non poteva costringere il ragazzo a fare delle cose, ovviamente. Ma Harry non voleva andarsene, era sicuro di questo. "La strada è un posto orribile per vivere."
"Sono abituato." disse Harry, e Louis notò che Harry diceva spesso quella frase. Fece spallucce.
"Nonostante questo, noi usciremo." affermò Louis, e Harry annuì, uno dei suoi ricci cadde davanti al suo occhio sinistro e Louis si sedette sulla sue mani, perchè se non lo avesse fatto sarebbe letteralmente saltato sul ragazzo per passare le mani tra i suoi ricci.
Niall piazzò il piatto davanti a Louis, e prese un pancake, dirigendosi verso il corridoio. "Io vado."
"Grazie per la colazione, amico." disse Louis. "Hai piani per oggi?"
"Di niente. Ah sì, esco con Josh, ve lo ricordate?"
Harry e Louis annuirono, entrambi si chinarono sul piatto quando Niall uscì dall'appartamento. Solo allora alzarono lo sguardo, i loro occhi si incontrarono e un bel rossore si diffuse sulle guance di Harry.


La prima cosa che fece Louis quando entrarono nel negozio di scarpe, fu farsi strada verso le Toms, e Harry lo seguì silenziosamente, i suoi occhi guardavano nervosamente verso gli scaffali pieni delle migliori scarpe di marca.
"Toms?" Louis si girò verso Harry, che aveva un leggero cipiglio sul viso e il maggiore rise. "Immagino di no. Quali scarpe vuoi? Non-"
Harry voleva disperatamente scegliere qualcosa ma non era lui a pagare, e non gli sembrava giusto far comprare delle cose a Louis. Così scrollò le spalle.
"Non renderai le cose più facili in questo modo." si lamentò Louis, e Harry rivolse gli occhi verso lo scaffare delle Converse. "Le Converse, Harry? Valle a prendere, ti aspetto qui."
Harry annuì, sospirando, e si costrinse a muoversi e a non essere così idiota, e Louis tornò alle sue preziose Toms.
"Hey, Lou." una voce troppo familiare parlò, facendo voltare Louis che rimase senza fiato, i suoi occhi si fermarono sul ragazzo dalla pelle olivastra, i suoi capelli neri alzati in un ciuffo, probabilmente aveva usato mezzo contenitore di lacca.
"Z-Zayn! Ciao, ciao amico." gridò Louis, i suoi occhi scattarono verso Harry, e poi di nuovo verso Zayn. "Cosa ci fai qui?"
"Shopping. Con Liam." Zayn fece un segno con la testa verso Liam che stava guardando uno scaffale con alcuni tipi di borse, e Louis annuì agitato. "Tu?"
"Ehm... Bene, io-"
"Prendo queste, Louis-" Harry si fermò improvvisamente, notando Zayn.
"Ciao! Chi è questo?" gli occhi giudicanti di Zayn esaminarono Harry, prima di girarsi verso Louis con uno sguardo indagatore.
"Um. Lui è Harry." Louis guardò Harry, che stava guardando entrambi i ragazzi, una scatola di Converse bianche tra le mani e i suoi occhi scuri, mentre fissava Zayn.
"Oh! E' quel ragazzo senzatetto? Louis, seriamente, non dovresti farlo avvicinare."
Louis ansimò, e Harry trasalì sotto il cappotto. Questo è ciò che era e sarà. Il ragazzo senzatetto. Sospirò, rannicchiandosi su sè stesso, gli occhi pizzicavano pericolosamente, delle voci nella sua testa gridavano contro di lui, e iniziò a tremare, avvolgendo le braccia attorno a sè. Questo successe finchè non sentì il braccio di Louis attorno alla sua vita, alcune voci soffocate, e Louis lo portò lontano da Zayn, lontano dal negozio di scarpe, e verso una panchina.
"Harry? Oh, Harry, piccolo." mugolò Louis, tirando il cappotto di Harry, tirandolo più vicino a sè, la testa del più giovane cadde sulla sua spalla, le loro braccia si avvolgevano a vicenda, e Harry singhiozzò. Singhiozzò sul serio, facendo uscire le lacrime dagli occhi che si riversarono lungo le guance, sulla soffice felpa di Louis, piccoli piagnucolii uscivano dalle sue labbra e il suo corpo tremava tra le braccia di Louis.
"Scusa-" Harry tirò sul col naso dopo alcuni minuti, cercando di allontanarsi, per poi essere tirato più vicino dal maggiore.
"Non devi scusarti. Mi dispiace. Non hai niente per cui scusarti." sussurrò Louis contro i suoi ricci. "Zayn è un coglione. Ignoralo."
Harry annuì, Louis lo fece finalmente allontanare dalla sua presa stretta, ma teneva le mani sotto il mento di Harry, constringendolo a guardarlo negli occhi. Il verde incontrava il blu. Il blu incontrava il verde.
"Va tutto bene, Harry, sì? Non farò succedere questa cosa di nuovo." il suo pollice scorreva lungo la guancia di Harry, asciugando una lacrima, e Harry annuì appena, mimando un grazie e Louis si chinò verso lui con le lacrime agli occhi. E' passato solo un giorno, e già una strana connessione lo attirava verso Harry, come se gli dicesse di non lasciarlo andare. Perchè Harry era qualcosa di speciale.
"Che ne dici di tornare a casa? Ti farò qualcosa da mangiare, ti potrai rannicchiare sul divano e potremo guardare la televisione stasera. Che ne dici?" mormorò ad Harry, e quest'ultimo sorrise e annuì.
"Grazie, Louis." sussurrò Harry sulla sua spalla, si abbracciarono ancora una volta, Louis lo fece alzare dalla panchina, e si avviarono verso la macchina.
"E quelle scarpe?" chiese Harry dopo cinque minuti di piacevole silenzio.
"Te ne presto io un paio, finchè non ne compreremo delle nuove, va bene?"
"Okay." Harry annuì, poggiando la testa sul finestrino.
E nemmeno si accorse quando guidarono accanto alla sua vecchia casa, l'angolo della strada di mattoni dove ha trascorso cinque anni con la schiena poggiata contro il muro del vecchio magazzino.
E nemmeno si accorse dell'uomo che cercava tra i bidoni, controllava dietro le recinzioni, in cerca di lui. In cerca di Harry.
E nemmeno si accorse quando l'uomo si girò, proprio quando Louis si stava fermando davanti alle strisce pedonali, e vide Harry, seduto comodamente nella macchina di un ragazzo ventenne, con i suoi occhi chiusi e un sorriso sulle labbra.
E non si accorse del guaio in cui si era appena cacciato.






Ok, scusatemi di nuovo per il ritardo, ma me la sono presa con calma, e per farmi perdonare ho tradotto due capitoli, anche perchè il capitolo tre e il capitolo quattro erano abbastanza corti, e ho pensato di unirli, ed ecco a voi haha, credo che farò in questo modo anche per le prossime volte, quindi se questa è la traduzione dei capitoli 3 e 4, la prossima volta tradurrò i capitoli 5 e 6. Non ha senso questo discorso.
Credo che questa volta aggiornerò più in fretta, ma non vi prometto niente, e se volete, questo è il mio twitter, questo invece è quello dell'autrice. :)
A presto :)

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