If You Only Knew

di kogarashi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***


IF YOU ONLY KNEW

_IF YOU ONLY KNEW_

 

You let go of my hand

You say you have important things to do

In search of something

Knocking in a faint sound

 

 

L’oceano…una distesa di acqua cristallina che riflette la luce del sole, risplendendo di mille luci colorate e di mille tonalità, che con i suoi fondali marini e la sua acqua limpida danno sostegno all’intera Terra. Patria di una miriade di creature.

 

In un luogo misterioso e oscuro, lontano da sguardi indiscreti si ergeva uno splendido palazzo di cristallo, con miliardi di luci calde che rischiaravano gli abissi circostanti. In quel luogo vi si trovava una civiltà che nessuno al mondo poteva credere reale. Tutto ciò che riguardava quel popolo infatti era stato pensato come una stupida e sciocca fantasia di qualche narratore che per fare addormentare i suoi figli ebbe l’idea di creare una favoletta…ma forse in fondo non era tutto frutto di una dolce bugia…

 

“Misty! Ma dove si è cacciata quella benedetta ragazza? Tra poco dovrà celebrare il rito alla maggiore età!” disse una ragazza dai capelli rosa, sfoggiando una splendida coda dello stesso colore.

 

Una sirena.

 

“Sarà di nuovo in giro a giocare con i pokèmon d’acqua” ipotizzò una ragazza un po’ più grande con i capelli e la coda di un colore simile al grano.

 

Le due sirene sospirarono, ormai per loro cercare anche solo di tenere a freno il caratterino della ragazza era davvero un’ impresa.

 

Nel frattempo molto lontano da quel palazzo una giovane e stupenda sirena dai capelli rossi e la coda verde con una stella sul fianco stava nuotando felice giocando e ballando insieme ad un piccolo Horsea.

 

“Che bello nuotare senza dover rendere conto alle mie sorelle di quello che faccio” disse sfoggiando uno splendido sorriso e irradiando con la sua risata argentina quel luogo silenzioso che sembrò riflettere l’allegria della sirena.

 

Horsea le nuotava intorno come se invece che un piccolo cavalluccio marino azzurro fosse una trottola alquanto vivace.

 

Improvvisamente l’oceano s’incupì e la sirena alzò lo sguardo sorpresa, vedendo sopra di essa, appena sopra la superficie dell’oceano una stranissima sagoma scura, che galleggiava sulle acque.

 

“Che cosa può essere?” chiese curiosa e al tempo stesso spaventata.

 

Horsea decise di andare a controllare, contro il volere della ragazza che si mise ad inseguirlo con velocità per poter stare dietro al pokèmon d’acqua.

 

In quel momento una prossima rete da pesca fu gettata in mare, catturando con la sua furia qualsiasi essere vivente e no che si trovasse sulla sua strada.

 

“HORSEA ATTENTO!” gridò Misty lanciandosi a proteggere il pokèmon e finendo lei stessa nella rete, cercò di liberarsi con tutte le sue forze ma non fece altro che aggrovigliare quella trappola attorno alla sua coda rimanendo bloccata da essa.

 

La sirena si guardò attorno, cercando qualcosa, qualche pesce o qualche pokèmon che potesse aiutarli, ma non si vedeva in giro nessuna anima disposta a salvarla, era da sola con Horsea stretto fra le braccia a sperare che la situazione non degenerasse. Stava salendo in superficie…

 

 

*

 

 

“Ohoh abbiamo catturato qualcosa di grosso oggi eh? La rete fa fatica a salire, probabilmente è qualche pesce marino ingrassato!” disse un uomo grasso e orribilmente sfigurato dalle cicatrici sputando selvaggiamente sul pavimento in legno del piccolo peschereccio.

 

Poco distante un ragazzo dai capelli corvini e dagli occhi scuri e profondi stava giocando con un piccolo pokèmon giallo, un dolce e vivace Pikachu che si divertita a correre da una parte all’altra del bordo della nave per fare correre il suo allenatore che si divertiva un mondo in quello strano gioco.

 

“Ash! Piantala con quello stupido pokèmon e vieni a darmi il cambio! Devo andare nella stiva a preparare i coltellacci per ammazzare la bestia che abbiamo preso!” disse senza ritegno l’uomo, provocando nel ragazzo un’ondata di disprezzo.

 

Odiava quell’uomo che si era invaghito di sua madre e che lo usava solo ed esclusivamente per arrivare a lei un giorno. Se non fosse stato così dannatamente buono con il prossimo l’avrebbe volentieri preso a calci e mandato in fondo all’oceano insieme al suo maledettissimo peschereccio.

 

Appena l’uomo se ne fu andato Ash prese il controllo del macchinario adibito alla pesca, controllando che tutto procedesse come dovuto, non voleva obbedirgli, eppure non voleva neppure mancargli di rispetto…non ora almeno.

 

“Pikachu, tu vedi qualcosa?” chiese, appoggiando le mani sul bordo della nave e protendendosi verso l’acqua, cercando di vedere cos’avesse catturato quel pazzo.

 

Solo quando l’uomo tornò la rete venne totalmente a galla, rivelando il magnifico tesoro al suo interno.

 

“Oh madre di Dio” disse l’uomo facendo cadere a terra i coltellacci che caddero a terra con un terribile suono metallico “Una sirena…”

 

Ash era rimasto a bocca aperta mentre quella ragazza, facendo scorrere veloce lo sguardo su di lui e su quell’uomo, tremava di paura.

 

Ragazzo sbrigati! Avvicina la rete! Oddio una sirena! Me la pagheranno a peso d’oro!” gridò in estasi l’uomo facendo saltare Pikachu dal disprezzo che iniziò a mandare scosse d’avvertimento dalle gote rosse.

 

Riluttante il ragazzo seguì gli ordini, prendendo con le mani la rete e avvicinandola all’imbarcazione, ma alzando lo sguardo i suoi occhi incrociarono quelli della sirena, rimanendo totalmente rapiti da essi. Nella sua vita non aveva mai visto un colore simile. Occhi talmente belli che gli mozzavano il respiro. Un colore verde tendente al blu che rendeva il suo sguardo ancora più magnetico e stupendo.

 

“VUOI MUOVERTI?” ordinò l’uomo pestando un piede a terra e avvicinandosi con foga a lui “Ho capito, faccio da me!” disse spingendolo via e facendolo sbattere contro il portellone della stiva.

 

Avvicinò il grosso viso a quello della ragazza che istintivamente di ritrasse indietro con disgusto, era la prima volta in vita sua che vedeva un umano, e la cosa non le piaceva.

 

“PIKA…CHUUUU!” gridò il piccolo roditore elettrico dando la scossa all’uomo che si voltò verso di lui con fare minaccioso.

 

“Che diavolo vuoi razza di topo uscito male? Vuoi che ti butti a mare e che ti lasci marcire nelle profondità dell’oceano?”

 

Il pokèmon elettrico non abbassò lo sguardo a quella minaccia. Voleva che quella creatura marina tornasse libera, e anche Ash lo intuì, annuendo e correndo verso l’uomo, dandogli un forte spintone con tutto il suo corpo, nonostante fosse abbastanza esile e basso per la sua età.

 

L’uomo barcollò appena, ma in quel momento un’onda colpì il peschereccio mandandolo a gambe all’aria.

 

Il ragazzo cogliendo l’attimo favorevole corse verso la rete, prendendo uno dei coltellacci ancora a terra e iniziando a tagliare la corda della rete che teneva imprigionata quella ragazza che ora lo guardava con sorpresa.

 

Che la volesse aiutare? Lui? Un essere umano?

 

“Tranquilla, fra poco sarai libera” disse il ragazzo dando prova alla sirena che le sue supposizioni era esatte.

 

Mentre era intento a tagliare le corde l’uomo rimasto disteso alle sue spalle si alzò, brandendo una spranga di ferro presa da chissà quale aggeggio e corse contro il ragazzo di spalle, pronto a ferirlo e ad ucciderlo, se fosse stato necessario. Una volta tornato a terra avrebbe detto alla madre che il figlio era morto a causa di uno spiacevole e terribile incidente, e così avrebbe potuto consolare quella donna, che ormai bramava da troppo tempo per lasciarsela sfuggire così miseramente.

 

“Horsea!!!” gridò il piccolo pokèmon catturando l’attenzione di Ash che si voltò appena in tempo per scansarsi dal colpo che quasi sicuramente non si sarebbe limitato a tramortirlo.

 

“Che accidenti?”

 

“QUELLA SIRENA E’ MIA!!!” urlò l’uomo fiondandosi come una furia sul ragazzo che seppur esile compensava con una straordinaria agilità nei movimenti.

 

Pikachu si mise davanti al suo allenatore scaricando una massiccia dose di elettricità contro l’uomo che stramazzò a terra privo di coscienza. Nessuno però fece caso al fatto che a causa della lotta in corso il peschereccio gia leggero di suo aveva iniziato ad ondeggiare pericolosamente e Ash, trovandosi proprio vicino al bordo fu sbalzato in acqua, seguito a ruota da Pikachu che cercò invano di aiutarlo a risalire a galla.

 

Anche le corde che tenevano unita la rete si spezzarono aprendo uno squarcio abbastanza largo da permettere a Misty e a Horsea di poter fuggire e tornare in acqua.

 

La sirena e il pokèmon si stavano allontanando da quel pericolo, quando la ragazza si ricordò improvvisamente della fine che aveva fatto il ragazzo, e questa volta fu Horsea a tentare di farla desistere dal suo intento di cercare quel ragazzo e se necessario di portarlo in salvo.

 

Nuotò nuovamente verso il peschereccio, notando il piccolo pokèmon giallo che con estrema fatica cercava di riportare a galla il suo allenatore, svenuto a causa del contatto con l’acqua gelata dell’oceano e per via della botta presa cadendo.

 

“Vieni Horsea! Dobbiamo aiutarlo!” disse la sirena ignorando le lamentele del pokèmon d’acqua.

 

“Mi ha salvata! E io devo fare lo stesso con lui” disse voltandosi verso il pokèmon e guardandolo con sguardo fiero, zittendolo in men che non si dica.

 

Misty si rimise a nuotare verso il ragazzo e il suo pokèmon, avvicinandosi a loro e prendendo il ragazzo per la vita, riportandolo in superficie e lottando con tutte le sue forze contro quell’ondata di sensazioni che stava provando. Mai nella sua vita si sarebbe immaginata di avere un contatto simile con una creatura così diversa da lei.

 

Lo riportò a riva in pochi istanti, nuotando controcorrente e cercando di non fare bere ulteriore acqua al ragazzo che iniziava a riprendersi e a tossire a causa della prolungata apnea alla quale era andato suo malgrado incontro.

 

Lo portò fino alla terraferma, fermandosi in una piccola e segreta baia che solo lei conosceva e dove la sabbia finissima era quasi bianca. Con immensa cura e gentilezza lo posò sulla sabbia, appoggiando il suo viso sul petto del ragazzo, come per assicurarsi che il suo cuore gentile battesse ancora.

 

Quando si rese conto che era ancora vivo e che non avrebbe rischiato nulla sorrise, allontanandosi da lui quel poco che bastasse per non essere vista da lui una volta svegliatosi.

 

Il ragazzo tossì ancora alcune volte prima di aprire debolmente gli occhi e guardarsi intorno disorientato. Come aveva fatto a tornare a riva sano e salvo?

 

Si tirò su appoggiandosi sui gomiti e guardando Pikachu che lo fissava terribilmente spaventato.

 

“Pikachu…dove…come ho fatto a tornare sulla terraferma?” chiese.

 

Il pokèmon indicò l’oceano e quando lo sguardo di Ash si volse verso il punto indicato dall’amico non notò altro che una pinna verde inabissarsi nelle acque che andavano via via agitandosi.

 

“E così…è stata lei a salvarmi…non è stato un sogno…lei…esiste davvero…” disse quasi sussurrandolo, come per auto convincere se stesso di non essere pazzo.

 

 

*

 

 

La sirena nuotava veloce verso gli abissi dell’oceano, pronta a tornare al palazzo dove ogni sirena e tritone soggiornava sin dalla nascita. Non avrebbe mai raccontato a nessuno di quel giorno e di quell’incontro, avrebbe tenuto per lei tutte le emozioni e le sensazioni che aveva provato venendo salvata e salvando anch’essa qualcuno diverso da lei…un essere umano.

 

Sapeva fin troppo bene che se solo avesse confidato a qualcuno di lui le sue sorelle e l’intero sacerdozio che controllava il regno delle sirene le avrebbe precluso la possibilità di uscire ancora dai confini del regno, non permettendole più di poter incontrare un altro essere umano.

 

Di non poter più incontrare lui…eppure qualcosa le diceva che forse un giorno non troppo lontano si sarebbero rivisti…nonostante sapesse da sola che la cosa era sbagliata…che anche solo pensando di volerlo rivedere almeno un ultima volta sarebbe andata incontro alle ferree leggi che governavano quel luogo magico.

 

 

*

 

 

Ash era tornato a casa, bagnato come un pulcino e suscitando la preoccupazione della madre che corse subito a prendere degli asciugamani puliti per poter permettere al figlio di asciugarsi, sperando con tutta se stessa che non si prendesse un malanno.

 

“Mi vuoi dire com’è successo?” chiese la donna fissando ansiosa il figlio che sospirò, era la quarta volta che gli faceva la stessa identica domanda, e lui continuava a ripetere sempre la stessa identica solfa, quasi l’avesse imparata a memoria lungo la strada.

 

“Te l’ho detto, mi sono avvicinato troppo alla rete per pescare i pesci e sono caduto in acqua, tutto qui!”

 

“Non ci credo! Mi stai mentendo…altrimenti perché non mi guarderesti negli occhi Ash?” disse la donna prendendolo alla sprovvista.

 

Era vero, non riusciva a guardare negli occhi una persona e mentire spudoratamente. Ma cosa poteva fare? Raccontare a sua madre che quel pazzo lo aveva quasi ucciso per la sua sete di denaro dopo aver pescato una sirena? No, non poteva permettersi di dire una cosa del genere, in primo luogo perché non gli avrebbe creduto e in secondo luogo…perché voleva che quel segreto rimanesse celato e protetto.

 

L’uomo del peschereccio infatti a causa della forte scosse subita da Pikachu aveva completamente dimenticato gli ultimi avvenimenti. E la cosa andava bene così.

 

Il ragazzo dai capelli corvini abbassò il suo sguardo, incrociandolo con quello del suo Pikachu che lo ricambiò quasi simultaneamente.

 

“Sai…mi piacerebbe rivederla un giorno…e poterla ringraziare per avermi salvato la vita”

 

Non sapeva ancora che quel giorno non troppo lontano la sua vita sarebbe cambiata per sempre…non poteva neppure immaginare che quell’incontro avesse segnato un qualcosa d’inspiegabile e d'incredibilmente limpido in quelle due anime così diverse tra loro ma che in un qualche modo alla fine sarebbero state destinate ad intrecciarsi indissolubilmente…

 

 

CONTINUA…

*____* lo ammetto e non me ne vergogno…questa fic mi piace un casino! Un po’ perché erano mesi che sognavo di scriverla…e un po’ perché la situazione irreale di Misty sirena e Ash umano mi garba enormemente…è una situazione completamente diversa…xDD insomma…non sono neppure creature lontanamente uguali xDD una vive in mare ed è un semi pesce e l’altro invece è un essere umano normale…xDD spero solo di non rendere tutto OOC…per il momento non mi pare…eheh…il tizio…l’uomo non ho la minima idea di che nome dargli…quindi mi sa che resterà semplicemente “l’uomo che ama la madre di Ash” xDDD va bhe…*çç* spero che piaccia anche a voi come piace a me xDD eheh…il titolo e il testo provengono dalla canzone di Olivia Lufkin…che poi il titolo è anche il titolo della sua canzone…sinceramente volevo metterla in jap…ma ci stonava…indi ho deciso di lasciarla così…xDD eheh… bhe…chissà cosa succederà nel prossimo cap…e chissà come avverrà il loro prossimo incontro…ciao e al prossimo capitolo di “If You Only Knew”!!!

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Cap. 2 ***


CRISTALLI D’ACQUA…

_IF YOU ONLY KNEW_

 

 

Ohh... The pain is burning your senses

Ohh... You're getting colder

 

Oh believe in me Oh believe in me

The magic you can create

If you only knew

You're forgetting me

Forgetting how to dream

 

 

 

Ash aprì gli occhi ancora assonnati e si stiracchiò rimanendo sdraiato fra le lenzuola bianche stropicciate dal suo corpo. Si volto a guardare l’orario scandito dalle lancette dell’orologio a muro posto di fianco al letto e che in quel preciso istante si spostarono segnando le 10.30 del mattino.

 

“Accidenti…ho sonno…” disse portandosi entrambe le braccia sul viso coprendosi gli occhi e lasciando scoperta solo la bocca che si aprì in uno sbadiglio di circostanza.

 

Con estrema fatica si decise ad alzarsi, posando a terra i piedi nudi che lo fecero rabbrividire quando toccarono la superficie fredda del pavimento.

 

Alcuni minuti più tardi si vestì e scese in cucina dove trovò come sempre la colazione pronta a tavola.

 

“Buongiorno pigrone” lo schernì la madre indaffarata nelle faccende domestiche.

 

“Giorno…” rispose svogliatamente il ragazzo sedendosi a tavola e iniziando a sgranocchiare qualcosa.

 

“Sai, da quando sei tornato a casa bagnato fradicio non ho più visto il capitano del porto” disse la donna senza staccare gli occhi da ciò che stava  facendo.

 

Ash emise un lieve sbuffo, come se la cosa non gli interessasse, e difatti era proprio così, più quell’uomo se ne stava alla larga da lui e soprattutto da sua madre meglio era per tutti.

 

I suoi pensieri però tornarono con forza a quel giorno, il giorno nel quale aveva visto quella strana creatura marina che l’aveva salvato da morte certa. Sorrise dolcemente al pensiero di ciò mentre si portava la tazza col latte alle labbra.

 

“Che c’è?” chiese la donna guardando il figlio sorridere.

 

“No nulla…” rispose semplicemente lui troncando la comunicazione con la madre e rimettendo la tazza e il piatto con la colazione del lavandino della cucina.

 

“Io esco!” disse senza aspettare risposta, mettendosi un berrettino in testa e uscendo di corsa di casa insieme al fido Pikachu che gli si mise subito alle costole quasi fosse la sua ombra.

 

Raggiunse il porto nel giro di alcuni minuti, l’oceano era li davanti a lui, in tutta la sua pacata bellezza e l’aria di mare che gli inebriava l’olfatto lo metteva ancora di più di buon umore.

 

“Vedo che stamattina ti sei svegliato presto”

 

Il ragazzo dai capelli corvini si voltò in direzione di quella voce trovandosi di fronte ad una ragazzina con gli occhi e i capelli blu lasciati liberi fatta eccezione per due ciuffetti legati elegantemente da due mollettine gialle che terminavano dietro alla nuca con un nodo. Portava un vestitino nero estivo e al collo portava un foular rosa.

 

“Lucinda…ciao” disse il ragazzo sorridendole mentre il piccolo pokèmon giallo saltò in braccio alla ragazzina che lo prese cordialmente fra le esili e bianche braccia.

 

“Allora? Come mai sei venuto qui?” gli chiese la ragazzina.

 

“Avevo voglia di vedere l’oceano tutto qui”

 

Silenzio. La ragazzina a quelle parole rimase stupita. Non si sarebbe mai aspettata una simile risposta da quel ragazzo.

 

“Non dirmi che sei diventato improvvisamente sensibile dopo anni di acuta insensibilità!”

 

“Non bisogna essere sensibili per aver voglia di vedere dell’acqua!” rispose Ash inacidendosi e provocando una gran dose di ridarella da parte di Lucinda che non credeva alle proprie orecchie.

 

Rimase in silenzio per alcuni istanti nei quali Lucinda si divertiva a fare i grattini sotto al mento di Pikachu e Ash continuava per un motivo che ancora non conosceva a fissare le onde dell’oceano.

 

“Lucinda…posso farti una domanda?”

 

La ragazzina alzò lo sguardo e annuì.

 

“Se un giorno improvvisamente ti trovassi faccia a faccia con qualcosa che non avresti mai creduto reale…e continuassi a pensare a ciò che hai visto…bhe…cosa faresti?” chiese.

 

Lucinda ci pensò un po’ su prima di rispondere delicatamente: “Penso che non mi darei pace fino a che non fossi sicura di non aver avuto un allucinazione…ma perché Ash? Hai visto qualcosa di strano per caso?”

 

Il ragazzo scosse la testa in segno di diniego. “No…va tutto bene tranquilla” disse sorridendole e provocando un piccolo sussulto da parte della ragazza che trovò strana quella reazione.

 

Aveva fatto una promessa con se stesso quel giorno. Avrebbe tenuto celato dentro di lui quel segreto come se ne andasse della sua stessa vita. E nessuno gli avrebbe mai fatto cambiare idea.

 

Pikachu lo fissava come se dentro di lui avesse inteso ciò che Ash stesse pensando e volse lo sguardo verso quella distesa di acqua incontaminata…dove si trovava lei, da qualche parte la sotto.

 

 

*

 

 

Molto lontano da li, nelle profondità dell’oceano si stava preparando una sfarzosa festa dove le creature più illustri si preparavano ad accedervi, consci del fatto che di li a poco qualcuno avrebbe completamente cambiamo modo di vivere.

 

“Non vedo l’ora di vedere la piccola Misty entrare nell’età adulta con l’incoronazione!” disse un tritone anziano parlando con una sirena con i capelli violacei e ondulati.

 

“Si…ricordo con estrema dolcezza quando nacque, era così piccola e indifesa…”

 

“E’ diventata davvero una sirena bellissima, chi l’avrebbe mai detto!” disse il tritone mentre altre creature marine iniziavano ad attorniarsi intorno ai due.

 

“Peccato che sia ancora così ribelle…sarebbe perfetta come compagna del figlio del re dell’oceano!” disse una sirena con sguardo sognante.

 

“Non esagerare! E’ ancora giovane! E poi quel piccolo tritone è ancora molto infantile e immaturo…”

 

“Allora sarebbero perfetti insieme!” un boato di risa echeggiò nell’aria fino ad arrivare alle orecchie di Misty che si trovava nella sua stanza seduta sull’apertura dalla quale si poteva ammirare l’intero regno marino.

 

“Che creature ostinate…ancora con questa storia dell’incoronazione e del re dell’oceano…” sbuffò la sirena con il suo broncio inconfondibile.

 

Guardò le luci del regno che brillavano stagliandosi con forza ma anche con dolcezza rischiarando il buio assoluto degli abissi nei quali dimorava sin dalla nascita. Il suo sguardo improvvisamente corse lungo la sua coda verde e il suo sguardo si fece improvvisamente triste.

 

“Se solo non avessi la coda adesso potrei essere insieme a lui…”

 

Horsea a quelle parole si avvicinò a lei, sperando che l’amica non avesse davvero pronunciato quelle parole che portavano con se un nuovo significato.

 

“E’ incredibile come il destino possa essere assurdo. Prima d’incontrare quel ragazzo ero felice della mia condizione marina…ma ora…essere una sirena quasi mi disgusta...vorrei poter correre per la spiaggia e girare per il mondo con delle gambe invece che restare rinchiusa qui, non poter vivere realmente la vita se non qui sotto, nell’oscurità come un qualsiasi altro pesce…”

 

Il pokèmon d’acqua la guardò tristemente mentre sugli occhi della ragazza iniziavano a delinearsi delle perle d’acqua, segno che nonostante fossero sott’acqua le sue lacrime potessero vedersi perfettamente prima di fondersi con l’acqua circostante, divenendo un tutt’uno con essa.

 

“Horsea…” disse il piccolo cavalluccio marino facendo una piccola carezza con il musetto sulla mano della ragazza.

 

“Sto bene non preoccuparti…va tutto bene Horsea…” disse la ragazza addolcendo il viso e accarezzando leggermente il pokèmon azzurro.

 

Una sirena entrò nella stanza della giovane sirena sorridendole gioviale.

 

“Misty, è giunto il momento”

 

La sirena annuì, sorridendo con un sorriso di circostanza al pokèmon che la guardava ancora visibilmente preoccupato per i sentimenti che sentiva dentro l’amica.

 

Aveva paura di perderla…e non ne sapeva ancora la ragione.

 

Misty si avviò verso la sala dove si teneva il ricevimento, venendo investita da un clamore di applausi non appena gli invitati la videro.

 

“Quanto è diventata bella” dissero alcune sirene poco distanti da lei, ma Misty non ci fece caso, voleva solo che quella stupida festicciola per proclamarla adulta finisse alla svelta.

 

“Bene, Misty, avvicinati qui” disse un tritone prendendo per mano la sirena e portandola verso una fontana dalla quale fuoriusciva un liquido dorato.

 

Misty si sentì a disagio, forse non era ancora pronta per diventare a tutti gli effetti una sirena adulta, e le altre creature marine che la guardavano meravigliate non la tranquillizzavano…tutt’altro.

 

Il tritone prese un po’ di quel liquido lasciandolo fluire sui capelli ramati della ragazza che chiuse gli occhi. Il liquido a contatto con i suoi capelli si trasformò in una miriade di pagliuzze dorate che svanirono nel giro di pochi istanti, lasciando al loro posto delle perle bianche e pure sui capelli della sirena.

 

“Queste sono le perle che ti riconoscono ufficialmente come sirena adulta mia cara Misty” disse il tritone mentre alcune sirene della folla scoppiavano a piangere commosse dal rito.

 

“La…ringrazio…” disse Misty sorpresa toccandosi lievemente le tre perle che aveva incastonate fra i capelli che rilucevano come pietre preziose.

 

I festeggiamenti continuarono, anche se una parte di Misty voleva andarsene e così all’oscuro di tutto e tutti la sirena nuotò nelle acque fuori dai confini del regno, diretta dove il suo cuore in quel momento le diceva di andare…

 

 

*

 

 

“Proprio non mi vuoi dire cosa ti è successo Ash?” chiese Lucinda curiosa dopo la domanda dell’amico.

 

“Ti ho detto che non è successo niente! Non insistere per favore…” rispose il ragazzo visibilmente irritato dall’atteggiamento ostinato della ragazzina.

 

Lucinda mise il broncio lasciando da solo l’amico e andandosene per i fatti suoi, decisa a tenere il muso con Ash per parecchio tempo.

 

Il ragazzo la guardò un po’ divertito e un po’ sollevato dal fatto che finalmente l’avesse lasciato stare, decidendo di non tormentarlo più sulla questione del segreto….almeno per il momento.

 

S’incamminò con il fido Pikachu verso la baia dove si era risvegliato dopo essere stato salvato dalla sirena.

 

“Vorrei almeno aver avuto la possibilità di sapere il suo nome” disse il ragazzo abbassandosi la visiera del cappellino e mettendosi le mani in tasca, calciando via un sasso che si trovava sulla sua traiettoria.

 

Guardò verso l’oceano e improvvisamente scorse la figura esile di una ragazza dai capelli rossi seduta su uno scoglio e preso da una strana foga si mise a correre per raggiungere la baia il prima possibile.

 

“Ti prego, fa che sia lei!”

 

Arrivò sulla spiaggia bianca ansimando per la corsa e asciugandosi il sudore camminò verso le onde che s’infrangevano lievi sulla spiaggia bagnata continuando ad andare avanti e indietro nell’oceano, lasciando solo una leggera spuma bianca che svaniva nel giro di pochi attimi.

 

“EHI!” disse richiamando l’attenzione della ragazza che appena si voltò verso di lui si tuffò in acqua, lasciando intravedere la bellissima coda verde.

 

“ASPETTA SONO IO! NON SCAPPARE!” disse Ash tuffandosi e cercando di nuotare il più velocemente possibile.

 

La sirena tornò a galla facendo uscire dall’acqua solo la testa fino alle spalle nude e chiare.

 

“Sono…il ragazzo che hai salvato…volevo…volevo ringraziarti…”

 

“Sono io che dovrei ringraziare te per avermi salvata quel giorno…” rispose la sirena quando Ash fu abbastanza vicino per distinguere la sua voce dal rumore del mare.

 

E ne rimase totalmente affascinato, quella voce sembrava non essere terrena, una voce talmente melodiosa da inebriare il suo udito, ripercuotendosi con forza in tutto il suo animo, quella voce sembrava uscita da una dea e forse in parte quella creatura mistica lo era realmente.

 

“Io…sono Ash…” disse presentandosi goffamente.

 

“…Misty…”

 

Il ragazzo sorrise. Finalmente conosceva il suo nome.

 

Nel frattempo Pikachu era rimasto sulla spiaggia guardando i due con occhi dolcissimi e decidendo di tornare a casa e di lasciarli un po’ da soli.

 

Quel giorno entrambi non lo dimenticarono mai, passarono tutto il pomeriggio lui sullo scoglio e lei in acqua a cercare di conoscersi, anche se per quasi tutto il tempo Misty rimase in silenzio ascoltando meravigliata le affascinanti storie che Ash le narrava, facendole desiderare ancora di più di poter essere un essere umano come lui.

 

Quando fu il momento di salutarsi entrambi si guardarono negli occhi dolcemente, qualcosa in entrambi stava cambiando, e non era solo il senso di gratitudine che tutti e due provavano verso l’altro, no, era qualcosa di molto più grande, profondo e di certo incomprensibile per due creature tanto diverse.

 

“Ci rivedremo?” chiese Misty sorprendendosi lei stessa di quella domanda.

 

“Certo!” rispose il ragazzo felice di quella domanda.

 

 

*

 

 

“Accidenti…nuotare con i delfini è fantastico Misty” disse Ash cadendo esausto ma felice sulla spiaggia mentre la sirena lo guardava da poco lontano divertita. I giorni erano trascorsi veloci dal loro secondo incontro e ormai si sentivano a loro agio insieme, come se si conoscessero da un’intera vita.

 

“Voglio mostrarti una cosa…” disse la sirena facendo cenno ad Ash di seguirla e inabissandosi.

 

Il ragazzo annuì sicuro che sarebbe stato una cosa meravigliosa, come lo erano stati quei giorni e seguì la ragazza senza nessun dubbio o ripensamento.

 

Avevano nuotato fino a raggiungere una piccola grotta e Ash raggiunte le rocce bagnate vi si arrampicò fino a sedersi sopra di esse tenendo le gambe a penzoloni nell’acqua marina.

Misty invece era rimasta nell’acqua, voltandosi verso l’apertura della grotta, dalla quale entravano timide leggere onde che venendo in contatto con il corpo esile della sirena sembravano farla danzare sinuosamente.

 

Il ragazzo si guardò intorno meravigliato, le stalattiti e stalattiti sembravano creare una atmosfera strana e rilassante, i riflessi provenienti dalle onde del mare, sembravano aver catturato la luce lunare, riflettendo quella fioca luce sulle parenti della grotta che danzava al ritmo del mare.

 

“Tu…vieni sempre qui?” chiese volgendo lo sguardo verso la sirena che lo guardò annuendo.

 

“Perché non ti siedi? Sarai stanca di nuotare”

 

Misty si sorprese a quella richiesta, aveva gia disobbedito alle regole del mondo marino facendo amicizia con un essere umano, non poteva permettersi di aggravare ulteriormente la sua situazione. Ma lo sguardo dolce e premuroso del ragazzo la fecero desistere dai suoi buoni propositi.

 

“Dai non fare l’associale!” disse Ash prendendo la sirena per una mano ma finendo inevitabilmente in acqua anche lui.

 

“Ti…sei fatto male?” chiese timidamente lei. Era difficile sentirla parlare e un brivido percosse la schiena del ragazzo per la seconda volta al suono della sua voce che in quella grotta sembrava avere un non so che di melodioso e magico.

 

Gia dal loro primo incontro su quel peschereccio in mezzo all’oceano il suo stomaco aveva sussultato stranamente alla vista della sirena. Ma non capendo molto bene i sentimenti si era detto che forse era tutto dovuto al fatto che lei era un essere che fino a poco tempo prima credeva solo frutto dell’immaginazione di qualche strambo scrittore di favole.

 

“Si sto bene, è solo un po’ fredda…sai…con i vestiti bagnati rientrare in acqua è un po’ uno shock, almeno per me” rispose il ragazzo mettendosi a ridere goffamente.

 

“Sei un umano divertente sai?” rispose lei addolcendo lo sguardo fino a trasformarlo in un dolcissimo sorriso.

 

“E tu…” ma si fermò…

 

Quella strana sensazione si stava ripresentando nuovamente, cercò di scacciarlo dalla sua testa, dicendosi che era impossibile provare affetto per un essere con la quale sapeva gia di non poter avere un futuro. Un futuro? Possibile che in quelle settimane passate a divertirsi insieme a lei nuotando tra i fondali marini e insieme ai delfini il suo sentimento fosse diventato qualcosa di più?

 

Lei lo guardò, quasi aspettasse una risposta a quello sguardo pensieroso dipinto sul suo volto e lui vedendo la sua preoccupazione le posò una mano sulla guancia fresca.

 

“Tu…”

 

Le parole continuavano a sfuggirgli paurose tornavano indietro, deglutì nervosamente. Perché quella sirena gli faceva battere così forte il cuore? Che fosse per i suoi capelli lunghi del colore del tramonto o per i suoi immensi occhi verdi?

 

“Io…” prese un braccio della ragazza, avvicinandola a lei quel tanto che bastasse per poter sentire il suo caldo respiro sul suo viso bagnato.

 

Gli ci vollero alcuni istanti prima di rendersi conto che il suo corpo aveva deciso di annullare quella stupida distanza tra di loro, appoggiò le sue labbra a quelle della sirena che rimase stupita da quel contatto, ma piacevolmente rilassata.

 

Si staccò da lei alcuni secondi dopo, guardando i suoi occhi così belli che lo guardavano puri, ignorando sicuramente il significato di quel gesto.

 

E in quel momento si accorse che forse quella strana sensazione che provava per lei altro non era che affetto, si, le voleva bene…e forse un giorno si sarebbe reso conto che quel sentimento in fondo, non era altro che amore…

 

 

 

CONTINUA…

*__* io rimando dell’idea che amo sta fic xDD va bhe…come avete visto è entrata in scena lucinda…>____> *impreca contro se stessa perché non la sopporta* ù.ù’’ bhe…*__* la scena finale mi piace incredibilmente…mi piace proprio vedere quei 2 il love love mode nell’acqua…xD bhe si era capito no? >.> il prossimo capitolo sarà il penultimo…ho volutamente deciso di farlo di soli 4 capitoli…anche perché la canzone sopra citata finirà le strofe tra due capitoli esatti xDD…la finisco anche e soprattutto per questo ^_^ spero come sempre di non essere stata monotona e dispersiva e che questo capitolino vi sia piaciuto! ^O^/ alla prossima!

 

 

FEDINA:

°^° delia non ha l’amante…è solo 1 tizio assolutamente inutile che mi serviva…tutto qui…ma lei manco lo sa di sto qui xD bhe…spero che il modo in cui si sono rincontrati (e non solo) ti sia piaciuto

 

LILILIU:

O.O hai paura della sirenetta??? Davvero? O___O’’ *evita di commentare* xD comunque grazie per i complimenti…sono felice che ti piaccia il modo in cui scrivo…bhe…forse m’immedesimo…quindi mi risulta facile mettermi nella loro situazione (in particolare misty se non si fosse capito) ^_^ in pratica me lo immagino nella testa e descrivo ciò che vedo tutto qui xD

 

ASHLEY:

grazie ashuzzolina miaaa *___* *viene fissata da tutti i lettori così: O.o’’ tranquilla…non importa se hai recensito in ritardo xD sai benissimo che non mi arrabbierei mai con te ^^ grazie infinite dei complimenti ^__^

 

BULMA93:

ò.ò ash vestito alla marinara? Oddio...*non ci vuole pensare* ù__ù’’ bhe…è 1 pochettino diversa dalla storia originale della sirenetta…ma si capirà di + nel prox cap. comunque sono contenta che ti piaccia ^__^ grazie!

 

BY ILA:

o.o ashy è rimasto calmo perché se no sarebbero venuti fuori guai…>.> che però verranno comunque fuori xD bhe…si…il tipo fa schifo anche a me…ma è proprio un vero e proprio marinaio…xD tipo alla: ciurma di manigoldi che non siete altro! xDDD eheh…tranquilla…deliuccia tua è viva e vegeta…o.o/ non l’ho creata io misty così…mi sono attenuta allo spettacolo subacqueo…se poi somiglia ad ariel…bhe…prenditela con tajiri xD

 

VALHERM:

calma xDDD oddio…che hai preso? Eheh…sono felice che ti piaccia…e che la trovi magica e romantica…penso che alla conclusione manchino 2 capitoli all’incirca…è molto piccola come fic…ù.ù’’ se no va a finire che fa la fine delle altre due…>__> oddio…*le viene la morte al pensiero*

 

KILLKENNY:

ò___ò non so lo neppure io perché ci sono problemi…forse per come andrà avanti…è 1 po’ strano un certo pezzo futuro…che so gia che mi procurerà parecchie grane xD ^///^ grazie mille x il voto così alto!

 

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Capitolo 3
*** Cap. 3 ***


_IF YOU ONLY KNEW_

_IF YOU ONLY KNEW_

 

 

Remember back then

When we played on the dandelion hill

Till the sunset

We didn't need anything else

 

 

 

Dopo quell’ultimo incontro finito con un lieve e puro bacio nessuno dei due era più riuscito a dire nulla. La sirena semplicemente si era tuffata, tornando in fondo agli abissi, e Ash tornò a casa, rendendosi conto solo dopo di ciò che aveva fatto.

 

“Ho baciato una sirena…”

 

Pikachu lo guardava stranito, non capendo cosa ci fosse di male nel baciare un’altra creatura vivente, ma in fondo cosa ne poteva sapere lui? Un semplicissimo pokèmon elettrico?

 

 

*

 

Il giorno dopo Lucinda andò a trovare Ash, dimenticando totalmente la questione che l’aveva offesa neanche 24 ore prima, bussò alla porta di casa Ketchum e non appena ma ladre di Ash le aprì le sfoderò uno dei suoi più bei sorrisi, chiedendo poi gentilmente se potesse andare a chiamare Ash in camera sua.

 

Delia acconsentì e senza neppure avere il tempo di voltarsi Lucinda era gia sulle scale, diretta nella stanza del ragazzo che dormiva ancora pesantemente nelle sue strambe posizioni.

 

“Ash Ketchum sveglia!” disse lei buttandosi senza tanti complimenti sul letto del ragazzo, che si svegliò di colpo credendo di essere stato sorpreso da un terremoto.

 

“Lu…Lucinda? Che ci fai qui?” chiese riprendendosi dallo spavento.

 

“Sono venuta a trovarti, è una bellissima giornata, che ne dici di andare in spiaggia a divertirci? Ieri sera ho trovato un posto stupendo!”

 

“Non ne ho voglia Lucinda…” disse pigramente il ragazzo coprendosi con le lenzuola candide come la neve.

 

“Oh avanti, non rompere!” disse la ragazzina tirando le lenzuola.

 

“Non rompere tu!” rispose lui cercando di lottare per non venir scoperto dall’amica.

 

Dopo una strenua lotta Ash decide di accontentare la ragazzina e dopo aver preparato le sue cose si diressero insieme verso il luogo che Lucinda aveva menzionato.

 

“Non ti sembra un posto meraviglioso? L’acqua è pulitissima, e la sabbia è bianca come se non ci fosse mai venuto nessuno!” disse Lucinda piroettando felice davanti ad Ash e correndo a raccogliere una conchiglia che aveva visto.

 

“Questo…è lo stesso posto…Misty…” disse il ragazzo senza pensare, infatti Lucinda aveva proprio trovato il posto segreto dei suoi incontri con la sirena.

 

“Hai detto qualcosa?” chiese Lucinda guardando l’amico serena.

 

Ash scosse la testa, nascondendo un sorriso dolce ripensando a quei ricordi “No, nulla”.

 

La giornata trascorse serena, con giochi d’acqua e risate cristalline tra i due amici che si divertirono come matti rincorrendosi sulla spiaggia e schizzandosi l’acqua fredda dell’oceano addosso.

 

“Mi sono divertita Ash…” disse Lucinda col fiatone, stendendosi sulla sabbia per riprendere fiato.

 

“Si, anche io, mi ci voleva proprio un po’ di svago” rispose il ragazzo.

 

Rimasero in silenzio per alcuni minuti, contemplando il cielo che stava colorandosi di leggere tinte del colore del tramonto e ascoltando il rumore del mare.

 

“Ash, posso farti una domanda?” chiese la ragazzina.

 

“Certo…”

 

Sei, innamorato di qualcuna?”

 

Ash si alzò a sedere a quella domanda, guardando interdetto Lucinda che lo imitò, fissandolo seria, quasi volesse scandagliargli l’animo.

 

Sospirò. “C’è una ragazza alla quale voglio molto bene, tutto qui”

 

“E…chi è?” chiese Lucinda tingendosi dello stesso colore del cielo.

 

“Non la conosci, a dir la verità, neppure io la conosco bene, l’ho…” ma si fermò improvvisamente, per una frazione di secondo gli era sembrato di vedere l’acqua incresparsi, intravedendo la coda verde di Misty.

 

“Ash? Cosa c’è?” chiese Lucinda seguendo lo sguardo di Ash.

 

“Puoi…tornare a casa Lucinda? Devo, devo fare una cosa” gli rispose il ragazzo continuando a guardare fisso verso l’oceano.

 

“Ma…”

 

“Per favore…”

 

Lucinda abbassò lo sguardo, annuendo sconfitta, e si alzò, pulendosi dalla sabbia che le si era appiccicata addosso e corse via, lasciando Ash in balia del suo cuore, che batteva sempre più forte mentre s’incamminava verso il mare, sperando che ci fosse davvero.

 

E si sorprese quando la vide, bella come il sole che stava tramontando, mentre i suoi capelli sembravano far parte integrante del cielo.

 

“Ciao Ash” disse Misty con un sorriso dolcissimo.

 

“Sapevo che eri tu” disse il ragazzo, mascherando un sorriso che però non sfuggì alla sirena che rise.

 

Rimasero a chiacchierare tutta la sera, fino a che ad una certa ora entrambi si salutarono, promettendosi di rivedersi il giorno seguente.

 

“Domani ci sarai vero?” chiese Misty con timidezza.

 

“Certo! Fidati di me…non mancherò”

 

Qualcuno però era rimasto li a spiarli, e ora tremava di rabbia e di dolore per ciò a cui aveva assistito.

 

 

*

 

 

Il mattino seguente Misty nuotò veloce verso il luogo dell’appuntamento, e si mise vicino ad un piccolo scoglio, aspettando pazientemente l’arrivo di Ash. Ma lui non arrivò…

 

 Improvvisamente una persona nuotò verso di lei, e Misty si nascose sott’acqua, ma la persona in questione le disse di non preoccuparsi, che non avrebbe fatto niente.

 

“Sei un’amica di Ash vero? Non preoccuparti…le amiche di Ash sono anche amiche mie” disse Lucinda sorridendo dolcemente alla sirena che si sorprese quando sentì pronunciare il nome del ragazzo.

 

“Tu…conosci Ash?” chiese timidamente Misty facendo uscire lentamente il corpo dall’acqua fino alle spalle.

 

Lucinda annuì e tese una mano verso di lei, in segno di saluto, mentre Misty guardava la mano, indecisa se fidarsi o no.

 

“Ti fidi di Ash no?”

 

Quelle parole la spiazzarono completamente, alzò lo sguardo, incrociando gli occhi azzurri della ragazzina che ancora le sorrideva tranquilla, e decise di fidarsi, perché in fondo, si fidava ciecamente di Ash.

 

“Si” rispose, prendendo istintivamente la mano della ragazzina che allargò il suo sorriso in modo quasi disumano.

 

 

*

 

Ash arrivò di corsa al luogo dell’appuntamento ed aspettò, mentre le ore passavano interminabili…senza che Misty si facesse vedere…

 

 

*

 

 

Non appena la sirena aprì gli occhi un senso di nausea la invase, facendole girare vorticosamente la testa. Quando si riprese si guardò intorno, non capendo dove potesse trovarsi, ne come ci fosse finita, l’ultima cosa che ricordava infatti era solo che aveva conosciuto l’amica di Ash. Il resto era buio completo.

 

Nuotò verso la parete bianca che circondava quasi interamente il luogo dove si trovava e guardò in alto, scoprendo con estremo orrore che l’uscita era chiusa da delle solide sbarre di ferro. Decise quindi di avvicinarsi al vetro che si trovava di fronte a lei, e solo in quel momento capì, capì il senso di nausea, capì perché le rocce, il fondale e tutto il resto sembravano così innaturali, così finti.

Si trovava nella vasca di un acquario…era in trappola.

 

La sua mente corse veloce alle ultime parole che quella ragazzina aveva pronunciato.

 

“Ti fidi di Ash no?”

 

E lei aveva risposto quasi meccanicamente “Si”, come se fosse la cosa più naturale del mondo fidarsi di lui, ma ora non ne era più sicura, si sentiva usata, presa in giro e completamente tradita.

 

“Mi hai tradito…avevi detto che potevo fidarmi…maledetto!” disse piena di rabbia la sirena, e se l’acqua non avesse mischiato con essa le sue lacrime, probabilmente adesso la sirena le avrebbe versate tutte. Lo stesso valeva per il suo cuore, che si era spezzato in due a quella constatazione.

 

Presa da una rabbia sorda prese a pugni il vetro dell’acquario, come se volesse romperlo, come se la sua esile figura potesse riuscire dove neppure un uomo ben messo poteva riuscirci.

 

“Maledetto…maledetto….ASH!” gridò lasciandosi andare alla disperazione di quella prigionia sforzata.

 

Scivolò lentamente verso il fondale plastificato, graffiando la superficie del vetro con le unghie e accasciandosi disperata sulla sabbia fine, forse l’unica cosa di reale li dentro.

 

“Perché Ash….perchè…”

 

In quel momento una porticina gialla si aprì di fronte al vetro e una ragazzina dai capelli blu legati in una coda da cavallo si avvicinò al vetro, fissandola divertita.

 

“Ciao Misty” disse.

 

“Lucinda…” disse in risposta la sirena, sibilando con odio il nome della ragazzina.

 

“Ti trovi bene nel tuo nuovo habitat?” chiese scernendola.

 

La sirena si lanciò verso il vetro, quasi volesse uscirne e togliere quel sorriso canzonatorio dal visetto pulito della ragazzina.

 

“Maledetta! Fammi uscire! Riportami nell’oceano!”

 

“E farti continuare ad ammaliare Ash? Non ci penso proprio!” rispose Lucinda.

 

“Mi spieghi cosa c’è di male? Siamo amici!”

 

“Cosa c’è di male? Lui è un essere umano, tu una sirena! E quello stupido si è innamorato di te! Come pensi che possiate stare insieme? Lo farai solo soffrire e io non voglio!” gridò Lucinda stringendo i pugni e soffocando a stento le lacrime.

 

Misty si bloccò, rimanendo interdetta a quelle parole, sapeva che erano di due mondi completamente differenti, ma non avrebbe mai pensato che quel ragazzo potesse innamorarsi di lei. A sentire quelle parole si rattristò enormemente, sentendosi colpevole di aver creato tutta quella confusione.

 

“Tu…lo ami?” chiese a Lucinda.

 

“Si…” rispose “…da sempre”

 

“Liberami…” disse tradendo un misto di tristezza e angoscia nella voce.

 

Lucinda scosse la testa in segno di diniego.

 

“No…”

 

“Non ho nessuna intenzione di metterti i bastoni fra le ruote! So da sola che la nostra amicizia è irreale…che siamo di due mondi diversi…che…che prima o poi tutto questo finirà…” disse Misty sconsolata, facendosi male da sola pronunciando quelle parole.

 

“Se…se ti lascio andare…mi prometti di lasciare che Ash viva la sua vita come un normale essere umano?” chiese Lucinda scontrandosi con gli occhi verdi della sirena, che a quella richiesta molto, troppo simile ad una preghiera non potè far altro che annuire.

 

Improvvisamente un rumore alle spalle di Lucinda la fece saltare e con estrema velocità ricoprì il vetro della vasca con un grande telo azzurro, in modo che nessuno potesse vedere cosa contenesse al suo interno.

 

Si voltò appena in tempo per ritrovarsi di fronte Ash, che si guardava in giro curioso.

 

“A…Ash? Che ci fai qui?” chiese la ragazzina spiazzata nel vederlo.

 

“Tuo padre mi ha detto che aveva del lavoro per me…” rispose il ragazzo alzando le spalle.

 

Incredibilmente l’uomo di cui parlava Ash era lo stesso che lo aveva quasi ucciso quando in mare aperto aveva scoperto Misty nella rete da pesca. Nonostante l’astio che provava nei confronti del padre di Lucinda, doveva ringraziarlo, perché in fondo era stato grazie a lui che aveva potuto conoscere la sirena.

 

Bhe, ma mio padre ora non c’è…è in città a comprare delle cose per la prossima uscita in mare” gli rispose la ragazzina.

 

“Ah…bhe, ti dispiace se resto un po’ qui a farti compagnia?” chiese Ash sedendosi su una pila di scatoloni abbandonati in un angolo della stanza.

 

“Si…cioè…no…puoi restare” acconsentì Lucinda arrossendo visibilmente.

 

Entrambi rimasero in silenzio, ad un certo punto Ash fece una domanda che fece raggelare il sangue nelle vene di Lucinda.

 

“Cosa c’è dietro a quel telo?”

 

“Questo? Oh nulla…stiamo sistemando il fondale…” rispose la ragazzina cercando di sembrare il più naturale possibile.

 

“Wow! Posso vedere? Non ho mai visto come si costruisce il fondale di un acquario” disse Ash avvicinandosi al telo e sfiorandolo.

 

“NO!” gridò Lucinda tendendo le mani verso il suo petto e spingendolo via “E’…è una sorpresa…” si giustificò poi, rendendosi conto di quando quel gesto potesse sembrare strano fatto da lei.

 

“Come vuoi”

 

In quel momento qualcuno suonò alla porta e Lucinda, seppur con estrema malavoglia corse ad aprire.

 

“Torno subito”

 

Ash annuì e rimase in silenzio a contemplare il pavimento fatto con semplici mattonelle azzurre che sembravano risplendere con la luce che filtrava dalle finestre.

 

Improvvisamente fu attirato da un rumore all’interno della vasca coperta con il telo, e controllando che Lucinda fosse ancora impegnata con la persona che aveva suonato e che la stava trattenendo si avvicinò nuovamente la telo, cercando di capire da dove fosse venuto quel rumore che somigliava quasi ad un pesce che cozzava involontariamente contro qualcosa.

 

In quel momento un altro rumore del tutto simile al primo e l’ombra di una figura che gli ricordava qualcuno gli fecero strappare il telo con forza, ritrovandosi di fronte a Misty, la quale cercava con tutte le sue forze di far cedere le sbarre che la imprigionavano dall’alto, riuscendo però solo a ferirsi lievemente un braccio.

 

“Misty!” gridò Ash appoggiando le mani al vetro e guardando con orrore la sirena che solo in quel momento si accorse della sua presenza.

 

“Ash…”

 

“Cosa ci fai qui? Perché sei qua dentro?” chiese Ash quasi terrorizzato.

 

“Vattene…” rispose lei, rimettendosi a nuotare veloce contro le sbarre e venendo sbalzata nuovamente giu dal colpo.

 

“Smettila! Ti farai del male! Ora ti libero!”

 

“Fermo!” disse Misty “Lasciami stare…umano”

 

Quelle parole arrivarono come una secchiata d’acqua gelida sul volto del ragazzo. Lo sguardo freddo e distaccato, le parole dette quasi con odio lo spiazzarono, impedendogli di capire perché quel cambiamento repentino nel loro modo di rapportarsi.

 

“Misty…perché…”

 

“Sei un traditore! Per colpa tua io…” gridò la sirena, cercando un pretesto qualsiasi per non sfogarsi, per non prendersela con lui, perché qualcosa in fondo al suo cuore le diceva che non era colpa sua se ora lei era prigioniera in un acquario, come qualsiasi insulso pesce del mare.

 

“Perché sei qui? Chi ti ha portato?” le chiese.

 

“Non lo so…quando…mi sono risvegliata dopo aver visto Lucinda mi sono ritrovata qui…”

 

Il viso di Ash si contrasse in una smorfia di rabbia, possibile che Lucinda, la ragazzina con la quale aveva trascorso praticamente tutta la sua infanzia avesse fatto una cosa del genere? Catturare una sirena e metterla in un acquario, come un qualsiasi fenomeno da baraccone.

 

Possibile che avesse preso l’indole spregevole e calcolatoria del padre? No, non era possibile, Lucinda non era così…eppure ora, davanti agli occhi si stagliava l’esile figura della sirena che, ora sapeva, aveva per lui un’importanza per niente irrilevante, anzi, le voleva bene. E avrebbe fatto di tutto per portarla via da li.

 

“Ascoltami, ora Lucinda è occupata a parlare con qualcuno, cerco un modo di liberarti!” disse Ash guardandosi in giro e allontanandosi dalla vasca.

 

No aspetta! Come pensi di fare?” disse la sirena raggiungendo il vetro e posando le mani sul vetro.

 

“Un modo lo troverò, fidati di me! Ti tirerò fuori da qui, fosse l’ultima cosa che faccio!”

 

Fidati di me.

 

La sirena chiuse gli occhi, come per sentire fin nel profondo quelle parole, e quando li riaprì sorrise, decidendo che mai più si sarebbe fatta fare il lavaggio del cervello da qualsiasi essere umano e no che avrebbe incontrato sul suo cammino, adorava quel ragazzo, e si fidava dei suoi sentimenti verso quest’ultimo, buoni o cattivi che fossero.

 

La faceva stare bene, e questo era l’importante…solo questo.

 

I suoi occhi verdi si ritrovarono nuovamente a fissare quelli scuri e profondi del ragazzo, e senza che ci fu nulla da dire entrambi avvicinarono il viso al vetro della vasca, baciandosi in un bacio nullo a causa del vetro, ma che però aveva portato i loro cuori giovani a correre veloce al solo pensiero che potesse separarli solo un sottile vetro trasparente.

 

Quando Lucinda tornò da Ash lo vide ancora seduto sugli scatoloni, e fece correre lo sguardo verso il telo, trovandolo esattamente come lei lo aveva lasciato. Trasse un sospiro di sollievo. Il suo segreto era salvo.

 

Non poteva sapere quanto in realtà si sbagliasse

 

 

CONTINUA…

+.+ bene bene…ho quasi finito la fic…xD manca un cap. ^_^ che bello…di questo cap mi piace in particolare la fine…ovvero quando misty si risveglia nell’acquario e tutto il resto…ho volutamente deciso di mettere la scena del bacio col vetro perché vedendolo con le mermaid melody mi ha affascinato incredibilmente…e ci stava da dio qui xD bhe che dire, spero che vi sia piaciuto e ci vediamo col prossimo aggiornamento! Ciao ciao!

 

NICAMON:

^__^ bene, allora non vedo l’ora di leggerla xD anche se non vado tanto matta x i personaggi OOCizzati…

 

BY ILA:

^_^ grazie…>.>’’ bhe…chi lo sa…magari quell’uomo tornerà…visto che l’ho descritto come padre di lucinda…+.+ eheh mai dire mai nella vita…sai che io sono sadica con sti poveri cristi…posso farvi credere una cosa e poi invece distruggere tutte le vostre illusioni e i vostri castelli in pochi secondi con le mie fic xDDD

 

FEDINA:

ù.ù grazie fedi, sono contenta che ti piaccia

 

ASHLEY:

xDDD eheh, gia gia, ash e misty in modalità love love sono sempre pucci ^_^ grazie! *-* si…anche io amo la scena del primo bacio *ç* poi le descrivo sempre al mare…bho…secondo me hanno un non so che di magico xD

 

VALHERM:

ù___ù/ anche a me sta antipatica lucinda…>__> e noi lo sappiamo bene…vero val? xD bhe, la fic terminerà in un modo che direte: °O° non ci credoooo!!! xDDD eheh…preparati psicologicamente né?

 

KILLKENNY:

gia, nella serie regolare il bacio manco col lanternino ce lo vediamo (almeno x ora, in futuro speriamo) ^__^ comunque grazie mille del voto… ò///ò addirittura 9??? Ma graaazie xDDD

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Cap. 4 ***


_IF YOU ONLY KNEW_

_IF YOU ONLY KNEW_

 

 

Ohh... You're always protecting yourself

Ohh... Come here with me

 

Oh believe in me Oh believe in me

Do you ever feel this quietness inside?

That is where you'll find me

Nothing can erase me

 

 

 

 

“Cosa stai combinando in piena notte Ash? Sono le 3 del mattino” disse un’assonnata Delia stropicciandosi gli occhi e guardando il figlio che stava facendo qualcosa con alcuni attrezzi da lavoro.

 

“Torna a letto mamma, non preoccuparti” rispose lui senza distogliere lo sguardo da ciò che stava facendo.

 

La donna dai capelli castani però non ascoltò il figlio tornandosene a letto, al contrario, spostò la sedia del tavolo della cucina e si sedette di fronte al figlio, posando le mani sul viso e guardando con curiosità ciò che Ash stava facendo.

 

“E’ una cosa importante per tenerti sveglio tutta notte?” chiese.

 

Ash annuì continuando a lavorare.

 

“Cosa succede?”

 

A quella domanda Ash alzò il viso, scontrandosi con lo sguardo dolce e al tempo stesso preoccupato della madre, e non riuscì a non abbassare lo sguardo colpevole.

 

“Nulla…”

 

“Ash…”

 

“Io…” decise di prendere il coraggio a due mani, non poteva più tenere quel segreto, non poteva mentire proprio alla persona alla quale voleva più bene, non poteva andare avanti così “Se…se volessi con tutta te stessa proteggere qualcuno, e sapessi fin dal principio che è sbagliato, perché siete completamente diversi, ma nonostante questo non riesci a fare altro che pensare a lei…come…come ti comporteresti?”

 

Delia rimase per qualche istante spiazzata, mai si sarebbe immaginata di ritrovarsi a fare un discorso simile con lui, un discorso che includeva dei sentimenti verso qualcun altro.

 

“Bhe…nonostante sia sbagliato cercherei di fare ciò che mi dice il cuore, una cosa non è per forza sbagliata, dipende da quello che proviamo noi. Qualcosa può essere sbagliato e ingiusto per la maggior parte delle persone, eppure per noi può essere la cosa più giusta che possa esistere, e alle volte, sono proprio i nostri sentimenti a rendere giusta una cosa sbagliata Ash”

 

Il ragazzo ascoltò meravigliato il discorso della madre, anche in queste situazioni riusciva ad essere obiettiva e soggettiva allo stesso tempo, a fare trasparire il suo affetto per lui e al tempo stesso a mascherarlo.

 

“Quindi…pensi che dovrei ascoltare il mio cuore?”

 

“E’ la cosa più giusta da fare, qualsiasi situazione ti ritroverai ad affrontare, qualsiasi ostacolo, o domanda, tu chiedi consiglio al cuore, e vedrai che non sbaglierai mai”

 

Ash annuì, ora sapeva cosa fare, strinse forte il cacciavite che aveva tenuto fra le mani e sorrise alla donna che aveva di fronte.

 

“Che ne dici di tornare a letto adesso? Se come mi è parso di capire, domani devi fare una cosa molto importante, non pensi che sia meglio farla a mente lucida e riposata?”

 

Il ragazzo abbassò lo sguardo, fissando gli attrezzi da lavoro, e una leggera sonnolenza lo avvolse, sua madre aveva nuovamente ragione. Posò il cacciavite e si alzò, stiracchiandosi e sbadigliando, deciso a seguire il consiglio di Delia.

 

“Grazie”

 

La donna sorrise gentilmente, e si alzò, seguendo il figlio al piano superiore.

 

 

*

 

 

Misty continuava a nuotare e a cercare una via d’uscita, nonostante le forze la stessero abbandonando sempre di più, aveva bisogno di uno spazio molto più ampio per sopravvivere, e non di quell’angusta piscinetta da quattro soldi, che le faceva mancare l’aria, nonostante fosse una sirena.

 

“Voglio tornare a casa” disse accasciandosi ormai priva di forze sulla sabbia e poggiando la testa e le braccia ad uno scoglio fatto di plastica, che rendeva ancora più freddo quel luogo abbandonato e oscuro.

 

“Ash…ti prego…aiutami…”

 

 

*

 

 

L’alba arrivò presto quel giorno, e Ash si svegliò, nonostante fosse quasi certo di non aver chiuso occhio per tutta la notte. Doveva fare in fretta, L’acquario avrebbe aperto da li a poche ore, e lui doveva riuscire a liberare Misty e a portarla via senza essere visto ne sentito.

 

Uscì di casa senza fare rumore e corse verso il retro della casa, dove si trovava un piccolo camioncino blu, che sua madre era solita utilizzare quando doveva andare al paese vicino a fare compere.

 

Sospirò, non aveva mai guidato un mezzo, e probabilmente quella sarebbe stata la sua ultima volta. Sperava solo di non ammazzarsi durante il tragitto, andando a sbattere contro qualcosa, o peggio qualcuno.

 

Salì sul camioncino, infilando la chiave nella piccola fessura vicino al volante e schiacciò la frizione, mentre il motore iniziava a borbottare e un leggero tremolio iniziò a muovere il mezzo.

 

“Speriamo in bene” disse, prendendo con le due mani il volante e schiacciando leggermente l’acceleratore, che fece muovere il mezzo in avanti.

 

Non seppe quanto ci mise ad arrivare fino all’acquario, non lo sapeva, perché era troppo intento a pensare ad un modo per salvare Misty e contemporaneamente cercando di rimanere sull’attenti nel caso qualsiasi forma di vita gli attraversasse la strada, nonostante se anche l’avesse preso sotto non si sarebbe fatto nulla visto la velocità minima alla quale andava.

 

Arrivò all’acquario nascondendo nel retro in camioncino blu e scendendo, facendo attenzione a non chiudere troppo forte la portiera, per non svegliare nessuno.

 

 A schiena bassa corse verso una finestrella, maledicendo se stesso il giorno in cui aveva deciso di attuare un simile piano ed entrò nella stanza delle scope, aprendo piano la maniglia e sgattaiolando sempre a schiena bassa verso la stanza delle vasche.

 

Il telo del giorno prima copriva ancora la vasca nella quale era rinchiusa Misty, ma in quel momento non gliene importò più di tanto, quel particolare poteva essere la sua fortuna.

 

Salì gli scalini posti vicino alla vasca e adoperati dai tecnici solitamente per dare da mangiare ai pesci, si sporse verso l’orlo della vasca e la vide. La sirena dormiva profondamente, lo sguardo triste, quasi stesse facendo un incubo, e Ash si ritrovò a pensare che forse era davvero così.

 

La chiamò piano, pregando con tutto se stesso che la sentisse, finchè dopo aver pronunciato più volte il suo nome la sirena si destò sorpresa guardandosi in giro e alzando lo sguardo lo vide, mentre lui dall’alto della vasca le sorrideva, facendo segno di avvicinarsi con cautela.

 

La sirena nuotò verso l’alto, verso le grate che ancora la separavano dalla libertà, e vi si aggrappò, fissando gli occhi scuri del ragazzo spaventata, mentre lui tirava fuori dalla tasca il cacciavite, iniziando a togliere le viti che tenevano salda la grata.

 

Ci mise alcuni minuti prima di riuscire a togliere tutte le viti e a levare la grata e posarla vicino alla scaletta, che per sua fortuna aveva un piano dove poter mettere i secchi di cibo.

 

“Dammi la mano” disse.

 

“Come?”

 

“Avanti, ti porto fuori di qui! Sbrigati!”

 

La sirena lo guardò stranita, ma decise comunque di fidarsi e tese una mano verso di lui, che Ash prese senza nessun problema, cercando di tirare su la sirena, ma rendendosi conto di quanto la cosa fosse difficoltosa. Pesava, e non era per il fatto che lui fosse un ragazzo di costituzione relativamente gracile. Pesava per via dell’acqua che l’aveva impregnata e per via della coda.

 

“Maledizione, non ce la faccio”

 

Misty sorride tristemente.

 

“Non importa, va bene così…vattene…grazie per averci provato”

 

“Non va bene per niente invece! Ho fatto una promessa! E voglio mantenerla!”

 

La sirena lo guardò sorpresa, quando improvvisamente Lucinda entrò nella sala sbadigliando sonoramente, con i capelli sciolti e ancora mezza addormentata.

 

Si bloccò di colpo quando vide Ash sull’apertura della vasca e per poco non urlò dalla sorpresa.

 

Ma il ragazzo fu più veloce e scese velocemente le scale, correndo da lei e tappandole la bocca con la mano tirandola a se e facendole segno di stare zitta.

 

“Fa silenzio ti prego!”

 

La ragazzina annuì e Ash la lasciò libera.

 

“Cosa…come mai sei qui? Come mai eri li sopra?”

 

“Aiutami a liberarla!”

 

Lucinda sussultò a quella richiesta.

 

“Scordatelo Ash! Mio padre mi ammazza se mi scopre!”

 

La ragazzina incrociò lo sguardo duro del ragazzo e in un solo istante le sue certezze crollarono definitivamente, non sarebbe riuscita a fargli cambiare idea. Voleva salvare la sirena e ci sarebbe riuscito, anche a costo di farsi del male nel tentativo.

 

“Allora?” domandò ancora Ash.

 

La ragazzina alzò lo sguardo e annuì, sconfitta da quel sentimento che forse in parte conosceva fin troppo bene e che aveva celato, ma che ora la stava facendo soltanto soffrire.

 

Ash le sorrise e i due si misero al lavoro per riuscire a liberare Misty prima che fosse troppo tardi. Prima che l’acquario aprisse, e mancava veramente poco.

 

Mentre Ash controllava il vetro e qualsiasi possibile accesso per poter tirare fuori la sirena dalla vasca sentirono un rumore alle loro spalle e quando si voltarono si ritrovarono di fronte al padre di Lucinda, che li guardava strabuzzando gli occhi dalla meraviglia di vedere una sirena nel suo acquario.

 

“Non è possibile” disse.

 

E improvvisamente la memoria gli tornò. Ricordò di come avesse lottato contro il ragazzo davanti a lui per cercare di bloccare il suo tentativo eroico di liberazione della sirena e di come sempre a causa sua avesse battuto violentemente la testa.

 

E il suo odio crebbe.

 

“BASTARDO!” gridò fiondandosi come una furia su Ash che si guardò intorno cercando in tutti i modi qualsiasi attrezzo per difendersi da quel pazzo.

 

“Papà no!” gridò Lucinda, mettendosi in mezzo ai due, ma venendo spinta via dal padre che la prese per una spalla spostandola e afferrando Ash per la gola, sbattendolo con forza contro il muro e mozzandogli il respiro.

 

“Così lo ammazzi!” disse ancora Lucinda, correndo verso il padre e aggrappandosi al suo braccio cercando di obbligarlo a mollare la presa su quel ragazzo.

 

“Non intrometterti! Vattene!” sibilò, mentre Ash tentava invano di torcere le dita dell’uomo, in modo tale da liberarsi dalla sua presa.

 

Misty nel frattempo nuotava nella vasca, guardando ciò che stava avvenendo davanti a lei senza poter fare nulla. E si odiò. Perché la persona alla quale teneva di più stava rischiando la vita. E la stava rischiando per salvare la sua.

 

“LASCIALO!” gridò in preda al terrore, mentre l’uomo e lo stesso Ash si voltarono verso di lei stupiti.

 

“Ti prego…lascialo, non fargli del male…”

 

“Tu…parli…” disse l’uomo sbalordito dalla voce melodiosa della sirena rimanendone quasi incantato.

 

E questo bastò, Ash si liberò dalla presa dell’uomo, cadendo a terra e tossendo cercando di recuperare disperatamente l’aria che gli era mancata, quando improvvisamente Lucinda corse verso la vasca con in mano un estintore e fissò suo padre con aria severa.

 

“Ora tu lascerai che Ash riporti la sirena nell’oceano!”

 

“Non dire assurdità! Sai quanto ci frutterà quel pesce?”

 

“EHI!” disse Misty contrariata dall’essere chiamata così, nonostante in parte lo fosse.

 

La ragazzina dai capelli blu non attese oltre, con tutta la forza che aveva fece cozzare l’estintore contro il vetro che s’incrinò, aprendo una piccola crepa dalla quale iniziava a fuoriuscire l’acqua che era contenuta nella vasca dove stava Misty.

 

“FERMATI! SEI IMPAZZITA?” gridò il padre, mentre Ash la guardava come se fosse rimasto paralizzato.

 

Lucinda cozzò nuovamente l’estintore contro il vetro, e stavolta il vetro cedette, inondando la sala con l’acqua, mentre Misty veniva trascinata fuori dalla corrente.

 

“Misty!” disse Ash riprendendosi e correndo da lei.

 

“Dobbiamo portarla via! Non può vivere lontano dall’acqua!”

 

Lucinda annuì, tornando a guardare severamente suo padre, che non aveva  la benché minima di come reagire.

 

I due ragazzini presero la sirena, Lucinda per le braccia e Ash per la coda e la trasportarono sul furgoncino blu, mentre Lucinda correva a prendere alcuni secchi d’acqua per riempire con almeno un po’ d’acqua il retro del furgoncino.

 

“Andrà tutto bene fidati” disse Ash guardando la sirena, che tremava di freddo e di malessere, ma che annuì sicura.

 

Nonostante tutto, continuava a fidarsi.

 

Ash salì sul furgoncino, prendendo il posto di guida, mentre Lucinda prese quello del passeggero e dopo aver acceso il mezzo si diressero verso il mare, che si trovava poco distante da li.

 

“Grazie” disse il ragazzo dopo alcuni minuti di silenzio, stupendo Lucinda che lo guardò sgranando gli occhi.

 

“Per cosa?” chiese.

 

“Per aver deciso di aiutarmi”

 

Lucinda spostò lo sguardo verso il panorama fuori dal finestrino.

 

“L’ho fatto solo perché odio l’egoismo di mio padre...e perché non voglio perdere la tua amicizia…Ash”

 

L’ultima frase l’aveva sussurrata, in modo tale che il ragazzo non potesse sentirla.

 

Improvvisamente sentirono uno strano rumore dietro di loro, e voltandosi Lucinda vide con terrore che la coda di Misty stava assumendo dei colori sbiaditi, come del resto anche la sua pelle, che non era più candida e sana come prima, ma si stava riempiendo di macchie scure, mentre la pelle stava prendendo un colorito grigiastro.

 

“Oddio…Ash accelera presto! Misty ha bisogno di acqua!” gridò la ragazzina voltandosi verso il ragazzo che preso dal panico accellerò di colpo, facendo cadere Lucinda addosso alla sirena, che ormai iniziava a respirare con estrema fatica.

 

“Andrà tutto bene, avanti resisti! Ci siamo quasi!”

 

Ash cercò con tutte le sue forze di tenersi ancorato alla lucidità della sua ragione, mentre la paura stava iniziando a prendere il sopravvento su di lui.

 

Arrivarono alla baia segreta nel giro di poco tempo, dopo aver rischiato d’investire alcuni passanti e una madre con una carrozzina, che per fortuna di Ash era riuscita a correre via, mettendosi al sicuro appena in tempo.

 

“Presto! Aiutami a portarla nell’acqua!” disse Ash saltando giu dal furgoncino e correndo dietro, per aprire il retro del furgone e prendere in braccio la sirena, come avevano fatto prima nell’acquario.

 

Presero la sirena e la misero nell’acqua dolcemente, adagiandola sulla sabbia bagnata e aspettando ansiosi.

 

Improvvisamente dalle acque uscì fino al busto un uomo anziano, che tuonò qualcosa con la sua voce imponente e tese verso di loro un grosso forcone.

 

“Ash!” gridò Lucinda alzandosi di colpo e prendendo un braccio del ragazzo, facendolo allontanare da Misty.

 

L’uomo, o meglio, il tritone si avvicinò serio alla sirena, ancora priva di coscienza e la prese con un braccio, avvicinandola a se e tornò a guardare adirato i due ragazzi che rabbrividirono a quello sguardo.

 

“Non avvicinatevi più a lei!” gridò prima di sparire nelle profondità dell’acqua insieme a lei.

 

Ash rimase impalato di fronte a quella scena, mentre qualcosa dentro di lui gli diceva che quella frase era rivolta specialmente a lui, come del resto lo sguardo arrabbiato del tritone.

 

“Torniamo a casa…vedrai…Misty si riprenderà…” disse Lucinda appoggiando timidamente una mano sul braccio del ragazzo.

 

“Lo so…” rispose lui, nonostante non fosse quello il suo vero pensiero in quel momento.

 

 

*

 

 

“Come stai?” chiese una sirena dagli splendidi capelli biondi e la coda di un colore molto simile all’oro entrando nella stanza di Misty.

 

“Come pensi che possa stare Daisy?” rispose lei acidamente stringendo con forza le alghe vicino al suo giaciglio.

 

La sirena si mise vicino a lei, sedendosi sul letto e prendendole dolcemente le mani che, si accorse solo allora, tremavano con fare quasi convulsivo.

 

“Stai tranquilla” le disse “Ora sei al sicuro, nessuno ti farà più del male”

 

“Lui…lui mi aveva detto di fidarmi! E mi sono ritrovata in quel posto orribile…” disse la sirena dai capelli rossi.

 

“Si, ma sei stata tu stessa a dirmi che è stato proprio lui poi a salvarti…”

 

Misty abbassò la testa, sentimenti contrastanti riempivano il suo giovane cuore.

 

“Il re del mare vorrebbe vederti in privato” disse Daisy alzandosi e nuotando sinuosamente verso la porta della stanza di Misty.

 

A quelle parole la sirena dai capelli rossi si stupì alzando la testa e guardando la sorella.

 

“Vedere…me?” chiese, come se non avesse sentito bene ciò che le era appena stato detto e volesse averne la conferma.

 

“Si, ti aspetta nella sala dell’incoronazione, non farlo aspettare” rispose Daisy, attraversando la porta e chiudendola dietro di se.

 

Misty rimase interdetta a quelle parole, e si alzò dal suo giaciglio andando verso il grosso specchio di fianco alla porta e fissandosi dentro di esso.

 

“Una sirena…” disse sospirando.

 

Dopodiché uscì anch’essa dalla stanza, dirigendosi verso la sala dell’incoronazione.

 

Nuotò per alcuni minuti dentro al palazzo prima di arrivare alla sala dove il re dell’oceano la stava attendendo. Spostò lentamente il grande portone entrando timidamente e vedendo il re a pochi metri da lei, che guardava silenzioso un quadro dandole le spalle. La sirena si ritrovò a pensare che anche così continuava ad avere il suo atteggiamento fiero da combattente.

 

“Sire, voleva vedermi?”

 

“Vieni avanti Misty” tuonò lui, senza voltarsi.

 

Misty si avvicinò quel tanto per trovarsi ad una giusta distanza da lui.

 

“E’…è successo qualcosa?” chiese titubante.

 

Il re si voltò verso di lei, lo sguardo fiero ed il forcone stretto nella mano.

 

“Hai disobbedito alla legge del regno! Mai avere contatti con gli umani!”

 

La sirena impallidì a quella risposta. Sapeva fin dal principio che avrebbe rischiato di incorrere nelle punizioni rigide del regno continuando ad ignorare le leggi, ma non ne era riuscita a farne a meno.

 

“Mi…dispiace Sire”

 

“Dire mi dispiace ora che il danno è fatto è inutile! Hai avuto contatto con degli umani! Nessuno doveva sapere della nostra esistenza! E invece tu hai dato spettacolo!”

 

“Non era mia intenzione mettere nei guai la nostra razza!” disse Misty, cercando di giustificarsi.

 

“Però l’hai fatto! Se non fosse stato per quella guardia che ti ha seguito ora saresti nei guai!”

 

A Misty tornò in mente il momento in cui Ash e Lucinda la misero nell’acqua, e di come la guardia reale l’avesse riportata a palazzo, più morta che viva.

 

“Loro mi hanno salvata!” disse sicura delle sue parole la sirena.

 

“Ma al tempo stesso hai disobbedito! Non ti permetterò più di uscire dalle mura del regno! Dimenticati di quegli umani!” disse risoluto il re, battendo a terra il manico del forcone.

 

“La prego no! Ash…”

 

Si bloccò di colpo, mettendosi le mani sulla bocca e pregando con tutta se stessa che il re del mare non avesse sentito il nome del ragazzo.

 

“Ash hai detto? E così è una creatura umana maschio…ora capisco”

 

“No…non è come può sembrare…” cercò di giustificarsi ancora Misty, cercando con tutta se stessa un pretesto per non dover guardare il tritone negli occhi.

 

“Le relazioni fra creature di razze diverse sono bandite dalla legge sin dalla notte dei tempi! Non voglio esiliarti dal regno, è per questo che voglio tutelarti impedendoti di varcare le mura”

 

Gli occhi di Misty iniziarono a diventare più lucidi, mentre si portava le mani sulla bocca sconvolta, continuando a fare segno di no con la testa.

 

“La prego no!”

 

“Spiacente Misty, ora torna pure nei tuoi alloggi”

 

“NO!” gridò istericamente la sirena, nuotando verso l’uscita, ma venendo bloccata dalle guardie che la presero con la forza, mentre lei cercava di divincolarsi in tutti i modi possibili.

 

“Chiudetela nella sua stanza, più tardi vedrò come comportarmi con lei”

 

LA PREGO! NON MI PRECLUDA LA POSSIBILITA DI RIVEDERLO! LA PREGO! SOLO UN’ULTIMA VOLTA!!!” gridò la sirena, mentre le guardie la trascinavano nella sua stanza senza far trasparire la benché minima emozione.

 

 

*

 

 

Ash era tornato a casa sedendosi pesantemente sulla poltrona del salotto, ignorando il fatto che fosse quasi sera e aveva lasciato spente le luci. Chiuse gli occhi, ricordandosi ancora perfettamente ciò che era accaduto alla baia.

 

Rivedeva ancora davanti a se lo sguardo accusatorio del tritone, mentre portava via Misty, mentre gli diceva di non avvicinarsi più a lei.

 

“Maledizione!” disse prendendo da dietro la schiena un cuscino e lanciandolo davanti a lui.

 

“Ehi! Cosa succede?” chiese Delia entrando nella stanza e accendendo la luce “Che ci fai qui al buio?”

 

“Nulla, mi piace l’oscurità” rispose lui mettendosi un braccio sul viso.

 

La donna si sedette vicino a lui, appoggiando la borsetta sul tavolino e fissò il figlio, con le mani in grembo.

 

“E’ successo qualcosa? Com’è andato ciò che dovevi fare?”

 

“Lasciamo stare!”

 

“Rispondimi…”

 

Il ragazzo tolse il braccio, fissando il pavimento del salotto per non dover guardare negli occhi sua madre.

 

“Non…non potrò più vederla…” disse, cercando di far restare la sua voce normale, ma tradendo una nota spezzata che non sfuggì ad un’attenta padre come lo era Delia.

 

“Andrà tutto bene, se è destino vi rincontrerete, non preoccuparti” disse mettendogli una mano sulla spalla e sorridendogli dolcemente come solo lei sapeva fare.

 

“Si…hai ragione, non devo arrendermi” disse il ragazzo, alzandosi in piedi rinato, mentre Pikachu scendeva dalle scale e guardava felice quella scena.

 

 

*

 

 

Misty era stata portata nella sua stanza e ora era sdraiata sul letto disperata, mentre leggeri singulti la scuotevano di tanto in tanto.

 

Improvvisamente nella stanza entrò una vecchia sirena che, nuotando lentamente andò verso Misty, aspettando che la sirena alzasse lo sguardo e la guardasse.

 

“Non piangere…”

 

La sirena alzò il viso a quelle parole e guardò l’anziana sirena sorpresa.

 

“Sua Altezza”

 

Misty si mise subito seduta sul letto, guardando la sirena dai capelli grigi con uno sguardo perso e incredibilmente intimidito.

 

Si trovava di fronte alla più vecchia regina ancora in vita dell’intero regno marino, e la cosa la turbava non poco.

 

“Ho sentito che mio nipote ti ha rinchiusa qui perché hai avuto contatti con creature umane”

 

Misty abbassò lo sguardo, annuendo tristemente.

 

“Mi dispiace”

 

“Oh non dispiacertene mia cara, sono certa che non l’hai fatto in cattiva fede, purtroppo, non si può mai decidere di chi innamorarsi, neppure a noi”

 

“Ma io…ho disobbedito alle regole imposte dalle leggi del regno…”

 

“E sei stata punita com’era giusto che fosse, ma questo non annienterà il tuo amore, non farà altro invece che aumentare il dolore che provi per essere lontano da lui”

 

Misty alzò lo sguardo stupefatta. Perché quelle parole così cariche di compassione e non di accusa, come invece si era aspettata.

 

“Sai, la tua questione mi ricorda quella di un’altra sirena…”

 

“E…che ne è stato di quella sirena?” chiese titubante Misty.

 

Ce l’hai di fronte” rispose l’anziana sirena, sorridendo stancamente e facendo intravedere una smorfia di dolore mentre pronunciava quella frase che doveva esserle costata molto.

 

“Lei?”

 

“Purtroppo a quel tempo ero una sirena molto giovane e inesperta, ero molto ribelle, proprio come lo sei tu, e un giorno, conobbi una creatura umana, della quale m’innamorai perdutamente…ma purtroppo…quell’essere umano aveva un cuore di ghiaccio, egoista e avaro…e cercò di portarmi sulla terraferma per poi vendermi, barattandomi con dell’oro puro”

 

Misty ascoltava il racconto con silenzioso interesse, mentre l’anziana sirena continuava il suo monologo.

 

“Per mia fortuna ero l’erede al trono, e le guardie reali mi seguivano sempre, e fu così anche quella volta, riuscirono a portarmi in salvo giusto in tempo, se non fosse stato così, penso che ora la mia vita sarebbe finita gia da molto tempo…”

 

“Mi dispiace…”

 

Per questo mia madre, a quel tempo la regina dei mari decise di creare una legge che obbligasse tutti a non avere contatti con qualsiasi creatura fuori dal mare. A quel tempo la pensavo una cosa giusta, nonostante amassi quella persona…nonostante in parte io la ami ancora…”

 

La sirena abbassò nuovamente lo sguardo, pensando che anche lei avrebbe finito con il ritrovarsi a fare una fine del genere, se non fosse stato per le guardie reali…e per lui…

 

“Mi è parso di capire però che quell’umano con il quale hai legato invece ti ha salvata. A volte accade, non tutte le creature viventi sono uguali alle altre, alcune sono crudeli e spietate…altre invece, amano e vogliono bene” l’ultima frase l’aveva detta guardando teneramente Misty, come se con quell’ultima frase avesse voluto sottolineare che la sua storia era diversa.

 

Che lei al contrario suo era stata fortunata.

 

“Io…voglio rivederlo…” disse improvvisamente Misty, nascondendo il viso fra le mani e iniziando a singhiozzare più forte di prima, mentre un dolore lacerante le faceva dolere immensamente il petto e il cuore, quasi stesse per scoppiarle.

 

L’anziana sirena reale le mise una mano sulla spalla, cercando di consolarla e improvvisamente le disse:

 

“Sai, c’è un modo per rimettere tutto a posto…ma forse, sarà più difficile di quello che credi…perché dovrai dividere il tuo cuore…per sempre”

 

Quando Misty alzò gli occhi vide sul viso dell’anziana reale un sorriso triste, ma immensamente dolce.

 

 

*

 

 

Erano passate settimane da quando Misty era stata portata via da lui. E le mancava, quella sirena le mancava terribilmente.

 

A volte tornava in quella baia dalla sabbia finissima, e guardava il mare, in attesa, quasi si aspettasse da un momento all’altro di vederla comparire nell’acqua, timida e sinuosa come l’aveva vista la prima volta in quella rete da pesca.

 

Stava camminando con le mani in tasca, dando calci ad un innocuo sasso che si trovava sulla sua strada e improvvisamente lanciò un occhio verso il mare, provando un’immensa voglia di tornare per un’ultima volta alla baia segreta. Sarebbe stata l’ultima volta.

 

Si tolse le scarpe camminando sulla sabbia fine, quasi avesse paura di poterla contaminare con le scarpe da ginnastica e rimase li, in piedi a fissare il tramonto che andava via via abbassandosi con il sole per lasciare spazio alla notte.

 

“Chissà dove sei…Misty”

 

“Non l’hai dimenticato allora…”

 

Una voce dolce e melodiosa, che lo fece voltare di colpo, facendogli prendere un colpo.

 

Una ragazza alta quasi come lui, con degli stupendi capelli rossi che le arrivavano a malapena alle spalle e degli incredibili occhi verdi con delle sfumature blu, fisico magro e aggraziato nascosto da una corta magliettina bianca e gambe snelle, semi nascoste da dei corti pantaloncini blu.

 

“Tu…mi pare di conoscerti” disse Ash continuando a fissarla.

 

La ragazza sorrise, avvicinandosi a lui e guardando verso l’oceano che si era tinto di un colore rosso e arancio, come il tramonto.

 

“Ho faticato ad imparare a camminare come voi…ma, è bello poterti stare accanto in questa forma…Ash”

 

Il ragazzo la guardò sorpreso, e solo quando lei si voltò di lato, guardandolo dolcemente la riconobbe. E per poco non ebbe un infarto.

 

“Non ci credo…Misty…”

 

La ragazza rise, e Ash non ebbe più dubbi, nonostante fosse a prima vista umana, continuava ad avere le sembianze celestiali che aveva come sirena, e una di queste era la sua risata argentina che tanto amava.

 

Piano, lentamente tese una mano verso di lei, sfiorandole appena una ciocca di capelli, domandandosi se non fosse solo un sogno il fatto di averla li accanto a lui.

 

“Com’è possibile?” le chiese.

 

“Nel mio regno esiste una legge molto antica…una sorta di tabù…che nessuno conosce, a parte la regina…nella quale si dice che colei che brama un amore talmente profondo da andare contro la sua stessa natura può desiderare con tutta se stessa di appartenere per sempre a quel sentimento”

 

Ash la guardò non capendo.

 

“Ho desiderato di stare con te…l’ho desiderato con tutta me stessa…” disse stringendosi le braccia intorno al corpo “…l’ho desiderato così tanto che la mia preghiera è stata esaudita”

 

“Quindi…ora…non te ne andrai più via…starai sempre con me?”

 

Misty annuì dolcemente, e prima che potesse dire o fare qualcosa il ragazzo l’attirò a se dolcemente, abbracciandola forte, mentre lei si lasciava cullare da quel sentimento che ormai inebriava ogni sua singola particella.

 

“Ti amo…” sussurrò con le lacrime agli occhi, mentre alzava il suo viso verso quello del ragazzo, avvicinandosi alle sue labbra lentamente.

 

E lui sorrise, sorrise in un modo talmente dolce da sciogliere qualsiasi pensiero razionale che fino a quel momento esisteva nella sua mente, mentre si abbandonava sconfitta e innamorata a quel bacio.

 

 

*

 

 

Nel frattempo poco distante da li, nascoste fra le onde del mare, alcune sirene e tritoni guardavano la scena, tristi per aver perso Misty, ma al tempo stesso felici di vedere finalmente il suo desiderio avverato.

 

Un desiderio che l’avrebbe per sempre legata a quell’amore…

 

…ma che l’avrebbe portata per sempre via dall’oceano…

 

 

 

FINE

*___* fine…oddio…questa fic mi piace…soprattutto per come finisce. Misty riesce a diventare umana, nonostante non possa più rivedere i suoi cari…ç__ç diciamo che in parte finisce con una sorta di finale dolce/amaro…un desiderio implica delle scelte…si avvera a patto che si perda qualcos’altro di equo valore.

Che dire, spero che vi sia piaciuta…io mi sono divertita tantissimo a scriverla…e spero anche voi a leggerla.

 

Ringrazio tutti per aver letto e/o commentato…davvero…vi ringrazio dal profondo del cuore…^___^ ciao ciao

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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