let me kiss you

di FindyourLove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** School ***
Capitolo 3: *** now the world will know that you're mine. ***
Capitolo 4: *** I'm afraid. ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Io ero innamorata. Lo ero sempre stata.
Ma dopo quello che mi aveva fatto non potevo continuare a stare con lui.
Mi aveva fatta illudere.
Davvero bene direi e io stupida, come sempre, ci ero cascata.
Non volevo vederlo. Erano passati tanti giorni da quando non lo vedevo e non ci parlavo più.
Ma non ci riuscivo, anche se mi mancava.
Tanto.
Troppo.
Ora la mia vita era diventata tutta una finzione.
Fingevo di amare un ragazzo solo per cercare di disinnamorarmi di lui.
Sapevo che stavo sbagliando, forse Josh era davvero innamorato di me e io no.
Non era giusto.
Forse dovevo lasciarlo, anzi…dovevo.
Si dice sempre di non fare ciò che non vuoi sia fatto a te.
Quindi…dovevo.
Non sapevo quando ma l’avrei fatto.
Anche se, qualche volta, quando ci uscivo…vedere Zayn che impazziva dalla gelosia vedendomi con lui mi piaceva.
Mi piaceva vederlo soffrire.
Forse ero diventata pazza.
Forse tutti i miei amici avevano ragione.
Forse la mia famiglia aveva ragione.
Ma da brava ragazza che sono di diciassette anni.
Però io nel profondo del mio cuore sentivo che forse qualcosa si sarebbe aggiustato.
Forse qualcosa tra di noi sarebbe tornato.
Forse non uguale a prima, forse sarebbe stato meglio, forse sarebbe stato peggio.
Non ne avevo idea.
Non sapevo più niente.
Dovevo parlarci.
Dovevo chiarire.
Ma avevo paura.
Tanta paura.
Se mi respingeva sapevo che sarebbe finita davvero.
Se non l’avesse fatto forse qualcosa sarebbe continuato.
Con che coraggio però l’avrei affrontato?
Chissà poi…se lui voleva parlare con me.
Ma poi, perché stavo facendo tutti questi pensieri?
Sarei dovuta essere io quella che non voleva parlare con lui.
Non lui con me.
Avevo bisogno di un parere.
Ne avevo davvero bisogno.
Forse…prima di parlare con Lui, avrei dovuto parlare con i suoi amici.
Ma prima avrei chiamato la mia migliore amica, Jesy.
Lei sapeva sempre cosa fare.
Fino ad ora non si era mai sbagliata.
MAI.

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Capitolo 2
*** School ***


 

Io e mia madre. Eravamo solo noi ma almeno eravamo felici.

Due donne che vivevano sole, perché l’unico uomo che aveva passato un po’ della vita con noi, c’aveva abbandonate.

Era stato un bene per noi, in realtà.

Quell’uomo era mio padre.

Bene, mio padre si drogava e come tutti i drogati tornava a casa sempre fatto e menava alla mamma.

Tutto questo solamente perché non mi voleva, mia madre era rimasta incinta per sbaglio e loro ancora non erano sposati.

Lui aveva 20 anni e mamma ce ne aveva 19.

Mio padre voleva vivere la sua vita mentre, come tutte le madri, la mia era felice di avere me.

Così lui cominciò a drogarsi e mia madre lo lasciò.

Ora io avevo diciassette anni e vivevo con mia mamma in un paesino inglese chiamato Bradford.

Il mio nome era Amy. Ero di media statura, avevo i capelli castani e gli occhi azzurri.

Un fisico che sinceramente avrei cambiato con qualunque cosa. Quel pensiero mi perseguitava da quando ero piccola.

Non ero mai riuscita a piacermi. Mai.

In più ero lunatica. Davvero troppo, qualche volta mi chiedevo come la gente riusciva a sopportarmi. Un secondo ridevo e scherzavo e quell’altro secondo lo passavo con il broncio e non volevo parlare con nessuno.

Mia madre invece era la donna più bella che avessi mai visto in vita mia.

Era alta, aveva i capelli biondi, gli occhi marroni ed era magra e soprattutto era la persona più dolce in questo mondo.

Era sempre calma, quando c’era qualcosa che non andava nei miei comportamenti non era solita sbraitare per casa, come la mamma della mia migliore amica, ma si sedeva e mi chiamava e cominciava a parlarmi.

Lei era una delle mamma più perfette in questo mondo e non avevamo bisogno di nessun uomo per andare avanti.

Ritornando a parlare della mia migliore amica, lei era un pezzo fondamentale nella mia vita.

Si chiama Jesy, aveva gli occhi verdi, i capelli biondi. Una bocca che io personalmente amavo. Era a forma di cuore e aveva il nasino alla francese. Lei a differenza mia non era lunatica neanche un po’.

Scherzava e rideva sempre ed io con lei stavo bene.

Lei mi aiutava sempre. Lei c’era sempre. Anche nei momenti in cui diventavo la persona più acida dell’universo.

Ci conoscevamo da quasi quattordici anni, ormai più che migliori amiche eravamo sorelle.

Quella mattina mia madre mi svegliò presto. Molto prima del solito, doveva andare ad un colloquio di lavoro.

Perché vedete, mia madre era disoccupata purtroppo e facevamo fatica a mantenerci. Io lavoravo il pomeriggio e lei ogni tanto trovava qualche lavoro ma poi, puntualmente la licenziavano senza un motivo valido e ci ritrovavamo nella merda più assoluta.

Quindi diciamo che quella mattina era una mattinata importantissima per lei.

Mi svegliò alle 6:30.

Avevo sonno, ero stanchissima e la testa mi tamburellava. Provai a chiederle se potevo stare a casa ma lei disse di no.

Così mi dovetti alzare con quella poca forza che avevo ed andai al bagno a lavarmi e a vestirmi.

Visto la poca voglia che avevo quel giorno, aprì l’armadio e presi i primi vestiti che mi capitarono.

Nella scuola in cui andavo le divise non si indossavano. Io non ero contenta neanche un po’, anche perché tutte le mattine dovevo sempre scegliere qualcosa da mettere e non mi andava tanto a genio.

Quel giorno presi una maglia bianca e i primi jeans che mi trovai davanti, le solite converse bianche, legai i capelli in una coda e non mi truccai neanche.

Scesi a fare colazione e vidi mia madre vestita tutta in tiro, con una gonna nera fino al ginocchio, una camicia bianca e delle perle messe come bracciale e i capelli legati in uno chignon.

Rimasi a bocca aperta quando me la vidi davanti.

Mia madre sorrise e mi indicò la colazione sopra al tavolo.

Solito latte e cereali.

Mamma: “ Amy, muoviti o faremo tardi.”

Io: “ Certo mamma. Ah, sei uno schianto.”

Le feci l’occhiolino e lei arrossì.

Già, non le piacevano molto i complimenti. Ma quando le cose c’era da dirle non potevo certo fare finta di niente.

Cercai di finire velocemente la mia colazione, presi il mio zaino, il mio cellulare e con la mamma uscimmo di casa.

Chiesi a mia madre se poteva lasciarmi di fronte casa di Jesy. Saremmo andate a scuola insieme e lei annuì. Ovviamente.

Arrivai davanti al portone di Jesy e lei era lì, seduta sugli scalini.

Appena mi vide si tirò su di scatto e sorrise.

Jesy: “ Buon giorno piccola.”

E mi venne a dare un bacio su una guancia.

Mi chiamava sempre piccola, era così dolce.

Io: “ Buon giorno anche a te.”

Le sorrise. Poi mi misi sotto braccio e cominciammo a camminare per andare a scuola.

Ci piaceva andare a scuola, più o meno.

Noi eravamo quelle tipe che non avevano gruppi, non erano cheerleader e non avevano una reputazione da difendere.

Ed era la cosa più rilassante del mondo.

L’unica cosa che odiavamo di quella scuola era un gruppo di ragazzi.

Erano in cinque, avevano un anno più di noi ed erano i ragazzi più odiosi di quel posto.

Si credevano i più belli così facevano i bulli con tutti.

Le ragazze di quella scuola, compresa Jesy, erano pazzamente innamorate di loro.

Si chiamavano: Louis Tomlinson, Liam Payne, Niall Horan, Harry Styles e Zayn Malik.

Certo, non posso dire di certo che non erano bei ragazzi.

Ma erano talmente stupidi che non riuscivo proprio a trovarci niente di così dannatamente bello e interessante per potermene innamorare.

Invece Jesy. Jesy era follemente innamorata di Louis.

Quel Louis aveva i capelli castani, gli occhi azzurri e un bel lato B. lo devo ammettere.

Ma era il ragazzo più stupido con cui avessi mai avuto a che fare.

Poi c’era Liam. Ecco, era l’unico che si salvava. Probabilmente perché

era il fratello della mia migliore amica.

Era alto, i suoi capelli davano sul biondino e aveva gli occhi marroni.

Aveva un sorriso tenero. Era l’unico di quei cinque che forse avrei salvato.

Niall era biondo ed aveva gli occhi azzurri. L’unica cosa che faceva lui era mangiare.

Ogni volta che lo incontravi mangiava. Mangiava qualunque cosa.

Harry era il riccio del gruppo, con gli occhi verdi, alto, muscoloso e un donnaiolo di prima categoria. Qualunque ragazza fosse interessata a lui, era pronto a darci dentro.

Era il migliore amico di Zayn.

Ecco. Quello con cui non avrei mai e poi mai parlato in vita mia.

Il ragazzo più odioso di questo mondo. Faceva il fighetto con tutte.

Pensava solamente ad avere la sua cresta apposto e a maltrattare la gente.

Gli riusciva che era una meraviglia.

Nella mia scuola tutti avevano paura di lui.

Se si arrabbiava non riusciva a stare calmo. Cominciava a menare. Poteva anche ucciderti secondo me.

Qualche volta mi metteva timore anche a me. Ma cercavo sempre di far finta di niente, anche perché sapevo che non avrei mai avuto niente a che fare con lui.

Era alto, con la sua cresta nera, gli occhi di un marrone intenso che quasi ti mettevano i brividi a guardarli, delle labbra bellissime ed un fisico ben scolpito.

Certo non era uno dei più brutti nella mia scuola, anzi tutto il contrario. Ma era anche il più stupido.

Dopo Louis, credo.

Quella mattina io e Jesy arrivammo giusto in tempo per il suono della campanella.

Eravamo partite presto ma nel parlare e scherzare avevamo fatto tardi.

Entrammo in classe quasi correndo, per fortuna il professore di fisica ancora

non era arrivato e quindi ci scampammo la nota.

Il lunedì era sempre tragico. Due ore di fisica. Io in quella materia ero una schiappa a differenza di Jesy che era un genio.

Spesso, prima delle interrogazioni veniva a casa mia e mi aiutava.

Serviva giusto per arrivare a quel sei che non mi portava ed essere rimandata in estate.

Il professore entrò in classe e cominciò a chiacchierare di qualcosa che c’entrava anche con la matematica.

Provai a seguire e poi ci rinunciai, comincia a scarabocchiare qualcosa sul mio quaderno.

Ero immersa nei miei ‘splendidi’ disegni quando Jesy attirò la mia attenzione.

Jesy: “ Hai intenzione di seguire qualcosa oppure?”

Io: “ Non ho voglia. Tanto non capisco.”

Jesy: “ Meno segui e meno capisci. Comunque oggi pomeriggio hai voglia di venire a casa mia?”

Io: “ Umh…penso non ci siano problemi.”

Lei sorrise e continuò a seguire la lezione e io continuai a scrivere il mio quaderno.

Suonò la campanella finalmente. Era ora della ricreazione.

Non aspettai neanche i compiti che dettò il prof ed uscì dalla classe.

Quando era ricreazione in quella scuola non si camminava.

Gli studenti correvano di qua e di la. Erano quasi insopportabili.

Sentì Jesy dietro di me.

Non l’avevo aspettata. Mi prese il braccio e mi accompagnò alla macchinetta.

Davanti a noi c’era solo una ragazza. Aspettai che finisse di prendere le sue cose per prendere il mio cibo.

Appena lei se ne andò non feci in tempo a mettermi avanti alla macchinetta che qualcuno arrivò prima di me.

Erano Zayn e Louis.

Alzai gli occhi al cielo a sbuffai. Avevo voglia di mangiare e questi mi avevano fregato il posto.

Io: “ Scusa ma c’ero prima io, non mi avete vista per caso?”

Zayn fece finta di niente.

Solito strafottente, mentre invece Louis si girò, mi fissò negli occhi e poi

cominciò a ridere.

Io: “ Sono simpatica che ti faccio ridere?”

Mentre dissi questo sentì la mano di Jesy stringere forte la mia.

Stava per morire. Aveva davanti ‘ l’amore della sua vita.’

Zayn: “ Lou, lasciala stare. E’ una ragazzina come tutte le altre.”

Quando sentì quelle parole, la mia faccia divenne rossa. Ma non dalla vergogna dalla rabbia.

Io ero una ragazzina? Avevamo un anno di differenza, cosa si credeva di essere?

Allungai una mano e gli bussai con un dito sulla spalla.

Io: “ Scusa, ragazzina io? E perché tu sei un uomo vissuto, vero?”

Zayn: “ Sicuramente sono meglio di te.”

Io: “ Ah, ah, ah. Se invece di rompere qui te ne vai a mi fai prendere la mia merenda?”

Zayn: “ Cosa ti fa pensare che io lo voglia fare?”

Io: “ Levati.”

Zayn: “ No.”

Io: “ Se non vuoi un calcio nei gioielli di famiglia, levati.”

Jesy strabuzzò gli occhi a quelle parole. Lei era uno di quelle che aveva paura di Zayn.

Louis: “ Hey ragazzina, calmati.”

Io misi gli occhi a fessura, stavo davvero per sbroccare. Ma poi sentì qualcuno alle mie spalle chiamare i loro nomi.

Mi girai ed era Liam.

Mi salutò con un sorriso ed abbracciò la sorella.

Liam: “ Ragazzi, andiamo?”

Zayn: “ Non posso, devo prendere la mia merenda.”

Io: “ Sono dieci minuti che sei lì. Mi hai rubato il posto e tra poco la campanella suona.”

Liam: “ Zayn.”

Disse solo questo, Zayn rise e poi gli diede una pacca sulla spalla e se ne andarono.

Quindi il suo intento era solo quello di non riuscire a farmi mangiare in tempo.

Ma perché proprio a me? Insomma mi aveva evitata per tre anni. Poteva anche continuare a farlo.

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Capitolo 3
*** now the world will know that you're mine. ***


Era appena suonata la campanella. Finalmente quel giorno di scuola era finito.

Io e Jesy facemmo lo zaino, prendemmo i nostri giacchetti e poi uscimmo dalla classe.

Stavamo camminando nel corridoio per uscire quando ad un certo punto sentì prendere il mio braccio.

Mi girai di scatto.

Era di nuovo Lui. Ma cosa voleva oggi quello da me?

Quando me lo trovai davanti alzai gli occhi al cielo, mentre invece Jesy lo salutò.

Quella ragazza stava completamente andando fuori di testa, secondo me.

Zayn: “ Dove vai bimba?”

Io: “ Te la smetti di chiamarmi in quella maniera?”

Zayn: “ Ma come? Di solito alle ragazze piace essere chiamate così, soprattutto se a chiamarcele sono io.”

Sbuffai. Ma veramente cosa si credeva di essere? Neanche fosse stato una star del cinema.

Io: “ Di solito alle ragazze piace, forse è vero se a chiamarcele sei tu. Ma io non faccio parte di quella categoria, quindi per favore smettitela.”

Zayn: “ Secondo me, presto cadrai anche tu nella mia trappola.”

Io: “ Sì, ok. Intanto che pensi questo e ti auto convinci io me ne vado a casa.”

Mi liberai dalla sua presa e mi avviai verso l’uscita. Non sentivo più Jesy vicino a me, girai lo sguardo verso dove me ne ero andata e la trovai lì a sorridere a Zayn come un’ebete.

Gridai il suo nome e lei si girò di stacco verso di me e corse nella mia direzione.

Le presi il braccio e la trascinai fuori insieme a me.

Stavamo camminando per andare a casa, mi sarei fermata direttamente a casa sua quel pomeriggio.

Jesy: “ Hey Amy, posso dirti una cosa?”

Io: “ Sì, certo.”

Jesy: “ Secondo me…tu piaci a Zayn.”

Mi fermai per un attimo a quelle parole poi mi girai verso di lei e cominciai a ridere come una pazza.

Io: “ Ma cosa ti passa per questa bella testolina?”

Le ticchettai con le dita sopra ai capelli.

Lei sorrise e poi continuò a ripetermelo.

Io: “ Scusa, cosa te lo fa pensare? Solamente perché oggi mi ha rotto le palle tutto il giorno?”

Jesy: “ Sì, sennò non l’avrebbe fatto.”

Io: “ Jesy, ma stiamo parlando dello stesso Malik? Quello che rompe i coglioni a tutte le ragazze solo per scoparsele?”

Jesy: “ Senti…dimmi allora che motivo aveva per venirti a scocciare proprio oggi? In tutti gli anni di superiori non l’ha mai fatto, un motivo ci sarà pure, no?”

Io: “ Sicuramente un motivo ci sarà, ma non è di certo quello che dici tu.”

Lei fece spallucce e ricominciammo a camminare.

Arrivate davanti casa sua c’era una macchina che non avevo mai visto prima.

Una range rover nera.

Jesy e io ci guardammo e poi, come sempre, facemmo spallucce e scoppiammo a ridere.

Succedeva sempre quando ci capitava qualcosa di inaspettato.

Arrivammo davanti al portone, Jesy cercò nello zaino le chiavi di casa. Ma se le era dimenticate così suonò. In teoria a casa doveva esserci Liam.

I suoi lavoravano tutto il giorno, fino all’ora di cena.

La madre di Jesy era una pediatra mentre il padre era un avvocato.

La prima volta che suonò, nessuno ci aprì.

Così riprovammo.

Questa volta il portone rosso della casa di Jesy si aprì. Ma a posto di Liam davanti a noi c’era un altro ragazzo.

Di nuovo Lui.

Zayn.

Appena lo vidi la mia reazione fu quella di alzare gli occhi al cielo, ma poi lo guardai meglio e…non portava la maglia.

Era a petto nudo.

Aveva un fisico perfetto e a quella visione il mio cuore perse un battito.

Sbarrai gli occhi, lui se ne accorse e cominciò a ridere.

Io arrossì. Se ne era accorto.

Oh cazzo.

No, no, no. Non doveva accorgersene. Ora la mia vita sarebbe finita davvero.

Zayn: “ Hey bimba, perché quel rossore sulle tue guance?”

Io: “ Levati.”

Provai a spostalo con la mano ma non ci riuscì.

Zayn: “ Cosa ti fa pensare che tu riesca a spostarmi?”

Jesy vide che mi stavo incazzando di brutto, così si intromise nella discussione e molto dolcemente gli chiese di levarsi.

E indovinate? Lui lasciò il passaggio libero.

Dio. Mi dava sempre di più su i nervi, però dovevo ammetterlo.

Era davvero bello.

Appena entrate, posammo lo zaino in sala e poi salimmo le poche scale che c’erano ed andammo nella camera di Jesy.

Adoravo quella camera.

Era tutti azzurra, aveva un letto matrimoniale e dei mobili bianchi che si addicevano alle tende color del cielo.

Metteva tranquillità.

Jesy: “ Amy, se hai voglia puoi metterti sul letto.”

Ma lei non fece in tempo a finire la frase che io già ero spaparanzata nel letto.

Lo facevo sempre, appena mettevo piede in quella stanza.

Così lei quando se ne accorse cominciò a ridere.

Io: “ Jesy…”

Jesy: “ Sì?”

Io: “ Se ti dico una cosa…mi giuri che non lo dirai a nessuno e non riderai di me?”

Jesy: “ Da brava migliore amica non lo dirò a nessuno. Ma sul ridere non ci contare tanto.”

Io: “ Ehi.”

Jesy: “ Dai dimmelo.”

Prima di dirglielo, mi sedetti sul letto, legai per bene i miei capelli…presi un bel respiro e provai a dirglielo tutto di un fiato.

Io: “ Zayn ha un fisico che mette paura.”

A quelle parole vidi la mia migliore amica sbarrare gli occhi e poi alzò gli occhi al cielo sorridendo.

Jesy: “ Dici davvero?”

Io: “ Sì, ma…calmati. Non arrivare sempre a conclusioni affrettare. Non mi piace.”

Jesy: “ Sì come no.”

Io: “ Lo sapevo, dovevo farmi gli affari miei.”

Lei sorrise e mi fece una linguaccia.

Ad un certo momento sentimmo bussare alla porta. Jesy gridò che chiunque fosse poteva entrare.

Era Liam.

Ci disse che i loro genitori non sarebbero tornati per cena e che i ragazzi si sarebbero fermati lì e mi chiese se volevo rimanere anche io, gli dissi che avrei dovuto sentire mia madre.

In realtà non ne avevo molta di voglia di rimanere lì.

Ancora altre ore con quello stupido ragazzo. Non so se ce l’avrei fatta.

Jesy mi guardò con uno sguardo pieno di speranza.

Capì che non voleva rimanere sola con cinque ragazzi.

Così mi alzai dal letto sbuffando e scesi di sotto per prendere il telefono e chiamare mia madre.

Scesi le scale per recarmi in sala, appena entrai cercai se ci fosse Zayn, ma non c’era.

Tirai un sospiro di solievo e mi piegai per prendere il cellulare nel mio zaino.

Mentre lo stavo cercando sentì la porta della sala sbattere.

Mi fece prendere un colpo e mi alzai di scatto.

Ma non feci in tempo a girarmi che sentì delle braccia cingermi la vita.

Cominciai a tremare. Avevo paura.

Così lentamente cercai di girare il viso e mi accorsi che era Zayn.

Appena me lo vidi a due centimetri di distanza il mio cuore cominciò a tamburellare nel mio petto.

Era così…perfetto.

Jesy aveva ragione.

Ma poi strizzai gli occhi per levarmi quel pensiero dalla testa e lui mi sorrise.

Io: “ C-cosa vuoi?”

Zayn: “ Voglio che tu ammetta che io ti piaccia.”

Io: “ N-non lo farei mai.”

Zayn: “ Non lo faresti per non darmi la soddisfazione, ma io so che è vero.”

Io: “ N-non lo farei…solamente perché non è vero e non per…per non darti la soddisfazione.”

Cercai di liberarmi dalla sua presa ma non ci riuscì. Mi teneva troppo stretta a sé.

Zayn: “ Cosa hai intenzione di fare?” Mi sussurrò nell’orecchio e le mie gambe cominciarono a tremare.

Io: “ Lasciami Zayn.”

Zayn: “ Lasciami fare una cosa…e poi ti lascio.”

Mi sussurrò di nuovo nell’orecchio.

Lasciò dei baci umidi nella mia guancia fino ad arrivare al collo, arrivato in quel punto sentì le sue labbra appoggiarsi delicatamente per poi succhiare un po’ la mia pelle.

Non riuscivo a muovermi. Ero rimasta immobile.

Sentì un leggero bruciore su quel punto in cui stava tirando.

Poi mi lasciò in un secondo.

Mi toccai nel punto in cui c’erano le sue labbra qualche tempo prima e sentì un po’ di pizzicore.

Zayn mi guardò ammirato e poi sorrise.

Io: “ C-cosa mi hai fatto?”

Zayn: “ Niente. Ma ora il mondo saprà che sei mia.”

Marcò l’ultima parola.

Mi avvicinai allo specchio che c’era nella sala e vidi un segno rosso sul mio collo.

Mi aveva fatto un succhiotto.

Io: “ Ma…ma cosa ti passa per la testa?”

Mi girai e lui non c’era più.

Ma cosa cavolo mi aveva fatto? Ora ero marchiata. Odiavo quel segno.

Con che cosa l’avrei nascosto? E poi che significava che ora tutto il mondo sapeva che ero sua?
Io non ero di nessuno e soprattutto sua.

Lui era quel tipo di persona che odiavo e che non avrei mai voluto vicino.

Continuavo a guardami allo specchio e a pensare a cosa c’avrei messo sopra per non farlo vedere a Jesy. Ma soprattutto mia madre non doveva vederlo.

Visto che tardavo a salire Jesy scese nel salone e appena sentì la sua voce chiamare il mio nome, cercai di coprire quel segnaccio con i miei capelli.

Jesy: “ Amy, ma cosa stai facendo? Sono dieci minuti che sei qui.”

Io: “ N-niente. Non stavo facendo niente.”

Le dissi non tanto convinta. Lei se ne accorse e mise gli occhi a fessura.

Jesy: “ Cosa stavi facendo?”

Io: “ Niente. Davvero.”

Jesy: “ Tu non me la racconti giusta, comunque ora chiama tua madre. Liam deve ordinare la pizza.”

Si girò e tornò su nella sua camera.

Quindi ora dovevo chiamare mia madre e dovevo trovare un modo per non farle vedere quel coso che marchiava la mia pelle.

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Capitolo 4
*** I'm afraid. ***


Io e Jesy mangiammo in camera nostra.

Io non volevo passare un altro minuto con quel ragazzo.

Eravamo nel letto, circondate dai cartoni della pizza.

Io ero tirata, non volevo che lei vedesse quel segno orribile sul mio collo.

Per fortuna i miei capelli lunghi che riuscivano a coprire tutto.

Non vedevo l’ora che arrivasse l’ora di tornare a casa.

Il giorno seguente avrei provato a coprirlo con il trucco, anche se era di un rosso abbastanza accesso.

Stavamo parlando quando ad un certo punto Jesy mi chiese se potevo rimanere a dormire con lei.

I ragazzi sarebbero rimasti e lei non voleva rimanere sola con cinque ragazzi in casa.

Io: “Devo sentire mamma.”

Le dissi.

Jesy: “Chiamala.”

Disse sorridendo.

Speravo con tutta me stessa che quando glielo avrei chiesto lei avrebbe risposto di no, ma invece non fu così…anzi tutto il contrario.

Era felice se dormivo da Jesy, almeno lei sarebbe uscita un po’ con le sue amiche.

In effetti, anche io ero felice. Ma non per me, per lei.

La mia mamma non usciva quasi mai. Quando lo faceva era perché io la spingevo ad andare con le sue amiche, lei odiava lasciarmi da sola.

Anche se io non capivo mai il perché.

Io dovevo rimanere lì, con quei cinque ragazzi.

Il problema non erano i cinque ragazzi, il problema era solo uno di quei cinque.

In realtà avevo paura a dormire lì.

Avrei chiesto a Jesy di dormire con la porta chiusa a chiave, anche e lei lo odiava.

Ma se l’avessi pregata per un po’ poi ci sarei riuscita a convincerla.

Comunque, non potevo fare di meglio.

Sospirai e mi riconcentrai a quello che Jesy ne frattempo diceva.

Aveva parlato per tutto il tempo e io, poverina, neanche l’avevo ascoltata.

Jesy: “ Domani dobbiamo andare a scuola. Ma io non voglio andare a dormire presto.”

Io: “ Neanche io. Perché ho un po’ sonno già.”

Appena pronunciai quelle parole, Jesy mi tirò una cuscinata e caddi stesa sul divano.

Lei mi saltò sopra e cominciò a farmi il solletico.

Stavamo ridendo come pazze finchè qualcuno non bussò alla porta.

Jesy si fermò, si alzò da me e andò ad aprire.

Era Horan, lo guardai per un attimo e poi feci una smorfia.

L’unica cosa che indossava erano dei pantaloncini della tuta e i un paio di calzini.

Lui mi guardò, sorrise e

poi diede fiato a quella bocca perfetta che sorrideva sempre.

Niall: “ Ragazze, ha chiesto Liam se avete voglia di vedere un film?”

Jesy si girò verso di me come per chiedere il permesso.

Io feci spallucce e lei gli disse di sì, e io automaticamente alzai gli occhi al cielo.

Appena chiuse la porta lei mi sorrise.

Io: “ Prima dici che non vuoi rimanere sola con questi cinque e poi ci vuoi vedere un film?”

Dissi un po’ scocciata.

Jesy: “ Per favore. C’è anche…Louis.”

Mi disse mettendosi in ginocchio ai piedi del letto e incrociando le mani.

Io sbuffai e poi sorrisi.

Era stracotta di quel ragazzo.

Dovevo provare a cercargliene uno diverso.

Io: “ Spero che prima o poi sta cotta ti passi.”

Jesy: “ Anche io…lo spero.”

E poi, senza motivo, scoppiammo a ridere.

Poi scesi dal letto anche io e andai a prendere un pigiama nell’armadio di Jesy.

Lei mi guardò male e poi annuì.

Io il mio non ce l’avevo.

Le chiesi se potevo andare in bagno per cambiarmi.

Jesy: “ Ancora me lo chiedi? Muoviti e vai. Io mi infilo il mio intanto.”

Presi il pigiama, intimo pulito ed entrai nel suo bagno.

Mi feci una doccia veloce e poi mi infilai il pigiama.

Avevo caldo, volevo farmi una treccia ma non potevo.

Poi cosa avrei detto a Jesy?

Così sospirai, li pettinai solamente e poi li rimisi in avanti.

Uscì dal bagno bella profumata. Anche lei era pronta.

Scendemmo le scale e andammo in sala, dovevamo aspettarli nel divano.

Così aveva detto Niall.

Dopo poco sentimmo delle risate e qualcuno che diceva “oddio, io me la devo scopare a quella.”

Era la sua voce.

Quella di Zayn.

Le mie mani si strinsero in un pugno e Jesy mi guardò un po’ storta.

Io rilassai subito le mani e aspettai di vederlo entrare.

Il divano era posizionato davanti alla porta da dove dovevano arrivare quei cinque.

Poi c’erano due posti liberi.

Appena entrarono io cercai di allungarmi un po’ per non lasciare spazio in modo che lui non si sarebbe potuto sedere vicino a me.

Alzai gli occhi e lo vidi lì.

Di nuovo senza maglia, con quei pantaloni che gli cadevano perfettamente nei suoi fianchi.

La mia bocca si aprì un po’ dallo stupore, appena lui si accorse sorrise e io mi ricomposi subito.

Si avvicinò ancora un po’ e mi si piegò quasi sopra, mi spostò i capelli dall’orecchio, dalla parte del suo segno e mi sussurrò nell’orecchio: “ Spostati un po’, oppure farò a vedere a tutta sta gente quello che ti sei fatta fare.”

Sbarrai gli occhi e mi spostai un po’ per farlo sedere vicino a me.

Ma cosa mi stava succedendo? Insomma ero sempre io la ragazza quella forte e ora lui mi faceva obbedire in quella maniera, però non potevo certo far di meglio.

Non avrei mai e poi mai voluto che tutta quella gente sapesse. Soprattutto Jesy.

Gli feci spazio e lui si sedette vicino a me.

Liam mese il film nel lettore dvd e poi si sedette di fianco a Jesy.

Lei sbuffò.

Ci voleva Louis ovviamente.

Tomlinson si sedette alla destra del divano e Horan alla sinistra.

Styles era allungato sopra le gambe di Louis.

Liam aveva il telecomando e fece partire il film.

Era un film horror.

Cazzo io li odiavo. Poi vicino avevo Malik.

Dio. Volevo andare a dormire.

Così cominciai a sbadigliare ma niente, a nessuno interessò.

Jesy era fissata su Louis che le sorrideva di tanto in tanto.

Niall mangiava le patatine.

Liam stava guardando fisso la tv. Harry quasi dormiva e io che tremavo.

Quel film metteva troppa paura e poi Zayn voleva vederlo per forza al buio.

Sbuffai un po’ e ad un certo punto sentì una mano calda toccare la mia gamba.

Sussultai per un attimo al suo tocco e lui, ovviamente sorrise.

Zayn: “ Sei bella piccola, lo sai?”

Io lo guardai per un secondo e sentì le mie guance andare a fuoco.

Per fortuna era buio e lui non poteva vedermi.

Continuò ad allungare la mano e arrivò fino alla cucitura dei pantaloni.

Cominciai ad avere paura.

Così mi alzai di scatto e porsi la mano a Jesy.

Lui mi fulminò con gli occhi e domandò se avrei dormito lì.

Jesy annuì.

Louis: “ Davvero? Bene, allora puoi andare a dormire sola. Jesy non ne ha voglia.”

Appena sentì le sue parole capì che entro quella sera se la sarebbe fatta.

Però poi pensai che forse Liam avrebbe detto qualcosa e invece niente, anzi…gli sorrise.

Zayn: “ Ti accompagno io se vuoi.”

Disse con un fare malizioso.

Io: “ Emh…no grazie, vado sola. Davvero.”

Jesy: “ Vengo io. Louis ci vediamo domani.”

Io: “ No, vado a dormire sola.”

Diedi la buona notte e corsi in camera.

Erano ancora tutti svegli quindi la porta non dovevo chiuderla a chiave.

Mi infilai sotto le coperte e presi il cellulare.

Mia mamma mi aveva lasciato un messaggio.

 

 

“Piccola, mi sto divertendo da pazzi con le mie amiche, spero anche tu. Buona notte a domani, mamma xx”

 

Sorrisi alla vista di quel messaggio, poi rimisi la sveglia e l’appoggiai sul comodino.

Stavo per spegnere la luce quando la porta si aprì.

Pensavo fosse Jesy e invece no.

Eccolo di nuovo lì.

Cazzo. Era lì. Davanti alla porta della camera da letto. Ora eravamo solo io e lui.

In camera da letto.

Da letto.

Mi guardai intorno e lui sorrise di nuovo.

Camminò lentamente verso di me e poi si sedette al mio fianco.

Io: “ C-cosa vuoi?”

Zayn: “ Piccola, hai paura di me?”

Io feci no con la testa e lui allungò una mano verso il mio collo, spostò i capelli e appena vide quel segno sorrise. Di nuovo.

Io ero pietrificata non riuscivo a muovermi.

Lui allungò un po’ la mano dietro al mio collo e mi sollevò la testa, stava avvicinando il suo viso al mio.

Io: “Ehi. C-cosa stai facendo?”

Zayn: “Sh, niente.”

Oddio quella sua voce così profonda, non riuscì a scansarmi e così sentì le sue labbra sopra le mie.

La sua lingua entrò nella mia bocca quasi con forza, ma poi comincia a lasciarmi andare.

Mi stava baciando con passione e io allungai una mano verso il suo collo.

Lo tenevo stretto a me ma poi lui mi lasciò.

Io tossì e mi sedetti nel letto.

Zayn: “ Hey ci sai fare!”

Io: “ Ora, vattene. Fai finta che non sia successo niente.”

Zayn: “ E’ successo. Io non dimentico. E poi sapevo che saresti cascata ai miei piedi piccola. ormai sei mia. Buona notte.”

Mi diede un bacio sulla fronte e io sentì i brividi percorrermi tutto il corpo. Non riuscì a rispondere alla sua affermazione.

Ero fissa alla porta. Non mi accorsi neanche che lui uscì.

Mi infilai sotto le coperte cominciando a piangere. Non riuscì a far di meglio.

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