Il mistero di Jasmine

di PerlaNera93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** premessa + 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***
Capitolo 11: *** 11 ***
Capitolo 12: *** 12 ***
Capitolo 13: *** 13 ***
Capitolo 14: *** 14 ***
Capitolo 15: *** 15 ***
Capitolo 16: *** 16 ***



Capitolo 1
*** premessa + 1 ***


premessa
‹‹“E vissero per sempre felici e contenti”… Ti è piaciuta la storia, piccolina?››
‹‹Cetto mamma! E poi adoo il lieto fine!››
‹‹Ancora con queste stupide favolette? Tanto niente di tutta quella robaccia è reale, mamma. E‘ inutile che continui a leggerle quel libro…››
‹‹Non è veo, Claa!! Sei solo gelosa di tutte quelle belle pincipesse! E poi a me piacciono queste stoie e mi piace anche quel libbo!!!››
‹‹Si, lo avevo già capito... anzi, forse è anche il tuo preferito, dato che te lo porti sempre dietro e te lo fai leggere ogni sera!››
‹‹Si, è il mio pefeito, e alloa?››
‹‹Come "allora"? Non lo sai che ogni personaggio di quel libro non esiste e non è mai esistito? Soprattutto fatine buone, streghe cattive e tutte le altre stupide creature magiche che ti piacciono o ti fanno paura!! Sono solo personaggi creati per dei bimbi piccoli e appiccicosi come te!››
‹‹NO! Secondo me esistono, ma non si fanno vedee, pecchè ci sono pessone butte e cattive come te; e poi tu sei una stega e esisti… e alloa chi ha agione?››
 ‹‹Ehi, smettila nanerottola!!! Se ti prendo ti tiro una sberla!››
‹‹Basta ragazze! E‘ ora di dormire. Celeste torna nel tuo lettino e tu, Clara, piantala, tua sorella ha solo quattro anni! Lasciale almeno la sua fantasia!››
‹‹Ok, ma per me quel libro le riempie la testa di ca…..›› ‹‹CLARA!!›› ‹‹Va bene, va bene, ho capito… notte mamma!››
‹‹Buona notte, ragazze››
 
Ecco… Questa sono io, una normale ragazza di quindici anni, con una "normale" famiglia. Ed è proprio da qui che voglio iniziare a raccontare la mia storia.
 
 
1.
‹‹Su, ragazze, salite in macchina››
‹‹Si, papà, arrivo…››.
 
‹‹Bene, avete preso tutto?››
‹‹Si, mamma, ho peso anche il mio libbo, così lo faccio vedee ad Anna!››
‹‹Uh, che rompi con sto libro. Comunque, mamma, lo sai che sei ripetitiva? Ogni volta che iniziamo un viaggio ci fai sempre la stessa domanda!››
‹‹Si, Clara, lo so. Ma devo ricordarvi tutte le cose che vi siete dimenticati in questi anni? L’anno scorso ad esempio…››
Eccola che inizia… oggi, però, non ho proprio voglia di starla a sentire, così è meglio pensare ad altro. Mamma mia, come sono agitata!!! Chissà come sarà quest’anno in montagna. E‘ da settembre che aspetto Pasqua solo per questa settimana e spero proprio che sia bellissima.
Riesco ancora a ricordare perfettamente il giorno in cui abbiamo deciso di organizzare questa vacanza: io e la mia famiglia eravamo a cena da alcuni nostri amici e da lì è partita l’idea di fare una piccola vacanza insieme ad altre famiglie di amici.
Proprio in quella casa c’erano due amiche mie e della mia rompi-sorellina: i loro nomi sono Anna, una bambina di 6 anni, e Ilenia, di 14 anni. Anna e mia sorella fino all’anno scorso andavano anche all’asilo insieme, mentre io e Ilenia siamo solo amiche.
‹‹Scusa papà, puoi aumentare il volume della radio? Sta canzone è bellissima!››
Ma adesso arriva la parte più bella: Ilenia e Anna sono le vicine di casa di un ragazzo che viene nella mia scuola; lui mi piace molto, ma io non credo proprio di avere speranze, anche se non gli ho ancora detto nulla. Comunque, qualche mese dopo la decisione della vacanza, Ile  venuta da me e mi ha detto che i loro vicini dovevano andare via per lavoro qualche giorno, così, chiedendo il permesso ai genitori di Anna e Ile, hanno deciso di mandare i due figli in montagna, così sarebbero stati in compagnia.
Appena me lo ha detto mi si sono illuminati gli occhi: ero stra-contenta! Non potevo crederci, sarei andata in vacanza con il ragazzo che mi piaceva! Verranno Orlando, è il suo bel nome, e sua sorella Sonia, di 9 anni.
Non vedo l’ora di arrivare, ma purtroppo, per colpa di mia sorella, siamo partiti con un’ora di ritardo e probabilmente loro saranno già arrivati, uffa!!
Di di, di di: è il mio cellulare. Mi è arrivato un sms… Vediamo un pò… è di Ilenia:
"A che punto siete? Siete partiti?".
Ecco, lo sapevo, lei sarà già in albergo:
"Siamo in viaggio da un’oretta, arriveremo tra tre quarti d’ora circa" le rispondo.
Sono circa le undici e il sole inizia ad innervosirmi, perchè entra dal finestrino, stuzzicandomi. A proposito di rotture… chissà cosa fa mia sorella? Per fortuna sta dormendo, mi sembrava strana tutta questa calma.
Di di, di di: ecco Ilenia.
"Che fortuna che avete! Noi siamo appena partiti, credo che arriverete prima voi. A dopo, baci.
 PS: teneteci la camera più bella ;)"
Evviva, arriveremo prima di loro.
‹‹Papà puoi cambiare radio? E‘ da venti minuti che sentiamo solo pubblicità! Anzi, metti il cd››
‹‹Ok, va bene, ma guarda che tra un quarto d’ora arriviamo››.
Speriamo che sia bello anche il posto, perchè non sappiamo com’è, non ci siamo mai andati.

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Capitolo 2
*** 2 ***


2.
‹‹Buongiorno a tutti!››.
E‘ quasi mezzogiorno e finalmente siamo arrivati, molti stanno già scaricando le valigie.
Il paese da qui non sembra un granchè, perchè l’albergo si trova in un punto abbastanza basso della montagna, ma almeno l’hotel da fuori sembra carino e ha anche un piccolo giardino interno con un cortile e fornito di sedie e tavoli di plastica.
‹‹Buongionno a tutti!››
‹‹Ehi! Non fare il pappagallo, piccola nanerottola!››
‹‹Non faccio il pappigallo!! Volevo dillo pima io!››
‹‹Su, ragazze… Pazienza… La volete smettere di litigare?›› dice mia mamma.
‹‹Ok, io vado a salutare gli altri…e tu non mi seguire, chiaro?››
‹‹Uffi!! Ba bene Cla…››
Oh! Finalmente senza rompi-balle…
Ecco che mi viene incontro Monica…
‹‹Ciao Clara!!!!! Come stai? E‘ da tanto che non ci vediamo. Per fortuna c’è il cellulare che ci tiene in contatto, altrimenti…››.
Monica è molto simpatica, ha l’età di Ilenia ed è una ragazza a cui non piace indossare abiti eleganti o vestitini, non si sente a suo agio in abiti del genere: è la classica ragazza sportiva.
Io, lei e Ilenia siamo abbastanza unite. Siamo una squadra e, dato che abbiamo tutte i cognomi che cominciano con la lettera G, diciamo che siamo le “G girls”.
‹‹Senti, so che forse ti rompo, ma hai visto quello che pettinatura ha? Sembra una femmina!››; ah, già, ecco cosa mi sono dimenticata: è anche un pochino pettegola. Anche se in questo caso sono d’accordo con lei: quello con quella pettinatura sembra proprio una ragazza. Uhm… va bé… forse spettegolare tra ragazze ognittanto non è così male, infatti le dico: ‹‹Hai proprio ragione!›› e subito scoppiamo a ridere.
Purtroppo di ragazze dovremmo esserci solo noi, perchè il resto della "compagnia" è composta solo da ragazzi. Ma anche se siamo poche, ci troviamo bene insieme e inoltre ridiamo sempre un sacco.
‹‹Ciao ragazzeeeeeeee››.
Ecco Ilenia con la sua solita allegria: quando è con noi, è sempre sorridente ed è simpatica a tutti… Dietro di lei, in lontananza, intravedo Anna, la sua sorellina. Anche lei è molto simpatica, inoltre, nonostante abbia solo sei anni, capisce sempre tutto al volo.
‹‹Ma ciao! Lo sai che sei in ritardo? So che non è una novità, ma noi abbiamo già pranzato adesso…››
‹‹Si, lo so Monica, però non è colpa mia se siamo partiti tardi!!››
‹‹Va bé, FORSE ti possiamo perdonare››
‹‹E dai, Monica! Sei proprio una rompi-palle!››
‹‹Guarda, Ile, che non dice mica sul serio. E‘ da almeno mezz’ora che dice "Ma quando arriva Ile? Le devo raccontare un sacco di cose!"››
‹‹Ma brava, Cla! Guarda che volevo solo farle uno scher…›› ‹‹Monica, puoi venire ad aiutarmi?››
‹‹Si, arrivo mamma. Continuiamo dopo ragazze, ok?››
‹‹Si, vai pure››.
Monica si allontana e solo ora il mio pensiero cade su Orlando. Siamo rimaste solo io e Ile… Bè, direi che posso approfittarne, anche se ho il cuore in gola:
‹‹Ile, scusa ma non dovevano venire anche i vostri vicini?››
‹‹Sì, si stanno presentando al resto del gruppo… Perchè?››
‹‹No, niente… solo curiosità…››
‹‹Ormai ti conosco Clara: non ti sarai mica presa una cotta per Orlando?››
‹‹C-cosa? IO? Ma stai scherzando? Tu non sei apposto!››
‹‹Uhm… Sarà, ma… sei diventata tutta rossa!››
‹‹Ma… Non è vero, è solo… il freddo››
‹‹Se lo dici tu…››.
Giusto in tempo! Ecco Monica che torna: ‹‹Eccomi ragazze… Allora? Che ne dite di entrare, dato che nessuna delle due ha ancora visto il nostro albergo?››
‹‹Ok, ti seguiamo››.

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Capitolo 3
*** 3 ***


3.
‹‹Wow, ma la hall è spettacolare!››
‹‹Si, è più o meno la stessa frase che ho detto io quando sono entrata qui dentro››
‹‹Scusa Monica, ma tu che sei arrivata per prima, saprai sicuramente come sono le camere››
‹‹In realtà no. Appena siamo arrivati una signora che sembrava molto disorientata ci ha detto di portare le valigie qui, nella hall, e che le camere, a causa di un disguido, le avrebbero consegnate nel pomeriggio››
‹‹Strano però…sono le tre e ancora vedo tutte le valigie qui››
‹‹Stai calma Clara, mica devi dirlo a me… Non lo dirigo io sto posto!››
‹‹Non ce l’ho con te infatti! Stavo solo dicendo che dovremmo sistemarci nelle camere››
‹‹Capito. Guardate: sta arrivando il resto del gruppo››.
In effetti stanno entrando, ma non ci sono proprio tutti…
‹‹Dove cavolo sono mia sorella e Celeste, Clara?››
…eccolo, finalmente lo vedo! È lì che chiacchiera con gli altri , ma è il più bello di tutti…
‹‹Clara?››
…è come se brillasse in mezzo agli altri, come il sole in mezzo al cielo…
‹‹EHI, CLARA?››
‹‹Cosa? …Ehm…scusa ero distratta››
‹‹ma dai! Non lo avrei mai detto sai!››
‹‹Dai Monica! Puoi ripetere cosa hai detto, Ile?››
‹‹No, tranquilla! Vuoi che ti facciamo un riassunto di quello che è successo nelle ultime due ore?››
‹‹Ma che dici, Monica? Mica sono stata così tanto sovrappensiero! … Vero?››
‹‹Niente, lasciala perdere, vuole fare la spiritosa come al solito. Ma passiamo alle cose serie: dove sono le nostre sorelline?››
‹‹E‘ vero, non ci sono con gli altri. Andiamo a vedere fuori››
Speriamo che nè loro nè lui si siano accorti che lo guardavo, altrimenti…
Ma chissà dove sono quelle due pesti?
 
‹‹Ehi, venite mi sembra che siano su quelle altalene laggiù›› dice Monica una volta uscite.
‹‹E‘ vero, sono loro, riconosco la giacca di mia sorella. Andiamo!››.
Ma guardale! Sono tranquille sull’altalena mentre noi ci disperiamo per trovarle.
‹‹…Fiuuh… grazie eh piccoline… avevo proprio bisogno… di una corsetta. Aiuto, ragazze sono sfinita!!››
‹‹Ma dai, Monica, era solo una corsetta!››
‹‹Sarà, ma mi ha sfiancato, meglio che mi sieda un attimo su questa terza altalena… ehi… un momento: ANCHE…QUELLA… STA… DONDOLANDO?!››
‹‹Ma dai! Sarà il vento… anzi muoviti che tra poco torniamo indietro››
‹‹Ok, forse è come dici tu…›› commenta Monica prima di provare a sedersi.
‹‹FERMA!!›› dicono in coro le due bambine.
‹‹Cosa c’è adesso? Perchè non posso sedermi?››
‹‹NON VEDI CHE SULL’ALTALENA C’E‘ QUALCUNO?››
‹‹Ora basta Celeste! Stai proprio rompendo, andiamo da mamma! Muoviti!››
‹‹NO! LASCIATECI GIOCARE CON LEI.››
‹‹Ma "lei" chi? Non c’è nessuno Anna! Se non vieni da sola faccio venire mamma e papà, chiaro?››
‹‹LEI NON VI VUOLE, ANDATE VIA!››
‹‹ORA BASTA!!››. Di colpo, dopo il mio urlo, l’altra altalena si ferma…
Dopo un attimo di silenzio: ‹‹Ciao Cla, cosa ci facciamo qui?››
‹‹Cosa?››
‹‹Si, eravamo là che giocavamo con la palla due minuti fa…ci avete pottato voi qui?››
‹‹…No, nanerottola…››
‹‹Si, invece! Solo tu, Ilenia, sai che non mi piace l’altalena! Lo hai fatto per farmi un dispetto!››
‹‹Ma no, Anna! Vi abbiamo trovato già qua!››
‹‹No, non è veo, bugiadde!›› ‹‹Hai ragione Celeste! Non è possibile che siamo arrivate da sole fino a qui senza saperlo! Torniamo in albergo!››
Così, mentre le bimbette corrono verso l’hotel, noi tre ci guardiamo stupite per qualche minuto, prima di cominciare a parlare:
‹‹Ra-ragazze, co-cosa avevano le vostre so-relline? Mi hanno proprio messo un po’ di paura!››
‹‹Stai tranquilla Monica, penso che lo abbiano fatto apposta, solo per rompere! Vero Clara?››
‹‹Uhm…non lo so, Ilenia. L’altalena dondolava e questo può essere anche colpa del vento, ma…i loro occhi…i loro occhi li hai visti? Erano fissi su un punto davanti a loro e avevano una strana luce…››
‹‹Ma Clara, non sarai mica d’accordo con loro? Ti sei fatta imbambolare dalle nanette?››
‹‹Certo che no!››
‹‹Va bè, allora direi di tornare nella hall, magari adesso ci daranno le camere!››
‹‹Si, è vero, Ile. Speriamo di essere tutte sullo stesso piano, almeno così siamo…Clara! Ti vuoi muovere?››
‹‹Arrivo…››.
Che strano! Mia sorella prima mi ha fatto veramente paura… c’era qualcosa che non andava… qualcosa in lei era "diverso"…

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Capitolo 4
*** 4 ***


4.
‹‹Questo è il (???)››
‹‹Forse è il primo piano?››
‹‹Ah, si…giusto…ha ragione››.
Monica mi fa segno di guardarla…mi sta dicendo qualcosa sottovoce…
"Ti avevo detto che qui sono tutti fumati!"
E’ sempre la solita! Però ha ragione: è molto strano che un impiegato dell’albergo non sappia a che piano siamo…soprattutto se in tutta la struttura ci sono solo due piani!!
‹‹Bene, saliamo signori; voi siete al piano superiore…››
Noo!! Uffa! Sia Ilenia che Monica sono al primo piano, mentre noi siamo al secondo…non ci voleva proprio… che palle!
                                                                                  …
Di di, di di… un messaggio… Monica:
"Ma quello è un deficiente, altro che addormentato!! Lo sai che prima di portarci nella camera giusta ci ha fatto andare in quattro camere diverse? Sto per sclerare!"
Ah, ah, ah…mi ci volevano proprio due risate; tra poco per fortuna scendiamo per la cena. Meno male così sto ancora un pò con le mie amiche prima di tornare in questa camera schifosa! Già, perchè solo la hall dell’albergo è bella: appena siamo saliti sembrava di essere all’ospedale, infatti in ogni piano c’è un lungo corridoio sul quale si affacciano tutte le stanze…
… Mette i brividi sto posto!!
 
‹‹Oh raga, sto posto fa veramente cagare!›› dice Monica mentre scendiamo dall’ascensore.
‹‹Si, è vero… per una volta sono d’accordo con te!›› commenta Ilenia.
‹‹Ehm, per favore… signorine dovete seguirmi… devo mostrarvi dove si trova la sala da pranzo››
‹‹Ancora sto scemo? Vediamo dove ci porta adesso!››
‹‹Calmati Monica, prima si sarà solo confuso, dai! Un fattorino non può non orientarsi nel suo albergo!››
‹‹Speriamo che sia così…›› dice infine Monica poco convinta.
 
Dopo venti minuti…
‹‹Bello eh… proprio molto, ma molto bello l’albergo… Solo che ho una domanda: MA DOVE CAZZO E‘ LA SALA DA PRANZO, IMBECILLE?››
‹‹Monica!›› le dico per farla calmare.
‹‹Monica un cazzo! Adesso non vorrà dirmi che si è spostata la sala da pranzo!! E‘ un incapace e basta!››
‹‹Mi scusi… tanto per cominciare moderi i termini… e poi… eccola: la sala da pranzo dovrebbe essere dietro questa porta››
‹‹COSA? Ho capito bene? "Dovrebbe"? E‘ da venti minuti che ci fai girare come delle deficienti ripetendo la stessa frase!! Ma lo fai apposta o lo sei proprio così rincoglionito?››
‹‹…Il mio compito è stato svolto… buona cena››
Monica ha ragione, sembra uno che non è mai stato in questo hotel!
‹‹Apri sta porta, và; vediamo se si mangia qui dentro!!›› dice Monica dopo essersi calmata un pochino.
‹‹Si, è quella giusta stavolta›› dice Ilenia sbirciando dentro la stanza.
‹‹Ehm… non vorrei peggiorare la situazione, ma… ragazze… prima siamo partite da qui. Infatti, non so se avete notato, ma siamo di nuovo affianco all‘ascensore›› dico guardandomi intorno.
‹‹COSA? Non ci credo! Ora vado da quell’imbecille e gli tiro una scarpa in fronte!››
‹‹Calmati Monica!››
‹‹Ufff… ok. Ma lo faccio solo per voi!››
‹‹Ecco, brava. Ah, stanno arrivando gli altri… Facciamogli strada››
 
Nella sala c‘è un lungo tavolo solo per noi, ma stranamente non ci sono altri tavoli apparecchiati.
Io e le mie amiche ci siamo sedute ad un capo della tavolata, ma sfortunatamente lui è lontanissimo da noi… Uffa!
Ma il peggio deve ancora arrivare per nostra sfortuna……
‹‹Ciao ragazze! Come state?››
‹‹C-ciao Marianna… ma tu non dovevi NON venire?››
‹‹Ma oui! Solo che ho deciso di farvi una sorpresa, et voilà! Purtroppo però mi fermo solo fino a domani››
‹‹Che bello!!›› esclama Monica dopo quest’ultima frase, ma poi vede che Marianna la guarda male e si corregge ‹‹no…cioè… intendevo… “che bello” … che sei venuta››. Io e Ile ci guardiamo: tra poco scoppiamo a ridere!
Marianna è una ragazza dell’età di Ile e Monica, mezza francese e molto altezzosa. Anche lei fa parte del gruppo di amici, ma noi tre non la sopportiamo perché è abbastanza antipatica.
‹‹Posso sedermi qui?››
‹‹…Certo… accomodati pure››. Ha scelto il posto a capotavola (come non mettersi al centro dell’attenzione!): da un lato c’è Monica e dall’altro Ilenia; io sono vicino a Monica.
Mentre arriva lo scemo (ormai lo abbiamo soprannominato così), Monica si gira verso di me e mi dice: ‹‹Vuoi vedere come ci liberiamo di entrambi? Ora faccio lo sgambetto a quel cretino, così le va qualcosa addosso, magari la minestra, e lei se la prende con lui… Fuori due in un colpo solo!››
‹‹Ma Monica! Non è una cosa troppo cattiva?››
‹‹Ssh…››
Dopo qualche minuto infatti:
‹‹Mi-mi scusi signorina…non l’ho fatto apposta… devo essere inciampato››
‹‹Scusi, un corno! Uffa!! Mi ha rovinato la maglietta! Guardi che l’ho comprata a Milano a cento euro!››
…‹‹Che? Ma se io ce l’ho uguale e l’ho presa al mercato a cinque euro!›› mi dice a voce bassa Monica dopo essersi ripresa dalle risate.
‹‹Guardi che la faccio licenziare! Anzi venga subito con me dalla direttrice! A dopo ragazze›› ci dice prendendo il fattorino dalla maglia.
Un attimo dopo:
‹‹Evvai! Lui lo licenziano, lei morirà per aver perso la sua preziosa maglietta!›› esulta Monica.
Quando fa così, ci fa ridere veramente tanto.
Finita la cena, usciamo dalla sala da pranzo e subito sentiamo delle urla, inconfondibili, quelle di Marianna: ‹‹Ma lei è più stupida di questo qui! Faccia come vuole, ma o lei lo licenzia o me ne vado io!››
‹‹Signorina, il suo atteggiamento mi colpisce molto e, sinceramente, lo trovo anche molto esagerato… Se devo proprio scegliere preferisco rinunciare alla sua presenza, che inoltre fin ora mi ha causato solo inutili fastidi. Se mi posso permettere, le consiglio di portare meno valigie al prossimo soggiorno, perché questo pomeriggio hanno intasato l’ascensore e i clienti si sono lamentati. Faccia come preferisce: solo se vuole andare via, veda di portare giù le valigie usando le scale comunque››
‹‹Mai vista una persona più maleducata! Come vuole, domani mattina vedrò di andarmene il più presto possibile, stia pure tranquilla!››
‹‹Wow, la direttrice è un mito!›› commenta Monica, poi aggiunge ‹‹Meglio andare a dormire và, che domani sarà una bella giornata! Buonanotte Clara››
‹‹Ciao Monica, a domani Ilenia››
Ecco è finita già la prima giornata.
Non vedo l’ora di buttarmi sul mio letto e fare una bella dormita: sono distrutta!
 

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Capitolo 5
*** 5 ***


5.
″‹‹La la la la,
     la la la la,
    dormi dormi piccolina,
    ma domani non sarai più vi
Oh! Ciao, come ti chiami?››
‹‹Il mio nome è Clara››
‹‹Ciao Clara… Io mi chiamo Jasmine e ho otto anni, tu quanti anni hai?››
‹‹Ho quindici anni››
‹‹Oh…come sei grande…Però io ti ho già vista…eri vicino alle altalene. Vero?››
‹‹Si, ma tu…chi sei? E poi non ti ho vista oggi››
‹‹Lo so…nessuno mi vede. Ma ero sull’altalena con le mie due nuove amiche!››
‹‹Non è vero: sull’altalena c’erano solo mia sorella e la sorella della mia amica››
‹‹Io. Ero. Lì… la vedi quella bambina che dorme?›› mi dice indicandomi una figura sdraiata su un fianco, che ci rivolge la schiena, ‹‹Lei deve venire da me, perché io qui sono sola e non c’è nessuno… devo giocare con qualcuno io, perché sono una bambina e tutte le bambine hanno delle amiche… Vero?››
‹‹Ehm… Si… Ma lei sta dormendo, non può venire a giocare››
‹‹Si sveglierà prima o poi… Lei DEVE venire da me… non voglio rimanere da sola con la mia bambola… Eccola, ti piace? Si chiama Marie…›› dice cominciando a pettinarla con le dita
‹‹E’ molto bella, dove l’hai presa?››
‹‹E’ sempre stata con me… Era della mia sorellina più grande››
‹‹Oh, anche tu hai una sorella?››
‹‹Si, ma adesso non c’è… dovevo mostrarle che esisteva…››
‹‹Cosa? Ma di che parli?››
‹‹Lei non mi credeva e…per colpa sua sta succedendo tutto questo››
‹‹Ma cosa?››
‹‹Ma non la sai la mia storia? E’ successo tutto tanto, tantissimo tempo fa…››
‹‹No, mi dispiace, non so la tua storia: neanche ti conosco, come faccio a saperla?››
‹‹Tu assomigli tanto alla mia sorellina…però lei era più grande quando le ho fatto vedere…aveva anche una bimba di pochi mesi: la mia nipotina…››
‹‹Che bello, allora eri contenta per la sua nascita immagino…››
‹‹No, perché lei ha rubato il mio posto!›› mi urla la bambina
‹‹Ma no, guarda che è impossibile che abbia preso il tuo posto. Si può sapere poi cosa è successo?››
‹‹Si, se vuoi domani ti racconto la mia storia…ma adesso non posso…devo portare via quella bambina››
‹‹Va bene, ma posso sapere dove abitate tu e tua sorella? Così domani vengo a trovarti››
‹‹Come sei gentile…ma non puoi venire…non abitiamo più dove sei tu››
‹‹Ah si? Ma non vivi in questo paesino?››
‹‹Si, ma ci…vivevo…adesso non sono più…come te››
‹‹Come me? Ma cosa dici? Insomma si può sapere dov’è la tua famiglia?››
‹‹E va bene! Se proprio lo vuoi sapere te lo dico! Io… loro… cioè noi… siamo tutti…MORTI!››.
Un brivido mi percorre la schiena. Ma questa bambina mi incuriosisce troppo e quindi le rispondo:
‹‹Ma non è possibile! Tu… sei qui…con me!››
‹‹No, ti sbagli›› dice facendomi un inquietante sorrisino ‹‹sei TU che sei venuta da me! Guardala›› aggiunge poi indicandomi il corpo della ragazzina che dorme ‹‹non è bella quando dorme? C’è una tale calma…››.
A pensarci bene è un po’ che dorme; forse è meglio svegliarla. Ma Jasmine mi precede: ‹‹Non svegliarla! Non ora! Si sta solo riposando… tra poco viene a giocare con me. Ti piace il mio vestitino?››. Indossa un abitino azzurro pastello lungo, un po’ sporco e fuori moda…assomiglia ad alcuni abiti seicenteschi…
‹‹Carino›› le dico con una faccia poco convinta.
‹‹E’ proprio bello…Lo sai che anche lei ha lo stesso vestito mio?››.
Ora che guardo meglio, anche se è molto buio, ha ragione: hanno lo stesso abito.
‹‹Si… è vero. Ma adesso è meglio svegliarla, altrimenti dorme troppo››
‹‹NO! Non voglio!››.
Mi avvicino lentamente…
…le tocco una spalla: è molto fredda…
‹‹NON – LO – FARE!!››
…la giro, per svegliarla… e…
… è uno SCHELETRO!!
AAAAHHHHHHHHHHH″
 
Tum-tum
Tum-tum
Tum-tum… mi sveglio con il batticuore…
‹‹Era solo un sogno, meno male!›› dico a bassa voce.
Che strano, però…sembrava così…reale.

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Capitolo 6
*** 6 ***


6.
‹‹Buongiorno Ilenia!››
‹‹Ciao Clara. Come hai dormito?››
‹‹Mah, più o meno. Veramente è…››
‹‹Oh, ciao ragazze! Devo assolutamente dirvi una cosa!››
‹‹Ma buongiorno Monica! Cosa devi dirci di così urgente?››
‹‹Stanotte ho fatto un sogno terrificante!››
‹‹Se era terrificante era un incubo››
‹‹Oh, è uguale Cla… incubo o sogno era comunque spaventoso!››
‹‹Ma veramente i sogni possono solo essere belli, quindi se era…››
‹‹E basta, Clara! Smettila di fare la maestrina e ascolta!››.
Uffa! Quando Monica fa così le spaccherei la testa; non le dico mai niente perché ormai so come è fatta, così la faccio sempre parlare.
‹‹Allora: sono andata a letto e mi sono addormentata subito, ma…››
‹‹Ma ciao!! Comment ça va?››
‹‹Ma non è possibile!! Mi fate raccontare il mio incubo o no?››
‹‹Oh, ma guarda! Anche io ho fatto un sogno bruttissimo!››
‹‹Incubooooo!››
‹‹Oui, ma è uguale! Ora ve lo racconto!››
‹‹Va bè, forza, sentiamo prima il tuo…›› dice Monica e poi rivolta a noi ‹‹…così si leva dalle scatole!››
‹‹Bien. Appena mi sono coricata mi sono subito addormentata e lì e cominciato l’incubo: ero nella mia camera, a casa, che stavo scegliendo un vestito da mettermi per andare ad una cena, alla quale mio fratello era stato invitato. La festa sarebbe stata piena di persone famose e… Scusate se mi interrompo, ma lo sapete, vero, che mio fratello sta diventando un attore famoso?››
‹‹Mah… A noi risulta che abbia iniziato a recitare, ma non è ancora così famoso come dici!›› dice Ilenia.
‹‹Come? Guarda che è famosissimo! Se, ad esempio, chiedo…non so, a quel signore, scommetti che conosce sia lui sia la soap opera che sta girando?›› dice indicando un signore seduto al bar dell’albergo.
‹‹Ok, io ci sto. Basta che ti muovi!›› la sfida Monica.
‹‹Scusi, ehm, scusi…posso farle una domanda?››
‹‹Certo, dica››
‹‹Lei lo conosce Massimo Salice?››
‹‹No, non penso. Perché?››
‹‹No, niente… Ma sono sicurissima che conosce la serie in cui recita! La conosce “Cento galline”?››
‹‹No, mai vista e, sinceramente, non sapevo che esistesse una serie con un titolo così divertente!››
‹‹Ma lei arriva dal Polo Nord? Perché evidentemente non vede molta televisione!››
‹‹Ma non dica fesserie! Io non vedo molto la tv? Ma se ci lavoro io nel settore televisivo!! Ma per favore!››
‹‹Secondo me, allora, è poco informato: non può non conoscere “Cento galline”! Comunque grazie lo stesso per aver risposto››.
Io, Ile e Monica, che guardiamo la scena da lontano, non riusciamo a smettere di ridere.
Appena torna Marianna, Monica dice:
‹‹Lo sapevo che avrei vinto!››
‹‹Ma come facevi a essere così sicura che non lo conosceva?››
‹‹Ciccia, numero uno: quella serie non la vede nessuno tranne la tua famiglia; numero due: come faceva a conoscere tuo fratello se lui fa solo una comparsa?›› e poi aggiunge ‹‹Sono un genio!››
‹‹Viva la modestia, eh, Monica!›› le dico con un enorme sorriso.
Poi lei ritorna seria: ‹‹Dai, Mari, ti vuoi muovere a raccontare che poi tocca a me?››
‹‹Oui, oui… ora riprendo con il sogno: allora, ci sarebbero state delle persone famosissime e io, per non fare brutta figura, stavo scegliendo l’abito giusto. Ad un certo punto, mentre stavo per prendere un vestitino bellissimo, di colpo quello che era dentro l’armadio è sparito; poi è sparito l’armadio, poi la mia camera e poi la mia casa. Tutte le mie cose erano sparite e io spaventata chiedevo alle persone, che mi dicevano “Quelle cose non sono tue…Tu non hai più niente!”. Io piangevo e urlavo, ma la gente non mi sentiva… poi…mi sono svegliata. Questo è stato il mio peggior incubo!››
‹‹Ma stai scherzando? Oh, poverina›› dice Monica sarcastica ‹‹aspetta di sentire il mio, và. Il tuo era splendido in confronto al mio. Senti…››
‹‹No, mi dispiace, devo andare di sopra a preparare le valigie. A plus tard…››.
Appena va via: ‹‹Sta stronza!! Noi dobbiamo ascoltare a forza il suo stupido incubo, ma quando le parliamo noi, lei se ne va. Ma vaffan…››
‹‹Dai Monica, lasciala perdere e racconta››
‹‹Ok, allora tutto è iniziato con questa canzoncina “La la la la, la la la la, dormi dormi piccolina, ma domani non sarai più…” e la bambina che la sta cantando si ferma, mi guarda e mi chiede come mi chiamo…››. Quello che sta raccontando mi ricorda qualcosa… Ma si! E lo stesso incubo che ho fatto io!
Monica continua a raccontare e ciò che dice è sempre più simile a quello che ho sognato io.
‹‹Allora? Non era spaventoso?››
‹‹Si, molto, ma…›› io e Ile ci guardiamo e senza immaginare cosa vuol dire l’altra, diciamo insieme: ‹‹Quello è anche il mio incubo!!››. Così ci guardiamo terrorizzate.
‹‹Ragazze, questo posto non mi piace›› dice Monica per rompere il silenzio glaciale che ci aveva avvolto.
‹‹Si, è vero. Mette i brividi!›› aggiunge Ilenia.
‹‹Dobbiamo fare qualcosa! Uhm… mi è venuta un’idea! Cerchiamo la biblioteca, lì troveremo sicuramente qualcosa di utile››
‹‹Si, certo… guarda sono una sensitiva: secondo me…troveremo… solo una montagna di libri!››
‹‹Ma brava Monica, hai dei grandi poteri, sai? A parte gli scherzi, è proprio sui libri che dobbiamo trovare qualcosa su questo paesino terrificante. Ci andremo nel pomeriggio, ci state?››
‹‹Ok, anche se l’idea di passare un pomeriggio in biblioteca non mi piace molto, verremo con te Clara››.

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Capitolo 7
*** 7 ***


7.
Tra una chiacchiera e l’altra è già ora di pranzo, così io, Ile, Monica e (purtroppo per noi) Marianna ci dirigiamo verso la sala da pranzo, ma…
‹‹Ehm, scusate, so che voi siete molto preparate e quindi…posso farvi una domanda?›› chiede l’insopportabile e stordito fattorino.
‹‹Ah no!! Io a lei non la posso proprio vedere!! Ci vediamo tra poco a tavola ragazze, au revoir››
‹‹Ok, a dopo›› poi rivolta al ragazzo dico ‹‹Scusi, ma in cosa dovremmo essere preparate noi?››
‹‹Bè, ieri ho visto che conoscevate molto bene la struttura dell’albergo…››
‹‹Al contrario di qualcun altro!›› interviene Monica.
‹‹…ehm, si…ieri ero un po’ confuso. Comunque volevo farvi una domanda. Posso?››
‹‹Tanto ormai sei qui che rompi!›› aggiunge sempre Monica
‹‹Grazie signorina Marika››
‹‹Monica! Mi chiamo Monica!››
‹‹Ah, già, scusi. Comunque la mia domanda è la seguente: sapete dov’è la piscina? Perché dovrei portare ad una signora questo thè caldo››.
Monica si gira e con uno sguardo un po’ vendicativo comincia a rispondere alla domanda del fattorino: ‹‹Ma certo!!!!! Guardi basta che…›› intanto gli indica dei corridoi ‹‹giri a destra, poi a sinistra, poi ancora a sinistra e infine a destra; poi segua l’altro corridoio e in fondo a sinistra troverà la piscina››.
Ovviamente gli ha indicato la strada sbagliata per vendicarsi di ieri; anche perché la piscina si può BEN vedere anche dalla hall ed è nel cortile, infatti per raggiungerla basterebbe aprire la porta affianco a noi!
‹‹Grazie signorina Michela››
‹‹Uffaaaa! M-O-N-I-C-A!››
‹‹Scusi, scusi›› e così dicendo se ne va.
Appena va via, ridendo come delle matte entriamo in sala da pranzo.
All’interno c’è sempre la solita tavolata per noi, ma come il giorno precedente non c’è traccia di altri clienti… Che strano… Eppure i abbiamo visti in giro!
Ma subito una cosa mi colpisce ancora di più: tutti gli adulti hanno già cominciato a mangiare, ma tutti con lo stesso ritmo… TIC   TIC    TIC… Si sente il battito delle forchette sui piatti…TUTTE all’unisono. Un brivido gelido mi percorre la schiena.
Inoltre hanno tutti la stessa faccia inespressiva…e non si sente una sola parola o risata.
Guardo le altre: hanno la mia stessa faccia preoccupata, perché di solito quando sono insieme le nostre famiglie c’è sempre un sacco di casino.
Nonostante ciò il pranzo trascorre tranquillo…forse anche… molto, troppo tranquillo.
                                                                                   …
Uscite dalla sala da pranzo, dopo un’oretta circa, ci ritroviamo davanti di nuovo il cameriere stupido con ancora una tazza in mano:
‹‹Ehilà, Svampi! Com’è? Trovata la piscina?›› chiede Monica ridacchiando.
‹‹Si, ma ho dovuto girare tutto l’albergo prima di trovarla e così quando sono arrivato, il thè era ormai ghiacciato e la signora si è arrabbiata molto, dicendomi di riportargliene uno caldo… Ecco perché sono tornato indietro. Scusate, ma ora sono proprio di corsa›› dice correndo via.
‹‹No, ma quello è proprio fuori!›› dice Ilenia.
‹‹Hai ragione. Ma ora cerchiamo una cartina per trovare la biblioteca, ok?››
‹‹Va bene, anzi sicuramente meglio che chiedere, perché qua sono tutti cretini oggi!›› commenta Monica.
‹‹Dai, non esagerare›› le risponde Ilenia.
‹‹Ragazze andiamo al bancone, lì ci sarà sicuramente una cartina del paese›› ricordo alle ragazze.
‹‹Si, è vero, hai ragione››
‹‹Ragazze, io salgo a preparare i bagagli… A dopo chères!›› ci dice Marianna e quando è abbastanza lontana, Monica ribatte:
‹‹Gne, gne, gne… gne, gne, gne… Ma quante valigie ha sta cretina? Ieri ha passato tutto il pomeriggio a prepararle e pure oggi la stessa storia?››
‹‹Evidentemente “chère” è arrivata con un tir solo per le sue valigie!›› le risponde Ilenia.
‹‹Va bè, lasciamola perdere. Vado a prendere una cartina›› dico alle altre.
 
Per fortuna al bancone non c’è nessuno così posso cercare tranquillamente quello che mi serve…
Questo no…
Questo neanche…
…Wow! Questo biglietto dice che qua vicino c’è una S.P.A… Va bè, lasciamo perdere…cerchiamo la cartina…
Ah, eccola! Dunque… Bè, non è tanto distante la biblioteca: basta salire nella parte alta del paese.
Devo dirlo alle ragazze…
‹‹Ehi›› dico correndo verso di loro ‹‹ecco la cartina! La biblioteca non è lontana, volendo possiamo andarci tra un’oretta. Che ne dite?››
‹‹Ok, ma mica ci porteremo quella palla al piede di Marianna?›› chiede Ile e subito Monica le risponde ironica:
‹‹Bè…non è una cattiva idea! Metti che dal bosco arriva un orso o un lupo e hanno fame, potremmo cederla in cambio della nostra salvezza. Oppure potremmo dimenticarla INVOLONTARIAMENTE nella foresta, no?››
‹‹Io invece direi di lasciarla qui a preparare le sue montagne di valigie!›› ribatte Ile.
‹‹Stavo scherzando, Ile. E’ ovvio che sono d’accordo con te!››
‹‹Va bene ragazze, allora ci troviamo qui tra un’ora precisa, cioè alle tre, ok?››
‹‹Si, va bene. A più tardi››
 

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Capitolo 8
*** 8 ***


8.
‹‹Mamma, che ore sono?››
‹‹Non lo so, non puoi guardare tu? Perché?››
‹‹Io, Ile e Monica andiamo a fare un giro per il paese…va bene?››
‹‹Ok. Comunque sono le…tre e cinque…››
‹‹Oh, no! Dovrei essere giù da almeno cinque minuti!!››
‹‹Scusa, ma sei già pronta, devi solo scendere! Penso che le tue amiche ti aspetteranno, no?››
‹‹Si, hai ragione. Ora corro giù però… ciao!››
 
Dai, stupido ascensore, pure tu ti ci metti!!
 
Oh, finalmente! Speriamo proprio che non siano arrabbiate! E pensare che sono stata io a dirgli di essere puntuali!
 
‹‹Eccomi! Scusate ra…gazze…››. Ma dove sono? Non c’è ancora nessuno!
Miiiii, gli avevo detto di essere puntuali!
‹‹Ciao Clara, scusa il ritardo. E’ che dovevo guardare  mio fratello dalle due alle tre e i miei sono arrivati tardi›› mi spiega Monica.
Due minuti dopo arriva Ilenia ‹‹Scusate mi sono addormentata e ho fatto più in fretta che potevo››
‹‹Eh, va bè, siete perdonate entrambe. Ma solo per questa volta, chiaro?››.
Ci incamminiamo verso la biblioteca, chiacchierando, quando, ancora vicino all’albergo, sentiamo una voce che ci fa venire i brividi e gelare il sangue nelle vene:
‹‹Ehilà! Dove state andando?››
Ma questa è… è la voce di… Marianna!
‹‹Ma chi è che le ha detto che stavamo uscendo?››
‹‹Io no, figurati!››
‹‹Neanche io!››
Eccola che si avvicina: ‹‹Dove andate, chéries? Tua sorella, Clara, mi ha detto che uscivate. Così vi ho rincorso!››
‹‹Oh, ma che bello…››dice Monica con tono ironico.
‹‹Però, io non ne sapevo niente, pourquoi?››
‹‹Ma… veramente io… ti ho mandato un sms. Evidentemente non ti è arrivato!››dico, inventandomi una stupida scusa. “Maledetta Celeste! Giuro che la uccido” penso subito dopo.
‹‹E’ vero, può darsi; il cel non funziona tanto in questi giorni››
‹‹Ma non è quello che hai comprato un mese fa?››
‹‹Oui, ma non funziona già più››
‹‹Questa è proprio rincoglionita!››mi dice Monica a bassa voce.
Intanto procediamo verso le biblioteca: ovviamente Marianna sa solo che ci stiamo andando per una ricerca scolastica. Comunque ora chiacchieriamo un po’ meno, dato che c’è la “regina del gossip”: infatti, anche se non ce ne frega niente, Marianna continua a parlare e parlare di persone che conosce solo lei o di personaggi di “Centogalline”… che palle!
Io ovviamente non la sto ascoltando, ma sto pensando invece a come levarcela dalle scatole quando arriveremo in biblioteca: credo che una di noi dovrà tenerla lontana dalle altre due che faranno la ricerca . Sì, è proprio la soluzione migliore…
…‹‹E’ l’unica cosa che possiamo fare, ragazze. Mi dispiace›› dico anche alle altre.
‹‹Ma… buttarla in un burrone o darle fuoco gridando “alla strega! alla strega!”, no eh?››
‹‹Ma no, Monica, sei troppo violenta! Direi, magari di mandarla all’ospedale con qualcosa di rotto!››aggiunge Ilenia.
‹‹Sì, magari la testa…››conclude Monica.
‹‹Basta ragazze! Ci ha seguite e ora dobbiamo sopportarla per forza. Credete che io sia contenta?››
‹‹Mah, spero proprio di no!››
‹‹Appunto! Comunque adesso chi fa da baby-sitter?››
‹‹Ehhh…Mi sacrifico io››dice Ile ‹‹così tu e Monica potete cercare tranquille… ma fate in fretta!››
‹‹Ok, grazie Ile. Sei una santa!››
 
Arrivate in biblioteca, Ilenia trascina via Marianna con una scusa: ‹‹Vieni cara, io devo fare una ricerca sulle streghe messe al rogo e ho assolutamente bisogno del tuo aiuto››e intanto che si allontanano Monica mi dice ‹‹Seee… Non ha mica capito che Ile vuole riprodurre la scena usandola come esperimento!›› fortunatamente riesco a trattenermi dalle risate, perché la bibliotecaria, anziana signora dall’aria altezzosa, ci sta già guardando male.
‹‹Dai Monica, non perdiamo tempo…altrimenti la fa fuori davvero!››
‹‹Sì, hai ragione. Da dove cominciamo?››
‹‹Mmmm, vediamo… da lì, penso. Seguimi››
Dopo quasi due ore di ricerca, io e Monica raggiungiamo Ile e la “strega”:
‹‹Oh, ma chi si rivede! Meno male che dovevate fare in fretta, eh!››
‹‹Ehm, sì, scusate. Direi che ora possiamo andare››
‹‹Ok, dai, Mari andiamo››
‹‹E la tua ricerca, Ilenietta?››
‹‹Ehm… pazienza… vorrà dire che la copio a scuola››
‹‹Come vuoi. Prima avevi così fretta di cominciare…››
‹‹Quindi? Saranno cavoli miei, no? Andiamo, muoviti!››
Mentre usciamo Monica mi dice ‹‹Hai visto la faccia di Mari? Non si aspettava certo una risposta del genere da Ile!››
‹‹E’ vero, sembrava un misto tra orrore e paura!›› commento io, ‹‹Comunque››aggiungo ‹‹appena arriviamo in albergo e quella rompiscatole si leva di torno, dobbiamo dire a Ile tutto quello che abbiamo scoperto››
‹‹Sì… e sarà sconvolta. Ma hai fatto le fotocopie, vero?››
‹‹Certo, altrimenti non ci crederebbe e potrebbe pensare che la prendiamo in giro!››
‹‹Hai proprio ragione, Clara; non ci credevo io che ero lì con te!››

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Capitolo 9
*** 9 ***


9.
Appena arrivate nella hall dell’albergo, Marianna ci dice: ‹‹Ragazze devo dirvi una cosa››
‹‹Con la faccia che hai sarà sicuramente molto importante››
‹‹Si, questo è sicuro…è su di me! Comunque è sicuramente molto bella come notizia!››
‹‹Bè, ho già capito che sarà terribile per noi!››dice a bassa voce Monica.
‹‹Che hai detto Monichetta? Non ti ho sentita››
‹‹No, niente… Sà, spara sta cazz…ehm, notizia…››
‹‹Ok, chéries, aprite le orecchie: non vado più via!! Non siete contente?››
‹‹Cooooosa?!››
‹‹Si, oggi mi sono divertita e ho deciso di restare!››
‹‹Ah…che bello…››dice Ile con una faccia che esprime tutto.
‹‹Sono molto contenta. Vado a dirlo agli altri. A più tardi!››
Appena gira l’angolo: ‹‹E adesso cosa facciamo?››dico io.
‹‹Oh, povere noi! Una settimana d’inferno ci aspetta!››continua Ile.
‹‹Ma come diavolo ha fatto a divertirsi in biblioteca? Cavolo! In BIBLIOTECA, raga!››conclude il discorso Monica.
‹‹Scusate? A proposito: ora volete dirmi se avete scoperto qualcosa in biblioteca?››
‹‹Si, scusa ci siamo dimenticate. Allora: in biblioteca abbiamo scoperto un sacco di cose, ma eravamo sicure che non avresti creduto a quello che avremmo detto e così eccoti delle fotocopie››
‹‹Ok, grazie. Ma raccontate prima che arrivi quell’arpia!››
‹‹Si, si. Calmati! Ora ti diciamo tutto›› dice Monica facendomi segno di cominciare.
‹‹Allora: appena arrivate non sapevamo né dove cercare né cosa cercare, ma l’istinto ci ha guidate verso il reparto della storia medievale e rinascimentale. Arrivate lì abbiamo deciso di iniziare a sfogliare qualche libro per vedere se in questo paese in passato era successo qualcosa…››
‹‹Ah, e perché siete andate proprio lì e non, ad esempio, nella storia del Novecento?››
‹‹Anche io le ho fatto la stessa domanda quando siamo arri vate. Ti riporto quello che mi ha risposto sta signorina qua: “Ma come? Non ti sei accorta che la bambina aveva un abitino del Seicento?”. Io, sinceramente, non lo avevo notato. Tu Ile?››commenta Monica.
‹‹No, neanche io. Comunque, poi cosa è successo?››
‹‹Abbiamo visto un sacco di libri e non avevamo ancora trovato niente, finchè…››
‹‹…finchè IO ho trovato la foto di una bambina che assomigliava tanto a quella del sogno››dic Monica.
‹‹Si, è vero, sei stata tu…ma basta darti delle arie! E fammi continuare, prima che arrivi Marianna!››
‹‹Si, vai pure avanti. Le stavo solo descrivendo quello che è successo!››
‹‹Dunque: avevamo trovato questa foto. Era in un libro che parlava di “cose strane” accadute in questo paese, così abbiamo iniziato a leggere le pagine che parlavano di questa bambina…››
‹‹Quindi era vero che era morta? Ragazze a me ste cose fanno paura! E poi i fantasmi non esistono…vero?››. Nessuna di noi le risponde, perché ormai non siamo sicure di niente.
Riprendo dal racconto per rompere il silenzio: ‹‹Nel libro c’era scritto “Questa è Jasmine Quadri, bambina di sei anni, di famiglia nobile, morta anch’essa in circostanze inspiegabili. Era il 1605 quando i suoi genitori salirono al trono; successivamente la regina ebbe due figlie: Samantha, nata nel 1610, era l’erede al trono, ma morì in uno strano incidente nel 1635 all’età di venticinque anni, lasciando una bambina di pochi mesi; Jasmine, invece, nata nel 1618, era la più piccola del castello, ma il 25 luglio 1624, a soli sei anni sparì improvvisamente.
Dopo alcuni mesi si pensò che fosse morta, grazie al ritrovamento, vicino al torrente, del fiocco che portava in testa il giorno che sparì, ma il suo corpo non fu mai ritrovato”. Questo è tutto quello che diceva il libro.››
‹‹E basta? Solo questo?››
‹‹Si, ma poi, volendone sapere di più, siamo andate alla ricerca dell’archivio dei giornali, per vedere cosa dicevano i giornali dell’epoca e…››
‹‹Non hai idea di quanta polvere c’era tra quegli scaffali!››dice Monica interrompendomi.
‹‹Sinceramente non è che me ne freghi molto… Dai, continua››
‹‹Ok, ok. Ci siamo subito messe a cercare il giornale del 25 luglio 1624 e abbiamo scoperto che la bambina quel giorno indossava un abito color celeste con un piccolo nastro tra i capelli. Inoltre quando è sparita aveva con sé la sua bambola preferita: Marie, l’aveva chiamata. Arrivate a questo punto abbiamo notato che tutto combaciava con il sogno, allora siamo andate avanti con la ricerca››
‹‹Cioè?››chiede Ile.
‹‹Cioè abbiamo cercato e letto i giornali antecedenti alla sparizione di Jasmine››le dico.
‹‹Eh?››
‹‹Non sai parlare in italiano, Clara?›› commenta Monica
‹‹Certo Monica, quello è italiano. Comunque in altre parole: abbiamo cercato i giornali che riportavano una data che fosse prima del 25 luglio 1624. E indovina un po’ quanti ne abbiamo trovati? Zero! Prima di quella data non c’era nessun giornale››
‹‹Cavolo! Questo si che è strano…››
‹‹Ma non è finita qui! Vai avanti Clara››
‹‹Ok. A quel punto abbiamo deciso di guardare quelli dopo il fatidico giorno e abbiamo scoperto che per una settimana intera, dopo la sparizione della bambina, molti degli abitanti hanno vissuto, come li definisce il giornale, degli “strani episodi” legati ad un secondo castello presente nel paesino. Questo palazzo era stato abbandonato ormai da secoli, ma gli abitanti in quella settimana affermarono di aver sentito delle grida. Ma ovviamente nessuno gli credette poiché pensavano ad un’allucinazione, dovuta all’inquinamento del torrente e quindi all’avvelenamento dell’acqua››
‹‹Ragazze mi sta venendo la pelle d’oca. Ditemi che è finita, vi prego!››
‹‹No. Anche noi pensavamo fosse finita qui, invece cercando ancora siamo arrivate al 25 luglio 1625, un anno dopo la sparizione di Jasmine. Osservando un articolo abbiamo notato che un bambino sparì quel giorno, ma fortunatamente fu ritrovato vivo. Ed è allora che ho avuto l’idea di guardare anno dopo anno solo la data del 25 luglio. Così abbiamo scoperto che succedeva quello che i giornali chiamarono “la maledizione di Jasmine”: infatti il 25 luglio di ogni anno un bambino o una bambina di circa sei anni sparivano per poi ricomparire dopo un’intera giornata, senza ricordarsi nulla››
‹‹Oh, mamma!››dice Ilenia. Poi osservandoci aggiunge: ‹‹C’è altro?››
‹‹Purtroppo sì. Il 25 luglio 1635 si verificò qualcosa di diverso: non sparì, come al solito, un bambino, ma bensì la sorella di Jasmine, Samantha. Lei, però, fu trovata morta il giorno dopo sulla strada che portava al torrente e si pensò che fosse caduta da cavallo, poiché era la sua passione. Però, dalla sua morte la cosiddetta “maledizione di Jasmine” svanì nel nulla, lasciando tutto avvolto dal mistero. E questo è tutto quello che abbiamo scoperto››.
‹‹Ho proprio i brividi. Se non mi aveste portato questi fogli, non vi avrei mai creduto›› dice Ilenia dopo qualche minuto di silenzio.
Non facciamo in tempo a dirle nient’altro perché: ‹‹Allora, chéries, andiamo a cena? Appena sono andata dagli altri a dire la mia buona notizia, mi hanno subito detto: “Che bello che stai ancora un po’ con noi”…eh, ragazze…cosa volete farci: tutti mi vogliono!››ci dice Marianna guidandoci verso la sala da pranzo.
‹‹Eh, certo! Tanto dobbiamo sopportarcela noi, no?››ci dice sottovoce Monica. Io mi metto a ridere, mentre Ile accenna appena ad un sorriso…mi sa che è ancora sconvolta da quello che ha ascoltato poco fa…

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Capitolo 10
*** 10 ***


10.
Appena entriamo nella sala da pranzo: ‹‹Ciao butte! Possiamo sedecci vicino a voi?››comincia Celeste.
‹‹Diciamo, forse… NO!›› le rispondo io ricordandomi che aveva detto a Marianna dove stavano andando io e le altre.
‹‹Come siete antipatiche!››ribatte Anna.
‹‹No, ma scusa…non eravate voi quelle arrabbiate con noi?››dice Ile.
‹‹Si, ma dopo due giorni abbiamo deciso di perdonarvi…Allora? Possiamo sederci qui?››
‹‹Se le vostre sorelle vi hanno detto di no, è no! E poi dobbiamo parlare di cose da grandi. Voi siete piccole, les enfant!››si intromette Marianna.
‹‹Guadda che tu non sei gande! Hai solo quattorcici anni…e sei anche più piccola di mia soella. E poi cosa centano gli elefanti?››
‹‹Oh, mamma! Maleducata e pure ignorante! E’ francese, petite peste!››
‹‹Ehm, scusa Mari, ma ha quattro anni! Non sa neanche che esiste il francese!››dice Monica che fino a quel momento stava morendo dalle risate.
‹‹Va bè, vieni Celeste, andiamo vicino alle nostre mamme che qui, queste streghe rompono!››


 
Alla fine ci sediamo, quasi agli stessi posti del giorno prima e, chiacchierando, aspettiamo gli altri, che non sono ancora arrivati.
‹‹Scusate ragazze, devo andare un attimo in bagno. Mi tenete il posto?››
‹‹Ma sì, figurati›› mi risponde Ilenia.
Mentre vado verso il bagno vedo che gli altri stanno arrivando. C’è anche Orlando…uh…in questi giorni non ci siamo parlati molto, comunque spero che Ile non gli abbia detto niente riguardo alla nostra conversazione dl primo giorno.
Appena torno nella sala da pranzo, fortunatamente noto che Ile ha mantenuto la parola: il posto me lo hanno tenuto, ma… “Oddio!” penso. E intanto sento il mio cuore accelerare: tum-tum-tum-tum-tum-tum “che ci fa lui seduto accanto alla mia sedia?”.
Riprendendomi un attimo, mi avvicino al tavolo e sedendomi (o per dire meglio, quasi svenendo) dico a Ile: ‹‹G-grazie per avermi tenuto il posto››. Stop! Per il resto della cena non dico niente, ascolto solo le altre e ogni tanto rido con loro. Sono contenta di stargli vicino, ma… Ma…non riesco a dire una sola parola da quando è vicino a me. Comunque fortunatamente e sfortunatamente, la cena passa in fretta e così io e le altre decidiamo di andare a sederci nella hall per chiacchierare un po’:
‹‹Ma che hai, Clara?››
‹‹Niente, perché?››
‹‹Mah! Sei stata zitta per tutta la cena! E poi eri anche un po’…rossa…in faccia. Stai poco bene?››
‹‹No, ehm…cioè, credo di sì››
‹‹Ma hai la febbre o sei solo un po’ turbata?››
‹‹P-perché dovrei essere turbata?››chiedo pensando che abbiamo intuito qualcosa.
‹‹Ma come “perché”? Per quello che mi hai detto prima di cena!››
‹‹Cosa? Io non c’ero, chéries! Dai, su vi ascolto››
‹‹No, Mari. Non possiamo dirtelo… è un nostro segreto››
‹‹Cosa? Io...pensavo…che voi…mi raccontaste…tutto!››
‹‹Bè…sì…ma non proprio tutto tutto››
‹‹Sigh! Ora vado ragazze! Mi-mi sento ferita…nel cuore…Buona notte, a domani››.
Appena si allontana, Monica dice: ‹‹Ma che se ne vada pure quell’attricetta da quattro soldi! Almeno va a prendere in giro qualcun altro!››e poi rivolta a noi ‹‹Ma perché non le hai detto tutto, Clara? Si sarebbe presa un bello spavento e poi…chi la rivedeva più quella!››
‹‹Bè, Monica…se lei è l’unica tra noi quattro a non aver fatto quel sogno, ci sarà pure un motivo. Forse noi abbiamo sognato Jasmine perché succederà qualcosa, me lo sento…sì, ho proprio questa sensazione. E quindi dobbiamo tenere tutto segreto. Capito?››
‹‹Sì, ha ragione; anche io ho sta sensazione. E poi perché si deve impicciare delle nostre cose?›› ribatte Ile. Poi dopo alcuni secondi di silenzio:
‹‹Mah! Mistero!››dice Monica…ed eccoci di nuovo a ridere come delle cretine per una cavolata!
Dopo un’oretta i nostri genitori vengono a chiamarci dicendo di andare a letto e noi, dopo un po’ di storie, li seguiamo dandoci la buona notte.
In camera mia, nel letto, ripenso a quello che ci è capitato oggi: si potrebbe dire che è stata la giornata più strana della vacanza…
…per ora.

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Capitolo 11
*** 11 ***


11.
“L’hotel è completamente vuoto: niente più mobili, né carta da parati da ospedale… niente… anche le camere sono sparite e non c’è traccia di persone. Poi improvvisamente compare qualcosa… ora sembra di essere in un castello.
Entro nella prima stanza che trovo… dentro ci sono un letto, dei mobili pieni di polvere ed un grande specchio. Proprio questo attira la mia attenzione, poiché è coperto da un lenzuolo di seta bianca.
Qualcosa i dice che devo scoprire lo specchio.
Così faccio scivolare il lenzuolo a terra.
‹‹Oh, mamma!›› dico, rimanendo a bocca aperta. I miei vestiti si sono trasformati: ora indosso un bellissimo abito del Seicento.
Mentre mi ammiro nello specchio, attraverso la meravigliosa maschera che porto davanti al viso, sento delle voci indistinte…no, sono dei brusii, dei bisbigli…arrivano dal piano terra. Ho paura ad andare a vedere… “Vado o no?” mi chiedo…ma poi la mia curiosità ha la meglio sul timore.
Non c’è traccia dell’ascensore, così prendo le scale…non sono le stesse dell’albergo…questa ha moti più scalini ed è fatta a curva…
…uno, due, tre…poi è faticoso scendere con questo vestito…
…trenta, trentuno…di chi saranno quelle voci?
…quarantanove, cinqu…
Wow! Ora vedo la sala dall’alto: è agghindata a festa ed è gremita di gente che balla, parla e ride. Sono ancora sulla scala e di qui vedo ogni cosa o persona della sala.
Dopo un attimo di ammirazione continuo la mia infinita discesa, ma appena ricomincio, la melodiosa musica dei violini, che poco fa suonavano, si ferma. Tutte le persone, che indossano meravigliosi abiti d’epoca, come il mio, e stupende maschere, si fermano. Tutte smettono di fare quello che stavano facendo… “Allora è un ballo in maschera!” penso mentre tutti mi osservano senza dire una parola.
Sempre più meravigliata, mi chiedo chi siano queste persone, ma soprattutto perché si siano fermate. Poi da lontano sento una voce che conosco ‹‹Clara!››… mi giro…ma non riconosco nessuno…no, un attimo…quella…sì, ma sì…quella è ‹‹Ilenia!›› le dico; lei mi ha sentito, lentamente annuisce, ma non dice altro.
Qualcuno mi tocca una spalla…mi giro di nuovo: ‹‹Posso chiederle un ballo, Samantha?››.
“Ma chi è Samantha?” penso subito…vorrei anche dirlo, ma dalla mia bocca esce solo un flebile ‹‹Sì››…
Ancora stupita, alzo lo sguardo per vedere il volto del misterioso cavaliere… Lo riconosco! Anche se il viso è coperto dalla maschera, riconosco i suoi occhi…si, quegli occhi li riconoscerei tra mille…e anche…anche la voce, alla quale prima non avevo prestato attenzione…
‹‹Orlando?›› riesco a dire ancora più confusa…ma lui non risponde.
I violini riprendono con la loro melodia e noi cominciamo a ballare… è un ballo antico e mi sembra di non conoscerlo neanche, ma stranamente i miei piedi si muovono eseguendo passo dopo passo, alla perfezione…come se non avessi mai ballato altro.
E’ tutto così strano, così confuso! Però io mi sento…felice. Stare tra le sue braccia è talmente bello da sembrare una favola.
Improvvisamente tra un volteggio ed un altro, riconosco dei visi nella sala: in un angolo ecco Monica e Ilenia…ma quando mi rigiro non ci sono già più; poi sento una voce, quella di Marianna che urla disperata ‹‹Je ne compris pas!››…poi più niente.
“Cosa sta succedendo?” penso…ma poi, sento che non mi importa molto adesso…in questo momento sono contenta…sì, sembra proprio di essere in una favola…una di quelle che piacciono tanto a mia sorella.
KRA-KOOM
Si sente un tuono…il fulmine illumina tutta la stanza…poi la musica si ferma di colpo. Ad una ad una le persone scompaiono, finchè rimango solo io…al centro della sala illuminata da poche candele.
Poi, una voce: ‹‹Era bella la festa e ti stavi divertendo…vero? Forse è per quello che non mi hai voluto ascoltare, perché lo so…lo so che mi hai sentita››. Vedo una figura celeste, anche se la stanza è quasi al buio ed è lontana da me.
‹‹Ehi, Jasmine sei tu? Riconosco la tua voce…sono Clara, ti ricordi di me?››
‹‹Stai zitta! Tu sei Samantha!›› mi urla la piccola,
‹‹Ma no, guarda che io sono Clara!›› cerco di spiegarle, poi mi ricordo di aver già sentito quel nome… Samantha…sì, certo, era sua sorella!
‹‹No, non dire bugie! Lo so chi sei!››…
…la figura si sposta di colpo da un’altra parte, poi dice: ‹‹Perché lo hai fatto?››
‹‹Fatto cosa?›› le dico terrorizzata…
…si sposta ancora, ‹‹Perché non mi hai creduto?››
‹‹Non sono tua sorella, lo vuoi capire Jasmine?››.
Si muove ancora e torna di fronte a me, ma stavolta è più vicina, tanto che riesco a vederne gli occhi spenti e vendicativi: ‹‹Tu…tu mi hai ucciso!››”
 
PANT PANT
Uff…un altro risveglio movimentato.
Non capisco…cosa vuole dirci Jasmine? E perché questa bambina tormenta le nostre notti?

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Capitolo 12
*** 12 ***


‹‹Bonjour, chéries!››
‹‹Ciao Marianna›› le dico ancora stordita dal sogno,
‹‹Ma, Clara, hai mica visto le altre?››
‹‹(yawn) No, mi dispiace. Non saranno ancora scese…perché?›› chiedo sbadigliando.
‹‹No, va bè posso dirvelo anche dopo››
‹‹Dirci cosa?››
‹‹Va bè, che stamattina tutti i nostri genitori andranno a fare una lunga passeggiata e volevano sapere se volevamo andare anche noi con loro. Lo hanno deciso poco fa››
‹‹Ah…no, senti, non so…io non ho molta voglia, sentiamo cosa dicono Ile e Moni››
‹‹Oui, je suis d’accord››
‹‹Va bè…se tu vuoi andare e noi non abbiamo voglia…non farti problemi e vai pure››
‹‹Oui, oui, lo so. Deciderò dopo. Ora vado a prendere i posti a tavola. Vieni con me?››
‹‹No, no, aspetto le altre››
‹‹Ok, come vuoi…a plus tard››
Uffi!! Ma quando arrivano quelle due? Devo assolutamente raccontargli del mio sogno…sempre sperando che non ne abbiano fatto uno uguale anche loro!
‹‹Ciao Clara! Come hai dormito?››
‹‹Bè…diciamo che ho dormito››
‹‹Hai fatto un sogno?›› dice Ilenia e poi Monica aggiunge ironica ‹‹O un INCUBO?››
‹‹Ah, ah, ah. Ma quanto sei spiritosa, guarda. Comunque sì, Ile, ho fatto un sogno ed era molto…molto…confuso››
‹‹Ehm…scusa Clara…non è che non mi interessi, anzi…ma potresti raccontarcelo dopo? Sto morendo di fame adesso!››
‹‹Ok, ok, come vuoi…la prossima volta potresti arrivare prima però, no?››
Mentre ci incamminiamo verso la sala da pranzo, mi torna in mente quello che aveva detto Marianna:
‹‹Ah, ragazze, devo chiedervi una cosa››
‹‹Cosa?››
‹‹Prima Marianna ha detto che i genitori vanno a fare una passeggiata questa mattina e così le hanno chiesto se volevamo andare anche noi. Cosa ne dite?››
‹‹Mah…io non ne ho voglia››
‹‹Sinceramente neanche io››
‹‹Perfetto, allora le dico che noi non andiamo. Speriamo che lei invece voglia andarci!›› dico io.
‹‹E’ vero! Cosa possiamo inventarci per convincerla a non rimanere?›› aggiunge Monica.
‹‹Uhm…ho trovato! Diciamole che dobbiamo fare dei compiti, così lei andrà via››
‹‹Ottima idea, Ile!›› le dico complimentandomi con lei.
‹‹Sì, sì, sì, sì…brava, brava…ma ora possiamo muoverci per andare a fare colazione? Vi scongiuro!››
‹‹Sì, Monica…andiamo, andiamo!››.
Ci incamminiamo nuovamente verso la sala da pranzo, poi entriamo…
…il nulla…
…la sala è vuota…
‹‹Ma dove sono finiti tutti?›› dice Monica appena entrata nella stanza.
‹‹Hai proprio ragione Monica…dove sono TUTTI?›› dice Ilenia guardandosi alle spalle ‹‹Guardate›› dice poi indicando anche a noi. Allora io e Monica usciamo e la seguiamo nella hall…
…non c’è nessuno…
…tutto è silenzioso…
…non si sente un solo suono oltre allo zampillare dell’acqua della fontana dell’hotel.
‹‹Basta ragazze!›› dice Ile con voce tremante per la paura e le lacrime agli occhi, ‹‹Non ce la faccio più! E’ tutto troppo strano e mi fa paura! Sembra di essere in un film dell’orrore!››
‹‹Ok, ok, Ile…fa paura anche a noi, ma adesso calmati!›› le diciamo io e Monica.
‹‹Senti›› le propongo ‹‹andiamo un attimo in bagno, così ti rinfreschi il viso e poi vediamo dove sono finiti tutti. Ok?››
‹‹Uh…va bene››.
Mentre noi tre ci dirigiamo verso il bagno della hall, sentiamo il suono dell’ascensore e lentamente ci giriamo: ‹‹Ehi›› sentiamo…
‹‹Ahhhh!›› io e le ragazze urliamo insieme.
‹‹Tranquille…siamo solo io e mia sorella›› ci dice Orlando.
‹‹Allora non siamo da soli! Meno male!›› dice invece Sonia, piangendo e stringendomi in un forte abbraccio. Forse mi vede un po’ come una mamma, visto che sono la ragazza più grande.
‹‹Calmati, piccolina. Adesso ci siamo anche noi…non sei da sola››.
Quello che ho detto funziona: piano piano smette di piangere e annuisce, segno che ha capito.
‹‹Allora anche voi siete rimaste sole?››
‹‹Si, a quanto pare in questo stupido albergo siamo rimasti solo noi cinque›› risponde Monica a Orlando.
‹‹Scusate, io vorrei uscire a prendere una boccata d’aria. Se volete possiamo andare tutti fuori, così chiediamo aiuto›› dice Ilenia ancora scossa.
‹‹Si, ottima idea›› le dico, poi rivolta agli altri aggiungo: ‹‹Andiamo?››.
Lentamente usciamo dalla hall. Appena fuori notiamo che anche lì c’è tropo silenzio…ma prima di poterne scoprire il motivo, la nostra attenzione è richiamata nuovamente all’interno dell’albergo…‹‹Ah,ah,ah,ah,ah,ah,ah›› sentiamo...
‹‹Cos’era?›› urla Sonia.
‹‹Se-sem-brava la risata di…una bambina››
‹‹Una bambina? Allora c’è qualcun altro!›› dice Orlando.
‹‹No, mi dispiace…noi sappiamo di chi è quella risata. Ragazzi, penso che sia finita››
‹‹Finita COSA, Clara?›› chiede preoccupata Monica
‹‹Bè, la strana situazione in cui ci siamo trovati poco fa!››
‹‹Ahh…e cosa te lo fa pensare, scusa?››
‹‹L’ho capito proprio da quella risata››. Sono sicura che era di Jasmine. Ma perché le piace giocare con le nostre menti? ‹‹Ma se non ci credete, possiamo entrare. Sono certa che è tornato tutto come prima›› dico ancora.
‹‹Va bene, entriamo››.
Procedendo verso l’interno dell’albergo sentiamo di nuovo un miliardo di voci, tra le quali risalta quella squillante di Marianna che ci chiama: ‹‹Ehilà, ragazze…vi volete muovere? È mezz’ora che vi sto cercando! Siamo già tutti a tavola!››, poi aggiunge scherzosa ‹‹siete sempre le solite ritardatarie, birboncelle!››
‹‹No! Giuro! Ora vado lì e le spacco la faccia! Anzi, no, vado in camera sua e le butto all’aria tutte le sue valigie!›› dice Monica.
‹‹Ma dai! Lasciala perdere!›› le dico…
‹‹Mmm…vedo che vi sta molto simpatica Marianna, eh!›› commenta la scena Orlando.
‹‹Bè, veramente…si, cioè…no…››
‹‹Tranquille, anche a me sta simpatica come lo è a voi! Il vostro segreto è al sicuro››
‹‹Ah, ok…menomale…grazie›› concludo.
Poi ci dirigiamo tutti a fare colazione…
‹‹Oh, finalmente si mangia! Stavo morendo di fame!›› aggiunge la solita Monica.

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Capitolo 13
*** 13 ***


Entriamo nella sala da pranzo e questa volta ci sono tutti quanti. Sono seduti a tavola e chiacchierano tranquillamente, come se nulla fosse accaduto.
Finita la colazione: ‹‹Beh? Perché nessuno accenna al fatto che poco fa siano spariti?›› chiede Ilenia.
‹‹Forse perché…›› dico
‹‹…non se ne sono resi conto›› conclude inaspettatamente Orlando.
“Cosa?” penso “Adesso finisce pure le mie frasi?”… ehhh, come siamo in…
…‹‹Siete proprio in sintonia voi de, eh?›› dice Monica. Ecco! Adesso sento che sto arrossendo, devo fare qualcosa oppure scopriranno tutto!
‹‹Ragazze, devo andare un attimo…in camera! Torno subito!›› dico correndo via.
Prendo l’ascensore e intanto penso a cosa potrei inventarmi quando tornerò giù…
…uhm, ci sono! Dirò che avevo dimenticato la mia cara macchina fotografica.
Mah, dato che sto salendo, potrei anche andare a vedere se Celeste è in camera: poco fa, infatti, lei e Anna, avendo entrambe finito la colazione, stavano giocando a nascondino…sono sicura che si sarà nascosta in camera!
Apro la porta: ‹‹Celeste, sei qui?››…nessuna risposta.
‹‹Bene, la nanerottola non c’è›› penso soddisfatta ad alta voce.
“E quella?” penso guardando il comodino…Alla fine la macchina fotografica era davvero nella stanza!
“Bene, ora posso scendere e tornare dalle altre” penso prendendola e uscendo dalla porta.
 
Dopo alcuni minuti: “Oh, ma si vuole muovere sto ascensore?”
 
Un’altra manciata di secondi dopo: “Oh, ma niente proprio! E’ ben cinque minuti che lo sto aspettando, cavolo!”

Altro tempo dopo: “Uffa! Va bene, penso che prenderò le scale, và!”
Così inizio a scendere i grandi scalini e intanto giocherello con le chiavi della stanza.
“E questo?” penso notando uno strano simbolo, misterioso e molto curioso sul portachiavi.
Ma prima di poterlo guardare meglio…
…SBAM!
‹‹Oh, scusa Clara! Non ti avevo vista›› dice Orlando appena ci accorgiamo di esserci scontrati sul pianerottolo delle scale.
‹‹No, figurati… stata colpa mia che ero sovrappensiero›› dico chinandomi per prendere le chiavi, cadute nello scontro…
…‹‹Oh›› dico poi ancora, accorgendomi che le stava prendendo anche lui. Così le raccogliamo insieme, poi alzo lo sguardo: lo guardo negli occhi per qualche secondo, che mi sembrano ore interminabili. Sembra di essere in un film romantico o in un romanzo, una di quelle classiche scene zuccherose di amore che di solito fanno a rallentatore.
Poi mi sento avvampare il viso e sento lacrime agli occhi, allora dico un timido ‹‹Grazie››, prendo le chiavi e mi precipito giù dalle scale.
 
‹‹Oh! Bentornata signorina!›› mi dice Monica appena arrivo da lei e Ilenia.
‹‹Ehm…si, scusate. Ero andata a prendere la macchina fotografica in camera. Qui? Tutto bene?››
‹‹Si. I genitori sono già andati a fare la famosa passeggiata e, udite udite, sia le nostre sorelline che Marianna sono andate con loro. Non è una meraviglia?›› mi dice Ile.
‹‹Si! È grandioso!››
‹‹Sa…non dovevi raccontarci un sogno?›› dice Monica.
‹‹Ah, vero!! Mi stavo già dimenticando!›› le rispondo guardandola di traverso.
‹‹Beh? Non vorrai insinuare che adesso è colpa mia?››
‹‹Mah, fai un po’ te! A quanto mi risulta sei tu quella che aveva fame e non poteva resistere due minuti!››
‹‹Ma poi è successo quel casino! È vero che avevo fame, ma non è stata colpa mia anche il bordello che ha combinato Jasmine!››
‹‹Ok, ora basta ragazze! Forza, ora racconta, Clara›› ci richiama Ilenia.
‹‹Ok, ok.  Allora…›› e comincio a raccontare il mio sogno. Dalle loro facce sembra che non lo abbiamo fatto anche loro.
‹‹Ed ecco tutto›› concludo. Ovviamente non gli ho detto chi era il misterioso cavaliere del sogno…diciamo che ho omesso una piccola parte del racconto.
‹‹Incredibile›› dice Monica ‹‹stavolta non abbiamo sognato la stessa cosa…ma…ad un certo punto, stanotte, ho avuto una specie di “visione” e ho visto una ragazza che ballava in una grande sala, ma aveva una maschera e non ho pensato che…››
‹‹…potesse essere lei›› conclude la frase Ilenia ‹‹Anche a me è successo››, aggiunge.
‹‹Bene, ragazze. A quanto pare Jasmine non ha voluto farci fare lo stesso sogno, ma per qualche ragione vi ha fatto…”partecipare”, non so come dirlo…ad una scena del mio. La cosa che più mi ha colpito è che dà la colpa della sua morte alla sorella Samantha: dobbiamo scoprire il motivo di questa accusa!›› dico.
‹‹Si, giusto…ma dove cercare?›› mi chiede Ilenia.
‹‹Si, è vero: in biblioteca abbiamo già guardato in ogni angolo!›› aggiunge Monica.
‹‹Mmm…e…se provassimo a cercare il castello dove ha vissuto Jasmine?››
‹‹Eh?? Ma sei scema? NO! Mi fa troppa paura sta cosa!››
‹‹Ma, Ile, è l’unico posto dove potremmo andare per scoprire informazioni in più!›› le dico cercando di convincerla.
‹‹E dai, Ile! Saremo in tre! E poi deve essere proprio figo entrare in un vecchio castello! Io ci sto›› dice Monica.
‹‹Non lo so…Beh, forse se stiamo sempre vicine…›› ribatte Ilenia.
‹‹Evviva! Quando si parte?›› dice Monica emozionata.
‹‹Calma, calma…Direi di andare nelle camere, prendere il necessario e trovarci tra diei minuti al massimo davanti all’ingresso dell’albergo…va bene?››
‹‹Si, si, si…Certo, certo…Wow, non posso crederci che tra poco entreremo in un castello!! Beh, a tra poco›› ci saluta Monica, sempre più agitata.

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Capitolo 14
*** 14 ***


Quando arrivo nella hall sento discutere Monica e Ilenia:
‹‹Cavolo Ile! Clara ci aveva detto di non dire niente!››
‹‹Ma io non gli ho detto nulla di Jasmine!››
‹‹Certo e allora cosa gli hai detto?››
‹‹Solo se voleva venire con noi, perché andavamo a visitare un posto››
‹‹Ehi ragazze! Cosa succede?›› chiedo avvicinandomi a loro.
‹‹Prego, Ile! Io non le dico niente, che poi si mette a sbraitare!››
‹‹Che cosa dovete dirmi?››
‹‹Beh…›› comincia Ile ‹‹…sai che avevo paura di andare con voi al castello, no?››
‹‹Si…ma poi ti abbiamo convinta a seguirci…non hai mica cambiato idea?››
‹‹No! Peggio! Ti prego solo di non ucciderla davanti a me›› si intromette Monica.
‹‹Peggio?››
‹‹Ma no! È solo che…noi eravamo solo in tre…e dato che ho anche paura…ho chiesto ad una persona di venire con noi››
‹‹TU-HAI-FATTO-COSA?››
‹‹Pregherò per te, Ile…››
‹‹Scusa, ma ero così spaventata!››
‹‹Ehh…va beh! E chi sarebbe questa persona?››
‹‹E’…è…Orlando››
‹‹COSA? Adesso non dirmi che gli hai anche raccontato tutto…altrimenti ti uccido veramente!››
‹‹No, no…per mia fortuna, non gli ho detto niente››
‹‹Uff…ma brava! E ora che ci inventiamo?››
‹‹Clara, sta arrivando…pensiamoci strada facendo, ok?››
‹‹Va bene, Monica›› le dico sapendo che IO dovrò pensarci.
‹‹Ciao ragazze…allora, dove si va?››
‹‹Ehm…non lo sappiamo›› dice Ilenia.
‹‹Eh? Come non lo sapete?››
‹‹E, sì…Ile voleva dire che IO e LEI non sappiamo dove CLARA ci vuole portare›› dice Monica per salvare la situazione.
“Ma che idiota! E adesso che cavolo dico a Orlando?” penso mentre mi fissano tutti e tre. Poi dico: ‹‹Eh, sì…posso solo chiederti di andare un secondo al bancone a prendere una cartina? Sai non vorrei che ci perdessimo››
‹‹Si, certo…torno subito›› mi risponde gentilmente Orlando.
Intanto dico alle ragazze: ‹‹Iniziate a decidere di che colore preferite le vostre bare! Giuro che quando torniamo in albergo dopo la nostra “gita”, vi ammazzo!››.
Non hanno tempo di rispondermi, perché Orlando torna con la cartina: ‹‹Eccola! Allora, Clara, non ci dici dove andiamo?››
‹‹Ehm…no…diciamo ce è una sorpresa!›› dico improvvisando.
‹‹Ah, ok››.
Ci mettiamo subito in cammino e, seguendo la cartina, ci dirigiamo verso il castello dove avevano abitato Jasmine e la sua famiglia.
Il viaggio è molto silenzioso, infatti tutti, tranne Monica, non diciamo una parola. Monica, invece, senza far capire che sa dove stiamo andando, continua a saltellare e dire “come sarebbe bello andare in un castello!”, così io le faccio segno di smetterla, ma, a parte un sospiro, non ottengo nessun risultato.
Poi, dopo qualche minuto, arriviamo davanti al castello:
‹‹Un castello? Era questa la sorpresa?›› dice Orlando rivolto a me. Poi guarda Monica ‹‹Allora, come lo sapevi?››
‹‹Beh…veramente…›› dice guardandomi disperata.
E allora, come al solito, tocca a me salvare la situazione: ‹‹Eh, in realtà non era questa la sorpresa. Ma quando ho sentito cosa diceva quella stordita strada facendo, ho cambiato meta››
‹‹Ah, va bene…›› conclude il discorso con tono poco convinto Orlando.
Appena entriamo nel castello ci accolgono due guide che con tono molto scocciato ci dicono:
‹‹L’ovavio di visita è tevminato un’ova fa; siamo costevnati, ma dovete andave via pevchè tva poco inizievà una festa››
‹‹Una festa?›› chiede Monica
‹‹Si, esatto. Più precisamente una festa di compleanno, signorina›› spiega la seconda guida.
‹‹Una festa!!›› dice ancora Monica, ma con il tono di una persona ce alla festa vuole partecipare.
 La guardo come per dirle “Non possiamo intrufolarci alla festa!” e lei la smette: beh, un favore me lo doveva!
Comunque Ilenia chiede alle guide: ‹‹Ehm, scusate, ma allora si possono organizzare delle feste qui dentro?››
‹‹Oh, ma che intuito, signovina!›› dice ironica e scontrosa una delle guide.
‹‹Scusate, non c’è bisogno di rispondere così male! La mia amica vi ha solo fatto una domanda!›› interviene Orlando in sua difesa.
‹‹Si, scusate voi…è che sono agitato. Gli ovganizzatori del pavty dovevano esseve qui già mezz’ova fa e così ci mandano al diavolo tutta la pvogvammazione della sevata!››
‹‹Ci dispiace…ma potete solo rispondere alla mia domanda?››
‹‹Si, si, certo. Le feste si possono fare,  si devono poi svolgere di sera, perché il mattino e il pomeriggio si organizzano le visite guidate››
‹‹Ragazze, andiamo? Torniamo domani per visitare il castello, tanto!›› dico a Ile e Monica che sembrano affascinate dal ragazzo che sta parlando loro… ‹‹Ehi??›› grico ancora.
‹‹Si, si, Clara…un attimo e arriviamo. Voi iniziate ad andare›› mi dice Ilenia.
‹‹Ok, ci vediamo vicino all’hotel…ma non metteteci troppo! Vi aspetto là fuori!›› le grido da lontano, mentre mi avvio verso l’albergo insieme ad Orlando…

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Capitolo 15
*** 15 ***


Per un po’ nessuno dei due dice niente, finché è lui a parlare: ‹‹Beh? Non dici niente a proposito della sorpresa non riuscita?›› mi chiede.
‹‹No, tanto voglio tornare domani là… Era troppo importante visitare quel castello per noi››
‹‹Per chi, scusa?››
‹‹Per me e le ragazze…››
Oh-oh…non ci voleva! Ho già detto troppo! Meglio se continuavo a stare zitta!
‹‹Ahhh…e così volevi andare lì fin dall’inizio! Perché non mi avete detto niente, quando vi ho chiesto dove saremmo andati? E Monica e Ilenia lo sapevano, vero?››
‹‹Troppe domande, Orlando! E se non potessi rispondere?››
‹‹Per quanto ne so io, non penso che ci possa essere qualcuno o qualcosa che ti impedisca di dirmelo…o mi sbaglio? Ma poi comunque io sono molto bravo a tenere i segreti!›› mi dice accennando ad un sorriso.
Sorrido anche io e dopo un attimo di esitazione gli dico: ‹‹Ho fatto una promessa…non so se posso infrangerla››
‹‹Posso sapere almeno con chi hai fatto questa promessa?››
‹‹Beh, questo posso dirtelo: con Ile e Monica››
‹‹Ah, ma allora non credo che ti uccideranno…almeno…non sembra che abbiano un’aria da killer!›› dice sempre cercando di farmi ridere.
Rifletto un attimo prima di rispondergli: se gli racconto tutto, le ragazze mi urleranno contro e potrei anche sembrargli pazza…però potrebbe aiutarci con questo mistero. E poi…c’era anche lui nel mio sogno, quindi potrebbe essere segno che anche lui deve sapere…
‹‹Già…forse hai ragione…almeno ci spero! Comunque, va bene, ti racconterò tutto. Ma tu preparati a qualsiasi cosa e prometti di credermi…qualsiasi cosa io dica. E giura di mantenere il segreto››
‹‹Ok, va bene…lo prometto››.
Così inizio a raccontare tutto, dall’inizio: il primo sogno; il secondo, ovviamente tralasciando che il cavaliere misterioso era lui; quello che abbiamo scoperto in biblioteca e tutto il resto.
Poi rimango un attimo in silenzio, ansiosa di sapere cosa mi dirà.
Ma anche lui non dice niente, così dopo qualche minuto prendo coraggio: ‹‹Ehi, tutto bene?››
‹‹Si…penso di si. Solo che…le cose che hai detto…quei due sogni…li ho fatti anche io››
‹‹C-cosa? Incredibile! E perché non ci hai detto nulla?››
‹‹Beh…forse per lo stesso motivo per il quale tu non volevi dire niente a me! Insomma…io pensavo di essere impazzito››.
Non so cosa dirgli…in effetti ha ragione, anche io inizialmente non volevo dirglielo.
Così, continuiamo a camminare in silenzio, mentre cerco di pensare a come dirlo alle ragazze.
Piano piano arriviamo all’hotel: ‹‹Scusa, ma ora vado in camera a riposare…ci vediamo più tardi a cena›› concluda prima di andare via.
Mentre si allontana gli sorrido, ripensando a quante cose ha saputo in così poco tempo.
Poi: ‹‹Ma ciao, chérie! Come è andato il pomeriggio? Noi abbiamo passato una bellissima giornata. Sono un pochino abbronzata? Dove siamo andati c’era un sole…››
‹‹Ah…e dove siete andati?››
‹‹Ai giardinetti qui dietro…ahahah››
‹‹Ehm…cosa ci sarebbe da ridere, scusa?›› dico perplessa per quella risata idiota.
‹‹Ma come? …ahah…non hai capito? …ahah…il sole che c’era lì era lo stesso che avevate voi qui, no? Ahahah››
NON-CI-CREDO…con tutte le cose a cui devo pensare, devo pure sentire ste cazzate?
E così l’ansia e il nervoso rispondono al mio posto: ‹‹NON FA RIDERE, chiaro? E poi, senti Marianna…io ho cose molto più importanti a cui pensare! E non ho certo il tempo di stare a sentire le tue stronzate!!››
Poi mi accorgo che mi guarda alquanto male e aggiungo: ‹‹Ehm, scusa…è che sono un po’ nervosa››
‹‹Beh…lo vedo, mia cara. Ma la tua amica Marianna lo sa che tu le v.m.b.!!››
‹‹Eh, si, si›› le dico per levarmela dai piedi.
‹‹Chérie, ora vado a prepararmi per la cena. A plus tard›› e si avvicina con una piroetta all’ascensore.
‹‹Beh? Lo sa che siamo in un albergo e non su un palcoscenico, vero?›› sento dietro di me. La voce è inconfondibile: Monica è tornata. E con lei c’è anche Ilenia.
‹‹C-ciao, ragazze…eh…siete già qui?››
‹‹C-ciao C-Clara…ma che ti prende? Perché balbetti, scusa?››
‹‹Uh…niente…devo solo dirvi una cosa››
Le due si guardano. Poi, con lo sguardo preoccupato, esclamano insieme: ‹‹COSA?››.

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Capitolo 16
*** 16 ***


‹‹Ma non eri tu che dicevi “meglio non dire niente a nessuno”?›› dice Monica dopo il mio racconto.
‹‹E no, Clara! E pensare che stavi per uccidermi…e solo perché gli avevo detto di venire con noi!››
‹‹Ma guarda, Ile, che è stata una cosa che non avevo programmato›› spiego scusandomi.
‹‹Non mi interessa! Avevamo fatto una specie di…promessa…oppure valeva solo per me e Monica quello  che avevi detto?››
‹‹Ma no! Certo che valeva anche per me, ma la situazione si è complicata e allora…››
‹‹…hai deciso di dire tutto a Orlando. Senza neanche chiederci se era una buona idea! Vorrei vedere se adesso andassi da Marianna e le raccontassi tutto…cosa diresti tu?›› continua a gridare Ilenia.
‹‹Va beh, non esageriamo, adesso calmati Ile. Avrà anche sbagliato, ma non puoi trattarla così!››
‹‹Invece sì! Lei che rompe sempre quando sbagliamo noi e poi fa sempre di testa sua!›› conclude Ile prima di andarsene.
Io, invece, sono talmente a pezzi che, un po’ per lo stress di questi giorni e un po’ per questa stupida litigata, scoppio in lacrime.
Subito Monica mi chiede: ‹‹Ehi, cosa c’è? Su, lo sai che Ile a volte esagera››
‹‹Sì, però…forse…stavolta ha…ragione lei››
‹‹Ma non dire fesserie! Se non ci fossi tu a fermarci, faremmo un sacco di cose stupide noi due. Lo sappiamo che lo fai perché ci vuoi bene. Piuttosto, cosa ti ha detto?››
‹‹Ma chi?››
‹‹Ma come “chi”? Orlando, no! Che ti ha detto dopo che gli hai raccontato tutto?››
‹‹Beh, pensavo mi prendesse per matta…invece, mi ha detto che le cose strane che ci sono successe…sono successe anche a lui››
‹‹Cosa?››
‹‹Così mi ha detto››
‹‹Allora alla fine hai fatto bene a dirglielo. Ora vado a dirlo a Ile, vedrai che verrà a chiederti scusa subito›› conclude correndo verso l’ascensore.
‹‹Va bene. Io intanto vado a prendere i posti a tavola e vi aspetto lì. A tra poco.›› e dico accennando appena ad un sorriso.
Pensavo andasse meglio con le ragazze, non credevo che la prendessero così male, soprattutto Ile!
Speriamo comunque che Monica riesca a calmarla.
Penso alle parole che mi ha detto e ricomincio a piangere. Tra poco dovrebbero arrivare qui anche gli altri, però, quindi meglio asciugarle.
‹‹Ciao…scusa per prima›› sento dalla porta.
‹‹No, figurati›› rispondo io, pensando che sia Ilenia, e asciugandomi in fretta le lacrime.
Non è Ile purtroppo, ma Orlando.
Vedendo che rimango seduta, si avvicina e mi dice: ‹‹Ehi, ma cos’hai? Tutto bene?››
‹‹Ehm…sì, tranquillo››
‹‹Non ci credo. Sembra che tu abbia…pianto››
‹‹Beh…c’è stata una discussione con Ilenia. Ma non c’è da preoccuparsi››
‹‹Non mica per colpa mia che avete litigato?››
‹‹Ehm…no, no…tranquillo››
‹‹Mah. Comunque, mi dispiace per prima››
‹‹Ma per cosa?››
‹‹Beh…per averti lasciata da sola››
‹‹Ma figurati! Tanto dovevo aspettare le ragazze›› dico un secondo prima che entrino tutti gli altri.
‹‹Va beh. Comunque, per farmi perdonare, mi siedo qui vicino, così controllo che non litighiate! E poi spero di tirarvi su il morale con qualche mia battuta›› dice ironicamente Orlando.
Poi arrivano e si siedono le ragazze. Ilenia non mi guarda, ma Monica mi guarda con un sorriso, come per dire “non preoccuparti, è tutto apposto”. Anche se non le credo molto, decido che è meglio per tutti fare finta di niente riguardo alla litigata. Anche perché ora c’è già Marianna che rompe: ‹‹Allora? Perché nessuno mi dice cosa avete fatto questo pomeriggio?››
‹‹Perché non ti interessa! Sono cavoli nostri›› le dice Monica.
‹‹Mah, insomma!? Sono o no una vostra amica?››
Monica sta per risponderle malamente, e si vede, ma fortunatamente arrivano le piccole pesti: ‹‹Ciao butte! Cosa avete fatto oggi?››
‹‹Eccone un’altra!›› dice Monica alzando gli occhi al cielo.
‹‹Niente che ti interessi, piccola nanerottola›› rispondo a mia sorella.
‹‹Uffa! Ti ho solo fatto una domanda!››
‹‹Sì, sì. Sparisci, và›› si intromette Marianna.
‹‹Io non devo stae a sentie te! Sei solo una stupida ciaccieona!››
‹‹Una che?››
‹‹Una ciaccieona…una che palla tanto, tanto, tanto››
‹‹Ah! Chiacchierona…si dice così, Celeste›› dico ridendo.
‹‹E io cosa ho detto? Comunque, Maianna, oggi non ti abbiamo popio soppottato, quindi, caa soella›› dice poi rivolta a me ‹‹da domani lei la tenete voi!››
‹‹Ehi, peste, io sono in grado di andare dove voglio e con chi voglio. E sicuramente non ascolto una mocciosa come te!›› le risponde infastidita Marianna.
Mia sorella fa spallucce e se ne va al suo posto. Quando fa così sono fiera che sia mia sorella.
Comunque la cena procede bene…almeno non ci sono litigi.
Finito di mangiare andiamo nella hall, ma stasera sono troppo stanca per andare a fare due chiacchiere e sopportare le uscite di Marianna, così dico: ‹‹Scusate, oggi sono troppo stanca. Vado in camera mia. Buona notte, a domani››
‹‹Ok, buona notte›› dicono insieme le ragazze.
Mentre mi avvio verso l’ascensore, le sento ridacchiare. Non mi sono mai sentita così “lontana” da loro.
Mentre stanno per chiudersi le porte, sento: ‹‹Ehi, aspetta! Salgo anche io››.
È Orlando. Oggi deve essere l “nostra” giornata.
‹‹Vai a riposarti?›› mi chiede.
‹‹Sì. Sono un po’ stanca››
‹‹Capisco. Dopo quello che è successo oggi. Mi raccomando, riposati, che domani si va di nuovo al castello. Notte›› mi dice salutandomi con la mano, mentre esce e lentamente le porte si richiudono.

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