Al di fuori delle ceneri sto bruciando come un fuoco

di Linda1990
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***
Capitolo 35: *** Capitolo 35 ***
Capitolo 36: *** Capitolo 36 ***
Capitolo 37: *** Capitolo 37 ***
Capitolo 38: *** Capitolo 38 ***
Capitolo 39: *** Capitolo 39 ***
Capitolo 40: *** Capitolo 40 ***
Capitolo 41: *** Capitolo 41 ***
Capitolo 42: *** Capitolo 42 ***
Capitolo 43: *** Capitolo 43 ***
Capitolo 44: *** Capitolo 44 ***
Capitolo 45: *** Capitolo 45 ***
Capitolo 46: *** Capitolo 46 ***
Capitolo 47: *** Capitolo 47 ***
Capitolo 48: *** Capitolo 48 ***
Capitolo 49: *** Capitolo 49 ***
Capitolo 50: *** Capitolo 50 ***
Capitolo 51: *** Capitolo 51 ***
Capitolo 52: *** Capitolo 52 ***
Capitolo 53: *** Capitolo 53 ***
Capitolo 54: *** Capitolo 54 ***
Capitolo 55: *** Capitolo 55 ***
Capitolo 56: *** Capitolo 56 ***
Capitolo 57: *** Capitolo 57 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Mi svegliai di soprassalto.
Guardai la sveglia, erano le 5 del mattino.
Avevo avuto l'ennesimo incubo, ormai andava avanti cosi da 4 mesi, da quel maledetto 28 dicembre.
Capii che non sarei più riuscita ad addormentarmi, cosi mi alzai e mi diressi verso il bagno, una bella doccia era quel che ci voleva.
Avrei tanto voluto che l'acqua cancellasse tutto: i ricordi, il dolore, la rabbia e soprattutto l'amore ma niente avrebbe potuto farlo, solo il tempo mi avrebbe fatto superare tutto...forse.
Usci dalla doccia e mi guardai allo specchio.
Avevo un aspetto orribile, anche più del solito.
Non ho mai amato il mio corpo, mi sono sempre vista come una specie di mostriciattolo ma i lividi che avevo sul viso peggioravano di gran lunga il quadro generale.
Ripensai a quello che era successo la sera prima, alla reazione che avevo avuto dopo aver sentito quel tizio fuori dal locale chiamarmi "lesbica di merda", al mio affrontarlo chiedendo che problemi avesse e alla rissa che era scoppiata.
Mi vestii, feci colazione di fretta e uscii di casa per andare a lavoro.
Da quando mio padre e mia madre mi avevano cacciato di casa dopo aver scoperto la mia omosessualità, vivevo da sola.
Lavoravo in un negozio di musica, la mia piú grande passione e questo mi permetteva di essere indipendente da i miei genitori con cui ormai non avevo quasi piú rapporti.
Arrivai in negozio alle 8, sistemai i nuovi arrivi che erano ancora imballati e iniziai la mia giornata lavorativa.
Tutto procedette in maniera tranquilla e venne presto sera.
Nonostante il settore della musica fosse in crisi, avevo venduto parecchi cd quel giorno il che era un bene.
Mi piaceva il mio lavoro e soprattutto mi serviva, non avrei sopportato l'idea di dover tornare strisciando da i miei perché non ero in grado di potermi mantenere da sola, sarebbe stato come sottomettermi alle loro idee vivendo come loro volevano...mai!
Venni distratta da i miei pensieri dallo squillo del cellulare.
Era un messaggio di Marco, il mio migliore amico: "Ci vediamo stasera alle 21 al solito posto, ho una notizia fantastica! Non osare darmi buca."
Rimasi molto sorpresa, non avevo la minima idea di cosa poteva essere successo di cosi esaltante ma solo due ore mi dividevano dall'appuntamento, l'attesa seppur snervante sarebbe stata breve.
Alle 19.30 chiusi il negozio, mangiai un panino al volo e andai a cambiarmi per uscire.
Misi il mio paio di jeans preferito, quelli neri con le borchie lungo le cuciture laterali, una t-shirt e le mie amate Converse...niente di speciale insomma anche perché era solo un'uscita tra amici.
Conosco Marco da quando andavamo alle elementari, siamo cresciuti praticamente insieme e con il tempo era diventato come un fratello per me, è stato l'unico ad aver preso il mio interesse per le ragazze con il sorriso e addirittura spesso veniva a chiedermi consigli amorosi quando ne ha bisogno, asserendo che essendo una ragazza conosco meglio i desideri e i bisogni delle donne...niente di piú sbagliato invece, quando si tratta d'amore non importa quanta esperienza tu abbia, sarai sempre e comunque un principiante perché nessuna situazione o persona é uguale.
Io poi sono sempre stata un autentico disastro quindi.
Uscii di casa e mi diressi da "Elvis", una birreria molto carina e tranquilla situata in centro città di cui ormai eravamo clienti abituali da anni in quanto se dovevamo parlare di qualcosa oppure anche solo incontrarci, finivamo sempre qui.
Era una bella serata, nonostante il caldo soffiava una leggera brezza e molte persone ne stavano approfittando per farsi una passeggiata o per prendersi un gelato con i figli e per puro caso, finii con il guardare un padre e una madre che giocavano con la propria figlioletta...era una bimba di 3 anni circa, con i capelli corti e un completino semplice, quasi da bambino.
Mi ricordava molto me stessa alla sua età.
Un'ondata di ricordi mi assalì...la prima volta a Gardaland, le partite a calcio con mio padre, gli abbracci di mia madre...mi mancavano i miei genitori, gli volevo bene ma non potevo andare contro la mia natura per loro, la vita é solo una e non potevo passarla reprimento me stessa.
Cacciai indietro le lacrime che stavano minacciando di uscire e continuai a camminare.
In 10 minuti arrivai e Marco era già li ad attedermi.
"Guarda guarda chi é uscita dalla sua tana..." lo ammetto, ultimamente non uscivo spesso e la sua frecciatina era legittima.
Mi sedetti davanti a lui.
"Lo so, lo so scusa. Ora mi dici che é successo?" ribattei incuriosita.
"Lo sai no che c'é un concerto tra una settimana?" la sua era una domanda retorica più che altro, lavorando a stretto contatto con la musica, ero praticamente informata su tutto ciò che accadeva nel settore e lui lo sapeva bene.
"Si, vengono Taylor Swift e Demi Lovato ma i biglietti sono esauriti da mesi" lo guardai.
"Esatto ma il tuo amico ha molte conoscenze e ha una bella sorpresa per te anche se so che tu sei piú una rockettara..." mise la mano in tasca e mi porse due biglietti.
"Questi non sono dei semplici biglietti, sono due pass per il backstage! Cosi potremmo andare dietro le quinte e incontrarle!" con un sorrisone stampato in faccia, mi guardò.
Lo conoscevo bene e sapevo che il suo interesse per la Swift andava ben oltre l'aspetto musicale.
"Cosi potrai provarci con Taylor" lo punzecchiai ridendo.
"Può essere, un'occasione cosi quando mi ricapita?" ribatte lui "E poi non fare la santa, sei contenta pure tu di poter incrociare la Lovato!" aveva fatto centro.
Non era da molto che avevo cominciato a seguirla ma mi piaceva, sia come cantante sia come persona e inoltre avevamo molto in comune ma questo Marco non lo sapeva, non lo sapeva nessuno.
"Si hai ragione, contento?" gli feci la linguaccia e lui scoppiò a ridere.
Continuammo a prenderci in giro per molto, era bello poter distrarsi un pò e non pensare a niente ma come tutte le cose belle, era destinato a non durare per molto...
"Che ne dici se andiamo? Ci facciamo due passi" non capii il perché di questo mutamento di umore ma vidi il suo sguardo andare oltre me.
"Che succede?" feci per girarmi ma lui mi fermò di colpo.
"Non farlo. Fidati é meglio se andiamo" mi guardò dritto negli occhi e capii il perché del suo comportamento.
Non feci a tempo ad alzarmi che sentii una voce venire alle mie spalle.
"Ciao Linda" non serviva che mi girassi per sapera chi era, quella voce l'avrei riconosciuta ovunque.
Sentii una fitta al centro del petto ma feci finta che andasse tutto bene, non meritava di vedere quanto io stessi ancora male per lei .
"Ciao Miky" ribattei gelida.
Quando vidi la sua mano intrecciare quella della sua ragazza la testa cominciò a girare, sentivo le tempie pulsare...dovevo andarmene. Subito.
"Marco andiamo" mi alzai e lui immediatamente fece lo stesso, in due secondi eravamo già fuori.
"Tutto ok? Non hai una bella cera" mi guardò preoccupato.
"Si più o meno" mentii spudoratamente.
Non andava bene, non andava bene per niente.
"Meglio se ti riaccompagno a casa" disse.
Gli feci cenno di si e senza proferire parola ci incamminammo verso casa mia.
Appena fummo arrivati, ci sdraiammo sul divano.
Marco sembra molto stanco, nell'ultimo periodo stava facendo i doppi turni per poter aiutare la sua famiglia dopo che il padre se ne era andato con l'ennesima biondona di turno ed era una grossa responsabilità per un ragazzo della sua età.
"Se vuoi puoi dormire qui, per me non ci sono problemi" lo guardai sorridendo.
"Grazie, non avrei proprio la forza di andare fino a casa" chiuse gli occhi e si addormentò dopo poco, era proprio sfinito.
Il silenzio che era calato era assordante e i pensieri erano tornati a insinuarsi nella mia mente.
Aver rivisto la mia ex mi aveva fatto male, non riuscivo a smettere di pensare a lei, a ciò che era successo, a quel noi che era andavo in fumo insieme a tutti i progetti che avevamo fatto...stavo per scoppiare, tutte le lacrime che non avevo versato fino a quel momento cominciarono a rigarmi il viso.
"Perché a noi? Come é potuto accadere? Perché mi hai fatto questo?" ormai ero partita, tutta la fatica che avevo fatto in questi mesi per scordarla era stata vana, mi sembra di impazzire.
Mi diressi in camera, chiusi la porta alle mie spalle e cercai frettolosamente il taglierino.
"Dove cazzo sei finito? Dove?" imprecai con gli occhi gonfi e arrossati dal pianto, buttai per aria tutta camera e finalmente lo trovai, era finito sotto al letto.
Scivolai con la schiena contro il muro e mi misi seduta per terra...stavo male.
La ragazza che amavo aveva preferito un'altra.
Non ero abbastanza, ecco perchè mi aveva tradita. Mi facevo schifo da sola ormai...
Puntai la lama sul polso e iniziai a premere.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Un forte odore mi stava solleticando il naso, sembrava disinfettante.
"Che idea cretina" pensai.
Aprii gli occhi a fatica, mi sentivo particolarmente stanca e debole e avevo solo voglia di dormire ma feci appello a tutte le mie forze e seppur controvoglia mi sollevai piano sui gomiti.
Mi guardai attorno e rimasi sbigottita, ero in ospedale.
"Ma che cazzo..." non feci a tempo a finire la frase che giunse un'infermiera.
"Buongiorno! Sono felice che ti sia svegliata. Mi chiamo Sonia e fino a quando resterai qui mi prenderò cura di te" mi fece un sorriso e si avvicinò a me.
Era una donna sulla quarantina, molto carina ad essere sincera.
"Che ci faccio qui? Ero in camera mia ieri sera...non può essere che..." le parole mi morirono in gola.
Solo in quel momento mi resi conto della flebo e del bendaggio che avevo sul braccio e in un attimo tutto fu chiaro.
"Vado a chiamare il medico e avviso il tuo amico che ti sei ripresa, era molto preoccupato" mi rivolse un ultimo sguardo e se ne andò.
Mi adagiai sul letto e chiusi gli occhi.
"Merda, stavolta l'ho fatta grossa" pensai.
All'improvviso la porta si aprí e in un attimo mi ritrovai Marco affianco al letto che mi cazziava come solo lui sapeva fare, come avrebbe fatto un fratello.
"Dimmi che hai nel cervello! Dimmelo! Se non mi fossi svegliato, se non fossi venuto in camera tua..." non riuscí a finire la frase che i suoi occhi si velarono di lacrime.
"Mi dispiace non volevo farti preoccupare" lo guardai.
"Non é questo. Perché non me lo hai detto che ti tagliavi? Avrei potuto starti più vicino, aiutarti in qualche modo..." tutta la rabbia e la preoccupazzione gli si leggeva sul volto.
"Non è una cosa facile da vivere, ne da spiegare a qualcuno...è iniziato dopo la rottura con Miky, mi faceva stare meglio, era un modo per sfogarmi ma la cosa pian piano ha iniziato a sfuggirmi di mano e il fatto che io sia qui ne é la prova" ribattei.
"Volevi..." non osò andare oltre ma capii subito cosa intendeva.
"No. Ma ieri sera quando le ho viste insieme non ho retto...credevo di aver superato il tradimento, l'umiliazione, la rabbia e tutto il resto ma mi sbagliavo" respirai profondamente cercando di cacciare indietro le lacrime "Fa male ancora, non sai quanto..." mi girai e guardai fuori dalla finestra, non volevo farmi vedere cosi.
Fu lui a rompere il silenzio che era calato da diversi minuti.
"Devi solo pensare a te ora e tornare a star bene" mi guardò sorridendo.
"Si ha ragione, devo provarci" ricambiai il sorriso.
"Brava! Anche perchè ci aspettano Taylor e Demi!" mi fece l'occhiolino e scoppiammo entrambi a ridere.
Un colpo di tosse ci riportò alla realtà.
"Scusate se vi distrurbo, sono il dottor Rossi" era un uomo sulla sessantina, dall'aspetto amichevole, non di quelli che mettono tensione solo a guardarli.
"Sono venuto per accertarmi delle sue condizioni di salute" mi disse.
"Debolezza a parte mi sento bene" ribattei "Quando posso tornare a casa?"
Non mi sono mai piaciuti gli ospedali, prima tornavo nel mio letto meglio era.
"In un paio di giorni al massimo. Il suo quadro clinico é buono, é una ragazza in salute e si rimetterà velocemente" mi sorrise per poi continuare "Per quanto riguarda il braccio, abbiamo dovuto applicarle dei punti, la ferita era estesa e dovrà, fino a guarigione ottenuta, fare delle medicazioni..." feci cenno di si con il capo e pregai che non mi chiedesse nulla su come mi fossi procurata quel taglio.
"Potrei essere suo padre quindi le parlo come farei con mia figlia. So perché é qui, l'ho capito dalle cicatrici che ha anche in altri punti...a volte la vita ci pone degli ostacoli, delle difficoltà difficili da superare ma farsi del male non cambierà le cose e soprattutto non allontanerà da lei il dolore. Non la voglio più rivedere qui intesi?" mi guardò serio.
"Intesi" risposi.
"Bene, ora torno a lavoro. Le farò visita prima che venga dimessa" si avviò verso la porta.
"Va bene, arrivederci dottore" lo salutai e lui uscii dalla stanza.
Ci ritrovammo io e Marco da soli.
"Va bene se ti vengo a prendere quando esci? Ho i turni serrati a lavoro, le cose a casa non vanno bene..." cominciò a passarsi la mano tra i capelli, chiaro segno del suo nervosismo.
Stava cercando di giustificarsi anche se sapeva benissimo che io stessa lo avrei cacciato dalla stanza a calci nel sedere sapendo quanto fosse impegnato e quanto la sua famiglia aveva bisogno di lui.
"É perfetto, sono sicura che me la caverò benissimo da sola" sfoderai il mio miglior sorriso per tranquilizzarlo un pò e funzionò, la tensione sul suo viso era svanita.
 ''Solo una cosa...passeresti a casa a prendermi qualche cambio di vestiti? Ah e magari anche il cellulare, mi annoio a morte sennò" piagnucolai come una bambina.
"Certo! E poi quando non sai cosa fare diventi particolarmente rompipalle" scoppiò a ridere.
"Stronzo!" gli tirai il cuscino.
"Ora vado, fammi sapere quando ti dimettono ok? Fa la brava e non molestare le infermiere!" mi diede un bacio sulla guancia trattenendo a stento l'ennesima risata.
"Farò del mio meglio...MAMMA!" gli feci la linguaccia e se ne andò.
Un paio di giorni e sarei tornata a casa.
Aggrapparmi a questo pensiero avrebbe reso più facile e sopportabile questo soggiorno forzato in ospedale ma la noia, quella no che non mi avrebbe abbandonata.
Mi girai e vidi sul comodino vicino al letto il mio i-pod, me lo doveva aver portato Marco mentre aspettava che mi riprendessi.
Lo presi, infilai le cuffie e schiacciai il tasto play.

"Skies are crying, I’m watching
Catching teardrops in my hands
Only silence, as it’s ending
Like we never had a chance
Do you have to make me feel like
There’s nothing left of me?"
 
Era Skyscraper.
Adoravo quella canzone, é la prima che avevo ascoltato di Demi e da quel momento era diventata una delle mie preferite.
"Meno di una settimana e sarò nel backstage. Chissà se la incontrerò...non mi resta che aspettare" pensai.
Ascoltai ancora qualche brano e poi decisi di riposare un pò, dovevo rimettermi in sesto nel minor tempo possibile.
Avevo toccato il fondo quella notte e non mi restava che risollevarmi...come un grattacielo.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Contro ogni mia piú rosea previsione, i giorni passarono veloci.
Oltre alle visite di Sonia, l'infermiera che si occupava di me e delle medicazioni che dovevo fare quotidianamente, ricevevo quelle della psicologa dell'ospedale e per quanto mi scocciasse ammetterlo, parlare con qualcuno estraneo dalla mia vita mi aveva aiutato.
Presi il borsone che stava sul pavimento e cominciai a raccogliere le mie cose, oggi sarei tornata a casa e avrei iniziato a mettere ordine nella mia vita, niente piú tagli, alcool e risse.
Sentii bussare alla porta, mi girai e vidi il dottor Rossi entrare nella stanza.
"Buongiorno, come d'accordo sono passato a salutarla prima che se ne andasse. Come si sente?" mi guardò.
"Bene, é ora che ricominci a vivere" ribattei decisa.
"Cosi la voglio! Si prenda cura di se, arrivederci signorina" mi sorrise.
"Arrivederci e grazie dottore" ricambiai il sorriso e lo vidi andarsene.
Guardai per l'ultima volta la camera e mi avviai lungo il corridoio che mi avrebbe condotta all'uscita dell'ospedale.
Appena le porte automatiche si aprirono sentii i raggi del sole colpire la pelle, era bello risentire l'aria fresca, l'odore da disinfettante ormai mi stava dando la nausea.
"Ehy, é bello rivederti!" Marco mi corse incontro e mi abbracciò forte.
"Ciao Marco" lo strinsi "se non mi rompi una costola magari non torno da dove sono venuta" scoppiai a ridere.
"Oh cavolo! Scusa! Non volevo strirolarti ma sono felice che ti sia rimessa" lentamente scioglie l'abbraccio e mi diede un bacio sulla guancia.
"Che dici, andiamo? Ho una fame allucinate, non avrei retto la mensa dell'ospedale un giorno di piú" dissi imbarazzata.
"Certo! Ci fermiamo al Mc Donald ok?" mi chiese prendendo il mio borsone e facendomi l'occhiolino.
"Ottima idea!" lo guardai felice come una bambina il giorno di Natale.
Arrivamo a destinazione, ordinammo un paio di panini di diverso tipo e andammo a sederci all'esterno, era una bella giornata e di stare rinchiusa tra quattro mura non mi andava.
"Domani é il gran giorno eh?" disse entusiasta per poi iniziare a mangiare un hamburger.
"Già, non vedo l'ora" sorrisi "E poi é una gran fortuna poter andare dietro le quinte, potremmo vedere il concerto e con un pò di fortuna incontreremo anche Taylor e Demi" aggiunsi addentando il mio panino, sembrava ancora piú buono del solito.
Il pranzo continuò tra una chiacchiera e l'altra e una volta finito, salimmo in macchina e finalmente raggiungi casa.
Prima di salutarci però, ci accordammo sull'orario in cui Marco sarebbe venuto a prendermi il giorno successivo e optammo per le 19, sembrava il giusto compromesso che ci avrebbe permesso di far tutto con la necessaria calma.
Quando aprii la porta d'ingresso del mio appartamento, un senso di tranquillità mi pervase.
Subito buttai la borsa sul pavimento, accessi la tv e mi misi comoda sul divano.
Iniziai a fare un pò di zapping cercando qualcosa di interessante ma non troppo impegnativo da vedere e casualmente beccai le repliche di "The L Word" su La7, uno dei miei telefilms preferiti. Stavano trasmettendo la terza stagione, forse la migliore in assoluto e cosi decisi di guardare gli episodi nonostante avessi tutti i dvd della serie.
Ero stata così presa dalla serie tv che mi resi conto di quanto tempo fosse passato solo quando guardai l'orologio appeso alla parete.
"Cazzo sono già le 20 e devo ancora far tutto" imprecai da sola più forte di quanto non volessi.
Mi alzai di fretta, mi fiondai in cucina a preparmi un piatto di pasta, resettai un pò in giro e mi concessi il lusso di una tisana prima di andare a letto.
Indossai un paio di pantaloncini e una canottiera a mo di pigiama e mi coricai, avevo bisogno di riposare.
"Ancora poche ore..." pensai.
Chiusi gli occhi e a poco a poco il sonno ebbe la meglio su di me...

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Ero a dir poco euforica, mi sentivo gasata come una bottiglia di Coca Cola appena sbattuta, pochi minuti e sarebbe arrivato Marco.
Qulla mattina mi ero svegliata ancora prima che la sveglia suonasse, avevo riordinato un pò, caricato la lavatrice con conseguente montagna di panni da stirare, avevo pranzato e poi avevo iniziato a preparmi.
Una doccia veloce mi aveva rimessa al mondo, nonostante fosse maggio l'afa era opprimente.
Il momento drammatico arrivò quanto giunsi davanti l'armadio.
"Che mi metto?" pensai.
Forse era un problema solo mio ma puntualmente ogni volta che dovevo andare da qualche parte ogni cosa non mi sembrava sbagliata o inappropiata.
Alla fine optai per una camicia leggera bianca, un paio di jeans chiari e degli stivaletti neri con le borchie. Non era granché ma tanto mica dovevo andare io sul palco no?
E ora eccomi qui, nell'atrio del palazzo ad aspettare il mio amico.
L'unica nota dolente della giornata era stata la chiamata del mio capo.
Aveva saputo della mia visita all'ospedale e mi aveva dato delle specie di ferie per darmi modo di "ritrovare un pò di tranquillità" parole sue ma in quel momento non mi andava di pensarci troppo, mi avrebbe solo incrinato l'umore.
Un colpo di clacson segnalò l'arrivo di Marco.
"Salve signorina, ci aspetta una serata molto emozionante me lo sento" disse mentre salii in macchina e allacciai la cintura.
"Io per ora sento solo un caldo allucinante" risposi sarcastica "Quindi dacci dentro con l'aria condizionata sennò mi si scioglie quel poco di trucco che ho" continuai.
"Come desideri" rispose ridendo mentre si dirigeva verso il luogo del concerto.
Il tragitto fu breve e passammo il tempo ipotizzando ciò che sarebbe successo da li a poco.
Appena arrivammo in prossimità del palazzetto rimanemmo colpiti dalla marea di gente ammassata contro i cancelli pronta per entrare nella struttura.
C'era chi aveva striscioni, chi palloncini, chi cartelloni...erano tutti pronti per sostenere le due cantanti americane e l'entusiasmo era alle stelle.
Parcheggiamo l'auto senza non poche difficoltà e avviandoci a passo incerto, non sapendo bene dove andare.
"Da dove pensi che dobbiamo passare?" mi chiese Marco.
"Mentre stavamo cercando parcheggio ho visto che c'è un'entrata riservata super blindata, proviamo li" risposi.
"Figo!! Come i vips!" ribatté felice.
"Che cretino!" scoppiai a ridere e gli tirai un pugnetto sulla spalla.
Superammo i cancelli che delimitavano l'area privata e quattro bodyguards si misero tra noi e l'entrata.
"Dove credete di andare?! Di qui non si passa" disse minaccioso quello rasato con il tatuaggio sul volto.
Li scrutai a lungo e nonostante tutto non riuscii a capire chi era il meno simpatico dei quattro.
"Abbiamo i pass, eccoli!" ribatté il mio amico sbattendogli praticamente in faccia i biglietti.
"Va bene passate" rispose gelido Mister Simpatia.
Gli superammo soddisfatti e varcammo la soglia dell'entrata guardandoci attorno.
"Qualche altra brillante idea su dove andare?" mi chiese Marco.
"Andiamo di qua, mi sembra di sentire dei rumori" dissi incamminandomi lungo il corridoio alla nostra destra.
Lo percorremmo interamente, salimmo una rampa di scala e ci trovammo esattamente nel cuore del backstage.
Gente che correva da una parte all'altra, parucchieri, truccatori, tecnici di vario tipo, musicisti, ballerini...le mie aspettative vennero di gran lunga superate.
"Sbalorditivo eh? Sembra di stare a Hollywood" disse Marco visibilmente eccitato "Al concerto mancano due ore, ci conviene restare qui e vedere che succede" continuò.
Ci appoggiammo al muro e per circa un'ora non successe nulla, sempre il solito via vai di persone, niente degno di nota insomma.
Una moltitudine di giornalisti e fotografi improvvisamente uscì da una stanza, sembrava ci fosse stata una specie di conferenza stampa.
Forse la nostra pazienza stava per essere ripagata, forse.
Per qualche minuto non accadde nulla fino a quando una chioma bionda fece capolino alle spalle di quella che doveva essere un'assistente personale, era Taylor Swift.
Appena la vide sul viso di Marco comparì un sorriso enorme.
"È lei!!! È bellissima!!! "Dai che andiamo!" disse entusiasta trascinarmi con lui verso di lei.
"Io passo, é tutta tua. Non credo starà qui attorno per molto e visto che non sono esattamente sua fan vai tu cosi hai piú tempo" dissi "E poi tanto la vedo pure da qui" gli sorrisi.
"Ok" ribatté felice "Augurami buona fortuna" disse teso.
"Dov'è finito tutto il tuo coraggio?" lo provacai "Su corri" lo spinsi ridendo.
Imbarazzato e titubante come mai prima in vita sua, si avvicinò a Taylor.
Le diede un leggero bacio sulla guancia per salutarla e cominciò a parlarci.
Da quella distanza non riuscivo a capire cosa si stessero dicendo ma a vederla sembra disponibile e cordiale, non una bambolina bionda che si credeva chissà chi.
"Stavi aspettando me per caso? Di solito quando c'é lei nei paraggi nessuno rimane in disparte" disse una voce femminile proveniente dalle mie spalle.
Mi girai e la vidi.
Era lei.
Demi Lovato.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Rimasi senza parole e anche senza fiato ad essere onesta. Indossava una giacca a righe bianca e nera con sotto una maglietta scura, pantaloni anch'essi neri e stivaletti con il tacco. La tv non le rendeva giustizia, dal vivo era molto più bella. "In un certo senso si, non sono una fan di Taylor ad essere sincera ma non credevo che sarei riuscita a incontrarti" risposi un pò imbarazzata. "E sei una mia fan quindi?" mi guardò sorridente. Presi il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans e feci partire una canzone, era Warrior. "È una delle mie preferite" ribattei. "Che carina, grazie" si avvicinò e mi abbracciò. In quel momento non capii più nulla, non mi aspettavo uno slancio del genere da parte sua ma evidentemente ci teneva davvero all'affetto delle persone che la seguivano. "Di nulla figurati, meriti tutto il successo che hai" le sorrisi. "A volte mi chiedo se sia vero. In passato ho attraversato dei brutti periodi e di certo non ero un buon esempio per chi mi seguiva ma non c'é stato giorno in cui non mi arrivava una lettera o un messaggio di qualcuno che diceva che ero il suo idolo e che anche se non mi conosceva direttamente mi voleva bene. Cosa ho fatto per meritarmi tutto questo? La fama, il successo, l'affetto dei ragazzi?" si sedette su un portaombrelli li vicino persa tra i suoi pensieri. Non la conoscevo ma ispirava una tenerezza infinta e vederla cosi mi faceva soffrire. Al di là dei lustrini e dei riflettori li seduta c'era solo una ragazza normale afflitta come tutte da dubbi e insicurezze. Mi misi vicino a lei cercando di pesare le parole, non volevo farla star peggio o essere invadente. "Vuoi sapere cosa fai? Guarda" mi alzai la manica della camicia mostrando il bendaggio sul braccio. "Parecchi mesi fa una persona mi spezzò il cuore. Mi fece sentire una nullità, un qualcosa di sbagliato e insignificante. Ero depressa, con dei sensi di colpa allucinanti e la sensazione di non essere mai abbastanza. Iniziai a tagliarmi sempre di più fino a quando una settimana fa finii in ospedale. Mi ero procurata una ferita estesa e profonda e se non fosse stato per il mio amico, quello che sta facendo lo scemo con Taylor laggiù, forse ora non sarei qui. In tutto questo periodo solo una cosa mi faceva stare meglio, la tua musica. Ogni volta che stavo male ascoltavo Skyscraper e pensavo che forse anche io ce l'avrei fatta a rialzarmi proprio come hai fatto tu. Con le tue canzoni, con i messaggi che lanci aiuti un sacco di gente senza neanche rendertene conto e questo é un dono molto più grande anche della tua voce favolosa. Ecco perché i ragazzi di seguono" la guardai e vidi che stava piangendo. "Cavolo, ho sbagliato qualcosa" pensai e invece improvvisamente Demi mi abbracció forte. "Grazie..." mi disse piano. Una ragazzo fece irruzzione interrompendo quel momento. "Demi, é ora di andare. Devi fare gli ultimi ritocchi al trucco e poi inizia il concerto" la guardó tutto agitato come se fosse sui carboni ardenti. "Arrivo subito" rispose lei. Il tipo se ne andó iniziando a parlare con qualcuno con le auricolari, probabilmente stava dando le ultime disposizioni alla security. "Buona fortuna per il concerto allora, sono sicura sará un successo" fui io a rompere il silenzio. "Speriamo, sono tesissima. É il mio primo vero concerto qui in Italia" disse sorridendo. "Andrá bene" ribattei sicura. Si alzó e mi guardó dritta negli occhi. "Meglio che vada ora. É stato bello conoscerti...davvero" sorrise. "Anche per me" ricambiai anche se a malincuore, non volevo se ne andasse. "Ci sarai al concerto vero?" mi chiese. Sembrava ci sperasse. "Si ovvio, se vuoi mi metto pure le orecchie da Topolino che si illuminano con la tua immagine dentro" la guardai ridendo immaginandomi conciata cosi. "Mmmm non credo ti donerebbero molto" rise pure lei. "Ora vado...spero di rivederti tra la folla. Ciao" mi sorrise per l'ultima volta e se ne andò nella direzione in cui era sparito il ragazzo di prima. A un certo punto la vidi girarsi. "Non so neanche come ti chiami" urlò. "Mi chiamo Linda" le risposi. Rimase un attimo ferma a guardarmi e poi sparí.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Appoggiai la testa al muro e chiusi gli occhi.
Una marea di sentimenti stavano ribollendo in me.
Sorpresa, entusiasmo, felicità ma anche tristezza e malinconia.
Sentii una persona arrivare a gran velocità verso di me e non mi serví neanche guardare per capire chi fosse.
"Non hai idea di quanto sia stata carina Taylor con me!!!" disse Marco su di giri iniziando a raccontarmi ogni cosa nei minimi dettagli "...ho fatto anche la foto insieme a lei e mi ha pure scritto una dedica sulla copertina del cd! Sono felicissimo" continuò.
Probabilmente resosi conto della mia evidente distrazione in quel momento, si avvicinò di più puntando il suo sguardo perplesso su di me.
"Che ti succede? Sembra che tu abbia visto la Madonna...aspetta! Hai visto Demi?!" mi chiese con la curiosità stampata in viso.
"Si, siamo state qui a parlare per un pò" risposi.
"E com'é?! Raccontami!" mi incitò.
"É favolosa. È una ragazza dolcissima" ribattei sorridendogli.
"Te lo avevo detto che sarebbe stata una serata da ricordare! Ma ora andiamo, il concerto sta per iniziare!" mi disse.
Seguimmo la freccia che indicava l'ingresso verso la zona riservata agli addetti della stampa, ai fotografi e a chiunque fosse munito di pass e appena entrammo nel palazzetto rimanemmo a bocca aperta.
Era strapieno e il colpo d'occhio era pazzesco.
Aspettammo circa 10 minuti e poi finalmente il concerto iniziò nel migliore dei modi con un duetto tra le due cantanti sulle notte di "We are never ever getting back together" e "Heart attack".
Il pubblico era in delirio.
Lo show continuó spedito senza nessun intoppo tra super hit e canzoni piú tranquille in cui il pubblico usò i cellulari come se fosse accendini creando un effetto stellato a dir poco spettacolare.
Era di nuovo il turno di Demi ora.
Uscí e prima di intonare la canzone successiva, inizió quello che sembrava un breve discorso.
"Voglio dedicare questa canzone a una persona che ho conosciuto prima nel backstage, si chiama Linda...beh questa é per te" disse e subito partirono le note di Skyscraper.
"È successo qualcosa che non so per caso?" mi chiese Marco visibilmente allibito.
"Abbiamo solo parlato, non farti strani film in testa" risposi decisa spostando immediatamente la mia attenzione su Demi.
Cantó in maniera meravigliosa trascinando con se tutta la folla.
Purtroppo ormai il concerto era svolto al termine.
Taylor cantò "Love story" e Demi "Give your heart a break".
Uscirono entrambe a salutare i loro fans e poi sparirono lasciando spazio solo al brusio della gente che si accingeva ad uscire.
"Concerto fenomenale eh?" disse Marco.
"Si stupendo" ribattei io "Ma ora non ci resta che andare a casa"
"Giá" rispose lui visibilmente triste.
Lasciammo defluire la maggior parte delle persone e poi ci dirigemmo verso l'uscita piú vicina.
In un attimo fummo al parcheggio e da li in auto ma ci volle una mezz'oretta per arrivare a casa, il traffico era intenso quella sera.
"Ci sentiamo domani ok?" disse il mio amico abbasando il finestrino mentro giravo la chiave nella serattura del portone d'ingresso del condominio.
"Certo, buonanotte!" gli sorrisi e varcai l'ingresso.
Salii le scale, entrai a casa e iniziai a frugare nelle tasche in cerca del cellulare e del portafoglio. Odiavo le borse, non ne trovavo l'utilità visto che avevo le tasche dei jeans.
"Oh cazzo l'ho perso!" dissi a voce alta.
Presi subito il telefono e chiamai Marco.
"Ehy, è li il mio portafoglio?" gli chiesi.
"No perché?" disse.
"Non lo trovo, credo di averlo smarrito" ribattei "Vabbe amen ormai...notte scemo" dissi chiudendo la chiamata.
Mi scambiai e mi buttai sul letto.
"Che serata" pensai, avrei voluto non finisse mai.
Chiusi gli occhi e l'ultima cosa che vidi prima di addormentarmi fu il sorriso di Demi.
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Sentii il campanello suonare e guardai la sveglia, erano le 9 del mattino.
"Spero che Marco abbia un motivo piú che valido per svegliarmi a quest'ora" pensai nervosa alzandomi dal letto.
Detestavo svegliarmi presto, soprattutto quando non avevo impegni.
Andai verso la porta d'ingresso, l'aprii e rimasi di sasso...davanti a me c'era Demi Lovato.
"Ciao, scusa se ti disturbo ma ho trovato il tuo portafoglio e ho pensato di riportartelo" sorrise imbarazzata.
Non riuscivo a proferire parola, mi ero totalmente incantata davanti a lei.
"Grazie sei stata molto gentile. Ti va di entrare?" le dissi facendomi da parte.
"Si certo!" ribatté lei varcando la soglia.
Un omaccione spuntò immediatamente da dietro l'angolo e le si affiancò.
Era Mister Simpatia, il bodyguard con il tatuaggio in faccia che c'era ieri al palazzetto.
"Ancora questo?! E che palle!" pensai.
"Signorina Lovato non credo sia il caso, non conosciamo questa persona e non sappiamo che intenzioni abbia" disse guardandomi in maniera minacciosa.
"Ascolta Michael, so che è il tuo lavoro e che sei stato pagato per proteggermi ma non credo proprio che lei mi fará del male. Quindi ora vai e ti prendi delle belle ferie. Me la caveró da sola" disse Demi decisa.
Dopo vari tentativi di replica fu contretto ad andarsene, il capo era lei.
"Scusa, spero non ti sia offesa per le sue parole. Mi fermo piú che volentieri!" mi sorrise.
Chiusi la porta alle sue spalle e la guardai dirigersi verso il salotto.
Di ragazze carine ne avevo viste un sacco ma una come lei non l'avevo mai incontrata, aveva l'innata capacità di illuminare il luogo in cui si trovava.
La sua voce mi distolse da i miei pensieri.
"Bella casa, vivi sola?" mi chiese.
"Si, i miei genitori mi hanno praticamente sbattuta in mezzo a una strada e ora vivo qui" risposi guardandola mentre prendeva in mano una cornice con dentro una foto di me da piccola con loro al mare.
"Mi dispiace..." disse piano.
"Tranquilla é tutto ok" la rassicurai.
"Non so se lo sai ma io sono in parte italiana. É da un pó che ci penso...sai, vorrei conoscere meglio questo paese..." mi disse sedendosi sul divano "Il problema é che non conosco nessuno a cui potermi appoggiare e di cui possa fidarmi...lo so, ora mi prenderai per pazza ma mi stavo chiedendo se tu potessi aiutarmi a realizzare questo mio sogno" mi guardó speranzosa.
"Io?" sgranai gli occhi, dovevo aver capito male.
"Ieri quando eravamo insieme sono stata bene" disse arrossendo "E ho pensato che...scusa sono stata una stupida" si alzó di scatto diretta verso la porta.
"No aspetta" la bloccai per il braccio "Non andartene, hai frainteso...il mio non era un no, era stupore. Tu...sei Demi Lovato, sei una star e già il fatto che tu sia qui é surreale, la tua richiesta poi ha reso il tutto ancora piú incredibile" la guardai sorridendo.
"Non vedermi cosi, ti prego" disse abbassando lo sguardo.
"Cosi come?" ero perplessa.
"Come l'attrice di Camp Rock o la cantante famosa...voglio essere solo Demi, voglio che mi tratti come faresti con chiunque altro" rispose.
"Va bene, basta che tu non sia triste" le alzai piano il viso.
"Posso restare qui?" mi chiese guardandomi dritta negli occhi.
"Fino a quando vorrai sarà casa tua" ribattei sorridendole.
"Grazie" mi abbracció nascondendo il viso tra il mio collo.
"Di nulla. Ma come si fa con le tue cose? I vestiti e tutto il resto?" le chiesi sciogliendo pian piano l'abbraccio.
"Sono in hotel, non ci sono molte cose" rispose.
"Ok. Ora vado a cambiarmi e poi andiamo a prendere tutto" le sorrisi dirigendomi verso il reparto notte.
"D'accordo, t'aspetto" disse felice.
Non riuscivo a crederci, era tutto totalmente assurdo.
Indossai un paio di jeans strappati sul ginocchio, una t-shirt dei Green Day presa a un loro concerto e gli stivaletti del giorno prima.
Mi pettinai velocemente e presi i Ray ban.
"Eccomi" le dissi sbucando dal corridoio.
"Come siamo rock 'n' roll" sorrise scrutandomi con attenzione.
"Solo un pò" le feci l'occhiolino "Ora andiamo"
Quando finalmente tornammo a casa, la guardai appoggiandomi contro il muro del corridoio mentre iniziava a disfare i bagagli e a sistemare le sue cose in quella che sarebbe diventata la sua camera. Mi faceva uno strano effetto avere qualcuno con cui condividere l'appartamento, ormai erano anni che vivevo da sola e con nessuna relazione ero arrivata a vivere sotto lo stesso tetto.
"Che c'é? Ho qualcosa fuori posto?" mi guardò incuriosita.
"Nono stavo solo pensando" le sorrisi "Mentre tu finisci qui, io vado a preparare il pranzo. Qualche preferenza?" le chiesi.
"Pizza" rispose felice.
"E pizza sia" ribattei sorridendole.
Andai in cucina e controllai il frigo.
Fortunatamente avevo tutto quello che mi serviva.
"Che culo" pensai.
Iniziai a lavorare la pasta, a tagliare gli ingredienti, a disporre il tutto nelle teglie...alla fine avevo preparato due pizze diverse.
Margherita e capricciosa.
Le infornai e impostai il timer, per le 13 sarebbero state pronte.
Nel frattempo preparai la tavola, resettai la cucina e ogni tanto controllavo Demi. Sembrava una trottola, girava avanti e indietro tra il salotto, il bagno e la camera.
Scattò il timer e sfornai le pizze, sembravano buone. Le tagliai a metà e le disposi nei piatti in modo che entrambe avessimo i due tipi diversi.
"É pronto!" urlai.
Sentii il rumore dei suoi passi sempre piú vicini e alla fine la vidi, era sorpresa.
"Cavolo!" esclamò sedendosi.
"Allora non so come siamo quindi al massimo se fanno schifo andiamo a mangiare fuori" ero tesa. Cucinare per se era facile, farlo per altri no.
"Ora l'assaggio e poi ti dico" disse tagliando uno spicchio e iniziando a mangiarlo.
Continuava a masticare e a fare faccie strane ma non diceva nulla.
"Che stronza" pensai cercando di trattenere un sorriso.
"Allora, partiamo dal presupposto che adoro la pizza..." iniziò a dire pesando le parole.
"Ti ricordo che non sei a X Factor Devonne" la punzecchiai ridendo.
Era buffa, sembrava stesse dando un giudizio tecnico alla pizza.
O era buona o cattiva, non era difficile decidere.
"Shhh non essere antipatica" ribattè ridendo "Comunque...per me è un si! L'adoro!" sorrise.
"Alleluja! Demetria ha parlato!" scoppiai a ridere.
Pranzammo parlando di cosa le sarebbe piaciuto fare qui in Italia, di dove avrebbe voluto andare e alla fine decidemmo di fare la prima tappa a Venezia.
Per una ragazza abituata a stare tra grattacieli e metropoli sarebbe stato un bello shock andare li, sarebbe stato quasi come vedere un mondo diverso.
"Sei fortunata, io sono mezza veneziana" dissi mettendo i piatti nella lavastoviglie.
"Meglio cosi, almeno non ci perderemmo" mi provocò.
"Io non mi perdo mai, al massimo faccio un percorso un pò più lungo e alternativo" ribattei subito divertita.
"Io vado a farmi una doccia cosi poi se ti va usciamo a fare due passi" Demi mi si avvicinò, mi diede un bacio sulla guancia e si diresse verso il bagno.
Appena possibile avrei chiamato Marco, dovevo raccontargli tutto e soprattutto assicurarmi di non star sognano.
"Lindaaaaaa!" urlò Demi dal bagno.
Andai a vedere che fosse successo e da dietro la porta le chiesi se era tutto ok.
"Sisi ma ho dimenticato l'accappatoio in camera...ti dispiacerebbe andare a prendermelo?" mi chiese.
Andai in camera, glielo presi e tornai da lei.
"Te lo appendo fuori sulla maniglia ok?" le dissi.
"Che sciocca! Su entra!" rispose.
"Oh cazzo! E ora?" pensai.
Mi feci coraggio e aprii piano la porta.
Sentivo l'acqua scorrere e al di lá del vetro si intravedeva la figura del corpo di Demi.
"Sta calma Linda, é solo una ragazza" ripetei a me stessa.
L'acqua venne chiusa e una mano spuntó dalla doccia.
"Puoi passarmelo?" mi chiese.
Lentamente mi avvicinai e glielo diedi cercando di pensare ad altro ma lei lo afferró e uscì quasi subito dandomi a malapena il tempo di girarmi.
Di scatto mi voltai e cercai di sgattaiolare via.
"Tutto ok? Sembra che tu sia a disagio" disse ingenuamente.
"Si. Tutto una meraviglia. Vado" risposi meccanicamente come quando voglio evitare qualcosa.
Chiusi la porta alle mie spalle e andai in terrazzo.
Presi il cellulare, chiamai Marco e gli raccontargli tutto lasciandolo letteralmente esterefatto al punto da non seppe cosa dire e così decidemmo di vederci appena possibile.
"Sono pronta, se vuoi andiamo" disse Demi appena mi raggiunse.
Indossava una maglietta azzurra, una gonna nera e delle scarpe con il tacco.
"Wow é bellissima" pensai.
"Certo" risposi felice che non accennasse a quanto successo prima.
Presi le chiavi e uscimmo.
Demi mi prese a braccietto e cominció a guardarsi in giro.
Non so quante volte le sia capitato dopo aver raggiunto la fama di uscire da ragazza normale, senza bodyguard, paparazzi o assedio di fans.
Facemmo un giro per tutto il centro città, le mostrai la mia ex scuola media, i luoghi che preferivo e poi ci fermammo fuori a cena.
Era bello passare il tempo con lei, era una persona con cui era facile legare e con cui scherzare veniva naturale.
Rientrammo a casa verso le 22 dopo esserci prese un bel gelato, io cioccolato peperoncino, lei vaniglia.
Mi cambiai mettendomi un paio di pantaloni della tuta e una canottiera e mi sedetti sul divano a guardare la tv.
"Che caldo che fa" disse lei venendo a sedersi accanto a me.
Proprio come avevo fatto io, anche lei si era cambiata e ora indossava una t-shirt piú larga della sua misura e un paio di pantaloncini.
Stava benissimo pure cosi.
"Cosa guardiamo?" mi chiese.
"Fai tu" le porsi il telecomando.
Dopo un pò di zapping trovò "Titanic" e come prevedibile finimmo per guardare quello.
"Sicura di volerlo vedere? No, perchè sai stai piangendo da un'ora e non é ancora successo nulla..." la punzecchiai ridendo.
"Shhh tu non capisci nulla" mi diede un pugnetto "Al posto di fare la cretina abbracciami" si avvicinò e si strinse a me appoggiandosi sul mio corpo.
"Come vuoi" dissi piano stringendola.
Passammo tutta la serata cosi, guardando il film con lei che si commuoveva e io che la consolavo abbracciandola e accarezzandole i capelli.
"Ti ho bagnato tutta la maglietta" disse imbarazzata quando ormai mancava poco alla fine.
"Non preoccuparti" le scompigliai i capelli.
"Finiamo qui e poi a nanna" disse sorridendo.
"A meno che tu non abbia altre idee..." ribattei istintivamente.
Subito lei mi guardò sorpresa e io mi resi conto del doppio senso.
"Quello che intendevo era se volevi bere qualcosa prima di andare a letto" mi corressi cercando di salvarmi in corner.
"No guardo qui e poi vado a dormire, sono stanchissima" si strinse ancora di piú a me.
Finimmo di guardare il film, spegnemmo tutto e ci dirigemmo verso le camere.
"Allora buonanotte" le dissi sorridendo.
"Buonanotte e sogni d'oro" rispose lei entrando nella sua stanza e chiudendosi la porta alle spalle.
Entrai in camera mia e mi buttai sul letto.
Stentavo ancora a credere che fosse tutto vero.
Sentii squillare il cellulare, lo presi in mano e mi accorsi che era un messaggio di Miky in cui diceva che le mancavo.
"Vaffanculo stronza, potevi pensarci prima di tradirmi con la tua ex" pensai sbattendo il cellulare sul comodino.
Non volevo avvelenarmi il fegato a causa sua cosi ripensai a tutto ciò che era successo quel giorno e a come la mia vita era cambiata.
Ripensai a Demi.
Provavo un senso di protezione nei suoi confronti, era cosi dolce e fragile che solo pensare a tutto ció che aveva passato mi faceva star male.
"Ora che é qui, dovró prendermi cura io di lei" pensai.
Chiusi gli occhi e mi addormentai felice.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


"Buongiorno dormigliona" disse una voce dolcissima al mio orecchio.
Aprii gli occhi e trovai Demi seduta sul mio letto.
"Ehy buongiorno" mi stiracchiai ancora mezza addormentata "Dormito bene?" le chiesi.
"Si come una bambina" sorrise "Su alzati pigrona" mise una mano tra i miei capelli e e mi spettinò.
"Ancora 5 minuti" brontolai mettendomi il cuscino in faccia.
"No subito altrimenti ti torturo finché non ti alzi" disse ridendo mentre mi scopriva il viso.
"Che paura Devonne" la punzecchiai.
"Ah si?" si mise a cavalcioni sopra di me "Ora ti faccio vedere io" ribatté iniziando a farmi il solletico.
"Demi! Daiiii" iniziai a divincolarmi ridendo "Hai vinto!" gridai cercando un modo di fermarla.
"Quindi ora fili in cucina a far colazione, ho fatto i pancakes!" sorrise raggiante alzandosi.
Feci come disse, mi preparai e finalmente ero pronta per affrontare la giornata.
"Che vuoi fare oggi?" le chiesi guardandola mentre si truccava.
"Qualche idea?" mi disse guardandomi attraverso lo specchio.
"Venezia ci attende se ti va" le sorrisi.
"Dici davvero? Grazie grazie grazie!" mi saltò addosso dalla felicità aggrappandosi a me come una scimmietta.
"Su finisci di prepararti che poi andiamo" le dissi rimettendola a terra.
Demi annuii e continuò a fare ciò che stava facendo tutta contenta.
Nel frattempo io consultai il sito di Trenitalia per guardare gli orari.
Il prossimo treno era alle 11.30.
"Demi muoviti sennó perdiamo il treno" urlai.
"Mi metto le scarpe e arrivo" rispose "Non essere impaziente" si mise a ridere.
"Non sono impaziente sei tu che sei..." mi bloccai e la guardai.
"Io sono..." mi incalzó sorridendo.
"Lenta Devonne, lenta" risposi "E anche bellissima ma ora andiamo" dissi imbarazzata.
"Pensi davvero che sia bellissima?" mi guardó.
"Si ma...il treno Demi..." risposi ridendo.
"Si ok hai ragione" disse arrossendo visibilmente.
Uscimmo di casa, prendemmo il treno e dopo un'ora arrivammo a Venezia.
La faccia di Demi appena uscita dalla stazione era da foto, non sapeva neanche da che parte guardare da quanto era sorpresa e incuriosita.
"È pazzesco!" Andiamo dai!!!" sorridendo, mi prese per il polso e mi trascinò con lei.
Ci incamminammo verso piazza San Marco fermandoci in ogni negozio e baracchino di souvenir e quando fummo arrivate ci fermammo a pranzare in un ristorante li vicino.
"Allora ti piace?" le chiesi mentre finivamo di mangiare il tiramisù.
"É una cittá stupenda e poi con tutta la gente che c'é non corro neanche il rischio di essere riconosciuta" rispose.
"Non ne sarei tanto sicura se fossi in te Devonne. Ci sono delle ragazze laggiù che ci stanno fissando da parecchio...i tuoi tatuaggi sono facilmente riconoscibili" le sorrisi.
"Magari stanno guardando te invece" disse sorprendendomi in pieno.
Non sembrava a disagio. Io invece mi sarei sotterrata se avessi potuto, non ero pronta per affrontare questo argomento e lei lo capì.
"Ehy...guarda che non mi interessa, é tutto ok. Lo avevo capito fin dall'inizio ma come vedi ora siamo qui e viviamo insieme" cercando di rassicurarmi, mi prese la mano e me la strinse.
"Sicura?" guardai altrove.
"Guardami...ehy guardami" innervosita o forse preoccupata per la mia reazione, mi prese il viso costringendomi a guardarla "Non osare cambiare atteggiamento con me ora" disse seria.
Finimmo di pranzare, pagammo e riprendemmo a camminare in direzione di Rialto.
"Mi dici che ti prende? Sei gelida" disse bloccandomi di colpo in una calle isolata.
"Non sto facendo nulla" feci finta di niente ma sapevo che aveva ragione.
La verità è che non sapevo come comportarmi, temevo fraintesse ogni mio gesto ora che sapeva che ero lesbica.
"Si invece, ti comporti da stronza! Hai alzato come una barriera tra noi. Sei distaccata, lontana" disse con un tono tra l'arrabbiato e il triste.
Mi tirò a se e mi abbracciò.
"Non farlo, ti voglio come prima. Voglio scherzare con te, fare la stupida, farmi coccolare..." mi strinse più forte.
Mi dispiaceva vederla cosi perché io la volevo davvero vicina ma se la cosa mi fosse sfuggita di mano? Non volevo pensarci altrimenti sarei stata frenata completamente con lei e avrei rovinato tutto.
"Va bene piccola" la strinsi forte, era davvero dolce.
"È importante per me...tu lo sei..." sussurò tenendomi stretta.
"Ora andiamo ok? Abbiamo ancora molto da guardare" le dissi.
"Si hai ragione" mi lasciò e tornammo a girare per Venezia.
Il suo buon umore era tornato e anche il mio.
Cenammo al volo in un piccolo locale, prendemmo il treno del ritorno e verso mezzanotte fummo di nuovo a casa.
"È stata una giornata bellissima" disse a un certo punto raggomitolandosi contro di me.
"Si hai ragione" le accarezzai i capelli.
Il mio cellulare squillò così lo presi e lessi il messaggio, era di Miky.
"Tutto ok?" mi guardò preoccupata.
"Si circa. Mi ha scritto la mia ex..." le risposi gettando il telefono sul tavolino.
"Che ti ha scritto?" mi chiese.
Sembrava...irritata.
"Che le manco. Che le mancano le mie attenzioni, la mia dolcezza...il dormire con me..." l'ultima frase non era del tutto esatta ma preferii censurarmi.
"Che farai? Credi di darle una chance?" si spostò leggermente
"No non cambierà mai e comunque non riuscirei a perdonarla per ciò che mi ha fatto" risposi.
"La ami?" continuò Demi.
"No...cioè non lo so...ho smesso di pensarci ormai" risposi.
"Io vado a letto, buonanotte" si alzò e andò via.
"Ma che le prende? Non mi ha dato neanche il tempo di salutarla" pensai.
Calò il silenzio e a questo punto non mi rimase altro che prendere e andare a letto.
"Buonanotte piccola" dissi pur consapevole che non potesse sentirmi.
Pochi minuti ed ero già tra le braccia di Morfeo.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Quella mattina mi svegliai presto.
Volevo portare la colazione in camera a Demi e vedere se magari riuscivo a capire il comportamento di ieri sera.
Mi feci una doccia veloce, indossai un paio di jeans, una canottiera bianca e mi fiondai in cucina.
Dopo un pó di lavoro avevo disposto tutto su un vassoio.
Capuccino con tanta schiuma, cornetto ancora caldo, succo d'arancia e delle fette biscottate con il miele.
Arrivai davanti la porta di camera sua, l'aprii piano ed entrai cercando di fare meno rumore possibile.
Appoggiai il vassoio sopra il comó e per un attimo mi fermai a guardarla.
Anche se non era truccata e i suoi capelli erano tutti arruffati era davvero carina.
"Buongiorno piccola" le dissi dandole un bacio sulla fronte.
"Ehy che ci fai giá in piedi?" mi chiese iniziando a stiracchiarsi.
"Colazione in camera" le dissi sorridendo.
"Davvero? Nessuno lo aveva mai fatto" le si illuminarono gli occhi.
"C'é sempre una prima volta" le feci l'occhiolino porgendole ció che le avevo preparato.
Cominció ad assaggiare tutto e in poco tempo non rimasero che le stoviglie e le briciole.
"Era tutto buonissimo!" sorrise alzando lo sguardo.
"Avvicinati un attimo" le dissi trattenendo una risata.
Senza dir nulla, si sporse verso di me e con le dita le tolsi un pó di schiuma che le era rimasta sopra il labbro.
"Oh cazzo..." disse arrossendo.
Scoppiai a ridere.
"Poche sfumature e arrivi al viola Devonne" la punzecchiai.
"Sei una vera stronza lo sai?" mi tiró un colpetto sulla spalla.
"Le ragazze amano le stronze ma tranquilla tu sei la mia preferita, fare la bastarda con te é più interessante" ribattei cercando di provocarla.
"Le ragazze?" chiese inarcando un sopracciglio.
"Si, le ragazze" dissi.
"Allora porta la colazione alle altre!" di scatto si alzò e se ne andó.
"Che sta succedendo? Se non sapessi che é etero direi che é gelosa" pensai.
Uscii dalla camera e la cercai.
Stava guardando fuori dalla finestra del salotto.
"Stai bene?" mi avvicinai abbracciandola da dietro.
"S-si" rispose.
"E allora perché hai reagito cosi?" cercai la sua mano e la strinsi.
"Scusa é che..." si bloccò.
"Su continua" la feci girare in modo da poterla guardare, aveva gli occhi lucidi.
"Mi sono affezionata molto a te" sussurró.
"Lo vedo..." le sorrisi "É cosi anche per me, ci tengo a te Demi" le accarezzai il viso.
Mi strinse cosi forte a se che potevo sentire il suo cuore battere.
Ormai i suoi abbracci erano il miglior posto dove abitare, mi facevano sentire a casa.
Il resto della giornata trascose tranquilla, quel giorno decidemmo di restare a casa e uscire alla sera.
"Mi daresti una mano?" mi chiese Demi da camera sua.
Finii di abbottonare la camicia e andai da lei.
La porta era socchiusa.
"Posso?" chiesi da fuori.
"Si certo! Non essere la solita idiota!" rise.
"Non sono idiota, sono solo...cortese" a fatica finii la frase.
Indossava un abito corto argentato che metta in risalto le sue forme.
"Mi aiuti con la zip? Credo si sia inceppata" sorrise.
"Si certo, fammi vedere" le dissi avvicinandomi.
Iniziai ad armeggiare con la cerniera facendo attenzione a non toccare la sua pelle, sentivo i suoi occhi puntati addosso e la cosa mi rendeva nervosa.
"Sembri in difficoltá..." mi punzecchió sapendo che avrei colto il doppio senso.
"Devonne non sconcentrarmi" risposi.
"Non piú di quello che sto già facendo vorrai dire..." ribattè provocandomi.
"Ci vuole ben altro dolcezza" alzai lo sguardo e sfoderai il mio sorrisetto da bastarda.
"Tipo?" mi guardò maliziosa.
"Sapessi..." dissi avvicinandomi al suo orecchio "Comunque ho fatto, sei stupenda" le diedi un bacio sulla guancia e mi girai per uscire dalla stanza.
"Ah perchè non inviti il tuo amico? Mi piacerebbe conoscerlo, so che siete molto legati..." disse sorridendomi.
"Ora lo chiamo e sento se ha impegni" ricambiai il sorriso e andai in cucina a chiamarlo.
"Ehy!" rispose dopo un paio di squilli.
"Io e Demi stasera andiamo al Revolution se sei libero raggiungici, le farebbe piacere conoscerti" gli dissi.
"Va bene ci vediamo li" mi salutò e chiuse la chiamata.
Finalmente alle 23 Demi era pronta e ci avviammo verso il locale.
Non era male come posto, era uno dei pochi locali in cui mi piaceva andare e non appena fummo arrivate, ci accomodammo su dei divanetti un pó appartati ordinando due drink.
"Buonsera!" finalmente era arrivato Marco.
"Ciao!" rispondemmo io e Demi in contemporanea.
"Che feeling!" disse Marco lanciandomi uno sguardo più che eloquente.
Dopo le presentazioni di rito andammo a ballare.
Ci divertimmo molto, la musica era buona e ci scatenammo per tutta la serata fino a quando non dovemmo fare una pausa per riprendere fiato.
Stavamo scherzando beatamente prendendo il giro Demi per le sue famose cadute sul palco quando una voce ci interruppe.
"Ciao come stai?" era Miky.
"Ciao bene tu?" chiesi nel modo più freddo possibile.
"Possiamo parlare...in privato?" disse ignorando completamente la mia chiara ostilità.
Per un attimo guardai Marco che mi osservava preoccupato e poi Demi che sembrava volesse incenerire la mia ex con lo sguardo.
"Falla breve, che vuoi? ero stufa dei suoi giochetti.
"Ti serve la sua autorizzazzione per venire con me? Cos'è ti sei già trovata una nuova amichetta?" disse alludendo a Demi.
"Anche se fosse? Ti creerebbe qualche problema?" ribattè Demi a sorpresa.
"Si molti" il tono di Miky era chiaro, per lei ero ancora il suo territorio e non voleva intrusi.
"Calme ragazze" mi intromisi "Senti ti do 3 minuti per parlare"
Mi alzai e la presi per un braccio, portandola il più lontano possibile, non volevo creasse guai.
"Che vuoi ancora da me? Ti ho dato tutto e ti ho trovata a letto con la tua ex. Ti avrei perdonata e invece hai preferito stare con lei e ora che ho ripreso in mano la mia vita sei riapparsa dicendo che ti manco..." mi faceva ancora male ricordare ció che era successo ma questa era la verità.
"Ho fatto una cazzata, non avrei dovuto agire cosi e ora che l'ho capito ti faró mia di nuovo" disse decisa.
"No Miky, hai fatto le tue scelte e ora ne subisci le conseguen..." non feci a tempo a finire la frase che mi baciò bloccandomi tra lei e il muro.
Non c'era niente di dolce in quel bacio, era puro e ardente desiderio e il modo in cui mi cercava, in cui mi toccava faceva trasparire la sua volontá di un contatto fisico piú intenso.
Iniziavo a cedere, lo sentivo.
Avevo passato nottate intere a piangere sperando che tornasse e ora lei era qui con me, sentivo le sue labbra spingere sulle mie e le mani stringermi cosi forte da lasciarmi i segni, mi sembrava di essere tornata a mesi fa, a quando lei era il mio mondo.
"Ti voglio..." il suo tono faceva trasparire tutta la sua eccitazione.
Cercando il bottone dei miei jeans, tornò a baciarmi con ancora più forza.
Sapevo cosa stava facendo, voleva marchiarmi di nuovo e riprendermi.
Ripensai alla nostra storia, ai momenti fatti di dolcezza e alle notti in cui diventavamo un' unica cosa e poi al tradimento, allo sguardo compiaciuto della sua ex quando le sorpresi a letto e a tutte le volte in cui mi fece sentire una nullità.
Sentii la rabbia salire e la spinsi via.
"No! È finita Miky. Per sempre! Questo è stato solo un momento di debolezza, nulla di piú. Non sarò mai piú la tua ragazza ne tantomento sarò la tua scopamica ficcatelo in testa" le dissi arrabbiata.
"Tu mi ami ancora" disse guardandomi "Il tuo corpo stava reagendo, non ti ero indifferente"
"La nostra storia è stata solo un'immensa bugia Miky. Il mio errore piú grande non è stato amarti ma credere che tu mi amassi. Non hai imparato nulla da i tuoi sbagli passati, sei ancora la ragazza infedele e poco affidabile che eri nelle tue precedenti relazioni.
Io amo il ricordo di noi, quella che credevo tu fossi non te" per la prima volta lo ammisi a me stessa e dirlo a voce alta era stato come togliersi un peso di dosso.
"Te le ha messe in testa quella ragazzetta queste cose?" mi chiese cercando di trattenere l'ira che ormai stava covando.
"Lasciala fuori. Hai fatto tu tutto te ne rendi conto?! Cosa pretendi, che faccia finta di nulla? Tu hai distrutto tutto. La nostra relazione, la nostra amicizia, il futuro di cui avevamo parlato e ancor peggio...me. Ora sto meglio Miky e non ti permetterò di incasinare tutto" dissi con tono poco amichevole "Ora torno da i miei amici, stammi bene" mi voltai e feci ritorno da Marco e Demi.
Non ebbi neanche il tempo di sedermi che arrivarono le domande.
"Allora?" mi incalzò il mio amico.
Iniziai a raccontare tutto tralasciando il bacio, non so perchè ma temevo il giudizio di Demi.
"Quindi si è arresa?" mi chiese Marco.
"Forse, è imprevedibile lo sai" ribattei guardando Demi senza farmi notare.
Sembrava...lontana, persa tra i suoi pensieri.
"Ti va di ballare?" le chiese un ragazzo dopo essersi avvicinato al nostro tavolo.
"Va bene" rispose lei alzandosi.
Li seguii con lo sguardo e li vidi ballare.
Lei si muoveva in maniera sexy strusciandosi di tanto in tanto su di lui e lui...beh le stava addosso approfittando della situazione.
"Esco un attimo ok? Torno subito" dissi a Marco alzandomi di colpo.
Uscii di fretta nel giardino esterno del locale e mi avvicinai al bancone del bar.
"Ciao, un mojito grazie" dissi alla barman.
Era una ragazza estremamente carina, con i capelli biondi raccolti e gli occhi azzurri.
"Pene d'amore?" mi chiese porgendomi il bicchiere.
"Non saprei dirti se è la definizione giusta..." ribattei.
"Mi ricordo che quando il mio ex mi lasciò mi scolai un'intera bottiglia di rum. Il giorno dopo però mi ritrovai con un mal di testa allucinante e i miei problemi stavano ancora li" mi sorrise.
"Ti ringrazio" buttai giù tutto d'un fiato e tornai dentro.
Non feci a tempo ad andare da Marco che vidi Demi scoccarmi un'occhiata e poi baciare quel tipo.
In quel momento il sangue inizió a ribollire ma feci finta di nulla e andai a sedermi.
"Tutto ok? C'hai una faccia..." mi chiese Marco.
"Sisi, aspettiamo Demi e poi direi che è ora di andare" erano già le 3 del mattino.
Finalmente Demi ci raggiunse.
"Voi andate, vado a fare un giro con Angelo e poi mi faccio riaccompagnare da lui a casa" disse guardandomi dritta negli occhi.
"Scortalelo Demi! Dal momento in cui sei venuta ad abitare con me sei diventata una mia responsabilità!" sbottai di brutto.
"So badare a me stessa" disse gelida.
"Non mi interessa. Non sei una ragazza qualunque Demi, sei famosa in tutto il mondo e se questo qui lo capisce non sappiamo come potrà reagire" ribattei alterata.
"Anche tu eri una sconosciuta fino a poco tempo fa ma sono ancora viva e poi chissà magari potrei trovare qualcuno che ci tiene davvero a me qui in Italia" disse.
In quel momento mi sentii morire e credo che lei me lo lesse negli occhi.
Presi il giubbino e mi voltai per andarmene.
"Aspetta, Linda io non..." prendendomi per una manica, Demi mi fermò.
"Fa attenzione..." con uno strattone mi liberai e mi diressi in auto furiosa senza neanche guardarla in faccia.
Girai la chiave e sfrecciai lungo le strade a una velocità molto al di sopra dei limiti consentiti facendo anche dei sorpassi pericolosi, arrivando nel piazzale ormai deserto di un ristorante.
C'era un panorama bellissimo e le stelle quella notte brillavano più che mai.
Non facevo altro che pensare a Demi, a dove fosse e a cosa stesse facendo.
Scesi, accessi l'ultima sigaretta che mi era rimasta e decisi di attendere l'alba...non potevo far altro che aspettare.
 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Arrivai a casa verso 10 del mattino, mi ero fermata a far colazione fuori prima di rientrare e come aprii la porta trovai Demi ad aspettarmi.
"Dove eri finita? Ero preoccupata!" mi corse incontro per abbracciarmi ma mi scansai.
"Sono stanca, vado a letto" appesi il giubbino e andai verso la camera senza neanche guardarla.
"Per favore..." mi prese la mano fermandomi.
"Non sono io quella che ha passato la notte fuori con uno sconosciuto Devonne" non mi voltai neanche a guardarla, ero troppo arrabbiata "E poi a me non me ne frega nulla di te no?"
"Non volevo insinuare questo scusa" disse piano.
"Lasciami per favore" ribattei fredda piú del ghiaccio.
"No..." strinse di più la presa.
Mi voltai e la guardai dritta negli occhi.
"Non sto scherzando Demi, lasciami. Ora. Se non sai cosa fare tornate da Angelo visto che te lo sei baciato e c'hai passato pure la notte" non mi ero mai rivolta cosi a lei ma l'immagine di loro avvinghiati era ancora nitida nella mia testa.
"Parli proprio tu che ti sei baciata la tua ex. L'ho capito perchè avevi alcuni bottoni della camicia slacciati quando sei tornata" il suo sguardo era duro e sul suo volto si poteva leggere la tensione.
"È successo è vero ma tra me e lei è finita, non ho più nulla da dirle. Ora vado, voglio star sola" dissi liberandomi dalla sua presa.
Andai in camera mia, abbassai le persiane quasi totalmente, sfilai scarpe e camicia, mi stesi sul letto e mi addormentai.
Verso le 17 mi svegliai.
Non volevo affrontarla, non mi andava neppure di litigare cosi decisi di rimanere li.
A un certo punto sentii il cigolio che produceva la porta quando veniva aperta, dei passi e infine il letto muoversi.
"Sono stata una stupida, ho rovinato tutto" disse Demi appoggiandosi al mio petto e iniziando a piangere.
"Ti ha trattata bene?" le chiesi senza muovermi.
"Non come fai tu..." sussurró.
"Ti sei divertita?" continuai.
"N-no, non provavo niente non dovevo neppure essere li ma non avevo il coraggio di chiamarti e cosi ho sperato solo che tutto finisse il più presto possibile per poter tornare a casa" si strinse di piú a me.
"Mi dispiace..." non sapevo che dire.
Una parte di me era arrabbiata, l'altra voleva solo rassicurarla e dirle che era tutto ok.
"Ti prego..." disse piano tra i singhiozzi.
"Hai ancora il suo odore addosso..." chiusi gli occhi per un attimo e fu come vedere la sua notte con lui proiettata nella mia mente.
"N-no non é vero..." rispose lei.
"Si...il tuo profumo è inconfondibile, si diffonde nell'aria appena entri in una stanza mentre ora riesco a sentire il suo sulla tua pelle" ribattei.
Il silenzio calò per un lasso di tempo che sembrò interminabile, l'unico rumore che si udiva era quello dei nostri respiri.
Ad un tratto, Demi iniziò ad accarezzarmi piano percorrendo con il dito il bordo dei jeans.
Era una sensazione piacevole...troppo piacevole.
"Ti va di uscire a cena?" non so neppure perché lo dissi ma ormai la frittata era fatta.
"Solo se mi perdoni...ho detto delle vere cattiverie, mi sono comportata da stronza, ti ho fatto preoccupare e per cosa? Per ripicca" ribattè triste.
"Ripicca?" dissi guardandola.
"Quando mi sono accorta della camicia fuori posto e ho capito cosa era successo é scattato qualcosa in me...non so spiegartelo..." rispose imbarazzata sfiorandomi piano il ventre.
Ormai la rabbia iniziale si era trasformata in tenerezza e...confusione.
Non riuscivo a capire perché aveva reagito cosi ma le credevo, lei era piú confusa di me.
"Non preoccuparti, l'importante è che tu stia bene" le dissi accarezzandole i capelli e dandole dei piccoli baci sulla testa.
"Ora si" ribatté rilassandosi e godendosi le mie attenzioni "Non so come fai ma solo tu riesci a farmi sentire cosi"
"Cosi come?" la incitai a continuare.
"Protetta, al caldo...felice" rispose timorosa.
"Vado a farmi una doccia ok? Cosi poi il bagno è tutto tuo e puoi preparti" le dissi alzandomi.
Mi lavai, sistemai i capelli e andai in camera mia per vestirmi.
"Finito?" mi chiese Demi appoggiandosi allo stipite della porta.
"Bussare no eh Devonne?" la ammonii punzecchiandola.
"Non mi scandalizzo mica se ti vedo in intimo" mi provocó.
"Mi vergogno io peró, quindi vai a farti la doccia su" dissi imbarazzata.
"Come vuoi...vergognosa" ribatté ridendo.
Sentii la porta del bagno chiudersi e mi rilassai.
Non amavo il mio corpo, gli altri mi ritenevano carina ma per me si sbagliavano.
Solo una cosa mi piaceva di me stessa, gli occhi verdi.
Fissai l'armadio per circa mezz'ora non riuscendo a decidere cosa indossare quella sera.
"Ti serve una mano?" mi chiese Demi di ritorno dalla doccia.
"Sexy l'asciugamano in testa messo tipo un turbante" dissi scoppiando a ridere, era davvero buffa.
"Sei la solita stronza, fammi vedere che hai dentro per di qua" entrò in camera e dopo avermi spinta via, iniziò a guardare nell'armadio.
"Mmm...metti questa maglietta che dopo stasera sará mia perché é bellissima, questi pantaloni qui e la giacca nera" disse buttando tutto sul mio letto "Su ora vestiti e poi fammi vedere"
Uno schiaffo sul sedere e se ne andò.
Mi vestii, mi guardai allo specchio e andai da Demi che appena mi vide sorrise.
"Stai benissimo! Ora però te ne vai che devo cambiarmi il reggiseno e scegliere il vestito" disse cacciandomi fuori dalla sua stanza.
"Non mi scandalizzo mica se ti vedo nuda..." modificando le sue parole di poco prima, la provocai sicura di una sua reazione.
"Ma...che porca!" disse dandomi un colpetto sulla spalla "Non ora, un giorno chissà" continuò ridendo.
"Da ora in poi vivrò aspettando quel momento" replicai sorridendo maliziosa.
Alle 20 uscimmo di casa.
Demi aveva optato per un abito verde acqua che le stava d'incanto.
Salimmo in auto e accendemmo lo stereo.
"Dove mi porti?" mi chiese.
"Sorpresa..." le feci l'occhiolino e iniziai a guidare.
Dopo circa un'ora arrivammo a destinazione.
"Ma siamo al mare!" disse stupita.
"Esatto e laggiú c'è il ristorante" replicai indicandoglielo.
Durante il viaggio in auto Demi non aveva fatto altro che canticchiare.
A volte mi dimenticavo chi fosse davvero e sentendola cantare iniziai a chiedermi se non le mancasse il suo lavoro, il vivere da star e così decisi cosi di affrontare l'argomento appena possibile.
Raggiungemmo il ristorante camminando lungomare, ordinammo e iniziammo a cenare.
"Ti manca?" le chiesi approfittando del momento di tranquillità.
"Cosa?" mi guardò perplessa.
"La tua vita, l'essere una celebrità con tutti i pro e i contro della situazione" le dissi.
"Amo stare sul palco, trasmettere quello che provo attraverso le mie canzoni, il contatto con i miei fans ma come hai detto tu la fama é una lama a doppio taglio. Si è continuamente sotto pressione, i paparazzi ti stanno addosso e condurre una vita normale é quasi impossibile. È vero sono un personaggio pubblico ma sono anche una ragazza di vent'anni a cui piacerebbe potersi divertire e passare il tempo come chiunque altro e con te sta accadendo. Aver preso una pausa da tutto é stata la miglior scelta che potessi prendere" rispose felice.
Il resto della cena trascose tranquilla, parlando delle nostre vite e scherzando.
Una volta uscite dal ristorante andammo a fare un giro in centro.
Guardammo i negozietti, comprammo qualche cartolina da mandare agli amici di Demi e proprio mentre eravamo in procinto di risalire in macchina, un ragazzo di colore che vendeva dei fiori si avvicinó a noi.
"Neanche una rosa per questa bella ragazza?" mi chiese.
Demi ridacchiò dandomi una leggera spallata.
"Rimediamo subito" risposi imbarazzata.
Lo pagai e porsi la rosa Demi.
"Ecco a lei signorina" le dissi.
"Rossa eh? Come l'amore, la passione..." disse dandomi un bacio sulla guancia "Sei un tesoro comunque, grazie"
"Di nulla piccola" le spostai una ciocca di capelli dagli occhi.
Il viaggio di ritorno sembrò piú breve rispetto a quello di andata.
Demi a metà strada si addormentò e visto che mi dispiaceva svegliarla una volta arrivate a casa la portai fin sul suo letto in braccio.
Mi sedetti accanto e la guardai.
Quella piccola e buffa ragazza era entrata per caso nella mia vita e ora me la stava stravolgendo. Credevo di non essere piú in grado di provare nulla e invece bastava un suo abbraccio per farmi sciogliere come neve al sole.
"Ehy..." disse Demi svegliandosi "Siamo già a casa? Ma come..." mi chiese.
"Ti sei addormentata in auto e ti ho portata in braccio fin qui" risposi sorridendole.
"E sei sopravvissuta?" scoppiò a ridere "Non avresti dovuto, non sono leggerissima..." disse tornando seria e abbassando lo sguardo.
"No sei perfetta Devonne, è diverso" le alzai piano il viso.
"Non è vero. Sono imbranata, testarda, a volte infantile, cado continuamente..." ribatté.
"Se non fossi cosi non saresti tu, non saresti la ragazza speciale che sei" replicai guardandola negli occhi.
"È stata una serata bellissima, era tutto cosi...romantico..." disse arrossendo.
"S-si...meglio che vada ora cosi ti riposi, buonanotte piccola" le diedi un bacio sulla guancia e uscii.
Avevo appena finito di cambiarmi quando sentii Demi chiamarmi.
"Ehy tutto ok?" andai da lei preoccupata.
"Sisi ma mi chiedevo se potevi restare qui stanotte, non mi va di dormire sola..." disse.
"Non credo sia il caso, non..." cercai di replicare.
"Per favore" mi interruppe.
Mi avvicinai al letto e mi stesi affianco a lei.
Di tutta risposta Demi colmó la quasi inesistente distanza tra noi e si appoggió a me.
"Grazie per farmi sentire una ragazza meravigliosa" sussurró piano.
"Io non faccio nulla, tu lo sei a prescindere da me. Buonanotte Devonne.." le baciai la fronte, chiusi gli occhi e mi addormentai consapevole che qualcosa stava cambiando dentro di me.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Mi svegliai e trovai Demi addormentata abbracciata a me, doveva aver dormito cosi tutta la notte.
"Buongiorno bella addormentata" le dissi spostandole i capelli dal viso e dandole un bacio sulla testa.
"Mmmm buongiorno...é bello svegliarsi cosi" rispose mentre si sistemava meglio addosso a me.
"Dovremmo alzarci lo sai?" le sorrisi.
"Ma perché? Si sta cosi bene a letto" mi strinse di più per evitare che scappassi.
Il mio cellulare squilló, lo presi e guardai il display.
Era il numero di casa o meglio della mia ex casa, mi sollevai mettendomi a sedere e risposi.
"È successo qualcosa?" dissi andando dritta al sodo.
Non ricevevo mai chiamate da i miei genitori se non in casi particolari quindi pensai subito fosse accaduto qualcosa di strano.
"Deve morire qualcuno per poterti chiamare?" replicò la voce maschile in tono burbero.
"Visto che mi avete sbattuta fuori di casa e che non volete più avere nulla a che fare con me direi di si papà" ribattei secca.
Sentendo quelle parole Demi si allarmò.
"Tutto ok?" mi chiese stringendomi la mano.
"Si tranquilla piccola" le sorrisi.
"Quando hai finito di parlare con la ragazzetta di turno che soddisfa le tue perverse pulsioni sessuali fammelo sapere" disse schifato mio padre.
"Non me la porto a letto e comunque faccio sesso con chi mi pare, non sono affari tuoi" risposi alzandomi di scatto dal letto.
Ero tesissima.
"Tua madre vorrebbe invitarti a pranzo oggi, porta pure la tua nuova fiamma se vuoi...si mangia alle 13. Vedi tu cosa fare" disse ignorando del tutto le mie parole e chiudendomi il telefono in faccia.
Scaraventai il cellulare sul pavimento e tirai un pugno contro la parete.
Stavo per esplodere dalla rabbia.
"Perché deve trattarmi cosi? Che ho fatto di male?" pensai.
"Ehy vieni qui. Ci sono io con te, non fare cosi..." disse Demi alzandosi dal letto e venendo ad abbracciarmi "Cosa ti ha detto?''
"Mi ha invitato a pranzo oggi...anzi ci ha invitato" mi corressi.
"Fantastico! Vado a prepararmi..." sciolse l'abbraccio e andó verso il bagno.
"Non credo sia il caso di andare, conosco i miei genitori e so che questa cosa non porterá a nulla di buono" le dissi bloccandola.
"Sei loro figlia, qualcosa di buono devono avere per forza..." ribattè decisa.
"Se entrerò in quella casa cercheranno in tutti i modi di mettermi in difficoltà, mi faranno di nuovo i loro discorsi bigotti, se la prenderanno pure con te e questo non lo sopporterei proprio" le accarezzai il viso.
"Non è un problema. E poi cosa potrebbero mai dire? Che abbiamo una storia? Che andiamo a letto insieme? Che facciano pure. Ora mi sistemo un pó e poi andiamo"
Dissuaderla dalle sue idee sarebbe stato impossibile cosi mi rassegnai all'idea di andare a casa dei miei.
Alle 12.30 eravamo giá pronte.
Demi indossava un paio di pantaloni neri, una maglietta scollata rosa e delle scarpe eleganti.
"Non guardarmi cosi, stiamo andando dalla tua famiglia non voglio sfigurare" disse seria.
"Capirai che evento" dissi sarcastica.
"Per te no, per me si. Mi presenterai ai tuoi genitori e voglio fare una buona impressione" ribatté sorridendo.
"A me la fai di sicuro..." la osservai da capo a piedi soffermandomi in particolar modo all'altezza del seno.
"Quanto sei cretina!" mi spintonó scoppiando a ridere.
"Sono sincera" replicai sorridendo.
"Ok ma é ora di andare su" disse trascinandomi fuori casa.
Salimmo in macchina e in 5 minuti arrivamo di fronte alla loro casa.
"Siamo ancora in tempo per andarcene" le dissi senza togliere lo sguardo dal volante.
"Non ci penso neppure" rispose scendendo dall'auto.
La seguii e arrivammo davanti la porta d'ingresso.
"Come sto?" mi chiese.
"Stupenda come sempre" risposi suonando il campanello.
Ci aprii mia madre.
"Ciao ragazze, speravo che arrivaste. Entrate pure" si scansò lasciandoci passare.
Era tutto come me lo ricordavo.
I mobili, i quadri...sembrava che il tempo si fosse fermato al giorno in cui me ne andai.
"Piacere di conoscerla signora, mi chiamo Demetria Devonne Lovato ma mi chiami pure Demi" disse presentandosi.
"Piacere mio, non sei di queste parti vero?" le chiese mia madre.
"È americana mamma" ribattei.
"Guarda chi si vede...e sei pure in compagnia..." dalle scale scese mio padre, ora il quadretto famigliare infernale era al completo.
"Qualcuno che ci tiene a me c'è...sorprendente vero papà?" lo guardai dritto negli occhi.
Era guerra aperta.
"Buongiorno signore" disse Demi cortese porgendogli la mano.
"Salve e benvenuta in casa mia. Lei sarebbe la nuova fidanzata di mia figlia?" le chiese in maniera innocente.
"No papà, non stiamo insieme. A differenza di ciò che hai detto al telefono non soddisfa la mie perverse pulsazioni sessuali" replicai intromettendomi e riprendendo apposta le sue parole.
"Se hai intenzione di andare avanti cosi puoi pure andartene" l'astio che provava nei miei confronti ormai era più che evidente.
"Non..." stavo per dirgliene quattro quando Demi mi interruppe.
"Possiamo parlare un attimo?" mi guardó.
"Noi andiamo nella veranda, ho preparato li. Vi aspettiamo" disse mia madre portando con se mio padre.
"Perché fai cosi? Non é necessario..." mi rimproveró Demi.
"Lo vedi? Fa di tutto per farmi saltare i nervi e non ho intenzione di dargliela vinta" se fossi stata zitta avrebbe pensato di essere riuscito a sottomettermi e questo non glielo avrei mai permesso.
"Ignoralo, provaci. Per me..." mi tiró piú vicina e mi bació il collo.
"Sei scorretta Devonne" le accarezzai i capelli.
"So come prenderti'' mi sorrise dolcemente.
"Andiamo su, ci stanno aspettando per l'Inquisizione" ribattei ricambiando il sorriso.
Trattenne a stento una risata e ci dirigemmo verso la veranda.
La mano di Demi mi sfiorò varie volte fino a quando non la sentii intrecciare le sue dita con le mie stringendole forte.
"Ah eccovi, accomodatevi pure" disse mia madre vedendoci arrivare.
Mio padre invece fissò la mano di Demi nella mia e mi fulminó con lo sguardo.
Il pranzo filò relativamente liscio fino a quando lui non aprí bocca.
"Cosa ne pensa lei della scelta di vita di mia figlia?" chiese a Demi.
"Lasciala stare...." lo bloccai prima che continuasse, sapevo già dove stava andando a parare.
"È tutto apposto" mi sorrise lei "L'amore è libero, non esistono limitazioni" disse educatamente voltandosi in direzione di mio padre.
"Lei é eterosessuale giusto?  Questo significa che il suo modo di amare ha delle limiti..." continuò lui imperterrito.
"Sono sempre stata con i ragazzi é vero ma non escludo nulla, se arrivasse una persona speciale...beh cambierebbe tutto" disse facendogli quasi venire un colpo.
"Cosa le potrebbe dare una donna? Niente figli, niente famiglia e neppure...una notte da ricordare" disse guardandomi dritta negli occhi.
"Ora basta!" mi alzai di colpo "Hai superato tutti i limiti! Non ti basta prendertela con me ora devi anche importunare le persone a cui tengo. Credevo tu potessi cambiare e invece sei esattamente lo stesso!" gli urlai contro.
"Vattene subito da casa mia" con uno scatto si alzò e prendendomi per il colletto della camicia, mi trascinò fuori.
"La lasci" Demi si intromise allontanando mio padre.
"Basta Paolo! La stiamo perdendo non lo vedi? È nostra figlia, dovremmo sostenerla, volerle bene e invece non abbiamo fatto altro che darle contro" disse arrabbiata mia madre.
"É quello che vuole mamma ma va bene cosi. Demi andiamo..." la presi per mano e ce ne andammo.
Per il resto del pomeriggio il silenzio regnò.
Credo che Demi volesse lasciarmi un pò di spazio e in effetti ne avevo bisogno, avevo bisogno di riflettere.
Solo dopo cena le cose tornarono alla normalità.
Mi rinfrescai un pó, mi buttai sul divano su quale dopo poco mi raggiunse Demi.
"Stai bene?" mi chiese accoccolandosi a me.
"Immaginavo finisse cosi, mi dispiace solo che mio padre ti abbia coinvolto. Avrei dovuto lasciarti fuori da tutto questo...scusa piccola" la strinsi di più.
"Non dirlo neanche per scherzo" mi sorrise alzando il viso.
Era vicinissima, riuscivo a sentire il suo respiro.
La vidi avvicinarsi timorosa e impaurita, mi accarezzò il viso e mi baciò.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Quella notte non riuscii a chiudere occhio, sentivo ancora le labbra di Demi sulle mie.
Ero tremendamente confusa, non riuscivo a capire come dovevo interpretare la cosa e soprattutto non sapevo cosa sarebbe successo ora.
Mi alzai e andai verso la cucina per fare colazione, avevo una fame allucinante.
Varcai la porta e trovai Demi intenta a mangiare.
"Buongiorno, dormito bene?" le chiesi.
"Non benissimo...ah se cerchi il caffé è già pronto, l'ho fatto da poco quindi dovrebbe essere ancora caldo" rispose senza alzare lo sguardo.
Presi una tazza, mi versai il caffè e mangiai un cornetto alla crema.
L'aria era pesante, nessuna delle due aveva il coraggio di accennare a quanto successo la sera prima e ogni contatto fisico era svanito.
"Stamattina devo andare dal medico, devo fargli vedere il taglio per capire se la guarigione sta procedendo bene..." le dissi.
"Se vuoi ti accompagno, non mi crea problemi..." rispose tranquillamente.
"Va bene. Vado a vestirmi" mi alzai e andai a prepararmi.
Stavo indossando la maglietta quando sentii Demi entrare in camera mia.
"Vorrei poterti dare le risposte alle tue domande ma la veritá é che la prima a non saperle sono io...non so perché l'ho fatto..." disse con lo sguardo basso.
"Non preoccuparti, non ci sono problemi" replicai senza guardarla, se lo avessi fatto avrebbe capito che stavo mentendo.
"Vado a finire di vestirmi e poi andiamo" la sentii uscire dalla stanza e andare in bagno.
I problemi c'erano per me però.
Non riuscivo a far finta che non fosse successo nulla ne a mentire a me stessa.
Quel bacio aveva significato qualcosa per me, non era stato inutile e senza senso come quello che c'era stato con la mia ex e ora non sapevo come affrontare la cosa, sentivo che la situazione mi stava sfuggendo di mano.
Andai in terrazzo e chiamai Marco, dovevo parlarne con qualcuno, sarei impazzita sennò.
"Ciao! Come stai?" disse allegro rispondendomi.
"C'è stato un bacio con Demi ieri...non so ne il perchè ne come sia potuto accadere ma è successo e ora non so piú che fare" raccontai tutto di getto.
"Dimmi che non provi nulla per lei...perché è cosi vero? Lo sai che le etero giocano con queste cose. So che Demi non il tipo di ragazza che si prende gioco delle persone ma potrebbe essere stato solo un momento di debolezza, una cosa impulsiva e nulla di piú..." il suo piú che un rimprovero era un tentativo di farmi guardare in faccia la realtà.
"Io...non lo so..." risposi con tono triste.
"Cerca di dimenticare quel bacio...ti farai solo del male se ci penserai su" replicò.
"Ora devo andare, grazie Marco" chiusi la chiamata e tornai in casa.
"Possiamo andare" disse Demi accennando un timido sorriso.
Raggiungemmo lo studio del mio medico di base e fortunatamente l'attesa fu breve, c'erano solo due persone prima di noi.
"Buongiorno, accomodatevi pure" disse il medico appena fummo entrate "Immagino sia passata per farmi vedere il taglio" continuò.
"Esatto" risposi.
"Mi faccia vedere" replicó iniziando a levare la fascia dal mio braccio.
Da quando Demi inizió a vivere con me facevo molta attenzione a non farmi mai vedere quando disinfettavo la ferita e cambiavo le bende, volevo evitarle di ricordare il suo passato e ora l'idea che lei potesse vedere cosa mi ero fatta mi rendeva nervosa.
"Tutto procede bene, puó pure star senza bendaggio se non le da fastidio dal lato estetico diciamo. Con il tempo la cicatrice svanirá lasciando solo una leggera linea più chiara" mi sorrise gentile.
"La ringranzio. Allora arrivederci dottore" lo salutai e ce ne andammo.
Rientrammo a casa, pranzammo e uscimmo di nuovo per delle commissioni.
Una volta rientrate mettemmo via la spesa che avevamo fatto con molta cura visto che Demi voleva sperimentarsi in cucina e cenammo.
"Posso vedere?" mi chiese prendendomi il braccio una volta seduta sul mio letto.
Percorse con il dito il segno che mi ero inferta con il taglierino, sfiorandolo piano.
"Ti fa male?" mi guardó.
"No é solo un pò più sensibile" le risposi tranquillizzandola.
"Non avresti dovuto farlo" continuò.
"Neppure tu avresti dovuto farlo ma sai bene che non funziona cosi" la guardai.
"Già, certe cose non seguono una logica..." replicò.
"Si ma a volte proprio le cose migliori avvengono cosi" ormai il discorso correva su un sottile doppio senso.
Per la prima volta da quando ci eravamo svegliate mi guardò negli occhi, si avvicinò lentamente e mi baciò piano, quasi temendo un rifiuto.
Piú il tempo passava piú la distanza diminuiva, trasformanto il bacio da timido e timoroso a deciso e intenso.
"Che sta succedendo?" mi chiese allontanandosi leggermente.
"Non lo so Demi, per me è una cosa naturale ma per te...beh è diverso" usai il tono più dolce possibile, era spaventata glielo si leggeva negli occhi.
"È tutto cosi...nuovo. Quello che provo, quello che sento, quello che voglio..." disse accarezzandomi le labbra.
"Demi...io sono una ragazza" replicai evitando il suo sguardo.
"E quindi?" mi guardó sollevandosi un pó. Le sue labbra erano vicinissime.
"E quindi non potrai mai provare certe cose per me. Tu non sei attratta dalle ragazze, sei etero" dire quelle parole faceva male ma era la veritá.
Si appoggió a me e mi bació di nuovo ma rispetto a prima questo bacio era meno casto e decisamente più passionale.
Ogni parte di me diceva che stavo facendo una cazzata, che poi ci sarei stata male ma non riuscivo a staccarmi da lei e l'attirai ancora piú vicina.
Sentii la sua mano scendere sul ventre e accarezzarmi sotto la maglietta.
Ogni contatto con lei creava come delle ustioni sulla mia pelle, mi sembrava di prendere fuoco. "Demi...ti prego...mi stai facendo impazzire..." dissi con il fiato corto.
"È quello che voglio..." mi bació il collo.
"No Demi...no. Non sai quello che stai facendo, stai agendo istintivamente e domani quando ci sveglieremo ti pentirai di tutto e io ci soffrirò" le dissi alzandomi.
"Perchè dovrei?" mi chiese.
"Perchè per me significherà qualcosa, per te no" risposi dura.
"Ti sbagli..." ribattè arrabbiata "Sei la prima ragazza che bacio! Sei la prima che tocco cosí! Come potrebbe non significare nulla?!" continuó con gli occhi lucidi.
Mi misi accanto a lei e la strinsi a me.
"Scusa è che...ho paura di star male di nuovo" le accarezzai la schiena.
"Lo so ma davvero...io lo voglio. Dopo ieri sera non ho fatto altro che pensare a noi e l'unica cosa che volevo era baciarti di nuovo" disse accarezzandomi.
"Vediamo che succede con il tempo..." la guardai.
"E nel frattempo?" mi chiese.
"Nel frattempo viviamo ciò che viene senza porci troppe domande" le sorrisi.
"Credo sia la cosa migliore" disse felice.
"Lo credo anche io" le accarezzai il viso e la baciai.
 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Era passato piú di un mese da quello che poteva definirsi il nostro primo bacio.
Ormai Demi si era praticamente trasferita in camera mia, ogni notte la trascorreva con me a farsi coccolare e il resto del tempo lo passavamo insieme andando in giro a divertirci o semplicemente andando a cena fuori e poi al cinema.
Marco era sempre piú preoccupato per il rapporto che c'era tra me e Demi e non perché fosse una ragazza sbagliata per me ma perchè non eravamo piú definibili, non stavamo insieme ma non eravamo neanche delle semplici amiche e questo poteva creare confusione o aspettative destinate a non avverarsi mai.
"Buongiorno tesoro" disse abbracciandomi e cercando subito il bacio.
Indossava solo una canotta, la mia canotta.
"Vuoi farmi venire un colpo di prima mattina?" le dissi ricambiando il bacio, era davvero sexy.
"Non è una cattiva idea..." mi spinse contro il mobile della cucina baciandomi e iniziando a sbottonarmi la camicia.
Nell'ultimo periodo sempre piú spesso cercava di andar oltre ma ogni volta prima che la cosa arrivasse al punto di non ritorno la fermavo nella maniera piú dolce possibile.
Non volevo pensasse che non la desideravo ma non volevo neppure farle fare un passo così importante senza che fosse davvero certa di ció che voleva e provava.
"Devonne..." le dissi accarezzandole il fianco.
"Shhhhhh non ora" mi zittí mordendomi il labbro prima di baciarmi di nuovo.
Ormai la camicia era completamente aperta e le carezze di Demi si fecero sempre piú ardite.
La mia lucidità stava iniziando a lasciar spazio al desiderio e questo non andava decisamente bene.
"Per favore..." le dissi baciandola piano.
"Quando la smetterai di bloccarmi e frenarti?" mi chiese accarezzandomi il torace dolcemente.
"Sai che non possiamo..." le risposi.
"Perchè? Io lo voglio, tu anche...te lo leggo negli occhi. Dov'è il problema quindi?" replicò guardandomi negli occhi.
"Non sarebbe giusto cosi..." le presi le mani e le strinsi.
"Non credo che tu non ti sia mai divertita..." disse guardando altrove.
"É vero, in passato mi sono divertita parecchio ma era diverso. Erano ragazzette che volevano solo spassarsela per una notte, non c'era coinvolgimento emotivo" le risposi prendendole il viso e iniziando ad accarezzarglielo.
"Ah brava...e quante sarebbero queste tipe?" ribatté irritata.
"Che importanza ha? Ora sono qui con te ed esisti solo tu per questo mi comporto cosi" le sorrisi.
"Sei una paraculo..." disse ridendo.
"Poco poco" la baciai.
Come sempre Demi si lasciò andare e dovetti fermarla.
"Ah ah ah Devonne, calma i tuoi bollori..." le dissi staccandomi piano da lei.
"Uffa ti odio" si girò imbronciata e andò via sculettando.
"Anche io" scoppiai a ridere.
Quel giorno Demi decise di andare a far shopping quindi pranzammo ed andammo al centro commerciale.
La cosa che mi colpì è che non cercò il negozio con abiti firmati, entrò indistintamente in tutti.
"Entriamo!!" disse entusiasta davanti ad uno di intimo.
"T'aspetto qui" replicai immaginando giá l'imbarazzo che avrei provato pensando a lei con certe cose addosso.
"No, mi servono i tuoi consigli" mi prese per mano e mi trascinò dentro iniziando a guardarsi attorno, scrutando con attenzione ogni cosa.
"Che ne dici di questo?" mi disse facendomi vedere un completino di pizzo nero.
"Ami mettermi in difficoltà vero?" le chiesi imbarazzata.
"Potrei metterlo stasera per te" disse al mio orecchio con voce sensuale "Anche se...preferirei non tenerlo addosso per molto" continuò imperterrita.
"Buongiorno! Posso aiutarla in qualche modo?" le chiese una commessa.
Era una ragazza sui 25 anni, mora, con gli occhi scuri come la notte e molto molto attraente.
"Ah la ringrazio ma ho già trovato ciò che mi serviva" le rispose guardandomi maliziosa.
"E lei? Se vuole posso aiutarla a trovare qualcosa che la...soddisfi..." disse lanciando un'occhiata al mio fondoschiena.
"No lei sta apposto cosi" si intromise Demi incenerendola con lo sguardo "Andiamo, subito!" mi tirò per il braccio verso la cassa e andammo a pagare per poi uscire.
"Non farmi male...sii più delicata" la provocai ridendo.
"Sarò delicata in altra sede... Casanova" era palesemente arrabbiata.
Mi guardai attorno.
Nel parcheggio non c'era anima viva, eravamo sole.
La cinsi da dietro e la strinsi.
"Qualcuno sembra gelosa..." le dissi dolcemente.
"Vaffanculo..." rispose infastidita.
Iniziai a darle dei baci leggeri lungo il collo, accarezzandole il ventre.
"Che hai?" le chiesi.
"L'hai vista? Ti stava mangiando con gli occhi" replicò nervosa.
"E quindi?" la incalzai a continuare.
"Quindi mi da fastidio. Non devono ne guardarti ne toccarti...sei solo mia" disse girandosi per potermi guardare negli occhi.
"Io cosa?" ero stupita a dir poco.
"Tu sei mia" si sollevò appoggiandosi a me e mi baciò.
"Andiamo fuori a cena?" mi chiese scostandosi di poco.
"Certo!" le sorrisi.
"Prima passiamo per casa peró, devo mettermi una cosa" rispose ridendo.
Salimmo in auto e tornammo a casa, il tempo di cambiarci ed uscimmo di nuovo in direzione del ristorante che aveva scelto Demi.
Non riuscivo a capire perchè avesse tanto insistito per andare proprio in quello ma una volta arrivate capii il motivo.
Era situato in collina e da li si dominava tutta l'area circostante.
La ragazza aveva buon gusto, era innegabile.
"Buonasera, seguitemi pure. È tutto pronto" disse il cameriere una volta entrate.
Non riuscivo a capire cosa intendesse ma mi fidai visto che a quanto pare Demi la sapeva lunga, il sorriso era piú che eloquente.
Dopo un breve tragitto all'interno del casale raggiungemmo l'enorme terrazza situata sul tetto.
Non c'era nulla se non un tavolo al centro di essa, candele ovunque a rendere l'atmosfera magica e un panorama mozzafiato a fare da cornice a tutto ció.
"Ti piace?" mi chiese Demi una volta rimaste sole.
"Tu...hai organizzato tutto questo...per me?" la guardai emozionata.
"Certo" mi sorrise.
Mi avvicinai e la baciai.
Nessuno aveva mai fatto una cosa cosi per me.
Era folle e dannatamente dolce.
La cena fu interamente a base di pesce e fu accompagnata da un ottimo vino proviente dalla Francia.
Era tutto cosi meraviglioso che stentavo a credere che non fosse un sogno.
Verso mezzanotte facemmo ritorno a casa.
Demi era l'emblema della felicità quella sera e io...beh ero perdutamente e irrimediabilmente innamorata di lei.
Ero appena entrata in camera quando la vidi avvicinarsi e baciarmi.
Era un bacio passionale, caldo...le sue labbra premevano forti sulle mie e le mani cercavano insistentemente la mia pelle.
La presi per i fianchi e la tirai ancora di più verso me.
"Voglio fare l'amore con te" disse d'un tratto sfilandomi la maglietta.
"Demi non è necessario, abbiamo tutto il tempo che vogliamo, non c'é fretta..." risposi accarezzandole il viso.
"Lo so ma voglio farlo...voglio te...voglio sentirmi tua..." replicó e senza neanche darmi il tempo di poter dire qualcosa mi spinse piano sul letto e si mise su di me.
In quel momento sentii tutti i miei muri cadere e il cuore prender fuoco.
Non avrei resistito, non stavolta.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Nella mia mente si susseguivano continui flash della notte appena trascorsa.
Era come se i nostri corpi fossero nati per essere sovrapposti, le nostre labbra per essere unite e le nostre mani per sfiorarci.
Mi voltai e la guardai.
Stava dormendo con solo il lenzuolo a coprirla parzialmente, era ancora piú bella di quanto non lo fosse mai stata.
La vidi muoversi leggermente e infine aprire gli occhi con il sorriso già stampato sul volto.
"Buongiorno..." si avvicinó dandomi un dolce bacio.
"Giorno a te principessa, come ti senti?" le chiesi spostandole una ciocca di capelli ribelle.
"Credo di non essere mai stata cosi felice in vita mia" si strinse a me appoggiando la testa sul mio torace.
"Ti capisco..." le accarezzai la schiena dandole leggeri baci sulla testa.
"Per te è...diverso" disse.
Il tono della sua voce si era incrinato, il che significava che stava pensando ai miei rapporti passati.
Le alzai il viso e la guardai dritta negli occhi.
"Che devo fare con te piccola?" le sorrisi.
"Ho solo paura che tutto questo possa finire, che tu un bel giorno ti accorga che non sono nulla di speciale e che li fuori ci sono ragazze molto piú carine, sexy ed...esperte...di me" rispose triste.
"Temi che io non mi sia divertita? Che non mi sia piaciuto?" le chiesi.
"S-si..." ribattè.
"Demetria Devonne Lovato quella che ho passato con te è stata la notte piú bella della mia vita e quando ti guardo non riesco a immaginare nulla di piú bello. Se non lo avessi ancora capito io..." non feci a tempo di finire che Demi mi baciò tirandomi sopra di se.
"Mi sono innamorata di te..." disse staccandosi di qualche centimetro cercando il mio sguardo.
"Ti amo Demi, sei la cosa piú bella che potesse capitarmi" le dissi sfiorando le sue labbra con le mie per poi baciarla.
Feci scivolare via il lenzuolo che la copriva e iniziai ad accarezzare ogni centimetro del suo corpo, baciando e mordendo tutto ciò che mi capitasse a tiro.
"Ti prego..." disse in un sussurro ormai accecata dal desiderio e dal bisogno di me.
Stavo per farla mia quando il campanello inizió a suonare in maniera cosi insistente che nonostante i nostri tentativi di ignorarlo dovettimo fermarci e rimandare a più tardi.
"Quando riprenderemo dovrai darti da fare il doppio, odio rimanere cosi...ho una voglia di te assurda" disse sorridendo alzandosi.
Indossò solamente la maglietta che portavo la sera prima e andò a vedere chi era.
Seppur controvoglia mi alzai, infilai i jeans e andai a vedere se fosse tutto ok, sentivo Demi chiacchierare ma non riuscivo a capire con chi parlasse.
Arrivai in salotto e per poco non mi venne un infarto, era mia madre.
"Credo proprio di aver interrotto qualcosa" disse sorridendo.
"Meglio che vada a mettermi qualcosa" disse Demi arrossendo visibilmente prima di sparire in camera.
"Che ci fai qui?" chiesi a mia madre.
"Sono passata per vedere come stai" rispose tranquilla.
"Da quando ha importanza?" il mio tono era ostile e freddo.
Mi faceva piacere ma non riuscivo a scordare il modo e il perchè ero stata sbattuta in mezzo a una strada.
"Ho commesso degli errori e non posso tornare indietro per evitarli ma posso cercare di porvi rimedio" replicò.
"Accomodati pure" le dissi distaccata.
La vidi sedersi sul divano e guardarsi attorno, era la prima volta che metteva piede in casa mia.
"Mi scusi per l'abbigliamento, ma ci eravamo...mi ero appena svegliata..." si scusò Demi arrivando.
"Oh non si preoccupi. Da quando é venuta a pranzo da me e mio marito non ho fatto altro che chiedermi se era possibile che ci fossimo già incontrate o se l'avessi già vista da qualche parte" ribatté mia madre sorridendole.
Non sapevo se dovevo dire a mia madre la verità o meno ma per fortuna Demi mi precedette.
"Le faccio vedere una cosa..." disse.
Andò in camera, prese il cellulare e quando tornò vidi che stava cercando su YouTube il video di "Heart attack".
Si avvicinò a mia madre e glielo mostrò.
"Ma...è lei!" disse sorpresa.
"Mamma lei é QUELLA Demi Lovato...l'attrice di Camp Rock, la cantante di Skyscraper, il giudice di X Factor USA..." ribattei.
"Com'é possibile?" chiese rivolgendosi a Demi.
"Sua figlia é venuta nel backstage del concerto che ho fatto qui non molto tempo fa, ci siamo conosciute e poi...beh eccomi qui" le sorrise.
"E si trova bene? Voglio dire é abituata a un tenore di vita ben diverso, allo stare sotto i riflettori, al lusso e alle feste di Hollywood..." la guardò incuriosita.
"Non potrei star meglio..." disse Demi guardandomi dolcemente.
A mia madre non sfuggiva mai nulla e difatti capì subito la natura del nostro feeling.
"Da quanto state insieme?" ci chiese
"Mamma! Non...é complicato..." ribattei impacciata, non sapendo che dire.
"La verità è che io amo sua figlia signora e lei ama me ma ancora non abbiamo parlato di certi... dettagli" disse Demi ridendo alzandosi dal divano e venendo tra le mie braccia.
"Da quel che vedo c'è poco di cui parlare...bene ora meglio che vada" mia madre si alzó e andò verso la porta d'ingresso.
"Ehy mamma..." le andai vicina "So che non sono esattamente la figlia perfetta che avresti voluto ma..." non feci a tempo a finire che mi bloccò.
"Sei piú di quanto meritassi, ora l'ho capito" mi sorrise e se ne andò.
Quella donna non sembrava neppure piú la persona che mi aveva rinnegata, era diversa.
Non ho mai creduto nei cambiamenti delle persone, ho sempre pensato che chi nasce tondo non muore quadrato ma se mi stessi sbagliado? Se davvero fosse cambiata?
Quelle domande mi perseguitarono tutta la giornata ma fortunatamente Demi riusciva sempre a distrarmi rendendo ogni giorno unico e speciale tanto che senza neanche rendermi conto dello trascorrere del tempo era già venuta ora di cena.
Quella sera la cuoca era lei, aveva preparato un piatto che le aveva insegnato a fare...Britney Spears.
"E cosí lei cucina..." dissi ironica finendo di lavare i piatti.
"Si non fa solo i video musicali sexy davanti a cui tu sbavi" rispose piccata.
"Io cosa? Ammetto che quello di I'm slave for you mi ha...turbata parecchio ma..." ribattei ridendo.
Demi prima mi guardò torva alzando il sopracciglio, poi mi tirò uno schiaffo tra collo e nuca. "Comportati da ragazza impegnata" disse gelosa.
"Io sono impegnata?" la guardai sorridendo.
"Se vuoi te lo tatuo in fronte cosi te lo ricordi e le ragazzette che ti ronzano attorno lo capiscono" ribattè accigliata.
Quanto si ingelosiva era ancora piú sexy.
La spinsi contro il mobile della cucina e le baciai il collo.
"È inutile che fai cosi sai? Non mi corrompi" disse ancora innervosita per prima.
"Abbiamo una cosa in sospeso io e te..." le sussurrai all'orecchio.
"Non ci provare, è scorret..." la replica di Demi fu breve.
Appena la baciai sentii le sue mani insinuarsi tra i miei capelli tenendomi stretta a lei.
Era un divorarsi di labbra, un disperato bisogno di viverci totalmente.
Arrivammo in camera lasciando dietro di noi una scia di vestiti, spinsi piano Demi sul letto e mi appoggiai a lei.
I nostri corpi aderirono perfettamente come le tessere di un puzzle iniziando a accendersi ad ogni carezza, ad ogni bacio.
Sentire il respiro affannato, i gemiti di Demi era la cosa più eccitante che ci fosse, ad ogni tocco la sentivo stringersi di più a me graffiandomi la schiena spingendomi a volerla ancora di più.
Facemmo l'amore tutta la notte, in un mix di dolcezza e passione.
Lei era mia, io ero sua solo questo importava, tutto il resto poteva anche sparire.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


"Carini vero? Sanno molto di sesso violento" dissi ridendo mostrando i graffi sulla schiena a Demi.
Ci eravamo svegliate da poco e appena passai davanti allo specchio per recuperare i vestiti che avevamo lasciato dietro di noi la sera prima non potei non notarli e lanciare una frecciatina alla mia ragazza.
"Quanto sei scema! Mi stai facendo morire dalla vergogna, non credevo che ti avrei lasciato i segni amore!" disse mentre un leggero rossore iniziò a comparire sul suo volto.
"Eri troppo impegnata a far altro stanotte per pensare" replicai maliziosa.
"Ti odio!" mi tirò un cuscino sorridendo.
Mi avvicinai a lei con solo gli slip addosso e la baciai.
"Ti amo Demi" le dissi accarezzandole il viso.
"Mi è venuta un'idea per una nuova canzone stamattina mentre ti guardavo dormire...ma non ho nulla con me, ne una chitarra ne un piano" disse triste.
Era una perfezionista, amava il suo lavoro e credo che per una come lei non aver modo di mettere a frutto un'ispirazione o un'idea fosse abbastanza frustrante.
Anche se non lo avrebbe mai ammesso la musica le mancava.
"Aspetta qui ok?" le sorrisi, mi vestii e uscii da casa.
Scesi le scale, percorsi un corridoio del condominio e andai verso le cantine.
Girai la chiave nella toppa della porta e la spalancai.
La polvere aveva ricoperto tutto e la luce che filtrava dalla finestrella in alto a fatica riusciva a rischiarare l'angusta e tetra stanzetta.
Non ero praticamente mai venuta qui, solo una volta lo feci.
Appena mi ero trasferita dopo l'addio ai miei genitori sentii l'esigenza di liberarmi delle due cose a cui tenevo di piú ma che mi ricordavano mio padre, il mio piano verticale e la mia chitarra e ora eccoli li, appoggiati contro il muro, ad aspettare che qualcuno desse loro nuova vita.
Misi la chitarra a mo di zainetto sulla schiena e iniziai a spingere il piano fin dentro l'ascensore e da li, una volta arrivata al secondo piano, davanti alla porta d'ingresso del mio appartamento.
La aprii e con le ultime forze rimaste lo portai dentro accostandolo alla parete.
"Ma cosa...é un piano!!" esclamó Demi venendo in salotto attirata dal rumore.
"Esatto cosi puoi tornare a suonare e cantare" le sorrisi.
"Ti amo!!" mi saltó addosso e mi bació.
"C'é pure una chitarra Devonne" le dissi cingendola forte.
Si staccò da me e andò felice verso il piano iniziando a suonare qualche nota.
"Aspetta...tu suoni?" mi guardò incuriosita.
"Suonavo...fin da quando ero piccola mio padre mi spinse verso la musica e per molti anni frequentai anche una scuola ma da quando non vivo piú con loro non l'ho più fatto, ogni volta che toccavo uno strumento sentivo la rabbia e la delusione verso di lui salire e cosi poco a poco ho smesso" ribattei sentendo formarsi un nodo in gola.
La musica era tutto per me, era il mio mondo e abbandonarla era stata una scelta difficile.
Demi si avvicinò e mi diede un leggero bacio.
"Voglio che suoni per me..." disse guardandomi negli occhi.
"Sono passati anni, non so nemmeno più come si fa..." replicai mentendo.
Mi ricordavo come si faceva, a volte capitava che ascoltando una canzone mi ritrovassi a picchiettare la mia gamba come se stessi premendo i tasti del piano o a tenere il tempo immaginando gli accordi della chitarra ma non ero pronta per ricominciare, non me la sentivo.
"Sappiamo entrambe che non è cosi quindi ora mi fai sentire qualcosa" ribatté "E poi ci sono qui io" mi sorrise.
"Detto da una che canta davanti a migliaia di persone è quasi rassicurante...quasi però" le diedi un bacio in fronte e mi sedetti davanti al piano.
Avevo le mani che mi tremavano ma se proprio dovevo farlo tanto valeva azzardare.
Chiusi gli occhi e iniziai a suonare.
Conoscevo la tastiera perfettamente e anche se non l'avevo mai suonata di quella canzone conoscevo ogni minimo particolare, ogni sfumatura o dettaglio.
Non ero ancora arrivata a quello che sarebbe stato il ritornello che iniziai a canticchiarla prima piano poi sempre più forte lasciando uscire completamente la mia voce.

"All the pain and the truth
I wear like a battle wound
So ashamed so confused
I'm not broken, or bruised
Now I'm a warrior
Now I've got thicker skin
Now I'm a warrior
I'm stronger than I've ever been
And my armor is made of steel, you cant get it
I'm a warrior
And you can never hurt me again"

Solo una volta arrivata alla fine della canzone mi resi conto di ciò che era successo, ero stata proprio un'idiota.
Mi voltai e vidi i suoi occhi velati di lacrime.
"Scusa Demi per aver rovinato un brano del genere" le dissi facendola sedere sulle mie gambe.
"Rovinato? Tu hai talento, ne hai molto di più di certi miei colleghi e cosa fai? Lasci tutto. Non ti azzardare a farlo mai più, sarebbe un errore" il suo sguardo non ammetteva repliche cosi le presi il viso tra le mani e la baciai.
"Ora mettiti a lavoro ok?" le sorrisi e la feci scivolare sullo sgabelletto.
Fece cenno di si e si mise subito all'opera.
Lavorò al brano praticamente tutta la mattina, concedendosi una pausa solo per il pranzo.
Era bello osservarla comporre, si vedeva lontano un miglio che quella era la sua strada, non avrebbe potuto far altro con un dono del genere.
Nel pomeriggio Demi mi sbattè praticamente fuori casa perché doveva cominciare a provare la canzone e voleva farmela sentire solamente una volta ultimata cosi decisi uscire un pò e di incontrare Marco nel parchetto vicino al solito bar che frequentavamo.
"Ehy! Come stai?? È da un pò che non ci si vede!" disse appena mi vide.
"Ciao! Non potrebbe andar meglio, tu?" gli chiesi guardandolo mentre mi sedevo affianco a lui sulla panchina.
Era un pò cambiato, aveva accorciato i capelli e un leggero filo di barba era visibile sul suo viso donandoli un aspetto più maturo.
"Io bene, a casa le cose vanno meglio e quindi sono più sereno. Tu piuttosto, come va con Demi?" ribattè sorridendomi.
"È...la mia ragazza...si è innamorata di me" dissi felice.
"Sai che è da pazzi tutto questo?! Anche se per te ormai è solo Demi, la ragazza che ami, li fuori si staranno chiedendo che fine ha fatto la star da milioni di visualizzazzioni su YouTube" mi guardò torvo.
"Lo so ma cosa dovevamo fare? Far finta di nulla? Evitare di vivere una cosa stupenda solo per paura? No mai" ribattei decisa.
"Il suo mondo la reclamerà e tu ti ritroverai sola e con il cuore a pezzi. Scusa ma ti voglio troppo bene per vederti andare in frantumi di nuovo" si alzò e se ne andò.
Ero allibita, non sapevo che pensare.
Capivo la sua preoccupazione ma una reazione del genere mi sembrava esagerata.
I sentimenti non seguono logiche o regole, non sono vincolabili e lui lo sapeva benissimo.
Tornai a casa e appena varcai l'ingresso una dolce musica proveniente dal salotto mi accolse.
La melodia si sposava benissimo con la voce dolce e suadente di Demi e senza farmi ne vedere ne sentire mi appoggiai al muro e rimasi ad ascoltarla.
"È bellissima..." dissi a Demi una volta terminata la canzone.
"Da quanto sei li amore?" mi chiese sorpresa.
"Avevi iniziato a suonare da poco piccola" risposi sorridendole.
Si alzò venendo verso di me e mi abbracciò.
"Questa canzone parla di una ragazza che proprio quando ormai aveva perso le speranze incontra una persona speciale che le cambia la vita, che la fa innamorare come mai era successo prima. Io ero cosi prima di conoscerti...avevo un vuoto al centro del petto, credevo che nessuno potesse mai accettarmi e amarmi per ciò che sono ma poi sei arrivata tu. Non hai idea di quanto io ti ami..." disse guardandomi dritta negli occhi.
Le alzai il viso e la baciai.
Bastarono pochi secondi prima che il desiderio ebbe il sopravvento su di noi e in breve tempo mi ritrovai sul divano con Demi a cavalcioni sulle mie gambe intenta a levarmi la canotta.
"Sarà sempre cosi?" mi chiese con il fiatone scostandosi di poco dalle mie labbra.
"Che intendi?" le chiesi iniziando a darle piccoli morsi sul collo sbottonandole i jeans.
"Ogni volta che mi baci...oddio..." la frase le morí in gola lasciando spazio solo a dei gemiti di piacere.
Ci volle più di ora prima di riuscire a riacquistare un pò di lucidità, eravamo distese sul divano a farci le coccole quando fui io a rompere il silenzio.
"Cosa stavi dicendo?" la guardai maliziosa accarezzandole la schiena nuda.
"Mi stavo chiedendo se sarà sempre cosi, se ogni volta che mi bacierai sentirò le farfalle nello stomaco, se ogni volta che mi sfiorerai la voglia di star con te cosi diventerà un'urgenza, un vero bisogno" disse iniziando ad accarezzarmi piano il seno.
"Lo spero...non sai quanto" la strinsi forte a me.
"Tu vuoi...sposarti? Vuoi figli?" mi chiese abbassando lo sguardo imbarazzata.
"Con te vorrei qualsiasi cosa Devonne" le sussurrai all'orecchio.
In risposta ricevetti solo un intenso, meraviglioso e dolcissimo bacio che valeva più di mille parole.
Trascorremmo l'intera serata a parlare di ciò che avremmo voluto per il nostro futuro e di come sarebbe stato passare la vita insieme.
Scoprii che tra gli obbiettivi di Demi al primo posto c'era il crearsi una famiglia, l'avere dei figli e questo un pó mi spaventava perché sapevo benissimo quanto sarebbe potuto essere più complesso il nostro percorso non essendo quella che la maggior parte della societá ritiene "una coppia tradizionale" ma bastó l'idea di lei incinta per cancellare ogni timore.
Non sapevo cosa ci avrebbe riservato il futuro ma sognare non costava nulla e Demi costituiva tutto ció che volevo in esso.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Dopo 15 giorni fatti di ricerca del luogo più adatto decidemmo di fare una vacanza, la nostra prima vacanza insieme e visto che lei voleva prendere un pò di sole optammo per le Maldive.
"Amore mi spalmi un pò di crema? Sento la pelle bruciare" disse Demi levandosi gli occhiali da sole.
"Mmm si certo piccola" frugai nella borsa e trovai il tubetto della crema solare.
Mi alzai avvicinandomi a lei e l'osservai per qualche secondo.
Aveva un bikini nero che faceva risaltare le sue curve.
"Sai, c'è un panorama fantastico da qui..." dissi maliziosa.
"Ma...sei incorreggibile! Non guardarmi il sedere!! Mi vergogno!!" replicò con un tono tra l'imbarazzato e il divertito.
"Ti ricordo che non è la prima volta che lo vedo..." sfiorandola piano, iniziai a percorrere con il dito il bordo degli slip.
"Non qui...ti prego amore..." la sua voce uscì come un sussuro.
"Sei cosi sexy..." continuai imperterrita con voce suadente.
"Basta, ho bisogno di un bel bagno!" si alzò di colpo e andò verso l'oceano.
"Vai vai cosi ti raffreddi un pó" le dissi scoppiando a ridere.
La guardai entrare in acqua e iniziare a bagnarsi il corpo...era splendida a dir poco cosi decisi di alzarmi e di raggiungerla.
Era come una calamita per me, l'attrazione che provavo verso di lei era indescrivibile.
"Vattene prima che finisca male..." mi disse schizzandomi.
La presi in braccio e la buttai in acqua.
"Intendevi cosi?" le chiesi con finta innocenza.
"Sei spacciata!!" mi tiró forte per il braccio e mi trascinó giù con lei.
Facemmo la lotta tra le onde come le bambine per parecchio finché non decidemmo di uscire e di metterci sul bagnasciuga.
"Sembra di stare in paradiso vero?" disse Demi sorridendomi.
"Lo sembrerebbe pure l'inferno insieme a te" ribattei sdraiandomi e chiudendo gli occhi.
Percepii il suo spostamento e dopo poco sentii le sue labbra sulle mie e il suo corpo appoggiarsi al mio.
"Devonne vuoi nel tuo curriculum pure una denuncia per atti osceni in luogo pubblico?" le chiesi scostandomi leggermente ridendo.
"Sei tu che mi istighi" rispose sfiorandomi piano l'inguine.
"Io? Ma non ho fatto nulla" replicai accarezzandole la schiena.
"Non so se lo hai notato ma non c'è più nessuno..." disse prima di baciarmi con passione.
Ricambiai il bacio facendo scivolare le mani sul suo fondoschiena e la strinsi a me.
Come prevedibile finimmo per fare l'amore in riva al mare con una leggera brezza ad accarezzarci la pelle.
"Ti amo" disse piano dopo aver raggiunto il piacere.
"Ti amo anche io Demi" risposi accarezzandole il viso.
Raccogliemmo le nostre cose dopo esserci ricomposte, mangiammo qualcosa in un chiosco e ci dirigemmo verso il nostro bungalow.
Stavo sistemando gli asciugamani quando il cellulare di Demi incominciò a suonare.
"Amore ti stanno chiamando..." le urlai dalla camera.
"Rispondi tu per favore" replicò da sotto la doccia.
"Pronto?" dissi timidamente.
"Devi essere tu la famosa Linda" ribatté una voce maschile in maniera seccata "Sono il manager di Demi e ho bisogno di parlare con lei" continuò.
"È sotto la doccia" risposi.
"Ascoltami ragazzina, non so che tipo di lavaggio del cervello le hai fatto ma lei deve tornare negli States. È qui la sua vita, è qui il suo lavoro. Tutta questa pagliacciata del voler stare in Italia deve finire cosi come la vostra storiella" disse minaccioso.
"Le dirò che hai chiamato. Buona giornata" chiusi la chiamata e posai il cellulare sul tavolino.
Mi sedetti sul letto e sentii le lacrime bruciarmi gli occhi.
Forse Marco aveva ragione, forse non avrei dovuto iniziare una relazione con lei.
Dove credevo di andare eh? Lei é una star di Hollywood e io solo una ragazza normale, queste cose funzionano solo nei films e a volte neppure li.
"Chi era?" mi chiese Demi appena uscí dalla doccia.
"Era il tuo manager. Richiamalo subito" le dissi fredda guardando il pavimento.
"Che é successo?" si avvicinó facendomi appoggiare la testa sul suo ventre iniziando ad accarezzarmi i capelli dolcemente.
"Demi chiamalo. Ora." mi alzai e andai verso la porta.
"No, tu ora mi dici che cazzo è successo!" mi bloccò per il braccio.
"Abbiamo commesso un errore Demi..." le dissi guardandola con il viso rigato dal pianto.
Mi liberai dalla sua presa e me ne andai.
 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Mi allontanai dal bungalow correndo il piú velocemente possibile.
Corsi fino al punto di rimanere senza fiato, fino al punto di sentire i polmoni in fiamme, mi appoggiai con la schiena contro il muro di un negozietto e scoppiai a piangere.
Mi mancava l'aria se solo pensavo alla mia vita senza Demi.
Era tutto ció che avevo sempre desiderato, tutto ció che mi rendeva felice.
Non potevo perderla ma non potevo neppure farle rinunciare alla sua vita, alla musica e a tutto ció per cui aveva lavorato tanto.
Che ne sarebbe stato di noi quando sarebbe tornata negli USA?
Sentivo il sangue pulsare e la testa scoppiare, tutti quei pensieri, tutte quelle domande mi stavano facendo impazzire.
Tirai un pugno sull'asfalto sperando di riuscire ad allentare la tensione ma come risultato ottenni solo un dolore lancinante alla mano.
Mi raccomitolai nascondendo il viso tra le ginocchia e piansi, piansi per cosi tanto tempo che quando rialzai lo sguardo il sole stava per sorgere.
Mi alzai e mi diressi verso il bungalow.
Come entrai mi arrivò uno schiaffo dritto in faccia.
"Sono stata tutta la notte ad aspettarti sperando che non ti fosse accaduto qualcosa...sai come mi sono sentita? Cosa significa che abbiamo commesso un errore?? Mi devi delle spiegazioni, non puoi fare come ti pare! Io ti amo l'hai capito o no??" Guardami cazzo!! Che ti prende ora?? Ti sei resa conto di non amarmi? Hai un'altra?? Rispondimi!!" mi urlò contro in lacrime mettendomi spalle al muro.
"Non può funzionare tra noi..." dissi fissando la parete.
"Cosa cavolo stai dicendo?? Mi sembra stia funzionando più che bene...ho sbagliato qualcosa? É colpa mia vero??" ormai era fuori di se.
Mi avvicinai piano e la bloccai tra le mie braccia.
"Lasciami cazzo! Lasciami!!" inizió a gridare cercando di liberarsi.
"Demi calmati...sono qui..." le dissi dolcemente.
Con uno strattone scappò dalla mia presa.
"No tu vuoi andartene! Vuoi rompere con me e sparire!!" il suo tono di voce era un misto di rabbia e dolore.
La tirai per il braccio e le bloccai i polsi.
"Ti amo cazzo! Ma il tuo mondo ti sta reclamando e io non so cosa fare, non voglio che se tra noi non dovesse funzionare tra 10 anni penserai a me come alla fine dei tuoi sogni se per colpa della nostra relazione tu mettessi a rischio la tua carriera" dissi tutto d'un fiato per poi allentare la presa e lasciarla.
"Troveremo un modo per far combaciare tutto ma non rinuncierò alla cosa migliore che mi sia mai capitata" si strinse a me senza smettere di piangere.
L'abbracciai accarezzandole i capelli, senza riuscire a proferire parola.
"Baciami ti prego...mi sembra di non riuscire a respirare se solo immagino di non averti accanto a me..." disse tra i singhiozzi.
Cedere fu naturale, vederla cosi mi uccideva.
Avvicinai il viso al suo e lentamente mi avvicinai fino a quando le nostre labbra non si unirono terminando in un bacio, il più dolce che ci fummo mai date.
"Vieni ho bisogno di coccole..." mi prese per mano e mi portò sul letto con lei, stringendosi forte a me.
Restammo cosi per un tempo che sembrò infinito fino a quando non ci addormentammo.
Il suono del telefono ci svegliò, erano le 18.
Demi si alzó e risposte.
Non riuscivo a capire chi potesse essere fino a quando le sue parole non fecero trapelare l'identità della persona.
"La mia vita sentimentale e sessuale non ti riguarda e per ciò che mi hai detto valuterò la cosa e poi ti saprò dire se ci saró o meno" rispose seccata riattaccando.
"Chi era?" le chiesi pur sapendo già la risposta
"Era il mio manager, mi ha chiamato per dirmi che era stata riconfermata la mia posizione di giudice a X Factor" disse guardandomi.
In quel momento il mio cuore perse un battito.
Quel programma durava mesi e questo significava che Demi sarebbe dovuta rimanere in America per molto tempo.
"Devi accettare, quel programma ti può aiutare molto per farti conoscere anche da chi ancora è scettico riguardo il tuo talento" il tono che usai era decisamente freddo ma dovevo mascherare le mie paure, non potevo farle rinunciare a un'occasione del genere.
"Non lo so, ci vuole molto impegno e tempo per svolgere quel ruolo e poi non voglio stare per lunghi periodi senza te" ribattè.
"Quando dovresti partire?" l'ansia ormai stava prendendo il sopravvento ma dovevo sapere.
"Appena tornate a casa dovrei prendere il primo volo" replicó stendendosi di nuovo accanto a me.
"Richiamalo e digli che ci sarai" le dissi fingendo che il mio cuore non si stesse spezzando a pronunciare quelle parole.
"Sei sicura?" mi chiese timorosa.
"Si è giusto cosi e poi puoi dare molto ai concorrenti sia artisticamente che umanamente" il mio sorriso uscí timido ma bastò a dar man forte al mio discorso.
Demi mi abbracciò forte.
"Grazie amore..ora lo chiamo" si allontanò ed effettuò la chiamata.
Le lacrime iniziarono a formarsi nei miei occhi minacciando di uscire ma non potevo farmi vedere cosi da lei, avrebbe capito il bluff.
"Vado a farmi una doccia ok? Cosi poi andiamo fuori a cena, ho davvero fame" le dissi evitando di guardarla una volta che era tornata.
Mi alzai di scatto, entrai in bagno buttando i vestiti a terra e mi fiondai sotto la doccia aprendo il rubinetto.
Iniziai a piangere coperta dal rumore dell'acqua che mi scivolava lungo il corpo per poi cadere a terra.
Ci volle mezz'ora prima di riuscire a recuperare il controllo necessario a fingere con Demi che fosse tutto ok.
Uscii e sfoggiai il mio miglior sorriso.
Demi era già pronta, indossava un top e una gonna bianca mentre io decisi per un paio di jeans sbiaditi e una t shirt.
Cenammo in un piccolo ristorantino che dava sulla spiaggia e poi camminammo un pò.
Per tutto il tempo le strinsi la mano, da li a poco non lo avrei piú potuto fare, ogni minuto che passava faceva avvicinare l'ora della sua partenza sempre di piú.
"Mi mancherà tutto questo..." disse ad un tratto fermandosi.
"Anche a me..." risposi in un sussurrò.
"Promettimi che ci sarai per sempre..." mi sussurrò.
"Ti amo Demi, non ho mai amato nessuno cosi. Qualunque cosa accada io ci sarò, sarò sempre accanto a te in un modo o nell'altro. Te lo prometto" le alzai il viso e la guardai dolcemente.
Mi baciò e dopo un breve giro rientrammo.
Quella notte non chiusi occhio, non volevo sprecare neppure un secondo e passai tutto il tempo a guardarla dormire.
Dovevo fare la cosa migliore per lei...anche se questo avesse significato rinunciare a noi.
Glielo dovevo.
Lei mi aveva salvata.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Gli ultimi giorni alle Maldive erano passati velocemente e da qualche ora eravamo già tornate a casa.
"Hai visto la maglietta bianca? Sai quella con le borchiette..." mi chiese Demi.
Aveva già iniziato a fare le valigie e ad ogni cosa riposta sembrava che la casa perdesse una traccia della sua presenza qui sembrando sempre piú vuota e fredda.
"È sopra la sedia in camera...." le risposi dal salotto.
Non ce la facevo ad aiutarla, era davvero troppo per me.
"Ah si grazie! Sono cosi in ansia ed eccitata di tornare in America che non capisco più nulla" ribattè felice.
Quella frase mi colpí in pieno e fece più male di un pugno allo stomaco.
Mi alzai dal divano e andai in terrazzo a fumare.
"Come fa a non vedere quanto io ci stia male, quanto io mi sforzi di essere contenta per lei anche se in realtá vorrei solo stringerla a me e non lasciarla mai più?" sussurai lasciando che una lacrima mi rigasse il viso.
Dopo circa due ore Demi si accorse del mio silenzio e della mia assenza.
"Ehy tutto ok?" mi chiese raggiungendomi.
"Avevo bisogno di aria..." le dissi senza guardarla.
"Usciamo un pó? Ho voglia di fare due passi..." mi abbracció da dietro e le feci cenno di si.
Arrivammo in centro e passammo davanti a una gioielleria, la piú famosa della mia città.
"Entriamo..." mi disse Demi sorridendomi.
Non sapevo che aveva in testa ma acconsenti e la seguii.
"Buongiorno, stavamo cercando delle fedine..." si rivolse al gioielliere con gli occhi che le brillavano più di qualsiasi diamante.
"Ne abbiamo di diverso tipo...se mi seguite ve le faccio vedere" ribattè dirigendosi verso una vetrinetta "Ne abbiamo in argento, oro giallo o bianco, semplici ed elaborate. Guardate pure con calma e poi se trovate qualcosa che vi piace mi chiamate" continuò gentilmente andando a servire altri clienti.
"Che idee hai Devonne?" le chiesi.
"Mi sembra evidente...cosi tutte sapranno che non sei piú sulla piazza" indietreggiò di un passo appoggiandosi con la schiena a me facendosi abbracciare "Quali ti piacciono?" mi chiese.
Scrutai con attenzione i vari anelli, la scelta era davvero ampia.
Senza neppure dire una parola, Demi riuscí a capire su quali mi ero soffermata.
"Belle vere? Le avevo notate anche io" mi sorrise schioccandomi un bacio sulla guancia.
Erano delle fedine in oro bianco, con una pietrina bianca incastonata al centro e un decoro lungo i bordi.
"Scusi, abbiamo scelto..." disse Demi attirando l'attenzione del gioielliere.
L'uomo arrivò aspettando maggiori indicazioni.
"Ci piacciono quelle li" continuò lei indicandogliele.
"Ottima scelta! Sono semplici ma eleganti" ribatté lui.
Ci dirigemmo verso il bancone e dopo varie prove trovammo quelle che meglio si adattavano alle nostre dita, pagammo e tornammo a casa, erano già le 19 e alle 8 Demi aveva il volo.
Cenammo velocemente in modo che lei potesse terminare di fare i bagagli e finalmente a serata inoltrata ci mettemmo tranquille stese a letto.
"Ho paura..." esordì Demi ad un tratto "E se smettessi di amarmi? Se trovassi un'altra? Se..." non terminò la frase che la zittii con un bacio.
"Come fai a pensarle queste cose eh? Io ti amo, niente e nessuno potrà cambiare questo" mi scostai leggermente accarezzandole il viso.
Si appoggiò a me mi baciò con un'intensità mai vista prima iniziando a spogliarmi piano.
Con un movimenti fluido la tirai sopra di me stringendola per i fianchi, le sfilai la maglietta e le sganciai piano il reggiseno.
Passammo la notte a viverci, in un misto di passione e tristezza visto l'imminente distacco ma fu tutto cosi meraviglioso che arrivarono le 5 senza nemmeno accorgercene.
"Dobbiamo alzarci..." disse Demi sfiorandomi il seno.
Senza dire nulla mi alzai e incomincia a vestirmi, Demi fece lo stesso.
L'ansia, la preoccupazzione e il dolore che per qualche ora avevano allentato la morsa su di me tornarono a farsi vivi piú forti che mai.
Finimmo di prepare le cose e ci avviamo verso l'aereoporto.
La mano di Demi rimase intrecciata alla mia per tutta la durata del viaggio e dopo circa un'ora arrivammo a destinazione, parcheggiamo ed entrammo.
Demi fece il check-in e purtroppo arrivò il momento tanto temuto ma inevitabile.
"Ehy non piangere amore..." le dissi baciandole la fronte.
"Non ci riesco..." si aggrappò a me e mi strinse forte.
"Sei tutta la mia vita Demi, sei tutto ciò che ho sempre desiderato e che mai avrei pensato di trovare. Ti amo più della mia stessa vita e non passerà un solo minuto senza che io non pensi a te. Potresti andare pure su Marte ma il mio cuore sarà sempre tuo" le sussurrai all'orecchio.
"Ti amo..." ribattè.
Quelle due parole valevano più di qualsiasi altra cosa.
"Ora vai o rischi di perdere il volo..." le dissi dolcemente.
"Va bene..." alzò lo sguardo incrociando il mio e mi baciò.
Senza aggiungere altro si stacco da me e si diresse verso la porta d'imbarco per poi scomparire.
Era andata...in quel momento, mi sentii piú sola che mai.
 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Da qualche settimana ero tornata a lavorare nel negozio di musica, avevo bisogno di tenermi occupata altrimenti sarei impazzita.
Erano passati due mesi da quando Demi era partita per gli States e se prima ci sentivamo praticamente ad ogni ora del giorno e della notte ultimamente le nostre telefonate si facevano sempre piú brevi e sporadiche, a quanto mi diceva era sempre impegnata e non riusciva a ritagliare nemmeno un pò di tempo per se e per le persone a lei care.
Ci stavo male, mi mancava da morire e piú i giorni passavano  piú ero preoccupata, questa situazione mi ricordava molto la calma prima della tempesta.
Ero appena tornata a casa dopo una giornata parecchio intensa quando mi squillò il cellulare. Guardai il display, era Demi.
"Ciao amore, come stai? Ti amo!" le dissi appena accettai la chiamata.
"Ehy...non è facile ma dobbiamo parlare" il suo tono era freddo e distante.
"Dimmi pure..." in quell'istante il mio cuore si fermò.
"Io...non posso viverlo quest'amore. Stanno iniziando a girare delle voci su una probabile storia tra me e una misteriosa ragazza...se lo venissero a sapere i giornali scoppierebbe l'ennesimo scandalo e non posso permettermelo lo capisci? Prima l'autolesionismo, la bulimia, il bipolarismo, la rehab e ora questo...sarebbe troppo per me, perderei il contratto con la casa discografica, sarei su tutti i tabloid...non ho la forza per affrontare tutto questo. Non odiarmi, ti prego...ti amo piú di qualsiasi altra cosa al mondo ma questa situazione é più grande di me. Scusami..." la sua voce inizió a tremare e anche se non potevo vederla ero certa che stesse a stento trattenendo le lacrime.
"Potrei dire qualsiasi cosa ma risulterebbe stupida e inutile a questo punto visto che hai giá deciso...prenditi cura di te piccola...te lo chiedo per favore. Anche se non mi vedrai ti saró sempre accanto...ti amo..." riattaccai e gettai il cellulare a terra scoppiando a piangere.
Era finita, per sempre.
Non sarebbe mai più tornata, non l'avrei mai piú baciata ne sentita ridere.
Guardai le nostre foto, eravamo felici, era tutto perfetto ma ero una ragazza e il nostro amore era schiavo dei giudizi di una società bigotta e retrograda.
Con un colpo secco buttai tutte le cornici giù dalla mensola mandandole in mille pezzi.
Mi accasciai sul pavimento, ero distrutta, sembrava che mi stessero trafiggendo il petto con delle lame.
Mi guardai attorno e vidi che ero circondata da vetri.
Una tentazione iniziò a insinuarsi in me strisciando come una serpe.
Presi un vetro e iniziai a infliggermi uno, due, tre tagli...sempre più profondi, sempre più estesi.
Vidi il sangue fuoriuscire dal braccio iniziando a colare macchiandomi i vestiti.
Lo guardai scorrere completamente assorta nei pensieri mentre il dolore mi stava inghiottendo come se fosse un buco nero.
Lasciai cadere il pezzo di vetro con cui mi ero tagliata e guardai la fedina, pesava come un macigno in quel momento.
"Che senso ha avuto tutto questo se doveva finire cosi?" dissi sottovoce tra i singhiozzi.
Ero completamente svuotata, sembrava che il cuore si fosse gelato come se una bufera di neve lo avesse travolto e l'unica cosa che mi avrebbe fatta star meglio, era l'unica che non potevo piú ne contattare ne tantomeno avere.
"Demi..." sussurrai appoggiando la testa alle ginocchia.
Solo il rumore del mio pianto spezzava il silenzio in cui la casa era piombata.
Niente e nessuno sarebbe venuto a salvarmi.
Non stavolta.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Mi svegliai e mi guardai attorno.
C'erano cornici sparse ovunque, vetri e sangue, tanto sangue.
Mi alzai lentamente, la testa girava in maniera tremenda e andai in bagno a lavarmi e ripulirmi. Tagliarsi era stata una vera cazzata, non avrebbe di certo risolto le cose ne tantomento avrebbe fatto tornare la mia ormai ex ragazza ma stavo male e quello mi era sembrato il modo piú facile per non pensare almeno per un pò. 
Disinfettai le ferite con cura e ci applicai un bendaggio.
Tornai in salotto e scopai via tutto il casino della sera precedente, ad eccezzione delle foto che accatastai sulla mensola.
Presi il telefono e chiamai Marco. 
"Ehy come va?" disse appena rispose.
"È finita..." non serviva aggiungere altro per fargli capire la situazione.
"Arrivo subito" ribattè riattaccando.
Dopo 10 minuti il campanello suonò.
Andai alla porta ed aprii facendolo accomodare.
"Mi dispiace..." esordí "Ti ha dato delle motivazioni?" mi chiese.
"Aveva paura dello scandalo che sarebbe scoppiato se si fosse saputo che stava con una ragazza" risposi rimandando indietro le lacrime che minacciavano di uscire.
"Che hai fatto al braccio?" il suo volto si incupì, aveva già capito.
"Incidente di percorso..." ribattei vaga.
"Che farai ora?" sentivo il suo sguardo su di me ma non avevo il coraggio di guardarlo, temevo vedesse quanto stavo soffrendo.
"Me ne andrò Marco..." dissi con il nodo in gola.
"Tu cosa??? Non dire cazzate" era visibilmente arrabbiato.
"Non posso restare...fa troppo male..." sussurai guardandolo per la prima volta negli occhi.
"Ci sono altre soluzioni. Devi restare" si alzò di scatto dalla sedia venendo verso me.
"Non ce la faccio...devo andar via da qui..." tutta la mia fatica fu inutile, ormai stavo piangendo.
Mi tiró verso se e mi abbracció forte.
"Promettimi almeno che farai attenzione e che ti farai viva..." disse al mio orecchio.
"Te lo prometto...grazie fratellone" risposi tra i singhiozzi.
Si allontanò da me con gli occhi lucidi e andò verso la porta.
"Ti voglio bene scema, te ne vorrò sempre" si voltò e se ne andò lasciandomi sola.
Mi asciugai le lacrime e con passo deciso andai verso la camera.
Tirai fuori il borsone dall'armadio e incominciai a buttare dentro dei vestiti.
Non sapevo dove sarei andata quindi optai per un abbigliamento vario che potesse tornarmi utile in ogni situazione.
Mentre preparavo le cose, mi cadde l'occhio su una foto di me e Demi che c'era sopra al comodino, l'avevamo scattata alle Maldive. Presi anche quella e la gettai in valigia.
Chiusi la cerniera, presi la chitarra e uscii di casa raggiungendo l'aereoporto grazie a un taxi.
Guardai il tabellone dei voli e scelsi il primo che sarebbe partito.
Non importava la destinazione, la cosa importante era andarmene da qui, lontana da tutto e tutti. Feci i biglietti, il check in e mi imbarcai.
Dovevo ricominciare da zero, se fossi rimasta ferma sarei morta.

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


- 5 ANNI DOPO -

"3 minuti e tocca a te" disse un'assistente sbucando da dietro la porta.
Mi alzai e mi guardai allo specchio.
Avevo perso un paio di chili e finalmente mi sentivo a mio agio con me stessa, quella era la vero me. Indossavo una t-shirt nera, un paio di jeans chiari aderenti, anfibi e una giubetto di pelle.
I capelli erano perfettamente pettinati in un taglio corto sfilato e spettinato e il trucco era impeccabile, gli smooky eyes accentuavano il verde delle mie iridi.
Ero pronta.
Quella sera ero estremamente tesa e ansiosa.
Da quando avevo sfondato nel mondo della musica avevo fatto centinaia di concerti, interviste e apparizzioni tv ma quella che mi attendeva era una prova ben diversa, dovevo esibirmi come ospite a X Factor USA e tra i giudici c'era Demi.
Il successo era piovuto del tutto per caso su di me, un produttore discografico mi aveva notato in un locale di San Francisco in cui mi esibivo a volte per raccimolare qualche soldo e ormai da 3 anni ero sotto contratto con la Universal.
Ero diventata una vera rockstar, mi esibivo davanti a migliaia di persone e i miei cd erano alle vette delle classifiche di mezzo mondo.
Se la mia carriera procedeva spedita, la mia vita amorosa lo faceva un pò meno.
Dopo Demi non avevo più avuto una relazione stabile, i miei rapporti duravano il tempo di una notte e ora che ero famosa trovare qualche donna con cui spassarsela era facile, mi bastava uno sguardo un pò più malizioso o una frase carina che la ragazza di turno cadeva ai miei piedi.
Vivevo la mia omosessualità liberamente, il mio orientamento sessuale era noto e nell'ambiente ero conosciuta come una Casanova ma non mi importava, ero single e potevo fare ciò che volevo.
Misi l'ear monitor e andai dietro il palco, mancavano pochi secondi.
"E ora un'ospite molto speciale. Lei é italiana e in pochi anni é diventata una realtá della musica internazionale..." inizió a dire Mario Lopez.
Bastarono queste parole per far iniziare a gridare il pubblico, le urla riuscivano quasi a sovrastare la sua voce.
Appena disse il mio nome, il led wall si aprii ed entrai in scena.
A passo deciso conquistai il palco e inevitabilmente guardai la giuria.
Simon Cowell.
Jared Leto.
Pink.
E lei, Demi Lovato.
I nostri sguardi si incrociarono e in quel momento mi sembró che non esistesse nessuno tranne noi. Le persone, la mia band, gli stessi giudici erano diventati un ammasso informe di figure e colori, l'unica cosa nitida era lei con i suoi capelli castani scuri, quasi neri, gli occhi color cioccolato e quelle labbra che migliaia di volte mi avevano fatto impazzire.
Sentii la musica partire e iniziai a cantare.
La canzone parlava di una ragazza che aveva dovuto dire addio all'unica persona che aveva amato davvero ma che in cuor suo sapeva che era la cosa giusta da fare.
Quando finii l'esibizione il pubblico esplose in un boato, alzai lo sguardo e vidi gli occhi di Demi velati di lacrime.
"Wow...non avevo mai visto una cosa del genere" esordì il conduttore affiancandomi insieme a Sarah Shahi, la sua nuova partner.
"Un successo a dir poco straordinario" continuó lei.
"Se sono qui ora, é grazie alle persone che mi seguono, a quelle che comprano i miei cd e che vengono ai miei concerti. Se non ci fossero loro io non sarei nessuno...quindi grazie mille" dissi sorridendo.
Non erano parole di circostanza, le pensavo davvero.
"Allora cari giudici, che ne pensate di lei? La vorreste come concorrente?" chiese Sarah.
Il primo a parlare fu Simon.
"Certo, è un talento puro è innegabile" disse diretto come al solito.
"Jared?" l'incalzò la conduttrice.
"Ovvio che la vorrei e ti dirò di piú, mi piacerebbe collaborarci a breve insieme al resto della mia band. È una forza della natura!" ribattè entusiasta.
"La cosa che mi colpisce di piú è il tuo modo di comunicare, di coinvolgere la gente...è fondamentale riuscirci per un cantante. È tu Linda lo fai benissimo" mi disse Pink in maniera pacata.
Era arrivato il turno di Demi.
Il cuore iniziò a martellarmi nel petto.
"Per descriverti basta una parola...meravigliosa" disse cercando di sembrare il piú normale possibile vista la situazione.
"Bene, grazie per essere stata qui!" esclamò Mario Lopez.
"Grazie a voi per avermi invitata, é stato un piacere! A presto" dissi concedandomi.
Mi voltai e uscii con il resto della band dirigendomi verso il camerino, finendo dritta dritta sul divanetto al suo interno.
Era stato un successo, l'esibizione era andata bene ma mi aveva provato molto a livello emotivo, rivedere Demi aveva scatenato in me sensazioni che ormai credevo e speravo sopite.
Sentii bussare alla porta.
"Avanti..." dissi senza guardare chi fosse.
"Ciao Linda" quella voce l'avrei riconosciuta fra mille.
Era lei, Demi.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Entrò timidamente nel mio camerino chiudendosi la porta alle spalle.
"C-ciao Demi" dissi presa alla sprovvista alzandomi dal divano.
"É bello rivederti...sei in splendida forma" ribattè sorridendomi.
"Anche tu, sei bellissima" risposi imbarazzata.
Tutta la sicurezza che ostentavo con le altre con lei svaniva, mi sentivo completamente vulnerabile.
Per qualche secondo calò il silenzio, lo stesso che quando stavamo insieme riempivamo con i baci.
"I-io non ero pronta..." esordì ad un tratto.
"Non serve che tu dica nulla, va bene cosi..." mi voltai di scatto come per difendermi.
Quello che era successo faceva ancora male, lei era stata la donna più importante della mia vita.
"Ti prego ascoltami..." mi prese per il polso cercando di attirare la mia attenzione.
"Cosa c'è ancora da dire eh? Non hai avuto nemmeno il coraggio di dirmelo in faccia. Sai quanto ci sono stata male? Tanto Demi. Dopo che te ne sei andata ho fatto migliaia di lavori per potermi mantere, ho cambiato moltissime cittá e tutto perché quella casa mi ricordava te!" le dissi guardandola dritta negli occhi.
"Hai ragione ad odiarmi ma non c'é stato un solo giorno in cui non sia stata male per te, mi sei mancata da morire..." si avvicinò lentamente e mi accarezzò il viso dolcemente scostandomi il ciuffo.
Bastò quel contatto per incendiarmi.
"Sono solo cazzate Demi..." le bloccai la mano presa dalla rabbia.
In quel momento la porta si apri ed entrò una ragazza bionda, con gli occhi azzurri come il ghiaccio e il fisico da modella.
Era Taylor Momsen.
"Ehy, ce ne andiamo?" disse avvicinandosi a me e baciandomi in maniera del tutto priva di pudore.
"Si certo qui ho finito, non c'é piú nulla da fare" risposi lanciando un'occhiata a Demi.
Era un chiaro doppio senso e lei lo aveva capito.
"Allora intando che tu ti organizzi io ti precedo, qui fuori è pieno di paparazzi e non voglio che ci stiano addosso. Ti aspetto in auto" prese le chiavi dalla mia borsa e uscí dalla stanza ignorando del tutto Demi.
Andai verso la canotta che mi ero portata dietro per cambiarmi e iniziai a spogliarmi.
Guardai Demi attraverso lo specchio e vidi che arrossí visibilmente quando rimasi senza maglietta.
"Allora stai con lei?" mi chiese.
"Il fatto che ci faccia sesso non significa nulla" le risposi fredda.
"Se è cosi...dammi una chance..." sussurrò guardandomi.
"Cosa?? Mi hai lasciata, sei sparita, non ti sei nemmeno degnata di chiamare una solo volta per sapere come stavo e ora pretendi che io ti dia una chance??? Non..." la frase non ebbe una fine.
Senza nemmeno rendermene conto, Demi si avvicinò e mi baciò.
Le sue labbra morbide e carnose premevano forti sulle mie e la sua mano iniziò a sfiorarmi piano la pelle priva della protezione di un indumento.
Agii istintivamente e senza pensarci due volte la spinsi contro il muro accarezzandole il corpo senza staccarmi da lei nemmeno per il tempo di respirare.
"Ti voglio..." disse piano scendendo con la mano verso il ventre.
Mi allontanai di colpo.
"No...n-non possiamo...é stato un errore, non deve ricapitare mai più" ribattei mettendomi la canotta.
"Il nostro amore é stato un errore?" mi diede un colpo sulla spalla costringendomi a guardarla.
"Per te la nostra storia rappresentava una situazione scomoda, qualcosa da nascondere...di sbagliato appunto. Sai perché mi piace avere Taylor vicina? Lei non si vergogna di me" dissi con tono duro accentuando le ultime parole.
"Io non mi vergognavo di te...io..." la sua voce era rotta dalle lacrime che cercava di trattenere a fatica.
"Non ha più importanza. È tardi Demi, troppo tardi..." presi la borsa, la misi a tracolla ed uscii sbattendo la porta.
Percorsi il corridoio a passo deciso, arrivai all'uscita e venni accecata da i flash dei fotografi.
Alcuni bodyguard mi aiutarono a farmi largo tra la folla e raggiunsi l'auto.
"La conosci? La Lovato intendo" mi chiese Taylor appena salii.
"Stavamo solo parlando" le risposi accendendo il motore.
"É troppo...pura...per te in effetti" mise la mano sulla mia coscia e iniziò a salire pericolosamente.
"Non possiamo Taylor ci sono giornalisti ovunque" dissi guardandola negli occhi.
"Diventi dannatamente sexy quanto fai la brava ragazza" ribatté mordendomi forte il labbro per poi baciarmi "Muoviti ad arrivare a casa altrimenti ti salto addosso per strada" continuò con voce roca a causa dell'eccitazione.
Feci cenno di si e sfrecciai per le strade di Los Angeles.
Appena arrivammo a destinazione mi spinse dentro con forza baciandomi con passione e iniziando a toccarmi in maniera molto spinta, buttandomi poi sul letto ancora mezza vestita e bloccandomi i polsi sopra la testa.
"Ora sei tutta mia" sussurò iniziando a mordendomi il collo per poi scendere verso il seno. Iniziammo a fare sesso ma proprio mentre stavo per donarle piacere mi venne un flash di Demi, di quando passavamo il tempo a coccolarci, dei suoi occhi lucidi quando ormai era al culmine del desiderio...cacciai indietro quei pensieri e continuai a fare ció che avevo iniziato.
"S-sei fantastica..." disse Taylor dopo aver raggiunto l'orgasmo.
Mi stesi affianco a lei senza dire nulla e finsi di addormentarmi.
Dopo poco la sentii muoversi e appoggiarsi al mio torace per poi prendere di sonno.
Aprii gli occhi e la guardai.
Era indiscutibilmente bella e nonostante apparisse come una vera bad girl in fondo era una brava ragazza.
La conoscevo ormai da un anno e fin da subito si era instaurato un buon rapporto tra noi ma solo di recente capitava che finissimo a letto insieme.
Nonostante sembrasse che avessimo una storia, eravamo solo amiche, forse un pò atipiche certo ma tra noi non c'era nulla di sentimentale o di romantico; lei voleva concentrarsi sulla carriera con la sua band e io non ne volevo sapere di relazioni.
Eravamo single e ci divertivamo, tutto qui.
Mi alzai cercando di non svegliarla e mi vestii.
"Sono andata a casa, non mi sentivo bene. Tranquilla, ti chiamo io dopo" le scrissi velocemente su un biglietto.
Salii sulla Mustang e andai a casa mia.
Come varcai la porta andai sotto la doccia.
Nonostante la notte passata con la mia amica, mi sentivo addosso il profumo di Demi anche se non era successo nulla...o quasi.
Misi l'intimo e mi fiondai a letto.
"Non è possibile che io...non dopo tutto questo tempo..." chiusi gli occhi e mi addormentai sfinita da questa giornata.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Era passata una settimana da quando mi ero esibita ad X Factor e tutto sembrava essere tornato alla normalità o quasi.
Da quando l'avevo rivista, il pensiero di Demi non mi lasció un attimo, avevo continui flash di quando stavamo insieme, di quando sembrava tutto una favola.
Quella sera sarei andata all'apertura di un nuovo locale, ci sarebbero stati molti altri miei colleghi ed amici ma avevo deciso di andare con Taylor, mi scocciava andarci da sola.
Alle 22 arrivò a casa mia, la feci entrare e continuai a prepararmi.
Mi stavo abbottonando la camicia quando la sentii avvicinarsi cingendomi da dietro e iniziando ad accarezzarmi lungo il bordo dei jeans a vita bassa che indossavo.
"Anche se arriviamo un pò in ritardo non se ne accorgerà nessuno" disse maliziosa.
"Taylor dobbiamo andare..." ribattei annodandomi la cravatta.
"Da quando non ti va di farlo?" era palesemente irritata.
"Ho solo delle cose per la testa" risposi tranquillamente.
"Tipo Demi Lovato?" mi lanció uno sguardo che avrebbe incenerito chiunque "Da quando l'hai vista non sei piú tu" continuó.
"Divertiamoci stasera ok? Non ho voglia di litigare" ribattei fredda.
Il discorso finí li e ci dirigemmo verso il locale.
Quando entrammo, si avvicinarono subito delle amiche modelle di Taylor per salutarci.
"Ehy anche voi qui?! È bello rivedervi" disse Amy, la bionda.
"Vale lo stesso per voi ragazze" ribatté Taylor sorridente.
"Ti dispiace se te la rubiamo per un pò? Dobbiamo aggiornarla su delle cose" mi chiese Samantha, la mora.
"No fate pure, tranquille" risposi.
Le vidi allontanarsi e andai verso il bancone del bar.
"Una birra per favore" dissi rivolgendomi alla barista che subito me la porse.
"Il mondo é piccolo" una voce femminile alle mie spalle mi fece sobbalzare.
Mi voltai e mi ritrovai davanti il viso sorridente della mia ex ragazza.
"Ciao Demi..." il cuore iniziò a pulsare nel petto in maniera martellante.
Indossava una maglietta bianca con sopra una giacca azzurra e una gonna a fantasia corta.
"É meglio che vada" dissi alzandomi.
"No...vieni con me..." mi prese per mano e mi portó su per una rampa di scale, aprì una porta e ci ritrovammo in cima al tetto del locale che fungeva da enorme terrazzo.
"Ti piace?" mi chiese speranzosa.
"Demi io non posso restare..." risposi evitando il suo sguardo.
"10 minuti soli...ti prego..." disse piano.
Mi diressi verso la ringhiera e mi appoggiai.
Erano passati anni ma quando faceva cosi non riuscivo a dirle di no.
Sentii i suoi passi sempre piú vicini fino a quando la vidi mettersi vicina a me cercando il mio sguardo.
"Ti ricordi quella sera quando pranzammo sul tetto del ristorante? Tornammo a casa e per la prima volta facemmo l'amore...é stata la notte piú bella della mia vita..." disse ad un tratto.
"Mi hai portata qui per questo? Per farmi rivivere i ricordi della nostra storia?" le chiesi con tono duro.
"Non trattarmi come se non ti importasse di me..." ribatté sicura di se.
"A me é sempre importato di te ma non ti é bastato. Ora vado, Taylor si stará chiedendo dove sono finita" risposi gelida dirigendomi verso la porta antincendio.
"Hai detto che ci saresti sempre stata..." mi urló contro.
È vero glielo avevo promesso ma ora era tutto diverso.
Girai la maniglia e scesi giú per le scale.
Demi mi stava seguendo ne ero certa, quella ragazza era piú testarda di un mulo.
"Mi assento per un attimo e guarda chi trovo...Demi Lovato con la mia amica" disse Taylor sbarrandoci la strada.
"Non é il momento adatto" risposi spostandola.
"Che succede tra voi?" continuó imperterrita.
"Nulla" ribattei secca guardandola.
"Sono balle, te lo leggo negli occhi!" esclamó tirandomi uno schiaffo violento.
"Lasciala stare!" disse Demi correndomi incontro e accarezzandomi il viso "Tutto ok amore?" mi chiese.
"Amore???? Come ti permetti?? Tornate a tagliarti Lovato" Taylor le diede uno spintone facendola sbilanciare ma fortuntamente, con uno scatto fulmineo, riucii ad afferrarla per il braccio, tirandola verso di me evitando cosi che cadesse.
"Ehy, stai bene? Ti fa male?" le chiesi dolcemente accarezzandole piano la spalla.
"No è tutto apposto" rispose sorridendo appoggiando la mano sulla mia.
Mi avvicinai verso Taylor e la fulminai con lo sguardo.
"Non ti azzardare a parlarle o a toccarla di nuovo" dissi in tono minaccioso a pochi centimentri dal suo volto.
"Ora la difendi pure? Vaffanculo Linda" a passo deciso si diresse verso l'uscita.
"Non andartene..." mi sussurrò Demi.
"Non fare cavolate Devonne" dissi guardandola per poi sparire tra la folla.
Trovai Taylor appoggiata alla Mustang.
"Non era necessario dare spettacolo..." mi avvicinai a lei piano, non volevo farla innervosire ulteriormente.
"Hai visto come ti guardava? Come si rivolgeva a te??" le sue era più che altro delle domande retoriche.
"È complicato..." mi appoggiai al cofano e accesi una sigaretta.
"La ami?" mi chiese a bruciapelo.
"Non lo so..." lo ammisi più a me stessa che a lei.
"Mi porti a casa? Sono stanca" disse con tono sommesso.
Le feci cenno di si e l'accompagnai.
"Vuoi che ti faccia compagnia?" le chiesi scendendo dall'auto una volta arrivate.
"Tu cosa vuoi? No perchè mi sembri molto confusa...." ribattè guardandomi.
"Nonostante tutto a te ci tengo..." le dissi scostandole i capelli dal viso.
Mi sorrise ed entrammo in casa.
Quella notte non successe nulla tra noi e mi promisi che mai più sarebbe successo.
Per Taylor le cose stavano cambiando, la scenata nel locale era un chiaro segno di gelosia e io non volevo farla soffrire, non se lo meritava.

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Stavo pranzando a casa di Taylor guardando la tv quando al tg annunciarono un dramma che da qualche ora aveva colpito Demi.
Mi alzai di scatto sulla sedia e afferai il telecomando iniziando ad alzare il volume.
"La macchina con a bordo la madre e la sorella minore di Demi Lovato, la nota attrice e cantante americana, si é ribaltata a Dallas finendo in un fossato. Le due donne ora sono ricoverate in ospedale. Le cause di quando successo sono ancora da chiarire" il servizio finì e spensi il televisore. Senza pensarci due volte presi le chiavi dell'auto e mi diressi verso la porta d'ingresso.
"Se te ne vai ora vorrá dire che tra noi non ci potrá mai essere un futuro..." disse Taylor.
"Taylor ti prego non farmi scegliere..." mi voltai guardandola negli occhi.
"Resta...io posso darti molto, potremmo essere felici insieme" venne verso di me e avvicinó il viso al mio baciandomi piano.
Non potevo lasciare Demi da sola, lei ora aveva bisogno di me.
"Scusa..." dissi piano dandole un bacio in fronte.
Uscii di casa, corsi in macchina e raggiunsi l'aereoporto prendendo il primo volo disponibile per Dallas.
Appena atterrai presi un taxi e andai dritta in ospedale.
Entrai velocemente e mi avvicinai al bancone delle informazioni.
"Sto cercando la stanza dove sono ricoverate Dianna e Madison De La Garza" dissi con il fiatone.
"Anche lei? Ormai saranno venute altre 300 persone a chiedermi la stessa cosa. Senta questo é un ospedale, non..." non le diedi il tempo di finire.
Tirai fuori il portafoglio ed estrassi la foto di me e Demi che avevo portato con me in tutti questi anni.
"Mi chiamo Linda, sono un'amica non una giornalista. Ho fatto il viaggio fin qui da Los Angeles solo per star accanto a Demi...la prego mi aiuti" ribattei con gli occhi lucidi.
"Deve volerle davvero bene...venga mi segua" rispose sorridendomi.
Passammo per un corridoio privato, uno di quelli a cui solo il personale autorizzato poteva accedere, prendemmo l'ascensore e arrivammo al 4° piano.
"Segua il corridoio, la troverà li" disse cortese.
La ringraziai e mi fiondai nella direzione che mi aveva indicato.
Girai l'angolo e la vidi, stava piangendo seduta su una sedia fissando il vuoto.
Mi avvicinai piano per non spaventarla.
"Ehy piccola..." le dissi dolcemente.
Come alzò lo sguardo riconoscendomi mi abbracciò forte.
"T-tu sei qui..." si strinse a me appoggiando la testa sul mio petto.
"Ho fatto prima che ho potuto..." ribattei accarezzandole la schiena cercando di tranquilizzarla.
"Hanno avuto un'incidente, a quanto pare un pazzo ha tagliato la strada a mia madre che per evitarlo è finita fuori strada" la sua voce usciva tra i singhiozzi.
"Andrà tutto bene, te lo prometto" le alzai piano il viso e la guardai negli occhi sorridendole.
"Signorina Lovato scusi se la disturbo" un medico si avvicinò a noi.
"Come stanno?" chiese subito lei.
"Se mi segue, le dirò tutto" rispose l'uomo guardandomi.
"Puó parlare tranquillamente qui, lei é di famiglia" Demi cercó timidamente la mia mano e la strinse.
"Va bene. Allora, le condizioni sono stabili non rischiano la vita ma solo nelle prossime ore sapremmo darle indicazioni maggiori. Per ora non resta che aspettare" disse il medico.
"Per fortuna, la ringrazio" nel tono di voce di Demi si percepiva tutta la sua gratitudine.
Mi adagiai sulla sedia sulla quale era seduta lei prima che arrivassi e la feci sedere sulle mie ginocchia.
"Come stai?" la cinsi in vita guardandola.
"Ora che ci sei tu meglio..." appoggió la fronte contro la mia e chiuse gli occhi "Sono stanchissima peró"
"Hai sentito che ha detto il medico no? Non sapremo nulla di nuovo se non tra qualche ora. Dormi un pó, resto sveglia io" mi sistemai meglio e la feci appoggiare a me, dandole un bacio in fronte e iniziando a cullarla lentamente.
"Grazie...." sussurró prima di addormentarsi.
 

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Erano trascorse alcune ore da quando ero arrivata in ospedale e Demi stava ancora dormendo beatamente rannicchiata contro di me.
Per tutto il tempo non feci altro che guardarla, averla cosi vicina dopo tutto questo tempo mi faceva uno strano effetto.
Ad un tratto vidi un uomo e una ragazza procedere lungo il corridoio nella nostra direzione ma erano in controluce e al momento non riuscii a riconoscerli, solo quando furono più vicini capii chi fossero: il patrigno e la sorella maggiore di Demi.
Si avvicinarono a noi e fu proprio l'uomo a parlare per primo.
"Tu devi essere Linda, Demi ci ha parlato molto di te. Sono Eddie De La Garza, il patrigno di Demi e lei é Dallas, sua sorella. É un piacere conoscerti" mi porse la mano e gliela strinsi per poi salutare la ragazza al suo fianco.
"Piccola, é arrivata la tua famiglia" le sussurrai all'orecchio.
Aprí piano gli occhi e si guardó attorno ancora intontita.
Appena li vide si alzó e li abbracció spiegando loro ció che ci aveva detto il medico.
"Io scendo un attimo, volete che vi prenda qualcosa?" chiesi pensando che avessero bisogno di stare un pó da soli.
"Se mi portassi un caffé saresti davvero gentile" rispose Eddie.
"Ne vorrei uno anche io" disse timidamente Dallas.
Annuii e feci per andarmene quando Demi mi venne incontro.
"Non te ne andrai vero?" mi chiese impaurita fermandomi.
"Certo che no" ribattei guardandola negli occhi.
La vidi avvicinarsi lentamente a me fermandosi a pochi centimentri dalle mie labbra.
"Demi non..." una parte di me voleva baciarla ma l'altra era certa che farlo avrebbe incasinato tutto.
"Ti prego...ne ho bisogno..." mi baciò dolcemente scatenando in me una marea di emozioni che mi travolse.
Si scostò piano e tornò poi da i suoi parenti che avevano osservato tutta la scena mentre io andai al bar dell'ospedale.
Dopo un paio di minuti tornai su portando 3 caffé, uno anche per Demi.
"Sei un tesoro" disse appena glielo diedi dandomi un bacio sulla guancia.
Feci finta di essere perfettamente a mio agio ma in realtá ero imbarazzata, non sapevo cosa sapeva la sua famiglia di noi ne tantomeno cosa ne pensavano.
Da dietro l'angolo sbucò il medico che subito si avvicinò a noi.
"Si sono svegliate. Se volete potete andare a trovarle ma due alla volta, hanno bisogno di tranquillità. Sono nella stanza 134" ci salutó e si congedó andandosene.
"Andate voi. Io entro dopo" disse Demi alla sorella e al patrigno.
Fecero cenno di si e si avviarono lasciandoci sole.
"Pochi minuti e le vedrai" esclamai sorridendole, ero felice per lei.
"Le vedremo vorrai dire" mi corresse subito.
"Demi non credo sia il caso, é una situazione particolare..." quella ragazza a volte non ragionava proprio.
"Voglio che tu venga...tu sei importante per me...." si avvicinó accarezzandomi il viso.
"Se é quello che vuoi va bene" dissi arrendendomi, era troppo testarda e farle cambiare idea sarebbe stato impossibile.
Cercó di baciarmi di nuovo ma stavolta mi scansai.
"Che ti prende?" mi chiese cercando il mio sguardo.
"Sono venuta per starti accanto Demi e resteró qui finché avrai bisogno di me ma questo non cambia le cose..." risposi guardando altrove.
La voce di Eddie interruppe la nostra conversazione.
"Potete andare" ci disse.
Senza dire altro ci dirigemmo verso la stanza 134.
Fu Demi ad entrare per prima andando ad abbracciare forte prima la sorellina e poi la madre sincerandosi delle loro condizioni di salute mentre io rimasi sulla soglia.
Ad un certo punto si avvicinò a me e mi presentò a Dianna e Madison.
"Beh credo che la conoscete già, lei è Linda..." disse.
"Finalmente ti conosco di persona, mia figlia parla sempre di te e di quanto tu sia i meravigliosa e speciale" esordí la madre sorridendo.
"Mamma!!!" Demi arrossì vistosamente facendo scoppiare a ridere la sorella mentre io guardai la guardavo con aria confusa.
"Possibile che abbia parlato di noi alla sua famiglia?" pensai.
"A parte gli scherzi, sono felice di conoscerti. So quanto tu abbia reso felice mia figlia in passato e so anche quanto essere qui forse sia strano visto la vostra situazione ma il fatto che tu le stia vicina comunque è davvero bello da parte tua. Ora inizio a capire molte cose" disse la donna in modo cortese.
La famiglia sapeva tutto, sapeva di noi.
"Demi non sarà mai una ragazza qualunque" risposi guardandola.
Gli occhi di Demi iniziarono a luccicare a causa delle lacrime che si stavano formando nei suoi occhi.
"Ora é meglio che andiamo via, cosi potete riposarvi" disse Demi cercando di ricomporsi.
Salutammo le due donne e uscimmo dalla stanza raggiungendo Eddie e Dallas.
"Voi andate, rimaniano noi qui per ogni evenienza. Tu ovviamente sei nostra ospite" disse l'uomo appoggiandomi una mano sulla spalla.
"Non voglio creare disturbo e poi non c'è nessun problema,  vado in hotel tranquillamente" risposi.
"Tu non vai proprio da nessuna parte" Demi mi fulminò con lo sguardo "Andiamo"
Mi prese per mano e mi trascinanò via con lei.
 

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Il taxi si fermò.
"Siamo arrivate" esclamò Demi scendendo.
La seguii lasciando che facesse strada ed entrammo in casa.
Era molto spaziosa e l'arredo era stato scelto con attenzione, niente era fuori posto o messo a caso.
"Vieni ti faccio vedere una cosa poi ti prometto che ti lascio dormire" disse Demi intrecciando le sue dita con le mie conducendomi al piano superiore.
Percorremmo il corridoio per poi fermarci davanti all'ultima porta che subito aprì facendomi entrare.
"Questa è la mia camera" esclamò imbarazzata.
"É molto carina" dissi guardandomi attorno.
Mi avvicinai a una parete e guardai le foto che erano state attaccate su di essa; alcune erano di Demi insieme a dei suoi amici ma molte, moltissime erano nostre.
Sembrava fosse passata un'eternità da quando le avevamo scattate.
"Ora è meglio che vada a dormire, il divano per stanotte andrà piú che bene" dovevo andarmene da quella stanza.
Stavo per uscire quando Demi mi fermò.
"Resta qui con me..." sussurrò.
"É meglio di no... " risposi.
"Non puoi fare cosi, non puoi prima essere dolce e poi improvvisamente diventare fredda..." disse aggrappandosi alla mia t-shirt.
"Cosa dovrei fare? Fingere che non sia successo nulla? Che questi 5 anni non abbiano cambiato le cose?" le chiesi.
"Lascia che ti faccia ricordare quanto eravamo speciali insieme...lascia che ti faccia capire quanto io ti..." la interruppi prima che finisse la frase.
"Non dirlo, non lo voglio sentire...buonanotte" uscii di fretta dalla sua stanza, scesi in salotto sfilandomi la maglia e mi buttai sul divano.
Ero esausta e come chiusi gli occhi mi addormentai.
Erano le 9 del mattino quando mi svegliai.
Dalla cucina provenivano degli strani rumori cosi mi sollevai leggermente e vidi Demi intenta a cucinare.
Indossava solo una camicia a quadretti con le mani arrotolate fino al gomito che le arrivava appena sotto il sedere.
"E ora? Sapevo che non dovevo fermarmi qui.." pensai.
Mi aggrappai a tutta la mia forza di volontá e mi alzai dirigendomi verso di lei senza indossare la maglietta.
Se voleva giocare sporco, le avrei dato pane per i suoi denti.
"Buongiorno, sto preparando del chili con la carne. Spero ti..." quando si girò e mi vide, per poco non le cadde la pentola.
"Buongiorno Devonne" feci finta di nulla e mi sedetti su una sedia.
"T-ti piace v-vero?" balbettò voltandosi per non farmi vedere il rossore sul suo viso.
"Si certo" senza rendermene conto il mio sguardo si posò sul suo fondoschiena e sulle sue gambe. Se se ne fosse accorta avrebbe pensato di aver vinto questa piccola battaglia mattutina e avrei dovuto subirmi il suo faccino compiaciuto tutto il giorno ma fortunatamente non notò nulla.
Mi porse un piatto con ció che aveva preparato e iniziammo a mangiare.
"Quando ho finito qua, vado fuori a prendermi delle cose. Sono partita da Los Angeles senza nemmeno portarmi dietro un cambio" dissi alzando leggermente lo sguardo.
"Se vuoi ti accompagno" nei suoi occhi riuscii a leggere la speranza che riponeva in una mia risposta affermativa.
"Si va bene. Magari prima di uscire dovresti vestirti..." la punzecchiai.
"Potrei dire lo stesso di te" replicò non intendendo incassare il colpo senza dire la sua.
Dopo aver resettato, ognuno andò a prepararsi anche se nel mio caso avevo ben poco da fare.
Dopo circa 10 minuti Demi fu pronta ed andammo fuori.
Mi portò in un negozio immenso situato nel centro di Dallas e appena entrammo, iniziai subito a prendere ciò che poteva servirmi.
Come inevitabile che fosse, i primi bisticci non tardarono ad arrivare e precisamente cominciarono nel reparto abbigliamento.
Ovviamente Demi non poteva star zitta, no figuriamoci lei doveva dare la sua opinione pure su ciò che gli altri dovevano indossare.
"Quei jeans ti stanno meglio, ti fanno un bel sed..." resasi conto di ciò che stava per dire, lasciò cadere la frase.
Probabilmente sperava che lasciassi scorrere ma ovviamente questo non avvenne e a stento riuscii a trattenere una risata.
"Ok se è questo il motivo li prendo ma la camicia rosa no" puntualizzai.
"Non capisci nulla" rispose offesa.
Secondo lei mi stava d'incanto ma io mi sentivo ridicola con quella addosso, non era il mio stile.
"Se ti piace tanto te la prendo per te" guardai le taglie e ne misi una nel carrello.
"Da quando sai la mia taglia?" mi chiese incuriosita.
"Vado ad occhio e poi ho buona memoria" il mio tono uscí fin troppo malizioso ma era la veritá.
Andammo alle casse e pagai.
Alla fine avevo preso 5 t-shirt, 2 canotte, 3 camicie, 4 jeans più tutto il resto.
"Forse abbiamo esagerato, bastava qualche cambio per questi giorni" dissi appena rientrate a casa.
Sentendo quelle parole Demi si fermò all'istante.
"Stai giá pensando di andartene..." disse piano.
"Resterò per un pó ma poi devo tornare alla mia vita a Los Angeles" mi voltai a guardarla.
La sua espressione era indecifrabile.
"Una vita che non vuoi condividere con me immagino..." i suoi occhi si riempirono di lacrime che lentamente le rigarono il volto.
Appoggiai le borse a terra e mi avvicinai a lei.
"Ci incontreremo ancora per lavoro o per altro, non fuggo mica" dissi accarezzandole il viso.
"Non voglio questo per noi, non voglio che tu sia solo una mia collega o una persona che incontro di tanto in tanto. Io ti voglio nella mia vita" sussurrò.
La tirai verso di me e l'abbracciai accarezzandole la schiena.
La reazione di Demi non tardò ad arrivare e subito si aggrappò a me, stringendomi forte e iniziando a singhiozzare.
"Vediamo come va in questo periodo e poi vedremo cosa fare ok?" cercai di essere il mio dolce possibile.
Odiavo vederla piangere e il fatto che lo stesse facendo a causa mia mi faceva sentire uno schifo.
"Non puoi semplicemente amarmi?" la sua voce era rotta dal pianto.
In quel momento la porta si spalancò ed entrarono Dianna e Madison seguite da Eddie e Dallas.
"Va tutto bene?" ci chiese quest'ultima vedendo la sorella cosi affranta.
"S-si certo" Demi andó ad abbracciare la madre e la sorellina chiedendo loro come mai erano giá a casa.
La donna spiegó che visto che non stavano male e che erano solo ammaccate, aveva preferito tornare a casa lasciando il posto a chi davvero ne aveva bisogno e che comunque Madison odiava gli ospedali e non vedeva l'ora di uscire da li.
Subito le aiutammo a sistemarsi comode sul divano e ci mettemmo a chiacchierare mentre Eddie preparava la cena.
"Scusa se la camera degli ospiti non era perfettamente in ordine ma non credevamo di avere visite" disse Dianna ad un tratto.
"Ha dormito sul divano mamma" Demi guardò la madre con aria triste forse ricordando il mio rifiuto al suo volermi con lei durante la notte.
"E perchè?" chiese guardando sia me che Demi.
"Ho dormito benissimo signora, non si preoccupi" le sorrisi.
"Va bene ma stanotte fili su in camera, è la stanza affianco a quella di Demi" il tono di voce che usò fu proprio quello che una madre avrebbe usato con una figlia.
"Donne è pronto!" disse Eddie felice.
Ci alzammo e andammo a tavola iniziando a cenare.
Quell'uomo ci sapeva davvero fare in cucina tanto che spazzammo via tutto in poco tempo. Terminammo di cenare con un bel gelato e sparecchiammo mettendoci poi a guardare "Saw" in tv. Demi con la scusa che non c'erano abbastanza posti a sedere si mise subito sulle mie ginocchia con i nostri visi a pochi centimentri l'uno dall'altro.
Sentivo gli occhi dei suoi famigliari addosso a noi, probabilmente si aspettavano che succedesse qualcosa ma il massimo che riuscirono a vedere fu il mio braccio a cingere in vita Demi.
Il film terminò e ognuno di noi andò nelle rispettive stanze a dormire.
Erano circa le due di notte quando sentii la porta aprirsi e anche se c'era penombra capii subito chi fosse.
"Che succede? Ti senti male?" le chiesi alzandomi un pò sul letto.
"Non riesco a dormire, quel film era troppo forte per i miei gusti" le molle del materasso si abbassarono e sentii Demi affianco a me.
"Non possiamo dormire insieme..." immediatamente mi irrigidii.
"Non succederá nulla te lo prometto" con una mano mi spinse giù per poi appoggiare la testa sul mio torace stringendosi a me.
"Va bene..." il mio cuore inizió a battere all'impazzata a causa di quella situazione cosi intima che si era creata.
"Sembra che ti stia per esplodere nel petto..." sussurró Demi percependo i battiti accellerati.
"Dormi Devonne..." la zittii chiudendo gli occhi.
"Buonanotte..." mi diede un bacio sul collo ed entrambe ci addormentammo.
 

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


"Buongiorno! Volevo dirti che la colazione è quasi pronta..." la voce della madre di Demi mi fece sobbalzare sul letto.
"Dianna..." esclamai imbarazzata.
"Scusa avrei dovuto bussare..." sul suo viso comparve un evidente rossore a causa della scena che si trovava davanti: io e sua figlia, nello stesso letto, con indosso solo l'intimo nel mio caso e una maglia lunga a mo di pigiama in quello di Demi.
"Non é come sembra..." subito mi alzai infilandomi un paio di jeans.
"Non serve che tu dica nulla, siete entrambe grandi e non c'è nulla di male se..." la fermai subito capendo dove stava andando a parare.
"Ha preso paura del film di ieri sera, non riusciva a dormire e cosi è venuta da me..non é successo nulla, davvero" mi giustificai.
Non volevo che immaginasse me e Demi mentre facevamo sesso, era pur sempre sua madre e sarebbe stato troppo imbarazzante.
"Ti credo ma una parte di me ci sperava, sei davvero una brava ragazza. Quando ti va, anzi vi va scendente pure" mi sorrise e uscì dalla stanza.
Mi avvicinai a Demi e inizia a scrollarla leggermente.
"Svegliati Devonne..." le dissi.
"Che c'é?" la sua voce sembra quella di una morta dalla sonno.
"Tua madre é entrata e ci ha trovate nello stesso letto" usai più enfasi possibile sperando che si svegliasse fuori.
"E allora? Non ci vedo niente di strano..." rispose tranquilla.
"Non ti importa che tua madre ti abbia immaginato in preda ad un orgasmo a causa mia?" quella ragazza a volte mi stupiva davvero.
"Le ho giá raccontato tutto a suo tempo..." sorridendo in modo malizioso, mi guardò.
"Cosa?? Tu hai raccontato a tua madre della nostra vita sessuale??" mi accasciai sul letto sconvolta.
"Non dirmi che ti vergogni?" mi guardò sorridendo.
"Non riuscirò più a guardarla negli occhi per il resto della mia vita" risposi pensando all'imbarazzo che avrei provato ogni volta che sarei stata con la madre.
Demi scoppiò a ridere e dopo esserci ricompose mi trascinò giù a far colazione.
La giornata trascorse tranquilla, le ragazze andarono a fare shopping per tutto il giorno mentre io aiutai Eddie a fare dei lavoretti in casa e a preparare il barbecue per la sera.
Stavamo chiacchierando allegramente seduti in veranda quando il mio cellulare squillò.
Mi scusai e mi alzai spostandomi per avere un pò di privacy.
Appena salutai Taylor, Demi incominció a guardarmi in maniera truce senza smettere neanche per un secondo di fissarmi cercando di carpire qualcosa riguardo la conversazione che stavo avendo.
Appena tornai a sedermi arrivó la domanda che ero certa mi avrebbe fatto.
"Cosa voleva?" sparò a bruciapelo Demi guardandomi dritta negli occhi.
"Nulla di che" non mi sembrava il caso di dirle certe cose.
"Sono cazzate!! Vaffanculo!!" urlò correndo dentro.
Senza dire una parola mi alzai e senza bussare, entrai in camera sua trovandola sdraiata sul letto intenta a piangere stringendo il cuscino.
Chiusi la porta alle mie spalle e mi misi affianco a lei.
"Mi dice che hai in questa testolina matta?" le dissi dolcemente.
"Te!!" si girò buttandosi addosso a me in lacrime.
"Sono qui piccola" le accarezzai la schiena.
"Non posso competere con Taylor...lei é bellissima, ha gli occhi chiarissimi, è bionda, la pelle diafana ed è magra..." disse con la voce che le tremava.
"Sono cavolate Devonne..." la strinsi a me cercando di farla calmare.
Si stacco da me e si alzò.
"Guardami!! Ho i capelli scuri, degli occhi normalissimi, non ho la pelle chiara come lei, sono gras..." senza che se ne rendesse conto, le fui subito accanto e senza pensarci due volte la baciai tirandola per i fianchi, facendo così aderire il mio corpo al suo.
"Per che cos'è questo?" sussurrò guardandomi dolcemente.
"Per farti capire che sei bellissima e sexy. Ho sempre amato il tuo fisico..." le accarezzai il viso percorrendo il contorno delle sue labbra.
"Riesci ancora a farmi sentire speciale dopo tutto questo tempo..." appoggiò la sua fronte alla mia e mi sorrise.
"Dovrebbe essere illegale un sorriso cosi..." le dissi senza smettere di guardarla.
Pochi secondi e Demi mise una mano tra i miei capelli per poi baciarmi.
Le sue labbra premevano forti sulle mie e allo stesso tempo, mi faceva indietreggire sempre più in direzione del letto; quando ci finii sopra, Demi si mise a cavalcioni su di me, iniziando a cercare la mia pelle con ististenza, accarezzandomi in maniera decisa e sempre piú passionale.
Le sbottonai piano la camicietta che indossava e gliela sfilai delicatamente per poi aiutarla a levarmi la canotta.
Ormai totalmente coinvolta dalla situazione, la spinsi sotto di me, le slacciai i pantaloni e li buttai a terra costringendomi a interrompere solo per un secodo il contatto con Demi che immediatamente, prese il mio viso tra le mani e riportò i nostri corpi a sovrapporsi in maniera perfetta, baciandomi in maniera cosi calda che avrebbe sciolto anche un iceberg.
"Mi sei mancata..." sussurró.
"Anche tu..." ammisi per la prima volta.
Mi prese la mano e inizió a farla scivolare lungo il suo corpo, scendendo sempre più verso la sua intimitá.
Quando arrivai al bordo dei suoi slip però, qualcosa scattó dentro di me e mi bloccai.
"N-non posso..." senza neanche darle il tempo di dire qualcosa, mi alzai e me ne andai di fretta.
Ero troppo confusa e qualsiasi cosa avesse detto avrebbe peggiorato le cose.
 

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


Mi ero appena fatta la doccia quando la porta si aprì e Demi entrò nella mia stanza.
Dovevo ancora rivestirmi e quando si accorse che avevo addosso solo gli slip abbassó lo sguardo imbarazzata.
"Scusa avrei dovuto bussare" disse con filo di voce.
"Non c'è nulla che tu non abbia già visto" cercando di rassicurarla, le sorrisi.
"Q-quando ti sei fatta quel piercing?" mi chiese guardando il mio seno sinistro.
"Tre anni fa a Londra. Avevo conosciuto un gruppo di ragazzi che faceva tattoo e piercing e cosi ne ho approfittato" era stato un bel periodo, mi ero divertita molto con loro.
"P-posso?" si avvicinó a me e lo sfioró piano con le dita.
Da quando avevo lo avevo fatto quella zona era diventata particolarmente sensibile a certi tocchi e bastó quel lieve contatto con lei per farmi sussultare.
Lentamente si avvicinò di piú e senza smettere di sfiorarmi il seno mi baciò aggrappandosi a me.
"T-ti prego..." sussurrai ormai eccitata staccandomi di poco da lei.
"Altrimenti che succede?!" senza smettere di accarezzarmi, si morse il labbro guardandomi negli occhi in maniera maliziosa.
La alzai di netto da terra facendola sedere sulla scrivania baciandola avidamente, ero completamente accecata dal desiderio.
Il cellulare di Demi cominciò a suonare insistentemente e a malincuore dovette staccarsi.
"Si, certo. Sarebbe un vero piacere" le sentii dire.
"Tutto ok?" le chiesi appena chiuse la chiamata.
"Erano quelli di Cosmopolitan, mi hanno chiesto se oggi ero disponibile per un servizio fotografico e una breve intervista visto che ci sono dei loro giornalisti e fotografi qui in zona" disse abbracciandomi.
"Hai fatto bene ad accettare" ribattei spostandole i capelli dal viso.
"E credi che...potremmo riprendere quello che stavamo facendo quando torno?" mi chiese timorosa.
Quello che era successo la sera prima mi aveva fatto capire di desiderarla ancora molto e ormai non potevo più negare a me stessa che ci fosse qualcosa tra noi.
"Intanto vai da loro e poi ne riparleremo" le diedi un bacio in fronte e la vidi andarsene tutta contenta.
Dopo aver pranzato l'aiutai a scegliere cosa mettersi.
"Non mi convince, troppo...rosa" le dissi guardandola stando stesa sul suo letto.
"Ok ne provo un altro" dopo aver abbassato la zip del vestito, lo buttò a terra rimanendo in intimo.
Ne prese uno bianco e lo indossò.
"Che ne dici?" mi chiese voltandosi.
"S-sei meravigliosa" balbettai.
Le stava d'incanto, faceva risaltare i suoi colori, il suo fisico...il suo seno.
Si levò l'abito appoggiandolo con cura sopra la sedia e si avvicinò a me sedendosi sul letto.
"Mi mancavano queste piccole cose...lo stare insieme, il parlare, i tuoi complimenti..." allungò piano la mano verso di per stringere la mia.
"Vieni qui..." le dissi.
Senza farselo ripetere si mise accanto a me e mi strinse forte.
"A volte sei piú fastidiosa di una zanzara ma..." Demi mi tirò un pugnetto sulla spalla sorridendo.
"Fammi finire Devonne...ma sei parte di me" la guardai negli occhi per poi accarezzarle il viso.
Si sollevò piano appoggiandosi a me e mi baciò dolcemente.
Per tutto il pomeriggio parlammo di come avevamo trascorso gli ultimi anni e senza accorgercene arrivarono le 17.
"Ho l'appuntamento tra un ora, inizio a prepararmi" un bacio sulla guancia e iniziò a truccarsi mentre io scesi di sotto mettendomi a giocare alla playstation con Madison.
"Come sto?" ci chiese Demi scendendo le scale.
"Sei davvero bella" rispose la sorella.
Lentamente Demi si avvicinò a me avvicinandosi al mio orecchio.
"Se vuoi quando torno puoi levarmelo..." sussurrò per poi uscire di casa lanciandomi un'occhiata maliziosa.
Quella sera cenai da sola con la famiglia di Demi.
Fu molto piacevole poter approfondire la loro conoscenza e soprattutto farmi conoscere, nutrivano molta curiosità su di me.
Aiutai a sparecchiare e salii in camera, mi era venuta in mente un'idea per una canzone e volevo fissarla nero su bianco su un foglio di carta.
"Ehy, sono tornata" Demi entrò in camera e corse ad abbracciarmi.
"Mi sei mancata Devonne" le sussurrai.
"Anche tu...posso restare stanotte?" mi chiese dandomi un bacio sul collo.
"Si, sarebbe bello" risposi finalmente tranquilla e felice di averla di nuovo vicina.
Mi prese per mano e dopo essersi spogliata mi portò sul letto appoggiando la testa sul mio petto.
"Buonanotte..." disse piano guardandomi.
"Notte piccola" mi avvicinai piano e la baciai.

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


"Noi andiamo, ci vediamo dopo..." esclamò Demi una volta arrivata in salotto seguita dalle altre donne di casa.
Quel giorno Dianna e Madison avevano dei controlli medici da fare e la mia ex ragazza e sua sorella le avrebbero accompagnate.
"Ok a piú tardi" ribattè Eddie tranquillamente.
"Tu fa la brava ok?" mi disse Demi scompigliandomi i capelli.
"Ci proverò" risposi guardandola in maniera poco convinta.
"Oltre a provarci cerca di riuscirci se non vuoi che quando torno ti picchio" replicò tirandomi una lieve pacca sulla spalla.
"Sei sempre violenta con me Devonne, sia fuori che dentro il letto" appena pronunciai quelle parole, Demi scoppió a ridere.
"Faccio finta di non aver sentito e comunque non ti sei mai lamentata" sussurrò prendendomi per la maglia e avvicinandosi lentamente fino a quando le nostre labbra non si toccarono terminando in un bacio.
Un colpo di tosse ci interruppe.
"Demi dobbiamo andare..." disse la madre un pò imbarazzata dal momento di intimitá che si era creato tra me e sua figlia.
"S-si scusa" mi diede un ultimo leggero bacio ed uscì lasciando me ed Eddie da soli.
"Ti va una birra? Cosi facciamo due chiacchiere" l'uomo andò verso il frigo e tirò fuori due lattine.
"Si certo" lo seguii fino in veranda e ci sedemmo.
"Tu e Demi sembrate molto affiatate..." esordí passandomi la birra.
"S-si" mi aveva preso in contropiede, non mi aspettavo volesse parlare di lei.
"Vi ho viste in questo periodo... il modo in cui scherzate, in cui vi cercate con lo sguardo persino in cui litigate non é da amiche. E poi ci sono i baci..." disse sorridendomi.
"Lo so...ma ho paura..." ammisi.
Avevo bisogno di parlarne con qualcuno.
"So quanto tu ci sia stata male quando tra voi é finita ma conosco Demi e posso assicurarti che ti ama davvero. Per lei tu sei tutto, farebbe qualsiasi cosa per poter ricominciare la storia con te..." quando sentii la mano di Eddie appoggiarsi sulla mia spalla, capii che stava cercando di tranquillizzarmi.
"Come vi ha detto di noi?" gli chiesi con lo sguardo basso.
"Era venuta a trovarci e vedendola al limite della depressione le chiedemmo cosa avesse. All'inizio non parlò e appena si toccava l'argomento scappava via in lacrime ma alla fine cedette dicendo che si era innamorata di una ragazza meravigliosa ma che era stata cosi stupida da lasciarla...tu l'ami ancora vero?" ero certa che conoscesse già la risposta ma probabilmente voleva che mi sfogassi un pò o forse più semplicemente stava cercando la conferma alle sue sensazioni.
"Non ho mai spesso di amarla, c'ho provato ma quello che provo per lei è troppo forte e intenso" lo guardai negli occhi.
"So che farai la cosa giusta..." finì di bere la birra e mi lasciò sola in balia dei miei pensieri.
Dianna, Madison, Dallas e Demi rientrarono per l'ora di pranzo e dopo aver mangiato finalmente presi una decisione.
Salii le scale ed aprii la porta socchiusa della camera di Demi.
"Posso entrare?" le chiesi.
"Certo" mi sorrise felice di vedermi li.
Chiusi la porta alle mie spalle e andai in silenzio vicino al muro con le nostre foto.
Se non lo avessi fatto ora, non l'avrai mai fatto cosi decisi di buttarmi.
"Mi stavo chiedendo se ti andasse di uscire a cena..." dissi tutto d'un fiato.
"Io e te?" i suoi occhi si illuminarono capendo subito che finalmente mi stavo lasciando andare.
"Si noi due" mi sentivo totalmente impacciata, sembrava che la mia esperienza con le ragazze si fosse volatilizzata.
Si avvicinò a me e mi accarezzò il viso.
"Speravo me lo chiedessi prima o poi. Facciamo per le 20" disse sorridendo.
Le diedi un bacio in fronte ed uscii dalla stanza.
Era come essermi levata un peso di dosso, ormai non sopportavo piú di vivere nell'eterno dubbio di cosa sarebbe successo se avessi deciso di riprovarci con lei.
Erano le 18, mancavano solo due ore.
Andai a farmi una doccia e iniziai a prepararmi.
Quella sera indossai un paio di pantaloni aderenti dal taglio elegante e una t-shirt con un teschio fatto con le borchie.
Quando scesi, trovai Dianna, Madison, Dallas ed Eddie che guardavano la tv come facevano sempre prima di cenare.
"Cavolo, stai benissimo!! Scusa la domanda ma dove vai di bello?" mi chiese Dallas incuriosita.
"Questa sera usciamo a cena insieme" disse Demi scendendo le scale piú raggiante che mai.
Mi voltai e la vidi.
Indossava una maglia semi trasparente bianca con dei pantaloni aderentissimi neri e delle scarpe con il tacco alto. Era davvero sexy.
Salutammo tutti ed uscimmo.
La serata era incominciata decisamente bene.

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


Arrivammo al ristorante con la Bmw metallizzata che Demi usava quando tornava qui a Dallas e senza problemi parcheggiammo.
Entrammo e ci sedemmo nel tavolo più appartato che c'era.
L'ambiente era molto curato, si respirava un'aria decisamente romantica perfetta per quella serata.
"Mi sembra un sogno essere qui con te" Demi mi guardó negli occhi facendo un enorme sorriso.
"Non potevo piú continuare cosi..." le presi la mano e gliela strinsi.
"Cosi come?" mi chiese intrecciando le sue dita con le mie.
"Facendo finta che quando ti ho accanto il mio cuore non impazzisca, che quando ci baciamo io non ti desideri in maniera folle...non riesco piú a fingere Demi..." risposi timorosa guardando altrove.
Sciolse la presa e afferrò il mio viso dolcemente.
"Non devi fingere. Io mi sento esattamente come te..." mi accarezzó le labbra.
Un cameriere si avvicinó a noi e visto che era un ristorante italiano, Demi lasció a me il compito di ordinare ogni portata.
Per tutta la cena parlammo di ciò che era accaduto nelle nostre vite in questi anni, di come io ero arrivata al successo e di come lei aveva affrontato la rottura tra noi, di Taylor e di moltissime altre cose.
"Come sta Marco?" mi chiese ad un tratto.
"È l'uomo piú felice della terra. Sai, si è sposato...e ha una bimba di quasi 3 anni che praticamente mi considera sua zia" appena parlai di lei comparve un sorriso sul mio volto.
Adoravo quella bambina, era di una dolcezza sconfinata e le volevo un gran bene.
"Se avessi fatto scelte diverse forse a quest'ora saremmo in una situazione simile..." nel suo sguardo lessi tutto il suo dispiacere.
"Magari lo saremmo tra qualche anno...chissà..." le sorrisi dolcemente e poco a poco la tristezza nei suoi occhi svaní trasformandosi in speranza.
"Vorresti ancora..." disse timidamente.
"Con te vorrei qualsiasi cosa Devonne" usai le stesse e identiche parole che le avevo detto 5 anni fa.
"Visto che abbiamo finito andiamo fuori? H-ho bisogno di stare da sola con te..." ribattè guardandomi.
"Ho un'idea migliore ma prima devi chiudere gli occhi e promettermi che non li aprirai fino a quando non te lo dirò io" mi alzai e le porsi la mano.
Fece cenno di si e chiuse gli occhi.
"Tienimi sennò cado di sicuro" aggiunse subito ridendo.
"Tranquilla ti tengo io" le cinsi la vita con il braccio e feci strada.
Percorremmo un corridoio, prendemmo un ascensore e dopo essere scese ci fermammo.
"Ora puoi aprirli" le sussurrai all'orecchio.
"Ma è bellissima!" si guardò attorno stupita senza saper cosa dire.
Avevo prenotato la suite presidenziale, volevo il meglio per lei.
"Quello che non sai è che questo è anche un hotel e ho pensato che stanotte avremmo avuto piú privacy qui che a casa tua..." a quelle parole una luce si accese nei suoi occhi.
"Che idee hai?" mi chiese mordendosi il labbro.
Mi avvicinai a lei e la baciai prendendola per i fianchi.
La sua risposta al contatto con le mie labbra fu immediata, senza pensarci due volte si aggrappò a me facendo aderire i nostri corpi.
"C'è anche la piscina..." dissi piano scendendo lentamente con i baci lungo il collo.
"Non a-abbiamo i c-costumi..." a fatica riuscì formulare la frase trattenendo a stento i primi gemiti.
"E questo dovrebbe essere un problema?" baciandole il corpo, iniziai a spogliarla.
"N-no...oh mio Dio..." bastò un leggero morso sul seno per farla impazzire.
"Che succede?" le chiesi maliziosa accarezzandole l'inguine.
"I-il bagno d-dopo, ora..." la baciai con foga sollevandola da terra sapendo già cosa stava per dire e la portai in camera da letto.
Quella notte nulla mi frenò, i dubbi che fino a quel momento mi avevano bloccata si dissolsero lasciando spazio solo all'amore immenso che provavo per lei.
"Ti amo Demi" le sussurrai nel momento esatto in cui il piacere la colse in tutta la sua forza.
"T-ti amo anche io, non sai quanto..." rispose cercando di regolarizzare il respiro baciandomi piano.
Mi stesi accanto a lei e la strinsi accarezzandole i capelli.
"Ce l'hai ancora la fedina?" le chiesi.
"Si in tutti questi anni l'ho portata come ciondolo di una collana, l'ho levata per la prima volta quando sei venuta qui a Dallas....avevo paura di come potessi reagire...ma l'ho sempre portata con me, ora è nella borsa..." a quelle parole mi alzai ed uscii dalla stanza.
Cercai la borsa di Demi e guardai nel taschino interno, mi sembrava il posto migliore dove mettere una cosa cosi piccola e difatti la trovai subito.
Tornai in camera e sfilai il mio portafoglio dai pantaloni estraendo l'anello per poi sedermi sul letto vicina a Demi che incuriosista osservò tutta la scena.
"È ora di rimetterle..." aprii la mano e le mostrai i nostri anelli.
"Credevo l'avessi buttata..." una lacrima solcò il suo viso.
"Ho fatto la stessa cosa che hai fatto tu Demi. Mi sono levata la collana il giorno in cui sono venuta ad X Factor, non volevo la vedessi ma l'ho sempre conservata come la cosa più preziosa che avessi...vuoi essere la mia ragazza Demetria Devonne Lovato?" la guardai negli occhi prendendole la mano.
"Si, ti amo Linda" lentamente le infilai l'anello e lei fece lo stesso con il mio.
Finalmente dopo molto, moltissimo tempo mi sentivo felice e stavolta niente ci avrebbe divise.

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


Ero sveglia ormai da un'ora.
Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso, era bella da mozzare il fiato.
Stava dormendo appoggiata a me, con i capelli scompigliati e il braccio appoggiato sul mio ventre.
"Buongiorno piccola..." le dissi  piano all'orecchio.
La vidi muoversi leggermente ed aprire gli occhi guardandomi nella maniera più dolce di questo mondo.
"Buongiorno amore mio..." sollevò il viso e mi baciò.
"Fare l'amore con te è una delle cose più belle che esista" le sussurai accarezzandola.
"Le altre quali sarebbero?" mi chiese guardandomi male.
"Vederti sorridere, guardarti dormire, sentirti dire ti amo e molte altre ma tranquilla riguardano tutte te" il suo sguardò cambiò diventando felice e sognante.
"Voglio passare il resto della mia vita con te..." disse piano.
"È molto tempo..." le sorrisi.
"È ancora poco se lo trascorrò con te..." mi bació e intrecció le sue dita con le mie facendo tintinnare le fedine.
"Credi che quelli dell'hotel abbiano sentito qualcosa?" le chiesi guardandola maliziosamente.
"Non lo so ma in ogni caso la colpa è tua, sei tu che mi fai quest'effetto. Ma ora prima che ci vengano delle meravigliose, sexy e perverse idee è meglio se ci alziamo, a casa si staranno chiedendo dove siamo finite" la sua voce era cosi sensuale che se non avessi saputo che aveva ragione l'avrei fatta mia di nuovo.
Facemmo un veloce tuffo in piscina e dopo esserci rivestite tornammo a casa.
Appena varcammo la porta vedemmo tutta la famiglia radunata in cucina a pranzare.
"Non sapevamo dove eravate, Madison aveva proposto di chiamarvi ma avevamo paura di interromper...di disturbare e cosi abbiamo iniziato anche senza di voi" disse Dianna sorridendo.
Ci unimmo a loro e iniziammo a mangiare.
"Era tutto buonissimo mamma! E poi ero affamata, é stata una nottata impegnativa" quando sentii le parole di Demi per poco non mi soffocai con l'acqua.
"Va tutto bene?" mi chiese Eddie capendo il doppio senso.
"Meravigliosamente..." risposi ormai paonazza dall'imbarazzo e dal quasi soffocamento, scatenando le risate di tutti.
Mangiammo un pò di gelato con il caffè e dopo aver resettato ognuno si dedicó alle proprie attivitá.
Stavo per andare in camera mia quando Demi mi tiró con forza dentro la sua stanza.
"Che hai intenzione hai?" le chiesi stringendole i fianchi.
"Ho intenzione di farmi coccolare dalla mia meravigliosa ragazza" mi spinse piano verso il letto e mi salí sopra baciandomi.
Ci stavamo coccolando con trasporto quando il cellulare di Demi squillò.
"Dai dai non andare" piagnocolai come una bimba.
"Devo...magari è la casa discografica..." mi diede un leggero bacio e si alzò rispondendo al telefono.
Fu una conversazione breve ma Demi sembrava particolarmente a disagio, rispondeva a monosillabi e quando chiuse la chiamata era pallida in volto.
"Stai bene amore?" mi alzai e le andai vicina accarezzandole il viso.
"S-si...sono solo un pò stanca..." rispose facendomi un timido sorriso.
"Riposati un pò ok? Vedrai che poi starai meglio" le diedi un bacio in fronte ed uscii dalla stanza.
Il resto della giornata trascose tranquilla anche se c'era un'aria tesa, sembrava la calma prima della tempesta ma forse ero io particolarmente paranoica quel giorno non essendo piú abituata ad essere cosi felice.
Mi stavo cambiando per la notte quando Demi entrò in camera mia abbracciandomi forte.
"Ehy piccolina..." la strinsi forte a me inspirando a pieni polmoni il suo profumo.
"Ti amo da morire lo sai vero?" disse guardandomi negli occhi.
"Si ma non smettere mai di dirmelo, solo le due parole piú belle del mondo" le misi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e la baciai.
"Qualunque cosa accada non dimenticartelo mai...tengo a te piú della mia stessa vita..." appoggiò la fronte contro la mia senza mai distogliere lo sguardo da me.
"Sicura che sia tutto apposto? Da quando hai ricevuto quella telefonata sei strana..." ribattei accarezzandole il fianco.
"Devi fidarti di me..." disse solo.
"Va bene" ero confusa ma non avevo scelta.
Ci stendemmo a letto e ci stringemmo una accanto all'altra.
Demi prese sonno quasi subito mentre io rimasi sveglia fin quasi all'alba.
Avevo un brutto presentimento ma alla fine arrivai alla conclusione che ogni cosa fosse successa l'avremmo affrontata insieme e superata.
Si, questa era la cosa giusta da fare.

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


Quella mattina ci alzammo presto, Eddie aveva deciso di fare un picnic all'aria aperta quel giorno.
"Come sto?" mi chiese Demi sorridendo.
Indossava una camicia di jeans, dei pantaloni neri e una fascia sui capelli.
"Stai benissimo amore" mi avvicinai a lei dandole un dolce bacio.
"Piuttosto tu dove vai cosi? Sembri pronta per un concerto piú che per un picnic!" disse guardandomi da capo a piedi per poi scoppiare a ridere.
"Sono vestita come sempre! E comunque non si sa mai chi potremmo incontrare..." sorridendo maliziosamente, la provocai.
"Tu non devi incontrare proprio nessuno. Ti ricordo che sei fidanzata con la sottoscritta e che..." la tirai verso di me e la baciai.
"Sei cosi sexy quando ti ingelosisci..." le sussurrai accarezzandole il viso.
"Sei solo mia...e poi ti sei vista? Come potrei non esserlo? Le ragazze ti mangiano con gli occhi" ribatté infastidita al solo pensiero che le mie fans potessero pensare a me in modo spinto.
"Forse è cosi ma a me importa solo che sia tu a guardarmi in quel modo...amo i miei fans ma non come amo te, tu sei il mio cuore" le presi la mano e l'appoggiai sul mio torace.
"Ti sei salvata in corner lo sai?" nel suo sguardo lessi tutto il suo amore per me.
"Meglio cosi! Ora scendiamo, ci staranno aspettando" le cinsi con il braccio la vita ed andammo in salotto dove trovammo l'intera famiglia De la Garza ad aspettarci.
Uscimmo di casa e lasciammo che Eddie ci facesse strada con l'auto mentre io e Demi lo seguimmo con la BMW.
Dopo circa mezz'ora arrivammo.
Eddie aveva scelto un enorme parco immerso nel verde frequentato da moltissime famiglie e coppiette di innamorati.
Trovammo posto all'ombra di un grosso albero e iniziammo ad organizzarci per il pranzo stendendo con cura la tovaglia a terra e disponendo le stoviglie.
Per la prima volta dopo molto tempo mi sentii parte di una famiglia e questa sensazione mi piaceva, l'aria che si respirava era sempre serena e mi ero molto affezionata a tutti.
Pranzammo in un clima molto allegro in cui le battutine tra me e Demi facevano da padrone scatenando le risate di tutti e la felicità negli occhi di Dianna, vedere la figlia serena doveva renderla molto contenta.
"Visto che abbiamo finito andiamo a fare un giro amore?" mi chiese Demi alzandosi.
"Va bene piccola" mi sollevai e la presi per mano.
"Fate le brave..." ci disse Dallas ridendo.
Imboccammo il sentiero che percorreva in piú direzioni il parco addentrandoci sempre di piú nel fitto della vegetazione.
"Non per essere scortese ma sai dove stiamo andando Devonne?" le chiesi guardandola un pò timorosa.
"Certo che si..." rispose sicura di se.
Dopo un paio di minuti in cui l'unico suono che si udiva era lo scricchiolare della ghiaia e delle foglie sotto le nostre scarpe arrivammo a destinazione.
Di fronte a noi si ergeva una specie di grotta circondata da un fitto strato di alberi e arbustri.
"Volevo stare un pò da sola con te...mi mancano le tue coccole" mi disse una volta entrate.
"Potevo fartele anche davanti alla tua famiglia lo sai? Non credo si sarebbero scandalizzati" ribattei sorridente.
"Non queste coccole..." con uno strattone mi tirò a se e mi baciò con passione.
Fare l'amore contro una parete rocciosa non fu il massimo della comodità ma fu splendido come sempre, Demi riusciva a rendere tutto unico e speciale.
"Se avessi saputo che la natura ti faceva quest'effetto, ti avrei portata in vacanza in montagna" le dissi vestendomi.
"Sei la solita cretina!" Demi mi diede una pacca sulla spalla diventando rossa come un peperone.
"Chissà cosa penserebbero i tuoi Lovatics di questo tuo lato cosi focoso e sensuale..." nonostante i miei sforzi, iniziai a ridacchiare e la faccia di Demi non aiutava di certo a restare seria.
"Quando renderemmo pubblica la nostra storia, se ti azzardi a parlare di certe cose ti uccido!" mi saltò sulle spalle ridendo e stringendomi forte.
"Ti amo ninfomane!" le dissi sostenendola in modo che non cadesse.
"Ti amo anche io idiota!" mi schiocco un bacio sul collo e tornammo dai suoi genitori cosi, con lei in groppa a me.
"Vi vedo allegre..." esclamò Dallas appena ci vide.
"Non sai quanto..." Demi fece l'occhiolino alla sorella che subito capí cosa era successo tra noi, glielo si leggeva negli occhi.
Riordinammo le nostre cose e con calma tornammo a casa.
"Hai avuto una buona idea riguardo il picnic, é stato davvero bello" disse Dianna a Eddie.
"Sono d'accordo con lei" ribattei io.
Eravamo quasi arrivati in veranda quando ci accorgemmo di una figura seduta sui gradini di casa.
In quel momento ognuno ebbe una reazione diversa.
Dianna, Eddie, Madison e Dallas avevano un'espressione confusa e perplessa mentre Demi sbiancò completamente guardandomi terrorizzata.
"Ciao amore" esclamò il ragazzo sorridendo.
In quel momento il mio cuore si fermò e tutto cominciò a girare.

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


Il ragazzo corse verso Demi e dopo averla stretta a se, la bació con passione.
"Mi mancavi un sacco amore e cosi ho pensato di farti una sorpresa! Ti amo" le accarezzó il viso e le loro labbra si toccarono di nuovo.
"H-hai fatto bene, t-ti amo anche io" disse Demi balbettando.
A quella scena il mio cuore si geló, il sangue divenne come fuoco nelle mie vene e ogni muscolo del mio corpo inizió a tendersi come in un animale pronto ad attaccare la sua preda.
Prese la mano di Demi e inizió a presentarsi rivolgendosi a tutti i noi.
"Scusate se sono arrivato qui senza avvisare. Mi chiamo Niall Horan, faccio parte degli One Direction e sono il fidanzato di Demi" disse cortese.
Mentre Niall parlava, Demi non fece altro che guardarmi.
In quel momento non servivano parole tra noi, i nostri sguardi erano più che eloquenti.
Nel suo c'erano paura e terrore, nel mio rabbia e dolore.
Improvvisamente Niall si accorse della mia presenza e si avvicinó a me.
"Ehy! Io e i ragazzi siamo tuoi grandi fans, ci piacerebbe un sacco collaborare con te!" esclamó porgendomi la mano.
"Ti ringrazio, é un piacere conoscerti" gli strinsi la mano ma in realtá avrei voluto tirare un pugno a quel suo bel faccino da bravo ragazzo.
"Voi due vi conoscete?" chiese a me e Demi facendo correre lo sguardo tra noi due.
"Si...ma non benissimo" puntualizzai subito fulminando Demi con lo sguardo.
A quanto pare la donna che amavo e che credevo di conoscere meglio di chiunque altro era solo una bugiarda.
"Che ne dite se entriamo? Cosi possiamo parlare meglio..." disse Eddie rompendo il silenzio che era calato.
In quel preciso istante vidi Demi sfilarsi velocemente la fedina per poi mettersela nella tasca dei pantaloni approfittando di un momento di distrazione di Niall, spezzando cosi per l'ennesima volta il mio cuore.
Entrammo in casa e tutti si accomodarono sedendosi sul divano e sulle sedie prese in prestito dalla cucina, solo io rimasi in disparte appoggiata contro il muro.
"Linda mi daresti una mano?" mi chiese Dianna ad un tratto.
Feci cenno di si e la seguii in cucina.
"Non ne sapevamo nulla te lo giuro, é stato uno shock anche per noi" esordì la donna appena fummo sole.
"Non so piú a cosa e a chi credere in questo momento" dissi fredda e distaccata.
"Credi a me. Sei parte di questa famiglia, tengo a te come se fossi mia figlia..." ribatté cercando di essere il piú dolce possibile.
"É meglio se torniamo di la" ignorando del tutto le parole di Dianna, presi il vassoio con le tazze di caffè che nel frattempo la donna aveva preparato e lo portai in salotto.
"É tutto vero quello che dicono su di te?" mi chiese Niall ad un tratto.
"Non lo so...sentiamo, cosa dicono su di me?" ribattei decisa.
"Moltissime cose! Che sei una vera stronza, una tosta fino al midollo e soprattutto che sei una sciupafemmine. Si dice in giro che tu nell'ultimo periodo non abbia trascorso una sola notte da sola ma sempre in compagnia di una ragazza diversa e poi che tu abbia una storia...emmm di sesso...con Taylor Momsen" disse tutto d'un fiato.
"Si é tutto vero" risposi senza paura.
"Cavolo!! Taylor é davvero una bella ragazza...bel colpo! Se fossi in te correrei da lei. Io ogni volta che lascio Demi ci sto malissimo, se potessi starei sempre con lei..." tirandola piú vicina, le stampó un bacio.
"Hai ragione, dovrei proprio andare da lei...e poi ora ci sei tu qui, Demi è in buone mani" risposi guardando quella che credevo la mia ragazza.
"A te ci tengo Linda, lo sai benissimo e averti qui è stato...fantastico. Non voglio che tu vada via" finalmente Demi proferí parola ma la sua voce uscí in un sussurro che non fece altro che aumentare la mia rabbia.
"La pensiamo tutti uguale" ribadì Eddie guardandomi.
Nelle sue parole lessi una silenziosa supplica a non andarmene e a chiarire le cose.
"Lo vedo che ci tieni a me Demi...i fatti lo dimostrano chiaramente..." ribattei con tono carico di rancore che però Niall non colse, troppo intendo ad osservare il seno di Demi.
Il ragazzo continuò a chiacchierare tranquillamente con la famiglia De La Garza che però rispondeva più per cortesia che per effettiva voglia di avere un dialogo, sembravano tutti più concentrati su di me che su di lui.
"Stasera usciamo fuori a cena va bene amore?" chiese Niall mettendo una mano sulla coscia di Demi guardandola dolcemente.
Vidi il panico prese il sopravvento su di lei e il suo sguardo cercare subito il mio sperando forse in un mio aiuto ma ovviamente ciò non avvenne.
"V-va bene" rispose rassegnata facendo un timido sorriso.
"Scusate, devo uscire un attimo" lanciai un ultimo sguardo di fuoco verso Demi e uscii di casa senza aggiungere altro.

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


Non potevo rimanere in quella casa un minuto di più, ero fuori di me.
Mi aveva mentito, questo periodo con lei era stata solo un'immensa menzogna.
Senza pensarci due volte, salii sull'auto di Eddie e mi allontanai a tutta velocità da li.
Pioveva a dirotto e solo dopo aver percorso svariate miglia mi fermai accostando lungo la strada. Non avevo la minima idea di dove mi trovassi e non ero più in condizioni di guidare, la testa girava all'impazzata, avevo la nausea e gli occhi bruciavano a causa delle lacrime.
Scesi e mi sedetti su un ceppo di un albero sotto l'acqua battente, ero sconvolta.
In quel momento il telefono squillò, guardai il display e vidi che era Demi.
Ignorai del tutto la chiamata e gettai il cellulare dentro l'auto.
Non avevo la minima intenzione di parlarci, ero stufa delle sue bugie e di essere presa in giro da lei, l'unica cosa che volevo era che mi stesse lontana, che smettesse di ferirmi.
Solo quando fece buio mi decisi a tornare verso quella che ormai ritenevo una famiglia e non appena aprii la porta, mi ritrovai di fronte Niall e Demi tutti in tiro pronti per uscire.
"Perchè non mi hai risposto?! Perchè?? Ho temuto ti fosse accaduto qualcosa..." Demi mi venne incontro e mi strinse forte dandomi un leggero bacio nell'incavo tra collo e spalla.
"Non sarebbe stato nulla in confronto al male che continui a farmi tu e ora spostati che ti bagni il vestito. Il tuo meraviglioso e stupendo ragazzo non ne sarebbe felice" il mio tono di voce fu molto basso in modo che Niall non potesse sentirmi.
Facendo presa su i suoi fianchi, la allontanai senza nemmeno guardarla in faccia.
"Ora che è tornata, è meglio se usciamo sennò annullano la prenotazione del tavolo" esclamò Niall sorridente.
"Si è meglio se andate" ribadii dirigendomi verso le scale.
"Linda è pronta la cena" disse Dianna quando si accorse che ero rientrata.
"Non ho fame e poi ho delle cose da fare" senza aggiungere altro andai in camera mia, volevo star sola a riflettere.
Era mezzanotte quando scesi di nuovo in salotto trovando a sorpresa la famiglia di Demi ad aspettarmi.
"Me ne vado" dissi appena li vidi.
"Non puoi! Ti prego..." Madison mi venne vicina con gli occhi lucidi.
"Ti voglio bene piccoletta ma non posso restare..." sorridendole leggermente, le arruffai i capelli.
"Linda...sono sicura che per quanto sia tutto assurdo c'è una spiegazione..." continuò Eddie.
"Demi ha giocato con i miei sentimenti e niente di ció che potrebbe dire cambierebbe le cose. Aveva una vita parallela di cui nessuno era al corrente, tantomeno io che in teoria sono la sua ragazza o almeno che credevo di esserlo..." la mia voce era rotta dalle lacrime che a fatica riuscivo a trattenere.
"Dalle modo di spiegarti come stanno le cose, vedrai che supererete tutto...lei ti ama davvero..." disse Dallas.
"Amo tua sorella ma stavolta...stavolta non ce la faccio, fa troppo male...lei mi ha spezzato il cuore per la seconda volta..." il nodo in gola divenne sempre piú opprimente e a stento riuscivo a parlare.
In quel momento Demi e Niall rientrarono mano nella mano.
"Che sta succedendo?" chiese Niall.
"Se ne sta andando" guardando Demi, Dianna rispose al posto mio.
Il suo sguardo era triste e allo stesso tempo severo, nonostante fosse sua madre aveva capito perfettamente il dolore che la figlia mi aveva procurato.
Demi si pietrificò all'istante, la sua espressione divenne una maschera di sofferenza e paura e le sue labbra non riuscivano a proferire parola.
"Come mai?" con perplessità, il ragazzo mi guardò.
"È ora che riprenda in mano la mia vita..." dissi distaccata cercando di nascondere le mie emozioni, di certo non mi sarei giustificata con lui.
"Grazie di tutto. Mi avete fatta sentire a casa trattandomi come nemmeno i miei genitori hanno mai fatto e di questo ve ne sarò sempre grata. Spero che un giorno voi possiate capire perchè ora sto agendo cosi, l'ultima cosa che vorrei è che voi mi odiaste..." guardai uno ad uno ogni componente della famiglia di Demi ed andai ad abbracciarli.
"Non potremmo mai farlo...sei una persona con un cuore enorme, ce l'hai dimostrato ogni giorno..." ribattè Dianna ricambiando l'abbraccio, era visibilmente dispiaciuta.
Prima di andarmene diedi un'ultima occhiata a quella casa.
Il calore, l'atmosfera che si respirava, ogni singola cosa mi sarebbe mancata terribilmente ma per quelle come me, la felicità è destinata a durare poco.
"Siate felici..." dissi a Niall e Demi dandogli le spalle.
Aprii la porta ed uscii.
 

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Capitolo 35
*** Capitolo 35 ***


Avevo appena chiamato il taxi quando la porta si spalancò richiudendosi frettolosamente.
"Ti prego fermati..." Demi mi prese per il braccio stringendolo forte.
"Non abbiamo più nulla da dirci" risposi fredda.
"Ascoltami, lascia che ti spieghi..." continuò.
"Cosa ti ho fatto di male per meritare di essere trattata cosi? Dove ho sbagliato?" la guardai con lo sguardo carico di dolore.
"Non hai sbagliato nulla...sei sempre stata nella mia testa e nel mio cuore, non ho mai spesso di amarti...dopo che ti ho lasciata ho capito di essere stata una stupida ma non avevo il coraggio di cercarti, mi vergognavo per il male che ti avevo fatto. Ho provato ad andare avanti come potevo, non credevo che ti avrei rivista e quando è successo ho avuto paura di perderti di nuovo, non sapevo cosa fare e cosi ti ho nascosto il fatto di essere fidanzata..." la sua voce iniziò a tremare.
"E quando aspettavi di dirmelo eh? Io credevo in te e sono stata cosi stupida da pensare che potessimo ricominciare la nostra storia e invece sei la stessa di 5 anni fa! Anzi no, prima eri solo una codarda ora pure una bugiarda!" in quel momento la mia rabbia esplose in tutta la sua forza.
"No! Per favore cerca di capire! Sistemerò tutto te lo giuro, dirò a Niall la verità, la dirò a tutto il mondo e poi staremo insieme, io amo te!" le lacrime iniziarono a bagnarle il viso.
"Non c'é più nulla da sistemare lo vuoi capire?? Tu hai distrutto tutto! La nostra storia, la fiducia che riponevo in te, i sogni che avrei voluto realizzare con te...sono andati tutti in frantumi! Io non ti credo più!" continuai furiosa.
"No non dire cosi..." sussurrò impaurita, non mi aveva mai vista cosi.
"Cosa avresti fatto se non fosse venuto qui Niall? Avresti tenuto in piedi due storie?! Cosa sono io per te? Un giocattolo forse??" le ringhiai contro.
"Sei la donna della mia vita!!" mi urló.
"Sono solo cazzate!! Forse il tuo ragazzo non ti soddisfava abbastanza e cosi sei venuta da me?? Beh sappi che non sono la tua puttana Demi!" ormai ero un fiume in piena.
"Non é cosi, per favore credimi!!" gridó.
"Sono stanca delle scuse, dei tuoi pianti, delle tue bugie...voglio essere felice Demi. Voglio alzarmi la mattina sapendo che ho affianco una persona disposta a tutto per me, che sfiderebbe chiunque pur di difendere i suoi sentimenti nei miei confronti...qualcuno che non mi spezzi il cuore come continui a fare tu..." dissi gelida.
"Cambierò se sarà necessario, farò qualsiasi cosa tu voglia ma non lasciarmi..." si aggrappò a me con tutta la forza che aveva stringendomi forte.
"Lasciami cazzo!" con uno strattone più forte del dovuto, mi liberai facendo cadere in ginocchio Demi.
In quel momento arrivò il taxi.
"Ti supplico...non andare via...non ce la faccio senza di te..." con gli occhi arrossati e gonfi dal pianto, mi guardò.
"Io ti amo Demi ma mi hai ferita troppo a fondo. Ti ho dato la chance che mi avevi chiesto ma l'hai buttata via. Niall sembra un tipo apposto, é un ragazzo e saprá darti ció che hai sempre voluto. Non ti dovrai nascondere con lui, avrai una vita che per tutti verrá considerata normale...dimentica la nostra storia, il nostro amore, questi giorni passati insieme...dimenticati di me, è la cosa migliore" mi sfilai la fedina e la buttai a terra facendola finire davanti a lei.
"Linda no...io ti amo..." singhiozzò.
"Certe persone sono destinate ad innamorarsi ma non a stare insieme Demi..." salii sull'auto guardandola per l'ultima volta e dissi al taxista di partire.
La macchina iniziò a muoversi e l'unico rumore che si udiva erano le urla disperate di Demi.

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Capitolo 36
*** Capitolo 36 ***


Arrivare a casa fu una benedizione ero stanchissima, provata sia dal piano fisico che emotivo.
Per tutta la durata del viaggio in aereo da Dallas a Los Angeles non feci altro che chiedermi perché ogni volta che la felicitá era ad un passo da me, improvvisamente accadeva qualcosa che stravolgeva tutto e soprattutto perché la donna che amavo mi aveva mentito, usata e umiliata in quel modo.
Forse ci trovava gusto a vedermi agonizzante, a distruggirmi a suo piacimento o magari, anche se facevo di tutto per dimostrare il contrario, ero ancora la stupida ragazzina che credeva che in amore ci potesse essere un lieto fine e non solo problemi o bugie.
Buttai i vestiti per terra e mi feci una doccia per rilassarmi prima di andare a letto.
Mi svegliai a pomeriggio inoltrato e dopo essermi vestita aprii il cellulare.
Trovai svariate chiamate perse, una decina di messaggi in segreteria e 50 sms ovviamente tutti da parte di Demi.
Ne lessi qualcuno ma per quanto fossero strazianti non mi toccarono, il dolore e la rabbia che provavo oscurava tutto il resto compreso il mio amore per lei.
Presi le chiavi della Mustang e mi avviai verso la casa di Taylor.
"Ehy!" come mi vide mi abbracciò forte.
"Ciao Taylor, come stai?" la strinsi forte a me, avevo bisogno di un pò di calore e affetto.
"Mi sei mancata tantissimo...che ci fai qui?" mi chiese timorosa.
"È una lunga storia..." non volevo ripensare a quanto accaduto, mi sarei solo rosa il fegato e così tagliai corto.
Entrammo in casa e ci sedemmo in cucina a parlare.
"Mi dispiace Taylor...non volevo ferirti, non era mia intenzione farti star male. Tu sei una delle poche persone di cui mi importa davvero..." esordii guardando il pavimento, mi vergognavo troppo.
"É finita male vero?" senza che le dicessi nulla, capii tutto.
"Si, mi ha mentito..." risposi.
"Mi dispiace che ti abbia ferita ancora ma una parte di me é felice, vuol dire che ho ancora una possibilitá con te" appoggió la mano sulla mia e la strinse.
"Taylor io..." non potei finire la frase che mi interruppe.
"Non ti sto chiedendo di sposarmi, ti sto solo dicendo che non mi arrenderó con te..." mi sorrise cosi dolcemente che non ebbi il coraggio di replicare, sapere che qualcuno mi voleva star accanto mi faceva sta meglio, mi sentivo meno sola.
Cenammo insieme con due pizze e ci piazzammo davanti la tv, stavano trasmettendo un concerto di Lady Gaga.
Il mio telefono squilló e il mio pensiero andó subito a Demi ma invece, a sorpesa, era la mia casa discografica.
"Ciao Michael, dimmi pure" ero curiosa di sapere perché il mio manager mi avesse chiamata a quell'ora.
"Senti la Universal ti ha fissato un appuntamento per domani alle 15, vorrebbe parlarti. Non chiedermi di cosa si tratta perché non lo so" puntualizzó subito.
"Ci sarai vero?" gli chiesi.
"Ovvio, se non ci fossi io chissá in che casini ti ficcheresti! A domani!" disse ridendo.
"Quanta fiducia che riponi in me...buonanotte" chiusi la chiamata e mi afflosciai sul divano.
"Ci sono problemi?" Taylor mi guardó dritta negli occhi come a voler intuire la risposta dal mio sguardo.
"Non lo so, lo scopriró domani" risposi un pó preoccupata.
Quando il concerto finí andai a casa, la tensione per l'incontro del giorno dopo mi stava divorando. Mi stesi sul letto e presi sonno immediatamente.
In poche ore la mia vita era stata scossa come da un terremoto che aveva spazzato via tutto, ogni certezza era venuta meno ma quel che non sapevo era che il peggio doveva ancora arrivare.

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Capitolo 37
*** Capitolo 37 ***


Arrivai alla Universal alle 14.30.
Ad accogliermi fu Maggie, la segretaria, una ragazza sulla trentina che ad ogni incontro non perdeva occasione di farmi capire il suo interesse nei miei confronti.
"Ciao Linda! Sei arrivata in anticipo, sono ancora in riunione...potremmo approfittarne per bere qualcosa insieme intanto che aspetti..." guardandomi in maniera maliziosa, mi si avvicinò sfiorandomi la schiena.
"Sono qui per lavoro, non per piacere personale..." le sorrisi.
"Il piacere si può ricavare dalle situazioni piú disparate..." ribattè subito, non era il tipo che accettava facilmente un no.
"Non è proprio il momento adatto..." ero a pezzi e di fare la scema con una ragazza proprio non mi andava.
"Che ne é stato della ragazza tutto sesso, divertimento e rock?" mi chiese infastidita dal mio rifiuto.
"Sta ancora dov'era prima, solo che ho altro per la testa in questo momento..." risposi tranquillamente.
"Come vuoi ma non sai cosa ti perdi..." guardandomi torva, se ne andò via.
Mi appoggiai al muro ed aspettai, forse ero una stupida e mi stavo fasciando la testa ancora prima di essermela rotta. In fondo che sarebbe mai potuto succedere di cosi tragico?
 "É un piacere rivederti! Vieni, abbiamo delle cose di cui parlare" disse il boss della Universal appoggiando una mano sulla mia spalla conducendomi nel suo ufficio.
Ad aspettarmi c'erano anche Erik, il mio produttore e Mike, il mio manager.
"Devo preoccuparmi visto che siete tutti qui?" chiesi un pó sospettosa.
"No ma ci sono grandi notizie all'orizzonte" rispose Erik entusiasta.
"Accomodati su" continuó il capo.
Mi misi comoda sulla poltrona in pelle e aspettai che iniziassero a spiegarmi che diavolo stava succedendo.
"Allora, come ben saprai ormai da qualche anno creiamo collaborazzioni particolari tra artisti diversi e di fama internazionale e quest'anno abbiamo deciso di puntare sul pubblico giovane" esordí iniziando a spiegarmi finalmente il motivo della mia visita.
Annuii e sperai che si spicciasse a dirmi tutto, odiavo restare sulle spine.
"Questa volta il progetto sarà grandioso, supererà di gran lunga qualsiasi altra cosa fatta fino ad ora! Tu, gli One Direction e Demi Lovato scalerete le classifiche bissando qualsiasi altro successo!" un colpo violento scosse la scrivania, probabilmente già stava immaginando il riscontro mediatico che tutto questo avrebbe avuto.
"Che cosa??? No non è fattibile..." sbottai di colpo.
"Lo è eccome invece!! E poi i ricavati andranno per metà in beneficenza..." cercando di far leva su ciò che aveva appena detto, mi guardò dritto negli occhi.
"Troverete chi saprà sostituirmi al meglio..." tutto ciò era infattibile, se avessi solo lontanamente saputo che questo era il motivo della mia convocazione alla casa discografica, nemmeno mi sarei presentata.
Nervosa più che mai, mi alzai ma una frase mi bloccò all'istante.
"Non dirmi che hai paura del confronto..." si intromise Erik.
"Non ho paura di nessuno tantomeno di loro..." risposi fulminandolo con lo sguardo.
"Dimostralo..." mi sfidò.
O decidevo di passare per codarda o mi sarei dovuta comportare da professionista e visto che la prima opzione era fuori discussione, non ebbi scelta.
"D'accordo ci sto, fatemi sapere dove e quando" guardai tutti e tre ed uscii dalla stanza.
"Ci mancava solo questa, cazzo!" pensai incavolata nera.
Non solo avrei dovuto rivedere Niall e il suo faccino da idiota ma pure Demi e quest'ultima era la cosa peggiore, non volevo neppure sentirla nominare figuriamoci stare nella stessa stanza con lei.
Ero piena di dubbi e non avevo la minima idea di come avrei gestito questa situazione ma una cosa era certa.
La mia giornata era ufficialmente rovinata.

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Capitolo 38
*** Capitolo 38 ***


Tutto era stato deciso.
Quel giorno mi sarei dovuta recare in una casa fuori Los Angeles adibita non solo ad abitazione ma anche a studio di registrazione.
Mi sarei dovuta fermare li i giorni necessari a scrivere e registrare la canzone e l'idea di una convivenza forzata con i ragazzi e Demi non mi piaceva per niente, ero certa che sarebbe stata un inferno.
Mentre guidavo sentivo il cuore battere come un martello pneumatico nel petto e l'adrenalina scorrermi nelle vene, non ero mai stata cosi tesa in vita mia neppure il giorno del mio primo concerto.
Entrai con l'auto facendo scricchiolare la ghiaia del vialetto sotto i pneumatici e parcheggiai.
Attorno la casa si estendeva un parco immenso, l'erba era stata tagliata perfettamente e un'alta siepe correva lungo la recinzione donando il massimo della privacy dal mondo esterno.
Spalancai l'enorme portone d'ingresso e mi guardai attorno venendo subito catturata da un brusio proveniente da chissá dove.
Pian piano il rumore fu sempre più vicino fino a quando non mi ritrovai davanti gli One Direction e Demi.
"Finalmente! Non vedevamo l'ora di conoscerti!" Harry mi venne incontro seguito da Louis, Liam e Zayn mentre Demi e Niall rimasero in disparte.
Dopo le presentazioni di rito seppur inutili visto che ci conoscevamo giá anche se non direttamente anche i due fidanzatini si fecero avanti.
"Ciao. Ironico eh? Ti avevo accennato a una collaborazzione e ora eccoci qui..." disse Niall.
"Che figata vero? Non vedevo l'ora..." risposi sarcastica.
Stavo per andarmene per i fatti miei quando un braccio mi bloccò facendomi voltare.
"Ti dico solo una cosa...stalle lontana" Niall si avvicinó fermandosi a pochi centimentri dal mio volto.
"Altrimenti che fai biondino eh?" accorciando ancora di più la distanza, lo guardai dritto negli occhi.
"Lasciala che le fai male idiota!" per la prima volta da quando ero arrivata, Demi parlò.
"Da quando se ne è andata da casa tua sei andata letteralmente fuori di testa e ora il cattivo sarei io che ti difendo??" le chiese Niall.
"Stanne fuori Devonne non ho bisogno del tuo aiuto" mi liberai della presa del suo ragazzo e andai per i fatti miei, ne avevo già le scatole piene di quei poppanti.
"Perchè avevo accettato? Passare per codarda sarebbe stato meglio che essere qui" pensai accendendo una sigaretta.
Presi il cellulare e chiamai Taylor, avevo bisogno di sentire una voce amica.
"Ti stavo proprio pensando! Come sta andando?" mi chiese appena rispose.
"Per poco non prendevo a pugni Horan..." sentii Taylor ridere di gusto e pensai stesse immaginando la scena.
"E la Lovato?" il suo tono di voce diventò improvvisamente serio.
"Cerco di evitarla il più possibile..." era la verità, a stento l'avevo guardata.
"Vuoi che ti venga a trovare un giorno?" forse la mia risposta l'aveva tranquillizzata perchè sembrava di nuovo serena.
"Si sarebbe magnifico...ora devo andare però. Prima finisco, prima me ne vado. Fa la brava ok? Ciao Tay" chiusi la chiamata e tornai da i miei adorati e amatissimi colleghi che trovai beatamente sdraiati sul divano del salotto ad eccezione di Demi che non c'era.
"Dovremmo iniziare..." dissi appena si accorserò della mia presenza.
"Datti una calmata lesbica, sei l'ultima arrivata e qui decidiamo noi come e quando iniziare" sparò fuori da i denti Niall.
"Smettila, ma che ti prende?" gli chiese Zayn dando una pacca sulla spalla dell'amico.
"Scusalo è stressato..." continuò Liam cortese sorridendomi.
"Quanto voi grandi star della musica decidere il da farsi, sapete dove cercarmi e ora se me lo permettete, mi congedo" sfoderando un sorrisetto beffardo, andai al piano superiore in cerca di una stanza in cui poter stare un pò in pace.
L'unica stanza rimasta era quella più isolata e fui grata di questo botto di fortuna.
Entrai buttando il borsone con gli abiti che mi ero portata dietro sul pavimento e mi sedetti sul letto.
Le cose erano cominciate decisamente male, si prospettavano delle giornate molto dure e lunghe.
Improvvisamente la porta si spalancò e Demi entrò nella stanza.
"Vattene subito" esclamai.
Ignorando del tutto le mie parole, venne verso di me a passo svelto con gli occhi lucidi e mi abbracciò forte iniziando a singhiozzare.
"Mi sei mancata cosi tanto..." disse piano.
"Lasciami Demi, non ti voglio qui..." feci leva su i suoi fianchi cercando di allontanarla ma non accennava a muoversi.
"No io e te siamo destinate a stare insieme..." insistette aumentando la presa su di me.
A quelle parole tutti i miei tentativi di restare calma andarono in fumo, le presi i polsi con forza e la costrinsi a lasciarmi.
"Ficcatelo in testa Demi, non sono qui per te" il mio sguardò si indurí cancellando ogni traccia di gentilezza e bontà in me tanto che appena la liberai corse via in lacrime.
Per tutto il resto della giornata ci ignorammo completamente e durante la cena solo i ragazzi parlarono, sia io che Demi a stento alzavamo lo sguardo dal piatto.
"Come sei silenziosa amore...non preoccuparti, poi ti faró sfogare io" disse Niall ad un tratto scatenando le risate degli altri mentre Demi invece moriva dalla vergogna.
"Non parlarmi cosi..." ribattè poco convinta.
"Non mi pare ti sia dispiaciuto quando ieri notte abbiamo fatto sesso e ti dicevo cose oscene all'orecchio...devo forse rinfrescarti la memoria?" vedendo che Demi non osava parlare, un sorriso compiaciuto spuntò sul suo volto.
Mi stava venendo la nausea a sentire quei discorsi, così mi alzai e fulminai con lo sguardo Niall.
"Sai, non riesco a capire se in realtà ti piaccia la mia ragazza o se sotto sotto ti piacerebbe fare un giro in giostra con uno di noi..." disse il biondino sfidandomi.
Feci il giro del tavolo e con un colpo secco, feci ribaltare la sedia facendolo cadere.
"Azzardati a rivolgerti di nuovo a me con questo tono o a guardarmi di traverso e ti assicuro che te la farò pagare. Non scherzare con me..." girai i tacchi e me ne andai lasciando tutti di sasso.
Prima di dormire mi assicurai di aver chiuso a chiave la porta, non volevo ricevere visite sgradite ne tantomeno sapere che stava succedendo la fuori.
Anche se una parte di me scalpitava, non spettava a me salvare Demi dalle umiliazioni alla quale il suo ragazzo la sottoponeva...questa volta dopo tanto tempo avrebbe dovuto cavarsela da sola.

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Capitolo 39
*** Capitolo 39 ***


Mio malgrado un nuovo giorno ebbe inizio e l'idea di dover riaffrontare Niall, Demi e gli altri ragazzi non mi piaceva per nulla ma non avevo scelta.
Mi infilai i pantaloni della tuta e una canotta e andai a fare un giro nel parco, avevo bisogno di scaricare un pò i nervi prima di vederli, tutta questa tensione non mi faceva bene.
Dopo circa un'oretta rientrai trovandoli tutti intendi a pranzare e come previsto ricevetti un'accoglienza carica di astio anche se stavolta nessuno osava guardarmi, solo Demi mi rivolse la parola.
"Ciao, hai dormito bene?" mi chiese con timore.
"Dovrei chiederlo io a te, anzi no...tu non hai dormito giusto..." la guardai dritta negl'occhi e subito lei abbassò lo sguardo per la vergogna.
Non avevo dimenticato le parole di Niall della sera prima e mai sarei riuscita a farlo.
"Quando incominciamo a buttar giú qualcosa? Dovremmo pur iniziare prima o poi..." disse Louis.
"Ha ragione e poi io voglio rivedere Perrie, mi manca molto" ribadí Zayn.
"Eddai rilassatevi, godiamocela un pó questa pausa é da tanto che non ci riposiamo..." con un sorriso da venditore delle televendite, Niall guardó i suoi amici.
Se non fosse stato il motivo per cui io e Demi non stavamo più insieme, Niall sarebbe riuscito a  convincere pure me delle sue parole.
Inaspettatamente , il campanello suonó e Demi andó a vedere chi fosse.
Quando tornó era in compagnia di Taylor.
"Allora Dio esiste..." appena la vidi, tirai un sospiro di sollievo.
Subito le andai incontro e appena fummo vicine, mi abbracciò dandomi un bacio sul collo.
"Non credevo fossi religiosa..." disse sorridendo con malizia.
"Lo diventeresti pure tu se fossi costretta a star qui" senza curarmi del fatto che gli altri potessero sentire, risposi a Taylor con sincerità.
Non vedevo l'ora di andarmene.
Solo quando mi voltai, mi accorsi che Demi era tornata a sedersi accanto a Niall ma sul suo volto potei leggere tutto il suo fastidio a causa della presenza della bionda.
"Le presentazioni sono superflue ma...lei è Taylor Momsen dei The Pretty Reckless" per la prima volta durante quella giornata, mi rivolsi ai ragazzi che nel frattempo stavano mangiando con gli occhi la ragazza al mio fianco e in effetti, non avevano tutti i torti.
Taylor era famosa per i suoi look sempre molto provocatori e succinti e quel giorno indossava un vestito cortissimo nero che lasciava ben poco spazio all'immaginazione.
"Styles guarda che se la fissi troppo diventi cieco" fra tutti, Harry era quello che piú stava sbavando per la mia amica e inevitabilmente mi servì la battutina su un piatto d'argento.
"Non sarai mica gelosa?" mi chiese sfrontato.
"Senza offesa, ma non sei proprio il mio tipo..." si intromise Taylor ridendo.
"Capito ricciolino?" tutto il suo coraggio e la sua sicurezza sparirono alle parole della bionda.
"Hai un pò di tempo da dedicarmi?" gli occhi di Taylor mi fissarono maliziosi.
"A dir la verità dovremmo lavorare al brano..." con decisione, Demi si fece più vicina incenerendola con lo sguardo.
"I tuoi amichetti hanno appena detto di prendersela con calma Devonne...non vorrai contraddire il tuo ragazzo vero?" ormai era guerra aperta.
"Che hai intenzione di fare? Di divertirti con lei?" continuó ignorando del tutto la presenza degli altri.
"Non sono affari tuoi e poi nessuno é venuto a disturbarti stanotte mentre eri impegnata con Niall mi risulta..." avevo fatto centro, il silenzio che caló era più che eloquente.
Tay mi prese per mano e mi portó su in camera.
Fu bello poter parlare e scherzare liberamente, con lei le cose venivano facili niente in confronto ai casini con Demi e all'ostilità che c'era tra me e i ragazzi.
Quando arrivò l'ora di cena, costrinsi Taylor a fermarsi; non mi andava proprio di restare di nuovo da sola e come previsto questo creò due fazioni distinte a tavola.
Anche se ogni tanto scappava qualche parola, la tensione era palpabile così come l'elettricità nell'aria e non appena finito, ci defilammo di nuovo sul terrazzo dell'abitazione.
"È stato bello venire qui ma ora devo tornare a casa, ho parecchie cose da fare..." disse Taylor guardando le stelle che pian piano stavano comparendo nel cielo.
"Lo capisco ma mi dispiace ugualmente, sei l'unica persona su cui io possa davvero contare in questo momento..." sorridendole dolcemente, la guardai.
"Lo so che per quanto ti sforzi di fare la dura in realtà stai soffrendo, nei tuoi occhi è sparita quella luce che li caratterizzava...è come se lei t'avesse portato via la speranza" a primo impatto poteva sembrare una ragazza superficiale ma in realtà Taylor era estremamente sensibile e intelligente.
"Passerà prima o poi..." ribattei respirando profondamente, odiavo sentirmi cosi vulnerabile.
"So che non sono lei ma io sono qui e faró il possibile per farti star bene..." senza aggiungere altro, mi prese il viso e mi baciò.
Non c'era ne desiderio ne passione in quel bacio solo la sincera voglia di dimostrarmi che a me ci teneva davvero.
"Grazie, non so cosa farei senza di te..." le accarezzai le labbra e per la prima volta da quando l'avevo conosciuta sentii qualcosa muoversi dentro di me.
"Ora é meglio che vada, ti chiamo domani..." un'ultima occhiata e se ne andò.
Non so come facesse ma quella ragazza riusciva a trasmettermi serenità, un pò di quella tranquillità che bramavo raggiungere perchè per quanto una vita fatta di eccessi, guai e continui flirt potesse essere divertente, ora volevo trovare una stabilità.
In fondo il pensiero di un'esistenza abitudinaria non era poi male, anzi sembrava quasi rassicurante e forse Taylor era la chiave di tutto ciò.

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Capitolo 40
*** Capitolo 40 ***


Finalmente dopo 4 giorni fatti solo di quello che si poteva definire puro cazzeggio, iniziammo a lavorare...o meglio io e Demi lavoravamo, i ragazzi erano troppo intenti a giocare alla Playstation per degnarci della loro attenzione.
Scrivere con lei fu molto strano, durante la stesura della bozza del testo riuscivamo a completare l'una la frase dell'altra come se ci leggessimo nel pensiero.
"Facciamo una pausa?" mi chiese ad un tratto.
"Va bene, ho bisogno anche io di staccare un attimo" andai in cucina a bere un pó di succo all'arancia e quasi subito venni raggiunta da Demi che mi si paró davanti guardandomi negli occhi.
"Non puoi ignorare quello che sta succedendo..." la sua espressione era seria.
"Credo mi stia sfruggendo qualcosa" sorseggiando tranquillamente il succo, feci finta di nulla.
"Sai di cosa parlo, non fare la finta tonta con me..." ribadí Demi con decisione, levandomi il bicchiere di mano e costringendomi a guardarla.
"Forse sei tu che ti stai facendo strani film in testa Devonne..." mi appoggiai alla credenza con aria di sfida, non avevo la minima intenzione di dargliela vinta.
"Smettila di trattarmi cosi!" in preda a uno scatto di rabbia, uno schiaffo colpí il mio viso.
Non potevo crederci, non avrei mai pensato che potesse arrivare a tanto...non dopo tutto il male che mi aveva fatto.
"S-scusa io n-non volevo farlo, i-io..." quasi piú sconvolta di me per quanto accaduto, Demi iniziò a giustificarsi.
"Stammi lontana..." uscii dalla stanza a passo veloce, massaggiandomi il punto in cui mi aveva colpita.
"No aspetta ti prego!" Demi corse nella mia direzione bloccandomi con un abbraccio.
"Devi lasciarmi stare ti ho detto..." la mia voce uscí cosi fredda che sembrava appartenere ad un'altra persona.
"Che sta succedendo??" ci chiese Niall quandò arrivò insieme agli altri.
Appena lo vide, Demi mi lasciò andare di colpo riassumento una posa meno compromettente agli occhi del suo ragazzo.
"Nulla sta tranquillo" risposi impassibile.
"Te lo ripeto, non devi avvicinarti a lei!" il biondo degli One Direction mi prese per la maglietta e mi spinse contro il muro.
"Hai forse paura del confronto?!" sorridendogli, lo guardai dritto negli occhi.
Un pugno improvviso mi colpì in pieno nello stomaco facendomi piegare in due dal dolore.
"Te la farò pagare lesbica" mi sussurrò all'orecchio per poi andarsene sotto gli sguardi attoniti dei suoi amici.
Mi accasciai a terra stringendomi il ventre, il colpo era stato violento e mi faceva davvero male.
"Ehy, va tutto bene?" Demi si avvicinò a me per aiutarmi ad alzarmi.
"Ce la faccio da sola" scansai la sua mano e seppur a fatica, mi sollevai andando a rifugiandomi in camera mia.
Lentamente mi sfilai la t-shirt e mi guardai allo specchio.
Un grosso livido stava iniziando a comparire così come si potevano intravedere gli altri segni blu che pian pian si stavano formando sulla mia pelle.
Questa collaborazione musicale stava portando solo guai, ancora un paio di giorni cosi e rischiavo di uscirne massacrata.
Niall si stava rivelando tutto tranne che il ragazzo tranquillo e solare che appariva in pubblico ma non intendevo farmi sottomettere da lui.
Mi ricomposi e scesi di sotto come se nulla fosse.
"Ho letto il testo della canzone, è davvero bella" disse Zayn quando mi sedetti sul divano.
"Si è vero, tu e Demi non potevate far meglio di cosi" ribadí Louis sorridendomi imbarazzato.
"Se non avete modifiche da apportare domani possiamo inciderla cosi la finiamo qui con questa convivenza forzata" tutti annuirono ad eccezzione di Niall che ignorò del tutto le mie parole ma aspettarsi un comportamento diverso da lui, sarebbe stato stupido.
Ormai era notte fonda e pian piano ognuno andò nella sua stanza a riposare lasciandomi finalmente da sola.
Guardai un pò di tv e poi decisi di andare sul terrazzo a fumare un'ultima sigaretta prima di dormire.
L'avevo accesa da poco quando Niall sbucó a sorpresa.
"Bene bene, guarda chi c'è..." nel suo atteggiamento c'era qualcosa di strano, di pericoloso.
"Lasciami in pace ok? Domani questa benedetta canzone sarà finita e le nostre strade si divideranno di nuovo" buttai il mozzicone oltre la ringhiera e avanzai verso la porta per andarmene ma il ragazzo mi fermó.
"Io e te abbiamo un discorso in sospeso..." due colpi ben piazzati mi arrivarono prima al volto e poi al ventre facendomi finire in ginocchio di fronte a lui.
Feci per rialzarmi ma un calcio arrivò dritto all'altezza della tibia.
Un dolore lancinante percorse la mia gamba ma urlare sarebbe stato inutile, ormai stavano tutti riposando profondamente.
"Che hai intenzione di fare? Di pestarmi a sangue?" cercai di nuovo di rimettermi in piedi ma fu tutto inutile, probabilmente avevo una frattura.
"Forse..." da dietro l'angolo del muro, Niall estraè un bastone e con rabbia, iniziò a colpirmi ripetutamente sulla schiena.
Ormai ero un burattino nelle sue mani, non riuscivo ne a difendermi ne a reagire e solo quando si udí un forte "crock", si fermó.
Non riuscivo a muovermi, anche se avessi voluto scappare non ci sarei riuscita.
"Dov'é finita la tua spavalderia ora?" mi chiese ridendo.
"Sei solo un figlio di puttana Horan" feci alcuni colpi di tosse e delle macchie di sangue sporcarono il pavimento.
"Chi ti verrá a salvare ora, eh? Te lo avevo detto di stare lontana da Demi ma per qualche strano motivo lei continua a ronzarti intorno. Lei è mia e non posso permettere che una come te me la porti via..." con un calcio mi fece girare facendomi ritrovare a pancia in su.
Da quella posizione, potei guardarlo di nuovo in faccia e vidi il suo sguardo carico di odio e gelosia, puntato su di me.
"Quando scoprirà chi sei veramente ti lascierà Niall, un pazzo come te non può stare con un angelo come lei..." nonostante mi avesse ferita come nessun altro, per me lei era tutto ciò che di meglio potesse esserci a questo mondo.
"E glielo dirai tu come sono davvero giusto? Non credo proprio..." a passo lento si avvicinò a me, mi sollevò da terra e mi portò vicino alla ringhiera.
"Game over Linda, ora hai finito di darmi fastidio" con un colpo secco mi spinse, facendomi precipitare dal terrazzo.
Atterrai con un tonfo sordo, l'erba doveva aver attutito il rumore.
Stranamente non sentivo nulla, probabilmente ero in uno stato di schock che mi impediva di sentire dolore.
Avevo bisogno di aiuto ma non riuscivo ad emettere nessun suono.
Le mie parole erano come una muta preghiera e non ero neanche in grado di strisciare come un verme per raggiungere il telefono a qualche metro di distanza da me.
Non percepivo più nessuna parte del mio corpo, l'unica cosa che avvertivo era la difficoltá di tenere gli occhi aperti, ogni minuto che passava rendeva sempre piú difficile riuscirci.
"Forse é davvero la fine..." pensai e senza nemmeno accorgermene, tutto si fece buio.

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Capitolo 41
*** Capitolo 41 ***


Bip bip bip...un brusio in lontanza...non credevo che l'aldilà fosse cosi rumoroso ma in fondo che ne potevo sapere? Mica c'ero mai stata.
Aprii gli occhi e mi ritrovai a fissare un soffito bianco...in ospedale, ecco dov'ero.
Istintivamente cercai subito di sollevarmi ma a malapena riuscivo a muovere le braccia, mi sentivo come se mi fosse passato sopra un tir o come se qualcuno avesse cercato di farmi fuori.
"Niall..." in quell'istante ripensai a quanto era successo e un profondo odio mi invase, se solo fossi riuscita a muovermi sarei andata da lui a fargliela pagare.
Solo in quel momento mi resi conto di non essere sola nella stanza, con me c'era Taylor che stava dormendo su una poltrona reclinabile messa in un angolo.
"T-tay..." avevo la gola secca e la mia voce uscì in un sussurro.
La mia amica si sveglió e subito mi guardó come se avesse visto un fantasma.
"Tu...tu ti sei svegliata!" subito corse da me e mi abbracció forte.
"Ehy..." sollevai lentamente un braccio e la strinsi a me o almeno ci provai.
"Ho avuto paura di averti persa per sempre, di non poter piú scherzare con te e vederti ridere..." nascondendo il volto nell'incavo del mio collo, cercò di non farmi vedere le lacrime che stavano uscendo copiosamente.
Non l'avevo mai vista piangere, non era certo il tipo che si faceva vedere vulnerabile ma ora sembrava quasi una bambina.
"Non piangere dai, sono qui..." le dissi dolcemente.
"Che ti sei inventata a fare eh?? Perché ti sei sporta cosi tanto dal terrazzo?" mi chiese guardandomi in un mix di rabbia e felicità.
"Cosa??" ero sconvolta.
Non erano andate cosi le cose, io non avevo fatto proprio nulla.
"Non ti ricordi? A quanto pare ti sei sbilanciata e sei caduta oltre la ringhiera della terrazzo della casa in cui stavi registrando la canzone con Demi e gli One Direction ma forse per la botta che hai preso in testa hai scordato l'incidente" il suo sguardo era triste, doveva essersi preoccupata molto per me.
"Non è andata cosi!" ribattei decisa, mi ricordavo perfettamente cos'era successo.
"Che stai dicendo?" Taylor mi guardò confusa come se non riuscisse a capire cosa stavo dicendo.
"Ieri sera sono andata a fumare una sigaretta..." cercando di spiegarle la verità, iniziai a dar forma ai miei ricordi ma venni interrotta quasi subito.
"Linda non so come dirtelo ma...sono passati 6 mesi da quel giorno, tu sei entrata in coma" disse cercando di essere il più delicata possibile.
Non riuscivo a crederci, sembrava di udire le vicende di un'altra persona e se non fosse stata Taylor a dirmelo, avrei pensato di parlare con un folle.
"È meglio se chiamo il medico ora, parliamo dopo..." la bionda mi diede un bacio sulla fronte ed uscí dalla stanza facendo ritorno poco dopo insieme a una dottoressa.
"Sono la dottoressa Davis, come ti senti?" mi chiese sorridendomi in modo rassicurante.
"Mi fa male ovunque..." risposi.
"Non c'è un modo facile per dirlo ma è giusto che tu sappia il tuo quadro clinico. Quando sei arrivata qui le sue condizioni era disperate, eri in pericolo di vita. Avevi un trauma cranico, varie fratture alle costole, braccia e gambe, un polmone perforato e una grossa emorralgia interna. Sei andata in arresto cardiaco e per poco non ti abbiamo persa ma quando siamo riusciti a riportarti di qua sei entrata in coma..." le sue parole uscirono lentamente cercando di darmi il tempo necessario per attutire il colpo e assimilare il tutto ma una cosa del genere era difficile da digerire.
"E ora? Che conseguenze dovró pagare?" ero cosi preoccupata per ció che mi attendeva che una parte di me avrebbe preferito essere morta quel giorno.
"Ti aspetta un periodo difficile, non voglio mentirti. Dovrai fare molta riabilitazione, recuperare la mobilitá non sará per niente facile e all'inizio dovrai usare una sedia a rotelle, non sarai indipendente...a questo proposito se vuoi, dopo un periodo di osservazione qui, potremmo trasferirti in una struttura che potrebbe aiutarti..." strinsi il lenzuolo tra le mani con gli occhi lucidi dalla rabbia, non poteva essere vero.
"No è fuori discussione, ci penserò io a lei" si intromise Taylor.
"Beh poi ne discuterete con calma tra voi e deciderete quale sia la soluzione migliore. Ora io vado, tornerò piú tardi ma se avete bisogno cercatemi pure, sono qui in reparto" sorridendo cortesemente, si congedò.
"Ehy...che succede?" Taylor mi venne vicina preoccupata.
"Non è stato un incidente, è stato Niall" le dissi lasciandola di sasso.
Ero malconcia ma viva e non avrei permesso che la passasse liscia.
Lo dovevo fare per me ma anche per Demi.

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Capitolo 42
*** Capitolo 42 ***


Arrivarono giorni difficili.
La riabilitazione era molto dura e dolorosa, era una lotta continua per riuscire ad ottenere anche un solo piccolo miglioramento e di Demi neanche l'ombra, sia chiaro non mi aspettavo chissà cosa ma una telefonata non mi sembrava difficile da fare.
Era impossibile non sapesse del mio risveglio, ero praticamente in tutte le riviste e i telegiornali e Taylor aveva provato a chiamarla ripetutamente ma il cellulare risultava sempre irraggiungibile.
Il suo menefreghismo faceva male e l'idea che fosse in compagnia di quel mostro che per poco non mi aveva uccisa peggiorava le cose ma ero totalmente impotente, non potevo fare niente.
"Ciao come ti senti oggi?" mi chiese Jennifer, l'infermiera che si occupava di me, entrando in stanza.
"Uno schifo, l'idea di non poter fare quello che voglio mi da i nervi" il mio pensiero corse subito a Demi, ogni minuto che passavo in ospedale era un minuto in più che lei passava con Niall.
"Abbi pazienza, quando sarai guarita potrai fare tutto ciò che vorrai" ribatté sorridendomi dolcemente.
"Non ho molto tempo...devo sbrigarmi..." risposi criptica.
"Beh per oggi rallegrati, hai visite..." uscì dalla stanza e per qualche istante non successe nulla.
Poi dei passi.
Potevo udirli distintamente, provenivano dal corridoio ed erano sempre più vicini.
Alla fine, una ragazza comparve sulla porta.
"D-Demi..." balbettai.
Stranamente si avvicinò a me titubante, era come se volesse mantenere le distanze.
"Ciao Linda..." disse nervosa.
"Che succede?" le chiesi diretta.
Non amavo i giri di parole e il suo comportamento era a dir poco anomalo.
"Non dovrei essere qui ma volevo vedere come stavi..." le sue parole uscirono incerte, sembrava le pesasse una ad una.
"In che senso non dovresti?? Dobbiamo parlare Demi, vieni qui è importante..." ribattei cercando di convincerla a venire verso di me.
"No, se Niall lo sapesse si arrabbierebbe molto..." il suo tono di voce fece trapelare qualcosa che sembrava paura allo stato puro.
"Demi ascoltami...io non sono caduta è stato lui a farmi questo. Prima mi ha riempita di botte e poi mi ha buttata giú sperando di tapparmi la bocca una volta per sempre" doveva sapere la verità, non potevo permettere che fuggisse via senza saperla.
"Stai mentendo, lui non farebbe mai una cosa del genere" immediatamente Demi stroncò la cosa cercando di sembrare sicura di se ma in realtà non lo era affatto, nel suo sguardo si poteva leggere perfettamente la confusione che provava in quel momento.
"Devi andare a Dallas dalla tua famiglia e restarci, Niall è un folle...sei in pericolo..." allungai la mano verso di lei sperando che la prendesse, che si fidasse di me.
"No sei tu una pazza, lui mi ama davvero..." di tutta risposta, Demi fece un passo indietro allontanadosi ancora di piú.
"Lui non è come pensi, non..." sperando che mi ascoltasse, cercai di insistere ma fu tutto inutile.
"Sei una bugiarda...tu non sai nulla di lui, di noi!" mi gridò contro.
Niall doveva averle fatto il lavaggio del cervello in quei 6 mesi, non c'era altra spiegazione.
Se volevo avere solo una possibilità di farla ragionare, era facendo leva su quello che c'era stato tra noi.
"La sua è ossessione, possessività ma non amore, tu lo sai che è cosi, tu sai cos'è l'amore vero. Fidati di me ti prego, vai da i tuoi genitori e resta li. Io non posso proteggerti, non ne sono in grado ora..." dissi guardandola negli occhi.
"N-no menti..." in lacrime si diresse verso la porta correndo via.
"Demi no!!!" urlai.
Dovevo raggiungerla, non potevo arrendermi così.
Appoggiai i piedi a terra e cercai di sollevarmi ma una violenta fitta percorse le mie gambe arrivando fino alla colonna vertebrale facendomi cadere sul pavimento.
L'impatto provocò un forte rumore facendo accorrere subito le infermiere e il medico.
"Ti sei fatta male?? Ti avevamo proibito di muoverti...che ti è passato per la testa??" mi chiese Jennifer aiutandomi a rialzarmi insieme agli altri.
"Io..." un nodo si formò nella mia gola e gli occhi iniziarono a bruciare.
Avevo fallito, Demi se ne era andata e se le fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonata.

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Capitolo 43
*** Capitolo 43 ***


Da quando mi avevano dimessa dall'ospedale vivevo a casa di Taylor, non volevo crearle disturbo ma aveva tanto insistito che alla fine avevo accettato, un pò di compagnia non mi dispiaceva.
Nel frattempo le cose erano migliorate, ci volle un mese prima di riuscire a reggermi sulle mie gambe e tre per riuscire a camminare con l'ausilio delle stampelle ma almeno ora ero più autonoma e potevo muovermi.
"Ehy guarda qui..." Taylor mi tirò una rivista colpendomi in pieno.
"Non si tratta cosi una persona convalescente!" ribattei ridendo ma quando vidi la copertina per poco non mi venne un colpo.
"Fidanzamento ufficiale per Niall Horan degli One Direction e Demi Lovato! A quando il matrimonio?" lessi ad alta voce.
"È letteralmente impazzita, l'ho pensato anche io" accavallando le gambe, Taylor si sedette di fronte a me.
"Si ma una parte di me se lo aspettava. Lei non mi ha creduto, non si è fidata di me e delle mie parole...il finale se ci pensi era prevedibile no?" ripensare a quanto avvenuto durante l'ultimo incontro con la mia ex, mi aveva innervosito così buttai il giornale scandalistico sul tavolino.
"Che farai?" mi chiese la bionda guardandomi.
"Che dici? Andiamo al matrimonio?" risposi sarcastica.
"Sappiamo entrambe che Demi è soggiogata da lui. Il loro non è vero amore ma qualcosa di malato, se c'è una persona con cui lei vorrebbe davvero sposarsi..." senza lasciare che finisse la frase, presi le stampelle e mi alzai.
"C'ho provato in tutte le maniere con lei e quando ho tentato di metterla in guardia da Niall non ha sentito ragioni, era come se a parlarle fosse un'estranea...io non so più che fare Taylor" sbottai ribollendo dalla rabbia.
"Ammetto che non mi sta simpatica ma non puoi lasciare che commetta quest'errore, devi fermarla" per la prima volta dopo mesi, Taylor spese delle parole vagamente gentili per Demi.
"Ma tu da che parte stai??" le chiesi sorpresa.
In quell'istante, il mio telefono squilló.
Era la madre di Demi.
"Dianna?" era strano mi avesse chiamata, da quando me ne ero andata da Dallas ogni rapporto con la famiglia di Demi era svanito.
"Ciao Linda, so che la tua opinione su di noi sarà cambiata ma se non ti abbiamo più cercata è perché Demi ce l'ha proibito...non sai quanto eravamo preoccupati per te..." disse imbarazzata.
"Proibito?" ripetei perplessa.
"Si...da quando sta con Niall é cambiata completamente non la riconosco piú. Ha addirittura chiuso ogni rapporto con noi, sono due mesi che non la sentiamo ne vediamo" continuò la donna.
"Non so come aiutarvi, io e lei abbiamo preso strade diverse..." replicai.
Era la pura verità, io e lei ora come ora non eravamo altro che conoscenti.
"Forse se ci parli tu, se..." provó a insistere speranzosa.
"Dianna non mi ascolterá, fidati" ribattei decisa.
"Puoi venire a Dallas a trovarci?" mi chiese dolcemente.
"Non so se sia possibile, con quello che mi fatto N...volevo dire con l'incidente che ho avuto non so se posso affrontare un viaggio..." a quel punto Dianna mi interruppe.
"Te lo chiedo per favore..." le sue parole uscirono come una supplica che alla fine mi fece cedere.
"Va bene, cercherò di venire" con un sospiro, mi arresi.
Ormai ero destinata a sguazzare nei casini di Demi.
"Ti ringrazio, ti aspettiamo allora!" Dianna mi salutò e chiuse la chiamata.
Non potevo crederci, dopo il mio ultimo incontro con Demi mi ero ripromessa di non impicciarmi piú della sua vita, di lasciare che cadesse e si rialzasse da sola e invece da qui a breve sarei partita per Dallas.
"Sapevo che avresti agito cosi, non puoi farne a meno..." disse Taylor sorridendo.
"Non posso fare a meno di essere idiota a quanto pare visto che mi faccio ancora coinvolgere da i suoi guai quando invece dovrei fregarmene e lasciare che si sposi Niall se è quello che vuole" odiavo essere cosi debole quando si trattava di lei ma sapevo che in ballo c'era la sua vita e non potevo permettere a Niall di distruggerla se non addirittura di spezzarla.
"Quando parti?" mi chiese la bionda dagli occhi di ghiaccio.
"Domani" risposi.
Prima partivo, meglio era...tanto ormai c'ero dentro.
Di nuovo.
 

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Capitolo 44
*** Capitolo 44 ***


Quando il mio aereo atterró a Dallas una sensazione di deja vu mi pervase ma stavolta la situazione era ben differente e molto piú complicata.
Presi il taxi e raggiusi la casa di Demi.
Passarono dei minuti prima che mi decidessi a suonare io campanello, una parte di me avrebbe voluto tornare a Los Angeles e farmi i fatti miei ma sapevo che se mi fossi tirata indietro Niall avrebbe avuto campo libero nel distruggere la vita di Demi.
Dovevo almeno provare a mettergli i bastoni tra le ruote, lo dovevo fare per la sua famiglia.
"Sono felice di rivederti" quando Dianna mi vide, mi abbracciò forte.
"Anch'io" in fondo era la veritá, mi ero trovata bene con la famiglia De La Garza.
La donna prese lo zaino che avevo sulle spalle in cui c'erano le mie cose e mi fece accomodare in casa.
"Guardate chi c'è!!" gridò la donna attirando l'attenzione delle figlie e del marito che appena si accorsero della mia presenza, vennero incontro a salutami.
Madison in primis, si buttò tra le mie braccia mentre nello sguardo di Eddie vidi quello che sembrava orgoglio nel vedermi lì a dispetto di tutto e tutti.
Dopo i convenevoli di rito ci sedemmo sul divano e ammetto che in quel momento, mi sembrò una vera benedizione visto che il viaggio era stato molto faticoso e che la mia condizione fisica non era delle migliori.
Ero davvero provata.
"Siamo preoccupati per Demi..." disse ad un tratto Dallas.
"Immagino che sia per questo che mi avete chiamata e fatta venire qui ma non so come aiutarvi, come vi ho detto non abbiamo piú rapporti ormai..." ribadii.
"Neppure noi, non vuole piú ne sentirci ne vederci...inizio a credere che abbia anche smesso di prendere i farmaci, nell'ultimo periodo era sempre piú instabile, passava da momenti di euforia ad altri di depressione..." continuò Dianna.
"Quelli per il bipolarismo? Non credo, sa quanto le servano quei medicinali..." azzardai incerta.
"Niall non la pensava uguale..." ribatté Madison piano.
"Se è davvero come pensiamo, Demi potrebbe ricadere nell'autolesionismo...aiutaci..." Eddie mi guardò e nei suoi occhi potei leggere tutta la sua preoccupazione.
"Anche volendo non ne sono in grado, non posso avvicinarmi a lei e Niall...cosi...è troppo pericoloso" ripensando a ciò che era successo, abbassai istintivamente lo sguardo.
Ero ancora troppo debole e questa sensazione di impotenza, mi infastidiva profondamente.
"Che intendi?" Dianna mi osservò perplessa cosi come tutti gli altri.
Le parole non sarebbero bastate, serviva qualcosa di più per dar forza e credibilità a ciò che da li a poco avrei dovuto spiegare loro, così decisi di sfilarmi la maglia e di alzare i jeans il più possibile.
Sul mio corpo erano ancora presenti evidenti cicatrici ed ematomi insieme a vari bendaggi e cerotti.
"Quello che i media dicono non é ciò che è davvero successo, non è stato un incidente il mio...'' era ora di dir la verità.
"Cosa stai cercando di dirci?" mi chiese la madre di Demi visibilmente preoccupata.
"Niall mi ha buttata giù dal terrazzo dopo avermi picchiata a sangue" risposi tutto d'un fiato.
"È orribile..." esclamò Dianna sconvolta.
"Lo è...per questo ora non è il momento adatto per intervenire. Per quanto Niall sia folle se non facciamo nulla per farlo arrabbiare, non farà del male a Demi ma a me, a chiunque si avvicinerà a lei si e non avrà scrupoli. Voi siete troppo vulnerabili essendo una famiglia e io troppo indifesa" continuai seria.
"Non possiamo lasciarla nelle sue mani..." mi contraddisse Eddie.
"No ma non possiamo neppure metterla a rischio" ribadii decisa.
"Cosa dobbiamo fare allora?" Madison mi guardava con occhi speranzosi come se riponesse in me tutta la sua fiducia.
"Ancora non lo so, ho bisogno di tempo per pensarci" risposi amaramente.
Ben presto calò la sera e dopo aver cenato venni accompagnata da Eddie in quella che era stata la mia camera.
"Grazie per essere qui, significa molto per tutti noi soprattutto per Dianna. È una donna forte ma sta soffrendo molto a causa della situazione che è venuta a crearsi con Demi..." disse triste.
"È sua madre, è normale. Siamo tutti preoccupati per lei..." annuendo, un'espressione malinconica comparve sul mio volto.
"Beh ora riposati, ne hai bisogno. Buonanotte" l'uomo chiuse la porta e se ne andò.
Ero esausta sia fisicamente che emotivamente, questa cosa era più grande di me e il fatto che tutti contassero sul mio aiuto mi faceva sentire sotto pressione.
Non ero un'eroina dei fumetti o dei telefilm e non avevo la minima idea di come avrei dovuto agire ma dovevo farmi venire un'idea...e alla svelta.

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Capitolo 45
*** Capitolo 45 ***


Il giorno che io e la famiglia De La Garza stavamo tanto aspettando finalmente arrivò.
Gli One Direction erano partiti per l'Europa per promuovere il loro nuovo mentre Demi era rimasta in America, da sola.
Quando arrivai di fronte la sua casa di Los Angeles, la tensione inziò a farsi sentire ma non potevo tirarmi indietro proprio ora e con mia grande sorpresa superai i bodyguard che sorvegliavano la sua abitazione con estrema facilità, arrivando direttamente davanti la porta d'ingresso.
Suonai il campanello ed aspettai.
"Non dovresti essere qui" mi disse appena mi vide.
Indossava un paio di jeans scuri e una maglia a maniche lunghe, il che era molto strano visto la temperatura che c'era.
"Devo parlarti..." replicai decisa, non avevo la minima intenzione di farmi chiudere la porta in faccia.
Seppur scocciata, Demi si scansó lasciandomi entrare in casa.
"Che vuoi??" mi chiese nervosa.
"Che ti sta succedendo? Non ti riconosco più. Siamo tutti preoccupati per te compresa la tua famiglia" dissi cercando di mantenere un tono calmo e rilassato.
"Ti hanno chiamata????" gridó.
"Si non sapevano piú che fare e mi hanno cercata. Hanno la strana convinzione che se a parlarti fossi stata io, mi avresti ascoltata..." senza badare al suo sguardo omicida, cercai di mostrarmi il più calma possibile ma dentro me, sentivo crescere l'ansia.
"Vattene da casa mia. Ora!" urlò più forte.
Ormai al limite di una crisi di nervi, Demi si avvicinò iniziando a spingermi in direzione della porta.
La sua costituzione minuta rese il tentativo vano ma fu proprio in quei momenti che la manica della sua maglia si sollevò, lasciando intravedere dei tagli che subito notai.
"Hai ripreso a tagliarti vero?" scrollandomela di dosso, la guardai dritta negli occhi.
Sperai con tutta me stessa di essermi sbagliata ma lucidamente ero consapevole che i fatti erano già ben chiari e la sua non-risposta fu l'ennesima conferma ai miei dubbi.
"Voglio che te ne vai!!" era furente, della dolce e gentile Demi non c'era traccia.
"Prendi ancora le medicine vero?" continuai impassibile alla sua rabbia.
"Non sono affari tuoi!!" ringhiò ormai fuori di se.
Con forza la presi e la spinsi contro il muro bloccandola.
"Lo sono eccome invece. Tu sei affare mio Devonne, cosi come della tua famiglia...non vedi cosa sta facendo Niall? Sta cercando di allontanarti da chi a te ci tiene davvero" dissi inchiodando il mio sguardo al suo.
"A modo suo, a me ci tiene..." ribattè.
"Una persona che ti ama davvero ti metterebbe contro la tua famiglia? Ti permetterebbe di farti del male? No e lo sai..." vedendo che non aveva più intenzione di muoversi e fuggire al confronto, allentai un pò la presa senza però smettere di mantenere il contatto con lei.
"Mi ha chiesto di sposarlo e ho accettato...finalmente non sarò piú sola..." replicò guardandomi.
"É quello che vuoi? Una vita senza la tua famiglia, senza la possibilità di scegliere, di essere libera?" le chiesi senza staccare gli occhi dai suoi.
"Ha importanza?" nel suo sguardo lessi dell'incertezza, forse stava iniziando a cedere.
Lentamente colmai la distanza che ci divideva, fermandomi a pochi millimetri da lei.
"N-non..." balbettó poco convinta e senza darle il tempo di continuare la baciai facendo crollare ogni muro, ogni resistenza tra noi.
"Non ti costringeró a venire con me. Puoi scegliere di sposare Niall, restando succube delle sue idee oppure scegliere la tua famiglia e salvarti da una vita infelice e che sono certa non vorresti..." le dissi quando mi staccai da lei.
"E tu?" mi sussurró.
"Se sceglierai la tua famiglia, mi troverai a Dallas con loro" risposi accarezzandole il viso.
Le diedi un'ultima occhiata e, con la speranza che facesse la scelta giusta, mi voltai e me ne andai.
Ora dipendeva tutto da lei.

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Capitolo 46
*** Capitolo 46 ***


Erano passati diversi giorni da quando ero tornata a Dallas e di Demi neanche l'ombra.
Il timore che avesse fatto la scelta sbagliata cresceva ad ogni ora che passava, ancora pochi giorni e gli One Direction sarebbero tornati dall'Europa annullando così ogni possibilità di farle capire la verità o solamente di entrare in contatto con lei.
Appena messo piede in America, Niall non avrebbe più mollato Demi neanche per un secondo tenendola sempre sotto controllo e impedendo a chiunque di ostacolare il loro matrimonio.
Ormai la speranza che si facesse viva si stava affievolendo sempre più, solo Madison sembrava ancora fiduciosa ma d'altronde lei era la positività fatta a persona e di certo non avrebbe mai preso in considerazione l'ipotesi che la sorella potesse non tornare a casa.
"Vedrete che arriverà, Demi ci vuole bene e poi c'è lei dalla nostra parte" mi disse sorridendomi mentre asciugavamo i piatti dopo aver pranzato.
Dianna quel giorno aveva preparato un ottimo tacchino con le verdure che venne praticamente spazzato via per sua enorme gioia.
"Non credo che questo sia un punto a nostro favore, anzi..." ribattei.
Dopo tutto quello che era successo non avevo la minima idea di cosa pensasse Demi di me, per quanto ne sapevo poteva anche odiarmi in questo momento.
"Non essere sciocca, per cortesia..." mi ammonì Dianna.
"Se dovesse venire qui di sicuro tu saresti il motivo principale. Noi abbiamo provato per giorni interi a parlare con lei, siamo pure andati a casa sua a Los Angeles e non ci ha nemmeno aperto mentre tu ci sei riuscita al primo tentativo..." continuò Dallas.
"Pura fortuna..." i sentimenti non c'entravano, quel bacio non aveva significato nulla tantomeno per lei.
"Io non credo...siete perfette insieme" sorridendo timidamente, Dianna mi guardò continuando nel frattempo di resettare.
"Ci siamo lasciate per ben due volte...direi che la perfezione non ci si addice proprio" passai l'ultimo piatto alla donna ma con la testa ero ormai altrove.
In quel momento iniziai a ripensare a quando ci lasciammo la prima volta per telefono, a quando pensai che non ci sarebbe mai stata una sensazione più dolorosa di quella e a quanto mi fossi sbagliata perchè la seconda volta, quando mi ritrovai Niall davanti, fu ancora più devastante.
"Ehy venite! In tv c'è uno speciale su Demi!" ci gridò improvvisamente Eddie dal salotto.
Di fretta uscimmo dalla cucina e raggiungemmo l'uomo sedendoci accanto a lui.
Stavano trasmettendo una specie di talk show in cui parlavano di quello che era stato definito il matrimonio dell'anno, dei vari dettagli che andavano dai fiori agli invitati fino ad arrivare alle ipotesi sull'abito da sposa.
Ogni parola, ogni servizio era l'ennesimo colpo al mio povero cuore già abbastanza martoriato. Accettare in qualche modo la fine della nostra storia era una cosa, saperla futura moglie di un essere come Niall un'altra.
Quando mandarono in onda un'intervista in cui il biondo parlava della loro relazione e del fatto che avrebbe voluto dei figli da Demi arrivai al limite e senza fiatare mi alzai, dirigendomi in camera mia.
Stava andando tutto allo sfascio e la cosa peggiore era che assistevo a tutto ció senza poter deviare il corso degli eventi, ogni mio tentativo sembrava essere stato inutile.
Rimasi chiusa li con i miei pensieri fino all'ora di cena ma poi decisi di scendere.
Saltare il pasto mi sembrava irrispettoso nei confronti dei familiari di Demi e in fondo non ero l'unica a soffrire, anche loro non se la stavano passando bene e l'unica arma che avevamo per fronteggiare questa situazione era restare uniti.
Cenammo in un silenzio quasi religioso, l'aria era molto tesa e anche se non ne avevamo parlato apertamente, era chiaro che quel servizio in tv aveva turbato tutti profondamente.
Inaspettatamente, il campanello suonò e immediatamente tutti ci scambiammo un'occhiata pensando esattamente la stessa cosa.
Fu Dianna, armata di coraggio e di una fede incrollabile, ad andare ad aprire lasciando tutti noi con il fiato sospeso e la speranza nel cuore.
Se non fosse stata Demi la delusione sarebbe stata traumatizzante.
"C-ciao" disse la ragazza titubante.

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Capitolo 47
*** Capitolo 47 ***


"Demi!!!" gridò Dianna abbracciandola.
Il resto della famiglia De La Garza le corse subito incontro, andando a salutarla calorosamente mentre io decisi di rimanere in disparte, era bello vederli finalmente sereni e volevo che si vivessero appieno questo momento.
Ad un tratto Demi intercettò il mio sguardo e timorosamente si avvicinò a me.
Indossava un paio di jeans scoloriti e una camicia a quadretti con le maniche lunghe.
"Ehy..." disse timidamente sfregandosi nervosamente il braccio.
"Sono contenta di vederti qui Devonne..." le sorrisi e lentamente la sua agitazione si placò, forse era la mia presenza a farle quest'effetto.
"Temevo di non trovarti..." ammise timorosa.
"Ti avevo detto che ci sarei stata, non ti avrei mai mentito..." la rassicurai.
Con uno scatto inaspettato si strinse a me abbracciandomi forte.
"Ora sei a casa, stai tranquilla..." le dissi piano accarezzandole i capelli.
"S-si...ma non lasciarmi, non lasciarmi piú..." sussurrò stringendosi di piú a me.
"Sono qui..." le risposi teneramente.
Alzai leggermente lo sguardo e notai che tutti si stavano godendo la scena, non era certo un mistero che sperassero in un riavvicinamento tra me e lei.
Madison saltava di gioia, Eddie e Dianna ci guardavano soddisfatti e Dallas mi fece l'occhiolino.
Demi sembrava molto stanca cosi io e Eddie l'aiutammo a portare in camera le valigie e la lasciammo dormire, davanti a noi avevamo tutto il tempo che volevamo per parlarle e stare con lei.
"Che ti avevo detto? È tornata per te" mi sganciò Dallas appena ne ebbe l'occasione.
"Ha solo capito dove sarebbe stata felice. Siete molto importanti per lei e di certo escludervi dalla sua vita non era ciò che voleva" ribattei.
"Che farai? Voglio dire il vostro rapporto é sempre cosi ambiguo, stretto, intimo e..." Eddie lasciò il discorso in sospeso sapendo che avrei capito benissimo dove voleva andare a parare.
"Ora ha bisogno di noi, tutto il resto passa in secondo piano. Niall non sarà certo felice quando capirà che lei se ne é andata..." dissi tagliando corto e nascondendo la preoccupazione che mi affliggeva.
"Credi che verrà qui?" mi chiese Dianna in evidente stato di agitazione.
"Probabilmente si...per questo dovete andare in Italia" guardando dritta negli occhi ognuno di loro, cercai di decifrare le loro espressioni.
Erano diventati delle maschere di stupore e incredulitá.
"Cosa?" Madison era la più sorpresa di tutti.
"Non trovando Demi a Los Angeles, Niall verrà subito qui. Se andrete in Italia invece avrà più difficoltà a trovarvi" ribattei cercando di spiegare loro la mia idea.
"Ci stai dicendo di scappare? E tu?" Dianna era attonita.
"Demi non ti permetterà di restare..." continuò Dallas seria.
Sapevo che la ragazza aveva ragione ma avremmo dovuto convincere Demi a ragionare con la testa e non con il cuore.
"Tua sorella dovrà capire che non ci sono alternative, solo cosi voi sarete al sicuro e io avrò modo di smaschere Niall" ormai ero convinta del mio piano.
"Fará di tutto per restare con te e lo sai..." ribadí Dallas convinta, la testardaggine della sorella era qualcosa nota a tutti.
"Non puó farlo, non sarei lucida con lei accanto" era la veritá, lei era il mio punto debole.
"È pericoloso, l'ultima volta che l'hai incrociato per poco non ci lasciavi le penne" replicò Madison allarmata e impaurita.
"Vuoi mettere a rischio Demi? Non credo. Io so cavarmela, non devi preoccuparvi per me" la rassicurai arruffandole i capelli.
Continuammo a parlare fino a tarda notte cercando di capire il modo migliore di agire e poi finalmente andammo a letto, per la prima volta dopo tanto tempo, felici.
Nonostante tutto Demi era tornata, solo questo importava.

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Capitolo 48
*** Capitolo 48 ***


Quando mi svegliai, avevo in testa solo un pensiero.
Il tempo stringeva sempre più e dovevo parlare il prima possibile con Demi della sua imminente partenza verso l'Italia ma d'altro canto era anche appena tornata e aveva bisogno di un attimo di tranquillità, così decisi di rimandare la cosa a un altro momento, limitandomi per quella mattina di assicurarmi che stesse bene.
Feci una doccia veloce, mi vestii e mi diressi verso la sua stanza.
Nell'esatto momento in cui mi fermai davanti camera sua, la porta si aprí ritrovandoci a pochi centimetri l'una dall'altra.
"C-ciao stavo per venire da te..." disse imbarazzata abbassando lo sguardo.
"Abbiamo avuto la stessa idea..." il mio tono uscí tranquillo e rilassato rispetto al suo, molto timido e incerto.
"Ti va di entrare?" mi chiese evitando di guardarmi.
"Si certo" risposi non riuscendo a decifrare il suo comportamento.
Entrare di nuovo in quella stanza mi fece uno strano effetto, mi aspettavo che fosse cambiato tutto ma invece ogni cosa era rimasta al suo posto, comprese le nostre foto.
"Come stai?" per la prima volta Demi mi guardó ma della ragazza sicura, della guerriera non era rimasto nulla, ora sembrava un cucciolo impaurito e faceva una gran tenerezza.
"Meglio e tu?" la mia non era una domanda di cortesia, avevo ancora impresso ció che avevo visto quando ero andata a casa sua.
"B-bene..." era una bugia glielo si leggeva negli occhi.
Mi avvicinai lentamente e le presi delicatamente le braccia in modo da poter vedere i tagli.
Demi si irrigidí immediatamente ma non si scansó.
"Aspettami qui ok? Torno subito" le feci un sorriso e andai in bagno.
Quando tornai, appoggiai sulla scrivania il disinfettante e le garze sterili che avevo preso nella cassettina del pronto soccorso sotto lo sguardo sorpreso della mia ex ragazza.
"N-non é necessario..." balbettó.
Senza dar peso alle sue parole, inumidii una garza e la passai piano sulle sue ferite.
"Puoi fare infezione e poi cosi guariscono prima..." il ricordo del mio passato da autolesionista era ancora vivo nella mia memoria.
"Perché lo fai? Non dovresti nemmeno essere qui...dopo quello che ti ho fatto meritavo il peggio invece sei venuta a salvarmi di nuovo..." disse con tono sommesso, forse provando vergogna per tutto ció che era accaduto.
"Probabilmente ció che ci unisce é più forte di ció ci divide" risposi senza distogliere l'attenzione mentre continuavo a medicarla.
"Non ti ho nemmeno creduta in ospedale..." la sua voce uscí in un sussurro.
"Non preoccuparti...é difficile credere che la persona che si ama, non é ció che si pensa" involontariamente feci un doppio senso che era riferito si a Niall ma poteva benissimo adattarsi anche a Demi che subito si ritrasse.
"Hai ragione ad odiarmi, non ho fatto altro che feriti e farti del male..." disse dandomi le spalle e andando verso la parete con le nostre foto, iniziando a sfiorarle delicatamente forse in balia dei ricordi.
"Non ti odio Demi..." come avrei potuto farlo? Era un pensiero inconcepibile per me.
"Come é...successo?" mi chiese.
"Ero andata sul terrazzo della casa a fumarmi una sigaretta...Niall mi ha raggiunta e prima mi ha riempita di botte e poi mi ha buttata giú" in quel momento, un flash dell'accaduto mi fece rabbrividire.
"Se solo non fossi andata a dormire..." vidi Demi iniziare a tremare e singhiozzare, stava piangendo.
Mi avvicinai a lei e la feci girare in modo da poterla guardare.
"È stato meglio cosi credimi...ora smettila di piangere e andiamo a far colazione, ho fame" le sorrisi e una volta asciugate le lacrime, la feci scendere al piano di sotto.
"Mamma...c'è ancora una confezione delle mie medicine?" chiese ad un tratto Demi alla donna.
"Si certo tesoro..." rispose la madre sorridendo.
In quel momento, fui davvero fiera di lei.
Aveva deciso di ricominciare a prendere le pillole che l'aiutavano per il bipolarismo da sola, senza che nessuno la incitasse a farlo e di sicuro dandole un pò di tempo avrebbe ripreso in mano le redini della sua vita.
"Vi devo delle scuse...so che vi ho fatto preoccupare e che vi ho ferito..." disse Demi facendo trapelare tutta la tristezza e il senso di colpa che l'affligevano.
"Non preoccuparti, la cosa importante è che tu sia qui...la famiglia è al completo ora. Vero Linda?" prendendomi alla sprovvista, Eddie si rivolse a me.
"S-si ha ragione" balbettai facendo quasi cadere la fetta biscottata che stavo imburrando.
Quando finimmo di mangiare, Demi andò a farsi una doccia lasciandoci soli.
"Quando le dirai il tuo piano?" mi chiese Dallas.
"Oggi pomeriggio, é giusto che lei sappia" risposi decisa.
"E se reagirà male?" mi incalzò Madison
"Troverò il modo di farla ragione. Vostra sorella è testarda ma è anche una ragazza intelligente...anche se a volte non sembra" sorrisi e le due ragazze scoppiarono a ridere.
"Allora è deciso, dobbiamo solo aspettare" ribadì Eddie.
Feci cenno di si e il silenzio calò.
Poche ore e sarebbe arrivato il compito più difficile, convincere quella testa dura di Demetria Devonne Lovato.
 

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Capitolo 49
*** Capitolo 49 ***


Avevamo da poco finito di pranzare e il momento tanto atteso era arrivato.
"Demi, puoi venire un attimo? Dovremmo parlarti" esordí Dianna facendo cenno alla figlia di sedersi accanto a lei.
Subito la figlia annuí mettendosi comoda.
Prendemmo tutti posizione, chi in piedi chi seduto e ci preparammo ad affrontare il discorso del trasferimento temporaneo in Italia.
"Devo preoccuparmi?" chiese con timore guardandoci uno ad uno.
"No sorellina, stai tranquilla" Dallas sorrise dolcemente e Demi sembrò rilassarsi anche se rimase guardinga, odiava essere tenuta all'oscuro dalle cose.
"Stavamo pensando che finché le cose non si sistemeranno potremmo trasferirci in Italia" senza tanti preamboli, Eddie prese in mano la situazione e andò dritto al sodo.
"In Italia?" sentivo addosso lo sguardo di Demi ma feci finta di nulla.
"Sai finchè con Niall non si saranno risolte le cose sarebbe meglio che tu sia in un posto sicuro, qui sei troppo esposta e anche noi visto che non trovandoti a Los Angeles verrà subito qui a Dallas" cercando di sembrare perfettamente tranquilla e serena, Dianna diede man forte al marito.
"Verrai anche tu vero?" ecco, la domanda tanto temuta arrivò puntuale e precisa colpendomi in pieno.
Dovevo dirle qualcosa ma cosa? Qualsiasi frase avrebbe scatenato la sua rabbia e la sua preoccupazione.
"Allora??" mi incalzò ormai pronta a scoppiare.
"Demi, io non..." neanche il tempo di finire che esplose.
"Lo sapevo che era un'idea tua! Credi davvero che io vada in Italia e ti lasci qui?? Te lo puoi scordare!" gridò infuriata lanciandomi uno sguardo di fuoco.
"Tu ci vai invece!" se volevo convincerla avrei dovuto essere dura e intransigente, ogni incertezza sarebbe stata percepita come una debolezza su cui far leva per farmi cambiare piano.
"O vieni con me o niente" ribadí testardamente.
"Io devo restare qui e risolvere la questione con Niall e ti voglio il più lontana possibile. Se non fosse chiaro, non sto chiedendo il tuo parere Devonne!" mi alzai di scatto avvicinandomi a lei e la guardai negli occhi.
"Mi vuoi costringere a fare qualcosa che non voglio??" mi chiese incredula.
"Ti legherò al sedile dell'aereo se sarà necessario per farti andar via" risposi seria.
"Non puoi farlo..." le lacrime iniziarono a velare i suoi occhi color cioccolato.
"Invece lo farò" ribadii senza darle possibilità di replica.
Demi corse su per le scale in lacrime e io mi sentii morire.
"Non sentirti in colpa, lo fai per il suo bene" capendo il mio disagio, Eddie mi appoggiò una mano sulla spalla.
"Non volevo farla piangere..." dissi piano.
"Poi le passa, sai che è emotiva..." mi incoraggiò Dianna.
Avere il sostengo di tutti loro era molto importante per me e mi faceva sentire un pò meglio ma il dispiacere per aver ferito in qualche modo i sentimenti di Demi non accennava a placarsi.
La mia ex ragazza non mi rivolse la parola per l'intera giornata e nemmeno durante la cena mise da parte la sua rabbia.
"Ti dispiace se entro?" chiesi a Demi affacciandomi da dietro la porta di camera sua.
Era ormai sera inoltrata ma non mi andava di andare a letto cosi.
"Si mi dispiace" rispose senza distogliere lo sguardo dal quaderno in cui annotava gli appunti per le canzoni.
Entrai ignorando le sue parole e dopo essermi messa accanto a lei, presi il quaderno e lo appoggiai sul comodino costringendola a darmi retta.
"So che sei arrabbiata ma lo faccio solo per proteggerti" ero certa che lo sapesse ma forse dirglielo l'avrebbe fatta calmare.
O almeno era ciò che speravo.
"Non pensi a me? A quanto sarei preoccupata per te sapendoti qui con Niall da sola?" tenendo lo sguardo basso, inizió a stringere le coperte.
"Ehy guardami..." delicatamente le sollevai il viso e glielo accarezzai.
"Vieni via con me..." mi sussurró.
"Non posso. Quando Niall non ti troverá e capirá che non vuoi più sposarlo andrá fuori di testa, sará del tutto imprevedibile e molto pericoloso...ho bisogno di saperti al sicuro, lo capisci?" cercai di essere il piú dolce possibile, avevo bisogno di lei e del suo appoggio.
"E io non posso volere lo stesso per te? Ti prego, andiamo in Italia insieme" Demi mi stava supplicando.
"No, andrai da sola con la tua famiglia. Tu non puoi restare e io non posso venire con te" per quanto fosse difficile, non potevo cedere e dovevo essere forte.
"Ti ha quasi uccisa...non puoi chiedermi questo, non ce la faccio..." cuore e ragione stavano giocando una specie di tiro alla fune dentro di lei, sapeva che avevo ragione ma i suoi sentimenti la portavano a voler restare con me.
"Andrà tutto bene vedrai..." cercai di rassicurarla.
"Ho un brutto presentimento...non sono pronta a perderti Linda..." Demi mi si buttò al collo e mi abbracciò stringendomi forte.
"Non mi perderai, ne ora ne mai te lo prometto. Sarò sempre al tuo fianco" le dissi accarezzandole la schiena godendomi quell'inaspettato contatto con lei.
Il suo profumo, il calore del suo corpo, il battito del suo cuore...una forte sensazione pervase il mio corpo, era qualcosa di indescrivibile e magnetico.
Quando ci staccammo, ci guardammo per un tempo che sembrò infinito e nei suoi occhi potei vedere il riflesso dei miei...c'era paura ma anche desiderio, dolcezza e soprattutto amore.
"Ora è meglio che vada" feci per alzarmi e andarmene ma venni bloccata da Demi, ritrovandomi così nuovamente vicina a lei, troppo vicina.
"Se ripenso a tutti gli errori che ho fatto, agli sbagli che ho commesso...come ho potuto perderti, lasciarti andar via? Stavo per sposare un mostro solo per cercare di colmare il vuoto che tu hai lasciato dentro di me..." le sue parole uscivano a fatica, sembrava si stesse sforzando per evitare di piangere.
"Non devi giustificarti..." ribattei guardando altrove.
Evitare il suo sguardo era un'azione dettata dal bisogno di difendermi in qualche modo, ogni volta che pensavo a come si era sfaldata la mia storia con lei, mi mancava l'aria.
"Se il tuo cuore avesse smesso di battere...ti avrei raggiunta" disse con il volto bagnato dalle lacrime.
"Non devi dirlo neanche per scherzo Demi...non devi neppure pensarlo, mai" ero sconvolta da ciò che mi aveva detto, il pensiero di lei priva di vita era peggio della morte stessa.
"Non posso vivere in un mondo in cui tu non ci sei" con le dita mi sfiorò le labbra avvicinandosi sempre piú.
In me un tumulto di emozioni si agitava, ognuna cosi forte e irruente da farmi girare la testa.
Mi sentivo come una nave in mezzo a una tempesta pronta a sfracellarsi contro qualche roccia, sballottata da una parte all'altra preda di un destino inevitabile.
"Baciami..." mi disse piano.
E in quel momento lo sentii, lo schianto nel mio cuore contro il suo.

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Capitolo 50
*** Capitolo 50 ***


La tenue luce della luna filtrava dalla finestre, doveva essere ancora notte inoltrata.
Quello che era successo poche ore prima era stato totalmente inspettato, ero andata li per confortare Demi e convincerla a partire e invece ci eravamo baciate e mi ero lasciata persuadere a dormire li con lei.
Mi era mancato il sapore delle sue labbra, il suo tocco dolce e passione allo stesso tempo...mi era mancata lei.
Mi voltai e incrociai il suo sguardo.
"Che ci fai sveglia?" le chiesi.
"Da quando ti sei sdraiata qui affianco a me non ho fatto altro che guardarti. È stato interessante osservarti mentre dormi..." rispose sorridendomi.
"Che intendi per interessante?" in quel momento, sperai con tutto il cuore di non aver fatto figuracce.
"A volte pronunciavi il mio nome..." disse orgogliosa come se avesse vinto un Grammy.
"Ah...forse sognavo..." ero imbarazzata da morire e il mio patetico tentativo di accaparrare unoascusa non fece altro che farla sorridere ancora di più.
"Sei dolcissima quando sei in difficoltà..." accarezzandomi il viso, mi scostò un pò i capelli.
"Dovresti dormire, oggi sarai stanca altrimenti..." usai il tono più rilassato possibile ma qualcosa dentro me stava bruciando.
"Durante tutti questi mesi la cosa che più faceva male era svegliarsi sapendo che tu non ci saresti stata. Ogni mattino appena aprivo gli occhi guardavo il cuscino affianco a me sperando di trovarti, di risvegliarmi dall'incubo da cui non riuscivo ad uscire in cui tu non facevi parte della mia vita per colpa mia...invece ora tu sei qui con me e non ti permetterò di svanire..." disse decisa.
"Non accadrà, quando ti sveglierai sarò qui promesso" ribattei cercando di placare quella strana sensazione che si era impadronita di me.
"Ho un'idea migliore..." lentamente la vidi sollevarsi e mettersi a cavalcioni su di me.
"Che intenzioni hai?" che domanda idiota, era palese cosa volesse fare.
"Shhh non dire nulla..." Demi appoggiò un dito sulle mie labbra e mi zittí avvicinandosi sempre di più a me.
Quando sentii il suo fiato sul collo rabbrividii e il cuore iniziò a battere martellandomi nel petto, sapevo che si sarebbe incasinato tutto di nuovo se non avessi reagito fermandola ma qualcosa dentro di me mi bloccava, ero come ipnotizzata da lei.
Il colpo di grazia arrivò quando le sue labbra toccarono il mio collo iniziando a baciarlo e mordicchiarlo, li in quel preciso momento, ogni briciolo di buon senso svaní lasciando spazio solo alla mia irrefrenabile voglia di lei.
"Demi..." sussurrai mordendomi il labbro inferiore nel vano tentativo di trattenere un gemito.
Accortasi dello stato in cui mi trovavo mi baciò con passione facendo saltare i bottoni della mia camicia nel tentativo di aprirla mentre i suoi capelli ricadevano su di me inebriandomi con il loro profumo.
Non ce la facevo piú, i miei ormoni erano come impazziti e l'unica cosa che volevo era farla mia cosi presi i bordi della sua maglia e con gesti fluidi gliela sfilai buttandola a terra, facendo poi fare la stessa fine al resto degli indumenti e Demi nel frattempo fece lo stesso con me.
I nostri movimenti creavano come una danza la cui base musicale era formata da i nostri respiri, i gemiti e il frusciare delle lenzuola.
Quella notte facemmo l'amore fino a quando non fummo sfinite, finendo con l'addormentarci l'una accanto all'altra.
Quando mi svegliai, trovai Demi appoggiata al mio torace con un'espressione serena che non le vedevo da tempo.
"Demi..." le dissi piano.
"Buongiorno..." quando aprí gli occhi mi sorrise in una maniera cosi dolce da farmi sciogliere.
Stare accanto a lei era come aver trovato il posto giusto nel mondo ma il pensiero di cosa sarebbe potuto accadere ora, mi dava il tormento.
"Sei preoccupata per quello che è successo tra noi vero?" il suo sguardo si incupí ma se c'era una persona con cui avrei dovuto parlarne quella era proprio lei.
"È stata una delle notti più belle della mia vita ma ogni volta che ci riproviamo, finiamo per distruggere tutto...non riusciamo a stare lontane ma quando siamo vicine non facciamo altro che ferirci..." non sarei riuscita a sopportare un'altra delusione.
"È tutta colpa mia se ora hai cosi paura di me, non posso biasimarti..." forse per evitare di farmi vedere la tristezza sul suo volto, Demi si voltò dandomi le spalle.
Mi sollevai e la faci girare in modo da poterla guardare di nuovo per poi appoggiarmi un pò a lei.
"È vero...tu mi fai paura. Mi fai paura perchè per te ho sofferto come non era mai capitato in vita mia ma la cosa che mi spaventa di più è quello che provo per te. Sono passati anni da quando ci siamo conosciute, siamo state lontane, abbiamo conosciuto altre persone, ci siamo amate e odiate ma i nostri sentimenti non sono mai svaniti..." i suoi occhi iniziarono ad arrossarsi facendo intravedere le prime lacrime.
"È vero...ma i casini li ho combinati tutti io mentre la tua unica colpa se cosi si può chiamare è di avermi fatta innamorare oltre ogni immaginazione" delicatamente Demi mi accarezzò il seno procurandomi brividi lungo tutto il corpo.
Lentamente accostai le mie labbra alle sue e la baciai.
"È ora di alzarci ora, al resto penseremo dopo..." bastarono quelle poche parole a far tornare il sorriso sul suo volto.
Non sapevo che cosa ci avrebbe riservato il futuro ma ormai una cosa era certa.
Solo con Demi avrei potuto essere felice.
 

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Capitolo 51
*** Capitolo 51 ***


Scendemmo al piano di sotto e trovando Dianna, Eddie e le ragazze giá intenti a fare colazione.
"Buongiorno!!" disse Demi raggiante sedendosi accanto alla madre mentre io mi sedevo in mezzo alle sue due sorelle.
"Giorno anche a voi ragazze" ci salutò Eddie sorseggiando il caffè.
"Dormito bene?" chiese Dianna alla figlia guardando prima lei e poi me.
"Benissimo, non dormivo cosi da tanto tempo" Demi mi lanciò un'occhiata maliziosa che venne subito intercettata da tutti.
L'espressione che comparve sui volti di Dianna e Eddie fu di pura sopresa mentre Dallas e Madison, si bloccarono di colpo guardandomi divertite.
"Che c'è?" chiesi loro.
La più piccola di casa si avvicinò annusandomi mentre la maggiore delle sorelle mi scostò il collo della camicia.
"Hanno fatto sesso, ha un succhiotto sul collo" esclamò Dallas tornando a inzuppare il biscotto nel latte come se niente fosse.
"Concordo, ha addosso il profumo di Demi" ribadí Madison sorridendo per poi riprendere a  spalmare la marmellata sulla fetta biscottata.
Ero pietrificata, stavo morendo dall'imbarazzo.
I genitori della mia ex sapevano che non c'era solo un rapporto emotivo ma anche fisico tra noi ma sventolarglielo cosi in faccia mi faceva provare un senso di vergogna.
Demi invece era perfettamente tranquilla e a suo agio come se fosse la cosa più normale del mondo far sapere alla sua famiglia le sue attività sessuali per di più avvenute sotto lo stesso tetto.
"E quindi? Non fate tanto le santarelline voi due, soprattutto tu Dallas!" non c'era niente da fare quella ragazza proprio non ragionava a volte, al posto di lasciar cadere il discorso nel dimenticatoio continuò imperterrita.
"Cosa stai insinuando??" erano proprio sorelle, nemmeno le altre due intendevano mollare il colpo.
"Madison, ti ricordi di quando mamma ti ha beccata avvinghiata a James sotto il portico?? E vogliamo parlare di te Dallas e di come tocchi il tuo ragazzo al cinema quando si abbassano le luci??" sul volto di Demi si potè leggere perfettamente l'orgoglio nell'aver colpito in pieno le due ragazze.
"Chissá che combini tu con Linda..." Dallas incassò l'attacco ma al posto di prendersela con Demi, guardò me beffardamente come se fossi stata io a punzecchiarla.
"Sai cosa amo di più?" chiese Demi alla sorella.
Come inevitabile che fosse, tutti a questo punto erano in attesa che continuasse ormai incuriositi dalle sue parole mentre io ovviamente pregavo che stesse zitta.
"Mi piace stuzzicarle il seno dove ha il piercing...é il suo punto debole" disse con tono sensuale.
"Demi!!" dissi con gli occhi fuori dalle orbite, non potevo credere che lo avesse detto davvero.
"É la veritá! Anche a te piace mordermi il seno ma non mi vergogno mica a dirlo!!" ribatté sorridendomi priva di ogni pudore.
Ero esterefatta.
"Scusatela oggi non sa quel che dice, deve aver sbattuto la testa" sperando che capisse che era ora di fermarsi, la fulminai con lo sguardo.
"Non credo di averla sbattutta sai, sono certa che fosse da un'altra parte..." Demi mi fece l'occhiolino e a quel punto mi rassegnai scoppiando a ridere.
"Non so che dire, io e te facciamo i conti dopo comunque" ero imbarazzatissima ma era bello poter scherzare di nuovo con lei.
Finimmo di mangiare e ognuno andó a svolgere le sue cose.
Eddie andó a lavoro, Madison a scuola, Dallas a trovare il suo fidanzato, Dianna a stirare mentre io e Demi, dopo aver sistemato le cose in cucina, salimmo di nuovo in camera.
"Te la dovrei far pagare per prima lo sai?" la presi per il braccio e la tirai verso di me.
"Hai ragione, fallo ti prego..." Demi si passó la lingua sul labbro per poi morderselo.
Dio quanto era sexy.
Delicatamente la spinsi contro il muro senza staccarle gli occhi di dosso, ancora non riuscivo a capacitarmi di quant'era meravigliosa.
Mi avvicinai e la baciai.

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Capitolo 52
*** Capitolo 52 ***


Erano da poco passate le 15 e dopo aver pranzato ci radummo in salotto a parlare.
Dovevamo decidere definitivamente cosa fare, ormai eravamo alle strette e mancavano solo due giorni al rietro di Niall in America.
Non potevamo più aspettare o riflettere, era tempo di agire.
Alla tv e sui giornali era un sussegguirsi di dibattiti sul matrimonio di Demi e Niall, di interviste esclusive a presunte persone coinvolte nell'evento e soprattutto allo sposo che si dichiarava entusiasta di convolare a nozze.
Fortunatamente l'assenza della sposa da tutto questo circo mediatico non destava molta attenzione o preoccupazione in quanto tutti la credevano assorbita nei preparativi di quello che sarebbe dovuto essere uno dei giorni più importanti e belli della sua vita.
"Ho deciso, verró con voi in Italia" disse Demi ad un tratto.
"Oh tesoro, hai fatto la scelta migliore" Dianna andó ad abbracciare felice la figlia.
"Hai preso la decisione giusta" ribadì Eddie.
"Non é quello che voglio ma se lei crede che io debba andarmene, lo faró" Demi mi guardó con un velo di tristezza negli occhi ma in quel momento stava riponendo in me tutta la sua fiducia.
"Bene. Devo fare qualche chiamata allora...visto che siete tutti coinvolti, é giusto che sentiate tutto" estrassi il cellulare dalla tasca dei jeans e composi il numero.
Passarono un paio di secondi prima che l'uomo rispondesse ma poi la sua voce si udí forte e chiara.
"Ehy!!! Marta mi stava proprio chiedendo quando la zia rockstar sarebbe venuta a trovarci!" come faceva ogni volta che mi sentiva, Marco mi rispose allegro.
"Ciao, manca anche a me quella gnometta..."  quando risposi, il tono della mia voce uscí molto più cupo del suo e la cosa non sfuggì al ragazzo.
"Che succede?" mi chiese capendo che non era una chiamata di cortesia.
Nonostante sapesse già molte cose, gli spiegai accuratamente tutta la situazione, soffermandomi soprattutto sul pericolo che incombeva su Demi.
"Prima che tu dica qualcosa sappi che sei in vivavoce, al mio fianco a me c'è Demi e tutta la sua famiglia..." conoscendo Marco, era meglio avvisarlo.
"Ah...ciao Demi e buongiorno a tutti voi" appena Marco salutò, venne subito ricambiato dall'intera famiglia De La Garza.
Ormai sembravamo una grande famiglia allargata.
"So di non starti molto simpatica dopo tutto quello che ho combinato ma..." nemmeno il tempo di finire che Demmi venne interrotta da Marco.
"Se Linda continua a starti accanto nonostante tutto, significa che davvero tra voi c'è qualcosa di speciale. Se è felice lei. lo sono anche io..." replicò sorprendendomi, mi aspettavo una reazione molto piú dura.
"Sei come un fratello per me e ho bisogno del tuo aiuto..." era ora di venire al punto, il tempo stringeva e ogni secondo che passava, faceva avvicinare sempre di piú all'arrivo del biondo.
"Certo...dimmi pure" ribattè entusiasta di aiutarmi.
"Ho bisogno che tu vada a prendere Demi e la sua famiglia in aereoporto e che li porti nel mio vecchio appartamento" instintivamente guardai Demi.
Li che era cominciato tutto e nonostante fosse passato molto tempo da allora, ogni cosa era impressa indelebilmente nella mia memoria, incontrarla aveva cambiato la mia esistenza per sempre.
"Faccio anche un pò di spesa prima che arrivino ok?" nonostante gli impegni e la distanza che ci divideva, avrei sempre potuto contare su di lui e questa ne era l'ennesima dimostrazione.
"Sei un grande...grazie" ero infinitamente grata di avere un amico come lui.
"Figurati, non devi rigraziarmi. Fammi sapere l'orario dell'aereo...a presto!" quando riattacò mi sentii più leggera, finalmente il piano incominciava a concretizzarsi.
Ci furono attimi in cui nessuno seppe che dire, lasciando cosi che il silenzio dilagasse pesando su di noi come un macigno.
"Allora è deciso?" azzardò Madison.
"Si tra due giorni sarete in Italia. Per quel che può servire, sappiate che potrete contare su Marco quando sarete li..." dissi cercando di far un pò di luce nelle loro paure.
Tutti annuirono ma la tensione era palpabile, la resa dei conti con Niall era vicina e inevitabile.
Dopo cena io e Demi salimmo in camera mia concedendoci un pó di tranquillitá, ne avevamo davvero bisogno o forse era solo un pretesto per restare sole.
"Andrà tutto bene vero?" mi chiese accoccolandosi a me sul letto.
Tenerla stretta, sentire il suo calore e respirare il suo profumo mi faceva sentire in pace con il mondo intero, era come se tutto sparisse e ci fossimo solo noi.
"Speriamo..." risposi accarezzandole la schiena.
"Che razza di risposta è?? Deve andare bene!" ribattè stizzita.
"Scusa amor..." appena mi resi conto di quello che avevo detto, mi stoppai di colpo ma ormai era troppo tardi.
"Mi hai chiamata amore..." Demi si sollevò in modo da riuscire a guardarmi, palesemente emozionata dopo ciò che aveva sentito.
I suoi occhi erano lucidi e sul suo volto era stampato un sorriso dolcissimo.
"È la forza dell'abitudine..." mi stavo arrampicando sugli specchi e di certo non se la sarebbe bevuta.
Forte di quella parola di troppo, Demi mi sbottonò uno ad uno i bottoni della camicia per poi baciarmi con trasporto accarezzandomi il corpo.
"Dovremmo perderle allora tutte queste cattive abitudini non credi?" la sua voce era suadente, cosi sexy che un calore iniziò a diffondersi nel mio basso ventre.
"Non ho detto che siano cattive...." non volevo smettere di baciarla, di averla, di sentirla mia.
"Quindi chiamarmi amore non va bene ma questo si?" lentamente slacció i miei jeans abbassandomeli e cominciando a baciarmi la pancia scendendo sempre piú in basso.
"Devonne..." ero già su di giri, il respiro si stava facendo pesante e ogni parte di me voleva di piú.
"Vuoi che smetta?" sentire le sue labbra umide lasciare una bollente scia di baci sul mio inguine mi rendeva incapace di ogni reazione, ero totalmente sopraffatta da quelle sensazioni che solo Demi riusciva a farmi provare.
Il suo essere una brava ragazza, tenera e dolce ma anche sensuale, provocante e focosa era un mix che mi faceva impazzire.
Il gemito che mi scappó quando sentii la sua lingua a contatto con la mia pelle fu il consenso seppur superfluo a continuare, Demi mi guardó con gli occhi carichi di desiderio e affondó in me.

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Capitolo 53
*** Capitolo 53 ***


Il suo respiro sfiorava la mia pelle come la brezza d'estate e il suo cuore tichettava regolare come un orologio nel petto.
Demi sollevò il viso e mi sorrise, un sorriso di quelli che avrebbe fatto impallidire persino il sole da quanto era luminoso.
Ci eravamo svegliate da poco ma nessuna delle due sembrava voler alzarsi dal letto nonostante fosse il gran giorno; 6 ore e Demi sarebbe partita per l'Italia insieme alla sua famiglia mentre io sarei rimasta in America a risolvere le cose con Niall.
"È strano pensare che tecnicamente io sono la tua amante in questo momento" dissi percorrendo con le dita il suo braccio.
"Non lo sei..." mi contraddisse lei.
"Avevi già scelto l'abito?" era difficile per me parlare di questo ma la curiosità mi stava divorando.
"No...ogni volta che ci provavo scoppiavo a piangere. Tutti pensavano fosse per l'emozione ma in realtá era disperazione...non é cosi che avevo immaginato il mio matrimonio..." rispose dandomi un leggero bacio sul petto.
"E come lo immagini?" le chiesi.
Demi si mosse mettendosi su un fianco sostenendo la testa con il braccio.
"Non importa quale sia il luogo, l'abito o la cerimonia ma nel matrimonio dei miei sogni ci sei sempre tu ad aspettarmi. Io so cosa sei, l'ho sempre saputo...sei l'amore della mia vita e non importa quanto tempo ci vorrà, riuscirò a riconquistarti e stavolta saremo felici amore mio" lentamente si avvicinò dandomi un leggero bacio incrociando poi il mio sguardo.
In quel momento il mio pensiero andò a finire a un oggetto che avevo acquistato molto tempo prima ma che ormai non avrei mai pensato di usare.
Era una totale follia ma in fondo lo era anche ciò che ci legava.
Mi alzai dal letto e frugai tra le mie cose fino a quando non trovai quello che stavo cercando tornando poi da Demi che nel frattempo si era sollevata mettendosi a sedere sul letto incuriosita da questo mio gesto cosi inaspettato.
Mi sedetti di fronte a lei e feci un respiro profondo, ero davvero pazza a farlo ma era solo colpa sua, mi aveva fatto innamorare di lei in un modo che non credevo neppure possibile.
"La verità è che non so nemmeno da dove cominciare, potrei usare tutte le parole esistenti ma non riuscirei comunque a spiegare ciò che provo. Se mi avessero chiesto 5 anni fa cos'è l'amore, se me lo chiedessero ora risponderei che per me sono un paio di occhi color cioccolato, dei capelli lunghi e morbidi, delle labbra carnose che sanno trasformarsi nel più bello dei sorrisi e un viso meraviglioso che sembra appartenere a un angelo" da quando avevo cominciato a parlare non avevo staccato gli occhi da i suoi, volevo cogliere ogni sua emozione.
"Io..." Demi provò a parlare ma subito la zittii mettendole un dito sulla bocca che lei baciò delicatamente.
"Ti prego fammi finire. Non so dove le nostre vite ci porteranno ne cosa ci riserverà il futuro ma voglio passare la mia intera esistenza con te" presi la sua mano e posai sul suo palmo la scatoletta che fino ad ora avevo tenuto nascosta, lasciandole finalmente vedere il suo contenuto.
All'interno c'era un bellissimo anello di fidanzamento tempestato di diamanti.
In quell'istante, il volto di Demi venne attraversato da una miriade di emozioni...sorpresa, stupore, commozzione ma soprattutto una felicità inimmaginabile.
"Demetria Devonne Lovato vuoi sposarmi?" la fatidica proposta era stata fatta, ora era tutto nelle sue mani.
"S-si...ti amo cosi tanto..." Demi iniziò a piangere mentre io con mano tremante le infilavo l'anello al dito.
Ci baciammo con trasporto, sentendoci più unite e innamorate che mai finendo con il fare l'amore in un modo che sembrò magico, niente ci avrebbe più separate.
"Ti amo Demi...ora però dovremmo scendere, abbiamo una notizia da dare e delle valigie da chiudere" le sorrisi dolcemente e lei mi fece cennó di si.
Arrivammo in salotto mano nella mano sotto gli occhi increduli dei suoi famigliari che fino a un attimo prima stavano discutendo animatamente.
"Oddio non ditemi che siete tornate insieme!!" esclamò Madison iniziando a battere le mani tutta eccitata vedendoci cosi vicine.
"Si e c'é di più" rispose la sorella facendosi stringere da me in vita.
"Cioé?" chiese Dallas guardando prima lei e poi me.
"Ci sposiamo..." Demi allungò il braccio verso la sua famiglia mostrando così l'anello che portava all'anulare.
"È meraviglioso" disse Dianna commossa stringendoci forte, seguita subito dopo da tutti gli altri che vennero a congratularsi con noi.
"Non per essere una guastafeste ma mancano due ore al volo, forse è il caso che ci diamo una mossa" disse Dallas.
Tra le tre sorelle lei era quella più razionale e organizzata mentre le altre due erano decisamente più con la testa fra le nuvole.
"Hai ragione...30 minuti e ci troviamo qui per andare" presi Demi e la trascinai di sopra ad ultimare le ultime cose.
Nel mentre che la mia fidanzata preparava il suo beauty case, io ricontrollai il suo bagaglio.
Avevo messo un pò di tutto al suo interno; dalle magliette ai maglioni e soprattutto il cappotto che le avevo preso il giorno prima, le sarebbe servito visto il freddo che avrebbe trovato una volta atterrata.
"Fatto, ho preso tutto..." Demi si appoggiò alla scrivania sulla quale avevo posato la valigia.
"Ho finito anch'io" con un colpo deciso chiusi la zip e la tirai verso me abbracciandola.
"Mi mancherai" le sussurai stringendola.
"Anche tu, non passerà secondo senza che io pensi a te...non vedo l'ora di diventare tua moglie" l'ultima parola la disse con cosi tanta dolcezza che se avessi potuto, l'avrei sposata in quel momento.
"Meglio andare ora" le spostai i capelli dal viso e le diedi un bacio, dividermi da lei era necessario ma faceva male.
Raggiungemmo gli altri al piano inferiore che nel frattempo avevano giá chiamato il taxi, caricammo i bagagli e partimmo in direzione dell'aereoporto.

SPAZIO AUTRICE: da quando ho iniziato a scrivere questa fan fiction non ho mai usufruito di questo spazio ma arrivata a questo punto ci tengo a ringraziare tutti voi che leggete la mia storia, soprattutto chi ha lasciato delle recensioni e chi l'ha inserita tra i preferiti perché senza di voi non sarei arrivata fin qui, non avrei mai pensato che sarei riuscita ad appassionare cosi tante persone.
Questo capitolo é stato peggio di parto, ho impiegato molto tempo per scriverlo a causa dei numerosi impegni ma ora eccolo qui, spero vi piaccia. Più recensioni ci saranno, prima aggiornerò quindi...recensite!! ;)

 

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Capitolo 54
*** Capitolo 54 ***


Arrivammo in aereoporto con un'ora d'anticipo, facemmo tutta la procedura necessaria per l'imbarco delle valigie, il check in e ci sedemmo sulle poltroncine ad aspettare.
Demi si sedette in braccio a me appoggiando la testa sulla mia spalla, rendendo involontariamente il distacco ancora piú difficile e doloroso.
"A cosa stai pensando?" mi chiese sottovoce.
"Ho avuto davvero paura di averti persa per sempre..." risposi dandole un leggero bacio in fronte stringendola me.
"Una leggenda giapponese narra che le persone sono legate alla loro anima gemella da un filo. Non importa dove sono o che cosa succederà, loro sono destinate a stare insieme e niente potrà impedire questo" il racconto di Demi face accellerare il battito del mio cuore.
Forse questa leggenda era vera...non eravamo forse l'esempio calzante di tutto ciò?
"Ti amo lo sai vero?" delicatamente le presi il viso e glielo sollevai incrociando cosi il suo sguardo.
"Si amore, io di piú però..." Demi appoggiò la sua fronte alla mia facendomi un sorriso meraviglioso.
"Tra poco sarà tutto finito e poi signorina Lovato diventerà mia moglie..." marcado volutamente le ultime parole, le presi la mano e intrecciai le dita con le sue senza staccarle gli occhi di dosso.
Mi sembra ancora un sogno.
"So già che ti mancherò ma vado un attimo alle toilette" ridendo, Demi si alzò.
"È meglio se vengo con te..." risposi seria alzandomi a mia volta.
"Non mi accadrà nulla, stai tranquilla" replicò dandomi un bacio.
"Ti ricordo che in Harry Potter quando Hermione è andata in bagno da sola é stata attaccata da un troll" ero consapevole di sembrare una bambina ma non volevo lasciarla da sola.
"Dubito che mi attaccherà un troll quindi ora resti qui e ti rilassi" dolcemente mi spinse sulla seggiolina e dopo avermi dato un'ultima occhiata divertita sparí tra la folla.
Appena se ne andò iniziai ad essere nervosa e a contare i minuti che ci impiegava finchè al ventesimo scoppiai.
"Ci sta mettendo troppo..." dissi guardando la famiglia di Demi.
"Forse ha trovato gente o si é fermata con qualche fans" rispose tranquilla Dallas.
"Sarà li che firma autografi o fa foto e avrà perso la cognizione del tempo, sai com'è sbadata..." continuò Eddie.
Feci cenno di si ma in realtà quelle parole non mi tranquillizzarono per nulla e il senso di angoscia anzi calare, aumentò.
Passarono altri 15 minuti e di Demi neanche l'ombra.
"Ma che fine ha fatto? Dovremmo salire sull'aereo..." visto il ritardo eccessivo di Demi, anche Dianna si mise in allerta cosi come il resto della famiglia De La Garza.
"Andiamo a cercarla" ribattei decisa.
Eddie spartí le varie zone e ci dividemmo dandoci appuntamento li appena finito il giro; a me toccò proprio la zona dei bagni che si trovava vicino al bar/ristorante.
Guardai in ogni angolo del locale pensando che forse si era fermata a prendere qualcosa ma non c'era traccia di Demi cosi andai dritta alle toilette che risultarono deserte.
"Ehy, Devonne sei qui?" dissi ad alta voce in modo che potesse sentirmi.
Niente, il silenzio più totale.
Uscii di fretta dando una fugace occhiata attorno a me e tornai al punto d'incontro.
"Non c'é" sentenziai riunendomi agli altri.
In quel momento il mio cellulare squillò, lo presi di fretta e guardai il display.
Era Demi.
"Ma dove sei?? Dimmi cosa c'é attorno a te che vengo in tuo soccorso" dissi tirando un sospiro di sollievo immaginando che si forse persa.
Certo, non era la prima volta che frequentava quest'aereoporto ma con la testa che si ritrova non c'era da stupirsi di nulla.
"Ciao lesbica, da quanto tempo..." una voce maschile risuonò beffarda dall'altra parte del telefono.
La realtà si trasformò di colpo in un incubo da cui ero totalmente impreparata, non poteva essere vero.
Ce l'avevamo quasi fatta...quasi.

SPAZIO AUTRICE: Ciao a tutti! Ecco a voi il nuovo capitolo, spero vi piaccia. L'ultima volta siete stati/e davvero bravi/e con le recensioni quindi se farete il bis continueró a breve la storia, altrimenti no, vi faró penare per sapere come come va avanti! xD
Buona lettura!! Ah piccolo sondaggino...quando finirá questa fan fiction ne volete un'altra oppure no? Fatemi sapere!

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Capitolo 55
*** Capitolo 55 ***


"Niall..." dissi cercando di nascondere la paura che mi stava attanagliando lo stomaco.
Appena sentirono quel nome, le facce di Dianna, Eddie, Dallas e Madison si trasformarono in una maschera di puro terrore diventando di un bianco cadaverico.
"Sono tornato un giorno prima per fare una sorpresa a Demi e non trovandola a Los Angeles sono venuto qui a Dallas credendo che dietro a tutto questo ci fosse lo zampino della sua fottuta famiglia, esco dal bar e la incrocio qui..." il suo tono uscì tranquillo ma sapevamo entrambi che dentro stava ribollendo dalla rabbia.
"Niall, dov'è Demi?" gli chiesi fredda, una parola sbaglia o di troppo e sarebbe esploso travolgendo tutto.
"Oh non preoccuparti, quella puttanella è qui con me...su salutala" rispose divertito.
Si sentirono rumori strani, urla e infine la voce tremante di Demi.
"A-amore preferivo il troll" cercò di sdramattizzare lei.
"Sta tranquilla piccola, ti troverò e poi ci sposeremo..." replicai dolcemente con le lacrime agli occhi.
"No non farlo! Ti ucciderà" gridò sconvolta.
"Ti a..." si udí un colpo violento  e poi il silenzio.
"Avete parlato già troppo, mi fate venire il diabete cazzo!" schifato da ciò che aveva sentito, Niall riprese la conversazione con me.
"Che le hai fatto??" gli ringhiai contro.
"Per ora l'ho solo zittita ma poi ci divertiremo un sacco, non sai quanto" una risata risuonò fragorosa rimbombando nelle mie orecchie.
"Sfiorala e giuro che t'ammazzo Horan..."  ero fuori di me, strinsi cosi forte il cellulare in mano che scricchiolò.
"Che paura" replicò sarcastico.
"Dovresti averne, farò qualsiasi cosa per fermarti..." non mi sarei fermata davanti a nulla, stavolta avrei chiuso questa cosa una volta per tutte.
"Oh ma davvero?? Su unisciti a noi...siamo a casa di Demi" per nulla intimorito dalle mie parole, Niall mi sfidò.
"Arrivo subito" dissi decisa.
"Ah é ovvio ma te lo dico comunque, non azzardarti a chiamare la polizia se non vuoi che le faccia saltare la testa e porta tutta la sua famiglia con te" continuó.
"Loro lasciali fuori, non centrano" protestai, piú persone erano coinvolte peggio era.
"Ho detto di farli venire! Se ti presenterai sola...bang!" Niall imitó il suono di una pistola facendomi rabbrividire.
"Ok va bene" ormai ero rassegnata, aveva lui il cortello dalla parte del manico e non c'era altra scelta se non accettare.
"Ti aspetto" fu l'ultima cosa che disse Niall prima di chiudere la chiamata.
Riposi il cellulare nella tasca dei jeans e mi accasciai sulla seggiolina tenendomi la testa con le mani mentre i famigliari di Demi mi bombardavano di domande.
"Ho cercato di tenervi fuori ma non ho potuto far nulla...dobbiamo tornare a casa...ha lui Demi..." riuscii solo a dire.
Senza aggiungere altro salimmo su un taxi in direzione della casa De La Garza con la paura negli occhi.
Non sapevo cosa sarebbe successo ma non potevo fallire, in ballo c'era qualcosa di troppo importarte.
La vita di Demi.

SPAZIO AUTRICE: Eccomi di nuovo qui con il nuovo capitolo! Grazie a coloro che hanno recensito, siete stati fantastici!
L'ultima volta siete arrivi a 9 recensioni quindi stavolta vi sfido ad arrivare a 10! Datevi da fare sennò niente aggiornamento ;) A presto!

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Capitolo 56
*** Capitolo 56 ***


Quando arrivammo sotto il portico della casa ci fermammo per un attimo.
Eravamo spaventati a morte ma anche molto determinati, tutti noi amavamo quella ragazza e avremmo fatto qualsiasi cosa per lei anche se questo significava affrontare un pazzo come Niall.
Ci scambiammo una rapida occhiata e dopo una leggera titubanza aprii la porta.
Contro una parete del salotto, giaceva Demi, completamente nuda, raggomitolata su se stessa e con la testa sulle ginocchia.
"Demi!!" senza pensarci due volte mi fiondai da lei.
Al suono della mia voce alzó lentamente il capo guardandomi con occhi spenti e pieni di paura.
"Sei venuta di nuovo a salvarmi..." disse sottovoce senza muoversi.
"Lo faró sempre amore..." mi sfilai la felpa che indossavo e gliela feci mettere vedendola rabbrivide al contatto con la mia pelle.
Dianna, Eddie e le ragazze si strinsero attorno a noi sincerandosi delle condizioni di Demi senza però smettere un attimo di guardarsi attorno guardinghi, cercando anche solo una traccia della presenza di Niall in casa.
"Ora appoggiati a me, ti porto via da qui" le dissi dolcemente e con un colpo di reni la sollevai da terra dirigendomi a passi svelti verso l'uscita.
"É troppo facile cosi" Dallas diede voce al pensiero di tutti noi e purtroppo aveva ragione.
Ogni parte del mio corpo avvertiva che stava per accadere qualcosa di infausto ma dovevo cercare di sopprimere quella sensazione il piú possibile se volevo restare lucida.
"Facile o no tagliamo la corda, proviamoci almeno" ribattei decisa, non avevo intenzione di gettare la spugna.
Eravamo quasi giunti alla porta quando uno sparo ci fece sobbalzare tutti all'istante.
"Complimenti siete venuti tutti quanti rischiando la vostra vita! E per cosa? Per quella li" Niall lentamente scese le scale indicando Demi con la sua Revolver.
"Eddie, tienila" cercando di essere il piú delicata possibile passai Demi all'uomo che la avvolse con le sue forti braccia, era me che voleva il ragazzo.
"Sono qui ora, lasciali andare" gli dissi avanzando verso di lui.
"Le regole le detto io e nessuno uscirà da questa casa...per quanto ti riguarda avrai un trattamento speciale non preoccuparti" un violento colpo, arrivò sul mio volto facendomi barcollare.
"Puoi ancora fermarti Niall..." non so come facevo anche solo a pensare che uno come lui potesse capire i suoi errori ma la via della non violenza era la cosa più sicura visto che era armato.
"Fermarmi?? E cosa otterrei?? Il carcere!! Probabilmente finirá cosi comunque ma prima voglio togliermi qualche soddisfazione" rispose con un sorriso maligno sulle labbra.
"Cosa vuoi Niall? Finiamola una volta per tutte..." ormai al limite della sopportazione, lo incitai.
A quel punto, il ragazzo puntò l'arma verso Demi guardandomi dritta negli occhi.
"Ora mia cara e dolce Demetria prenderai quelle corde laggiù e legherai tutti loro per bene...niente scherzi o farò saltare le loro teste" esclamò sempre più accecato dall'odio e dalla voglia di vendetta.
"V-va b-bene..." Demi guardò Eddie che subito la lasciò andare e si diresse nel punto in cui giacevano le grosse corde.
Una volta prese, iniziò a legare i polsi e le caviglie dei suoi famigliari facendo dei nodi robusti venendo infine da me, l'unica ancora libera.
"M-mi dispiace è tutta colpa mia...." iniziò a dire con un filo di voce e le lacrime agli occhi mentre mi legava.
"Non dire sciochezze Devonne, in un modo ce la caveremo come sempre..." ribattei cercando di rassicurarla, non l'avevo mai vista così sofferente.
"State zitte voi due!!!" con un schiaffo, il biondo buttò Demi a terra che gemette dal dolore,
Il suo polso aveva assunto una strana forma e probabilmente si era rotto a causa dell'urto sul pavimento.
"Maledetto!" con tutta la forza che avevo in corpo, gli andai addosso a mo di giocatore di football facendolo cadere.
Il biondo si ricompose immediatamente e dopo una serie di pugni e calci, mi fece rialzare buttandomi contro la parete vicino agli altri.
"Ora goditi lo spettacolo" uno strano luccichio scintillò nei suoi occhi facendogli assumere un'espressione davvero malvagia, espressione che peggiorò quando si direbbe verso Demi.
Con una brutalità inaudita, le strappò l'unico capo di vestiario che indossava e puntandole la pistola contro, iniziò a violentarla sotto lo sguardo inorridito e sconvolto mio e della sua famiglia.
Dopo l'iniziale resistenza, Demi si arrese ormai priva di forza e di speranza scossa dai violenti colpi di Niall mentre io assistivo inerme a quella scena.
Era peggio di qualsiasi film horror, a stento riuscivo a sopportare quella visione e piú passavano i secondi, piú nella mia mente si delineava un pensiero che fino a quel momento non mi aveva mai sfiorato.
Sentivo il cuore battere come un tamburo nel petto, il sangue fluire nelle mie vene come lava bollente e le orecchie fischiare.
Senza dare nell'occhio, iniziai a far leva con i polsi e le caviglie sulle corde cercando di allentarle.
Ci misi un pò ma alla fine cedettero quel tanto che bastava per liberare le mani e per scattare appena ce ne fosse stata l'opportunità.
Niall afferrò Demi per i capelli costringendola a baciarlo e senza smettere un attimo di violentarla, raggiunse l'orgasmo.
Quando finalmente finì, mollò la presa richiudendosi i jeans e Demi caddè stremata al suolo.
"Mi ero scordato di quando fosse...accogliente..." consapevole del dolore e della rabbia che stavo provando, il ragazzo mi guardò dritta negli occhi.
L'attimo che stavo aspettando era arrivato.
In un attimo gli fui addosso scaraventandolo il piu lontano possibile.
"Puttana!" urlò quando finí a terra, preso del tutto alla sprovvista.
La collutazione che ne seguí fu senza esclusioni di colpi al punto che mi scordai della pistola ma quando uno sparo squarciò il silenzio, un dolore lancinate esplose al centro del mio petto.
"No!" gridò Demi venendomi incontro ma subito Niall le tirò uno schiaffo, facendola cadere di nuovo.
Non potevo arrendermi, non poteva finire cosi ma mi sentivo terribilmente debole e sulla mia maglietta stava comparendo una vistosa macchia di sangue.
Senza nemmeno sapere come, feci appello a tutte le forze che mi erano rimaste e colpii Niall ripetutamente riuscendo a disarmarlo.
Un veloce scambio di sguardi e in un attimo sia io che il ragazzo ci gettammo cercando di raggiungere la Revolver.
Ero ormai priva di energie, Niall mi si era gettato addosso con la furia di un leone e lottare con lui mi stava consumando velocemente ma quando sentii la canna fredda della pistola sfiorarmi le dita, una scarica di adrenalina percorse il mio corpo.
La afferrai e sparai alla cieca sopra di me.
Di colpo, non ci furono piú resistenze, colpi o movimenti...solo il peso di Niall a schiacciarmi.
Mi liberai a fatica e barcollando raggiunsi Demi.
"Amore...non so cosa fare...stai sanguinando..." disse tremando accarezzandomi.
"Scusa..." sussurrai baciandola con dolcezza accasciandomi poi su di lei.
Demi mi strinse tra le sue braccia cullandomi dolcemente.
"Resisti amore...ora tu resti qui e io vado a chiamare un'ambulanza...ti rimetterai vedrai..." sussurrò con le lacrime agli occhi.
"N-no resta...non andare..." deglutii stringendole il braccio.
"Ma devo andare, ti serve aiuto..." replicò ormai in preda alla paura.
"Ho solo un rimpianto...non essere riuscita a sposarti..." sussurrai piano.
"Non voglio neanche ascoltarti..." Demi fece per alzarsi ma la bloccai di nuovo.
"Ascoltami..." la guardai negli occhi dolcemente "voglio che tu abbia una vita piena e felice, che tu ti faccia una famiglia...voglio che tu viva appieno la tua vita, devi farlo anche per me..." dissi respirando a fatica.
"Ti prego..." Demi mi guardò con occhi imploranti.
"È l'amore il motivo per cui viviano e io grazie a te mi sono sentita piú viva che mai...ti amo Demi..." il respiro si fece sempre piu debole e il cuore sempre piú lento.
Le palpebre si fece pesanti come macigni e tutto venne avvolto dall'oscurità.

SPAZIO AUTRICE: Chiedo scusa per il ritardo con cui aggiorno la fan fiction ma ho avuto parecchio da fare in questo periodo.
Che dire, spero vi piaccia questo capitolo e mi raccomando recensite se volete sapere come continua!

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Capitolo 57
*** Capitolo 57 ***


Stavo guardando fuori dalla finestra da un tempo che sembra infinito.
La pioggia ticchettava incessantemente sul vetro e un forte vento soffia tanto da creare dei mulinelli con le foglie cadute dagli alberi.
"Ehy a che stai pensando? É da quando ti sei svegliata che sei strana..." Josh arrivó alle mie spalle e lentamente mi strinse in vita abbracciandomi da dietro.
"Stavo solo pensando a una cosa" risposi fingendo un sorriso.
"Va bene dolcezza" l'uomo mi prese il viso e mi bació con trasporto andando poi in bagno.
Erano trascorsi 7 anni eppure mi sentivo come se tutto si fosse fermato quel giorno.
L'arrivo della polizia, dell'ambulanza, la corsa all'ospedale e l'intervento...tutto era stato inutile.
Quando il medico uscì dalla sala operatoria dicendomi che non c'era più nulla da fare non volevo crederci, non potevo credere che la persona che amavo di più al mondo non ci fosse piú ma ben presto dovetti affrontare la realtá.
I mesi, gli anni seguenti furono un continuo alternarsi di pianti e crolli emotivi e ancora oggi la sua assenza é qualcosa di inconcepibile per me.
Ci sono momenti in cui mi sembra di avvertirla vicina a me come quando, anche senza girarmi sapevo, che era dietro di me e che da li a poco mi avrebbe stretta a se ma ora non ci sono le sue braccia a stringermi ne le sue labbra a sfiorarmi il collo.
Non ci saranno mai più.
"Allora, quando ritorno a casa andiamo fuori a cena stasera?" Josh irruppe nella stanza e mi venne accanto guardandomi dolcemente.
"Va bene" risposi poco convinta.
"Sicura di star bene Demi? Se vuoi rimando la riunione" ribatté preoccupato.
"Nono tranquillo, sono solo un pó stanca" mi giustificai.
Lui annuì piano, si vestì e dopo un bacio veloce, uscí di casa per recarsi a lavoro.
Quando la porta si richiuse mi ritrovai di nuovo sola e il filo dei miei pensieri riprese li da dove si era interrotto.
Passarono anni prima che permettessi a qualcuno di avvicinarsi a me e ancora oggi, ogni volta che Josh mi baciava, ogni volta che facevamo sesso mi sentivo terribilmente in colpa.
A lui ci tenevo ma il vero amore lo avevo conosciuto molto tempo prima e dopo di lei, chiunque abbia provato a far parte di me, non aveva rappresentato altro che un pallido riflesso di ció che avevo avuto e che troppo presto mi era stato portato via.
Se con lei bastava uno sguardo per provocarmi un uragano, ora niente riusciva a smuovere in me qualcosa che non fosse più di un sincero affetto.
Mi mancava terribilmente, avrei dato qualsiasi cosa per riaverla con me ma purtroppo niente avrebbe potuto ridarmela indietro, non stavolta.
Senza nemmeno rendermene conto, gli occhi iniziarono ad arrossarsi e le lacrime ad uscire.
Avevo bisogno di lei, mi sentivo morire cosi presi le chiavi dell'auto e mi diressi nell'unico posto in cui avrei potuto trovare un pó di pace.
Quando arrivai a destinazione e parcheggiai l'auto lungo il margine della strada una strana sensazione inizió a farsi sentire, la stessa che avvertivo in ogni istante accanto a me solo che in maniera molto più forte.
Mi incamminai lungo il sentiero e da li a poco mi ritrovai davanti alla sua lapide.
"Ciao amore..." dissi piano inginocchiandomi sull'erba "Non sai quanto vorrei poterti abbracciare di nuovo, é cosi difficile senza di te...a volte ho l'impressione che tu mi sia accanto, che anche se non ti vedo tu stia continuando a vegliare su di me..." le parole iniziarono ad uscire a singhiozzo, tutto il dolore che nell'ultimo periodo avevo cercato di arginare uscì impetuoso come lava durante l'eruzione di un vulcano "Vorrei poterti odiare lo sai? Noi dovevamo sposarci! Noi dovevamo passare la nostra vita insieme! Io ti amo, io ti amo ancora cazzo..." feci appena in tempo a pronunciare quelle parole che scoppiai in un pianto disperato, uno di quelli destinati a non abbandonarti mai, uno di quelli che puoi frenare ma non allontanare mai del tutto.
"Vorrei tanto mollare, lasciarmi andare e raggiungerti il prima possibile ma mi hai detto che dovevo vivere per entrambe ed é quello che sto provando a fare...sai Josh é un bravo ragazzo, non mi fa mancare nulla ma non sarai mai te, nessuno lo sará mai...ti ameró per sempre Linda, niente cambierá questo nemmeno la morte" mi sollevai piano e accarezzai la foto sfiorando poi ogni lettera affissa sulla lastra di marmo.
Asciugai le ultime lacrime e mi voltai in direzione dell'auto ma qualcosa mi bloccó all'istante.
Forse stavo impazzendo davvero ma ero convinta di aver udito qualcosa.
Scrollai la testa e ricominciai a camminare.
"Non puó essere vero, era solo il vento" pensai.
Ma fu proprio mentre aprivo la portiera che il suono si ripeté piú nitido e chiaro che mai.
"Sii felice Devonne, ti amo" quella voce l'avrei riconosciuta ovunque.
Era la sua.
Mi guardai attorno sconvolta ma non c'era nulla.
Poi capii.
Quella sensazione che non mi lasciava mai, quel calore che avvertivo nei momenti piú duri non era frutto solo della mia fantasia, era lei.
Lei che in tutto questo tempo non aveva mai smesso di starmi vicina proprio come un angelo custode, lei che anche se non era fisicamente accanto a me era ancora piú viva che mai.
"Sei l'angelo piú rock del paradiso ne sono sicura" sussurrai sorridendo guardando il cielo tornato sorprendentemente sereno come nelle migliori giornate di sole.
Ora che sapevo di non essere sola, le cose sarebbe andate meglio e prima o poi saremmo tornate insieme, questo era sicuro.

SPAZIO AUTRICE: Scrivere quest'ultimo capitolo é stato durissimo, spero di non aver deluso nessuno anche se immagino speravate in un happy ending. In tanti avete seguito questa fan fiction partita per gioco, facendola diventare poi una fra le piú seguite e per fortuna anche apprezzate. Grazie di cuore a chiunque abbia recensito, messo fra i preferiti o anche solo letto la mia storia, é stato fondamentale per me per continuare a portare avanti questa mia creazione. Fatemi sapere che ne pensate di quest'ultimo aggiornamento e...mo' che si fa? xD Apparte gli scherzi, spero che se mai decideró di creare un nuovo racconto o magari chissá una continuazione di questo, decidiate di seguirmi ancora! Buona vita e stay strong, un bacio. Linda

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