passo a passo, Deeks e Kensi

di Flicka_chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: E tutto ebbe inizio (episodio 19 stagione 1) ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Collegamento o no? (episodio 20 stagione 1) ***
Capitolo 3: *** Scomparso (episodio 1 stagione 2) ***
Capitolo 4: *** Arte e madri (episodio 2 stagione 2) ***
Capitolo 5: *** Moto cross (episodio 3 stagione 2) ***
Capitolo 6: *** Compleanno o no? (episodio 4 stagione 2) ***
Capitolo 7: *** Piccoli Angeli (Episodio 5 stagione 2 ) ***
Capitolo 8: *** Pinguino ed ex (Episodio 6 Stagione 2) ***
Capitolo 9: *** Cenerentola con il coltello (Episodio 7 stagione 2) ***
Capitolo 10: *** La fiducia è alla base di tutto (Episodio 8 Stagione 2) ***
Capitolo 11: *** Maschiacci e donne di classe (Episodio 9 Stagione 2) ***
Capitolo 12: *** Il capitolo tanto atteso (Episodio 10 stagione 2) ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: E tutto ebbe inizio (episodio 19 stagione 1) ***


Ciao! Volevo fare una storia su Deeks e Kensi ma, nel contempo, mi chiedevo quali fossero i pensieri e le emozioni dei miei beniamini in ogni puntata... quindi mi è uscita una riadattazione degli episodi! Alcune conversazioni sono riprese pari pari, altre le creo cercando di stare più vicina possibile ai personaggi, ma è un lavorone e ogni episodio dà veramente tanto da lavorare, quindi perdonatemi se mi ritroverò ad aggiornare in maniera discontinua! Sfrutterò il più possibile queste vacanze xD
BUONA LETTURA!



Deeks
 
La vita dell’agente sotto copertura non è mai semplice. Ennesimo mese in cui sono qua, in questa palestra, a faticare per riuscire a farmi accettare da tutti, ma per lo meno il fisico pare dimostrare risultati, e con esso la mia capacità di affascinare le ragazze. Eh, dire che ci so fare è dire poco! Scaldo i muscoli per iniziare l’allenamento e vengo richiamato da Victor a conoscere una fanciulla niente male: alta, capelli castani, seni che a occhio e croce dovrebbero essere una seconda abbondante, canotta, pantaloni neri, stivali, borsa portata a tracolla. Decisamente molto interessante, come visione, soprattutto in una palestra di MMA. Dice di chiamarsi Tracy ma… c’è qualcosa che non mi convince nel suo modo di fare. Non ci credo che sia realmente la ragazza di Daniel, non ne avevo mai sentito parlare e ha l’aria di una che mette il naso dove non deve. ‹‹dai Jason, ci stiamo male tutti›› sento dire da uno dei marines dopo qualche mia frase tagliente e resto a osservarla; ‹‹torna a trovarci quando vuoi››, le fa Victor, il viso visibilmente dispiaciuto per la morte del commilitone. Non posso non farle un segno con il capo quando mi guarda, “vattene”, sperando che capisca che questo non è luogo per lei, una bambolina indifesa.
 
 
‹‹Cosa… ›› Entro nella casa di Daniel, e chi trovo? Lei, al computer. Come diavolo è entrata?? Resto un attimo bloccato, in qualsiasi altro momento sarei felice di vedere una ragazza ad aspettarmi in casa mia, ma non lei e di sicuro non qua. ‹‹Mi hai spaventata›› fa, viso e tono fintamente innocenti che potrei riconoscere lontano miglia. ‹‹Come hai fatto ad entrare? ›› chiedo inquisitorio, squadrandola per cercare qualche segno di pistole o oggetti pericolosi ‹‹con la chiave. Che ci fai tu qui?›› ‹‹Ci abito, stanza degli ospiti›› le rispondo mostrandole la mia chiave, poi continuo constatando ‹‹è il computer di Danny››, voglio vedere ora che dice. ‹‹Gli ho mandato delle foto per email…foto molto personali›› mi immaginavo una risposta del genere, come anche il tono che è sempre dolce e, potrei dire, provocante. Seguo la scia delle sue parole, facendo finta di crederci ‹‹di voi due che guardate il tramonto a Santa Monica… o di quelle in cui hai addosso solo il tuo sorriso? ›› “Se fossero davvero foto in cui sei nuda le vorrei vedere io, bambola”, penso con un ghigno. ‹‹ Mie foto che non voglio che trovi nessuno, non posso correre il rischio che finiscano su internet›› ‹‹eh brava, gli hai mandato foto vietate ai minori di diciotto anni, scommetto! Complimenti›› “fossimo in un altro contesto ti avrei già attaccata al muro e baciata, ma tu non sei chi dici e voglio capire perché stai intorno a Daniel” .
Rapidamente elaboro il movimento circolare fatto, voleva tenermi con le spalle alla cucina facendomi perdere tempo… devo indagare. ‹‹Danny mi ha detto di aver conosciuto una…›› inizio, seguendo il suo gioco e dirigendomi verso la stanza alle mie spalle. Realizzo tardi della pistola infilata nel retro dei pantaloni e visibile e mi maledico della mia disattenzione. ‹‹…che era la fine del mondo›› ‹‹sicuro che fossi io? Hai detto che aveva i numeri di tante ragazze! ›› Segno di cedimento, realizzo, e tentativo di attirarmi nuovamente in salotto. Osservo l’ambiente, la finestra è spalancata ma non ci sono segni di altre persone all’interno, non più almeno. Mentre la chiudo continuo con la storia, devo farla cedere ‹‹no no, sono sicuro che si riferiva a te: diceva che a letto ne combinavate di tutti i colori…›› ‹‹una cosa tira l’altra e prima o poi compare la macchina fotografica…›› torno da lei, concludendo il discorso ‹‹chiaro… però diceva “la mia Kate”››, la affronto, chiudendo il computer di scatto ‹‹tu chi diavolo sei?››, non sono abituato a rivolgermi con tono così duro a una bella ragazza. Il suo sguardo non perde un colpo, resta fisso su di me, è abituata a mentire… sempre più misteriosa la bella ragazza… inoltre ha gli occhi di colore diverso, uno marrone, l’altro nero, cosa che la rende ancora più affascinante ‹‹l’ho conosciuto ad una festa, gli ho pagato della roba che non mi ha mai dato e sono venuta a prendermela da sola. Sei anche tu qua per questo?›› ‹‹no, io non mi drogo. Forse la roba non gli è mai arrivata, ti ha detto chi è il suo fornitore?›› ‹‹speravo tanto che fossi tu››, dice facendo la gatta e avvicinandosi a me ‹‹o forse hai trovato ciò che cercavi prima che arrivassi io. Magari anche dei soldi. Dovrai svuotare le tasche››, le rispondo non cascando nei suoi giochetti. Quando il campanello suona leggo nel suo volto un sospiro di sollievo: un taxi chiamato forse da lei la salva da ulteriori domande. Lo sapevo che non era la ragazza di Daniel, non sono sicuro che sarà l’ultima volta che la vedrò, anzi temo proprio di no… devo stare in guardia, ho paura che tutta la mia copertura cada per colpa sua, e se succede i miei superiori alla polizia me la fanno veder ben brutta! E poi quella di Kate era completamente inventata, meno male ha funzionato…
 
 
Kensi

‹‹…il vostro Jason Whyler non esiste›› la voce di Eric, al telefono, fa aumentare gli interrogativi che coltiviamo sia io che Cullen. Nel viaggio di ritorno verso la base ne discutiamo: ‹‹da quando l’ho visto non mi è piaciuto. Era troppo sulla difensiva, sembrava volermi far andar via da quella palestra il prima possibile… che nasconderà? E poi l’hai visto prima? Era armato!›› faccio presente al mio collega ‹‹già, e poi sembra chi sa il fatto suo… potrebbe essere il nostro assassino, se tanto viveva in casa con Daniel…›› il silenzio cala come al solito nella macchina, né io né G siamo grandi chiacchieroni. Quasi arrivati esprimo ad alta voce un ultimo concetto ‹‹sta nascondendo qualcosa. Ma cosa?››
 
Sam ha deciso di far parte del gruppo di combattenti della palestra e questa sera dovrà combattere contro questo Whyler… Cullen è parecchio preoccupato per l’amico, io sono più fiduciosa, ma il nostro agente non è mosso dalla rabbia che il biondo sicuramente avrà… Al fianco del ring, osservo i due combattenti e cerco di tenere d’occhio anche gli altri iscritti alla palestra: noto che Jason o comunque si chiami sa battersi bene, forse anche troppo a giudicare dal fatto che Sam è stato messo al tappeto. Victor, il capo della palestra, inizia una discussione con un altro uomo, discussione che si protrae per tutto il corso dello scontro (vinto, per nostra fortuna, da Sam per KO). Mentre comunico la cosa ai colleghi, vedo Whlyer attaccare Sam ma, prima di poter vedere le cose risolte tra i due, ecco comparire la polizia. Di male in peggio. Meglio avvertire Hetty, servirà lei per salvare la copertura del mio collega…
 
Deeks
 
‹‹devono metterti i punti… non ti capisco, è assurdo! Perché ci tieni tanto ad entrare in squadra? Perché ci sono i marines? I tanto orgogliosi marines?›› mi chiede questo tipo con cui ho combattuto. “quand’è che mi fa uscire, il mio capo? Meglio star da soli che con sto tipo che cerca di far amicizia”. Neanche il tempo di aver formulato il pensiero che arriva un poliziotto a chiamarmi e a farmi uscire dalla cella in cui mi avevano rinchiuso. Decido quindi di vantarmi con l’altro ‹‹Bene bene, sai una cosa? Devo ammettere che è stato un vero piacere conoscerti ma ora ti saluto!›› quanto mi sento bene a uscire lasciando lui dentro! Ma il poliziotto mi stupisce aprendo la porta anche a lui e liberandolo. ‹‹ma come sarebbe? Chi diavolo sei?›› ‹‹volevo chiederlo io a te…!›› mentre ci guardiamo una donnina bassa, magrolina, con i capelli a caschetto, completamente vestita di rosso e con occhiali da vista rotondi coordinati, un po’ inquietante a dir la verità, fa il suo ingresso nella saletta semi buia ‹‹posso avere l’onore di presentarvi? Agente speciale Sam Hanna, NCIS, il signore è l’ispettore Marty Deeks della polizia di Los Angeles che opera sotto copertura. Questo è un bel colpo di scena, eh?›› Guardo quello che, evidentemente, è un agente e quello guarda me, credo che dovrò dare molte spiegazioni del mio comportamento…
 
Arrivo a una specie di casa sull’acqua e chi ci trovo? Di nuovo lei, Tracy. Ormai sembra una persecuzione ma improvvisamente i tasselli del puzzle vanno al loro posto: lei in palestra, lei a casa di Daniel… non sarà che lei… ‹‹lei è l’agente speciale Kensi Blye›› mi comunica la nanetta dalla aura del comando, meglio chiamata Hetty. ‹‹agente speciale, eh? Altro che fidanzata!›› mormoro mentre mi fanno entrare nell’ambiente ammobiliato. È decisamente meglio della stazione di polizia, e se questo è quello che fanno vedere al pubblico… chissà la loro sede operativa! Già me la figuro: maxi schermi touch, tecnici di laboratorio, ultime tecnologie… sarebbe una figata unica lavorarci o anche solo visitarla!
Dopo aver risposto a qualche loro domanda e aver fatto qualche battuta, da Cullen e Sam reputate pessime, mi rivolgo finalmente alla ragazza del mistero che, da quando ho saputo non essere un ostacolo per la mia copertura, mi sembra ancora più affascinante ‹‹in quanto a te, beh, all’inizio non capivo chi fossi ma ho abboccato alla tua storia delle foto su internet: scappatoia pre-confezionata o l’hai detto perché ti è successo davvero?›› ‹‹dormo nella stanza per gli ospiti, me la dovevo bere? Ringrazia il cielo che non ti ho sparato›› il mio sguardo su di lei è fisso, potrebbe essere l’unica volta che ho la possibilità di scherzare con lei seduto comodamente a un tavolo e devo giocare ogni carta. Quella delle battute usata, tocca a quella da duro: ‹‹dovevi provarci››. Capelli scompigliati senza una forma definita, graffi e lividi possono aumentare il suo interesse per me? Quando sarà finita questa giornata voglio chiederle di uscire. Tanto non siamo colleghi, quindi posso prendermi qualche libertà! I due agenti iniziano a farmi domande sul caso e cerco di mantenere il più possibile il contatto visivo con Kensi, la quale risponde a tono, ma i suoi occhi rischiano di farmi dimenticare cosa devo dire e sono costretto ad interrompere il legame.
Durante la conversazione che segue mi ritrovo a difendere il territorio: vogliono sbattermi fuori dal mio caso, dal mio lavoro di mesi!! Ma Hetty compare all’improvviso pacificando tutti e rendendo noto l’avvio di una azione condivisa tra NCIS e polizia. Come ha fatto quella donna a convincere il mio capo?! Devo schiarirmi le idee, assolutamente. Sono successe troppe cose in 24 ore.
 
 
Kensi
 
Dopo aver osservato Deeks, non mi stupisco che avessi pensato a lui quale malvivente. Soprattutto ora che ha tagli e graffi. Battuta pronta, flirtatore incallito, cascamorto… si, decisamente questi sono i primi dettagli che escono fuori di lui! E io, da brava fanciulla che adora non rendere le cose facili, decido di iniziare a giocare con lui a parole, come con un semplice ‹‹grazie di tutto›› pronunciato con voce giocosa. Finito il caso chissà, per un’uscita potrei anche starci, ma prima il lavoro.
Come tutti i casi, anche questo arriva al momento cruciale in cui si rischia la pelle e riusciamo ad assistere, grazie alle telecamere di servizio della palestra, allo scontro tra i marine e i due agenti sotto copertura e sono costretta ad ammettere che il poliziotto non se la cava poi male come tempistiche e azioni. Potrebbe essere interessante uscirci, solo una volta però, per non smentire la Kensi di “un appuntamento e basta”. Meno male che è della polizia e che non lo vedremo molto probabilmente più!
 
Deeks
 
Sono qua, tranquillamente seduto al bar a bermi un bicchiere e… chi compare? Hetty. A farmi una proposta che ha dell’incredibile: diventare un agente di collegamento tra l’NCIS e la polizia. Resto sbalordito dalla sua velocità di modificare le idee altrui, pigiando tutti i tasti giusti: il capo che mi ha sostituito, il fatto che sono abbattuto, la cartella con tutte le mie informazioni per poter fare da agente di collegamento… manca solo la mia firma. Sono indeciso: se firmo entro in questo mondo di matti che sembra una famiglia, posso vedere Kensi, e poi sono più distante dal mio capo; se non firmo resto con il lavoro in bilico a seconda dei guai che combino, solo che posso chiedere alla ragazza di uscire. Ma questa donna ha un che di materno che mi spinge a voler entrare nella loro famiglia, a fare almeno il tentativo. Magari è la volta buona in cui mi trovo seriamente una sistemazione!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Collegamento o no? (episodio 20 stagione 1) ***


Eccomi di nuovo qua! Ho da comunicare che domani partirò per le vacanze e non potrò più aggiornare la storia per un po', per mancanza di collegamento internet al pc, ma prometto che scriverò, in modo da poter aggiornare velocemente al ritorno! Sono contenta che il capitolo precendente sia piaciuto, ringrazio Black Hawk 23 e Lady Deeks per le recensioni e 95 princess e, di nuovo, Lady Deeks, di aver messo la storia tra le seguite! Ringrazio anche tutti coloro che hanno letto silenziosamente, mi fa davvero tanto tanto piacere sapere che qualcuno legge i miei scritti! Vi lascio al capitolo, Buon Natale e Buon Anno!! :) 

[Per i Maya: se dovete far finire il mondo, aspettate che si vedano Deeks e Kensi stare insieme, per favore! xD]



Kensi
 
‹‹Ehi, hai visto chi c’è giù?›› mi chiede allegramente Eric quando entro nella sala di comando. ‹‹no, chi?›› nascondo la speranza di una risposta riguardante Dom, il mio collega scomparso pochi giorni fa. ‹‹Deeks›› ‹‹Deeks, sul serio?›› ‹‹sarà il nostro agente di collegamento con la polizia!›› ‹‹non ce ne era uno migliore?›› sbotto subito, non lo voglio tra i piedi mentre lavoro. E inoltre la sua presenza sembra quasi un rimpiazzo a Dom, e la cosa mi rattrista molto. Neanche passa un secondo da quando smetto di parlare che entra nel locale ‹‹buongiorno Deeks›› cerco di essere naturale e spero che non abbia sentito quanto detto precedentemente ma le sue parole mi fanno capire di aver fatto una gaffe tremenda ‹‹purtroppo… non hanno trovato di meglio›› dice guardandomi con un’espressione strana, indecifrabile. Come una bambina che è appena stata beccata a rubare le caramelle mi sento costretta a chiedergli scusa con tono sommesso, decisamente non da me.
 
Bene. Siamo davanti alle macchine della polizia e al carro attrezzi che sta recuperando l’auto del nostro caso, o di quello che pensiamo sia il nostro caso, ma il nuovo agente di collegamento non sembra voler collegare. ‹‹potrebbero anche esserci problemi…›› dice titubante, poi viene invitato a svolgere sul serio il suo lavoro da Cullen. ‹‹Sai che diavolo ha?›› ‹‹non lo so, ha la faccia di un bambino al primo giorno di scuola››, rispondo al collega, mentre il poliziotto va verso i suoi superiori presenti in prossimità dell’auto incidentata. ‹‹ciao ragazzi, come andiamo?›› fa con tono amichevole, forse anche troppo, a quelli, già mi immagino la risposta… ‹‹sparisci›› “abbiamo un agente di collegamento che non collega, che in macchina non sta zitto un attimo, che tocca le cose non sue, come il pupazzetto di Dom, e che è solo capace a far battute idiote. Mi rimangio qualsiasi cosa positiva io potessi aver pensato di lui, è solo un imbranato” ‹‹è la nostra scena del crimine?›› chiedo dura appena torna da noi, raccontando frasi sconnesse ‹‹non ho avuto il tempo di chiederlo››. Resisto all’improvviso impulso omicida, voglio di nuovo lavorare con Dom, non era un incapace, sebbene fosse un novellino, ‹‹ci penso io›› dico acida e vado dai due poliziotti in giacca e cravatta a chiedere garbatamente se ci troviamo nel luogo giusto. Come ho potuto pensare che io potessi uscirci? Quale parte del mio cervello era impazzita in quel momento? Forse è meglio non mangiare più pasta per un po’, forse dà effetti collaterali al cervello. Al lavoro, Kensi, c’è un caso da risolvere.
 
Deeks
 
Il mio primo lavoro sotto copertura con la squadra dell’NCIS non mi dispiace per nulla: locale più in di Los Angeles, belle ragazze, musica… decisamente il mio mondo. Certo, ottenere la possibilità di venire in questo club esclusivo è stata quasi una prova posta dagli agenti: non credevano che Hetty potesse dare una carta di credito senza limiti di spesa da dare a Cullen. Ma come dire di no a una mia richiesta! Ok, obiettivamente non capisco come mai mi abbia concesso questo privilegio… non poniamoci domande, ma è stato fin troppo facile, a giudicare dagli sguardi e dai commenti degli altri.
La bella Kensi non sembra tanto soddisfatta del luogo ‹‹sembra un bordello d’alta classe›› ‹‹ma fare sesso è facoltativo. Visto che bell’ambiente? ›› soprassiede alla mia domanda e cambia argomento, camminandomi al fianco ‹‹ti ha chiamato Tim, sei già stato qui?›› ‹‹sotto copertura›› ‹‹nel suo letto? ›› mi viene da ridere per il commento e per il tono, ma svio il discorso come prima lei ‹‹mi sbagliavo, sei un toro, non una tigre, carichi a testa bassa!›› mmm, inizio ad appassionarmi a giocare con lei, mi piacciono quelle che fanno le sostenute, si ha più piacere a vederle crollare alle proprie attenzioni.
 
Kensi
 
Per avvicinare la sospettata dobbiamo inscenare un litigio e quello scemo di un poliziotto decide di chiamarmi Titti. Ma come si permette, un nome così insulso! Vabbè, solo per il caso glielo permetto. Fatto sta che il piano funziona, riesco a far amicizia con Abri facendo finta di essere una che si droga, e non mi dispiace stare qua a chiacchierare con una ragazza, dopo aver passato tante ore insieme a uomini. Mi confessa di aver incontrato la sera precedente un ufficiale di marina, il nostro morto, che non sapeva che lei fosse famosa e al quale è piaciuta come donna e basta: stavo cercando di farmi raccontare altro quando un tizio viene e la obbliga a seguirlo a male parole. Odio quando succede. E odio ancora di più quando sono costretta a estrarre una pistola e indosso un vestito corto e tacchi a spillo. Bella la vita per un agente maschio, Hetty non lo capisce che mi sento più a mio agio con un paio di pantaloni che con un mini vestito? Però sono sempre bei vestiti, lo concedo, e dai, non mi dispiace poi troppo essere al centro delle attenzioni. Basta che ognuno stia al suo posto e non mi dispiace.
Almeno abbiamo preso la ragazza…
 
Questo caso è un bel mistero, ora sono nella cucina della casa di Abri e ho appena trovato una parete verniciata da pochissimo. Cosa ci sarà sotto? Cerco di capire la dinamica dei fatti: parete verniciata significa sangue, uno sparo… magari i bossoli sono ancora in terra… mi metto a cercare accucciata ma qualcuno si avvicina. “Cacchio, che faccio? Pensa, Kensi, pensa… giusto, la tecnica dell’orecchino! Ma mi piacciono tanto! Meglio loro della mia copertura” ne tolgo rapidamente uno e lo faccio cadere sulle piastrelle, poi faccio finta di cercare e mi raddrizzo, vedendo l’uomo. Brutto ceffo. ‹‹oh! Salve! Ho perso un orecchino… il mio ragazzo dice che non dovrei mai mettere due orecchini, perché ne perdo sempre uno!›› “di che parlo… perché mi fissa?” Driiin ‹‹oh, è lui! Ciao, Ivan!›› ‹‹sei in cattiva compagnia›› fa Cullen al telefono, tono preoccupatissimo che mi mette in allarme ‹‹si, si, infatti! ›› ‹‹ascolta, hanno sparato a Rot in casa Halvard *›› ‹‹si, si, ne sono convinta anche io!›› ‹‹Hassan Al-Giayri*, ti inviamo foto e scheda informativa›› stacco il cellulare dall’orecchio e guardo la foto che mi si presenta davanti. È l’uomo che mi guarda. Dopo un attimo di esitazione riprendo a parlare col tono scemo di prima ‹‹immagino la sua espressione, è come se lo vedessi›› “meno male io e G riusciamo a comunicare informazioni anche in situazioni pericolose…” ‹‹Kensi, tu sta calma!›› ‹‹certo, ti amo anche io!›› Il tizio, che ho scoperto essere un terrorista internazionale, mi si sta avvicinando, devo fare la ragazza più normale possibile… ‹‹mi sono guardata bene dal dirgli dell’orecchino! C’è acqua tonica? ›› diavolo, anche altre persone… non mi piace per nulla questa situazione… Ragazzi, arrivate presto… me la vedo male…
Ci mancavano domande fatte da questi… come mi chiamo? Deeks, ti odio, ma è il primo che mi è venuto in mente e lo riuso ‹‹Titti, piacere›› ‹‹Kensi sei ancora in cucina?›› Merda, Abri! Devo portarla al sicuro… e ora rischio ancora di più… perché a me? Che mi invento? ‹‹mi disintossico con lei›› plausibile, visto il tono idiota che ho usato prima. La porto lontano, verso camera sua, e cerco di spiegarle la situazione, poi le dico con tono deciso ‹‹Abri, taglia la corda!››. Bene, lei è salva, i ragazzi stanno arrivando… devo assicurarmi che il terrorista non vada da nessuna parte, papà, proteggimi tu…
 
‹‹oh, agente Blye, ha trovato mia figlia? ›› merda merda merda, ci mancava solo il padre di Abri! La copertura è saltata. Decisamente. ‹‹e questa donna va tolta di mezzo›› ok, questa non è la verità, non sono io a rischiare di morire, è un film, sono solo parole di un film… come mi difendo?
 
In manette sul divano, l’attentatore che prende buste nere e le stende a terra. Faccio il disperato tentativo di spiegare al padre della ragazza come stanno realmente le cose, che il suo amico è un assassino, l’artefice di attentati in mezzo mondo che hanno causato un numero grandissimo di vittime… ma se non arrivano i ragazzi queste saranno le mie ultime parole. Mi vedo scorrere la vita davanti, vedo mio padre, vedo il mio ex… Deeks, gli assomigli un po’, obiettivamente, nei modi di fare, non l’avevo realizzato ieri ma ho deciso che per questo ti terrò sempre lontano da me, o meglio, ti ho tenuto oggi lontano da me… cerco di resistere il più possibile ma sono troppi uomini, riescono a mettermi in ginocchio mentre urlo, un coltello vicino alla mia gola. Sento gli uomini immobilizzarsi quando improvvisamente bussano alla porta “i ragazzi! Sono salva!” Distratti dall’irruzione di Cullen, riesco a colpire l’uomo che ancora mi teneva in ginocchio e sento spari, poi finalmente tutto è finito, e io sono ancora viva.
 
[NDA: sono l’unica a cui è piaciuto un casino il momento in cui Deeks spara stando sdraiato a terra? ^^ ]
 
Deeks
 
Sdraiato sul cofano della macchina di Kensi, osservo i gabbiani tornare a terra. Domani sarebbe una giornata perfetta per surfare, onde gigantesche… mi trovo un bicchiere di caffè sulla fronte e una mano che mi sfila gli occhiali da sole. ‹‹fai surf vero? ›› ‹‹si›› ‹‹allora vacci presto, dobbiamo essere al lavoro alle 9 e mezzo›› il suo tono è più dolce di quello di stamattina, e io non ho voglia di farla arrabbiare, voglio godermi questi ultimi momenti di pace ‹‹ma dato che come agente di collegamento sei una vera frana, potremmo benissimo fare a meno di te›› “come sei carina quando cerchi di fare la spiritosa…” la seguo con la coda dell’occhio e sospiro ‹‹non verrò da voi domani… azione sotto copertura per la polizia in corso da mesi, un’ora fa ho saputo che siamo giunti al dunque, quindi vuol dire che sarò occupato›› è ferma accanto alla portiera, mi guarda ‹‹e per quanto? ›› ‹‹non lo so, non si può mai dire… tranquilla, Titti, prima o poi torno! ›› dico alzandomi e mettendo di nuovo gli occhiali. “Lo sapevo che ti affezionavi, tesoro!”  pare più tranquilla, ma mantiene la sua apparenza di ragazza sostenuta ‹‹si, vedremo››. Non sai che darei, cara Kensi, per non dover andare di nuovo sotto copertura per quel caso…
 
 
* NDA: scusate per i nomi ma ho avuto qualche problema di trascrizione, l’importante è il concetto xD


Ho un'ultima domanda: ho cercato la puntata in inglese ma non l'ho trovata... così mi è rimasto il dubbio: è qua che Deeks chiama Kensi "Fern"? Grazie a chi me lo dirà :)

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Capitolo 3
*** Scomparso (episodio 1 stagione 2) ***


Eccomi di nuovo a pubblicare, vi sono mancata? Tranquilli, sono riuscita a scrivere un po' di capitoli prima che la mia cara cucciola mi tagliasse il cavo dell'alimentatore, quindi li pubblicherò in tempi brevi :) Come vi sono andate le vacanze? Spero bene :)  RIngrazio coloro che hanno letto fino ad ora e Lady Deeks e ValeBarbieKlaus per le recensioni! 
Via, vi lascio al capitolo! Baci!




Kensi

‹‹stamattina presto mi ha chiamata la polizia di Los Angeles, hanno perso i contatti con l’ispettore Deeks›› la voce di Hetty mi scuote un po’. Sono successe così tante cose da quando abbiamo visto il ragazzo l’ultima volta che l’avevo ormai rimosso dalla mente… quante? Forse troppe: il ritrovamento e la morte di Dom, vari casi, Cullen e il suo passato… quanto tempo è passato? Un mese? Due? No, almeno tre mesi. E ora è scomparso anche lui. ‹‹ha sempre operato sotto copertura da quando ci ha lasciati›› ‹‹perso i contatti da quando? ›› lascio fare ai miei colleghi le domande, i loro sguardi sono più tranquilli del mio, anche se una certa preoccupazione è in tutti noi. Fosse una cosa da nulla non avrebbero avvisato l’NCIS. ‹‹da ieri pomeriggio›› Sam sbuffa ‹‹non è un po’ presto per entrare in allarme?››. Sul monitor compaiono foto di un’auto carbonizzata, i due morti erano obiettivi del lavoro del biondo. ‹‹Deeks avrebbe dovuto chiamare immediatamente›› ‹‹per questo siamo in allarme››
 
Incontriamo l’ispettore supervisore dell’agente di collegamento per ricevere altre informazioni riguardo il caso: traffico di esseri umani. Bella ragazza, l’ispettore, sicura e determinata… ‹‹l’ultimo con cui ha parlato?›› ‹‹sono io… doveva… tenermi aggiornata›› mi sembra di scorgere qualcosa sul suo volto e sul suo tono, ma è indefinibile… ‹‹crede sia morto?›› Domanda che io non volevo fare, e della quale non vorrei sentire la risposta ‹‹non ci chiama da sedici ore, secondo lei?›› si avvia alla macchina, mentre io resto ferma, a riflettere sul comportamento della donna. ‹‹Deeks le piace, non vuole ammetterlo›› l’ha chiamato Marty! ‹‹no, ci sta nascondendo qualcos’altro›› ‹‹beh, chiediamole cosa›› ma la frase di Sam viene interrotta dall’esplosione di un’auto alle nostre spalle: quella della donna. Oddio.
 
Hetty
 
Seduta al bar, continuo il mio scarabeo in russo quando sento dei passi al mio fianco. ‹‹cominciavamo a ritenerla morto, signor Deeks›› ‹‹non ancora›› la voce è ben diversa da quella che ha avuto con i colleghi dell’NCIS nei due giorni di lavoro insieme, è seria, stanca, quasi rassegnata. Alzo lo sguardo e lo vedo: barba lunga, ferite ed escoriazioni sul volto, sguardo di chi ha visto una cosa di troppo. ‹‹forse domani›› . Gli offro un te e lo invito a sedersi di fronte a me, per farmi spiegare l’accaduto; si è salvato per caso dall’attentato alla macchina del trafficante, è stato portato da un veterinario che lo ha sedato per quindici ore. ‹‹appena sveglio ho provato a chiamare Jessy ma…›› ‹‹l’ispettore Trainor?›› le parole sembrano mancargli, lo sguardo si perde un attimo nel vuoto ‹‹troppo tardi›› Leggo nella sua maniera di portarsi alla bocca la tazza un dolore più intenso di quanto si potrebbe provare per un collega, più intenso di quello che abbiamo provato per Dom. Avevano una storia. Da agente determinato quale inizia a dimostrarsi il ragazzo, Deeks ha chiamato me per impedire che il caso venisse chiuso, che tutto il lavoro di mesi fosse abbandonato, che la morte della poliziotta fosse stata inutile. Non posso permettergli di fare una brutta fine, deve riposare, quindi gli passo le chiavi di una casa sicura ‹‹si metta a letto e mi chiami domani mattina›› questo ragazzo è prezioso, è il partner giusto per Kensi, ne sono sicura. Lo guardo andare via con grande ansia nel cuore, poi chiamo Cullen. Come ha fatto a capire che avrei incontrato Deeks? ‹‹prima della telefonata dovevo trovare Deeks. Dopo la telefonata trovare Lesic. ›› ‹‹errore mio…›› ‹‹dovremo trovare Lesic prima che trovi Deeks›› Sti ragazzi a volte sono più in gamba di me. Li ho tirati su bene.
 
Kensi
 
Non capisco come mai, ogni volta che c’è da rintracciare qualcuno devo sempre fare io la parte della scema. Maglia scollata, capelli sciolti, tamponamento… e che palle! Poi, quando uno fa tutto a modo, compresi abbracci per piazzare microspie, ed arriva la polizia per mandarti a monte il piano, uno si stupisce degli istinti omicidi. E quest’ispettore mi fa capire che ho fatto veramente bene a non entrare in polizia. È odioso, con i suoi modi da essere superiore e arrogante. Per fortuna ho preso il cellulare allo spacciatore, almeno noi abbiamo qualcosa in più e lui un problema insoluto.

Ho bisogno di un attimo di pace. Un istante di calma per non farmi prendere dalla frenesia degli eventi, dall'ansia con cui sto vivendo questo istante. Non avrei pensato, prima di Dom, di provare sensazioni simili ai momenti in cui, bambina, aspettavo mio padre che non tornava. Ed eccoli invece ora... penso alla coppia dei miei colleghi, i loro occhi riflettono una determinazione nuova, come un riscatto: siamo consapevoli che salvare lui non farà tornare Dom, ma dobbiamo fare anche per questo ragazzo surfista tutto quello che abbiamo fatto per il nostro cadetto. Inoltre Deeks sembra di pasta dura, incapace di mollare. Ce la farà. Osservo la mia figura allo specchio: i capelli sono un po' disordinati, il trucco sembra colato in un bordo. Il trucco non cola da solo... passo un dito nel punto e trovo una lacrima, persa durante i pensieri. Sono più fragile di quanto pensassi. L'importante è che nessuno sappia questa cosa, solo io e il vetro del bagno.
 
‹‹Deeks è li dentro›› questo caso sta prendendo sempre più una piega che non mi entusiasma: una poliziotta corrotta, un quasi collega in possibile pericolo di vita, la polizia che ci mette i bastoni tra le ruote e in più mi devono venire. Che palle, maledetto mal di pancia. ‹‹Hai del nastro adesivo?›› capisco ciò che ha in mente Sam quando solleva un pezzo di pietra, delle dimensioni di un panetto di coca.
 
Deeks
 
Oggi morirò. Non ci cascheranno, è già morta Jessy… ci sono tanti, troppi uomini, sono disarmato e loro sicuramente no. Lesic mi parla della moglie e poi di Emilio, del mio caso e del contatto che aveva nella polizia. “mantieni il sangue freddo, Marty” Spiego il mio piano, spero e prego che ci stia, ci sono troppe cose nella vita che non ho fatto e non voglio rinunciarvi. Voglio tornare a fare surf, sono mesi che la tavola resta a prendere polvere… ‹‹sai essere persuasivo, ma ho paura che la cosa non funzionerà›› l’europeo mi gira intorno come un cacciatore intorno alla preda ‹‹dammi modo di provarci››. Resta in silenzio, lo sguardo basso, poi continua ‹‹peccato, sarebbe stato molto più interessante lavorare con te che con Emilio›› ‹‹provaci allora›› sono le ultime battute, me lo sento, alla fine cosa perdo a morire? Il rumore del mare, la sensazione di libertà ad essa connessa… Non ho tante cose a cui tengo veramente, non ho nessuno, a questo punto… ‹‹non posso provarci, signor Deeks›› Ottimo, saltata anche la copertura. ‹‹perdons moi !  Ispettore Deeks della polizia di Los Angeles›› Sento le pistole dei tirapiedi alle mie spalle caricarsi, si mette veramente male. Mi volto a guardare la poca luce che filtra dalla finestra, non era così che pensavo sarebbe stata la mia fine. E non pensavo sarebbe stata neanche quella di Jessy…
 
Colpi, uno dopo l’altro, senza possibilità di difendersi. Poi Lesic ricomincia a parlare, e io a fare battute, ormai le ultime della mia vita. Poi mi fa vedere la foto di lei, di Jessy… e dopo una mia, scattata quella volta che… quella volta che ci siamo concessi qualcosa in più rispetto al lavoro… ‹‹le poliziotte corrotte… ci sanno fare a letto? ›› questa domanda mi fa partire l’ultima difesa possibile, l’ultima ira, ma vengo attaccato al muro nuovamente, e poi in ginocchio per farmi fuori del tutto. ‹‹chi sei? E che cosa vuoi? ›› ‹‹suppongo che lei sia il signor Lesic›› questa voce… Cullen! Sono salvo! Tutto diventa incredibilmente veloce da che compare un puntino rosso sulla gamba di uno degli uomini, presto sostituito da un colpo di fucile: spari, colpi, fughe dai proiettili. Sono vivo.
‹‹Cullen, Sam›› la voce di Kensi mi rallegra un attimo e non posso esimermi dal sorridere e ricordare di colpo la ragazza che è stata la mia partner nei due giorni di collaborazione con l'NCIS. ‹‹te l’avevo detto che tornavo››, dico cercando di fare una parte che al momento è quanto di più indefinibile ci sia ‹‹ma stai zitto›› Solita dura, ma anche io avrei risposto così. Forse però scorgo nel suo viso un piccolo segno di sollievo ‹‹per Lesic, Emilio aveva corrotto un poliziotto›› ‹‹la Treynor, lo sappiamo›› la guardo sconsolato sospirando “no tesoro, non anche tu… per favore… ci sto male…”
  
Kensi
 
Abbiamo la confessione: il corrotto non era la collega di Deeks, ma il capo della polizia. Lo sapevo, non mi è mai piaciuto. Guardo Sam ammanettarlo contro la macchina, tutto è finalmente finito. ‹‹Di un po’, Deeks, lei come era a letto?›› Ahia, colpo basso… questa poteva risparmiarsela… Guardo il biondo combattere con un qualcosa dentro di lui, poi avvicinarsi all’uomo con la rabbia che sale sempre di più, lo vedo afferrare la pistola e puntarla contro la sua testa. Decisamente la questione è un nervo scoperto. ‹‹Deeks, mettila giù›› “ti prego” la mia mente aggiunge, ma lo lascio lì. Stranamente, l’agente mi da retta e disarma la pistola, per poi iniziare a colpirlo a pugni. Meglio così, mi devo ripromettere di non cascare mai nell’uscire con un collega per rapporti differenti all’amicizia, si finisce così, sennò. Si allontana, il volto addolorato, la mia mano che mantiene la sensazione del suo petto, i miei occhi che vedono ancora l’espressione dei suoi. Dolore.

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Capitolo 4
*** Arte e madri (episodio 2 stagione 2) ***


Eccomi qua, prima del previsto! Felici?? Ho deciso di fare un cambiamento nella pagina e mettere il grassetto, così è più visibile il tutto :)
Innanzi tutto parto con i ringraziamenti per le vostre recensioni chilometriche, mi inchino davvero tanto e mando a tutti un bacio! Mi sto stupendo sempre di più di quante recensioni ottengo, al momento sono arrivata a 8 con 3 capitoli!! Roba da saltare di gioia!!!
Comunque temo che la lunghezza dei capitoli diminuisca, a volte, vi chiedo perdono ma alcune storie non danno molti spunti! In futuro mi farò perdonare con sorpresine Densi :) ma non anticipo nulla ^^ 

Buona lettura!!!




Deeks
 
“Sei una frana con l’arte. Decisamente una frana”, penso mentre sbagli l’ennesimo quadro “perché proprio la direttrice di una galleria d’arte dovevi dire di fare? Architetta? Poliziotta? Qualsiasi altra cosa, ma NON relativo all’arte!” Esci dal camerino e inizio a perdere colpi vedendoti in quel vestito nero attillato, mamma mia quanto sei bella…
È passata quasi una settimana da quando sono tornato a lavorare come agente di collegamento, sto riacquisendo mano a mano il mio buon umore grazie anche a tutti gli scherzi e battute con Kensi, la mia nuova partner. E si che non ne ho mai voluta una… non dopo la prima… e se non l’avessi conosciuta prima del mio lavoro con la Trayner non avrei voluto neanche lei… ‹‹dovevo pur inventarmi un lavoro normale che mi desse prestigio! Nelle gallerie va la gente che conta!›› Eccola: sicura di se, volenterosa di stare al centro dell’attenzione e di non passare in secondo piano mai… mi fa sorridere, e non ne capisco il motivo.
 
Kensi
 
Arriviamo davanti all’abitazione della ragazza che sembra essere la vittima della banda di assassini, bella villetta. Il rumore della nostra copertura risuona fino all’esterno ‹‹te ne intendi di allarmi? ››, non posso fare a meno di chiedere al ragazzo che mi cammina al fianco ‹‹abbastanza, sono stato due anni in squadra rapina›› ‹‹io ho fatto un corso di sistemi di sicurezza a Quantico, e ho avuto il massimo dei voti›› ‹‹allora suppongo che tu ne sappia qualcosina più di me›› ‹‹sono la numero uno›› dico cercando di risultare simpatica. Busso al vetro della porta d’ingresso e me ne esco con un: ‹‹non l’ho detto per vantarmi››, anche se il volto credo che neghi da solo questa affermazione. Se sono brava in qualcosa mi piace che venga riconosciuto. Deeks si guarda intorno, mentre parla ‹‹per sottolineare che mi sei superiore›› ‹‹non mi sento superiore›› ‹‹ah, solo qualche volta con me, ma mi piace farti da cagnolino›› mi da i nervi quando parla così, sembro la cattiva matrigna di Biancaneve e riporto il discorso sull’allarme ‹‹vedrai che ci so fare›› ‹‹sei così piena di te!››.
 
Indagare facendo finta di essere una madre mi fa strano, non so cosa significhi realmente occuparsi di qualcuno, avere qualcuno che giri per casa, ed è ormai così tanto tempo che non so più cosa significhi avere una famiglia… Deeks gioca con Joshua, e la rilassatezza della situazione da un senso di sicurezza anche a me… chissà che io non riesca, in un lontano futuro, ad avere di nuovo una relazione importante! Ma dovrà passare ancora molto tempo, a volte il pensiero si ferma ancora sull’uomo che mi ha stravolto la vita e su quello che ho provato quando mi ha abbandonata… come posso fidarmi di nuovo così tanto da mettere la mia vita nelle mani di qualcun altro? Devo essere indipendente, solo così riesco a sopravvivere.
 
Deeks
 
Non mi piacciono i casi in cui dei bambini finiscono in mezzo, e questo è uno di quelli. Ma la nostra mammina, in realtà ex agente operativo ceceno, sembra sapere cosa fare. La guardo camminare attraverso la porta del supermercato come se stesse andando a fare la spesa normalmente, non un’esitazione. Mi sembra di vedere la mia cara collega negata con l’arte nei sui modi e nella sua determinazione. Chissà se Kensi sarebbe una brava madre così come lo è lei…
L’azione che doveva finire nel magazzino pare sospesa. La mamma cecena esce con la sua spesa, le forze d’azione sono rimaste ferme e non è successo nulla. Sono perplesso. E il silenzio mantenuto per tutto l’intervallo mi è sembrato innaturale, per lo meno per me. La mia partner mi sembra un grande punto interrogativo umano. Seguiamo la macchina di Emma senza fare le nostre battute, la situazione sembra troppo assurda a entrambi, o almeno a me. Kensi sembra essere felice del silenzio trovato…
‹‹ci tagliano la strada, è un agguato›› ‹‹coprimi le spalle›› la macchina nostra e della madre di Joshua sono separate da camion, impossibilitate a muoversi. A colpi di pistola ci apriamo la strada e raggiungiamo la donna che già si era difesa dai primi attacchi. Decisamente gli agente operativi in pensione sanno sempre cavarsela. E solo a sparatoria conclusa mi rendo conto di quanto sia naturale compiere azioni con Kensi, i movimenti che si susseguono da soli senza bisogno di troppe spiegazioni. Forse Hetty ha fatto bene a renderci partner, abituato come sono a lavorare da solo non mi ero mai reso conto di quanto sia potenzialmente difficile lavorare in coppia con qualcun altro.
 
‹‹Signori, lieto fine per Emma e famiglia, trasferiti altrove con nuova identità, nessuno saprà mai chi sono veramente›› dico sedendomi alla scrivania diventata mia. La soddisfazione ogni volta che si chiude un caso è grande, ma questa volta arriva Eric a fare da scocciatore con il suo tablet ‹‹avevate uno spettatore oggi›› ‹‹Vecar. Era li››
 
N.d.a.: per chi non ricordasse: Emma è la madre cecena, Vecar è il padre biologico di Joshua ed era ritenuto morto da prima che il bimbo nascesse!


Avrete notato una frase sottolineata... bene :) mi piaceva troppo per non metterla in evidenza!! A presto!!

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Capitolo 5
*** Moto cross (episodio 3 stagione 2) ***


Ciao! Questo capitolo mi ha fatta patire, ne avevo perso metà e l'ho ricostruito a più turni... quindi perdonatemi per incongruenze. Per cose del carattere o pensieri, invece, sappiate che sono volute :) 
Noto che le recensioni sono crollate, ringrazio Lady Deeks, e non vorrei che questo sia sintomo di storia noiosa! Quindi dai, fatemi sapere la vostra! Qualsiasi tipo di commento è ben accetto :) 
Baci!!






Kensi
 
La mattina è partita bene: una delle mie canzoni preferite alla radio, caldo e sole. Amo il sole… sono in coda per andare al lavoro quando vedo un cartello “Morning Kensi” tenuto in mano da un barbone. Ma cosa… ‹‹Deeks›› tolgo gli occhiali da sole spegnendo la musica ‹‹ma che cosa fai?›› non finirò mai di stupirmi della stravaganza del ragazzo. ‹‹un lavoretto sotto copertura per la polizia… mi dai un passaggio?›› dice appoggiandosi all’auto. Ha un aspetto sudicio e un odore… di marcio. Non ci credo, non si vergogna neanche un po’? ‹‹non passi per un barbone se profumi come uno appena uscito dalla sauna! I vestiti li tengo addirittura in frigo per mantenerne la fragranza!›› appunto mentale: mai andare a casa sua. E mai farsi offrire qualcosa che sia stato nel suo frigo ‹‹ma che bravo… con questa puzza non ti metterei neanche nel bagagliaio! Ciao Deeks!›› dico tirando su il finestrino e ripartendo, mentre mi guarda stupito e l’automobilista dietro di me gli fa l’elemosina. Ma perché a me uno del genere?? Hetty!!
 
‹‹La doccia funziona poco e male!›› già arrivato, il cane pulcioso? Alzo lo sguardo dal libro e sento Hetty, l’ecologista Hetty, rispondere al mio, purtroppo, partner ‹‹la doccia è temporizzata, signor Deeks, evidentemente lei ha superato il tempo previsto›› ‹‹nel suo caso occorreva un eccezione, era… davvero sporco… ›› pronuncio le ultime due parole con sfida, guardando il biondo per vedere se avrebbe ribattuto, cosa che infatti avviene blaterando di un premio per l’igiene personale vinto a scuola. Che qualcuno lo sotterri o gli scocci la bocca!!
 
Deeks
 
Con indosso una camicia profumata sto decisamente meglio che con quegli abiti sporchi. Obiettivamente ha fatto bene Kensi a non farmi salire in macchina, altrimenti chissà per quanto mi avrebbe rinfacciato il fatto di averle impuzzato l’abitacolo!!
Osservo sullo schermo le immagini di un veicolo militare saltare in aria su una mina: dove sarà? In un qualche stato africano, o asiatico… ma la vegetazione… ‹‹i video risalgono a stamattina, sono stati girati a sud di San Diego›› o mio dio… deserto… ti prego, fa che non si debba andare laggiù… e poi non ho voglia di avere a che fare con scene degne di un marine… sono un agente da città, non da natura selvaggia e scontri da guerra!
Ma le mie speranze sono presto dissolte ‹‹Kensi, tu e Deeks sulla scena per i controlli di routine!›› ecco Callen dare ordini, come al solito. Ma non voglio andare nel deserto!!
‹‹emm sentite… scusate un momento, ragazzi›› cerco di spiegare in una qualche maniera la mia reticenza, sento la mia voce pronunciare parole come “topo di città” “carnagione chiara”, sento che mi sto rivolgendo a Sam come alternativa e comprendo di avere in mano una pala e di essere intento a scavarmi la fossa da solo. E non contento peggioro ancora di più la mia situazione tirando in ballo il fatto che l’ex seal sia un afro americano. Perché non riesco a controllare il mio cervello, quando parlo?? Per fortuna la mia salvatrice Kensi, terribile e spietata e con un fisico da diva, mi trascina via prima di essere ucciso per colmare la buca scavata con le mie stesse mani.
 
Kensi
 
‹‹io mi chiedo cosa tu abbia al posto del cervello, a volte…›› sbotto mettendo in moto l’auto. Deeks mi guarda stranito ma non lo faccio iniziare a parlare ‹‹hai detto a Sam che ha una magnifica pelata che serve per la traspirazione!!! ›› ‹‹ma io intendevo dire che lui è più adatto di me perché ho origini norvegesi! ›› cerca di spiegarsi e cerca di spiegare come mai le abbia ma lo blocco ‹‹stop, fermo. Facciamo un patto: tu non mi parli delle tue origini e io ti faccio guidare. Ma la musica la scelgo io. Ci stai? ›› Ti prego, accetta, in più odio le strade sterrate e con le tue chiacchiere finirei in un cespuglio per eliminarti. Il biondo mi osserva, poi si slaccia la cintura e veloce viene ad aprirmi la portiera: ‹‹mademoiselle!››. Spero di non aver fatto una cazzata, ma per una volta che la macchina non è la mia posso lasciargli la guida!
 
Molte buche dopo la partenza, arriviamo sulla scena dell’agguato. Dai, il viaggio è andato meglio di quanto potessi immaginare… diciamo che i miei pensieri arrivavano al tamponamento in pieno deserto… mi fido decisamente poco di lui. Incontriamo il maggiore e riceviamo spiegazioni riguardo il sopravvissuto che, a quanto pare, non ricorda nulla o quasi. E il mio brillante collega cosa fa? Fa uscite idiote anche davanti ai marines, ma questa volta viene bacchettato dal maggiore stesso ‹‹lei ha mai sostenuto uno scontro a fuoco?›› ‹‹un paio di volte…›› ‹‹e cosa ricorda del primo?›› sento silenzio alle mie spalle, a quanto pare Maggiore 1 Deeks 0!
 
Ma il caro marine bacchettatore snobba anche me, quando gli dico che ci sono tracce di pneumatici che non vanno verso il confine, bensì verso l’entro terra. ‹‹ti va di salire in sella?›› faccio al mio collega e subito sale un sorrisino idiota ‹‹su una moto, Deeks, su una moto›› gli faccio subito notare, allontanandomi. Sembra un ragazzino di tredici anni, a volte…
 
Deeks
 
Guardo la mia collega sfrecciare sulla moto da cross davanti a me, zaino sulle spalle e movimenti decisi. Sta decisamente bene anche in queste situazioni… forse è quasi più a suo agio qua che al centro delle attenzioni. Nah, è Kensi, è troppo complicata per dare ragione a un’ovvietà così… ovvia. La guardo rallentare e spegnere la moto e mi fermo al suo fianco. Ha perso le tracce, così si mette a cercarle mentre tento in ogni maniera di convincerla a tornare indietro: ho una paura assurda di perdermi in questo luogo desolato e selvaggio, non tanto per la compagnia (forse) ma per la mera sopravvivenza. ‹‹Deeks, questo non è il Sahara, e anche se lo fosse mio padre mi ha insegnato a sopravvivere anche in pieno deserto… mmm eccole›› dice per calmarmi, per poi puntare a orme di pneumatico ‹‹vanno verso ovest… vedi? È un SUV che procede lentamente, è piuttosto carico!›› ‹‹wow, un vero segugio! Ti ha insegnato anche questo tuo padre?›› sono sinceramente stupito, queste sono conoscenze più appropriate a un ragazzo, che a una giovane donna! Piena di orgoglio, ricomincia a parlare mentre si avvia alla moto ‹‹e anche a sparare, aggiustare un’auto, giocare a poker, cablare una casa, tutto quello che si insegna a un maschio; ma non ha avuto figli maschi, solo me!›› ‹‹eravate molto legati?›› non posso fare a meno di chiedere, vedendo la sua espressione e il suo modo di parlare da bambina. ‹‹molto, un bel rapporto, e tu, con tuo padre?›› Ahia, lo sapevo che sarebbe arrivata la domanda! Risalgo sulla mia cavalcatura a motore mentre pondero le parole ‹‹bhe… non molto… anzi, sono sicuro che mi odia›› ‹‹come mai? ›› ‹‹perché l’ultima volta che l’ho visto mi ha detto “Marty ti odio”›› spiego prendendo in mano il casco, volenteroso di finire la conversazione e tornare al silenzio della pista. Non è da me. Vedo Kensi titubare un attimo, sicuramente indecisa sulla risposta da dare ‹‹magari era arrabbiato, non lo pensava veramente…›› cerca di giustificarlo, in un atteggiamento potrei dire quasi dolce, sicuramente condizionato dal proprio, di padre. ‹‹infatti poi mi ha sparato! Da allora odio il giorno del ringraziamento! È successo sei anni fa… quel bastardo potrebbe anche essere morto! ›› l’espressione sul volto della ragazza è indecifrabile: stupore, tristezza misti ad altro ancora. Mi siedo sulla moto per riprendere fiato da questa confessione, non l’avevo detto a nessuno, non da parecchio tempo a questa parte. Per cambiare subito discorso mi alzo e vado a fare pipì, ma mentre sono intento, cosa vedo? Un serpente, proprio di fronte a me e agisco per istinto: sparo. Così facendo vengo raggiunto immediatamente da una spaventatissima Kensi per niente cosciente della situazione imbarazzante che potrebbe crearsi se non guardasse l’animale ormai morto. Per mia fortuna si allontana velocemente, dandomi il tempo di risistemarmi e di spiegare la motivazione del mio sparo, o meglio della mia paura dei serpenti. Mi interrompe mentre si mette il casco ‹‹Deeks? Hai la lampo aperta›› o come diavolo ha fatto a vedere…? Mi volto di scatto per chiuderla ‹‹oh, accidenti››. Ma le donne guardano la patta agli uomini così come noi guardiamo le tette?? Non può essere, sarà stato solo un caso… sicuramente è così… e poi Kensi!!
 
Kensi
 
Osservo la distesa desertica con il cannocchiale, quando squilla il cellulare. Abbasso le mani scocciata, odio le interruzioni quando devo seguire le tracce… ma sarà Callen ‹‹Kensi›› ‹‹trovato niente?›› come volevasi dimostrare ‹‹no, e sono sicura di essere sulla pista giusta. Voi?›› ‹‹ancora niente. Ora andiamo a incontrare un nostro informatore, J.J. , vediamo se sa qualcosa… come sta Deeks?›› ‹‹fa sempre la pipì›› dico con tono normale, mentre dentro di me vorrei scoppiare a ridere. Già sento la risata di Sam e scuoto il capo, mettendo via il cellulare. Da dietro un cespuglio spunta il mio partner e riattacca con la tiritera per convincermi a tornare indietro ma non gli do retta, salendo sì in moto, ma per continuare lungo le tracce. ‹‹dai, Fern, parliamone!›› lo sento gridare dietro di me, ma ormai mi sto avviando e può solo seguirmi.
 
Divertendomi come una matta, salto tra le collinette di terra e piante sentendo la libertà in ogni volo. Sono felice di essere qua a fare cross, e sono abbastanza felice che ci sia anche Deeks. Mano a mano lo apprezzo come collega, sebbene non lo ammetterò mai a nessuno: le sue continue chiacchiere mi fanno pensare di meno alle cose brutte della mia vita, mi rendono un po’ più serena… anche se a volte vorrei che non ci fosse. Con un mezzo sorriso, fermo la moto in una piazzola e mi metto a controllare i sentieri da percorrere. Il biondo si toglie il casco e resta in silenzio, mentre parlo del bivio che incontreremo, sembra patire parecchio il clima desertico. ‹‹chissà dove saranno…›› ‹‹spero in un posto con l’aria condizionata›› dice bevendo dalla borraccia ‹‹e c’è chi si diverte col moto cross…›› frecciatina sicuramente contro di me, alla quale rispondo a tono ‹‹ti credevo più tenace, invece sei un turista da hotel a quattro stelle›› decisamente, caro Deeks, non sei il mio tipo. ‹‹la mia idea di tenacia è andare al mare senza ombrellone. Pensavi che fossi un duro?›› mi guarda con uno sguardo strano, al quale non posso fare a meno di rispondere con fare da bambina. Poi perché non lo so… ‹‹come Ken, il fidanzato di Barbie, anche lui ha qualche problemino!›› rido e parto sgommando e sollevando nuvole di polvere. In mezzo al nulla e con lui con cui scherzare, mi sento particolarmente allegra!
 
Dopo l’ennesima curva identifico ciò che sembra una strada o una piazzola con posteggiati dei mezzi. Per non farci scoprire salgo su per il crinale e mi appiattisco al terreno una volta in cima: sotto di noi camion, quad e camper. ‹‹Eric. Forse li abbiamo trovati››
 
Deeks
 
Osservo il campo sotto di noi, ho le ossa a pezzi per i chilometri fatti fino ad ora ma cerco di fregarmene. La pazza del motocross parla al telefono, poi sento ‹‹mi avvicino per capire chi sono!›› ‹‹no, Kensi!›› con la mano la tiro di nuovo giù, accanto a me, osservando i marine uscire da un camper. Sono feriti, sembrano sistemati alla bene meglio… ma non sembrano in preda al terrore come sarebbe chiunque altro, preoccupati, potrei dire: ammirerò sempre questa capacità nei soldati. Forse è un’altra delle cose che il padre di Kensi le ha insegnato… o è avvenuto alla sua morte… chissà come è stata la sua vita da piccola senza di lui. Ultime indicazioni alla base, poi ci alziamo per fare ciò che viene meglio ad entrambi, che annulla tutti i pensieri: rischiare la vita per salvare gli altri.
 
Il piano è che io attiri più uomini possibile fuori dal campo, mentre Kensi va a salvare i marine. È un gioco pericoloso, non mi piace… ma eseguo, due brutti ceffi mi seguono in quad, sono veloci e per evitarli scendo per un declivio in terra battuta. Quelli, non potendo seguirmi, sparano. Cerco di allontanarmi il più velocemente possibile ma finisco in terra, con male ovunque. Se sparano ancora sono morto.
 
Kensi
 
Un solo uomo è semplice da battere: il calcio del fucile sul capo e cade a terra. Ma mentre pregusto la fuga, un rumore di macchina in avvicinamento mi mette in allarme e faccio muovere i due marine per spostarci in un luogo più sicuro, con meno possibilità di essere colpiti: il fianco di uno scavatore. Ma dalla macchina scendono altre persone e le cose iniziano a mettersi male; porto la mano all’orecchio, al trasmettitore, e chiamo Deeks, ma ricevo solo silenzio. Provo di nuovo a chiamarlo, mentre sale la tensione.
 
Torna un quad, sicuramente uno degli uomini che seguiva Deeks e che è stato richiamato per telefono, raggiunge gli altri rapitori e li vedo parlare; a un certo punto impugnano le armi e iniziano a muoversi con fare circospetto: ci stanno cercando. È questione di un attimo prima che arrivino a tiro mio e della marine, entrambe armate di fucile, ed inizia il solito gioco del nascondino per evitare le pallottole. La voce che volevo sentire da qualche minuto a questa parte risuona per l’aria ‹‹è dietro di te!››, facendomi tirare un mentale sospiro di sollievo mentre vedo crollare a terra un nemico. Vedo Deeks, tutto intero, saltare nella nostra pseudo trincea e rivolgermi le solite battute ‹‹ti sono mancato?›› passo alle cose spicciole ‹‹dove eri finito?›› ‹‹mi hanno distrutto la moto››. Bene, siamo in quattro ora, ma uno è ferito e quasi incapace di camminare, mentre i cattivi sono ben armati e possono sfruttare a loro favore il campo che conoscono bene. ‹‹Eric, servono rinforzi›› ricevuta conferma dell’arrivo di qualcuno, chiedo informazioni mediche ai marine e devo dare la notizia della morte di un loro compagno, cosa che mi addolora come se io stessa lo avessi conosciuto.
‹‹hai idea di come andare via di qui?›› chiede il mio partner, chino per evitare le pallottole sempre più numerose ‹‹ci sto pensando!›› rispondo con un’acidità quasi mai usata con lui, ma sono sotto stress e non mi colpevolizzo. ‹‹perchè mi viene in mente il finale di Butch Cassady?›› solito idiota, ma non faccio in tempo a rispondere che un innaturale silenzio fa voltare entrambi. Stanno aspettando qualcosa, ma cosa?? Vedo un uomo correre con un arma in mano e mi volto, ora seriamente spaventata ‹‹hanno un lanciagranate!›› lo sguardo e il volto del mio collega credo siano lo specchio dei miei, se non ci viene in mente qualcosa finiremo in cenere… scruto la zona in cerca di una salvezza e vedo un SUV, la nostra unica speranza. Ma Deeks non sa farlo partire se non ci sono le chiavi, quindi propone di creare un diversivo mentre io e i marine ci mettiamo in salvo. Ah, il commento su mio padre glielo condono se usciamo salvi da qui.
 
Deeks
 
Sparando all’impazzata mi copro dai proiettili nemici e mi dirigo verso il mio obiettivo: un mezzo fermo il più lontano possibile dal SUV che Kensi sta cercando di far partire. Spari, spari, poi calore, grandissimo calore alle mie spalle che mi costringe a buttarmi in terra: la roulotte dietro di me è andata a fuoco per una granata. Mi sembra di udire una voce femminile chiamarmi, ma è impossibile, troppo rumore intorno a me, ma è il tono della mia partner… partner, strana parola… mi piace… all’improvviso un rumore di elicottero ci salva, sono sicuro che il prossimo bersaglio sarebbe stato il SUV.
Le voci di Sam e Callen mi tranquillizzano, ma mi colpisce come non abbiano chiamato il mio nome per sapere se stavo bene… sono sempre un novellino, è vero, però… vabbè, l’importante è essere vivi, un giorno in più.

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Capitolo 6
*** Compleanno o no? (episodio 4 stagione 2) ***


Mi scuso per i possibili errori che troverete in questo capitolo ma non ce la facevo più a rileggerlo... perché? Pensate: passare ore e ore a vedere e rivedere un video, scrivere una storia dopo averci passato ore di ragionamenti e... perderla. Quindi ricominciare da capo. CHE PALLE!! Quindi accetto tutte le valutazioni xD buona lettura, miei cari, e grazie delle recensioni ^^


Deeks
 
Arrivo alla sede e trovo tutti intenti a parlare misteriosamente e capto la parola “intimità” detta dalla mia partner. Mi aggancio quindi per fare un’entrata un po’ alla… alla me ‹‹e chi non ama l’intimità, specie quella del genere… intimo›› ma lo sguardo da “tu sei un imbecille” della ragazza mi fa capire di aver preso un granchio. Così mi spiegano che non sanno cosa regalare a Hetty per il suo compleanno perché l’arzilla vecchietta ogni volta dice che non vuole una festa ma ogni anno la fanno per paura che lo dica solo per dire… ‹‹i compleanni sono complicati…›› me ne esco dopo la spiegazione ‹‹lo è anche Hetty!›› completa Callen, senza troppe speranze. ‹‹abbigliamento?›› provo a proporre, dal momento che spesso ho regalato qualcosa da vestire… o meglio da svestire, visto che erano spesso completini di intimo moolto carini alle varie ragazze che ho avuto. Ancora ricordo Jenny e come stava bene con quel corpetto rosso a quadretti… ma la mia proposta viene scartata e una Hetty molto inquietante ci osserva da queste strane robe in metallo che fanno da dividi ambienti.
Un fischio fa alzare lo sguardo, ma ha un tono diverso da quello solito… vedo la faccia di Eric, letteralmente allibito, fissare la ragazza bassina, rossa di capelli e dal visino innocente, la nostra nuova assistente di laboratorio. ‹‹Nell è qui da meno di una settimana e già si prende queste libertà? Eric avrà un diavolo per capello!›› commenta Kensi, con aria divertita e stupita. ‹‹ah, può stare tranquillo, presto Nell toglierà le tende come tutti gli altri!›› dice sogghignando Sam, avviandosi al piano superiore. ‹‹per quale ragione? ›› ‹‹i molti misteri di Hetty, a quanto sembra gli analisti dell’Intelligens la irritano!›› mi spiega G, salendo anche lui. Per quanto io sia qua da ormai parecchio, sempre più cose mi lasciano basito…
 
Si, Nell è carina ma… invadente. Non lascia finire le frasi a Eric, praticamente nessuna! E addirittura finisce anche quelle della nanetta occhialuta, che mai come ora mi è sembrata capace di fare un incantesimo per far scomparire qualcuno…
 
‹‹come mai questa volta lavoro d’ufficio a noi? ›› dico a battuta alla ragazza che scende con me le scale. ‹‹lo sai quanto Sam adori andare dove ci sono militari! È stato per anni il suo mondo, e diciamocelo, spesso questo gli ha permesso di conoscere più del normale!! ›› ‹‹ok, te la passo per buona! Chi fa cosa? O facciamo qualcosa insieme…? ›› guardo Kensi con un sorrisetto malizioso, “sai che non mi dispiacerebbe, vero?” ‹‹Deeks. Tu chiama la scientifica, io inizio con il rapporto…›› ‹‹quella tipa è matta, secondo me… e ha una cotta che ancora dura per Nate… secondo te sarebbero una bella coppia? ›› dico sedendomi alla mia scrivania e prendendo il telefono ‹‹di sicuro meglio che di noi due, caro agente della polizia!›› le ultime parole sono pronunciate con distacco, mettendo paletti divisori. Sospiro e mi immergo nel lavoro.
‹‹Il taglio della gola e l’amputazione della mano sono stati fatti… con un coltello molto affilato, dai 17 ai 30 centimetri di lunghezza›› ‹‹il che include ogni tipo di coltello da combattimento…›› ‹‹ogni tipo di coltello in assoluto, inclusi quelli per il sushi nei ristoranti del porto!›› faccio presente, a una partner perplessa ‹‹stai forse suggerendo che l’assassino sia un cuoco giapponese? ›› ‹‹i cuochi sono molto astuti, Kensi›› ma alla mia pseudo battuta si rimette a scrivere, senza neanche permettermi di finire le mie frasi. Non posso fare a meno di ridere, adoro farla andare fuori dai gangheri!!
 
Nello store, continuo ad informarmi sui possibili regali da fare a Hetty. Avevo pensato a qualcosa legato alla cucina ma mi sembra che nulla possa competere con cucchiai di sciamani e pentole di Singapore. ‹‹io sono più un tipo da pizza surgelata…›› Kensi resta ferma, mani sui fianchi, le parole escono pungenti come ogni volta che parla dei miei rapporti con le ragazze ‹‹ah, le donne devono adorarlo…›› ‹‹sta tutto nel vino ci abbini!›› sono li lì per chiederle se vuol provare quando punta a una ragazza, la fidanzata del nostro marine morto, e mi spedisce a cercare una brocca quando spunta la sorvegliante. Perché una brocca, poi? E quel tono da ragazza che vuol usare gli altri, o meglio me, visto che lo usa solo col sottoscritto, pronunciando “Deeks, vedo una brocca nel tuo futuro!”… prima o poi riuscirai a non tenermi così tanto a distanza, a fidarti un po’ di me?
 
Kensi
 
‹‹Gli piaceva flirtare, era fatto così… e io ero… gelosa! Che stupida…›› resto a guardare la ragazza seduta accanto a me, dispiaciuta. Non so come potrei reagire se il mio ragazzo flirtasse con altre… ma gelosa… non so se lo sarei… alla fine dai, sono troppo riflessiva per esserlo!!
 
Seduta alla scrivania con gli altri, sfoglio le pile di fogli che formano l’archivio della seconda vittima. ‹‹perché qualcuno dovrebbe scrivere a mano qualcosa oltre alla propria firma? ›› ‹‹non ha alcun senso! ›› mi risponde Deeks, un plico tenuto tra i denti. ‹‹è ridicolo… ›› rincalca Sam. Callen sta per aggiungere qualcosa quando risuona la voce di Hetty ‹‹come ho fatto a mettere insieme un gruppo che non mostra alcun apprezzamento per l’arte della parola scritta a mano?›› ci guarda dal centro del corridoio tra le scrivanie ‹‹perfino delle banali registrazioni su un libro mastro hanno più significato per l’autore, e in estensione, per il lettore›› ma gli sguardi che tutti noi le stiamo lanciando la portano ad alzare lo sguardo al soffitto e sospirare ‹‹ah, non ho parole…››. Callen torna al lavoro, prendendo un nuovo raccoglitore: ‹‹sfortunatamente, Hetty, neanche noi! ››. Guardando un ennesimo foglio avverto gli altri della mia possibile scoperta, e la nostra avversione per i manoscritti sembra essere momentaneamente accantonata dalla nostra superiore.
Callen
 
‹‹Ecco la coppietta felice›› Per avvicinare il gioielliere sospetto Deeks e Kensi devono mettere in piedi una piccola scenetta passandosi per due fidanzati in cerca di un anello. Hetty ha dotato i due di oggetti preziosi: un orologio da non so quante migliaia di dollari a Deeks (spero non debba ripagarlo!) e un bracciale proveniente dal museo di Bagdad saccheggiato nel 2003. Come abbia fatto ad averlo è ancora un mistero e, come al solito, resterà irrisolto. ‹‹che dici, Lilli e il vagabondo? ›› ‹‹più la bella e la bestia…›› come nostro solito io e Sam iniziamo a scherzare su di loro, ma sotto sotto, almeno io penso che stiano bene insieme… un po’ come a me serve Sam per non chiudermi nei miei pensieri, anche a Kensi serviva qualcuno…
Osservo mentre l’agente della polizia cerca di prendere la ragazza per mano e come ottenga solo uno schiaffetto sdegnato in risposta ‹‹oh oh, hanno già dei problemi!›› dice con un mezzo sorriso Sam ‹‹te la bevi come coppia? ›› ‹‹a Los Angeles, se è ricco, perfino un troll rimorchierebbe una super modella! ›› ‹‹lasciando noi a bocca asciutta! ›› Si, decisamente le battute sono le parti migliori della giornata!
 
Deeks
 
Entriamo nel negozio e ci guardiamo un attimo intorno. Non passiamo per una coppia neanche a guardarci dalla luna, è possibile che non si lasci tenere per mano neanche se dobbiamo far finta di essere fidanzati?! Ci avviciniamo al commesso e spiego la nostra visita ‹‹stiamo cercando un anello di fidanzamento›› ‹‹uno bello grosso›› fa la mia partner. In questa situazione partner forse è la parola più adatta… ‹‹aveva detto che la grandezza non contava›› sogghigno, cercando di fare un po’ di battuta ed essere malizioso, ma lei mi sghignazza quasi. Non sapendo più come o chi, mi trovo la mia mano unita alla sua sul bancone, il contatto che mi fa perdere un attimo connessione con la realtà. Mi fai un effetto strano, cara…! Intanto Kensi mi indica un anello che, a condizioni normali, non potrei permettermi neanche risparmiando per un anno. Meno male non siamo qui sul serio, sennò sai che figura di merda! ‹‹si, è davvero stupendo, mia cara!›› dico avvicinandomi a lei da dietro, mettendo una mano sul suo fianco e tirandola a me piano. Ma il gesto, che voleva essere dolce e di copertura, non sembra piacerle tanto, visto che mi pianta il tacco a spillo nella scarpa, facendomi allontanare. Finalmente entra in scena il bracciale dato da Hetty, e il venditore, si blocca con l’anello in mano. ‹‹è un bracciale molto interessante, posso chiederle come l’ha avuto?›› ora è rigido, serio, non sorride più, io resto di guardia lasciando parlare la mia ragazza. ‹‹è un regalo!›› ‹‹da parte di chi?›› ‹‹un amico››, dice sorridendo lei, io ormai serio. Mi da addirittura noia vedere il contatto tra la pelle della mia Kensi e quella dell’uomo. Mia?? Quando sono arrivato a pensare… lasciamo stare. Quest’uomo è sospetto, molto, troppo. Dopo un istante di esitazione, a bassa voce dice che non può aiutarci e ci caccia dal negozio.
Kensi
 
Esco come una furia dal negozio, come si addice ad una ragazza appena cacciata da una gioielleria, e chiedo spiegazioni in maniera molto garbata e fine al mio partner: ‹‹cosa credevi di fare?!›› ‹‹rendere convincente la storia›› ‹‹altro che convincente, Deeks, chi diavolo dice più “mia cara”? ›› ‹‹è un espressione affettuosa›› spiega mentre prendo il telefono in mano ‹‹si certo, nel secolo scorso!›› Poi, appena prende la linea, parlo nel telefono ‹‹Callen, teniamolo d’occhio, è decisamente sospetto›› ‹‹stiamo parlando di Anshiri, vero? ›› risponde quello. E siccome si trova nella macchina di fronte a me, lo vedo con quel sorrisetto che inizia ad avere ogni volta che parla con me di Deeks. A parte che lo avrei capito lo stesso, da quanto lo conosco. Abbasso il braccio dove tenevo il telefono e sospiro, poi me ne vado senza degnare di un occhiata ne lui ne Deeks, che mi chiama “principessa” per farmi fermare. A volte sembrano dei bambini, tutti e tre! Salgo in macchina e metto in moto, Deeks che si mette dal lato passeggeri e cerca di far conversazione ma non lo ascolto proprio. Alzo la musica e annuisco di tanto in tanto. A volte vorrei non doverlo scarrozzare!
 
Prossima tappa: casa di Anshiri. Sembra un museo, ben tenuto ma un museo. Non so come possa vivere qua dentro… ‹‹stiamo cercando un coltello, giusto?›› dice Deeks tenendo un mano un raffinato oggetto proveniente da una teca. Toglie dal fodero la lama ma non è quello che ci aspettavamo ‹‹è ornamentale… non riusciresti nemmeno ad affettarci il pane…››. Dopo un occhiata a lui, vado a cercare in un comodino, quando dalle mie spalle sento una voce femminile
[N.D.A.: è la monaca di Monza!! xD], la padrona di casa, alla quale dobbiamo mostrare distintivo e mandato di perquisizione per non farci sbattere fuori.
Mentre cerchiamo lei si siede su una sedia in ogni ambiente, controllando il nostro operato. È inquietante, mi sento in soggezione. Da una cassa tiro fuori una cassetta per gli attrezzi e poi chiamo il mio collega: ‹‹Deeks, guarda. Questo non è stato usato per affettarci il pane›› in mano ho un coltello insanguinato, precedentemente avvolto nella carta. I nostri sguardi vanno alla donna, la quale risponde con una intensità quasi fuori dal normale.
 
 
Deeks
 
‹‹sei arrabbiata con me? ›› chiedo a una Kensi molto nervosa, mentre cerchiamo ancora informazioni dai fascicoli ‹‹i cani si arrabbiano, le persone si infuriano›› neanche mi degna di uno sguardo e continua a fissare le carte ‹‹è per il negozio di gioielli? Cercavo di renderci credibili come coppia!›› ‹‹ e chi mai crederebbe che noi siamo una coppia? ›› l’ultima parola viene evidenziata dal tono, mi sta prendendo in giro. ‹‹hai ragione, non sei decisamente il mio tipo›› le rispondo pan per focaccia, sicuro che con questa frase sarà lei a voltarsi. Guardo ora i miei fogli, mentre, come previsto si gira e mi guarda ‹‹ti dispiace se…›› ma non le faccio finire la frase, annunciando di aver trovato qualcosa. Mi si avvicina quindi per vedere, quasi ad essere a contatto.
 
Il caso è risolto, preziosi cimeli trafugati dal museo iracheno verranno restituiti e abbiamo ricevuto anche le congratulazioni dal direttore Vans. Inoltre Hetty ha dato a Kensi una scatolina, probabilmente un anello, che faceva parte degli oggetti personali del marine morto. Mi spiace non aver fatto un regalo alla nostra amata nanetta, ma se così dicevano i colleghi… la guardo voltarsi, sembra triste, quando… dall’alto volano palloncini e la musica si diffonde per l’ambiente. Nell compare con un regalo, una sciarpa che sembra leopardata?! Ma Hetty sembra prendere bene la sorpresa, addirittura ci dice dove è il whisky! 

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Capitolo 7
*** Piccoli Angeli (Episodio 5 stagione 2 ) ***


Ciao carissimi! Sono in mezzo a un po' di problemi universitari, quindi sono rimasta indietro con la scrittura, scusatemi! Ma eccomi qua!! Ringrazio quanti hanno recensito, ormai leggere recensioni è una specie di droga! Spero che questo capitolo vi piaccia!! Saluti!!!


Deeks
 
Il televisore trasmette un film ma non mi interessa, l’ho già visto tante volte, troppe. Sugli altri canali, il nulla. Sulle ginocchia il portatile, sullo schermo un sito di incontri. Sono sempre molto interessanti, soprattutto quando si trovano belle ragazze. E una bella ragazza l’ho trovata e mi guarda dalla foto: maglia color crema, jeans blu, mano tra i capelli castani e bel viso. Charlene St. James. Decisamente interessante, anche dalle caratteristiche. Dovrei contattarla, per chiederle di uscire… chissà come è a letto… peccato solo che questa ragazza non esista. Non esiste Charlene. Esiste solo Kensi. E io mi tengo questa pagina salvata tra i preferiti, sia mai che mi possa servire per ottenere una piccola vendetta su tutte le volte che mi tratta male!!
 
‹‹non mi dirai che è vero! Mi sembra impossibile che tu ne abbia paura sul serio›› ‹‹e invece è vero›› ‹‹ti fanno paura i clown?›› ‹‹ma di che clown parliamo?›› ‹‹clown come Deeks, i clown come…›› fino a che la mia partner non si intromette nella conversazione tra Sam e Callen continuo a farmi il caffè, ma non posso fare a meno di voltarmi nel sentirmi tirare in causa. ‹‹clown da circo… capelli arancioni, scarpe enormi…›› ‹‹se becchiamo dei terroristi e uno si mette un naso rosso che fai, te la dai a gambe levate? ›› ‹‹rivelo un mio punto debole e tu mi prendi in giro? ›› la questione inizia a farsi interessante quando Kensi rivela di avere la fobia dei peli e decido di giocare la mia carta ‹‹non l’hai scritto nel sito “cerco il grande amore”››. La ragazza resta un attimo bloccata, poi con voce indagante ‹‹come fai a saperlo? ›› io sorrido e ribatto senza guardarla ‹‹lo so ora››. I colleghi ridono e mi incitano, mentre mi siedo e continuo lo scontro con Kensi. ‹‹nel sito ho messo il profilo di un mio alias›› ‹‹Nascondendo chi sei veramente non troverai mai il tuo grande amore›› le rispondo con tono dolce, quasi paterno, o è quello che vorrei avere. Mentre lei spiega il tipo di peli che le danno noia, recupero la pagina trovata ieri sera e mi metto a leggerla ad alta voce ‹‹ouh, Charlene St. James… è il tuo alias da pornostar? ›› ‹‹come l’hai trovato? Deeks, ti proibisco di…›› la mia cara partner sembra per una volta profondamente turbata e calco ancora di più la mano ‹‹Non sopporta: dentiere, egocentrismo, precedenti penali. Donna piena di pretese, eh? ›› i miei occhi la osservano, soffermandosi sulla scollatura della camicia ‹‹Deeks›› ma non mi fermo ‹‹le piacciono: le arti marziali, la musica tecno e i primi appuntamenti allo zoo…?! ›› ‹‹ma allo zoo ci sono gli animali, che sono pieni di peli! ›› le fa notare Callen, dal mio fianco, ridendo. ‹‹si confronta con le sue paure! ››. Un fischio dall’alto ci fa scappare la nostra preda a gran velocità ‹‹senza sculettare, Charlene! ›› non posso fare a meno di gridarle, trattenendo le risate per la scena. Ma fischio significa lavoro che significa viaggi in macchina, che significano Kensi incazzata alla guida. Diavolo…
 
 Kensi
 
Lo odio. Lo odio quando è così idiota e menefreghista, il pensiero che la mia vita privata e lui stiano separati non gli passa neanche dall’anticamera del cervello?! Supero una macchina con un movimento nervoso, accanto a me il silenzio. Strano. Si vede che mi trova abbastanza incazzata. Però non è da Deeks… guardo con la coda dell’occhio e lo vedo intento a fare qualcosa al cellulare, forse scrivere messaggi, con aria soddisfatta, fare strani sorrisetti maliziosi e risatine strane. Cosa starà facendo? Allungo lo sguardo ma mi vede e sposta lo schermo ‹‹sbirci? ›› ‹‹tu ti fai i fatti miei al computer… chi ti aveva detto che potevi dire a tutti cosa c’era scritto?? ›› dico con tono alterato, mentre lui fa un sorrisetto dei suoi. ‹‹tu volevi sapere cosa facevo! Allora non è vero che mi odi così tanto!›› ‹‹ma smettila, Deeks! Sei patetico! ›› torno a guardare la strada non degnandolo più di una parola, ma trovo un cellulare accanto al volante. Sopra, un gioco. Ora volto la testa verso di lui, in cerca di spiegazioni e due labbra si appoggiano per un istante sulle mie, lasciandomi inebetita. Lo sguardo torna subito sulla strada, mentre sulle guance sento caldo, incredibile caldo. ‹‹perché? ›› chiedo, senza guardarlo, senza fiato. Accendo l’aria condizionata e lo sento ridere. 
[Vi piacerebbe, eh? Beh, l’ho scritto xD ma è solo un piccolo di più fuori dalla trama xD] ‹‹per essere pari. Quella di stamani era una piccola vendetta per le battute che fai sempre… e ora volevo solo che mi cagassi un poco! Pace? ›› lo sguardo è sincero, sembra un bambino che viene a chiedere scusa dopo aver rubato una merenda… annuisco e torno a guardare la strada, un mezzo sorriso, nascosto alla sua vista, orna il mio viso.
 
Arriviamo alla casa del comandante e iniziamo a cercare tracce della sua presenza, o assenza. Mentre Callen e Sam entrano in casa, noi facciamo il giro del giardino e del retro. Sul pavimento intorno alla piscina noto sangue, tracce che portano fino al bosco e che fanno pensare ad un corpo trascinato… e proprio quando indico la vegetazione agli altri, vedo il comandante con una ciabatta in mano ‹‹è di mia figlia››. Nel volto panico, sulla ciabatta sangue.
 
 
‹‹sembra un messaggio di Amanda, ma non è il suo indirizzo email… dice che troverò un video nella mia posta›› il computer carica velocemente e parte il video. Ghiaccio. Sento ghiaccio sulla schiena, nel petto e nelle viscere. I fotogrammi si succedono e con essi il mio sangue sembra scomparire: la ragazza, Amanda, è stata seppellita viva.
 

[carissimi miei, questo caso è troppo complicato da trattare, non ho sinceramente la più pallida idea di come fare, per cui… salto pezzi... ma mi sono fatta perdonare xD]
 
Il caso è ormai sia nostro che dell’FBI, dobbiamo salvare la ragazzina. Non ho mai visto, in tanti anni di lavoro fianco a fianco, Sam così motivato, deciso e inarrestabile. Dopo aver visionato le mappe, aver trovato un auto sospetta e spedito Deeks a parlare con il colpevole di tre omicidi del tutto identici in carcere, noi andiamo a casa del fratello di questo, dove dovrebbe esserci l’auto. E infatti eccola. Qua le cose si mettono male, per Andre.
 
Deeks
 
‹‹sono necessari quei pendagli? ›› ‹‹si fidano poco…›› ‹‹ci si può fidare di uno che ha ucciso tre ragazzine? ›› in questo penitenziario, la mia voce risuona ancora più glaciale, ed è quello che voglio. La persona che ho davanti non deve essere chiamato “uomo” ma “bestia”, e non riesco a concepire in nessuna parte della mia mente come abbia potuto fare cose simili. È lui a parlare, io resto fermo, evitando troppi movimenti. Se dovessi allungare un braccio anche solo per spostare una briciola la mano si chiuderebbe sul suo collo fino a togliergli la vita. Mi stupisco che nessuno l’abbia ancora fatto qua dietro alle sbarre. Credo sia in una cella isolata. E ora devo anche portarlo nei boschi. Mi fa schifo, ma se è per Amanda, questo e altro.
 
Ossa. Ossa e scheletri di animali ovunque, delle vere fosse comuni. Non so più dove guardare, vorrei solo non essere qua. E Lucas non collabora più, dice di chiedere a suo fratello per altri posti. Ma Sam sistemerà questo matto, ne sono certo.
 
Come sperato, siamo in un altro punto. Viene spostata terra, terra e ancora terra. Ma all’improvviso un rumore diverso, di legno. La cassa!! Ma una triste sorpresa ci attende: non è la nostra ragazza, ma la terza vittima di Lucas, quella che era ancora dispersa, ancora con il nastro da pacchi sulla bocca.
 
Nel campeggio avviene l’incontro tra i due fratelli. Si parlano, ma non li ascolto. Per me sono dei vermi. Kensi sembra provata quanto me, inoltre in questo caso siamo sempre stati isolati, l’uno senza l’altra. L’agente dell’FBI spiega ai due lombrichi la situazione e fa prelevare un campione di DNA dal fratello del carcerato per paragoni con quello trovato sulle prime due ragazze morte. Come si fa a fare cose simili? Sotterrare viva una vita innocente…
 
Uno dei due fratelli ha cercato la fuga, l’unico ancora con questa possibilità, ma il suo aereo è stato bloccato dai nostri. Nella casa galleggiante io e Kensi guardiamo un video che lo scagiona dall’accusa di essere lui il rapitore di Amanda: un video girato da Andre e dall’amante a casa di lei. Sono talmente tanto schifato da tutta questa situazione che non faccio battute, mando solo avanti le immagini, non voglio vedere realmente niente. Solo alcuni fotogrammi si fissano: non è un video falsificato, c’è il tg della notte. Siamo a un punto morto.
 
Kensi
 
‹‹cosa credi che ne farà di quel guanto?›› sento Sam e Callen parlare intorno al video e mi avvicino. Deeks, al mio fianco, è provato, serio e non fa più battute, cosa che mi rende felice perché è il campione di battute in momenti sbagliati. Ma a quanto pare, se ci sono bambini di mezzo cambia… già con Joshua era avvenuta una trasformazione simile…  ‹‹Eric, potresti in qualche modo far vedere un pezzetto di guanto chirurgico blu, qui? ›› il nuovo piano è sorto dal nulla, dalla squadra al completo. Insieme siamo una vera forza…!
 
L’hanno trovata!! Con Deeks porto i due piccoli psicopatici, degni nipoti di uno zio simile, nell’auto per il carcere. Che ci marciscano dentro, quanto hanno fatto non ha giustificazioni. La ragazzina sta bene, la vedo abbracciare il padre e finalmente mi concedo un sorriso. La mano si stringe intorno a un’altra, fatta di aria, e so che mio padre è al mio fianco.


Toc Toc, piaciuta la sorpresina? Ci stava troppo bene per lasciarmi sfuggire una cosa simile! Ma è solo frutto della mia fantasia, nessun risvolto nella storia vera! Ciao!!

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Capitolo 8
*** Pinguino ed ex (Episodio 6 Stagione 2) ***


Eccomi!! Sono finalmente tornata!! Tra esami, vacanze, cane, amici, storia persa e riscritta da capo mi ci è voluto tantissimo per finire questo capitolo, ma l'importante è essere ancora  e di nuovo qua!! Mi metterò più d'impegno, lo giuro xD ciaooo!!!

Deeks
 
‹‹prova con me›› Callen mi sfida a fare il gioco del “trova la carta” con lui ed io, dopo aver già vinto con il collaboratore esterno, sono felice di questa nuova sfida. Mi piace mettermi in gioco, se non è qualcosa di rischioso per la mia salute. Callen punta i suoi soldi, Kensi si avvicina per osservare ‹‹questa voglio vederla››. Cantileno la mia solita filastrocca ma vedo Callen puntualizzare riguardo allo “zio Marty”. Non ci siamo. Lui è più tosto di chiunque altro. Ma io so vincere, è il mio gioco. ‹‹quale scegli?›› “dai, che tanto la sbagli! Chi è il boss, qua?!” Il dito punta una carta e la volto: la donna. Ho perso. Cerco di fare una battuta per sdrammatizzare ‹‹la solita fortuna del principiante… hai vinto››. Gli dò i soldi ma lui mi stupisce: ‹‹mi sento in giornata, raddoppi la posta? ››. Sono un attimo titubante, ma poi accetto. Ha azzeccato una volta, due è impossibile… e se anche dovessi perdere, non è la fine del mondo, non sono troppi soldi. Ma la mia cara, amata e stupenda Kensi decide di puntare tanti pezzi da venti, molto invitanti ma anche pericolosi. Se perdo finisco tutti i miei soldi. Solita cantilena, poi un attimo di silenzio. Di nuovo l’indice va a puntarsi contro una carta e resto basito: è la donna. Ho perso tutto, come una Kensi esultante mi fa notare. Ma come ha fatto??
‹‹sarà il caso che veniate di sopra, invece che stare qui a trastullarvi. Abbiamo una situazione d’emergenza. ›› Hetty viene a riportarci al lavoro, poi punta il dito contro Callen ‹‹e trovo sconveniente che lei coinvolga la signorina Jones nei suoi trucchi da saltimbanco! ›› ‹‹ha fatto tutto da sola›› le risponde il mio collega. Così… ‹‹va bene, va bene, ho capito tutto! Ridatemi i soldi! ›› ma dimmi te, che guastafeste di amici!!
 
Guardo la donna sullo schermo: è stata la moglie di Callen in missione sotto copertura per la CIA. Bella donna, ha capacità da vendere, una determinazione che non ho mai visto in qualcuno… no, una forse la batte: Kensi Blye. Chissà se faremo mai operazioni sotto copertura come coppia, per una durata maggiore di una visita a un negozio… chissà che potrei scoprire a vivere con lei! Comunque, bando ai miei pensieri, da come il collega parla di lei si vede che ci teneva davvero tanto ‹‹troppo sexy per farsi passare per tua moglie›› mi sfugge all’improvviso, ma la mia partner mi guarda malissimo, sembra scandalizzata dalle mie parole. Donne, chi le capisce è bravo! No, chi capisce Kens è bravo!!! Ma a quanto pare le figure non sono finite, perché sempre parlando di questa fantomatica tizia sussurro nell’orecchio alla ragazza al mio fianco che donne così andrebbero tenute al guinzaglio, e vengo rimproverato da una Hetty con il super udito da robot. E che palle!!
 
Siamo sul posto e, come al solito, devo collegare. Cerco di fare, con Callen, tutto per bene, ma poi devo passare alle vie rapide: una frasina all’orecchio e il collega ha 10 minuti per entrare. E per una volta ricevo l’ammirazione di Callen e Sam. Per fortuna, una volta ogni tanto mi va bene!
 
Kensi
 
Sam ci da informazioni circa un cadavere in un magazzino, l’ha sentito da questa Tracy con il microfono direzionabile, e velocemente ci avviamo laggiù. Per tutto il viaggio continuo a sorbirmi la cantilena di Deeks circa i soldi, il fatto che non sia giusto, che abbiamo barato, ma non ho neanche voglia di zittirlo. Tanto non solo non si cheterebbe, ma troverebbe argomenti più snervanti. Ma alla fine è simpatico, mi sono resa conto che, nei giorni in cui è con la polizia, sono più seria e chiusa. Lo guardo con la coda dell’occhio e sorrido.
 
Saliamo le scale dell’edificio, la voce di Marty rimbomba ‹‹secondo te… fino a che punto si sono spinti Callen e quella Tracy nel fingere di essere marito e moglie? ›› ‹‹usa un po’ di immaginazione…›› perché mi fa ste domande, ora? Che gliene importa? Poi mi ricordo chi è il mio partner e torno sulle mie parole ‹‹no, lascia perdere… è meglio››, ‘sto pervertito a volte esagera con le idee!” ‹‹mh, già usata! Te lo chiedo solo per curiosità…›› ci posizioniamo affianco alla porta, pistole in mano, mentre continua ‹‹il tuo vecchio compagno di squadra?›› alzo lo sguardo su di lui, possibile che non sappia di Dom? Ma è arrivato quando il ragazzo era scomparso, veniva trattato male per quello… possibile che nessuno gli avesse detto il motivo per cui era considerato un rimpiazzo?? Come diavolo ci siamo comportati con lui all’inizio, se non sa neanche queste cose?? ‹‹Ha fatto una brutta fine›› gli spiego con tono sommesso, dopo un attimo di esitazione, il dolore provato allora non credo si sia ancora spento del tutto, e probabilmente è visibile dai miei occhi fissi nei suoi, che paiono velati da una stessa sensazione di solitudine. Ci assomigliamo, in fondo… entrambi abbiamo perso qualcuno…
Entriamo nella stanza con circospezione, ma se ci fosse qualcuno ci avrebbero già sparato, visto che il caro ragazzo biondo non riesce a stare un secondo zitto e parte con le battute sui compagni di squadra. A volte vorrei farlo fuori, in una qualche maniera dolorosa, perché non si rende minimamente conto di essere noioso!! ‹‹cadavere in vista›› dico con tono gelido, interrompendo i suoi discorsi deliranti, ma comprendo subito che Deeks pensava mi riferissi a lui e non all’uomo realmente cadavere: ‹‹c’è bisogno di minacciarmi?››. Uomo in giacca e camicia, che tutto sembra tranne che un componente di una banda che ruba missili: è dell’FBI
 
Deeks
 
Come trascorrere un bel pomeriggio di sole? Di sicuro non qua! Situazione complessa, Sam ha sparato a qualcuno che gli sparava, e su questo tetto c’è un cecchino della polizia morto. Se i miei ex colleghi riuscissero ad avvicinarsi a Sam, in tanti come sono e così rabbiosi, lo spolperebbero. Credo che stiano pensando, tra l’altro, che sono un traditore, dal momento che sto separando loro da un possibile assassino di un compagno, ma alla fine, quando mai mi hanno considerato un poliziotto come loro? Tiro un sospiro di sollievo quando Kensi annuncia che c’è polvere da sparo sulla ferita, mi fido di Sam, forse non al punto di affidargli la mia vita, anzi la mia proprio no, ma mi fido della sua professionalità: ora ancora di più.
 
Sono con Kensi a seguire l’interrogatorio, o meglio la discussione, tra Callen e Tracy e mi sorprendo quando lui riesce a cavarle di bocca moltissime informazioni: “io non ci riuscirei, con la mia partner, credo”, penso guardandola con la coda dell’occhio. Poi, visto che il silenzio non è proprio da me, ad alta voce espongo una teoria: ‹‹conferma la regola dei dieci anni! Bisogna conoscersi da almeno dieci anni prima di sposarsi tra colleghi›› sento il suo sguardo su di me e continuo a fissare lo schermo della televisione, poi con fare allegro mi volto verso di lei ‹‹esci con me per un decennio e ti concederò la mia mano!›› la vedo voltare il capo e sbattere qualche volta le palpebre mentre risponde ‹‹può sembrare più una minaccia che una concessione…›› addirittura si stringe un po’ nelle spalle, come se l’idea le facesse realmente schifo. Cattiva!!
 
Siamo in spiaggia, il vento e il cielo coperto non mi fanno godere appieno l’ambiente e la visione di ragazze in costume… anche perché Tracy è in camicia e Kensi è sdraiata di pancia… cerchiamo un approccio? Ma si… ‹‹il sole picchia forte, non è che…›› ‹‹no, niente creme solari›› risponde dura la mia partner. Tentativo fallito. Decisamente! ‹‹come vuoi!›› e prima di poter tentare di ricevere nuovi due di picche ecco arrivare l’agente White, quel damerino della CIA, che inizia a perquisire Tracy come se fosse il suo fidanzato… ‹‹a me tocca sempre perquisire vecchi barboni puzzolenti…›› il commento è d’obbligo, mentre fisso la donna entrare in acqua e uscirne con tutti i vestiti bagnati. Ok, non abbiamo più il microfono, ma la camicia così aderente sembra compensare lo stridio che sento nell’orecchio!! Con molta calma l’agente tira fuori la pistola e la punta contro l’ex moglie di Callen, ma viene atterrato da un colpo di pistola dei nostri; sento già il divertimento dell’interrogatorio quando Tracy prende la pistola dell’uomo e lo uccide, per poi alzare subito le mani al cielo. Hetty non sarà per niente contenta!!
 
Kensi
 
Finalmente è uscito il sole, ma naturalmente solo quando c’è il morto. Normale, succede sempre così… osservo Tracy, Callen e Sam e lascio che se la sbrighino tra loro, soprattutto considerando che a coppie quei tre si conoscono da anni e anni. La donna prende il cellulare dell’agente e ci fa sapere il luogo dell’appuntamento. Abbiamo un’ora e dobbiamo agire. Come al solito il piano viene architettato in poco tempo da tutta la squadra… ma la novità sta che non sono la protagonista, questa volta: Callen vuole accanto la sua vecchia partner.
 
Gli sguardi tra loro sono più eloquenti di qualsiasi parola. Si sono amati. Amati e poi tutto è finita, come tutte le storie d’amore. Un sospiro mi sorge spontaneo ma riesco a tenerlo nascosto dentro di me, a questo punto non posso più credere nelle relazioni…
Tanto per non mantenere l’attenzione sulla coppia chiedo a Sam una delle cose più banali, a cui so rispondermi da sola: ‹‹reggerà alla tensione?›› ‹‹pensa a Deeks, G è calmo›› ‹‹Sam. Sono calmo anche io›› ma la voce del mio partner la sento, non è del tutto tranquillo… sarà perché questi missili hanno un potenziale distruttivo molto elevato??
 
Mentre Callen e Tracy compiono la trattativa, vago per il deposito alla ricerca di qualche cosa che ci conduca ai missili. Un rumore focalizza la mia attenzione: una gru sta spostando un container, e accanto si trova un uomo che Deeks potrebbe definire “pinguino”. Bingo!! No, Kensi, non iniziare a parlare come quell’altro!!! Velocemente attuo un piano, sfruttando al solito le capacità di idiozia del mio partner e, in questo caso, le sue carte, per creare un diversivo. E devo dire che non se la cava male! Abbiamo catturato entrambi gli scagnozzi del trafficante d’armi!! 

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Capitolo 9
*** Cenerentola con il coltello (Episodio 7 stagione 2) ***


Ed eccomi di nuovo qua, ho scritto più velocemente questa volta! E sono anche soddisfatta del capitolo :) voi che ne pensate? Credo sia anche abbastanza lunghino, anche se dall'editor i EFP non sembra... Ah, il titolo è sempre molto tirato a indovinare, è difficile tirar fuori un titolo diverso da quello della puntata xD però mi ispira... chissà che non ci cavi fuori altro xP Beh, buona lettura :) 

Deeks

 Entro nella stanza adibita a palestra e trovo la mia partner in reggiseno sportivo e pantaloni, oltre che Sam e Callen tutti sudati. Hanno l’aria di chi ha appena passato la mattinata ad allenarsi… mentre io compilavo carte. Ma sembrano molto soddisfatti, soprattutto G e Kensi: ‹‹c’è stata una sparatoria al federal building… che state facendo?›› riferisco il convocamento e proseguo con aria divertita. ‹‹ci alleniamo›› ‹‹per la festa dei pirati?›› ‹‹beh›› risponde Callen, con tono sicuro e divertito, ‹‹puoi sfidare il capitano Blye quando vuoi, ha battuto Sam 10 a 3››. Ha battuto Sam? Il seal?! Stiamo scherzando, spero!! ‹‹davvero? Ci sei andato piano, vero?›› chiedo all’interessato, il quale risponde negativamente ridendo. ‹‹Kensi ti ha steso con un coltello?!›› Non posso fare a meno di chiedere ridendo, allibito e incredulo, e la mia cara partner mi passa accanto e con non shalance mi fa sentire la scossa data da quell’attrezzo infernale che tiene in mano, facendomi gemere come uno scemo davanti a tutti. Decisamente mi conviene non farla mai arrabbiare!!

 

Suoniamo alla villa ma nessuno risponde. Pare essere completamente vuota, tant’è che c’è l’allarme inserito! Propongo di farlo disattivare da Eric ma lei mi guarda come se fossi matto e mi guida sul retro. Inizia a toccare i fili, credo dell’alimentazione ma non ne sono certo, poi mi chiede di tenere un filo. Bene, questa è la mia occasione di vendetta e di tirarle uno scherzo: faccio finta di essere fulminato. Terrore puro le leggo nello sguardo, se la prende! Povera ragazza che… ‹‹ho messo in moto un cesna senza la chiave›› COOSA?! ‹‹perché dovevi far partire un aereo senza una chiave?!››.

 

Kensi

 

Quanto è scemo… credevo davvero si fosse preso la scossa!! Non che non fossi sicura del filo che gli passavo, la corrente sapevo essere bassissima, solo un cavo di collegamento, ma un battito credo di averlo perso comunque!! E quindi, per pareggiare i conti, perché non dire dell’aereo? Che poi vabbè, inutile dire che in realtà io stessa avevo perso la chiave e che dovevo per forza riportare l’aereo alla pista militare! E in momento del bisogno… meglio rimboccarsi le maniche che farsi fare una mega ramanzina!! Cammino senza controllare dove sia, ma lo trovo al fianco quando apro la porta, ancora stupito. Mai sfidare Kensi Blye!!

 

‹‹non ci sono bambini nelle foto… è così che si vive, eh: niente tate, tasse scolastiche e apparecchi per i denti, e spendi tutto quello che guadagni per gli extralussi›› sento dire dal mio partner, e per quanto il discorso possa essere valido, mi sembrerebbe di sentire nel tono un pizzico di irrealtà in una prospettiva simile. Sotto le mie mani il pc della donna prende vita, per fortuna esiste lo stand by… niente di insolito. Sento Deeks fare commenti riguardo il contenuto del frigo ‹‹la dieta di Los Angeles… bevande energetiche, collagene e acido ianuronico… wow››, al che alzo le spalle e resto a guardarlo con la coda dell’occhio: io e lui mangiamo in maniera completamente diversa… diciamo come la metà di questa città che ha pochi soldi! Inizia allora a riferirmi di un centro al quale la coppia è affiliata, sembra conoscere parecchio questa struttura… che si sia fatto un ritocco? Na, dove avrebbe trovato i soldi? Spiana i miei dubbi mostrandomi un depliant, con un tono di voce che mi fa sorridere; abbiamo finalmente una pista!

 

Dopo un rapido cambio di auto (“non possiamo andare là con una macchina che non sia strepitosa, Hetty!” “ammettilo, Kens, che vuoi solo guidare un auto sportiva”), arriviamo davanti alla clinica. Deeks vorrebbe perquisirla in maniera classica, ma io ho altri piani. E, come al solito, sono io a decidere: ‹‹sono la tua agente, suonavi in una band e vuoi fare qualche ritocco prima del grande ritorno››. Ma, una volta all’interno, noto una punta di avversione al mio piano… forse era meglio se stamattina combattevo anche con lui, magari avrebbe evitato insubordinazioni!! ‹‹Salve, sono Kelly Bens, e questo è il mio…›› ‹‹sono il suo agente, si, il suo agente, Danny Collins, e lei è la mia cliente, Kelly, ma io la chiamo Kiki›› “che vuoi fare Deeks? Lo sai che poi me la paghi, vero? Peggio per te” ‹‹suona in una band di ragazze, le pantere, conosciute in Columbia come Las panteras, vanno forte laggiù! Sappiamo che voi siete i migliori e che siete riservati, non voglio che su twitter si parli dei suoi ritocchini…!›› osservo la ragazza della reception, un sorriso di circostanza sul volto, mentre la mente prepara un piano di vendetta contro colui che mi sta per mettere in ridicolo. Lo so, lo sento dal tono che accadrà, e vorrei ucciderlo. E infatti eccolo, a elencare tanti interventi che dovrei fare… sollevamento dei glutei?? Ma che carino, il ragazzo che tra poco morirà!! ‹‹ma bene…›› mi volto verso di lui quando la responsabile si allontana ‹‹liposuzione alle cosce…›› ‹‹sono stato creativo, e non ho detto niente del tuo…›› dice senza guardarmi negli occhi ‹‹no›› ‹‹che c’è?›› ora si volta, ma sono io a non guardarlo, ora ‹‹smettila›› ma continua a rispondere e non posso far altro che farlo zittire con un bel pugno assestato per bene. È completamente inaffidabile, e questa me la paga.

Sto facendo il giro del centro insieme all’infermiera quando vengo chiamata urgentemente all’ingresso. Forse non è stata una grande idea dividerci, poco fa… e quando lo vedo, con gli occhi chiusi e gonfi, tenuto dalla sicurezza, mi rendo conto che tutta la farsa è saltata per colpa di un imbecille guardone…

Deeks

Non solo sono stato impepato, ma anche deriso dai colleghi! Che brutta mattina… per lo meno non sono stato proprio abbandonato a me stesso, visto che la mia partner mi conduce in giro senza farmi sbattere nelle cose… mi dispiace per la quantità di spiegazioni che ha dovuto dare per colpa mia…

Per fortuna dopo vari lavaggi e impacchi con acqua fredda gli occhi mi si stanno sgonfiando, così, arrivando dall’infermiere amico della testimone, sono abbastanza normale. Parliamo con lui, pare che da mesi non senta più la donna, e intanto osservo gli animali impagliati da lui: lavori fantastici, fatti benissimo, ma l’idea di vivere con degli animali morti in casa mi darebbe un po’ noia. Uscendo vengo lasciato a controllare l’ingresso della casa da una Kensi sicura di trovare la nostra ricercata, tra l’altro incinta, sul retro; è andata via da pochi secondi quando la sento gridare il nome della donna. Mi sposto allora nella strada che fiancheggia la casa e blocco la fuga di lei, ‹‹voglio parlare con mio marito›› dice subito, sconvolta, ma devo darle la brutta notizia ‹‹mi dispiace, l’hanno ucciso stamattina nel suo studio››.

 

Cerchiamo di farci dire chi ce l’avesse con lei ma è troppo sopraffatta dal dolore per aprire anche solo bocca… povera, in un giorno ha perso un amico e il marito… prova allora Sam, e io sono bene o male contento di essere fuori da li. Osservo il collega tramite lo schermo, poi mi stupisco ‹‹ho dei figli anche io!›› ‹‹figli?! Al plurale? Tu lo sapevi?›› Guardo Kensi e Callen, che scompare dopo aver annuito. Il passato dei miei colleghi è quanto di più nascosto ci sia!! Anche di Kensi non so praticamente nulla!!

 

Siamo sulla nave dove si tiene una festa molto importante, specialmente per la cellula terroristica. La mia partner si finge, come al solito in situazioni importanti, la fidanzata di Callen (poi perché non lo so… forse per far sembrare lui meno inquietante…), mentre io vago solitario. Stiamo attendendo che la nostra unica testimone ci dica chi sono gli uomini da arrestare, da bloccare prima che uccidano tutti, noi compresi. All’improvviso la comunicazione di Sam del loro arrivo in sala, e cerco con lo sguardo la mia partner. Se Sam permette alla donna di affrontare un simile pericolo, forse questa potrebbe essere l’ultima volta che la vedo. “Marty, non fare il deficiente innamorato, su! Ok, è carina ma è una donna come altre! Al lavoro!” Via auricolare ricevo indicazioni riguardo uno dei due attentatori e inizio a seguirlo. Mi conduce lontano dalla sala del ricevimento, in quella delle valvole di areazione, fuori dalla quale trovo due guardie morte. Dentro spari da Callen e contro di lui, ma arrivo dall’alto e uccido uno dei due uomini, permettendo al collega di ferire l’altro. Ricevo complimenti per la mira, ma la mia somma preoccupazione è impedire a tutti di fare una brutta fine. Ansia, tanta… ma alla fine riesco a chiudere le bombole e a tornare a respirare normalmente. Sono sicuro che intanto Sam e Kensi sono riusciti a bloccare il terzo attentatore…

‹‹è una mia idea o sono proprio figo vestito così?›› dico ai colleghi rientrando in sala operativa, toccando lo smoking; ‹‹è una tua idea!›› risponde allegramente Sam ‹‹odio ammetterlo ma siete molto distinti. Hetty fa miracoli!›› dice Kensi, stupendomi: sbaglio o è un complimento?! ‹‹Io ho una proposta: andiamo a fare baldoria!›› Propongo, sicuro dell’approvazione. Obiettivamente non stiamo affatto male… i due più anziani con il papillon, io con la cravatta e Kensi con un bel tailleur scuro! Ma proprio lei mi stupisce ‹‹io adesso mi cambio, vado a casa e mi tuffo nella vasca con un bagno schiuma al cioccolato!›› al cioccolato?! Addirittura?! ‹‹sei tu che ci perdi! Vieni? Le donne impazziscono per il look alla James Bond›› dico allora a Callen, il quale assomiglia davvero all’agente 007. ‹‹Beh, spassarcela un po’ non fa male a nessuno… Sam?›› ‹‹qualcuno deve pur tenervi fuori dai guai›› dice facendo l’occhiolino. Ma proprio mentre stiamo per uscire Hetty si para davanti ‹‹Signori, andate da qualche parte? ›› ora ci rovina tutto… sicuro… oppure si unisce… ‹‹andavamo solo a bere un cocktail per festeggiare un lavoro ben fatto›› ‹‹si, e a confrontare gli appunti sul caso›› ‹‹non coi miei smoking, però, ve lo potete scordare!›› ‹‹solo per qualche ora, Hetty, non ci faremo coinvolgere in una rissa›› Lei ci guarda, poi alza un dito ‹‹Marsch!››. Sospiro e non posso far altro che avviarmi allo spogliatoio con i colleghi ‹‹ora so cosa provava Cenerentola con la matrigna›› dico a bassa voce, e dietro di me una voce femminile mi fa eco ‹‹guardi che l’ho sentita, signor Deeks!›› 

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Capitolo 10
*** La fiducia è alla base di tutto (Episodio 8 Stagione 2) ***


Ed eccomi di nuovo! Questo capitolo mi piace, è commuovente l'episodio e sono soddisfatta ;) 

Deeks
 
Stanza di tiro, esercitazione con le pistole. Come mio solito sto facendo lo scemo ‹‹bene, micetta, dietro la schiena, su una gamba sola, colpo doppio, baricentro…›› Bang Bang. Accanto a me Kensi prende la posizione più consona al tiro e spara tre colpi in rapida successione, poi si avvicina il cartello con faccia soddisfatta. ‹‹posso vedere la tua pistola?›› ‹‹perché la mia pistola?›› resto spiazzato dall’insolita richiesta ‹‹Beretta 92 FS, la usa la polizia›› la guardo con la coda dell’occhio, calcolando per bene le parole ‹‹si, infatti…›› ‹‹gli agenti NCIS hanno le SIG›› si volta verso di me togliendosi le cuffie gialle ‹‹volevo vedere come spara la tua››. Tolgo il mio cartello bersaglio e le rispondo, un po’ inquieto ‹‹scusa, vorresti sparare con la mia pistola?››; lei mi guarda con faccia sconvolta ‹‹che c’è di strano?›› ‹‹non mi va che altri usino la mia pistola›› ‹‹ok, la tengo solo in mano!›› ‹‹non mi va che un altro la tenga in mano›› ‹‹puoi provare la mia!›› ‹‹non voglio provare la tua! Non voglio avere niente a che fare con la tua. Niente di personale.›› che si è messa in testa, ora? Perché vuole provare la mia pistola? Che fine ha fatto la Kensi del “ciò che è mio e mio e se lo tocchi ti faccio fuori”? Mi guarda poi abbassa lo sguardo sulla pistola che tiene in mano ‹‹non si direbbe›› ‹‹è una cosa da maschi!›› me ne esco, ma quando lei mi fissa puntualizzando l’ultima parola mi fa impallare ‹‹da… da fissati, diciamo una cosa da fissati›› ‹‹strano, ho sentito da maschi›› dice allontanandosi dalla stanza, dopo aver lasciato sul mio piano di appoggio il suo cartello bersaglio. Lo osservo e commento ammirato ‹‹oh, no, l’inferno non conosce furia peggiore di Kensi Mary Blye! All’inguine?! Sul serio?! Perché allenarsi a sparare a qualcuno all’inguine?!›› chiedo ormai all’aria, gli occhi dilatati al massimo, davanti a me il foro del proiettile al cavallo dei pantaloni.
 
‹‹io sinceramente non capisco dove sia il problema›› dico entrando in sala, dove si trovano già Sam e Callen, ‹‹che tu non ti fidi di me è un bel problema, non trovi?›› ‹‹ho solo una fissa per la mia pistola›› “e poi sei tu quella che non si fida di me!” vorrei dirle, ma mi astengo per non sfociare in conflitto mondiale. ‹‹a questo punto della nostra relazione, dopo tutto quello che abbiamo passato?›› ‹‹ho sentito bene? Scusa ma… hai appena detto relazione?›› oh questa? Come le è uscita? Stiamo insieme e non lo sapevo? Se usa il termine pistola per dire qualcos’altro bastava essere chiari e non mi sarei fatto sicuramente pregare… ‹‹collaborazione. Va bene? Sei proprio irritante.›› ‹‹forse ho solo bisogno dei miei spazi!›› ‹‹sei seduto sul mio tavolo!›› mi dice scandendo per bene le parole ma la zittisco appoggiando l’indice sulle mie labbra. Sam esplode e si volta verso di noi, urlando ‹‹state a sentire, tutti e due. Non vi fidate l’uno dell’altro? Dichiararvi amici e lavorare spalla spalla non vuol dire un cavolo se non c’è fiducia! Affrontate il problema, o ne subirete le conseguenze, è chiaro? E per la cronaca sto meditando!››. Callen interviene, la rivista ancora in mano: ‹‹oh, questo tu lo chiami meditare? Io lo chiamo urlare››. Un fischio interrompe qualsiasi possibile risposta e ci avviamo al piano di sopra. Quello che ha detto Sam mi fa riflettere, ha ragione… ma non è nella mia indole fidarmi di qualcuno, ho sempre lavorato da solo con tanti nemici… e confessare certe cose mi fa male, mi sembra di riviverle…
 
Spiegazione, poi la guida di Kensi, auto rubata. La lascio parlare con il poliziotto, io ho già trovato il mio obiettivo: un gruppo di ragazzi che restano a guardare con aria attenta. Faccio qualche domanda ma collaborano solo quando tiro fuori le banconote: sapevo che sarebbe successo, ma per lo meno abbiamo una pista! Cinque uomini che entrano in un campo di notte, per poi uscirne in quattro… cosa ben sospetta! Vi entriamo e osserviamo la zona: in una macchina un cadavere mal ridotto, torturato, direi, che assomiglia abbastanza a un foglio dove dei bambini hanno giocato a tris. Inquietante.
Restiamo ad analizzare la dinamica, l’hanno sicuramente interrogato ‹‹nessun accanimento che indichi risentimento personale, come un colpo di pistola all’inguine, per esempio›› non posso far a meno che farle tornare alla memoria il bersaglio della mattina, e la sento sospirare.
 
Kensi
 
Sto girando per la scena del crimine quando vedo un personaggio strano, per cui decido di avvicinarmi al mio collega e di fotografarlo ‹‹vedi quello con l’abito che costa più di quanto noi guadagniamo in un anno?››. Quando si accorge che la nostra attenzione è puntata su di lui inizia ad allontanarsi correndo, così io gli sto dietro, lanciando a Deeks le chiavi della macchina ordinandogli di bloccarlo. Lo seguo per una stradina, ma mi coglie di sorpresa. Velocemente lottiamo, poi mi attacca alla rete di recinzione e mi tiene inchiodata li, ‹‹fermo›› grida una voce conosciuta alle mie spalle, permettendomi di tirargli un bel pugno nel plesso solare tale da mandarlo a terra. ‹‹è così che fanno Sam e Callen?›› ‹‹uno dei due farebbe una bella battuta, adesso›› non male, comunque, collaborare… ‹‹sto aspettando›› dice, occhi puntati su di me, pistola sul sospetto ‹‹grazie Deeks››, questa volta se lo merita! Ma è il sospetto ha l’immunità diplomatica. Odio questi cavilli burocratici.
 
Interrogo l’uomo che abbiamo fermato, molto chiacchierone, per fortuna… altrimenti, con la sua immunità, saremmo stati fregati… Deeks non c’è ma so che sta seguendo tutto dal monitor. Il discorso arriva all’uomo assassinato, era un amico del mio interlocutore, gli aveva fatto sapere di una soffiata, inoltre… erano parenti. ‹‹Butt era mio cognato››, resto interdetta e mi manca per un istante il fiato, questo proprio non lo immaginavo…
 
Siamo alla porta, l’informatore stringe la mano ad Hetty e si rivolge a me e alla mia superiore ‹‹sentirò i miei contatti, se scoprirò qualcosa sarai la prima a saperlo [il giro di parole inglesi basate sul you è reso malissimo in italiano… ma vabbè]›› ‹‹molto bene›› Fa Deeks, in piedi davanti a me. L’uomo in tenuta elegante si volta e con naturalezza lo smonta ‹‹parlavo con l’agente Blye››: vedo il mio collega un attimo interdetto, fissare il pavimento e il soffitto. ‹‹Che c’è?›› ‹‹hai dato a James Bond il tuo numero?›› ‹‹solo per motivi di lavoro››, poi mi stupisce, dal momento che si gira verso Hetty e fa una domanda che, obiettivamente, mi ero posta anche io: ‹‹quando iniziarono Callen e Sam a fidarsi l’uno dell’altro?››. Come due bambini intorno alla nonna che racconta una fiaba, ci sediamo in modo da sentire Hetty raccontare una vicenda relativa alla mafia armena, ‹‹fu un bell’atto di fede›› ‹‹di fiducia››, risponde lei, seria; il mio sguardo va sul biondo, dovrei affidare la mia vita a lui? Ma se non mi fido neanche di me stessa?
 
Deeks
 
Dobbiamo sorvegliare Brendon Boot. Qualcuno sta cercando di farlo fuori, anche se l’altra volta i miei colleghi gli hanno salvato la vita. ‹‹siete qui per parlare di mio padre? L’ultima volta che l’ho fatto a momenti ci rimanevo secco›› ‹‹siamo qui per proteggerti e non sei obbligato a parlare di tuo padre, tant’è vero che io non parlerò del mio. Kensi, tu vuoi parlare del tuo?›› ‹‹per niente›› ‹‹visto? Tutti della stessa pasta››. È un ragazzo di Los Angeles, spaventato e senza un punto fermo… come me alla sua età…
Lo accompagno in casa, controllando che non ci siano persone in agguato; sul tavolo una lettera ‹‹è la scrittura di mio padre, solo una settimana di ritardo… un classico›› ‹‹non la apri?›› ‹‹no››, dice voltandosi e buttandola nel cestino. E vedo un altro ragazzo fare una cosa del genere, solo molti anni prima… un ragazzo che rimase solo, lui e la tavola da surf, unica cosa che lo facesse liberare dai suoi pensieri… devo aiutare Brendon… così come io fui aiutato…
‹‹io… dopo la scuola non avevo progetti, non volevo né lavorare né andare al college… mio padre è l’opposto di me, uno di quelli che guarda in sei direzioni diverse, prima di attraversare la strada… ricordo che una volta mi disse “se non ti dai da fare passerai la vita in questa città, come un perdente qualsiasi, troppo spaventato per avventurarsi nel mondo e lasciare un segno›› ‹‹e quando l’hai fatto?›› ‹‹fatto cosa?›› ‹‹lasciato Los Angeles, venduto ai demoni, provato al vecchio il suo errore… non è questo il seguito del tuo discorsetto?›› abbasso lo sguardo e continuo, mi viene naturale… ‹‹fino ad oggi non ho mai vissuto lontano dalla casa in cui sono nato›› lo guardo, deve capire… dietro di me si apre la porta e sento la voce della mia partner parlare delle chiamate fatte dallo zio del ragazzo, il damerino di poco fa, e avvisarmi che siamo richiesti in centrale. ‹‹Se torno qui e tu non ci sei so dove trovarti. Lo sai, vero?›› sono duro, ma serve così. Vado alla porta ma vengo richiamato ‹‹aspetta… ti chiedi mai cosa pensa tuo padre di te?›› scuoto il capo con tristezza ‹‹no… non ha mai capito niente… vive nell’Iowa!›› si allontana con la posta, quindi prima di uscire prendo la lettera di suo padre. Dentro, un semplice biglietto di auguri, senza nulla di personale, nessuna scritta… Ma una foto mostra Brendon bambino, sorridente con suo padre.
 
Eric analizza la foto e vi trova un sigillo elettronico con le coordinate dell’uomo obiettivo di Butt… il padre di Brendon sapeva che avremmo indagato, aveva il sentore della morte, quindi ha voluto darci le indicazioni… e il colpevole di tutto questo era il damerino. Mi era stato sulle palle…
Callen e Sam sono in Pakistan, hanno convinto Hetty grazie al te, io invece sono dal ragazzo, a restituirgli la lettera del padre… sono triste… entro in macchina e Kensi è li… non sono più solo, c’è lei e tutto il team… ‹‹io uso la beretta 92FS perché la sicura manuale mi ha salvato una volta che un tossico cercò di rubarmela. E se il caricatore si inceppa posso caricare direttamente il proiettile nella camera.›› il suo sguardo è fisso su di me, stupita e forse emozionata… ma voglio che si fidi, che sappia che io mi fido di lei, quindi faccio ciò che mai ho fatto prima: prendo la pistola e gliela porgo ‹‹dai un’occhiata››, ma lei rifiuta con un sorriso ‹‹magari un’altra volta››. Kensi… grazie a te ho di nuovo qualcuno di cui fidarmi…
 
Quando tornano i miei colleghi non posso far altro che andare a congratularmi con loro per la fiducia reciproca che dimostrano sempre, da quella volta della mafia armena… sono stati una fonte di miglioramento anche di quella mia e di Kensi… o meglio mia verso di lei… la mia collega non so se si fida di me… ma io di lei si… assolutamente… siamo simili, come storia… e siamo soli, al di fuori del lavoro…

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Capitolo 11
*** Maschiacci e donne di classe (Episodio 9 Stagione 2) ***


Indovinate chi è tornata...! Io! Vi sono mancata? Perdonatemi per l'attesa di mesi ma ho avuto un po' di problemi, ultimamente, e se ci aggiungiamo gli esami universitari il tempo era veramente misero!! Ma non mi perdo in chiacchiere: a voi il capitolo!

Kensi
 
Arrivo nel parco dove il mio partner mi ha dato appuntamento e lo trovo ad arrotolare il tappetino da palestra circondato da ragazze. Faceva yoga. Callen e Sam corrono, io corro, lui si rilassa. Ottimo compagno di squadra… ‹‹ciao splendore!›› mi fa come mi vede ‹‹le tue solite bugie›› gli rispondo con tono annoiato, le braccia incrociate ‹‹nemmeno un ciao? Ti ho chiamata splendore›› ‹‹volevi un passaggio›› ‹‹infatti›› ‹‹non sono il tuo chauffeur… credevo che avessi l’auto guasta›› ‹‹no›› dice voltandosi, direi eccitato, verso le ragazze, leccandosi le labbra ‹‹che ci fai qui?›› inizio a capire qualcosa della sua mente, e mi si accende una lampadina ‹‹dimmi che non è vero!›› dico allibita ‹‹cosa?›› ‹‹che mi stai usando come esca!›› ‹‹no no, come compagna di squadra! Siamo colleghi, no?›› siamo entrambi al limite del riso, questa situazione è paradossale. Mi sta usando per far colpo su delle ragazze!! ‹‹non capisci quanto è ridicolo?›› ‹‹no, dimmelo!›› ‹‹ma cosa, scusa?›› ‹‹continua a parlare, arrabbiati, come se volessi lasciarmi!›› l’ha chiesto sul serio? Non è possibile… ‹‹è uno scherzo…?›› ‹‹per favore…›› questa me la paga… vuole che io stia al gioco? Così sarà… così mi allontano e vedo che si inventa. ‹‹non fare così! Aspetta! Splendore!›› ‹‹non farti più vedere. È finita, mi fai orrore!!›› ok, è una parte divertente da giocare! ‹‹ti prego, perdonami… lo so che ho sbagliato, ma dopo mesi di lontananza… sempre in viaggio… con il mio complesso…›› ‹‹quello che non ammetto, è che tu mi abbia tradita›› il suo sguardo si fa interessato e stupito, al che concludo in bellezza ‹‹con mio fratello!››. tutte le ragazze lo guardano male e si allontanano velocemente, lui resta completamente spiazzato, un bambino a cui hanno rotto il gioco preferito. Mi allontano gongolando: sono proprio una vipera!!
 
Il caso è molto strano: Hetty non ci ha dato molte informazioni, se non che dobbiamo recuperare un libretto nero appartenuto alla vittima. Veniamo mandati da Callen sul luogo del delitto ma non posso fare a meno di ridacchiare un attimo prima di uscire dal laboratorio, provocando uno sguardo strano di G. : ‹‹problemi?›› ‹‹no, nessuno!›› ‹‹a parte la cattiva compagnia…›› dico varcando la porta ‹‹ci posso andare… con tuo fratello… se vuoi›› sento dire alle mie spalle, mentre ormai vado alle scale.
 
Deeks
 
Indagando abbiamo scoperto che la vittima dell’agguato era fidanzato con un giovane designer di mobili, che è stato a sua volta aggredito dai due agenti tedeschi. Mentre ragiono con la squadra riguardo queste due comparse che rendono più complicata tutta la vicenda, ci accorgiamo della mancanza di Hetty, ormai irreperibile da un’ora. Proprio mentre ci guardiamo intorno compare, ordinando ad Eric di aprire una cartella nel computer centrale: contiene file sul controllo di Bernstrom Kohl proveniente dalla polizia segreta della Germania dell’Est. L’uomo era in possesso del famoso libretto nero che è stato scambiato con la possibilità di entrare negli Stati Uniti con la nostra vittima, che, presumibilmente, lo aveva tenuto come carta da giocare nel caso di un suo eventuale arresto. ‹‹come mai i tedeschi l’hanno ucciso?›› chiedo a Hetty, la quale risponde ‹‹valli a capire i tedeschi››. Eric interviene ‹‹vi faccio notare che sono qui!›› in quanto mezzo tedesco ‹‹le mie scuse, Herr Bill!›› ‹‹Danken››. Callen chiede informazioni circa Kohl, il quale è stato portato da Hetty alla casa galleggiante per essere interrogato da Sam e G. Io e Kensi veniamo spediti a perquisire la casa della vittima, ora svuotata dai cani che avevano aggredito i colleghi.
 
Dopo un viaggio in macchina all’insegna dei bisticci circa la vicenda del mattino, ci muoviamo per la casa e noto che la mia partner non è molto soddisfatta dall’arredamento: ‹‹sembra più un museo che una casa, io mi ci sentirei a disagio!›› ‹‹non ti piacciono le antichità?›› ‹‹antichità è sinonimo di roba di seconda mano, non voglio cose che hanno già usato altri.›› ‹‹non sono spazzolini da denti! Guardati intorno, ci sono pezzi di altissimo artigianato! E probabilmente valgono una fortuna…›› ‹‹è questo il punto! Che me ne faccio di un tavolino su cui non posso mettere i piedi o farci sgocciolare la schiuma della birra?›› ‹‹che donna di classe…›› “Kensi mia, sai che a volte penso che tu sia più maschiaccio di me?” ‹‹io sono di classe!›› ‹‹sei una cavernicola di classe›› “decisamente” vorrei aggiungere, ma mi risponde per le rime ‹‹e le smorfiose con le quali ti pavoneggiavi sono di classe? “dopo mesi di lontananza, sempre in viaggio, col mio complesso…” ble! ›› mi metto a ridere ‹‹dimostri la tua classe…››. Osservo il piano del mobile dietro di me e leggo il fascicolo appoggiatovi sopra: ‹‹oh, guarda un po’… è una domanda per entrare in terapia nella migliore clinica oncologica di Los Angeles›› ‹‹Aveva il cancro?!›› Il tono della mia partner è molto stupito, come del resto lo sono anche io; sfoglio il plico per cercare informazioni aggiuntive per placare la nostra curiosità: ‹‹Renner era messo male… dovevano impiantargli un wafer chemio terapico sperimentale nel cervello dopo la rimozione di una metastasi tumorale›› porgo a Kensi il plico, lo sguardo triste. ‹‹Cancro al cervello›› ‹‹spiega la comparsa dei tedeschi… temevano che vendesse il libretto sapendo che poteva morire›› ‹‹e con il ricavato avrebbe assicurato al suo compagno un roseo futuro›› ‹‹beh, aveva già un roseo futuro… forse voleva darlo via per evitare qualsiasi futuro problema a Sanders…›› ‹‹direi che ha aspettato troppo››. Neanche il tempo per continuare il discorso che si sente un colpo all’interno della casa. Immediatamente afferriamo le pistole e il cervello inizia a girare: chi può essere stato? I cani, ha detto Hetty, sono stati portati via… ‹‹ha detto che non ci sono i cani!›› ‹‹cani con le scarpe?›› ‹‹perché no… ho visto uno spettacolo con dei cani che ballavano il tip tap›› ‹‹shh…›› come al solito faccio lo scemo, ma sono molto preoccupato per questa situazione; appena zittito compaiono due uomini armati dalla scala di accesso alla sala e partiamo con le urla di identificazione “perché si urla sempre? Boh, per diminuire lo stress?” ‹‹mani in alto! Fermi lì!›› ‹‹polizia di Los Angeles!›› ‹‹sicurezza nazionale!›› ‹‹NCIS!›› ‹‹mostrate i documenti!›› uno sguardo con la mia partner e tutti e quattro mostriamo i distintivi, tirando un sospiro di sollievo. ‹‹che ci fate qui?›› chiede uno dei due a Kensi, la quale risponde con tono secco ‹‹il caso è nostro›› ‹‹Sebastian Renner è un cittadino straniero con informazioni che compromettono la sicurezza nazionale›› ‹‹il caso è nostro›› stavolta fa un piccolo gesto col capo, ha in mente qualcosa… ‹‹evitiamo le controversie, in fondo non siamo avversari… avete trovato qualcosa…›› ma noto che il pover uomo non può continuare a parlare, piegato in due dal dolore alle parti basse: la mia partner gli ha tirato un calcio! Resto a guardare a bocca aperta la scena, forse mi scappa un “no” quando, letteralmente, lo massacra, fino a farlo cadere a terra. Il collega lo guarda e poi mi aggredisce, per cui devo difendermi. Cosa è saltato in testa a quella matta?! Metterci così in pericolo! Mentre mi rialzo dal tavolino ormai distrutto mi rivolgo a lei ‹‹ma sei impazzita?! Sono della sicurezza nazionale!›› ‹‹sono sicura che non è vero!›› ‹‹ah si? Ma che bisogno c’era di dargli un calcio nei›› ‹‹Deeks, credo siano agenti stranieri!›› dice con la voce di chi ha appena fatto la scoperta del secolo ‹‹tu credi?! E questo ti autorizza a spappolargli gli attributi?! A volte… non ti capisco proprio!›› sono allibito, non dico che il finto agente fosse un santo, ma così ha esagerato… un po’ come qualche giorno fa che, sparando al centro operativo, ha mirato al cavallo dei pantaloni.
 
Incontriamo nella casa galleggiante Sam e Callen ai quali raccontiamo le ultime vicende. Alla fine Kensi aveva ragione, erano spie francesi, e ciò ci crea problemi di immunità diplomatica, ma credo di aver sistemato un poco la questione lasciandoli a dei miei colleghi di un commissariato di zona, in modo che le chiamate fossero più tardi possibili. ‹‹però non fateli interrogare da Kensi… perché a quello sulla destra ha dato un calcio nei luoghi sacri›› ‹‹noo!›› ‹‹aveva anche messo via la pistola!›› ‹‹per davvero?!›› ‹‹un calcio così forte che, giuro, stavo per dare di stomaco›› la guardo mentre si volta imbarazzata per le prese in giro ed evita lo sguardo di tutti noi ‹‹per voi era meglio se lo colpivo col calcio della pistola?›› ‹‹certo›› rispondiamo noi maschietti in coro, provocando la sua reazione ‹‹ah! Date troppa importanza a quella parte del corpo, non mi sembra poi così…›› la fisso, “cosa vuol aggiungere? Resistente? Utile?! Importante?! Vorrei farti vedere quanto sia importante… cara Kensi, così forse ti ricrederesti… ma dovresti saperlo anche da sola…”. Forse i miei pensieri sono così evidenti da renderli visibili attraverso il mio sguardo, al che lei cambia discorso informandosi circa Kohl, interrogato dai nostri colleghi.
 
Callen e Sam sono andati alla ricerca di Hetty, io resto a fissare la mia partner ‹‹quindi.. secondo te non è così… cosa?!›› ‹‹Deeks, argomento chiuso!›› incrocio le braccia, lo sguardo divertito ‹‹così importante? Utile? Mmm non mi pare tu abbia ragione!›› ‹‹sei patetico›› dice aprendo la porta e uscendo, avvertendo il ragazzo di controllo alla casa galleggiante e affidandogli Kohl. Kensi, Kensi, certe uscite potresti risparmiartele!!
 
Kensi
 
È stata messa in giro dai miei colleghi la notizia che il libretto sia stato trovato e sia in vendita, che le informazioni siano contenute nei micro punti, ma mentre cerchiamo di comprendere il da farsi Hetty scompare. Dall’inizio di questo caso è successo troppe volte, ma ora Callen è preoccupato e ci ordina di seguirlo. Ci troviamo quindi in un teatro all’aperto e seguiamo le vicende da distanza: Hetty è la, seduta, accanto a lei uno sconosciuto. Ci avviciniamo guardinghi e senza far rumore, qualsiasi nostra azione avventata metterà in pericolo il nostro capo; l’uomo si alza in piedi e parla ancora, noi siamo in posizione e quando alza la pistola verso Hetty agiamo come stabilito: Callen attira la sua attenzione, Sam gli spara al braccio e io e Deeks gli siamo a pochissima distanza.
 
Il caso è terminato, gli agenti stranieri verranno bloccati dall’FBI e per noi c’è una bella dormita in programma. ‹‹non so voi ma io andrei a bere qualcosa›› fa Deeks, che al nostro elenco di rifiuti aggiunge avrebbe pagato lui. Tutta la squadra si unisce con allegria tranne Hetty, alla quale arriva la domanda da parte di Callen: sostiene di avere impegni più importanti, cioè il voler incontrare Kohl. Siamo rattristati ma andiamo a bere con allegria, ignari.



Fatemi sapere che ne pensate :) e preparatevi che tornerò presto nell vostre vite con il capitolo che tutti voi attendete da tempo <3

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Capitolo 12
*** Il capitolo tanto atteso (Episodio 10 stagione 2) ***


Ciao :) sono tornata presto presto, ma anticipo che poi dovrete attendere un po' per nuovi episodi, visto che questo mi ha richiesto davvero tanto tempo :) 
Invito i lettori a recensire questo, credo sia il più importante in assoluto :) mi sono divertita davvero tanto a scriverlo, a cercare la psicologia dei personaggi, devo dire che a ogni capitolo entro sempre di più io stessa nel racconto, identificandomi con loro xD ma bando alle ciance, vi lascio alla lettura!!


Deeks
 
Guardo Monty all’ingresso della sede NCIS ‹‹solo per questa volta vieni con me, eh! Solo perché a casa non potevi starci oggi per via dei lavori! Ricordatelo!! E poi vedi di ubbidire, che sei un bravo cagnolino bravo bravo!›› pronuncio le ultime parole con tono scemo, accarezzando il cane sulle spalle, accucciato davanti a lui. ‹‹non farmi fare figuracce! Dai, vediamo quanto piaci agli altri!›› .
In sala non c’è nessuno, è strano vedere le scrivanie vuote… dove saranno i miei colleghi? Vado a vedere in palestra, dove mi sembra di sentire le voci di Sam e Callen: eccoli! Ma l’accoglienza non è propriamente quella che mi aspettavo… ‹‹non puoi portare qui cani randagi›› mi fa l’ex seal, sudato e arrabbiato perché il mio arrivo ha permesso al suo partner di fare canestro. ‹‹Non è un randagio, è un cane poliziotto!›› e via con i commenti… ma partiamo a spiegare, è meglio! ‹‹io e lui operiamo sotto copertura, vero Monty? Tutti i delinquenti si innamorano di Monty!›› ‹‹ti somiglia, sai?›› ‹‹ci somigliamo? Naturale, sono suo padre!›› rispondo alla mia partner, coccolando il mio cucciolo ‹‹questo è vero amore…›› ‹‹e l’amore è cieco…›› ‹‹sappi che un giorno potrebbe salvarti la vita!›› spiego ai colleghi, cercando quindi di fare una dimostrazione. Come cane della polizia è stato addestrato per la ricerca di esplosivi, ma si vede che la situazione lo mette in soggezione: fatto tappare gli occhi al cane, nascosto dell’esplosivo plastico in una pallina, nascosta la pallina, tornato da Monty che… non collabora. Mi guarda come un cane qualunque, addirittura mettendosi a pancia all’aria: mi sento preso in giro da tutti quanti. Monty, perché mi hai fatto una cosa del genere?! Te lo avevo chiesto, prima di entrare!
Arriva Eric avvisando di una telefonata strana da parte di Hetty, gli sportivi vanno velocemente a cambiarsi mentre io, ormai col morale a pezzi, guardo il cane recuperare la palla contenente esplosivo. “il cane è il fedele amico dell’uomo, incapace di tradirlo” si, come no… penso guardando il quattro zampe al mio fianco.
 
Siamo all’ospizio dove è stato ucciso Kohl e, con Kensi, cerco le registrazioni delle telecamere di controllo; ‹‹è così che si finisce›› ‹‹la vecchiaia rende qualsiasi persona più saggia, più gentile…›› dice la mia partner mentre camminiamo per il corridoio. Fa un cenno di saluto verso un signore che esce da una stanza, il quale però si lecca le labbra con fare da maniaco: inutile dire che la mia partner si sia terrorizzata! Scherzando con lei addirittura rischia di andare addosso alla striscia gialla della polizia! A proposito, chissà quale è il suo modello di ragazzo…
Nessun hard disc da poter controllare, quindi decidiamo di perlustrare il corridoio alla ricerca di una telecamera alternativa, o di qualche indizio che ci possa portare all’assassino o assassini dell’ex spia; ognuno perlustra per conto suo anche se restiamo a parlare ‹‹sono stati previdenti… prendere l’hard disc per eliminare le loro immagini… fossero stati dotati di super poteri non ne avrebbero avuto bisogno!›› dico per mettere nuovamente a suo agio Kensi, che scruta le pareti ‹‹continui con la storia dei super eroi? Devi smettere di leggere fumetti… toh… ecco un caro vecchio previdente…›› dice indicandomi un vasetto di fronte alla camera 27, dal quale sporge un irrigatore, o termometro… ma che ci fa in una pianta finta? Ancora non capisco, fino a che la mia partner non solleva lo strano oggetto e me lo avvicina, permettendomi di vedere il minuscolo obiettivo. ‹‹paranoico il proprietario, eh?›› ‹‹solo intelligente e saggio!›› ribadisce Kensi, dopo aver incontrato l’anziano.
 
Kensi
 
Ecco, a volte avere un agente della polizia tra noi è utile… e cose come questa mi ricordano che non è completamente un agente NCIS: grazie a Deeks siamo riusciti a dare un volto e una nazionalità agli uccisori di Kohl. ‹‹è russo. Dobbiamo muoverci›› ‹‹G.R.U.›› ‹‹servizio segreto militare russo›› ‹‹vogliono il libretto di Kohl››
 
Eric e Nell hanno scoperto una cassetta di sicurezza dove si trova il libretto nero e nostro compito è recuperarlo. Appostati davanti alla banca, Sam, Deeks e io osserviamo Callen che si prepara ad entrare in azione sotto copertura, ma ci accorgiamo che non siamo i soli qua davanti: i russi sono di vedetta per rubarci il libretto. ‹‹stanno controllando›› ‹‹controllando chi?›› ‹‹noi. Kohl avrà detto della cassetta di sicurezza prima che lo uccidessero. Senza chiave sono bloccati.›› ‹‹aspettano che usciamo col libretto per portarcelo via!›› Questo caso, con l’ingresso in campo dei russi, sta diventando più pericoloso della media… ‹‹se ci individuano…›› inizia a dire Sam, ma dall’auricolare sentiamo uno squillo al cellulare di Callen e vediamo un puntino rosso di laser comparire sul petto del nostro collega, seguito dalla sua banale spiegazione ‹‹Sam, ci hanno individuati›› . Subito ci attiviamo e cerchiamo il cecchino, che scopriamo essere appostato sulla biblioteca; noto la differenza tra noi agenti quando, con la mia impulsività, propongo di andare a eliminarlo ma il mio collega più anziano mi sconsiglia una cosa simile perché potrebbero essercene altri nascosti, dal momento che questo si sta facendo individuare dal laser: abbiamo le mani legate. Il piano dunque è cambiato, è Sam a dover andare in banca ad aprire la cassetta di sicurezza, ma, altro colpo di scena, arrivano gli agenti della CIA con Matias. Callen cerca di organizzare un piano e mi chiama da lui: il piano congegnato è semplice, devo semplicemente portare la chiave in banca, farmi vedere le cassette di sicurezza, uscire come se avessi preso il libretto e seminare i russi, mentre Sam recupera il libretto con la chiave che lascio sotto il banco. Agisco e mentre esco evito di guardare il ragazzo russo al telefono, per poi precipitarmi fuori e dritta in macchina da Deeks. Il mio collega guida alla massima velocità, la macchina sovietica che ci insegue da vicino; io sono impegnata a ragionare “come si può fare ad allontanarli? Come liberarci?” lo sguardo del mio collega è preoccupato, ma mantiene la calma e sfrutta ottimamente un camion che blocca metà corsia per far incidentare la macchina che ci insegue e che stava per prendere la mira contro il biondo. Appena liberato dell’auto, ancora guardando indietro, riprende il sorriso e scherza, ma con la coda dell’occhio noto un’auto tagliarci la strada e avviso il mio partner, che inchioda. Usciamo con le pistole in mano, puntandole all’assassino di Kohl ‹‹fuori il libretto›› ‹‹non lo abbiamo›› rispondo con determinatezza, vedendo scendere altri uomini dall’auto ‹‹la borsa›› la prendo e la lancio, non vi troveranno nulla tranne poche cianfrusaglie, ma li accontento, sperando che tutta questa storia finisca. ‹‹Visto?›› ‹‹vieni con noi›› “Cosa?!” mi aspetto il silenzio ma Deeks mi stupisce parlando con tono deciso ‹‹da qui non si muove›› ‹‹quattro moriranno, resta uno di noi›› dice un russo, e noto con la coda dell’occhio il mio collega fare mente locale: noi siamo in due, loro in tre… saremmo spacciati! Lo sguardo dell’agente della polizia mi sembra soffermarsi un momento su di me, per poi tornare ai russi ‹‹i conti tornano. Va bene, prendete me›› la mente mi diventa completamente vuota, più nessuna preoccupazione, un unico pensiero: si sta offrendo al posto mio. ‹‹Deeks!›› non posso far altro che esclamare, perché deve mettere la sua vita in pericolo al posto mio?! Chi gli ha ordinato di fare una cosa simile? Hetty? Callen? Pensano che sia più importante io di lui, come agente? O è stato lui a decidere una cosa simile? Non capisco… un simile gesto di altruismo mi lascia sconvolta. Il mio collega cerca di convincere i russi che io sia solo una poliziotta, invertendo le parti… sta cercando di proteggermi!! ‹‹in auto da noi›› ‹‹Kensi, non ti muovere!›› sento urgenza nella sua voce, ma i russi sono molto determinati e ho paura che possano far male ad entrambi: “se vado, lui mi troverà? Si, nessuno ha mai potuto dare un ordine simile a uno dei nostri agenti, in situazioni di difficoltà nessuno mai obbligherebbe qualcuno ad offrirsi al posto di qualcun altro… quindi se io vado avrò salvato lui e lui salverà me… o almeno lo spero… del resto non posso far altro… Hetty sostiene che la fiducia sia prima di tutto: lui mi ha spiegato la storia della pistola, mi ha addirittura proposto di provarla fidandosi di me, è il momento io faccia altrettanto.” Abbasso la pistola e mi rivolgo a lui ‹‹ci hai provato Deeks›› ‹‹Kensi›› il tono del mio collega è deciso, preoccupato. Chiudo la portiera dietro alla quale ero riparata e porto la mia attenzione su di lui: ho deciso di fidarmi di Marty Deeks ‹‹lo so, verrai a salvarmi››. Il suo sguardo è triste, un silente addio, la preoccupazione sua è anche la mia, gli volgo le spalle silenziosamente e mestamente, mi sento inquieta, ma forse è solo per essere in mano nemica. Vengo portata via, dopo che i miei rapitori hanno sparato alle ruote della mia auto.
 
Deeks
 
Comunico a Eric la targa dell’auto e dico quell’unica frase formulabile alla coppia di agenti che mi raggiunge ‹‹hanno preso Kensi››. La pronuncio e mi sento male, “la mia partner rapita per colpa mia: non sono riuscita a proteggerla, mentre quello è l’obiettivo dell’avere qualcuno con sé. Ho sempre lavorato da solo per paura di questa sensazione di solitudine enorme che ora mi attanaglia e che non so come placare; so solo che devo salvarla, devo ritrovarla. Non posso permettere che le donne e le persone delle quali mi fidi scompaiano così, non ora che tutto andava bene… e non Kensi, che senza di lei non avrebbe senso neanche stare nell’NCIS… non per cose strane come l’amore (che parola disgustosa, inadatta a spiriti liberi), ma perché stare con lei sul lavoro è tranquillizzante, perché siamo sempre in due sul campo… cosa ben diversa dai miei impegni con la polizia, dove sono da solo con me stesso, in atteggiamento e vesti non sempre miei.”
Torniamo alla base dopo aver chiamato il carro attrezzi per la sostituzione delle ruote, ognuno di noi ha il suo umore nero per le vicende appena vissute, ma io continuo a vedere gli occhi bicolori della ragazza guardarmi e fidarsi di me. Null’altro può essere stato se non questo il suo dire “lo so, verrai a salvarmi” e mi sento… bene. Che sensazione strana…
Mi annego nel lavoro, devo pensare solo a trovarla, devo lasciar perdere tutto e solo salvarla! La guardo attraverso il monitor: è ferma immobile, in piedi, che si guarda intorno. Il sito non è rintracciabile facilmente, dirottato più e più volte, al che faccio uscire le mie preoccupazioni ‹‹la colpa è mia›› dovevo fare di più… non dovevo permettere che si muovesse… ma Callen si prende le colpe, con il suo tono pacato che non riesce a nascondere bene la preoccupazione per quella che è più vicina a una sorella, per lui che non ha famiglia. Kensi…
 
Scendo dalla sala operativa e Hetty mi avverte che avremmo dato ai russi ciò che desideravano per avere indietro l’agente Blye: creeremo un libretto nero. Controllo la mia pistola mentre siamo tutti intorno a Nell, cercando di tenere la mente sgombra, ma Sam porta la mia attenzione sulla nostra collega assente ‹‹perché non si muove? Perché non cerca una via di fuga? Sta ferma li…›› ‹‹sa che la controllano›› ‹‹sta aspettando›› dico, poi entrarmi gli uomini mi guardano e continuo ‹‹aspetta noi››.
Bene, ho il libretto ma dovrò far attenzione perché sono pochissime le pagine dotate di micropunti, ma non mi interessa, il mio compito è recuperare Kensi, a Callen e Sam sistemare i russi. ‹‹1984›› sento dire da una voce dietro di me, quando entro nello stadio vuoto ‹‹olimpiadi di Los Angeles: grandi sfilate, ovazioni, scuole di atleti›› ‹‹ma non i russi›› finisco la frase del giovane ‹‹no, russi no. Gli ultimi anni della guerra fredda ci hanno privati del sicuro trionfo sull’America›› ‹‹vi avremmo fatti neri, e lo sai›› sposto di lato lo sguardo, pensando di trovare il volto del mio interlocutore ma sono costretto ad alzarlo, in quanto è più alto di me. Odio quando sono più basso di qualcun altro. ‹‹il libretto›› dice, chiudendo i convenevoli, ma mi guardo in giro ‹‹non la vedo›› ‹‹si trova qui››. Se c’è un momento giusto per pregare è questo, ma sono ateo e posso solo sperare dica la verità, quindi prendo dalla tasca posteriore dei pantaloni il finto libretto e lo consegno al ragazzo indicandogli i micropunti, che controlla con una lente di ingrandimento. Lo lascio fare un istante, poi glielo strappo di mano giusto chiudendolo giusto in tempo per non far vedere i micropunti non leggibili e ripeto ‹‹non vedo la ragazza››: mi indica con lo sguardo un corridoio sopra di noi, al che ridò il libretto e vado dalla mia collega.
Apro una porta, pistola in mano e la vedo: provata, stanca, e preoccupata. ‹‹Fermo lì!›› mi urla, per poi dire a voce più bassa ‹‹spegni la luce››; io non capisco, perché devo farlo? Ma obbedisco, svelando l’arcano: ‹‹allora… è per questo che restavi immobile… non sono laser da discoteca, vero?›› inizio a sudare freddo e comprendo perché Kensi sia bagnata sul volto e sul petto. Con voce di chi ormai ha poche speranze mi spiega ‹‹sono sensori. Se ne interrompi uno qua salta tutto›› guardo tutto intorno e dico la cosa più sensata, unica possibilità che abbiamo: ‹‹qua ci vogliono gli artificieri›› ma il tono di Kensi è demoralizzato ‹‹Deeks, non ce la faccio più… ti prego…›› e come posso lasciarla li ancora? Soprattutto ora che mi guarda con quei sui occhi magnifici, ora che posso aiutarla? Ora che posso conquistare la sua fiducia? O per lo meno posso combattere e contribuire a mantenere sano mentalmente me stesso, non come per la morte della mia vecchia collega della polizia che è morta senza che io ne potessi nulla… io voglio fare qualcosa per sentirmi importante… e voglio continuare a scherzare con lei…  ‹‹passiamo al piano B›› ‹‹e qual è, il piano B?›› chiede speranzosa lei, ma devo ammettere che non l’ho ancora inventato.
‹‹mi risparmi ulteriori sofferenze?›› mi chiede guardandomi armeggiare con la pistola: pensa che io le voglia sparare?! ‹‹denotatori laser: se il collettore riceve il raggio laser del mio mirino non dovrebbe captare l’interruzione›› ‹‹ok… l’avrai già visto fare, vero?›› chiede preoccupandosi, e fa bene!! Questo metodo l’ho soltanto letto, ma è l’unica cosa che si possa fare senza chiamare gli artificieri, quindi proviamo, pregando la sorte di aiutarci.
Ci sincronizziamo, io che punto il laser e lei che si muove: se fossimo in situazioni differenti sarebbe molto eccitante, soprattutto quando decide di muoversi alzando il sedere, il resto del corpo sdraiato a terra, ma ora non posso far altro che distogliere un istante lo sguardo per tranquillizzare l’inquilino del piano di sotto. All’ultima fila di laser le chiedo silenziosamente fiducia, porgendole le mie mani al di sopra della luce rossa: lei le guarda, il respiro quasi mozzato in gola, poi alza lo sguardo sul mio volto ‹‹sicuro?›› ‹‹no››, non sto pensando a nulla, voglio solo che lei sia fuori con me, o io dentro con lei. A costo della mia vita sono a questo punto, a costo della mia vita la porterò fuori con me, non voglio più perdere persone bene o male care, e soprattutto non le persone con le quali mi sto iniziando ad aprire! Mette le mani nelle mie, le stringiamo, gli occhi negli occhi ‹‹al tre›› contiamo insieme e al momento giusto facciamo un balzo verso la porta, ritrovandoci abbracciati metri più in la grazie allo spostamento d’aria causato dalle bombe. Tutto esplode, sento un intenso dolore alla schiena per via del colpo ricevuto ma non ci faccio caso, come non faccio caso inizialmente alle voci nelle mie orecchie, troppo impegnato a guardare il volto della mia partner, sana e salva, stupita di essere ancora viva.
 
Kensi
 
Sono viva. Guardo il mio salvatore come se non l’avessi mai visto e un pensiero mi passa per la mente: è un bel ragazzo. Ciò che ha fatto per me è stato imparagonabile a chiunque, ha rischiato la sua vita per me… e ha salvato me stessa. Quando è caduto ha preso una grossa botta alla schiena, ma mi teneva stretta a sé, mentre io avevo le braccia intorno al suo collo… era la prima volta che stavamo così vicini… mai prima…
La pelle abbronzata, i capelli chiari, il sorriso bianco brillante… lo sento dire ai nostri colleghi che tutto va bene, poi lo chiede pure a me, e me ne esco con una brutta verità ‹‹devo fare la pipì…!›› ‹‹l’hai già fatta!›› dice con un sorriso che non rimprovera, e resto senza parole, lasciandomi andare sul suo petto, al sicuro per un poco, io e lui soltanto, la gamba obiettivamente bagnata, ma che non considero, sentendo le braccia del mio partner intorno alla vita.
 
POV esterno
 
Il caso è concluso, tutto si è risolto, tranne che Matias si è preso gioco di Hetty. Ma l’uomo ha una brutta sorpresa: sale in macchina e si ritrova circondato dagli agenti dell’NCIS che, prove alla mano della moglie, della casa e della sua vita, lo minacciano di fargli perdere tutto rivelando la presenza dell’amante e dei conti segreti se succedesse qualsiasi cosa alla loro leader. Come un sol uomo, la squadra intera scompare, sempre più unito e determinato. 

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