piccoli problemi di cuore

di La Dame Blanche
(/viewuser.php?uid=382349)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una brutta sorpresa ***
Capitolo 2: *** La situazione precipita ***
Capitolo 3: *** La festa di compleanno ***
Capitolo 4: *** La lettera ***
Capitolo 5: *** La partita di calcio ***
Capitolo 6: *** San Valentino ***
Capitolo 7: *** I dispiaceri di Sofia ***
Capitolo 8: *** Il torneo di pallamano ***
Capitolo 9: *** Lieto fine ***



Capitolo 1
*** Una brutta sorpresa ***


Una brutta sorpresa

Era il 7 gennaio 2005; tornata dalle vacanze a Capodanno, avevo vissuto in attesa del ritorno a scuola, non perchè avessi particolarmente voglia di tornare a studiare, ma perchè mi mancavano i miei amici, e soprattutto Leonardo: stranamente, infatti, ero innamorata di uno dei miei amici. Ovviamente, tutte le ragazze lo sapevano, e naturalmente tutte mantenevano il segreto. L'unica che non volevo rivedere era Francesca, una che nessuno capiva bene come fosse entrata nel gruppo, dato che nessuno la sopportava: era smorfiosa, superficiale, gonfia di arie come un tacchino.
Arrivata davanti casa di Sofia, la vidi già sul marciapiede ad aspettarmi; mi bastò uno sguardo distratto alla sua faccia mentre la salutavo per capire che era successo qualcosa. E non qualcosa di piacevole.

" Cosa c'è, Sofi?"

"Ciao Sophie!! Come stai?? Come sono andate le vacanze? Hai sciato tanto? Beata te che sei andata in montagna, io invece-"

"Sofi, dimmi che cosa è successo" La mia preoccupazione era diventata ansia: Sofia si metteva sempre a chiaccherare di sciocchezze, quando non voleva dirmi qualcosa.

"Ehm.. beh, sai che c'è stata la festa a Capodanno.. in realtà niente di importante.. solo che è successo un pò un casino, perchè un ragazzo, a causa di una stupida.. ha scoperto che una delle sue amiche gli va dietro da secoli ..." la vocina di Sofia si affievolì fino a sparire del tutto, quando vide il mio pallore.

"E.. e io che cosa c'entro in tutto questo?" sentivo la testa girare, ed ero sicura che le ginocchia mi avrebbero abbandonato a breve.

"Ecco,beh... in realtà... FrancescahascopertochetipiaceLeoesièoffesaperchènessunogliel'hadettoequindigliel'haspifferatoperdispetto" disse in un fiato, come se dette in fretta le brutte notizie facessero meno male.
Penso di essere impallidita, perchè Sofia mi strinse un braccio, come a volermi tenere su; mi asciugai il sudore freddo sulla fronte e mi appoggiai al paletto del marciapiede. Dov'era andato il mio sangue?

"Sopy, ci sei? " Sofia mi guardava preoccupata.

La guardai vacuamente, mentre tentavo di scegliere le parole da dirle, ma prima che mi arrivassero sulla punta della lingua, mi precedette: "Beh, credo che per cominciare dovremmo spostarci da qui"

La guardai interrogativamente, stavolta, non vedevo il nesso; poi mi girai avanti, e vidi che verso di noi venivano Marco, Ciccio e Guido; in panico, mi voltai e scambiai Babi e Ilaria, che camminvano verso di noi, per una via di fuga: mi slanciai verso di loro, e troppo tardi mi accorsi di Leo e Gianluca che camminavano dietro di loro. Sul punto di svenire, mi bloccai sul posto e tutto il sangue che pareva essersi volatilizzato mi rifluì in faccia; solo Leo era più rosso di me.
Riuscii a raggiungere l'atrio solo con gli sforzi combinati delle mie amiche, e stetti accasciata contro il muro cercando di respirare e pregando che suonasse presto la campana, per potermi nascondere nel mio banco, quando arrivò Francesca tutta tranquilla e si mise a cianciare delle vacanze e dei regali di Natale, senza accorgersi del mio stato, di Sofia che le voltava le spalle e di Babi e Ilaria che la guardavano con disgusto. Il suo arrivo mi ridiede forza, mi alzai dal muro, feci due passi verso di lei (che ora si era accorta della mia faccia) e le mollai uno schiaffo che risuonò in tutto l'altrio; avevo beccato uno di quei momenti infinitesimali di silenzio. Tutti si girarono, nessuno osò fiatare; le mie amiche, e Francesca,anche se con interesse leggermente diverso, aspettavano il seguito.

"Mi fai schifo" le sputai in faccia, "sparisci dalla mia vista"

Me ne andai con Sofia, seguita da Ilaria e Babi, che sentii dirle: "Sei fuori, Marcato. Non sei più nel gruppo"

                                                                                       *

Non sapevo come avevo fatto a superare le prime tre ore di lezione con Guido, Ciccio e South che continuavano a girarsi per guardarmi, Sofia, Babi e Ilaria che cercavano di consolarmi sminuendo l'importanza della cosa, e Leo che guardava con attenzione imperterrita la professoressa.
Finalmente, l'intervallo. Fuggii letteralmente in bagno, per decidere come comportarmi insieme alle mie amiche. Io avrei voluto sedermi sotto il lavandini del bagno delle femmine e stare lì tutto il tempo, ma mi rendevo conto che alle mie amiche l'idea non sorrideva poi tanto; quindi mi feci coraggio e mi avventurai verso "il nostro posto".
Arrivate alla fine dell'atrio, vicino all'aula di musica, scoprimmo che i ragazzi erano già arrivati, ma la tensione era palpabile, e si sentiva che la linea di separazione che aveva cominciato a formarsi all'interno del nostro gruppo quando Sofia aveva lasciato Gianluca per South si era notevolmente accentuata.
Questo stallo imbarazzato non andava bene a nessuno: non a Ciccio, che non poteva fare la corte a Babi, non a Gianluca, che non poteva tentare di parlare con Sofia, nè a Ilaria, che all'insaputa di tutti cercava di conquistare uno dei ragazzi.
Quando Francesca comparve come dal nulla, successe il finimondo. I ragazzi occhieggiavano sia me, che sembravo paralizzata, sia Leo, che avrebbe tanto voluto essere altrove; le ragazze invece mi si avvicinarono preoccupate: mi conoscevano molto bene, e sapevano che era in arrivo una sfuriata.
Con tutta la faccia tosta del mondo, Francesca mi sorrise:

"Beh, Sophie, voelvo scusarmi per quello che è successo a Capodanno, perchè--" la interruppi urlandole contro un torrente di accuse e improperi, e l'altra, abbandonando la finta espressione di scuse, si mise addirittura a ribattere, e quando osò darmi tutta la colpa, dato che non l'avevo messa a parte del segreto, calò il silenzio tra gli amici che guardavano. Non ci vedevo più dal nervoso; la schiaffeggiai forte, e allora iniziarono a volare le mani, invece delle parole; preoccupati che i prof di sorveglianza ci scoprissero, Gianluca e Leo si fecero avanti per fermarci, gli altri erano impietriti dallo schock dovuto al vedere la dolce e timida Sophie urlare e fare a pugni. Gianluca mi afferrò per le braccia, cercando al contempo di tenermi ferma e di allontanarmi, ma Francesca, vedendomi immobilizzatata, ne approfittò, fin quando non le arrivò un potentissimo schiaffo, che la fece barcollare. Il silenzio divenne mutismo, l'immobilità paralisi: non era stata Sofia, la migliore amica, o South, o una delle altre ragazze, ma Leo. Leo mi aveva difesa.
E ora Leo stava dicendo:

"Vattene, non cercare mai più di tornare qui o di parlarci, dopo quello che hai fatto; hai rovinato l'armonia del nostro gruppo, hai messo in imbarazzo Sophie e tutti noi. Non fai più parte del gruppo."

Francesca se ne andò praticamente in lacrime; le ragazze stavano lì ferme a bocca aperta, e i maschi erano molto stupiti, quasi sconvolti; io mi sentivo talmente scioccata da non essermi resa conto di essere semi-svenuta tra le braccia di Gianluca, e da non accorgermi che Leo mi stava spingendo verso le ragazze, perchè mi portassero da un'altra parte.
Ecco la fine degli intervalli insieme, ecco la fine di quel gruppo che aveva stupito tutti, tanto affiatato era. Quello fu l'ultimo intervallo bello, allegro, tutti insieme; in tanti soffrivano per questa situazione, non per ultimo Leo.





 
 
Note: come ho scritto nella presentazione, questa storia non ha nè un grande stile, nè una grande caratterizzazione dei personaggi, nè una grande introspezione, nè grandi concatenazioni di eventi, nè complessità di tematiche o di svolgimento. Niente di niente, insomma. E' solo una storiella che avevo scritto in seconda media presa dallo sconforto per il mio amore non corrisposto da Leo: mi sono presa la rivincita su di lui e su quella smorfiosa della Francesca in un mondo tutto mio. Per questo motivo, e perchè è la prima storia che ho scritto in vita mia, ci tengo tantissimo, ed è per questo che, pur rendendomi conto che è quasi scadente, non l'ho modificata più di tanto: non volevo trasformarla in un altra cosa, volevo che rimanesse quello che era, con lo spirito di me ragazzina dentro.
Per cui, chi si aspetta grandi cose, passi pure avanti; e chi attendeva un'altra cosa sul livello di "Crociera sull'Egeo" porti ancora un pò di pazienza: è in fase di elaborazione!
Mi piace iniziare a pubblicare quando ho terminato l'ultimo capitolo, odio chi pubblica e non finisce le storie. Quindi per chi avrà cuore di leggere questa sciocchezza, pubblicherò una volta alla settimana!
Baci a tutti!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La situazione precipita ***


La situazione precipita

 
Il pomeriggio lo passai al telefono con Sofia, alternandoci nel compito di piangere e consolarci l' una con l'altra: entrambe infatti eravamo disperate per la situazione che si era creata nel loro gruppo, e per quella che sembrava addirittura la fine del gruppo. Nessuna delle due sapeva che il giorno dopo avremmo trovato motivi ben più gravi per piangere.
Infatti Ciccio e gli altri avevano raccontato in classe ciò che era successo, e ora tutti sapevano di questa presunta relazione Sophie-Leo, e nessuno trovò di meglio se non iniziare la Fiera del Cretino prendendoli in giro:
"Ehi Sinato come va con Leo?"
"Oh Leo, ma non potevi scegliere di meglio?? Proprio la Sinato?? Ce ne sono tante di carine, la Marcato per esempio.."
Leo andava in bestia, perchè odiava la Marcato, odiava essere preso in giro e odiava che tutti sapessero i fatti suoi; lo si vide litigare perfino con South, il suo migliore amico, anche se in realtà la colpa di tutto era di Ciccio e Guido. Io intanto soffrivo triplo: soffrivo perchè prendevano in giro me, perchè prendevano in giro lui e perchè lui, nel tentativo di frenare le chiacchere, aveva smesso perfino di salutarmi. Per di più, avevo Sofia e Ilaria che continuavano a premere perchè mi dichiarassi, approfittando della situazione: ma io non osavo, preferivo la possibilità di un'amicizia ora in crisi alla certezza di un amore rifiutato.Come se non bastasse, Babi scelse proprio quel giorno per ricordarmi che al mio compleanno mancavano pochi giorni, e che dovevo sbrigarmi a dare gli inviti per la festa, se non volevo che la gente si prendesse altri impegni.
"Ma come posso dare l'invito a Leo, che adesso mi odia? Non mi saluta neanche più!"
"Beh, almeno puoi darlo a Ciccio e agli altri, ci rimarrebbero male se li tagliassi fuori solo per questo casino; siamo molto amici, e lo sai che, anche se ti prendono in giro, lo fanno bonariamente e in realtà ti vogliono bene"
"Però se lo do a loro e non a Leo non è che si offende?"
Alla fine combinammo che Babi avrebbe dato a Leo l'invito mentre erano in autobus per tornare a casa. Tornando a piedi, dissi alla mia migliore amica:
"Ma Sofi... non è che Leo sta solo facendo finta di odiarmi? Non è che mi evita per far smettere i pettegolezzi? Sai quanto odia essere sulla bocca della gente! Si, dev'essere di sicuro così, e alla festa sarà tutto normale, visto che è una cosa ristretta! E noi ritorneremo amici appena la gente smetterà di sparlare, ne sono sicura.." 
Evidentemente avevo un' espressione così speranzosa che Sofia non si sentì di contestarmi, e si disse d'accordo con me, anche se in cuor suo pensava che le cose non fossero così semplici. Io quindi passai un pomeriggio tranquillo e sereno, concentrata sui compiti, convinta che alla mia festa si sarebbe sistemato tutto. Nel frattempo, a dieci case di distanza, Sofia era al telefono con Babi, disperate entrambe per ciò che era successo in autobus: Leo aveva buttato l'invito, dicendo che andava solo alle feste di gente che gli stava simpatica; Babi aveva obiettato " Ma eravate amici fino all'altro giorno!" ma lui, categorico, non aveva neanche ribattutto, limitandosi a scuotere la testa. Inoltre, la cosa era peggiorata per colpa di Ilaria, che non sopportava queste cose:
"Ma allora sei stupido! Perchè l'hai difesa dalla Marcato, eh? Per illuderla e basta?" 
Leo, preso in contropiede, non seppe ribattere: non poteva certo rispondere che l'aveva fatto per la sua Sophie, dopo mesi in cui non faceva altro che prenderla in giro,dopo avere appena detto che non erano più amici; quindì borbottò:
"Non sono affari tuoi. E poi io scendo, questa è la mia fermata" 
Solo che alla sua fermata ne mancavano ancora tre.
Sentendo tutto ciò, Sofia andò in panico: come avrebbe fatto a dirlo a Sophie? Le avrebbe rovinato il compleanno. Decise quindi con Babi di dirle che Leo aveva dato un forse come risposta all'invito, e di prendere tempo; tanto Sophie e Leo non si parlavano, quindi non potevano essere sgamate. Poi qualche santo sarebbe stato.
                                                                            *
Leo invece passò un bruttissimo pomeriggio, convinto che Babi non avrebbe tardato a riferire ciò che era successo in autobus. Sapeva che per salvaguardare il suo orgoglio e la sua immagine avrebbe fatto soffrire Sophie, lui che finora, anche se a sua insaputa, l'aveva sempre difesa, mettendo un freno alle prese in giro e facendo addirittura a pugni ocn un ragazzo del paese, che l'aveva offesa. Inoltre sapeva che lei non si sarebbe mai comportata come lui, a lei non interessava l'opinione della gente, si comportava come riteneva giusto. Si sentiva veramente uno schifo, in colpa e inferiore.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** La festa di compleanno ***


La festa di compleanno

 
Alla fine venni a sapere che Leo non sarebbe venuto alla mia festa, e che aveva detto che non eravamo amici, che lui mi considerava una lagna antipatica. Non ci potevo credere: il ragazzo che mi piaceva, che consideravo suo amico, non sarebbe venuto alla mia festa. Niente Leo.
Venerdì mattina, andando a scuola, Sofia mi fece parlare, sicura che stava per arrivare un bel discorso capace di far commuovere i sassi e, conoscendomi come le sue tasche, si era premunita di un bel registratore, per registrarmi e farmi ascoltare a Leo, che si sarebbe commosso, sarebbe venuto alla festa, e tutto si sarebbe sistemato; " Sono un genio" si disse.
 
"Ma ti rendi conto?? Niente Leo alla mia festa; niente Leo. Tutti, tranne Leo. E per me era importante il contrario, che Leo ci fosse, chissene frega degli altri!? E poi, ha detto che sono una lagna antipatica! Pensavo fossimo amici!" e via di questo passo. Parevo impazzita.
All'intervallo Sofia agì: aveva detto a Babi e Ilaria di portarmi lontano,e a suo moroso di allontanare i ragazzi; rimase sola con Leo e gli fece ascoltare in discorso, sicurissima che il finale sarebbe stato un Leo pentito e bene felice di andare alla festa. Invece la povera Migliore Amica fu ripagata con uno sguardo vacuo, un'espressione sprezzante, e il furto della registrazione, che Leo si intascò. Sofia, infuriata, se ne tornò da noi ragazze; se invece l'avesse tenuto d'occhio, avrebbe visto un Leo molto pensieroso e quasi intristito, assente. Era rimasto molto male, infatti, per quello che aveva sentito; avrebbe voluto fare qualcosa, ma non sapeva cosa: non poteva certo rimangiarsi ciò che aveva detto e presentarsi alla festa, che figura avrebbe fatto??
                                                                                                *
Quel pomeriggio c'erano gli allenamenti di pallamano, prima le femmine e poi i maschi; io lo aveva iniziato solo perchè c'era Leo che giocava coi maschi. Di solito andavamo insieme a piedi verso la scuola, visto che eravamo gli unici due del gruppo; ma quel pomeriggio si vide una Sophie con gli occhi straordinariamente lucidi avviarsi verso la scuola da sola. Per tutto ciò, mi allenai malissimo, e non notai Leo che entrava di corsa a metà allenamento, incazzato con se stesso e col mondo: gli era venuto in mente in ritardo, infatti, che anche se l'avesse accompagnata nessuno l'avrebbe preso in giro; ed era corso lì in fretta e furia, solo per vedermi giocare male sapendo che era solo colpa sua.
Doveva fare qualcosa. Non poteva andare avanti così la situazione. Decise di scrivermi un biglietto e di infilarmelo nella cartellina di artistica, l'avrei visto il martedì seguente. Di nascosto, uscì dalla palestra e si intrufolò nell'aula di disegno, scartabellò le cartelline e infilò il bigliettino nella mia.
                                                                                               *
Il sabato pomeriggio la mia camera sembrava un campo di battaglia: trucchi sparsi ovunque, vestiti sul letto e per terra, borse e scarpe sulle sedie e in ogni buco libero, Sofia che ci stressava chiedendoci se sembrava grassa, Babi che, con i suoi inseparabili jeans e il maglione nero preferito, se ne stava appoggiata allo stipite della porta a criticare Ilaria, che aveva intenzione di venire con la tuta. Ok, la festa era solo una pizzata in compagnia, e la tuta era carinissima e moderna, ma era pur sempre una tuta! Io e Sofia invece eravamo un pò più eleganti: lei pantaloni neri e maglione sabbia, io jeans e maglioncino bianco con i brillantini, e ci eravamo anche truccate un pochino... non si compiono mica tutti gli anni tredici anni! Comunque, ridendo e facendo confusione, erano riuscite a non farmi pensare a Leo.
 
Dovevamo trovarci in pizzeria per le 19.30, ma quando arrivai trovai già tutti lì, e il mio posto pieno con i miei regali: Sofia aveva organizzato con South di farmi questa sorpresa. Commossa, salutai tutti e li accontentai, aprendo i regali prima di mangiare. Le mie amiche e i ragazzi ce la misero tutta per farmi divertire e impedirmi di notare troppo l'assenza di Leo, ma ad un certo punto mi ritrovai sola: Sofia e South si appartarono in un angolino, Ciccio era riuscito a coinvolgere Babi in un discorso che pareva lunghissimo, e Ilaria pendeva dalle labbra di Guido che faceva il cretino con gli altri ragazzi della classe.
Così mi trovai a pensare a Leo, e riuscii ad abbattermi così tanto che quasi piangevo; rabbuiata, notai Gianluca che sedeva mesto al suo posto fissando il bicchiere con aria assente. Dopo un pò, capii che non stava fissando la Coca ma Sofia e South che si sbaciucchiavano; con un sospiro e uno sforzo non indifferente, mi tirai su dal mio posto e mi avvicinai a lui: se anche non fossi riuscita a rallegrarlo, almeno avremmo potuto crogiolarci insieme nei nostri problemi di cuore.
Andando a dormire, cercai di pensare solo al fatto che la festa era stata un successone, e impedii al mio cervello di deviare in zona Leo.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La lettera ***


La lettera

 
Passai la domenica sepolta tra i libri: leggere, per me, era il miglior modo per non pensare; per di più, Leo odiava leggere o studiare, per cui non c'era il pericol che qualcosa me lo riportasse alla mente, mentre invece c'erano un sacco di altre cose che lo facevano: il violoncello, perchè lui lo suonava, il numero 20, che era il suo, il nero, come i suoi occhi e i suoi capelli...
La notte, sognai Leo. Lo stavo guardando giocare a pallamano stesa sui materassoni a bordo campo quando, per prendere un passaggio troppo lungo, non era finito anche lui disteso vicino a me, e prima di rialzarsi e tornare a giocare mi aveva abbracciata e dato un bacio.
Andando a scuola lo raccontai subito a Sofia, e durante l'interrogazione di geografia mandai un bigliettino a Ilaria e Babi. Tutte e tre rimasero un pò stranite da questo sogno così particolare.
All'intervallo, accesi il cellulare ricevuto il compleanno che non aprivo da sabato, e mi arrivò un messaggio da un numero sconosciuto: "Tanti auguri... Ho scoperto il tuo numero, capisco perchè non me l'hai voluta dare. TVB ". Guardai l'ora: 4.40 di notte; agitata, confrontai il numero con la rubrica di Sofia: era di Leo. Rimasi folgorata; tutte stettero in silenzio finchè Sofia sbottò:
"Ma insomma! Osa anche farti gli auguri quello stronzo?! Dopo non essere venuto alla festa!!? "
"Si, a proposito, " intervenne Babi "se non l'avevi visto, c'era Gianluca quasi in lacrime, a vederti sbaciucchiare South. Dovreste avere un pò più contegno quando c'è anche lui!"
Sofia si infervorò subito ribattendo che era stato lui a lasciarla e che per lei le cose erano andate di conseguenza. Ilaria riuscì a riportarle sulla terra chiedendomi cosa avevo intenzione di rispondergli:
"Per ora non gli rispondo, non so cosa pensare"
Uscendo dal bagno, riportai il discorso sul mio sogno e le feci giurare di non dirlo ad anima viva. Non si sa come, dopo un'ora tutta la classe lo sapeva; ero furibonda; come se non bastasse il gruppo della Fiera del Cretino a sfottermi, ci si era messo anche Leo!!
Vederlo prendermi in giro, mi fece male, ma mi fornì anche la forza di riprendere a guardarlo in faccia e ribattere alle frecciatine.

                                                                                                                                    *

Il martedì era veramente leggero: ginnastica e poi artistica. Appena finita la lezione, vedemmo South e compagnia schizzare in spogliatoio per farsi la doccia per primi; avevano in mente di farci uno scherzo: infatti, avevamo spogliatoi divisi (per fortuna!), anche se erano separati solo da una porta, di solito chiusa a chiave. Ma Ciccio l'aveva fregata al prof.; inoltre, sapevano che le noi ragazze ci cambiavamo sempre per ultime, aspettando di avere lo spogliatoio libero.
Quel giorno, i ragazzi irruppero nel nostro spogliatoio proprio mentre eravamo in intimo; furibonde, iniziammo a urlare e a bombardarli con le palle da pallamano, ma loro si difesero bene, nascondendosi dientro i pali della rete di pallavolo, e quando arrivò il professore, richiamato da tutto quel casino, li trovò ancora tutti lì. Furioso, si fece consegnare i libretti e lì spedì nel suo ufficio, in attesa di una punizione. Incerta, lo bloccai e gli chiesi se non poteva limitarsi alla punizione: una nota nel libretto abbassa di molto la condotta. Spalleggiata da Sofia e Babi, che volevano evitare guai ai proprio morosi (Babi si era messa insieme, finalmente, a Ciccio grazie alla mia festa ), convincemmo il professore. Andando verso l'aula di disegno, tutti ci ringraziarono a parte Leo, che camminava zitto dietro a tutti. Notando che io facevo finta di niente, tutti mi imitarono, anche se vedevo che Sofia era furiosa con lui; tutti tranne Guido,che si era messo a chiedergli a voce molto alta perchè non mi ringraziasse; non coglieva mai le sottigliezze della vita.

                                                                                                                          *

La lezione di artistica per la nostra classe significava caos e divertimento: la prima ora, invece di ascoltare la povera prof. che spiegava, chiaccheravamo e ci facevamo i cavoli nostri, anche se almeno io e le mie amiche avevamo la decenza di farlo a voce abbastanza bassa; la seconda ora, che col passare del tempo diventava sempre più lunga, iniziava quando la prof. si arrendeva e diceva la parola magica: "Cartelline!" E allora tutti rovesciavamo banchi e sgabelli per la fretta di prendere le nostre cartelline, che fungevano da Ufficio Postale per comunicazioni pseudo segrete inter classi. Anche io, come tutti, mi affrettai verso la mia cartellina, non perchè pensassi di trovarmi un biglietto all'interno, non avevo quasi mai avuti; e allora non notai che quel giorno i maschi erano rimasti piuttosto tranquilli ai loro banchi, invece di correre a prendersi la cartellina. Tornando al mio posto, non vidi che mi fissavano: tutti sapevano della lettera.
Aprii la cartellina e rimasi scioccata. Sconvolta. Non mi aspettavo un messaggio, men che meno un biglietto di Leo!! Leggerlo e sbiancare fu una cosa unica; mi fiondai in bagno, senza dire niente a nessuno. Sofia si girò verso il suo ragazzo con gli occhi che mandavano lampi, subito imitata dalle altre; Gianluca e Leo, gli unici che non stavano litigando cercando di spiegarsi ad una delle ragazze, si guardarono inebetiti, e poi Gianluca si alzò e uscì dall'aula.
Era agitato: intanto sarebbe dovuto entrare nel bagno delle ragazze, contro le regole, secondo sapeva che mi avrebbe trovata in piena crisi; terzo, ma io non lo sapevo, gli piacevo, e alla mia festa non era sconsolato per Sofia e South, ma perchè io pensavo solo a Leo; era per me che aveva lasciato la mia amica.
Io intanto ero nel bel mezzo del bagno lottando per trattenere le lacrime, girata verso il muro, quindi non lo vidi nè entrare furtivo nè esitare alle mie spalle per mezzo minuto. Mi sentii delle mani sulle spalle, e girandomi lo vidi con la compassione e la comprensione negli occhi; mi arresi, e iniziai a piangere, grata che ci fosse qualcuno che mi abbracciava in un momento simile. Alzai gli occhi verso il suo viso, e lo vidi imbarazzato e impacciato; feci per scostarmi, ma le sue braccia si strinsero attorno a me e allora appoggiai la testa sotto la sua clavicola, bagnandogli la maglietta di lacrime. Fu un miracolo se la prof non ci mandò a chiamare.

Un pò più calma, mi scostai e lo guardai in viso, e allora la consapevolezza di ciò che vidi mi investì come un treno. Ricominciai a piangere, per lui stavolta, e gli dissi:
"Oddio, Giangi, non so che dire.. Sofia mi aveva avvertita, di stare attenta, che aveva notato qualcosa di strano, ma io ero sicurissima che tu volessi stare con lei.. io ti voglio bene, davvero.. ma sono ossessionata da Leo!"
Lo vidi abbassare gli occhi, e qualcosa mi fece continuare a parlare:
"Ascolta.. io ti voglio bene, sei mio amico, sei quello a cui tengo di più- davvero!" gli dissi, perchè lo vidi incredulo " anche più che a Leo perchè, anche se io sono così ossessionata da lui, lui non c'è mai stato per me come hai fatto tu, non è mai stato mio amico come lo sei tu.. se tu te la senti, possiamo provare.." suggerii dubbiosa, " in fondo, tu mi piaci molto, perchè ti conosco.. magari con te posso tornare quella di una volta, libera finalmente dall'ossessione per quell'idiota!"
Gianluca non mi fece continuare perchè tornò ad abbracciarmi; emozionata, lo guardai e lo vidi felice, e allora mi rallegrai subito anche io: se potevo fare la felicità di uno dei miei più cari amici, perchè rifutarmi? La cosa faceva piacere anche a me, e magari poteva anche aiutarmi.

                                                                                                                              *

A casa scrissi pagine e pagine del mio diario, chiedendomi se era giusto comportarsi così, cercando di mettere a tacere i dubbi dicendomi che in questo modo era felice lui e forse avrei potuto esserlo anche io.
Nel frattempo, anche Gianluca aveva molti dubbi: era preoccupato che io mi accorgessi che in realtà mi piaceva solo Leo, era preoccuapto di ciò che avrebbero detto gli altri e di ciò che avrebbe fatto Leo. Infatti tutti i ragazzi sapevano che in realtà io a Leo piacevo, ma che non aveva mai avuto il coraggio di dirlo. Gianluca cercò di tranquillizzarsi dicendosi che Leo la sua possibilità l'aveva avuta, che ora era il suo turno.
Ma le cose non potevano essere tranquille: le coppie si erano scombinate troppo, c'erano già tensioni sotterranee (tra Gianluca e South, ad esempio) che ora rischiavano di diventare inimicizie.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** La partita di calcio ***


La partita di calcio
 
Il resto della settimana passò in una grande tensione: Leo evitava tutti, Gianluca evitava Leo, e io evitavo entrambi, anche se se ne accorgevano tutti tranne me. Il rapporto tra i due ragazzi era sul filo del rasoio, erano in disaccordo su ogni cosa, si ridevano dietro; tutti aspettavano lo scontro che avrebbe posto fine a questa guerra fredda; e tutti, tranne me, si rendevano conto che lo scontro sarebbe stato per me.
Lo scontro non ci fu. Invece, ci fu un progressivo raffreddamento e allontanamento tra i due, che si ignoravano e facevano di tutto per punzecchiarsi; solo Leo cercava di trattenersi un pò, ben conscio che il suo comportamento era leggermente ipocrita e del tutto ingiustificato; si ripeteva come un mantra che io non gli piacevo, che non voleva c'entrare niente con questa storia, ma ormai non riusciva a ingannare neanche se stesso. Si era finalmente reso conto quanto io fossi importante per lui, adesso che io lo ignoravo più che potevo.
Il sabato pomeriggio c'era il grande derby: Esedra vs Padova calcio, ossia Gianluca Guido e Ciccio contro Leo e South. Le ragazze vennero  prendermi a casa e andammo insieme; sembrava che stessimo andando a un funerale, più che a tifare una partita: io mi sentivo in colpa perchè avrei tifato per Gianluca e mi sentivo in colpa di sentirmi in colpa, le altre erano segretamente preoccupate che i ragazzi potessero perdere la ragione e approfittare della partita per darsele di santa ragione.
                                                                                                                                *
La partita inizò. Eravamo a metà del secondo tempo quando Ciccio non parò, e South segnò il primo goal della partita. Avevamo pochissimo tempo per recuperare, e tutti contavano su Gianluca, la punta di diamante dell'Esedra, per il miracolo che ci avrebbe portati ai supplementari. L'occasione si presentò quando Guido, dopo aver fatto praticamente tutto il campo, si trovò accerchiato e passò a Gianluca che, solo davanti alla porta, stava per tirare, quando Leo gli si presentò davanti, con uno sguardo che pareva dire: "Mi hai rubato la ragazza, non mi ruberai anche la partita". Il tempo parve fermarsi; noi quattro eravamo in panico, a trocerci le mani; Gianluca tirò indietro la gamba, Leo anche, e Gianluca colpì Leo, invece del pallone. Leo cadde, gridando, e rimase giù, la gamba rotta. Il tempo parve dilatarsi, anche l'arbitro pareva paralizzato sul posto, e si sentì un grifo lacerante: ero io, e stavo correndo dentro al campo disperata, piangendo, scontrandomi con gli altri giocatori impalati sull'erba come birilli. Mi gettai su Leo cercando di farlo rinvenire, ma era ancora svenuto quando arrivò l'ambulanza chiamata dalle ragazze; senza neanche guardarmi indietro, dimentica di Gianluca e di tutti, saltai su anche io, dicendo all'infermiere che ero sua sorella. Tutti i miei amici mi guardarono allucinati, e non mi accorsi che Leo era rinvenuto per qualche secondo e mi aveva sentito.
                                                                                                                         *
Appena mi permisero di entrare andai vicino al letto di Leo, che era sveglio e mi guardava con un'espressione indecifrabile, che mi fece rallentare e sedermi piano piano sulla sedia vicino al letto.nessuno parlava, Leo guardava fuori dalla finestra e io mi torturavo alla ricerca di qualcosa da dire per rompere quel silenzio agghiacciante.

"Cos'è successo, esattamente?" gli domandai esitante. Non che mi aspettassi una risposta, quando Leo era arrabbiato, o preoccupato, non apriva bocca.
Invece, con il suo solito tono amaro mi rispose:

"Cos'è successo? Niente di importante, niente che richieda le tue soliti inutili lacrime. Solo che il tuo adorato Gianluca mi ha calciato volontariamente una gamba col ginocchio già teso all'indietro, era ovvio che me la sarei rotta. Ma per te non è importante, vero?" mi guardò, e lessi nei suoi occhi dolore, rabbia, malinconia, abbandono, e anche gelosia.
"Leo.. ti prego.. " dissi debolmente, ma lui mi interruppe subito, dando sfogo ai suoi sentimenti nascosti, come mai aveva fatto prima, provocandomi un crollo emotivo.
"Ma lo sai quanto ci sono rimasto male io, quando hai deciso che dovevi mettermi con il mio amico?E quanto male sono stato quando ho scoperto che aveva lasciato Sofia per te, ben sapendo che tu mi piacevi da una vita? Come sarei dovuto stare, quando ho capito che per te lui è più importante di me?"

"No!! Non è vero, non puoi dire così! Non è vero e lo sai anche tu" lo interruppi piangendo a dirotto "Come puoi dire una cosa del genere, quando sai benissimo che non è vero? E comunque,come credi che mi sia sentita io quando mi evitavi e neanche mi salutavi?? Cosa sei stato capace di darmi, tu?? Dolcezza, comprensione? NO! Queste sono tutte cose che mi ha dato solo lui!"

"Non è vero, brutta ipocrita! E tutte le volte che ti difendevo dagli altri? Dove le metti, eh?? Comunque, ho sbagliato... Vuoi proprio sentirtelo dire? Scusami, allora!"
Tacqui sconvolta: lui non chiedeva mai scusa a nessuno. Tutte la rabbia mi scivolò di dosso; mi sedetti sul letto, e gli sussurrai:

"Lo so... anche io ho sbagliato, e ti chiedo scusa, ma non possiamo sistemare le cose semplicemente così, c'è anche Gianluca di mezzo, che mi vuole bene e mi fa felice. E' vero, con lui sono serena e mi fa stare bene. Anche se questo non vuol dire che io non tenga a te e non ti sogni di notte. Ma tu mi hai sempre e solo fatto stare male, e io ho bisogno di stare tranquilla e contenta, e Gianluca è l'unico in grado di darmi queste cose".
Ormai tranquilla, mi alzai per andarmene, aspettandomi offese o un'altra scenata. Invece, roboticamente, Leo mi disse solo:
"Vattene"
                                                                                                                           *
Corsi a casa, spensi il cellulare e staccai il telefono di casa, mi chiusi in camera fino al giorno dopo: non lessi, non dipinsi, non ascoltai musica; stetti semplicemente stesa sul letto a pensare a cosa fare. Non volevo allontanarmi ancora di più da Leo, ma non volevo perdere Gianluca, mi faceva stare troppo bene. A un certo punto mia madre venne a dirmi che c'era proprio Gianluca lì fuori; scesi in giardino.
"Ciao.."
"..."
"Ti prego, di qualcosa, so di aver sbagliato, non riesco a capire come ho potuto, la mia gamba si è come mossa da sola.."
"..."
"Insomma Sophie! Come puoi essere così fredda? Ho capito che è Leo quello in ospedale, ma mi sembrava di essere io il tuo ragazzo!!No?" Era disperato e insicuro, e voleva risposte.
"..."
"Mamma mia! Non sopporto quando fai così! Ti prego! Cosa devo fare? Ho detto che mi dispiace, cos'altro devo dire??"
"Hai finito?"
"Si ma... cosa vuol dire?"
Io rientrai in casa, mi bastava quel si. Passai la notte a rimuginare.
                                                                                                                         *
La settimana seguente passò in crisi: Leo non tornava a scuola, io non parlavo a Gianluca, e tutto sembrava andare a rotoli tra Ciccio e Babi; Gianluca viveva in un incubo: solo Guido gli parlava. Gli unici a cui le cose sembravano andare bene erano South e Sofia. Che bella situazione, la settimana di San Valentino!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** San Valentino ***


San Valentino
 
"Hei ragazze, a me pare una buona idea festeggiare San Valentino in centro, domani, che ne dite? Devo riallacciare un pò la storia con Ciccio.. "
"Si, anche per me è una buona idea... Tu Ila?"
" Si si, a patto che sia un'uscita di gruppo, lo sapete che mi annoio a fare shopping con voi"
Io invece ero l'unica troppo abbattuta per dire la mia; non avevo voglia di fare nulla, tanto meno uscire a festeggiare San Valentino!
"Sopi?"
".. Mmh??"
"Oh insomma! Sveglia!! Svegliaaaa!! Tirati su! E non crogiolarti per quei marmocchi!"
"Sentite ragazze, per me è lo stesso ok? Se volete andare in centro, andiamo in centro; se volete stare qui, stiamo qui; se volete andare a sciare, andiamo a sciare... Quello che volete, purchè mi lasciate in pace.. Tanto più che non me ne frega niente!"
Il mio monologo fu accolto da una nutrita serie di sospiri e facce preoccupate; sapevo che non mi avevano mai vista così, di solito cercavo di non andare in depressione. Siccome in realtà mi davo fastidio da sola, cercai di reagire:
"Ok dai, andiamo in centro. Voi sapete già cosa mettervi? Io no... Allora, mentre voi decidete, io chiamo i ragazzi va bene?" e le lasciai a tuffarsi soddisfatte nel mio armadio, e scappai in salotto, finalmente libera di poter tenere il muso.
Chiamai South e Guido, dicendogli che avvisasse Ciccio, e poi, digrignando i denti, feci il numero di Gianluca.
"Buongiorno signora sono Sophie, potrei parlare con Gianluca per piacere?"
"Ah si ciao Sophie, adesso te lo chiamo.."
".."
"Ciao Sophie!! Come stai?? Sono contento che mi abbia chiamato!"
"Sto male. Ti ho chiamato perchè le ragazze vogliono andare in centro domani, e hanno detto a me di avvisarvi. Tutto qui"
"Ah...... Beh, gli altri vengono?"
"Io li ho avvisati.."
"Sento loro e poi ti mando un sms, ok?"
"Per me.."
"Ciao allora.."
"Ciao."
E' andata. Non vorrei, perchè mi è stato vicino quando nessuno c'era, ma non posso perdonargli quello che ha fatto. E per impedire che si arrabbi anche lui con me, devo farci pace! E allora Leo ce l'avrà ancora di più con me! Dannazione, che situazione di merda! Ed è tutta colpa di Francesca!!
                                                                                                        *
Non ero propriamente dell'umore più adatto per andare in centro a festeggiare San Valentino. Con un ragazzo con cui ero arrabbiata per di più. Mentre quello per cui morivo era in ospedale con la gamba appesa al soffitto.
"Piove, anche" mugugnai.
Girandomi per comunicare la notiziona (che pioveva ) mi trovai Sofia in braccio a South, Babi a Ciccio e Ilaria con Guido!! Guarda guarda, pensai, la nostra Ila vicino a Guido, sono-talmente-figo-che-se-mi-guardate-mi-sciupate!!
Ma il risolino che mi era nato spontaneamente morì subito quando mi accorsi che ero senza ombrello, e l'unico da cui avrei potuto pretendere copertura era proprio Gianluca. Sarebbe stato il pomeriggio di gran lunga più brutto dell'anno.
Sofia quasi urlò, per dirci di scendere dall'autobus: rischiavamo di finire in stazione! Saltò giù insieme al suo tutto-muscoli-niente-cervello che non risuciva neanche ad aprire l'ombrello (ero proprio di cattivo umore..) subito seguita dagli altri due piccioncini e da Ilaria e Guido sotto lo stesso ombrello!!!
Svogliata scesi con Gianluca, cercando di stare sotto l'ombrello e di no nfarmi prendere per mano. Ovviamente, fallii miseramente.
pensai. Naturalmente, mi sbagliavo di grosso.
Quell'idiota di Ilaria, al settimo cielo per avere finalmente tutte le attenzioni di Guido, aprì la bocca per darle aria e ne uscì:
"Perchè non andiamo al cinema, visto che piove?"
Ah beh, se si aspettavano che giocassi alla coppietta felice si sbagliavano di grosso. Mentre tutti si dicevano d'accordo entusiasti, provai ad obiettare:
"Ma cosa danno? Non voglio vedere nè una stupida commediola nè film comici, ve lo dico.."
"Non ti preoccupare, dato che oggi è San Valentino, danno solo film d'amore, e per di più vecchi!! Grease, Via col vento, Il tempo delle mele..."
Sovrastando i gridolini delle mie amiche, la interruppi:
"Vedo che sei molto informata... Da quando ti piacciono i film d'amore, Ilaria??" fui molto acida: era palese che non era un'idea dell'ultimo minuto.
Non avevo nessuna intenzione di sedermi al buio vicino all'imbranato che mi teneva su l'ombrello; mi giocai l'ultima carta plausibile:
"Ma ho fame.."
"Perfetto: vicino al cinema c'è una cioccolateria, e abbiamo un'ora abbondante prima che inizi il film!"
Niente da fare. Le provai tutte: dissi che stavo male, che avevo freddo, che mi era entrata la pioggia nelle scarpe. Ma niente. Tutto quello che ottenni fu:
"Ma che lagna che sei oggi! Sei impossibile! Insopportabile!"
Beh questa poi: nessuno poteva dirmi una cosa del genere; decisi di sigillarmi la bocca e non dire più una parola fino a sera. Ma davanti al cinema non seppi resistere:
"Non credo di avere abbastanza soldi.."
"Non ti preoccupare, te lo pago io!!" si offrì Gianluca tutto contento.
Incuranti del mio sguardo implorante, le mie amiche mi lasciarono alla sua mercè con un sorrisetto sulle labbra.
pensai
                                                                                           *
<è un incubo> mi ripetevo. Non era possibile che io fossi realmente seduta vicino a Gianluca, con le due coppiette che si sbaciucchiavano e gli altri due che guardavano il film, con le mani ficcate sotto le ascelle, e il collo rigido per non girare la testa neanche di un millimetro.
Con la coda dell'occhio vidi il braccio di Gianluca muoversi impercettibilmente nella mia direzione; lo fulminai, e se ne stette buono per un'altra mezz'ora. Ma quando ebbe l'ardire di provare a prendermi per mano, diedi sfogo a tutta la mia rabbia repressa: mi alzai in piedi, gli mollai un ceffone, e sotto gli occhi stupiti di tutti i miei amici gli rovesciai la sua Coca in testa, e me ne uscii dalla sala sbattendo i piedi.
Uscirono dopo dieci minuti, chi con facce divertite chi con facce preoccupate; Gianluca, mortificato, cercò di avvicinarmi; Sofia non riuscì a fermarlo, e allora iniziai a urlare come una banshee in mezzo all'atrio del cinema: i ragazzi sussultarono, le mie amiche non sapevano se mettersi a ridere o prendersi la testa tra le mani e mettersi a urlare anche loro.
Come una furia, li mollai tutti lì e me ne tornai a casa.
                                                                       *
Dopo una doccia calda e altre due cioccolate, la mia disposizione d'animo di era ammorbidita al punto che chiamai Sofia per sapere come avevano concluso, e per scusarmi con loro.
"Ma va la Sopi, abbiamo sbagliato noi a trascinarti fuori con lui, in reltà pensavamo che faceste pace... comunque no npreoccuparti, perchè anzi dopo che sei andata via è andato via anche lui tutto abbacchiato, si è perfino dimenticato l'ombrello, quindi noi siamo stati tranquilli.. cioè, non proprio, visto che Ciccio è sempre più indifferente e Babi si sta iniziand a stancare,però.. oh comunque, notiziona: Guido ha accompagnato a casa la Ila perchè non aveva l'ombrello! Ci credi?? Comunque se te la senti forse dovresti chiamare Giangi.. era davvero giù.."
Diedi retta alla mia amica, e gli mandai un sms:
"scusami per oggi,non volevo essere così antipatica,è solo che non riesco a non pensare a quello che è successo con Leo.. devi darmi tempo"
Soddisfatta di me stessa, spensi il cellulare e andai a dormire.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** I dispiaceri di Sofia ***


I dispiaceri di Sofia
 
Il lunedì ci aspettava una sorpresa: la professoressa ci assegnò una ricerca di geografia da fare per il venerdì; dovevamo dividerci in gruppi da quattro, e scegliere una nazione. Purtroppo per me, lasciò a noi le divisioni in gruppi.
Io, Sofia, South e Gianluca decidemmo per la Francia, visto che noi due ci eravamo state in vacanza, e di trovarci a casa di Gianluca. Non che io facessi i salti di gioia, per il programma; gli altri, aveva preso l' Inghilterra e sarebbero stati da Guido.

Casa di Gianluca, martedì pomeriggio.
Io e Sofia ci trovavamo benissimo a studiare insieme: mandammo i ragazzi in giardino a giocare a pallone, e ci dividemmo il lavoro.
Mentre cercavamo tra libri e internet, parlamo un pò:
"Sai Sofi.. sto meditando di lasciar perdere con Gianluca.. A me piace troppo Leo, non riesco a stare con lui, e non è neanche giusto che lo illudo e che gli faccio passare giornate d'inferno.. Per di più, fin che sto con lui Leo non mi parla.. Hai visto, è ancora in ospedale e non mi ha mandato neanche un sms.."
"Ma e Gianluca? Ci starà malissimo..." Anche se l'aveva lasciata per la sua migliore amica, lei gli voleva molto bene ancora.
"Si, però intanto sapeva che era un esperimento, e secondo non sta bene neanche a stare con me, perchè con lui non riesco a non essere cattiva.. Tu piottosto, sbaglio o ti stai stancando di South?"
"Eh si Sopi, hai visto giusto.. non che ci sia qualcosa che non va, semplicemente mi annoia.. forse sono io che sono ingiusta e pretendo troppo.."
"Ma no Sofi, è che lui è tutto-muscoli-niente-cervello, e a te non può andare bene uno così! Tu stavi molto bene con Gianluca, che è sensibile e premuroso... se solo quello scemo non avesse rovinato tutto!" conclusi triste per la mia amica.
                                                                                                     *
"Allora, alla Sophie vai stretto, te ne sei accorto?" Mister delicatezza aveva deciso di dare aria alla bocca mentre calciava il pallone.
"Eh si, ho visto... Non capisco perchè però!" il vincitore della Fiera del Cretino si era applicato.
"Eh valle a capire le ragazze... per me comunque è perchè le piace troppo Leo.. è un anno che gli va dietro!"  Ma va.. ??
"Dici?? E allora perchè si è messa con me?" Poteva decisamente partecipare ai Campionati Mondiali del Cretino, e vincere facilmente.
"Mah... forse per cercare di lasciarselo alle spalle... ma non ci riesce!" Forse Mr. Muscolo aveva anche qualche neurone...
"E cosa dovrei fare?" Meglio i Campionati Universali, c'era più soddisfazione a vincere quelli,no?
"Se fossi in te ci darei un taglio a 'sta storia.. ci stai solo male! Chi te lo fa fare?" Ehi!! Forse quei quattro neuroni erano anche funzionanti!
                                                                                              *
Casa di Guido, mercoledì pomeriggio.
"Dai ragazzi, diamoci una mossa e iniziamo qesta ricerca del cavolo.. " Babi era l'unica che cercava di lavorare in quel gruppo di svogliati.
"Si certo.. Ciccio, vieni con me che prendiamo da bere?" Guido si avviò in cucina, subito seguito dall'amico
"Sai Ila, sono sempre più insicura riguardo a Ciccio... Secondo me vuole lasciarmi!"
"Babi... in realtà avevo visto qualcosa anche io... senti, se ti dico una cosa giuri di tenere il segreto? Anche con le altre.. "
"Si certo!"
"Ecco... domenica pomeriggio io e Guido ci siamo visti, ma non lo sa nessuno. E abbiamo parlato un pò... e mi ha detto che in effetti Ciccio si sta rendendo conto che non gli piaci così tanto come pensava quando ti veniva dietro.. Te lo dico perchè tu sia preparata, perchè non voglio che stai male, e so che non vorresti mai farti vedere debole davanti a loro.."
Dimenticata la propria tristezza, Barbara si lanciò sullo scoop:
"Esci con Guido?? TU??!!"
" Si io, perchè? Anche se sono un maschiaccio, non vuol dire che non mi possa piacere uno, e lui mi piaceva da un sacco!  E sabato, fin che voi eravate impegnati a sbaciucchiarvi, mi ha detto che gli piaccio anche io!"
"Oh Ila, sono così felice per te!! " Babi la abbracciò contenta.
                                                                                                *
"Oh Ciccio, devo dirti una cosa, ma se lo dici in giro ti spacco la faccia!"
"Dimmi pure.."
"Sto uscendo con la Tosello"
"Che cosa??!!" Ciccio sputacchiò la Coca dappertutto.
"Eh si, l'avresti mai detto che è un secolo che mi viene dietro??"
"Che cosa??!!"
"Già, è quello che ho pensato anche io, e poi mi sono detto che magari è proprio quella per me, non è la classica femmina.." EH??
"Beh, non hai tutti i torti.." fece Ciccio dubbioso.
"Piuttosto, mi sembra che a te con la Galeazzo non vada molto bene.." Anche lui ha dei neuroni???
"Eh si, come ti ho detto l'altro giorno la lascerò, adesso che ha ceduto non mi piace più come una volta.."
"Prima la lasci meglio è, la fai solo stare peggio tirando avanti... " Neuroni funzionnti??
"Mm-mm.." no, lui evidentemente no.
                                                                                                *
"Pronto, vorrei parlare con Gianluca, sono Sophie"
"Ciao, sono io, dimmi pure.."
"Ah! Ecco, senti.. Mi dispiace che le cose siano andate così male, insieme.. In realtà è stata tutta colpa mia, non ero pronta per questa cosa e si è rivelata inutile per me e dolorosa per te.. penso che la cosa migliore per tutti e due sia darci un taglio.. tu cosa ne dici?"
"Beh, anche io avevo notato qualcosa del genere... pensao che abbia ragione tu, è meglio se torniamo amici e basta.."
"Vuoi restare mio amico?" Chiesi incredula.
"Certo! In fin dei conti ti voglio bene Sopi, ci conosciamo da tanto, mi dispiacerebbe non parlarti più nè scherzare con te.."
"Grazie!! Sei davvero il mio migliore amico.."
"Ti sdebiterai con la schiavitù eterna" scherzò lui.
"Certo padrone! A domani allora.. " risi io.
"Ciao!"
                                                                              *
"Sophie!!!! Leggi che messaggio bruttissimo mi ha scritto quello stronzo di Ciccio!!"
Quando Babi mi telefonò in lacrime stavo raccontando della telefonata con Gianluca alla Sofi, che era venuta a casa mia a mettersi lo smalto.
"Dimmi Babi.." dissi sconfortata.
"Volevo dirti che non stiamo più insieme perchè non mi piaci pù come una volta. Mi spiace se ti ho fatto stare male, non era mia intenzione. Ciao"
Mi guardai orripilata con Sofia e decidemmo all'istante.
"Senti Babi, veniamo lì ok? Prepara la cioccolata intanto.. Anche noi dobbiamo raccontarti"
Ma mentre ci avviammo a casa sua, a Sofia arrivò un messaggio:
"Oh Gian, ho deciso... Domani la lascio. Non mi trovo bene con lei, lei stava meglio con te... e poi, adesso che Ciccio ha lasciato la Babi....... " Il messaggio, ovviamente, era di South, e Mr. Muscolo aveva sbagliato a inserire il destinatario.
Disperata, pensai che mi servivano i rinforzi. Chiamai Ilaria e le dissi di raggiungermi da Barbara, insieme a tutto il cioccolato che aveva in casa.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Il torneo di pallamano ***


Il torneo di pallamano
 
Le cose non potevano andare peggio di così per noi; io e Gianluca ci eravamo lasciati, anche se fortunatamente l'aveva presa bene ed eravamo ancora amici; Ciccio aveva lasciato Babi, e lei era depressa per il modo in cui l'aveva fatto; Sofia aveva problemi con South, e si vedeva lontano un miglio che si stavano per lasciare; e Ilaria si comportava in maniera strana, come se nascondesse qualcosa.
Intanto, per fortuna, Leo era tornato a scuola e, saputo della rottura tra me e Gianluca, aveva ricominciato a parlarci; anche grazie a Ciccio e Souht avevano fatto pace; Guido sembrava in un altro mondo.
Per fortuna la ricerca era andata bene, perchè nessuno di noi aveva la testa per lo studio, al momento; per di più, si avvicinavano le finali del campionato provinciale di pallamano: il professore aveva aumentato gli allenamenti, e quindi oltre a non avere la testa non avevamo neanche il tempo per studiare!
Fortunatamente, Leo si era ripreso bene e in fretta dall'incidente, e aveva ricominciato ad allenarsi: senza di lui, la squadra maschile non aveva nessuna posibilità di vittoria.

                                                                                                            *

Stavo tornando con Leo (miracolosamente) dall'allenamento, quando Sofia mi chiamò piangendo chiedendomi di andare da lei.
"Ne sai qualcosa tu?" chiesi a Leo.
"Eh... suppongo sia inutile dirti una balla.. in effetti si, South ci pensava da una settimana..." disse triste.
"Cavolo.. non ci voleva, proprio adesso che c'è il torneo... spero che almeno lui sia in grado di tenere la testa in campo!"
"Si si certo, è un maschio lui... e poi Sofia deve solo tifare, cosa vuoi che sia?"
Mi girai per fulminarlo, ma vidi che scherzava e allora lo salutai tranquilla.
< Bello che le cose tra noi siano tornate quasi come prima... che cavolo però, che brutto periodo per il nostro gruppo, ci siamo lasciati tutti.. >
Quando arrivai a casa sua, Sofia era in lacrime: la cosa era peggiore di quello che pensavo, allora!
"Sooopiii!!! " e mi si buttò addosso. Cercando di calmarla, la trascinai in camera sua e tentai di capire cos'era successo.
Era successo che South l'aveva chiamata (almeno non le aveva mandato un messaggio lui! ) dicendoloe che non se la sentiva più di stare con lei, perchè a  tutti e due piacevano altre persone.
"Ma come! A te chi dovrebbe piacere?! E lui ti ha detto chi gli piace?"
Si, lei gliel'aveva chiesto e lui, candido candido, le aveva risposto che ora che si era lasciata con Ciccio, si era reso conto che gli piaceva la Babi! Povera Sofi, lasciata due volte per una delle sue amiche!
"Ma scusa, perchè lui dice che anche a te piace un altro?"
"Ecco... io non me n'ero resa conto, ma quando mi ha detto così mi ha fatto pensare.. in realtà io non ho mai smesso di pensare a Gianluca, Sopi.. "
Io rimasi molto stupita, perchè non me n'ero mai accorta:
"Ma... ma... allora, perchè stai piangendo? Gianluca è libero!! E sai anche tu che per me aveva una stupidissima cotta, in realtà era solo amicizia e se n'è reso conto anche lui! "
"Non so perchè piango... non sono nè disperata, nè arrabbiata con nessuno... ah, guarda che la Babi non sa niente!"
"No certo figurati... senti però, hai intenzione di parlare con Gianluca?"
"Penso di si..."
"Ti prego, ti prego, puoi aspettare la fine del torneo? Se lo distrai rischiamo di perdere, lo sai che Leo ancora non è al massimo.. Già South sarà distratto, figurati se anche Gianluca pensa a qualcos'altro... siamo fritti!"
"Tranquilla Sopi... prima devo pensarci sopra per bene... tu vai tranquilla e pensa solo a vincere!!"
Andando a casa, mi chiamò la Babi. < Merda!> pensai, quando vidi il nome sul display.
"Ciao Babi!"
"Oh Sophie!!! Devo dirti una cosa!!! Ma non devi dirlo a nessuno, giuramelo!!"
"Certo Babi, dimmi!"
"South mi ha appena chiamata!! Mi ha chiesto di uscire, che si era appena lasciato con la Sofi, però di non dirlo a nessuno perchè non vuole che lei stia male! Però io sono troppo eccitata, quindi dovevo dirlo a qualcuno!!"
"Ma... Babi ma a te piace??"
"Si da morire!! Lo sai che a me Ciccio non era mai piaciuto un granché, solo che dato che South era impegnato...."
"Ahahah!! Adesso capisco! E quando uscite?"
"Stasera! Andiamo a mangiare il gelato! "
"Senti Babi però, non voglio che ti distrai dal torneo, lo sai che io e te siamo le due più brave in squadra, se non siamo concentrate perdiamo!" Ma perchè mi sembrava di dire la stessa cosa da ore?
"Si si, tranquilla... Adesso ti saluto che vado a prepararmi, domani ti racconto, ciao!!" Prepararsi? Ma non dovevano uscire stasera? Mah...
Continuando a pensare al torneo, tornai finalmente a casa, dove...
"Sophie tesoro c'è una tua amica che ti aspetta in camera, deve assolutamente parlarti dice.." Ma che cavolo?? Poteva essere solo Ilaria
Infatti, in camera c'era un' Ilaria agitatissima: si torceva le mani, andava su e giù, era... truccata?? truccata?!
"Ila?? Stai... bene?" chiesi esitante.
"Sopi!!!!!!! " Mi si fiondò contro, e vidi che era proprio truccata.
"Ma Ila! Ma sei truccata!!" Ero sconvolta.
"Eh si... devo dirti una cosa, ma-"
"Non ti preoccupare, non lo dico a nessuno, giurin giurello!" la interruppi.
"Oh bene, grazie, è una notizia bomba, devo dirlo a qualcuno... Sto insieme a Guido!!"
Mi sedetti sul letto cercando di non svenire.
"Tu? TU esci? TU esci con GUIDO??" Ma il mondo girava alla rovescia oggi? Avevo come la sensazione di essermi persa dei pezzi...
""Si!!! Sono stra felice! Anzi adesso vado che sono già in ritardo!" e mi mollò lì.
"Ma Ila! Il torneo...."
Ma che cos'era successo oggi? Avevo tre segreti da tenere, South mollava la Sofia per mettersi con la Babi, Leo mi parlava, Sofia voleva rimettersi con Giangi e la Ila usciva con Guido. E nessuno che pensava a quello stramaledetto torneo, pensai digrignando i denti.
Ci manca solo che Ciccio venga a dichiararsi, e avrei raggiunto il record.

                                                                                                                         *

Finalmente il sabato del torneo. Ero agitatissima. Dovevamo vincere. Dovevamo.
Andammo tutti in macchina, e lì scoprimmo che avremmo giocato prima noi ragazze. Ottimo, pensai, così posso vedermi la partita dei maschi in pace. Trascinai la Babi e la Ila in spogliatoio a spiegare gli schemi di gioco (su cui ero stata ben due giorni) alle altre due primine che giocavano con noi.
"Allora ragazze, tutte qua. In fase di difesa, tu Alice salirai verso la porta avversaria, per intercettare un eventuale nostro recupero: se prendiamo la palla o io o la Babi, te la passeremo con un passaggio lungo e tu dovrai segnare, tanto sarai sola col portiere, dovresti farcela. Tu invece Martina difenderai in zona centrale, e io e la Babi staremo laterali; la Ila ovviamente in porta. In fase d'attacco, tu Alice tornerai indietro e starai a centro campo, e dovrai intercettare eventuali loro recuperi; tu Martina starai in difesa, zona centrale, la Ila verrà più avanti che può senza comunque lasciare scoperta la porta; io e Babi saliremo in attacco.Tutto chiaro?"
Le due primine mi annuirono terrorizzate, la Babi mi disse "Si capo!" sorridendo e la Ila mi diede una pacca sulla spalla: sapevo di essere a volte troppo pignola e competitiva, ma dovevamo vincere.
"Bene, in campo allora."
Con la bocca asciutta, uscii per prima e colsi di sfuggita gli striscioni che Sofia e i ragazzi sventolavano; non sentivo la confusione, nè i cori che i miei amici urlavano: quando ero in campo, ero concentratissima.
 
Vincemmo 12 a 4. Le stracciammo. Felici di aver vinto, le mie compagne mi portarono in trionfo la coppa, che io presi e alzai. Ero troppo contenta.
Fin che le ragazze si cambiavano e si lavavano, io andai dai maschi e, di nuovo seria, spiegai i loro schemi di gioco: facevo io anche quelli.
"Allora, Ciccio fisso in porta, se manchi un tiro ti conviene non farti neanche più vedere in giro. Voi non giocate con l uno-due-due come noi ragazze, voi fate uno-due-uno-uno, perchè Leo ha un braccio micidiale ma non può ancora correre troopo, quindi non ti schioderai dalla loro area, mi sono spiegata? Occupati di tirare in porta, lascia agli altri i recuperi e le corse. Voi tre, South e Pozzo siete le ali, quindi state ai lati e dovrete sia recuperare in difesa sia andare avanti in attacco, come io e Babi insomma. Giangi, tu stai in mezzo a loro, un pò più avanti: anche tu non dovresti muoverti troppo, hai il compito di gestire il gioco, devi fare passaggi lunghi a Leo precisi. Non salire per segnare, rimani lì; anche voi due, cercate di passare a Leo, non segnate voi: so che vorreste farlo, ma dobbiamo pensare a vincere la partita, non alla gloria. Mi sono spiegata? Bene, in bocca al lupo" dissi duramente, e uscendo sentii South dire:
"Madonna, ma quando è diventata così? Fa paura..."
"Eh quando si tratta di vincere, lei è così.." rispose Leo.

                                                                                                               *

Vinsero anche loro; orgogliosa dei miei ragazzi, corsi in campo a congratularmi, e li abbracciai tutti, anche Leo, fregandomene se lui stava là impalato. Nel bel mezzo dei festeggiamenti, si creò il silenzio quando le prime persone si accorsero che Guido e Ilaria si stavano baciando. < Alla faccia che non dovevo dirlo a nessuno!> pensai ridendo.
Rimanemmo tutti a bocca aperta, oltre che in silenzio, quando vedemmo che anche Sofia e Gianluca si stavano baciando, davanti a tutti e a un Leo particolarmente contento.
Mi sedetti per terra quando South baciò la Babi.
pensai vedendo Ciccio che andava in spogliatoio.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Lieto fine ***


Lieto fine

La vincita venne festeggiata con un festone la sera stessa, e per una volta ero io la regina della festa: i miei amici mi avevano fatto una corona, e una fascia con scritto "MISS SCHEMA VINCENTE", che doveva essere una presa in giro, ma che io indossavo con orgoglio: in fondo, era davvero merito della mia mente geniale se avevamo tutti vinto. Il lunedì mattina, il preside ci riunì tutti in palestra e fece un discorso, facendo i complimenti a tutti noi e facendoci consegnare le coppe dal nostro orgogliosissimo prof. di ginnastica, che era anche nostro allenatore.
                                                                                             *
Passarono le settimane, e arrivammo ad aprile, e nel nostro gruppo le cose andavano benissimo di nuovo: Sofia stava di nuovo con Gianluca, Ilaria e Guido erano contenti e, anche se era strano vederli insieme, a Babi e South le cose sembravano andare a gonfie vele; Ciccio se l'era messa via, e io e Leo ci eravamo avvicinati sempre di più, avevamo perfino iniziato a studiare insieme, ora che non avevamo più gli allenamenti di pallamano: la scusa era che lui doveva recuperare per via della gamba, ma in realtà faceva piacere a tutti e due.
A fine aprile era in programma la gita (di un giorno solo, purtroppo) a Ferrara; eravamo tutti entusiasti di passare una giornata isieme fuori dai muri scolastici.
Riuscimmo ad accaparrarci i sedili in fondo, lontani dai prof. 
Io ero rassegnata a sedermi da sola, visto che le mie amiche erano tutte in coppia, invece Leo mi aveva tenuto il posto! Non ci potevo credere! Mi sedetti tutta contenta ma anche incredula; stavo guardando fuori dal finestrino, pensando che Leo comunque si sarebbe messo le cuffiette, quando mi sentii toccare la mano.
Come scottata, la spostai subito e mi girai: lui era lì che mi guardava, ed era già strano così perchè di solito Leo non guarda mai dritto in faccia nessuno.
Lui mi riprese la mano (ero scioccata) e mi fece tutto un discorso che purtroppo non ricordo per bene, perchè in quel momento il mio cervello era totalmente in black out, ero così felice da non capire più niente; comunque, il succo era che anche io gli piacevo, e da tanto, solo che non aveva avuto il coraggio di dirmelo perchè pensava che a me piacesse Gianluca, e poi era successo il casino che era successo.
"Vuoi metterti con me?"
Pensai di non aver capito bene, infatti rimasi lì muta come un pesce, morto per di più; ma lui dovette capire dai miei occhi quello che pensavo, perchè si avvicinò e mi baciò, e oltre al cervello anche occhi e orecchie andarono in black out, perchè non vidi i miei amici che ci guardavano contenti, nè i fischi di vittoria dei ragazzi, nè la mia amica Sofia sospirare:
"Era ora! "






Ebbene, ecco conclusa anche questa storiella. Devo scusarmi per la scarsità della trama, per lo stile veramente elementare, ma come ho già detto nella presentazione, non ho voluto modificare ciò che avevo scritto a soli 13 anni: è stato il mio primo scritto, la prima cosa che ho avuto il coraggio di mettere nero su bianco.. Il mio primo "libro"!! E non volevo tradirne lo spirito con costruzioni ampollose..
Bene, un ringraziamento davvero, davvero speciale per chi ha avuto la pazienza e la tenacia per arrivare fin qui!!
Baci a tutti,
La Dame Blanche 


Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1996769