Hira Shuriken

di _MakaAlbarn_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - L'infanzia ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Il risveglio ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Una nuova vita ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Iniziano gli allenamenti ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - L'armata della Fiamma ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Un nuovo alleato ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 - Inejiro Samai ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - Fidanzata ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - L'infanzia ***


Capitolo 1- L’infanzia
 
Una fitta foresta estesa al di sotto di montagne altissime e rocciose, insormontabili e mai raggiunte prima nemmeno dal più abile uomo del villaggio. Un sole dorato che illuminava l’acqua del fiume nelle mattine di primavera e faceva sciogliere l’ultima neve. Erano queste le uniche cose che Sakusami-chan ricordava della sua infanzia.
Fin da piccola era stata cresciuta da una lupa, aveva vissuto con lei nella sua tana, si era cibata con lei e con i suoi fratelli pelosi, così diversi da lei! Già dopo 12 stagioni aveva imparato il loro linguaggio, aveva imparato a cacciare, a cibarsi delle sue prede insieme ai suoi compagni, amava ululare alla luna nelle sere d’estate, sapeva orientarsi nella foresta, riconosceva odori, suoni, sapori…
Un giorno, però, la sua vita era cambiata; si era spinta troppo oltre la foresta, aveva addirittura raggiunto il villaggio vicino, era troppo curiosa: voleva osservare la vita dei ninja e dei loro capi villaggio.
Ovviamente, però, non conosceva  il pericolo a cui andava incontro!
Prima si era appostata tra dei cespugli, ad osservare quegli uomini con delle strane uniformi, con segni sul viso e simboli contorti sui vestiti: parecchio differenti, soprattutto dal suo modo di abbigliarsi; lei, infatti, indossava solamente una pelle di tigre che le copriva giusto il petto e le gambe fino al ginocchio, inoltre portava i capelli lisci e lunghi fino in fondo alla schiena, al contrario di quelle persone che avevano invece i capelli corti o raccolti e portavano delle fasce e delle bende con disegnato il simbolo della propria tribù.
Erano ormai tre ore che se ne stava immobile a fissare affascinata la vita e le azioni di quelle creature, e ancora non si era stancata, ed ignorava completamente il formicolio alle gambe che cominciava a sentire.
Stava calando la sera, nel frattempo, e Sakusami-chan aspettava solo che i cittadini del Villaggio del Serpente si rintanassero nelle loro abitazioni ed andassero a dormire, in questo modo lei avrebbe avuto via libera per uscire dal nascondiglio ed esplorare quel luogo così affascinante.
Aspettò ancora qualche minuto, forse 10, poi constatò che il Villaggio era deserto, scese con un gran fragore dalla ripida discesa e atterrò di sedere al di sotto; si alzò a fatica, dolorante, cercando di fare meno rumore possibile; ora si trovava circondata da alte statue di pietra che spiravano verso l’alto: serpenti! Fissava affascinata quelle grandi opere a suo parere immense e si accorse di essere circondata da alte torce accese.
Si guardò intorno, spaventata ed incuriosita allo stesso tempo, chiedendosi se  si sarebbe mai veramente adattata a tutto quello che la circondava, nel caso in cui fosse diventata uno dei ninja del villaggio.
Improvvisamente sentì il bisogno di allontanare quei pensieri, e fece altri passi verso l’abitazione più grande che vedeva; di soppiatto si appropinquò e sbirciò dalla finestra: c’era un uomo alto, dai capelli folti e lunghi, di un colore bianco acceso; un uomo sulla cinquantina, se ne stava seduto a mo’ d’indiano su un cuscino appoggiato sul pavimento.
Mentre fissava affascinata quell’uomo, che molto probabilmente era il capo del villaggio, sentì crescerle dentro un senso di tristezza, non solo per se stessa, ma anche perché le venne il dubbio che quell’uomo, severo ma gentile, vivesse in solitudine.
Passarono le ore, ma Sakusami-chan non smetteva di osservare ogni più piccolo movimento dell’individuo ruotando gli occhi all’unisono per seguirlo, ora a destra, ora a sinistra, ora dritto di fronte a lei, finché l’uomo non si accorse della sua presenza, allora prese lentamente ad avvicinarsi alla finestra ma, quando fu vicino, Sakusami-chan era già lontana, e probabilmente era già tornata nella tana di sua madre, che la aspettava con ansia.
 
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Il risveglio ***


Capitolo 2- Il risveglio
 
Quella sera, Sakusami-chan era così stanca che dormì ininterrottamente per tutta la notte, e quando la mattina seguente si svegliò, le parve di non aver addirittura dormito.
Passò la sua giornata come sempre: correndo, cacciando, annusando, rincorrendo gli altri animali e i suoi fratelli; poi la sera si concedette il suo più che meritato riposo e, ancora una volta, tornò ad osservare la vita notturna del capo del villaggio.
E così le sue giornate si ripetevano, copiose, finché un giorno non decise di cambiare i suoi programmi! La mattina presto, appena alzata, si recò subito al villaggio: voleva assolutamente trovare il coraggio di farsi notare, anche se quella mattina aveva una strana sensazione: percepiva nell’aria l’odore della paura e del pericolo, ma non ci badò poi molto.
Ci volevano circa due chilometri a piedi per arrivare allo sbocco sul villaggio, dove gli alberi di betulla e d’acero cessano inesorabili per lasciar spazio a canne di giunco e fiori colorati. Era proprio questa vegetazione così rigogliosa e variopinta a distinguere quello del Serpente da tutti gli altri villaggi, e i ninja che vi abitavano ne andavano fieri!
Appena giunta a metà strada, però, la paura che sentiva prima della partenza aumentò, e si trasformò in un’improvvisa voglia di uggiolare come un cucciolo in pericolo.. improvvisamente sentì che la sua testa le stava dicendo “Torna indietro!! Non è il momento di pensare agli uomini, ora! Torna indietro!”
..e forse avrebbe fatto meglio ad ascoltare la sensazione che aveva sentito sin da prima, poiché di lì a pochi secondi udì un fortissimo ululato, diverso da tutti quelli che aveva sentito: in questo si sentiva chiaramente il dolore di chi lo emetteva. Sakusami-chan lo riconobbe subito: era sua madre, la stava chiamando!
Tornò velocemente indietro, ma quando arrivò nei pressi della tana non resistette a coprirsi il volto con le mani: una vera e propria strage si stava compiendo di fronte a lei; i temibili ninja dell’armata della Fiamma avevano a dir poco massacrato la sua famiglia: ai suoi piedi giacevano i corpi esanimi di sua madre e di due dei suoi fratelli lupo.. il segno inciso su uno dei cadaveri era chiaro: “torneremo a prendere anche te!”
Sakusami-chan ebbe un sussulto, non potè fare a meno di avvicinarsi ai fratelli e, a malincuore, avvicinare i loro corpi a quelli della madre dopodichè, non si sa per quanto, non si sa con quale forza, continuò a piangere per un tempo che pareva infinito, finché non ebbe più lacrime.
Passarono molte lune prima che tornasse a svolgere le sue azioni quotidiane: non mangiava da tempo, e ormai non sentiva nemmeno più i morsi della fame.
Si diresse verso il villaggio: pareva più silenzioso e meno vivo del solito, e non si spiegava il perché; si avvicinò per vedere meglio: era in corso un’assemblea.
Da quello che si capì i ninja dell’armata della Fiamma non avevano risparmiato neppure il villaggio del Serpente, saccheggiando e distruggendo ogni cosa si trovasse sul loro cammino.
Sakusami-chan si avvicinò sempre di più finché, senza nemmeno rendersene conto, si ritrovò immersa tra la folla che assisteva all’assemblea: molti la guardavano, ma lei non ci badava affatto: sapeva che se stavano discutendo dell’armata della Fiamma la cosa riguardava anche lei, e le pareva suo diritto ascoltare e prendere parte alle discussioni.
Si avvicinò senza esitazioni al capo del villaggio, al quale desiderava da sempre parlare, lui la salutò con un cenno della mano, poi disse:
-Chi sei, ragazzina? Chi ti manda al nostro villaggio?
Sakusami-chan ebbe un attimo di timidezza: non si era mai trovata di fronte ad un uomo come lui, era alto, pareva immenso, i vestiti che indossava lo slanciavano ancora di più e i suoi capelli, raccolti in una coda lunghissima e ispida, parevano finti. Comunque sia, cercando di non osservarlo troppo, rispose a bassa voce e con tono esitante:
-M-mi chiamo.. Sakusami-chan, signore.. e vivo nella foresta… i ninja dell’armata della Fiamma hanno ucciso mia madre e i miei fratelli..
-Tua madre e i tuoi fratelli? Quelli dell’armata della Fiamma non si erano mai spinti così oltre, non avevano mai ucciso altre persone, prima d’ora!
-N-No! – lo interruppe Sakusami-chan -...non hanno ucciso delle persone.. mia madre e i miei fratelli sono..o meglio, erano dei lupi!
-D-dei lupi?! – il capo del villaggio pareva dubbioso -…ho capito-
disse infine, e lasciò trasparire un sorriso su quel suo viso coperto di disegni rossi.
Quando l’assemblea fu terminata, il capo del villaggio si alzò in piedi e disse a gran voce:
-Bene, l’assemblea è finita.. mi occuperò io di te, ragazzina! Puoi restare a casa mia, ti andrebbe?
-Oh! Oh sì! Grazie mille!! – rispose con entusiasmo Sakusami-chan e felice si diresse con il suo nuovo amico a casa sua.
Giunti l’uomo la fece entrare e lei, esitante, sbirciò dall’uscio: la casa era piccina, con un letto, un divano, un mobile a cassetti e un piccolo angolo cucina.
-Signor capo del villaggio..? – disse Sakusami-chan –Io dove dormo?-
L’uomo si fece sfuggire una sonora risata, poi disse:
-Oh, che sbadato! Mi sono anche dimenticato di presentarmi!! Io sono Ouchimori! E… beh! Puoi dormire nel letto!! Io sto bene anche sul divano!-
-D-davvero? Grazie, Ouchimori-san!! Non avevo mai dormito in un letto vero!! Io ero abituata ad addormentarmi sulla…- improvvisamente Sakusami-chan si arrestò ed una lacrima le scese lungo la guancia, poi prese forza e continuò –sulla pancia…della mia mamma…-
Ouchimori lo guardò, compassionevole, poi alzò la sua grande mano e la posò sulla testa della ragazzina, strofinandole i capelli.
Sakusami-chan provò una strana sensazione, come quella che provava quando era in compagnia della sua mamma: sentiva intorno a lei il profumo e il calore di una famiglia!

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Una nuova vita ***


Capitolo 3- Una nuova vita Giunse l’alba successiva: il sole era chiaro e le ombre della luna appena tramontata stavano completamente sparendo; pareva che il villaggio, durante quella notte, avesse ricominciato a vivere, o almeno si poteva avere questa impressione se non ci si guardava intorno, poiché purtroppo la malinconia e tutta la distruzione portata dall’armata della Fiamma era più che evidente. Sakusami-chan si svegliò di soprassalto, si guardò intorno, ora a destra, ora a sinistra: niente che le paresse familiare, poi la visione di Ouchimori che le si avvicinava con la colazione e tutto tornò chiaro e nitido. -Buongiorno! – la salutò lui -Ouchimori-san! ..buongiorno! – rispose ancora un po’ intontita Sakusami-chan. Si alzò dal letto con un balzo, scalciando le coperte, e andò a sedersi sul divano, in parte a Ouchimori, dove consumò con lui la colazione. Seguì un lungo dialogo, Sakusami-chan parlò a Ouchimori della sua infanzia, dei ricordi che aveva, e l’uomo la ascoltava interessato. Dopo la breve chiacchierata, Ouchimori rivolse a Sakusami-chan una domanda che lei non si aspettava di certo, infatti le disse: -Sakusami-chan.. sai cosa sono i ninja, nevvero? – La ragazza lo guardò con aria perplessa, poi rispose: -Emh.. sì.. credo.. tu sei un ninja, no? Ancora una volta Ouchimori rise di gusto, poi rispose, ancora ridendo: -Sì! Ahah! Ma ora vorrei sapere un’altra cosa, ragazzina.. ti andrebbe di essere una di loro? – -Intendi dire..un ninja? Ouchimori ebbe una pausa, poi disse: -Ah.. non importa.. sono uno sciocco..! Sicuramente a te no interessa diventare un ninja; insomma.. a cosa mai potrebbe servir..- Sakusami-chan sbottò di colpo: -Se io diventassi un ninja potrei vendicare la morte della mia famiglia, gliela farei vedere io a quelli dell’armata della Fiamma!! Ci puoi contare, Ouchimori-san! Ti prego, insegnami le tecniche dei ninja!! -No.. sarebbe troppo rischioso per una ragazzina.. -Ma ci sono sicuramente delle ragazze ninja!! Perché non vuoi dirmelo, Ouchimori-san!? – urlò Sakusami-chan –credevo che fossi mio amico, e che mi avresti aiutata!! Invece non vuoi che io vendichi la morte della mia mamma e dei miei fratelli!! Perché!? Ouchimori si alzò di scatto, afferrò Sakusami-chan per un braccio, poi le urlò: -Cerca di capire!! È troppo pericoloso!! L’arte e le tecniche del ninja vanno prese seriamente e non vanno utilizzate solo per scopi personali! Lo capisci? Se le imparassi e le usassi in maniera scorretta potrebbero rivoltatisi contro, e a quel punto cosa faresti, eh? Me lo spieghi? Sakusami-chan non seppe trattenere le lacrime, chinò la testa e cominciò a respirare rumorosamente, ma il pianto le saliva in gola, le inondava gli occhi, non poteva trattenerlo, emise un singhiozzo, poi due, al terzo Ouchimori le si avvicinò, al quarto la abbracciò. -Non piangere… mi dispiace, ma se è questo il tuo sogno allora dovrai imparare ad usare in modo corretto e leale tutte le tecniche che ho intenzione di insegnarti... – disse, poi continuò –E ovviamente avrai bisogno di impegnarti costantemente e non arrenderti di fronte alle difficoltà!- Ma Sakusami-chan non rispondeva, continuava a singhiozzare, allora Ouchimori aggiunse: -..cominciamo domani, se ti va!- e sorrise tra se. A quelle parole Sakusami-chan alzò lo sguardo, e questa volta pianse dalla gioia avvinghiandosi alla tuta del maestro. -Grazie, Ouchimori-san!!- urlò in preda all’euforia, poi l’uomo si alzò e si diresse verso il mobile a cassetti, aprì il secondo e ne cavò una tuta : era un vestito rosso lungo fino al ginocchio con due spacchi e disegni rosa, insieme a dei calzari aperti, neri, alti fino al polpaccio e una fascia da mettere sulla fronte con il simbolo del villaggio! A quella visione Sakusami-chan si alzò e guardò come rapita Ouchimori che le si avvicinava: -E questa è la tua tuta!- disse l’uomo, sorridendole Sakusami-chan la indossò immediatamente: le andava a pennello! Urlò un grazie veloce, poi corse fuori dalla casetta, si diresse verso il piccolo lago del villaggio, e urlò al mondo: -SONO UN NINJA!!- e l’unica risposta che ricevette fu quella dell’eco, che risuonava come uno strumento dolce e lieve “…Ninja…inja…ja…a….”. Sakusami-chan rientrò nella casa, correndo. Sapeva che la sua vita, da quel momento, sarebbe cambiata, anzi, avrebbe letteralmente subito un cambio di rotta!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Iniziano gli allenamenti ***


Capitolo 4- Iniziano gli allenamenti
 
-Bene! Il sole splende, gli uccelli cinguettano.. oggi iniziano i tuoi allenamenti, signorina! Sei contenta?- il maestro pareva più eccitato della sua allieva, che rispose:
-Assolutamente!! Allora, andiamo?
Si diressero in una pianura distesa, che si estendeva per centinaia di chilometri ininterrotta.
-Allora- disse Ouchimori –Prima di tutto impara a concentrarti sul tuo chakra!-
-I-il mio chakra?
-Esatto! Sono i punti di forza che si trovano all’interno del tuo corpo in posizioni en specifiche, chiudi gli occhi, concentrati e cerca di individuarli tutti, poi accumula l’energia che senti!
-Ok!
Sakusami-chan chiuse gli occhi, ascoltò qualche secondo il cinguettare degli uccelli, poi si concentrò sul battito del suo cuore, poi non sentì più nulla: si trovava immersa in uno stato di quiete più totale, si concentrò immensamente su quello che sentiva dentro: si sentiva un tripudio di energie!
Le parve di sentire una forza nel petto, poi una nel centro della fronte: i primi due chakra!
Continuò così finchè li rintraccio tutti, e dopo 20 minuti riaprì gli occhi.
-Li hai trovati?- chiese Ouchimori
-S-sì.. beh, almeno credo! Adesso cosa dovrei fare?
-Verificare che quella che senti è la forza dei chakra! Chiudi ancora gli occhi e concentra la forza nelle mani, poi quando senti che sei vicina al tuo obbiettivo appoggia i palmi a terra!-
-Mmm… ok!-
Sakusami-chan eseguì alla perfezione i comandi richiesti, dopo qualche minuto disse:
-Sensei!! Ci sono riuscita! Adesso cosa devo fare?

-Appoggia le mani a terra e ripeti Terepōtēshon!

-O-ok ci provo!

Sakusami-chan eseguì i comandi, e disse, urlando:

-Terepōtēshon!!

A quel punto riaprì gli occhi, non trovò più nessuno di fronte a lei, tranne l’erba che si estendeva per chilometri di fronte a lei: si fece immediatamente prendere dal panico, e urlò il nome di Ouchimori, finchè spaventata non decise di rifare la stessa cosa, e per la seconda volta urlò “Terepōtēshon” con tutta la voce che aveva in corpo.
Si ritrovò di fronte al maestro, a cui chiese subito spiegazioni:
-Semplice, mia cara Sakusami-chan! Ti sei teletrasportata!
-C-come? Che significa teletraspirata?
-Ahahaha no! Teletrasportata! – scandì bene Ouchimori - è una tecnica per cui vieni praticamente spostata in un altro luogo con i poteri della mente, e per essere la tua prima volta te la sei cavata benissimo!
-D-davvero?-
-Altrochè! Ma questo richiede un grande sforzo e un sovrumano consumo di energie, per cui per oggi è meglio smettere!
Sakusami-chan annuì, e i due tornarono a casa, esausti!
Mangiarono del Ramen per cena e poi andarono a dormire molto presto.
Il mattino seguente i due si alzarono all’alba, si diressero verso lo stesso campo, e Ouchimori insegnò a Sakusami-chan tecniche sempre nuove, poiché queste azioni si ripeteranno per molte mattine, per un arco di tempo molto lungo!
Dopo 16 stagioni di allenamento Sakusami-chan si poteva ritenere un ninja nel vero senso della parola! E questo la rendeva molto fiera!
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - L'armata della Fiamma ***


Capitolo 5- L’armata della Fiamma
 
Era ormai da molto tempo che i ninja vivevano in pace nei loro villaggi, e l’armata della Fiamma non aveva più infastidito nessun popolo, anche se purtroppo, a insaputa di Sakusami-chan e del suo maestro, tutto questo tempo era servito loro per pianificare un nuovo attacco al villaggio del Serpente.
Una mattina, infatti, si ripresentarono a Ouchimori, saccheggiarono il villaggio intero, facendo razzia di tutto quel che trovarono e anche di più!
Molti tra i ninja più forti del villaggio tentarono di fermarli, ma invano! Erano diventati troppo forti, i nemici, e pareva che nessuno potesse sconfiggerli, nemmeno il capo del villaggio!
Egli, infatti, affidò a Sakusami-chan il compito di difendere il villaggio dall’armata della Fiamma e la ragazza, determinata a vendicarsi, accettò.
Iniziò così un duro scontro tra Sakusami-chan e i ninja nemici, uno scontro dal quale Sakusami-chan uscì vincitrice, ma ora sorgeva un altro problema: uno dei nemici era riuscito a sottrarsi alla lotta e quando Sakusami-chan entrò nella casa del suo maestro, egli giaceva esanime, e l’artefice della sua morte gli stava accanto, con il volto coperto da una maschera.
Sakusami-chan non riuscì a trattenersi, urlò, pianse, poi travolta dalla rabbia si scagliò contro il suo nemico e gli fece fare la stessa fine di tutti gli altri suoi compagni.
Dopo avergli inflitto il colpo di grazia, si accasciò a terra, esausta e affaticata dalla lotta e dal dolore che provava allo stesso tempo: cosa avrebbe fatto, adesso, senza il suo maestro?
Gli si avvicinò, trascinandosi sul pavimento con i gomiti, poi gli disse, come se potesse ancora sentirla:
-Sensei.. non sono stata brava, non ho compiuto il mio dovere… non ho saputo difenderti: è stata tutta colpa mia!! Non sono degna di portare indosso il simbolo del villaggio, né tanto meno questa divisa… perdonami, se puoi!
Più guardava il suo maestro, più le sembrava di vederlo in vita, ad un tratto le parve addirittura di vederlo riaprire gli occhi, o forse era lei che, esausta, si era addormentata e aveva sognato quello che più aveva sperato per tutto il tempo che gli era rimasta accanto.
Quando si risvegliò, il dolore si era un po’ placato, insieme al senso di vuoto che provava prima; adesso il suo unico obbiettivo era vendicare anche la morte del suo migliore amico e maestro Ouchimori.
Si rialzò in piedi, piena di determinazione, sfilò dalla fronte del suo maestro la sua fascia, la indossò e, dopo averlo salutato con un cenno di alto rispetto, si diresse verso l’uscita della casa, s’incamminò lentamente e con lo sguardo dritto davanti a lei verso la foresta, camminò per ore ed ore, instancabile, e alla fine raggiunse la sua meta!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Un nuovo alleato ***


Capitolo 6- Un nuovo alleato!
 
Non sapeva ancora con esattezza cosa si sarebbe trovata davanti una volta giunta al villaggio nemico; tutto quello che sapeva era quello che gli era stato detto dal suo maestro, e non era certo sufficiente per sconfiggere gli abili ninja dell’armata della Fiamma.
Ad un certo punto intravide un piccolo borgo completamente deserto all’apparenza: il cielo si stava scurendo e delle nuvole minacciose si stavano addensando proprio sopra quella zone.
Caddero lampi, rombarono tuoni, e i cittadini del borgo, per nulla stupiti, aspettavano solo che quel pandemonio si esaurisse.
Sakusami-chan, invece, era piuttosto spaventata da tutto questo, e sperava solo che tutto finisse il prima possibile.
Dopo poco il cielo tornò chiaro e limpido come lo era prima e i cittadini uscirono allo scoperto.
Indossavano divise come quelli dell’armata della fiamma: Sakusami-chan li riconobbe subito, e sentì crescere dentro di se una furia implacabile e un disprezzo immenso verso quelle persone.
Ora che sapeva dove si trovavano i suoi nemici, sarebbe stata avvantaggiata, e li avrebbe attaccati una volta pronta; per il momento decise di ritirarsi nella foresta e di continuare ad affinare le sue abilità fino al giorno della sua vendetta.
La foresta era molto diversa da quella in cui abitava prima: questa sembrava infatti essere oppressa da aure oscure e tenebrose, alle quali nemmeno la natura era riuscita a resistere: gli alberi e le piante infatti erano tutte marce e di colore verdastro, e di animali non si vedeva nemmeno l’ombra.
Sakusami-chan decise di crearsi una tana, scavò una fossa per tutta la notte in cui si rintanò la mattina per cercare di riposarsi un po’ e riprendere le forze.
Quando si svegliò il sole era già alto nel cielo, e decise di andare a cacciare qualcosa.. qualsiasi cosa avesse trovato le sarebbe bastato, ma la cosa sembrava più difficile del previsto.
Arrivò ad un certo punto quasi in fondo alla foresta, ma non aveva trovato nulla, se non qualche radice dolce e una dozzina di bacche un po’ avvizzite, quando improvvisamente si vide cadere davanti una bella mela rossa e matura.
Subito Sakusami-chan guardò in alto per vedere da dove fosse arrivata, e vide un uomo in cima ad un albero che la stava osservando: lui la guardò senza dire nulla, poi scese dall’albero con un balzo e le atterrò davanti.
Sakusami-chan indietreggiò un po’ ma il ragazzo la seguì senza dire nulla.
Alla fine si decise a parlarle, ma si limitò a dire:
-Bu!-
Sakusami-chan indietreggiò ancora ma lui uscì dalla penombra e si fece vedere dalla ragazza, che arrossì senza volerlo; era un ragazzo piuttosto alto e magro con una tuta simile a quella dell’armata della Fiamma, fatta eccezione per la maschera che gli copriva metà del volto lasciando scoperti solamente gli occhi, e dai capelli bianchi e in piedi, tutti sgarbugliati.
Sakusami-chan si mise a ringhiare, sentiva l’odore del nemico addosso a lui!
Il ragazzo però non sembrava essere interessato a sapere se lei si fidasse di lui o meno, per cui rimase dov’era: Sakusami-chan ad un certo punto gli si avvicinò con aria minacciosa e lo annusò; era proprio come sospettava! Quel ragazzo aveva lo stesso odore di polvere di tutti gli altri membri dell’armata della Fiamma, misto però a un profumo appena percettibile di frutti selvatici, come se avesse passato molto tempo lontano da tutti gli altri.
-Chi sei?- gli chiese, poi, in tono minaccioso.
Il ragazzo però fece un sorriso spavaldo e rispose solo:
-Inejiro-
Sakusami-chan lo guardò perplessa, poi chiese:
-Inejiro..?-
-Sì!- confermò il ragazzo –mi chiamo così!- poi con un balzo tornò sull’albero dove stava un attimo prima, e la continuò ad osservare per ore, finchè si stancò di stare in silenzio, e le chiese:
-Tu..?-
-Io cosa?- chiese Sakusami-chan, seccata
-Il tuo nome..?-
-Ah.. – Sakusami-chan si sentì in imbarazzo per non aver afferrato subito la domanda, così rispose nervosamente arrossendo:
-Mi chiamo Sakusami… -chan, per gli amici!-
-Ahh…- Inejiro si guardò intorno, poi riprese –Sei del villaggio del Serpente..?-
-Come fai a saperlo..?- Sakusami-chan si impietrì e fissò il ragazzo, sul cui volto si era appena disegnato un sorriso compiaciuto
-La tua divisa.. e il segno che hai sulla fascia.. dicono tutto!-
-Ah.. hai ragione.. e tu invece? Sei dell’armata della Fiamma vero?-
-Mi spiace deluderti..- seguirono alcuni secondi di silenzio -..Ne sono uscito tempo fa..- abbassò lo sguardo, e quando alzò di nuovo gli occhi notò che Sakusami-chan non pareva affatto sorpresa dalla risposta, lei infatti disse:
-Già.. avevo sentito bene allora! Il mio fiuto non sbaglia mai!-
-Fiuto.. già.. cosa sei un lupo, forse?-
-Diciamo!- rispose allegra la ragazza, che allora decise di raccontare tutto a Inejiro.
Dopo poco che Sakusami-chan aveva finito di illustrare la sua storia al ragazzo, lui aggiunse:
-..è per questo che ho lasciato l’armata.. sono esseri spregevoli che fanno solo male alle persone e ai loro villaggi; non meritano di definirsi ninja!-
Il tono con cui parlava Inejiro era di grande disprezzo, e Sakusami-chan stava pian piano capendo di potersi fidare di lui…

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 - Inejiro Samai ***


Capitolo 7 – Inejiro Samai
 
Il tempo passò in fretta: Inejiro si dimostrò infatti più loquace del previsto, ma a Sakusami-chan questo non dispiaceva affatto; sembrava infatti affascinata dalla storia del suo nuovo amico, se così lo poteva chiamare!
Inejiro faceva tempo addietro parte dell’armata della Fiamma, ma i loro comportamenti sleali e ingiusti, uniti ai numerosi soprusi che commettevano non stavano più bene a Inejiro, che si dimostrò un acceso sostenitore degli ideali di tutti coloro che, come lui, cominciavano a disprezzare quelle persone orribili.
Per sua fortuna, però, al contrario di tutti gli altri uomini che erano stati puniti o addirittura uccisi per questo, lui riuscì a cavarsela insieme ad un ristretto cerchio di altre persone, che migrarono in massa verso nord, alla Radura Plenilunio.
Lì si erano fatti una nuova vita, e avevano dato i natali al villaggio, conosciuto da ben pochi, che aveva il nome di Villaggio Luna Piena.
I Ninja Scarlatti lo abitavano, ed erano considerati i ninja più saggi e forti di tutto il mondo, perfino più forte di quelli dell’armata della Fiamma.
Ora che Inejiro era diventato più forte, e aveva tutte le carte in regola per pareggiare i conti con il suo ex popolo, era tornato indietro in cerca di vendetta per lui e per tutte le persone maltrattate o uccise per mano dell’armata della Fiamma.
Il racconto era stato coinvolgente, e Sakusami-chan aveva avuto l’impressione di viverlo in prima persona.
Ad un certo punto Sakusami-chan si avvicinò a Inejiro e gli chiese un favore gigantesco:
-Inejiro… - disse a bassa voce –Ti prego, diventa il mio sensei!!- si mise in ginocchio aspettando la sua risposta, che non tardò ad arrivare; il ragazzo infatti sorrise, poi disse:
-Certo.. va bene!- e carezzandole la testa le sorrise, mentre Sakusami-chan, fissandolo, arrossì.
Da quel giorno iniziarono gli allenamenti, degli allenamenti ancora più duri ed estenuanti di quelli che svolgeva con Ouchimori!
Nel frattempo si costruirono una piccola casa alla fine della radura: avevano un letto grande e giusto un focolaio per scaldarsi e cucinare pesce e animali cacciati la sera.
Un giorno, in particolare, Sakusami-chan si sentì in dovere di fare alcune domande al suo sensei:
-Sensei!- chiese, ma il ragazzo la interruppe
-E piantala!! Ti ho detto che mi puoi chiamare Inejiro!-
-No, Sensei-san! Tu sei il mio maestro! E comunque ti volevo chiedere una cosa… ho notato che non ti togli mai la maschera.. perché fai tanto il misterioso?- Sakusami-chan era apparentemente incuriosita e affascinata dal mistero di Inejiro, che disse:

-Vedi.. tempo fa, quando facevo parte dell’armata della Fiamma io ero il comandante di una delle squadre d’assalto più forti.. ero successo a mio padre quando lui era divenuto troppo anziano per seguire la squadra e allenarla! E prima di prenderne io il controllo mi fecero fare una sorta di giuramento: non avrei mai dovuto, per nessun motivo, togliermi la maschera e mostrare il mio volto.. non mi chiedere il motivo, non ce n’è uno in particolare! È solo che è un’usanza del villaggio.. tutto qui!-
-Ahhh.. ho capito, Sensei!!- rispose Sakusami-chan –Dunque io non ti vedrò mai in volto..capisco!- rise la ragazza, per poi tornare ai suoi allenamenti.
Inejiro sorrise quasi senza accorgersene, poi entrò in casa.
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 - Fidanzata ***


 
Capitolo 8 – Fidanzata!
 
Quella stessa notte Sakusami-chan non chiuse occhio: c’era ancora qualcosa che doveva chiedere a Inejiro, e fu la prima cosa che fece il giorno dopo. Scelse la colazione come momento ideale, e Sakusami-chan decise di parlare subito dopo aver bevuto il suo succo di bacche selvatiche. Inejiro stava bevendo il suo bicchiere tranquillamente, quando la ragazza richiamò la sua attenzione:
-Sensei… ma quando avrai una ragazza ti toglierai quell’affare dalla faccia?-
A quella domanda Inejiro sputò letteralmente ovunque il succo che aveva in bocca e cominciò a tossire, arrossendo.
-Ma Sakusami!! Che domande fai??-
-..mi pare una domanda più che logica!- rispose semplicemente la ragazza.
Inejiro la guardò, poi disse:
-Sai… in effetti non ci ho mai pensato! Ma credo di non potere..-
-Ma come no?? …adesso ho capito perché non hai ancora una ragazza: se non ti fai vedere chi vuoi che ti voglia? Bah.. e poi adesso non fai più parte dell’armata della Fiamma!!-
Inejiro rimase in silenzio, finì la sua colazione, poi si alzò e senza dire nulla si diresse fuori ad aspettare Sakusami-chan per gli allenamenti.
La giornata trascorse come tutte le altre, solo una cosa cambiò: la sera Sakusami-chan si infilò nel letto, e lo stesso fece Inejiro poco dopo.
Quando lui si addormentò, Sakusami-chan si avvicinò piano a lui, per non svegliarlo.
Cercò di spostargli leggermente la maschera, ma lui si girò dall’altra parte nel sonno; Sakusami-chan rinunciò alla sua missione: se davvero il suo maestro avesse voluto mostrare il suo volto a lei, lo avrebbe fatto di sua spontanea volontà!
La ragazza si acquattò sotto le coperte, vicino al suo sensei, e si addormentò ascoltando il suo respiro in sincronia con il proprio e il rumore della pioggia che cadeva! Era veramente stanca: non ci volle molto prima che crollasse, e l’indomani le sembrò essere arrivato addirittura troppo velocemente, come se non avesse nemmeno dormito!
Ovviamente non disse nulla a Inejiro del suo tentativo di “smascherarlo” (letteralmente).. probabilmente si sarebbe arrabbiato, ma pensava alla scena in modo divertito! 

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