Il Principe Vampiro -L'Attrazione Fatale

di iloveDesy
(/viewuser.php?uid=416615)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 Capitolo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1.1 ***
Capitolo 3: *** 3 Capitolo 1.3 ***



Capitolo 1
*** 1 Capitolo ***


Image and video hosting by TinyPic

Il Principe Vampiro - L'Attrazione Fatale

 

Capitolo 1



NON POTEVA PIU MENTIRE A SE STESSO. Lentamente,con infinita stanchezza, Harry rinchiuso l'antico volume rilegato in cuoio.
Era la fine. Si sentiva esausto. i libri che tanto amava non potevano nulla contro l'assoluta,gelida solitudine della sua esistenza.
Lo studio era ricoperto di libri dal pavimento al soffitto per tre lati su quattro.
Li aveva letti tutti e molti ne avevvano mandati a memoria nel corso dei secoli. ma non c'erano piu conforto alla sua mente. Quei libri nutrivano il suo intelletto, ma gli sprezzavano il cuore.
Quel giorno all'alba non avrebbe cercato il sonno, almeno non il sonno ristoratore della rigenerazione:
avrebbe cercato la quiete eterna, e che Dio avesse pietà della sua anima. I suoi simili erano pochi, sparpagliati e perseguitati....estinti.Aveva tentato di tutto,ogni sua abilità fisica e mentale,ogni nuova tecnologia.
Harry aveva riempito la sua vita di arte e filosofia, di lavoro e scienza. Conosceva ogni erba curativa e ogni radice velenosa. Conosceva le armi dell'uomo e aveva imparato a diventare egli stesso un'arma. Malgrado tutto ciò, era solo.
Il suo popolo era una razza morente e lui aveva deluso tutti.
In qualità di loro capo, si era impegnato a trovare un modo per salvare coloro che dipendevano da lui.
Fra i maschi, troppi si trasformavano, rinunciando alle loro anime per diventare dei non-morti, per disperazione.
Non c'erano donne per continuare la specie,  per strapparli all'oscurità in cui languivano.
Non avevano alcuna speranza di sopravvivere.
I maschi erano essenzialmente predatori, l'oscurità cresceva e si spandeva dentro di loro fino a lasciarli privi di emozioni, senza nien'altro che il buio in un mondo freddo e grigio.
Per ognuno di loro era necessario trovare la meta mancante, la compagna per la vita che li avrebbe restituiti alla luce per sempre.
la pena lo travolgeva, lo consumava.
Sollevò la testa e lanciò un ruggito di dolore, era un animale ferito.
Non sopportava piu quella terribile solitudine.

 
Il guaio in realtà non è essere soli, è il sentirsi sooli. Ci si può sentire soli anche in mezzo a una folla, non credi? 
 
Harry si immobilizzò, muovendo solo gli occhi con circospezione, come un pericoloso predatore che fiuti una minaccia.
Inspirò profandamente, si affrettò a sbarrare ogni accesso alla sua mente, tutti i sensi all'erta per localizzare l'intruso.
Era solo. non poteva sbagliarsi. era il piu antico, il piu potente, il piu astuto.
Nessuno poteva penetrare le sue protezioni. nessuno poteva avvicinarsia sua insaputa.
sorpreso, si ripetè quelle parole, ascoltandone la musica.
Una femmina, giovane, intelligente. dischiuse un pocola mente, cercando percorsi e impronte psichiche.
è quel che ho sperimentato, concordò.

si rese conto che stava trattenendo il respiro, in trepidante attesa del contatto. un'umana. A chi mai poteva importaredei suoi pensieri? era curioso di saperlo.
A volte vado in montagna e rimango da sola per giorni, enon mi sento sola, ma a una festa, circondata di gente, mi sento piu sola che mai.

Harry sentì una fitta calda nelle viscere. La voce di lei, che gli riempiva la mente, era dolce, musicale, sexy nella sua innocenza.
Harry non provava nulla da secoli: il suo corpo non desiderava una donna da centinaia di anni.
ora, nell'udire quella voce, la voce di una femmina umana, era sbalordito dal fuoco che andava accendendosi nelle sue vene.
Come è possibile che tu riesca a parlarmi?

 Mi dispiace se ti ho offeso .sentì chiaremente che la donna era sincera, percepì il suo tono di scusa.

Il tuo dolore era così acuto, così terribile che non ho potuto ignorarlo.Ho pensato che ti sarebbe piaciuto parlare. La morte non è una risposta all'infelicità.Credo che tu lo sappia. Ad ogni modo,posso smetterese così desideri.

 
No! la sua protesta era un comando,un ordine imperiosodato da una creatura abituata all'obbedienza istantanea.
sentì la rista di lei prima ancora che risuonasse nella sua  mente.
Dolce, spensierata, invitante. Sei abituato alla cieca obbedienza di tutti quelli che hai intorno?

 
Assolutamente. Non sapeva come interpretare la sua risata. Era incuriosito. Sentimenti. Emozioni.
Si  affollavano in lui fin quasi a sopraffarlo
Sei europeo,vero? Ricco,e molto, molto arrogante.
Harry si sorprese a sorridere di quella provocazione. non sorrideva mai, da seicento anni o piu. Tutto questo....aspettò che lei ridesse ancora, con la stessa brama con cui un tossicomane desidera la droga.
Quando arrivò, la sua risata fu bassa e divertita, carezzevolecome il tocco di dita sulla sua pelle.

Io sono americana. Diverso come il giorno e lanotte,non lo trovi?

Ora lui aveva una traccia, una direzione. La donna non gli sarebbe sfuggita.Le donne americane possono esse addomestivate con i metodi giusti..
Pronunciò la frase deliberatamente, con enfasi, pregustando la reazione di lei.

Sei davvero arrogante.Lui si beò del suono della sua risata, lo assaporò, lo ricevette dentro di sè.
Sentì che la ragazza aveva sonno, che stava sbadigliando. ancora meglio. Le diede una lieve spinta mentale, molto delicta: voleva che dormisse per poterla esaminare.

Smettila! Lei reagì con un brusco distacco, come ferita, sospettosa.
Si ritrasse, alzando un muro mentale con tanta rapidità da lasciarlo stupefatto per  la sua abilità, la sua forza, malgrado fosse così giovane, e umana.
Ed era umana, ne era certo. Sapeva, senza bisogno di controllare, che mancava esattamente cinque ore al sorgere del sole. Non che non potesse sopportare la luce dell'alba o del tramonto. Esaminò le sue difese, facendo attenzione a non allarmarla. Un lieve sorriso comparve sulla sua bocca ben disegnata. Lei era forte, ma non poteva nulla contro di lui.
Il suo corpo, un fascio di muscoli tesi e forza sovrumana scintillò e si distolse, divenne una tenua nebbia cristallina che scivolò sotto la porta e si riversò nell'aria della notte.
Le goccioline brillarono come perle, si raccolsero, si fusero a formare un uccello dalle ampie ali.
Si tuffò in picchiata, volteggiò in cerchio e si lanciò nel cielo cupo, silenzioso, letale, magnifico.
Harry godè del potere che gli dava il volo, del suo corpo che fendeva il vento, dell'aria della notteche gli parlava, sussurrandogli segreti, portando l'odore della preda. Seguì la debole traccia psichica, infallibilmente.
Era così semplice. Eppure il suo sangue ribbolliva caldo.
Un'umana , giovane , piena di vita e di allegria un'umana in grado di stabilire con lui un legame psichico. Un'umana piena di compassione, forza e intelligenza.
 La morte e la dannazione potevano aspettare: doveva soddisfare la sua curiosità.
Il rifugio era piccolo, al limitare della foresta, dove la montagnaincontrava la ligna degli alberi. L'interno era buio: poche luce brillavano appena in una o due stanze e forse in un corridoio, mentre gli umani riposavano.
Si  posò sul balcone della finestra al secondo piano e si immobilizzò, diventando parte della notte.
La camera da letto della ragazza era una delle stanze illuminate, segno che non riusciva a prendere sonno.
La scorse sttraverso il vetro con i suoi occhi verdi e ardenti.
Era di costituzione minuta e aveva forme sinuose, una vita sottile e una cascata di capelli corvini che le scendevono sulla schiena attirando lo sguardo sulle natiche rotonde. harry trattenne il respiro.
era deliziosa,bellissima,con la pelle come seta, gli occhi incredibilmente grandi, di un azzurro intenso, orlati di ciglia  lunghe e folte.
 Non gli sfuggì un solo dettaglio.
Una vestaglia di pizzo bianco le aderiva alla pelle,avvolgendo i seni alti e pieni, e lasciando scoperta la linea della gola e le spalle bianche. I piedi erano piccoli, come le mani.
Così tanta forza in corpo tanto piccolo.
Si spazzolava  i capelli, in piedi vicino alla finestra, guardando fuori con occhi assenti.
Lo sguardo era lontano; c'erano pieghedolorose intorno alla sua bocca piena e sensuale.
sentì che c'era del dolore in lei, e un gran visogno di sonno, che invece si rifiutava di arrivare.
Si ritrovò a seguire ogni  colpo di spazzola. I suoi erano movimenti innocenti ed erotici al tempo stesso.
Il corpo di Harry si agitava, imprigionato in forma di uccello. Sollevò la testa al cielo con riverenza , in segno di gratitudine.
la pura gioia nel sentire, dopo secoli di apatia assoluta, era smisurata.
A ogni colpo si spazzola i seni di lei si sollevavano in modo invitante,sottolineando il busto stretto e la vita sottile.
Il pizzo aderiva al suo corpo, rivelando il triangolo scuro là dove le cosce si univano.
Gli artigli di lui affondarono sul davanzale, lasciando lunghe cicatrici nel morbido legno.
Harry continuava a guardare. era aggraziata e seducente.
Indugiò con uno  sguardo ardente sulla sua gola delicata e sul battito che pulsava regolare nelle vene del suo collo. Sua. Di colpo, si staccò da quel pensiero, scuotendo la testa.
Azzurri. Occhi Azzurri. Aveva gli occhi azzurri.
Solo allora si rese conto di aver ricominciato a vedere i colori.
Vividi,brillanti. rimase completamente immobile. Era impossibil.
i maschi avevano perso la capacità di vedere altro che un grigio scialbo, quasi nello stesso momento in cui avevano perso le loro emozioni. solo la compagna per la vita poteva riportare le emozioni e i colori nella vita di un maschio.
le donne carpaziane erano la luce nell'oscurità della vita dei maschi.
La loro metà.
senza le donne, la bestia avrebbe lentamente consumato l'uono fino a farne una creatura dell'oscurità.





Ciaoooo a tutti!! :)

è tratto da un libro ho soltanto cambiato i personaggi, è a dir poca fantastica questa storia mi ha colpita.
Una piccola recensione non fà male a nessuno ;) 
grazie ciaoo!!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1.1 ***


Image and video hosting by TinyPic

Il Principe Vampiro- L'Attrazione Fatale

Capitolo 1.1

Non c'erano piu donne carpaziane che potessero dare alla  luce compagne per la vita.Le poche rimaste sembrava potessero generare solo maschi. Era una situazione apparentemente disperata.
Le donne umane non potevano essere convertire senza diventare folli. L'esperimento era stato tentato.
Questa ragazza non poteva in alcun modo essere la sua compagna per la vita.
Harry la guardò spegnere la luce e stendersi sul letto.
Sentì la sua mente agitarsi e cercarlo.
Sei sveglio? chiese incerta.
All'inizio si rifiutò di rispondere, contrariato dall'impellenza del suo stesso bisogno.
Non poteva permettersi di abbassare la guardia; non osava. 
Nessuno aveva potere su di lui. Di certo non un'americana qualsiasi, una ragazza con piu forza che cervello.  
So che puoi sentirmi, mi dispiace di essermi intromessa. Sono stata sconsiderata; non succederà piu . ma perchè tu lo sappia: non cercare un'altra volta di mostrare i muscoli con me.
Harry si rallegrò di essere in forma di uccello,così non poteva sorridere.
Lei non aveva idea di cosa fossero i muscoli.Non mi hai offeso ,la rassicurò in tono gentile.
Doveva risponderle, vifu quasi costretto. Desiderava il suono della sua voce, il mormorio che accarezzava la sua mente come dita sulla pelle.
Lei si firò, sistemò il cuscino, si massaggiò le tempie come se le dolessero. 
Una mano si strinse tra le lenzuala sottili. Harry voleva toccare quella mano, sentire quella pelle calda e setosa sotto la sua.
Perchè hai cercato di controllarmi?  La domanda non fu del tutto neutra, come lei avrebbe voluto.
Harry sentì di averla ferita, delusa in qualche modo.Si muoveva inquieta, come in attesa di un amante.
Il pensiero di lei con un altro uomo lo fece infuriare.
Dopo centinaia di anni, dei sentimenti. Forti,chiari e vivi.
Veri sentimenti. Controllare è nella mia natura..Si sentiva invaso dalla gioi, ma allo stesso tempo fin troppo consapevole di essere piu pericoloso che mai.
La potenza aveva sempre bisogno di controllo. 
Meno emozioni provava,piu facilmente riusciva a contenersi. Non cercare di controllarmi.
C'era qualcosa nella  sua voce, qualcosa che percepiva senza poterla definire, come se lei sapesse che lui costituiva una minaccia. 
E lui sapeva di esserlo. Come si può andare contro la propria natura, piccola? Il sorriso della ragazza riempì un grande vuoto in lui, mentre si diffondeva nel suo cuore e nei suoi polmoni, infiammandogli il sangue.
Cosa ti fa credere che io sia piccola? sono grande come una casa.

E dovrei crederti? L'allegria svanì dalla voce e dai pensieri di lei, indugiando ancora un poco nel sangue di lui.
Sono stanca , e ti chiedo di nuovo scusa. Sono contenta di aver parlato ancora con te.

Ma?, chiese lui gentilmente.

Addio. Un tono che non ammetteva repliche.
Harry spiccò il volo, innalzandosi sopra la foresta. Non era un addio.
Non lo avrebbe permesso, non poteva. La sua sopravvivenza dipendeva da lei. 
Qualcosa, qualcuno aveva risvegliato il suo interesse, la sua voglia di vivere. 
Lei gli aveva ricordato che esistevano le risate, che c'era qualcosa di piu nel puro esistere. Si librò alto sopra la foresta, meravigliandosi per  la prima volta dopo secoli del paesaggio sottostante.
La volta di rami ondeggianti, i raggi della luna che colpivano gli alberi e inargentavano i ruscelli.
Era così bello.
Aveva ricevuto un dono inestimabile. 
Una femmina umana era riuscita in qualche modo a fare tutto questo per lui.
Ed era umana. se fosse stata una della sua razza,lo avrebbe saputo all'istante. 
La sua voce poteva fare altrettanto per altri maschi sull'orlo della disperazione? 
Al sicuro nella sua casa, camminò avanti e indietro con un'inquietitudine da tempo dimenticata. 
Ripensava a quella pelle morbida, alla sensazioneche gli avrebbe dato sotto le dita, sotto il corpo, al suo sapore.
Il pensiero di quei capelli setosi che scfioravano il suo corpo accaldato, della sua gola vulnerabile ed esposta, lo eccitò. Il suo corpo si tese improvvisamente. Non era la delicata attrazione fisica che aveva sentito quando era nella forma di un uccello,ma un tormento imperioso e implacabile.
Turbato dall'improvviso erotismo dei suoi pensieri, Harry si impose una discipplina rigida. Non poteva permettersi un simile trasporto. 
Aveva scoperto di essere  un individuo possessivo, letale nella sua furia e protettivo fino all'eccesso. Questo genere di passione non poteva essere condiviso con un'umana: era troppo pericoloso.Quella donna era indipendente, forte per essere una mortale, e avrebbe combattuto la sua natura ad ogni occasione
. Lui non era umano.
La sua era una razza di esseri dagli istinti animali, radicati prima ancora dalla nascita.
era meglio tenersi a distanza e soddisfare la sua curiosità a  un livello puramente intellettuale. Chiuse meticolosamente ogni porta e ogni finestra, sigillo ogni spiraglio con incantesimi impenetrabili prima di scendere nella camera in cui dormiva. La stanza era protetta da minacce anche piu grandi. Se proprio doveva smettere di vivere,sarebbe stato per sua scelta. Si distese sul letto. 
Non c'era bisogno del potere curativo della terra; poteva godersi gli agi dei mortali. 
Chiuse gli occhi e rallentò il respiro.
Il corpo di Harry si rifiutava di obbedirgli.
La sua mente era piena di immagini di lei, di scene erotiche e seducenti.
La immaginava distesa sul letto, il corpo nudo sotto il pizzo bianco, le braccia tese ad accogliere il suo amante.
Imprecò a bassa voce. 
Invece di immaginare il suo corpo che la possedeva, immaginò che sopra di lei ci fosse un altro uomo. Un umano.
Fu scosso da una rabbia pura e letale.
Pelle come velluto, capelli come seta. 
La sua mano si mosse. 
Creò l'immagine mentalecon precisione e determinazione.
Contemplò ogni dettaglio,perfino il frivolo smalto sulle unghie dei piedi.
circondò la sua caviglia sottile con dita forti, godendo del contatto con la sua pelle.
Il respirò gli morì in gola, il suo corpo si irrigidì nell'attesa.

Fece scivolare il suo palmo lungo il polpaccio, massaggiandolo, solleticandolo, salendo fino al ginocchio e alla coscia. Harry avvertì l'istante preciso in cui lei si svegliò, con il corpo in fiamme. Sentì l'urto della sua agittazione della sua paura. Deliberatamente, per farle capire con chi aveva a che fare, raggiunse l'interno della coscia, e lo carezzò.
Smettila! accidenti a te!!  le lacrime luccicarono come gioielli tra le sue ciglia. 

Volevo solo aiutarti. Ho detto che mi dispiace
La mano di lui si mosse piu in alto,irresistibilmente, trovò seta e calore, minuscoli ricciolia guardia di un tesoro. 
La sua  mano coprì avidamente il triangolo e si spinse nel calore piu umido. 
Tu mi risponderai ,piccola. Ho ancora tempo per venire da te, per lasciare il mio segno su di te, per possederti, la ammonì seducente.Rispondimi perchè mi fai questo?

Non sfidarmi. ora la voce di lui era roca, piena di desiderio. Le sue ditta si mossero,sondarono, trovarono il suo punto piu sensibile. 
Ti sto trattando in modo eccezzionalmente delicato. Sai già che la risposta è No!, mormorò lei, sconfitta.

Harry chiuse gli occhi,riuscì a placare i demoni furiosi che inferivano sul suo corpo come tante pugnalate.
Dormi piccola, stanotte nessuno ti farà del male. Interruppe il contatto e trovò il proprio corpo rigido,pesante,madido di sudore.Orma eratroppo tardi per tenere la bestia dentro di lui.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3 Capitolo 1.3 ***


Image and video hosting by TinyPic

Il Principe Vampiro - L'Atrrazione Fatale

Capitolo 1.3


Ardeva per il desiderio, ne era consumato ,si sentiva martellare il cranio,  la pelle e i nervi lambiti dalle fiamme.
 La bestia si era scatenata, letale, affamata. Era stato piu che delicato.
 La  donna aveva incautamente liberato il mostro.
Sperava che quella ragazza fosse forte quanto lui credeva.
Chiuse gli occhi per schiacciare il disgusto di sè.
Aveva imparato secoli prima che resistere serviva a poco, e ora non voleva nemmeno tentare.
Questa volta non si trattava di una semplice, intensa attrazione sessuale: era molto di piu.
era qualcosa di primordiale. Qualcosa di reciproco e profondo.
 Forse lei desiderava la natura selvaggia di lui quanto lui desiderava l'allegria e la compassione che percepiva in lei.
Ma che importanza aveva?  Nessuno dei due aveva scampo.
La cercò delicatamente con la forza del pensiero prima di chiudere gli occhi e lasciò che il suo respiro si fermasse.
 Lei piangeva silenziosamente, il corpo ancora assetato per le carezze che le aveva fatto.
Provava dolore e confusione, e aveva mal di testa. Senza alcun pensiero,senza ragione, la circondò con la forza delle braccia, accarezzò i suoi capelli morbidi e inviò calore e conforto ad avvolgerla.
Mi dispiace averti spaventata, piccola; ho sbagliato.
Ora dormi pure al sicuro 
. sussurrò quelle parole vicino alle tempia, sfiorandole la fronte con le labbra, e la mente con la sua tenerezza.
Avvertiva una curiosa frammentazione, come se nella sua mente ci fossero delle ferite aperte e dolenti.
Era troppo logorata dalla battaglia di poco prima di resistergli.
Respirò insieme a lei, per lei, lento e cadenzato, regolando il battito del cuore sul suo, finchè non si assopì, esausta.
La fece addormentare: un comando sussurrato e le palpebre di lei calarono sugli occhi.
Si addormentarono insieme, ma separati, lei nella sua stanza e lui nella sua cella.
 
 
 
I colpi sulla porta penetrarono la spessa coltre di sonno.
Raven Whitney lottò con la nebbia che le teneva gli occhi chiusi e le appesantiva il corpo.
Fu colta dall'ansia. Si sentiva come se l'avessero drogata.
 Il suo sguardo si posò sulla piccola svegliasul comodino.
Le sette di sera.
 Aveva  dormito tutto il giorno. Si alzò a sedere con fatica, come dibattendosi nelle sabbie mobili
. I colpi alla porta ricominciarono.
Il suono le ribombò nella testa, martellandole le tempie. " Cosa c'è? " si costrinse a usare un tono calmo, nonostante i battiti convulsi del suo cuore.
 Era nei guai. Doveva fare armi e bagagli in fretta e sparire.
Spaeva quanto potesse essere inutile.
Non era forse stata lei a localizzare quattro serial killer seguendo la scia mentale dei loro pensieri? E quest' uomo era mille volte piu potente di lei.
 In realtà era affascinata dal fatto che un'altra persona avesse delle facoltà psichiche.
Non aveva mai incontrato un altro come lei prima di allora.
Voleve restare lì e imparare da lui, ma l'uso disinvolto che faceva dei suoi poteri lo rendeva troppo pericoloso.
Per essere davvero al sicuro da lui avrebbe dovuto mettere tra loro della distanza, forse un intero oceano.
" Raven,va tutto bene?".Una voce maschile, apprensiva.
Jacob. Aveva conosciuto Jacob e Shelly Evans, fratello e sorella, nella sala da pranzo la sera prima, appena arrivati dal viaggio in treno.
Viaggiavano insieme a un gruppo di otto persone.
era stanca, e ricordava solo brandelli della conversazione.
Raven era andata dai carpazi per stare da sola e riprendersi dopo l'ultima traumatica esperienza di seguire la mente contorta di un efferato serial Killer.
Non desiderava la compagnia del gruppo di viaggiatori, ma jacob e Shally l'avevano cercata.
Li aveva cancellati dai suoi pensieri in modo piuttosto efficace.
" Sto bene, Jacob, credo di avere solo un pò di influenza", lo rassicurò, sentendosi tutt'altro che bene.
 Si passò una mano tremante fra i capelli. " Sono molto stanca.
Sono venuta qui per riposare ". " Non dovevamo cenare insieme?".
 La sua voce aveva un tono delusò che la irritò.
Non voleva sentirsi in obbligo verso nessuno, e l'ultima cosa di cui aveva bisogno era ritrovarsi circondata di persona in una sala da pranzo affollata.
" Mi dispiace. Magari un'altra volta".non aveva tempo per le cortesie.
 Come aveva potuto fare un errore simile la sera prima?
Lei che era sempre così cauta, attenta a evitare ogni contatto, a non toccare mai un altro essere umano , addirittura ad avvicinarsi.
Ma lo sconosciuto aveva diffuso in ogni direzione così tanta sofferenza, così tanta solitudine.
Lei aveva capito istintivamente che aveva poteri telepatici, che era ancora piu isolato di lei, che il suo dolore era talmente grande da spingerlo a prendere in considerazione il suicidio.
 Sapeva cosa volesse dire essere isolati.
Come ci si sentisse a  essere diversi.
Non aveva saputo tenere la bocca chiusa;
doveva aiutarlo se ne fosse stata capace.
Raven si massaggiò le tempie cercando di alleviare il dolore che le  pulsava nella testa.
 Le faceva sempre male, dopo aver usato i poteri telepatici.
Si tirò su e si mosse lentamente verso il bagno.
Lui la  stava controllando senza bisogno di contatto.
Il pensiero la terrorizzò.
Nessuno doveva essere tanto potente.
Aprì al massimo il getto della doccia, perchè l'acqua la liberasse da quella sensazione.

 

Ciaoooo a tutti! 

grazie mille per le recensioni, per chi ha messo tra le ricordate preferite e seguite questa ff, ho dovuto cambiare il protagonista per dare un ottima impressione della storia. 
Quindi su questa ff il nostro Harry Styles interpetra il ruolo di Mikhail, egli è un carpaziano cioè un vampiro romantico e duro allo stesso tempo. :)
 aggiornerò presto SEE YOU LATER! 
Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2000791